I Giorni del Liceo

di LalyBlackangel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Giorni del Liceo (1 di 4) ***
Capitolo 2: *** I Giorni del Liceo (2 di 4) ***
Capitolo 3: *** I Giorni del Liceo (3 di 4) ***



Capitolo 1
*** I Giorni del Liceo (1 di 4) ***


Seconda classificata parimerito con Ainsel al contest “Questa Scuola è una Giungla” di Superkiki92 e Roro-chan.

Ho deciso di dividerla non storia per storia (perché so come sono io con gli aggiornamenti, e non voglio farvi aspettare troppo), ma più o meno anno per anno, in modo da avere meno aggiornamenti da fare.
Capirete una volta che avrete iniziato a leggere.
Si inizia con le due storie del Primo e Secondo Anno.
Buona lettura.

Per il resto, spero ve la godiate.
A me è piaciuto scrivere questa raccolta.
Ormai ci ho lasciato un pezzettino di cuore.

Ringrazio roro e kiki per i risultati, per la felicità suscitata dalla mia posizione, e per avermi dato l'opportunità di scrivere questa raccolta.
Grazie ragazze.






I Giorni del Liceo



Primo Anno

Scommessa (parte prima)

“Ah, il liceo! Che bei ricordi!”
Sasuke e Naruto lanciarono un'occhiata torva ad Itachi, seguiti da Shikamaru, Shino, Kiba e Suigetsu.
Kankurou sbuffò.
“Parla per te, tu ne sei appena uscito.”
Itachi alzò la bottiglia e la puntò verso Kankurou.
“E non lo rimpiango per niente.”
Bevve un sorso e si accigliò all'improvviso, come faceva di solito quando stava andando verso l'ubriacatura.
“Soprattutto quello stronzo testa di cazzo di Danzou.”
Fece una faccia schifata e tornò a dedicarsi alla sua birra con la faccia di chi la sapeva lunga.
Loro al liceo c'erano entrati da cinque mesi, e già rimpiangevano di non aver deciso di entrare in un istituto tecnico qualsiasi.
Kankurou poi, che era al liceo ormai da due anni, davvero rimpiangeva di non essere andato a lavorare appena compiuti i sedici anni.
Solo che poi chi lo avrebbe sentito suo padre?
“Però al liceo... Eh, bella la vita... Ragazze... Ragazze...”
Itachi fece come per pensarci su, per poi puntare la birra verso un punto imprecisato in aria e dire ancora: “...Ragazze!”
Kiba scosse la testa.
“Mia sorella fa un brutto effetto a tuo fratello, neh, Sasuke?”
Itachi, che ormai aveva chiaramente imboccato la via giusta verso l'ubriacatura, cinse le spalle a Sasuke e Kiba, prendendo in mezzo anche un povero Naruto che stava cercando di non rovesciarsi la birra addosso e un altrettanto povero Shikamaru che mormorava un discreto “Che seccatura”.
“Quelli del liceo sono gli anni migliori, ragazzi. State a stretto contatto con le donne ogni giorno, potete dar loro ripetizioni, e non so se capite cosa intendo. Oppure potete sempre chiederle, le ripetizioni, che male non fa. - e fece un occhiolino a Naruto e Kankurou – Ma ragazzi, fidatevi, è il periodo migliore per rimorchiare, o almeno farvi le ossa.”
“Si, come no. Guarda che non siamo mica tutti dei Don Giovanni come te.” disse un alquanto scettico Shino, buttando giù l'ennesimo sorso di birra.
Itachi sciolse l'improvvisato abbraccio di gruppo, e iniziò a puntarli uno ad uno con il dito.
“Scommetto quello che volete che entro la fine del liceo avrete tutti la ragazza, e tu sarai il primo!” aggiunse indicando suo fratello.
Suigetsu guardò Sasuke e scoppiò a ridere.
“Sasuke è un puttaniere, alla fine del liceo ne avrà avute come minimo quaranta!”
E Sasuke arrossì, iniziando ad imprecare in modo molto colorito contro tutti i suoi amici, che nel frattempo avevano seguito Suigetsu in una sguaiata e alcolica risata di gruppo.
Itachi, prima di addormentarsi sul divano per l'eccessiva bevuta, sorrise.
Cazzo se la vincerò io questa scommessa.


