Fammi respirare ancora

di SuperGirl22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura ***
Capitolo 2: *** Coraggio ***
Capitolo 3: *** Paura di perderla ***



Capitolo 1
*** Paura ***


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente
attirerai


Capita raramente di incontrare l'amore vero, quello che ti fa battere il cuore così forte da far quasi male il petto. Nella vita si incontrano tante persone, si instaurano tanti rapporti ma non tutti sono uguali e non conta il tempo di conoscenza, io ero totalmente persa prima di conoscere LEI. Lei che mi ha tirata fuori da un periodo brutto e pieno di paranoie, ero appena uscita da una relazione tossica e non avevo la minima intenzione di imbarcarmi in una nuova storia, volevo solo concentrarmi sul lavoro poi ho visto lei tra i corridoi nel reparto e tutto è cambiato, il mio cuore ha iniziato a pompare molto veloce e l'impulso di avvicinarla ha avuto la meglio. I suoi occhi azzurro cielo mi hanno rapita sin da subito ma la cosa che mi ha fatta innamorare di lei è stata la sua bontà, il suo donarsi ag
li altri nonostante i suoi problemi che mi ha rivelato sin da subito. Il pensiero di perderla mi manda sempre in tilt, non riesco ad immaginare una vita senza di lei. Ho paura, è la prima volta che la paura ha la meglio su di me nonostante io sia una Luthor e il miglior cardiochirurgo della città mi capita spesso di sentirmi impotente.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te

"Dottoressa!"
Quel tono di voce che mi preoccupa sempre.
Gli infermieri non mi chiamano mai in questo modo, quando non si tratta di lei.
E' il tono per dirmi che qualcosa non va, e che devo correre. Proprio come sto facendo adesso.

"Che succede?"
"Sta avendo un arresto cardiaco. Stanno facendo il possibile, ma è grave.”



Corro sempre più veloce, fino a quando entro nella sua stanza spostando tutti.

Eve mi guarda, ed io credo di poter impazzire in momenti come questo.



“Che cazzo state facendo immobili?” Chiedo alterata.

“Dottoressa…non ce la fa… è impossibile.”

“Non dite cazzate. Carica a 200. ” Urlo.

“Ci abbiamo già provato, Dottoressa…non funziona. Non…”

“Non dire che non funziona!!! Non è morta. Kara non morirà.”

“Non c’è battito. Lo sta vedendo anche lei. E’ questione di secondi…”



Non gli do più ascolto, e mi affretto a farle un massaggio cardiaco.

So che non servirà. Io lo so. Ma io non ce la faccio a lasciarla morire così…non lei.



“Avanti…ti prego, sei forte…ce la devi fare per forza.”

“Dottoressa, sta soltanto perdendo tempo.”



Pugno precordiale. L’ultimo tentativo. L’ultimo. Lo giuro.



Osservo lo schermo nero, e in un attimo riprendo a respirare, guardando i battiti che aumentano lentamente.



“Brava piccola…brava amore mio. “

Le accarezzo i capelli, sedendomi sul letto accanto a lei, e le afferro la mano fredda per via del sangue che non riesce a circolare nel suo corpo minuscolo.



Guardo gli altri, in particolare Eve.



“Per una settimana sei fuori. E ricordati che il tuo è soltanto l’inizio, mentre io sono da anni un cardiochirurgo. Io sono quella che comanda, io ti dico cosa fare e ti giuro che se ti rifiuti un’altra volta di salvare una persona perché secondo la tua testa non ci sono più speranze…io ti faccio fuori. E’ chiaro?”

“S…si, dottoressa Luthor.”

“Bene. Adesso fuori tutti.”



Escono tutti dalla stanza, chiudendo la porta lentamente.

Io dovrei calmarmi ed essere razionale, ma non ci riesco.

Perdo totalmente il controllo quando si tratta di lei. Totalmente.



Flashback



“Sei il cardiochirurgo più rompipalle di tutta la città.”

