...sorellina...

di konomu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo impatto ***
Capitolo 2: *** scambio di parole ***
Capitolo 3: *** guai ***
Capitolo 4: *** samurai's story ***
Capitolo 5: *** Ren Chaolan ***
Capitolo 6: *** colazione ***
Capitolo 7: *** prima del giorno X ***
Capitolo 8: *** riflessioni e diversità ***
Capitolo 9: *** match ***
Capitolo 10: *** post-match ***
Capitolo 11: *** occhi di luna ***
Capitolo 12: *** lettera di Jin ***



Capitolo 1
*** primo impatto ***


Era davvero lui. Era il mio fratellino, ma io non volevo neanche pensarci. Quegli occhi gelidi mi facevano quasi paura.
Dov'era finito quel caldo azzurro degli occhi di Jin? Dov'erano le sue mani? Mi colpivano. Chiusi gli occhi. Non avevo più il coraggio di vedere quella orribile scena.
Pensavo a Jin, ma al Jin che mi aveva comprato le figurine del torneo tekken, quello che mi aveva aiutata nei compiti di matematica, quello che era riuscito ad asciugarmi le lacrime.
No, colui che avevo davanti non poteva essere Jin.
Tremavo, piangevo, lo chiamavo, ma era tutto inutile. Quando quella sagoma alata si avvicinò a me cercai di non vivere, solo per un attimo... e svenni.
-Konomu, KONOMU!- Non avevo dubbi su chi mi stava chiamando. Mi svegliai. Il ragazzo bruno davanti a me mi accarezzava con i suoi occhi di velluto nero.
Sì, quella era la volta buona. Sarei riuscita a confidargli quello che provavo per lui.
-Hyou...-
-Cosa c'è piccola, non ti senti bene? Se ti serve io sono qui, puoi chiedermi qualunque cosa.-
 -No, ho bisogno di parlarti... vedi...- Qualcuno bussò alla porta.
ERA JIN!
Avevo voglia di corrergli incontro, ma avevo una gamba che mi faceva male e zoppicavo un po', così lo aspettai buona buona vicino al camino.
-...sorellina... -
-JIN! Non sai quanto mi sei mancato! Adesso sei qui con me! Non è bellissimo?-
-Quindi non sei arrabbiata con me, vero? -
-Come potrei mai esserlo? Non era colpa tua!-
E invece lo ero. Ero arrabbiata nera. Nella mia mente passarono milioni e milioni di ricordi passati con lui. E poi... quegli occhi. Quegli occhi di ghiaccio che mi avevano fatto passare attimi di terrore.
-Konomu, cos'è che mi stavi dicendo prima?- mi chiese Hyou.
-Niente Hyou, niente. Ora, se non vi dispiace, vorrei riposare.-
I due lasciarono la stanza. per un attimo mi resi conto di quanto la mia vita fosse inutile. Avevo un fratello che da un momento all'altro poteva diventare un demone, e un amore che non potevo rivelare. Era impossibile. Avevo quindici anni, e lui mi trattava come una bambina di cinque. Beh, dopotutto, non era così giovane. Avrebbe compiuto trentun'anni il 23 novembre, e io, solo quindici il 15 maggio. Mi ero veramente seccata. Avrei fatto vedere a tutti che non ero la solita, stupida "sorellina di Kazama".

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Capitolo 2
*** scambio di parole ***


-Konomu!Che ci fai qui?-
-Steve!-
Già. In realtà non dovevo essere lì. Ormai era deciso: vietata l'iscrizione al torneo ai minorenni. Ma io non potevo certo restirstere.
-Vado a iscrivermi al torneo!-
-Ma non puoi!-
-Sì che posso!- Fox. Non lo sopportavo. Solo perchè avevo un padre che non mi trattava, pretendeva di farmi da fratello maggiore. Non potevo starlo ad ascoltare in eterno. Lui non era nessuno. ci misi poco tempo a seminarlo. Entrai nella stanza che conoscevo bene. Mi ci aveva portata Jin un sacco di tempo fa.
-NONNO!-
-EH! Cosa ci fai qui? E dov'è finito tuo fratello?-
Come al solito, ogni cosa riconduceva a mio fratello. Ma era possibile che io non avessi nessuna importanza?
-Nonno, devo assolutamente iscrivermi al torneo!-
-Ma tu stai impazzendo, lo sai benissimo che non posso iscriverti!-
E lui entrò in quella stanza. Jin. Era arrabbiatissimo. Camminava frettolosamente borbottando tra se e se. Sembrava che mi fosse venuto a cercare.
-Cosa c'è cocchino? Kazuya non ti ha dato la pappa, stamattina?- disse fastidiosamente mio nonno.
-STA' ZITTO VECCHIO!...Konomu...devo parlarti...-
-Certo, andiamo in camera mia.-
-OGGI SIETE MISTERIOSI E IRASCIBILI! SE CONTINUATE COSì FINIRETE PER NON PARTECIPARE AL TORNEO!-
Sì, ma a me non importava, e nemmeno a Jin. Arrivati in camera Jin scoppiò in lacrime. Lo abbracciai. Non avevo voglia di vederlo così. Per un attimo mi chiesi se stessi facendo la cosa giusta. Insomma, stavo abbracciando colui che mi aveva fatta stare davvero male, oltre alle ferite, ma nel cuore.
Ma poi mi convinsi che non era così.Io stavo abbracciando JIN, colui che mi aveva fatta stare male era solo qualcuno impossessato della sua mente.
Il mio fratellino non aveva colpa. Sapevo per cosa stava piangendo. Non era per via del suo demone, nemmeno del nonno, ma di Xiaoyu.
-Jin...è colpa sua?- Si limitò solo ad un cenno affermativo con la testa, ma io volevo farlo parlare, almeno per sfogarsi.
-Cosa...- Prima che finissi la frase aveva già preso la parola.
-COSA MI HA FATTO? GIURO CHE NON LA SOPPORTO PIU'! DEVE SMETTERLA, SMETTERLA! NON PUO' TRATTARMI SEMPRE COSI', NON E' GIUSTO! SE IO LE RACCONTO COSA PROVO DENTRO ME, NON DEVE ANDARLO A RACCONTARE AGLI ALTRI!
-E tu... insomma... lasciala! questa storia deve finire!-
-sì... ma... non posso. -PERCHE'?! NON FA ALTRO CHE FARTI SOFFRIRE! SPIEGAMI PERCHE'!-
-perchè...la farei soffrire io. Non ho voglia di far soffrire la gente. Ho già fatto soffrire te, ora basta.- Una lacrima gli cadde sul viso, ed era più pesante di tutte quelle versate fino ad allora.
-tu...tu non mi hai fatto soffrire. non è stata colpa tua. E' vero, c'è stato un momento in cui sono stata arrabbiata con te, ma ora no, io ti voglio bene.-
Aveva smesso di piangere. Ora sorrideva. Sorrisi anch'io.
-Anche io ti voglio bene, sorellina. Ah, stavo quasi per dimenticarmene. Hyou ha detto di passare da lui, quando hai un minuto libero.-
-Ok. Grazie Jin.-
-Grazie a te.-
Corsi velocemente per quel corridoio, ma appena arrivai in quella stanza mi venne un senso di angoscia.
Dovevo aprire quella porta, o no? E cosa mi avrebbe detto?
-Ciao!- Alla fine la porta la aveva aperta lui.
-Tu...-
-Io? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Spero di no, diamine, è la prima volta che tuo padre mi lascia in pace con te!-
-No ma... perchè hai aperto la porta?- Che domanda stupida. Ma era l'unica che mi era venuta in mente.
-Bhe, c'eri tu...- disse - e poi si sentiva un gran frastuono. Un respiro forte accompagnato da un "tu-tum tu-tum"! Entra! Ripensandoci, non ero mai entrata in quella stanza. Non mi sentivo per niente a mio agio. Mi sedetti sul suo letto. Sembrava molto comodo.
-C'è una cosa che devo dirti...-
-Sì- Mi prese le mani e le avvolse tra le sue. Erano così grandi e così calde
-Non sono qui per parlarti di Jin, perchè penso che tu abbia capito che non è stata colpa sua.- Stavo per dirgli "muoviti! io non ho tempo da perdere!" ma non lo feci.
-Quello che sto per dirti riguarda me e te.-
Non ero più nella pelle. Si avvicinava sempre di più. Potevo sentire il suo respiro vicino al mio. Anche lui era emozionato.
-Konomu io...- Si morse le labbra. Strinse im pugni così forte che gli stavano quasi snguinando le mani.
-Non è facile da dire. Io...ho un demone al mio interno.- Era tutto lì. Non lo avrei mai discriminato, certo, ma ero ancora solo un'amica. Ed ero destinata ad esserlo per sempre. Mi alzai dal letto, ma una mano mi prese dolcemente per il braccio.
-E poi...- Si girò verso di me. Era vicino, troppo vicino. Poteva sentire il mio battito. Misi le mie mani sul suo petto. Mi sentivo protetta, e allo stesso tempo nervosa della mia protezione. Ma poi... non sentii più niente.
Nessun pensiero poteva affiorare alla mia mente. Tranne... le sue labbra. Era tutto quello che volevo, tutto quello che volevo racchiuso in un bacio di purezza.
E quella volta non era un sogno.