Secondo Anno

Personalità Multipla (SasuSaku)

“Dai, su! Vai!”
“Ino, per favore...”
“Fronte Spaziosa, muovi il culo o ci vado io!”
Sakura abbassò lo sguardo ed arrossì.
Non poteva funzionare, ne era certa.
Non avrebbe mai accettato un appuntamento, non da lei.
Lei che era così insignificante nella sua treccia sfatta, coi capelli che facevano quello che volevano loro.
“Non so se funzionerà.”
Ino sbuffò e, con un ghigno malefico, le diede una spinta.
Diretta addosso a Sasuke, precisa.

“Uh, Haruno. Sta più attenta.”
“Si, scusami, sono inciampata.” si scusò in fretta, lanciando un'occhiata di fuoco a Ino che intanto le urlava un silenzioso “Buona fortuna”.
Sasuke fece per andarsene, ma si sentì trattenere dal maglione che, stranamente, tirava.
“Scusami Sasuke. Volevo chiederti... Mi spiegheresti l'ultima versione di Latino? Ho sbagliato alcune frasi e non ho capito per cosa.”
Sasuke alzò un sopracciglio.
“Ma se nell'ultimo compito hai preso otto?”
Sakura arrossì.
Una scusa più idiota non poteva di certo trovarla.
“Si, ma tu hai preso nove e mezzo.”
Sasuke la squadrò per un attimo.
Traccia molle, capelli arruffati, occhi verdi, pelle chiara.
Una ragazza tranquilla e studiosa, anche se a volte piuttosto noiosa.

Si stava torturando una ciocca di capelli senza guardarlo negli occhi.
Timidina e un po' spaurita, come un cucciolo.
Aveva il classico comportamento delle tipe che gli
elemosinavano un'uscita.
Noiosa, appunto. Un buon passatempo per i suoi altrettanto noiosi pomeriggi.

Sasuke rise piano, in una risata tra lo scherno e il sinceramente divertito.
“Senti, ho capito. Facciamo che sabato pomeriggio ci troviamo in piazza e poi andiamo al cinema?”
Sakura si voltò verso di lui, stupita.
“Beh, volevi chiedermi di uscire, no?”
Lei sorrise.
E non di quel solito sorriso timido e impacciato, ma di un sorriso di vittoria che la faceva sembrare più adulta dei suoi quindici anni.
Decisamente diversa.

“Si, in effetti volevo chiederti di uscire.”
Diretta e molto gatta.
Tutto il contrario di quello che era di solito.
Allora era vero che l'Haruno aveva più di un volto da mostrare... Intrigante.
“Alle quattro, Sakura. Sii puntuale.”
Altro sorrisetto diverso dal solito.
E questo sì che gli piaceva.
“Sono sempre puntuale.”
E mentre Sasuke si allontanava poté vedere la Yamanaka che si congratulava con l'amica con una pacca piuttosto mascolina, e l'Haruno che le rispondeva con un ben piazzato coppino e una lunga serie di improperi.
Fammi divertire, Haruno.

“Allora, sabato com'è andata con la Haruno? Quanto ci hai messo a scaricarla?”
“Non l'ho scaricata.”
Neji quasi si soffocò col tè al limone.
“Prego?”
Sasuke sorrise.
E non del classico sorrisetto ironico e stronzo, ma di un sorriso vero.
Stiracchiò le gambe sul banco mentre la ragazza entrava in classe, ridendo con la sua amica Yamanaka.
“E' più interessante del previsto, sai?”
Neji alzò un sopracciglio mentre si alzava per andare nella sua classe.
“Ti ha fregato, dì la verità.”
Un altro sorriso. Dolce.
“Si, mi ha fregato.”


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Capitolo 2
*** I Giorni del Liceo (2 di 4) ***


Sì, lo so, sono imperdonabile.

Non aggiorno da una vita e mezza.

Ma ci sono tre validissime ragioni:

non avevo voglia di mettere l'html (e ringrazio slice per avermi insegnato il metodo per sbarazzarmi di questa noia),

sono quasi sempre in pianta stabile dall'uomo,

è ricominciata l'università, e con essa gli impegni a lei correlati.

Sì, ok, avete ragione, sono pigra.

Ringraziate Slice, ecco.

A voi.






Terzo Anno


Cinque (ShinoShiho)


La prima volta l'aveva vista alla gara di fisica a livello scolastico.

