Andael, sotto antiche foreste e cieli stellati di La Matta (/viewuser.php?uid=40389)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Romanticherie ***
Capitolo 2: *** Un incantesimo fa tacere Andael, mentre Boromir dà chiari segni di follia ***
Capitolo 3: *** Ma sono invisibile??? ***
Capitolo 4: *** Coraggio ragazzi, lo so che è difficile ***
Capitolo 5: *** La foresta incanta ***
Capitolo 6: *** Non vedo l'ora di tornare in guerra ***
Capitolo 7: *** Orc-watching ***
Capitolo 8: *** Un consiglio e tre minuti ***
Capitolo 9: *** I tre minuti e qualche discorso serio ***
Capitolo 10: *** Serietà... per un mezzo paragrafo ***
Capitolo 11: *** Pausa di riflessione ***
Capitolo 12: *** Un Anello per... ***
Capitolo 13: *** Armi e bagagli ***
Capitolo 14: *** Joy ***
Capitolo 15: *** Navigantes ***
Capitolo 16: *** Amnesie fasulle ***
Capitolo 17: *** I Guadi dell'Isen e i Guai di Spiritylla ***
Capitolo 18: *** Spiritylla va in battaglia ***
Capitolo 19: *** Intermezzo di metafanfic ***
Capitolo 20: *** Accozzaglia di scemi ***
Capitolo 21: *** Un sacco di Orchi. Tutti armati ***
Capitolo 22: *** La Moneta ***
Capitolo 23: *** Il corno di Gondor ***
Capitolo 24: *** E' successo per davvero? ***
Capitolo 25: *** La Compagnia si divide ***
Capitolo 1 *** Romanticherie ***
andael2-1
Cronache di Andael
Andael: sotto antiche foreste e
cieli stellati
Piccola intro:
Lo so, sembrano passati anni
dall’ultima volta che ci siamo degnati di abbassare gli occhi sulle avventure
della Compagnia, e invece non è successo niente. Beh, a parte che sono usciti
da Moria, che hanno pianto tutte le lacrime che avevano, che Andael non ha
ancora capito cosa Ikar intendesse dire prima di andare addosso al Balrog, che
Konstantin e Boromir continuano a non stare insieme pur facendo l’amore ogni
minuti libero, che Aragorn ha finalmente preso in mano le redini della
spedizione e che tanti altri interessanti casi patologic… ehm, volevo dire
personaggi ora sono pronti ad entrare nella nostra storia! Che stiamo
aspettando? Cominciamo!
CAPITOLO PRIMO
ROMANTICHERIE
(15 gennaio 3019, Mirolago)
- Allora?
Adesso che strada prendiamo?- chiese Frodo, grattandosi il mento, perplesso
-
Riposiamo qualche ora. Quando saranno calate le tenebre (così, anche se degli
Orchetti ci seguissero, sarebbe più difficile seguire le nostre tracce)
ripartiremo in fretta.- rispose Aragorn, senza però precisare per dove. C’era
un problema, per la tappa seguente
- Ci
accampiamo qui.- concluse Legolas, che presentiva il problema della riga
precedente.
Aver
perso Gandalf e Ikar aveva provato la compagnia nel profondo, ovviamente, ma
tutti, Hobbit esclusi, presentivano nel loro animo che… beh, se ve lo dico
adesso, dove finisce la sorpresa?
Così, in
relativo silenzio, i Compagni allestirono un rapido accampamento, s’infilarono
nei sacchi a pelo, si diedero una sbrigativa buonanotte e precipitarono nel
sonno più profondo. Circa.
Una mano
biancastra uscì da sotto le coperte di Konstantin, fino a chiudersi sul braccio
di Boromir.
-
Boromir… sei sveglio?- mormorò la voce della ragazza
- Adesso sì.-
borbottò l’uomo – Che succede?-
- Noi due
dobbiamo parlare.-
- Adesso?
In piena notte?-
- Senti,
Gandalf è caduto nel baratro e Ikar con lui. Adesso sono l’unica ragazza nella
compagnia. Ho bisogno di qualcuno con cui parlare. Ringrazia che siamo in guerra,
altrimenti dovresti darmi anche consigli su che vestito mettere.-
- Ma
facciamo sesso o sono diventato la tua miglior amica?-
- Stai
zitto e vieni con me. Altrimenti attacco con la storia della mia prima
mestruazione. E se quella non ti sottomette, comincio a raccontare cosa succede
di notte, quando mi lasciate da sola con mio marito. E non sarebbe lusinghiero
nei confronti di tuo padre.-
- Va
bene. Vengo.-
In
silenzio, quindi, per non svegliare gli altri e per non dare ulteriori
spiegazioni, Konstantin e Boromir si allontanarono, verso le rive del Mirolago,
del profondo Kheled-zaram, come lo chiamavano i Nani e
come lo chiameranno ancora, almeno spero. Altrimenti mi devo aggiornare un po’
meglio!
Seduti
sulla riva del lago, Konstantin e Boromir si guardarono per qualche minuto,
senza parlare. Lo so che richiede un grande sforzo d’immaginazione, ma
provateci: Konstantin muta. E’ un sogno bellissimo.
- Stiamo
bene insieme.- sparò la ragazza, a bruciapelo – Sono tre giorni che facciamo
sesso e sono arrivata alla conclusione che… che stiamo bene, insieme.-
- Cosa?-
fece Boromir, sorpreso – avevo capito che non ne avremmo parlato.-
- Sì, ma
io non ce la faccio. Finché facevamo finta di essere amici e basta, mi andava
anche bene. Ma adesso! Cioè, ci baciamo, ci siamo visti nudi, ci prendiamo
vicendevolmente in giro e ci imboschiamo di continuo… perché non siamo
fidanzati, allora?-
- Dèi,
Connie, non cominciare ad essere profonda… non ti reggo, quando fai la persona
matura!- Boromir prese la mano della ragazza – Ascolta. Noi… noi non siamo
innamorati. E’ solo che abbiamo bisogno di non essere soli, in questo momento.
Tu sei sposata. Punto. Il fatto che tuo marito sia anche mio padre è
un’ulteriore aggravante.-
- Fammi
capire. Intendi dire che quando la guerra sarà finita, e torneremo a Minas
Tirith, io sarò bella e felice con la mia dolce metà e tu andrai in giro per
strada a cercarti una ragazza?-
- Credo
di sì.-
- Allora
è tutto uno schifo.- Konstantin si prese la testa fra le mani, sospirando – Ti
rendi conto che sto cercando di fare la persona seria? Non faccio mai la
persona seria. Non sono una persona seria, IO. Eppure sto provando a… lascia
stare, dai. Torna a dormire.-
Boromir
guardò la ragazza (mio Dio, questa era
una fic comica, un tempo… perché stiamo scivolando verso il romantico? I miei
lettori mi malediranno…).
Era
difficile, maledettamente difficile.
Non si sa
cosa, ma era difficile.
- Ricordi
il tuo matrimonio? (se qualcuno non se lo
ricorda, vi conviene andare a rileggervi il flash-back del cap. 19)- chiese
l’uomo, accarezzando i capelli di Konstantin
-
Difficile dimenticarlo.- sbottò lei, incrociando le braccia davanti al petto
- Sei
caduta nella fontana. Splash. E hai detto qualcosa come “Sai cosa faresti, se fossi una persona normale?”-
- “Verresti in acqua con me. E la smetteresti di fare la pigna in culo. Ti
divertiresti e non passeresti la vita a deprimerti”- completò Konstantin
- E io me
ne sono andato. Non ho risposto.-
- E con
questo?-
- Chiudi
gli occhi e fidati.-
La
giovane sorrise, non era proprio capace a starsene imbronciata dopotutto, e
obbedì.
Boromir
si alzò in piedi e la prese in braccio
- Stai
ferma, eh. Non dire niente, non fare niente.- le disse
- Va
bene.- fece lei – Ti assecondo. Ma guarda che…-
Non
riuscì a finire la frase, perché venne poco gentilmente fatta cadere nelle
fredde acque del Mirolago, proprio sotto la stele che indicava dove Durin
aveva, molto ma molto tempo prima, guardato nel Lago. Non che avesse visto un
granché, figuriamoci, solo qualche pesce solitario e molto muschio di un sano
color verde.
Se
l’antico Nano avesse potuto guardare di nuovo nello stesso punto del lago, ora
avrebbe visto due persone, una abbracciata all’altra, che ridevano e, molto
seriamente parlando, si facevano i dispetti.
Ovviamente,
essendo gennaio, tutti converranno con me nel dire che non era stata proprio
un’ottima idea, ma non dobbiamo dimenticare che il Mirolago era un lago un po’
speciale, dotato di una sua personalità un po’ come il Caradhras, solo in una
maniera molto più simpatica. Detta semplice, azionò lo scaldabagno. Detta
semplice.
- Sei un
deficiente.- rise Konstantin, ma comunque dopo baciò il deficiente, quindi
l’idea a lei era piaciuta. Davvero parecchio – Dovremmo andare in missione più
spesso.-
- La
prossima volta diciamo a tutti che l’Oscuro Signore è tornato e ci facciamo
mandare di nuovo a distruggere l’Anello. Che ne dici?-
- Mi
piace!-
I due si
baciarono, tenendosi le mani, sotto la superficie dell’acqua.
E fu
allora che Konstantin disse la cosa più stupida che potesse dire.
- Ti
amo.-
FINE CAPITOLO PRIMO
La Coda
Ed eccomi
di nuovo qui, gioiosa, un po’ folle, sempre piena di buone intenzioni!!
Non c’è
molto da dire, quindi passiamo direttamente ai ringraziamenti!!
La Ginestra: grazie, grazie tante! Sono
felice che la mia mastodontica opera (??) storicamente non attendibile venga
apprezzata! Un bacio!
Evening_star:
l’ego di Charanna saltella in giro per la stanza, canticchiando “l’avevo detto,
sono sempre la migliore”. Grazie tante e spero di non farti pentire di questa
prima buona impressione!
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Capitolo 2 *** Un incantesimo fa tacere Andael, mentre Boromir dà chiari segni di follia ***
and2-2
CAPITOLO SECONDO
UN INCANTESIMO FA
TACERE ANDAEL, MENTRE BOROMIR DA’ CHIARI SEGNI DI FOLLIA.
- Ma sì,
vi assicuro che è andata così!- Boromir stava cercando di spiegare agli altri
Compagni come mai lui e Konstantin fossero scomparsi nel cuore della notte, per
riapparire bagnati fradici qualche ora dopo – diglielo anche tu, Konstantin.-
La
ragazza sospirò
- Sono
caduta nel lago e Boromir è venuto a darmi una mano. Non c’è niente di
romantico in tutto questo. E se voi tutti non aveste il sonno così pesante, ve
ne sareste accorti.-
- Mah. Se
lo dici tu.- fece Vanamir, poco convinto
- Allora,
partiamo?- li interruppe Gimli, guadagnandosi tutte le benedizioni della
ragazza
- Sì.
Partiamo.- gli rispose Aragorn – Andiamo a Lothlòrien.-
- Gran
bella foresta.- commentò Legolas, fiero, salvo poi realizzare – Non è che ci
sarà anche Charanna, vero?-
Aragorn
annuì, tetro
- Sì. Ci
sarà anche lei.-
- Mi
piace!- Konstantin fece un saltello – Non vedo l’ora di riabbracciarla! Almeno
compensa la presenza di quell’altra stronz…-
-
Konstantin!- Legolas tirò la coda della ragazza, facendola tacere – Per i
Valar, come minimo fingi di portare
rispetto!-
La
giovane liquidò il discorso con un cenno della mano (mano con cui, fra
parentesi, rischiò di cavare un occhio a Gimli, ma questo è un altro discorso)
e si voltò verso Andael
- Sei mai
stato a Lothlòrien?- gli chiese, cercando di farlo parlare.
Lui
tacque. Da quando Ikar era caduta col Balrog, non aveva più aperto bocca
-
Coraggio – gli sorrise Konstantin, poggiandogli una mano sulla spalla – dì
qualcosa…-
Gli occhi
di Andael s’illuminarono. Prese un rametto e scrisse qualcosa a terra. Almeno,
l’idea era quella. Peccato che il rametto fosse ancora attaccato ad un robusto
albero centenario, che lo rivolle indietro. Il ramo saltò via dalle mani di
Andael e andò a colpire la nuca di Sam.
Konstantin
cercò di aiutare l’apprendista di Saruman, ma non l’avesse mai fatto!
La
ragazza non riuscì ad afferrare il ramo volante ma inciampò in una radice
(quell’albero centenario doveva averli presi in antipatia!) e cadde addosso a
Frodo, che stava rimirando il Mirolago e che, ovviamente, rischiò di caderci
dentro.
Legolas
riuscì all’ultimo istante ad afferrare il Portatore, prima che uno degli
incantesimi di Andael creasse una sottile nebbiolina fluorescente, dove
comparvero le parole “La
Compagnia è QUI”. Aragorn sospirò. Tanto, aveva già da tempo
rinunciato all’idea di proseguire la missione nella più totale segretezza… non
c’erano speranze.
Dissipata
la nebbiolina, Andael prese un altro ramo (stavolta non attaccato all’albero) e
tracciò per terra un paio di parole
“Incantesimo
Bloccalingua. Non posso parlare.”
- E noi
che ci possiamo fare?- sbottò Gimli – ripartiamo e l’incantesimo passerà da
solo.-
- Ma come
hai fatto?- chiese Vanamir, ridendo
“Preparavo
colazione. Mancava sale. Ho cercato di evocarne un po’.”
- E’ un
po’ scemo, povero ragazzo.- intervenne Aragorn – ma adesso è tempo di
ripartire. Quindi, armi in spalla e seguitemi!-
Ovviamente,
nessuno era pronto per partire, escluso Legolas che già da un po’ predicava che
erano in ritardo sulla tabella di marcia
- Siete
la disorganizzazione più assoluta.- sbottò Gimli, raccogliendo da terra il suo
bagaglio e fingendo di essere pronto ormai da ore
- Un
attimo e siamo pronti.- sorrise Konstantin, angelica.
Tre
quarti d’ora dopo, la
Compagnia partì, verso la foresta di Lothlòrien.
(16 gennaio 3019, strada per
Lothlòrien, seguite i cartelli gialli, per favore)
Mentre
Andael tentava di operare un incantesimo senza parlare (cosa molto difficile,
essendo che gli incantesimi con soli gesti sono universalmente più difficili di
quelli supportati anche da formule magiche), e creava quindi svariati incidenti
di percorso dei quali la
Compagnia intera avrebbe fatto volentieri a meno (cito: la
caduta dal cielo di una grossa mela e conseguente attacco del verme gigante che
dimorava al suo interno, una pioggia appiccicaticcia sulla quale i compagni non
vollero interrogarsi eccessivamente, una lunga deviazione dovuta
all’apparizione di un branco di porcelli carnivori determinati a mangiare
Gimli, l’attacco di un gruppo di ninja teletrasportati da chissà che universo
parallelo… bisogna ringraziare solo l’incalcolabile magnanimità dei Valar, se la Compagnia sopravisse al
viaggio!), Konstantin un po’ chiacchierò con Vanamir, ma dovette allontanarsi
da lui per lasciarlo escogitare in pace chissà che scherzo ai danni di Aragorn.
Allora provò a parlare con Legolas e Gimli, ma questi dovettero accorrere in
soccorso del Ramingo allorché il suo mantello esplose e qualcuno gli tirò
addosso centinaia di piccole bacche scure, perfette per macchiare
indelebilmente i vestiti (Arwen l’avrebbe ammazzato). Infine, dato che
rivolgersi agli Hobbit le pareva davvero troppo umiliante, la ragazza si voltò
verso Boromir
- Ma sei
incazzato con me?- gli chiese.
L’uomo
scosse la testa. Senza guardarla. A Konstantin, mica alla sua testa.
Perdonatemi,
queste ambiguità grammaticali saranno la mia fine.
- Allora
perché non parli con me?-
- Un
nemico è appostato fra quelle piante!- improvvisò Boromir, estraendo la spada e
lanciandosi con grande fervore bellico contro un innocuo cespuglio.
- Un
nemico?- Konstantin allungò il collo, guardando verso le foglie, che
turbinavano, recise dalla poco caritatevole spadona di Boromir (nessun
riferimento sconcio, prego)
Ma l’uomo
non le rispose, anzi, continuò a combattere contro il nemico immaginario finché
la ragazza non si allontanò, perplessa.
- Che sta
facendo il cugino?- le chiese Vanamir
- Non lo
so. Mi sa che gli ha dato di volta il cervello.-
-
Poverino.- Konstantin scosse la testa
- Mi
togli una curiosità?- le domandò Vanamir
- Se
posso.-
- Ma
state insieme?-
La
ragazza sospirò, grattandosi la nuca – Ti giuro che non l’ho capito neppure io.
Ed è imbarazzante. Insomma, è lì, prima mi guarda, poi non mi parla più. Poi
facciamo sesso, poi mi dice di non fare discorsi seri, sottolinea che sono
sposata con… beh, lo sappiamo benissimo con chi, poi… e poi mi butta nel
Mirolago. E adesso impazzisce. Va’ che è proprio un ragazzo strano, eh.-
- Credo
che mio padre l’abbia fatto cadere un po’ troppe volte, quand’era piccolo (o
forse era Faramir, quello che faceva cadere… ah, no. Faramir lo facevo cadere
io. Manomettevo la culla: papà era molto fiero di me!). Adesso si vedono i
risultati. Povero cugino.-
- Siete
una famiglia strana.- fece notare Konstantin, con il tatto che tutto il mondo
le invidiava
-
Parecchio. Poi, quando mamma e zia erano ancora fra noi… beh…-
FINE
CAPITOLO SECONDO
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Capitolo 3 *** Ma sono invisibile??? ***
and2-3
CAPITOLO TERZO
MA SONO
INVISIBILE???
Flash-back (di Vanamir,
il
flash-back. Lo
riprendiamo dal capitolo secondo!)
Casa dolce casa.
(Aprile 2986, Minas Tirith)
- Amore?
Dove hai messo il bambino?-
La
classica domanda che tutti i genitori devono porre, un giorno o l’altro.
- Ma non
lo so, tesoro. Forse l’ho lasciato a tua sorella!-
- Radan,
cerca di ricordare! Non puoi perderti Vanamir ogni volta che vi lascio da
soli!-
- Non
eravamo da soli, cucciolina. Eravamo io, lui e una bottiglia di birra!-
Alaila,
sorella minore di Finduilas, strillò
- Non mi
piace che tu beva davanti al bambino!-
- Ma
ovvio che non lo faccio, tesoruccio mio. Ho offerto un po’ di birra anche a
lui!-
- RADAN!-
- Che
c’è?! Quando avevo la sua età, io bevevo già ogni sorta di… lascia stare.-
- Ma ha
solo sette anni, misericordia! Dovresti avere almeno la decenza di… oh, fra te
e nostro cognato, io davvero non so più dove sbattere la testa! Te lo dico io,
un giorno quello impazzisce e ci ammazza tutti. Bum. Fuoco e fiamme.-
Radan
diede un colpetto alla testolina della moglie
- Certo,
cara, certo.-
Con un
sospiro, Alaila guardò il compagno, sorridendo. Aveva già dimenticato la lunga
e diligente predica che desiderava fargli. Beh, a dirla tutta, aveva anche
dimenticato il problema.
- Tesoro,
di cosa stavamo parlando?- chiese, perplessa
- Del
fatto che nostro figlio è scomparso ancora.-
Alaila
stava per strillare di nuovo, quando abbassò lo sguardo sul cortile
sottostante.
- Oh, che
sciocchi che siamo! I bambini sono qui sotto, stanno giocando!-
Di sotto,
la scena che dal terzo piano poteva apparire simpatica ed equilibrata appariva
per quello che era: il delirio di tre ragazzini.
Vanamir,
di sette anni, aveva riempito di colla l’elmo di suo cugino più grande, che ora
lo inseguiva brandendo una spada di legno, con tutte le intenzioni di
picchiarlo a sangue.
Solo che
è universalmente risaputo che è difficile correre senza vederci un tubo (ed è
conoscenza comunque che non si vede niente, con un elmo di qualche taglia più
grande incollato in testa), quindi Boromir andava a sbattere contro tutti i
pali e la maggior parte delle persone che si trovavano a passare per di là.
Suo
fratello minore, invece, correva in cerchio, con l’aria di divertirsi un mondo.
Cos’era
successo? Beh, semplice.
Per convincere
Faramir (che di anni ne aveva tre, povero piccolo!) a non andare a dire a mamma
e papà dello scherzo, Vanamir gli aveva detto che era iniziata una festività
molto importante e che Denethor aveva decretato che tutti i bambini sotto i
quattro anni dovevano correre in cerchio fino al tramonto.
E adesso
non dite che Vanamir non era un piccolo mostriciattolo perfido.
Circa
un’ora dopo, quell’animella candida della povera Finduilas, scendeva le scale
per andare a controllare che i bambini non facessero giochi pericolosi.
Ci mancò
poco che le venisse un infarto: Boromir aveva ancora l’elmo incollato in testa,
con la differenza che ora stava malmenando di santa ragione uno degli alberi,
convinto che si trattasse di suo cugino.
Faramir
invece si era arrampicato sull’orlo di un pozzo (sempre per la storia della
festività speciale), e chiamava con tutte le sue forze “signorina fata del
pozzo! Venga fuori, la festa non può cominciare senza di lei”.
Tutto
sorridente, sotto un albero, Vanamir se la rideva di gusto.
-
Bambini, cosa succede?- domandò Finduilas, dopo aver tolto Faramir dall’orlo
del pozzo per evitare che si facesse un bagno fuori programma e dopo aver
costretto Boromir a concludere le ostilità con l’albero.
- Non lo
so.- sorrise Vanamir, innocente
Finduilas
si prese la testa fra le mani: a lungo andare, quei bambini l’avrebbero fatta
diventare matta.
Fine flash-back
- Ora
capisco perché Boromir è impazzito.- disse Konstantin, quando Vanamir ebbe
concluso il proprio racconto di fiere imprese giovanili
- Eredità
genetica. Ora in famiglia siamo impazziti quasi tutti. Manca solo zio Denethor
e il cugino Faramir e poi siamo a posto. Giuro.-
Mentre
tutto questo accadeva, Legolas ed Aragorn cercavano (con molto impegno, bisogna
dirlo) di liberare la barba di Gimli da una palla di resina, che Andael aveva
evocato nel dubbio tentativo di annullare l’incantesimo Bloccalingua.
Ma,
nonostante tutti gli incidenti di percorso, bisognava proseguire…
Assieme a
lunghe discussioni, minestrine liofilizzate, incontri/scontri con elementi
grammaticali di dubbia utilità (sono tornati i soggetti sottointesi!!) e
sessioni di allenamento extra, la
Compagnia procedeva verso Lothlòrien.
A parte
Legolas, che saltellava davanti a tutti cogliendo margherite e canterellando
qualcosa riguardo Caras Galadhon e tanti altri Elfi simpatici (lavorate di
immaginazione, su, coraggio, potete farcela! Se vi rincuora, sappiate che il
principe di Bosco Atro era ridotto in quello stato a causa di un incantesimo
di… beh, non fate finta di non sapere di chi!), gli altri avevano il morale
sottoterra (o erano esausti per gli incantesimi di Andael e gli scherzi di
Vanamir, decidete voi quale versione si adatti meglio alla vostra
immaginazione!!)
Konstantin
stava verso la coda della Compagnia e cercava inutilmente di prendere Boromir
in disparte per continuare quel loro discorso piuttosto complicato.
Cosa
peraltro impossibile, dato che l’uomo sembrava perennemente impegnato.
Se non
stava parlando con Aragorn, stava minacciando il proprio cugino, se non stava
spiegando qualcosa agli Hobbit, stava ascoltando Legolas, e se non stava
facendo nulla delle quattro cose sopra, era praticamente sordo alle parole di
Konstantin, che saltellava avanti e indietro lungo il sentiero, cercando di
attirare l’attenzione.
-
Boromir!- lo chiamò ad un tratto – puoi fermarti un attimo e parlare con me?-
In tutta
risposta, l’uomo si finse grandemente impegnato in una conversazione
improvvisata con Gimli, che passava per di là.
Calava la
sera, e Konstantin cercò di nuovo di parlare con Boromir, ottenendo risultati
analoghi al primo tentativo, solo che stavolta l’uomo ripiegò su una sorta di
duello improvvisato con un cespuglio (un’altra volta? Ma sì, in fondo lo
sappiamo, che Boromir ha un’immaginazione assai scarsa…), intimando alla
ragazza di stare lontana dato che, dietro alle innocue foglie, si celava un
terribile nemico.
Era una
cosa abbastanza patetica, a dirla tutta.
E qui
(finalmente!) Konstantin comprese che Boromir non era affatto impazzito, ma che
stava facendo tutto quel casino solo per non parlare con lei.
Ed era
faticoso, eh.
Infatti
mezz’ora dopo gli toccò fingere (??) di litigare con Frodo riguardo l’Anello e,
durante la pausa per il pranzo, si imboscò per venti minuti soltanto per
evitare Konstantin.
Ora, nonostante
il suo usuale ottimismo ed il suo sorriso che raramente le veniva meno,
Konstantin stava cominciando a stufarsi, e sfogava i propri sentimenti parlando
con la pentola dove stava cucinando il pranzo.
-
Idiota.- borbottava, mescolando con grande rabbia la solita minestrina
liofilizzata (poveri compagni… che cos’hanno fatto per meritarsi una cuoca
così…) – La prossima volta ti lego ad un albero. Non esiste che adesso fai
finta che non esisto…-
- C’è
qualche problema?- le chiese Aragorn, sedendosi vicino a lei (anche per
controllare che non desse fuoco all’accampamento, presa com’era dal proprio
malumore e quindi totalmente disinteressata alla pentola di zuppa e,
soprattutto, al fuoco sotto di essa)
- Boromir
mi farà impazzire. Noi dobbiamo finire un certo discorso… e adesso non mi
parla. Che diavolo – la ragazza scagliò il cucchiaio di legno lontano da sé,
colpendo la testa di uno degli Hobbit – ho solo detto “ti amo”, maledizione!
Non mi sembra una cosa così grave. E adesso si comporta come se non mi
conoscesse!-
- Hai
provato a parlargliene?- chiese (stupidamente) Aragorn
- E’
proprio questo il problema!- Konstantin si alzò in piedi, visibilmente
incazzata – EHI TU!- gridò, voltandosi verso Boromir – DIMMI UN PO’: MA SONO
INVISIBILE??-
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Capitolo 4 *** Coraggio ragazzi, lo so che è difficile ***
andael2-4
CAPITOLO QUARTO
CORAGGIO, RAGAZZI,
LO SO CHE E’ DIFFICILE
(16 gennaio 3019, strada per
Lothlòrien. Sempre lì, siamo)
- No, non
sei invisibile, Konstantin.- le rispose Boromir, con un sospiro – Adesso, se tu
potessi abbassare la voce, non ci attireresti addosso tutti i nemici da qui a
cento miglia.-
- Anche
loro mi darebbero ragione!- protestò la giovane, mentre Aragorn si affaccendava
attorno alla pentola per evitare che la radura andasse a fuoco
- Non ti
sembra di esagerare, adesso?-
- Ah,
sono IO che esagero? Non tu che ti comporti come un ragazzino? Almeno IO sono
una persona coerente! Sono un’immatura e lo sono sempre stata: lo ero ieri, lo
sono oggi, lo sarò domani. Tu invece IERI facevi la persona seria e OGGI… oggi
fai la persona idiota!-
- Konstantin…-
- No, no,
no. Adesso tu mi lasci parlare, hai capito? Non puoi far finta che io non
esista. E’ troppo facile, ignorare il problema. E io sono il tuo problema. Chiaro? E’ da codardi far finta che il
problema non esista, e tu non sei un codardo. E se invece lo sei, beh, allora
dimmelo, che ti sequestro la spada e ti lascio come aiutante ai primi pastori
che incontriamo.-
-
Konstantin, hai la minima idea di cosa tu stia dicendo?-
-
Maledizione, Boromir, ti ho solo detto che ti amo! Misericordia, è tanto difficile
da capire? Com’è possibile che un’affermazione tanto comune possa darti tanti
problemi?-
- Ho
detto che ne parliamo DOPO.-
- Dopo
quando? Quando la guerra sarà finita? Quando saremo tutti morti? Quando pioverà
fuoco? Quando i pesci usciranno dall’acqua e parleranno? Quando ad Andael
riuscirà un incantesimo? Quando?-
In quel
momento, Boromir decise che era già abbastanza umiliante farsi gridare contro
da Konstantin di fronte a tutta la compagnia e che rispondendole peggiorava
solo la situazione. Con grande senso tattico, e facendo incazzare la ragazza
ancora di più, si allontanò quindi in direzione del vicino boschetto.
Konstantin
lo guardò per qualche secondo, a bocca aperta, senza riuscire ad emettere
suono, poi gridò:- MA IO A QUELLO LO AMMAZZO!-
(16 gennaio 3019, casa di Haldir)
- E’
incredibile quanta polvere si accumuli sulle mensole.-
Haldir
guardava Charanna passare nervosamente lo straccio sulle mensole, come se
stesse cercando di distruggere il legno, invece che di pulirlo.
Convivevano
da appena tre giorni. Tre. E Charanna aveva messo a soqquadro casa più o meno
sette volte, adducendo come scusa il fatto che “c’erano dei gatti di polvere grossi così”.
- Amore,
mi hanno spostato il turno. Io, Rùmil e Orophin usciamo con la pattuglia domani
sera, non domani mattina. Non è un problema per te, vero?-
- E poi
bisogna fare attenzione, perché ci sono certi gatti di polvere che manca solo
che catturino i topi e poi siamo sistemati. No, davvero, i topi potrebbero
estinguersi, se queste bestie si mettessero a cacciare.-
- Chary,
mi stai ascoltando?-
- Certo.
Mi preoccupano molto gli effetti collaterali della guerra dell’Anello. Sul
serio.-
Haldir
sospirò, guardando il soffitto. Perché aveva una fidanzata del genere in giro
per casa? Un tempo, quella casa era un luogo pacifico, quando ancora Charanna
non vi si era trasferita.
Prima che
la logorroica e polemica sorella minore di Sire Celeborn prendesse baracca e
burattini e si trasferisse dal proprio innamorato, Haldir, Rùmil e Orophin
vivevano nella massima tranquillità. La casa era uno sfacelo, ma almeno c’era
una certa quiete.
Nessun
battipanni isterico che malmenava coperte e cuscini, nessuna sessione di
pulizie di primavera in pieno invero, nessuna visita di messaggeri di corte che
chiedevano trafelati dove fosse finita lady Charanna, che da giorni non dava
notizie di sé, nessuna pozzanghera d’acqua sul pavimento, dove qualcuno aveva
cominciato a pulire e poi si era stufato a metà lavoro… e potrei continuare, ma
credo che non vi interessi.