“E tu sei la specializzanda più…”

“Più…?”

“Più bella che possa esistere. “


Mi sorride, con quel sorriso che solo lei potrebbe avere. Quello che mi ha fatto innamorare di lei, insieme ai suoi capelli profumati, al viso struccato ogni mattina ma ugualmente perfetto, alla penna rosa nella tasca del camice, ai suoi vizi, i suoi film dannatamente sdolcinati, la sua visione positiva di ogni cosa. Tutto. In lei è tutto dannatamente perfetto.



“Secondo te è tutto sbagliato, questo?”

“Si… ma non riesco ad ignorarti. E so che te l’avevo promesso, ma io non ce la faccio, Kara. Io ho bisogno di averti accanto…”

“Ne sei sicura? Potresti avere chiunque, perchè io?"

“Sono tante le infermiere che mi lanciano sguardi ammiccanti tutto il giorno, è vero. Perfino le tirocinanti di vent’anni. Ma non mi interessa…perché loro non arrivano la mattina con il sorriso sulle labbra, non entrano nel mio ufficio con il caffè caldo e la bocca piena del muffin che ti piace tanto e che io detesto, non hanno la fissa per le penne rosa o verde mela, non si aggiustano gli occhiali quando sono imbarazzate come fai tu, non usano lo shampoo profumato che usi tu, non mi guardano nel modo in cui mi guardi tu e non riescono a legarsi i capelli nel modo in cui fai tu.”



Mi sorride, lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra…

“Io mi lego i capelli come fanno tutte, dottoressa Luthor.”

“Non è vero.”

“Sei tu che pensi io abbia qualcosa in più…”

“Perché è vero. Per me è vero. “

“Si, ma stiamo sbagliando tutto ugualmente.”

“Lo so ma ci amiamo e possiamo vincere, puoi vincere."

“Questo lo dici tu…”

“Lo dico io, Danvers. Ed io comando!! Tu non sei ancora un cardiochirurgo…ricordi?”

“Questa storia dei ruoli mi inizia a stare stretta, Dottoressa Luthor. “

“E’ soltanto la verità."


Sorride, stringendomi forte e baciandomi. E’ tutto sbagliato, ma allo stesso tempo mi sembra la cosa più giusta.



Fine Flashback…





“Amore, mi senti…?”

Apre lentamente gli occhi, fino a quando mi guarda con aria dispersa.

“Ehi, sono io.” Le dico lasciandole una carezza sul viso.

“Lena.”

“Si, come ti senti?” le chiedo ancora terrorizzata.

“Io…non lo so… ho… mi manca l’aria…”

“Aspetta, ti alzo lo schienale del letto.”



Mi alzo, andando a premere il pulsante per alzarlo.

“Così va meglio?”

“Si.”



Torno accanto a lei, e prendo di nuovo la sua mano tra la mia.



“Mi hai fatto prendere un colpo.”

La vedo fissare il vuoto, e le lacrime prendono il sopravvento.



“Perché non mi hai lasciata morire?”

“Perché tu non morirai, Kara. Levatelo dalla testa. Io cercherò sempre di salvarti la vita, anche contro la tua volontà.”

“Sei egoista.”

“Si. Hai ragione. Lo sono. Ma non riesco a sentirmi in colpa per questo. Mi dispiace…io ho bisogno di te, e tu non puoi lasciarmi. Tu...tu non puoi.”

“Stai soltanto posticipando la mia morte.”
I suoi occhi azzurri mi guardano spenti e io scuoto la testa.

“No non guardarmi cosi. Sto soltanto cercando di tenerti in vita, almeno fino a quando ci sarà la possibilità di avere un cuore per te.”

“Non arriverà ed io avrò di nuovo un altro attacco, e non ce la faccio più, io non riesco più ad essere positiva.”
“Devi soltanto avere un altro po’ di pazienza. Sto muovendo tutte le mie conoscenze.”

