Zero to ONE

di EclecticFirst
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Run Boy Run ***
Capitolo 2: *** Boulevard of broken dreams ***
Capitolo 3: *** Lonely Hearts ***



Capitolo 1
*** Run Boy Run ***





Katsuki aprì gli occhi. Dove si trovava? Non riconosceva il soffitto dell’angusta stanza bianca, arredata in modo spartano, uno spazio asettico. Era mattina, almeno questo era in grado di dedurlo, basandosi sugli uccellini che dall’esterno cinguettavano.
Sarebbe stato meglio se si fossero zittiti, poiché quei versi gli risuonavano nella testa, pesante come non gli era mai successo. Si alzò dal letto su cui era steso, o meglio, provò a farlo: nel momento in cui i piedi toccarono il freddo pavimento, un dolore lancinante lo assalì lungo tutto il corpo, rapido come una bestia famelica, costringendolo a desistere.
Nella stanza, preannunciato dall’apertura di una porta, entrò un volto familiare. Erano trascorsi almeno dieci anni dal diploma, e nonostante lo conoscesse da tempo, e fossero entrambi Heroes professionisti, Katsuki trovava spesso indecifrabili alcune espressioni di Shoto Todoroki: tuttavia, stavolta non era così. Stava per dirgli che la barbetta che si era lasciato crescere gli donava, rendendolo un po’ simile al suo vecchio, anche se probabilmente non avrebbe apprezzato il commento, ma si fermò quando vide sul suo volto una smorfia di dolore che non l’aveva mai adornato. La temperatura nella stanza scese improvvisamente, e non per via del potere congelante di Shoto.
Bakugo sentì una travolgente fitta alla testa, e si portò le mani per stringerla, come se dovesse cadergli da un momento all’altro, contenitore di una verità troppo pesante per poter essere trattenuta. Il suo urlo, che si fece strada con forza per abbandonare la gola, fu udito in tutto l’ospedale.
«DEKUUUUUUUUUU NOOOOOOOO!»

