BakuKiri [raccolta]

di Dylanation
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hug ***
Capitolo 2: *** The Show ***
Capitolo 3: *** Kiss ***
Capitolo 4: *** Gift ***
Capitolo 5: *** Him ***



Capitolo 1
*** Hug ***


Questa raccolta, nonostante la sua semplicità, è il risultato di tanto impegno e millemilla scleri.
La dedico con tutto il cuore a Shirei, a cui devo delle scuse per cose che lei non sa, ma a cui devo dire anche grazie per avermi spinta a scavare più a fondo in questa coppia che ho sempre e solo trattato da un solo punto di vista.
Buona lettura e Buon Natale!
- Dylan



1.


 

Era un giovedì sera di fine Febbraio, la pioggia aveva preso a sommergere la città già da diverse ore e il dormitorio era invaso da chiacchiere spensierate.

Il limite di sopportazione di Bakugou era pericolosamente basso mentre se ne stava seduto sull'isolotto sgombro della cucina.

"Posso fare qualcosa per farti stare meglio?" Kirishima gli sorrideva da poco lontano. Inguaribile ottimista.

"Sì: tacere... almeno tu."

Eijiro scosse la testa tra sé e "Vuoi un abbraccio?"

"Non ti azzardare."

"Un abbraccio" lo ignorò, confermando le proprie intenzioni ad un interlocutore imprecisato.

Si avvicinò e cinse il busto di Katsuki con la mano destra, appoggiò il mento al suo trapezio sinistro leggermente scoperto e sorrise guardando quel profilo contrariato

"Sei talmente fastidioso da togliermi anche la voglia di picchiarti."

"Posso stare così ancora un po' allora?"

Sbuffò. "Fai quel cazzo che ti pare."

Nascosto dietro la curva del collo di Bakugou, Kirishima non smetteva più di sorridere.

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Capitolo 2
*** The Show ***



2.
 

"Mi stai dicendo che hai lavorato due ore per l'anima del cazzo?"

Il ragazzo con i capelli rossi appoggiato alla transenna fece spallucce di fronte a quella domanda dai toni scandalizzati, oltre che scandalosi.

"Tanto sarei dovuto comunque rimanere da queste parti, dai!"

Bakugou Katsuki, biondo, magro ma con le spalle larghissime e le braccia ed il collo cosparse di cicatrici era evidentemente in disaccordo con quel filo logico, ma non aggiunse altro e continuò a mangiare il proprio panino. Cazzo, non mangiava da quella mattina.

"È tanto che segui la band?" Chiese l'altro in un sorriso. 

"Uh no. Sono qui per caso perché mi servivano soldi... e tu? Kirishima, giusto?"

Quello annuì contento. 

"Io li seguo da sempre! Ho fatto di tutto per venire a montare il palco per questo concerto!"

Bakugou lo guardò reclinando un po' il viso, le luci arancioni del tramonto e quelle viola dei neon ad illuminarlo. Eijiro trovò che fosse bellissimo, dannazione.

"E io che pensavo fossi rimasto perché ti piacesse particolarmente la mia compagnia."

La sirena suonò, segno che i cancelli del parterre si stavano aprendo e che da lì a poco sarebbero stati invasi da un'orda di fan eccitati. Fu tutto molto veloce e Kirishima non ebbe modo di formulare una frase in risposta che non lo facesse sembrare un perfetto idiota. 

Quel che era certo però, era che Bakugou Katsuki aveva ammiccato in sua direzione e che sì, avrebbe fatto di tutto per rendere quella serata la più bella di sempre.

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Capitolo 3
*** Kiss ***



3.
 

Le foglie erano coloratissime e vive, seppur prossime al morire in cascate leggere e disordinate. Immobili per l'assenza di vento contornavano il parco gremito di persone macchiando il cielo di rosso fuoco, di giallo ed alcune continuavano addirittura a mostrare fiero quel verde che le aveva accompagnate fin dalla loro nascita.

