La ricercata

di Nami
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una ragazza misteriosa ***
Capitolo 2: *** Una taglia esagerata ***
Capitolo 3: *** Il rincontro ***
Capitolo 4: *** Si fa festa! ***
Capitolo 5: *** Scappando dall'isola ***
Capitolo 6: *** Il segreto di Max ***
Capitolo 7: *** Qiando i sentimenti prendono forma... ***
Capitolo 8: *** I guai non finiscono ***
Capitolo 9: *** Cuore ferito ***
Capitolo 10: *** In mezzo alla tempesta ***
Capitolo 11: *** Ti amo! ***
Capitolo 12: *** Un covo distrutto ***
Capitolo 13: *** Il ritorno di occhi di falco ***
Capitolo 14: *** Imparando a conoscerti ***
Capitolo 15: *** Un vecchio rivale ***
Capitolo 16: *** Per amore di Max ***
Capitolo 17: *** Non ti lascerò più ***
Capitolo 18: *** Il dolore dell'amore ***
Capitolo 19: *** Diventiamo indivisibili ***
Capitolo 20: *** Un importante missione, un'importante promessa ***
Capitolo 21: *** Messa in scena ***
Capitolo 22: *** Fine del gioco! ***
Capitolo 23: *** L'evaso ***
Capitolo 24: *** L'esplosivo ***
Capitolo 25: *** Tentativo disperato ***
Capitolo 26: *** Max salva l'isola ***
Capitolo 27: *** Valle di lacrime ***
Capitolo 28: *** Si salpa! ***
Capitolo 29: *** Il piccolo Rufy ***
Capitolo 30: *** Gelosia ***
Capitolo 31: *** Futuro.. ***



Capitolo 1
*** Una ragazza misteriosa ***


CAPITOLO 1 – Una ragazza misteriosa.

SHANK: Ha ha ha ha ha! Avanti uomini! Facciamo baldoria!
Shank e la sua ciurma di pirati si trovavano su un isola deserta e pacifica dove il rossino si dava alla pazza gioia con l’alcool.
BEN: Capo! Sei ubriaco fradicio come al solito! Dici che quando bevi poi stai male… non dovresti esagerare!
Disse il vice con perplessità. “Come può bere così?”Pensò.
SHANK: Chiudi il becco! Come posso concludere una giornata senza un goccio di vino! (questo dialogo l’ho preso da una puntata di onepiece)
Shank si alzò in piedi e alzò il calice di vino in cielo ma era talmente ubriaco che ricadde per terra.
BEN: Ma se è mattina!
Ben si mise una mano sulla faccia esasperato da quel comportamento.
SHANK: Allora come posso cominciare una giornata senza un goccio di vino! Ha ha ha ha!
BEN: Va bene! E’ andato!
Shank e i suoi si godevano un meritato riposo. Al pomeriggio salparono dall’isola per raggiungere qualche villaggio per riempirsi lo stomaco come si deve.
Il mare calmo, i gabbiani canticchianti, il cielo azzurro e senza nuvole. Era una splendida giornata per viaggiare.
La nave approdò in seguito su un isoletta niente male dove i pirati si misero alla ricerca di un buon locale. Certo, in quel momento nessuno, Shank soprattutto, sapeva che proprio laggiù sarebbero iniziati i guai; e nessuno si immaginava che una sola persona avrebbe potuto portare tanti disastri e problemi.
SHANK: Accidenti, quanta gente! Non credevo ci fosse tutta questa folla!
Esclamò Shank guardandosi intorno.
BEN: Beh, è chiaro che un villaggio molto abitato.. è anche molto movimentato!
Al villaggio, ogni persona che si vedeva attaccava briga con qualcuno, quell’isola avrebbe dovuto essere ribattezzata con il nome di “Luna storta”. Evidentemente gli abitanti stavano tutti attraversando un brutto momento, chissà che problemi vi erano laggiù.
SHANK: Accidenti! Qui non si vede nessuna locanda! Forse dovremmo dividerci!
Il capitano continuava a girare la testa a destra e a sinistra per riuscire ad orientarsi.
BEN: E perchè? Comunque poi finiremo solo col perderci!
SHANK: Questo è vero, ma allora che si fa? Forse ci conviene cambiare isola!
Rispose seccato.
BEN: Beh, il capo sei tu!
Shank si piazzò davanti all’entrata di un negozio a scrutare nei dintorni, era chiaro che non aveva poi tanta voglia di tornare subito in mare, forse era piuttosto affamato e si sa che a stomaco pieno si ragiona molto 
meglio. Il giovane continuò a cercare con lo sguardo ma non vide nulla che somigliasse a una locanda. Era estremamente concentrato quando una voce dietro di lui gli fece togliere lo sguardo dalla strada.
UNA RAGAZZA: Scusa!
Esclamò una voce femminile.
SHANK: Eh? Che c’è?
Lui si voltò e vide una ragazza piuttosto bella dietro di lui che lo fissava con sguardo arrabbiato. La ragazza aveva all’incirca 18 anni , era molto alta, magra, un bel fisico, occhi scuri e penetranti, capelli mossi e castani.
LA RAGAZZA: Che cosa c’è? Non è ovvio? Mi stai bloccando il passaggio, ti spiacerebbe levarti?
Shank aveva scordato di essersi piazzato davanti all’entrata del negozio.
SHANK: Ah, si certo! Scusami! Prego, passa pure!
E così si scansò.
LA RAGAZZA: Grazie!
Disse con tono irritato. 
LA RAGAZZA: Che giornata!
Bisbigliò.
SHANK: Ah, senti!
LA RAGAZZA: Che vuoi?
Il tono della giovane si fece più serio.
SHANK: Sai dirmi come mai tutta questa confusione?
La ragazza fece spallucce e con fare irritato disse…
LA RAGAZZA: E io che ne so? Sono approdata qui stamani, non ho idea di cosa stia succedendo!
Detto questo fece per voltarsi e andarsene via ma Shank le fece altre domande.
SHANK: Almeno sai dove posso trovare una locanda?
LA RAGAZZA: Vuoi una locanda? Laggiù ce n’è una!
Shank seguì con lo sguardo la direzione indicata dal dito della ragazza ed intravide l’ingresso.
SHANK: Grazie!
Sorrise lui.
LA RAGAZZA: E di cosa?
Lei se ne andò.
SHANK: Che ragazza strana!
Disse ad alta voce.
Avvertì Ben e gli altri suoi compagni per condurli nel locale e finalmente, dopo parecchie ore, riuscirono a riempirsi lo stomaco. Il tempo passò e Shank e i suoi si stavano davvero divertendo. Avevano passato ore in quella locanda, facendo baldoria e facendo ridere gli altri clienti. Tutto sembrò tranquillo ma all’improvviso, dei criminali entrarono nel locale. Erano tre, uno alto e magro, l’altro basso e tarchiato e il terzo, che dava l’impressione di essere il capo, era di statura media, muscoloso e coperto di tatuaggi dalla testa ai piedi.
IL CAPO: Ehi! Quanta gente! Evidentemente questa locanda va molto bene! Questo vuol dire che anche gli incassi non devono essere scarsi!
La ragazza che stava al bancone, senza ombra di dubbio la proprietaria, cominciò ad essere davvero impaurita.
PROPRIETARIA: Che.. che cosa volete?
Tremò di paura.
IL CAPO: Vogliamo svuotare le casse di questo posto, così ci arricchiremo senza fatica! 
PROPRIETARIA: Io.. andatevene via, se non siete clienti uscite di qui!
La proprietria fece per prendere una pentola da sotto il bancone. Aveva intenzione di dare una bella botta in testa ai tre malviventi ma si fermò non appena vide che quei tre erano armati.
IL CAPO: Forse non ti è chiara una piccola faccenda! Noi non siamo innocentini, siamo dei banditi e sulla nostra testa pende una taglia di 10 milioni, perciò se non vuoi morire giovane, ti conviene svuotare la cassa e subito!
Shank continuava a mangiare tranquillo come se nulla fosse.
IL CAPO: Allora? Guarda che ho una pistola, non vuoi essere impallinata, vero?
Estrasse la pistola e gliela puntò contro.
PROPRIETARIA: Ah….
Shank, Ben, Yasop e company stavano per alzarsi di scatto per dare una bella lezione a quei furfanti ma qualcuno entrò nella locanda precedendoli. Era la ragazza che Shank aveva incontrato qualche ora prima all’entrata del negozio.
LA RAGAZZA: Scusate, è permesso? 
Tutti gli sguardi erano puntati su di lei.
LA RAGAZZA: Ecco, passavo di qui e non ho potuto fare a meno di ascoltare!
Mise le braccia sui fianchi.
IL CAPO: Brava, e allora? Non lo sai che se resti qui rischi di farti male bellezza?
Disse passando una mano sulla pistola per intimorirla. Ma a quanto pareva non ci era riuscito.
LA RAGAZZA: Se c’è una cosa che non sopporto sono proprio i tipi tatuati da far schifo come te!
Esclamò lei portando le braccia al petto.
IL CAPO: Senti bella, vuoi finire nei guai?
Il capo della banda stava davvero cominciando a perdere la pazienza e tutti nella locanda temevano che quei tre le facessero del male, soprattutto Shank. “Ma perché diavolo è entrata qui? E soprattutto per quale motivo continua a punzacchiarli? Non si rende conto del pericolo che sta correndo?”
LA RAGAZZA; Ah ah! Se qui c’è qualcuno che finirà nei guai siete proprio voi!
Disse alzando l’indice.
IL CAPO: Ha ha ha ha ha ha! Forse non ho capito bene, tu hai intenzione di darci una lezione?
LA RAGAZZA: Indovinato!
I tre si mettono a ridere a squarciagola.
IL CAPO: Ascolta! La vedi questa? E’ una pistola!
La giovane scoppiò in una fragorosa risata. 
LA RAGAZZA: No, davvero? Non mi dire! Sai riconoscere una pistola? Eppure a vederti si direbbe che il tuo quoziente intellettivo sia pari allo 0,1 per cento!
Ci fu un attimo di silenzio che fu rotto dal rossino.
SHANK: Pffff….ha ha ha ha ha! Bella questa! Ha ha ha ha!
Nella locanda tutti scoppiarono a ridere, perfino i due complici dell’uomo tranne ovviamente il loro capo che era davvero irritato.
IL CAPO: Adesso basta! Hai veramente esagerato! Beccati questo!
L’uomo puntò la pistola sulla ragazza e in quel momento Shank fece di nuovo per alzarsi ma come colpo di scena agli occhi dei presenti, prima che l’uomo potesse premere il grilletto, la ragazza fece una capriola all’indietro e diede un calcio alla pistola facendola cadere dalla presa del bandito.
IL CAPO: Ma come…
L’uomo spaesato si guardò la mano che non impugnava più l’arma.
LA RAGAZZA: Allora? Hai capito con chi hai a che fare?
IL CAPO: Ti sistemo iooo!
L’uomo corse verso la giovane ma lei fece un’altra capriola atterrando alle sue spalle. L’uomo si guardò in torno e si sentì battere sulla spalla. Lui si girò e in quel momento si beccò un sonoro pugno in faccia che lo mise KO. 
LA RAGAZZA: E voi?
Si voltò verso i due complici.
I DUE: Iiiih….
I due si abbracciarono impauriti. Era chiaro che non volevano prenderle.
LA RAGAZZA: Detesto quelli che vogliono fare i duri quando in realtà non valgono niente!
Lei afferrò uno dei due rimasti per il colletto della camicia e lo scagliò contro il bancone dove c’era seduto Shank. 
L’ALTRO BANDITO: Prendi questo!
Lui estrasse una spada affilata e cercò di trafiggere la ragazza che invece la schivò più volte senza fatica. Poi afferrò la lama con le mani e la spezzò sotto gli occhi attoniti di tutti, anche di Shank. Prese il bandito per i capelli e fece finire bruscamente la sua testa nel piatto di Shank. La giovane sollevò l’uomo tenendolo sempre per i capelli e guardò il rossino ke contraccambiò lo sguardo sorpreso.
LA RAGAZZA: Scusami!
Lei si era appena scusata per avergli rovinato il piatto. Subito dopo diede un pugno sul viso pacioccotto del criminale e in fine un calcio volante.
LA RAGAZZA: Mi dispiace, ma non mi sembrate molto allenati! Non posso credere che il governo abbia messo una taglia simile sulla vostra testa per farvi catturare! E ora sparite!
I due si rialzarono doloranti, presero il loro capo e se la diedero a gambe. Ci fu un attimo di silenzio e poi tutti scoppiarono in un applauso accompagnato da fischi. “Bravissima!” “Sei forte ragazza!” “Incredibile, che forza!”
La giovane si sedette nel posto accanto a quello di Shank che stava ordinando un altro piatto.
LA RAGAZZA: No, offro io! E’ il minimo che possa fare dato che ti ho rovinato il pasto!
Detto ciò estrasse il portafogli dalla tasca e tirò fuori i soldi che diede alla proprietaria.
SHANK: Ma no! Non c’è bisogno!
Lui le afferrò il braccio per convincerla a non pagare.
LA RAGAZZA: Insisto! 
SHANK: Beh, d’accordo! Grazie!
Rispose lui anche se non molto convinto.
PROPRIETARIA: Hai salvato il mio locale! Come potrò mai ringraziarti?
La donna prese la mano della giovane.
LA RAGAZZA: Figurati! Per me è stato un piacere! Beh, ci vediamo!
La ragazza uscì dal locale mentre aveva ancora tutti gli occhi addosso. Immediatamente dopo la sua sparizione gli uomini di Shank si rivolsero al loro capo entusiasti.
“Ehi capo! Hai visto ke roba?” “Già, è fortissima!” “Perkè non la facciamo entrare nella ciurma?” “E’ anche una ragazza piuttosto carina!” “Altro che carina! E’ uno schianto!”
Tutte quelle voci si mischiarono tra loro.
SHANK: Ehi.. calmatevi! L’ho vista ankch’io e credetemi! Ho proprio intenzione di ritrovarla!
Il capitano fece un ghigno. La sera i pirati uscirono dalla locanda e per ordine del loro capo si misero alla ricerca di quella ragazza eccezionale. Non sapevano il motivo della ricerca, non avevano idea del perchè Shank volesse ritrovarla, ma erano sfiorati dal dubbio che volesse davvero farla entrare nella sua ciurma.
Cercarono a lungo ma della ragazza non c’era l’ombra, sembrava essersi volatilizzata. A quel punto Shank pensò di andare al porto.
SHANK: Mi scusi! Per caso ha visto partire una ragazza?
Si rivolse all’uomo che controllava le partenze.
UOMO: Giovanotto, hai idea di quante ragazze ho visto lasciare l’isola?
Rispose mettendo una mano sul fianco sinistro e puntandogli contro il dito indice di quella destra.
SHANK: Ha ragione, mi scusi! Quella a cui mi riferisco è una ragazza piuttosto carina, ha i capelli castani, occhi scuri, sguardo accattivante e…
UOMO: E un fisico da sballo? Si, ho presente! Eccome! Come potrei dimenticarmi di una ragazza così bella?
Lo interruppe l’uomo.
SHANK: Emm.. si, certo, comunque… sa dirmi se ha lasciato l’isola?
UOMO: Si! E’ partita a bordo di una barca un’ora fa!
Disse guardando l’orologio da polso.
SHANK: Ah, capisco! Beh, grazie dell’informazione!
Fece per tornare indietro ma l’uomo lo costrinse a fermarsi.
UOMO: Chi era? La tua ragazza? 
Lo guardò storto l’uomo.
SHANK: Che cosa? No! Anche perchè lei più giovane di me! La conosco appena comunque!
UOMO: Ah! Quindi sei uno di quelli che vuole il suo corpo? Che uomo!
Rise.
SHANK: Che cosa? Ma sta scherzando? (meglio che me ne vada, questo è tutto matto!)
UOMO: E comunque non credo che abbiate molta differenza di età..direi all’incirca quattro o cinque anni.
Gli mostrò il numero con le dita.
SHANK: Se lo dice lei…
Il giovane avvertì i suoi seguaci del fatto e tutti si diressero verso la nave. La mattina seguente approdarono su un’altra isola deserta e lì furono raggiunti da Mihawk occhi di falco. L’uomo camminava a testa alta. I suoi occhi gialli brillavano sotto la luce del sole, la sua giacca ondeggiava al leggero vento della zona e la sua micidiale spada nera era dietro la sua schiena possente. Occhi di falco proseguiva lentamente e nella mano destra stringeva un foglio di carta arrotolato.

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Capitolo 2
*** Una taglia esagerata ***


CAPITOLO 2 – Una taglia esagerata. SHANK: Mihawk dagli occhi di falco! Che sorpresa vederti qui! Vuoi combattere? MIHAWK: No, sono qui per mostrarti una cosa! Sono sicuro che non ci crederesti mai. L’uomo estrasse un foglio di carta simile a una taglia e la mostrò a Shank. SHANK: Che cosa? Non posso crederci! MIHAWK: Hai visto? Questa è la prima volta che si vede una cosa simile! Nessuna donna si era mai ritrovata con una taglia sulla testa così alta! Tu che mi dici? SHANK: Ma questa ragazza io la conosco! L’ho incontrata una paio di volte su un’altra isola! MIHAWK: Davvero? E’ pericolosa come dicono? SHANK: Pericolosa? E’ poco! Io la definirei pazzesca! Dovevi vedere come combatteva! Ha steso tre banditi sulla cui testa pendeva una taglia di 10 milioni in un batter d’occhio! MIHAWK: Ora capisco perchè è una ricercata! SHANK: E sei venuto qui solo per mostrarmi questa taglia? MIHAWK: Esatto! Ero curioso di sentire il tuo parere! SHANK: E da quanto tempo questa taglia è in circolazione? MIHAWK: Da circa una settimana per quanto ne so! SHANK: Mmmh.. e sai dov’è stata vista l’ultima volta? MIHAWK: Sull’isola Warship ho sentito dire! Cosa ti importa? SHANK: Oh.. niente.. così… MIHAWK: …. Il ragazzo si chiedeva per quale motivo ci fosse una taglia sulla testa di quella ragazza! Cosa potava aver fatto di sbagliato? In fondo da quanto Shank ha potuto vedere lei si è battuta in una locanda per una giusta causa. MIHAWK: Io ti conosco! Hai qualcosa in mente! SHANK: Ma no! Cosa ti salta in testa! MIHAWK: Ad ogni modo ora mi ritiro! Chissà, magari mi imbatto in quella ragazza. Ho sentito dire che si sta dirigendo a Logue Town e io devo passare proprio di li! SHANK: Sul serio? MAIHAWK: Non mi sbagliavo! Tu stai escogitando qualcosa! SHANK: E’ così evidente? MIHAWK: Direi di si! Non sei un bravo attore! SHANK: Beh! La sto cercando! Ho intenzione di ritrovarla! MIHAWK: E per quale motivo? Non dirmi che un pirata come te si è preso una cotta! Tutti ridono SHANK: Spiritoso! La sto cercando perchè è davvero in gamba ed è anche piuttosto divertente! L’altro giorno ha fatto una battuta eccezionale! MIHAWK: Beh, se la incontro glielo riferirò! SHANK: Impossibile! Lei non sa come mi chiamo! MIHAWK: E anche tu non sai il suo nome! SHANK: Esatto! MIHAWK: Che tipo assurdo! Nel frattempo la ragazza si stava proprio dirigendo sull’isola dove si trovavano Shank e i suoi perchè inseguita dai marine.

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Capitolo 3
*** Il rincontro ***


CAPITOLO 3 – Il rincontro. Effettivamente neanche Shank sapeva per quale motivo ci tenesse a trovare quella ragazza, d’altra parte come ha detto Mihawk non sa nemmeno il suo nome. Nel suo equipaggio ci sono parecchii uomini e tutti molto abili in combattimento quindi non credeva volesse farla entrare nella sua ciurma, anche perchè una ragazza del genere sotto le spoglie di una pirata…. Poco dopo, la giovane approdò e dal momento che all’apparenza sembrava non esserci nessuno, scese dalla barca e si incamminò. SHANK: Beh, ragazzi! Io me ne vado a fare un giro! BEN: Un giro? SHANK: Per smaltire la sbornia! E così l’uomo scomparve tra gli alberi. LA RAGAZZA: Accidenti! Non ne posso più di scappare! Che noia! A fur di combattere ho preso uno strappo alla gamba! SHANK: Mh? Mi è sembrato di sentire un rumore! Sarà ancora occhi di falco? Sta a vedere che è ritornato.. La ragazza stava scostando le piante folte per riuscire a passare, ecco il rumore che intendeva Shank. Il pirata si avvicinò alle piante che si muovevano e vide una ragazza uscire di spalle. Al momento non la riconobbe visto che si era cambiata d’abito. Così la afferrò per una spalla e immediatamente dopo si ritrovò con la schiena per terra. La giovane, credendo che si trattasse di un sicario della Marina lo afferrò per un braccio e lo atterrò. SHANK: Ahio! Che ti prende…ma…aspetta… LA RAGAZZA: Incredibile! Sei ancora tu! Ma è destino che ci dobbiamo incontrare ovunque? SHANK: Ehi! Finalmente ti sei fatta viva! LA RAGAZZA: Mh? Scusa? SHANK: E’ da quando hai lasciato quella locanda che ti cerco! LA RAGAZZA: A quale scopo? SHANK: Ah… SILENZIO LA RAGAZZA: Se non hai un’intenzione precisa allora perchè mi cercavi? Non sei uno che vuole appropiarsi della mia testa? SHANK: No di certo! Come potrei? LA RAGAZZA: Ebbene? SHANK: Per essere sincero non lo so! Ma hai dimostrato di avere una straordinaria preparazione fisica! Un po’ troppo straordinaria! Vuoi dirmi come hai fatto? LA RAGAZZA: Le donne al giorno d’oggi sono imprevedibili, non lo sai? SHANK: Si, come no! LA RAGAZZA: Diciamo che quando si vive da soli bisogna impararle certe cose! SHANK: Andiamo! Sei una combattente eccezionale! Hai steso quegli uomini in un secondo senza nemmeno farti sfiorare! Sei straordinaria! LA RAGAZZA: Adesso non esagerare! Erano quei tre a non essere allenati! SHANK: Si, forse, ma allora perchè hai steso anche me? LA RAGAZZA: Perchè ti ho colto di sorpresa? SHANK: Può darsi.. allora vediamo come te la cavi adesso. Il pirata estrasse la spada e le corse in contro (aveva ancora due braccia). La ragazza schivò la spada più volte finchè non fece la verticale e aferrò con i piedi la lama di Shank strappandogliela di mano e scaraventandola contro un tronco. Poi tirò un calcio nel suo stomaco facendolo finire a terra e in fine prese la sua spada staccandola dall’albero e la conficcò nel terreno a pochi centimetri dal suo viso. LA RAGAZZA: Allora? Cos’era questo? Un modo per mettermi alla prova? SHANK: Ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha! LA RAGAZZA: Beh? Che hai da ridere? SHANK: Sei tosta! Lo stomaco mi fa davvero male per quel calcio! Fai sul serio! Quindi avevo ragione, sei tu ad essere particolare! LA RAGAZZA: Tsè! Si può sapere dove vuoi arrivare? SHANK: Mi viene un dubbio… non è che hai mangiato uno dei frutti del diavolo? LA RAGAZZA: Ma di che parli? No! Non ho mangiato nulla di simile! SHANK: E allora mi spieghi come fai ad essere così forte? LA RAGAZZA: Te l’ho detto! Di questi tempi anche noi donne siamo in grado di difenderci! SHANK: Insisti ancora con questa storia? LA RAGAZZA: E’ la verità! SHANK: Posso almeno sapere come ti chiami? LA RAGAZZA: No dato che non ti conosco affatto! SHANK: D’accordo come non detto! LA RAGAZZA: Piuttosto… non è che c’è un posto dove io possa nascondermi? SHANK: Perchè devi nasconderti? LA RAGAZZA: Ehi, sveglia! C’è una taglia sopra la mia testa e ho la marina alle calcagna! Non voglio finire al fresco e anke se so difendermi sono troppi e riuscirebbero quasi sicuramente a catturarmi! SHANK: Allora vieni con me! Starai con noi! LA RAGAZZA: Prego? SHANK: Si, con me e i miei uomini! Siamo pirati quindi abbiamo qualcosa in comune! LA RAGAZZA: Ha! Avevo capito fin dall’inizio che eri matto ma ora credo ke sei da ricovero! Io non sono una pirata! Per chi mi hai presa? SHANK: So bene che non lo sei! Ma anche noi scappiamo dalla marina quindi siamo coetanei! LA RAGAZZA: Si…certo…contento tu… SHANK: Allora? Stiamo facendo baldoria! Ti va di festeggiare con noi? LA RAGAZZA: Non ho niente per cui festeggiare! Anzi! Mi va tutto storto! SHANK: Su con la vita! Non è nulla di grave in fondo! Se vieni con noi ti assicuro che ti divertirai! E soprattutto sarai al sicuro! LA RAGAZZA: Uff… beh.. temo di non avere scelta! SHANK: Perfetto! Allora vieni con me! Shank mise una mano sulla spalla della ragazza che sembrò piuttosto infastidita da quel gesto. E poi si incamminarono. SHANK: Ehi ragazzi! Guardate un po’ chi è venuto tra noi? BEN: Ehi! Quella è la ragazza dell’altro giorno! Come mai è qui? SHANk: Sta scappando dalla marina quindi ho pensato di ospitarla, cosa ne dite? Tutti fecero un fischio e un applauso di approvazione. SHANK: Prego accomodati! LA RAGAZZA: Grazie! SHANK: Allora? Adesso che sei qui potresti dirmi il tuo nome? LA RAGAZZA: Mi chiamo Max (Non pensate che si tratti di Dark angel anche se può sembrare. In realtà mi piaceva usare questo nome)! SHANK: Max? E’ carino… MAX: Grazie! SHANK: Io mi chiamo Shank e sono il capitano di questa ciurma! MAX: Si…l’avevo capito! SHANK: Ah si? E’ così evidente? MAX: Direi di si! SHANK: Sei perspicace! MAX: No, sono attenta! Anche perché me lo hai detto tu stesso prima… YASOP: Ha ha ha ha! Attento capo! Questa qui è un tipino tutto pepe! MAX: Ci hai preso! SHANK: Si si! Avanti! Divertiti con noi!

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Capitolo 4
*** Si fa festa! ***


CAPITOLO 4 – Si fa festa! Shank diede una pacca sulla schiena della ragazza e le offrì un boccale di vino. BEN: Sei sicuro che sia una buona idea? Se la marina ci trova finiremo tutti nei guai! Lei perchè è ricercata e noi perchè saremo accusati di complicità nei suoi confronti! SHANK: Sta tranquillo! Ce ne andremo appena finito di brindare! BEN: Si, ma la marina potrebbe anche essere già qui! SHANK: Qual è il problema? Affronteremo chiunque ci dia fastidio! Non dimenticare che siamo pirati e con una ragazza come Max siamo a posto! Non devi dimenticare che quella ragazza sa combattere davvero bene! UN PIRATA: Ehi nuova! Facciamo una gara? Vediamo se riesci a bere più di me! MAX: Ci sto! Ti batterò sicuramente! Glu glu glu glu! Sbam! MAX: Ha! Ho vinto il primo round! L’UOMO: Sei in gamba! Ma vediamo quanti riesci a berne! Non conta chi posa prima il boccale! MAX: E che ci vuole? Sta a vedere! Poco dopo la ragazza si era bevuta tredici boccali e aveva battuto tutti gli sfidanti. MAX: Ho vintoo! SHANK: Ha ha ha ha ha ha! Che mezze calzette! Vergognatevi! Battuti da una donna! BEN: Già..ma a me sembra che questa donna non regga bene l’alcool! MAX: Ha ha ha ha! E allora? Che hai da guardare? Vuoi sfidarmi anche tu per caso? O forse hai paura di perdere? Ha ha ha ha ha ha! SHANK: La faccio io una gara con te! MAX: Ah si? E allora fatti sottoo! Ha ha ha ha ha! BEN: Sembra che il capo abbia trovato una compagna di bevute! SHANK: Attenta, perchè io sono uno che non si fa battere facilmente! MAX: Zitto! E comincia a bere! Glu glu glu glu glu! PUNTEGGIO PROVVISORIO: -SHANK: 7 bikkieri -MAX: 6 bikkieri SHANK: Ehi!Ti sto battendo! MAX: Non cantare vittoria troppo presto! Potresti restare deluso! Glu glu glu glu! PUNTEGGIO FINALE: -SHANK: 15 bikkieri -MAX: 12 bikkieri MAX: Aaaah! Non ce la faccio più! SHANK: Ho vinto io hai vsto? Ha ha ha ha ha! MAX: Già ma solo perchè non hai bevuto prima! Io ho ben tredici boccali alle spalle appartenenti alla prima sfida! Questo vuol dire che fino ad ora ne ho bevuti ben 25! SHANK: Sta di fatto che questa sfida l’ho vinta io! Ha ha ha ha ha ha ha! BEN: Bene! E’ partito anche lui! YASOP: Eddai, lascialo divertire! UN UOMO: Ehi caaapoooo! Sta tornando occhi di falco! SHANK: Ha ha ha ha! Ah si? Ha ha ha ha! Sentiamo che ha da dirci! Ha ha ha! MAX: Chi è? Ha ha ha ha! (sta venendo da ridere anke a me… mi sta venedo una sbornia da fanfic by Nami) MIHAWK: Ehi Shank! Vedo che sei ubriaco fradicio! Beh.. spero mi ascolterai lo stesso! La marina sta venendo qui, vi conviene fuggire! Stavo dirigendomi a Logue Town quando ho visto le flotte! SHANK: E allora che vengano! Ha ha ha ha ha! Chi è il prossimo? Vuoi sfidarmi tu Mihawk? MAX: Eh no! Appena mi riprendo voglio la rivincita! Ha ha ha ha ha ha! MIHAWK: Mh? Occhi di falco estrasse la taglia di Max e la confrontò con la ragazza davanti a lui. MIHAWK: Ehi, sei tu questa! MAX: Si, sono io! Ma non trovi che in questa foto sia venuta malissimo? Insomma, mi hanno fatta ingrassare di almeno quattro chili in questa immagine! Ha ha ha ha! che figura ci faccio con la gente? Ha ha ha ha! MIHAWK: Come mai è qui? E’ venuta lei, vero? SHANK: Già! Sta scappando dalla marina! Ha ha ha ha! Daremo una bella lezione a quei cattivoni che vogliono fare del male a una bella ragazza! MAX: Ehi! Non ti prendere questa confidenza! Se sono bella è una buona cosa ma non accetto questi complimenti esagerati! SHANK: Ha ha ha ha ha ha! MAX: Ha ha ha ha ha! Mi viene da ridere! Ha ha ha ha! Max e Shank,(completamente andati) sbattevano il pugno sul tavolo e ridevano a crepapelle. MIHAWK: Ma questo è un manicomio? Siete ubriachi tutti? Ad ogni modo dovete scappare! Sono in troppi! Ci saranno almeno 10 flotte! MAX: Non ti preoccupare! Tieni! Bevi un po’! La ragazza completamente fuori di se prese un boccale e fece bere Mihawk con la forza. Gli mise il boccale alla bocca violentemente e lo stava quasi strozzando. SHANK: Ha ha ha ha ha ha ha! MIHAWK: Cof! Cof! Ma sei matta? MAX: Ha ha ha ha ha ha! Eddai! Hai una faccia così cupa e seria…dovresti ridere di più, sai? Fa bene alla salute! Ha ha ha! Hic! Ha ha ha! Sono pronta per un’altra gara! SHANK: Ma come! Avevi detto che non ce la facevi più dopo 25 calici di vino! MAX: Beh, adesso voglio la rivincita! Avanti! MIHAWK: 25 calici? Ecco perchè è in quelle condizioni! A vederla così non sembra affatto pericolosa! Se quelli della marina la vedessero così si chiederebbero come mai il governo ha messo una taglia così alta sulla sua testa! SHANK: Guarda che se fosse sobria ti stenderebbe in un secondo! MIHAWK: Davvero? Mah… MAX: Ehi! Ci sei o no? Ti ho detto che voglio fare un’altra gara e subito! E sta attento! Perchè non smetterò di bere finchè non avrò vinto! Ha ha ha ha ha ha! Haaa! TUMP! La ragazza si addormentò di colpo come un sasso. SHANK: Ha ha ha ha ha ha! Lo sapevo io che sarebbe crollata presto o tardi! MIHAWK: Ti consiglierei di smettere di bere! Sbaglio o dopo una sbornia stai sempre malissimo? SHANK: Lo so! Ma il fatto è che adoro bere! Ha ha ha ha ha! TUMP! Anke Shank si addormentò. Calò la notte e Mihawk decise di fermarsi lì per svegliarli nel caso arrivassero i marine. Più tardi, verso le tre del mattino Shank si alzò con un gran male alla testa.

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Capitolo 5
*** Scappando dall'isola ***


CAPITOLO 5 – Scappando dall’isola. SHANK: Ahi! Che male! MIHAWK: Oh, ben svegliato! SHANK: Che fai ancora qui? MIHAWK: Ti sei già dimenticato che quelli della marina stanno per arrivare? Pensavo di avvertirti se dovessero approdare qui! Ormai sono vicini! Dovevi darmi ascolto e andartene ore fa! In questo modo avrebbero perso completamene le vostre tracce! SHANK: Ah beh! Quindi ci conviene filare! Il capitano posò lo sguardo sulla ragazza ancora addormentata che a quanto pareva aveva ancora le guance rosse per la sbornia. SHANK: Comunque hai ragione! A vederla così sembra una ragazza comune che affoga i dispiaceri nell’alcool! MIHAWK: Conosci il detto. Mai giudicare dalle apparenze! SHANK: Mh… Ehi ragazzi! Sveglia! Tagliamo la corda! YASOP: E’ già mattina? BEN: Ehi capo! Ti senti bene? SHANK: A parte la testa ke mi scoppia e una tremenda nausea…si, direi che sto magnificamente! BEN: Come al solito! SHANK: Ehi Max! Svegliati! Dai che ce ne andiamo! Disse scrollando la ragazza. MAX: Mmmh! Aaaah! La mia testa! SHANK: Anche tu, eh? Abbiamo un po’ esagerato! MAX: Quanto ho bevuto? SHANK: Sinceramente non mi ricordo! Ma credo che hai battuto il record! MIHAWK:Te lo dico io! Hai bevuto 25 boccali di vino! MAX: 25???? Spero ke tu stia skerzando! MIHAWK: No, mi dispiace! Max rimase un attimo in silenzio a fissare occhi di falco. MAX: Ma…a proposito! Tu chi diavolo sei? MIHAWK: Ma..ero qui anche ieri sera e se non ti ricordi di me vuol dire che eri proprio ubriaca fradicia! In effetti eri un tantino su di giri! MAX:Oh fantastico! Aaaah! Che male alla testa! Mi scoppia! E credo…che darò di stomaco! SHANK: Ha ha ha ha! Allora ci terremo compagnia! MAX: Si..certo! Argh, che dolore! MIHAWK: Sbrigati ragazza! Se quelli ti trovano finisci male! MAX: Ahi e non spingere! So camminare da sola! MIHAWK: Mmmmh…… SHANK: Su, sbrigati! MAX: E’ una parola, qui gira tutto! Da che parte devo andare? SHANK: Dovrebbe essere di qui…o forse di là! Ah mi gira anche a me! MIHAWK: Ma come si può bere in quel modo? Tu poi, ai minorenni è proibito bere per legge, non lo sai? MAX: Scusa? No, ripeti, io sarei cosa? MIHAWK: Una minorenne, sei pure sorda? MAX: Minorenne a chi bell’imbusto? Per tua norma io ho già 23 anni! MIHAWK: Cosa? SHANK: Eh? 23 anni? Ho capito bene? MAX: Si, benissimo! Perchè, ho l’aria di una minorenne? SHANK: Beh…io ti davo almeno 18 anni…. MAX: 18? Mi hai dato cinque anni di meno? Beh…meglio che cinque in più però mi sembra esagerato! SHANK: Quindi abbiamo solo quattro anni di differenza! MAX: Ah davvero? Felice di saperlo! Ora possiamo andare? Devo prendere un aspirina! (seee, come se a quei tempi già esisteva l’aspirina by Nami) SHANK: Mi spiace ma non ho nulla del genere! MAX: Che cosa? Con te che bevi in quel modo non avete un aspirina o qualcosa del genere? SHANK: Mi dispiace! MAX: E cosa fai, ti tieni il mal di testa? SHANK: Si, tanto mi passa da solo! MAX: Ah…povera me! MIHAWK: Sei davvero sicura di avere 23 anni? MAX: La saprò la mia età, no? E tu? Sentiamo quanti ne hai? MIHAWK: Non vedo come ti possa interessare! MAX: Oh, sta tranquillo che mi interessa! MIHAWK: Ne ho 29, e allora? MAX: Ma davvero? Eppure ti davo sette anni di più, tsè! MIHAWK: Accidenti! Ha un bel caratterino questa qui! SHANK: Già, è un tipetto focoso, se la fai arrabbiare sono guai! MIHAWK: …… MAX: Aaaaaah! La mia testa! Non ce la faccio più! Svengo! SHANK: Eh no, ti prego, non svenire qui! MAX: Ah… fermate il mondo, voglio scendere! SHANK: Ecco lo sapevo! Ora devo farmi venire un’ ernia! Il pirata prese la ragazza in braccio e per sua sorpresa non era poi così pesante, anzi. Lui e i suoi seguaci corsero verso la nave mentre i marine approdarono sull’isola. MIHAWK: Mi spieghi come hai conosciuto questa ragazza? SHANK: E’ un po’ difficile da spiegare! Ma l’ho incontrata su un’isola, te l’ho detto! MIHAWK: Se vuoi un consiglio scaricala sulla prossima isola! Temo che ti procurerà un bel po’ di guai! SHANK: Ma come, prima l’aiuti e poi mi dici di lasciarla al suo destino? MIHAWK: Se la sto aiutando è solo perchè vedo che ci tieni ad averla con te e dato che ci sono i marine tanto vale! SHANK: Si ma non puoi chiedermi di farle questo! Non vedi che bel visino ke ha? MIHAWK: Fammi capire! Ci tieni tanto ad aiutarla solo perchè è carina? SHANK: Innanzitutto ti correggo! Non è carina, è uno schianto! MIHAWK: Si, come vuoi! SHANK: E poi è una ragazza dalle grandi potenzialità fisiche! Sto seriamente pensando di farla entrare nel mio equipaggio! Alla fine ho deciso! MIHAWK: Tu sei tutto suonato! I pirati salirono sulla nave mentre Mihawk tornò indietro per tenere a bada i marine. MAX: Aaaaaaaaaah! La mia emicrania sta peggiorando a vista d’occhio! Ma non avete proprio niente? Una pastiglia o qualsiasi cosa? BEN: Il capo è uno molto orgoglioso, sai? Piuttosto che abbassarsi a prendere una medicina preferisce tenersi l’emicrania e la nausea! MAX: Ah si? Questo vuol dire che se ti prendi una malattia grave non ti fai curare per il tuo orgoglio? SHANK: Beh, adesso non esageriamo! Se si tratta di una malattia mortale è ovvio che mi faccio curare! MAX: Mmmmmh! SHANK: Be che c’è? MAX: Io proprio non riesco a capire che razza di persona sei! Si può sapere perchè… ah…oh… ho bevuto troppo! Credo che darò di stomaco! La ragazza si alzò di scatto e andò sul ponte. SHANK: Uh…ah…anch’io! Il capitno fece lo stesso! MAX: Oooh! Se mai in futuro vedi che sto per toccare un goccio di birra o di vino ti prego…fermami e ricordami come stavo in questo momento! SHANK: Ti direi la stessa cosa se fossi convinto che mi fermerei! MAX: Ha ha ha ha! Certo che tu sei proprio strano! SHANK: Beh, lo sei anche tu mi sembra! MAX: Non quanto te! SHANK: Forse anche di più! MAX: Ha ha ha! SHANK: Lo sai? Secondo me ti dona poco quel viso imbronciato che hai mostrato fino a poco fa! Quando sorridi sei molto più carina! MAX: Oh, ti prego! Altrimenti do di stomaco un’altra volta! SHANK: Perchè? Che ho detto di male? MAX: E’ che i ragazzi troppo sdolcinati mi fanno venire la pelle d’oca! SHANK: Pff! MAX: C omunque dicevi sul serio? SHANK: Mh? MAX: Quello che hai appena detto, sul serio lo pensi? SHANK: Certo che lo penso dolcezza! Io non parlo a vanvera! MAX: Allora….grazie! Rispose la ragazza sorridendo dolcemente.

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Capitolo 6
*** Il segreto di Max ***


CAPITOLO 6: Il segreto di Max - Il pirata e la ragazza stavano sul ponte della nave del rossino ad aspettare che le conseguenze della sbornia passassero mentre tutti gli altri componenti della ciurma si divertivano a crepapelle e ridevano come matti. SHANK: Sentili! Il loro capo sta male e loro festeggiano! Esclamò Shank con tono sarcastico. MAX: Ha ha! Hai detto tu stesso che bevi sempre e di conseguenza stai male quindi i tuoi uomini ci saranno abituati! Il rosso scoppiò a ridere poi si girò verso Max e le sorrise. SHANK: Hai ragione! Ma devi sapere che sono dei furfanti! La ragazza che ancora stava male poggiò la testa alle colonne del parapetto (so chew suona un po’ strano ma non so in che altro modo definirle) e chiuse gli occhi. SHANK: Tu come stai? MAX: Beh…quando il mondo la smetterà di girare forse mi sentirò meglio! SHANK: Ha ha ha! Passò il tempo e i due si riaddormentarono. Poco dopo, verso le undici, una nave si avvicinò al veliero di Shank. Purtroppo era la marina. Evidentemente le flotte navali si erano sparse nella zona e il povero Mihawk che avrà tenuto a bada almento un esercito, non poteva certo fermare tutte le navi. Certo, era lo spadaccino numero uno del mondo ma chi glie lo faceva fare? Senza contare che era solo contro più eserciti. YASOP: Ehi capo! Capo, svegliati! Il pirata aprì gli occhi a fatica ma almeno sembrò stare meglio. SHANK: Che c’è? YASOP: C’è la marina! Occhi di falco non è riuscito a fermare tutti i marine! Il rossino, ancora mezzo addrmentato ci mise un po’ a realizzare la situazione. SHANK: Ah si…la marina! Beh, buona notte! La marina….eeeeh? LA MARINAA? Il vice e tutti quanti si guardarono in faccia e scossero la testa in segno di dissenzio. BEN: Era ora che la capissi! Sveglia la ragazza! Ci sarà una battaglia! Così Shank si avvicinò a Max e cominciò a squoterle le spalle. SHANK: Ehi Max! Svegliati! Siamo nei guai! Ehi! MAX: Eh? ……Cosa? La giovane, al contrario di Shank, non si era ancora ripresa del tutto. SHANK: C’è la marina! Non abbiamo scelta a questo punto! Dobbiamo combattere! MAX: Ooooh! Non ne ho voglia! Notte! Il pirata continuò a squoterla per evitare che si riaddormentasse. SHANK: Ti prego, non puoi abbandonare tutto così! Se non combatti ti prenderanno! Dai avanti! Non posso fare tutto da solo! La ragazza riaprì gli occhi. MAX: Scusa…sbaglio o hai detto che c’è la marina? SHANK: Si, esatto! Dai alzati! Non ti sei ancora ripresa? La ragazza si rialzò barcollando e guardò davanti a lei. Quando vide la flotta navale della marina capì di essere in serio pericolo. MAX: E adesso che facciamo? Sono in troppi! SHANK: Sta calma e fidati di noi ma soprattutto fidati delle tue capacità! MAX: Speriamo bene! La nave si avvicinò al vegliero pirata e il capo della flotta fece capolino dalla porta di servizio. AMMIRAGLIO: Shank il rosso, capitano di una banda di pirati, ti dichiaro in arresto! SHANK: Posso almeno sapere perché? L’ammiraglio si morsicò il labbro inferiore, poi incrociò le braccia al petto. AMMIRAGLIO: Perché sei un pirata senza contare…che tu e la tua ciurmaglia di manigoldi siete incolpati per favoreggiamento nei confronti della ricercata! La ragazza verrà con noi al cospetto del governo e se necessario sarà giustiziata! Il rosso guardò la ragazza negli occhi e notò un espressione arrabbiata ma triste nello stesso tempo. SHANK: Non lo farete! Non ha fatto nulla di male! Al giorno d’oggi il governo mette una taglia sulla testa di chiunque, persino su un bambino che ruba delle caramelle! AMMIRAGLIO: Spiritoso! Hai visto la cifra indicata per la sua testa? Se è così alta di sicuro avrà commesso un crimine! Perciò da ora siete tutti nostri prigionieri! Uomini! Circondateli! I marine balzarono a bordo del vascello di Shank e puntarono contro i pirati e Max i fucili. Ma nonostante questo Shank e i suoi continuavano a mantenere il sorriso come nula fosse. Persino Max sembrava tranquilla. AMMIRAGLIO: Vi conviene non opporre resistgenza né aprire bocca! Quello che direte potrà essere usato contro di voi alla base! Uomini! Portateli a bordo! Ma prima che i marine potessero muovere un dito, i pirati e la ragazza cominciarono ad attaccare mettendo fuori combattimento la metà degli uomini. Shank combatteva con la spada, Max tirando calci e pugni a tutto spiano e Ben, Yasop e gli altri usando le loro tecniche. AMMIRAGLIO: Non riesco a crederci! E’…assurdo! Un gruppetto di cinque marine si gettò contro Max. Due la afferrarono da dietro immobilizzandola, un altro le afferrò la vita e altri due le puntarono contro il fucile. Shank stava per andare in suo soccorso ma la ragazza fece un balzò e tirò due calci ai fucili impugnati dai marine dinnanzi a lei facendoli volare in aria, poi tirò una gomitata a uno dei due che la tenevano da dietro, tirò una ginocchiata in faccia a quello che la immobilizzava per la vita e in fine con un calcio rotante li mise tutti KO. Dopodichè i due fucili ricaddero e Max li afferrò e li puntò contro ai marine che si gettarono in mare terrorizzati. Subito Max li gettò a terra e andò in contro a Shank che nel frattempo era stato fermato e lo liberò dalla presa di un uomo robusto. SHANK: Grazie! MAX: Figurati! SHANK: Oh a proposito…niente male la sequenza di un attimo fa! La ragazza sorrise e insieme al pirata si gettò nella mischia. Poco dopo tutti i marine finirono in mare senza forze. AMMIRAGLIO: Ma come diavolo avete fatto? I miei uomini sono addestrati secondo un allenamento durissimo e unico al mondo! Eppure voi siete riusciti a neutralizzarli! Per non parlare della ragazza! Come può una donna riuscire a combattere così? Shnak guardò Max poi si rigirò verso l’ammiraglio e ghignò. SHANK: Mpf! Le donne al giorno d’oggi sono imprevedibili, non lo sai? Max rimase sorpresa. Quella era la stessa frase pronunciata da lei la sera prima. Sorrise. AMMIRAGLIO: E va bene, ora ci penso io! L’uomo estrasse un fucile da sotto la giacca e cominciò a sparare contro la ragazza. SHANK: No, fermo! Max schivò i proiettili correndo dall’altra parte finchè non dovette gettarsi in mare. AMMIRAGLIO: Spero di averla colpita! La ragazza era sparita. Non si vedeva più. L’uomo era davvero riuscito ad impallinarla? Eppure non c’erano tracce di sangue. Così Shank decise di tuffarsi per riportarla in superficie ma prima ordinò ai suoi di intrattenere l’ammiraglio. AMMIRAGLIO: Ehi, che fate? Toglietevi da li, che succede? BEN: Perché non giochi con noi adesso? Tutti i marine ritornarono a bordo della loro nave e l’ammiraglio decise di levare le tende. AMMIRAGLIO: Ci rivedremo, è una promessa! Intanto Shank si era tuffato in acqua per cercare Max e la vide immobile priva di sensi. La afferrò per una mano, poi portò le braccia intorno alle spalle e cercò di vedere se perdeva sangue. Niente, neanche un graffio. A quel punto il pirata fu colto da un dubbio. E se avesse davvero mangiato uno dei frutti del diavolo? Se così fosse però perché aveva mentito dicendo di no? Shank tornò a bordo con Max mentre Ben e gli altri lo aiutarono a tirarsi su con Max.Un attimo dopo il rossino posò la ragazza sul ponte e la guardò. Pensava che in quel momento era davvero bella. Poi cercò di svegliarla schiaffeggiandole il viso ma Max non aprì gli occhi. YASOP: Emmm…capo…forse dovresti provare con la resprazione artificiale! SHANK: Che cosa? Ma io non sono capace! Tutti si agitarono. “Mi offro volontario!” “No, me ne occupo io!” “Capo, lascia che ci provi io!” SHANK: State fermi! E va bene, ci provo! In fondo che ci vuole? BEN: Già, devi solo appoggiare le tue labbra sulle sue e soffiare. Poi dovresti anche schiacciarle il petto per vedere se ha bevuto! Il rossino a quelle parole si sentì un fuoco in testa. In altre parole il vero significato della frase di Ben era. “Già, devi solo appoggiare le tue labbra sulle sue, baciarla, poi dovresti anche toccarle il seno e via!” Il pirata si fece coraggio. Deglutì e avvicinò il suo viso a quello della ragazza. Ormai c’erano tre millimetri di spazio tra le labbra di Shank e di Max, tutti osservavano divertiti. Ma all’improvviso Max si svegliò facendo un verso che costrinse Shank a spostarsi, “Mica che mi dia uno schiaffo!” Poi Max comiciò a tossire e a sputare acqua. SHANK: Stai bene? La giovane aprì gli occhi e vide tutti intorno a lei e Shank che la sorreggeva. MAX: Cos’è successo? La giovane si ricordò di essersi tuffata per evitare i proiettili e quando vide che gli abiti di Shank erano fradici pensò che doveva essersi tuffato per salvarla. SHANK: Sei caduta in mare e non riemergevi più…così ho pensato fossi stata impallinata. YASOP: E’ un cavaliere, ti ha salvata dalle acque! MAX: Grazie! Il pirata sorrise. Poco dopo la portò nella sua cabina, le diede una coperta per coprirsi e le fece preparare una tazza di tè caldo. Poi si sedette sul letto a fianco a lei e dopo un attimo di silenzio le fece domande. SHANK: Cosa ti è successo Max? Come mai hai perso i sensi? La ragazza non rispose. Shank pensò che forse non le andava di parlare e si alzò recandosi alla finestra per osservare quei manigoldi dei suoi uomini. Proprio in quel momento Max diede la sua risposta. MAX: Ho mentito! SHANK: Mh? MAX: Ieri, quando mi hai chiesto se avevo mangiato un frutto del diavolo e ti ho detto di no….non era vero! L’ho mangiato in realtà! Esattamente tredici anni fa! Il rosso si risedette accanto a lei. SHANK: E perché hai mentito? MAX: Avevo paura! Quando l’ho mangiato non sapevo cosa fosse realmente. Un giorno mi misi a giocare alla lotta con un amico solo che qualcosa andò storto. La mia forza era aumentata all’improvviso e senza accorgemene gli ho tirato una spinta che lo ha scaraventato giù dalla collina. Credevo mi stesse prendendo in giro ma quando si rialzò..era pieno di lividi e aveva un ematoma sulla fronte. Fu subito portato in ospedale e da quel giorno i miei genitori e tutti gli abitanti del villaggio cominciarono a temermi. In seguito dissi di aver mangiato un frutto strano e capirono tutti che si trattava del frutto del diavolo così mi considerarono un mostro. A quel punto me ne andai, scappai di casa e da sola ho imparato a cavarmela e a gestire le mie capacità fisiche, ma a quale prezzo? Ora c’è persino una taglia sulla mia testa e questo solo perché mi sono battuta contro delinquenti e pazzoidi per legittima difesa o per aiutare qualcuno in difficoltà. Nonostante quello che ho fato per la gente alla fine tutti mi odieranno. Come in passato! Shank vide che Max piangeva. La sua storia era davvero triste. Le si avvicinò e mise una mano sulla sua spalla e la avvicinò a se. La ragazza poggiò la testa al suo petto e pianse lacrime di dolore. SHANK: Ascolta! Non devi pensare che andrà male ogni cosa! E’ vero, ora c’è una taglia molto alta sulla tua testa e sei costretta a fuggire ma ti prometto che farò di tutto per convincere il governo della tua innocenza! Non so ancora come ma ci riuscirò! E poi…adesso sei come noi! Sei un po’ come una pirata! Quindi invece di continuare a cavartela da sola perché non resti con noi? Ti assicuro che ti proteggeremo da chiunque volesse farti del male! Siamo pirati ma siamo pur sempre uomini! Con le donzelle in difficoltà bisogna comportarsi da cavalieri! Su… guardami! La ragazza sollevò il volto rigato dalle lacrime, era davvero bella nonostante piangesse. SHANK: Fidati di me! Te lo prometto e io mantengo sempre le promesse piccola! Max sorrise. Shank mise una mano sul suo viso, aveva una pelle morbida e liscia. SHANK: Allora bellezza! Accetti di inoltrarti nei sette mari con questa banda di pazzi ubriaconi? Max rise. SHANK: Sei proprio bella quando ridi, il tuo volto si illumina! MAX:Ehi…mi sembrava di averti detto che gli uomini troppo sdolcinati mi fanno venire la pelle d’oca! Il pirata mostrò un largo sorriso SHANK: Si, è vero! Ma preferiresti che fossi maleducato? In ogni coso non ne sarei capace! Il pirata asciugò le lacrime della ragazza con la mano e in quel momento Max si sentiva strana. Il suo cuore batteva forte e sentire la mano del ragazzo sul suo viso non le dava affatto fastidio, anzi! Per non parlare delle parole dolci che il rosso le aveva appena rivolto. Nonostante davvero gli uomini troppo romantici le davano un senso di nausea, le parole di Shank la facevano sentire bene. Perché? Cosa le stava accadendo? MAX: D’accordo pirata, hai vinto! Verrò con voi! SHANK: Saggia decisione dolcezza! Il ragazzo passò velocemente e in modo scherzoso il dito indice sul naso della ragazza, mostrò un largo sorriso e poi si alzò per dare agli altri la notizia e cioè che avevano una nuova compagna di equipaggio, una donna. Una cosa rarissima che accade molto poco nella vita.

