Abisso

di Dragon Ice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** File 0: Prologo ***
Capitolo 2: *** File 1: Comunicazioni ***



Capitolo 1
*** File 0: Prologo ***


Abisso

File 0: Prologo




Ice Hoshi sospirò sconsolato e si permise qualche secondo di tregua da quei documenti burocratici che gli venivano somministrati con la scusa che lui era l'Aokage.

Il villaggio del giaccio non era tra le cinque grandi terre dei ninja, ma anche loro avevano un Kage, infischiandosene bellamente delle lamentele dei "veri" Kage.

Intrecciò le mani dietro la testa e sorrise soddisfatto: da quando aveva cacciato Satori Uume dal villaggio era tutto un po' più pacifico... un po' più vivo.

"Sembra d'aver scacciato il male" pensò Ice, sapendo perfettamente che non era così: Satori non era il male, era solo un ragazzino incredibilmente potente a cui piaceva giocare al dittatore, il male era tutt'altra cosa.

Con un altro sospiro tornò a chinarsi sui suoi documenti, guardando di tanto in tanto fuori dall'ampia finestra che gli stava di lato, beffarda. Lui era così pieno d'impegni che non poteva perdersi nella bellezza dei ghiacci che si vedevano dalla finestra, eppure quella era lì, grande e grossa che quasi supplicava d'essere guardata.

Aveva cominciato a nevicare forte e Ice si voltò per l'ennesima volta. Era già buio, ma scorse una figura che si muoveva furtiva nell'oscurità.

Si alzò riluttante dalla sedia, sentiva una strana sensazione, ma, ripresosi, si diresse fuori senza esitazioni.

Camminò frettolosamente nella neve e attese che la figura si facesse vedere. Sapeva che stava attendendo lui.

La neve scricchiolò sinistramente sotto i piedi della figura. -Ice... quanto tempo-.

Hoshi ci mise diversi secondi per riconoscere quella voce, ma alla fine le sue labbra si piegarono in un ghigno.

-Satori, sei qui per rubarmi il posto di Aokage?- domandò Ice, sardonico.

Uume parve compiacersi all'intuizione dell'altro. -Ci sarebbero altri possibili motivi per la mia presenza qui?- domandò.

Ice sentì una scarica di puro odio misto a rabbia passargli per tutto il corpo. Non gli avrebbe permesso di riportare il caos al villaggio. Improvvisamente sorrise, di un sorriso che di allegro non aveva nulla. -Illuminami, come credi di potercela fare?-

Satori ampliò il suo ghigno, trasformandolo in una smorfia crudele. -Ice, perché mai dovrei rovinarti la sorpresa?! Solo un avvertimento, guardati le spalle.- Dicendo questo Uume sparì in un vortice di cristalli di ghiaccio, lasciando basito Hoshi.

L'Aokage sospirò e si lasciò cadere, trovandosi tra la neve fredda; senza pensarci si sdraiò, affondando la testa in quel piacevole gelo e cercando di riflettere. "Cos'avrà in mente quel cretino?" si domandò, sconsolato. Non l'avrebbe mai ammesso, ma un po' era preoccupato. Prese tra le mani un pugno di neve e la guardò lentamente filtrare tra le dita e tornare a coprire il suolo ghiacciato.

"Cosa devo fare?".


[...]


Erano già passati tre giorni dal breve incontro col suo nemico di sempre e non era più accaduto nulla. Aveva scelto di non parlarne né coi consiglieri né coi Daimyo, sperando ardentemente che si sarebbe rivelata la scelta più giusta: se avessero saputo di quella storia, probabilmente sarebbero andati su di giri.

Ebbe un inquietante senso di Deja-vù nel trovarsi di nuovo chino sulla sua scrivania a visionare e stilare noiosissimi documenti. "Quasi quasi glielo lascio sul serio il posto a Satori, così non dovrò più occuparmi della burocrazia del villaggio", si disse con un mezzo sorriso, senza prendere in vera considerazione il suo stesso pensiero. Come qualche sera prima, si sentì attirato da qualcosa che si muoveva fuori dal suo ufficio e, esattamente come la volta precedente, non ci pensò due volte prima di uscire ed andare a controllare.

Subito immaginò di trovarsi davanti Satori, col suo solito ghignò di strafottenza e pronto ad un vero combattimento. Non riuscì ad impedirsi di sentirsi sollevato nel constatare d'aver torto.

