Solo per Lei

di nueblackcrowfriend
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** La Sfida ***
Capitolo 3: *** I Pensieri di Lei, parte 1 ***
Capitolo 4: *** La Tigre e il Dragone ***
Capitolo 5: *** Animal I've become ***
Capitolo 6: *** Il Primo Salvataggio ***
Capitolo 7: *** I Pensieri di Lei, parte 2 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Midgard, tre giorni fa.

Una ragazza coi capelli neri e lunghi, vestita dello stesso colore, stava pulendo il balcone in un bar; lo faceva sempre, quando non c’erano né clienti nè Cloud, la aiutava a svuotare la mente e a non pensare a nulla.

Sentì la porta aprirsi e si preparò ad accogliere un potenziale cliente; tanto chiunque si fermasse lì, anche solo per chiedere informazioni, finiva per acquistare qualcosa, anche grazie a due qualità della barista: il suo spiccato senso per gli affari e quello che aveva tra il collo e la pancia.

L’uomo che era appena entrato era alto, aveva lunghi capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo e vestiva di nero, con elaborati anelli sopra i guanti rossi e un bastone a spirale; nonostante le rughe, aveva ancora muscoli potenti, visibili sotto l’impermeabile.

< Posso aiutarla? > chiese, girando intorno al bancone.

< Credo di sì > rispose l’uomo < Lei è Tifa Lockhart? >

< Beh… sì, perché? > chiese lei.

< Bene. Dedichiamoci agli affari >

Mosse appena una mano e Tifa si ritrovò bloccata in un bozzolo appiccicoso, simile a catrame, mentre lui si avvicinava e la sollevava tenendole il mento tra l’indice e il medio della sinistra.

< Sì, andrà bene > considerò l’uomo, prima che lei si divincolasse e lo mordesse al posto bucando la carne fino all’osso.

< Pessima idea > mormorò l’assalitore, mentre il sangue dalla ferita si condensava in lunghi serpenti che si avventarono su Tifa < Buoni, piccoli miei > li ammonì il proprietario, e quelli ritornarono al loro posto, rigenerando la ferita. < Quanto a te… >

Un altro movimento della mano e la stessa sostanza sigillò la bocca di Tifa, che cominciò a fissare l’uomo con occhi che sembravano volerlo fulminare; ignorandola, la sollevò per i capelli e la scagliò sul divano, per poi servirsi da bere.

< Quanto viene? > chiese sarcastico.

< Vghl gnfmrrng! > mugolò Tifa, cercando di dirgli “Vai all’inferno”.

< Come dici? Offre la casa? > continuò lui, avvicinandosi con un paio di fiaschi di alcool in mano, per poi stapparle e rovesciarle addosso a Tifa < Una mia tipica debolezza > spiegò l’uomo con una smorfia < Nonostante i miei grandi poteri, non sono mai stato capace di fare magie elementali, quindi dovrò ricorrere ad un… surrogato >

Dicendolo, frugò nelle tasche dell’impermeabile fino ad estrarne un piccolo accendino d’argento con intarsi in madreperla; fece scattare la pietra focaia un paio di volte e puntò la fiamma contro Tifa.

< Ngh! > mugugnò lei spaventata, cercando di allontanarsi, ma quella roba appiccicosa si era incollata al divano, bloccandola sul posto.

< Rilassati, bimba, non voglio farti male… per ora >

Proprio in quel momento, udirono una moto in avvicinamento, e poco dopo nel locale entrò un biondo vestito di nero con una grossa spada a tracolla.

< Cosa diavolo? > ringhiò Cloud Strife, estraendo l’arma.

< Un gioco > rispose l’uomo < Mi chiamo Thorn, e c’è qualcuno che vorrebbe fare un gioco con te. Ecco le regole: se vinci, lei torna da te, bla bla bla, “vissero per sempre felici e contenti”, rabarbaro ed eccetera. Se provi a chiedere l’aiuto di qualcuno, lei muore. Se non partecipi, lei muore. Se perdi, lei muore. Se bari al gioco, lei muore. Se ti arrendi, lei muore. E magari > aggiunse, sorridendo < Prima che muoia me la ripasso un po’ io, che te ne pare? Certo, non avrò uno spadone come il tuo > ridacchiò < ma penso di sapermela cavare lo stesso. >

< Bastardo! > urlò Cloud, ma lui e Tifa erano già spariti; restava solo un ipnotico vortice azzurro e verde nell’aria.

Dopo aver preparato l’arsenale, Cloud si tuffò.

 

< Inammissibile! > urlò Integra Fairbruke Wingates Hellsing, leader dei Reali Cavalieri Protestanti < Questo rifiuto appare dal nulla, da fuoco ad un orfanotrofio solo per attirare la nostra attenzione… e non solo insulta la nostra organizzazione, ma sembra non reagire nemmeno ai tuoi attacchi! A quelli del nostro fiore all’occhiello, del nostro poker d’assi! >

Il vampiro noto come Alucard diede in un ringhio, arricciando un labbro, ma per il resto rimase impassibile.

< Ma quello che è peggio è che ha osato rapire uno dei miei agenti. E dovresti essere nervoso anche tu, Alucard, visto che in fin dei conti è una tua serva! >

< Quello che non capisco > espose Walter, il maggiordomo < è come potesse essere così esperto al riguardo dei poteri tuoi e della signorina Victoria… >

< Non è che glieli hai passati tu, i dati, teppista? > domandò Alucard con un’espressione indecifrabile < Non sarebbe la prima volta, dico bene? >

< Adesso basta! > urlò Integra, sparando due colpi con la pistola; uno fece partire il monocolo a Walter, l’altro fece uscire dall’orbita un occhio di Alucard < Già è un insulto il fatto che quest’uomo pensi di poter sequestrare impunemente i membri della nostra organizzazione, ma Seras ci serve! Non è al livello del nostro No-Life King, ma nemmeno lui può essere ovunque nello stesso momento, e lei si è dimostrata molto capace nello scontro con il Millennium e Incognito! Alla luce di questo, ho dovuto prendere una decisione drastica > concluse, accendendosi un sigaro.

< In che senso, mia Signora? > chiese Alucard, sfilandosi gli occhiali.

< Ho chiesto l’aiuto della Tredicesima Sezione del Vaticano, l’Iscariota >

< Dovranno passare su tutti i miei cadaveri > ringhiò Alucard perdendo le staffe, come si evinceva dalla trasformazione degli abiti in ombre fluttuanti costellate di occhi < Riguarda la mia linea di sangue. Crede davvero che possa funzionare? Certo, mandiamo un fanatico religioso a salvare la vita di una vampira, funzionerà di certo! >

< Silenzio, Alucard! > intimò Integra, riuscendo a calmarlo < Ho chiesto il loro aiuto per le eventuali altre missioni sul nostro territorio. Alucard! Cercare e distruggere! >

Il sorriso di Alucard ricordava molto quello di uno squalo tigre davanti ad un bagnante obeso.

< Ai tuoi comandi, Mia Signora >

 

< Non mi sfuggirai! >

A gridare era stato un ragazzo biondo, vestito con un impermeabile xerigrafato e una tuta nera e arancione, che stava balzando di tetto in tetto lanciando armi di ogni sorta contro il suo bersaglio.

Un simpaticone in calzamaglia nera e blu, che portava in spalla una ragazza dai capelli blu immobilizzata da diverse corde.

Hinata Hyuuga era svenuta da tempo, non perché era stata tramortita, ma per via della sua timidezza: quando lui l’aveva sorpresa, si stava vestendo, e ora indossava solo reggiseno e mutandine.

Il biondo Uzumaki era furioso per vari motivi: primo, il rapimento della ragazza che amava; secondo, il fatto che l’umiliazione di essere trasportata mezza nuda per tutto il villaggio l’avrebbe fatta soffrire enormemente al solo pensiero; terzo, il fare libidinoso con cui il rapitore le strofinava le mani addosso; e quarto, quanto palesemente lo stesse prendendo per il culo.

Quando alla fine riuscì a centrarlo con uno shuriken, lui si voltò e lo schiantò contro una casa colpendolo con un raggio ad energia.

Pochi minuti dopo, era davanti alla scrivania dell’Hokage.

< Non preoccupatevi! > esplose < Riporterò Hinata al villaggio, fosse l’ultima cosa che faccio, dattebayo! >

< Spero che tu ci metta meno di quanto ci hai messo a riportare me, dobe > disse Sasuke Uchiha, entrando nella stanza < Vengo con te; e non sono solo >.

Dalla finestra entrarono anche Neji Hyuuga e Sabaku no Gaara.

< Vi ringrazio > disse Naruto < Ma ha detto che ucciderà Hinata, se mi faccio aiutare >

< Ha detto la stessa cosa a noi > rispose laconico Gaara < Ha preso anche Sakura, Tenten e Matsuri. Muoio dalla voglia di distruggerlo >

 

Tifa si svegliò con un gran mal di testa; scoprì di non essere più bloccata, e che aveva una compagna di cella.

< Io ti conosco > le disse < Sei la ragazza di quell’amico di Cloud… Leon, giusto? >

< Il suo vero nome è Squall > precisò Rinoa.

Ebbero il tempo di dire solo questo prima che la cella fosse colmata di gas.

 

Cloud si ritrovò in una piazza circolare; vicino a lui c’erano altri portali, da cui emersero presto altre persone.

Due sue conoscenze, Squall Lionheart e Vincent Valentine; un quartetto di ragazzi che, a giudicare dall’arsenale, dovevano essere ninja; un alto uomo vestito di pelle rossa, con uno spadone runico e i capelli bianchi; uno con gli stessi capelli, ma con un giaccone di jeans e una strana spada, col manico che sembrava l’acceleratore di una moto; un altro rossovestito, dall’aspetto inquietante; un piccoletto anche lui con l’impermeabile rosso e i capelli biondi; un ragazzo coi capelli neri e un cappello di paglia gialla; una…creatura con i capelli argentei, due orecchie da cane e un kimono rosso; un monaco con la mano destra avvolta da un sigillo; due biondi, di cui uno guercio.

< Bene > disse una voce < Manca solo il nostro ospite d’onore…. >

Manco farlo apposta, dall’ultimo portale uscì un ragazzo dai capelli marroni, che brandiva un’arma a forma di chiave.

< Dov’è Kairi? > ruggì Sora.

Ecco l'introduzione, ditemi cosa ne pensate! XD

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Capitolo 2
*** La Sfida ***


Anonimo9987465: sono contento che la poca parte comprensibile ti sia piaciuta; ora ho risolto il problema. Un nick più lungo non l’hai trovato?

Ninja767: grazie per l’incoraggiamento; rileggi anche il capitolo 1, va’!

Ikarikun: grazie anche a te; stesso consiglio degli altri due.

JhonSavor: fatto, ripostato, adesso commenta!

 

< Benvenuti > disse la voce < Capisco che volete spiegazioni, ma devo chiedervi di aspettare che giungano tutti gli altri campioni. Nel frattempo, vi invito a calmarvi. Loro sono perfettamente al sicuro >

Il primo ad arrivare fu un giovane dai corti capelli neri a taglio militare, vestito di nero, con una strana cicatrice a forma di simboli cabalistici sul palmo della mano sinistra.

< Strano > disse < L’ultima volta che avevo controllato, mi era sembrato di essere morto… >

Poco dopo apparvero un moro dai tratti orientali vestito di rosso, un biondo armato di spada vestito di blu, un misterioso individuo avvolto in un mantello bianco col volto coperto da una sciarpa del medesimo colore, un colosso in tuta nera e bianca coperta di borchie con un mantello di cuoio rosso, una biondo con un impermeabile bianco e strani tatuaggi sotto lo sguardo laconico, un altro biondo con la coda da scimmia (!!!), un moro dall’espressione stracca con un paio di katane, una camicia bianca sbottonata e delle cuffie da wolkman, un alto uomo con un grosso spadone coperto da un mantello di pelliccia, un bestione dalla pelle grigio-blu coperta di intricati tatuaggi armato di due spade incatenate, un giovane coi capelli castani dall’aspetto ordinario, uno strano tizio con una tuta rosso-blu decorata a ragnatele, due esseri in tuta di kevlar (uno circondato da un alone di energia e uno somigliante ad un diavolo), una specie di armatura di ferro brunito con due tizzoni verdi visibili sotto l’elmo, un biondo con lunghe orecchie a punta affusolate e una strana creatura (con occhiali da aviatore) appollaiata sulla spalla, un ragazzo rasato con una freccia tatuata in testa, un giovane cupo coi capelli marroni con la guancia sfregiata da una cicatrice a croce, un altro castano con una corta barbetta e un grembiule da commesso in un negozio di ferramenta e un uomo coi capelli biondo-bruciato coperto da un giubbotto anti-proiettile.

< Okay > esordì quello con la tuta a ragnatele < Non è la prima volta che incontro esseri multi-dimensionali, ma non riesco a farci il callo >

< Bene > disse la voce < Direi che ci siamo tutti… ora posso cominciare ad esporre i fatti. Tempo fa i signori dei quattro Pantheon che reggono i vari universi hanno cominciato a chiedersi se fosse una forza più potente l’amore o l’odio… Baal sosteneva l’odio, La Madre sosteneva l’amore, Il Portale che non fosse importante, perché tanto non avrebbe cambiato nulla e Cthulhu che l’importante fosse percorrere la propria strada… così, per sanare le divergenze, ho radunato i vari campioni per mettere alla prova la forza del loro amore, mettendo me stesso come arbitro, e usando le varie divinità come pubblico >

Il resto dell’arena venne illuminato, rivelando una schiera di entità chiaramente ultraterrene, mentre un palco sopraelevato mostrava i suoi quattro occupanti.

Una specie di scheletro incappucciato avvolto da uno sciame di mosche, una figura femminile di luce azzurra e lavanda avvolta di vesti bianche e rosse, una figura coperta di piccoli volti umani in costante movimento e una specie di enorme uomo-polipo dalle ali di dragone.

< Ora, mi permetto di presentarmi > continuò la voce < Io sono la più grande di queste creature, lo dico con la dovuta mancanza di modestia. Sono un dio tra gli dei, l’essenza stessa dell’Universo, il dualismo tra luce e ombra. Sono… Kingdom Hearts!>>

< Spero che tu abbia un buon motivo per fare questo gran casino > esclamò Sora.

< Non preoccuparti, mio Campione. Ora vorrei presentare i miei assistenti nel giudizio >

Sul palco apparvero due esseri coperti da tuniche: uno con una grossa testa rasata e una donna dorata con un elmo da battaglia.

< Atena! > ringhiò il colosso tatuato < Ti credevo morta… e cosa ci fai, qui? >

< Vi suggerisco di concentrarvi, visto che ora dovrete affrontare la prima prova > continuò Kingdom Hearts.

Nell’arena si materializzò una grossa libellula con una sfera d’oro tra le zampe; fissò i presenti e poi volò via.

< Dovete semplicemente prendere la sfera d’oro all’insetto. Il primo che ci riesce potrà rivedere colei che ama. Ma prima, intendo presentarvi al resto del…pubblico >

Una luce li inquadrò in sequenza, cominciando dal biondo con l’enorme spada.

“ Dragon Killer”  Cloud Strife, spadaccino mutato dai poteri della Mako.

Il secondo fu il moro col cappotto bordato di pelliccia e la spada-fucile.

“Cavaliere della Strega” Squall Lionheart, potente Seed del Garden di Balamb e attuale ufficiale del Garden stesso.

Il terzo fu il rosso-vestito con l’artiglio di metallo e l’aria lapidaria.

“Araldo di Chaos” Vincent Valentine, pistolero professionista e mutante creato da esperimenti compiuti su un assassino professionista.

Il quarto fu il biondo con l’impermeabile arancione.

“Spirito del Kyuubi” Naruto Uzumaki, potente ninja e Forza Portante di uno dei Demoni con le Code.

Il quinto un rosso dall’aria laconica, con un’anfora sulle spalle.

“Fantasma di Sabbia” Sabaku no Gaara, Kazekage e grande guerriero.

Il quinto, un ragazzo con lunghi capelli castani e occhi bianchi.

“Genio della Foglia” Neji Hyuuga, professionista nell’Arte Segreta del Byakugan.

Il sesto, un moro vestito con uno yukata armato di katana.

“Falco di Tuono” Sasuke Uchiha, spietato spadaccino e ninja di grande potere.

Il settimo l’albino vestito di rosso.

“Deicida” Dante Spardason, ammazzademoni di grande astuzia e considerevole forza.

Seguì l’albino con l’impermeabile di jeans.

“Artiglio Infernale” Nero Spardason, cavaliere dell’Ordine della Spada e portatore del Devil Bringer.

La luce si spostò sull’alto uomo in rosso con gli occhialini gialli, e che fissava gli altri con l’aria distaccata e un po’ schifata di un macellaio indeciso su quale pezzo di carne posizionare per primo sul tagliere.

“No-Life King” Alucard Nosferatu, vampiro assassino pressoché invincibile.

La luce passò al biondino con l’impermeabile rosso.

“Alchimista d’Acciaio” Edward Elric, capace di eseguire trasmutazioni senza cerchio alchemico, cosa di non piccolo conto…

< Chi è che avresti appena avuto il coraggio di definire micro-granello di polvere talmente microscopico che non si potrebbe tagliare nemmeno con una lama mono-molecolare? > schizzò il diretto interessato, mentre la luce lo ignorava e passava al ragazzino col cappello giallo, che in quel momento gli proiettava un’ombra sul volto, oscurandogli gli occhi e trasformando quella che poteva essere una semplice espressione feroce in una maschera di morte.

“Cappello di Paglia” Monkey D Rufy, pirata con una taglia di 300 Milioni di Berry e usufruitore del Paramisha di Gom-Gom.

< Fatti vedere! > urlò il pirata < Voglio romperti il culo! >

La voce che li descriveva rimase un momento inquieta, poi passò oltre, a quello con le orecchie di cane.

“Mezzodemone” Inuyasha, figlio di un demone-cane e di una donna mortale, e utilizzatore della spada Tessaiga.

Come per confermare, il demone estrasse la sua katana arrugginita che subito si trasformò in uno spadone immenso, decorato da un’elsa bordata di pelliccia.

Seguì il bonzo con la mano sigillata.

“Monaco Pervertito”  Miroku, giovane mandrillo con poteri di purificazione e un potente vortice capace di risucchiare tutto.

Il successivo fu un biondo poco più alto di quello vestito di rosso, con una strana spada di cristallo a tracolla.

“Distruttore di Sin” Tidus, abile giocatore di Blitzball e spadaccino.

Il seguente fu il biondo guercio.

“Machinomante” Gippal, abile meccanico e pistolero.

Giunse poi il turno di Sora.

“Lucis et Umbra” Sora, eroe del Keyblade, salvatore dei mondi e rompiscatole part-time.

< Ma certo! > esclamò il rompiscatole, picchiandosi il pugno sul palmo < Io ti conosco! Ade, il Dio dei Morti! >

< Porc…! > sfuggì alla voce, mentre l’ombra che l’avvolgeva svaniva e rivelava una figura di fumo con fuoco al posto dei capelli, venti centimetri di mento e denti ad uncino < Posso continuare? > chiese poi, fissando intimorito la coppia di Keyblade apparsa nelle mani del ragazzino coi capelli a cespuglio.

< Okay > acconsentì lui, deludendo alquanto gran parte del pubblico, che si stava già preparando ad un bagno di sangue…

La luce si spostò sul moro con la cicatrice sul palmo.

“John Mandrake” Nathaniel, abile mago e, ora, qualcosa in più.

Toccò all’orientale in felpa rossa, che intanto si stava allenando con mosse che Sora, visti i trascorsi nella Terra dei Dragoni, riconobbe come Kung-fu.

“American Dragon” Jake Long, grande esperto di arti marziali e difensore delle creature magiche.

Il successivo fu il biondo con l’armatura azzurra.

“Spadaccino di Luce” Gourry Gabriev, guardia del corpo della famosa Lina Inverse, la Maga Genio, la Nemica di Tutto ciò che Vive, la Maga dal Seno Piatto, e altri appellativi paurosi e/o offensivi, ma abbastanza precisi.

Subito dopo fu il turno di quello vestito di bianco.

“Chimera Senza Pietà”  Zelgadiss Graywords, versatile mercenario e compagno di viaggio di Gourry e di una combriccola nota come gli Slayers.

Mentre Zelgadiss si tirava il cappuccio sul volto, la luce inquadrò quello in tuta bianco-nera.

“Hellspawn” Al Simmons, conquistatore dell’Inferno e capo-cannoniere dei killer di tutti i tempi, trasformato in dèmone dai poteri tanto grandi quanto imprevedibili.

Il biondo tatuato, intento in un Solitario, alzò lo sguardo.

< Tre… due… uno… >

Mentre diceva “Zero”, venne illuminato.

“Magician” Basil Hawkins, altro utilizzatore di un Paramisha e geniale stratega.

Appena ebbe finito di calare il capo, tornando al suo gioco, la luce passò su quello con la coda.

“Shinigami” Gidan Tribal, agile ladro che unisce l’esperienza maturata in anni di furti al potere di un mietitore di anime.

Quando la luce passò a lui, il moro con le katane estrasse le spade e si sfilò le cuffie con una scrollata di capo.

“Shaman King” Yoh Asakura, potente guerriero capace di fondersi coi morti.

Toccò poi a quello col mantello di pelliccia.

“Re dei Lich” Arthas Meneghis, stregone, guerriero e negromante, nonché uno degli uomini più potenti del suo mondo.

Il tatuato con le spade incatenate non aveva bisogno di essere illuminato, perché circondato da un bagliore di fiamme scarlatte e viola.

“Fantasma di Sparta” Kratos, Dio della Guerra e macellaio di legioni di demoni e mostri.

Il successivo, quello che non sembrava avere nulla di speciale, era a terra scosso dalle convulsioni.

“Incredibile Hulk” Bruce Banner, al contempo Distruttore di Mondi e Salvatore.

Il successivo lo calmò lanciando strani filamenti appiccicosi dai polsi.

“Spiderman” Peter Parker, attrazione turistica di New York e picchiatore di cattivi.

L’armatura nera estrasse le armi.

Overlord, signore di eserciti, guerriero, stregone, stratega e chi più ne ha più ne metta.

Il biondo con le orecchie a punta se ne stava appoggiato ad un mitra piantato nel terreno con un paio di fucili appoggiati alle spalle, mentre la creatura sulla spalla si era legato addosso varie bandoliere di granate e brandiva un fucile a canna lunga dall’aria letale.

“Erede dei Precursor” Jak, guerrigliero e assassino letale e preciso, dotato di capacità metamorfiche e di un grande talento nell’incanalare l’Eco. È accompagnato dalla sua spalla, in tutti i sensi, Daxter.

< Che fai, sprezzi? > chiese il roditore, venendo ignorato, mentre la luce passava al rasato.

Avatar” Aang, signore dei quattro elementi e abile artista marziale.

Senza dire una parola, il monaco tese una mano, da cui partì un’onda di vento che spense i capelli del Dio dei Morti; furioso, questi rispose con una grossa palla di fuoco, che venne però intercettata e spenta come una candela, mentre Ade si calmava e illuminava il successivo campione, quello con la cicatrice.

“Kashim” Sosuke Sagara, il miglior soldato del suo mondo. E scusate se è poco.

Mentre Sosuke apriva il suo borsone, la luce passò sul ragazzo vestito da commesso.

“Reaper” Sammy, cacciatore di taglie per conto del diavolo e suo figlio, dotato di una parte dei poteri del padre.

Un elegante uomo in giacca e cravatta, dai capelli grigi, si alzò dagli spalti, brandendo un guantone da stadio con la scritta “Inferno” in caratteri gotici e un sacchetto di noccioline.

< Non farmi sfigurare, ragazzo! > urlò, rivolto a Sam < Metticela tutta, campione! >

< Non siamo mica ad una partita di baseball! > sbottò il ragazzo, perdendo il controllo dei propri poteri e sradicando così una fetta di terra.

Il turno successivo fu di quello con l’aura di energia.

“Cannonball” Sam Guthrie, membro degli X-men capace di volare e generare campi esplosivi.

Toccò poi al suo compare simile ad un demone

“Nightcrawler” Kurt Wagner, altro X-man figlio di un demone e di una mutante, profondamente religioso nonostante l’aspetto.

Infine, “Ammazza-mostri” Leon Scott Kennedy, agente federale e professionista nell’uso delle armi.

< Ora che siete stati presentati > continuò Kingdom Hearts < Torniamo alla sfida. Malgrado possa sembrare semplice prendere quell’insetto, c’è qualcosa per distrarvi >

I cancelli dell’arena si aprirono, facendo entrare una creatura serpentina dal dorso crestato, con la bocca tutta denti

Sora la riconobbe; quella maledetta cosa gli aveva fatto sputare sangue sull’Olimpo: l’Idra.

Dietro di lei giunsero passi pesanti di creature giganteggianti, simili a Tirannosauri ma tre volte più grossi, dal dorso corazzato; tra di loro caracollavano esseri famigliari a Dante: Msira, Homromsira, Ofinis e Spaventapasseri, insieme a Chimere create con l’alchimia.

I trentasei guerrieri estrassero le armi e si prepararono allo scontro, mentre le creature continuavano ad arrivare.

Si cominciava.

Grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti, spero che questo capitolo di presentazione dei personaggi sia di vostro gradimento! Ditemi cosa ne pensate recensendo numerosi!

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Capitolo 3
*** I Pensieri di Lei, parte 1 ***


I PENSIERI DI LEI, parte 1

 

In questo simpatico capitolo pieno di flashback, (qui indicati in corsivo)

vedremo le circostanze che avevano condotto ai rapimenti delle nostre giovini…

vi anticipo che sarà un capitolo parecchio luuuuuuuuuuungo, e che il prossimo si chiamerà La Tigre e il Dragone.

E ora, le risposte alle recensioni…

Suikotsu: grazie tante. Per la cronaca, i Giapponesi danno ai figli

nomi simili, quindi non è che sei fratello di quel gaio non-morto

al soldo di Naraku, tale Jakotsu?

Anonimo eccetera eccetera: la seconda non l’ho capita… comunque

ecco il capitolo, ora dai da mangiare al biondo, che sennò si deprime

e non rende bene nel massacro.

Whops, ho detto massacro? Volevo dire carnefic… volevo dire stra… volevo

dire macell… ecco, volevo dire sfida.

JhonSavor: no, non mi hai ispirato, perché io riesco ad aggiornare

entro l’arco di vita di un essere umano (o quantomeno ci provo)… chi ha orecchie

per intendere, intenda. Goditi il capitolo.

CloudStrifeAC: grazie Devil, Tessa e Alieno Scintillante (io vengo colpito

da un colpo di bazooka e mi accorgo che Tessa ha avuto una

ricaduta dal capitolo 8 di Animesports)… soprassediamo.

In questa parte di azione non ce ne sarà molta perché è per lo più un capitolo di flashback.

Sentite, conoscete Avatar?

Beh, come avete potuto vedere c’è anche lui dentro, e quello che

andrebbe da sballo nel vostro Animesports sarebbe uno scontro tra lui

e il Fagiolino d’Acciaio… entrambi possono modellare la materia!

Fatemi sapere se queste idee vi stanno bene! Gustatevelo!

Ninja767: beh, tante grazie, spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

 

Tifa era addormentata; non riusciva a vedere nulla, era come isolata dal

mondo esterno, e riusciva a pensare solo ai pochi minuti che l’avevano portata in

quella situazione.

Si chiese chi altro ci fosse, oltre a lei e Rinoa, e cosa stesse succedendo.

 

Il Garden era assolato; Rinoa stava dando da mangiare a degli uccellini,

accompagnata da Angelo, mentre la vita all’accademia militare procedeva come tutti i giorni.

Seifer, da poco reintegrato, marciava da tutte le parti impettito come un generale,

seguito da Raijin e Fuujin, sempre silenziosi, il primo perché tonto e

la seconda per la sua ferita alla voce.

Zell si strafogava di panini con dentro di tutto, dall’Arkeosaurus al Molboro

(mistero come facesse a restare vivo).

E come al solito, Quistis non poteva fare due passi senza che il suo fanclub di

sbavoni, con Irvine in prima linea, le arrancasse dietro come un branco di

zombie; Selphie di conseguenza pestava Irvine. E…

< Eccoti! >

Ecco, era lui: Squall Lionheart. Fino a poco tempo prima aveva tutta l’emotività di un

ciocco di legno, ma dopo l’impresa con Artemisia, aveva cominciato a cambiare

Quando lei gli balzò al collo, la baciò sulla fronte, scompigliandole i capelli

< Che scena carina > disse una voce.

