Together, one more time

di Yuuki05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo




 

Novembre 2016.

In quella fredda notte suonava Luka con il suo gruppo, e Marinette era in prima fila per assistere i suoi amici. Le piaceva far parte del pubblico, emozionarsi, saltare, e cantare canzoni insieme agli altri, mentre i membri della band suonavano e le mandavano sorrisi. Uno in particolare, quella sera, era veramente emozionato.

Luka.

Luka era per Marinette quell'amico a cui si può dire tutto. Dai problemi più insignificanti, come abbinare dei pantaloni a una maglia, a problemi più gravi, come fu quando Adrien decise di andare via da Parigi all'ultimo anno di liceo. Ricorda ancora quel giorno, quando il preside entrò in classe con Adrien al seguito, dichiarando che quello sarebbe stato l'ultimo giorno in quella scuola di Adrien, poiché sarebbe andato in Giappone con Kagami.

Ripensando a quel momento a Marinette veniva sempre di intristirsi, ma erano passati anni ormai, e la ferita cominciava a guarirsi, grazie a tutti i suoi amici, e a Luka.

"Guardami per bene, questa sera." proclamò il ragazzo, abbracciandola. Marinette rimase confusa per qualche istante, ma rispose poi con un sorriso.

La serata finì come al solito, con Juleka che ringraziava tutti i spettatori, e loro che rispondevano con urli e applausi. In quel momento, Marinette ne approfittò per salire dietro le quinte e congratularsi con i ragazzi. Si affacciò e trovò Alya che riprendeva tutto con il cellulare, per poi postarlo su instagram e pubblicizzare i suoi amici.

In quell'istante Marinette si sentì afferrare da dietro, e girandosi si ritrovò ad un palmo dal naso di Luka. Il ragazzo la stringeva forte, e guardandola direttamente negli occhi dichiarò che era innamorato di lei da molto tempo, e avrebbe voluto essere molto più di un amico per lei.

Il cuore di Marinette suonò all'impazzata, come se stesse per esplodere. Non si aspettava di sentire quelle parole. O meglio, non se le aspettava da Luka.

"Vedi, Marinette" cominciò "ti ho visto troppe volte soffrire per chi non ti merita. Ti guardo e vedo ciò che mi fa stare bene. Sei come una canzone che non riesco a togliermi dalla testa. Quando sono giù, penso a te. Voglio avere te al mio fianco, in ogni difficoltà. Ogni volta che ti vedo, mi sento bene con me stesso. Voglio portarti nei musei, andare nei posti che ti piacciono, andare a prendere quel caffè buonissimo che ti piace tanto ed osservarti mentre pensi al prossimo modello che farai. Rendimi partecipe della tua felicità."

A quelle parole Marinette non poté che essere felice. Abbracciò forte Luka e lo ringraziò, per essere così comprensibile con lei e sincero con i suoi sentimenti.

"Non ti assicuro nulla, sai quanto sono sbadata, potrei sbagliare qualcosa.."

Luka la guardò con occhi dolci "allora sbaglieremo insieme"

La baciò.

 

 

 

 

 

Marzo 2021

"Luka devo correre in atelier, ci vediamo dopo con gli altri?"

"Va bene, ci vediamo dopo, buona giornata tesoro"

Si scambiarono un bacio veloce, prima di iniziare entrambi la rispettiva giornata. Erano un paio d'anni ormai che Luka e Marinette decisero di convivere, pensando che fosse il passo successivo per la loro relazione. Si amavano e tutti erano contenti di questo. Quando lo venne a sapere Alya, volle per forza documentare il tutto con foto e video, vedendo la sua migliore amica felice come non l'aveva mai vista.

Il lavoro di Marinette all'atelier consisteva nel prendere le misure delle modelle, trascriverle e mandare il tutto ai sarti. Faceva avanti e indietro per poter finire il suo lavoro in tempo e non rinunciare mai all'aperitivo con gli amici. Era diventato, per tutti, un rito, dove ci si raccontava la giornata di lavoro, e magari qualche pettegolezzo.

