Guida definitiva per evitare Natsu Dragneel

di fightformanga1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** PRIMO METODO ***
Capitolo 3: *** SECONDO METODO ***
Capitolo 4: *** TERZO METODO ***
Capitolo 5: *** ULTIMO METODO ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Non importata chi siate o da dove veniate, ho un messaggio importante per voi: evitate a qualsiasi costo Natsu Dragneel. Avrei voluto lo avessero detto anche a me qualche anno fa.
So perfettamente come questa non sia una missione facile quindi fareste prima ad evitare direttamente di conoscerlo. Io ho capito il mio errore troppo tardi, se voi siete come me, ovvero sfortunatamente perseguitati da lui, spero che la seguente guida possa aiutarvi.

GUIDA DEFINITIVA PER EVITARE NATSU DRAGNEEL

 
Scritto da Lucy Heartfilia.
Una ragazza a cui l’ultima goccia ha fatto traboccare il vaso.

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Capitolo 2
*** PRIMO METODO ***


Bisogna fare una piccola premessa prima di iniziare questa guida: niente sarà facile o scontato. Dovrete combattere e dovrete usare ogni singola briciola della vostra forza di volontà. Narrerò fedelmente in queste pagine i miei tentativi di eludere Natsu, risultati compresi, per farvi capire la loro eventuale efficacia.
Consiglio 1, giorno 1:
EVITARE I POSTI FREQUENTATI DA NATSU
Sembra facile ma se siete anche voi membri di Fairy Tail la questione può risultare abbastanza complessa, nel mio caso significa che non posso andare in gilda o meglio: devo andarci in orari in cui lui non è presente.
Quando non c’è Natsu? La risposta è semplice, se non è in missione, basta andarci quando non si sentono urla o non si vede del fumo uscire dalla porta. Io sono in una posizione privilegiata, conosco gli orari di Natsu quindi non devo star fuori dalla porta a controllare. Basta andarci di mattino presto, quando Natsu sta ancora dormendo, di solito apre Mirajane e potete scambiare con lei due parole. È molto amichevole.  Saluta sempre con uno splendido sorriso sulle labbra e con un tono di voce così allegro da svegliarti meglio di uno shottino di caffeina pura. Però dovete stare attenti a Mirajane per due motivi: adora il gossip ed è un’ottima osservatrice.
Mi recai in gilda all’alba ed entrai pimpante ed energica con una singola missione in testa: non incontrare Natsu. Aprii le porte e andai verso il bancone per ordinare una spremuta, Levy era già lì, seduta a leggere un libro. Mi salutò lanciandomi un’occhiata eloquente quando mi sedetti, sapeva perfettamente cos’era successo.
-Come va Lucy? - Mi chiese Levy. Non volevo far sentire niente a Mira per non rendere tutto di dominio pubblico, anche se forse lo era già, quindi mi limitai a sbuffare in risposta scrollando le spalle. Il pensiero di cos’era successo mi faceva ancora tremare dalla rabbia ma non volevo fare una scenata di prima mattina. Chiacchierai un po’ con Levi mentre mangiucchiavo un croissant, poi andai a vedere se c’era qualche avviso di lavoro interessante. L’ideale sarebbe stato in un posto lontano per cui bisognava utilizzare per forza mezzi di trasporto (se vi adattate davvero a tutto e non siete schizzinosi potreste evitare Natsu iniziando a vivere in treno o su una barca o persino in una carrozza) e dove c’erano pochi rischi così Natsu non mi avrebbe seguito. Di solito si trovavano lavori simili ma io non potevo mai farli venendo sempre trascinata in missioni suicida questa volta invece non c’era niente. Provai a chiedere a Mira ma a quanto pare tra Jet, Droy, Laki ed altri si erano dati parecchio da fare.
Non avevo bisogno di soldi, l’ultima missione era stata senza troppi danni, quindi avevo guadagnato abbastanza per l’affitto e per poter stare a casa per qualche giorno, potevo anche restare a Magnolia. Pensandoci bene, potevo restare in città abbastanza a lungo da lasciar Natsu partire in missione e poi sarei partita non appena lui sarebbe tornato, alternandoci. Un piano a dir poco perfetto. Dovevo solo aspettare abbastanza a lungo, schivandolo, così da sfiancarlo per farlo smettere di cercarmi.
Sarei potuta tornare a casa ma erano quasi le nove ormai e se Natsu non era in gilda, quasi di sicuro se ne stava nel mio letto, perciò chiesi a Levy se potessi andare con lei nel suo appartamento a Fairy Hills. Accettò di buon grado anche perché voleva prestarmi un libro.
Si mise a cercarlo scomparendo tra gli scaffali mentre io leggevo i titoli dei suoi libri per vedere se aveva comprato qualcosa di nuovo quando uno catturò la mia attenzione. Più del titolo, “Dove si tocca”, fu il disegno sulla rilegatura a farmi venire qualche dubbio. Lo estrassi dallo scaffale controllandomi in giro, non volevo dare l’impressione di una pervertita, ma subito dopo aver visto l’immagine in copertina arrossii fino alla punta delle orecchie. Era sempre stata così depravata o era colpa di Gajeel? Levy spuntò dal nulla con in mano un libro rosa provocandomi un infarto, rinfilai in un singolo istante il libro al suo posto per non fargli vedere cos’avevo trovato e mi concentrai su di lei.
