Per Un sorriso

di Risa_chan
(/viewuser.php?uid=63749)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





N/N
Sono tornata dopo una pausa, un po' lunga con una nuova fanfiction, in barba ai miei propositi, su One piece. Non chiedetemi come questa cosa mi sia uscita perchè non lo so. Ovviamente, la sopravvivenza di questa storia dipenderà da quanto voi la gradiate, se vi piace, mi rimbocco le maniche e continuo, se e no va direttamente nel cestino.

Passiamo agli elementi tecnici: ho deciso di costruire la storia partendo dalla fine, con l'utilizzo dei flashback.
E' una ZoNami, (questo farà felice qualcuno un po' meno qualcun'altro), però sarà messo in luce anche il rapporto tra amicizia che lega Rufy hai suoi amici (tema a me molto caro) dunque anche verso Nami e Zoro, ma ci tengo a precisare che non ci saranno triangoli amorosi, e quant'altro, forse ci saranno altre coppie, ma comunque niente rapporti incasianti del tipo lui ama lei e lei ama un'altro. a parte Sanji, ma lui è un caso speciale, no?
lo dico, solo per sicurezza perchè mettendo in enfasi in taluni casi l'affetto che lega i personaggi potrei essere fraintesa. magari sono io che mi fascio la testa prima di romperla!
E' un AU, e, potrebbe esserci delle incogruenze con la storia orginale per esigenze di trama, come delle parentele che non ci sono realmente su Op, ancora non è deciso perchè il racconto è ancora in fase di costruzione, e molte cose potrebbero cambiare come no;
Sarà mia premura rispettare il carattere orginale di tutti i personaggi per quanto mi è possibile! se leggendo vi rendete conto che sono Out carather in maniera esagerata per favore fatemelo saprere!!! dare un accento personale a seconda della storia è anche positivo, ma se si esagera si rovina la storia, al meno secondo me.
E' un po' drammatico, spero senza esagerare, e comunque sarò alternato da momenti più leggeri!!!
vi lascio a questa "cosa", e spero che non sia una cagata totale!!! ( piccola caduta di stile)
Fanny
Edit: Il capitolo è stato rivisto e corretto^_^

Prologo


Rischiare di perdere è come perdere,
e se per caso ci rendiamo conto di perdere un amico,
 è come sapere di perdere la vita stessa.


La serietà con cui la guardava avrebbe raggelato il peggiore dei criminali, ma la voce con cui parlò fu anche peggio.

 Non c’era da stupirsi, erano lì ferme su una corsia d’ospedale deserta, dalle quelle pareti bianche, letti vuoti messi ad un angolo; non era un posto dove poter essere allegri.

“Con tutta probabilità avrai capito come è fatto, che razza di pagliaccio sia. Ma, non so se puoi immaginare quanto sia straziante vederlo disteso lì con quella marea di tubicini, pallido, sospeso tra la vita e la morte, sapendo che un piccolo soffio di vento può spengere il suo sorriso per sempre; sopratutto per chi lo conosce da anni e ha imparato a convivere con le sue pazzie.
Fa parte di quelle cose,  che puoi odiare quando le incontri, , ma non potrai più farne a meno”.
 
Annuì,perché non sapeva fare altro.

"Perciò, vattene. Se Lu ritornerà a correre, a ridere, a fare stupidaggini, potrà decidere di perdonarti. ora, però, Noi non lo faremo,  non ti perdoneremo."

Quasi non ci credeva, quasi  credeva che fosse  solo un incubo. Quasi.
C'erano i sensi di colpa che le ricordavano la sua colpa ogni volta che cadeva in tentazione  di buttare nell'oblio quelle settimane.

Noi non ti perdoneremo.


Se ne andò senza fiatare più veloce che poteva, colpita dai suoi stessi sensi di colpa. Non aveva capito nulla.
Avrebbe venduto l'anima al diavolo, tanto era convita che Nami aveva interesse solo per se stessa e per i soldi, eppure le aveva dimostrato che il suo più grande avere erano i suoi amici, la sua famiglia e guai a chi avrebbe fatto male loro.
O, che Usop fosse solo un fifone bugiardo buono e nulla: eppure quasi rimase ferito pure lui per soccorrere Rufy. sbagliato.
Parliamo di Sanji? di Franky? Di Brook ? Robin e Zoro? ma sì, ogni sua conclusione  su di loro era sbagliata, sempre. Chissà, forse s'era fatta un'idea sbagliata anche sul cucciolo Chopper.
 Ma, più di ogni altra cosa, oltre  ad ogni ragionevole dubbio aveva sbagliato con Rufy
Sperava di non essere perdonata, altrimenti il rimorso non le avrebbe più dato pace, ma Lu, era Lu, niente avrebbe cambiato quello.
 
Nami guardava la porta da cui la causa di tutto era da un secondo sparita. causa di preoccupazioni e notti insonni.
“Mi domando con che coraggio sia venuta e com’è sia ancora a gironzolare libera e spensierata?” esclamò irata, rintonano all’interno di quella angustia sala d’attesa.
“Le sue informazioni sono state fondamentali, collaborando con la giustizia si è guarnita la libertà.  senza contare che non ha avuto parte attiva nel piano, si è limitata a vedere certe informazioni, e non è stata mai messa al correte del piano esplicitamente, non poteva sapere cosa quella gente avrebbe fatto o no. o almeno non ci sono prove.” spiegò Robin.
“E’ sì, questo basta alla giustizia,no?” esclamò irata camminando su e giù distruggendo un fazzoletto dopo l’altro incapace di fermare le sue mani.

Erano tutti lì, Mancava solo Sanji,  il quale  era andato a dare da mangiare a Chopper e a portarlo a fare una passeggiata, anche per fumarsi la sua sigaretta in pace.: C’era Usop bianco quanto un lenzuolo che muoveva ritmicamente mai e gambe, in una muta preghiera, c’era Franky che non la smetteva di singhiozzare, c’era Brook,immerso in chissà quali pensieri, c’era Ace preoccupato  e disperato. Gli unici che sembravano riuscire a mantenere la calma erano Robin e Zoro. Dio solo sapeva come riuscivano a mantenere il controllo.

“Non si salverà me lo sento, questa storia andrà a finire male.” esclamò Usop colto da un momento di pessimismo acuto.
Un colpo secco colpì la testa di Usop che sorpreso cadde a carponi sul pavimento dolorante. Nami lo aveva colpito, la sua faccia era rabbiosa e sussurrò:
“Non dire più una cosa del genere,sono stata chiara?” ululò.
“ora basta.”

Zoro alzò lo sguardo improvvisamente e con la sua voce profonda e bassa esclamò: “Rufy si salverà, punto. basta aspettare.”
Robin guardò il ragazzo capendo che Zoro  si rifiutava anche solo di prendere in considerazione l’idea. Anche lei voleva crederci,Rufy era forte e non avrebbe mai smesso di lottare. Eppure le parole della signora Monkey continuavano  a venirle in mente. “Robin, sappi questo, i medici mi hanno parlato fin da subito con molta franchezza. tutto si deciderà nel giro di una notte, se Rufy la supererà vivrà, altrimenti...”

Le forti braccia di Zoro  presero Nami  per le spalle e la costrinsero ad uscire da quella stanza, perché lei aveva bisogno d’aria di scaricare i nervi, di piangere anche Sì. Zoro la condusse all’esterno all’aria fresca della sera, ma come solito suo Nami si divincolò dalle sua presa e  si allontanò da lui.
“Non lo perdonerò:”

“Hm?”

“Se muore io non lo perdonerò.”

“Stai tranquilla, non accadrà”

Nami si voltò e lo guardò scioccata: “Come fai ad essere così tranquillo?”

Zoro sorrise, un sorriso triste: “Io so, perché lo conosco.”

 E’ così perché io lo conosco.

““Zoro... forse sei tu a stare peggio, non è così?” pensò fra sè
 Nami capì e corse ad abbracciarlo si fece stringere a lui, baciare e stringere, e baciare.  Uniti in un solo cuore in una sola anima.

“Ehi Zoro!”
“Che vuoi?”
“Io faccio il tifo per te, con Nami intendo. Sanji è un mio amico, ma sicuramente tu vai molto meglio per lei!”

“Sai, mi sembra strano... stiamo insieme e lui ancora non lo sa. e pensare che lui ha fatto sempre il tifo per noi.” disse ridendo.

“Zoro sei un idiota.”
“Perché? lui non prenderebbe tutto con un sorriso?”

Ridere: si,  era ciò che gli riusciva meglio. Era con il suo sorriso a rendere i brutti momenti meno amari, quelli più bui, quelle senza speranza.
 Nami aveva paura, aveva pura di perdere quel regalo, quel angelo combina guai.
Strnse la mano grande e calda di Zoro.
Sospirò: “quando è iniziato tutto? Perché è accaduto? Perché proprio a lui?”

“Non ha più importanza, Nami. Ora Rufy ha bisogno di noi, tocca a noi aiutare lui.”

Nami sorrise, convinta che, in qualche modo, ce l’avrebbero fatta.
Tutti insieme, come sempre.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Note dell'autrice.
Okey, questo è il primo capitolo, visto che anche questa storia abbia mosso la cuoriosità dei miei quattro lettori!!! ne sono felice, e ringrazio chiunque abbia letto!
Rolochan105: Non so se tu sei troppo buona con me, oppure... comunque grazie per aver recensito!!! sono super felice che ti sia piaciuta!!!!
Kyo250: eccomi qui non tanto presto magari! mi fa piacere sapere che il carattere ti sembra perfetto, è un mio pallino descrivere bene il carattere!
Edit: capitolo è stato rivisionato^_^


Capitolo 1







Gli uomini si sbagliano; i grandi uomini confessano di essersi sbagliati.
(Voltaire)




Nella sua stanza Tibby si strinse le gambe al petto e guardò la pioggia che aveva iniziato a cadere.

Si era pentita, aveva cercato di riparare, ma a quanto pare quel suo gesto non fu capito.
Però, non poteva biasimarli.

Le parole di Nami erano impresse nella sua mente: capire non era possibile?  capire che per quanto quel ragazzo potesse essere idiota,  ed a volte sfiorava anche l’inverosimile, riusciva ,senza sapere come, ad essere l’esatto opposto? Capire che se si viveva vicino a lui era impossibile non fidarsi cecamente di lui e che dovunque andasse non faceva altro che aiutare chi incontrava? Capire quanto lui fosse grande e scemo allo stesso tempo?
 Tibby c’era riuscita,  tardi, ma c’era riuscita.
Rufy capiva tutto o niente insieme, una sorpresa continua  con  i sui improvvisi discorsi sensati, e nessuno sapeva come  ne perché la strada che indicava lui era sempre quella giusta, che  fosse per sbaglio, o per caso, o per istinto, lui ci azzeccava quasi sempre.
  Ti faceva impazzire, ma poi al momento giusto arriva e aggiustava sempre tutto.


Qualche mese prima...

Driiiin... driiin... driinn
La sveglia continuava a suonare con  ritmo incessante come quello del nuovo giorno appena iniziato, tuttavia  nulla valse perché Monkey D. Rufy  potesse svegliarsi da quel fantastico sogno. Un sogno fatto d’avventure, di navi che solcano oceani ignoti  sotto una bandiera chiamata Jolly Roger, oh yeah!
Driiiin... driiin... driinn

Rufy aveva sempre adorato le storie sulla pirateria che quel pazzo squinternato di  Zio Shanks gli raccontava da piccolo. Talmente tanto che per anni aveva continuato a ribadire che sarebbe diventato i Re dei pirati, il più grande pirata che avesse solcato i sette mari,  Se avesse potuto avrebbe  continuato  a sognare di diventarlo: questo se, lui non avesse avuto un nonno marine, ma sopra ogni cosa se lui fosse vissuto nell’era della pirateria! Beh, se ci fossero stati questi presupposti, Rufy era convinto, lui sarebbe stato i Re dei Pirati!
Driiiin... driiin... driinn
E la sua nave sarebbe stata meravigliosa, con una prua a forma d’animale magari, colorata come poche,il prato sul ponte e un soggiorno con acquario compreso, sì, proprio come l’aveva disegnata Franky  quella volta, solo per scherzo.
Quei schizzi erano attaccati con lo scotch al muro davanti alla scrivania perché lui potesse osservarli bene.
“Rufy sei ancora a letto?! svegliati pigrone!” esclamò sua madre scuotendolo fortemente.
“Mm...”
Rufy si voltò e riprese a ronfare.
“Se non ti sbrighi Ace non potrà a scompagnarti con l’auto nuovo e perderai la colazione....”
Ecco la parolina magica che tutto fa avverare!! in men che non si dica gli occhi  color inchiostro erano svegli e pimpanti e Rufy schizzò verso il bagno.
La mamma sospirò, non fece in tempo a contare fino a tre che il suo figlio più piccolo  ritornò in dietro per stampargli un bacio sulla guancia.
“Buon giorno, mamma!”
“Sì,si, dai sbrigati a vestirti e lavarti che Ace non può aspettare i tuoi comodi!!”
“Va bene, corro! ho un sacco fame!!!!”
Come tutte le mattine, del resto.  La solita corsa frenetica ad infilarsi la divisa scolastica,  La corsa ad una veloce colazione,e via a scuola.
“Sei pronto fratellino?” chiese Ace  quando il suo fratellino era salito in macchina.
“Yeah!”
Senza farse ripetere Ace  mise in moto e sgommando si immise nella strada.
“ehi, perché da un po’ di tempo dici che è meglio se vengo con te?”
“Che c’è non ti piace quest’auto?”
“No, affatto! è mitica!!!!” esclamò Rufy iniziando ad aprire ogni sportellino o  toccare tutto quello che le sue mani potevano.
Ace era riuscito ad distrarlo senza dover dire la verità.  Era sbagliato metirgli,  ma era inevitabile perché non c’era modo perché Rufy non sapeva cosa volessero dire “prudenza” e “diffidenza” da chi vuole farti male, lui era così,  libero da ogni tipo di costrizione, ed era quello che più affascinava la gente, ma ciò voleva dire molte più preoccupazioni per lui: voleva proteggere Rufy ad ogni costo, e sapeva bene quanto nell’aria gira uno strano fermento.

