Andael, sotto antiche foreste e cieli stellati

di La Matta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Romanticherie ***
Capitolo 2: *** Un incantesimo fa tacere Andael, mentre Boromir dà chiari segni di follia ***
Capitolo 3: *** Ma sono invisibile??? ***
Capitolo 4: *** Coraggio ragazzi, lo so che è difficile ***
Capitolo 5: *** La foresta incanta ***
Capitolo 6: *** Non vedo l'ora di tornare in guerra ***
Capitolo 7: *** Orc-watching ***
Capitolo 8: *** Un consiglio e tre minuti ***
Capitolo 9: *** I tre minuti e qualche discorso serio ***
Capitolo 10: *** Serietà... per un mezzo paragrafo ***
Capitolo 11: *** Pausa di riflessione ***
Capitolo 12: *** Un Anello per... ***
Capitolo 13: *** Armi e bagagli ***
Capitolo 14: *** Joy ***
Capitolo 15: *** Navigantes ***
Capitolo 16: *** Amnesie fasulle ***
Capitolo 17: *** I Guadi dell'Isen e i Guai di Spiritylla ***
Capitolo 18: *** Spiritylla va in battaglia ***
Capitolo 19: *** Intermezzo di metafanfic ***
Capitolo 20: *** Accozzaglia di scemi ***
Capitolo 21: *** Un sacco di Orchi. Tutti armati ***
Capitolo 22: *** La Moneta ***
Capitolo 23: *** Il corno di Gondor ***
Capitolo 24: *** E' successo per davvero? ***
Capitolo 25: *** La Compagnia si divide ***



Capitolo 1
*** Romanticherie ***


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Cronache di Andael

 

Andael: sotto antiche foreste e cieli stellati

 

Piccola intro:

 

Lo so, sembrano passati anni dall’ultima volta che ci siamo degnati di abbassare gli occhi sulle avventure della Compagnia, e invece non è successo niente. Beh, a parte che sono usciti da Moria, che hanno pianto tutte le lacrime che avevano, che Andael non ha ancora capito cosa Ikar intendesse dire prima di andare addosso al Balrog, che Konstantin e Boromir continuano a non stare insieme pur facendo l’amore ogni minuti libero, che Aragorn ha finalmente preso in mano le redini della spedizione e che tanti altri interessanti casi patologic… ehm, volevo dire personaggi ora sono pronti ad entrare nella nostra storia! Che stiamo aspettando? Cominciamo!

 

 

CAPITOLO PRIMO

ROMANTICHERIE

 

(15 gennaio 3019, Mirolago)

 

- Allora? Adesso che strada prendiamo?- chiese Frodo, grattandosi il mento, perplesso

- Riposiamo qualche ora. Quando saranno calate le tenebre (così, anche se degli Orchetti ci seguissero, sarebbe più difficile seguire le nostre tracce) ripartiremo in fretta.- rispose Aragorn, senza però precisare per dove. C’era un problema, per la tappa seguente

- Ci accampiamo qui.- concluse Legolas, che presentiva il problema della riga precedente.

Aver perso Gandalf e Ikar aveva provato la compagnia nel profondo, ovviamente, ma tutti, Hobbit esclusi, presentivano nel loro animo che… beh, se ve lo dico adesso, dove finisce la sorpresa?

Così, in relativo silenzio, i Compagni allestirono un rapido accampamento, s’infilarono nei sacchi a pelo, si diedero una sbrigativa buonanotte e precipitarono nel sonno più profondo. Circa.

Una mano biancastra uscì da sotto le coperte di Konstantin, fino a chiudersi sul braccio di Boromir.

- Boromir… sei sveglio?- mormorò la voce della ragazza

- Adesso sì.- borbottò l’uomo – Che succede?-

- Noi due dobbiamo parlare.-

- Adesso? In piena notte?-

- Senti, Gandalf è caduto nel baratro e Ikar con lui. Adesso sono l’unica ragazza nella compagnia. Ho bisogno di qualcuno con cui parlare. Ringrazia che siamo in guerra, altrimenti dovresti darmi anche consigli su che vestito mettere.-

- Ma facciamo sesso o sono diventato la tua miglior amica?-

- Stai zitto e vieni con me. Altrimenti attacco con la storia della mia prima mestruazione. E se quella non ti sottomette, comincio a raccontare cosa succede di notte, quando mi lasciate da sola con mio marito. E non sarebbe lusinghiero nei confronti di tuo padre.-

- Va bene. Vengo.-

In silenzio, quindi, per non svegliare gli altri e per non dare ulteriori spiegazioni, Konstantin e Boromir si allontanarono, verso le rive del Mirolago, del profondo Kheled-zaram, come lo chiamavano i Nani e come lo chiameranno ancora, almeno spero. Altrimenti mi devo aggiornare un po’ meglio!

Seduti sulla riva del lago, Konstantin e Boromir si guardarono per qualche minuto, senza parlare. Lo so che richiede un grande sforzo d’immaginazione, ma provateci: Konstantin muta. E’ un sogno bellissimo.

- Stiamo bene insieme.- sparò la ragazza, a bruciapelo – Sono tre giorni che facciamo sesso e sono arrivata alla conclusione che… che stiamo bene, insieme.-

- Cosa?- fece Boromir, sorpreso – avevo capito che non ne avremmo parlato.-

- Sì, ma io non ce la faccio. Finché facevamo finta di essere amici e basta, mi andava anche bene. Ma adesso! Cioè, ci baciamo, ci siamo visti nudi, ci prendiamo vicendevolmente in giro e ci imboschiamo di continuo… perché non siamo fidanzati, allora?-

- Dèi, Connie, non cominciare ad essere profonda… non ti reggo, quando fai la persona matura!- Boromir prese la mano della ragazza – Ascolta. Noi… noi non siamo innamorati. E’ solo che abbiamo bisogno di non essere soli, in questo momento. Tu sei sposata. Punto. Il fatto che tuo marito sia anche mio padre è un’ulteriore aggravante.-

- Fammi capire. Intendi dire che quando la guerra sarà finita, e torneremo a Minas Tirith, io sarò bella e felice con la mia dolce metà e tu andrai in giro per strada a cercarti una ragazza?-

- Credo di sì.-

- Allora è tutto uno schifo.- Konstantin si prese la testa fra le mani, sospirando – Ti rendi conto che sto cercando di fare la persona seria? Non faccio mai la persona seria. Non sono una persona seria, IO. Eppure sto provando a… lascia stare, dai. Torna a dormire.-

Boromir guardò la ragazza (mio Dio, questa era una fic comica, un tempo… perché stiamo scivolando verso il romantico? I miei lettori mi malediranno…).

Era difficile, maledettamente difficile.

Non si sa cosa, ma era difficile.

- Ricordi il tuo matrimonio? (se qualcuno non se lo ricorda, vi conviene andare a rileggervi il flash-back del cap. 19)- chiese l’uomo, accarezzando i capelli di Konstantin

- Difficile dimenticarlo.- sbottò lei, incrociando le braccia davanti al petto

- Sei caduta nella fontana. Splash. E hai detto qualcosa come “Sai cosa faresti, se fossi una persona normale?”-

- Verresti in acqua con me. E la smetteresti di fare la pigna in culo. Ti divertiresti e non passeresti la vita a deprimerti”- completò Konstantin

- E io me ne sono andato. Non ho risposto.-

- E con questo?-

- Chiudi gli occhi e fidati.-

La giovane sorrise, non era proprio capace a starsene imbronciata dopotutto, e obbedì.

Boromir si alzò in piedi e la prese in braccio

- Stai ferma, eh. Non dire niente, non fare niente.- le disse

- Va bene.- fece lei – Ti assecondo. Ma guarda che…-

Non riuscì a finire la frase, perché venne poco gentilmente fatta cadere nelle fredde acque del Mirolago, proprio sotto la stele che indicava dove Durin aveva, molto ma molto tempo prima, guardato nel Lago. Non che avesse visto un granché, figuriamoci, solo qualche pesce solitario e molto muschio di un sano color verde.

Se l’antico Nano avesse potuto guardare di nuovo nello stesso punto del lago, ora avrebbe visto due persone, una abbracciata all’altra, che ridevano e, molto seriamente parlando, si facevano i dispetti.

Ovviamente, essendo gennaio, tutti converranno con me nel dire che non era stata proprio un’ottima idea, ma non dobbiamo dimenticare che il Mirolago era un lago un po’ speciale, dotato di una sua personalità un po’ come il Caradhras, solo in una maniera molto più simpatica. Detta semplice, azionò lo scaldabagno. Detta semplice.

- Sei un deficiente.- rise Konstantin, ma comunque dopo baciò il deficiente, quindi l’idea a lei era piaciuta. Davvero parecchio – Dovremmo andare in missione più spesso.-

- La prossima volta diciamo a tutti che l’Oscuro Signore è tornato e ci facciamo mandare di nuovo a distruggere l’Anello. Che ne dici?-

- Mi piace!-

I due si baciarono, tenendosi le mani, sotto la superficie dell’acqua.

E fu allora che Konstantin disse la cosa più stupida che potesse dire.

- Ti amo.-

 

FINE CAPITOLO PRIMO

 

La Coda

 

Ed eccomi di nuovo qui, gioiosa, un po’ folle, sempre piena di buone intenzioni!!

Non c’è molto da dire, quindi passiamo direttamente ai ringraziamenti!!

 

La Ginestra: grazie, grazie tante! Sono felice che la mia mastodontica opera (??) storicamente non attendibile venga apprezzata! Un bacio!

Evening_star: l’ego di Charanna saltella in giro per la stanza, canticchiando “l’avevo detto, sono sempre la migliore”. Grazie tante e spero di non farti pentire di questa prima buona impressione!

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Capitolo 2
*** Un incantesimo fa tacere Andael, mentre Boromir dà chiari segni di follia ***


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CAPITOLO SECONDO

UN INCANTESIMO FA TACERE ANDAEL, MENTRE BOROMIR DA’ CHIARI SEGNI DI FOLLIA.

 

- Ma sì, vi assicuro che è andata così!- Boromir stava cercando di spiegare agli altri Compagni come mai lui e Konstantin fossero scomparsi nel cuore della notte, per riapparire bagnati fradici qualche ora dopo – diglielo anche tu, Konstantin.-

La ragazza sospirò

- Sono caduta nel lago e Boromir è venuto a darmi una mano. Non c’è niente di romantico in tutto questo. E se voi tutti non aveste il sonno così pesante, ve ne sareste accorti.-

- Mah. Se lo dici tu.- fece Vanamir, poco convinto

- Allora, partiamo?- li interruppe Gimli, guadagnandosi tutte le benedizioni della ragazza

- Sì. Partiamo.- gli rispose Aragorn – Andiamo a Lothlòrien.-

- Gran bella foresta.- commentò Legolas, fiero, salvo poi realizzare – Non è che ci sarà anche Charanna, vero?-

Aragorn annuì, tetro

- Sì. Ci sarà anche lei.-

- Mi piace!- Konstantin fece un saltello – Non vedo l’ora di riabbracciarla! Almeno compensa la presenza di quell’altra stronz…-

- Konstantin!- Legolas tirò la coda della ragazza, facendola tacere – Per i Valar, come minimo fingi di portare rispetto!-

La giovane liquidò il discorso con un cenno della mano (mano con cui, fra parentesi, rischiò di cavare un occhio a Gimli, ma questo è un altro discorso) e si voltò verso Andael

- Sei mai stato a Lothlòrien?- gli chiese, cercando di farlo parlare.

Lui tacque. Da quando Ikar era caduta col Balrog, non aveva più aperto bocca

- Coraggio – gli sorrise Konstantin, poggiandogli una mano sulla spalla – dì qualcosa…-

Gli occhi di Andael s’illuminarono. Prese un rametto e scrisse qualcosa a terra. Almeno, l’idea era quella. Peccato che il rametto fosse ancora attaccato ad un robusto albero centenario, che lo rivolle indietro. Il ramo saltò via dalle mani di Andael e andò a colpire la nuca di Sam.

Konstantin cercò di aiutare l’apprendista di Saruman, ma non l’avesse mai fatto!

La ragazza non riuscì ad afferrare il ramo volante ma inciampò in una radice (quell’albero centenario doveva averli presi in antipatia!) e cadde addosso a Frodo, che stava rimirando il Mirolago e che, ovviamente, rischiò di caderci dentro.

Legolas riuscì all’ultimo istante ad afferrare il Portatore, prima che uno degli incantesimi di Andael creasse una sottile nebbiolina fluorescente, dove comparvero le parole “La Compagnia è QUI”. Aragorn sospirò. Tanto, aveva già da tempo rinunciato all’idea di proseguire la missione nella più totale segretezza… non c’erano speranze.

Dissipata la nebbiolina, Andael prese un altro ramo (stavolta non attaccato all’albero) e tracciò per terra un paio di parole

“Incantesimo Bloccalingua. Non posso parlare.”

- E noi che ci possiamo fare?- sbottò Gimli – ripartiamo e l’incantesimo passerà da solo.-

- Ma come hai fatto?- chiese Vanamir, ridendo

“Preparavo colazione. Mancava sale. Ho cercato di evocarne un po’.”

- E’ un po’ scemo, povero ragazzo.- intervenne Aragorn – ma adesso è tempo di ripartire. Quindi, armi in spalla e seguitemi!-

Ovviamente, nessuno era pronto per partire, escluso Legolas che già da un po’ predicava che erano in ritardo sulla tabella di marcia

- Siete la disorganizzazione più assoluta.- sbottò Gimli, raccogliendo da terra il suo bagaglio e fingendo di essere pronto ormai da ore

- Un attimo e siamo pronti.- sorrise Konstantin, angelica.

Tre quarti d’ora dopo, la Compagnia partì, verso la foresta di Lothlòrien.

 

(16 gennaio 3019, strada per Lothlòrien, seguite i cartelli gialli, per favore)

 

Mentre Andael tentava di operare un incantesimo senza parlare (cosa molto difficile, essendo che gli incantesimi con soli gesti sono universalmente più difficili di quelli supportati anche da formule magiche), e creava quindi svariati incidenti di percorso dei quali la Compagnia intera avrebbe fatto volentieri a meno (cito: la caduta dal cielo di una grossa mela e conseguente attacco del verme gigante che dimorava al suo interno, una pioggia appiccicaticcia sulla quale i compagni non vollero interrogarsi eccessivamente, una lunga deviazione dovuta all’apparizione di un branco di porcelli carnivori determinati a mangiare Gimli, l’attacco di un gruppo di ninja teletrasportati da chissà che universo parallelo… bisogna ringraziare solo l’incalcolabile magnanimità dei Valar, se la Compagnia sopravisse al viaggio!), Konstantin un po’ chiacchierò con Vanamir, ma dovette allontanarsi da lui per lasciarlo escogitare in pace chissà che scherzo ai danni di Aragorn. Allora provò a parlare con Legolas e Gimli, ma questi dovettero accorrere in soccorso del Ramingo allorché il suo mantello esplose e qualcuno gli tirò addosso centinaia di piccole bacche scure, perfette per macchiare indelebilmente i vestiti (Arwen l’avrebbe ammazzato). Infine, dato che rivolgersi agli Hobbit le pareva davvero troppo umiliante, la ragazza si voltò verso Boromir

- Ma sei incazzato con me?- gli chiese.

L’uomo scosse la testa. Senza guardarla. A Konstantin, mica alla sua testa.

Perdonatemi, queste ambiguità grammaticali saranno la mia fine.

- Allora perché non parli con me?-

- Un nemico è appostato fra quelle piante!- improvvisò Boromir, estraendo la spada e lanciandosi con grande fervore bellico contro un innocuo cespuglio.

- Un nemico?- Konstantin allungò il collo, guardando verso le foglie, che turbinavano, recise dalla poco caritatevole spadona di Boromir (nessun riferimento sconcio, prego)

Ma l’uomo non le rispose, anzi, continuò a combattere contro il nemico immaginario finché la ragazza non si allontanò, perplessa.

- Che sta facendo il cugino?- le chiese Vanamir

- Non lo so. Mi sa che gli ha dato di volta il cervello.-

- Poverino.- Konstantin scosse la testa

- Mi togli una curiosità?- le domandò Vanamir

- Se posso.-

- Ma state insieme?-

La ragazza sospirò, grattandosi la nuca – Ti giuro che non l’ho capito neppure io. Ed è imbarazzante. Insomma, è lì, prima mi guarda, poi non mi parla più. Poi facciamo sesso, poi mi dice di non fare discorsi seri, sottolinea che sono sposata con… beh, lo sappiamo benissimo con chi, poi… e poi mi butta nel Mirolago. E adesso impazzisce. Va’ che è proprio un ragazzo strano, eh.-

- Credo che mio padre l’abbia fatto cadere un po’ troppe volte, quand’era piccolo (o forse era Faramir, quello che faceva cadere… ah, no. Faramir lo facevo cadere io. Manomettevo la culla: papà era molto fiero di me!). Adesso si vedono i risultati. Povero cugino.-

- Siete una famiglia strana.- fece notare Konstantin, con il tatto che tutto il mondo le invidiava

- Parecchio. Poi, quando mamma e zia erano ancora fra noi… beh…-

 

FINE CAPITOLO SECONDO

 

 

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Capitolo 3
*** Ma sono invisibile??? ***


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CAPITOLO TERZO

MA SONO INVISIBILE???

 

Flash-back (di Vanamir, il flash-back. Lo riprendiamo dal capitolo secondo!)

Casa dolce casa.

 

(Aprile 2986, Minas Tirith)

 

- Amore? Dove hai messo il bambino?-

La classica domanda che tutti i genitori devono porre, un giorno o l’altro.

- Ma non lo so, tesoro. Forse l’ho lasciato a tua sorella!-

- Radan, cerca di ricordare! Non puoi perderti Vanamir ogni volta che vi lascio da soli!-

- Non eravamo da soli, cucciolina. Eravamo io, lui e una bottiglia di birra!-

Alaila, sorella minore di Finduilas, strillò

- Non mi piace che tu beva davanti al bambino!-

- Ma ovvio che non lo faccio, tesoruccio mio. Ho offerto un po’ di birra anche a lui!-

- RADAN!-

- Che c’è?! Quando avevo la sua età, io bevevo già ogni sorta di… lascia stare.-

- Ma ha solo sette anni, misericordia! Dovresti avere almeno la decenza di… oh, fra te e nostro cognato, io davvero non so più dove sbattere la testa! Te lo dico io, un giorno quello impazzisce e ci ammazza tutti. Bum. Fuoco e fiamme.-

Radan diede un colpetto alla testolina della moglie

- Certo, cara, certo.-

Con un sospiro, Alaila guardò il compagno, sorridendo. Aveva già dimenticato la lunga e diligente predica che desiderava fargli. Beh, a dirla tutta, aveva anche dimenticato il problema.

- Tesoro, di cosa stavamo parlando?- chiese, perplessa

- Del fatto che nostro figlio è scomparso ancora.-

Alaila stava per strillare di nuovo, quando abbassò lo sguardo sul cortile sottostante.

- Oh, che sciocchi che siamo! I bambini sono qui sotto, stanno giocando!-

 

Di sotto, la scena che dal terzo piano poteva apparire simpatica ed equilibrata appariva per quello che era: il delirio di tre ragazzini.

Vanamir, di sette anni, aveva riempito di colla l’elmo di suo cugino più grande, che ora lo inseguiva brandendo una spada di legno, con tutte le intenzioni di picchiarlo a sangue.

Solo che è universalmente risaputo che è difficile correre senza vederci un tubo (ed è conoscenza comunque che non si vede niente, con un elmo di qualche taglia più grande incollato in testa), quindi Boromir andava a sbattere contro tutti i pali e la maggior parte delle persone che si trovavano a passare per di là.

Suo fratello minore, invece, correva in cerchio, con l’aria di divertirsi un mondo.

Cos’era successo? Beh, semplice.

Per convincere Faramir (che di anni ne aveva tre, povero piccolo!) a non andare a dire a mamma e papà dello scherzo, Vanamir gli aveva detto che era iniziata una festività molto importante e che Denethor aveva decretato che tutti i bambini sotto i quattro anni dovevano correre in cerchio fino al tramonto.

E adesso non dite che Vanamir non era un piccolo mostriciattolo perfido.

 

Circa un’ora dopo, quell’animella candida della povera Finduilas, scendeva le scale per andare a controllare che i bambini non facessero giochi pericolosi.

Ci mancò poco che le venisse un infarto: Boromir aveva ancora l’elmo incollato in testa, con la differenza che ora stava malmenando di santa ragione uno degli alberi, convinto che si trattasse di suo cugino.

Faramir invece si era arrampicato sull’orlo di un pozzo (sempre per la storia della festività speciale), e chiamava con tutte le sue forze “signorina fata del pozzo! Venga fuori, la festa non può cominciare senza di lei”.

Tutto sorridente, sotto un albero, Vanamir se la rideva di gusto.

- Bambini, cosa succede?- domandò Finduilas, dopo aver tolto Faramir dall’orlo del pozzo per evitare che si facesse un bagno fuori programma e dopo aver costretto Boromir a concludere le ostilità con l’albero.

- Non lo so.- sorrise Vanamir, innocente

Finduilas si prese la testa fra le mani: a lungo andare, quei bambini l’avrebbero fatta diventare matta.

 

Fine flash-back

 

- Ora capisco perché Boromir è impazzito.- disse Konstantin, quando Vanamir ebbe concluso il proprio racconto di fiere imprese giovanili

- Eredità genetica. Ora in famiglia siamo impazziti quasi tutti. Manca solo zio Denethor e il cugino Faramir e poi siamo a posto. Giuro.-

Mentre tutto questo accadeva, Legolas ed Aragorn cercavano (con molto impegno, bisogna dirlo) di liberare la barba di Gimli da una palla di resina, che Andael aveva evocato nel dubbio tentativo di annullare l’incantesimo Bloccalingua.

Ma, nonostante tutti gli incidenti di percorso, bisognava proseguire…

 

Assieme a lunghe discussioni, minestrine liofilizzate, incontri/scontri con elementi grammaticali di dubbia utilità (sono tornati i soggetti sottointesi!!) e sessioni di allenamento extra, la Compagnia procedeva verso Lothlòrien.

A parte Legolas, che saltellava davanti a tutti cogliendo margherite e canterellando qualcosa riguardo Caras Galadhon e tanti altri Elfi simpatici (lavorate di immaginazione, su, coraggio, potete farcela! Se vi rincuora, sappiate che il principe di Bosco Atro era ridotto in quello stato a causa di un incantesimo di… beh, non fate finta di non sapere di chi!), gli altri avevano il morale sottoterra (o erano esausti per gli incantesimi di Andael e gli scherzi di Vanamir, decidete voi quale versione si adatti meglio alla vostra immaginazione!!)

Konstantin stava verso la coda della Compagnia e cercava inutilmente di prendere Boromir in disparte per continuare quel loro discorso piuttosto complicato.

Cosa peraltro impossibile, dato che l’uomo sembrava perennemente impegnato.

Se non stava parlando con Aragorn, stava minacciando il proprio cugino, se non stava spiegando qualcosa agli Hobbit, stava ascoltando Legolas, e se non stava facendo nulla delle quattro cose sopra, era praticamente sordo alle parole di Konstantin, che saltellava avanti e indietro lungo il sentiero, cercando di attirare l’attenzione.

- Boromir!- lo chiamò ad un tratto – puoi fermarti un attimo e parlare con me?-

In tutta risposta, l’uomo si finse grandemente impegnato in una conversazione improvvisata con Gimli, che passava per di là.

Calava la sera, e Konstantin cercò di nuovo di parlare con Boromir, ottenendo risultati analoghi al primo tentativo, solo che stavolta l’uomo ripiegò su una sorta di duello improvvisato con un cespuglio (un’altra volta? Ma sì, in fondo lo sappiamo, che Boromir ha un’immaginazione assai scarsa…), intimando alla ragazza di stare lontana dato che, dietro alle innocue foglie, si celava un terribile nemico.

Era una cosa abbastanza patetica, a dirla tutta.

E qui (finalmente!) Konstantin comprese che Boromir non era affatto impazzito, ma che stava facendo tutto quel casino solo per non parlare con lei.

Ed era faticoso, eh.

Infatti mezz’ora dopo gli toccò fingere (??) di litigare con Frodo riguardo l’Anello e, durante la pausa per il pranzo, si imboscò per venti minuti soltanto per evitare Konstantin.

Ora, nonostante il suo usuale ottimismo ed il suo sorriso che raramente le veniva meno, Konstantin stava cominciando a stufarsi, e sfogava i propri sentimenti parlando con la pentola dove stava cucinando il pranzo.

- Idiota.- borbottava, mescolando con grande rabbia la solita minestrina liofilizzata (poveri compagni… che cos’hanno fatto per meritarsi una cuoca così…) – La prossima volta ti lego ad un albero. Non esiste che adesso fai finta che non esisto…-

- C’è qualche problema?- le chiese Aragorn, sedendosi vicino a lei (anche per controllare che non desse fuoco all’accampamento, presa com’era dal proprio malumore e quindi totalmente disinteressata alla pentola di zuppa e, soprattutto, al fuoco sotto di essa)

- Boromir mi farà impazzire. Noi dobbiamo finire un certo discorso… e adesso non mi parla. Che diavolo – la ragazza scagliò il cucchiaio di legno lontano da sé, colpendo la testa di uno degli Hobbit – ho solo detto “ti amo”, maledizione! Non mi sembra una cosa così grave. E adesso si comporta come se non mi conoscesse!-

- Hai provato a parlargliene?- chiese (stupidamente) Aragorn

- E’ proprio questo il problema!- Konstantin si alzò in piedi, visibilmente incazzata – EHI TU!- gridò, voltandosi verso Boromir – DIMMI UN PO’: MA SONO INVISIBILE??-

 

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Capitolo 4
*** Coraggio ragazzi, lo so che è difficile ***


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CAPITOLO QUARTO

CORAGGIO, RAGAZZI, LO SO CHE E’ DIFFICILE

 

(16 gennaio 3019, strada per Lothlòrien. Sempre lì, siamo)

 

- No, non sei invisibile, Konstantin.- le rispose Boromir, con un sospiro – Adesso, se tu potessi abbassare la voce, non ci attireresti addosso tutti i nemici da qui a cento miglia.-

- Anche loro mi darebbero ragione!- protestò la giovane, mentre Aragorn si affaccendava attorno alla pentola per evitare che la radura andasse a fuoco

- Non ti sembra di esagerare, adesso?-

- Ah, sono IO che esagero? Non tu che ti comporti come un ragazzino? Almeno IO sono una persona coerente! Sono un’immatura e lo sono sempre stata: lo ero ieri, lo sono oggi, lo sarò domani. Tu invece IERI facevi la persona seria e OGGI… oggi fai la persona idiota!-

- Konstantin…-

- No, no, no. Adesso tu mi lasci parlare, hai capito? Non puoi far finta che io non esista. E’ troppo facile, ignorare il problema. E io sono il tuo problema. Chiaro? E’ da codardi far finta che il problema non esista, e tu non sei un codardo. E se invece lo sei, beh, allora dimmelo, che ti sequestro la spada e ti lascio come aiutante ai primi pastori che incontriamo.-

- Konstantin, hai la minima idea di cosa tu stia dicendo?-

- Maledizione, Boromir, ti ho solo detto che ti amo! Misericordia, è tanto difficile da capire? Com’è possibile che un’affermazione tanto comune possa darti tanti problemi?-

- Ho detto che ne parliamo DOPO.-

- Dopo quando? Quando la guerra sarà finita? Quando saremo tutti morti? Quando pioverà fuoco? Quando i pesci usciranno dall’acqua e parleranno? Quando ad Andael riuscirà un incantesimo? Quando?-

In quel momento, Boromir decise che era già abbastanza umiliante farsi gridare contro da Konstantin di fronte a tutta la compagnia e che rispondendole peggiorava solo la situazione. Con grande senso tattico, e facendo incazzare la ragazza ancora di più, si allontanò quindi in direzione del vicino boschetto.

Konstantin lo guardò per qualche secondo, a bocca aperta, senza riuscire ad emettere suono, poi gridò:- MA IO A QUELLO LO AMMAZZO!-

 

(16 gennaio 3019, casa di Haldir)

 

- E’ incredibile quanta polvere si accumuli sulle mensole.-

Haldir guardava Charanna passare nervosamente lo straccio sulle mensole, come se stesse cercando di distruggere il legno, invece che di pulirlo.

Convivevano da appena tre giorni. Tre. E Charanna aveva messo a soqquadro casa più o meno sette volte, adducendo come scusa il fatto che “c’erano dei gatti di polvere grossi così”.

- Amore, mi hanno spostato il turno. Io, Rùmil e Orophin usciamo con la pattuglia domani sera, non domani mattina. Non è un problema per te, vero?-

- E poi bisogna fare attenzione, perché ci sono certi gatti di polvere che manca solo che catturino i topi e poi siamo sistemati. No, davvero, i topi potrebbero estinguersi, se queste bestie si mettessero a cacciare.-

- Chary, mi stai ascoltando?-

- Certo. Mi preoccupano molto gli effetti collaterali della guerra dell’Anello. Sul serio.-

Haldir sospirò, guardando il soffitto. Perché aveva una fidanzata del genere in giro per casa? Un tempo, quella casa era un luogo pacifico, quando ancora Charanna non vi si era trasferita.

Prima che la logorroica e polemica sorella minore di Sire Celeborn prendesse baracca e burattini e si trasferisse dal proprio innamorato, Haldir, Rùmil e Orophin vivevano nella massima tranquillità. La casa era uno sfacelo, ma almeno c’era una certa quiete.

Nessun battipanni isterico che malmenava coperte e cuscini, nessuna sessione di pulizie di primavera in pieno invero, nessuna visita di messaggeri di corte che chiedevano trafelati dove fosse finita lady Charanna, che da giorni non dava notizie di sé, nessuna pozzanghera d’acqua sul pavimento, dove qualcuno aveva cominciato a pulire e poi si era stufato a metà lavoro… e potrei continuare, ma credo che non vi interessi.