Si voltarono giusto in tempo per vedere una figura vestita di viola e nero scagliarsi

verso di loro, prima che un colpo di Gunblade la costringesse ad arretrare.

Poco dopo, gli altri studenti avevano fatto cerchio davanti all’intruso, che se ne stava

seduto in terra bevendo da una fiaschetta.

< Beh, se questo non è un comitato di accoglienza! > ridacchiò, mettendosi in piedi

< Mi chiamo Roirus, e sono qui per… beh, non vedo come possano essere cazzi vostri >

I Seed si gettarono su di lui, ma la lotta finì in pochi istanti;

Raijin era finito addosso ad alcuni guerrieri, ora schiacciati dal suo peso, e

gli sbucavano fuori due costole.

Fuujin giaceva scompostamente, più silenziosa del solito, con un rivoletto di

saliva che colava dall’angolo della bocca.

Quistis aveva i vestiti a brandelli ed era stata immobilizzata con la sua stessa frusta,

su cui gocciolava il sangue da una brutta ferita al mento.

Seifer, che aveva cercato di proteggerla, era stato inchiodato al muro con la spalla

trafitta dal Gunblade, mentre l’altro braccio aveva il gomito rotto.

Zell, che aveva aggredito Roirus con la sola forza dei pugni, si era visto afferrare le mani,

ora ridotte ad una massa sanguinolenta di carne macerata, ossa rotte e cartilagini sfilacciate.

Irvine si era visto strappare di mano il fucile, poi Roirus l’aveva usato per colpirlo

nelle reni.

E Selphie era tenuta per il collo, mentre l’uomo la stava strangolando.

< Bene, streghetta > cominciò l’invasore < Vieni con me e forse questa bimba arriva viva a fine

della giornata. > la lanciò in aria e la ri-afferrò al volo con l’altra mano

< Altrimenti, posso ammazzarla adesso e poi prendere anche te,

per me di differenza ce n’è poca… >

Senza dire una parola, Rinoa cominciò a dirigersi verso di lui, quando venne trattenuta da Squall.

< Cosa credi di fare? > le chiese

< Lui vuole solo me. Non voglio che succeda qualcosa a degli innocenti > rispose la ragazza, divincolandosi.

< E io non voglio perderti di nuovo! > sbottò il Seed.

< Sono sicura che mi troverai anche stavolta >.

Chiudendo la discussione, si diresse verso Rairus, che lasciò cadere Selphie e, dopo averle circondato le spalle con un braccio, sparì insieme a lei.

 

Il Palazzo di Wutai era immerso nella penombra della sera. Lucciole e falene volavano

leggiadre sopra l’erba già umida di rugiada, lanterne di carta pendevano da

peschi e ciliegi, gettando ombre soffuse sui molti laghetti e giardini pensili.

Le guardie erano sedute a gruppi intorno al muro di cinta, bevendo sakè per scacciare il freddo.

Una sola persona stava appoggiata al davanzale della sua stanza, stringendo un cuscino per combattere il freddo vento della notte invernale.

Yuffie Kisaragi, unica erede al trono di Wutai; i suoi rapporti col padre si erano alterati

quando lei era fuggita di casa e si era dedicata alla vita di ninja rapinatrice di Materie.

Di recente, tuttavia, aveva bisogno del benestare di suo padre per poter sposare l’uomo che amava, il tenebroso pistolero Vincent Valentine

Così era dovuta tornare a vivere a palazzo e indossare quel ridicolo kimono dai colori vivaci, dannatamente scomodo e che le stava spremendo la vita.

Guardò in basso verso la larga cintura e notò c’era qualcosa di positivo in quell’affare: stringendole la vita, faceva risaltare di più i suoi seni,

troppo piccoli per la sua età, verso i quali aveva

maturato un complesso soprattutto dopo aver visto le grazie di Tifa…

Fu un attimo: qualcuno entrò dalla finestra, le strappò il cuscino dalle mani

premendoglielo in faccia per soffocare le sue urla e la stordì con un colpo di palmo

allo sterno e uno di taglia alla nuca.

Attraverso la nebbia offuscata che le era calata sugli occhi, vide che l’intruso, un giovane biondo con gli occhiali da sole, toglieva le corde dalle tende del letto e le usava per bloccarle i polsi e le

caviglie

Infine, le infilò gli avambracci nella cintura del kimono, immobilizzandola completamente.

In tutto, aveva impiegato meno di un paio di minuti.

< Avanti > le disse, mettendola a sedere su una poltrona < Grida. Chiama aiuto >

< Se pensi che ti darò questa soddisfazione… > sibilò la ninja, prima di essere colpita da un

tirapugni che le spaccò il labbro e le fece apparire un grosso livido sullo zigomo destro.

< No, non hai afferrato > rispose il rapitore < Tu adesso farai tutto quello che l’amico Chuka dice,

oppure questa bambina cattiva e disubbidiente si farà la bua. Comprendez? >

La risposta di Yuffie fu uno sputo in faccia; vibrando di rabbia, Chuka le

afferrò i capelli e diede uno strattone, strappandone una ciocca sanguinolenta, per poi

scagliarla a terra e accendersi una sigaretta.

Mentre fumava cominciò a prenderla a calci in ventre e nella schiena, per poi strapparle

il kimono e spegnerle la sigaretta sul seno. Stavolta riuscì a farla gridare.

Le strattonò la nuca all’indietro e la baciò in bocca, mordendole il labbro mentre le

strizzava i fianchi; quando cominciò a schiacciarle il basso ventre

con la punta ferrata dello stivale, Yuffie emise un lungo verso acuto e

stiracchiato, cominciando a piangere.

Pochi istanti dopo, poco prima che Chuka si calasse i pantaloni, la porta della stanza

venne sfondata dall’ingresso delle guardie del palazzo, con Vincent in testa a pistole puntate.

< Fine dei giochi, peccato > commentò Chuka con uno schiocco della lingua, balzando sul davanzale per godersi la scena.

Avanzando a lenti passi misurati, e tenendolo sempre sotto tiro, Vincent si avvicinò a Yuffie la sollevò da terra.

< Te l’ha fatto lui? > chiese, gli occhi rossi come fiamme insanguinate.

Incapace di rispondere, la principessa si limitò ad annuire, continuando a singhiozzare.

Nei pochi istanti che Vincent impiegò per rialzarsi, Chuka gli balzò dietro, fece a pezzi le guardie e si caricò la ninja in spalla, sorridendo al pistolero.

< Rinfodera il cannone > ridacchiò sardonico < Quando sei arrivato, io ho dovuto rinfoderare il

mio… comunque, se vuoi salvare la bambolina di porcellana, dovrai giocare >

< Non posso fare altrimenti > sibilò l’ex Turk < Ma fissati bene in mente le mie parole: appena

la partita giungerà al suo culmine, la tua marcia carcassa verrà crivellata dalla mia Cerberus >

 

Hinata aveva freddo; l’avevano sbattuta in una caverna piena di muffa e scarafaggi,  lei non aveva niente addosso.

L’unica cosa che la faceva andare avanti era il pensiero che Naruto sarebbe arrivato: già se lo

immaginava, a sfondare la porta urlando come un ossesso “Hinata! Ti porterò

fuori di qui, dattebayo!”

 

Matsuri si svegliò con la testa che doleva e un rivoletto di sangue che colava dalla

tempia; ricordava soltanto un uomo che si chiamava Vodka.

L’aveva stordita con una bomba velenosa e lei si era svegliata nella foresta al

confine col Paese del Fuoco; il suo rapitore era lì, insieme ad altri due,

Whiskey e Grappa, che avevano con sé due kunoichi della Foglia.

Le riconobbe come Sakura e Tenten, e per qualche motivo la rosata era in uno strano costume

da infermiera; poi le avevano premuto in faccia uno straccio imbevuto di cloroformio,

e si era risvegliata in quella cella.

< Gaara-sama… faccia presto > mormorò.

 

Sparò un colpo e vide il dèmone cadere con la testa sanguinante, preso in mezzo agli occhi;

vedeva davanti a sé il bersaglio, una specie di serpente con la maschera da Arlecchino,

che usava catene che gli uscivano dalla carne per balzare da una parete all’altra della strada.

Mary estrasse il Kalina Ann e lo puntò; si preparò a colpirlo prima con l’arpione, poi ad abbatterlo;

il colpo lo inchiodò sul posto, ma mentre lei prendeva la mira per colpirlo col razzo,

una figura vestita di rosso balzò dalle ombre e decapitò il demone con un singolo fendente.

< Questo lo sentirà, domani… > commentò Dante, indossando la maschera del demone.

< Ehi! > gli urlò dietro Lady < Quel demone era mio! >

< Già: era >

< Ma brutto… io ti squarto, ti sventro, ti trito, ti sbudello, ti squarcio, ti sgozzo, ti piglio a calci

dove te lo senti di più, ti faccio a tocchetti e… >

< Calmati, ragazza > riuscì a dire Dante prima che gli arrivasse una pallottola dum-dum dove se

lo sentiva di più, venendo così colpito dove un uomo non vorrebbe mai essere colpito.

Un’ombra si staccò da un cornicione e afferrò Lady, bloccandole i polsi e tappandole la bocca con la mano.

< Ora è il momento di giocare > le sussurrò l’ombra all’orecchio < Vuoi giocare con Marvin? >

< Ghnh! > mugolò lei, cercando di scrollarselo di dosso.

< Dai, non fare i capricci… > da sotto i suoi vestiti emersero altre due mani, coperte di guanti in pelle di squalo.

Senza aspettare, Marvin glie ne ficcò una nella generosa scollatura, strizzandole il seno e causandole così un’abrasione < Ti piace, eh? >

Pochi istanti dopo, un lampo rosso e argenteo; il braccio colpevole era stato amputato all’altezza

del gomito, e l’altra mano crivellata.

Capendo la mala parata, Marvin svanì in una nube di fumo.

 

La città di Fortuna era tata ricostruita da poco: in quel momento era

in corso una celebrazione per ringraziare Sparda, che aveva fatto sì che Sanctus l’ingannatore

fosse sconfitto dall’erede del Cavaliere Oscuro.

Kyrie era in piedi sul pulpito, cantando la sua ultima creazione; la luce del sole le filtrava

tra i capelli e si rifrangeva sul piccolo diadema che portava in fronte,

mentre faceva ondeggiare le braccia al lento ritmo della canzone.

Nero sedeva stravaccato su una delle panche della chiesa, con gli occhi socchiusi,

ascoltando la musica

Gli portava alla mente i ricordi di tempi più giovani e spensierati,

quando lui e Kyrie erano ancora bambini, e non  c’erano preti assassini, fratelli posseduti o scienziati pazzi trasmutati in falene demoniache;

quando già indugiavano nel pensiero del loro amore da ragazzini.

Urla.

Nero fu riportato alla realtà dal rumore di grida e panche rovesciate; alzandosi di scatto, vide un

branco di demoni che piombava attraverso le vetrate istoriate.

< Ecco che si ricomincia > sbuffò, estraendo la Red Queen e arrotolandosi la manica per liberare il braccio demoniaco.

Il primo demone non era nulla di speciale, un semplice Spaventapasseri; se ne sbarazzò con un colpo di pistola e ne trinciò altri con la spada.

Si girò giusto in tempo per vedere un enorme pugno squamoso, con placche ossee, che si dirigeva a tutta velocità contro il suo mento.

Quando riuscì a rialzarsi, dopo aver pattinato sulla schiena per quindici metri di

pavimento in marmo, vide che la cosa che l’aveva colpito era una specie di enorme lucertola scimmiesca con lunghi artigli affilati come

lame, muscoli gonfi come meloni e tendini guizzanti come fruste d’acciaio.

Dante glie ne aveva parlato: i Gigablade, enormi simili degli Assault, ma molto più grossi e forti, con gli artigli, notò, che stillavano un veleno nervino.

Altri due sbucarono dal terreno, mentre un altro si precipitava attraverso il tetto; si lanciarono su di lui come un sol demone, incontrando presto la morte.

Si voltò cercando di ripulirsi dalla melma che quei cosi avevano per sangue, e si accorse di un’ombra sulla grande vetrata dietro il pulpito, un’ombra che

andava ingigantendosi sempre più.

< Kyrie! > urlò, ma era troppo tardi.

I vetri si frantumarono in una pioggia di miriadi di schegge cristalline, che rifransero la luce oscurata dall’enorme pappagallo che entrò nella cattedrale,

staccando pezzi di parete con la sua semplice mole.

Kyrie ebbe soltanto il tempo di voltarsi e lanciare un breve strillo acuto, prima che la prendesse tra

gli artigli per poi smaterializzarsi in una vampata di fiamme verdastre.

 

< Cazzo! > urlò uno degli uomini in fuga < Ce l’abbiamo dietro! >

Come a confermarlo, l’ultimo della fila venne crivellato di colpi, che imbrattarono di sangue il

muro prima che il corpo si disintegrasse in polvere.

Quello subito davanti fu afferrato da cinque dita inguantate che gli affondarono nella scapola, per

poi sbattergli la faccia contro le macchie di sangue.

< Dimmi cosa vedi, sacco d’immondizia… > commentò una voce, prima che il suo cranio venisse

stritolato da una seconda mano.

I restanti tre fecero irruzione in una stanza alla fine del corridoio, dove un uomo mezzo nudo con

i capelli raccolti in un codino, stava accarezzando le cosce di una prostituta

bionda ammanettata al letto, sussurandole qualcosa dietro l’orecchio.

< Vedrai, ora arriva il bello… >

Avvicinò la bocca al collo e dischiuse le labbra, mostrando due file gemelli di impressionanti zanne

sbavanti, quando venne interrotto dai tre uomini.

< Che volete? > chiese brusco.

< Capo, c’è… >

Non finì mai la frase, perché venne freddato da un confetto a nove millimetri; la ragazza aveva

frantumato le manette ed estratto un paio di semiautomatiche, con cui

eliminò in pochi istanti anche gli altri due.

< Ottimo lavoro, Agente > commentò una voce proveniente dalle tenebre al di là della porta, subito

seguita da una pallottola che strappò un braccio al codinato.

< Figlio di puttana! > urlò, stringendosi il moncherino del gomito < Chi cazzo sei, tu? >

Dalle ombre emersero due occhi più rossi della morte, simili a sangue incendiato, insieme ad una

lunga pistola nera con la scritta Jackal su un fianco.

< L’Uccello di Hermes puoi chiamarmi. Mangiami le ali per addomesticarmi > ghignò Alucard,

premendo il grilletto.

Mentre il vampiro si disintegrava, Seras si tolse le lenti a contatto verdi, rivelando i suoi occhini

azzurri.

< Toglimi una curiosità, Agente: dove le tenevi, le pistole? >

< Sorvoliamo >

L’olfatto del vampiro notò solo allora che le sue gambe odoravano di polvere da sparo; si concesse

un ghigno, prima che venisse attivata una ricetrasmittente.

< Alucard > disse la voce di Integra < Recati subito a cinque quartieri di distanza da qui! Un

vampiro ha appiccato fuoco ad un orfanotrofio! >

Alucard cominciò subito a rimuovere i sigilli, disgustato: prendersela con i bambini era una cosa

che non aveva mai tollerato.

E questo lo dice uno che, in vita, marchiava a fuoco le facce, cavava gli occhi,

tagliava mani e piedi, strappava unghie, spellava apparati riproduttivi,

faceva mordere via scalpi da mute di cani, apriva in due le persone per dare

fuoco alle loro budella mentre erano ancora vive,

e infilava paletti per vie… anali!

Cinque minuti dopo, erano davanti all’orfanotrofio in fiamme, mentre a godersi lo spettacolo

stravaccato sull’erba c’era uno skinhead in bermuda e infradito coperto

di tatuaggi di MAD.

< Alla faccia del barbecue > ridacchiò l’individuo, per poi rivolgersi ai due vampiri < Bella,

cumpa, io sono Stanley. Chi è il primo? >

Seras gli balzò addosso brandendo l’Harkonnen, che le fu strappato di mano e usato per tramortirla; in breve tempo, venne immobilizzata da una catena d’oro, mentre

dalla sua carne cominciava a levarsi del fumo acre.

L’oro era il più sacro dei metalli, e la sua aura le stava lentamente corrodendo la carne.

< Ora, Ally > continuò Stanley < Io devo scappare con la bionda, ma non preoccuparti, ti lascio un vecchio amico per farti compagnia! >

Si smaterializzò, e al suo posto apparve un uomo elegante, dai tratti latini, con un mazzo di carte in mano.

< Sono pronta per la rivincita > disse il Damerino < E ora sono più forte che mai! >

Alucard, a sentire una scemenza del genere, scoppiò a ridere.

< Non importa quanta glassa tu possa mettere su una pila di merda, non potrai mai trasformarla in una torta sacher! >

In pochi secondi, aveva strappato braccia e gambe al vampiro, gli aveva strappato l’intestino grasso e, dopo aver afferrato una trave in fiamme, gliel’aveva

ficcata nel… beh, l’avete capito.

 

< Ahi! > esclamò, atterrando di faccia.

A cadere era stato un giovane biondo vestito elegantemente, con i lunghi capelli biondi

raccolti in una treccia; subito dopo, gli atterrò addosso un altro ragazzo, castano chiaro.

< Fratellone > domandò questi < Come stai? >

< Potrei stare meglio > rispose lui, alzandosi < Al! Ti rendi conto di dove siamo? >

< Questa campagna… > mormorò il castano < Siamo a casa! Ce l’abbiamo fatta! >

< Andiamo da Winry > continuò il biondo, massaggiandosi la spalla < Questi affari cominciano a darmi il prurito… servirebbe un nuovo Automail… >

Appena bussarono alla porta, Ed si vide arrivare addosso una chiave del 32.

< Non è cambiato nulla > esalò, crollando a terra.

< Chi diavolo sei, tu? > urlò una ragazza bionda con gli occhi azzurri e una tuta da meccanico.

< Winry… sono, io Ed! >

< Non è possibile > dichiarò lei, afferrando un trapano a percussione e puntandoglielo contro < Non hai niente che ricordi quel nanerottolo! >

!!!!!

< Chi sarebbe il super-micro acaro talmente microscopico che nemmeno una pulce potrebbe dissezionarlo? >

La ragazza lasciò cadere l’arma impropria e si inginocchiò davanti a lui

< Ed > esalò < sei davvero tu? >

Massaggiandosi il bernoccolo, alzò la manica e indico l’Automail, battendoci sopra con le nocche.

< Imbecille! > gridò Winry, una volta accortasi che era quello vero

< Ti lascio di là per due anni e tu un Automail di prima qualità me lo riduci così? Ci ho messo diciotto mesi per costruirne uno leggero,

resistente e che potesse durarti a lungo, e tu come diavolo ti ripresenti qui?

Io ti disintegro, TI DISINTEGRO! >

< Insomma, che succede? > chiese zia Pinako, uscendo preceduta dal fumo della pipa < Non è possibile… >

< Nonna! > esclamò Winry < Sono tornati! >

< Non è questo > mormorò la vecchia < L’impossibile è che lui sia già tornato e tu lo stia già pestando! > estrasse da dietro la schiena un disco fonografico con

la scritta “Winry nel sonno”.

Per sbaglio, s’intende, la bionda inciampò e il trapano a percussione da lei appena raccolto andò a demolire il fonografo.

< Whops > commentò, portandosi una mano dietro la testa < Scusate! >

< No, non c’è problema > disse Al, mettendo le mani sul marchingegno rotto e riparandolo.

Winry era tanto infuriata che le si poteva cuocere il proverbiale uovo in testa.

Prima che Pinako potesse mettere su il disco, nel tetto si aprì un buco e ne uscì una ragazzina con le treccine.

< E questa chi è? > chiese Ed, alzando il sopracciglio.

< Si chiama Nicky > spiegò Winry, approfittando del suo ingresso per ri-sfasciare il fonografo < Viene spesso qui da noi >

< Giochiamo? > chiese la bambina, allungando le manine verso Winry

< Adesso no > rispose la meccanica < Devo aggiustare questo Automail >

< Come ha fatto ha farsi così male > chiese ingenuamente la bambina < Se è ancora un

bambino? >

< Chi è che hai appena osato definire micro-pulce troppo piccola per poter essere fastidiosa anche per un moscerino? >

< Ih ih… > sorrise la bimba < Sei buffo, lo sai? Devi essere quello di cui Winry parla sempre… >

< Nicky > la interruppe la bionda < Perché non vai fuori a giocare con Al? >

Mentre i due giocavano a palla, Winry lavorava di saldatrice sul marchingegno; per fortuna

i danni, anche se molti, non erano nulla di serio, e non c’era stato bisogno di staccare l’arto.

< Sai, Win > le disse Ed < Sono curioso di sapere cosa è successo mentre ero dall’altra parte

del Portale… quel pallone gonfiato di Mustang è riuscito a diventare Comandante Supremo? >

< Sì > confermò lei, ricaricando il saldatore.

< Pazzesco, questa carica la regalano, al giorno d’oggi > sbuffò l’alchimista.

< E invece tu, come te la sei passata? >

< Non troppo bene > sbuffò lui < Mi mancava l’alchimia, mi mancavano questi paesaggi di

campagna incontaminata, mi mancavano le riparazioni dell’Automail… >

Prese fiato e, prima che gli mancasse il coraggio, buttò fuori.

< E mi mancavi tu >

Winry, che in quel momento stava riparando un cavetto, ebbe uno spasmo che

le fece toccare il metallo rovente con un dito; lasciò andare l’attrezzo e

si strinse il polpastrello, mordendosi l’interno della guancia per non gridare.

Ed in seguito non seppe, o non volle, dire perché l’avesse fatto; comunque, le prese l’indice e

glielo ciucciò, facendo passare il bruciore con la saliva.

Quando ebbe finito, le carezzò la mano, avvicinandola.

< Ed > disse lei, con gli occhi lucidi < Perché hai… >

< Non è chiaro? >

< No, non lo è… cosa vuoi dire? >

< Non sei solo la mia meccanica di fiducia >

< Ma… >

< Né la migliore costruttrice di Automail che io conosca >

< Grazie, però… >

< Per me sei molto di più >

Le cinse la nuca con il braccio, attento a non farle impigliare i capelli nelle giunture, e l’avvicinò a sé.

< Ed, vuoi dire che… >

< Sì, Winry > rispose lui < Io ti a… >

< Fratellone! > urlò Al, entrando sbattendo la porta

< Spero che tu abbia un buon motivo > ringhiò Ed, fulminandolo con lo sguardo, mentre Winry

stava sollevando una grosso martello pneumatico collegato

ad una batteria da ventiquattro volts con del filo di rame da sedici ampere.

< Chimere all’attacco! > gridò l’ex-armatura.

< Resta qui, Winry! > esclamò, afferrando l’impermeabile e correndo fuori, dove

lo aspettavano le creature; ibridi tra grossi felini e rettili, o pesci, o entrambi;

addirittura c’era un incrocio tra un puma, un gambero e un castoro.

I due fratelli si scagliarono sulle creature, che avevano atterrato Nicky e stavano per sbranarla, e nell’atterrare nel bel mezzo delle belve trasmutarono le proprie armi:

 una lancia e una lama all’Automail per Ed, una corta spada e dei tirapugni con lame per Al

Affrontando le chimere diedero tempo alla bambina di rifugiarsi in casa, ma per qualche motivo le creature non la seguirono.

< Come se… > rilfettè Ed, per poi afferrare Al per il colletto e seppellire le chimere nel terreno

< Sbrigati Al! È solo un diversivo! Vogliono tenerci lontano dalla casa! >

Appena entrati videro che era troppo tardi: Nicky piangeva in un angolo, con un ginocchio

sbucciato, la rimessa era sottosopra e nessuna traccia di Winry.

< Cosa è successo? > chiese Ed, usando l’alchimia per rimarginarle la pelle, senza però farla

smettere di piangere.

< Quello > singhiozzò la bambina < Ha preso la sorellina Winry e poi… e poi è volato via! >

< Quello? > chiese Ed < Quello chi? >

< Quello lì! > urlò la bambina < Quello col tatuaggio e il serpente e il triangolo e… no, aveva le

ali! Era un tatuaggio di un dragone e di un triangolo! >

Per un po’ Ed non capì cosa indicasse il campanello di allarme nella sua testa, poi ricollegò il tutto: tre triangolo disposti a formarne uno più grande, e intorno a questo un serpente alato

che si morde la coda.

Gli Homunculus.

< Cosa ha fatto? >

< Aveva la faccia cattiva > pigolò Nicky < E ha trasformato il braccio in corda e l’ha usato per

legare Winry, e aveva i capelli verdi e era mezzo nudo! >

E così, Envy era ancora vivo, dopotutto… beh, visto quello che aveva fatto, Ed si maledisse

per non avergli strappato il cuore quando poteva, nella sala del tempio di Thule.

 

Grande giorno di festa ad Amazon Lily; ancora una volta, l’Imperatrice Boa Hancock era tornata,

e non da sola; aveva portato con sé le più grandi rarità che l’isola avesse mai visto.

I maschi.

Tra loro c’era il solito pirata che aveva battuto Marigold e Sandersonia, ma era pieno di altra gente interessanti.

Un biondino che eseguiva ogni comando di ogni bella ragazza, uno coi capelli verdonzi dal fisico scolpito nel marmo, uno coi capelli azzurri che, a giudicare

dalle dimensioni degli avambracci doveva soffrire di una profonda ipertrofia o quantomeno

di una grossa ritenzione idrica, un nasone, uno scheletro che suonava divinamente e due ragazze.

Più un procione più tardi identificato come renna, che era arrivato lì tre quarti d’ora prima degli altri, spinto da una poderosa crickata

di Hancock stessa.

Nessun animale puccioso deve mettersi sulla strada del capo dei pirati Kuja.

Nessuno.

Mai, per nessuno motivo!

Comprendi? (stile Jack Sparrow)

Comunque, il loro capitano stava facendo a gara a chi mangiava di più con chiunque avesse il coraggio di sfidarlo.

Finora aveva liquidato le due sorelle di Hancock (che pure, potendosi mutare in serpenti,

dovrebbero essere capaci, viste le dimensioni, di ingoiarsi insieme Moria

e Kuma), metà dei pirati, i gorilla di guardia e uno dei due Re del Mare che trainavano

la nave dei pirati stessi.

Il guaio è che non sembrava intenzionato a fermarsi; per fortuna delle provviste (la vecchia Nyon si

stava suicidando al pensiero di quell’incubo logistico), la tavola venne

demolita da una palla di cannone ben piazzata.

< Ehi! > ringhiò Rufy, riuscendo chissà come a smaltire all’istante tutto il pasto.

< Ma che bella festicciola, toin-toin-toin! > disse una voce.

Sull’anello di roccia che circondava il villaggio stava un uomo vestito in maniere

alquanto truzza (tanto truzza, in effetti, che c’è da chiedersi se non fosse parente

di Kizaru), che reggeva con una mano il cannone fumante e con l’altra una

katana a catena lunga tre metri abbondanti.

La parte più sconvolgente erano le sue proporzioni: collo corto, faccia larga, gambe

lunghe e strette, piedi minuscoli, bracci grossissimi e avambracci lunghi e sottili.

< Chi è questo imbecille? > chiese Zoro, mettendo mano alle spade

< Sono il grande Cuchillo, toin-toin-toin! >

< Abbattete quell’obbrobrio! > urlò Hancock al resto dei pirati Kuja, che cominciarono a

scagliare le loro frecce cariche di Ambizione, che lo sgorbio (mi rifiuto di definirlo “uomo”)

schivò senza troppi problemi, per poi atterrare tra i due grossi tavoli.

< Allora, vediamo un po’ > riflettè, estraendo un foglio da una tasca < Pan grattato, focaccia con

le olive, tre baguette al formaggio, una confezione di yogurt magro… scusate, era la lista

della spesa.> Tirò fuori un secondo foglio < Una nuova mitragliatrice, dei ricambi per

la spada a catena, un collanone gangsta-style… no, fermi tutti… >

s’interruppe, scrutando meglio il foglio.

< Questa è la lettera a Babbo Natale di quel deficiente di Stanley! Ma che diavolo… >

Iiniziò ad estrarre roba da tutte le tasche < Lista di morte… no. Elenco dei film da restituire

da Blockbuster… no. > gettò via i due fogli < Cose da acquistare quando avrò

trovato un porno-shop ben fornito e con prezzi abbordabili????!?!