Come un lampo, una scintillante armatura apparve alle spalle di Katsuki, bloccandogli le braccia, che fremevano. Ground Zero non fece in tempo ad accorgersene, col tempo Ingenium era talmente migliorato da raggiungere velocità inumane. Ma in quel momento non gliene importava nulla, quella scatola di latta doveva solo togliersi di torno, perché Katsuki aveva un’unica priorità.
«Spostati, Iida» dichiarò seccamente «Avrai anche un’armatura, ma se ti sparo una Stun Grenade a questa distanza…” propose, voltandosi per lanciare al collega uno sguardo tagliente attraverso gli incavi del casco. I suoi occhi sembravano indemoniati «… chi di noi si farà male?»
Todoroki osservava la scena, pronto ad agire. Ingenium fece appello a tutta la sua pazienza, mentre tratteneva l’eroe esplosivo, prima di parlare «Ground Zero… Bakugo. Conosco bene il tuo carattere, e i tuoi scatti d’ira, ma so che a parlare adesso non sei tu, ma la preoccupazione per quel che potrebbe accadere ad Izuku. Ti comprendo, ma non puoi lanciarti a capofitto tornando lì senza un piano, da solo!»
Alcuni brevi flash tornavano alla superficie. Istintivamente, Katsuki si era ricordato che un grave pericolo incombeva su Deku. Ma ‘lì’ dove?
Un’altra persona entrò nella stanza. L’eroina Uravity rivolse a tutti uno sguardo rassegnato, e si aggiunse alla conversazione. «Purtroppo, Iida… credo che questo non sia un lusso che potremo permetterci». Aveva in mano un telecomando, che usò per accendere lo schermo presente in un angolo. La scritta “CRISI EROICA” a caratteri cubitali occupava la metà inferiore del telegiornale, mentre su quella superiore si susseguivano diverse immagini, commentate in studio da esperti.
«E’ in pericolo il fulcro dei Guardiani della Pace?» chiese il conduttore della trasmissione. «Dipende da cosa verrà deciso dai suoi compagni” rispose una studiosa di Heroes, che Bakugo riconobbe: aveva scritto la biografia di Deku, qualche tempo prima. «Per chi si fosse appena collegato, ricordiamo che il misterioso villain, ONE, rifugiatosi presso la periferia di Kamino, in un inquietante richiamo all’ultimo scontro di All Might di diversi anni fa, ha preso in ostaggio il top Hero Deku, minacciandone la vita se le proprie richieste non verranno soddisfatte»
Un’altra voce in studio replicò «Tutto grava sulle spalle di Ground Zero, compagno di Deku, l’unico che ONE intende incontrare per gestire le trattative. Possiamo mandare nuovamente in onda il messaggio del folle?»
Il presentatore annuì, e dopo poco lo schermo si oscurò, per far spazio ad un uomo avvolto da un mantello rosso, che spostò teatralmente prima di parlare. Indossava una leggera corazza color pece, e sul volto un’elaborata maschera bianca con inserti dorati. Le mani di Bakugo tremarono nel vederlo «LUI…» sibilò. Uraraka gli strinse la spalla, tentando di calmarlo.
«Salve, cittadini, cittadine… Heroes. Mi presento, sono uno di voi… ONE. Non abbiate paura di me, nessuno è stato o verrà ferito nella mia piccola… scaramuccia col vostro adorato Deku. Tuttavia, è qualcosa di assolutamente necessario, nel mio progetto» fece schioccare la lingua, prima di continuare «Sì, dunque. Desidero diventare il vostro nuovo punto di riferimento, la luce che illuminerà i vostri passi. Con la tecnologia e il potere di cui dispongo posso davvero cambiare il mondo: non parlo di affrontare un gruppetto di sciocchi Villain alla volta, o di causare continuamente incidenti in cui le vittime sono poi lasciate a se stesse… mi manca solo un piccolo dettaglio, di cui devo discutere con… come si fa chiamare? Ground Zero? Già, ha proprio fatto terra bruciata l’ultima volta, quando è scappato!» l’aria della camera si fece ancor più pesante, e si sentì puzza di bruciato. Il Quirk esplosivo era stato attivato. «Calmati, Bakugo», provò ad intervenire Todoroki, ma l’attenzione dell’altro era tutta per il nemico di fronte a lui, sullo schermo. Ciò che più faceva infuriare Bakugo era che, per quanto cercasse di concentrarsi, non riusciva a ricordare con chiarezza cosa fosse successo nelle ore precedenti. C’era stato uno scontro terribile in cui lui e Deku avevano affrontato quell’uomo? E come si era ritrovato nell’ospedale, poi… ?
Il messaggio di ONE continuò «Accetterò di incontrare solo lui, presso lo stadio di Kamino. Senza nessuno ad accompagnarlo. Saremo lui, io... e Deku. Un'allegra rimpatriata. Ricordate, tutto questo è per un mondo migliore, e vi prometto che...» una lieve striscia di fiamme viaggiò verso la televisione, spegnendola per sempre.
Katsuki si alzò dal letto. Ogni suo muscolo era contratto. «Allora è deciso” disse. Iida aveva lasciato da tempo le sue braccia. Si sentiva così inutile, in quel momento.  «Perché anche tu, Bakugo?” provò a chiedere. «Siamo… una squadra, no?”
«Non possiamo rischiare la vita di Izuku. Punto. Inoltre… quel tizio deve pagarla.” Nel pronunciare le ultime parole, Bakugo portò di fronte a sé il palmo della mano destra, e vi fu come una vibrazione che aleggiò nell’aria attorno. Uraraka intervenne «Lo conoscete. Ora come ora, nessuno potrebbe fermare Katsuki, e il modo migliore per impiegare la sua furia è scagliarla contro il nemico. Facciamo come desidera” e avvicinandosi all’Hero esplosivo, aggiunse, caricando la frase di determinazione “per ora. Hai una sola possibilità, ricordalo”. «AH”, rise Bakugo. “Per me va bene, miss Polpastrelli Tondi. Se schiatto, fate come volete… ma non accadrà. E tu, Gelato Bigusto, che mi dici?” Todoroki non batté ciglio, era ormai abituato agli sciocchi nomignoli del suo compagno, e doveva ammettere che quello era tra quelli almeno un po’ elaborati, e gli rispose, estraendo uno speciale cellulare «Sto già organizzando il trasporto attraverso la mia rete. Lungo la strada, sarai rifornito con un nuovo costume, e assistito dai migliori medici per riportarti in forma. Partenza tra trenta minuti.”  Bakugo aggiunse, con voce leggermente tremante «Prima possiamo fare una piccola… deviazione?”. Gli altri tre lo guardarono incuriositi, chiedendosi dove fosse finita la furia a cui avevano assistito pochi attimi prima.


