Una semplice intervista

di SuperGirl22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incarico ***
Capitolo 2: *** L'invito ***



Capitolo 1
*** L'incarico ***


"Kara!" La voce di Cat Grant attraversò l'ufficio. “Kara?” aveva finalmente imparato il suo nome dopo anni di lavoro insieme.

Eve Teschmacher, la sua nuova assistente, armeggiò alla sua scrivania, lasciando cadere una pila di fogli. Cat cercò l'attenzione della bionda seduta davanti a sé.

"Forse dovrei declassare di nuovo Keira." Sussurrò scuotendo la testa. "Potresti dirmi dove si trova quella ragazza?"
Eve rispose ancora inginocchiata sul pavimento con fogli sparsi tra le mani. "Nel suo nuovo ufficio, signora."

"Avrei dovuto mettere il suo ufficio vicino al mio" mormorò Cat, allontanandosi dalla sua scrivania.

“L-la chiamo per lei?” Chiese Eve.

"No, no," Cat passò senza dare un'occhiata. "Posso parlarle anche io."

Il bussare alla porta interruppe Kara da niente di più importante che fissare un documento vuoto. Era una giornalista da ventiquattro ore e si sentiva già un po 'persa. Non aiutò il fatto che James le avesse chiesto lo stesso spazio di Winn quando gli aveva detto che dovevano essere amici. Sapeva che James sarebbe tornato di nuovo suo amico una volta preso il tempo e lo spazio di cui aveva bisogno - si fidava di lui e delle sue promesse- ma non le piaceva comunque la distanza. Anche il suo nuovo capo non era di aiuto, preferiva di gran lunga Cat Grant e i suoi consigli.

"Ugh, lo odio!" Sbottò lei. Fu allora che Cat bussò.

“Già stanca della tua nuova posizione ? Puoi sempre tornare ad essere la mia assistente.” Cat sorrise leggermente, quindi Kara sapeva che stava scherzando.

Kara si alzò, aggiustandosi gli occhiali nervosamente.
"No, ehm, signora Grant, sto bene qui, ma Snapper mi mette sottopressione."

“Oh per favore, Kara. Sappiamo tutti che ti senti frustrata perché James Olsen sta lavorando sui suoi sentimenti e tiene il broncio perché lo hai scaricato. Non che lo biasimi. Sei una ragazza intelligente, competente, brillante e piena di promesse. Quale persona non vorrebbe avere una relazione con te? "

“Non è il momento giusto, signora Grant. Io, ho troppo a cui pensare. ”

“Ti capisco, non preoccuparti. Nessuno incolpa te, né lui, né nessuno per le cose che non funzionano. Ho imparato all'inizio della mia carriera che quando le cose non funzionano con qualcuno, è meglio non perdere tempo. Puoi sempre cambiare idea quando ti senti più stabile. Non c'è niente di sbagliato in una donna che cambia idea su ciò che vuole in un dato momento. Ricordi cosa ho detto di avere tutto? Non tutto in una volta e non subito. "

Kara sospirò, le sue spalle si rilassarono di una frazione. "Grazie signora Grant."

“Ora, non sono venuta qui per parlare del signor Olsen. Sono qui perché voglio un'intervista con Lena Luthor. Perché è qui? Cosa farà di diverso da suo fratello? Pensa davvero che cambiare il nome dell'azienda della sua famiglia conquisterà la fiducia della città? Considera questo il tuo primo incarico visto che quello zuccone di Snapper è troppo orgoglioso e poco fiducioso per lasciarti un incarico."

“L-Lena Luthor? Ma signora Grant è meglio che qualcuno con più esperienza gestisse l'intervista? Qualcuno come...?" Disse gesticolando agitata.

“Mi stai chiedendo di lasciar perdere, Kara?” Ribatté Cat, la delusione che filtrava nella sua voce.

“No, signora Grant. Ovviamente no."

"Bene. Quindi vai da lei il prima possibile. Non voglio essere battuta dal Daily Planet, anche se mandano Clark Kent. ”Con un cenno della mano verso il computer, Cat Grant tornò nel suo ufficio.

Lena Luthor. Vuole che intervisti Lena Luthor. Lo stomaco di Kara si chiuse. Non sapeva perché, ma il pensiero di intervistare Lena Luthor la metteva in difficoltà. Le sue guance erano calde. Espirò con forza.