- Amore, domani sera potrei tornare piuttosto tardi. La cosa non ti stravolge, vero?-

- Cosa? Ah.- Charanna era tornata sulla terra – Sì, beh, vai pure. Io pensavo di passare dal fratellone per vedere come se la cavano senza di me. E poi una sera dobbiamo invitarlo a cena, a lui e alla stronz… ehm, volevo dire, a sua moglie. Hai presente, no?-

Haldir scosse la testa, cercando di ignorare la propria compagna

- Bene. Tesoro, io vado.-

- Bene. Tesoro, vai.-

Haldir afferrò Charanna per un braccio, tirandola verso di sé e baciandola sulle labbra

- Non distruggere casa mentre non ci sono. E non entrare in camera di Rùmil. Le piantine hanno bisogno di… oh, no, non ho detto niente di nessuna piantina.-

- Amore, cos’è che tuo fratello sta coltivando in camera sua?-

- Niente. Assolutamente. Ti amo, e adesso devo scappare o arriverò tardi.-

Charanna sorrise, alzando gli occhi al cielo

- Scappa. Ti amo anch’io.-

Chiunque l’avesse vista (e soprattutto sentita!) in quel momento avrebbe davvero stentato a riconoscere in lei la giovane che, da secoli ormai, si agitava per la reggia di Caras Galadhon, strillando contro tutti e arrabbiandosi per qualunque cosa.

 

(16 gennaio 3019, pomeriggio tardo, strada per… beh, lo sapete per dove)

 

La Compagnia aveva ripreso il proprio cammino.

Andael era riuscito (per miracolo) a liberarsi dall’incantesimo Bloccalingua, e, per rendere partecipi gli altri della sua gioia, si era messo a recitare un poemetto sulla creazione del mondo. Poemetto che vantava circa seicento strofe e che era misteriosamente impresso a fuoco nella mente dell’apprendista (non tanto misteriosamente. A nove anni aveva provato ad evocare una palla di fuoco, ma invece di leggere i propri appunti aveva letto una filastrocca che aveva scritto a bordo pagina, col risultato che ora tre quarti delle opere poetiche della Terra di Mezzo erano impresse indelebilmente nella sua memoria, tutte mescolate fra di loro.).

Arrivato alla dodicesima strofa, Gimli si voltò verso il ragazzo e lo folgorò con lo sguardo

- Taci, umano, oppure assaggerai il duro metallo della mia ascia.-

- Sarebbe interessante!- esultò Andael – che gusto ha?-

Gimli represse l’istinto di ammazzare seduta stante l’idiota, ma si morse la lingua, se non altro perché Aragorn si girò indietro e gli lanciò uno sguardo significativo.

- Mantieni la calma.- sillabò il ramingo. Dopotutto, lui sapeva qualcosa su Andael che agli altri, per il momento, era ancora nascosta…

- Andael, vieni qui – lo chiamò Konstantin – Lascia stare i maschi, che non capiscono, e vieni a recitare la poesia a me. A me piaceva, quella poesia.-

- Non dire stupidaggini, Konstantin. Non può piacerti, quella poesia. Non piaceva a nessuno.- sbottò Boromir, di malumore per chissà quale misterioso motivo.

- A me sì.- controbatté la giovane, prendendo Andael sottobraccio – Forza, ricomincia.-

Vanamir, dietro a loro, scoppiò a ridere.

Era un cugino geniale, dopotutto. E aveva capito tutto.

Perché quando la pazienza e la costanza non vengono ripagate, a lungo andare, si può diventare cattivi. E’ concesso da una qualche legge etica. Dopotutto, è anche comprensibile, perché quando fa male il cuore, fa male anche tutto il resto. E a nessuno piace soffrire.

 

FINE CAPITOLO QUARTO

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Capitolo 5
*** La foresta incanta ***


andael2-5

CAPITOLO QUINTO

LA FORESTA INCANTATA

 

(17 gennaio 3019, ormai a Lothlòrien siamo quasi arrivati)

 

Mentre Andael declamava le seicento strofe del suo poemetto, la Compagnia proseguiva il suo viaggio. L’umore di Legolas migliorava ad ogni passo, e l’Elfo si era lanciato ad elencare le bellezze della foresta di Lothlòrien.

Era notte, ormai. Beh, a dirla tutta era notte dalle 10.00 del mattino, quando Andael aveva tentato di disfare l’accampamento con un incantesimo e… mah, non volete sapere i dettagli tecnici. Dico solo che c’entravano grandi nuvoloni neri e un grosso PacMan intendo a divorare alberi. Il sole era praticamente scappato.

- Dovremmo averlo seminato.- disse Aragorn, voltandosi indietro per controllare che il PacMan non li inseguisse. Non era tanto il PacMan il problema.

Quello era il minimo. Il problema era stato l’incantesimo che Andael aveva evocato per liberarsi di lui: aveva finito per evocare i quattro fantasmini del famoso gioco.

Avete presente? Blinky, Pinky, Inky e Clyde? Provate a ripeterne i nomi sette volte e in fretta.

La strada per Lothlòrien era ormai invasa dai cinque personaggi virtuali e i Compagni si ritrovarono di fronte al Nimrodel, un fiume molto profondo ma molto, molto bello.

Guadarono dunque il fiume (dovettero ripescare gli Hobbit tre volte di seguito, dato che Vanamir – ne sentivate la mancanza, vero?- non faceva altro che fingere che ci fossero pesci mangiauomini nascosti dietro alle rocce) e poi persero tre ore e mezza fra le nostalgiche storie di Legolas, la sua appassionata interpretazione di una poesia (bella, eh, nulla da dire!) e l’ennesima disputa fra Konstantin e Boromir (una lunga storia, che comprende la ragazza abbracciata troppo stretta ad Andael e l’uomo preda di un violento scatto di gelosia).

Ormai sotto l’ombra della foresta, Frodo avanzava assieme al resto dei compagni, quando una voce femminile risuonò nella sua testa

“Allontanati da qui….” Diceva. E poi, un’altra voce

“Assolutamente no”

“Senti, sono occupata!”

“Devo parlarti. Non fare la stronza e ascoltami”

“E tu non fare la bambina viziata”

“Ma come fa mio fratello a sopportarti tutto il giorno?”

“Guarda, adesso sono al limite…”

Poi le voci tacquero. Meno male…

- Ragazzi, che esperienza!- fece Frodo – Ho sentito delle…- solo in quel momento si accorse che svariati Elfi li avevano accerchiati, presi di mira, minacciati, scherniti, e ormai avevano anche promesso di non ucciderli

- E promettiamo anche di non farvi eccessivo male!- fece uno, particolarmente allegro.

Quello che sembrava essere il capo gli tirò una gomitata

- Fai la persona seria, Rùmil.- intimò, e poi:- Benvenuti. Io sono Haldir e questi due imbecilli dietro di me sono i miei fratelli.-

L’arciere che aveva promesso di non fare troppo male agli ospiti allungò una mano, cordiale

- Salve, mi chiamo Rùmil. A Orophin è meglio che non parliate. Sono mesi che non apre bocca, chissà perché. Una specie di sciopero del silenzio, finché un capitano di nostra conoscenza non riduce l’orario dei turni di notte.-

- Sì, bene, grazie Rùmil.- fece Haldir, voltandosi verso il fratello – E adesso…-

- Haldir! Da quanto tempo!- Konstantin balzò praticamente addosso all’Elfo, abbracciandolo

- Ciao, Connie.- fece lui, che un po’ sorrideva anche se non l’avrebbe mai ammesso – E’ da parecchio.-

- Troppo.- lo corresse la giovane – Chary mi ha scritto, però. Ho saputo che vive da te.-

- Sì, ed è più stancante di quanto potessi immaginare.-

Aragorn tossicchiò.

- Sì, vero, ci siete anche voi.- riprese Haldir, cercando di darsi un contegno – Ci avevano detto che sareste passati per di qua. Si dice che siate un po’ scemi, ma sembrate innocui, dopotutto. E comunque vi siete presi la responsabilità di portarvi dietro Konstantin. Oltretutto avete con voi un nostro fratello Elfo e quindi vi aiuteremo con piacere. Passerete qui la notte, poi vi condurremo fino a Caras Galadhon. Quanti siete?-

Legolas si voltò indietro, facendo un rapido conto

- Undici. Eravamo in tredici, ma tredici porta sfortuna, quindi ne abbiamo persi un paio per strada. Siamo io, quattro Hobbit, tre Uomini (di cui uno molto scemo), una ragazza che, a quanto pare, tu conosci personalmente e un cretin… ehm, volevo dire, un apprendista stregone.-

- Bene, bene, allora adesso possiamo andare?- intervenne Rùmil – sai, fratellone, apprezzo le formalità quasi quanto le apprezzi tu, ma sono stanco di bighellonare per la foresta. Oltretutto abbiamo promesso a Chary di essere a casa per cena.-

- Aspetta.- lo bloccò Haldir – Legolas, per ora hai menzionato solo dieci, dei tuoi compagni.-

- Ah sì.- il principe di Bosco Atro fischiettò, innocente – l’ultimo è un Nano.-

Rùmil ridacchiò, mentre una vena cominciava a pulsare sulla tempia di suo fratello

- Un NANO.-

- Sì, fratellone. Hai presente? Bassi, robusti, con la barba, con un pessimo carattere…-

- Sì, sì.- replicò Haldir, stizzito – SO cos’è un Nano. Ma ci sono delle procedure, dei…-

- HALDIR!!-

Il capitano sospirò.

- Lo sapevo che finiva così.- borbottò, mentre Rùmil rischiava di morire per le risate

Da un flet lì sopra, era scesa una ragazza.

- Ti sembra il caso? E’ tardi, vi sto aspettando da venti minuti con la cena in tavola e voi dove siete? Qui a fare i perdigiorno e a ripetere a memoria la burocrazia più inutile del creato?-

- Scusa, Chary.- fece Rùmil, cercando di assumere un’espressione contrita, ma trattenendo a stento le risate – Non accadrà più. Ma guarda un po’ chi abbiamo qui.- e si scostò, in modo che Charanna e Konstantin si vedessero a vicenda

- La mia piccola!- rise l’Elfa, correndo ad abbracciarla – tesoro, non ti facevi viva da secoli! E chi sono questi? Certo che hanno delle facce tutt’altro che rassicuranti…-

- Sono amici. Gente a posto, giuro. Aragorn e Legolas già li conosci. Gli Hobbit li puoi anche ignorare, tanto non fanno molto rumore, non sporcano e devi dare loro da mangiare solo qualche volta al giorno. Gli altri umani sono cugini, quelli di cui ti scrivevo. Quello che manca è rimasto a Minas Tirith assieme a suo padre/mio marito.-

Charanna rise, premendosi le dita sulle labbra

- Venite, coraggio, tutti dentro casa. Sareste nostri ospiti per cena! Nella speranza che casa sia in uno stato decente o almeno presentabile.-

Rùmil tossicchiò con aria innocente.

 

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Capitolo 6
*** Non vedo l'ora di tornare in guerra ***


andael 2-6

CAPITOLO SESTO

NON VEDO L’ORA DI TORNARE IN GUERRA

 

- Perdonateci, c’è un po’ di confusione, dentro.- Charanna aprì la porta, con un pessimo presentimento. Infatti Rùmil, quella mattina, dopo che Charanna se n’era andata per quella visita di cui si parlava nello scorso capitolo, aveva invitato tutti i suoi compagni della guardia a marinare il turno e ad andare a far baldoria.

Quindi, casa era in uno stato patetico. C’erano pezzi di armatura dappertutto, mantelli pericolosamente vicini alle lampade, c’era persino una spada che si ergeva tipo Excalibur da una sporgenza (che altro non era che una delle mensole, ma non ditelo a Charanna, che poi diventa isterica e siamo perduti). Alcuni archi pendevano dal soffitto, uno era irrimediabilmente incastrato sotto il materasso e, da sotto un cumulo di coperte, faceva capolino una bottiglia semivuota di liquore.

E poi c’erano le frecce. Frecce dappertutto, dato che Rùmil aveva proposto di fare una gara a chi colpiva le mosche colorate che, evidentemente, solo lui poteva vedere. Buffo.

Pertanto, quando Charanna aprì la porta, la confusione le balzò metaforicamente addosso.

- RUMIL!- tuonò l’Elfa – Sei il più grosso cazzone che abbia mai…-

- Respira, Chary.- sorrise Rùmil – Andrà tutto bene.-

- Ho un fratello patetico.- si lamentò Haldir, scuotendo la testa – e una fidanzata isterica.-

- Giù dal tavolo, Morgoth!- esclamò Charanna, cercando di far sloggiare un gatto da sopra il tavolo. Il grosso felino, stizzito, si voltò verso di lei e le soffiò contro

- Che avevo detto riguardo quel gatto e il restare a quindici chilometri da casa?- s’intromise Haldir, voltandosi verso il fratello (ma senza soffiargli contro)

- A me sembra un gattone simpaticissimo.- controbatté Rùmil, mentre l’intera Compagnia non sapeva se ridere o piangere – E comunque non concordo col nome che Chary gli ha dato.-

- Mi pare calzante, invece.- si difese la ragazza – Morgoth forse perdeva meno peli, ma di sicuro era altrettanto antipatico e distruttivo.-

Intanto il gatto era tornato sul tavolo e leccava diligentemente l’acqua da dentro il vaso dei fiori. Charanna lo guardò, furente, afferrò una camicia dall’armadio e la scagliò contro l’animale

- MIAOO!- protestò quello, balzando giù dal tavolo e rovesciando il vaso dei fiori.

- Stupido animale.- ringhiò Charanna – giuro che se torna qui compro un grosso cane, lo tengo a digiuno per qualche mese e poi glielo sguinzaglio dietro!-

- Potresti farlo anche con tua cognata.- rise Rùmil, dando di gomito all’amica

- Non tentarmi.- sbuffò quella, alzando gli occhi al cielo – Se non si da una calmata molto presto, giuro che lo faccio per davvero.-

- Smettila.- la rimproverò Haldir

- Sospendiamo il giudizio, per ora.- mediò Charanna – forza, mobilita i tuoi fratelli e dammi una mano a pulire questo disastro completo. Vado a mettere qualcosa sul fuoco.-

- Va bene.- fece Haldir, soprappensiero.

Ma, non appena la ragazza fu scomparsa verso la cucina, praticamente sbiancò

- Scusatemi – disse agli ospiti – mio fratello vi farà accomodare… io devo andare dalla mia fidanzata a controllare che non dia di nuovo fuoco alla foresta. Sarebbe imbarazzante.-

Konstantin sorrise: lei e Charanna avevano talmente tante cose in comune…

- Chary non ha ancora imparato a cucinare?- chiese Legolas

- No.- fece Rùmil, serafico – di solito cucina il fratellone. Dice che è meglio per tutti.-

 

(Svariati piatti rotti dopo…)

 

- E se spostate questi scatoloni colorati, potete dormire qui.- Rùmil diede un discreto calcio alla sua divisa, che giaceva stropicciata sul pavimento, nascondendola dietro ad un mobiletto

La serata, nel complesso, era stata tutto tranne noiosa. Charanna aveva bruciato la cena due volte, Konstantin aveva rovesciato quindici brocche d’acqua, Andael si era messo a bighellonare per la foresta assieme a Vanamir e a Rùmil (i tre stavano diventando inseparabili, anche perché uniti da svariati bicchieri di vinello canterino). Dopo cena, mentre i tre di cui sopra ormai vagabondavano irrimediabilmente persi lungo le rive del Nimrodel, cantando, fischiettando e svegliando tutti gli animali (e le spie nemiche) del luogo, quelli che ancora erano sobri avevano iniziato a discutere di etica e politica, col risultato che Legolas aveva detto qualcosa di stupido a Gimli, che Gimli aveva borbottato qualcosa di insultante nei confronti degli Elfi (idea geniale, se mi è consentito farlo notare) e che Haldir, per non mettersi a litigare con il Nano (ancora non ci credeva: c’era un Nano in casa sua!), aveva detto “vado a prendere le sigarette, torno subito” e non era ancora tornato.

Orophin aveva tenuto la bocca sigillata per tutta la sera (anche perché il cibo cucinato da Charanna era qualcosa di spaventoso, paragonabile solo alle minestrine liofilizzate di Connie) mentre Aragorn e Boromir avevano addirittura discusso di cose serie (allucinante).

Chi ho dimenticato? Ah sì, gli Hobbit. Beh, dai, come se a voi fregasse qualcosa degli Hobbit…

 

Detto per inciso, avete presente che è gennaio, che c’è vento, che la compagnia è stata messa a dormire in casa a parte gli Hobbit (e il NANO), relegati sulla terrazza a morire congelati? L’unica cosa bella era il panorama della foresta, con le foglie che non cadono mai dagli alberi. E’ una cosa poetica, oltre che una metafora ispirante. Rifletteteci, coraggio, so che ce la potete fare! Mah, forse non è il caso che vi sforziate.

Cambiate l’oggetto dei vostri pensieri e immaginatevi la scena: la terrazza con quei cinque idioti che tremano di freddo che neanche sul Caradhras c’erano tanto freddo, Sam che russa, Merry e Gimli che si lamentano, Pipino che… beh, non si capisce molto, ma forse sta cercando di fare la pipì… e sotto, in giardino (che poi, si può dire giardino nel caso si parli di una casa costruita sugli alberi?), Haldir (che è tornato, scusandosi perché “tutti i tabacchini erano chiusi e quando finalmente ne hanno aperto uno mi sono ricordato che non fumo”) e Charanna, testa contro testa, con le braccia attorno alla ginocchia, che sussurravano fra loro.

E, a guastare tutta la bellezza del momento, un brusio.

Che poi non era affatto un brusio, ma una lontana fiumana di bestemmie, peti, imprecazioni, rumore di armi e canzonacce da osteria. Insomma, la colonna sonora delle marce degli Orchi.

- Oddio, è quello che penso che sia?- fece Frodo all’improvviso, avvistando dei movimenti nella foresta, lontano da loro ma non troppo

- No.- gli rispose Pipino – sono Andael e Rùmil, che vanno a disturbare quelli che hanno il turno di guardia.-

- Meno male.- sorrise Frodo, rincuorato – Buona notte.-

 

(Qualche ramo più in basso)

 

Andael stava seduto su una scala di corda, facendo penzolare le gambe nel vuoto.

Fischiettava fra sé e sé e si sentiva un pochino triste.

Ikar mi ha detto di andare avanti con la missione, come se niente fosse, rifletteva

E non posso disobbedirle, perché di certo torna, un giorno di questi, e se s’incazza poi scompaio io e non torno mai più a casa dal Maestro.

Ma non voglio essere cattivo.

I cattivi fanno sempre morti orrende.

Ma perché i cattivi non possono essere promossi a buoni e i buoni promossi a buonissimi? Sarebbe più facile per tutti, anche per i crebain, per gli Orchi e per tutti quanti gli Elfi…

- Non ti pare ovvio?- chiese, a due grandi occhi chiari

- Tesssssssoro?- domandarono gli occhi, perplessi (o forse la bocca sotto di essi)

- Ma sì. I cattivi per natura non esistono. Per esempio, se io fossi un cattivo per nascita, potrei comunque decidere di fare la brava persona. Viceversa, tu magari eri simpatico tempo fa (igienicamente improponibile, ma almeno simpatico) ma adesso sei inquietante.-

- Tesssssssoro, dammi tessssssoro.-

- Ma te l’ho detto, di non chiamarmi tesoro!-

Gli occhi si alzarono verso il cielo, poi la creatura scattò contro Andael, aggrappandosi alla sua camicia con aria assatanata

- Non provarti a spogliarmi!- replicò l’apprendista, schifato – Non vado a letto con gli scarti delle paludi e poi il Maestro mi ha detto di non dare retta agli sconosciuti che puzzano di pesce.-

- Tesssssoro!- tentò di dire ancora una volta l’essere, ma venne respinto quando Andael, cercando di evocare un incantesimo, gli cacciò un dito nell’occhio (era difficile mancarlo, dato che si vedeva praticamente solo quello.

Ad un tratto, una snella figura (leggersi anche: Haldir) apparve dalle fronde

- Ma che succede qui?- chiese.

La creatura scappò, lamentandosi della propria sventura nell’unico modo che conosceva (“il mio tessssssoro… oh, povero tesssssoro…”), mentre Andael si rivestiva, perplesso

- Prima cado nel fiume e adesso un coso grigiastro cerca di violentarmi.- borbottò

- Sei stato aggredito da quella strana creatura?- gli chiese Haldir

- Può darsi… ecco che torna indietro!-

Qualcosa si mosse velocemente nel buio, saltando di nuovo addosso ad Andael.

- MIAAAAOO!- Morgoth si aggrappò ai vestiti dell’apprendista stregone

- Stupido gatto.- borbottò Haldir, poi si rivolse ad Andael – stai fermo, te lo levo di dosso.-

- Non preoccuparti… ce la faccio da solo!! Er era Sfirra naaa!-

Un’onda anomala si riversò sull’albero.

Morgoth miagolò, offeso e schizzò lontano.

- Beh, non era proprio questo che volevo fare, ma… tutto è bene quel che finisce bene.- sorrise Andael, innocente.

Haldir sospirò, strizzandosi i capelli bagnati fradici e pensando che non vedeva l’ora di tornarsene in guerra, o a fare la ronda, o da qualunque altra parte.

 

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Capitolo 7
*** Orc-watching ***


andael2-7

CAPITOLO SETTIMO

ORC-WATCHING

- Chi era quella creatura?- chiese Haldir; Andael lo guardò con aria perplessa

- Non era il tuo gatto?- domandò, palesemente confuso

- Innanzitutto, Morgoth non è il mio gatto. E’ la bestia più stupida che… ma non è il momento più adatto per parlarne. In secondo luogo, non avevo mai visto quella creatura grigiastra. (nel libro le testuali parole sono “pareva guardingo e abile nel destreggiarsi sugli alberi, altrimenti avrei pensato che fosse uno di voi Hobbit”, e se fossi stata un Hobbit mi sarei offesa non poco.) Pertanto…-

- Haldir!- chiamò all’improvviso la voce di Aragorn – sei con l’idiota?-

- Sì.- sbuffò l’Elfo

- Allora legalo da qualche parte e vieni ad aiutarmi. C’è tuo fratello che deve comunicare qualcosa di evidentemente importante e io non riesco a capire il suo linguaggio dei segni.-

- Non preoccuparti: prendi un secchio d’acqua e rovesciaglielo in testa: vedrai come gli passa la sbronza.-

- Ma cos’hai capito! Non parlavo di Rùmil, parlavo di Orophin: continua a non voler parlare e il suo linguaggio dei segni necessita una profonda revisione. Del codice morse, poi, meno se ne parla e meglio è. Ti prego, vieni ad aiutarmi.-

- Arrivo.- Haldir guardò Andael – tu vai a dormire.- gli disse, prima di risalire rapidamente la leggera scala di corda e raggiungere il ramo dove Aragorn e Vanamir (il secondo palesemente ubriaco) osservavano perplessi il caotico gesticolare di Orophin.

- Orophin!- Haldir prese il fratello per le spalle – Mamma ci ha insegnato a parlare: coraggio! Apri quella bocca ed esprimiti come fra persone civili!-

L’Elfo scosse la testa in un vigoroso cenno di diniego, salvo poi riattaccare coi linguaggio dei segni.

Indicò sé stesso

- Tu.- intuì Haldir, con una capacità di osservazione sinceramente innegabile

Orophin si mise una mano davanti agli occhi

- Hai mal di testa?- tentò Aragorn – No, no… stai pensando?-

- Ma no! Ha visto troppe immagini di ragazze nude e sta diventando cieco!- rise Vanamir

- TU – riprese Haldir – Hai visto?-

Orophin annuì, sollevato fino a un certo punto: ora veniva la parte complicata.

Iniziò ad alzare le dita delle mani, una dopo l’altra

- Una? Due? Tre? Quattro?- Aragorn sospirò. Sperava sinceramente che il messaggio non fosse poi così importante, altrimenti erano guai seri.

- Orophin, ascoltami.- Haldir guardò suo fratello – PARLA.-

- Ma perché questo sciopero?- chiese Aragorn

- Perché non ho acconsentito alla riduzione di due ore del turno di notte.-

Orophin rivolse un gestaccio all’altro Elfo, mentre Vanamir rideva come un deficiente (o come un ragazzo sbronzo, paragone molto più calzante…)

Aragorn sospirò, dando un colpo alla nuca di Orophin

- Sospendi lo sciopero. Immediatamente.- provò a minacciarlo, inutilmente.

- Oh, ma sapete che io e Rùmil, e anche suo fratello, questo qui che non parla, abbiamo visto tipo tantissimi Orchi che passavano il fiume? E il fiume si sporcava tutto e poi però è tornato pulito, perché l’acqua scorre e scorre e scorre e…-

Al sedicesimo “scorre” Aragorn sospirò

- Fra questi due idioti, siamo messi male.- fece Haldir

- Secondo te, c’erano davvero gli Orchi, sul fiume?- domandò l’Uomo

Orophin annuì con forza, ovviamente senza emettere alcun suono.

- Cioè, fammi capire. Ci sono molti orchi che attraversano il Nimrodel?-

Lo scioperante assentì con convinti cenni della testa

- Maledizione.- borbottò Aragorn – Che avete fatto?- chiese poi, a Vanamir e ad Orophin

- Mi hanno detto di stare zitto, ma io ho fatto finta di essere un Orco e nessuno se n’è accorto! Rùmil poi ha fatto una corsa per andare ad avvisare quelli che fanno il turno di guardia e spero che abbia imbroccato la strada giusta, cosa di cui dubito, anche perché ho modificato tutti i cartelli stradali (quelli gialli, avete presente) e spero che gli Orchi si siano persi!-

Era un discorso lungo e complesso, per una mente così stordita dall’alcool, ma quando il gioco si fa duro… no, niente, qui manca il nesso.

Haldir si prese la testa fra le mani

- Bene. Anche nel caso Rùmil si fosse perso, non ci sono problemi, perché la guardia notturna ha un capitano piuttosto sveglio, che ha fatto la scuola con mio fratello e quindi lo conosce meglio di chiunque altro. Preparerà lui la difesa e quegli Orchi faranno una fine patetica, ma voi dovreste ripartire, verso sud, appena sarà mattino.-

- Non sappiamo la strada.- gli fece notare Aragorn

- Beh, non so il sindacalista muto – rispose Haldir, accennando ad Orophin – ma io e Charanna vi accompagneremo. Non vorremmo mai essere la causa della distruzione del mondo, cosa che avverrebbe nel caso vi perdeste e non usciste più da Lothlòrien.-

FINE CAPITOLO SETTIMO

La Coda

Nota: nel libro, è Orophin che va ad avvisare gli altri Elfi, mentre Rùmil resta con la Compagnia. Non credo che la cosa sia di vitale importanza, ma altrimenti non sapevo come riempire la Coda!!

Allora. Rieccoci. Internet ci ha abbadonate ancora, piangiamo coralmente la sua dipartita. Ma adesso è tornato e, nonostante temo ci sarà qualche caos perché cambio mail e quindi forse dovrò cambiare utente (e questo comporta tutta una serie di danni), io continuo a scrivere e voi (spero) continuate a soffrire e a seguire le peripezie di Andael... ehm... c'è ancora qualcuno, vero?

La questione delle risposte è spinosa. 

No, non è che ho poco tempo, non ho voglia di rispondere o altro. Assolutamente. E' solo che spesso non so cosa scrivervi! E dire "ah ciao grazie, alla prossima" mi sembra squallido e mi mette di cattivo umore. Ma, se vi fa piacere, cercherò di spremermi le meningi. Ok? Baci!

RINGRAZIAMENTI!!

La Ginestra: troppa paura di venir denunciata!! Rieccomi. Allora... risolta la questione "dove s'è cacciata Chary" e "dove si sono cacciati i ringraziamenti di Chary", beh, banalmente parlando... GRAZIE. E' incredibile pensare che c'è ancora gente che legge Andael... 

Evening_Star: tranquilla, neppure i personaggi hanno capito come rapportarsi vicendevolmente! Alla fine sono degli sprovveduti e dei disorganizzati (tranne qualche eccezione...), quindi tutto fa parte del gioco! Grazie tante e... ecco qui le risposte che chiedevi! Bacio

ALLA PROSSIMA 

(PERCHE' CI SARA' UNA PROSSIMA!)

CHARY

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Capitolo 8
*** Un consiglio e tre minuti ***


Andael 2 - 8

CAPITOLO OTTAVO

UN CONSIGLIO E TRE MINUTI

 

(18 gennaio 3019, mattina presto, strada per Caras Galadhon)

 

Dopo un paio d’ore di cammino, la Compagnia si era lasciata alle spalle il Nimrodel e i suoi schizzi ghiacciati solamente per trovarsi sulle rive di un altro fiume dal corso turbolento: il Celebrant, ancora più freddo del fiume del giorno prima. Di bene in meglio (ma quanti fiumi ci sono in questa foresta??).

Oltretutto, Morgoth perseguitava la compagnia, seguendo i vari guerrieri con la sua andatura silenziosa e le sue grosse palle di pelo rossastre.

- Tesoro…- Charanna tossicchiò, prendendo Haldir per la mano -… devo dirti una cosa. Volevo dirtela ieri a cena, ma abbiamo avuto degli ospiti e poi… beh, gli Orchi.-

- Chary, stai balbettando – analizzò l’Elfo – ciò vuol dire che sta per arrivare una pessima notizia o che ti sono andate delle mosche in bocca.-

La giovane sospirò

- Mah, lasciami perdere. Te lo dico un’altra volta.-

- Haldir, c’è un problema.- lo chiamò Legolas, da vicino al fiume

- Che succede?- chiese Haldir, voltandosi indietro e rischiando di causare le ire di Charanna

- C’è tuo fratello che sguazza (o annega) nel fiume.-

Subito i due Elfi si mobilitarono per ripescare Rùmil, che altrimenti avrebbero ritrovato a valle.