- - -

Il fragoroso rumore delle pale dell’elicottero bastò ad attirare l’attenzione di Mitsuki, che lentamente si avviò alla porta di casa, e attese a braccia conserte. L’aria del mattino era pungente.
«Sapevo che saresti passato!» urlò al figlio, che in quel momento stava scendendo dall’elicottero con una scaletta. Abbozzò un sorriso, e provò a chiedergli «Sei… carico?”, e quando il suo ragazzo fu a pochi metri, non riuscì a resistere oltre e corse da lui, stringendolo con forza. «So tutto» gli disse. La tensione accumulata fino a quel momento dall’eroe si sciolse, e Katsuki si abbandonò al conforto offertogli dalla madre. Non riusciva neanche a parlare, e non gli interessava che dall’elicottero i suoi compagni di squadra potessero assistere a quella scena. Non gli importava di nulla, aveva solo bisogno di un attimo di pausa, prima di…
«… ripartire.» «Cosa?» chiese il giovane. «Fai sempre così. Prima di un’importante battaglia, vieni qui per ricaricarti le pile, e poter così ripartire. So che stavolta non sarà diverso»
«Scusami, mamma…» provò a dirle, ma fu interrotto da un tono di voce fuori dal comune «IO E TUO PADRE NON ABBIAMO CRESCIUTO UN FIGLIO CHE CHIEDE SCUSA A TESTA BASSA!» urlò Mitsuki, vibrando un poderoso pugno sul capo di Katsuki. Si fissarono a lungo, poi lei disse «Ora, va’ a salvare il tuo Deku. So che ce la farai. Tutto ciò che devi fare è ardere… qui». Indicò il cuore del figlio, e sorrise, con convinzione.
«L’età ti ha reso più smielata, vecchia» rispose sarcastico Katsuki mentre si voltava per tornare sul mezzo di trasporto «… ma ricorderò il suggerimento. Grazie… ad entrambi.»
Per tutto il tempo l’elicottero era rimasto in aria al di sopra dell’abitazione, quindi probabilmente la conversazione era inascoltabile per via del rumore, ma quando fu di nuovo sul mezzo di trasporto, Bakugo intimò ai suoi compagni di squadra «Voi… non avete sentito o visto nulla, ok?»
Iida si tolse il casco, nascondendo a malapena le lacrime, e mostrò un datatissimo segno dell’ok col pollice, a cui gli altri reagirono con una risata. Todoroki aggiunse «Presto rideremo nuovamente con anche lui in squadra… ne sono sicuro. Procediamo» Uraraka si occupò degli ultimi preparativi, e dotò Katsuki di un nuovo costume. Rispetto al modello che l’Hero aveva indossato negli anni di scuola, la maschera sembrava ancora più minacciosa, avvolgendo quasi tutto il volto. Sebbene Ground Zero fosse contrario, erano state ridotte le parti del corpo scoperte, in favore di un tessuto elastico ma resistente, per proteggerlo meglio. Al kit si aggiungeva una trasmittente per comunicare con loro. «Saremo al di fuori dello stadio, pronti ad intervenire quando ce lo dirai tu» Facevano di tutto per non apparire preoccupati, ma anni di missioni assieme sul campo non potevano che rendere evidenti a Bakugo i sentimenti di tutti. Ground Zero strinse i pugni ed osservò le nuvole susseguirsi velocemente, mentre si avvicinavano alla destinazione. Cosa avrebbe trovato? Come sarebbe stato affrontare quel Villain, ONE, di cui ricordava poco o nulla? Non aveva parlato con gli altri della sua amnesia. I suoi compagni si erano fidati di lui, e li ripagava con una menzogna, ma non vedeva alternative. Chiudendo per un istante gli occhi, alla ricerca di un attimo di quiete, gli sembrò di vedere il volto di Deku, che anche in una situazione del genere sorrideva, e faceva il tifo per lui. «Kacchan!»

Un brivido lo attraversò da capo a piedi. Era pronto.



-Continua-


Note finali. Grazie per aver letto questo capitolo! Spero che l'inizio vi abbia intrigato, e decidiate di continuare a seguire la storia, per qualsiasi commento, fatemi sapere! Il nome Ground Zero per Bakugo è preso da un headcanon che ho visto molte volte sul web, personalmente lo adoro, per questo l'ho utilizzato. Approfitto di questa sezione per ringraziare Selene White! A presto!
-EclecticFirst/Parelion

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Capitolo 2
*** Boulevard of broken dreams ***




Zero to ONE - CAPITOLO 2
“Boulevard of broken dreams”