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Capitolo 3
*** guai ***


Non ci capivo più niente. Mi sembrava di essere stesa in una bara. Già, era troppo comodo per essere un letto. Materassi comodi si trovano solo nelle bare. Ma che ci facevo in una bara con la tuta e una coperta?
-Sai Jin...- CHE COSA? ANCHE HYOU ERA MORTO E CI ERAVAMO TROVATI TUTTI IN PARADISO?
-Cosa?- Sentendo la voce di mio fratello incominciai a dubitare di essere morta.
-Non penso che mi accetterà.-
-Chi?-
-Konomu-
-Perchè?-
Jin vivo + Hyou vivo + Io viva in tuta + il letto di Hyou + la sua stanza.
Era tutto chiaro. Bhe, semplice: mi ero addormentata sul suo letto, lui aveva passato la notte in bianco e ora cercava di parlare con mio fratello per tenersi sveglio ma quello scemo sapeva porgli quesiti solo tipo: COSA? CHI? PERCHE'?. Insopportabile, lo definirei. -Perchè sono quello che sono. Lo sai.-
-Ehi, ha accettato me, perchè non dovrebbe accettare te?-
-Perchè tu sei suo fratello e siete vissuti assieme. Io con lei non ho niente, niente di speciale.-
-No, certo, ieri sera lei se ne stava a parlare con Hwoarang, vero?-
-Lascia stare ieri sera! Mi dici, oltre a ieri sera, quali altri momenti belli abbiamo passato insieme?-
-Certo che te lo dico, anche se lo sai benissimo. Tutte quelle volte che lei era felice, triste, impaurita e ha pensato di averti accanto. E quando tu hai fatto lo stesso con lei.- Hyou si avvicinò al mio letto, cioè al suo letto su cui io facevo finta di dormire. Chiusi gli occhi. -Lei è... così dolce quando dorme.- disse. -hai fatto bene a posticipare con "quando dorme"-
-STUPIDO! ALMENO IO NON RUSSO COME UN ORCO QUANDO DORMO! TU SEI INSOPPORTABILE SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE!- Non ero riuscita a trattenermi. Ormai l'avevano capito. Stavo seguendo la loro conversazione.
-...ma...MA TU ERI SVEGLIA?!?! PERCHE' NON L'HAI DETTO? Mi sa che qui sei tu la stupida!-
-STA PARLANDO QUELLO CHE PARLA ALLE SPALLE! IO SONO DOLCE ANCHE QUANDO SONO SVEGLIA!-
-DA QUANDO LE PERSONE DOLCI URLANO COME DEI MATTI?-
-DA ORA!- Come al solito. Una stupidissima discussione con mio fratello. Eravamo alle solite. Così, naturlamente, iniziammo a lanciare oggetti trovati qua e là. Prima il cuscino, poi le penne, poi le palline di carta, poi il fodero della katana...
IL FODERO DELLA KATANA? Mi stava arrivando in faccia ad una velocità supersonica. Stavo giusto pensando a come mi sarebbe arrivato, a quanto mi avrebbe fatto male, quando una figura mi passo davanti buttandosi a verticale dall'altra parte del letto, arrivando a terra e prendendo il fodero con la mano sinistra. Hyou. Mitico. Si avvicinò a Jin.
-Jin...-
-Sì?-
-Se questo fodero si rompeva, la tua faccia faceva una brutta fine, molto brutta, lo sai questo?- Jin si fermò a fare cenno di sì con la testa.
-Ma soprattutto...- continuò Hyou. Jin sembrò meravigliato. Cos'altro gli aspettava? Lui non lo sapeva, ma io sì.
-Se quel bel visino si sfregiava anche solo un poco, beh, preferisco non dire quello che ti sarebbe successo- Mio fratello deglutì. Gli capitava spesso di fare la parte del debole, quando era con persone che lo capivano. Lui non sapeva se Hyou era davvero forte, lo lasciva fare e basta. Gli piaceva farglielo fare. Hyou si girò e mi fece l'occhiolino. Io ricambiai, ma c'era qualcosa che mi incuriosiva.
Quel fodero. Da lontano msi poteva vedere che era intagliato, ma non riuscivo a leggere cosa c'era scritto.
-Hyou...posso vedere quello?- Gli chiesi.
-Alzarsi e venire qui no, vero, principessa?- commentò Jin.
-No, qui è troppo comodo per potermi alzare- gli risposi con una smorfia.
Hyou guardò Jin minacciosamente e mi portò il fodero.
-Ka..sa...hi...- incominciai a leggere.
-Tu sai leggere l'akumano?- mi chiese.
-Akumano? Io mi limito a leggere. Non sono i soliti simboli?- Già. Quei simboli non erano i soliti. Ma non me ne importava granchè.
-Ma...Chi ti ha dato questa katana?- Non avrei mai voluto leggere quello che c'era scritto.
"Solo il predestinato avrà questa spada, che non procurerà forza, potere e grande ricchezza ma sofferenze atroci e una vita di sangue".
Cosa poteva significare? In che senso Hyou era il predestinato?
-E' un'eredità- si limitò a rispondere. Tutto d'un tratto entrò qualcuno nella stanza, naturlalmente rompendo la porta.
-HWOARANG! COME CAVOLO TI E' VENUTO IN MENTE!- gridò Jin.
-No, non preoccuparti, poi la riparo io- disse Hyou.
-Sono venuto qui per proporvi una sfida, a tutti e due...- disse Hwoarang
-Cioè?- chiese Hyou.
-So che parteciperete al torneo- continuò il coreano -ma io so anche una cosa che nessuno sa, eccetto Steve Fox...-
-Cosa?- chiese Jin frettolosamente
-Beh, questo.- Hwoarang mostrò una foto.
Pazzesco. Ci aveva beccati. Tutta quella matassa di emozioni della sera prima ridotta ad una stupida foto.
-Probabilmente, senza fonti certe, Kazuya non mi crederebbe, ma ora...-
-Cosa vuoi per lasciare le cose come stanno?- domandò Hyou.
Me ne ero accorta. Era molto nervoso. Odiavo Hwoarang.
-Due semplici piccole cose...1: voi due perderete semmai vi scontrerete contro di me; 2: Konomu non parteciperà al torneo!-
Hyou mi guardò. Voleva sapere il mio parere.
-Ehi, non c'è bisogno di soluzioni affrettate! Avete un giorno di tempo per rispondere. Tornerò domani mattina.- terminò Hwoarang.
Quandò uscì dalla stanza io ero incavolata nera, Jin anche e Hyou... no. Era in ginocchio, con una mano si premeva la spalla sinistra che... sanguinava. Sudava freddo. Aveva i denti serrati e le lacrime agli occhi. Dovevo aiutarlo.