L'estate era finita, ma il caldo persisteva. Nel brillare del pomeriggio i ragazzi se ne stavano sulle panchine ridendo, mangiando gelati, prendendosi in giro. I più appassionati di sport facevano partite di basket all'interno del piccolo campetto di cemento dando anche un diverso tipo di intrattenimento a chi uscisse semplicemente per una passeggiata. 

"Vieni con me, Capelli di merda."

Bakugou non era particolarmente educato o incline alle buone maniere. Sembrava non interessargli di niente se non di se stesso, diceva quel che pensava, se necessario arrivava anche alle mani. 

Il gruppo di ragazzi guardò lui e Kirishima incamminarsi per il viale ghiaiato. Si chiesero cosa avessero da dirsi di tanto misterioso, ma nessuno si sarebbe attentato a seguirli. 

Certo, Eijiro poteva essere considerato il migliore amico di Katsuki, ma c'era sempre un alone di mistero intorno ai gesti di quest'ultimo da spingere le persone ad impensierirsi almeno un minimo che non si ficcasse in mezzo ai guai.

Bakugou si fermò quando raggiunsero il muretto posteriore della gelateria. Quando erano più piccoli erano soliti appoggiare lì le loro biciclette.

"Ti piace proprio quel soprannome, eh?" Gli chiese Kirishima in un'espressione rassegnata ma divertita. 

L'altro fece spallucce.

"A ognuno il suo... a te per esempio piacciono quei cappellini da sfigato."

"Quante volte te lo devo dire che hai proprio una boccaccia?"

Katsuki ghignò, Eijiro sapeva a cosa stava pensando. 

"Sai una cosa in cui invece hai proprio buon gusto, Capelli di merda?"

Kirishima sorrise roteando gli occhi, come se avesse vissuto quella scena già milioni di volte e sapesse come sarebbe andata a finire. 

"Dimmi."

Bakugou gli girò la visiera del cappellino e "Uomini" rispose, alzando un sopracciglio con fare provocatorio. 

L'altro ragazzo neanche si guardò intorno per sincerarsi che non ci fosse nessuno. Borbottò qualcos'altro riguardo a quella boccaccia e si sporse in avanti baciandolo ancora ed ancora.

 

Lasciargli l'ultima parola lo rendeva sempre un po' più arrendevole e Kirishima, mentre lo sovrastava spingendolo contro il muro scrostato della gelateria, pensò che avrebbe dovuto lasciargliela più spesso.

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Capitolo 4
*** Gift ***




4.
 

"Dimmi la verità..."

La neve aveva cominciato a cadere solo da pochi minuti e nessuno era pronto al suo arrivo. Erano tutti vestiti troppo poco, non avevano gli ombrelli, le scarpe non erano adatte. 

"Sono tutto orecchi."

Le luci calde dei negozi davano un'atmosfera stranamente romantica a quella strada piena di persone di corsa e macchine in coda. 

Bakugou tentennò, e già questo di per sé fu una cosa che allarmò Kirishima.

"Se ha a che fare con il fatto che ho bevuto la tua ultima bottiglia di birra, io..."

Katsuki rise di gusto per qualche istante, ma poi sembrò connettere i neuroni.

"Tu hai fatto cosa?!"

Forse fu per la faccia colpevole del proprio compagno, ma in un notevole sforzo riuscì a calmarsi ed a riprendere il discorso. Un fiocco freddo gli cadde sul collo scoperto facendolo rabbrividire. 

"Lasciamo perdere... dicevo..."

Eijiro smise di camminare, capì fosse una cosa importante per l'altro. 

"Ecco... pensi che due anelli siano un regalo esagerato?"

La sorpresa prese il posto di tutto il resto. Sul serio Bakugou era preoccupato per quello?

"Ma... che dici? Sono bellissimi!"

