Anche la legge ha un cuore... di Tsu_Chan (/viewuser.php?uid=70124)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miya Silverblade ***
Capitolo 2: *** Satoru Irazawa ***
Capitolo 3: *** Cuore di fuoco, Cuore di ghiaccio (Miya) ***
Capitolo 4: *** Cuore di fuoco, Cuore di ghiaccio (Satoru) ***
Capitolo 5: *** Un vampiro cleptomane! (Miya) ***
Capitolo 6: *** Un vampiro cleptomane! (Satoru) ***
Capitolo 7: *** Pure all'inferno c'è la polvere! (Miya) ***
Capitolo 8: *** Pure all'inferno c'è la polvere! (Satoru) ***
Capitolo 9: *** Almeno tu... (Miya) ***
Capitolo 10: *** Almeno tu... (Satoru) ***
Capitolo 11: *** Opposti (Miya) ***
Capitolo 12: *** Opposti (Satoru) ***
Capitolo 13: *** Insieme. ***
Capitolo 1 *** Miya Silverblade ***
Si
a volte mi chiedo che ho fatto di male nella mia vita per meritarmi
tutto questo.
Ho sedici anni, sono italiana ma vivo oramai da un po’ in
America, frequento regolarmente la scuola, ho dei buoni voti, anzi sono
la migliore della classe, dicono che sono carina, una bellezza grezza
che attrae.
E fin qui pare tutto normale no?
Le cose si mettono male quando incominci a pensare che non sono mai
stata con un ragazzo, ho avuto un incidente a 12 anni e non mi ricordo
nulla della mia vita in Italia, vivo in un posto che sembra il centro
perfetto del inferno e beh sono sopra un tetto con una balestra in mano
e sto prendendo la mira per impalettare l’ennesimo vampiro
che sta abbordando una povera ragazza innocente.
Ecco per questo mi chiedo che ho fatto di male, sono la prima a sperare
di avere prima o poi un grande appuntamento con un magnifico ragazzo e
cosa faccio? Io li rovino gli appuntamenti di questo genere!
E si perché qui da queste parti tra i ragazzi io sono la
legge, o almeno tra i vampiri lo sono: primo articolo della mia legge
‘Se tocchi un umano muori.’ secondo articolo
‘Se dici a un umano che esistono i vampiri, muori ancora
più velocemente.’ terza regola ‘Non mi
sottovalutare. Mai.’ quarta regola ‘Se becco un
vampiro anche di un’altra città che si ciba sui
miei territori, muore.’ quinta regola ‘Non faccio
favori.’.
Non mi sembra complicato in fondo eppure come minimo mi tocca
impalettare 10 vampiri a settimana, e naturalmente incantare
altrettanti ragazzi e ragazze umani per fargli dimenticare tutto: non
pensate che solo le ragazze cadano nella rete dei vampiri, i ragazzi ci
cascano con il doppio della frequenza attirati dal fisico mozzafiato di
tutte quelle vampire.
Ma naturalmente la gente si accorge che in città spariscono
centinaia di ragazzi l’anno e non ho mai visto una famiglia
di umani o di vampiri restare in città per più di
due anni: certo alcuni vampiri vengono qui per mettersi alla prova, per
vedere se possono trattenersi ma anche loro restano si e no un paio di
anni. In pratica io sono l’unica ragazza umana che vive qui
da 4 anni consecutivi: il trucco forse perché la donna che
mi ha adottata è una dei primi vampiri arrivati in
città, ma non è una vampira normale è
una di quelle dette ‘cieche’, in pratica non ha i
sensi sviluppati degli altri della sua specie, anzi sono ancora
più deboli di quelli umani.
Forse però ora mi conviene concentrarmi sul mio lavoro non
trovate o quella ragazza laggiù diventerà un
punta spilli: prendo la mira e con un sibilo il dardo di palissandro si
conficca in un piede del vampiro inchiodandolo a terra. La ragazza
urla: è Milly, sta nella classe di fianco alla mia, dice che
io sono una pazza visionaria. Ho la tentazione di non salvarla sapete.
Ma è il mio lavoro.
Salto giù dal tetto e con un paio di passi sono alle spalle
del vampiro.
‘Davy, ma non
hai imparato nulla dall’ultima volta: cosa ti avevo detto,
lascia in pace quella ragazza.’
‘Sai Miya, la
fame a volte è più forte della legge.’
‘Ti ho
lasciato vivo una volta, ti ricordi? Non posso farlo di nuovo lo
sai?’
‘Lo immaginavo
…’
Intanto Molly ci guarda agitata ha le lacrime agli occhi e sta
scrutando la mia divisa da lavoro: niente di speciale una tuta nera con
parecchie tasche e fibbie alle quali ho appese i tipi più
svariati di armi anti vampiro. Allungo il braccio verso di lei
rivolgendogli il palmo della mano verso il volto: al mio polso il
braccialetto con i campanellini tintinna e si illumina.
‘Odio dover
fare queste cose: non ti rimarrà ricordo di questa sera, ora
vai a casa, tu non hai mai conosciuto David e non mi hai visto qui
stasera.’
La ragazza come se fosse un automa si riga sui tacchi e corre via: alla
fine l’ho salvata, ma ora pensiamo al bel vampiretto che ne
dite?
‘Allora amico
mio … come preferisci morire acqua santa o legno?’
‘Preferirei
mordere quel tuo bel collo liscio tesoro scommetto che hai
…’
Non fa in tempo a finire la frase gli ho conficcato un pugnale
d’argento imbevuto nell’acqua santa in mezzo al
petto e lui si è ridotto in polvere.
‘…
scommetto che hai un buon sapore. Lo dite tutti, ma non avete
fantasia!’
Rinfodero il pugnale, giro l’angolo e riprendo la mia moto
per ripartire il giro di ronda.
Dunque questa sono io Miya Silverblade, si mia madre ha scelto per me
un cognome stupido, ma rende l’idea: sono la legge in una
città diabolica, metà dello stato mi deve la vita
e a già ho il record di uccisioni di vampiri del paese. Ma
quanto sono brava …
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Capitolo 2 *** Satoru Irazawa ***
Tutti mi guardano, chi con una certa invidia chi con
curiosità e chi con scerno: sento il loro odore
metà della gente intorno a me fa parte della
categoria ‘Roba da non mangiare’ l’altra
metà alla categoria ‘Tieni distante se non vuoi
essere ammazzato’. Mi fermo vicino a quello che mi hanno
detto è il mio armadietto: fino alla settimana prima era di
un vampiro che hanno detto è stato
‘impalettato’. Che strano termine, ma chi
mi aveva riferito queste cose non aveva riso, era stato percorso da un
brivido quando lo aveva detto: era stato il preside della scuola, mi
aveva avvisato che qui le cose sono diverse che chi comanda non
è lui, ma è solo uno spauracchio messo li per gli
umani. Mi aveva detto che presto avrei saputo tutto c’ho che
c’era da sapere e che non mi conveniva contravvenire alle
regole: insomma se si riferisce alle regole della scuola non ci sono
problemi di sorta sono sempre stata uno studente modello, avevo dovuto
ripetere un anno per via di un ‘piccolo incidente’
ma per il resto la mia condotta è sempre stata esemplare.
Apro l’armadietto e ci infilo i libri nuovi con non curanza:
alle mie spalle sento dei passi, un ragazzo grande e grosso,
dall’odore dolciastro misto a fumo di spinelli, cuoio sudato
e gel che si trascina dietro un umano, con un giubbotto di pelle stile
centauro, la cresta e un brutto vizio da drogato sicuramente. Infatti
mi giro e mi trovo davanti il tipico bullo da film americano grande,
grosso e palestrato a metà, tutto pettorali in pratica.
Almeno quando ero in Italia certi spettacoli non si vedevano: che
ribrezzo. Se questo arriva ai 30 anni è già
fortunato.
‘Tu devi
essere quello nuovo vero.’
‘Si e tu uno
che si leva di mezzo.’
‘Non fare il
simpatico, sai chi sono io? Io qui sono la legge, tu mi devi portare
rispetto!’
A mi avevano parlato di questa persona che dice di essere la legge: che
stronzata colossale, tutti hanno paura della legge. Adesso capisco a
quelle regole si riferiva il preside e sicuramente il predecessore che
aveva abitato il mio armadietto aveva fatto qualcosa di sbagliato ed
era stato impalettato. Ma mi viene complicato pensare che questo
bestione sia la legge … naah, questo è solo un
esibizionista.
‘Lo
terrò a mente bello, ora fai largo.’
‘Non
così in fretta, sei nuovo ti faccio fare il giro della
scuola!’
Mi mette una mano sulla spalle e mi fa sbattere contro
l’armadietto alle mie spalle attirando gli sguardi di tutti:
adesso si che mi sono rotto.
Metto a mia volta una mano sulla sua spalla e con
tranquillità, come se fosse un peluches lo spingo via, mi
scosto e lo faccio volare in terra di faccia quando tolgo la mano dalla
sua spalla. La gente ci ha accerchiato e ride, ride di gusto nel vedere
il bullo per terra. In ultima fila un paio di occhi azzurri mi
fulminano, appartengono a una ragazza che non deve aver preso bene il
mio gesto, non faccio in tempo a sbattere le palpebre che la ragazza
è sparita, non riesco nemmeno a sentire il suo odore:
c’è troppa ressa. Sgomito per allontanarmi ed
entrare nella mia aula; l’odore freddo e ghiacciato che mi
investe mi comunica che è una classe di soli vampiri, meglio
così non dovrò fare finta di essere normale,
persino il prof è un vampiro. Scruto i volti dei miei
compagni, metà di loro sembra fresco di trasformazione come
me, altri invece sono decisamente più vecchi e anche
più esperti. Mi viene indicato un banco
nell’ultima fila vicino a una ragazza che china su un foglio
sta disegnando, ha i capelli castani e una sciarpa rosa brillantinata
intorno al collo. Quello seduto di fronte a lei le fa un gesto e lei alza
lo sguardo, mi fulmina: è la ragazza di poco prima, che
avevo visto nella folla. E non sembra amichevole …. Mi
chiamo Satoru Irazawa ho origini giapponesi, ho vissuto per alcuni anni
in Italia e ora sono in America e a quanto pare il benvenuto che questo
nuovo mondo mi sta per dare non sarà dei migliori!
Anche se quella ragazza: quegli
occhi …
---
Grazie mille Cleo92 per il tuo commento che mi ha fatto veramente ma veramente piacere! Anche la tua storia mi piace un botto sai!
Appunti di regia: Questa era la presentazione dei due personaggi principali d'ora in avanti farò un capitolo vedendo la storia dalla parte di Miya e uno dalla parte di Satoru, percui il prossimo è di Miya. Poi emh... non so quando lo posterò perchè ho in ballo un'altra fan fic che devo continuare percui se tardo perdonatemi ^_^'!
Ciao ciao! |
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Capitolo 3 *** Cuore di fuoco, Cuore di ghiaccio (Miya) ***
Stamattina non è iniziata bene, no per niente:
sono stata svegliata dal cellulare che squilla. Non è
possibile il preside della mia scuola mi chiama per dirmi che oggi
arriverà a scuola un nuovo studente, e le cose strane sono
due: 1 un preside di solito non ti chiama sul cellulare per nessun
motivo, 2 perché ogni volta che lo fa sceglie orari che
vanno dalle 3 alle 4 di mattina, che sono le uniche due ore di sonno
che mi concedo quando torno dalla ronda: dopo quattro anni non ha
ancora capito che io ho bisogno di dormire al contrario suo!
Mi sono alzata svogliata e ho trovato un pacchetto sul mio
letto, un altro dei regali di mia madre: si diverte a farmi regali di
tutti i tipi ma questo è accompagnato da un biglietto
scritto a mano con una penna rossa in corsivo. ‘Sono quattro
anni che sei con me, è ti ringrazio ancora per tutto
l’aiuto che mi dai. Tua, Margaret.’ speravo
veramente che non se ne ricordasse, odio questo genere di ricorrenze:
compleanni, anniversari e robe simili: mi ha regalato una maglietta
rosa a macchie bianche e con sul davanti una ragazza con la scritta
‘Rock music maniac’ e una sciarpa rosa e fucsia
brillantinata in tono.
Così ora sono nel garage della nostra piccola villetta a
schiera con la sciarpa legata come una bandana intorno al collo e la
maglietta che mi arriva a metà della coscia tanto
è lunga e sto mettendo in moto il mio Kawasaki: è
vero sono troppo giovane per guidare una moto di questa cilindrata, ma
il capo della polizia mi deve un favore per aver salvato sua figlia da
SUO un improvviso attacco di fame. Percui mi infilo il caso integrale
verde, nero e bianco e anche il giubbotto in tono con il resto, tiro su
il mio zaino e ci infilo il mio paletto d‘argento
d‘emergenza: è un arma interessante che ho
fabbricato io stessa, quando la lama si ritrae entra in contatto con un
contenitore di acqua santa che lo rende micidiale per i vampiri.
Alzo la saracinesca del garage e parto con una sgommata verso la
scuola: io e mia madre abitiamo in un quartiere molto tranquillo,
attorniate da campi molto lontano dalla città dove si trova
il mio college.
Quando vado in moto non penso a nulla, mi concentro solo sulla strada e
tutto intorno a me sparisce tramutato in lunghe strisce di colore
sfuocato che mi passano accanto: è come volare, me ne frego
dei limiti di velocità imposti dai cartelli, non sono un
problema … come già detto la polizia è
in debito con me. La mia legge mi impedisci di impalettare un vampiro
solo per ripicca o per motivi personali ma se solo uno poliziotto osa
dirmi qualcosa non garantisco che possa vedere una nuova giornata.
Arrivo a scuola in anticipo e posso prendermela con calma, sistemare la
mia roba nell’armadietto, fare un giro mattutino tra i miei
informatori, altri vampiri che mi devono dei favori.
E ora vi starete chiedendo: ma ha in mano tutto la città ?
Quasi, diciamo la metà l’altra parte è
in mano al sindaco umano: che pallone gonfiato, parla parla ma non fa
mai niente.
Passo per il corridoio che porta alla mia classe, fatta solo di vampiri
su mia richiesta e alla quale vengono affidati tutti i nuovi arrivati
per mettere ben in chiaro le cose come stanno, insomma quello che si fa
e quello che non si fa, tipo non si può pestare un ragazzo
umano come in questo momento un vampiro che non ho mai visto sta
facendo: oddeo non lo sta proprio picchiando lo ha semplicemente
umiliato senza ritegno. Lo fulmino con lo sguardo e poi entro nella
classe, vado al mio posto e apro un quaderno e mi metto a disegnare
ignorando il professore e tutto il resto: aspetto solo che lui varchi
quella soglia.
Ecco Matt, seduta davanti a me mi tocca il banco e lo fa muovere, alzo
un attimo gli occhi e il vampiro nuovo è già li
di fianco a me e si sta per sedere, ha gli occhi stupefatti: lo ha
sentito solo ora che sono umana? Beh può darsi in effetti il
mio odore si deve perdere in mezzo a quello degli altri …
‘Ciao.’
Mi guardi, sento il tuo cuore battere: sei un bravo attore, ragazzo.
Fisso i suoi occhi, sono scuri con un taglio tipicamente orientale,
porti i capelli un po’ lunghi e castano chiaro, ma si vede
che sono tinti: ti incorniciano il volto perfetto da vampiro come un
cespuglio ribelle, solo il ciuffo davanti è stato piastrato
mentre gli altri sfuggono incontrollati a destra e sinistra. Che strano
tipo che sei.
‘Ciao.’
Hai un piccolo sobbalzo, non lo dai molto a vedere ma la mia voce ti ha
colpito dritto in fondo all’anima.
‘Io sono
Satoru è un piacere conoscerti.’
‘Il piacere
è mio vampiro.’
‘Come fai a
saperlo?’
Si sei un tipo veramente strano, sei saltato ancora: che
c’è la mia voce ti fa un effetto strano. Che scemo
che sei, ragazzo.
‘So tutto, ti
basti sapere questo e sappi che oggi mi dovrai seguire dovunque
chiaro.’
‘Oh sei tu,
allora. Si insomma la legge, quella che incute terrore in tutti questi
vampiri.’
‘Preferisco
essere chiamata Miya grazie.’
Mi sta venendo da ridere, mi guardi con gli occhi grandi e lucidi, il
tuo cuore non dovrebbe battere ma tu lo fai andare alla
velocità della luce, hai il fiato corto: ma che hai visto un
fantasma? Oddeo devo controllarmi se mi metto a ridere ora perdo tutta
la copertura da dura che mi sono costruita in questi anni.
Però sei veramente buffo: ora apri e chiudi la bocca senza
dire nulla.
La campanella suona, io mi alzo in piedi tiro su i miei disegni e li
infilo nello zaino sto per girare intorno alla tua sedia quando tu ti
alzi, la butti indietro: ecco questa non me l’aspettavo,
perdo l’equilibrio e sto per cadere per terra. Nessun
problema una mezza capriola e torno in piedi come se null …
Con un mezzo giro mi trovo appoggiata a qualcosa di freddo e duro come
roccia, sotto il mio orecchio sento il tuo cuore che galoppa a una
velocità inverosimile: ma non è un
battere come quello del mio cuore che ora sento pulsa, con uno sciaf
sciaf umidiccio, il suono del sangue che circola come in qualsiasi
cuore umano. Il tuo cuore ha lo stesso suono di un cubetto di ghiaccio
che si scheggia, tu non hai sangue per cui non solo il suono
è freddo ma anche il tuo corpo è freddissimo. In
confronto io mi sento ustionare, mi percorre un brivido di freddo
quando mi rendo conto che le tue braccia mi cingono le spalle con far
protettivo. Come se il mio cuore fosse di fuoco e il tuo di ghiaccio
sento che il mio si raffredda e il tuo si scalda assorbendo calore da
me. Anche il tuo cuore è strano, Satoru, giusto?
‘Emh, mi
spiace.’
Mi scosto bruscamente usando tutta la mia forza, le due braccia si
aprono e io sono di nuovo libera come se fossi uscita da una gabbia
troppo stretta: mi guardi con i tuoi occhi così stranamente
espressivi per un vampiro e come in risposta ai miei pensieri il tuo
cuore smette di battere lasciando che il suono del mio pervada
l’aula.
‘Vieni
imbecille.’
Passo veloce in mezzo agli altri che ora mi guardano storto, tutti si
sono fermati a guardare cosa è successo: ma non è
successo nulla, solo un vampiretto da quattro soldi mi ha abbracciata
per impedirmi di cadere e io non l’ho impalettato.
Diamine altro che non è successo nulla! Perché
non l’ho fatto tornare alla polvere! Ho bisogno di una
vacanza.
Eppure, ho sentito qualcosa mentre mi abbracciavi, come uno spillo che
mi pizzica il cervello … come un ricordo.
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Rigraziamenti:
Grazie mille a Cleo92 e Anna96 per i vostri commenti! Sono
veramente felice che vi piaccia come storia! Mi sento realizzata xD!!