Andael avrebbe sinceramente voluto riscaldare l’amico, con uno dei suoi soliti incantesimi, ma dopo che ebbe evocato una tempesta di gelatine alla frutta e un branco di cani furenti, tutti furono concordi sul fatto che sarebbe stato meglio utilizzare il più antico metodo di asciugatura, ovvero gli asciugamani o, per meglio dire, i mantelli utilizzati come asciugamani.

- Sei il fratello più demente che mi potesse capitare.- esclamò Haldir

- Non è stata colpa mia!- ribatté Rùmil – o forse sì. Non penso di esserne sicuro.-

- RUMIL!- tuonò il Galadhrim – che hanno detto al campo base?-

- Hanno detto che gli Orchi possono passare, che gli ospiti saranno sterminati strada facendo, che i messaggeri di Elrond hanno annunciato la presenza della compagnia e che Celeborn e Galadriel saranno tanto, ma tanto contenti di salutare tutti quanti.- recitò Rùmil, confondendo qualche complemento oggetto, ma noi tutti non pretenderemmo mai la perfezione da parte della sua mente, che lavora alla velocità di una lumachina zoppa e che inciampa spesso.

- Abbiamo un problema.- rilevò Charanna – un problema di natura legale.-

- Vero.- concordò Haldir – Nessuno di noi desidera che il nano, non vorrei suonare razzista, quindi troverò un modo per pronunciare questa parola senza inflessioni che indichino disprezzo, conosca la strada per Caras Galadhon. Pertanto, procederà bendato.-

La discussione era già stava affrontata in precedenza, quindi Gimli la accettò con grande spirito democratico

- GIAMMAI!! O BENDATE ANCHE GLI ALTRI, OPPURE CONSEGNO PERSONALMENTE L’ANELLO AI NAZGUL O A QUALUNQUE ALTRO SERVO DELL’OSCURO SIGNORE.-

Andael stava per proporsi come possibile servo dell’Oscuro Signore (che non è il signore Oscuro, perché quella è terminologia base harrypotteriana), ma si ricordò giusto in tempo della propria intelligentissima copertura, e stette zitto.

- Va bene. Bendatemi.- sorrise Konstantin, accondiscendente

- Ma poi non lamentatevi se cade ad ogni passo.- completò Boromir – Cade già abbastanza quando vede il sentiero, se la bendate rischiamo di perderla definitivamente.-

- Non preoccupatevi. A lei ci penso io.- rise Andael, incoraggiante

- Niente incantesimi, per l’amore dei Valar.- sbuffò Charanna – ci tengo ad arrivare a Caras in condizioni igieniche accettabili e ancora in possesso di tutte le mie appendici.-

- Non intendevo usare un incantesimo…- rifletté l’Apprendista -… anche se dovrei conoscerne uno adatto alle… no, lo utilizzerò la prossima volta. Per ora mi limiterò a tenerla per mano. Se qualcuno mi avvisasse poi degli eventuali gradini, gliene sarei infinitamente grato.-

- Va bene – fece Boromir, stranamente cordiale – procederò davanti a voi, e vi avviserò delle irregolarità del terreno.-

- Grazie.- sorrise Andael, con quell’innocenza che tutto il mondo gli invidia.

 

- Gradino.- avvisò Boromir.

Andael fece un passo lungo per evitare l’ostacolo e capitombolò per terra

- Ma non c’era nessun gradino!- protestò

- Mi sarò confuso.-

- E’ la quinta volta che ti confondi, e che noi rischiamo di ammazzarci.- fece notare Konstantin, che si stava pulendo i pantaloni dal terriccio – Lo fai intenzionalmente?-

- Che avverbio complicato.- borbottò Boromir, evitando abilmente la domanda.

 

Così l’intera compagnia, occhi bendati (anche Charanna, che reputava fosse molto divertente ripercorrere la strada di casa senza vederci un tubo), incidenti di percorso esclusi, Andael che inciampava in ogni falso gradino e Konstantin che capitombolava per terra quando i gradini in effetti c’erano, raggiunse Caras Galadhon.

- Ragazzi, qui io vi devo lasciare.- Charanna si sciolse la benda – perché state per incontrare mia cognata, e quando io e mia cognata siamo nella stessa stanza vengono fuori certe baruffe che ci sentono fino a Mordor, e questo non è nell’interesse della comunità, mi sembra.-

Haldir sorrise, prendendo la mano della compagna

- Maturo, da parte tua – le sussurrò, baciandole la guancia

- Ci vediamo poi.-

 

(18 gennaio 3019, sera, Caras Galadhon)

 

Haldir lasciò la Compagnia al cospetto dei signori di Caras Galadhon e della loro corte.

- Mi è stato detto che avete perduto due dei vostri compagni, nell’oscurità di Moria.- esordì Celeborn, quando tutti gli ospiti si furono seduti.

Aragorn riassunse brevemente gli eventi accaduti in quell’intensissimo mese di viaggio, eventi che noi tutti conosciamo e che non ho assolutamente intenzione di riscrivere.

Dopodichè, come in tutte le assemblee che finora abbiamo visto, accaddero molte cose, tutte contemporaneamente.

  1. – Vanamir se ne uscì con un evitabile apprezzamento sulle tette di Galadriel
  2. – Morgoth entrò dalla finestra, miagolò in segno di saluto, e si mise a saltare per tutta la stanza (gatto indemoniato, chissà cosa gli danno da mangiare…)
  3. – Konstantin tentò di afferrare il micione, ma quello le soffiò contro, le fece perdere l’equilibrio, la fece cadere addosso a Sire Celeborn
  4. – Andael tentò di ripristinare l’ordine nella stanza, evocando una grandinata di forbici dalla punta arrotondata, temperamatite, pastelli e tempere (rigorosamente aperte).
  5. – Morgoth cambiò di nuovo posizione, aggrappandosi stavolta alla barba di Gimli
  6. – Galadriel alzò gli occhi al cielo: tutta quella situazione la stava mettendo sul serio a dura prova! Oltretutto quella furia pelosa che si stava seriamente impegnando per distruggere la quiete a Caras Galadhon assomigliava morbosamente al gatto di Charanna, al gatto di quella sua detestabile cognata
  7. – Andael decise di improvvisare un incantesimo complicato (e figuriamoci se gli riuscì quello complicato, non gli riuscivano neppure quelli più basilari!) con la conseguenza che tutta la stanza si riempì di fumo rosato con brillantini rossi e bianchi.

Dopo un elenco così lungo e dettagliato di strane cose, vi aspetterete un po’ di quiete. E invece no. Perché l’incantesimo di Andael, che l’apprendista era convinto sarebbe stato utile per ridurre Morgoth a più miti consigli, aveva causato alcuni allucinanti effetti collaterali.

Esclusi Aragorn, Konstantin e Boromir, tutti coperti da una sostanza rosa appiccicosa e dal sorprende profumo di panna e fragole, il resto della Compagnia venne assoggettata al potere dell’incantamento: per tre minuti sarebbero stati preda di un raptus amoroso. E questo, credete alle mie parole, sarebbe stato di certo imbarazzante.

 

Fine capitolo Ottavo

 

Finalmente sono riuscita a scaricare Nvu… sono proprio negata!!

 

Ringrazimenti!

 

La Ginestra: ehy, io ho avvisato Sauron… ma lui proprio non si fida. Io gli ho detto che il peggio sta’ per abbattersi su Mordor… ma l’occhio si è limitato a fissarmi scettico. La prossima volta mi risparmio il viaggio! Comunque, Vanamir e la compagnia proseguono. L’importante è ridere… e controllare che ad Aragorn non scoppi una vena per il nervosismo! Grazie per la recensione, un grande bacio!

 

Evening_star: Orophin probabilmente farà uno sciopero anche per scacciare Charanna… e poi uno per privarmi della tastiera… comunque, l’importante è piegare la ferrea volontà di Haldir… cosa piuttosto complicata. Beh, ti avverto nel caso Orophin rinunci allo sciopero!! Bacio!

 

Un bacione a tutti

Chary

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Capitolo 9
*** I tre minuti e qualche discorso serio ***


andael 2 - 9

CAPITOLO NONO

I TRE MINUTI E QUALCHE DISCORSO SERIO

 

A questo punto, voi tutti volete sapere chi ha baciato chi, chi ha baciato cosa, cos’è successo a Morgoth e soprattutto quali sono stati gli avvenimenti che hanno rallegrato quei tre minuti magici. Ma io sono sadica, e quindi terrò queste informazioni tutte per me! Muahahaha… potere alle autrici!

- Chary!-

Oh no, la mia Musa è tornata a tormentarmi!

- Prima cerchi di uccidere Frodo e adesso nascondi parti interessanti ai tuoi lettori? Ma sei impazzita? Guarda che rifaccio il passaporto e vado a vivere a Cuba, e allora l’unica cosa che riuscirai a scrivere saranno temi in classe e noiosissimi saggi sulla letteratura greca!!-

AAAAAH!!

Va bene, va bene, vi dico tutto, vi dico tutto!!

Allora vediamo: Frodo saltò addosso a Gimli, che riuscì a schivarlo con un movimento straordinariamente agile, Legolas riuscì (misteriosamente) a trattenersi, e quindi non scopriremo mai a chi si volesse appiccicare, mentre Andael prese Konstantin fra le braccia e le schioccò un sonoro bacio sulla bocca, Merry e Pipino si appartarono fra i cespugli e Sam iniziò ad amoreggiare con una colonna. Vanamir, poi, si stava avvicinando pericolosamente a Sire Celeborn, mentre Morgoth non si staccava più dalla gonna di Galadriel.

Poi i tre fatidici minuti ebbero fine, e tutti si allontanarono di scatto dai rispettivi partners, alcuni con versi disgustati. Gli unici a restare vicini furono Konstantin e Andael, ora che l’apprendista stregone, rosso in faccia come un papavero, cercava di pulire l’amica dalla sostanza rosa alla quale abbiamo accennato nel capitolo scorso.

 

Vi fu un silenzio (un? Non prendetevela con me ma con chi ha tradotto il libro, cito testuali parole!!), poi Galadriel decise che era ora di fare qualche discorso serio (anche perché lo dice il titolo, e figuriamoci se la signora del Bosco d’Oro non va a leggersi i titoli dei capitoli!!)

Il discorso fu lungo, poetico, appassionato, misterioso e qualsiasi altro aggettivo di grado positivo che possa venire in mente ad un lettore con più fantasia di me.

Possiamo però riassumerlo in alcuni punti fondamentali

a.      – (un ripasso di storia antica a tradimento. Per l’amore del cielo, non lo riporterò qui poiché questa fic è di genere comico e qui stiamo scivolando su… beh, non lo so neppure io!)

b.      – Galadriel aveva convocato il primo Bianco Consiglio (qui Vanamir diede di gomito ad Andael e disse, a bassa voce “te l’ho detto, che è vecchia”, allorché Aragorn minacciò l’amico di legarlo ad un albero con un pezzo di stoffa in bocca, e Vanamir decise che era meglio starsene un po’ zitto)

c.      – Avrebbe voluto mettere a capo del Consiglio Gandalf il Grigio, nientemeno… (e chissà cosa starà facendo adesso, l’arzillo nonnetto)

d.      – L’Autrice deve smetterla con tutte queste parentesi, perché appesantiscono la lettura e distruggono qualsiasi tentativo di preservazione di un’atmosfera un minimo dignitosa e solenne.

Galadriel pronunciò poi la famosissima frase “la vostra Missione è sulla lama di un coltello. Una piccola deviazione, ed essa fallirà, trascinando tutti in rovina. Ma vi è ancora speranza fin quando la Compagnia sarà tutta fedele.”, e Andael si sentì morbosamente in colpa, perché lui ci teneva, che la missione fallisse e che l’Anello andasse a Sauron, ma ci teneva anche che tutti i suoi amici sopravvivessero al lungo viaggio e non venissero eccessivamente turbati dagli eventi. In quel momento, si rese conto che quelle pie anime che sopportavano i suoi errori e che avevano comunque la pazienza di essere gentili con lui, erano ormai da tempo diventate i suoi amici, i primi veri amici che non fossero i crebain, gli Orchi o quegli strani essere fluttuanti chiamati Nazgul.

- Che i vostri cuori non si turbino.- proseguì la Dama – Andate a riposare.-

 

La Compagnia si accampò in un padiglione allestito dagli Elfi, vicino ad una fontana.

Molti dei membri del gruppo erano perplessi, leggermente (anche qualcosa di più che “leggermente”) scossi dall’incontro con la Dama dei Boschi.

Parlarono per un po’ e si resero conto che la voce mentale di Galadriel aveva detto qualcosa un po’ a tutti quanti, proponendo di dare loro qualcosa che desideravano intensamente (non fatevi idee strane, non stata offrendo una notte di sesso a nessuno! Adesso smettetela, oppure Aragorn si arrabbierà: è stufo che tutti ironizzino sulla missione della Compagnia!!). Ovviamente, la scelta sarebbe stata facilissima: qualcosa di bello, carino, desiderato e luminoso contro… beh, contro il viaggio pericolosissimo, oscuro e scomodo verso Mordor.

- Benedizioni arcane – esclamò Konstantin – ma allora io sono l’unica a cui non ha posto alcuna scelta? Ecco: ignorata persino dalle altre ragazze. Inaudito.-

- Hai il coraggio di chiamarla “ragazza”?- proruppe Vanamir che, chissà perché, aveva una fissazione per l’età non propriamente giovanile di Galadriel

- Beh, hai capito quello che intendevo, no?-

- Io sono preoccupato.- ammise Frodo, sottovoce (oddio, Frodo ha parlato! Misericordia, mi sa che una cosa del genere non capitava dalla storia scorsa… ehm, che diavolo non posso mica occuparmi anche degli Hobbit, no? Neanche Frodo avesse un ruolo fondamentale nella distruzione dell’Anello, poi…)

- Non pensare alle tue preoccupazioni – lo rincuorò Legolas – questo è un luogo di pace e di bene. Non c’è posto per il male, in questa foresta.-

- Morgoth escluso.- scherzò Konstantin

- E se proprio non riesci a pensare ad altro – s’intromise Vanamir, dando una pacca sulla spalla al Portatore dell’Unico Anello – pensa a Konstantin e ad Andael che si baciano. E’ una cosa divertente, soprattutto se pensi che lei era ricoperta da una salsa di panna e fragole.-

- Vanamir, chiudi quella fogna.- lo redarguì Boromir, di pessimo umore, un po’ perché Galadriel l’aveva profondamente inquietato e un po’ perché, comunque, la sua quasi-ragazza nonché matrigna aveva baciato Andael.

- Dai, Connie, sputa il rospo.- proseguì comunque il ragazzo, ignorando il cugino – Com’è stato? Bello, interessante, curioso, dolorosissimo, inconcludente, utile, era meglio baciare un gigantesco globo oculare, lo rifaresti subito, non riesci a pensare ad altro, sei incinta?-

- Buonanotte.- si limitò a dire la giovane, alzandosi in piedi con le guance rosse – E quando dico buonanotte, intendo proprio buonanotte.-

 

(23 gennaio 3019, da qualche parte vicino al picco di Zirak-zigil)

 

- Secondo me stiamo solo perdendo tempo.- lo storico pessimismo di Ikar tornava a farsi sentire. E credo fosse anche comprensibile, dato che stavano inseguendo il Balrog da una mezza dozzina di giorni, avevano percorso un po’ ogni luogo possibile ed immaginabile, erano bagnati, sudati, stanchi, carbonizzati, Ikar aveva tutte le penne sciupate e ringraziamo i Valar che la tunica di Gandalf fosse grigia, altrimenti avrebbe cambiato colore molto in fretta.

- Gandalf, mi stai ascoltando?- il Mago si voltò verso la Mezz’Aquila

- No.- le disse – Nel senso che sì, ti sto ascoltando, cara, ma non stiamo perdendo tempo. Ne sono fermamente convinto.-

- Ma magari quegli altri idioti hanno perso l’Anello a carte in una bettola, oppure l’hanno fatto cadere in un fiume, oppure l’hanno cucinato assieme ai pomodori, oppure Andael l’ha trasformato in un budino gigante e la guerra ormai è persa. Perché mai stiamo inseguendo questa gigantesca ombra di fuoco e cattiveria? Per cocciutaggine?-

- Ikar, un giorno sarai vecchia e saggia. E allora capirai.-

Ikar sospirò

- Guarda – disse, facendosi seria all’improvviso – E’ lì.-

- Allora facciamo quello che dobbiamo fare.- Gandalf impugnò il bastone, puntandolo contro il Balrog. La bestia si era fermata sotto al picco di Zirak-zigil, sembrava aspettarli.

Ringhiava, con aria di sfida, minacciosa, eppure invitante.

- Io lo trattengo. Tu lo colpisci.- propose Ikar, professionale.

- No.- Gandalf accarezzò con una mano il piumaggio spettinato dell’Aquila – Questa è la mia battaglia. Se concedessi a qualcun altro l’opportunità di combatterla, non diventerei mai migliore di me stesso.-

Ikar tacque. Chissà perché, ma in quel momento di grande tensione desiderava solamente avere Andael a portata di mano, per colpirlo sulla nuca com’era abituata a fare, per scompigliargli i capelli, oppure semplicemente per sentire le sue dita che passavano fra le proprie piume.

 

(24 gennaio 3019, Caras Galadhon)

 

Konstantin si pettinava, seduta sull’orlo della fontana.

L’acqua le aveva bagnato i pantaloni di cuoio, ma non le interessava.

Finalmente, dopo quasi un mese, era riuscita a lavarsi i capelli come Dio comanda. Niente un po’ d’acqua e via durante le pause in riva ai fiumi.

Lo so, questo non v’interessa, ma a lei sì, e io le voglio troppo bene per rifiutarle qualsivoglia cosa.

Parlando seriamente, intanto Galadriel stava discutendo con Andael.

I due passeggiavano nelle strade di Caras, c’era un penetrante silenzio (cosa incredibile, dato che Andael è logorroico in una maniera straordinaria, ma provate ad immaginarlo), ma ai due non servivano parole per comprendersi

- Io so molte cose, di te.- mormorò ad un tratto la Dama – cose che tu stesso non sai.-

- Cose che mi servirebbe sapere?- domandò Andael, con una serietà che non riusciva a riconoscere come propria. Evidentemente era l’influenza di Galadriel…

- Non ancora.-

- Allora non dirmele, va bene? Cioè, se proprio non ce la fai, se devi dire qualcosa ad ogni costo altrimenti di recidono il contratto, beh, allora scrivile su un foglio. Poi mi dai il foglio e mi dici quando aprirlo, è facile, no? E se sono rivelazioni scioccanti, a guerra finita torno qui e ne parliamo un po’. Che ne dici?-

Galadriel guardò Andael, perplessa

- C’è del male, in te.- sussurrò, assorta, assottigliando gli occhi

- Ce n’è in ognuno di noi.-

L’apprendista alzò gli occhi al cielo, studiando le foglie degli alberi e, oltre, il brillare argenteo delle stelle.

Sotto antiche foreste e cieli stellati.

- Mettiamola così. Facciamo che, per ipotesi, un amico di un mio amico fosse in combutta col cattivo. Ma non per pura malvagità del suo cuore, ma per… perché ci è cresciuto, col cattivo. Il fedele lecchino del perfido Signore Oscuro l’ha adottato quand’era piccolo e… e questo amico del mio amico gli vuole bene. E questo è un problema. Poi c’è anche l’amica dell’amico di questo mio amico, che anche lei sta coi cattivi, ma i buoni non lo sanno, come non lo sanno dell’amico… o, al diavolo, ma perché non parli tu, così io taccio e faccio meno figuracce?-

Galadriel sorrise, c’era qualcosa di bello, nel suo sorriso, di bellissimo.

C’era qualcosa di sereno, come se un’ombra fosse scomparsa dal suo viso.

- Alla fine saprai quello che è giusto fare.-

- Alla fine. Quando sarà arrivata la fine, quante vite ormai saranno state sprecate? Non sono mai stata una persona profonda, sia ben inteso. Ma vorrei che il mondo fosse un grande giardino, che cento specie di fiori crescessero rigogliose una accanto all’altro. E se la guerra finisce bene per i cattivi, tutti i buoni faranno una pessima fine. E io non voglio. E se invece la guerra finisce male per i cattivi, perderò il mio maestro, e perderò la mia… la mia amica.-

Galadriel sospirò, accarezzando la mano dell’apprendista

- Sai che, alla fine, dipenderà da te? Da te, come dal Portatore, quasi nella stessa maniera. E se ti fidi del tuo cuore, andrà tutto bene. (no, non posso averle fatto dire una frase del genere, Dio, fa tanto favoletta della disney…).-

 

Fine capitolo nono

 

 

Ringraziamenti!

Evening_star: tranquilla… d’ora in avanti Charanna sarà un personaggio importante della storia, quindi comparirà e scomparirà in continuazione… e chissà, magari presto o tardi (o molto presto), avrà anche modo di accantonare le differenze con sua cognata… (o più probabilmente scoppierà una baruffa galattica… beh, ok, scommetterei su quest’ultima ipotesi…). In ogni caso, riferirò ad Orophin che sostieni il suo sciopero… forse, alla fine della guerra, Haldir si degnerà di ascoltarlo! Grazie per la recensione!! Kiss - Chary

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Capitolo 10
*** Serietà... per un mezzo paragrafo ***


andael 2-10

CAPITOLO DECIMO

SERIETA’… PER UN MEZZO PARAGRAFO

 

ATTENZIONE! ATTENZIONE! PEZZO SERIO IN AVVICINAMENTO! PEZZO SERIO IN AVVICINAMENTO!!

 

La sera seguente, Konstantin guardò nello Specchio.

Galadriel insistette a lungo, e infine riuscì a convincerla.

- Ma perché proprio io!- tentò di protestare ancora una volta, quando si trovò di fronte al famoso specchio – Che ci guardi dentro il Portatore, oppure Aragorn, o chiunque altro abbia il potere di cambiare il mondo. Io sono solamente… io! Che diavolo…-

- Il tuo destino non è d’importanza inferiore rispetto a quello di chiunque altro, fra i tuoi Compagni. Ognuno di voi è un tassello, il tassello necessario per completare il mosaico.-

- Complicato.- borbottò Konstantin, avvicinandosi allo Specchio, turbata.

Si chinò sull’acqua. Era cupa. Quasi minacciosa.

Rapidamente, venne quasi inghiottita da quelle arcane profondità.

Vide solo frammenti, frammenti confusi, mescolati uno all’altro…

Un bambino coi capelli castani, dai riflessi rossi, che correva con altri ragazzini attorno all’Albero Bianco di Minas Tirith, che però non era più secco, ma era giovane e rigoglioso.

Quel momento di serenità venne cancellato da un’altra immagine. Orribile, più per ciò che lasciava immaginare che per quello che effettivamente mostrava.

C’era lei, una lei più triste, con gli occhi bagnati. S’inchinava davanti al Sovrintendente di Gondor. Denethor la squadrava con aria interrogativa, e allora lei tirava fuori qualcosa, da sotto il mantello…

Un corno spezzato.

Konstantin si allontanò dallo Specchio con un grido spezzato

- Non succederà veramente.- mormorò, arretrando spaventata – Sono tutte cazzate. Non vanno neppure d’accordo fra loro, non che le cazzate di solito ci riescano, ma è questione di diplomazia, e io non credo che… non farò da mediatrice fra tutte le cazzate che questo Specchio ha intenzione di mostrarmi e… oh, addio, me ne torno nel mio piccolo universo limitato e…e…- non riusciva più a trovare le parole. Prese un lungo respiro profondo – e ora devo andare. Grazie, ma cambiate le batterie a quel coso, comincia a fare cilecca.-

- Non sono cose certe, amica mia.- mormorò Galadriel, accarezzandole la spalla – è il futuro, ma se una persona conosce il futuro… il futuro non è più certo. E diventa ipotetico.-

    

(25 gennaio 3019, luogo misterioso, buio e inesplorato)

 

Il Balrog giaceva morto sulla cima di una grossa montagna.

Gandalf e Ikar, tutti sporchi di sangue, polvere, cenere e pezzetti di Balrog, stavano sdraiati, semi-morti, poco lontani.

Alla fine, anche lei aveva lottato. Ma la sua forza fisica non aveva potuto niente, non contro il Flagello di Durin. Aveva potuto solo affiancare Gandalf, distrarre il mostro ogni tanto, prendere tutta una serie di botte e rischiare di farsi male seriamente.

- Cacchio, che fatica.- ansimò la Mezz’Aquila – la prossima volta giuro che me ne resto assieme a quegli altri idioti. Chissà che staranno facendo. Che ne dici, Gandalf? Gandalf?-

Lo stregone non rispose

- Che palle.- sbottò Ikar, troppo stanca per alzarsi – Ci siamo persi per strada il vecchio.- sospirò, guardando il cielo, sopra di sé – Questo vuol dire che adesso ci tocca anche farlo resuscitare. E magari cambiargli vestito. Il grigio non gli dona, l’ho sempre sostenuto.- e poi, parlando con chissà chi – ma sia ben chiaro. Io, in mutande, a Gandalf non lo voglio vedere.-

- Prendo atto di questo.- fece una morbida voce maschile

Ikar voltò la testa, con un mezzo sorriso

- Capo, è un piacere vederti.-

Una massiccia Aquila dal piumaggio splendente la guardava, scuotendo la maestosa testa.

 

(26 gennaio 3019, Caras Galadhon)

 

- Facciamo così: io tiro la palla in aria e tu la colpisci con un fulmine.- propose Vanamir.

- Non vale!- protestò Andael – lo sai che non posso vincere: non so tirare i fulmini!-

- Ieri ci eri quasi riuscito!-

- Cosa odono le mie orecchie?- s’intromise Aragorn, che sorvegliava i due compagni – il fatto che abbiate evocato un branco di caproni infuriati vi sembra un risultato apprezzabile?-

- Ma povere pecorelle… la seconda volta erano quasi cortesi…- tentò di protestare Andael

- Certo, la volta dopo le cinque pecorelle che sono arrivate erano cortesi e docili… cosa che non si può dire dei quindici bufali in calore, o dei sette alligatori affamati, oppure ancora di quello strano struzzo strombazzante che ha turbato le notti di Caras Galadhon fino a tre minuti fa!-

Andael tossicchiò, sotto lo sguardo perentorio di Aragorn

- Hai vinto tu.- ammise – la smetto con gli incantamenti.-

- Perché non provi a studiarne uno solo, ma con grande attenzione?– suggerì il Ramingo

- Non è affatto un’idea stupida…- rifletté Andael -… mmh, ci rifletterò con grande attenzione.-

- Bene.- convenne Aragorn

 

Dieci minuti dopo, un fiume d’inchiostro sommerse il padiglione dove riposava la Compagnia.

- Io a quello lo uccido.- inveì Boromir

- Sono sicura che ci sarà stato un problema importante alla base.- fece Konstantin, serafica

- Sì, certo, l’emerita idiozia di quel mago da strapazzo!-

- Non è un mago da strapazzo.-

- In effetti no, è molto peggio, ma ho preferito affermazioni più leggere per non traumatizzare eccessivamente gli Hobbit!-

- Ovvio, perché tu sei la cortesia in persona, vero?-

- Adesso smettetela!- s’intromise Frodo, stranamente coraggioso.

Ci furono alcuni secondi di totale silenzio, nel quale tutti fissarono Frodo… poi…

- Beh, almeno io non mento a me stesso e al mondo!-

- Cosa? Ho sentito bene?- Konstantin stava praticamente lanciando fulmini con gli occhi. Era un sorprendente effetto ottico – Ma se non fai altro che raccontare stronzate!-

- Senti, se è ancora per la storia dei gradini, ti ho già detto che –

- Non è per la storia dei gradini. E’ per la storia del “noi non stiamo insieme” e del “tu hai sposato mio padre” e ancora del “stai lontana da Andael”.-

- Non ho mai detto “stai lontana da Andael”!- protestò Boromir, arrampicandosi sugli specchi

- No, hai detto “stai a distanza di sicurezza da Andael”-

- Per ovvie ragioni di tutela e salvaguardia!-

- Ragazzi, smettetela.- s’intromise Aragorn – Siete infantili.-

Konstantin si strinse nelle spalle

- Siamo innamorati – disse, in un soffio.

- Vieni con me.- le intimò Aragorn, prendendola per il polso – Coraggio, muoviti.-

La ragazza seguì docilmente l’amico, inciampando in una radice e rischiando di ammazzarlo (ma questa è un’altra storia, e ormai Aragorn ci è abituato)

Quando furono finalmente da soli, Aragorn squadrò Konstantin con aria terribilmente seria

- Ascoltami. Sii responsabile, per una volta nella tua piccola inutile vita.-

La ragazza smise istantaneamente di giocare con una farfallina rossastra

- Cosa c’è? No, ti supplico, la paternale no.-

- Ma che paternale e paternale! Sono solo preoccupato per te.-

- Preoccupato? Guarda, sono caduta per tutte le scale del mondo e mi sono solo sbucciata un ginocchio. Non vedo cosa possa nuocermi, a questo punto.-

- Konstantin… penso che tu debba restare a Lothlòrien. Lascerei qui anche Andael, ma lui deve venire con noi… deve, perché Gandalf ha detto così e perché io sono convinto che questo debba essere fatto. Ma… tu… tu non sei fatta per la guerra, amica mia.-

- Io dovrei stare a casa con lo spolverino in mano e un grembiule alla vita, a cucinare, pulire, riordinare e sfornare fratellastri per Boromir e Faramir?-

- Non ho detto questo!- esclamò Aragorn, interrompendo lo sfogo dell’amica – Penso che qui saresti al sicuro. E staresti bene, no? Con Haldir e Charanna, e Rùmil e…-

- Ma perché non mi volete più?-

- Konstantin – Aragorn si sedette, prendendo una mano alla giovane – questo non è il tuo posto. Se sei ancora viva, è solo perché non ci sono state battaglie, finora. Sei sopravvissuta al viaggio, ma solo perché piaci molto a uno qualsiasi dei Valar.-

- Non posso lasciarlo adesso.- la ragazza tossicchiò – intendo dire lasciarLA. La Missione. E comunque posso cavarmela, sul serio. Basta che tu mi insegni a usare una spada, no? E quanto ci vorrà?-

- La scema ha ragione.- disse ad un tratto la voce di Haldir – ci penso io, a lei.-

 

Fine capitolo decimo!!