Kirishima adocchiò l'anellino appeso alla collana di Katsuki. Lui ne aveva una uguale e l'aveva indossato subito, se lo stuzzicò dall'interno della tasca della giacca. 

"Sì, ma non so... magari ti sembrava una cosa impegnativa."

Quanti lati aveva ancora da scoprire del proprio compagno? Ah, infiniti. Ne era certo.

 

Gli prese la mano, la sollevò portandosela alla bocca e gliene baciò il dorso. Finalmente, dopo anni, era felice.

 

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Capitolo 5
*** Him ***



5.
 

Si sarebbe mai abituato a tutto ciò? No, lui credeva di no. 

Si era fatto avanti mesi prima, o forse addirittura era già un anno... Cristo, aveva perso il conto di nuovo. 

Gli sembrava ci fosse intesa, gli sembrava ci fosse qualcosa di diverso rispetto ad un'amicizia tra due ragazzi. E beh, come non pensarlo? Gli veniva un principio d'erezione ogni volta in cui lo vedeva seminudo in spogliatoio. Dio...

E così si era fatto avanti senza rimuginarci neanche troppo su. Gli era piaciuto vedere lo smarrimento nei suoi occhi rossastri, l'imbarazzo colorargli gli zigomi e paralizzargli i muscoli. Pensava sarebbe stato per sempre impacciato ed ingenuo come lo era nella vita di tutti i giorni. 

Ed invece Kirishima ci aveva messo poco meno di un mese ad uscire dal guscio, prendendolo in completo contropiede. 

"Bakugou... lasciami fare una cosa" gli aveva sussurrato all'orecchio rientrando da una passeggiata serale, e da lì le occasioni avevano preso a moltiplicarsi a vista d'occhio. 

Era così sicuro di sé mentre lo spogliava, mentre lo afferrava per la mandibola per guidarlo a suo piacimento durante i baci. 

Lo faceva impazzire quando gli infilava le dita in bocca per lasciarsele succhiare, quando socchiudeva gli occhi e "Ti prego" diceva piano, sparando la pelle d'oca su tutto il corpo di Katsuki. 

Era forse quello a continuarlo a stupire ancora ed ancora: Kirishima non gli ordinava mai nulla, lui supplicava. E Bakugou perdeva la ragione, aveva occhi solo per lui e sarebbe stato pronto ad esaudirne qualunque richiesta.

"Voglio starti sopra stanotte..." disse riempiendo la camera buia con quel suono suadente che era la sua voce.

Katsuki si irrigidì, era la prima volta che gli proponeva di invertire i ruoli e lui si sentiva talmente morbido, talmente malleabile a contatto a quel corpo da dubitare della propria capacità di negarsi. 

"Quando dico 'starti sopra' intendo che voglio cavalcarti..." 

Oh, cazzo. Lasciò che Eijiro gli salisse sopra a cavalcioni, che si muovesse con intenzione, che gli facesse sentire che anche lui era duro da morire sotto al sottile strato della tuta. 

"E quando dico 'stanotte', Bakugou..." un movimento di troppo ed a Katsuki uscì un ringhio sommesso dalla gola, afferrò i fianchi di Kirishima conficcandovi le unghie corte.

"Intendo tutta la notte."

Annaspò per il gemito incontrollato che sbocciò dalle sue labbra, strinse più forte, andò incontro al movimento dell'altro per fargli capire quanta voglia avesse di stargli dentro. 

Bruciava. Bruciava ed era sicuro che non si sarebbe mai spento, e tutto questo perché non esisteva nulla al mondo capace di estinguere ciò che provava in momenti come quello.

 

Cosa aveva fatto di tanto giusto in vita sua per meritarsi Kirishima Eijiro? Non lo sapeva. Ed anche se non si sarebbe mai abituato a quel pudore languido, a quel supplichevole imporsi... ah, era pronto a perderci la testa per tutta la vita. Non gli sarebbe bastato mai.

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