Angolo autrice: Ho aggiornato in fretta,
spero solo sia venuto bene come capitolo, lasciate un commentino,
prossimo capitolo vedremo come avrà vissuto questo scontro
il nostro vampiretto! Ciao ciao!
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Capitolo 4 *** Cuore di fuoco, Cuore di ghiaccio (Satoru) ***
Ragazzi, questa ragazza è veramente incredibile,
mi guarda come se mi volesse inchiodare a terra, e che occhi poi
azzurri, ma azzurri azzurri non quel tipico colore spendo che stinge
sul grigio, l’azzurro di un cielo pulito, l’azzurro
dell’acqua del mare in una zona tropicale: un azzurro totale
e… vivo? Appena sono vicino a lei mi siedo e lo sento come
una ventata di aria pulita in una vecchia cantina, profuma di caldo, di
arance e fiori di pesco, di giglio e violette. Oddio questa ragazza
è umana, ma il suo profumo e totalmente cancellato dalla
grande concentrazione di vampiri in quella stanza: cosa ci fa una
ragazza umana in mezzo a un covo di belve pronte a saltargli addosso!
‘Ciao.’
Non so che dire, forse la cosa migliore è adeguarmi alla
situazione, ordino al mio cuore di battere: all’inizio fa
male è come se fosse congelato ma poi poco per volta prende
a battere come un cuore normale, insomma nei limiti del possibile,
quando non hai sangue è difficile sapete!
‘Ciao.’
Devo avere una faccia da prendere a schiaffi ora: o almeno tu mi guardi
come se fosse così. Insomma mi studi e … diamine
la tua voce! Io l’ho già sentita,
insomma quando ero umano, l’ho sentita, porco fungo! Vi dico
che l’ho sentita. Perché ora fissi i miei capelli
che c’è non ti piacciono? A molti fanno ridere in
effetti dicono che sembro uscito da un anime giapponese. No tu non dici
nulla! A insomma mi esplode il cervello!
‘Io sono
Satoru è un piacere conoscerti.’
‘Il piacere
è mio vampiro.’
‘Come fai a
saperlo?’
Ma questa da dove è uscita, da un libro, da un enciclopedia!
Gli umani non devono sapere della nostra esistenza, no? Ecco il mio
cuore batte più forte perché mi sto agitando: se
continui a guardarmi così ti salto addosso lo sai, e non so
se la cosa ti farebbe piacere.
‘So tutto, ti
basti sapere questo e sappi che oggi mi dovrai seguire dovunque
chiaro.’
‘Oh sei tu,
allora. Si insomma la legge, quella che incute terrore in tutti questi
vampiri.’
‘Preferisco
essere chiamata Miya grazie.’
Ok, forse devo ritrattare tutto ciò che ho pensato fino ad
adesso: tu così piccola e fragile, così umana,
così invitante per noi vampiri saresti la legge? Ma che
razza di testa vuota che sono ad aver pensato di saltarti addosso: qui
l’unico che farebbe una brutta fine sono io. E ciò
spiega anche come puoi stare in una stanza piena di vampiri e vivere
tranquillamente: è il mio primo giorno di scuola e guarda
te, se fossi umano avrei già un mal di testa da primato,
tanto i pensieri mi passano addosso velocemente. Forse conviene che la
smetto di fissarti, ma tu i tuoi occhi da me non li togli, continui a
studiarmi, segui il profilo delle mie braccia delle mia spalle, come se
cercassi di capire che sono in grado di fare. Ti hanno mai detto che i
tuoi occhi bruciano? No forse no, o comunque avresti fatto fuori
qualunque vampiro osasse dire una cosa del genere. Suona la campanella,
diamine è passata velocissima l’ora con tutto
questo via vai tipo autostrada che ho nel cervello: tu ti sei alzata in
piedi e io come uno scemo ti imito spostando la sedia e intralciandoti
mentre mi passi dietro. Ti vedo che lentamente perdi
l’equilibrio e incominci a cadere per terra, non sembri
preoccupata, tendi un braccio in avanti come per frenare la caduta. Il
fatto di avere una buona vista e di vedere tutto al rallentatore da il
tempo al mio cervello di fare altre tremila cose in meno di due
secondi: prenderti al volo si o no? Pro e contro: pro magari riesco a
farti sorridere, anche se non so cosa ne guadagnerei poi, ma vederti
sorridere mi piacerebbe molto, contro se ti scattano i cinque minuti
quando ti afferro finisco ridotto ad un mucchietto di polvere o in
qualsiasi caso con un arto in meno me lo sento. Mi giro a fissare gli
altri che ora ci stanno guardando e per lo stesso strano motivo che mi
portava a far battere ancora il mio cuore allungo una mano afferro la
tua e ti tiro verso di me poco prima che tocchi terra: ti abbraccio e
mi sembra di stringere un piccolo fuoco tra le braccia, la pelle calda
e il tuo cuore. Oddio ora che mi sei vicina, lo sento più
forte come una musica mentre pompa tranquillo il sangue per il tuo
corpo, quel sangue che ti tiene calda, che porta colore alle tue
guancie che mi piacerebbe proprio veder arrossare almeno un
po’: quante ragazze vorrebbero trovarsi tra le braccia di uno
come me! La metà sverrebbe immediatamente ma non tu: tu Miya
giusto, si ti chiami così, sei tranquilla composta e
ascolti, ascolti il mio cuore che ora batte più in fretta
nella furia di pensieri che mi passano per la mente. Stai qui ferma e
rabbrividisci: la mia pelle così morta così
fredda deve essere come il ghiaccio per te, proprio come la tua
è fuoco per me. Mi sento scaldare da dentro lentamente un
poco per volta, come se la tua forza vitale passi anche a me e mi
faccia sentire di nuovo vivo: se è così che ci si
sente solo entrando in contatto con un umano, immaginate bere il suo
sangue cosa deve essere! Quel calore dentro di me, mio per sempre!
No che cazzo sto facendo, non mi devo far prendere
dall’istinto o finisco male: non farei in tempo ad
avvicinarmi al suo collo che già sarei polvere.
‘Emh, mi
spiace.’
Mi spiace! Mi spiace!?! Ma non potevo trovare qualcosa di meglio da
dire per tutti i santi, mi spiace! Di cosa di averti evitato di pestare
quel tuo bel faccino per terra o di aver pensato cose tanto
sconcertanti, chiedere scusa per un pensiero che scemata, tu non leggi
nel pensiero anche se penso che se rimarrai ancora per un po’
tra le mie braccia diventerai parte di me.
Ti allontani con forza: diamine mi hai spalancato le braccia con una
scrollata di spalle, altro che piccola e indifesa sei un vulcano,
proprio come il tuo cuore è fatto di fuoco. Il mio
è come la cima di un ghiacciaio e il tuo come un vulcano che
erutta. Cuore di ghiaccio e cuore di fuoco.
‘Vieni
imbecille.’
Mi sento obbligato a seguirti, tutti ci guardano, chi sghignazza per la
scenetta chi semplicemente mi fulmina: deve essere una moda qui
fulminare la gente, lo fanno tutti! Sembrano maledirmi, oppure
semplicemente dirmi che è stata solo fortuna, il fatto che
sono vivo è solo una fortuna. Già è
vero … perché non mi ha impalettato?
Perché invece si è limitata ad un innocuo ‘Imbecille’.
Ma perché il mio cervello è stato assemblato
dimenticandosi la leva del freno!?!?!
---
Angolo ringraziamenti:
grazie di nuovo cleo! Vedi in questo periodo mi è partita la
rotella della scrittrice sto curando due cose per volta, e le sfiluppo
entrambe alla velocità della luce xD e poi devo ammettere
che questa storia sta prendendo pure me... non so come andrà
a finire e sono stra curiosa pure io xD!
Angolo autrice: Che ne dite di questo primo capitolo visto da entrambi,
vi piace? Bene allora passo al prossimo!
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Capitolo 5 *** Un vampiro cleptomane! (Miya) ***
Sono uscita in corridoio come una scheggia facendo lo slalom tra la
gente, ma sento che lui mi sta alle costole: ma che piccolo funghetto
fastidioso, con vieni non intendevo pedinami dovunque come se fossi un
cagnolino. Si guarda in giro sembra spaesato da tutta questa gente, che
si scansa è un istinto naturale: i vampiri evitano me e gli
umani evitano lui. Ma sembra che per lui sia tutto nuovo,
chissà da quanto è stato trasformato. Forse non
molto e ciò spiegherebbe anche la sua indole così
pacata e poco, vampiresca … si insomma, niente aria truce,
broncio perenne e roba simile: lui è espressivo. Apro
l’armadietto e ne tiro fuori la tuta per andare a fare
ginnastica e lui è ancora li che mi fissa.
‘Fai fisica
con i jeans?’
‘Come? Oh,
emh, io … penso che oggi guarderò e
basta.’
Ok sei decisamente un pazzo, ma che vuoi fare attirare
l’attenzione di tutta la scuola, un ragazzo che non si
concede una bella partita a calcio è veramente anomalo:
fortuna che sono attrezzata a tutto. Tiro fuori un sacchetto di
plastica con un paio di pantaloni corti, una maglietta e un paio di
scarpe da tennis da uomo e glielo sbatto addosso.
‘Vatti a
cambiare, odio arrivare tardi.’
Entro nel bagno femminile: lo spogliatoio è troppo lontano e
affollato per i miei gusti, le altre ragazze il più delle
volte finisco per guardarmi schifate, mi tolgo la grande sciarpa rosa
da intorno al collo e lascio prendere aria a un lungo taglio arrossato,
rimediato nell’ultima ronda contro un vampiro estraneo che
aveva ben pensato di bersi il sangue di una donna sul MIO territorio.
Mi chiudo in bagno e mi cambio in fretta togliendomi la maglia rosa e i
jeans per sostituirli con una top elasticizzato e un paio di
pantaloncini che mi arrivano sopra al ginocchio. Quando esco dopo aver
raccattato la mia roba mi fermo un attimo davanti allo specchio e fisso
la mia pelle così chiara da sembrare carta velina solcata da
un paio di cicatrici più scure: devo prendere
l’abitudine di andare in giro con un giubbotto anti
proiettile o comunque più resistente di quello che porto di
solito la sera.
Fuori dalla porta del bagno Satoru è in piedi appoggiato al
muro e sta cercando di tirare giù la maglia che per lui
è decisamente troppo corta, sembra un bambino da come
è impegnato in quella piccola lotta personale, scuoto la
testa. Mondo ma che ho fatto di male! Questo è un imbecille
cronico, ora sta litigando con il colletto troppo stretto. Giro gli
occhi verso il soffitto e mi avvio verso la palestra mentre lui
silenziosamente mi segue continuando a tirarsi il colletto: ma che gli
frega se è stratta mica deve respirare lui, e non mi venga a
dire che ha caldo. Sarebbe una bestemmia bella buona quella: un vampiro
che ha caldo! Appena usciamo nel cortile della scuola mi giro lo
afferro per una spalle e lo spingo in un angolo buio dietro a una
pianta, tiro fuori il mio paletto d’argento dalla borsa e
glielo punto alla gola. Ha le pupille dilatate, mica avrà
paura ora: sarebbe giustificata lo sto minacciando con un arma intrisa
di quello che per lui è il liquido più pericoloso
al mondo. Giro gli occhi e con uno scatto taglio in due il davanti
della maglietta che si apre sul suo petto marmoreo e freddo che ora si
sta alzando e abbassando velocemente per lo spavento.
‘Adesso almeno
la smetti di dimenarti come un pazzo.’
Esco dall’ombra passando in mezzo a un aiuola di fiori ma tu
rimani li nell’ombra non ti muovi: vuoi vedere che finalmente
hai capito che non mi devi seguire come un cagnolino, oppure sei
talmente tanto terrorizzato da non riuscire più a muoverti.
Mi fermo sulla stradina piena di gente che mi guarda di traverso, come
fanno di solito e mi giro verso di te: mi sembri l’immagine
fatta e stampata della sorpresa. Gli occhi spalancati e la bocca
socchiusa, le braccia attaccate al muro dietro di te e il petto che si
alza e si abbassa velocissimo, balbetti qualcosa: mi fai quasi
tenerezza, mai visto un vampiro come te, e in tutti questi anni ne ho
passati tanti.
‘Dai vieni,
non ho intenzione di ammazzarti se è questo che
pensi.’
Fai mezzo passo verso di me ed esce alla luce del sole, un paio di
ragazze dietro di me ti guardano e ridacchiano giulive, ora mi
toccherà metterle nella lista dei possibili
‘Soggetti che danno problemi’: fai ancora un paio
di passi e segui con lo sguardo le due ragazze che si allontano, sembri
soddisfatto di te stesso ora, soddisfatto di cose di aver fatto colpo
su due ochette, andiamo per impressionare quelle due non ci vorrebbe di
certo un genio percui smettila di gasarti, e smettila di guardarle! No
la mia non è gelosia come potete pensare voi, semplicemente
evito che il suo istinto per la caccia preda il sopravvento.
‘Sbrigati o
faremo tardi.’
Ti accosti a me e ti fai condurre fino alla palestra
all’aperto: ti guardi intorno come un cucciolo di cane e
appena adocchi il campo da calcio incominci a scalpitare, almeno in
questo assomigli agli altri ragazzi normali. In meno di tre secondi sei
li che corri su e giù dietro a quel pallone sgomitando in
aria di rigore, devo ammetterlo sei anche bravo. Ora però mi
toccherà concentrarmi sul mio programma di educazione
fisica: un’altra noiosissima partita a pallavolo, per fortuna
che il prof è un genio e mi ha messo in squadra con delle
umane contro una squadra di vampire, almeno ci si diverte un
po’! Contro delle normali ragazze sarebbe stato troppo facile
vincere invece così è intrigante la cosa. Sono di
servizio, faccio un paio di passi indietro e con una piccola rincorsa e
un salto batto mirando sulla vampira dall’altra parte che mi
pare più gracilina.
Andiamo avanti a giocare per un ora buona e siamo rimaste con il
punteggio di 3 set a 2 per la mia squadra che tutta entusiasta si
dirige verso gli spogliatoi facendo i complimenti a vicenda:
naturalmente mi ignorano, ma che ci posso fare non godo di una buona
popolarità a scuola tra gli umani e le vampire mi odiano e
basta.
‘Come
è andata la tua partita?’
Mi sei ancora alle spalle ma ti ho sentito arrivare perché
hai il passo più leggero rispetto agli altri ragazzi e
mentre gli altri strisciano i piedi per la stanchezza tu sembri fresco
come una rosa.
‘Abbastanza
bene; è stato divertente.’
Ti sei tolto del tutto la maglietta e ora la porti su una spalla con
non curanza, hai i capelli fuori posto e sorridi felice, hai un sorriso
strano, storto oserei dire: ma cosa di te è normale in fondo!
‘Come mai non
vai con loro?’
‘Non sono
interessata a mischiarmi con loro…’
‘Umm…’
E ora che diamine starai pensando mi guardi con far curioso, devo
essere sudatissima sento il ciuffo di capelli che di solito mi cade
sugli occhi si è appiccicato alla mia fronte e sono
estremamente accaldata, accidenti.
Mi blocchi per un braccio e mi appoggi una tua mano dietro al collo, un
improvviso brivido di freddo mi percorre il corpo: ma mi fa bene mi
sento meglio ora, almeno non mi sembra più di essere appena
uscita da un forno. Ecco di nuovo tutti ci stanno guardando, non mi
piace attirare così l’attenzione.
‘Andiamo
va…’
Mi scrollo di nuovo le tue mani di dosso e mi avvio verso il mio
armadietto per recuperare i miei vestiti e prepararmi per le ultime ore
di lezione e per la pausa pranzo: ma dimmi un po’ oltre che
strano sei anche un po’ cleptomane? Non capisco questo tuo
bisogno di toccarmi, se non fossi ‘quello nuovo’
saresti già morto lo sai vero.
Un vampiro fuori dalla norma, pazzo, cleptomane e poco
vampiresco… Mondo che soggetto!
---
Angolo ringraziamenti:
Cara Cleo e cara Anna sono d'avvero felice che il personaggio di Miya
vi piaccia! Per Cleo: diciamo che anche io di solito i vampiri li vedo
un po' sul cattivello ma per questo ho voluto fare un eccezzione,
insomma farlo veramente strano! Per anna: mi hai dato una
soddisfazzione immensa ci tenevo proprio a farla sembra così
dolce dentro, in fondo. Davvero i vostri commenti mi rendono
felicissima!
Angolo autrice: Prossimo capitolo l'incontro ravvicinato con il paletto
visto da Sato xD! Perchè anche i vampiri hanno paura in
fondo!
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Capitolo 6 *** Un vampiro cleptomane! (Satoru) ***
Schizzi, quasi corri in mezzo a tutta questa ressa di gente
che si spintona, ma è strano tutti gli altri si devono
divincolare continuano a chiedere scusa e invece non
c’è ancora stata una persona che sia venuta
addosso a me o a te. E come se ci evitassero: come se avessero paura,
di te è più che giustificato, ma io? Forse gli
umani alla fine non sono così ingenui e sentono che sono un
predatore e loro le prede e così girano al largo.
Però molti mi fissano: diamine sono il nuovo arrivato
è normale che tutti mi studino, sono la novità e
devo anche essere uno spettacolo divertente perché alcuni
vampiri da un angolo mi fissano mentre tento di stare dietro alla
ragazza e ridono, ridono di gusto. Puah, che gente li odio quelli come
loro, li odiavo da umano e li odio pure ora: da umano quanto tempo
sarà passato, a essere sincero ho perso il conto
del tempo, mesi,giorni,anni,settimane … chi diavolo lo sa!
Siamo fermi davanti al tuo armadietto e tu hai in mano una tuta e mi
fissi, di nuovo: diavolo ma che brutta abitudine, che fine hanno fatto
le ragazze timide che abbassano lo sguardo quando si accorgono che le
stai fissando, si insomma quelle belle ragazzine da film
d‘epoca che si nascondo dietro un ventaglio, possibile che
ora tutte siano come te così sfrontate!
‘Fai fisica
con i jeans?’
È cosa, che vuoi ora non vedi che sono intento a perdermi
nei meandri dei miei pensieri mentre mi perdo dietro alle sfumature dei
tuoi occhi e del tuo profumo: diamine quanto profumi, ora che non si
sono tutti quei vampiri e circola più aria lo sento
tantissimo, il tuo profumo mi entra dentro mi annebbia il cervello,
deve essere questo che si prova quando vedi una preda che ti interessa
… no mai io, non ti posso mordere! Meglio risponderti prima
che ti arrabbi …
‘Come? Oh,
emh, io … penso che oggi guarderò e
basta.’