 

Ringraziamenti

Evening_star: la mia fedelissima! Che piacere “sentirti”!! Eh sì, Andael ogni tanto ha una sua profondità, un po’ contorta e confusa, tipicamente Andaeliana, ma pur sempre una personalità!! Spero che questa storia continui a piacerti!! Kiss!

 

Chary

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Capitolo 11
*** Pausa di riflessione ***


andael 2 - 11

CAPITOLO UNDICESIMO

PAUSA DI RIFLESSIONE

 

(14 febbraio 3019. Caras Galadhon)

 

Haldir sospirò, quando la terza freccia gli passò sibilando a tre centimetri dal naso

- Konstantin, ho mai accennato al fatto che bisogna mirare, prima di scoccare la freccia?-

- Io HO mirato!- protestò la ragazza, estraendo un altro dardo dalla faretra

- Per mirare, bisogna guardare. E bisogna anche pensare al momento presente.-

- Io ho provato a guardare! Ma il tuo naso mi blocca la visuale!-

- Spiritosa.- Haldir diede un colpo alla schiena dell’amica, usando l’arco

- AHI!- protestò lei – Guarda che lo dico a Charanna!-

- E’ troppo occupata a controllare che qualcuno non incendi la foresta!-

 

- I tuoi appunti sono illeggibili!- sbuffò la sopraddetta Charanna, tentando per l’ultima volta di decifrare la scrittura di Andael – sono geroglifici arcani o pare a me?-

- Sono solo un po’ complicati… Cioè… quella sembra una mosca spiaccicata, ma è una “a”-

- Davvero? Ce ne sono di cose da comprendere, in questo arcano manoscritto. Ehi… aspetta un po’!- l’Elfa sollevò un sopracciglio, incredula – forse ho trovato l’unica formula leggibile dell’intero plico! Dimmi che sono un genio.-

- Sei un genio!- esclamò Andael, entusiasta – Per cos’è’?-

- Oh, questo non l’hai mica scritto. Penso che sarà divertente, scoprirlo ora, fra noi.-

 

Estratto dal diario di Andael (cosa? Tengo un diario? ndAndael) (no, non è proprio un diario, ma è uno dei rapporti che devi inviare a Saruman, rammenti? Prima lo faceva Ikar, adesso devi farlo tu, porca miseria, oppure il vice-capo potrebbe offendersi!)

Capo,

siamo fermi a Lothlòrien da un po’, ormai.

Haldir sta’ insegnando a Konstantin come si maneggiano gli archi.

E spero che si riprenderà completamente dall’ultima esercitazione.

Charanna fa l’isterica, più del solito… ehm.

Frodo poi è rimasto particolarmente scosso, dato che ha guardato nello specchio di Galadriel (strano soggetto, questa Galadriel… è anche una persona simpatica, solo che tende molto a… hai presente, capo? Tipo sembra fumata. Beh, dettagli) e io proprio non avevo voglia di sapere cosa ci ha visto dentro, ma me l’ha raccontato comunque, perché si è fatto seghe mentali per tutta la sera e non ci ha lasciati dormire. E’ un po’ inquietante, in sincerità.

Vediamo… altro. Ah sì, dopo che Frodo ha avuto quell’esperienza allucinante con lo Specchio, ha avuto anche una discussione riguardante (indovina un po’!) l’Anello.

Ce ne stavamo quasi dimenticando, in effetti. Meno male che c’è Vanamir a ricordarci della sua esistenza, facendolo scomparire ogni tanto seppellendolo sotto le foglie secche e rischiando di facilitare la vittoria all’Oscuro Signore eccetera…

Assieme a Charanna, poi, abbiamo scoperto che CONOSCO UN INCANTESIMO.

Almeno, in via teorica. La formula la so, solo che devo ancora lavorare un po’ sul controllo.

L’incantesimo è molto simpatico, è una cortese palla di ghiaccio, ma non tanto cortese, visto che ho rischiato di ammazzare una dozzina di Elfi, con quella. Chiedo scusa.

Anche perché la volta dopo non sono riuscito a produrre altro che un cubetto di ghiaccio, tipo quelli che si mettono nelle brocche d’acqua d’estate.

Se non fosse stato per la suddetta Galadriel, sarei stato cacciato da Lothlòrien molto tempo fa.

Ah, beh, Boromir poi mi ha tirato un altro pugno in faccia.

Devo dirgli di cambiare obbiettivo, la prossima volta, perché sul naso fa proprio male.

Ah, ou, oh, ho guardato anch’io nello Specchio!!!

E’ stato inquietante, capo, sul serio! Un giorno ti dico anche cos’ho visto.

Ma adesso devo scappare: credo che la Compagnia stia organizzando la partenza!!!

Andael

 

(15 febbraio 3019, Isengard)

 

Saruman si trattenne dallo stracciare il rapporto di Andael e dal dare fuoco ai frammenti.

Aveva bisogno di coordinate precise e di informazioni tatticamente irreprensibili, non dei ben noti vaneggiamenti del suo apprendista!

Oh, quanto gli mancavano le semplici ed efficienti comunicazioni di Ikar!

Con una smorfia, allontanò da sé la lettera di Andael e cercò di pensare ad altro, a qualcosa di coerente e profondo.. di bellico, direi.

 

Flash-back

Qualcosa che non è affatto coerente

 

(Giugno 2991, Isengard)

 

- E perché dovrei tenerlo proprio io?- chiese Saruman, fissando con aria scettica il fagottino candido che Gandalf teneva pericolosamente vicino a lui

- Potresti voltare le spalle a questo bellissimo pargolo, vecchio amico?- gli chiese l’altro mago, con un sorriso divertito – Oltretutto io sono il Grigio Pellegrino… e un bambino ha bisogno di una casa.-

Andael si agitò nel fagottino, per poi sputare addosso a Saruman un lungo schizzo di latte.

- Andrete d’accordo di certo.- sorrise Gandalf

- E… come si chiamerebbe?- chiese il suo capo, asciugandosi la faccia con una manica (abitudine decisamente infantile, ma, in assenza di carta scottex…)

- Il nome datogli da suo padre è oscuro e non lo pronuncerò ora, turbando la quiete di questo pomeriggio d’estate. Ho parlato con Sire Elrond, ad Imladris. Il suo nome d’ora in avanti sarà Andael, il cui significato speriamo gli propizierà una vita felice.-

- Grande Stella.- sussurrò Saruman, prendendo il fagottino dalle mani di Gandalf.

Andael fissò l’Istari coi grandi occhi azzurri.

Poi gli sputò addosso ancora un pochino.

 

(Settembre 3001, Isengard)

 

- E ricorda. La “a” deve essere pronunciata con una determinata inflessione, come abbiamo provato fino a cinque minuti fa.-

Saruman guardò il proprio giovane discepolo, sollevando un sopracciglio

- Andael, mi stai ascoltando?-

- Maestro, ho un dubbio atroce!- esclamò lui, alzando un mano – Ma come nascono i bambini?-

- ANDAEL!- Saruman sconfisse con grande sforzo l’istinto di scagliare addosso all’apprendista uno dei tomi che stava consultando

- Sul libro non c’è scritto – borbottò Andael, ancora convinto che i libri fossero gli unici depositari del sapere cosmico – ma quando sarò grande, io voglio averlo, un bambino.-

- Quando sarai abbastanza grande per riprodurti, allora giuro che farò in modo che tu sappia in che maniera tu possa adempiere a questo tuo dovere.-

- Anche perché non posso mica fare sesso da solo.- fece il ragazzino, candido

- ANDAEL! Cosa ne sai poi tu del sesso!-

- Me l’ha raccontato un vecchio Orco che si aggirava qui intorno.-

 

Fine Flash-back

 

Pertanto, d’ora in avanti, evitate di rivolgere ad Andael domande specifiche sulla riproduzione del genere umano. Sarebbe inquietante, viste le sue fonti. Vi citerebbe di certo quella massima che ogni padre orco che si rispetti insegna ai suoi orridi bambini.

“Prendi una femmina e trascinala nella tua caverna per i capelli. Poi i marmocchi arriveranno comunque”. E questo la dice molto lunga.

Ma, in ogni caso, sono certa che non ricorrereste proprio ad Andael, qualora vi servissero informazioni dettagliate su sesso & figli. Vero? Alla peggio, cercate su google!

 

FINE CAPITOLO UNDICESIMO

 

Ringraziamenti!!

(ragazze, meno male che ci siete!!)

 

Evening_star: sì, beh, il capitolo scorso non era il massimo per quanto riguarda la forma… ma l’ho scritto (per problemi con word) su un computer portatile di più o meno otto anni fa, che batti tre caratteri e te ne viene fuori uno, dopo mezz’ora… e non scherzo… quindi scrivere è stato piuttosto difficoltoso… (e poi mi sono dimenticata di controllarlo, prima di pubblicarlo… eh… la fretta…). Comunque tranquilla, Aragorn non ha intenzione di passare sopra al corpo di nessuno e per quanto riguarda Connie e Boromir… si vedrà, aspettiamo e speriamo, fiduciosi! (prima o poi anche lui dovrà svegliarsi, no?). Baci!!

 

La Ginestra: Credo che tu ti stia rimangiando il commento sulla sanità mentale, dopo questo capitolo delirante… (beh, lo scopo era quello!)… in ogni caso, immagino che all’uni vi facciano sudare svariate camicie, quindi coraggio, hai tutto il sostegno morale della Compagnia! E di Morgoth. Un bacio!!

 

CHARY

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Capitolo 12
*** Un Anello per... ***


Andael 2 - 12

CAPITOLO DODICESIMO

UN ANELLO PER…

 

(15 febbraio 3019, Lothlòrien)

 

- Konstantin, quanto tempo ci metti ad incoccare una freccia?-

Haldir attendeva vicino al bersaglio per il tiro con l’arco.

Tanto, non c’erano rischi: Sauron avrebbe raccolto margheritine canticchiando, prima che Konstantin riuscisse anche solo ad avvicinare una freccia al proprio obbiettivo. Se la freccia partiva (cosa decisamente rara) andava a conficcarsi molto, molto lontano, di solito nel bosco.

Difficile mancarlo, il bosco. Il bosco era ovunque, era tutto intorno a loro.

- Non riesco ad incoccarla, Haldir!- protestò Konstantin

- Mi sembrava di avertelo insegnato, no? Cos’è, stavi dormendo?-

Alla fine, anche l’Elfo stava cominciando a spazientirsi

- Mi si è incastrata la freccia nei capelli! Non riesco a toglierla!-

- Ma quanto riesci ad essere… ah, lasciamo perdere.- rassegnato, Haldir si diresse verso l’amica, cercando di liberare il dardo dai suoi capelli – Facciamo una pausa.-

- Sono senza speranza, eh?-

- Un po’. Quand’è che pensavate di ripartire?-

- Domani.- Konstantin sbuffò – la guerra fa schifo.-

- Ma va’ combattuta lo stesso.-

- Sì, sì, dato che il Signore Oscuro e le sue orde non hanno ancora scoperto il significato della parola “diplomazia” e “soluzione non-violenta dei conflitti”-

- Come si fa a conquistare il mondo in maniera non-violenta?- Haldir sorrise, riuscendo infine ad estrasse il dardo dai capelli di Konstantin – Non si può.-

- E si può picchiare una persona in maniera non-violenta?-

- Temo di no. Ma si può sempre risolvere i problemi con la persona, prima di doverla picchiare. Sai, fra le persone civili si è sviluppato questo strano metodo di risoluzione. Lo chiamano “parlare”. Strano concetto, questa storia del “dialogo”-

Konstantin si passò una ciocca di capelli dietro la nuca.

- Ora scappo.- disse, raccogliendo arco e faretra – devo andare da Aragorn, a farmi insegnare come si utilizza una di quelle grosse aste di ferro comunemente chiamate “spade”-

 

- Aragorn, no, non posso farlo io!- protestò Boromir, per la sedicesima volta.

Aragorn ormai non lo ascoltava neppure

- Insomma, devi insegnarle a usare una spada, mica sposarla! Io devo finire di organizzare la partenza e non posso perdere altro tempo! La missione è già sull’orlo della totale disfatta e… Boromir, coraggio, non morde mica! Basta che stai a distanza di sicurezza quando fa le prove con lo spadone. Quello è pericoloso veramente.-

Boromir sospirò: lui e Konstantin non avevano più trovato il tempo per discutere, da quand’erano arrivati a Caras Galadhon. O non ne avevano trovato la voglia.

Lui preferiva non fare discorsi seri e lei… strano ma vero, lo assecondava.

Anche se faceva la scema con Andael, e questo lo faceva davvero andare su tutte le furie.

- Perché non chiedi a Gimli di insegnarle i rudimenti dell’ascia?- propose, mentre Aragorn impacchettava le provviste fornite dagli Elfi

- Perché è già un miracolo se Konstantin riuscirà a maneggiare una spada e un arco ed è meglio non chiedere troppo ai Valar. Pertanto – Aragorn sollevò lo sguardo dal cibo, prese Boromir per gli avambracci e disse:- Ascolta: se tu e Konstantin non volete avere una relazione, va bene, non sono affari miei. Ma non potete comportavi da adolescenti, siete abbastanza grandi per prendervi le vostre responsabilità e ricominciare a parlarvi. Ad essere amici o almeno a non lanciarvi frecciatine da una parte all’altra dell’accampamento.-

- L’unica parte positiva della guerra, è che durante le battaglie non c’è tempo per parlare.-

- Forza. Vai da Konstantin e insegnale a non farsi ammazzare dal primo nemico che incontra.-

 

(Due intensissime ore dopo)

 

- Basta, mi arrendo!- Konstantin crollò seduta per terra e allontanò la spada da sé

- Se ti può consolare, stavi iniziando a migliorare leggermente.- cercò di consolarla Boromir, mentendo spudoratamente, ma questo possiamo perdonarglielo per le buone intenzioni di fondo – l’ultimo era quasi un bel colpo.-

- Ma se ho rischiato di ucciderti!- Konstantin si prese la testa fra le mani – ma perché i Valar mi hanno fatta tanto imbranata? Cioè, o sono figlia di due foche, oppure proprio non mi capacito: non me ne va bene una, sentimentalmente sono una frana (e tu taci, perché sappiamo bene entrambi che sono una frana), l’unica cosa che mi riesce è sparare cazzate, dimmi te se questa ti pare una qualità…-

- Tu sei una brava ragazza, Connie. Va bene, non sei una provetta guerriera, ma è davvero questo che importa, alla fine?-

- Direi di sì, dato che, sai com’è, siamo in guerra.-

- Tu mantieni alto l’umore della Compagnia. Tu sei quella che non smette un attimo di ridere, sei quella che aiuta a non arrendersi mai… e poi cucini la minestrina liofilizzata, senza la quale noi non saremmo sopravvissuti a Moria.-

- Grazie.- Konstantin allungò un braccio, afferrando la spada e iniziando a tracciare dei piccoli cerchi nella terra, mentre Boromir si sedeva vicino a lei – Ah. Visto che siamo in questo clima sentimentalmente impegnato… scusami, se in questi giorni ho fatto un po’ la scema con Andael.-

- Sei abbastanza grande per fare quello che ritieni giusto.-

- Sì, certo, vallo a dire a qualcun altro.-

- Va bene, se il tuo scopo era farmi infuriare, ci sei riuscita. Complimenti, hai vinto un premio.-

Konstantin scoppiò a ridere, appoggiandosi alla spalla di Boromir (ah, detto per inciso, il tasto S del mio computer funziona una volta su tre, quindi immaginatevi com’era venuta la frase prima che me ne accorgessi e correggessi l’errore!! NdAutrice)

- Allora, la smetto, va bene? La pianto di fare la scema con Andael. Ma non prometto di smettere di fare la scema in generale. Quello è genetico.-

- Senti, purché tu non cominci a fare la scema con gli Hobbit o con Gimli, per me va bene.-

- Comincerò con tuo cugino!-

- Provaci e mi vedrò costretto a porre bruscamente fine alla sua vita.-

- E alla mia?-

- No.- Boromir scompigliò i capelli di Konstantin, alzandosi in piedi – alla tua non potrei mai. E adesso muoviti, altrimenti finiamo davvero per lasciarti qui! Domani si parte, ricordi?-

Konstantin rise di nuovo, facendo leva sulla spada per alzarsi a sua volta

- Imperdibile. A proposito… dov’è che andiamo?-

- Non lo so.-

- Ah. Allora la segreta speranza dell’intera Compagnia è che qualche gentile signore ci fornisca una cartina geografica del luogo dove una linea rossa indichi il miglior percorso per Mordor?-

- Qualcosa del genere.-

- Mitico!-

 

(Notte fonda, Lothlòrien)

 

- Mitico. Mi piacciono le barche!- esultò Andael, quando Aragorn e Legolas spiegarono al resto della Compagnia come avrebbero proseguito il loro viaggio

- Fammi capire – s’intromise Vanamir – saliamo su delle barchette, navighiamo per quel grandioso fiume lì, rischiamo di annegare e poi dobbiamo comunque scegliere la strada per Mordor? Cioè, rimandiamo solo la scelta.-

- Esattamente. Suona brutto, ma è così.- annuì Aragorn – dobbiamo valutare molti fattori, prima di scegliere una via. Soprattutto, dobbiamo sperare nel tempo, nella mancanza di insidie particolarmente nefaste, nel fatto che un apprendista di mia conoscenza non si cimenti in uno dei suoi incantesimi…-

Andael mostrò la lingua al ramingo, ma non disse nulla: innegabilmente, i suoi incantamenti non avevano molto facilitato il viaggio fino a quel momento.

- Comunque, intanto partiamo.- riassunse Legolas, dopo svariate discussioni – sempre che domani mattina non si manifestino cosa tali da spingerci a cambiare idea. Sarà meglio riposare stanotte, perché da domani saremo di nuovo in aperta lotta con l’Oscuro Signore.-

Ci furono pochi commenti. Gli Hobbit, escluso Frodo, stavano già sonnecchiando, avvolti nelle loro coperte, mentre Gimli era quasi contento di andarsene dal Bosco di Lothlòrien.

Alla fine, quando sull’accampamento fu calato il silenzio più totale, anche Andael si vide costretto a prendere sonno. Si rannicchiò sotto la coperta e chiuse gli occhi.

La guerra era proprio una cosa stupida, stupidissima, incoerente se possibile.

Come quando non riusciva a dormire, l’apprendista operò un incantesim… no, dai sto scherzando. Avete preso paura, eh?

Andael prese a giocare col suo ciondolo, quella semplice fascetta di metallo.

Non ricordava assolutamente nulla di come l’avesse ottenuta.

A detta di Saruman, poteva essere un dono dei suoi genitori, di quei genitori che non aveva mai conosciuto, oppure un semplice gingillo che aveva perso qualche viandante. Il Maestro non dava mai particolare rilevanza a quei dettagli.

- Porcaccia!- esclamò Andael; aveva perso la presa sulla catenina e il ciondolo gli era caduto. Rotolando, era andando ad infilarsi fra le braci del fuoco morente.

Interrogandosi su cosa fare, il giovane apprendista decise, per non ustionarsi le dita, di spegnere le fiamme residue con un semplice incantesimo.

E stavolta non scherzo, purtroppo.

Borbottando le solite formule inconsulte, agitò le mani in direzione delle braci.

Subito qualcosa accadde. Scoppiò una pioggia torrenziale. Una pioggia che però non veniva dal cielo, ma dalle foglie degli alberi, una pioggia di resina e di zucchero filato. Non credo voi abbiate mai visto cosa succeda quando queste due cose vengono mescolate. Eh, non è proprio un bel vedere. Del sapore, poi, meno se ne parla e meglio è per tutti.

- Andael!- ringhiò sottovoce (un quasi-ossimoro!) la voce di Charanna – che ti ho detto degli incantesimi improvvisati?-

- Che ci fai qui?-

- Sono venuta a salutarvi tutti quanti. Haldir e Rùmil vi accompagneranno domani al fiume, quindi li vedrete comunque… ma a me tocca restare a casa con la pazza sclerata. Uffa. In ogni caso, mio imbranato amico, cerca di non distruggere il mondo, quando gli altri non guardano.- con uno schiocco di dita, la fanciulla fece cessare la pioggia

- Come hai fatto?- chiese Andael, stupefatto.

- Sono una maga in incognito.- fece Charanna, seria.

- Davvero?-

- Ovviamente no, imbecille! Ci basta un’esaltata in famiglia. Questo era solo un trucco. La pioggia stava cessando da sola, io ci ho aggiunto solo qualche effetto di scena!-

Andael rise assieme alla sorella di Celeborn

- In gamba, Andael.- gli disse la giovane, tirandogli un leggero pugno sulla spalla – Rùmil dice che si fa così, fra voi maschiacci.-

Detto questo, l’Elfa gli voltò le spalle, dirigendosi in silenzio verso i Compagni addormentati e sussurrando qualcosa ad ognuno di loro.

Mentre Charanna salutava i nuovi amici in una maniera un po’ tutta sua, Andael si preoccupò di recuperare il proprio ciondolo dalla cenere. Sorprendentemente, era freddo. Lo guardò, perplesso, e potete immaginare la sua sorpresa quando vide che c’erano delle scritte, tutto attorno ad esso. Erano in una lingua decisamente strana, che però il giovane apprendista comprese come se l’avesse sempre conosciuta. Tradotte, le scritte dicevano più o meno così:    

 

“Un Anello per trovarli,

Un Anello per cambiarli

Un Anello per unirli

e di gioia illuminarli”

 

FINE CAPITOLO DODICESIMO

 

Ringraziamenti!

Evening_star: Sì, povero Saruman… ma abbiamo qualche speranza, visto che comunque Andael, per ora, si trova lontano da Isengard! Grazie per la recensione!! Sei un mito!

La ginestra: per adesso Gandalf e Ikar li ho lasciati un po’ in disparte, perché comunque hanno i loro guai, ma molto presto troverò il modo di reinserirli nella storia! Bacio!!

 

Kisses

CHARY

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Capitolo 13
*** Armi e bagagli ***


andael 2 - 13

 CAPITOLO TREDICESIMO

ARMI E BAGAGLI

 

Intermezzo giocoso e un po’ inquietante!!

Accoppiate ognuna di queste frasi al membro della Compagnia a cui è destinata!

 

Avete presente quei terribili giochi scritti sul retro delle scatole dei cereali o sui sacchetti del McDonald… ssssh, non dite McDonald davanti agli Elfi, altrimenti si spaventano! Comunque, sono convinta che in giovinezza ognuno di voi/noi abbia incontrato uno di quei giochi patetici che cominciano con “L’orsetto Teddy ha perso la strada di casa, guidalo nel labirinto fino ad OrsettiVille. E stai attento alle apine cattive!!”, oppure con “Il Grande Puffo ha preparato i regali per i suoi amici, ma ha fatto confusione con le carte e non capisce più a chi deve darli! Dai tu ad ogni Puffo il suo regalo!!”. Insomma, è qualcosa di triste e di patetico… quindi è perfetto per il tenore medio di questa ff!! Oltretutto Andael era entusiasta dell’idea… ma senza Grande Puffo e senza le apine cattive.

Qui di seguito vi propongo i saluti di Charanna… sarà facile per voi capire a chi sono destinati! (E non chiedetemi coma faccia Charanna a non ricordarselo, sappiamo tutti che non è molto normale, povera piccolina…)

 

  1. – Ma tu chi saresti? Ah, sei quello dell’Anello. Oh, beh, buona fortuna. Occhio che il Monte Fato è parecchio alto. Comunque grazie, mia cognata è lievemente meno pazza da quanto avete parlato
  2. – Dopotutto, i Nani non mi fanno poi tanto schifo. Complimenti, hai appena alzato la media della tua razza! Buon viaggio. Ah, buona fortuna anche da parte di Haldir… quando gli ho detto che tornavamo a salutarvi tutti è sparito un’altra volta. Prometto, un giorno gli insegnerò a non essere tanto nanofobico.
  3. – Non potresti portati via il gatto? Per favoooore… Thranduil sarebbe entusiasta di avere un piccolo mostro peloso che si agita per casa…
  4. – Erede o non erede, complessato o non complessato, complimenti per le tue doti organizzative. E buona fortuna per la guerra: ne avrai bisogno, se Andael tenterà di sconfiggere i nemici con le sue solite trovate geniali…
  5. – E tu chi diavolo… ah, ehm… chiunque tu sia, abbi tanta fortuna, eh. Mi raccomando
  6. – (Ma… un altro sconosciuto… e pure grosso! Ah, ma è quello che sta attaccato a Frodo notte e giorno… ehm… Pam? Sal? Sam? Nas? Oh, beh, aveva un nome tipo così…)… sì, beh, tanti carissimi auguri, eh.
  7. – Solo un consiglio disinteressato: non fartela scappare. A mio modesto parere, sareste una bella coppia. Haldir dice che… oh, ma a noi non interessa mica cosa dice Haldir! Ti pare che abbia voce in capitolo, uno che ha una fidanzata come me??
  8. – Ehy, tu sei quello dell’erba pipa! Complimenti davvero, un’ottima cosa. Buona fortuna per la guerra e, quando finisce suddetta guerra, torna a cercarmi, così ci facciamo una fumata in buona compagnia assieme a Rùmil. Ci tiene parecchio.
  9. – Coraggio, piccola. (se indovinate questa non ve la do buona: insomma, c’è una ragazza sola in tutta la stramaledetta Compagnia! Se non la indovinate, invece, vi faccio causa!) Lo so che è dura, ma se i Valar ci hanno fatte così strane, di certo avevano le loro buone ragioni, no? Non dovrei dirtelo, ma qui tutti ti vogliono bene.
  10. – Grazie per la dritta su come far stare zitte le persone. Se funziona con tuo zio, non so perché dovrebbe fare cilecca con mia cognata. In ogni caso, grazie, mi hai ridato fiducia nel fatto che sì, esistono persone peggiori della moglie di mio fratello. E adesso smettila di pensare che ha delle belle tette! Smettila, ho detto!!

 

Fine Intermezzo giocoso e un po’ inquietante

 

(16 febbraio 3019, Lothlòrien)

 

La mattina della partenza, alcuni Elfi portarono ai Compagni delle provviste ed altre cose che si sarebbero rivelate decisamente utili, strada facendo.

Il cibo era ormai lo strafamoso pan-di-via, che io ho sempre immaginato come una fetta biscottata e che invece mi pare che abbia persino un buon sapore, mentre le vesti avevano una lunga, lunghissima storia alle spalle.

Si trattava infatti dei mantelli elfici, quelli fantastici che cambiano colore e temperatura e che sono molto trendy in quasi tutta la Terra di Mezzo. Ma non erano comuni mantelli.

Erano stati cuciti da Galadriel in persona (ma sta male? Si è messa a fare taglio-e-cucito? Ma cosa le hanno dato da fumare?). Ovviamente, era stata aiutata dalle sue damigelle…

 

Flash-back

Taglio-e-cucito

 

- Io dovrei fare COSA?- Charanna guardò Haldir con aria traumatizzata – No. MAI.-

- Coraggio. Galadriel ha detto che devi darle una mano a cucire dei mantelli per la Compagnia. Forza, tesoro.-

- Cioè, non solo devo rinnegare i miei principi, che mi impongono di non fare lavori di questo genere, ma devo anche farlo assieme a lei? No, no. Piuttosto mi accoppio con Morgoth, qui, ora, sul pavimento della stanza.-

- Amore.- Haldir sospirò – Non ti interessa la sopravvivenza del mondo?-

- Sì, beh, un po’. Non abbastanza da sprecare alcune preziose ore della mia esistenza ad usarmi violenza per non dire a mia cognata che la detesto.-

- Come se non fosse universalmente risaputo.-

- Traditore! Tu stai dalla sua parte! Ammettilo!-

- Sì, tesoro. Io e tua cognata siamo innamorati e vogliamo fuggire in qualche isola misteriosa non appena volgerai altrove lo sguardo. Questa versione della storia si accorda col tuo ego?-

Charanna rabbrividì

- Assolutamente no.-

- Bene, perfetto. Adesso sei pronta per andare a fare taglio e cucito oppure devo continuare a torturarti psicologicamente finché non cadrai a terra, cerebralmente distrutta?-

- Uffa.-

 

Fine Flash-back.

 

Ecco, sì. Le damigelle.

Sorvoliamo però su tutto questo.

Sedetevi comodi e guardate ridacchiando la Compagnia dell’Anello, mentre si affanna per preparare le barche, per ricordare come funzionano le cose, per ripescare Konstantin che è finita nel fiume per dimostrare agli altri che possedeva il senso dell’equilibrio (Aragorn lo diceva che arrampicarsi su quell’arbusto non era una bell’idea…), per sostituire il remo che Andael era riuscito ad animare con un… beh, con un incidente magico, perché dire “un incantesimo sbagliato” suona un po’ ripetitivo. Sto finendo i sinonimi, cavolo.

 

(Qualche ora dopo)

 

La Compagnia faceva colazione, in attesa della partenza. Quando, ovviamente, si presentò l’ennesimo imprevisto

- Avete per caso visto mio cugino?- chiese Boromir, perplesso

- Credo sia andato a salutare Rùmil, prima di partire.- rispose Konstantin, sorridente

- Più di tre ore fa.- precisò Aragorn – Vi prego, ditemi che non è l’ennesimo imprevisto.-

- Aragorn.- Andael gli appoggiò una mano sulla spalla – è l’ennesimo imprevisto.-

- Non ditemi che quell’imbecille di Vanamir si è perso per la foresta!- esclamò Boromir

- Beh, questo non te lo so dire.- rifletté l’apprendista di Saruman – non ho mica la sfera di crist… ma… aspetta, io HO la sfera di cristallo!-

Gimli e Legolas si lanciarono contemporaneamente su Andael, nella speranza di fermarlo prima che estraesse dallo zaino una grossa palla trasparente, dentro alla quale vorticavano strane cose grigiastre e svariate bucce di mandarino.