Una ragazza che non aveva mai visto gli si avvicinò. Non era della terra del ghiaccio, al villaggio nessuno aveva i capelli biondi.

-Il mio nome è Kureki Odeka. Sono qui per portarvi un messaggio- disse lei, senza una particolare intonazione nella voce.

Ice tentò un sorriso. -Qui fa piuttosto freddo, se vuoi possiamo parlarne dentro.-

Gli occhi della ragazza s'assottigliarono pericolosamente, riducendosi a fessure. -Non sono qui per fare amicizia, e qui fuori va benissimo. Mi manda Satori.-

-Oh- esordì Ice, mentre il suo sorriso crollava lentamente, "dannazione, possibile che le ragazze carine se le cucca tutte lui" pensò con risentimento. -Bene, Kureki san, cosa vi manda a dirmi Satori?- domandò, tramutando il tono da amichevole a glaciale.

Lei si stupì un po' di quel cambiamento radicale, ma riuscì a nascondere la sorpresa. -Vuole che io combatta contro di lei per saggiare le sue attuali capacità- rispose con lo stesso tono distaccato che aveva usato prima. Senza aggiungere altro portò la mano al fodero dei kunai.

-Mi spiace, ma non posso combattere contro una ragazza, non è nel mio stile- ribatté con convinzione, ma non riuscì a dire altro che la ragazza partì all'attacco.

Ice schivò abilmente i colpi e, durante un momento di distrazione di Kureki, si nascose su un albero.

"Cavolo... credo proprio che dovrò combattere" sospirò, estraendo dal fodero una katana di uno speciale ghiaccio incapace di sciogliersi. Saltò giù dal suo nascondiglio e guardò la ragazza, attendendo che fosse lei ad attaccare per prima.

Odeka non si fece attendere e partì subito contro di lui, portando avanti a sé il kunai. Ice bloccò con la katana il fendente dell'avversaria e le due lame continuarono a scontrarsi furiosamente e a ritmi serrati, finché non fu la stessa Kureki a prendere le distanze.

-Bene, così dovrebbe bastare- sussurrò la ragazza, schiudendo per la prima volta le labbra in un sorriso accennato. -Posso tranquillamente andare a riferire.-

-Scappi da me, Kureki?- ghignò Ice.

-Non darti troppe arie, Aokage, non sei il centro del mondo- rispose lei, smettendo il suo sorriso e saltando sul primo tetto, cercando di guadagnare una via di fuga.

-No che non scappi!- esclamò Ice partendo all'inseguimento. Era veloce, notò Hoshi, ma durante lo scontro era riuscito a ferirla alle gambe, quindi, oltre a lasciare delle traccie di sangue al suo passaggio, sicuramente si sarebbe stancata presto.

In poco tempo, come previsto da Ice, prese a rallentare e lui la raggiunse. La fermò contro un muro, cercando, comunque, di non farle male. -Cos'ha in mente Satori?- domandò senza preamboli.

-Te lo scordi che te lo dirò- sibilò lei sparendo sotto i suoi occhi.

"Kage bushin" pensò con rabbia. "Ho passato il tempo a combattere contro una copia! Maledizione!" si rimproverò.

Sospirò e si riavviò verso il palazzo dell'Aokage. "Maledette donne."



Note autore:

Salve, questa è la mia prima storia, per favore, siate clementi.

Dunque, per ora di Naruto c'è solo l'ambientazione, ma in futuro compariranno pure i personaggi.

Scritto a quattro mani con Lady_Nene.

Spero in molte recensioni^^.

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Capitolo 2
*** File 1: Comunicazioni ***


Abisso

 

Abisso

File 1: Comunicazioni

 

 

 

Ice bussò alla porta dell’ufficio dei consiglieri.

Andava contro ogni singola particella del suo orgoglio, ma doveva chiedere aiuto ai vecchi.

Satori era una minaccia.

Kureki era una minaccia.

Dosò d’impazienza ogni tocco che batté sulla porta in legno massiccio e aspettò che qualcuno lo invitasse ad entrare. L’invito non tardò ad arrivare e lui entrò nella stanza, salutando cortesemente gli anziani consiglieri che avevano l’aria di chi interrompe un discorso importante.

“Chissà perché i consiglieri sono sempre vecchi” si disse nella sua mente, abbozzando un sorriso stanco. In quegli ultimi giorni gli sembrava d’essere invecchiato di anni e non riusciva a comprenderne il motivo: sapeva di poter contrastare Satori e sapeva che a Kureki o ad altri eventuali suoi seguaci potevano pensarci gli ottimi jonin di cui disponeva il villaggio.