Okay, quando torno alla base gli insegno io a Chucka a ficcarmi le sue scemenze in tasca… > ringhiò.

< Ecco! Piano di missione! > sventolò il foglio verso di loro con aria trionfante < Visto? L’ho

trovato, toin-toin-toin! Allora, vediamo: arrivare su questo mondo,

fatto… sbarcare ad Amazon Lily, fatto… fare una bella entrata in scena, fatto… ecco! Quarto punto! >

Svanì in una nuvola di fumo e riapparve accanto a Hancock.

< Lei è Boa Hancock, Imperatrice di Amazon Lily? > chiese, prendendo nota sul taccuino

< Sì > rispose stizzita lei, guardandolo talmente dall’alto in basso che sembrava che

stesse guardando in alto (non chiedetemi cosa significhi, o come sia fisicamente

possibile, so solo che lei lo fa spesso XD).

Prima che potesse accorgersi di cosa stesse succedendo, si ritrovò imprigionata; cominciò

a sentire freddo, come se stessero premendo addosso delle barre di ghiaccio, e si guardò:

l’aveva immobilizzata con catene di quel materiale grigio-nero a sfumature verdi

noto come Agalmatolite.

Si sentì come risucchiare e il mondo intero sparì; riuscì solo a sentire Rufy che urlava

il suo nome, poi più nulla.

< Hancock! > gridò il pirata, osservando il pozzo di vorticante energia bluastra in cui era sparita.

 

Notte di luna nuova nell’Epoca Sengoku, con prevedibile nervosismo di un certo mezzo-demone di nostra conoscenza…

< Dannazione > ringhiò Inuyasha < Se avessi la Sfera questo non succederebbe! >

< Ma fa sempre così? > chiese Sango

< Quando c’è la luna nuova? > chiese il monaco Miroku, senza staccare gli

occhi dalla sua ciotola di riso < Sempre >

< Non parlate alle mie spalle! > ringhiò lui, voltandosi sull’albero dov’era accovacciato.

< A cuccia! > disse semplicemente Kagome, facendolo così schiantare contro

l’albero che si ruppe sotto il suo peso, mandandolo a finire di faccia

contro un nido di formiche.

< Dannata… > sibilò lui, mentre le formiche cominciavano a mordere.

Sentirono un rumore provenire dalla boscaglia, e dalle fronde degli alberi emerse un’enorme

massa di carne strabordante, che venne presto illuminata dal fuoco: aveva una pelle

liscia e viscida, lunghe pinne artigliate e chilometrici bargigli che si contorcevano sul muso,

simili a tentacoli.

< Un demone pesce-gatto! > esclamò Miroku, mettendo mano ai suoi sigilli, ma prima che

potessero fare qualcosa, Inuyasha era già balzato contro di lui.

< Sankon-tessou!... d’oh! >

Mentre il mezzodemone si schiantava, il demone fece un paio di balzi e ingoiò Sango e Kagome, per poi rituffarsi nella macchia.

< Kagome! > urlò Inuyasha, balzando all’inseguimento

< Sango-chan! > gridò invece Miroku < Torna qui! Dobbiamo ancora fare un figlio! >

Shipo lo colpì in testa con uno dei rami del fuoco.

< Ti sembra il momento di parlare di queste cose? > domandò.

 

< teri kagayaku taiyou to

  yaketa hada ga mabushii ne

  nagakatta ano toki ga ima yomigaeru

  nagakatta you de mijikai

  suteki na omoide no tsukihi

  makkuro na kao ga mongatatteiru yo > cantò, ondeggiando.

Sotto il palco, in prima fila, c’era un tavolo riservato ai VIP; entrambi i lati erano occupati

Il primo posto a destra ospitava un biondo non troppo alto vestito di giallo e con alcune

parti d’armatura, che teneva una spada di cristallo azzurro accanto a sé.

Subito dopo c’era un trio di avventurieri di cui tre feriti gravi (a uno mancava un occhio, all’altro

un braccio e … beh, dire che aveva qualche problema di gambe sarebbe un gentile eufemismo).

L’ultimo posto al lato destro era occupato da un essere bradipoide con la faccia da scemo e in

testa uno tsunami arancione che ad un più attento esame si rivelerebbe il suo scalpo.

Sul sinistro si trovavano una gotho con l’aria perennemente scazzata, una ragazzina coi

capelli biondo-rossicci talmente puccia che vorresti ficcarla in uno spremi-agrumi e

un possibile clone di Lust l’Homunculus (o, visto il suo sesso, la Donnunculus).

Perdonatemi questo breve momento di idiozia, sono reduce da una serata fatta di test di Nonciclopedia e film di Lesley Nielsen.

Comunque, stavano ascoltando il nuovo concerto dell’Invocatrice Yuna, che in quel momento

si stava esibendo in uno splendido pezzo musicale, danzando a ritmo e

facendo così ondeggiare la larga mezza-gonna (io ancora devo capire il senso di un indumento

del genere…).

Tidus la stava fissando imbambolato, come solo chi è veramente innamorato potrebbe fare.

< Dai scommetto che ce la facciamo > sussurrò Nooj a Gippal

< Dici? > chiese lui, ridendo sotto i baffi.

< Sì, sul serio >

Ridacchiando, i due compari, estrassero due pennarelli e fecero per avvicinarli alla faccia di Tidus

tra il sogghignare degli altri (eccetto Paine, ma lo sappiamo tutti

che lei ha l’espressività di Silvester Stallone appena alzato dopo una notte di alcool, droga e

rock’n’roll).

< Non provateci nemmeno, mi spiacerebbe dover litigare con Yuna per aver tinto il suo concerto di

rosso sangue > disse lui, senza neanche spostare lo sguardo dal palco

I due decisero saggiamente di ritirarsi, mentre la canzone giungeva alla conclusione,e la folla esplodeva in un delirio.

< Sensazionale, ya! > urlò Wakka, scagliando in aria il suo pallone che, per sfortuna,

colpì un riflettore facendolo scentrare in testa ad un tecnico dei suoni < Whops… >

Poco dopo, nel backstage, Yuna si stava cambiando, quando un paio di mani le coprì gli occhi.

< Indovina chi è? >

< Mmhh… > fece lei, come se ci stesse riflettendo < Yunalesca? >

< Potresti almeno stare allo scherzo > sorrise Tidus, voltandola verso di lui

< Eh eh > ridacchiò lei, bussandogli in testa < Scemo >

E allora, scoppiò l’inferno.

< Iguion! > ruggì Kimahri,, correndo davanti a loro; Yuna estrasse le pistole e Tidus tirò la

Fraternity fuori dal fodero, e si gettarono sul palco a fronteggiare le creature.

Il resto dei Guardiani e i tre avventurieri era già impegnato nello scontro, mentre Paine stava

riversando addosso ai rettili un torrente di Firaga.

Mentre combattevano, dalla folla in fuga si alzarono alcune figure ammantate, vestite di nero e col

volto coperto di sciarpe scarlatte, che brandivano un vasto insieme di armi:

tutti avevano sia un’arma da fuoco che una da corpo-a-corpo, e agitandole scattarono come mantidi

ritrovandosi sul palco.

Visto che non sembravano avere buone intenzioni, Tidus si gettò sul più vicino, armato di pistola e

lancia, e con un colpo di spada ruppe in due l’asta di legno, schivando un colpo di proiettile e

tirandogli una ginocchiata in faccia.

Lì vicino vide Rikku tirare i suoi pugnali contro un secondo uomo, che imbracciava un fucile,

mentre una lunga lama seghettata giaceva inutilizzata lì vicino; i pugnali rimbalzavano contro il

petto del guerriero.

< Sono corazzati! > gridò Tidus alla bionda < Mira alla testa! >

< Capito! > gli rispose Rikku, colpendo il suo avversario alla tempia con un calcio.

Nonostante combattessero al meglio delle proprie possibilità, vennero presto circondati da guerrieri

e rettili; l’ultima a gettare le armi fu Yuna, riuscendo a ferire al mento un assassino con una

pallottola.

Tra i nemici si fece largo un’alta figura, vestita in un largo kimono bianco, che portava due katane

alla cintura e una terza, più grossa, sulla schiena insieme ad un fucile.

Dei capelli ne aveva una sola ciocca verdastra, e il volto era coperto da una maschera d’osso.

< Ottimo lavoro, ragazzi > disse, battendo le mani < Ora, siate così gentili da farmi spazio; ho

bisogno di lavorare, e non ho voglia di dovermi portare dietro dei sicari surgelati >

Con uno schiocco di dita, Rikku e Yuna si ritrovarono congelate.

< Ehi > gli urlò contro Tidus < E tu chi credi di essere? >

 < Mi chiamo Pasine, contento? > gli rispose, prima di sparire in un portale, seguito dai suoi

uomini; senza capire cosa stesse succedendo, Tidus e Gippal furono risucchiati

dietro di lui con una folata di vento, e il portale si richiuse.

 

< Concentrati! > le ordinò Sora, balzando in dietro, col Keyblade in mano.

Concentrarsi. Già, facile per lui parlare. Lui aveva massacrato Heartless, Nessuno, Unbirth,

streghe,cacciatori, geni della lampada assatanati, Organizzazioni malefiche, addirittura divinità!

Era ovvio che fosse allenato!

Lei invece aveva il Keyblade solo da poco, e stava ancora imparando ad usarlo; senza contare che

lui, avendo viaggiato ovunque, aveva appreso diversi stili di combattimento, arti marziali, e sapeva

anche volare, oltre che usare la magia e trasformarsi in diverse forme dai grandi poteri.

Alla fine si stancò di non riuscire a combinare niente.

< Scusa, sai > sbottò, inacidita < se non sono invincibile come te e Riku! >

< Avanti, Kairi > sorrise Sora, aiutandola ad alzarsi < Non devi prendertela! Col tempo migliorerai

anche tu, ne sono sicuro.

E nel frattempo ricordati che più rafforzi il tuo cuore, più forte il Keyblade diventa >

< Scusa > mormorò la rossa, abbassando il capo < È solo che… non voglio essere un semplice peso

per voi due! Voglio imparare a combattere! >

< Beh, sei sulla buona strada! > sorrise Sora scompigliandole i capelli < Riku mi ha detto che nel

Mondo che Non Esiste hai fatto una strage di Heartless! >

< Sì, ma non erano molto forti, erano quelli… ah, giusto, gli Shadow! >

< Shadow? > chiese Sora, con la faccia di chi cade dalle nuvole < Riku mi aveva detto che ti

venivano addosso Defender, Viverne e altre cose del genere > rfilettè < Per questo siamo passati

subito ad un livello così alto di addestramento! >

< Quindi non è colpa mia se non riesco? >

< No, è colpa di Riku che voleva farmi venire i complessi di inferiorità > scherzò Sora

Pochi minuti dopo, aveva preparato un nuovo allenamento: in sostanza, un percorso con dei barili

da rompere.

< Questo dovrebbe rendermi più forte? > chiese scettica.

< Ah, quando io l’ho finito ero in grado di dare la scalata all’Olimpo! >

Rinvigorita, Kairi cominciò a spaccare i barili, mentre Sora girava una clessidra, ma giunta al terzo,

però, ne uscì una specie di pupazzo a molla con la testa di zucca.

< Heartless! > le gridò Sora < Attaccalo da lontano, è armato di coltelli! >

Tuttavia, appena si allontanò, dietro di lei si aprì un varco oscuro, e ne emerse un uomo col

soprabito dell’Organizzazione

Non fece in tempo ad accorgersene che venne bloccata e trascinata nell’apertura, mentre Sora

estraeva i Keyblade e si lanciava dietro di lei.

 

E così, i campioni prescelti si ritrovarono nell’arena, pronti per le diverse sfide, mentre le nostre

prigioniere attendono l’arrivo del loro eroe, chi in trepidante attesa…

 

< Naruto-kun… sei la mia unica speranza >

 

E chi un po’ meno restia a lasciarsi schiacciare…

 

< Massa di schifosi bastardi! > urlò Kaname < Se non vi ammazza Sosuke lo faccio io! >

 

 

Ecco, questo era il primo capitolo di flashback; nel prossimo, come ho detto, avremo “la tigre e il

dragone”; provate ad indovinare a che personaggio si riferisce.

Chi vincerà avrà il (dis)piacere di inventare una prova per i nostri eroi; se l’idea per la prova mi

sembrerà in linea con la storia, la inserirò.

Quindi, provate a indovinare di chi parlo e avrete voce in capitolo in un cambiamento della storia

stessa…

Recensite numerosi per farmi sapere le vostre idee!

Al prossimo capitolo, tra quattro recensioni o più… più recensite, più probabilità ci sono che il

capitolo arrivi presto (sono una carogna, lo so XD)

A presto, ‘tebayo!

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Capitolo 4
*** La Tigre e il Dragone ***


LA TIGRE E IL DRAGONE

 

Anonimo etcetera: no, non ti preoccupare, è solo che l’altra, dopo tutto il lavoro che ho fatto, ho cominciato a dare lievi segni di squiibrio mentale e ATTENTI LE GALLINE AFFOGANO non so se mi sono ripreso… ecco a te il capitolo, ma nessuno ha indovinato…

Ifigenia: grazie. Il terzo capitolo risponde alla tua domanda, e non sono neanche tutte le povere “fanciulle”

Ninja767: senpai! Sono commosso! Adesso io mi vesto da Deidara e tu da Tobi, uhn! (sapete che l’”uhn” di Deidara è l’equivalente giapponese dello “yo” dei rapper?); non preoccuparti, la storia continuerà!

CloudStrifeAC: che c’entra ang con la tigre? O__o Beh, mi scuso per il macello e vi informo che in questo capitolo ci sarà la VIUUULENZA! E ti credo, visto che uno dei partecipanti è… beh, lo vedremo alla fine XD comunque no, non avete indovinato!

Paperetta: grazie! Al giorno d’oggi non si trova gente disposta a dirti le cose come stanno senza peli sulla lingua! Io ti rispetto. Ma era solo quel capitolo a farti “scendere il latte alle ginocchia” o tutta la fanfiction?

 

Sora schivò il colpo dell’Heartless e lo colpì col Keyblade, dissolvendolo in una nube di oscurità.

Intorno a lui la battaglia infuriava, gli volò vicino Spawn, schiantato via da una grossa Chimera simile ad un gorilla.

Il guerriero infernale si rialzò e, dopo aver crivellato di colpi l’avversario, balzò addosso all’Idra, troncandole il collo con le catene infuocate, che cauterizzarono la ferita e prevennero la rigenerazione; sulla carcassa si materializzò una nube di fumo che si condensò in Nightcrawler, il quale usò la schiena della creatura per spingersi contro un battaglione di Invisibili, brandendo la spada.

< Lo scontro va a rilento > mormorò Kingdom Hearts, sulla tribuna d’onore < Cthulhu, vuoi pensarci tu? >

Il silenzioso dio, intento a usare i tentacoli per uno strano gioco di biglie colorate, non diede nemmeno un cenno d’assenso, ma la sua larga testa cominciò a brillare di una malsana fluorescenza verdastra-lattiginosa.

< Presto! > urlò Spiderman, percependo qualcosa con il senso di ragno < Raggrupparsi! Qui sta per scatenarsi l’Inferno! >

Dai cancelli dell’Arena uscì un lungo suono rantolante, seguito da due lunghi tentacoli terminanti in falci d’osso, coperti di ventose dentate al cui centro splendevano lunghi artigli color dell’ambra.

< Un calamaro gigante? > chiese Cloud, estraendo la Buster Sword e assemblando la seconda spada.

< Qualcosa di peggio > ringhiò Kratos, facendosi apparire in mano una gigantesca spada a due mani.

La cosa a cui appartenevano i tentacoli uscì, spostandosi su otto arti da ragno, e facendo saettare le lingue fuori dalla bocca verticale irta di denti che si muovevano su peduncoli; la schiena era coperta da una spessa corazza chitinosa, e dietro di lui si avvicinavano altre creature. Due giganti, uno sembrava una specie di enorme Troll con una corda al collo e una fronte enorme, l’altro con la testa insaccata e armato due motoseghe infuocate legate da una catena; tra loro incedevano a grandi passi uomini calvi altri più di due metri, avvolti in impermeabili grigi; sopra quest’orda procedeva uno sciame di mostruosi pipistrelli, alcuni dei quali simili a bachi da seta.

< Santa Madre di Dio… > mormorò Leon < Alcuni di questi li conosco, e quello che fanno… non è un bello spettacolo >

Uno dei pipistrelli insettoidi atterrò nell’arena, e come prima cosa divorò una chimera, troncandola in due e banchettando con i suoi resti; presto anche le altre creature si unirono al banchetto, mentre il ragno-piovra attendeva pazientemente il momento: era un cacciatore, era stato concepito per essere un’arma perfetta in campo di guerriglia; la sua memoria genetica era programmata a tavolino per sapere qual’era il momento migliore per attaccare.

Quando i mutanti ebbero finito il banchetto, prestarono attenzione agli eroi riuniti nell’arena, cominciando a caracollare verso di loro, o alzandosi in volo per attaccarli in picchiata.

< Qualcuno ha idea di come affrontarli? > chiese Spawn, evocando le catene.

< Basterà rompergli il culo! >

Sentirono un’improvvisa vampa di calore, e voltandosi videro quello col cappello giallo rannicchiato col pugno premuto in terra, mentre si levava vapore dal suo corpo.

< Gear Second! >

Scagliandosi in avanti, Rufy balzò contro il primo pipistrello, colpendolo in petto con un pugno che lo fece schiantare contro il resto dello sciame; una ventina di suoi simili caddero a terra, contorcendosi debolmente.

< Il minimo che ci si può aspettare da lui > mormorò Hawkins < Monkey D Rufy, che possiede l’Ambizione del Re Conquistatore >

< Non credo che basti > mormorò Banner; si era calmato e stava facendo dei calcoli su un computer < Quei mutanti non credo siano alla sua portata, e non credo neanche che siano il peggio che dobbiamo affrontare; se si stanca troppo contro questi, ho paura che non vedrà la fine di questa storia >

< Afferrato > mormorò Jake, sgranchendosi il collo < Dragone, vai! >

Sotto gli occhi allibiti di tutti, il ragazzo venne circondato da una fiammata d’oro, che una volta dissoltasi lo rivelò un drago antropoide alto più di tre metri, coperto di dure e lucide scaglie rosse e dorate, e dotato di una lunga criniera nera.

Hawkins richiamò il potere del suo Frutto del Diavolo e si trasformò in una colossale bambola vudù con artigli di ferro, mentre Arthas estraeva la sua spada e i tatuaggi di Aang si illuminavano.

< Procediamo > disse con una voce echeggiante, come se a parlare fossero centinaia di persone, mentre luce usciva da occhi e bocca.

I quattro guerrieri si gettarono sull’orda di mutanti, mentre Rufy continuava a massacrare i pipistrelli con il suo potere; Jake si gettò sull’intabarrato più vicino, roteò sulle mani e lo colpì con un calcio rotante potenzialmente letale, che invece gli fece solo volare via gli occhiali da sole.

< Oh, cavolo! > gemette il Dragone.

Lì vicino, Hawkins era alle prese col suo stesso problema, affrontandone tre alla volta, quando Kratos si gettò nella mischia, troncandone alcuni a pezzi e trafiggendone un altro con la spada.

Gli impermeabili di quelli rimasti caddero, e i loro corpi cominciarono a gonfiarsi oltre misura, mentre le mani triplicavano le dimensioni e le dita si trasformavano in micidiali artigli d’osso.

Mentre caricavano, un’ombra venne affettata da un lampo argenteo.

< Tsk > fece Sasuke, sputando accanto al cadavere, mentre Jake e Aang si davano da fare per radunarli insieme in un unico punto; dopo che una decina di loro fu ammassata, i due e Sasuke li imprigionarono in un inferno di fiamme.

Arthas vibrava colpi con Frostmourne, lanciando scariche di magia nera sui nemici, e nello stesso momento Aang evocò una barriera di roccia per bloccare l’avanzata dell’uomo con le due motoseghe; scalandola di corsa, Overlord balzò dalla cima e atterrò in faccia al gigante, colpendolo in fronte con l’ascia; mentre vibrava colpi sempre più devastanti, Hawkins si arrampicò sul dorso dell’altro gigante, colpendo con gli artigli come un forsennato, finchè non uscì la Plaga sulla schiena.

Senza perdere tempo, affondò i pezzi di ferro nella carne molliccia della creatura, e con una coppia di maligni strattoni la fece a brandelli, facendo schiantare il colosso su un pipistrello atterrato in seguito ad un pugno di Rufy.

In breve tempo, l’arena era piena di cadaveri, mentre i pochi che avevano partecipato a questa prima azione si voltavano per fronteggiare l’U8.

Erano stanchi; il momento perfetto per colpire.

Quando la belva fu su di loro, venne fermata da qualcosa: una specie di lama rotante d’energia.

< Fa male il Rasen-shuriken, vero? > chiese Naruto, evocandone un altro e scagliandolo verso un tentacolo, che venne così amputato.

Sibilando, la creatura si aggrappò di nuovo alla prete dell’arena, finchè Jake non gli attaccò al ventre, aprendolo con gli artigli.

< Puah > gorgogliò < Che puzza! È peggio delle pozioni di Fu! >

Lottando contro l’impulso di vomitare, scagliò una potente fiammata nel taglio, costringendo il mutante a tornare a terra.

Una volta arrivato lì, Ed gli balzò sul dorso, trasformando la corazza della sua schiena in esplosivo, per poi appiccarle fuoco con l’attrito;  mentre la bestia si contorceva per il dolore, Aang usò delle lame di vento per amputarle i tentacoli rimasti, permettendo a Kratos di sollevarla con le catene, scagliandola in aria, dove venne raggiunta da Rufy, con le braccia enormemente ingigantite.

< Gom Gom… Jet Giant Gatling! >

La forza dell’impatto fece schiantare U8 a terra, dove la Forza Portante del Kyuubi lo stava aspettando.

< Preparati! > gridò, concentrando nella mano una smodata quantità di Chakra.

Gli astanti videro dei vortici di energia azzurra assorbire bolle in continuo cambiamento di energia rossa, fino a formare una sfera di vortici di grandi dimensioni, che emanava una forte luminescenza viola.

< Rasengan Titanico! >

La potenza della sfera di chakra in movimento accelerò incredibilmente la corsa del ninja, scavando un immane solco nel terreno e sfasciando i denti della creatura quando entrò nella sua bocca.

Non si fermò lì: continuò la corsa attraverso le interiora della creatura, fino a uscire dall’altra parte; esaurita la carica, Naruto cadde in ginocchio.

< Mi serve una doccia > ansimò, scosso dai conati.

 

< Cosa dite? > domandò Baal < Cominciamo il gioco pesante? >

Ancora una volta, Cthulhu cominciò a risplendere, mentre nell’arena andava materializzandosi una figura colossale, simile ad un drago, ma anche a qualcos’altro; qualunque cosa fosse, sembrava quasi uno scheletro, con coda e ali terminanti in campi circolari di energia multicolore; un quarto campo circondava la testa a pungiglione come un collare.

 

< Ragazzo, ti prego, dimmi che è tuo parente > chiese Dante a Jake.

< Sbagliato > rispose Kingdom Hearts < Si chiama Yiazmat >

 

[Bene: è appena entrato in campo il bosso opzionale più odiato della storia di Final Fantasy, fatta forse eccezione per Der Richter e le Weapon; tutti questi soggetti hanno in comune l’essersi attratte bestemmie da parte di giocatori di tutto il globo terracqueo. In particolare, questo dragone dal nome ripescato direttamente da un’incazzosa divinità mesopotamica, è detestato perché ha talmente tanti punti vita da non sapere neanche lui il numero esatto.]

 

< Addosso! > gridò Rufy, buttandosi contro la creatura, subito seguito da Hawkins, Jake, Arthas, Overlord, Sasuke e Kratos, mentre Aang incanalava l’elettricità verso la bestia.

Il fulmine venne semplicemente intercettato dal campo d’energia, mentre un colpo di zampa schiantò via Hawkins e Sasuke; la bambola vudù si ritrovò a terra, piegata ad un angolo innaturale, mentre l’ultimo Uchiha fu incassato nella parete dell’arena con tanta forza da sputare sangue.

Kratos balzò sul dorso della cosa, cominciando a tempestarla di colpi col martello da guerra, finchè la creatura non chiuse le ali, friggendolo con i campi energetici; mentre il Dio della Guerra la distraeva, Aang si gettò contro un fianco, con in mano una vorticante sfera di aria elettrificata, che colpì la dura corazza di Yiazmat, venendone però assorbita.

L’Avatar venne scaraventato via, ma ebbe il tempo di isolare il dragone su uno sperone di roccia che si alzava come un ago dall’immensa arena circolare.

All’assalto seguente, Overlord e Arthas si proiettarono addosso alla colonna di pietra, evocando i propri servi: da cielo si aprì una nube ghiacciata, da cui uscì un secondo drago non-morto, mentre dai bracciali del Signore Oscuro spuntava un branco di grosse scimmie con un unico occhio sovrastato da un lungo corno ricurvo.

Arthas saltò sul dorso di Sapphiron, il dragone, mentre i Ciclopi picchiavano Yiazmat con tutta la propria considerevole forza, venendo però squartati dagli artigli del dragone;  la cavalcatura di Arthas riuscì a ghiacciare un arto, e i due guerrieri in armatura poterono così cominciare ad accanirsi contro l’elmo d’osso, mentre Jake colpiva la schiena con le sue fiammate.

Quando Yiazmat si riscosse dalla sorpresa, schiantò via i quattro assalitori, ma si ritrovò in una brutta situazione quando vide due puntolini dirigersi verso di lui.

< Gom-gom… Rasengan-bazooka titanico! >

Con i due Gear caricati, Rufy usò i pami per scagliare come un proiettile Naruto, che tra le mani a coppa teneva una sfera vorticante grande come un macigno.

L’urto non danneggiò minimamente Yiazmat, ma riuscì a schiantarlo giù dalla colonna.

Si rialzò lievemente intontito, mentre i sei gli si avventavano contro; deciso a chiuderla con quegli insetti molesti, richiamò l’elettricità assorbita in precedenza e gliela riversò contro, mandandoli quasi tutti a schiantarsi.

< Non funziona, con me > ringhiò Rufy < Sono di gomma! >

Yiazmat inclinò il capo, ringhiando; se quello non funzionava…

Sbattè via quel ragazzino e lo colpì con il campo energetico della coda, riuscendo a farlo crollare; squadrò quel manipolo di creaturine, chiedendosi come potessero pensare di poter vincere contro di lui. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da un dolore bruciante all’occhio destro.

Leon l’aveva appena centrato con un grosso lanciarazzi.

Mentre il dragone si apprestava ad aggredirlo, sentirono una voce riecheggiare.

< Posso batterlo, ma mi serve tempo; cercate di abbattere i suoi scudi di energia! >

Senza perdere, tempo, Inuyasha balzò verso la bestia, brandendo Tessaiga.

< Scaglie di Drago! > gridò, usando una delle sue tecniche più potenti e costringendo la creatura a barcollare, mentre Dante, assumendo la sua suprema forma demoniaca, scagliava un potente drago di lava demoniaca ed energia oscura contro Yiazmat.

< Tocca a noi! > esclamò Cloud a Squall, mentre il SeeD ricopriva la sua arma di energia azzurra, che quintuplicò le dimensioni della lama.

Mentre il biondo usava il potente Dragon Cutter per sfondare la barriera, Squall si scagliò in avanti, trafiggendo lo stesso campo energetico dell’ala; infine, balzando all’indietro, lanciarono le due armi a Sora, che le trasformò in ciondoli di due Keyblade, evocando una coppia di enormi chiavi crepitanti di energia magica.

< Genkiri! > gridò il Keyblader < Nihoshi no Pikaryu! > (lett: Taglio Illusorio- Drago di Luce delle Due Stelle)

Incrociando le due lame, si avventò sulla barriera frontale, per poi scagliare le energie come proiettili gemelli su quelle delle ali, e infine balzare su quella della coda mentre le lame tornavano al loro posto, rendendole un unico Keyblade dalla lama bianca coperta di folgori azzurre e rosse.

Mentre atterrava dietro il dragone, vide con soddisfazione i campi energetici crepitare e spegnersi.

 

[Ecco, Yiazmat è il dragone, e ora voi direte: “Che cavolo c’entra Sora con le tigri?”