Lo stadio era immenso. Costruito in tempi relativamente recenti, era un’opera monumentale, realizzata per celebrare la cosiddetta nuova età dell’Oro degli Eroi, in cui al posto di individui erano squadre organizzate a gestire le emergenze di ogni livello, con un’efficacia mai raggiunta prima. Non era più solo una persona a recare il titolo di Simbolo della Pace, bensì tutti gli Heroes erano diventati delle colonne portanti di essa. Katsuki ricordava di quando la sua squadra era stata premiata lì in seguito alla battaglia di Tokyo, un paio di anni prima, o ancora l’inaugurazione del complesso. Mentre lo sguardo vagava, si focalizzò sulla tribuna d’onore, stranamente riempita di calcinacci, cavi e materiale di scarto. Ad un’analisi più attenta, la struttura presentava diversi danni localizzati in varie zone: Katsuki dedusse che dovevano essere conseguenze della battaglia del giorno precedente, mentre si malediceva per la sua perdita di memoria. Qualsiasi informazione poteva essere decisiva, di lì a poco.
Una voce elettronica risuonò attraversò gli altoparlanti nello spazio deserto. “Magnifico, non è vero? Un bel simbolo, certo ma… tutto qui. Vuoto, come le vostre promesse, Heroes.”
Bakugo serrò le labbra, e urlò “ONE. Vieni fuori”
Gli altoparlanti proseguirono “Ti ringrazio per aver risposto al mio invito… ladro. Hai qualcosa che mi appartiene, e ora stabiliremo i termini della tua resa. Sono felice che tu sia qui da solo, ma… per evitare qualsiasi problema, sarà meglio isolarci da disturbi esterni, che ne dici?”
Mentre la frase terminava, un allarme riempì brevemente l’aria, mentre sottili membrane di luce blu avvolgevano lo stadio, che fu circondato da una barriera che bloccava qualsiasi segnale.
“Ragazzi… da qui in poi me la cavo da solo” sussurrò Bakugo nel microfono che portava all’orecchio, prima di lanciarlo via. Avrebbe sentito le loro lamentele al ritorno.
“Ora nessuno potrà darci fastidio” disse ONE. Alzando lo sguardo, Bakugo finalmente lo notò. Era sospeso in aria, attorniato da un insieme di detriti e pezzi di metallo. Li manipolava col suo Quirk? Brevi flash colpirono la sua mente, ma ricordava solo pennellate rade dello scontro, il quadro era ben lontano dall’essere completo. “Katsuki Bakugo… tu hai qualcosa che mi appartiene. Ora, da bravo, restituiscim-“
Bakugo si strappò dal volto la maschera nera, per urlare a pieni polmoni “TU MI RESTITUIRAI DEKU, VILLAIN DA STRAPAZZO”. Attivò immediatamente uno dei suoi guanti, e sfruttò una Stun Grenade per ostruire la vista all’avversario. Subito dopo, estrasse dalla cintura un gadget fornitogli da Todoroki, con cui avrebbe rintracciato Deku. Il chip segnalatore che ognuno di loro aveva per situazioni di emergenza doveva essere ancora attivo, e lo avrebbe rintracciato subito, se si trovava nelle vicinanze. Un chiaro segnale sonoro lo confermò.
“Hai recuperato in fretta dalle tue ferite, impressionante… beh, facciamo così, visto che hai tutte queste energie, divertiamoci un po’! Vuoi il tuo Deku? Eccolo!” Con un elegante gesto della mano, ONE indirizzò contro Bakugo un cumulo di metallo. L’hero lo schivò agilmente, cercando di capire cosa intendesse il nemico, poi notò che il materiale iniziò come a prender vita… e al suo interno, sotto alcuni strati, si trovava Deku, svenuto. “MALEDETTO!” gridò, e corse verso l’essere, che prese forma umanoide, pronto ad attaccarlo. Successivamente, il terreno tremò, e sedie, tubature, giunture e altro materiale si unì in diversi altri golem animati.
“Alta tecnologia unita alla mia manipolazione del metallo… ti piacciono i miei Quirkbot?” Dall’alto, ONE sembrava quasi godersi lo spettacolo, e mutò la forma dei detriti su cui si trovava per renderli simili ad un trono, su cui si accomodò. “Forse dovrei lavorare sul nome, ma ti assicuro che sarebbero un valido aiuto nelle emergenze sempre più frequenti su scala globale… come ti dissi ieri, è per questo mi serve il One for All.”
“Vuoi il Quirk di Deku, maledetto? In tanti ci hanno provato nel corso degli anni, e li abbiamo sempre sconfitti!” ruggì Katsuki, prima di dedicarsi alla priorità: il salvataggio di Izuku. Trovandosi circondato, impiegò qualche secondo per analizzare la posizione dei nemici, poi iniziò a sparare con precisione dei raggi di energia verso le parti elettroniche dei mostri, in attesa del suo comando. Con un agile salto, schivò l’assalto delle bestie, e ad uno schiocco delle dita, sprigionò il potere delle sue Ticking Bombs Nessun abominio o parlantina da quattro soldi lo avrebbe fermato. Si trovò dunque faccia a faccia con il Quirkbot che conteneva Deku, l’unico che aveva risparmiato. In qualche modo, l’essere meccanico ne stava assorbendo la forza, poiché notò una smorfia di dolore sul volto del compagno. Non aveva tempo da perdere. Scattò verso il nucleo, ma il nemico si rivelò incredibilmente veloce per la sua stazza, e si preparò a sferrargli un pugno: colto di sorpresa, per non ferire il compagno, Bakugo caricò il proprio pugno destro, per ridurre al minimo i danni, ma sorprendentemente al momento dello scontro il braccio dell’essere finì in frantumi.
ONE osservò sbigottito la scena, poi sorrise e commentò tra sé e sé “E’ proprio come pensavo…”
Senza indugiare, Bakugo approfittò dell’apertura per strappare pezzo dopo pezzo la corazza del Quirkbot. “Mi senti, Deku? Sto venendo a… prenderti! APRI GLI OCCHI!” Lame improvvisate gli tagliavano il volto, il braccio, tentando di arrestare la sua avanzata ma, con un ultimo slancio, Ground Zero afferrò saldamente la mano destra di Izuku, e gridando lo tirò a sé. Usò poi una cortina fumogena per coprire i propri movimenti, e dileguarsi in una zona più sicura.