Ma che cavolata, non solo il cervello mi va a tremila orari ma spara
anche cazzate con altrettanta velocità! Un ragazzo che non
fa ginnastica due possibilità: o sono uno sfigato cronico di
quelli pantaloni sotto le ascelle camicia infilata dentro capelli
riportati indietro e occhialoni spessi con tanto di asma, oppure sono
semplicemente un pazzo. Penso tu stia optando per la seconda, si
decisamente mi guardi come se stessi parlando con un malato mentale. E
questo ora cos’è, mi hai piantato in mano una
divisa completa da fisica da uomo che tenevi nel tuo armadietto: e di
chi questa roba ora, del tuo ragazzo? Si certo, tu non hai un ragazzo e
poi perché diamine lui dovrebbe lasciare la sua roba nel tuo
armadietto. Ehi intendiamoci non sono geloso ma lei è
veramente strana!
‘Vatti a
cambiare, odio arrivare tardi.’
Sparisci nel bagno delle ragazze e io mi infilo in quello accanto, non
è proprio il massimo per cambiarsi, preferirei diecimila
volte uno spogliatoio di quelli stracolmi, stracaldi, strapuzzolenti di
sudore di uomo dopo una partita di calcio sotto il sole a questo
bugigattolo stretto e solitario, con questo mega specchio sopra i
lavandini sporchi: mi cambio in fretta ma a quanto pare di chiunque
fossero questi vestiti era decisamente più basso e magrolino
di me!
Esco dal bagno con il sacchetto con i miei vestiti
appallottolati in spalla e mi appoggio al muro mentre ti aspetto, ci
metterai una vita ne sono certo è un vizio di tutte le donne
passare ore a controllarsi. Ma quanto è fastidiosa questa
maglietta accidenti: non sta al suo posto, in pratica mi arriva ai
limiti del ridicolo e quando mi muovo mi si vede una mega porzione di
pelle bianca dell’addome e poi questo colletto è
asfissiante e fastidioso! Sono ancora qui che mi contorco quanto tu
esci dal bagno vestita con il minimo indispensabile e lo vedo: la tua
pelle chiara quasi trasparente è solcata a destra e a
sinistra da profonde linee rossastre, diamine che razza di male ti
devono aver fatto quelle ferite e poi quella li sul collo è
ancora fresca e arrossata più delle altre, chi ti ha fatto
tutto questo? Un vampiro? Come hanno potuto farti una cosa simile,
distruggere quel tuo collo perfetto e invitante! ALT! Voglio tirare una
craniata da qualche parte magari funzione come il freno a mano nelle
macchine. Stai uscendo in cortile e io ti segue mentre cerco ancora di
allagarmi il colletto della maglietta. Ma porco mondo che fastidio che
mi …
Mi gira la testa e sono spaesato, il mondo si è messo a
girarmi intorno tutto d’un tratto e mi sono ritrovato spalle
contro un muro, tu sei davanti a me e mi tieni inchiodato alla parete
con la mano e ora, che vuoi fare, oddio sei così vicina
sento di nuovo il tuo cuore che pulsa e mi faccio di nuovo prendere da
pensieri sanguinari: che voglia di saltarti addosso che ho, non ne hai
un idea, ma più della morale c’è
qualcosa in te che mi impedisce di colpirti. Ti giuro io ti ho
già vista, ma ho paura a dirtelo … e ora che fai?
Con un gesto fulmineo hai estratto un paletto d’argento da
non so dove e non mi interessa in questo momento perché la
sento, la puzza di acqua santa: che vuoi fare mi vuoi impalettare qui
in mezzo a tutta questa gente, fin tanto che in pochi sanno della mia
esistenza. Devo avere gli occhi enormi di paura, e tu alzi il braccio
lento e lo fermi un attimo, almeno ai miei occhi è
così, perché tutto in verità sta
accadendo velocissimo lo so, forse pochi secondi. Abbasso lo sguardo e
punto i miei occhi nei tuoi, se devo morire voglio morire annegando in
quel mare così calmo, sarebbe una bella morte, morire
così immerso in un mare di fuoco azzurro. Uno strappo secco
e tu ti allontani da me uscendo allo scoperto alla luce del sole che ti
abbraccia. Non sono morto o almeno non credo, mi hai tagliato in due la
maglietta passando a pochi millimetri dalla mia carne ma senza ferirmi,
non ho fatto nemmeno in tempo a sentire il paletto che passava, dio ma
quanto sei veloce? Sento, hai detto qualcosa, ma non ho
capito sono troppo confuso per capire cosa succede per dare un contorno
definito agli oggetti alle persone, mi muovo come un automa e ti segue
verso i campi dove già altri ragazzi stanno giocando a
calcio. Calcio, si è quello che ci vuole una bella partita
di quelle che ti distruggono e ti lasciano con i dolori per una
settimana intera: non che importi in fondo non sento più
dolore e non mi stanco per così poco ora che sono un
vampiro, ma è sempre bello vederla così! Corro
per unirmi a una squadra e tu stai li un po’, mi guardi, vedi
come gioco come mi destreggio tra i difensori ed entro in area di
rigore per calciare con forza la palla in rete, il portiere un vampiro
mi guarda con un sogghigno. Adesso, mi concentro solo sulla palla, quel
ragazzo mi vuole sfidare bene, vedremo chi l’avrà
vinta trai due: ti avverto caro portiere nella squadra della mia scuola
in Italia ero capo cannoniere! Non ne sbagliavo una, e infatti sono
ancora qui davanti alla porta e sto per calciare una di quelle
pallonate che a Holly e Benji gli faccio un baffo: alzo un pelo lo
sguardo e ti vedo. Sei in attacco per la tua squadra di pallavolo, ti
hanno appena alzato un pallone perfetto e tu con precisione lo hai
schiaffato in faccia a una ragazza della squadra avversaria: diamine
quanto sei brava! Ma perché diavolo mi sono distratto io ho
un goal da segnare e chiudere questa sfida con il portiere, giro di
nuovo gli occhi di fronte a me e mi vedo comparire dal nulla un
difensore a pochi centimetri di distanza, non faccio in tempo a
fermarmi. Ci ritroviamo per terra entrambi lui sotto di me che si
massaggia la testa dolorante per la botta, il ragazzo incaricato di
arbitrare mi arriva alle spalle e fischia come un ossesso nel
fischietto: diamine questo non è un fallo, non ho fatto
apposta, non mi può espellere così! Troppo tardi
i miei piedi hanno già preso la decisione di uscire dal
campo anche se la mia mente avrebbe voluto dirgliene un paio a quel
ragazzetto così fastidio e incapace, ma se è
possibile che mi abbia espulso per uno scontro accidentale, mi tolgo la
maglietta e me la butto sulle spalle tenendola per il colletto. Tu sei
li ai margini del campo da pallavolo e sta guardando le altre che se ne
vanno tutte felici a cambiarsi festeggiando la vittoria, ti hanno
lasciata da sola senza degnarti di uno sguardo eppure metà
dei punti li hai fatti tu da sola senza bisogno del loro aiuto, senza
di te avrebbero perso, ecco la verità eppure nemmeno un
grazie ti lasciano sola con la tua ombra, che oche senza cervello. Un
po’ ci stai male vero? Lo si vede da come tieni le spalle
leggermente abbassate e non dritte forti e spavalde come prima.
‘Come
è andata la tua partita?’
Ovvio che mi hai sentito arrivare, questa volta non mi hai sorpreso, no
ragazza, questa volta proprio no! Però cosa ti posso dire,
sono stato espulso perché mi sono fermato a guardarti mentre
giocavi, ho investito uno è l’ho sbattuto a terra,
naturalmente finendo giù a mia volta e poi magari dovrei
anche aggiungere che l’arbitro era un venduto e non ha voluto
ascoltare ragion alcuna così da bravo giocatore serio me ne
sono uscito dal campo senza scatenare nessuna rissa del genere che si
vedono sui campi professionistici? Non mi sembra proprio un buon modo
per fare buona impressione su di te, ma che mi frega di fare una buona
figura con te! Infondo nel tuo regolamento c’è la
voce ‘Non
faccio favori.’ percui è inutile:
leggere tutto quel malloppo sulle regole della scuola che mi aveva
procurato il preside la settimana prima mi serve a qualcosa alla fine!
‘Abbastanza
bene; è stato divertente.’
Diamine quanto sono tristi i tuoi occhi mentre guardi quelle ragazze
che si allontano ridendo, ti piacerebbe essere li con loro vero, forse
sono io il problema dato che mi devi fare da baglia non puoi andare con
loro, ma nessuno ti ha ordinato ti starmi dietro come a un bambino
piccolo.
‘Come
mai non vai con loro?’
‘Non sono
interessata a mischiarmi con loro…’
‘Umm…’
A allora non sono io il problema, giuro pensavo avessi una vita sociale
più ampia e invece qui ti ignorano tutti vero? È
colpa di questo tuo essere così brusca e strafottente lo sai
vero, me ne sono reso conto io che ti conosco da si e no quando due
ore, ma nemmeno! Ora cosa fai, ti scosti i capelli dal volto, sei rossa
e sudata, deve fare molto caldo per voi umani: com’era
sentire quel caldo asfissiante, perché è diverso
dal caldo che ho sentito prima mentre ti abbracciavo, no? Diamine non
mi ricordo più è una sensazione che ho perso,
forse è un bene sembri parecchio sofferente, magari ti
servirebbe una doccia fredda. Ho trovato, insomma, si oggi ho proprio
voglia di rischiare la pelle, ma lo faccio per te spero di non
infastidirti, ti afferro per un braccio e mi avvicino a te mentre ti
metto l’altra mano dietro al collo, la tua pelle è
ustionante ma sotto il mio tocco rabbrividisci subito, è uno
dei vantaggi di portarsi dietro un vampiro in fondo: siamo centinaia di
volte meglio del ghiaccio! I brividi ti fanno leggermente inarcare la
schiena verso di me, ma è solo un attimo perché
velocemente ti scrolli di dosso le mie mani e ti allontani lentamente.
‘Andiamo
va…’
Ed ora cosa penserai che sono un malato ninfomane, o magari un
cleptomane: beh in effetti non si allontana dalla realtà, ho
bisogno di toccarti come da umano avevo bisogno di respirare,
è un qualcosa di incondizionato di vitale per me ora. Ti
seguo buttando gli occhi al cielo, mi sorprendo da solo gente, come
sono messo bene.
Spero in questa scuola facciano anche corsi rapidi su come diventare un
vampiro degno di questo nome, sento di averne bisogno!
---
Angolo ringrazimenti:
Cleo, anna io non so più come ringrazziavi per i vostri
commenti! Percui vi dico solo questo... GRAZIE MILLE, mi fate stra
felice e W i vampiri strani xD!
Angolo autrice: Nel prossimo capitolo Miya e beh un rapido scontro a
scuola.
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Capitolo 7 *** Pure all'inferno c'è la polvere! (Miya) ***
Ora di matematica, ma ditemi voi cosa
c’è di più noioso a questo mondo delle
disequazioni o come cavolo si chiamano, ma a cosa diamine mi servono
nella vita cose simili! E la cosa peggiore è che questo
strano essere qui affianco sembra divertirsi come un matto, risolve un
problema dopo l’altro, gli ho fatto pure i miei compiti e lui
non ha detto ne ba ne be! E non chiedetemi di chi sto parlando: si di
lui, di Satoru non ci vuole un genio per capirlo, questo è
proprio scemo! Ha tutta un eternità davanti per studiare,
può fare quel diamine che vuole della sua vita ora e invece
dove sta in un’aula seduto di fianco a una che i vampiri li
ammazza nel tempo libero e si diverte risolvendo problemi di matematica
… Mi accoccolo sul mio banco con l’intento di
chiudere un po’ gli occhi, non so se ricordate ma questa
notte il preside mi ha rovinato il sonno percui ora dopo aver fatto
fisica, con tutto il lavoro di cervello che questo qui di fianco mi fa
fare per capire come diamine ragiona sono esausta, e al diavolo il prof
che mi richiama, che si vada a far benedire lui e la matematica!
‘Ehi, lo hai
sentito?’
Ecco ora pure tu ti ci metti a rompere le scatole, ero riuscita a
chiudere gli occhi ma mondo! Mi tiro su e mi stiracchio, tutti in
classe mi guardano storto, basta ma che hanno oggi in questa scuola la
sindrome da fissaggio acuto. Voglio una botola per sparire e continuare
a dormire, sbadiglio e tu mi afferri per un braccio e mi scuoti per
svegliarmi del tutto.
‘Ho capito
porco fungo! Sono sveglia. Che c’è?’
‘Non hai
sentito?’
E secondo te bel genietto se ti chiedo cosa c’è
vuol dire che non ho sentito nulla e non ho idea del perché
tutti mi guardino preoccupati perfino il prof.
‘Un ragazzo,
ha urlato …’
‘Che problemi
sarà uno dei soliti stupidi che è caduto in uno
scherzo, e ora posso dormire ti prego!’
Ed ora che diamine fai, ti alzi in piedi, infili una mano nella mia
borsa e ne tiri fuori il mio paletto d’argento tenendolo con
la punta delle dita e me lo infili in mano, tenendolo nascosto sotto il
banco per non farlo vedere agli altri: tanto sono tutti vampiri,
dovresti saperlo che loro sanno tutto.
‘Mi scusi
prof, la riporto subito.’
Ma che, pazzo che cavolo stai facendo? Mi hai sollevato dalla sedia e
ora mi trovo caricata di traverso su una tua spalla come un sacco di
patate, esci dalla classe e mi piazzi per terra in mezzo al corridoio
proprio mentre l’urlo del ragazzo echeggia di nuovo per i
corridoio deserti.
‘O
diavolo!’
Non aspetto nemmeno di sentire cosa hai da dire corro e basta, prendo
le scale antincendio esterne alla struttura e facendo i gradini due per
volta arrivo fino al tetto della scuola, ho fatto scattare il paletto
facendo uscire la lama che ora lascia gocce di acqua santa dietro di
me. Diavolo la porta è chiusa e la recinzione è
alta mi toccherà arrampicarmi dall’altra parte,
così facendo mi rovinerò la maglia nuova e chi la
sente pomeriggio mia madre! Mi infilo il paletto alla cintura e salendo
in piedi sulla ringhiera delle scale spicco un salto e mi appendo alla
recinzione, tu arrivi poco dopo di me facendo attenzione a non pestare
l’acqua che mi sono lasciata dietro per non ricavarne qualche
ustione grave, arrivi sotto la recinzione e mi guardi mentre salgo
agilmente e scavalco la rete di metallo, stai per seguirmi quanto
adocchi due figure dall’altra parte: una è fine
con una folta chioma bionda che gli ricade lungo le spalle fino ad
arrivarle in vita e tiene una mano e chiusa ad artiglio sulla gola di
un ragazzo che dopo essere stato sollevato da terra agita i piedi e
cerca di scacciarla con dei calci, ma la vampira è ferma al
suo posto gira solo la testa per guardarmi mentre con un salto atterro
pochi metri dietro di lei.
‘Rimani li, ti
passo il ragazzo, tienilo al sicuro ok?’
‘Certo, ma sei
sicura che non ti serve aiuto.’
‘Si tranquillo
…’
Il ragazzo viene lasciato cadere a terra, è uno di quelli
che avevo messa nella lista dei problemi e come volevasi dimostrare
eccolo li svenuto ai piedi di un avvenente vampira bionda che sogghigna
mentre mi punta addosso due occhi color della pece senza pupilla,
profondi come dei baratri. Quest’ultima mi fischia contro
come un gatto e rizza un poco le spalle: è di poco
più piccola di me in quanto altezza, ma deve essere forte,
l’ho già vista e minacciata altre volte, ma a
quanto pare non mi ha voluto ascoltare!
‘Vattene, sono
impegnata.’
‘Beh pure io
ero impegnata in roba più divertente di questa, ma mi sono
dovuta fermare. Allontanati dal ragazzo.’
‘Certo
…’
Scatta e mi viene addosso travolgendomi con tutto il suo corpo e
mandandomi a sbattere contro la recinzione proprio davanti agli occhi
di Satoru.
‘Vai a
prendere il ragazzo, sbrigati.’
Diavolo, mi hai ascoltato e sei stato velocissimo anche, hai saltato
senza fatica la recinzione e ora tieni il ragazzo svenuto tra le
braccia e ti stai già allontanando di corsa scendendo le
scale. Tiro un pungo alla vampira che intanto stava tentando di
mordermi il collo con qui suoi lunghissimi denti bianchi e
terribilmente affilati, non indietreggia di niente percui tiro fuori il
paletto dalla cintura e gli faccio disegnare un semicerchio davanti a
me e la bionda salta indietro per evitare di essere ustionata.
‘Ti avevo
avvertito, già una volta, la seconda volta non
passi.’
‘Avresti
dovuto farmi fuori già la prima volta.’
‘Hai
ragione!’
Sono io questa volta che avvento contro di lei piegata in due e tento
di tirarle un calcio da destra che lei prontamente para, le tiro anche
un pugno con la mano destra,così dopo che mi ha afferrato il
pungo e incomincia a stringerlo nel tentativo di sbriciolarmi la mano
uso il paletto che tengo nella mano sinistra per ferirla in volto e lei
non mi può fermare perché ha tutte le mani
occupate: il corpo a corpo è una mia specialità,
e le lezioni di taekwondo che sto prendendo mi hanno aiutato e
parecchio a migliorare la mia tecnica, in pratica non sbaglio un colpo!
Come sono ‘poco’ narcisista vero? La vampira
è scattata indietro e si tiene una guancia mentre urla di
dolore, è urlo insopportabile e mi devo coprire le orecchie
per evitare che la testa mi scoppi, in questo modo si farà
sentire da tutta la scuola e mi toccherà fare un incantesimo
a tutta la scuola!
‘Sei morta
Miya.’
‘E quando mai,
tesoro mio, mi minacciano così tutti i giorni lo sai
vero!’
Faccio rientrare la lama del paletto e la faccio scattare di nuovo
fuori perché a furia di sventolarlo in giro
l’acqua santa si è asciugata, ma a quanto pare non
è una giornata fortuna: mi devo ricordare di fare il
rabbocco dell’acqua al mattino non metterlo in borsa
così come lo trovo. Ora sono a secco e senza acqua un
paletto d’argento non può fare nulla a un vampiro,
e che razza di giornata, mondo! La vampira ha notato che sto titubando
e che ho dei problemi con la mia arma, no non è per niente
giornata. In meno di pochi centesimi di secondo mi trovo la bionda
addosso che con un balzo ora mi sta spingendo verso la recinzione
metallica con l’intento di farmici schiantare contro e farmi
fare la fine del prosciutto in un panino, sapete l’idea non
mi alletta molto e poi ho ancora tante cose da fare a questa vita!