-Ho interrotto qualcosa d’importante?- domandò Hoshi. Forse aveva usato un tono un po’ troppo scocciato e frustrato, perché uno dei consiglieri lo freddò con un’occhiata di puro rimprovero.

Per Ice era decisamente troppo da sopportare l’atteggiamento altezzoso dei consiglieri, quindi si limitò ad ignorarlo. –Comunque sia,  Satori s’è fatto rivedere. Vuole il villaggio ora come prima.- Anche se non era decisamente la situazione migliore, Non riuscì a non godere un po’ nel vedere le espressioni basite dei vecchi. Era riuscito a distruggere la loro solita imperturbabilità.

-Se è una battuta, Ice, non è divertente neanche un po’- disse Liam, l’altro consigliere.

Hoshi si limitò a scuotere lentamente la testa. Purtroppo non era una battuta.

-Capisco- mormorò l’unica donna nella stanza. -E’ ora di rispolverare vecchie alleanze.-

 

[…]

 

Gaara non alzò neanche lo sguardo nel sentire qualcuno entrare di gran carriera nel suo ufficio. Non era per disinteresse, semplicemente non ne aveva bisogno, sapeva gia chi era l’intrusa.

Temari. Sua sorella.

-Cosa c’è?- borbottò lui, annoiato come sempre.

Lei sbuffò, ma fece finta di niente, ma non fece in tempo ad aprire bocca che un’altra persona fece irruzione nella stanza.

-Gaara! Secondo delle spie l’Akatsuki vuole attaccare di nuovo il villaggio della sabbia!- esclamò Kankuro, fermandosi solo una volta a pochi centimetri dalla scrivania dove sedeva il fratello minore.

Gaara non si scompose. –Capisco. Temari, cos’eri venuta a dirmi?-

Entrambi i fratelli si lanciarono un’occhiata attonita: come faceva il fratellino a rimanere tanto calmo? Dopotutto l’Akatsuki lo aveva quasi ucciso, una volta.

-Il villaggio del Ghiaccio chiede il nostro aiuto. Un ribelle, che non si sa quanti alleati abbia, minaccia il villaggio- disse Temari, esitante e ancora turbata per la completa mancanza d’interesse del rosso.

“Satori… quel bastardo.”

Senza preavviso, il Kazekage si alzò dalla sedia e uscì dall’ufficio, senza proferire parola.

Camminò lentamente per i corridoi, sapendo perfettamente che i fratelli non l’avrebbero seguito.

Uscì dal palazzo e si sentì più tranquillo, tra la sabbia che veniva alzata con prepotenza da vento. Dopotutto la sabbia era il suo elemento, era normale che lì si sentisse più a suo agio. La sua espressione fredda si rilassò visibilmente e si diresse velocemente verso l’unica direzione che i suoi piedi ricordavano senza il bisogno di mettere in funzione il cervello, momentaneamente occupato in cupe riflessioni.

Bussò alla porta con fare urgente.

Non se la sentiva di rivelare la sua preoccupazione ai fratelli. Nonostante i loro rapporti fossero notevolmente migliorati, non riusciva ad esternare completamente i suoi sentimenti; sentiva come se ci fosse un blocco, ma con una persona sapeva che quel blocco sarebbe scomparso.

La porta si aprì e lui non le diede il tempo di dire nulla. –Matsuri, devo parlarti.-

La ragazza spalancò gli occhi dallo stupore e si limitò a farlo entrare.

Un po’ Gaara si sentì cafone:voleva bene alla ragazza, ma era  solo un legame maestro allieva e non era quello che Matsuri desiderava. In quel modo, chiedendole di parlare con tanta urgenza, non faceva altro che aumentare le sue illusioni.

In fondo non gl’importava neanche più di tanto.

Doveva solo parlare.

Matsuri avrebbe capito.

 

 

Angolo Autori&Ringraziamenti.

 

Ice: che capitolo corto ._.

Nene: li vuoi più lunghi? Paga =_=

//Fine mini-sclero mentale^^//

 

@Pikkola amika: Ehm… colpa mia (Lady_Nene) l’avevo scritto per scherzo e mi sono dimenticata di cancellarlo ^^’’’. Comunque, qua direi che di personaggi di Naruto ce ne sono, non sono tutti OC, no? xD

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