“No… guardami, Lena. Guardami! Io non sono più la Kara di sempre. Io non sorrido più, non... non vedo più il mondo con positività, non ho la mia penna rosa…sono soltanto un corpo di pochi chili che è immobile su un letto d’ospedale ad aspettare che il cuore faccia il cavolo del comodo suo e che tu venga a salvarlo. Ma io non ce la faccio più. Perché non lo capisci?”

“Io lo capisco. So che non ce la fai più ma tu devi essere forte. Lo devi fare per me, ma soprattutto per te, insieme ce la facciamo. Te lo prometto.”

“No-”

“Ti fidi di me?”

“Lena."

“Ti fidi di me?”



Resta in silenzio,prima di annuire.

“Si, io mi fido di te… mi fido soltanto di te.”

“E allora non arrenderti. Troveremo un cuore per te e tornerai a stare bene.”

“Me lo prometti?”

“Te lo prometto, amore mio, te lo prometto.”



Bacio la sua mano, mentre lei continua a piangere. Io la capisco, so che vorrebbe mandare tutto all’aria. Ma non può. Non ora. Non ora che c’è speranza di operarla e darle un altro cuore che la faccia finalmente stare bene.

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Capitolo 2
*** Coraggio ***


"Dio ma come si fa
A trovare il coraggio di andare
Anche quando vorresti restare
Dimmi come si fa a rialzarsi
Anche quando fa male"

Mai arrendersi, me lo sono sempre ripetuta e ho sempre avuto la forza di rialzarmi nonostante tutto ma adesso è diverso, il peso che sento addosso credo di non riuscire a sopportarlo. Il mio corpo non collabora e la mia mente sta cedendo, lotto solo perchè ho fatto una promessa a colei che amo di più al mondo e alle persone a cui voglio bene. Leggo dolore negli occhi di chi mi sta attorno e vorrei far qualcosa, vorrei poter cancellare tutto, premere reset e ripartire da zero.
Mi hanno sempre fatto riconosciuto il coraggio e il mio gran cuore ma entrambi mi stanno tradendo, il primo mi sta abbandonando e il secondo fatica a battere.

"Ehi, sorellina."
Vengo trascinata via dai miei pensieri dall'arrivo di mia sorella, alzo lo sguardo e sforzo un sorriso.

"Ehi." le indico la sedia vicino al mio letto, ormai diventato casa.
Alex si avvicina, mi lascia un bacio sulla guancia e si accomoda sulla sedia.

"Come stai?" chiede sapendo già la risposta.

"Va sempre più male, il mio cuore vuole fermarsi e credo che freme di farlo al più presto. Credo che dovete rinunciare a me."

"Kara..." mi guarda male.

"Non guardarmi così, Alex. Sto dicendo la verità, vorrei poter restare con voi ma non sarà possibile."

"Non è così. Lena sta facendo il possibile."

"Lo so e so anche che non si arrenderà facilmente, la lascio fare per questo motivo. Io amo la sua determinazione, amo lei e avrei voluto fare una famiglia con lei ma so bene che mi resta poco. " deglutisco e scuoto la testa.

Flashback
"Ho fatto un sogno, sai?" mi dice spogliandosi mentre io sto stesa nel letto della nostra camera.

"Che cosa hai sognato?" le chiedo cercando di concentrarmi, staccare gli occhi dal suo corpo quasi nudo è difficile però so bene che quello che ha da dirmi è importante quindi sposto la mia attenzione al suo racconto.

"Noi due sposate con tre bambini bellissimi. Due maschietti e una femminuccia, perfetti come te." finisce di vestirsi e mi raggiunge nel letto, mi lascia un bacio sulle labbra e mi sorride.

"E come te. Anche tu sei perfetta...più di me."

"Non dire stupidaggini comunque il punto non è questo. Voglio dei bambini con te, voglio sposarti."

"Mi sta facendo una proposta signorina Luthor?"

"Dovrebbe esserci un anello per essere definita tale."
Deglutisco vedendola frugare nel cassetto del comodino.