- Amore,
domani sera potrei tornare piuttosto tardi. La cosa non ti stravolge, vero?-
- Cosa?
Ah.- Charanna era tornata sulla terra – Sì, beh, vai pure. Io pensavo di
passare dal fratellone per vedere come se la cavano senza di me. E poi una sera
dobbiamo invitarlo a cena, a lui e alla stronz… ehm, volevo dire, a sua moglie.
Hai presente, no?-
Haldir
scosse la testa, cercando di ignorare la propria compagna
- Bene.
Tesoro, io vado.-
- Bene.
Tesoro, vai.-
Haldir
afferrò Charanna per un braccio, tirandola verso di sé e baciandola sulle
labbra
- Non
distruggere casa mentre non ci sono. E non entrare in camera di Rùmil. Le
piantine hanno bisogno di… oh, no, non ho detto niente di nessuna piantina.-
- Amore,
cos’è che tuo fratello sta coltivando in camera sua?-
- Niente.
Assolutamente. Ti amo, e adesso devo scappare o arriverò tardi.-
Charanna
sorrise, alzando gli occhi al cielo
- Scappa.
Ti amo anch’io.-
Chiunque
l’avesse vista (e soprattutto sentita!) in quel momento avrebbe davvero
stentato a riconoscere in lei la giovane che, da secoli ormai, si agitava per
la reggia di Caras Galadhon, strillando contro tutti e arrabbiandosi per
qualunque cosa.
(16 gennaio 3019, pomeriggio tardo,
strada per… beh, lo sapete per dove)
La Compagnia aveva ripreso il proprio cammino.
Andael
era riuscito (per miracolo) a liberarsi dall’incantesimo Bloccalingua, e, per
rendere partecipi gli altri della sua gioia, si era messo a recitare un
poemetto sulla creazione del mondo. Poemetto che vantava circa seicento strofe
e che era misteriosamente impresso a fuoco nella mente dell’apprendista (non
tanto misteriosamente. A nove anni aveva provato ad evocare una palla di fuoco,
ma invece di leggere i propri appunti aveva letto una filastrocca che aveva
scritto a bordo pagina, col risultato che ora tre quarti delle opere poetiche
della Terra di Mezzo erano impresse indelebilmente nella sua memoria, tutte
mescolate fra di loro.).
Arrivato
alla dodicesima strofa, Gimli si voltò verso il ragazzo e lo folgorò con lo
sguardo
- Taci,
umano, oppure assaggerai il duro metallo della mia ascia.-
- Sarebbe
interessante!- esultò Andael – che gusto ha?-
Gimli
represse l’istinto di ammazzare seduta stante l’idiota, ma si morse la lingua,
se non altro perché Aragorn si girò indietro e gli lanciò uno sguardo
significativo.
-
Mantieni la calma.- sillabò il ramingo. Dopotutto, lui sapeva qualcosa su
Andael che agli altri, per il momento, era ancora nascosta…
- Andael,
vieni qui – lo chiamò Konstantin – Lascia stare i maschi, che non capiscono, e
vieni a recitare la poesia a me. A me piaceva, quella poesia.-
- Non
dire stupidaggini, Konstantin. Non può piacerti, quella poesia. Non piaceva a
nessuno.- sbottò Boromir, di malumore per chissà quale misterioso motivo.
- A me
sì.- controbatté la giovane, prendendo Andael sottobraccio – Forza,
ricomincia.-
Vanamir,
dietro a loro, scoppiò a ridere.
Era un
cugino geniale, dopotutto. E aveva capito tutto.
Perché
quando la pazienza e la costanza non vengono ripagate, a lungo andare, si può
diventare cattivi. E’ concesso da una qualche legge etica. Dopotutto, è anche
comprensibile, perché quando fa male il cuore, fa male anche tutto il resto. E
a nessuno piace soffrire.
FINE CAPITOLO QUARTO
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Capitolo 5 *** La foresta incanta ***
andael2-5
CAPITOLO QUINTO
LA FORESTA INCANTATA
(17 gennaio 3019, ormai a
Lothlòrien siamo quasi arrivati)
Mentre
Andael declamava le seicento strofe del suo poemetto, la Compagnia proseguiva il
suo viaggio. L’umore di Legolas migliorava ad ogni passo, e l’Elfo si era
lanciato ad elencare le bellezze della foresta di Lothlòrien.
Era
notte, ormai. Beh, a dirla tutta era notte dalle 10.00 del mattino, quando
Andael aveva tentato di disfare l’accampamento con un incantesimo e… mah, non
volete sapere i dettagli tecnici. Dico solo che c’entravano grandi nuvoloni
neri e un grosso PacMan intendo a divorare alberi. Il sole era praticamente
scappato.
-
Dovremmo averlo seminato.- disse Aragorn, voltandosi indietro per controllare
che il PacMan non li inseguisse. Non era tanto il PacMan il problema.
Quello
era il minimo. Il problema era stato l’incantesimo che Andael aveva evocato per
liberarsi di lui: aveva finito per evocare i quattro fantasmini del famoso gioco.
Avete
presente? Blinky, Pinky, Inky e Clyde?
Provate a ripeterne i
nomi sette volte e in fretta.
La strada
per Lothlòrien era ormai invasa dai cinque personaggi virtuali e i Compagni si
ritrovarono di fronte al Nimrodel, un fiume molto profondo ma molto, molto
bello.
Guadarono
dunque il fiume (dovettero ripescare gli Hobbit tre volte di seguito, dato che
Vanamir – ne sentivate la mancanza, vero?- non faceva altro che fingere che ci
fossero pesci mangiauomini nascosti dietro alle rocce) e poi persero tre ore e
mezza fra le nostalgiche storie di Legolas, la sua appassionata interpretazione
di una poesia (bella, eh, nulla da dire!) e l’ennesima disputa fra Konstantin e
Boromir (una lunga storia, che comprende la ragazza abbracciata troppo stretta
ad Andael e l’uomo preda di un violento scatto di gelosia).
Ormai
sotto l’ombra della foresta, Frodo avanzava assieme al resto dei compagni,
quando una voce femminile risuonò nella sua testa
“Allontanati
da qui….” Diceva. E poi, un’altra voce
“Assolutamente
no”
“Senti,
sono occupata!”
“Devo
parlarti. Non fare la stronza e ascoltami”
“E tu non
fare la bambina viziata”
“Ma come
fa mio fratello a sopportarti tutto il giorno?”
“Guarda,
adesso sono al limite…”
Poi le
voci tacquero. Meno male…
-
Ragazzi, che esperienza!- fece Frodo – Ho sentito delle…- solo in quel momento
si accorse che svariati Elfi li avevano accerchiati, presi di mira, minacciati,
scherniti, e ormai avevano anche promesso di non ucciderli
- E
promettiamo anche di non farvi eccessivo male!- fece uno, particolarmente
allegro.
Quello
che sembrava essere il capo gli tirò una gomitata
- Fai la
persona seria, Rùmil.- intimò, e poi:- Benvenuti. Io sono Haldir e questi due
imbecilli dietro di me sono i miei fratelli.-
L’arciere
che aveva promesso di non fare troppo male agli ospiti allungò una mano,
cordiale
- Salve,
mi chiamo Rùmil. A Orophin è meglio che non parliate. Sono mesi che non apre
bocca, chissà perché. Una specie di sciopero del silenzio, finché un capitano
di nostra conoscenza non riduce l’orario dei turni di notte.-
- Sì,
bene, grazie Rùmil.- fece Haldir, voltandosi verso il fratello – E adesso…-
- Haldir!
Da quanto tempo!- Konstantin balzò praticamente addosso all’Elfo,
abbracciandolo
- Ciao,
Connie.- fece lui, che un po’ sorrideva anche se non l’avrebbe mai ammesso – E’
da parecchio.-
-
Troppo.- lo corresse la giovane – Chary mi ha scritto, però. Ho saputo che vive
da te.-
- Sì, ed
è più stancante di quanto potessi immaginare.-
Aragorn
tossicchiò.
- Sì,
vero, ci siete anche voi.- riprese Haldir, cercando di darsi un contegno – Ci
avevano detto che sareste passati per di qua. Si dice che siate un po’ scemi,
ma sembrate innocui, dopotutto. E comunque vi siete presi la responsabilità di
portarvi dietro Konstantin. Oltretutto avete con voi un nostro fratello Elfo e
quindi vi aiuteremo con piacere. Passerete qui la notte, poi vi condurremo fino
a Caras Galadhon. Quanti siete?-
Legolas
si voltò indietro, facendo un rapido conto
- Undici.
Eravamo in tredici, ma tredici porta sfortuna, quindi ne abbiamo persi un paio
per strada. Siamo io, quattro Hobbit, tre Uomini (di cui uno molto scemo), una
ragazza che, a quanto pare, tu conosci personalmente e un cretin… ehm, volevo
dire, un apprendista stregone.-
- Bene,
bene, allora adesso possiamo andare?- intervenne Rùmil – sai, fratellone,
apprezzo le formalità quasi quanto le apprezzi tu, ma sono stanco di
bighellonare per la foresta. Oltretutto abbiamo promesso a Chary di essere a
casa per cena.-
- Aspetta.-
lo bloccò Haldir – Legolas, per ora hai menzionato solo dieci, dei tuoi
compagni.-
- Ah sì.-
il principe di Bosco Atro fischiettò, innocente – l’ultimo è un Nano.-
Rùmil
ridacchiò, mentre una vena cominciava a pulsare sulla tempia di suo fratello
- Un NANO.-
- Sì,
fratellone. Hai presente? Bassi, robusti, con la barba, con un pessimo
carattere…-
- Sì,
sì.- replicò Haldir, stizzito – SO cos’è un Nano. Ma ci sono delle procedure,
dei…-
-
HALDIR!!-
Il
capitano sospirò.
- Lo
sapevo che finiva così.- borbottò, mentre Rùmil rischiava di morire per le
risate
Da un flet
lì sopra, era scesa una ragazza.
- Ti
sembra il caso? E’ tardi, vi sto aspettando da venti minuti con la cena in
tavola e voi dove siete? Qui a fare i perdigiorno e a ripetere a memoria la
burocrazia più inutile del creato?-
- Scusa,
Chary.- fece Rùmil, cercando di assumere un’espressione contrita, ma
trattenendo a stento le risate – Non accadrà più. Ma guarda un po’ chi abbiamo
qui.- e si scostò, in modo che Charanna e Konstantin si vedessero a vicenda
- La mia
piccola!- rise l’Elfa, correndo ad abbracciarla – tesoro, non ti facevi viva da
secoli! E chi sono questi? Certo che hanno delle facce tutt’altro che
rassicuranti…-
- Sono
amici. Gente a posto, giuro. Aragorn e Legolas già li conosci. Gli Hobbit li
puoi anche ignorare, tanto non fanno molto rumore, non sporcano e devi dare
loro da mangiare solo qualche volta al giorno. Gli altri umani sono cugini,
quelli di cui ti scrivevo. Quello che manca è rimasto a Minas Tirith assieme a
suo padre/mio marito.-
Charanna
rise, premendosi le dita sulle labbra
- Venite,
coraggio, tutti dentro casa. Sareste nostri ospiti per cena! Nella speranza che
casa sia in uno stato decente o almeno presentabile.-
Rùmil
tossicchiò con aria innocente.
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Capitolo 6 *** Non vedo l'ora di tornare in guerra ***
andael 2-6
CAPITOLO SESTO
NON VEDO L’ORA DI
TORNARE IN GUERRA
-
Perdonateci, c’è un po’ di confusione, dentro.- Charanna aprì la porta, con un
pessimo presentimento. Infatti Rùmil, quella mattina, dopo che Charanna se
n’era andata per quella visita di cui si parlava nello scorso capitolo, aveva
invitato tutti i suoi compagni della guardia a marinare il turno e ad andare a
far baldoria.
Quindi,
casa era in uno stato patetico. C’erano pezzi di armatura dappertutto, mantelli
pericolosamente vicini alle lampade, c’era persino una spada che si ergeva tipo
Excalibur da una sporgenza (che altro non era che una delle mensole, ma non
ditelo a Charanna, che poi diventa isterica e siamo perduti). Alcuni archi
pendevano dal soffitto, uno era irrimediabilmente incastrato sotto il materasso
e, da sotto un cumulo di coperte, faceva capolino una bottiglia semivuota di
liquore.
E poi
c’erano le frecce. Frecce dappertutto, dato che Rùmil aveva proposto di fare
una gara a chi colpiva le mosche colorate che, evidentemente, solo lui poteva
vedere. Buffo.
Pertanto,
quando Charanna aprì la porta, la confusione le balzò metaforicamente addosso.
- RUMIL!-
tuonò l’Elfa – Sei il più grosso cazzone che abbia mai…-
-
Respira, Chary.- sorrise Rùmil – Andrà tutto bene.-
- Ho un
fratello patetico.- si lamentò Haldir, scuotendo la testa – e una fidanzata
isterica.-
- Giù dal
tavolo, Morgoth!- esclamò Charanna, cercando di far sloggiare un gatto da sopra
il tavolo. Il grosso felino, stizzito, si voltò verso di lei e le soffiò contro
- Che
avevo detto riguardo quel gatto e il restare a quindici chilometri da casa?-
s’intromise Haldir, voltandosi verso il fratello (ma senza soffiargli contro)
- A me
sembra un gattone simpaticissimo.- controbatté Rùmil, mentre l’intera Compagnia
non sapeva se ridere o piangere – E comunque non concordo col nome che Chary
gli ha dato.-
- Mi pare
calzante, invece.- si difese la ragazza – Morgoth forse perdeva meno peli, ma
di sicuro era altrettanto antipatico e distruttivo.-
Intanto
il gatto era tornato sul tavolo e leccava diligentemente l’acqua da dentro il
vaso dei fiori. Charanna lo guardò, furente, afferrò una camicia dall’armadio e
la scagliò contro l’animale
- MIAOO!-
protestò quello, balzando giù dal tavolo e rovesciando il vaso dei fiori.
- Stupido
animale.- ringhiò Charanna – giuro che se torna qui compro un grosso cane, lo
tengo a digiuno per qualche mese e poi glielo sguinzaglio dietro!-
-
Potresti farlo anche con tua cognata.- rise Rùmil, dando di gomito all’amica
- Non
tentarmi.- sbuffò quella, alzando gli occhi al cielo – Se non si da una calmata
molto presto, giuro che lo faccio per davvero.-
-
Smettila.- la rimproverò Haldir
-
Sospendiamo il giudizio, per ora.- mediò Charanna – forza, mobilita i tuoi
fratelli e dammi una mano a pulire questo disastro completo. Vado a mettere
qualcosa sul fuoco.-
- Va
bene.- fece Haldir, soprappensiero.
Ma, non
appena la ragazza fu scomparsa verso la cucina, praticamente sbiancò
-
Scusatemi – disse agli ospiti – mio fratello vi farà accomodare… io devo andare
dalla mia fidanzata a controllare che non dia di nuovo fuoco alla foresta.
Sarebbe imbarazzante.-
Konstantin
sorrise: lei e Charanna avevano talmente tante cose in comune…
- Chary
non ha ancora imparato a cucinare?- chiese Legolas
- No.-
fece Rùmil, serafico – di solito cucina il fratellone. Dice che è meglio per
tutti.-
(Svariati piatti rotti dopo…)
- E se
spostate questi scatoloni colorati, potete dormire qui.- Rùmil diede un
discreto calcio alla sua divisa, che giaceva stropicciata sul pavimento,
nascondendola dietro ad un mobiletto
La
serata, nel complesso, era stata tutto tranne noiosa. Charanna aveva bruciato
la cena due volte, Konstantin aveva rovesciato quindici brocche d’acqua, Andael
si era messo a bighellonare per la foresta assieme a Vanamir e a Rùmil (i tre stavano
diventando inseparabili, anche perché uniti da svariati bicchieri di vinello
canterino). Dopo cena, mentre i tre di cui sopra ormai vagabondavano
irrimediabilmente persi lungo le rive del Nimrodel, cantando, fischiettando e
svegliando tutti gli animali (e le spie nemiche) del luogo, quelli che ancora
erano sobri avevano iniziato a discutere di etica e politica, col risultato che
Legolas aveva detto qualcosa di stupido a Gimli, che Gimli aveva borbottato
qualcosa di insultante nei confronti degli Elfi (idea geniale, se mi è
consentito farlo notare) e che Haldir, per non mettersi a litigare con il Nano
(ancora non ci credeva: c’era un Nano
in casa sua!), aveva detto “vado a prendere le sigarette, torno subito” e non
era ancora tornato.
Orophin
aveva tenuto la bocca sigillata per tutta la sera (anche perché il cibo
cucinato da Charanna era qualcosa di spaventoso, paragonabile solo alle
minestrine liofilizzate di Connie) mentre Aragorn e Boromir avevano addirittura
discusso di cose serie (allucinante).
Chi ho
dimenticato? Ah sì, gli Hobbit. Beh, dai, come se a voi fregasse qualcosa degli
Hobbit…
Detto per
inciso, avete presente che è gennaio, che c’è vento, che la compagnia è stata
messa a dormire in casa a parte gli Hobbit (e il NANO), relegati sulla terrazza
a morire congelati? L’unica cosa bella era il panorama della foresta, con le
foglie che non cadono mai dagli alberi. E’ una cosa poetica, oltre che una
metafora ispirante. Rifletteteci, coraggio, so che ce la potete fare! Mah,
forse non è il caso che vi sforziate.
Cambiate
l’oggetto dei vostri pensieri e immaginatevi la scena: la terrazza con quei
cinque idioti che tremano di freddo che neanche sul Caradhras c’erano tanto
freddo, Sam che russa, Merry e Gimli che si lamentano, Pipino che… beh, non si
capisce molto, ma forse sta cercando di fare la pipì… e sotto, in giardino (che
poi, si può dire giardino nel caso si parli di una casa costruita sugli
alberi?), Haldir (che è tornato, scusandosi perché “tutti i tabacchini erano
chiusi e quando finalmente ne hanno aperto uno mi sono ricordato che non fumo”)
e Charanna, testa contro testa, con le braccia attorno alla ginocchia, che
sussurravano fra loro.
E, a
guastare tutta la bellezza del momento, un brusio.
Che poi
non era affatto un brusio, ma una lontana fiumana di bestemmie, peti,
imprecazioni, rumore di armi e canzonacce da osteria. Insomma, la colonna
sonora delle marce degli Orchi.
- Oddio,
è quello che penso che sia?- fece Frodo all’improvviso, avvistando dei
movimenti nella foresta, lontano da loro ma non troppo
- No.-
gli rispose Pipino – sono Andael e Rùmil, che vanno a disturbare quelli che
hanno il turno di guardia.-
- Meno
male.- sorrise Frodo, rincuorato – Buona notte.-
(Qualche ramo più in basso)
Andael
stava seduto su una scala di corda, facendo penzolare le gambe nel vuoto.
Fischiettava
fra sé e sé e si sentiva un pochino triste.
Ikar mi ha detto di andare avanti
con la missione, come se niente fosse, rifletteva
E non posso disobbedirle, perché
di certo torna, un giorno di questi, e se s’incazza poi scompaio io e non torno
mai più a casa dal Maestro.
Ma non voglio essere cattivo.
I cattivi fanno sempre morti
orrende.
Ma perché i cattivi non possono
essere promossi a buoni e i buoni promossi a buonissimi? Sarebbe più facile per
tutti, anche per i crebain, per gli Orchi e per tutti quanti gli Elfi…
- Non ti
pare ovvio?- chiese, a due grandi occhi chiari
-
Tesssssssoro?- domandarono gli occhi, perplessi (o forse la bocca sotto di
essi)
- Ma sì.
I cattivi per natura non esistono. Per esempio, se io fossi un cattivo per
nascita, potrei comunque decidere di fare la brava persona. Viceversa, tu
magari eri simpatico tempo fa (igienicamente improponibile, ma almeno
simpatico) ma adesso sei inquietante.-
-
Tesssssssoro, dammi tessssssoro.-
- Ma te
l’ho detto, di non chiamarmi tesoro!-
Gli occhi
si alzarono verso il cielo, poi la creatura scattò contro Andael, aggrappandosi
alla sua camicia con aria assatanata
- Non
provarti a spogliarmi!- replicò l’apprendista, schifato – Non vado a letto con
gli scarti delle paludi e poi il Maestro mi ha detto di non dare retta agli
sconosciuti che puzzano di pesce.-
-
Tesssssoro!- tentò di dire ancora una volta l’essere, ma venne respinto quando
Andael, cercando di evocare un incantesimo, gli cacciò un dito nell’occhio (era
difficile mancarlo, dato che si vedeva praticamente solo quello.
Ad un
tratto, una snella figura (leggersi anche: Haldir) apparve dalle fronde
- Ma che
succede qui?- chiese.
La
creatura scappò, lamentandosi della propria sventura nell’unico modo che
conosceva (“il mio tessssssoro… oh, povero tesssssoro…”), mentre Andael si
rivestiva, perplesso
- Prima
cado nel fiume e adesso un coso grigiastro cerca di violentarmi.- borbottò
- Sei
stato aggredito da quella strana creatura?- gli chiese Haldir
- Può
darsi… ecco che torna indietro!-
Qualcosa
si mosse velocemente nel buio, saltando di nuovo addosso ad Andael.
-
MIAAAAOO!- Morgoth si aggrappò ai vestiti dell’apprendista stregone
- Stupido
gatto.- borbottò Haldir, poi si rivolse ad Andael – stai fermo, te lo levo di
dosso.-
- Non
preoccuparti… ce la faccio da solo!! Er
era Sfirra naaa!-
Un’onda
anomala si riversò sull’albero.
Morgoth
miagolò, offeso e schizzò lontano.
- Beh,
non era proprio questo che volevo fare, ma… tutto è bene quel che finisce
bene.- sorrise Andael, innocente.
Haldir
sospirò, strizzandosi i capelli bagnati fradici e pensando che non vedeva l’ora
di tornarsene in guerra, o a fare la ronda, o da qualunque altra parte.
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Capitolo 7 *** Orc-watching ***
andael2-7
CAPITOLO SETTIMO
ORC-WATCHING
- Chi era quella creatura?- chiese Haldir; Andael lo guardò con aria perplessa
- Non era il tuo gatto?- domandò, palesemente confuso
- Innanzitutto,
Morgoth non è il mio gatto. E’ la bestia più
stupida che… ma non è il momento più adatto per
parlarne. In secondo luogo, non avevo mai visto quella creatura
grigiastra. (nel libro le testuali parole sono “pareva guardingo
e abile nel destreggiarsi sugli alberi, altrimenti avrei pensato che
fosse uno di voi Hobbit”, e se fossi stata un Hobbit mi sarei
offesa non poco.) Pertanto…-
- Haldir!- chiamò all’improvviso la voce di Aragorn – sei con l’idiota?-
- Sì.- sbuffò l’Elfo
- Allora legalo
da qualche parte e vieni ad aiutarmi. C’è tuo fratello che
deve comunicare qualcosa di evidentemente importante e io non riesco a
capire il suo linguaggio dei segni.-
- Non preoccuparti: prendi un secchio d’acqua e rovesciaglielo in testa: vedrai come gli passa la sbronza.-
- Ma
cos’hai capito! Non parlavo di Rùmil, parlavo di Orophin:
continua a non voler parlare e il suo linguaggio dei segni necessita
una profonda revisione. Del codice morse, poi, meno se ne parla e
meglio è. Ti prego, vieni ad aiutarmi.-
- Arrivo.-
Haldir guardò Andael – tu vai a dormire.- gli disse, prima
di risalire rapidamente la leggera scala di corda e raggiungere il ramo
dove Aragorn e Vanamir (il secondo palesemente ubriaco) osservavano
perplessi il caotico gesticolare di Orophin.
- Orophin!-
Haldir prese il fratello per le spalle – Mamma ci ha insegnato a
parlare: coraggio! Apri quella bocca ed esprimiti come fra persone
civili!-
L’Elfo scosse la testa in un vigoroso cenno di diniego, salvo poi riattaccare coi linguaggio dei segni.
Indicò sé stesso
- Tu.- intuì Haldir, con una capacità di osservazione sinceramente innegabile
Orophin si mise una mano davanti agli occhi
- Hai mal di testa?- tentò Aragorn – No, no… stai pensando?-
- Ma no! Ha visto troppe immagini di ragazze nude e sta diventando cieco!- rise Vanamir
- TU – riprese Haldir – Hai visto?-
Orophin annuì, sollevato fino a un certo punto: ora veniva la parte complicata.
Iniziò ad alzare le dita delle mani, una dopo l’altra
- Una? Due? Tre?
Quattro?- Aragorn sospirò. Sperava sinceramente che il messaggio
non fosse poi così importante, altrimenti erano guai seri.
- Orophin, ascoltami.- Haldir guardò suo fratello – PARLA.-
- Ma perché questo sciopero?- chiese Aragorn
- Perché non ho acconsentito alla riduzione di due ore del turno di notte.-
Orophin rivolse
un gestaccio all’altro Elfo, mentre Vanamir rideva come un
deficiente (o come un ragazzo sbronzo, paragone molto più
calzante…)
Aragorn sospirò, dando un colpo alla nuca di Orophin
- Sospendi lo sciopero. Immediatamente.- provò a minacciarlo, inutilmente.
- Oh, ma sapete
che io e Rùmil, e anche suo fratello, questo qui che non parla,
abbiamo visto tipo tantissimi Orchi che passavano il fiume? E il fiume
si sporcava tutto e poi però è tornato pulito,
perché l’acqua scorre e scorre e scorre e…-
Al sedicesimo “scorre” Aragorn sospirò
- Fra questi due idioti, siamo messi male.- fece Haldir
- Secondo te, c’erano davvero gli Orchi, sul fiume?- domandò l’Uomo
Orophin annuì con forza, ovviamente senza emettere alcun suono.
- Cioè, fammi capire. Ci sono molti orchi che attraversano il Nimrodel?-
Lo scioperante assentì con convinti cenni della testa
- Maledizione.- borbottò Aragorn – Che avete fatto?- chiese poi, a Vanamir e ad Orophin
- Mi hanno detto
di stare zitto, ma io ho fatto finta di essere un Orco e nessuno se
n’è accorto! Rùmil poi ha fatto una corsa per
andare ad avvisare quelli che fanno il turno di guardia e spero che
abbia imbroccato la strada giusta, cosa di cui dubito, anche
perché ho modificato tutti i cartelli stradali (quelli gialli,
avete presente) e spero che gli Orchi si siano persi!-
Era un discorso
lungo e complesso, per una mente così stordita
dall’alcool, ma quando il gioco si fa duro… no, niente,
qui manca il nesso.
Haldir si prese la testa fra le mani
- Bene. Anche
nel caso Rùmil si fosse perso, non ci sono problemi,
perché la guardia notturna ha un capitano piuttosto sveglio, che
ha fatto la scuola con mio fratello e quindi lo conosce meglio di
chiunque altro. Preparerà lui la difesa e quegli Orchi faranno
una fine patetica, ma voi dovreste ripartire, verso sud, appena
sarà mattino.-
- Non sappiamo la strada.- gli fece notare Aragorn
- Beh, non so il
sindacalista muto – rispose Haldir, accennando ad Orophin –
ma io e Charanna vi accompagneremo. Non vorremmo mai essere la causa
della distruzione del mondo, cosa che avverrebbe nel caso vi perdeste e
non usciste più da Lothlòrien.-
FINE CAPITOLO SETTIMO
La Coda
Nota: nel libro,
è Orophin che va ad avvisare gli altri Elfi, mentre Rùmil
resta con la Compagnia. Non credo che la cosa sia di vitale importanza,
ma altrimenti non sapevo come riempire la Coda!!
Allora.
Rieccoci. Internet ci ha abbadonate ancora, piangiamo coralmente la sua
dipartita. Ma adesso è tornato e, nonostante temo ci sarà
qualche caos perché cambio mail e quindi forse dovrò
cambiare utente (e questo comporta tutta una serie di danni), io
continuo a scrivere e voi (spero) continuate a soffrire e a seguire le
peripezie di Andael... ehm... c'è ancora qualcuno, vero?
La questione delle risposte è spinosa.
No, non è
che ho poco tempo, non ho voglia di rispondere o altro. Assolutamente.
E' solo che spesso non so cosa scrivervi! E dire "ah ciao grazie, alla
prossima" mi sembra squallido e mi mette di cattivo umore. Ma, se vi fa
piacere, cercherò di spremermi le meningi. Ok? Baci!
RINGRAZIAMENTI!!
La Ginestra:
troppa paura di venir denunciata!! Rieccomi. Allora... risolta la
questione "dove s'è cacciata Chary" e "dove si sono cacciati i
ringraziamenti di Chary", beh, banalmente parlando... GRAZIE. E'
incredibile pensare che c'è ancora gente che legge
Andael...
Evening_Star:
tranquilla, neppure i personaggi hanno capito come rapportarsi
vicendevolmente! Alla fine sono degli sprovveduti e dei disorganizzati
(tranne qualche eccezione...), quindi tutto fa parte del gioco! Grazie
tante e... ecco qui le risposte che chiedevi! Bacio
ALLA PROSSIMA
(PERCHE' CI SARA' UNA PROSSIMA!)
CHARY
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Capitolo 8 *** Un consiglio e tre minuti ***
Andael 2 - 8
CAPITOLO OTTAVO
UN CONSIGLIO E TRE
MINUTI
(18 gennaio 3019, mattina presto,
strada per Caras Galadhon)
Dopo un
paio d’ore di cammino, la
Compagnia si era lasciata alle spalle il Nimrodel e i suoi
schizzi ghiacciati solamente per trovarsi sulle rive di un altro fiume dal
corso turbolento: il Celebrant, ancora più freddo del fiume del giorno prima.
Di bene in meglio (ma quanti fiumi ci sono in questa foresta??).
Oltretutto,
Morgoth perseguitava la compagnia, seguendo i vari guerrieri con la sua
andatura silenziosa e le sue grosse palle di pelo rossastre.
-
Tesoro…- Charanna tossicchiò, prendendo Haldir per la mano -… devo dirti una
cosa. Volevo dirtela ieri a cena, ma abbiamo avuto degli ospiti e poi… beh, gli
Orchi.-
- Chary,
stai balbettando – analizzò l’Elfo – ciò vuol dire che sta per arrivare una
pessima notizia o che ti sono andate delle mosche in bocca.-
La
giovane sospirò
- Mah,
lasciami perdere. Te lo dico un’altra volta.-
- Haldir,
c’è un problema.- lo chiamò Legolas, da vicino al fiume
- Che
succede?- chiese Haldir, voltandosi indietro e rischiando di causare le ire di
Charanna
- C’è tuo
fratello che sguazza (o annega) nel fiume.-
Subito i
due Elfi si mobilitarono per ripescare Rùmil, che altrimenti avrebbero
ritrovato a valle.
