A Christmas Carol

di Jenna_Huphery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Christmas wind ***
Capitolo 2: *** A Christmas holiday ***
Capitolo 3: *** The spekter of drunken Christmas ***
Capitolo 4: *** In the middle of the night - first part ***



Capitolo 1
*** A Christmas wind ***


A CHRISTMAS WIND

 

Il tempo scorreva tranquillo nella città dell’ovest, la turbolenta estate scossa dall’incubo del mostro rosa era ormai un ricordo sbiadito. L’afa di agosto aveva lasciato spazio all’aria frizzante dell’autunno e poi, lentamente, anche le foglie a terra erano state ricoperte da un velo di brina gelata. Dicembre ed il suo manto bianco non erano mai stati meglio accetti.

Era il 20 del mese e la città, già stracolma di luci e decorazioni, risplendeva come non mai. Tra tutte, una casa risplendeva più delle altre. La Capsule Corporation appariva come un villaggio di Natale in grande scala, ogni cosa era stata curata nel minimo dettaglio, perfino le lucine ad intermittenza erano state progettate e reinventate dall’azienda, non c’erano decorazioni industriali che potessero reggere il confronto o che potessero riprodurre tali sfumature di colore.

In occasione della consueta festa natalizia dell’azienda Bulma non aveva badato a spese, erano stati invitati i più illustri scienziati del Paese con le rispettive famiglie e la location era stata allestita totalmente all’aperto, malgrado il termometro fosse fermo sotto lo zero da giorni.

Una cupola di vetro virtuale si estendeva sopra i giardini, fiocchi di neve impalpabili ed impercettibili scendevano placidi creando un piacevolissimo turbinio argentato, incorniciando magnificamente i tavolini con la loro danza, sparendo senza lasciare traccia a contatto con il suolo. Rosee lampade di sale illuminavano i tavoli finemente apparecchiati in bianco, rosso e argento ed eleganti composizioni di vischio e fiorellini bianchi completavano il tutto, apparendo sospese nel nulla, sostenute solamente da sottilissimi e quasi impercettibili fili d’argento.

 

“Wow mamma! Dici che possiamo invitare anche Goten alla festa?” Trunks si aggirava meravigliato nella sala allestita alla perfezione dalla madre, la lingua fuori nel tentativo di assaggiare i fiocchi di neve che gli vorticavano sopra il viso. “Tesoro, sono ologrammi non li puoi mangiare!” rise Bulma guardando il figlio con la coda dell’occhio mentre, fasciata dalla sua salopette da lavoro, ultimava la regolazione del contatore. “Ho invitato tutta la famiglia Son, ci saranno Goten, Goku, Chichi, Gohan, Videl e tutti gli altri nostri amici!” La donna si sgranchì i muscoli della schiena “Ok, questo era l’ultimo quadro elettrico da sistemare, Trunks perché non vai ad assaggiare le proposte del catering? E’ da stamattina che mi rincorrono con il cibo e non ho intenzione di diventare una derelitta, mi sono fatta fare un vestito su misura e preferisco che non mi faccia sembrare una zampogna”. Trunks corse alla postazione catering senza farselo ripetere due volte, Bulma sospirò sollevata, finalmente aveva ultimato i preparativi e con ben quattro giorni di anticipo! Alzò lo sguardo al cielo, oltre la cupola, nuvoloni grigi appesantivano il cielo. Tolse la corrente “Ci mancherebbe altro che si disfacesse tutto il mio lavoro per colpa di un corto circuito” si voltò ammirando la sala buia, meravigliandosi di quanto l’atmosfera apparisse ugualmente magica.

Il Natale le era sempre piaciuto, ma quell’anno era diverso. Era così appagata dal suo lavoro e soprattutto dalla sua famiglia da essere perfino grata a Majin Bu per il cambiamento in positivo che il suo risveglio aveva comportato nella sua vita.

Il suo migliore amico era tornato in vita, la sua famiglia era salva, il suo bambino cresceva felice e Vegeta… beh Vegeta continuava a starsene in disparte, non era diventato loquace, simpatico e amichevole, non le aveva ancora chiesto di iscriversi ad un corso di ballo di coppia ma, malgrado ciò, era diventato nel suo (grande) piccolo un uomo totalmente nuovo.

La gravity room non entrava mai in funzione prima delle otto e trenta del mattino e rimaneva silenziosa per più di qualche pomeriggio; Vegeta, che solitamente diveniva operativo all’alba, si concedeva sempre qualche ora di pace in più al mattino per stare avvinghiato a lei. La loro camera da letto non necessitava del riscaldamento, i loro momenti di intimità sempre più frequenti bastavano ed avanzavano a rendere piacevolmente torrida l’aria invernale. Vegeta, che non era mai stato facile da saziare in ogni senso, ora sembrava inevitabilmente dipendente da quelli che potevano essere attimi o diventare anche ore di amore passionale ed insaziabile. Anche dopo gli eventi che avevano succeduto la battaglia contro Cell era rimasto riluttante nel dimostrare i suoi sentimenti se non in modo prettamente fisico, non si fermava a dire il vero quasi mai nella stessa stanza con lei dopo aver consumato un rapporto, per quanto intenso quello potesse essere stato lui se ne andava dritto ad allenarsi e non mancavano le volte in cui tornasse nella sua ex stanza per passare il resto della notte in solitudine, per dormire o per fissare il soffitto. Bulma non aveva mai sofferto più di tanto quegli atteggiamenti, tra loro vi era un tacito accordo di indipendenza e sapevano entrambi di non poter fare a meno l’uno dell’altra malgrado la distanza fisica che lui, intenzionalmente, poneva tra loro.

Proprio in virtù di questa routine consolidata era rimasta meravigliata dalla volontà del compagno di passare ogni istante possibile in sua compagnia: Vegeta passava ogni notte con lei e non rintanato nella sua metà del materasso! Egli cercava sempre di mantenere un contatto fisico, che il più delle volte si rivelava essere un vero e proprio abbraccio in cui lei si addormentava placida quasi ogni notte, stremata dal suo sayan. Vi erano pomeriggi in cui disertava di proposito gli allenamenti e se ne stava impigrito su divano a fare zapping o a giocare con suo figlio a violentissimi giochi alla play station: lei se ne stava sulla poltrona a contemplare quel quadretto famigliare ordinario e allo stesso tempo così sorprendentemente fuori dal comune, con portatile sulle ginocchia e un sorriso celato sulle labbra, in silenzio, terribilmente felice.

 

L’orologio digitale della gravity room segnava le 18:45, la sua sessione di allenamento giornaliero era quasi terminata e il principe dei sayan non vedeva l’ora di mettere qualcosa nello stomaco “Trunks basta dai, va bene così per oggi” il ragazzino tornò normale, asciugandosi la fronte e porgendo al padre un asciugamano “Finiamo prima oggi papà?” Vegeta gli dava le spalle, impegnato a disattivare il computer centrale “Tua madre ha detto che giù c’è il catering, per una volta che possiamo mangiare cibo vero non carbonizzato mi sembra sia il caso di approfittarne prima che levino le tende da casa nostra, no?” gli occhi azzurri del figlio brillarono “Certo papà! Prima ho bocciato tutti i loro piatti in modo che stessero qui a cucinare per tutto il pomeriggio” Vegeta sogghignò divertito “Ben fatto, ma domani recupereremo la mezzora in meno di oggi, non credere che la pacchia duri per tutte le tue vacanze, non voglio che diventi un rammollito come il figlio di quel decerebrato di Kaharot” mise in stand bye il sistema – solitamente spegneva il generatore, ma era intenzionato a sfogarsi ancora un po’ dopo cena – prese ad asciugarsi i muscoli imperlati di sudore, sgranchendosi il collo. Il portellone principale si schiuse e la testa di Bulma fece capolino nella camera, i suoi i occhi si spostarono dal marito al figlio: “Trunks! Hai detto ai cuochi che gli antipasti erano sciapi e l’insalata di gamberi rivoltante?” Vegeta trattenne una risata, distogliendo lo sguardo dalla compagna “Mi sono dovuta scusare per te! Quei poveretti hanno spignattato tutto il pomeriggio per rifare un menù che andava già benissimo prima!” Trunks sgusciò fuori dalla stanza usando la super velocità, in men che non si dica era già in fondo al corridoio a riparo dalle ire della madre.

Bulma scosse la testa entrando nella stanza gravitazionale “Non sia mai che tu mi sostenga quando rimprovero tuo figlio eh…” disse con le mani sui fianchi “L’hai sentito no? Gli antipasti erano sciapi? Trunks non sa nemmeno che voglia dire, sente questi termini da te” Vegeta continuò il suo stretching con noncuranza, sogghignando appena “Ti lamenti sempre che gli insegno solo a fare botte, dovresti ringraziarmi per avergli ampliato il quadro lessicale”, “Questa poi…!” Bulma sospirò avviandosi verso l’uscita “Comunque se ne sono andati, quindi se era un piano tuo e di tuo figlio per ingozzarvi più del solito mi spiace, è saltato!” era già sulla soglia quando sentì Vegeta attirarla a sé per una bretella “Quanto siamo burberi oggi, eh donna?” era stata sollevata e messa a sedere sul maniglione laterale della sala “Dato che non c’è più il catering per il quale avevo interrotto il mio allenamento pare che dovrò stare qui ancora per un altro po’ ” l’espressione corrucciata di Bulma mutò in un sorriso malizioso “Non preferiresti la vasca da bagno?” il compagno le baciò il collo facendole venire i brividi “Non prolungherò la tua agonia fino al bagno, mi sento magnanimo oggi…” scese dal collo alla spalla, scostando le bretelle della salopette e sfilandole quest’ultima in un attimo.

Tra lui e la donna rimaneva solamente una maglia leggera di cotone, non gliela tolse, i capezzoli turgidi affioravano da essa regalandogli uno spettacolo più che appagante – prese a massaggiarli delicatamente con le dita mentre con bocca scendeva rapidamente verso la sua femminilità – “Vegeta!” quello alzò gli occhi solo per un istante, pienamente concentrato nel suo intento “Vegeta chiudi il portellone, c’è Trunks in casa!” quello continuò come se nulla fosse, impegnato a lambire il pizzo delle mutandine, senza spostarle, intenzionato a prolungare il più possibile quel momento di piacere rubato al suo allenamento.