Si disse subito che doveva essere la fantomatica “ragazza genio” appena trasferitasi, quella che avrebbe dovuto portare il “Sarutobi” nella graduatoria dei migliori licei per quanto riguarda la fisica.

Era a due sedie da lui, aveva la testa china sul banco e gli occhiali le scivolavano ogni due secondi lungo la linea del naso dritto.

Aveva perso, senza rendersene conto, dieci minuti buoni a guardare lei con quei capelli rossicci e i grandi occhi castani dietro le lenti spesse, lei che lo aveva guardato e aveva distolto lo sguardo, arrossendo.

Aveva scosso la testa ed era tornato sul compito.

La seconda volta l'aveva incontrata nell'aula computer.

Ancora senza rendersene conto si sedette accanto a lei (l'avrebbe capito solo poi che con lei si trattava d'istinto).

“Tu devi essere Shiho Asaba, giusto?”

Lei lo aveva guardato, aveva sorriso lieve ed era arrossita.

“E tu devi essere Shino Aburame, giusto?”

Si erano sorrisi e avevano continuato il loro lavoro al computer tranquillamente.

La terza volta si erano scontrati in corridoio.

Lei era caduta.

“Ti sei fatta male?”

“Non preoccuparti, sto bene.”

“Stai sanguinando al ginocchio.”

“Ah.”

E senza chiederle nulla l'aveva presa in braccio e portata in infermeria, sotto gli sguardi stupiti di metà scuola. Nessuno si sarebbe aspettato da Shino Aburame un gesto tanto cavalleresco e atletico.

Nemmeno Shiho.

Forse fu per questo che arrossì terribilmente.

La quarta volta erano davanti al tabellone dei risultati del concorso di fisica.

Erano passati alle provinciali.

“Siamo tutti e due nella squadra che rappresenterà il “Sarutobi”. Sono davvero contenta!”

Era carina in quel momento, felice per il proprio risultato e esaltata dalla prospettiva della nuova gara. Gli occhi le brillavano, le labbra rosse sorridevano raggianti e dolci.

“Anch'io sono contento.”

Shiho l'aveva guardato e aveva sorriso, solo per lui.

“Magari studiamo insieme un giorno, ti va?”

Shino si sentì arrossire.

“Ok.”

Shiho aveva abbassato la testa e aveva alzato la mano in segno di saluto prima di andarsene veloce: probabilmente era arrossita ancora più di lui (solo dopo avrebbe scoperto la sua timidezza e quanto le era costato quel semplice invito).

La quinta volta erano in biblioteca a studiare la relatività assieme, come stabilito.

Shiho era molto rossa in volto, quasi avesse caldo. Però era gennaio, e i termosifoni della biblioteca notoriamente funzionavano poco.

“Stai bene, Shiho?”

“Si, certo, non preoccuparti.”

Era diventata ancora più rossa. Erano da soli.

“Non è che hai qualche linea di febbre?”

“N-no, davvero. Sto benissimo.”

Si avvicinò e appoggiò la mano sulla sua fronte. Era fresca, ma sempre più rossa.

Shiho abbassò la testa di scatto.

E Shino capì tutto, come se gli si fosse tolta una benda dagli occhi.

“S-senti, non è che ti va di chiudere i libri e di farti un giro con me?”

Shiho lo guardò e sorrise, con quel sorriso dolce che in solo cinque volte gli era entrato dentro e non si era più tolto.

Fu lì che capì che con lei si trattava d'istinto: quando, senza darle il tempo di alzarsi, appoggiò le labbra sulle sue.


Fradicio (ShikaTema)


Driin!

Un urlo si alzò, sembrava che anche le pareti della scuola strillassero.

L'ultima campanella dell'anno.

Tutti si fiondarono fuori, al parco a duecento metri dalla scuola, per il classico bagno nella fontana.

Dagli zaini, neanche fossero di Mary Poppins, comparirono asciugamani, coperte, bottiglie di coca e di spumante (e di vodka), patatine, panini, pizzette e torte.

Shikamaru sbuffò, si sdraiò sull'asciugamano da mare e iniziò a guardare.

Non le nuvole, ma lei.

Lei che l'anno prossimo sarà in quinta e farà la maturità, passando a pieni voti e lasciandolo senza la sua seccante presenza per un intero anno.

O forse per sempre.