All'entrata dell'atelier sentiva che l'aria era diversa. Le modelle guardavano i loro cellulari e bisbigliavano tra loro. I sarti non prestavano attenzione a quello che Marinette diceva.

Si stava chiedendo quale fosse il problema di quella mattinata. La risposta arrivò sotto forma di messaggio da parte di Alya. Diceva "Ragazza, forse dovresti vedere questo."

Un link era allegato al messaggio. Aprendolo lesse "Adrien Agreste di ritorno dal Giappone alla sua amata Parigi"

Alla lettura di quella notizia si sorprese. Non provava tristezza, né eccitazione. Per lei Adrien era diventata una figura del suo passato, e non aveva intenzione di ricadere. Non ora che era così in altro grazie alle sue forze.

"Avanti Marinette, lasciati scivolare addosso questa notizia, e pensa solo a lavorare" si ripeteva per prendere un minimo di concentrazione.

Mentre gli altri riprendevano il proprio lavoro e lei poteva finalmente andare avanti con la giornata, si sentì una mano sulla spalla che la richiamava.

"Heila Marinette! Sempre a lavorare vedo"

Si voltò e alla vista della persona che aveva davanti, si bloccò.

Non poteva essere lui.

Perché proprio qui?

Perché proprio lui

Perché.

Perché..

Perché…

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


"Ho incontrato Adrien all'atelier, oggi."

Per poco Nino non si rovesciava addosso il suo cappuccino. I ragazzi la guardarono sbalorditi, non sapendo come reagire, e si girarono tutti verso Luka, che guardava la sua ragazza con occhi dolci e comprensivi.

"E allora? Che ti ha detto?" domandò Alya, non sopportando più quel silenzio e vedendo quanto l'amica si sentisse in imbarazzo.

"Mi ha vista lavorare e mi ha chiesto come stava andando, come stessero gli altri, e se mi sarebbe piaciuto uscire per prendere un caffè con lui"

"E tu che hai detto?" Rose s'intromise, troppo curiosa di sapere la risposta

"Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto" rispose Marinette con un debole sorriso, per poi dare uno sguardo a Luka, che la guardava, e non diceva nulla. Neanche il suo viso diceva nulla.

Alix fece la domanda che tutti si stavano chiedendo, ma che non avevano il coraggio di chiedere, almeno non con Luka presente.

"Quindi provi ancora qualcosa per lui, dopo tutti questi anni? Immagino che il primo amore sia difficile da scordare."

"ALIX!!" Juleka si alzò di scatto, non potendo credere che l'amica l'avesse chiesto davvero, e che Marinette se ne stesse lì in silenzio, senza neanche protestare.

"Scusate, sarò il primo ad andare via, ci vediamo la prossima volta, buon divertimento ragazzi." Luka si alzò, con il suo solito sorriso dolce salutò gli amici e se ne andò verso il suo appartamento. L'appartamento che aveva preso con Marinette. La ragazza con cui aveva vissuto tutti quei anni in totale libertà, senza un minimo problema. E ora? Tutto era rovinato.

"Marinette, dovresti andare dietro al tuo ragazzo" notò Nino.

"Lo voglio lasciare da solo, ora non voglio rischiare di rovinare ancora di più la situazione. Comunque Alix, riguardo alla tua domanda. Non lo so. Io non lo so davvero. Scusa Juleka, so che ti infastidisce sentire questo. Ma io amo Luka, davvero. Ora che Adrien è tornato, non so cosa può succedere. Lui è cambiato, e lo sono anche io. Forse lo saranno anche i miei sentimenti."

"Sinceramente, Marinette" fece Alya, mentre trascinava dietro di sé Nino "spero che tu capisca cosa vuoi veramente, e che metti in chiaro la situazione una volta per tutte."

Aveva ragione.

 

 

 

 

"Luka, sono a casa, ho preso cibo cinese per cena." disse Marinette, consapevole che la cena sarebbe passata con un silenzio imbarazzante. La calma prima della tempesta, insomma.