- Andael, cosa diavolo è quella cosa?- fece Legolas, perplesso

- In teoria, e considerando il tutto con mente aperta e animo sgombro dai pregiudizi…- esordì l’apprendista, con un sorriso che era la quintessenza dell’innocenza – sarebbe la mia sfera di cristallo. Ah, non badate alla colla, l’anno scorso mi è caduta dalla torre, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi: funziona benissimo!-

- La prossima volta mi alleo con l’Oscuro Signore.- borbottava Aragorn – almeno i suoi seguaci hanno un minimo di organizzazione e disciplina… e non tirano fuori all’improvviso inquietanti gadget e strumenti di dubbio utilizzo…-

- Forte!- esclamò Konstantin, entusiasta – e come funziona?-

- Come vuoi che funzioni?- si sorprese Andael, sollevando le sopracciglia – Così, no?-

Detto questo, prese la palla di cristallo e la lanciò a terra, facendola rotolare come una palla da bowling. L’oggetto sferico iniziò una folle corsa, rischiò di investire due scoiattoli, aprì un buco grosso come una mano nel fianco della barca e, in ultimo, si tuffò nelle terse acque del fiume con uno “splash” che era un po’ tutto un programma.

- E adesso?- chiese Frodo, allungando il collo per guardare la palla, immobile sul fondo, come se la corrente non riuscisse a spostarla. Le bucce di mandarino giravano vorticosamente al suo interno.

- Adesso guardate tutti!- esultò l’Apprendista – è una cosa che mi è sempre piaciuta da morire!-

 

Fine capitolo Tredicesimo

 

Ringraziamenti!

 

La ginestra: ogni tanto questa storia ha una trama! E’ incredibile, ma non montiamoci troppo la testa! Scherzi a parte, questo era il mio scopo: fare una parodia che fosse un’alternativa alla storia originale… e se poi ci si appassiona, io non posso non essere felice!! Kiss (comunque, ecco un capitolo che di serio e logico non ha proprio niente… mi conservo la suspence per la rivelazione del prossimo capitolo!)

Evening_star: oh, Konstantin e Boromir ce ne metteranno un po’, prima di giungere ad un compromesso! Scherzi a parte, quel momento si avvicina a passi da gigante! Un bacio!

 

Chary

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Capitolo 14
*** Joy ***


andael 2 - 14

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

JOY

Ovvero

QUELLA NELLA BOCCIA PER I PESCI

 

La Compagnia stava ancora fissando la sfera di cristallo (Aragorn escluso, che stava valutando i danni riportati dalla povera imbarcazione a cui accennavamo in passato), quando una luce splendente si alzò dalle acque del fiume. Quando la luce si attenuò, c’era una strana ragazza che fissava gli eroici compagni

- Andael, si può sapere che diavolo vuoi adesso?- esclamò, incrociando le braccia davanti al petto. L’Apprendista la guardò con un sorriso ebete

- Ciao Joy! Questi sono i miei amici!-

- Ciao, ciao, ciao.- fece lei, senza grande interesse – Mi spieghi perché non mi lasci mai dormire in pace? L’ultima volta che mi hai chiamata ho fatto un brutto volo giù dalla torre di Isengard!- Andael guardò la giovane: era esattamente come la ricordava.

- Chi è lei?- chiese Legolas, che guardava la ragazza con aria inquietata

- Lei è Joy, per gli amici Spiritylla.- la presentò l’apprendista di Saruman

- Ovvero quella scema nella boccia dei pesci!- esclamò Joy, irritata.

Aveva l’aspetto di una qualunque ragazza: aveva i capelli lunghi, color crema, un viso gradevole e dei grandi occhi azzurri. Solo che era molto più… inconsistente. Sembrava davvero un piccolo fantasma molto combattivo

- Joy è la figlia del Nazgul numero 7- spiegò Andael, con aria fiera

L’intera Compagnia lo fissò come se avesse appena detto che la foresta stava andando a fuoco.

- Sì, sì. Non fate quelle facce, adesso.- sbottò Joy – quand’era ancora vivo e vegeto, mio padre aveva una figlia. Una figlia tanto scema da… oh, beh, non v’interessa…-

Improvvisamente, era diventata molto vaga. Andael scoppiò a ridere

- Raccontaglielo, dai! Ti prego! Dai!!-

- Va bene. Ho inghiottito l’anello di mio padre. Ecco la terribile verità. Il resto è abbastanza dubbioso, anche se sono convinta sia stata colpa di un mago con dei problemi, di un armigero che andava a letto con la mia mamma e, ovviamente, dell’Oscuro Signore. Quando mi sono svegliata c’erano degli strani maghi che mi guardavano con aria seria. Per quanto ne so, sono un Nazgul al contrario. Non per niente ho questo notevole look.-

Joy fece una piroetta su sé stessa. Effettivamente, se non assomigliava ad un Nazgul… aveva gli stessi identici vestiti dei fantomatici cattivoni, solo che erano completamente bianchi (salvo una grossa ed imbarazzante macchia rosa sulla spalla. Problemi in tintoria)

- E Typho dov’è?- chiese Andael, guardandosi intorno – di solito quanto ti chiamo è già qui a farci le feste!-. Spiritylla alzò gli occhi al cielo, batté le mani e… e un grosso cavallo inquietante uscì dal fiume, scuotendo la testa per liberarsi dall’acqua. E bagnando tutti i presenti.

Come la sua padroncina, anche lui era uguale ai destrieri malefici dei Nazgul. E anche lui era tutto del colore sbagliato. Era lilla. Qualcosa di imbarazzante, sul serio.

- Che questo insegni ai bambini a non succhiare i pendenti dei genitori.- commentò Konstantin, soddisfatta. Typho si voltò verso di lei, incamminandosi nella sua direzione con passo circospetto. Quando le fu di fronte, socchiuse leggermente la bocca, tanto da far passare un’enorme lingua rosa. Lingua che, immancabilmente, finì sulla faccia della ragazza.

- Che schifo.- commentò Boromir - chissà cosa mangia quella bestia.-

- Solo tofu e the verde biologico.- controbatté subito Spiritylla – e comunque si comporta più da cane che da destriero malvagio. Dobbiamo aver sbagliato qualcosa quand’era piccolino.-

- Ad ogni buon conto.- riprese Andael – ti ho chiamata per qualcosa di estremamente serio.-

- Fammi indovinare. Hai di nuovo perso quel libro con le donnine nude?-

- No.-

- Hai avvelenato qualcuno tentando di cambiare il colore ai tuoi capelli?-

- No.-

- Hai evocato un branco di bestie inferocite e igienicamente messe male?-

- No! Joy, niente di tutto questo! E’ solo che non riusciamo a trovare un nostro compagno e ti saremmo estremamente grati se tu utilizzassi i tuoi grandiosi poteri per darci una mano.-

- Oh, guarda, lo farei davvero volentieri.- la ragazza prese a studiarsi le unghie di una mano - ma credo che non ce ne sarà bisogno. Guardate un po’ là.-

Vanamir stava arrivando, correndo, inseguito da un drappello di guardie.

Teneva in mano un mantello nero con sopra disegnato un grande occhio fiammeggiante e gridava:- Vi ho detto che era solo uno scherzo!-

- VANAMIR!- esclamò Boromir, alterato – Che diavolo hai combinato questa volta?-

- Sono convinti che io sia l’Oscuro Signore in uno dei miei più riusciti travestimenti! Ragazzi, sarà meglio tagliare la corda, qui e ora!- gli rispose il cugino, gettandosi in una delle barche per nascondersi dalle guardie

- Va bene. Partiamo in fretta, prima che lo buttino in galera.- sospirò Aragorn, che aveva solertemente caricato tutti i bagagli (più o meno) sulle barche – Non possiamo ritardare ancora la partenza, oppure quando arriveremo a Mordor avremo già perso la guerra.-

- Concordo!- fece Vanamir, con un grosso sorriso. – Questi non hanno il senso dell’umorismo.-

- Non posso credere che ti avessero davvero preso per il signore oscuro…- borbottò Konstantin, perplessa – ci dev’essere qualcos’altro dietro…-

- Beh, ho fatto un favore a Charanna.-

- Che tipo di favore?- indagò Legolas, sospettoso

- Oh… un piccolo favore… nulla di che preoccuparsi.-

- Bene.- li interruppe Aragorn – abbiamo caricato tutto, possiamo partire.-

 

E così la Compagnia abbandonò la foresta di Lothlòrien.

E mentre le barche scivolavano leggere sul fiume dalle acque argentate…

- EHI! Io adesso che faccio! Andael, devi congedarmi!!!- strillava Joy, rimasta assieme al drappello di guardie – Ho già capito: mi tocca fare tutto da sola!-

Spiritylla sospirò, salendo in groppa a Typho – andiamo, bel cavallino.- gli disse.

E anche lei, l’anti-Nazgul, si allontanò, lasciandosi alle spalle la foresta di Lothlòrien.

 

(Contemporaneamente, a Caras Galadhon)

 

Charanna si sedette di fronte ad un albero e sorrise.

Sulla maestosa pianta era stato affisso un cartello. E uno sulla pianta vicina. E un altro su quella dopo ancora, così che tutta la foresta ne era invasa.

“Attenzione!” recitavano i cartelli “Pazza sclerata si aggira nei dintorni. Bionda con lo sguardo assatanato e con pazienza zero. Parla spesso per enigmi o facendo inquietanti giochetti mentali. Se la vedete, mantenete la calma e avvisate le autorità competenti. Verrà inviata una squadra di sicurezza, che la condurrà di nuovo al manicomio dal quale è scappata. (e comunque ha delle belle tette)”.

Sotto c’era un disegno, stilizzato eppure straordinariamente somigliante, di Galadriel, che lanciava saette dagli occhi e con dei piccolo fulmini fra i capelli.

Charanna rise ancora, prendendo fra le braccia quella grossa palla di pelo comunemente chiamata Morgoth. Accarezzando il folto pelo del gatto, rilesse il messaggio.

- Oh, quant’è bello conoscere gente nuova.- disse, sottovoce, pensando che, a guerra finita, avrebbe mandato un messaggio a Vanamir per ringraziarlo.

 

La coda!

 

Chary è tornata!

Dopo la depressione scolastica, il momento di vuoto d’ispirazione, dopo molte litigate con tutto il team delle Muse e con il mio computer, dopo aver odiato questa storia, dopo averne sentito la mancanza, dopo essermi ripromessa di cancellare il mio account su EFP e di non pubblicare più niente… rieccomi. Rieccomi con Andael e con le mie amate alter-ego, rieccomi con tutta quella follia che mi da’ ancora da vivere.

Chary, da poco diciannovenne e appena uscita da una brutta influenza, è tornata per voi!

… Voi tornate per lei!

 

Kisses

 

CHARY

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Capitolo 15
*** Navigantes ***


Andael 2 - 15

CAPITOLO QUINDICESIMO

IL VECCHIETTO E LE AQUILE

E

NAVIGANTES

 

(17 febbraio 3019, Lòrien)

 

- Guarda qua. Volantini ovunque.- Ikar strappò da un albero l’ennesimo foglio con l’avviso lasciato da Vanamir prima della partenza.

La Mezz’Aquila era intimamente sollevata: il peggio era passato, per il momento.

Al suo fianco camminava maestoso Gwaihir, il Signore delle Aquile, e, accanto a lui, Gandalf il Bianco. Come Ikar aveva sempre pensato, le vesti bianche gli stavano decisamente meglio di quelle grigie. Sì, non c’erano proprio dubbi in proposito.

- Allora, Ikar, cosa farai adesso?- chiese Gwaihir con voce possente.

L’Aquila nera e viola scosse la testa

- Ad essere sincera non lo so. Credo che potrei andare a cercare la Compagnia, per vedere come se la cavano. Dopotutto… beh, lo sai no?-

- Quel ragazzo, Andael. E chi penso che sia, non è vero?-

- Non so cosa pensi, capo. Se pensi che sia un emerito imbecille, un fannullone dichiarato, un imbranato apocalittico e un possibile distruttore della Terra di mezzo… beh, allora probabilmente hai ragione. Comunque, sostengo che prima o poi qualcuno dovrà dirgli di suo padre. Non possiamo mandarlo a zonzo per mezzo continente solo per scoprire che…-

- Sì, sì.- la bloccò Gwaihir (conquistandosi l’odio del lettore medio, che era sul punto di scoprire il grande segreto che ormai celiamo da svariati capitoli!) – Lo so.- poi cambiò argomento all’improvviso. Fissando la Mezz’aquila negli occhi, le chiese:- Ti stai affezionando a lui, non è vero?-

- NO!- esclamò Ikar, palesemente sconvolta – cioè… assolutamente NO. E’ già difficile viaggiare con lui senza prenderlo a beccate dalla mattina alla sera! No, capo, non guardarmi in quella maniera. Ho detto di no!-

Gwaihir rise in silenzio

- Va bene, va bene. Allora vai. Vai a cercare il tuo protetto, e continua a vegliare su di lui, come sempre hai fatto.-

Ikar sorrise:- senza dubbio alcuno, capo. Volo, vinco la guerra, e torno.-

Ma non disse per chi aveva intenzione di vincere la guerra.

 

(Lungo il corso del Grande Fiume. Barchetta uno)

 

- Vanamir, non sporgerti.-

Aragorn afferrò il compagno per il mantello e lo costrinse a sedersi

- Se non la smetti ti uccido.- lo minacciò, sull’orlo di una crisi di nervi

- Oh, mi piacciono i fiumi!- esultò Konstantin, che giocherellava con una mano in acqua – le barchette un po’ di meno, ma non importa. Andael!- chiamò, voltandosi verso l’altra barca – come va’ il viaggio dalla vostra parte del fiume?-

Parecchie onde più in là, l’apprendista gridò una risposta. Evidentemente, non abbastanza forte.

- Andael! Non riesco a sentirti!-

- Aspetta! Guarda che forza!-

Konstantin attese. Qualche secondo dopo vide due nere colonne di fumo alzarsi dall’altra barca. Non comprese subito. Ma Aragorn sì. Aragorn comprese subito.

E imprecò

 

(Barchetta due)

 

Il fuoco divampò nel momento esatto in cui Andael ebbe finito di pronunciare le formule magiche. Grattandosi perplesso il mento, l’apprendista cercò di capire cosa avesse sbagliato nel suo incantesimo.

- Andael, che hai combinato?- esclamò Legolas, non appena le fiamme ebbero raggiunto un’altezza considerevole

- Niente! Ho solo acceso un piccolo falò!- si scusò il giovane

- E per quale sconsiderato motivo l’hai fatto?-

- Beh, mi serviva un fuoco, altrimenti come potevo comunicare con Connie, sull’altra barca? Mi insegnate che urlare attira l’attenzione degli Orchi, quindi ho ripiegato sul sistema più sicuro, semplice e vecchio del mondo: i segnali di fumo!-

- E far scoppiare un incendio ti sembra un buon metodo per passare inosservati? Gli Orchi vedranno le colonne di fumo da miglia di distanza!- tuonò Gimli – ah, datemi la mia ascia, devo ammazzare questo pazzo furioso!-

Andael sorrise angelicamente. Borbottò qualcosa come “posso rimediare” e si mise ad agitare le mani di fronte a sé, mormorando una formula che aveva un suono piuttosto scemo, tipo “squueck bech na beck beck, tek, allak, vecchiak fattoriak”

 

(Barchetta uno)

 

- Adesso lo ammazzo.- dichiarò Boromir – scendo dalla barchetta e lo ammazzo.-

- Sempre così drastico.- sospirò Konstantin – Ma ti rilassi, ogni tanto? Hai provato con lo yoga?- detto questo incrociò le gambe e prese ad emettere una specie di “ohm” dalla bocca

- Mi correggo. Prima ammazzo lei, poi scendo dalla barchetta e ammazzo Andael.-

Aragorn aguzzò la vista, lasciandosi alle spalle i battibecchi dei due quasi-innamorati.

L’altra barchetta aveva smesso di emettere fumo, anche se la maggior parte degli uccelli che, inavvertitamente, le finiva vicino, viravano all’improvviso o crollavano nel fiume, parzialmente confusi. Nel momento in cui il vento cambiò direzione, i compagni della barchetta uno percepirono un penetrante odore di escrementi.

 

(Qualche ora dopo…)

 

Vanamir si rotolava per terra, ridendo come un matto

- No, ti prego, raccontami ancora una volta come vi siete ritrovati sommersi dalla merd…-

Andael fece crocchiare le dita, lanciando uno sguardo colpevole in direzione di Legolas e Gimli.

- Beh, ho solo tentato di spegnere le fiamme con l’incantesimo dell’acqua. Evidentemente però ho pronunciato male qualche sillaba… e ho evocato dal nulla una vera e propria valanga di…-

- Chiaro.- lo bloccò Aragorn – Spero solo che l’odore sparirà presto.-

Andael annuì, entusiasta:- non ho mai evocato nulla che durasse per più di un giorno.-

- Però la montagna di sterco non è scomparsa.- rilevò Legolas

- Beh, non è più sulla barca, almeno. Ammettetelo, il mio incantesimo ha funzionato, per una volta! Sono riuscito teletrasportare altrove tutta la cacca!-

- Spero davvero che quella montagna di robaccia sia arrivata in un posto isolato.-

- Assolutamente.- assicurò Andael – ne sono fermamente convinto.-

 

In quel preciso istante, in un luogo abbastanza lontano, i Nazgul ricevettero una sorpresa piuttosto sgradita. Ma noi non ci soffermeremo oltre sulle loro fantasiose imprecazioni e sulle loro reazioni non proprio da nobel per la pace e l’educazione.

 

Gli Hobbit si erano presto addormentati, stanchi per il viaggio, mentre Gimli e Legolas ancora tentavano di levarsi di dosso l’odore di… beh, sapete benissimo di cosa! Aragorn era molto indaffarato per mantenere vivo il fuoco da campo, mentre Vanamir s’impegnava con tutte le proprie forze per rendergli l’impresa pressappoco impossibile. Con un elenco del genere ad inizio paragrafo, sapete adesso cosa vi attende, vero?

- Noi due non abbiamo ancora raggiunto un accordo.-

Ci fu un lungo silenzio imbarazzante.

Poco lontani dall’accampamento principale, Konstantin e Boromir stava parlando. O, per meglio dire, lei stava parlando, mentre lui sembrava molto più interessato alle ramificazioni concentriche all’interno di una sezione di ramo. E questo è grave.

- Un accordo, Konstantin?- le chiese, perplesso – in merito a cosa?-

- Indovina.- sbuffò la ragazza, prima di inciampare in una radice nascosta e capitombolare addosso al compagno di missione – Stupida pianta.- bofonchiò – Comunque. L’ultima volta che ci siamo confrontati sul tema “sentimenti reciproci” hai tirato un pugno ad Andael. Questo significa che siamo tutti tranne dotati di equilibrio.-

- Non è una novità. E comunque ho un chiaro ricordo di te che dici “La pianto di fare la scema con Andael.”. Mi sembra un buon compromesso.-

- Ok. E questo sistema il mio rapporto con Andael. Mi spieghi allora a quale conclusione siamo giunti riguardo noi due?- Konstantin sospirò: detestava girare intorno alle cose. – insomma, non può essere tutto così complicato! Sembriamo due dotti intenti a scrivere un saggio sull’amore, e invece siamo solo due persone che devono capire se stare assieme o meno. Valar! Ma com’è che riesci a rendere tutto così complicato?-

Boromir sospirò a sua volta, accarezzando i capelli di Konstantin

- Credo che non sia il caso di… di fare niente, assieme. Non fraintendermi. E’ stato davvero bello stare con te, in questi giorni. Ho provato per te qualcosa che non avevo mai provato per nessuno. Ma sei la moglie di mio padre. E non voglio che questa cosa fra noi combini più disastri di quelli che già ci aspettano, quando torneremo a Minas Tirith. Credo che sia il caso di smetterla… prima di abituarci troppo al… reciproco affetto.-

Era un discorso lungo e terribilmente complicato, che nessuno dei due aveva voglia di affrontare. Straordinariamente, Konstantin reagì bene.

- Sono stata buona, con te.- sì, beh, relativamente bene – Ho avuto pazienza. Ma adesso a te l’ultimatum. Amanti o perfetti sconosciuti? Io non posso sopportare oltre questa relazione… mezza relazione… un quarto di relazione o cosa diavolo è.-

Boromir resse lo sguardo della ragazza. Una decisione complicata. No, non complicata nel senso che guardare Konstantin può essere difficile, bensì… oh, avete capito, vero? Altrimenti vi denuncio per palese inosservanza delle leggi sulla minima intelligenza obbligatoria per leggere le fanfic! Attenzione, eh. Non scherzo!!

 

FINE CAPITOLO QUINDICESIMO

 

La Coda

Ma tu guarda… ma quanto danno da studiare, questi professori maledetti?

Eccoci con un altro capitolo di Andael, ed è incredibile che lui non abbia fatto saltare per aria la Terra di Mezzo nel vano tentativo di prepararsi un toast!

 

Ringraziamenti

 

Loli89: sì, beh, sono piuttosto lunatica e ci sono momenti in cui odio tutto quello che scrivo, come ci sono i momenti in cui ne sono entusiasta. Poco male. Anche se credo che non avrei avuto il coraggio di “distruggere” Andael. Kisses!!

 

CHARY!

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Capitolo 16
*** Amnesie fasulle ***


andael 2-15

CAPITOLO SEDICESIMO

AMNESIE FASULLE

 

- Konstantin, io…-

- No. Niente puntini di sospensione. Una risposta, netta. Amanti veri o perfetti sconosciuti?-

Boromir tacque, pregando interiormente che un cataclisma interrompesse quel discorso.

Dopo qualche secondo di silenzio, l’uomo si rese conto che nessun disastro naturale sarebbe giunto per salvarlo dal confronto. Doveva prendere una decisione.

E fece la sua scelta. Piccola, stupida, insignificante, mostruosa. Due parole.

- Perfetti sconosciuti.-

- Bene.- Konstantin si morse un labbro. Appoggiò una mano sulla spalla di Boromir. – Saremo dei perfetti sconosciuti fra cinque… quattro… tre… due… uno. Buona sera, sono Konstantin.-

Boromir guardò la mano tesa della ragazza, cercando di capire se stesse scherzando.

- A proposito, signore, potrebbe per caso dirmi cosa ci faccio qui?- domandò di nuovo la giovane, guardandosi intorno con aria perplessa

- Konstantin, non è divertente.-

- Senta, o lei si presenta, oppure io mi metto a strillare!-

- Konstantin…-

- AAAAAAHH!-

Aragorn balzò fuori dal sacco a pelo, sguainando la spada. Legolas mise mano all’arco e Gimli strinse l’ascia (oh, beh, Gimli ci dorme, con quell’ascia. C’è chi dorme con una volpina di peluche, tipo l’autrice, e chi dorme con una mastodontica ascia bipenne incrostata degli altrui fluidi vitali. Sono gusti), mentre tutti gli altri continuarono a ronfare beatamente.

- Cosa succede?- chiese Aragorn, allarmato

- Aragorn, salvami, questo sconosciuto vuole farmi del male!- esclamò Konstantin, nascondendosi dietro al ramingo – ma tu guarda che gente vado ad incontrare…-

- Boromir, cosa le hai fatto?- chiese Aragorn, rinfoderando la spada con un lungo sospiro

- Niente!- si difese l’uomo – le ho semplicemente detto che non era il caso di restare insieme.-

- Cosa sta insinuando?- protestò Konstantin – io nemmeno la conosco!-

- Connie, smettila di comportarti come una ragazzina affetta da amnesia. Sai benissimo chi lui sia o perché noi siamo qui. Comportati da adulta ed affronta la situazione.- abbassò la voce, folgorando Boromir con uno sguardo – io e te ne parliamo dopo.-

 

(… dopo)

 

Ora Konstantin dormiva, angelicamente appallottolata fra le coperte.

Aragorn si prese la testa fra le mani, e trattenne la voglia di imprecare.

- Boromir, che sta succedendo?-

- Niente.-

- Sì, certo, e io ho le orecchie d’asino.-

- Aragorn, per favore. Se Konstantin vuole fare la ragazzina, allora va bene. Ma stanne fuori. Posso gestirla.-

- Sì, sì, ho visto.-

Il silenzio fu assordante. Peccato che durò poco.

Vanamir stava bofonchiando nel sonno, apostrofando una “graziosa pescivendola”.

Andael era stato legato ad un albero perché afflitto da sonnambulismo magico. (Sonnambulismo magico: grave disturbo del sonno, che comporta la continua evocazione di incantamenti, anche quando il soggetto è privo di sensi e della concezione del mondo attorno a lui. Insomma, Andael aveva sempre la sindrome da sonnambulismo magico…)

- Boromir, spiegami perché tu e Konstantin avete rotto.-

- Non era il caso.- rispose l’uomo, dimostrando una capacità di sintesi impressionante.

- Non sarà mica perché lei e Denethor…- Aragorn sospese la frase a metà.

-… no.- ammise Boromir, evidentemente a malincuore. Dopotutto, doveva pur affrontare quel discorso con qualcuno, no? E farlo in piena notte, sotto i probabili occhi di spie nemiche, mentre lo pseudo-mago della compagnia dormiva e rischiava di dare fuoco a tutto, nel sonno, era proprio l’ideale. Beh, almeno l’argomento non sarebbe venuto fuori durante una battaglia, come tutti gli argomenti degni di questo nome. (Avete notato che durante gli scontri fanno tutto tranne che combattere? Parlano, riflettono, hanno illuminazioni, si calano in lunghi flash-back, recitano ballate, si sposano, preparano torte, appendono poster colorati, regolano le luci, degustano il vino, controllano il livello medio delle acque del Nilo, s’interrogano sui misteriosi rapimenti degli UFO, parlano di chi vincerà la prossima edizione di Nemici (perché sono in battaglia, dopotutto), contano i cattivi abbattuti, scherzano, giocano, scartano i regali di Natale, ballano la macarena e si tengono occupati in altre sedici maniere diverse? Provare per credere.)

- Konstantin è… è come una bambina.- spiegò Boromir. Sì, beh, lui non era mica l’uomo delle analogie e dei lunghi discorsi. – Va tutto bene, finché è un’amica un po’ pazzerella che si mette in continuazione in pericolo e che, bene o male, sta’ combattendo una guerra per la salvezza del mondo. Ma quando… quando ci si impegna, con lei… tutto appare sotto un’altra luce.-

Decisamente non era l’uomo delle analogie e dei lunghi discorsi.

- Quando poi… quando poi diventa qualcosa di più… allora…- “allora ho una paura matta di deluderla. Di sbagliare. Perché è semplicemente perfetta, ma è fragile, come una farfalla, che svolazza incurante verso la bocca di un vulcano. Non voglio sbagliare con lei, e in questo momento, sento che potrei farlo. Ed è un rischio che non voglio correre” – Lascia perdere.-

- Lascio perdere.- concordò Aragorn. A volte si domandava perché le sue pare sentimentali gli sembrassero sempre così irrilevanti, quando pensava all’abisso di idiozia che preveniva ogni rapporto fra Boromir e Konstantin.

 

(24 gennaio 3019, sotto agli Argonath)

 

- Per i Valar…- Konstantin contemplava estasiata le massicce costruzioni di pietra, le somme statue dove i gabbiani non avevano il coraggio di defecare e dove il muschio di guardava bene dal crescere -… sono enormi!-

- Concordo.- annuì Andael.

La Compagnia aveva deciso di accamparsi a Parth Galen, se non altro per riprendersi dalla brutta baruffa avuta con una decina di orchetti viaggiatori (armati tuttavia dalla testa ai piedi) dal pessimo carattere e dalla più totale incapacità di comunicare diplomaticamente.

- Sono preoccupato.- ammise Legolas, sottovoce, parlando con Aragorn

- Nah, non tutti i viaggiatori che incontreremo saranno così, no?- rispose il Ramingo, mosso da chissà qualche perverso istinto.

Tacque per qualche secondo, rimuginando su ciò che aveva appena detto.

No. Erano normale che i viaggiatori armati fossero così terribili. Erano in guerra. C’era una grossa ombra nera che si estendeva da Mordor e il signore supremo della Malvagità Mondiale si stava personalmente mobilitando per estendere i propri domini.

Come ci si poteva aspettare un tranquillo viaggio?

- Aragorn, domani andiamo a vedere gli Argonath da vicino?- chiese Konstantin, facendo gli occhioni da cerbiatta speranzosa (mai vista? Peggio per voi.)

- NO.- ribatté l’uomo, irremovibile.

- Ma, dai!-

- Ho detto di no. Connie, tu non hai neppure vagamente idea di quante persone cattive si agitino qui intorno, aspettando solo il momento più opportuno per ammazzarci tutti quanti. Quindi no, non possiamo fare visite turistiche e no, non possiamo socializzare con i viaggiatori armati che incontriamo. Niente picnic, niente fuochi d’artificio, niente tuffi nel fiume. Niente! Ci fermiamo, riposiamo un po’, e poi ripartiamo in tutta fretta, chiaro?-

La ragazza deglutì, senza rispondere.

- Uffa.- disse poi, ritirandosi docilmente.

Beh, dopotutto, Aragorn era il capo, no?

 

(24 gennaio 3019, notte fonda, praticello verde di Parth Galen)

 

-  Volete spegnere quella luce maledetta?- Gimli sbucò fuori dal sacco a pelo, brandendo l’ascia

Andael cercò goffamente di nascondere una grossa lampada da discoteca, di quelle tutte con gli specchietti, evocata chissà come

-… ehm… sì, certo, eseguo subito!- disse, solerte, schioccando le dita nel vano tentativo di farla scomparire così com’era apparsa, ma riuscendo solo nell’impresa di renderla più grande e luminosa.

