You are where I belong

di Sonrisa_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Carezze ***
Capitolo 2: *** Capitano ***



Capitolo 1
*** Carezze ***


Carezze

 


 
È la carezza leggera data tra le lenzuola di quel letto disfatto ad indurlo a schiudere lentamente gli occhi.

«Scusami, non volevo svegliarti.» bisbiglia Mizukamiya che, sdraiato su un fianco con la testa poggiata sul palmo sinistro, gli rivolge uno sguardo che esprime sincero dispiacere.

Haizaki fa un lieve cenno con la mano come a dire di non preoccuparsi, ché essere ridestati dal sonno in un simil modo è la migliore delle sveglie possibili, e il pensiero di dare voce ad una simile affermazione gli carezza persino la mente, ma viene frenato dalle labbra che non si schiudono, a differenza di quelle del maggiore che danno vita ad un dolce sorriso.

Mizukamiya sa anche se Haizaki tace.

Dovrebbe far paura il non poter celare i propri pensieri e le proprie intenzioni a qualcuno – il minore è sempre stato fermamente convinto di quest’idea – ma Seiryuu non è “qualcuno” e, probabilmente, non lo è mai stato.

La mano destra del maggiore è ancora sulla guancia e, quando il suo tocco leggero si sposta lentamente verso l’alto per pettinare i ciuffi argentei ancora arruffati, Haizaki sente crescere in sé il desiderio di fare lo stesso e affondare le dita nella chioma del compagno, magari per invitarlo silenziosamente ad avvicinarsi ancora di più.

Ancora una volta, però, Ryouhei reprime quegli slanci di sincero affetto e le dita rimangono ancorate alle lenzuola dall’incertezza: saprebbero, quelle mani ambrate, trasmettere quella stessa dolce tenerezza?

Ancora una volta, Mizukamiya semplicemente sa e vanifica i tentativi di Haizaki di nascondere quelle titubanze che non trovano mai voce.

Le dita chiare cambiano rotta e, partendo dalla tempia, arrivano alla mandibola delineandone delicatamente il profilo prima di scendere giù lungo il collo, dove tracciano i contorni di qualche segno rossastro che adorna ancora quella porzione di pelle nuda, per poi rendere il tocco più leggero quando giungono sulla spalla e i polpastrelli iniziano a disegnare dei ghirigori indefiniti che si concentrano poi sull’incavo del gomito prima di scendere fino al polso e giungere sul palmo della mano, arrestando quel viaggio che porta le loro dita ad intrecciarsi.

Haizaki continua a guardarlo e si fida, quindi non si chiede cosa abbia in mente il compagno quando, messosi seduto, solleva le loro mani ancora unite fino a portarle accanto al volto chiaro, ancora illuminato da un dolce sorriso.

 
Mizukamiya lascia che le proprie dita scivolino fra quelle dell’altro per circondargli il polso, così da guidare il palmo fino alla propria guancia, ma è proprio in quel momento che si presenta l’unico attimo di titubanza, perché Ryouhei tentenna leggermente quando le proprie dita si trovano a pochi millimetri di distanza dal volto dell’amato che, pazientemente, volta leggermente il capo fino a schioccare un piccolo bacio sul palmo del compagno, tranquillizzandolo.
 
Haizaki lo guarda rapito e gli carezza lentamente lo zigomo con un lento movimento del pollice, prendendo pian piano confidenza con quel gesto prima di sollevare anche l’altra mano, così da circondare il viso del maggiore ed iniziare a giocherellare con le ciocche più lunghe dei suoi capelli, per poi intrecciare le proprie dita dietro al collo del maggiore e invitarlo silenziosamente a chinarsi su di lui.

Mizukamiya continua a sorridere e Haizaki si unisce a lui.





 

Il titolo della raccolta è spudoratamente preso da una frase che Mizukamiya rivolge ad Haizaki nell'episodio 21 di Inazuma Eleven Orion.

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Capitolo 2
*** Capitano ***


Capitano






Lo spogliatoio deserto gli fa quasi impressione e lo induce a immaginare gli altri al suo interno, così da avere l’illusione di una quotidianità che, lo sa, non esiste più ormai. Non avrebbe pensato che attendere l’allenatore in quel luogo familiare si sarebbe rivelata un’idea tanto pessima, ma, ad aggiungere ulteriore stress non richiesto, è la prospettiva di dover aspettare almeno un’altra mezz’ora prima che Kudou lo raggiunga, a causa di un imprevisto non ben identificato.

Haizaki, la divisa indosso, appoggia la schiena al muro e passa in rassegna con lo sguardo tutti gli armadietti, soffermandosi qualche secondo in più su quelli – quasi la metà dei totali – ancora senza nome. Tra le dita della mancina il ragazzo stringe ciò che i suoi occhi si ostinano a non guardare e che, nonostante i polpastrelli gli rimandino la consistenza di qualcosa di davvero piccolo leggero, gli appare pesante come un macigno; la mano destra, libera, si alza e raggiunge il braccio opposto, massaggiandolo quasi come se fosse intorpidito e soffermandosi sul punto esatto che dovrebbe essere stretto da quella fascia.

Credere che si tratti di uno scherzo gli sembra ancora un’opzione allettante, ma totalmente inutile arrivati a quel punto, soprattutto perché è pienamente consapevole di aver accettato la proposta inaspettata. Definirla proposta, poi, ingentilisce il tutto, perché Mizukamiya sa essere anche tremendamente autoritario quando vuole.

 
«O te o nessuno. E senza capitano non si può scendere in campo.»