La famiglia Monkey D. era una famiglia importante, ogni suo membro ricopriva un ruolo importate, prestigioso ma sopra ogni cosa era uno dei pochi ceppi sopravvissuti della prestigiosa casata Blasonata “D.”
Probabilmente nel suo albero genealogico, a sua insaputa, ovviamente, ci sarebbe potuto essere Ermenegildo III visconte di non so che cosa, arciduca altri mille titoli al seguito sconosciuti allo stesso Ermenegildo. Rufy trovava divertente questa storia raccontata da Ace, il quale la riportava  alle memoria ogni volta che il suo fratellino dimenticava le buone maniere.
“Il pro-pro- pro- prozio Ermenegildo III avrebbe disapprovato assolutamente!!!!” diceva.
Ma l’unica cosa che otteneva era Rufy che si rotolava dalle risate, finendoci puntualmente anche lui.
 In virtù dell’importanza della famiglia Monkey che parecchia gente malfamata, dalle dubbie volontà cercava vano di trarre vantaggi economici e non da tanta popolarità, e, non sempre con atti legali.
Meno la gente sapeva come avvicinare Rufy,meglio era. Un'altra caratteristica di Monkey D. Rufy era la fiducia, quasi  ceca, e la sincerità che alcune volte gli si ritorceva contro come un bumerang.
Dovevano tenerlo sotto stretta sorveglianza perché   temevano che potesse venire rapito.
E, ultimamente i rapimenti andavano di moda. Le cosche ben organizzate avevevano trovato quella attività molto reditizia, erano riusciti ad organizzarsi talmente bene che nuessun rapimento era andato falito.
Le vittime erano di solito i figli di giovani industriali che di rado andavano a denunciare preferendo pagare il riscatto e riottenere i loro carsi sani e salvi.
La famiglia Monkey D. voleva evitare di arrivare ad un simile punto.
 “Nami e Zoro?” chiese Ace.
“Eh? macché sono così testardi!”sbuffò Rufy.
Ace scoppiò a ridere: “Non intendevo quello! è da un po’ che non li vedo! sai viaggio spesso per lavoro...”
“Stanno bene.”
Rufy prese a raccontare tutto quello che ultimamente avevano fatto i suoi migliori amici, quelli con cui era cresciuto insieme, prima Zoro, poi Nami. Il primo lo conosceva da un infinità di tempo e per quanto in apparenza non avessero nulla in comune, nessuno lo capiva come lui; Questo perché erano sulla stessa lunghezza d’onda. Nami era una sua vicina di casa,  frequentava il suo stesso liceo.
“A proposito diamo un passaggio a Nami?”
“Non ti preoccupare, fratellino, ieri ho incontrato lei e sua sorella e ho offerto un passaggio direttamente!”
Infatti  si fermarono poco dopo e le due ragazze erano già lì ad aspettarli, sorridenti   pronte per  un nuovo giorno.
 Fu in quel giorno così normale che le vie di Tibby e Rufy si incrociarono, cambiando completamente gli avvenimenti, portando ad tutto quello che poi sarebbe venuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 2 ***



N/N
Buona sera! dopo un infinità di tempo torno ad aggiornare questa fic, e chiedeo scusa a tutti quelli che la stanno seguendo, ma la Tesi di laura incombe su di me!!!
Kyo250: Non sei tu che mi metti fretta ma sono io che sono lenta come una lumaca! la storia inizia a delinearsi, con questo capitolo ho presentato Tibby, e non so quanto diventerà simpatica! Deidaraforever: sono felicissima che ti sia piaciuta! non ci sono molte fic su Rufy come protagonista,in effetti! è vero ci ho messo molto, ma, come detto sopra ho un sacco da fare,l'ispirazione va e viene...ma siccome leggere la tua recensione mi ha fatto sentire in colpa ricordandomi i miei doveri verso anche qui pochi lettori, prometto di aggiornare più In fretta! e se vorrai recensire per farmi sapere cosa ne pensi, io sarò felicissima!!!!

Capitolo è stato Rivisionato^_^


Capitolo due

 





Il nostro destino è segnato, non importa il girno e l'ora in cui si avveri,
ma il un singolo istante la vita cambia e acquista un senso.





Dire che Nami passò tutto il tempo a perdere la pazienza con Rufy era un eufemismo, perché quello accadeva costantemente,tutti i santi giorni, ad intervalli regolari.
Finiva sempre che Rufy le prendesse da Nami, per quello e quell’altro motivo, ma sta volta Rufy l’aveva fatta grossa. nel senso, che, iniziare con il ripetere che secondo lui lei e Zoro, sarebbero stati una bella coppia, di prima mattina, sapendo che la ragazza proprio il giorno prima era  incavolata nera con Zoro, non fu una mossa intelligente.
A Nami faceva piacere, che Rufy la pensasse a quel modo, ma, da qui ad ammetterlo ne correva d’acqua sotto i ponti.
Il fatto che Zoro le piacesse da morire da un infinità di tempo, che avrebbe fatto carte false per poter andare con lui al centro commerciale anche solo per una pizza e una birra,  era assai noto.
Eppure, come al solito, fu Sanji a correrle dietro festante, mentre Zoro, si era limitato ad alzare le spalle, e schiacciare un pisolino.
 Nami, di conseguenza, non aveva ancora sbollito rabbia e delusione.
Come tutte le mattine, Rufy scese e come un razzo iniziò a correre verso la scuola,  seguito da Nami che gli urlava una serie di improperi e l’ordine perentorio di fermarsi.
Un'altra giornata che iniziava nel peggiore dei modi:”Non cambierà mai!  bisogna farci l’abitudine,Nami!” esclamò una voce conosciuta dietro di lei.
“Buon giorno Bibi!”
Vedere un viso amico era quello che ci voleva.
“Dovrebbe stare attento, più del solito,invece niente!” continuò l’amica.
“perché?” chiese curiosa
“Come non lo sai? ultimamente i rapimenti ai figli di famiglie più in vista sono aumentati in maniera esorbitante! gira il panico anche se, come sempre, si vuole tenere tutto nascosto. Non ti sei accorta che molti ragazzi non vengono più a scuola? sembra che siano nella lista nera.”
Nami rimase perplessa: Rufy che veniva rapito? quasi le veniva da ridere, e chi vorrebbe rapire uno del genere?
“Ma dai, Rufy è così casinista che poi i rapitori lo rilasciano causa esaurimento nervoso!”  le fece Notare ridendo.
Eppure l’espressione di Bibi le fece intendere che lei la considerava una cosa seria. Tuttavia, l’amica cambiò discorso con qualcosa di più leggero e decisamente frivolo.

Nel frattempo, Rufy aveva già rotto un vaso, investito un paio di studenti,fatto volare lo zaino addosso ad una nuova studentessa.
“ma sei scemo?” urlò quella.
“Scusami! non ci ho fatto a posta!” disse  con un grande sorrise tenendo le mano dietro la testa.
“Ritratto, tu sei un idiota patentato.”
“Mi spiace,ma la patente ancora non ce l’ho! però posso guidare il motorino!”
Tibby, così si chiamava aprì la bocca scioccata, sicura di non aver capito bene. Il ragazzo allungò una mano per stringere la sua, un segno, che la  lasciò spiazzata.  Tutti sapevano da dove veniva e nessuno era così cordiale con una ragazza dei bassi fondi.
“Piacere io sono Monkey D. Rufy! e Tu?
“Tibby, io mio nome è Tibby.” rispose stringendo la mano di quel ragazzo magro ed esile, ma stranamente così forte ed atletico. Con un cognome molto importante.
Tibby era riuscita ad ottenere una borsa di studio a quella scuola privata, ma  viveva dai quartieri bassi, dove droga, armi, rapine mano a ramate erano la quotidianità. Tibby aveva un grande sogno, e avrebbe usato qualsiasi mezzo per raggiungerlo, sarebbe anche passata sopra la gente, con trucchi disonesti.
Non le interessava nient’altro che il suo futuro, non sapeva, però che tutto sarebbe cambiato grazie a quell’incontro con il ragazzo più strano che avesse mai conosciuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


N/N
 Nuovo capitolo pronto per voi... non mi convince per niente, ma tant'è, non sono mai convinta quando finisco un nuovo capitolo!
Deidaraforever: ciao! grazie per aver rencensito!!! in questo capitolo i sospetti diventano realtà... purtroppo. tremendo... non c'ha pensato neanche un attimo...terribile!  mi sa che dovrai aramati per bene perchè si sta mettendo male!
 Captolo Rivisionato^_^


Capitolo tre









Se è vero che in ogni amico v'è un nemico che sonnecchia,
non potrebbe darsi che in ogni nemico vi sia un amico che aspetta la sua ora?
 (Papini)



Tibby rimase stralunata nel sapere che quel ragazzo strano, almeno a parer suo, fosse nella sua stessa classe; Più lo guardava e più era convinta che quello lì fosse un marziano. Anche più di lei, che di quartieri alti non ne sapeva una cicca.
Oltre ad essere palesemente stupido, non aveva  nessuno di quei comportamenti altezzosi che tutti quei dannati figli di papà avevano. Come se essere, uno con un titolo nobiliare, era come se fosse uguale a un povero  cristo che lavorava 12 ore al giorno chiuso una fabbrica a respirare polveri letali.
E, aveva un sacco di amici, attorno a lui, che non mancò di presentargli un per uno.  
Per primo conobbe  Usopp e la sua fidanzata Kaia, anche loro compagni di classe; lui un altro strano ragazzo, che raccontava panzane una dietro l’altra, e la domanda che si poneva era come quella ragazza così tranquilla potesse uscire con lui.
A ricreazione, incontrò gli altri, Nami, una ragazza tutta curve, che, a parer suo, era una grande calcolatrice, poi Sanji, quello che ci provava con tutte, Zoro, un ragazzo dal indubbio fascino, ma con il carattere di un cavernicolo.
Erano così diversi tra loro, come galassie lontane anni luce l’una dall’altra, senza avere nulla in comune, eppure erano amici.
Forse era quello che Tibby non poteva capire: cosa significava essere amici era qualcosa di sconosciuto. Per lei che  era vissuta in un posto dove nessuno faceva niente per niente.
“Cos’è non mangi?” chiese una voce che la riscosse dai suoi pensieri.
“Se non la vuoi  la mangio io!” esclamò Rufy  con la bocca già piena di cibo. Allungò la mano, senza aspettare la risposta, per rubare il succulento panino di Tibby.
“Giù le mani, ingordo che non sei altro! Non ti basta il tuo?!” gridò Sanij in difesa come sempre delle dolci donzelle.
Tibby osservò  Rufy e Sanji picchiarsi, credendo sempre più di essere finita in mezzo ad un branco di pazzi.
“Non farci caso, fanno sempre così... ignorali.” le consiglio Nami.
“ ah..certo. immagino che sia una questione di abitudine...”
“Nah .... non ci fai mai l’abitudine. è impossibile...” rispose guardando insistentemente Zoro dormire poco distante.
 Zoro, tuttavia, non dormiva, teneva semplicemente gli occhi chiusi e ascoltava quello che Nami diceva;  era una sua abitudine, spiarla da lontano facendo finta di dormire.
Gli riusciva difficile fare tutto quello che un altro ragazzo avrebbe fatto per la ragazza che gli piaceva, gli riusciva difficile comportarsi come il cuoco,  molto difficile.
 E lei non gli aveva rivolto la parola da quando si erano rivisti  per questo, forse perché era ancora arrabbiata con lui. Ma che voleva? non c’era quel cuocastro a servirla e riverirla? forse aveva ragione Robin quando diceva che era geloso marcio, ma, oltre tutto era troppo orgoglioso per  ammetterlo.
Un'altra cosa lo preoccupava, e non poco, visto che quella ragazza nuova non gli spirava per niente fiducia.
L’aveva vista ,forse, parlare con tizi poco raccomandabili, una banda di delinquenti molto famosa in città.
E anche come guardava Rufy non gli piaceva a fatto, sembrava pronta a vederlo a miglior offerente.
Qualcosa dentro di sé gli consigliava di tenere gli occhi aperti.
****
Quel pomeriggio tornò a casa  di fretta  salì in camera, posò lo zaino e corse a farsi una doccia. avrebbe dovuto pulire casa, preparare la cena hai suo fratelli, e correre ad aiutare sua madre con il lavoro.
Era stanca di quella vita, voleva andarsene da quella città troppo piccola per lei, e trasferirsi in una metropoli dove sicuramente avrebbe trovato più fortuna che rimanendo lì.
Per fare ciò, aveva bisogno di soldi, e trovane parecchi in fretta c’era solo un modo, o meglio una persona sola l’avrebbe potuta aiutare: Nick
Nik, il suo ex ragazzo, conosceva un sacco di gente che avrebbe potuto aiutare a trovarne. Nik era un poco di buono, era stato in carcere per rapina, ma aveva un fuori strada di lusso, ora, che i colpi andava gli andavano a segno.
Erano anni che lavorava d’estate, per risparmiare e mettersi da parte i soldi che le servivano.
Era una strada troppo lunga, avrebbe potuto rischiare di rimanere  in quel posto tanto odiato per il resto della sua vita. E, fininire per diventare una foglia secca, ingrigita e vuota come sua madre.
Tibby una via d’uscita ce l’aveva perché Nick poteva trovagli un lavoretto che le fruttasse tanto, un guadagno molto più facile e veloce.
 “Allora? “ chiese Tibby a bruciapelo quando finalmente Nik si presentò all’appuntamento.
“senti, non è aria, sai? vedi, il capo sta organizzando una cosa grossa, e secondo lui una donna potrebbe portare solo guai... ma se tu…”
“Se un corno, me ne voglio andare, Nik, e non aspetto, almeno dimmi di che si tratta!”
“Non posso!”
“E che sarà mai, non parlerò con nessuno dai...e poi, ti ripago,…in quella maniera che sai...” propose sensuale.
Di solito funzionava.
“Mm..se mi tenti così...ok, ma acqua in bocca! vogliono fare caccia grossa, e, l’unico modo sarebbe passare a ben altro che rapine, stiamo preparando un rapimento.”
“Chi è lo sfigato?”
“Sono pazzi, secondo me. quello è inavvicinabile...Monkey D. Rufy.”
“Cosa?”
“Lo so, le pensato anche io...”
“No. io lo conosco, e l’ho addirittura agganciato.  vi darò le informazioni che vi servono, le pagate. Ma non voglio sapere altro.”
Nik spalancò la bocca sbalordito.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


N/N
Ok, non aggiorno da una vita...lo so! ma non temete questa storia verà completata fino alla fine!
 Ncl: Lo so, Zoro è stupendo. lo dico sempre!
Deidaraforever: Me  si inchina modestamente ringranziado con fervore, e scusandosi immesamente per l'enorme ritardo! Sono felicissima che ti piaccia! eh a proposito, sono arrivati i rinforzi!

