Lips of An Angel di arwensil (/viewuser.php?uid=75607)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oppressive Responsabilità. ***
Capitolo 2: *** Sogni ed Illusioni ***
Capitolo 3: *** Fardello ***
Capitolo 4: *** Il lago Nero ***
Capitolo 5: *** Feccia. ***
Capitolo 6: *** Horcrux ***
Capitolo 7: *** Quello che conta. ***
Capitolo 8: *** Uno strano modo di scusarsi. ***
Capitolo 9: *** Natale. ***
Capitolo 10: *** Hogsmeade ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni. ***
Capitolo 12: *** Difficile da dire. ***
Capitolo 13: *** Inizio? ***
Capitolo 14: *** Fidarsi ***
Capitolo 15: *** Aiuto ***
Capitolo 16: *** Conflitti ***
Capitolo 17: *** Riappacificazioni e chiarimenti. ***
Capitolo 18: *** Nuvole e ripensamenti ***
Capitolo 19: *** ES ***
Capitolo 20: *** Non ho paura ***
Capitolo 21: *** The End ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Oppressive Responsabilità. ***
Questa ff è frutto della mia fantasia, i personaggi appartengo a J.K Rowling e a lei bisogna dire: Grazie!
A
una donna straordinaria,
che
a suo modo mi ha insegnato ad essere quello che sono.
Mi
manchi, ma già lo sai.
OPPRESSIVE
RESPONSABILITA'.
<<
Such guilt to love the most. >>
<< Quale Colpa amarti
più di tutto.>>
EMILY
DICKENSON
'
Ci credi? '
'
Si, maledettamente si!'
'
E allora COMBATTI !' urlò Lucius Malfoy scagliando una
maledizione senza perdono verso il ragazzo biondo di fronte a
sè,
suo figlio.
Non
si poteva non notare che Draco era cresciuto molto bene, non
tralasciando I tratti così riconoscibili dei Malfoy;
occhiaie
profonde, capigliatura biondo cenere e occhi di ghiaccio.
Oltre
allo sviluppo fisico, Draco andava migliorando sempre di più
nel duello, soprattutto grazie al suo insegnate, suo padre.
Il
signore Oscuro non si sarebbe più fermato e I Malfoy
dovevano
stare al passo, più veloci che mai.
'Protego!'-
rispose il figlio, scostandosi dalla maledizione.
Lucius
Malfoy abbassò la bacchetta, inchinandosi davanti alla
bravura
del figlio.
'
Molto bene Draco, molto bene. Appena metterai piede a Hogwarts non ti
insegneranno nulla di tutto questo.'
'
Lo so padre, ed è per questo che voi me lo avete insegnato'
ribattè il figlio composto.
'
Bene Draco, puoi andare a preparare le valigie' e così
dicendo, Lucius Malfoy mandò suo figlio in camera.
Pochi
giorni e il Signore Oscuro si sarebbe mosso, ancora non credeva quale
privilegio sarebbe stato dato al suo giovane Draco.
I
passi leggeri di Draco Malfoy all'interno della sua camera erano
l'unica cosa che gli risuonava familiare dopo anni e
continuò
a bearsene.
La
sua stanza era come sempre in un ordine perfetto e rigoroso, come la
sua famiglia e sua madre Narcissa imponeva; non vi era nè
polvere, nè insetto che potesse rovinare quel quadro di
perfetto ordine.
Ma
Dracò non era così, lo sentiva nelle viscere. Era
un
ribelle costretto ad un'apparenza che non gli apparteneva.
Aveva
paura, in quel periodo più che mai.
Suo
padre lo teneva in continuo allenamento all'interno di Villa Malfoy e
lo costringeva a vedere le scene più cruente. Non avrebbe
potuto sopportare ancora tutto questo e per la prima volta si
ritrovò
a rallegrarsi dell'imminente arrivo a Hogwarts.
Con
un colpo di bacchetta infilò le sue cose nella valigia,
nera,
laccata ed impeccabile; si diresse verso la porta, dando un ultimo
sguardo alla sua stanza. Diede un respiro profondo e si
incamminò.
Hogwarts
non aspettava, nemmeno un Malfoy.
Il
rumore assordante dell'espresso impedì a Lucius Malfoy e a
sua
moglie di comunicare con il figlio, così si limitarono a
salutarlo con un cenno della mano mentre saliva ,per il suo 6 anno,
sull'espresso 9 e ¾ diretto ad Hogwarts. Narcissa Black era
una donna molto alta con un portamento innato ma dalla lacrima
facile, una caratteristica che emergeva nelle situazioni più
struggenti come quella.
Gli
innumerevoli anni passati al finaco di Lucius le avevano forgiato il
carattere sì, ma non l'avevano cambiata nel profondo. Era
rimasta sempre la stessa, adorabile e precisina madre di Draco, quel
suo unico figlio che amava più di ogni altra cosa al mondo e
per cui avrebbe dato la vita. Non importava se suo marito era un
Mangiamorte e la loro famiglia una delle più devote al
Signore
Oscuro, quelle erano scelte non dettate dal cuore.
Liberatasi
dai suoi vestiti babbani e, doveva ammetterlo, di seconda mano,
Hermione Granger tese le mani verso la sua divisa di Grifondoro. Non
aspettava altro che quel momento da tutta l'estate.
Di
problemi ce n'erano stati molti, ma nulla come l'odore di libri
scolastici e della sua divisa poteva farglieli dimenticare in un
lampo. Si accontentava di poco, così era stata abituata.
'
Hermione!'
Una
voce la fece sobbalzare e voltare all'improvviso. Era Harry, doveva
aspettarselo.
Non
ci pensò un secondo e lo abbracciò
forte,costringendolo
a tacere e a lasciarla parlare.
'
In ritardo, come sempre. ' lo canzonò la Granger, sedendosi
accanto a lui.
'
Lo sai che non mi smentisco mai. Come sono andate le vacanze alla
Tana?' chiese Harry, ansioso di farsi raccontare dei buffi
avvenimenti che tutti gli anni occupavano le 2 ore di viaggio verso
Hogwarts.
'
Tieniti forte, ne sentirai delle belle.' disse, pronta a raccontare;
però Un rumore assordante fece girare entrambi nel momento
cruciale; si guardarono e mormorarono insieme : ' Ron'.
Sì,
era proprio lui. Ronald Weasley attraversava in fretta il corridoio
per raggiungerli. I suoi capelli color carota e la sua risata erano I
suoi tratti inconfondibili e non potevano sbagliarsi, nessuno faceva
più baccano di lui.
Hermione
e Harry si spostarono leggermente per lasciare che Ron entrasse e
posasse la valigia nello scompartimento; quando, con grande fatica
compì l'impresa, li raggiunse e li salutò.
'Che
mi sono perso?' chiese con respiro affannoso.
'
Oh, sei arrivato giust'intempo per sentire la tua disavventura con
gli schroccoorecchi'
'
Scrocco che?' chiese Harry divertito.
Tutti
e tre sapevano che, qualunque cosa sarebbe successa quell'anno,non
avrebbero mai perso quella loro amicizia così speciale.
*gli
scroccoorecchi, per chi volesse saperlo sono degli apparecchietti che
fanno un rumore assordante e per un attimo ti rendono sordo. Sono
frutto della mia immaginazione e di quella di Fred e George.
|
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Capitolo 2 *** Sogni ed Illusioni ***
questo
è il secondo capitolo, che dire spero vi piaccia
perchè
a questa fan fic, sono moolto affezzionata.
Per
I consigli, critiche ecc.. scrivete pure una recensione (:
A
felpato,
il
padrino migliore del mondo del mio eroe.
SOGNI
ED ILLUSIONI
<<
La scuola è esercitarsi per il futuro e l'esercizio rende
perfetti. Ma nessuno è perfetto, quindi perché
esercitarsi? >>
BILLY
JOE ARMSTRONG
'
Dovete
catalizzare la vostra attenzione sull'incanto e non sulla sua
formulazione, chiaro ragazzi?' spiegò il signor Vitiuos per
la
centesima volta.
La
lezione
sembrava non finire più e produrre incantesimi non verbali
cominciava ad essere snervante ed oltremodo difficile, perfino per
Hermione Granger che sedeva accanto ai suoi storici amici Harry e
Ron, nelle ultime file della classe.
Quelle
lezioni
congiunte con le altre tre case mettevano a tutti in po' di
soggezzione, ma era pur sempre una lezione e dovevano prestare
attenzione.
'
Al mio tre,
ragazzi ' disse il prof. Vitius.
Hermione
sfodeò
la bacchetta e la puntò contro l'oggetto che tutti avevano
davanti, un semplice bicchiere.
Pensò
velocemente ad una formula e si concentrò su di essa.
La
testa
cominciava a farle male ma finalmente sentì il sonoro
–
TRE!- del professor Vitius e rilasciò il suo pensiero.
Qualche
secondo
dopo si rese conto di esser stata l'unica a ridurre il bicchiere in
mille pezzi.
'Ottimo,
ottimo
signorina Granger! Dieci punti a Grifondoro per inaugurare in modo
eccellente l'anno!' esclamò il professor Vitius compiaciuto.
Lei
sorrise
compiaciuta, sforzandosi di non apparire eccessiva; ma tutta la
classe non ci fece caso, la sua bravura, dopotutto, non era una
novità per nessuno di loro.
'
Riguardo tutti
gli altri, vi dividerò in coppie' annunciò il
professore alto quasi come il banco.
'Di
sicuro mi
metteranno insieme a te, Hermione' mormorò Ron, soddisfatto.
Niente
era
meglio di Hermione come aiuto per le lezioni.
Hermione
gli
rispose con una smorfia e attese le istruzioni del professor Vitius.
'
Lascierò
un appunto sulle coppie che formerò oggi stesso.' disse
inziando a mettere via le sue cose.
'
Ah, ragazzi'
aggiunse prima di farli uscire dalla classe.
'
Non darò
bado alla distinzione di casa per le coppie' e così I
ragazzi,
più confusi che mai uscirono composti dalla classe.
'
Avete
sentito?Vitius è fuori come un balcone!' affermò
Ron
dirigendosi con I suoi amici verso la Sala Comune.
'
Ronald a me
embra un'ottima idea invece.' ribattè Hermione serena.
Ron
sgranò
gli occhi; Hermione avrebbe aiutato chiunque avesse chiesto il suo
aiuto, non le importavano nè le divisioni, nè gli
impedimenti di alcun genere.
'
Hermione sei
troppo accodiscendente. Se ti capitasse Malfoy?Saresti così
gentile?'
Il
sangue di
Hermione si gelò all'improvviso.
Malfoy,
Draco
Malfoy.
Non
aveva mai
provato tanto odio per una persona ed effettivamente aveva pensato a
tutti, tranne che a lui.
Hermione
l'aveva
sempre cacciato dai suoi pensieri e si ostentava a non contare
nemmeno la sua presenza.
'
Lo aiuterò
di sicuro, non mi tirerò indietro. Magari gli
insegnerò
anche un po' di buone maniere' confermò Hermione, sempre
più
sicura di sè.
Harry
era
leggermente indietro rispetto ai suoi amici e viaggiava indisturbato
nella sua mente.
Troppe
cose
erano accadute l'anno precendente e temeva per la vita dei suoi
amici; Voldemort non si sarebbe fermato, proprio in quel momento in
cui aveva acquistato più seguaci e Harry avrebbe dovuto
affrontarlo. Per l'ultima volta.
'
Harry tutto
bene?' si sentì dire da Hermione.
'
Tutto bene
ragazzi' disse mentendo e continuando a camminare.
Il
suo destino
era nelle sue mani.
Blase
Zabini e
Draco Malfoy camminavano veloci verso la loro prossima lezione,
Pozioni.
'
Draco, ma sei
proprio sicuro?'
'
Sicurissimo
blase, non c'è bisogno che tu mi stia appiccicato
continuamente come una sanguisuga' sputò Draco Malfoy
guardando il suo migliore amico con occhi truci.
Non
lo
sopportava più quel Blaise Zabini,non sopportava quel suo
attaccamento morboso.
'Va
bene. Non
isolarti però' disse esortandolo.
'
Oh certo che
no..'.
Malfoy
lo superò
e evitò la sua prima lezione di Pozioni, ma
chissà
quante ne avrebbe saltate ancora.
Suo
padre
l'aveva avvertito, avrebbe avuto ''incarichi maggiori'',
così
aveva detto.
Ma
Draco Malfoy
era giovane ma non sciocco e sapeva benissimo a cosa andava incontro,
ma forse non fino in fondo.
La
giornata
passò in un battito di ciglia e tutto sembrava tornato alla
normalità; Hermione passò, come di consueto,
l'intera
giornata in biblioteca a leggere I nuovi libri di cui Hogwarts era
stato rifornita ; Ron tentò di iniziare I primi compiti di
Storia della Magia, ma finì per addormentarsi in sala comune
proprio nell'ora della tanto agognata cena ed Harry, invece,
passò
la giornata passeggiando per il castello, godendosi quella
libertà
che tanto ardentemente aveva voluto.
Hogwarts
era
sempre stata la sua casa; I Dudley non erano certo la famiglia
perfetta per eccellenza e per Harry vivere con I suoi unici amici, a
stretto contatto con gli insegnati e con Silente, l'aveva fatto
sentire a suo agio dal primo istante. Quella era la definizione di
''casa'' per lui.
Mentre
camminava
sereno, dirigendosi verso la torre di Astronomia sperando di godere
del panorama di quella giornata di sole splendente, Harry fece quelli
che I babbani chiamavano '' incontri spiacevoli''.
Draco
Malfoy con
la sua solita maschera di conflitto e tensione sul viso, l'aveva
urtato pesantemente, facendolo barcollare. Harry si voltò e
aspettò una maledizione o qualunque altra cosa Malfoy aveva
in
serbo per lui, però rimase a bocca asciutta. Il biondo se ne
andò senza degnarlo di uno sguardo.
Non
era da lui,
cosa mai aveva per la testa da evitare di offendere Potter?
Harry,
pensieroso se ne tornò nella Sala Comune e ne
parlò
subito con Hermione e Ron.
'
Non potete
capire, non ha nemmeno imprecato!' ripetè Harry
estrerrefatto.
'
Forse, per una
volta, voleva essere gentile!' disse timidamente Hermione, anche se
non credeva alla sue parole.
'Oh
Hermione per
favore! Malfoy non è mai gentile e non ha mai evitato uno
scontro con Harry.' la rimproverò Ron.
'
Non riesco a
levarmi dalla mente che abbia qualcosa in mente. Voi che ne dite?'
chiese Harry frustato.
Guardò
I
suoi amici interrogarsi e pensare alla sua domanda e ne
approfittò
per avvicinarsi al camino e alle poltrone, dove loro lo raggiunsero.
'
Probabile'
disse imperturbabile Ron.
'
Oh andiamo,
cosa vorrà mai fare? Incendiare la scuola, mettere Tiger e
Goyle a dieta? Ragazzi siamo realisti, Malfoy può quanto noi
qui ad Hogwarts' ribattè Hermione decisa.
'
Beh, teniamolo
d'occhio in ogni caso. Va bene?' disse loro Harry.
'
Certo'
'
Va bene'
E
così si
divisero per dormire, senza sogni e senza preoccupazioni.
Perchè
il domani sarebbe venuto e avrebbe portato piacevoli novità.
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Capitolo 3 *** Fardello ***
Ecco
il terzo capitolo, che tratta soprattutto dei sentimenti di Draco.
Questa
sera posterò il quarto, il mio preferito fin'ora.
Beh,
buona lettura!
A
chi ancora crede
in
quella cosa chiamata
Magia.
FARDELLO
<<
Panta rei. >>
<< Tutto scorre.>>
ERACLITO
'Oh
non ci posso
credere! Con Padma Patil, la sorella di Calì ..ed io che
contavo di essere stato assegnato a te Hermione, ma .. un momento
..' si chiese perplesso Ronald Weasley di fronte alla lista del
professor Vitius.
Era
circolata
velocemente la voce della presenza della lista con le coppie e I 3
amici erano scesi di malavoglia dai loro letti.
'
Hermione! Sei
stata assegnata a Malfoy!' esclamò Ron tra il divertito e lo
stupito.
La
ragazza
superò gli amici e si mise ad un palmo di naso alla
pergamena.
Non
poteva
crederci, proprio come aveva predetto Ron avrebbe dovuto aiutare
Malfoy con gli incantesimi non verbali. Un buonissimo inizio di anno.
Ron
le mise una
mano sulla spalla e rise divertito:
'
Sembra che
abbia fortuna nella Divinazione, potrei fare l'indovino!'
Harry,
pacato ed
assonnato, si avvicinò a loro e guardò con lo
stesso
sguardo allibito di Ron la famosa lista.
'
Beh, guarda il
lato positivo, potrai tenerlo d'occhio.' la informò.
'
Oh sì,
ma non sarò di certo la sua ombra.'
Harry
posò
il dito e cercò il suo Nome fra I tantissimi e
mormorò:
'
Ginny Weasley!
Beh, direi che l'unico che ha avuto fortuna sono stato io!'
E
così
Harry incorciò gli sguardi dei suoi due migliori amici, che
lo
fulminarono all'istante.
Il
principe
Serpeverde, così si divertivano a chiamarlo quelli della sua
casa, non chiuse occhio tutta la notte.
Guardò
per ore ed ore il soffitto, svegliandosi in anticipo di qualche ora
prima dell'inizio delle lezioni.
''
Ho scelto
te, Draco per una missione molto delicata'' gli aveva
comunicato
una voce fredda la sera prima.
Aveva
sbagliato
Draco a saltare la sua prima lezione di Pozioni, ma soprattutto aveva
sbagliato nel fidarsi di suo padre. '' Andrà tutto bene,
sarà
un onore per te e non sarà difficile'' ci aveva creduto,ma
mai avrebbe immaginato di avere un faccia a faccia con il Signore
Oscuro nella stanza delle necessità.
Era
sgattaiolato
dalla sua sala comune nel cuore della notte, evitando le rande
notturne dei professori e correndo verso la stanza dlle
necessità.
Il
biglietto di
suo padre arrivatogli il pomeriggio stesso era stato chiaro.
''
A
mezzanotte raggiungi la stanza delle necessità e pensa
intensamente al marchio nero. Tutto ti sembrerà
più
chiaro quando ci riuscirai''. E così aveva fatto.
Era
entrato nella stanza più buia mai vista, con di fronte a lui
solo uno specchio, aveva atteso alcuni minuti e poi, era accaduto
quello che credeva impossibile.
Di
fronte a lui,
all'interno dello specchio, era apparso il profilo del Signore
Oscuro.
'
Signore'
mormorò debolemente Draco, inchinandosi.
'
Draco, dovrai
fare qualcosa per me'
'
Ogni cosa
signore'
'
Ho scelto te,
Draco per una missione molto delicata.Dovrai uccidere, ma non sarai
solo' ribadì gelido.
Il
ragazzo,
quasi piu pallido di quanto fosse permesso, deglutì
rumorosamente. Si aspettava di tutto, ma non di uccidere.
'
Dovrai
uccidere Albus Silente.' mormorò infine la voce per poi
sparire all'interno dello specchio.
Così
se
n'era andato con quelle frasi nella testa, senza riuscire a
respirare.
Non
poteva, non
ci sarebbe riuscito, era impossibile! Come sperava, il signore
Oscuro, che sarebbe riuscito a compiere la missione? Cosa diavolo
aveva in mente?
'
Draco? Tutto
bene?' gli chiese Blaise passandoglia accanto.
Attraversava
l'enorme Sala Grande per partecipare alla colazione.
Draco
si
vergognò di aver perso la cognizione del tempo, dopottutto
non
era da tutti avere il suo fardello.
Quindi
riprese
il suo tono gelido e rispose a tono:
'
Sto bene, non
ti avevo detto di girare a largo Zabini?'
'Si,
me l'avevi
detto ma io non ti ascolto mai. L'hai saputa la novità?'
chiese continuando la sua tiritera.
Draco
si arrese,
avrebbe dovuto ascoltarlo per tutta la mattinata e non sarebbe stata
impresa facile.
Sorrise
a stento
pensando agli anni passati, in cui, lui, Pansy, Tyger e Goyle erano
inseparabili, gli unici amici che Draco avesse mai avuto; ma ora
doveva pensarci da solo, doveva stare loro lontano il piu possibile.
'
Il Professor
Vitius ha formato le coppie' spiegò Zabini.
'
Bene, allora
inizia subito il compito, quando avrò qualche minuto ti
aiuterò' mugugnò Draco, addocchiando un muffin
proprio
davanti a lui.
'
Frena, Frena
amico. Non lavorerai con me.'
'
E con chi
quindi?' chiese tranquillo, addentando il muffin.
'
Con Hermione
Granger'
A
Draco andò
di traverso il morso di muffin e dovette aspettare qualche minuto
prima di riprendere il tono di voce consono.
'
La
Granger?Impossibile.' risucì infine a mormorare.
'
Invece è
possibilissimo amico, l'ho vista questa mattina e sembrava non avere
nulla in contrario.'
'
Io invece ho
qualcosa in contrario, non lavorerò mai con una sporca
mezzosangue come lei!' sbottò esasperato.
Proprio
in quel
momento però passarono davanti a lui Ron, Harry ed Hermione,
per accomodarsi al loro tavolo. Hermione gli rivolse uno sguardo
gelido e offeso, mentre si sedeva dandogli le spalle.
Draco
evitò
il suo sguardo e continuò il suo muffin. Non aveva tempo
nemmeno per sè, figuriamoci per una mezzosangue.
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Capitolo 4 *** Il lago Nero ***
Grazie
a tutte per le recensioni, soprattutto alla mia Benny. Amore grazie,
lo sai che tu sei il parere più importante. Anyway, questo
è
il terzo capitolo e spero vi piaccia perchè l'ho sentito
particolarmente. Bacioniiii <3
A
chi è rimasto scottato,
ma
non ha più paura del fuoco.
IL
LAGO NERO
<<
Il mio solo amore, nato dal mio solo odio.>>
Romeo
and Juliet.
'Ragazzi
io vado
in biblioteca' annunciò Hermione nel corridoio principale.
'
Ci verrai a
vedere agli allenamenti?Più tardi?' chiese Ron implorante.
'
Probabile,
magari con Ginny se sarà così gentile da farmi
compagnia.' spiegò lei, intravedendo Harry diventare rosso
pomodoro.