"Hei! Sono qui, in salotto. Ho apparecchiato sul tavolino, così mentre mangiamo possiamo guardare un po' di televisione, che dici?"

"Va bene, per me.."

Si sedettero per iniziare a mangiare, misero un film e cominciarono a cenare. La cena passò tranquillamente, con Luka che commentava, come suo solito, la colonna sonora, troppo fuori tempo con il film, a sua detta. Era tutto troppo normale e tranquillo, Marinette non capiva.

".. E poi guarda, questo pianoforte è completamente scordato, ma chi ha pagato per questa colonna sonora?"

"Luka…"

"Ma si, è fatta malissimo, ma ci volevano anche vincere un Oscar con questo?"

"Luka."

"Sinceramente non capisco chi abbia partorito tutto questo."

"Luka! Ora basta!"

Marinette urlò. Perché era così indifferente a quello che era successo il pomeriggio? Se ne andò come se cercasse di trattenersi nel dire qualcosa, e ora si comportava come se niente fosse accaduto? Tutto ciò la faceva arrabbiare.

"Non hai niente da dire? Te ne sei andato come se stessi per spaccare qualcosa a momenti, e ora ti comporti così? Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo ora."

Il ragazzo si trovò spaesato da quella reazione, ma aveva ragione. Purtroppo era un ragazzo introverso, e non riusciva spesso ad esprimere quello che provava. Quando si dichiarò a Marinette prese tanto coraggio, esasperando la sorella, mentre chiedeva consiglio di come fare. "Sei una ragazza, magari mi puoi aiutare" ripeteva allo sfinimento.

"Marinette, io mi fido di te. Non sono arrabbiato, sono infastidito. Tutti questi anni, tutto questo tempo, a ricostruire quello che lui aveva distrutto con tanta facilità. E ora, che è tornato, gli dai subito una possibilità di farti di nuovo del male?"
"Ma è solo un caffè!" rispose Marinette, sentendosi incompresa.

Era sono un caffè con un vecchio compagno di liceo. Certo, provava qualcosa per lui, in passato. Ma ormai lei aveva Luka. O no?

"Non è per il caffè, Marinette. E se ti chiedesse di noi? Cosa risponderesti? Ti nasconderesti? E se ti raccontasse di lui, delle ragazze che ha avuto, ci rimarresti male? Io non ho intenzione di perderti, non dopo tutto quello che abbiamo avuto insieme. Viviamo insieme, per la miseria, non siamo più bambini!"

La risposta di Luka fu abbastanza dura. Alzò la voce, sottolineando come siano cresciuti insieme, sentimentalmente e mentalmente.

E aveva ragione.

Aveva sempre ragione.

Maledizione.

"Va bene, Luka. Almeno proviamoci, vediamo cosa succederà. A te sta bene la cosa, no? Vediamo come si evolverà la cosa. Ora scusa, ma sono stanca, vado a dormire."

Marinette si alzò e si diresse verso la camera da letto. Lasciando il ragazzo da solo, sul divano, mentre si malediceva per come si era comportato e mentre si tormentava le mani.

Lasciò passare qualche tempo, forse una ventina di minuti, che passarono come fossero secondi, per lui. Restò fermo lì, non muovendosi nemmeno, fissando il pavimento.

Si alzò e si diresse verso il letto dove la sua ragazza stava dormendo.

La vide. Dormiva, tranquilla.

Sorrise. L'amava davvero tanto. E aveva fiducia in lei. Forse troppa, pensò.

Si levò la maglietta, e solo con i pantaloni del pigiama, si coricò.

L'abbracciò, prima di addormentarsi, inebriato dal profumo dei suoi capelli.

Buono, pensò. Sa di vaniglia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Le mattine primaverili erano le preferite di Marinette. Il freddo lasciava spazio al tepore e la natura cominciava a riempirsi di colori accesi. Le piaceva uscire di casa presto per andare al bar, a fare compere per l'atelier, o anche solo per passeggiare. Quella mattina si trovava ad uno dei bar che frequentava di più, ordinò un caffè, e cominciò ad aspettare.