Non è lui l’avversario che gli darà la botta finale, infatti.]

 

Dal nulla sembrò uscire un grosso proiettile, che colpì la bestia al muso, esplodendo all’impatto.

Tutti gli eroi rimasti in piedi (cioè molto pochi) si voltarono e videro che qualcosa si stava materializzando.

Corazza d’acciaio lucente come le zanne di un lupo.

Cannone fumante come fornaci dell’Inferno

Muscolatura meccanica simile a quella di un titano.

Arbalest.

< Da dove è spuntato? > chiese Nero

< C’è sempre stato > rispose una voce dall’interno < Solo che era occultato >

Sollevò l’arma e, avanzando a passo pesante, cominciò a fare fuoco a ripetizione con i proiettili esplosivi, fino ad arrivare in corpo a corpo; Yiazmat tentò di mordere, ma dimostrando una sorprendente agilità, l’AS schivò il colpo e, puntandogli il cannone in bocca, svuotò la bandoliera dell’arma.

Mentre la bestia inarcava il collo dal dolore, fece forza sbilanciandola e mandandola a schiantarsi pancia all’aria, per poi indietreggiare ed estrarre un lanciarazzi multiplo, i cui colpi furono scagliati in rapida sequenza contro il petto scheletrico del drago.

Ovviamente, non sarebbe bastato per quella bestia, che infatti si rialzò e serrò le mascelle intorno all’AS. Cominciando lentamente a stritolarlo per schiacciare il pilota in una morte di fauci e lamiera.

< Non posso arrendermi > ringhiò Sosuke, all’interno < Ma come posso… > s’interruppe per una fitta; una delle numerose zanne della creatura aveva forato la corazza e l’aveva trafitto allo stomaco; capì che era finita.

< Chidori… > gorgogliò < Perdonami… ho fallito. Non sono… non sono riuscito a proteggerti >

Nella nebbia grigiastra che precedeva la morte, gli apparvero diverse figure.

< Visto, Kasshim? > ghignò Garoul, sul suo letto di morte < Avevo ragione, ho sempre avuto ragione. Te l’avevo detto, che quella ragazza non faceva altro che renderti debole. Al nostro primo scontro avresti preso questa lucertola, le avresti torto il collo e te la saresti mangiata col curry. Sei patetico >

< Andiamo, Sagara! > borbottò Kurtz < Sei il più cazzuto della Mithril nell’AS più micidiale del mondo, ti fai mettere i piedi in testa così? >

< Alzati! > gli urlò Melissa.

< Sosuke! > ringhiò Chidori, colpendolo con l’Harisen

La botta nel sogno lo risvegliò; cominciò ad azionare la muscolatura meccanica dell’Arbalset, quando venne interrotto dalla voce artificiale di Al.

 

< Ci siamo! > urlò Kaname, nella sua cella; aveva gli occhi vitrei e spiritati, e sembrava in trance

< Cosa? > domandò Ada, la sua compagna di prigionia.

< La volontà di difendersi > mormorò < La volontà di attaccare. Il processo di materializzazione è iniziato, l’arma si sta attivando >

 

< Lambda Driver disponibile per l’attivazione >

< Procedi! >

Agli astanti sembrò che la bocca della bestia risplendesse di luce azzurra, ma in realtà era l’Arbalest: la sua schiena si aprì, facendone uscire immensi reattori dotati di lunghi alettoni e fiammate bianco-azzurre che lambirono il muso di Yiazmat; l’AS uscì, rotolò sul terreno e si rimise dritto, mentre il dragone lanciava una devastante sfera d’energia violacea, che venne semplicemente bloccata da una barriera d’energia.

La sorpresa diede a Sosuke il tempo di caricare a sua volta un colpo d’energia, che centrò l’avversario facendogli partire via una zampa; mentre il drago ruggiva di dolore, gli fu addosso con il cutter monomolecolare, che aprì diversi graffi nel muso e un lungo squarcio nel fianco, prima che una zampata lo facesse volare via, presto seguito dall’Arbalest stesso, a causa di un potente colpo di coda.

Abbandonando ogni remora, afferrò la bocca della creatura e ci entrò dentro, facendo forza con gambe e ebraccia, finchè non fu ricompensato da uno schianto secco: gli aveva rotto la mascella.

Uscendo da quell’inferno di zanne, bava e sangue, afferrò l’avversario per una delle zampe posteriori e lo schiantò contro la colonna di roccia, colpendolo con altra energia materializzata fino a farcelo affondare dentro; la struttura, così indebolita, implose, crollò, collassò su sé stessa, sommergendo Yiazmat sotto una caduta di seicentoventi tonnellate di roccia.

La creatura non si mosse, né fece altro.

Aveva vinto.

 

[Ecco, ora potreste non capire il senso del titolo: ma il fatto è che uno dei soprannomi dati a Sosuke da Garoul significa proprio “figlio della tigre”, e visto che è stato lui a dare la botta finale al dragone Yiazmat…

Ma il capitolo non è ancora finito! Leggete ancora, e ne vedrete delle belle!]

 

< Mi serve un medico > ringhiò Sosuke uscendo dall’Arbalest, a denti stretti per il dolore.

Ma la sfida iniziale non era ancora finita: dai cancelli entrarono altri giganti, stavolta coperti di aperture, e con umani attaccati alle cinture; dietro di loro incedevano a grandi passi degli AS di classe Venom, seguiti da creature umanoidi dalla pelle grigia, con volti coperti da maschere e scettri dotati di lunghe punte.

A chiudere questo corteo c’erano tre vere mostruosità: un enorme massa di vermi nerastri, da cui affioravano parti umane staccate eppure ancora vive, e sfere di carne pulsante simili a tumori; il colossale AS rosso noto come Behemoth; e un individuo vestito di nero, armato di un grosso cannone, alto più di tre metri, con tentacoli che uscivano da una mano, un solo occhio e una bocca senza labbra, piena di denti appuntiti e affilati come coltelli, intenta a ripetere, in un basso ringhio sibilante, sempre la stessa parola.

< S.T.A.R.S.! >

Tanto per peggiorare la situazione, Kingdom Hearts schioccò le dita, e il troncone del collo dell’Idra esplose, riaprendo la ferita. E attivando di conseguenza il suo potere.

Dove prima c’era solo una massa di carne martoriata, ora si trovavano tre teste sibilanti, terminanti in un ammasso di denti, aggressività e veleno che ad un più attento esame si rivelarono essere teste.

Mentre i guerrieri rimasti in piedi si preparavano a proteggere i feriti e vendere cara la pelle, il sibilatore abbattè Banner con un pugno, sommergendolo sotto una frana di roccia della tomba di Yiazmat.

Mentre si avvicinava per tirarlo fuori e continuare a colpire, venne però afferrato da una mano rigonfia di muscoli e tendini, che lo lanciò venti metri più in là; da sotto le rocce esplose una massa di carne verde brillante, che scagliò via diversi macigni, mandandoli a schiantarsi contro l’Idra, e attirandone l’attenzione.

Dove prima c’era un futuro cadavere, ora stava una bestia verde alta oltre quattro metri, vestita solo con pantaloni sbrindellati, gonfia di muscoli inumanamente sproporzionati, che ruggì la sua sfida verso l’orda di nemici, gridando la superiorità della propria potenza.

< Hulk è il più forte che c’è! >

 

 

 

Ta-daaaan!

E anche questo capitolo è finito!

Mi smebra ricco d’azione, e non solo violenza, visto che abbiamo visto una combinazione spettacolare, un articolato gioco di squadra e… il nostro Kasshim che, per salvare quella che lo pesta, maciulla il povero, piccolo ( ma dove? O___o) Yiazmat.

Gradirei che chiunque recensisca mi dica qual è stata la sua scena preferita di questo capitolo, e mi scuso ancora per la mia stupidità nel capitolo provvisorio (se qualcuno non l’ha letto… non si è perso niente)

Il prossimo capitolo avrà lo stesso titolo di una canzone, “Animal I’ve Become”, e vi lascio immaginare perché ù___ù

A presto e mi raccomando, recensite numerosi! Soprattutto tu, Paperetta!

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Capitolo 5
*** Animal I've become ***


 

ANIMAL I’VE BECOME

 

Federico: allora, andiamo un pezzo alla volta… allora, sì dovresti farne parecchie di ricerche; no, non dovranno affrontare solo comunissimi mostri, ma anche diverse sfide che si fottono il Davy Back Fight come se fosse una nocciolina;  l’Organizzazione di Conan non c’entra una cippa, l’ho fatto soltanto perché dare nomi di cibo ai cattivi fa sempre la sua porca figura; sì, preferisco la versione manga del Fagiolino d’Acciaio; le due sorelle potrebbero mangiarseli perché quando si trasformano diventano anch’esse enormi, e come è noto i serpenti possono spalancare spropositatamente la bocca (basta guardare cosa fa Orochimaru al ristorante); Cuchillo, il tipo più truzzo di Kizaru ha jeans strappati attillatissimi ma che terminano a zampa d’elefante, occhiali in montatura blu cobalto con le lenti di due colori diversi (una fuxia e una verde) con sopra xerigrafie azzurre, maglietta nera aderentissima, giubbotto nero con le xerigrafie dorate e rosso, blu e arancio metallizzati, esche luminose per la pesca notturna appese ovunque, stivaloni di pelle con le stroboscopche multicolori, suole da anfibio con dentro densi liquidi multicolori fluorescenti e capelli bianchi e rossi pettinati a “squalo” (ecco, così è più truzzo di Kizaru); sì, Davey Jones è stato ispirato da Cthulhu, una divinità che appare nel testo di magia nera detto Necronomicon, ma si differenzia per le varie borchie d’osso che emergono dal corpo, per il fatto che la sua dimensione reale si aggiri intorno ai seicento metri, e per le enormi ali di dragone; non sono ispirato alla canzone, ma il titolo era piuttosto azzeccato per i tre “animali” che vedremo in questo capitolo; sì, Hulk farà una carneficina, e non sarà da solo; e infine, d’ora in poi metterò a fine capitolo un riassunto dei nemici affrontati fino ad adesso dai nostri eroi. Per il resto, felice che ti sia piaciuta!

Ninja767: grazie per la fiducia! In questo capitolo non solo vedremo la VIIIIUUUUUUULLLEEEEENNNNZZZZAAAAAAA!, ma ci saranno anche alcuni intermezzi e alla fine verranno spiegati altri dettagli sulle regole del gioco malato intrapreso dagli dei.

Anonimo: sì, Dante non poteva passare un intero capitolo di combattimento senza sparare una belinata! Gustati anche questo!

Ranocchietta: grazie, ma dire il pezzo che ti era piaciuto di più… no?

 

[Nota importante: al fine di godere appieno questo capitolo, si consiglia di leggerlo ascoltando all’inizio la sigla italiana dell’Incredibile Hulk di Giorgio Vanni, poi una a scelta degli Atroci tra “Guerrieri del Metallo”, “Voglio Vederti Morire” e “Alvaro il Metallaro”; inoltre, sarebbe ottimale se, per entrare nello spirito del capitolo, ad ogni colpo inferto da ogni personaggio, sia buono che cattivo, voi gridaste VIUUUUUUUULLLLLLEEEEEENNNNNZZZZZAAAAAAA!, con il massimo volume consentito a norma di legge nella zona da voi abitata; grazie per la cortese attenzione, godetevi il capitolo]

 

Hulk ruggì la sua furia primordiale e si gettò su Nemesis, colpendolo con uno dei suoi massicci pugni e scaraventandolo così in aria, per poi afferrarlo al volo e cominciare a stritolarlo.

< S.T.A.R.S! > ringhiò il mutante, puntando il cannone in faccia al gigante verde ed esplodendo un colpo esplosivo abbastanza forte da costringerlo a mollare la presa.

Hulk si rialzò comunque, le ferite in faccia che già si rigeneravano, mentre il corpo si gonfiava di nuovo, facendo aumentare ulteriormente la muscolatura.

Il cervello pre-programmato di Nemesis fornì una sola soluzione: annientamento totale.

Dal braccio mutante della creatura esplosero i tentacoli, che si gettarono sull’avversario, avvolgendoglisi intorno al braccio, mentre le punte gli trafiggevano il petto.

< Hulk spacca! > ringhiò il colosso, afferrando i tentacoli con la mano libera < Hulk polverizza l’uomo col cannone! >

Con un potente strattone, staccò Nemesis dal terreno, facendoselo roteare sopra la testa finchè i tentacoli non si strapparono, sfracellandogli così la schiena contro la schiena borchiata di uno degli enormi tirannosauri morti.

Prima che potesse rialzarsi, Hulk gli atterrò addosso, bloccandolo in una posizione di lotta libera: gli prese la testa sotto l’ascella, e piegò il corpo all’indietro finchè il cavallo non finì sulla nuca verde.

Con un ruggito, si lasciò cadere all’indietro, stirando un bel po’ di tendini e rompendo un bel po’ di ossa; deciso a finirla, afferrò con una mano la nuca di Nemesis, e gli sbattè la faccia contro il proprio ginocchio, per poi stringergli l’altra mano al fianco.

< S.TA.A.A.A.R.R.R.R.R.S.S.S.S.S.S.S.! > ruggì il B.O.W, mentre le dita cominciavano a stritolarlo < S.S.S.S.T.A.A.A.A.A.A.AR.R.R.R.R.S.S.S.S.S.S.S! S.T.A.A.A.A.A.A… >

L’ultimo si spense in un urlo di dolore: Hulk l’aveva strappato in due, separando le gambe dal torso.

Il corpo del Tyrant non era programmato per morire; l’eventualità non era nemmeno presa in considerazione; l’intestino penzolante si animò, trasformandosi in un lungo tentacolo dotato di una mandibola all’estremità; le costole sbucarono in fuori, sviluppando lunghi arti insettoidi che colpirono Hulk, costringendolo a mollare la presa.

In tutto questo macello, gli altri eroi e nemici erano paralizzati, i primi perché assorbiti dallo scontro e i secondi perché momentaneamente “disattivati” dai loro signori.

Intanto, Nemesis continuava a trasformarsi: da una ferita alla testa uscì un tentacolo dalla bocca di sanguisuga, mentre i tre strappati ricrescevano e si biforcavano, allungandosi ulteriormente.

Alcune fibre provenienti dalla colonna vertebrale andarono a recuperare le gambe, che si posizionarono in corrispondenza delle vertebre lombari, mutandosi in un terzo braccio gigantesco e dotato di lunghi artigli d’osso; le fibre continuarono, andando a raccogliere i tre tentacoli estirpati e posizionandoli in petto, dove presto divennero le lingue di una bocca deforme e gigantesca; la testa del tirannosauro venne asportata, e venne saldata in pancia, subito sopra l’intestino-tentacolo, che dal canto suo si allungò ancora, sviluppando ulteriori mandibole; infine, un braccio di Yiazmat venne collegato alla spalla sinistra.

La cosa si voltò verso Hulk, sibilando di sfida con tutte le bocche.

< Hulk distrugge! > urlò il gigante verde, partendo all’attacco; venne fermato dalle falci degli arti insettoidi, e in risposta la sua costituzione s’irrobustì ancora di più; senza perdere tempo in preamboli, strappò in due l’intestino nel senso della lunghezza, per poi afferrare la bocca da dinosauro che lo sormontava e spingere in dentro la mascella, spaccandola e trafiggendo diversi vasi sanguigni.

Il braccio di Yiazmat lo colpì allo stomaco, mandandolo a rotolare nella sabbia, , dove venne colpito dai diversi tentacoli, che avvolgendogli intorno cominciarono a stritolarlo, affondando le punte barbate nella sua carne.

Ingrossandosi sempre più, Hulk si schiantò da solo contro il muro, costringendo i tentacoli a mollare la presa, per poi afferrarli e schiacciarli tra due macigni, riducendoli in poltiglia;  mentre Nemesis sibilava dal dolore, Hulk gli balzò addosso, strappandogli il braccio di Yiazmat e usandolo per trafiggerlo al petto.

Rantolando, la creatura provò a falciare il gigante verde, che però ne strappò il cuore e schiaccio il cranio sotto un piede.

< Hulk vince! > ruggì, balzando sul mucchio di rocce lì vicino < Hulk è invincibile! >

< Che razza di bestia è quella? > domandò Leon.

< Sai, agente > gli rispose Cannonball < Lui non scherza affatto quando dice di essere “Il più forte che c’è” >

Senza perdere tempo, Hulk si gettò nella mischia, venendo aggredito da due Venom, ognuno dei quali tento di bloccargli un braccio.

< Hulk distrugge gli uomini di metallo! > ruggì, dando degli strattoni e estirpando le bracci ai due AS, per poi lanciarle contro una specie di carro armato esapode che stava entrando a sua volta nell’arena.

Il mezzo non era solo: lo seguivano altre macchine di morte, e un vero esercito di droidi armati di tutto punto; ebbro di rabbia e violenza, Hulk ficcò le mani nei dorsi degli esoscheletri distrutti, trasformandoli in micidiali pugni di ferro, con cui si scagliò sul carro armato, strappandogli una zampa che usò per falciare altri AS; gli estirpò il cannone dalla torretta e gli sparò addosso, usando l’arma ormai scarica come mazza per abbattere i droidi più piccoli.

Uno di quegli insignificanti esserini lo assalì con un lanciafiamme, ma venne scaraventato tra altri suoi simili, dove esplose.

Quando gli lanciarono addosso dei razzi, li deviò a pugni, devastando un decimo AS.

< Ha capito il giusto tipo di strategia > spiegò Gaara, laconico come sempre < Contro un esercito del genere, l’unica arma è una bestia. Anche se, nelle sue attuali condizioni, parlare di “strategia” è probabilmente troppo… >

< Afferrato > ringhiò Jak, mentre Daxter, intuendo cosa stava per succedere, decise saggiamente di battere in ritirata…

I capelli divennero più lunghi e grigi, la pelle si fece violacea e le mani s’ingrossarono in formidabili artigli carichi di elettricità oscura; la stazza aumentò notevolmente, facendo a brandelli i vestiti, e portandolo a tre metri abbondanti.

Presto la sabbia cominciò a condensarsi in un punto, mentre Gaara decideva di unirsi alla lotta, mutandosi in una bestia sbavante dagli occhi gialli, coperta di strani segni viola scuro.

Dark Jak balzò su un altro dei veicoli, una specie di cingolato armato di motoseghe, ed estirpatone un arto lo usò per aprirlo come una scatoletta, riversando un’esplosione di Eco Oscuro nello squarcio.

Gaara, balzando come un gorilla rabbioso, atterrò tra i mascherati, che cominciarono a percuoterlo con le mazze, prima che uno venisse trinciato da una pioggia di shuriken di sabbia; un secondo si avvicinò troppo, e una mano della creatura lo stritolò fino a ridurlo in una massa di carne trita e ossa a pezzetti.

Il combattimento continuò ad infuriare, finchè non rimasero solo i giganti, Behemoth, l’Idra e la massa di vermi.

Intanto, ad Hulk stava succedendo qualcosa: il suo verde si fece più cupo, e s’ingrossò ulteriormente, fino a raggiungere i nove metri.

< Ora ci divertiamo > ringhiò lo Sfregio Verde, avvicinandosi ad un AS distrutto.

 

< Che stai facendo? > chiese Ada.

Kaname si era fatta dare dalle guardie diversi fogli; aveva passato tutto il tempo a scriverci sopra, cancellando, correggendo, stracciando, appallottolando e calcolando; da quello che poteva vedere erano armi, ma del tipo che non aveva mai visto.

< Quello che mi ha rapita ha detto che, dopo la prima prova, ci avrebbero rivisto; ma ce ne sarebbero state altre, così ho cominciato a progettare dei potenziamenti per l’Arbalest >

< E come fai? > domandò la cinese, sorpresa < Hai solo sedici anni! >

< Meno > chiarì lei < Ma mi faccio guidare dall’istinto >

 

< Vieni qui, Chucka! > urlò Cuchillo rincorrendolo con una mazza da cricket < Lasciati cagionare del dolore fisico! >

< Ma anche no! > urlò il pervertito, scappando da quella furia omicida.

< Ti insegno io a ficcarmi le tue stronzate in tasca! Io ti maciullo! >

< Marvin! > urlò Chucka, cercando di schivare le palle di fuoco del compagno < Aiutami! Insomma, tra pervertiti… no? >

< Te lo sogni > mormorò Marvin, come se la cosa non lo toccasse affatto, sfogliando una rivista di cucina Tailandese < Io sono solo un tettista, te sei un porco immane che se la spassa con le ragazzine >

< Che ne sapevo che la Kisaragi era ancora minorenne? > urlò esasperato, mentre Cuchillo montava su una trebbiatrice e dava gas minacciosamente < Thorn, e tu, una mano me la dai? >

< Ah, io con la barista stavo solo recitando > replicò il vecchio, guardandosi la partita del Manchester United < Lo sai che otto anni di ricerche sulla rotta-Gummyship della Tempesta Solare mi hanno reso impotente >

< Aiuto! > urlò, afferrando le schiene di Roirus e Pasine.

< E allora, ti schiodi? > chiese l’ammantato, tirandogli una gomitata nell’occhio.

< Lasciaci finire la partita > continuò Pasine, intento a stracciare il collega a Soul Calibour 5. < Vai, non puoi vincere contro Darth Vader! >

< Lo dici tu > rispose l’latro < Yoshimitsu regna! >

E lasciarono il povero Chucka al suo tristo destino…

 

Lo Sfregio Verde si fiondò sul gigante più vicino e lo schiacciò per terra, rubandogli il martello e usandolo per schiacciargli il cranio; afferrato un pezzo di lamiera, fece esplodere un lanciafiamme a lo saldò al martello, creando un’arma ibrida tra un’ascia e un maglio.

< Non posso vincere contro di lui > commentò Nightcrawler, sprezzante, davanti agli sforzi delle creature < In battaglia nulla può davvero fermarlo. Se le prende, si arrabbia e diventa più forte; se le dà… l’adrenalina in circolo per la furia del combattimento, lo fa comunque diventare più forte. È una scala di potenza fuori dal calcolabile, e in questa forma più che mai. Si fermerà solo quando avrà fatto terra bruciata intorno a sé >

< Davvero è così pericoloso? > domandò Alucard, scettico.

< Senti, amico > lo apostrofò Spidey  < L’ultima volta che è andato in questo stato è bastato lui insieme a dieci della sua risma per mettere il mondo in ginocchio; e neanche il mondo normale, ma un intero esercito di super-umani, alcuni anche più forti di me, o degli amici Cannonball e Nightcrawler qui… fidati, se vuoi stenderlo ti conviene essere immortale >

< Ti piace vincere facile? > ghignò Alucard.

Intanto, i giganti stavano venendo sterminati: Jak balzò su uno e gli trafisse il petto con gli artigli; una volta caduto a terra, venne sollevato e schiantato contro un branco di ciccioni con la pelle scura, capitanati da un essere violaceo con ascia e cappuccio da boia; una volta che il suo seguito venne annientato, il boia venne raggiunto da Jak, che con uno schianto secco gli spezzò la spina dorsale, mentre dalla bocca usciva una specie di verme con la testa che si apriva come un fiore.

Jak lo strozzò a mani nude e afferrò l’ascia, tornando al lavoro sul gigante più vicino, la cui carne venne devastata da un colpo secco che gli amputò la gamba all’altezza del ginocchio.

Gaara stava ingaggiando una battaglia a pugni con tre giganti in una volta; ne colpì uno con la lunga coda del Tanuki, spaccandogli le tibie con la spazzata, e scaraventò gli altri due lontano.

Contro di essi scagliò un proiettile di vento carico di chakra, riducendone uno a pezzi e usando il rinculo per proiettarsi contro quello a terra, che fu schiacciato dalle zampe della bestia di sabbia; l’ultimo si fece avanti brandendo una rozza lancia, ma Gaara si limitò a trafiggerlo con diversi spuntoni di sabbia, per poi strappargli l’arma e trafiggerlo alla testa.

Le tre belve avevano vinto; ora sul loro cammino si ergevano solo Behemoth, Idra e Uroboros Mkono.

< La testa di latta me la piglio io > ringhiò lo Sfregio Verde.

< Io invece penso che mi lavorerò la lucertola > rispose Jak.

Gaara si gettò su Mkono, cominciando a percuoterlo, finchè i tentacoli non gli si avvolsero intorno.

La stretta di quella creatura gli stava spremendo l’aria fuori dai polmoni;  sacrificò parte della poca che gli restava per formare un proiettile di vento che menomò Mkono, ma i tentacoli si riformarono quasi subito; almeno era libero.

Jak balzò verso l’Idra, spaccando i denti della prima testa che gli capitò a tiro, e scattando sulla seguente, a cui riversò un’esplosione di Eco Oscuro nell’occhio, accecandola.

Intanto, lo Sfregio Verde si accaniva con l’arma addosso al Behemoth, colpendone la corazza d’acciaio e venendo allontanato solo con una scarica di energia, che lo costrinse a ripiegare.

Gaara afferrò la testa che sporgeva da Mkono e la colpì ripetutamente con la mano libera, mentre la coda percuoteva i fianchi della creatura; prima che potesse rendersene conto, una massa di tentacoli gli afferrò una zampa, e si ritrovò inglobato dalla cosa.

Jak affondò gli artigli nel petto dell’Idra, lasciando cinque lunghi segni slabbrati, da cui colava un sangue verdastro, mentre una scarica di Eco Oscuro elettrico affumicava la testa a cui aveva già rotto i denti; mentre si accaniva su una delle due rimaste, la terza lo catturò con la lingua e lo inghiottì.

 

< Cosa succede all’AS? > domandò Kingdom Hearts

< Semplice > spiegò uno dei suoi due consiglieri, Uatu < L’intelligenza artificiale è danneggiata. Potrei usare i miei poteri per ripararla, ma ci vorrà del tempo. Intanto, trovate qualcosa per tenere a bada Banner >

< Stavolta ci penso io > sorrise Baal (sai che sforzò, era uno scheletro! Il sorriso ce l’ha addosso in permanenza!).

 

Il terreno si spaccò, e ne uscì una mano artigliata verdastra e rugosa, ma comunque dotata di forti muscoli; dietro di essa venne una creatura alta tre metri, con una specie di corazza naturale che si condensava in due punte sulle scapole, e un ghigno ferino sul volto dal cranio allungato.

< Vi piace Pumpkinhead? > chiese Baal, evocando altri esseri con rapidi gesti delle mani.

Con una specie di strappo, la realtà si spaccò, e dallo squarcio emerse una specie di strana pantera con la coda da iguana, un volto umanoide e due strane zanne, simili a quelle di un elefante ma fissate su peduncoli mobili; infine, da uno dei molti cancelli dell’arena, entrarono quattro grossi gorilla argentei dalle zanne a sciabola.

Le quattro creature si scagliarono con furia bestiale sullo Sfregio Verde, che bloccò i due gorilla facendosi mordere le braccia, che non furono scalfite dalle zanne delle due bestie; con uno scatto afferrò la testa di una delle scimmie e la schiantò contro il petto dell’altra, sfondandolo, per poi sbattere via l’arma impropria.

Prima che potesse schiarirsi le idee, Pumpkinhead gli fu davanti, sibilando attraverso le zanne.

< Che credi di fare, stronzetto? > gli chiese lo Sfregio Verde.

La risposta arrivò quasi subito, insieme ad un potente colpo di mano che gli procurò cinque graffi insanguinati sugli addominali; un forte pugno al mento fece barcollare anche la forza del Gigante Verde, che venne presto afferrato per il collo dal demone, mentre la seconda scimmia gli balzava alla schiena tempestandolo di pugni, e il rettile Kalthuga lo azzannava al polpaccio.

Balzò via, costringendoli a mollare la presa, e a mezz’aria stordì il dèmone colpendolo in piena faccia con una testata, per poi staccarselo di dosso e unire i pugni a formare un gigantesco maglio di ossa e muscoli che lo fece precipitare in terra, scavando un profondo cratere.

Atterrando, cadde su Kalthuga, rompendogli una zampa; venne sbattuto a terra da una frustata della coda, e la bestia gli balzò addosso, cercando di azzannarlo; senza indugio, gli fracassò i denti con un colpo di gomito, e afferratolo per una zampa, lo scagliò contro il muro dell’arena; il rettile si contrasse e zoppicò per un paio di istanti, poi cadde e non si rialzò più.