Ringrazio tutti, da chi ha inserito quest storia tra i preferiti e seguita a chi legge soltanto,  pregando che lascino un commento per tirarmi su il morale, e aggirnare più veloce!
Baci
fanny
Capitolo  rivisionato^_^


Capitolo quattro







 
La diveristà arricchisce, è  lessere speciali per qualcun altro.


Quello che Tibby doveva fare, era assai semplice, quasi stupido; doveva solo fare finta di essergli amica, vedere cosa faceva, dove andava, e soprattutto capire quanto il ragazzo fosse tenuto d’occhio e in quale momento.
Un tontolone era questo che vedeva in Rufy, quello che scorgeva in quei occhi limpidi , era la stupidità, una tale stupidità che soltanto un ragazzo infantile poteva possedere.
Vedeva soltanto quello che la maggior parte delle persone vedevano, un babboccio, un fantoccio, senza nulla di speciale.
E tuttavia, non si poteva non rimanere affascinati dal suo spirito indomito e forte, da quel sorriso aperto, dai suoi occhioni sinceri.
Rufy era libero da ogni costrizione, faceva quello che voleva e non importava quello che la gente pensava. Lu era Lu, come lei aveva preso a chiamarlo, non sapendo nemmeno perché.
Alle volte, era concita che in qualche modo ,Rufy sapesse quello che lei gli avrebbe fatto, come se potesse leggergli dentro, e allo stesso tempo l’avesse perdonata di già, come sanno fare solo le persone davvero buone e belle dentro.
Rufy era buono e bello dentro, era altruista, cercava di aiutare sempre chiunque incontrasse, a modo suo sempre; un po’  troppo spesso combinava più danni che benefici.  Ci provava e ci metteva tutto se stesso per aiutare :  combinava casini , eppure, alla fine  riusciva sempre ad averla vinta.
Ogni volta che si metteva in testa una cosa, era quella e la raggiungeva, sempre. Finiva sempre per aver ragione:   una cosa straordinaria per Tibby.
Rufy la definiva fortuna, Tibby si convinse che sotto c’era molto di più.
Ogni volta che guardava diritto negli occhi ridenti di Rufy sentiva uno strano palpito, una stretta e quella inquietante sensazione che si prova nel momento in cui si  viene scoperti con le mani nella marmellata.
Ogni volta, si ripeteva che era impossibile e che, a parlare erano i sensi di colpa per ingannare una persona tanto stupida, il quale non sarebbe riuscito a distinguere la verità nemmeno se venisse sbattuta in faccia loro.
“E’ sicuramente così....è come rubare caramelle ad un bambino, talmente tanto facile che ti dispiace. E poi, infondo mi sta anche simpatico. è sicuramente quello, non può aver capito...” si ripeteva.
Tibby aveva un sogno, e se quella strada l’avrebbe portata fino al suo scopo, l’avrebbe percorsa e nessuno e niente avrebbe potuto impedirglielo.
*******
Robin sorseggiava letamante il caffè osservando  silenziosamente i suoi amici giocare rumorosi al calcio balilla.
“Chi è quella ragazzina? non l’ho mai vista.” chiese Franky , seduto accanto a lei, a Zoro, seduto accanto  alla donna
“Una nuova compagna di classe di Rufy;  continua a ripetere che un sacco cool o qualcosa del genere... a me non piace per niente.”
Franky ridacchiò alla risposta secca che aveva dato  il ragazzo.
Robin, invece, chiese  cosa lo spingesse a pensare una cosa del genere.
“Ha una faccia sospetta.”
“E ti sembra un motivo  sufficente? ” esclamò Franky perplesso
“Non lo so, ma io quella l’ho vista, se è come penso non c’è da stare tranquilli.”
“Per te, tutti sono sospetti, amico.”
Robin poggiò la tazza delicatamente sul tavolo.
“Sembra che stia prendendo nota mentalmente di tutto ciò che Rufy fa.”
“eh?” chiesero in coro quei due.
Robin sorrise senza dire nulla si alzò dal tavolo e raggiunse Rufy e Tibby. Robin aveva 28 anni ed era una archeologa, aveva già pubblicato alcuni studi assai interessanti su antiche civiltà iniziando a farsi conoscere nel mondo accademico, anche grazie  a colui che veniva considerato un famosissimo conoscitore della storia, ed era il suo mastro e mentore, Il professor Clover.
Era intelligente, e curiosa e molto astuta,  oltre che una donna dall’indubbio fascino, difficile sfuggire al suo occhio vigile e attento, Tibby capì subito che lei era davvero un pericolo per lei.
“Rufy… vedo che hai una nuova amica... perché non me la presenti?”
“Robin! lei è Tibby viene in classe con me da quest’anno! Tibby lei è Nico Robin!”
Robin sorrise, senza mostrare particolari emozioni a Tibby.
“perché non mi parli un po’ di te?”
Robin apapriva una donna molto enigmatica, inteligente, e furba; un ottima osservatrice, le fece domande sorridendo affabile. Tibby comprese che la mora era una di quelle persone bene infrmate dei fatti, che sanno come il mondo gira, sanno ottenre infrmazione e favori, e sanno anche come difendersi.
Decisamente, era un pericolo.


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


N/N
Ho aggiornato presto, ragazzi, arriva la fine del mondo! UH! non ci credo nemmeno io! Giusto per farmi perdonare per l'innacettabile mio raro aggiornamento degli ultimi tempi.
 Deidaraforever: * scruta i soldati-pinguini e annuisce soddofatta* mi spiace di non aggiornare con scandenze regolari, ma putroppo le idee si sono fatte desiderare! comunque  leggere le tue recensioni mi fa sempre molto piacere, sono fantastiche! per quanto riguarda Tibby, hai ragione, è insopportabile, ma, bisogna capirla, Rufy è uno di quei personaggi che per conoscerli e capirli ci vuole tempo, per chi come Tibby è abituata a vivere la vita con uno stile molto materiale
e concreto.
Ringrazzio tutti quelli che leggono, e ovviamnete anche chi ha inserito questa storia fra i preferiti e seguiti!!!!! grazie!
un bacio
Fanny87


Capitolo cinque



Nell’amore si compie il paradosso di due esseri
che diventano uno pur restando in due.
Fromm


Robin parlò con alcuni tizi di sua conoscenza, o meglio,persone non troppo oneste di cui aveva sentito parlare, e che poteva aiutarla nelle sue indagini. Per la precisione un agenzia di investigazione privata, la quale aveva l’ufficio molto vicino al quartire dove Tibby lavorava.

Zoro aveva ragione, l’avevano vista già un a volta, e soprattutto l’avevano vista con un ragazzo che era entrato a far parte di una nuova banda di quartiere, delinquenti tradizionali, per intenderci pesci piccoli che di solito si occupano di spaccio, piccole rapine mano armate, cose così. Non certo un organizzazione criminale delineata fin dai minimi particolari, ma, aveva sentito dire in giro che volevano fare il cosiddetto “salto di qualità”.
Per farlo avevano bisogno del colpo grosso, e Robin temeva che potesse essere proprio Rufy.
“Qualcosa ti preoccupa, Robin-chan? sei pensierosa, più del solito, hohoho...” chiese gentilmente Brook continuando a sorseggiare il suo tè caldo.
Erano intrattenuti da una dolce melodia suonata da un piano nella stanza adiacente, mentre prendevano il solito tè delle cinque.
“Hai ancora studenti, Brook?”
“Oh no, le lezioni sono finite per oggi, ma quella graziosa signorina mi ha chiesto se poteva esercitarsi un po’ di più.”
“Capisco. E non le avrai chiesto di vederle le sue mutandine, vero Brook?”
“Ohohohohoh! No, certo che no...hohohoh!”
Brook era un famoso direttore d’orchestra, ormai in pensione data la veneranda età, arzillo e pimpante sempre dava lezioni private a chi volesse imparare a suonare e cantare, era capace, si dice, di suonare qualsiasi tipo di strumento...e aveva una passione per le mutandine!
“Comunque, sì, c’è qualcosa che mi preoccupa.” disse finalmente Robin prese dalla borsa un giornale, e lo appoggiò sul tavolo antico di legno.
“Saprai sicuramente  degli ultimi avvenimenti.”
“E come non potrei, non si parla d’altro.”
“Brook, sei rapimenti in due mesi sono molti”
L’uomo non rispose continuando a sorseggiare il tè, ascoltando attentamente la giovane donna.
“Penso che Rufy dovrebbe stare più attento a chi incontra.”
******
“Allora? dimmi che cosa fanno i ricconi?” chiese Nik.
“Non ha molti impegni, si allena tutti i giorni dopo la scuola per un’ ora ; il martedì e il giovedì va alla sala giochi; frequenta il  solito bar con tutti i suoi amici, spesso va al parco giochi...niente di speciale.” rispose Tibby
“Solo?”
“Beh sì.”
“e io che credevo...”
“Credevi che?”
“No, niente. hanno un sacco di soldi e non sanno nemmeno spenderli per divertirsi come si deve.”
“Ma, quello non è uno come tutti. Lui è diverso.”
Tibby soppesò, per un momento le sue parole, rendendosi conto che era vero, Rufy era diverso.
Rufy era speciale.
“Ok, lasciami un altro po’ di tempo, un mese è un po’ poco per avere le coordinate di tutti i suoi movimenti. vedrai, saprai anche quante volte va in bagno.”
***
Nami se ne stava distesa sul letto a pensare, anzi, a sforzarsi di non pesare, a togliersi dalla mente, quei occhi seri, quel fisico forte, a togliersi dalla  testa Zoro.
sentì la porta aprirsi e vide sua sorella entrare con un sorriso a trentadue denti che guardava il cellulare.
“Che hai da sorridere tanto?” chiese lei.
Nojiko si riscosse, e rispose chiudendo il cellulare di scatto:
“No, niente.”
“Sarà...che volevi?”
“oh niente...solo sapere cosa prende alla mia sorellina. Nami che c’è che ti turba tanto?”
Nami, dapprima non rispose, poi però le parole uscirono come valanghe.
“Perché fra tutti proprio lui ?  abbiamo qualcosa in comune noi due? nulla. la risposta è nulla!”
“Nami...”
“Facciamo un esempio, io amo i soldi. e lui? ah, lui tutti i soldi potrebbero anche finire sotto un precipizio, per lui c’è solo la via della spada o qualcosa del genere! vive per praticare il kendo ed essere il campione! non può funzionare...”
“La vuoi smettere di crearti problemi inutili? ti sei innamorata .accettalo ! e stop fine della storia. se va, va, se non va, pazienza!”
“E’ la vita. smettila di nasconderti dietro la maschera della dura, e lasciati andare, per una sola volta!” continuò sua sorella.
Nami, la guardò, e pensò che aveva ragione lei. ma sì, se quel idiota non si faceva avanti, lo avrebbe fatto lei!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Non era poi così difficile, si disse. suvvia, cosa ci voleva a dire che si era accorta che le cose fra loro due non erano più come era prima?!  Dire che gli piaceva molto e non come amico? Non ci voleva nulla. Giustissimo.
Nami, allora si chiedeva: “Perché non ci riesco dannazione?” imprecò calciando violentemente il cuscino.
Due settimane abbondanti di tentativi e nessun risultato.
“Secondo me ci pensi troppo, vai da lui, glielo dici su due piedi, e te ne vai.” consigliò Nojiko.
Nami la guardò storta: “per quale ragione dovrei andarmene scusa? non dovrei aspettare una sua risposta?!”
“Nami... stai dando per scontato un mucchio di cose...”
La tempia di Nami iniziò a pulsare.
“ per esempio? ”
“Tanto per cominciare,  sei certa che lui si sia accorto bene quanto te dei suoi sentimenti?”
“Che tu sappia, a mai preso in considerazione l’idea?
Nojiko si sistemò meglio nel letto di Nami e la guardò dritto negli occhi.
“Sono convinta che ti ricambi incondizionatamente, ciò non toglie che lui non abbia ancora capito quello che prova per te, o  anche si rifiuti di accettare l’idea perché c’è di mezzo la vostra amicizia. Avrà bisogno di pensare, no? altrimenti suppongo che ti fermerà.”
Nami ci rifletté su, e infetti quell’idiota avrebbe potuto anche arrivare a una cosa come questa.
“E se no lo fa? dico, se lui non verrà mai da me?”
la sorella la guardò e per un attimo in silenzio.
“Il mare è pieno di pesci.” rispose con nonchalance guardandosi le unghie.
“ FOTTITI!”
“Nami sono certa che lo farà! non devi dubitarlo mai.”
“Comunque... a sto punto è meglio che va do la e lo baci direttamente...”
“Anche questa è una buona idea...”
*****
“ Incredibile.... è gigantesca ,Lu!”
Il ragazzo alzò le spalle e sorrise come se la cosa non lo riguardasse. Era la prima volta che entrava a casa sua ( se quella si poteva chiamare casa), ed era una bella opportunità per sapere di più sulla vita di Rufy.
Quasi ne fosse interessata, attratta.
“Ti porto in camera mia vieni, ti mostro la mia collezione di videogame e fumetti!” disse sorridendo.
Senza nemmeno il tempo di capire il ragazzo la trascinò per la scalinata di marmo e dentro la sua camera.
Ed rimase bastia.
“Ti piacciono i pirati, eh?”
“Hm!” esclamò solo Lu, e le sue labbra di aprirono nel più vero e autentico sorriso tipico di Rufy, gli occhi gli brillavano e quel sorriso era quasi abbagliante per i suoi occhi abituati all’oscurità dei vicoli stretti e sporchi di dove abitava.
“Shi, shi, shi! io amo l’avventura! sai no? andare per i mari a scoprire cose nuove! poi, i pirati sono liberi!” disse allargando le braccia.
“ e poi, i pirati inseguono i loro sogni, senza arrendersi anche a costo della vita. E’ la cosa che mi piace di più! le persone dovrebbero inseguire i loro sogni senza arrendersi mai!”
“un sogno...”
“EH?”
“Anche io ho un sogno, sai? ma credo che il prezzo sia un po’ alto.”
“allora?” chiese lui serio.
Tibby guardò lo sguardo sincere di Lu, le labbra leggermente piegate in un sorriso, eppure lo sguardo era serio, fiducioso delle sue possibilità.
“Non importa. tu raggiungilo!”
Lui  non poteva sapere, cosa quello significava.
__________
N/N
Zao! ho un po' di informazioni per voi, vediamo di fare infretta!  In anzi tutto a che punto è questa storia, sinceramente avevo pensato ad una cosa breve, almeno quando avevo inizato a scrivere ad agosto scorso; l'idea era di arrivare a sei capitoli, visto che faticavo molto a scrivere e il risultato non mi piaceva per niente. ora, però mi rendo conto che sono un po' pochi, e che quindi la storia si allungerà non so di quanto. Vi starete chiedendo: embè ha noi che c'importa?  importa eccome, perchè se la storia vi piace potrebbe durare molto di più, se no, soltanto dei capitoli  strettamente necessari. Mi farete sapere, ok?
seconda informazione: questo capitolo è solo una prima parte , ecco perchè la fine sembra un po' smorzata! la seconda vedrò di pubblicarla nel più breve tempo possibile!
Deidaraforever:  Ho riso venti minuti di fila quando ho letto la tua recensione, ho seriamente pensato di non riprendermi più! adoro i tuoi  pinguini e la loro andatura sculattosa, sappilo.  comunquee, sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! Robin da acuta osservatice ha capito molto di più di quello che da a vedere, eh,eh. Brook, è tenuto sotto strettissima sorveglianza, e non c'è pericolo che sbirci qualcosa!!!!!  Nami è sempre a rischio di un attacco isterico quando si tratta di zoro o anche di uno dei suoi amici, l'ha capisco, mica facile con quelli XD  Tifi ZoNami, eh? diciamo che quei due insieme mi ispirano molto, tanto che ci ho scritto due fic! ma tifare è una porola grossa, la mia è una propensione allo Zonamismo... sì. Amo leggere belle storie sulle coppie, e fantasticare su quali combinazioni potrebbero funzionare di più (dentro e fuori della ciurma)! Però, preferisco One Pice così com'è, senza coppie, perchè penso che il rapporto di amicizia che lega la ciurma è così bello  e profondo che non ha bisogno della comparsa di rapporti d'amore. vero e puro parere personale! Ok, basta mi sono diluganta anche troppo! torniamo alla storia...XD Nick è un povero scemo, è inutile sprecarci anche l'odio e tempo, te lo assicuro. E un essere inutile e abbietto. "Non curarti di lui, guarda e passa!" Tibby invece è ancora recuperare, inizia a avere qualche dubbio...ho detto anche troppo!
Ringraio tantissimo anche:
Achamo
 arisa_14
 BON
dubhe93
 giusy91
Jemanuele8891
sihu
 Spring Thunder
elie191
 foglietta no yoko
 hinayuki
 kyo250

