Bahar

di RaElle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cuoricini ***
Capitolo 2: *** Piscina ***



Capitolo 1
*** Cuoricini ***


Storia scritta per un obbligo nell'omonimo gioco "Obbligo, Verità o Salvataggio" del gruppo facebook "I Giardino di EFP".

Prompt 53: "Hai la pelle troppo chiara".

Kaede si chiese per l'ennesima volta se non era il caso di affogare qualcuno nell'acqua. Anche seppellirli sotto la sabbia non era una cattiva idea, poi si ricordò che avrebbe dovuto affaticarsi e non ne sarebbe valsa la pena. D'altronde, era andato in spiaggia solo per rilassarsi...

"Rukawa, non entri in mare?"
Come non detto. Il teppista voleva tornare di nuovo dal dentista? Avrebbe giurato che fosse quella l'intenzione che l'aveva spinto ad andare lì a disturbarlo.
Già, perché non poteva essere una semplice coincidenza che tutta la squadra si fosse ritrovata su quella parte di spiaggia, nello stesso momento in cui lui era andato lì a farsi la sua pennichella sotto l'ombrellone. Non voleva crederlo possibile!
Miyagi, una volta giunto e dopo aver visto che erano tutti lì, aveva chiamato Ayako con una scusa e l'aveva fatta venire, Hanamichi se ne stava con la sorella del Gorilla a due metri lì da loro. Ne aveva le scatole piene di sentire la parola Harukina uscire dalle labbra di quello scemo, ma almeno Akagi accorreva in tempo e gli assestava il suo micidiale pugno per rimetterlo al suo posto, lontano dalla sorellina.
Un minuto massimo, in quel breve lasso di tempo sentiva la pace, il silenzio che aveva tanto cercato e quasi si riaddormentava, cullato dal rumore delle onde. Vedeva una fetta di melone fluttuargli accanto alla faccia, ma per quanti tentativi facesse, quella gli sfuggiva sempre, sospinta lontana dal vento verso il mare aperto, poi...
"Non hai la pelle un po' troppo chiara?"
Eccola, un'altra voce fuori dal coro che lo portava ad aprire ancora una volta gli occhi. Sendoh aveva ficcato la testa sotto il suo ombrellone e gli era andato a due centimetri di distanza dalla faccia, sorridendo per chissà quale motivo. Un altro che di lì a poco avrebbe fatto visita al dentista.
"Sei al mare, dovresti abbronzarti. Sembri un cadavere".
Non fece in tempo a rispondere che la voce di Mitsui tornò a farsi prepotente: "Oh beh, se ne pentirà", disse.
Rukawa non capì e preferì non capire, sdraiandosi con la pancia di sotto e girandosi dall'altra parte.
Così facendo, gli sfuggì l'occhio su Haruko che era lì: indossava un improbabile due pezzi con dei coni gelato disegnati sopra. Nell'ultima mezz'ora quel deficiente di Sakuragi non aveva fatto altro che complimentarsi per la graziosità del costume. Si chiese se non gli avesse mai dato una botta tanto forte da fargli perdere la ragione per arrivare a considerare graziosa quella roba. Fece spallucce e tornò a chiudere gli occhi, sperando di riuscire ad acciuffare il melone almeno quella volta.

Ok, non aveva commesso nessun omicidio quel giorno, la sua fedina penale era ancora pulita. Rukawa grattò distrattamente il braccio destro chiedendosi perché bruciasse. Dopo essersi buttato di peso a letto, una volta fatta la doccia, alzò il braccio incriminato verso la luce e per poco non gli venne un colpo: cuoricini. Si era scottato e ovunque guardasse notava i contorni compromettenti di quei dannati cuoricini... "Mitsui!", sibilò.

#500 parole.
Continua, almeno credo.

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Capitolo 2
*** Piscina ***



Prompt 45: "Non so nuotare".


Il teppista aveva un punto debole, e Miyagi aveva aiutato Rukawa a scoprire qual'era senza fiatare.
Certo, Rukawa si era dovuto separare da una foto del suo secondo anno di medie per far aprire bocca al tappo, d'altronde un'immagine di Ayako giovane era un'occasione troppo ghiotta per non approfittarsene: Miyagi aveva cantato...
Kaede Rukawa camminava come se nulla fosse, con uno short nero e un maglioncino leggero con la manica intonsa che gli corpiva il braccio destro, mentre della manica sinistra non restava nulla: era stata barbaramente tagliata alla base della cucitura quella stessa mattina. Girò tra i lettini, evitando ciabatte e borse sparse per il perimetro che circondava la piscina, e infine lo notò.
Mitsui era sdraiato su un lettino, forse addormentato. Indossava un boxer nero, le braccia erano piegate dietro la testa e un paio di enormi cuffie erano poggiate sulle sue orecchie.
Rukawa gli si avvicinò, fermandosi poi ai piedi del lettino. Pur avendogli fatto ombra, quello non si era mosso. Forse dormiva davvero, e si stava abbronzando per bene, quel maledetto. Le lunghe gambe stavano prendendo colore, così come il petto e la faccia. Che peccato dovergli rovinare la giornata... Rukawa ci pensò su, poi scosse le spalle, ricordandosi che stava subendo le pene dell'inferno a girare vestito sotto il cocente sole d'agosto.
Gli andò di lato, e in men che non si dica, aveva già ficcato un braccio sotto le sue ginocchia e l'altro braccio sotto le spalle, tirandolo su di peso dal proprio posto.

Mitsui non capiva. Fino ad un secondo prima stava beatamente pomiciando con una tipa sconosciuta, e di colpo stava annaspando.
Incapace di schiudere gli occhi sbattè le braccia alla cieca, trovando davanti a sé la barriera formata dall'acqua, e aprì bocca in preda all'agitazione, mentre il respiro se ne andava.
Qualcosa gli si strinse con energia attorno al polso, e infine l'aria tornò a circolargli nei polmoni.
Mitsui tossì un paio di volte, col cuore che batteva a mille dal terrore. Alzò gli occhi e non fece in tempo a proferire parola che il braccio che l'aveva tratto in salvo, tornò a spingerlo sott'acqua con perfidia.
Durò meno della prima volta, ma sentì comunque gli occhi bruciare e il desiderio di fare sul serio del male a quel- oh, aria!
Mitusi ne approfittò per respirare il più possibile, poi si aggrappò con disperazione alla maglia di Rukawa, tirandolo involontariamente contro di sé.
"Non so nuotare, bastardo!" gli sputò addosso, a meno di un centimetro dal suo volto.
Rukawa inarcò le sopracciglia. "E allora?"
Mitsui avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma nel momento in cui capì che l'altro stava per spingerlo di nuovo giù, parlò: "Send-"
Le parole gli morirono in gola, una volta di nuovo in apnea. Eppure mezzo secondo dopo era di nuovo fuori e Rukawa sembrava più incazzato del solito. "Cos'hai detto?"
"È stato Sendoh!" sbottò Mitsui, in preda al panico. Un'altra volta spinto lì sotto e sarebbe morto. "È stata un'idea di Sendoh! Prenditela con lui, maledizione!"



#500 parole.
Povero Mitsui, sì, ma Sendoh?
Grazie a Cathy Black per la recensione della scorsa flash!

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