"Posso farlo." Si disse, poi prese il telefono per chiamare la reception. "Vorrei fissare un appuntamento con Lena Luthor, per favore."

"Lei è?" Chiese la voce dall'altro capo del telefono.

"Kara Danvers, ass...ehm, giornalista della CatCo." Si corresse immediatamente.

"La signorina Luthor è molto impegnata."

"La prego, le ruberò poco tempo." Supplicò sistemandosi ancora una volta gli occhiali.

"Lei preferisce nettamente le conferenze stampa piuttosto che i face to face con i giornalisti però ne parlerò con la signorina e la richiamerò se accetta l'incontro."

"Va bene, grazie mille."
Quando mise giù sospirò, sapeva che non l'avrebbe richiamata, era stata anche lei un assistente personale e conosceva queste risposte. Non voleva deludere la signora Grant ma probabilmente le aveva dato un incarico troppo grande.

Lena Luthor? Non avrebbe mai parlato con una novellina. Scosse la testa e si concentrò sul monitor del computer, sarebbe andata dalla signora Grant il giorno dopo.


Quando rientrò a casa la sera fu lieta di vedere la sua amata sorella davanti i fornelli, sorrise e si avvicinò per posarle una bacio sulla guancia.

"Sorellina!"

"Lo sai che..." iniziò la rossa.

"Odi quando ti chiamo così." Concluse Kara.

"Sono più grande di te!" Disse puntandole il dito.
Kara sorrise e annuì.
"Com'è andata oggi?" Chiese poi la sorella maggiore.

"Con James male e a lavoro anche peggio." Sospirò togliendo la giacca e sbottonando due bottoni della camicia.

"Con James ci vuole pazienza, lo sai. Anche Winn ti chiese del tempo e adesso è tornato tutto come prima."

"Lo so." annuì.

"E a lavoro?"

"La signora Grant mi ha chiesto di intervistare Lena Luthor."

"Quella Lena Luthor?" Chiese sgranando gli occhi. "Incarico impegnativo, non sei contenta?"

"No, non sono riuscita a prendere neanche l'appuntamento." Sbuffò.

"Oh mi dispiace." Le disse la sorella avvolgendola in una stretta poco prima che il telefono squillasse. Kara si staccò e dubbiosa accettò la chiamata.


"Signorina Danvers?" Chiese una voce familiare.

"Si, sono io." Rispose la bionda timorosa.

"Sono l'assistente della signorina Luthor."
Ecco doveva aveva sentito la voce. Attimi di silenzio imbarazzante seguirono l'annuncio, l'agitazione di Kara aumentò in pochissimo.

"È ancora in linea?"

"Mi dica." Riuscì a dire.

"So che è tardi e mi dispiace." Disse la ragazza realmente dispiaciuta. "La signorina Luthor la riceverà domani mattina alle dieci in punto, sia puntuale perché odia i ritardatari. Buona serata."

"B...buona serata."

Kara tolse il telefono dall'orecchio e lo guardò con occhi sgranati.

"Che succede, Kara?" Chiese Alex.

"Domani dovrò intervistare Lena Luthor." Disse in preda al panico.

"Puoi farcela."

"NO, NON POSSO." Disse iniziando a camminare per casa. "Devo preparare le domande e...e essere puntuale domani oppure si potrebbe innervosire."

"Calmati Kara!" La fermò per le spalle. "Andrà tutto bene. Salvi il mondo ogni giorno dai pericoli più grandi e adesso ti spaventa un'intervista?"

"Quella è Supergirl." Disse abbassando la testa.

"Siete la stessa persona, Kara. Sei capace quanto lei!" L'ammonì la sorella.

"Lo spero."
Sospirò, era sicura di una cosa: quella notte l'avrebbe passata in bianco.
 

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Capitolo 2
*** L'invito ***


Il mattino seguente Kara alle nove in punto era già pronta, aveva chiuso occhi si e no solo per due ore. Era il suo primo incarico e questo le metteva ansia ma la cosa che più la preoccupava era intervistare una delle donne più potenti, ricche e belle di National City. Aveva passato la notte a leggere le sue interviste e vedere le foto della donna. Gli occhi di Lena l'avevano folgorata, quel colore cangiante tra il celeste e il verde chiaro e vederli di persona la preoccupavano parecchio. Uscì di casa alle nove e trenta e alle dieci meno un quarto era davanti l'assistente della signorina Luthor.