Si sentì afferrare una gamba e vide che Pumpkinhead si stava rialzando; senza perdere tempo, gli tirò un tale manrovescio da staccargli un braccio, e dopo avergli intrappolato il collo sotto l’ascella, corse verso il muro, sfracellandoci contro la testa del dèmone; vagamente schifato dal viscidume di cui era coperto, tornò verso l’ultimo gorilla rimasto, afferrò l’ascia-martello e lo abbattè con un colpo secco.

 

< Ci siamo > annunciò Uatu.

 

Mentre si scrollava di dosso i resti di carne martoriata, venne investito da una salva di proiettili esplosivi; si voltò, facendosi scudo con le braccia, e vide il Behemoth di nuovo in piedi, con enormi cannoni che gli uscivano da spalle, fianchi e braccia, e circondato da una barriera d’energia lucente.

< Bene, bestione > ringhiò Hulk (o Sfregio Verde, cambia poco) < Vediamo cosa sai fare >

L’Idra sentì qualcosa che bruciava da dentro; la testa guercia si voltò verso l’altra e vide qualcosa che risaliva per l’esofago, con tanta foga da far esplodere la carne verso l’esterno; quando alla fine Dark Jak emerse, si portò dietro quello che restava di quella testa, subito rimpiazzata da altre tre.

Lo stomaco (ammesso che lo avesse) di Mkono venne scosso da un potente colpo interno; prima che potesse capire, il mostruoso Tanuki emerse dall’ammasso di carne mutante, portandosi dietro brani di vermi tentacolari.

I tre dissero una sola frase, ognuno squadrando il suo avversario.

< Finiamola qui! >

 

Jak colpì con un pugno una delle zampe dell’Idra, fracassandola e facendo cadere la bestia; con un altro, ancora più poderoso, colpì una delle quattro fronti, causando un trauma cranico che la fece accasciare con la lingua di fuori; una seconda venne abbattuta da un’onda d’urto sferica di Eco Oscuro; afferrò la terza con le mani nude e, dando un maligno strattone, ne ruppe il collo.

La quarta, quella a cui aveva già cavato un occhio, lo fissava con l’unica luce rimastale, gialla come il veleno, con una pupilla felina rossa come il sangue; rapido come solo un serpente poteva essere, il collo lo colpì facendolo cadere a terra, dove la bocca cominciò, con deliberata lentezza, a chiudersi su di lui.

Tempestandola di colpi con gli artigli, Jak cercò qualcosa che potesse servirgli come arma e la trovò in una bocca lì vicino; strappò uno dei canini e lo usò per colpire ripetutamente le gengive dell’Idra, che fu così costretta a lasciarlo andare.

Arrampicandosi come una specie di scimmia demoniaca, si ritrovò sulla testa della creatura, e lì piantò la zanna nell’incavo dell’occhio che aveva prima carbonizzato.

< Dal cuore! Dell’Inferno! Io ti trafiggo! > ringhiò, premendo l’arma improvvisata ancora più a fondo, mentre l’Idra strideva di dolore e rabbia primordiale.

< Adesso… > ringhiò, affondando ancora la zanna, e cominciando a caricare una tempesta di fulmini oscuri.

< …Muori! >

Rilasciò l’elettricità, scaricandola direttamente nel cervello del mostro, che dopo un paio di contorcimenti, si afflosciò, fumante.

 

Gaara strappò un altro brano di tentacoli, per poi affondare le mani nella massa verminosa, alzarla da terra e ri-sfracellarla su una massa di aculei di sabbia.

< Sei un mostro, ma non al mio livello > ringhiò la forma di sabbia, dissolvendosi e rivelando Gaara < Tu ora sei solo un ostacolo che mi impedisce di andare a prendere la mia allieva. E di solito, quando trovo un ostacolo… l’ostacolo viene rimosso >

Con due lame di sabbia che uscivano dai polsi, affettò la giungla di tentacoli, esponendo la grossa sfera simile ad una massa tumorale, collegata ad un sistema di catrame che la connetteva al resto dell’organismo.

< Allora è così che vivi? > chiese Gaara, sollevando la sfera, che pulsava debolmente e in maniera non uniforme, come se fosse formata da tanti organi diversi < Muori. Sabaku Sosu no Jutsu! >

Per quanto il resto del corpo si dibattesse, la sabbia si compattò intorno alla sfera, fino a rendere i fili di catrame sottilissimi, e causando a Mkono un attacco di convulsioni, finchè Gaara non strinse la mano, causando una lieve pioggia di carne verdastra e putrida.

 

< E ora che succede? > chiese Ada.

< Il Behemoth > mormorò Kaname, di nuovo in quella specie di trance < Ha il Lambda Driver, e quindi la volontà di difendersi e di attaccare… ma adesso sta affrontando qualcosa la cui volontà di distruzione è semplicemente troppa per una macchina. Non ha speranze >

 

< Prendi! > ruggì Hulk, percuotendo con l’arma una gamba dell’AS; visto che non funzionava, cambiò lato, adoperando l’ascia, e riuscendo ad incidere un profondo solco nell’armatura metallica.

Si caricò l’arma in spalla e cominciò la scalata della figura metallica, fino ad arrivare ad un braccio, a cui si appese strappando il cannone; prima che l’AS potesse rendersene conto, aveva estirpato entrambi i pugni, e li aveva indossati come un secondo paio di enormi guanti di titanio.

Con un pugno sfasciò il cannone della spalla, e con un altro demolì una delle lenti della testa; senza fermarsi, passò al petto, dove cominciò a cercare di lacerare la corazza prima che un colpo di braccio lo facesse volare via e finire in terra; sempre più furibondo, ingrossò ulteriormente, raggiungendo i nove metri e mezzo; l’acciaio dei guanti, spinto dall’interno da quella forza poderosa, si ritrovò pressato tra le sue mani e la copertura esterna, diventando ancora più resistente.

Compì un balzo sufficiente a spaccare la terra dell’arena, e atterrò sulla spalla del Behemoth, con tanta forza da fargli crollare un arto, e prese a tempestare di pugni la testa, fino a ridurla ad un ammasso di metallo contorto e farla cadere.

Rapidamente, l’AS cadde, e Hulk tuffò le mani rivestite d’acciaio nel petto della cosa, che fu divelta dalla sua forza sovrumana; dallo squarcio uscì un secondo AS, più piccolo, che a quanto pare faceva da pilota.

Evidentemente, pensò Sosuke, l’hanno modificato.

Senza perdere tempo, Hulk lo colpì con un pugno, e usando l’arto strappato al Behemoth come mazza, lo schiantò a terra; infine, sollevò la testa del colosso rosso da poco distrutto e la schiacciò addosso alla macchina come un macigno.

< Bene > ringhiò Hulk < Penso che adesso potrò darmi una calmata >

Lentamente, cominciò a restringersi e a schiarire, mentre quel che restava dei pantaloni iniziava a penzolare e i guanti d’acciaio, che fino a poco prima stringevano due enormi mani di forza tremenda, scivolavano via come rugiada.

Scosso dalle convulsioni, Bruce cadde a terra, ansimando.

Intanto, Ed si fece avanti verso il palco degli dei superiori.

< Ora potreste spiegarci le regole di questa sfida? > chiese.

< Semplicissime > disse Kingdom Hearts < Dovrete sostenere diverse prove, per poter tornare a casa con le vostre amate. Non si tratterà solo di combattimenti, ma anche di altro. Per ora, chi prenderà quel dannatissimo insetto, potrà rivedere il suo amore per primo. Gli altri dovranno aspettare la sfida. Ma anche chi prenderà la sfera d’oro, potrà stare con lei solo fino alle otto e trentacinque di domani… quindi state all’occhio. >

< E perché > sbraitò Ed < Avete mandato Envy a rapire Winry? Quello mi odia, la ammazzerà solo per farmi soffrire! Chi vi credete di essere, per decidere del fato delle persone? >

< Siamo dei > spiegò Cthulhu, parlando per la prima volta

< Sprechi tempo, cefalopode, io sono ateo >

< Modera il linguaggio > sibilò il Portale < Quello che ti ho dato me lo posso riprendere! >

< No, non puoi > ghignò Ed < Se tu ti riprendessi le mie abilità di trasmutazione alchemica, dovresti rendermi le braccia, per il principio dello Scambio Equivalente. E a questo punto, io avrei eseguito una trasmutazione umana senza perderci nulla >

< Il biondino ti ha fregato > ridacchiò Baal, mentre il Portale friggeva di rabbia.

< Rispondete! > urlò Ed < Perché Envy? >

< Niente Envy > rispose Kingdom Hearts < Uno dei nostri agenti ha lanciato un incantesimo sulla bambina per farle credere che fosse stato l’Homunculus >

< E questo perché?!? >

< Per spronarti meglio. Ora, vedo che la maggior parte di voi è stanca e/o contusa… quindi, chi vuole provare questa sfida? >

Senza dire nulla, Sora si fece avanti, con un Keyblade in ogni mano; fu seguito dalla Forza Portante del Kyuubi, e dal No-Life King, sorridente come suo solito.

< Fermi > disse Cloud, vedendo che anche Neji e Leon si stavano muovendo < Noi altri saremmo fuori posto in uno scontro del genere. So di cosa è capace Sora, e ho visto il vostro amico all’opera. Quanto a quel tipo sorridente, ho la sensazione che riesca a vedere la potenza delle persone, la loro aura. E se ha deciso di partecipare, anche vedendo le loro, direi che sarà un cataclisma. Se ci unissimo alla battaglia, riusciremmo solo a farci ammazzare >

< E allora, che si fa? > chiese Miroku.

< Chi è troppo stanco per opporre una degna resistenza > rispose Squall < raccolga i feriti e i collassati, e li porti qui, poi quelli ancora in salute faranno cerchio intorno a tutti gli altri. Non potremo vincere questa sfida, ma possiamo almeno fare in modo che nessun colpo casuale ci raggiunga >

 

< Giusto > considerò Alucard, estraendo le pistole < Queste non mi serviranno. Ehi, ragazzo! > gridò, rivolto a Tidus < Reggimele un secondo >

Gliele lanciò e il nostro biondo tentò di prenderle al volo; sfortunatamente, il peso complessivo di pistole, fondine, caricatori e pezzi di ricambio si aggirava intorno ai settantacinque chili, così il povero giocatore di Blitzball si ritrovò spianato al suolo.

Intanto, Naruto si stava tracciando un kanji in pancia.

< Arte Eremitica > mormorò < Controllo del cercoterio >

In poco tempo, i suoi capelli e i peli divennero più lunghi, color rosso sangue, rimanendo però lucenti; le cicatrici in faccia si riaprirono, le unghie si allungarono in formidabili artigli neri, e dal coccige spuntarono nove code infuocate; gli occhi si allargarono e intorno ad essi apparvero macchie rosse, mentre i suoi lineamenti cominciavano a somigliare a quelli di un rospo.

Sora estrasse altri due Keyblade e li assemblò con gli altri, creando due armi a doppia lama, e cominciò ad espandere l’energia.

Di fronte ad uno spettacolo del genere, Alucard non potè trattenere un fischio.

< Già so che mi divertirò > si disse < Situazione Classe A. potenziale attuale al 20%; rilascio potenziale al 40%; rimozione dei sigilli, Livello 3! >

I vestiti rossi di Alucard svanirono, rivelando una veste coperta di sigilli, fatta interamente di cinghie di cuoio; nel petto si aprì un enorme occhio rosso, e sotto il costato carne e veste a sigilli svanirono, rivelando una fornace di fiamme scarlatte e purpuree; i capelli coinciarono ad ondeggiare come se fossero sott’acqua, e dalle spalle emersero due informi masse d’ombra che si condensarono nelle figure di due mostruose fauci di mastini sbavanti, ognuna con otto occhi e fiamme simili a quelle del ventre che s’intravedevano attraverso le ombre.

< Rilascio potenziale effettuato > ringhiò Alucard < Mastino dei Baskervylle! >

 

E anche questo capitolo è andato! Ora, vediamo i nostri protagonisti:

Ø      Cloud Strife non necessita di presentazioni, almeno in teoria; comunque, è il protagonista del celebre Final Fantasy VII; fino alla fine del gioco ha un muso talmente lungo che arriva al mese prossimo, poi diventa simpatico, poi in Advent Children torna depresso, poi alla fine del film sorride di nuovo, poi in Kingdom Hearts 2 è di nuovo depresso e si scontra con la sua arci-nemesi e Dio solo sa che fine faccia a questo punto…

Ø      Squall Lionheart è il protagonista di Final Fantasy VIII, con una personalità degna di Cloud, ma almeno senza ricadute; combatte con un improbabile incrocio tra una spada e un fucile, il Gunblade.

Ø      Vincent Valentine è il protagonista di un’altra versione di Final Fantasy VII, e non si capisce bene cosa sia: è contemporaneamente un vampiro, un posseduto, un mutante, un pistolero, un rinnegato, un cyborg, un darkettone… combatte con una stramaledettissima pistola a tre canne e diversi altri arnesi, e sa trasformarsi in diverse bestiacce assassine.

Ø      Naruto Uzumaki, protagonista del manga e anime omonimo;  vista la sua tendenza a colpire in maniera indiscriminata, è un probabile parente di Monkey D Rufy, ma grazie a Dio ha più autocontrollo di lui; come il suo consimile onepiecesco, s’ingozza come una batteria di scrofe. Al suo interno è stato sigillato il dèmone Volpe a Nove Code, che oltre a renderlo oggetto di discriminazione razziale, gli ha anche dato un potere virtualmente infinito.

Ø      Sabaku no Gaara, collega del biondino di sopra, anche lui aveva dentro di sé un dèmone, il Tanuki a Una Coda, che gli ha dato il controllo del vento. Il dèmone gli è stato estratto, uccidendo Gaara, che però è stato riportato in vita. Ah, giusto, ha il potere di controllare la sabbia.

Ø      Sasuke Uchha, amico/nemico/ex-rivale in amore di Naruto; non proprio rivale, perché all’inizio la ragazza che lo adorava lui non la cagava manco di striscio,m a adesso sì (e sapete perché? Perchè l’ho deciso io mwah-ah-ah-ah-ahahaah!); ha una sgradevole abilità oculare che gli permette di rallentare il tempo, evocare uno spadaccino che Mihawk gli fa una sega e sparare fiamme nere eterne. Ah, già: è emo.

Ø      Neji Hyuuga è un povero Cristo a cui hanno impresso in fronte una svastica; se suo zio la tocca, gli fa esplodere il cervello. Per questo motivo, è costantemente nervoso e sembra odiare tutti. Ma anche no.

Ø      Dante Spardason, mezzodemone che adopera una gran varietà di armi, ma soprattutto spada e pistole; ha anche altri poteri, tra cui la quasi immortalità.

Ø      Nero Spardason è il probabile fratellastro di Dante. Ha un braccio tirato fuori direttamente da D.Gray-men, che contiene un potente demone. Adopera una spada infiammabile e una pistola a due canne, e ha fregato la katana del probabilmente defunto fratello di Dante, Vergil.

Ø      Alucard è un vampiro, l’ultima forma del Conte Dracula dopo duecento anni di esperimenti da parte di Van Hellsing e famiglia; ora lavora per l’ultima discendente del suo assassino, Lady Integra Fairbruke Wingates Hellsing, ammazzando altri vampiri; in una delle sue missioni, ha incontrato una poliziotta di nome Seras Victoria, e dopo averla inavvertitamente uccisa, l’ha trasformata in vampira (può farlo solo con chi è del sesso opposto al suo e ancora vergine).

Ø      Edward Elric è un Alchimista, significa che, pur rispettando le leggi della fisica, può trasformare quasi ogni cosa in quasi ogni altra; praticando un’alchimia proibita, ha perso il braccio e la gamba, sostituiti da due protesi meccaniche costruite da Winry Rockbell. Sa anche eseguire queste trasmutazioni senza cerchio alchemico, gli basta unire le mani e poi toccare le cose.

Ø      Monkey D Rufy è un eccezionale pirata dalla grande forza fisica. Purtroppo, è anche totalmente deficiente, tranne in battaglia, quando l’istinto gli permette non si sa come di creare strategie molto avanzate e complesse. Ha mangiato un frutto che gli permette di diventare di gomma, conferendogli parecchi vantaggi tattici.

Ø      Inuyasha è l’ennesimo mezzodemone della nostra storia, ha ereditato da suo padre la spada Tessaiga (la Zanna che Taglia il Ferro), con cui usa tecniche micidiali in grado di uccidere molti nemici in un colpo solo. Lui e la sua prima ragazza si sono quasi accoppati a vicenda a causa di un tanghero di nome Naraku.

Ø      Miroku è un compagno di viaggio di Inuyasha, nonché un mandrillo costantemente alla ricerca di belle giovini da mettere incinte; il suo bersaglio preferito è Sango, una cacciatrice di demoni che combatte con un boomerang formato titanico.

Ø      Tidus è il protagonista di Final Fantasy X, un eccezionale giocatore di Blitzball e un ancor più eccezionale minchione. In realtà è soltanto il sogno di sé stesso (???), ma riesce comunque a sconfiggere un auto-proclamato dio (no, non sto parlando di Eneru, Pein, Light Yagami o esseri analoghi), tale Yu Yevon, un incrocio tra uno scarafo e una medusa spiaggiata.

Ø      Gippal è un personaggio che appare in Final Fantasy X-2, è un abile pistolero e il suo hobby preferito è prendere in giro Rikku. È anche un meccanico professionista.

Ø      Sora è il protagonista di Kingdom Hearts, e uno dei guerrieri più formidabili: tra gli altri, ha sconfitto Cloud, Squall, Tidus (quest ultimo con semplicità imbarazzante), Capitan Uncino e soprattutto Sephiroth. Combatte con un incrocio tra una chiave e una spada, il Keyblade, che trae potenza dalla forza del cuore di chi lo brandisce.

Ø      John Mandrake, alias Nathaniel, viene dalla Trilogia di Bartimeus, ed è un mago. Nel suo universo i maghi sono generalmente avidi codardi corrotti (avete presente Spandam?) che sfruttano i comuni (cioè i non maghi) per fare il lavoro sporco, e imprigionano i dèmoni contro la loro volontà per tenere sotto il tallone i comuni. John tuttavia si è pentito e, dopo essersi fuso con Bartimeus provvisoriamente, ha usato il pieno potere di uno scettro forte come parecchi demoni maggiori per salvare il mondo dalla rivolta dei demoni. È morto nell’impresa quando un palazzo gli è crollato addosso. In tutte le mie fanfiction in cui appare, è finito in un angolo particolare dell’Inferno e in lui è stato incanalato il potere del bastone.

Ø      Jake Long è il protagonista dell’omonima serie disneyana. Ha la capacità di trasformarsi in un dragone umanoide con diversi poteri, e deve usare queste capacità per mantenere l’equilibrio tra uomini e creature magiche. È anche un esperto di arti marziali e sport estremi assortiti.

Ø      Gourry Gabriev viene da “Slayers”, ed è… un idiota. Si auto-nomina guardia del corpo della protagonista, Lina Inverse, che lo maltratta di continuo, sia per la sua stupidità, sia per sentirsi meglio. Si sono innamorati in una zona senza spazio né tempo, il Mare del Caos, ma appena tornati nel mondo materiale si sono scordati tutto e ora lei lo maltratta… come prima, più di prima. È un abile spadaccino che usa una versione demoniaca di una spada laser, l’Hikari no Ken (lett., Spada di Luce), anche nota come Gorn Nova.

Ø      Zelgadiss Graywords era un tempo uno spadaccino al servizio di Rezo, il Monaco Rosso, che è suo nonno o suo bisnonno, non si sa bene. Per ricompensarlo, Rezo l’ha trasformato in una chimera, fondendolo con un demone e un golem, e forse anche altro. Sa fare di tutto, dal body-guard all’astronomo, dall’ingegnere al cuoco, ed eccelle nell’uso delle energie sciamaniche (manipolazione della natura).

Ø      Spawn è un super.dèmone creato da uno dei quattro maggiori sottoposti del Diavolo, Malebolgia; è stato generato col necroplasma, sostanza che generalmente viene usata come sangue per i dèmoni più potenti; per la creazione di Hellspawn (Progenie Infernale) è stato preso il super-assassino del governo americano Al Simmons, e il suo nuovo corpo è stato costruito interamente di necroplasma concentrato. Alle superiori abilità di combattimento derivanti dal suo addestramento, Spawn unisce varie armi forgiate negli inferi, una forza sovrumana, un costume quasi imperforabile capace di trasformarsi, un mantello che cambia forma e dimensione, oltre a permettere di volare e mimetizzarsi, fiamme infernali e la capacità di evocare borchie e catene trasformabili in artigli e altre armi. È stato ingannato da Malebolgia che gli aveva promesso di farlo tornare in vita per tornare con sua moglie, ma l’ha spedito nel mondo dei vivi cinque anni in ritardo, con sua moglie che si era sposata col suo migliore amico e aveva avuto una figlia. Ora c’è un rapporto di rispetto/amore/odio tra lui e una cacciatrice di dèmoni del paradiso, Angela.

Ø      Basil Hawkins è un pirata che viene dallo stesso mondo di Rufy, ed è un abile stratega, capace di leggere il futuro, ha mangiato un Frutto del Diavolo che gli permette di far sì che altri muoiano al suo posto e di trasformarsi in una colossale bambola vudù assassina.

Ø      Gidan è il protagonista di Final Fantasy IX, ed è stato creato per essere un mietitore di anime. È caratterizzato dalla lunga coda, e usa diverse spade e pugnali, oltre ad aver di recente imparato ad usare i suoi poteri di Angelo della Morte.

Ø      Yoh Asakura è il protagonista di Shaman King, ed è capace di evocare i morti e di fonderli con sé stesso o con le proprie armi. Di carattere è calmo, svogliato, sempre allegro e con la solita espressione vagamente ebete che fa presumere l’abuso di droghe pesanti, ma quando la situazione lo richiede dimostra grandi poteri e notevoli coraggio e determinazione.

Ø      Arthas Menethil è uno dei protagonisti di Warcraft 3 Reign of Chaos, e un personaggio abbastanza controverso. Prima era un eroe che ha cercato di salvare la sua terra dai morti viventi; in seguito, è diventato un Cavaliere della Morte del Re Lich, un tempo suo nemico, e ha preso la spada Frostmourne, un’arma terrificante che aumenta esponenzialmente i suoi poteri. Recentemente si è fuso con il Re Lich, e dopo aver incontrato nella sua mente la sua parte buona, l’ha uccisa e si è strappato il cuore dal petto. Ha attirato al suo reame del nord un’orda di campioni da tutto il mondo, per ucciderli e farli rinascere come un’orda di Non-Morti. Tratta quasi tutti i suoi sottoposti come zerbini, ma non manca di preoccuparsi quando un suo servo, Anub’Arak, viene dato per morto. Inoltre, sembra che sia ancora innamorato di Jaina Proudmoore, che però si era da lui separata quando aveva deciso di sterminare una città per fermare il Flagello dei Non-Morti.

Ø      Kratos è il protagonista della saga di God of War; ingannato da Ares, il Dio della Guerra, aveva sterminato la propria famiglia, e si era trasformato in un mostro sanguinario, dopo aver cercato di redimersi, ha ucciso momentaneamente Ares e assunto il titolo di nuovo dio della guerra; ha poi cercato di accoppare Zeus, ma Atena ha fatto da scudo umano al padre. Dopo questo, Kratos ha dato origine ad una guerra contro tutti gli dèi, al termine della quale… beh, non lo so, God fo War 3 non è ancora uscito, ma nelle mie fanfiction è stato imprigionato nell’Ade.

Ø      Hulk non penso abbia bisogno di presentazioni, è un MOST. Comunque, per i non-esperti, vi dico che la sua forma massima, apparsa in questo capitolo, è chiamata Sfregio Verde, e non solo è incredibilmente più forte dell’Hulk normale, ma è anche esperta in strategie di combattimento e capace di intendere e di volere.

Ø      Spiderman è… beh, questo non potete non conoscerlo, quindi proseguiamo.

Ø      Overlord è il protagonista bastardo dell’omonimo gioco; è praticamente la versione cool di Sauron, ed ha una moglie di nome Velvet. I suoi poteri sono virtualmente illimitati, ma stringi stringi sono super-forza, magia nera, strategia e grandi abilità marziali.

Ø      Jak è un abile cacciatore ed esperto di armi, oltre ad essere uno dei pochissimi capaci di incanalare l’Eco a mani nude. L’Eco è una varietà di energie che scorrono infinite nel suo mondo, e lui sa sfruttarle a vari scopi. Inoltre, può trasformarsi nella bestia Dark Jak o nell’angelo (della morte) Light Jak.

Ø      Aang è l’incarnazione dell’Avatar, uno spirito millenario. Nel suo mondo, esistono quattro nazioni che rispecchiano i quattro elementi, e in ogni nazione c’è una ristretta cerchia di persone, i Dominatori, capaci di usare l’elemento tipico. L’Avatar è unico perché può usare tutti i quattro elementi, ovviamente imparando col tempo. Ovviamente può morire, ma c’è un motivo se questo spirito viene incarnato di volta in volto: se fosse un’entità non terrena ed eterna, non potrebbe creare rapporti umani, e quindi non avrebbe la compassione necessaria per proteggere le persone.

Ø      Sammy è il figlio del Diavolo, quindi non è che ci sia molto da dire. Purtroppo essere figlio dell’Anticristo non è neanche lontanamente figo come si vede in Omen; non chiama mai, sbuca fuori nei posti più impensati e ha l’hobby di teletrasportarti ovunque senza permesso. Inoltre, ha affidato a Sammy un compito particolarmente ingrato: andare in giro a raccogliere le anime fuggite dall’Inferno. Per completare il quadro, Sammy lavora in un maxi-negozio di fai-da-te noto come Work Bench, in cui almeno riesce a trovare attrezzi utili. Ha anche grandi poteri demoniaci, ma sta ancora imparando a controllarli, con successi abbastanza scarsi. Di recente, suo padre l’ha iscritto al tutorial per diventare una buona causa della Fine del Mondo, dopo l’idiotissimo fallimento del fratellastro Morgan.

Ø      Sosuke Sagara, dell’anime Full Metla Panic!, è un soldato e pilota di robottoni da combattimento, che altro non sono se non una cosa più realistica di Gundam e meno splatter di Evangelion. Questi robottoni, detti AS, hanno diverse funzioni. In particolare, l’Arbalest di Sosuke è dotato del Lambda Driver, che potenzia la macchina in base alla forza di volontà del pilota. Anche senza questo, Sosuke è (qui manca la descrizione; se volete sentirla, guardatevi Rambo, al pezzo in cui il suo ex-addestratore spiega ai poliziotti di cosa è capace), ma anche incapace di vivere in una società civile, a causa del suo fanatismo militare che l’ha portato, tra le altre cose, a cercare di fare la pelle ad un parrucchiere, a fare irruzione nello spogliatoio femminile e (sconcertante, questo) trasformare la squadra di Rugby più moscia del sud-est asiatico in una mostruosa masnada psicotica di sadici omicidi. Il suo compito è proteggere Kaname Chidori, ma lui lo prende troppo alla lettera.

Ø      Sam Guthrie è un mutante ex-membro degli X-men, a cui saltuariamente si aggrega di nuovo. Ha l’interessante potere di circondarsi di un campo esplosivo che lo rende quasi invulnerabile, gli permette di volare e di fare dei bei botti. Ha qualche problema con le ragazze, visto che si è scelto la più sanguinaria e micidiale dell’universo Marvel, con un razzismo contro i non-mutanti peggiore di quello di Magneto e un senso dell’umorismo da macelleria.

Ø      Kurt Wagner, anche noto come Nightcrawler, è un altro X-men. Sì, avete indovinato, è quello simile ad un diavolo che appare nel secondo film. Il motivo delle sue sembianze è semplice: suo padre è un demone, mentre sua madre era quel gran bel pezzo di fig…liola di Mystica. Oltre a sapersi teletrasportare agilmente, ha un senso dell’equilibrio innaturale (è vissuto in un circo, e avere la coda aiuta), sa aderire ad ogni superficie con ogni parte del corpo (battendo così Spiderman) ed è un abile spadaccino. Non è il più forte dei super-eroi, ma ancora abbastanza da accoppare un uomo normale a mani nude.