"Scusa, sei qui da molto?"

Adrien era appena arrivato al bar, un po' affannato, e con i capelli in disordine. Alla vista di questo Marinette sorrise, ripensando a come si presentasse sempre impeccabile agli altri durante il liceo.

"No, mi sono appena seduta." disse, gentilmente

"Non ho sentito la sveglia e quindi mi sono alzato tardi, perciò non ho avuto il tempo di sistemarmi. Ma ora sono qui, giusto?"

"Si, ora sei qui." rispose, accennando un timido sorriso, arrossendo un poco.

Adrien si sedette, ordinò un caffè con brioche e parlò per primo, rompendo il ghiaccio.

"Allora, che mi racconti? Come è andata ultimamente?"

"Beh, ho tante cosa da raccontare.. Ecco ho finito l'accademia per diventare stilista, come ben sai, visto che ci siamo incontrati nell'atelier. Poi che altro.. Ah, Alya e Nino penso abbiano in mente di sposarsi, Juleka e Rose sono insieme da qualche anno ormai, E io e Luka abitiamo insieme."

"Aspetta.. Luka, il fratello di Juleka?"

"Beh, si."

Adrien rimase sconvolto. Aveva sempre creduto che fossero solo buoni amici, che non potesse esserci nient'altro tra loro. Pensò a quante cose erano cambiate mentre lui era via, a tutti i momenti persi con il suo gruppo di amici, ai momenti persi con Marinette..

"E tu, invece?" riprese poi lei, sorseggiando il suo cappuccino.

"Io.. Beh nulla di che. Sai le solite cose. Quando vai all'estero sei il nuovo arrivato un po' ovunque, poi c'era Kagami che, beh, insomma, sono successe un po' di cose."

"Mh? Del tipo?" disse Marinette, curiosissima, mentre si avvicinava al ragazzo per sentire meglio.

"Beh, siamo stati insieme.. Cioè non proprio insieme insieme, ma, sai, a letto. E' stata un momento di una notte sola." rispose Adrien, non guardando la sua interlocutrice neanche una volta negli occhi, avendo timore del suo sguardo e di ciò che avrebbe pensato di lui.

"Ah. Capisco." rispose secca. Non se l'aspettava, non da Adrien. Non da quel ragazzo che diceva sempre che la sua prima volta sarebbe stata speciale e con qualcuno che amava.

La mattinata passò con Adrien che raccontava le sue esperienze e Marinette che ascoltava, fingendo di capire e immedesimarsi in lui. Gli raccontò di una ragazza conosciuta a Shinjuku che faceva cose strane con il corpo, per quanto era flessibile, emozionato nel raccontare ogni minimo dettaglio.

In quei momenti capì quanto, effettivamente, erano cambiati entrambi. Marinette aveva avuto sempre e soltanto Luka. Aveva condiviso con lui i suoi momenti più intimi e prime volte. Ma Adrien no. Da quanto aveva capito, era un ragazzo da "una botta e via", che non si legava a nessuno e che non voleva nessuno. Un po' le dispiaceva. Le dispiaceva che non avesse mai provato l'amore di una vera relazione. Dell'ansia della prima volta insieme. Della passione.

Fu allora che Marinette guardò l'orologio, e vide che era ora di andare. Salutò Adrien con un classico "alla prossima, fatti sentire ogni tanto" e andò via, lasciandolo lì.

 

 

 

Salutata l'amica, sentì come un calore al cuore, si mise una mano sul petto e sorrise. Quanto gli mancavano i suoi sorrisi, la sua risata, i suoi capelli. Rivedendola dopo tanti anni vide quanto era diventata matura, fisicamente ed esteticamente. Aveva abbandonato la sua solita capigliatura e aveva optato per tenerli sempre sciolti. Aveva notato come si spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio quando qualcosa la imbarazzava. La trovava così tenera.