- Valar, datemi la forza.- borbottò Aragorn, svegliandosi per l’ennesima volta da suoi sogni.

Sogni che contemplavano Arwen seminuda, per lo più. Monotono.

- Adesso lo ammazzo per davvero.- esclamò il Nano, gettandosi contro l’apprendista stregone.

Andael schivò l’assalto, ma per farlo dovette mollare la presa sulla sfera luminosa, che prese a volteggiare verso l’alto, fino a scoppiare nel cielo notturno.

- Perfetto. Se avevamo ancora qualche microscopica speranza di passare inosservata, quella ha dato il colpo di grazia a qualunque desiderio di segretezza.- sospirò Aragorn, ormai rassegnato al peggio. – Preparate la vostra roba. Si riparte.-

- Ma… è notte fonda!- protestò Legolas, che aveva letto e riletto l’indicazione cronologica ad inizio paragrafo e che, legittimamente, era ancora intontito dal sonno.

- Lo so che è notte fonda.- precisò Aragorn – Ma non possiamo restare fermi ancora molto. I nemici saranno sulle nostre tracce e, credetemi, non vorrete essere in voi stessi quando ci troveranno e dovremo confrontarci in una grossa battaglia.-

In verità, sperava che la battaglia fosse la cosa più lontana dell’intera vicenda.

Cosa strana da pensare, durante una guerra gigantesca e nel bel mezzo di una missione tatticamente fondamentale…

 

La Coda!

Chiedo scusa se la comicità sta’ un po’ scemando, ma il mio morale è un pochino sottoterra, quindi ci sono alcuni problemi tecnici ad essere allegra, sulla carta! Tuttavia, mi impegnerò di più! In ogni modo, quando passerà questa parte del racconto, sarà abbastanza più semplice, per me, gestire i personaggi (in quanto saranno divisi) e ognuno avrà diritto al suo piccolo cantuccio ed alle dovute attenzioni. Quindi aspettate speranzosi!!

 

Ringraziamenti

Loli89: eh sì… il Segreto si fa sospirare… viene sottointeso in parecchi pezzi, ma prima o poi verrà rivelato! Muahahaha! Grazie per la recensione e sappi che Konstantin e Boromir stanno arrivando ad un momento cruciale del loro “curioso rapporto”… e che Andael si sta applicando per distruggere definitivamente la minaccia di Mordor… assieme a tre quarti della Terra di Mezzo!! Kisses

 

KISSES

CHAR--

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Capitolo 17
*** I Guadi dell'Isen e i Guai di Spiritylla ***


andael 2 - 17

CAPITOLO DICIASSETTESIMO

I GUADI DELL’ISEN E I GUAI DI SPIRITYLLA.

 

- Ok. L’amnesia non era divertente.- bofonchiò Konstantin.

La Compagnia stava avanzando faticosamente su sentierini malefici e popolati dai vegetali più assurdi e dalle proprietà tossiche più svariate.

Così assurde che neppure Saruman nelle sue gite scolastiche meno riuscite aveva costretto Andael a venirci a stretto contatto.

Le scorciatoie… miei cari lettori, diffidate sempre delle scorciatoie!

- No. L’amnesia non era affatto divertente.- ribatté Boromir

- Ho solo cercato di sdrammatizzare. Buttarla sul ridere era la maniera più semplice. Per entrambi.-

L’uomo la guardò. No.

La cosa più facile per lui sarebbe stata prendere e dirle che sì, diavolo, che l’amava immensamente, che era pronto a fare qualunque cosa per renderla felice, e che, maledizione, si sentiva un tale imbecille, perché non aveva il coraggio di dirle tutta la verità.

- Come sempre, non hai nulla da dirmi.- Konstantin sospirò, grattandosi il collo – Poco male. Me ne farò una ragione, prima o poi.- coraggiosamente, abbozzò un sorriso – Per ora, possiamo essere perfetti sconosciuti senza detestarci per forza.-

Gli tese di nuovo la mano, stavolta con un’espressione solo serena

- Piacere. Sono Konstantin.-

- Piacere mio. Io sono Boromir.-

 

(Guadi dell’Isen, 24 febbraio 3019)

 

- Mio amato Typho, qualcosa mi dice che il mio infallibile fiuto per le strade ha fatto cilecca ancora una volta. Tradotto, non ho idea di dove siamo finiti.-

Il cavallo lilla sbuffò, agitando la testa.

Joy scese dalla sella, inciampando in un cadavere.

- Schifo!- strillò, aggrappandosi al collo di Typho.

Preso il coraggio a due mani, si guardò attorno.

- Cavolo, tesoro.- borbottò, accarezzando la criniera del suo nobile destriero – qualcosa mi dice che siamo finiti nel bel mezzo di un campo di battaglia.-

C’erano Orchi dappertutto.

E nelle posizioni più assurde.

Sembravano un puzzle. Un puzzle montato nel verso sbagliato, con i pezzi messi un po’ a casaccio. Incamminandosi in quella piana desolata, Joy inciampò di nuovo, in uno straccio impolverato. Lo raccolse, cercando di capirci qualcosa.

- Guarda, Typho.- ridacchiò, fuori dalla realtà com’era suo solito – c’è un cavallo su questa bandiera!-. Era vero: un cavallo bianco correva sullo sfondo scuro.

- Ecco.- riprese Spiritylla – se avessi seguito con più attenzione il magister Theofatus quando mi spiegava le bandiere del mondo, forse adesso saprei da dove vengono questi.-

Typho nitrì, sconsolato.

Persino lui sapeva a chi appartenesse quello stendardo.

E voi? Sapete dirmi che regno ha come bandiera un cavallo bianco su campo scuro? E qual è la capitale del Burundi?

No, tranquilli, era solo una domanda per vedere se stavate attenti. Il Burundi non c’entra affatto.

-… mmh… mi pare di ricordare qualcosa…-

Intanto Joy era assorta nelle sue meditazioni.

Come potesse stare impalata in mezzo ad un campo di battaglia, con l’orlo della veste immerso in una pozza di sangue di orco, questo è un mistero della sua piccola psiche.

Quello che è certo, è che Joiandra, alias Joy, detta Spiritylla, aveva un contatto con la realtà che si faceva sempre più labile ogni minuto che passava…

- Credo…- biascicò, guardando Typho -… che sia la bandiera del Burundi.-

Il cavallo nitrì di nuovo, esasperato.

- Signorina, posso fare qualcosa per aiutarla?- le chiese una voce, all’improvviso.

- Paura!- strillò Joy, nascondendosi dietro al collo di Typho

- Ti pareva. Non ci mancava altro che una pazza psicopatica. Sire, per favore, torniamo all’accampamento. Non vorrei che gli orchi caricassero all’attacco prima del previsto e ci cogliessero impreparati.-

- E lasciare una donzella nel bel mezzo del campo di battaglia? Grimbold, dove finirebbe il nostro onore, se permettessimo a questa fanciulla di trovarsi nel mezzo dello scontro?-

Intanto Joiandra si era un po’ calmata.

Uscendo dall’ombra rassicurante di Typho, si sporse in avanti, verso i due guerrieri.

- Chi siete?- chiese, ormai più perplessa che spaventata.

Quello che sembrava più anziano si presentò per primo

- Sono Grimbold, comandante in capo dei Rohirrim, e costui è…-

- ROHAN!- la strana ragazza si batté una mano sulla fronte – ecco di chi è la bandiera col cavallo bianco! Oh, sono proprio un genio!-

Improvvisò un balletto piuttosto imbarazzante, danzando attorno a Typho.

- Sì, proprio Rohan.- rise l’altro guerriero.

Con un movimento fluido ed elegante, si tolse l’elmo.

Aveva un viso giovane, e gentile, e lunghi capelli scuri, chiusi in una massiccia treccia.

Joiandra piegò il capo sulla spalla, guardandolo perplessa.

Lui rise, di nuovo, e le baciò galantemente la mano spettrale

- Io sono Thèodred, figlio di Thèoden, signore di Rohan.-

 

(Accampamento dei Guadi dell’Isen)

 

- Mio signore, non credo sia una buona idea trascinarci dietro quella pazza furiosa. Tanto più che la battaglia riprenderà presto e non possiamo immaginare cosa…-

Thèodred alzò una mano, stroncando sul nascere le proteste del suo secondo in capo – sì, ammetto che è un po’ strana. E che non mi sembra molto normale. Ma è… è lì, sperduta nel vuoto più totale, non conosce nessuno, si guarda intorno come se si fosse appena svegliata da un sonno durato mille anni, e parla in continuazione con quel suo cavallo lilla. Se la battaglia va come spero vada, entro domattina saremo sulla via del ritorno. Allora la porteremo con noi a Rohan e lì, sono sicuro, troveremo qualcuno che si prenda cura di lei.-

Thèodred ridacchiò fra sé e sé.

Immaginò di chiudere la strana fanciulla assieme a suo cugino Eomer e di passare dopo qualche ora a vedere se lui era impazzito o se lei era stata barbaramente ammazzata. O se erano accadute entrambe le cose. Non si sa mai.

 

(24 febbraio 3019, Caras Galadhon)

 

- Se li conosco bene, si faranno tutti ammazzare.-

Charanna camminava nervosamente su e giù per il balcone.

Haldir, seduto sul parapetto, la guardava, nel vano tentativo di soffocare uno sbadiglio.

Ed ecco! L’isteria della sua donna aveva ricominciato a farsi sentire.

“Adesso inizia il suo monologo. Elenca tutto quello che potrebbe accadere agli sventurati membri della Compagnia…” pensò, distratto

- Ci sono i nemici, e ci sono altri nemici, e c’è una distesa sterminata di nemici, e di cose crudeli e davvero puzzolenti. E se sopravvivono alla battaglia, ci sono ottime probabilità che si prendano qualche malattia mentre stanno tornando a casa! Oddio, Haldir! E se qualcuno cade nel Monte Fato? Benevolenza di Iluvatar! Se capitombolano in un rovo avvelenato?-

- Chary, guarda che non tutti i membri della Compagnia sono imbranati come Konstantin.-

Charanna tacque qualche secondo, fissando il proprio compagno con gli occhi sgranati

“Dannazione” imprecò Haldir, fra sé e sé “Non dovevo interrompere il suo monologo…”

- HALDIR!-

 

(Accampamento dei Guadi dell’Isen)

 

- E tu come ti chiami?- il generale guardò Joy con espressione chiaramente scettica. Stava per dire qualcosa, che sarebbe stato un saluto cortese o più probabilmente un chiaro invito a tenere chiusa quella boccaccia, quando la ragazza alzò un braccio e lo zittì – no, no, aspetta. Non m’interessa minimamente.-

E se ne andò, impettita nonostante i grossi sassi disseminati per l’accampamento.

Spiritylla era fatta così. Orgogliosa come imponeva la sua estinta stirpe, altezzosa come gran parte dei Nazgul (che, in fondo, hanno anche ragione, dai, chi non vorrebbe scorrazzare in lungo e in largo con cavalli minacciosi e armi potenzialmente mortali!), eppure fifona come un piccolo Hobbit in giro per il mondo e completamente persa nel suo mondo alternativo, con la testa sempre fra le nuvole come solo lei sapeva fare.

Infine, dato che la maggior parte dei soldati faceva stolti apprezzamenti sulla sua forma fisica, anche se relativamente inconsistente, e Grimbold aveva minacciato di annegarla in un secchio se non la smetteva di distrarre le truppe, Spiritylla si sedette giusto in mezzo all’accampamento, incrociò le gambe nella posizione del Loto e, assieme all’amato Typho (cosa ne sa poi un cavallo della posizione del Loto, dico io! Può forse incrociare le zampe?) piombò in una meditazione talmente profonda che niente e nessuno riuscì più a svegliarla.

 

FINE CAPITOLO DICIASSETTESIMO

 

La Coda

 

Scuola dannata, finisci in frettaaaaa!

Ok. Scleri dell’autrice a parte, non vedo l’ora di concludere questo “capitolo” delle saghe di Andael, perché finalmente la Compagnia si divide ed io non devo gestire quindicimila personaggi contemporaneamente. Fra qualche capitolo, infatti, ognuno avrà i suoi bei paragrafi e prometto di non lasciare troppo in disparte nessuno (a parte gli Hobbit, ogni tanto. Così, per non perdere l’abitudine…)

 

Ringraziamenti

 

Loli89: Poveri Hobbit… cercherò di non dimenticarli più! Comunque sì, Andael è una minaccia SEMPRE e COMUNQUE… e aspetta di vedere il seguito! Suo padre verrà fuori.. prima o poi. E’ che si vergogna di essere il responsabile della venuta al mondo di tanta idiozia!! Kisses

Evening_Star: rieccoti! Cominciavo a domandarmi dove fossi finita! Scherzi a parte, bentornata su questi schermi. Anche tu, aspetta fiduciosa… Andael’s father prima o poi verrà smascherat… eh, volevo dire, rivelato al mondo. Per quanto riguarda Connie e Boromir, presto avremo una svolta decisiva! Per quanto riguarda Joy, che avrai capito ha la testa fra le nuvole come nessun altro, prepariamoci a sentirla spesso… XD. E fra un po’, ritorna Charanna!

 

Char--

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Capitolo 18
*** Spiritylla va in battaglia ***


andael 2 - 18

CAPITOLO DICIOTTESIMO

SPIRITYLLA VA IN BATTAGLIA

e

DIALOGHI CON LA MUSA

 

(Nel bel mezzo della battaglia dei Guadi dell’Isen)

 

Come avrete intuito dall’indicazione cronologica ad inizio paragrafo, Joiandra si scosse dalla meditazione nel bel mezzo della battaglia dei Guadi dell’Isen.

C’era una confusione allucinante, e non solo perché l’anti-Nazgul, da brava ex-principessina, non aveva mai aperto un manuale di tattica militare che fosse degno di questo nome (e la “Breve storia romanzata di un cavaliere e del suo bianco destriero”, a fumetti, distribuito come inserto di un rivista di dubbio utilizzo, non era da considerarsi tale), ma anche perché c’erano Orchi dappertutto, e soldati che combattevano, e generali che gridavano ordini a destra e a sinistra, e persino Typho si era districato dalla posizione del Loto (immaginatevelo. Typho nella posizione del Loto… certo che questa storia è assurda forte, eh…) e se l’era data a zampe levate. Cavallo codardo.

- Grumpf.- grugnì un Orco, bloccandosi davanti a Spiritylla

- E tu che vuoi?- domandò lei, perplessa.

Ve l’ho detto, vive in un altro mondo…

Non era ancora riuscita a connettere che, in quella battaglia, i meccanismi erano semplicissimi. Orco vede Uomo. Orco ammazza Uomo. Altro Uomo arriva ed ingaggia altra battaglia con Orco. Ripetitivo e anche un po’ banale.

Tuttavia, questa è la guerra.

- Greeempf.- ribadì l’Orco

- Senti, ho un’emicrania assurda, e tu proprio non aiuti un granché. Piuttosto, prova a dire ai tuoi colleghi di fare un po’ meno confusione, vuoi? Qui c’è qualcuno che cerca di meditare in pace!-

Era un discorso lungo e pieno di parole, il cui senso complessivo sfuggiva completamente al non molto sviluppato cervellino di cui Madre Natura aveva dotato gli Orchi.

Così, il bestione estrasse una daga (un pochino arrugginita, ma funzionale allo scopo!) e fece per porre fine all’esistenza, ma soprattutto alle chiacchiere incoerenti, di quella strana umana.

- Ma che maleducato!- esclamò Joiandra, spostandosi di scatto, giusto in tempo per schivare il fendente – Ma ti pare il modo di trattare una signorina?-

L’Orco strabuzzò gli occhi, e stava per controbattere quando una spada gli staccò di netto la testa. Il macabro trofeo rotolò a terra, mentre il corpo vagabondava per qualche passo, prima di rendersi conto di essere morto, e quindi capitombolare giù.

- Amica mia, benvenuta nella prima battaglia della tua vita. – la salutò la voce di Thèodred.

- Le battaglie sono stupide e noiose.- bofonchiò lei, imbronciata

Il giovane trafisse un altro nemico in rapido avvicinamento.

- Hai ragione. Non piacciono neanche a me. – sorrise – Ora, ti abbassi un secondo, grazie.-

Joiandra si inginocchiò a terra, e Thèodred colpì con una lama da lancio l’Orco bavoso che stava dietro di lei.

- Mi annoio. Fai finire questa guerra, adesso.-

- Va bene.- Thèodred finse di stare al gioco - Aspetta un attimo che ci provo.- schioccò le dita e sbatté le palpebre – uffa, non funziona. E quello è l’unico incantesimo che conosco!-

- Succede. I Valar non possono pretendere che tu sappia tutto e sempre.- annuì Spiritylla, comprensiva, mentre il suo interlocutore teneva a bada due Orchi contemporaneamente.

Per qualche istante i due non dissero niente, una assorta in riflessioni sicuramente contorte e l’altro, come pare ovvio a tutti i miei lettori, troppo impegnato per parlare.

- Posso fare qualcosa per darvi una mano?- chiese poi Joiandra, volenterosa

- Sai usare una spada?-

- No. –

- Un arco?-

- No. –

- Una lancia?-

- Una che?-

- Una qualsiasi arma volta a ferire il tuo orchesco prossimo?-

-… temo di no. -

- Bene. Allora accucciati dietro quella roccia e non muoverti finché non vengo a riprenderti.-

- Questo mi piace!- ridacchiò la ragazza, saltando in piedi. Fece una mezza piroetta e, inavvertitamente, colpì alle palle uno degli Orchi dietro di sé.

Poi, senza degnare del minimo sguardo lo scontro che infuriava attorno a lei, si diresse verso la roccia indicatale da Thèodred.

 

(Ai piedi di Amon Hen, boschetto oscuro e misterioso)

 

Frodo vagabondava da solo nel bosco.

 

Dico io, ma siamo impazziti?

Già è piccolo e non è capace di usare una spada se non come spiedo (senza offesa per tutti i fan di Frodo, eh!), poi ha una vocetta così fioca che non lo sento neanche se mi chiama da dieci centimetri di distanza, e comunque il bosco è pieno di orchi.

Ma ragazzi, per favore!!

- Chary, adesso stai esagerando!-

Ed ecco che la Musa ritorna…

- Ma dai, non sembra paradossale anche a te?-

- Paradossale un corno! Adesso il tipo schizzato gli fa quel discorso idiota, poi capita tutto quel casino e la compagnia si scioglie con somme lacrime e dubbi amletici. Non mi sembra tanto complicato! Suvvia, Autrice dalle doti piuttosto dubbie! Muoviti a scrivere!-

Ecco, vi rendete conto in che ambiente di lavoro di trovo? C’è questa Musa completamente fuori controllo che mi tiene in uno stato di semi-schiavitù

- Guarda che so cosa stai scrivendo!-

- E come fai?-

- Sciocca, lo stai scrivendo su un monitor! E io sono dietro di te!-

-… accipicchia, ce l’ha sempre vinta lei…-

 

Cosa stavo dicendo?

Ah, sì. Frodo vagabondava da solo per il bosco.

Doveva pensare a che strada prendere, per proseguire il viaggio. Senza il sostegno di Gandalf si sentiva spiazzato, e proprio non riusciva a pensare a quanto potessero essere decisive le sue scelte. Proseguire verso la Breccia di Rohan, e calarsi nel bel mezzo delle guerre fra gli Umani e le armate di Sauron/Saruman? Oppure tentare di raggiungere Mordor da Nord, affrontando l’irta traversata degli Emyn Muil, che Gimli aveva sconsigliato caldamente? Ma perché diavolo non se n’era rimasto nella Contea, a fumare le foglie che in autunno cadono dagli alberi o a prendere il primo sole di primavera? A giocare con la neve, a fare i pupazzi e gli scherzi idioti a Sam… perché, perché, perché toccava a lui, salvare il mondo?

 

Ce lo stiamo chiedendo anche noi…

- CHARY!!-

- Va bene, continuo a scrivere, continuo a scrivere…-

 

Ad un tratto, il Portatore sentì una voce, che proveniva dalla base del colle (vi ho fregati, eh? Credevate che Amon Hen fosse un monte altissimo dalle cime innevate, eh? E invece è solo un misero colle, una collinetta verdeggiante piena zeppa di rovine e di pattuglie di Orchi inviate da Saruman! Oh, dannazione, questo non dovevo dirvelo…).

Si avvicinò, dubbioso, visto che proprio non era capace di pensare ai fattacci suoi, finché non riuscì ad identificare la voce come quella di Boromir.

Sembrava piuttosto incazzato. E, cosa peggiore di tutte, stava parlando con un albero.

 

FINE CAPITOLO DICIOTTESIMO

 

La Coda!!Anticipando che non sono la Conoscitrice Mondiale del Signore degli Anelli, per la Battaglia dei Guadi dell’Isen ho dovuto arrangiarmi come sapevo, quindi, per favore, non consultate manuali di battaglia a mia insaputa, a meno che non siano la “Breve storia romanzata di un cavaliere e del suo bianco destriero”, che quello andrebbe bene comunque….

 

In secondo luogo, come forse ho già detto, fra un po’ la Compagnia si separa e (grazie a Dio) avrò modo di dare a tutti i personaggi l’attenzione che meritano (compresi alcuni che sono un po’ scoparsi, tipo Vanamir che non sta facendo un tubo di niente, e l’amata Ikar, presto di ritorno su questi schermi!)

 

Ringraziamenti

 

Evening_Star: Joy è molto contenta degli apprezzamenti!! No, ti giuro, sta saltellando tutta allegra per la stanza! Riguardo l’altro fattaccio… mmh, lo scopriremo solo vivendo!

 

Loli89: Sì, beh, Typho è una delle mie creazioni più amate… ovviamente è l’anti-cavallo-Nazgul!! Un bacio!

 

Ancora grazie a tutti i miei tre/quattro lettori (o quanti siete… contatevi!!)

 

CHAR--

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Capitolo 19
*** Intermezzo di metafanfic ***


andael 2 - 19

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

PARLARE CON GLI ALBERI AIUTA

ovvero

INTERMEZZO DI METAFANFIC

 

Nota dell’Autrice.

Cosa vorrà mai dire “Metafanfic”? Beh, è qualcosa tipo il metateatro. Solo che in questo caso non è una riflessione sulla fanfic, situata dentro la fanfic, ma è un dialogo pacifico (o un diverbio furioso, non ne sono ancora stata messa a parte), fra una parte dell’Autrice (nello specifico, la sua iperzelante Musa) e uno o più personaggi del racconto. Detto questo, si va in scena.

 

- Sei uno stupido cretino incompetente!- stava dicendo Boromir, brandendo minacciosamente un ramo secco. Sembrava davvero molto impegnato ad offendere l’albero, tanto che nemmeno si era accorto della presenza di Frodo.

Il Portatore scosse la testa: era evidente che Boromir stava definitivamente impazzendo.

Poi infilò una mano sotto al mantello, estraendo un copione strapazzato e privo delle pagine finali, dato che i punti di cucitrice stavano iniziando a perdere il loro mordente.

- Là c’è la ragazza della tua vita, e l’unica cosa a cui riesci a pensare è “e se poi combino qualche casino?”. Dannazione, non ti sembra il momento di crescere?- Boromir stava ancora dialogando con l’albero (vedi cosa succede? Mandi uno a far legna nei boschi, ed ecco cosa succede! Santissimo Cielo, la prossima volta mandate il Nano a far legna, e poi vediamo se capita un simile sfacelo!).

Da dietro un alto faggio, apparve la Musa dell’Autrice.

Picchettò gentilmente sulla spalla di Boromir, cercando di attirare la sua attenzione

- Secondo il copione, adesso dovresti cercare di prendere l’Anello a Frodo.- gli suggerì (con una cortesia che usa solo coi personaggi. Perché tratta tutti bene, tranne me? Mi rivolgerò al sindacato!)

- Adesso ho altro a cui pensare.- la liquidò l’uomo, tornando a borbottare contro l’albero ma, ormai l’avrete capito da soli, più contro sé stesso

- Sì, ma se tu non salti addosso a Frodo e lui non si mette l’Anello, il racconto non va avanti!- protestò la Musa, con una vocetta un po’ isterica – Non posso essere l’unica, qui, che pensa alla fanfic, mentre tutti voi siete presi nelle vostre occupazioni più irrilevanti!-

- Ti ho detto che adesso ho altro per la testa.- ribadì Boromir, con quella testardaggine che doveva aver ereditato dal mostro di fang… ehm, volevo dire, da suo padre.

- Ma se Frodo non sparisce e non ha quella visione strana, come faccio a…-

 

E in quel momento, Frodo scomparve, e nella radura rimase solo l’eco della sua voce, che ripeteva: - Ma che cazz…!-

 

(Guadi dell’Isen, sera del 25 febbraio 3019)

 

Thèodred di Rohan era caduto in battaglia.

E, purtroppo, non nel senso che era caduto e si era sbucciato un ginocchio come gli era successo a quattordici anni, andando sull’altalena.

Caduto nel senso che era lì, moribondo, con quindici ferite superficiali e una che era tutto tranne lieve. Accipigna (sì, lo so, quest’imprecazione cancella definitivamente il pathos della scena… ma aspettate di leggere il seguito…).

Il giovane aveva detto a Grimbold e ad un tale Elfelmo, giunto in ritardo coi rinforzi ma alla fine giunto, che avrebbe tenuto lui i guadi, attendendo suo cugino.

Quindi stava lì, moribondo, fra i cadaveri dei nemici abbattuti, quando una voce, l’ultima voce che si sarebbe aspettato di udire, mormorò alle sue spalle

- Non sei venuto a riprendermi.-

Joiandra si avvicinò lentamente. Anche se in possesso di una capacità di astrazione che stava rapidamente diventando proverbiale, comprendeva la situazione. E la sua voce era triste.

- Ho avuto un contrattempo.- sussurrò Thèodred

- Ho sentito.- la ragazza si sedette accanto al guerriero, passandosi fra i capelli un pettine saltato fuori da solo Iluvatar sa dove. Ci fu un breve silenzio. – Vuoi che aspetti con te?-

- … ti dispiace?-

- No. Comunque avevo ragione io. Le battaglie sono stupide.-

- Molto stupide.- convenne Thèodred. Era incredibile. Stava morendo, eppure la presenza di quella pazza schizzata vestita di bianco riusciva ancora a farlo sorridere.

“Se, cosa quanto mai improbabile, esco vivo da questa maledetta guerra” ponderò il giovane “potremmo diventare amici.” la guardò, considerando che era tutto tranne che una brutta ragazza “… amici.” 

- E’ un tipo puntuale questo tuo cugino?-

- Di solito sì. –

- Meno male, perché se continui così ti sporcherai tutti i vestiti di sangue.-

Dopo quella sentenza un po’ particolare, Joy rimase immobile per qualche istante, riflettendo. Poi il suo viso s’illuminò. Aveva avuto una delle sue idee geniali

- Se vuoi ti metto un cerotto. O una benda. Meglio la benda, ora che ci penso.-

E, senza aspettare risposta, si diresse verso Typho, nella cui sella teneva la Borsa del Pronto Soccorso. Oggetto più che necessario, dato che Andael, quando andava a fare le scampagnate nel bosco, rischiava di ferire mortalmente più o meno ogni forma di vita senziente che gli capitava di incontrare…

E così l’anti-Nazgul era diventata una provetta infermiera per situazioni complicate.

 

(Accampamento ai piedi di Amon Hen,che sta per essere ridotto in cenere dall’ira della Musa)

 

Andael infilò il dito nel suo ciondolo che, a conti fatti, assomigliava molto ad un anello, visto che aveva persino le scrittine in lingua sconosciuta (vedi: fine capitolo 12).

Legolas si bloccò per qualche istante, ascoltando il relativo silenzio.

- Avete sentito qualcosa?- chiese poi, perplesso

- No. - fu la risposta unanime

- No, niente, mi pareva di aver sentito qualcuno urlare “ma che cazz…”, ma devo essermelo sognato. Ho i nervi un po’ a fior di pelle, in questi giorni.-

 

(Imladris, quasi contemporaneamente)

 

- Vuoi del the?-

Glorfindel emerse dalla cucina con una teiera e due tazze

- Scusa un po’. Una si fa svariati giorni di volo a velocità razzo, e tu le domandi se vuole un the? Razza di Elfo demente, NO, che non voglio un the! Voglio che tu mi dica cosa prevede la missione, adesso!-

- Continua come da copione, dai!- Glorfindel sospirò.

Mezze Aquile. Sempre un po’ più strane.

- Cioè, non devo raggiungere nuovamente la Compagnia, ma devo continuare a seguire i miei ordini come se niente fosse. Cioè aiutare quegli insopportabili Uruk e insegnare loro come si cattura un Hobbit con un Anello? E’ questo che devo fare?-

Glorfindel sorseggiò distrattamente il the bollente

- Esatto.- disse, serafico

- Ma allora perché sono venuta fin qui a chiedertelo, quando lo sapevo benissimo?-

- Perché, mia cara, stai semplicemente impazzendo. Non temere, in questa fanfic pare capiti a tutti quanti.-

Ikar imprecò. Poi svolazzò fuori, da una finestra lasciata provvidenzialmente aperta.

 

(Siete confusi? Della serie, chi sta con chi, chi è il cattivo di chi, chi si è alleato con chi? Beh, è naturale. E’ il bello dei racconti fantasy con un nemico potente e degli infiltrati, no? Non temete, alla fine di questa storia vi sarà fornito uno specchietto illustrativo che ritengo… illuminante!!)

 

(Amon Hen, boschetto di)

 

Frodo ricomparve una mezz’ora dopo, dopo aver sorvolato le terre di Mordor, aver chiacchierato più o meno amabilmente con un occhio infuocato, essersela fatta addosso per la paura, ed aver preso una drastica decisione.

- Andrò a Mordor da solo.- annunciò, a nessuno in particolare.

- Buona fortuna.- squittì uno scoiattolo, che passava per di là

- Sì… aehm… adesso dovrei incontrare qualcuno a cui comunicare la Grande Scelta…- ponderò, prima di rendersi conto che la radura era vuota e con tutte le probabilità del caso, vuota sarebbe rimasta per un altro po’.