'
La mia
sorellina non aspetta altro che vedermi in sella alla scopa!'
sbottò
allegramente Ron allontanandosi con Harry.
Hermione
rise di
gusto verso la sua meta. Nessuno poteva immaginare quanto tenesse ad
entrambi, erano per lei l'unico attimo di serenità nella
confusione generale e non li avrebbe mai abbandonati, mai.
Mentre
camminava
a testa bassa verso la Biblioteca vide una scena assai strana.
Draco
Malfoy
stava discutendo animatamente con Gazza, l'ormai conosciuto custode
di Hogwarts, a proposito di alcuni gufi.
'
COM'E'
POSSIBILE , GAZZA, CHE I MIEI GUFI RITARDINO?'
'Gazza
scosse la
testa animatamente facendo spallucce e a quel punto, con uno scatto
felino, Malfoy lo afferrò per il bavero e lo scosse
violentemente.
'
VEDI DI
SCOPRIRLO IMMEDIATAMENTE! O LA TUA MRS, PURR NON POTRA' PIU' FARE LE
TUE VECI!' sbottò gettandolo a terra.
Hermione
non si
fece pregare due volte, non aveva mai sopportato Gazza ma non poteva
vederlo minacciato da uno studente, soprattutto se quest'ultimo era
un Malfoy.
'
Malfoy!' gli
gridò concitata.
Il
biondo si
girò e la guardò con occhi attenti,pieni di
ostilità.
'
Che vuoi
mezzosangue?' disse sputando a terra.
'
Fa parte del
personale scolastico, non puoi trattarlo così.' disse
Hermione
con sempre meno decisione. Malfoy non le faceva paura, ma la rendeva
nervosa, le mancava il respiro e non riusciva a staccargli gli occhi
di dosso.
Lui
sembrava non
badare alla sua difficoltà di articolazione e le si
avvicinò,
non staccando gli occhi dai suoi.
'Non
ti
impicciare Mezzosangue' disse con occhi spenti.
Hermione
rimase
a lungo guardandolo, aspettando uno sputo o un ulteriore rimprovero,
ma lui rimase fermo immobile e senza dire nulla.
Prese
coraggio e
aggiunse :
'
Comunque farò
rapporto a Silente o al professor Piton sul tuo comportamento, se,
beh .. continui così'
'
Continuo a far
cosa?' chiese ad ormai un solo passo dalla ragazza.
Lei
inziò
a sudare freddo, ma come prima, si ricompose facilmente pensando ad
un ingegnosa risposta degna di lei.
'
Hai capito
benissimo! Ma non dirò nulla, se tu mi aiuterai in
Incantesimi
come previsto dal professor Vitius'
Lui
rimase
perplesso, come se non gli tornassero I conti.
'
Non hai letto
la pergamena appesa fuori dalla sua aula?'
Finalmente
sembrò ricordare.
'
Sì e
con questo? Non lavorerò mai con una come te.'
'
Si da il caso
che devi farlo e che se non lo farai , beh ..'
'
Cosa farai
Granger? Farai rapporto a tutti I professori dentro a questo
castello?'
Lei
intimorita
ed arrabbiata indietreggiò.
'
Malfoy, ti
aspetto domani .. al ..'
'
Al Lago Nero'
ribattè lui all'improvviso.
Tremante
ed
incredula Hermione posò lo sguardo sui suoi libri,
aspettando
che parlasse.
'
Vabene, dopo
pranzo? Chiese lei ancora a testa bassa, ma quando la rialzò
lui era sparito e lo era anche Gazza. Perchè mai Malfoy
aveva
deciso di studiare con lei?
'
Siete stati
Grandi! Favolosi!' disse festante Hermione correndo verso Harry e
Ron.
Erano
madidi di
sudore e per questo si liberò dalla stretta dell'abbraccio
in
fretta, senza però distrarsi.
'
Sorellina,
come ti siamo sembrati?' chiese Ron compiaciuto alla ragazza alle
spalle di Hermione.
Portava
lui
capelli di un rosso più acceso del fratello ed aveva
profondi
occhi azzuri che si intonavano perfettamente alla maglietta cobalto
indossata.
'
Siete stati
molto bravi, anche tu Harry' disse dolcemente guardando il ragazzo
sopravvissuto,che arrossì e ringraziò timidamente.
'Domani
ci
alleneremo per l'ultima volta prima della partita contro I
Serpeverde, ci sarete?aggiunse.
'
Oh, si certo.'
disse Ginny incatenata dallo sguardo di Harry.
Ron,
non
accorgendosi di nulla, chiese anche all'amica.
'
E tu
Hermione?'
Lei
ci pensò
e dovette ricacciare il sì che le era appena uscito dicendo
che aveva già preso un precedente impegno.
'
Che genere di
impegno?' chiese Ron, camminando insieme agli altri verso la Sala
Comune, visto che ormai il sole stava calando.
'
Beh, non sono
affari tuoi' sbiascicò Hermione visibilmente in imbarazzo.
Non
aveva mai mentito a Ron.
'
Ha un
appuntamento con Malfoy' disse serena Ginny, che si beccò lo
sguardo ammonitore della ragazza.
'
Ginny!' disse
apostronfandola.
'Che
cosa?'
sbottò Ron appena sentì la sorella pronunciare il
nome
Malfoy.
Hermione
si
voltò verso di lui, con un moto di agitazione e di rabbia;
anche se avesse avuto un appuntamento con Malfoy, perchè Ron
doveva scaldarsi tanto?Era pur sempre una sua decisione, no?
'
Dobbiamo solo
studiare per per Incantesimi, tutto qua.'
'
Oh sì
certo! E lui ha accettato?'
'
Perchè
non avrebbe dovuto?' domandò sempre più irritata.
'
Beh, vedi ,
noi non frequentiamo MALFOY'
'
Infatti io non
lo sto frequentando! E' solo per uno stramaledetto compito, Ronald!'
'
Per favore ..'
mormorò lui, superandola ed entrando nella Sala Comune
seguito
a ruota da Ginny che la guardava con uno sguardo carico di senso di
colpa.
Harry
le si
avvicinò.
'
E' stata
proprio un ottima idea, così potrai tenerlo d'occhio. Ottimo
lavoro' disse felice.
Hermione
non
resistette ed entrò nella Sala Comune, esasperata a tal
punto
da correre dritta a letto.
Possibile
che I
suoi amici non la potessero vedere come una ragazza e non un automa?
La
giornata
successiva per Hermione volò letteralmente parlando.
Si
svegliò
di buon umore sapendo che la aspettavano solo Due ore di Divinazione
e nient'altro, apparte .. Malfoy. Ci aveva pensato fin troppo da il
giorno precedente, soprattutto grazie ai commenti sgradevoli di Ron,
che evitò per tutta la mattinata, fin quando non si
avvicinò
appena terminata Divinazione.
Harry
gli pestò
il piede, per spingerlo a parlarle, ma lui riusci solo a dirle alcune
parole senza senso e lei, stanca, se ne andò il
più
lontano possibile.
Non
aveva idea
di quale fosse stata l'ora prefissata da Malfoy per esercitarsi e
quindi mangiò con il pensiero fisso dell'incontro. Ma era
davvero l'arrivare in ritardo che la preoccupava?O il rivedere Malfoy
la metteva in agitazione?
Ingurgitò
velocemente il suo pranzo, fatto di patate arrosto con alcune verdure
e poi si alzò, per la prima volta in quell'anno, da sola
dalla
lunga tavolata di Grifondoro.
Camminò
sicura verso l'esterno della scuola, cercando di intravedere una
chioma bionda sulle sponde del lago, che però non vide. Una
volta arrivata e sicura di non vederlo, si sedette su una delle
enormi rocce disposte a semicerchio e aprì Incantesimi,
sesto anno ed
iniziò a
leggere di malavoglia . Quando terminò, si lasciò
prendere dal luogo ed iniziò a lanciare dei sassolini sulle
tetre acque del lago.
Non
si ricordò
nemmeno l'ora in cui era arrivata, fatto sta che fece passare minuti,
o forse addirittura ore senza fare nulla di produttivo. Non si era
mai sentita così frustrata ed .. abbandonata.
Sì,
si
sentiva proprio in quel modo; infondo, quando lui le aveva indicato
il luogo dell'incontro, era sicuro di trovarlo là ad
aspettarla. Ma lui non si era fatto vivo.
''
C'era
d'aspettarselo'' si disse consapevole di essere vittima di una
promessa invano.
Raccolse
I libi
chinandosi sulla roccia quando dei passi dietro di lei, le fecero
alzare la testa.
Draco
Malfoy
esausto e boccheggiante, probabilmente per una corsa a perdifiato, le
si ergeva di fronte, guardandola.
'
Da .. uhpf..
quanto sei .. qui?' riuscì ad ansimare infine.
Lei
lo guardò
curiosa e positiva. Aveva perso le speranze e lui poteva anche non
presentarsi ed invece era lì, ansante ma c'era.
'
Da un bel po',
ma non è tardi per studiare. Hai l'occorrente?'
'
No' disse lui,
tornando alla voce gelida del giorno prima. ' Ho solo la bacchetta'
'
Beh , forse
potresti usare il mio libro per le indicazioni .. ecco'
mormorò
lei passandoglielo mentre estraeva a sua volta la bacchetta.
Lui
sembrò
esitare di fronte al libro posatogli sulle ginocchia, tanto che ci
vollero alcuni minuti prima che si decidesse nel consultarlo.
'
Che c'è?Non
ha mai visto un libro usato da una mezzosangue?'
La
faccia del
biondo, esterrefatta, si posò sul libro e non si
alzò
più, fino a quando non iniziò a parlare.
'
Sì , a
dire il vero non ho mai toccato un oggetto di un mezzosangue'
sputò
velenoso.
'
Puoi
controllare se vuoi, non c'è nessuna fattura all'interno per
cui tu possa contrarre una malattia pericolosissima o chissà
cosa ' ribadì lei sicura.
'
Non lo
sfoglierò una pagina di più. Iniziamo?' chiese
tornato
con il volto verso di lei.
La
lezione per
cui Hermione si era preoccupata non durò molto e non fu poi
così terribile; Malfoy si limitava ad annuire e provare ogni
singola cosa che le suggeriva Hermione e per un attimo le
sembrò
si stesse fidando.
Ma
la speranza
svanì molto presto, quando lui non riuscì a
completare
per la centesima volta un semplicissimo incantesimo non verbale
urlò
contro di lei.
'
NON SAI
INSEGNARE NULLA LURIDA MEZZOSANGUE!'
Lei
rimase
impietrita. Non respirava più, ma non per la sua offesa, ma
perchèle si era avvicinato più del dovuto. I loro
occhi
si incontravano e lei riuscì a notare una macchia di lu
intenso nei suoi occhi di ghiaccio.
Malfoy
sembrò
perdersi per un momento come stava accadendo a lei, ma poi si
alzò
stizzito e si diresse verso il castello.
'
Aspetta!' le
urlò lei, riuscendo finalmente aprendere fiato.
''
Stupida, stupida! Ora penserà che lo
rivuoi qui''
si rimproverò.
Lui
si girò
piano e sembrò ascoltarla.
'
Domani alle
3?' chiese speranzosa.
Lui
annuì
e sparì insieme al sole, che faceva capolino dietro di lei.
|
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Capitolo 5 *** Feccia. ***
Ecco
il seguente capitolo, volevo informarvi che siamo al sesto anno se
non l'avete capito. In ogni caso ringrazio tutti per avere aggiunto
la storia ai preferiti e per recensire (:
Nei
prossimi capitoli inserirò delle canzoni che mi hanno
aiutato
o delle citazioni che mi hanno dato tanto per
continuare.
Baci.
A
il mio unico principe azzurro,
che
mi fa sempre sentire la prima anche se non lo sono.
Sei
tutto.
FECCIA
<<
Fragilità, il tuo nome è donna. >>
William
Shakespeare-
''Stupida
mezzosangue, mi ha fatto perdere un intero pomeriggio per degli
inutili incantesimi!'' pensò Draco tra sè e se.
''Ho
perfino toccato il suo libro, il libro di una mezzosangue!''
Non
riusciva a darsi pace per aver dato quel minimo di confidenza alla
Granger e si maledì per averle promesso un altro incontro il
giorno dopo.
La
fatica con cui era riuscito ad arrivare non era stata impresa da
nulla, aveva dovuto evitare gli sguardi di Piton che sembravano
un'ombra e dovette tentare di uscire dalla stanza delle
necessità
un miliardo di volte, prima di riuscirci sul serio.
Una
strana sensazione però, si era impradronita di lui durante
quel pomeriggio; la tranquillità. Draco non aveva mai
provato
nulla che potesse farci rima o qualunque altro sinonimo di questa
parola, anzi, ogni momento della sua vita passava da ansia a
preoccupazione.
La
Granger l'aveva fatto stare bene, odiava ammetterlo a se stesso, ma
era così.
Si
sedette sul letto, gettandosi la divisa alle spalle e sprofondando
nelle soffici lenzuola, quando un ticchettio lo interruppe.
'
Chi diavolo ..'' mormorò dirigendosi verso la finestra.
I
suoi occhi si illuminarono e si decise ad aprirla visto che un gufo
dalle piume argentate era impaziente di entrare.
'
Finalmente!' sbottò strappando dagli artigli dell'animale,
la
tanto agognata lettera che conteneva le istruzioni necessarie. Con
dita tremanti e gelide, la aprì e ne lesse con attenzione il
contenuto:
Caro
Draco,
il
progetto dell'oscure signore è sostanzialmente quello di
attaccare Hogwarts e tu dovrai compiere la tua missione che ci
aiuterà moltissimo, visto che Silente è il nostro
più
grande problema. Dovrai creare un passaggio, all'interno della stanza
in cui hai parlato con il Signore Oscuro, per permettere a noi
Mangiamorte di venire ad aiutarti nell'assedio.
Non
preoccuparti, sarà semplice e ne andrai orgoglioso.
I
miei migliori saluti e quelli di tua madre,
Lucius
Malfoy.
'
Per
un attimo Draco si era augurato di ricevere una lettera di scuse, in
cui suo padre diceva che, per la sua giovane età, non poteva
compiere una '' missione'' tanto ardua, ma invece non era stato
così.
Suo
padre aveva scritto : '' Ne andrai orgoglioso '',come
se fosse una cosa da niente e di cui andare fieri. Uccidere Albus
Silente, il proprio preside, per conto del signore Oscuro doveva
essere proprio un orgoglio per la sua famiglia, ma Draco non riusciva
che a provare solo disgusto.
Per
suo padre, per il progetto del Signore Oscuro e per tutti I
Mangiamorte.
Non
aveva mai osato pensar male di loro, di suo padre o di Lord
Voldemort, ma si sentiva spiazzato, come l'unica pedina in una
scacchiera troppo complicata.
Ed
anche quella notte, Draco Malfoy non chiuse occhio.
Hermione
Granger dal canto suo, dormì beatamente come non era
riuscita
a fare per moltissimo tempo.
Aveva
evitato prontamente gli sguardi inquisitori di Ron ed Harry e si era
fiondata a letto, senza pensare a nulla ad eccezzione di .. Malfoy.
C'era
sempre lui in qualche modo, riusciva sempre ad entrare nella sua
testa.
Perchè
era arrivato così sudato e trafelante? Che cosa stava
tramando? E, cosa più importante, perchè aveva
accettato di rivederla?
Hermione
fino alla mattina dopo non provò nemmeno a porsi questa
domande e quando si svegliò una sensazione, mai provata
prima,
la invase.
Aveva
appena aperto gli occhi quando pensò a lui, ancora una
volta;
ma questa volta era stato diverso, era stato il suo primo pensiero.
Non erano stati I compiti, o Harry, o Ron, o Voldemort .. era stato
lui e il suo sguardo gelido.
Confusa
e visibilmente stranita, scese dal letto e corse a fare colazione;
doveva assolutamente mangiare qualcosa. Non appena si sedette Harry e
Ron fecero capolino e si unirono a lei.
'
Bella giornata, no?'esordì Ron
'
Si ottima, tu che ne dici Hermione?'le chiese Harry.
'
Non male' mormorò, mentre masticava una fetta biscottata.
'
Oh insomma Hermione! Vogliamo sapere com'è andata!' disse
Ron,
anzando la voce e facendo voltare quasi tutti I presenti.
'
Sei sempre il solito! Cosa vorresti sapere?'
'
Hermione, mi dispiace .. gli ho detto di essere più gentile,
ma niente ..' disse Harry, tentando di scusarsi per Ron.
'
Oh, Harry! Muori dalla voglia di saperlo anche tu!'
'
Abbiamo studiato e basta, cosa pensate possa fare con Malfoy?
'
Hai visto qualcosa di sospetto?' chiese Harry bisbigliando.
'
Perchè continui a pensare che stia tramando qualcosa?
Cioè
è arrivato in ritardo , ma non penso sia ..'
'
In ritardo di quanto?'
'
Forse qualche ora ..'
Ron
fece una faccia come per dire : '' io l'avevo detto'' e
continuò
la conversazione.
'
Sicuramente sta tramando qualcosa!'
'
Ma che dici Ron? Forse aveva solo dei compiti da fare.. '
'
Oh Hermione, sei patetica! Lo difendi!'
Lei
cercò di alzarsi, ma il braccio di Harrry la tenne seduta.
'
Ronald Weasley io non difendo proprio nessuno! Sto solo cercando di
farmi rimanere con I piedi per terra!'
'
Ron, Hermione ha ragione. Non abbiamo prove purtroppo e, in ogni
caso, lei ci aiuterà a tenerlo d'occhio. Non è
vero?'
Hermione
sbiascicò un sì e non badando molto a Harry che
continuava a rassicurare Ron, si voltò verso il tavolo dei
Serpeverde cercando una chioma bionda, ma non vide nessuno.
'
Non c'e?'
'
No' sussurrò preoccupata.
Non
ci poteva credere, stava quasi credendo a Ron ed Harry sulle loro
stupide teorie di malvagità.
'
Se lo rivedi, tienilo d'occhio. Per favore.' la pregò il
moro.
'
Certo, certo.'
E
così fece nel pomeriggio; lo aspettò al Lago Nero
come
il giorno precendente, stavolta più nervosa che mai.
Giocherellò con le pietre e le lanciò sullo
specchio
d'acqua più volte, sentendo il peso del tempo che passava.
Proprio quando cominciava a perdere le speranze, Malfoy si sedette a
qualche pietra da lei.
'
Non perdi mai la speranza, no?'
'
Veramente no, non è da me.'
'
L'ho notato, iniziamo?'
E
così Hermione gli insegnò quello che piu aveva
capito,
con più pazienza possibile ma lui sembrava non ascolarla.
'
Qualcosa non va?'
'
Uhm, cosa? Non c'e niente che non va Mezzosangue.'
'
Pensavo fossi sovrappensiero, non mi ascolti.'
'
Pensavi male.'
E
così non parlarono più della sua faccia
contratta, del
suo modo di fregarsene di ogni parola, ma si limitarono a studiare.
Il tempo scorreva veloce come non mai e per la prima volta Hermione
sentì di preferire l'insegnamento a Malfoy di quello che
dava
a Ron.
'
Quanto ci resta?' chiese lui, chiudendo già il libro.
'
Ancora una mezz'ora buona.. Ma te ne vai?'
'
Sì è già troppo che io sia rimasto. E'
meglio
che non ci incontriamo più.'
Hermione
deglutì rumorosamente ma mantenne la calma e chiese
spiegazioni.
'
Perchè se posso saperlo?'
'
Sono molto impegnato .. uhm, con il Quidditch.'
'
Ah sì certo'
'
Cosa credevi mezzosangue? Che avrei perso tutto il mio tempo qui con
te, ad imparare cose che potrei benissimo studiare da solo?' chiese
altezzoso, sputando a terra.
'
Però sei venuto.' mormorò lei trionfante,
chiudendogli
la bocca.
'
Non ti illudere, perchè non mi vedrai di nuovo.'
'
Sì giusto , sei impegnato..'
'
TU NON SAI NULLA, LURIDA FECCIA! ' sbraitò rosso in viso.
Per
un attimo Hermione chiuse gli occhi per trattenere le lacrime. '' Ed
io che mi illudevo fosse cambiato ..'' pensò, raccogliendo I
libri ed evitando il suo sguardo.
'
Piangi Mezzosangue?'
Lei
lo ignorò e gli passò accanto, correndo verso il
castello.
Perchè
, per una volta, non poteva vederla come una persona come tutte e non
una mezzosangue?
Continuò a correre, sopraffatta dalla
lacrime che le impedivano di vedere le luci di Hogwarts, calde ed
accoglienti. Non aveva voglia di incontrare nessuno, nemmeno Pix che
le volteggiava attorno speranzoso di poter scherzare anche con lei;
ma lei era troppo stanca, stanca di odiarsi e di sentirsi inferiore
per uno stato di sangue. Quel liquido denso e rosso che le aveva
rovinato la vita!
L'aveva
allontanata dal mondo per cui era stata destinata, il mondo della
magia.
Certo,
non tutte le persone la discriminavano, anzi, poteva contare su
alcuni professori, sugli amici, sull'Ordine .. ma chi altri?
'
Hermione, Hermione aspetta!'
Harry
le veniva incontro, ansimante.
'
Devo parlarti!'
Lei
si asciugò velocemente le lacrime, che si facevano sempre
più
pesanti.
Ma
perchè faceva così male?
'
Non tornavi
più! Ho fatto
il prima possibile...'
'
Dimmi'
'
Io e Silente, .. insomma sono entrato nel pensatoio.'
'
Harry, non pensi sia il posto sbagliato dove parlarne?'
'
Sì , sì certo andiamo verso la Sala Comune. Ma
aspetta
un secondo, hai pianto?'
Hermione
cercò di sembrare più seria e stupita del
normale, ma
in un attimo sentì le lacrime calde coprirle le guance.
'
Hermione, cosa .. cosa è successo?'
Continuavano
a cadere, perchè non si fermavano?
Harry
la strinse più forte che mai, come non aveva mai fatto. Lui
avrebbe capito, l'avrebbe capita.
'
Sono orribile, ho il sangue sporco ..'
'
Non dire così! Per nessun motivo!' sbottò lui,
strattonandola.
Hermione,
tremante, cerco di ricomporsi; Harry aveva aspettato tanto per
parlarle e lei lo stava assillando con I suoi problemi, ma cosa stava
diventando?
'
Non so cosa sia successo, ma lo immagino. Malfoy vero?'
Lei
annuì debolmente.