"La signorina Luthor è in riunione." La Informò la bionda vestita in maniera impeccabile quasi da metterla in difficoltà.
Kara era stata parecchie ore ferma davanti il suo armadio per scegliere qualcosa di adeguato e aveva optato per un vestitino rosso con una cintura nera in vita, scarpe dello stesso colore. I capelli legati solo prendendo i lati e sciolti la parte restante.

"Aspetto qui?" Le chiese indicando la sedia.

"No, mi ha detto di farla entrare nel suo studio."
Kara restò a guardarla per qualche secondo stupita poi annuì e seguì l'assistente. Lo studio di Lena Luthor era enorme, dieci volte quello della giornalista della CatCo, i mobili bianchi e una grossa vetrata che mostrava parte della città.

"Può accomodarsi qui, signorina Danvers." Indicò la sedia di fronte la scrivania distraendo Kara. Annuì immediatamente e prese posto ancora timorosa.
"Desidera qualcosa?" Chiese ancora la ragazza.

"No, grazie mille." Disse posando il suo blocchetto sulla scrivania.

"Allora ci penserà la signorina Luthor." Disse prima di uscire lasciando Kara perplessa.
Tutto in quella stanza era in ordine e studiato, Kara prese in mano il blocchetto e iniziò a scrivere qualcosa, quella donna ispirava senza neanche essere presente. I minuti passavano velocemente e Kara aveva già scritto parecchio, aveva letto i titoli della libreria della donna e osservato ogni angolo della stanza. Sfogliò le pagine e si grattò il mento pensierosa, doveva accorciare di parecchio le pagine e già si trovava in difficoltà.

"Ha già scritto tutto questo su di me?" Disse una voce alle sue spalle facendola sobbalzare. Scattò in piedi impacciata e sentì il cuore quasi uscirle dal petto sia per la paura presa sia per quegli occhi di fronte a lei.

"Ehm...io, mi scusi. Solo che..." No, Kara, non balbettare si disse.

"Stia tranquilla, mi fa piacere. Sapevo che lei era diversa." Disse sorridendo e porgendole la mano. "Lena Luthor."

"Si! Io, Kara Danvers." Le prese la mano cercando di non mostrare il tremore. "Che intende con 'diversa'?"

"Ieri lei ha chiamato, giusto?" Le chiese prendendo posto davanti a lei.
La bionda annuì.

"Non ha insistito come fanno tutti, quando chiedo alla mia assistente di tenere i giornalisti sulle spine loro danno di matto, richiamano più volte mentre lei ha atteso semplicemente." Disse sorridendo e poggiandosi allo schienale.

"Oh..." rispose solamente la bionda sistemandosi gli occhiali.

"La manda Cat Grant, immagino."

"Si, proprio lei."

"Si deve fidare molto. Immagino che non vuole deluderla."

"No, non vorrei. Odio deludere la gente."

"Anche io. Può chiedermi tutto quello che vuole anzi, le faccio un quadro generale io. So bene come sono queste interviste."

"Tutti le fanno le stesse domande?" Chiese Kara vedendo un velo di tristezza nei suoi occhi.

"Mio fratello, come ci si sente ad essere la sorella del peggior nemico dell'umanità. Il rapporto con mia madre." Fece spallucce. "Nessuno che chiede del mio lavoro, dei miei studi, delle mie invenzioni."

"Me ne parli." Disse Kara afferrando il blocchetto e la penna.

"Come?" La guardò stupita.

"Davvero. Mi parli di lei, dei suoi studi, sono davvero entusiasta di ascoltarla. Ho scritto molte pagine solo guardando il suo studio. Immagino che lei sia una persona molto impostata ma dietro il suo mostrare freddezza c'è molto altro."

Lena fece una faccia sorpresa e poi sorrise.

"Allora le parlo di me."
Kara annuì e passarono una mezz'oretta a parlare solo ed esclusivamente di Lena Luthor, non della sua famiglia.
Lena guardò il suo orologio e fece una faccia dispiaciuta.

"Ho una riunione, sono davvero impegnata, mi dispiace dover interrompere la nostra chiacchierata."

"Non si preoccupi, ci saranno altre occasioni." Kara le sorrise e si alzò, le porse la mano che Lena strinse ricambiando il sorriso.