Ripensò al liceo, a quanto lei fosse impacciata con lui vicino, non riuscendo nemmeno a parlargli. A quanto la ritenesse una buona amica. Solo una buona amica.

Solo più tardi ripensò a quando ci fu una festa a tema nella sua scuola, prima della sua partenza, e Marinette propose il ballo in maschera. Ripensò a lei che si presentò con un bellissimo vestito rosso e nero, con una maschera dello stesso stile. I capelli, raccolti in una treccia, la rendevano molto più matura di quanto non lo fosse davvero. Quando la vide qualcosa scattò. Sentì come un buco allo stomaco, arrossendo.

Ripensandoci, forse in quel momento si rese conto che Marinette fosse qualcosa di più, di un'amica.

Quel ricordo lo faceva sempre emozionare, sentendo le farfalle nello stomaco. E' l'ultimo ricordo che aveva di lei di quando andavano al liceo insieme. Quanto gli sarebbe piaciuto avere altri momenti con lei, recuperando quelli persi.

Fece mente locale, e mise in conto Luka. Non l'aveva mai ritenuto un rivale, ma il modo in cui si avvicinava a Marinette e le parlava lo infastidiva. Ora sta con lui. Probabilmente, pensò, che vivessero anche insieme.

Si ingelosì.

"O mio dio, Adrien, sei proprio tu? Da quanto tempo!"

Una voce lo richiamò, distogliendolo dai suoi pensieri.

Era Lila. Una sua ex compagna di classe.

"Oh, ciao Lila, scusa non ti avevo vista."

"Non ti preoccupare. Ma dimmi, quando sei tornato? Come sono andati tutti questi anni? Sai anche io sono stata in Giappone, ma non ti ho contattato perché avevo perso il tuo numero!"

"Certo, certo.. Senti, ti andrebbe di venire a cena con me, oggi? Così ti racconto per bene il mio viaggio."

"Ma certo che si!! A questa sera allora, mandami un messaggio con orario e luogo!"

"Va bene, non preoccuparti, a stasera.

Salutò Lila e si diresse verso l'altro lato della strada, dove era parcheggiata la sua macchina. "Che scemo" pensò "avrei dovuto invitare Marinette."





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Aggiungo questo "lato dell'autore" per informarvi che la storia sta finalmente cominciando! Personalmente adoro vedere Luka con Marinette, da qui è nata l'idea per questa ff. Voi chi preferite? Adrien o Luka? Come vorreste che finisse? Fatemi sapere la vostra preferenza, ma sopratutto se fino ad ora vi sta piacendo. Si accettano critiche costruttive! :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


La cena, come volevasi dimostrare, non stava andando per il meglio per Adrien. Lila continuava ad inventarsi storie di come lei abbia conosciuto l'imperatore del Giappone, di come abbia avuto un flirt con un ragazzo di corte, e tante altre farneticazioni. Mentre si scolava il terzo bicchiere di vino rosso, la sua mente balzò da quel tavolo al di fuori del ristorante, dove c'era un venditore di cibo da strada. Notò come spiccassero dei capelli azzurri in mezzo a quelle poche persone presenti lì davanti. Trasalì. Riconobbe quei capelli azzurri e si affannò nel cercare un'altra persona. Dal posto dov'era gli era impossibile vedere bene tutta la strada. Lila non smetteva un attimo di parlare. Pensò quindi di zittirla e di trascinarla fuori con la scusa "è una bella serata, andiamo a fare una passeggiata."

Uscendo dal ristorante la vide lì, mangiarsi una crepe con il suo ragazzo, Luka. Eh già, quei due stanno insieme ora. Gli era difficile immaginarlo, figuriamoci accettarlo.

"Heila Marinette! Puoi permetterti solo quello con il tuo stipendio?" rise sguaiatamente Lila, cercando di mettere in imbarazzo Marinette.