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Capitolo 4
*** samurai's story ***


Mi alzai e gli andai vicino.
Volevo aiutarlo, ma non sapevo che fare. Non mi era mai capitata un situazione del genere. Non so come, ma gli disi solo:
-Tranquillo. E' tutto a posto.- Tutto a posto? stava soffrendo ed era tutto a posto? Gli sfiorai la spalla ancora sanguinante.
-E' vero- Mi sorrise.
Non ci stavo capendo più niente. Due secondi fa stava male, e ora mi sorrideva?
-Abitudine...siediti.- Finalmente potevo tornare sul mio (mio? siamo sicuri?) letto!
Lo osservai. La spalla non sanguinava più, anche se la manica era lacerata.
-Come stai?- Non sapevo perchè quella domanda. Gliela feci e basta.
-Ma devo intenderla come "come ti senti" o come "cosa ti stava succedendo"?-
-Ehm...tutte e due.-
-Bhe, per la prima...sto bene. Mi capita spesso. Per la seconda...Devo spiegarti un pò di cose...-
-Spiega.-
-Okay, anche se ti scoccerò?-
-Fa niente. Spiega.-
-Allora...Conosci i samurai?-
-Sì! Quelli che si suicidano! Vero?-
-Beh...non prorpio...ma penso che tu abbia capito di che parlo.-
-Ah.Questo che centra?-
-Bhe...io sono un samurai.-
-TI PREGO NON SUICIDARTI!- Non so come mi era uscita quella frase. La avevo detta e basta.
-No, non mi suiciderò! Devi sapere che non è una legge quella del suicidio! Si faceva in antichità! Beh, proseguendo, sai come fa un aspirante samurai a diventare un samurai vero e proprio?-
-No.-
-C'è bisogno che un samurai gli lasci la sua katana in eredità.-
-Quindi...ASPETTA! Stai dicendo che la tua katana ti...-
-...mi ha fatto samurai, esattamente. Di solito, ogni katana dona al samurai che la possiede un qualcosa, che ne so...forza, coraggio...-
-Ma con te non è stato così.-
-Sì. Beh, sai cosa mi ha portato.-
-Quindi quelli sono gli effetti che ha su di te la katana?-
-Non proprio...diciamo che la katana non porta solo quello.-
-E che altro?-
-Il demone che ho dentro me è genrato dalla katana. Ma la cosa più brutta è la discriminazione.-
Per un attimo guardai a terra. Strinsi i denti. Era una cosa totalmente ingiusta.
-Ma... non puoi distruggerla?-
-No. Se io la distruggessi, morirei. Ci ho pensato a lungo, e ho deciso che era meglio una vita di sofferenza della morte. E poi ora la mia vita non è nemmeno così brutta...-
-Perchè?-
-Perchè ho trovato te.- Lo abbracciai. Quella storia mi stava facendo piangere.
-Hyou...io...ti voglio bene.-
-Anche io ti voglio bene, piccola.-
-Oh! LAVORO FINITO!- Jin?!?! Ah giusto! Mi ero quasi dimenticata di avere un fratello.
-Jin...GRAZIE!- esclamò il giovane samurai.
-Prego. Spero che nessuno bussi qui per almeno un giorno.- Jin aveva riaggiustato la porta. Mi fermai a guardare quel maledetto fodero. Sotto c'era scritto qualcosa. "Elpis". Chissà cosa significava. D'un tratto (proprio come voleva Jin!) qualcuno bussò alla porta.

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Capitolo 5
*** Ren Chaolan ***