-Questo era quello di cui ti parlavo - Mi disse passandomi il libro, si intitolava “Cuore guerriero”, lo rigirai tra le mani e lessi la trama aggrottando le sopracciglia.
-Grazie ma non sto rompendo un fidanzamento. – Feci notare con tono scettico ma Levy mi sorrise convinta ed alla fine accettai anche se ancora diffidente sulla sua utilità.
Tornai a casa verso ora di pranzo per stradine laterali (Natsu stava sicuramente mangiando dentro la gilda) con quel romanzo in mano.
Entrai in casa chiudendo a chiave la porta ma non bastava, Mirajane avrebbe potuto dare le chiavi a Natsu, quindi la bloccai mettendoci Virgo di guardia (so che non potete fare lo stesso per bloccarvi la porta ma nel mio caso hanno persino le chiavi), poi sprangai ogni finestra. Sarebbe dovuto bastare, sperando bene, quindi mi sedetti ed iniziai a leggere il libro in cucina mentre sgranocchiavo qualche snack.
Dovevo dar ragione a Levy: “Cuore guerriero” faceva al caso mio. Spiegava come affrontare il proprio fidanzato, dalla rottura sino a come comportarsi quando si usciva con gli amici in comune per fargli capire di esser ferita. Certo se lo avesse seguito una ragazza fidanzata sarebbe stata pessima, ma io e Natsu non eravamo una coppia e i consigli che dava questo libro facevano al caso mio. Con mio grande piacere scoprii di star inconsciamente già seguendo il primo. In quel momento decisi di prendere “Cuore guerriero” come base estremizzando i suoi suggerimenti al massimo, con Natsu non esistono le mezze misure.
So cosa potete pensare giunti a questo punto, ormai era pomeriggio inoltrato, ero chiusa in casa, cosa c’era di così complesso o da dover “estremizzare” i propri metodi? Vi potrei rispondere io ma credo che il ragazzo dai capelli rosa che si spiaccicò contro la mia finestra a fissarmi mentre uscivo dal bagno sia una risposta più che sufficiente. Quando lo notai battere la mano sul vetro chiamandomi mi si rizzarono tutti i peli del corpo, quel vetro non avrebbe retto come barriera, a conferma di questo iniziò a spingere la finestra verso l’alto, passando alle maniere forti visto che non gli aprivo. Nessuna serratura poteva tenerlo fuori a lungo quindi pensai ad un piano. Andai in cucina ed appena sentii la finestra cedere e un “Lucy” vibrare nell’aria carico di puro sadismo uscii di corsa fuori dalla porta facendo le scale praticamente in un salto e correndo nel posto più sicuro. La stazione dei treni. Riuscii a non farmi raggiungere da Natsu solo per l’effetto sorpresa e per i poteri del capricorno ma dopo qualche istante mi arrivò alle spalle. Non si poteva sfuggirgli troppo a lungo.
-Lucy! – Mi chiamò di nuovo mentre varcavo la soglia della stazione dei treni realizzando di essere in trappola. Davanti a me c’era un treno fermo con le porte chiuse e alle mie spalle lui. Disperata, mi venne in mente una frase del libro “non cedete mai dalla vostra posizione”. La presi un po’ troppo alla lettera: afferrai con tutta la forza possibile il portone del treno dandogli la schiena.
-Lucy cosa fai? - Mi chiese come se fossi improvvisamente diventata folle, avvicinandosi. -Scendi da là. – Continuò afferrandomi il braccio.
-No!- Urlai in risposta. Il treno fischiò. Si ammutolì per qualche istante, confuso.
-Dai Lucy! Scendi! – Disse strattonandomi.
-Non voglio! –
-Lucy è impazzita. – Mormorò Happy sottovoce.
Natsu probabilmente era d’accordo perché rispose. -Lucy scendi, ci stanno guardando tutti. – Come se a lui, questa volta, interessasse chi ci poteva vedere. In quel momento decisi di calpestare il mio orgoglio e fregarmene degli altri.
-Ho detto di no! – Gridai a squarciagola girandomi per dirglielo in faccia. Mi guardava stranito mentre intorno a noi si formava una calca a fissarci e qualcuno iniziò a dire cose come “bisogna accettare le rotture” e “i ragazzi così sono quelli che poi diventano stalker” ma Natsu se ne stava altamente fregando.
-Lucy non fare così! - Mi afferrò per le spalle e iniziò a tirare mentre io stringevo con tutta la forza in mio possesso la maniglia. -Molla la presa! – Mi ripeté iniziando a tirarmi con forza stavolta poi il treno partì. Natsu viaggiò attaccato a me mentre urlavo terrorizzata a squarciagola con il treno che prendeva velocità. Poi si sentii male e mollò la presa, vomitando in volo prima di piombare a terra. Io, invece, passai la notte in treno vergognandomi per la scenata appena fatta.
Conclusione: evitarlo non funzionava.