E la cosa gli faceva paura. Da matti.

La guardava togliersi la maglietta rimanendo in pantaloncini e reggiseno del bikini scuro, guardava il suo sorriso allegro sul volto olivastro e femminile, i capelli biondi sciolti e ribelli.

La guardava gettarsi da sola nella fontana assieme ai compagni e al fratello e uscirne fradicia e bella.

Chiuse gli occhi e sospirò.

Era innamorato perso.

Dannata Seccatura.


Una goccia, due gocce.

E poi una cascata sulla maglietta.

Lui non voleva bagnarsi, cazzo. Che palle.

Cry-baby non si vuole bagnare?”

Lei.

Temari, stavo facendo un riposino.”

Povero cucciolo, Temari-cattiva ti ha svegliato...”

Il reggiseno aderente dall'acqua, lei fradicia.

Stronza...”

Però secondo me non sei ancora abbastanza bagnato, sai?”

La ragazza fece per prendere una bottiglia vuota, ma lui fu più veloce.

Gettò la maglietta bagnata da qualche parte e la prese in braccio con uno scatto.

Che bravo, Pigrone. E ora che mi hai presa che vuoi fare?”

Shikamaru fece spallucce, Temari sogghignò.

Hai ragione, non sono abbastanza bagnato.”

E si gettò nella fontana con lei tra le braccia.

Lei rideva.

E lui la zittì baciandola, d'istinto, senza pensare a nulla.

Solo al fatto che più i giorni passavano e meno tempo avrebbe potuto vederla.

E sperare.

Si staccarono e Temari sorrise.

E' una dichiarazione, Cry-baby?”

Lui sbuffò.

Dannata splendida Seccatura.

Lo prenderò come un sì.”

E gli gettò le braccia al collo, trascinandolo in un altro, fradicio, bacio, attirando gli sguardi di tutti (fratello geloso compreso).

In verità quella che aveva più paura di perderlo era lei, Temari.

Ma Shikamaru lo avrebbe scoperto solo molto tempo dopo.

Quando già avevano le fedi al dito.

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Capitolo 3
*** I Giorni del Liceo (3 di 4) ***


 

Ed eccomi qui, sì, sempre in ritardo, con la terza e penultima parte della raccolta.

Il quarto anno del liceo.

Ora dovrei effettivamente dare le mie ragioni su questa raccolta.

Semplice: rimpiango il liceo come non avrei mai pensato. Triste ma vero.

L'università stressa.

Certo, il liceo non l'ho vissuto molto bene (è difficile essere una pecora nera, a volte), ma è un periodo impagabile, e rimpiango soprattutto non non ave potuto viverlo meglio.

Spero di esser riuscita a trasmettervelo.

E per le liceali che mi seguono questa raccolta: vivete al meglio che potete questo periodo, perché non ritornerà mai più.

Ricordatevelo bene.

 

 

 

 

Quarto Anno


Elena e Demetrio (NaruHina)


Senti Hinata, non è che mi spiegheresti le commedie di Shakespeare? Lo so che sono semplici, ma io sono una sega. Quindi ho pensato che... Beh, se mi potevi dare ripetizioni, ecco.”

Quella frase e l'immagine di Naruto che, davanti a lei, stava con lo sguardo chino a grattarsi la testa, con Shikamaru e Kiba dietro di lui che lo incitavano, le avrebbe ricordate a vita.

Erano state l'inizio della sua felicità.

O...Ok!”

Allora alle due qui in biblioteca, d'accordo?”

E la salutò velocemente con la mano e un sorriso mentre la campanella suonava la fine della ricreazione.


Devo dirti il riassunto, giusto? Allora, Lisandro e Ermia si amano, e fin qui... Demetrio va dietro a Ermia e Elena va dietro a Demetrio che pare non cagarla.”

Hinata fece un timido cenno di assenso, un po' amaramente.

Per lei il “Sogno di una Notte di Mezza Estate” era la realtà dei fatti, fino a quel punto.

Sakura sta insieme a Sasuke, Naruto va dietro a Sakura e lei, come una scema, dietro a Naruto.

Cambiati i nomi la struttura era uguale.

E intanto Naruto continuava.

Quindi Lisandro e Ermia fuggono nel bosco fatato perché il padre di lei vuole darla in sposa a Demetrio, e vengono inseguiti da Demetrio e Elena.”