Tossiva. Non stava molto bene, e sembrava stremato.
Katsuki ansimò, cercando di catturare più aria possibile, mentre recuperava le forze. “Deku… riesci ad usare qualcuna delle tue tecniche per scappare da qui? Nel frattempo lo trattengo io. So che sarai esausto, ma è questione di vita o di morte, e…” dopo aver aperto gli occhi, Deku lo guardò, e sospirò amaramente “Kacchan… io… il suo obiettivo… quello che è successo… non ricordi?”. Ma il discorso fu interrotto da un’esplosione causata da alcuni Quirkbot.
“Ci hanno scovati! Dietro di me, non allontanarti, e non osare crepare!” esclamò Katsuki. Deku sembrava avere qualcosa di importantissimo da dire, glielo leggeva sul volto, ma vista la situazione di pericolo seguì subito l’ordine. nube di polvere causata da una Stun Grenade riempì l’area, mentre l’Hero esplosivo si districava velocemente tra i robot per disabilitarli con esplosioni concentrate che ne separavano con millimetrica precisione le parti. Dosò al millesimo le proprie energie rimaste per eliminarli tutti. Quando la nebbia si diradò, lui e Deku si ritrovarono esattamente sotto al trono di One, sospeso su un cumulo di macerie. L’uomo mascherato li osservava, nello sguardo sentimenti contrastanti di ammirazione e disprezzo. “Perché non volete capire?” disse.
La carcassa di metallo che costituiva gli spalti dell’arena fu trasformata in una pioggia di proiettili dal Villain. Bakugo soppesò le forze che gli erano rimaste. Era ormai al limite. “Deku, scappa!” Ma il suo compagno lo abbracciò da dietro, in una morsa di calore, e gli disse “No, non vado da nessuna parte. Sono qui con te, per guidarti. Non avere paura, Kacchan. Ti ho fatto questo dono perché so che potrai gestirlo.”

Fu allora che Bakugo sentì un flusso. Inarrestabile, incontenibile, lottava per fuoriuscire dal suo corpo, con la sensazione che decine di mani lo sospingessero da dietro, donandogli scariche di energia a ondate; dunque non oppose resistenza, e lasciò che questo fiume di forza si convertisse nell’esplosione più potente che avesse mai orchestrato. Mentre osservava la raffica metallica di One polverizzarsi come se non fosse mai esistita, Bakugo era attonito, e si voltò verso Deku. Quel potere aveva un’unica spiegazione.
La cristallizzazione della forza. La fiaccola, custodita e tramandata tra i suoi possessori, il One for All, aveva compiuto un lungo viaggio ed era ora giunta al suo nuovo tedoforo…
“A me? Deku… perché?”



Continua…

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Capitolo 3
*** Lonely Hearts ***


Ieri.

