Premetto che questa è la mia prima fan-fiction, scritta e pubblicata, e che questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Mayer, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di
lucro.
Alcune premesse prima della storia: è ambientata qualche anno dopo la fine di Breaking Down e i Cullen si sono trasferiti da Forks, Jacob ovviamente ora vive con loro.
Visita dal dottore
Il dottor Cullen stava facendo il suo
solito giro nella sala d’attesa dell’ospedale, per vedere
se qualche persona richiedeva una particolare attenzione e aveva
bisogno di essere visitata prima delle altre. All’improvviso gli
arrivò al naso un odore tremendo, gli sembrava impossibile di
sentire quell’odore
proprio lì. Si avvicinò al ragazzo dal quale proveniva
l’odore che l’aveva attratto: era alto, scuro di capelli e
decisamente muscoloso; quella vicina doveva essere la madre.
Chi è questo dottore che si sta avvicinando? È troppo pallido e il suo odore… mi sta bruciando il naso! Sento salire il fuoco dalla schiena… Non adesso!! Non qui!! Chiudo gli occhi per concentrarmi… Magari respirando solo dalla bocca sento meno la puzza…
«Salve, sono il dottor Cullen, avete bisogno di aiuto?» chiese.
«Buongiorno, dottore. Mi chiamo
Eleanor Lupin e questo è mio figlio Richard» disse la
donna alzandosi e porgendo la mano al dottore, mentre il ragazzo si
agitava sulla sedia ad occhi chiusi «Ecco, vede, mio
figlio… Non sembra che sia ammalato, ma ha la febbre e a volte
si comporta in modo strano…» Si voltò verso il
figlio, che aveva cominciato a tremare con la testa tra le mani, e gli
mise una mano sulla spalla.
«Non si preoccupi, venite nello
studio e vediamo cos’ha il ragazzo.» disse il dottore con
un sorriso, e si avviò lungo il corridoio.
«Scusate un attimo, devo fare
una telefonata» disse il dottor Cullen entrando in una stanza con
su scritto “Segreteria”.
«Alice? Dovrei parlare con Jacob, potresti passarmelo per favore?»
«Adesso non
c’è» rispose una voce melodiosa.
«È andato a fare un giro con Nessie.»
«Allora potresti andare a
cercarlo e dirgli che ho bisogno di una favore? Dovrebbe venire nel mio
ambulatorio qui all’ospedale perché potrebbe darmi una
mano.»
«Uff, sarà una
faticaccia cercarli senza poterli vedere. Ma cosa è successo?
Come mai hai bisogno di lui?»
«Adesso è troppo lungo
da spiegare, e a dir la verità non sono neanche del tutto sicuro
di quello che penso, anche se non credo di sbagliarmi.»
«Sei un enigma Carlisle»
la voce dall’altra parte del telefono era contrariata di non
essere a parte di quel mistero. Il dottore rise.
«Dai, Alice, stasera vi racconterò tutto, promesso.»
«Ok, vado a cercare Jacob. A stasera!»
Il dottor Cullen attaccò il
telefono e si rivolse all’infermiera dietro la scrivania
«Tra poco dovrebbe passare mio figlio, un ragazzo scuro di pelle,
alto e con i capelli neri. Potrebbe accompagnarlo direttamente nel mio
studio, per favore?»
«Sì certo, dottore.» rispose l’infermiera.
Il dottor Cullen tornò dalla signora Lupin e dal figlio e li guidò verso il suo ambulatorio.
Maledetto il momento
in cui ho ceduto alle richieste di mia madre di farmi vedere da un
medico. Come se un dottore potesse sapere quello che mi sta succedendo!
Ma chi è questo
dottore? Se seguissi il mio istinto vorrei saltargli alla gola e farlo
a pezzi! Ma non posso, non devo!! Meglio che gli stia il più
lontano possibile, ha un odore tremendo. Storco il naso e purtroppo mia
madre se ne accorge.
«Si può sapere
cosa c’è che non va? Ho sentito che il dottor Cullen
è molto capace anche se molto giovane, quindi perché
storci il naso così?»
«Mamma, non possiamo andarcene, per favore? Ho cambiato idea, non voglio essere visitato, sto bene.»
«Assolutamente no! Io voglio sapere cosa ti sta succedendo Rik!»
In quel momento il dottore apre una porta e ci fa entrare nel suo ambulatorio.
«Prego,
accomodatevi» dice indicandoci le sedie di fronte alla scrivania,
mentre ci gira intorno. Rimango stupito quando invece di sedersi apre
la finestra davanti a noi e si appoggia al davanzale. Oggi decisamente
non c’è così caldo, cioè, per una persona normale
non c’è così caldo da aprire la finestra. Anche mia
madre lo guarda un po’ incerta, ma non dice niente e si siede.
