Probabilità

di Akuma_die
(/viewuser.php?uid=78579)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE I ***
Capitolo 2: *** PARTE II ***



Capitolo 1
*** PARTE I ***


Ci sono eventi strani nella vita. Situazioni che quando succedono magari te ne rendi conto solo dopo... Come pensieri apparentemente innocui e distratti, che ti restano dentro per un po’, ripresentandosi magari in sogno, o in un momento incoerente che però ti dà la giusta chiave di lettura e realizzi finalmente cosa c’era che non andava. C’è un sacco di preparazione su situazioni del genere. Si sente nell’aria. Come se l’universo si stesse concentrando un attimo su un solo posto, su un solo oggetto, o semplicemente su un singolo individuo. O magari... è solo una frase sciocca il pulsante che mette in moto tutto. “Penso che potrei morirci qui dentro” Al piano superiore del bus, Kyo era sdraiato sui sedili in fondo, una gamba penzoloni, e fissava il soffitto traballante mentre si muovevano nel traffico straniero. Shinya era seduto avanti a lui, posato al tavolino affianco al finestrino. Da fuori non poteva vederli nessuno, i vetri oscurati, erano al sicuro. Stava leggendo un libro poco interessante mentre il portatile di Kaoru, seduto dall’altra parte affianco a Die, mandava a manetta una play list degli Slipknot. Toshiya era sparito al piano di sotto, a bere un caffè e parlare col manager. “Proprio non ti viene da prendere sonno eh?” Shinya si voltò verso Kyo, ancora lì a fissare avanti a se, così sdraiato e scocciato, le mani sull’addome. “No, e la cosa mi manda in bestia” brontolò lui. C’era qualcosa che non andava... era proprio l’aria strana che stagnava attorno. Lo sentiva a naso, ma non sapeva dargli un nome. Il batterista gli allungò una lattina di birra presa dal piccolo frigo lì a fianco “Bevi qualcosa?” “No” “ Mangi?” “No” “Che hai? Non ti sarai mica preso l’influenza?”. Kyo alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo ora per la prima volta da quella mattina. No, non era neanche influenza... “Spero per lui che stia bene. Ieri sera ha fatto quasi pena. Era la nostra prima tappa in Germania... che figura. Abbiamo iniziamo proprio bene” rispose per lui Kaoru che aveva sollevato lo sguardo sui due, parlando quasi infastidito. Die di fianco a lui lo guardò strano, come anche Shinya, pietrificato. La mano di Kyo emerse da dietro i sedili, afferrando quelli davanti per tirarsi su. Calò il silenzio. Si sentivano solo gli Slipknot e i clacson nel traffico. Lo sguardo che gli lanciò Kyo fu raggelante “Cosa hai detto?” “Hai sentito benissimo” ribatté il leader senza scomporsi. Shinya sbuffò portando la birra di nuovo nel frigo, guardando fuori dal finestrino. Quando poteva preferiva tirarsi fuori da queste situazioni. Die sbuffò “Dai ragazzi evitiamo discussioni. Abbiamo ancora una ventina di date, ci incazziamo per così poco?” Kaoru si voltò verso di lui lentamente “Meglio che fai poco lo spiritoso anche tu” secca la sua risposta. “Kaoru stai rompendo le palle!” Shinya non ce la fece a far finta di niente, restando però a guardare fuori dal finestrino, sbuffando. Le mani sottili e curate sotto il mento. Calò per un attimo il silenzio, tutti troppo increduli che Shinya si sia esposto così insolitamente. Il batterista sbuffò, sentendosi gli occhi di tutti addosso “Sul serio Kaoru, non fai che stressarci con le tue fisse inutili. Suoniamo, cerchiamo di farlo al meglio, se uno non gli va bene una volta perché rompere i coglioni a tutti?? Siamo tutti nervosi, tutti stanchi. Che tu fai il superiore non risolvi nulla, anzi... stiamo iniziando a odiarti sappilo” il tono freddo e lo sguardo fisso in quello ora sorpreso del leader. Kyo e Die si guardarono un attimo... lo sguardo vagò da Shinya e poi verso Kaoru. Rimasero un po’ perplessi sulla reazione che avrebbe potuto avere, visto che le parole di Shinya sottolineavano un intento abbastanza comune per il quale ci avevano confabulato per un po’. Forse erano nei guai, anche se l’ultima cosa che volevano era farsi mettere sotto schiaffo. Questo mai... specialmente per Kyo. Kaoru dopo un attimo d’esitazione sorrise enigmatico, poi