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Capitolo 7
*** Qiando i sentimenti prendono forma... ***


CAPITOLO 7: Quando i sentimenti prendono forma…. - MAX: Però avrò bisogno di una stanza! Esclamò Max guardandosi intorno. Ancora non aveva ben ispezionato la nave. SHANK: Non c’è bisogno! Puoi dormire con me! La ragazza lo guardò storto. MAX: Scordatelo! Voglio un posto dove io possa stare tranquilla, riposare e cambiarmi in pace! SHANK: Per cambiarti non ci sono problemi, io non mi scandalizzo! MAX: Ah, non ho dubbi! Il pirata ridacchiò poi la portò in una stanza apparentemente senza inquilini. SHANK: Puoi alloggiare qui! Questa è una stanza in più che non sapevo come occupare! Qui puoi stare tranquilla! C’è anche la chiave nel caso ti preoccupassi! La ragazza annuì come per confermare la sua ipotesi, in fondo era sempre una donna in mezzo a tanti uomini, per di più pirati. Poi entrò nella cabina dando un’occhiata in giro. SHANK: Puoi anche leggere! Ci sono parecchi libri che non so nemmeno di cosa trattino! Ah, ti avverto che su questa nave ci sono solo due bagni! Max sussultò! MAX: Mi auguro che uno non sia mai stato adoperato da voi! SHANK: Stai tranquilla! Quello di servizio non lo usa mai nessuno…anche quello ha la chiave comunque! La ragazza sospirò. SHANK: Allora, buon riposo! Il pirata uscì dalla cabina chiudendo la porta. Subito la ragazza si buttò sul letto e si mise a pensare” Certo che è davvero gentile con me e poi….è così carino….non mi ero accorta di quanto fosse affascinante! AH! Ma che sto pensando? Forse è meglio se mi metto a leggere!” Nel frattempo il rosso era davanti alla finestra con una bottiglia di rhum e pensava al viso triste di Max quando parlava del suo passato. In quel momento in cui l’aveva consolata, si era sentito bene. Non sapeva perché ma non appena la vide piangere desiderava farle tornare il sorriso. Forse perché quando ride è più bella? Non solo. Voleva tirarle su il morale, farla sentire protetta e soprattutto farla stare serena e tranquilla. Ripensò a quanto aveva detto quell’uomo al porto;disse che Max aveva pochi anni di differenza in confronto a lui e questo solo dopo averli visti una volta mentre Shank era davvero cieco. Credeva che Max avesse diciotto anni. Diciotto e venisette..otto anni sarebbero stati troppi per lui. In realtà la ragazza aveva solo quattro anni in meno di lui quindi il problema non esisteva più, per lui era come se non ci fossero. Ma cosa gli prendeva? Da quando in qua la differenza d’età tra un uomo e una donna era un pensiero che si formava nella sua mente? Quella donna era già così importante per lui? Dopo neanche due giorni che stavano insieme? Non capiva cosa gli stava succedendo, sapeva solo che qualcosa in lui stava mutando. D’un tratto Shank sentì bussare la porta. SHANK: Si? MAX: Sono io! Posso entrare? Il pirata rimase sorpreso. Per quale motivo Max voleva entrare nella sua stanza? Rimase un attimo in silenzio. Poi rispose. SHANK: Si, certo, vieni pure! La ragazza entrò. Aveva due libri in mano. MAX: Scusa se ti ho disturbato! SHANK: Che dici? Non mi hai disturbato! Dimmi tutto! MAX: Ecco, davvero non hai mai letto questi libri? Sono di navigazione, parlano anche della rotta Maggiore! SHANK: Davvero? Sussultò Shank. MAX: Io non ho parole! SHANK: In effetti me li hanno dati gli abitanti di un villaggio in cui andavo spesso e in cui presto ritornerò… La ragazza si mise una mano sulla fronte. MAX: Se quelle persone te li hanno dati, ci sarà un motivo, no? Forse è meglio se li leggi! Tieni questo! Il pirata prese il libro e lo sfogliò. Da quel che poteva vedere c’erano un sacco di immagini di varie isole e creature marine. Avrebbe davvero dovuto leggere quei libri. Posò lo sguardo sulla ragazza. Aveva un viso concentrato sulle pagine, serio e sereno nello stesso tempo. Era bellissima. Max si accorse che il rossino la stava guardando. Chiuse il libro, appoggiò il viso alla mano e sorrise. MAX: Cosa c’è? Il pirata fece altrettanto. SHANK: Niente! E’ che sei davvero bella! Max scattò in piedi irritata. MAX: E hi, mi sembrava di averti detto di non essere così sdolcinato! SHANK: E’ vero, ma che ci posso fare se è la verità? E comunque sono contento di vedere che ti senti meglio! La giovane si risedette. MAX: Grazie a te! E tornò al suo libro ma non riusciva più a concentrarsi. Pensava alle parole appena pronuncoate da Shank e il suo cuore batteva all’impazzata. Il pirata si accorse che la ragazza non proseguiva di una riga e si incuriosì. SHANK: Ti sei incantata? Lei sussultò. MAX: Eh? Perché? SHANK: Non vai avanti, è da un po’ che sei sempre su quella pagina! MAX: E’ che stavo pensando! Il ragazzo sorrise nuovamente, poi si alzò e si sedette accanto a Max. SHANK: Dimmi, rientro anch’io nei tuoi pensieri? Max si rialzò. MAX: Ehi, non esagerare adesso! Non ti prendere simili confidenze! Shank afferrò la ragazza per un braccio e la costrinse a risedersi, poi la strinse a sé e avvicinò il suo viso a quello di una sorpresa Max. SHANK: Vuoi forse dire che non ti piaccio? Perché al contrario tu mi attrai molto! E’ una fortuna avere una donna così bella sulla mia nave! Potrò occuparmi di qualcos’altro finalmente! La ragazza non muoveva un dito, era come irrigidita. Era certa che la baciasse ma invece scoppiò a ridere. SHANK: Ha ha ha ha ha ha! Ma dai, ci sei cascata! Ha ha ha ha! Dovresti vedere la tua faccia! Ha ha ha ha! Max gli tirò uno schiaffo. MAX: Ma ti sembrano scherzi da fare? Il pirata si massaggiò la guancia dolorante. SHANK: Ahio! Ma dai era solo uno scherzo! Te la sei presa davvero? Che caratterino! Non me lo meritavo di certo questo schiaffo! Max rimase in silenzio, poi imitò il rossino scoppiando in una fragorosa risata. MAX: Ha ha ha ha ha ha! Adesso sei tu quello che dovrebbe vedere la propria faccia! Hai l’aria di un cane bastonato! Ha ha ha! Chi l’avrebbe detto che il grande pirata Shank il rosso si facesse sottomettere da una donna? Shank assunse un sorrisetto malizioso. SHANK: Ah si? Adesso ti faccio vedere io! MAX: No, Fermo aaah! Ha ha ha! Il ragazzo cominciò a rincorrerla. I due percorsero tutta la nave finchè non arrivarono sul ponte dove c’erano Ben e gli altri. Shank teneva Max per la vita ed entrambi ridevano come matti, sembravano una coppietta di innamorrati. Ben e compagnia rimasero a fissarli a bocca aperta. SHANK: E-hem! Perché non torniamo a leggere quei libri? Max annuì. I due scomparvero dietro la porta. MAX: Ha ha ha ha ha ha! Che figura hai fatto davanti ai tuoi uomini! Ha ha ha! SHANK: Ha ha ha ha! Già, adesso penseranno che sono un donnaiolo! Ha! Max e Shank smisero di ridere e piombarono nel silenzio in cui si fissarono. Poi Shank decise di romperlo. SHANK: Dicevo davvero prima! Tu mi piaci sul serio Max! A quella frase la ragazza rimase senza parole. Pensò che forse doveva rispondergli ma non sapeva proprio cosa dire in quel momento, così decise di sviare il discorso. MAX: Allora, sbaglio o è quasi ora di cena? Si è fatto davvero tardi. E andò a raccogliere il suo libro, poi fece per andarsene davanti a Shank che era rimasto stupito. Evidentemente si aspettava almeno una risposta. Allora Max decise di parlargli. MAX: Cosa intendevi? Io ti piaccio, ma in che senso? Il ragazzo le si avvicinò. SHANK: Intendevo come persona,sia caratterialmente che….beh…lo sai che ti trovo bella! La ragazza sorrise e tra sé pensò “Ah, allora era a questo che si riferiva!” MAX: Anche tu mi piaci, nello stesso senso che intendi tu! SHANK: Davvero? MAX: Si! Ti ringrazio per essermi stato vicino e soprattutto per non avermi trattata come …. La ragazza si interruppe. Non se la sentiva più di pronunciare quella parola. SHANK: Un mostro? MAX: Già! Il pirata si sedette sul letto. SHANK: Ascolta, non potrei mai reputarti un mostro, casomai un angelo! MAX: Già, un angelo con una taglia sulla testa! Shank si rialzò, afferrò Max per una spalla e la voltò verso di sé. SHANK: Ehi, adesso basta con questa storia! E’ vero, hai mangiato un frutto del diavolo e allora? Tanta gente lo ha fatto! La ragazza gli mostrò un dolce sorriso e pensò che il rosso aveva ragione. MAX: E’ vero, scusami! Max compì un gesto che il pirata non si sarebbe mai aspettato. Lo abbracciò forte e lo fece sentire strano… MAX: Lo sai? Non riesco ad immaginare cosa sarebbe successo se non ti avessi incontrato! SHANK: Invece lo hai fatto e dato che sono entrato nella tua vita temo che mi dovrai sopportare per un po’! Shank ricambiò l’abbraccio. Entrambi provavano un dolce tepore in quel momento che mai in vita loro avevano sentito.

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Capitolo 8
*** I guai non finiscono ***


CAPITOLO 8: I guai non finiscono - La nave del capitano Shank avanzava sempre più. Davanti ad essa solo il mare aperto e azzurro regnava. La cena a bordo quella sera era trascorsa in allegria e gioia. Shank come al solito aveva bevuto come una spugna e ora era chiuso nella sua cabina sdraiato sul letto a guardare la stanza che girava mentre fortunatamente Max aveva alontanato da sè tutti i boccali che il rosso aveva tentato di rifilarle ormai su di giri. Tutti avevano riso e festeggiato la nuova entrata della ragazza. MAX: Yaaaaaaawn! Che stanchezza! Credo che andrò a farmi una bella doccia e poi subito a letto. La ragazza uscì dalla sua stanza e nella strada incontrò Shank che aveva una faccia pietosa, evidentemente stava andando sul ponte per dare di nuovo di stomaco. SHANK: Ah…ciao! Dove vai? Perché quell’asciugamano? Le chiese con una mano sullo stomaco. MAX: Vado a fare una doccia! E tu stai ancora male? Vedi cosa succede a bere così? Senza contare che se non ti decidi a mettere da parte l’orgoglio e a comprare delle medicine…. Il pirata annuì mezzo rintronato e si recò nella direzione opposta a quella della ragazza finchè non fu colto da un’illuminazione. SHANK: Un momento! Ha detto che andava a farsi la doccia…quindi forse se dessi una piccola occhiata potrei sentirmi meglio! Sogghignò da vero furbetto il pirata. Max entrò in bagno e chiuse la porta a chiave per evitare sorprese. Ma ahimè non servì poi a molto. Quando Shank arrivò davanti alla porta del bagno, vi trovò Yasop e tutti tranne Ben che tentavano di spiare dal buco della piccola serratura. “Fa vedere a me!” “No, a me!” “Ci sono prima io!” SHANK: Oh accidenti! Ma che ci fate qui? Domandò deluso il capo. LUCKY LOU: Beh, abbiamo visto il bocconcino entrare in bagno e abbiamo pensato di rifarci gli occhi! Ehi si vede qualcosa? Tentò di scansare i suoi compagni. YASOP: E tu capo? Non stavi male? Dì la verità pensavi che se avessi visto Max come Madre Natura l’ha fatta probabilmente la nausea ti sarebbe passata! Che furbacchione! Lo guardò il pirata maliziosamente. SHANK: Beh…veramente no…io non sono così meschino! Insomma…non mi interessa spiare le donne che si fanno la doccia…non mi comporto come un pervertito! Si giustificò il rossino. LUCKY LOU: Ehi ragazzi! Si vede qualcosa! SHANK: Coosa? Fa vedere! Il capo si fece posto tra i suoi uomini e tentò di spostare Lucky per guardare attraverso lo spioncino della porta. YASOP: Non ti interessa eh? Capo capo! Non cambierai mai! Il capitano strizzò l’occhio sinistro e con quello destro cercava di vedere Max. La ragazza si sciolse i capelli che fino a poco prima erano raccolti, poi si levò la maglietta e Shank la vide solo da dietro purtroppo.. YASOP: Che vedi? Dai, fammi guardare! Insisteva lui. SHANK: Silenzio, il vostro capo ha la precedenza! Stranamente la ragazza si avvolse in un ampi asciugamano nonostante indossasse ancora i pantaloni e il reggipetto. LUCKY: Dai capo, non essere così egoista! Insomma lasciaci vedere un po’ anche a noi! Cosa vedi? Si è spogliata? E’ sotto la doccia? A sorpresala porta si spalancò facendo cadere tutti in avanti. MAX: Ma bene! Mi sembrava di sentire delle voci! Tu guarda che rimpatriata! Ditemi, è un caso che siate tutti qui davanti alla porta del bagno? Chiese spazientita la ragazza. YASOP: Ecco, noi veramente…passavamo di qui e così…. ANIA: E così avete pensato bene di spiarmi! Strillò la ragazza tenendosi l’asciugamano ben stretto addosso coprendosi bene. ANIA: E tu Shank? Non stavi andando a liberare lo stomaco? Cos’è, d’un tratto sei guarito? Il pirata si sollevò da terra tenendo la mano premuta sulla narice sanguinante che aveva sbattuto cadendo facendo credere una cosa per un’altra alla giovane. MAX: Aaaah! Cos’è quel sangue? Non dirmi che è perché hai sbattuto il naso perché non ci credo! Brutto pervertitooo! Shank si fece piccolo piccolo. SHANK: No, andiamo tesoro, non ho fatto niente! Volevo solo star meglio! SCIAF! Yasop e gli altri scapparono per evitare di essere menati. Si erano appena ricordati che la donna aveva le potenzialità del frutto del diavolo. SHANK: Ahio….scusa, non volevo spiarti! Disse lui intimorito. ANIA: Questa me la paghi! Sono l’unica donna su questa nave! Cosa posso fare per avere un po’ di privaci? Pretendo rispetto! Tsè! SBAM! La ragazza chiuse nuovamente la porta ma piazzò l’asciugamano davanti al buco della serratura per impedire di essere vista dato che Shank si era appena chinato per guardarla di nuovo. SHANK: Cavolo….so bene cosa mi perdo…. Sbuffò il capo che si rialzò e si diresse sul ponte. MAX: Maledetti uomini! Tutti uguali, che maiali! Certo che da Shank però non me lo aspettavo, sembrava un ragazzo a posto! Saranno anche le conseguenze della sbornia….. oh ma perché diavolo lo difendo? Non ha scuse! Si, non ha visto poi molto dato che fortunatamente mi sono accorta di loro in tempo però…. Uffa! Più tardi la ragazza uscì dal bagno e si recò nella sua stanza. Fece per mettersi a letto ma sentì bussare la porta. MAX: Uffa chi è? Si arrabbiò lei. SHANK: Scusa, posso parlarti un momento? MAX: No che non puoi! Ho sonno e voglio dormire! Strillò Max. SHANK: Eddai, vorrei scusarmi! A quel punto si alzò dal letto e aprì la porta chiusa a chiave (per evitare di ritrovarsi qualcuno sopra di lei durante la notte). MAX: Che vuoi ancora? SHANK: Beh…mi dispiace di averti spiata! Volevo solo scusarmi, ti ho mancato di rispetto! Si scusò il pirata. MAX: Uff…. ti renderai conto che sono l’unica donna in mezzo a tanti uomini. Già i tuoi seguaci sono degli sconsiderati se poi ti ci metti anche tu… Fece il punto la ragazza. SHANK: Si è vero scusa…ero anche mezzo ubriaco….. Chiedo perdono! Il ragazzo si inginocchiò davanti a lei e le prese la mano. MAX: Ehi cos’è ti metti a fare l’attore drammatico adesso? Comunque va bene….per questa volta ti perdono in fondo sei sempre un uomo! SHANK: Davvero? Max annuì. SHANK: Grazie piccola, sei un angelo! MAX: Si si, va bene però ora mi lasci dormire? Si scansò da lui per rientrare in camera. SHANK: Si, buona notte! La mattina seguente, più o meno verso le dieci e mezzo Max si alzò per prima e si recò sul ponte a guardare le acque azzurre e limpide dell’oceano dentro le quali non avrebbe mai potuto entrare, lo sapeva bene. Spesso questo le faceva venire una grossa tristezza perché sapeva di non riuscire più a nuotare come faceva da bambina, adorava fare i bagni in mare. MAX: Come vorrei poter tornare indietro…a quel maledettissimo giorno in cui ho mangiato quel frutto! La ragazza era appoggiata al parapetto e ad un certo punto riuscì a scorgere la sagoma di un’isola. SHANK: Sei già sveglia? Sentì la voce del capitano dietro di lei. MAX: Oh Shank! Buon giorno! Sorrise. SHANK: Sei mattiniera eh? MAX: Veramente non proprio…sono le dieci e mezza.. Disse osservando l’orologio da polso. SHANK: Si lo so, è che di solito i miei uomini dormono fino alle undici tranne che in situazioni d’emergenza. Io sono sveglio già da due ore! Tu che fai qui? Prendi aria? C’è un bel venticello oggi, è una bella giornata! Max annuì, poi riportò lo sguardo sul mare che ondeggiava lievemente e assunse uno sguardo perso. Shank la osservò in silenzio, guardava il suo viso liscio e lineare, grazioso e dolce sul quale era dipinta una goccia di malinconia. SHANK: Ehi, stai pensando che non puoi più nuotare vero? La giovane non rispose. A quel punto il rossino mise un braccio intorno alla sua spalla e la avvicinò a sé. SHANK: So che fa male pensare che non potrai mai più riavere indietro la tua vita di prima. La tua infanzia è stata dolorosamente compromessa per colpa di quel frutto e del fatto che non avevi la minima idea di cosa realmente fosse ma pensa che adesso sai combattere e puoi difendere non solo te stessa ma anche le persone in difficoltà. Quel discorso fu pronunciato con un tono dolcissimo e una voce calda e sincera che trasmetteva serenità. MAX: Se io fossi una ragazza normalissima non lo rimpiangerei affatto! E’ proprio grazie a questecapacità che io… senti, so che ti avevo promesso di non pensarci più! Lo so che mi aiuterai in un modo o nell’altro, è che proprio non riesco a dimenticare il mio passato né il mio presente, nel quale ho una taglia sulla testa! Vedi quell’isola laggiù? Vorrei scendere ma mi riconosceranno! Shank afferrò delicatamente il viso della ragazza e lo sollevò in modo che i due si potessero guardare negli occhi. SHANK: Ascolta, questo non succederà! Basta che ti copra e il gioco è fatto no? E poi…io non ti abbandonerò se dovessi trovarti in pericolo, sappilo! Ho giurato di proteggerti e lo farò, anche se so bene che puoi tranquillamente cavartela da sola! Max sorrise. In quel momento sentiva il suo cuore battere più forte che mai. Shank la strinse di nuovo a sé e riusciva chiaramente a sentire il profumo dei suoi morbidi e lunghi capelli castani. SHANK: A proposito…scusa se ieri sera sono stato maleducato! MAX: Ancora? Mi sembrava di averti già perdonato! SHANK: Si lo so…. Ma mi sono comportato da stupido e ora ho i sensi di colpa… La ragazza gli afferrò l’orecchio e lo tirò. MAX: Già, sei stato un vero pervertito brutto guardone! Dovresti vergognarti! SHANK: Ahi ahi! Non tirare, mi fai male! Max lo guardò imbronciata per un attimo mentre Shank teneva la sua mano per cercare di staccarla dal suo orecchio, poi scoppiò in una fragorosa risata. MAX: Ha ha ha ha! Va bene ti perdono, ma solo perché sei così gentile con me! Detto questo lasciò l’orecchio del pirata che rise di gusto. SHANK: D’ora in poi farò il bravo ma dovresti avvertire anche gli altri perché non credo che se ne staranno buoni! Dovevi vederli come sbavavano davanti alla porta del bagno! MAX: Vorrà dire che tu li terrai a bada! Shank le accarezzò il viso. SHANK: Perdonami, so che probabilmente ti sarai stancata di sentirtelo dire ma non posso farci niente, sei proprio bella, lo sai? Il rosso avvicinò il suo viso a quello della ragazza. Max socchiuse gli occhi aspettando il bacio. Shank stava quasi per avvicinare le sue labbra a quelle di lei ma…. LUCKY: Ehi capo! Buon giornooo! Urlò il grassone uscendo sul ponte. Non appena l’uomo arrivò Max e Shank si separarono di colpo. LUCKY: Oh, ciao zucchero, ci sei anche tu? Buona giornata anhe a te! MAX: Ha ha ha! (zucchero?) Il capo era lì lì per ammazzare Luchy di botte. “Maledetto, questa me la paga, proprio adesso doveva venire?” Pensò. LUCKY: Uh, c’è un’isola laggiù! Ragazziiiiiiiiiii! Si scendeeeeeeeeee! Tutti si precipitarono sul ponte. “Buon giorno capo!” “Ciao Max!” “Dormito bene dolcezza?” “Maledizione! Potevo stare da solo con Max ancora un po’ e invece…dannati furfanti!” Si disse il capitano. Così decisero di scendere sull’isola davanti a loro che portava il nome Eliot. Max indossò una giacca con cappuccio e un paio di occhiali da sole per non essere riconosciuta. SHANK: Però, non immaginavo fosse così grande vedendola dalla nave! Max mi raccomando, stammi vicino! MAX: Mh! Come previsto il manifesto della ragazza ricercata era già appeso sulle pareti dei locali. Anche se avesse voluto, Max non poteva assolutamente togliersi il cappuccio né gli occhiali da sole. SHANK: Ehi piccola, hai fame? Ti va se andiamo a mangiare in quella locanda? Chiese il pirata mettendole una mano sulla spalla. MAX: Si, va bene! Rispose prontamente lei. Così mentre gli uomini di Shank si divisero in giro per l’isola divertendosi, i due entrarono nella locanda. CAMERIERE: Buon giorno! Cosa desiderate per colazione? SHANK: Io prendo solo una bottiglia di birra e un piatto di minestra (so che le colazioni non sono mai a base di minestra, almeno da noi però ho visto che sulla Going Merry Sanji la mattina preparava della minestra n.d. Nami) MAX: Anche per me un piatto di minestra, grazie! CAMERIERE: I signori saranno serviti immediatamente. E se ne andò dietro al bancone per depositare l’ordinazione. SHANK: Come mai mangi così leggero? Non mi dirai che stai curando la linea perché sei perfetta! MAX: No! E’ che non mangio mai tanto, lo hai visto anche ieri sera! Ah, per favore, non offrirmi la birra! Non voglio fare la fine dell’altra volta! Il pirata sorrise come segno di consenso. Poco dopo arrivarono i piatti con la birra e i due mangiarono tranquillamente. Certo nessuno di loro due, Max soprattutto potevano immaginare quello che stava per accadere. Un uomo entrò nella locanda e alzò una pistola. UOMO: Fermi tutti, questa è una rapina! Mettete le mani sulla testa e non fiatate! Voi laggiù! Svuotate immediatamente la cassa, svelti! MAX: Un bandito! Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo a quando tre delinquenti hanno attaccato la locanda in cui eravate tu e i tuoi uomini! Tutti erano terrorizzati mentre gli unici che sembravano mantenere la calma erano il pirata e la combattente. UOMO: Su, forza! Metti i soldi nella borsa, MUOVITII! Purtroppo un bambino sfuggì dalla presa della madre e cadde addosso all’uomo che si irritò. UOMO: Ehi moccioso! Levati dalle scatole! Il bambino, ancora molto piccolo, non capì una parola e se ne stava lì a fissare l’uomo armato di pistola con la madre che lo supplicava di non farlgi del male e si scusava per esserselo lasciato scappare. Sfortunatamente però, il piccolo fu attirato dalla pistola del bandito e cominciò a toccarla ridendo divertito. UOMO: Ehi marmocchio, ti vuoi levare? MAMMA: Ti prego tesoro, lascia stare il signore, fa il bravo, torna qui! La donna cercò di staccare il figlioletto dall’uomo ma non ci riuscì perché il bambino era strettamente aggrappato al braccio del criminale. Quest’ultimo alla fine, puntò spazientito la pistola contro la donna e il bambino pronto per sparare. MAX: Questo è troppo! SHANK: Max, aspetta! La ragazza si gettò contro l’uomo e con un calcio fece volare la pistola a terra. MAX: Ehi farabutto! Vergognati! Grande e grosso come sei te la prendi con una donna e un bambino? Perché non ti fai sotto con me se hai tanta voglia di divertirti? Strinse la mano dell’uomo. UOMO: E tu chi saresti? L’”eroina incappucciata” dell’isola? Il bandito scagliò un calcio contro Max mandandola contro un tavolo ma la giovane si rialzò di scatto e tirò una raffica di pugni e calci addosso al tizio mettendolo fuori combattimento. SHANK: Uff…sempre la solita! La donna ringraziò Max per averli salvati.. Ma inaspettatamente il criminale si rialzò anche se barcollando e perdendo sangue dal naso ed estrasse un coltello gettandosi contro la ragazza. SHANK: Max attentaaa! Max si girò di scatto e il coltello dell’uomo riuscì solo a fare uno squarcio nella sua giacca ma nella colluttazione con lui, Max perse gli occhiali e cadendo a terra le scese il cappuccio. SHANK: Oh no! Quando lei si rialzò tutti gli sguardi erano puntati su di lei e quando si accorse di essere uscita allo scoperto, era ormai troppo tardi. “Ma questa ragazza io l’ho già vista!” “E’ vero! Anche io!” “Guardate, è la ragazza del manifesto! E’ quella su cui pende una taglia sulla testa! E’ la famosa Max!” “ Santo cielo! Ci siamo liberati di un criminale e ce ne troviamo un altro? “ “ Presto, qualcuno vada a chiamare la marina!” CLACK! Il proprietario della locanda estrasse un fucile e lo puntò contro Max. PROPRIETARIO: Fuori dalla mia locanda delinquente! La ragazza sudò freddo mentre Shank intervenne in sua difesa. SHANK: Fermo, metta giù quel fucile! E’ vero, su questa ragazza c’è una taglia ma non è pericolosa! Non avete visto cosa ha fatto? Vi ha appena salvato la vita, ha aiutato questa donna e suo figlio che se non fosse intarvenuta sarebbero di sicuro stati impallinati! Inoltre a lei, ha salvato l’incasso e il suo locale e ora la caccia fuori con un fucile? Voi, gente priva di scrupoli, solo perché vedete una taglia su una persona la ritenete meschina ma non è così! Credete davvero che sarebbe intervenuta in difesa di questa donna se fosse stata malvagia? Sapeva benissimo di rischiare di essere riconosciuta ma nonostante questo ha combattuto per voi! E’ questo che le date in cambio? La minacciate con delle armi e andate a chiamare la marina? Dovreste solo vergognarvi! MAX: Oh Shank! Piombò il silenzio. La donna si alzò in piedi con suo figlio in braccio. DONNA: Ha ragione! Anche se è ricercata dal governo ha comunque salvato non solo la mia di vita e la vostra ma anche quella del mio piccolo! Io non la ritengo malvagia! PROPRIETARIO: Sciocchezze! Se c’è una taglia sulla sua testa vuol dire che è pericolosa! Avete visto come combatteva? Shank gli lanciò un occhiata inceneritrice. SHANK: Senti pezzo di idiota! Lei si è per caso accanita contro di te? O di loro? No! Si è battuta contro quest’uomo e lo ha ferito solo per voi! Lo avrebbe fatto un vero delinquente al posto suo? No! Se fosse come tu la descrivi, avrebbe collaborato col bandito! Appena il rossino terminò la frase, la marina fece irruzione nella locanda. MARINE: Allora, dov’ è la ragazza? PROPRIETARIO: Eccola è lei! I marine si avvicinarono a Max e tentarono di arrestarla ma la giovane si divincolò e riuscì a scappare uscendo dalla locanda. SHANK: Max aspetta! Max! Maledizione! Accidenti a voi! Spero vi venga un accidente!

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Capitolo 9
*** Cuore ferito ***


CAPITOLO 9: Cuore ferito. - Shank si precipitò fuori dalla locanda e fortunatamente lo aveva fatto prima che i marine lo riconoscessero. Però, Max era sparita nel nulla. BEN: Capo! Cosa succede? Abbiamo visto dei marine entrare lì! E Max? Dov’è? SHANK: E’ scappata! Quei maledetti spioni e traditori! E’ sparita per colpa loro! Povera piccola! Sarà a pezzi dopo quello che le hanno fatto! YASOP: Scusa capo…ma sbaglio o ha solo quattro anni in meno di te…perché continui a chiamarla “piccola”? A quella domanda Shank non sapeva come rispondere. In effetti era già da un po’ che la chiamava così, era un segno di affetto nei confronti della ragazza però…prima stava quasi per baciarla, si era forse invaghito di lei? O magari la parola giusta era “innamorato”? SHANK: Dobbiamo assolutamente trovarla! Così tutti si misero alla ricerca di Max, compresa la marina. Intanto la giovane correva a più non posso e si nascondeva ogni volta che i marine la stavano per raggiungere. MAX: Maledizione! Maledizione! MARINE: Presto, da quella parte! UOMO: Se cercate quella Max l’ho vista passare di qui! L’ultima volta si è nascosta lì dietro! Uscì un uomo dalla sua abitazione. MAX: Accidenti! Subito la ragazza salì sul tetto della casa quatta quatta e vi scese dall’altra parte e ricominciò a correre. Poi ad un certo punto si scontrò con qualcuno e pensò che per lei ormai era finita. Alzò lo sguardo per vedere negli occhi chi l’avrebbe portata al cospetto del governo e vide Mihawk dagli occhi di falco che la guardava sorpreso. MIHAWK: E tu cosa ci fai qui? Occhi di falco vide i marine correre per il villaggio di Eliot e Max che si guardava indietro terrorizzata. MAX: Oh no! Mi hanno vista! MIHAWK: Vieni con me! L’uomo afferrò Max per un braccio e corse via con lei appresso. MIHAWK: Nasconditi qui! Mihawk disse alla ragazza di nascondersi dietro ad un vicolo mentre lui teneva a bada i marine. Estrasse la sua spada nera e fece uno squarcio nel terreno facendo perdere l’equilibrio agli uomini della marina militare. Poi mentre tutti tentavano di sparargli, occhi di falco tagliò i loro fucili a metà. MAX: Perché ,mi stai aiutando? MIHAWK: Immagino che tu sia qui con Shank, dico bene? Come mai sei da sola? Così rischi di farti arrestare! Proprio in quel momento un marine spuntato dietro a Max di sorpresa la afferrò. MIHAWK: Dannazione, te l’avevo detto di stare nascos… Non fece in tempo a finire la frase perché Max riuscì a dare una gomitata nello stomaco dell’uomo e con un calcio lo buttò contro il muro, in seguito altri marine la attaccarono ma lei riuscì perfettamente a metterli al tappeto. MIHAWK: Accidenti! Ora capisco cosa intendeva dire Shank! Occhi di falco prese di nuovo Max e la portò a bordo della sua barca (pompa funebre n.d.Nami) MAX: Non hai ancora risposto alla mia domanda occhi di falco! Perché mi hai aiutata? L’uomo osservò Max negli occhi e constatò che effettivamente Shank aveva ragione anche su un’altra cosa e cioè che Max era davvero bella. MIHAWK: Beh, se devo essere sincero non lo so! Forse perché so che quel pirata tiene a te in modo particolare! La ragazza abbassò lo sguardo. All’improvviso si rese conto di avere lasciato Shank da solo e probabilmente i marine avranno tentato di catturarlo. Lui l’aveva difesa, aveva cercato di proteggerla con quelle parole. Per quanto a volte quel pirata fosse irritante o maniaco, era sempre dolce con lei e le stava vicino. MIHAWK: Senti, io vado a cercare il tuo pirata! Intanto tu resta qui, dovresti essere al sicuro quindi non ti muovere. Così lo spadaccino si avviò verso il villaggio. Max però non se la sentiva di aspettare lì. Non aveva più il coraggio di guardare Shank in faccia e decise di lasciare la barca e nascondersi in luogo isolato. Si incamminò verso un boschetto dietro le casupole e si sedette sul prato a guardare il laghetto davanti a lei. Cominciò a raccgliere dei sassolini e a lanciarli in acqua. Pensò a quello che quell’uomo aveva detto e cioè che la riteneva una delinquente. Le ritornò in mente ciò che aveva fatto al suo amichetto anni prima e cominciò a credere che forse davvero era pericolosa. Shank scrutava da cima a fondo ogni più piccolo angolo dell’isola ma niente, non la trovava. Era davvero in pensiero per lei. Temeva che si sentisse sola e che avesse bisogno di piangere sulla spalla di qualcuno. Ormai il rossino ne era quasi certo; Max era diventata importante per lui, nel giro di pochissimo tempo, due giorni e mezzo per la precisione. In fondo si sa che l’amore può colpire in qualsiasi momento. Il pirata notò poi un boschetto dietro il villaggio e sperò davvero che Max fosse laggiù. Aveva mangiato un frutto del diavolo e non poteva nuotare, la sua nave era ancora ormeggiata e se non si trovava da nessuna altra parte doveva necessariamente essere in mezzo a quelle piante. Si inoltrò e fu così che la vide. Seduta sull’erba che lanciava sassolini nel laghetto malinconicamente. SHANK: Max! Meno male che stai bene! Il rossino la abbracciò forte a sé. MAX: Eri preoccupato per me? Chiese la ragazza SHANK: Certo che lo ero dolcezza! Max cercò di non guardarlo, si sentiva profondamente in colpa. SHANK: Piccola…. MAX: Scusa….mi vergogno! Tu mi hai difesa e io….me ne sono andata lasciandoti solo! Shank guardava Max e sorrideva. Poi le accarezzò i capelli. SHANK: Max eri costretta a scappare! Sta tranquilla! Vuoi sfogarti? La ragazza scosse la testa e la posò sul suo petto. MAX: Io voglio solo che tutto questo finisca al più presto! Voglio poter finalmente essere libera di vivere! Il ragazzo posò la mano sul suo capo e cercò di farla sentire al sicuro. SHANK: Max, io ti restituirò la libertà! Te lo prometto! In quel momento occhi di falcò entrò nel boschetto per cercare Max. Quando era tornato alla barca non l’ aveva più vista. Poi notò Shank che la abbracciava e sospirò. “Non cambierà mai! Lui si affeziona sempre troppo alle persone e spesso rischia la vita per loro! Non si rende conto che da soli si sta meglio!” Pensò Mihawk. Poi decise di interrompere la scenetta. MIHAWK: Scusate ragazzi, ne avete ancora per molto? Se volete continuare la scena romantica fatelo sulla nave o rischiate di essere trovati dalla marina militare! A quella voce Max e Shank sussultarono. SHANK: Mihawk! Cosa ci fai qui? MIHAWK: Ho aiutato la tua principessa! Peccato che quando l’ho portata sulla mia barca se n’è andata nonostante io le avessi detto di rimanere! La ragazza mostrò la lingua in modo scherzoso. MIHAWK: Io le donne non le capisco! SHANK: He he! Te l’avevo detto che lei era particolare! Così tutti ritornarono a bordo della nave pirata mentre Mihawk riprese il suo viaggio. Shank era convinto di riuscire a mantenere la promessa fatta a Max anche se era consapevole che non poteva restituirle ciò che aveva perso e non poteva curare definitivamente il suo cuore ferito.

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Capitolo 10
*** In mezzo alla tempesta ***


CAPITOLO 10: In mezzo alla tempesta - SHANK: Ehi, Yasop! Vedi qualcosa da lassù? Yasop era di vedetta sull’albero maestro. YASOP: No, niente! In fondo Max ci ha detto che prima di arrivare alla prossima isola ci vorrà almeno una settimana! Tre giorni dopo l’accaduto, la nave pirata di Shank vagava senza sosta nel mare aperto. TOC! TOC! SHANK: Max, scusa, posso chiederti una cosa? MAX: Ah, Shank, dimmi! Disse la ragazza distogliendo lo sguardo da un libro. SHANK: Senti, hai detto che la prossima destinazione è tra circa una settimana, significa che sei intenzionata a scendere! Te la senti? Non vorrei che rivivessi quello che hai passato sull’altra isola! Max sorrise. MAX: Sta tranquillo! Sto bene! Starò attenta questa volta e soprattutto non ti abbandonerò di nuovo! Il capitano sfiorò il viso della ragazza con il pugno scherzosamente. SHANK: Sciocchina! Non voglio più vederti con i sensi di colpa nei miei confronti! Eri spaventata quindi smettila di preoccuparti! Non era molto tempo che Shank e Max stavano insieme sulla stessa nave ma andavano molto d’accordo e quando chiacchieravano si sentivano bene. Max contava molto sul rossino e pensava che ora come ora aveva bisogno di lui così come Shank sentiva che aveva bisogno di quella ragazza. Più passava il tempo, più i due diventavano legati, si affezionavano l’un l’altra….si innamoravano. SHANK: Cosa leggi? Max gli mostrò il libro dal titolo “Navigation”. SHANK: Oh, un libro di navigazione? Parla delle varia isole che si trovano nei quattro mari? MAX: Si! E in fondo c’è una piccola introduzione alla rotta maggiore! Ti interessa? Te lo do se vuoi, tanto ho quasi finito di leggerlo! Il rossino acconsentì a farsi una sana lettura. SHANK: Posso sedermi? Chiese indicando il letto dove c’era Max. MAX: Si, certo, siediti pure! Eccoti il libro! La verità forse, era che Shank voleva stare da solo con Max e magari riprendere da dove avevano lasciato tre giorni prima. La finestra era aperta e il leggero venticello penetrava nella cabina. MAX: Ah, come si sta bene! La ragazza scostò una ciocca di capelli dal viso con un gesto delicato e Shank la osservò incantato, in quell’attimo era bellissima, più del solito. MAX: Guarda i tuoi uomini come si divertono! Sembrano dei bambini giocherelloni, non trovi? Silenzio. MAX: Ehi, mi stai ascoltando? Quando Max si voltò vide Shank che le mostrava uno sguardo diverso, mai mostrato prima. Era serio ma nello stesso tempo dolce, la pietrificava. Il rosso afferrò il braccio di Max e quasi avvicinò il proprio viso al suo ma…. LUCKY: Ehi capo! Che fai nella stanza di “zucchero”? Non è giusto che tu possa stare da solo con lei e noi no! Disse Lou infilando la testa nella finestra. “ Giuro che uno di questi giorni lo butto in mare se non la smette di interrompermi!” Pensò il rossino. MAX: Oh! Il vento! Sta cambiando! Lucky e Shank osservavano la giovane con aria interogativa MAX: E’ in arrivo una tempesta! SHANK: Ma se il cielo è azzurro! Osservò Shank. MAX: Ne sono sicura! Max si precipitò sul ponte. MAX: Presto! Piegare le vele, è in arrivo una tempesta! Urlò la ragazza alla ciurma di pirati. BEN: Ma come, c’è solo un venticello leggero e il cielo è limipido! Cosa dici? Max si appoggiò al parapetto ed indicò l’orizzonte. Le nuvole si stavano piano piano avvicinando e il vento aumentava. SHANK: Insomma Max, il tempo è splendido! MAX: Datemi retta! Se non piegate le vele potrebbero strapparsi! Ho viaggiato per mare da sola per tredici anni, so bene quando è in arrivo il temporale! Così Ben e Yasop si arrampicarono e ritirarono le vele. Nel giro di poco tempo, il cielo fu ricoperto di nuvole grigie e cominciarono a cadere le prime goccie di pioggia. SHANK: E’ incredibile Max! Avevi ragione! Ma allora non sai solo combattere, sei anche una brava navigatrice! MAX: Non proprio, diciamo solo che ho un po’ di esperienza! Il vento soffiava forte e la pioggia iniziò a cadere a catinelle fino a formare un muro. La nave pirata sobbalzava cavalcando le onde. YASOP: Capo! Si è aperta una falla! La tempesta è troppo forte! SHANK: Allora chiudete la falla, svelti! MAX: Attenti! La vela maestra si sta strappando, il nodo non tiene, dovete stringerlo! D’un tratto un’onda gigantesca investì la nave. SHANK: Attenta Max! Il rossino si buttò a terra stringendo Max mentre l’onda li sommergeva, non voleva che la ragazza cadesse in mare. MAX: Cof! Cof! Grazie! SHANK: Sta attenta, se cadi in mare per te è la fine! MAX: Lo so! La pioggia aumentava sempre più, annebbiando le viste di tutti, il vento freddo soffiava come se volesse spazzare via la nave. BEN: Maledizione, si è aperta un’altra falla! Un’altra onda sommerse la nave pirata e stavolta Shank non riuscì a proteggere Max che fu sbalzata contro una parete battendo la testa. SHANK: Cof! Cof! Accidenti! LUCKY: Capo, Max è ferita! A quella frase Shank andò subito incontro a Lucky e agli altri che erano intorno alla ragazza. Max era a terra priva di sensi e aveva una ferita sulla fronte. SHANK: Piccola, svegliati! Ehi mi senti? YASOP: Oh no! Arriva un’altra onda e questa è veramente tosta, verremo catapultati in mare! SHANK: Aggrappatevi a qualcosa, presto! Il rossino si attaccò al parapetto della nave tenendo Max a sé. Nessuno fu sbattuto in mare e finalmente la tempesta placò ma Max era ancora svenuta. Shank la avvolse in una coperta, la portò in cabina e le medicò la ferita. SHANK: Scusami! Hai preso proprio una bella botta e io non ho pensato più a starti vicino!

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Capitolo 11
*** Ti amo! ***


CAPITOLO 11: Ti amo! - Max era distesa sul letto, sotto le coperte al caldo. Shank coprì la ferita della ragazza con un cerotto e delicatamente le massaggiava la fronte. SHANK: Uff! Meno male che ci hai avvertiti, se non eravamo preparati a quest’ora ci trovavamo tutti all’altro mondo! E tu? Spero solo non ti venga un’amnesia, hai picchiato la testa piuttosto forte! Ben, Yasop e Lucky stavano di fianco al letto di Max tenendo compagnia a Shank mentre gli altri stavano davanti alla porta della cabina preoccupati per la ragazza. Circa mezz’ora dopo, tutti si addormentarono mentre Max finalmente riaprì gli occhi. Quando vide Shank accanto a lei, con la testa sul letto sorrise e gli accarezzò i ciuffi che gli ricadevano sulla fronte. Così il rosso si risvegliò. SHANK: Mh! Max…. MAX: Ciao! Che fate tutti qui nel mondo dei sogni? SHANK: Come stai? Hai battuto la testa! Max disse di stare bene anche se aveva un gran male alla testa. La ragazza, dal tempramento forte era intenzionata a tornare in piedi ma il bel capitano la costrinse a rimanere sotto le coperte per riprendere energia. Si comportava come se fosse un perfetto fidanzato. Le stringeva la mano e non si spostava un attimo da quella sedia. MAX: Attento pirata, non devi essere così premuroso o finirò con l’abituarmi! Sorrise sarcasticamente lei. SHANK: E allora fallo! Fece lo stesso. D’improvviso Max si sentì pervadere da un emozione forte, che mai aveva provato. SHANK: Senti, hai fame? Ti faccio preparare qualcosa e poi te lo porto! Disse lui. MAX: Si, grazie! Ma posso benissimo prendermelo da sola! Shank si alzò. SHANK: Scordatelo tesoro! Sei un’ospite su questa nave ed è un mio dovere! Detto ciò il pirata le fece l’occhiolino e uscì dalla cabina. In seguito Max si distese sul letto e impregnò il viso sul cuscino. “ Oh mamma mia! Mi sento bollire! Cosa mi succede?” Pensandoci, quando era fuggita dalla locanda per nascodersi dai marine su quell’isola, aveva pensato a Shank per tutto il tempo. Aveva avuto paura che la marina lo catturasse o che si fosse arrabbiato con lei per aver agito d’impulso, mentre quando ha visto che era preoccupatissimo per lei e che non era affatto in collera ma anzi, le aveva detto che aveva agito bene e che non era colpa sua se era stata costretta a scappare, si era sentita felice. Si stava dunque innamorando? Poco dopo arrivò Shank con in mano un vassoio su cui c’era un piatto di spaghetti fumanti e un bicchiere di tè. SHANK: Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare! Buon appetito! Max si allargò nelle labbra guardando quel suo sorriso, spontaneo, dolce e premuroso, sentiva il cuore che tentava violentemente di uscirle dal petto. MAX: Ti ringrazio! SHANK: Figurati piccola! Come va la testa? La ragazza si massaggiò la fronte. Le faceva ancora male ma in fondo era naturale dopo la botta presa. Ancora una volta per tutto il tempo, Shank era stato premurosamente vicino a lei come se fosse malata e avesse bisogno di cure. Le stava accanto e le sorrideva sempre e in ogni momento. Max non smetteva di sudare per l’emozione, non riusciva a fermare i battiti del suo cuore, non riusciva a non posare lo sguardo su di lui e guardare quel suo meraviglioso sorriso. Ormai cominciava davvero a credere che forse… si stava innamorando di Shank. Lui è stato il primo vero amico che abbia mai avuto ed cosa più importante per lei, è stato il primo a trattarla con dolcezza e non come una ricercata da temere. SHANK: Cosa c’è? Chiese lui notando addosso lo sguardo di Max. MAX: Niente! E’ solo che….. beh… continuo a pensare che tu… sei stato l’unico a comportarti così gentilmente con me… e ne sono felice! Sono contenta di averti incontrato! Chissà dove sarei ora! Il rossino mise una mano sul suo capo SHANK: Ma è successo e ora sei qui! Non pensare mai al un’altra possibile vita! Non devi nemmeno immaginarla! Pensa solo al presente e al futuro che hai di fronte! MAX: Intendi…. Un futuro migliore del presente? SHANK: E anche del passato! Ma solo al mio fianco! Se vuoi riavre la tua vita… puoi contare solo su di me! Max mostrò un candido sorriso che rappresentava un segno di consenso. Shank fece scivolare la mano fino al suo viso e prese ad accarezzarlglielo. In quell’istante, in quella frazione di secondo in cui i loro sguardi si incrociaono, e Shank passava la sua calda mano sul suo viso, Max comprese, ebbe finalmente la certezza di tutti quegli strani sentimenti che aveva provato fino a quel momento. Si era innamorata, amava Shank. SHANK: E’ un vero peccato! Sorrise. MAX: Cosa? SHANK: Che una ragazza così bella debba soffrire così! MAX: E’ la vita, ma in fondo è anche un bene…perché posso avere vicino una persona straordinaria come te! D’un tratto Shank fece qualcosa che mandò in “panne” il cuore di Max; la avvicinò a sé e le diede un rovente bacio sulla fronte. La ragazza pensò che forse stava sognando… il corpo di lui così vicino a lei… le sua labbra posate sulla sua fronte…. il suo profumo…. La passione ardente che la peevadeva…..desiderava abbracciarlo, stringerlo forte e potergli dire cosa provava dopo pochi giorni che stava in sua compagnia, ma non riusciva a muovere un dito, né a dire una parola.. e tutto questo nella frazione di un attimo in cui le diede quel piccolo bacio che poteva sembrare insignificante ma che per lei aveva un valore immenso. SHANK: Ti preparo un bagno caldo, vuoi? Finalmente Max riuscì a tornare sulla terra. MAX: Ah….. certo….. bella trovata… complimenti per l’idea così potrai spiarmi di nuovo! Lo guradò maliziosamente. SHANK: Ha ha ha! No, sta tranquilla… l’altra volta ero un po’ su di giri e non mi sono contenuto ma sono sempre un gentil uomo e dato che sono più che sobrio non mi avvicinerò neanche al bagno! E questo varrà anche per gli altri! Ti assicuro che ci penso io a cacciarli a pedate! Le fece ancora l’occhiolino. MAX: Ha ha! Va bene, mi fido! Il pirata uscì nuovamente dalla cabina e subito dopo Max incrociò le braccia posando le mani sulle spalle, chiuse gli occhi e sorrise largamente. “ Non immagini nemmeno quanto hai fatto per me! Ti amo, lo so, ne sono sicura…. Ti amo..”

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Capitolo 12
*** Un covo distrutto ***


CAPITOLO 12: Un covo distrutto… - Notte. Il cielo era ormai privo di nuvole, di un blu acceso e la luna piena illuminava la nave pirata che avanzava nel limpido mare orientale. A bordo tutti gli occhi erano sigillati in un sonno profondo che si sarebbe spento la mattina seguente. Tutti si godevano il meritato riposo, tutti..tranne il capitano Shank. Non riusciva a chiudere occhio, non riusciva ad addormentarsi… ma la verità era che una figura invadeva la sua mente. Il rosso non smetteva di pensare a Max, di rivedere nel pensiero quel suo sorriso tenero e dolce, quelle parole…che senza di lui sarebbe perduta…che è contenta di avere vicino a lei una persona straordinaria come lui…quelle frasi pronunciate con la sua voce melodiosa lo avevano reso felice. Si alzò dal letto deciso a prendere una boccata d’aria. Indossò il suo mantello nero per non prendere freddo e aprì lievemente la porta della sua cabina uscendovi silenziosamente. I suoi uomini russavano talmente forte che perfino lui riusciva a sentirli. Camminò a passo regolarre finchè non arrivò davanti alla stanza della ragazza. Non sapeva il motivo ma instintivamente si fermò davanti alla sua porta. Non sentiva alcun rumore, solo silenzio. Max dormiva profondamente. La sua mano si posò sulla maniglia della porta e in quel preciso istante sentiva che aveva voglia di guardarla sognare, di osservare quel suo viso angelico, di vederla muoversi nel sonno. Aprì la porta stando attento a non svegliarla ed entrò nella cabina richiudendola alle sue spalle. Era buio…solo una piccola luce notturna della luna filtrava dalla finestra e quel sottile raggio lunare accarezzava il viso di Max. Shank si avvicinò al letto, prese una sedia e si sedette accanto a lei come qualche ora prima. Osservava le sue palpebre che coprivano gli occhi scuri, le sue labbra chiuse in un ....quello sembrava quasi un sorriso. Chissà, forse stava facendo un bel sogno o probabilmente…sorrideva perché era serena. Shank credeva di non potersi mai prendere una cotta…..si forse solo una piccola attrazione per una donna…a tal punto magari da fare il cascamorto e andarci a letto… pensandoci sentiva qualcosa per la bella Makino… la ragazza che gestiva una locanda in quel piccolo villaggio portuale nel quale sarebbe presto ritornato… pensava che fosse solo per il fatto che è una brava ragazza, bella, gentile…però…non era amore, no. Era tutt’altro. Era solo una forte amicizia e una piccola attrazione fisica. Per Max invece provava un sentimento forte, mai sentio prima… lei non solo era graziosa, di bellissimo aspetto con un bel viso, un bel corpo e le curve giuste al posto giusto… era anche dolce e sincera… gentile, simpatica e anche combattiva e piena di coraggio ma di dolore, paura e sofferenza nello stesso tempo. Quello si…che era amore vero. Si era innamorato di lei. La verità era che lei lo colpì molto fin dal primo momento…forse perché vedere una bella donna combattere come un uomo… era cosa nuova…ma poi ha cominciato a guardarla sotto un nuovo aspetto quella volta su quell’isola, quando si erano ubriacati insieme, quando avevano fatto la sfida di bevute..lui era un grande bevitore e mai aveva avuto una compagna di sbronze… La vedeva lì, su quel letto, così tranquilla e contenta… così bella… sentiva la mano fremere e la posò lentamente sul suo viso, poi la fece scorrere nei suoi morbidi capelli finchè non la posò sulle sue labbra, così calde, così lisce… mentre la sua mano passava sulla sua bocca più volte Max sembrava sul punto di svegliarsi..ma fortunatamente il sonno era piuttosto pesante. Shank pensava a una cosa. “Ti accorgi di essere davvero innamorato di una persona solo se la guardi dormire. Il cuore ti batte a mille e sentire il suo respiro ti fa sentire vivo!” Era così, era proprio quello che lui sentiva. Quella mattina la giornata era stupenda…anche molto calda… Lucky Lou, Yasop e tutta la combriccola gridavano e cantavano divertendosi come matti, abbastanza da svegliare Shank. Aprì gli occhi ancora mezzo stordito e solo poco dopo comprese di essersi addormentato nella stanza di Max. Aveva il gomito appoggiato sul poggiolo della sedia e la testa appoggiata alla mano. Si sollevò e si stiracchiò sbadigliando finchè lo sguardo non gli cadde sul letto….vuoto… la ragazza non c’era. D’un tratto Shank notò che addosso aveva una coperta che stava cadendo dalle sue spalle. Era stata Max a mettergliela? Magari, svegliandosi e vedendolo accanto a lei sognante, aveva avuto la premura di coprirlo. Quanto era dolce la sua Max. Però..doveva essere davvero innamorato se aveva cominciato ad usare il pronome possessivo. Uscì sul ponte …. E la vide. Max stava ridendo a crepapelle alle battute di Lucky, si stava divertendo. “Come sono felice!” Pensò il rosso. Vederla ridere…gli faceva venire un tuffo al cuore. BEN: Ehi! Buon dì capo! Come mai ti alzi a quest’ora? Di solito sei sempre il primo… Osservò il vice. SHANK: E’ che non ho dormito molto stanotte.. Era vero. Da quando si era messo sotto le coperte a una certa ora della tarda notte non aveva preso sonno. Poi era stato impegnato a osservare la giovane combattente… La ragazza, sentendo la sua voce, si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi per il ridere e quando lo vide sorrise. Era strano…non era affatto arrabbiata per averlo trovato nella sua stanza. MAX: Buon giorno! Lo salutò. SHANK: Buon giorno anche a te! Nel frattempo, il cuoco della ciurma stava preparando una bella colazione abbondante e nutriente (naturalmente non è alla pari con il grande Sanji… n.d.Nami) e quando spalancò la porta che dava sul ponte gridando “La colazione è pronta, tutti a tavola!” I componenti della ciurma del rossino si scagliarono in cambusa lasciando Shank e Max da soli. MAX: Allora! E’ lecito sapere come mai eri da me? Shank girò la testa dall’altra parte imbarazzato. MAX: Guarda che non sono arrabbiata e non mi ha dato fastidio! In fondo non mi hai mica messo le mani addosso! Le mani addosso…forse era un po’ esagerato…ma lui l’aveva toccata eccome. SHANK: Scusa…è che non riuscivo a dormire e sono uscito dalla mia stanza per prendere aria…poi sono arrivato davanti alla tua porta…e ho pensato di vedere come stavi… però devo essermi addormentato e così… La ragazza gli sorrise ancora di più. MAX: Sei carino a preoccuparti! Gli si avvicinò, posò una mano sul suo petto e gli diede un bacio sulla guancia come ringraziamento. Nel compiere quel gesto il suo cuore aveva battuto piuttosto velocemente e Shank rimase incredulo. MAX: Dai andiamo o si fredda la colazione! Gli sussurrò nell’orecchio e subito scomparì dietro la porta. Il ragazzo si toccò la guancia dove lei lo aveva baciato, rimase per un attimo con la bocca semiaperta e poi la richiuse in un sorriso. SHANK: Accidenti! Quella donna mi fa perdere la testa!! Sogghignò. Il viaggio proseguiva. Sull’albero maestro c’era Yasop di vedetta…o meglio… avrebbe dovuto stare di vedetta… ma per lui era meglio schiacciare un pisolino. Shank e Max erano sul tavolo in cambusa a chiacchierare della loro vita, delle loro disavventure (Nel caso di lei) e avventure emozionanti (nel caso di lui). MAX: E allora? Cos’è successo dopo? Chiese lei incuriosita. SHANK: Beh.. semplicemente che abbiamo vinto noi, senza molti spargimenti di sangue! E alla fine ci siamo presi i loro tesori! MAX: Ha ha ha! Che ladri! SHANK: Beh? Siamo pirati, è nostro interesse saccchegiare le navi altrui! Max scosse la testa sorridendo., che razza di individui i pirati. MAX: Posso farti una domanda? SHANK: Dimmi! La ragazza posò delicatamente le dita della mano destra sul suo viso sfiorando la parte superiore del suo occhio sinistro. MAX: Come ti sei procurato queste cicatrici? Il ragazzo afferrò la sua mano delicata. SHANK: In un combattimento! Mi ero battuto con un pirata che combatteva adoperando tre lame… mi ha colpito e così…. La ragazza rimase stupita. Chissà quanto male deve aver provato e soprattutto…quanta paura di perdere un occhio. SHANK: Ehi, non fare quella faccia, come vedi sto benissimo e ci vedo da entrambi gli occhi! Max si allargò nelle labbra. Era un pirata davvero forte e in gamba. Shank strinse forte la mano della ragazza e gliela baciò. SHANK: E tu come ti sei procurata una simile bellezza? MAX: Oh, insomma! Smettila ti prego! Disse ridendo. SHANK: Ha ha ha ha! Nel frattempo sul ponte un gabbiano si posò sulla testa di Yasop che svegliandosi cercò di scacciarlo. YASOP: Ehi brutta bestiaccia! Vattene via, sciò! Mh? Addocchiò qualcosa…un’ isola? Sembrava di si…ma c’era qualcosa di strano… YASOP: Svelti! Tutti sul ponteeeee! SHANK E MAX: Eh? Tutti corsero sul ponte e Yasop indicò quello strano tratto di terra. MAX: Che strano! Non mi sembra un’isola… cosa sarà? SHANK: A me sembra proprio un’isola, solo… c’è qualcosa che non mi convince! Ben osservava con il suo cannocchiale e riusciva pian piano a capire. Quella era si un’ isola..ma era completamente distrutta…. La vegetazione era stata rasa al suolo e pareva disabitata. La nave passò in un varco che vi era tra due tratti di terra, l’isola era divisa a metà. MAX: Cosa sarà successo? E’ tutto distrutto…ho controllato su una carta nautica e questa doveva essere l’isola chiamata Sciaks! Esclamò guardandosi in giro la ragazza. SHANK: Evidentemente c’è stata una guerra o qualcosa di simile o forse..cosa più probabile è stata distrutta dai pirati! MAX: Non riesco a credere che abbiano potuto dividere un’isola a metà… BEN: Con i cannoni….si può fare! Shank si guardò intorno finchè non addocchiò qualcosa. Una bandiera rossa con un simbolo, un simbolo che lui conosceva molto bene…. MAX: Shank. Qualcosa non va? Come mai sei impallidito? Ti senti male? SHANK: Eh? Oh…no piccola! Sto bene…non ti preoccupare! Detto questo si ritirò nella sua cabina. Cosa gli era accaduto? Cosa aveva visto? Che quella bandiera nascondesse un particolare che solo lui sapeva? E soprattutto chi mai aveva potuto ridurre un’isola in quelle condizioni? Quale pirata può esserci riuscito? Che Shank lo conosca?