che hanno inserito questa "cosetta" tra i preferiti e seguiti.
alla prossima! Fanny87



Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Ace  era appena arrivato da un viaggio di lavoro, ad essere sinceri, era anche tornato prima, visto la telefonata inaspettata che aveva ricevuto.
Zoro, il miglior amico del suo fratellino, senza dire molto, lo avvertiva che secondo lui, Rufy aveva fatto amicizia con una tipa  “Sospetta”.
“Ne sei scuro?”
“ohi, quella fa troppe domande. Ti pare normale che voglia sapere con precisione tutti i suoi orari , quando ha gli allenamenti, con cosa torna a casa, se da solo?  e l’altro giorno... gli ha chiesto se avesse la scorta.”  rispose Zoro facendo attenzione a sottolineare le ultima frase
 I muscoli  del viso di Ace si erano tesi e il suo sguardo indurito.
A che pro?  chiedere una cosa del genere ad un liceale di 17 anni? Ace sospirò  avvicina dosi alla porta della camera di Rufy sentendo la voce squillante di quella peste chiacchierare con un’altra a lui sconosciuta.
Ace bussò e Rufy venne ad aprigli di corsa:
“Ace! sei tornato presto sta volta! dai, ti presento una mia nuova compagna di scuola!”
Dal modo in cui il fratello maggiore di Rufy  gli scompigliava i capelli, Tibby capì  che Ace , era uno di quei fratelli molto protettivi e affettuosi, e di conseguenza era letale per lei.
Se non fosse stato per l’espressione gentile e affabile dello sguardo di Ace avrebbe potuto benissimo pensare che  quella non era una chiacchierata, così per far conoscenza ma piuttosto un interrogatorio della CIA.
“Hai voluto fare questa ricerca proprio con Rufy,eh?”
“beh, con Lu ci si diverte un modo!”
“Immagino...”
Tibby sapeva che, stava rischiando molto, perché in quel ultimo periodo era stata addosso al ragazzo ogni santo giorno, a scuola, quando faceva gli allenamenti di atletica andava a vederlo, andava al cinema con lui e i suoi amici, o al caffè...se alcuni non avevano dato peso alla cosa, altri sì, come Zoro e Robin.
Pensava di aver imparato bene a conoscere le persone e a sfruttare i loro punti deboli, quei due sembravano quelli più freddi e menefreghisti.
Invece si era accorta che, erano quei due che la tenevano d’occhio. Zoro, non le avevano quasi mai rivolto la parola, ma quando il suoi occhi incrociavano i suoi  un brivido di paura precorreva la sua schiena.
Robin, invece le sorrideva enigmatica, e mai una volta era riuscita a capire cosa pensasse veramente.
Gli altri erano  tutti gentili con lei, Nami, Usopp per non parlare di Sanji... quelli che conosceva meno erano i due uomini adulti, Franky e Brook.
Simpatici, a prima vista.
Doveva sbrigarsi, dire il momento esatto per agire, prendere i soldi e scappare.
Ma,perché, allora  ogni giorno era sempre più difficile farlo?
Era come se si stesse abituando alla luce del sorriso di Lu: nessuno era stato così disinteressatamente gentile con lei, ne così amichevole, nessuno era mai l’aveva tratta da amica come se lei facesse parte di quel gruppo da una vita; Non si era mai sentita parte di niente,   invece, Lu aveva la strana capacità di farla sentire parte di qualcosa che, non si spiegava, ma sapeva che era più grande di lei.
“Oi!”
“Si che c’è?”
“Tu non conosci ancora Chopper!”
“Chi?”
Lu sorrise eccitato la prese per un braccio, e la trascinò via, salutando Ace frettolosamente.

*******
“va bene, non parla troppo di se, è vero! ma a sospettare di lei...”
“Poi di cosa?” chiese Nami interrompendo Sanji.
Zoro grugnì infastidito da tutte quelle obbiezioni poste dai Nami e dal cuocastro. Zoro era contrario a parlare dei loro sospetti con gli altri ritenendo che fosse meglio non spargere la voce; aveva  anche cercato di spiegare a Robin che avvertire gli altri era inutile e che avrebbe fatto meglio a stare zitta.
Ma, lei niente  aveva detto che se c’era un pericolo dovevano  essere avvertiti.
“ Quella ragazzina nasconde qualcosa.  cos’è  quell’interesse per gli orari di Rufy?a chi interessa se un idiota esce alle sei e trenta o alle sette... ”
“Quello che Zoro vuole dire è che Tibby sembra essere interessata più a quando Rufy fa una cosa, piuttosto che interessarsi a cosa fa. Se trovo interessanti i suoi passatempi chiederò di preciso cosa fa, o come si fa, non certo quando, o se da solo o meno.” spiegò Robin
“In effetti è vero...” pensò Usopp.
“Non ci avevo fatto caso prima...”
“Non c’è da stupirsi, passi metà del tempo a contemplare  Kaia! quanto è bella, dolce, intelligente e che palle!” scimmiottò Franky.
Il gruppo rise, Usopp era innamorato di Kaia  senza nemmeno accorgersene, e lei di lui, tanto che passavano metà del tempo a parlare l’uno dell’altra fino a quando la sincerità di Rufy non li ha messi davanti il fatto compiuto. Da quella volta diventarono la coppia più bella del mondo.
Franky, invece, era un costruttore di navi, e gestiva insieme a suo fratello Lo “Zietto ICE” come lo chiamava Rufy l’azienda lasciata loro in eredità dal  padre non che maestro d’ascia.
Quel gruppo di amici avevano interessi diversi, età diverse, caratteri differenti,  ambizioni diverse ,ma erano uniti come una sola anima, quasi non avessero bisogno di capirsi alle volte.
Tutto ciò, era per gran parte merito di Rufy.
“Comunque, ragazzi. Non abbiamo nessuna prova, ma, mi sto informando Tibby potrebbe essere in contatto con una banda malavitosa, visto anche dove abita. Cercate di stare con gli occhi aperti.”
“Visto che il diretto interessato è idiota testardo più di mulo.” disse Zoro.
“E’ per quella storia dei rapimenti? non stiamo esagerando? se non abbiamo prove..”  notò Nami
“Sta di fatto che quella di punto in bianco ha deciso di diventare la migliore amica di Rufy quando prima sembrava essere costretta! ti ricordi quando l’abbiamo conosciuta? non sembrava così ben disposta!” ululò il ragazzo.
“Non alzare la voce con Nana...” si scaldò subito Sanji
“ ascolta bene ,Troglodita ,  forse quella ragazza si sentiva come un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutti quei ricconi!  e magari era un tantino spiazzata dal comportamento di quell’idiota!” disse Nami   guardando dritto negli occhi.
Cercava di essere calma, ma già la sua tempia iniziava pericolosamente a pulsare, tuttavia  qualcosa cambiò quando Zoro ricambiò il suo sguardo e fu come perdersi.
E non era cosa da lei.
Zoro grugnì uscì senza dire una parola, ma Nami prontamente lo seguì.
****
“Ti presento Chopper, la nostra mascotte!” esclamò Rufy giocando con un cucciolo di cane dal pelo marrone chiaro.
Un bastardino ad occhio e croce.
si trovavano nel imponente giardino, e da lì Tibby poteva osservare l’impianto di di scurezza sofisticato e ben congeniato.
Avrebbe fatto delle foto, dopo fingendo di andarsene, ma capiva già da se che entrare senza permesso era impossibile.
“E’ stato abbandonato,e maltrattato dagli altri cani randagi, ora, io gli altri ce ne prendiamo cura!”
“OH, ma ha il naso blu!”
“Shi,shi,shi, non è stradina rio? Chopper non è come tutti, lui è unico, vero Chopa?!” esclamò ridendo.
Un'altra cosa che Rufy amava erano le cose insolite, non importava quanto la gente le disprezzasse, a lui piacevano proprio perché lo erano, accettava tutto e tutti com’erano.
“Ma, come mai ha il naso blu?”
“Il veterinario dice che è una malformazione geneatica, o qualcosa di simile..”*
“Genetica, vorrai dire!”
“Sì, proprio quello!”
Lu era una frana in tutti sensi...sorrise. Era buffo, divertente, era Lu.
 Tibby cercava di non pensare mentre di nascosto fotografava la villa e il sistema di scurezza, però più tentava più non ci riusciva, più lo scacciava, più quel magone salia sul petto.
In cuor suo sapeva che era ingiusto, sapeva quanto era ingiusto fare quella cosa a Rufy.
Ma, la vita non era mai stata giusta.
“Cosa? mercoledì 13? ma non è possibile!”
Tibby corse a nascondesi dietro a un  grossa quercia  lì sul viale ,per paura di essere vista.
Vide due guardie sostare nel cancello, doveva essere il cambio del turno.
“ Sia il signorino Ace, che i signori non ci saranno, e quello è il giorno di riposo della servitù!” esclamò uno.
“Lo so! ma Il signorino Rufy non po’ certo rimanere da solo in casa.... sai no? dopo le brutte cose accadute ...  ebbene, mercoledì 13 ci tocca il doppio turno insieme. comunque il vice-ammiraglio  verrà a controllare.”
“Si sa quando?”
“Non so. però il signorino starà da solo dalle cinque e mezza alle sette, fino a che non torna a casa dall’allenamento. è molto sai? ma Juily mi ha detto che non sa nulla...”
“Ci credo che sì! non possono mica impedirgli di vivere! poi, mica, quelli avvertono se vogliono rapirti il figlio! potrebbe accadere come che no!  in ogni caso, sai com’è fatto il signorino, non ha paura di niente, e, soprattutto non premetterebbe mai ha nessuno di cambiare le sue abitudini per sicurezza...uno spirito libero...” disse la guardia ridendo.
“lo so bene, ma proteggerlo di nascosto è molto difficile! siamo tutti moltissimo preoccupati per lui...”
“Già, si teme l’invitabile...”
Le guardie si salutarono, un po’ abbattute, senza accorgersi che qualcuno li aveva spiati fin dal principio.
“Anche le guardie...”
 Era quasi impossibile da credere, ma, era così, tutti volevano bene e a Rufy e tutti cercavano di aiutarlo dolenti e non dolenti, qualcosa di incompressibile agli occhi di Tibby.  Non era solo un moccioso credulone un po’ ignorante?
Tibby non ne era più sicura.
Aveva accettato di giocare, ed era giunta la sua mossa: ora sapeva quando qundo la geng di Nick doveva agire.