Andael
avrebbe sinceramente voluto riscaldare l’amico, con uno dei suoi soliti
incantesimi, ma dopo che ebbe evocato una tempesta di gelatine alla frutta e un
branco di cani furenti, tutti furono concordi sul fatto che sarebbe stato
meglio utilizzare il più antico metodo di asciugatura, ovvero gli asciugamani
o, per meglio dire, i mantelli utilizzati come asciugamani.
- Sei il
fratello più demente che mi potesse capitare.- esclamò Haldir
- Non è stata
colpa mia!- ribatté Rùmil – o forse sì. Non penso di esserne sicuro.-
- RUMIL!-
tuonò il Galadhrim – che hanno detto al campo base?-
- Hanno
detto che gli Orchi possono passare, che gli ospiti saranno sterminati strada
facendo, che i messaggeri di Elrond hanno annunciato la presenza della
compagnia e che Celeborn e Galadriel saranno tanto, ma tanto contenti di
salutare tutti quanti.- recitò Rùmil, confondendo qualche complemento oggetto,
ma noi tutti non pretenderemmo mai la perfezione da parte della sua mente, che
lavora alla velocità di una lumachina zoppa e che inciampa spesso.
- Abbiamo
un problema.- rilevò Charanna – un problema di natura legale.-
- Vero.-
concordò Haldir – Nessuno di noi desidera che il nano, non vorrei suonare razzista, quindi troverò un modo per
pronunciare questa parola senza inflessioni che indichino disprezzo, conosca la
strada per Caras Galadhon. Pertanto, procederà bendato.-
La
discussione era già stava affrontata in precedenza, quindi Gimli la accettò con
grande spirito democratico
- GIAMMAI!! O BENDATE ANCHE GLI ALTRI,
OPPURE CONSEGNO PERSONALMENTE L’ANELLO AI NAZGUL O A QUALUNQUE ALTRO SERVO
DELL’OSCURO SIGNORE.-
Andael
stava per proporsi come possibile servo dell’Oscuro Signore (che non è il
signore Oscuro, perché quella è terminologia base harrypotteriana), ma si
ricordò giusto in tempo della propria intelligentissima copertura, e stette
zitto.
- Va
bene. Bendatemi.- sorrise Konstantin, accondiscendente
- Ma poi
non lamentatevi se cade ad ogni passo.- completò Boromir – Cade già abbastanza
quando vede il sentiero, se la bendate rischiamo di perderla definitivamente.-
- Non
preoccupatevi. A lei ci penso io.- rise Andael, incoraggiante
- Niente
incantesimi, per l’amore dei Valar.- sbuffò Charanna – ci tengo ad arrivare a Caras
in condizioni igieniche accettabili e ancora in possesso di tutte le mie
appendici.-
- Non
intendevo usare un incantesimo…- rifletté l’Apprendista -… anche se dovrei
conoscerne uno adatto alle… no, lo utilizzerò la prossima volta. Per ora mi
limiterò a tenerla per mano. Se qualcuno mi avvisasse poi degli eventuali
gradini, gliene sarei infinitamente grato.-
- Va bene
– fece Boromir, stranamente cordiale – procederò davanti a voi, e vi avviserò
delle irregolarità del terreno.-
-
Grazie.- sorrise Andael, con quell’innocenza che tutto il mondo gli invidia.
-
Gradino.- avvisò Boromir.
Andael
fece un passo lungo per evitare l’ostacolo e capitombolò per terra
- Ma non
c’era nessun gradino!- protestò
- Mi sarò
confuso.-
- E’ la
quinta volta che ti confondi, e che noi rischiamo di ammazzarci.- fece notare
Konstantin, che si stava pulendo i pantaloni dal terriccio – Lo fai intenzionalmente?-
- Che
avverbio complicato.- borbottò Boromir, evitando abilmente la domanda.
Così
l’intera compagnia, occhi bendati (anche Charanna, che reputava fosse molto
divertente ripercorrere la strada di casa senza vederci un tubo), incidenti di
percorso esclusi, Andael che inciampava in ogni falso gradino e Konstantin che
capitombolava per terra quando i gradini in effetti c’erano, raggiunse Caras
Galadhon.
-
Ragazzi, qui io vi devo lasciare.- Charanna si sciolse la benda – perché state
per incontrare mia cognata, e quando io e mia cognata siamo nella stessa stanza
vengono fuori certe baruffe che ci sentono fino a Mordor, e questo non è
nell’interesse della comunità, mi sembra.-
Haldir
sorrise, prendendo la mano della compagna
- Maturo,
da parte tua – le sussurrò, baciandole la guancia
- Ci
vediamo poi.-
(18 gennaio 3019, sera, Caras
Galadhon)
Haldir
lasciò la Compagnia
al cospetto dei signori di Caras Galadhon e della loro corte.
- Mi è
stato detto che avete perduto due dei vostri compagni, nell’oscurità di Moria.-
esordì Celeborn, quando tutti gli ospiti si furono seduti.
Aragorn
riassunse brevemente gli eventi accaduti in quell’intensissimo mese di viaggio,
eventi che noi tutti conosciamo e che non ho assolutamente intenzione di
riscrivere.
Dopodichè,
come in tutte le assemblee che finora abbiamo visto, accaddero molte cose,
tutte contemporaneamente.
- – Vanamir se ne uscì con un
evitabile apprezzamento sulle tette di Galadriel
- – Morgoth entrò dalla
finestra, miagolò in segno di saluto, e si mise a saltare per tutta la
stanza (gatto indemoniato, chissà cosa gli danno da mangiare…)
- – Konstantin tentò di
afferrare il micione, ma quello le soffiò contro, le fece perdere
l’equilibrio, la fece cadere addosso a Sire Celeborn
- – Andael tentò di
ripristinare l’ordine nella stanza, evocando una grandinata di forbici
dalla punta arrotondata, temperamatite, pastelli e tempere (rigorosamente
aperte).
- – Morgoth cambiò di nuovo
posizione, aggrappandosi stavolta alla barba di Gimli
- – Galadriel alzò gli occhi al
cielo: tutta quella situazione la stava mettendo sul serio a dura prova!
Oltretutto quella furia pelosa che si stava seriamente impegnando per
distruggere la quiete a Caras Galadhon assomigliava morbosamente al gatto
di Charanna, al gatto di quella sua detestabile cognata
- – Andael decise di
improvvisare un incantesimo complicato (e figuriamoci se gli riuscì quello
complicato, non gli riuscivano neppure quelli più basilari!) con la
conseguenza che tutta la stanza si riempì di fumo rosato con brillantini rossi
e bianchi.
Dopo un
elenco così lungo e dettagliato di strane cose, vi aspetterete un po’ di
quiete. E invece no. Perché l’incantesimo di Andael, che l’apprendista era
convinto sarebbe stato utile per ridurre Morgoth a più miti consigli, aveva
causato alcuni allucinanti effetti collaterali.
Esclusi
Aragorn, Konstantin e Boromir, tutti coperti da una sostanza rosa appiccicosa e
dal sorprende profumo di panna e fragole, il resto della Compagnia venne
assoggettata al potere dell’incantamento: per tre minuti sarebbero stati preda
di un raptus amoroso. E questo, credete alle mie parole, sarebbe stato di certo
imbarazzante.
Fine capitolo Ottavo
Finalmente sono riuscita a
scaricare Nvu… sono proprio negata!!
Ringrazimenti!
La Ginestra: ehy, io ho avvisato Sauron… ma lui proprio non si fida. Io
gli ho detto che il peggio sta’ per abbattersi su Mordor… ma l’occhio si è
limitato a fissarmi scettico. La prossima volta mi risparmio il viaggio!
Comunque, Vanamir e la compagnia proseguono. L’importante è ridere… e
controllare che ad Aragorn non scoppi una vena per il nervosismo! Grazie per la
recensione, un grande bacio!
Evening_star: Orophin probabilmente farà uno
sciopero anche per scacciare Charanna… e poi uno per privarmi della tastiera…
comunque, l’importante è piegare la ferrea volontà di Haldir… cosa piuttosto
complicata. Beh, ti avverto nel caso Orophin rinunci allo sciopero!! Bacio!
Un bacione a tutti
Chary
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Capitolo 9 *** I tre minuti e qualche discorso serio ***
andael 2 - 9
CAPITOLO NONO
I TRE MINUTI E
QUALCHE DISCORSO SERIO
A questo
punto, voi tutti volete sapere chi ha baciato chi, chi ha baciato cosa, cos’è
successo a Morgoth e soprattutto quali sono stati gli avvenimenti che hanno
rallegrato quei tre minuti magici. Ma io sono sadica, e quindi terrò queste
informazioni tutte per me! Muahahaha… potere alle autrici!
- Chary!-
Oh no, la mia Musa è tornata a
tormentarmi!
- Prima cerchi di uccidere Frodo e
adesso nascondi parti interessanti ai tuoi lettori? Ma sei impazzita? Guarda
che rifaccio il passaporto e vado a vivere a Cuba, e allora l’unica cosa che
riuscirai a scrivere saranno temi in classe e noiosissimi saggi sulla
letteratura greca!!-
AAAAAH!!
Va bene, va bene, vi dico tutto,
vi dico tutto!!
Allora
vediamo: Frodo saltò addosso a Gimli, che riuscì a schivarlo con un movimento
straordinariamente agile, Legolas riuscì (misteriosamente) a trattenersi, e
quindi non scopriremo mai a chi si volesse appiccicare, mentre Andael prese
Konstantin fra le braccia e le schioccò un sonoro bacio sulla bocca, Merry e
Pipino si appartarono fra i cespugli e Sam iniziò ad amoreggiare con una
colonna. Vanamir, poi, si stava avvicinando pericolosamente a Sire Celeborn,
mentre Morgoth non si staccava più dalla gonna di Galadriel.
Poi i tre
fatidici minuti ebbero fine, e tutti si allontanarono di scatto dai rispettivi
partners, alcuni con versi disgustati. Gli unici a restare vicini furono
Konstantin e Andael, ora che l’apprendista stregone, rosso in faccia come un
papavero, cercava di pulire l’amica dalla sostanza rosa alla quale abbiamo
accennato nel capitolo scorso.
Vi fu un silenzio (un? Non prendetevela con me ma con chi ha tradotto il libro, cito
testuali parole!!), poi Galadriel decise che era ora di fare qualche discorso
serio (anche perché lo dice il titolo, e figuriamoci se la signora del Bosco
d’Oro non va a leggersi i titoli dei capitoli!!)
Il
discorso fu lungo, poetico, appassionato, misterioso e qualsiasi altro
aggettivo di grado positivo che possa venire in mente ad un lettore con più
fantasia di me.
Possiamo
però riassumerlo in alcuni punti fondamentali
a. – (un ripasso di storia antica a
tradimento. Per l’amore del cielo, non lo riporterò qui poiché questa fic è di
genere comico e qui stiamo scivolando su… beh, non lo so neppure io!)
b. – Galadriel aveva convocato il
primo Bianco Consiglio (qui Vanamir diede di gomito ad Andael e disse, a bassa
voce “te l’ho detto, che è vecchia”, allorché Aragorn minacciò l’amico di
legarlo ad un albero con un pezzo di stoffa in bocca, e Vanamir decise che era
meglio starsene un po’ zitto)
c. – Avrebbe voluto mettere a capo
del Consiglio Gandalf il Grigio, nientemeno… (e chissà cosa starà facendo
adesso, l’arzillo nonnetto)
d. – L’Autrice deve smetterla con
tutte queste parentesi, perché appesantiscono la lettura e distruggono
qualsiasi tentativo di preservazione di un’atmosfera un minimo dignitosa e
solenne.
Galadriel
pronunciò poi la famosissima frase “la
vostra Missione è sulla lama di un coltello. Una piccola deviazione, ed essa
fallirà, trascinando tutti in rovina. Ma vi è ancora speranza fin quando la Compagnia sarà tutta
fedele.”, e Andael si sentì morbosamente in colpa, perché lui ci teneva,
che la missione fallisse e che l’Anello andasse a Sauron, ma ci teneva anche
che tutti i suoi amici sopravvivessero al lungo viaggio e non venissero
eccessivamente turbati dagli eventi. In quel momento, si rese conto che quelle
pie anime che sopportavano i suoi errori e che avevano comunque la pazienza di
essere gentili con lui, erano ormai da tempo diventate i suoi amici, i primi
veri amici che non fossero i crebain, gli Orchi o quegli strani essere
fluttuanti chiamati Nazgul.
- Che i vostri cuori non si turbino.-
proseguì la Dama
– Andate a riposare.-
La Compagnia si accampò in un padiglione
allestito dagli Elfi, vicino ad una fontana.
Molti dei
membri del gruppo erano perplessi, leggermente (anche qualcosa di più che
“leggermente”) scossi dall’incontro con la Dama dei Boschi.
Parlarono
per un po’ e si resero conto che la voce mentale di Galadriel aveva detto
qualcosa un po’ a tutti quanti, proponendo di dare loro qualcosa che
desideravano intensamente (non fatevi idee strane, non stata offrendo una notte
di sesso a nessuno! Adesso smettetela, oppure Aragorn si arrabbierà: è stufo
che tutti ironizzino sulla missione della Compagnia!!). Ovviamente, la scelta
sarebbe stata facilissima: qualcosa di bello, carino, desiderato e luminoso
contro… beh, contro il viaggio pericolosissimo, oscuro e scomodo verso Mordor.
-
Benedizioni arcane – esclamò Konstantin – ma allora io sono l’unica a cui non
ha posto alcuna scelta? Ecco: ignorata persino dalle altre ragazze. Inaudito.-
- Hai il
coraggio di chiamarla “ragazza”?- proruppe Vanamir che, chissà perché, aveva
una fissazione per l’età non propriamente giovanile di Galadriel
- Beh,
hai capito quello che intendevo, no?-
- Io sono
preoccupato.- ammise Frodo, sottovoce (oddio, Frodo ha parlato! Misericordia,
mi sa che una cosa del genere non capitava dalla storia scorsa… ehm, che
diavolo non posso mica occuparmi anche degli Hobbit, no? Neanche Frodo avesse
un ruolo fondamentale nella distruzione dell’Anello, poi…)
- Non
pensare alle tue preoccupazioni – lo rincuorò Legolas – questo è un luogo di
pace e di bene. Non c’è posto per il male, in questa foresta.-
- Morgoth
escluso.- scherzò Konstantin
- E se
proprio non riesci a pensare ad altro – s’intromise Vanamir, dando una pacca
sulla spalla al Portatore dell’Unico Anello – pensa a Konstantin e ad Andael
che si baciano. E’ una cosa divertente, soprattutto se pensi che lei era
ricoperta da una salsa di panna e fragole.-
-
Vanamir, chiudi quella fogna.- lo redarguì Boromir, di pessimo umore, un po’
perché Galadriel l’aveva profondamente inquietato e un po’ perché, comunque, la
sua quasi-ragazza nonché matrigna aveva baciato Andael.
- Dai,
Connie, sputa il rospo.- proseguì comunque il ragazzo, ignorando il cugino –
Com’è stato? Bello, interessante, curioso, dolorosissimo, inconcludente, utile,
era meglio baciare un gigantesco globo oculare, lo rifaresti subito, non riesci
a pensare ad altro, sei incinta?-
-
Buonanotte.- si limitò a dire la giovane, alzandosi in piedi con le guance
rosse – E quando dico buonanotte, intendo proprio buonanotte.-
(23 gennaio 3019, da qualche parte
vicino al picco di Zirak-zigil)
- Secondo
me stiamo solo perdendo tempo.- lo storico pessimismo di Ikar tornava a farsi
sentire. E credo fosse anche comprensibile, dato che stavano inseguendo il
Balrog da una mezza dozzina di giorni, avevano percorso un po’ ogni luogo
possibile ed immaginabile, erano bagnati, sudati, stanchi, carbonizzati, Ikar
aveva tutte le penne sciupate e ringraziamo i Valar che la tunica di Gandalf
fosse grigia, altrimenti avrebbe cambiato colore molto in fretta.
-
Gandalf, mi stai ascoltando?- il Mago si voltò verso la Mezz’Aquila
- No.- le
disse – Nel senso che sì, ti sto ascoltando, cara, ma non stiamo perdendo
tempo. Ne sono fermamente convinto.-
- Ma
magari quegli altri idioti hanno perso l’Anello a carte in una bettola, oppure
l’hanno fatto cadere in un fiume, oppure l’hanno cucinato assieme ai pomodori,
oppure Andael l’ha trasformato in un budino gigante e la guerra ormai è persa.
Perché mai stiamo inseguendo questa gigantesca ombra di fuoco e cattiveria? Per
cocciutaggine?-
- Ikar,
un giorno sarai vecchia e saggia. E allora capirai.-
Ikar
sospirò
- Guarda
– disse, facendosi seria all’improvviso – E’ lì.-
- Allora facciamo
quello che dobbiamo fare.- Gandalf impugnò il bastone, puntandolo contro il
Balrog. La bestia si era fermata sotto al picco di Zirak-zigil, sembrava
aspettarli.
Ringhiava,
con aria di sfida, minacciosa, eppure invitante.
- Io lo
trattengo. Tu lo colpisci.- propose Ikar, professionale.
- No.-
Gandalf accarezzò con una mano il piumaggio spettinato dell’Aquila – Questa è
la mia battaglia. Se concedessi a qualcun altro l’opportunità di combatterla,
non diventerei mai migliore di me stesso.-
Ikar
tacque. Chissà perché, ma in quel momento di grande tensione desiderava
solamente avere Andael a portata di mano, per colpirlo sulla nuca com’era
abituata a fare, per scompigliargli i capelli, oppure semplicemente per sentire
le sue dita che passavano fra le proprie piume.
(24 gennaio 3019, Caras Galadhon)
Konstantin
si pettinava, seduta sull’orlo della fontana.
L’acqua
le aveva bagnato i pantaloni di cuoio, ma non le interessava.
Finalmente,
dopo quasi un mese, era riuscita a lavarsi i capelli come Dio comanda. Niente
un po’ d’acqua e via durante le pause in riva ai fiumi.
Lo so,
questo non v’interessa, ma a lei sì, e io le voglio troppo bene per rifiutarle
qualsivoglia cosa.
Parlando
seriamente, intanto Galadriel stava discutendo con Andael.
I due
passeggiavano nelle strade di Caras, c’era un penetrante silenzio (cosa
incredibile, dato che Andael è logorroico in una maniera straordinaria, ma
provate ad immaginarlo), ma ai due non servivano parole per comprendersi
- Io so
molte cose, di te.- mormorò ad un tratto la Dama – cose che tu stesso non sai.-
- Cose
che mi servirebbe sapere?- domandò Andael, con una serietà che non riusciva a
riconoscere come propria. Evidentemente era l’influenza di Galadriel…
- Non
ancora.-
- Allora
non dirmele, va bene? Cioè, se proprio non ce la fai, se devi dire qualcosa ad
ogni costo altrimenti di recidono il contratto, beh, allora scrivile su un
foglio. Poi mi dai il foglio e mi dici quando aprirlo, è facile, no? E se sono
rivelazioni scioccanti, a guerra finita torno qui e ne parliamo un po’. Che ne
dici?-
Galadriel
guardò Andael, perplessa
- C’è del
male, in te.- sussurrò, assorta, assottigliando gli occhi
- Ce n’è
in ognuno di noi.-
L’apprendista
alzò gli occhi al cielo, studiando le foglie degli alberi e, oltre, il brillare
argenteo delle stelle.
Sotto antiche foreste e cieli
stellati.
-
Mettiamola così. Facciamo che, per ipotesi, un amico di un mio amico fosse in
combutta col cattivo. Ma non per pura malvagità del suo cuore, ma per… perché
ci è cresciuto, col cattivo. Il fedele lecchino del perfido Signore Oscuro l’ha
adottato quand’era piccolo e… e questo amico del mio amico gli vuole bene. E
questo è un problema. Poi c’è anche l’amica dell’amico di questo mio amico, che
anche lei sta coi cattivi, ma i buoni non lo sanno, come non lo sanno
dell’amico… o, al diavolo, ma perché non parli tu, così io taccio e faccio meno
figuracce?-
Galadriel
sorrise, c’era qualcosa di bello, nel suo sorriso, di bellissimo.
C’era
qualcosa di sereno, come se un’ombra fosse scomparsa dal suo viso.
- Alla
fine saprai quello che è giusto fare.-
- Alla
fine. Quando sarà arrivata la fine, quante vite ormai saranno state sprecate?
Non sono mai stata una persona profonda, sia ben inteso. Ma vorrei che il mondo
fosse un grande giardino, che cento specie di fiori crescessero rigogliose una
accanto all’altro. E se la guerra finisce bene per i cattivi, tutti i buoni
faranno una pessima fine. E io non voglio. E se invece la guerra finisce male
per i cattivi, perderò il mio maestro, e perderò la mia… la mia amica.-
Galadriel
sospirò, accarezzando la mano dell’apprendista
- Sai
che, alla fine, dipenderà da te? Da te, come dal Portatore, quasi nella stessa
maniera. E se ti fidi del tuo cuore, andrà tutto bene. (no, non posso averle fatto dire una frase del genere, Dio, fa tanto favoletta
della disney…).-
Fine capitolo nono
Ringraziamenti!
Evening_star: tranquilla… d’ora in avanti
Charanna sarà un personaggio importante della storia, quindi comparirà e
scomparirà in continuazione… e chissà, magari presto o tardi (o molto presto),
avrà anche modo di accantonare le differenze con sua cognata… (o più
probabilmente scoppierà una baruffa galattica… beh, ok, scommetterei su quest’ultima
ipotesi…). In ogni caso, riferirò ad Orophin che sostieni il suo sciopero…
forse, alla fine della guerra, Haldir si degnerà di ascoltarlo! Grazie per la
recensione!! Kiss - Chary
|
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Capitolo 10 *** Serietà... per un mezzo paragrafo ***
andael 2-10
CAPITOLO DECIMO
SERIETA’… PER UN
MEZZO PARAGRAFO
ATTENZIONE!
ATTENZIONE! PEZZO SERIO IN AVVICINAMENTO! PEZZO SERIO IN AVVICINAMENTO!!
La sera
seguente, Konstantin guardò nello Specchio.
Galadriel
insistette a lungo, e infine riuscì a convincerla.
- Ma
perché proprio io!- tentò di protestare ancora una volta, quando si trovò di
fronte al famoso specchio – Che ci guardi dentro il Portatore, oppure Aragorn,
o chiunque altro abbia il potere di cambiare il mondo. Io sono solamente… io!
Che diavolo…-
- Il tuo
destino non è d’importanza inferiore rispetto a quello di chiunque altro, fra i
tuoi Compagni. Ognuno di voi è un tassello, il tassello necessario per completare
il mosaico.-
-
Complicato.- borbottò Konstantin, avvicinandosi allo Specchio, turbata.
Si chinò
sull’acqua. Era cupa. Quasi minacciosa.
Rapidamente,
venne quasi inghiottita da quelle arcane profondità.
Vide solo
frammenti, frammenti confusi, mescolati uno all’altro…
Un bambino coi capelli castani, dai riflessi
rossi, che correva con altri ragazzini attorno all’Albero Bianco di Minas
Tirith, che però non era più secco, ma era giovane e rigoglioso.
Quel momento di serenità venne
cancellato da un’altra immagine. Orribile, più per ciò che lasciava immaginare
che per quello che effettivamente mostrava.
C’era lei, una lei più triste, con
gli occhi bagnati. S’inchinava davanti al Sovrintendente di Gondor. Denethor la
squadrava con aria interrogativa, e allora lei tirava fuori qualcosa, da sotto
il mantello…
Un corno spezzato.
Konstantin
si allontanò dallo Specchio con un grido spezzato
- Non
succederà veramente.- mormorò, arretrando spaventata – Sono tutte cazzate. Non
vanno neppure d’accordo fra loro, non che le cazzate di solito ci riescano, ma
è questione di diplomazia, e io non credo che… non farò da mediatrice fra tutte
le cazzate che questo Specchio ha intenzione di mostrarmi e… oh, addio, me ne
torno nel mio piccolo universo limitato e…e…- non riusciva più a trovare le
parole. Prese un lungo respiro profondo – e ora devo andare. Grazie, ma
cambiate le batterie a quel coso, comincia a fare cilecca.-
- Non
sono cose certe, amica mia.- mormorò Galadriel, accarezzandole la spalla – è il
futuro, ma se una persona conosce il futuro… il futuro non è più certo. E
diventa ipotetico.-
(25 gennaio 3019, luogo misterioso,
buio e inesplorato)
Il Balrog
giaceva morto sulla cima di una grossa montagna.
Gandalf e
Ikar, tutti sporchi di sangue, polvere, cenere e pezzetti di Balrog, stavano
sdraiati, semi-morti, poco lontani.
Alla
fine, anche lei aveva lottato. Ma la sua forza fisica non aveva potuto niente,
non contro il Flagello di Durin. Aveva potuto solo affiancare Gandalf,
distrarre il mostro ogni tanto, prendere tutta una serie di botte e rischiare
di farsi male seriamente.
-
Cacchio, che fatica.- ansimò la
Mezz’Aquila – la prossima volta giuro che me ne resto assieme
a quegli altri idioti. Chissà che staranno facendo. Che ne dici, Gandalf?
Gandalf?-
Lo stregone
non rispose
- Che
palle.- sbottò Ikar, troppo stanca per alzarsi – Ci siamo persi per strada il
vecchio.- sospirò, guardando il cielo, sopra di sé – Questo vuol dire che
adesso ci tocca anche farlo resuscitare. E magari cambiargli vestito. Il grigio
non gli dona, l’ho sempre sostenuto.- e poi, parlando con chissà chi – ma sia
ben chiaro. Io, in mutande, a Gandalf non lo voglio vedere.-
- Prendo
atto di questo.- fece una morbida voce maschile
Ikar
voltò la testa, con un mezzo sorriso
- Capo, è
un piacere vederti.-
Una
massiccia Aquila dal piumaggio splendente la guardava, scuotendo la maestosa
testa.
(26 gennaio 3019, Caras Galadhon)
-
Facciamo così: io tiro la palla in aria e tu la colpisci con un fulmine.-
propose Vanamir.
- Non
vale!- protestò Andael – lo sai che non posso vincere: non so tirare i
fulmini!-
- Ieri ci
eri quasi riuscito!-
- Cosa
odono le mie orecchie?- s’intromise Aragorn, che sorvegliava i due compagni –
il fatto che abbiate evocato un branco di caproni infuriati vi sembra un risultato
apprezzabile?-
- Ma
povere pecorelle… la seconda volta erano quasi cortesi…- tentò di protestare
Andael
- Certo,
la volta dopo le cinque pecorelle che sono arrivate erano cortesi e docili…
cosa che non si può dire dei quindici bufali in calore, o dei sette alligatori
affamati, oppure ancora di quello strano struzzo strombazzante che ha turbato
le notti di Caras Galadhon fino a tre minuti fa!-
Andael
tossicchiò, sotto lo sguardo perentorio di Aragorn
- Hai
vinto tu.- ammise – la smetto con gli incantamenti.-
- Perché
non provi a studiarne uno solo, ma con grande attenzione?– suggerì il Ramingo
- Non è
affatto un’idea stupida…- rifletté Andael -… mmh, ci rifletterò con grande
attenzione.-
- Bene.-
convenne Aragorn
Dieci
minuti dopo, un fiume d’inchiostro sommerse il padiglione dove riposava la Compagnia.
- Io a
quello lo uccido.- inveì Boromir
- Sono
sicura che ci sarà stato un problema importante alla base.- fece Konstantin,
serafica
- Sì,
certo, l’emerita idiozia di quel mago da strapazzo!-
- Non è un
mago da strapazzo.-
- In
effetti no, è molto peggio, ma ho preferito affermazioni più leggere per non
traumatizzare eccessivamente gli Hobbit!-
- Ovvio,
perché tu sei la cortesia in persona, vero?-
- Adesso
smettetela!- s’intromise Frodo, stranamente coraggioso.
Ci furono
alcuni secondi di totale silenzio, nel quale tutti fissarono Frodo… poi…
- Beh,
almeno io non mento a me stesso e al mondo!-
- Cosa?
Ho sentito bene?- Konstantin stava praticamente lanciando fulmini con gli
occhi. Era un sorprendente effetto ottico – Ma se non fai altro che raccontare
stronzate!-
- Senti,
se è ancora per la storia dei gradini, ti ho già detto che –
- Non è
per la storia dei gradini. E’ per la storia del “noi non stiamo insieme” e del
“tu hai sposato mio padre” e ancora del “stai lontana da Andael”.-
- Non ho
mai detto “stai lontana da Andael”!- protestò Boromir, arrampicandosi sugli
specchi
- No, hai
detto “stai a distanza di sicurezza da Andael”-
- Per
ovvie ragioni di tutela e salvaguardia!-
-
Ragazzi, smettetela.- s’intromise Aragorn – Siete infantili.-
Konstantin
si strinse nelle spalle
- Siamo
innamorati – disse, in un soffio.
- Vieni
con me.- le intimò Aragorn, prendendola per il polso – Coraggio, muoviti.-
La
ragazza seguì docilmente l’amico, inciampando in una radice e rischiando di
ammazzarlo (ma questa è un’altra storia, e ormai Aragorn ci è abituato)
Quando
furono finalmente da soli, Aragorn squadrò Konstantin con aria terribilmente
seria
-
Ascoltami. Sii responsabile, per una volta nella tua piccola inutile vita.-
La
ragazza smise istantaneamente di giocare con una farfallina rossastra
- Cosa
c’è? No, ti supplico, la paternale no.-
- Ma che
paternale e paternale! Sono solo preoccupato per te.-
-
Preoccupato? Guarda, sono caduta per tutte le scale del mondo e mi sono solo
sbucciata un ginocchio. Non vedo cosa possa nuocermi, a questo punto.-
-
Konstantin… penso che tu debba restare a Lothlòrien. Lascerei qui anche Andael,
ma lui deve venire con noi… deve, perché Gandalf ha detto così e perché io sono
convinto che questo debba essere fatto. Ma… tu… tu non sei fatta per la guerra,
amica mia.-
- Io
dovrei stare a casa con lo spolverino in mano e un grembiule alla vita, a
cucinare, pulire, riordinare e sfornare fratellastri per Boromir e Faramir?-
- Non ho
detto questo!- esclamò Aragorn, interrompendo lo sfogo dell’amica – Penso che
qui saresti al sicuro. E staresti bene, no? Con Haldir e Charanna, e Rùmil e…-
- Ma
perché non mi volete più?-
-
Konstantin – Aragorn si sedette, prendendo una mano alla giovane – questo non è
il tuo posto. Se sei ancora viva, è solo perché non ci sono state battaglie,
finora. Sei sopravvissuta al viaggio, ma solo perché piaci molto a uno
qualsiasi dei Valar.-
- Non
posso lasciarlo adesso.- la ragazza tossicchiò – intendo dire lasciarLA. La Missione. E comunque posso
cavarmela, sul serio. Basta che tu mi insegni a usare una spada, no? E quanto
ci vorrà?-
- La
scema ha ragione.- disse ad un tratto la voce di Haldir – ci penso io, a lei.-
Fine
capitolo decimo!!