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Capitolo 13
*** Il ritorno di occhi di falco ***


CAPITOLO 13: Il ritorno di “occhi di falco” - Per tutto il pomeriggio Shank non disse una parola. Da quando erano passati in mezzo a quel covo distrutto non era più lo stesso. Le faceva male non sentire più le sue dolci parole, le sue attenzioni… ma ora toccava a lei fare lo stesso con lui. Dal ponte si avviù in corridoio dove lo incontrò. MAX: Ehi! SHANK: Ciao! Qualche problema? Le chiese sorridendo. Ecco. Quello era il vero Shank che a lei piaceva tanto. MAX: Veramente questo dovrei chiedertelo io! Cosa ti succede? E’ da quando siamo giunti all’isola Sciaks che non sei più lo stesso! Cosa hai visto? Lui scosse la testa e mantenne sembre quel sorriso che in quel momento era più falso che mai. SHANK: Niente! Assolutamente niente! E’ che mi è dispiaciuto vedere un’isola così sventrata…tutto qui! MAX: Non mentirmi! Lo capisco sai che c’è qualcosa che ti turba! Di che si tratta? Posso aiutarti? Lui le mise una mano sulla spala e la accompagnò nella sua cabina dove si sedettero sul letto. SHANK: E così te ne sei accorta eh? E’ solo che…ho visto…una cosa….nulla di particolare! MAX: Ma se ti turba così vuol dire che lo è! SHANK: Ti ricordi quella bandiera? Max annuì. Shank sospirò. SHANK: Il simbolo che c’era raffigurato su di essa è il jolly Roger di un mio vecchio conoscente! MAX: Conosciente amico o conosciente rivale? Shank strinse i pugni e digrignò i denti. SHANK: Non potrei mai diventare amico di un essere spregevole come lui! E’ un pirata senza scrupoli con il quale mi sono scontrato parecchie volte in passato! Vedendo quella bandiera mi ha fatto capire che è vicino! A giudicare dalle condizionio di quel covo, l’isola Sciaks è stata distrutta da poco! Maledetto! Lo detesto! Senza contare…che io conoscevo della gente su quell’isola! MAX: Sul serio? SHANK: Si! Delle brave persone e quel vigliacco ha distrutto l’isola! Max gli afferrò la mano e gliela strinse. MAX: Mi dispiace tanto Shank! Io non lo sapevo! Forse non avrei mai dovuto chiederti niente! Shank si allargò nella labbra. SHANK: Non ti preoccupare piccola! Eri preoccupata… ti ringrazio! Piccola…. Lui la chiamava quasi sempre così…. Già da un po’…non sapeva perché..ma lo adorava..adorava quel termine pronunciato da lui… adorava lui… SHANK: Max…. ti posso abbracciare? Lei diventò leggermente paonazza. Per quale motivo voleva abbracciarla? MAX: Mh! Va bene! Il giovane la avvolse tra le sue braccia e Max sentiva il petto caldo di lui… ma soprattutto.. sentiva il suo cuore battere. Quanto desiderava scaldarlo col suo…quanto le sarebbe piaciuto restare così per sempre.. SHANK: Max…. ti voglio bene! “Ti amo!” Voleva dirle in realtà, ma quelle parole riusciva a pronunciarle solo dentro di lui. MAX: Te ne voglio anch’io! Disse lei felice. Certo, se lui avesse detto di amarla probabilmente gli sarebbe saltata addosso catturandogli le labbra con un bacio, ma era già un buon inizio. Ma andiamo a curiosare in un altro angolino di quel mare. (eh eh… vi dispiace se interrompo la scena romantica vero? Sorry…. Nami) Occhi di falco navigava sulla sua barca con quell’aria da duro e con gli occhi dorati nascosti dal suo grosso cappello. Era diretto su un’isoletta piccola nei dintorni che ironia della sorte, era la stessa prossima destinazione di Shank il rosso. Lo spadaccino voleva trovare qualcosa per limare il suo pugnale e forma di croce che portava sempre al collo. Con tutti quei combattimenti, in cui era sempre uscito vincitore e senza un minimo graffio ed un minimo di fatica, sii era un po’ scheggiato in quanto riusciva a stendere i suoi avversari solo con un banalissimo coltellino. Arrivò al porto dell’isola dove sistemò la sua barca. Scendendo a terra incuteva nervosismo nella gente, vedendo quell’aria cupa, quella spadona dietro alla schiena… MIHAWK: Che avete da guardare? Su, tornate a fare le vostre cose! Tutti intimoriti si allontanarono mentre lo spadaccino si avviò al villaggio. SHANK: Ehi Max! Ci avviciniamo a un’isola! Che facciamo? Chiese il pirata dai capelli color fuoco. MAX: Si scende no? Non avevi appena finito di dire che bisognava fare rifornimento? SHANK: Si ma…. Sai cosa voglio dire Max! MAX: Certo manon ti preoccupare! Starò attenta questa volta! Gli fece l’occhiolino. SHANK: Sei sicura? Max se non te la senti… MAX: Ti ho detto che sto bene! E poi ci sarai tu con me no? Shank annuì con un largo sorriso. SHANK: Sempre! Ci sarò sempre! MAX: Mpf! I due si appoggiarono al parapetto e osservarono l’ isola che si avvicinava. Shank temeva che Max potesse di nuovo essere riconosciuta e sperava non ci fosse niente e nessuno da salvare, sapeva che lei si sarebbe gettata in aiuto del prossimo e le avrebbe potuto costare la libertà per davvero questa volta. No, non poteva permetterlo. Lui l’avrebbe protetta, le sarebbe stato vicino questa volta, perché ora che si era reso conto di essere innamorato di lei voleva stare al suo fianco. MAX: Cos’è quella faccia? Se sei nervoso per me ti conviene smetterla! Ti ho già detto che non devi preoccuparti! SHANK: Si, lo so! Ero solo pensieroso, tutto qui! Lei lo guardò storto. MAX: Davvero? Shank la abbracciò da dietro. SHANK: Si, anche perché dovranno passare su di me per catturarti! Max sorrise e gli prese le braccia appoggiando la testa su di lui. Si sentivano sempre benissimo quando stavano abbracciati, stretti l’uno all’altra, si sentivano felici, vivi. La nave approdò e Yasop fece scendere la bandiera affinchè nessuno si spaventasse. BEN: Capo, per quanto pensi di fermarti? SHANK: Non saprei, il tempo necessario per rifornirci di provviste…. E magari per mettere qualcosa nello stomaco! BEN: Ecco, vedete di fare la fine dell’altra volta! MAX: Ehi! L’altra volta era entrato uno squilibrito che voleva rubare l’incasso del ristorante! Ben osservava Max maliziosamente. Ormai aveva capito che tipo era, la classica ragazza in grado di mettersi facilmente nei guai. L’ancora fu buttata in mare e la ciurma scese dalla nave. Nonostante la bandiera nera con il teschio fosse stata ben nascosta, i passanti che li vedevano avevano comunque una punta di ansia. Non erano vestiti come gente normale…. Shank con un lungo mantello nero…Max con una giacca, un cappuccio e un paio di occhiali di sole (che caldo mamma!!!!! Io sto schiattando solo in maglietta senza maniche e pantaloncini… n.d. Nami) , per non parlare degli altri componenti della ciurma con pancere e pistole o spade alla cintola… SHANK: : Ehi dolcezza! Ti va di venire con me in un certo posto? Chiese a Max mettendole una mano intorno alla vita. SHANK: Voi andate pure a spassarvela ragazzi! Avanti! Intimò i suoi a sloggiare per rimanere da solo con la ragazza. Ben sorrise, Yasop fece lo stesso e sceherzosamente scosse la testa. Gli altri erano un po’ gelosi, anche Lucky. Shank riusciva sempre in un modo o nell’altro a rimanere da solo con quell’angelo meraviglioso. MAX: Poverini! Sei sempre così cinico con i tuoi uomini… SHANK: Beh…il fatto è che non posso stare tranquillo con te se ci sono anche loro! MAX: Ma esattamente dov’è che mi devi portare? SHANK: A fare acquisti bambolina! Max lo guardava con aria interrogativa. Vedeva che Shank cercava qualcosa con lo sguardo finchè non addocchiò quello che cercava. SHANK: Ah ecco! Vuoi seguirmi mia principessa? Disse lui tirandola in un negozio di abbigliamento tenendola per una mano. MAX: Ma si può sapere che hai in mente? SHANK: Beh… ti ho portato in un negozio di abbigliamento, quindi non immagini che avrei intenzione di farti provare qualche bel vestito? La ragazza assunse un’aria impaurita. Gli afferò il braccio e lo tirò leggermente verso di lei sussurrandogli nell’orecchio. MAX: Ma sei pazzo? Così mi riconosceranno! SHANK: Sta tranquilla piccola! Ho tutto sotto controllo! Basta che quando entri nella cabina ti metterai questo cappelo e dovrai anche tenere su gli occhiali! Per il resto non c’è problema! Prese un cappello semplice un po’ tipo quello che aveva lui una volta (una volta, vi spiego poi perché… n.d. Nami), con un nastrino rosa che lo circondava anche se non era fatto di paglia. COMMESSA: Buon giorno! Desiderate? SHANK: Vorrei vedere i migliori abiti che avete per questa deliziosa signorina! La donna osservò Max un po’ imbarazzata e vedendo una tizia incappucciata con gli occhi nascosti dietro ad un paio di occhiali scuri rimase un po’ perplessa. COMMESSA: Subito…. Lì ci sono i nostri migliori articoli. SHANK: Io proverei questi! Senta, posso appoggiare il mio mantello da qualche parte? La donna gli prese il mantello e lo posò sul tavolo. MAX:Ma… ma…tutti questi? Esclamò facendo spuntare la testa da una pigna di abiti. SHANK: Avanti tesoro! Non c’è fretta tanto, no? Io rimango qui ad aspettarti! La ragazza entrò nella cabina e tirò la tenda. Subito si tolse la giacca col cappuccio e lo appese, indossò il cappello e subito iniziò a sfilarsi i vestiti. COMMESSA: Allora emm…. Lei è la sua fidanzata? SHANK: No… diciamo solo che sta con me…. COMMOSSA: Come… sta con lei ma non è la sua donna? SHANK: E’ un po’ difficile da spiegare sa? Max ritirò la tenda e uscì con una maglietta aderente rossa e una gonna corta fino alle ginocchia dello stesso colore, con in testa il cappello e gli occhiali da sole sugli occhi. MAX: Mah…. Di questo che ne pensi? Shank si mise una mano sul mento. SHANK: Però…niente male, sai piccola? Ti stanno benissimo! Prova anche gli altri! COMMESSA: Sta benissimo! (se solo la vedessi in faccia però potrei capire di più….) La ragazza rientrò nella cabina chiudendola con la tenda e provò un altro abito. Un vestito scollato color azzurro lungo fino a sopra le ginocchia. Poco dopo, la ragazza aveva provato parecchi capi di vestiario e uscì con l’ultimo; dei lunghi pantaloni stretch (non sono sicura che si scriva così.. ‘_____’ ) neri, un paio di stivaletti col tacco dello stesso colore, una maglietta bianca senza maniche. SHANK: Sei uno schianto bellezza! Signorina prendo tutto! MAX: Cosa? Tutti questi vestiti? E’ uno scherzo? SHANK: No, mia cara! Signorina, le prepari i sacchi! La commessa ripiegò attentamente gli abiti ed iniziò a riporli nei sacchetti. MAX: Ma no! Non me li posso permettere! Esclamò la ragazza mettendosi una mano in tasca per sentire quanti soldi aveva. SHANK: Tranquilla! Quando sei con me pago io! (ho preso spunto da un numero di Xme) La ragazza rimase incredula. Lui voleva davvero comprarle tutti quei vestiti? Perché? I due uscirono dal negozio. Max teneva due sacchi e Shank altri tre. MAX: Perché? Il rossino si girò verso di lei col suo solito sorriso dolce. SHANK: Perché cosa? MAX: Perché mi hai comprato tutta questa roba? SHANK: Beh, perché per me è un onore avere una pupa da sballo sulla mia nave, soprattutto se è ben vestita! Purtroppo non hai avuto occasione di portarti il cambio a bordo! MAX: Senti, smettila una buona volta! Voglio sapere perché hai pagato tu! Hai speso una fortuna! Ah, ma te li restituisco, stanne certo! Il pirata si fermò e con il braccio libero mise la mano sul suo capo coperto dal cappello. SHANK: Ti ho detto che quando sei con me paga il sottoscritto! E’ il mio modo di ringraziarti! MAX: Ma ringraziarmi per cosa? Io non ho fatto niente! SHANK: Beh… voglio ringraziarti per la tua magica presenza sulla mia nave! Vogliamo andare? La ragazza scosse la testa in segno di dissenzio, dopodichè scoppiò in una risata fragorosa. MAX: Ha ha ha ha! Sei davvero incorreggibile Shank! Ha ha ha ha! Il ragazzo la prese per mano. SHANK: Dai! Andiamo a spassarcela! Come stavano bene insieme! Si sentivano liberi di parlare, liberi di ridere di gusto. MAX: Comunque ti ridò tutti i soldi! Ho deciso! SHANK: Si…certo! MAX: DICO DAVVERO! SHANK: Ma non mi interessa! Max lo guardò storto. Era chiaro che o accettava i soldi o sarebbero iniziati i guai per lui. Il rossino rise divertito finchè non la avvicinò a sé e le diede un bacio sulla guancia. Poi mentre lei lo guardava sorpresa lui fece l’occhiolino e mise un dito indice davanti alle labbra sorridenti per convincerla a non fare domande. Passò il tempo. Pareva tutto tranquillo. D’un tratto Max andò a sbattere con la spalla contro qualcuno. MAX: Oh… mi scusi! SHANK: Eh? Ehi! E tu cosa ci fai qui? Chiese Shank all’uomo che la ragazza aveva “investito” MIHAWK: Questo dovrei chiederlo a te! Quindi tu saresti…. La ragazza! Max levò leggermente gli occhiali e sorridendo gli fece un occhiolino. MIHAWK: Attenta a non metterti nei guai! Non mi va di correre di nuovo in tuo aiuto! SHANK: Stai tranquillo, ci penserei io! Non crearti problemi anche quando non ce ne sono! Lo spadaccino rimase in silenzio. MAX: Ho un’idea! Perché non stai un po’ con noi? Te ne stai sempre solo… non ti annoi? SHANK: Giusto! Dai, vieni a farti un goccetto con noi al bar! MIHAWK: Ma…veramente io…. MAX: Eddai! Smettila di essere così teso e scorbutico! Andiamo! La ragazza lo prese sotto braccio e lo trascinò con i due mentre Shank rideva sotto i baffi! Mihawk era letteralmente senza parole. “Che strana ragazza!” Pensò. I tre entrarono in una locanda dove ordinarono da bere (Max dell’acqua in quanto non intendeva ubriacarsi di nuovo). SHANK: Due bottiglie di vino cameriere per favore! CAMERIERE: Subito signori! Mihawk si mise una mano davanti alla faccia. Tu guarda come era caduto in basso, farsi trascinare da una donna in un bar per bere un goccio. Il cameriere portò le bottiglie e i bicchieri. Shank versò da bere a occhi di falco che rimase col bicchiere in mano a osservare le increspature che il liquido formava. SHANK; Su! Manda giù tutto d’un fiato! Esclamò il pirata cominciando a imbottirsi di vino. Lo spadaccino mandò giù mentre Shank non la smetteva di versarsi del vino. Dopo circa tre quarti d’ora il ragazzo dai capelli rossi era completamente fuori di sé, tanto per cambiare. Mihawk cercava di convincerlo a smettere di versargli da bere ma non c’era niente da fare, il rosso lo costringeva a bere mentre delle striscioline rosse iniziarono a comparire sulle sue guance. MAX: Ha ha ha ha ha ha! Oh Shank! Non lo vedi che è stufo di bere? Poverino, lascialo in pace! SHANK: Oh eddai! Divertitevi ragazzi! E tu Mihawk, non essere rigido come una mummia! Tutti li guardavano perplessivmente e alcuni, stufi di quel pazzo ubriaco uscirono dalla locanda. Mihawk posava spesso gli occhi su Max che rideva divertita. Era convinto che lei sapesse solo essere scorbutica e non aveva idea di come fosse il suo vero sorriso. Appariva dolce in quel momento, e pensandoci non era mai stato in compagnia di una bella donna.

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Capitolo 14
*** Imparando a conoscerti ***


CAPITOLO 14: Imparando a conoscerti - Uscendo dal locale Mihawk continuava a singhiozzare anche se non era poi tanto ubriaco… al contrario di Shank che invece era completamente andato. SHANK: Ha ha ha ha! Forza ragazzi! Andiamo a farci un altro goccio! Ha ha ha! MAX: No! Andiamo a cercare gli altri, facciamo rifornimento e torniamo sulla nave! Disse lei cercando di tenerlo fermo in quanto barcollava in continuazione. SHAK: Eddai piccola! Divertiamoci un altro po’! Occhi di falco voleva sprofondare dalla vergogna. Tutti i passanti si girarono a guardare quel ragazzo dai capelli rossi che urlava in mezzo alla strada da pazzo ubriaco. Poco dopo sbucò Ben con un sacco pieno di provviste. Vedendo Shank in quelle condizioni comprese che l’unica soluzione era quella di riportarlo a bordo della nave e subito prima che cominciasse a dare di stomaco in mezzo alla gente, non sarebbe stato un bello spettacolo…. SHANK: No! Io ho voglia di divertirmi ancora un po’! MAX: Su, dai tesoro, fai il bravo! Disse lei con un falso sorriso e con una grossa gocciolona che pendeva sulla testa. MAX: E tu occhi di falco? Cosa pensi di fare? MIHAWK: Come? MAX: Beh… dato che finiamo sempre per incontrarci perché a questo punto non vieni con noi? MIHAWK: Non posso lasciare qui la mia barca! MAX: Beh? Basta che la leghi! Ci sono delle corde, legavano la scialuppa prima che la perdessimo a causa della tepesta! Occhi di falco rimase privo di parole ed iniziò a pensare. Viaggiare con uno scapestrato come Shank? Che non faceva che bere in continuazine? E avrebbe dovuto restare con quella donna così scatenata e così…. Strana? Beh.. se davvero stavano seguendo la stessa rotta avrebbero comunque finito per incontrarsi di nuovo prima o dopo quindi tanto valeva. Occhi di falco girò il capo dall’altra parte e con sguardo serio diede la risposta. MIHAWK: Va bene! MAX: Mi fa piacere che vieni con noi! Sorrise lei. Perché gli sorrideva così? D’altra parte non lo conosceva neanche! Quante volte lo aveva visto in tutto? Quella era la terza se ben contava…. Eppure lei gli sorrideva. Era strano ma gli piaceva quel sorriso. Non sapeva perché…. Ma lo attirava. Forse per il fatto che non sapeva cosa volesse dire sorridere in quanto non aveva mai mostrato un vero sorriso. I suoi erano sempre ghigni o sorrisetti maliziosi. Mai riso di felicità, di gioia, mai in vita sua. Così giunsero al porto. Mihawk portò la sua barca alla nave e con l’aiuto di Ben e Yasop la legò ben stretta con le corde che pendevano da essa. La scialuppa che esse tenevano si era dispersa in mare durante il temporale. Subito dopo il viaggio proseguì. Occhi di falco se ne stava in un angolino sul ponte appoggiato al parapetto per assicurarsi che la sua adorata barca non si staccasse dalle corde. Shank era dall’altra parte del ponte a liberare lo stomaco completamente verde in faccia mentre Ben e Yasop gli stavano vicino per evitare di farlo cadere a terra sbronzo com’era…certo che quello che vedevano non era un bello spettacolo e cercavano in tutti i modi di voltarsi dall’altra parte ma tra poco anche loro avrebbero dato di stomaco. Ma torniamo dall’altra parte della nave senza allargare il discorso… Mihawk scattava ogni volta che sentiva un minimo rumore dalla corde come se stessero per spezzarsi da un momento all’altro. D’un tratto sentì battersi sulla spalla. Si voltò e vide Max . MAX: Ehi! Che fai qui tutto solo? MIHAWK: Mh! Niente! Io non amo la compagnia! MAX: Ah. E ti dispiace se sto un po’ qui? Lui la guardò in silenzio per un attimo con quegli occhi penetranti gialli e taglienti come un falco, poi diede la risposta riportando lo sguardo sulla barca. MIHAWK: No, fa pure! Per circa dieci minuti occhi di falco non disse una parola. Che uomo scontroso che era pensava Max. Poi però stranamente Mihawk decise di interompere il silenzio. MIHAWK: Com’è che non sei col tuo pirata? Di solito siete sempre appiccicati! MAX: Beh vedi… Rise la ragazza. MAX: Shank si sente male per le bevute che si è fatto e…. credo sia dall’altra parte della nave e… capirai benissimo se ti dico che non oso andarci per non vedere uno spettacolo disgustoso! Mihawk si fece strappare un ghigno. Che strano ragazzo che era quel pirata! Nonostante sapeva di stare male ogni volta che si ubriacava beveva sempre come una spugna! MAX: Oh finalmente! MIHAWK: Cosa? MAX: Hai riso! Da quando ti ho incontrato non ti ho mai visto sorridere! Mi spieghi come mai sei sempre così cupo? Mihawk la osservò fulminandola con i suoi occhi dorati. MIHAWK: Niente! Disse lui tranquillamente. Come miente? Era tutto quello che sapeva dire? Allora era così perché il suo carattere era fatto in quel modo? Bah…gli uomini…valli a capire…. MAX: Capisco…. Occhi di falco la vide appoggiarsi al parapetto e osservare l’orizzonte. Il vento che soffiava leggero le faceva muovere i bei capelli mossi di uno scuro castano (non fateci caso, a me piacciono i capelli castani..forse anche perché ce li ho anche io…. N.d. Nami ^___^’ ) e i suoi occhi scuri brillavano alla luce del sole che illuminava il mondo intorno a loro. Non c’era che dire, Max era veramente uno schianto di ragazza, nemmeno lo stesso Mihawk ne aveva viste di donne come lei…forse perché non era stato molto attento in quanto non gli aveva mai sfiorato il pensiero di trovarsi una compagna. Lui sosteneva sempre che da soli si stava meglio e quindi di conseguenza non gli interessava corteggiare le donne. Lui si divertiva anche così, a piegare gli avversari con il suo pugnale e incutere terrore alla gente solo mostrando la sua bella spadona nera che portava dietro alla schiena. Gli piaceva pavoneggiarsi, atteggiarsi da numero uno in ogni occasione, non perdeva tempo a deridere gli sfidanti e a umiliarli senza il minimo scrupolo. Lui era il re degli spadaccini e nessuno sarebbe mai riuscito a batterlo (invece il mio adorato Zoro ti batterà caro mio ha ha ha ha! …..emm…scusate…un mio piccolo sfogo…. Nami) però.. in quel momento provava qualcosa. Sentiva che non poteva fare a meno di guardare quella ragazza … perché? E poi ripensandoci.. per quanto scontroso fosse stato… poco prima sull’isola si era divertito almeno un pochino con lei e Shank….. che gli prendeva? Da quando il divertimento per lui era dato da una simile cosa? Bere controvoglia con un pirata ubriacone e una donna… era chiaro, tutto quel vino gli aveva dato alla testa, sembrava impazzito. Si mise una mano sulla fronte, scosse la testa e tornò con il pensiero alla sua barca. Un attimo dopo una voce fece sussultare i due. SHANK: Ehi ragazzi! Cosa fate qui da soli? Max e occhi di falco si voltarono verso il pirata sostenuto da Ben e Yasop con una faccia color verde misto a blu. MIHAWK: Hai un aspetto terribile! Secondo me faresti meglio a riposare! SHANK: E smettila di comandare occhi di falco! Gridò ancora completamente ubraco. SHANK: Piuttosto, mi spieghi cosa fai con il mio angelo? Esclamò afferrando Max per una spalla e avvicinandola sé. MIHAWK: Veramente non sto facendo niente! SHANK: Si certo! Senti, capisco che non puoi resistere davanti a uno schianto simile ma vedi di tenere a posto quelle mani! Max cercava di staccarsi dal pirata per l’imbarazzo. MIHAWK: Ma se non l’ho neppure sfiorata! E’ inutile, sei ancora ubriaco! SHANK: Ti sbagli, non lo sono affatto! La ragazza prese in mano la situazione. MAX: Si ok… adesso vieni con me, dai! Lo trascinò con sé passando davanti a Ben e Yasop seduti sul ponte con una mano davanti alla bocca. Mihawk osservò la scena, Shank si era davvero attaccato troppo a lei sotto il suo parere. SHANK: Ehi, dove mi porti? MAX: A letto! SHANK: Oh..capisco! Certo che se volevi tanto farlo potevi anche dirmelo! La ragazza spalancò la porta della cabina del rossino, lo buttò sul letto ed incrociò le braccia al petto. MAX: Adesso stai buono e cerca di dormire! Con tutto quello che hai bevuto non ti rendi più nemmeno conto di quello che dici! SHANK: Ha ha ha ha! Ma io non ho voglia di dormire! Al contrario ho un desiderio irrefrenabile di…. MAX: Non pensarci nemmeno! Su, buon riposo! Sorrise lei ed uscì dalla stanza. Certo, quel ragazzo era bello, dolce e gentile quanto voleva però,,,ogni volta che toccava un goccio di alcolico perdeva completamente la ragione e si comportava come un pervertito…però… ridacchiò lei, lo amava da morire…. La ragazza ritornò sul ponte. MIHAWK: Allora? Si è addormentato? MAX: Penso di si.. speriamo che la sbornia gli passi in fretta! MIHAWK: Gli sei affezionata non è vero? Max lo guardò stupita. Era così chiaro? MIHAWK: Dal modo in cui ti comporti nei suoi confronti deduco che non ti è indifferente! MAX: Ah.beh.. dal momento che lui si prende sempre cura di me….. ho pensato che fosse giusto fare lo stesso con lui se aveva bisogno di cure…. Disse lei diventando leggermente paonazzo sulle guance e voltando lo sgardo dalla parte opposta. MIHAWK: Mh…… Ochi di falco non sembrava molto convinto. Dopo circa un’ora Max entrò nella stanza di Shank che dormiva beatamente. Quant’era bello….. così sereno e tranquillo…. La ragazza si sedette sul letto accanto a lui e lo guardò. Per un attimo fu tentata ad accarezzare i suoi bei capelli rossi ma gli sfiorò solamente i ciuffi che ricadevano sul suo viso lineare contenendosi. Subito Shank mosse il capo e fece un verso come se stesse per svegliarsi. Infatti aprì lentamente gli occhi e si ritrovò una figura davanti… una figura che si fece sempre più nitida e il viso di Max divenne chiaro… Lei era lì, accanto a lui che gli sorrideva.un sorriso dolcissimo…forse uno dei più belli che lei avesse mai mostrato. MAX: Ciao! SHANK: Ehi! MAX: Come va la sbornia? Il pirata alzò lo sguardo al soffitto. SHANK: Beh… se la stanza la smettesse di girare forse mi sentirei meglio! MAX: Mpf! Visto? Così impari a bere sempre in quel modo! Va bene un bicchiere o due ma tu esageri! Non lo reggi l’alcool e ogni volta stai male, ma non ti stanchi? Rise lei maliziosamente. SHANK: Di stare male si… di bere no! Non posso farci niente..mi piace! Max scosse la testa in segno di dissenzio. MAX: Peggio per te! Se vuoi continuare a vederti la stanza roteare fa pure.affari tuoi! Shank le prese la mano. SHANK: Sei davvero gentile a preoccuparti! MAX: Beh..lo fai anche tu con me, no? Shank allargò di più le labbra. SHANK: Forse sono troppo protettivo….. MAX: No affatto! Anzi! Mi fa piacere! Mai nessuno lo era stato nei miei confronti! E’ una novità! Ne sono felice! SHANK: Meno male. Senti piccola.. me la daresti una mano ad alzarmi? La ragazza ridacchiò, si alzò in piedi e dopo aver afferrato Shank per un braccio lo tirò verso di sé e il ragazzo si appoggiò a lei . BEN: Oh ciao capo! Dormito bene? Hai l’aria ancora sciupata però! SHANK: Chiudi il becco! Esclamò sedendosi sul ponte. LUCKY: Ehi ragazzi! Perché non peschiamo? Così stasera ci faremo un lauto banchetto! Ci fu un grido generale di approvazione. Poco dopo Yasop tornò con canne e lenze e tutti si misero a pescare. YASOP: Dai occhi di falco! Divertiti anche tu con noi! E gli lanciò una canna da pesca. Perché doveva pescare? Se ne stava così bene a guardare l’orizzonte in pace… una canna da pesca… la stringeva in mano e la fissava…praticamente non sapeva nemmeno dove impugnarla…. Non aveva mai pescato in vita sua…perché avrebbe dovuto cominciare adesso? Lo trovava noioso… MAX: Guarda che la lenza la devi lanciare non tenerla in mano! Esclamò una dolce voce alle sue spalle. Max vedendo che se ne stava immobile come un baccalà aveva pensato di smuoverlo un po’. MIHAWK: Si…certo…. Silenzio. MAX: Mpf! Ho capito, non hai mai pescato! Aspetta, ti do una mano io ! La ragazza gli andò vicino e afferrò le sue braccia. Mihawk sentiva il suo dolce profumo e rimase rigido. MAX: Eddai, sciogli un po’ queste braccia! D’accordo che sei abituato a combattere con la spada ma…. Dovresti anche rilassarti ogni tanto! Allora, devi portare la canna dietro la schiena e poi… lanciare! E lo aiutò a scagliare la lenza con l’esca in mare. MAX: E ora siediti! Gli disse mettendogli le mani sulle spalle e lo fece sedere violentemente a terra. Per tutto il tempo Mihawk era stato con lo sguardo imbronciato sulla lenza che oscillava in acqua mentre tutti si divertivano ad estrarre un pesce dopo l’altro…lui non riusciva a pescarne neanche uno. MAX: Ha ha ha ha ha! Si vede che non hai mai impugnato una canna da pesca! MIHAWK: …… Io non ho tempo da perdere con queste sciocchezze! Ehi… adesso perché la lenza si muove e tira? MAX: Hai pescato qualcosa! Dai tira la canna! Mihawk si alzò in piedi e cercò di tirare la lenza ma senza successo. Il pesce che aveva abboccato doveva essere enorme. MIHAWK: Accidenti, non ci riesco! MAX: Aspetta, ti do una mano! La ragazza lo afferrò per la vita e in quel momento Mihawk si sentì imbarazzato. I due tentarono di estrarre il pesce dalle acque ma dovettero accorrere anche Ben e Yasop seguiti dagli altri. Tirarono tutti con forza e alla fine riuscirono a portarlo sulla nave. Era un pesce grossissimo, quella sera avrebbero fatto una deliziosa cenetta a base di pesce. MIHAWK: Uff! E’ andata finalmente? MAX: Così sembra! Accidenti! Hai ancora molto da imparare sai? MIHAWK: Come se me ne importasse! MAX: Ha ha ha ha ha ha ha ha! Shank era seduto con la schiena appoggiata alla ringhiera di legno e osservava la scena. Si divertiva a vedere occhi di falco cadere così in basso, poi… posò lo sguardo su Max. La vedeva ridere di gusto con Mihawk, come faceva con lui…… cos’era quella sensazione che lo pervadeva? Non l’aveva mai provata. Forse si trattava di gelosia? Si. In quanto Shank era innamorato di lei, vederla ridere e scherzare con un altro non gli piaceva. Max notò il rossino che la guardava e si girò verso di lui. Shank si allargò nelle labbra e Max fece lo stesso. Poi il pirata si sollevò da terra e si diresse verso la porta e scomparì dietro essa. Cos’era quello sguardo che Max aveva notato in un attimo? Sembrava come… triste… per quale motivo? Prima le sorride e un attimo dopo fa quella faccia triste. Max pensò di indagare. Si allontanò dal ponte con lo sguardo di Mihawk addosso. Lo spadaccino capì immediatamente che stava andando da Shank. Il rossino si era disteso sul letto con lo sguardo sul soffitto. D’un tratto la sbornia gli era passata.. poi sentì bussare alla porta. SHANK: Si? MAX: Sono io! Posso? Shank ripensò al sorriso che aveva con Mihawk. SHANK: No! Voglio dormire! La ragazza rimase sorpresa. Non le aveva mai parlato con quel tono. Inoltre per quale motivo doveva essere arrabbiato con lei? Le aveva sorriso pochi secondi prima e ora… la trattava freddamente…vallo a capire. MAX: Ti prego è solo per un momento! Ce l’hai con me? Perché Shank? Cosa ti ho fatto? Già. Cosa gli aveva fatto? Proprio niente. Forse aveva esagerato. Il fatto che fosse geloso non lo giustificava. Poverina… rischiava di ferirla col suo comportamento sciocco. Il pirata aprì la porta. Max aveva un’aria piuttosto ansiosa e triste. Aveva paura che lui fosse arrabbiato per qualche oscuro motivo. Shank le sorrise normalmente come se niente fosse. Poi le mise una mano sul capo. SHANK: No, tranquilla dolcezza! Non sono arrabbiato con te! Perdonami se sono stato sgarbato! Dai piccola, entra! Max sorrise. Non ce l’aveva con lei… che solievo. MAX: Senti….stai bene? Perché prima…mi sei sembrato strano…. SHANK: Strano in che senso? MAX: Ecco…. Triste… L’aveva notato? Max se ne era accorta? Come? SHANK: No, era solo… stanchezza! Tutto bene! MAX: Sicuro? SHANK: Certo! Silenzio. Lei non era convinta. Forse però cominciava a capire. Era così quando l’ aveva vista ridere con Mihawk…che fosse geloso? No…impossibile. MAX: Beh… allora… ti lascio dormire! Come va la sbornia? SHANK: Meglio! Grazie! La ragazza annuì come per dire “Bene!” Poi uscì dalla stanza. Forse Shank non doveva pensare che tra quei due potesse nascere qualcosa, in fondo Mihawk era un uomo solitario che pensava solo a sé stesso e a piegare gli avversari, mentre Max di sicuro non avrebbe mai potuto innamorarsi di uno come lui. In fondo lo conosceva da poco, lo aveva visto si e no tre volte al massimo mentre con Shank ci era stata per giorni e notte intere… sulla stessa nave a ridere e scherzare insieme… e poi…. Lei era sempre così premurosa con lui…. magari poteva anche amarlo. A quel pensiero Shank ridacchiò. Nel frattempo Max tornò sul ponte e Mihawk non c’era. MAX: Ehi ma… e occhi di falco? BEN: Credo sia andato a riposare! La ragazza si diresse verso la cambusa per bere qualcosa e trovò occhi di falco che beveva una lattina di birra. MAX: Oh…allora sei qui! MIHAWK: Già! Mi cercavi? Chiese lui serio. MAX: Beh no ma non ti ho più visto… MIHAWK: Mh…. Mamma mia, ma non sorrideva proprio mai quello… però era simpatico in fondo. La ragazza iniziò a sorseggiare dell’acqua. MIHAWK: Sei innamorata di Shank? Chiese con estrema naturalezza e subito la ragazza sputò tutta l’acqua. MAX: Cosa? Ma che ti salta in mente? Come puoi fare certe domande così a cuor leggero? MIHAWK: Beh…io non vedo dove sta il problema! Certo. In fondo Mihawk non sapeva cos’era l’amore e non immaginava che domande come quella da lui appena rivolta a Max era imbarazzante. MAX: Beh…. Invece il problema c’è eccome! MIHAWK: Allora? Ne sei innamorata? MAX: mihawk ti prego! Mihawk… era la prima volta che lo chiamava per nome anziché col soprannome che tutti gli davano. Non sapeva perché ma gli faceva piacere. MAX: Comunque no! Non lo sono! Ti ho già spiegato il motivo per cui gli sto così vicino! Disse lei girata dall’altra parte parte per non fargli vedere che era paonazza. MIHAWK: Se lo dici tu! Per niente convinto lui. Perché se ne era uscito con una simile domanda? Perché quell’interrogativo così all’improvviso? Era così ovvio che amava Shank? Se così era doveva stare attenta a come si comportava. MAX: E tu? Cosa fai nella vita oltre che mettere in ginocchio gli avversari con la tua spada? MIHAWK: Viaggio! Silenzio. MAX: Ah… hai una meta precisa? MIHAWK: No! Silenzio. Certo che le sue risposte erano davvero complete…. Con lui si che era divertente sostenere una conversazione. MAX: E…. da quanto conosci Shank? MIHAWK: Da circa un anno! MAX: E come lo hai conosciuto? MIHAWK: Diciamo che già prima di incontrarlo avevo sentito parlare di lui ma… ci siamo conosciuti su un’isola! Un’isola…anche lei e Shank si erano incontrati su un’isola…per due volte. MAX: Qual è il rapporto che vi lega? Siete amici? MIHAWK: Non esattamente… diciamo solo che siamo conoscenti! MAX: Ah si? A me non sembra…. Andate molto d’accordo! MIHAWK: Si… ma io non lego con nessuno, è una regola fondamentale! MAX: Ma quale regola Mihawk! Non capisci? E’ sbagliato! Non puoi continuare a vivere la tua vita viaggiando da solo aspettando qualcuno che riesca a batterti per soffiarti il titolo di “re degli spadaccini”. Quando questo accadrà cambierai vita e allora cosa farai? Mihawk rimase in silenzio. Effettivamente quella era un’eventualità a cui mai aveva pensato, forse perché era convinto che nessuno lo avrebbe mai battuto! Ma se davvero in futuro incontrerà qualcuno in grado di sconfiggerlo (Zoro di sicuro, n.d. Nami ^____^) allora cosa avrebbe fatto? Di certo non avrebbe più potuto andare in giro tutto tranquillo e sicuro di sé come faceva sempre e allora dove sarebbe andato per nascondersi per l’umiliazione di aver perso il suo titolo? E soprattutto perché ogni volta che quella donna gli parlava gli smuoveva i pensieri che fino a quel momento erano nascosti? MAX: Sai, se si ha almeno una persona accanto si è felici! Perché non si è soli! Tu non ti senti triste a viaggiare senza nessuno? Non ti senti giù ad andare in giro senza nessuno che ti tenga compagnia mentre tutti ti temono? Avere amici non è una cosa brutta come pensi tu, sai? Avere un amico non significa perdere il proprio orgoglio! Gli sorrise. Perché d’un tratto pensava che aveva ragione? Qualche volta, nel vedere la gente ridere in compagnia lo faceva sentire diverso.. gli dispiaceva essere solo… solo ora lo capiva…. E tutto grazie a Max, quella ragazza così bella, così dolce, così determinata e forte nello stesso momento…. All’inizio pensava fosse solo una mocciosa, e poi l’aveva scambiata per una minorenne…. Ma ora che imparava a conoscerla…non era affatto una cattiva persona….. non era poi così male….

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Capitolo 15
*** Un vecchio rivale ***


