Tears of the dragon

di Fink
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro: canzone ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Intro: canzone ***


Come premessa inserisco il testo della canzone.




Tears of the dragon
(B. Dickinson)


 
For too long now, there were secrets in my mind
For too long now, there were things I should have said
In the darkness...I was stumbling for the door
To find a reason - to find the time, the place, the hour
Waiting for the winter sun, and the cold light of day
The misty ghosts of childhood fears
The pressure is building, and I can't stay away
I throw myself into the sea
Release the wave, let it wash over me
To face the fear I once believed
The tears of the dragon, for you and for me
Where I was, I had wings that couldn't fly
Where I was, I had tears I couldn't cry
My emotions frozen in an icy lake
I couldn't feel them until the ice began to break
I have no power over this, you know I'm afraid
The walls I built are crumbling
The water is moving, I'm slipping away...
I throw myself into the sea
Release the wave, let it wash over me
To face the fear I once believed
The tears of the dragon, for you and for me
Slowly I awake, slowly I rise
The walls I built are crumbling
The water is moving, I'm slipping away...
I throw (I throw)
Myself (myself)
Into the sea
Release the wave, let it wash over me
To face (to face)
The fear (the fear)
I once believed
The tears of the dragon, for you and for me
I throw (I throw)
Myself (myself)
Into the sea
Release the wave, let it wash over me
To face (to face)
The fear (the fear)
I once believed
The tears of the dragon, for you and for me



 
Ora che l'avete letta, potete scegliere se proseguire nella lettura dei capitoli o fermarvi qui. A chi volesse proseguire dico solo: buona lettura

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 





Erano passate solo poche ore dall’inizio dell’attacco e le sorti della battaglia sembravano volgere a favore della schiera del Re della Notte.
A nulla erano serviti gli incantesimi della Donna Rosa che aveva incendiato gli arak. I cavalieri dothraki si erano spenti come tante fiaccole investite da un vento gelido. La barriera di fuoco innalzata davanti alle mura di Grande Inverno aveva retto solo pochi istanti, vinta dalla piramide di non morti che avevano creato un varco.
Neppure i draghi sembravano avere qualche possibilità. Reghal non si vedeva e Drogon era riuscito a malapena a scrollarsi di dosso una cinquantina di assalitori, ma era stato costretto ad abbandonare la propria madre.
Jorah la raggiunse un istante prima che un non morto l’aggredisse; l’acciaio di Valyria fece il suo dovere.
Con la coda dell’occhio vide Daenerys prendere da terra una spada e schierarsi al suo fianco; la sentì colpire un non morto che lo aveva attaccato alle spalle mentre era impegnato con altri due dothraki.
Il primo affondo arrivò al fianco destro. Una fitta gelida come lo era la mano che brandiva la spada che lo aveva colpito. Strinse i denti. Non era la prima volta che veniva ferito.
La seconda ferita arrivò in pieno petto. Il pugnale lacerò l’armatura e raggiunse la carne. Sentì la mano di Daenerys poggiarsi sulla sua spalla; la spostò di lato e parò un terzo colpo con l’avambraccio. Il bracciale si frantumò.
Sentì Daenerys gridare io suo nome. Non poteva abbandonarla, non in quel momento. Si puntellò sulla spada per cercare l’equilibrio. Le gambe tremavano, la vista era annebbiata, non sapeva se per il fumo degli incendi che si alzava attorno a loro o per la quantità di sangue perso. Il ronzio nelle orecchie sovrastava le urla strazianti dei feriti.
Erano circondati. I morti avanzavano lentamente, come belve da preda che pregustano il momento prima del balzo finale. Daenerys toccò il braccio di Jorah e lui guardò la sua regina. La donna che più amava al mondo e per la quale aveva rinunciato alla sua casa. Era orgoglioso della donna che era diventata. Avrebbero dovuto farlo a brandelli prima di potersi solo avvicinare alla sua regina. Piantò i piedi e strinse l’elsa pronto per l’ultimo assalto. Ma non accadde nulla.
I Non-morti restavano fermi, poi, come se ubbidissero ad un ordine, caddero a terra. Si sentiva solo il rumore di migliaia di ossa che cozzavano le une contro le altre mentre crollavano, poi ci fu solo silenzio.
Era finita. Qualcuno aveva ucciso il Re della Notte. Avevano vinto. Daenerys era salva, ora poteva riposare.
A Jorah la spada sfuggì di mano e lui scivolò al suolo.
Daenerys gli fu accanto, aveva gli occhi lucidi. Sentì una mano scivolargli dietro la nuca a sostenergli la testa e l’altra che cercava di far pressione sulla ferita al torace.
Avrebbe voluto dirgli che l’amava, ma le parole non riuscivano ad uscire dalle sue labbra. Aveva freddo nonostante i numerosi focolai attorno a loro che rendevano incandescente l’aria.
L’ultima cosa che sentì prima di sprofondare nell’oblio fu il grido di Drogon e il peso della testa di Daenerys sul suo petto.
 
 

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