- Oppure…. … - Frodo rimase immobile, fissando il cielo, improvvisamente ispirato – oppure tacerò di ogni mio intento, preparandomi al Sommo Sacrificio, abbandonerò la Compagnia senza dire niente a nessuno!!-

- Sei un eroe.- borbottò lo scoiattolo, ironico

- Ma chi ti ha chiesto un cavolo di niente?!- protestò l’Hobbit.

E così, scemo pure lui però, si diresse verso il fiume, fermamente determinato ad uscire dal boschetto, requisire una barchetta e, con una strada che neppure lui conosceva, raggiungere Mordor da solo.

Lui, piccolo, innocuo e, a dirla tutta, non proprio un campione di intelligenza superiore.

 

Molti chilometri più in là, Sauron conobbe la sua scelta, e sghignazzò come un cretino per venti minuti buoni.

 

FINE CAPITOLO DICIANNOVESIMO

 

La Coda!!

 

Colgo l’occasione per chiarire alcune delle mie posizioni.

Frodo non mi sta così antipatico come sembrerebbe!

Solo che, dai, non ditemi che non si presta ad essere preso in giro!!

Manca poco… comincia il grande count down per la Separazione della Compagnia, e per la fine di questo secondo capitolo delle Cronache!!

 

Ringraziamenti!

A tutti coloro che hanno seguito fin qui…

 

Dragon89: i cattivi apprezzano sinceramente il tuo tifo e, naturalmente, io sono entusiasta che la mia storia ti stia facendo ridere! E’ uno degli scopi principali!!

Evening_Star: che dire? La Musa rompe le palle per principio, e per principio Boromir e Konstantin devono continuare ad inseguirsi inutilmente… ancora per un po’. Coraggio, ragazzi, dico solo che fra un po’ avrete un po’ di pace!! Grazie per aver seguito fin qui! Basi!

 

KISSES

CHAR--

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Capitolo 20
*** Accozzaglia di scemi ***


Andael 2 - 20

CAPITOLO VENTESIMO

ACCOZZAGLIA DI SCEMI

 

- Ma… Ilùvatar, Varda e Lorien! Frodo, mi spieghi come mai prendi e sparisci in continuazione? Nel senso… pensavano tutti che fosse colpa di un mio incantesimo!- arrancando, Andael era giunto sulla cima di Amon Hen.

Tutto arruffato, coi capelli pieni di rametti e la veste sbrindellata dov’era entrata in violenta collisione con una radice sicuramente femminista, l’apprendista fissò il giovane Hobbit.

- Andrò a Mordor da solo!- proclamò Frodo, felice di aver incontrato qualcuno a cui dirlo

- Bene, sempre dritto lungo il fiume, poi svolti attraverso il pantano. Nel dubbio, chiedi indicazioni agli autostoppisti. Sono sempre molto informati.- ribatté Andael, beatamente ignaro delle scemenze che stava trasmettendo al prossimo

- Tu…- Frodo tentennò, guardando il giovane – Andael, tu sembri l’unico a non avere problemi con l’Anello. Non… è come se lui non trovasse una parte del tuo animo a cui aggrapparsi.-

- E’ patetico dare del lui ad un anello, lo sai?-

L’Hobbit sorrise, sollevato – Un po’ patetico.- ammise

- Dai, torna al campo, prima che Aragorn scappotti per il nervoso.-

- No… aspetta… io andrò a Mordor da solo. Per davvero. Non posso continuare a mettere in pericolo la Compagnia. Rischia di sfaldarsi in continuazione e… ed è per colpa dell’Anello. Viaggiare da solo potrebbe essere la scelta più saggia.-

Andael aprì bocca per contestare, ma non disse nulla.

Anche perché un moscone di una tonnellata gli si era appena tuffato nell’esofago, minacciando di soffocarlo. Fra un colpo di tosse e l’altro, Andael annuì.

Anche se annuire era illogico.

Ma se Frodo fosse partito da solo… lui, Andael, la spia del cattivo, non avrebbe potuto continuare a fare la spia del cattivo. No? Logicamente, non poteva spiare qualcuno che non sapeva dove fosse. Quindi… no, niente, il ragionamento non aveva una fine.

Ridacchiando per il paradosso, l’Apprendista stregone diede una pacca sulla spalla dell’Hobbit.

- Frodo… ora ti farò un potente incantesimo. Che ti porterà sicuramente un culo pazzesco.-

- Beh… un aiuto non si rifiuta mai, no?- disse Frodo, stupidamente.

- Arrrgoaaaarrnathhel!!!- declamò Andael, agitando le mani e saltando su un piede solo.

Ma non accadde nulla, salvo un leggero sfarfallio fluorescente.

- Grazie, Andael.- sorrise Frodo, stringendogli la mano – Ora devo andare.-

Gli diede le spalle, e s’incamminò sul sentiero verso il fiume.

“Oh Dei, vi prego, fate che non si volti!” supplicò Andael, non appena ebbe visto gli effetti della sua magia. Infatti il posteriore di Frodo si era gonfiato di svariate taglie.

“Speriamo che passi presto…”

Zitto zitto, l’Apprendista scese dall’altra parte del colle (ve l’ho detto, Amon Hen non è altro che una microscopica collinetta! Un dosso, se v’intendete del linguaggio geografico!!)

 

Passeggiò distrattamente per una decina di minuti, prima di incrociare Boromir, che stava ancora imprecando contro l’albero (quando uno è impegnato, eh)

- Boromir… che stai facendo?- chiese l’Apprendista, che se ne intendeva di cose strane, ma che un tipo così fuori di sé non l’aveva mai incontrato

- Mi sto incazzando con l’albero.- rispose l’uomo, con una coerenza disarmante

- Eh, lo vedo… … e, di grazia, che ti ha fatto l’albero?-

- Taci, Andael.-

Con un balzetto indietro, nel caso Boromir volesse tirargli l’ennesimo cazzotto da quand’erano partiti, il mago ripristinò le distanze di sicurezza.

- Senti… hai mica visto gli altri? Stanno tutti cercando Frodo, ma dico io, se qualcuno lo trova… come fa ad avvertire gli altri, che smettano di cercare? Rischiamo di inseguirci nel boschetto per tutta la vita, il che sarebbe umiliante, dato che il boschetto è piccolo ed innocuo!-

- Come diavolo fai?-

- Ad avere questa grande abilità organizzativa? Ah, non lo so, ci sono nato!-

Boromir si voltò verso l’Apprendista, cercando di capire se stesse scherzando.

- Non parlavo di quello. Gli Dei ci salvino dall’avere il tuo senso dell’organizzazione.- disse, con un sospiro – Dico… come diavolo fai a comportarti come un ragazzino, a non pensare alle conseguenze? Non hai… paura?-

- E paura di che?-

- Di combinare qualche pasticcio.-

- Ne ho combinati tantissimi, in tutta la mia vita. Ma sono qui. Sono vivo, in salute, non ho ucciso nessuno e tutti i miei amici mi hanno perdonato per i vari casini di cui sopra. A conti fatti, certe volte è meglio tentare e fare un macello, piuttosto che non tentare affatto, e rimanerci male. Perché se sbagli non ottieni niente, ma ti sei dato una possibilità. Chiaro, no?-

- Un cristallo.- sbottò Boromir

- Sono il depositario della saggezza cosmica, che vuoi farci?-

(Notate come Andael stia diventando il consulente emotivo della Compagnia dell’Anello. Mah, forse gli abbiamo trovato un lavoro, per quando la guerra finisce…)

- Forse è il caso che la pianti, di insultare gli alberi.-

- Forse è il caso.- convenne Andael – dopotutto, non è colpa loro se sei un completo idiota.-

Reprimendo il desiderio di ammazzare l’Apprendista stregone, lì, sul posto, Boromir si costrinse a riflettere sulla situazione.

Tentare? Per cosa? Per fare l’ennesima figura di merda? Per combinare l’ennesimo disastro?

- Sai…- gli disse il mago, sottovoce -… non puoi neppure immaginare, a quanti disastri lei possa resistere. Non è fragile come sembra, dopotutto.-

- Come lo sai?-

- Non lo so.- ammise Andael – ma lo so e basta.-

E suonava incoerente, ma l’Apprendista, nel suo inconscio, sapeva che non poteva andare diversamente.

 

- FRODO!! FRODO, DOVE SEI FINITO!-

Aragorn cercava Frodo.

Inutilmente.

E da tre quarti d’ora.

Stava sul serio iniziando a stufarsi.

- Argruuuuuumm!- gridò un Orco, mancando a puttane l’effetto-sorpresa che il suo capo avrebbe voluto preservare fino allo scontro.

- Ecco. Cerco Frodo, e t’incontro una pattuglia di Orchi Guerrieri.- sbottò l’Erede, piuttosto alterato. Estrasse quindi la spada e cominciò ad ammazzare i nemici, man mano che irrompevano nella radura.

 

E ora va inserita una breve parentesi sull’organizzazione, l’intelligenza, l’adattabilità, l’obbedienza agli ordini, la perfezione dei risultati, l’igiene e il senso dell’umorismo degli Uruk-hai. Ecco. Tutte queste cose, loro non le hanno. O le hanno sotto i minimi storici.

Quindi, quando Saruman aveva detto loro “Portatemi gli Hobbit, incolumi, e ammazzate gli altri”, questo era un comando troppo articolato e difficile da comprendere.

Quindi, una squadra di Uruk aveva capito di dover espugnare la Contea, un’altra che gli altri Hobbit andavano sterminati e al contempo mantenuti incolumi e il resto della truppa si era auto-convinto che gli ordini non avevano senso e che potevano mangiare tutti gli Hobbit che incontravano, senza problema alcuno.

Meno male che il capo-Orco, che non per comodità chiameremo… capo-Orco, meno male che lui aveva ricevuto istruzioni particolari (nel senso che Saruman si era seduto a tavolino con lui e gli aveva fatto un disegno per spiegarsi meglio. Dopo tre giorni d’intenso studio e di fatiche cerebrali immani, Capo-Orco poteva dirsi certo dello scopo finale. Circa.).

- Trovate il Mezz’uomo!- tuonò.

Istruzioni semplici ed efficaci. E’ questo il segreto per trattare con la truppa!

 

FINE CAPITOLO VENTESIMO

 

La Coda: la solita scomparsa

 

Sì, sì, beh, che dire, sono scomparsa di nuovo!

Ma stavolta non era tutta colpa mia, ma di world che faceva i cavoli suoi, senza lasciarmi scrivere in pace. Un nervoso, che non vi dico!! Ovviamente, quando il file si chiude da solo ogni cinque minuti, voi mi insegnate che passa tutta la voglia di scrivere. Quindi ora, finalmente, che ho risolto l’inconveniente, mi sono rimessa a lavorare assieme al team di Andael (che comprende me, me, l’altra me, il gruppo delle Muse al gran completo e il mio gatto che mi fissa preoccupato). Questo lungo (e faticoso, per me e per voi!) “capitolo” della saga volge ormai al termine… La fine di “Sotto antiche foreste e cieli stellati” coinciderà con la fine del primo film. E, non temete, non demordo ancora! Sentirete ancora parlare di noi!!

 

Ringraziamenti: gli Instancabili (che forse si saranno anche stancati… beh, spero di no)

 

Loli89: quanti complimenti tutti assieme! Per la storia di Andael, è semplice. Lui si è infilato l’anello (che non è l’Anello, ma il suo ciondolo a forma di anello) e Frodo è scomparso, come se si fosse messo l’Unico. Il resto della compagnia ne è rimasta piuttosto sconvolta… beh, spero di sentirti ancora! Kiss

Evening_Star: la mia fedelissima!! Anch’io mi diverto come una matta a prendere in giro Frodo, proprio perché è un personaggio con tutto un simbolismo dietro… e poi, che dire, è un piccoletto contro le orde di Sauron!! Baci!

Ildragodoro: Uau, un volto nuovo! Beh, grazie e… vai da un dottore, tutta questa storia in un blocco solo può causare grossi danni cerebrali! Scherzi a parte… grazie per i complimenti e spero che tornerai a leggere il seguito… a proposito: bel nick! Baci

 

KISSES A TUTTI

CHAR--

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Capitolo 21
*** Un sacco di Orchi. Tutti armati ***


Andael 2 - 21

CAPITOLO VENTUNESIMO

UN SACCO DI ORCHI. TUTTI ARMATI.

 

Dov’eravamo rimasti?

Ah, sì. Al pezzo in cui c’è Aragorn che ammazza Orchi su Orchi.

Pochi passi più in basso, Gimli e Legolas stavano ancora cercando il Portatore (e pure Andael, visto che era scomparso per l’ennesima volta, miscelando erroneamente polveri magiche piuttosto mistiche. Aveva causato una piccola esplosione e aveva perduto la capacità di manifestarsi visivamente. Ma questo, poverini, l’Elfo e il Nano non potevano saperlo.).

- FROOOODO!!- ruggì Gimli, rivolto agli alti alberi del boschetto

- Gimli, se non ti ha sentito la ultime venti volte che hai chiamato, non credo che adesso…-

- Cosa vuoi che ne sappia un Elfo! Voi sentite anche il respiro di una cimice nel bel mezzo di una locanda di ubriaconi, ma gli Hobbit sono piuttosto duri d’orecchi.-

- Mai come i Nani.- sussurrò Legolas ma, come a confermare la sua critica, Gimli non lo sentì.

- E comunque non credo che Frodo salterà fuori solo perché tu hai deciso così! Quel piccoletto si sarà cacciato nei guai, è sicuro come è sicuro che…-

Un frastuono assordante li sorprese.

- Hai sentito?- chiese Gimli, estraendo l’ascia

- No.- sbuffò Legolas, ironico

- E allora cercati un bravo medico, perché quelle tue orecchie a punta non funzionano più.-

L’Elfo alzò gli occhi al cielo, paziente, salvo poi concentrarsi sulla situazione

- Devono essere gli Orchi!- disse, preoccupato

- Bene!! Finalmente ne posso ammazzare qualcuno!-

 

E i due nobili eroi si fiondarono su per la salitella di Amon Hen (il nobile eroe più basso sradicò tre quarti degli arbusti nelle vicinanze, ma dopotutto… quando la guerra chiama…)

- GIMLI! LEGOLAS!- li accolse Aragorn, che stava piroettando graziosamente in mezzo ai nemici, massacrandoli con notevole abilità e con un numero impressionante di armi saltate fuori da solo Iluvatar sa dove (e forse nemmeno Lui… no, non nel senso che forse non lo sa, nel senso che forse non lo vuole sapere… c’è differenza!)

- Gli Orchi ci hanno raggiunti!!- ruggì il Nano – Uccidiamoli!-

- Sì, ed è un miracolo che abbiano scelto di attaccare adesso e non di notte, mentre dormivamo facendo montare la guardia ad Andael!- ribatté Legolas, iniziando a scoccare le sue micidiali frecce, aereodinamiche, ultimo modello, con punta particolarmente affilata e rigorosamente in tinta con la corda dell’arco.

- Abbiamo fatto montare la guardia ad Andael? Ma siamo impazziti tutti?- si chiese Aragorn

- Nessuno mi ha ascoltato, quando sostenevo fosse una follia!!- tuonò Gimli

- Grazie, Valar, perché gli Orchi non hanno attaccato di notte, mentre dormivamo.- ripeté Legolas, alzando al cielo una preghiera di ringraziamento

- COSA? Gli umani dormono di notte?- esclamò Capo-Orco, stupefatto dalla rivelazione – Pvgoorgh!!- ringhiò, voltandosi verso il proprio secondo in capo, nonché stratega – Eri sicuro che dormissero di giorno!-

- Devono aver cambiato idea mentre venivamo qui, signore!- si difese l’Orco

- E adesso mi dirai che non fanno neanche più i nidi sugli alberi!-

- Beh, in effetti…- esordì Aragorn, subito prima di rendersi conto che non era proprio il momento adatto per insegnare ai nemici i loro usi e costumi.

Sospirando, riprese quindi la lotta.

 

Frodo intanto stava passeggiando allegramente fra i sentierini di Amon Hen, quando un frastuono incredibile lo sorprese, facendolo inciampare e precipitare in un grosso cespuglio.

Un altro gruppo di Uruk-hai, ringhiando e sputando bava ad ogni passo (bleah), stava procedendo a passo di battaglia verso di lui!!

Frodo si paralizzò (e questo qui dovrebbe andare a Mordor, da solo? Ma siamo impazziti? Questo mi si mette a piangere davanti al cancello perché è chiuso, dai! ndAutrice_disamorata), chinandosi sempre di più nei cespugli, nella speranza di non farsi notare.

La cosa parve funzionare. Anche se il cespuglio era secco, privo di foglie e di ornamento alcuno e si vedeva benissimo l’Hobbit che ci stava dietro… (vi ricordo che siamo in febbraio!)… tuttavia noi sappiamo che gli Uruk hanno una capacità osservativa che si avvicina pericolosamente allo zero… e magari ogni tanto scende sotto di esso.

- Frodo!!- una voce chiamò il Portatore.

Erano Merry e Pipino, in un improvvisato riparo formato da un tronco e da svariate erbacce, che lo invitavano calorosamente a raggiungerli – Frodo, vieni!-

- Come facevate a sapere dell’invasione degli Orchi?- chiese il Mezz’uomo, turbato

- Quale invasione? Noi ci siamo messi qui per trastullarci un po’ in pac…- Merry diede una gomitata al fianco di Pipino

- Pipino!-

- Ehm… volevo dire… sapevamo che gli Orchi sarebbero arrivati. Lo… sentivamo… nella… voce… del… vento. Ecco sì, il vento ci ha parlato.-

- Ma cosa vi siete fumati?- chiese Frodo

- Erba pip….- altra gomitata – niente, Frodo!! Come puoi pensare che noi…- non sapendo coniugare il verbo al tempo giusto, Pipino s’interruppe

- Dai, vieni qui a nasconderti con noi, Frodo!- esclamò Merry – gli Orchi non ti vedranno!-

In altre circostanze, l’Hobbit avrebbe annuito, anche se sospettava vagamente che Merry e Pipino fossero nudi, sotto le frasche. Ma non quel giorno. Era il giorno della Grande Scelta, del Sommo Sacrificio, della Solitaria Partenza verso Mordor.

Non sapendo cosa dire (e anche preoccupato che gli Orchi potessero sentire eventuali comunicazioni espresse a volume troppo alto…), preferì il silenzio.

- Vuole andarsene…- sussurrò Merry, colpito

- Andare dove?- chiese Pipino, sorpreso

- Via.-

- Via dove?-

In mezzo al dibattito fra i due Hobbit, Frodo si staccò dal cespuglio raggrinzito, suo prode rifugio, e imboccò un sentiero a dir poco minuscolo, per fare il giro e raggiungere l’accampamento. Intanto, Merry e Pipino proseguivano nella loro discussione

- Lontano.-

- Lontano dove?-

- A Mordor.-

- A Mordor…- Pipino prese un respiro -… Mordor dove?-

- SUL MONTE FATO, PIPINO!- Merry era a dir poco esasperato – A buttare l’Anello!- si alzò bruscamente in piedi, si tirò su i pantaloni ed uscì dal nascondiglio

- Sì, beh, non serve arrabbiarsi, mister “So io dove va!”- protestò Pipino, seguendolo

- Non mi sarei arrabbiato, se tu non fossi perennemente sotto l’effetto dell’Erba Pipa!- proseguì Merry, sul piede di guerra

- Sì, ma…- Pipino s’interruppe.

Si voltò.

Vide gli Orchi.

- SCAPPA, MERRY!- gridò, iniziando a correre lungo il pendio della collina

- Oh, cavolo, cavolo, cavolo!!-

Anche se la scena dei due Hobbit che corrono e ruzzolano giù per Amon Hen non è proprio l’eroico ritratto che qualcuno si aspettava, sappiate che le loro azioni condizionarono lo svolgersi della storia stessa. Infatti, gli Orchi videro LORO (“Mezz’uomini, Mezz’uomini, dobbiamo prendere i Mezz’uomini!”) ed ignorarono bellamente Frodo, che ebbe modo di salvarsi la vita. Sì, beh, per il momento.

 

FINE CAPITOLO VENTUNESIMO

 

Ringraziamenti

 

Evening_Star: Ciao!! Innanzitutto, grazie per la recensione e soprattutto per l’appoggio! Sono contenta che Andael abbia potuto dire qualcosa di toccante! Beh, cercheremo di controllare che Capo-Orco non faccia troppe scemenze (anche se una la fa, ma vedrai fra un po’!). Un bacione!

 

KISSES

CHAR--

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Capitolo 22
*** La Moneta ***


andael 2 - 22

CAPITOLO VENTIDUESIMO

LA MONETA

 

Merry e Pipino, nella loro disperata corsa verso Sud (o era verso Nord? Beh, scusatemi se non ho detto loro di consultare una bussola, mentre scappavano!), si trovarono bloccati. Bloccati nel senso, molto elementare, che c’erano Orchi dappertutto, tutto attorno a loro.

 

Una decina di metri più in basso, perfettamente ignaro del casino che stava succedendo, Boromir aveva preso una decisione (questi sono i capitoli delle Grandi Decisioni, che dire?).

Aveva analizzato e rianalizzato il “Problema Konstantin”. Era stato convinto di aver trovato una soluzione ma poi Andael (che sempre fosse maledetto!) gli aveva scombinato tutti i piani.  Ciò che l’Apprendista gli aveva detto, l’aveva fatto pensare.

Forse si stava davvero preoccupando per un problema inesistente.

Forse Konstantin era davvero più forte di quanto lui potesse immaginare.

E forse ci sarebbe stato un lieto fine, una volta tanto.

Quindi, c’era solo un modo per decidere cosa fare, se tentare ancora una volta con la donna della sua vita oppure se rassegnarsi al fatto che non avrebbe mai potuto funzionare, che lui avrebbe sempre rovinato tutto con le sue pare mentali di dubbia fondatezza.

E questo modo era maturo, ponderato, oserei dire… superiore.

Boromir estrasse una moneta

- Testa, la lascio.- disse, a sé stesso – Croce, la riprendo.-

La lanciò in aria.

Seguì ansiosamente i volteggi, provando ad indovinare.

La guardò ricadere.

La moneta toccò terra.

Girò un paio di volte. Poi cadde su un fianco.

Testa.

Dannazione.

 

(26 febbraio 3019, Guadi dell’Isen)

 

- Tuo cugino non è affatto puntuale.- disse Spiritylla, più o meno per la ventesima volta.

Thèodred non fece neppure la fatica di risponderle. Tanto, a che sarebbe servito?

Dopo tre minuti l’avrebbe detto di nuovo!

Il giovane era allo stremo delle forze. Tutto stava diventando sfocato, davanti ai suoi occhi.

Gli dispiaceva ammetterlo, ma le speranze che se la cavasse erano ormai sotto ai minimi storici.

- Spero che tuo cugino non sia particolarmente incline alla collera profonda, perché appena lo incontro gli faccio una lunga predica su perché non si può arrivare sempre tardi.-

Thèodred abbozzò un sorriso.

Quanto sarebbe stato strano, vedere suo cugino fare la conoscenza di Joiandra. Si sarebbero sopportarti vicendevolmente? Lui le avrebbe staccato la testa? Lei lo avrebbe definitivamente fatto impazzire con le sue trovate del tutto illogiche?

Ah, come avrebbe voluto essere una mosca… …

Ormai era quasi sera, e il sole stava tramontando melodrammaticamente.

Improvvisamente, una nube di polvere si alzò, all’orizzonte.

- Sono i nostri?- chiese Joiandra, perplessa

- Parrebbe di sì.- annuì Thèodred, poco prima di perdere conoscenza.

- Con quasi tre ore di ritardo!- puntualizzò Joiandra, alzandosi in piedi per attirare l’attenzione. Un gruppo di cavalieri, capeggiato da uno che aveva proprio l’aria incazzosa, la raggiunse in fretta, constatando anche la carneficina compiuta dagli Orchi.

Il bello fu che, in tutta la compagnia, nessun cavaliere diede cenno di averla vista.

Solo dopo che il capo (quello incazzoso) ebbe trovato Thèodred, qualcuno si degnò di rivolgerle la parola.

 

(Amon Hen, boschetto di)

 

Boromir stava ancora guardando la moneta, quell’oggettino insignificante che sembrava avere il potere di decidere la sua vita.

Rivide Konstantin, il suo sorriso, la sua voglia di scherzare, le dubbie perle di saggezza, i dispetti, gli scherzi, il suo modo assurdo di tenere in mano una spada, i danni provocati, il suo modo di non reggere assolutamente l’alcool, le sue smorfie quando cercava di non ridere, la sua mania di ballare sotto la pioggia.

Rivide le sue stupide camice da notte, i suoi libri, i suoi occhi dolci, le sue mani fragili, i gesti lenti ed ariosi, volti a significare chissà cosa, lo strano suono che aveva la lingua elfica, quando usciva dalla sua bocca. Le sue labbra scarlatte, il suo irresistibile buonumore.

… era la sua Konstantin.

Quindi, Boromir fece una cosa assolutamente assurda e, viste le circostanza, profondamente romantica. Raccolse la moneta, la guardò per una manciata di secondi e poi la scagliò lontano, più lontano possibile.

- Era croce.- decretò – E non ci sono testimoni che possano contraddirmi.-

E fu solo allora che si rese conto degli Orchi, che avevano circondato i due Hobbit.

Per un attimo si domandò se la moneta fosse atterrata su un cranio orchesco, per fare la sua piccola parte in quella grande guerra per la salvezza del mondo, poi si rese conto che era un pensiero a dir poco delirante.

Sfoderata la spada, si lanciò contro i nemici.

 

- Vanamir?-

Konstantin tirò un lungo sospiro.

Impossibile.

Tutti sembravano cercare tutti, tutti erano spariti, tutti se n’erano andati e lei era rimasta da sola a fare da sentinella ad un accampamento deserto, a due barche di cui una distrutta e, naturalmente, a Vanamir che, ubriaco fradicio, russava in suddetta barca, inneggiando all’amore universale fra i sassi e le serpentesse di lana.

- Vanamir?- la ragazza scrollò l’amico, cercando di riportarlo al mondo coerente.

- Sillo Camillo…- rispose lui, socchiudendo gli occhi

- Ah, siamo messi bene…-

Con un mezzo sorriso, la ragazza si sedette ai piedi di un albero. L’aria era fresca, il fiume scorreva placido davanti a lei, gli uccellini… gli uccellini, chissà perché, se ne stavano belli che zitti. Neanche ci fosse qualcosa di cui avere paura, no?

Eppure, anche se la natura intera sembrava dirle “Suvvia, Konstantin, non lasciarti turbare da niente”, la ragazza sentiva un presentimento. Come qualcosa di sconosciuto e fastidioso, come la mano (zampa?) di Gollum che s’infila fra i tuoi vestiti.

- Gollum fa cosa??- tuonò Konstantin, che aveva letto per sbaglio la mia intelligente metafora.

- Ah, era una metafora.-

Tuttavia, stringendosi nella sua mantella, la giovane sospirò.

Qualcosa stava per andare storto. Se lo sentiva.

Abbassò gli occhi, e il suo sguardo cadde sullo scudo di Boromir (“Misericordia divina, deve assolutamente lavarlo, un giorno di questi”).

Per un secondo, il cervello di Konstantin si costrinse a ragionare con coerenza.

Il presentimento, ciò che aveva visto nello specchio di Galadriel, gli uccellini che tacevano, tutti che sparivano, gli Orchi che prima o poi avrebbero attaccato…

- Bene.- si disse, alzandosi in piedi e raccogliendo una spada, abbandonata lì vicino – Andiamo a cercare gli altri.-

Guardò Vanamir, che ronfava beato

- Beh, ok.- scherzò, con un sorriso – ci vado da sola!-

- Signorina, vuole che l’accompagni?- Konstantin sobbalzò

- SAM! Non… non immaginavo che ci fossi anche tu.-

- Mi ero appisolato.-

- Bene. No, tranquillo, non seguirmi. Resta qui e… e bada al campo. Bada al campo, Sam.-

- Sì, signorina. Baderò al campo.-

- Bene. Io torno presto.-

 

FINE CAPITOLO VENTIDUESIMO

 

La Coda

 

Questi aggiornamenti, come si fanno sospirare…

Ma, sapete, è sempre complicato, quando bisogna fare tre esami di riparazione e… e decidere della sorte (o della morte) di un personaggio…

E sappiamo tutti di chi sto parlando vero?

(di me? ndVanamir)

(Povera me. Ma chi me l’ha fatto fare di creare questo imbecille? ndAutrice)

(Ne deduco che non parlavi di me. ndVanamir)

(Bravo cosino. ndAutrice)

 

Ringraziamenti

 

Beh, un caloroso abbraccio a chi legge senza recensire!

Vi voglio bene lo stesso!

 

Comunque, un po’ di bene in più lo voglio ad Evening_Star!! Un grosso bacio e, per rispondere alla tua recesione… farò i complimenti agli Orchi da parte tua, soprattutto perché, da non credere, sono riusciti a formulare un pensiero. Un pensiero COERENTE!! E’ spaventoso!

 

KISSES!

 

Char--

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Capitolo 23
*** Il corno di Gondor ***


andael 2 - 23

CAPITOLO VENTITREESIMO

IL CORNO DI GONDOR

 

Poi, goffamente, Konstantin iniziò ad arrampicarsi lungo il pendio della duna.

Man mano che procedeva, i rumori della battaglia si facevano sentire.

Sì, beh, solo uno mezzo addormentato avrebbe potuto ignorarli. O un ubriaco. O uno scemo.

O Vanamir, che era tutte e tre le cose contemporaneamente.

Comunque.

Rapidamente, raggiunse una posizione nascosta, alle spalle degli Orchi.

Si acquattò fra i cespugli e…

- AHI!!-

Andael emerse dalle frasche.

- AAAAH!- strillò la ragazza, tappandosi poi la bocca per non attirare l’attenzione.(??)