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Capitolo 3
*** SECONDO METODO ***


Consiglio 2, giorno 2:
IGNORARLO
 
Tornai a casa il mattino seguente con due occhiaie illegali e l’irresistibile voglia di prendere a testate il muro. Cosa diavolo mi era preso la sera prima? Quella scena, col senno di poi, era stata a dir poco umiliante. Avevo esagerato.
Entrai in casa trovando Natsu ed Happy dormire beatamente sul mio letto con rimasugli di cibo sparsi per tutta la casa. Mi avevano quasi di sicuro svuotato il frigo. Natsu mugugnò e si rigirò sul letto con la faccia di chi sta facendo la migliore dormita della sua intera esistenza. Ecco cosa diavolo mi era preso. Mi rimangiai tutto quello che avevo appena pensato. Lo avrei rifatto se fosse stato necessario.
Feci dietro-front ed andai a far colazione in una caffetteria. La commessa, non appena entrai, mi fissò come se fossi una qualche maniaca e non potevo darle torto. Era l’alba ed ero in condizioni pessime: i miei capelli sembravano un nido di rondini, avevo due occhi osceni, la schiena a pezzi e abbastanza sonno in corpo da poter entrare in letargo. Presi un caffè ristretto per potermi dare un po’ di carica mattutina ed iniziai a leggere il giornale aspettando di poter tornare a casa, entro due o tre ore Natsu forse si sarebbe svegliato.
Tra un articolo e l’altro, feci mente locale. Non potevo andare avanti così per evitarlo, né andava della mia sanità mentale, quindi era ora di passare al secondo sistema: non avrei dovuto rivolgergli la parola né guardarlo negli occhi. Potevo farcela.
Ignorare Natsu non è facile. Ha un bisogno di attenzioni maggiori di quelle che richiede un bambino, non solo perché qualsiasi cosa gli capiti sottomano corre il rischio di esser distrutto, ma anche perché Natsu agisce e poi pensa. Come se questo non bastasse, ha il bisogno compulsivo di stare al centro dell’attenzione in qualsiasi maniera possibile. Il mio era un obbiettivo ambizioso ma non impossibile.
 