 

“Amore verrai alla festa?”, i due erano distesi sul pavimento della gravity room, si erano già rivestiti ma le gote arrossate di entrambi non avrebbero celato a nessuno il rapporto che avevano appena consumato, in piedi, velocemente e con ardore. “Lo sai che non sopporto tutte queste diavolerie mondane” Bulma si tirò a sedere “Tu verrai, ho lavorato tanto per questa festa lo sai che significa tanto questo evento per l’azienda… e per me” Vegeta si alzò a sua volta avviandosi verso l’uscita, il portellone era rimasto aperto per tutto il tempo, indugiò un momento sulla porta “Come ti pare, a patto che il dolce mi venga servito qui nella gravity room come adesso” un ghigno malizioso gli si dipinse in volto, Bulma lo raggiunse baldanzosa, pizzicandogli il sedere “Sei sempre il solito oh, Vegeta dimenticavo… ho invitato anche Goku” Il principe alzò gli occhi al cielo affrettando il passo “Oh dai Vegeta, l’ho persino messo al t tavolo perché vi faceste compagnia! Non essere sempre così prevenuto” in quel momento un boato fece tremare l’intera capsule, tutte le luci si spensero – Black out completo – “Oh mio io Vegeta questo è un..” “Un segnale che Kaharot deve starsene a casa sua, lontano da me?” “Un APOCALISSE!”.

 

Bene ragazzi, questa era solo una piccola introduzione a quella che diventerà poi la storia vera e propria. Spero che mi seguirete nei prossimi capitoli e mi direte ciò che pensate nelle recensioni!

 

A presto, Jenna.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** A Christmas holiday ***


A CHRISTMAS HOLIDAY

 

Tutta la città dell’ovest era rimasta al buio, non vi erano più luci, decorazioni, solo lampadine in cortocircuito e abeti finti bruciacchiati. La tempesta, i fulmini e lampi erano arrivati all’improvviso, nessun nemico alieno aveva causato disastri, non era stata questione di cyborg venuti dal futuro: in un attimo dicembre si era spogliato del suo cappotto natalizio, da solo.

Bulma aveva passato tutta la notte a lavorare alla riparazione del generatore di riserva, una pila legata alla fronte, una notte intera di lavoro per nulla.

Il Giardino della Capsule Corporation, da villaggio natalizio, appariva ora un cimitero di vischio e lampade di sale; non c’era più nessuna cupola, nessun fiocco di neve vorticante, solo pioggia ghiacciata a riempire i bicchieri delle tavole già finemente apparecchiate.

Ci erano volute settimane per organizzare tutto e ora in un baleno tutto era stato distrutto. Nulla in quella casa funzionava senza elettricità, persino le porte automatiche erano state sfondate da Vegeta per permettere alla scienziata di raggiungere il giardino: con il generatore d’emergenza fuori uso una caverna sarebbe stata una dimora più ospitale.

La scienziata era rimasta a lungo in piedi con le mani sui fianchi ad osservare tutto quel disastro, non sarebbe riuscita a ricostruire tutto per il 24 dicembre nemmeno se avesse assunto una squadra di venti operai, i danni erano troppi e troppo gravi per poter essere tamponati.

 

“Leva quei piedi ghiacciati dal mio polpaccio”

La turchina era seduta nel grande letto, il pc sulle ginocchia – 100 inviti di revocare – “Che figura farò con tutte quelle persone? Avevo spedito gli inviti mesi fa e ora guarda che mi tocca fare, se ne andranno tutti alla festa di quell’idiota del dottor Kezich, me lo rinfaccerà a vita < allora Miss corporation, problemi in paradiso? > ah mio Dio che bifolco. Vegeta? Mi stai ascoltando?”

L’uomo era disteso a pancia in giù, il viso sepolto nel cuscino e un braccio a penzoloni fuori dal letto:

“Mh? Donna non capisco perché tu debba darmi del bifolco, non è colpa mia se tutta la tua festa si è trasformata in un cumulo di rottami e ferraglia… Leva quei piedi”

“Bifolco il dottor Kezich non tu, scimmione!”

“Pure? Donna lasciami dormire, tanto il cibo non sarebbe piaciuto no? Era sciapo”

Una cuscinata arrivò dritta sulla testa di Vegeta il quale non fece una piega. Bulma tolse gli occhiali da vista, stropicciandosi gli occhi per il sonno, era in verità più che affranta per la piega che le feste invernali stavano prendendo. Si era immaginata che quel Natale tutto sarebbe stato perfetto, un momento ideale per trovarsi tutti insieme a festeggiare una nuova vita dopo tanti anni passati con il cuore in gola per un nemico o per un altro – la sua famiglia era finalmente unita e avrebbe dovuto festeggiare il natale con il cibo in scatola, dato che la luce in città non sarebbe tornata prima di una settimana da tanti erano stati i danni e lei, certo sapeva progettare e costruire un forno da cucina super tecnologico, ma infilarci dentro un pollo e cuocerlo? Vegeta se la sarebbe cavata meglio.

“Tutti i nostri amici contavano su di me, gli toccherà riorganizzarsi ora” piagnucolò “Non c’è un anno che ne vada dritta una!”

Vegeta alzò la testa dal cuscino cambiando posizione, un braccio dietro la nuca “Troveranno qualcosa da fare, magari una vacanza nella catapecchia sui monti di Kaharot, tanto li l’elettricità non sarà mai arrivata, saranno abituati”

“Sei proprio un buzzurro Vegeta, sei un altezzoso, bifolc… aspetta cosa hai detto? Bulma strabuzzò gli occhi saltando velocemente a cavalcioni sul marito:

“Bluah! Donna mi ammazzerai, non è quello il punto in cui saltare sto per vomitare la cena!”

“Oh, amore sei un genio!” disse lei schioccandogli un sonoro bacio a fior di labbra “Una vacanza in una casa di montagna! Mmm… Svizzera magari? Ho sempre sognato di acquistare un immobile sulle Alpi, uno chalet, sisi uno chalet di lusso con idromassaggio e sauna e…” non finì la frase, con un colpo di reni si trovò distesa sotto al compagno “e…” disse Vegeta “…hai parlato anche troppo, ti pentirai di non avermi lasciato dormire in pace…” sfoderò il suo miglior sorrisetto malizioso, si liberò in un attimo della camicetta di seta di lei “Scarrozzaci dove ti pare” le sussurrò all’orecchio, baciandone e mordicchiandone il lobo “Purché per me ci sia sempre il dolce…” scese verso i suoi seni, la lingua che giocherellava abile con i capezzoli rosei e turgidi, Bulma sospirò di piacere, sorridendo “Avrai tutto il cioccolato svizzero che vorrai”.

 

***

 

“Papà ma non volete proprio venire con noi?” Bulma era indaffarata a caricare gli ultimi bagagli sul nuovissimo jet targato CP, il signor Brief come a suo solito impegnato nell’intento di potenziare al massimo l’impianto stereo della stessa, la sigaretta penzolante tra le labbra “No tesoro, tua madre ci tiene tanto a quel viaggio ai tropici, tanto qui senza elettricità non c’è nulla da fare e ci conviene approfittarne”

“D’accordo” sospirò lei “Non insisterò oltre, papà davvero, non abbiamo bisogno di un impianto così grande…”

 

“Bulma!” Vegeta si presentò a bordo con un borsone apparentemente mezzo vuoto “Oddio ma che hai messo li dentro? Ho già fatto io la valigia per te, ieri ti ho comprato un po’ di cosette” lui fece spallucce sedendosi di fianco al sedile da guidatore “Stai sempre a spendere soldi in robaccia, spero non siano altri maglioni coi ghirigori natalizi. Trunks sta arrivando”.

“Vegeta tieni questa” disse il signor Brief porgendogli una capsula “Ho pensato che avresti avuto bisogno di qualche robottino per allenarti all’aperto, te li ho messi tutti qui dentro”

Il principe dei sayan non l’avrebbe mai ammesso apertamente, ma suo suocero era la figura più simile ad un padre che avesse mai avuto. Quel nonnetto dall’aria sveglia, occhialuto e con la sigaretta in bocca era un uomo intelligente e riservato, qualità da lui enormemente apprezzate: era stato l’unico terrestre in quella casa a non averlo mai esasperato con una marea di chiacchiere - si era instaurata tra loro una sorta di solidarietà maschile, nata probabilmente dalla sofferenza dei timpani di entrambi.

Quell’uomo era sempre pronto a fornirgli spontaneamente nuove diavolerie per allenarsi e doveva dire che erano sempre state cose assolutamente utili per lui – fatta eccezione per i robottini che fungevano da casse stereo, quel vecchio aveva una vera e propria fissazione – era quindi forse sinceramente dispiaciuto che il terrestre che preferiva fosse l’unico a non prendere parte al viaggio.

“Grazie, è quello che ci voleva” disse infilandosi la capsula nella tasca della giacca.

“Oh, papà, non morirà se non si allena per qualche giorno”

“Suvvia Bulma, dopotutto si tiene in esercizio per garantire incolumità al nostro pianeta”

“Già, è l’incolumità delle montagne della svizzera che mi preoccupa – Vegeta le Alpi stanno li da tanto, vedi di lasciargliele intatte che ci saranno affezionati”

Vegeta alzò gli occhi al cielo “Stai sempre a blaterare un sacco di stupidaggini… TRUUUUUUUUUNKS MUOVITIIII”

Il bambino arrivò di corsa, balzando a sedere sul sedile posteriore “Eccomi eccomi, ci sono papà” disse col fiatone allacciandosi la cintura di sicurezza “Mamma non capisco perché dobbiamo usare la navicella, non ci può portare il papà di Got…” la bocca gli fu tappata repentinamente dalla madre “non una parola Trunks!” gli sibilò ad un palmo dal volto tenendogli un dito sulle labbra fin quando non lo vide annuire “…o tuo padre mi ammazzerà”.