*NdA: ok, penserete che questa sia una forzatura, ma non è così, ho sentito di un tizio che è addirittura tutto blu, ah,ah,ah! comunque, non potevo snaturare Chopper a tal punto da toglierli il naso blu, così ho optato per questa spiegazione. e, mi si incastrava con la trama.
________

N/N
 "uf,uf,uff"fanny87 arriva dopo una fanticosa corsa in salita, appoggia le mani sulle gambe, respira profonamente e grida: "Ce lo fatta! ho finito il capitolo!" U___U solo per dirvi quanto sia felice di aver finito di scrivere questo capitoloXD comunquee, ragazzi, ho faticato non  poco ha scrivare la prima parte per via del mio stato d'animo, il perchè è sopoiler, quindi non posso dirvelo.
Comunquee, che dire? vi è piaciuto questo cap? eh, un punto un po' dilicato, quindi se non volgio finire di svelare (spolerami da sola in pratica) con il mio sproloquire passo direttamente alle recensioni.
Achamo: grazie! sono felice che questa storia ti piaccia, e sono ancora più felice grazie alla tua recensione!continuarla all'infinito?? tu sei troppo gentile! sicuramente arriverò ad una conlcusione, che per il momento è posticipata a data da definirsi! spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Deidaraforever: la sculettodense??? no devo imparare questo ballo assolutamente!!!!!!! XD piccola, piccola  precisazione sui sentimenti di Zoro. cioè, va bene che un  idiota  ma non fino a questo punto! Quella di Nojiko era un ipotesi che è arrivata  tanto così dalla verità *avvicina il pollice e l'indice per indicare la distanza e annusce convinta*, Zoro cerca di non vedere i suoi sentimenti, ma, il realtà sa quello che prova, solo che non lo vuole ammettere, bendetto ragazzo! allora, cava, come sta andando la situazione? Tibby ha deciso di agire nonostante quella vocina le dice "Non lo fare!" O_O ed è pure avvantaggiata...  spero che il capitolo piaccia anche a te!
Ps: ti ringrazio di sorvegliare Brook per me!
 Arrivederci al prossimo capitolo ! Fanny87




Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8


“Zoro! fermati!”
Nami aveva il fiatone per sta dietro a Zoro, ma quello non voleva saperne di fermarsi.
“Ho detto di fermarti!”
“Si può sapere cosa vuoi da me?”
“Cosa voglio? devo ricordati il tuo debito?”
Zoro si fermò improvvisamente, maledicendo se stesso per aver solo pensato di chiedere  una sola volta un prestito a Nami. significava debito a vita, eppure non gli dispiaceva poi così tanto.
Nami riuscì a raggiungerlo e gli si piantò davanti a mezzo centimetro dalla sua faccia tanto che poteva sentire il suo profumo.
“ si può sapere cosa ti è preso?”
“Chi a me?!”
“Sì, proprio a te!”
“Niente.”
“Come no... bisogna parlare, Zoro! se c’è qualcosa che non va, bisogna dirlo è questo che si fa in certe situazioni.”
“quella ragazzina non mi piace, ok? non mi piace lei, ne quello che fa, ne come lo fa! mi sono ricordato con chi l’ho vista: Nick Lagger detto “occhio di serpente”, ha solo 19 anni ma la pedina sporca quanto uno che delinque da Quaranta. Robin ha scoperto che fa parte dei Red pistol (  questi soprannomi fanno schifo, ma non ho saputo trovare di meglio, io sono una frana per i nomi!!! NdA), non ti sto a raccontare cosa hanno fatto. ed ultimamente l’hanno vista spesso con lui.”
“Ma chi ve la detto?”
“Una spia, o meglio un investigatore privato che bazzica quelle parti, Robin l’ha ingaggiato.”
“Non posso crederci...”
“Nami credici... dobbiamo aspettarci di tutto.”
silenzio per un momento, e fu proprio in quel istante si accorsero di essere soli e di essere maledettamente vicini.
“Zoro...”
“Sì?” rispose con voce roca.
Nami sospirò senza staccare i suoi occhi da quelli di lui, senza sapere più cosa dire, anzi no, senza sapere come dirlo perché cosa doveva dire lo sapeva benissimo.
Rufy aveva fatto incontrare le loro vite, ed era anni che erano diventati inseparabili, e man mano il loro gruppo cresceva, e diventava più unito, ma anche qualcosa cambiava in loro, cresceva sempre di più.
Bastò guardare il ragazzo negli occhi e vedere  dentro tutto quello che c’era anche in lei, capì che le parole non sarebbero più servite.
“Baciami.”
Zoro non se lo fece ripetere due volte, per una volta.
****

Franky iniziò a preoccuparsi sul serio quando vide Robin impegnarsi così tanto da diventare leggermente nervosa.
Robin si innervosiva quasi mai.
Non aveva prove schiaccianti, non aveva visto nulla, o nessuna persona la quale poteva riferire.
Sapeva solo che quella ragazzina aveva pre amici gente che era stata in carcere almeno una volta nella vita; E, sapeva soprattutto che uno di questi, di cui aveva avuto una relazione, se potesse essere ritenuta tale,  apparteneva ad una gang, la quale s’era fatta conoscere, e tendeva a voler a far parte della malavita organizzata della città.
“Non è abbastanza, lo sai? non significa che lei centri qualcosa.”
“Lo so!” esclamò Robin senza dire altro ma dal tono della sua voce, Franky capì ,che era stizzita.
Erano in auto in mezzo al traffico serale verso la via di casa, ascoltando la radio a volume moderato perché Robin aveva deciso  di fare scena muta e non rivolgerli una sola sillaba.
Franky sospirò lanciandole un occhiata, senza distoglierlo dalla guida. Voleva osservare la sua espressione per capire cosa pensasse, nonostante concesse bene quanto Robin potesse rimanere impassibile a qualsiasi sentimento. Raramente perdeva il controllo.
La conosceva bene, Franky tanto bene da sapere, però, per quanto non andava ad esprimerlo potesse sentirsi preoccupata, o quanto potesse volere bene ad ognuno di loro.
Robin era bella, intelligente e curiosa, con uno strano  interesse per  il brivido, sapeva osservare gli altri e capirti senza che loro potessero accorgersene.
Era forte, ma era anche fragile, bisognosa di essere protetta. E lui, era perdutamente innamorato di lei, senza alcun dubbio.
“Robin lo so che sei preoccupata.  Ultimamente accadono troppe brutte cose da questa parte. Ma dobbiamo avere fiducia in Rufy, penso che se lui l’abbia avvicinata è perché ha visto qualcosa di buono in lei. sai bene quanto è bravo in questo.”
Robin sorrise,tornado a guardarlo.
“E’ vero.”disse ridacchiando ripensando a quando lo aveva conosciuto.
“Qualsiasi essere umano con  un po’ di buon senso sarebbe scappato via da te.”
Franky borbottò qualcosa di incomprensibile che fece ridacchiare di nuovo Robin. Posteggiò la macchina quando arrivarono a casa.
“E’ da tanto che non ti vedevo così impegnata in qualcosa. ci tieni molto.”
“ Si tratta della mia famiglia, e si fa di tutto per lei.” rispose lei prima di aprire la portiera e scendere.
Franky sorrise scosse la testa e raggiunse Robin di corsa; Una famiglia fuori dal comune anche.
*******
Mercoledì 13 era una giornata perfettamente normale, secondo Rufy, aveva già programmato la serata con un bel film d’avventura e tanti pop corn, e pregustava già la serata.
Avrebbe chiamato tutti a casa sua, e si sarebbero divertiti un mondo.
uscì dalla capo sportivo alla solita ora salutò i compagni il mister e con un enorme panino in bocca si avviò verso casa.
Il solo stava tramontando quando una macchina nera sbucò all’improvviso e cinque uomini scesero.
Rufy non  fece in tempo  nemmeno ad accorgersi che fu agguantato, quattro calci sullo stomaco lo atterrano, cazzotti sul viso,  sulla schiena e sentì qualcosa di duro e freddo colpirlo, fu il buio.
________--
N/N
Non diro molto, anzi pochissimo! spero che questo capitolo sia stato di vostro ( tuo, di ace, e dei pinguini soldato) gradimento! ricordatevi di commentare, ok?
deidaraforever: leggere le tue recensioni è sempre un piacere! spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Ah, spero che tu ed Ace riusciate nell'impresa!  U__U Fanny 87 va a prepararsi per le lezzioni di culettodence!
Un bacio
Fanny87

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Rufy usci dal campo sportivo  alla solita, stanco e affamato, ma per fortuna, aveva quel panino che faticosamente era riuscito a sottrarre a Sanji.
Rufy era felice, lui, lo era quasi sempre, non perché fosse solo un ragazzo dalla vita facile, perché nulla nella famiglia Monkey era dato senza sacrificio. Era felice, perché sapeva amare la vita, credere i ciò che faceva, e il resto poco importava.
Quell’auto nera, sbucata da chi sa dove, rubò quel sorriso, senza alcuna pietà ne misericordia uomini col volto coperto lo picchiarono per portarlo via.
Eppure quel sorriso era stato essenza vitale per moltissima gente, rischiò di spegnersi sul serio.
***


Quel ragazzino dall’apparenza quasi fragile era un osso duro: cercò di difendersi, si dimenava e soltanto drogandolo quello smise di dimenarsi.
Monkey D. Rufy, la loro chiave verso il successo, potere e denaro. Erano euforici, quella ragazzina aveva dato loro le dritte giuste, e tutto filava secondo i piani.
Buttarono il corpo dentro il bagagli aglio dell’auto rubata, facendo in modo che avesse abbastanza aria per respirare. Poi, sgommando sparirono.