beffardo, verso Shinya, come uno che la sapeva fin troppo lunga “Parli proprio tu? Dopo che l’altra sera ti ho letteralmente parato il culo? Hai proprio un bel coraggio” Queste sono anche il genere di cose che dopo la messa in moto muovono il meccanismo iniziando a riscaldare il motore... la miccia accesa, la benzina inizia a bruciare... Sono quel genere di cose che quando partono possono solamente sbattere contro un muro molto duro e nel modo più doloroso. Un po’ come il pugno destro di Shinya contro la faccia di Kaoru. Fu una cosa abbastanza rapida. Era risaputo che Shinya fosse il più forte tra di loro nonostante quell’aria così mingherlina, come è risaputo che il leader abbia una vera e propria faccia di bronzo. Peccato che il rumore che fecero quelle nocche contro i suoi occhiali non fu qualcosa di gradevole da sentire. Quando Kyo scattò in avanti per prendere Shinya quasi completamente sdraiato sul tavolo, ansimante, furente come non lo aveva mai visto, Die era già su Kaoru, disteso di lungo sul pavimento del bus. Era stato un fracasso assurdo “Ti odio stronzo!” gli urlò il batterista quasi con le lacrime agli occhi. Kyo lo tirò su, ma Die non fece in tempo a trattenere Kaoru che col naso sanguinante si era avventato su di lui, scavalcando letteralmente il tavolino. Non c’era bisogno nemmeno di commentare gli insulti che si urlarono talmente forti da richiamare la gente del piano di sotto. Kyo e Die cercavano di tirare su Kaoru che menava cazzotti sulla faccia di Shinya che iniziava a sanguinare anche lui, ma appena su l’altro iniziava a prenderlo a calci. Da sotto sbucò la testa del manager che restò decisamente basito dalla scena. Il pc era quasi decollato dal tavolo così come avevano rovesciato tutto ciò che stavano bevendo e mangiando. Toshiya sentendo quelle urla aveva capito subito che stava succedendo qualcosa, e scavalcando il manager basito si era lanciato su Kaoru per aiutare Die e Kyo a liberare Shinya, ma l’unica cosa che era riuscito a fare nella ressa e nelle urla era stato prendersi una gomitata in bocca. Scalciando alla fine Shinya era riuscito a liberarsi da Kaoru che ora le prendeva anche da Toshiya che nemmeno ci vedeva più tanto bene per il sangue che gli colava dal naso e il dolore che gli faceva. Die cercò di tirare su Shinya che nella bolgia gli tirò invece una testata costringendolo sul sedile a reggersi la fronte. In tutto ciò l’unico che guardava era Kyo, che si era un attimo messo in disparte. Li osservava da lì, spostandosi poi verso le scale. Sembrava veramente sbigottito di vedere che si picchiavano in quel modo selvaggio. Sangue... si facevano male sul serio. Non si scherzava più, si odiavano sul serio. Era da un po’ che non tollerava più certe cose, che iniziava a diventare insofferente verso tutti e tutto, verso loro quattro, verso la musica che suonavano, persino verso quello che facevano. Ogni cazzata lo mandava in bestia, era diventato tutto insopportabile, e ora questo. Ora veramente era finita. Il manager vide Kyo andare verso le scale e lo fermò ma lui lo schivò bruscamente “Che sta succedendo Tooru?” gli fece concitato non sapendo cosa fare per gli altri quattro che continuavano a picchiarsi facendo un gran macello “E’ finita” gli fece lui, scendendo le scalette “Ferma il bus, me ne vado. Non ci resisto un minuto di più” “Che cosa stai dicendo??” lo inseguì giù, lasciando che su intervenissero i loro assistenti, ma dalle grida pareva proprio che non ne volevano sapere di separarsi “Ti dico che è finita. Lascio tutto, ferma questo stramaledettissimo autobus!!” sbottò lui, precipitandosi avanti. Gli mancava l’aria, non ci resisteva un attimo di più “Hai sentito?? Frena!!” urlò all’autista che lo guardò sconcertato. Il manager si fece avanti troppo tardi che Kyo prese a urlargli addosso di far fermare subito l’autobus così forte che quasi lo prese per il bavero. Il povero autista cercava di tenere lo sguardo alla strada e a loro due ma il casino era talmente forte che quando Kyo scontrò contro di lui frenò di colpo. Ora accadono così le cose. L’universo ruota, si concentra, si dilata... e poi esplode. Quando