CAPITOLO 15: Un vecchio rivale - Per tutta la notte occhi di falco pensò alle parole di Max. “Non ti senti solo a viaggiare senza compagnia? Non ti senti triste a stare senza qualcuno accanto mentre tutti ti temono?” Quelle parole rimbombavano nella sua testa e non riuscivano a uscire. Non si era mai sentito così. D’un tratto era come se tutto il suo coraggio e la sua determinazione… fossero scomparsi lasciando spazio ad una paura folle. Aveva paura di restare solo lo aveva sempre saputo dentro di sé. Ma essere uno spadaccino così pericoloso, così potente…purtroppo lo allontanava da tutti, ma Max e Shank erano gli unici che non lo avevano fatto! Forse lei aveva ragione anche su un’altra cosa e cioè che Shank era davvero suo amico. Quella mattina si alzò per primo e si sedette sul ponte a guardare l’orizzonte. Poco dopo fu raggiunto da Shank (pensavate da Max eh?…. Non mi va di essere prevedibile…! N.d. Nami) SHANK: Ehi buon giorno! Vedo che anche tu sei mattiniero eh? MIHAWK: Si, non dormo mai fino a tardi! SHANK: Senti, che avevi ieri sera? A cena mi sei sembrato pensieroso, come mai? MIHAWK: Nulla! Avevo sonno! SHANK: Ah…. Il pirata si sedette accanto all’amico. SHANK: Allora che te ne pare di Max? Lo spadaccino si girò lentamente verso di lui e lo vide soridente con gli occhi puntati sul mare dritto davanti a sé. MIHAWK: In che senso? SHANK: Nel senso cosa pensi di lei! E’ fantastica vero? Mihawk fece solo un verso leggero che quasi si disperse nell’aria senza neanche farsi sentire ma in realtà le sue labbra volevano aprirsi e far uscire un “Si” . Max era fantastica solo per avergli fatto capire quelle poche cose. Non capiva cosa gli stava succedendo ma da un po’ pensava solo a lei…. SHANK: Te l’avevo detto che era una donna particolare! E tu che volevi che la abbandonassi da qualche parte! Ha ha ha ha! Silenzio. Ma Mihawk non rideva proprio mai eh? MIHAWK: Lo dissi solo perché non ti creasse problemi ma a quanto pare a te va bene così! SHANK: Ma guarda che non mi crea affatto problemi anzi, tutt’altro! MIHAWK: Però è una ricercata e se la marina trova lei trova anche te e viceversa quindi… avresti dovuto lasciarla a se stessa ma in fondo.. capisco che si sentiva sola probabilmente! A viaggiare scappando da tutti, allontanata da tutti, forse soffriva! SHANK: Bravo! Non ti facevo così attento! MIHWK: Beh…l’ ho solo immaginato…. D’un tratto un grido fece sussultare tutti. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! SHANK: Oh mamma mia! Ma è Max! Cosa le sarà successo? Tutti si diressero verso la cabina della ragazza e spalancarono la porta. SHANK: Che cosa succede piccola? Perché hai urlato? Trovarono la ragazza con gli occhi sbarrati che digrignava i denti. Poi Max tremolando indicò con l’indice qualcosa sul muro. Era uno scarafaggio. SHANK: Pff! Ha ha ha ha ha! E tu avresti urlato soltanto per un insetto minuscolo? Ha ha ha! MAX: VISTO CHE FAI TANTO LO SPAVALDO PERCHE’ NON LO TOGLI? Gli chiese con le lacrime agli occhi. Il pirata si avvicinò e lo prese in mano. MAX: Oddio che schifo! Come ci riesci? Io faccio fatica solo a guardarlo! Bleah! SHANK: Oh, intendi da vicino? Ghignando glielo mise sotto al naso. MAX: Aaaaaaaaaah! No ti prego non sopporto gli insettiiii! SHANK: Ha ha ha ha ha ha! D’accordo, ho capito! Il pirata aprì la finestra e lo lanciò con forza fino a farlo cadere in mare. SHANK: Ecco, va meglio ora? Disse lui in tono sarcastico. SHANK: Certo che non riesco proprio a capire! Voi donne ogni volta che vedete un insetto vi mettete a gridare! MAX: Razza di insensibile! Gli insetti ci fanno schifo a me soprattutto! Non li sopporto, non li sopportoooooo! Gli rispose tirandogli dei pugni sul petto. SHANK: Ehi ehi! Calma! Non c’è bisogno di arrabbiarsi! Scusami dai! Max sospirò. Mihawk si mise una mano davanti alla bocca e uscì dalla cabina. Max lo notò. MAX: Eh? Dove vai? SHANK: Mh? Mihawk uscì sul ponte e fu raggiunto da Max. MAX: Che ti prende? MIHAWK: ……. MAX: Oh, parlo con te! L’uomo si girò verso di lei con le labbra coperte dalla mano. Restò per un attimo a guardarla finchè… MIHAWK: Uh… ha ha ha ha ha ha! Strano ma vero scoppiò in una risata fragorosa. Max rimase colpita, era strano vederlo ridere così. MAX: Ma che hai? MIHAWK: La tua faccia…. Per quell’insetto…. Era comica al massimo! Ha ha ha ha! MAX: EEEEEEEH? MIHAWK: Ha ha ha ha ha ha ha ha! MAX: ……..Ne hai ancora per molto? Mihawk tornò serio di colpo, guardò in silenzio la ragazza per poi riscoppiare. MIHAWK: Pff.. ha ha ha ha! Scusa ma…. Sei troppo buffa! MAX: Ehi brutto…. La ragazza alzò un braccio col pugno prendendolo per la giacca con l’altro. Rimase immobile e poi vedendo occhi di falco che quasi si puliva le lacrime dagli occhi rise anche lei. MAX: Ha ha ha ha ha! Veramente anche tu sei buffo! Sempre con quell’aria cupa dipinta sul volto.. è strano vederti ridere….ha ha ha! Mihawk diede dei colpettini leggeri sulla fronte della giovane burlamente. MIHAWK: Non prendermi in giro sai… Disse sorridendo. Shank era nascosto dietro la porta ad osservare la scena. Nonostante anche lui fosse sempre stato curioso di vedere Mihawk sorridere in quel momento non era per niente contento. Quei due sembravano stare bene insieme e questo turbava molto Shank. Durante la colazione il rossino non disse una parola e al contrario Max e Mihawk non la smettevano di chiacchierare, sembravano essere entrati in sintonia. Finito di mangiare Mihawk andò a controllare le corde che lagavano la sua barca (pompa funebre, sarebbe adatta per i funerali n.d. Nami) e strinse i nodi maggiormente. D’un tratto si sentì chiamare. SHANK: Ehi Mihawk! Puoi venire un momento con me? C’è una cosa di cui vorrei parlare! Occhi di falco lo osservava in silenzio. Aveva uno sguardo serio e sembrava avercela con lui per qualche cosa anche se pensandoci aveva intuito di cosa si trattava. I due andarono nella cabina di Shank. MIHAWK: Allora? Che vuoi? SHANK: Rispondimi sinceramente Mihawk! Cosa provi per Max? Ecco, sapeva che lei centrava in quell’argomento. MIHAWK: Beh…. Cosa provava? Non lo sapeva neanche lui….o forse si? MIHAWK: ….. E’ una brava ragazza! SHANK: Si infatti, è una brava ragazza! E poi? MIHAWK: E poi cosa? SHANK: Ti ho chiesto cosa provi per lei non che tipo di persona credi che sia! MIHAWK: Ho detto che penso sia una brava ragazza e stop! Non provo niente! Perché non era convinto quando disse quella frase? SHANK: Bene! Perché se è così allora lasciala in pace! C’era una vena minacciosa in quello che disse. MIHAWK: Che vuoi dire? Mica le metto le mani addosso e poi fino ad ora abbiamo solo parlato! SHANK: Certo ma a me sembra che tu le piaccia quindi… vedi di non approfittarne! MIHAWK: Proprio non riesco a capire! Dove vuoi arrivare pirata? SHANK: Io sono innamorato di lei! Si immaginava una risposta simile eppure… non capiva il motivo ma… non gli faceva per niente piacere. MIHAWK: Oh…bene! E allora diglielo! SHANK: Ma scherzi? Con che coraggio glielo dico? Non so come fare! Se lei dovesse rifiutarmi io… MIHAWK.: Non lo farà! Sono sicuro che ti ricambia! Disse con una nota di tristezza. SHANK: No…è impossibile! A me sembra come… attratta da te! MIHAWK: Ma figurati! SHANK: Comunque ti prego! Non portarmela via occhi di falco! Mihawk annuì e uscì dalla stanza. Shank si sedette sul letto e pensò a cosa doveva fare. Se non voleva che Mihawk se la prendesse doveva almeno tentare di conquistarla… se rimaneva con le mani in mano di sicuro lui si sarebbe arrabbiato sul serio. Però… se Max avesse dovuto respingerlo? Le cose non sarebbero più state le stesse tra loro e persino la loro amicizia si sarebbe distrutta. Si mise la testa tra le mani. SHANK: Cosa devo fare? MAX: Mihawk, hai visto Shank? MIHAWK: E’ nella sua stanza ma…. Forse è meglio se lo lasci solo, ha bisogno di restare in solitudine per un po’! MAX: Perché? MIHAWK: Dammi retta e resta qui! Le disse sedendosi in mezzo agli altri che bevevano e facevano festa. Perché Shank aveva bisogno di stare da solo? Cosa gli succedeva? Forse non si sentiva bene? In effetti… a tavola era strano e non disse una parola. Forse gli dava fastidio che lei parlasse in allegria con occhi di falco? Era geloso…. O magari… era solo perché la considerava una cara amica e temeva che lei si affezzionasse più a Mihawk che a lui? Non ci capiva più niente. Circa un’ora dopo Shank uscì dalla cabina e si diresse sul ponte e li vide tutti lì, anche Max e Mihawk, l’uno accanto all’altro. Che nervi. MAX: Oh, Shank! Che hai fatto per tutto questo tempo? Shank e Mihawk si scambiarono un’occhiata, poi il rossino aprì la porta ed entrò in cambusa. MAX: ……. Cos’aveva? Sembrava arrabbiato…ancora…. La ragazza si alzò e gli andò in contro. Mihawk non apprezzò quel gesto, si era sentito deluso, sperava che almeno per una volta lei non seguisse il rossino così in pena per lui. Ma perché? No, non poteva essere…. Non stava accadendo davvero… lui non poteva…. Non doveva ….. innamorarsi di lei. MAX: Shank, che cosa ti succede? In questi giorni sei strano! SHANK: Non ho niente sta tranquilla! Disse con tono serio. MAX: Invece non è così! Mi preoccupo perché non sei più tu! Sei sempre cupo, zitto, solo prima ti sei comportato come sempre, quando mi hai “salvata” da quello scarafagio…. Eri tu e… mi faceva sentire… bene…. Ora sei di nuovo chiuso in te stesso! Perché? Eri sempre così allegro e sorridente…. Invece quando sei con me come adesso per esempio…. Sembri arrabbiato! SHANK: Non è niente! E comunque chi ti credi di essere? Non pensi di essere un po’ egoista a pensare che il mio umore dipenda da te? A quella frase si morse la lingua. Ma che gli prendeva? Era impazzito? Perché prendersela con lei? Gli dava fastidio forse…che lei stesse molto con lo spadaccino anziché con lui come prima… si sentiva tradito. Ma quelle parole ferirono Max. MAX: Ha…hai ragione! Si…scusami…sono stata invadente! La ragazza si voltò e fece per andarsene ma Shank che capì di averle fatto del male cercò di fermarla. SHANK: Max! La afferrò per un braccio. SHANK: Scusa! Scusami piccola! Non so cosa mi sia preso io.. MAX: No, hai perfettamente ragione invece! Disse lei seccamente. SHANK: No dai…su dolcezza vieni qui! MAX: No, lasciami! Si divincolò per fargli lasciare la presa e uscì di corsa dirigendosi verso l’altro corridoio. Mihawk notò che aveva la mano sul viso, era successo qualcosa. Cosa le aveva detto quel pirata da strapazzo? Shank si sedette e stappò una bottiglia di vino. Ultimamente anche sotto consiglio della sua dolce Max aveva pensato seriamente di smettere di bere ma in quel momento pensava che voleva ubriacarsi e affogare i dispiaceri nell’alcool. Max si buttò sul letto e affondò la testa nel suo cuscino. Perché le aveva fatto questo? Si era appena resa conto di amarlo ancora di più poco prima, quando l’ha soccorsa nella sua camera…. E ora…. La trattava così… cosa aveva fatto di male? E cosa ben peggiore aveva cercato di farsi perdonare con un abbraccio. Una lacrima sgorgò dai suoi occhi e proprio in quell’istante qualcuno bussò alla porta. MAX: Vattene via Shank! La porta si aprì e Mihawk entrò. MIHAWK: Devo andarmene anch’io? MAX: Mihawk… perché sei qui? Chiese ascigandosi la lacrima. MIHAWK: Cos’è successo Max? Max… era la prima volta che la chiamava per nome… MAX: Niente! MIHAWK: Però stai piangendo! Disse lui porgendole un fazzoletto. MAX: E’ uno stupido! E lo sono anch’io! MIHAWK: Perché? MAX: Perché mi sono innamorata di uno come lui! Anche lei…anche lei amava lui… quindi era solo…. Il terzo in comodo. MIHAWK: E perché dici che sei sciocca? MAX: Perché lui non mi ama! Al contrario! Si è stancato di me! Era troppo bello per essere vero! MIHAWK: Ti sbagli! Disse amaramente lui. MIHAWK: Lui ti ama! MAX: Eh? MIHAWK: Me lo ha confessato proprio poco fa! MAX: Non ci credo! MIHAWK: Perché dovrei mentirti? “Anche se ti amo non me la sento di vederti così!” MAX: Ma allora…perché mi ha detto quelle cose cattive? MIHAWK: Perché crede che tu…. Sia attratta da me e…. si è sentito tradito, capisci? MAX: Ma… MIHAWK: Fidati di me! Io non me ne intendo ma… parlagli! Voi due siete fatti l’uno per l’altra! E si alzò dal letto uscendo dalla stanza. Davvero lui ricambiava i suoi sentimenti? Davvero Mihawk aveva ragione? Ma se così fosse stato allora…. Come si sarebbe dovuta comportare? Verso l’ora di pranzo la ragazza uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Shank entrò e quando vide la ragazza abbassò lo sguardo e si sedette più lontano possibile da lei. MAX: ….. La ragazza voleva a tutti i costi parlargli, capire, sapere…. Ma non ebbe neanche il coraggio per guardarlo in faccia. Ma cosa stava succedendo? Fino a poco tempo prima andavano d’accordissimo e stavano benissimo insieme… e adesso…. Non si parlavano neanche più. Mihawk diede una gomitata a Max per cercare di spronarla ma…. Fu inutile. Il pranzo proseguì in silenzio, Ben e tutto il resto della ciurma sentiva parecchia tensione nell’aria e nessuno aveva la minima intenzione di domandare agli interessati cosa accadeva, onoscevano il loro capo. Sembrava già abbastanza turbato e se loro si fossero impicciati li avrebbe urlato in faccia come un ossesso. Chissà... forse aveva litigato con Max.. Dopo mangiato la ragazza si appoggiò al parapetto sotto il leggero venticello e Shank non poteva fare altro che guardarla e pensare che l'’mava, la voleva, la desiderava, più di ogni altra cosa. Voleva stringerla a sé e sentire ancora il profumo dei sui splendidi capelli, voleva sfiorare quella pelle liscia e splendente, desiderava baciarla, toccare le sue labbra con le proprie, guardarla negli occhi e dirle quanto era innamorato di lei, ma sapeva che le cose non erano più come prima e probabilmente non lo sarebbero più state e tutto per cosa? Per il suo stupido orgoglio da pirata. Se solo non le avesse detto quella frase… “Non pensi di essere un po’ egoista a pensare che il mio umore dipenda da te?” Come gli si era formata una simile cosa nella testa? La aveva ferita, aveva ferito l’unica donna che avesse mai amato, il suo angelo, la sua “piccola” Max…… MIHAWK: Invece di stare lì impalato a fissarla perché non ti avvicini e cerchi di parlarle? Esclamò la voce possente dello spadaccino. SHANK: E come faccio? Non mi vuole neanche guardare! MIHAWK: Beh, fa qualcosa o le parlo io! Il rossino, pensò di fare come Mihawk diceva. Dato che era stato lui a fare la frittata ora doveva rimediare e chiederle scusa per “squocere” la situazione. Si avvicinò al parapetto e Max non si voltò a guardarlo neanche per un attimo. Sentì i suoi passi avvicinarsi e con la coda dell’occhio lo vide appoggiarsi accanto a lei. SHANK: .. Max… Cercò di attaccare il discorso… ma lei si voltò dall’altra parte stringendo i pugni, non voleva sentirlo. Lei sperava tanto che lui potesse ricambiarla…. E invece…. Era talmente esasperato di averla intorno che le rispondeva persino male. Il pirata capì che anche tentare di scusarsi sarebbe stato inutile in quel momento, lei non lo avrebbe ascoltato ma cercò comunque di farle capire che era sinceramente dispiaciuto per quanto le aveva detto. SHANK: Hai tutte le ragioni per avercela con me piccola! Ma sappi che in ogni caso, anche se c’è questa tensione tra noi io manterrò la mia promessa! Ti libererò dalla taglia che hai sulla testa! La ragazza non sapeva cosa pensare. Probabilmente diceva così solo perché voleva avere la coscienza a posto e non avere rimorsi in futuro. MAX: ..Non chiamarmi “piccola”! Gli disse freddamente. Nonostante le fosse sempre piaciuto essere chiamata così da lui, perché si sentiva protetta e soprattutto anche se poteva sembrare strano si sentiva sua, non sopportava in quel momento di essere chiamata così. Le sembrava di essere presa in giro, trattata come una bambina. Shank si rattristò ma Max non lo notò in quanto il suo sguardo era posato dall’altra parte. Così il rosso se ne andò, lasciando Max da sola sul ponte. Passò davanti a Mihawk senza dire una parola e si diresse verso la parte opposta della nave. Lo spadaccino si avvicinò alla donna. MIHAWK: Non è andata eh? MAX: No, non è andata! Che devo fare Mihawk? Non so più che pensare! MIHAWK: Secondo me devi seguire il mio consiglio! Parlagli dei tuoi sentimenti! La ragazza sorrise. Nonostante non ne avesse il dovere, lui la stava aiutando. MAX: Grazie! Non ti ho chiesto di starmi vicino ma tu lo stai facendo lo stesso! Che sorriso meraviglioso che mostrava. Mihawk rimase come incantato da quella dolce visione, era bellissima e soprattutto, quel sorriso splendido era per lui. Nessuno glielo aveva mai mostrato prima di quel momento. Di solito ciò che riceveva dalla gente erano solo occhiataccie di di odio e disapprovazione o di sfida e terrore. Non capiva come Shank potesse farla soffrire a quel modo. Passarono i giorni e le cose tra il pirata e la bella donna dalle doti del frutto del diavolo peggioravano sempre più e tutto solo per una semplice frase pronunciata in un attimo di gelosia. Se solo Shank non si fosse mai innamorato di lei, tutto ciò non sarebbe successo. In compenso la stava avvicinando sempre più a occhi di falco che la consolava al posto suo. Stava accandedno ciò che mai avrebbe desiderto che accadesse e che avrebbe tanto voluto evitare, Mihawk se la stava prendendo. Magari in un attimo di debolezza e di sconforto lei avrebbe anche potuto cadere fra le sue braccia…. Però non era detto che lui si comportasse in quel modo perché ne era innamorato. Si sentiva male. E anche arrabbiato. Sembrava quasi che Max avesse usato Shank quando più le faceva comodo e ora che lui l’aveva ferita non aveva intenzione di parlargli e preferiva stare con Mihawk. E magari se avesse litigato con lo spadaccino lei sarebbe corsa tra le sue braccia, era come se il rosso per lei fosse “la ruota di scorta”, della quale aveva usufruito quando si sentiva a terra per la storia della ricercata. Una mattina, circa verso le sette, Max si alzò. Si pettinò con cura, si infilò un paio di pantolini a pinocchietto e un top piuttosto scollato. Non avrebbe mai voluto indossare gli abiti che le aveva comprato Shank ma purtroppo di suo non aveva niente. Si stiracchiò e sbadigliò. Uscì dalla camera e la richiuse. Quando alzò lo sguardo vide Shank che si era fermato nel corridoio nel vederla uscire. Il pirata cercò di non guardarla troppo negli occhi e tirò dritto ma la ragazza pervasa da un dolore profondo per quella situazione cercò di fermarlo. MAX: Aspetta! Ti prego! Il ragazzo si fermò e non girò neanche il capo. MAX: Io…. È ora di risolvere questa storia, non credi? Shank si voltò verso di lei e sorrise come sempre. SHANK: Veramente questo dovrei dirlo io! Pensavo che fosse tu a non volere fare la pace! I due uscirono. SHANK: Mi dispiace! Scusa, non volevo dirti quelle cose! MAX: Non parliamone più anche se… mi hai ferito! SHANK: Lo so pi… Max! MAX: Senti, c’è una cosa che vorrei chiederti! Ecco…. Fece un respiro profondo e prese tutto il coraggio che aveva. MAX: Ecco…. Tu… sei innamorato di me? Shank sussultò. Perché gli faceva quella domanda? SHANK: Beh… Max…ma perché mi chiedi questo? MAX: Perché vorrei saperlo! Vedi, Mihawk dice che…. SHANK: Ancora Mihawk? E’ mai possibile che lui debba sempre c’ entrare con te? Disse lui irritato. MAX: Perché ti arrabbi così? SHANK: Perché in questo periodo non riesci proprio a fare a meno di lui! MAX: Ma allora lo vedi che sei geloso? SHANK: Sto solo dicendo che quando eri sconvolta per la taglia io ti facevo comodo! Ti piaceva essere consolata da me vero? Adesso invece da quando c’è Mihawk non fai che piangergli addosso! Mi rendo perfettamente conto che ce l’hai con me per quello che ti ho detto ma non è un buon motivo per stare con me quando ti fa comodo! Anche prima di litigare! Quando è salito su questa nave non hai fatto che stare con lui senza degnarmi di uno sguardo! Solo quando vedevi che ci rimanevo male venivi da me per metterti la coscienza a posto! MAX: Ma non è vero! Perché diceva quelle cose? Era lei a pensare che fosse lui ad essere meschino con lei perché era stanco di averla a bordo. SHANK: Se hai intenzione di rimanere per restare sempre con occhi di falco allora… puoi anche andartene! MAX: Cosa? SHANK: Oh già, dimenticavo! Tu vuoi essere salvata vero? Allora chiedilo a Mihawk! Lui sarà felicissimo di aiutarti! E si ritirò. Lui…voleva cacciarla…. Ma non lo capiva…cosa voleva dirle? Perché prendersela tanto se parlava spesso con Mihawk? Tra loro non c’era niente. Anche perché nessuno avrebbe potuto sostituire Shank, l’uomo che amava. Già, l’uomo che le aveva appena ordinato di andarsene da quella nave. Max non riusciva a fermare le lacrime che volevano a tutti i costi sgorgarle dagli occhi. Shank si sentiva malissimo, a pezzi. Aveva appena ordinato alla donna che amava di andarsene da lì, di andarsene da lui per sempre… e solo perché vederla sempre con Mihawk lo avrebbe distrutto. Non voleva che lei lo vedesse solo come un piratucolo sensibile e gentile e docile sempre pronto a scattare se lei aveva bisogno di lui. Probabilmente se la conversazione fosse terminata con “Mi dispiace di averti ferita io tengo a te!” Senza che lei le chiedesse se lui era innamorato di lei, anche dopo aver messo le cose a posto sarebbe rimasta con lo spadaccino e lui le sarebbe interessato solo se ad un certo si sarebbe stancata di stare sempre e solo con occhi di falco. Come si sentiva giù. Non aveva mai sofferto le pene d’amore. Max se ne stava appoggiata al parapetto con le mani nei capelli e le lacrime che bagnavano il cornicione di legno. D’un tratto la ragazza vide una nave accostare a fianco alla loro. Una nave pirata non c’era dubbio in quanto aveva il Jolly Roger sulla bandiera nera. Un uomo uscì da una porticina e si fermò a guardare Max incuriosito. L’uomo indossava un cappelo da pirata, una maglietta nera e un paio di pantoloni dello stesso colore con una pistola alla cintola e sopra tutto indossava una giacca lunga e grossa. UOMO: Ma guarda che strano! Cosa ci fa una splendida donna come te sulla nave di Shank il rosso? Shank il rosso? Ma allora lo conosceva. UOMO: E per di più mi sembra anche di averti già vista! Mmh… si sei la ricercata! Max la combattente sulla cui testa pende una bella cifretta… Beh che ti succede bellezza? Come mai piangi? Forse sei la prigioniera di Shank e ti senti triste? Max si asciugò le lacrime e iniziò ad indietreggiare, aveva intuito che c’era qualcosa che non andava. UOMO: Ma che maleducato, non mi sono nemmeno presentato! Il mio nome è Sandro e sono un vecchio rivale di Shank il rosso! Un vecchio rivale? Che si trattasse…. Dell’uomo di cui Shank le aveva parlato?

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Capitolo 16
*** Per amore di Max ***


CAPITOLO 16: Per amore di Max - Un vecchio rivale… Max cominciò a pensae che forse si trattava di… SANDRO: Senti dolcezza… io non voglio te quindi vorrei che mi chiamassi il pirata proprietario di questo galeone! Ho un piccolo conticino in sospeso con lui sai e…. vorrei pareggiare i conti! Ero convinto che mi raggiungesse sull’isola Devon ma a quanto vedo avete cambiato rotta….. sai, credevo che seguiste la mia, almeno così ero stato informato….. e dato che sull’isola Sciaks ho laciato la mia bandiera… ho pensato che Shank il rosso si sarebbe infuriato e mi avrebbe dato la caccia! Lui detesta distruggere le isole su cui vivono degli abitanti io invece me ne infischio! L’isola Sciaks… MAX: Ma allora sei stato tu a provocare quel disastro! SANDRO: Si e modestie a parte ho fatto un bel lavoro! Ha ha ha ha ha ha! Sul ponte si materializzarono degli altri uomini dall’aria minacciosa. SANDRO: Allora mia cara… me lo chiami? MAX: Mi dispiace! Ma lui non vuole avere nulla a che fare con te! L’uomo la guardò con aria interrogativa. Cosa voleva dire quella donna? SANDRO: Oh…. E a me che importa? Io devo assolutamente fargliela pagari quindi o lo chiami o faccio irruzione sulla nave! MAX: Mai! Non ti permetterò di fargli del male! Sandro si stupì ma subito dopo un ghigno si materializzò sul suo volto. SANDRO: Ah si? Interessante! Uomini! Attaccate! Gli scaniozzi di Sandro saltarono a bordo della nave del rossino ed estrassero le loro spade e pistole. SANDRO: Cercate quel vile! E portetemelo qua! Tutti si diressero verso la porta ma Max si gettò davanti ad essa e iniziò a scagliare calci e pugni. Stese un uomo dopo l’altro ma erano in troppi e nonostante avesse mangiato un frutto del diavolo non avrebbe potuto farcela. Ma non voleva chiamare Shank e non perché avevano appena rotto ogni rapporto ma perchè lo amava e non voleva che finisse nei guai. SANDRO: Però… rendi onore alla tua fama! Avevo sentito dire che sei un tipo pericoloso e a quanto pare è vero ma se pensi di fermarmi ti sbagli piccola! “Piccola!” No… tutto ma non quel nome…. MAX: MALEDETTIIII! Continuava a dimenarsi cercando di andare a menare il capo ma con tutto quel fracasso e quei rumori Shank, Mihawk e gli altri uscirono sul ponte. SHANK: Ehi ma cos’è tutto questo bacca…..no… MAX: Shank no! Torna dentro! Gridò lei tra le braccia dei pirati avversari. SHANK: Max, ma…. SANDRO: Ha ha ha ha! Chi non muore si rivede eh? SHANK: Tu! Disse furioso stringendo i denti. SANDRO: In persona! Sorpreso di vedermi? Abbiamo ancora una cosa da sistemare o sbaglio rossino? MAX: No! Shank estrasse la spada. SHANK: Se vuoi un combattimento… allora lo avrai! Ma lascia stare la ragazza! SANDRO: La ragazza… già! In effetti anche lei sembrava molto preoccupata per te sai rossino? Mi ha detto che non mi avrebbe permesso di farti male e ora tu che mi ordini di lasciarla stare…cos’è, è la tua fidanzata? Ma che bravo! Shank si girò verso Max. Davvero lei aveva cercato di difenderlo? Era per questo che non lo aveva chiamato? E lui che aveva appena cercato di cacciarla…la sua dolce Max. Le sorrise. MAX: Cosa c’è pirata, preferivi forse che ti gettassi fra le sue grinfie? Mihawk guardò i due che si sorridevano. Sentiva qualcosa… non sapeva esattamente cosa…. Ma non gli faceva piacere vederli insieme quando succedeva e in quell’istante non voleva che loro facessero la pace, nonostatne avesse cercato di aiutarli nel contrario…. Lo aveva fatto per lei perché non voleva vederla piangere per un idiota….. SANDRO: Allora? Vogliamo darci dentro con la lotta? Questo mare sarà ricordato come “L’oceano in cui Shank il rosso scomparì per sempre!” Ha ha ha ha ha! BEN: Emm.. capo… qui si mette male! SHANK: Se vuoi combattere ti ho detto che lo farò ma solo tra di noi dovrà essere la battaglia! Max non dovrà essere conivolta in alcun modo! Ha mangiato un frutto del diavolo e se la fai cadere in mare ti spezzo in due! SANRO: Bene bene bene! Interessante! Allora… attaccami coraggio! SHANK: A te l’onore della prima mossa! Max! Mettiti al riparo! MAX: Ma… SHANK: Sbrigati! MIHAWK: Fa come ti dice! Non ti deve accadere nulla! SHANK: Eh? Perché Mihawk era così preoccupato per la sua sorte? Allora anche lui… SANDRO: Finalmente potrò vendicarmi di tutti i torti subiti da parte tua! Estrasse uno strano fucile dalla giacca e sparò contro la nave. SHANK: Beh? Hai perso la mira? SANDRO: Eh eh eh eh! Guarda meglio! Gli sguardi di tutti si posarono sul punto in cui l’uomo aveva sparato, c’era una falla, una falla enorme. SHANK: Dannato! SANDRO: Ha ha ha! Ops…. Credo che ne avrete per un po’ prima di poter ripartire! Ha ha ha ha! Finchè quella falla non verrà tappata la nave non potrà navigare! Nemmeno se issate l’ancora! SHANK: Brutto…. SANDRO: Preparati! Sto arrivando! L’uomo si gettò sulla nave avversaria e con una sada cercò di colpire Shank che la schivò ed iniziò così la battaglia. Mihawk estrasse il suo tanto temuto coltellino a forma di croce e Ben e gli altri componenti della ciurma di Shank entrarono in azione. Max se ne stava in disparte a guardare anche se voleva dare un contributo, combattere per difendere il suo uomo…. Ma non ci riusciva. In quel momento voleva ubbidire ai due ragazzi e non immischiarsi. Voleva vedere il suo uomo in azione. SANDRO: Niente male, sei sempre in gamba! Ma questa volta la partita la vinco io! SHANK: Non contarci Sandro! Sono stanco di incontrarti ovunque! Voglio che tu sparisca dalla mia vista una volta per tutte! SANDRO: Sei intenzionato a farmi fuori? SHANK: Pensi che non ne sia capace? Lo guardò minacciosamente. SANDRO: Io non sono da meno sai? Il duello continuò a colpi di spade, calci, pugni e pistole. Shank tirò un pugno a Sandro e gli puntò contro la spada. SHANK: E adesso cosa pensi di fare eh? Il pirata osservò intimorito la lama della spada del rosso finchè il suo sguardo non si posò su Max che assisteva al combattimento. SANDRO: Senti… quella donna è importante per te? Ghignò. SHANK: Cosa vuoi fare? Se ti azzardi a toccarla anche solo con un diro io… SANDRO: Eh eh! Troppo tardi! Sandro diede un calcio alla spada di Shank facendogliela cadere dalle mani, fece una capriola e si avvicinò a Max immobilizzandola. La ragazza, nonostante possedeva delle grandi capacità fisiche non riusciva a liberarsi dalla presa avversaria. Max era completamente immobilizzata e per quanto cercasse di divincolarsi non si muoveva di un centimentro, MIHAWK: Lasciala andare! Occhi di falco estrasse la sua spada nera ma Sandro lanciò a terra una palina dalla quale uscì del gas. Shank e gli altri iniziarono a tossire e videro le ombre dei pirati avversari camminare velocemente di fianco a loro. Tentarono di colpirli ma il gas era troppo denso e fastidioso e li costringeva a socchiudere gli occhi. Quando il fumo si diradò Sadro e i suoi erano a bordo del loro vascello. SANDRO: Ha ha ha ha! Non male eh? Un trucco inventato da me, mentre i miei avversari sono impoegnati a tossire io ne approfitto per scappare! Se vuoi rivedere la tua donna, rossino vieni sull’isola Evil, a Nord da qui, non è lontana anzi! Certo, sempre che tu riesca a partire… se provassi a issare l’ancora non servirebbe a niente perché la falla è profonda e prima di ripararla vi ci vorrà parecchio tempo! Ha ha ha ha! La nave si allontanò. SHANK: No! Non puoi! Non puoi farmi anche questo! SANDRO: Caro mio…. Vederti soffrire è la cosa che più adoro! Non ti preoccupare, la tratterò con riguardo! Legatela voi! Mentre Max tirava calci e pugni la legarono al palo dell’albero maestro con una catena di ferro. MAX: Shaaaaaaank! Shank digrignò i denti. Non ce l’aveva fatta, non era riuscito a proteggerla e tutto pewr una distrazione! Sandro si allontanava sempre di più fino a scomparire dalla visuale. Lucky e i suoi compagni scesero nella stiva per cercare di chiudere la falla e di togliere l’acqua che avevano imbarcato. Shank si tolse il mantello e lo posò sul parapetto e si fece scivolare disperato per terra seduto, appoggiato alla ringhiera e portandosi le mani fra i capelli. SHANK: Dannazione! Per quanto ancora quell’uomo mi farà del male? Perché doveva proprio rapire Max? Avevo giurato di proteggerla da ogni cosa e invece… MIHAWK: Calmati! Non sei l’unico che ha fallito! Dobbiamo aspettare che la falla si chiuda e poi potremo ripartire e salvare la ragazza! Disse sedendosi accanto al pirata. SHANK: Mihawk…. Perché la sua vita ti sta così a cuore? MIHAWK: La rispostal la sai meglio di me! SHANK: Dimmelo! MIHAWK: Giò lo immagini! Silenzio. Shank fissava occhi di falco con un’occhiata fulminante. Lo spadaccino allora alzò lo sguardo al cielo. MIHAWK: Sono innamorato di lei! Disse con estrema naturalezza. Ora lo sapeva anche lui. In quei giorni aveva imparato a conoscere la ragazza e si era reso conto che aveva bisogno di una persona come lei. Si sentiva un fallito caduto in basso ma purtroppo non poteva reprimere il sentimento d’amore che provava. Ma sapeva che non aveva speranze. Max amava Shank e lui la ricambiava, probabilmente finita questa storia e ripreso il viaggio loro avrebbero fatto pace e magari si sarebbero anche messi insieme. SHANK: Siamo rivali! MIHAWK: Cosa? SHANK: Io e te siamo rivali! Io voglio Max e l’avrò, non ti permetterò di prendertela! MIHAWK: Ma come! Non avevate appena litigato? SHANK: Si…. E ho detto delle cose assurde preso dalla gelosia nei tuoi confronti! Poi, Max ha cercato di cavarsela da sola per non crearmi problemi, ha voluto proteggermi e ho capito che di me le importa! MIHAWK: Eh! Certo che le importa di te! Cosa credevi, che ti detestasse? SHANK: No ma… ehi! Aspetta un momento! Ora che ci penso io ti devo fare una bella ramanzina! Non la passi liscia! Come hai potuto dire a Max che sono cotto di lei? MIHAWK: Perché ti scladi tanto? SHANK: Perché non avevi alcun diritto di impicciarti! Gli urlò contro con le vene che gli pulsavano ardentemente sulla fronte. MIHAWK: Era convinta che ti fossi stancato di lei… Disse col suo solito sguardo impassibile. SHANK: E questo ti dava il diritto di dirle che l’amo? MIHAWK: Anche lei ti ama! SHANK: Non mi interessa! Non puoi dire certe cose a cuor legge…. Si bloccò il rossino. Osservò in silenzio Mihawk che guardava sritto davanti a sé. SHANK: Scusa….che hai detto? MIHAWK: Ho detto che anche lei ti ama! Me l’ha confessato lei stessa, dopo il vostro primo litigio! Shank non riusciva a credere alle sue orecchie. Davvero lei era innamorata di lui? Era dunque per questo che lei ha sofferto così tanto per quello che le aveva detto? Come aveva potuto essere così cieco? L’aveva ferita per ben due volte, e per di più le aveva detto di andarsene dalla nave convinto che volesse Mihawk… li vedeva così tranquilli e contenti insieme… che credeva di essere stato tagliato fuori, di essere uscito per sempre dal suo cuore…invece non aveva mai trovato l’uscita di quel cuore così pure, dolce e innamorato. SHANK: Sei sicuro di quello che dici? MIHAWK: Te lo direi se non fosse vero? Come ti ho appena detto anch’io amo Max! MIHAWK: Appunto! Se ne sei davvero innamorato non verresti a dirmelo! Cercheresti anzi di evitare che io e lei risolvessimo i nostri problemi! MIHAWK: Lo faccio perché non sono poi così meschino! E inoltre…. Mi comporto secondo il mio cuore, perché non voglio vedrla stare così male. E’ davvero felice solo se sta con te e quindi voglio aiutarla! Shank incrociò le braccia al petto e girò la testa dall’altra parte imbrionciato. SHANK: Però non vuoi aiutare me eh? Credevo fossi mio amico… farabutto! MIHAWK: Ha! Guarda che non ho niente contro di te solo…. In amore siamo rivali, l’hai detto tu stesso poco fa! SHANK: Lo so, scherzavo! Si sorridono. Entrambi erano innamorati della stessa donna ma solo uno poteva averla senza problemi, lei amava solo uno di loro e lo avrebbe amato per sempre. Shank e Mihawk erano precipitati in un triangolo destinato a concludersi tra breve. Nell’attimo in cui l’avrebbero salvata, Max si sarebbe gettata tra le braccia di uno solo. Ma entrambi volevano salvarla, per il suo amore.

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Capitolo 17
*** Non ti lascerò più ***


CAPITOLO 17: Non ti lascerò mai più - Lucky uscì dalla stiva agitatissimo urlando come un ossesso. LUCKY: Capoooooo! La falla è riparata! Muoviamoci, possiamo ripartire! Shank sacttò in piedi. SHANK: Vuoi dire che siamo di nuovo in grado di navigare? LUCKY: Anf! Anf! Si! Abbiamo tolto l’acqua peetrata e tappato il buco! Dovrebbe essere tutto a posto! Che fatica! Shank si preparò ad issare l’ancora, inoltre il vento soffiava forte a loro favore. Se la falla non fosse stata riparata correttamente, la nave alla prima leggera incurvata si sarebbe riaperta provocando un danno maggiore. Shank fissò l’ancora per bene e per la gioia di tutti la nave filò come un razzo cavalcando le onde. La falla era chiusa per bene, neanche una goccia d’acqua penetrava, tutto filava liscio. “Aspettami piccola! Sto arrivando!” MIHAWK: Ha detto l’isola Evil? A Nord da qui, non molto lontano! Facciamo in fretta! SANDRO: Su su! Non guardarmi così mia cara! Il tuo amato verrà presto… falla permettendo… ha ha ha ha ha! AAAAAHIOOOOOOO! Max gli aveva dato un calcio sul ginocchio. MAX: Sei un mostro! SANDRO: Maledetta donna! Hai mangiato un frutto del diavolo, solo per questo sai combattere! Se fossi una comune ragazza sarei perfettamente in grado di prenderti questo bel faccino e stritolarlo fino a rompere le ossa… ma sono un galant’uomo e non lo farei….. MAX: Lui verrà e ti sistemerà per le feste! Tiè! Un calcio nei beni di famiglia. SANDRO: AAAAAAAAAAAAAAH! PRESTOOOO! LEGATELE ANCHE LE GAMBEEEEEEE! Due scagnozzi di Sandro attorcigliarono delle corde attorno alle gambe di Max. SANDRO: Ahi ahi! A….llora! Si rialzò a fatica. SANDRO: Ora che non sei più in grado di attaccarmi non fai più la sfacciata eh? SPUT! Gli diede “cortesemente” un po’ di saliva nell’occhio. I due uomini del pirata le ppuntarono contro le pistole ma Sandro ordinò loro di mettere giù le armi. SANDRO: Sei in gamba, hai fegato e sei forte… inoltre sei bella…… potrei anche tenerti con me per divertirmi un po’! Anzi… potrei farlo anche subito! Tu che dici? Facciamo così! Io ti slego, ti dai a me e io non ti legherò più! Tanto anche se provassi a picchiarmi non ce la aresti mai! Chissà il tuo fidanzato cosa starà provando adesso! Ghignò divertito immaginando la faccia di Shank distrutta per aver perso la sua donna. MAX: Lui non è il mio fidanzato! SANDRO: Ma davvero? Sta di fatto che ti ama e farebbe qualunque cosa per liberarti! MAX: No, invece! Lui sarebbe venuto per dare una lezione al suo nemico e una volta liberata…. Tutto sarebbe tornato come prima, niente parole, se ne sarebbe dovuta andare dalla nave alla prima isola. SANDRO: Comunque…. Lascia che mi diverta un po’ con te! Sai… se Shank sapesse che mi sono unito alla sua donna probabilmente urlerà di dolore… poverino! Ha ha ha ha ha ha! MAX: Non lo farai! SANDRO: Oh io credo di si! Per vedere un’espressione di dolore e sofferenza sul suo volto sarei disposto a fare qualunque cosa! Il pirata la slegò lentamente togliendole prima le catene e poi le corde dalle gambe. Max cercò subito di tirargli un calcio ma prima che potesse colpirlo gli uomini di Sandro estrassero di nuovo le pistole. SANDRO: Ha ha ha ha! Ho pensato di lasciarli a vedere come spettatori, che dici? MAX: Non toccarmi con quelle tua luride mani! SANDRO: Non riuscirai ad opporre resistenza! Le si avvicinò lentamente. Lei iniziò ad indietreggiare. YASOP: Capo! C’è un’isola laggiù! Deve essere Evil! SHANK: Bene preparatevi uomini! MIHAWK: Comunque dobbiamo stare attenti! Ci avrenno preparato qualche trappola! SHANK: Lo so, non sono uno sprovveduto! Conosco Sandro da parecchio tempo, so benissimo leggergli nella mente! La nave si avvicinò all’isola. Il veliero di Sandro non era ormeggiato in riva alla costa… eppure quella era di sicuro l’isola Evil, la rotta era quella giusta. Scesero quatti quatti dalla nave e si incammninarono lungo la costa. La nave di Sandro era lì. Shank intimò i suoi di fare silenzio, estrasse la spada e Mihawk il coltello. Si avvicinarono furtivamente alla nave e si arrampicarono. Poi si gettarono a bordo pronti a battersi ma….. era vuota. La nave era priva di equipaggio, non c’era nessuno. SHANK: Accidenti! Lo sapevo! Si sarà nascosto da qualche parte! Presto, cerchiamolo! MIHAWK: Mh? SHANK: Che hai? MIHAWK: Ho sentito un grido… SHANK: Io non ho sentito nulla! MIHAWK: Era lei! Ne sono certo! Proveniva da laggiù! MAX: Lasciamiiii! Nooooo! SANDRO: Sta zitta! Le tirò uno schiaffo che le fece uscire un po’ di sangue dal labbro. L’aveva buttata a terra e si era coricato su di lei. La ragazza tentò di liberarsi dalla sua presa ma aveva sempre le armi puntate contro e non solo. Stranamente anche provando non riusciva a liberarsi da lui, era fortissimo. SANDRO: Su, non avere paura! Stai tranquilla, vedrai che ti piacerà! Così quel vile rimarrà spiazzato! MAX: Lasciami! Non voglio! SANDRO: Non me ne importa niente se non ti va! Le tirò un altro schiaffo, poi le strappò la maglietta scoprendo il suo petto coperto dalla biancheria intima. SANDRO: He! Penso che mi divertirò molto! MAX: Nooooooo! Sandro rideva a crepapelle mentre Max non riusciva a fermare le lacrime ma poi due mani afferrarono il pirata e lo buttarono contro una roccia. Shank e i suoi erano arrivati appena in tempo. La ciurma di Shank ci diede dentro per mettere KO gli scagnozzi di Sandro. Max si sollevò tenendosi quel poco che restava della maglietta e vide Shank che tirava pugni a non finire contro l’avversario. Mihawk aveva disarmato senza la minima difficoltà coloro che tentavano di minacciarlo con le pistole e Ben e compagnia si divertivano a menare gli altri. MAX: Shank…. Disse singhiozzando. Il rossino le si avvicinò e si inginocchiò vicino a lei. SHANK: Tranquilla! E’ finita! Ci sono io adesso! Lei si gettò tra le sue braccia. MAX: Ho avuto paura! Ho avuto tanta paura che quell’uomo mi…. Lui…. stava per….. SHANK: Lo so, sei spaventata ma non ti preoccupare! Non ti lascerò più! E’ tutto a posto! Sono arrivato in tempo! Le disse accarezzandole i capelli. Mihawk osservava la scena in silenzio sentendosi incredibilmente triste ma pensò che era meglio comportarsi normalmente. Shank vide delle catene e una corda a terra davanti ad un masso, intuì che era dove Max era stata legata. La ragazza sollevò il capo con il viso rigato dalle lacrime. SHANK: Perdonami! Ho permesso a quell’uomo di portarti via da me! Ti ha picchiata? Le chiese pulendole le ferite alla bocca col dito. Max annuì. Shank le mise una mano sul viso e lei la afferrò stringendola forte. MAX: Ti prego! Non mandarmi via! SHANK: No, non lo farò! Scusami! Mi sono comportato come un idiota senza cervello! Max scosse la testa per dirgli che non era arrabbiata. Poi Shank si tolse il mantello e lo avvolse addosso a Max coprendola. SHANK: Aspetta qui! Le disse alzandosi e mettendole una mano sul capo. Si avvicinò a Sandro che si stava sollevando da terra col volto insanguinato. SANDRO: Maledetto! Come fai ad essere già qui? SHANK: Non te lo aspettavi eh? Come hai osato mettere le mani addosso alla donna che amo? Max sussultò. La donna che ama? Cosa voleva dire? Lui…. lui l’amava? Dunque era vero….. non era come pensava lei, lui non era affatto stufo di averla sulla sua nave, e lei che pensava….. SANDRO: Lasciami, ti prego! Risparmiami! SHANK: Quando mai tu hai risparmiato le tue vittime che ti imploravano di salvargli la vita? Comunque non ho intenzione di ucciderti ma voglio che tu mi lasci in pace una volta per tutte! SANDRO: Si, va bene va bene! Ma ora lasciami! Il rossino lasciò la presa e si incamminò verso Mihawk che teneva le braccia incrociate a guardare quel dannato implorarlo. Passò davanti a Max, le sorrise e le fece l’occhiolino ma la ragazza si accorse che Sandro puntava a tradimento la sua pistola contro la schiena del pirata. La ragazza si alzò e di corsa tirò un calcio all’arma facendola cadere lontano, poi gli pestò violentemente la mano. SANDRO: Maledetaaaaa! SHANK: Max! Non era riuscito a seguire benissimo la vicenda, aveva solo visto Max alzarsi e correre verso Sandro, riuscì ad intravdere la pistola precipitare al suolo e capì… che lei lo aveva salvato. MAX: Vi prego! Andiamocene via da qui! Disse stringendosi addosso il nero mantello di Shank impregnato del suo profumo. Mihawk sorrise e si incamminò risistemando al collo il suo pugnale. Shank portò il braccio sulla spalla della ragazza e tutti ritornarono alla nave. Una volta a bordo tutti esausti pensarono di andare a fare un pisolino, Mihawk decise che era giunto il momento di lasciare i due da soli anche se a malincuore. Guardò Max per l’ultima volta prima di sparire dietro alla porta e poi scese nella sua stanza. SHANK: Allora, stai meglio? MAX: Si grazie a voi! Io…. Se tu non fossi arrivato in tempo io non so che avrei fatto! SHANK: Ma sono venuto a salvare la mia donzella in pericolo! MAX: Mpf! I due si sorrisero a lungo finchè Max non ruppe il silenzio. MAX: Dicevi sul serio prima? Quando….. hai detto di amarmi…. Shank allargò le labbra ulteriormente. SHANK: Certo dolcezza! Dicevo sul serio! Le si avvicinò e la strinse forte a sé. Poi la staccò leggermente da lui, le prese delicatamente il viso e le diede il bacio che entrambi desideravano da tempo. Un bacio lungo, passionale…. Max sentiva le sue labbra calde muoversi con amore e foga sulle sue, si sentiva fremere dalla gioia. Quando i due separarono le labbra e ripresero fiato Shank le diede anche un bacio sulla fronte e sulla guancia. SHANK: Ora capisci perché mi sono comportato in quel modo? Ero geloso, avevi ragione! Non sopportavo di vederti sempre con Mihawk e quando nella discussione hai fatto il suo nome non ci ho visto più e per paura che tu mi potessi considerare solo la riserva mi faceva stare male! Perché ti amo Max! MAX: Piccola….. Disse lei versando una piccola lucente lacrima di felicità. SHANK: Cosa? MAX: Non mi chiami più così? SHANK: Mpf! Ti amo piccola! Lei fece cadere il mantello e portò le braccia intorno al collo del pirata baciandolo una seconda volta. MAX: Anch’io ti amo pirata! SHANK: Attenta bellezza! Rischi di avere guai se ti fidanzi con un pirata! MAX: E’ un rischio che posso correre! I due rimasero così, abbracciti per parecchio tempo. Dopo peripezie e battibecchi, dopo aver superto parecchie difficoltà erano finalmente riusciti a dichiarare il loro amore…forse anche con l’aiuto di Mihawk…. Ma ciò che più contava erano felici. SHANK: Non ti lascerò mai più Max! Te lo prometto! Non ti lascerò più!

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Capitolo 18
*** Il dolore dell'amore ***


CAPITOLO 18: Il dolore dell’amore - Shank parlò con occhi di falco dicendogli che lui e Max erano diventati una coppia felice. Credeva che lo spadaccino mostrasse una reazione come minimo ma restò in silenzio a fissare fuori dalla finestra facendo solo un semplice “Mh!” In fondo se lo aspettava, aveva appena vinto la sfida, aveva spezzato il triangolo che da giorni navigava su quella nave. Mihawk ne uscì sconfitto su tutta la linea ma gli andava bene così. Sapeva fin dall’inizio che non sarebbe mai potuto essere felice con una donna che conosceva da pochissimo tempo e che soprattutto era innamorata di un altro. Poteva benissimo andare avanti da solo, senza preoccupazioni ma pensava sinceramente di andarsene da quella nave e cambiare rotta. Eccolo lì. Il re degli spadaccini sdraiato sul davanzale della finestra a contemplare, a pensare all’amore che mai aveva provato, alla donna che mai avrebbe potuto essere sua. “Non ti senti triste a viaggiare da solo? Avere qualcuno accanto non è poi così brutto sai? Tutti abbiamo bisogno di compagnia!” Quelle parole erano riuscite a risvegliare i veri sentimenti di Mihawk e la persona che lui avrebbe voluto avere accanto come era successo fino ad allora era Max. Ma sapeva che non era possibile. Lei era stata più con Shank che con lui e solo nei momenti in cui lei e il rosso avevano avuto dei diverbi lui aveva avuto la possibilità di stare sempre vicino a lei in cui aveva imparato ad amare. Come doveva comportarsi dunque? Rimanere a bordo d quella nave e sopportare la situazione? Poteva davvero andare avanti senza soffrire? Era davvero in grado di guardare Max e Shank che si univano in un bacio davanti ai suoi occhi? Probabilmente Shank non ne sarebbe stato capace. Lui era un uomo di buon cuore e non avrebbe mai baciato Max davanti a Mihawk…. Ma la situazione sarebbe stata comunque inaccettabile. L’unica cosa che poteva fare era fuggire, da tutto e da tutti, anche da se stesso. Voleva tornare quello che era prima di incontrare lei, voleva tornare orgoglioso, determinato e incapace di amare qualcuno, voleva reprimere il suo vero io e mascherare se stesso. Voleva fuggire da Max che lo avrebbe guardato sempre nello stesso modo; come un amico con quei suoi occhi scuri e penetranti nei quali si perdevano i suoi taglienti e dorati come quelli di un falco. Così quello stesso pomeriggio durante il pisolino pomeridiano dell’equipaggio, occhi di falco si preparò ad abbandonare la nave. Uscì sul ponte a fissare le corde che tenevano ancora la sua barca. Staccò la croce dal collo ed estrasse il suo preziosissimo coltello ed iniziò a tagliare i le funi. Un rumore di porta che si apriva e dei passi attirarono la sua attenzione. Uscì la persona che avrebbe voluto non vedere prima di partire. MAX: Cosa stai facendo? Perché tagli le corde? Mihawk riposò lo sguardo sui nodi e cercando di essere più naturale possibile diede la sua risposta. MIHAWK: Me ne vado! MAX: E perché? Non stai bene qui? No che non stava bene. Non lo era mai stato o almeno lo era forse prima di innamorarsi. MIHAWK: Non è questo! Ho deciso di cambiare rotta! C’è un posto in cui vorrei andare! Mentì spudoratamente lui. Sperava che lei non gli chiedesse di che posto si trattava e di fatti fu così, lei non fece domande. MAX: Oh…capisco! Ecco un altro aspetto che amava di lei. Non faceva mai domanda, non si impicciava, non tentava di convincere la gente. Non tentò di convincerlo a restare. MAX: Mi dispiace che te ne vai! Mi ero abituata ad averti qui…. Disse lei tristemente. MIHAWK: Mi dispiace ma fin dall’inizio non avevo intanzione di restare a lungo! MAX: Ma ti rivedrò? MIHAWK: Chi lo sa…..forse! Sperava di no. Per quanto in realtà avrebbe voluto stare con lei sperava di non rincontrarla o non sarebbe più riuscito a dimenticarla. MAX: Senti… ma… siamo amici io e te? MIHAWK: Come? MAX: Perché io ti considero mio amico! Mi sei stato molto vicino in questi giorni e…. non so… forse per te non sono altro che un’estranea! Occhi di falco sorrise. Beh… perché non essere comunque suo amico? O per lo meno dirle di esserlo per farla felice… tanto se in futuro non si sarebbero più rincontrati… MIHAWK: Ma certo che siamo amici! Me lo hai detto proprio tu che non bisogna vergognarsi di avere degli amici perchè non è un male! Abbiamo tutti bisogno di una persona a cui voler bene! MAX: Giusto! Vedo che l’alievo ha superato la maestra in argomento! MIHAWK: Già. La sua leziona era davvero accurata signora maestra! MAX: Ha ha ha ha! Beh… allora…. Ciao! MIHAWK: Mh! Lo spadaccino prese l’ultima corda e si preparò a tagliarla. MAX: Posso stringerti la mano? No…. Tutto ma non questo. Avrebbe dovuto guardarla in faccia e avrebbe dovuto toccarla…. Lo sapeva, non avrebbe resistito. MIHAWK: Perché? MAX: Per augurarti buon viaggio ma se pensi che sia sciocco llasciamo perdere! MIHAWK: Non penso che sia sciocco! MAX: Allora va bene? Mihawk si girò verso di lei e le porse la mano. Era bellissima. Lo sapeva che non avrebbe dovuto accettare. Lei gli si avvicinò e il cuore di Mihawk prese a battere più velocemente. Max gli prese la mano e ciò fece scoccare la scintilla. Mihawk non poteva trattenersi. No, non poteva andarsene senza almeno averle fatto sapere cosa provava. Poco dopo che lei gli strinse la mano lui la trascinò verso di sé e la abbracciò più forte che poteva e come cigliegina sulla torta la baciò. La ragazza non capiva cosa stava succedendo. Lui voleva solo baciarla in quel momento per la prima ed ultima volta. Chissà, se Max non avesse mai conosciuto Shank forse si sarebbe innamorata di Mihawk… il suo bacio era così dolce e lungo… ma le sembrava tutto così confuso. Quando lui staccò le sue labbra dalle sue iniziò ad allentare la presa. MAX: Perché? Gli chiese paonazza. MIHAWK: Ti amo! Non fece in tempo a lasciarla completamente che la strinse in un altro abbraccio. MIHAWK: Perdonami! Lo so che sei innamorata di Shank e non ho il diritto di comportarmi così però… voglio che tu sappia che sei l’unica che io abbia mai amato in vita mia! Ed è per questo che me na vado! Non posso stare vicino a te sapebdo che stai insieme a lui! Forse penserai che sono uno sciocco visto che ti conosco da troppo poco tempo e in fondo non so nulla di te però… anche voi due vi siete innamorati l’uno dell’altra dopo pochissimi giorni! Max non credeva alle sue orecchi. Lui era innamorato di lei? Mihawk l’amava? Eppure non si era accorts di nulla anzi! Era convinto che le stesse vicino nel momento del bisogno solo per pietà neanche per vera amicizia. Come era stata egoista e patetica e soprattutto… quanto era stata meschina! In tutto il tempo trascorso con lui….lei non ha fatto altro che parlare di Shank come se nulla fosse. Lo aveva di certo ferito e nonostante ciò lui continuava a parlarle e starle vicino dandole consigli su come risolvere la situazione con il pirata- MIHAWK: Addio! Lasciò la presa e montò a bordo della barca. MAX: Mihawk! Mi dispiace! Gli disse. MAX: Mi dispiace davvero farti soffrire! Io… non lo sapevo! MIHAWK: Non devi scusarti! E’ un problema mio! MAX: Voglio comunque averti come amico, perciò ti prego! Se ci dovessimo rincontrare…. Non cercare di evitarmi! Sono stata bene con te! MIHAWK: Va bene! Farò del mio meglio! E tagliò l’ultima corda che legava la barca. Con un remo cambiò la direzone della zattera e si girò verso Max che si puliva le lacrime con un gesto della mano. Lei se ne stava lì a guardare la barca di occhi di falco che si faceva sempre più lontana fino a scomparire. SHANK: Max…. Max! MAX: Ah! Shank! SHANK: Cos’hai? Sei assorta… MAX: Mihawk… se n’è andato! SHANK: Cosa? E perché? MAX: Ecco lui…. Pensò di dirglielo, non se la sentiva di avere segreti con lui. MAX: E’ innamorato di me! Lo sapevi? SHANK: Uff! Si, lo sapevo! E così se n’è andato perché non se la sentiva di vederci insieme! Mi dispiace! Non ho tenuto molto conto dei suoi sentimenti! MAX: Sono io che mi sono comportata da egoista! Quando stava con me… io gli ho sempre parlato di te! Chissà come si sarà sentito! SHANK: Ti dispiace che se n’è andato? MAX: Si! Disse tristemente lei. SHANK: Devo essere geloso? Chiese ghignando. MAX: Ha ha! No! Gli diede un bacio sulla guancia. SHANK: Beh… vorrà dire che godrò di te anche per lui! La baciò sulle labbra dolcemente. MAX: Stupido! SHANK: Ha ha ha ha!