Un ragazzo alto e biondo si era fermato davanti alla porta. Hyou e Jin si erano praticamente immobilizzati. Quando il ragazzo entrò, a differenza loro, mi sembrava che avesse un'aria molto familiare.
I capelli biondi erano pettinati con la riga e aveva gli occhi di un azzurro scuro, molto particolare, azzurro che io conoscevo bene.
Indossava una felpa blu con maniche e cappuccio grigi, dei jeans scuri e delle scarpe da ginnastica. Sorrideva. Strano. Di solito Lee Chaolan, quando sorride, ci mette malizia, ma quel sorriso era naturale e genuino.
Ma per quale motivo quei due si erano imbambolati? Che cosa aveva di speciale? Quando giunsi alla conclusione che quello era Lee con il lifting e la tinta bionda, i due "ripresero coscienza".
-REN!-
-Ren! Da quanto tempo!- Ren? Da quanto tempo? Ma erano impazziti? Si vedeva lontano un miglio che quello era Lee.
I ragazzi si scambiarono per un bel po' frasi amichevoli e non riuscivo proprio a capire come LEE potesse scatenare quella reazione. Finalmente il biondino si accorse di me.
-Tu sei Konomu, vero?- Mi stava fissando. Ma come cavolo sapeva il mio nome? Feci un cenno con le testa e mi ributtai sul letto.
Non so perchè, ma ero stanca. Stanca e molto confusa. Mi sembrava tutto così irreale... la mia vita era cambiata. Non pensavo per niente a Hwoarang, partecipare o no al torneo non mi creava problemi, che quel tizio fosse Lee o Ren o chi cavolo volesse non mi creava problemi... E poi Hyou. Era molto più strano di me. Insomma, la sua non era una bella storia, ma la raccontava con tanta semplicità... A dire il vero, non ci avevo capito niente. Ma lui si stava o non si stava trasformando prima? Cosa voleva dire "elpis"? E perchè era il "predestinato"?
Mentre io stavo pensando a tutto e di più, i tre si raccontavano di tutto e si facevano mille risate. Sembravano vecchi amici ritrovati.
Mi venne in mente un romanzo, lo avevo letto alle medie, "l'amico ritrovato", ma di chi era? Nella mia testa c'era una grande confusione. Ad un certo punto i ragazzi mi guardarono, scambiandosi frasi in silenzio.
-Perchè non parli?- chiese Jin. Stavo per dirgli che io avevo tutta la libertà di starmi zitta e di cervellarmi fino a svenire, ma, forse per vergogna, forse per stanchezza non dissi nulla.
-Che ti chiami, Sergei Dragunov?- domandò il biondino.
-No...non so niente- gli risposi. Ma che mi veniva in testa? Non so niente? Come sarebbe a dire?
-Ehi...non è che ti ho confuso un po' le idee?- Ahhhhhhhhhh! Che meraviglia! Hyou mi aveva di nuovo letto nel pensiero! (tipica parte da eroina di manga shojo NdA).
-Devo chiederti delle cose.- gli dissi. Gli dissi tutto ciò che non avevo capito e un quarto d'ora dopo era tutto chiaro. Hyou non si stava trasformando, perchè quello era un meccanismo che saltava solo quando era davvero arrabbiato, e di certo non lo sprecava per Hwoarang.
"Elpis" era una parola greca che significava "speranza". Lui era il predestinato prchè. quando un samurai dava la sua spada in eredità, ci meditava già da molto tempo. Ren, invece, era un loro ex compagno di classe, e insieme formavano una specie di trio. Okay, non era Lee, però gli somigliava parecchio! Dopo, infatti, ci spiegò il perchè. Bisogna sapere che, dopo il 1° superiore, loro si erano divisi: Hyou era diventato un samurai, Jin doveva prendersi cura di me e Ren voleva trovare i suoi genitori.
Un giorno, poco tempo fa, passava per caso dalla Mishima Zaibatsu, e si fermò per chiedere ospitalità. Come si può immaginare non ne trovò molta, ma trovò una persona: Lee. Era così simile a lui che pensava fosse suo padre. Così improvvisò una lotta e riuscì a prelevare una goccia di sangue di Lee. Portata alle analisi, scoprì che Lee non era suo padre, ma bensì suo fratello.
Quel pomeriggio rimasi in silenzio per quasi tutto il tempo. Ero abbastanza imbronciata, ma non capivo il perchè. Non avevo nulla di cui lamentarmi. Verso le 11 di sera, quando iniziavo già a crollare, si sentì un rombo di un motore proveniente dal corridoio.
Hwoarang.
Jin si schiantò contro la porta così forte che gli uscì sangue da mezza guancia, di solito faceva sempre così quando voleva proteggere qualcosa. Hwoarang, stranamente, entrò bussando la porta.
-Buonasera- disse -Sono venuto qui per comunicarvi che tu e tua sorella da oggi non dimorerete più nella vostra camera-
-Come sarebbe a dire?- ribattè Jin.
-Lili ha deciso di riscriversi al torneo. E poi c'è una nuova partecipante, quindi, finchè Heiachi non vi trova una postazione migliore, starete nella camera di Hyou.- Jin, naturalmente, ci mise un bel po' per metabolizzare il dolore della separazione dalla sua cara cameretta, io invece avevo voglia di urlare per la gioia.
Finalmente quel letto era MIO! MIO! MIO!
Jin si accorse del mio sguardo felice, troppo felice, ma se ne dimenticò appena rivide il suo amato sacco a pelo. Poco dopo tutto era già sistemato (in modo arrangiato, s'intende).
-Ehi Hwo- disse il mitico 31enne dai capelli corvini -Grazie di averci aiutati-
Grazie? A Hwoarang? Già, grazie, ma non m'interessava più di tanto. Mi ero già ficcata nel MIO nuovo letto e stavo quasi nel mondo dei sogni.
-COME TI PERMETTI? Tu non puoi chiamarmi Hwo! E poi, non ti dà alquanto fastidio condividere la tua camera con altre due persone?-
Hwoarang. Il solito scocciatore. E lui non poteva farsi i cavoli suoi? Per un attimo temetti di alzarmi a tornare nella mia camera, ma appena il samurai formulò la sua prima frase mi tranquillizai.
-Per me non è un problema. Vorrà dire che stanotte non dormirò- gli rispose Hyou.
Hwoarang aveva preso uno sguardo deluso e arrabbiato allo steso tempo. Uscì dalla camera borbottando. Ren lo seguì salutandoci con la mano. Quando furono usciti, Hyou si appoggiò al muro. Credeva di dover passare un'altra notte in bianco, ma non era così.
Jin stava già dormendo, e io non volevo che giusto lui restasse sveglio.
-Vieni- gli sussurrai.
-Come? Ma, staremo stretti, ti farà caldo!-
-Non fa niente. Mi piace il caldo. E poi, fa così freddo stanotte...vieni- Si tolse la felpa che aveva si infilò sotto le coperte (tranquilli eh, solo la felpa NdA).
Mi strinsi a lui. Non ero stretta. Il caldo era dolce e piacevole. Mi passò una mano dietro la schiena mentre con l'altra mi accarezzava i capelli. Mi sentivo protetta, ma quella volta non mi dava fastidio. Mi addormentai tra le sue braccia e feci i sogni più belli che mi erano mai capitati.

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Capitolo 6
*** colazione ***


La mattina dopo sembrava una giornata perfetta.
I raggi del sole penatravano dalla finestra e ricoprivano tutta la stanza con la loro luce dorata.
Era pieno inverno, ma a me sembrava che fosse iniziata la primavera.
-Ehi...finalmente ti sei svegliata!- Era Hyou. Si era svegliato prima di me, quella mattina.
Jin era intento a stistemarsi in un cassetto tutto l'occorrente per "la sua sopravvivenza". Hyou si avvicinò. I suoi occhi brillavano sotto i raggi del sole. Si sedette vicino a me. Voleva sapere cosa ne pensavo di quello che aveva detto Hwoarang.
Giusto! Quella mattina dovevamo dargli conferma!
Gli dissi che secondo me sarebbe stato meglio se avessimo accettato, e i due furono subito d'accordo. Anche loro avevano pensato alla mia stessa maniera. Per un attimo mi venne in mente una cosa...uno strano ricordo... Io in braccio a Jin...e lui che implorava che non mi facessero del male. Non mi era mai venuta in mente una cosa del genere... Non sapevo nemmeno se fosse vero o meno... Ma non mi turbava più di tanto.
Mi alzai e andai a fare colazione nella sala comune. Percorsi ancora una volta quel corridoio. Stavolta, però, ero in compagnia di Jin e Hyou.
Appena entrati, Ren ci aspettava ad un tavolo vicino alla finestra. Hwoarang era seduto ad un tavolo parallelo al nostro e stava prendendo un cappuccino con Steve e Paul.
Diavolo!!! Quanto odiavo Paul!
Qualche settimana prima mi aveva tagliato i capelli di ben 6 cm!!!
Steve sembrava ancora nel mondo dei sogni, mentre Hwoarang era sveglissimo, impaziente. Hyou si avvicinò al tavolo di Hwoarang per dargli la risposta. Quando tornò ci disse solo che era tutto a posto. I ragazzi continuarono a chiacchierare tra loro con molta complicità. Io un po' stavo per i fatti miei, e un po' seguivo la loro conversazione. -
Ciao!- disse una ragazza dai capelli scuri raccolti in due codini.
-Ciao Xiaoyu!- Le rispondemmo. Jin si limitò a guardarla. Io, a dire la verità, non avevo ancora capito bene cosa stesse succedendo tra loro, ma Xiao non ci aveva capito proprio niente. Poverina. Ci chiese cosa volessimo per colazione. Io non presi nulla, eccetto un bicchiere di orzata. Quella mattina non avevo molta fame. I ragazzi presero un caffè macchiato. Quando tornò Xiaoyu con le varie ordinazioni Jin non la degnò nemmeno di uno sguardo.
 -Ehi Jin, che ti sta succedendo? Mi sembri un po' strano in questo ultimo periodo- chiese la ragazza.
-Niente- Mi veniva voglia di ammazzarlo. Non era per niente giusto quello che faceva. Non poteva tenersi tutto per sè.
Volevo gridargli davanti a tutti che era un grandissimo deficente, ma mi trattenni, un po' perchè c'era Hwoarang, un po' perchè mi vergognavo e un po' perchè era arrivata una persona vicino al nostro tavolo, sicuramente non invitata.
Hwoarang sghignazzava dall'altro tavolo. Per un attimo ebbi paura che Kazuya fosse venuto per Hyou. Ma mi ero convinta: qualunque cosa fosse successa non mi sarei mai distaccata dai miei amici.
-Cosa vuoi?- chiese Jin. Si poteva vedere da lontano un miglio che era parecchio nervoso.
-Non posso venire?-
-NO!- Jin era arrabbiato. In quel periodo, malgrado avesse ritrovato due suoi amici, non era per niente felice. Kazuya se ne andò.
Era strano quel comportamento. Di solito non sopportava quel distacco che io e Jin creavamo, ma stavolta se ne era andato senza fare storie. I tre avevano ricominciato a parlare e io a seguire la loro conversazione.
Quella mattina trascorse così, a parlare del più e del meno, fino a quando Steve non si avvicinò al nostro tavolo.