“Che diavolo avete da bisbigliare? Andiamo. Prima partiamo e prima potremmo ritornarcene a casa” Bulma ignorò il commento malevolo dell’uomo, sfoderando il suo miglior sorriso – salutò il padre e si sedette al posto di comando, cinture allacciate “Si parte!”.

 

***

 

Il viaggio durò parecchie ore, Vegeta e suo figlio dormirono per quasi tutto il tempo, o meglio, dopo un primo momento in cui Trunks si era dimostrato essere particolarmente logorroico, gli era stato promesso dal padre che, in cambio di un po’ di silenzio, avrebbero potuto fare un’escursione insieme sulla neve – il bambino aveva immediatamente serrato le labbra ed era caduto nel sonno pochi momenti più tardi, seguito a ruota dal genitore.

A Bulma non dispiacque un po’ di pace, osservava felice i suoi due uomini dormire.

Le capitava di rado di fare una vacanza, non si prendeva mai pause dal lavoro e comunque non le sarebbe piaciuto andarci da sola: era un caso che la gravity room fosse fuori uso e Vegeta avesse acconsentito spontaneamente a seguirla, era convinta che se l’elettricità non fosse venuta a mancare nulla l’avrebbe staccato dalla sua amata palestra per più di due giorni.

Si era concessa tre giorni di vacanza solo quando era incinta, con un sayan in grembo le era difficile lavorare a pieno regime e alla fine aveva optato per qualche giorno nella loro casa al lago; fu una vacanza triste quella, si era sentita infinitamente sola, Vegeta se n’era già andato chissà dove e non si era mai sentita così definitivamente umiliata: era incazzata nera con lui e soprattutto con sé stessa.

Non si soffermò troppo sui tristi ricordi del passato, non era tipo da tenerne troppo conto, ormai aveva un compagno sempre presente e un figlio straordinariamente autonomo per la sua giovane età… le sarebbe piaciuta una nuova gravidanza, ripetere l’esperienza con una nuova consapevolezza e con un supporto da parte di Vegeta ma, in fin dei conti, non le mancava nulla e non avrebbe mai messo in pericolo il suo equilibrio familiare ottenuto con tanti sacrifici e tanta fatica – in fin dei conti trovava normale il fatto che, alla soglia dei 38 anni, i suoi ormoni volessero spingerla ad affrettarsi “Ah, ma non mi farò fregare dalle mie ovaie una seconda volta” disse sovrappensiero, ricordando come il desiderio di abbandonarsi totalmente al sayan, 8 anni prima, le avesse fatto dimenticare una pillola di troppo.

 

Arrivarono nel tardo pomeriggio, il sole era già quasi completamente tramontato oltre le vette innevate “Tesoro, svegliati siamo arrivati” il piccolo Trunks si stiracchiò sbadigliando “E’ ora di cena?”            la donna rise scarmigliandogli i capelli “Non ancora, ma se mi aiuti a scaricare tutta questa roba ti preparò una tazza gigante di cioccolata calda” “Ok!! Con tripla panna!”.

Persino Vegeta strabuzzò gli occhi dallo stupore (sempre discretamente, parliamoci chiaro) alla vista dell’imponente chalet acquistato dalla scienziata – si trattava di una costruzione fatta interamente in legno e pietre faccia vista, era sviluppato su tre piani e gli interni erano visibili dall’esterno grazie alle ampie vetrate trasparenti “E tu ti sei comprata questa roba da un giorno all’altro, Bulma?”

“Una donna che lavora sodo come me ha il diritto di farsi un pensierino ogni tanto, caro. E comunque l’ho comprata per tutti quanti”.

Bulma digitò un codice a 10 cifre direttamente dallo smartphone e il portone in legno si aprì automaticamente permettendo ai tre di accedere all’interno “Allora? Visto che paradiso vi ho regalato?”

Nessuno ribatté.

Il salotto era gigantesco – pavimento e muri erano in legno scuro, il parquet era stato tirato a lucido da poco – tappeti in pelliccia, 3 grandi divani ad isola foderati in tessuto scamosciato – l’ambiente era già stato riscaldato ed il fuoco scoppiettava nel camino. Non mancavano una super tecnologica smart tv ed una cucina accessoriata all’ultimo grido, elettrodomestici touch screen ed un ampio piano cottura in granito, le credenze erano stracolme di cibo “Non dureranno a lungo queste provviste” pensò Bulma tra sè e sè.

“Wow mamma questa casa è bellissima! Dov’è la mia cameretta?”

“Le camere sono al piano di sopra, tesoro”

Il bambino corse come un razzo su per le scale “dovrebbe esserci anche un ascensore da qualche parte” Bulma aprì quella che sembrava essere una parete scorrevole in alluminio “Ok, non mi aspettavo un frigorifero così grande…” “Sono affamato” “Tesoro prendi ciò che vuoi qui è pieno di rob…” due braccia le cinsero i fianchi, Vegeta se la caricò in spalla e salì le scale con entusiasmo (pari quasi a quello del figlio di otto anni) diretto alla camera padronale “Papà dove la porti?”

“Trunks va a fare la cioccolata per tutti, io e tua madre abbiamo un impegno” il ragazzino dai capelli azzurri arrossì vistosamente e si diresse al piano di sotto “Possibile che io non possa avere dei genitori con un po’ più di pudore? Ogni giorno la stessa storia, almeno non fatevi sentire!”

“Smettila di borbottare Trunks! Ringrazia i tuoi spudorati genitori per essere al mondo, io non ti ho certo cercato in mezzo ai carciofi!” urlò Vegeta di rimando chiudendosi la porta alle spalle con calcio.

Bulma venne buttata senza troppa grazia sul letto “Trunks ha ragione tesoro, dovremmo cercare di essere più discreti” l’uomo si levò il maglione, rimanendo a torso nudo “Non mi pare di averti presa sul tavolo della cucina, poi Trunks è grande e se non l’ho traumatizzato a 4 anni quando abbiamo iniziato a fare a botte durante gli allenamenti non lo traumatizzerò adesso facendo sesso con sua madre” si tolse rapidamente anche i pantaloni, gli occhi cupi dal desiderio impellente di farla sua “Sotto ai cavoli Vegeta…” disse lei tra i sospiri mentre anche i suoi indumenti le venivano sfilati in fretta “Cosa c’entrano i cavoli, donna?” il principe le tolse le mutandine di pizzo nero, liberandosi dei boxer a sua volta “I bambini si trovano sotto i cavoli non sotto i carciofi” lui riemerse momentaneamente dalla sua femminilità “E cosa vuoi che ne sappia io di queste vostre usanze terrestri, preferisco l’altro tipo di riproduzione” la donna non fece in tempo a ridere, iniziò a gemere sconvolta dal piacere che la lingua esperta del partner le stava regalando – Vegeta la stuzzicò per alcuni minuti, facendole inarcare i fianchi, era pronto a farla sua completamente, annebbiato come non mai dalla voglia di entrare in lei… “Amore perché ti sei fermato?” la voce di lei era roca, impaziente di accoglierlo con tutta se stessa “Quella è una vasca idromassaggio?” la donna voltò…

Si ritrovarono immediatamente seduti nell’acqua calda, lei a cavalcioni su di lui ondeggiava sinuosamente i fianchi sulla sua virilità “Fa un sacco di casino questa bacinella” “Meglio così, tuo figlio si traumatizzerà di meno” a Vegeta sfuggì una risatina, si abbandonò a lei flettendo il collo all’indietro e appoggiandolo all’orlo della vasca, chiuse gli occhi continuano a guidarla con le mani sui suoi glutei rotondi.

Li riaprì dopo qualche secondo, gli si gelò il sangue.

“MA CHE CAZZO! OH MIO DIO CHE CAZZO!”

Scostò la donna dal suo corpo velocemente “Vegeta ma sei impazzito?!”

“COPRITI IMMEDIATAMENTE! ODDIO CHE CI FAI TU QUI?”

“Vegeta ma che stai dicendo chi è che… ODDIO CHE CAZZO!” Bulma si parò dietro a Vegeta veloce come un lampo, coprendosi come meglio poteva e rossa in viso fino alla punta dei capelli.

“Kaharot hai 3 secondi per spiegarmi il perché ti trovi nella NOSTRA vasca da bagno dopodiché, qualunque sia la motivazione, ti farò fuori!”

Goku era paonazzo, si catapultò velocemente fuori dalla vasca portando con sè buona parte dell’acqua che prema riempiva la jacuzzi, si alzò in piedi con gli occhi chiusi e con una mano si grattò la nuca imbarazzato “Scusate ragazzi! Eravamo in giardino non sapevamo come entrare e mi sono teletrasportato nel posto in cui ho sentito l’aura di Vegeta… non avevo idea che, beh… steste facendo…” una sfera di energia gli sfiorò i capelli distruggendo la testa di un alce appesa al muro “VATTENE SUBITO KAHAROOOOOOOOOOOOT, FUORI DA QUI O GIURO CHE TE NE PENTIRAI!” “D’accordo vado vado! Ma.. ehi Vegeta.. non hai freddo così tutto nudo?”

Il principe si era alzato in piedi di scatto e a sentire quelle parole si coprì immediatamente con un mini asciugamano, scagliò un’altra sfera di energia che non fece in tempo a colpire l’altro sayan che ormai se l’era filata – si voltò verso la compagna con occhi fiammeggianti “Chi devo uccidere per primo?”

 

Eccoci ragazzi! Non siamo ancora entrati nel vivo della storia ma spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente e che mi scriverete ciò che ne pensate con una vostra recensione.

Mi raccomando continuate a seguire “A Christmas Carol” perché ormai lo spettro del Natale passato è proprio dietro la Jacuzz… ehm, volevo dire dietro l’angolo!

 

A presto, Jenna.

 

 

 

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Capitolo 3
*** The spekter of drunken Christmas ***


THE SPECTER OF DRUNKEN CHRISTMAS

 

“Mamma mia tesoro, quanto la fai lunga… sono i nostri migliori amici e mi era sembrata una bella idea invitarli per Natale” la voce della turchina era ferma e tranquilla :“Per colpa del black out non sarebbero potuti venire alla nostra festa e non sarebbe stato giusto spedirgli solamente una mail di disdetta!”.