*******

Zoro ebbe improvvisamente una strana sensazione: qualcosa di spiacevole al basso ventre, faceva presagire guai seri.
“Cosa c’è?” chiese Nami accanto a lui.
“Niente.”
“Ti sei pentito?”
“Neanche per idea.”
la baciò, felice che finalmente, poteva assaporare quelle labbra che sapevano di mandarino, stringerla far le braccia.
Si trovavano nel parco per fare una passeggiata, loro due soli, a parlare  un  poco di quello che era accaduto loro.
Si erano innamorati, quasi senza accorgersene, negli anni a crescere insieme, due persone diverse, ma che potevano darsi molto.
“Ho avuto una strana sensazione...un presagio.”
“Un presagio? cos’è sei diventato un specie di mago?!” esclamò Nami.
“Guarda che dico sul serio.” rispose brusco ed alterato.
E, per un attimo, anche Nami  sembrò percepire la sua stessa sensazione.
***
Un brivido di puro terrore percorse la spina dorsale di Usopp mentre portava a Sanji gli ingredienti che gentilmente gli aveva chiesto di comprare per lui.
Quest’ultimo lo attendeva fuori la porta di servizio del grande complesso di ristoranti di proprietà della sua famiglie.
“Ciao..ecco quello che mi hai chiesto!”
“Grazie! non ho potuto fare a meno di chiedertelo! sono bloccato qui, e tu sei di strada.”
“Ah,ahah! figurati!” rispose nervoso Usopp non voleva darlo a vedere, ma era preoccupato da morire.
Ciò che Robin e Zoro avevano detto lo avevano spaventato, e lui era abituato a pensare al peggio.
“Hai sentito Rufy?” chiese Sanji quasi leggendogli la mente. Anche lui, aveva riflettuto su quella discussione avuta il giorno prima, ma, continuava a non volerci credere.  Quella ragazza non poteva voler far male a Rufy.
“Ancora no.”
il biondo tirò una boccata di fumo: “Non ti preoccupare, chiamerà!”
Ma, la chiamata che arrivò non era quella di Rufy.
****
“Robin?” richiamò  Franky perplesso.
“Che giorno è oggi?”
“Il 13”
Gli occhi di Robin si spalancarono terrorizzati. perché il suo informatore l’aveva avvertita così tardi?
“Cosa c’è. Robin?”
“Rufy!!!  è stato programmato per oggi!”
Avevano avvertito tutti quanti, solo Brook sembrava irraggiungibile. al diavolo lui e la sua allergia ai cellulari.
Secondo Robin in quel momento Rufy sarebbe potuto essere già nelle mani dei rapitori, l’unica possibilità per loro di prenderlo era nel tragitto dal campo sportivo a casa.
“Se non fosse per quella soffiata...” esplose di rabbia Franky
“Ma, potrebbe essere troppo tardi...”
“Andrà tutto bene, Robin..”
Voleva crederci disperatamente anche lui.
****
Era arrivato da poco sotto casa Monkey D., e già Chopper correva a fargli gran festa. E, tuttavia, Brook era stranamente agitato,  era una nota stonata nel suo essere così perfettamente tranquillo.
Era un tipo strano, a dire il vero, uno uomo stravagante dai modi signorili, che chiedeva di poter guardare le mutandine alle ragazza.
“Ciao Chopper...Rufy non è ancora tornato...”
Il cucciolo abbaio, quasi potesse percepire anche lui quella strana sensazione, quella paura ansiosa di qualcosa che non si sa.
“Ah Brook...”
L’uomo si voltò ed incontrò lo sguardo di Monkey D. Garp.
“Speravo che fosse Rufy.”
“E’ accaduto,ahimè, qualcosa di davvero brutto...lo sento.”
“Eeeeeeeh?”
E con lui, tutti gli altri.
_____
N/N
eccomi, con il nuovo capitolo! vi è piaciuto? praticamente, quello che accade ai compagni accade in contemporania con il rapimento... ho cercato di descrivere il loro stato d'animo. mi scuso per la cortezza dei capitoli, ma il tempo è quello che è e per evitare di postare ogni capitolo ad una distanza abnorme preferisco fare piccoli capitoli..beh, ameno diventano tanti capitoli. se si possa considerare una cosa bella XD
passiam alle recension!
Dedidaraforever: Oo... Deidaraforever?...Ace? soldati pingino? state bene? acci avrei dovuto prevederlo...mi sento un po' in colpa, una cittò rasa al suoloXD ti ringrazio immensamente, le tue recensioni, sono davvero fenomenali.
Ncl: grazie! spero che continuerà a piacerti!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 10 ***




Percorsero quella  strada sei o sette volte, ma, di Rufy non vi era traccia. Usopp, era andato al campo sportivo per parlare con i compagni di Rufy se per caso avevano visto dove fosse diretto o se avesse detto loro che avrebbe fatto qualcosa fuori programma.
Ma la risposta, fu quella che si aspettò.
“Ma No, Usopp, è uscito, come sempre e si è diretto verso casa sua! Aveva detto che voleva invitarvi a casa sua per un film,mi pare.”
Questo Usopp non lo sapeva, e senza  volerlo pensò che quel film non avrebbero potuto più vederlo insieme.
“Mai più...”
Uscì più in fretta che poté da quel posto, e corse da Zoro e Sanji che lo aspettavano fuori.
“Allora?” chiese Sanji accedendo l’ ennesima sigaretta, da un paio d’ore. Era un tipo controllato, che sapeva mantenere il sangue freddo, un tipo pratico ma quella volta, quel gesto ritmico di accendere le sigarette smascherava un celato nervosismo.
Non sapevano cosa fosse accaduto, se fosse accaduto quello che temevano, ma,  Sanji giurò che se quell’idiota si fosse fermato un'altra volta  alla sala giochi senza avvertire, lo avrebbe  preso a calci.
Prima che Usopp poté rispondere alla domanda il cellulare di Zoro squillò, lasciandoli di stucco.
“Forse è lui!” disse speranzoso Usopp.
“No, è Franky.” Disse Zoro.
“Franky! Cosa...” rispose Zoro in fretta.
“Ah, va bene. Ci vediamo lì.”
“Cosa ha detto?” chiese Sanji
“Alla sala giochi non lo hanno visto.” Rispose aspro.
“E No che non lo hanno visto! Voleva vedere un film tutti insieme! È corso a casa! E non potre....”
“Usopp, non cominciare!” scoppiò Zoro.
Il giovane dai capelli ricci si azzittì subito. Quella era la tipica reazione di Zoro, quella strana rabbia di non riuscire a fare niente.”
“Calmati pure tu, Marimo.”
“Io sono tranquillo, cuocastro. Andiamo a casa di Rufy; Brook è già lì, e Nami lo deve aver raggiunto. Grap è stato avvertito e ha deciso di  denunciare alla polizia. Ace e i genitori sono stati avverti, e stanno tornado.”
“ Robin-chan?”
“E’ andata a casa di quella Tibby insieme a Franky.”
Arrivarono alla macchina ed entrarono per fare per l’ultima volta quella strada e aspettare notizie a Monkey Manior.
“Cosa si aspettano di trovare?”
“Nulla, suppongo.”
****
“E’ scomparsa?” chiese incredula Robin.
“Sì, oggi, aveva detto che si fermava a pranzo da un amica per studire tutto il pomeriggio, ma non è più tornata.”
“Avevate sentito l’amica? Cosa vi ha detto?” chiese Franky
La madre di Tibby sospirò avvilita e un po’ spaventata, quella donna e quell’uomo l’avevano intimorita parecchio con la loro algida presenza, e, quei vesti costosi. Erano molto educati e gentili; Erano formali parlando con lei e non c’era abituata.
“Non l’ha vista; a casa sua non è mai andata. Le aveva detto di aspettare a casa, perché s’era ricordata di fare una commissione per me. Non era vero, Signora! L’amica ha aspettato invano, perché Tibby non è più venuta.”
“E, mi dica, Signora, le sue cose ci sono ancora nel armadio?”
“No. Io lavoro tutto il giorno, e quando me ne sono accorta tardi.”
Robin chiuse gli occhi. Non aveva più nessun dubbio.
****
Ore 9:00, due ore dopo il rapimento

La villa Monkey si riempì di gente, di poliziotti che montavano apparecchi per le intercettazioni, chi controllava stanze, le cose di Rufy solo per essere certi che non si trattasse di un allontanamento volontario.
“Questi sono del tutto imbecilli! Come possono pensare che Rufy si possa essere allontanato volontariamente?!” urlò Nami imbufalita.
Loro conoscevano Rufy, quasi quanto le loro tasche e sapevano che non li avrebbe mai lasciati così. Era un idiota, e prendeva e partiva così, ma non spariva per due ore... erano già le Nove. Rufy a quell’ora avrebbe avuto una fame da lupi, e sarebbe tornato per mangiare.
Senza soldi, con un panino che già, ne era sicura, Rufy aveva fatto sparire nel suo stomaco.
“ Escludono ogni possibilità.” Disse Robin.
Erano tutti radunati in salotto, e non avevano nessuna intenzione di andarsene. Sarebbero stati lì, insieme per dare una mano.
“Quello che temo ora, è l’arrivo dei giornalisti. Quanto tempo ci metteranno?” chiese Sanji.
“Pali del diavolo, cuoco. Eccoli che si accalcano nel cancello.”
“COSA?!” esclamarono tutti insieme.
“OH è un guaio! Potrebbero mettere in pericolo Rufy!” notò Brook.
“Era prevedibile, stiamo parlando di una delle più importati famiglie. Quelli c’hanno spie da per tutto.” Affermò atono Usopp.
“Merda! Dov’è l’accendino?!”
La porta si aprì e il viceammiraglio comparve rumorosamente. L’informò che Dragon e sua moglie non sarebbero potuto arrivare prima di Domani mattina. Ace, sarebbe riuscito ad arrivare forse in nottata.
“Noi siamo a disposizione.” Disse Zoro per tutti.
“Lo so, ragazzo.”
“Con i giornalisti? Cosa facciamo?” chiese Franky.
“ Di quelli non ci dobbiamo preoccupare. La polizia sta provvedendo per rimandarli da dove sono venuto.”
Dopodiché Grap tornò ad attivarsi. Voleva bene al nipote checché se ne pensasse; aveva dei metodi educativi poco ortodossi, ma lo amava.
 Girò di farla pagare a chi avesse torto solo un capello al suo nipote più giovane. Promessa da marine.

Ore 3:00, otto ore dopo il rapimento


“RUFY ! SI SA NIENTE?! COSA CAZZO STATE FACENDO QUI CON LE MANI IN MANO?! DOV’E’ MIO FRATELLO?!”
“Ace...” esclamò Nami svegliandosi di sopra assalto.
Si erano addormentati sfiniti dalle incessanti domande degli inquirenti, le ricerche le quali avevano preso parte. Robin si era proferita di chiamare tutti quelli che conoscevano Rufy se lo avessero visto. Moltissimi si proferirono di aiutarli nelle ricerche, e  ormai grazie ai giornali e alle TV tutta la città sapeva del rapimento.
I rapitori, ancora non si facevano vivi.
Nami  e Zoro si erano addormentati abbracciati, ma in quella situazione nessuno sembrò accorgersene, o forse, lo avevano capito e non erano così sorpresi dopo tutto.
Ace entrò, anzi, fu praticamente buttato dentro da Grap, urlandogli che se non riusciva a star calmo era meglio che se ne stesse buono lì.
“E’ stata lei, vero?!”
Ormai tutti erano svegli e gurdarono in silenzio afflitti il ragazzo, che aveva due grosse occhiaie per aver guidato tutta la notte come un pazzo.
“Ed è stata qui...l’abbiamo pure ospitata...” disse tra se mettendo le mani fra i capelli.
“Ace, non ci sono prove, comunque. Gli inquirenti dicono che il suo allenamento potrebbe non essere collegato.” Provò a spiegare Nami
“Chi se ne frega quello che dicono gli inquirenti! Cosa stano facendo, eh?! Mio fratello è stato preso e loro non fanno un cazzo!” urlò.
“Scusate...” si riprese crollando su una sedia vuota.
“Figurati...”
Tramava, Ace tremava, dalla rabbia, dallo spavento, nessuno poteva capire, Rufy era il suo fratellino scemo da proteggere.
“E’ colpa mia... non avrei dovuto lasciarlo solo...”
Una parola, così temuta, altrettanto inevitabile. Essere in colpa, di qualcosa che forse era inevitabile, qualcosa di tanto terribile quasi si faceva fatica a pronunciare.
Terrore, Rabbia, senso di colpa.
“Non è colpa tua, Ace. Non è colpa di nessuno. Lo ritroveremo, e ce lo riprenderemo. Costi quello che costi. La pagheranno dopo questo. Non la passeranno liscia.” Disse Zoro.
Potrebbero sembrare parole inutili, senza senso eppure ebbero il potere di rianimare i loro animi.
Avrebbero fatto di tutto per riportare a casa Rufy.



Ore 8.oo, 12 ore dopo il rapimento


L’auto nera di Dragon si fermò, dopo essere riuscito a passare a fatica tra la folla fuori casa sua, nello spiazzo davanti casa.
Dragon si girò verso la moglie che continuava a singhiozzare e a pina angere disperata. Si tamponava gli occhi neri con un fazzoletto di cotone, ma le sue spalle tremavano.
Monkey D. Aiko  assomigliava a suo figlio minore, quasi fossero gemelli. Aveva capelli neri che le arrivavano sotto il collo, un po’ spettinati, occhi neri e lucenti, una corporatura agile e snella, un seno grande nonostante la corporatura, vita stretta e fianchi larghi. La sua bellezza era famosa in tutti i salotti d’abbene, e le chiacchiere non mancavano. Se fosse stata in piedi sarebbe stata alta quanto Rufy.
“Come...sigh...è potuto accadere...Sigh?!”
“Aiko, stai tranquilla, la polizia è stata avvertita in tempo. E’ già qualcosa.”
“Però ora Rufy è in mano di quelle persone...sigh... e se gli tagliano un orecchio? O qualche altra parte del corpo?!” ululò spaventata.
Dragon si sorprese, come faceva a sapere di una tale eventualità che non poté non chiederlo a sua moglie.
“Ho visto uno di quei film dove alla famiglia arrivava un pezzo di...” Akio non riuscì a continuare presa da un attacco di pianto improvviso.
Dragon prese nota mentalmente di vietarle certi tipi di film  impressionabili. Aiko era troppo ingenua e pura alle volte.
“Solo se non pagheremo, potrebbe accadere, ma noi lo faremo quindi non c’è pericolo. Te la senti? Dovrai correre, subito dentro casa. Va bene.”
“Aye.”