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Capitolo 7
*** prima del giorno X ***


Steve guardava Hyou.
Beh, era l'unico che sapeva di me e lui, oltre ai ragazzi e a Hwoarang.
-Che cavolo vuoi?- Che frase! Chissà come mi era uscita dalle cervella. Ma in quel periodo eravamo tutti strani?
Steve mi ignorò completamente e si avvicinò a Hyou. I due parlarono tra loro per un po', ma io avevo capito tutto.
Steve aveva invitato Hyou nella palestra, quel pomeriggio, per una specie di allenamento di pugilato. Il ragazzo aveva accettato con molto piacere. Ma per quale motivo? Per un attimo mi venne in mente l'idea che Hyou fosse un pugile, ma me la tolsi subito dalla testa.
Steve restò un po' a perlare con i tre, poi tornò da Hwoarang e Paul e se ne andarono. Poco dopo Xiaoyu tornò.
Doveva prendere le ordinazioni per il pranzo!
Non ce ne eravamo accorti per niente, il tempo era passato così in fretta!
Nè io, nè Hyou, nè Ren prendemmo molto. Anche se era un giorno intero che non mangiavo non avevo fame. Jin invece sì.
Scrisse su un blocchetto tutto quello che voleva e ne consumò mezzo (mai parlare con Xiao, vero? NdA).
Un attimo dopo, Julia protestava con Heiachi perchè le aveva dato il ruolo di cuoca. Ma Jin, alla fine, riuscì a mangiare in santa pace. Si vedeva lontano un miglio che era sempre più nervoso. Chissà per quale motivo, poi.
Dopo un po', Hyou si alzò e si avviò verso la palestra. Gli avevo promesso che lo sarei andata a vedere, ma non avevo voglia di andarmene davanti a quello stupido di mio padre. Già, Kazuya si era seduto con noi e non aveva la minima intenzione di andarsene.
Jin non sapeva da che lato girarsi. Da una parte c'era Xiaoyu, ma lui non aveva nessuna voglia di vederla, dall'altra: Kazuya (ed è meglio se mi sto zitta NdK).
Io e lui non l'avevamo mai sopportato. Io più di lui. Insomma, mi dava veramente molto fastidio. Ero cresciuta da sola con mio fratello, e anche se sapeva benissimo dove eravamo non ci era mai venuti a trovare, nemmeno per dire: "Ciao, sono vostro padre"
Ora pretendeva di fare l'autoritario e mi vietava di tutto.
Ma ormai l'avevo deciso: glielo avrei detto alla prima occasione.
Così mi alzai e mi avviai verso il corridoio. Quando entrai in palestra la trovai cambiata da cima a fondo. Il nonno mi aveva detto che l'aveva fatta aggiustare, ma non credevo così tanto! C'erano quattro panchine ai lati, i pavimenti per i macht di box, il parchè per ginnastica e danza e tanti altri attrezzi per praticare ogni tipo di sport. C'era anche il muro per l'arrampicata, che occupava i muri e il soffitto di tutta la palestra.
Al centro, i due ragazzi si allenavano.
Osservai Hyou: sembrava un vero pugile.
Aveva tutto l'occorrente per il pugilato: shorts, guanti, scarpe. Steve indossava i suoi soliti pantaloncini rossi e non faceva altro che ripetere frasi tipo: "LA GUARDIA!", "ALZA LA GUARDIA!". Steve aveva ragione. Hyou era resistente, ma non era corretto che si uccidesse solo per non tenere la guardia. Ad un certo punto i ragazzi se sedettero e si misero a parlare tra loro.
-Però...non te la cavi male come pugile...Ma hai preso lezioni?- chiese Steve. Hyou annuì e si girò verso di me.
-Ciao!- Il suo saluto era sempre amichevole. Mi metteva a mio agio.
-Ciao...come va?- chiesi.
-Bene!- Steve si girò verso di me. Mi guardava con tenerezza. Sì, magari a volte era un po' un'impiccione, però era dolce.
Che bei ricordi che avevo di quella palestra. Mi ci aveva allenata fin da quando ero bambina. I due avevano ripreso a combattere, ma quella volta Steve stette in silenzio, anche perchè non aveva niente da correggergli.
Hyou se la cavava bene. Jin mi aveva detto che aveva preso qualche lezione di pugilato, ma non si diventa bravi come Steve Fox con qualche lezione! Lui invece ci era riuscito. Forse era portato per il combattimento.
Erano più o meno le 9 di sera quando ce ne andammo. Jin e Ren erano già nella camera di Hyou. Giocavano a dama.
Mi infilai sotto le coperte già mezza addormentata. Hyou venne vicino a me.
-Domani vieni a vedermi?- mi sussurrò.
-Domani? Ah, il torneo incomincia domani! Certo! Svegliami.-
-Okay. Io vado in cortile ad allenarmi. A domani. Buonanotte.-
-Buonanotte.-
Prima di andare Hyou mi guardò ancora una volta. I suoi occhi...erano così dolci...

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Capitolo 8
*** riflessioni e diversità ***