Vegeta se ne stava in piedi dando le spalle alla sua interlocutrice, le braccia incrociate al petto. Ma perché diavolo quella donna doveva sempre fare ogni cosa senza interpellarlo? “Saranno anche amici tuoi, ma lo sai che io non sopporto quel patetico uomo!”

A dirla tutta da quando avevano combattuto insieme contro Majin Bu il rapporto tra i due sayan era, seppur impercettibilmente agli occhi di molti, profondamente cambiato. Bulma aveva beccato spesso i due allenarsi insieme nella gravity room, certo non si era ancora spinta al punto da accendere furtivamente l’interfono per origliare i loro discorsi, ma dagli oblò poteva osservare i due uomini scambiarsi qualche parola tra un pugno e un altro, sforzandosi di leggerne il labiale.

Non mancavano, altresì, le volte in cui il principe partisse in volo diretto nei paraggi dei monti Paoz – era da escludere che si presentasse a casa dell’amico-nemico per chiedere spontaneamente di allenarsi con lui – ma Bulma sospettava che se ne stesse li nei dintorni, alzando l’aura il necessario perché fosse appena percettibile all’altro sayan, che non avrebbe perso di certo l’occasione di passare qualche ora con l’unica persona che sapesse tenergli testa. Era stato questo a spingere la turchina ad invitare la famiglia Son… Beh per questo e per darsi man forte con Chichi – tra mogli di sayan ci si deve aiutare, soprattutto per quanto riguarda i pasti!

“Su Vegeta, vedrai che ci divertiremo… Chichi è una cuoca bravissima potrai abbuffarti come non mai! E poi lo so che Goku non ti sta così antipatico come vuoi far credere”.

“No, cara, è esattamente a quel livello la mia antipatia!” sibilò il sayan voltando la testa quel tanto che bastava per rivolgerle lo sguardo più truce che poteva :“Ed il fatto che ci abbia interrotti un momento fa l’ha fatta salire in modo esponenziale. Per non parlare del fatto che ti ha vista nuda e ora gli dovrò cavare gli occhi”.

La donna si sforzò di trattenere una risata. D’accordo, magari Vegeta non era ancora così incline a stare con Goku in contesti che non fossero prettamente violenti – era capitato una o due volte che il marito lasciasse i Son fuori di casa quando non era lei a rispondere al citofono, per non parlare della velocità con la quale riattaccava il telefono ad ogni loro telefonata – ma se ne sarebbe fatto una ragione, nulla avrebbe rovinato il suo Natale affollato!

Il sayan si sentì avvolgere da un caldo e umido abbraccio, i seni della donna che si alzavano e si abbassavano al ritmo del respiro, premuti contro la sua pelle:’’Immagina quanto tempo potremmo passare qui io e te, con Goten a tenere impegnato Trunks…”. La voce calda e suadente della compagna lo stava inebriando di nuovo, “Maledizione” pensò Vegeta, doveva resisterle – quella maledetta femmina aveva iniziato ad esplorare il suo torace con le dita sottili, a piccoli tratti formando cerchi concentrici – arrivò presto all’ombelico, iniziando a scendere al di sotto di esso, intenzionata ad infuocarlo di nuovo (non che ce ne fosse bisogno), Vegeta compì uno sforzo immane per bloccarle il polso, stava già pregustando il piacere che lei avrebbe potuto dargli se solo l’avesse lasciata continuare ma ciò nonostante non poteva permetterle di circuirlo ogni giorno alla stessa maniera: “Eh no brutta vipera non mi incanti! Non avrai nulla da me se Kaharot non se ne tornerà nella sua bettola. Ti ho scoperta, sai? Pensi di poter farmi fare tutto quello che ti pare solo perché ormai sai come prendere un sayan e, dato che non puoi prendermi per la gola perché sei una piattola in cucina, non fai altro che prendermi per l’uccell…” “VEGETA! SEI PROPRIO UN GORILLA VOLGARE! strillò lei, oltraggiata per essere stata presa in contropiede: “Tienitelo pure nei pantaloni, perché i miei ospiti NON-SE-NE-VAN-NO!”.

Così dicendo si slacciò dal compagno, arraffando un accappatoio per coprirsi: “E ora fammi passare brutto scimmione mi voglio fare una doccia!”. Vegeta le si parò davanti con una spallata e raggiunse a falcate la porta: “Scordatelo il bagno è mio brutta strega!”. Si scaraventò nel corridoio intenzionato a raggiungere i servizi, di dove fossero non ne aveva proprio idea, aprì una delle porte laterali più infreddolito che mai e deciso a buttarsi sotto l’acqua calda, purtroppo quello che vide non fu esattamente ciò che si aspettava: Goku e sua moglie erano intenti a disfare i bagagli, il principe inciampò su un trolley lasciato sul tappeto.

 “Che nessuno si azzardi a dire nulla”. Disse, viola per la vergogna, alzandosi e dirigendosi fuori in cerca del vero bagno di quella maledetta casa, tentando di coprire le proprie nudità meglio che poteva – “Ehi Chichi te l’avevo detto che Bulma permette a Vegeta di sentirsi libero e comodo tutto nudo a casa sua, lo voglio fare anche io, dopotutto siamo in vacanza! E dovresti farlo anche tu, vedrai come starai bene”. La donna guardò orripilata il marito spogliarsi, fulminandolo con occhi furibondi: “ma che cosa dici Goku!? RIMETTITI SUBITO I VESTITIIIIIIIII!!”

 

***

 

Verso l’ora di cena tutti erano radunati nel grande salone illuminato dal caminetto, tutti tranne Vegeta ovviamente, che se n’era rimasto bagno a rimuginare su quante persone quel giorno avessero avuto l’onore di vedere le sue reali grazie.

 

Bulma, da brava padrona di casa, era già pronta per andare a tener banco con i suoi ospiti. Dopo il bisticcio con Vegeta si era concessa cinque minuti per spanciarsi dalle risate alle spalle del povero sayan, ignaro del fatto che avessero il bagno in camera; si era poi immersa di nuovo nell’acqua bollente, intenzionata più che mai ad apparire a cena con un’aria rilassata.

“Gohan, Videl!”. La turchina andò incontro ai ragazzi a braccia spalancate: “Mi fa così piacere che siate venuti! Avete già trovato la vostra camera?”. I due le sorrisero imbarazzati, Chichi si intromise nella loro conversazione in un baleno: “Bulma ho pensato io ai ragazzi, Gohan potrebbe dormire con il padre e io dividerò una delle stanze doppie con Videl”.  

“Oh…” la scienziata assunse un’espressione interrogativa: “Chichi guarda che ci sono abbastanza stanze per tutti, non c’è problema se i ragazzi ne occupano una di matrimoniale”. La mora rise appoggiando la mano sulla spalla dell’amica e avvicinandosi al suo orecchio: “Sai voi avete queste strane usanze Hippie in casa vostra… Girare senza vestiti eccetera… Ma Gohan è un ragazzo più tradizionale e non dormirebbe mai con Videl prima del matrimonio”.

La turchina avrebbe dovuto prevedere che Chichi non avrebbe acconsentito a tutta quella promiscuità tra i due ragazzi, ma che pensasse che la loro fossero una famiglia hippie non se l’aspettava proprio: “Girare senza vestiti? Chichi non ti seguo proprio…”. Le rispose di rimando con un risolino imbarazzato: “Non fare finta di niente cara, io non vi giudico, ma non mi aspettavo di certo che Vegeta fosse così di stampo, ehm diciamo… naturista”. Vegeta un naturista? Era decisamente meglio lasciar perdere quel discorso senza capo né coda e navigare in acque più tranquille, le acque della cena per esempio.

“Ti va di darmi una mano ai fornelli Chichi? Qui c’è un sacco di cibo ma non sono la persona più indicata per cucinarlo”.

Chichi non se lo fece ripetere due volte, volò dietro al piano cottura come una saetta mettendosi a frugare nelle credenze: “Videl cara, vieni ad aiutarmi! …Bulma cucinare è veramente il minimo che possiamo fare per ringraziarti di questa vacanza di lusso”. Il tavolo da lavoro in granito si riempì taglieri, coltelli, carcasse surgelate prelevate da chissà dove, alghe, riso, pentole.

“Tu stai con gli ospiti Bulma, noi qui prepariamo tutto in un batter d’occhio”. Le due donne iniziarono ad affettare, squamare, bollire; la faccia di Videl era appena appena allucinata ma, ormai, aveva preso abbastanza confidenza con le quantità di cibo necessarie a sfamare i sayan ed eseguiva alla lettera i dettami della più anziana che - in fatto di cucina ed organizzazione - sapeva il fatto suo.

 

Nel giro di un quarto d’ora arrivò anche il resto della truppa, Yamcha, Crili, C18 e Junior si guardarono intorno estasiati, (Junior meno estasiato dell’altro, poiché quel tipo di espressioni facciali non gli erano congeniali): “Bulma che casa magnifica” mormorò C18 con un fil di voce, aveva sempre avuto un debole per il lusso.

La scienziata nel frattempo aveva apparecchiato alla perfezione la grande tavola in legno, già colma di antipasti che Chichi continuavano a sfornare a mo’ di rulli compressori; dalla sua location magnifica alla Capsule Corporation era riuscita a salvare ed incapsulare - appena in tempo – un albero di natale che ora illuminava maestoso la sala. Vi erano regali sparsi un po’ ovunque, la maggior parte di questi erano stati comprati da Bulma, alias mamma natale, a cui erano stati aggiunti i pacchi portati dai Son e da tutti gli altri.

“Ragazzi andate ad appoggiare i bagagli, c’è una stanza per ognuno di voi al piano di sopra! Potete riposarvi, rinfrescarvi, fare un salto alla sauna, ma poi mi raccomando tutti giù per il cenone!”.