"Buonasera a te Lila. Oh. Vedo che sei con Adrien, avete avuto un'ottima cena?" sorrise sinceramente Marinette.

"Ciao Marinette, si, è stata deliziosa, devo ammetterlo." Rispose Adrien, senza degnare di uno sguardo Luka.

"Beh, noi eravamo usciti solo per una crepe, che piacciono tanto a Luka. Vi auguro un buon continuo di serata, alla prossima!" Marinette prese Luka sotto braccio e si diressero verso casa, ridacchiando e bisbigliando qualcosa.

"Ma quanto è insopportabile. Sempre a recitare la parte della brava ragazza, quando poi sta con quello che sicuramente è un drogato, visto che è un musicista." disse Lila furiosa, prendendo di forza la mano di Adrien, per intrecciarla alla sua.

"Sisi.. Certo.." rispose lui, guardando la figura di Marinette allontanarsi piano piano. "Senti" riprese poi "ti va di venire da me?"

 

 

 

 

 

 

"Mi fa piacere che Adrien non abbia perso tempo. A malapena avrà disfatto i bagagli e già si da al divertimento con le donne." disse Luka, mentre si toglieva il giaccone per posarlo sull'attaccapanni.

"Non essere così cattivo, dai. Lila era una nostra compagna, penso sia normale che siano rimasti in contatto." rispose Marinette, buttandosi sul divano con il telecomando in mano.

"Sarà, ma non mi piace per niente. Non mi ha salutato, né uno sguardo. Nulla."

"Ohh, per caso ti sei offeso piccolino? Solo perché Adrien Agreste non ti ha salutato? Picciiiino" disse Marinette, facendo la voce da bimba, prendendo in giro Luka.

Il ragazzo rispose cominciando a farle il solletico, che finì poi in una guerra per vedere chi si arrende per primo.

Neanche a dirlo, vinse Luka. Marinette ci rimase male e fece il broncio, accendendo la tv e mettendo un canale qualsiasi.

"Lo sai che vinco sempre io, perché insisti?"

"Sono io che ti faccio vincere. Nessuno lo sa, ma in realtà sono una supereroina, che salva Parigi dai cattivi e il mio nome è… LADYBUG! ALLA RISCOSSA!!"

Luka, sconvolto, la guardò "certe volte mi preoccupi davvero."

Si misero a ridere e passarono la serata accoccolati sul divano mentre guardavano qualche film su netflix.

La mattina seguente Luka si alzò per andare a fare colazione. Marinette dormiva ancora. Era giorno di festa, perciò non lavorava, e preferì non svegliarla.

Si incontrò con Nino e Alya al solito bar.

"Quindi Adrien è veramente tornato, uh?" chiese Alya, mentre sorseggiava il caffè.

"Si, ieri io e Marinette lo abbiamo incrociato, aveva appena finito di cenare con Lila."

"Lila??" urlarono in coro Nino e Alya.

Luka annuì con la testa.

"Bro" inizio Nino "è veramente strano. Non si fa sentire per tutti questi anni e la prima persona che chiama è Lila, invece del suo migliore amico?"

"Sai Nino" rispose poi Luka "credo che Adrien sia innamorato di Marinette"

"Pft, che novità" bofonchiò Alya, dando per scontata la situazione.

"Non mi piace quando i ragazzi girano intorno alla mia ragazza. Figuriamoci Adrien, che è l'ex cotta storica di Marinette."

"Bro, devi stare attento. Non essere troppo geloso, o Marinette ci rimarrà male."

"Lo so, cavolo. Lo so.."

Stava cominciando ad essere ansioso. Quando si sentiva così si fumava sempre una sigaretta. Solo una. Aveva smesso quando si trasferì con Marinette, perché "i tessuti puzzano di fumo".

Aveva fatto molto per lei, e voleva continuare a farlo.

Adrien era tornato nelle loro vite così come se ne era andato. In un attimo.

Per quanto, da adolescenti, andassero d'accordo, decise che nessuno avrebbe rovinato la sua relazione, benché meno Adrien.