Poche ore più tardi arrivò la chiamata.
__________
N/N
Buona sera! Mi inchino umilmente per il grande ritardo! Ma dovrete avere ancora un po' di panzienza, perchè appena avrò un po' più di tempo aggiornerò più frequentemente.
Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa Fic!
Angolo Recensioni:
Deidaraforever: * Covo pinguini-soldato: La porta sbatte violentemente e Fanny87 fa la sua comparsa insieme ad una grossa valigia.  Pinguino-gamma: Scritrice! E' lei?!" Fanny87: "Sì! voglio Ace e Deidareforever a raporto!" "Subito!" Fanny87 trova ace e Deidaraforever ancora in fiamme, e con una schietta li spegne e proclama: Ace, Deidara, basta! Rufy a bisogno di voi! riprendetevi!"XD Ok, sto fuori, perdonami. Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! anche se un po' cortino, volevo dare l'idea del forte legame che lì lega, spero di essere riuscita. sperò che questo capitolo ti sia piaciuto! che mi dici della mamma di Rufy? ti piace? un bacio Fanny
Ncl: oddio, se veramente riesco a renderli come in un cartoon, mi sento onorata!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


cap 10 Ore 10:00 , 14 ore dopo il rapimento

Ormai erano tutti, lì aspettando quella  dannata chiamata che tardava di arrivare, nonostante le assicurazioni degli inquirenti che tanta attesa fosse normale.
Robin, seduta accanto ad Aiko cercando  di consolarla, ascoltava attentamente quello che il commissario diceva a Dragon.
Sapeva benissimo che, quelli che tenevano in ostaggio Rufy, erano dei principianti, e sapeva altrettanto bene che, probabilmente tutto quel subbuglio prima ancora che avessero potuto nascondere Rufy, organizzare lo scambio e fare la prima chiamata di avvertimento,  li avevano agitati e spaventati.  
Non si aspettavano una reazione simile, ma, Rufy apparteneva ad una famiglia troppo importante perché qualcosa del genere potesse rimanere nascosta.
Le acque era agitate dalla serie di rapimenti recentemente avvenuti, tanto che quasi si iniziava a parlare di quel periodo come degli anni dei rapimenti.
Avrebbe potuto trattarsi di un falso all’arme, dopotutto erano passate poche ore. Tuttavia  nessuno ci aveva creduto.
Robin temeva molto per Rufy, perché un delinquente qualunque alle prese con qualcosa più grosso di lui poteva essere molto pericoloso. Ovviamente aveva ragione.

COVO DEI RAPITORI

Nik, guardava spaventato il ragazzo pieno di ferite, lamentarsi sul pagliericcio, umido richiuso in un pozzo chiuso , ovviamente senza la ben che minima cura.
“Non è che ci muore qui, vero?”
“Ma, no, stai tranquillo!”
“Cazzo, però, Jhon quella botta poteva risparmiarla.”
“Ma dai, ha sbandato è finito fuori strada, pensi che poteva evitarlo?!”
“No,no.”
“Il capo che ha deciso di fare?”
“Chiamerà lo stesso. Anche se la polizia è stata avvertita, quelli non hanno nessuna prova; o idea dove acchiapparci. La tua amica ha preso il largo,no?”
“Sì, ha preso il treno alle sette e trequarti, ma non ho idea di dove sia diretta.”
“Non importa, lei ha ottenuto ciò voleva, e noi quello che ci serviva. Il resto sono tutte stronzate.”
Nik soprassedé senza però svelare quel tremendo dubbio che gli attanagliava le viscere.
A casa Monkey quella chiamata arrivò  in quel preciso istante.
Dragon si prestò a rispondere, tutti furono pronti ai loro posti.
“Si ricordi: deve cercare di trattenerli  più tempo possibile”
Dragon annuì, e prese in mano il ricevitore.
“Sì? Chi è?
“Lo sai benissimo,  chi siamo! Abbiamo noi tuo figlio! Vogliamo 2 milioni di dollari con banconote non segnate, ci faremo vivi noi! E di hai piedi piatti di stare attenti perché se no lo  ammazziamo …. Tu…Tu..Tu..”
Il commissario guardò il suo uomo, che scosse la testa, la chiamata era stata troppo breve.
Grap, fu trattenuto da alcuni suoi uomini perché fu preso da un impeto di rabbia: “Moccioso impertinenti come.”
“Non voglio che Aiko e i ragazzi ascoltino la chiamata per nessuna ragione. Potrebbe agitarsi, e noi dobbiamo stare calmi; compreso tu papà.”
Grap ringhiò come un cane infuriato non dicendo nulla.
“Bene, li avvertirò io di quel tanto che basta.”

****
“Due milioni?! Questi sono pazzi! La polizia li ha  per lo meno rintracciati?”
“Ci stanno lavorando, Ace.”
“Come no, se ne stanno tutto il tempo attaccati a quei macchinari del cavolo…” sbottò Ace.
“Loro non possono fare più di tanto, ti ricordo che hanno Rufy,  un solo passo falso potrebbe costargli la vita.”
Aiko singhiozzò forte prima di uscire dalla stanza quasi correndo. Nessuno la fermò, o gli corse dietro, in quei momenti nulla poteva consolare il cuore spaventato e disperato di una madre.
“Torno di là, potrebbero avere bisogno di me.” Senza dire una parola di più  Dragon uscì.
“Potessimo fare qualcosa invece di stare qui ad aspettare.” Disse Sanji.
“ E cosa potremmo fare?” chiese Usopp scettico.
“Qualcosa, qualsiasi cosa! Mi prudono le mani da quanto vorrei drargliene quattro.” Rispose Franky.
Zoro emise un ringhio basso strinse gli occhi e le mani, quasi volesse attaccare un nemico sconosciuto.
D’istinto Nami poggiò un mano sul suo braccio e prese guardando tutti i suoi amici: “ E’ vero! Non possiamo starcene qui senza alzare un dito. Proviamo a pensare, sappiamo bene che Tibby è stata quella a tradire Rufy. Troviamo lei e costringiamola a parlare!”
Nami si voltò verso di Robin presa da una strana forma di energia che svegliò tutti da quella apatia devastante.
“Cosa sappiamo su di lei?”
Robin ci pensò su un po’ prima di rispondere: “ Poco veramente. E’ sempre vissuta  nello stesso quartiere, va da sé, che gira strane compagnie.  Un suo ex-ragazzo è un membro dei Red Spider  che hanno rivendicato non poche rapine. E’ anche stato in carcere perché pare abbia  malmenato un insegnate di karate perché non voleva prenderlo come allievo. E Tibby ha assistito. Il dojio è vicino a quello di Zoro.  Ecco dove l’avevi vista.”
Zoro annuì.
“Ma, l’abbiamo frequentata per un po’, dovrà aver detto qualcosa di troppo.”
“Vuole sfondare nel mondo dello spettacolo o qualcosa del genere, e vorrebbe andarsene via.”
“Quindi sappiamo per certo che non è già più qui.”
“Sì.”
****
Nella stazione deserta, aspettando la coincidenza, Tibby cercava di scacciare i pensieri, quelli legati a Rufy.
Sapeva che a quell’ora sarebbe dovuto essere già in quel posto, e al solo pensarlo lì uno strano crampo pulsava nel petto.
Proprio lui, che solo bene gli aveva fatto. Aprì la  borsa, e guardò il denaro contenuto dentro: soldi sicuramente provenienti da qualche cosa illegale. Ma anche lei aveva commesso reato, e come quelli, anzi aveva fatto molto di peggio, aveva venduto qualcuno che gli aveva dimostrato amicizia.
Valeva la pensa? Era veramente importante il suo sogno? Non valeva di più l’affetto, il coraggio di un amico che credeva in te?
Tibby guardò il tabellone degli orari, e si disse che forse non era poi così tardi per rimediare.

Ore  21:00  26 ore  dopo il rapimento
 
Era passato più di un giorno, ed era stato un giorno senza Rufy, un giorno lunghissimo, senza i disastri, le risate, senza un idiota qualunque, ma pesava più di un macigno.
E’ strano come ci si accorga dell’importanza che ha assunto una persona, nei momenti più assurdi e inconsulti, quando forse si perde la speranza di poterla di nuovo abbracciare, e, vorremo anche con tutti i difetti che prima ci avrebbe spinto a buttarla in mare.   Come anche l’assenza di una singola persona nella nostra vita cambiasse tutto.
E La cosa s’ingigantiva, se quella persona era Rufy.
Suo fratello non si dava pace, i suoi amici nemmeno. E nemmeno sua madre.
Continuava a sfogliare l’album di fotografie dove erano rimasti impigliati tantio attimi di vita di Rufy.
“Vi ricordate, ragazzi? Questo è il giorno del suo decimo compleanno, voleva provare i pattini a tutti i costi, ma non sapeva andarci e ha finto per investire il tavolo delle bevande.”
“Già, il viso di Zia Milderd bagnata d’aranciata e indimenticabile.” Ricordò Ace.
Zoro ridacchiò: “quella zia era il bersaglio involontario preferito da Rufy.”
“Sarà per la sua espressione arcigna, la rendeva così simpatica” borbottò Usopp, scatenando l’ilarità di tutti. Usopp era particolarmente spaventato dalla zia Milderd.
Quando anche l'ultima risata si spense ripiombarono nel silenzio più assoluto. per tutti c'era lo stesso inquetante quesito: avrebbero rivisto Rufy?


N/N:
Salve a tutti!
Ecco, il nuovo   semi-capitolo che purtoppo si è fatto attendere! Ma, sono stata veramente impegnata con la Tesi! Ed ho una buona notizia  il 22  Aprile mi sono laureati, ed ho molto più tempo per aggiornare. Contenti?
*Tutti: No!* Fa  lo stesso  U__U  Spero che il capèitolo sia stato di vostro gradimento.
Deidaraforever: *Sepmpre villa ottocentesca- stanza speciale*Fanny'87 con la sua bella coroncina di alloro, impartice ordini a un gruppo di soldati-pingino: "Non Lì" "Attenzione! quello è delicato!" Soldato-stretega:" Ha desciso di trasferisi qui?O_O" Io:" Esattamente! ora, ho abbastanza tempo per aggirnare, e controllare un pochetto..ricordi cosa è accaduto l'ultima volta,No?"  Soldato-stratrga:* vaga immagine di città in fiamma e di un pazzo che sputava per purificarli*Giusta osservazione!é_é Fanny: "E poi, a casa mia il mio portatile si è rotto, e se non posso usarlo, non posso aggiornare la storia, e, Rufy rimane ne guai e se lui rimane nei guai sapete cosa accade vero? I pingioni-soldato tremarono. Fanny: ecco,U__U niente obbiezzioni,ok? Bene, ora andiamo dilà a dare una sbirciatina é_é Pinguino-stratega: Non so è una buona ideaXD Fanny87: una piccola picolla?  Pingiono-soldato: Ok, va bene, ma attenzione!" Fanny87 si accinge ad ltrepassare la porta che scopareXD Allora mia cara. ti ho dato una bella notizia? No? cosa ne pensi di questo capitolo?
Grazie a tuti quelli che leggono, o che inseriscono questa storia tra le seguite e preferite!
Fanny87
 Edit: Ho ripostato il capitolo per intero, mi sono resa conto che era troppo corto in quel modo!


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


“Cosa significa commissario?” chiese Dragon apparentemente tranquillo.

“E’ probabile che vogliono concludere in fretta. C’è stato troppo rumore, probabilmente. Di solito, i tempi sono molto più lunghi; parlo però di quei gruppi ben organizzati.  Ci sono più gruppi: quello che compie materialmente il rapimento, quello che lo consegna hai carcerieri, e uno appunto che tengono l’ostaggio. Poi c’è l’addetto con i contatti alla famiglia. Chiamano solo quando sono sicuri che sia tutto a posto, e può arrivare anche dopo settimane. Senza contare che, più tengono sulle spine i famigliari più si assicurano di essere ubbiditi. Ma, questo è un caso particolare; Non è tanto il riscatto che interessa, vogliono fare le cose veloci perché si vogliono fare notare. E non sono di certo esperti.”

“Quindi, come vuole agire per liberare mio figlio?”

Il commissario tremò, lo sguardo deciso, serio e carismatico di Monkey D. Dragon lo mise in soggezione.

“E’ opportuno fare come dicono, per ora. Prederemo in seguito le giuste precauzioni.”

“Uh, ma che bella idea! Ma sì facciamo come dicono loro! Magari dandogli i soldi e lasciandoli andare! Sa, saremmo stati capaci di farlo anche da soli!”

“Ace!” gridarono in coro Grap e Dragon.

“Torna di là, sei troppo.”

“E No! Stiamo parlando di MIO fratello, e io non ci sto ad aspettare i comodi di quei bastardi!”

Grap bloccò il giovane per le spalle e lo guardò come non aveva mai fatto.

“Hanno il coltello dalla parete del manico. Tengono Rufy, e potrebbero fargli del male in qualsiasi momento. Premerli nel momento in cui Rufy è al sicuro è la cosa migliore per lui.”

“Ammiraglio! È arrivata sua moglie, signore!”

Risako-chan?!”

“Perché, Grap, hai alte mogli per caso?”

Una donna alta e imponete si materializzò nella stanza.

“Nonna!”

“Ciao, tesoro. “ salutò il nipote baciandogli la guancia.

“Non ti avevo detto  di rimanere  a casa?”

E, il gelo scese all’lampeggiare di quella luce negli occhi di Risako.

“Il mio piccolo Rufy non è stato ancora liberato, vedo.”

“Risako-chan. Non è semplice.”

“Lo so. Sono qui, proprio  per questo. Provvederò io  a mettere insieme la somma.”

“Sì, penso che sia meglio così. Grazie.” Disse Dragon.

“Tutto per il mio piccolino. Su, Ace, vai di la da Aiko, ha bisogno di te.”

“Va bene.”

“Perché a me non da retta mai?!” pensò offeso Grap.

Mentre Ace usciva dalla stanza Risako si voltò verso Dragon e Grap e disse: “Cerchiamo di concludere il più presto possibile.”

Dopodiché uscì dalla stanza decisa a fare la sua porte.

***

Poggiò la borsa sul tavolo che inevitabilmente si rovesciò lasciando scivolare le banconate nuove di zecca che odoravano  di soldi appena stampati.

Il poliziotto alzò un sopracciglio alla vista di tanto denaro in mano di una liceale.