"Lena..."

"Shhh...adesso mi fai parlare prima che dimentico quello che ho da dirti." sorride col suo classico sorriso che mi ha fatto perdere la testa.

"Va bene, sto zitta."

"So bene che la situazione non è delle migliori, che hai paura e...anche io ho paura, sono spaventata a morte, sto ore sveglia a controllare il tuo respiro e il tuo battito per verificare che tutto sia al suo posto e ogni volta che ti guardo mi innamoro sempre di più, sei di una bellezza divina Kara e non parlo solo del tuo aspetto. Mi hai tirata fuori da un periodo davvero brutto, da un periodo oscuro, mi hai ridato la vita e te ne sono grata. Voglio costruire un futuro con te, voglio comprare una casa per noi e i nostri figli, mi assicurerei ovviamente che la dispensa sia abbastanza grande per far entrare le tue enormi spese cariche di cibo." sospira commossa e io la guardo in lacrime ormai e le afferro la mano. "Voglio andare a lavoro con te ogni mattina, voglio cenare con la tua super famiglia e voglio passare le feste che odiavo e che tu mi hai fatto amare con te, sono pronta a comprare l'albero di Natale più grande della città e sono pronta decorarlo con te. Kara Danvers, sei il mio angelo, il mio inizio, il mio tutto e voglio averti nella mia vita oggi, domani e per sempre. Vuoi sposarmi?"
Guardo prima lei poi l'anello, il mio cuore batte veloce e questa volta funziona davvero bene. Le lacrime inondano il mio viso e non riesco a dire una parola.

"Ti prego...dimmi qualcosa, accetto anche un no. In realtà non lo accetterei però ci provo."
Rido e scuoto la testa.

"Lena Luthor sei incredibile! E...si, voglio sposarti."

Si fionda sulle mie labbra e ci scambiamo un bacio carico di amore.

Fine Flashback

Guardo l'anello che mi ha messo al dito quella notte e una lacrima scende sul mio volto.

"Non fare così Kara."

"Io la amo Alex, vorrei tanto poter essere speranzosa come voi ma non posso. Vorrei sposarmi con Lena e avere i bambini che tanto desideriamo, mi sento così inutile."

"So che la ami e devi dimostrarglielo continuando a lottare, troverà la soluzione."

"Ci provo ma ho bisogno che tu mi faccia una promessa."

"Ti prego di non..." scuote la testa ma la zittisco subito.

"Devi ascoltarmi. Devi promettermi che le starai vicina, lei crollerà se io dovessi andarmene e sono sicura che mollerà tutto sentendosi responsabile ma tu... Tu devi darle questa." le porgo un foglio con delle righe che ho scritto per lei. "E devi convincerla che lei non ha colpe, aiutala ad andare avanti."

"Kara, ci sarai tu e non ci sarà bisogno di nulla."

"Promettimelo, Alex."

"Te lo prometto..." mi dice con la voce che trema.

"Grazie." le lascio una carezza e le sorrido.

"Io adesso devo andare, tu vedi di non dare stupidaggini." mi dice puntandomi il dito contro.

"Ci provo, promesso."

Mi lascia un bacio sulla guancia e corre via, i suoi occhi sono lucidi e mi dispiace far soffrire così tanto le persone che amo, è un peso enorme.
Sospiro pesantemente e la stanchezza si fa sentire, gli occhi sono pesanti e credo che sia meglio riposare in attesa di qualche notizia, spero buona.
Non voglio lasciare nessuno qui, voglio restare.

"E ricordati di te
Quando il mondo ti dimentica
Lascia sempre una traccia
Su un cuore che passa
Che comunque tutto resta
Anche se non te ne accorgi
Puoi trovarli negli occhi
Quei ricordi mai scritti"

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Capitolo 3
*** Paura di perderla ***


[Stai con me... ci stai o no 

ci stai un attimo......

un giorno  ci stai per essere ancora mia.... 

oppure ci stai per non andare via!! 