'
Hermione ascolta' disse prendendola in disparte e riconoscendo dei
passi in lontananza.
'
Ho visto nel passato di Voldemort, l'ho visto nell' orfanotrofio ..
l'ho visto uccidere!' disse diventando sempre più pallido.
'
Silente ti ci ha portato? Nel pensatoio?'
'
Si esatto, ma non riesco a capire il perchè .. diventa tutto
più complicato.'
'
Harry stai bene?'
'
Sì, sono lucido, ma se non bevo un succo di Zucca
pensò
che non lo sarò ancora per molto.'
Così
Hermione lo seguì e le sembrò di vedere un paio
di
occhi grigi, guardare le lacrime ancora impresse sul suo volto.
|
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Capitolo 6 *** Horcrux ***
Mi
dispiace non vedere moltissime recensioni, ma non importa. Infondo
non si può piacere a tutti!
Ad
ogni modo, questo capitolo riprende un po' la trama dell'half-blood,
che mi dispiaceva lasciare.
Enjoy
it. (:
Ad
un uomo che mi ha sempre affascinato
ed
ho sempre ammirato.
HORCRUX
<<
Occhi negli occhi...
E il tempo si è fermato. >>
'
Horcrux?' chiese Ron sussurrandolo.
'
Sì, esattamente. Non ho idea di cosa sia, Silente mi ha
detto
di fare delle ricerche.'
'
Io ne so qualcosa ..' mormorò Hermione.
Harry
si voltò e la guardò intensamente.
'
Dimmi tutto quello che sai'
'
Beh, l'ho letto molto tempo fa. Sai, quando Tu-Sai-Chi cercava la
profezia e noi non avevamo idea di cosa fosse .. l'ho letto in un
libro di Magia Oscura Avanzata, credo ..'
'
Oh insomma Hermione!Sbrigati!' la imbeccò Ron.
'
Un
Horcrux
è un oggetto o essere vivente contenente un pezzo di anima
separato dal corpo originario, è magia molto oscura e molto
avanzata.'
'
Hai detto contenente un pezzo d'anima?'
'
Si esattamente. L'oggetto è il contenitore del pezzo d'anima
scisso del proprietario, capisci?'
'
Certo, certo!' disse Harry, alzandosi in piedi.
'
Dove vai?' gli chiese Ron.
'Lui
si piegò e, felice come non lo era mai stato,
parlò
agli amici:
' Non capite? Silente vuole farmi capire come
Voldemort può essere ancora in vita! Pensateci, dovrebbe
essere morto dopo tutto.'
'
E' un mago di grande potenza, Harry.' obbietò Hermione,
molto
concentrata.
'Si
certo, ma non immortale. A meno che non si sia servito di questi
Horcrux!'
'
Credi davvero ..?' chiese Ron titubante ed ancora confuso.
'
Sì, Silente mi ha chiesto espressamente di farmi un idea su
questi oggetti e poi di riferirglielo. Vuole farmi capire!'
'
Harry non è possibile!' mormorò Hermione,
contraddetta
fin nel profondo.
'
Perchè Hermione? Tutto quadra, ora devo solo distruggere ..'
'
No Harry, non capisci! Scindere la propria anima negli Horcrux
è
un assassinio bello e buono! E , come è riuscito Tu-Sai-Chi
a
scoprire la funzione degli Horcrux ? E' praticamente Top Secret!'
'
Nello stesso modo in cui l'hai scoperto tu! Probabilmente ne ha letto
da qualche parte o l'ha scoperto da sè, fatto sta che l'ha
fatto! Non può essere altrimenti!' disse scattando di nuovo
in
piedi e raggiungendo il mantello dell'invisibilità e,
sventolandolo ed infilandoselo davanti agli amici, scomparve.
'
Fai attenzione!' lo intimò Hermione, ma ero inutile. Era
già
sparito.
'
Il solito, non trovi?'
'
Non cambierà mai' rispose lei alla domanda di Ron.
Poi
si alzò e guardando l'ora e sentendosi più debole
che
mai, comunicò a Ron che sarebbe andata a dormire e di
pregare
di svegliarla se ci fossero state novità.
Così
salì le scale, facendo meno rumore possibile.
'
Hermione?' la chiamò Ron, alle sue spalle.
'
Sì?'
'
Sei migliore di quanto tu possa pensare'
'
Grazie, ehm .. grazie Ron.'
E
così aveva trovato due persone, che in tutto l'universo,
credevano in lei.
Intanto,
nella Stanza Delle Necessità, Zia e nipote si accordavano.
'
Draco, devo dire che mi hai molto sorpreso. Pensavo scappassi e ti
nascondessi sotto la gonna di mia sorella.'
disse
sprezzante Bellatrix Lestrange camminando di lungo in largo per la
Stanza delle Necessità.
Lo
sguardo di Draco era colmo d'ira, aveva sempre odiato sua zia e il
suo modo di porsi.
'
Ma invece non è stato così. Forse è
per questo
che il Signore Oscuro ti ha preso con sè e dato questa
missione importante, ha visto in te del potenziale.'
Draco
voleva scappare e provò l'imminente desiderio di tapparsi le
orecchie per fare in modo di non nascoltare una parola di
più,
ma non poteva. Lei era la prediletta del Signore Oscuro,
nonchè
sua zia e non poteva che reggere il suo sguardo pazzo e annuire.
'
Come l'ha visto in me.' concluse fermandosi davanti a lui.
Estrasse
la bacchetta e la accarezzò nella sua lunghezza, quase ne
volesse constantare la forza.
'
Sai quanti maghi e mezzosangue ho ucciso con questa Draco?'
Il
ragazzo scosse la testa e lei si avvicinò, puntandogliela
alla
gola.
'
Fai in modo che non debba uccidere anche mio nipote. Narcissa ne
morirebbe.' mormorò spingendola sempre verso la gola di
Draco.
Poi
all'improvviso la rimise nel mantello e si avvicinò allo
specchio.
'
Vedi di allargare questo passaggio, non verrò solo io quella
notte.'
E
così sparì, come aveva fatto il Signore Oscuro la
sera
di alcune settimane prima.
Com'era
cambiata la vita dalla lettera di suo padre, dall'incontro con
Volemort .. non poteva più sperare di dimenticare il suo
nome,
le sue origini ed il suo sangue stramaledettamente puro.
Poteva
solo sperare di trovare una soluzione.
Improvvisamente
si ricordò di quel pacchio di occhi cioccolato, che lo
guardavano e lo scoprivano spiare le sue lacrime.
Era
fragile Hermione Granger.
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Capitolo 7 *** Quello che conta. ***
A
chi spreca tempo
e
lo rivuole indietro.
QUELLO
CHE CONTA.
The
shorter story
No
love, no glory
No
hero in her sky
Doveva
parlare con qualcuno, sarebbe scoppiato altrimenti.
Pensa
a chi puoi dirlo Draco, pensa.
Blaise
era assolutamente inaffidabile e l'avrebbe detto in breve tempo a
tutta Hogwarts; Tyger e Goyle erano, se possibile, le
personepiù
timorose che esistessero al mondo e avrebbero battuto Zabini in fatto
di tempo.
Era
solo; infondo l'aveva sempre desiderato. Perfino vedendo Potter e I
suoi amici, quel legame che traspariva dai loro occhi non gli faceva
che ribrezzo. Ma ora quella sensazione era cambiata, sembrava ..
invidia. Invidia per l'amicizia, per la fedeltà, la
lealtà
e quell'immensa voglia di ridere.
Da
quanto Draco non rideva? Dall'ultima volta che aveva parlato con sua
madre.
Narcissa
Black non era come suo padre, lui lo sapeva, notava il modo in cui
sua madre lo guardava.
Per
lui non era una pedina o un ottimo aiuto, ma solo suo figlio, il
centro del suo mondo.
'
Malfoy, può prestare attenzione per favore?''
sbottò la
professoressa McGranitt dall'alto della sua esile figura.
Trasfigurazione
non era certo la materia prediletta da Draco, ma per passare I
M.A.G.O dell'anno prossimo doveva prestare attenzione. A meno che
facesse realmente I M.A.G.O.
Si
limitò ad annuire ed ad ascoltare qualcosa che sembrava
riguardare l'evanescere più persone.
Dall'altra
parte della scuola, Albus Silente frantumava ,brandendo un enorme
spada coperta di rubini e zaffiri, un anello poco più grande
del suo pollice.
Era
l'inizio.
Hermione
Granger si appiattì al tavolo, cercando di capire cosa Harry
stesse bisbigliando.
'
Insomma, Silente mi ha chiesto di aiutarlo ad eliminare gli Horc ...'
'
Chiamiamoli Penny, ok?' esordì Hermione per proteggere gli
amici.
'
Penny?Cosa sono?' chiese Ron curioso.
La
folla degli studenti che si avvicendavano all'interno della Torre di
Divinazione diventava sempre più numerosa ed Harry e I suoi
amici dovettero alzare la voce.
'
Sono delle monete Babbane Ronald, Harry che dicevi quindi?Ti ha
chiesto di aiutarlo nel cercare I Penny e che altro?'
'
Mi ha detto di potermi confidare solo con voi e con nessun altro,
perchè mi potreste aiutare.'
'
Ottimo, ottimo.' commentò Hermione.
'
Sei entrato ancora nel Pensatoio insieme a lui?' chiese Ron,imitando
Hermione nell'estrarre I libri.
'
No, domani sera ho appuntamento con lui nel suo ufficio.'
'
Bene, dopo devi dirci ..'tentò di mormorare Ron.
'
Ragazzi, fate silenzio!' esordì la professoressa Cooman,
stranamente di ottimo umore.
Hermione
non riuscì a prestarle attenzione, la sua testa era, come lo
era di solito, piena.
Non
riusciva a pensare a qualcos'altro oltre la paura per
l'incolumità
di Harry e dei suoi amici, che la colpiva in pieno petto e le
impediva di respirare. Ma non bastava , quella mattina si era
aggiunto anche un problema con il Professor Vitius.
'
Signorina Granger, mi aspetto molti progressi da Draco Malfoy dopo I
vostr incontri' così le aveva detto.
Ma
il piccolo professore non era a conoscenza dell'accaduto, anzi,
sembrava pienamente convinto che Hermione sostenesse ancora le
lezioni con Malfoy.
Invece
era dal 15 Ottobre che non vedeva più le sue mani scorrere
il
suo libro, concentrato nell'ascoltarla.
Ed
odiava ammetterlo, le mancava tutto questo; ma odiava ancora di
più
ammettere che degli sguardi non le bastavano e che non riusciva a
toglierselo dalla testa.
|
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Capitolo 8 *** Uno strano modo di scusarsi. ***
UNO
STRANO MODO DI SCUSARSI
I
feel like I am all alone
All
by myself I need to get around this
My
words are cold, I don't want them to hurt you
If
I show you, I don't think you'd understand
Il
tempo correva sempre più veloce ad Hogwarts e il Natale era
alle porte.
Harry
partiva per missioni segrete nel bel mezzo della notte con Silente e
faceva ritorno al castello più stanco che mai; Hermione
concentrava tutta la sua attenzione sui libri per evitare un paio di
occhi grigi; Ron, dal canto suo, amava le festività e I
dolci,
quindi portava allegria agli amici.
Mentre
camminavano verso la capanna di Hagrid insieme a Ginny, Ron
iniziò
a parlare dei natali passati, come faceva solitamente.
'
Oh, in quell'anno Io, Fred e George avevamo riempito il giardino di
neve con una fattura che non ricordo .. , ma dopo qualche giorno
è
scesa quella vera e ne eravamo pieni fino al collo. Ti ricordi
Ginny?'
'
Oh, si... si certo!'
Ron
annuì e continuò a parlare:
'
Peccato per quest'anno, passeremo solo la vigilia alla tana e poi
dovremmo tornare qui.'
'
Hai chiesto a tua madre perchè?' si intromise Harry.
'
Oh, mi ha solo detto : '' faccende dell'ordine'' '
'
Capisco.'
'
Non è poi così male, il natale ad Hogwarts. Meno
urla
della mamma e più amici ' disse Ginny, guardando fisso Harry
e
facendolo arrossire.
Hermione
rise sotto I baffi, distrendo Ron.
'
Ti farò dei muffin, per consolarti! '
'
Hermione, sei un angelo.'
'
Oh, insomma ..' aggiunse facendo l'occhiolino ad Harry e trascinando
Ron al castello
'
Faccio del mio meglio per renderti felice '.
Hermione
e Ron avanzarono verso il portone d'ingresso.
'
Hermione, ma perchè non siamo rimasti con loro?'
'
Oh, Harry doveva dire a Ginny alcune cose.'
'
Che genere di cose?' chiese Ron, sorpassandola.
'
Non ne ho idea' rispose Hermione, scrutando gli occhi attenti dei
compagni.
Doveva
essere la prima ora libera per molti degli studenti quell'anno, era
l'unico modo per spiegare tutta quell' andirivieni.
'
Hei Ragazzi!' urlò un ragazzo moro, appena più
alto di
Ron.
'Neville!'
esclamarono in coro.
'
Oh, non potete capire! Essere prefetti non aiuta, per niente ..
insomma voi altri!' sbraitò, sovrastato dalle voci dei
ragazzi
e mettendo ordine fra loro.
'
Sono INSOPPORTABILI! Ehi, Williams no, no! Non Turbery .. no, non
puntargli la bacchetta! Siamo a scuola insomma!' sbraitò
continuando in vano.
'
Neville, noi, .. direi che è meglio andare' concluse Ron
facendo un cenno a Neville e cambiando direzione.
'
Oh sì, ciao ciao! Turbery .. no! Insomma!'
Hermione
finalmente uscì dalla morsa di ragazzini festanti ed
incontrollabili insieme a ron e si fermarono nei pressi del primo
corridoio libero.
'
Ron io dovrei ...'
'
Andare in biblioteca lo so.' disse lui prima che lei riuscisse a
spiegarsi. ' Non ti preoccupare davvero, mangerò qualche
dolcetto.'
Lei
si sporse e gli stampò un bacio sulla guancia e si
voltò
per urlargli:
'
Non seguire Harry e non mangiare troppo!'
Ronald
Weasley sorrise; adorava il suo modo di fare.
Lei
superò velocemente tutti I corridoi ed arrivò
finalmente davanti all'adorata biblioteca.
Sentiva
già il profumo dei libri invaderle il naso e percepiva il
calore che probabilmente proveniva dal camino acceso da Madama
Prince.
Si
sedette nell'ultimo tavolo, proprio sotto la finestra e
rilassò
mente e corpo.
'
Spero solo che Harry finalmente riesca a baciarla!' pensò
mentre con la bacchetta ordinava ai suoi libri preferiti di scendere.
Mentre
apriva il suo libro però la sedua di fronte a lei si mosse
per
far accomodare una persona; Hermione non ci fece caso e non
alzò
la testa.
Non
era certo sua abitudine scrutare le persone o rallegrarsi della loro
compagnia in Biblioteca.
La
sua lettura continuò fino a che il nuovo arrivato
parlò:
'
Sola Granger? Non vedo il tuo Weasley'
Hermione
non dovette sforzarsi per riconoscere la voce, Malfoy le sedeva di
fronte e sembrava sereno.
'
Che vuoi Malfoy?' disse lei sbrigativa.
Il
cuore le martellava nel petto.
Smetti,
smetti
'
Io voglio continuare le lezioni. ' sembrava deciso, I suoi occhi
ardevano.
'
E cosa ti fa pensare che io lo voglia?' disse lei alzandosi e
stringendo I libri sul petto.
Smetti,
smetti
Draco
la guardò fissa, senza parlare.
'
Avanti Granger!' disse seguendola al di fuori della biblioteca e
tendano di bloccarla.
'
Non ci penso nemmeno, cosa te ne fai di una Mezzosangue?' le chiese
lei senza rendersene conto.
Lui
si fermò, aspettando ancora lacrime, che non arrivarono.
Faceva la forte, ma lui l'aveva vista poco tempo prima disperarsi ..
per lui.
'
Insomma .. mi, mi .. sono dimenticato ciò che ti ho detto!'
provò a blaterale lui, senza fiato.
'
Dimenticato? Io no, purtroppo. Beh, tanti saluti Malfoy.' e
così
se ne andò a passi spediti verso la Sala Comune.
E
quando finalmente il suo cuore si era calmato I passi diestro di lei
si fecero sempre più vicini.
'
Ti ho vista piangere!' urlò Malfoy fermandosi dietro di lei.
Hermione fece cadere
tutti I libri che teneva stretti e si bloccò,
come se una lama l'avesse perforata.
L'aveva
vista, allora?
''
Prendi un respiro ''si
disse.
Si
ricordava tutto di quella sera di poche settimane prima, non riusciva
a fermarle, quelle maledette lacrime.
'
Sono orribile, ho il sangue sporco ..'
'
Non dire così! Per nessun motivo!'
Se
non ci fosse stato Harry, lui le avrebbe parlato?
La
testa le faceva male e sentiva che se non sarebbe corsa subito nella
sala comune sarebbe collassata.
Doveva
solo liquidarlo, tutto qua.
'
Un semplice '' scusami'' poteva bastare, Malfoy.'
E
così raccolse I libri con la bacchetta e corse verso il suo
rifugio, dove avrebbe trovato le calde braccia di Ron, il sorriso di
Harry dopo essere uscito con Ginny ...
Non
sentiva più il rieccheggiare dei suoi passi, non l'aveva
seguita.
|
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Capitolo 9 *** Natale. ***
NATALE
I
want to trip inside your head
Spend
the day there…
To
hear the things you haven’t said
And
see what you might see
'
'Natale è come un grande compleanno ad Hogwarts, il
compleanno
dell'anno.
Gli
addobbi natalizi vengono sparsi per tutta la scuola dalle ottime
bacchette degli insegnanti e Fred e George ne dispendiano
altrettanti, ma molto, molto piu divertenti.
La
Sala Grande era a dir poco mozzafiato, quel 24 Dicembre ed il trio di
amici pensò che ormai non c'era più nulla che li
stupisse di quel posto. Le eterne candele brillavano nell'aria
adornate da grifogli e nastri rossi, che erano disposti perfino sulle
finestre; il cielo della Sala Grande sembrava nevicare, ma nessun
fiocco cadeva sulle tavole imbadite.
'
Hai visto?Incredibile! Quasi quasi rimpiango il pranzo di mamma di
domani, voi no?' esordì Ron sedendosi sulle lunghe panchine
foderate di rosso per l'occasione.
'Devo
ammettere che Silente ci ha dato davvero dentro quest'anno'
ribattè
Harry, sedendosi di fronte a lui.
Hermione
si accodò e si immerse nella sua lettura, era una tradizione
per lei leggere alla vigilia.
'
Ancora con quei libri?Insomma Hermione è la vigilia di
Natale!'la rimproverò Ron, tanto da farle rimettere in
grembo
il libro. Ginny li raggiunse poco dopo, sedendosi accanto ad Harry.
I
loro sguardi sembravano magnetici ed Hermione iniziava a chiedersi
perchè avessero aspettato tanto prima di dichiarsi l'uno con
l'altra.
'
Harry per favore non guardarla così! Mi ci devo ancora
abituare a voi due insieme ..' mormorò Ron tappandosi gli
occhi con le mani lunghe ed affusolate.
'
Ron smettila! Lasciali fare, insomma festeggiano a loro modo ..'
continuò Hermione vedendo che I due nemmeno li ascolatavano.
Ginny
finalmente lasciò le mani di Harry e iniziò un
eterna
ramanzina a Ron sul suo comportamento infantile e senza fermarsi un
secondo per lasciarlo ribattere.
Questa
era normalità da alcune settimane, quando Harry aveva
raccontato ad entrambi gli amici come fosse completamente preso dalla
sorella di quest'ultimo e di come, fra tutti I problemi del momento,
riuscisse sempre a pensare a lei.
Infatti,
le serate a caccia degli Horcrux insieme a Silente, sempre
più
preoccupato per la scuola, si facevano sempre di più e I
risultati erano molto scarsi.
Il
giorno seguente avrebbero tutti pranzato dagli Weasley ed avrebbero
messo da parte tutti questi problemi.
'
Si è fatto tardi, io vado a sistemare le mie cose.'
annunciò
Hermione notando che mancavano poche ore alla partenza per la Tana.
'
Vengo con te' disse Ginny unendosi a lei. In breve tempo I quattro
ragazzi raggiunsero le proprie stanze e iniziarono a mettere in
ordine ogni cosa.
Hermione
entrò stanca nella sua stanza, con la testa piena di cose a
cui pensare, ma una macchia simile ad una scritta sul muro della sua
stanza, la fece sobbalzare.
Scusami
Granger.
Hogsmead
venerdi sera?
Il
cuore iniziò la tiritera di alcuni giorni prima, quando lui
le
aveva confessato di aver sentito il suo pianto.
Impiccione,
insensibile, cafone ..
ma
almeno aveva chiesto scusa.
Natale
era il periodo peggiore, in tutti I sensi; soprattutto se la tua
famiglia odia festeggiarlo.
Draco
Malfoy sedeva sulla poltrona di suo padre, solo in quella casa che
ormai era diventata un quartier generale.
Era
la vigilia di natale, cosa poteva succedere ancora?
Prima
che potesse ipotizzare qualcos’altro, Draco sentì
un breve
schiocchio; suo padre era di ritorno, con alcuni amici al seguito. '
Fenrir, non toccare nulla Narcissa te ne sarebbe grata.'
esordì
non vedendo Draco seduto a pochi metri da lui. Alecto e Amycus
Carrow e Fenrir Greyback erano alle loro spalle e scambiarono a Draco
occhiate d'intesa.
'
Draco, tua madre?' chiese freddo Lucius Malfoy.
'
E' uscita con Zia Bellatrix, voi cosa fate qui?Mamma vi aspettava per
stanotte'
'
Nulla, nulla che ti possa interessare.' continuò il padre,
posando il cappotto e raggiungendo il figlio sul divano.
I
fratelli Rockwood annunciarono che sarebbero scesi nelle prigioni per
controllare e che sarebbe rimasto Greyback a vegliare sul confine
della casa.
Ed
una volta uscito quest'ultimo, Lucius parlò al figlio:
'
Mi è giunta voce che Silente si sia dato da fare per
abbellire
quella catapecchia ..non è vero?'
'
Dimentichi padre, che sono partito alcuni giorni prima dei
preparativi.' parlò nel tono più piatto possibile
Draco.