Deku si librò nel cielo, urlando “Detroiiiiiit SMASSSSSHHHHHHH!”
La sua tecnica aveva momentaneamente fermato i Quirkbot, ma non per molto… ed era malridotto. La trappola in cui ONE lo aveva attirato gli aveva impedito di combattere al 100% delle proprie forze dall’inizio, e solo grazie a Bakugo aveva evitato di essere catturato istantaneamente. “Kacchan… la situazione non mi piace. Dobbiamo… riorganizzarci.” Aveva il volto cupo. Katsuki l’aveva visto poche volte in quelle condizioni, ma sapeva che doveva esistere una via per sconfiggere ONE, che desiderava il potere dell’One for All per proteggere… ma non avrebbe esitato a schiacciarli per ottenerlo.
Ripresero fiato dietro ad un cumulo di macerie. “Ho un’idea” disse il possessore dell’One for All. “Ascoltami bene, Kacchan…” Si avvicinò a Bakugo, sempre di più… e in un ultimo slancio, lo baciò. Le sue labbra, sentì Katsuki, avevano il sapore di cenere, battaglia e speranza. Diverse volte aveva provato quella sensazione, ma perché quella scossa che lo attraversò dalla testa ai piedi sembrava avvertirlo che questa sarebbe stata l’ultima? Non ebbe il coraggio di distaccarsi finché non fu Izuku a farlo.
“Ma… ti pare il momento… per quale motivo-”
“Perdonami” gli fu risposto, con un sussurro. Approfittando dello stupore di Katsuki, Izuku fece appello al suo potere, e creò una corrente d’aria che lo facesse volare il più lontano possibile, al di fuori del pericolo rappresentato da One.
“DEKU, NOOOOOOO”. Provò a sfruttare il proprio Quirk per contrastare quella titanica folata di vento, ma essendo stato colto alla sprovvista, altro che “Ground Zero”, esplosione che tutto avvolge… era un fuscello di fronte ad un maestoso tornado. Non era una tecnica eseguita per ferirlo, anzi, nel suo vigore quel turbine celava la più pura volontà di proteggere… eppure, l’uomo non poté evitare di soffrire nelle viscere, conscio di cosa significasse quella decisione.
L’ultima immagine che vide fu quella del sorriso di Deku. Non poteva ascoltare nulla, ma lesse le sue labbra, aggrappandosi a quelle silenziose parole finché poteva: “Superami… solo tu puoi farlo, Kacchan”. In pochi istanti, si ritrovò in un mondo di turbini: una corrente irresistibile lo trasportò verso il mare, trascinandolo lontano dalle ultime parole del suo compagno.



Ora.