Aveva troppo da perdere e non se lo sarebbe fatto portare via.

"Lo sai, vero, che la scelta spetterebbe a Marinette, si?" riprese poi Alya, seria.

"Si." rispose Luka "lo so bene"

"Ma farò in modo che scelga me" pensò, poi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



 

Anche se la maggior parte del tempo era un ragazzo pacato e tranquillo, anche Luka perdeva le staffe ogni tanto. Non che risultasse spaventoso o che, anzi, per Marinette era anche tenero. "sembri un orsacchiotto" gli diceva. Solo che ultimamente si arrabbiava più frequentemente, era geloso del rapporto di Adrien e Marinette, solo che a lei non glielo diceva, preferiva tenere quella rabbia per sé.

Una mattina, tra le tante altre, si svegliò nel letto da solo e andò in cucina per fare colazione. Vide che c'era già tutto pronto, con un bigliettino accanto. "Buongiorno! Questa è la colazione, serviti pure, io sono andata in atelier. Baci, Marinette."

Sorrise.

 

 

 

Nell'atelier lavorava come una matta. Era sempre di corsa e i vestiti, le modelle, tutto, doveva essere perfetto. Da quando era tornato Adrien Agreste, tutti lo volevano nel proprio studio per lavorarci assieme, questo includeva anche lei. Indubbiamente era uno dei pochi modelli a Parigi che sanno come si indossa e si porta un vestito di alta moda.

"Bonjour Marinette!" era il direttore. "Questa mattina voglio che mi prepari un vestito elegante da uomo. Niente con fronzoli o motivi strani. Un classico smoking che gridi CLASSE. Capisci che intendo? Allora su, al lavoro."

"Certo Mr.Blanc"

Il capo di Marinette era eccentrico. Lo trovava simpatico, e lui le portava rispetto per i suoi lavori, per questo affidava a lei compiti difficili e importanti.

"Ah, signore, ma manca il modello."

"Se riesci a trovare qualcuno, tanto meglio." rispose, per poi chiudersi in ufficio.

"Perfetto." pensò "e ora chi chiamo?"

Poi un lampo di genio. In automatico cercò il suo numero in rubrica e lo chiamò

"Ciao! Hai da fare? Scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di un modello in atelier, ti va di venire? Perfetto, ti aspetto allora!" e richiuse la chiamata.

Poco dopo entrò dalla porta Adrien, atteggiandosi e rivolgendosi verso Marinette con un "hei, stavi forse cercando me?"

"Dai, scemo, ho bisogno di prendere delle misure, e le tue sono perfette, sai come funziona no? Mettiti li."

"Okay" accettò, sposandosi dove le diceva la ragazza "ma a fine giornata ti lascerai offrire un drink da me, ci stai?"

Marinette sembrò per un attimo confusa "Un drink gratis? Ovvio che accetto!"

 

 

 

La giornata, grazie ad Adrien, passò abbastanza in fretta per Marinette. Si sentiva appagata e non le era sembrata assolutamente una giornata di lavoro, anzi, più un'uscita al parco giochi. Si sentiva di nuovo adolescente con lui. Mentre lavorava Adrien la punzecchiava, si provava i vestiti per le modelle e scherzava con loro. Si erano perfino messi a giocare a nascondino nello sgabuzzino dei manichini, rincorrendosi come dei bambini. Le mancavano quelle sensazioni. Da quando era entrata a lavoro, con un nuovo appartamento e una nuova vita, aveva perso quelle libertà che prima si concedeva. Grazie ad Adrien aveva spezzato la monotonia che l'assaliva.

"Allora" disse lui "come la vogliamo passare questa serata?"
"Ah, per me è uguale, tanto paghi tu" rispose Marinette, facendogli la linguaccia.

"Spero non mi porterai a bancarotta ragazza mia.."

Entrarono dunque in un locale, ordinando un cocktail a testa e cominciando a parlare della giornata appena trascorsa, dei cambiamenti che lei dovrà sicuramente portare al vestito, e del futuro lavoro di Adrien.