Come mai ha aperto la finestra e si è messo proprio lì
invece di sedersi sulla sua sedia dietro la scrivania come fanno tutti
i dottori? Che sappia o che abbia capito che il suo odore mi da
fastidio? Ma com’è possibile? Decisamente, ora, con
l’aria che passa dalla finestra, la puzza si sente un po’
di meno. Mi siedo accanto a mia madre, cercando di calmare il tremore
che sento in tutto il corpo, ma, devo ammetterlo, ora sono anche
incuriosito da questo medico.
«Ora potete spiegarmi qual
è il problema.» disse il dottore rivolto alla signora
Lupin incrociando le braccia.
«Ecco, vede, mio figlio sembra
che abbia la febbre, è bollente.» disse allungando una
mano verso la fronte del figlio, che non si mosse di un millimetro.
«Ho provato a misurargli la temperatura ma… sembra
così alta che si sono rotti due termometri» guardò
il dottore preoccupata della sua reazione, ma lui le fece segno di
continuare. «Ecco… E poi ogni tanto trema, non come se
avesse freddo, anche perché mi sembra impossibile visto come
è caldo, ma come se qualcuno o qualcosa lo scuotesse.
Inoltre si è sviluppato così in fretta! Voglio dire, la
sua statura è aumentata di venti centimetri nel giro di quattro
mesi, e ha anche messo su i muscoli pur non facendo palestra o altro.
Avrei pensato che fosse lo sviluppo se fosse successo qualche anno fa,
ma a ventidue anni lo sviluppo dovrebbe essersi ormai fermato,
no?» Le ultime frasi erano frenetiche, come se cercasse di
convincersi da sola di quello che stava dicendo, il suo sguardo verso
il figlio angosciato.
Il dottor Cullen aveva ascoltato
attentamente, si girò verso il ragazzo e gli chiese «E tu,
Richard, cosa dici? C’è qualcosa che vorresti aggiungere a
quello che ha detto tua madre? Altri sintomi?»
Alzo la testa
sentendomi chiamare, sì e no ho ascoltato quello che ha detto
mia madre: caldo, sviluppo accelerato e tremore. Fosse solo quello!
Cavolo, e ora che gli dico? «No… Io sto bene…
Secondo me mia madre esagera… Potrebbe benissimo essere uno
sviluppo in ritardo…» decisamente, il mio tono non
è molto convincente. Ma mica posso dirgli la verità!
«E la febbre? Quella
non è lo sviluppo Rik!» mia madre sembra isterica. Mi
dispiace farla soffrire così, ma cosa posso fare? Non posso dirle la verità! Mi farebbe rinchiudere in un manicomio, sarebbe schifata di me.
«Non si preoccupi,
signora, troveremo una soluzione» il dottore cerca di
tranquillizzarla con un sorriso, poi si rivolge di nuovo a me
«Richard, sei sicuro che non ci siano altri sintomi? Ad esempio,
sensi iper-sviluppati o qualcosa di simile?»
Lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite. Che cosa? Certo che ho sensi iper-sviluppati! Posso sentire il tizio che si lamenta del mal di testa nella sala d’attesa! Ma lui
come fa a saperlo? È davvero possibile che sappia qualcosa di
quello che mi sta succedendo? Forse potrei arrischiarmi a dirgli
qualcosa…
«Ehm… In
effetti mi sembra di sentire e vedere un po’ meglio da qualche
mese… Cioè, sento e vedo più lontano di prima.
Anche l’olfatto mi sembra un po’ più
sviluppato…» Un po’
è un eufemismo! Sento chiaramente il suo odore chi mi trapassa
le narici come se fosse candeggina, anche se è a tre metri di
distanza da me. Sbircio il suo viso per vedere la sua reazione: ha
sempre lo stesso mezzo sorriso. Cosa gli passa per la mente?
Mia madre reagisce decisamente al contrario. «Questo non ce l’avevi detto!» esclama voltandosi verso di me.
«Stia tranquilla, signora
Lupin. Ora vorrei fare un paio di domande a lei.» disse il dottor
Cullen «Mi scusi se sembra una domanda strana, ma non sa per caso
se lei o suo marito avete antenati appartenenti a qualche tribù
indiana?»
«E’ importante?»
«Sì, abbastanza. È probabile che alla base del problema di suo figlio ci sia un motivo genetico.»