Appoggio appena un piede per terra, insomma quel tanto che basta per
mettere la vampira di spalle e usarla come scudo per sfondare la
recinzione: ci troviamo entrambe a volare verso terra troppo
velocemente per poter pensare di aggrapparsi alle scale e bloccare la
caduta. Con una spinta dei piedi mi allontano da quella belva coi ricci
che sta ancora cercando di mordermi incurante della caduta, bella roba
in effetti l’unica che si farà male nella caduta
sarò io, lei in pratica è fatta di roccia. Sono
vicina a terra e se non mi voglio ammazzare mi tocca rotolarmi per
cercare di attutire la caduta: il terreno non mi vuole proprio bene,
sbatto la spalla per terra e il dolore mi sta per fulminare del tutto
il cervello, come se non fosse già abbastanza fuso. Riesco a
fermarmi finalmente, diamine ho rotolato per tutto il cortile in
pratica, metto a fuoco la figura della vampira che poco più
in la è già in piedi e si sta facendo
giù la polvere dai jeans: bene ho tre secondi netti per
alzarmi, andare alla mia moto, trovare le chiavi, metterla in
moto, andare a casa, prendere una boccetta di acqua santa, tornare
indietro, trovare il paletto d’argento che giustamente ho
perso, fare il rabbocco e impalettare quella dannatissimo ragazza!
In poche parole o succede un miracolo, o sono morta … ecco
è già qui davanti a me, e chi pensava di morire
così, addio al mio radioso futuro da ammazza vampiri, devo
disdire tutti i miei impegni e diamine se ne ho tanti, e oddeo
c’è anche il ballo e io mi dovrei assicurare che
nessuno ci tiri le cuoia quest’anno, cioè nessuno
di umano. Oh e va beh se devo morire, preferisco morire così
che vecchia baccuca su una sedia a rotelle mentre una badante mi
scongiura di mangiare il mio brodino e di prendere le mie medicine.
Diamine sto per morire e a queste cose penso! Insomma pensa a cose
migliori da finale da film strappalacrime del genere, non
avrò mai un ragazzo, spezzerò il cuore a mia
mamma, o meglio chi verrà al mio funerale? Ecco
così va meglio! Mi arriva un calcio nello stomaco e sento la
ragazza che ride, chiudo gli occhi non voglio guardare, so che sembra
strano ma il sangue mi fa un effetto orribile, poi quando è
il mio immaginatevi voi: una cosa bella dell’ammazzare
vampiri, niente sangue, solo tanta polvere! Lentamente sprofondo, non
riesco più a tenere il controllo su di me, mi sento svenire
ma non prima di aver sentito qualcosa che mi pizzica il naso, e mi fa
venire voglia di starnutire. Ecco come quella che
c’è in giro proprio ora, la polvere di vampiro
è simile a questa, ti fa starnutire e ci vogliono anni per
toglierla dai vestiti!
Bene sono morta e mi sento soffocata dalla polvere …
Polvere! Mondo pure all’inferno c’è a
polvere! Sono proprio sfigata lasciatemelo dire!
---
Angolo ringrazimenti:
Spero di essere riuscita a fare qualcosa di buono anche questa volta,
anche se ci ho messo una vita ma mi sono trovata impastoccata, cleo,
anna commentate mi fido del vostro giudizio, grazie mille!!
Angolo autrice: C'è polvere pure in casa mia, forse
servirebbe un mega aspirapolvere xD bah certo che la polvere
all'inferno è strana ?___?!
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Capitolo 8 *** Pure all'inferno c'è la polvere! (Satoru) ***
Adoro la matematica! Non mi credete pazzo, ma è
la cosa più semplice più razionale che esista! Io
sono sempre stato razionale tanto che quando mi hanno detto che ero
diventato un vampiro mi sono messo a ridere dicendo che cose simili non
esisteva perché non era razionale e secondo logica nessuno
poteva vivere per sempre cibandosi solo di sangue perché non
avrebbe preso i giusti principi nutritivi e si sarebbe ammalato presto,
si insomma tutte quelle cose che potrebbe dire uno scienziato pazzo!
Poi i vampiri che mi hanno creato mi hanno rotto un sbarra
d’acciaio da circa trenta centimetri di spessore, e quando mi
sono accorto che la mia testa era ancora integra ho accettato il fatto
che essere un vampiro è tanto irrazionale da essere una
delle cose più razionali del mondo: l’avevo detto
ad alta voce e quei due mia avevano rotto in testa un’altra
trave, che bell’inizio che è stato il mio! Ah ma
la scienza mi ha deluso quella volta, ma la matematica, quella non
sbaglia mai, e quando mi butto in un problema potrebbe anche esplodere
una bomba atomica proprio sopra di me, non lo sentirei!
Umm… il prof deve essere parecchio confuso sono sicuro di
averli già fatti questi esercizi oggi… boh a
scanso di equivoci sempre meglio farli. Mi giro un attimo, è
un po’ che non sento Miya e anche il suo cuore ha rallentato
un po’ insieme al suo respiro: oh non ci posso credere, si
è addormentata! Come si fa a dormire durante un ora
così interessante, insomma la matematica ti aiuta a
ragionare e a lei servirebbe per districarsi da tutte le brutte
situazioni ,che scommetto, si trova sempre a dover affrontare.
Però è carina quando dorme, i capelli che le
sfuggono dalla coda le cadono davanti agli occhi rivolti verso la
finestra, ha appoggiato la testa sopra l’astuccio che tiene
stretto tra le braccia come se fosse un orsacchiotto di pezza, mi
sporgo un po’ verso di lei per vederla meglio in faccia e
appena sente il mio braccio freddo che le sfiora la schiena si contorce
e mugugna come una bambina piccola. Sembra tutta un’altra
persona ora che è così calma: diamine ecco chi mi
ricorda! Ma si, come ho fatto a non pensarci prima, ci assomiglia un
botto, e come si comporta, la sua voce e anche questo suo modo strano
di contorcersi mentre dorme, adesso ho capito. Qualcuno ha appena
urlato, fuori in cortile, no anzi più in alto sul tetto, ma
tu continui a dormire, tutta la classe però si è
fermata ad ascoltare e il professore ora mi guarda con tanto
d’occhi.
‘Svegliala
presto!’
E ora che succede, il professore sembra quasi spaventato, e anche gli
altri ragazzi sembrano preoccupati: incrociamo ancora le dita, se
assomigli veramente alla persona che dico io, come minimo mi tiri una
di quelle sberle che mi ricorderò per tutta la vita.
Appoggio una mano sulla tua spalla e incomincio a scuoterti
leggermente, la tua pelle freme a contatto con la mia fretta ma non dai
segno cenni di volerti svegliare.
‘Miya?’
Mi scuoto per una spalla, e tu storci il naso, sembri persa in quasi
quali sogni: nessuno ti ha mai detto che devi dormire un po’
di più la notte. Sai cosa ti dico anche finita
l’ambientazione in questa scuola, io continuo a starti dietro
ho la sensazione che avrai bisogno di me se non vuoi farti del male da
sola.
‘Ehi, lo hai
sentito?’
Ok, abbandoniamo le maniere delicate, adesso ti afferro per un braccio
e ti scrollo con un po’ più di forze, tu ti tiri
su mi punti addosso gli occhi che non sembra per nulla addormentati, al
contrario sono vispi e cattivi come se non ti fossi addormentata: si
sei davvero strana, ragazza.
‘Ho capito
porco fungo! Sono sveglia. Che c’è?’
‘Non hai
sentito?’
Ti eri proprio addormentata pesantemente ragazza, quasi mi pento di
averti svegliato, forse te lo meriti di dormire un pochino ma da come
ti guardano gli altri capisco che proprio hai scelto il momento
sbagliato per addormentarti.
‘Un ragazzo,
ha urlato …’
‘Che problemi
sarà uno dei soliti stupidi che è caduto in uno
scherzo, e ora posso dormire ti prego!’
Oh, andiamo non vorrai fare la scansa fatiche proprio ora: ricordati
che sono il nuovo arrivato, devi farmi paura, incutermi terrore non un
scatenarmi questa voglia pazza di morderti brutta scema. Dai sei la
legge, la cacciatrice senza scrupoli, non la ragazza che si sveglia,
qualcuno è in pericolo e si gira dall’altra parte
come se nulla fosse, o magari nasconde la testa sotto il cuscino.
Infilo la mano nella tua borsa e facendo attenzione afferro con due
dita il tuo paletto, è d’argento vero: si intona
con i tuoi occhi, freddo ma letale. Con un gesto rapido ti prendo dalla
tua sedia e ti metto su una mia spalla con il paletto in mano e mi
avvio per uscire dalla classe, il professore mi guarda male ma se pensa
che ti lasci andare da sola ora, si sbaglia, l‘ho detto no,
sento che tu hai bisogno di me.
‘Mi scusi
prof, la riporto subito.’
Esco in corridoio e ti metto per terra con delicatezza, a volte non ci
penso ma sono un po’ più forte di quello che ero
da umano e a una come te così piccola rispetto a me, posso
fare molto male anche solo sfiorandoti con un dito. Il ragazzo urla di
nuovo, si è sul tetto, il suono scende giù per il
muro e si infila per il lungo corridoio che porta fino alle classi:
tutta la scuola lo deve aver sentito a questo punto. I tuoi occhi si
sono accesi come due tizzoni, l’urlo del ragazzo ha
risvegliato qualcosa di te che è primordiale, puro istinto:
è così che affronti i vampiri, istinto? In
effetti nessuno affronterebbe un vampiro seguendo il cervello, sarebbe
un pazzo, l’unica cosa che ti può spingere
è l’istinto vero? Me lo devo segnare, questa
è una di quelle cose che la razionalità non
può fare.
‘O
diavolo!’
Ehi sei veloce, pochi secondi e stai già salendo le scale
anti incendio di metallo che danno verso il cortile centrale della
scuola, sali gli scalini tre a tre senza aggrapparti al corrimano, in
una mano stringi il paletto che sgocciola per terra acqua santa:
diamine devo starti lontano se non voglio farmi male. L’unica
cosa che voglio è essere impalettato in un gesto
involontario perché ti sto alle spalle e troppo vicino: ora
che siamo in cima alle scale, sei saltata sulla recinzione e la stai
scavalcando con agilità, ti sto per seguire ma vedo una cosa
d’avvero che non mi sarei mai immaginato. Tu sei li mi dai le
spalle ma non hai paura anche se pochi metri davanti a te
c’è una vampira con un ragazzo il doppio tuo
stretto in mano per il collo e sollevato da terra come se fosse una
piuma: quella vampira mi fa tremare, ha gli occhi neri, completamente,
di chi è in caccia, i capelli lunghissimi e biondi le danno
un aria selvaggia e terribilmente attraente. Non ti assomiglia per
niente sai, tu sei meglio di lei: lei è fredda glaciale e
ora sorride mentre ti guarda, tu sei così …
umana! Oh insomma, devo tirare una testata da qualche parte, ora
subito! Ok ora vengo di li, mi basta un salto e sono vicino a te, non
so a cosa ti servirebbe forse ti arrabbieresti e basta …
‘Rimani li, ti
passo il ragazzo, tienilo al sicuro ok?’
‘Certo, ma sei
sicura che non ti serve aiuto.’
‘Si tranquillo
…’
Che fegato ragazzi: quella vampira fa un po’ di paura pure a
me, ma a te sembra non fare ne caldo ne freddo, quanti ne hai visti
come lei? Cosa hai passato fino ad ora, un giorno me lo dovrai
raccontare, dovessi cavarti le parole a forza. Cosa ti stai dicendo ora
con questa vampira, che importa, spero tu stia prendendo tempo: io sono
preoccupato per il ragazzo, ha il collo segnato da lunghi solchi rossi
ed è accasciato a terra privo di sensi, il suo cuore batte
piano e il suo respiro è ai minimi possibili e immaginabili.
La vampira ti è saltata addosso e tu sei finita a sbattere
proprio davanti a me, tanto che ho potuto sentire il fiato che ti
mancava per un attimo, prima di riprendere il controllo: come
hai fatto a sopportare un urto simile, le tue ossa, come vetro per noi
vampiri si sarebbero dovute fracassare in mille pezzi. Quanto sei
stranamente poco umana!
‘Vai a
prendere il ragazzo, sbrigati.’
Rispondo prontamente al tuo ordine andando il più
velocemente possibile, salto la recinzione e salto te e la vampira che
intanto tenta di morderti, se osa torcerti un solo capello le faccio
vedere io! No, ora mi devo preoccupare del ragazzo, tu te la sai cavare
da sola, lo afferro me lo carico in spalla e con un salto scendo le
scale a tutta velocità lasciandoti sola con la vampira.
Appoggio il ragazzo all’inizio del corridoio che porta alle
classi all’ombra, dove può riprendersi con calma e
mi metto a seguire il tuo scontro da lontano, solo con
l’udito, non posso abbandonare questo disgraziato altrimenti
sarei già li ad aiutarti. L’hai colpita, la sento
mentre urla parole offensive: alle tue orecchie devono essere solo urla
senza senso, sono ultra suoni, è normale che le tue semplici
orecchie non li percepiscano. Il ragazzo si rigira un attimo e mugugna
qualcosa, mi giro un attimo per guardarlo e aiutarlo a sollevarsi da
terra per mettersi seduto che, come nei migliori film, nel preciso
istante in cui giro gli occhi tu atterri per terra malamente pestando
una spalla e ruzzoli via andando a sbattere su un albero. Non hai
più il tuo paletto e la vampira si rialza molto
più velocemente di te, che con tutto quel ruzzolare e quella
caduta ti devi essere fatta parecchio male, sei girata su un fianco e
ti tieni una spalla, ma perché non reagisci, urla, cerca di
colpirla con un calcio, sputale in faccia invece rimani ferma, hai gli
occhi spalancati e terrorizzati, no ora li hai chiusi poco prima che
lei ti rifili un calcio nello stomaco. Sei così piccola ora
di fronte a quella belva che vuole il tuo sangue, da sembra un pulcino
indifeso, cosa aspetti la morte? Non ti puoi arrendere così,
io non posso permetterlo! Non so nemmeno io come e quando ho fatto
questi movimenti ma improvvisamente mi trovo in mano la testa della
vampira che poco a poco si trasforma in cenere seguita dal corpo, e tu
sei li sdraiata ai miei piedi, ti sanguina un occhi, ti devi essere
tagliata e sei svenuta, ma sei viva per fortuna. Almeno questo, sei
viva grazie a me, mi devi un favore. Ti tiro su da terra e prima che
possa arrivare gente a guardare sparisco dal cortile della scuola: e
ora cosa faccio, dove ti porto, a sapere dove abiti accidenti! Hai il
volto sporco di polvere e l’aria distrutta, stai sanguinando
e penso che ti sia lussata una spalla, e forse il calcio ti ha rotto
una costola: insomma sembri una appena tornata dall’inferno,
un inferno molto polveroso oserei dire dato che ne sei totalmente
ricoperta e tossisci pure. Quanto sei tenera così, indifesa,
potrei fare di tutto ora con te e non potresti fuggirmi: ma io sono un
ragazzo che non ha mai torto un capello a una ragazza percui non lo
farò nemmeno ora.
Ma fermi, io ti ho salvato la vita, visto proprio come avevo detto tu
hai bisogno di me se non ti vuoi fare un bel viaggetto
all’inferno di nuovo: mi devi la vita …
---
Angolo ringrazimenti:
Purtroppo questo salvataggio era preveridibile, o Satò o un
battaglione di formiche che passava per il cortile xD. grazie mille
delle recensioni!
Angolo autrice: è tutta sera che scrivo, a cena un panino al
volo e ora mi abbiocco sulla tastiera! Spero vi piaccia come punto di
vista del vampiro, dato che non ha preso parte allo scontro
è più corto del capitolo di Miya. Ma va beh....
ciao ciao!
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Capitolo 9 *** Almeno tu... (Miya) ***
Ho la testa che mi pulsa come se un muratore ci stia
lavorando dentro con un martello pneumatico, per non parlare poi del
dolore alla spalla e al petto, mi sento rotta in due in pratica, solo
le gambe non mi fanno male, a no ecco adesso fanno male pure quelle. Ma
che diamine è successo mi è passato sopra uno
schiaccia sassi, oppure mi hanno rotto in testa una trave
d’acciaio: si insomma, mi sento come se un intero cantiere di
muratori abbia deciso che gli sto antipatica e me ne abbia date tante
da ridurmi a un paté!
‘Ehi, come va?
Senti male?’
No chi è sto genio, lo voglio proprio sapere: ma secondo te,
solo a guardarmi non devo essere messa bene, quella vampira, a si ecco
cosa mi ha conciato così, mi deve aver lasciato dei bei
segni addosso. Ok adesso concentrazione, devo aprire poco alla volte
gli occhi e tirarmi su, cercando di evitare di farmi prendere da un
giramento di testa: mi viene difficile aprire l’occhio
sinistro, la pelle mi tira e sento chiaramente dei punti che mi cuciono
un taglio. Punti? Ma dove sono in ospedale, oh io odio gli ospedali
fanno troppe domande!
Apro solo l’occhio destro non ho intenzione di farmi del male
da sola, e il mondo è stranamente sfuocato mentre cerco di
riprendermi: e come un fantasma mi compari davanti.
‘Ah!’
Scatto in piedi e apro tutti e due gli occhi troppo sorpresa per
pensare a cosa diamine ci fai tu li davanti a me, e dove diamine sono
finita io: ohi, il mondo mi sta girando in torno un po’
troppo in fretta e mi tremano le gambe, ma come sono conciata male, non
riesco nemmeno a stare in piedi! Mi lascio andare a terra e anche
questa volta non riesco a toccare terra perché mi afferri al
volo e mi tiri su stringendomi tra le braccia: diamine quanto sei
freddo ragazzo, sei pure a torso nudo, in pratica mi sembra di poggiare
direttamente su un iceberg.
‘Non fare cose
simili, potresti farti male.’
Aspetta, cosa diamine ci faccio, io tra le tue braccia,
perché tu non hai la maglia e perché diamine ti
stai preoccupando per me, cerco di spingerti via ma in questo modo
riesco solo a farmi più male alla spalla. Alzo un
po’ la testa per guardarti in faccia, stai sorridendo ma i
tuoi occhi, così perfettamente castani sono preoccupati:
facciamo il punto sei un vampiro, pazzo, cleptomane e che si
preoccupa per la sua peggior nemica.
Incominci ad essermi simpatico sai.
‘Sei una pazza
lo sai, stavi per lasciarci le penne.’
Ora che ci penso tu sei l’unica persona che si sia mai
preoccupata per me da quando è iniziata tutta questa storia:
nemmeno mia madre mi ha mai chiesto come stavo, se sentivo male quando
torno da una ronda con un nuovo taglio o un braccio fratturato, no
nessuno lo aveva mai fatto, mi avevano sempre lasciato li a sanguinare
e a curarmi per conto mio. Forse la maggior parte dei vampiri
ha dimenticato il dolore fisico che può sentire un umano e
per questo non mi hanno mai dato peso mentre mi contorcevo per il male.
‘Sembri
shockata, lo sarei pure io in fondo … vuoi che ti prepari un
the? O un caffè dimmi tu, cosa preferisci?’