Mentre la serata trascorreva allegra, videro che si era fatto tardi ormai, che da un cocktail passarono a tre, e che non erano lucidi abbastanza da continuare a rimanere lì.

"Reggo abwastansa biene l'alcol, puosso guidare!" Sbiascicò Adrien, visibilmente poco sobrio.

"Non dire stiupidaggini! Andremo contro un albero se guidi tu. GUIDO IO!" Urlò di risposta Marinette.

"Ma se non hai nemmeno la patente"

"sssshhh…." avvicinò Adrien a sé per parlare sotto voce, così che lo sentisse solo lui "..Ho detto che guido io."

Tra una cosa e un'altra si dimenticarono della macchina e cominciarono a correre per le vie deserte di Parigi, rincorrendosi e continuando a giocare, come facevano in negozio. Si erano ormai persi e l'alcol non ne voleva sapere di scendere, sarà che ad ogni locale che offriva shot a un euro loro ne prendevano due a testa.

"Adrien, non ce la faccio più, mi fanno male i piedi, voglio andare a dormire" chiedeva una Marinette stordita e stanca.

"Vaaa bene capo, seguimi." rispose Adrien, prendendola per la mano e trascinandola dietro di sé.

Era così confusa da non riuscire a capire dove stesse andando. Forse Adrien la stava riportando alla macchina, forse stavano andando da lei a piedi. Sinceramente non distingueva una strada da un'altra. Facendosi forza vide che stava entrando in un portone per salire in un ascensore.

"Ma il mio palazzo non ce l'ha l'ascensore." pensò.

Arrivati dentro l'ascensore, che era veramente stretto, si appoggiò al petto di Adrien e sentii come il suo cuore batteva forte, e di come le sue braccia la stavano stringendo.

Era nell'appartamento di Adrien. Anzi, più che appartamento, era un super attico.

"Perché non mi hai portata a casa?" chiese Marinette, sedendosi sul divano, ciondolante.

"Siamo ubriachi entrambi, non penso sia il caso di farci vedere così, tu che dici?" rispose Adrien.

Marinette annuì, anche se per colpa dell'alcol era molto poco stabile, e capiva ben poco.

"Tieni, questa è una mia maglietta, puoi metterla per dormire, di là c'è la stanza degli ospiti, io dormo nella stanza affianco, se hai bisogno, chiamami." disse Adrien, accompagnando la ragazza in bagno per cambiarsi.

"Grazie.." rispose lei

"Ma figurati."

 

 

 

Erano le 2.45 del mattino e Adrien non riusciva a dormire. Come poteva? Una ragazza stava dormendo nella stanza accanto alla sua, e non una ragazza qualsiasi, ma Marinette. Certo, aveva avuto ragazze in giro per casa, ma mai si sentiva agitato come quel momento. Mentre cercava di non pensarci e prendere sonno, sentii calore dietro di sé. Era Marinette che lo stava abbracciando.

"M-m-marinette cosa stai facendo?" era diventato rosso, il cuore gli batteva a mille e non sapeva come muoversi.

"Non voglio dormire da sola, scusa. Se ti do fastidio mi tolgo." rispose lei, assonnata.

"M-ma n-no puoi rimanere, certo."

"Grazie Adrien, sei un amore."

E gli diede un bacio dietro al collo. Un bacio delicato, quasi impercettibile, che però Adrien sentì perfettamente. Lo sentì, e gli venne la pelle d'oca. Il petto gli batteva così forte che pensò di morire in quel momento. Cercò di girarsi per vedere meglio Marinette. Vide che stava dormendo e ne approfittò per girarsi per avere il suo viso davanti al proprio.

"Così mi farai morire" sussurrò, per poi darle un lieve bacio sulle labbra e abbracciarla a sé.

Si addormentarono e, mentre sognavano, non sapevano dire chi dei due fosse più felice di quella situazione.

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