Yamcha fissava Bulma con, letteralmente, le bave alla bocca. Le sue curve erano fasciate alla perfezione da un tubino rosso sopra al ginocchio, una profonda scollatura posteriore le lasciava la schiena quasi completamente nuda, resa ancora più sensuale da un sottilissimo filo d’oro che scendeva dal collo, percorreva la spina dorsale e terminava con un ciondolino a perla appena sopra il sedere. Non la si vedeva spesso con i tacchi alti, ma quella sera aveva optato per delle francesine nere e lucide: nel complesso avrebbe fatto girare la testa a qualsiasi uomo.

Il predone del deserto non aveva mai smesso di maledirsi per essersela lasciata soffiare da sotto il naso da quell’arrogante di un sayan e, non vedendolo in giro già, si immaginava che fosse stato a casa ad allenarsi, rallegrandosi all’idea della prospettiva di flirtare con la turchina senza rischiare la morte.

 

Trunks, Goten e Goku fecero il loro ingresso diretti come segugi in direzione degli antipasti.

“Trunks non ti azzardare! Aspettiamo che arrivino tutti”. Lo richiamò la madre rivolgendo a lui e agli altri due uno sguardo di rimprovero; La donna assunse, dopo pochi momenti, un’espressione interrogativa, inarcò un sopracciglio e fece segno al figlio di avvicinarsi: “Tesoro, perché Goku non è vestito e indossa solo un asciugamano?”.

“Ehi Bulma ci si rivede eh!? E’ stata un’idea che mi ha dato Vegeta”. Disse Goku felice come un bambino: “In effetti fa un po’ freddo ma mi sento molto più libero e a mio agio così” lei e Trunks si guardarono allibiti, decise che fosse meglio evitare di indagare ulteriormente, non capiva affatto perché quel giorno tutti non facessero altro che parlare di stare nudi.

“CINQUE MINUTI E SI MANGIA!”. Strillò Chichi estraendo l’ennesimo tacchino dal forno.

Finalmente anche il principe fece il suo ingresso trionfale (aveva sentito il richiamo primordiale della tavola imbandita) stette qualche momento immobile sull’ultimo scalino, fissando dall’alto in basso tutti i presenti con sguardo di sufficienza - che si trasformò repentinamente in una smorfia schifata non appena il suo sguardo si soffermò su Yamcha “Fantastico, c’è anche il mollusco” pensò. In quella casa c’era decisamente troppa gente, ma non voleva darla vinta a Bulma infastidendosi come al solito, oh no, avrebbe fatto finta di nulla! Si limitò ad un: “Beh? Che diavolo avete da fissarmi? Se volevate vedermi nudo anche voi dovevate passare prima o perlomeno pagare un biglietto per lo spettacolo”. Diede di proposito una spallata a Yamcha, ghignando malefico, e prese il suo posto a tavola.

Nessuno se la prese per il comportamento di Vegeta, erano abituati ad essere trattati molo peggio dal padrone di casa, Goku in particolare scoppiava di felicità per l’arrivo dell’amico e si fiondò a sedere vicino a lui. “Kaharot perché diavolo sei seduto vicino a me? …E perché sei senza vestiti? Ti sono esplosi altri neuroni per caso?”.

“Ehi Vegeta, che ne dici di una sfida all’aperto dopo cena? Non vedo l’ora di sgranchirmi i muscoli!”. Bulma prese posto di fianco al compagno, che la fissò eccitato e contrariato al contempo per via del suo outfit decisamente sexy.

“Ora che siamo tutti qui vorrei proporre un brindisi”. Alzò il calice di bollicine verso gli amici: “A questo Natale e alla vita di pace che ci attende, sono felicissima di essere qui con tutti voi e vi ringrazio di aver accettato il mio invito! Auguri a tutti e buona vigilia!”. Si levò un coro di auguri e bicchieri tintinnanti “E grazie alle cuoche!” disse Crili alzando il calice in direzione della coca cola di Chichi (che non beveva vino) e verso Videl, che se ne stava accasciata stanca morta sulla sedia, sfinita dalla maratona culinaria a cui era stata sottoposta.

Vegeta e Goku si litigarono ogni singola ala di pollo, ogni uramaki ed ogni polpetta: era incredibile come quei due trasformassero anche un cenone di Natale in una sfida all’ultimo colpo di bacchette:

“Kaharot leva le tue manacce da quel cono di riso!”.

“Prova a levarmelo dalla gola se ne hai il coraggio?”.

“Non ti azzardare a sfidarmi, razza di plebeo che non sei altro e pulisciti la bocca che sei disgustoso!”.

L’intera tavolata chiacchierava allegra fissando di tanto in tanto i due sayan ingozzarsi – Goku era decisamente il più forsennato e continuava a parlare con la bocca piena offrendo a tutti uno spettacolo pietoso, ma l’altro sayan non era certo da meno! Solitamene i modi di Vegeta a tavola erano sempre stati relativamente sobri, si ingozzava sì, ma con una sorta di contegno, quella sera invece pareva del tutto intenzionato a voler eguagliare il suo suddito di terza classe.

Goku dal canto suo, imitava l’amico svuotando un boccale di birra scura dopo l’altro: d’accordo che dovevano buttar giù tutto quel cibo e che per ubriacare un sayan ce ne voleva, ma Bulma aveva l’impressione che i due fossero decisamente alticci.

“Tesoro forse dovreste andarci un po’ più piano con il bere, no?”.

“Donna non mi stressare, proprio tu parli che stai sempre a fare l’alcolizzata a tutte le ore del giorno! Dimostrerò a Kaharot che resisto più di lui anche a tavola!”.

Lei sospirò sconsolata scuotendo la testa, Vegeta non era avvezzo al bere, per via dei suoi allenamenti evitava di assumere alcolici e altre bevande super zuccherate – nel suo piccolo si poteva dire che fosse abbastanza attento nello scegliere i cibi da fagocitare – occasionalmente se ne stava davanti alla tv con una birra in mano, ma di certo non era tipo da shottini o da serate alcoliche.

 

Verso le 23 tutta la tavolata era abbastanza brilla, perfino C18 se ne stava a ridacchiare di fianco al marito che nel frattempo puliva la bocca alla bimba seduta sul seggiolone. Yamcha aveva gli occhi lucidi ed un sorriso ebete stampato in faccia, spinto da una forza sconosciuta si era incaponito di tener testa a Vegeta ed ora si ritrovava letteralmente sfinito da tutto quel cibo e quell’alcol che aveva trangugiato.

“Ehi Vegeta tu non hai caldo? Si può accendere il condiz!HIC!ionatore?”. Goku aveva iniziato a sventolarsi con il tovagliolo tra un singhiozzo e l’altro.

“Ma che diavolo dici Kaharot? Sei anche nudo come diavolo fai a dire che è caldo?”. In verità anche Vegeta iniziava ad avvertire delle folate di calore, ma non avrebbe mai concordato con il suo miglior nemico su qualcosa nemmeno se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.

 

“Videl vieni con me, ci sono i dolci da portare a tavola”.

“Oh, Chichi lasciala tranquilla ti aiuto io!”.

Le mogli dei sayan si alzarono andando in direzione della cucina: “Sarà meglio che quei due mangino un bel po’ di dolce per assorbire tutto quello che si sono bevuti”. Disse la mora sottovoce: “Ahahaha! Non ho mai visto Vegeta con le guance così rosse, è così buffo!”. La turchina scoppiò a ridere di rimando (sobria non lo era nemmeno lei): “Hai proprio ragione Chichi, ma alla fine non mi capita mai di vedere mio marito lasciarsi un po’ andare davanti ad altre persone… avrà un po’ di mal di testa domani credo, ma lo spettacolo lo vale tutto!”.

 

Le due donne tornarono nella sala da pranzo con una moltitudine di dolci impressionante, in ogni caso nessuno prestò troppa attenzione a loro poiché vi era uno show molto più interessante da seguire…

Goku era caduto per terra assieme alla sua sedia, a dire il vero nella posizione in cui era non si riusciva nemmeno a distinguere dove iniziasse la sedia e dove finisse il sayan; Vegeta era letteralmente in delirio, nessuno l’aveva mai visto ridere in quel modo, aveva le lacrime agli occhi.

 

“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA KAHAROT SEI POPRIO UN IDIOTA”. Goku rideva a sua volta, visibilmente in difficoltà a divincolarsi dalla sedia e rimettersi in piedi, Goten e Trunks corsero in suo aiuto. “Grazie, ragazzi”. Disse una volta in piedi dondolando sul posto: “Credo che… andrò a scercare un ventilatore!”.

Vegeta, che era appena riuscito a darsi un contegno, si alzò traballante dalla sedia – si sentiva la testa stranamente leggera e tentava invano di assumere la consueta espressione corrucciata. Di vederlo sorridere per più di qualche secondo non era mai capitato ed ora, a vederlo sforzarsi di mettere il broncio per poi sconfinare in un sorriso a 57 denti, nessuno riusciva a trattenersi più dal ridere. Il principe si diresse brancolando verso l’esterno, ritornando nella sala con un secchio pieno di neve. Trunks fece appena in tempo ad aprire bocca: “Papà ma cos…?”. Che una valanga di neve arrivò addosso a Goku:

 “TUTTI IN COPERTA KAHAROT! AHAHAHAHAAH”.

Il sayan, congelato fino al midollo iniziò a scrollarsi freneticamente di dosso la neve gelida, sotto lo sguardo attonito e allo stesso tempo divertito dei presenti che non potevano credere a ciò che stava succedendo – nella foga, Goku non si accorse nemmeno che l’asciugamano che aveva legato in vita gli stava pericolosamente scivolando dai fianchi. Vegeta ormai si stava soffocando dalle risate seduto sul tappeto: “Kaharot è la prima volta osgi che mi fa piascere stare con te!”. Goku (che era stato prontamente coperto da Gohan con una coperta in pile) andò a sedersi per terra di fianco all’amico; “E’ un privilesgio per me stare con il mio migliore amico del cuore!”. Biascicò l’altro.

Ormai i due se ne stavano lì a ridere belli e beati. Goku aveva persino messo un braccio attorno alle spalle di Vegeta.

“Ok Bulma, tu prendi tuo marito e io prendo il mio, hanno bisogno di una bella dormita”.