«Genetico? Cioè una
specie di mutazione?» chiese spaventata la signora Lupin, poi si
girò verso il figlio, che guardava con interesse sempre maggiore
il dottore. «Veramente, io e mio marito abbiamo adottato Richard
quando era ancora molto piccolo. Non sappiamo niente dei suoi veri
genitori, nessuno di noi se n’è mai interessato, non
pensavamo potesse essere così importante!»
«Beh, se non lo sapete possiamo presumere che sia così.»
Il ragazzo non staccava gli occhi dal
dottor Cullen, sembrava che pendesse dalle sue labbra, nonostante la
diffidenza che aveva avuto fino a pochi minuti prima.
«L’anno scorso, prima di
trasferirmi qui, sono stato in una cittadina della penisola di Olympia,
nello Stato di Washington, e nella riserva indiana lì accanto
abitava la tribù dei Quileute. Visitando alcuni dei ragazzi
indiani ho scoperto che possedevano una sorta di mutamento genetico,
che consisteva in uno sviluppo repentino, temperatura alta, sensi
più sviluppati del normale. In ogni caso niente di grave.»
«Quindi mio figlio sarebbe
vittima di un mutamento genetico? Ma prima non ha mai dato
segnali… E io non ho mai sentito parlare…» Anche se
un po’ tranquillizzata dalla spiegazione e dalla voce calma del
dottore, la signora Lupin era ancora pronta a rilassarsi.
«No, infatti» disse il
dottore scuotendo la testa «Non ci sono segnali precedenti,
accade tutto più o meno all’improvviso. Non ne ha mai
sentito parlare prima di adesso perché nessuno ha studiato il
fenomeno, che, da quello che ho potuto sapere io, è delimitato
alla tribù dei Quileute, i quali sono molto riservati e non
vogliono finire sulle riviste di scienza. Probabilmente uno dei
genitori biologici di suo figlio aveva un antenato nella tribù e
il gene è passato fino a lui.»
«Ma se tutti i ragazzi di
questa tribù hanno questo sviluppo così repentino e tutto
il resto, com’è possibile che nessuno se ne sia mai
accorto e non li abbia studiati?»
«Perché non accade a
tutti i ragazzi. La mutazione spesso salta alcune generazioni. Ad
esempio, io ho conosciuto i ragazzi che l’anno scorso avevano tra
i quindici e i vent’anni, più o meno, e quasi tutti
avevano sviluppato la mutazione; però non è successo
così ai loro padri e ai loro nonni, mentre nella tribù si
raccontava che la mutazione si era manifestata tre generazioni
prima.»
«Quindi questa mutazione genetica salta tre generazioni?»
Il dottore scosse ancora il capo
«Non è detto, non ha una regolarità.
Non…» solo in questo momento la sua voce sembrò
tremare un attimo, i suoi muscoli si tesero e appoggiò le mani
sul davanzale, poi si riprese subito «Non si sa quale sia la
causa scatenante della mutazione, sembra appaia a caso.»
«A caso?»
«Sì, è tutto quello che sono riuscito a scoprire.»
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
«Avanti.» dice il dottore. Chi è? Forse quel Jacob che ha chiamato prima al telefono?
«Ciao
Carlisle!» Entra un ragazzo alto e muscoloso, con i capelli scuri
che gli arrivano sulle spalle. «Avevi bisogno di me?»
All’improvviso si gira a guardarmi, il suo odore mi lascia
basito: è così simile al mio! Anche lui sembra stupito,
cosa sta succedendo?
Il dottore, impassibile,
riprende a parlare «Sì avevo bisogno di te, Jacob, questi
sono la signora Lupin e suo figlio Richard» Poi il dottore si
rivolge a me e mia madre «Signora Lupin, Richard, Jacob è
uno dei ragazzi della tribù dei Quileute di cui vi stavo
parlando.»
Jacob ci allunga la mano e non ho nessuna ritrosia questa volta: la sua mano è calda, fin troppo calda per una persona normale, vedo mia madre che spalanca gli occhi.
«Jacob, sembra che
Richard abbia sviluppato la mutazione dei giovani Quileute» si
gira ancora verso il ragazzo per spiegargli «Per questo ti ho
fatto venire qui, avevamo bisogno di un testimone di prima persona che
chiarisse in cosa consiste, anche se ormai ho spiegato quasi
tutto.»
Jacob si gira verso di noi,
un po’ in imbarazzo «Ehm, sì, non so di preciso cosa
vi abbia detto Carlisle» si volta un attimo a guardarlo. Spero
non sia troppo evidente che sto pendendo dalle sue labbra: magari
riesce veramente a darmi una spiegazione di quello che mi sta
succedendo. Noto che non sembra turbato dall’odore del dottore e
si appoggia alla scrivania.