Andai a casa mia in tarda mattinata. Mi ero rimessa in condizioni decenti grazie ai miei spiriti stellari però niente era come la doccia di casa, o il letto, soprattutto il letto. Sbadigliavo così tanto da non riuscir nemmeno a fare un gesto senza interrompermi. Finito di lavarmi e dare una ripulita alla casa, crollai sul mio morbido materasso.
Mi risveglia a causa del mio stomaco ruggente dalla fame quando ormai era buio, aprii il frigo ma era del tutto vuoto. Me lo dovevo aspettare. Potevo andare in gilda a mangiare, se mi fosse andata bene non avrei nemmeno trovato Natsu.
Pensai fosse la mia serata fortunata. Lui non c’era. Mi sedetti ed ordinai qualcosa. Gray si accomodò vicino a me, salutandomi, mentre Juvia, al suo seguito, mi apostrofò col solito “rivale in amore”.
-Lucy, Happy ci ha raccontato cos’è successo ieri, stai bene? -  Chiese Gray preoccupato.
Lo guardai desiderando rispondergli un “No!” urlato a squarciagola ma mi limitai a portare una mano alle tempie pensando all’umiliante scenata della sera prima e dire -Più o meno-
-Quell’idiota di un fiammifero cos’ha fatto questa volta? – Domandò. Gray sapeva l’origine del mio problema ma prima di potergli rispondere la voce di Natsu arrivò forte e ruggente dalla porta.
-A chi hai dato del fiammifero, stupido di un nudista? – Provai l’impulso di girarmi ma resistetti spiaccicando i miei occhi sul piatto ed imponendomi di mangiare senza proferire parola nemmeno per dirgli di calmarsi quando Gray si alzò in piedi urlando un insulto di rimando e facendo scoppiare l’ennesima rissa ed in qualche modo dei pantaloni mi piombarono in testa.
Dopo un po’ Cana venne a sedersi con la sua botte personale dov’era prima Juvia, alzatasi per inseguire il suo amato, prendendo a parlare tra un sorso e l’altro, della sua ultima missione.
Intanto la rissa si placò, a causa dell’intervento di Erza, con la stessa velocità con cui era iniziata quindi Natsu, ormai senza più nessuno da picchiare, si sedette davanti a me.
-Lucy cosa ti era preso ieri sera? – Mi chiese, interrompendo Cana. Alzai gli occhi dal mio piatto e fissai dritto in faccia Cana che aveva ripreso a bere e le sorrisi.
-Cana mi stavi dicendo del moretto che hai conosciuto. Vai avanti. – Lei si staccò dalla botte e scoccò un’occhiata dubbiosa a Natsu, poi apri la bocca per parlare ma venne bloccata di nuovo.
-Lucy? - Mi chiamò Natsu ma io restai immobile con gli occhi puntati su Cana che, chiaramente a disagio, non riusciva a capire la situazione.
-L’ho detto che Lucy è impazzita. – Sussurrò Happy come se non fossi nella stanza. -Hai sbattuto la testa? - Mi chiese poi.
Spostai lo sguardo su Happy, evitando totalmente Natsu, lui non aveva fatto chissà cosa, quindi potevo parlargli. -No Happy, sto bene. – dissi tentando un sorriso. Un po’ di colpa, a pensarci bene, ce l’aveva anche lui per non fermare mai Natsu e dargli sempre ragione. Mi si spiaccicò una mano a pochi centimetri dal viso.
-Lucy! – Mi chiamò Natsu con il tono di voce di un bambino in cerca d’attenzioni. Stavolta spostai gli occhi sul piatto e ripresi a mangiare contando uno per uno i piselli. L’irritazione di Natsu divenne palpabile nell’aria. Salì sul tavolo piazzando i suoi piedi, poco igienicamente, a meno di dieci centimetri dalla mia cena continuando a chiamarmi. Mandai giù l’ultimo boccone e mi pulii con un tovagliolino sempre senza mai alzare il volto. A quanto pare questo non bastò a farlo desistere visto che mi ritrovai il suo viso piazzato sotto il mio. Ancora prima di metterlo a fuoco mi girai sulla panca dandogli la schiena. Emisi un brevissimo respiro di sollievo, non lo avevo guardato dritto in faccia, lo stavo ancora ignorando, potevo farcela.
Mi chiamò di nuovo chiaramente infastidito, di rimando, io mi alzai ed andai a sedermi accanto ad Erza.
-Cosa diavolo succede? – Chiese Cana mentre mi allontanavo però ero ormai lontana e non avevo voglia di alzare la voce. Le avrei spiegato tutto in un secondo momento. Salutai Erza, lei mi saluto di rimando mandando giù un boccone di torta.
-Ieri ti cercavo, dov’eri finita? – Mi chiese ma prima ancora di poter rispondere il suo sguardo si illuminò e proseguì -Ho trovato un lavoro fantastico, domani partiamo! – Le sorrisi di cuore. Sì! Potevo partire anche se “un lavoro fantastico” secondo i suoi standard non prometteva quasi mai niente di buono ma di sicuro era meglio di niente.
Natsu non sembrò approvare l’idea, infatti, piombò sul tavolo, calpestando la torta di Erza e dichiarando -No! Lucy doveva partire con me per un lavoro! – Il sangue mi si gelò nelle vene vedendo il viso furioso di Erza. Se il demonio avesse scalato la sua strada dall’inferno fino alla terra sarebbe ritornato a casa terrorizzato e con la coda tra le gambe davanti a lei. Natsu non sembrò accorgersi di quanto aveva fatto o del suo cambio di umore finché non venne afferrato con violenza e scaraventato via, volando addosso a Gajeel. Fantastico. Una nuova rissa. Cercai di scivolare dietro il bancone per non restare coinvolta ma Natsu si gettò addosso ad Erza con il pugno in fiamme, lo schivai a stento pure io, poi Gajeel attacco Natsu e rischiai di esser coinvolta di nuovo. Cercando di allontanarmi da dov’era Natsu sgusciando verso la porta quando qualcosa mi venne scagliato addosso, facendomi cadere ridicolmente a terra.
-Che male…- Borbottai sentendo la schiena tutta indolenzita. Cercai di alzarmi inutilmente facendo leva sulle braccia, avevo un peso sulla schiena. Mi girai per vedere cosa diavolo fosse e trovai Natsu seduto a gambe incrociate su di me come se fossi una sedia.
-Ciao Lucy! – Mi disse incrociando il mio sguardo con uno di quei sorrisi talmente larghi da slogarsi la mascella. Passai mentalmente a rassegna tutte le mie possibilità ma ancora prima di far qualcosa Gajeel si diresse verso Natsu che di rimando si alzò in piedi ma prima ancora uno dei due potesse far qualcosa mi diedi alla fuga.
La mia corsa durò forse cinquanta metri prendendo, subito dopo, a zoppicare a causa del mal di schiena.
 