Quella mattina mi svegliai presto.
Tutta colpa di Jin.
Stava facendo un gran baccano solo perchè "non trovava la sua stupenda tuta viola" (non ho parole...odio quella tuta...viola e dorato insieme...BLEAH! NdK)
Hyou invece era semplicemente perfetto.
Indossava una tunica blu scuro, quasi nero, ricamata finemente.
Sotto, una maglia attillata era stretta in vita da una cintura di stoffa.
I pantaloni a mò di kimono gli stavano a pennello.
Indossava delle calzature particolari, una specie di stivali. (E poi vai a dire a me che la mia stupenda tuta viola fa schifo...MA L'HAI VISTO QUESTO COME SI VESTE? Nd Jin) (Il tuo ideale di eleganza è completamente sballato. NdK) (sta parlando... Nd Jin) (Zitto e fammi continuare. NdK)
I capelli scuri, legati con un nastro, gli ricadevano lungo le spalle, apparte qualche ciuffo ribelle che gli oscurava un po' il viso.
Teneva in mano la katana.
-Ciao! O meglio, buongiorno.- disse amichevolmente, come al suo solito.
-Grazie. Sai che stai proprio bene così?-
Già. Mi piaceva quell'aria di antico samurai che aveva Hyou.
-Lo pensi davvero?-
Gli feci cenno di sì e mi girai a guardare quello stupido di mio fratello.
Aveva trovato la sua tuta e ora la stava coccolando come un bambolotto. Che stupidaggine.
Ma era naturale. Tutti hanno una maniera per sfogare la propria rabbia.
Io, per esempio, non facevo altro che disegnare.
E' facile chiudersi in se stessi quando ci si sente soli. Peccato che nessuno capisce che fa stare solo peggio.
Mi misi una giacca e mi avviai con Hyou verso la stanza delle iscrizioni. Faceva molto freddo in quel periodo.
Ren era all'ingresso.
Lo salutammo, e ci disse che stavano per dire gli orari degli incontri.
Così, inizialmente, venimmo a sapere che Hyou doveva battersi contro Hwoarang. Bella fortuna. Primo incontro, già perso.
Poco dopo arrivò Jin, e il nonno ci informò sul suo incontro. Jin contro Paul Phoenix. Gli era andata più che bene.
Il nonno doveva concludere a breve il primo girone di combattimento, quindi mi misi ad aspettare sperando che Hwoarang arrivasse il più tardi possibile.
Già, quell'anno il torneo era tutto diverso.
C'era una classifica tipo quella dei dojo, e alla fine gli ultimi otto partecipanti si sfidavano in un torneo vero e proprio.
Oltretutto c'era un solo round, non tre come gli scorsi tornei. Questo poteva offrire vantaggi e svantaggi.
-FENG WEI VS KONOMU KAZAMA! QUSTO E' L'ULTIMO INCONTRO DEL PRIMO GIRONE! SI RICORDA CHE GLI INCONTRI DEL PRIMO INIZIERANNO TRA DUE ORE E MEZZA! BUONA FORTUNA!-
Konomu Kazama??? MA ERO IO! Com'era possibile? Io non mi ero iscritta!
Guardai le facce incredule dei miei amici. Nessuno ci stava capendo più niente.
Ma non ebbi molto tempo per riflettere.
Una mano mi afferrò per i capelli e mi gettò qualche metro più in là.
Kazuya. Hwoarang ridacchiava divertito accanto a lui. Glielo aveva detto.
Ma anche io ero ben decisa.
Doveva smetterla.
E così, prima che Kazuya potesse tirarmi un'altro dei suoi lanci o iniziare a vietarmi qualche altra cosa, mi ralzai di scatto e gli tirai un calcio alle spalle.
Da lì iniziò un vero e proprio combattimento.
Mi accorsi che era molto più forte di quanto immaginavo.
Quando mi accorsi di non poter fare più  nulla mi limitai a mettermi in posizione di difesa.
Ma i suoi colpi erano troppo forti per resisterne, e io non ero per niente allenata.
Iniziai a perdere resistenza. Sentivo le forze abbandonarmi.
Caddi una, due, tre volte. Poi Kazuya si girò.
Qualcosa, o meglio, qualcuno, aveva attirato la sua attenzione.
La tunica di Hyou era a terra e lui si avvicinava a passo lento ma deciso verso di noi.
Ma era diverso. Non era Hyou, quello dolce che avevo conosciuto io, ma era un'altra persona.
Aveva una lunga coda scura e dei tratti sul viso, cinque per ogni guancia.
La cicatrica sulla spalla sinistra ardeva come brace.
Aveva uno sguardo terrificante.
Un occchio era rosso come il fuoco dell'inferno e l'altro azzurro come il ghiaccio.
Sembrava che volesse scatenare un incendio freddo.
Non sapevo cosa significasse, ma era quello che pensavo in quel momento.
Avevo paura, ma ero calma e rilassata.
Sentivo che non mi sarebbe successo niente.
Solo con un gesto della mano sollevò Kazuya e lo fece avvicinare a lui. Sembrava che l'uomo galleggiasse nell'aria.
Era sorretto dal suo fiato, freddo come il ghiaccio.
Quando Kazuya era molto vicino il ragazzo lo lanciò facendolo sbattere alla parete.
Si avvicinò velocemente a Kazuya, ancora a terra.
Poi...si fermò di scatto.
Teneva la testa tra le mani.
Riuscii a rivedere Hyou, in quel viso.
Era tornato in se.
-Che cosa ho fatto...io...- Sembrava spaventato.
Mi avvicinai. Volevo stargli vicino. Gli misi una mano sulla spalla, ma lui la rifiutò.
-Konomu...non volevo che mi vedessi così...io...sono un mostro-
Detto questo corse velocemente verso il corridoio.
Non lo seguii. Restai con lo sguardo fisso verso Kazuya.
Uno sguardo di odio.
Ci fu qualche minuto di dilenzio, interrotto solo dalla risatina deliziata di Anna, che aveva segiuto la vicenda.
Poi sussurrai solo un timido e freddo -Grazie mille. Ora sei contento?- E me ne andai correndo.
Mi avviavo verso la biblioteca della Mishima Zaibatsu.
Andavo sempre lì, quando ero particolarmente triste.
Mi consolava. Adoravo i libri con le illustrazioni. Mi perdevo in quel mondo e trascorrevo così le ore.
Era una mia passione si da quando ero piccola.
Appena entrata, ero già intenta a scegliere quale libro sfogliare, almeno fino a quando non mi accorsi che, sull'impalcatura, c'era qualcuno che singhiozzava.
Salii velocemente la scala a chiocciola per vedere chi fosse e per quale motivo stesse così male.
Era Hyou.
Aveva ripreso la sua tunica e la katana, e sfogliava un libro, seduto a gambe incrociate.
Quando gli fui vicina, mi sedetti accanto a lui.
-Non andare- Gli sussurrai.
Mi appoggiai a lui.
-Scusa...Io...-disse in silenzio.
-Non hai fatto niente. Non mi hai fatto soffrire. Tu non sei un mostro. Sei semplicemente diverso, e non c'è nulla di male ad essere diversi.-
Ero convinta di quello che dicevo. Io non mi ero mai trasformata in "qualcos'altro", ma mi sentivo appartenere alle persone così.
Le giustificavo.
Hyou si girò verso di me.
Mi fissava.
I suoi occhi erano bellissimi. Così scuri che pensavo di essermi persa dentro.
-Andiamo?- mi chiese.
Giusto! Il torneo!
Mi alzai e gli presi la mano.
Insieme ci avviammo verso l'arena principale.