su arrivò la frenata fu un attimo. Vennero tutti balzati in avanti, assistenti compresi. Sbatterono un po’ ovunque. Toshiya venne spinto così indietro che rotolò giù dalle scale con un tonfo sordo. Shinya rotolò addosso a Die che sbattè nuovamente la testa e Kaoru venne balzato contro un sedile. Gli assistenti si buttarono a terra e sui sedili, mentre quello che era posato un po’ ovunque si infrangeva in mille pezzi sul pavimento. Quando il bustour si fermò completamente e tutti si ripresero dalla botta, almeno in parte, Kyo si sollevò sul cruscotto, reggendosi alla maniglia della porta “Che cazzo è successo...?” biascicò, reggendosi la testa che era sbattuta contro lo spigolo. “Abbiamo... investito qualcuno” fu la semplice risposta dell’autista, ora pallido come un cencio, che reggeva il volante talmente forte che le nocche gli erano diventate bianche.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** PARTE II ***


Miyu aveva iniziato ad abbaiare. Dopo tutto quel trambusto era calato il silenzio, rotto solo dalla cagnetta che si era spaventata, restata incastrata nella sua cuccetta, ribaltata nella frenata. Erano bastati pochi secondi perché Shinya si sollevasse zoppicante da Die e corresse ancora mezzo tramortito a recuperarla. La piccolina tremava, e quando si sentì chiamata dal suo padrone prese a guaire penosamente. “No tesorino, stai bene? Sono qui sono qui...” le disse sottovoce portandosela al viso che lei leccò con gratitudine. Se la strinse al petto con dolcezza, ignorando che gli facesse così male la faccia. Ora che il tour bus era fermo iniziarono a riprendersi un po’ tutti, rantolando mentre si sollevavano arrampicandosi ai sedili. Daisuke era ancora tramortito, sdraiato di schiena tra i sedili riusciva appena a sollevare le ginocchia. Un assistente si allungò a tirarlo su per farlo sedere. Si teneva la testa, ma a parte rantolare ancora confuso e un po’ di sangue dal naso sulla maglietta stava bene. Kaoru cercò di sollevarsi da solo, scostando di malo modo la mano dello stesso assistente che aveva aiutato Die. Il Leader era decisamente incazzato, la faccia in parte tumefatta, macchie di sangue dal naso e alla bocca e le impronte delle scarpe di Shinya sulla maglia e sui pantaloni. Faceva male porca miseria, ma a parte massaggiarsi la mascella cercò di mantenere un certo contegno. Solo dopo, quando si guardò attorno, fessurizzò lo sguardo “Perché cazzo ha frenato così?” domandò quasi a se stesso. Da su si sentì la porta del tour bus aprirsi e un vociare sommesso di sotto. Shinya e Die si guardarono prima di voltare lo sguardo a Kaoru e senza nemmeno bisogno di parlare avviarsi ancora un po’ traballanti al piano di sotto. Si affacciarono dalle scale ma erano tutti scesi. Che stava accadendo? Insieme a Nora, rimasta in disparte tutto il tempo troppo spaventata e semi salva dalla frenata improvvisa, scesero a vedere. Video Kyo per primo, affacciato verso il muso del bus, e Toshiya sorretto dal manager che faceva lo stesso. L’autista invece, a pochi passi da loro, era impegnato in un’animata discussione al cellulare. “Si può sapere che è successo? Perché ha frenato? Abbiamo tamponato?” domandò Shinya, con Miyu ancora in braccio che si stava con tranquillità. “No” rispose Toshiya voltandosi, col naso combinato peggio degli altri, la maglia imbrattata di sangue “Abbiamo investito un ciclista. L’autista ha appena chiamato l’ambulanza” la voce grave, ancora scosso. A quella notizia decisamente grave gli altri tre si affrettarono a raggiungere gli altri avanti e guardare. Un misto tra sgomento e curiosità. Distesa sull’asfalto, avanti al tourbus che aveva preso una bella botta, era distesa una bicicletta. Le ruote piegate, il manubrio storto, i fanali in frantumi... e sotto di essa, tra bagagli sparsi di un borsone da viaggio, una ragazza era riversa si sperava svenuta. Il viso graffiato, come le braccia scoperte sotto le maniche della giacca leggera strappate nell’impatto con l’asfalto. I lineamenti chiaramente europei, i capelli corti, scuri, addosso abiti molto semplici, un jeans e una maglietta. “Ommioddio è morta” squittì Shinya portandosi