Conclusione: ignorarlo freddamente non funzionava

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Capitolo 4
*** TERZO METODO ***


Consiglio 3, giorno 3:
FARSI VEDERE IMPEGNATI O POCO INTERESSATI
 
Il secondo sistema, a mio malincuore, non ottenne un solo risultato: quello di distruggermi la schiena. Avrei dovuto dire anch’io a Natsu di mettersi a dieta, peccato non abbia mai avuto filo di grasso e non ve lo dico perché mi ricordo a memoria i suoi addominali scolpiti, ve lo dico perché me lo ritrovai accanto senza maglia sul mio letto. Ci misi qualche secondo a realizzare l’affronto. Io cerco di evitarlo e lui, incurante, si infila nel mio letto. Quando capii la situazione schizzai via immediatamente chiudendomi in bagno con un cambio di vestiti.
Dovevo averlo svegliato nella foga perché osò addirittura lamentarsi, come se fossi io quella in casa d’altri a fare i propri comodi. Mi lavai i denti e stringendo lo spazzolino nervosamente tra le mani, mi guardai allo specchio, dandomi la carica.
Se la prima volta non va, la seconda neppure, si può sempre tentare con la terza, giusto?
Il terzo consiglio ovvero farsi vedere impegnati e/o poco interessati sembrava abbastanza fattibile in quel momento. Quel mattino un impegno lo avevo. Uscii di casa lanciando un’ultima occhiata al mio letto occupato abusivamente, recandomi poi, con i soldi in tasca, a fare la spesa. Una fatica sufficientemente inutile considerando che appena le mie borse avrebbero varcato la porta Natsu avrebbe mangiato pure quelle ma pur sempre un impegno.
Già che ci sono ve lo dico sin da subito: se doveste fingere di aver qualcosa da fare con Natsu non scervellatevi, una scusa semplice e plausibile dovrebbe bastare, molto meglio se è qualcosa di noioso. Se dite di dover andare in biblioteca potete esser sicuri di poter fare quello che volete senza che venga a cercarvi, se invece dite di dover mangiare con un amico, bere fuori o andare in un qualche nuovo negozio allora verrà di sicuro con voi.
 