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Capitolo 19
*** Diventiamo indivisibili ***


CAPITOLO 19: Diventiamo indivisibili. Era ormai passata una settimana da quando Mihawk aveva lasciato la nave pirata e tutto era tranquillo. Le cose tra Max e Shank andavano a gonfie vele ogni giorno di più e gli altri poltrivano come al solito. Una sera il rosso, Max, Ben, Yasop e Lucky si misero a giocare una partita a carte dove la più portata sembrava Max. MAX: Ha! Ho vinto di nuovo! Esclamò la rogazza posando le carte vincenti. LUCKY: Uffa! Così non vale! Gridò il grassone buttando le carte in aria per l’ esasperazione. BEN: Di la verità! Stai barando vero? Hai delle carte nascoste da qualche parte! Il vice iniziò a frugare nelle tasche della ragazza senza trovare nulla. MAX: Mi dispiace ma il mio è talento! Sogghignò la ragazza. YASOP: Va bene! Facciamo un’altra partita! Esclamò l’uomo riunendo di nuovo tutte le carte e rimischiandole con aria di sfida verso la donna. SHANK: Ah! E’ inutile! Questa donzella mi straccerà comunque! MAX: Oh! Se non tenti ancora non potrai migliorare! Mai gettare la spugna! Credevo fosse una regola fondamentale per un pirata! Disse con tono sarcastico. SHANK: Ehi! Come siamo saggi! MAX: Finchè non sarai riuscito a battermi continuerai a giocare! Magari scoprirai di essere il mago delle carte! Il rossino prese un altro mazzo di carte. SHANK: Allora ti sfido di nuovo! Preparati dolcezza perché questa volta ti batto! Come si sentiva bene lei. Finalmente poteva dire di essere davvero felice, era persino riuscita a dimenticare di avere una taglia sulla testa. Con Ben e compagnia si divertiva tantissimo e anche con il rossino. Il suo uomo era simpatico, bello, dolce, premuroso, forte, determinato e soprattutto pieno d’amore per lei. Cosa voleva di più dalla vita? (Un Lucano! Ha ha ha…. Ho fatto la battuta…ha ha …..ha……va beh…. Lasciamo perdere! N.d Nami -______-‘ ) SHANK: Ha ha ha ha ha! Io ho chiuso! Mi dispiace tesoro ma sono io il vincitore questa volta! La donna scrutava le carte posate da lui. MAX: Si….. se non fosse che hai sbagliato la disposizione delle carte! Rise lei. SHANK: Cosa? Oh no! Hai ragione! L’asso di cuori andava da questa parte! Accidenti! MAX: Ha ha ha! In compenso io ho finito! Mi dispiace caro ma ti ho battuto ancora! LUCKY: Bravo capo! Sei un impiastro! Ha ha ha! Ben e Yasop sbattevano violentemente il pugno a terra dal ridere mentre Lucky si rotolava sul ponte. SHANK: Maledizione! E’ stata solo una leggera distrazione! MAX: Ha ha ha ha! Già una distrazione che ti ha costato la vittoria! Ha ha ha ha ha! Ti è andata male anche questa manche! Gli diede una simpatica sberletta sulla spalla. SHANK: Ah e così ti prendi anche gioco del sottoscritto eh? Vieni qua! Saltò addosso alla ragazza e i due finirono per terra abbracciati. MAX: Aaaah! Ma sei impazzito? Ben si asciugò le lacrime, Yasop tossì in quanto quelle risa gli avevano fatto andare la saliva di traverso e Lucky che ancora rotolava a terra si massaggiava la pancia che gli doleva senza però fermare la sua risata sguaiata. SHANK: Meriti una punizione dolcezza! Le sussurrò nell’orecchio. MAX: Ah si? Aiuto! Chissà quale trattamento mi riservi! Esclamò lei ridacchiando. SHANK: Non sottovalutarmi! Prova a liberarti dalla mia presa se ci riesci!” Ormai le risa a bordo di quella nave erano l’ordine del giorno da quando la donna aveva fatto la sua comparsa a bordo. Max piaceva a tutti, Ben compreso. Non solo per l’aspetto ma anche per la personalità. Era gioiosa, simpatica, spiritosa e di buona compagnia. Nessuno si stancava mai di averla vicino. La serata proseguì piacevolmente tra battute varie, barzellette e storielle demenziali. Shank stappò una bottiglia di whisky e ne bevve qualche sorso ma fortunatamente cercò di controllarsi. Posò lo sguardo sulla sua donna che non smetteva di sorridere. Aveva un viso sereno e dolce, come non l’aveva visto mai. Ormai la litigata che c’era stata tra loro una settimana prima era solo un lontano ricordo ed entrambi avevano ricominciato a vivere…insieme…… Yasop raccontò alla ragazza una delle sue battute migliori che la fece scoppiare dal ridere. YASOP: Divertente vero? E senti questa…. MAX: Ha ha ha ha ha ha ha ha ha! Shank si alzò dalla sedia e afferrò Max per un braccio. SHANK: Vieni un momento con me! LUCKY: Ehi capo! Dai, lasciacela ancora un po’…ci stiamo così divertendo! SHANK: Zitto! Ve la siete goduta fino ad ora! E uscì di corsa dalla cambusa trascinando la ragazza sul ponte sotto la luce della luna. MAX: Ehi… ha ha! Aspetta! Ma si può sapere cosa succe… Non fece in tempo a finire la frase che le catturò le labbra in un bacio tenerissimo. SHANK: Cosa succede? Niente! Avevo solo una gran voglia di baciarti! MAX: Ma… non è che non ci baciamo da un secolo… Disse lei sarcasticamente. SHANK: Lo so! E’ che eri così bella che… non ho saputo resistere! MAX: Sciocchino! Gli sussurrò dandogli un bacio sullo zigomo. SHANK: Bene! Sono proprio nei guai! MAX: Perché? SHANK: Hai sequestrato il mio cuore! Quanto devo pagare per il riscatto? Max sorrise. Quello che le aveva appena detto le piaque moltissimo. MAX: Beh…non saprei… magari un miliardo di berry…. SHANK: Oh… non ti sembra un po’ troppo per un cuore danneggiato dall’amore che non fa che pulsare? MAX: No, anzi! E’ poco! Se vuoi riaverlo indietro dovrai pagarmi una somma impossibile! Il tuo cuore è troppo prezioso per pagarmi così poco! Shank la strinse forte. L’amava da impazzire. SHANK: Oh tesoro! Sapessi quanto ti amo! MAX: E sapessi tu quanto io amo te! Si sciolsero dall’abbraccio e Shank la prese per mano. SHANK: Vieni con me! I due si avviarono in corridoio e entrarono nella stanza del rossino. SHANK: C’è una cosa che vorrei farti vedere! Shank aprì un cassetto ed estrasse quella che sembrava una fotografia. La porse a Max. C’era Shank raffigurato su quella foto e dietro quelle persone erano di sicuro Ben e Yasop. Abbassò lo sguardo e vide un bambino con i capelli scuri, due occhi espressivi e teneri e un sorriso larghissimo, che si aggrappava al braccio di Shank. SHANK: Quel bambino che vedi ritratto con me è Rufy! E’ solo un bambino pestifero e rompiscatole… ma io gli sono molto affezionato! Si è attaccato a me sapendo che sono un pirata! MAX: Davvero? E’ così carino! SHANK: Sai, lui abita in quel villaggio portuale di cui ti ho parlato. Vorrei tornarci quando tutta questa storia della taglia si sarò risolta. Gli ho regalato un cappello di paglia al quale ero molto attaccato in segno della nostra amicizia e lui su quel cappello mi ha giurato che un giorno sarebbe diventato un bravo pirata! (come vedete ho cambiato un po’ la storia… Nami) Voglio tornare in quel villaggio per vedere come se la cava e poi… dopo essermi fermato lì per due o tre giorni partirò alla volta della rotta Maggiore! Max, vuoi venire con me? La donna con il suo sorriso dolce, afferrò il braccio di Shank. MAX: Verrei anche in capo al mondo con te! SHANK: Anche se significa diventare una pirta? MAX: Ormai lo sono già! Gli diede un bacio sulla fronte. SHANK: Voglio presentarti Rufy, sono sicuro che impazzirà per te! MAX: E io sono curiosa di incontrarlo! Shank posò la fotografia sul tavolo e i suoi occhi si incontrarono con quelli scuri di lei. Si guardarono in silenzio finchè il rosso non mise una mano sul suo viso e posò le proprie labbra sulle sue. Fu un bacio bellissimo. Muovevano le labbra lentamente fino ad aumentare con sempre maggior foga. Shank fece sdraiare Max sul letto ampio senza smettere di baciarla e di accarezzarla. Le sbottonò la camicia e prese a baciarla delicatamente sul collo. Fece passare la sua mano sui suoi morbidi capelli. Lei gli levò la camicia e gli accarezzò il petto scolpito. Shank si sollevò leggermente e le sorrise, poi riprese a catturarle le labbra. Fece scivolare la mano dai suoi capelli al suo viso, scendendo sempre più fino ad arrivare al seno. Quella notte raggiunsero la maggiore felicità insieme, l’uno a contatto con l’altra. Si appartenevano finalmente, erano diventati indivisibili. La mattina successiva il sole penetrava dalla finestra e illuminava il volto di lei. Shank era sveglio ormai da un po’ ed era rimasto con il gomito sul cuscino e la testa appoggiata alla mano che non poteva fare a meno di guardare quella donna così bella priva di ogni abito che dormiva serenamente. I suoi capelli mossi ricadevano sul cuscino con tale dolcezza e il suo candido corpo era coperto da un leggero lenzuolo. Shank fece scendere lentamente la coperta e passò la mano sulla sua schiena svegliandola con carezze bellissime. La ragazza aprì gli occhi e vide un viso sorridente che la guardava. MAX: Ciao! SHANK: Buon giorno piccola! Rispose dandole un bacio sulla fronte. SHANK: Vado a farmi una doccia! Si alzò mentre lei si stiracchiò e si strinse nella coperta. Ogni parte del letto racchiudeva il profumo di lui. Il giovane ventisett’enne si recò al bagno e si mise sotto la doccia mentre lei non riusciva ad alzarsi da quel letto dove quella notte era avvenuta la loro unione. Poco dopo Shank rientrò in camera con l’asciugamano addosso e vide la sua donna ancora lì, sdraiata sul materasso stringendosi addosso la coperta. SHANK: Ehi! Non ti sei ancora vestita? Ma pensa….a quanto pare ti piace proprio quel letto… MAX: Spiritoso! Rise lei. Shank si infilò i pantaloni, si abbottonò la camicia e la sistemò per bene nella pancera. Poi salì sul letto con le ginocchia e baciò ancora per una volta Max con passione. SHANK: Ti aspetto di là! Appena sei vestita scendi in cambusa! Fatti pure una doccia anche tu se vuoi! Detto questo chiuse la porta della cabina alle sua spalle. Max riuscì ad alzarsi lentamente, si mise una vestaglia comprata nei negozi tempo prima insieme agli abiti (mica che pensiate che Shank ha l’hobby di vestirsi da donna…. Nami) e andò nel suo cosiddetto “bagno privato”. Fece scorrere l’acqua, si assicurò di aver chiuso a chiave l’ingresso. Posò la vestaglia su una sedia davanti allo spioncino per evitare sorprese e si buttò sotto l’acqua calda (si beh…naturalmente voi penserete: “Ma se ha mangiato un frutto del diavolo e non riesce a nuotare come può stare sotto la doccia dato che è sempre acqua?”” In effetti è vero però…… almeno questo….. se non si può nemmeno lavare cosa succede? N.d. Nami) Si insaponò per bene e si risciacquò, nel frattempo non riusciva a togliersi dalla mente la notte appena trascorsa. Il silenzio, la luce della luna che filtrava dalla finestra, lei tra le braccia di lui... Shank era stato così premuroso e si era comportato gentilmente senza imporle nulla e…. alla fine era stato fantastisco. Non era mai stata così felice in vita sua.

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Capitolo 20
*** Un importante missione, un'importante promessa ***


CAPITOLO 20: Un’ importante missione, un’importante promessa. Scese in cucina dove tutti si rimpinzavano ingordamente spazzolando ogni piatto che si ritrovarono davanti. Shank tentava di separare Lucky dalla propria pietanza in quanto praticamente gli rimaneva solo quella. Max li osservava con una grossa goccia sulla testa, poi le scappò un ridolino che però nessuno riuscì a udire in quel fracasso. Si sedette vicino a Shank (e dove sennò? N.d. Nami) e il cuoco della ciurma le porse subito un piatto ricco di cibo. CUOCO: Tieni bellissima! Questo è l’unico piatto che sono riuscito a salvare per te! MAX: Ah…grazie… Disse lei osservando tutti quegli alimenti nel piatto. Ce l’avrebbe fatta a mangiare tutto? LUCKY: Ehi! Non vale, tu ne hai di più! Dammi qualcosa! Esclamò permettendosi di spiluccare qualcosa dal suo piatto. SHANK: Brutto maleducato! Il capitano gli tirò un pugno in testa. LUCKY: Ahia capo! Disse massaggiandosi la testa dolorante. SHANK: Non ti permettere più di rubare dal piatto della mia ragazza! Vergognati! Come puoi comportati così con una signorina? MAX: Ma no! Glielo do volentieri, io non ce la faccio a mangiare tutto! SHANK: Ah beh, in questo caso… Con la forchetta infilzò una salsiccia dal piatto di lei e se la mise in bocca. MAX: Ehi! Adesso non approfittarne! SHANK: Mh! Shcuscia! (scusa) MAX: Che banda di matti! Poco dopo, sul ponte Max consultava la carta nautica e osservava l’orizzonte. Il sole picchiava e faceva un gran caldo. La ragazza indossava un paio di pantaloncini shorts, una maglietta che lasciava scoperto l’ombelico e un paio di scuri occhiali sa soli. Un gabbiano si posò sul parapetto per la consegna del giornale quotidiano. Max glielo tolse dal becco ed infilò una moneta nell’astuccino che portava al collo, subito dopo il messaggero si librò di nuovo nell’aria scomparendo all’orizzonte. SHANK: Ehi! Che fai di bello? Chiese il pirata dai capelli rossi. Max spostò leggermente gli occhiali da sole. MAX: Controllo la rotta, secondo i miei calcoli ci stiamo avvicinando a un’isola! Dovremmo approdare tra circa tre giorni! Oh a proposito, ho comprato il giornale, tieni! SHANK: Ah grazie tesoro! La ragazzza si mise a leggere un libro di navigazione e ad un tratto Shank notò che assunse un’aria preoccupata. Si sedette accanto a lei e le portò un braccio intorno alle spalle avvicinando il viso al suo. SHANK: Cosa c’è piccola? MAX: Beh, ecco… ho letto che l’isola sulla quale stiamo per approdare…. È abitata da alcuni sicari del governo! Se dovessero vedermi che succederà? Il pirata le spostò un ciuffo di capelli dal viso portandolo dietro al suo orecchio e le diede un bacio sulla guancia. SHANK: Ascolta Max, ti ho promesso che con me saresti stata al sicuro e così sarà. Inoltre è la nostra occasione! Potremo dimostrare la tua innocenza e il governo sarà costretto a reprimere la tua taglia dalla circolazione! Ti ho fatto un’importante promessa ed intendo mantenerla! Ok piccola? La ragazza annuì e mostrò un dolce sorriso. SHANK: Così mi piaci! La Max di cui mi sono innamorato non si dovrebbe tirare indetro davanti a niente! Quando ti ho conosciuta eri così determinata e avevi un bel caratterino…. Adesso… ti sei addolcita parecchio…. Ma non devi essere così per farmi piacere! Devi essere te stessa! MAX: Guarda che sono me stessa! E’ questo il mio vero carattere! Prima ero così perché non ti conoscevo e non mi fidavo di te ma poi…conoscenti meglio ho capito che non avevo niente da temere al tuo fianco! SHANK: Esatto! Hai capito bene vedo! MAX: Ti prometto che non mi preoccuperò più! SHANK: Tranquilla, hai tutto il diritto di essere preoccupata! MAX: Si, è vero ma non se ho vicino una persona che mi ama come te! Sono felice di averti incontrato su quell’isola e di essere salita su questa nave! Il pirata pensava che Max non poteva essere più felice di quanto lo fosse lui. Lei era come un preziosissimo tesoro, il più raro dei sette mari e averla incontrata lo aveva reso molto fortunato. La strinse in un forte abbraccio rassicurante che testimoniava chiaramente che Shank non era intenzionato a lasciarla andare. Se la missione che dovevano compiere insieme si sarebbe rivelata impegnativa e complicata non sarebbe certo fuggito. Era un pirata temerario e sicuro di sé ma anche se per ipotesi assurda qualcosa lo avesse fatto tremare di paura lui non si sarebbe tirato indietro. Sarebbe rimasto al suo fianco anche a costo della vita. I giorni successivi passarono in tranquillità e armonia finchè la sagoma di un’isola non fece capolino dietro alla nebbia mattutina del terzo giorno. BEN: Capo! Ci siamo! SHANK: Bene! Ammainare le vele e gettare l’ancora appena giunti ai piedi dell’isola! Max non sentiva nulla simile a paura, si sentiva abbastanza tranquilla e questo perché non era sola. Non solo c’era il suo uomo pronto a nasconderla sotto il suo mantello se necessario per proteggerla ma anche Ben, Yasop e compagnia erano seriamente intenzionati a battersi per la sua salvezza. Per la prima volta in vita sua aveva trovato degli amici e il vero amore. SHANK: Max! Ma dove sei finita? Gridava il pirata girovagando per i corridoi della nave. MAX: Sono qui dentro! Gridò la sua voce da dentro la sua ex cabina. (si era trasferita in quella di Shank. N.d.a.) Shank spalancò la porta ed entrò. SHANK: Tesoro, che stai facendo? Vide la ragazza in piedi su una sedia intenta a cercare un libro sullo scaffale. MAX: Sto cercando il libro che ho letto l’altro giorno, ricordi? Quello che Parlava dell’isola sulla quale stiamo per approdare! Solo non ricordo dove l’ho messo! Shank chiuse la porta alle sue spalle. SHANK: E perché lo cerchi? Tanto lo hai già letto! Dai scendi o rischi di cadere! MAX: Non ti preoccupare! La sedia è resistente! Continuava a frugare tra un libro e l’altro con l’unico risultato che lentamente i volumi cominciarono a scivolare giù cadendo addosso a Max che perse l’equilibrio. MAX: Oh! Aaaaaah! Cadde giù dalla sedia ma fortunatamente Shank corse in tempo e la prese al volo tenendola in braccio mentre i libri cadevano giù uno ad uno con un tonfo. MAX: Oh accidenti! Certe volte sono proprio un’imbranata! Disse portandosi una mano sulla fronte. Shank sorrise divertito. Poi avvicinò le labbra a quelle di lei baciandola dolcemente cogliendola di sorpresa, senza nemmeno metterla giù. Avvolgeva le sue gambe e la sua schiena. La donna portò le braccia intorno al collo del pirata ricambiando il bacio. Se solo il tempo si fosse fermato in quel momento, lei sarebbe rimasta fra le sue braccia e non avrebbe dovuto affrontare il governo. LUCKY: Capo! Con questa nebbia non si vede nulla! E se andiamo a sbattere?” Esclamò la voce di Lucky interrompendo quel momento magico. SHANK: Mh! Il dovere di capitano mi chiama piccola! Disse il rosso mettendola giù lentamente e dandole un bacio sulla tempia. MAX: Va bene! Disse lei sconsolata mentre Shank usciva dalla stanza facendole l’occhiolino. Poi, lo sguardo di Max cadde sui libri per terra. MAX: Cavoli, che disastro! Si chinò per raccoglierli quando vide quello che cercava prima di cadere fra le braccia di Shank. Lo sfogliò rapidamente finchè non trovò la pagina riguardante il gocerno. La rilesse con attenzione finchè non addocchiò quello che più le interessava e che le era sfuggito la prima volta. Sospirò e chiuse il libro con un rapido scatto. Poi si alzò in piedi e posò lo sguardo sul soffitto. MAX: Chris… SHANK: Si sta diradando, non vi preoccupate! Intanto ritirate la bandiera nera! Se gli abitanti dell’isola scoprono che siamo pirati è la fine! Non dimenticatevi che c’è il governo qui! Max uscì sul ponte giungendo al parapetto posando lo sguardo dritto davanti a sé mentre la sagoma dell’isola tornava a farsi vedere. Shank notò qualcosa di strano in lei. SHANK: Qualcosa non va? Le domandò preoccupato. MAX: No, nulla! SHANK: Sei preoccupata? MAX: No! Sapeva che mentiva ma probabilmente non le andava di parlarne e di conseguenza non le fece più domande. SHANK: Bene! Yasop ritrasse la bandiera con il teschio mentre Max non riusciva a staccare lo sguardo dall'isola. Che cosa aveva letto di tanto preoccupante su quel libro? Shank soprattutto non capiva cosa la afliggeva. Lei diceva di non essere preoccupata e si vedeva che la sua non era paura..si, forse c'era una vena di agitazione ma i suoi occhi trasmettevano qualcosa di diverso. Finalmente la nebbia si diradò e la nave pirata, che agli occhi della gente appariva come una nave comune, giunse al porto. Ben gettò l'ancora mentre Max si coprì con l solito cappotto con cappuccio e occhiali da sole, nonostante il cielo fosse completamente coperto da un manto di nuvole. Sembrava quasi che stesse per venire a piovere da un momento all'altro. Tutto appariva tranquillo, i giovani pirati camminavano tranquillamente nascondendo le armi negli indumenti, bisognava agire con estrema cautela su quell'isola. Max teneva lo sguardo dritto dinnanzi a sè ignorando la gente che la scrutava da capo a piedi per il buffo abbigliamento. Poi però qualcosa la convinse a distoglierla dai suoi pensieri. Sentì una mano calda afferrare la sua e stringerla forte. Alzò lo sguardo e vide Shank che le fece l'occhiolino. (Si, come sicuramente avrete notato è una mania per lui.... N.d.a.). Max sorrise e ricambiò la presa riportando lo sguardo dritto davanti a sè. SHANK: Ce la faremo! Sussurrò soltanto. Max annuì ma deglutì nello stesso tempo. In quel momento sentì un'immensa paura. Dove era finito tutto il coraggio che possedeva fino ad un attimpo prima? Tutta la sua fiducia e la sua determinazione dove erano svanite? Si sentì in seguito mancare non appena raggiunsero la sede del governo. Cosa dovevano fare dunque? Shank avrebbe mantenuto la sua promessa e compiuto la sua missione. Si fece quindi venire un'idea, inventò un piano che avrebbe anche potuto funzionare..

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Capitolo 21
*** Messa in scena ***


CAPITOLO 21: Messa in scena. Su quell’isola tutto sembrava tranquillo ma nessuno poteva immaginare che presto quella pace sarebbe stata distrutta.. ciò che di lì a poco sarebbe successo avrebbe potuto costare la vita all’intero villaggio di Sayro, il nome dell’isola. SHANK: Ok! Ci siamo! Entriamo! Ben e compagnia si scambiarono un’occhiata di perplessità. Che cosa aveva in testa il loro capo? Per quale motivo dei pirati come loro avrebbero dovuto entrare nella sede del governo andando in contro al pericolo certo? Era come arrendersi, consegnarsi nelle mani del nemico. SHANK: Su, non fate quelle facce! Ho un piano, cosa credete, che mi stia arrendendo? Non succederà mai! Dovranno passare altri centomila anni prima che il governo riesca ad avermi in gabbia! Max lo guardò attraverso i suoi scuri occhiali da sole. Quale piano aveva in mente? SHANK: Fidati Max! E anche voi! Dovete solo assecondarmi! Io darò inizio al mio piano e voi cercherete di starmi dietro, d’accordo? Funzionerà! Beh, sembrava molto sicuro di sé. Sicuramente il suo piano doveva essere geniale. ( ^___^’’ ) Fece un profondo respiro, posò la mano sulla manigliona del portone e spinse spalancandola lentamente. Entrò con Max e gli altri al seguito. Stranamente non c’erano guardie all’entrata, né marines… nessuno controllava la situazione. Ciò che li circondava erano delle pareti bianche con dei quadri appesi, varie foto di marines e di sicari del governo, in fondo alla sala vi erano due pannelli con le taglie di tutti i malviventi in circolazione.. inutile dire che tra esse vi era anche la taglia di Max. SHANK: Vedrai, entro stasera questa sparirà da qui e da qualunque altro posto! MAX: Mh! Stavano per superare un'altra parta ma una voce li costrinse a fermarsi. MARINE: Ehi! E voi chi siete? Chi diavolo vi ha dato il permesso di entrare? Sappiate che avete varcato la porta della sede del governo di Sayo, dunque siete in arresto per aver tranquillamente messo piedi in questa sala! Gridò un uomo alle loro spalle. Tutti si voltarono restando però in silenzio. Come sarebbero usciti dunque da quella situazione? UOMO: Ma che sta succedendo qui? Un'altra persona fece capolino nella sala del palazzo. Era un giovane di all’incirca venticinque, ventisei anni, piuttosto affascinante, con sguardo fiero e serio nello stesso tempo. UOMO: Cittadini.. o meglio dire.. forestieri! Non siete di qui vero? E a vedervi avete un’aria piuttosto sprovveduta! Silenzio. Max era terrorizzata, non sapeva cosa sarebbe successo anche se nella sua mente aveva un possibile quadro della situazione. Lei e compagnia si sarebbero ribellati stendendo quei due e avrebbero di conseguenza dovuto fuggire da lì mandando a monte tutto quanto. D’un tratto però Shank si fece avanti di due passi piazzandosi davanti all’ultimo arrivato. SHANK: Calma amico! Tu non sai con chi hai a che fare! Max strinse i pugni, era nervosissima, temeva che Shank si comportasse nel modo sbagliato, pregava affinchè non si lasciasse sopraffare dal suo orgoglio da pirata. “Non ho fatto tutta questa strada per niente! Ho promesso di reprimere la taglia della mia Max e lo farò! Non permetterò che uno come te mandi tutto all’aria!” Pensò il rossino. UOMO: Davvero? E’ forse una frase intimidatoria la tua? MARINE: Non deve lasciarsi ingannare! Questi hanno tutta l’aria di essere dei criminali! Devo portarli dentro agente Chris? MAX: Cosa? Quel nome.. quel nome che aveva letto sul libro, quel nome che rimbombava di continuo nella sua testa. SHANK: Mh? Che succede? Domandò il rosso a bassa voce. MAX: Nulla, nulla! Per un attimo l’agente posò lo sguardo su Max che premette la mano sugli occhiali da sole e chinò leggermente la testa cercando di essere più naturale possibile. AGENTE: Comunque! Riprese subito dopo riposando gli occhi sul pirata. AGENTE: Questa introduzione nella sede privata del governo di Sayo vi potrebbe costare l’arresto! Ma sarò clemente e chiuderò un occhio per questa volta! Fuori di qui prima che il capitano vi scopra! Nulla da fare. Era ovvio che nessuno sarebbe uscito da quella base senza prima aver ottenuto il proprio scopo. SHANK: Scordatelo! Senza contare che la colpa è vostra! Che ci posso fare io se non piazzate nessuno di guardia? Disse Shank arrogantemente, quasi come se volesse lanciare una minaccia. LUCKY: Capo, per favore! Sussurrava il grassone senza però essere udito dal suo capo. AGENTE: Questo non è un problema vostro! E comunque.. io sono qui no? Vi ho presi in castagna quindi non ti permetto di insinuare che l’organizzazione lascia a desiderare! Se davvero ti senti in dovere di criticare una delle basi del governo migliori al mondo, allora vieni con me al cospetto del capo! Sarà lui a decidere cosa farne di voi! Il giovane fece per afferrare Shank per una spalla ma il pirata gli schiaffeggiò la mano mentre Max sudava freddo. SHANK: Allora non ci senti proprio eh? Mi sembra di averti detto di darti una calmata! Noi non siamo le persone che crdi tu, va bene? Siamo in otto e potremmo conciarvi per le feste! (Otto perchè Shank aveva comandato agli altri di aspettare alla nave. N.d.a) Max versava lacrime di disperazione che però nessuno riusciva a vedere per via degli occhiali. Sentiva che era la fine. Così era quello il piano del suo fidanzato? Comportarsi come un delinquente senza il minimo scrupolo con i sicari del governo? Lo sentiva, era giunto il termine, di tutto. AGENTE: Davvero? L’uomo estrasse una pistola dalla giacca puntandola contro il rosso. AGENTE: Io non credo! Ma subito fu preso in esempio da Ben e Yasop che estrassero anche loro le pistole. Max aveva una grande voglia di mettersi ad urlare. “MA INSOMMA! SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO COMBINATE? VOLETE AIUTARMI OPPURE NO? AAAAAAAAAH!” Purtroppo però nessuno, tranne le cellule del suo cervello potevano udire quelle parole. AGENTE: Capisco… Shank afferrò la canna dell’arma da fuoco dell’avversario e la fece abbassre di un paio di centimetri. SHANK: Allora? Hai capito o no che hai preso un granchio paradossale? Quella domanda fu seguita da un attimo di silenzio che fu rotto immediatamente dopo dal pirata. SHANK: Siamo i sicari del governo della città di Shima Town! MAX:…. BEN:…. YASOP: … LUCKY:… SBADADENG! Tutti caddero a terra per il grosso imbarazzo con un’enorme gocciolona sulla testa. Così era quello il suo piano? Fingersi un sicario del governo di un’altra città? E come sarebbe finita? Immediatamente si rialzarono da terra per non destare troppi sospetti. AGENTE: Ah… dunque mi sono sbagliato! Vi prego di perdonarmi…certo..non si può dire che abbiate l’aria di agenti del governo! Esclamò riponendo la pistola nella tasca interna. SHANK: Per forza! E’ per agire inosservato! Per esempio! Guarda quella donna! Di certo non sembra un sergente! Ma quell’abbigliamento le serve per non destare sospetti! Mi capisci? Max fece un debole sorriso, non vedeva l’ora di risalire a bordo della nave e ripartire sapendo che tutto era tranquillo, sapendo di essere finalmente libera..anche se convivendo con dei pirati..prima o poi si sarebbe potuta benissimo ribeccare la taglia ma se non altro per un valido motivo. AGENTE: Si.. mi sembra logico! Bene, posso sapere perché i sicari del governo di Shima Town sono venuti a fare visita a noi di Sayo? Shank sorrise soddisfatto. Pareva esserci cascato. SHANK: Semplice! Vogliamo parlare con colui che comanda qui dentro! Dovremmo parlargli… di una questione molto importante riguardo ad una ricercata!

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Capitolo 22
*** Fine del gioco! ***


CAPITOLO 22: Fine del gioco! Il giovane osservava quegli strani individui, presunti sicari del governo di Shima Town.. ma qualcosa non quadrava… di solito nessuno di quel girone andava mai in giro in ghingheri…ma era anche vero che lui Shima Town l’aveva solo sentita nominare e non sapeva che tipo di governo ci fosse né tantomeno che tipo di missioni si svolgevssero. AGENTE: Volete parlare col capitano di una ricercata? Che storia eh? Domandò perplesso. SHANK: Portaci da lui e niente domande! No, non poteva funzionare. Prima o poi li avrebbe scoperti e su questo Max ne era più che sicura. AGENTI: Va bene! Sembrava che il pericolo fosse passato ma immediatamente dopo tutti dovettero ricredersi. AGENTE: Ma prima provami di essere un agente del governo! Puff! Tutto finito, tutto sarebbe andato a monte. Come sarebbero usciti da quella situazione? Stavolta nemmeno la fantasia di Shank avrebbe potuto salvarli. SHANK: Nutri ancora qualche dubbio? Va bene, allora prendi pure un telefono (lumacofono) e chiama la nostra centrale! Il numero è 0713! L’uomo non si mosse. Rimase in silenzio come intento a riflettere. SHANK: Che hai? Non sei capace di sollevare un microfono, comporre un numerino di quattro cifre e parlare? Forse allora preferisci che ti faccia arrestare per mancato rispetto ad un tuo superiore? Il giovane incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio come intento a comprendere. AGENTE: Superiore? Domandò incuriosito. SHANK: Sono il capitano della base di Shima Town! Come ti ho detto la ragazza è un sergente maggiore! L’uomo con la sigaretta è un agente di primo ordine come te mentre gli altri sono tutti agenti di secondo grado! Dunque osi ancora avere dei sospetti? Questo è il nostro modo di compiere le missioni quindi o ti accontenti o ti ritroverai davanti al mio tavolo con le mani legate, sono stato chiaro agente? Il ragazzo intimorito fece un mezzo inchino con mille gocce di sudore che gli scendevano dalla fronte. AGENTE: Mi..mi perdoni signore! Io.. non volevo mancarle di rispetto! Prego, se vuole seguirmi la condurrò dal capitano! Tu, marine! Mettiti di guardia! Il marinaio si piazzò all’esterno, dinnanzi al portone per evitare altri pasticci come quello in cui si erano appena intricati. L’uomo camminava con le mani dietro alla schiena mentre i pirati sghignazzavano per la prima vittoria. Max afferrò il braccio di Shank chiedendogli come avesse fatto ad avere quelle informazioni sulla base della città di Shima Town. SHANK: E’ molto semplice! Mi sono messo a leggere di recente e ho trovato una decina di pagine che parlavano di quella città e della sua base! Ma ti confesso che stavo per schiattare! Pregavo perché quell’agente non scoprisse la verità! Max gli sorrise incrociando le dita con quelle della sua mano poi, posò lo sguardo su quel Chris, che riusciva solo ad intravvedere tra le corporature dei compagni. Qualcosa di passato le tornò alla mente.. qualcosa di molto chiaro che per anni le aveva punto il cuore allontanandola da tutti. Solo non doveva assolutamente farsi riconoscere nemmeno da lui.. perché, nonostante anni prima erano ottimi amici, ora lui faceva parte del governo e lei era una ricercata con un’ingente tagli sulla testa… senza contare che c’era anche un piccolo fatto avvenuto dodici anni prima che complicava le cose, a causa del quale, se lui avesse scoperto la sua vera identità, di sicuro non ci avrebbe pensato due volte a sbatterla dentro. SHANK: Piccola! La chiamava il rossino vedendola distratta. SHANK: Che ti prende tesoro? Sollevò la mano baciando quella di lei intrecciata nella sua. MAX: Niente! Sono solo nervosa! Non mi sento a mio agio nei panni di un sicario del governo! Rispose prontamente lei mentendo spudoratamente. SHANK: No! Non è questo il problema maggiore per te! C’è qualcosa di più! Probabilmente adesso non è il tempo né il luogo adatto per parlarne ma voglio che tra noi non ci siano segreti quindi me lo dirai al termine di questa missione? MAX: Promesso! Rispose lei copiando il suo vizio, facendogli l’occhiolino. D’un tratto Ben e gli altri si fermarono di colpo e la coppia si rese conto di essere giunta dinnanzi ad una porta d’acciaio. AGENTE: Siamo arrivati! Prima però dovrei annunciarvi se non vi dispiace! L’uomo entrò lentamente scomparendo dietro al portone. BEN: Hai idea di quello che stai facendo capo? Domandò il vice espellendo il fumo dalla sua immancabile sigaretta. SHANK: Certo che si! Fino a qui ha tutto funzionato senza problemi! Adesso.. si avvicina la parte più difficile! Convincere il capitano della baracca a reprimere la taglia di Max senza dare nell’occhio! Max deglutì senza però farsi sentire. YASOP: Capisco! Ma lui potrebbe anche capire che non siamo dei sicari del governo! Dopotutto ricopre lo stesso ruolo che ricopri tu nella finzione no? Shank posò lo sguardo sulla porta assicurandosi che l’agente non stesse per uscire. Poi si rivolse nuovamente ai suoi compagni. SHANK: Certo, so anche questo! Sapevo benissimo che il mio piano si sarebbe rivelato complicato e soprattutto pericoloso! Ci troviamo all’interno di una sede del governo! Basta una mossa falsa e ci ritroveremo incatenati dietro alle sbarre come nulla per essere giustiziati anche domattina stessa! Max si strinse le spalle con le braccia. L’idea di essere scoperta e di conseguenza giustiziata la faceva rabbrividire. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. SHANK: Allora ascoltatemi! Come agenti dobbiamo convincere il capo che la taglia è stata messa sulla testa di Max sotto uno sbaglio! Lei ha sempre aiutato i più deboli sconfiggendo coloro che possedevano già delle taglie anche prima di lei! In questo modo ha sempre dato un contributo al governo! So che non è molto per convincere il capo dell’organizzazione… ma dobbiamo almeno tentare! Tutti annuirono, “o la va o la spacca!” Pensavano. Non avevano scelta. La porta si aprì lentamente e l’agente fece accomodare i pirati sotto false spoglie. Shank entrò per primo lanciando un’occhiata intimidatoria al ragazzo. L’ultima ad entrare nella sala fu Max che sentì lo sguardo di Chris addosso. Il giovane la fissava sospettoso, come se la stesse per riconoscere. MAX: Che vuoi? Chiese Max in modo serio per non farsi scoprire. AGENTE: Ho come l’impressione.. di averti già vista! Non è che ci siamo già conosciuti da qualche parte? Max sollevò gli occhiali coprendosi gli occhi più accuratamente. MAX: No, mi dispiace ma ti stai confondendo! Rispose. Poi si incamminò sospirando di sollievo raggiungendo gli altri. Vide un grosso tavolo al centro con tre Marine in fondo, dietro ad una poltrona girata. CAPO: Dunque! Vi do il ben venuto signori! Esclamò una voce possente da dietro alla poltrona. SHANK: La ringrazio ma se non le dispiace vorrei passare subito al dunque! La poltrona si voltò e si scoprì un uomo dalla corporatura robusta. CAPO: Bene! Allora mi dica! Cosa mi deve dire di così importante? Deve essere una cosa seria se lei e i suoi uomini avete lasciato la vostra postazione! Shank tirò leggermente la parte destra del mantello ed iniziò il suo discorso. SHANK: La cosa è molto semplice! E’ stata piazzata una taglia su una donna ingustamente! Dal momento che il vostro è il centro più importante che esista, ho pensato che lei potesse reprimerla senza problemi! L’uomo incrociò le dita sotto il mento con i gomiti posati sul tavolo. CAPO: Mh! Così lei mi sta dicendo che in giro c’è una ricercata che non dovrebbe essere tale, ho afferrato? SHANK: Precisamente! La donna in questione si chiama Max e sulla testa ha una taglia piuttosto alta! Il capo si grattò il mento. CAPO: Ah si! Parla della cosiddetta “donna prodigio” vero? Le confesso che quando mi sono visto arrivare quella taglia dal governo di Ram ci sono rimasto! Fino ad ora nessuna donna aveva mai avuto una simile taglia sulla testa! Mi dica dunque, quale sarebbe l’errore? Io ho dovuto mettere in circolazione quel mandato di cattura, mi capisce? Ora non posso levarlo come se nulla fosse! Shank sbattè una mano sul grosso tavolo. SHANK: Mi rendo conto! Ma vede, il fatto è che lei è diventata una ricercata solo perché possiede le doti del frutto del diavolo ma non ha mai usato le sue capacità per fare del male a qualcuno, anzi! Ha sempre collaborato per far arrestare i veri criminali! Ha sempre salvato la gente innocente e non ha mai ucciso nessuno! Mi dica dunque, come può rimanere una taglia sulla sua testa se non è una criminale? Se venisse giustiziata sarebbe un’esecuzione ingiusta! L’uomo scoppiò in una fragorosa risata, poi si passò una mano fra i capelli. CAPO: Mi scusi se glelo dico.. ma se le hanno piazzato quella taglia addosso, probabilmente è perché ha commesso qualcosa, non le pare? MAX: Si sbaglia! Esclamò la ragazza presa dalla rabbia. CAPO: Oh, ma davvero? Beh, io non ho nessuna prova della sua innocenza! Non è un mio problema! Dovreste rivolgervi a coloro che le hanno piazzato questo mandato! SHANK: Ma voi fate parte del governo più potente! Come può dirmi che non farà nulla? L’uomo si alzò e afferrò Shank per la camicia. CAPO: Abbassi il tono di voce! Non siamo in piazza è chiaro? Le ripeto che non mi riguarda! E poi.. Riprese la sua posizione seduta mostrando un ghigno che non tranquillizzò affatto i presenti. CAPO: Chi mi assicura che non siete degli impostori? Il vostro abbigliamento è al quanto sospetto senza contare..che nessun sicario del governo ha mai lasciato la base per un motivo simile! BAM! SHANK: Osa insinuare che siamo dei delinquenti? Lei non ha il diritto di sputare facili sentenze! D’improvviso la porta della sala si aprì e un marine trafelato entrò avvicinandosi intimorito al suo capo con in mano un foglio di carta. L’uomo lo prese in mano e lo scrutò attentamente per poi riposare lo sguardo su Shank. CAPO: Ah ah ah ah ah ah ah! Scoppiò l’uomo. SHANK: E adesso che ha da ridere? Domandò il rossino sentendo un brutto presentimento. CAPO: Così non ho il diritto di sputare facili sentenze eh? Uh uh uh! Casualmente mi è capitato tra le mani un documento interessante! Si alzò dalla poltrona e ordinò ai suoi Marine di alzare i fucili. SHANK: Che cosa significa? Max si sentì tremare le gambe. Sentiva che si stava avvicinando la fine. CAPO: Devo ammettere che è stato un piano interessante! Ti faccio i miei complimenti! Ma sfortunatamente tu e i tuoi seguaci non avete tenuto a mente una cosa. Siete entrati nella più importante sede del governo e non in un teatro! Temo che ti sei cacciato in un bel guaio…. SHANK IL ROSSO! Il pirata avvertì un tuffo al cuore. Non ce l’aveva fatta! Non era riuscito a mantenere la sua parola. L’uomo sollevò il pezzo di carta sul quale vi era ritratta una foto di Shank. CAPO: Ah! Fino ad ora non ho mai visto un pirata entrare nella sede del governo spacciandosi per sicari della giustazia tentando di convincere il capo a reprimere una taglia! Ben e gli altri fecero per estrarre le armi ma l’agente Chris prese un fucile e lo puntò contro Shank. AGENTE: Io non lo farei se fossi in voi! Esclamò. I pirati si fermarono digrignando i denti. Erano finiti nel sacco stavolta.

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Capitolo 23
*** L'evaso ***


CAPITOLO 23: L’esplosivo. Chris teneva il fucile sulla tempia del rosso che stava immobile, mentre tutti, soprattutto Max, temevano il peggio. AGENTE: Mi sono fatto ingannare come un pollo, lo ammetto! Ma adesso vedrete con chi avete a che fare! Shank estrasse velocemente la sua spada da sotto al mantello e la puntò alla gola del ragazzo. SHANK: Posa quel fucile se non vuoi ritrovarti sgozzato! L’agente sorrise maliziosamente, poi, levò lentamente il fucile dalla tempia del pirata che tentò di disarmare l’uomo ma Chris, riuscì a tenere ben stretto il suo fucile e con una botta fece cadere la spada dalla mano di Shank. AGENTE: Ti avevo avvertito pirata! Pensavo di risparmiarti ma adesso ti sei giocato la mia bontà di cuore! Buon viaggio all’inferno! MAX: Fermati Chris! Urlò la donna attirando l’attenzione di tutti. Shank rimase allibito. Lo aveva chiamato per nome.. allora quei due si conoscevano? Max si tolse gli occhiali da sole e la giacca col cappuccio svelando le sue vere sembianze. MAX: E’ su di me che c’è una taglia! Quindi lascialo stare! SHANK: Max! CAPO: Guarda guarda guarda! Questa si che è una sorpresa! Il capo diede un nuovo ordine, arrestare la ricercata e rinchiuderla nelle segrete umide per poi giustiziarla quella sera stessa. Ma Chris con un cenno di mano costrinse tutti a fermarsi. CHRIS: Bene! Devo ammettere che non mi aspettavo di vederti al seguito di pirati come questi Max! Certo che ne è passato di tempo eh? La donna si avvicinò al vecchio conoscente e afferrò la canna del fucile. MAX: Lascia stare questi pirati o te la vedrai con me! Tredici anni fa ti ho mandato in ospedale accidentalmente ma adesso, se ti azzardi a fargli del male ti ci spedirò senza pensarci su! Chris ghignò mentre i marine tentarono di avvicinarsi a Max. Ben e gli altri però corsero in aiuto della ragazza piazzandosi dinnanzi ai marine. BEN: Guai a voi se vi avvicinate a quella ragazza! Shank scagliò un pugno a Chris approfittando di quell’attimo di distrazzzione. Poi posò lo sguardo su Max che appariva quasi… triste. Ora comprese. Quell’agente era il suo amico di infanzia, con cui giocava sempre e che lo aveva buttato per sbaglio giù dalla collina dopo aver mangiato il frutto del mare. Shank si era accorto che sul libro c’erano i nomi degli agenti che popolavano quell’isola. Evidentemente Max aveva letto il nome di Chris e si era sentita confusa.. CHRIS: Capisco! Certo che sei proprio cambiata! Tredici anni fa eri così timidina e docile, graziosa e timida… adesso sei una donna determinata, piena di grinta e soprattutto per nulla timida! MAX: Che ci vuoi fare! Nella vita tutti crescono e cambiano! Ribattè lei sogghignando. CAPO: Se non vi dispiace, preferirei sorvolare le chiacchiere di ritrovamento e passare all’azione! Che diavolo aspetti Chris? Prendila! Il ragazzo fece per avvicinarsi a Max ma Shank prese velocemente la sua spada da terra e la puntò contro l’agente. SHANK: Avvicinati a lei di un altro passo e sei un uomo morto! MAX: No, fermati! Gli gridò la sua ragazza. SHANK: Cosa? MAX: Questa è una faccenda tra me e lui! Per favore! Ritira la spada! Shank sapeva benissimo che Max era in grado di badare a se stessa, dopotutto possedeva delle grandi capacità fisiche.. solo sentiva che desiderava proteggerla, nasconderla dietro di sé e farla sentire al sicuro.. SHANK: Stai attenta! Tuttavia stavolta dovette darle ascolto e lasciarla agire da sola. Max sorrise e annuì lentamente mentre Chris si portò una mano al mento e iniziò a scrutare la coppia. Poi però, un Marine afferrò a tradimento Shank comparendogli alle spalle e senza lasciargli il tempo di agire lo incatenò immobilizzandogli le braccia e le gambe. MAX: No! Max fece per correre da lui per aiutarlo ma Chris le si piazzò davanti. MAX: Levati di mezzo Chris! CHRIS: Spiacente bellezza! Ma abbiamo un conto in sospeso noi due o mi sbaglio? MAX: Se non ti sposti immediatamente ti prendo a pugni! CHRIS: Accomodati! Le disse sorridendo maliziosamente portandosi le mani dietro alla schiena. Shank era steso per terra dimenandosi per cercare di sciogliere quelle catene ma ultimamente il governo aveva attrezzature più sofisticate. Max sentiva che doveva iutarlo. Voleva salvarlo! Con tutte le volte che lui la aveva soccorsa liberandola ora non poteva fallire. Con tutta la rabbia che sentiva in corpo scagliò un bel pugno in pieno volto a Chris che sorpreso si portò le mani al naso che iniziò a sanguinare. CHRIS: Aaah! Che male! Ahia ahia ahia! Ma sei matta? Io credevo stessi scherzando! Non pensavo avessi davvero intenzione di colpire il tuo migliore amico! Max si scroccò le dita. MAX: Mi dispiace ma quella è una storia passata! La nostra amicizia è finita quando tu hai deciso di non rivolgermi più la parola dopo l’incidente, ricordi? CHRIS: Eh? MAX: Se mi impedisci di salvare Shank io non mi farò scrupoli! Ora siamo avversari! Tu sei un agente del governo e io una ricercata! Tra di noi non c’è più alcun legame! D’un tratto dopo quella frase assunse uno sguardo triste. MAX: Purtroppo! CHRIS: Beh, allora.. d’accordo! Fatti sotto dolcezza e che vinca il migliore! Max tentò di tirargli un calcio ma Chris fermò la sua gamba senza essere minimamente sfiorato. Poi le rilasciò l’arto e la donna ritentò di colpirlo con un pugno ma nel giro di un attimo si ritrovò con il braccio dietro alla schiena con Chris che la immobilizzava. CHRIS: Mi dispiace! Mi ero scordato di dirti che non sono più deboluccio come un tempo! Ho seguito un particolare addestramento e nemmeno tu puoi più ferirmi.. prima.. è stata solo una distrazione! SHANK: Max! Nel frattempo Ben e compagnia tenevano perfettamente testa ai marine ma purtroppo anche se erano forti e armati più di loro, i marinai aumentavano sempre di più e riuscivano quindi a sconfiggere i pirati. Ormai era finita. Shank e i suoi erano completamente legati e Max era immobilizzata. CAPO: Ah ah ah! A quanto vedo è giunta la fine! Spiacente ragazzi ma la colpa è solo vostra! Voi! Rinchiudete i pirati nella cella numero venti, e tu Chris rinchiudi la donna prodigio nella cella numero trentuno! Tutti gridarono “Agli ordini signore!” CHRIS: … CAPO: Beh? Che ti prende Chris? Portala nelle segrete, sbrigati! Il ragazzo non si mosse. Teneva stretto Max ma sembrava non volesse rinchiuderla. CAPO: Allora? Ti muovi o vuoi che ti espelli dal governo? Finalmente sembrò schiodarsi. CHRIS: Agli ordini capo! Vieni Max! I soldati fecero entrare i pirati nella gabbia dopo averli slegati e richiusero la cancellata a chiave. SHANK: Maledizione! Il rosso picchiò il pugno contro la parete umida della prigione. BEN: Calmati! Vedrai che troveremo un modo per uscire di qui! SHANK: Io volevo solo aiutare la donna che amo! E ho fallito! Come potrò guardare in faccia Max dopo quello che è successo per colpa mia? Yasop posò una mano sulla sua spalla. YASOP: Stai tranquillo! Sento che stasera saremo a bordo della nostra nave felici e contenti per la vittoria! Tutto si sarà risolto per il meglio! Shank voleva credere alle parole di Yasop, lo desiderava con tutte le forze.. ma purtroppo per la prima volta in vita sua lui non era affatto così ottimista. Temeva che Max lo detestasse, che si sentisse delusa e tradita e non poteva perdonarselo. Nel frattempo Max fu portata da Chris al piano superiore e rinchiusa nella cella. Dopo aver richiuso la cancellata Chris si accorse che ,ax lo guardava sprizzando infelicità. CHRIS: Via, non guardarmi così! Dopotutto tu stessa hai detto che tra noi non c’è più alcun legame! Io sono un agente del governo e tu una ricercata! Devo sottostare ai miei doveri! La giovane non disse una parola. Gli diede le spalle e si sedette sul pavimento umido soto alla lieve luce che penetrava dalla piccola finestra. CHRIS: Mi dispiace! Immagino come tu ti possa essere sentita tredici anni fa quando ti sei ritrovata da sola! E detto ciò ritornò alla sua postazione di guardia. In quel preciso momento però, un marine, passò davanti ad una cella.. che per qualche oscuro sembrava essere molto importante all’interno di quella sede… MARINE: Cosa? Oh, no! Non è possibile! Questo è un guaio! La cella era vuota! Chiusa, ma vuota. Il marine prese le chiavi dalla tasca e la aprì per controllare meglio. MARINE: Forse si è nascosto sotto il letto! Alzò la coperta, ma nessuno si era nascosto lì sotto. Non capiva come era potuto accadere ma, era successo. Non c’era più nessuno lì dentro. Uscì trafelato dal sotterraneo gridando come uno straccivendolo. MARINE: Capoooooooo! L’uomo, che stava firmando dei documenti con Chris accanto, alzò lo sguardo dai pezzi di carta posandolo minacciosamente sul marine. CAPO: Che cosa vuoi! Non vedi che ho da fare? MARINE: Anf! Anf! Anf! Mi perdoni signore ma… anf! Anf! Anf! Lui, la cella.. era vuota, io… ho controllato! Anf! Anf! E’ fuggito! CHRIS: Calmati e riprendi fiato! Non capiamo una parola di quello che dici! Il capo offrì un bicchiere d’acqua al marine che lo prese di scatto ingurgitandosi tutta l’acqua contenuta nel pezzo di vetro riprendendo il respiro. MARINE: Siamo nei guai! La cella numero trentasette è vuota! Goldron è fuggito signore! Gli occhi di Chris e del capo si riempirono di terrore e preoccupazione. Di chi stava parlando il marine? E soprattutto chi era quell’uomo evaso? Cosa aveva di pericoloso? CAPO: Maledizione! Eppure era sorvegliato giorno e notte, senza contare che nessuno avrebbe potuto evadere riuscendo ad aprire il cancello! MARINE: C’è un altro fatto strano signore! La cella era chiusa a chiave! L’uomo rimase in silenzio per un attimo, poi si alzò velocemente dalla poltrona. CAPO: Tu! Vai immediatamente ad avvertire gli altri agenti del pericolo! Dai l’allarme! Chris! Tu vieni con me! Potrebbe essere ancora qui! Il panico scoppiò all’interno della sede. Marne che correvano di fretta lungo i corridoi, uomini urlanti… MAX: Eh? Ma che sta succedendo? Max si alzò in piedi e con le mani strinse le aste del cancelletto. Sentiva un sacco di passi agitati al piano di sopra.. doveva essere accadauto qualcosa di brutto.. SHANK: Cavolo! Questo posto è raccapricciante! E' tutto umido! Chissà come starà la mia Max! Shank faceva avanti e indietro nella cella pensando ai sentimenti della sua donna mentre Ben e gli altri se ne stavano seduti in silenzio sorbendo le continue lamentele del loro capo. BEN: Stai calmo! Siediti e respira profondamente! Sei troppo agitato! SHANK: Forse l'ho capito solo io ma qui siamo nei guai ragazzi! Se non troviamo un modo per uscire da qui, verremo tutti giustiziati stasera stessa! E anche Max.. sarà condannata ingiustamente! Lei che non ha mai commesso nulla di male! Nel frattempo Max, che si era addormentata appoggiata in un angolo della cella, fu destata lentamente dal suo sonno dai continui passi dei marin che correvano per i corridoi agitandosi come pazzi. MAX: Ma.. ancora? Si può sapere che c'è^CAPITOLO 23: L’esplosivo Chris teneva il fucile sulla tempia del rosso che stava immobile, mentre tutti, soprattutto Max, temevano il peggio. AGENTE: Mi sono fatto ingannare come un pollo, lo ammetto! Ma adesso vedrete con chi avete a che fare! Shank estrasse velocemente la sua spada da sotto al mantello e la puntò alla gola del ragazzo. SHANK: Posa quel fucile se non vuoi ritrovarti sgozzato! L’agente sorrise maliziosamente, poi, levò lentamente il fucile dalla tempia del pirata che tentò di disarmare l’uomo ma Chris, riuscì a tenere ben stretto il suo fucile e con una botta fece cadere la spada dalla mano di Shank. AGENTE: Ti avevo avvertito pirata! Pensavo di risparmiarti ma adesso ti sei giocato la mia bontà di cuore! Buon viaggio all’inferno! MAX: Fermati Chris! Urlò la donna attirando l’attenzione di tutti. Shank rimase allibito. Lo aveva chiamato per nome.. allora quei due si conoscevano? Max si tolse gli occhiali da sole e la giacca col cappuccio svelando le sue vere sembianze. MAX: E’ su di me che c’è una taglia! Quindi lascialo stare! SHANK: Max! CAPO: Guarda guarda guarda! Questa si che è una sorpresa! Il capo diede un nuovo ordine, arrestare la ricercata e rinchiuderla nelle segrete umide per poi giustiziarla quella sera stessa. Ma Chris con un cenno di mano costrinse tutti a fermarsi. CHRIS: Bene! Devo ammettere che non mi aspettavo di vederti al seguito di pirati come questi Max! Certo che ne è passato di tempo eh? La donna si avvicinò al vecchio conoscente e afferrò la canna del fucile. MAX: Lascia stare questi pirati o te la vedrai con me! Tredici anni fa ti ho mandato in ospedale accidentalmente ma adesso, se ti azzardi a fargli del male ti ci spedirò senza pensarci su! Chris ghignò mentre i marine tentarono di avvicinarsi a Max. Ben e gli altri però corsero in aiuto della ragazza piazzandosi dinnanzi ai marine. BEN: Guai a voi se vi avvicinate a quella ragazza! Shank scagliò un pugno a Chris approfittando di quell’attimo di distrazzzione. Poi posò lo sguardo su Max che appariva quasi… triste. Ora comprese. Quell’agente era il suo amico di infanzia, con cui giocava sempre e che lo aveva buttato per sbaglio giù dalla collina dopo aver mangiato il frutto del mare. Shank si era accorto che sul libro c’erano i nomi degli agenti che popolavano quell’isola. Evidentemente Max aveva letto il nome di Chris e si era sentita confusa.. CHRIS: Capisco! Certo che sei proprio cambiata! Tredici anni fa eri così timidina e docile, graziosa e timida… adesso sei una donna determinata, piena di grinta e soprattutto per nulla timida! MAX: Che ci vuoi fare! Nella vita tutti crescono e cambiano! Ribattè lei sogghignando. CAPO: Se non vi dispiace, preferirei sorvolare le chiacchiere di ritrovamento e passare all’azione! Che diavolo aspetti Chris? Prendila! Il ragazzo fece per avvicinarsi a Max ma Shank prese velocemente la sua spada da terra e la puntò contro l’agente. SHANK: Avvicinati a lei di un altro passo e sei un uomo morto! MAX: No, fermati! Gli gridò la sua ragazza. SHANK: Cosa? MAX: Questa è una faccenda tra me e lui! Per favore! Ritira la spada! Shank sapeva benissimo che Max era in grado di badare a se stessa, dopotutto possedeva delle grandi capacità fisiche.. solo sentiva che desiderava proteggerla, nasconderla dietro di sé e farla sentire al sicuro.. SHANK: Stai attenta! Tuttavia stavolta dovette darle ascolto e lasciarla agire da sola. Max sorrise e annuì lentamente mentre Chris si portò una mano al mento e iniziò a scrutare la coppia. Poi però, un Marine afferrò a tradimento Shank comparendogli alle spalle e senza lasciargli il tempo di agire lo incatenò immobilizzandogli le braccia e le gambe. MAX: No! Max fece per correre da lui per aiutarlo ma Chris le si piazzò davanti. MAX: Levati di mezzo Chris! CHRIS: Spiacente bellezza! Ma abbiamo un conto in sospeso noi due o mi sbaglio? MAX: Se non ti sposti immediatamente ti prendo a pugni! CHRIS: Accomodati! Le disse sorridendo maliziosamente portandosi le mani dietro alla schiena. Shank era steso per terra dimenandosi per cercare di sciogliere quelle catene ma ultimamente il governo aveva attrezzature più sofisticate. Max sentiva che doveva iutarlo. Voleva salvarlo! Con tutte le volte che lui la aveva soccorsa liberandola ora non poteva fallire. Con tutta la rabbia che sentiva in corpo scagliò un bel pugno in pieno volto a Chris che sorpreso si portò le mani al naso che iniziò a sanguinare. CHRIS: Aaah! Che male! Ahia ahia ahia! Ma sei matta? Io credevo stessi scherzando! Non pensavo avessi davvero intenzione di colpire il tuo migliore amico! Max si scroccò le dita. MAX: Mi dispiace ma quella è una storia passata! La nostra amicizia è finita quando tu hai deciso di non rivolgermi più la parola dopo l’incidente, ricordi? CHRIS: Eh? MAX: Se mi impedisci di salvare Shank io non mi farò scrupoli! Ora siamo avversari! Tu sei un agente del governo e io una ricercata! Tra di noi non c’è più alcun legame! D’un tratto dopo quella frase assunse uno sguardo triste. MAX: Purtroppo! CHRIS: Beh, allora.. d’accordo! Fatti sotto dolcezza e che vinca il migliore! Max tentò di tirargli un calcio ma Chris fermò la sua gamba senza essere minimamente sfiorato. Poi le rilasciò l’arto e la donna ritentò di colpirlo con un pugno ma nel giro di un attimo si ritrovò con il braccio dietro alla schiena con Chris che la immobilizzava. CHRIS: Mi dispiace! Mi ero scordato di dirti che non sono più deboluccio come un tempo! Ho seguito un particolare addestramento e nemmeno tu puoi più ferirmi.. prima.. è stata solo una distrazione! SHANK: Max! Nel frattempo Ben e compagnia tenevano perfettamente testa ai marine ma purtroppo anche se erano forti e armati più di loro, i marinai aumentavano sempre di più e riuscivano quindi a sconfiggere i pirati. Ormai era finita. Shank e i suoi erano completamente legati e Max era immobilizzata. CAPO: Ah ah ah! A quanto vedo è giunta la fine! Spiacente ragazzi ma la colpa è solo vostra! Voi! Rinchiudete i pirati nella cella numero venti, e tu Chris rinchiudi la donna prodigio nella cella numero trentuno! Tutti gridarono “Agli ordini signore!” CHRIS: … CAPO: Beh? Che ti prende Chris? Portala nelle segrete, sbrigati! Il ragazzo non si mosse. Teneva stretto Max ma sembrava non volesse rinchiuderla. CAPO: Allora? Ti muovi o vuoi che ti espelli dal governo? Finalmente sembrò schiodarsi. CHRIS: Agli ordini capo! Vieni Max! I soldati fecero entrare i pirati nella gabbia dopo averli slegati e richiusero la cancellata a chiave. SHANK: Maledizione! Il rosso picchiò il pugno contro la parete umida della prigione. BEN: Calmati! Vedrai che troveremo un modo per uscire di qui! SHANK: Io volevo solo aiutare la donna che amo! E ho fallito! Come potrò guardare in faccia Max dopo quello che è successo per colpa mia? Yasop posò una mano sulla sua spalla. YASOP: Stai tranquillo! Sento che stasera saremo a bordo della nostra nave felici e contenti per la vittoria! Tutto si sarà risolto per il meglio! Shank voleva credere alle parole di Yasop, lo desiderava con tutte le forze.. ma purtroppo per la prima volta in vita sua lui non era affatto così ottimista. Temeva che Max lo detestasse, che si sentisse delusa e tradita e non poteva perdonarselo. Nel frattempo Max fu portata da Chris al piano superiore e rinchiusa nella cella. Dopo aver richiuso la cancellata Chris si accorse che ,ax lo guardava sprizzando infelicità. CHRIS: Via, non guardarmi così! Dopotutto tu stessa hai detto che tra noi non c’è più alcun legame! Io sono un agente del governo e tu una ricercata! Devo sottostare ai miei doveri! La giovane non disse una parola. Gli diede le spalle e si sedette sul pavimento umido soto alla lieve luce che penetrava dalla piccola finestra. CHRIS: Mi dispiace! Immagino come tu ti possa essere sentita tredici anni fa quando ti sei ritrovata da sola! E detto ciò ritornò alla sua postazione di guardia. In quel preciso momento però, un marine, passò davanti ad una cella.. che per qualche oscuro sembrava essere molto importante all’interno di quella sede… MARINE: Cosa? Oh, no! Non è possibile! Questo è un guaio! La cella era vuota! Chiusa, ma vuota. Il marine prese le chiavi dalla tasca e la aprì per controllare meglio. MARINE: Forse si è nascosto sotto il letto! Alzò la coperta, ma nessuno si era nascosto lì sotto. Non capiva come era potuto accadere ma, era successo. Non c’era più nessuno lì dentro. Uscì trafelato dal sotterraneo gridando come uno straccivendolo. MARINE: Capoooooooo! L’uomo, che stava firmando dei documenti con Chris accanto, alzò lo sguardo dai pezzi di carta posandolo minacciosamente sul marine. CAPO: Che cosa vuoi! Non vedi che ho da fare? MARINE: Anf! Anf! Anf! Mi perdoni signore ma… anf! Anf! Anf! Lui, la cella.. era vuota, io… ho controllato! Anf! Anf! E’ fuggito! CHRIS: Calmati e riprendi fiato! Non capiamo una parola di quello che dici! Il capo offrì un bicchiere d’acqua al marine che lo prese di scatto ingurgitandosi tutta l’acqua contenuta nel pezzo di vetro riprendendo il respiro. MARINE: Siamo nei guai! La cella numero trentasette è vuota! Goldron è fuggito signore! Gli occhi di Chris e del capo si riempirono di terrore e preoccupazione. Di chi stava parlando il marine? E soprattutto chi era quell’uomo evaso? Cosa aveva di pericoloso? CAPO: Maledizione! Eppure era sorvegliato giorno e notte, senza contare che nessuno avrebbe potuto evadere riuscendo ad aprire il cancello! MARINE: C’è un altro fatto strano signore! La cella era chiusa a chiave! L’uomo rimase in silenzio per un attimo, poi si alzò velocemente dalla poltrona. CAPO: Tu! Vai immediatamente ad avvertire gli altri agenti del pericolo! Dai l’allarme! Chris! Tu vieni con me! Potrebbe essere ancora qui! Il panico scoppiò all’interno della sede. Marne che correvano di fretta lungo i corridoi, uomini urlanti… MAX: Eh? Ma che sta succedendo? Max si alzò in piedi e con le mani strinse le aste del cancelletto. Sentiva un sacco di passi agitati al piano di sopra.. doveva essere accadauto qualcosa di brutto.. SHANK: Uff! Questo posto è raccapricciante! E' tutto umido! Chissà come sta la mia Max! Esclamò il pirata che camminava avanti e indietro nella cella. Ben e gli altri se ne stavano seduti costretti a sorbirsi le continue lamentele del loro capo. BEN: Capo! Rilassati! Siediti e prendi un bel respiro profondo! Sei troppo agitato! SHANK: Forse qui l'ho capito solo io ma siamo nei guai ragazzi! Se non troviamo subito un modo per uscire per noi è la fine! Mi rendo conto che è solo colpa mia però.. se non facciamo qualcosa stasera verremo tutti giustiziati! Anche Max! Lei non ha fatto nulla di male! Nel frattempo la ragazza, che si era addormentata in un angolo della cella, fu destata dal suo sonno dai continui passi agitati e dalle grida dei marine. MAX: Ancora? Ma si può sapere che c'è? Si strofinò gli occhi, per avere un'immagine più nitida. Vide due marine che estrassero la pistola e che si guardavano furtivamente intorno, poi, essi, scomparero, lasciando che si sentissero solo i loro passi veloci in lontananza. In quel momento Max era tanto stanca. Sentiva che era priva di forze e che desiderava essere nella stessa cella di Shank e gli altri, per avere compagnia e non essere da sola, ma soprattutto per passare gli ultimi momenti della sua vita con l'uomo che amava. Ormai era giunta la fine e non c'era più nulla da fare. Shank aveva provato a salvarla, aveva tentato di far reprimere la sua taglia, con ogni mezzo, ma purtroppo aveva fallito. Non ce l'aveva con lui però, anzi! Era triste perchè se non fosse stato per lei, lui e gli altri non sarebbero mai rimasti coinvolti ingiustamente. Poi, d'un tratto sentì degli altri passi, seguiti da una leggera risata che si sperse nell'aria. MAX: Mh.. Vide un'ombra avvicinarsi, poi, uno strano individuo si mostrò. UOMO: Eh eh eh! Che branco di idioti! E' davvero divertente vederli correre per tutta la sede anche se sanno che catturarmi è praticamente impossibile ormai! MAX: Ma... chi diavolo sei tu? L'uomo si voltò lentamente verso la donna e sorrise malignamente. Chi diavolo era quello? Aveva uno sguardo minaccioso.. faceva quasi paura.