'
Viavia, per nulla al mondo ti avrei lasciato ancora lì. Ti
erano necessari questi giorni per il compimento della missione?'
'
Assolutamente no, qualsiasi giorno non fa differenza.'
Lucius
si stampò un sorriso abbaglainte sul viso.
'
Sono molto orgoglioso di te, Draco. Vedrai che il signore Oscuro te
ne renderà merito. '
Lui
non rispose, si limitò solo a gettare lo sguardo
sull'ingresso, dove erano appena ricomparse sua Zia e sua madre.
'
Lucius, sei già di ritorno?' chiese Narcissa con una punta
di
preoccupazione.
'
Sì, vorrei sapere invece dove siete state entrambe mentre
pensavate io non ci fossi.' disse Lucius alzandosi prontamente.
La
madre di Draco deglutì rumorosamente mentre Bellatrix
distraeva il marito e chiamava a gran voce I fratelli Rockwood,
ancora due piani più sotto.
'
Allora Bellatrix?'chiese insistentemente Lucius, ' dove siete state?'
'
Mi stupisco della tua poca arguzia Lucius! Ho accompagnato la mia
sorellina a fare alcune spese, non può certo presentarsi al
cospetto del signore oscuro con sempre indosso gli stessi stracci!'
sbottò accompagnata dalla sua risata, Bellatrix Lestrange.
La
sorella, nascosta appena dietro di lei si levò il cappello e
chiese al figlio se desiderava del tè e, avendo ottenuto una
risposta positiva, chiamò a gran voce l'elfo domestico, che
si
materializzò con un sonoro crac
all'interno della cucina.
Bellatrix
non guardò il nipote, ne salutò la sorella
uscendo di
casa insieme a Alecto ed Amycus e finalmente soli, Lucius e Narcissa
iniziarono a bisbigliare sottovoce.
Quali
altri segreti potevano avere per il figlio?Altre missioni?Altri
doveri per il signore oscuro?
La
testa di Draco iniziò a pulsare, in sincronia con le
lancette
del massiccio orologio a pendolo infondo al corridoio.
Per
un attimo Draco riuscì a pensare solo ad una cosa:
venerdì
sarebbe andato a Hogsmeade e nessuna missione o preoccupazione
gliel'avrebbe impedito.
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Capitolo 10 *** Hogsmeade ***
Ringrazio
tutti per le recensioni e per avermi aggiunto ai preferiti,
ho
postato per gioco ma ci tengo davvero. Grazie.
HOGSMEADE
Tutti i giorni sono notti a vedersi, finché non vedo te, e le notti giorni luminosi, quando i sogni si mostrano a me.
Il
giorno di
Natale a casa Weasley era un evento tanto atteso. Non c'erano
lustrini, sbalzi o lusso sfrenato, solo il calore di una famiglia
che, tu ne facessi parte o no, ti accoglieva come un figlio. Harry
sembrava sempre più felice di passare le
festività con
Ron e tutti loro, ma sembrava altrettanto timido quanto il primo
giorno che li incontrò; ancora non si rendeva conto di
appartenere, in un modo strano certo, ad una famiglia.
Il
calore del
camino e I gustosi dolci di Molly rallegrarono tutti, compresi Tonks
e Lupin arrivati con il muso lungo. La loro relazione, a detta di
Tonks, andava a gonfie vele, ma Lupin non era dello stesso avviso;
cercava di starle distante, come se si sentisse appestato. Harry
sentì parlare Tonks con la signora Weasley in cucina a
proposito di questo.
'
Pensa che se
più mi sta lontano, meno io lo cerchi! Ma non capisce che lo
amo, Molly e non mi importa se è un lupo mannaro.' Harry
sapeva dell'avversione di Lupin per se stesso, ma cercò di
fargli capire che era inutile trattenersi e scappare dall'amore,
quello non poteva fare male. Ron mangiò come un forsennato
per
tutto il giorno, schivando battute dei suoi fratelli sulla sua
goffaggine in sella alla scopa; Ginny aiutò la madre il
più
possibile servendo tutti I presenti ma trascurando Harry, che non
aveva occhi che per lei.
Silente
non si
era fatto vivo, vi erano solo Malocchio, Kingsley, Hagrid aggiunti al
solito gruppo.
Tuttavia
non si
sentì molto la sua mancanza, perchè l'attrazione,
soprattutto per I gemelli Weasley, erano I genitori di Hermione.
Proprio
lei,
desiderava così ardentemente vederli per Natale, che li
aveva
invitati in un posto un po' insolito come la Tana, ma loro si
sembravano divertire un sacco.
Trovavano
quelle
cose '' magiche'' molto suggestive e pendevano dalle labbra di Fred e
George che adoravano sentirsi raccontare storie babbane e raccontarne
loro altrettante.
Con
sollievo di
Hermione, la giornata finì presto e I suoi genitori
dovettero
partire per Londra e lei, insieme ai suoi due amici, tornare ad
Hogwarts.
Appena
tornati
nell'imponente castello Hermione comunicò agli amici del suo
impegno:
'
Ragazzi, ci
vediamo questa sera'.
'
Dove vai?'
chiesero Ron e Harry all'unisono.
'
Vado, beh ..
insomma vado a farmi un giro per Hogsmeade!' disse lei, colpita sul
vivo.
'
Non puoi! E'
scattato il coprifuoco!' ripeterono entrambi.
Lei
rimase
perplessa, ma diede ragione agli amici; doveva rimanere dentro le
mura del castello, a meno che ..
'
Harry, il tuo
mantello!' chiese lei esultante.
'
No, Hermione
no!' sbottò lui alzandosi, probabilmente per nasconderlo.
'
Harry! Ti sei
dimenticato tutti I favori che ti ho fatto?' ripetè lei
alzando la voce. Aveva poco tempo, lui se ne sarebbe andato, non
poteva aspettare.
'
Te lo darò,
solo se mi dici chi devi incontrare' annunciò lui, davanti a
Ron, quasi addormentato.
Hermione
doveva
aspettarselo, Harry le leggeva in faccia ogni emozione ed era l'unico
a cui non poteva nascondere nulla, ma cambiare qualcosina forse ..
'
Devo spiare
Draco Malfoy, l'ho visto parlare con Pansy Parkinson approposito di
una gita notturna a Hogsmeade.. non posso lasciarlo andare!'
sussurrò
lei, cercando di nascondere l'enorme bugia. Infondo non era un vero e
proprio incontro, si sarebbe portata il libro di Incantesimi,
avrebbero provato quelli insieme.
Lui
la guardò
per un attimo che parve eterno e poi le consegnò il mantello.
'
Va bene, ma
fai attenzione. La prossima volta verrò con te' disse Harry
cercando in vano di svegliare Ron, ma Hermione era già
sparita.
Un
brutto guaio,
ero dove si era cacciato Draco Malfoy; era mezzanotte passata ed era
solo, all'ombra di un albero, di fronte alla stamberga strillante.
Perchè
le aveva chiesto di venire?
Quella
sera
sarebbe dovuto tornare nella stanza delle Necessità .. ma
non
voleva farlo.
Il
Natale era
stato orribile ed aveva contribuito a dargli quella forza che gli
avrebbe così impedito di agire. Ma non poteva, doveva.
La
testa iniziò
a ronzargli rumorosamente, quando sentì dei rumori alle sue
spalle; provenivano dalla foresta.
Che
fosse lei?
Un
tonfo però
lo fece rinsavire; non era certo la leggerezza della Granger.
E
così,
correndo, si addentrò nella foresta, dove I riflessi della
luna la facevano apparire argentata.
'
Sembrava
troppo bello per essere vero! ' pensò Hermione Granger
allungando la mano per cercare la bacchetta ormai lontana.
'
Stai spiando
Draco, non è vero? DIMMELO, Lurida feccia!' urlò
l'esile figura mora di fronte a lei.
Appena
arrivata
ad Hogsmeade era sicura di essere sola ed aveva continuato il suo
cammino, fin quando, all'inizio della foresta, aveva avvertito strani
rumori alle sue spalle.
Non
si era mai
tolta il mantello da quando Harry gliel'aveva consegnato e non ci
provò nemmeno; era in trappola e di certo quello non era
Malfoy.
Ne
avrebbe
riconosciuto la chioma, il portamento .. ma la figura apparteneva di
certo a Pansy Parkinson. Goffa, maldestra e diabolica.
Come
in un
terribile incubo, lei l'aveva seguita e schiantata proprio nel cuore
della foresta, mentre Hermione tentava in vano di andarsene.
Non
aveva paura
di lei, ma di certo non voleva procurarsi botte di vario genere per
la sua stupidità.
Perchè
era venuta?
Malfoy non
c'era, nemmeno quando ne avrebbe avuto bisogno.
La
Parkinson si
avvicinò sempre più ad Hermione e
pestò la sua
mano.
'
Dimmi che ci
fai qui o non farai più ritorno ad Hogwarts!'
sbotttò
ancora una volta.
Le
uniche
ipotesi nella mente di Hermione erano quelle su Draco; probabilmente
l'aveva seguito per capire con chi si doveva incontrare, forse era
uscita per un po' d'aria o forse ... era gelosa.
Il
piede
schiacciò sempre con più forza la mano dolorante
di
Hermione, facendole cacciare un urlo.
Pansy
si
avvicinò al suo viso, sporco di terra e di neve, e la
guardò
attentamente; non aveva niente in più di lei, Pansy aveva
coraggio, da vendere e certamente più di quello della
Mezzosangue.
E
voleva
Draco,molto di più di quanto lo volesse lei.
Mentre
la
Parkinson mormorava altre minacce verso la Grinfondoro una
maledizione venne scagliata verso la mora, in piedi davanti alla sua
vittima.
'
Stupeficium!'
Hermione
si
scostò debolmente per non ricevere riflessi dell'attacco ed
infine si lasciò andare sul terriccio umido. Faceva freddo e
tremava, le ferite sembravano quantuplicarsi per il tempo in cui
rimaneva lì. Tese l'orecchio ad ascoltare chi era
sopraggiunto:
'
Pansy? Che ci
fai qui?' chiese Malfoy correndo verso chi aveva schiantato.
La
Parkinson lo
guardò con occhi truci e vendicativi.
'
Ho visto che
la Mezzosangue ti seguiva e l'ho schiantata, è un osso
duro!'
mormorò lei, tendando in vano di alzarsi.
Malfoy
finalmente si girò verso Hermione, quasi priva di sensi a
pochi metri di distanza da lui; la guardò senza esprimere
emozioni, come era solito fare.
Si
avvicinò
piano e con delicatezza le porse la bacchetta che giaceva ai suoi
piedi.
'
Granger, stai
bene?' le chiese mostrando per la prima volta in vita sua, un minimo
di preoccupazione per una Mezzosangue.
Lei
non rispose
ma si limitò ad afferrare con la mano buona la bacchetta.
Era
in collera con lui, sentiva il suo stomaco ribollire; era tutta colpa
sua, se non l'avesse invitata sarebbe ancora tutt' intera.
La
Parkinson si
mise alle spalle di Draco, puntando in un nano secondo la bacchetta
contro Hermione, a terra.
Malfoy,
senza
perdere tempo estrasse la sua e schinatò di nuovo l'amica,
che
protestò in un milione di lingue.
La
Grinfondoro
non badò molto all'accaduto e tornò ad
accasciarsi a
terra, sentendo che questa volta stava per perdere I sensi
definitivamente. Due braccia esili e gelide la strinsero.
Per
un attimo Hermione Granger pensò di essersi addormentata
nelle braccia
di un angelo.
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Capitolo 11 *** Rivelazioni. ***
RIVELAZIONI
I
tuoi grandissimi sogni i miei risvegli lontani
I
nostri occhi che diventano mani
Hermione
granger
strizzò con difficoltà gli occhi alla vista di
tutta
quella luce.
Dov'era
finita?
Riconobbe
alcune
brande disposte proprio di fronte a lei ed altrettante al suo fianco.
L'infermieria.
Si
sollevò
piano, appoggiando la schiena sul ferro battuto della brandina.
Come?
Una
donna bassa
e tozza somigliante ad una piccola botticella le si avvicinò.
'
Finalmente ti
sei svegliata cara, I tuoi amici fanno un gran chiasso, temo proprio
di non poter impedire loro di entrare ora.'
Hermione
cercò
di focalizzare la donna che le cospargeva un unguento color sabbia
sul braccio destro, quasi messo in sesto.
Madama
Prince.
'Madama
Prince cosa, ccc .. che cosa mi è successo?'
mormorò
flebile Hermione.
'
Una brutta
caduta cara, sei arrivata da me giusto in tempo.' rispose lei pacata
riponendo l'unguento sullo scaffale più vicino, con l'aiuto
della bacchetta.
Un
vociare si
fece sempre più vicino e l'anziana signora che prima era
china
su di lei, bloccava la porta con aria dura.
Le
rughe sul suo
viso si piegarono leggermente in un'espressione di fastidio, ma poi
si arrese, spostandosi dalla porta vetro.
Harry,
Ron,
Neville, Luna e Ginny entrarono a passi veloci nell'infermieria,
destando Hermione dal tremendo sonno che l'unguento le aveva
procurato.
Le
prime ad
arrivare da lei furono le due ragazze che si sedettero sulla brandina
alla sua sinistra e le chiesero come si sentisse.
'Sono
stata
meglio, voi sapete per caso, beh .. come sono finita qui?' chiese lei
notando la strana collana che Luna portava al collo.
Era
un'eccentrica combinazioni di colori e di tappi di bottiglia;
Hermione non si chiese nemmeno perchè la portava
perchè
Luna era così, imprevedibile.
Ginny
le rispose
inquieta:
'
No, io e gli
altri siamo stati avvertiti ieri mattina che eri qui, non puoi capire
il nostro spavento .. soprattutto di quegl'altri due.'
Harry
e Ron
parlavano sottovoce con Madama Prince e sembravano più
contenti di qualche minuto prima. Poi si avvicinarono e Luna cedette
il suo posto dicendo che sarebbe andata alla lezione di Divinazione e
che sarebbe ripassata dopo.
'
Se Divinazione
non durerà molto riuscirò perfino a portarti una
copia
del Cavillo! Stai bene Hermione!' aggiunsè saltellando fino
all'uscita.
Ron
e Harry la
guardarono intensamente e lei gli sorrise, per la prima volta loro
erano venuti a trovare lei e non viceversa.
'
Come ti
senti?' chiese Harry.
'
Non male, ma
sicuramente meglio di ieri.. non che ricordi molto...' rispose lei
pensierosa.
Doveva
ricordare, non dimenticava mai nulla!
'
Volevamo
proprio sapere se ricordavi qualcosa, a noi è stato detto
poco
..'
'
Ma abbiamo
preso un grande spavento ..' concluse Ron con voce fioca.
'
Cosa vi hanno
detto?Madama Prince mi ha spiegato che sono caduta, ma nient'altro.'
ripetè
Hermione, in attesa di alcune informazioni dai due amici.
'
Lei ci ha
detto la stessa cosa e che ..' Harry guardò Ron e poi
incalzò:
'
Ti ha portata qui Malfoy e poi è sparito. Madama Prince l'ha
visto solo ieri e non ha potuto chiedergli niente sull'accaduto
perchè lui se ne è andato subito. '
Hermione
deglutì
rumorosamente.
Malfoy,
Hogsmeade, il terriccio umido misto al suo sangue .. cos'era
successo?
'
Se lo vedo lo
ammazzo sul serio!' sbottò Ron con voce tonante.
'
Ne siete
proprio sicuri, Malfoy?' chiese lei.
'
Sì! Non
ricordi che dovevi andare a spiarlo? Due notti fa?' spiegò
Harry tranquillo.
<<
Devo
spiare Draco Malfoy, l'ho visto parlare con Pansy Parkinson
approposito di una gita notturna a Hogsmeade.. non posso lasciarlo
andare! >>
'
Si, ma non
ricordo cosa accidenti è successo ad Hogsmeade! '
Urlò
lei sconvolta.
Ron
la guardò,
cercando probabilmente di vederne la follia, ma vide solo una ragazza
stanca e distrutta.
'
Vuoi che
rimaniamo?' chiese infine Harry.
'
Potremo
mangiare qui, chiedendolo gentilmente a Madama Prince ..'
esordì
Ron.
'No
ragazzi,
andate pure, non vi preoccupate tanto non mi muovo da qui' disse lei
sorridendo raggiante.
Harry
la baciò
sulla fronte e se ne andò mentre Ron rimase a tenerle la
mano
per un po', non smettendo di guardarla.
Era
normale
sentirsi così in apprensione per lei?
Era
perchè
Hermione fosse la sua migliore amica o per ..?
Ron
appena ci
pensò le lasciò la mano e, baciandola in fronte
come
l'amico, se ne andò.
'Draco,
non far
finta di non aver sentito ! Ascoltami!'
'
Pansy non ho
intenzione di ascoltarti ne tanto meno di calcolarti ..'
'
Draco, l'ho
fatto per te! Perchè l'hai difesa?Quella mezzosangue!' la
ragazza piangeva e non riusciva quasi a respirare quando Draco le si
avvicinò.
Lei,
pensando
che il ragazzo si fosse pentito di due sere prima, si ricompose e si
avvicinò alla sua bocca, speranzosa.
Il
biondo avanzò
sempre di più fino a sfiorarle con le dita il mento, lei
sorrideva.
Era
il suo
momento, l'aveva tanto aspettato.
Proprio
quando
lei avvicinò le labbra alle sue, lui le strinse il collo in
una morsa ferrea e la spinse contro il muro.
Pansy
perse il
controllo ed iniziò a divincolarsi, ma lui la tenne stretta
e
le sibiilò alcune parole all'orecchio :
'
Non-chiamarla-mai-più-mezzosangue e non aggredirla mai
più.
Sono stato chiaro?' detto questo mollò la presa e se ne
andò,
senza badare ai singhiozzi alle sue spalle.
Pansy
era una
povera illusa; probabilmente giusta per la sua famiglia, per il suo
sangue, per la sua casa .. ma non bastava.
A
Draco non
bastava più nulla. Da alcune settimane non faceva che
pensare
alla più proibita delle ragazze, quella per cui avrebbe
dovuto
provare l'odio più puro ma per cui, al contrario, si sarebbe
gettato nel fuoco.
Vederla
stesa a
terra due sere prima, schiantata da una stupida oca, lo aveva fatto
andare in bestia.
Nessuno
poteva toccarla, nessuno!
L'aveva
portata
in infermieria, ma per evitare domande inconsuete ed evitare di
vederla ancora in quello stato se n'era andato, senza voltarsi.
Non
aveva chiuso
occhio per due notti intere ed aveva evitato ben due gufi di suo
padre e due giornate nella Stanza Delle Necessità.
Ma
ne valeva
la pena.
Questa
volta
Draco sentiva una speranza crescere forte e travolgente dentro di
lui; poteva essere diverso, poteva diventare come lei.
Ma
solo stare
insieme a lei gli avrebbe dato questa sicurezza e per questo, durante
la lezione di pozioni del professor Piton, programmò una
visita all'infermieria.
Motivato
e
felice, dopo aver sistemato Pansy ed I suoi piani, uscì ad
ora
terminata ma un uomo dal mantello nero lo bloccò.
Piton
lo
guardava accigliato.
'
Draco, come
procede?' chiese sottovoce.
Draco
rifletè
per un attimo e come se fosse in balia di uno strano incantesimo, si
ricordò che Piton non era solo il suo professore di pozioni,
ma bensì un Mangiamorte.
Cercò
delle scuse plausibili e gli spiegò che la missione andava
alla grande, ma senza esagerare troppo.
'
Bene, ma ..
Draco!' lo chiamò mentre se ne andava.
'
Fai
attenzione, il Signore Oscuro non ammette sbagli'
'Certo.'
rispose
lui, per poi scomparire e dimenticare la loro conversazione.
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Capitolo 12 *** Difficile da dire. ***
Devo
dire un grazie speciale a Neera
Sharim alias
Gloria che ha scritto una recensione stupenda e che mi è
piaciuta un sacco. Grazie grazie grazie, scrivo per persone come te!
Beh,
nuovo capitolo, la love story si evolve .. eccome se si evolve!
With
loveee, isa.
DIFFICILE
DA
DIRE
Era
come tentare di vincere
lo sguardo di un angelo vendicatore.
Bella
Swan
Era
notte fonda,
Hermione ne percepiva il silenzio assoluto. Madama Prince era passata
una buona mezz'ora prima e le aveva ripassato quello strano uguento;
non c'era male, dopotutto, in un periodo di convalescenza. I suoi
amici erano passati quel pomeriggio ed erano rimasti qualche ora; Ron
le aveva portato delle cioccorane, Harry si era semplicemente fermato
a parlarle. Hermione per un assurdo motivo si sentiva l'invalida del
gruppo. Gli occhi di Ron si fingevano tranquilli, quando distoglieva
appena lo sguardo però, divenivano carichi d'ansia.
'
Allora Harry,
come procedono le visite con .. insomma con Silente?'
mormorò
lei quel pomeriggio, cercando di non farsi sentire.
'
Sono alcuni
giorni che non lo vedo. Ieri sera sono passato nel suo studio
però
il ritratto di Phineas mi ha detto che era uscito.'
'
Uscito?'
chiese incuriosita.
'
Non capisco più nulla, credimi.' amise lui sfiorandosi la
cicatrice.
'
Vedrai che appena tornerà tornerete a cercarli insieme.
Silente non è un uomo che infrange le promesse.'
decretò
lei stendendosi di nuovo.
Così
gli amici se n'erano andati, promettendo che l'indomani sarebbero
tornati e avrebbero portato con sè anche altri amici.
Hermione, in verità, voleva stare sola il più
possibile.
La
testa continuava a lavorare indisturbata sulla serata che l'aveva
ridotta in quello stato ed ormai aveva ricostruito quasi tutto;
ricordava il mantello, Pansy che la minacciava e Malfoy che la
riportava ad Hogwarts.
Decise
però di non dirlo ad anima viva, soprattutto ai suoi due
amici; ne avrebbero tratto troppe conclusioni affrettate, a cui
Hermione desiderava tanto dire sì!.
Chiuse
gli occhi abbandonandosi alla notte, che veloce veniva a prenderla e
la scaraventava fuori da quelle mura, fuori dalla magia ..per
portarla nel mondo dei sogni.
Faceva
parte del sonno quel rumore alla porta?
Quest'ultima
era rimasta socchiusa per lasciare ad Hermione un po' d'aria, ma ben
presto si spalancò lasciando intravedere Draco Malfoy.