 

e tu Dormi, dormi  E i sogni poi si scordano! ]


 

Sembra che il destino abbia già deciso per noi. E’ come se non ci fosse un posto per me e per lei insieme. E’ come se ogni giorno la sentissi sempre più distante nonostante io la senta in realtà più vicina. Non sono mai riuscito a dirle che la amo, ma è tutto quello che provo per lei. Tutto quello che mi fa sparire ogni volta la razionalità che è alla base del mio lavoro. Devo essere lucido sempre, ma quando si tratta di lei sarei capace di uccidere qualcuno. Non voglio mai sentire che la stiamo perdendo, che è grave, che non ce la farà. Lei non può morire. Non può farlo. Io ho bisogno di lei, nonostante abbiamo avuto poco tempo per goderci la vita insieme, prima che apparissero i primi sintomi del suo problema cardiaco. Ho in mano la sua vita, i suoi genitori sono morti e non vuole parlarne con la sua mamma adottiva, ha costretto me ed Alex a non dire nulla e ha deciso che a prendere le decisioni sulla sua vita devo essere io. E non posso far altro che rispettare la sua decisione. Una sola cosa non posso fare, tra quelle che mi chiede: farla morire.

Ultimamente è l’unica cosa che vuole…farla finita e non soffrire più. Io so che sta male,  ma nel momento in cui vedo il suo battito cardiaco diminuire sempre di più non ce la faccio a restare immobile, neanche quando sembra non dare segni di vita. Non posso lasciarla morire, soprattutto ora che c’è speranza di avere un cuore nuovo per lei. E’ prima nella lista dei trapianti, dopo le ultime operazioni che ci sono state, e bisogna soltanto aspettare un po’. Non può mollare. Non ora.

 

“Quella faccia preoccupata non mi piace…”

Alzo lo sguardo, e vedo il suo sorriso seguito da un piccolo sbadiglio.

“Ehi. Sei sveglia.” 
Mi perdo spesso a guardarla dormire, è così perfetta. Il suo viso è angelico e tutto è perfettamente al suo posto, amo osservarla dormire e amo ancora di più quando apre i suoi occhioni azzurri.

“Quanto ho dormito?”

“Un paio d’ore.”

“Non dovresti essere da qualche parte ad operare?”

“Salvo emergenze, non sono in programma operazioni, quindi sto qui con te.”

“Mh…ed io che speravo che ci  fosse il nuovo dottore a farmi visita.”

 

Butto gli occhi al cielo, mentre lei ridacchia afferrandomi la mano.

“Sappi che il nuovo dottore non avrà mai il mio fascino!”

“Ma lui è un neurochirurgo. Potrebbe modificarmi il cervello e farmi innamorare di lui.”

“Ed io sono un cardiochirurgo. Ho tra le mani la cosa più importante per farti innamorare di me.”

“Non credevo fossi così modesta, Lena!”

 

Rido, piegandomi verso il suo viso per baciarla, e poi resto a guardarla per qualche secondo.

 

“Non serve avere il mio cuore tra le mani.”

Dice, a bassa voce.

“Per cosa?”

“Per fare in modo che io mi innamori di te.”

Sorrido, accarezzandole i capelli biondi.

“Credo...credo di averlo già fatto.”

“Ah, si?”

“Si.“ Mi guarda, con quello sguardo dolce che riesce ad avere anche quando vorrebbe non averlo.

 

“Dottoressa!” Mi volto verso la porta, e un’infermiera si avvicina.

“C’è un’urgenza, giù. Abbiamo bisogno di lei.”

“Arrivo.” Mi alzo dal letto, e mi abbasso per baciare le labbra di Kara.

“Scusa, devo andare.”

“Corri, Lena, io sto bene.”

“Torno il prima possibile. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi a Jess! Lo sai che è l’unica di cui mi fido  ciecamente!”

“Si! Ora vai!”

“Vado.”