"Il suo capo non sarà molto contento, parlare di me non è interesse loro."

"Mi inventerò qualcosa, non si preoccupi. Buona giornata."

"Buona giornata."



La sera arrivò in fretta e per fortuna Cat Grant era fuori per lavoro, aveva più tempo per scrivere l'articolo. Adesso era con la sorella distesa sul divano a guardare un film.

"Perché devi farmi vedere gli horror? Vuoi farmi passare un'altra notte in bianco?"

"Combatti con mostri peggiori, Kara." Rise la rossa.
Kara scosse la testa e poco dopo squillò il telefono.

"Ricercata la mia sorellina."

"Smettila!" Disse dandole un colpetto sul braccio. "Pronto?"

"Pronto, signorina Danvers?"
Kara si bloccò per un attimo riconoscendo la voce.

"Lena Luthor?" Chiese.

"Si, sono proprio io." Confermò.

"Mi dica..."

"Volevo invitarla a cena."

"Cena?" Kara sapeva di sembrare poco professionale. Non aveva intenzione di confondere la domanda in quel modo, ma fu colta di sorpresa. Lena Luthor le stava davvero chiedendo di uscire a cena? Che cosa significava?

"Se è libera", rispose Lena, la sua voce calma e un tocco divertito. “Sono una donna molto impegnata in questi giorni, signorina Danvers. Sono sommersa durante il normale orario lavorativo e incontrarla di nuovo mi è impossibile però sono in debito con lei, non posso farle fare brutta figura con la signora Grant. La cena ci darebbe il tempo di parlare senza paura di essere interrotte. "

Ciò aveva senso, a prima vista, ma Lena non aveva finito. "Inoltre, ci darebbe la possibilità di conoscerci l'un l'altro su un piano più neutro ed equo."

Cosa significava? Non era niente. Non doveva essere niente. Aveva appena incontrato Lena Luthor. Vuole solo essere professionale , si assicurò Kara. Questo è tutto, professionale. Anche lei doveva essere professionale. Adesso era una giornalista, dopotutto.

"La cena funzionerebbe molto bene, signorina Luthor."

“Lena”.

"Che cosa?"

Lena rise. Era una risata bassa, gutturale. "Chiamami Lena, per favore, signorina Danvers."

“Sì, signorina Lu...intendo Lena. Certo, ”disse Kara, aggiustandosi furiosamente gli occhiali. Fu sorpresa di non averli già spezzati a metà. Cosa c'è di sbagliato in me oggi? Devo solo essere nervosa per il lavoro  "Domani sera va bene per te?"

"Perfettamente." Kara sentì il sorriso nella risposta di Lena. "Cosa preferisci?"

Kara si fermò a riflettere.

"Non conosco molti posti, non mangio molto fuori."

"So che in città è stato aperto un nuovo locale di sushi. Ti va se andiamo lì?"

"So che l'attesa è molto lunga."

"Non preoccuparti, conosco il proprietario.

Quel locale era il nuovo sushi di fascia alta in città. Si vociferava che la lista d'attesa per ottenere un tavolo fosse lunga mesi. Ma Lena era fermamente convinta.

"Ti piace il sushi, Kara?" Chiese la mora.
Il suo nome sulla bocca di Lena era qualcosa di unico.


"Adoro il sushi, Lena." borbottò Kara. "Sarebbe grandioso!"

"Eccellente. Ci vediamo alle 19:30, allora? ”Lena sembrava compiaciuta.

È normale vederci fuori, è per lavoro in fondo.

"È perfetto."

"A domani, Kara. Buonanotte."

"Buonanotte." Rispose.


Kara mise giù il telefono. Le sue mani tremavano, quindi Alex la guardava stranita. Cosa c'era di sbagliato in lei oggi? Sembrava così stupida, facendo eco a tutto ciò che Lena diceva e balbettando le sue risposte. "Ho bisogno di mangiare."

"Che succede, Kara?"

"Lena Luthor mi ha invitata a cena."

"Hai bisogno di mangiare." Concordò la rossa, sapeva bene che il cibo era l'unico modo per calmare la sorella.

"Altra notte in bianco." Sospirò.

"Kara!"

"Capisci di chi stiamo parlando? È una delle donne più se...più potenti della città."

"Lavori già per una donna importante, cerca di stare tranquilla."

"Ci proverò."


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