Avanzava
sicuro con occhi penetranti e non si fermò nemmeno vedendo
gli
occhi di Hermione, dilatati dallo sgomento.
Non
riusciva a pensare nemmeno un momento che lui compariva, come se
fosse stato chiamato in causa. Si era stufata di porsi delle domande,
aspettava le risposte.
Portava
un completo nero ed aveva I capelli biondo cenere spettinati, come se
fosse appena sceso dal letto.
Si
avvicinò e le si sedette accanto, mentre lei si affaticava
per
alzarsi.
'
Non muoverti.' disse lui severo.
Lei
si immobilizzò, ma riuscì a muoversi quel tanto
che le
permetteva di vederlo.
Non
era mai stato così bello ..
Lui
le guardò le gambe e le braccia cercando I segni dello
scontro, ma vide solo il suo corpo medicato.
'Che
ci fai qui?' chiese lei rompendo il ghiaccio.
'
Mi sembra ovvio, per vedere come stavi.' rispose freddo e non
tradendo alcuna emozione.
Come
faceva ed essere così controllato?Non mostrava un minimo di
preoccupazione, di ansia .. niente in confronto a quella che avevano
provato Harry e Ron. E allora, per quale strano motivo, Hermione si
sentiva molto più a suo agio con il freddo e duro Malfoy?
'
Sto molto meglio, grazie dell'interessamento.' rispose lei a tono,
distogliendo lo sguardo.
Lui
sembrò muoversi impercettibilmente e poi riprese a parlare.
'
Non avevo idea ..'
'
Certo! Non avevi idea che Pansy Parkinson mi seguisse e che mi
schiantasse!' sbottò lei, sempre più nervosa.
Reagisci
Draco, reagisci diamine!
'Non
pensava che ci fossimo dati appuntamento, è diciamo ..
protettiva' mormorò lui.
'
Oh, si, davvero? Molto protettiva!'
'
Mezzosangue, non è certo colpa mia se ti fai beccare!'
'
Non era un incontro clandestino!' sbottò sempre
più
irritata.
'
Non lo era?Dopo la mezzanotte fuori dalle mura del castello?' chiese
lui divertito dal suo nervosismo.
'
E va bene, lo era! Ma non pensavo che dovessi rischiare tutto questo
per ..' incalzò lei, accorgendosi che stava esagerando dando
troppo bado all'impeto.
'
Per che cosa, Granger?
'
Per insegnarti quei maledetti incantesimi!' cercò in fretta
di
dire.
'
Certo, gli incantesimi.' ripetè lui scontroso.
'
Insomma, che vuoi ?Non ti è bastato vedermi ridotta
così?'
continuò lei,torturandolo.
La
sua faccia mutò in volto di puro senso di colpa e lei
rabbrividì, capendo cheaveva colpito nel segno.
Si
preoccupava per lei, soffriva per lei.
Lui
fece per alzarsi ed andarsene ma lei tentò di fermarlo
scendendo dal letto.
Barcollò
per qualche metro e quando riuscì ad afferrarlo perse
l'equilibrio.
'
Granger, che ..?' riuscì a mormorare prima di prenderla al
volo e rimetterla a letto.
'
Odio essere così debole .. ' soffiò lei quando
sentì
il morbido cuscino posatogli dietro il collo.
'
Sei ostinata vedo.' disse tornando dov'era seduto.
Lei
lo tratteneva come una calamita, non riusciva a porvi rimedio.
'
Te ne saresti andato, dovevo fare qualcosa ..' soffiò sempre
più debolmente. Il sonno si stava impadronendo di lei e lui
la
vide socchiudere gli occhi.
'
No, non me ne sarei andato. Non so come ma ... riesci a tenermi qui'
disse sottovoce avvicinandosì al suo viso.
Tentato
per un attimo di baciarle la fronte, si ritrasse ed aspettò
l'arrivo del primo mattino per uscire di soppiatto.
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Capitolo 13 *** Inizio? ***
INIZIO?
Oh
how I long for the deep sleep dreaming
The
goddess of imaginary light
Ron
e Harry si nascondevano dietro un'imponente colonna al settimo piano.
'
Dov'è andato?'bisbigliò Ron ad Harry.
Il
ragazzo sopravvissuto si sporse quel tantino che gli permise di veder
scomparire Draco Malfoy attraverso una piccola porticina che presto
si sostuì al muro.
La
Stanza Delle Necessità, avrebbe dovuto capirlo.
I
giorni precedenti erano volati tra pedinamenti e visite
all'infermieria ma nulla sembrava così oscuro, era tutto
chiaro. Malfoy era una spia.
Silente
doveva saperlo.
'
Ho la sensazione che non sia entrato lì dentro per cercare
il
suo gufo, non è vero?' disse Ron uscendo allo scoperto come
l'amico.
Era
chiaro, limpido.
'
Vado da Silente.'
'
Ne sei sicuro? Sai cosa direbbe Hermione, mai fidarsi delle
apparenze..'
'
Sono sicuro Ron, ma non dirlo comunque ad Hermione, ne farebbe un
caso nazionale. Dai le ultime dritte alla squadra per domani, non
voglio di certo perdere contro quel verme. '
Hermione
Granger arrivò molto tardi alla Sala Comune, ma fu come se
tutti la stessero aspettando. Ginny, Calì, Patil e Lavanda
la
abbracciarono e la riempirono di complimenti per la pelle splendida,
per I capelli, per I vestiti .. come se essere caduta ed essere stata
per una settimana ferma a letto le avesse giovato.
Fred,
George, Neville e Seamus la salutarono e scherzarono sulla sua
fortuna; aveva saltato tutti I compiti più importanti del
semestre ed era stata giustificata!
Lei
sorrise per l'accoglienza ma appena gli altri si ritirarono e si
dedicarono ad altro lei si accoccolò sulla poltrona. Le
fiamme
del camino danzavano e creavano scintille sempre più
luminose.
Dove
sei?
Un
ricordo le balenò nella mente; era inutile nasconderlo,
prima
o poi sarebbe tornato a galla.
Lei
e Malfoy, infermieria, soltanto una notte prima.
'Domani
sei fuori'
'Si
..'
'
Che c'è, non sei felice? Odio questa puzza di alcool.'
'
Certo che sono felice.'
'
Non ti credo mezzosangue.'
Aveva
riso, aveva capito.
'
Fai come credi'
'
Vorresti davvero passare un eternità qui, con questa puzza,
solo per vedermi ogni notte?'
Centro.
'
Sei così egoista da pensare che sia tu il motivo di tutto?'
'
Allora chi è? Madama Prince? Donna gentile certo, ma non
è
un po' troppo grande per te, Granger?'
Aveva
sorriso ancora.
'
Oh, smettila Malfoy!'
'
Sei impossibile.'
'
Non è vero'
'
Dimmi una cosa'
'
Cosa, Draco?'
Draco.
L'avevo chiamato per nome.
Lui
l' aveva guardata sorpreso e poi aveva surclassato.
'
Hai la mia stessa sensazione, non è vero, Hermione?'
Non
potevo reggere quegli occhi.
Siamo
proprio sicuri che Madama Prince non mi abbia somministrato un filtro
d'amore?
'
Quale?'
'
Che sia solo l'inizio ..'
' Hermione, tutto bene?'
'
Sì Ginny, tutto apposto, sonno arretrato. Harry e Ron?'
chiese
Hermione riprendendosi in un baleno.
'
Non ne ho la minima idea. Oh, ecco Ron!' disse facendo un cenno verso
la porta.
Ron
e I suoi capelli arruffati si avvicinarono alla sorella, a cui disse
qualcosa all'orecchio.
Hermione
non si arrabbiò, nè chiese di cosa si trattava;
alcune
volte una convalescenza aiutava il temperamento a diventare piu mite.
Lui
poi posò lo sguardo su di lei, facendola arrossire. Non
l'aveva mai guardata così, per lui era solo l'amica studiosa
che passava gli appunti, nulla di più.
Ma
era cambiato qualcosa, Hermione lo percepiva.
'
Hermione, Harry .. ehm, è andato da Silente'
'
Quindi ci sono novità?'
'
Veramente sì, abbiamo beccato una spia nel castello.'
'
Una spia? Non sarà ancora Piton, vero? Sapete benissimo che
Silente si fida di lui .. '
'
Non è Piton.'
'
E chi è?'
'
Non posso dirtelo mi dispiace. Ora devo cercare la squadra per
comunicar loro le novità su domani, tu ci sarai vero?'
'
Oh si, si.'
Hermione
si ricordò Malfoy che ne parlava alcune sere prima; la
partita
Grifondoro- Serpeverde. La più importante dell'anno, dove
lui
avrebbe giocato da cercatore sfidandosi con la sua casa.
Non
sarebbe mancata per nulla al mondo.
Ron
la salutò imbarazzato e poi corse dai suoi compagni di
squadra
per avvertirli.
Chi
può essere?
'Ginny,
io vado a letto, tu quanto rimani?'
'
Oh, un' altro po, sai Il Quidditch ..'
'Certo.
Buona notte a tutti!' disse voltandosi verso la squadra riunita
nell'angolo della sala drappeggiata di rosso e d'oro.
Ron
le sorrise e Hermione, nonostante avesse tutt'altro per la testa,
rimase impressionata dal nuovo Ron Weasley.
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Capitolo 14 *** Fidarsi ***
Ehi,
rieccomi! (:
Do
il benvenuto e ringrazioo tantissimo Tonks17,che
ha scritto una bellissima recensione.
Questo è un capitolo un po' lunghetto ma ricco di sfumature
e di novità.
Scusate
se posto
velocissimo maa, sono piena d'ispirazione! Vi giuro(:
Baciioni,
isa.
FIDARSI
A
nessuno arriva mai qualcosa
che
non sia in grado di sopportare.
'Sto
bene, non vedo perchè ...'
'
Oh Hermione! Basta che tu le chieda se è prudente uscire ..'
la ammonì Harry, con indosso la divisa di Quidditch.
Ron
e tutta la squadra si avvicinarono vociando rumorosamente.
'
Su Hermione, ti aspettiamo tutti qui.' le disse Harry battendole una
pacca sulla spalla.
'Ehm,
che succede?' chiese Ron tornando ai due amici.
'
Harry è preoccupato che questo freddo peggiori le mie
condizioni, ma sto bene!' sbottò Hermione, stanca di essere
la
debole.
'
Però devo ammettere che hai ragione, potrebbe svenire ..'
iniziò a dire Ron.
'
E va bene! Vado, ma se mi dice che non c'è nessun problema
dovete segnare per me!' disse Hermione, cedendo alle richieste degli
amici.
Camminò
sicura salutando le persone che le sorridevano; era famosa nella
scuola, ma non ne era di certo fiera. Era l'amica di Potter, quella
secchiona. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione.
Un
pensiero le balenò la mente quando si ritrovo a pochi passi
dall'infermieria e dalla sua entrata familiare; perchè non
dire agli amici che era andata a chiedere consiglio a Madama Prince,
quando non ci avrebbe mai parlato?
A
volte essere una divoratrice di libri può aiutare.
Così
Hermione attese qualche minuto, camminando in circolo davanti alla
porta a vetri, per poi alzare I tacchi e camminare verso le scale.
Una
voce familiare però, la fece fermare all'ombra.
'
Mi dispiace ragazzo, ma se ne è andata qualche giorno fa'
'
Oh, non importa. '
'
Mi dispiace figliolo.'
'
Le ho detto non importa. Ehm .. Grazie lo stesso.'
Era
Draco e chiedeva sicuramente di lei. Hermione non ci pensò
un
minuto e gli andò incontro.
L'espressione
di Draco mutò; brillava di stupore. I suoi occhi grigi erano
diventati quasi nuvole di fumo grigio e la guardavano incuriosita.
'
Non sei un fantasma vero? Non crederei a quella vecchia molto
facilmente.'
'
No, sono carne ed ossa. Perchè mi cercavi?'
'
Volevo assicurarmi che tu non fossi un fantasma, logico no?' Sorrise
ed iniziò a scendere le scale insieme a lei. Hermione le
aveva
sempre odiate, mentre le percorreva cadeva in continuazione; ma in
quell'occasione sembravano più sicure che mai, forse lo era
lei accanto a lui.
'
No, sul serio. Perchè?' chiese sfidando la sua
curiosità.
'
Ti venivo a trovare, ormai è tappa fissa.'
'
Oh.'
Lui
la superò e lei dovette rincorrerlo ed aumentare la
velocità
per fiancheggiarlo di nuovo.
'
Immagino che dovrai tifare per I tuoi amichetti oggi ..'
'
Beh, logico no?' disse lei imitando il suo tono in precedenza.
Lui
rise ancora, gardandola negl'occhi.
I
loro passi si fermarono automaticamente e rimasero a guardarsi alcuni
minuti, non smettendo di ridere. Poi lui riprese il passo e Hermione
si augurò che I corridoi non finissero mai.
'
Ci sarò anch'io in campo, Granger.'
'
Lo so benissimo.'
'
Quindi?'
'
Quindi?' chiese lei non capendo dove voleva arrivare.
'
Se io ed il tuo potter ci scontrassimo, da chi correresti?'
La
testa di Hermione le gridò che era una prova, per fargli
capire quanto tenesse a lui.
Rispondergli:
'' Verrei
certamente da te''
sarebbe stata una bugia bella e buona e sarebbe troppo calcolata;
dire invece '' Mi
dispiace Malfoy ma tu rimani sempre uno spregevole serpeverde e
correrei dal mio migliore amico
'' era ancora peggio.
'
Quanto ci penserai su Granger? Perchè sai, dovrei andare'
disse indicandole la porta spalancata verso il campo. Tutti I
Grifondoro, già in divisa, guardavano I loro avversari
proprio
all'altro lato dell'enorme arco con grande astio.
Hermione
non si accorse di aver perso la cognizione del tempo ripensando alla
risposta da dargli.
Lei
lo seguì tanto da affiancarlo nell'oltrepassare l'arco. Ron
ed
Harry non si accorsero subito di Malfoy e corsero a chiederle notizie
da Madama Prince, mentre Draco entrava in spogliatoio per cambiarsi.
'
Allora?' chiese Harry agitatissimo per la partita.
Hermione
dovette riflettere perfino sulla scusa plausibile da usare per Harry;
Draco le aveva mandato il cervello in totale black out.
'
Hermione?' chiese Harry sentendo I Serpeverde borbottare frasi
spiacevoli sui Weasley.
Lei
guardò lo spogliatoio. Quanto era passato? Minuti? Draco era
già pronto con in mano la sua scopa e la guarda divertito
dietro ad Harry.
'
Hermione! Cosa ti ha detto Madama Prince?Potrai assistere alla
partita?' chiese Harry quasi urlando.
'Oh
si, si! Ha detto che non ci sono problemi' disse Hermione, tornata
alla realtà.
Lui
la guardava ancora, sempre più divertito. Cosa trovava in
lei
che lo faceva così ridere?
Hermione
provò una strana morsa allo stomaco vedendolo voltarsi verso
I
compagni; pochi minuti e la partita sarebbe iniziata.
'
Ehi Weasley, dovremo aspettare la fine dell'anno prima che la mammina
ti compri una scopa decente?' sghignazzò Blaise Zabini,
l'inseparabile amico di Draco.
Hermione
lo guardò con occhi truci, c'era bisogno di essere
così
crudeli?
Draco
rise sotto I baffi ed Hermione rimase paralizzata, ma non molto
stupita. Aveva imparato a non cambiare troppo in fretta idea sulle
persone, dopotutto quella era la prova lampante che Malfoy non aveva
cambiato nemmeno una briciola del suo carattere socializzando con
lei.
'
Chiudi la fogna Zabini' mormorò Harry, mettendosi davanti a
Ron che fremeva per colpire il bruno.
'
Ohoho, Potter difende il suo amichetto! Visto Draco?Che bella coppia!
Manca solo la mezzosangue, oh eccola!' sbottò indicando
Hermione che si era appoggiata all'angolo.
Tutti
I serpeverde si girarono e risero di lei. Non erano come le risate
di Draco, avevano tutt'altro intento.
'
Lasciala in pace ' bofonchiò Ron, troppo nervoso per parlare
razionalmente.
'
Blaise finiscila' riuscì a dire Draco bisbigliando
all'orecchio dell'amico.
Hermione
non li guardò, cercò di avvicinarsi a Ron per
calmarlo,
ma evidentemente Harry e I suoi fratelli lo stavano tenendo a bada
abbastanza.
Blaise
guardò con disprezzo l'amico dopo che si staccò
dall'orecchio ed esclamò :
'
Draco non fare il buonista! Sai fin troppo bene quanto feccia siano
questi tre ..'
'
Dimmelo in faccia' mormorò Hermione a Blaise.
Il
ragazzo spalancò gli occhi e aggiunse un ghigno disgustato
quando Hermione le rivolse la parola. Non aveva ascoltato Harry che
le aveva bloccato il braccio, non aveva dato bado allo sguardo
ammonitore di Draco .. era davanti a Zabini, occhi negli occhi, in
attesa di un insulto che ponesse fine a tutte queste offese verso I
suoi amici, verso Ron soprattutto.
Zabini
le sputò sui piedi e tirò una gomitata all'amico
biondo, aspettandosi che facesse lo stesso.
Hermione
abbassò la testa ed aspettò il secondo sputo, che
partì
debole dalla bocca di Draco.
Il
cuore di Hermione si spezzò in mille pezzi.
Non
bastavano tutti I sprusi, le offese .. ora dopo tutto le sputava
perfino sulle scarpe.
Non
era stata buona a nulla Hermione, si era solo illusa.
Le
lascrime le salirono copiose sul volto quando sentì Ron
stringerla forte per allontanarla dal gruppo. Draco avanzò e
guardò Weasley con uno sguardo vendicatore.
'
Non toccarla Malfoy, lurida spia.' disse sprezzante Ron, mentre
quest'ultimo tentava di toccare Hermione. Ma lei ormai era lontana,
fra le braccia di Ron, la cui divisa sembrava trattenere tutte le
lacrime.
Malfoy
non si diede per vinto e quando un fischio diede il via all'entrata
dei giocatori, rimase ancora lì, faccia a faccia con Ron.
Harry uscì per ultimo ma capii che in assenza di Ron doveva
prendere tempo.
'
Come mi hai chiamato?' sussurrò gelido Malfoy fissando Ron.
Hermione
si girò e rigirò tra le braccia di Ron,
sentendosi
completa e finalmente senza paura di nulla. Era così che la
faceva sentire Ron; terribilmente amata ed adorata.
Draco
invece, era un' altra storia ..
Malfoy
non si lasciò sfuggire le braccia di Hermione stringere Ron
sempre più forte ad ogni parola che diceva, non riusciva a
capire perchè stesse così male.
'
Sei una lurida spia. Io ed Harry ti abbiamo visto nella stanza delle
necessità. Non hai scampo, Malfoy.' disse secco Ron,
accarezzando la testa di Hermione.
'
Tu e Potter non avete visto un bel niente'
'
Oh si invece. Silente è già stato informato.'
ripetè
Ron con la stessa sicurezza.
Hermione
si rifiutò di credere che Malfoy stesse facendo la spia per
qualcuno, e poi per chi avrebbe dovuto .. Voldemort.
Era
tutto chiaro; ecco perchè il motivo delle visite notturne,
ecco perchè I ritardi alle lezioni al lago nero. Draco era
una
spia di Voldemort, chissà forse un Mangiamorte.
E
lei gli aveva aperto il suo cuore, senza ritegno, senza paura. Ci
credeva, maledettamente.
'
Ron, in campo!' urlò Harry in sella alla sua scopa. Il
pubblico verde ed argentato chiamava a gran voce Malfoy, che rimase
in silenzio.
Ron
sciolse l'abbraccio da Hermione e, sicuro che Malfoy non la potesse
toccare più visto che era già abbastanza alle
strette,
le baciò la fronte e lei gli strinse la mano.
Per
un attimo un fulmine attraversò Il cuore di Hermione. Era
dunque giusto stare con Ron per sempre?
'
Mi dispiace, Io dovevo ..'
'
No Malfoy. Non dire niente'
mormorò
Hermione con voce rotta dal pianto.
Draco
così entrò in campo, probabilmente preoccupato
per
essere stato scoperto e non per averle mentito e nascosto tutto.
Hermione
si sedette ai piedi dell'arco, proprio non aveva voglia di
mischiarsi al pubblico. Voleva stare sola.
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Capitolo 15 *** Aiuto ***
Oh
non vi fidate
di me! Ora si sistema ogni cosa.
In
questo capitolo parlo anche di
Sirius Black, uno dei miei personaggi di HP preferiti.
Mi manca!
Aiuto
It's a damn
cold night
Trying
to
figure out this life
Wont
you take
me by the hand
take
me
somewhere new
I
dont know
who you are
but
I'm, I'm
with you
Hermione
guardò
la partita attraverso una delle tante fessure fra I mattoni delle
arcate del castello,stringendo le gambe al petto.
Toccò
più
volte I mattoni e ne rimase con le dita impolverate, non poteva
aspettarsi altro.
Hogwarts
era
antica, non vecchia, ma antica; chissà se I loro fondatori o
I loro primi studenti avevano provato un amore impossibile ..
Hermione
non
riuscì a chiudere la mente oltre , era dall'inizio della
partita che lo faceva.
Si
era
innamorata, totalmente; era l'unica spiegazione a quello squarcio che
provava.
Non
l'avrebbe
provato se il professor Vitious non li avesse assegnati l'uno
all'altro, se lui non le avesse chiesto scusa in un modo un po'
bizzarro, se non l'avesse salvata ad Hogsmeade ..
Non
starebbe
così male, potrebbe riuscire a respirare quell'aria di
Gennaio
che tanto bramava.
Avrebbe
potuto
urlare ed incitare insieme ai Grifondoro là fuori e avrebbe
fischiato I Serpeverde.
Ma
ora non
riusciva che a pensare a lui, alle sue parole ...
Ron
l'aveva
accusato di essere entrato nella stanza delle necessità, di
essere una spia .. l'avevano visto .. ma lui non si era difeso.
Non
aveva
nemmeno lontanamente provato a farlo, sapeva di essere colpevole.
Perchè
le
aveva mentito?No, probabilmente le stava vicindo solo per attingere
maggiori informazioni sul bambino sopravvissuto da dare ai suoi
informatori.
Erano
Mangiamorte?Erano Altri?Era Voldemort stesso?