Ringraziamenti
Evening_star:
la mia fedelissima! Che piacere “sentirti”!! Eh sì, Andael ogni tanto ha una
sua profondità, un po’ contorta e confusa, tipicamente Andaeliana, ma pur sempre
una personalità!! Spero che questa storia continui a piacerti!! Kiss!
Chary
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Capitolo 11 *** Pausa di riflessione ***
andael 2 - 11
CAPITOLO UNDICESIMO
PAUSA DI RIFLESSIONE
(14 febbraio 3019. Caras Galadhon)
Haldir
sospirò, quando la terza freccia gli passò sibilando a tre centimetri dal naso
-
Konstantin, ho mai accennato al fatto che bisogna mirare, prima di scoccare la freccia?-
- Io HO
mirato!- protestò la ragazza, estraendo un altro dardo dalla faretra
- Per
mirare, bisogna guardare. E bisogna anche pensare al momento presente.-
- Io ho
provato a guardare! Ma il tuo naso mi blocca la visuale!-
-
Spiritosa.- Haldir diede un colpo alla schiena dell’amica, usando l’arco
- AHI!-
protestò lei – Guarda che lo dico a Charanna!-
- E’
troppo occupata a controllare che qualcuno
non incendi la foresta!-
- I tuoi
appunti sono illeggibili!- sbuffò la sopraddetta Charanna, tentando per l’ultima
volta di decifrare la scrittura di Andael – sono geroglifici arcani o pare a
me?-
- Sono
solo un po’ complicati… Cioè… quella sembra una mosca spiaccicata, ma è una
“a”-
-
Davvero? Ce ne sono di cose da comprendere, in questo arcano manoscritto. Ehi…
aspetta un po’!- l’Elfa sollevò un sopracciglio, incredula – forse ho trovato
l’unica formula leggibile dell’intero plico! Dimmi che sono un genio.-
- Sei un
genio!- esclamò Andael, entusiasta – Per cos’è’?-
- Oh,
questo non l’hai mica scritto. Penso che sarà divertente, scoprirlo ora, fra
noi.-
Estratto dal diario di Andael
(cosa? Tengo un diario? ndAndael) (no, non è proprio un diario, ma è uno dei
rapporti che devi inviare a Saruman, rammenti? Prima lo faceva Ikar, adesso
devi farlo tu, porca miseria, oppure il vice-capo potrebbe offendersi!)
Capo,
siamo
fermi a Lothlòrien da un po’, ormai.
Haldir
sta’ insegnando a Konstantin come si maneggiano gli archi.
E spero
che si riprenderà completamente dall’ultima esercitazione.
Charanna
fa l’isterica, più del solito… ehm.
Frodo poi
è rimasto particolarmente scosso, dato che ha guardato nello specchio di
Galadriel (strano soggetto, questa Galadriel… è anche una persona simpatica,
solo che tende molto a… hai presente, capo? Tipo sembra fumata. Beh, dettagli)
e io proprio non avevo voglia di sapere cosa ci ha visto dentro, ma me l’ha
raccontato comunque, perché si è fatto seghe mentali per tutta la sera e non ci
ha lasciati dormire. E’ un po’ inquietante, in sincerità.
Vediamo…
altro. Ah sì, dopo che Frodo ha avuto quell’esperienza allucinante con lo
Specchio, ha avuto anche una discussione riguardante (indovina un po’!)
l’Anello.
Ce ne
stavamo quasi dimenticando, in effetti. Meno male che c’è Vanamir a ricordarci
della sua esistenza, facendolo scomparire ogni tanto seppellendolo sotto le
foglie secche e rischiando di facilitare la vittoria all’Oscuro Signore
eccetera…
Assieme a
Charanna, poi, abbiamo scoperto che CONOSCO
UN INCANTESIMO.
Almeno,
in via teorica. La formula la so, solo che devo ancora lavorare un po’ sul
controllo.
L’incantesimo
è molto simpatico, è una cortese palla di ghiaccio, ma non tanto cortese, visto
che ho rischiato di ammazzare una dozzina di Elfi, con quella. Chiedo scusa.
Anche
perché la volta dopo non sono riuscito a produrre altro che un cubetto di
ghiaccio, tipo quelli che si mettono nelle brocche d’acqua d’estate.
Se non
fosse stato per la suddetta Galadriel, sarei stato cacciato da Lothlòrien molto
tempo fa.
Ah, beh,
Boromir poi mi ha tirato un altro pugno in faccia.
Devo
dirgli di cambiare obbiettivo, la prossima volta, perché sul naso fa proprio
male.
Ah, ou,
oh, ho guardato anch’io nello Specchio!!!
E’ stato
inquietante, capo, sul serio! Un giorno ti dico anche cos’ho visto.
Ma adesso
devo scappare: credo che la
Compagnia stia organizzando la partenza!!!
Andael
(15 febbraio 3019, Isengard)
Saruman
si trattenne dallo stracciare il rapporto di Andael e dal dare fuoco ai
frammenti.
Aveva
bisogno di coordinate precise e di informazioni tatticamente irreprensibili,
non dei ben noti vaneggiamenti del suo apprendista!
Oh,
quanto gli mancavano le semplici ed efficienti comunicazioni di Ikar!
Con una
smorfia, allontanò da sé la lettera di Andael e cercò di pensare ad altro, a
qualcosa di coerente e profondo.. di bellico, direi.
Flash-back
Qualcosa che non è
affatto coerente
(Giugno 2991, Isengard)
- E
perché dovrei tenerlo proprio io?- chiese Saruman, fissando con aria scettica
il fagottino candido che Gandalf teneva pericolosamente vicino a lui
-
Potresti voltare le spalle a questo bellissimo pargolo, vecchio amico?- gli
chiese l’altro mago, con un sorriso divertito – Oltretutto io sono il Grigio
Pellegrino… e un bambino ha bisogno di una casa.-
Andael si
agitò nel fagottino, per poi sputare addosso a Saruman un lungo schizzo di
latte.
- Andrete
d’accordo di certo.- sorrise Gandalf
- E… come
si chiamerebbe?- chiese il suo capo, asciugandosi la faccia con una manica
(abitudine decisamente infantile, ma, in assenza di carta scottex…)
- Il nome
datogli da suo padre è oscuro e non lo pronuncerò ora, turbando la quiete di
questo pomeriggio d’estate. Ho parlato con Sire Elrond, ad Imladris. Il suo
nome d’ora in avanti sarà Andael, il cui significato speriamo gli propizierà
una vita felice.-
- Grande Stella.- sussurrò Saruman,
prendendo il fagottino dalle mani di Gandalf.
Andael
fissò l’Istari coi grandi occhi azzurri.
Poi gli
sputò addosso ancora un pochino.
(Settembre 3001, Isengard)
- E
ricorda. La “a” deve essere pronunciata con una determinata inflessione, come
abbiamo provato fino a cinque minuti fa.-
Saruman
guardò il proprio giovane discepolo, sollevando un sopracciglio
- Andael,
mi stai ascoltando?-
-
Maestro, ho un dubbio atroce!- esclamò lui, alzando un mano – Ma come nascono i
bambini?-
-
ANDAEL!- Saruman sconfisse con grande sforzo l’istinto di scagliare addosso
all’apprendista uno dei tomi che stava consultando
- Sul
libro non c’è scritto – borbottò Andael, ancora convinto che i libri fossero
gli unici depositari del sapere cosmico – ma quando sarò grande, io voglio
averlo, un bambino.-
- Quando
sarai abbastanza grande per riprodurti, allora giuro che farò in modo che tu
sappia in che maniera tu possa adempiere a questo tuo dovere.-
- Anche
perché non posso mica fare sesso da solo.- fece il ragazzino, candido
- ANDAEL!
Cosa ne sai poi tu del sesso!-
- Me l’ha
raccontato un vecchio Orco che si aggirava qui intorno.-
Fine Flash-back
Pertanto,
d’ora in avanti, evitate di rivolgere ad Andael domande specifiche sulla
riproduzione del genere umano. Sarebbe inquietante, viste le sue fonti. Vi
citerebbe di certo quella massima che ogni padre orco che si rispetti insegna
ai suoi orridi bambini.
“Prendi una femmina e trascinala
nella tua caverna per i capelli. Poi i marmocchi arriveranno comunque”. E questo la dice molto lunga.
Ma, in
ogni caso, sono certa che non ricorrereste proprio ad Andael, qualora vi
servissero informazioni dettagliate su sesso & figli. Vero? Alla peggio,
cercate su google!
FINE CAPITOLO
UNDICESIMO
Ringraziamenti!!
(ragazze,
meno male che ci siete!!)
Evening_star:
sì, beh, il capitolo scorso non era il massimo per quanto riguarda la forma… ma
l’ho scritto (per problemi con word) su un computer portatile di più o meno
otto anni fa, che batti tre caratteri e te ne viene fuori uno, dopo mezz’ora… e
non scherzo… quindi scrivere è stato piuttosto difficoltoso… (e poi mi sono
dimenticata di controllarlo, prima di pubblicarlo… eh… la fretta…). Comunque
tranquilla, Aragorn non ha intenzione di passare sopra al corpo di nessuno e
per quanto riguarda Connie e Boromir… si vedrà, aspettiamo e speriamo,
fiduciosi! (prima o poi anche lui dovrà svegliarsi, no?). Baci!!
La Ginestra: Credo che tu ti stia rimangiando
il commento sulla sanità mentale, dopo questo capitolo delirante… (beh, lo
scopo era quello!)… in ogni caso, immagino che all’uni vi facciano sudare
svariate camicie, quindi coraggio, hai tutto il sostegno morale della
Compagnia! E di Morgoth. Un bacio!!
CHARY
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Capitolo 12 *** Un Anello per... ***
Andael 2 - 12
CAPITOLO DODICESIMO
UN ANELLO PER…
(15 febbraio 3019, Lothlòrien)
-
Konstantin, quanto tempo ci metti ad incoccare una freccia?-
Haldir
attendeva vicino al bersaglio per il tiro con l’arco.
Tanto,
non c’erano rischi: Sauron avrebbe raccolto margheritine canticchiando, prima
che Konstantin riuscisse anche solo ad avvicinare una freccia al proprio
obbiettivo. Se la freccia partiva (cosa decisamente rara) andava a conficcarsi
molto, molto lontano, di solito nel bosco.
Difficile
mancarlo, il bosco. Il bosco era ovunque, era tutto intorno a loro.
- Non
riesco ad incoccarla, Haldir!- protestò Konstantin
- Mi
sembrava di avertelo insegnato, no? Cos’è, stavi dormendo?-
Alla
fine, anche l’Elfo stava cominciando a spazientirsi
- Mi si è
incastrata la freccia nei capelli! Non riesco a toglierla!-
- Ma
quanto riesci ad essere… ah, lasciamo perdere.- rassegnato, Haldir si diresse
verso l’amica, cercando di liberare il dardo dai suoi capelli – Facciamo una
pausa.-
- Sono
senza speranza, eh?-
- Un po’.
Quand’è che pensavate di ripartire?-
-
Domani.- Konstantin sbuffò – la guerra fa schifo.-
- Ma va’
combattuta lo stesso.-
- Sì, sì,
dato che il Signore Oscuro e le sue orde non hanno ancora scoperto il
significato della parola “diplomazia” e “soluzione non-violenta dei conflitti”-
- Come si
fa a conquistare il mondo in maniera non-violenta?- Haldir sorrise, riuscendo
infine ad estrasse il dardo dai capelli di Konstantin – Non si può.-
- E si
può picchiare una persona in maniera non-violenta?-
- Temo di
no. Ma si può sempre risolvere i problemi con la persona, prima di doverla picchiare. Sai, fra le persone civili si è
sviluppato questo strano metodo di risoluzione. Lo chiamano “parlare”. Strano
concetto, questa storia del “dialogo”-
Konstantin
si passò una ciocca di capelli dietro la nuca.
- Ora
scappo.- disse, raccogliendo arco e faretra – devo andare da Aragorn, a farmi
insegnare come si utilizza una di quelle grosse aste di ferro comunemente
chiamate “spade”-
-
Aragorn, no, non posso farlo io!- protestò Boromir, per la sedicesima volta.
Aragorn
ormai non lo ascoltava neppure
-
Insomma, devi insegnarle a usare una spada, mica sposarla! Io devo finire di
organizzare la partenza e non posso perdere altro tempo! La missione è già
sull’orlo della totale disfatta e… Boromir, coraggio, non morde mica! Basta che
stai a distanza di sicurezza quando fa le prove con lo spadone. Quello è
pericoloso veramente.-
Boromir
sospirò: lui e Konstantin non avevano più trovato il tempo per discutere, da
quand’erano arrivati a Caras Galadhon. O non ne avevano trovato la voglia.
Lui
preferiva non fare discorsi seri e lei… strano ma vero, lo assecondava.
Anche se
faceva la scema con Andael, e questo lo faceva davvero andare su tutte le
furie.
- Perché
non chiedi a Gimli di insegnarle i rudimenti dell’ascia?- propose, mentre
Aragorn impacchettava le provviste fornite dagli Elfi
- Perché
è già un miracolo se Konstantin riuscirà a maneggiare una spada e un arco ed è
meglio non chiedere troppo ai Valar. Pertanto – Aragorn sollevò lo sguardo dal
cibo, prese Boromir per gli avambracci e disse:- Ascolta: se tu e Konstantin
non volete avere una relazione, va bene, non sono affari miei. Ma non potete
comportavi da adolescenti, siete abbastanza grandi per prendervi le vostre
responsabilità e ricominciare a parlarvi. Ad essere amici o almeno a non
lanciarvi frecciatine da una parte all’altra dell’accampamento.-
- L’unica
parte positiva della guerra, è che durante le battaglie non c’è tempo per
parlare.-
- Forza.
Vai da Konstantin e insegnale a non farsi ammazzare dal primo nemico che
incontra.-
(Due intensissime ore dopo)
- Basta,
mi arrendo!- Konstantin crollò seduta per terra e allontanò la spada da sé
- Se ti
può consolare, stavi iniziando a migliorare leggermente.- cercò di consolarla
Boromir, mentendo spudoratamente, ma questo possiamo perdonarglielo per le
buone intenzioni di fondo – l’ultimo era quasi un bel colpo.-
- Ma se
ho rischiato di ucciderti!- Konstantin si prese la testa fra le mani – ma
perché i Valar mi hanno fatta tanto imbranata? Cioè, o sono figlia di due
foche, oppure proprio non mi capacito: non me ne va bene una, sentimentalmente
sono una frana (e tu taci, perché sappiamo bene entrambi che sono una frana),
l’unica cosa che mi riesce è sparare cazzate, dimmi te se questa ti pare una qualità…-
- Tu sei
una brava ragazza, Connie. Va bene, non sei una provetta guerriera, ma è
davvero questo che importa, alla fine?-
- Direi
di sì, dato che, sai com’è, siamo in guerra.-
- Tu
mantieni alto l’umore della Compagnia. Tu sei quella che non smette un attimo
di ridere, sei quella che aiuta a non arrendersi mai… e poi cucini la
minestrina liofilizzata, senza la quale noi non saremmo sopravvissuti a Moria.-
-
Grazie.- Konstantin allungò un braccio, afferrando la spada e iniziando a
tracciare dei piccoli cerchi nella terra, mentre Boromir si sedeva vicino a lei
– Ah. Visto che siamo in questo clima sentimentalmente impegnato… scusami, se
in questi giorni ho fatto un po’ la scema con Andael.-
- Sei
abbastanza grande per fare quello che ritieni giusto.-
- Sì,
certo, vallo a dire a qualcun altro.-
- Va
bene, se il tuo scopo era farmi infuriare, ci sei riuscita. Complimenti, hai
vinto un premio.-
Konstantin
scoppiò a ridere, appoggiandosi alla spalla di Boromir (ah, detto per inciso,
il tasto S del mio computer funziona una volta su tre, quindi immaginatevi
com’era venuta la frase prima che me ne accorgessi e correggessi l’errore!!
NdAutrice)
- Allora,
la smetto, va bene? La pianto di fare la scema con Andael. Ma non prometto di
smettere di fare la scema in generale. Quello è genetico.-
- Senti,
purché tu non cominci a fare la scema con gli Hobbit o con Gimli, per me va
bene.-
-
Comincerò con tuo cugino!-
- Provaci
e mi vedrò costretto a porre bruscamente fine alla sua vita.-
- E alla
mia?-
- No.-
Boromir scompigliò i capelli di Konstantin, alzandosi in piedi – alla tua non
potrei mai. E adesso muoviti, altrimenti finiamo davvero per lasciarti qui!
Domani si parte, ricordi?-
Konstantin
rise di nuovo, facendo leva sulla spada per alzarsi a sua volta
-
Imperdibile. A proposito… dov’è che andiamo?-
- Non lo
so.-
- Ah.
Allora la segreta speranza dell’intera Compagnia è che qualche gentile signore
ci fornisca una cartina geografica del luogo dove una linea rossa indichi il
miglior percorso per Mordor?-
-
Qualcosa del genere.-
-
Mitico!-
(Notte fonda, Lothlòrien)
- Mitico.
Mi piacciono le barche!- esultò Andael, quando Aragorn e Legolas spiegarono al
resto della Compagnia come avrebbero proseguito il loro viaggio
- Fammi
capire – s’intromise Vanamir – saliamo su delle barchette, navighiamo per quel
grandioso fiume lì, rischiamo di annegare e poi dobbiamo comunque scegliere la
strada per Mordor? Cioè, rimandiamo solo la scelta.-
-
Esattamente. Suona brutto, ma è così.- annuì Aragorn – dobbiamo valutare molti
fattori, prima di scegliere una via. Soprattutto, dobbiamo sperare nel tempo,
nella mancanza di insidie particolarmente nefaste, nel fatto che un apprendista
di mia conoscenza non si cimenti in uno dei suoi incantesimi…-
Andael
mostrò la lingua al ramingo, ma non disse nulla: innegabilmente, i suoi
incantamenti non avevano molto facilitato il viaggio fino a quel momento.
-
Comunque, intanto partiamo.- riassunse Legolas, dopo svariate discussioni –
sempre che domani mattina non si manifestino cosa tali da spingerci a cambiare
idea. Sarà meglio riposare stanotte, perché da domani saremo di nuovo in aperta
lotta con l’Oscuro Signore.-
Ci furono
pochi commenti. Gli Hobbit, escluso Frodo, stavano già sonnecchiando, avvolti
nelle loro coperte, mentre Gimli era quasi contento di andarsene dal Bosco di
Lothlòrien.
Alla
fine, quando sull’accampamento fu calato il silenzio più totale, anche Andael
si vide costretto a prendere sonno. Si rannicchiò sotto la coperta e chiuse gli
occhi.
La guerra
era proprio una cosa stupida, stupidissima, incoerente se possibile.
Come
quando non riusciva a dormire, l’apprendista operò un incantesim… no, dai sto
scherzando. Avete preso paura, eh?
Andael
prese a giocare col suo ciondolo, quella semplice fascetta di metallo.
Non
ricordava assolutamente nulla di come l’avesse ottenuta.
A detta
di Saruman, poteva essere un dono dei suoi genitori, di quei genitori che non
aveva mai conosciuto, oppure un semplice gingillo che aveva perso qualche
viandante. Il Maestro non dava mai particolare rilevanza a quei dettagli.
-
Porcaccia!- esclamò Andael; aveva perso la presa sulla catenina e il ciondolo
gli era caduto. Rotolando, era andando ad infilarsi fra le braci del fuoco
morente.
Interrogandosi
su cosa fare, il giovane apprendista decise, per non ustionarsi le dita, di
spegnere le fiamme residue con un semplice incantesimo.
E
stavolta non scherzo, purtroppo.
Borbottando
le solite formule inconsulte, agitò le mani in direzione delle braci.
Subito
qualcosa accadde. Scoppiò una pioggia torrenziale. Una pioggia che però non
veniva dal cielo, ma dalle foglie degli alberi, una pioggia di resina e di
zucchero filato. Non credo voi abbiate mai visto cosa succeda quando queste due
cose vengono mescolate. Eh, non è proprio un bel vedere. Del sapore, poi, meno
se ne parla e meglio è per tutti.
-
Andael!- ringhiò sottovoce (un quasi-ossimoro!) la voce di Charanna – che ti ho
detto degli incantesimi improvvisati?-
- Che ci
fai qui?-
- Sono
venuta a salutarvi tutti quanti. Haldir e Rùmil vi accompagneranno domani al
fiume, quindi li vedrete comunque… ma a me tocca restare a casa con la pazza
sclerata. Uffa. In ogni caso, mio imbranato amico, cerca di non distruggere il
mondo, quando gli altri non guardano.- con uno schiocco di dita, la fanciulla
fece cessare la pioggia
- Come
hai fatto?- chiese Andael, stupefatto.
- Sono
una maga in incognito.- fece Charanna, seria.
-
Davvero?-
-
Ovviamente no, imbecille! Ci basta
un’esaltata in famiglia. Questo era solo un trucco. La pioggia stava cessando
da sola, io ci ho aggiunto solo qualche effetto di scena!-
Andael
rise assieme alla sorella di Celeborn
- In
gamba, Andael.- gli disse la giovane, tirandogli un leggero pugno sulla spalla
– Rùmil dice che si fa così, fra voi maschiacci.-
Detto
questo, l’Elfa gli voltò le spalle, dirigendosi in silenzio verso i Compagni
addormentati e sussurrando qualcosa ad ognuno di loro.
Mentre
Charanna salutava i nuovi amici in una maniera un po’ tutta sua, Andael si
preoccupò di recuperare il proprio ciondolo dalla cenere. Sorprendentemente,
era freddo. Lo guardò, perplesso, e potete immaginare la sua sorpresa quando
vide che c’erano delle scritte, tutto attorno ad esso. Erano in una lingua
decisamente strana, che però il giovane apprendista comprese come se l’avesse
sempre conosciuta. Tradotte, le scritte dicevano più o meno così:
“Un Anello per
trovarli,
Un Anello per
cambiarli
Un Anello per unirli
e di gioia
illuminarli”
FINE CAPITOLO
DODICESIMO
Ringraziamenti!
Evening_star: Sì, povero Saruman… ma abbiamo
qualche speranza, visto che comunque Andael, per ora, si trova lontano da
Isengard! Grazie per la recensione!! Sei un mito!
La ginestra: per adesso Gandalf e Ikar li ho
lasciati un po’ in disparte, perché comunque hanno i loro guai, ma molto presto
troverò il modo di reinserirli nella storia! Bacio!!
Kisses
CHARY
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Capitolo 13 *** Armi e bagagli ***
andael 2 - 13
CAPITOLO TREDICESIMO
ARMI E BAGAGLI
Intermezzo giocoso e
un po’ inquietante!!
Accoppiate ognuna di
queste frasi al membro della Compagnia a cui è destinata!
Avete presente quei terribili
giochi scritti sul retro delle scatole dei cereali o sui sacchetti del
McDonald… ssssh, non dite McDonald davanti agli Elfi, altrimenti si spaventano!
Comunque, sono convinta che in giovinezza ognuno di voi/noi abbia incontrato
uno di quei giochi patetici che cominciano con
“L’orsetto Teddy ha perso la strada di casa, guidalo nel labirinto fino ad
OrsettiVille. E stai attento alle apine cattive!!”, oppure con “Il Grande Puffo ha preparato i regali per i
suoi amici, ma ha fatto confusione con le carte e non capisce più a chi deve
darli! Dai tu ad ogni Puffo il suo regalo!!”. Insomma, è qualcosa di triste
e di patetico… quindi è perfetto per il tenore medio di questa ff!! Oltretutto
Andael era entusiasta dell’idea… ma senza Grande Puffo e senza le apine
cattive.
Qui di seguito vi propongo i
saluti di Charanna… sarà facile per voi capire a chi sono destinati! (E non
chiedetemi coma faccia Charanna a non ricordarselo, sappiamo tutti che non è
molto normale, povera piccolina…)
- – Ma tu chi saresti? Ah, sei
quello dell’Anello. Oh, beh, buona fortuna. Occhio che il Monte Fato è parecchio
alto. Comunque grazie, mia cognata è lievemente meno pazza da quanto avete
parlato
- – Dopotutto, i Nani non mi
fanno poi tanto schifo. Complimenti, hai appena alzato la media della tua
razza! Buon viaggio. Ah, buona fortuna anche da parte di Haldir… quando
gli ho detto che tornavamo a salutarvi tutti è sparito un’altra volta.
Prometto, un giorno gli insegnerò a non essere tanto nanofobico.
- – Non potresti portati via il
gatto? Per favoooore… Thranduil sarebbe entusiasta di avere un piccolo
mostro peloso che si agita per casa…
- – Erede o non erede,
complessato o non complessato, complimenti per le tue doti organizzative.
E buona fortuna per la guerra: ne avrai bisogno, se Andael tenterà di
sconfiggere i nemici con le sue solite trovate geniali…
- – E tu chi diavolo… ah, ehm…
chiunque tu sia, abbi tanta fortuna, eh. Mi raccomando
- – (Ma… un altro sconosciuto…
e pure grosso! Ah, ma è quello che sta attaccato a Frodo notte e giorno…
ehm… Pam? Sal? Sam? Nas? Oh, beh, aveva un nome tipo così…)… sì, beh,
tanti carissimi auguri, eh.
- – Solo un consiglio
disinteressato: non fartela scappare. A mio modesto parere, sareste una
bella coppia. Haldir dice che… oh, ma a noi non interessa mica cosa dice
Haldir! Ti pare che abbia voce in capitolo, uno che ha una fidanzata come
me??
- – Ehy, tu sei quello
dell’erba pipa! Complimenti davvero, un’ottima cosa. Buona fortuna per la
guerra e, quando finisce suddetta guerra, torna a cercarmi, così ci
facciamo una fumata in buona compagnia assieme a Rùmil. Ci tiene
parecchio.
- – Coraggio, piccola. (se
indovinate questa non ve la do buona: insomma, c’è una ragazza sola in
tutta la stramaledetta Compagnia! Se non la indovinate, invece, vi faccio
causa!) Lo so che è dura, ma se i Valar ci hanno fatte così strane, di
certo avevano le loro buone ragioni, no? Non dovrei dirtelo, ma qui tutti
ti vogliono bene.
- – Grazie per la dritta su
come far stare zitte le persone. Se funziona con tuo zio, non so perché
dovrebbe fare cilecca con mia cognata. In ogni caso, grazie, mi hai ridato
fiducia nel fatto che sì, esistono persone peggiori della moglie di mio
fratello. E adesso smettila di pensare che ha delle belle tette! Smettila,
ho detto!!
Fine Intermezzo
giocoso e un po’ inquietante
(16 febbraio 3019, Lothlòrien)
La
mattina della partenza, alcuni Elfi portarono ai Compagni delle provviste ed
altre cose che si sarebbero rivelate decisamente utili, strada facendo.
Il cibo
era ormai lo strafamoso pan-di-via, che io ho sempre immaginato come una fetta
biscottata e che invece mi pare che abbia persino un buon sapore, mentre le
vesti avevano una lunga, lunghissima storia alle spalle.
Si
trattava infatti dei mantelli elfici, quelli fantastici che cambiano colore e
temperatura e che sono molto trendy in quasi tutta la Terra di Mezzo. Ma non erano
comuni mantelli.
Erano
stati cuciti da Galadriel in persona (ma sta male? Si è messa a fare
taglio-e-cucito? Ma cosa le hanno dato da fumare?). Ovviamente, era stata
aiutata dalle sue damigelle…
Flash-back
Taglio-e-cucito
- Io
dovrei fare COSA?- Charanna guardò Haldir con aria traumatizzata – No. MAI.-
-
Coraggio. Galadriel ha detto che devi darle una mano a cucire dei mantelli per la Compagnia. Forza,
tesoro.-
- Cioè,
non solo devo rinnegare i miei principi, che mi impongono di non fare lavori di
questo genere, ma devo anche farlo assieme a lei? No, no. Piuttosto mi accoppio con Morgoth, qui, ora, sul
pavimento della stanza.-
- Amore.-
Haldir sospirò – Non ti interessa la sopravvivenza del mondo?-
- Sì,
beh, un po’. Non abbastanza da sprecare alcune preziose ore della mia esistenza
ad usarmi violenza per non dire a mia cognata che la detesto.-
- Come se
non fosse universalmente risaputo.-
-
Traditore! Tu stai dalla sua parte! Ammettilo!-
- Sì,
tesoro. Io e tua cognata siamo innamorati e vogliamo fuggire in qualche isola
misteriosa non appena volgerai altrove lo sguardo. Questa versione della storia
si accorda col tuo ego?-
Charanna
rabbrividì
-
Assolutamente no.-
- Bene,
perfetto. Adesso sei pronta per andare a fare taglio e cucito oppure devo
continuare a torturarti psicologicamente finché non cadrai a terra,
cerebralmente distrutta?-
- Uffa.-
Fine Flash-back.
Ecco, sì.
Le damigelle.
Sorvoliamo
però su tutto questo.
Sedetevi
comodi e guardate ridacchiando la
Compagnia dell’Anello, mentre si affanna per preparare le
barche, per ricordare come funzionano le cose, per ripescare Konstantin che è
finita nel fiume per dimostrare agli altri che possedeva il senso
dell’equilibrio (Aragorn lo diceva che arrampicarsi su quell’arbusto non era
una bell’idea…), per sostituire il remo che Andael era riuscito ad animare con
un… beh, con un incidente magico, perché dire “un incantesimo sbagliato” suona
un po’ ripetitivo. Sto finendo i sinonimi, cavolo.
(Qualche ora dopo)
La Compagnia faceva colazione, in attesa della
partenza. Quando, ovviamente, si presentò l’ennesimo imprevisto
- Avete
per caso visto mio cugino?- chiese Boromir, perplesso
- Credo
sia andato a salutare Rùmil, prima di partire.- rispose Konstantin, sorridente
- Più di
tre ore fa.- precisò Aragorn – Vi prego, ditemi che non è l’ennesimo
imprevisto.-
-
Aragorn.- Andael gli appoggiò una mano sulla spalla – è l’ennesimo imprevisto.-
- Non
ditemi che quell’imbecille di Vanamir si è perso per la foresta!- esclamò
Boromir
- Beh,
questo non te lo so dire.- rifletté l’apprendista di Saruman – non ho mica la
sfera di crist… ma… aspetta, io HO la sfera di cristallo!-
Gimli e
Legolas si lanciarono contemporaneamente su Andael, nella speranza di fermarlo
prima che estraesse dallo zaino una grossa palla trasparente, dentro alla quale
vorticavano strane cose grigiastre e svariate bucce di mandarino.