«Allora…
praticamente nella nostra tribù ogni tanto spunta la mutazione
genetica e colpisce i ragazzi tra i quindici e i vent’anni circa.
Gliel’hai già spiegato come funziona?» si rivolge al
dottore che fa segno di sì con la testa, come faccio
anch’io, voglio che vada avanti! «Ecco, quindi… I
sintomi, se così si possono chiamare, sono la temperatura sempre
alta, quindi potrei stare in maglietta anche in mezzo a una tempesta di
neve, eh-eh. E poi siamo più sensibili agli odori, ad esempio
odio il dopobarba che usa Carlisle» Si gira a guardarlo
sorridendo e strizzando un occhio. Com’è possibile? E sono
sicuro che non è dopobarba il tanfo che mi fa bruciare il naso.
Il dottore scoppia a ridere
mentre mia madre alterna occhiate sbigottite a lui, a Jacob e a me.
«Però a mia moglie piace, quindi Jacob ha imparato a
sopportarlo.»
«Sì, diciamo
che mi sono abituato.» il ghigno di Jacob non promette niente di
buono. «Ehm, ecco… Poi anche gli altri sensi sono
più sviluppati, cioè vista e udito. Ah, e poi
c’è uno sviluppo veloce e improvviso dei muscoli e della
statura.»
«Sono le stesse cose
che succedono a te, Rik» commenta mia madre guardandomi, ora un
po’ più tranquilla. «E a proposito del
tremore?»
«Ah, sì, a me
succede quando sono emozionato o molto arrabbiato» risponde a mia
madre ma guarda me, poi mi strizza l’occhio. Lo sa?
Sa cosa succede quando tremo? «All’inizio può essere
una rottura, ma poi si può imparare a dominarlo» Imparare
a dominarlo? Magari potessi dominare quello che succede a me!
«Carlisle dice che dipende da qualcosa, ma non ho capito molto
delle sue spiegazioni…»
«Sì»
interviene il dottore spostandosi verso la scrivania «Io penso
che sia a causa dell’adrenalina, che scorre in modo maggiore
quando si prova un’emozione forte, tipo la rabbia. Secondo me
è questa che provoca il tremore, niente di grave»
«Quindi non
c’è niente di cui preoccuparsi se ha questa mutazione,
no?» Mia madre guarda il dottore e poi si gira di scatto verso me.
«No, niente di cui
preoccuparsi» risponde lui con un mezzo sorriso. Poi prende una
siringa da un armadietto e si rivolge a me «Voglio solo farti un
prelievo per fare un esame del sangue, tanto per confrontare il tuo dna
con quello di Jacob»
Cavolo, meno male che la
puntura è piccola altrimenti non saprei come nascondere
l’altra particolarità… Anche questa fa parte della
mutazione? E tutte le altre cose? Se fanno tutte parte della mutazione
immagino il perché Jacob non ne abbia parlato… O io sono
qualcosa di ancora diverso? Devo trovare un modo per stare da solo con
lui e parlargli, non mi interessa di sembrare pazzo, devo pur capirci qualcosa!
Finito il prelievo il dottor Cullen
si rivolse alla signora Lupin «Le analisi saranno pronte tra
qualche giorno, se vuole lasciarmi un numero di telefono la chiamo. Ora
lasciamo andare i ragazzi a fare un giro se lei vuole farmi qualche
altra domanda»
«Sì certo, va
bene» disse la signora Lupin guardando il figlio, la sua
espressione era più rilassata dell’inizio
dell’incontro. «Ci vediamo a casa»
«Ehi, dottore! Non sarò
Edward ma so a cosa stai pensando» disse Jacob facendo
l’occhiolino «Non preoccuparti! Alla fine è una
figata!»
Il dottore fece un sorriso triste,
mentre la signora Lupin e suo figlio li guardavano senza capire. Sapeva
che quello che era successo a Jacob, a Richard e agli altri ragazzi
Quileute era anche colpa sua. «Non è facile, ma ci proverò, grazie!»
«Andiamo a mangiare qualcosa, Rik?» chiese Jacob a Richard «Ho una fame da lupi!»
Lupi? Possibile?
Spero che vi sia piaciuta! :-)
Questa ff è stata pensata come una one-shot, ma avrei materiale
per scrivere altri due o tre capitoli, però, visto che non so se
avrò il tempo di scriverli, non contateci troppo ;-) Ah, il cognome "Lupin" è un cameo a Remus Lupin di Harry Potter XD
|