Aiutate dagli amici, riuscirono ad issare in piedi i loro uomini che continuavano a sbellicarsi: Crili e Gohan sorreggevano Goku, mentre Yamcha e Junior avevano l’onore di sorreggere sua altezza.

Bulmaaa! Con tutte le persone che scerano proprio dal mollusco mi dovevi far tirare su?”. Yamcha lo ignorò, se non gliel’avesse chiesto Bulma lo avrebbe sicuramente lasciato lì sul tappeto tutta la notte.

Invesce devo ringraziare il muso verde! Sei l’unica persona che mi è sempre andata a sgenio!”. Junior arrossì lievemente, in realtà aveva sempre sospettato di essere l’unica persona, ad eccezione di Bulma e Trunks, che il principe tollerasse in sua presenza – ed era vero! Vegeta lo apprezzava enormemente per il fatto che non parlasse mai per dire cose inutili, soprattutto lo rispettava, per via del suo intelletto formidabile (quasi) quanto il proprio.

 

“Buonanotte Vesgeta!”. Riuscì a dire Goku prima di venire trainato a forza nella sua stanza da Gohan: “E dai papà! Cerca di collaborare!”.

“Ragazzi lasciatelo pure qui sul letto, ci penso io ora” disse Bulma sorridendo a Junior e Yamcha, che arrossì pervaso anch’egli dai fumi dell’alcol.

“Dite pure agli altri di finire il dolce e di non spreparare, non appena finirò con lui verrò a riordinare”.

 

***

 

La turchina iniziò a spogliare il sayan, decisa a ficcarlo il prima possibile sotto la doccia e metterlo a letto dove non poteva fare danni.

“Che fai donna?”. Ridacchiò lui: “Non vedi l’ora di farti un bel viasgio sul pianeta Vegeta? E per pianeta intendo il mio…”.

“Vegeta, piantala di blaterare! Sei davvero logorroico come tuo figlio di otto anni quando sei sbronzo eh?”. Lui cercò di guardarla con lo sguardo più serio che poteva: “Io non sono affatto sbronzo donna!”.

Bulma sospirò sconsolata tirandolo in piedi “Su vieni a farti una doccia, ti sentirai meglio”.

Riuscì a farlo sedere sul piatto doccia, era stranamente bello vederlo tranquillo e rilassato con il sorriso dipinto in faccia – avrebbe dovuto dargli da bere più spesso.

 

“Grazie per lo spettacolo amore, è stata la cena più divertente del mondo”.

L’aveva finalmente messo sotto le coperte, ma il sayan riuscì comunque a tirala a sé: “Io pretendo di scartare il mio regalo!”. Bulma riuscì a divincolarsi abbastanza facilmente “Eh no caro, l’apertura dei regali è posticipata a domani, ora tu stai quì e dormi”. Si sarebbe aspettata che il marito ribattesse ma quello crollò addormentato come un sasso, ignaro del fatto che, molto presto, avrebbe ricevuto una visita alquanto insolita ed inaspettata…

 

 

Ciao a tutti ragazzi! Spero veramente che questo capitolo vi sia piaciuto. Colgo l’occasione per ringraziare coloro che mi hanno lasciato una recensione o semplicemente hanno dato una letta alla mia storia.

Spero veramente che vi siate divertiti a leggere questo capitolo, almeno quanto mi sono divertita io a scriverlo! Continuate a seguire la storia e, se vi fa piacere, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.

 

A presto, Jenna.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** In the middle of the night - first part ***


PAST CHRISTMAS, YOU GIVE ME AN HEART

BUT THE VERY NEXT DAY I GAVE IT AWAY

FIRST PART

 

NB Autrice: *le frasi tra virgolette e scritte in corsivo si riferiscono ai PENSIERI dei personaggi.

[23:58]

Tic tac Tic tac Tic tac

“Ora la distruggo”

Tic tac Tic tac Tic tac

“Più fastidioso di Kaharot”

 

[23:59]

Tic tac Tic tac Tic tac

“Maledizione, dormivo meglio all’inferno”

Tic tac Tic tac Tic tac

“Chalet di merda con orologio ticchettante di merda”

 

[00:00]

 

Tic tac Ta… la sveglia venne incenerita in un nano-secondo, Vegeta non aveva nemmeno aperto gli occhi, bastò la forza spirituale a disintegrarla.

Si sentiva la testa straordinariamente pesante, ma che ora era? Allungò il bracciò quel tanto che bastava per sentire il corpo caldo della moglie vicino a lui “Bene, la donna c’è, non sono all’altro mondo” pensò in preda ad una qualche farneticazione del dormiveglia.

Come ci era arrivato al letto?

 

“Sveglia, sveglia Vegeta”

E ora che volevano da lui, chi diavolo era a parlare, Zarbon? Era ora di un’invasione?

“Vegeta”

Possibile che non lo lasciassero mai dormire in pace? “giuro che se è Trunks lo uccido, io alla sua età mettevo a ferro e fuoco l’universo e lui non ce la fa a dormire una notte filata senza rompere l’anima altrui

“Ehi, sei sveglio?”

Ma che cazzo. Di chi diavolo era la voce?

“Suvvia amico, svegliati, è ora di andare”

Andare dove? Era già ora di andare sulla Terra…? “Napa?” Naaa, non era una voce da pelato. “Radish?” quel capellone non gli era mai piaciuto – non che gli piacesse qualcuno, eh. – amico di chi?

 

Il principe dei sayan aprì gli occhi – cercò di mettere a fuoco, ma con le palpebre appiccicate fu un’impresa – buio, soffitto, travi di legno “Ovviamente, sono steso, che cazzo pretendo di vedere” fece leva con il braccio destro, tirandosi a sedere con fatica – Bagno, vasca, Bulma, muro, armadio “Già meglio” fletté il collo all’indietro, lo sentì schioccare girandosi lentamente verso sinistra – Finestra, muro, comodino, uomo incappucciato, valigie “Bene, sono sulla Terra, posso pure rimettermi a dormire”.

“Vegeta, sveglia!”

Oddio, uomo incappucciato, “Ok calma non sei una donnicciola”

Il sayan schizzò in piedi come una molla, davanti a lui stava immobile una figura incappucciata avvolta nell’oscurità della stanza, parzialmente illuminata solo dalla luce riflessa della neve che filtrava dalla finestra. Maschio, alto circa un metro e novanta “no, forse un metro e novantadu… ah ma perché continuo a pensare a queste cazzate?”

“Finalmente ti sei accorto di me”

Eppure lo conosceva, conosceva quella voce “Sono sicuramente ancora sbronzo” una voce fastidiosa, allegra. Il mantello lo copriva interamente ma la testa appariva veramente gigantesca “Non conosco nessuno che abbia un palco di corna da alce… magari il muso verde? No ha le antenne, flosce per di più e poi sicuramente non si metterebbe a rompermi l’anima nel bel mezzo della notte” L’ignoto avanzò verso di lui, mettendo fine a quella sorta di flusso di coscienza alla James Joyce “Dammi la mano e seguimi” disse protendendo la mano in sua direzione.

E in un attimo Vegeta capì “d’accordo non mi devo incazzare… uno, due, tre, quattro…” contò mentalmente fino a cinque prima di proferire parola:

“Kaharot vattene subito da camera mia, quest’aria di montagna ha fatto diventare la tua materia grigia più rarefatta del solito”

L’incappucciato si grattò la nuca “No, ehm beh… io sono lo spettro del Natale passato!”

“Tu…” disse il principe afferrando un lembo del mantello “Sei un idiota” bastò uno strattone a lasciarlo nudo come un cencio.

Goku si coprì, strappando a sua volta il mantello di mano a Vegeta “Eddai, serve sempre trattarmi male?” l’altro si coprì la faccia con una mano, lasciandosi cadere seduto sul letto “Senti Kaharot, io mi reputo uno che non disdegna nulla ma questa cosa del guardone e dello stare nudi deve veramente finire, sparisci!” sibilò tra i denti per non svegliar la compagna.

“Spiacente ma ho una missione questa notte, devo portarti nel passato!” disse convinto senza perdere il sorriso “Te l’ho detto no? Sono lo spettro del Natale pass… Vegeta ma che fai ti rimetti a dormire?!”

Il principe si era nuovamente steso accanto alla donna, gli occhi chiusi nel tentativo di ricadere nelle braccia di morfeo “La devo piantare con gli alcolici, non capisco come faccia questa donna a buttar giù di tutto senza mai risentirne mentre io, il principe dei sayan, ho le allucinazioni come una piattola” pensò riferito alla turchina.

 

***

 

[01:50]

 

Vegeta si ridestò due ore più tardi, si rigirò su stesso tenendo gli occhi chiusi – si sentiva la testa più leggera, ma aveva ancora la bocca impastata, vuoi dal sonno o vuoi dall’alcol – si inumidì le labbra.

La sua attenzione fu attirata da un suono basso, gorgogliante e fastidioso “Dannazione questa donna mi dà dello scimmione tutto il giorno e poi russa come una gorilla” pensò tra sè e sé, tastando il materasso alla ricerca della compagna.

“Ehi donna, sta un po’zitta” mugugnò dandole una leggera pacca sul braccio, quella non fece una piega, rimanendo profondamente addormentata. Si accorse che Bulma aveva un respiro leggero ed impercettibile, cadenzato e tranquillo “Chi diavolo…?”

Aprì cautamente un occhio, stando attento a scannerizzare ogni angolo della stanza, eccolo. “Non è possibile, ma che ho fatto nella mia vita per meritarmi questo? Ok, magari qualcosa ho fatto, ma perché tutte a me?”

Goku se ne stava stravaccato nel letto dalla parte opposta, pancia all’aria, gambe e braccia divaricate, un rivolo di bava gli colava dalla bocca aperta da cui proveniva quel russamento cavernoso ed insopportabile.