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Capitolo 24
*** L'esplosivo ***


CAPITOLO 24: L’esplosivo. Max rimase ghiacciata dallo sguardo di quell’uomo che sogghigava in un tale modo.. i suoi occhi neri e penetranti trasmettevano paura solo nel guardarli. UOMO: Tu chi sei bellezza! Ribattè l’uomo. MAX: Te l’ho chiesto prima io! Rispose seccamente lei. UOMO: Io sono Goldron il magnifico! Lieto di fare la tua conoscenza! Fece un mezzo inchino per poi riprendere a parlare. UOMO: E tu dolcezza? Cosa ci fa una donna bella come te in una cella fredda e umida come questa? MAX: Se non ti dispiace è affar mio! L’uomo scoppiò in una fragorosa risata. UOMO: Ha ha ha ha! Ehi! Che carattere! Adoro questo in una donna! Puoi avvicinarti? Le chiese. A quella domanda Max si sentì pervadere dal terrore. Cosa voleva farle? D’accordo che lei avrebbe potuto menarlo senza contare che era in gabbia.. GOLDRON: Beh? Hai paura di me? Suvvia! Voglio solo vederti da vicino! Max sospirò, tanto in ogni caso entro la fine della giornata sarebbe morta. Si alzò da terra e si avvicinò alle sbarre incrociando le braccia al petto. Goldron si portò una mano sul mento scrutando la giovane donna. UOMO: Mh! Hai dei bellissimi occhi! E anche il resto direi che non è male! Disse squadrando la ragazza da capo a piedi. MAX: Ehi! Vedi di non prenderti tutta questa confidenza se non vuoi ritrovarti con un occhio nero! Come non detto. D’un tratto quello non la intimoriva più. Era uguale agli altri, pervertito e donnaiolo. GOLDRON: Ehi ehi! Una donzella come te non dovrebbe usare la violenza! Non sta bene! Max alzò gli occhi al soffitto. Quello era il classico uomo nioso. MAX: Senti, risparmiami, ti prego! Piuttosto mi diresti per quale motivo stai girovagando per la sede? Non sai che i marine stanno perlustrando ogni singolo angolo? GOLDRON: Già! Mi chiedo.. come mai non strilli per annunciare a tutti che mi trovo qui! Tanto credo proprio che anche se continuassero a cercarmi per tutto il resto del giorno non riuscirebbero a trovarmi! Ora si spiegava tutto. I marine facevano tutto quel casino perché quel Goldron era evaso dalla sua cella.. o almeno così sembrava. MAX: Non ci arrivi da solo? Non ho molta simpatia per coloro che popolano questo lugo! Come puoi vedere sono dietro a delle sbarre! Goldron ghignò con gli occhi sempre puntati sulla ragazza. GOLDRON: Devo ammettere che sei molto combattiva e determinata! Una donnicciola qualunque sarebbe scoppiata a gridare stridulamente! “Aiuto! Qualcuno mi soccorra! C’è un brutto individuo che mi fissa!” Non credi? Max cercò di trattenersi dalle risate dopo l’imitazione ridicola da parte di quel tizio, poi si calmò e ritornò fra i suoi pensieri. GOLDRON: Allora! Non vuoi proprio dirmi come sei finita lì dentro? MAX: No, è affar mio! Non dovresti pensare a nasconderti piuttosto? GOLDRON: Ah! Ormai è inutile che continui a nascondermi! Quello che volevo l’ho ottenuto! Cosa significava? Cosa aveva combinato? MAX: Non capisco! Che intendi dire? GOLDRON: Semplice! Sono evaso per uno scopo preciso! Non proprio per la libertà! Tanto mi sono reso conto che non ho più nulla da fare in giro! Solo volevo.. prendermi la mia rivincita! Avere la mia vendetta insomma! Mi sono divertito a vedere tutti quei bastardi correre qua e là per trovarmi ma ora.. credo che potrei anche smettere! Max non sapeva perché.. ma aveva un brutto presentimento. Lo sguardo di quell’uomo non prometteva nulla di buono. MAX: E.. e cioè? Cosa.. cosa intendi per “vendetta”? Cosa hai fatto esttamente? Goldron sorrise compiaciuto. GOLDRON: Siamo curiose eh? Che sciocca che era stata. Figuriamoci se un perfetto estraneo le andava a parlare dei suoi piani quando lei non aveva avuto intenzione di raccontare come era finita in gabbia. GOLDRON: Beh.. perché non dirtelo? Tanto ormai è una cosa che riguarda tutti quanti! Max divenne più attenta incuriosita da quella frase sentendosi sempre più preoccupata per quello che sarebbe potuto accadare.. GOLDRON: Sai, non amo affatto quest’isola! Anzi! La odio con tutte le mie forze! Gli abitanti hanno aiutato i marine a catturarmi! Sono rimasto rinchiuso qui per un anno intero.. ho avuto tutto il tempo di elaborare un piano! Certo, ormai non ho più nulla da fare in giro, come ti ho appena detto.. ma prima aveva grandi ambizioni, che anche se poi sono svanite, mi rendevano più volenteroso di andare avanti! Ero un fantastico assassino! Mietevo vittime per il mondo e nessuno mi ha mai catturato mentre i parenti dei defunti piagnucolavano sui cadaveri! Max deglutì. Che cosa orribile che sentivano le sue orecchie. Meritava di finire lì dentro. Solo si chiedeva per quale motivo non fosse stato giustiziato dato che lei, che non aveva commesso nessun crimine, stava per essere tolta di mezzo di lì a poche ore. GOLDRON: Finchè non sono giunto qui! Ho cominciato a dedicarmi al saccheggio.. poi.. un uomo si è messo sulla mia strada e.. beh.. puoi immaginare la fine che ha fatto! Allora i cittadini sono venuti a piagnucolare qui dentro supplicando i marine di catturarmi! Così hanno circondato l’isola impedendomi quindi di rifugiarmi da un’altra parte! Ci hanno messo un po’ per trovarmi.. come puoi vedere io sono furbo! Però.. purtroppo mi sono fatto cogliere di sorpresa e … mi sono ritrovato dietro alle sbarre! Hanno deciso di tenermi in vita per farmi patire la fame, per farmi soffrire tappato in un buco dietro con un letto piccolo e duro! L’uomo tirò un calcio violento contro un secchio facendo sussultare Max. GOLDRON: Volevo farla pagare a tutti! Così.. in un anno ho messo in atto un piano.. che avrebbe spazzato via tutti quanti! Così.. ho avvicinato una guardia, gli ho preso le chiavi da bravo ladro che sono e l’ho addormentato per bene! Sono passati ormai tre giorni da quando è successo! Eppure non hanno ancora trovato il poveretto legato e imbavagliato nel ripostiglio! Ha ha ha ha! Si, sono tutti fecce di fogna! Io ormai non ho più nulla per cui vivere.. ma trascinerò tutti con me! Ci fu un attimo di silenzio. Max deglutì nuovamente aspettando il dunque del discorso. GOLDRON: Drante la notte ho piazzato un esplosivo al centro dell’isola! Tra meno di tre ore, alle sette in punto, tutta questa inutile massa di terra verrà spazzata via insieme a tutto ciò che c’è sopra! Max si sentì rabbriddire. Non sono lei e Shank, ma anche tutti coloro che abitavano l’isola erano in pericolo. GOLDRON: Certo, è piccolo.. ma possiede una grossa quantità atomica.. e credimi se ti dico che causerà un autentico disastro! Riprese lui. MAX: No! Non puoi farlo! Tu sei pazzo! Solo un malato di mente potrebbe comportarsi in un modo così idiota! Gridò Max con tutta la sua rabbia. GOLDRON: Ha ha ha ha! Urla, pensala e fai quello che ti pare! Ma è inutile! Sarà la più grande opera di Goldron il magnifico e sarà ricordata nella storia! Max sbattè una mano su una sbarra. MAX: E tu vorresti commettere un crimine così grande solo per finire sui libri di storia un domani? GOLDRON: No! Voglio solo che la gente paghi! MAX: PER COSA! PER AVERE FATTO LA COSA PIU’ GIUSTA? Goldron si avvicinò alla cella cominciando ad accarezzare il viso di Max con un dito. GOLDRON: Vedi bambolina? Tu non puoi capire quello che ho provato io! Mi sono sentito ferito nell’orgoglio e non accetto un affronto simile! Disse mantenendo il suo sorriso tranquillo. Max si scostò. MAX: Ma così salterai per aria anche tu! GOLDRON: Certo! E non mi dispiace affatto! Dovrei vivere per sempre con l’umiliazione che ho affrontato? D’un tratto si sentirono dei passi. Dei marine ritornarono nel corridoio armati di pistoile e spade. MARINE: Ehi! Ti abbiamo trovato brutto delinquente! Goldron fu immobilizzato senza opporre resistenza sorridendo soddisfatto. MAX: Ehi! Mi scusi! La donna chiamò un marine che stava risistemando il secchio ormai mezzo distrutto per il calcio tirato dall’uomo. MARINE: Che vuoi? Si girò verso di lei. MAX: Ascolti! Siamo tutti nei guai! MARINE: Certo che lo siete! Dopotutto dovevate pensarci prima di mettere piede qui dentro! Max scosse la testa. MAX: No! Intevo dire che tutti quanti, noi, voi e gli abitanti dell’isola siamo in pericolo! Goldron ha piazzato un esplosivo atomico nel centro dell’isola che esploderà alle sette in punto! Il marine ascoltò le parole di Max per poi scoppiare a ridere. MARINE: Ha ha ha ha ha ha! Devo ammettere che hai una fervida immaginazione! MAX: No, la prego! Sto dicendo la verità! Me l’ha detto lui! Per questo era così serafico! Mi deve credere! L’uomo si pulì le lacrime dagli occhi allontanandosi dal corridoio. MARINE: Ha ha ha! Si certo! Ha ha ha! La sua risata sguaiata si sentì a lungo finchè non scomparve definitivamente. Max si accasciò sul letto portandosi una mano sugli occhi. MAX: E ora che faccio? Aveva una gran voglia di vedere il suo rosso. Voleva abbracciarlo, stringerlo a sé, baciarlo, almeno per l’ultima volta. Se solo avesse potuto parlare con Chris.. forse lui le avrebbe creduto… ma comunque sarebbe finita male per loro.. a quel punto cosa significava? Certo, anche altre vite innocenti ci sarebbero andate di mezzo.. ma sia che moriva nell’esplosione dopo meno di tre ore o più tardi.. non c’era più niente da fare per lei. MAX: Non è giusto! Disse stringendo la coperta di lana e bagnandola con le sue lacrime. Il suo pianto si fece sempre più grosso ma nessuno poteva udirlo. Su quel piano lei era l’unica in gabbia e nessuno stava di guardia. Ma in ogni caso non si sarebbe fatta scrupolo. Quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto versare delle lacrime. Non avrebbe più potuto vivere con Shank a bordo della sue comfortevole nave, non avrebbe più potuto fare l’amore con lui, non avrebbe più potuto andare insieme a lui al villaggio del piccolo Rufy, non avrebbe mai conosciuto quel bambino così importante per Shank, non avrebbe più vissuto avventure, non avrebbe più visitato il mondo.. certo. Aveva passato tredici anni a fuggire dagli altri, nascondendosi, isolandosi temendo di fare del male a qualcuno.. e spesso aveva pensato che per lei vivere era praticamente inutile. Ma poi, dovette ricredersi dopo aver conosciuto il rossino. Da quando si era innamorata di lui d’improvviso la vita aveva assunto valore per lei. E ora il desiderio che l’aveva pervasa fino a poco tempo prima e che in quel momento si era tramutato in un incubo, si stava per avverare. Stava per essere strappata alla vita per sempre.

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Capitolo 25
*** Tentativo disperato ***


CAPITOLO 24: Tentativo disperato


Era già da un po' che il rosso se ne stava tranquillo, stava seduto e non fiatava nemmeno, guardava solo fuori dalla piccola finestrella. Era irriconoscibile ma almeno c'era un po' di silenzio.
"Oh Max.. chissà come stai piccola.."
Anche lui sapeva che si stava avvicinando la fine.. non avrebbe più potuto rivedere il suo Rufy e non avrebbe più vissuto per mare.. combattendo, divertendosi, bevendo sakè.. ma soprattutto non avrebbe più potuto vivere con Max. Pensava che il destino era stato crudele con lui. Aveva finalmente trovato l'amore quando per anni aveva pensato solo a divertirsi.. da quando aveva incontrato Max sentiva la fiamma della passione ardere nel suo cuore e niente avrebbe potuto spegnerla.. ma purtroppo la morte stava per farlo. Ben e gli altri sentivano di valere come niente, avevano garantito al loro capo che avrebbero trovato un modo per uscire da lì, invece era passata già quasi un'ora da quando lo avevano detto e ancora non muovevano un muscolo.
Nel frattempo il marine che Max aveva cercato di avvertire salì in salone, giungendo dal suo capo e dall'agente Chris.
CAPO: Allora, finalmente avete rimesso Goldron al suo posto!
MARINE: Si signore! Lo sa? Abbiamo messo in cella la regina delle comiche! Sto parlando della ricercata! Devo ammettere che io non sarei mai riuscito ad inventarmi di meglio! Sa cos'ha detto? Che Goldron ha piazzato un esplosivo durante la notte e che tutta l'isola sta per saltare per aria!
CHRIS: …
CAPO: Ha ha ha ha!
Nessuno voleva credere alle parole di Max. Questo perché lei era solo una deliquente, una spostata da giustiziare ed era chiaro che Goldron non aveva alcuna intenzione di aprire bocca. Aspettava solo di sentire il boom, prima di vedere tutto sparire davanti a sé.
Chris si incamminò verso la porta.
CAPO: Ehi! Dove vai?
CHRIS: A fare la guardia! Sa, quelli sono pirati! Non vanno sottovalutati solo perché si trovano dietro alle sbarre! Guardi cos'è successo con Goldron!
E sparì scendendo le scale e penetrando nel lungo corridoio in cui c'era la gabbia di Max. Sentiva la ragazza singhiozzare e si avvicinò alle sbarre vedendola raggomitolata sul letto con la testa nascosta tra le mani.
CHRIS: Lo so! E' brutto stare in una cella sapendo che ti attente la morte tra poco!
Max, sentendo la voce del suo vecchio amico, levò le mani dagli occhi e lentamente si tirò su, con gli occhi ancora pieni di lacrime.
MAX: Chris!
Riuscì solo a dire.
CHRIS: Credimi! Non avrei mai voluto che finisse così!
MAX: No! Non capisci! Ascolta io.. tu devi salvare quest'isola! Io morirò comunque ma non posso permettere che degli innocenti ci vadano di mezzo!
CHRIS: Allora è vera questa storia dell'esplosivo!
MAX: Certo che è vera! Che motivo avrei di inventarmi una cosa così importante? Ti prego Chris! Se c'è ancora un po' di fiducia tra noi.. allora fai come ti dico! E' situato al centro dell'isola! Purtroppo non so le coordinate esatte ma.. esploderà alle sette e se non agisci adesso sarà troppo tardi! Anche per te!
La ragazza si avvicinò alle sbarre fissando Chris negli occhi mentre le lacrime straboccavano dai suoi.
CHRIS: Max.. io.. non posso sapere se è vero quello che dici! Max chiuse gli occhi tristemente e sospirando si sedette a terra con la schiena appoggiata alle sbarre.
CHRIS: Però.. anche se io dovessi crederti.. da solo non posso fare molto! Anzi! Sarebbe più giusto dire niente!
MAX: Va bene ho capito! Dopotutto non è affar mio! Se non ti importa della tua vita né di quella di gente innocente, beh! Fa quello che ti pare! Io tanto in un modo o nell'altro entro stasera sarò all'altro mondo!
Il ragazzo posò una mano sul capo di Max che nonostante quello che era successo, non aveva mai dimenticato.
CHRIS: Max, io non ho mai smesso di volerti bene! Te lo giuro! Solo.. io non posso fare nulla per impedire l'esecuzione! Verrei fermato in qualunque modo.. o arrestato! E sarebbe tutto inutile!
E detto ciò lasciò Max nel suo dolore, percorrendo il corridoio inversamente.. ma non per tornare alla sala.. bensì, come aveva detto al suo capo, per raggiungere la cella di Shank. Scese al piano inferiore e superò una cella dopo l'altra, ognuna contenente qualche ex ricercato, fino ad arrivare d'innanzi a quella del rosso.
Tossicchiò per attirare l'attenzione e tutti posarono lo sguardo su di lui.
BEN: Che vuoi adesso?
Domandò il vice cercando di estrarre la sua amata pistola che non si trovava più alla cintola. Tutti erano stati disarmati prima di essere rinchiusi.
CHRIS: Io non sono quello che credete!
SHANK: Ah davvero? Non mi dire che anche tu ti sei camuffato e in realtà sei un ladro o qualcosa del genere!
Chris ridacchiò divertito, ripensando alla messa in scena del pirata, anche si si era fatto raggirare.
CHRIS: No, non era questo che intendevo! Solo.. io vorrei potervi aiutare!
Shank, con lo sguardo sempre rivolto alla finestra e gli occhi coperti dai suoi capelli rossi, sogghignò.
SHANK: Ma davvero? E sentiamo! Come avrebbe intenzione un agente del governo, di aiutare un branco di pirati sanguinari?
CHRIS: Non prendermi in giro di nuovo!
Lo rimproverò.
CHRIS: Siete pirati, ma di sicuro non siete poi così spietati! Dopotutto avete cercato di aiutare Max.. mi domando perché!
Disse incrociando le braccia al petto con aria sarcastica.
SHANK: Mh! Ti importa?
CHRIS: Neanche tanto! E' solo curiosità!
Yasop, sbadigliò e incrociando le braccia dietro alla testa rispose.
YASOP: E' la fidanzata del capo! Ti consiglio però di non toccare più questo tasto! E' vulnerabile lui su questo argomento!
Chris, sorrise.
"Lo sapevo!"
Si era accorto di quello che c'era tra i due, e un po' si sentiva dispiaciuto..
CHRIS: Allora non credo possa dirgli come sta!
Shank girò il capo verso di lui.
SHANK: Come sta!
Gli domandò immediatamente.
CHRIS: Oh, non era un tasto delicato?
SHANK: Dimmi come sta!
Ripetè più severamente.
CHRIS: Piange!
Rispose.
Shank sospirò addolorato. Pensava che piangesse per colpa sua e lui in quel momento non vedeva l'ora di morire. Era evidente che Max aveva paura di quello che stava per accadere, ma soprattutto si era sentita tradita da lui.
SHANK: Capisco!
CHRIS: Non sentirti in colpa!
Gli disse capendo ciò che pensava.
CHRIS: Lei è molto preoccupata per un altro motivo! Avete presente il caos di poco fa? Beh.. un tipo pericoloso era evaso e noi.. lo stavamo cercando. Finchè non lo abbiamo trovato davanti alla cella di Max!
SHANK: CHE COSA?
Gridò il rosso spaccando i timpani a tutti i presenti. Poi si diresse di corsa davanti alle sbarre lasciando che il mantello gli cadesse a terra.
SHANK: Che diavolo voleva dalla mia piccola?
Chris si grattò la testa perplesso. Ma quanto si era scaldato? CHRIS: Nulla..credo.. hanno solo parlato e.. dato che quel tipo è fuori di testa, le ha confessato una cosa che l'ha spaventata a morte!
SHANK: Cosa le ha detto!
Parve calmarsi.
CHRIS: Che alle sette salteremo tutti in aria!
Cadde il silenzio. Che diavolo stava dicendo quell'agente? Vaneggiava?
SHANK: Come scusa?
CHRIS: Ti spiego! Max sostiene che il tizio, abbia piazzato un esplosivo nell'isola programmato per esplodere alle sette di stasera! Lui ce l'ha con tutti coloro che popolano questo posto! Solo che.. nessuno le crede ovviamente!
Shank fissò Chris minacciosamente.
SHANK: Nemmeno tu immagino!
CHRIS: E chi l'ha detto?
Ribattè lui.
SHANK: Tredici anni fa l'hai allontanata solo perché aveva angiato un frutto maledetto! Adesso l'hai rinchiusa in cella! Come posso pensare che credi alle sue parole?
Chris sospirò.
CHRIS: Fammi finire! Max è triste, in pena per la sorte di tutti quanti noi e della gente all'oscuro di tutto!
SHANK: Lo vedi? Max si preoccupa sempre per tutti! Ha a cuore la sorte di ogni singola persona innocente! Come si può pensare che è pericolosa? E' solo una donna dolce e sensibile con una vita difficile alle spalle!
Chris prese una sedia e si sedette appoggiato al muro, assumendo la posizione di guardia.
CHRIS: Guarda che io non ho mai dato retta alla taglia!
SHANK: Bugiardo! Non mi sembravi molto gentile nei suoi confronti!
CHRIS: Io devo solo sottostare agli ordini! Ma non mi piace vedere Max dietro alle sbarre! Io le ho sempre voluto bene! E' stato il mio primo amore!
Silenzio. Ora nessuno ci capiva più nulla. Da che parte stava realmente quello?
CHRIS: Forse pensate che vi stia ingannando ma.. io.. tengo a lei, molto! E sono felice di vedere che ha trovato un uomo che l'ama e che fa di tutto per proteggerla! Anche se avrei voluto essere io quell'uomo!
SHANK: Eh! Ti è andata male amico! Lei è mia adesso!
Ben si accese una sigaretta, la quinta che si fumava da quando erano ingabbiati.
Poi si alzò, raccolse il mantello del suo capitano e glielo rimise in spalla.
BEN: Bando alle ciance!
Disse appoggiandosi al cancello con la schiena.
BEN: Non credo che tu sia venuto qui da noi solo per parlarci dei tuoi sentimenti per Max!
Chris sollevò il capo appoggiandolo contro al muro e posando lo sguardo sul soffitto.
CHRIS: No infatti!
Rispose.
CHRIS: Sono qui perché ho bisogno del vostro aiuto!
SHANK: E che aiuto potremmo darti noi da dietro alle sbarre?
Chris si sollevò pesantemente dalla sedia. Si avvicinò al cancello, frugò rapidamente in tasca tirando fuori un mazzo di chiavi e ne infilò una nella serratura aprendo la gabbia mentre Ben cadeva a terra preso alla sprovvista e Shank e gli altri seguivano il percorso del cancello che si spalancava.
CHRIS: Così va meglio?
Domandò riponendo le chiavi nella tasca.
YASOP: E di preciso, cos'è che dovremmo fare per aiutarti?
Domandò il pirata dai capelli ricci alzandosi dalla panca.
CHRIS: Io non credo che Max sia una pallista! Non penso che si sia inventata tutto! Vorrei dunque che voi e lei mi aiutaste a salvare l'isola!
Shank si strinse il mantello addosso più accuratamente ghignando in seguito.
SHANK: He! Questo ti costerà il lavoro!
CHRIS: Credi che non lo sappia?
E silenziosamente si recarono al piano superiore.
CHRIS: Allora! Tu rosso vieni con me! Liberiamo Max! Quanto a voi ascoltatemi! Di sopra c'è la sala del capo in cui siete già stati! Il capo è solo con un marine! C'è una porta di servizio laggiù! Entrerete da lì, coglierete il capo di sorpresa! Le vostre armi sono tutte in quell'armadietto! Mi raccomando però! C'è un campanello che funge da allarme sul tavolo! Dovete impedirgli di pigiarlo e chiamare i rinforzi, altrimenti sarà stato tutto inutile! Ah e un'altra cosa! Come sapete qui è pieno di marine! Quindi è inutile che vi dica che…
Lucky interruppe l'agente.
LUCKY: Santo dio! Ma quanto parla questo?
YASOP: Abbiamo ricevuto il messaggio bello! Se incontreremo qualche marine sulla nostra strada lo prenderemo a calci nel didietro! Vamos?
E seguito da Ben, Lucky e gli altri, Yasop scomparve dietro alla porta di servizio lasciando Chris con un dito alzato e la bocca spalancata.
Shank sorrise divertito chiudendo la bocca dell'uomo con la mano.
SHANK: Che ci vuoi fare? Siamo fatti così!
Chris tossicchiò per riprendere serietà.
CHRIS: Beh, andiamo a liberare la tua fidanzata?
E fece cenno a Shank di seguirlo.
CHRIS: Dobbiamo stare attenti! Io lavoro in questa sede da due anni ormai! So bene quanto sia difficile per dei pirati lasciare il luogo senza farsi notare! Non so come abbia fatto Goldron ma è praticamente impossibile per voi! Quindi cautela, d'accordo?
E si fermò davanti alla cella di Max che sentendo la voce di Chris si avvicinò alle sbarre.
MAX: Con chi stai parlando?
Gli domandò con aria interrogativa.
CHRIS: Con lui!
Rispose tranquillamente l'agente.
MAX: Con lui chi?
Quella domanda lo spiazzò. Al che si voltò e si accorse che era da solo, Shank non c'era, era sparito. E lui come un babbeo parlava all'aria!
CHRIS: Oh beh.. emm.. sono venuto a liberarti!
Sviò il discorso estraendo la chiave. Max rimase sorpresa. MAX: Eh? Perché?
CHRIS: Beh? Non vuoi salvare l'isola?
MAX: Mi stai dicendo che..?
CHRIS: Certo che ti credo sciocchina! Cosa pensavi, che ti credevo una pazza? Non ti preoccupare! Avrai anche l'aiuto dei tuoi compagni pirati.. e del tuo fidanzato!
Le disse spalancando il cancello.
MAX: Shank! Come sta? Dov'è?
CHRIS: Beh.. era qui.. fino a un attimo fa…
Il rosso si era nascosto dietro l'angolo. Non aveva il coraggio di affrontare Max. Proprio non ce la faceva anche se aveva una gran voglia di stringerla tra le braccia affondando il dolce viso di lei nel suo petto.
CHRIS: Per la verità.. credo abbia paura di vederti!
Disse chiaramente lui sputtanando il rosso che si portò una mano davanti alla faccia.
MAX: Come? Non capisco!
CHRIS: Invece è facile da capire Max! Lui teme di averti ferita! Ha paura che ce l'abbia con lui perché ha fallito il piano! Max sentì un tuffo al cuore. Ecco un'altra prova del suo amore. Quanto era dolce.
MAX: Non è così! Io sono anzi fiera di lui e del coraggio che ha dimostrato! Sono felice di quello che ha rischiato solo per proteggere me!
Shank, che sentiva ogni parola, si sentiva sollevato. Lei non ce l'aveva con lui, la sua Max non era arrabbiata.
MAX: Senti Chris.. vorrei che tu mi spiegassi una cosa! Dicevi sul serio prima, quando mi hai detto che mi hai sempre voluto bene?
Chris sospirò nuovamente, come era solito a fare. Poi prese a guardare Max negli occhi.
CHRIS: Se tredici anni fa non ti ho più rivolto la parola non era perché non volevo più avere nulla a che fare con te, ma solo perché i miei mi proibirono di vederti! Per quello ho dovuto allontanarti! Ma non ho mai avuto paura di te, dopo aver saputo che avevi mangiato il frutto del diavolo! Quando sei fuggita dall'isola ho capito di averti persa per sempre e così è stato! Siamo cresciuti entrambi l'uno lontano dall'altra, per tredici lunghi anni! Due anni fa mi sono iscritto qui perché volevo che la giustizia facesse il suo corso! Ma mi sono pentito! Qui si pensa solo a giustiziare i ricercati meno insignificanti o arrestare dei poveretti che hanno rubato del cibo solo per non morire di fame! Non sai quanta gente c'è qui, in gabbia, povera, senza avere mai avuto un tetto sulla testa o una famiglia! Perciò basta! Ora voglio agire di testa mia! Perdonami bellezza! Io, tengo molto a te! Sai, un giorno mi sono visto arrivare una taglia e ci ho trovato il tuo nome! Ho fissato il tuo volto in foto e ti ho riconosciuta subito! Ho visto che portavi ancora al collo il ciondolo di tua madre! Nonostante lei e tuo padre ti avessero allontanata trattandoti freddamente non te ne sei mai separata eh?
Shank si sentiva irritato. Quello sapeva più cose di lei di quante ne sapesse lui! Si sentiva inferiore e non era una bella sensazione! Per un attimo considerò Max un'estranea.. ma non avrebbe permesso a Chris di prendersela, eh no! Lei apparteneva a lui e a nessun altro!
MAX: Chris!
Riuscì solo a dire prima di abbracciarlo. Shank decise di uscire dal suo nascondiglio e incrociò la braccia irritato quando vide l'agente portare le mani intorno alla vita della sua ragazza.
SHANK: Ok! Ora basta! Su, staccati un po' da lei!
Disse a Chris separandolo imbronciato da Max.
CHRIS: Ehi! Calmo! Ho solo abbracciato una vecchia amica!
E si diresse verso la porta per controllare che non arrivasse nessuno.
Max sorrise, felice di vedere il suo uomo.
SHANK: Tutto bene piccola?
MAX: Adesso si!
Gli rispose gettandosi tra le sue braccia portando le sue intorno al suo collo.
SHANK: Bene!
Continuò lui separandola da sé e baciandola sulle labbra. Chris si dovette voltare con aria disgustata mentre quei due pomiciavano davanti ai suoi occhi.
CHRIS: Non per essere scortese, credete.. ma avete intenzione di rimanere con le bocche incollate ancora per molto o volete aiutarmi a salvare l'isola? Dopotutto Max sei tu che hai parlato dell'esplosivo.
I due recuperarono la ragione, anche se a malincuore.
MAX: Si, certo! Solo.. non credo sarà facile uscire di qui!
CHRIS: Per questo c'è il sottoscritto ad aiutarvi, non ci hai pensato? Su, di qua, presto!
E li fece uscire dal cancelletto seguendoli e richiudendo la porta di ferro alle sue spalle.
LUCKY: Queste scale vanno avanti ancora per molto?
Si lamentò il grassone aggrappandosi alla ringhiera per non rotolare giù.
YASOP: Se tu mangiassi meno coscioitti e dimagrissi un po' forse ti muoveresti con più velocità e agilità e non ti stancheresti dopo aver fatto tre gradini! Con la ciccia che ti ritrovi sei troppo pesante!
Sdrammatizzò Yasop mentre le risa dei compagni si facevano sempre più grosse e fastidiose.
LUCKY: Fa' poco lo spiritoso! Pensa piuttosto a muovere quel sedere! Avanti di questo passo arriveremo domani pomeriggio!
YASOP: Oh, scusami! Veramente io non correvo apposta per non lasciarti indietro.. ma se mi ringrazi in questo modo puoi anche fotterti!
E iniziò a correre lungo le scale seguito dagli altri mentre il povero Lucky ansimava trattanendosi per la ringhiera.
LUCKY: Ehi voi! Aspettami! Vi sembra questo il modo di trattare un vostro compagno? Oh.. oooooooooh!
E con il suo "dolce" peso finì col perdere l'equilibrio e agitando le braccia cercò di non cadere ma fu tutto inutile. La sua pesante schiena lo sbilanciò e finì col rotolare giù rimbalzando tra uno scalino e l'altro ritornando al punto di partenza.
LUCKY: Ahi ahi ahi ahi ahi! Fortuna che la mia ciccia mi ha fatto da cuscino!
E si rialzò faticosamente massaggiandosi la testa.
MARINE: Ehi tu!
Una voce attirò la sua attenzione.
MARINE: Sei uno dei pirati della ciurma del rosso! Si può sapere come diamine hai fatto a liberarti? Alza lentamente le braccia senza fare storie.. o forse dovrei chiamarle prosciutti? Ha ha ha ha ha!
Lucky si scroccò le dita e si avvicinò al marine afferrando la canna del suo fucile piegandolo in due senza il minimo sforzo facendo passare la voglia di ridere al marine.
LUCKY: E tu ti sei guardato? Sei talmente magro che tra un po' ti essiccherai!
L'uomo buttò quello che restava del fucile ed estrasse la spada.
MARINE: Questo potrebbe costarti molto caro! Seguimi senza fiatare!
Ma Lucky estrasse la sua pistola e premette il grilletto colpendo in pieno la spada del marine facendogliela cadere di mano!
MARINE: Ah… oh oh!
LUCKY: Vuoi ancora sfidarmi?
MARINE: Maledetto grassone!
LUCKY: Ah è così? E allora sta a vedere cosa sono in grado di fare con la mia ciccia!
Si avvicinò nuovamente all'uomo e con forza gli tirò una panciata che lo fece volare fuori dalla stanza.
LUCKY: Ha! Tutti non fanno che deridermi! Ma io vado fiero del mio lardo!
E dopo aver fatto un profondo respiro prese a correre lungo le scale per raggiungere gli altri.
YASOP: Ragazzi.. Lucky non aveva tutti i torti però! Queste scale sembrano interminabili! Come diamine fanno i marine a scenderle e a salirle in continuazione?
BEN: Ci saranno abituati!
Osservò il vice. Poi qualcuno li costrinse a fermarsi. Due agenti si piazzarono davanti a loro.
AGENTE 1: Fermi dove siete! Guai a voi se proseguite di un passo!
AGENTE2: Mi piacerebbe sapere come siete evasi.. ma non importa! Ora vi ci rispiediamo a pedate nel didietro!
Ben sbuffò, dopodichè si avvicinò ai due.
AGENTE 1: Ehi! Mi sembrava di essere stato chiaro!
Ed estrasse la sua pistola.
BEN: Metti giù quell'arnese! Forse tu non sai con chi hai a che fare!
Lo minacciò ma senza risultato. Tipi duri quei due.
AGENTE 2: Poche chiacchiere! Voltatevi con le mani sulla testa!
Ben si tolse la sigaretta ormai mezza consumata dalla bocca.
BEN: E va bene! Visto che non volete darmi ascolto..
Posò violentemente la sigaretta sulla fronte di uno dei due, che urlò di dolore portandosi le mani alla testa facendo cadere l'arma e mugugnando chinandosi a terra. Il suo collega caricò a dovere la sua arma e fece per premere il grilletto quando Ben estrasse la sua grossa e fidata pistola sparando il colpo prima di lui che fini in pieno craniomandandolo all'altro mondo.
BEN: Non abbiamo tempo da perdere con voi! Siamo dei veri pirati che vi aspettavate?
L'agente "bruciato" dalla sigaretta tremò dalla paura e subito fuggì con la coda fra le gambe.
YASOP: Eh! Il prossimo turno tocca a me però, eh?
Sghignazzò Yasop proseguendo nel cammino scavalcando il cadavere dell'agente.
SHANK: Questi corridoi sono tantissimi! Come fate a non perdervi qui dentro?
Domandò Shank grattandosi la testa scrutando i corridoi che attraversavano.
CHRIS: Beh.. una persona come te, che non è mai stata qui di sicuro si perderebbe se non fosse guidato! Noi che ci lavoriamo da tempo ormai conosciamo questo posto come le nostre tasche!
SHANK: Oh, beh.. se lo dici tu..
Quel posto era effettivamente un labirinto. Forse era stato costruito a quel modo apposta perché i prigionieri non potessero tentare la fuga.. ma allore, pensava Max, come aveva fatto quel pazzo di nome Goldron a uscire dalla sede e rientrarci senza essere nemmeno visto?
MAX: Senti Chris.. esattamente come pensi di farci uscire? Se il tuo capo ti vede con noi appresso ti farà sicuramente delle domande e allora.. sarà la fine di tutto.. ci hai pensato?
Shank afferrò la sua mano.
SHANK: Eddai piccola, non pensare al negativo!
Aveva ragione. Lei non doveva arrendersi in partenza
… doveva combattere e soprattutto fidarsi del suo uomo, dei suo amici e di Chris… correvano a passo veloce finchè Chris non si fermò all'angolo appoggiandosi al muro cercando di non farsi vedere.
SHANK: Mh?
Domandò il pirata.
Chris portò un dio davanti alle labbra intimando al rossino di fare silenzio. Dei marine passarono chiacchierando tranquillamente finchè non si udirono i loro passi in lontananza.
CHRIS: Via libera!
Disse. E subito il trio iprese il cammino.
Ma andiamo a vedere cosa stanno facendo gli altri avventurieri.
Yasop si fermò davanti ad una porta d'acciaio e sentì una profonda voce famigliare da dietro alla barriera che separava la rampa dalla sala.
YASOP: Ci siamo ragazzi!
Esclamò. Erano tutti pronti a sfondare la porta e a darci dentro assaporando il pericolo di quell'avventura in cui si stavano inoltrando. Ma una voce trafelata li costrinse a distrarsi.
LUCKY: Anf! Anf! Anf! Raga…zzi! Brutti…anf! Vili traditori!!!!
Il grassone saliva uno scalino alla volta ansimando e tenendosi faticosamente alla rinchiera per non rotolare nuovamente giù dalle scale.
YASOP: Ah! Hai fatto prima di quanto pensassi!
LUCKY: Chiudi il becco e cerchiamo di concludere questa storia il prima possibile! Dobbiamo pensare alla salvezza di zucchero!
Ben buttò a terra la sigaretta ormai esaurita e la calpestò con il piede.
BEN: Qui siamo tutti in pericolo Lucky.. non solo Max…
LUCKY: Si, ma zucchero prima di tutto! E' per lei in fondo che siamo qui!
Decisero tutti di lasciarlo perdere e di occuparsi piuttosto del capo della sede. Sistemato lui avrebbero avuto meno problemi.
YASOP: Diamoci dentro ragazzi!
Esclamò Yasop estraendo la pistola.
Ben tirò un calcio alla porta di servizio che si spalancò.
Immediatamente il capitano e il marine che stava con lui sussultarono voltandosi verso la porta mezza distrutta per il potente calcio del vice della ciurma. I pirati puntarono le armi contro i due più sicuri che mai.
CAPO: Chi diavolo vi ha fatti uscire dalla cella?
Esclamò l'uomo preparandosi a pigiare il bottone sulla scrivania.
BEN: Alzate le mani senza storie!
Immediatamente il marine sollevò le braccia tremando di paura mentre il capo sudava freddo. Avvicinò sempre più la mano al pulsante ma Yasop fu più veloce e sparò un colpo sul tavolo distruggendo il tasto di allarme costringendo l'uomo a scattare all'indietro ricadendo sulla poltrona con gli occhi e la bocca sbarrati.
YASOP: Allora? Hai ancora voglia di fare lo spavaldo?
Deglutì. Era da solo e anche se avrebbe potuto impugnare il suo fucile avrebbe comunque perso la battaglia in partenza. Erano troppi per lui.. Lentamente Ben gli si avvicinò metre quest'ultimo si alzò velocemente dalla poltrona che iniziò a roteare su se stessa. Il vice risistemò il piccolo fucile nella cintola, sarebbe stato inutile usarlo contro uno di un simile livello.
CAPO: Stai indietro! Stai indietro!
BEN: Sennò?
Gli chiese minacciosamente provocando sempre più terrore sul volto del capo.
CAPO: CHRIS!
Urlò.
CAPO: CHRIS! VIENI QUI IMMEDIATAMENTE!
Silenzio. Nessun rumore di passi, nessuna risposta.
BEN: Chiama finchè ti pare ma dubito che lui corra in tuo aiuto!
CAPO: Cosa?
Gli tornarono in mente le parole dell'agente. "Vado a controllare quei pirati! Non dobbiamo sottovalutarli solo perché sono dietro alle sbarre!"
CAPO: Ora capisco! E' stato lui! Lui vi ha liberati.. quel traditore!
Digrignò i denti e strinse i pugni.
BEN: Dì le tue ultime preghiere!
L'uomo cadde a terra trascinandosi all'indietro finchè non giunse contro la parete fissando di continuo la porta che lo avrebbe portato in salvo nei corridoi, che gli avrebbe permesso di chiamare i rinforzi.. perché da solo non valeva niente, questa era la verità.. ma il vice, né i suoi compagni gli avrebbero mai permesso di fuggire. Ben si scroccò le dita e subito tirò un pugno in faccia al capo. Il marine, che ancora teneva le braccia alzate senza riuscire a muoversi dalla paura chiuse gli occhi pesantemente mugugnando per le continue botte che il suo principale si stava beccando. Quando trovò la forza di riaprirli vide il suo capo a terra con il volto insanguinato e con gli occhi a spirale, completamente fuori gioco.
BEN: He! Sei solo un principiante! Ti consiglio di trovarti un altro lavoro! Non credo che standotene tutto il giorno seduto sulla tua comoda poltrona darai un contributo alla società! Sput!
E sputò come un vero uomo per terra dirigendosi verso la poltrona e sedendosi incrociando le gambe sul tavolo fissando il marine impietrito dal suo sguardo truce.
BEN: Ora qui comandiamo noi! Credo che sarebbe meglio se tu tenessi compagni al tuo capo!
E subito Yasop si fece avanti ridendo divertito. Il marinaio non riusciva minimamente a indietreggiare, né ad abbassare le braccia e finì con l'incassarsi un pugno nello stomaco sciogliendosi per terra come un verme strisciante.
LUCKY: Dunque.. ora dovremmo aspettare il capo, Zucchero e l'agente, giusto?
Così si sedettero tutti a terra aspettando con impazienza l'arrivo del trio per rientrare in azione.
SHANK: Si può sapere che razza di strada ci stai facendo fare?
Chiese Shank spazientito all'agente.
CHRIS: Senti bello, già ti sto salvando la pelle, quindi vedi di non criticarmi! Siamo costretti ad allungare o verremo scoperti! E tu non vuoi che la tua adorata Max venga rinchiusa nuovamente, vero?
SHANK: Ok! Ho recepito il messaggio!
Detestava farsi mettere i piedi in testa da quel pivello ma in quel momento Max era l'unica cosa importante per lui. La voleva aiutare e non avrebbe commesso errori. Nemmeno uno. Solo per lei..
MAX: Quanto manca?
Però dopotutto anche la stessa ragazza cominciava ad essere stufa di sgattaiolare da un vicolo all'altro, giù da una scala, su da un'altra, dentro a un corridoio, fuori da un altro.
CHRIS: Ti ci metti anche tu adesso?
Continuava a pensare che il rosso aveva avuto una cattiva influenza su di lei.. stava diventando come lui.. scorbutica e impaziente..
SHANK: Beccati questo!
Gli sussurrò trionfante contento di avere la sua piccola dalla sua parte.
CHRIS: Taci rosso!
E continuarono imperterriti a muoversi di nascosto.
Doveva andare tutto liscio. Max non poteva permettere quella catastrofe.. non poteva permettere che l'isola saltasse per aria.. ma il fatto era che.. forse voleva soprattutto salvare se stessa.. si sentiva male per questo.. in gioco c'erano molte vite ma soprattutto le loro, la sua e quella di shank. Come si sentiva egoista.. in quel momento pensava al futuro.. pensava a lei, seduta comodamente sulla sdraio sotto il sole sul ponte della loro nave, indossando i suoi scuri occhiali da sole leggendo un libro rilassante.. e accanto a lei, in quell'immagine che si stava creando nella mente, c'era lui.. il suo lui.. a distoglierla da quei bei pensieri fu la voce di Chris che avvertì la coppia del loro arrivo alla sala.
Chris spalancò la porta pregando perché tutto fosse andato secondo i piani. Alzò lo sguardo e vide Ben comodamente spaparanzato sulla poltrona e Yasop e compagnia che russavano pesantemente. Finì con l'inciampare nel corpo privo di sensi del suo capo sbattendo violentemente il naso. CHRIS: Ahio!
Riuscì solo a dire mentre tutti si risvegliavano di colpo dal loro sonno.
SHANK: Caspita! Sei furbo e intelligente ma.. accidenti se sei distratto!
Chris mugugnò qualcosa che risultò incomprensibile, in quanto aveva ancora la faccia spiaccicata per terra. Ben si sollevò dalla poltrona avvicinandosi all'agente, lo afferrò per la maglietta e lo tirò su rimettendolo in piedi.
CHRIS: Thanks!
Esclamò massaggiandosi il naso rosso.
CHRIS: Ottimo lavoro ragazzi! Lo avete steso eh?
BEN: Un gioco da ragazzi!
Shank si portò davanti a tutti come un vero leader. Diede l'ordine di uscire dalla base e cercare di fermare l'esplosivo. Fu così che nel giro di cinque minuti giunsero all'uscita ma furono fermati ovviamente da un marine all'ingresso.
MARINE: Fermi dove siete! Agente Chris! La stanno rapendo? Non si preoccupi! La salvo io!
Max si scmbiò un'occhiata con Shank, sospirò e si avvicinò al marine che le puntò contro il suo fucile.
MAX: Non abbiamo tempo da perdere con un imbecille!
L'uomo si preparò a sparare, era chiaro che quell'offesa gli aveva dato parecchio fastidio.
MARINE: Mi risulta che sotto tiro ci sia tu! Chi è l'imbecille adesso?
MAX: Oh, per l'amor del cielo!
E gli scagliò un pugno in faccia talmente violento che gli ruppe quasi tutti i denti facendolo rotolare a terra per il dolore.
Shank si portò due dita in bocca e fischiò euforico.
SHANK: Sei grande bambolina!
Esclamò mentre la donna spalancò la porta. Non avrebbe mai pensato di riuscire ad attraversarla reacndosi all'aria aperta, non per essere giustiziata ma per compiere un atto nobile.
CHRIS: Ascoltatemi! Ci dobbiamo dividere! Rechiamoci nella zona centrale e che dio ce la mandi buona!
Corsero tutti a più non posso pronti a fare gli eroi.
CHRIS: Max! Muoviti!
Gridava Chris.
La giovane si era fermata a guardare Shank. D'improvviso fu colta da una strana paura, terribile..
SHANK: Su, vai con lui! Sei in buone mani!
MAX: …
Annuì lentamente. Fece per raggiungere l'agente ma poi si fermò e si portò le mani dietro al collo, sotto i lunghi capelli. MAX: Tieni questa!
Si tolse la collana che portava perennemente da anni e la porse a Shank.
SHANK: Mh?
MAX: Beh, ti porterà fortuna.. credo..
SHANK: Ma.. è un regalo di tua madre.. non puoi darlo a me in un momento simile!
Max sorrise, poi scosse il capo.
MAX: A me non serve affatto! Ho già avuto fin troppa fortuna!
Il rosso osservava la ragazza perplesso, senza riuscire a seguire il suo discorso.
MAX: Ho incontrato te!
Gli disse prendendogli la mano chiudendovi dentro la collana.
SHANK: Max!
Disse solamente sorridendole come era solito a fare. A quella sua esclamazione si era sentito bene.. felice.. sereno..
SHANK: Ti ringrazio!
Ripose il ciondolo in tasca.
SHANK: Allora tu tieni questo!
Si tolse il mantello e lo posò sulle spalle della ragazza.
CHRIS: Max! Muoviti! Abbiamo poco tempo!
Disse prontamente che lo avrebbe raggiunto immediatamente. Afferrò nuovamente la mano di Shank e la baciò.
MAX: Stai attento!
SHANK: Anche tu!
E si separarono dirigendosi nella direzione opposta!
Ogniuno si procurò degli attrezzi per scavare. La gente osservava la scena in silenio senza capire la situazione. Vedeva solo una grande agitazione addosso a coloro che scavavano il terreno e comprese che qualcosa non andava. Ormai mancava solo un'ora all'esplosione. Avevano solo sessanta minuti per trovare la bomba e disinnescarla e ritornare alla vita di sempre. Lentamente contavano i secondi, i minuti, con il cuore in gola. Stavano letteralmente distruggendo il terreno.. senza risultati. L'esplosivo era situato nella zona centrale.. ma dove? Il fiato ormai era corto e non nessuno sapeva quanto ancora poteva durare quel tentativo disperato..