Tornata a casa dalla spesa, al contrario delle mie aspettative, non trovai nessuno. A conti fatti dovevo averci messo troppo a decidere se prendere persico fresco o pesce gatto, avevo snervato persino il pescivendolo ma in realtà la scelta non era stata difficile, mi ero solo incantata pensando a cos’altro dovevo o potevo fare. Non volevo fingere di essere indaffarata, molto meglio avere sul serio qualche commissione. Risistemai la spesa velocemente negli scaffali, nascondendo alla bene e meglio il pesce tanto Happy lo avrebbe trovato in ogni caso, e poi iniziai a lavorare fino a sera sul mio romanzo, con qualche pausa spuntino in mezzo.
Ormai di sera, e senza alcuna voglia di cucinare, mi recai in gilda ma non prima di aver preso un piccolo aiutino per la mia missione da casa. Appena entrai trovai lo scenario tipico della gilda: Gray in mostra come mamma l’ha fatto con Juvia seminuda al suo fianco, Levi e Gajeel flirtare senza ritegno mettendo a disagio Panther Lily, Erza mangiare una torta con i piedi conficcati nella faccia sia di Natsu che di Elfman, Cana dall’altro lato della gilda con in mano una botte e Mirajane che si destreggiava tra gli altri membri, categoricamente impegnati a bere, cercando di ripulire. Mi sedetti al bancone accanto a Cana, salutandola allegramente, ed ordinai qualcosina di leggero.
Cana mi salutò e poi un sorriso malizioso appari sulle sue labbra come per magia -Ehi Lucy! Cos’è successo ieri? – Mi chiese iniziando a pungolarmi con il gomito.
Sospirai, le dovevo ancora una spiegazione e dopo l’imbarazzante situazione del giorno prima aveva tutte le ragioni del mondo per farmi quella domanda. -Sto cercando di allontanare Natsu- dissi sottovoce guardando sotto i piedi di Erza se avesse qualche reazione. Con quel maledetto udito da dragon slayer non si sa mai quando ti sta origliando.
-E perché? - Il sorriso di Cana iniziò a farmi sudare freddo, sembrava star dicendo “so cos’avete fatto voi mascalzoni” -Ha approfittato del tuo letto? – Continuò ammiccante.
Le mie guance presero a bruciare – Cosa dici! - Squittii con voce stridula.
-Allora cos’è successo? – Insisté Cana, il sorriso leggermente più piccolo ma non per questo meno molesto.
-Quell’idiota ha fatto l’idiota – Iniziai portandomi le mani alle tempie e sentendo già le vene del collo gonfiarsi dalla rabbia al solo pensiero di come si era comportato -Stavo parlando con un ragazzo durante l’ultima missione…-
Prima di finire il discorso mi interruppe la faccia di Natsu piazzatasi in mezzo a me e Cana con un sorriso accecante. Desiderai davvero spaccargli il naso in quel momento mentre Cana scoppiò a ridere facendo un commento sulla sua puntualità.
-Lucy! Quindi per il lavoro…- Disse Natsu dopo aver scoccato un’occhiata confusa a Cana, il resto delle sue parole scemò nel nulla mentre mi infilavo un paio di cuffie lacrima come quelle di Laxus. La musica iniziò a intripparmi l’udito così da poter mangiare ignorando totalmente Natsu che saltava e si agitava come una scimmia. Senza sentirlo era molto più facile trascurare la sua presenza. Mandato giù l’ultimo boccone, tirai fuori carta e penna dal mio zainetto (ecco cos’avevo preso a casa) iniziando a scrivere un articolo da inviare al Sorcer Magazine. Mi tenevo impegnata ed arrotondavo nel mentre, una combinazione perfetta.
Dopo un’eternità passata con una chioma rosa in continuo movimento davanti a me, sotto lo sguardo confuso di buona parte della gilda, sembrò arrendersi scomparendo dalla mia visuale.
Rilassai i nervi tesi mentre un motivetto accattivante mi aiutava a concentrarmi quando qualcosa di bollente mi sfiorò un orecchio ed un urlo atroce mi assordò facendomi cadere dallo sgabello. Alzai lo sguardo incontrando quello divertito di Natsu. Mi aveva gridato nelle orecchie, maledetto. Mi porse la mano per farmi alzare ma rifiutai. Il mio cuore aveva preso a battere così velocemente dallo spavento (e dalla collera) che temevo potesse collassare su sé stesso.
-Stavo lavorando. - Dissi acida, risistemandomi le cuffie.
-Infatti! - Iniziò Natsu ma la sua voce scomparì per la seconda volta sotto la musica. Peccato che mi sfilò di nuovo le cuffie. -Ti stavo parlando. – Mi fece notare, come se fosse possibile, in qualche strana maniera, non sentirlo.
-E io stavo lavorando. – Ripetei a mia volta tentando di strappargli le cuffie dalle mani. Lanciai un’occhiata disperata a Cana sperando in un qualche aiuto ma lei sembrava presa dallo spettacolo. Riportai il mio sguardo su Natsu. -Ridammele. - Affermai cercando di sembrare intimidatoria.
-Non finché non mi ascolti. - Rispose lui ghignando e portando il suo braccio in alto, dove non potevo arrivarci.
Mi venne mezzo ictus dal nervoso quando iniziò a sghignazzare vedendomi tentare di recuperare le cuffie saltellando come una scema.
-Ridammele. - Sibilai per l’ennesima volta sputando quasi veleno tra una sillaba e l’altra.
-Ho detto che mi devi prima ascoltare. – Ripeté lui di nuovo come se si fosse stancato della situazione. Lui. Non io. Mi immobilizzai sentendo il sangue iniziare a bruciarmi nelle vene. Natsu sorrise pensando volessi ascoltarlo ma prima che emettesse un singolo suono chiamai Taurus.
Fu un errore di calcolo. Avrei dovuto chiamare Loki, o Capricorno, non Taurus. Avevo solo pensato: è alto. Ed effettivamente lo era più di Natsu visto che si era fatto dare le cuffie e le aveva portate ancora più lontano da me per vedermi saltare. Stupido toro pervertito. Forzai la chiusura della sua porta e mi lancia dov’era prima cercando di prendere le cuffie mentre cadevano. Mi erano costate un occhio della testa, non le avrei fatte cadere nemmeno morta. Ma anche Natsu ebbe la stessa idea afferrandole al volto e piazzandosi sopra il bancone.
-Lucy il lavoro è…- Iniziò Natsu ed io agì di nuovo d’istinto, non volevo dargliela vinta. Non di nuovo. Mi tappai le orecchie con le mani ed iniziai a ripete “lalala” ad alta voce chiudendo gli occhi solo per non vedere la gente fissarmi. Natsu probabilmente scese dal bancone perché sentii qualcuno strattonarmi con forza il braccio e non appena il palmo della mano si allontanò di un millimetro dal mio orecchio sentii un “Lucy” spaccatimpani.
Restammo in quella situazione di stallo per un po’ poi quella mano callosa e bollente sul mio avambraccio venne sostituita da una piccola e fredda sulla mia spalla. Aprii gli occhi a quel tocco gentile e mi girai per vedere Levy alle mie spalle con dietro la gilda intera a fissarmi come se fossi impazzita. Il mio eroe turchese, sempre pronto a salvarmi, mi accompagnò fuori a passo di marcia dalla gilda lasciando alle nostre spalle un Natsu confuso quanto arrabbiato.
 