Il principe riiniziò a contare “Uno, due, tre…”

L’altro si girò mettendosi sulla schiena, il suo braccio destro ricadde pesantemente sul petto di Vegeta “Quattro, cinque, sei…” con la bocca a contatto con il materasso il ronfare aveva cambiato tonalità “set, ott, dieci! Ora lo uccido, il concerto in do bemolle no!” si avventò su di lui trascinandolo fuori dal letto per un piede, dirigendosi a grandi falcate verso la porta – scaraventò fuori il sedicente spettro natalizio con nessuna grazia – chiuse a chiave, ghignando malevolo “Voglio proprio vedere se a stare nudo nel corridoio gli passa la voglia di fare il rincoglionito, tsk!” ma non andò esattamente come lui si aspettava.

Non appena fece per tornare a letto se lo ritrovò innanzi, per poco non fece un infarto: “Vegeta, ho aspettato che tu ti riposassi ma ora devo insistere! Dopotutto questo è il tuo sogno e io devo interpretare la parte che mi è stata assegnata!”

“Ma assegnata da chi, Kaharot? Ma che diavolo è un balletto, MA CHE CAZZO DICI?!”

“Eddai, non ti arrabbiare così, è un canto di Natale!”

“Un canto di che?”

“di Natale!

“E da quand’è che tu canti Kaharot? No, aspetta non lo voglio nemmeno sapere, se questo fosse un sogno partorito dalla mia mente tu di certo saresti in un’altra galassia LONTANO da me!”

Goku indietreggiò, intimorito dallo sguardo omicida di Vegeta che quando non dormiva era ancora più intrattabile del solito, ma mantenne il suo sorriso bonario “Solo un giretto nel passato Vegeta, poi ti lascio stare”

“No, lasciami in pace adesso”

“Su, scegli un numero da 1 a 40”

“KAHAROT VATTENE O TI UCCIDO”

“Hai detto otto? Fantastico si va indietro di otto tieniti forte!”

“Io non ho detto un cazzo, LEVAMI LE MANI DI DOSSOOOOOO”

A nulla valsero gli sforzi del principe per liberarsi dalla presa dell’amico/nemico, quello lo tenne ben saldo mentre, con due dita sulla fronte, si tele trasportava in un'altra dimensione temporale.

 

***

 

Volarono per qualche minuto in un vortice luminoso, Vegeta poteva vedere attorno a sé le immagini della sua vita scorrere all’indietro una dopo l’altra, come diapositive in movimento.

Vide se stesso al luna park con il figlio, la festa della capsule corporation, il ritorno al palazzo del supremo, l’energia sferica, l’inferno, il sacrificio contro Majin Bu, Darbula e Babidi – il turbinio di immagini non sembrava finire mai – Ecco Cell, suo figlio del futuro, la stanza dello spirito e del tempo, suo figlio del presente, la trasformazione in super sayan – altri istanti di vita quotidiana gli passarono davanti senza che avesse il tempo di riconoscerli, poi tutto si fermò.

 

Atterrarono con un tonfo, ritrovandosi sdraiati uno sull’altro:

“Kaharot levati subito da me!”

Ehehe, scusa Vegeta…” disse Goku alzandosi e sistemandosi il mantello “Devo ancora perfezionare gli atterraggi… dove ci troviamo secondo te?”

Il principe si guardò attorno. Si trovavano in un corridoio illuminato, muri bianchi, un vago odore di carburante “Siamo alla Capsule Corporation”

“Cosa? Non ho mai visto questa parte della casa… sei proprio sicuro che…?”

“Non hai mai visto quest’ala della casa perché sono i laboratori sotterranei, ora non li usiamo più sono dei magazzini” si fermò un attimo, titubante “Siamo veramente nel passato?”

Beh si, te l’avevo detto no? Io sono il…”

“Si si, sei il mostro del Natale, l’hai già detto”

“Veramente sarei un fantasma non un mostro”

“E che importanza vuoi che abbia per me? Bene ci siamo venuti ora puoi riportarmi al presente” gli mise una mano sulla spalla fissandolo insistentemente “Kaharot mettiti subito due dita in fronte prima che te ne metta io due in gola!”

“Ma Vegeta io devo farti vedere gli eventi passati! Non possiamo andarcene via così”

“E perché no?”

“Beh… perché la storia è questa!”

Il battibecco tra i due fu interrotto da dei passi in avvicinamento “Dai Kaharot leviamoci da qui, sarà la vecchiaccia con i pasticcini” Vegeta spinse Goku in un ascensore “Premi il primo pulsante” gli disse “Ehi ma i pasticcini? Io ne vorrei”

“Anche io vorrei che tu sparissi dalla mia vista Kaharot, ma non si può avere tutto ciò che si vuole”.

 

L’ascensore si aprì e i due sayan si trovarono in un altro corridoio identico al primo, solo con qualche pianta qua e là adiacente al muro “Vegeta ma questo è lo stesso posto di prima?” “No, questo è il corridoio da cui si accede alla gravity room… tsk, ci sono decorazioni ovunque, dev’essere Natale anche in questa dimensione”

Goku sospirò, era inutile rispiegare a Vegeta che riportarlo lì al giorno di natale era proprio il suo obiettivo, sarebbe stato meglio trascinarlo a vedere quello che doveva e ritornare indietro il prima possibile – che poi perché era stato assoldato proprio lui dalla psiche dell’altro sayan per fare lo spettro? Di Dickens non aveva visto neppure la rivisitazione in cartone animato! – “Ehi Vegeta arriva qualcuno!”

 

“Papà ti ho detto che sto bene, devo solo controllare il catering per accertarmi che sia tutto apposto!”

 

Vegeta quasi fece un colpo “Bulma?” la sentì avanzare con il padre in sua direzione senza degnarlo di uno sguardo “Dì un po’ Kaharot possono vederci per caso?” quello scosse la testa, lo sguardo incuriosito diretto verso la donna.

 

“Tesoro, dovresti smetterla di tormentare gli addetti alla cena e riposarti prima che arrivino gli ospiti, non ti sei fermata nemmeno un secondo oggi!”

“D’accordo papà ascolta…” la ragazza si parò davanti al padre “Io non ce la faccio a stare ferma sul divano tutto il giorno con la mamma che mi ingozza, sono già diventata un transatlantico!”

 

I due erano proprio davanti ai sayan, Vegeta osservava basito quella Bulma di 30 anni – non che fosse invecchiata molto, anzi sembrava proprio che per lei il tempo non fosse passato – ma rivedere la stessa la ragazza che 10 anni prima gli aveva sconvolto la vita lo aveva lasciato di stucco.

La squadrò dalla testa ai piedi, non l’aveva mai vista con il pancione: se possibile era ancora più bella del solito.

 

“Ma cara, sei quasi alla fine di una gravidanza è normale che tu ti sia arrotondata…”

Fulminò il padre con lo sguardo “IO NON SONO AFFATTO ROTONDA!”

 

Se ne stava impalata davanti al dottor Brief, una mano piantata nel fianco e l’altra a sorreggere la schiena, le gambe leggermente divaricate. Indossava una salopette in jeans da cui spiccava il pancione, pieno e fiero.

“Vegeta? Ti sei incantato?” Goku mosse una mano avanti e indietro davanti agli occhi del principe “Certo che Bulma era proprio enorme eh?”

“…già”

 

“E se mamma non mi comprasse tutte quelle porcherie sarei ancora un figurino! AHI!” si mise una mano sulla pancia facendo un respiro profondo “Oh no, ora ricomincia!”

 

Vegeta si mosse istintivamente verso di lei per tenerla in equilibrio, ma le sue braccia le passarono letteralmente attraverso – fu il dottor Brief a prenderle le spalle e farla sedere sul pavimento.

 

“Su su tesoro, siediti e respira. Brava, così”

Sul viso incorniciato dai capelli turchini era impressa una smorfia di dolore, la pelle già chiara diventava sempre più opalescente “AHI AHI.. AHHHH! Scimmietta perché fai questo alla tua mamma?!”

Era seduta a gambe divaricate, le braccia puntate all’indietro per sorreggere meglio la schiena schiacciata dalla pancia prominente “va meglio?” le chiese il padre dolcemente “Sì, ha smesso…”

La aiutò a rimettersi in piedi, lei rise sommessamente appoggiando una mano sul pancione “E’ forte come il suo papà, eh?” chiese lo scienziato, le si inumidirono quasi impercettibilmente gli occhi, ma ricacciò immediatamente le lacrime “Già, e anche ingrato come lui! Tsk, lo tengo nella mia pancia otto mesi e lui per ringraziarmi non fa altro che prendermi a calci!”

Le accarezzò una guancia teneramente “Non essere troppo triste cara, è Natale”

“Sto benissimo, il pensiero di quello scimmione non mi rovinerà di certo la festa… non che io ci pensi comunque. Pensaci tu al catering, altrimenti va a finire che mi metto ad assaggiare tutto, mi vado a preparare”

 

“Andiamocene Kaharot”

Vegeta non l’avrebbe mai ammesso, ma vederla in quello stato lo faceva sentire il peggiore dei vermi. Non si ricordava nemmeno dove fosse lui otto anni prima, aveva girato in lungo e in largo il pianeta, accecato dalla rabbia e dalla sete di potere e rivalsa. Era andato lontano per non percepire più l’aura di lei e tantomeno quella del bambino che aveva in grembo.

“Me ne vado” aveva annunciato un giorno al dottor Brief.

Non la aveva avvisata, né salutata.

Non l’aveva più guardata in faccia da quando lei gli aveva detto di essere incinta, si era girato e se n’era andato.

Goku non oppose resistenza stavolta, due dita in fronte.

 

***

 

Il viaggio nel tempo durò un millesimo di secondo questa volta.

Si trovavano ancora alla Capsule Corporation, Vegeta per un attimo pensò che Goku l’avesse trasportato a casa anziché in Svizzera, ma si accorse subito di non essere nel suo tempo.

Bulma oltre alla tecnologia aveva un’ossessione maniacale per l’arredamento, non faceva altro che cambiare le fodere dei divani, i tappeti, spostava mobili in continuazione; lui non aveva mai visto il salone arredato in quel modo, ergo, si trovavano ancora nel passato e più precisamente in un passato in cui lui non si trovava affatto li.