- Andael,
cosa diavolo è quella cosa?- fece
Legolas, perplesso
- In
teoria, e considerando il tutto con mente aperta e animo sgombro dai
pregiudizi…- esordì l’apprendista, con un sorriso che era la quintessenza
dell’innocenza – sarebbe la mia sfera di cristallo. Ah, non badate alla colla,
l’anno scorso mi è caduta dalla torre, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi:
funziona benissimo!-
- La
prossima volta mi alleo con l’Oscuro Signore.- borbottava Aragorn – almeno i
suoi seguaci hanno un minimo di organizzazione e disciplina… e non tirano fuori
all’improvviso inquietanti gadget e strumenti di dubbio utilizzo…-
- Forte!-
esclamò Konstantin, entusiasta – e come funziona?-
- Come
vuoi che funzioni?- si sorprese Andael, sollevando le sopracciglia – Così, no?-
Detto
questo, prese la palla di cristallo e la lanciò a terra, facendola rotolare
come una palla da bowling. L’oggetto sferico iniziò una folle corsa, rischiò di
investire due scoiattoli, aprì un buco grosso come una mano nel fianco della
barca e, in ultimo, si tuffò nelle terse acque del fiume con uno “splash” che
era un po’ tutto un programma.
- E
adesso?- chiese Frodo, allungando il collo per guardare la palla, immobile sul
fondo, come se la corrente non riuscisse a spostarla. Le bucce di mandarino
giravano vorticosamente al suo interno.
- Adesso
guardate tutti!- esultò l’Apprendista – è una cosa che mi è sempre piaciuta da
morire!-
Fine capitolo Tredicesimo
Ringraziamenti!
La ginestra: ogni tanto questa storia ha una
trama! E’ incredibile, ma non montiamoci troppo la testa! Scherzi a parte,
questo era il mio scopo: fare una parodia che fosse un’alternativa alla storia
originale… e se poi ci si appassiona, io non posso non essere felice!! Kiss
(comunque, ecco un capitolo che di serio e logico non ha proprio niente… mi
conservo la suspence per la rivelazione del prossimo capitolo!)
Evening_star:
oh, Konstantin e Boromir ce ne metteranno un po’, prima di giungere ad un
compromesso! Scherzi a parte, quel momento si avvicina a passi da gigante! Un
bacio!
Chary
|
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Capitolo 14 *** Joy ***
andael 2 - 14
CAPITOLO
QUATTORDICESIMO
JOY
Ovvero
QUELLA NELLA BOCCIA
PER I PESCI
La Compagnia stava ancora fissando la sfera di
cristallo (Aragorn escluso, che stava valutando i danni riportati dalla povera
imbarcazione a cui accennavamo in passato), quando una luce splendente si alzò
dalle acque del fiume. Quando la luce si attenuò, c’era una strana ragazza che
fissava gli eroici compagni
- Andael,
si può sapere che diavolo vuoi adesso?- esclamò, incrociando le braccia davanti
al petto. L’Apprendista la guardò con un sorriso ebete
- Ciao
Joy! Questi sono i miei amici!-
- Ciao,
ciao, ciao.- fece lei, senza grande interesse – Mi spieghi perché non mi lasci
mai dormire in pace? L’ultima volta che mi hai chiamata ho fatto un brutto volo
giù dalla torre di Isengard!- Andael guardò la giovane: era esattamente come la
ricordava.
- Chi è
lei?- chiese Legolas, che guardava la ragazza con aria inquietata
- Lei è
Joy, per gli amici Spiritylla.- la presentò l’apprendista di Saruman
- Ovvero
quella scema nella boccia dei pesci!- esclamò Joy, irritata.
Aveva
l’aspetto di una qualunque ragazza: aveva i capelli lunghi, color crema, un
viso gradevole e dei grandi occhi azzurri. Solo che era molto più…
inconsistente. Sembrava davvero un piccolo fantasma molto combattivo
- Joy è
la figlia del Nazgul numero 7- spiegò Andael, con aria fiera
L’intera
Compagnia lo fissò come se avesse appena detto che la foresta stava andando a
fuoco.
- Sì, sì.
Non fate quelle facce, adesso.- sbottò Joy – quand’era ancora vivo e vegeto,
mio padre aveva una figlia. Una figlia tanto scema da… oh, beh, non
v’interessa…-
Improvvisamente,
era diventata molto vaga. Andael scoppiò a ridere
-
Raccontaglielo, dai! Ti prego! Dai!!-
- Va
bene. Ho inghiottito l’anello di mio padre. Ecco la terribile verità. Il resto
è abbastanza dubbioso, anche se sono convinta sia stata colpa di un mago con
dei problemi, di un armigero che andava a letto con la mia mamma e, ovviamente,
dell’Oscuro Signore. Quando mi sono svegliata c’erano degli strani maghi che mi
guardavano con aria seria. Per quanto ne so, sono un Nazgul al contrario. Non
per niente ho questo notevole look.-
Joy fece
una piroetta su sé stessa. Effettivamente, se non assomigliava ad un Nazgul…
aveva gli stessi identici vestiti dei fantomatici cattivoni, solo che erano
completamente bianchi (salvo una grossa ed imbarazzante macchia rosa sulla
spalla. Problemi in tintoria)
- E Typho
dov’è?- chiese Andael, guardandosi intorno – di solito quanto ti chiamo è già
qui a farci le feste!-. Spiritylla alzò gli occhi al cielo, batté le mani e… e
un grosso cavallo inquietante uscì dal fiume, scuotendo la testa per liberarsi
dall’acqua. E bagnando tutti i presenti.
Come la
sua padroncina, anche lui era uguale ai destrieri malefici dei Nazgul. E anche
lui era tutto del colore sbagliato. Era lilla. Qualcosa di imbarazzante, sul
serio.
- Che
questo insegni ai bambini a non succhiare i pendenti dei genitori.- commentò
Konstantin, soddisfatta. Typho si voltò verso di lei, incamminandosi nella sua
direzione con passo circospetto. Quando le fu di fronte, socchiuse leggermente
la bocca, tanto da far passare un’enorme lingua rosa. Lingua che,
immancabilmente, finì sulla faccia della ragazza.
- Che
schifo.- commentò Boromir - chissà cosa mangia quella bestia.-
- Solo
tofu e the verde biologico.- controbatté subito Spiritylla – e comunque si
comporta più da cane che da destriero malvagio. Dobbiamo aver sbagliato
qualcosa quand’era piccolino.-
- Ad ogni
buon conto.- riprese Andael – ti ho chiamata per qualcosa di estremamente
serio.-
- Fammi
indovinare. Hai di nuovo perso quel libro con le donnine nude?-
- No.-
- Hai
avvelenato qualcuno tentando di cambiare il colore ai tuoi capelli?-
- No.-
- Hai
evocato un branco di bestie inferocite e igienicamente messe male?-
- No!
Joy, niente di tutto questo! E’ solo che non riusciamo a trovare un nostro
compagno e ti saremmo estremamente grati se tu utilizzassi i tuoi grandiosi
poteri per darci una mano.-
- Oh,
guarda, lo farei davvero volentieri.- la ragazza prese a studiarsi le unghie di
una mano - ma credo che non ce ne sarà bisogno. Guardate un po’ là.-
Vanamir
stava arrivando, correndo, inseguito da un drappello di guardie.
Teneva in
mano un mantello nero con sopra disegnato un grande occhio fiammeggiante e
gridava:- Vi ho detto che era solo uno scherzo!-
-
VANAMIR!- esclamò Boromir, alterato – Che diavolo hai combinato questa volta?-
- Sono
convinti che io sia l’Oscuro Signore in uno dei miei più riusciti
travestimenti! Ragazzi, sarà meglio tagliare la corda, qui e ora!- gli rispose
il cugino, gettandosi in una delle barche per nascondersi dalle guardie
- Va
bene. Partiamo in fretta, prima che lo buttino in galera.- sospirò Aragorn, che
aveva solertemente caricato tutti i bagagli (più o meno) sulle barche – Non
possiamo ritardare ancora la partenza, oppure quando arriveremo a Mordor avremo
già perso la guerra.-
-
Concordo!- fece Vanamir, con un grosso sorriso. – Questi non hanno il senso
dell’umorismo.-
- Non
posso credere che ti avessero davvero preso per il signore oscuro…- borbottò
Konstantin, perplessa – ci dev’essere qualcos’altro dietro…-
- Beh, ho
fatto un favore a Charanna.-
- Che
tipo di favore?- indagò Legolas, sospettoso
- Oh… un
piccolo favore… nulla di che preoccuparsi.-
- Bene.-
li interruppe Aragorn – abbiamo caricato tutto, possiamo partire.-
E così la Compagnia abbandonò la
foresta di Lothlòrien.
E mentre
le barche scivolavano leggere sul fiume dalle acque argentate…
- EHI! Io
adesso che faccio! Andael, devi congedarmi!!!- strillava Joy, rimasta assieme
al drappello di guardie – Ho già capito: mi tocca fare tutto da sola!-
Spiritylla
sospirò, salendo in groppa a Typho – andiamo, bel cavallino.- gli disse.
E anche
lei, l’anti-Nazgul, si allontanò, lasciandosi alle spalle la foresta di
Lothlòrien.
(Contemporaneamente, a Caras
Galadhon)
Charanna
si sedette di fronte ad un albero e sorrise.
Sulla
maestosa pianta era stato affisso un cartello. E uno sulla pianta vicina. E un
altro su quella dopo ancora, così che tutta la foresta ne era invasa.
“Attenzione!”
recitavano i cartelli “Pazza sclerata si aggira nei dintorni. Bionda con lo
sguardo assatanato e con pazienza zero. Parla spesso per enigmi o facendo
inquietanti giochetti mentali. Se la vedete, mantenete la calma e avvisate le
autorità competenti. Verrà inviata una squadra di sicurezza, che la condurrà di
nuovo al manicomio dal quale è scappata. (e comunque ha delle belle tette)”.
Sotto
c’era un disegno, stilizzato eppure straordinariamente somigliante, di
Galadriel, che lanciava saette dagli occhi e con dei piccolo fulmini fra i
capelli.
Charanna
rise ancora, prendendo fra le braccia quella grossa palla di pelo comunemente
chiamata Morgoth. Accarezzando il folto pelo del gatto, rilesse il messaggio.
- Oh,
quant’è bello conoscere gente nuova.- disse, sottovoce, pensando che, a guerra
finita, avrebbe mandato un messaggio a Vanamir per ringraziarlo.
La coda!
Chary è tornata!
Dopo la depressione
scolastica, il momento di vuoto d’ispirazione, dopo molte litigate con tutto il
team delle Muse e con il mio computer, dopo aver odiato questa storia, dopo
averne sentito la mancanza, dopo essermi ripromessa di cancellare il mio
account su EFP e di non pubblicare più niente… rieccomi. Rieccomi con Andael e
con le mie amate alter-ego, rieccomi con tutta quella follia che mi da’ ancora
da vivere.
Chary, da poco
diciannovenne e appena uscita da una brutta influenza, è tornata per voi!
… Voi tornate per
lei!
Kisses
CHARY
|
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Capitolo 15 *** Navigantes ***
Andael 2 - 15
CAPITOLO
QUINDICESIMO
IL VECCHIETTO E LE
AQUILE
E
NAVIGANTES
(17 febbraio 3019, Lòrien)
- Guarda
qua. Volantini ovunque.- Ikar strappò da un albero l’ennesimo foglio con
l’avviso lasciato da Vanamir prima della partenza.
La Mezz’Aquila era intimamente sollevata:
il peggio era passato, per il momento.
Al suo
fianco camminava maestoso Gwaihir, il Signore delle Aquile, e, accanto a lui,
Gandalf il Bianco. Come Ikar aveva sempre pensato, le vesti bianche gli stavano
decisamente meglio di quelle grigie. Sì, non c’erano proprio dubbi in
proposito.
- Allora,
Ikar, cosa farai adesso?- chiese Gwaihir con voce possente.
L’Aquila
nera e viola scosse la testa
- Ad
essere sincera non lo so. Credo che potrei andare a cercare la Compagnia, per vedere
come se la cavano. Dopotutto… beh, lo sai no?-
- Quel
ragazzo, Andael. E chi penso che sia, non è vero?-
- Non so
cosa pensi, capo. Se pensi che sia un emerito imbecille, un fannullone
dichiarato, un imbranato apocalittico e un possibile distruttore della Terra di
mezzo… beh, allora probabilmente hai ragione. Comunque, sostengo che prima o
poi qualcuno dovrà dirgli di suo padre. Non possiamo mandarlo a zonzo per mezzo
continente solo per scoprire che…-
- Sì,
sì.- la bloccò Gwaihir (conquistandosi l’odio del lettore medio, che era sul
punto di scoprire il grande segreto che ormai celiamo da svariati capitoli!) –
Lo so.- poi cambiò argomento all’improvviso. Fissando la Mezz’aquila negli occhi, le
chiese:- Ti stai affezionando a lui, non è vero?-
- NO!-
esclamò Ikar, palesemente sconvolta – cioè… assolutamente NO. E’ già difficile
viaggiare con lui senza prenderlo a beccate dalla mattina alla sera! No, capo,
non guardarmi in quella maniera. Ho detto di no!-
Gwaihir
rise in silenzio
- Va
bene, va bene. Allora vai. Vai a cercare il tuo protetto, e continua a vegliare
su di lui, come sempre hai fatto.-
Ikar
sorrise:- senza dubbio alcuno, capo. Volo, vinco la guerra, e torno.-
Ma non
disse per chi aveva intenzione di
vincere la guerra.
(Lungo il corso del Grande Fiume.
Barchetta uno)
-
Vanamir, non sporgerti.-
Aragorn
afferrò il compagno per il mantello e lo costrinse a sedersi
- Se non
la smetti ti uccido.- lo minacciò, sull’orlo di una crisi di nervi
- Oh, mi
piacciono i fiumi!- esultò Konstantin, che giocherellava con una mano in acqua
– le barchette un po’ di meno, ma non importa. Andael!- chiamò, voltandosi
verso l’altra barca – come va’ il viaggio dalla vostra parte del fiume?-
Parecchie
onde più in là, l’apprendista gridò una risposta. Evidentemente, non abbastanza
forte.
- Andael!
Non riesco a sentirti!-
-
Aspetta! Guarda che forza!-
Konstantin
attese. Qualche secondo dopo vide due nere colonne di fumo alzarsi dall’altra
barca. Non comprese subito. Ma Aragorn sì. Aragorn comprese subito.
E imprecò
(Barchetta due)
Il fuoco
divampò nel momento esatto in cui Andael ebbe finito di pronunciare le formule
magiche. Grattandosi perplesso il mento, l’apprendista cercò di capire cosa
avesse sbagliato nel suo incantesimo.
- Andael,
che hai combinato?- esclamò Legolas, non appena le fiamme ebbero raggiunto un’altezza
considerevole
- Niente!
Ho solo acceso un piccolo falò!- si scusò il giovane
- E per
quale sconsiderato motivo l’hai fatto?-
- Beh, mi
serviva un fuoco, altrimenti come potevo comunicare con Connie, sull’altra
barca? Mi insegnate che urlare attira l’attenzione degli Orchi, quindi ho
ripiegato sul sistema più sicuro, semplice e vecchio del mondo: i segnali di
fumo!-
- E far
scoppiare un incendio ti sembra un buon metodo per passare inosservati? Gli
Orchi vedranno le colonne di fumo da miglia di distanza!- tuonò Gimli – ah,
datemi la mia ascia, devo ammazzare questo pazzo furioso!-
Andael
sorrise angelicamente. Borbottò qualcosa come “posso rimediare” e si mise ad
agitare le mani di fronte a sé, mormorando una formula che aveva un suono
piuttosto scemo, tipo “squueck bech na
beck beck, tek, allak, vecchiak fattoriak”
(Barchetta uno)
- Adesso
lo ammazzo.- dichiarò Boromir – scendo dalla barchetta e lo ammazzo.-
- Sempre
così drastico.- sospirò Konstantin – Ma ti rilassi, ogni tanto? Hai provato con
lo yoga?- detto questo incrociò le gambe e prese ad emettere una specie di
“ohm” dalla bocca
- Mi
correggo. Prima ammazzo lei, poi scendo dalla barchetta e ammazzo Andael.-
Aragorn
aguzzò la vista, lasciandosi alle spalle i battibecchi dei due quasi-innamorati.
L’altra
barchetta aveva smesso di emettere fumo, anche se la maggior parte degli
uccelli che, inavvertitamente, le finiva vicino, viravano all’improvviso o
crollavano nel fiume, parzialmente confusi. Nel momento in cui il vento cambiò
direzione, i compagni della barchetta uno percepirono un penetrante odore di
escrementi.
(Qualche ora dopo…)
Vanamir
si rotolava per terra, ridendo come un matto
- No, ti
prego, raccontami ancora una volta come vi siete ritrovati sommersi dalla
merd…-
Andael
fece crocchiare le dita, lanciando uno sguardo colpevole in direzione di
Legolas e Gimli.
- Beh, ho
solo tentato di spegnere le fiamme con l’incantesimo dell’acqua. Evidentemente
però ho pronunciato male qualche sillaba… e ho evocato dal nulla una vera e
propria valanga di…-
-
Chiaro.- lo bloccò Aragorn – Spero solo che l’odore sparirà presto.-
Andael
annuì, entusiasta:- non ho mai evocato nulla che durasse per più di un giorno.-
- Però la
montagna di sterco non è scomparsa.- rilevò Legolas
- Beh,
non è più sulla barca, almeno. Ammettetelo, il mio incantesimo ha funzionato,
per una volta! Sono riuscito teletrasportare altrove tutta la cacca!-
- Spero
davvero che quella montagna di robaccia sia arrivata in un posto isolato.-
-
Assolutamente.- assicurò Andael – ne sono fermamente convinto.-
In quel
preciso istante, in un luogo abbastanza lontano, i Nazgul ricevettero una
sorpresa piuttosto sgradita. Ma noi non ci soffermeremo oltre sulle loro
fantasiose imprecazioni e sulle loro reazioni non proprio da nobel per la pace
e l’educazione.
Gli
Hobbit si erano presto addormentati, stanchi per il viaggio, mentre Gimli e
Legolas ancora tentavano di levarsi di dosso l’odore di… beh, sapete benissimo
di cosa! Aragorn era molto indaffarato per mantenere vivo il fuoco da campo,
mentre Vanamir s’impegnava con tutte le proprie forze per rendergli l’impresa
pressappoco impossibile. Con un elenco del genere ad inizio paragrafo, sapete
adesso cosa vi attende, vero?
- Noi due
non abbiamo ancora raggiunto un accordo.-
Ci fu un
lungo silenzio imbarazzante.
Poco
lontani dall’accampamento principale, Konstantin e Boromir stava parlando. O,
per meglio dire, lei stava parlando, mentre lui sembrava molto più interessato
alle ramificazioni concentriche all’interno di una sezione di ramo. E questo è
grave.
- Un
accordo, Konstantin?- le chiese, perplesso – in merito a cosa?-
-
Indovina.- sbuffò la ragazza, prima di inciampare in una radice nascosta e
capitombolare addosso al compagno di missione – Stupida pianta.- bofonchiò –
Comunque. L’ultima volta che ci siamo confrontati sul tema “sentimenti
reciproci” hai tirato un pugno ad Andael. Questo significa che siamo tutti
tranne dotati di equilibrio.-
- Non è
una novità. E comunque ho un chiaro ricordo di te che dici “La pianto di fare
la scema con Andael.”. Mi sembra un buon compromesso.-
- Ok. E
questo sistema il mio rapporto con Andael. Mi spieghi allora a quale
conclusione siamo giunti riguardo noi due?- Konstantin sospirò: detestava
girare intorno alle cose. – insomma, non può essere tutto così complicato!
Sembriamo due dotti intenti a scrivere un saggio sull’amore, e invece siamo
solo due persone che devono capire se stare assieme o meno. Valar! Ma com’è che
riesci a rendere tutto così complicato?-
Boromir
sospirò a sua volta, accarezzando i capelli di Konstantin
- Credo
che non sia il caso di… di fare niente, assieme. Non fraintendermi. E’ stato
davvero bello stare con te, in questi giorni. Ho provato per te qualcosa che
non avevo mai provato per nessuno. Ma sei la moglie di mio padre. E non voglio
che questa cosa fra noi combini più disastri di quelli che già ci aspettano,
quando torneremo a Minas Tirith. Credo che sia il caso di smetterla… prima di
abituarci troppo al… reciproco affetto.-
Era un
discorso lungo e terribilmente complicato, che nessuno dei due aveva voglia di
affrontare. Straordinariamente, Konstantin reagì bene.
- Sono
stata buona, con te.- sì, beh, relativamente bene – Ho avuto pazienza. Ma
adesso a te l’ultimatum. Amanti o perfetti sconosciuti? Io non posso sopportare
oltre questa relazione… mezza relazione… un quarto di relazione o cosa diavolo
è.-
Boromir
resse lo sguardo della ragazza. Una decisione complicata. No, non complicata
nel senso che guardare Konstantin può essere difficile, bensì… oh, avete
capito, vero? Altrimenti vi denuncio per palese inosservanza delle leggi sulla
minima intelligenza obbligatoria per leggere le fanfic! Attenzione, eh. Non
scherzo!!
FINE
CAPITOLO QUINDICESIMO
La Coda
Ma tu
guarda… ma quanto danno da studiare, questi professori maledetti?
Eccoci
con un altro capitolo di Andael, ed è incredibile che lui non abbia fatto
saltare per aria la Terra
di Mezzo nel vano tentativo di prepararsi un toast!
Ringraziamenti
Loli89: sì, beh, sono piuttosto lunatica
e ci sono momenti in cui odio tutto quello che scrivo, come ci sono i momenti
in cui ne sono entusiasta. Poco male. Anche se credo che non avrei avuto il
coraggio di “distruggere” Andael. Kisses!!
CHARY!
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Capitolo 16 *** Amnesie fasulle ***
andael 2-15
CAPITOLO SEDICESIMO
AMNESIE FASULLE
-
Konstantin, io…-
- No.
Niente puntini di sospensione. Una risposta, netta. Amanti veri o perfetti
sconosciuti?-
Boromir
tacque, pregando interiormente che un cataclisma interrompesse quel discorso.
Dopo
qualche secondo di silenzio, l’uomo si rese conto che nessun disastro naturale
sarebbe giunto per salvarlo dal confronto. Doveva prendere una decisione.
E fece la
sua scelta. Piccola, stupida, insignificante, mostruosa. Due parole.
-
Perfetti sconosciuti.-
- Bene.-
Konstantin si morse un labbro. Appoggiò una mano sulla spalla di Boromir. –
Saremo dei perfetti sconosciuti fra cinque… quattro… tre… due… uno. Buona sera,
sono Konstantin.-
Boromir
guardò la mano tesa della ragazza, cercando di capire se stesse scherzando.
- A
proposito, signore, potrebbe per caso dirmi cosa ci faccio qui?- domandò di
nuovo la giovane, guardandosi intorno con aria perplessa
-
Konstantin, non è divertente.-
- Senta,
o lei si presenta, oppure io mi metto a strillare!-
-
Konstantin…-
-
AAAAAAHH!-
Aragorn
balzò fuori dal sacco a pelo, sguainando la spada. Legolas mise mano all’arco e
Gimli strinse l’ascia (oh, beh, Gimli ci dorme, con quell’ascia. C’è chi dorme
con una volpina di peluche, tipo l’autrice, e chi dorme con una mastodontica
ascia bipenne incrostata degli altrui fluidi vitali. Sono gusti), mentre tutti
gli altri continuarono a ronfare beatamente.
- Cosa
succede?- chiese Aragorn, allarmato
-
Aragorn, salvami, questo sconosciuto vuole farmi del male!- esclamò Konstantin,
nascondendosi dietro al ramingo – ma tu guarda che gente vado ad incontrare…-
-
Boromir, cosa le hai fatto?- chiese Aragorn, rinfoderando la spada con un lungo
sospiro
-
Niente!- si difese l’uomo – le ho semplicemente detto che non era il caso di
restare insieme.-
- Cosa
sta insinuando?- protestò Konstantin – io nemmeno la conosco!-
- Connie,
smettila di comportarti come una ragazzina affetta da amnesia. Sai benissimo
chi lui sia o perché noi siamo qui. Comportati da adulta ed affronta la
situazione.- abbassò la voce, folgorando Boromir con uno sguardo – io e te ne
parliamo dopo.-
(… dopo)
Ora
Konstantin dormiva, angelicamente appallottolata fra le coperte.
Aragorn
si prese la testa fra le mani, e trattenne la voglia di imprecare.
-
Boromir, che sta succedendo?-
-
Niente.-
- Sì,
certo, e io ho le orecchie d’asino.-
-
Aragorn, per favore. Se Konstantin vuole fare la ragazzina, allora va bene. Ma
stanne fuori. Posso gestirla.-
- Sì, sì,
ho visto.-
Il
silenzio fu assordante. Peccato che durò poco.
Vanamir
stava bofonchiando nel sonno, apostrofando una “graziosa pescivendola”.
Andael
era stato legato ad un albero perché afflitto da sonnambulismo magico.
(Sonnambulismo magico: grave disturbo del sonno, che comporta la continua
evocazione di incantamenti, anche quando il soggetto è privo di sensi e della
concezione del mondo attorno a lui. Insomma, Andael aveva sempre la sindrome da sonnambulismo magico…)
-
Boromir, spiegami perché tu e Konstantin avete rotto.-
- Non era
il caso.- rispose l’uomo, dimostrando una capacità di sintesi impressionante.
- Non
sarà mica perché lei e Denethor…- Aragorn sospese la frase a metà.
-… no.-
ammise Boromir, evidentemente a malincuore. Dopotutto, doveva pur affrontare
quel discorso con qualcuno, no? E farlo in piena notte, sotto i probabili occhi
di spie nemiche, mentre lo pseudo-mago della compagnia dormiva e rischiava di
dare fuoco a tutto, nel sonno, era proprio l’ideale. Beh, almeno l’argomento
non sarebbe venuto fuori durante una battaglia, come tutti gli argomenti degni
di questo nome. (Avete notato che durante gli scontri fanno tutto tranne che
combattere? Parlano, riflettono, hanno illuminazioni, si calano in lunghi
flash-back, recitano ballate, si sposano, preparano torte, appendono poster
colorati, regolano le luci, degustano il vino, controllano il livello medio
delle acque del Nilo, s’interrogano sui misteriosi rapimenti degli UFO, parlano
di chi vincerà la prossima edizione di Nemici
(perché sono in battaglia, dopotutto), contano i cattivi abbattuti, scherzano,
giocano, scartano i regali di Natale, ballano la macarena e si tengono occupati
in altre sedici maniere diverse? Provare per credere.)
-
Konstantin è… è come una bambina.- spiegò Boromir. Sì, beh, lui non era mica
l’uomo delle analogie e dei lunghi discorsi. – Va tutto bene, finché è un’amica
un po’ pazzerella che si mette in continuazione in pericolo e che, bene o male,
sta’ combattendo una guerra per la salvezza del mondo. Ma quando… quando ci si
impegna, con lei… tutto appare sotto un’altra luce.-
Decisamente non era l’uomo delle analogie e
dei lunghi discorsi.
- Quando
poi… quando poi diventa qualcosa di più… allora…- “allora ho una paura matta di deluderla. Di sbagliare. Perché è
semplicemente perfetta, ma è fragile, come una farfalla, che svolazza incurante
verso la bocca di un vulcano. Non voglio sbagliare con lei, e in questo
momento, sento che potrei farlo. Ed è un rischio che non voglio correre” –
Lascia perdere.-
- Lascio
perdere.- concordò Aragorn. A volte si domandava perché le sue pare
sentimentali gli sembrassero sempre così irrilevanti, quando pensava all’abisso
di idiozia che preveniva ogni rapporto fra Boromir e Konstantin.
(24 gennaio 3019, sotto agli
Argonath)
- Per i
Valar…- Konstantin contemplava estasiata le massicce costruzioni di pietra, le
somme statue dove i gabbiani non avevano il coraggio di defecare e dove il
muschio di guardava bene dal crescere -… sono enormi!-
-
Concordo.- annuì Andael.
La Compagnia aveva deciso di accamparsi a
Parth Galen, se non altro per riprendersi dalla brutta baruffa avuta con una
decina di orchetti viaggiatori (armati tuttavia dalla testa ai piedi) dal
pessimo carattere e dalla più totale incapacità di comunicare diplomaticamente.
- Sono
preoccupato.- ammise Legolas, sottovoce, parlando con Aragorn
- Nah,
non tutti i viaggiatori che incontreremo saranno così, no?- rispose il Ramingo,
mosso da chissà qualche perverso istinto.
Tacque
per qualche secondo, rimuginando su ciò che aveva appena detto.
No. Erano
normale che i viaggiatori armati fossero così terribili. Erano in guerra. C’era
una grossa ombra nera che si estendeva da Mordor e il signore supremo della
Malvagità Mondiale si stava personalmente mobilitando per estendere i propri
domini.
Come ci
si poteva aspettare un tranquillo viaggio?
-
Aragorn, domani andiamo a vedere gli Argonath da vicino?- chiese Konstantin,
facendo gli occhioni da cerbiatta speranzosa (mai vista? Peggio per voi.)
- NO.-
ribatté l’uomo, irremovibile.
- Ma,
dai!-
- Ho
detto di no. Connie, tu non hai neppure vagamente idea di quante persone
cattive si agitino qui intorno, aspettando solo il momento più opportuno per
ammazzarci tutti quanti. Quindi no, non possiamo fare visite turistiche e no,
non possiamo socializzare con i viaggiatori armati che incontriamo. Niente
picnic, niente fuochi d’artificio, niente tuffi nel fiume. Niente! Ci fermiamo,
riposiamo un po’, e poi ripartiamo in tutta fretta, chiaro?-
La
ragazza deglutì, senza rispondere.
- Uffa.-
disse poi, ritirandosi docilmente.
Beh,
dopotutto, Aragorn era il capo, no?
(24 gennaio 3019, notte fonda,
praticello verde di Parth Galen)
- Volete spegnere quella luce maledetta?- Gimli
sbucò fuori dal sacco a pelo, brandendo l’ascia
Andael
cercò goffamente di nascondere una grossa lampada da discoteca, di quelle tutte
con gli specchietti, evocata chissà come
-… ehm…
sì, certo, eseguo subito!- disse, solerte, schioccando le dita nel vano
tentativo di farla scomparire così com’era apparsa, ma riuscendo solo
nell’impresa di renderla più grande e luminosa.