“Come…”

“Riuscirete mai a trovarlo. Non è messo bene per niente e di questo passo lo troverete morto. Ma, io posso aiutarvi. So dov’è.”

“Chi?”

“Ma Mokey D. Rufy, ovviamente.”

L’uomo scrutò attentamente l’iridi d’ammbra della ragazza prima di prendere il ricevitore in mano e comporre un numero.

“Commissario? Abbiamo una testimone che afferma di conoscere la posizione esatta di …. Capello di paglia.”

Tibby rimase immobile cercando di cogliere il più possibile da quella conversazione, così piena di parole in codice.

“S’accordo.” Rispose in fine. Il poliziotto finì la chiamata.

“Perché hai chiamato Lu cappello di paglia.”

“semplice temiamo che qualcuno intercetti la chiamata. Non certo dai rapitori. Ora basta con le domande. Hai detto di sapere la sua posizione, giusto? Allora parla, e poi faremo una lunga chiacchierata.”

E Tibby di certo non si sprecò, e svuotò il sacco.

***

A casa Monkey il tempo sembrava non passare mai, ogni minuto durava ore, tuttavia al tempo stesso c’era la sensazione crescente di star perdendo un mucchio di tempo, ogni minuto ogni secondo che passava, ricordava loro lo scorrere inesorabile del tempo.

Zoro silenziosamente si alzò dal suo posto  per dirigersi in bagno. Nessuno lo fermò o gli chiese nulla, troppo presi dai loro pensieri. Zoro aveva un pessimo senso dell’orientamento, e sempre i suoi amici si preoccupavano di  questo.

Quella volta era un caso al di fuori del normale: Era tutto così  strano.

Per loro non era strano separarsi, non li faceva preoccupare, perché sapevano che prima o poi si sarebbero ritrovati.  Ogniuno di loro aveva dei obbiettivi, e capitava che, per questo, non potevano stare sempre insieme, avevano interessi di versi e avevano impegni che non potevano conciliare con quelli degli altri, come giusto che sia. Sapevano però, che la loro amicizia sarebbe rimasta intatta, a dispetto  del tempo, degli impegni, delle circostanze ognuno di loro ci sarebbe stato per l’altro: Tutti per uno, uno per tutti, quel tipo di legame che niente avrebbe potuto spezzare.

Ma non era mai mancato Rufy, non era mai mancato quello che li aveva uniti così profondamente, l’artefice, l’idiota che era riuscito ad unire persone diversissime come  era loro. Più il tempo passava, più il vuoto in loro cresceva. Era qualcosa di devastante.

Fu per questo che nessuno disse nulla, anzi quasi non si accorsero. Manco a dirsi, Zoro si perse per quei corrodi che ha lui sembravano infiniti.

Non fu un male, tuttavia.

Zoro si arrovellava per ritrovare la via giusta quando si fermò davanti ad una porta semichiusa. Si era fermato perché aveva sentito distintamente la voce del commissario provenire dalla stanza.

“Davvero? Siamo proprio sicuri?”

….

 Il commissario non disse più nulla, evidentemente il commissario stava parlando al telefono con qualcuno del comando.

“Accidenti, e chi ci aveva pensato! Il ragazzo è tenuto in vecchia fattoria disabitata  fuori città. Ma, è ben visibile?”

 

“Su una collina ad est … fammi pensare, se ho capito bene, possiamo circondarla con facilità senza farci vedere.”

“Mm … dammi le coordinate precise, allora, 13°… 30 … e 35. Perfetto! Organizziamo il tutto per le operazione, più infretta possibile!”

***

Zoro, non si sa come, riuscì a tornare dagli amici. Spalancò la porta e urlò: “13° 30 35!”

Tutti lo guardavano perplessi.

“Ma ti sei impazzito, marimo?!” esclamò Sanji

Aveva ripetuto quei numeri per tutto il percorso cercando di trattenerli alla mente, e era tanta la voglia di agire che aveva finito per urlarli per davvero.

Zoro guardò Sanji e gli fece segno di seguirlo di fuori.

 

Zoro raggiunse un angolo nascosto e si fermò lì, si guardò in giro poi volse l’attenzione all’amico.

“Allora? Che c’è? Che eri idiota lo sapevo, non pensavo fino a questo punto.”

Zoro ringhiò: “Senti cuocastro..lasciamo perdere! Non ho tempo per litigare con te!”

Fece una pausa poi, più piano disse: “ Stammi a sentire, abbiamo bisogno di un piano il più presto possibile.”

***

“Merda! Ne sei sicuro?!” chiese l’ennesima volta il biondo.

“T’ho detto si! Io non voglio stare qui con le mani in mano, quindi, lì seguiremo!”

I due camminavano svelti, già macchiando sul da farsi. Nami era l’unica persona capace di portarli in quel posto, Zoro non avrebbe preferito che rimanesse a casa, ma non c’era altro modo; Franky li avrebbe accompagnati con l’auto.  Robin e Brook avrebbero fatto da diversivi.

“Non dobbiamo farci accorgere da Aiko-san. Non fare mosse false Marimo.”

“Non farle tu cuocastro.”

Ormai nulla avrebbe potuto fermarli.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***



N/N

Buona sera!
eccomi di ritorno con il nuovo capitolo^.^
Informazioni di servizio: sto operando la  pubblicazione dei capitoli rivisionati, e sono arrivata fino al capitolo cinque. ci vorrà un po' di tempo!
Le recensioni risponderò a fine capitolo.
Buona lettura




Capitolo tredici






Il vero amico si riconosce nei pericoli. Cicerone

La prima cosa necessaria, era quella di avvertire gli altri senza che la madre di Rufy  potesse capire qualcosa. 
Era angosciata, spaventata, così fuori di se che a mala appena  si accorgeva di ciò che si accorgeva di quello che accadeva intorno a lei. Però, se tutti quanti lasciavano la stanza avrebbe sospettato qualcosa.
“C’è un altro problema.” Ricordò Sanji.  
“Sarebbe?”
“Ace.”
Cazzo. Non c’aveva pensato proprio.
“Non possiamo farlo venire: è troppo coinvolto e agitato. L’operazione della polizia potrebbe essere messa in pericolo. Non è questo il nostro  scopo, uh?  Noi vogliamo solo fare la nostra parte.”
“E noi non vogliamo questo.”
“Direi di no.”
“Non sfottere cuocastro.”
Quel damerino non perdeva occasione per stuzzicarlo: ma un giorno gliela avrebbe  fatta pagare. Parola di Roronoa Zoro.
Sanji aveva capito  che era  accaduto qualcosa di importante fin da quando Zoro gli aveva fatto cenno di seguirlo; lo sguardo del marimo era stato fin troppo evidente. Non fino a quel punto, in ogni caso.
Il cuoco, aveva parecchie domande a cui dare una risposta. Com’erano riusciti a scoprire il luogo dove si nascondevano i rapitori?  Fino a poco tempo prima brancolavano nel buio, ora sembravano pronti per un operazione di salvataggio; Che ne era della  sicurezza di Rufy? Non erano loro che affermavano che la cosa migliore fosse quella di assecondare i rapitori e arrestarli solo dopo aver tratto al sicuro Rufy?
Era vero che, una squadra di elicotteri sorvolava ininterrottamente quelle zone, ma era altrettanto vero che non aveva trovato nulla.
Si fermarono davanti alla porta del salone in cui gli altri erano in attesa.
“Pensi che Tibby-chan abbia cambiato idea? Altrimenti non si spiega.”
“…”
“Ho la sensazione che, in questa situazione non siamo riusciti a fare nulla…”
“Ma non siamo in una situazione normale.”
Sanji ridacchiò, pensando che Zoro ogni tanto aveva ragione.

“Ehi, ma dove siete stati?” chiese Usop.
“ Io e il cuocastro abbiamo parlato e abbiamo deciso che rimanere qui non aiuta Rufy, e tantomeno aiuta noi.”
“per la precisione abbiamo pensato che tentare di metterci sulle tracce di Tibby-chan è qualcosa che possiamo fare da soli.”
 “Uh?”  mugugnò Franky, non capendo dove quei due andassero a parare .
Accanto a lui Robin ridacchio.
“Credo che ci siano novità in aspettate.” Sussurrò all’ orecchio del uomo.
“Ma, davvero?”
Forse finalmente le cose avevano deciso di prendere la piega giusta.
“Franky, Nami, Usopp, venite con noi.”
“Robin, Brook, e Ace rimanete qui, i rapitori potrebbero farsi vivi. Se sì ci farete sapere.”
Non bastò dire altro perché tutti si mossero in fretta, così in fretta  che alcuni di quelli che rimanevano (Aiko-san e Ace) non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa accadeva veramente.
***
Ore  04:00    33 ore dopo il rapimento

Era tutto pronto: con successo avevano individuato la fattoria disabitata, che con il senno del poi, era stato facile trovare: era l’unica vicina ad un mulino. Tibby era stata precisa nelle indicazioni. Aveva detto che rapitore erano solo 5, armati solo con un fucile a testa.
Tibby  guardava la fattoria da dentro una macchina della polizia parcheggiata in uno spiazzo dietro  la fattoria stessa.
“Commissario, siamo sul posto, e abbiamo iniziato a posizionarci, aspettiamo suoi ordini!” disse l’ispettore parlano attraverso un radiotrasmittente.
“Hanno avuto un incidente quando arrivarono qui,  e Rufy ha riportato dei danni sicuramente gravi!”
“Lo sappiamo, ma fra poco sarà tutto finito, piccola.”
Tibby non parlò più, o semplicemente da quel momento non ricordò più nulla di quello che accadde, soltanto i rumori ovattati degli spari, la voce del poliziotto che gridava con l’altoparlante.
Solo una cosa, forse le era rimasta in pressa. Una cosa che non si aspettava di certo.
Vide arrivare gli amici di Rufy sbucando da una stradina secondaria, che nemmeno aveva notato.
Vide Usopp, quello codardo, entrare da sotto il recinto, da una fessura e strisciare dentro, alla ricerca di Rufy.
E per poco non si faceva scoprire ed ammazzare.
Non sapeva come ma erano riusciti a convincere la polizia a lasciarli collaborare. E, forse fu grazie a loro se Nick e i suoi furono catturati.
****
Trovarono Rufy in un lago di sangue, con le ferite infette, la febbre alta, delirante, infreddolito, e pestato.
In un stato peggiore,non poteva trovarsi.
L’elicottero lo portò via in tempo prima che i midia da salto non giunsero in quella cascina.
Tibby, poco più tardi, con il suo avvocato, fece la deposizione, e trattò con il giudice, avrebbe testimoniato anche in tribunale.
Voleva espiare colpe che non poteva espiare. Si era pentita per ciò che aveva fatto e stava rimediando, ma non voleva essere perdonata, perché sapeva di non meritare perdono.
Aveva sbagliato, e doveva pagare, però prima aveva voluto fare quello che poteva per dimostrare di essere tornata indietro nei suoi passi.
***
Saint Paul General hospital*  
Una bolgia, forse, sarebbe il termine più adatto per definire il Saint Paul, in quelle prime ore del mattino.
Dopo 36 ore di prigionia, ed era un periodo ridicolo, se pensiamo ad altri rapimenti, Monky D. Rufy   venne ricoverato d’urgenza.
Aiko-san uluò vedendo suo figlio in quella barella piccola e stretta pallido, coperto di sangue ed inerme; Ace era pallido ed era finito in uno stato catonico.
Fu così che iniziò l’estenuante attesa.
****
Tibby seduta nel letto aveva ripercorso quei mesi, all’indietro, momento dopo momento, al rallentatore come una moviola, e sempre risaltavano i suoi sbagli.
Era certa che se Rufy non sopravviveva lei sarebbe morta dai sensi di colpa.
Aveva offerto la sua amicizia, la sua protezione, il suo calore. Aveva provato a farla sentire a casa. Farla sentire una di loro.
“Rufy… resisti, ti prego.”
Una lacrima come un cristallo scese e cadde sulla mano stretta in un pungo stringendo le coperte sgualcite.
Una preghiera sussurrata, ma quanto mai  forte e chiara.
***
Nami e Zoro  ancora sul quel terrazzo abbracciati, persi nello stesso pensiero.  Furono riscossi da uno squillo di cellulare.
“E’ il tuo Nami…il mio lo lasciato in macchina.”
“Ah, già.”
Aveva anche dimenticato di spegnerlo, tanto era l’urgenza di sapere come stava Rufy.
“E’ sanji…”
“Sanji-kun?” risipose tirando su con il naso.
“Oh, Nami-san, come sta?”
“Ancora nulla.”
“Lo sospettavo. Lo avevano pestato bene. Poi quell’incidente…vado al ristorante, vi preparo qualcosa e poi torno.”
“Va bene, ci vediamo dopo.”
Perché loro non si sarebbero mossi da quella sala d’aspetto. Sarebbero rimasti lì, fino a che Rufy non avesse aperto gli occhi.
Avevano preferito mandare a casa Aiko-san, perché con quello che deve aver dovuto passare aveva bisogno di riposo.
Robin la teneva al corrente di tutto.
 “Ci porta qualcosa da mangiare”
Zoro annuì.
“Torniamo dagli altri.”
“Sì.”


Ringraziamenti
Deidaraforever: * ospedale dove è ricoverato Rufy" dietro un angolino io e deidara e i pinguini osserviamo la scena.IO: Visto? la missione è stata un successo!  Deidara: si però..rufy... Io: oh si rimettera! e poi ti sei vendicata, non sei stata tu a fare l'occhio nero a Nick? *silenzio assoluto* Grazie per la tua perseveranza, e non ti preccupare gli impegni sono impegni^. ^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=387729