No aspetta, non è questo il problema è che sono
… sorpresa ecco tutto! Dove sono, perché tu sei
qui, perché ti preoccupi per me, si insomma il cervello mi
sta per esplodere e tutto per colpa tua, fino a ieri andava
tutto alla grande e invece da stamattina tu mi hai rovinato la
giornata, ed ora mi trovo con dei punti su un sopraciglio una spalla
fasciata stretta e tenuta ferma da un tutore e una mano
anch’essa fasciata con delle bende elastiche ma che a quanto
pare servono a non farmi muovere il polso, dato che mi viene
complicato. Mi aiuti a sedermi di nuovo, su, un letto? Ma che diamine,
ora ti stai allontanando vai verso un piccolo mobile e ne tiri fuori
una tazza, una teiera e una bustina di the aromatizzato alla vaniglia,
ne sento il profumo. Siamo in un ampio monolocale arredato di tutto
punto con mobili neri e bianchi, molto luminoso e arioso viste le
grandi finestre che danno su una balconata piena di piante: sembra la
casa perfetta per un ragazzo che vive da solo, tutto sotto mano e una
sola stanza da riordinare.
‘Satoru, che
posto è questo?’
‘Beh non
sapendo dove abiti, ti ho portato a casa mia e …’
‘A casa
tua!?!’
Diamine sono a casa di un vampiro, e giustamente no, se no di
chi è questa casa di mia nonna in cariola per caso? Ma
allora perché hai una cucina e il letto: non ti servono
queste cose, tu non dormi e non mangi, non ne hai bisogno, eppure hai
una credenza piena di roba. Voglio un aspirina!
‘Tieni.’
Mi allunghi una tazza fumante di the caldo, il suo profumo mi rilassa
subito, ma tu mi guardi male: devo avere un aria da schizzata e o
meglio, visto come sono fasciata e bloccata una pazza con la camicia di
forza, tengo la tazza con la mano sinistra e per bere devo inclinare in
dietro la testa. Tu mi stai fissando guardi come mi muovo, e fissi la
pelle del mio collo: se ti prende uno scatto ora giuro che ti castro,
sei abbastanza vicino da permettermi di colpirti senza fare fatica con
una ginocchiata!
Invece ti allontani e ti vai a sedere di traverso su una sedia proprio
sul lato opposto della stanza sotto una grande libreria stracolma di
Cd, riviste e giochi per svariati tipi di console per videogiochi:
libri nemmeno uno, tipico dei ragazzi adolescenti … Ti sei
seduto in una maniera d’avvero strana e un po’
buffa devo dire, le braccia incrociate appoggiate allo schienale e la
testa appoggiata su di esse, una gamba piegata e infilata sotto
l’altra che invece penzola di lato, poi con
quell’aria da anima in pena sei veramente bellissimo. Ti
farei una foto quasi quasi!
‘Allora mi
vuoi dire cosa è successo e cosa ci faccio qui.’
Alzi un poco le spalle, chiudi gli occhi e inclini la testa mentre
sorridi.
‘Diciamo solo
che, beh, mi devi la vita.’
‘Umm
…’
‘Che
c’è non ti fidi?’
‘No, no
assolutamente solo non …’
Non capisco perché lo hai fatto brutto scemo, poi figurati
li in mezzo al cortile sai quanta gente di deve aver visto e cosa ti
sei inventato poi per giustificare un ragazzo svenuto e io messa in
quelle condizioni: no insomma questo può passare in secondo
piano, ora il mio problema è capire perché lo hai
fatto, e sapere se la cosa mi ha rovinato la reputazione, mi
dispiacerebbe doverti fare fuori solo per riprendere il controllo sul
resto della marmaglia.
Mi fissi di nuovo, curioso, forse è solo questo che ti a
spinto a salvarmi, curiosità verso la mia reazione, insomma
cosa farò ora che sono in debito con te, certo non puoi
averlo fatto con il cuore, preoccupandoti sul serio per me: ma io prima
gli ho visti i tuoi occhi, preoccupati mentre mi stringevi. Forse stavi
fingendo, basta l’unica cosa da fare è
chiedertelo, il fegato non mi manca per farlo.
‘Solo non
?’
Ti sei alzato in piedi e ora mi sei davanti allunghi una mano e mi
prendi la tazza vuota per poi andarla a mettere in un lavandino e
tornare con un tovagliolo, con il quale mi asciughi come se fossi una
bambina piccola, e poi torni a sederti: e il tutto in quanto 2, 3
secondi. Bene in tre secondi netti tutta la decisione che avevo prima
è morta insieme alle parole: cosa ti dico ora, e se ti
offendo, se ti ferisco, se ti sembro un ingrata? Insomma contegno,
Miya! Sei o non sei un ammazza vampiri che ti frega di quello che pensa
lui: ma chi voglio prendere in giro certo che mi frega!
‘Insomma: non
capisco perché lo hai fatto, nessuno si è mai
preoccupato, figurati un vampiro che conosco da quanto un paio di
ore.’
‘A dire il
vero è quasi un giorno: sono le sette di mattina, hai
dormito tutto ieri pomeriggio e notte senza fare cenni.’
Mondo, ma come diamine ho fatto a dormire tranquilla per tutto questo
tempo in casa tua, con te in giro libero di fare ciò che
volevi di me! Ma non hai fatto nulla …
‘Va beh,
comunque … volevo sapere perché lo hai fatto?
Pensi di ottenerne qualcosa da tutto questo? Se è
così ti sbagli alla grande.’
Sei diverso dal ragazzo che ho visto a scuola ogg.. Ieri. Ora che sei
in un ambiente che conosci e non devi fare finta di essere qualcosa che
non sei, ti muovi con più scioltezza,
parli di più, insomma sei meno teso: è lo stesso
effetto che si ha quando si guarda un leone nato in
cattività essere liberato in una grande savana. Sei a tuo
agio, non hai paura di mostrarti, sei meno stressato, sei
più carino … Ok mi sa che i muratori di prima
hanno toccato qualcosa di vitale mentre mi pestavano perché
il mio cervello va da solo e insieme a te ora, non sono tesa, anzi
sento che posso parlare e che ci conosciamo da sempre.
‘Ti sbagli,
non lo faccio per secondi fini: solo mi ricordi una mia amica, che
è morta un po’ di tempo fa, quando avevo 13 anni.
Forse questa tua somiglianza con lei mi ha spinto a reagire
d’istinto, perché così è
stato non ci ho pensato, un secondo prima sono vicino al ragazzo, un
secondo dopo ho decapitato la bionda sanguinaria e ti ho salvato la
vita.’
A ecco lo sapevo che non lo avevi potuto fare per me, lo hai fatto per
il ricordo di quella tua amica, ne sono felice, cioè dovrei
esserne felice ma … la mia mente non è
d’accordo, sto incominciato a mandare ogni accidente
possibile a quella tua amica, perché si diamine mi da
fastidio che non ti sei preoccupato per me, che non ci hai pensato a
chi stavi salvando! Porco se fossi umani ti sarei già
saltata intorno al collo e beh … Ah! Ma cosa diamine mi
prende, tu sei un vampiro, non posso nemmeno pensarle queste cose,
è sbagliato… ma in fondo sono umana, sbagliare fa
parte del mio dna.
‘Come si
chiamava?’
‘Chi?’
‘La tua amica
no?’
I tuoi occhi si rattristano un attimo, non volevo lo giuro,
l’ultima cosa che volevo fare era buttarti giù di
morale, ma quanto sono incapace accidenti!
‘Si chiamava
Erica.’
‘Ti manca
molto, non dire no te lo si legge in faccia: non sei come gli altri,
vampiri, lo capisco ora.’
‘Si hai
ragione mi manca.’
No non sorridere così come se mi dovessi dare il contentino,
diamine a non avere addosso questo coso, che mi imbriglia la spalla ti
tirerei su da quella dannatissima sedia di peso e ti prenderei a
schiaffi fino a strapparti un urlo di dolore: sai che ne sono in grado.
Anzi adesso lo faccio, come diamine si aprirà questo coso, a
ecco è fermato con il velcro sulla
schiena e il polso fasciato non mi permette di arrivarci facilmente, tu
mi stai guardando male mentre mi contorco ma non penso che tu abbia
capito cosa sto facendo altrimenti forse mi avresti già
fermato con la forza. Al diavolo vorrà dire che mi tolgo
anche le bende del polso, solo che è complicato le mordo e
incomincio a tirare come un ossessa fino a che non si sciolgono e posso
finalmente allungare una mano e slacciarmi il tutore e le bende della
spalla: ecco ora sei saltato su e mi sei arrivato vicino in meno di un
secondo.
‘Ma sei pazza?
Così ti farai male … ti prego rimettiti quel coso
o la spalla te la puoi giocare del tutto.’
‘Che importa,
promettimi che non fai più quella faccia e io mi metto
buona.’
‘Quale
faccia?’
‘Quella che
hai fatto adesso, sembri così triste: tu non la fare
più e io per ora terrò sotto controllo il mio
istinto di prendere a calci quel tutore
d’accordo?’
Non mi rispondi semplicemente allunghi un braccio, e piano
delicatamente mi abbracci, non come ai fatto le altre due volte, ora mi
tieni come se fossi un orsetto di peluches, tanto che non sento nemmeno
freddo, insomma non molto: stai facendo battere ancora il tuo cuore.
‘Prometto. Ora
però fatti rimontare ok?’
‘Va
bene.’
Ci sediamo sul letto e tu prendi a fasciarmi la spalla e a legarmela
stretta contro il tronco, e dato che proprio mi vuoi male, mi fasci
anche il polso e molto più fermo di prima oserei aggiungere.
Ora sorridi sul serio, chissà a cosa pensi: probabilmente al
fatto che sono una persona strana, ma è tutta colpa tua,
l’ho già detto che è tutta colpa tua se
sono in questa situazione? Si, beh lo ripeto, è tutta colpa
tua se tu non fossi arrivato ora io … io sarei morta. Mi
squilla il cellulare e una volta estratto l’aggeggio con un
po’ di fatica dal mio zaino che ho scoperto hai messo proprio
sotto il letto e ti sei preso la briga di andare a riprendere la sera
prima: fortuna che quando hai visto le chiavi della moto hai caricato
in spalla anche quella e non l’hai lasciata fuori tutta la
notte davanti a scuola. Va bene tutto ma se succede qualcosa al mio
Kawasaki ti faccio secco, prima che tu mi possa dire qualunque cosa,
caro mio!
‘Pronto,
ma?’
‘Per
gli dei, dove sei? Non ti ho vista tornare ieri, e stanotte due ragazze
sono state aggredite. ’
‘Se
la sono cercata.’
‘Miya
ma cosa ti prende: tu devi proteggere questa gente, non mi importa
quello che hai fatto questa notte, nemmeno se eri applicata con un
ragazzo hai sbagliato ragazzina!’
‘Se
lo vuoi proprio sapere ieri a scuola o rischiato di rimetterci le
penne, e sono rimasta senza sensi tutta notte. Qui quella che per una
volta doveva essere salvata ero io!’
‘Io
io io, così non va bene. Devi pensare di più agli
altri.’
‘Certo,
e tu ci pensi mai agli altri: o meglio ci pensi mai a me, si mi fai dei
regali una volta ogni tanto e poi? Insomma non ti preoccupi mai per me,
eppure sei mia madre no? Sai cosa ti dico, muori!’
Chiudo il telefono con rabbia e ti vedo che mi guardi male, devi aver
sentito tutta a conversazione e ora ai una faccia davvero strana:
scuoti la testa e ti alzi per andare a lavare la tazza.
‘Che
hai?’
‘Nulla
è solo che hai la fortuna di avere una madre e la tratti
così.’
‘Non
è mia madre, è una vampira che mi ha adottato
quattro anni fa …’
‘Beh in
qualsiasi caso tua madre.’
‘Ma uffa, non
c’ bisogno che mi fai la paternale: lei mi usa solo per
tenere a posto la sua coscienza.’
Ti giri e mi fissi con gli occhi che brillano e ridi di gusto come se
ti avessi appena raccontato una barzelletta, forse è per la
faccia che mi ritrovo ora, quella di una bambina che fa i capricci.
Oh ragazzi, è
possibile che tu sia così stranamente perfetto, lo ammetto
mi piacerebbe che tu diventassi mio amico, almeno tu …
‘Promettimi
che non mi abbandoni?’
‘Si ci vediamo
ancora domani, te lo prometto.’
‘A presto
Eri.’
‘A presto
‘Toru.’
Mi sto allontanando e sto salendo in macchina dove mi aspettano i miei
genitori e mio fratello, tu sei li proprio davanti
all’ingresso della scuola semi nascosto nel buio, piove, i
tuoi capelli sono tutti appiattiti dall’acqua, i miei beh che
importa dei miei capelli: so solo una cosa tu mi piaci e molto, e io
piaccio a te. Che bello sono così felice, siamo fermi a un
incrocio la radio passa uno di quei vecchi brani che andavano tanto
negli anni 80’, il semaforo è rosso, nessuno in
macchina parla. All’improvviso due fari di un camion ci
abbagliano sul fianco destro della macchina dove si trova mio fratello
dietro al sedile de conducente dove mio padre tenta di fare retro
marcia per evitare il tir. Cosa ci fa un tir in un paesino come questo,
no papà non riuscirà ad evitarlo ci
prenderà in pieno… ‘Toru mi spiace non
so se ci vedremo domani. Il
vetro si rompe e tutto si fa buio…
---
Angolo ringraziamenti: ok a parte un grazie di nuovo per la recensione
a anna! ringrazio davvero tutte le persone che hanno letto fino ad ora
questo mio lavoro, siete molti di più di quello che avrei
mai sperato, arigatou a tutti voi!
Angolo autrice: bene la
parte sottolineata nella storia è la telefonata di Miya l'ho
fatta così almeno è meno confusionario e non
sembra che stia parlando con un muro xD mentre l'ultima parte beh...
è tipo un flashback! Ciao ciao a tutti!
|
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Capitolo 10 *** Almeno tu... (Satoru) ***
Ieri ero così tanto agitato che mentre ti portavo
via da scuola per portarti a casa tua che non ho pensato subito che non
so dove abiti: me ne sono reso conto solo dopo aver fatto un paio di
kilometri di corsa, mi sono ritrovato in mezzo ai campi, in quel
momento ho realizzato che, forse era meglio portarti a casa mia e
disturbare la vicina, una vecchia infermiera che mi aveva accolto molto
calorosamente, dicendo che avevo tutta l’aria di un bravo
ragazzo, e anche se sapeva che non ne avrei avuto bisogno, lei aveva
ancora in giro alcune cose per il pronto soccorso. Diamine per fortuna
ho scelto quell’appartamento alla villetta fuori
città in mezzo al nulla che l’agente immobiliare
mi voleva rifilare a tutti i costi: se lo avessi fatto ora forse tu
saresti in un letto d’ospedale con chissà quale
strana coda di parenti che ti augura di guarire presto, e non so se la
cosa ti farebbe piacere, anzi ne dubito proprio. E poi cosa avrei detto
ai medici, ha fatto a pugni con una vampira e non ne è
uscita tanto bene? A vedere solo la faccia che ha fatto la mia vicina
quando si è messa a visitarti, diamine
è un peccato che non l’hai potuta vedere, era la
cosa più esilarante del mondo: ha lavorato riposizionandoti
le ossa con scatti secchi e benedicendo il cielo per fatto che eri
senza sensi, penso che se non eri svenuta ti avrei dovuto dare una
padellata in testa o avresti fatto fuori quella povera donna, comunque
lavorava con questi occhi enormi e liquidi, decisamente da vecchia, e
la bocca leggermente spalancata. Mi avrà chiesto come minimo
trenta volta come hai fatto a ridurti così e la scusa
dell’incidente d’auto non l’ha lasciata
soddisfatta, mi sa che nei prossima giorni tornerà a dare
fastidio. Vedesse però con cosa non vai in giro!
Ieri pomeriggio, appena finite le lezioni sono tornato a scuola a
prendere la tua borsa e a tirare fuori la tuta di ginnastica da lavare
e appena ho aperto il tuo armadietto, cosa molto complicata
perché hai messo una combinazione al lucchetto impossibile,
ci ho messo quasi mezz’ora andando alla MIA
velocità per trovare quella giusta, un casco e un giubbotto
da motociclista mi sono ruzzolati addosso come se cercassero di fuggire
via. Sono uscito in cortile mentre con una mano rovistavo nella tua
borsa per trovare le chiavi della moto e poterla portare via con calma,
mi aspettavo un motorino da nulla lo ammetto al massimo un 125: si
credevo che il giubbotto e il casco integrale servissero solo a fare
scena. Diamine se mi sbagliavo, come fa un esserino come te a portarsi
in giro un mostro di motocicletta come quella! Accidenti non hai
nemmeno l’età giusta per poterla guidare! Persino
io ho preferito portarla in spalla fino a casa e farmela di corsa
anziché usarla per spostarmi, se per sbaglio la polizia mi
avrebbe beccato sai che culo che mi faceva: e dimmi che tu non li hai
mai beccati, e ti hanno fatto andare in giro lo stesso! Sono tutti
pazzi qui!
Mi giro un attimo a guardarti mentre dormi tranquilla sul mio letto:
ora ho capito l’utilità di quest’ultimo
oltre a tenere via molto spazio, diamine vivo in un monolocale e potrei
fare a meno di cucina e letto ricavandone molto posto per roba
più utile quale uno stereo più grande e un
televisore al plasma, si insomma roba vitale capite. Invece ora, mi fa
quasi piacere non aver usato il letto per farci un falò sei
così tenera mentre mugugni nel sonno, chissà a
cosa pensi o cosa sogni? Cosa ti ricorderai di ieri? Perché
per una dannata volta queste cose non te le dico a voce! O ecco ora ti
stai svegliando, poco per volta tenti di aprire gli occhi.
‘Ehi, come va?
Senti male?’
Che scemo, ma secondo te non ha preso antidolorifici e a meno che sia
una masochista convinta e che ami il dolore, ovvio che sente
male! Ma perché esco sempre con queste cose tanto stupide,
mi alzo in piedi e ti vengo vicino non vorrei che ti
prendesse un capogiro proprio ora e finissi lunga distesa per terra.
‘Ah!’
Ecco forse sono comparso troppo in fretta, ti devo aver fatto prendere
un colpo, sei scattata in piedi spalancando gli occhi e come pensavo ti
sei fatta prendere da un capogiro e ora stai volando a terra di nuovo:
Miya ma la gravità ce l’ha a morte con te, vero?
Ti afferro di nuovo al volo e ti porto contro il mio petto, mondo mi
sono dimenticato la maglietta, chissà cosa penserai ora,
lascio che il tuo calore mi sciolga un poco, sto diventando
dipendete da questa sensazione lo sai vero? Mi guardi e provi a
fuggirmi di nuovo come in classe, ma non ci riesci devi essere ancora
molto stanca e la spalla non ti aiuterà di certo.
‘Non fare cose
simili, potresti farti male.’
Che scoperta, ovvio se sbatti il muso per terra ti fai male per forza.
A ragazzo frena il cervello, da quando hai incontrato questa ragazza la
testa non fa altro che andarti a una velocità
soprannaturale, diamine questo l’ho già detto un
sacco di volte: mi hai fatto saltare qualche rotella ragazza,
è così che ammazzi i vampiri li prendi per
sfinimento psicologico? Se è così sei una
splendida e bravissima sicaria: mi sto perdendo di nuovo nei tuoi
occhi, quanto sono belli, questo loro colore così chiaro che
contrasta con il loro calore, forse dovremmo fare a cambio, se i tuoi
fossero color cioccolato sarebbero una cosa unica. Ma no stai benissimo
così, in fondo …
‘Sei una pazza
lo sai, stavi per lasciarci le penne.’