 

Esco velocemente dalla stanza, scendendo al piano inferiore in cui sono le sale operatorie. Corro a lavarmi, mentre mi spiegano la situazione. Okay. Ci vorranno ore. Non ho chiuso occhio la scorsa notte ma ce la posso fare. Ce la devo fare per forza.

 

 

*

 

“Aspira...Ecco, abbiamo finito.“

La voce di una degli specializzandi tentenna per chiedermi quello che tutti loro chiedono.

“Dottoressa…potrei…”

 

La porta si spalanca, con un’infermiera in ansia.

“Dottoressa Luthor! Quanto le manca?”

“Ho finito. “

“C’è un problema, su Danvers.”

Corro verso la porta, togliendo i guanti.

“Puoi suturare, Olsen. “

 

Esco velocemente, e salgo dalle scale precipitandomi nella stanza di Kara in cui Eve ha in mano il defibrillatore, ma è immobile. Sento il battito cardiaco nell’aria, e vorrei scoppiare a piangere all’istante.

 

“Chi ti ha dato l’ordine di entrare in questa stanza e fare quello che hai fatto?” gli chiedo, nervosa.

“Dottoressa...lo so..”

“No, non sai un cazzo. Ti ho detto di farti da parte per una settimana, e tu dopo qualche ora sei con un defibrillatore in mano?”

“Mi dispiace...volevo…volevo soltanto  dimostrarle che non sono come lei pensa.”

 

Cerco di rilassarmi, e di pensare al fatto che le ha salvato la vita… Si, Lena. Pensa soltanto a questo.

“Io penso soltanto che ti serva tanta di quell’esperienza per essere in grado di dire che basta, quando si sta rianimando un paziente. La vedi?E’ un essere umano, Eve. Ha ventisei anni e se c’è anche soltanto una misera possibilità di salvarla, tu la devi cogliere. Tutti la devono cogliere. Io non mi diverto con quelli come te, non mi diverto a giocare al capo e alla specializzanda. Ti sto soltanto preparando a quello che sarà, che non è per niente semplice. Questo mestiere non è qualcosa che funziona con le monetine, con il testa o croce. Devi sempre sapere quello che bisogna fare…sempre. Anche se si ha un secondo di tempo. Devi usare la testa, ma questo non vuol dire essere freddi e pensare che loro siano degli oggetti che a fine mese ti faranno guadagnare fior fior di soldi…perché quando morirà qualcuno tra le tue mani, a quel punto starai talmente di merda che non è sicuro che riuscirai a tornare a fare il tuo lavoro. So che cosa pensate tutti quanti…che con lei perdo la ragione. Ed è vero…perché io muoio dentro ogni volta in cui il suo cuore fa stronzate, ma fidati, Eve, che io non la lascerei mai morire come stavi facendo tu questa mattina. Mai. E non permetterti più di dirmi che è tempo perso, perché ogni tentativo per salvare qualcuno non è mai tempo perso.“

“Io penso soltanto che ho voglia di imparare da lei e mi dispiace per questa mattina.  Davvero, io non so come farmi perdonare.”

“Comincia con l’uscire da qui….ora!”

 

Abbassa lo sguardo, annuendo, e cammina verso la porta seguito dagli altri.

 

“Non trattarlo sempre male, oramai…ormai sono passati mesi da quando ci ha provato con me.”

Sorride, afferrando la mia mano. La sua  è gelida, e se in un primo momento sorrido anch’io, il secondo dopo non ce la faccio più. Scoppio in lacrime, piegandomi sul suo petto lievemente.

Mi accarezza  il viso, mentre come una bambina sono poggiata a lei con la mia testa e piango a singhiozzi.

 

“Io ti amo, Kara. Ti prego, non mi abbandonare.“

“Farò del mio meglio.” sussurra, con poco fiato, stringendomi ancora di più la mano mentre con l’altra continua ad accarezzarmi il viso e i capelli. E’ patetica una scena come questa, ma io sto male da morire. Ho paura, e la paura mi taglia le gambe.

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