“Vegeta prima che tu mi uccida…”

Goku aveva fatto qualche passo indietro portandosi istintivamente le mani davanti alla faccia “ …la storia è così io non riesco a controllare il teletrasporto mi dispiace”

Il sayan dai capelli a fiamma sospirò, eh va bene magari aveva visto qualche volta di sfuggita quel fantomatico “Canto di Natale” mentre lo guardava suo figlio in tv, non si sarebbe risvegliato finché non avesse visto tutto ciò che doveva vedere, tanto valeva rassegnarsi.

“Zitto Kaharot, non vedo l’ora che finisca questa pagliacciata, dove siamo finiti?”

L’altro si grattò la testa “Mmm, credo solo qualche ora più avanti rispetto a prima… a giudicare dal silenzio la festa deve essere gia finita”

Almeno questo, grazie al cielo” pensò Vegeta, ma fu interrotto dai suoi pensieri da un rumore di tacchi sul pavimento…

 

La turchina si diresse spedita verso la poltrona in pelle bianca di fronte al caminetto. Indossava un vestito blu elettrico che le arrivava molto sopra al ginocchio, un cinturino nero in pelle era allacciato sotto al seno lasciando il resto dell’abito scivolare morbido sul pancione.

Si sedette con poca grazia, levandosi gli stivaletti in pelle nera con il tacco a stiletto e lanciandoli in mezzo al salotto, prese a massaggiarsi un piede rilassando a poco a poco l’espressione contrita del viso.

Volse lo sguardo alla bottiglia di Champagne sul tavolo dalla parte opposta della sala sbuffando vistosamente per il fatto di doversi alzare ancora – la raggiunse, levò il tappo di sughero e lo annusò “Mh, sa da tappo… ma che importa?” versò il contenuto della bottiglia in bicchiere basso e largo, aggiungendoci dei cubetti di ghiaccio e uno spicchio d’arancia: da quando era incinta faceva abbinamenti impossibili con il cibo e con il bere – non che fosse solita bere alcolici durante la gravidanza, sia chiaro.

 

“Tsk, lo dicevo io che quella donna buttava giù qualsiasi cosa”

 

“Lo sai che non dovresti bere”

 

“Ma che diavolo ci fa quello di notte a casa mia???” Vegeta strinse un pugno ma Goku gli mise prontamente una mano sulla spalla “Ti ricordo che non puoi intervenire…”

Il principe ringhiò.

 

La ragazza fece un salto rovesciando metà del bicchiere “Yamcha ma sei pazzo!”

Il moro rise “Scusami Ahahaha! Non intendevo spaventarti” “Beh allora qual era il tuo intento? Farmi partorire? Perché te ne sarei grata” si scolò ciò che rimaneva dello champagne, pescando lo spicchio d’arancia con le dita e succhiandolo

“Come mai sei ancora qui? Se ne sono andati tutti ormai…” ributtò la buccia nel bicchiere, mettendosi a sedere sul divano “Beh ho pensato che magari volessi un po’ compagnia, non hai invitato nessun altro dei nostri amici e…”

“Yamcha ti prego, non sono proprio dell’umore di vedere gli altri e spiegare a tutti il perché sono diventata una balena”

Il predone del deserto si sedette accanto a lei e, con un gesto inconsuetamente intimo per due persone non legate sentimentalmente, le prese un piede iniziando a massaggiarlo – lei sussultò per un attimo, ma poi lo lasciò fare abbandonandosi sullo schienale “Non devi spiegare nulla a nessuno.”

 

“Ma che diavolo fa, è pazzo!? Basta io lo uccido Kaharot non mi puoi fermare!”

“Vegeta noi siamo solo ologrammi in questa dimensione!... beh o noi o loro… in ogni caso non li puoi toccare”

Il principe guardava la scena davanti a lui fuori di sè, come poteva quell’uomo prendersi tante libertà con la SUA donna?! E incinta di lui per di più!

Goku non era affatto sicuro di ciò che aveva detto sugli ologrammi, ma Vegeta pareva averci creduto, per cui era meglio continuare a recitargli quella storiella e sperare che non si inventasse di provare ad incenerire Yamcha.

 

Non ha scartato i tuoi regali…”

La turchina tenne gli occhi chiusi “Cosa? Oh, già non ci ho nemmeno pensato, forse li aprirò domani”

Yamcha le prese l’altro piede “Non vuoi aprire nemmeno il mio?” disse porgendole un pacchettino infiocchettato

Lei aprì gli occhi sorridendo stancamente “Eh va bene, vediamo che mi hai regalato… Mmm, dalle dimensioni direi che non è un vestitino da bambino, meno male, mia madre me ne ha comprati un centinaio”

“Su, aprilo!”

Sciolse il fiocco con le dita sottili, tolse lo scotch ai lati attenta a non strappare la carta, Yamcha la fissava con un sorriso a trecentosessanta denti dipinto in volto – le rimase in mano una scatolina in velluto rosso, aggrottò le sopracciglia esitando per un momento “Eddai apri quella scatola!”

Bulma rimase di sasso tenendo tra le mani un anellino d’argento, deglutì “Ma, che significa?”

“Buon Natale”

Si guardarono per un lungo momento “Senti, era tanto che pensavo a questa cosa… insomma”

“Yamcha ti prego smettila io non lo posso accettare” ritirò le ginocchia e se le strinse al petto rintanandosi in un lato del divano “No, ora mi lasci finire perché altrimenti non ci riuscirò più…”

“Oddio mio… no veramente ti supplico”

“Io ti voglio sposare Bulma! E’ vero che ci siamo lasciati ma io voglio riprovarci” le parole gli uscirono più appassionate che mai mentre si avvicinava sempre di più al volto di lei “Non devi rispondermi subito, ma pensavo che nel frattempo potrei trasferirmi di nuovo a vivere qui così tu avresti un po’ di compagnia e poi inizieremo con i preparativi… Beh magari prima che arrivino i Cyborg, o dopo… come preferisci tu! insomma c’è quella cosa del bambino ma…”

L’azzurra si alzò, iniziando a camminare avanti ed indietro davanti a lui “Questa… COSA? Yamcha smettila di blaterare e ascoltami per un momento!”

Quello smise immediatamente di parlare, stupito dal tono della sua ex ragazza “Io non posso assolutamente sposarti”

Fu una mazzata, gli angoli della bocca di Yamcha si incurvarono verso il basso.

“Io aspetto un figlio da Vegeta”

Non che lui non lo sapesse, era abbastanza evidente, ma ogni volta che la sentiva pronunciare quelle parole sarebbe voluto sprofondare “Aspetto suo figlio, Yamcha… sposarmi non cambierà questa cosa, io non ti amo, amo lui”

“A lui non importa nulla di te!”

Si era alzato in piedi, le braccia stese lungo i fianchi e i pugni stretti “Ti ha scopato, ingravidato e poi se n’è andato via per i suoi comodi!”

Lo schiaffo che lei gli tirò schioccò come una frusta nell’aria “Riprenditi il tuo anello e sparisci, prima che ti escano altre stronzate dalla bocca”

“Bulma…”

“HO DETTO VATTENE!” lui stette fermo immobile per qualche secondo, la turchina gli sbattè addosso il cofanetto con l’anello e girò i tacchi, sparendo nel corridoio.

 

“E’ ora di andare Vegeta”

“Te lo scordi io le vado dietro!”

Il principe seguiva spedito la sua compagna del passato, Goku lo rincorreva affannato “Vegeta sii ragionevole, abbiamo un’altra tappa da fare e il mio tempo sta per scadere…”

“Vattene pure io voglio vedere dove sta andando”

Il sayan si stupì di vederla entrare nella gravity room - se ricordava bene si era allenato sempre nella navicella all’esterno nel periodo in cui aveva alloggiato da lei, che lui sapesse la camera interna era stata costruita e resa agibile solo dopo Cell game.

 

Lacrime amare le rigavano le guance, digitò velocemente il Lock code della stanza gravitazionale, la porta si aprì e lei si precipitò all’interno.

“SCIMMIONE MALEDETTO! E PENSARE CHE TI HO PURE COSTRUITO UNA CAMERA GRAVITAZIONALE NUOVA PER FARTI UN REGALO… MI SENTI BRUTTO IDIOTA?! EH?!” aveva imbracciato l’estintore d’emergenza, cominciò a sbatterlo sul computer centrale, ruppe lo schermo, la tastiera…

“VIGLIACCO!”

Singhiozzava e urlava continuando a distruggere tutto quello che trovava intorno a sè, poi tutto d’un tratto si fermò, lasciandosi cadere in ginocchio “Vigliacco.” Piagnucolò “Bel Natale che mi hai riservato, sei un ingrato vigliacco. MI senti?! Eh?”

 

“Ti sento Bulma, sono qui”

 

“Ci ha abbandonati.”

Sussurrò quell’ultima frase, poi perse i sensi, stremata.

 

Vegeta sbiancò, le corse accanto tentando di stringerla tra le braccia “Chiama aiuto Kaharot!”

“Dobbiamo andarcene Vegeta, Bulma starà bene, queste cose sono già accadute”

“Coraggio svegliati, SVEGLIATI!” si guardò intorno disperato, poi lo vide: “Kaharot schiaccia quel pulsante!”

“Vegeta…”

“SCHIACCIALO! E’ IL MIO SOGNO E TI DICO DI SCHIACCIARLO!”

Goku pigiò sul pulsante rosso, partì un allarme.

“Arriverà qualcuno, ora dobbiamo andare” si avvicinò al principe, scostandolo dalla turchina “Andiamo”

“No! Kaharot dobbiamo…”

Indice e medio sulla fronte, sparirono.

Continua…

Ciao ragazzi e benvenuti in questo nuovo capitolo!

Finalmente siamo entrati nel clou della storia, mi scuso per l’attesa ma ho cercato di aggiornare prima che ho potuto. Ovviamente questo capitolo ha perso un po’ in comicità rispetto agli altri ma spero vi sia piaciuto ugualmente, ho deciso di dividere questa notte prima di natale in più parti per non svelare tutto subito.

Che dire… spero continuerete a seguirmi nei prossimi capitoli di “A Christmas Carol” e a dirmi cosa ne pensate 😊

 

A presto, Jenna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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