- Valar,
datemi la forza.- borbottò Aragorn, svegliandosi per l’ennesima volta da suoi
sogni.
Sogni che
contemplavano Arwen seminuda, per lo più. Monotono.
- Adesso
lo ammazzo per davvero.- esclamò il Nano, gettandosi contro l’apprendista
stregone.
Andael
schivò l’assalto, ma per farlo dovette mollare la presa sulla sfera luminosa,
che prese a volteggiare verso l’alto, fino a scoppiare nel cielo notturno.
-
Perfetto. Se avevamo ancora qualche microscopica speranza di passare
inosservata, quella ha dato il colpo di grazia a qualunque desiderio di
segretezza.- sospirò Aragorn, ormai rassegnato al peggio. – Preparate la vostra
roba. Si riparte.-
- Ma… è
notte fonda!- protestò Legolas, che aveva letto e riletto l’indicazione
cronologica ad inizio paragrafo e che, legittimamente, era ancora intontito dal
sonno.
- Lo so
che è notte fonda.- precisò Aragorn – Ma non possiamo restare fermi ancora
molto. I nemici saranno sulle nostre tracce e, credetemi, non vorrete essere in
voi stessi quando ci troveranno e dovremo confrontarci in una grossa
battaglia.-
In
verità, sperava che la battaglia fosse la cosa più lontana dell’intera vicenda.
Cosa
strana da pensare, durante una guerra gigantesca e nel bel mezzo di una
missione tatticamente fondamentale…
La Coda!
Chiedo scusa se la comicità sta’
un po’ scemando, ma il mio morale è un pochino sottoterra, quindi ci sono
alcuni problemi tecnici ad essere allegra, sulla carta! Tuttavia, mi impegnerò
di più! In ogni modo, quando passerà questa parte del racconto, sarà abbastanza
più semplice, per me, gestire i personaggi (in quanto saranno divisi) e ognuno
avrà diritto al suo piccolo cantuccio ed alle dovute attenzioni. Quindi
aspettate speranzosi!!
Ringraziamenti
Loli89: eh sì… il Segreto si fa sospirare…
viene sottointeso in parecchi pezzi, ma prima o poi verrà rivelato! Muahahaha!
Grazie per la recensione e sappi che Konstantin e Boromir stanno arrivando ad
un momento cruciale del loro “curioso rapporto”… e che Andael si sta applicando
per distruggere definitivamente la minaccia di Mordor… assieme a tre quarti
della Terra di Mezzo!! Kisses
KISSES
CHAR--
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Capitolo 17 *** I Guadi dell'Isen e i Guai di Spiritylla ***
andael 2 - 17
CAPITOLO
DICIASSETTESIMO
I GUADI DELL’ISEN E
I GUAI DI SPIRITYLLA.
- Ok.
L’amnesia non era divertente.- bofonchiò Konstantin.
La Compagnia stava avanzando faticosamente su
sentierini malefici e popolati dai vegetali più assurdi e dalle proprietà
tossiche più svariate.
Così
assurde che neppure Saruman nelle sue gite scolastiche meno riuscite aveva
costretto Andael a venirci a stretto contatto.
Le
scorciatoie… miei cari lettori, diffidate sempre delle scorciatoie!
- No.
L’amnesia non era affatto divertente.-
ribatté Boromir
- Ho solo
cercato di sdrammatizzare. Buttarla sul ridere era la maniera più semplice. Per
entrambi.-
L’uomo la
guardò. No.
La cosa
più facile per lui sarebbe stata prendere e dirle che sì, diavolo, che l’amava
immensamente, che era pronto a fare qualunque cosa per renderla felice, e che,
maledizione, si sentiva un tale imbecille, perché non aveva il coraggio di
dirle tutta la verità.
- Come
sempre, non hai nulla da dirmi.- Konstantin sospirò, grattandosi il collo –
Poco male. Me ne farò una ragione, prima o poi.- coraggiosamente, abbozzò un
sorriso – Per ora, possiamo essere perfetti sconosciuti senza detestarci per
forza.-
Gli tese
di nuovo la mano, stavolta con un’espressione solo serena
-
Piacere. Sono Konstantin.-
- Piacere
mio. Io sono Boromir.-
(Guadi dell’Isen, 24 febbraio 3019)
- Mio
amato Typho, qualcosa mi dice che il mio infallibile fiuto per le strade ha
fatto cilecca ancora una volta. Tradotto, non ho idea di dove siamo finiti.-
Il
cavallo lilla sbuffò, agitando la testa.
Joy scese
dalla sella, inciampando in un cadavere.
-
Schifo!- strillò, aggrappandosi al collo di Typho.
Preso il
coraggio a due mani, si guardò attorno.
- Cavolo,
tesoro.- borbottò, accarezzando la criniera del suo nobile destriero – qualcosa
mi dice che siamo finiti nel bel mezzo di un campo di battaglia.-
C’erano
Orchi dappertutto.
E nelle
posizioni più assurde.
Sembravano
un puzzle. Un puzzle montato nel verso sbagliato, con i pezzi messi un po’ a
casaccio. Incamminandosi in quella piana desolata, Joy inciampò di nuovo, in
uno straccio impolverato. Lo raccolse, cercando di capirci qualcosa.
- Guarda,
Typho.- ridacchiò, fuori dalla realtà com’era suo solito – c’è un cavallo su
questa bandiera!-. Era vero: un cavallo bianco correva sullo sfondo scuro.
- Ecco.-
riprese Spiritylla – se avessi seguito con più attenzione il magister Theofatus quando mi spiegava le
bandiere del mondo, forse adesso saprei da dove vengono questi.-
Typho
nitrì, sconsolato.
Persino
lui sapeva a chi appartenesse quello stendardo.
E voi?
Sapete dirmi che regno ha come bandiera un cavallo bianco su campo scuro? E
qual è la capitale del Burundi?
No,
tranquilli, era solo una domanda per vedere se stavate attenti. Il Burundi non
c’entra affatto.
-… mmh…
mi pare di ricordare qualcosa…-
Intanto
Joy era assorta nelle sue meditazioni.
Come
potesse stare impalata in mezzo ad un campo di battaglia, con l’orlo della
veste immerso in una pozza di sangue di orco, questo è un mistero della sua
piccola psiche.
Quello
che è certo, è che Joiandra, alias Joy, detta Spiritylla, aveva un contatto con
la realtà che si faceva sempre più labile ogni minuto che passava…
- Credo…-
biascicò, guardando Typho -… che sia la bandiera del Burundi.-
Il
cavallo nitrì di nuovo, esasperato.
-
Signorina, posso fare qualcosa per aiutarla?- le chiese una voce,
all’improvviso.
- Paura!-
strillò Joy, nascondendosi dietro al collo di Typho
- Ti
pareva. Non ci mancava altro che una pazza psicopatica. Sire, per favore,
torniamo all’accampamento. Non vorrei che gli orchi caricassero all’attacco
prima del previsto e ci cogliessero impreparati.-
- E
lasciare una donzella nel bel mezzo del campo di battaglia? Grimbold, dove
finirebbe il nostro onore, se permettessimo a questa fanciulla di trovarsi nel
mezzo dello scontro?-
Intanto
Joiandra si era un po’ calmata.
Uscendo
dall’ombra rassicurante di Typho, si sporse in avanti, verso i due guerrieri.
- Chi
siete?- chiese, ormai più perplessa che spaventata.
Quello
che sembrava più anziano si presentò per primo
- Sono
Grimbold, comandante in capo dei Rohirrim, e costui è…-
- ROHAN!-
la strana ragazza si batté una mano sulla fronte – ecco di chi è la bandiera
col cavallo bianco! Oh, sono proprio un genio!-
Improvvisò
un balletto piuttosto imbarazzante, danzando attorno a Typho.
- Sì,
proprio Rohan.- rise l’altro guerriero.
Con un
movimento fluido ed elegante, si tolse l’elmo.
Aveva un
viso giovane, e gentile, e lunghi capelli scuri, chiusi in una massiccia
treccia.
Joiandra
piegò il capo sulla spalla, guardandolo perplessa.
Lui rise,
di nuovo, e le baciò galantemente la mano spettrale
- Io sono
Thèodred, figlio di Thèoden, signore di Rohan.-
(Accampamento dei Guadi dell’Isen)
- Mio
signore, non credo sia una buona idea trascinarci dietro quella pazza furiosa.
Tanto più che la battaglia riprenderà presto e non possiamo immaginare cosa…-
Thèodred
alzò una mano, stroncando sul nascere le proteste del suo secondo in capo – sì,
ammetto che è un po’ strana. E che non mi sembra molto normale. Ma è… è lì,
sperduta nel vuoto più totale, non conosce nessuno, si guarda intorno come se
si fosse appena svegliata da un sonno durato mille anni, e parla in
continuazione con quel suo cavallo lilla. Se la battaglia va come spero vada,
entro domattina saremo sulla via del ritorno. Allora la porteremo con noi a Rohan
e lì, sono sicuro, troveremo qualcuno che si prenda cura di lei.-
Thèodred
ridacchiò fra sé e sé.
Immaginò
di chiudere la strana fanciulla assieme a suo cugino Eomer e di passare dopo
qualche ora a vedere se lui era impazzito o se lei era stata barbaramente
ammazzata. O se erano accadute entrambe le cose. Non si sa mai.
(24 febbraio 3019, Caras Galadhon)
- Se li
conosco bene, si faranno tutti ammazzare.-
Charanna
camminava nervosamente su e giù per il balcone.
Haldir,
seduto sul parapetto, la guardava, nel vano tentativo di soffocare uno
sbadiglio.
Ed ecco!
L’isteria della sua donna aveva ricominciato a farsi sentire.
“Adesso
inizia il suo monologo. Elenca tutto quello che potrebbe accadere agli
sventurati membri della Compagnia…” pensò, distratto
- Ci sono
i nemici, e ci sono altri nemici, e c’è una distesa sterminata di nemici, e di
cose crudeli e davvero puzzolenti. E se sopravvivono alla battaglia, ci sono
ottime probabilità che si prendano qualche malattia mentre stanno tornando a
casa! Oddio, Haldir! E se qualcuno cade nel Monte Fato? Benevolenza di
Iluvatar! Se capitombolano in un rovo avvelenato?-
- Chary,
guarda che non tutti i membri della Compagnia sono imbranati come Konstantin.-
Charanna
tacque qualche secondo, fissando il proprio compagno con gli occhi sgranati
“Dannazione”
imprecò Haldir, fra sé e sé “Non dovevo interrompere il suo monologo…”
- HALDIR!-
(Accampamento dei Guadi dell’Isen)
- E tu
come ti chiami?- il generale guardò Joy con espressione chiaramente scettica.
Stava per dire qualcosa, che sarebbe stato un saluto cortese o più
probabilmente un chiaro invito a tenere chiusa quella boccaccia, quando la
ragazza alzò un braccio e lo zittì – no, no, aspetta. Non m’interessa
minimamente.-
E se ne
andò, impettita nonostante i grossi sassi disseminati per l’accampamento.
Spiritylla
era fatta così. Orgogliosa come imponeva la sua estinta stirpe, altezzosa come
gran parte dei Nazgul (che, in fondo, hanno anche ragione, dai, chi non
vorrebbe scorrazzare in lungo e in largo con cavalli minacciosi e armi
potenzialmente mortali!), eppure fifona come un piccolo Hobbit in giro per il
mondo e completamente persa nel suo mondo alternativo, con la testa sempre fra
le nuvole come solo lei sapeva fare.
Infine,
dato che la maggior parte dei soldati faceva stolti apprezzamenti sulla sua
forma fisica, anche se relativamente inconsistente, e Grimbold aveva minacciato
di annegarla in un secchio se non la smetteva di distrarre le truppe,
Spiritylla si sedette giusto in mezzo all’accampamento, incrociò le gambe nella
posizione del Loto e, assieme all’amato Typho (cosa ne sa poi un cavallo della
posizione del Loto, dico io! Può forse incrociare le zampe?) piombò in una
meditazione talmente profonda che niente e nessuno riuscì più a svegliarla.
FINE CAPITOLO
DICIASSETTESIMO
La Coda
Scuola dannata,
finisci in frettaaaaa!
Ok. Scleri dell’autrice
a parte, non vedo l’ora di concludere questo “capitolo” delle saghe di Andael,
perché finalmente la
Compagnia si divide ed io non devo gestire quindicimila
personaggi contemporaneamente. Fra qualche capitolo, infatti, ognuno avrà i
suoi bei paragrafi e prometto di non lasciare troppo in disparte nessuno (a
parte gli Hobbit, ogni tanto. Così, per non perdere l’abitudine…)
Ringraziamenti
Loli89: Poveri Hobbit… cercherò di non
dimenticarli più! Comunque sì, Andael è una minaccia SEMPRE e COMUNQUE… e
aspetta di vedere il seguito! Suo padre verrà fuori.. prima o poi. E’ che si
vergogna di essere il responsabile della venuta al mondo di tanta idiozia!! Kisses
Evening_Star: rieccoti! Cominciavo a
domandarmi dove fossi finita! Scherzi a parte, bentornata su questi schermi. Anche
tu, aspetta fiduciosa… Andael’s father prima o poi verrà smascherat… eh, volevo
dire, rivelato al mondo. Per quanto riguarda Connie e Boromir, presto avremo
una svolta decisiva! Per quanto riguarda Joy, che avrai capito ha la testa fra
le nuvole come nessun altro, prepariamoci a sentirla spesso… XD. E fra un po’,
ritorna Charanna!
Char--
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Capitolo 18 *** Spiritylla va in battaglia ***
andael 2 - 18
CAPITOLO
DICIOTTESIMO
SPIRITYLLA VA IN
BATTAGLIA
e
DIALOGHI CON LA MUSA
(Nel bel mezzo della battaglia dei
Guadi dell’Isen)
Come
avrete intuito dall’indicazione cronologica ad inizio paragrafo, Joiandra si
scosse dalla meditazione nel bel mezzo della battaglia dei Guadi dell’Isen.
C’era una
confusione allucinante, e non solo perché l’anti-Nazgul, da brava
ex-principessina, non aveva mai aperto un manuale di tattica militare che fosse
degno di questo nome (e la “Breve storia
romanzata di un cavaliere e del suo bianco destriero”, a fumetti,
distribuito come inserto di un rivista di dubbio utilizzo, non era da
considerarsi tale), ma anche perché c’erano Orchi dappertutto, e soldati che
combattevano, e generali che gridavano ordini a destra e a sinistra, e persino
Typho si era districato dalla posizione del Loto (immaginatevelo. Typho nella
posizione del Loto… certo che questa storia è assurda forte, eh…) e se l’era
data a zampe levate. Cavallo codardo.
-
Grumpf.- grugnì un Orco, bloccandosi davanti a Spiritylla
- E tu
che vuoi?- domandò lei, perplessa.
Ve l’ho
detto, vive in un altro mondo…
Non era
ancora riuscita a connettere che, in quella battaglia, i meccanismi erano
semplicissimi. Orco vede Uomo. Orco ammazza Uomo. Altro Uomo arriva ed ingaggia
altra battaglia con Orco. Ripetitivo e anche un po’ banale.
Tuttavia,
questa è la guerra.
-
Greeempf.- ribadì l’Orco
- Senti,
ho un’emicrania assurda, e tu proprio non aiuti un granché. Piuttosto, prova a
dire ai tuoi colleghi di fare un po’ meno confusione, vuoi? Qui c’è qualcuno
che cerca di meditare in pace!-
Era un
discorso lungo e pieno di parole, il cui senso complessivo sfuggiva
completamente al non molto sviluppato cervellino di cui Madre Natura aveva
dotato gli Orchi.
Così, il
bestione estrasse una daga (un pochino arrugginita, ma funzionale allo scopo!)
e fece per porre fine all’esistenza, ma soprattutto alle chiacchiere
incoerenti, di quella strana umana.
- Ma che
maleducato!- esclamò Joiandra, spostandosi di scatto, giusto in tempo per
schivare il fendente – Ma ti pare il modo di trattare una signorina?-
L’Orco
strabuzzò gli occhi, e stava per controbattere quando una spada gli staccò di
netto la testa. Il macabro trofeo rotolò a terra, mentre il corpo vagabondava
per qualche passo, prima di rendersi conto di essere morto, e quindi
capitombolare giù.
- Amica
mia, benvenuta nella prima battaglia della tua vita. – la salutò la voce di
Thèodred.
- Le
battaglie sono stupide e noiose.- bofonchiò lei, imbronciata
Il
giovane trafisse un altro nemico in rapido avvicinamento.
- Hai
ragione. Non piacciono neanche a me. – sorrise – Ora, ti abbassi un secondo,
grazie.-
Joiandra
si inginocchiò a terra, e Thèodred colpì con una lama da lancio l’Orco bavoso
che stava dietro di lei.
- Mi
annoio. Fai finire questa guerra, adesso.-
- Va
bene.- Thèodred finse di stare al gioco - Aspetta un attimo che ci provo.-
schioccò le dita e sbatté le palpebre – uffa, non funziona. E quello è l’unico
incantesimo che conosco!-
-
Succede. I Valar non possono pretendere che tu sappia tutto e sempre.- annuì
Spiritylla, comprensiva, mentre il suo interlocutore teneva a bada due Orchi
contemporaneamente.
Per
qualche istante i due non dissero niente, una assorta in riflessioni
sicuramente contorte e l’altro, come pare ovvio a tutti i miei lettori, troppo
impegnato per parlare.
- Posso
fare qualcosa per darvi una mano?- chiese poi Joiandra, volenterosa
- Sai
usare una spada?-
- No. –
- Un
arco?-
- No. –
- Una
lancia?-
- Una
che?-
- Una
qualsiasi arma volta a ferire il tuo orchesco prossimo?-
-… temo
di no. -
- Bene.
Allora accucciati dietro quella roccia e non muoverti finché non vengo a
riprenderti.-
- Questo
mi piace!- ridacchiò la ragazza, saltando in piedi. Fece una mezza piroetta e,
inavvertitamente, colpì alle palle uno degli Orchi dietro di sé.
Poi,
senza degnare del minimo sguardo lo scontro che infuriava attorno a lei, si
diresse verso la roccia indicatale da Thèodred.
(Ai piedi di Amon Hen, boschetto
oscuro e misterioso)
Frodo
vagabondava da solo nel bosco.
Dico io, ma siamo impazziti?
Già è piccolo e non è capace di
usare una spada se non come spiedo (senza offesa per tutti i fan di Frodo,
eh!), poi ha una vocetta così fioca che non lo sento neanche se mi chiama da
dieci centimetri di distanza, e comunque il bosco è pieno di orchi.
Ma ragazzi, per favore!!
- Chary, adesso stai esagerando!-
Ed ecco che la Musa ritorna…
- Ma dai, non sembra paradossale
anche a te?-
- Paradossale un corno! Adesso il
tipo schizzato gli fa quel discorso idiota, poi capita tutto quel casino e la
compagnia si scioglie con somme lacrime e dubbi amletici. Non mi sembra tanto
complicato! Suvvia, Autrice dalle doti piuttosto dubbie! Muoviti a scrivere!-
Ecco, vi rendete conto in che
ambiente di lavoro di trovo? C’è questa Musa completamente fuori controllo che mi
tiene in uno stato di semi-schiavitù
- Guarda che so cosa stai
scrivendo!-
- E come fai?-
- Sciocca, lo stai scrivendo su un
monitor! E io sono dietro di te!-
-… accipicchia, ce l’ha sempre
vinta lei…-
Cosa
stavo dicendo?
Ah, sì.
Frodo vagabondava da solo per il bosco.
Doveva
pensare a che strada prendere, per proseguire il viaggio. Senza il sostegno di
Gandalf si sentiva spiazzato, e proprio non riusciva a pensare a quanto
potessero essere decisive le sue scelte. Proseguire verso la Breccia di Rohan, e
calarsi nel bel mezzo delle guerre fra gli Umani e le armate di Sauron/Saruman?
Oppure tentare di raggiungere Mordor da Nord, affrontando l’irta traversata
degli Emyn Muil, che Gimli aveva sconsigliato caldamente? Ma perché diavolo non
se n’era rimasto nella Contea, a fumare le foglie che in autunno cadono dagli
alberi o a prendere il primo sole di primavera? A giocare con la neve, a fare i
pupazzi e gli scherzi idioti a Sam… perché, perché, perché toccava a lui,
salvare il mondo?
Ce lo stiamo chiedendo anche noi…
- CHARY!!-
- Va bene, continuo a scrivere,
continuo a scrivere…-
Ad un
tratto, il Portatore sentì una voce, che proveniva dalla base del colle (vi ho
fregati, eh? Credevate che Amon Hen fosse un monte altissimo dalle cime
innevate, eh? E invece è solo un misero colle, una collinetta verdeggiante
piena zeppa di rovine e di pattuglie di Orchi inviate da Saruman! Oh,
dannazione, questo non dovevo dirvelo…).
Si
avvicinò, dubbioso, visto che proprio non era capace di pensare ai fattacci
suoi, finché non riuscì ad identificare la voce come quella di Boromir.
Sembrava
piuttosto incazzato. E, cosa peggiore di tutte, stava parlando con un albero.
FINE CAPITOLO
DICIOTTESIMO
La Coda!!Anticipando
che non sono la Conoscitrice
Mondiale del Signore degli Anelli, per la Battaglia dei Guadi
dell’Isen ho dovuto arrangiarmi come sapevo, quindi, per favore, non consultate
manuali di battaglia a mia insaputa, a meno che non siano la “Breve storia
romanzata di un cavaliere e del suo bianco destriero”, che quello andrebbe bene
comunque….
In secondo luogo, come forse ho
già detto, fra un po’ la
Compagnia si separa e (grazie a Dio) avrò modo di dare a
tutti i personaggi l’attenzione che meritano (compresi alcuni che sono un po’
scoparsi, tipo Vanamir che non sta facendo un tubo di niente, e l’amata Ikar,
presto di ritorno su questi schermi!)
Ringraziamenti
Evening_Star: Joy è molto contenta degli
apprezzamenti!! No, ti giuro, sta saltellando tutta allegra per la stanza!
Riguardo l’altro fattaccio… mmh, lo scopriremo solo vivendo!
Loli89: Sì, beh, Typho è una delle mie
creazioni più amate… ovviamente è l’anti-cavallo-Nazgul!! Un bacio!
Ancora grazie a tutti i miei
tre/quattro lettori (o quanti siete… contatevi!!)
CHAR--
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Capitolo 19 *** Intermezzo di metafanfic ***
andael 2 - 19
CAPITOLO
DICIANNOVESIMO
PARLARE CON GLI
ALBERI AIUTA
ovvero
INTERMEZZO DI
METAFANFIC
Nota dell’Autrice.
Cosa vorrà mai dire
“Metafanfic”? Beh, è qualcosa tipo il metateatro. Solo che in questo caso non è
una riflessione sulla fanfic, situata dentro la fanfic, ma è un dialogo
pacifico (o un diverbio furioso, non ne sono ancora stata messa a parte), fra
una parte dell’Autrice (nello specifico, la sua iperzelante Musa) e uno o più
personaggi del racconto. Detto questo, si va in scena.
- Sei uno
stupido cretino incompetente!- stava dicendo Boromir, brandendo minacciosamente
un ramo secco. Sembrava davvero molto impegnato ad offendere l’albero, tanto
che nemmeno si era accorto della presenza di Frodo.
Il
Portatore scosse la testa: era evidente che Boromir stava definitivamente
impazzendo.
Poi
infilò una mano sotto al mantello, estraendo un copione strapazzato e privo
delle pagine finali, dato che i punti di cucitrice stavano iniziando a perdere
il loro mordente.
- Là c’è
la ragazza della tua vita, e l’unica cosa a cui riesci a pensare è “e se poi
combino qualche casino?”. Dannazione, non ti sembra il momento di crescere?- Boromir
stava ancora dialogando con l’albero (vedi
cosa succede? Mandi uno a far legna nei boschi, ed ecco cosa succede! Santissimo
Cielo, la prossima volta mandate il Nano a far legna, e poi vediamo se capita
un simile sfacelo!).
Da dietro
un alto faggio, apparve la Musa
dell’Autrice.
Picchettò
gentilmente sulla spalla di Boromir, cercando di attirare la sua attenzione
- Secondo
il copione, adesso dovresti cercare di prendere l’Anello a Frodo.- gli suggerì (con una cortesia che usa solo coi
personaggi. Perché tratta tutti bene, tranne me? Mi rivolgerò al sindacato!)
- Adesso
ho altro a cui pensare.- la liquidò l’uomo, tornando a borbottare contro
l’albero ma, ormai l’avrete capito da soli, più contro sé stesso
- Sì, ma
se tu non salti addosso a Frodo e lui non si mette l’Anello, il racconto non va
avanti!- protestò la Musa,
con una vocetta un po’ isterica – Non posso essere l’unica, qui, che pensa alla
fanfic, mentre tutti voi siete presi nelle vostre occupazioni più irrilevanti!-
- Ti ho
detto che adesso ho altro per la testa.- ribadì Boromir, con quella
testardaggine che doveva aver ereditato dal mostro di fang… ehm, volevo dire,
da suo padre.
- Ma se
Frodo non sparisce e non ha quella visione strana, come faccio a…-
E in quel
momento, Frodo scomparve, e nella radura rimase solo l’eco della sua voce, che
ripeteva: - Ma che cazz…!-
(Guadi dell’Isen, sera del 25 febbraio
3019)
Thèodred
di Rohan era caduto in battaglia.
E,
purtroppo, non nel senso che era caduto e si era sbucciato un ginocchio come
gli era successo a quattordici anni, andando sull’altalena.
Caduto
nel senso che era lì, moribondo, con quindici ferite superficiali e una che era
tutto tranne lieve. Accipigna (sì, lo so, quest’imprecazione cancella
definitivamente il pathos della scena… ma aspettate di leggere il seguito…).
Il
giovane aveva detto a Grimbold e ad un tale Elfelmo, giunto in ritardo coi
rinforzi ma alla fine giunto, che avrebbe tenuto lui i guadi, attendendo suo
cugino.
Quindi
stava lì, moribondo, fra i cadaveri dei nemici abbattuti, quando una voce,
l’ultima voce che si sarebbe aspettato di udire, mormorò alle sue spalle
- Non sei
venuto a riprendermi.-
Joiandra
si avvicinò lentamente. Anche se in possesso di una capacità di astrazione che
stava rapidamente diventando proverbiale, comprendeva la situazione. E la sua
voce era triste.
- Ho
avuto un contrattempo.- sussurrò Thèodred
- Ho
sentito.- la ragazza si sedette accanto al guerriero, passandosi fra i capelli
un pettine saltato fuori da solo Iluvatar sa dove. Ci fu un breve silenzio. –
Vuoi che aspetti con te?-
- … ti
dispiace?-
- No.
Comunque avevo ragione io. Le battaglie sono stupide.-
- Molto stupide.- convenne Thèodred. Era
incredibile. Stava morendo, eppure la presenza di quella pazza schizzata
vestita di bianco riusciva ancora a farlo sorridere.
“Se, cosa quanto mai improbabile,
esco vivo da questa maledetta guerra” ponderò il giovane “potremmo
diventare amici.” la guardò, considerando che era tutto tranne che una
brutta ragazza “… amici.”
- E’ un
tipo puntuale questo tuo cugino?-
- Di
solito sì. –
- Meno
male, perché se continui così ti sporcherai tutti i vestiti di sangue.-
Dopo
quella sentenza un po’ particolare, Joy rimase immobile per qualche istante,
riflettendo. Poi il suo viso s’illuminò. Aveva avuto una delle sue idee geniali
- Se vuoi
ti metto un cerotto. O una benda. Meglio la benda, ora che ci penso.-
E, senza
aspettare risposta, si diresse verso Typho, nella cui sella teneva la Borsa del Pronto Soccorso.
Oggetto più che necessario, dato che Andael, quando andava a fare le
scampagnate nel bosco, rischiava di ferire mortalmente più o meno ogni forma di
vita senziente che gli capitava di incontrare…
E così
l’anti-Nazgul era diventata una provetta infermiera per situazioni complicate.
(Accampamento ai piedi di Amon Hen,che
sta per essere ridotto in cenere dall’ira della Musa)
Andael
infilò il dito nel suo ciondolo che, a conti fatti, assomigliava molto ad un
anello, visto che aveva persino le scrittine in lingua sconosciuta (vedi: fine
capitolo 12).
Legolas
si bloccò per qualche istante, ascoltando il relativo silenzio.
- Avete
sentito qualcosa?- chiese poi, perplesso
- No. -
fu la risposta unanime
- No,
niente, mi pareva di aver sentito qualcuno urlare “ma che cazz…”, ma devo
essermelo sognato. Ho i nervi un po’ a fior di pelle, in questi giorni.-
(Imladris, quasi
contemporaneamente)
- Vuoi
del the?-
Glorfindel
emerse dalla cucina con una teiera e due tazze
- Scusa
un po’. Una si fa svariati giorni di volo a velocità razzo, e tu le domandi se
vuole un the? Razza di Elfo demente, NO, che non voglio un the! Voglio che tu
mi dica cosa prevede la missione, adesso!-
-
Continua come da copione, dai!- Glorfindel sospirò.
Mezze
Aquile. Sempre un po’ più strane.
- Cioè,
non devo raggiungere nuovamente la
Compagnia, ma devo continuare a seguire i miei ordini come se
niente fosse. Cioè aiutare quegli insopportabili Uruk e insegnare loro come si
cattura un Hobbit con un Anello? E’ questo che devo fare?-
Glorfindel
sorseggiò distrattamente il the bollente
-
Esatto.- disse, serafico
- Ma
allora perché sono venuta fin qui a chiedertelo, quando lo sapevo benissimo?-
- Perché,
mia cara, stai semplicemente impazzendo. Non temere, in questa fanfic pare
capiti a tutti quanti.-
Ikar
imprecò. Poi svolazzò fuori, da una finestra lasciata provvidenzialmente
aperta.
(Siete confusi? Della serie, chi
sta con chi, chi è il cattivo di chi, chi si è alleato con chi? Beh, è
naturale. E’ il bello dei racconti fantasy con un nemico potente e degli
infiltrati, no? Non temete, alla fine di questa storia vi sarà fornito uno
specchietto illustrativo che ritengo… illuminante!!)
(Amon Hen, boschetto di)
Frodo
ricomparve una mezz’ora dopo, dopo aver sorvolato le terre di Mordor, aver
chiacchierato più o meno amabilmente con un occhio infuocato, essersela fatta
addosso per la paura, ed aver preso una drastica decisione.
- Andrò a
Mordor da solo.- annunciò, a nessuno in particolare.