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Capitolo 9
*** match ***


Non sapevamo che ore fossero, ma avevo paura di fare tardi. all'ingresso dell'arena trovammo Jin e Ren. Hyou teneva lo sguardo basso e non aveva vogla di parlare. -Tranquillo samurai! Guarda che Hwoarang è solo una canaglia, crede di essere chissà chi, e invece non sa fare niente. Credimi! Sono dieci anni che mi chiede una rivincita e ogni volta perde sempre!-gli disse Jin. Gli presi la mano. Io non sapevo quanto fosse forte Hyou, e nemmeno Hwoarang. Il ragazzo incominciava anche ad arrossire, e anche se Jin mi aveva detto che era abbastanza timido io volevo farlo sentire a suo agio. Beh, non è molto semplice sentirsi a proprio agio quando hai davanti una dozzina di persone che ti guardano e spettegolano su di te. Però mi venne in mente un'idea. Era un piccolo consiglio che mi aveva dato Jin per gli esami di terza media. Ero sicura che si sarebbe tranquillizzato. -Hyou...quando sali sul ring, prendi un bel respiro, conta fino a dieci e guarda tutti, ma dico tutti tutti. Però non guardarli come faresti di solito, mmaginateli in bikini. Il ragazzo mi sorrise, dopodichè si diresse verso il ring. Ero abbastanza delusa. Potevo vedere solo mezzo combattimento. Poi, Feng Wei.. Che scocciatura. Al fischio d'inizio, Hwoarang partì come una furia, alzando un grosso polverone intorno a sè. Non si vedeva nulla. Passarono i minuti, e Hyou non si faceva ancora vedere. Per un attimo ebbi paura, paura che Hyou non avrebbe mai potuto vincere quell'incontro. Ma Jin e Ren erano calmi e tranquilli. Infatti, mi sbagliavo. Appena Hwoarang si fermò, dalla nuvola di polvere uscì Hyou. Il ragazzo non si era fatto nulla. Hwoarang riprovò a colpirlo, ma tutti avevano capito che ormai Hyou non gli dava ascolto. Era pronto a combattere. Con un gesto velocissimo estrasse la kantana. Hwoarang cercò di tirarlgli un altro calcio, ma si ritrovò spalla-spalla con il samurai. Hyou più veloce di Hwoarang? Caspita. Non ci avevo mai pensato. Poco dopo Jin mi mi disse che era ora di andare. Prima di uscire, Hyou mi guardò, come per dire "buona fortuna". Arrivati nella mia arena si poteva vedere Feng già seduto sul ring, che aspettava la sua vittoria. Beh, non è che avesse tutti i torti. Vedere una ragazza di quindici anni in jeans e giacca pesante è molto rassicurante, quando si parla di match. Ma io dovevo vincere. Nella mia arena non c'era quasi nessuno. Anche Jin se n'era andato, probabilmente per via del suo incontro. Salii sul ring. Appena iniziato il combattimento, capii subito che quella non sarebbe stata una passeggiata. Wei era forte. All'inizio mi limitai a tenere una buona posizione di difesa, ma era nutile. I suoi pugni arrivavano a raffica ed era impossibile pararli tutti. Così iniziai ad attaccare. Prima che potessi tirargli un pugno lui mi bloccò il baccio e fece leva. Sentii il dolore attraversarmi la colonna vertebrale. Non potevo usare la forza. Ma, forse...la velocità. Sì, avrei seguito l'esempio di Hyou. Appena mi lasciòil braccio li arrivai dietro le spalle. Stavo per tirargli un calcio ma mi bloccò. Ero praticamente immobilizzata dietro di lui. Mi liberai con un calcio e mi allontanai il più possibile, anche se lo avevo alle calcagna. Era troppo veloce. Provai a tirarli un altro pugno, ma non riuscivo a muovere la mano sinistra e la destra mi veniva difficile da utilizzare. Non avevo molte vie di fuga. Ma feng doveva avere un punto debole!!! Non riuscivo a trovarlo. Decisi di farmi avanti e osservarlo. Rimasi in posizione di difesa. Non dovevo cadere. Era forte. Troppo forte. Ma io ero intelligente. Lo avevo notato. La mano che colpiva di più era la destra. La sinistra era poco utilizzata. Avevo la vittoria in mano. Ero stremata, ma sapevo di doverlo fare. Cercai di andare via via sul suo lato sinistro. Aspettai un po', dpodichè gli bloccai la mano destra e gli tirai un calcio. L'avevo beccato. La mano sinistra era meno allenata di quella destra. Non poteva tirarmi più niente. Con un calcio lo feci cadere a terra e poi li tirai un pugno, un ultimo pugno sulla spalla. Ci misi tutta me stessa. Ero già pronta a vederlo ripartire in azione, ma Feng non si alzò. Erano passati più di dieci secondi. Avevo vinto. Caddi a terra. Non mi sentivo nè le braccia nè le gambe, e respiravo a fatica. Ero esausta, ma estremamente felice. Svenni. Per un attimo mi immaginai il volto di una donna dai capelli scuri che ondeggiavano al vento. Mi sussurò solo brava, e poi sparì, così com'era apparsa.

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Capitolo 10
*** post-match ***



Mi svegliai in un posto che non conoscevo.
C'era una piccola casa, davvero bella, ed era circondata da un prato e, qua e là, degli alberi.
Anche se pioveva ed il cielo era scuro, quella casa sembrava serena.
Una donna dall'abito bianco camminava sul prato.
Aveva i capelli scuri, fermati da una fascia chiara. Era la stessa che avevo visto prima!
Le andai in contro per vedere chi fosse, ma mi fece segno di fermarmi.
Poi...svanì.
Tutt'intorno si alzavano delle grandi fiamme, che mano a mano mangiavano tutto quello che trovavano.
Mi alzai di scatto e mi accorsi che era stato solo un sogno.
Ero in infermieria, probabilmente. Era l'unico posto con i muri, le fineste, i tavoli da colazione e i letti totalmente bianchi.
Mio fratello era seduto accanto a me. Sembrava che avesse vinto l'incontro, dato non avev nulla, apparte qualche graffio.
-Ciao Konomu! Come stai?- mi chiese Jin.
Gli risposi che andava tutto bene, ma volevo sapere una cosa. Volevo sapere se aveva parlato con Xiao. Lo vedevo un pò giù di morale.
-beh..ci ho parlato, ma non è andata bene. Le ho detto che doveva iniziare a prendere le cose un pò più seriamente, ma lei mi ha detto che per me ha sofferto. Ha ragione. Dovevo avvertirla che ero a capo della Zaibatsu...-
-TU A CAPO DELLA ZAIBATSU???-
-beh...-
Lo fermai. Non me ne importava più di tanto di quell'argomento. Dovevo sapere una cosa. Quella donna. Quella del sogno. Ero sicura che la conoscesse.
Poi...c'erano altre cose che volevo chiedergli. Io, in fondo, non sapevo niente di me.
Insomma, una madre. Ce l'avevo una madre? E perchè non era qui con noi?
Ero convinta che Jin la conoscesse, ma perchè non me ne aveva mai parlato?
-Jin-sussurrai-chi è nostra madre?-
Sembrava sorpreso dalla mia domanda.
-Come?-
-Hai capito. Dimmi tutto quello che sai.-
Ero decisa. Quasi quindici anni, troppi per i miei gusti. Dovevo sapere quello che non avevo mai saputo. E questo Jin l'aveva capito.
-Vedi...non è semplice da raccontare. Ecco...-
Un rumore si sentì dalla camera affianco, accompagnato da un " NOOOOOOOOOOOOOO!!!E' IMPOSSIBILE!!! " Riconobbi la voce di Hyou.
Jin si precipitò nella stanza, ma quando i due rientrarono era molto deluso. Hyou...decisamente no. Aveva lo sguardo trasognato (come quello di xiaoyu al parco giochi NdK), la manica destra della tunica sfilata, ripeteva tra se e se parole tipo " codice ", " samurai " " mitsurashi " e stringeva tra le mani un piccolo libro, abbastanza rovinato.
Pensandoci bene, era lo stesso che sfogliava in biblioteca, quella mattina...chissà che ci trovava di divertente.
Poco dopo entrò Ren. Aveve una mano fasciata, ma sembrava che non gli fosse successo niente di srano.
-Che sta succedendo qui?- chiese il biondino.
-Niente, ha trovato un certo " codice del samurai " di un certo " tozawa mitsurashi " e ora è diventato un'idiota- gli rispose Jin.
Anche Ren sembrò meravigliato.
Ma io tozawa mitsurashi l'avevo già sentito... Mi misi ad ascoltare la loro conversazione e in breve tempo capii che Tozawa Mitsurashi era il primo samurai, e aveva scritto il primo bushido, cioè codice del samurai. Quel libretto era di circa 1200 anni fa!!!
Interessante davvero. C'era una leggenda riguardante il primo bushido.
Se si seguivano le istruzioni di quel libro si poteva trovare la katana appartenuta a Mitsurashi, che era in grado di esaudire qualunque desiderio.
Dopo un pò Jin e Ren uscirono dalla stanza, non so per quale motivo, ma devo dire che non mi dispiaceva restare sola con Hyou.
Era sempre gentile con me.
Si sedette sul mio letto.
Senza dire una parola mi prese il braccio sinistro con una dolcezza che solo lui aveva.
-Frattura, penso. Ti fa molto male?- disse.
Gli risposi di no con un cenno e abbassai lo sguardo.
Dentro me, sorridevo. Mi piaceva stare con lui.
Sì, lo amavo, ne ero certa. Mi piaceva tutto di lui. Era brillante, intelligente, bello, riusciva a leggermi i pensieri. Per un attimo, avrei voluto scoppiare in lacrime, desideravo che mi abbracciasse, che mi avvolgesse tra le sue braccia...
Mi abbracciò. Riusciva a leggermi nel pensiero. Il suo battito mi rassicurava. Stavo bene, ero davvero felice.
-Posso dirti una cosa, Konomu?- mi disse, stringendomi tra le sue braccia. Io non gli dissi niente, ma sapevo che avrebbe continuato.
-Io ti amo. Non mi chiedere perchè, non so descrivere quello che provo in questo momento. E' una sensazione che non aeveo mai provato fino ad ora, è indescrivibile, mi sento così...insomma, non te lo so dire. So solo che ho tanta, tantissima voglia di stare con te-
-Anche io ti amo, Hyou.-
Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Ero troppo, troppo felice.
Restammo abbracciati per un altro pò, poi ci dirigemmo verso il corridoio.
-ah, sai un'altra cosa?- mi chiese il ragazzo.
-Cosa?-
-Stai benissimo con quel bikini blu-
Arrossii. Nessuno mi aveva detto che stavo bene con qualche vestito, figuriamoci con un bikini!!! Ma non ero imbarazzata, anzi, ero a mio agio.
Hyou mi porse una busta.
-Dimmi se ti piace.-
Disse solo quello, e poi tornò da Jin e Ren. Aprii velocemente la busta. Dentro c'era un bikini, un bellissimo bikini blu notte.
cinque minuti dopo ero già in camera a provarmi il nuovo costume.