Hai una faccia strana, io mi allontano da te e prendo a parlare, non
capisco nemmeno cosa sto dicendo, sento solo un impulso terribile
dentro che ora come mai prima d’ora mi dice di saltarti
addosso, non riesco a stare fermo devo inventarmi qualcosa per
distrarmi, ti preparo da bere si è la cosa migliore, un the
si, devo averne un po’ in dispensa.
Chiacchieriamo mentre tu, messa un po’ in
difficoltà dal polso fasciato finisci di bere il tuo the:
non mi viene complicato parlare con te, per una volta sento che sono io
a farti venire mal di testa da tutte le domande che ti stai facendo e
non il contrario, dimmi è quella la faccia che avevo io a
scuola, quel misto di sorpreso, amareggiato, preoccupata e …
curioso. Si sicuramente era così anche la mia, ma ci sto
facendo l’abitudine in fretta alle tue stranezze, in fondo
sei umana non hai delle possibilità infinite di cambiare, al
contrario mio naturalmente.
‘Come si
chiamava?’
‘Chi?’
‘La tua amica
no?’
Aspetta un attimo, mi sono perso il discorso stavo immerso nei miei
pensieri per capire cos’altro ti puoi inventare per
spaventarmi: di cosa stavamo parlando, quale amica? Insomma che razza
di storia ho tirato in ballo senza rendermi conto, di cosa ti ho
parlato, di una mia ex o di una mia amica? E se ti avessi parlato di
lei, magari ti ho pure detto che le assomigli tanto senza farci caso e
ciò spiegherebbe la faccia contrariata che hai.
‘Si chiamava
Erica.’
Tanto vale dirti tutto ora no, che senso ha tenertelo nascosto e poi
sento che ti posso dire tutto come se tu mi capissi, come se anche tu
avessi dei ricordi che non vuoi assolutamente riesumare …
Che
bella serata che è stata, una pizza con gli amici e poi
quattro passi da soli, sei la mia migliore amica ho pensato che non
c’è nulla di male se due amici fanno due passi per
conto loro la sera, ma in fondo sento che tu sei più di un
amica per me. Siamo arrivati a piedi fino all’entrata della
nostra scuola dove hai detto ai tuoi di venirti a prendere, devi
prendere un aereo e partire per un viaggio domani sera, starai via
tutt’estate: fortuna che hai il cellulare, anche se sempre
scarico, almeno ci potremo sentire a volte, fuso orario permettendo.
Eppure sento che devo fare una cosa pazza e che importa se per te io
sono solo un amico, per me tu sei di più tu sei tutto, siamo
ancora molto giovani ma un casto bacio a stampo non ha mai ucciso
nessuno: io tuoi però potrebbero ammazzarmi se ci vedono, fa
nulla!. Ti afferro per un braccio e ti bacio, tu hai gli occhi
spalancati il loro azzurro profondo mi incatenano ma sono sorpreso di
vederci non solo un po’ di paura, non ti aspettavi certo una
cosa simile ma anche a te fa piacere questo essere così
vicini, ma ti conosco non sei mai stata bravissima con i sentimenti e
roba simile mi spingi via proprio mentre tuo padre svolta
l’angolo in macchina e ci abbaglia, tu agiti una mano verso
di lui e sorridi, però non è un tuo sorriso di
quelli autentici. Non è stata una buona idea baciarti
proprio ora prima di un viaggio che ti terrà via
così tanto, si domani ci sarai ma sarai immersa nelle
valigie, non avrai tempo.
‘Promettimi
che non mi abbandoni?’
‘Si
ci vediamo ancora domani, te lo prometto.’
‘A
presto Eri.’
‘A
presto ‘Toru.’
‘Toru
ancora mi chiedo perché mi chiami così: tutti gli
altri mi chiamano Sato, Irazawa, Ira, Pirla, beh insomma di tutto ma tu
non eri soddisfatta hai deciso di chiamarmi ‘Toru che non ha
un senso compiuto è solo il mio nome storpiato, ti
è uscito in uno di quei momenti che anche se non hai toccato
alcool sembri ubriaca. Ti allontani e sali in macchina, mi saluti dal
finestrino mentre tuo fratello mi guarda male, non gli vado molto a
genio a lui, tuo padre parte sgommando: nulla tutti gli uomini nella
tua famiglia non mi sopportano invece tu e tua mamma mi adorate,
vedrò di non venire mai a mangiare da te se ci tengo alle
penne.
E il giorno dopo ho visto una foto dove ci siamo io e te e altri amici
sul giornale tra i necrologi, un tir ha investito in pieno la macchina
dove viaggiavi, tua madre e tuo padre sono morti sul colpo, tuo
fratello è in coma, morirà dopo due mesi e
tu… tu sei totalmente scomparsa, non ci sei più.
Sono pure venuto al funerale della tua famiglia sperando di vederti
comparire, nulla, per tutti questi anni nessuno ha saputo
più nulla di te, Eri quanto mi manchi. Ed ora questa
pestifera ragazzina, questa Miya salta fuori così dal nulla,
ha i tuoi stessi occhi ed è pazza come te: infatti ora che
sta facendo, si sta mordendo le bende sul polso e le ha sciolte. Ma,ma
questa è una piccola kamikaze, una masochista convinta, un
iscritta al club degli autolesionisti applicati ! Ora si è
pure tolta il tutore ma che diavolo le passa per la testa. Le vado
vicino e lei mi punta addosso quegli occhi così da togliere
il fiato e noto quel piccolo circolo color oro proprio attorno alla
pupilla, prima non lo avevo mai visto.
‘Ma sei pazza?
Così ti farai male … ti prego rimettiti quel coso
o la spalla te la puoi giocare del tutto.’
‘Che importa,
promettimi che non fai più quella faccia e io mi metto
buona.’
‘Quale
faccia?’
‘Quella che
hai fatto adesso, sembri così triste: tu non la fare
più e io per ora terrò sotto controllo il mio
istinto di prendere a calci quel tutore
d’accordo?’
Oddio mentre ero perso nel flashback devo aver tirato fuori una delle
mie migliori facce da cane bastonato, ma lo avrebbe fatto chiunque con
un simile ricordo che ti passa davanti come un film no: io odio i
flashback …
‘Prometto. Ora
però fatti rimontare ok?’
‘Va
bene.’
Ci sediamo sul letto che, nel tempo in cui ci sei stata coricata, ha
preso il tuo profumo speziato e incomincio a fasciarti di nuovo il
polso: non sono molto abile con queste cose spero solo di non fari
più male di quello che già stai provando, la
parte più complicata però è la spalla
ti devo fasciare il braccio e l’avambraccio a formare un
angolo retto sul petto con la spalla stretta in dentro e ti devo
mettere il tutore in modo che … accidenti io chiamo di nuovo
l’infermiera! È più facile smontare e
rimontare un processore pieno di microchip senza istruzioni che
sistemare questo coso… o guarda ci sono riuscito, non mi
chiedete come, ma ci sono riuscito. Ti squilla il cellulare, lo tiri
fuori dalla tua borsa e io mi sporgo verso di te per ascoltare meglio
la tua chiamata, tanto la sentirei anche da qui sia tu che
l’interlocutrice state urlando come due pazze:
è tua madre ma da come parla sembra per di più
uno dei quei vecchi generali stampo film vecchi e con effetti speciali
schifosi. Problemi con la mammina è, sembri parecchio
arrabbiata. Forse è meglio lavare quella tazza prima che lo
zucchero sul fondo diventi troppo duro per essere tolto con le buone
maniere.
‘Che
hai?’
Caz, sgamato in pieno anche questa volta, come fai a sapere sempre
quando farmi le domane più inopportune, cosa ti dico ora che
sei una scema a trattare così tua madre, che la mamma
è sempre la mamma o un’altra cazzata simile
…
‘Nulla
è solo che hai la fortuna di avere una madre e la tratti
così.’
Ecco l’ho detto, sono proprio un cretino lasciate che lo dica.
‘Non
è mia madre, è una vampira che mi ha adottato
quattro anni fa …’
‘Beh in
qualsiasi caso tua madre.’
‘Ma uffa, non
c’ bisogno che mi fai la paternale: lei mi usa solo per
tenere a posto la sua coscienza.’
Ahi ahi ahi, sei proprio una bella peperina ragazza! Mi viene quasi da
ridere ora, no sai che faccio rido proprio e a fan brodo il contegno e
la paura che devo avere di te!
---
Angolo ringraziamenti:
Grazie mille di nuovo per le recensioni, cleo non importa se non mi
lasci un commento su ogni capitolo l'importante è che la
storia ti piaccia! Anna sei una mita grazie mille ancora!
Angolo autrice: Allora ci ho messo una vita a scrivere questo pezzo,
perchè lo scrivevo e lo cancellavo, lo scrivevo e lo
cancellavo, alla fine all'alba delle 00:10 del 13 agosto ho avuto
l'ispirazione xD. Spero vi piaccia!
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Capitolo 11 *** Opposti (Miya) ***
‘Ci
stanno guardando tutti …’
‘Lo
so.’
‘Ma che idea
ti è venuta stamattina?’
Già che razza di idea gli era venuta a questo mezzo vampiro
dei miei stivali, e non solo stamattina se lo volete sapere mi ha
costretto a passare tutto il fine settimana a casa sua con la scusa che
se mi succedeva qualcosa poi si sentiva in colpa, non mi ha nemmeno
lasciato uscire per la ronda: risultato un due ragazzi e tre
ragazze dissanguate trovati in altrettanti vicoletti sinistri e
impraticabili, i vampiri hanno gusti strani per quanto riguarda i
luoghi dove cibarsi. O forse lo fanno per nascondersi? Boh…
sta di fatto che non solo mi ha tenuta tappata in quella sua casa per
due giorni consecutivi, dicendo che li sarei stata al sicuro da
eventuali colpi di testa e altri pericoli vari, lo aveva detto ridendo,
ma forse non si era reso conto che il più grande pericolo
che incombeva in quel momento era lui… si, insomma, cucina
in un modo pessimo, pensavo di vomitare la prima volta che mi ha
obbligato a mangiare! Secondo me lo ha fatto per attentare alla mia
vita! Alla fine posso dire che nemmeno la mensa della scuola
è tanto male in confronto a come cucina lui, rendetevi
conto!
‘Non ti faccio
andare in giro da sola, sei troppo pericolosa … per te
stessa.’
E poi tutta questa confidenza chi ti ha dato il permesso di
prendertela, stamattina quanto stavo per accendere la moto mi ha tolto
le chiavi di mano e mi hai obbligato a sedermi sul sedile anteriore di
una macchina nera lucida, hai preso la mia borsa e l’hai
infilata nel bagagliaio e da bravo gentiluomo mi hai pure accompagnato
a scuola e quando siamo arrivati mi hai pure aperto lo sportello!
‘Almeno dammi
lo zaino!’
‘Scordatelo.’
E sì, si è pure impossessato del mio zaino e ora
lo porta su una spalla insieme al suo mentre mi cammina
affianco come una guardia del corpo: ma che gli passa per il cervello a
questo, si non mi da fastidio lo devo ammettere, al contrario con lui
mi sento come se fossi a casa, ma a casa casa non in quella villetta
dove vivo con mia madre, a casa in Italia diciamo. Anche se non mi
ricordo nulla so che forse li sarei felice e tranquilla come lo sono
stata in questi giorni con lui.
‘Ci stanno
guardando tutti.’
‘Tra un
po’ non ci faranno più caso.’
O insomma ma ti devo per forza prendere a schiaffi per farti capire le
cose a te, proprio come ho dovuto fare per farti capire che le tue uova
strapazzate fanno letteralmente vomitare, non si abitueranno mai
all’idea che tu vieni in giro con me: il primo giorno ok, ma
adesso, il fatto che mi porti lo zaino che mi hai ospitato da te, che
ho su una TUA maglietta! E si la mia sta in tintoria per poter
rimediare al danno di giovedì pomeriggio, e dato che non
sono tornata a casa non ho potuto fare altro che approfittare
del tuo guardaroba e pescare fuori una delle tue magliette
più piccole. Piccole un corno poi perché mi
arrivava al ginocchio stamattina prima che con un paio di forbici la
modificassi a seconda delle mie misure. Comunque sta di fatto che non
posso andare in giro con te in questa maniera e sperare che con il
passare del tempo la gente si abitui all’idea, capite insomma
io a loro li ammazzo quando si avvicinano a un umano e tu invece mi
puoi ronzare in torno come ti pare e piace. La cosa mi darà
non pochi problemi …
‘Spera, spera:
non succederà mai lo sai’
‘Lasciati
andare e vedrai che alla fine andrà tutto bene.’
Niente sei una testa vuota, mi giro di scatto e ti afferro con entrambe
le mani per il colletto della maglia, almeno mi hai dato la
possibilità di togliermi il tutore mentre sono a scuola,
così sembro un po’ meno patetica, ti scuoto un
pochino con tutta la forza che ho e ti fulmino con gli occhi.
‘Brutto
cefalo, ho una reputazione da rispettare, non posso averti dietro tutto
il tempo capisci.’
Gli sguardi si moltiplicano, ora non solo i vampiri ci guardano ma
anche tutti gli umani: cosa c’è sembriamo una
coppia che sta litigando? Dalle facce ti tutta questa gente pare
proprio di si, beh allora facciamoglielo credere almeno mi sono tolta
un problema e ti posso scaricare in fretta, mi faccio scendere un paio
di grosse lacrime sulle guancie e tu mi fissi per un attimo come se non
capissi, ma ti riprendi in fretta e te ne esci con una perfetta
interpretazione da oscar.
‘Cosa
c’è? Fino a che si tratta di limonare va bene poi
basta?’
‘Lasciamo
stare, sei un porco!’
Ti ho mollato uno di quegli schiaffi che ti lasciano il segno in
faccia, ti ho strappato lo zaino di spalla e sono corsa in bagna
continuando a piangere, entro e mi chiudo in una cabina a chiave, per
fare un po’ di scena prendo a singhiozzare come una pazza in
modo che anche le altre ragazze che ci sono in bagno mi lasciano sola
per non rischiare una crisi di nervi. Tu dalla tua parte hai incassato
veramente bene lo schiaffo, come se ti avessi fatto male sul serio, e
mi hai guardata con quella tipica faccia da maschio strafottente che si
sente felice di aver fatto soffrire una ragazza: dovresti proporti a
Hollywood come nuova star!
‘Allora, cosa
credi di fare ora?’
Riapro la porta del bagno e tu sei li che ti sistemi i capelli allo
specchio, ti stai tirando con le mani il ciuffo davanti nel tentativo
di farlo stare più aderente al volto ma con pochi risultati,
sulla guancia destra invece spiccano i segni della mia mano come se la
pelle fosse arrossata, cosa impossibile insomma non hai sangue.
‘Diavolo eri
così agitata quando mi hai colpito che la tua mano
ustionava, mi hai lasciato il segno.’
‘A ecco come
è successo: mi spiace, era necessario che fingessi di
volermi liberare di te, come se fossi una seccatura.’
‘Allora non lo
sono veramente?’
‘naa…
però conviene che a scuola prendiamo strade diverse. Poi
fuori facciamo quello che ci pare, anzi stasera di va di passare da
me?’
Alzi lo sguardo dalla tua immagine e fissi i miei occhi riflessi nello
specchio, sei pensieroso, non devi avere paura non ho intenzione di
impalettarti appena arrivati sotto il portico dove nessuno ti
può vedere, ma come sei malfidente ragazzo mio.
‘Come mai
così gentile tutto d’un tratto?’
‘Devo
riscattarmi da questo fine settimana.’
Ti giri rimanendo appoggiato però al lavandino e incroci le
braccia sul petto, mi guardi storto e ora cosa stai guardando, mi viene
automatico toccarmi i capelli per farmeli cadere davanti agli occhi,
non è che io sia timida ma mi fai sentire strana quando mi
guardi così, come se dentro di me bollisse qualcosa, i tuoi
occhio così dolcemente marroni e vispi sembrano sapere su di
me più di quanto io sappia su me stessa. Ti sto ancora
fissando quando i miei pensieri deviano da un’altra parte e
tutto si fa scuro solo per un momento per poi essere illuminato da un
paio di grossi fari, simili a quelli di un camion, sento delle urla,
rumore di freni e dei vetri che si rompono, poi tutto torna normale, i
miei occhi tornano a fissare i tuoi che intanto si sono fatti
incredibilmente vicini, sento la fragranza del profumo che ti sei messo
stamattina, quella del tuo shampoo e perfino quella del bagnoschiuma.
Mi lascio andare contro di te, mi sento svuotata le gambe mi tremano:
non è un buon periodo per me, non sono mai stata
così delicata ma ora tutto d’un tratto mi sento
più, si più … normale. Si insomma
sento che se tu volessi ora potresti anche stritolarmi, mordermi,
straziare il corpo e ridurmi a brandelli non reagirei e anche se lo
facessi sarei troppo debole per poter fare qualcosa contro di te:
è così che ci si sente ad essere delle ragazze
normali, non mi piace molto preferisco essere l’ammazza
vampiri allora, se essere normale vuol dire non avere nemmeno la forza
di reagire. Alzo gli occhi tu sei li mi sorreggi e sei preoccupato,
quel brutto segno sulla guancia sta scomparendo in fretta, non pensavo
i vampiri si potessero ustionare così: con vari oggetti
arroventati si lo sapevo, li uso a volte ma così con il
semplice contatto non ne avevo idea ‘eri così
agitata …’ è così che si fa?
Quando sono agitata, alle strette divento come il ferro rovente per voi
vampiri, ad averlo saputo prima mi sarei risparmiata molte seccature,
però non volevo che tu fossi la mia cavia per provare questa
cosa, non è giusto, insomma: alzo una mano, per istinto ti
sfioro la guancia, sento che ti ritrai un attimo ma poi il mio calore
ti attrae come una calamita e ti premi contro il palmo della mia mano.
Sei freddo, ma mi sto abituando non è poi così
male in fondo, sa di neve e d’inverno: è bello
quando c’è la neve perché non importa
quanti anni hai è sempre permesso giocare, si ritorna tutti
piccoli quando nevica, la neve piace a tutti perché con
l’arrivo della neve ci si può ritirare nelle case
davanti ai caminetti al caldo. È sempre così il
caldo ha bisogno del freddo per essere bello e il freddo ha bisogno del
caldo per essere sentito, si completano tra di loro, il fuoco e il
ghiaccio … un po’ come me e te, diversi ma sento
che tu mi completi, anche se mi sento ancora un po’ restia
nei tuoi confronti, nonostante tutto quello che hai fatto per me sento
che tu potresti spegnermi sciogliendoti su di me, abbracciandomi. Come
la prima volta che mi hai abbracciato, li è stato molto
doloroso e sentivo che tu mi stavi spegnendo che non ero abbastanza
forte per resistere al tuo freddo, mi sentivo gelare da dentro, dal
cuore, sentivo che tutto passava a te, la mia vita, tutto …
‘Come fuoco e
ghiaccio.’