- Buona
fortuna.- squittì uno scoiattolo, che passava per di là
- Sì…
aehm… adesso dovrei incontrare qualcuno a cui comunicare la Grande Scelta…- ponderò, prima
di rendersi conto che la radura era vuota e con tutte le probabilità del caso,
vuota sarebbe rimasta per un altro po’.
-
Oppure…. … - Frodo rimase immobile, fissando il cielo, improvvisamente ispirato
– oppure tacerò di ogni mio intento, preparandomi al Sommo Sacrificio,
abbandonerò la Compagnia
senza dire niente a nessuno!!-
- Sei un
eroe.- borbottò lo scoiattolo, ironico
- Ma chi
ti ha chiesto un cavolo di niente?!- protestò l’Hobbit.
E così,
scemo pure lui però, si diresse verso il fiume, fermamente determinato ad
uscire dal boschetto, requisire una barchetta e, con una strada che neppure lui
conosceva, raggiungere Mordor da solo.
Lui,
piccolo, innocuo e, a dirla tutta, non proprio un campione di intelligenza
superiore.
Molti
chilometri più in là, Sauron conobbe la sua scelta, e sghignazzò come un
cretino per venti minuti buoni.
FINE CAPITOLO DICIANNOVESIMO
La Coda!!
Colgo l’occasione per chiarire
alcune delle mie posizioni.
Frodo non mi sta così antipatico
come sembrerebbe!
Solo che, dai, non ditemi che non
si presta ad essere preso in giro!!
Manca poco… comincia il grande
count down per la
Separazione della Compagnia, e per la fine di questo secondo
capitolo delle Cronache!!
Ringraziamenti!
A tutti coloro che
hanno seguito fin qui…
Dragon89: i cattivi apprezzano
sinceramente il tuo tifo e, naturalmente, io sono entusiasta che la mia storia
ti stia facendo ridere! E’ uno degli scopi principali!!
Evening_Star: che dire? La Musa rompe le palle per principio,
e per principio Boromir e Konstantin devono continuare ad inseguirsi
inutilmente… ancora per un po’. Coraggio, ragazzi, dico solo che fra un po’
avrete un po’ di pace!! Grazie per aver seguito fin qui! Basi!
KISSES
CHAR--
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Capitolo 20 *** Accozzaglia di scemi ***
Andael 2 - 20
CAPITOLO VENTESIMO
ACCOZZAGLIA DI SCEMI
- Ma…
Ilùvatar, Varda e Lorien! Frodo, mi spieghi come mai prendi e sparisci in
continuazione? Nel senso… pensavano tutti che fosse colpa di un mio
incantesimo!- arrancando, Andael era giunto sulla cima di Amon Hen.
Tutto
arruffato, coi capelli pieni di rametti e la veste sbrindellata dov’era entrata
in violenta collisione con una radice sicuramente femminista, l’apprendista
fissò il giovane Hobbit.
- Andrò a
Mordor da solo!- proclamò Frodo, felice di aver incontrato qualcuno a cui dirlo
- Bene,
sempre dritto lungo il fiume, poi svolti attraverso il pantano. Nel dubbio,
chiedi indicazioni agli autostoppisti. Sono sempre molto informati.- ribatté
Andael, beatamente ignaro delle scemenze che stava trasmettendo al prossimo
- Tu…-
Frodo tentennò, guardando il giovane – Andael, tu sembri l’unico a non avere
problemi con l’Anello. Non… è come se lui
non trovasse una parte del tuo animo a cui aggrapparsi.-
- E’
patetico dare del lui ad un anello,
lo sai?-
L’Hobbit
sorrise, sollevato – Un po’ patetico.- ammise
- Dai,
torna al campo, prima che Aragorn scappotti per il nervoso.-
- No…
aspetta… io andrò a Mordor da solo. Per davvero. Non posso continuare a mettere
in pericolo la Compagnia. Rischia
di sfaldarsi in continuazione e… ed è per colpa dell’Anello. Viaggiare da solo
potrebbe essere la scelta più saggia.-
Andael
aprì bocca per contestare, ma non disse nulla.
Anche
perché un moscone di una tonnellata gli si era appena tuffato nell’esofago,
minacciando di soffocarlo. Fra un colpo di tosse e l’altro, Andael annuì.
Anche se
annuire era illogico.
Ma se
Frodo fosse partito da solo… lui, Andael, la spia del cattivo, non avrebbe
potuto continuare a fare la spia del cattivo. No? Logicamente, non poteva
spiare qualcuno che non sapeva dove fosse. Quindi… no, niente, il ragionamento
non aveva una fine.
Ridacchiando
per il paradosso, l’Apprendista stregone diede una pacca sulla spalla
dell’Hobbit.
- Frodo…
ora ti farò un potente incantesimo. Che ti porterà sicuramente un culo
pazzesco.-
- Beh… un
aiuto non si rifiuta mai, no?- disse Frodo, stupidamente.
-
Arrrgoaaaarrnathhel!!!- declamò Andael, agitando le mani e saltando su un piede
solo.
Ma non
accadde nulla, salvo un leggero sfarfallio fluorescente.
- Grazie,
Andael.- sorrise Frodo, stringendogli la mano – Ora devo andare.-
Gli diede
le spalle, e s’incamminò sul sentiero verso il fiume.
“Oh Dei,
vi prego, fate che non si volti!” supplicò Andael, non appena ebbe visto gli
effetti della sua magia. Infatti il posteriore di Frodo si era gonfiato di
svariate taglie.
“Speriamo
che passi presto…”
Zitto
zitto, l’Apprendista scese dall’altra parte del colle (ve l’ho detto, Amon Hen
non è altro che una microscopica collinetta! Un dosso, se v’intendete del
linguaggio geografico!!)
Passeggiò
distrattamente per una decina di minuti, prima di incrociare Boromir, che stava
ancora imprecando contro l’albero (quando uno è impegnato, eh)
-
Boromir… che stai facendo?- chiese l’Apprendista, che se ne intendeva di cose
strane, ma che un tipo così fuori di sé non l’aveva mai incontrato
- Mi sto
incazzando con l’albero.- rispose l’uomo, con una coerenza disarmante
- Eh, lo
vedo… … e, di grazia, che ti ha fatto l’albero?-
- Taci,
Andael.-
Con un
balzetto indietro, nel caso Boromir volesse tirargli l’ennesimo cazzotto da
quand’erano partiti, il mago ripristinò le distanze di sicurezza.
- Senti…
hai mica visto gli altri? Stanno tutti cercando Frodo, ma dico io, se qualcuno
lo trova… come fa ad avvertire gli altri, che smettano di cercare? Rischiamo di
inseguirci nel boschetto per tutta la vita, il che sarebbe umiliante, dato che
il boschetto è piccolo ed innocuo!-
- Come
diavolo fai?-
- Ad
avere questa grande abilità organizzativa? Ah, non lo so, ci sono nato!-
Boromir
si voltò verso l’Apprendista, cercando di capire se stesse scherzando.
- Non
parlavo di quello. Gli Dei ci salvino
dall’avere il tuo senso dell’organizzazione.- disse, con un sospiro – Dico…
come diavolo fai a comportarti come un ragazzino, a non pensare alle
conseguenze? Non hai… paura?-
- E paura
di che?-
- Di
combinare qualche pasticcio.-
- Ne ho
combinati tantissimi, in tutta la mia vita. Ma sono qui. Sono vivo, in salute,
non ho ucciso nessuno e tutti i miei amici mi hanno perdonato per i vari casini
di cui sopra. A conti fatti, certe volte è meglio tentare e fare un macello,
piuttosto che non tentare affatto, e rimanerci male. Perché se sbagli non
ottieni niente, ma ti sei dato una possibilità. Chiaro, no?-
- Un
cristallo.- sbottò Boromir
- Sono il
depositario della saggezza cosmica, che vuoi farci?-
(Notate
come Andael stia diventando il consulente emotivo della Compagnia dell’Anello.
Mah, forse gli abbiamo trovato un lavoro, per quando la guerra finisce…)
- Forse è
il caso che la pianti, di insultare gli alberi.-
- Forse è
il caso.- convenne Andael – dopotutto, non è colpa loro se sei un completo
idiota.-
Reprimendo
il desiderio di ammazzare l’Apprendista stregone, lì, sul posto, Boromir si
costrinse a riflettere sulla situazione.
Tentare?
Per cosa? Per fare l’ennesima figura di merda? Per combinare l’ennesimo
disastro?
- Sai…-
gli disse il mago, sottovoce -… non puoi neppure immaginare, a quanti disastri lei possa resistere. Non è fragile come
sembra, dopotutto.-
- Come lo
sai?-
- Non lo
so.- ammise Andael – ma lo so e basta.-
E suonava
incoerente, ma l’Apprendista, nel suo inconscio, sapeva che non poteva andare
diversamente.
- FRODO!!
FRODO, DOVE SEI FINITO!-
Aragorn
cercava Frodo.
Inutilmente.
E da tre
quarti d’ora.
Stava sul
serio iniziando a stufarsi.
- Argruuuuuumm!- gridò un Orco, mancando
a puttane l’effetto-sorpresa che il suo capo avrebbe voluto preservare fino
allo scontro.
- Ecco.
Cerco Frodo, e t’incontro una pattuglia di Orchi Guerrieri.- sbottò l’Erede,
piuttosto alterato. Estrasse quindi la spada e cominciò ad ammazzare i nemici,
man mano che irrompevano nella radura.
E ora va
inserita una breve parentesi sull’organizzazione, l’intelligenza,
l’adattabilità, l’obbedienza agli ordini, la perfezione dei risultati, l’igiene
e il senso dell’umorismo degli Uruk-hai. Ecco. Tutte queste cose, loro non le
hanno. O le hanno sotto i minimi storici.
Quindi,
quando Saruman aveva detto loro “Portatemi
gli Hobbit, incolumi, e ammazzate gli altri”, questo era un comando troppo
articolato e difficile da comprendere.
Quindi,
una squadra di Uruk aveva capito di dover espugnare la Contea, un’altra che gli
altri Hobbit andavano sterminati e al contempo mantenuti incolumi e il resto
della truppa si era auto-convinto che gli ordini non avevano senso e che
potevano mangiare tutti gli Hobbit che incontravano, senza problema alcuno.
Meno male
che il capo-Orco, che non per comodità chiameremo… capo-Orco, meno male che lui
aveva ricevuto istruzioni particolari (nel senso che Saruman si era seduto a
tavolino con lui e gli aveva fatto un disegno per spiegarsi meglio. Dopo tre
giorni d’intenso studio e di fatiche cerebrali immani, Capo-Orco poteva dirsi
certo dello scopo finale. Circa.).
- Trovate
il Mezz’uomo!- tuonò.
Istruzioni
semplici ed efficaci. E’ questo il segreto per trattare con la truppa!
FINE CAPITOLO
VENTESIMO
La Coda: la solita scomparsa
Sì, sì, beh, che
dire, sono scomparsa di nuovo!
Ma stavolta non era
tutta colpa mia, ma di world che faceva i cavoli suoi, senza lasciarmi scrivere
in pace. Un nervoso, che non vi dico!! Ovviamente, quando il file si chiude da
solo ogni cinque minuti, voi mi insegnate che passa tutta la voglia di
scrivere. Quindi ora, finalmente, che ho risolto l’inconveniente, mi sono
rimessa a lavorare assieme al team di Andael (che comprende me, me, l’altra me,
il gruppo delle Muse al gran completo e il mio gatto che mi fissa preoccupato).
Questo lungo (e faticoso, per me e per voi!) “capitolo” della saga volge ormai
al termine… La fine di “Sotto antiche foreste e cieli stellati” coinciderà con
la fine del primo film. E, non temete, non demordo ancora! Sentirete ancora
parlare di noi!!
Ringraziamenti: gli
Instancabili (che forse si saranno anche stancati… beh, spero di no)
Loli89: quanti complimenti tutti assieme!
Per la storia di Andael, è semplice. Lui si è infilato l’anello (che non è l’Anello,
ma il suo ciondolo a forma di anello) e Frodo è scomparso, come se si fosse
messo l’Unico. Il resto della compagnia ne è rimasta piuttosto sconvolta… beh,
spero di sentirti ancora! Kiss
Evening_Star: la mia fedelissima!! Anch’io mi
diverto come una matta a prendere in giro Frodo, proprio perché è un
personaggio con tutto un simbolismo dietro… e poi, che dire, è un piccoletto
contro le orde di Sauron!! Baci!
Ildragodoro: Uau, un volto nuovo! Beh, grazie
e… vai da un dottore, tutta questa storia in un blocco solo può causare grossi
danni cerebrali! Scherzi a parte… grazie per i complimenti e spero che tornerai
a leggere il seguito… a proposito: bel nick! Baci
KISSES A TUTTI
CHAR--
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Capitolo 21 *** Un sacco di Orchi. Tutti armati ***
Andael 2 - 21
CAPITOLO VENTUNESIMO
UN SACCO DI ORCHI.
TUTTI ARMATI.
Dov’eravamo
rimasti?
Ah, sì.
Al pezzo in cui c’è Aragorn che ammazza Orchi su Orchi.
Pochi
passi più in basso, Gimli e Legolas stavano ancora cercando il Portatore (e
pure Andael, visto che era scomparso per l’ennesima volta, miscelando
erroneamente polveri magiche piuttosto mistiche. Aveva causato una piccola
esplosione e aveva perduto la capacità di manifestarsi visivamente. Ma questo,
poverini, l’Elfo e il Nano non potevano saperlo.).
-
FROOOODO!!- ruggì Gimli, rivolto agli alti alberi del boschetto
- Gimli,
se non ti ha sentito la ultime venti volte che hai chiamato, non credo che
adesso…-
- Cosa
vuoi che ne sappia un Elfo! Voi sentite anche il respiro di una cimice nel bel
mezzo di una locanda di ubriaconi, ma gli Hobbit sono piuttosto duri
d’orecchi.-
- Mai
come i Nani.- sussurrò Legolas ma, come a confermare la sua critica, Gimli non
lo sentì.
- E
comunque non credo che Frodo salterà fuori solo perché tu hai deciso così! Quel
piccoletto si sarà cacciato nei guai, è sicuro come è sicuro che…-
Un
frastuono assordante li sorprese.
- Hai
sentito?- chiese Gimli, estraendo l’ascia
- No.-
sbuffò Legolas, ironico
- E
allora cercati un bravo medico, perché quelle tue orecchie a punta non
funzionano più.-
L’Elfo
alzò gli occhi al cielo, paziente, salvo poi concentrarsi sulla situazione
- Devono
essere gli Orchi!- disse, preoccupato
- Bene!!
Finalmente ne posso ammazzare qualcuno!-
E i due
nobili eroi si fiondarono su per la salitella di Amon Hen (il nobile eroe più
basso sradicò tre quarti degli arbusti nelle vicinanze, ma dopotutto… quando la
guerra chiama…)
- GIMLI!
LEGOLAS!- li accolse Aragorn, che stava piroettando graziosamente in mezzo ai
nemici, massacrandoli con notevole abilità e con un numero impressionante di
armi saltate fuori da solo Iluvatar sa dove (e forse nemmeno Lui… no, non nel
senso che forse non lo sa, nel senso che forse non lo vuole sapere… c’è differenza!)
- Gli
Orchi ci hanno raggiunti!!- ruggì il Nano – Uccidiamoli!-
- Sì, ed
è un miracolo che abbiano scelto di attaccare adesso e non di notte, mentre
dormivamo facendo montare la guardia ad Andael!- ribatté Legolas, iniziando a
scoccare le sue micidiali frecce, aereodinamiche, ultimo modello, con punta
particolarmente affilata e rigorosamente in tinta con la corda dell’arco.
- Abbiamo
fatto montare la guardia ad Andael? Ma siamo impazziti tutti?- si chiese
Aragorn
- Nessuno
mi ha ascoltato, quando sostenevo fosse una follia!!- tuonò Gimli
- Grazie,
Valar, perché gli Orchi non hanno attaccato di notte, mentre dormivamo.- ripeté
Legolas, alzando al cielo una preghiera di ringraziamento
- COSA?
Gli umani dormono di notte?- esclamò Capo-Orco, stupefatto dalla rivelazione –
Pvgoorgh!!- ringhiò, voltandosi verso il proprio secondo in capo, nonché
stratega – Eri sicuro che dormissero di giorno!-
- Devono
aver cambiato idea mentre venivamo qui, signore!- si difese l’Orco
- E
adesso mi dirai che non fanno neanche più i nidi sugli alberi!-
- Beh, in
effetti…- esordì Aragorn, subito prima di rendersi conto che non era proprio il
momento adatto per insegnare ai nemici i loro usi e costumi.
Sospirando,
riprese quindi la lotta.
Frodo
intanto stava passeggiando allegramente fra i sentierini di Amon Hen, quando un
frastuono incredibile lo sorprese, facendolo inciampare e precipitare in un
grosso cespuglio.
Un altro
gruppo di Uruk-hai, ringhiando e sputando bava ad ogni passo (bleah), stava
procedendo a passo di battaglia verso di lui!!
Frodo si
paralizzò (e questo qui dovrebbe andare a Mordor, da solo? Ma siamo impazziti?
Questo mi si mette a piangere davanti al cancello perché è chiuso, dai!
ndAutrice_disamorata), chinandosi sempre di più nei cespugli, nella speranza di
non farsi notare.
La cosa
parve funzionare. Anche se il cespuglio era secco, privo di foglie e di
ornamento alcuno e si vedeva benissimo l’Hobbit che ci stava dietro… (vi
ricordo che siamo in febbraio!)… tuttavia noi sappiamo che gli Uruk hanno una
capacità osservativa che si avvicina pericolosamente allo zero… e magari ogni
tanto scende sotto di esso.
-
Frodo!!- una voce chiamò il Portatore.
Erano
Merry e Pipino, in un improvvisato riparo formato da un tronco e da svariate
erbacce, che lo invitavano calorosamente a raggiungerli – Frodo, vieni!-
- Come
facevate a sapere dell’invasione degli Orchi?- chiese il Mezz’uomo, turbato
- Quale
invasione? Noi ci siamo messi qui per trastullarci un po’ in pac…- Merry diede
una gomitata al fianco di Pipino
-
Pipino!-
- Ehm…
volevo dire… sapevamo che gli Orchi sarebbero arrivati. Lo… sentivamo… nella…
voce… del… vento. Ecco sì, il vento ci ha parlato.-
- Ma cosa
vi siete fumati?- chiese Frodo
- Erba
pip….- altra gomitata – niente, Frodo!! Come puoi pensare che noi…- non sapendo
coniugare il verbo al tempo giusto, Pipino s’interruppe
- Dai,
vieni qui a nasconderti con noi, Frodo!- esclamò Merry – gli Orchi non ti
vedranno!-
In altre
circostanze, l’Hobbit avrebbe annuito, anche se sospettava vagamente che Merry
e Pipino fossero nudi, sotto le frasche. Ma non quel giorno. Era il giorno
della Grande Scelta, del Sommo Sacrificio, della Solitaria Partenza verso
Mordor.
Non
sapendo cosa dire (e anche preoccupato che gli Orchi potessero sentire
eventuali comunicazioni espresse a volume troppo alto…), preferì il silenzio.
- Vuole
andarsene…- sussurrò Merry, colpito
- Andare
dove?- chiese Pipino, sorpreso
- Via.-
- Via
dove?-
In mezzo
al dibattito fra i due Hobbit, Frodo si staccò dal cespuglio raggrinzito, suo
prode rifugio, e imboccò un sentiero a dir poco minuscolo, per fare il giro e
raggiungere l’accampamento. Intanto, Merry e Pipino proseguivano nella loro
discussione
-
Lontano.-
- Lontano
dove?-
- A
Mordor.-
- A
Mordor…- Pipino prese un respiro -… Mordor dove?-
- SUL
MONTE FATO, PIPINO!- Merry era a dir poco esasperato – A buttare l’Anello!- si
alzò bruscamente in piedi, si tirò su i pantaloni ed uscì dal nascondiglio
- Sì,
beh, non serve arrabbiarsi, mister “So io dove va!”- protestò Pipino,
seguendolo
- Non mi
sarei arrabbiato, se tu non fossi perennemente sotto l’effetto dell’Erba Pipa!-
proseguì Merry, sul piede di guerra
- Sì,
ma…- Pipino s’interruppe.
Si voltò.
Vide gli
Orchi.
- SCAPPA,
MERRY!- gridò, iniziando a correre lungo il pendio della collina
- Oh,
cavolo, cavolo, cavolo!!-
Anche se
la scena dei due Hobbit che corrono e ruzzolano giù per Amon Hen non è proprio
l’eroico ritratto che qualcuno si aspettava, sappiate che le loro azioni
condizionarono lo svolgersi della storia stessa. Infatti, gli Orchi videro LORO
(“Mezz’uomini, Mezz’uomini, dobbiamo prendere i Mezz’uomini!”) ed ignorarono
bellamente Frodo, che ebbe modo di salvarsi la vita. Sì, beh, per il momento.
FINE CAPITOLO
VENTUNESIMO
Ringraziamenti
Evening_Star: Ciao!! Innanzitutto, grazie per la
recensione e soprattutto per l’appoggio! Sono contenta che Andael abbia potuto
dire qualcosa di toccante! Beh, cercheremo di controllare che Capo-Orco non
faccia troppe scemenze (anche se una la fa, ma vedrai fra un po’!). Un bacione!
KISSES
CHAR--
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Capitolo 22 *** La Moneta ***
andael 2 - 22
CAPITOLO
VENTIDUESIMO
LA MONETA
Merry e
Pipino, nella loro disperata corsa verso Sud (o era verso Nord? Beh, scusatemi
se non ho detto loro di consultare una bussola, mentre scappavano!), si
trovarono bloccati. Bloccati nel senso, molto elementare, che c’erano Orchi
dappertutto, tutto attorno a loro.
Una
decina di metri più in basso, perfettamente ignaro del casino che stava succedendo,
Boromir aveva preso una decisione (questi sono i capitoli delle Grandi
Decisioni, che dire?).
Aveva
analizzato e rianalizzato il “Problema Konstantin”. Era stato convinto di aver
trovato una soluzione ma poi Andael (che sempre fosse maledetto!) gli aveva
scombinato tutti i piani. Ciò che
l’Apprendista gli aveva detto, l’aveva fatto pensare.
Forse si
stava davvero preoccupando per un problema inesistente.
Forse
Konstantin era davvero più forte di quanto lui potesse immaginare.
E forse
ci sarebbe stato un lieto fine, una volta tanto.
Quindi,
c’era solo un modo per decidere cosa fare, se tentare ancora una volta con la
donna della sua vita oppure se rassegnarsi al fatto che non avrebbe mai potuto
funzionare, che lui avrebbe sempre rovinato tutto con le sue pare mentali di
dubbia fondatezza.
E questo
modo era maturo, ponderato, oserei dire… superiore.
Boromir
estrasse una moneta
- Testa,
la lascio.- disse, a sé stesso – Croce, la riprendo.-
La lanciò
in aria.
Seguì
ansiosamente i volteggi, provando ad indovinare.
La guardò
ricadere.
La moneta
toccò terra.
Girò un
paio di volte. Poi cadde su un fianco.
Testa.
Dannazione.
(26
febbraio 3019, Guadi dell’Isen)
- Tuo
cugino non è affatto puntuale.-
disse Spiritylla, più o meno per la ventesima volta.
Thèodred
non fece neppure la fatica di risponderle. Tanto, a che sarebbe servito?
Dopo tre
minuti l’avrebbe detto di nuovo!
Il
giovane era allo stremo delle forze. Tutto stava diventando sfocato, davanti ai
suoi occhi.
Gli
dispiaceva ammetterlo, ma le speranze che se la cavasse erano ormai sotto ai
minimi storici.
- Spero
che tuo cugino non sia particolarmente incline alla collera profonda, perché
appena lo incontro gli faccio una lunga predica su perché non si può arrivare sempre tardi.-
Thèodred
abbozzò un sorriso.
Quanto
sarebbe stato strano, vedere suo cugino fare la conoscenza di Joiandra. Si
sarebbero sopportarti vicendevolmente? Lui le avrebbe staccato la testa? Lei lo
avrebbe definitivamente fatto impazzire con le sue trovate del tutto illogiche?
Ah, come
avrebbe voluto essere una mosca… …
Ormai era
quasi sera, e il sole stava tramontando melodrammaticamente.
Improvvisamente,
una nube di polvere si alzò, all’orizzonte.
- Sono i
nostri?- chiese Joiandra, perplessa
-
Parrebbe di sì.- annuì Thèodred, poco prima di perdere conoscenza.
- Con
quasi tre ore di ritardo!- puntualizzò Joiandra, alzandosi in piedi per
attirare l’attenzione. Un gruppo di cavalieri, capeggiato da uno che aveva
proprio l’aria incazzosa, la raggiunse in fretta, constatando anche la carneficina
compiuta dagli Orchi.
Il bello
fu che, in tutta la compagnia, nessun cavaliere diede cenno di averla vista.
Solo dopo
che il capo (quello incazzoso) ebbe trovato Thèodred, qualcuno si degnò di
rivolgerle la parola.
(Amon Hen, boschetto di)
Boromir
stava ancora guardando la moneta, quell’oggettino insignificante che sembrava
avere il potere di decidere la sua vita.
Rivide
Konstantin, il suo sorriso, la sua voglia di scherzare, le dubbie perle di
saggezza, i dispetti, gli scherzi, il suo modo assurdo di tenere in mano una
spada, i danni provocati, il suo modo di non reggere assolutamente l’alcool, le
sue smorfie quando cercava di non ridere, la sua mania di ballare sotto la
pioggia.
Rivide le
sue stupide camice da notte, i suoi libri, i suoi occhi dolci, le sue mani
fragili, i gesti lenti ed ariosi, volti a significare chissà cosa, lo strano
suono che aveva la lingua elfica, quando usciva dalla sua bocca. Le sue labbra
scarlatte, il suo irresistibile buonumore.
… era la
sua Konstantin.
Quindi,
Boromir fece una cosa assolutamente assurda e, viste le circostanza,
profondamente romantica. Raccolse la moneta, la guardò per una manciata di
secondi e poi la scagliò lontano, più lontano possibile.
- Era
croce.- decretò – E non ci sono testimoni che possano contraddirmi.-
E fu solo
allora che si rese conto degli Orchi, che avevano circondato i due Hobbit.
Per un
attimo si domandò se la moneta fosse atterrata su un cranio orchesco, per fare
la sua piccola parte in quella grande guerra per la salvezza del mondo, poi si
rese conto che era un pensiero a dir poco delirante.
Sfoderata
la spada, si lanciò contro i nemici.
-
Vanamir?-
Konstantin
tirò un lungo sospiro.
Impossibile.
Tutti
sembravano cercare tutti, tutti erano spariti, tutti se n’erano andati e lei
era rimasta da sola a fare da sentinella ad un accampamento deserto, a due
barche di cui una distrutta e, naturalmente, a Vanamir che, ubriaco fradicio,
russava in suddetta barca, inneggiando all’amore universale fra i sassi e le
serpentesse di lana.
- Vanamir?-
la ragazza scrollò l’amico, cercando di riportarlo al mondo coerente.
- Sillo
Camillo…- rispose lui, socchiudendo gli occhi
- Ah,
siamo messi bene…-
Con un
mezzo sorriso, la ragazza si sedette ai piedi di un albero. L’aria era fresca,
il fiume scorreva placido davanti a lei, gli uccellini… gli uccellini, chissà
perché, se ne stavano belli che zitti. Neanche ci fosse qualcosa di cui avere
paura, no?
Eppure,
anche se la natura intera sembrava dirle “Suvvia, Konstantin, non lasciarti
turbare da niente”, la ragazza sentiva un presentimento. Come qualcosa di
sconosciuto e fastidioso, come la mano (zampa?) di Gollum che s’infila fra i
tuoi vestiti.
- Gollum
fa cosa??- tuonò Konstantin, che aveva letto per sbaglio la mia intelligente
metafora.
- Ah, era
una metafora.-
Tuttavia,
stringendosi nella sua mantella, la giovane sospirò.
Qualcosa
stava per andare storto. Se lo sentiva.
Abbassò
gli occhi, e il suo sguardo cadde sullo scudo di Boromir (“Misericordia divina, deve assolutamente lavarlo, un giorno di questi”).
Per un
secondo, il cervello di Konstantin si costrinse a ragionare con coerenza.
Il
presentimento, ciò che aveva visto nello specchio di Galadriel, gli uccellini
che tacevano, tutti che sparivano, gli Orchi che prima o poi avrebbero
attaccato…
- Bene.-
si disse, alzandosi in piedi e raccogliendo una spada, abbandonata lì vicino –
Andiamo a cercare gli altri.-
Guardò
Vanamir, che ronfava beato
- Beh,
ok.- scherzò, con un sorriso – ci vado da sola!-
-
Signorina, vuole che l’accompagni?- Konstantin sobbalzò
- SAM!
Non… non immaginavo che ci fossi anche tu.-
- Mi ero
appisolato.-
- Bene.
No, tranquillo, non seguirmi. Resta qui e… e bada al campo. Bada al campo,
Sam.-
- Sì,
signorina. Baderò al campo.-
- Bene.
Io torno presto.-
FINE CAPITOLO
VENTIDUESIMO
La Coda
Questi aggiornamenti,
come si fanno sospirare…
Ma, sapete, è sempre
complicato, quando bisogna fare tre esami di riparazione e… e decidere della
sorte (o della morte) di un personaggio…
E sappiamo tutti di
chi sto parlando vero?
(di me? ndVanamir)
(Povera me. Ma chi
me l’ha fatto fare di creare questo imbecille? ndAutrice)
(Ne deduco che non
parlavi di me. ndVanamir)
(Bravo cosino.
ndAutrice)
Ringraziamenti
Beh, un caloroso abbraccio a chi legge senza recensire!
Vi voglio bene lo stesso!
Comunque, un po’ di bene in più lo
voglio ad Evening_Star!! Un grosso
bacio e, per rispondere alla tua recesione… farò i complimenti agli Orchi da
parte tua, soprattutto perché, da non credere, sono riusciti a formulare un
pensiero. Un pensiero COERENTE!! E’ spaventoso!
KISSES!
Char--
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Capitolo 23 *** Il corno di Gondor ***
andael 2 - 23
CAPITOLO VENTITREESIMO
IL CORNO DI GONDOR
Poi,
goffamente, Konstantin iniziò ad arrampicarsi lungo il pendio della duna.
Man mano
che procedeva, i rumori della battaglia si facevano sentire.
Sì, beh,
solo uno mezzo addormentato avrebbe potuto ignorarli. O un ubriaco. O uno
scemo.
O
Vanamir, che era tutte e tre le cose contemporaneamente.
Comunque.
Rapidamente,
raggiunse una posizione nascosta, alle spalle degli Orchi.
Si
acquattò fra i cespugli e…
- AHI!!-
Andael
emerse dalle frasche.