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Capitolo 26
*** Max salva l'isola ***


CAPITOLO 26: Max salva l’isola.


Il sudore colava dalle fronti dei giovani avventurieri.. per la stanchezza, per l’enorme sforzo, per la paura di fallire… il tempo scorreva inesorabile, quasi sembrava più corto del solito.. Max sentiva che aveva una gran voglia di spezzare in due la sua pala… perché non riuscivano a trovare quella bomba? La zona era quella.. il problema era trovare le coordinate esatte…
MAX: Dunque.. se io fossi un pazzoide omicida.. dove lo nasconderei?
Si domandò ad alta voce portandosi una mano al mento intenta a riflettere.
CHRIS: Ti sembra facile?
L’agente sembrava il più terrorizzato. L’idea di saltare in aria lo faceva rabbrividire.. del resto come biasimarlo?
MAX: Aaaaaah! Non ne posso più! Mi sta venendo una terribile emicrania!
CHRIS: E a me una terribile tremarella! Max.. ormai manca solo mezz’ora! In trenta minuti riusciremo a trovarlo e a disinnescarlo?
Max fece spaluccie. Nemmeno lei aveva la minima idea di come fare in soli trenta minuti… ma non doveva darsi per vinta proprio ora… c’erano in gioco troppe vite, e soprattutto.. il suo futuro con Shank.
Per la disperazione si avvicinò ad un muro e cominciò a sbattere la pala contro la parete finendo per incurvare la parte inferiore.
MAX: Aaaaaaaah!!!!!
Chris la fissò impalato e in silenzio. In quel momento sembrava una pazza isterica.
MAX: Noooo! Non è possibile! Non è possibile! Questo è tutto un incubo vero? Dimmi che è così Chris! Ti preeeego!
Afferrò l’amico per la collottola con gli occhi pieni di lacrime pronte a straboccare da un momento all’altro, l’agente afferrò le esili braccia di Max e le staccò dalla sua camicia.
CHRIS: Quanto vorrei che lo fosse! Quanto vorrei darti ragione!
Max sospirò. Come fare? I trenta minuti ormai erano diventati ventisei.
MAX: Ok, emm… qui abbiamo terminato! Cambiamo zona!!
Riprese lucidità. Si stringeva addosso il nero mantello del rosso, stando attenta a non farlo cadere a terra. Era l’unica cosa che la mantenesse comunque insieme a lui, anche se in quel momento erano separati.
Iniziarono a scavare in un’altra piccola zona di terra mentre i minuti a loro disposizione stavano lentamente diminuendo. SHANK: Cavolo!
Esclamò il rosso asciugandosi la fronte madida di sudore. SHANK: Ragazzi, anche qui niente di niente! Maledizione! Come facciamo a trovarlo?
BEN: E io che ne so… non è facile.. la zona centrale è molto vasta o forse.. dal momento che la stiamo rivoltando tutta ma non salta fuori niente.. quel tipo potrebbe aver mentito e.. averla nascosta in un altro punto…
Shank si portò le mani alla testa gridando come un ossesso. SHANK: Aaah! Non ci voglio neanche pensaree!
Venti minuti… ormai il loro destino era praticamente segnato. La gente si spaventava sempre di più. Avevano sentito la parole “esplosivo” e il chè faceva intendere abbastanza.. le loro vite erano in pericolo.. e nel giro di pochi minuti sarebbero saltati in aria….
MAX: Forza Chris! Scava! Scava più velocemente! Qualcosa mi dice che stavolta lo troveremo! Questa è l’ultima zona ormai!
SHANK: Max!
Il rosso,e i suoi raggiunsero la donna e l’agente avendo terminato la loro zona. Decisero di aiutarli per fare più presto.. più braccia lavoravano prima la bomba veniva fuori… Quindici minuti…
MAX: Non.. ci posso credere…
SHANK: Abbiamo terminato ma… qui…
Shank, Max e Chris alzarono gli occhi al cielo disperati.
SHANK, MAX E CHRIS: NON C’E’ NESSUNA BOMBAAAAAA!
Nulla da fare. Avevano fallito. Probabilmente la teoria di Ben non era del tutto errata.. forse Goldron aveva mentito sulla posizione dell’esplosivo..
YASOP: Ehi, un momento!
Esclamò il ricciolino interrompendo quell’attimo di agitazione. YASOP: Non possiamo considerare anche un’altra probabilità?
MAX: CIOE’?
YASOP: Si insomma…
Creò un attimo di suspance.
YASOP: Non è da escludere che.. quello non abbia piazzato proprio un bel niente!
Silenzio.. si.. poteva anche essere così.. quel Goldron era uno squilibrato e.. siccome voleva vendicarsi dei tutti coloro che abitavano l’isola.. poteva aver messo in scena quel piano.. far credere a tutti di aver piazzato una bomba. In questo modo tutti sarebbero caduti in uno stato di allarme e di conseguenza i marine o chiunque altro, si sarebbe dannato l’anima scavando, ribaltando il terreno per dissotterrare qualcosa di inesistente.
MAX: No… non è vero.. tutta questa fatica per… niente?
Ma comunque non era da escludere del tutto la probabilità che invece ci fosse davvero l’esplosivo..
Dieci minuti…
MAX: Cosa facciamo?
Nessuno trovò una risposta a quella domanda.
Si guardò intorno cercando di trovare un posto, anche una piccolissima zolla di terra dove non avevano ancora messo zappe e pale.. nulla da fare.. tutta la zona centrale era messa a soqquadro..
Le lacrime le annebbiavano la vista e lottava per non farle sgorgare.. sentiva che c’era qualcosa che non andava.. sentiva che la morte stava arrivando.. poi.. d’improvviso.. notò qualcosa.. attaccata ad una casa c’era una specie di cassa di legno..
MAX: Scusate.. sapreste dirm cosa c’è lì dentro?
Domandò sperando che qualcuno le desse una risposta. Un uomo di mezza età si fece avanti.
UOMO: Certo. Quello è il mio ripostiglio. Se la apri ci sono delle scale che portano nello scantinato. E’ una specie di rifugio segreto!
La ragazza fu colta da un dubbio, un dubbio atroce e si avvicinò all’entrata del ripostiglio. Tentò di aprirla ma.. era sigillata.
UOMO: Un momento! E’ chiusa a chiave ma.. cosa vuoi fare? Alzò un braccio in aria e ..
CRASH!
Ruppe la porticina.
UOMO: PAZZAAAAA!
Vedeva solo quattro scalini e poi.. buio. Ma vi entrò ugualmente. Chiuse gli occhi per ascoltare.. tese bene le orecchie.
SHANK: Max, ma che c’entra il rifugio di questo signore?
MAX: Ssst!
Lo intimò a fare silenzio.
Tic! Tac! Tic! Tac! Tic!…
Un leggero ticchettio… ma molto chiaro.
MAX: Ma certo!!!!
Ora era tutto chiaro. Quello aveva nascosto l’esplosivo nel luogo più impensabile.. era proprio lì nel ripostiglio.. questo perché.. sapeva che tutti avrebbero pensato di cercarlo sotto terra… invece.. si era servito di uno scantinato di un vecchio signore.. Certo, non si spiegava come avesse fatto ad aprirlo e a richiuderlo enza farsi minimamente udire nel cuore della notte, nel cuore del silenzio.. ma in fondo... probabilmente era un esperto nel mestiere.
MAX: E’ QUI!
Urlò.
MAX: La bomba è qui! Fate luce. Presto!!
Cinque minuti…
Ben estrasse un fiammifero, lo accese e illuminò tutto lo stanzino.
SHANK: Max.. avevi ragione!!
Era proprio lì, davanti a loro. Rotondo con una spacie di orologio al centro.
Tic! Tac! Tic! Tac!
MAX: Presto.. dobbiamo disinnescarla!
Si avvicinò di corsa con le mani tremanti all’esplosivo. Lo afferrò delicatamente e lo portò fuori dal ripostiglio. Ci fu un urlo generale e tutti si barricarono in casa.. come se servisse a qualcosa..
CHRIS: Ne sei capace?
MAX: No…
CHRIS: E ALLORA CHE DIAMINE SI FAAA!!!!
MAX: E IO CHE NE SOOOOO!
Il panico piombò addosso a tutti..
Tre minuti… come facevano?
MAX: Non ho scelta!
La donna afferrò nuovamente la bomba e prese a correre in direzione del porto.
SHANK: MAAAX!
Il rosso temeva per lei.. temeva che volesse agire da sola e .. sacrificarsi per loro.. per tutti loro..
I pirati e l’agente seguirono la donna, in quel momento più pazza che mai.. ma anche più corragiosa che mai..
MAX: Anf! Anf! Cavolo se pesa..
Due minuti..
La strada sembrava interminabile.. era così lunga anche quando la aveva attraversata la prima volta?
In quel momento pensava solo a risolvere la situazione. Il cuore le stava per scoppiare e in quell’istante non udiva nemmeno la voce di lui.. che la chiamava terrorizzato nella speranza di fermarla.. se dovevano morire.. sarebbero morti insieme.. stringeva in mano il suo ciondolo, lo aveva appena estratto dalla tasca dei pantaloni nella speranza di ricevere un po’ di fortuna.
SHANK: Fa che finisca bene!
Pregava.. per la prima volta in vita sua..
Max correva sempre più velocemente..
Trenta secondi.
MAX: Oh no! E’ la strada sbagliata!
Cambiò direzione..
Venti secondi.
Sudava freddo.. lacrimava.. aveva paura.. aveva voglia di gettare a terra la bomba che la stava trascinando a terra per il duro e pesante materiale di cui era fatto, ma nonostante tutto non voleva mollare. Aveva ancora la vista annebbiata.. ma riuscì comunque a vedere la loro nave al porto.
MAX: Ci sono!
Dieci secondi.
Giunse a fatica, ansante, col petto che le doleva per il battito cardiaco accellerato e per lo sforzo fatto. Gli altri uomini di Shank rimasti sulla nave, sentirono arrivare qualcuno, la videro, videro Max giungere da loro al porto.. da sola? Fecero per chiamarla ma si interruppero quando videro che stava per lanciare una strana sfera per aria.
Cinque secondi.
MAX: Questo è per te Goldron! Te l’ho fatta!
Gridò disperata.
Quattro secondi.
MAX: Vaiii!
Con le ultime forze rimaste lanciò la sfera di piombo in alto, più in alto che poteva. Shank la raggiunse riuscendo a vedere la scena al completo. Ciascuna persona seguiva il movimento della bomba che li alzava nell’aria.
Tre secondi, due uno..
BOOOOOOOOOOOM!
Ci fu una potente esplosione. Max si buttò a terra seguita da tutti gli altri. Il calore del fuoco che la bomba emanava era tremendo e delle schegge di piombo ricadevano colpendo tutti sulle teste, ma almeno erano salvi. Lentamente le macerie cadevano in mano. L’esplosione fu violenta.. sicuramente, come diceva Goldron, avrebbe potuto distruggere l’intera isola. Il cielo, ancora pieno di nuvole di fumo, si schiarì lentamente, permettendo a tutti di rialzarsi, ancora scossi dalla terrobile situazione in cui si erano trovati. Max si alzò a fatica, ancora con il fiato corto, alzando lo sguardo al cielo. MAX: Anf! Anf! Anf!
Ce l’aveva fatta, non riusciva a crederci ma.. ci era riuscita.. aveva scoperto il trucco di quel pazzo e aveva impedito una tragedia. Allargò le labbra e fece un largo sorriso anche se senza fiato.. trovò la forza di ridere di gusto.

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Capitolo 27
*** Valle di lacrime ***


CAPITOLO 27: Valle di lacrime


Si lasciò cadere sulle ginocchia stringendosi nel mantello, mentre lentamente il respiro tornò regolare. Sentiva un gran dolore alle gambe e alle braccia ma stava bene.. era felice. Poi sentì due calde braccia stringerla forte. Shank si era chinato accanto a lei abbracciandola.
SHANK: Sei stata fantastica! Max, ci hai salvati!
La ragazza afferrò le braccia di Shank.
MAX: Lo so! Ancora non ci credo! Però adesso sono a pezzi!
Poggiò il capo su di lui.
SHANK: Tranquilla! Ora mi prendo io cura di te!
La sollevò tenendola in braccio mentre lei si abbandonò tra i suoi arti muscolosi.
CHRIS: Evvaiiiiiiiii!
Esplose un grido generale di felicità. Ormai nessuno correva alcun pericolo.. o almeno.. questo era quello che pensavano.. Nessuno sapeva spiegarsi come quella ragazza, così coraggiosa avesse trovato la forza necessaria per lanciare la bomba in aria evitando così la distruzione dell’isola. Sapevano solo di esseri vivi, e questo era ciò che più contava. Max, era ricercata, per cosa? Nessuno immaginava il motivo.. aveva compiuto un’opera di bene e sembrava buona e generosa. Come poteva essere ricercata come una criminale?
CAPO: Bene bene bene! Dunque quella storia della bomba era vera!
A sorpresa il generale della marina spuntò davanti a loro, un po’ ammaccato, ma stava in piedi.
BEN: Tu? Non ti avevo sistemato?
CAPO: Eh eh eh.. se pensavi di poter mettere KO il sottoscritto con dei pugni, ti sbagliavi di grosso!
Si avvicinò con le mani dietro alla schiena, rivolgendosi all’agente che aveva disertato.
CAPO: Devo farti i miei complimenti Chris! Ci sono proprio cascato! Ho creduto alla tua fedeltà.. invece hai sempre avuto intenzione di tradirmi vero?
Chris rimase in silenzio per qualche secondo, poi diede la sua risposta con un grosso ghigno stampato in faccia.
CHRIS: Esatto! Hai indovinato!
L’uomo sentiva un gran prurito alle mani ma pensava di non sprecare energie, quelle poche che gli rimanevano dopo i colpi subiti.
CAPO: Bene! In questo caso, visto che è questo il ringraziamento per averti preso in caserma e addestrato a dovere.. sei licenziato! Ti do ventiquattro ore per sgomberare la tua stanza e rilasciare la tua divisa!
Chris sbadigliò e si pulì gli occhi impiastricciati per la stanchezza.
CHRIS: Ok!
Disse con estrema tranquillità. Il comandante rimase spiazzato. Conoscendo la situazione economica di quel ragazzo si aspettava una scenata ma.. dovette ricredersi. CAPO: Ah.. bene!
Tossicchiò riprendendo la sua aria di superiorità.
CAPO: Quanto a voi!
Si rivolse alla ciurma del rosso.
CAPO: Sarete nuovamente rinciusi mentre la ricercata sarà giustiziata entro le sette di stasera!
Ci fu un grido generale di disapprovazione. Nessun abitante dell’isola approvava quella decisione. Era inammissibile. Lei aveva salvato anche lui e ora.. quel disgraziato voleva toglierla di mezzo.. era un’eroina..
CAPO: Si, ci avrà anche salvati ma.. è ricercata, non dobbiamo dimenticarlo! Quindi ora, vi portiamo dentro!
Un gruppo di marine giunse in piazzetta fermandosi con i fucili in mano.
Shank strinse Max ancora più forte, anche a costo della vita, non la avrebbe lasciata. Avrebbe continuato a tenerla fra le braccia.
CAPO: Uomini! Attaccate!
Fece in tempo a finire la frase che una voce possente dietro alla massa si fece sentire.
UOMO: Fermatevi tutti!
L’attenzione fu portata su colui che pronunciò quelle due parole. Dietro ai marine sbucarono tre uomini incappucciati. Uno dei tre, il più alto, colui che aveva appena fatto sentire la sua voce, si avvicinò al comandante della sede.
UOMO: E’ inammissibile! Non posso credere che uno come lei sia il comandante di una base militare!
CAPO: MA TU CHI…
Dovette fermare le sue parole, quando i tre individui misteriosi fecero scendere il cappuccio mostrando la loro vera identità. Tutti i marine lasciarono cadere le armi terrorizzati e il loro capo abbassò il capo facendosi improvvisamente piccolo.
CAPO: Chie..chiedo umilmente perdono signori! Non.. vi avevo riconosciuti! Ditemi! Cosa.. cosa posso fare per voi?
MAX: Chris! Chi sono quelli?
Domandò la donna con un filo di voce.
CHRIS: Sono gli agenti principali della marina, i supremi. Coloro che comandano su ogni flotta mondiale.. i capi per eccellenza!
A quella risposta Max deglutì e riportò lo sguardo sui nuovi arrivati.
UOMO: E’ molto semplice caro comandante! Siamo qui per ricevere le sue dimissioni!
L’uomo sussultò.
CAPO: Di..dimissioni?
UOMO: Si! Ha capito bene! Riteniamo che lei non sia in grado di gestire una sede militare! E’ del tutto incapace!
Alzò la voce irritato fissando il comandante con i suoi occhi verde acqua.
CAPO: Ma.. io.. io non... che ho fatto di sbagliato?
L’uomo ghignò voltandosi e ritornando dai i suoi colleghi. Uno dei tre, una donna, piuttosto affascinante, con lunghi capelli biondi raccolti in una cipolla, un paio di orecchini ad anello, due occhi del colore del cielo, estrasse qualcosa dalla tasca del grosso cappotto. Una specie di pergamena arrotolata. La srotolò e iniziò ad elencare.
DONNA: Mancanza di senso di protezione verso i suoi cittadini, rigidità troppo forte con i suoi dipendenti, alcun senso del lavoro, pigrizia in altre parole, violenza, e questa voglia di giustiziare chiunque non gli vada a genio o qualcuno che nonostante sia un eroe, come in questo caso, solo perché possiede una taglia assai elevata sulla testa! Vuole che continuo signore?
Il comandante rimase in silenzio. All’apparenza non aveva la minima idea di cosa dire per salvarsi da quella situazione. UOMO: Un'altra cosa!
Esclamò il terzo.
UOMO: Abbiamo fatto una piccola ispezione alla base e abbiamo trovao un marine chiuso in un armadio privo di divisa, legato e imbavagliato! Mi può spiegare?
Sussultò.
CAPO: Come? Ma io non so niente!
DONNA: Non si era neanche accorto della mancanza di uno dei suoi uomini? Questo dimostra la sua incompetenza!
Max si portò la mano alla bocca per non ridere. Le tornarono in mente le parole di Goldron. Aveva aggredito un marine, lo aveva privato della divisa e lo aveva rinchiuso. Ora quello si stava beccando tutta la colpa, proprio quello che si meritava.
UOMO: Avanti! Uomini! Voi tornate in caserma! Quanto a lei.. venga con noi! Ah, dimenticavo!
Posò i suoi occhi verde acqua su Max che sussultò.
UOMO: Tu sei la ricercata vero?
Deglutì nuovamente. Shank avvicinò il capo a lei sussurrandole “Stai tranquilla” nell’orecchio.
UOMO: Ho sentito molte cose su di te! E se devo essere sincero sono rimasto molto colpito. Hai tentato di salvare un locale da un ladro, rischiando di essere catturata, hai salvato una locanda, hai compiuto molti gesti nobili e amichevoli e oggi.. hai salvato un’intera isola! Da tutto ciò mi sono chiesto.. come può questa donna essere ricercata per crimini? Silenzio.
UOMO: Perciò.. ho capito che forse.. il vero motivo della taglia è perché hai le potenzialità del frutto del diavolo.. ma non per questo devi essere giustiziata, né, catturata! Impongo che da questo momento, la taglia che possiedi…
Max sentiva il cuore battere a mille. Aspettava la fine di quella frase..
UOMO. Venga definitivamente repressa!
Tutti urlarono felici. Max si aggrappò al collo di Shank con le lacrime che le scendevano. Era tutto finito.
SHANK: Hai visto tesoro? Te l’avevo promesso!
MAX: Grazie!!!!
Lui aveva fatto di tutto per difenderla sempre, in ogni occasione, e ora, si era risolto tutto. Se non lo avesse mai incontrato, chissà come sarebbe finita e soprattutto dove si sarebbe trovata in quel momento.
UOMO: Quanto a voi pirati..
Ricatturò l’attenzione dei presenti.
UOMO: Per questa volta vi permetto di andarvene! Avete contribuito per la salvezza dell’isola e avete protetto la ricercata, perciò siete liberi! Ma vi avverto! Alla prima mossa falsa sarete ricompensati a dovere!
Shank sorrise annuendo. I tre comandanti afferrarono il generale pronti a portarlo alla sede per cancellare il suo nome dalla scheda che racchiudeva i dati e le descrizioni di tutti i marine che popolavano la sede.
DONNA: Ah, a questo punto sarà meglio eleggere un nuovo capo! Pensiamo che l’unico in grado di sedere su quella poltrona sia solo lei! Agente Chris!
Chris, che fino a quel momento era appoggiato ad una parete allo stremo delle forze, riprese improvvisamente tutte le energie.
CHRIS: Eh? Come? Io? Proprio io?
MAX: E bravo Chris!
Sorrise Max.
CAPO: No, un momento.. io.. non è possibile che lui…
Shank scoppiò in una risata fragorosa, con aria trionfante.
SHANK: Non hai ancora capito che sei solo un fallito? Hai avuto quello che ti meritavi! Ha ha ha ha ha!
Digrignò i denti. Come osava quel pirata ridere di lui? Estrasse la pistola dalla giacca.
CAPO: Eh no! Avete tutti capito male!!
Puntò la canna dell’arma sulla tempia di uno del trio.
CAPO: Mi dispiace, ma dovrete ripensarci! Io non posso rinunciare al mio posto! Solo io sono in grado di portare avanti questa armata di scansafatiche! Allora? Volete che prema il grilletto o preferite fare come vi dico io?
Il trio sembrava assolutamente privo di paura. I membri se ne stavano immobili e in silenzio, come Shank e gli altri erano soliti a fare.
UOMO: Allora vuoi proprio finire male eh?
Esclamò colui che aveva l’arma puntata contro. All’improvviso con un gesto veloce afferrò il braccio del comandante stritolandolo così forte che egli fu costretto a lasciare andare la pistola.
UOMO: Pensi forse di poterci comandare?
Gli scagliò un pugno nello stomaco che lo fece cadere sulle ginocchia.
UOMO: Prendetelo!
I colleghi afferrarono l’uomo per le braccia. Max rimase attonita a guardare la scena. Non era per nulla che quei tre fossero i comandanti supremi. Avevano potere, molto potere. MAX: Shank! Puoi mettermi giù ora!
Il pirata desiderava poterla stringere ancora a lungo.. e poi temeva che fosse ancora debole. Aveva compiuto uno sforzo sovrumano.
SHANK: Sei sicura?
MAX: Si, ora sto meglio!
E fu così che a malincuore la posò a terra lentamente. Si sentiva meglio. Il dolore agli arti era diminuito, riusciva perfettamente a stare in piedi senza barcollare.
Nel frattempo l’ex comandante della marine si dimenava per riuscire a liberarsi della presa della triade ma senza risultato. Era ormai stravolto, dopo i colpi di Ben aveva incassato anche quelli dei suoi principali.. poi però.. riuscì a ritrovarsi con una mano libera e afferrò nuovamente la pistola.
MAX: E’ tutto finito vero?
SHANK: Si! Stai tranquilla!
Caricò la pistola velocemente e prese la mira.
MAX: Meno male! Possiamo andarcene allora!
Si preparò a premere il grilletto.
SHANK: Si! Non c’è più nulla che ci trattenga!
Gli sorrise. Max gli sorrise felice. Finalmente le immagini che si era creata nella mente potevano diventare realtà. Stavano per ritornare alla nave per vivere una fantastica vita insieme. Ma qualcosa purtroppo andò storto. Max si accorse che l’ormai non più comandante della marina aveva la pistola in mano puntata contro la schiena di Shank. Non gli era andata giù tutta quella storia, la messa in scena iniziale, la loro liberazione e ora anche la sua presa in giro. Doveva vendicarsi.
MAX: ATTENTO!!
Gli urlò. Ma fu troppo tardi. Uno sparo fuoriuscì dalla canna dell’arma prima che l’uomo perse i sensi facendo ricadere la pistola.
Max, con un riflesso eccezionale si mise davanti a Shank che si era voltato sentendo il grido della donna. E fu così che il proiettile la colpì in piena schiena. Sbarrò gli occhi e sentì le gambe tremarle. Shank, incredulo, avvolse Max con le braccia mentre lentamente lei crollava a terra.
SHANK: Max! No! Amore!
Tremava. Tutti corsero in direzione della donna mentre il trio decise che l’unico posto in cui quell’uomo doveva stare era in galera.
SHANK: Max! Rispondimi! Dimmi qualcosa!
Era disperato. La sosteneva tenendole il viso e chiamandola senza sosta mentre i suoi occhi si chiudevano sempre più e la vista le si annebbiava.
SHANK: Rispondimi ti prego!! Dimmi qualcosa! Qualunque cosaaa!
MAX: Ah.. i.. io..
Faceva ormai fatica anche a parlare. Sentiva che le forze la stavano abbandonando.
MAX: Ti.. ti amo!
Riuscì a dire solo questo.
MAX: Ti amo!
E la figura di Shank, di Ben, Chris e tutti coloro che le stavano intorno, diventò sempre più opaca fino a mostrare solo l’ombra e poi.. buio..
SHANK: MAAX! SVEGLIATI TESORO! TI PREGO!
Chris si alzò di scatto chiamando un medico. Aveva appena ritrovato la sua amica. Ora non poteva perderla per sempre. SHANK: Noo!
Posò il viso su di lei. Non poteva finire così. Non dopo tutto quello che avevano passato. Era finalmente finita, tutti i suoi problemai, i loro problemi, erano terminati.. e ora.. lei era.. no.. non poteva crederci. Posò delicatamente una mano sul suo collo e lo sentì pulsare..
SHANK: Grazie al cielo!
Immediatamente la folla si diradò e un uomo con valigetta si avvicinò al rosso.
UOMO: Sono un dottore! Portatemela in studio! Cercherò di fare il possibile!
Il pirata la sollevò mentre gocce di sangue colavano dalla sua schiena. Fu accompagnato da Chris e da Ben, quest’ultimo aveva ordinato agli altri di tornare alla nave e avvertire i loro compagni che la partenza era rinviata. In realtà Lucky e Yasop, i più affezionati alla ragazza, avevano polemizzato dicendo che avevano intenzione di rimanere accanto al loro capo e vegliare sulla dolce Max ma si sapeva che con Ben, in quanto a vice della ciurma, non si transigeva.
DOTTORE: Mettila sul letto!
Shank entrò con Max tra le braccia. Lo studio era piccolo, tre lettini, un tavolo e un armadio.
SHANK: Ha un proiettile conficcato nella schiena! Potrebbe morire da un momento all’altro! E.. sta perdendo molto sangue!
DOTTORE: Per il sangue non importa! Pulirò dopo! Non ti preoccupare! Mi sembra una donna dal tempramento forte! Altri sarebbero già stecchiti! Sdraiala lì!
Si avvicinò a uno dei tre letti.
SHANK: La coperta è bianca!
DOTTORE: Chi se ne frega! Vuoi che salvi la tua fidanzata o no?
SHANK: Certo! Mi scusi!
La sistemò sul letto accuratamente mentre l’uomo si infilò il suo camice bianco ed estrasse degli strumenti dalla valigetta. Li posò tutti uno accanto all’altro sulla scrivania ampia, poi prese una sedia e si avvicinò a Max.
DOTTORE: Mh!
Prese ad osservarla con la mani.
DOTTORE: Respiro e battito debole..
Posò lo sguardo sul sangua che fuoriusciva dalla schiena della ragazza e che la coperta bianca stava assorbendo sempre più. DOTTORE: Le condizioni sono piuttosto gravi! Ora però.. devo chiederti di uscire! Devo operarla!
SHANK: Ma si rimetterà, vero? La salverà?
Domandò più preoccupato e terrorizzato che mai. Il dottore sospirò.
DOTTORE: Eh! Non posso dirlo.. io ce la metto tutta! Ora, vai! Shank uscì richiudendo la porta alle sue spalle. Subito tutti gli si avvicinarono preoccupati per le cindizioni della ragazza.
SHANK: Ora, la sta operando!
Chris sembrava il più spaventato.. ma come biasimarlo? Conosceva Max forse anche meglio di lui e tredici anni di lontananza non erano serviti a cancellare l’indissolubile amicizia che esesteva tra i due. Giocavano sempre insieme quando erano bambini, era comprensibile ora vederlo così in ansia.
Il rosso si sedette su una panca di legno posizionata contro il muro della casetta medica con i ciuffi rossi che gli ricadevano sul viso coprendogli gli occhi.
BEN: Spero davvero che si riprenda!
Anche Ben si era attaccato molto a Max.. si divertiva a parlare con lei e soprattutto .. a perdere contro di lei nelle partite a carte o nei diverbi.
CHRIS: Io sento che ce la farà! Insomma, è forte, molto! Non credi anche tu?
Cercò di convincere sé stesso e si rivolse a Shank nella speranza di ricevere un po’ di conforto.. ma si morse subito la lingua per non aver considerato soprattutto i suoi sentimeti. Vide delle lacrime colare sulle sue guance per la disperazione che gli scendevano dagli occhi coperti dai ciuffi rossi.
SHANK: Sento come.. se una parte di me si fosse spezzata.. se lei muore.. questa parte si staccherà definitivamente.. e allora, che ne sarà di me?
Non poteva. Non poteva andare avanti senza di lei. Ripensò alla sua vita prima di incontrarla.. era bella, tranquilla e movimentata allo stesso tempo.. poi, ripensò alla sua vita dopo averla conosciuta.. era perfetta. La vita che aveva sempre sognato. Lui, i suoi compagni di viaggio.. e qualcuno accanto che lo riempisse d’amore. Qualcuno come una donna, qualcuno come Max. Non poteva fermare la sua valle di lacrime.. perché temeva il peggio.. forse il destino non li voleva insieme ma non gli importava. Voleva vivere con lei ad ogni costo. E se l’avesse perduta cosa ne avrebbe fatto di se stesso?

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Capitolo 28
*** Si salpa! ***


CAPITOLO 28: Si salpa


L’operazione durò molto tempo. Shank aveva ormai esaurito le sue lacrime, se ne stava immobile a fissare un punto davanti a sé. Se qualcuno gli domandava qualcosa lui rispondeva con un semplice “Mh!” e nulla di più. Aspettava solo che il medico uscisse da quella porta per comunicargli le condizioni di Max. Sentiva che ancora quella parte dentro di lui, che si era spezzata nel momento in cui lei era stata colpita, ancora non si era dispersa, ancora non si era staccata definitivamente. Si sentiva più tranquillo. Sapeva che finchè non avvertiva strane sensazioni o inspiegabili brividi lungo la schiena, tutto filava per il verso giusto. La paura che lo attanagliava inizialmente ormai era solo un lontano ricordo.. ma era comunque preoccupatissimo per lei. Calò il buio e quando tutti stavano per addormentarsi la porta si aprì lentamente. La luce della stanza illuminava i loro volti e si posò sulla casa davanti.
CHRIS: Allora?
L’agente sembrava sul punto di piangere ma voleva trattenersi per non dare spettacolo.. il rosso aveva già fatto abbastanza.
Shank voltò il capo verso il medico che si era soffermato sulla soglia della porta, senza però dire una parola. Tutte le loro attenzioni erano concentrate su di lui che indossava ancora la mascherina e il camice bianco. Quest’ultimo sospirò togliendosi lentamente la mascherina e riponendola in tasca. Aveva una faccia strana.. sembrava quasi che stesse per dare loro una brutta notizia.. ma per fortuna non fu così. Sollevò il pollice con un largo sorriso.
DOTTORE: E’ salva!
Esclamò solamente mentre tutti gridarono di felicità. Chris, che non poteva più trattenersi portò il braccio sugli occhi nascondendo le lacrime che non ne volevano sapere di fermarsi. Ben buttò a terra la sua sigaretta, dove intorno ai suoi piedi c’erano un sacco di mozziconi bruciacchiati e calpestati, che si era fumato sentendosi stranamente nervoso. In fine Shank. Alzò lo sguardo al cielo ringraziando il signore mentalmente e trattenendo una lacrima che stava per scendergli, stavolta per sollievo.
SHANK: La posso vedere?
Domandò all’uomo. Egli annuì ma poi aggiunse.
DOTTORE: Però adesso è ancora priva di sensi. E al suo risveglio sarà molto debole e stanca. Il suo fisico era già piuttosto provato anche prima di beccarsi quel proiettile e ti confesso.. che ci è mancato poco.. davvero molto poco.. e l’avresti persa. Ma fortunatamente sono intervenuto in tempo, senza contare che lei stessa è davvero forte!
Shank si alzò. Anche Ben e Chris avrebbero voluto entrare ma preferirono lasciare che Shank la vedesse da solo, almeno per il momento. Colui che si era preso lo spavento più grosso era proprio lui.
Entrò richiudendo la porta. Vide il suo nero mantello in una vacinella piena d’acqua e sapone.
DOTTORE: Scusa se mi sono permesso ma.. era sporco di sangue.. sul nero forse non si sarebbe visto ma sai.. non è molto bello andare in giro con del sangue addosso!
SHANK: La ringrazio!
Rispose. Poi prese una sedia situata lì accanto e si sedette a gambe larghe tenendo lo schienale davanti a lui per appoggiare le braccia e si soffermò a guardarla. Era sotto le coperte, al caldo, con gli occhi chiusi.. sembrava stesse dormendo tranquillamente. Piano piano, anche Shank sentì gli occhi pesanti e lentamente mentre la stanchezza accumulata durante quella faticosa giornata in insieme a stress e paura, si fece sentire. Così sotto la luce della lampadina che illuminava la stanza e con il calore del fuoco acceso nel caminetto, si addormentò.
DOTTORE: Oh, ecco fatto! E’ venuto bello pulito! Spero non ti dia fastidio l’odore del sapone e del detersivo!
Sorrise l’uomo mentre strizzò il mantello. Ma non ricevette risposta alcuna. Si voltò verso Shank vedendolo immobile. Posò il mentello e gli si avvicinò. Piano si chinò su di lui e vide che dormiva con il capo appoggiato al braccio destro che stava sopra allo schienale della sedia mentre quello sinistro gli penzolava. Ridacchiò e in silenzio si avvicinò alla porta per pinzare il mantello sullo stendi biancheria per lasciarlo asciugare.
CHRIS: Allora? Si è svegliata?
Domandò l’agente ad alta voce.
DOTTORE: Sssst!
Si portò il dito indice alle labbra intimandolo a fare silenzio.
DOTTORE: Ancora no.. in più si è addormentato anche lui!
Ben scosse la testa. Pensava che si fosse trattenuto, aspettando il risveglio della sua donna.. ma era evidente che la paura era stata troppo forte per lui. Il dottore chiuse la porta senza fare il minimo rumore.
DOTTORE: Che ne dite se ce ne andiamo a cenare tutti insieme alla locanda? Offriamo noi! In quanto a cittadini dell’isola, dal momento che ci avete salvati, il minimo che possiamo fare è offrirvi da mangiare!
CHRIS: Ehi! Anche io ho dato il mio contributo eh.. spero non mi facciate pagare solo perché sono un marine..
Il medico scoppiò a ridere.
DOTTORE: No! E’ naturale che anche per lei è tutto gratis! Ha fatto il possibile per salvarci!
E si incamminò insieme agli amici verso la locanda.
CHRIS: Ehi! Ma.. lasciamo Max da sola?
DOTTORE: Non c’è alcun prolema! Ormai lei è salva ed è in buone mani!
Esclamò.
CHRIS: Io non ne sarei così convinto..
Quel pirata si era addormentato come un sasso.. non avrebbe potuto in nessun modo badare a lei.
BEN: Smettila di preoccuparti e muovi quel fondoschiena!
Esclamò il vice afferrandolo per una spalla e spingendolo in avanti per convincerlo a camminare.
CHRIS: Ahio!
E anche se non molto convinto si incamminò insieme al resto della gente verso la locanda dell’isola.
Le fiamme che ardevano nel camino dello studio riscaldavano sempre più l’ambiente mentre Shank continuava il suo sonno. Invece, mentre lui non ne voleva sapere di aprire gli occhi, Max aprì lentamente i suoi, fermando lo sguardo al soffitto. Sentiva un delizioso tepore caldo intorno a sé, in quella stanza, ma era ancora molto confusa e non capiva cosa stesse succedendo.. ricordava solo di essersi messa davanti al rosso per salvarlo da un proiettile e di conseguenza era stata colpita. Ricordava le braccia di lui che la avvolgevano mentre perdeva i sensi, ricordava le parole dolci di lui quando la chiamava.. “Amore!” Le tornò in mente. Si ricordava del dolore provato a causa della ferita e poi.. nient’altro. Tutto il resto era nero. Dove si trovava ora? A fatica girò il capo e lo vide. Il suo Shank era accanto a lei che riposava. La luce del fuoco gli illuminava il viso.. era bellissimo, mentre quei suoi bei ciuffi rossi gli ricadevano sul viso. Alzò una mano posandola sul suo braccio lasciato a penzoloni. Il sonno del pirata si rivelò non essere poi così profondo come al solito.. infatti bastò il tocco della mano di lei per risvegliarlo.
SHANK: Max!
Disse strofinandosi gli occhi impiastricciati.
MAX: Ciao!
Disse debolmente.
SHANK: Come ti senti?
Le domandò prendendole la mano.
MAX: Stanca.. e debole..
SHANK: E’ normale! Hai perso molto sangue!
Shank si alzò e girò la sedia portando lo schienale dietro di lui.
SHANK: Mi hai fatto prendere un bello spavento lo sai piccola?
Le portò indietro una ciocca di capelli che le copriva l’occhio sinistro.
MAX: Scusami!
Sembrava molto pentita di ciò.. ma sapeva di averlo salvato.. e questo era ciò che più contava.
SHANK: Mi hai salvato la vita Max! Io non so davvero cosa dire!
MAX: Allora non dire niente! Tu mi hai sempre protetta! In quel momento io.. ho visto quell’uomo che stava per spararti e.. non potevo permettergli di colpirti!
SHANK: Così però hai rischiato tu di morire Max!
MAX: Non mi importava di morire in quel momento! Volevo solo salvarti, nulla di più!
Una lacrima scivolò sul suo viso.
SHANK: Ehi! Perché piangi piccola!
Le domandò asciugandole la guancia.
MAX: Non lo so.. mi sento triste.. e felice nello stesso tempo.. ma mi viene da piangere e non so perché!
Si sentiva stressata, a pezzi, depressa, felice.. le aveva tutte lei.
SHANK: Io lo so! Quello che hai passato ti ha debilitata molto! hai bisogno di scaricare tutta la tensione e la paura! E’ stata una giornata terribile! Dai, vieni qui!
Lei si sollevò molto lentemente aiutata da lui che si portò le sue braccia al collo.
MAX: Si, ma non solo per me!
Riprese lei cercando di non singhiozzare.
SHANK: Già! Puoi ben dirlo! Potevo perderti! Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia!
Rimasero abbracciati per po’, in silenzio godendosi ogniuno il corpo dell’altra. Poi, quando sembrarono entrambi più tranquilli si staccarono lentamente.
SHANK: Va meglio?
MAX: Si!
Sorrise lei.
MAX: Quando ce ne andiamo?
Gli domandò impaziente.
SHANK: Beh, prima dobbiamo aspettare che tu ti rimetta!
MAX: Oh, ma io sto bene! E poi sulla tua nave c’è Charlie! (Nota: Charlie è un nome che ho inventato io per il medico della ciurma.. n.d.a) Mi controllerà lui!
SHANK: Sbagliato!
Esclamò col suo classico sorriso. Max lo fissò con aria interrogativa.
SHANK: Non la mia nave! La NOSTRA nave!
Sottolineò la parola “nostra”. Già. Ormai lei stava con lui da tempo e quella nave era diventata anche sua.
MAX: Si!
Gli rispose.
SHANK: Comunque prima è meglio sentire cosa ne pensa il medico che ti ha operata! Sai, credo che lui sia più esperto del nostro dottore.. lui è mezzo pirata..
MAX: Ok! E’ che non vedo l’ora di andarmene!
SHANK: Ormai non c’è più alcun pericolo! Rilassati! Partiremo nel giro di pochi giorni! Promesso! La tua salute prima di tutto!
Max annuì. Shank aveva ragione. Ormai non c’era più nulla che potesse impedirgli di partire.. e di continuare a stare insieme.
La serata trascorse in allegria alla locanda. Tutti ridevano e scherzavano felici, ubriachi e agitati. Perfino Chris sembrava essere su di giri.
CHRIS: Ha ha ha ha! Sci! Sciono il più grande Marine di tutti i tempi! Ha ha ha!
Ben cercò di restare lucido.. almeno lui..
BEN: Meno male che il capo non è qui! Chissà cosa sarebbe successo!
Il tempo volava a vista d’occhio e arrivò l’ una inoltrata della notte. Finirono tutti con l’addormentarsi alla locanda mentre il dottore scavalcò i concittadini giungendo allo studio. Aprì la porta aspettandosi di trovare sia il rosso che Max addormentati. Ma li vide più svegli che mai.
DOTTORE: Ehi! Che fate svegli a quest’ora?
SHANK: Ah salve!
DOTTORE: Allora! Come ti senti mia eroina?
Chiese a Max che si era soffermata a guardare l’uomo.
MAX: Meglio! Grazie a lei! Mi ha salvata!
Esclamò sorridendo.
DOTTORE: Beh, tu hai salvato non solo tutti noi ma anche l’isola! Ho fatto solo il minimo!
Sistemò il cappotto nell’armadio mentre Shank gli si avvivinò. SHANK: Mi scusi! Avrei una domanda! Quando potrò portarla via? Cioè.. lei ha fatto moltissimo, l’ha salvata, l’ha curata.. ora credo che potrebbe anche venire via con me, anche io ho un dottore sulla mia nave e…
L’uomo annuì senza fargli finire la frase.
DOTTORE: Mh! Beh.. dunque.. non ci sarebbero problemi.. però dovrei tenerla qui ancora per un paio di giorni! Sai, io l’ho operata e sono io che ho la situazione sotto controllo!
Shank disse che andava bene e che se necessario sarebbero rimasti ancora per un paio di giorni.
“Chissà come sta!”
“Speriamo che Zucchero si sia ripresa!"
Pensarono Yasop e Lucky a bordo della loro nave. Avrebbero voluto scendere e andare a controllare.. ma Ben gli aveva detto di rimanere con gli altri e tenere d’occhio la nave. Tutti erano in pena per la donna, da quando era salita a bordo di quel vascello, aveva portato luce, allegria, più di quanta ce ne fosse prima.. ma soprattutto pensavano al loro capitano. Come si sarebbe comportato in futuro se per disgrazia Max avesse perso la vita? Era così innamorata.. si era rammollito, almeno questo pensavano tutti.. ma che ci potevano fare, l'’more da questi effetti.. Yasop lo sapeva molto bene. Lui aveva avuto una moglie una volta.. e anche un figlio, che però aveva abbandonato quando lui andava ancora a gattoni perché la vecchia bandiera nera lo chiamava e fu così che non rivide più né sua moglie né suo figlio. Qualche anno prima gli era giunta voce che sua moglie era morta per un’incurabile malattia.. e si era sentito male.. perché almeno in quel momento avrebbe voluto starle vicino mentre la aveva lasciata da sola.. ma lei non gli aveva urlato alle spalle mentre usciva di casa con la sua roba pronto a salire su quella nave per non ritornare mai più, gli aveva augurato buona fortuna e che qualunque cosa sarebbe successa lo avrebbe amato per tutta la vita. Ciò che più gli faceva male però, era l’idea che suo figlio, Usop, fosse rimasto solo.. non aveva amici e temeva per lui.. ma ormai lui aveva fatto le sue scelte, aveva già preso la sua strada e ormai era troppo tardi per tornare indietro. Chissà. Magari un giorno lo avrebbe rincontrato per mare.. ora sua figlio doveva avere all’incirca sette anni.. ancora una decina d’anni e magari, quando lui sarebbe diventato un ragazzo indipendente e coraggioso (cosa del tutto errata!! N.d.a. T___T n.d.Usop. Concordo in pieno! N.d.Zoro) allora avrebbe anche potuto vederlo di nuovo.. e magari farlo entrare nella loro ciurma. Nessuno, tanto meno Shank avrebbero fatto storie.
SHANK: Forse è meglio se ti metti a dormire! Hai bisogno di una bella notte di riposo!
Disse a Max facendola sdraiare per bene.
MAX: Ok!
SHANK: Anche io mi butto a letto! Dottore, posso sormire su questo letto?
Chiese al medico indicandogli una delle due brande.
DOTTORE: Ma si! Nessun problema!
Poi sentirono bussare alla porta e subito dopo entrò Ben con Chris da lui sorretto, completamente ubriaco.
BEN: Possiamo?
Domandò il vice.
BEN: Non fare caso a questo qui, se spara qualche cavolata Max! E’ completamente su di giri!
MAX: Ciao! Sono contenta che siete qui! Ma Yasop e gli altri?
Chiese vedendo i due da soli e sentendo il più completo silenzio fuori.
BEN: Sono alla nave! A proposito! Tra poco vado a dirgli che stai bene.. saranno molto preoccupati!
Max sorrise. Le faceva piacere sapere che erano tutti in pensiero per lei. Si era affezionata molto a tutti quanti.
BEN: Soprattutto questo qui era in pena!
Disse dando un pugnetto a Chris che continuava a ridere imperterrito.
CHRIS: Ha ha ha ha ha! Sciao Max! Tutto beneee? Ha ha ha!
BEN: Non cadere eh? Sennò non ti raccolgo!
Disse mentre lui continuava ad agitarsi.
MAX: Emm.. bene Chris, grazie! Anche tu sei uno non scherza col bere eh? Ma voi uomini siete tutti così?
Domandò con una grossa gocciolina sulla testa.
SHANK: beh! Io sono il migliore in questo campo!
MAX: Vuoi dire il peggiore!
Lo corresse con tono sarcastico.
SHANK: Ma sentila! Mi risulta che una volta anche tu ci sei andata pesante tesorino!
Fece lo stesso. Max rispose con la linguetta.
DOTTORE: Se non vi dispiace è meglio se lasciate dormire la ragazza! Qui c’è ancora un letto! Volete approfittarne?
BEN: Lui credo! Non avrà la forza di ritornare in caserma in ‘ste condizioni! Io dormirò alla nave! Grazie comunque! Notte capo! Notte Max!
E uscì dalla casa richiudendo la porta alle sue spalle.
CHRIS: Ha ha ha ha ha ha ha! Viva il sottoscrittooooo!
DOTTORE: Poverino! E’ ridotto piuttosto male eh?
SHANK: Almeno io mi controllo!
Esclamò infilandosi sotto le coperte.
MAX: Veramente mica tanto!
SHANK: Come?
MAX: Una volta mi hai quasi molestata sessualmente.. intendo prima di stare insieme!
Il dottore che non poteva ignorare quelle parole, dato che stava sistemando a fatica Chris nel terzo letto scoppiò in una fragorosa risata.
DOTTORE: Uah! Ha ha ha ha ha! Bellissimoo!
Shank le diede dell’antipatico e si lasciò cadere sul cuscino coprendosi fino al collo con il piumino. La sera in quel periodo, ovunque andassero faceva piuttosto freddo.
MAX: Mpf! Notte amore!
Disse con il suo solito tono sarcastico. Chris si era già addormentato e il dottore spense la luce lasciando acceso solo il fuoco che si sarebbe spento la mattina seguente. Salì lungo le scale che lo portarono al piano di sopra nella sua stanza.
Nei due giorni seguenti Max si ristabilì quasi completamente. La ferita era ancora bendata ma si stava già rimarginando. Ora non restava che salutare, ringraziare e partire, lasciando quell’isola di inferno.
DOTTORE: Allora! Dì al tuo medico ogni cosa! E soprattutto digli di darti questo antidolorifico ogni ventiquattro ore! E’ per la ferita..
MAX: Ok!
Si raccomandò ancora una volta, dopodichè li salutò e Max e Shank uscirono dallo studio.
SHANK: Ce la fai a camminare o vuoi che ti prenda in braccio?
Le chiese. La stava sostenendo e le sembrò ancora affaticata. MAX: No, tranquillo! Sto bene!
Chris, che aveva ormai assunto il pieno comando della Marina, corse verso di loro, intento a dare il suo saluto alla ragazza.
CHRIS: Aspettaaaa!
Le gridò.
CHRIS: Anf1 Anf! Anf! Allora.. anf! Buon viaggio Max!
MAX: Calmo Chris! Riprendi fiato!
Gli lasciò il tempo per riprendersi finchè non ricominciò.
CHRIS: Volevo solo salutarti! Mi dispiace che te ne vai di già!Mi sarebbe piaciuto stare con te un po’ di più, come ai vecchi tempi!
MAX: Lo so! Anche a me! Beh.. scrivimi qualche volta, ok?
CHRIS: Contaci!
Le porse la mano per stringerla e augurarle buona fortuna. Ma la ragazza si staccò da Shank e si buttò tra le braccia di Chris.
CHRIS: Ehi ehi! Attenta! Così rischi di peggiorare ancora!
MAX: Mi mancherai Chris! Mi sei sempre mancato!
CHRIS: Anche tu!
E la “ridiede” al rosso mentre si staccava da lei.
MAX: Allora! Ora sei un generale! Mi raccomando, fatti valere!
CHRIS: Con me al comando, filerà tutto liscio!
SHANK: Sei sicuro? Eh.. vedi di non bere sul posto di lavoro.. o saranno guai!
Intervenne il pirata.
CHRIS: Spiritoso! Beh.. vedi di non ficcarti nuovamente nei guai Max!
SHANK: Oh stai tranquillo! Ci penso io alla tua amica!
Chris assunse un sorrisetto malizioso.
CHRIS: Me lo auguro! Perché ti giuro, che se non la proteggerai a dovere o se la farai soffrire non ci penserò due volte a ridurti in poltiglia la prima volta che ci rivedremo!
SHANK: Devo prenderla come una minaccia?
Tutto sommato era un bravo ragazzo, pensò Shank, e anche Chris pensò lo stesso del rosso. E poi avevano una cosa in comune. Amavano la stessa donna. Ma questa volta non ebbe alcun problema contrariamente a quanto successo quado c’era Mihawk.
CHRIS: Allora, mi raccomando pirata!
Porse la mano anche a lui e Shank gliela afferrò immediatamente.
SHANK: Tranquillo!
Lo rassicurò.
CHRIS: Bleah.. non posso crederci! Ho stretto la mano ad un pirata! Un bravo soldato della marina non dovrebbe fare cose simili! Spero non si accorga nessuno che ho infranto una regola.. o ci rimetto il posto!
Max e Shank risero seguiti dal generale. Poi, dopo vari saluti quest’ultimo riprese la sua postazione mentre Shank e Max si incamminarono verso il porto salutati e ringraziati nuovamente da tutti gli abitanti.
SHANK: Così facciamo notte! E va bene, ho capito!
Prese Max e la sollevò prendendola in braccio.
MAX: Ehi! Ti ho detto che sto bene!
SHANK: Non mi sembra proprio così sai.. e comunque vorrei arrivare alla nave entro un minuti e non entro mezzanotte!
MAX: Antipatico!
Giunsero al porto dove Max, fu accolta con calore, fischi e applausi da parte dei suoi amici. Ora tutto poteva essere come aveva sognato per giorni. Vivere senza una taglia sulla testa e accanto a Shank e ai suoi compagni di viaggio.
SHANK: Allora uomini! Si salpa! Destinazione il villaggio Fusha!
“AGLI ORDINI CAPOO!”
E fu così che la gente di quell’isola che sarà ricordata dai libri di storia come “L’isola che rischiò di saltare in aria” , osservò partire quei pirati simpatici e intraprendenti mentre la loro nave si allontanava sempre più fino ad apparire sotto forma di un puntino lontano. Certo, nessuno metteva in dubbio che anche Max, un futuro non lontano sarebbe comparsa sui libri di storia. Sarà ricordata da tutti come “colei che salvò l’isola che rischiò di esplodere”.