‘Cosa?’
‘Come fuoco e
ghiaccio.’
Ora mi guardi sorridendo, e sorridi sul serio, vuoi vedere che abbiamo
pensato la stessa cosa ecco perché hai quell’aria
furbetta da bambino che ha appena fatto una marachella, la porta del
bagno si apre: una ragazza in compagnia di un vampiro entrano nel
bagno, la ragazza ridacchia e il vampiro le sta dicendo qualcosa con
voce calda e suadente, appena però nota me e
‘Toru, si ti chiamerò così mi piace,
alza la testa, spalanca gli occhi e ci soffia contro. Ecco ci hanno
sgamato mi sa che questo lo devo fare fuori per motivi personali: a no
ha adescato una ragazza, posso farlo fuori con la coscienza pulita.
Passo una mano dietro alla schiena e faccio per dire a ‘Toru,
quanto mi piace chiamarti così!, di prendere la ragazza e
farla stare zitta, che lui è già scattato ha
impalettato il vampiro e ora sta tenendo la ragazza ferma davanti a me
con una mano sulla bocca: tendo il braccio e i campanellini che porto
all braccio si illuminano facendo luce sulle pareti scritte del bagno.
‘’Toru
non guardare: ti dimenticherai tutto, mai stata qui, mai visto nulla, e
sei in ritardo per una lezione.’
Lasci andare la ragazza che esce di corsa dal bagno mentre fissa
agitata l’orologio, tu mi guardi un po’ contrariato
ma qui quella contrariata dovrei essere io accidenti: mi hai rubato il
lavoro! E sei pure più bravo e più veloce di me,
se vuoi diventare tu la legge dimmelo ti lascio volentieri il posto. Ma
la tua faccia e tutt’altro che soddisfatta.
‘Come mi hai
chiamato?’
‘
‘Toru … ti da fastidio, mi è venuto in
mento ora e così … non pensavo ti desse
fastidio.’
‘Assolutamente,
però …’
‘Sembri un
pesce lesso ‘Toru: esco prima io tu aspetta un pochino
così nessuno sospetterà che eravamo qui
insieme.’
Sorrido: sei tenero così shockato, gli occhi ti brillano e
ti tremano un po’ le mani, raccolgo il mio zaino e me lo
carico sulla spalla sana con un gesto lento, e mi avvio verso la porta
che da sul corridoio ma prima mi fermo e ti lascio un bacio su una
guancia, e per farlo mi devo appoggiare a una tua spalla e alzami sulle
punte dei piedi, quasi saltellare per arrivarci: l‘ho
già detto che sei troppo alto? Si, come ho già
detto le stesse cose un sacco di volte negli ultimi giorni in fondo.
‘Grazie di
avermi risparmiato una fatica: ma non farlo più o
penserò che mi vuoi rubare il lavoro.’
Ti faccio l’occhiolino ed esco aprendo solo un poco la porta,
ho ancora gli occhi leggermente arrossati dal finto pianto di prima e
tutti mi guardano ma nessuno mi ferma, nessuno dice una parola su di
me: sembra aver funzionato lo stratagemma della ragazza incazzata, lo
userò più spesso.
---
Angolo ringraziamenti:
grazie mille anna e nel miglior stile satoru. Caz' sgamato... era un
idea che mi girava in mento ma non assicuro che sarà
così xD Anche se in fondo sarebbe un bel colpo no? O forse
non lo è? No non lo è! oppure sì... e
non dico nulla xD
Angolo autrice: Allora questo capitolo non è molto lungo ma
spero che vi piaccia è solo un episodio tenero che mi
è venuto in mente e ho voluto scrivere per conto suo senza
mischiarlo con altri avvenimenti. Spero vi piaccia comunque. Ho saltato
un giorno di aggiornamenti ma in casa mia erano in atto le gransi
manovre per la partenza di mia madre per ferragosto (devo restare a
casa con la sorella T_T) percui ero più intenta ad aiuarla a
fare la valigia xD. A presto ciao ciao!
|
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Capitolo 12 *** Opposti (Satoru) ***
‘Ci
stanno guardando tutti …’
‘Lo
so.’
‘Ma che idea
ti è venuta stamattina?’
O andiamo non mi puoi dire che non ti ha fatto piacere per una volta
non dover venire a scuola su quella cassa da morto che cammina che
è la tua moto! Non voglio dire che sia messa male, al
contrario l’hai tenuta come se fosse appena uscita
da un concessionario, e nonostante sia un modello un po’
vecchio sembra veramente nuova, non era in questo senso che intendevo
la cassa da morto: intendevo nel senso che prima o poi a portare in
giro una moto così troppo grande per te ti farai veramente
male, magari perderai il controllo, o i freni ti faranno qualche brutto
scherzo o andrai troppo veloce. Si non sei per niente uno di quei tipi
che in moto vanno con calma, tu sei una di quelle pazze che sorpassa le
macchina a tutta velocità e anche sulle strade di paese non
va più piano dei 120 orari, non è vero? Scommetto
che hai un qualcosa dalla tua parte per ricattare la polizia, ne sono
più che certo è l’unico motivo
plausibile per il fatto che ti porti in giro, a sedici anni, un 1200 di
cilindrata che di solito si può guidare solo con i ventuno
anni e per il fatto che non hai ancora preso nemmeno una multa, nemmeno
un richiamo o qualcosa di simile. In pratica la tua patente
è immacolata ma non lo dovrebbe essere.
Ma stamattina ti ho portato io a scuola, con la mia macchia, alla mia
velocità e mi sono assicurato che almeno per oggi non
rischierai ti strisciare il didietro per terra in un incidente,
dovresti ringraziarmi non tenermi il muso: a e mi devi ringraziare
anche per quella maglietta, era una delle mie preferite ora non so se
la potrò mai mette di nuovo perché tagliata
così con la panza di fuori non ci starei per nulla bene!
‘Non ti faccio andare in giro da sola, sei troppo pericolosa
… per te stessa.’
Pura e semplice verità ragazzina mia, non ho mai visto una
creaturina così piccola come te essere così
enormemente autolesionista: mai provato a strapparti le unghie certi
masochisti come te dicono che è eccitante. Ma in confronto
al farsi prendere a cazzotti da un vampiro non deve essere nulla no?
Chissà come avrei reagito io da umano a sapere di essere
immerso in un mondo di cacciatori, assetati di sangue che trovano il
tuo profumo così terribilmente invitante: il tuo profumo,
hai usato il mio shampoo vero? Ora al profumo delle arance
c’è pure una nota speziata e forte, fresca tanto
da dare i brividi, di menta verde: ho sempre pensato che questo profumo
si concordasse con la mia personalità, forte ma
non tutti riescono a comprendermi quando do il massimo si me,
preferendo una versione più diluita più delicata.
Invece anche su di te questo profumo sta benissimo, solo in un altro
modo: ora sai proprio d’estate con la sabbia, il mare, il
sole, e una granita fredda per rinfrescarsi, non una cosa che ti
soffoca ma che ti fa stare bene e che ti rilassa: un cocktail di
profumo irresistibile per un vampiro, infatti vedo molte persone si
girano a fissarci increduli perché mi permetti di camminarti
dietro, ma alcuni, meglio dire molti stanno annusando l’aria
sentendo questa nota diversa su di te, riconducibile anche al mio
odore. Penso che se tu sapessi che questa cosa tra di noi è
tipo un marchio di possesso, si in pratica tu ora sei mia, ti
incazzeresti e mica poco: benedico il fatto che della politica intera
dei vampiri non ti frega molto.
‘Almeno dammi
lo zaino!’
‘Scordatelo.’
L’ho già detto che il tuo zaino pesa i quintali:
non hai dentro un libro pagarlo oro, penso che li lasci tutti a scuola,
ma in compenso sei piena fiso sopra ai capelli di roba antivampiro,
tutto naturalmente ben riposto e impacchettato con vari strati di
carta, perché da quando ho preso di mia spontanea
volontà il paletto dalla tua borsa ai capito che ci potrei
lasciare una mano toccando qualcosa di pericoloso per me: me per chi mi
hai preso per un neonato? Non c’è bisogno che
nascondi la roba appuntita per evitare che mi infili qualcosa in un
occhio!
‘Almeno dammi
lo zaino!’
‘Scordatelo.’
‘Spera, spera:
non succederà mai lo sai’
‘Lasciati
andare e vedrai che alla fine andrà tutto bene.’
Ma come sei malfidente vedrai che si dimenticano in fretta, e se non lo
fanno gli faccio girare io la testa a forza di pugni, si vede lontano
un miglio che ti da fastidio che la gente ti guardi così
intensamente, proprio come quando ero io a guardarti, solo che fino a
che ero io e basta la tua reazione è stata contenuta ma ora:
stai cercando una scappatoia, vediamo un po’ cosa
uscirà ora da quel piccolo cervellino contorto, non se avere
paura o essere curioso.
Ti sbatto un attimo contro quando ti fermi improvvisamente e ti giri
verso di me afferrandomi per il collo della maglietta e mi sollevi un
po’ da terra, ma sei pazza è impossibile che una
ragazza normale sollevi un ragazzo il doppio di lei, mettimi
giù subito: sembra che tu mi abbia letto nel pensiero mi
agiti un pochino e mi riappoggi a terra piano per fare in modo che
nessuno se ne accorga, hai una faccia veramente arrabbiata,
è questo quello che ti sei inventata, oppure è
tutta la verità e io ti sto sulle scatole.
‘Brutto
cefalo, ho una reputazione da rispettare, non posso averti dietro tutto
il tempo capisci.’
No non ci credo, allora è così ti sto sulle palle
come se fossi uno degli altri, eppure pensavo di essere diventato
almeno un po’ tuo amico, questo fine settimana, insomma a
parte quando mi hai schiaffeggiato dicendo che tentavo di avvelenarti
con le uova, mi sembra che tu ti sentissi a tuo agio con me, ti
comportavi come una bambina piccola facendo i capricci per uscire per
forza di casa, ma alla fine mi hai sempre ascoltato e mi sorridevi
pure… io pensavo, pensavo di piacerti almeno un pochino:
devo smetterla sono un pazzo visionario a poter pensare una cosa
simile, probabilmente fino ad adesso, tutto quello che hai fatto lo hai
fatto o per compassione o per sdebitarti dello scomodo episodio di
giovedì, dover la vita a un vampiro per te non deve essere
proprio una cosa esaltante non è vero? Anzi deve essere
proprio un bel problema.
No aspetta… i tuoi occhi… brillano! Stai
piangendo per finta! Stai fingendo, piccola imbrogliona mi hai fatto
prendere un colpo al cuore, mi hai fatto credere di essere un peso per
te: beh forse ti dovrei rispondere ora, tutti ci guardano, è
proprio un buon modo questo per liberarsi di tutta
quest’attenzione… spero tu riesca a capire il mio
gioco e non te la prenda.
‘Cosa
c’è? Fino a che si tratta di limonare va bene poi
basta?’
‘Lasciamo
stare, sei un porco!’
Hai recepito benissimo la mia idea: troppo bene dire, mi hai piantato
uno di quegli schiaffi sulla guancia che avrebbe staccato la testa a un
uomo normale, e non che a me abbia fatto bene! Diavolo le tue dita
ustionano, scommetto che mi hai lasciato il segno, ma non è
questo il momento di pensarci devo continuare questa farsa: tu stai
correndo via verso il bagno, bene li posso entrare da una finestra,
vedo le altre ragazze che escono di corsa, chissà che casino
stai facendo. Sorrido, a metà, strafottente, cafone insomma
il tipico esemplare maschile umano, molte ragazze mi guardano, alcune
schifate altre interessante, tesoro sai che riscuoto dei consensi, non
solo il tuo, se così si può dire
l’abitudine di prendermi a sberle, urlarmi contro, farmi
andare in fumo il cervello e farmi riprendere vecchie abitudini umane
di cui faccio volontariamente a meno.
Mi dileguo tra la folla che sta tornando in fretta a farsi i
fatti propri, mi intrufolo dietro al cespuglio che copre la finestra
del bagno e mi permette di saltare dentro senza essere visto: benedico
il giardiniere di questa scuola ha messo i cespugli proprio dove
servono non ha caso a intralciare la strada come in tutti gli altri
istituti.
Appena entrato ne bagno mi tuffo davanti allo specchio per controllare
la mia guancia: mondo ho uno stampo simile a un tatuaggio sulla guancia
che riproduce perfettamente le tue dita affusolate, per una volta
ringrazio il cielo di essere un vampiro o forse a quest’ora
la mia testa rotolerebbe per il corridoio facendosi un tour di tutti i
posti più sudici di questa scuola.
La porta del secondo bagno sbatte un attimo e tu compari alle mie
spalle, fiera e curiosa nella mia maglietta, gli occhi tristemente un
po’ rossi che anche se risaltano di più il colore
mozzafiato delle iridi mi sconvolge a pensare che ti sei messa a
piangere, forse per salvare la pelle a me. Perché
è così che è non è vero, tu
non ti preoccupi per te stessa, ma figuriamoci, potresti fare fuori la
metà di quei vampiri con una sola mano, ma hai paura che se
la prendano con me che cerchino di usarmi, vero? Sto imparando a
capirti, dopo un po’ di tentativi.
‘Diavolo eri
così agitata quando mi hai colpito che la tua mano
ustionava, mi hai lasciato il segno.’
Non penso sia la cosa giusta da dire ora, forse prima mi hai chiesto
qualcosa ma, non l’ho sentito
‘A ecco come
è successo: mi spiace, era necessario che fingessi di
volermi liberare di te, come se fossi una seccatura.’
‘Allora non lo
sono veramente?’
‘naa…
però conviene che a scuola prendiamo strade diverse. Poi
fuori facciamo quello che ci pare, anzi stasera di va di passare da
me?’
Alzo un attimo gli occhi dallo specchio e li punto nei tuoi, non mi
stai prendendo per i fondelli vero: mi hai veramente invitato a casa
tua? Lo sai che i vampiri una volta invitati in una casa posso andare e
venire come gli pare e piace, in pratica se mi venisse voglia di
assaggiarti una sera mentre dormi potrei entrare dalla finestra di
camera tua azzannarti e andarmene, cosa che se tu non mi avessi
invitato esplicitamente in questo modo non potrei fare. Nessun vampiro
può entrare in una casa senza essere invitato! Sai che
rischi corri? Si tu lo sai se esperta in queste cose, e poi da quello
che mi hai raccontato gli scorsi giorni ho capito che tua madre
è un vampiro percui devi avere ogni sorta di protezione a
portata di mano in giro per casa, che ne so, paletti che ti pendono dal
soffitto, acqua santa nei vasi da fiore, balestre appese ai muri:
insomma qualunque cosa che quel cervellino possa immaginarsi.
‘Come mai
così gentile tutto d’un tratto?’
‘Devo
riscattarmi da questo fine settimana.’
Non voglio essere insolente sia chiaro, solo stuzzicarti un pochino,
giocare diciamo. Mi giro e incrocio le braccia ti guardo, ti studio, mi
piace stare un po’ così a cercare di leggere
quello che pensi, l’ho fatto ogni volta che ti sei
addormentata: mi sono seduto per terra vicino al letto e ti ho
guardato, ho contato i tuoi respiri e i battiti del tuo cuore, mi sono
messo a suonare la chitarra seguendo quel ritmo. Ti tiri i capelli
davanti agli occhi, mi onora il fatto che ti comporti così
naturalmente con me,senza scudi, solo tu come sei. Fai un mezzo passo
avanti barcollante e chiudi gli occhi, poi come se ti avessero tolto la
corrente ti lasci giù verso il pavimento, ti ho
già preso al volo altre volte percui ora non mi preoccupo
più di farlo, mi butto verso di te e ti tiro su stringendoti
con forza al petto cercando di non farmi tentare dal tuo calore
così dolce, così inebriante. Ci metti un minuto a
riprenderti ma appena riapri gli occhi li punti verso l’alto
verso di me e mi guardi come se fossi appena uscita da un incubo, cosa
ti sarà successo ora, forse la spalla ti ha dato
un colpo di dolore e non l’hai retto … naaa
impossibile da parte tua, allora cos…
…
…
…
Mi stai accarezzando la guancia, è così strano,
sei così delicata, tutto d’un tratto averti tra le
braccia mi fa uno strano effetto, forse perché fino ad
adesso tu o non hai reagito al mio tocco oppure ai sempre tentato di
cacciarmi via con tutta la tua forza: come puoi ora accarezzarmi
così. Poggio la guancia sulla tua mano, in fondo non mi
dispiace, al contrario avrei voglia di prendere quella mano e ucciderla
di baci di tenerla stretta, in fondo sei così buona con me.
Mi piace questo averti così vicino tutto d’un
tratto che pur di farlo durare in eterno sarei disposto a trasformarti
in vampiro ora, in questo preciso istante. Sento che tu potresti essere
l’unica cosa a questo mondo in grado di rendermi felice,
veramente felice, ma sento anche che tu potresti ammazzarmi guardandomi
con quei tuoi occhi di fuoco liquido: sciogliermi come un pezzo di
ghiaccio al sole.
‘Come fuoco e
ghiaccio.’
‘Cosa?’
‘Come fuoco e
ghiaccio.’
È così ora mi leggi pure nel pensiero? Bene ne
sono felice, mi mancava questa. Oh ma rimarrei così per
sempre lo giuro, è così bello averti solo per me,
senza che qualcun altro ci possa vedere o giudicare, ci possa dire cose
brutte, ti possa mettere a disagio, perché
è questa la cosa che mi da più sui nervi che a te
diano fastidio in modo palese. La porta si apre e sento un vampiro che
ci soffia contro: ovvio il mio momento di pace non può
durare in questo mondo mi ero quasi dimenticato, ma questo tipo mi ha
fatto arrabbiare, seguo il mio istinto e a massima velocità
apro il tuo zaino afferro un paletto di legno e lo conficco nel cuore
del vampiro, afferro la ragazza che lo accompagnava e la giro verso di
te.
‘’Toru
non guardare: ti dimenticherai tutto, mai stata qui, mai visto nulla, e
sei in ritardo per una lezione.’
Chiudo gli occhi, non voglia di scoprire cosa farai ora: forse un
incantesimo, forse boh, chi le capisce ste cose, sta di fatto che la
ragazza ora mi è sfuggita dalle braccia e corre verso il
corridoio come una furia.
‘Come mi hai
chiamato?’
‘
‘Toru … ti da fastidio, mi è venuto in
mento ora e così … non pensavo ti desse
fastidio.’
‘Assolutamente,
però …’
‘Sembri un
pesce lesso ‘Toru: esco prima io tu aspetta un pochino
così nessuno sospetterà che eravamo qui
insieme.’