Altro cenno di assenso.

E qui iniziava Shakespeare da solo in tutta la sua poeticità, lasciandosi dietro quel triangolo-quasi-quadrato che Hinata viveva ogni giorno.

Poi ci sono le palle varie tra Oberon e Titania, Puck che va a prendere il fiore che fa innamorare la gente, la storia di Bottom e la compagnia teatrale, eccetera eccetera.”

S-si, ma i-in me-mezzo c'è...”

Hai ragione, che pirla che sono! In mezzo c'è Oberon che vede Demetrio rifiutare Elena e decide di farli innamorare, no? Quindi Puck, che non ha visto i volti, invece di mettere il succo sugli occhi di Demetrio lo mette sugli occhi di Lisandro, che si innamora di Elena. Oberon si accorge della cazzata, mette il succo su Demetrio che si innamora di Elena anche lui. Ermia si incazza con Elena, Oberon s'incazza con Puck, e con una nebbia fatata e un altro fiore fa metter tutto a posto. Ora Lisandro ama di nuovo Ermia, Demetrio ama finalmente Elena e vissero tutti felici e contenti. Giusto?”

Hinata nascose una risatina.

P-perfetto, Naruto-kun. E co-cosa voleva dirci con qu-questo Shakespeare?”

Forse...”

Naruto parve pensarci un attimo, pizzicandosi con le dita il centro del labbro superiore, come era solito fare quando era nervoso.

Poi arrossì lievemente e le prese la mano, facendole mancare un battito.

Forse che ogni Demetrio prima o poi si accorgerà della propria Elena, non credi?”

Hinata arrossì e quasi non badò a Shikamaru e Kiba che, nascosti dietro uno scaffale, si battevano il cinque.

Guardava solo il sorriso sul volto rosso d'imbarazzo di Naruto.

Usciresti con me, Hinata-chan?”



Il Metallaro e la Figlia di Papà (KibaHanabi)


Ti sfido, Inuzuka!”

Tre parole che sicuramente portavano guai.

Anche perché a dirle era stata nientepopòdimeno chè Hanabi Hyuuga.

La spocchiosa, arrogante, irritante, carina figlia di papà di un anno in meno di lui.

Alla quale, idiotamente, lui andava dietro da tre anni.

Ti dovrai vestire in modo civile e venire a scuola. Se lo farai, vinci tu, altrimenti vinco io. Chiaro?”

Arrogante, insopportabile, supponente.

Un'adorabile sfida da vincere.

Ci sto, stronzetta! Se vinco, avrò diritto a chiederti qualsiasi cosa e tu dovrai farla.”

Lei lo squadrò da capo a piedi e fece comparire sul suo volto un ghigno malefico che ben poco si addiceva alla sua camicetta firmata Versace.

Affare fatto, stupido metallaro.”


Stava praticamente rivoltando il suo armadio, e aveva trovato solo il completo che aveva messo per il secondo matrimonio di sua madre e per il funerale di suo nonno.

Cercò di reprimere una bestemmia, fallendo miseramente.

Dalla porta sentì una risata soffocata.

Vuoi davvero metterti quel coso? Lo sai che sembri un pinguino impagliato con un palo nel culo, vero?”

Si, lui la finezza l'aveva imparata da sua sorella.

Devo vestirmi elegante per una scommessa.” rispose Kiba con il broncio, sbuffando sonoramente.

Hana entrò in camera, gli diede una spallata e si mise ad armeggiare nell'armadio.

Che cazzo fai?”

Hana sorrise dolcemente, per la prima volta a memoria di Kiba, e gli diede un buffetto sulla guancia, prima di tornare ai vestiti.

Dev'essere proprio quella giusta se ti presti a buffonate del genere per lei. Me la farai conoscere, vero?”

Anche Kiba si sciolse in un sorriso, arrossendo.

Non andreste molto d'accordo, immagino.”

Hana rise.


Giacca scura, camicia bianca, jeans senza strappi. Cintura di pelle. Scarpe di vernice.

Anche se Naruto, Shikamaru, Kankurou e Suigetsu stavano ruggendo dal ridere (metallari come lui, ovviamente), lei non poteva fare a meno di trovarlo dannatamente figo, più di quanto lo avesse trovato fino a quel momento.

E sì che erano tre anni che gli andava dietro, e ascoltava tutti i cd che lui prestava a sua sorella.