“Perché a te, ti domandi, Ground Zero? Me lo sono chiesto anche io quando, eseguendo le analisi del caso, sono giunto alla conclusione che nell’incredibile Deku, cuore pulsante dei Guardiani della Pace, restavano solo le ceneri del suo potere. Doveva averlo trasferito in qualche modo, forse come misura di sicurezza, a qualcuno che riteneva… degno.” Il fastidio nella voce di One traspariva da ogni sillaba che pronunciava, e l’ultima parola ne era pregna. “Ero così vicino ad ottenerlo… poco male, si tratta solo di fare un po’ di fatica in pi-“ ma non riuscì a terminare la frase, poiché uno dei suoi alleati meccanici fu spazzato via da un’esplosione azzurrina.
Katsuki ricordava tutto, ora. Finalmente si sentiva sveglio, il cervello e ogni muscolo del corpo sciolti da un intorpidimento che non era stato in grado di spiegarsi. La trappola di One per attirare Deku, con lui, Ground Zero, come piccolo imprevisto, aveva condotto alla battaglia del giorno precedente. Una situazione disperata aveva poi portato Izuku a donargli il One for All. Tenendosi il braccio con cui aveva spazzato via parte dell’armata di One in un colpo solo, potenziandolo con la cristallizzazione della forza, Katsuki guardò il suo compagno, e non riuscì a trattenere le lacrime, che gli inumidirono la maschera. Non poteva fare a meno di sentirsi responsabile per ciò che era successo.
“Era l’unico modo per… non farlo vincere.” disse Izuku, e Bakugo non trovò la forza per ribattere. Continuò “Ieri ci ha colto alla sprovvista, ma stavolta… andrà diversamente, Kacchan”
“Di cosa state confabulando, relitti di un’era passata? Io ho BISOGNO di quel potere, per portare il mio Quirk ad un livello superiore” One si era già adoperato per circondarli, e con un elegante gesto della mano scatenò contro di loro l’esercito di Quirkbot, nuovamente ricomposti. Ora che aveva conferma dei suoi sospetti sul trasferimento del One for All, il Villain non poteva permettere che Bakugo gli sfuggisse: erano di meno rispetto a prima, ma ancora più aggressivi. Qualche piccolo graffio era necessario per raggiungere il suo scopo. Nell’attimo in cui le due parti si scontrarono, si scatenò un’esplosione azzurra che avviluppò il campo di battaglia.
Dopo diversi attimi di assoluto silenzio, in cui One si chiese cosa fosse successo, vide che dalle macerie emerse Bakugo, con Deku tra le braccia.
Ogni barlume di umanità aveva abbandonato, terrorizzato, il volto dell’Hero, che attinse a tutto il fiato che poteva afferrare per colpire One con un giuramento carico di vendetta: “LA PAGHERAI!”.
Una smorfia sporcò il sorriso che il Villain aveva mantenuto fino a quel momento. Intendeva ottenere il One for All per creare un mondo migliore, ma far morire Deku non rientrava tra i suoi piani.
Guardò verso l’Hero, da cui emanava un’aura ferina, pronta ad azzannarlo, e sussurrò “Questo… non era previsto”. Bakugo poggiò con delicatezza il compagno in un angolo lontano dalla battaglia, poi si rivolse al nemico “Finora mi hai guardato dall’alto in basso… ma cosa ne dici se ti strappo dal tuo bel trono, eh?” Partì subito alla carica, sfruttando i Quirkbot lanciati contro di lui come trampolini per salire sempre più in alto, fino al suo livello. “Cosa intendi fare, Ground Zero?” ribatté ONE. In risposta Bakugo si avvolse completamente in una sfera di fuoco, e successivamente si lanciò nella sua direzione. A nulla valsero strati e strati eretti a protezione, quella sorta di uccello di fuoco in cui si era tramutato l’Hero con quella tecnica suicida sbaragliò qualsiasi resistenza, e a causa del calore fu sciolta la consolle che ONE aveva al polso, con cui controllava con la massima precisione i Quirkbot. La sua postazione, da cui aveva osservato la battaglia, si sgretolò. “PHOENIX BLAST!!!”
“Complimenti, Ground Zero” un rivolo di sangue si fece strada dalla bocca di ONE, e cadde verso il suolo. “In pochi minuti hai padroneggiato il potere dell’One for All, e lo hai combinato alle tue tecniche. Davvero ammirevole. Ma non basta.”
Una corazza aveva protetto One dai danni più gravi, e aveva poi mutato forma per volere del suo padrone. Sbigottito, Katsuki si trovava con il braccio destro avviluppato da un artiglio metallico, che lentamente si serrava sempre di più, sempre di più, finché… “Ora starai buono, finalmente.”
Qualcosa si ruppe, e Bakugo si sentì come congelato. Dopo qualche istante, infine, il dolore venne a bussare alla sua porta, ma non attese una risposta, entrando con violenza. Non ascoltò l’urlo che levò al cielo, su ogni altra cosa troneggiava una voce, che risuonava nella sua testa.
“Sai, vi ammiravo. Vi ammiro ancora, dannazione. Ma i tempi sono cambiati. Noi esseri umani non siamo abbastanza forti per poter gestire le nuove crisi, i nostri poteri e legami troppo fragili per salvare qualcuno…
Quel giorno, sei anni fa, stringevo l’action figure di Deku, sognavo di diventare un esempio, un paladino… come VOI. Poi, arrivò il terremoto… la mano del più grande Hero non arrivò a salvare entrambi. Solo io fui estratto dalle macerie. Se solo avessi avuto il controllo del mio potere allora… se solo… RAAAARGH”
L’uomo doveva aver assunto qualche strana sostanza per potenziare il proprio Quirk, e iniziava a sentirne gli effetti. L’artiglio metallico abbandonò il braccio mutilato, e Katsuki si ritrovò a terra. Con la vista annebbiata, pose di fronte a sé il braccio sinistro, pronto a tutto. Una nuova ondata di metallo, resa viva, volteggiò attorno a One come uno scudo, pronta a volare contro Bakugo ad un gesto.
“E siamo arrivati qui. Il mio piano era perfetto, ma tu, cometa imprevista, ieri hai voluto rovinarlo! Avrei convinto Deku, ma no, hai preferito intervenire! Ed ora lui è morto.”
Katsuki ansimava. Non era ancora il momento.
“Non puoi farcela da solo contro di me, Ground Zero! Accettalo, e conferiscimi il potere dell’One for All! Solo così potrò portare a nuove vette il mio Quirk… e salvare davvero tutti!”
In un impeto di furia, Katsuki sentì la voce di qualcuno dentro di sé, e scatenò le Catene Oscure, una delle abilità nascoste del One for All, che Deku aveva portato alla luce svariati anni prima. Queste si diressero immediatamente verso l’avversario, immobilizzandolo in un nero abbraccio. Entrambi restarono fermi, Ground Zero senza forze, l’altro impossibilitato a sfruttare ulteriormente i propri poteri.
“Finisce così, Ground Zero? Ti facevo più sveglio…” rise amaramente One, sbeffeggiandolo.
Katsuki non rispose. Si limitò a focalizzare l’attenzione sulla sagoma che scattò lungo il campo di battaglia. Aggiunse “Ed io, con tutti i paroloni di cui ti sei riempito la bocca, ti credevo meno disattento… ONE!”