Conclusione: ennesimo imbarazzante fallimento

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Capitolo 5
*** ULTIMO METODO ***


Consiglio 4, giorno 4:
ULTIMO CONSIGLIO
 
Levy dopo avermi trascinato fuori dalla gilda invece di farmi una lavata di capo o chiedermi, come tutti, se avessi perso qualche rotella per strada, si limitò a lanciarmi un’occhiata fatta di scetticismo misto a ilarità.
- Non hai finito il libro. – Constatò riaccompagnandomi a casa.
-No. – Le diedi ragione tenendo gli occhi incollati verso terra. Appena realizzato il modo imbarazzante in cui mi ero comportata non riuscivo più a guardare in faccia nessuno.
Levy ridacchiò per poi consigliarmi di rientrare in casa e finirlo il prima possibile. Feci esattamente come disse lei, non riuscivo nemmeno ad avere sonno, sentendomi ancora bruciare di umiliazione autoinflitta.
Sbarrai porta e finestre per restare da sola così da sedermi in cucina in santa pace. Lessi per tutta la nottata, rigirandomi una tazza di tisana bollente tra le mani e solo verso le undici di mattina chiusi il libro.
 
Al contrario di quello che si può pensare dal titolo, il romanzo era abbastanza lungo, solo i primi tre consigli avevano occupato una cinquantina di pagine l’uno, ogni consiglio era narrato come un breve racconto a sé stante ed ogni racconto finiva per il meglio. I protagonisti erano molto meno sfortunati di me. il libro aveva in totale diciassette consigli più un mini-capitolo conclusivo di dieci pagine, non avevo intenzione di applicarli tutti però avrei voluto tentare fino a che non ne avrei trovato uno efficace. O almeno questa fu la mia idea per tutti i capitoli ma l’ultimo stravolse i miei piani.
Andai a sedermi sul mio letto proprio per rifletterci ma dopo una notte insonne non riuscii a pensare molto a lungo prima di crollare.
 