Ø      Leon Scott Kennedy, personaggio di Resident Evil e protagonista assoluto del 4; ispirandosi alla sua vita, Rocky Roberts ha scritto la canzone “sono tremendo”; infatti ha avuto una storia con Claire Redfield (sorella di uno dei protagonisti), un paio di ragazze mai nominate, un personaggio apparso solo nel film Resident Evil Degeneration, la segretaria del suo capo e la figlia del Presidente degli Stati Uniti; quella per cui si arrende, tremenda più di lui, è la bella cinese Ada Wong, che pur ricambiandolo è costretta ogni volta a fregarlo in vari modi; già, la ragazza lavora per il mega-cattivo-finale-della-morte, Albert Wesker.

 

Vediamo ora le divinità viste finora:

Ø      Kingdom Hearts è il mega-pezzo da novanta, nonché datore di lavoro di Sora e di altri tizi con le chiavi.

Ø      Uatu è un essere della Marvel, avendo osservato la vita su innumerevoli infinità di mondi, è un assistente ideale al ruolo di giudice assunto da Kingdom Hearts in questa sfida.

Ø      Atena, dea greca della saggezza, in passato era morta per salvare suo padre Zeus da un colpo letale di Kratos, che in quel momento brandiva una spada deicida.

Ø      Baal è il re di uno dei Quattro Pantheon Supremi; il suo nome significa semplicemente “Signore”, o “padrone”; è un maestro delle tenebre, e sotto di lui sta un numero infinito di dèmoni.

Ø      Cthulhu è un altro signore di uno dei Pantheon, e sotto di lui ci sono molti  esseri famosi: il potente Azathot, Chaos e Ultima di Final Fantasy, e LoN, il Signore degli Incubi asessuato di “Slayers”.

Ø      Il Portale domina il Pantheon delle forze della natura. Lui è la rappresentazione vivente delle leggi della fisica, e in quanto tale può contravvenire ad esse quando vuole, ma alcune di queste contravvenzioni lo irritano nel profondo, anche quando è lui stesso a commetterle.

Ø      Infine, la Madre domina l’ultimo Pantheon, quello di cui fanno parte le divinità greche, vichinghe eccetera; in quest’accozzaglia figurano tutte le forse ultraterrene del nostro mondo, quindi anche il Diavolo.

Ø      Ade è un dio dei morti, quello greco, per l’esattezza. Fa tanto lo sborone, ma dopo averle prese da Sora in diverse occasioni, ha cominciato a farsela sotto alla vista di questo chiavomane (mi sa che in questa definizione c’era il doppio senso)…

 

Attenzione: anche se nessuna di queste divinità è stata ideata da me, io ho inventato l’idea di un universo Crossover diviso in quattro maxi-pantheon, retti da questi esseri; se vi va, nel prossimo capitolo inserirò una descrizione più dettagliato della divisione di questi Pantheon, ma il punto è… L’IDEA L’HO AVUTA IO, GRADIREI CHE NON LA USASTE IN ALTRE VOSTRE OPERE, ANCHE SENZA FINI DI LUCRO, ALTRIMENTI NON SOLO CERCHERO’ DI FARVI BANNARE DA DOVE SIETE O DI SMASCHERARE IL VOSTRO IMBROGLIO IN ALTRO MODO, MA GIURO SULLA TOMBA DI MIA MADRE  (scusa, io sarei ancora viva… NdMia Madre) CHE VI VERRO’ A PRENDERE E VI AMMAZZERò IN MODI TANTO CRUDI CHE PERFINO PYRAMIDHEAD E HIDAN SI CAVEREBBERO GLI OCCHI PUR DI NON DOVER ASSISTERE!

Ciò detto, proseguiamo con le informazioni sui personaggi.

 

E ora, vediamo le bestiacce varie: l’Idra non necessita di presentazioni; le “creature simili a tirannosauri” del primo capitolo sono V-Rex, appaiono in King Kong; Msira, Homromsira, Finis e Spaventapasseri sono demoni di Devil May Cry, i primi due tipi somigliano a scimmie (il secondo va a fuoco), il terzo è uno scheletro ingabbiato e il quarto un sacco patchwork pieno di mota vivente; le Chimere vengono da Full Metal Alchemist, e sono la fusione di diversi animali mediante l’uso dell’alchimia;  gli Heartless sono i nemici più comuni in Kingdom Hearts, e ne esistono diversi tipi, ma tutti sono creature nate dall’oscurità che si annida nei cuori delle persone; gli Invisibili sono un tipo particolare di Heartless, armati di spada, con lame sulle braccia che consentono loro di volare e un’altra sulla coda; il ragno-piovra si chiama U-8, viene da Resident Evil 5 ed è un mutante da guerra creato dalla Tricell sui dati dell’Umbrella Corporation; il primo gigante viene da Resident Evil 4, ed è chiamato semplicemente El Gigante; il secondo è la versione ingigantita di un altro sotto-boss opzionale dello stesso gioco, noto come Super Salvador; quelli in impermeabili sono dei Tyrant, ovvero dei super-mutanti da combattimento, questo modello in particolare è noto come Ivan; i pipistrelli sono semplici pipistrelli ingigantiti dal T-Virus, quello che causa negli umani la trasformazione in zombie; quelli simili a bachi da seta sono anche loro del 5, e si chiamano Popokarim (in Swahili, Pipistrello Gentile); se avete giocato a Final Fantasy XII, dovreste conoscere già Yiazmat, ma se no… vi dico solo che ha la bellezza di cinquanta milioni e rotti di punti vita; il secondo battaglione di giganti è composto dagli Ndesu di Resident Evil 5, simili a El Gigante ma con una valanga di tentacoli che esce dal corpo; gli AS sono i robottoni di Full Metal Panic!, e in particolare i Venom sono tra i più potenti e sgradevoli; i mascherati sono sotto-boss di Resident Evil 5, chiamati Majini Giganti, e nonostante la stazza sono molto rapidi e agili; la massa di vermi è Urorobors Mkono, sempre da Resident Evil 5, è una vera belva e molti giocatori l’hanno odiato, anche usando il lanciafiamme lì sistemato al solo scopo di terminare questa creatura nata dall’impianto dell’Uroboros in un essere umano; il Behemoth è un AS gigante e altamente armato, basta dire che il rapporto di dimensioni tra lui e l’Arbalest di Sagara è lo stesso che c’è tra l’Arbalest e Sagara stesso (fate le dovute proporzioni); l’ultimo è una celebrità, il Tyrant più famoso di tutti… Nemesis, che nel gioco originale non è capace di trasformarsi, ma in questa storia è stato potenziato dalla scienza di Uatu; le macchine da guerra macellate dai tre bestioni in questo capitolo, non vengono da nessuna parte, me le sono inventate io; il boia e il seguito di lardosi vengono anche loro da Resident Evil 5 (comincio a pensare di essere malato per questo gioco…); Pumpkinhead è un dèmone dall’omonima quadrilogia cinematografica, che normalmente viene evocato tramite l’odio, e così è invulnerabile finchè l’evocatore non si suicida, ma può essere anche chiamato in altri modi, nel qual caso può morire; Kalthuga viene dal film “Relic”, ed è un ibrido tra uomo, pantera, scarabeo, geco e altro, nato a causa del pasticciare con un particolare fungo amazzonico; infine, i due scimmioni vengono da “Congo”, film su una tribù di scimmie uniche, che vivono nelle mitiche Miniere di Re Salomone.

 

 

Eeeed ecco un altro capitolo finito! Nel prossimo finalmente vedremo tre protagonisti combattere tra loro! Arriverà tra cinque recensioni, mi avete viziato e ora non ne posso più fare a meno mwaaaa-ah-ah-ah-ahaahahaha!

Tra parentesi, nel capitolo c’è una citazione di Moby Dick: quando Jak dice all’Idra “Dal cuore dell’Inferno io ti trafiggo!”, è la stessa cosa che dice Achab alla balena bianca.

Fine del capitolo, spero che recensiate numerosi, ciauuu!

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Capitolo 6
*** Il Primo Salvataggio ***


IL PRIMO SALVATAGGIO

 

Ammazza, che titolo… beh, il capitolo non è molto lungo, ma sono un po’ fuori esercizio… spero comunque che l’azione a ritmo sincopato vi piaccia!

Anonimo: eh, ti credo che c’è stata VIUUUULLLEEEENNNZZZAAAAA, parliamo di Hulk, mica pippe!

Ranocchietta: la descrizione dei personaggi femminili arriverà con la seconda parte di I Pensieri di Lei. Grazie per la recensione.

Federico: già, spero che la descrizione dei personaggi e delle bestie immonde ti sia d’aiuto. Già, Hulk spacca davvero e Gaara è un mostro sacro (anche se porta sulle spalle la veste del Kazekage e/o la giara al posto del cappottone). Peccato però che Jak non lo caga nessuno!

Shakuma92: ti hanno battuto sul tempo. In World War Hulk, la Marvel ha fatto combattere l’ultima incarnazione del Gigante Verde con Sentry al pieno della sua forza “pari ad un milione di stelle che esplodono”; lo scontro si è concluso in parità quando Hulk ha deciso di smettere di combattere per salvare il mondo, visto che i suoi semplici pestoni per terra hanno quasi causato il terremoto Big One.

Ninja767: già, come vedrai, ho consigliato musica anche per questo capitolo. Inoltre sì, so tutto di Aang, visto che mi sono visto tutte e tre le serie (anche quella inedita in Italia). Purtroppo, tra cinque capitoli, il potere dell’Avatar (e di un bel po’ di altra gente) non basterà, perché passerà all’attacco uno degli esseri più potenti. Questo per me sarà una scusa per inserire anche altri personaggi.

CloudStrifeAC: citi molto Lovecraft. Non so se l’hai notato, ma tra i nostri dei abbiamo anche lui, il pezzo da 90, il Signore degli Antichi, colui che ha addormentato il cieco idiota Azathot! Il Grande Cthulhu! Ph’nglui mg’lnaw Cthulhu R’lyeh wgah-nagl fhtagn!

 

Musica consigliata per il capitolo: Dethroned degli X-Ray Dogs; a seguire, Melissa dei Porno Graffiti.

 

 

 

< Che macello > mormorò Sam, guardando i solchi scavati nell’arena dall’espansione della potenza dei tre guerrieri, che stavano semplicemente immobili a fissarsi.

< Mica male, eh? > gli chiese il Diavolo.

Come al solito, l’aveva teletrasportato da qualche parte, stavolta vicino a lui sugli spalti.

< Allora, ragazzo, qualche consiglio > gli spiegò, estraendo un puntatore laser e accendendolo verso Alucard < Sta all’occhio col vampiro, ho fatto un patto con lui e me ne pento ancora. È un vero mostro sacro >

< Mi avevi detto che i vampiri non esistevano > commentò il povero ragazzo.

< Hallo? > chiamò il Diavolo, bussandogli in testa < Sono il Signore degli Inganni, prendi quello che dico per oro colato? Sveglia! >

< Okay, piantala! Comunque, cosa vuoi? >

< Darti un po’ di attrezzi >

Nelle sue mani apparve la solita scatola di legno con il contenitore: una lunga spada dalla lama dentellata dall’impugnatura cesellata e decorata con teschi.

< Carino, eh? > commentò il Diavolo < L’ho ripresa sul set di un film e l’ho trasformata personalmente >

< Carino. Che fa, oltre a succhiare le anime? >

< Può diventare diverse armi. Una falce, una pistola, un lancia-fiocine, una lancia, una catena, un’ascia… forte, eh? >

< Carino > commentò Sam < Almeno non finirò ammazzato >

< E ora l’armatura! > esclamò, prima che Sammy si ritrovasse un elmo cornuto dal ghigno satanico e delle placche a forma di bocche zannute che coprivano le parti vitali.

< Bello, bello > considerò Satana < Muy Macho! >

Senza dire nulla, lo rispedì indietro.

< Non mi ci abituerò mai > borbottò Sam

< Come ti sei conciato? > gli chiese Dante, squadrandolo come fosse un fenomeno da baraccone.

< Divisa da Generale dell’inferno > spiegò Sam < Il mio vecchio è l’Anticristo, quindi…. >

< Alla faccio dal cazzo > esalò Dante < Beh, forse posso darti anch’io un aiutino >

Estrasse dal suo borsone un paio di guanti e un paio di stivali e li lanciò a Sammy che, un po’ basito, li indossò.

< Che dovrebbero fare? > chiese, squadrandoli interdetto.

La risposta arrivò quando guanti e stivali andarono a fuoco, divampando di fiamme scarlatte e arancioni.

< Si chiamano Ifrit > spiegò Dante, risistemandosi il borsone.

< Carino > commentò Sammy.

 

Naruto schivò un colpo, e il secondo mastino si gettò su di lui, spalancando le fauci, prima di essere trafitto in un occhio da un Keyblade; Sora si portò davanti alla creatura e, con l’altro, gli bucò la gola, per poi inchiodarlo a terra e usare le due armi come punti d’appoggio per un calcio acrobatico che centrò Naruto dritto in faccia.

Il biondo del Kyuubi lo afferrò per una caviglia con una coda, e lo spedì a rotolare in terra, per poi colpire Alucard con una vampa di energia.

 

< Dante > disse Nero.

< Sì, ragazzino? >

< Posso sapere perché non ci siamo anche noi in questo carnaio? >

< Strategia, ragazzino. Se ci ammazziamo troppo già all’inizio, poi potremmo avere dei problemi. Per ora stiamo solo a vedere cosa succede di bello >

 

Naruto ruggì e la sua furia creò una serie di pinnacoli di roccia che formavano una specie di cattedrale; prima ancora che la polvere finisse di depositarsi, stava schivando i puntali d’ombra che emergevano dalle dita di Alucard, che a loro volta uscivano dalle bocche dei cani; mentre stava schivando, Sora gli balzò addosso dal basso con i Keyblade incrociati, costringendolo con l’impatto e sfondare le varie rocce e finire in cima alla costruzione.

Dopo aver lanciato via il Keyblader, Naruto si azò giusto in tempo per vedere Alucard volare verso di lui con i mastini pronti all’attacco.

Bloccò le mascelle e, dopo un paio di giri, lo fece volare via contro Sora; il vampiro usò le mascelle degli Hellound per afferrare un fianco e una gamba di Sora e, ruotando a mezz’aria, lo lanciò verso il terreno, piombandogli addosso.

Prima che potesse colpirlo con un affondo di mano, tra i due si frappose un’ombra rossa, una specie di macchia di sangue vorticante, da cui uscirono alcuni colpi di pistola che fecero saltare gli occhiali (e gli occhi) di Alucard.

Mentre si rigenerava, vide la macchia che si condensava in una figura alta quanto lui, probabilmente con lo stesso gusto in fatto di abbigliamento, a parte la mostruosa protesi dorata ad artiglio meccanico che copriva interamente il braccio sinistro.

< Mangiati questa! >

Alucard schivò le pallottole e mandò i mastini ad azzannare l’avversario, mentre Sora usava il braccio metallico come trampolino per gettarsi su di lui e Naruto si scagliava verso lo scontro, caricando un’esplosione di chakra dalla bocca.

Prima ancora che il fumo dell’esplosione si fosse diradato del tutto, vennero investiti da una seconda vampa di energia: Sora si racchiuse in un Reflexga, ma venne comunque sparato nella stratosfera; Naruto venne scaraventato attraverso le mura dell’arena, in uno dei recinti delle bestie; Vincent finì contro un cumulo di pietra, il mantello (più) a brandelli (del solito) e i vestiti strappati e fumanti; Alucard si ritrovò trafitto su una serie di punte di roccia, mentre il suo braccio sinistro si contorceva debolmente nella polvere.

Su uno dei grossi pinnacoli di pietra che adornavano la zona, stava in piedi Mandrake, con la mano che fumava e un’espressione implacabile.

< Diamoci da fare > mormorò < Ignos! >

Dalle sue mani a coppa esplose una doccia di fuoco liquido, che sommerse la zona costringendo i quattro a rifugiarsi sulle colonne di roccia; Alucard non fece in tempo e venne preso in pieno dalla vampa.

Pochi istanti dopo, stava riemergendo con tutta calma, mentre la carne si rimarginava da sola.

Naruto capì che, se voleva avere qualche speranza contro quell’essere, doveva giocare d’astuzia, provocarlo. Più facile farlo che dirlo, visto che razza di belva assatanata era.

Calmo, Naruto, si disse , pensa come penserebbe Sai. Lui ha un vero talento per far incazzare la gente.

< Ehi, tu! > gridò mostrando il medio ad Alucard < Cosa sono quelle mani? Voglio dire, sono troppo grosse per un essere umano! Magari le tieni parecchio in esercizio, vero? O ti servono per compensare qualcos’altro? >

Stava decisamente pensando come avrebbe pensato Sai, e vide con soddisfazione che il vampiro stava scoprendo le zanne.

< E quei capelli! Come pretendi di essere preso sul serio se sembri uno che ha appena finito di piastrarseli! Ma da dove ti hanno ripescato, dal mercatino delle pulci? >

< Dovrò insegnarti un po’ di buone maniere, ragazzino > sibilò Alucard, posizionando le mani < Rimozione dei sigilli, Livello Due: Il Signore delle Ombre! >

Mentre le tenebre fluide uscivano dal corpo del vampiro, Mandrake andò a nascondersi in un angolo dietro le rocce.

< Qui non c’è la roba necessaria… dovrò fare le cose semplici > cominciò a tracciare complicati segni sulla sabbia, per poi intonare in varie lingue…

< Veni, veni, venias, Platinum plumne herpetos >

Continuò così per alcuni secondi, finchè nel cerchio non si formò una colonna di sabbia vorticante, accesa da due tizzoni ardenti come occhi.

< Chi osa richiamare dalle profondità del tempo e dello spazio ME, il possente Bartimeus, Sakhr-al Jinni, N’gorso il possente, ser… >

< Ti trovo bene, Bart >

< …pente dalle p… okay, rispondi: perché non sei morto? >

< Ti rispondo con un’altra domanda: ti ricordi di Ramuthra? >

< Quell’enorme creatura di puro Caos che per poco non annullava l’intero governo di Londra e ci spazzava via dal continuum spazio-temporale? Sì, il nome mi dice qualcosa… >

< Tutta l’energia liberata dal Bastone e da Nouda insieme, mi ha effettivamente ammazzato, ma si è anche fusa in me. Ho abbastanza potere da ingoiarmi l’Altro Luogo in due bocconi, ora… >

< Non capisco cosa me ne deva fregare… >

< Mi hanno riportato dall’aldilà e mi hanno costretto a partecipare a questo gioco con un mucchio di pazzi omicidi >

< Allora c’è giustizia a questo mondo! > esclamò il Jinn.

< E se non m’impegno, ammazzeranno Kitty >

< A chi dobbiamo torcere il collo? > sibilò il Jinn, trasformandosi in Tolomeo, mentre Nathaniel dava inizio all’unione tra spirito e umano.

Intanto, Alucard e Naruto se le stavano ancora dando di santa ragione: le code della volpe combattevano gli Hellhound, mentre il volto ferino azzannava la spalla del vampiro; dalle bocche dei cani uscirono le mani di Alucard, che cominciarono a stritolare la testa del biondo.

< Stupido ragazzo > sibilò < Sterminavo intere città a mani nude da prima ancora che tu nascessi! Se vuoi davvero vincere… scatenati! >

Se lo strappò di dosso e lo scaraventò venti metri sotto terra.

Prima di poter festeggiare, Alucard venne investito da un colpo che lo appiattì al suolo, rompendogli le ossa.

Sora gli stava puntando contro il Keyblade, e volò verso di lui ad armi spianate, evocando altre lame durante il percorso; prima che potesse arrivare a destinazione, si ritrovò impalato sull’artiglio di metallo della Bestia Galian, mentre i due vampiri rossovestiti venivano comunque trafitti dai suoi Keyblade; scagliandolo via, Vincent si gettò su Alucard e gli svuotò in faccia la Cerberus.

Pochi istanti dopo, erano bloccati a vicenda: l’artiglio di Vincent e la Cerberus nel petto di Alucard, i capelli del No Life King in quello del pistolero.

Vincent, con uno scatto secco, ricaricò le canne con pallottole esplosive; Alucard usò la telecinesi per evocare di nuovo le sue due armi, piantandole saldamente nel petto dell’altro.

Premettero i grilletti fino a scaricarle del tutto e a ridursi i corpi a brandelli, e mentre si rialzavano per tornare all’assalto, vennero investiti da un tornado di fiamme multicolori in cui erano sospese folgori nere.

< Pronti per un mondo di dolore? > chiese l’unione di uomo e Jinn, cominciando a scagliare contro incantesimi a tutto andare.

 

[attenzione: da questo punto in poi, le comunicazioni interne tra Nathaniel e Bartimeus saranno in verde corsivo, mentre le parti narrate dal punto di vista del Jinn saranno in semplice verde; ‘azie]

 

Mentre Alucard era scosso da convulsioni e la carne gli si spaccava causa di uno Smembramento Centripeto, Sora assemblò quattro Keyblade (Lontano Ricordo, Dragone Segreto, Legame di Fuoco e Metalchocobo, per la cronaca) a formare uno shuriken tipo Yuffie, per poi scagliarlo contro il mago, mandandolo a capitombolare a terra.

 

[Smembramento Centripeto: incantesimo particolarmente utile contro i nemici tenaci, visto che ribalta contro di loro la loro stessa forza, costringendo il sistema muscolare a farsi letteralmente a pezzi da solo; essendo io un geniale Jinn, avevo capito che quel tizio era pericoloso, quindi avevo consigliato al mio *sì, col cavolo* padrone, di lanciarglielo addosso; era stato proprio il momento di vanterie dovuto a quella brillante deduzione, a farci ricevere in faccia quell’arma, che mi sembrò mi stesse passando l’essenza in un mulinex]

 

Vedendo una breccia nelle difese dell’avversario (dovuta al fatto che Bartimeus si era interrotto per spiegare la situazione ai lettori), Sora evocò indietro i Keyblade e ne assemblò otto in altri due shuriken (uno con Fenrir, One Winged Angel, Stella di Diamante e Portafortuna, l’altro con le due ultime Weapon, Lontano Ricordo e Testa di Zucca), cominciando a farseli roteare tra le mani come delle seghe circolari impazzite, e volando a fare a fette l’essenza del Jinn (per non parlare della carne del mago).

Purtroppo, la strage a quattro che stava per seguire venne interrotta da un’esplosione sotterranea, quando Naruto riemerse in superficie, avvolto da un turbinio di energia.

 

< Kami, proteggici > mormorò Neji, osservandolo col Byakugan < Oramai nulla può fermarlo. Ha usato il potere ottenuto da Itachi. E ora, nei suoi canali non scorre più il chakra, ma l’Amaterasu stesso >

Sasuke guardò con lo Sharingan, e vide fiamme nere scorrere nel corpo dell’amico; un potere tanto forte che gli occhi cominciarono a sanguinargli, come se avesse usato Susanowo.

< Vado a prendere Hinata > disse Naruto < Non tentate di fermarmi >

Ovviamente, tentarono.

Pochi istanti dopo, erano a terra, i corpi quais letteralmente a pezzi per le brucianti esplosioni di una pioggia intera di Rasengan creati col chakra della Volpe e l’Amaterasu.

Spiccò un balzo e si direse verso l’insetto, tendendo la mano per afferrare la sfera d’oro, quando si sentì afferrare una gamba.

Alucard lo fissava ghignando, il suo braccio allungato come un serpente pronto a stritolargli l’arto fino a farglielo perdere.

Concedendosi un sorriso, evocò una mano di chakra demoniaco e agguantò la sfera, per poi usarla per colpire Alucard e frantumargli la faccia.

L’oro è un metallo santificato, e ora dalla carne del vampiro si levava del fumo nero-grigio.

Naruto atterrò, spegnendo l’afflusso di Chakra.

< Portatemi da Hinata > ringhiò contro gli dèi.

Kingodm Hearts sorrise indulgentemente e aprì un altro portale: si poteva vedere la cella di Hinata al suo interno; Naruto si sentì furioso.

Ora tutti la stavano vedendo umiliata, in lacrime, mezza nuda, mezza sepolta nella sporcizia e coperta di insetti; gettò alla platea intorno a lui uno sguardo che minacciava di morte.

Strinse lo zaino che aveva appena tolto dalla spalla: non conteneva attrezzatura ninja, ma solo dei vestiti puliti per Hinata e il suo album di fiori pressati. Aveva immaginato che le avrebbe fatto piacere avere qualcosa che la distraesse.

Si rimise lo zaino in spalla e si tuffò nel portale.

 

 

Ed eccomi, dopo un’eternità di assenza, con un nuovo capitolo!

Ancora una volta, ditemi cosa ne pensate e quali sono le vostre scene preferite! Il prossimo potrebbe richiedermi ancora più tempo, perché sarà la seconda parte di “I Pensieri di Lei”, con il ricongiungimento della timidona più puccia di Konoha e dell’esaltato biondo, nom nom nom!

A presto, e mi raccomando, RECENSITEEEE!

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Capitolo 7
*** I Pensieri di Lei, parte 2 ***


Federico: hai proprio ragione! Nel prossimo capitolo, quelli che ancora si reggono in piedi si legneranno con…vedrai!

Ninja767: la prossima volta, scrivi un po’ meglio, okay? Alla fine ci sono gli SPOILER sulla terza serie di Avatar che hai chiesto.

Shakuma (ovvero Panchito, ovvero Dr Omega, ovvero El Cianciancero Mascherato): vedrai, vedrai… felice che il capitolo ti sia piaciuto!

Anonimo: tieni pronta la statua; ci sto lavorando, al prossimo capitolo, ma prima devo parlarne con Erika.

Ranocchietta: sono felice che il lieto fine (per ora) ti piaccia. Il sito di cui parlo è un sito di Crossovers, e penso che potrebbe interessarti; cercalo pure, se vuoi.

Ultima Weapon: grazie, mi piace che tu abbia goduto a leggere fin qui!

 

Lol, altri flashback!

Musiche per il capitolo: potete scegliere tra la versione veloce di “Everytime we Touch” o “Hlding Out For a Hero” di Bonney Tyler.

 

Il Cairo, in Egitto; terra di mistero e di magia.

Per le assolate strade della città, era un continuo via-vai di gente: turisti onesti, turisti disonesti, vecchi gestori di bazar intenti a fumare da narghilé colmi di aromi alla frutta,… e di tanto in tanto, qualcosa di unico.

Per la via passeggiava una ragazza dai capelli completamente bianchi, vestita con una tunica sopra maglietta e pantaloni larghi e comodi; se qualcuno non ritenesse lo spettacolo abbastanza strano, aveva parecchie armi appese un po’ ovunque, e svariati spiriti che la seguivano: una mezza dozzina di Foliot e due Jinn pesantemente corazzati e armati, che normalmente sarebbero dovuti essere nascosti sotto spoglie meno grottesche, ma che in Egitto, un antica patria di misteri e sortilegi, sarebbero anche passati inosservati.

Così, dietro alla giovane Kitty Jones, stavano alcuni repliche del dio Bes, una specie di coccodrillo antropoide a quattro braccia e una donna-serpente.

Dopo l’ultima guerra contro gli spiriti, Jones era stata a capo di un movimento volto a permettere un’evoluzione del rapporto tra umani e spiriti; ragion per cui, pochi mesi prima, aveva evocato il possente Caos Incarnato, Ramuthra, perché cambiasse per lei le regole della magia.

Ora:

Ø      Gli spiriti potevano decidere se sottostare o meno alle richieste di un mago, tramite contratto predefinito.

Ø      In caso gli spiriti accettassero, dovevano essere retribuiti in energia, per ricambiarli della sofferenza di essere legati alla Terra Fisica.

Ø      Uno spirito evocato doveva essere avvolto da una massa di gelatina organica che potesse adattarsi alle trasformazioni della su essenza, in modo da prevenire il più possibile il suo disagio in caso di combattimento o anche solo per il contatto con la Terra.

Ø      Una volta distrutto detto involucro, l’essenza tornava nell’Altro Luogo, dove doveva restare per riprendere le forze.

Ø      Se una qualsiasi delle parti veniva meno agli accordi, il contratto veniva rotto, e volendo, lo spirito poteva prendersi la vita del mago come risarcimento. Per contro, se fosse il Jinn a barare, dovrebbe fornire un tempo variabile di servizi non retribuiti.

 

In questo modo, la possibilità che gli spiriti maturassero di nuovo un feroce desiderio di vendetta diminuiva enormemente.

< A cosa pensate, padrona? > chiese Vizra, il jinn in forma di serpente.

< Niente, solo i cambiamenti avvenuti di recente > rispose Kitty < E poi non dovete chiamarmi padrona. Oramai voi spiriti siete liberi, dovete solo rispettare il contratto >

< E lo dobbiamo solo a te > rispose Dramass, il coccodrillo, mentre continuavano.