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Capitolo 11
*** occhi di luna ***



Stranamente il costume mi stava a pennello. Pensanoci bene, nessuno mi aveva regalato un costume prima di allora, tranne Jin. Mi santivo stranamente felice. Mi ero praticamente dimenticata del braccio e delle altre ferite.
Si sentì un cigolio proveniente dalla porta ed entrò qualcuno. Era Hyou.
-Scusami...io...Stai molto meglio di quanto aveo immaginato.-
Gli sorrisi. Probabilmente era rimasto stupito. Sì, era vero, ero molto a mio agio.. Dopotutto, vivendo con un fratello più grande, mi infilavo in ogni situazione che riguardasse i ragazzi, e capivo al volo tutte le loro conversazoni.
-Hey- continuò -posso portarti in un posto speciale?-
Mi incuriosiva. Un posto speciale...dove avrebbe potuto portarmi? Affermai senza battere ciglio.
-Mettiti qualcosa, la prima che ti cpaita e vieni all'entrata. Kawasaki nero, abbastanza grande. Ti aspetto! Ciao!-
Il ragazzo uscì dalla stanza così com'era entrato. Io presi le prime due cose che mi capitarono davanti, e scesi velocemente le scale per arrivare all'ingresso.
" ucciderai per me? lo farai? Sai che questo è il tuo destino "
Mi fermai di colpo. Chi era stato? Qualcuno aveva parlato, ne ero certa. Per un attimo incominciai a sudare freddo.
Ma poco dopo mi rimisi a scendere freneticamente le scale. Arrivata all'ingresso, si poteva intravedere un motore nero metallizzato, 2 volte più grande di uno nnormale.
Hyou mi passò un caso e montai sulla moto. Partimmo velocemente versoun posto che non conoscevo. I breve tempo fummo fuori da Tokio.
Mi appoggiai alla sua spalla. Per un attimo mi ritornò in mente quella voce...Probabilmente me l'ero immaginato. Comunque preferivo non pensarci.
Non so quanto tempo durò il viaggio, ma Hyou si fermò solo quando fummmo su una spiaggia. Ormai era notte e l'acqua rispecchiava la luce delle stelle. Rimasi quasi incantata.
-che fai, non vieni?--Quanto sai resistere sott'acqua?-mi chiese
-Tanto, se sono con te-
Mi prese la mano e mi guidò sott'acqua. Il fondale era uno spettacolo che non avevo mai visto in vita mia. C'erano pesci di tutti i colori e le grandezze e molta vegetazione. Quando mi fece segno di risalire io non credevo ai miei occhi. Mi ritrovavo in una grotta altissima, che incuteva quasi paura. Le pareti della grotta erano color porpora, puntinate qua e là di piccoli licheni.L'acqua non era molto profonda.
-E' la grotta degli occhi di luna. L'ho scoperta io stesso. Mi ero promesso che ci avrei portato solo la ragazza che amavo. E ora sei qui-Si fermò. Mi prese entrambe le mani. Io lo abbracciai.
-Grazie, Hyou. E' il posto più bello che io abbia mai visto.-

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Capitolo 12
*** lettera di Jin ***



La luce del sole si infiltrava dolce tra le ciglia.
Le onde del mare ci cullavano in quel posto deserto, come se fossimo due bambini abbandonati. O meglio, lo eravamo. Ma eravamo insieme e niente avrebbe potuto dividerci.
Il mio risveglio, abbracciata a quel ragazzo bruno con gli occhi socchiusi, appoggiata ad una sporgenza della grotta degli occhi di luna.
Hyou mi guardò, poi abbozzò un sorriso.
Gli risposi, ma un senso di malinconia mi rubò il suo sguardo.
Ilo ragazzo si immerse in acqua.
- Konomu, torniamo a casa. Siamo già stati fuori troppo -
Mi prese la mano e insieme tornammo dolcemente a riva.
Mi rimisi addosso maglietta e pantaloncino e montai sul Kawasaki con lui.
Eppure, sentivo che c'era qualcosa di strano.
Mi appoggia alla sua spalla, e chiusi gli occhi finchè non arrivai a Tokio.
Nella Mishima Zaibatsu l'atmosfera era calma e tranquilla, ma tutti si stavano allenando. Da lì a poco si sarebbe fatto il secondo incontro, e nessuno voleva perdere, soprattutto gli sconfitti.
Ren e Jin si allenavano nel cortile sotto la finestra della nostra camera, e sembravano tranquilli e sicuri.
Lo si poteva capire anche dallo stile di combattimento, erano tutti e due resistenti, veloci e forti al punto giusto. Jin stava più sull'attacco, ma Ren aveva un ottima difesa.
- Ehi, Hyou, non ti va di allenarti?- chiese Ren appena ci videro.
Il ragazzo annuì e si avviò verso i suoi amici.
Jin mi corse incontro.
Quando mi fu vicino, abbassò lo sguardo, e, senza dire una parola, mi diede un foglio di carta. Una lettera, per meglio dire. Era slito scambiarci lettere.
Salii in camera e mi gettai sul letto.
Hyou mi aveva messo un pò di tristezza. Cos'aveva? Tutto d'un tratto era diventato... malinconico, sì.
Ma avevo altro di cui occuparmi.
Aprii velocemente la lettera e la lessi più velocemente che mai.


" Ciao, sorellina.
So che magari quello che ti scrivo sarebbe più bello da dire a voce, ma non ce la faccio, davvero.
Hai ragione.
Ti ho nascosto troppe cose per troppo tempo.
Punto uno: sono stato a capo della Mishima. Puoi ben capire che non ho fatto cose giuste. Anzi, le ho fatte tutte sbagliate. Ma su questo tema approfondiamo un'altra volta.
Punto due: Jun Kazama. E' un nome che non conosci, ma appartenuto alla donna più mdolce del mondo. Jun Kazama è nostra madre. Ti ha affidato a me su per giù quindici anni fa, quando eri ancora in fasce. Probabilmente fece un grande errore. Beh, è sata uccisa, o almeno così dicono. Da Ogre, il dio della lotta. Ho provato a combattere, ma non ci sono riuscito. Così, questo è quello che sono, O meglio, che siamo. ti ho fatto entrare in un mondo che tu non dovresti nemmeno immaginare.
Perdonami, Konomu.

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