- AAAAH!-
strillò la ragazza, tappandosi poi la bocca per non attirare l’attenzione.(??)
- AAAAH!-
rispose Andael, per non essere da meno
- Ma che
ci fai, qui?- sibilò Konstantin, abbassandosi fra i cespugli
- Cercavo
di lanciare l’incantesimo della Pioggia di Lampi e Fuoco!-
- E
allora?-
- Non c’è
niente da fare. Non mi ricordo la formula. Ne ho provate sette diverse, e
l’unica cosa che sono riuscito a fare è stato far svenire quei vermetti
laggiù.-
Tre
piccoli lombrichi, infatti, stavano dormendo saporitamente.
- Andael,
siamo nel bel mezzo di una battaglia! Siamo gli eroi, che diavolo, non possiamo
restare nascosti in un cespuglio solo perché non ti ricordi un incantesimo!-
- Io sono
qui per questo valido motivo. Tu però che scuse hai?-
- Io ho
perso la spada mentre venivo qui. E’ caduta in una fossa.-
- E non
ti ricordi come si torna indietro.-
- E non
mi ricordo come si torna indietro.-
- Meno
male! Mi sono perso anch’io!-
Konstantin
sospirò, affondando la testa nelle frasche.
Andael la
guardò.
Era
bella, intelligente, era simpatica e sveglia (??), frizzante.
Era la
sua anima gemella, all’apparenza.
Ma,
chissà come e perché, non riusciva a sentirsi attratto nei suoi confronti. E
non era perché l’aveva vista mentre cercava di lavarsi i capelli nell’Anduin,
né perché non sopportava la sua minestrina liofilizzata, unico alimento che
Konstantin fosse in grado di cucinare senza dar fuoco a nessuno e senza
friggere l’accampamento…
Andael si
sentiva legato a quella pazza scatenata.
Ma sapeva
di non amarla. La conosceva meglio di chiunque altro, ma non l’avrebbe amata
mai.
- Andael!
A che pensi?-
- Penso…
penso che se strisciamo con calma, possiamo salire su un albero e tirare dei
sassi agli Orchi. Magari nel frattempo mi ricordo l’incantesimo…-
Andael
sbuffò. Konstantin sorrise
- Va
bene, ok. Se non c’è altro modo…-
- Signor
Vanamir?-
Vanamir
rotolò sul fondo della barca.
Sbavava
un pochino, e aveva baciato molto sensualmente uno dei remi.
Sam si
sedette su una roccia, e prese a pulire la sua padella.
Un ramo,
l’ennesimo ramo, colpì con violenza la faccia di Konstantin
- Andael!
Non è un’idea eccezionale, nascondersi sull’albero.-
-
Perché?-
- Perché
è febbraio, e non ci sono foglie! Ci vedranno tutti!-
- Non
preoccuparti, non credo che gli Orchi penseranno che stiamo assieme.-
Konstantin
si bloccò
- Pensi
che mi preoccupi di quello?- esclamò
- Dai,
stavo scherzando! Sei suscettibile, su questa storia dell’innamorarsi!-
- E’
perché non so come trattarvi. Non posso dire a tutti i maschi del mondo “no,
guardate, non provateci con me perché non c’è speranza, perché io sono
perdutamente innamorata del figlio di mio marito cosa che, peraltro, suona
piuttosto ambigua, e soprattutto crudele, perché lui non riuscirà mai ad amare
me”? Andael, non credo che funzionerebbe.-
- Dai,
magari prima o poi, Boromir crescerà.-
Konstantin
si sedette su un ramo, sospirando
- Sarebbe
bello.-
- Dai!
Avete più o meno tutta la vita per decidere se stare assieme o no!-
Konstantin
rabbrividì, ricordando il presentimento.
-… sì…-
mormorò, assorta.
Allungò
un braccio, afferrando il ramo superiore.
Poi il
Corno di Gondor riempì la conca, risuonando nell’aria, facendo vibrare le
foglie secche degli arbusti. Konstantin si spaventò, e cadde dall’albero.
Un Orco
particolarmente addormentato aveva perso il suo gruppo.
Si fermò
sotto un albero, appoggiò a terra l’arco e la rudimentale faretra, ed iniziò a
mangiare una galletta dall’aria verminosa. Fu allora che una ragazza dall’aria
persa gli crollò addosso.
-… signor
Orco?- chiese Konstantin, gentilmente.
Niente.
Il bestione rimase immobile, privo di senso.
-
Konstantin, stai bene?- mormorò Andael, abilmente nascosto dietro ad un nido
(peccato che il nido stesso fosse grande più o meno come la sua fronte, quindi
un nascondiglio piuttosto patetico)
- Sì, sì,
sto bene.-
La
ragazza abbassò lo sguardo. E notò l’arco.
In
quell’attimo, il Corno di Gondor suonò di nuovo.
Beh, se quello non era un segno, un modo di
Mandos (il suo Vala preferito. Nonché il mio. ndautrice) o di Lorien, per
convincerla a darsi una mossa.
- Konstantin,
che vuoi fare?- la chiamò Andael.
Ma la
ragazza era già corsa via, guidata dall’istinto, dall’amore, e da quel casino
immenso che indicava un vicino scontro Orchi contro Eroi.
- Non
posso più aspettare!- strillò Charanna.
Haldir,
esasperato, rinunciò all’idea di finire con calma il turno di guardia.
Bloccò la
fidanzata, tenendola per gli avambracci
- Char,
ormai la Compagnia
sarà lontana. Non potremmo raggiungerli comunque. E poi l’hai detto anche tu…
non hai capito quello che lo Specchio ti ha mostrato.-
- Sì,
beh, ma quando mai quel dannato coso
ha mostrato qualcosa di buono?-
Charanna
imprecò in modo poco signorile.
- Chi te
li insegna, certi termini?- chiese Haldir, incapace di trattenersi
- Temo di
essere stata io.-
Il
Galadhrim sbuffò.
Comodamente
sdraiata su una tettoia sottostante, c’era quell’Elfa.
Da un
po’, era ospite di Galadriel, anche se tutti potevano giurare di non averle mai
viste parlare. Comunque, quella ragazza riusciva a farlo incazzare con
un’abilità più unica che rara.
In quel
preciso istante, stava fumando qualcosa dall’odore penetrante, passandosi
ritmicamente una mano fra i capelli scuri.
Ogni
tanto, giocherellava con una strana ciocca viola.
- Ikar…-
Charanna si sedette sul parapetto, voltandosi verso l’amica -… che ci fai qui?-
La Mezz’aquila si morse la lingua,
valutando la risposta più adatta da dare
“Dato che
Saruman mi ha finalmente contattata e mi ha detto di raggiungere gli Orchi ad
Amon Hen per dare loro una mano –pardon, una zampa – per ammazzare i compagni,
rapire gli Hobbit e rendere inoffensivo Andael, mi stavo preparando per
partire”.
No,
decisamente indelicata.
“Niente,
passavo per di qua e ho pensato di salutarti”
No,
niente di più falso.
- Tuo
fratello mi ha detto quello che hai visto nello Specchio.- disse.
Non era
una vera menzogna.
Celeborn
l’aveva detto a Gwaihir, prima che lui partisse assieme a Gandalf.
E Gwaihir
l’aveva detto a lei. E lei aveva sentito un tuffo al cuore.
Sì. Si
era quasi affezionata alla Compagnia. Non voleva permettere agli Orchi di
ammazzarli tutti. E per questo era andata a cercare Charanna, l’unica nei
dintorni a poterla aiutare, a poter andare con lei a soccorrere gli sventurati
eroi.
- Io…
penso che siano ad Amon Hen.- proseguì – e che siano nei guai.-
Charanna
stette immobile per una manciata di secondi, come valutando la situazione.
Poi si
voltò verso Haldir ed esclamò, trionfante
- Te
l’avevo detto!!-
Tornata
seria, si voltò verso Ikar
-
Dobbiamo andare a salvarli!- esclamò.
Oh,
dannazione. Suonava così maledettamente
eroico!
Ikar ammiccò,
complice come non si era mai sentita
- Salta
su, ragazza.-
Nascosta
alla meglio, Konstantin si accorse che la battaglia stava degenerando.
La
“battaglia”, poi…
Insomma,
quell’esibizionista del suo figliolo
non era proprio capace di tenersi fuori dai guai! Sembrava che l’intero
squadrone Orco si fosse riversato attorno a lui.
- Prendi
la mira…- si ripeté Konstantin, per la centesima volta.
Il piano
era semplice. “Coprigli le spalle, finché non arrivano i rinforzi.”
Era
l’unica cosa veramente utile. Lei, senza spada né picca, sola con un arco
trovato quasi per caso, lei, imbranata come una foca… gli sarebbe stata solo
d’intralcio.
Se
riusciva a comportarsi da bravo arciere, però, aveva qualche speranza di
aiutare.
La mano
le tremava, mentre tendeva l’arco degli Orchi, troppo grosso e robusto per le
sue dita snelle. Rabbrividì, quando vide un Uruk prendere di mira Boromir
- Guarda
bene dove tiri.- si disse
L’Uruk-hai,
sull’altro versante non si faceva altrettanti problemi.
Più
allenato, oltre che più sveglio della media, fece partire il dardo.
Ringhiò,
soddisfatto, quando il colpo raggiunse Boromir
- Ok, signori Valar, se mi avete
mai voluto bene nel corso della mia vita, questo è il momento migliore per
dimostrarlo..-
mormorò Konstantin, stringendo i denti – Fate in modo che io mi ricordi cosa
Haldir ha cercato di insegnarmi e possa fare secco quel maledetto Orco. Qui,
ora, adesso, subito. Per dirla meglio. Hic et Nunc!-
Scoccò la
freccia.
Quella
volò, dritta, per un lasso di tempo interminabile.
Il suo
sibilo si mescolò ad uno strozzato gorgoglio.
E, per la
prima volta, il suo bersaglio si abbatté al suolo.
FINE CAPITOLO
VENTITREESIMO
La Coda!
Santo
Cielo, santo Cielo! Io ancora non ci credo, ma sto per finire anche questo
capitolo della saga di Andael. Come avrò già detto negli scorsi aggiornamenti,
questo episodio ha avuto una sorte un po’ più travagliata del precedente, anche
se mi sta soddisfacendo lo stesso. Sì, beh, sto cominciando ad essere
ripetitiva!
Alla
prossima!
Ringraziamenti
Evening_Star: tu non puoi immaginare quanto la
tua recensione, sempre lì, simpatica e puntuale, mi ridia la carica! Beh, sono
felice di sapere che ti saresti inchinata al fine ultimo, ma sappi che non ce n’è
bisogno! Vogliamo un “e vissero sempre felici e contenti”!!
KISSES!
Char--
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Capitolo 24 *** E' successo per davvero? ***
Andael 2 - 24
CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO
E’ SUCCESSO PER DAVVERO?
Ce
l’aveva fatta!
Santissimo
Iluvatar, aveva appena centrato un bersaglio!
Aveva
ammazzato un grosso Uruk cattivo, aveva appena fatto qualcosa di utile!
Konstantin
rimase immobile per qualche istante, assaporando il momento.
Sì, era
appena successo qualcosa di inenarrabile.
Qualcosa
che, con tutte le probabilità, non si sarebbe più ripetuto.
- Mi sono
ricordato l’incantesimo!- urlò Andael, iniziando ad agitare le mani
“Se
adesso azzecca la magia” si disse Konstantin “vuol dire che davvero qualche
Valar ha deciso di accordarci i suoi favori”
E, impressionante ma vero, così fu.
Frodo
aveva quasi raggiunto l’accampamento.
Si
rallegrò, quando vide che non c’era nessuno, a parte Sam che faceva la ronda.
Sarebbe
stato difficile dire addio ai suoi compagni, ma forse era meglio che la
separazione fosse così. Netta e improvvisa. Inaspettata.
Gli altri
sarebbero tornati e si sarebbero accorti che lui se n’era andato.
Che lui e
l’Anello avevano deciso di lasciarli in pace.
- Padron
Frodo, dove state andando?- lo bloccò Sam, non appena Frodo ebbe iniziato a
preparare la barca
- A
pesca.- mentì, istintivamente
- Padron
Frodo, se aspettate che tornino gli altri, vi posso accompagnare! Non è bene
che voi peschiate da solo. Il fiume è grande e le correnti forti, non vorrei
che la barca si rovesciasse e voi finiste a farvi un bagno non previsto. So che
non avete molta familiarità con l’igiene personale, e comunque potreste anche
prendervi una broncopolmonite e mori…-
Mentre
Sam elencava queste confuse catastrofi, Frodo aveva concluso i rapidi
preparativi, si era cambiato i vestiti sporchi e bagnati e aveva slegato la
barchetta.
“Cielo!”
si disse “pensavo di non aver caricato niente a parte il mio zaino e una
coperta… e invece questa barca si muove come se ci fosse dentro qualcosa di
pesante!”
-… e io
non mi fido delle medicine del signor Andael, perché le prepara senza
controllare prima, non che io sia a favore degli esperimenti sugli animali, ma
preferisco che sia un animale a non guarire, invece che voi. Padron Frodo, come
quella volta che…- l’Hobbit si bloccò, guardando la barchetta prendere il largo
– Padron Frodo, che state facendo?-
- Vado a
pesca!- ripeté il Portatore
- Ma non
avete preso la canna e la rete! Padron Frodo, siate ragionevole!... Oh, Padron
Frodo!!!- una strana consapevolezza si fece largo nella mente ottusa di Sam. –
Ma, Padron Frodo, voi detestate la
pesca!!-
- Cavolo,
Sam, sto andando a Mordor! A Mordor, a buttare l’Anello nel Monte Fato!-
- Padron
Frodo, non potete!-
- Sì,
Sam! – sospirò l’Hobbit, melodrammaticamente – Devo partire da solo!-
- Ma,
Padron Frodo…-
- No, no,
Sam. Ho detto da solo!-
- Sì, ma,
Padron Frodo!-
- SAM!
Lasciami andare! Devo distruggere l’Anello! E’ questo il mio destino!-
- Sì, ma
come farete a distruggere l’Anello se lo lasciate qui?-
La mano
di Frodo si lanciò verso il suo collo.
La catena
dell’Anello era scomparsa!!
in un
flash, Frodo rivide sé stesso mentre si toglieva la maglia e la lanciava poco
elegantemente verso un albero. Rivide l’Unico Anello ciondolare attaccato ad un
rametto.
- Oh,
cavoletto!- imprecò
- Non
temete, Padron Frodo! Ve lo riporto io l’Anell…-
E Sam si
lanciò in acqua.
Logicamente, a memoria d’Elfo, gli
Hobbit sanno nuotare?
Ovvio che no! Nella Contea,
piccola terra in miniatura, non ci sono laghi abbastanza profondi per rendere
necessario agli Hobbit di nuotare, evidentemente!
Cosa?
Dalla regia mi dicono che è geograficamente
falso.
E allora sapete che vi dico?
Che gli Hobbit sono scemi e basta,
dovrebbero imparare a nuotare, invece che fumare tutto il giorno e fare delle
buffe feste di compleanno! Ecco, ora sapete come la penso!
Aragorn,
Legolas e Gimli avevano sentito il corno di Gondor e, intelligentemente, si
erano fiondati verso la fonte del suono, per soccorrere il loro compagno (e gli
Hobbit)
Cioè,
veramente solo Aragorn e Legolas avevano sentito il corno, visto che Gimli,
come tutti i Nani, era piuttosto duro d’orecchi.
Fatto sta
che stavano correndo come disperati, quando rimbombò un tuono, e il cielo si
fece improvvisamente color caramello.
- Questo
è Andael.- dedusse Aragorn, sospirando
- Questo
è Andael.- esclamò Frodo, mentre ripescava Sam
- Questo è
Andael.- convenne Sam, cercando di respirare
- Questo
sei tu, Andael!- gli ricordò Konstantin, che stava cercando una spada per
scendere in battaglia
- Questo
è Andael.- sospirò Legolas
- Questo
è chi?- gli chiese Gimli (che aveva
bisogno di un buon apparecchio acustico)
- Questo
è Andael.- disse Merry
- Questo
è Andael.- concordò Pipino
- Questo
è l’idiota.- sbottò Boromir, che continuava a combattere nonostante le frecce
dell’Uruk di prima cominciassero a dargli qualche problema
- Questo
è Andael!- ridacchiò Vanamir, prima di crollare di nuovo nel suo sonno
post-sbronza
- Questo
è Andael!!- esultò Ikar, che stava sorvolando il colle
- Questo
non è un buon segno – borbottò Haldir, che ancora non aveva capito chi
gliel’avesse fatto fare, di seguire la sua donna in quell’impresa assurda
- Questo
è il mondo in cui viviamo.- pontificò Charanna, sguainando la spada e
preparandosi all’atterraggio
- Questo
sono io!- esultò con modestia l’apprendista stregone, mentre l’incantesimo si
compiva.
Le chiome
degli alberi iniziarono a cambiare colore, poi, improvvisamente, esplosero.
Quelle
azzurre esplosero in una cascata d’acqua, quelle rosse in violenti lampi di
fuoco, quelle gialle attirarono tuoni e fulmini e quelle verdi… no, davvero,
non volete saperlo per davvero.
Delle
buche iniziarono a crearsi nel cielo color caramello, dalle quali uscirono,
rampanti, grossi cinghiali blu e neri, che si lanciarono a testa bassa contro
gli Orchi.
In tutto
questo pandemonio, Ikar atterrò vicino a Konstantin
- IKAR!-
trillò la ragazza
- Sì, sì,
pivellina, i saluti affettuosi li rimandiamo a dopo, va bene?- sbottò lei,
professionale.
Sì, era
il suo modo di dire “ciao, Konstantin, anche tu mi sei mancata.”
La Mezz’Aquila indicò una tasca della sua
rudimentale sella
- Prendi
la spada, ragazzina.-
Konstantin
non perse tempo a chiedersi come Ikar sapesse che le mancava un’arma decente.
Non si
fece domande, da quel momento.
Agì e
basta.
Sfoderò
la spada.
- Fuori
le palle, signorina.- si disse, col tono che avrebbe usato Boromir.
Poi, un
po’ correndo, un po’ inciampando, dimentica per un po’ di essere la damigella
di turno, si lanciò giù per il breve pendio, ritrovandosi nel pieno della
battaglia.
La spada
sembrava muoversi da sola ma, senza capire come, Konstantin sapeva che era la
sua mano ad imporre il movimento. Si rese conto che, nei momenti davvero
importanti, sapeva anche come difendere sé stessa… e le persone che amava
- Te
l’avevo detto – rise, mettendosi spalla contro spalla con Boromir (non proprio
spalla contro spalla, visto che in
quella zona si era andata a conficcare una delle frecce di prima) - senza di
me, saresti persino capace di farti ammazzare.-
- Ti
piacerebbe, eh?- ribatté lui
- Senti,
Boromir. Non voglio più imporre le mie regole. Facciamo come dici tu. Amanti,
amici, perfetti sconosciuti, madre e figlio, come vuoi. Basta che mi prometti
che non ti farai ammazzare. Non qui, non ora. Né domani né alla fine della
guerra. Perché io ti amo. E questo non cambia solo perché tu non riesci a fare
altrettanto...-
Dato che
stava combattendo contro un Orco, Boromir non riuscì a voltarsi per guardare
Konstantin negli occhi. Eppure, per la prima volta da quando la conosceva,
seppe con certezza quello che doveva dire
- Ti amo
anch’io. E ti bacerei qui e ora, ma credo che gli Uruk abbiano programmi
diversi, per noi. Ma non provarti a dire che sono sempre io, a guastare il
romanticismo.-
La Coda
Penultimo,
sudatissimo capitolo.
Su,
coraggio, miei sconsolati lettori, resistete che fra un po’ sta’ parte è
finita.
E,
incredibile a dirsi, credevate non sarebbe mai successo, ma avete visto, no?
Boromir e
Konstantin hanno trovato un punto di contatto!
Iluvatar,
Varda, Lorien, Mandos, e tutti i Valar, GRAZIE!
Grazie
anche a Melkor, perché dovevano ritrovarsi tutti insieme per fare un miracolo
simile!
Ringraziamenti
Evening_Star: Il club femminile per la sanità
mentale è lieto che tu abbia gradito i loro piccoli simpatici interventi per
rendere questa fic più sclerante del solito!! Beh, finalmente posso dirlo, non
ho mai neppure lontanamente immaginato di far morire Boromir (un po’ perché
sarebbe stato davvero tragico fare una scena deprimente in una fic demenziale,
no?), ma ho cercato comunque di mantenere la suspance fino alla fine!!
Dragon89: hai ragione, poveri
Orchi! Beh, troverò un piccolo raggio di gloria da dare pure a loro! Grazie per
la recensione!
KISSES A TUTTI!
Char--
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Capitolo 25 *** La Compagnia si divide ***
andael 2 - 25 FINE
CAPITOLO VENTICINQUESIMO
LA COMPAGNIA SI DIVIDE
E fu
allora che Charanna in persona scese fra i comuni mortali, a prendere a calci
qualche culo orchesco. Inutile dire come la battaglia si concluse.
Ma no,
che avete capito!
Non per
merito di Charanna, lei è solo arrivata per sbraitare un po’!
Oltretutto
ad un certo punto si è rotta un tacco, ha messo su il muso e ha lasciato che
gli altri se la sbrigassero da soli. Insomma, è la solita Charanna.
A scontro
ultimato, la Compagnia
si riunì per controllare eventuali danni.
A parte
il danno ormai irrimediabile ai vestiti di Konstantin, che dopo lo strisciare
fra il fango ed i cespugli, dopo essersi fatti prendere a schiaffi da un
albero, dopo essere crollati addosso ad un orco e persino sopravvissuti ad una
battaglia, avevano chiaramente perso la speranza di tornare, un giorno, dei
vestiti normali, a parte questo, dicevo, tutto sembrava andare piuttosto bene.
- Dove
sono gli Hobbit?- domandò Aragorn, esasperato, quando si accorse che nessuno
degli altri sembrava interessato alla loro assenza
- Ho
lasciato Sam a controllare il campo!- si giustificò Konstantin – ma degli altri
non so niente.-
Il
Ramingo sospirò, alzando gli occhi al cielo
-
Meraviglioso. O ci siamo persi gli Hobbit, o se li sono presi gli Orchi, prima
di battere in ritirata. E, naturalmente, di Frodo non abbiamo la benché minima
notizia. C’è altro?-
- Abbiamo
perso anche i due minorati mentali.- gli ricordò Boromir
-
Fantastico!- proruppe Aragorn, ormai sull’orlo di una crisi di nervi
(lungo il fiume, piccola barchetta
malridotta)
- Padron
Frodo?-
- Dimmi,
Sam.-
- Ma la
sappiamo, la strada per Mordor?-
- A dir
la verità… no. Ma Aragorn è stato tanto gentile da segnarcela su questa mappa,
quando siamo ripartiti da Caras Galadhon.-
-
Ptifullo berilli. Ma quante margheritine colorate…-
- Hai
detto qualcosa, Sam?-
Il
giardiniere si guardò attorno, perplesso
- No…
state nascosto, padron Frodo, potrebbe essere un inganno del Nemico!-
- Sam!-
il Portatore alzò gli occhi al cielo – Il Nemico non parlerebbe di margheritine
colorate!-
Poi, una
gelida consapevolezza si fece largo nell’animo dell’Hobbit
- O
porca…-
Afferrò
la coperta che aveva gettato all’interno della barca e la sollevò.
Sotto,
ovviamente ubriaco fradicio, c’era Vanamir che discuteva con sé stesso
-
Miseriaccia!- obbiettò Sam – Ora che facciamo?-
- Di
tornare indietro non se ne parla.- ribadì Frodo.
E quando
Sauron seppe (e lo seppe) che Vanamir di Gondor avrebbe accompagnato gli Hobbit
a distruggere l’Anello, rischiò seriamente di prendere un infarto per le
risate.
(il solito boschetto di Amon Hen,
di cui sentiremo la mancanza quando finalmente la Compagnia si sarà
degnata di ripartire)
Non c’era
molto tempo per i saluti e ulteriori preparativi.
Ormai era
sicuro che gli Hobbit erano stati rapiti mentre, molto probabilmente, Frodo si
era diretto verso Mordor, da solo, come aveva già accennato di voler fare.
Che fine
avessero fatto Vanamir ed Andael, questo la Compagnia lo ignorava,
ma propendeva per l’ipotesi secondo la quale anche loro erano stati rapiti
dagli Orchi
(“Stupidi Orchi” aveva detto Gimli “se li
hanno presi loro, non sanno in che guaio sono andati a cacciarsi”).
In quegli
ultimi minuti di pace, Charanna raggiunse Aragorn, per coordinare con lui le
mosse successive. Dovevano organizzarsi bene e in fretta, se volevano avere
qualche chance di salvare gli Hobbit dalle grinfie degli Orchi e gli Orchi
dalle cazzate di Vanamir e dagli incantesimi di Andael (poveri Orchi, arrivano persino a farmi pena)
-
Charanna, tu e Haldir che intendete fare?-
-
Pensavano di tornare a Caras. Dobbiamo far sapere agli altri Elfi che la
situazione è peggio del previsto. Inoltre, lo sanno anche i cretini che Sauron
non si farà fermare senza opporre resistenza. Persino la matta sostiene che, se
vogliamo avere qualche speranza, noi Elfi dobbiamo scendere in battaglia al
fianco degli Uomini, come ai vecchi tempi. E credimi, io c’ero a quei vecchi
tempi. Mi scoccia dirlo, ma la psicopatica ha ragione, su questo punto.-
- Bene.
Di sicuro io, Legolas e Gimli seguiremo gli Orchi. Sai qualcosa su come si
comporterà Ikar?-
- Vengo
con voi.- la Mezz’Aquila
apparve alle spalle di Aragorn, con un’espressione che sfidava chiunque a
contestare la sua decisione.
- Bene.-
Charanna sospirò - Anche se lui non lo ammetterà mai, le ferite di Boromir non
sono affatto leggere. Gli ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi del tutto.
Ed io…- alzò gli occhi, fissando il Ramingo. Per la prima volta, Aragorn resse
il suo sguardo come quello di una donna matura, di una guerriera. Per una
manciata di secondi, Charanna non fu più una bambina viziata, in perenne lite
con il mondo. -… io credo che dovrebbero tornare verso Caras, con me. Inoltre,
voi dovete inseguire i vostri nemici, e non potete farlo, con un ferito ed una
bimba che inciampa su ogni radice sporgente. Davvero, non è il caso.-
Aragorn
rise – Mi ammazzeranno, se li lascio qui.-
- Non è
una vera e propria separazione, se ci pensi. Proseguite fino ad incrociare gli
Orchi, li ammazzate, riprendete i vostri amici e poi andate verso la Breccia di Rohan.
Stabiliremo di ritrovarci lì, ed io farò in modo che Connie e Boromir non si
perdano lungo la strada.-
- Sei una
brava ragazza, Charanna.-
-
Ragazza? Ma hai una vaga idea di quanti anni io abbia? Ma senti questo,
“ragazza” mi deve chiamare!- finse di imbronciarsi, serrano le braccia davanti
al petto – non crescerai mai.-
- Bene.
Ci siamo organizzati.-
- Bene.
Vi siete organizzati.-
(da qualche parte fra Isengard e il
boschetto di Amon Hen)
- Gentile
signor Orco, per quanto non sia un patito delle scampagnate in montagna,
preferirei mi mettesse giù all’istante.-
L’Orco
grugnì, ma non diede cenno di aver ascoltato.
Andael
sospirò. Questa era bella da morire.
Gli Uruk l’avevano rapito.
E lo
stavano portando ad Isengard, da loro capo.
Che poi
era anche il suo capo.
Che però
avrebbe dovuto far finta di non esserlo, perché gli Hobbit non lo sapevano.
E anche
gli Hobbit erano stati rapiti dagli Uruk, che li portavano dal loro capo.
Che
probabilmente si sarebbe incazzato, dato che non erano gli Hobbit che stava
cercando.
- Che mal
di testa!- si lagnò l’apprendista stregone.
Si sforzò
tuttavia di guardare il lato positivo.
Stava
tornando ad Isengard, dove avrebbe potuto salutare il suo maestro!!
E avrebbe
pure chiesto se i crebain si erano ripresi dal loro ultimo incontro.
Ovviamente,
la situazione era piuttosto seria. Non poteva collaborare coi cattivi perché
comunque si era affezionato ai buoni, e non poteva collaborare coi buoni
perché, inutile ribadirlo, lavorava per i cattivi!
Eppure
c’era qualcosa di perversamente divertente, in quella situazione.
Tanto che
Andael, portato rudemente in spalla da un Orco, non riuscì a trattenersi, e
pure lui scoppiò a ridere, come, molto lontano da lì, aveva fatto anche suo
padre.
FINE
CAPITOLO VENTICINQUESIMO
La Coda
SANTO CIELO!!! E’ FATTA.
La Compagnia si è divisa, io domani torno a
scuola, anche questo capitolo della “saga di Andael” può dichiararsi concluso.
Lo so, dovrei fare un lungo discorso edificante, ma passerò ai soliti
ringraziamenti.
GRAZIE
ad EVENING_STAR per
la sua fedeltà insormontabile, per le risate fatte insieme, per i suoi commenti
che mi hanno risollevato il morale nei momenti di depressione.
in generale A CHI HA
SEGUITO QUESTA STORIA, perché capisco possa essere difficile seguire una
parodia che a) non è poi tanto innovativa e b) a volte si blocca senza che
l’autrice dia più segni di vita. Non la smetterò di scusarmi, mi dispiace per i
momenti morti, ma l’ispirazione o c’è, o non se ne parla nemmeno
A TOLKIEN, che ha
creato questo mondo e che non smette mai di sorprendermi
AGLI EROI DI TURNO,
che si prestano notte e giorno ai miei scleri
ALLA MUSICA, AL MIO
COMPUTER, AL MIO GATTO, ALLA MAMMA, AL PAPA’, A SCRUBS E A TUTTI LE COSE CHE MI
HANNO FATTO RIDERE
AI MIEI AMICI,
Nischino11, Aly e, di recente, Coso, che senza di loro non avevo neanche metà
della voglia di ridere che ho adesso
A SAURON, che si
sta’ rivelando un personaggio divertente e a cui mi sto affezionando e AI
VALAR, che ancora non mi hanno incenerita.
Infine, grazie AD
ANDAEL, per la sua incapacità di far funzionare la magia, il suo eroismo nel
non essersi mai trasformato in un Gary Stu, le sue battute, i suoi momenti di
delirante saggezza.
e, infine, GRAZIE,
sentite GRAZIE, a TUTTI COLORO DI CUI MI SONO DIMENTICATA, e che non figurano
in questo elenco.
CI VEDIAMO, COL
PROSSIMO CAPITOLO DELLA SAGA!!!!!!
CHAR--
FINE
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