Poco dopo, trovarono una casupola; forte delle lezioni, decifrò abbastanza in fretta le scritte, e non erano graffiti d’amore; fece cenno agli spiriti di rimanere fuori a fare la guardia ed entrò, assicurandosi prima di avere tutte le armi al loro posto.

Nella stanza c’era un vecchio grasso e mezzo calvo, intento a fumarsi sostanze non identificate in un narghilé; appena la vide, si alzò e le sorrise.

< La signorina Jones, immagino > disse, posando il tubo della pipa < Ero stato avvisato del suo arrivo… >

< Da chi? >

< Non ha importanza > sorrise l’uomo < Non più, almeno >

Prima che Kity potesse rispondere, si sentì afferrare; due braccia la bloccarono in una doppia Nelson, e una specie di lungo tentacolo le premette qualcosa in faccia.

Cominciò a sentirsi stordita, e capì che si trattava di un panno imbevuto di cloroformio.

L’ultima cosa che vide prima di svenire fu una sagoma bluastra.

 

Il samurai estrasse la katana.

Misurò la distanza.

Strinse l’impugnatura in pelle di razza, facendosi roteare l’arma in mano, mentre fissava i suoi avversari.

Davanti a lui stavano le armate dell’usurpatore: migliaia di Ronin in armatura nera e bene armati, e ancor più semplici miliziani equipaggiati con alabarde o strumenti agricoli convertiti.

In testa, sul dorso del Demone Ragno, stava Mokunaba, uno dei Generali.

E lui era solo.

Contro diecimila.

Sentì schiocchi e sibili: dalle file dell’armata, piovve una tempesta di dardi infuocati; sollevò un muro di terra e si protesse.

Rumori più forti, e stavolta lanciarono i razzi.

Sorrise, aveva sentito i suoi compagni raggiungerlo; la tempesta di fuoco si infranse contro un muro d’acciaio.

< Siamo arrivati, Roku > disse uno dei suoi alleati < E abbiamo portato un’armata >

Una pioggia di fumogeni, e intorno a loro si materializzò, come un’orda di fantasmi, un vero esercito di guerrieri.

Veterani, temprati dalle fiamme di mille vite, ognuna trascorsa in mille battaglie; armati, abili, praticamente inarrestabili, e pronti a dare la vita per il ritorno sul trono dell’Imperatore.

< Certo che questo film è una forza! > commentò Jake, pescando dalla bacinella di pop-corn.

< Vero > confermò Rose, stravaccandosi nel divano < Grandi effetti e grande storia >

< E gli attori sono incredibili. Mosse fantastiche >

< Che ne dici > gli propose Rose < Di fare anche noi qualche mossa “fantastica”? >

Jake diventò rapidamente di tutti i colori dell’arcobaleno, poi sentì… non proprio male, più un senso di…costrizione.

Nei pantaloni.

Okay, calma e sangue freddo, Jake… tu le piaci, lei ti piace. È una cosa naturale. Assolutamente. Spero che non mi trovi inadeguato in quel senso… ma che vado a pensare! Forse però, coi miei poteri… insomma, quando divento dragone mi si potenzia TUTTO, no?

< Ma cosa credi? > rise Rose, guardando il “rigonfiamento” < Stavo parlando di allenarci un po’, scemotto! >

< Oh, cavolo > gemette Jake < Che figura… >

Comunque, si alzarono e si misero in posizione; girarono un po’ in tondo, a lenti passi misurati, poi scattò all’attacco, venendo fermato da un calcio allo stomaco.

Cadendo, rotolò all’indietro e afferrò il tappeto, dando uno strattone e facendola cadere; spiccò un balzo terminando con un calcio a girandola discendente, mancandola e riuscendo tuttavia a fare un bel buco nel pavimento del negozio.

< Oh, cavolo… N mi ammazza! >

Rialzandosi, vide che Rose stava per colpirlo con un calcio rotante; giocò d’astuzia, si abbassò e afferrò la gamba che l’aveva appena oltrepassato, riuscendo così a farle perdere l’equilibrio.

Doveva trovare un modo di immobilizzarla, e visto che mettersi sopra di lei non gli sembrava il caso, anche visto l’equivoco di pochi istanti prima, afferrò il tappeto e glielo arrotolò intorno.

< Pwned > le sorrise, bloccando il tappeto con dei giri di scotch < Vado a fare altri pop-corn, tu stai qui, okay? >

< Spiritoso… >  commentò la bionda, cercando di forzare la prigione improvvisata; inutile, troppo stretto.

< Allora, vediamo un po’… > pensò Jake < Devo ricordarmi di premere il bottone giusto. Non voglio che esca quel Wendigo assatanato. Di nuovo >

Cose che capitano quando il tuo assistente è un cane bimillenario che nasconde artefatti magici di potenza inaudita dentro gli elettrodomestici.

< Ehi! Mollami! >

Jake scattò; lascio cadere i pop-corn, si trasformò in dragone e si precipitò nell’altra stanza, vedendo un uomo vestito da maggiordomo sollevare Rose e lanciarla in quello che aveva tutta l’aria di essere un portale dimensionale.

< Comodo, già in pacco regalo… > considerò l’uomo, buttandosi nel varco.

< Ecco, il colpevole è SEMPRE il maggiordomo > commentò Jake, prima di tuffarsi nel varco, previa scrittura di un biglietto di avviso ai suoi (mamma, papà, sono andato a combattere un maggiordomo extra-dimensionale che ha rapito la mia ragazza che ha cercato varie volte di uccidermi. Non aspettatemi alzati)

 

Lina si svegliò, ancora immersa nell’oscurità; dopo lo stordimento iniziale, cominciò a capire in che situazione fosse.

Non vedeva nulla perché aveva una benda sugli occhi; polsi, gomiti, ginocchia e caviglie erano immobilizzati da saldi giri di corda, tanto stretti che quasi non sentiva più gli arti; altre funi le bloccavano le braccia al busto, e una più lunga le legava il collo alle caviglie; una corta catena le partiva dalla vita e l’ancorava al terreno.

Cercò di recitare un incantesimo ma scoprì di essere imbavagliata, con uno straccio che le passava tra i denti, tanto stretto da farle sanguinare gli angoli della bocca.

Dopo pochi istanti, venne presa dal panico; cominciò ad andare in iperventilazione, e a cercare di divincolarsi nel tentativo di sciogliere le corde, ma ottenne soltanto di scorticarsi i polsi a sangue.

Venne riportata alla calma da uno scricchiolio; a quanto pare, si trovava in una cella, e qualcuno aveva appena aperto la porta.

Lina si sentì investire da un’ondata di pura presenza; rovente, dilagante, e sopra ogni cosa, indiscutibilmente malvagia.

Sapeva cos’era, si era già ritrovata assediata da quell’energia, in passato.

Più oscuro del crepuscolo.

Più rosso dello stesso sangue.

Sepolto sotto la marea del tempo.

Era al cospetto di Ruby Eye Shabranigdu.

 

Stavano inseguendo la figura che aveva rapito Lina; una specie di creatura ingobbita simile ad una scimmia senza peli, occultata da una nube di fumo; i quanto paladini della Giustizia, era loro dovere correre in soccorso dell’amica.

E soprattutto, del povero rapitore, nel caso Lina si fosse ripresa dallo Sleeping e gli avesse messo le mani addosso.

Si fermarono un istante per riposare, e vennero raggiunti da una figura simile al rapitore, solo più dinoccolata e dal fumo viola anziché verde; essendo loro prodi eroi, si gettarono nello scontro, ma…

Zelgadiss venne incassato in un albero da un pugno, e Gourry finì a terra, sputando sangue; Amelia piombò sul nemico, le mani bianche del potere del Visfarank, ma il fumo le soffocò la magia, e le braccia dalle articolazioni multiple la bloccarono facilmente, mentre la creatura balzava via.

 

Angela fluttuava semi-incosciente; eh sì che quella giornata era cominciata così bene!

Come prima cosa, aveva sterminato un gruppo di Bestie di Satana; come se non bastasse, finalmente i capi su in Paradiso si erano convinti dell’innocenza e delle buone intenzioni di Spawn.

Lo stesso Spawn aveva visto che, ormai, sua moglie aveva una vita, e così ne aveva cominciata una nuova anche lui… con lei.

E ora, invece, senza neanche aver capito cosa stesse succedendo, era bloccata in una specie di prigione d’energia che usava la sua stessa forza per bloccarla.

Non poteva proprio continuare bene, vero?

 

Dopo le ultime avventure, le Supernove si erano riunite all’Arcipelago Shabondy; mancavano solo Cacciatore di Pirati e Cappello di Paglia, ospiti di una degli Shichibukai.

Succedeva tutto quello che ci si può aspettare da una riunione di questo tipo: Kid e Law si guardavano in cagnesco, imitati dalle rispettive ciurme; Urouge sorrideva imperterrito, riempiendosi le mandibole di budini alla soia; Capone faceva tenere sotto tiro chiunque si avvicinasse troppo alle sue bistecche.

Apoo non prestò attenzione all’avvertimento, e quello che era iniziato come un party per soli pirati, divenne null’altro che l’ennesima rissa dell’Arcipelago.

< Probabilità che la cosa finisca in una strage: 87%; possibilità di vittoria nello scontro: 54 %; possibilità di sopravivenza restando neutrali: 89 % > riflettè Hawkins, controllando i suoi tarocchi.

Qualcuno, infischiandosene delle statistiche, approfittò della confusione generale per avvicinarsi di soppiatto al piatto (scusate il gioco di parole…) di Capone, per fregarlo con tutto il suo contenuto, indi scappare mettendoci sopra un po’ tutto quello che capitava sotto mano.

< Buon tempo, Bonney > commentò Hawkins, mentre la figura dai capelli rosa gli si sedeva vicino, cominciando ad ingozzarsi senza ritegno.

< So che ti piace mangiare molto > continuò Hawkins < E so che tu sai che io so di sapere che so. E so anche che sai che io so che tu sai che io avrei detto questo. Sapendo ciò, e sapendo anche che per te un pasto è completo solo in caso di presenza di pizza, ho analizzato i tavoli e notato che l’unica è nelle mani di Kid. Ergo… >

Dopo questi sproloqui, sembrò estrarre dal nulla una pizza larga due metri, farcita globalmente: peperoni, mozzarella, pomodoro, acciughine, olive, patatine fritte, salame, mortadella, wurstel e costolette di Re del Mare (miii, leggera…).

Bonney aveva la bava alla bocca e gli occhi lucciconi.

< Hawky-kun, tu sì che sai come viziare una donna! >

Gli stampò un bacio a schiocco sulle labbra, poi tornò a sedersi e cominciò a divorarsi la sua prelibatezza.

< Abbiamo un problema > disse il biondo dopo qualche secondo.

< Mh? > chiese la ragazza dai capelli rosa, risucchiandosi in bocca un filo di mozzarella

< Secondo i miei calcoli, sta per arrivare qualcosa di molto pericoloso… >

Ovviamente, aveva ragione: nel bel mezzo del banchetto (per essere precisi, in testa a Capone), atterrò una figura alta circa due metri, vestita da Samurai e con paio di vistosi Doc Martens, che reggeva una katana in una mano e una cornamusa nell’altra.

< Ecco > sbuffò Killer < Ci mancava solo un altro fenomeno da baraccone >

Un poveraccio che passava di lì fece notare che un uomo che teneva una maschera traforata anche quando mangiava, usando i fori per ingurgitare il cibo, e che si vestiva con un cantante country trans, non aveva il diritto di chiamare qualcun altro fenomeno da baraccone, ma venne trinciato di netto, così nessuno gli diede retta.

< Allora, direi che ci siamo! > disse lo straniero, sollevando Capone < Ti ho presa, Bonney! Non hai idea di quello che succ… > si accorse solo allora che la persona che teneva sollevata non era Bonney < Cacchio! Errore di atterraggio! >

Scagliò via Capone (mandandolo a finire in una ciotola di macedonia formato maxi) e afferrò la vera Bonney, chiudendola in un sacco in maglia di agalmatolite.

Poco dopo, una delle sue braccia cadde a terra.

< Vuoi giocare con le Supernove? > chiese Law, estraendo la sua katana assurdamente lunga, mentre Bepo si preparava ad usare il kung-fu.

< Questo potrebbe condurre a complicazioni > osservò l’uomo, mentre Capone riusciva ad emergere dalla macedonia e puntava le armi.

< Vendettaaaaaaaaahahaharagh! > urlò, mentre i numerosi cannoni del suo corpo facevano fuoco verso l’avversario.

Quando il fumo delle esplosioni si fu diradato, videro che era rimasto solo un luminescente portale azzurrino.

Con un cartello vicino che diceva “Ingresso consentito solo a Basil Hawkins, aka The Magician”.

 

Il Palazzo di Alexandria era illuminato, e splendeva nella notte come una gemma.

Quelle luci avrebbero scoraggiato un ladro meno determinato, ma nulla poteva fermare lui, il più astuto degli astuti e il più abile degli abili: come un acrobata, volò da un’ombra all’altra, schivando le guardie che non si accorgevano nemmeno del suo passaggio.

Dopo pochi minuti, arrivò alla finestra che cercava: sbirciò all’interno, e la vide; con poche mosse esperte, scassinò la serratura, e aprì i battenti senza far rumore.

Veloce come un lampo, fu su di lei, strappandole un grido prima di farla voltare.

< Gidan, sei uno scemo! > rise Garnet, sollevata di vederlo < Mi hai fatto prendere un colpo! >

< Oh, cielo, come posso farmi perdonare! > esclamò il Genoma, in tono melodrammatico.

< Beh > rispose Garnet, avvicinandosi e sorridendo < Un modo ci sarebbe… >

Cominciarono ad avvicinare le labbra, quando il palazzo venne scosso da un’esplosione.

< Il fianco orientale! > esclamò Gidan < Garnet, tu resta qui! >

< Non andare! > lo pregò lei < È troppo pericoloso! I Plutò sapranno gestire la faccenda! >

< Questa è una bugia, e tu lo sai > rispose Gidan, lanciandosi dalla finestra e richiamando i propri poteri di Angelo della Morte.

Quello che vide quando atterrò lo lasciò senza fiato: gli uomini in scatola stavano tentando di tenere a bada un’enorme lucertola a molte teste, che mordeva e agitava la coda a frusta, resistendo ai colpi delle armi dei Plutò.

Non che ci volesse molto…

< Okay > disse Gidan, impugnando le lame e afferrando una lancia con la coda < Nessun rettile policefalo incasina impunemente gli appuntamenti di Gidan Tribal! >

La creatura si voltò a guardarlo; o meglio, due teste si voltarono a guardarlo, le altre continuavano a cercare di acchiappare i bocconcini in scatola.

< Non sottovalutarmi, sottospecie di varano sotto estrogeni > ringhiò Gidan, scagliandogli contro un paio di Antimaga < Essere un Angelo della Morte torna utile, vero? >

Mentre era impegnato in codeste dissertazioni filosofiche, una delle teste ancora intatte dopo la magia lo ingoiò.

< Cavolo, che puzza! > esclamò, incastrato tra due denti.

< Dillo a me > rispose Steiner, fissato ad un molare.

< Che ci fai qui? > chiese il Genoma, cercando di estrarsi

< Dopo un po’ io e gli altri Plutò abbiamo realizzato che la strategia più efficace era lanciarsi nelle sue fauci aperte nella speranza che uno di noi lo soffocasse. >

Cri-cri-cri…

< È ufficiale. Sei un idiota >

Mentre ribadiva l’ovvio, per qualche motivo la creatura li sputò fuori, per poi uscire da dove era entrata (una breccia di quindici metri nelle mura cittadine).

< Perché se n’è andato? > si chiese Gidan

< Aveva capito di non avere speranze contro la forza dei Plutò! >

< Senti, Berto, se volevo sentire scemenze facevo sbronzare Er Cina. Allora, se se n’è andato,era perché voleva solo distrarci. Quindi, qualcuno voleva fare qualcosa mentre noi eravamo impegnati. Ma cosa… > s’interruppe, folgorato < Garnet! >

< Esatto, scimmiotto! > disse una voce, appartenente a quello che era apparentemente una specie di… clown gay, o roba del genere (pensate al peggio che vi può venire in mente mettendo insieme un clown obeso e lo stereotipo del gay da cartone animato. Ecco, il risultato è quello).

Questo atroce individuo levitava fuori dalla finestra della stanza di Garnet, e la teneva per il colletto, mentre lei si divincolava cercando di liberarsi dalle corde che la bloccavano < Seguimi > disse il clown < Altrimenti la ammazzo >

 

< Forza, sfaticato! > urlò Anna Kyoyama < Chi ti ha detto di fermarti, brutto bacarospo?!??!!?? >

Il povero Re degli Sciamani era costretto a correre in giro per il cortile. Se pensate che non sia nulla, tenete che presente che il cortile era quello di Tao Len, quindi in pratica un palazzo grosso come una città; senza contare che Yoh correva sulle mani.

Tenendo dei bastoni con collegati carichi di mattoni.

Indossando dei pesi da sommozzatore.

E trascinando un carretto con su Anna e delle casse Marshall, con cui lei gli urlava addosso di continuo.

< Domanda > disse, tra un ansimare e l’altro < Perché *puff* devo continuare *hanf* questi massacri, se *sbanf* ho vinto il Torneo degli *meeep* Sciamani? >

< Per mantenerti in forma >

< Come posso *sbanf* essere in forma, se *hunf* sono mezzo morto? >

< Okay, pausa > consentì lei < Mi ci vuole proprio >

< TI? > chiese Yoh, alzandosi

È il momento della vendetta, pensò Yoh.

Mentre lei era voltata, a sistemarsi la bandana, Yoh si avvicinò lentamente, senza fare rumore, e balzò.

Caddero nell’erba, e prima che lei potesse capire cosa stesse succedendo, le scoprì i fianchi e cominciò a farle il solletico.

< Yoh, smettila! > urlò la ragazza, tra le risate < Non riesco a … a… >

Sì interruppe: l’aveva presa in braccio e la stava sollevando da terra, per poi caricarsela sulla schiena.

< Che stai facendo? > gli chiese.

< Sollevamento pesi >

Dal nulla, Anna estrasse una mazza da baseball e gliela abbattè con violenza in testa; per qualche miracolo, lui riuscì comunque a sorreggerla.

< Stai dicendo che sono grassa? > sbraitò.

< Non sono così pazzo > rispose Yoh, massaggiandosi la testa con la mano libera < Sei sempre splendida, e tu lo sai bene. Solo, ti diverti a pestarmi >

< Vero. Ora mettimi giù; vado a farmi una doccia >

Mentre la bionda entrava nel palazzo, Yoh si ritrovò di nuovo a fissare l’ondeggiare della sua bandana; il movimento di quel semplice pezzo di stoffa rossa lo stregava, gli faceva immaginare di poterlo prendere tra le mani, di toglierlo, di lasciar cadere i suoi capelli biondi e di poterli accarezzare…

Scosse la testa: tutte vane speranze. Lei lo voleva solo per essere la moglie dello Shaman King, non di Yoh Asakura. Non sarebbe mai stata interessata a lui, se non avesse sconfitto Hao e assunto il ruolo di Re degli Sciamani.

Fu riportato alla realtà da uno dei non-morti da guardia dei Tao che volava fuori dalla porta e gli si schiantava ai piedi, con le ossa frantumate.

Lanciandosi verso la porta, evocò Hamidamaru nel Doppio Mezzo, riuscendo al contempo a schivare i corpi tagliuzzati dei Fratelli Dolore che volavano verso di lui; seguì l’eco della battaglia insieme alle tracce di cadaveri a pezzi, fino ad arrivare davanti alla stanza di Anna, dove Len stava a terra, reggendosi a stento alla lancia.

< Lo spirito di quel tipo… è un’arma micidia… > s’interruppe, vomitando un fiotto di sangue.

< Tu vai, Yoh > disse una voce < Qui ci pensiamo noi >

Sulla scena era apparso un fantasma biondo, con un camice da laboratorio, trucco pesante e della pelle rosa shocking cucita su petto e ventre.

< Grazie, Faust > rispose Yoh, sfondando la porta scorrevole.

La prima cosa che vide, fu Anna: a quanto pare era appena uscita dalla doccia, perché era avvolta dall’asciugamano e aveva i capelli bagnati, imperlati di minuscole goccioline e incollati al viso; i suoi occhi parevano mandare lampi.

Non che potesse fare altro: era immobilizzata in una specie di bozzolo di una sostanza appiccicosa e filamentosa, che lasciava fuori solo il naso e la parte superiore della testa. Appena lo vide, cominciò ad agitarsi e scuotere la testa.

< Yngh! > mugolò appena lo vide, cominciando a scalciare < Gnhtnt! >

Fece appena in tempo a voltarsi per schivare un fiotto di quella roba, che andò invece a colpire la parete.

Dalle ombre uscì una figura intabarrata in un impermeabile grigio, con un paio di occhiali a visiera e un grosso spirito ragno che trotterellava dietro di lui; sopra il ragno c’era un enorme Oni con un occhio solo, e molti altri spiriti erano nascosti nelle ombre.

< Cosa vuoi? > chiese Yoh, spingendogli sotto il naso la lama di energia spirituale.

< Voglio che tu mi segua > rispose l’uomo, per poi fare un cenno al ragno, che lanciò un altro fiotto di tela, afferrando Anna e trascinandola nella presa del suo Sciamano.

< Tu mi seguirai, altrimenti… > per dare enfasi, afferrò i capelli della ragazza e tirò con forza, strappandone una ciocca sanguinolenta.

< Mghgng! > mugolò lei, cominciando a piangere, mentre sia lei che i suoi rapitori svanivano in un falò azzurro che rimase lì a brillare, invitando Yoh a buttarsi tra le sue gelide fiamme.

Il Re degli Sciamani si diresse verso il bagno, con lo sguardo carico d’odio, fissando il proprio riflesso nello specchio.

Lo frantumò con un pugno, facendo scorrere sangue rosso come la bandana di Anna.

Colpito da un pensiero improvviso, si voltò verso la pila di vestiti, dove l’indumento faceva bella mostra di sé, anche se un po’ spiegazzato.

Yoh lo raccolse, assaporando l’odore dei suoi capelli per alcuni istanti, poi se lo legò al braccio e uscì.

< Faust! > chiamò < Tu e Elisa volete seguirmi? >

< Non vedo perché no > rispose il biondo < Il tuo amico scorbutico dopotutto l’abbiamo sistemato… >

Insieme, si gettarono nel portale.

 

Jaina si svegliò indolenzita: ricordava solo di essersi addormentata nel suo accampamento alla base dell’Alleanza a Kalimdor, e ora si svegliava… dove?

La stanza trasudava umidità, ma era illuminata da alcuni bracieri; Jaina non era immobilizzata, e non ce n’era bisogno.

Le pareti erano coperte da diversi simboli magici che rilucevano verdi, e bloccavano i suoi poteri; l’unica buona notizia era che, se qualcuno fosse entrato, avrebbe dovuto spezzare il circolo di incantesimi, permettendole di colpirlo con la sua magia e di fuggire rapidamente.

 

Kratos balzò dall’arena e atterrò sul palco delle divnità, di fronte ad Atena.

< Perché mi avete portato qui? > chiese, evitando di guardarla < Sapete che non ho nessuno da proteggere. Non più ormai. >

< Ma potresti > disse Kingdom Hearts < Potrebbero tornare. La tua seconda possibilità è a portata di mano… rimediare al tuo errore, essere un marito e un padre migliore. Prendendoti più cura della tua famiglia e massacrando meno >

< Cosa devo fare? > disse Kratos, voltandosi.

< Quello che ti riesce meglio > rispose Uatu, indicando l’arena.

Kratos emise un basso ringhio animale e si buttò giù, mentre in quel momento Banner arrivava salendo le scale, mezzo morto per la fatica.

< Che vuoi? > gli chiese il Diavolo, apparendogli di fianco e teletrasportandolo sul proprio palco.

< Non capisco cosa pensiate che io possa fare > disse Banner, reggendosi i pantaloni con una mano < Tutte le persone che amo sono morte in modi orribili… come posso partecipare? >

Satana estrasse dalla tasca un televisore plasma da duecentocinquanta pollici (!!!), che mostrava l’immagine di una cella.

< Non è possibile… > disse Banner

< Credi? > domandò Satana, alzando il volume.

 

Caiera si svegliò… un momento.

Si svegliò?

Era alquanto sicura di essere morta; l’ultima cosa che ricordava era che aveva cercato di fermare suo figlio, ma all’epoca era un fantasma.

Aprì gli occhi e decise che non andava bene.

< Oh, trazzo >, imprecò

 

[Nota traduttiva: “trazzo” non è un errore di battitura, ma un’imprecazione largamente diffusa su Sakaar]

 

Tanto per cominciare, si trovava in quella che aveva tutta l’aria di essere una sala delle torture.

In secondo luogo, seduto davanti a lei c’era un individuo dalla pelle violacea, un bel po’ più alto di lei, coperto da un’armatura parecchio resistente e armato di due lame dentellate.

Qualcosa le diceva che non era lì per farle compagnia in senso pacifico.

< Che vuoi? > gli chiese, caricando il potere ombra.

< Te la metto semplice > rispose lui < Mi chiamo Marna. E da questo momento tu sei mia prigioniera >

< Vedo che hai un impiantatore di dischi dell’obbedienza > constatò Caiera < Perché non l’hai usato mentre ero svenuta? >

< Così è più divertente >

Senza aspettare che si muovesse, Caiera pietrificò la pelle e si gettò su di lui, venendo però fermata da un massiccio colpo in faccia.

Crollò a terra in ginocchio, tossendo; l’aveva colta di sorpresa, ma neanche suo marito l’aveva mai colpita così forte. Era un avversario da non sottovalutare.

 

< Carino, vero? > disse Satana, spegnendo lo schermo, senza badare al fatto che Banner era sparito, inghiottito da due metri abbondanti di massa muscolare gamma e furia.

< Vedo che prendi la cosa sul serio > considerò < Bene, ti do un suggerimento: impegnati. E, già che ci sei… cerca di insegnare a mio figlio come combattere in maniera decente, okay? >

 

 

Peter arrivò a casa acciaccato; quella era stata una giornata pesante per l’amichevole Spiderman di quartiere.

Prima aveva combattuto contro la Squadra di Demolizione: stavano per vincere ai punti (un colpo della palla da demolizione di Thunderball non è il massimo quando il Demolitore ti sta mazzolando col suo cavolo di piede di porco magico), ma grazie alla ragnatela lui aveva vinto per atterramento.

Poi aveva dovuto salvare un gruppo di bambini a Hell’s Kitchen; ci si aspetterebbe che quello sia il lavoro di Daredevil, ma lui era impegnato con i Duri (ma può un gruppo di super-criminali venir chiamato peggio?) e il lavoro era stato malamente sbolognato all’arrampicamuri.

E fin qui, lo poteva anche accettare; da un grande potere rabarbaro ed eccetera. Ma il peggio era arrivato quando un gruppo di membri del Movimento Purity (che Uatu solo sa se meritano la morte) aveva avuto la bella idea di tirare una bomba nell’accademia degli X-Men; non è che Spidey fosse nel posto giusto al momento giusto, NO! Ovviamente no! Lui era lì che volteggiava intorno all’Empire State Building come gli aerei che avevano buttato giù King Kong, e si ritrova a dover salvare quei pezzi di stronzi da quello che li stava pestando!

Fosse stato Nightcrawler, bene, con lui si poteva ragionare.

Wolverine, ancora ancora, poteva tenergli testa.

Ma quello era il Fenomeno!

Il dannatissimo, potentissimo, fottutisismo Fenomeno! L’unico che nemmeno lo Sfregio Verde era riuscito a stendere!

Capirete anche voi che, stando così le cose, ora Peter non chiedeva di meglio che sfilarsi il costume, cenare, vedere se gli avanzava a abbastanza forza per soddisfare sua moglie e infine addormentarsi, per affrontare il giorno dopo fresco e riposato, pronto a salvare vite umane, volteggiare per i grattacieli e beccarsi accidenti grossi come case dal direttore del giornale per cui lavora.

Il suo programmino andò a farsi benedire quando notò che:

  1. La porta di casa sua era stata brutalmente scardinata
  2. La luce accesa permetteva di vedere segni di lotta, e infine
  3. In mezzo al soggiorno c’era un vortice di luce azzurra che per qualche motivo non sembrava causato da uno scorretto utilizzo del microonde.