Ormai anche lei era diventata una metallara. Almeno, metallara dentro.

Ho vinto, Hyuuga?”

Hanabi sorrise.

Hai vinto, Inuzuka.”

Un ghigno vittorioso su Kiba Inuzuka.

Allora sabato esci con me, Hyuuga. E oggi, dopo scuola, ti riaccompagno a casa.”

Hanabi rise.

Ci conto, stupido metallaro.”



Quel centimetro e mezzo di pizzo (KankuIno)


Sbuffò contrariato e guardò l'orologio, trattenendo tra i denti una bestemmia.

Erano passati solo cinque minuti dall'inizio della lezione di Danzou e già sembrava passata un'ora (tanto che lui aveva guardato l'orologio per vedere quanti secondi mancavano al suono della campanella).

Voltò la testa a destra poggiandola sul banco.

Dalla sua posizione poteva sia farsi un riposino in santa pace sia distrarsi guardando fuori dalla porta aperta.

Dieci minuti e si costrinse a sollevare la testa per guardare meglio.

Lei, l'unico motivo per cui ringraziava il cielo di esser stato bocciato l'anno prima.

Coda bionda fluttuante (fatta apposta per essere sciolta nell'impeto), canottierina attillata (che mal nascondeva il seno alto e sodo), jeans stetti a vita bassa (che mostravano bene quelle gambe lunghe tutte da accarezzare ed aprire).

E quel centimetro e mezzo di pizzo che usciva da sopra la cintura che calamitava sempre il suo sguardo, portandolo a fare pensieri ancora più indecenti.

Seguì i movimenti di Ino, muovendosi al suo ancheggiare verso l'altra porta del corridoio, spostandosi sulla sedia per godere della visuale offuscata da sua sorella Temari.

Un attimo più indietro, solo un pochino...

Bam!

E Kankurou si trovò per terra con un bernoccolo pulsante, circondato da metà classe che rideva e Danzou che urlava.

Ino, dal corridoio, si era voltata.

Aveva abbozzato una risatina e gli aveva fatto ciao-ciao con la mano per poi andarsene.

Temari, mentre Danzou dava una nota sul registro e Kankurou si rialzava dolorante, guardò prima Ino e poi suo fratello.

Imbecille.” affermò convinta, meritandosi un'occhiata torva.

Quelle come lei non escono con quelli come me. Almeno lasciamela godere.”

Temari sospirò.

E chi te lo dice, idiota? Se la Hyuuga mini si è messa con quel cazzone di Kiba, perché tu non puoi provarci con Ino?”

Kankurou guardò di nuovo fuori, lo sguardo incantato, ma il corridoio era vuoto.

Magari Temari. Magari.”

E Temari sorrise dolce, dando un buffetto sulla guancia del fratello.

Quando faceva l'innamorato era tenerissimo.

Ma lei sapeva. Era anche per quello che aveva sorriso.


Alla ricreazione nessuno si stupì di vedere Ino in classe, veniva spesso a trovare Temari e Tenten.

Si stupirono di più quando, per prima cosa, si diresse verso Kankurou e gli chiese come andava la testa.

Benissimo. Ho la testa dura. Non ti preoccupare Splendore!”

Ino sorrise affabile e, senza troppi complimenti, si sedette sulle sue gambe iniziando a parlare con le sue amiche.

Non era la prima volta che lo faceva.

Ma quella volta Kankurou osò abbracciarla lieve, arrossendo.

Se la Hyuuga mini si è messa con quel cazzone di Kiba, perché tu non puoi provarci con Ino?”

E Temari sorrise di nuovo quando vide che Ino appoggiò le mani piccole su quelle grandi di suo fratello.

Eh, lei sì che sapeva.


Aveva realizzato due desideri quel giorno Kankurou.

Ci aveva “provato” con Ino e non ne era uscito con cinque dita stampate in faccia, bensì con un appuntamento per sabato sera.

E aveva accarezzato quel provocante centimetro e mezzo di pizzo sopra la cintura.

Ino, uscendo, aveva ancheggiato un po' di più in sua direzione, come a fargli intendere “Se fai il bravo questo centimetro e mezzo è tutto tuo. E non solo quello.”

Alla fine un bernoccolo e una nota sul registro non erano poi un prezzo così alto da pagare.

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