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Capitolo 29
*** Il piccolo Rufy ***


CAPITOLO 29: Il piccolo Rufy


SHANK: Posso?
Chiese Shank a Max aprendo la porta della cabina.
MAX: Certo! Questa cabina è tua!
SHANK: Ancora sbagli eh?
Max era seduta sotto le coperte appoggiata ad un ampio cuscino. Ormai erano passati due giorni dalla loro partenza e lentamente la ragazza si stava riprendendo sotto le cure premurose di Charlie.
SHANK: Questa è la NOSTRA cabina!
MAX: E’ vero.. scusa.. è che ho sempre vissuto da sola.. e .. ancora mi sembra incredibile di dividere tutto con te!
SHANK: E non ti fa piacere?
Le chiese dandole un bacio sulle labbra.
MAX: Mh! Certo che mi fa piacere! Mi rende felice! Sono felice!
SHANK: Anch’io lo sai?
Si sedette sul letto accanto a lei portandole un braccio intorno alla spalla.
CHARLIE: Permesso..ops.. ho interrotto qualcosa? Chiedo scusa capo.. ma Max deve prendere le sue pillole!
Esclamò il medico spalancando la porta della cabina entrando con un vassoio in mano sul quale c’erano un bicchiere d’acqua e una scatoletta di pillole.
MAX: Ma ormai non ce n’è più bisogno! Non sento più alcun dolore da più di ventiquattro ore!
Fece il punto Max.
CHARLIE: Ah.. il medico sono io.. non sai che solo perché il dolore scompare non significa che sia tornato tutto alla normalità? Se non le prendi più il dolore potrebbe ritornarti! E detto questo estrasse due pasticche dalla scatola e le diede a Max insieme al bicchiere.
SHANK: Già! Dovresti dare ascolto al dottore!
Disse sarcasticamente.
MAX: Beh, se lo dite voi..
E ingoiò le pillole bevendo un bel sorso d’acqua.
MAX: Senti Charlie,quand’è che potrò riprendere a camminare? Sono stanca di stare a letto!
CHARLIE: Mi rendo conto.. ma vedi, hai subito un intervento delicatissimo.. hai quasi rischiato la vita.. nel giro di qualche giorno potrai ricominciare a stare in piedi da sola ma ci vorrà un po’ prima che ti riprenda del tutto!
Osservò il medico.
CHARLIE: Ringrazia di essere viva e soprattutto di non esserti presa la pallottola nella spina dorsale.. avresti potuto rimanere paralizzata per il resto dei tuoi giorni!
E uscì dalla cabina con il vassoio.
SHANK: Sopportalo, non puoi fare altro..
MAX: Ma è sempre così?
SHANK: Si.. ma in fondo è bravo nel suo mestiere! Non avere fretta! Dai tempo al tempo! Non rischiare di peggiorare! Io non scappo mica sai.. sarei disposto a starmene con te chiuso qui dentro tutto il giorno..
Esclamò il rosso accarezzandole il viso.
MAX: Beh.. ora non esagerare.. non voglio costringerti a tanto! Mi basta sapere che sei qui pronto a proteggermi! E lo baciò sulla fronte. Certo.. non era tutto come si era immaginata. Pensava di vivere giornate sotto il sole divertendosi con i suoi amici, con il suo Shank, passando altre notti d’amore intenso con lui.. mentre ora era si salva e sulla loro nave dopo aver attraversato un pericolo dopo l’altro, ma si ritrovò ferma a letto tutto il giorno.. ma in fondo sapere di non avere più alcuna taglia sulla testa e di non dover più quindi dover nascondersi sotto un cappuccio e un paio di occhiali da sole, la rendeva felice. E poi, solo sentendo l’amore e l’affetto che Shank le trasmetteva la faceva sentire ancora più serena.
MAX: Va bene!
Gli rispose abbracciandolo.
SHANK: Dai, ti faccio portare qualcosa da mangiare, hai fame? MAX: Una fame da lupi!
Le diede un bacio sulla guancia prima di alzarsi e uscire dalla stanza per recarsi in cucina.
SHANK: Ehi Sam! (un altro nome che ho inventato n.d.a.)Prepara qualcosa di nutriente per la nostra Max!
Il cuoco, che era seduto a leggere una rivista si alzò esclamando..
SAM: Agli ordini capo!
E si recò ai fornelli accendendoli in un lampo.
SAM: Si sta riprendendo bene?
Domandò.
SHANK: Pare di si, basta che non la faccia ammalare tu di intossicazione!
Disse sfottendolo come era solito a fare con tutti i suoi uomini. SAM: EHI! IO CUCINO SEMPRE BENISSIMO CAPO! NON SI E’ MAI AMMALATO NESSUNO.. E POI MI RISULTA CHE TU TI SIA SEMPRE RIMPINZATO COME UN PORCO!
Sbraitò il cuoco innervosito.
SHANK: Calmati, scherzavo! Ha ha ha! Ancora non mi conosci dopo dieci anni?
SAM: E ti pareva! Mi prendi sempre in giro! E poi non si capisce mai quando scherzi o quando invece dici la verità! Chissà perché però con Max non scherzi mai! Non la sfotti mai!
Osservò infastidito mentre buttava il dato da cucina nella pentola.
SHANK: Solo qualche volta alla leggera! Bisogna essere garbati con le signore!
SAM: Si si.. lo fai solo perché sei stracotto di lei! La fissi sempre come un pesce lesso! Sembri un rincoglionito!
Shank come sempre la presa con umorismo e scoppiò a ridere uscendo dalla cucina. Vide tutti i suoi compagni divertirsi come bambini, la pace era tornata a regnare e quella sensazione di tranquillità e serenità lo faceva sentire a più di un metro da terra. Aveva sempre passato una simile pace in passato.. ma dopo quanto accaduto, la storia con Mihawk, il litigio con Max, Sandro.. dopo questi piccoli fatti sembrava essersi tutto risolto.. ma c’era ancora la tensione per la missione che tutti loro stavano per compiere.. poi c’è stato l’incidente in cui Max è stata coinvolta e in cui lui avrebbe potuto perderla per sempre.. ora sembrava che tutto ciò non ci fosse mai stato. Era tutto perfetto..la notte dormiva sogni tranquilli stringendo Max fra le sue braccia e il giorno si godeva delle giornate allegre e spensierate.. una vita da vero pirata dunque, navigando nella bella vita. Nulla avrebbe più potuto distruggerla.

Se ne stava appoggiata al parapetto con l’aria serale che si scontrava contro il suo viso. Il cielo era quasi completamente scuro e mentre in lontananza si intravedeva ancora la luce rossa del tramonto, in alto spiccavano già parecchie stelle luminose. Ormai mancava poco prima dell’arrivo all’isola Fusha, più o meno due o tre giorni. Stava bene. Sapeva che tutto era tornato alla normalità e che probabilmente le cose sarebbero migliorate. Non vedeva l’ora di giungere al villaggio Fusha per conoscere quel bambino chiamato Rufy al quale Shank era tanto affezionato. Voleva conoscere quella parte della sua vita e poterla condividere con lui.
SHANK: Ah, eccoti qui! Ti ho cercata per tutta la nave! Che stao facendo?
Uscì sul ponte indossando come sempre con il suo mantello nero.
MAX: Ascolto il suono delle onde!
Esclamò mentre il vento continuava a soffiare fra i suoi capelli che ondeggiavano liberi.
SHANK: Mi raccomando, non ti stancare troppo! Ti sei ripresa da poco!
Erano passate già tre settimane da quando erano salpati, tuttavia Max aveva ripreso a camminare normalmente solo tre giorni prima. Aveva avuto delle altre complicazioni, anche se non serie. Il dolore non si poteva ignorare e a camminare faceva non poca fatica. Ma ora sempreva tutto a posto. Charlie le aveva prestato le cure giuste nel modo giusto e ora tutto era sistemato.
SHANK: Sei sicura di stare bene Max?
MAX: Certo, te l’ho già detto! Non ti devi preoccupare! Ok?
Gli disse mentre gli accarezzava i capelli rossi.
SHANK: Va bene!
Le diede un dolce bacio sulla fronte.
SHANK: Ora c’è una cosa che vorrei chiederti..
MAX: Dimmi!
Gli rispose incuriosita da quell’esclamazione.
SHANK: Ecco.. tu sai cucire?
MAX: Cucire?
Si, ne era capace, ma non capiva cosa c’entrasse il saper rammendare.
SHANK: Vedi, io non so neanche da che parte cominciare, quanto agli altri.. beh.. figurati se sanno infilare un ago in un tessuto!
Max ridacchiò divertita mentre Shank ascoltava sorridendo il suono di quella sua dolce risata che gli piaceva da morire.
MAX: Comunque, si, so cucire e me la cavo anche bene! Ci tengo a farti sapere che cucivo già all’età di nove anni!
SHANK: Oh, lo so che sei indipendente da una vita! E non sai quanto questo mi renda sollevato.. perché.. c’è una cosa che dovresti cucirmi..
Da quando era fuggita dal suo villaggio aveva imparato a cavarsela da sola in tutto, ormai sapeva fare qualunque cosa. MAX: Cosa di preciso?
Gli domandò pronta a mettersi al lavoro sotto le stelle.
SHANK: Il mio mantello!
Esclamò mantenendo il suo solito sorriso. Max rimase per un attimo in silenzio a fissarlo.
MAX: Il mantello? Ma scusa.. a me sembra che sia tutto a posto..
Osservò Max. Shank si levò il mantello mostrandolo a Max. Infilò il dito nel buco che uscì dall’altra parte.
MAX: Oh.. ha ha ha! Scusami!
Si sentò in colpa la ragazza.
SHANK: Ma di cosa! Non è colpa tua se quel generale era uno svitato! Sai sono già tre settimane che questo buco mi da fastidio.. solo.. beh.. ora mi sono stufato! Non è bello da vedersi..
MAX: Ok, lascia fare a me! Te lo farò sparire in un attimo!
Shank teneva da un po’ ago e filo nel cassetto in cabina, accanto ale letto.. ma non aveva la minima voglia di mettersi a cucire come una donnina di casa.. anche perché prima di tutto come aveva detto non sapeva da che parte cominciare. Iniziò a rammendare il buco fatto dal proiettile illuminata solo dalla luce della nave che si rifletteva sul ponte addosso a loro. Quella situazione faceva sentire entrambi in uno stato strano. Sembravano il marito e la mogliettina premurosa che gli rammendava i vestiti.. ma in fondo ormai erano proprio una coppia a tutti gli effetti!
LUCKY: Ehi Zucchero! Vogliamo fare una bella partita a carte! Siamo io, Ben e Yasop! Vieni anche tu? Se non sbaglio mi devi la rivincita!
Esclamò uscendo urlando salla cucina.
MAX: Va bene! Finisco qui e arrivo!
LUCKY: Ok! Naturalmente capo sei invitato anche tu!
Il rosso aveva una gran voglia di prenderlo a pugni. Non solo aveva l’abitudine di interromperli sempre quando erano soli, ma da quando Max, da lui soprannominata Zucchero, non lo considerava pe niente.. ma anche prima non è che gli dedicasse molta attenzione.. che ci voleva fare? Lucky non era Lucky se non faceva lo strafottente con il cosciotto in bocca.
MAX: Tieni!
SHANK: Eh?
MAX: Ho finito! Così dovrebbe andare bene no?
Gli restituì il mantello. Il buco era stato del tutto chiuso, era tornato il maestoso “nero mantello perfetto di Shank il rosso”. SHANK: Grazie piccola! Sei un tesoro!
Gli sorrise prendendolo per mano e recandosi in cucina pronta a fare una bella sfida a carte.
LUCKY: Ah, eccovi! Io sono pronto ma ti avverto! Questa volta non mi batti! Vero Ben? Facciamogli vedere chi siamo! BEN: Ok!
Venti minuti dopo..
MAX: VINTO!
Gridò buttando sul tavolo le carte vincenti. Shank che sembrava quello messo nella situazione peggiore, scoppiò in una fragorosa risata notando la faccia sconfitta di Lucky e quella senza parole di Ben.
BEN: Siete deglle schiappe ragazzi!
Esclamò senza smettere di ridere.
LUCKY: Chiusi il becco capo! E poi senti da che pulpito… conta le carte che hai in mano e morditi la lingua!
Shank in tutta risposta gli fece la linguaccia divertito come un bambino.
LUCKY: Uffa però! Non vale! C’è un trucco, lo so! Non puoi vincere sempre!
MAX: Ha ha ha! Rassegnatevi ragazzi!
Eh si. Era tutto tornato come prima. Quella solita aria di divertimento e solidarietà... ogni cosa si era risistemata alla perfezione.

Tre giorni dopo..

SHANK: Insomma Max! Che stai combinando? Sbrigati! Guarda che non devi andare a una sfilata di moda!
Esclamò fissando la donna ancora in camicia da notte che fissava la massa di vestiti buttati sul letto pensierosa sul quale scegliere.
MAX: Lo so, ma ci tengo a fare bella figura con i tuoi amici!
SHANK: Suvvia amore! Sei perfetta così come sei! Mettiti una cosa qualunque e basta! Sii te stessa! Vedrai! Impazziranno tutti per te!
Le si avvicinò circondandole la vita con le braccia baciandola sullo zigomo. Le piaceva sentire il tocco delle sue labbra, insieme a quello del suo pizzetto che le punzecchiava la pelle.
MAX: Dici?
Gli domandò ancora non molto convinta.
SHANK: Si! Avanti, vestiti in fretta che fra poco si scende!
E uscì dalla cabina mentre Max optò per un paio si pantaloni a pinocchietto, aderenti, neri che arrivavano fino al ginocchio e una canotta senza maniche verde, per finire un paio di stivaletti dello stesso colore dei pantaloni. Risistemò in fretta e furia il resto del guardaroba e uscì sul ponte raggiungendo gli altri. L’isola era sotto il loro naso e lì sotto, al porto ad accoglierli c’erano un sacco di persone eccitate che urlavano salutandoli.
MAX: Oh..
Ebbe l’istinto di indietreggiare. Le venne in mente che aveva una taglia una volta e che sicuramente tutti quanti la avrebbero riconosciuta.. e una ex ricercata.. non era certo una persona da lodare. Prima era così felice di conoscere tutta quella gente.. ora era nervosa per non dire spaventata.
SHANK: Cosa c’è?
La notò stranamente in preda al panico.
MAX: Niente!
Rispose immediatamente con gli occhi spalancati che la tradirono.
SHANK: Su, non hai nulla di cui preoccuparti!
MAX: Sicuro?
SHANK: Si, fidati di me!
La strinse a se per tranquillizzarla ordinando ai suoi di gettare l’ancora. Immediatamente tutti si buttarono giù dalla nave andando a salutare i loro amici. Rimasero solo loro due a bordo.
SHANK: Beh? Hai intenzione di startene qui tutto il giorno?
MAX: No no.. andiamo!
Disse rimanendo immobile.
SHANK: Andiamo!
Le diede una spinta convincendola a scendere lungo la scaletta di corda scendendo a sua volta.
Quando il rosso toccò terra tutti si precipitarono da lui a stringergli la mano e dandogli pacche sulla schiena amichevolmente. Erano così tanti e così presi da lui che Max venne letteralmente sommersa dalla massa. Solo Shank la aiutò ad uscire da sotto la gente.
MAX: Ahi!
A momenti la calpestavano ma per fortuna Shank la prese appena in tempo. Solo quando la strinse nuovamente a se tutti la notarono.
UOMO: Scusa Shank, ma chi è questa donna? Mi pare di averla già vista!
Intervenne uno del gruppo.
UOMO: Si, mi ricordo di lei! E’ la ex ricercata! Sbaglio?
A quella frase Max sorrise agitata. Temeva di essere allontanata da tutti ancor prima di aver fatto conoscienza con loro. Ma a sorpresa gli sguardi che ricevette furono solo di ammirazione in quanto al loro villaggio era giunta la notizia del suo nobile e eroico gesto.
UOMO: Non sapevo fosse con te! Come fai a conoscerla?
Chiese un altro del gruppo.
SHANK: Beh! E’ la mia ragazza!
Esclamò tranquillamente lui.
Ci fu un attimo di silenzio, la causa forse era lo stupore. Poi ci fu un esplosione di fischi e di applausi di congratulazione.
MAX: Piacere di conoscervi! Io sono Max!
E tutti si gettarono da lei, uomini, donne, bambini a stringerle la mano emozionati di avere una simile eroina davanti agli occhi. Si sentiva sollevata. Aveva temuto il peggio ancora una volta, ma si era risolto tutto per il meglio. Shank aveva ragione. Tutti la adoravano. Quest’ultimo incrociò le braccia al petto sorridendo osservando la scena. Per un attimo anche lui aveva tamuto che Max potesse essere allontanata a causa della taglia ma ora si sentiva orgoglioso. Quella donna che veniva considerata una paladina era sua e ciò lo rendeva ancora più fiero. Poi improvvisamente la voce di un bambino risuonò in mezzo a tutta quella folla.
RUFY: SHAAAAANK!
Gridò il nome del suo pirata. Catturata da quella simpatica vocina Max riposò l’attenzione sul suo uomo che prese in braccio un bambino dai capelli castani con una cicatrice sotto l’occhio sinistro, aveva all’incirca sette anni. Doveva essere il piccolo Rufy, se lo ricordava dalla foto. Dunque era lui il bambino che Shank amava a tal punto da considerarlo come un figlio.
SHANK: Allora Rufy! Ti sono mancato?
Gli chiese rimettendolo giù passandogli una mano fra i capelli. RUFY: Si! Non vedevo l’ora di rivederti! Allora, quale avventura mi racconti?
Raccolse il cappello di paglia che Shank indossava nella foto, e che aveva regalato a Rufy. Gli era caduto saltando in braccio al suo amico.
SHANK: Beh, non saprei proprio da dove cominciare.. ma prima vorrei presentarti una persona!
Era chino davanti a lui e posò lo sguardo su Max che sorrideva nel vedere quanto quei due fossero uniti.
RUFY: Chi è?
Domandò curioso. Il rosso avvicinò Rufy ancora più a sé e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
SHANK: E’ la mia fidanzata! Lo sai?
Rufy rimase sorpreso, esattamente come tutti i suoi concittadini, ma poi mostrò un largo sorriso.
RUFY: Davvero? Wow!
SHANK: E c’è dell’altro!
Gli bisbigliò qualcos’altro nell’orcchio che però risultò incomprensibile agli altri, Max compresa.
RUFY: Eeeh? Sei tu quella di cui si parlava tanto? Evviva! Non posso crederci che bello!
Si avvicinò alla giovane correndo che si chinò per guardarlo dritto in quei suoi occhioni dolci.
MAX: Ciao piccolo! Ti chiami Rufy, giusto?
Il bambino annuì.
RUFY: E’ vero che hai salvato un’isola?
Le domandò euforico con un grosso sorriso. In quel momento si accorse che lui e Shank si somigliavano moltissimo. Avevano lo stesso sorriso, gli stessi occhi dolci, lo stesso carattere allegro. Sembravano davvero padre e figlio.
MAX: Si è vero!
Rispose lei.
RUFY: Urrà! Un’eroina! Un’eroina pirata! Che bello! Che bello! E’ vero che sei la sua morosa?
Proseguì nell’interrogatorio.
MAX: Si, è vero anche questo!
Quanto era bella la sua Max. Sembrava molto più serena in quel momento constatò Shank.
RUFY: Che bello! Che emozione! Mi racconti come sei riuscita a salvare quell’isola? Voglio conoscere le tue avventure!
Max annuì portando lo sguardo su Shank.
SHANK: Te l’avevo detto! E’ un bambino molto allegro! Adora i pirati, lo sai no?
MAX: Si!
Rufy la fissò in silenzio senza però cancellare il suo dolce sorriso dal viso.
MAX: Che cosa c’è?
Gli chiese curiosa.
RUFY: Caspita! Shank è proprio bravo nelle scelte! Tu sei proprio bella!
Le rispose il bambino mettendo Max in imbarazzo.
MAX: Oh.. grazie! Anche tu sei proprio un bel bambino lo sai?
La prese per mano tirandola felice.
RUFY: Dai, andiamo alla locanda! Makino preparerà un buon banchetto!
MAX: Chi?
In fondo, staccati dal gruppo, c’erano un vecchio e una ragazza. Lei era piuttosto affascinante. Aveva gli occhi scuri, i capelli raccolti sotto una larga bandana lasciando solo sue ciuffi fuori da essa. Portava un vestito con una lunga gonna cche arrivava fino alle caviglie, era senza maniche e sotto indossava una camicia a maniche lunghe, arancione con delle righe. Il vecchio invece aveva un bastone per sostenersi. Portava un paio si occhiali e aveva sue grossi baffoni.
SINDACO: Ben tornato pirata!
Lo salutò cordialmente lui. Shank e Max, tirata da Rufy, giunsero d’innanzi a loro.
SHANK: Felice di rivederla sindaco! Makino, ti trovo in gran forma!
MAKINO: Grazie!
Arrossì leggermente.
SHANK: Voglio presentarvi Max!
MAX: Piacere di conoscervi!
Strinse la mano al sindaco.
SINDACO: Benvenuta al nostro villaggio!
Le rispose sorridendo.
SHANK: Lei è Makino! Makino, lei è Max, la mia ragazza.
MAX: Molto lieta!
Makino disse solò “Piacere!” afferrandole la mano ma non sembrava molto contenta di fare la sua conoscienza. Si, sorrise, ma sembrava quasi infastidita e questo Max lo notò molto bene.. solo lei..
SHANK: Stiamo morendo di fame, non abbiamo ancora fatto colazione! Mi raccomando, preparaci come ha detto Rufy un bel banchetto Makino!
MAKINO: Lascia fare a me!
Si rimboccò le maniche tornando alla locanda. Nel frattempo Rufy aveva ripreso la mano di Max. Ormai si era attaccato a lei, la vedeva come una mamma, Shank era un padre per lui quindi loro tre sembravano una famigliola felice.
RUFY: Allora Shank! Intendi prendermi in giro anche stavolta?
Il pirata posò una mano sul suo capo scompigliandogli i capelli, l’altra la posò sul proprio fianco destro.
SHANK: Certo che si moccioso! Prenderti in giro è il mio divertimento preferito! Dovrei rinunciarci?
Lo fissò con sguardo malizioso.
RUFY: Uffa! Sei cattivo però!
Shank gli fece la linguaccia.
RUFY: Antipatico!
Fece lo stesso.
Stavano proprio bene insieme. Erano davvero carini. E poi Rufy era un bambino così adorabile.. Max rimase molto colpita da lui.. innanzitutto dall’incredibile somiglianza con Shank.. e poi dal il suo carattere allegro, un bambino gioioso insomma. Se un giorno avesse avuto un figlio, le sarebbe piaciuto averne uno come il piccolo Rufy.

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Capitolo 30
*** Gelosia ***


CAPITOLO 30: Gelosia


La locanda era molto ampia con parecchi tavoli. Probabilmente quel luogo era sempre pieno di gente.. ma del resto la ciurma di Shank era composta da molti uomini. Makino era dietro al bancone che armeggiava con i fornelli. Erano già pronti alcuni piatti, probabilmente aveva già iniziato a cucinarli in precedenza.
RUFY: Dai dai! Raccontami le tue avventure!
Esclamò il bambino senza lasciare la mano di Max, constringendola a sedersi davanti al bancone su uno degli sgabelli. Shank lasciò il mantello appeso all’attaccapanni che c’era vicino all’entrata e rimase per un po’ con le braccia conserte a osservare Max e Rufy insieme. Sapeva che il piccolo si sarebbe subito invaghito di le, del resto come lui amava la vita di mare, gli ricordava se stesso alla sua età.. e come lui era rimasto colpito da Max già dal primo incontro.
MAX: Si! E’ stato difficile naturalmente.. ma alla fine tutto è finito per il meglio!
Spiegò la ragazza.
RUFY: Wow!! Che bello! Avrei voluto vedere con i miei occhi! Sei fantastica!!!
Max non pensava che quel bambino fosse così pieno di energia e soprattutto non immaginava che alla sua età i pirati fossero un pensiero così fisso nella sua testa. Shank gli aveva detto che Rufy amava la pirateria ma lei di certo non pensava a quel modo. Gli piaceva moltissimo quel bambino.
SHANK: Ehi! Mi tagliate fuori?
Domandò ghignando il rosso sedendosi sullo sgabello accanto a Max. Quello era il suo posto fisso. Si metteva sempre lì, davanti al bancone, su quello sgabello a prendere in giro il piccolo Rufy. Solo che quel giorno c’era una differenza. Accanto a lui c’era un’altra persona, una ragazza.. e questo a Makino non piaceva, non le piaceva per niente. Era passato quasi un anno da quando Shank aveva lasciato il villaggio e desiderava tanto che arrivasse quel giorno, desiderava rivederlo, parlargli di nuovo.. e finalmente ce lo aveva davanti. I suoi occhi neri e dolce, le tre cicatrice che rigavano l’occhio destro e che a lei facevano impazzire, i suoi capelli rossi, la sua barbetta, la sua voce sensuale.. ma stavolta lui non aveva occhi per lei.. non la degnò nemmeno di uno sguardo né le rivolse più di un paio di parole. Ora c’era lei, e lui era diverso. Se prima era allegro ora era felice, come non lo era mai stato prima di quel momento. I suoi occhi brillavano quando parlava con lei, il suo sorriso era ancora più largo e aperto, era innamorato e purtroppo non di lei. Quella Max, non sapeva come ma lo aveva conquistato nel giro di poco tempo. Lei conosceva Shank da qualche anno ormai e più che essere sempre buona, gentile, preparandogli piatti prelibati, non riusciva a fare. Lo vide ridere come un bambino portando il braccio intorno alla spalla di Max. Anche lei sembrava felice con lui.. sperava solo che lo sapesse rendere davvero felice.. senza farlo soffrire.. Max avvertì una strana sensazione.. alzò lo sguardo e vide Makino immobile con un bicchiere in mano e uno straccio con il quale avrebbe dovuto lucidarlo ma non fece una mossa. Era troppo presa da Shank. Lo stava guardando impalata mentre lui e Rufy avevano preso a litigare come al solito con Max in mezzo ai due casinisti però era un po’ complicato per Rufy tirare calci all’amico.
La donna posò lo sguardo su Shank, poi di nuovo su Makino.. e comprese. Capì che ne era innamorata. Ecco. Si sentiva in colpa adesso. Chissà cosa quella ragazza pensava di lei.. probabilmente era già da un po’ che lui le piaceva.. e aspettava il momento giusto per rivederlo e magari per confessargli il suo amore.. ma c’era lei di mezzo.. lei che aveva conosciuto Shank solo qualche mese prima.. era invece riuscita ad averlo. Aveva un gran voglia di prendersi a padellate. Aveva sempre quella sensazione, ogni volta che era di mezzo in qualcosa.. in quel momento poi.. immaginava che Makino volesse incenerirla solo guardandola. Chissà come si sentiva prima di vederla.. doveva essere al settimo cielo quando la voce dei suoi amici ha gridato avvisandola del suo arrivo.. era felice.. e adesso.. Max aveva guastato la sua felicità.. non osava immaginare i sentimenti provati da Makino nel momento in cui ha sentito da Shank quella frase..
“Lei è la mia ragazza!”
Aveva detto davanti ai suoi occhi. Sicuramente in quell’attimo il mondo doveva esserle caduto addosso spegnendo tutti i suoi sogni e le sue speranze che aveva verso l’uomo della sua vita e che ora faceva parte di quella di Max. Ma di sicuro non poteva lasciarlo andare.. no, questa volta non poteva mollare solo per il suo senso di colpa.. amava Shank, anche troppo forse.. da quando lui la prese con sé sentiva di essere al sicuro e protetta, per la prima volta in vita sua.. almeno Makino aveva degli amici.. lei non aveva nessuno, solo Chris forse.. che non vedeva da tredici anni.. credeva di essere stata abbandonata da tutti finchè non le arrivò una bella taglia sulla testa e quella fu la goccia che stava per far traboccare il vaso. Ed ecco che proprio in quel momento arrivò lui. Il suo Shank. L’uomo che si era preso cura di lei sin dal primo giorno, l’uomo di cui si era perdutamente innamorata, l’uomo con cui aveva fatto l’amore, l’uomo con cui stava vivendo una storia o meglio una vita.
“Mi dispiace Makino!”
Pensò.
“Davvero! Ma io non te lo lascio! E’ mio!”
E sapeva che aveva ragione. Sapeva che in ogni caso Makino ne sarebbe uscita sconfitta su tutta la linea.
SHANK: Allora Makino! Che mi racconti?
Ecco. Finalmente le aveva parlato. Finalmente la stava guardando negli occhi. Ma sebbene in un’altra situazione quel gesto la avrebbe riempita di gioia, in quel momento desiderava che lui non le parlasse.
MAKINO: Beh, niente direi!
Sorrise debolmente, poi riprese la pulitura del bicchiere. SHANK: Sul serio? Dai, non mi dirai che non hai ancora incontrato qualcuno diinteressante con tutta la gente che viene qui ogni giorno! Come sei messa a ragazzi?
Subito a quella domanda Makino fece cadere il bicchiere rompendolo in mille pezzi mentre Max, instintivamente gli diede una gomitata sul braccio.
SHANK: Beh? Che ho detto?
MAKINO: Accidenti, che disastro!
Si chinò a raccogliere i frammenti di vetro sparendo sotto al bancone.
SHANK: Perché quella gomitata?
Chiese a Max perplesso.
MAX: Beh perché..perché sono domande imbarazzanti da fare non lo sai?
Mentì spudoratamente lei per cavarsi di impiccio. In realtà sapeva che Makino si sarebbe potuta sentire male, il fatto che avesse lasciato cadere il bicchiere ne era la prova.
SHANK: Davvero? Cavolo! Scusa Makino! Non pensavo..
Si sentì mortificato lui.
MAKINO: Ma no figurati!
Si udì la sua risposta da dietro al bancone.
Anche Max aveva sofferto per amore e proprio per Shank, l’unico ragazzzo che avesse mai amato. Quando avevano litigato si era sentita morire.. per non prlare di quando le aveva chiesto di andarsene.. li si era sentita a pezzi pensando che lui non la volesse, che non tenesse per nulla a lei.. che non l’amasse. Ma poi aveva capito che in realtà aveva agito così solo per gelosia e quindi proprio per amore.. ma probabilmente vedere l’uomo amato da tempo dopo quasi un anno e scoprire che si è trovato una ragazza doveva causare ancora più dolore.. e se doveva essere sinceral’idea di sperimentare una simile esperienza la faceva rabbrividire. Ora stava con Shank e viveva con lui. Tra loro le cose sarebbero solo migliorate.

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Capitolo 31
*** Futuro.. ***


CAPITOLO 31: Futuro..


RUFY: Quanto vi fermate?
Domandò Rufy felice alla ragazza.
MAX: Non lo so.. Shank?
Si rivolse al suo uomo non sapendo cosa rispondergli.
SHANK: Ci fermiamo per qualche giorno! E poi.. dritto verso la Rotta Maggiore!
Esclamò mettendosi un boccone in bocca.
RUFY: Cosa? Vuoi dire che non tornerai più qui?
Lo sguardo di Rufy si riempì di tristezza. A Max fece molta pena..quegli occhioni le trasmettevano una sensazione di malinconia.. era strano vedere quel viso triste dopo aver ammirato con il suo sorriso fino a un attimo prima.
SHANK: Beh.. dopo il viaggio.. se sopravviveremo!
Sapeva che ce l’avrebbero fatta, sentiva che sarebbe filato tutto liscio e che l’avventura alla Rotta Maggiore si sarebbe conclusa bene. Anche Max non aveva alcuna paura. Accanto al suo Shank sentiva di poter affrontare tutto. E se per disgrazia il loro viaggio sarebbe terminato laggiù impedendo loro di solcare ancora i mari per sempre, le andava bene se non era sola, le andava bene se c’era anche lui.
RUFY: Capisco...
Rispose tristemente ma riprese il sorriso immediatamente.
RUFY: Vabbè! Vorrà dire che ti aspetterò. Nel frattempo mi allenerò per affinare le mie tecniche così da diventare un bravo pirata!
Si portò una mano sul cappello di paglia.
RUFY: Te l'ho promesso no?
Guardò Shank con sguardo fiero come se stesse dicendo “Vedrai che ce la farò! Troverò lo One Piece e diventerò il re dei pirati”
SHANK: Mpf! Certo e so che lo diventerai!
Sorrise anche lui ingoiando il cibo che stava masticando.
RUFY: Davvero? Eppure l’altra volta mi hai detto che secondo te non ci sarei mai riuscito!
Fece il punto il piccolo.
SHANK: Già! Ma prima di averti regalato il cappello che porti in testa sul quale mi hai fatto quella promessa!
Gli fece l’occhiolino, come faceva sempre con Max. Poi la ragazza sentì una manina toccarle il braccio.
MAX: Mh?
RUFY: Anche tu tornerai Max?
La ragazza diede un bacio sulla fronte del bambino per rassicurarlo.
MAX: Certo! E con questo bacio ti ho fatto una promessa!
Il bambino arrossì leggermente mentre Shank decise di unirsi a loro dando un bacio sulla guancia di Max.
SHANK: Torneremo insieme Rufy!
Gli disse stringendo la sua compagnia.
RUFY: Mi piacerebbe venire con voi!
Osservò toccando ancora una volta quel cappello di paglia al quale era tanto affezionato.
SHANK: Sei ancora un moccioso! Non potrei mai farlo!
E riprese a fargli la linguaccia.
RUFY: Antipatico!
Max scoppiò in una dolce risata. Loro due la facevano divertire quando discutevano. Ma soprattutto le piaceva l’affetto che entrambi si dimostravano, in modo bizzarro forse.. ma comunque si vedeva che ormai erano diventati inseparabili.
SHANK: Pensa ad allenarti! Makino! Mi raccomando, pensaci tu a lui!
MAKINO: Tranquillo! Lascia fare a me!
Rispose la donna, anche lei molto affezionata al bambino. SHANK: Ci conto!

Erano ormai passate due ora da quando i pirati erano giunti al villaggio Fusha. Fuori dalla locanda tutti facevano baldoria, festeggiando con canti, balli, brindisi in onore dei giovani avventirieri.
SHANK: Ehi Max! Vieni! Uniamoci agli altri!
Esclamò il rosso mentre la locanda si era rapidamente svuotata.
MAX: Si vengo!
Rufy si precipitò fuori in un lampo cominciando a saltellare al ritmo della musica. Max posò stranamente lo sguardo su Makino che stava finendo di pulire i tavoli. Era molto silenziosa e Max pensava che forse doveva parlarle.
SHANK: Max?
La richiamò per attirare la sua attenzione.
MAX: Tu vai pure, ti raggiungo fra un secondo!
Disse senza staccare gli occhi dalla proprietaria della locanda.
SHANK: Ok! Sbrigati però! Non sai ancora che sono un grande ballerino!
E uscì euforico dalla locanda lasciando le due ragazze sole nel silenzio. Alla fine fu Makino a decidere di romperlo in quanto Max non aveva la minima idea di cosa dirle per attaccare discorso.
MAKINO: Non vai a divertirti? Lui ti aspetta!
Le disse con un tono non molto amichevole.
MAX: Senti..
Si decise a parlare.
MAX: Io non ti sto affatto simpatica vero?
Le domandò conoscendo già la risposta.
MAKINO: Cosa te lo fa credere?
Le rispose invece lei continuando a passare lo straccio sui tavoli di legno.
MAX: E’.. a causa di Shank.. ho visto come lo guardavi!
Confessò.
MAKINO: Beh..
Riprese subito l’altra.
MAKINO: Non te lo porterò certo via, puoi stare tranquilla! Io non rubo i fidanzati alle altre!
Max rimase in silenzio. Makino aveva frainteso la frase. Lei non parlava di quello.. non voleva farle credere di essere gelosa.
MAX: No, lo so.. veramente io intendevo qualcos’altro.. lui ti piace vero? Da tempo..sii sincera!
Le disse cercando di esserle più amica che poteva sperando di non essere mandata al diavolo.
MAKINO: Se anche fosse?
MAX: Ecco.. allora.. ti chiedo scusa!
Arrivò dritta al punto.
MAKINO: Perché?
Non si fermava un attimo. Continuava a sistemare le sedie e a pulire i tavoli e questo a Max non faceva tanto piacere.
MAX: Senti, ti spiacerebbe fermarti un attimo? Sto cercando di parlarti e ti sarei grata se mi guardassi in faccia!
Si irritò ma cercò di non essere troppo aggressiva né maleducata. Si aspettava un “Esci da qui allora! Io sto facendo il mio lavoro!” Ma invece Makino si fermò. Posò lo straccio e si girò verso Max guardandola negli occhi.. quegli occhi che per tutto il tempo aveva cercato di evitare per non sentirsi ancora più invidiosa e ancora più messa da parte.
MAKINO: Ti ascolto!
Disse tranquillamente lei. In realtà voleva davvero che Max sparisse da lì lasciandola sola, sola nel suo dolore ma non ebbe il coraggio di domandarglielo.. non sapeva perché ma aveva un po’ paura di quella ragazza.. forse perché aveva saputo che aveva le potenzialità del frutto del divolo..
MAX: Come ti dicevo io.. ti chiedo scusa!
MAKINO: Ma..
MAX: Per favore, lasciami finire! Dopo potrai mandarmi al diavolo, picchiarmi, fare quello che vorrai per sentirti meglio ma.. ora ti prego.. resta solo a sentirmi!
Makino rimase sorpresa. Non si aspettava di certo quelle parole.. ma non capiva proprio cosa lei volesse dirle.
MAX: Tu ami Shank da tempo! E ora sapere che si è trovato una ragazza ti farà si certo stare male! Penserai che non è giusto che la prima sconosciuta se lo sia preso portandolo via da te.. per questo mi dispiace! Sul serio! Mi sento malissimo per te! E non sto cercando di fare la vittima perché so che non ne ho il diritto..
Terminò la frase sospirando riprendendo fiato. Non aveva lasciato un attimo di spazio tra una parola e l’altra.
MAKINO: Capisco!
Disse solamente la proprietaria della locanda.
MAKINO: Ma ora ce l’ho io una cosa da dirti!
Ecco. Era arrivato il momento del confronto.. erano faccia a faccia.. probabilmente Makino la vedeva come una nemica mortale..
MAKINO: Sinceramente.. io trovo che non sia giusto! Quindi hai ragione! L’ho pensato.. quello che hai detto.. continuo a ripetermelo tutt’ora..
Si interruppe ma riprese subito vedendo gli occhi preoccupati di Max.. in attesa del seguito.
MAKINO: Ma dopotutto tu.. che colpa ne hai?
E per la prima volta in due ore le sorrise, un sorriso vero, non come quello mostrato debolmente quando si erano strette la mano.
MAX: Beh.. io..
MAKINO: Non è colpa tua se Shank si è innamorato di te! Evidentemente tu sei la sua donna ideale!
Max le disse che prima di mettersi insieme avevano passato un periodo non molto facile. Il litigio.. Sandro.. ma poi tutto era finito nel modo migliore.
MAKINO: Capisco.. non è stato tutto rose e fiori quindi.. ma senti.. ora ti faccio una domanda!
Max rimase immobile ad ascoltare.
MAKINO: Che cosa provi per lui?
Credeva fosse ovvio.. se stava con lui era perché lo amava.. ma probabilmente lei temeva che lui soffrisse, era solo nel suo interesse..
MAX: Lo amo! E dico davvero! Lo amo più della mia stessa vita.. l’ho quasi persa per lui e sarei disposta a farlo ancora mille volte.. è tutto per me.. perché non mi ha mai lasciata sola.. non mi ha mai abbandonata.. nemmeno durante il periodo in cui non ci siamo rivolti la parola.. un pirata mi aveva catturata e.. stava per violentarmi.. ma lui mi ha salvata.. nonostante quello che ci eravamo detti! Quindi non sono disposta a lasciarlo andare!
Mise le cose in chiaro, convincendo Makino. Ora lei aveva capito il valore della loro storia. Se dopo tutto quello che avevano passato stavano ancora insieme, il loro amore doveva essere immenso.
MAKINO: Ok! Si vede che i tuoi occhi sono sinceri!
MAX: Beh..gli occhi sono lo specchio dell’anima!
MAKINO: Si!
Si guardarono in silenzio per un po’ sorridendosi. In fondo non era una cattiva persona quella Max, anzi.. aveva cercato di scusarsi per qualcosa che non aveva commesso.. si vedeva che era una donna generosa.
MAX: Allora! Andiamo a buttarci nelle danze?
La invitò lei.
MAKINO: Ma veramente.. devo finire di sistemare qui..
Max le si avvicinò, le tolse lo straccio di mano e la tirò fuori prendendola per mano.
MAX: Hai tutto il tempo per farlo.. e poi questo posto è già uno specchio! Pensa anche a divertirti!
E la trascinò fuori sotto il suo sbigottimento. Aveva una forza incredibile.. bastava vedere il modo in cui la stava tirando fuori.. in un lampo erano già fra la folla.
SHANK: E’ successo qualcosa?
Domandò il rosso alle due ragazze. Aveva visto Max che la osservava e si capiva che voleva parlarle.. sperava non si fossero date addosso.. temeva che Max fosse gelosa e se doveva essere sincero la cosa non gli faceva altro che piacere.
MAKINO: Mh mh! No niente! Abbiamo solo parlato di voi!
Esclamò Makino mettendosi ormai il cuore in pace.
SHANK: Ah si?
MAKINO: Sei fortunato! Hai trovato una donna in gamba! Che ti ama moltissimo!
E decise di seguire il consiglio di Max e divertirsi con i suoi amici. Non le faceva bene starsene tutto il giorno chiusa nella locanda a pulire. Si allontanò dai due raggiungendo Rufy che aveva appena preso una fetta di anguria iniziando a trangugiarla velocemente.
SHANK: E così sei perdutamente innamorata di me eh?
Le circondò la vita.
MAX: Credevo fosse ovvio!
Era così. Lei dipendeva completamente da lui. Era pazza di quel pirata.. fin dall’inizio. E anche lui come lei, sapeva di essere solo per Max, non avrebbe potuto mai amare una persona più di lei e nemmeno a quel modo.
La giornata proseguì fra balli e storielle divertenti raccontate dai pirati o dalla gente ubriaca del villaggio. Finchè tutti non si addormentarono lì,all’aria aperta, tutti insieme aspettando un altro giorno. Mai come allora il tempo passò così veloce e arrivò il momento di ripartire. Tutti riuniti al porto ancora una volta ma per dare i loro saluti a degli amici che non avrebbero rivisto per parecchio tempo.. mesi anni.. forse non li avrebbero rivisti mai più.
RUFY: Devi proprio andare via?
Domandò Rufy con le lacrime agli occhi. Sapeva che Shank aveva come lui un sogno e cioè inoltrarsi nel tratto di mare più pericoloso ma sentiva che era stato poco con lui.. solo quattro giorni..
SHANK: Smettila di fare il moccioso! Pensa a diventare un bravo pirata!
Gli disse scherzosamente sfiorandogli la fronte con il pugno.
SHANK: Guarda che se scopro che non hai mantenuto la promessa torno qui e mi riprendo il mio cappello!
Rufy scosse la testa asciugandosi le lacrime ben visibili e cercando di trattenere quelle che lottavano per straboccare. RUFY: Sta’ tranquillo! Diventerò il re dei pirati!
E dopo aver dato un abbraccio anche a Max, che era diventata già importante per lui, lasciò che i suoi amici salpassero verso l’orizzonte, per vivere l’avventura che nel giro di dieci anni avrebbe vissuto anche lui.

SHANK: Allora piccola! Come ti senti adesso?
Domandò a Max che rimase immobile a guardare l’immagine di Rufy che si allontanava facendosi sempre più piccola.
MAX: Benissimo!
Sorrise sinceramente.
SHANK: Che te ne pare di quel rompiscatole?
MAX: E’ adorabile! Mi piace tantissimo!
Esclamò sapendo che per Shank la parola “rompiscatole” voleva dire “bambino che amo tanto”.
SHANK: Sapevo che ti avrebbe adorata!
E dopo averle dato un dolce bacio sulle labbra sparì dietro alla porta mentre lei rimase sul ponte a pensare al futuro. Cosa le avrebbe riservato? Come sarebbero state le cose? Non le restava altro che vivere bene ogni giorno fino all’ultimo. E fu così che la nave di Shank il rosso sparì all’orizzonte.

Undici anni dopo..

Lucky era comodamente sdraiato sul ponte con gli occhi chiusi mentre masticava un morbido e sugoso cosciotto. Era stordito, sospeso tra la realtà e il mondo dei sogni. Sotto quel sole caldo e quell’arietta fresca che ogni tanto soffiava su di lui, starsene spaparanzato senza far niente era il massimo. Ma poi qualcosa lo scaraventò bruscamente e completamente nel mondo reale. Con la gola stranamente in fiamme lasciò cadere la coscia di arrosto urlando come un pazzo.
LUCKY: BRUCIAAAAAAAAAAAAA!
Riuscì solo a dire mentre Yasop che si trovava sull’albero maestro e Ben, che ronfava beatamente non fecero un balzo di un metro per l’improvviso grido del compagno.
Mentre il grassone tossicchiava con la facciona completamente rossa e sudata, una risatina dolce ma antipatica nello stesso tempo si fece sentire catturando la sua attenzione.
LUCKY: ENNIE! PICCOLA PESTE!
Esclamò furioso.
ENNIE: Beh? Com’era l’arrosto ben piccante?
Domandò una bambina di circa dieci anni mostrando un tubetto di salsa forte.
LUCKY: Quando la smetterai di fare questi scherzi? Sei tale e quale a tuo padre!
Si rialzò sistemandosi la pancia e ritornando in sé dopo il brutto tiro della piccola Ennie. Lucky amava mangiare ma detestava il piccante. Era una cosa che lo faceva andare a fuoco proprio come un attimo prima.
ENNIE: Sai com’è.. eri così in catalessi che.. ho pensato di cogliere l’occasione!
Ridacchiò nuovamente la bambina.
BEN: Rassegnati Lucky!
Intervenne Ben avvicinandosi a Ennie mettendole una mano sul capo.
BEN: La nostra Ennie è più astuta di tutti noi messi insieme!
La piccola circondò la gamba del vice tutta contenta strusciando la guancia contro i suoi pantaloni.
ENNIE: Ciao zio Ben!
Esclamò.
BEN: Ben fatto Ennie! Migliori ogni giorno che passa! Continua così, mi raccomando!
La bambina annuì felice mentre Yasop scoppiò in una fragorosa risata divertito per la faccia ancora tutta rossa come un lampone di Lucky.
LUCKY: MA QUESTO NON LE DA IL DIRITTO DI USARE ME COME CAVIA!!!!
Sbraitò l’uomo infuriato per i continui tiri mancini che Ennie gli faceva. La piccola in tutta rispose gli fece la linguaccia senza mollare la gamba muscolosa di Ben.
LUCKY: Brutta mocciosa! Se ti prendo..
Si gettò verso la bambina che staccandosi dalla gamba di Ben con un balzo felino schivò la presa di Lucky che sbattè violentemente la faccia. Si rialzò con il naso sanguinolento e si voltò per riavere Ennie sotto i suoi occhi così da ritentare a prenderla per darle tante sculacciate. Ma ancora una volta finì col prenderle lui. Ennie infatti gli scagliò un pugno che lo mise KO.
LUCKY: Maledetta mocciosa viziata! Prima o poi riuscirò a vendicarmi!
Si massaggiò la guancia dolorante mentre Ben le mostrò il pollice per congratularsi e lei fece lo stesso.
SHANK: Che succede qui? Sento qualcuno di mia conoscenza che si sta lamentando!
Il rosso uscì sul ponte con una bpttiglia di vino in mano. Ormai riusciva a controllarsi con il bere ma non poteva comunque rinunciare a una bottiglia al giorno.. di solito se ne faceva addirittura quattro.
ENNIE: Papà!
Esclamò euforica la bambina correndo verso il pirata che la sollevò in un lampo prendendola in braccio.
SHANK: Ehi! Allora tesoro ti stai divertendo?
La figlia gli rispose annuendo sempre con il sorriso stampato sulle labbra, proprio come suo padre. Assomigliava moltissimo a lui, anche come carattere.
LUCKY: Ehi capo! Dovresti insegnare le buone maniere a tua figlia! E’ un demonio!
Si lmentò nuovamente il ciccione.
SHANK: Come come? Lucky che ha paura di una bambina indifesa?
Lucky gridò tutto il suo disappunto. Se quella era una bambina indifesa allora lui pesava cinquanta chili anziché i suoi centodue..
SHANK: Che ci vuoi fare! Ennie è una pirata.. come tutti noi del resto! Quanto a te Ennie..
Si rivolse alla bambina. Lucky era convinto che Shank le dicesse di comportarsi comunque con più delicatezza nei confronti di Lucky..
SHANK: Continua pure a torturarlo come merita!
Rispose invece lui mentre il povero Lucky cadde a terra con una goccia enorme sulla testa.
SHANK: Senti amore! Perché non vai a vedere cosa fa la mamma?
ENNIE: Mh mh! Va bene papy! Ti voglio tanto bene!
Gli diede un bacio sulla guancia dopo averlo abbracciato forte. SHANK: Anch’io ti voglio bene piccola mia!
E la rimise a terra. La bambina fece un’ultima pernacchia al povero Lucky e corse in direzione della cabina. Bussò con il suo pugnetto e aprì la porta entrando nella stanza più gioiosa che mai.
ENNIE: Mamy! Posso?
Si soffermò sulla soglia mentre Max stava finendo di scrivere il suo diario di bordo. Il viaggio lungo la Rotta Maggiore aveva riservato loro non pochi percoli ma tutto si era risolto per il meglio. Avevano visitato quasi tutte le isole.. tranne l’ultima.. era praticamente impossibile raggiungerla.. l’isola Raftel era il luogo in cui Gold Roger nascose il suo grande tesoro.. ma in fondo Shank non era poi così interessato a quel bottino.. non quanto Rufy almeno.. per questo decise di non proseguire oltre.. nessuno prima di loro oltre naturalmente a Gold Roger era riuscito a giungere così lontano in quella rotta. Ennie era nata un anno dopo quell’avventura e ora vivevano tutti insieme su quella nave. Max e Shank non erano sposati ma erano comunque inseparabili, uniti forse anche di più di una normale coppia sposata, dal grande amore che cresceva giorno dopo giorno.
MAX: Ennie! Tesoro mio! Vieni pure!
La intimò ad entrare chiudendo il suo diario e alzandosi dalla sedia spegnendo la luce sulla scrivania. Saltellò allegramente verso sua madre che la prese, la buttò sul letto e una volta sollevatole la maglietta le soffiò sulla pancia facendole il solletico.
ENNIE: Ha ha ha ha! No! Basta mamma! Ha ha ha ha!
Si dimenava per staccare Max dalla sua pancia in quanto non sopportava il solletico. Non aveva mangiato alcun frutto maledetto, eppure aveva una grande forza in corpo.. tutto merito del padre probabilmente.. Fisicamente la bambina somigliava molto più a sua madre. Aveva i capelli mossi, lunghi fino al collo, castani, gli occhi neri, il sorriso forse di entrambi i genitori.. il carattere invece era praticamente tutto quello di suo padre..
MAX: Ho sentito Lucky gridare! Dì la verità! Lo hai preso di nuovo in castagna vero?
La guardò maliziosamente.
ENNIE: Mh mh! Mi diverto troppo! Lui è proprio un idiota!
Esclamò ridacchiando ripensando alla sua faccia cicciona.
MAX: Ennie! Non si dice così! Povero Lucky! Non fa niente di male!
Disse riprendendo a farle il solletico per punirla.
ENNIE: Ha ha ha! Lo so.. ma.. ha ha ha! Mi diverto troppo a fargli gli scherzi.. ha ha ha ha ha! Zio Ben e papà dicono che faccio bene! Ha ha ha ha!
Si fermò mentre la piccola si tirò giù la maglietta scendendo dal letto grattandosi la pancia.
MAX: Ci avrei giurato! Ben lo sai come è fatto! Quanto a tuo padre.. è sempre il solito! Non cambierà mai!
Sorrise tra sé. Shank era un vero birichino a volte, proprio come un bambino. Ma dopo undici anni ci era abituata.
SHANK: Sento la mia bambina ridere a crepapelle! Cosa le stai facendo tu?
Entrò nella stanza sentendo un gran baccando fino al ponte. MAX: Proprio niente! Tu piuttosto! Quando la smetterai di insegnare cose strane a nostra figlia?
Esclamò sarcasticamente.
SHANK: Del tipo?
Fece lo stesso.
MAX: Ti sembra corretto insegnarle a dare fastidio alla gente? Farai venire l’esaurimento nervoso al povero Lucky!
SHANK: Ma figurati! Quello è un osso duro! Piuttosto! Ennie.. usalo quanto vuoi!
Si rivolse alla figlia dicendogli quelle cose apposta per far innervosire Max che lo afferrò per la camicia minacciandolo con il pugno. Shank scoppiò a ridere sguaiatamente seguito dalla figlia, afferrò Max per la vita baciandola sul collo ripetutamente per farla calmare. Ennie si sedette a terra per vedere come sarebbe finito il round e soprattutto chi dei due l’avrebbe spuntata. Le giornate erano sempre così a bordo di quella nave. Ennie che si prendeva gioco di Lucky, Max e Shank che pomiciavano innamorati persi l’uno dell’altra o che discutevano scherzosamente come in quel momento. Che dire il loro futuro non era quello che Max si era immaginata in passato.. o meglio che non si era immaginata.. era perfetto.. anche troppo.. ed era felice.. questo contava.

Quanto a Rufy, mangiò un frutto del diavolo circa un mese dopo la partenza di Shank che gli donarono un corpo invincibile fatto di gomma. Si allenò duramente fino a diventare praticamente inbattibile. Partì alla ricerca di compagni valorosi e forti quanto lui e riunì una ciurma di sette ragazzi forti, simpatici.. con cui aveva legato tantissimo facendoli diventare la sua famiglia. Si dice che oggi sia circondato dall’oro del tesoro di Gold Roger che continui ad aiutare i deboli insieme ai suoi inseparabili compagni. Naturalmente Rufy, soprannominato dai suoi nemici “Il pirata dal cappello di paglia” è diventato il re dei pirati e la notizia è giunta a Shank e a Max che hanno brindato per una settimana intera in suo onore. Con questo si concludono le loro avventure anche se in futuro.. probabilmente quando Ennie avrà l’età di Rufy, diventerà una ragazza indipendente in grado di battere i suoi nemici senza alcuna difficoltà. Probabilmente diventerà una piratessa in gamba come suo padre e valorosa come sua madre. Una cosa è certa. La loro storia verrà tramandata di generazione in generazione.


- FINE -

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