Hermione
non lo
sapeva.
Un
fischio ed un
potente boato decretarono la fine della partita, avevano vinto I
Grifondoro.
Non
poteva
rimanere lì ancora molto, sarebbero arrivate entrambe le
squadre dra pochi secondi; così si alzò e
barcollando
uscì da Hogwarts, da sè stessa.
C'era
un unico
posto in cui voleva stare, che le potesse ricordare che non aveva
sognato.
'
Ron sei stato
GRANDE!' esclamarono Dean Thomas e Ginny all'unisono.
Il
rosso fece
una smorfia per snobbarli e poi raggiunse Harry che era in fondo alla
fila.
'
Hai detto
tutto a Malfoy vero?Non ha mai giocato così male.'
dichiarò
Hary appena Ron arrivò al suo fianco. Aveva ragione, Malfoy
aveva completamente lasciato il boccino nelle mani di Harry,
guardando il cielo distrattamente al posto di giocare.
'
Hai visto come
l'ha trattata ..io'
'
Avrei fatto lo
stesso. Approposito, lei dov'è?' chiese Harry posando la
scopa
ed entrando in spogliatoio.
'
Era distrutta'
ammise Ron cambiandosi in un lampo.
Non
aveva mai
visto Hermione così tremendamente delusa e triste, ma cosa
le
era successo?
'
Sono
preoccupato' continuò Harry.
'
Anch'io. Credi
che le abbia fatto delle domande, insomma.. stava scendendo le scale
con lui.'
'
Forse era un
caso'
'Erano
un caso
le sue assenza in biblioteca?La sua visita notturna ad
Hogsmeade,Harry?!?' disse secco Ron all'amico, ormai pronto per
andarsene.
'
E' colpa mia,
non dovevo dire di pedinarlo, si è fatta trasportare ..'
mormorò Harry colpevolizzandosi.
I
due amici
uscirono dallo spogliatoio con Ginny alle calcagna, anche lei stava
cercando Hermione.
'
L'avete
cercata ad Hogsmeade?' chiese lei, sentendosi derisa dai loro
sguardi.
'
Per favore,
non può tornare lì ,insomma..' rise Ron
compiaciuto.
'
Noi ragazze
Ronald, abbiamo l'abitudine di tornare nel luogo del delitto diciamo
.. ecco, io per esempio torno volentieri nella Sala Comune, ho dei
bei ricordi lì ..' disse guardando Harry con occhi maliziosi.
Lui
distolse lo
saguardo e fece finta di non aver sentito.
Si
erano dati il
loro primo bacio lì, poche settimane prima.
'
Non mi
interessa chi hai sbaciucchiato lì dentro, Ginny. Dobbiamo
trovare Hermione e subito.' così Ron intimò il
suo
migliore amico a prendere il mantello dell'invisibilità ed
uscirono.
Dovettero
farsi
seguire anche da Ginny, ma Ron non sapeva che Harry ne era
entusiasta.
La
neve si era
ormai sciolta e il tronco su cui Hermione sedeva era gelato.
Appena
vi si
posò sentì vibrare ogni parte del suo corpo; lei
lo
odiava il ghiaccio.
Ma
amava la neve
e il calore tenue del camino nella Sala Comune.
Guardò
distrattamente il tronco e si ricordò immediatamente ogni
cosa; Gita ad Hogsmeade, 3 anni prima, Harry e I suoi stupidi giochi
con il mantello dell'invisibilità.
Quel
giorno
aveva nevicato molto, si ricordava la lacrime di Harry, le prime che
aveva mai visto.
Per
Sirius, lo
riteneva un traditore; se potesse tornare indietro .. rimangerebbe
ogni cosa.
Qualche
volta le
mancava Sirius e la sua eterna voglia di lottare, di prendere il
più
possibile da ogni esperienza e rischiare, sempre.
Ad
Harry mancava
moltissimo, Hermione l'aveva notato molto durante l'anno; quando a
lei ed a Ron arrivavano I gufi involontariamente gli spuntava un
sorriso, sapeva bene a cosa pensava: '' lettera da Sirius. E invece
no, dopo quella notte nell'ufficio Misteri Sirius non gli aveva
più
scritto.
All'improvviso
un fiocco di neve le si posò sul naso, quel naso un
piccolino
che Ron adorava stuzzicare. Ron, di cui era stata a lungo
segretamente innamorata e per cui ora non provava niente di piu di
una semplice amicizia.
L'aveva
consolata, l'aveva stretta e le aveva dimostrato tutto il necessario.
Ora,
come tutto
d'altronde, spettava a lei.
Il
vento gelido
le scompigliò I capelli e le fece lacrimare gli occhi.
Camminava tremando sulla neve, affondando I piedi sul manto bianco.
Una mano, appena più calda dell'ambiente circostante, le
strinse il polso. Era arrivato, come sperava.
Il
cuore le si
fermò e poi respirò tranquilla.
'
Sei qui.'
mormorò lei, sollevata.
' Dove altro
potrei essere?' le bisbigliò sull'orecchio Draco.
In
quel momento
non sentì che le sue labbra unirsi a quelle del gelido
Draco,
del Serpeverde senza emozioni, il figlio di un Mangiamorte.. che la
stava baciando.
Non
aveva mai
creduto a quelle voci e ora ne aveva la prova tangibile.
Draco
poteva
amare, poteva soffrire.
Lui
la strinse a
sè con forza e lei non oppose resistenza ma si
modellò
a lui, come aveva sperato e desiderato in segreto.
Sì,
l'aveva desiderato dal primo giorno, dal primo sguardo, era
colpevole.
Quel
bacio durò
un eternità che per I due non sembrava comunque durare
abbastanza e poi lui si sedette sul tronco, lasciandola infreddolita
in piedi a guardarlo.
Dracò
si
coprì il viso con le mani e respirò profondamente.
'
Non dovevo'
disse gelido.
Lei
ormava non
voleva più cedere, le aveva aperto il suo cuore e conosceva
a
sufficienza il suo. Mentiva.
'
Sì,
dovevi. Probabilmente non avrei sopportato un altro sputo.'
Lui
si rimise le
mani in grembo e la guardò, colpito dalla
felicità che
emanava la sua voce.
'
Mi dispiace
per quello, prima volevo ancora salvarmi la faccia.'
'
Ora non vuoi
più farlo?' chiese lei inginocchiandosi davanti a lui e
guardando I suoi capelli arruffati e bagnati dalla neve.
'
Sono una spia,
ricordi?' le ripetè lui come se fosse una cosa ovvia.
Ma
lei non
l'aveva ancora realizzato, probabilmente aveva baciato un
Mangiamorte.
'
Vuoi sapere
tutto quanto?'
'
Mi basta'
rispose lei nascondendo l'enorme curiosità per la sua
missione.
'
No che non ti
basta, non ti può bastare. ' rispose gelido.
'Draco,
mi
basta.'
'
Voldemort mi
ha marchiato' le disse scoprendosi l'avambraccio destro.
Hermione
trattenne il fiato vedendo quel serpente tatuato sul suo braccio, ne
era terrorizzata ma finse di esserne immune e così distolse
lo
sguardo.
'
Non ti
impressiona?'
'
No, vedi mi
sono fatta molte ipotesi camminando fino a qui.'
'
Giusto' ammise
lui da sciocco.
'
Vuoi sapere
perchè visito molto la Stanza delle Necessità?'
chiese
lui insistendo.
'
Draco sul
serio, non sei obbligato.'
'
E invece sì,
sembra che tutta la mia vita sia un obbligo. Questa è una
liberazione invece' ringhiò lui quasi togliendosi l'ennesimo
sassolino.
Lei
si accucciò
e lo ascoltò raccontare dell'armadio svanitore,l'unico
passaggio possibile, dei gufi minatori di suo padre, della notte in
cui aveva parlato con Voldemort e quella in cui aveva parlato con sua
Zia Bellatrix.
'
Sono due
settimane che non metto piede in quella stanza e stamattina mio padre
mi ha scritto l'ennesimo gufo'
'
L'hai aperto?'
chiese lei timorosa di scoprire qualcosa di più.
'
Sì, era
un ultimatum'
'
E diceva?'
'
Diceva che se
non mi sarei esercitato con l'armadio Voldemort avrebbe ucciso tutta
la nostra famiglia, per prima mia madre.'
Hermione
rabbrividì e cercò la sua mano. Lui gliela
strinse e ne
accarezzò il palmo.
'
Non gli ho
risposto, ma stasera sarò costretto ad entrarci. ' ammise a
fatica il biondo.
Hermione
chiuse
gli occhi e pregò che il suo cervello elaborasse una
qualunque
via di fuga per il suo Draco, ma brancolava nel buio.
'
Non è
tutto, c'è dell'altro.' continuò lui impedendole
di
riflettere ancora.
Lei
tese
l'orecchio per ascoltarlo.
'
La notte
dell'assedio ad Hogwarts dovrò uccidere Silente.'
Hermione
si
lasciò cadere sulla neve fresca e lasciò la sua
mano.
No,
non era
impossibile. Draco non sarebbe diventato un assassino, non l'avrebbe
permesso.
Trasse
un
profondo respiro sentendo dei passi avvicinarsi e vedendo Draco
stringere le bacchetta fra le mani.
|
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Capitolo 16 *** Conflitti ***
Conflitti
Uno
schiantesimo partì dalla bacchetta di Ron e colpì
quella di Malfoy, che prontamente però si ritrasse. L'aveva
schivato per un pelo.
Appena
riprese le forze e la bacchetta Draco continuò a respingere
gli attacchi di Weasley e ne scagliò molti a sua volta.
L'ennesimo
schiantesimo rimbalzò contro l'albero alle spalle di Ginny,
che corse verso Harry senza capire nulla.
Hermione
si era nascosta dietro un grosso abete e guardava la scena
pietrificata.
Malfoy
riuscì a correre via e a ripararsi dietro un altro abete,
vicinissimo a quello di Hermione.
'
Mi dispiace' mormorò lei avvicinandosi a lui e uscendo allo
scoperto.
Ne
Ron, ne Harry, ne Ginny scagliarono fatture contro di lei, anzi, le
corsero incontro.
'
Hermione non puoi stare qui, lui .. insomma è nei paraggi!'
sbraitò Ron tenendo la bacchetta puntata sul vuoto.
'
Smettila' gli bisbigliò senza che sentisse.
'
Hermione vieni via, torna al castello con Ginny .. Harry direi'
'Smettila!'
gli urlò Hermione senza fiato.
Ron
rimase impassibile sotto lo sguardo curioso di Harry e della sorella;
Hermione gli aveva appena urlato contro.
'
Perchè non abbassi quella bacchetta?Anche voi'
intimò
loro Hermione, squadrandoli.
Loro
ricacciarono nelle tasche le bacchette e attesero che lei tornasse
normale.
'
Draco vieni fuori' disse lei secca e visibilmente combattuta.
Il
biondo uscì dagli alberi senza bacchetta e li
guardò
gelidi, non fece in tempo però di raggiungere Hermione che
Harry riprese la bacchetta in mano e gliela puntò alla
tempia.
'Harry
no! Insomma, volete ASCOLTARMI!' Sbottò Hermione sempre
più
nervosa.
Il
bambino sopravvissuto guardò la sua migliore amica piangere
dalla tensione ed allentò la presa, quel poco che la fece
respirare.
Ron
e Ginny guardavano fisso l'amico che minacciava Malfoy e non osavano
pronunicare nulla, la tensione era tanta, troppa.
'
Cosa le hai fatto' disse inflessibile Harry al biondo.
Malfoy
la guardò con un espressione gelida e poi tornò a
parlare con il ragazzo:
'
Nulla che non volesse le fosse fatto' disse sicuro.
Harry
premette la bacchetta sulla sua tempia e Ron arrivò alle sue
spalle ripetendogli la domanda e non ascoltando I lamenti di
Hermione.
'
Che cosa le hai fatto?Dillo, ora o ti faccio saltare il cervello.'
ripetè Weasley visibilmente teso.
Odiava
minacciare, ma se era un Malfoy la vittima, era tutta un altra
storia.
Ginny
corse incontro ad Hermione che se la scrollò di dosso e
mormorò con voce strozzata:
'
Non mi avete mai dato retta e non lo state facendo nemmeno adesso.
Draco è apposto, lasciatelo andare.'
'
Stai delirando' biascicò Ron guardandola per un attimo.
Lei
iniziò a piangere, come era solita fare poche volte, in
silenzio, lasciando correre le lacrime che le toccavano il mento.
Ron
la guardò ancora più curioso, mentre Harry
abbassò
la bacchetta per avvicinarsi a lei; non era stata stregata, era
sempre la loro Hermione.
Lei
sembrò apprezzare il gesto di Harry però
continuò
a guardare fissa Ron, che non mollava la presa su Malfoy.
'
Draco non è una spia, è incastrato in un brutto
guaio e
noi dobbiamo aiutarlo.'
'
Hermione come fai ..'iniziò Harry.
'
Cercherò di fartelo capire in modo diverso; vedi Ginny?Anche
se lei passasse dalla parte sbagliata, tu non faresti di tutto, ogni
cosa a te possibile per portarla nel giusto?'
Il
moro annuì guardando distrattamente la ragazza nominata da
Hermione, che le stringeva la mano. Ron sbattè le palpebre,
confuso; probabilmente non solo Hermione le aveva nascosto alcune
cose..
'
Ecco. Quando vi dico che Draco è apposto, è
apposto. Io
mi fido di lui e voi dovreste fidarvi allo stesso modo, io non ho mai
dubitato ..'
'
E' IL FIGLIO DI UN MANGIAMORTE! TI HA STREGATO! NON SENTI COME
PARLI?' urlò Ron contro l'amica di sempre.
Malfoy
tentò di liberarsi dalla stretta e finalmente, con un calcio
negli stinchi si allontanò da Weasley, che giaceva a terra
ansimante e dolorante.
Hermione
e Draco si guardarono per un lungo istante poi Draco si
voltò
e tornò al castello, senza degnare di uno sguardo la sua
vittima a terra.
Ginny
corse dal fratello insieme ad Harry e tentarono di svegliarlo, ma era
svenuto.
'
Dobbiamo portarlo al castello, non possiamo lasciarlo qui .. Harry'
mormorò Ginny con le mani tremanti. Il moro annuì
e si
caricò in spalla l'amico e si voltò verso
Hermione.
'
A volte fidarsi non significa voltare le spalle agli amici, lui ti
voleva proteggere.'
Hermione
provò a rispondere ma si accorse di essere bloccata, senza
riuscire a muovere un solo muscolo.
I
due se ne andarono con Ron al seguito e lei li seguì,
sentendosi uno schifo.
'
E' tutto, Draco?' chiese albus Silente dall'alto della sua scrivania
in legno massiccio. Draco Malfoy davanti a lui, con faccia sconvolta
e provata, annuì.
'
Ottimo. Hai fatto molto bene a venire a confidarti, mi hai sorpreso
grandemente.'
'
Non volevo sorprendere nessuno, voglio solo che mi tolga da questo
pasticcio.'
Il
vecchio barbuto si alzò e iniziò a passeggiare
lungo il
suo studio, lasciando Draco appiccicato alla sedia di velluto.
'
Ho moltissime buone idee, ma sarebbe più consono che le
visionassimo insieme ad Harry, il signor Weasley e la signorina
Granger, non crede?'
'
Perchè?' chiese il biondo confuso. Non c'era bisogno di
mettere ancora nei guai Hermione, che aveva rischiato molto per lui,
che non aveva difeso I suoi amici ma bensì lui.
'
Perchè credo che loro credano in te, Draco.'
Hermione
aspettava fuori dall'infermieria, passeggiando nervosamente senza
darsi pace. Stupida, stupida. Aveva lasciato che Draco facesse del
male a Ron.
Infondo
l'aveva fatto per liberarsi dalla sua presa ma .. No, no ! Era
sbagliato, tutto quello che stava facendo. Harry l'aveva accusata di
avere poco tatto, ma possibile che lui non riuscisse a capire?
'
Novità?' le chiese una voce familiare alle sue spalle; Draco.
Era
tornato.
Lei
lo abbracciò e affondò il viso nel suo torace;
profumava di pino.
Lui
si limitò a stringerla e a cullarla per il tempo che le
servì
per tornare in sè.
'
Sono ore che aspetto, niente' ammise lei, infine, sconfitta nel
profondo.
Tu
che fine avevi fatto?' chiese curiosa.
'
Ero da Silente, gli ho parlato e .. mi aiuterà.'
Ad
Hermione spuntò il primo sorriso vero della giornata, che la
fece sentire viva; perchè Draco sarebbe rimasto vivo,
sarebbero rimasti insieme e nel giusto.
Lui
le strinse la mano e la guardò intensamente:
'
Mezzosangue devo dirti grazie.'
'
E io devo dirti che ho risposto alla tua domanda ..'
'
Quale domanda?'
'
Se
io ed il tuo potter ci scontrassimo, da chi correresti?
E'
logico che ora tifo per te, Malfoy.'
lo disse
ridendo, ma dentro provava un grande ribrezzo. Aveva lasciato Ron a
terra, inerme, non facendo nulla. Eppure meno di un anno fa ne era
innamorata ..
Ora
riusciva a vedere solo Draco e in quel momento, riusciva a sentire
solo il suo tocco gelido, niente di più.
Lui
rise compiaciuto e le strinse più forte la mano, entrando in
infermieria.
Non
le avrebbe permesso di perdere gli affetti per lui, perchè
stavano arrivando tempi oscuri, in cui non ci sarebbero state
divisioni o conflitti, ci doveva essere fiducia e .. amore.
E'
un po'
incasinato ma spero di avervi fatto rendere l'idea di come Hermione
avesse preso le parti di Draco, che ha atterrato Ron. Lei non si
è
alzata per soccorrerlo, si è trattenuta perchè ha
capito quanto fosse importante Draco dopo quel bacio, ma sta
malissimo.
Rivuole
la
tranquillità dell'amicizia che l'amore di Draco le sta
portando via; ma nelle ultime frasi Draco la spinge all'interno
dell'infermieria dove vedranno Ron( nel prossimo capitolo),
perchè
Draco Malfoy non è solo un pezzo di ghiaccio.
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Capitolo 17 *** Riappacificazioni e chiarimenti. ***
Cara
Shannara_810
grazie infinite a te di amare così tanto una fanfic, che
anche
per me vuol dire molto.
Graziegraziegraziieee,
lo ribadisco, scrivo per persone come te!
Ecco
il nuovo capitolo, metto un po' di chiarezza, che dite?
Passa
un po' di tempo ed alcune tempeste emotive sembrano calmarsi, ma
c'è
sempre un ma..
ps: tratto a volte anche di Ron/Hermione perchè il finale,
che è in cantiere, vi sia più semplice da capire
e accettare.
Riappacificazioni
e chiarimenti
Ma
non lo vedi che siamo solo occasioni,
e
nella maggior parte pure delusioni.
L'ufficio
del preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, di Albus
Percival Wulfric Brian Silente, era completamente messo a soqquadro
ma lui non sembrava preoccuparsene.
Se
ne stava seduto con aria tranquilla dietro la sua scrivania e
guardava la scena.
Ancora
una volta, dopo la settimana passata da lo scontro ad Hogsmeade,
Harry Potter e Draco Malofy puntavano, l'uno contro l'altro, le
bacchette.
Il
volto di Malfoy era rigato mentre il ragazzo sopravvissuto portava
solo alcuni tagli nei vestiti e niente di più. Non erano
soli
nella stanza; oltre al preside, Hermione Granger e Ron Weasley
sedevano su sedie di scomodo legno massiccio dalle parti opposte
della stanza.
Ron
non le aveva rivolto la parola da quella fredda giornata di Gennaio e
ora, agli inizi di febbraio, nel cuore di Hermione sembrava fare
sempre più freddo.
Quel
giorno non provava segni di ansia e preoccupazione per il compagno
che ancora una volta si stava scontrando con l'amico di sempre,
bensì, guardava Silente curiosa.
Come
fa ad essere così calmo?
Infatti
il Preside aveva approfittato della calma fra I due per afferrare una
cioccorana ed assaporarla con calma eterna. Prima che Hermione gli
chiedesse qualsiasi cosa lui si rivolse a lei con fare gentile :
'
Anni di insegnamento mi hanno guardato bene dall'impedire a due
ragazzi di scontrarsi, signorina Granger. Si creerebbero nuovi
pretesti.'
La
ragazzo annuì, sapendo che aveva ragione il vecchio barbuto;
se li avrebbero separati ancora una volta avrebbero continuato
all'infinito ed era giusto lasciarli sfogare ancora un po'
Hermione
si voltò verso Ron; teneva la testa bassa e fissava il
pavimento.
Aveva
Draco ora, ma a quale prezzo aveva pagato questo suo amore?
All'improvviso,
mentre I due contendenti avevano ripreso a duellare, il preside li
separò scuotendo appena la sua bacchetta e, sempre con
questa,
li obbligò a sedersi.
Draco
era vicino ad Hermione ed ansimava stanco, mentre Harry sedeva vicino
a Ron per niente scosso dalla battaglia, lui aveva combattuto il
più
grande mago oscuro di tutti I tempi più e più
volte e
Draco Malfoy con in mano una bacchetta non gli sembrava altrettanto
minaccioso.
'
Convengo però che siano terminati I minuti di libero sfogo e
direi che potremmo iniziare a discutere sulle dinamiche della
faccenda' continuò Silente come se avesse parlato fino a
pochi
secondi prima.
'
In questa settimana ci siamo riuniti più e più
volte ma
non siamo venuti a capo di nulla. Sarò lieto di informarvi
che
ho preso io una decisione.'
I
ragazzi guardarono intensamente il loro preside ed attesero
istruzioni.
'
Risponderemo all'attacco della prossima settimana.' affermò
tranquillo.
'
NO! Non potete, lei non sa cosa .. fa!' sputò Draco fra I
denti, scosso dei tremiti.
'
Draco, sai bene che è l'unica soluzione. Non possiamo di
certo
attaccare casa tua o qualunque altro quartier generale, la battaglia
si svolgerà qui'
'
Lei non ha la minima idea di quanti Mangiamorte ci saranno!'
continuò
Draco sempre più in apprensione. Lui sapeva più
di ogni
altro, stava facendo il doppiogioco e doveva assistere alla pazzia di
quel vecchio preside, che pensava di fronteggiarne uno ad uno.