Per giove come hai fatto a … mi hai chiamato … io
non … tu … non puoi sapere … e allora
come … mi hai sconvolto di nuovo … mi baci una
guancia …
‘Grazie di
avermi risparmiato una fatica: ma non farlo più o
penserò che mi vuoi rubare il lavoro.’
Ho il cervello in palla, esco dalla finestra e mi getto di corsa sul
tetto senza pensare che qualcuno possa vedermi o sentire, e a fan cuore
la lezione non mi importa se mi prenderò
un’assenza: tu mi hai chiamato … mi hai chiamato
… ‘Toru, come hai fatto?
Sono in cima alla scuola, prendo fiato e urlo a pieni polmoni: cosa mi
stai facendo piccola strega, mi sento distrutto e sento un qualcosa di
strano sotto lo sterno che ribolle di eccitazione, la guancia che mi
hai baciato ustiona ma non mi fa male … Forse mi piaci
più di quello che posso ammettere, più di una
semplice preda perfetta, più di una semplice umana
… solo tu mi puoi fare una cosa simile …
Ti
odio, no forse ti amo e basta.
---
Angolo ringraziamenti: grazie mille come sempre ragazze! Sono sconvolta
inoltre dal numero di visualizzazioni della storia T___T sono
così terribilmente felice!!! Grazie a tutti!
Angolo autrice: in questo periodo è una vera
tragedia l'ispirazione è andata a farsi friggere e con
questo caldo il cervello preferisce strare in pausa, ma dopo
così tanta attesa sono riuscita a finire questo stra
meledettissimo capitolo! Devo dire che mi viene difficilotto scrivere
la situazione dalla parte di 'Toru, percui diciamo che ci
sarà bisogno di pazienza per i prossimi capitoli xD. Vi
prego non mi ammazzate!
Ciao ciao, Darky!
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Capitolo 13 *** Insieme. ***
Sono appena tornata da scuola ma segni di ‘Toru
non se ne sono visti per tutto il giorno, anche in classe, sembra che
si sia eclissato, neppure in giro l’hanno visto: insomma
prima mi sta appiccicato come una pulce a un cane e poi, si ti ho detto
facciamo finta di nulla, ma non significava sparisci del tutto, io non
lo capisco quel ragazzo! Non ha vie di mezzo quel benedetto ragazzo, o
troppo appiccicato o troppo lontano e puntualizziamo grazie a lui sono
pure dovuta tornare a piedi! Perché si in moto ci metto si e
no 10 minuti, ma gente in moto faccio i 120-130 orari se la strada
è sgombra, a piedi è bella lunga la strada. Ma se
lo ribecco gli faccio una di quelle storie che se la ricorda. Beh
almeno adesso sono a casa finalmente, se solo riuscissi a trovare le
chiavi della porta mi farei un favore in qualsiasi caso: a eccole
stavamo sul fondo dello zaino insieme a briciole di qualcosa, forse
pane, o forse polvere di vampiro, che potrebbe tranquillamente darsi,
visto che ci metto dentro solo i miei arnesi del lavoro oltre a un
quaderno e un diario.
‘Scusa, se sono sparito.’
Mi giro un attimo con le chiavi ancora in mano e scopro che dietro di
me con la mia moto in spalla ci sei tu, in piedi e mi fissi.
‘Metti giù quella cosa, se ti vedono i vicini sai
che storie fanno!’
Con molta delicatezza riappoggi il Kawasaki per terra, se gli hai fatto
solo un graffio sarò io a graffiare te, o ci può
giurare!
‘Nemmeno un ‘Ciao ‘Toru’, che
ne sono un minimo di civiltà ?’
‘Entra dai, e poi mi spieghi perché sei sparito
perché nemmeno quella mi sembra una prova di
civiltà.’
Scuoto la testa e sorrido, pensavo tu fossi sparito per sempre e invece
ecco che ricompari di nuovo dal nulla, apro la porta di casa e lascio
le scarpe vicino alla porta come mio solito e chiamo mia madre a gran
voce, perché deve essere in casa ma dubito che si accorga da
sola che siamo qui.
‘Vuoi entrare ?’
‘Mi devi invitare sai come sono le storie, no?’
Ma diavolo ti ho già invitata stamattina e ovvio che puoi
entrare, ti afferro per un polso e ti trascino dentro con forza nello
stesso momento in cui Margaret compare dal salotto, ha una coperta
sulle spalle, forse stava leggendo, con quell’ammasso di
capelli rossi raccolti sulla nuca sembra veramente una tutrice vecchio
stampo. E a volte lo è anche caratterialmente.
‘Miya dove sei stata? Dobbiamo parlare.’
‘Quello che ti dovevo dire, già l’ho
detto percui se permetti ora andiamo via.’
Allunga una mano sottile e afferra il tuo braccio proprio sopra la mia
mano e me la sento congelare è come averla chiusa tra due
blocchi di ghiaccio!
‘Chi sei ragazzo?’
‘Ma la mano, mi fa male …’
‘Non sto parlando con te, taci percui, dove hai messo
l’educazione!’
Tu mi guardi come se cercassi la risposta in me, scuoto la testa e mi
giro dall’altra parte mentre mi mordo un labbro, ora la mano
non la sento più del tutto e sto incominciando a tremare.
‘Satoru, signora. È un piacere
conoscerla.’
‘A sei un vampiro. Perché hai portato un vampiro a
casa nostra?’
Perché darle una risposta, come se lei non lo fosse, non
capisco perché vuole dimenticare quello che è per
una vita di apparente umanità. Non mi guarda nemmeno, lascia
andare la presa e scompare di nuovo in salotto; io ti lascio andare il
braccio e mi stringo la mano al petto.
‘Vieni: andiamo di sopra.’
Salgo le scale e sento che tu mi segui poco dietro e apro la porta
della mia stanza, si non è proprio enorme e molto
accogliente, penso che una qualsiasi stanza anche con mobili di
stralusso se avesse delle balestre e robe del genere appese al muro
perderebbe qualche punto di vivibilità: ma
d’altronde dove altro posso metterlo tutto il mio
arsenale? Mi siedo sul letto, mentre mi stringo la mano e
cerco di farle riprendere un po’ di sensibilità ma
è un impresa ben difficile.
‘Entra non stare sulla porta, non avrai mica paura,
vero?’
‘Ne avrei anche ragione, questa stanza sembra
…’
‘Uscita da un film horror ?’
‘No volevo solo un armeria, ma uscita da un film horror
rappresenta molto bene il concetto.’
Entri in camera e dato che non ci sono altri posti per sederti ti vieni
a mettere vicino a me e mi prendi la mano tra le tue come se volessi
aiutarla a riacquistare calore, ti sono grata per l’impegno
anche se serve a poco alla fine. Allungo la mano ancora sana verso un
cassetto e ne tiro fuori una custodia nera e rigida.
‘Cos’è ?’
‘Un altro dei vari favori che ho ricevuto.’
Usando una mano sola riesco ad aprire la custodia e a tirarne fuori
una siringa e una boccetta, tu mi guardi ancora
più sorpreso: ma ti devo spiegare tutto, accidenti.
‘Prima quando la mia mano è rimasta incastrata tra
te e mia madre il vostro gelo mi è entrato dentro:
è la stessa cosa che succede a te quando mi abbracci e ti
senti inondare di calore, solo che a me fa male.’
Ti vedo che armeggi un po’ con la boccetta prima di
riuscire ad aprirla come se ti facesse resistenza e con la siringa ne
risucchi quasi meta e, sempre tremando un poco me la passi: ma quanto
sei tenero, grande grosso e ti incarti con una boccetta di vetro.
‘Grazie.’
Ti prendo la siringa dalla mano e con sicurezza, dato che non
è la prima volta che mi capita di rimanere congelata
così e di usare quello strano liquido che mi ha dato un
amico, miro la vena e mi inietto il siero che subito mi riscalda come
se mi avessero accesso un fuoco dentro.
‘Cos’è di preciso, sento che ti stai
scaldando …’
‘Non me lo chiedere, però è
… come, come buttarsi in un camino.’
Con uno strattone, e si una cosa che mi manca quando si tratta di me
stessa è la delicatezza, butto la siringa sul comodino
insieme alla custodia nera, mi giro verso di te e ti vedo con gli occhi
spalancati e al posto del loro solito colore marrone nocciola, sono
neri come due pozzi, tremi scosso da fortissimi brividi e ti contorci
le mani. Nello sfilare la siringa dal braccio mi è uscita
una piccola goccia di sangue che ora mi cola sul braccio e tu la stai
guardando, famelico direi.
‘Toru da quanto è tempo è che non bevi
?’
‘Io…io…’
Hai la voce roca e impastata, devo ammettere che così mi fai
paura e sento l’istinto di fuggire via di corsa, come una
codarda.
‘…non ho mai bevuto da quando sono un
vampiro.’
‘Capisco.’
Prendo coraggio e mi siedo più vicino a te, ti prendo la
testa tra le mani, intanto che me ne sto qui ferma a fissarti come un
pesce lesso la mano ha ripreso un poco di sensibilità, e ti
avvicino a me: sento che fai un po’ di resistenza ma poi ti
lasci guidare dolcemente fino a quando arrivo con le labbra accanto al
tuo orecchio e ci posso sussurrare dentro, la voce mi manca, non posso
credere a quello che sto per fare.
‘Non mi uccidere ti prego…’
‘Non posso morderti, non ti voglio fare male.’
‘E allora cosa farai, ucciderai qualcuno così poi
sarò io a doverne fare a te? Mordimi, ora.’
Ok mi immaginavo che a questo punto tu si saresti comportato come ogni
vampiro normale di questo mondo, almeno una volta speravo tu facessi
qualcosa di normale, per quanto questo mi possa fare male, e invece che
fai? Mi abbracci, dolcemente ma molto più stretta del
solito, e appoggi le labbra sul mio collo.
‘Faccio piano, prometto…tu non fuggire.’
Si penso che posso fidarmi di te e poi oramai la cavolata è
fatta,no?Non posso più fermarti, a meno che non ti
uccida… ma non ti voglio uccidere… io non ti
ucciderò… io…
‘Io… ti …’
’’Non
ricordo più quello che è successo prima di quel
momento prima che tu mi tentassi con uno dei più grandi
peccati esistenti, prima che tu mi facessi perdere di nuovo il
controllo di me, non solo sul piano psicologico ma anche su quello
fisico, prima che tu mi rendessi del tutto dipendente da te. Mi ricordo
cosa successe dopo la notte passata a maledirmi, straiato sul tuo letto
abbracciato alla tua schiena sperando di non averti ucciso, troppo
spaventato per controllare, troppo euforico per lasciarti andare, mi
ricordo delle parole che ti sussurrai mentre i tuoi occhi erano chiusi,
mi ricordo che ti dissi tutti i miei più grandi segreti
sentendomi più leggero, ricordo che ti raccontai di Eri e di
quanto tu mi ricordavi lei. E poi ricordo che rimasi a pensare a tante
cose, cose a cui prima non avevo mai pensato.
E ricordo che mi resi
conto di quanto in verità in questi pochi giorni io mi fossi
affezionato a te, al punto di voler dare la mia vita per te: ricordo
che mi resi finalmente conto di amarti come non avevo mai fatto prima
con nessun’altra. Si amare te e la tua pazzia, amare i tuoi
modi bruschi e i docili sorrisi che regali solo a me quando siamo soli,
amare i tuoi occhi così poco umani e il tuo corpo
così dannatamente umanamente delicato. Ricordo che quando ti
sentii tramare di freddo mi resi conto di essere felice alla follia
perché tu eri ancora viva e eternamente triste
perché i tuoi tremiti mi dicevano che dovevo allontanarmi o
saresti congelata.
Salii sul tetto, si
questa è la parte della notte che ricordo più
vividamente: salii sul tetto e con le gambe piegate al petto rimasi a
fissare i campi intorno alla tua casa, rimasi così fino a
che non fu quasi mattino, fino a quando non decisi di ridiscendere
nella tua stanza entrando dalla finestra, e ti trovai li seduta alla
tua scrivania con i capelli lunghi e sciolti che ti giravi tra le mani
una foto.‘‘
‘Scusa.’
Non ti giri ma non è come al solito che non mi guardi ma sai
che ci sono, ora sembra proprio che tu sia immersa in un altro mondo,
in un sogno che ti indebolisce tutti i sensi,sembri sorda a tutti i
miei richiami: mi preoccupi, e molto anche, se fai
così mi fai venire paura, paura di averti fatto del male.
Molto di più di quello che volevo farti: ho dunque perso il
controllo? Dunque ti ho talmente atterrito da averti fatto perdere la
ragione
‘Cos’hai ?’
‘Quella sera fece buio presto, eravamo fuori a mangiare con
gli amici poi abbiamo fatto due passi insieme, come buoni amici come
nostro solito.’
No tu stai pensando a qualcosa, qualcosa che mi fa ancora
più paura del pensiero di averti ferito, più
dell’idea di poterti perdere ora per mia mano.
‘Miya mi spaventi …’
‘Dimmi come può una persona dimenticare una cosa
così importante?’
Mi stai prendendo in giro, ad avere un cuore forse mi schizzerebbe
fuori dal petto: mi avvicino a te e mi accorgo che stai piangendo, due
semplici lacrime che scivolano giù sulle guancie e vanno a
bagnare la foto che stringi in mano. Una ragazza chiaramente
occidentale di non più di 13 anni sulle spalle di un
ragazzo… no non sulle spalle di un ragazzo… sulle
mie spalle. Come non riconoscere quella foto, l’abbiamo fatta
quella volta che andammo al mare con la nostra compagnia.
Ma tu, tu come fai a sapere, come fai ad avere quella foto, ero sicuro
di averla nel portafoglio,nella tasca dei jeans… dove tu
potevi tranquillamente arrivare senza farti notare… ma a
parte questo… mi hai letto nella mente come mai fai a sapere
che mi ricordi quella persona. Dunque ricordi? Ricordi sul serio,
ricordi tutto, non erano solo mie futili fantasie tu sei veramente tu,
tu sei Miya e sei Eri, sei la dolcezza e la cattiveria.
‘Non è colpa tua se hai scordato: è
colpa dell’incidente.’
‘Non è vero avrei dovuto ricordare lo stesso. I
miei ?’
‘Sono morti… anche tuo fratello.’
Salti in piedi fulminea come al tuo solito con i capelli che ti cado
sul volto vaporosi e spettinati e finalmente ti rivedo come un tempo
una ragazzina capricciosa, la mia migliore amica, la ragazza che amo.
‘Quante cose ho perso, quante cose belle avevo
prima… che scambio iniquo, una vita di morte… era
meglio la morte direttamente.’
‘Ma cosa dici, deficiente!’
‘Tu lo sapevi, penso sia stato questo …’
Ti tocchi il collo e vedo per la prima volta da ieri sera, dopo quello
che abbiamo fatto insieme, perché l’abbiamo fatto
insieme non è stata solo colpa mia ammettilo!
‘è come se mentre… beh mentre io ti
davo qualcosa di mio tu avessi regalato a me parte dei tuoi ricordi,
parte dei tuoi pensieri. Come se si fosse aperto un canale, e ho
trovato le risposte che cercavo da tempo.’
Faccio mezzo passo verso di te e ti metto le mani sulle spalle con
molta delicatezza per non spaventarti, per non farti male, anche se
avrei voglia di stringerti con tutte le mie forze.Non so cosa dirti
vorrei poterti dire le migliori parole di conforto, ma purtroppo ancora
non le conosco, o se le conosco ora non ne vogliono sapere di uscire.
‘Mi spiace.’
‘Stai scherzando… sono felice.’
‘Ma la tua famiglia ?’
‘La mia famiglia è qui ora, la mia casa
è qui, il mio posto è qui. Però
c’è una cosa …’
‘Dimmi …’
‘Una cosa che volevo fare quella sera ma che non ho fatto in
tempo a mettere in atto. Una cosa che ora voglio solo
mia…’
Non faccio in tempo a ribattere nulla che tu mi hai preso le spalle e
mi hai tirato verso il basso verso di te e avvicini il tuo volto al mio.
‘Voglio te. Rimarrai con me ?’
‘Per sempre insieme …’
Ancora una volta mi prendi in contro piede e lasci che tu labbra vadano
a toccare delicatamente le mie prima di incominciare a giocarci
dolcemente, prima di mordicchiarmele e chiedere di più,
chiedere di sentirmi reagire alle tue attenzioni: te lo devo in fondo
tu hai dato a me ciò di cui avevo bisogno e io lo
darò a te, ti darò il mio amore e il mio cuore
freddo.
Ti bacio, con tutto me stesso con tutto quello che ho dentro, con tutti
i sentimenti che dormivano dentro di me, ricordi di un tempo di una
vita distante che pensavo di aver perso insieme al pezzo di cuore che
mi avevi strappato via scomparendo nel nulla.
’’Ma
ora sei tornata e sei qui, qui per sempre insieme a me. Mi stringi la
mano intorno al braccio e mi guardi come si può guardare
unicamente la persona che si ha scelto di amare, la persona per la
quale si è disposti a donare la proprio vita.
-Ehy vuoi ritornare nel
nostro mondo, o vuoi continuare a sognare ad occhi aperti?-
Forse hai ragione, in
fondo oggi è il nostro grande giorno, non mi conviene
perdermi nei miei pensieri proprio ora. Ma il solo vederti, bella, con
l’abito lungo, il piccolo bouquet di fiori bianchi appuntato
ad un polso ed i capelli arricciati mi fa partire per mondi che tu non
puoi nemmeno immaginare.
-Che ti succede
‘Toru, non ti vergognerai vero? Ti dico che con lo smoking ci
stai bene!-
-Non mi vergogno, anzi
sono orgoglioso di entrare in quella palestra con te ma …-
-Non ci credo! Hai paura
di un ballo scolastico e non di andare ad ammazzare vampiri per i
vicoli!-
Come posso non essere
emozionato è il mio primo ballo scolastico, e molto
probabilmente anche il tuo, e sono qui, non con una persona a caso ma
con te.
-Sono solo felice.-
-Anche io, molto felice
…-
-Miya?-
-sì-
-Ti amo-
Sorridi come una
bambina, lo fai sempre quando ti dico che ti voglio bene o qualsiasi
altra cosa che non somiglia ad un insulto, in pratica sorridi sempre:
all’inizio non potevo nemmeno immaginare che tu fossi in
grado di essere così… così…
raggiante.
-Entriamo, mio cavaliere
?-
-Certo mia dama.-
Per fortuna ho ancora
tanti anni davanti per poterti conoscere meglio; saremmo una coppia
strana ma, sono pronto a scommettere tutto ciò che ho, che
non ci lasceremo mai. Vero?''
---x---
Angolo autrice: Ok mi sono serviti due anni per finire questa
fanfiction, no aspetta forse sono tre... Comunque sia
fialmente l'ho finita, incimnciava ad irritarmi avere qui questa
FanFiction incompleta in mezzo alle altre. Almeno ora mi sono tolta un
sassolino dalla scarpa... grazie a chi ha letto in questo periodo tutti
i capitoli precedenti. Ciao Ciao a tutti!
Darky
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