una mano alla bocca, inorridito dalla scena. Die accanto era impietrito, e stranamente da quanto pensato, anche la faccia del leader era contratta in una smorfia di sgradita sorpresa. “Non è morta” fece poi Kyo, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso dal corpo della ragazza sull’asfalto “E’ solo svenuta, ma meglio non toccarla prima dell’arrivo dell’ambulanza, potrebbe essersi rotta qualcosa” “Oddio!” fece eco ancora Shinya, che iniziava a sentirsi quasi colpevole per l’accaduto. L’autista sicuramente si era distratto sentendo il trambusto di sopra che aveva creato sferrando quel destro a Kaoru. Nora guardò la ragazza stravolta, come nemmeno l’avesse guidato lei il bus che l’aveva investita, e si voltò ora verso i ragazzi, furente in viso, gli occhi lucidi “Ma che avete in quelle vostre teste vuote?? Ma vi rendete conto che per questa vostra ennesima bravata avete rischiato di uccidere una persona?? Pregate solo che non sia nulla di grave!” “Pensate a quello che ci costerà!” gli fece eco il manager un attimo dopo essersi ripreso dallo shock, mollando un Toshiya zoppicante a un Daisuke sempre più stravolto “Dovremmo sicuramente sbrigare formalità legali! Pagare dei soldi! E se ci denuncerà potete dire addio alla metà delle tappe del vostro favoloso tour europeo” gesticolando animatamente, la faccia un pomodoro di rabbia “Che a proposito è iniziato proprio bene!” facendo scattare giù le braccia. Chiunque l’avessi visti da fuori, quel gruppo di giapponesi in quella situazione così incredibile, sicuro non avrebbe saputo che pensare. Vedendo quelle facce poi. A rompere quel silenzio imbarazzante arrivarono le sirene dell’ambulanza. “E comunque, ragazzi” fece di nuovo Nora, quasi al punto di piangere “Andate anche voi in ospedale, guardate come vi siete ridotti” voltandosi con fare quasi scenico, singhiozzando non si capiva bene per cosa. I cinque si guardarono a vicenda e dovettero ammettere che aveva ragione. Probabilmente Toshiya aveva bisogno di alcuni punti “Mi prude leggermente il naso” esordì il bassista all’improvviso, rompendo quel silenzio di vergogna generale, con la voce impastata dal gonfiore. Die lo guardò per un attimo “L’abbiamo fatta grossa stavolta...” Kyo gli lanciò un’occhiataccia spaventosa, ricambiata da Kaoru che si sporse verso di lui “Lo so che non siamo stati noi quattro a procurare l’incidente.” Un attimo di silenzio mentre anche Shinya si voltò come tutti a fissare Kyo “cosa sei andato a fare giù?” continuò il leader, mentre osservava con la coda dell’occhio gli infermieri posare la ragazza sulla barella, con il collare e issarla sull’ambulanza. Kyo indurì lo sguardo come se stesse per saltargli addosso “Non sono cazzi tuoi” semplicemente, prima di voltarsi e salire sul bus tour, tanto era l’unico illeso di tutto il gruppo. Qualcuno fece per seguirlo, ma nessuno lo fece, occupati ora a parlare con gli infermieri, Nora a tradurre e tutti lì a concordare per le visite. Kyo quindi se ne tornò su, dove il caos dello sfracello regnava sovrano. C’erano macchie di sangue schizzate un po’ ovunque dal tavolo al vetro dello scontro tra Shinya e Kaoru, ma per il resto era tranquillo. Sorpassò il pc di kaoru che mandava ancora gli Slipknot e si rimise al suo posto, infondo, disteso sui sedili e sospirò. Non gli interessava che avessero investito quella ragazza, che si sarebbe creato tutto quel casino... sembrava come se il destino per una volta avesse premuto il tasto della casistica per permettergli di tirare il freno a mano e fermarsi. Tappe saltate? Tempo perso? Non avrebbe potuto fargli che bene levarsi un po’ quei 4 dalle scatole. Per il resto... si troverà una soluzione, e comunque... i Dir en grey avevano vita breve. Di questo ne era sicuro, così come stavano messi. Una sola cosa non capiva... perché continuava a sentire uno strano formicolio dietro la nuca? Era come se ci fosse un elemento che non quadrava, la sensazione che stava succedendo qualcosa che non riusciva a capire. Era una sensazione sgradevole, ma non tanto da impedirgli di appisolarsi un attimo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=386156