Pochi minuti prima…

“Kacchan… ho un piano”. Bakugo osservò il suo compagno nella classica posa in cui era solito rimuginare, e commentò “Spero sia meglio dell’ultimo, visto che ha portato alla perdita dei tuoi poteri” Deku fece una smorfia, e sorrise “Ahaha, in realtà… è semplicissimo, dovrai solo fare quello che ti riesce meglio… metterti in mostra. Tutto qui. Ah, e faremo finta che io sia morto. So che ce la farai. Mi fido di te, partner!”
“Dillo senza troppi giri di parole che vuoi che io sia l’esca! E va bene!” Katsuki sorrise digrignando i denti. Si trovava in una situazione di pericolo estremo, ma non era solo.
Aveva atteso il momento adatto per svariati minuti. Aveva stretto la mascella vedendo il braccio di Bakugo rompersi, ma riuscì a resistere. Senza proclamare alcuna sfarzosa tecnica, emerse da un cumulo di macerie, e facendo appello a tutta la forza rimastagli, Deku colpì con un poderoso pugno ONE.
Di fronte a lui, ad un passo dallo svenire, l’erede di All Might lo guardò con aria seria, e disse:
“E’ vero, noi Heroes tentiamo ogni giorno di salvare tutti… ma non sempre ci riusciamo. Ti prego, ONE… in te intravedo la fiamma che anima il cuore di un vero Hero. A dimostrarlo è la cura con cui hai lavorato per non coinvolgere altre persone in questa tua ossessione. Se puoi perdonarci per essere riusciti ad impedire la morte di tuo padre… unisciti a noi. Non è stato, e non sarà il One for All a rendere un Hero me, Kacchan o te… e i tuoi straordinari poteri sul metallo potrebbero essere estremamente preziosi negli scenari di crisi globale che ci troviamo ad affrontare sempre più spesso! Ti prego, poni termine a questa inutile battaglia!”
Tese una mano.
ONE, senza forze per il colpo assestato da Deku, guardò a lungo i due Heroes di fronte a sé, e quella mano che aspettava una risposta. La sua maschera bianca, spezzata, scintillava alla luce. Prima che uno tra Deku e Katsuki potesse reagire, ordinò al metallo di intrappolarlo, rendendosi inerme.
Non disse altro, se non “Accetto. Stringerò quella mano quando ne sarò degno… Deku.”


Epilogo

La notizia era rimbalzata su tutti i tg, e mentre ciondolava sul divano tenendo tra le mani il telecomando, Katsuki osservava per l’ennesima volta il filmato dell’addio di Deku al suo ruolo attivo nella comunità degli Heroes, per diventare insegnante alla U.A. . Non erano stati resi pubblici tutti i dettagli dell’accaduto, ma si era trattato di un duro colpo per i tanti fan dell’Hero; tuttavia il sorriso di Izuku, come sempre, era in grado di rincuorare gli animi di tutti. Inoltre…
“Ancora quel filmato? Sarà la centesima volta che lo guardi, Kacchan!!” Deku spuntò alle sue spalle, cogliendolo di sorpresa, al punto da far quasi ribaltare Bakugo assieme a tutti i cuscini su cui si era spaparanzato senza ritegno. “Ma come fai, non è che il tuo Quirk in realtà è sempre stato la capacità di passare inosservato e inascoltato?” arrossì prima di continuare, spostando lo sguardo di lato “E comunque… stavo quasi arrivando alla parte più interessante del filmato, quindi taci, e lasciamelo gustare ancora una volta!”
Izuku rise, e con la mano destra arruffò i capelli di Bakugo. Sapeva che non lo sopportava, ma oppose poca resistenza, anche se commentò “Ehi, attento, ora che hai quell’affare al dito, mi fai male, sai?”
Si alzò sul divano in ginocchio, rivolto verso Izuku, fissandolo. “E comunque… quale Hero pazzo decide di annunciare il fidanzamento subito dopo essersi ritirato? Ti giuro, mi farai impazzire, scemo di un Deku! E per di più, balbettando un ‘P-plus ultra’ mentre eri in ginocchio!”. Il contatto visivo si prolungò per qualche altro secondo, prima che entrambi scoppiassero in una fragorosa e genuina risata, mentre sugli anulari splendevano i simboli della loro promessa, e futura avventura.



Saluti finali – Salve! Spero che questa fanfic sia stata di vostro gradimento, grazie per averla letta! Alla prossima!

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