Mi alzai dal letto svariate ore dopo, andai in cucina a mangiare qualcosa e poi mi feci un bagno caldo rilassante ripromettendomi nel mentre di tornare a ritmi di sonno regolari. Dormire di notte, possibilmente nel mio letto, e star sveglia di giorno altrimenti sarei finita col rovinarmi il mio ciclo biologico.
Uscii dalla doccia avvolgendomi in un asciugamano il corpo e in un altro i capelli. Ritrovai in camera mia, senza sorpresa, Natsu seduto sulla mia poltrona con Happy ad abusare delle mie provviste. Mi salutarono allegramente e io di tutta risposta sospirai pesantemente. Era il caso di mettere in atto l’ultimo consiglio di tutto il libro.
-C’è del pesce in cucina. Lo puoi avere se lo mangi di là. - Dissi ad Happy che se ne andò alla ricerca del pesce con un sorriso da gatto più felice del mondo.
Mi accomodai sul materasso e feci cenno a Natsu di venire a sedersi accanto a me. Lui ubbidì lasciando il sacchetto di patatine vuoto sul pavimento.
-Lucy stai bene? Ultimamente sei strana. – Mi chiese mentre io iniziai a strofinarmi i capelli.
-Natsu, sai che ti voglio bene, giusto? – Gli chiesi troppo imbarazzata per guardarlo.
-Sì! Siamo amici! – Ripose lui, io mi fermai ed alzai gli occhi dal pavimento solo per puntarli dritti verso il muro davanti a me.
-Però non voglio tornare a lavorare con te. – Buttai fuori tutto d’un fiato.
Natsu stette zitto per qualche istante per comprendere quello che avevo detto prima di esplodere in un -Perche?! – pieno di sorpresa e rabbia.
Mi tolsi l’asciugamano dai capelli e lo in faccia. Era ora di seguire l’ultimo consiglio alla lettera. -Visto come ti sei comportato l’ultima volta non ho intenzione di tornare a lavoro con te. – Mi agitai anch’io dicendolo sentendo ancora la rabbia bruciarmi dentro.
Natsu si ammutolì di nuovo per poi dire a voce molto più bassa -Cos’è successo durante l’ultimo lavoro? – con tanto di sguardo confuso.
Aprii la bocca indignata e poi ripresi a strofinarmi i capelli con furia quasi fino a strapparmeli. Era umiliante ricordarlo ad alta voce ma conoscendolo non mi stava prendendo in giro. Questo idiota se ne era davvero dimenticato. Mi morsi il labbro e poi parlai.
-Ti ricordi il tipo che ci aveva commissionato l’ultimo lavoro? –
-Il ciccione? –
-Lui. E non ti ricordi che mentre chiedevo il compenso tu ti sei arrampicato sul muro del castello perché avevi visto qualcosa d’interessante? – Natsu in tutta risposta alzò gli occhi al cielo cercando di ricordare e poi fece un cenno d’assenso. -E non ti ricordi cos’è successo dopo? –
-Tu hai spinto via il ciccione perché gli stavo cadendo addosso e sono caduto su di te. –
Annuii -E poi? –
Lui stette in silenzio così a lungo da spazientirmi e finii per raccontare io cos’era successo. -E poi… - La mia voce tremò ma strinsi i pugni e mi feci forza -E ci siamo baciati! –  Quasi gridai. Le guance mi andavano a fuoco dall’imbarazzo, non vidi l’espressione di Natsu perché tenevo gli occhi chiusi. Ormai ero partita, non potevo fermarmi. -Poi quando mi hai visto imbarazzata perché quello era il mio primo bacio tu hai detto che dovevo essere contenta perché tanto non avrei mai baciato nessuno altrimenti! – Aprii gli occhi per vedere in faccia Natsu per capire se si sentisse almeno un po’ in colpa ma in realtà sembrava solo annoiato.
-Quindi? – Chiese con tono monocorde.
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime dalla rabbia. – Quello che mi hai detto è orribile! Era il mio primo bacio! – Urlai mentre la mia vista diventava sempre più sfocata.
Natsu divenne improvvisamente serio. -Non ti vado bene come primo bacio? –
-Non volevo un primo bacio così! E quello che hai detto… - Sbraitai ma prima di poter dire altro mi afferrò per il polso e mi baciò in modo casto.
-Così va meglio? – Chiese staccandosi.
Mi sentii arrossire mentre mi portavo una mano a sfiorarmi le labbra. Il mio cuore batteva con talmente tanta forza da farmi pulsare persino le orecchie. Cosa diavolo aveva in testa Natsu? Diedi voce ai miei pensieri e lui mi guardò come se fossi scema.
-Beh se non ero io chi altro doveva essere il tuo primo bacio? – Chiese come se fosse ovvio. Restai in silenzio abbassando lo sguardo. Ero estremamente agitata ma in qualche modo felice. Alzai gli occhi incontrando quelli di Natsu e lo trovai con un sorriso a trentadue denti. -Fai il prossimo lavoro con noi quindi? –
-Okay. – Mormorai portandomi una mano sul petto. Ero decisamente felice anche se molto confusa.
-Vi piacete. – Disse Happy apparendo dal nulla impendendomi di chiedere altro a Natsu e facendomi arrossire ancora di più.
 
 
Conclusione: immagino sia una vittoria
 
P.S. Le ultime dieci pagine del libro, se ve lo state chiedendo, era l’autrice a consigliare, se si teneva davvero alla persona con cui si stavano applicando quei metodi, di parlare semplicemente con questi e dirgli cosa si provava per non rovinare il rapporto e come tutti gli altri consigli fossero da applicare tenendo in mente il fatto che i racconti fossero inventati, nessuna persona normale reagirebbe davvero come nei racconti.
In più noi stiamo parlando di Natsu, lui non fa mai niente di convenzionale o scontato.
Per concludere, se avete problemi con Natsu: parlategli. È la persona migliore del mondo e se siete suoi amici farà di tutto per voi.
 
P.S.S. Credo di avere un fidanzato
 
  
 
 
  
 

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