 

Dettaglio rivelatore, appena entrato trovò un metro e novanta di uomo in corazza high-tech stravaccato sul divano a mangiarsi cialde.

< Ehm… > iniziò Spidey < Non sei qui per le lezioni di piano, vero? >

< No > rispose l’uomo, finendo le cialde < Sono qui per dirti che abbiamo tua moglie. Il resto è storia >

Svelto come un fulmine, Spiderman gli fu addosso e lo colpì alla mascella; semplice intuizione, era l’unico punto non coperto dal costume corazzato, visto che in quel momento stava mangiando.

< Ma voi siete una famiglia di psicopatici! > esclamò l’uomo, tenendosi il labbro rotto mentre zoppicava verso il portale < Prima la rossa mi spara in un ginocchio, poi questo mi prende a mazzate… maremma maiala… >

Spidey, dicendo addio alle possibilità di dormire, si tuffò nel portale dietro di lui.

 

Overlord stava girando per gli spalti, chiedendo informazioni su dove avessero portato sua moglie.

< Descrivimela un po’ > disse Ares

< Alta un po’ meno di me; pelle bianca come alabastro, lunghi capelli nerissimi, veste come una sub sadomaso dallo spacco praticamente total >

< Hai buon gusto, gigantone >

< Dimmelo a me. L’hai vista? >

< Se vedessi una donna del genere pensi che starei qui a guardare trentasei fenomeni da baraccone e una donnola che pestano dei mostri? >

< Cosa sensata > commentò Overlord, tornando nell’Arena < Vorrà dire che avrò di che giocare pesante >

 

L’aria era satura dell’odore di metallo bruciato, dello sfrigolare della saldatrice e del lieve ronzare elettrico nell’aria dell’elettricità di arcani macchinari.

Keira finì di saldare il pannello, poso la saldatrice e si tolse la maschera, passandosi la mano in faccia per togliere il sudore.

Era passato tempo, da quando era diventata un Grande Saggio, ma la sua passione per la meccanica non era diminuita, e ora divideva il suo tempo tra dedicarsi al suo hobby preferito e farsi allenare da Jak ad incanalare l’Eco.

Parli del diavolo e spunta la barba; il biondo entrò nell’officina districandosi tra i cavi, cominciò ad avvicinarsi, mise il piede su un cuscinetto a sfera, scivolò e si schiantò sulle scarpe di Keira.

< Complimenti > disse Jak alazandosi < Hai un vero talento per far cadere i maschi ai tuoi piedi. Comunque, sono venuto a chiamarti per l’allenamento… >

chiese Keira.

< Veramente abbiamo ancora un paio di minuti… >

< So già come utilizzarli… >

Lui capì, la afferrò per le bretelle e la trascinò a sé, cominciando a baciarla e a massaggiarle i fianchi.

< Ehi, basta che non esageriate! > disse Daxter < ci sono dei cuccioli che stanno guardando! >

Infatti, il Precursor era lì con i figli suoi e di Tess (devono essere puccissimi !^^)

Jak e Keira evitarono accuratamente di guardarsi negli occhi.

Prima che potessero trovare una risposta arguta, le sirene della città cominciarono ad ululare: la frequenza che segnalava l’attacco delle Teste di Metallo.

Jak non perse tempo a pensare, afferrò una Vulcan dalla rastrellerai e si sporse dalla balconata del palazzo, mirando e cominciando a fare fuoco.

< Ditemi se vi piace, bastardi! > urlò, mentre abbatteva un colossale Ragno Volante, spedendolo a sfracellare un battaglione di nemici con la sua massa < A tutte le Guardie Kremizi! > urlò nel comunicatore < Qui parla il Facente Funzione di Comandante Jak! Attivate le torrette di Difesa! Spingete i civili al sicuro! Autorizzati all’uso dell’Artiglieria pesante! Individuare la falla nei sistemi difensivi e chiuderla! Annientare gli invasori senza pietà! >

Mentre urlava, vide Jak che impugnava due Scatter e si gettava nella mischia, mentre Tess cercava di ammansire i loro cuccioli.

Keira spinse il caricatore nel fucile di precisione, s’infilò la bandoliera di granate e caricatori di scorta, e si preparò ad unirsi alle danze.

Venne abbattuta da un colpo alla nuca prima che potesse sparare un singolo colpo.

 

Katara cominciava davvero a spazientirsi.

Prima Zuko, poi Azula a Ba-Sing-Se, e ora questo; la cosa cominciava davvero ad irritarla.

Prima cosa, era stata rapita per costringere Aang a sottoporsi ad un gioco da psicopatici.

Seconda cosa, il modo in cui l’avevano immobilizzata per impedirle di usare il  Dominio dell’Acqua.

Totalmente bloccata ad una croce d’acciaio da anelli dello stesso materiale, che le fissavano le articolazioni, stringendole tanto la carne che ogni tentativo di muoversi le si spellavano gli arti; inoltre, per prevenire uno sputo gelato ben piazzato, le avevano serrato la bocca in una strettissima fascia dei metallo.

Ti prego, Aang, pensò, fai presto.

 

Questo bastardo ha rapito Chydori.

Dice che dovrò superare una sfida, per rivederla intatta.

Sono Sosuke Sagara, agente della Mithril, il mercenario Kasshim, e dovrei essere immune alle tattiche intimidatorie; dovrei essere esperto nel negoziare il rilascio degli ostaggi; dovrei avere nervi d’acciaio.

Ma in questo momento… non ho idea di cosa fare; posso solo partecipare alla sua sfida.

Mi avvicino e comincio a parlargli nell’orecchio, gli detto le mie condizioni.

Lei non verrà toccata, in nessun motivo.

Quando la riprenderò, starà bene, nessuna tortura fisica o psicologica.

Non cercheranno in nessun modo di farle nulla.

Gli spiego… nel dettaglio… cosa gli farò in caso di contravvenzione.

Quando mi precede nel portale trema e fissa il vuoto, mi crede.

E fa bene.

 

< Senti, Satana > disse Sam < Comincio a stancarmi di te che metti in pericolo la gente che amo, okay? Non hai proprio alcun rispetto per la sacralità della vita umana? >

< Pron-tooo? > rispose Satana < Sono quello che vi ha fatti butare fuori dal Giardino dell’Edene a calci nel deretano! >

 

< Senti, Cannonball > fece Marrow.

< Che c’è, Sarah? >

< Da dove vengono i mutantini? >

Silenzio.

Molto silenzio.

Di quelli lunghi e imbarazzanti, con i grilli in sottofondo e le palle di sterpaglie.

< In… che senso? >

< Da dove vengono, chi li crea? >

< Ecco, vedi… quando un maschio e una femmina mutanti si amano, succedono certe…cose, ecco, e… >

Alla fine glielo disse, in maniera schietta e decisa.

< Cooosa? > chiese Marrow, ansimando per la rivelazione < Insomma, è così che nasciamo? Quando un uomo usa il… e lo usa con la… oooommmmioddddiooooohohoho! >

< Calmati, Marrow, è una cosa perfettamente naturale, e… >

< Vaffanculo, carnesoffice! Stai mentendo, non può essere vero! >

Corse fuori dalla stanza e afferrò Colosso che passava di lì.

< Colosso, ti prego, dimmi che Cannoball mi ha mentito! >

< Eh? >

Dopo un breve riassunto.

< Ehm… non voglio rovinare la tua vita o roba del genere, ma è proprio così… se vuoi in biblioteca ci sono dei libri che lo spiegano in maniera scientifica… o puoi chiedere dei porno a Gambit >

< Cos’è un porno? > chiese Marrow, temendo la risposta

< Dimentico sempre che sei cresciuta nelle chiaviche… una rivista di persone che fanno… quella cosa di cui stiamo parlando >

< Santissimi Anziani > urlò Marrow, diventando verdastra < C’è gente che si fa fotografare mentre fa queste cose? Mi sento male! >

Quella sera, Scott l’aveva convinta a bersi una camomilla (diciotto bustine in una tazza, per sicurezza) e le aveva spiegato la cosa con calma e pazienza.

< Gesù, che scena patetica > disse una voce, appartenente ad un magro uomo dalle orecchie a sventola vestito da zombie-borg.

< Fuori da questa scuola > disse Ciclope, preparando i suoi raggi ottici.

< Sai? > rispose l’uomo < Io penso di no >

Dalla sua mano testa partì una vampa di energia verde che colpì Ciclope al petto, facendolo schiantare attraverso due librerie ed un muro, mentre l’altra mano metteva al tappeto Marrow, che si risvegliò in una cella imbottita, bloccata con un’imbracatura e camicia di forza; in una situazione simile, a testa in giù però, c’era una persona che riteneva morta da tempo: Shadowcat, che Kurt Nightcrawler chiamava semplicemente Kitty.

 

Ada uscì dalla doccia avvolta in un accappatoio (rosso, ovviamente) e si diresse nella stanza vicina, a prepararsi al suo appuntamento con Kennedy.

La prima uscita fuori dal lavoro.

Appena aprì la porta, venne sbattuta a terra da almeno cento chili di muscoli, che le riempirono la bocca con una grossa pezza di stoffa, e la sigillarono al posto con del nastro adesivo, bloccandole i polsi con diversi giri dello stesso materiale.

< Ghmf! > protestò, cercando di liberarsi; inutile; tentò di colpire l’assalitore al mento con un calcio rotante per liberarsene, ma lui le bloccò le caviglie e immobilizzò anche quelle.

Senza dire nulla, le fasciò quasi tuta la parte inferiore della testa con il nastro, poi ne applicò diverse strisce sugli occhi.

< Ghlbghm, gnrndgh! > mugolò Ada, ricevendo in risposta un colpo allo stomaco che le mozzò il fiato.

Lurido vigliacco… pensò.

Il rapitore finì il lavoro bloccandole insieme gomiti e ginocchia, per poi avvolgere insieme le braccia e il busto.

< Non si preoccupi, signorina Wong > disse il rapitore < Non le faremo del male. Siamo brava gente. E se ha paura che io voglia violentarla, si rilassi: sono rimasto castrato lottando con un gaviale del Gange >

Ciò detto, se la caricò in spalla che ancora cercava di scalciare e attraversò il portale, lasciando un biglietto per Leon.

 

 

Naruto buttò giù la porta con un calcio, trovando il rapitore di Hinata intento a farsi un Black Jack ad un portatile; prima che capisse cosa stesse succedendo, lo afferrò per il collo, incassandolo poi nel muro.

< Toccala di nuovo > sibilò il biondo < E giuro sulle anime dei miei Maestri che ti strapperò la carne dalle ossa. Ora dimmi dov’è! >

< Cella B-15 > rispose l’uomo, una volta mollato < Non puoi sbagliare, sono numerate in ordine >

Due minuti dopo, stava scardinando un’altra porta, trovando che Hinata era riuscita a liberarsi ed era pronta a colpire l’eventuale rapitore con un Juuken.

< Fermati, Hinata > disse, bloccandole dolcemente i polsi < Sono, io Naruto… non aver paura >

Subito lei si sciolse e si gettò tra le braccia di lui, cominciando a piangere in silenzio.

< Ti prego… Naruto-kun… > disse tra i singhiozzi < Continua a parlare… ho bisogno di sentire che sei qui vicino, che non è solo un sogno e che sei proprio tu… >

Pochi minuti dopo, sciolsero l’abbraccio, e Naruto estrasse dallo zaino dei vestiti per lei e il suo quaderno di fiori pressati.

< Ho pensato ti avrebbe tirata su, eh, eh…> mormorò il biondo, passandosi una mano alla nuca.

 

I cancelli dell’arena si aprirono, stava per uscire qualcos’altro.

< Mettete i feriti dietro una barricata > disse Leon < Che sarebbe comodo se avessimo… >

< Ci penso io > rispose Aang, sollevando una barriera rocciosa parecchio spessa.

< Utile > commentò Spawn.

Dalle ombre cominciò ad avanzare una legione di scheletri avvolti da gabbie di metallo, armati di scudi con lame, spade e mannaie, che scricchiolavano ad ogni movimento; erano seguiti da almeno una dozzina di enormi ragni in pietra e lava, dietro ai quali caracollavano creature rettiloidi coperti di masse tumorali e occhi di troppo, insieme a una grande varietà di demoni armati di falci dalle varie fogge e rospi giganti dai dorsi coperti di cristalli di ghiaccio.

Dietro di esse incedevano a passi pesanti enormi creature, presto riconosciute da molti.

Sora vide i quattro Titani che sull’Olimpo gli avevano fatto dannare l’anima sul Monte Olimpo, Cloud riconobbe il battaglione delle numerose Weapon, e Tidus incontrò l’antico incubo evocato da Yevon: Der Richter.

L’ultima parte dell’armata veniva precedute dalle anime infernali, un tempo combattute da Sam, e da possenti dèmoni, tutti affrontati da Spawn nel corso della sua carriera.

Ma erano cinque di loro ad attrarre la sua attenzione.

Alternavano tratti segaligni, grassi e muscolosi, con enormi zanne e artigli e occhi da insetto; Spawn li riconobbe per il Violatore, il Vandalizzatore, il Vaporizzatore, il Brutalizzatore e il Vacillatore.

E se c’erano loro…

Dalle ombre uscì un’immane fiumana di tenebre, potente come una valanga di lava, che si compattò in una colossale forma demoniaca dal pelo rosso e dorato.

< Oh, no > mormorò Spawn.

< Lo conosci? > chiese Dante.

< Sì > rispose il Generale dell’Infenro < Quelo a cui ho fregato il posto, ma abbatterlo è stata una delle mie fatiche maggiori. >

La creaturà ruggì e digrignò i denti richiamando l’attenzione dei presenti e indicando Simmons.

< Portatemi la testa di Spawn! > ruggì Malebolgia.

 

 

 

Fine capitolo, ma su richiesta di Ninja, ecco alcuni spoiler su Avatar, la terza stagione mai trasmessa in Italia.

ATTENZZZIONE, SPOILER!

 

Dopo lo scontro con Azula a Ba-Sing-Se, Aang finisce in coma per alcune settimane, al termine delle quali ha i capelli.

Decidono di infiltrarsi nella Nazione del Fuoco per poter cominciare un’invasione, e Sokka si fa istruire da uno spadaccino di nome Piandao, membro del misterioso Loto Bianco (l’organizzazione di Iroh).

Dopo un capitolo di stampo comico ad una spiaggia…

Azula: eh, cosa credete, anch’io ho avuto una brutta infanzia… la mia stessa madre di riteneva un mostro. Aveva ragione, ovviamente, ma fa male lo stesso.

… Aang viene a conoscenza del passato dell’Avatar Roku, e dell’origine della guerra, mentre il gruppo viene inseguito da un sicario ingaggiato da Zuko, che Sokka chiama “L’Uomo-Luccichio-Luccichio-Boom”, salvo poi ribattezzarlo con un ben più figo “Uomo Combustione”.

Prima dell’invasione Aang è totalmente allucinato, sognando, nell’ordine:

Ø      Di perdere i pantaloni davanti ad Ozai.

Ø      Che Ozai lo interroghi in matematica.

Ø      Ozai a cavallo di una ippo-mucca alata che sputa fuoco.

Ø      Appa e Momo che combattono stile “La Tigre e il Dragone”, con Guru Pathik che fa un numero musicale sui chakra.

 

All’invasione, i popoli che si oppongono alla Nazione del Fuoco vengono quasi interamente imprigionati, mentre Azula tortura Sokka (psicologicamente) raccontandogli di come si è divertita a torturare Suki (fisicamente).

Già, Azula è CATTIVA, lo sappiamo tutti.

Dopo l’invasione, Zuko passa col Team Avatar, e l’Uomo Combustione viene… terminato.

Ah, già, l’Uomo Combustione ha gli Automail e spara raggi laser della morte dal terzo occhio.

Zuko e Aang apprendono il Dominio del Fuoco perfetto da due dragoni, Sokka libera suo padre e Suki da un super-carcere della Nazione del Fuoco, Zuko aiuta Katara a vendicare sua madre, assistono ad una deprimente opera teatrale sulla Leggenda di Aang (chiamata, ironicamente, come il primissimo episodio, il Ragazzo nell’Iceberg), e Aang sparisce… proprio al confronto finale contro Ozai!

Infatti, sta per passare la Cometa di Sozin, che fa bruciare il Chi dei Dominatori del Fuoco come mille soli, aumentando i loro poteri, e Ozai ha costruito una flotta di aeronavi equipaggiata di Firebender, per bruciare del tutto il Regno della Terra, da poco conquistato.

Intanto, appare il Loto Bianco: Jeong Jeong (primo Maestro del Dominio del Fuoco per Aang e il migliore quanto a controllo), quell’obeso di Iroh (che mentre era rinchiuso ha trasformato la trippa in muscoli, e se contiamo che somigliava a Galeazzi, capirete la trasformazione), Pakku (ora sposato con la nonna di Katara), Piandao (il maestro di Sokka) e Bumi (amico d’infanzia di Aang, psicopatico scivolomane e spostatore di montagne part-time); e questi vecchiacci da soli se ne vanno a liberare Ba-Sing-Se, riuscendoci con una facilità imbarazzante.

Zuko e Katara sconfigonno Azula, mentre Toph, Suki e Sokka mettono fuori uso le navi, e Aang confronta Ozai..

Aang: non dobbiamo combattere. Tu hai il potere di fermare tutto questo.

Ozai: sì… io HO  il potere. Ora… ho tutto il potere DEL MONDO!

Segue un duro scontro, al termine dei quali Aang sconfigge Ozai usando tutti i quattro elementi assieme e strappandogli il Chi dal corpo, impedendogli di usare di nuovo il Dominio del Fuoco.

E vissero tutti felici e contenti, finchè io non li ho presi per inserirli in questo giochetto sadico.

 

Ed ecco i dati sulle ragazze!

 

Ø      Tifa Lockheart, da Final Fantasy VII, artista marziale e nota popputa dotata di sesta abbondante. Nel gioco dimostra più volte la sua forza, e nel film sequel sconfigge (quasi) un potente bestione di nome Loz , un concentrato di pura forza fisica che riesce però ad atterrarla.

Ø      Rinoa Heartilly è l’eroina di Final Fantasy VIII, una potente strega capace di volare e abile in ogni tipo di magia; l’unica capace di fare una breccia nel cuore legnoso di Squall l’Emo. Possiede una cagnolina di nome Sant’Angelo da Roma, piuttosto inutile ai fini della storia.

Ø      Yuffie Kisaragi, una ninja sempre da Final Fantasy VII; ha una fobia per gli insetti e soffre il mal d’aria, inoltre è cotta dal tenebroso pistolero Vincenzo Valentino. Ed è piatta.

Ø      Hinata Hyuuga è probabilmente una delle ragazze più pucciose mai apparse in uno shonen; è cotta del protagonista biondo, Naruto, da quando aveva tre anni, ma la sua timidezza, unita al severo ambiente famigliare, le ha impedito di dichiararsi fino al momento della sua quasi-morte.

Ø      Matsuri è l’allieva di Gaara, la sua prima e unica, nonché la quarta persona in tutto il mondo a vederlo come una persona e non come lo Spirito del Tanuki; il loro rapporto è ben più stretto di quello tra normale maestro e normale allieva.

Ø      Tenten è una compagna di squadra di Neji Hyuuga, specializzata nell’uso delle armi e nel combattimento; nonostante si senta attratta da molti ragazzi, si tiene in realtà tutta stretta per Neji.

Ø      Sakura Haruno ha un rapporto complicato con l’ex compagno di squadra Sasuke Uchiha, un po’ incrinato dal fatto che l’ha stordita con un taglio alla nuca, abbandonandola al freddo e al gelo. Sembra tuttavia provare ancora qualcosa per lei.

Ø      Lady, il cui vero nome è Mary, è la figlia di un pretaccio psicopatico che ha cercato di conquistare il mondo; Dante e Vergil l’hanno dovuto uccidere, e Lady ora divide il tempo tra shopping, caccia al dèmone e sbolognare a Dante il lavoro peggiore.

Ø      Kyrie è l’unica ragazza di devil May Cry a non vestirsi in maniera provocante; in effetti, i suoi vestiti sembrano ripescati da due secoli e mezoz fa, ma ciò non le impedisce di sfoggiare una quinta; è innamorata di Nero da anni, e l’occasione di dichiararsi è venuta con l’inizio di un terribile complotto di una specie di versione tamarra della Chiesa di Satana.

Ø      Seras Victoria è un’ex-poliziotta, ora vampira. Ha conosciuto Alucard durante una missione per accoppare un vampiro, e durante la stessa missione è morta. Essendo lei vergine, Alucard l’ha vampirizzata, e ora sembra tenere particolarmente a lei. Voci non confermate dicono che potrebbe essere la reincarnazione della donna amata da Vlad quando era in vita.

Ø      Winry Rockbell è un’amica d’infanzia di Edward Elric, nonché la sua meccanica personale quando bisogna aggiustargli le protesi. Il loro rapporto è complicato, tra lui che le urla dietro e lei che gli tira le chiavi inglesi inseguendolo con una motosega, e il problema del portale dimensionale ha solo peggiorato le cose.

Ø      Boa Hancock è universalmente considerata la donna più bella del suo mondo; cinica e sprezzante, anche a causa del suo passato obbrobrioso, ha maturato un amore ossessivo-compulsivo nei confronti di Rufy, arrivando a rischiare di tutto per essergli d’aiuto. Purtroppo lui è troppo scemo e finora non si è reso conto dell’amore della ragazza.

Ø      Kagome Higurashi è una ragazza del nostro tempo, rimasta catapultata nel Periodo Sengoku, il Medioevo nipponico; li, dopo una lunga serie di avventure, si è sposata col mezzodemone Inuyasha, che però lei continua a maltrattare.

Ø      Sango è una sterminatrice di dèmoni che combatte con un enorme boomerang, l’Hiraikotsu; il rapporto tra lei e Miroku è complicato dal suo essere un maniaco allupato senza speranza.

Ø      Yuna è una Evocatrice e cacciatrice di tesori part-time; Tidus l’ha conosciuta quando la sua utilità in battaglia, non fosse stato per gli Eoni, erano riconducibili a quella di un ano senza buco. Nel sequel di Final Fantasy X, è diventata una specie di Trinità di Matrix vestita da soubrette, e ha fondato con sua cugina Rikku e l’amica Paine i Gabbiani, aka le YRP, aka le Tidus’ Angels.

Ø      Rikku è la cugina di Yuna, ex (o magari no) di Gippal, vestita come una prostituta brasiliana. Combatte con coltelli e tirapugni, sembra essere una brava meccanica e lei e Gippal litigano sempre.

Ø      Kairi è un’amica (e qualcosa di più) di Sora; è caduta dal cielo con una pioggia di meteoriti, ed è stata rapita da due versioni della stessa persona. Di recente ha guadagnato un Keyblade, ma molti fan la odiano proprio perché così, sbarazzandosi dell’inutilità, loro non hanno più scuse per insultarla.

Ø      Kitty Jhones è la coprotagonista della Trilogia di Bartimeus, insieme al mago e al jinn; soltanto grazie a lei Mandrake ha potuto passare da bastardo politicante senza scrupoli a salvatore del mondo; le ultime parole del mago sono state per lei.

Ø      Rose è una compagnia di scuola di Jake, e ha tentato più volte di assassinarlo con lo pseudonimo di Cacciatrice, membra di una gilda di distruttori di creature magiche. Con la sconfitta dei Cacciatori e del Drago Nero, si sono messi insieme senza riserve.

Ø      Lina Inverse si autodefinisce la maga-genio, ma è più nota per il suo seno piatto e il pessimo carattere. Lei e Gourry si sono baciati in una meta-dimensione dalla natura ben chiara, salvo poi scordarsi dell’accaduto. La cosa si è conclusa in un pestaggio ai danni del biondo.

Ø      Amelia Will Tesla Saillune è la principessa del Regno di Saillune, e una fanatica della Giustizia, talmente fissata che i suoi discorsi farebbero venire il diabete anche a Sailor Moon. Una delle poche persone a non giudicare le sembianze grottesche di Zel.

Ø      Angela è un angelo, letteralmente; incaricata originariamente di trucidare Spawn, si è poi unita a lui nella lotta con Malebolgia, creando un rapporto di odio-rispetto-amore, non ben definito.

Ø      Jewelry Bonney è una delle Undici Supernove; ha il potere di invecchiare o ringiovanire temporaneamente sé stessa e gli altri, ma ora come ora, in un sacco di agalmatolite, non è che le serva a molto.

Ø      Garnet Ti Alexandros Nummericordochennumero, affettuosamente detta Daga (affettuosissimo chiamarti come un’arma da assassinio lercio e squergio), da Final Fantasy IX; principessa con gli attributi, è scappata dalla madre adottiva per mettersi con un branco di fenomeni da baraccone.

Ø      Anna Kyoyama è la ragazza che mena degli Articolo 31; il povero Yoh viene da lei brutalmente maltrattato, tanto a sviluppare una fobia per questa ragazza e la sua micidiale collana di perle hippy. Lei sostiene di voler sposare Yoh solo per diventare la moglie del re degli Sciamani (io se questo fosse il mio movente non me ne vanterei), ma in realtà c’è altro.

Ø      Jaina Proudmoore, leader della Nuova Nazione degli Umani, ha avuto una lunga e tormentata storia con Arthas Menethil, che si è conclusa qualche anno fa ed è crollata in un abisso profondo quando lui è divenuto l’incarnazione della più nera morte vivente; sembra ancora provare qualcosa per lui.

Ø      La moglie di Kratos, a cui la Capcom non si è degnata di dare un nome, in mezzo a queste fenomenesse da baraccone è solo una pacifica donna dell’antica Grecia, trucidata dallo stesso Kratos in un momento di follia omicida (o di sbornia aggressiva, fate voi).

Ø      Caiera Oldstrong, detta l’Impetuosa, è un mostro sacro, è stata capace di far sputare sangue allo Sfregio Verde con un cartone ben piazzato negli addominali; e tenete conto che era un cartone di Bambi, quindi anche abbastanza moscio. Miii, che freddura del cavolo.

Ø      Mary Jane Watson Parker, un amore puro ed eterno tanto grande che Mefistofele, pur di vederlo a pezzi, si è addirittura offerto di salvare zia May in cambio della possibilità di nullificare il passato di Spidey, che si è trovato così ad affrontare un Goblin potente come non mai, e tutto da solo.

Ø      Velvet è tutto tranne che una ragazza facile, nonostante lo stile suggerisca il contrario; ragazza e moglie di Overlord, da cui ha anche avuto un figlio, Overlad.

Ø      Keira è un’appassionata di meccanica, e ha avuto un lungo addestramento per diventare una saggia dell’Eco. Dopo sei videogiochi, è finalmente riuscita a mettersi col ragazzo dei suoi sogni, Jak detto Rambo.

Ø      Katara è una maestra del Dominio dell’Acqua, tanto brava che può farti esplodere il sangue semplicemente sfregando le mani, volendo. Questo spiega il sistema d’ingabbiamento usato dai rapitori, ai limiti del sadomaso più assurdo.

Ø      Kaname Chidori è un’altra ragazza che mena, ma anche tanto; il nostro Sosuke (uno che se gli mozzi un braccio se lo incolla con una sua personale miscela di moccio, spago da arrosto, abbondante cccolla vinilica e acqua, per citare Giovanni Muchacha, e nel frattempo che quello si asciuga lui ti maciulla brandeggiando un kalashnikov come Suor Germana col Mocho Vileda), trema al solo vedere il suo terribile ventaglio bianco (aka Harisen).

Ø      Andi è una dolce ragazza che, insieme ai suoi amici, combina scherzi bastardi al suo capo al centro commerciale del fai-da-te. È rimasta un po’ scombussolata quando ha saputo che Sammy lavorava per il Diavolo, ancora di più nel sapere che il datore di lavoro è suo padre!

Ø      Marrow è una dolcissima ex X-woman con una discreta propensione per l’umorismo da macelleria; ce l’ha su a morte con i non-mutanti perché ritiene che le abbiano rovinato la vita. E in effetti è vero.

Ø      Shadowcat sa passare attraverso i muri, e ha avuto una relazione con Kurt Wagner, finita quando lei è stata sparata al centro di un pianeta alieno.

Ø      Ada Wong è un’affascinante spia cinese che ha più volte fregato Leon per soddisfare le brame di potere di Wesker, ma ha sempre cercato di non farlo ammazzare; ora che Wesker è morto (forse) lei è disoccupata.

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