- AAAAH!- rispose Andael, per non essere da meno

- Ma che ci fai, qui?- sibilò Konstantin, abbassandosi fra i cespugli

- Cercavo di lanciare l’incantesimo della Pioggia di Lampi e Fuoco!-

- E allora?-

- Non c’è niente da fare. Non mi ricordo la formula. Ne ho provate sette diverse, e l’unica cosa che sono riuscito a fare è stato far svenire quei vermetti laggiù.-

Tre piccoli lombrichi, infatti, stavano dormendo saporitamente.

- Andael, siamo nel bel mezzo di una battaglia! Siamo gli eroi, che diavolo, non possiamo restare nascosti in un cespuglio solo perché non ti ricordi un incantesimo!-

- Io sono qui per questo valido motivo. Tu però che scuse hai?-

- Io ho perso la spada mentre venivo qui. E’ caduta in una fossa.-

- E non ti ricordi come si torna indietro.-

- E non mi ricordo come si torna indietro.-

- Meno male! Mi sono perso anch’io!-

Konstantin sospirò, affondando la testa nelle frasche.

Andael la guardò.

Era bella, intelligente, era simpatica e sveglia (??), frizzante.

Era la sua anima gemella, all’apparenza.

Ma, chissà come e perché, non riusciva a sentirsi attratto nei suoi confronti. E non era perché l’aveva vista mentre cercava di lavarsi i capelli nell’Anduin, né perché non sopportava la sua minestrina liofilizzata, unico alimento che Konstantin fosse in grado di cucinare senza dar fuoco a nessuno e senza friggere l’accampamento…

Andael si sentiva legato a quella pazza scatenata.

Ma sapeva di non amarla. La conosceva meglio di chiunque altro, ma non l’avrebbe amata mai.

- Andael! A che pensi?-

- Penso… penso che se strisciamo con calma, possiamo salire su un albero e tirare dei sassi agli Orchi. Magari nel frattempo mi ricordo l’incantesimo…-

Andael sbuffò. Konstantin sorrise

- Va bene, ok. Se non c’è altro modo…-

 

- Signor Vanamir?-

Vanamir rotolò sul fondo della barca.

Sbavava un pochino, e aveva baciato molto sensualmente uno dei remi.

Sam si sedette su una roccia, e prese a pulire la sua padella.

 

Un ramo, l’ennesimo ramo, colpì con violenza la faccia di Konstantin

- Andael! Non è un’idea eccezionale, nascondersi sull’albero.-

- Perché?-

- Perché è febbraio, e non ci sono foglie! Ci vedranno tutti!-

- Non preoccuparti, non credo che gli Orchi penseranno che stiamo assieme.-

Konstantin si bloccò

- Pensi che mi preoccupi di quello?- esclamò

- Dai, stavo scherzando! Sei suscettibile, su questa storia dell’innamorarsi!-

- E’ perché non so come trattarvi. Non posso dire a tutti i maschi del mondo “no, guardate, non provateci con me perché non c’è speranza, perché io sono perdutamente innamorata del figlio di mio marito cosa che, peraltro, suona piuttosto ambigua, e soprattutto crudele, perché lui non riuscirà mai ad amare me”? Andael, non credo che funzionerebbe.-

- Dai, magari prima o poi, Boromir crescerà.-

Konstantin si sedette su un ramo, sospirando

- Sarebbe bello.-

- Dai! Avete più o meno tutta la vita per decidere se stare assieme o no!-

Konstantin rabbrividì, ricordando il presentimento.

-… sì…- mormorò, assorta.

Allungò un braccio, afferrando il ramo superiore.

Poi il Corno di Gondor riempì la conca, risuonando nell’aria, facendo vibrare le foglie secche degli arbusti. Konstantin si spaventò, e cadde dall’albero.

 

Un Orco particolarmente addormentato aveva perso il suo gruppo.

Si fermò sotto un albero, appoggiò a terra l’arco e la rudimentale faretra, ed iniziò a mangiare una galletta dall’aria verminosa. Fu allora che una ragazza dall’aria persa gli crollò addosso.

 

-… signor Orco?- chiese Konstantin, gentilmente.

Niente. Il bestione rimase immobile, privo di senso.

- Konstantin, stai bene?- mormorò Andael, abilmente nascosto dietro ad un nido (peccato che il nido stesso fosse grande più o meno come la sua fronte, quindi un nascondiglio piuttosto patetico)

- Sì, sì, sto bene.-

La ragazza abbassò lo sguardo. E notò l’arco.

In quell’attimo, il Corno di Gondor suonò di nuovo.

Beh, se quello non era un segno, un modo di Mandos (il suo Vala preferito. Nonché il mio. ndautrice) o di Lorien, per convincerla a darsi una mossa.

- Konstantin, che vuoi fare?- la chiamò Andael.

Ma la ragazza era già corsa via, guidata dall’istinto, dall’amore, e da quel casino immenso che indicava un vicino scontro Orchi contro Eroi.

 

- Non posso più aspettare!- strillò Charanna.

Haldir, esasperato, rinunciò all’idea di finire con calma il turno di guardia.

Bloccò la fidanzata, tenendola per gli avambracci

- Char, ormai la Compagnia sarà lontana. Non potremmo raggiungerli comunque. E poi l’hai detto anche tu… non hai capito quello che lo Specchio ti ha mostrato.-

- Sì, beh, ma quando mai quel dannato coso ha mostrato qualcosa di buono?-

Charanna imprecò in modo poco signorile.

- Chi te li insegna, certi termini?- chiese Haldir, incapace di trattenersi

- Temo di essere stata io.-

Il Galadhrim sbuffò.

Comodamente sdraiata su una tettoia sottostante, c’era quell’Elfa.

Da un po’, era ospite di Galadriel, anche se tutti potevano giurare di non averle mai viste parlare. Comunque, quella ragazza riusciva a farlo incazzare con un’abilità più unica che rara.

In quel preciso istante, stava fumando qualcosa dall’odore penetrante, passandosi ritmicamente una mano fra i capelli scuri.

Ogni tanto, giocherellava con una strana ciocca viola.

- Ikar…- Charanna si sedette sul parapetto, voltandosi verso l’amica -… che ci fai qui?-

La Mezz’aquila si morse la lingua, valutando la risposta più adatta da dare

“Dato che Saruman mi ha finalmente contattata e mi ha detto di raggiungere gli Orchi ad Amon Hen per dare loro una mano –pardon, una zampa – per ammazzare i compagni, rapire gli Hobbit e rendere inoffensivo Andael, mi stavo preparando per partire”.

No, decisamente indelicata.

“Niente, passavo per di qua e ho pensato di salutarti”

No, niente di più falso.

- Tuo fratello mi ha detto quello che hai visto nello Specchio.- disse.

Non era una vera menzogna.

Celeborn l’aveva detto a Gwaihir, prima che lui partisse assieme a Gandalf.

E Gwaihir l’aveva detto a lei. E lei aveva sentito un tuffo al cuore.

Sì. Si era quasi affezionata alla Compagnia. Non voleva permettere agli Orchi di ammazzarli tutti. E per questo era andata a cercare Charanna, l’unica nei dintorni a poterla aiutare, a poter andare con lei a soccorrere gli sventurati eroi.

- Io… penso che siano ad Amon Hen.- proseguì – e che siano nei guai.-

Charanna stette immobile per una manciata di secondi, come valutando la situazione.

Poi si voltò verso Haldir ed esclamò, trionfante

- Te l’avevo detto!!-

Tornata seria, si voltò verso Ikar

- Dobbiamo andare a salvarli!- esclamò.

Oh, dannazione. Suonava così maledettamente eroico!

Ikar ammiccò, complice come non si era mai sentita

- Salta su, ragazza.-

 

Nascosta alla meglio, Konstantin si accorse che la battaglia stava degenerando.

La “battaglia”, poi…

Insomma, quell’esibizionista del suo figliolo non era proprio capace di tenersi fuori dai guai! Sembrava che l’intero squadrone Orco si fosse riversato attorno a lui.

- Prendi la mira…- si ripeté Konstantin, per la centesima volta.

Il piano era semplice. “Coprigli le spalle, finché non arrivano i rinforzi.”

Era l’unica cosa veramente utile. Lei, senza spada né picca, sola con un arco trovato quasi per caso, lei, imbranata come una foca… gli sarebbe stata solo d’intralcio.

Se riusciva a comportarsi da bravo arciere, però, aveva qualche speranza di aiutare.

La mano le tremava, mentre tendeva l’arco degli Orchi, troppo grosso e robusto per le sue dita snelle. Rabbrividì, quando vide un Uruk prendere di mira Boromir

- Guarda bene dove tiri.- si disse

L’Uruk-hai, sull’altro versante non si faceva altrettanti problemi.

Più allenato, oltre che più sveglio della media, fece partire il dardo.

Ringhiò, soddisfatto, quando il colpo raggiunse Boromir

- Ok, signori Valar, se mi avete mai voluto bene nel corso della mia vita, questo è il momento migliore per dimostrarlo..- mormorò Konstantin, stringendo i denti – Fate in modo che io mi ricordi cosa Haldir ha cercato di insegnarmi e possa fare secco quel maledetto Orco. Qui, ora, adesso, subito. Per dirla meglio. Hic et Nunc!-

Scoccò la freccia.

Quella volò, dritta, per un lasso di tempo interminabile.

Il suo sibilo si mescolò ad uno strozzato gorgoglio.

E, per la prima volta, il suo bersaglio si abbatté al suolo.

 

FINE CAPITOLO VENTITREESIMO

 

La Coda!

 

Santo Cielo, santo Cielo! Io ancora non ci credo, ma sto per finire anche questo capitolo della saga di Andael. Come avrò già detto negli scorsi aggiornamenti, questo episodio ha avuto una sorte un po’ più travagliata del precedente, anche se mi sta soddisfacendo lo stesso. Sì, beh, sto cominciando ad essere ripetitiva!

 

Alla prossima!

 

Ringraziamenti

 

Evening_Star: tu non puoi immaginare quanto la tua recensione, sempre lì, simpatica e puntuale, mi ridia la carica! Beh, sono felice di sapere che ti saresti inchinata al fine ultimo, ma sappi che non ce n’è bisogno! Vogliamo un “e vissero sempre felici e contenti”!!

 

KISSES!

Char--

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Capitolo 24
*** E' successo per davvero? ***


Andael 2 - 24

CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

E’ SUCCESSO PER DAVVERO?

 

Ce l’aveva fatta!

Santissimo Iluvatar, aveva appena centrato un bersaglio!

Aveva ammazzato un grosso Uruk cattivo, aveva appena fatto qualcosa di utile!

Konstantin rimase immobile per qualche istante, assaporando il momento.

Sì, era appena successo qualcosa di inenarrabile.

Qualcosa che, con tutte le probabilità, non si sarebbe più ripetuto.

- Mi sono ricordato l’incantesimo!- urlò Andael, iniziando ad agitare le mani

“Se adesso azzecca la magia” si disse Konstantin “vuol dire che davvero qualche Valar ha deciso di accordarci i suoi favori”

E, impressionante ma vero, così fu.

 

Frodo aveva quasi raggiunto l’accampamento.

Si rallegrò, quando vide che non c’era nessuno, a parte Sam che faceva la ronda.

Sarebbe stato difficile dire addio ai suoi compagni, ma forse era meglio che la separazione fosse così. Netta e improvvisa. Inaspettata.

Gli altri sarebbero tornati e si sarebbero accorti che lui se n’era andato.

Che lui e l’Anello avevano deciso di lasciarli in pace.

- Padron Frodo, dove state andando?- lo bloccò Sam, non appena Frodo ebbe iniziato a preparare la barca

- A pesca.- mentì, istintivamente

- Padron Frodo, se aspettate che tornino gli altri, vi posso accompagnare! Non è bene che voi peschiate da solo. Il fiume è grande e le correnti forti, non vorrei che la barca si rovesciasse e voi finiste a farvi un bagno non previsto. So che non avete molta familiarità con l’igiene personale, e comunque potreste anche prendervi una broncopolmonite e mori…-

Mentre Sam elencava queste confuse catastrofi, Frodo aveva concluso i rapidi preparativi, si era cambiato i vestiti sporchi e bagnati e aveva slegato la barchetta.

“Cielo!” si disse “pensavo di non aver caricato niente a parte il mio zaino e una coperta… e invece questa barca si muove come se ci fosse dentro qualcosa di pesante!”

-… e io non mi fido delle medicine del signor Andael, perché le prepara senza controllare prima, non che io sia a favore degli esperimenti sugli animali, ma preferisco che sia un animale a non guarire, invece che voi. Padron Frodo, come quella volta che…- l’Hobbit si bloccò, guardando la barchetta prendere il largo – Padron Frodo, che state facendo?-

- Vado a pesca!- ripeté il Portatore

- Ma non avete preso la canna e la rete! Padron Frodo, siate ragionevole!... Oh, Padron Frodo!!!- una strana consapevolezza si fece largo nella mente ottusa di Sam. – Ma, Padron Frodo, voi detestate la pesca!!-

- Cavolo, Sam, sto andando a Mordor! A Mordor, a buttare l’Anello nel Monte Fato!-

- Padron Frodo, non potete!-

- Sì, Sam! – sospirò l’Hobbit, melodrammaticamente – Devo partire da solo!-

- Ma, Padron Frodo…-

- No, no, Sam. Ho detto da solo!-

- Sì, ma, Padron Frodo!-

- SAM! Lasciami andare! Devo distruggere l’Anello! E’ questo il mio destino!-

- Sì, ma come farete a distruggere l’Anello se lo lasciate qui?-

La mano di Frodo si lanciò verso il suo collo.

La catena dell’Anello era scomparsa!!

in un flash, Frodo rivide sé stesso mentre si toglieva la maglia e la lanciava poco elegantemente verso un albero. Rivide l’Unico Anello ciondolare attaccato ad un rametto.

- Oh, cavoletto!- imprecò

- Non temete, Padron Frodo! Ve lo riporto io l’Anell…-

E Sam si lanciò in acqua.

Logicamente, a memoria d’Elfo, gli Hobbit sanno nuotare?

Ovvio che no! Nella Contea, piccola terra in miniatura, non ci sono laghi abbastanza profondi per rendere necessario agli Hobbit di nuotare, evidentemente!

Cosa?

Dalla regia mi dicono che è geograficamente falso.

E allora sapete che vi dico?

Che gli Hobbit sono scemi e basta, dovrebbero imparare a nuotare, invece che fumare tutto il giorno e fare delle buffe feste di compleanno! Ecco, ora sapete come la penso!

 

Aragorn, Legolas e Gimli avevano sentito il corno di Gondor e, intelligentemente, si erano fiondati verso la fonte del suono, per soccorrere il loro compagno (e gli Hobbit)

Cioè, veramente solo Aragorn e Legolas avevano sentito il corno, visto che Gimli, come tutti i Nani, era piuttosto duro d’orecchi.

Fatto sta che stavano correndo come disperati, quando rimbombò un tuono, e il cielo si fece improvvisamente color caramello.

 

- Questo è Andael.- dedusse Aragorn, sospirando

 

- Questo è Andael.- esclamò Frodo, mentre ripescava Sam

 

- Questo è Andael.- convenne Sam, cercando di respirare

 

- Questo sei tu, Andael!- gli ricordò Konstantin, che stava cercando una spada per scendere in battaglia

 

- Questo è Andael.- sospirò Legolas

 

- Questo è chi?- gli chiese Gimli (che aveva bisogno di un buon apparecchio acustico)

 

- Questo è Andael.- disse Merry

 

- Questo è Andael.- concordò Pipino

 

- Questo è l’idiota.- sbottò Boromir, che continuava a combattere nonostante le frecce dell’Uruk di prima cominciassero a dargli qualche problema

 

- Questo è Andael!- ridacchiò Vanamir, prima di crollare di nuovo nel suo sonno post-sbronza

 

- Questo è Andael!!- esultò Ikar, che stava sorvolando il colle

 

- Questo non è un buon segno – borbottò Haldir, che ancora non aveva capito chi gliel’avesse fatto fare, di seguire la sua donna in quell’impresa assurda

 

- Questo è il mondo in cui viviamo.- pontificò Charanna, sguainando la spada e preparandosi all’atterraggio

 

- Questo sono io!- esultò con modestia l’apprendista stregone, mentre l’incantesimo si compiva.

Le chiome degli alberi iniziarono a cambiare colore, poi, improvvisamente, esplosero.

Quelle azzurre esplosero in una cascata d’acqua, quelle rosse in violenti lampi di fuoco, quelle gialle attirarono tuoni e fulmini e quelle verdi… no, davvero, non volete saperlo per davvero.

Delle buche iniziarono a crearsi nel cielo color caramello, dalle quali uscirono, rampanti, grossi cinghiali blu e neri, che si lanciarono a testa bassa contro gli Orchi.

 

In tutto questo pandemonio, Ikar atterrò vicino a Konstantin

- IKAR!- trillò la ragazza

- Sì, sì, pivellina, i saluti affettuosi li rimandiamo a dopo, va bene?- sbottò lei, professionale.

Sì, era il suo modo di dire “ciao, Konstantin, anche tu mi sei mancata.”

La Mezz’Aquila indicò una tasca della sua rudimentale sella

- Prendi la spada, ragazzina.-

Konstantin non perse tempo a chiedersi come Ikar sapesse che le mancava un’arma decente.

Non si fece domande, da quel momento.

Agì e basta.

Sfoderò la spada.

- Fuori le palle, signorina.- si disse, col tono che avrebbe usato Boromir.

Poi, un po’ correndo, un po’ inciampando, dimentica per un po’ di essere la damigella di turno, si lanciò giù per il breve pendio, ritrovandosi nel pieno della battaglia.

La spada sembrava muoversi da sola ma, senza capire come, Konstantin sapeva che era la sua mano ad imporre il movimento. Si rese conto che, nei momenti davvero importanti, sapeva anche come difendere sé stessa… e le persone che amava

- Te l’avevo detto – rise, mettendosi spalla contro spalla con Boromir (non proprio spalla contro spalla, visto che in quella zona si era andata a conficcare una delle frecce di prima) - senza di me, saresti persino capace di farti ammazzare.-

- Ti piacerebbe, eh?- ribatté lui

- Senti, Boromir. Non voglio più imporre le mie regole. Facciamo come dici tu. Amanti, amici, perfetti sconosciuti, madre e figlio, come vuoi. Basta che mi prometti che non ti farai ammazzare. Non qui, non ora. Né domani né alla fine della guerra. Perché io ti amo. E questo non cambia solo perché tu non riesci a fare altrettanto...-

Dato che stava combattendo contro un Orco, Boromir non riuscì a voltarsi per guardare Konstantin negli occhi. Eppure, per la prima volta da quando la conosceva, seppe con certezza quello che doveva dire

- Ti amo anch’io. E ti bacerei qui e ora, ma credo che gli Uruk abbiano programmi diversi, per noi. Ma non provarti a dire che sono sempre io, a guastare il romanticismo.-

 

La Coda

 

Penultimo, sudatissimo capitolo.

Su, coraggio, miei sconsolati lettori, resistete che fra un po’ sta’ parte è finita.

E, incredibile a dirsi, credevate non sarebbe mai successo, ma avete visto, no?

Boromir e Konstantin hanno trovato un punto di contatto!

Iluvatar, Varda, Lorien, Mandos, e tutti i Valar, GRAZIE!

Grazie anche a Melkor, perché dovevano ritrovarsi tutti insieme per fare un miracolo simile!

 

Ringraziamenti

Evening_Star: Il club femminile per la sanità mentale è lieto che tu abbia gradito i loro piccoli simpatici interventi per rendere questa fic più sclerante del solito!! Beh, finalmente posso dirlo, non ho mai neppure lontanamente immaginato di far morire Boromir (un po’ perché sarebbe stato davvero tragico fare una scena deprimente in una fic demenziale, no?), ma ho cercato comunque di mantenere la suspance fino alla fine!!

Dragon89: hai ragione, poveri Orchi! Beh, troverò un piccolo raggio di gloria da dare pure a loro! Grazie per la recensione!

 

KISSES A TUTTI!

 

Char--

 

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Capitolo 25
*** La Compagnia si divide ***


andael 2 - 25 FINE

CAPITOLO VENTICINQUESIMO

LA COMPAGNIA SI DIVIDE

 

E fu allora che Charanna in persona scese fra i comuni mortali, a prendere a calci qualche culo orchesco. Inutile dire come la battaglia si concluse.

Ma no, che avete capito!

Non per merito di Charanna, lei è solo arrivata per sbraitare un po’!

Oltretutto ad un certo punto si è rotta un tacco, ha messo su il muso e ha lasciato che gli altri se la sbrigassero da soli. Insomma, è la solita Charanna.

 

A scontro ultimato, la Compagnia si riunì per controllare eventuali danni.

A parte il danno ormai irrimediabile ai vestiti di Konstantin, che dopo lo strisciare fra il fango ed i cespugli, dopo essersi fatti prendere a schiaffi da un albero, dopo essere crollati addosso ad un orco e persino sopravvissuti ad una battaglia, avevano chiaramente perso la speranza di tornare, un giorno, dei vestiti normali, a parte questo, dicevo, tutto sembrava andare piuttosto bene.

- Dove sono gli Hobbit?- domandò Aragorn, esasperato, quando si accorse che nessuno degli altri sembrava interessato alla loro assenza

- Ho lasciato Sam a controllare il campo!- si giustificò Konstantin – ma degli altri non so niente.-

Il Ramingo sospirò, alzando gli occhi al cielo

- Meraviglioso. O ci siamo persi gli Hobbit, o se li sono presi gli Orchi, prima di battere in ritirata. E, naturalmente, di Frodo non abbiamo la benché minima notizia. C’è altro?-

- Abbiamo perso anche i due minorati mentali.- gli ricordò Boromir

- Fantastico!- proruppe Aragorn, ormai sull’orlo di una crisi di nervi

 

(lungo il fiume, piccola barchetta malridotta)

 

- Padron Frodo?-

- Dimmi, Sam.-

- Ma la sappiamo, la strada per Mordor?-

- A dir la verità… no. Ma Aragorn è stato tanto gentile da segnarcela su questa mappa, quando siamo ripartiti da Caras Galadhon.-

- Ptifullo berilli. Ma quante margheritine colorate…-

- Hai detto qualcosa, Sam?-

Il giardiniere si guardò attorno, perplesso

- No… state nascosto, padron Frodo, potrebbe essere un inganno del Nemico!-

- Sam!- il Portatore alzò gli occhi al cielo – Il Nemico non parlerebbe di margheritine colorate!-

Poi, una gelida consapevolezza si fece largo nell’animo dell’Hobbit

- O porca…-

Afferrò la coperta che aveva gettato all’interno della barca e la sollevò.

Sotto, ovviamente ubriaco fradicio, c’era Vanamir che discuteva con sé stesso

- Miseriaccia!- obbiettò Sam – Ora che facciamo?-

- Di tornare indietro non se ne parla.- ribadì Frodo.

 

E quando Sauron seppe (e lo seppe) che Vanamir di Gondor avrebbe accompagnato gli Hobbit a distruggere l’Anello, rischiò seriamente di prendere un infarto per le risate.

 

(il solito boschetto di Amon Hen, di cui sentiremo la mancanza quando finalmente la Compagnia si sarà degnata di ripartire)

 

Non c’era molto tempo per i saluti e ulteriori preparativi.

Ormai era sicuro che gli Hobbit erano stati rapiti mentre, molto probabilmente, Frodo si era diretto verso Mordor, da solo, come aveva già accennato di voler fare.

Che fine avessero fatto Vanamir ed Andael, questo la Compagnia lo ignorava, ma propendeva per l’ipotesi secondo la quale anche loro erano stati rapiti dagli Orchi

(“Stupidi Orchi” aveva detto Gimli “se li hanno presi loro, non sanno in che guaio sono andati a cacciarsi”).

In quegli ultimi minuti di pace, Charanna raggiunse Aragorn, per coordinare con lui le mosse successive. Dovevano organizzarsi bene e in fretta, se volevano avere qualche chance di salvare gli Hobbit dalle grinfie degli Orchi e gli Orchi dalle cazzate di Vanamir e dagli incantesimi di Andael (poveri Orchi, arrivano persino a farmi pena)

- Charanna, tu e Haldir che intendete fare?-

- Pensavano di tornare a Caras. Dobbiamo far sapere agli altri Elfi che la situazione è peggio del previsto. Inoltre, lo sanno anche i cretini che Sauron non si farà fermare senza opporre resistenza. Persino la matta sostiene che, se vogliamo avere qualche speranza, noi Elfi dobbiamo scendere in battaglia al fianco degli Uomini, come ai vecchi tempi. E credimi, io c’ero a quei vecchi tempi. Mi scoccia dirlo, ma la psicopatica ha ragione, su questo punto.-

- Bene. Di sicuro io, Legolas e Gimli seguiremo gli Orchi. Sai qualcosa su come si comporterà Ikar?-

- Vengo con voi.- la Mezz’Aquila apparve alle spalle di Aragorn, con un’espressione che sfidava chiunque a contestare la sua decisione.

- Bene.- Charanna sospirò - Anche se lui non lo ammetterà mai, le ferite di Boromir non sono affatto leggere. Gli ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi del tutto. Ed io…- alzò gli occhi, fissando il Ramingo. Per la prima volta, Aragorn resse il suo sguardo come quello di una donna matura, di una guerriera. Per una manciata di secondi, Charanna non fu più una bambina viziata, in perenne lite con il mondo. -… io credo che dovrebbero tornare verso Caras, con me. Inoltre, voi dovete inseguire i vostri nemici, e non potete farlo, con un ferito ed una bimba che inciampa su ogni radice sporgente. Davvero, non è il caso.-

Aragorn rise – Mi ammazzeranno, se li lascio qui.-

- Non è una vera e propria separazione, se ci pensi. Proseguite fino ad incrociare gli Orchi, li ammazzate, riprendete i vostri amici e poi andate verso la Breccia di Rohan. Stabiliremo di ritrovarci lì, ed io farò in modo che Connie e Boromir non si perdano lungo la strada.-

- Sei una brava ragazza, Charanna.-

- Ragazza? Ma hai una vaga idea di quanti anni io abbia? Ma senti questo, “ragazza” mi deve chiamare!- finse di imbronciarsi, serrano le braccia davanti al petto – non crescerai mai.-

- Bene. Ci siamo organizzati.-

- Bene. Vi siete organizzati.-

 

(da qualche parte fra Isengard e il boschetto di Amon Hen)

 

- Gentile signor Orco, per quanto non sia un patito delle scampagnate in montagna, preferirei mi mettesse giù all’istante.-

L’Orco grugnì, ma non diede cenno di aver ascoltato.

Andael sospirò. Questa era bella da morire.

Gli Uruk l’avevano rapito.

E lo stavano portando ad Isengard, da loro capo.

Che poi era anche il suo capo.

Che però avrebbe dovuto far finta di non esserlo, perché gli Hobbit non lo sapevano.

E anche gli Hobbit erano stati rapiti dagli Uruk, che li portavano dal loro capo.

Che probabilmente si sarebbe incazzato, dato che non erano gli Hobbit che stava cercando.

- Che mal di testa!- si lagnò l’apprendista stregone.

Si sforzò tuttavia di guardare il lato positivo.

Stava tornando ad Isengard, dove avrebbe potuto salutare il suo maestro!!

E avrebbe pure chiesto se i crebain si erano ripresi dal loro ultimo incontro.

Ovviamente, la situazione era piuttosto seria. Non poteva collaborare coi cattivi perché comunque si era affezionato ai buoni, e non poteva collaborare coi buoni perché, inutile ribadirlo, lavorava per i cattivi!

Eppure c’era qualcosa di perversamente divertente, in quella situazione.

Tanto che Andael, portato rudemente in spalla da un Orco, non riuscì a trattenersi, e pure lui scoppiò a ridere, come, molto lontano da lì, aveva fatto anche suo padre.

 

FINE CAPITOLO VENTICINQUESIMO

 

La Coda

 

SANTO CIELO!!! E’ FATTA.

La Compagnia si è divisa, io domani torno a scuola, anche questo capitolo della “saga di Andael” può dichiararsi concluso. Lo so, dovrei fare un lungo discorso edificante, ma passerò ai soliti ringraziamenti.

 

GRAZIE

ad EVENING_STAR per la sua fedeltà insormontabile, per le risate fatte insieme, per i suoi commenti che mi hanno risollevato il morale nei momenti di depressione.

in generale A CHI HA SEGUITO QUESTA STORIA, perché capisco possa essere difficile seguire una parodia che a) non è poi tanto innovativa e b) a volte si blocca senza che l’autrice dia più segni di vita. Non la smetterò di scusarmi, mi dispiace per i momenti morti, ma l’ispirazione o c’è, o non se ne parla nemmeno

A TOLKIEN, che ha creato questo mondo e che non smette mai di sorprendermi

AGLI EROI DI TURNO, che si prestano notte e giorno ai miei scleri

ALLA MUSICA, AL MIO COMPUTER, AL MIO GATTO, ALLA MAMMA, AL PAPA’, A SCRUBS E A TUTTI LE COSE CHE MI HANNO FATTO RIDERE

AI MIEI AMICI, Nischino11, Aly e, di recente, Coso, che senza di loro non avevo neanche metà della voglia di ridere che ho adesso

A SAURON, che si sta’ rivelando un personaggio divertente e a cui mi sto affezionando e AI VALAR, che ancora non mi hanno incenerita.

Infine, grazie AD ANDAEL, per la sua incapacità di far funzionare la magia, il suo eroismo nel non essersi mai trasformato in un Gary Stu, le sue battute, i suoi momenti di delirante saggezza.

e, infine, GRAZIE, sentite GRAZIE, a TUTTI COLORO DI CUI MI SONO DIMENTICATA, e che non figurano in questo elenco.

 

CI VEDIAMO, COL PROSSIMO CAPITOLO DELLA SAGA!!!!!!

 

CHAR--

 

 

 

 

 

 

FINE

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