'
Oh caro Draco, l'Ordine della Fenice ne ha eliminati molti di
più
di quanti tu pensi.' mormorò teneramente il preside per
fargli
comprendere la situazione.
'
Combatteremo' disse Harry sicuro incontrando gli occhi colmi
d'orgoglio del preside, lui poteva capire quanta rabbia si
nascondesse dietro ogni gesto di Harry, quanto aspettasse di
liberarsi di quella maschera di dolore.
'
Harry sono molto orgoglioso della tua scelta , potresti benissimo
partire ..' incalzò Silente ma fu interrotto da Draco,
sempre
più pallido in viso.
Il
biondo ringhiò qualcosa.
'
Il bambino sopravvissuto non si tira mai indietro, ma non conoscete I
mangiamorte ..'
'
Ne conosco uno e ne vedo la copia qui davanti' rispose Harry a tono.
Il
biondo fece per estrarre la bacchetta ma Hermione fu più
veloce e gliela strappò di mano.
Silente
continuò la sua spiegazione.
'
.. Convengo dunque che tutti siamo d'accordo sul combattere!
Elimineremo I mangiamorte e Draco ci aiuterà con il suo
ottimo
doppio gioco.'
'
Bellatrix sarà la prima ad entrare con Fenrir Greyback, poi
ci
sarà mio padre ed insieme mi accompagneranno nel suo studio,
per ..' ripete Draco per fare chiarezza, ma non riuscì a
terminare la frase.
'
Grazie di averlo ripetuto Draco.So benissimo qual'è il loro
intento e disapprovo' disse ridendo sommessamente il preside
nascondendo il normal nervosismo.
'
Parte dell'Ordine vigilerà sui corridoi e un' altra parte ..'
'
C'è una cosa che non le ho detto ma Hermione sa.' disse
bruscamente il biondo, guardando la compagna al suo fianco. Le
strinse la mano.
'
Purtroppo alcune sere fa sono arrivato in ritardo per la prova con
l'armadio svanitore e hanno dubitato di me. Saranno molti di
più,
se non tutti.' ammise forzato.
Silente
iniziò a passeggiare per il suo studio, concentrato; infine
continuò:
'
Lord Voldemort verrà?' chiese sicuro il Preside.
A
Ron si gelò il sangue nelle vene mentre Harry si tese ad
ascoltare.
'
No, mia zia Bellatrix mi ha più volte ripetuto che
è
una cosa che devo fare solo e il Lord Oscuro non verrà, non
ritiene la cosa degna del suo interesse'
'
Bene, molto bene. Dovrò quindi riassegnare I compiti e
coordinare di nuovo alcune strategie con l'ordine. Potete andare.'
annunciò lasciando liberi Harry e Draco, ancora bloccati dal
suo incantesimo di forzatura.
Ron
schizzò via dalla stanza facendo un cenno al Preside,che
sorrise e poi fu il turno di Draco e di Hermione. Harry uscì
per ultimo ma all'improvviso Silente lo richiamò dentro.
'
Signore?' chiese tornando alla sua scrivania.
'
Harry, spero che questa battaglia ti sia utile per eliminare il
maggior numero di Mangiamorte e per facilitarti la ricerca degli
Horcrux quest'estate.' disse sereno Silente.
Il
moro spalancò gli occhi, confuso.
'
Lei non verrà con me signore?' chiese.
'
Vedi Harry, questo scontro metterà a dura prova le mie
forze,
già come vedi in forte difficoltà ..'
incalzò
guardandosi la mano annerita.
'
Sarà così difficile?' chiese il moro
avvicinandosi.
'
Oh Harry, tu sei il prescelto, niente è facile per te.'
disse
schietto e sorridente il preside.
'
Mi promette una cosa?' chiese ancora il moro prima di andarsene.
'
Ogni cosa in mio potere Harry.'
' Mi aiuterà comunque
con la ricerca?Intendo
suggerimenti ed altre cose insomma ..' chiese impacciato dalle sue
stesse parole.
'
Certo Harry, ora va. Non vorrei che la professoressa McGranitt mi
rimproverasse perchè trattengo gli studenti della sua casa
troppo
a lungo. Arrivederci'
'
Arrivederci Signore' mormorò il ragazzo chiudendo la porta
alle sue spalle.
Silente
avrebbe voluto tanto dire ad Harry la verità, ma non poteva.
Non
poteva dire al Prescelto che non avrebbe avuto aiuti da lui, ne da
alcuni.
Sarebbe
morto di lì a pochi giorni e Harry avrebbe dovuto cavarsela
da
solo.
Una
lacrima calda sotto gli occhiali a mezzaluna del centenario preside
cadde copiosa a terra
Il
mattino dopo, Hermione si svegliò di buon ora e si
assicurò
di fare colazione il più presto possibile. Purtroppo per
lei,
anche I suoi due vecchi amici, avevano avuto la sua stessa idea.
Avanzando
tra I tavoli imbanditi per la colazione della Sala Grande, Hermione
riflettè sulle parole da dire. Mi dispiace, scusatemi? No,
perchè mai doveva scusarsi?Infondo aveva imparato ad amare,
niente di più. Si sedette al suo vecchio posto, accanto a
Ron
che fece finta di non vederla;anche Harry abbassò lo sguardo.
'
Ragazzi vi prego' li implorò lei sentendo le lacrime
pungerle
il viso. Non voleva perderli, era stata egoista a pensare solamente a
lei e all'incolumità di Draco, ma ora voleva esserlo ancora
di
più .. voleva I suoi amici e Draco.
Harry
alzò lo sguardo e le rispose a tono:
'
Ora ci rivolgi la parola? Non abbiamo niente da dirti'
'
Harry ti prego! Volevo solo proteggere Draco, voi non lo capite ..'
'
Che cosa si può capire da un figlio di un Mangiamorte?'
bisbigliò secco Harry incatenando I suoi occhi truci a
quelli
di Hermione.
Lei
sprofondò nell'abisso che per giorni l'aveva circondata.
'
Harry sta facendo il doppiogioco per noi, sta rischiando ogni cosa!'
ribattè lei sentendosi sempre più debole.
'
Questo è vero, ma cosa ti assicura che non stia anche
dall'altra parte?'
'
Altra parte?Harry! Ha raccontato tutte le loro strategie a Silente e
a noi! Si sta mettendo in gioco, lui non è uno di loro!'
disse
cercando di contenere il tono di voce, Hermione.
'
E perchè nasconde sempre il braccio destro?Non sono stupido
Hermione, so che è stato marchiato ed uno quando lo
è
non può tornare indietro ..'
Lei
rimase spiazzata però continuò a sostenere la sua
tesi.
'
Guarda Piton!'
'
Piton è un bugiardo e non gli credo da anni
ormai.'continuò
Harry ingurgitando dei cereali raffermi.
'
Harry ti prego, fidati di me! Ti chiedo solo questo, se succedesse
qualcosa mi assumerei tutte ..' tentò di continuare Hermione
ma fu interrotta da Ron che si stava alzando.
'
Ti sei assunta la responsibilità di questo?' le disse
indicando il profondo taglio che portava ancora sulla spalla. Lei
sbiancò e si sentì,se possibile, ancor
più
debole di qualche minuto prima.
Aveva
ragione, si stava arrampicando sugli specchi.
'
Ti assumeresti le rsponsabilità della morte di una persona
se
ti sbagliassi su Malfoy, Hermione?' le chiese insistentemente.
Lei
annuì.
'
Ok, allora io ti credo e credo a lui. Lavoreremo insieme a questa
resistenza.' concluse sicuro il rosso. Hermione fece per alzarsi ed
abbracciarlo ma lui si scansò e salutò dicendo
che
aveva lezione. Lei, delusa ma in parte soddisfatta del risultato, si
voltò verso Harry che le sorrideva.
'
Credi davvero che abbia lezione alle 7 di mattina?'
'
No, ma magari sta andando a studiare.'mormorò sarcastica in
risposta al moro.
'
Ti credo Hermione e credo .. uhm, credo in Malfoy. Ma devi
promettermi di fare attenzione.' le intimò l'amico, che la
stava abbracciando.
'
Io e Ron ci saremo sempre, non preoccuparti se è arrabbiato,
gli passerà. Sai, per lui eri tu la prima e ora lo sei per
un
altro ..' ad Harry scapparono quelle parole e se ne accorse troppo
tardi, ma Hermione piangeva a dirotto sulla sua spalla e non aveva
sentito nulla.
Era
tornato tutto alla normalità o almeno così
credevano.
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Capitolo 18 *** Nuvole e ripensamenti ***
Shannara_810
concordo sulle Dramione, vedrai che alla fine del settimo ce ne
saranno ancora di più.
Questo
capitolo è moolto,moolto dolce perchè la canzone
qui
sotto è dei miei miti, gli U2 che devo ringraziare
immensamente, siete unici!Beh enjoy it (:
Nuvole
e ripensamenti
-3
giorni alla battaglia
I have
held the hand of a devil
It was
warm in the night
I was
cold as a stone
Only to
be with you
Un
ragazzo ed una ragazza, apparentemente diametralmente opposti, erano
stesi sul verde prato dietro Hogwarts.
La
ragazza con I capelli castani, che con il timido sole sembravano
ancor più chiari, posò la testa sul petto del
ragazzo
e guardò le nuvole. Avevano un assemblamento strano quelle
pazze, come se si divertissero a saltare qua e là nel cielo.
'
Cosa vedi?' gli chiese dolce indicando il cielo.
'
Un paio di stupide nuvole?' rispose lui in maniera ovvia.
I
suoi occhi non si erano ancora abituati al sole, per un lungo tempo
aveva visto solo la sua camera nel buio più totale.
'
Sei così ottuso da vedere solo un paio di stupide
nuvole?Draco!' sbottò lei allontanandosi impercettibilmente.
Non aveva voglia di litigare e nemmeno di stargli lontano, mancavano
solo tre giorni alla battaglia.
'
Dimmi cosa vuoi che veda e proverò a vederlo'
mormorò
accondiscendente guardandola in quegl' occhi cioccolato fuso.
'
Non voglio che tu veda niente di quello che tu non riesca a vedere'
Lui
scoppiò a ridere e lei rimase impressionata, la derideva?
Lui
colse la tensione e la strinse a sè, prendendole le dita e
con
esse indicò il cielo.
'Mmm,
allora.. quelle due nuvole sembrano intrecciarsi, come due mani che
si toccano' e così strinse di più la mano della
ragazza.
'
Quella invece, quella sembra un cigno .. vedi il becco?' disse
tranquillo.
Per
la prima volta Draco aveva provato ad interpretare le nuvole, a
capire cosa fossero soltando dando loro una stupida occhiata.
Hermione sorrise, soddisfatta.
'
I babbani lo trovano un passatempo divertente sai?' gli disse
spontaneamente e sedendosi.
Lui
si avvicinò e la baciò dolcemente, assaporando le
sue
labbra che sapevano di menta, di fiori di campo e di sole. Il
baciò
si prolungo ma lei si staccò con dolcezza, decretandone la
fine.
Non
era molto malleabile Hermione, e non voleva spingersi oltre, non era
pronta, non si era mai sentita pronta per nulla in quel campo. Per
fortuna Draco non era uno di poche parole e copriva I loro
imbarazzanti silenzi con chiacchere fredde e gelide.
Il
loro era un rapporto strano ma indissolubile.
Lui
si alzò e la guardò, per un po' non parlarono e
rimasero lì, senza silenzi imbarazzanti nè
vergogne di
altro tipo,baciati dal sole e da quelle nuvole un po' pazze, una a
forma di cigno e altre due come due mani intrecciate.
Remus
Lupin e Ninfadora Tonks uscirono dall'ufficio di Silente preoccupati,
la battaglia di tre notti dopo si prospettava dura e impegnativa per
tutti loro.
'
Remus, ne sei proprio sicuro?' chiese lei insistendo come
nell'ufficio pochi mintui prima.
Il
volto pallido e provato dell'ex professore di Difesa Contro Le Arti
Oscure guardò la sua compagna, che presentava un viso pieno
e
I capelli corvini, sua ultima trovata.
'
Non posso lasciare Harry nelle loro mani, ho promesso a Sirius che
l'avrei protetto. A qualunque costo.'
La
ragazza dopo queste parole si arrese e si limitò a prenderlo
per mano; sapeva quanto gli mancasse l'amico di sempre Sirius Black,
mancava anche a lei. Era esattamente la persona che serviva a tutti
quanti in quei giorni. Aveva il pregio di riuscire a calmare e
rasserenare tutti con una battuta ed un sorriso, non c'era niente di
meglio in tempi come quelli.
In
tempi in cui, un sorriso vale tutto.
Harry
posò il suo manuale di pozioni avanzate e guardò
l'amico davanti a sè, sveglio per miracolo.
'Ron,
dovresti andare a letto' incalzò il moro, preoccupato per lo
stress che si caricava sulle spalle.
Il
rosso lo guardò con occhi ridotti a fessure ed
iniziò a
mormorare quello che da tempo teneva nascosto dentro.
'
Sono preoccupato, ho quest'eterna sensazione che non andrà
per
niente bene'
'
Siamo con Silente, ci saranno tutti gli Auror , l'ordine ..'
iniziò
Harry.
'
.. ma dimenticavo che tu non hai paura, dovrai affrontare cose
più
dure di questo scontro. Come fai?' gli chiese spontaneo e curioso,
ritrovando un po' di forza prima di crollare.
'
A fare cosa?' chiese Harry sempre più confuso.
'
A trovare un motivo per continuare questa guerra. Non ti senti ..
vuoto?' gli ripete scandendo per bene le parole.
Harry
sapeva a cosa si riferiva, si sentiva vuoto ogni giorno di
più.
Voleva
scrivere un gufo a suo padre o sua madre come faceva Ron stesso, ma
non poteva.
Voleva
scendere nella Sala Comune in piena notte e vedere il viso di Sirius
tra le fiamme del camino, ma non poteva.
Voleva
sconfiggere Voldemort, una volta per tutte e vendicare tutti loro, ma
non poteva.
Doveva
aspettare di ritrovare tutti gli Horcrux, sperando di rimanere in
vita il necessario per sconfiggerlo. Certo, era il prescelto, ma non
superman.
'
Ron dobbiamo stare tutti uniti e vedrai che andrà bene.'
concluse il moro, non sapendo come rispondere alla domanda
dell'amico. Ma Ron l'aveva interpretato come un sì; si
alzò,
batte una mano sulla spalla di Harry e salì le scale.
Al
quinto scalino si bloccò e tornò da lui, tenendo
in
mente l'ultima cosa che doveva chiedergli.
Harry
lo guardò con occhi strani, dapprima pensando stesse male,
ma
poi lo ascoltò.
'
Dici che se domani parlo con Hermione, beh .. sbaglio?' chiese
titubante ed imbarazzato.
Questa
volta Harry seppe rispondergli.
'
Non aspetta altro.' disse incontrando il suo sorriso in risposta.
Questa
volta Ron salì tutti gli scalini e si fiondò a
letto,
stranamente leggero ma non vuoto.
|
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Capitolo 19 *** ES ***
ES
-3
giorni alla battaglia
-Expelliarmus!.
Una
luce bianca coprì l'immensa stanza delle
necessità
pullulante di giovani maghi.
Come
due anni prima, l'Esercito di Silente era tornato insieme, per la
battaglia.
'
Molto bene, Neville, molto bene.' disse il Prescelto passando tra I
giovani duellanti.
Ginny
Weasley provava con Neville Paciock e per pietà, gli
scagliò
una fattura innocua, che lo fece solo rabbriviire per un attimo.
Senza riuscire a trattenersi dalle risate Ginny fece l'occhiolino a
Harry, ormai dall'altra parte della stanza impegnato con Luna e
Seamus.
Sorrise
d'impeto. Ginny era la migliore.
Ron
Weasley, nascosto dietro ad una colonna per la prima volta,
controllava I movimenti di Hermione Granger sperando di avvicinarla.
La sua ultima speranza però, si era spentaquando l'aveva
vista
passeggiare con Malfoy. Gli colpì una coltellata al cuore
quando li vide complici, affiatati e semplicemente compatibili anche
se così diversi. Le avrebbe parlato, era quello il
momento;così si fiondò davanti a lei proprio
mentre
passava la colonna in compagnia del suo attuale ragazzo e la fece
indietreggiare.
Malfoy
pensò subito al peggio, estrasse la bacchetta e spinse
Hermione dietro di sè.
'
Uo , uo. Vengo in pace' mormorò con il sorriso il rosso.
Malfoy
non si spostò, ma Hermione uscì dalla copertura
delle
sue spalle ed andò da Ron.
'
Ho bisogno di parlarti, una volta per tutte' disse, sempre mantenendo
il sorriso.
La
ragazza guardò il biondo e gli abbassò la
bacchetta e
poi camminò verso il primo spazio libero da occhi ed
orecchie
indiscrete.
Ascoltò
senza ripensamenti.
'
Mi dispiace di averti evitato, ma vedi Hermione .. la questione
è
molto più grave di quello che sembra.' incalzò
Ron
guardandola negl'occhi.
'
Pensavo di averti perso.' disse visibilmente in colpa.
Lei
iniziò a parlare, attendendo il suo abbraccio e di riavere
l'amico di sempre.
'
Stare con Draco per te significava avermi perso! Però, quel
giorno mi hai creduto.'
'
Sì, non volevo che ti allontanassi e poi, tutte le tue
supposizioni erano vere. Lui ci ha aiutato molto.' ammise a
malincuore ma con rispetto.
Lei
lo guardò raggiante. Le aveva creuduto, ma voleva
proteggerla
come aveva detto Harry.
Lo
abbracciò d'impeto e lui la strinse a sè, come in
quella giornata dell'incontro fra Grifondoro e Serpeverde. Sentiva il
calore di Ron invaderle tutto il corpo, sentiva il suo respiro. Poi
lui sciolse l'abbraccio con facilità e le ripetè
milioni di volte mi dispiace fino a che tornarono da Draco.
Il
suo sguardo preoccupato si spense subito. Weasley non le aveva fatto
del male.
'
Insomma, Hermione avrei una sorpresa' iniziò Ron allegro.
Lei
lo guardò interrogativa e poi guardò Draco.
'Che
genere di sorpresa?'
'
Puoi, .. potete seguirmi fino alla stanza delle necessità?'
chiese sereno.
I
due annuirono e Hermione tese la mano a Draco che la prese, prudente.
Una
volta arrivati davanti alla porta Ron chiuse gli occhi e apparse una
porta, che Hermione riconobbe subito.
'
Ma questa è .. la porta...'
'
Dell'ES. Proprio adesso Harry sta combinando qualcosa insieme ad un
paio di persone, tu non puoi mancare.' sottolineò guardando
I
suoi occhi sopresi e gioiosi.
Mai
si sarebbe aspettata il ritorno dell'ES, ma probabilmente anche loro
volevano partecipare allo scontro. Non sarebbe entrata senza Draco e
per questo lanciò un'occhiata elusiva a Ron che la fece
entrare con un cenno.
Ora
c'erano solo Malfoy e Weasley, fuori dalla stanza delle
Necessità,
l'uno con gli occhi puntati sull'altro.
'
Dovrei far pagare il pedaggio ai Serpeverde ma .. insomma sei il
ragazzo di Hermione' disse sorridente aprendogli la porta.
Mentre
Draco entrò però Ron lo fermò e gli
disse
all'orecchio:
'
Trattala bene o sul serio ti faccio saltare il cervello'
Malfoy
si scrollò di dosso la sua presa e lo derise perfino
all'interno.
'
Draco ha preparato ogni cosa'
'
Lo so, ma il Signore Oscuro non si fida abbastanza' mormorò
Bellatrix Lestrange in risposta al cognato.
Lucius
Malfoy la guardava con occhi colpi di rabbia e di disonore.
'
Quindi Amycus e Carrow ti terranno sotto controllo In caso il mio
carissimo nipote volesse aderire ad altre cause' mormorò con
voce sottile la mora.
Lucius
sperò con tutto il cuore, che il figlio non l'avesse
disonorato.
|
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Capitolo 20 *** Non ho paura ***
Ragazzi/e
questo è l'ultimo capitolo prima del finale! Non lo
posterò
così in fretta come gli altri, perchè
sarò in
vacanza 4 giorni e farò ritardo. Mi odierete per il finale,
però vabbè.
Un
bacione a tutti!
NON
HO PAURA
-1
alla battaglia
che
qualcosa di straordinario sia possibile.
''
Qui va tutto bene, è tutto tranquillo. Presto
farò I
miei G.U.F.O, I miei esami di fine anno, e ve li spedirò. Vi
voglio bene, Ron e Harry vi salutano tanto. ''
Hermione
Poso'
la penna a terra, piega la lettera in quattro e la fissò
sulla
zampetta di Leo, il gufo di Ron.
'
Portala ai miei genitori' gli disse sospirando.
Il
gufo impacciato sbattè contro la finestra del dormitorio
però
partì in volo, lasciandola sola.
L'ultima
cosa che voleva era dire ai genitori che la sera dopo Hogwarts
sarebbe stata attaccata dai Mangiamorte ed il suo ragazzo, Draco
Malfoy, era a rischio di vita come tutti gli altri.
La
porta del dormitorio si aprì appena e dallo spiraglio
entrò
proprio lui, Draco.
'Siamo
tutti nella Stanza delle Necessità' mormorò lui
avvisandola.
Sembrava
tranquillo e spigliato, non sentiva il peso come quello di Hermione
sul petto.
Non
riusciva a respirare.
'
Cosa succede?' chiese cambiando tono ed avvicinandosi a lei.
Lei
si affrettò per alzarsi, non voleva farsi vedere in quello
stato per nessun motivo. Lo superò ed uscì dalla
stanza
fino ad arrivarealla Stanza delle Necessità.
Fred
e George scherzavano con il fratello Ron mentre Harry, da spettatore
divertito, si godeva la scena. Ginny e Luna la videro entrare e le
sorrisero, tornando al loro duello.
In
quei due giorni tutti saltavano moltissime ore di lezione e si
concentravano sui duelli, il fulcro della serata seguente. I
Mangiamorte erano bravi però, fin troppo bravi.
Il
nodo alla gola si riformò e Hermione dovette spegnere il
sorriso e avvicinarsi a Harry.
Il
moro la guardò e sorrise.
'
Fra poco arriveranno Lupin, Tonks e gli altri membri dell'Ordine.'
'
Ah, davvero?' disse pensierosa mentre scrutava la stanza circolare.
Sul
fondo Piton, Silente e la Prof.ssoressa McGranitt bisbigliavano fra
loro.
Harry
la riportò alla realtà toccandole la spalla.
'
Andrà tutto bene, smettila di torturarti.'
Quanto
aveva ragione.
'
Bene ragazzi, possiamo iniziare a parlare di domani sera'
annunciò
Silente tranquillo come il suo solito. L'intero Esercito di Silente e
Draco Malfoy lo guardarono attenti, in attesa di istruzioni.
'Naturalemente
sarebbe opportuno dividervi in coppie o gruppi per respingere meglio
l'attacco. Remus vuoi ..?' ripetè esortando il pallido lupo
mannaro a parlare.
L'ex
professore di Difesa Contro Le Arti Oscure, Remus Lupin, si rivolse
ai ragazzi e parlò perlopiù di come avrebbe agito
l'Ordine e di come, loro, potevano essere d'aiuto.
'
Harry tu andrai con Luna e Neville, Fred e George voi accompagnerete
vostra sorella, vostra madre ci tiene molto ..' mormorò
ridendo sotto I baffi.
'
Poi Ron, Hermione e Draco.' aggiunse infine.
Hermione
sospirò sollevata, guardando Draco che non lo era
altrettanto,
continuava a guardare Lupin con immensa attenzione.
'
Coprirete Zone diverse, per esempio Draco dovrà accompagnare
I
nostri ospiti fino allo studio di Silente, dove attaccheremo. Io e
Malocchio rimarremo nello studio mentre tutti voi dovete disporvi nel
corridoio adiacenti, pronti a tutto. Chiaro?'
Malocchio
prese la parola a Lupin e iniziò a parlare.
'
Dovete controllare ogni angolo, ogni ombra .. qualunque cosa visto
che non sappiamo in quanti verranno. Tonks e Kingsley controlleranno
la Stanza delle Necessità in caso aumentino .. e tu,
ragazzo.'
disse indicando Draco.
'
Un passo falso e tutti noi siamo morti.'
Il
silenzio che seguì quelle parole fu totale, ma mai
più
vero. L'unico interrogativo non erano le capacità, il numero
di Mangiamorte o altro, era Draco.
Se
li avesse traditi, sarebbe stata la fine.
'
Bene, ora potete tornare alle vostre stanze .. oh, è ora di
cena! Quindi vi consiglio un buon pasto caldo e poi riposatevi. Buona
notte' così Silente uscì dalla stanza rivolgendo
un
grande sorriso ai presenti. Seguito a ruota da tutto l'Ordine, tranne
Tonks che fece cenno a Remus di aspettare.
Neville,
Luna, Ginny e I suoi fratelli uscirono affamati e stanchi,
così
Hermione mandò anche Draco.
'
Hai bisogno di mangiare'
'
Non necessariamente'
'
Draco' lo rimproverò lei.
Lui
la baciò delicatamente sulle labbra ed uscì,
bisbigliandole all'orecchio che avrebbero parlato dopo.
Nella
stanza rimasero solo Hermione, Ron, Harry e Tonks che sorrise loro
amabilmente.
'
Ragazzi, devo dirvi una cosa!' disse saltellante.
I
tre si guardarono e la esortarono a parlare
'
Aspetto un bambino!'
Hermione
corse ad abbracciarla e lo fecero anche gli altri due, tempestandola
di domande e congratulazioni.
'
Non ditelo a tutti, vorrei che fosse una sopresa.'
'
Quindi, il professor Lupin non lo sa?'
Lei
sorrise alla domanda.
'
No.'
'Devi
smetterla'
'Di
fare cosa?' chiese lei colpita nel profondo.
'
Di avere così paura, non sono un bambino, so cavarmela.'
Hermione
lo guardò, non era di certo un bambino. I capelli morbidi,
più
cresciuti rispetto all'inverno prima, gli cadevano leggeri sul viso e
gli occhi grigi la guardavano intensamente.
'
E' normale avere paura'
'
No, è normale che io ce l'abbia per te, non il contrario.'
disse lui sicuro.
Lei
si appoggiò al letto facendolo sedere al suo fianco; la sua
stanza era deserta, le sue coninquiline erano ancora al banchetto.
Lui
le baciò la fronte e la fece stendere sopra di lui, come nel
prato giorni prima. Quando avevai maprato a dare un'altro significato
alle cose, quando aveva compreso di essere risucito a vivere Hermione
dopottutto.
'
Se ti do una cosa mi prometti di non piangere?' le bisbigliò
all'orecchio.
Lei
lo guardò stupita, che cosa voleva darle?
Il
biondo frugò nelle tasche e ne estrasse una piccola
scatolina
logora e gliela mise fra le mani.
'
Devo aprirla?' chiese titubante.
'
No, devi lasciare che si apra da sola. Su, aprila!' la
incitò
ridendo.
Lei
sorrise di rimando e aprì la piccola scatolina; I suoi occhi
balzarono da Draco alla scatolina, increduli.
Prese
l'oggetto e lo rigirò fra le mani; era
semplice,
braccialetto.
Sempre
con te, così
c'era scritto.
Non
versò nemmeno una lacrima Hermione, perchè sapeva
che
lui non l'avrebbe voluto, voleva qualcosa di straordinario.
Lei
se lo infilò e lo guardò intensamente, per poi
baciarlo
come se non potesse farne a meno. Sentiva il suo respiro, sentiva le
sue mani stringerla.
'
Devo farti regali più spesso.' mormorò lui tra un
bacio
e l'altro.
Lei
lo strinse ancora e gli sorrise:
'
Sai?Non ho più paura.'
|
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Capitolo 21 *** The End ***
The
End
When
no one's left to take your side
But
don't tell me where the road ends
Don't
tell me if i'm dying ..
Non
poteva che vederla e sorridere; lo faceva da mesi. I primi tempi non
riusciva a ricordare come si facesse, poi gli venne naturale.
Sollevare gli angoli della bocca e mostrare I denti, semplice no? Per
Draco non lo era mai stato. Suo padre non gli aveva mai insegnato a
sorridere.
'
Muffin?' gli chiese lei, facendo brillare gli occhi. Chissà
perchè brillavano, solo con lui.
'
No grazie, non ho fame'
'
Mi sa che stavolta hai tu paura, Draco' mormorò lei fingendo
un sorriso.
Ecco
ancora la paura, quell'ombra nei suoi occhi, un eclissi di terrore.
'
Mi vuoi dire perchè tutte le volte che pensiamo a stasera tu
riesci ad essere la persona più fredda su questo pianeta?'
mormorò stringendo I denti.
'
Proprio non capisci, eh?' sbuffò lei, rimettendo al suo
posto
il muffin che galleggiava ancora in aria.
'
Oh Harry, smettila' sbottò una voce alle loro spalle.
Ron,
c'era d'aspettarselo.
'
Smettila di fare cosa?' mormorò il moro con a fianco Ginny.
'
Smettila di strofinare la mano a mia sorella!' sbottò
sedendosi accanto ad Hermione e facendo un cenno a Malfoy.
Harry
guardò Ginny, rossa livida, e si sedette di fronte a tutti;
stringeva ancora la mano di Ginny.
'
Lo vedi?' disse Ron rivolgendosi a Hermione.
'
Non ha rispetto per me!'
Hermione
rise e Draco prese il muffin, guardando quella scena bizzarra.
'
Devo sposare Harry per farti rendere conto che stiamo insieme?'
riprese arcigna Ginny puntando il fratello. Ron sbuffò e
guardò Hermione e Draco, che si guardavano magicamente. Era
lui l'unico a non sentire quel brivido?
'
Sposatelo se proprio ci tieni'
'
Ronald! Sei impossibile!' urlò Ginny sempre più
nervosa.
Hermione
allungò la mano verso Ron, come era solita fare per
tranquillizzarlo, ma lui si scostò. Tutto quell'amore gli
faceva male.
Harry
introdusse delle strategie tattiche per quella sera e la tensione
scese appena, ma niente sembrava finire.
Draco
non la salutò nemmeno, si limirò a lanciare un'
occhiata intimidatoria a Weasley per poi sorridere sereno verso la
Stanza delle Necessità.
Tutti
erano appostati negli angoli e le nicchie del corridoio, ma nessuno
respirava. Hermione torturò la sua bacchetta ancora una
volta,
quando Ron la fermò.
'
Sei innamorata di lui?'
'
Eh?' chiese lei, confusa.
'
Hai sentito bene'
'
Ron .. ma cosa?'
'
Lo ami?'
'
Io.. stiamo insieme, si lo amo! Ma perchè me lo chiedi?'
'
Niente, stanno arrivando.' bisbigliò infine tirandola verso
di
lui, nella nicchia.
Avevano
smesso entrambi di respirare vedendoli passare; Draco guidava
Bellatrix Lestrange, I fratelli Rockwood ed un paio di altri
mangiamorte a loro sconosciuti, per tutta la lughezza dell'oscuro
corridoio.
Hermione
posò uno sguardo verso Harry, schiacciato contro la parete
con
affiancato da Neville e Luna; provava la stessa ansia per Ginny?
All'improvviso
Draco si fermò.
'
Draco cosa fai?' sbraitò sua zia Bellatrix con voce seccata.
Lo spinse avanti ma lui si limitò a guardare Harry, che
sbucò
fuori affrontando I mangiamorte.
Accadde
tutto molto velocemente; Harry duellava con I fratelli Rockwood,
mentre Draco e Neville se la vedevano con Bellatrix. Ron e Hermione
fronteggiavano un enorme mangiamorte biondo, aiutati da Luna.
All'improvviso,
quando sembrava che le maledizioni fossero un tut'uno con l'ambiente,
un tonfo sordo proveniente dalla Stanza delle Necessità,
riportò tutti alla realtà. Ne stavano arrivando
altri.
'
Hermione! Corri a chiamare gli altri dell'Ordine' urlò
Harry,
dall'altro capo rispetto all'amica. Ma Hermione non si mosse,
guardava Draco terrorizzata. Aveva appena schivato una maledizione
senza perdono e Neville giaceva alle sue spalle.
'
Corri!' la esortò Harry e così lei finalmente
mosse le
gambe, correndo a perdifiato.
Erano
tutti di guardia all'ufficio di Silente e probabilmente stavano
combattendo I nuovi infiltrati, ma doveva avvertirli, doveva chiedere
aiuto.
Vide
Tonks poco prima del gargoyle e la chiamò a granvoce, la
ragazza stava combattendo il mangiamorte biondo che prima era nelle
mani di Hermione e Ron ma che era riuscito a scappare insieme a molti
altri.
Si
voltò schiantando l'avversario e corse verso Hermione:
'
Che succede?'
'
Non ce la facciamo .. sono troppi .. Bellatrix Lestrange'
riuscì
a rantolare Hermione, senza fiato.
'
Verremo ad aiutarvi, torna da loro Hermione!' la esortò
correndo verso la porta dell'ufficio da dove provenivano voci
concitate.
'
Corri!'
E
lei corse ancora, perdendo la sensibilità delle gambe e dei
polmoni, che sembravano essersi spenti.
Ma
prima di arrivare al piano inferiore, dove I suoi amici rischiavano
la vita, vide una sagoma nera correrle incontro.
'Crucio!'
le urlò contro la voce femminile.
Hermione
si sentì improvvisamente esplodere, ogni singolo brandello
di
lei stava prendendo fuoco e, priva di energie, si accasciò a
terra boccheggiando.
La
figura le si avvicinò sempre più,governando il
suo
dolore con la bacchetta.
'
Dov'è Silente?!?' ripetè a gran voce Bellatrix
Lestrange.
Hermione
non capì nemmeno la sua domanda e continuò ad
urlare,
in balia di quel dolore estremo che sembrava non volesse
abbandonarla.
Voleva
che smettesse, voleva morire.
Un
lampo di luce verde fece capolino verso di lei esaudendo per un
attimo Il suo desiderio.
L'aveva
uccisa, non sentiva più quel dolore.
Ma
era davvero così morire?E allora perchè sentiva
ancora
le gambe e tutto il resto?Perchè continuava a ragionare?
Eppure aveva visto la maledizione venire verso di lei..
Aprì
gli occhi, ancora debole e vide quello che nemmeno nei suoi sogni
più
terribili era riuscita ad immaginare.
Draco
giaceva pochi metri da lei e non si muoveva, la sua avversaria invece
stava duellando con Harry, appena sopraggiunto.
Hermione
si trascinò verso Draco, sicura di vederlo aprire gli occhi
di
quel grigio cristallino, che la faceva fremere ogni secondo.
Ma
appena gli si avvicinò lui non la guardò, non si
mosse,
non le parlò .. .
Hermione
gli toccò ansiosamente ogni parte del corpo, cercando una
ferita o qualunque altra cosa .. ma non c'era nulla, non si era fatto
ferire. Era stato bravo.
Ma
allora perchè non respirava?
Lacrime
pesanti coprirono il suo viso, incapaci di fermarsi al contrario del
suo cuore, che batteva senza sosta terrorizzato.
Non
poteva essere morto, non poteva..
Una
mano la alzò e lei si fece guidare verso la luce dell'alba,
che filtrava dalle finestre.
|
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Capitolo 22 *** Epilogo ***
Ecco
l'epilogo e la fine di questa fanfiction che mi ha dato tantissimo,
spero vi piaccia e che non siate scettici. L'ho fatta terminare
così,lasciando in vita Tonks, Lupin e Fred perchè
mi
sembrava la cosa piu giusta da fare. Tutti gli avvenimenti di DH si
sono svolti ugualemente in ogni caso, salvo la morte di due
personaggi che in verità non lo so nella saga. Leggetelo con
gli occhi di Hermione, come ho fatto io, perchè prima di
tutto
io sono una sostenitrice dell'amore un po' impacciato di Ron ed
Hermione, ma credo anche all'amore impossibile che ha reso Hermione
così felice con Draco. Ma le cose belle finiscono presto, ma
sono vissute al massimo. E poi c'è un altro tipo d'amore,
che
non ho scritto ma ho lasciato trasparire, quello che va oltre la
morte.
Un
bacio a tutti e alla prossima fic<3
un
bacio<3
Epilogo
Ogni
matrimonio che si rispetti deve rimanere fedele alle tradizioni,
babbane o da maghi che siano; quello del 15 Luglio sembrava perfetto.
Il
caldo era sopportabile, il buffet squisito e la Tana era stata tirata
a lucido.
Hermione
sedeva sopra il tavolo della cucina, attorniata da ragazze fin troppo
occupate.
Ginny,
avvolta nel suo vestito d'oro, la raggiunse e le sistemò
l'orlo della gonna, rimproverandola di essersi seduta sul tavolo.
Ma
Hermione non l'ascoltò e si limitò solo a
sorriderle.
'
Sei molto bella' le disse, serena.
Ginny
ricambiò il sorriso e le scoccò una bacio sulla
guancia:
'
Mai quanto lo è la sposa'
Hermione
finse di non aver sentito quella parola che le sembrava lontana anni
luce dal suo essere, da quello che si era sempre sentita di
rapprensentare.
Era
sempre stata la sveglia del trio, quella piena di idee, scettica ma
sempre a caccia di avventure. C'era posto per lei in quel vestito
bianco?Eppure qualche mese prima aveva detto di sì.
La
bara bianca attraversò la navata accompagnata da un silenzio
quasi ultraterreno; Hermione non sentiva niente, ma tremava, tremava
quasi come se stesse morendo. Infondo una parte di lei era morta,
irrimediabilmente.
Un
altra bara, altrettanto candida, attraversò la navata al
seguito della prima, accompagnata da alcuni singhiozzi.
Hermione
riconobbe quelli di Ginny e della nonna di Neville, distrutte per la
sua morte. Hermione non riusciva a piangere, anche se l'avrebbe tanto
voluto. Una mano la costrinse a non vedere, a non ascoltare, a
chiudere la mente di fronte a quel dolore infinito.
E
le restò vicino per tutto il giorno, gravitando intorno a
lei
e non lasciandola un attimo sola.
Quando
il sole calò e rimasero solo loro due, a guardare il
tramonto
si avvicinò e la baciò. Hermione non
sentì il
bisogno di opporsi, ma nemmeno quello di immaginare che fosse Draco a
baciarla al suo posto. Le andava bene così, sentiva il
calore
percorrerle ogni briciola di lei, sentendosi intatta.
Se
le avessero chiesto di descrivere Ron lei lo avrebbe definito il suo
collante, era grazie a lui se era ancora in piedi.
'Poi
si inginocchiò davanti a lei, con tanta leggerezza che quasi
sembrava volasse e le disse poche parole, semplici.
'
Hermione Granger, sposami'
Lei
non ci pensò molto, a dire il vero, nemmeno provò
a
cercare il motivo più grande per cui avrebbe dovuto dire no,
ed annuì mormorando un sì.
Ricordando
per un attimo quei momenti, si alzò con leggerezza dal
tavolo,
noncurante del vestito. Era di sua madre ed era per questo che era
così bello; era senza spalline e lasciava le sue spalle e
una
buona parte della schiena scoperti, era lungo e con un breve
strascico. Non era fatto di pizzo o stoffe pregiate, era di un
semplice tessuto, semplice come era sempre stata lei. Si diresse
verso la camera che condivideva con Ginny da due anni a questa
parte, ma incontrò due persone a lei molto care.
Fleur,
oltrepassò le decorazioni, disposte anche all'interno della
casa per volere della signore Weasley e le piombò addosso.
'
O mon die! Scei perfetta Hermion!'
Lei
si limitò a ringraziare, notando che l'inglese di Fleur non
era migliorato nemmeno un po'.
Alle
sue spalle apparve Bill, radioso mentre le stringeva la mano.
'
Il mio fratellino ha scelto molto bene, congratulazioni.'
'
Oh bill, non sci fanno le congratulations prima del matrimonio!' lo
rimporverò Felur giocando con I suoi capelli, ancora lunghi.
Per
un attimo Hermione si convinse che era quello l'amore, il modo in ci
Felur guardava Bill, anche se sfregiato in viso, era colmo d'amore.
'
Ragazzi scusate, ma devo proprio andare o la signora Weasley mi
ucciderà' annunciò Hermione con un pizzico di
sicurezza
in piu.
E
così sparì dietro la porta, sprofondando sulla
sedia
d'innanzi alla scrivania.
Si
guardò allo specchio; I suoi capelli, raccolti in un
elegante
chignon, erano adornati con intrecci di rose bianche; lunghi
orecchini splendenti cadevano morbidi dalle sue orecchie e,
sistemandoseli appena, nello specchio vide un oggetto che non
ricordava di essersi messa.
La
scritta 'Sempre con te' brillò nel riflesso ed Hermione
aprì
il primo cassetto dell'imponente scrivania.
Era
quello il momento.
Ne
estrasse una foto impolverata, che appoggiò con delicatezza
vicino allo specchio. La guardò intensamente.
Gli
occhi le erano tanto familiari quasi da perdersi dentro senza
esitazione, il viso era diverso da quel che si ricordava
perchè
costretto in una posa ordinaria. Lei ricordava Draco con il sorriso,
che solo con lei trovava con facilità, ma non riusciva a
dimenticare I suoi occhi vacui in quella notte.
Se
almeno l'avesse salutato ..
il
senso si colpa subito affiorò, copioso e duro da affrontare
ma
lei concentrò la vista su quelle labbra, che per
quegl'attimi
eterni erano state sue. Quelle labbra che conosceva bene, ma che ora
appartenevano ad un angelo.
Ginny
aprì la porta senza ritegno e la chiamò, proprio
mentre
riponeva la foto nel cassetto; era il momento di entrare in scena.
Ginny
la guardò ancora una volta consegnandole il boquet di fiori
di
biancospino, per poi accostare Luna che scoccò un sorriso
soprendente ad Hermione.
Biancospino,
come la sua bacchetta.
Suo
padre, che laspettava sulla soglia, le baciò la fronte e
invitò le damigelle ad avanzare, così Ginny e
Luna
camminarono leggere verso il piccolo altare di binacospino sul retro
del giardino.
'
Piccola, sei pronta?' le sussurrò il padre.
Hermione
annuì e uscì alla luce del sole.
Per
un attimo si godette la leggera brezza di luglio costernata dai raggi
di sole, ma poi guardò le sedute colme di persone.
Infondo
alla fila di destra,Hermione vide Hagrid accomodatosi su una poltrona
un po' più grande del normale, insieme ai suoi insegnanti,
Minerva McGranitt, Horace Lumacorno, il professor Vitiuos e tuti gli
altri, che le sorrisero radiosi.
Più
avanti vide la sua famiglia,con sua madre in prima fila commossa ed
ansiosa di vedere al cerimonia, nell'altra fila invece, c'erano
tutti, ma proprio tutti, a partire dalla famiglia Weasley al
completo, con Molly ed Arthur in prima fila, seguiti da Bill e Fluer
per mano, Fred e George che le fecero l'occhiolino, Percy, Charlie,
Ginny per mano con Harry e Tonks, con in braccio il piccolo Fred.
Quest'ultimo
la guardò e poi si girò verso Ron, accanto
all'altare
che con occhi vispi la guardava avanzare. Non l'aveva mai visto
così
felice, nemmeno dopo una burrobirra.
E
capì in quel momento che anche quello era l'amore, il suo
milgiore amico e futuro marito sotto l'altare di biancospino, il
simbolo dell'amore sepolto.
La
mano del padre di Hermione la lasciò, scoccandole un bacio
sulla fronte e lei si voltò.
Non
riuscì a farne a meno, ma non si pentì di averlo
fatto;
anche se sentiva tutti gli occhi addosso, guardò
più
lontano, verso le colline che circondavano la tana e lì lo
vide, proprio all'inzio della navata.
Draco,
presupponibilmente il suo fantasma, alzò una mano in segno
di
salutò e le sorrise, sereno.
Ad
Hermione scoppiò il cuore, ma sorrise di rimando. Era in
pace,
lo era anche lei.
Si
voltò e guardò Ron, che capì al volo
ma le
sorrise ancora, prendendola per mano.
Era
sempre stato con lei, come diceva il braccialetto e voleva il suo
bene prima di tutto il resto; ed il suo bene era Ron.
Erano
quegl'occhi scuri il suo porto sicuro, ed anche se non era l'amore
impossibile, era l'amore, quello eterno.
Lo
guardò ancora, sentendo a stento le parole del professor
Lupin, che aveva accettato nel sposarli, ma Draco era sparito.
Erano
rimasti solo lei e Ron, marito e moglie e così sarebbe stato
per l'eternità.
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