C’è anche da chiedersi quale sia l’immagine che Seiryuu abbia di lui per poter anche solo pensare di designarlo come nuovo capitano della Seishou Gakuen. È una prospettiva tanto strana, soprattutto per il diretto interessato, da sembrare una barzelletta; ed infatti Haizaki non si è nemmeno infastidito per le risate di Orio e Amano per quella che tutti avevano creduto una battuta di Mizukamiya, dettata dall’atmosfera rilassata della serata organizzata da Sasotsuka in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico che non li avrebbe visti come compagni di squadra.

La porta dello spogliatoio si apre lentamente e, quando il volto del fidanzato fa capolino, Haizaki si ricorda cosa lo abbia convinto ad acconsentire a quella assurda idea. Lo sguardo che Mizukamiya gli rivolge ha il potere di calmare ogni singolo muscolo del corpo del minore, portandolo a sospirare piano.

«Disturbo, capitano

L’interpellato chiude gli occhi e abbandona la testa contro il muro: «Da quanto aspettavi di potermi chiamare così?»

Seiryuu si chiude la porta alle spalle e ridacchia, affiancandolo con calma prima di riprendere a parlare: «Da quando ti ho detto che mi sarebbe piaciuto vedere te con la fascia da capitano sul braccio.»

Haizaki articola un verso indefinito a labbra strette e annuisce lentamente, gli occhi ancora chiusi e le dita che giocherellano con la fonte dello stress dell’ultimo periodo.

«Non dovresti essere qui.»

L’affermazione pronunciata con malcelata indifferenza nasconde in realtà la curiosità su come abbia fatto il maggiore ad arrivare fin lì pur non essendo più uno studente della Seishou, ma soprattutto la gratitudine per essere lì, al suo fianco.

«Questa è una frase che, da capitano, avrei detto anche io.» mormora fieramente il maggiore portandosi di fronte al ragazzo «E tu che credevi di non essere adatto a questo ruolo.»

Haizaki è pronto a rimbeccare che lui continua a non sentirsi adatto, che sarebbe pronto a cedere quell’onere e onore a qualcun altro, che non gli è ancora chiaro perché Mizukamiya abbia scelto proprio lui quando in squadra ci sono altri elementi più adatti al ruolo, ma, nel momento in cui gli occhi si schiudono, la bocca articola tutt’altro: «…è la mia felpa?»

«Potrebbe.» mormora l’altro tranquillo, reprimendo una risata mentre si stringe nelle spalle «Ti dispiacerebbe se lo fosse?»

Dovrebbe mostrarsi almeno un minimo infastidito, soprattutto dopo la discussione avuta con la madre per la misteriosa assenza del capo d’abbigliamento incriminato, invece le labbra di Haizaki rilasciano un sospiro divertito e le mani si intrufolano all’interno della tasca a marsupio della felpa per costringere l’altro ad avvicinarsi il più possibile.

Ad una distanza tanto piccola le iridi di Mizukamiya sono ancora più belle e Ryouhei ha la sensazione di perdersi al loro interno.

«Questa è una cosa che, da capitano, avrei voluto fare anche io.» bisbiglia Seiryuu, gli occhi ancora rivolti verso quelli del ragazzo e la bocca che freme per incontrare la gemella vicina, ma ancora troppo lontana.

Quella ammissione porta Haizaki a sorridere in modo sinceramente divertito, lasciando che le labbra piene si schiudano per permettere ai denti di fare capolino.

Mizukamiya si fa ancora più vicino e osa lasciare un bacio lieve sulla bocca del ragazzo che, quando il maggiore indietreggia, si china su di lui per far incontrare una seconda volta le loro bocche; e poi una terza, una quarta e una quinta volta. È Seiryuu a porre fine a quei contatti fugaci, conscio dell’imprudenza di lasciarsi andare a simili effusioni all’interno dell’edificio scolastico, e il minore non protesta, ma si irrigidisce nell’avvertire le dita dell’altro sulle proprie che sono ancora intente a reggere la fascia da capitano. Mizukamiya lo costringe a sfilare le mani dalla tasca della felpa e le tiene fra le proprie, abbassando lo sguardo sull’elastico azzurro ancora stretto dalle dita ambrate.

«Posso?»

Il minore annuisce e allenta la presa con l’impressione di restituire all’altro qualcosa che in realtà non possa far altro che continuare ad appartenergli, persino nonostante i cambiamenti radicali portati dal nuovo anno scolastico che lo vede come unico superstite di una squadra che cambierà radicalmente volto.

Mizukamiya si passa la fascia fra le dita e poi la fa scivolare lungo il braccio di Haizaki fino al bicipite, sorridendo teneramente mentre è perso in pensieri che l’altro non può far altro che tentare di indovinare, ma che è sicuro lo riguardino. Il maggiore compie qualche passo all’indietro e fa scorrere lo sguardo sulla figura di Haizaki, ammirandolo silenziosamente mentre questi ha gli occhi puntati sulla fascia che, col suo azzurro brillante, svetta sulla manica della divisa.

Kudou si annuncia con due colpi alla porta ed entra nello spogliatoio lanciando un’occhiata veloce ai due ragazzi prima di concentrarsi nuovamente sul plico di fogli che tiene fra le mani; la mancata sorpresa dell’allenatore per la presenza dell’ormai ex capitano della squadra porta Haizaki a comprendere numerosi risvolti non detti dell’intera situazione. Il minore ricerca subito il contatto visivo con Mizukamiya e lo trova intento a sorridergli e annuire lievemente per poi voltarsi verso Kudou, così da ringraziarlo prima di congedarsi e lasciare lo spogliatoio.

Il capitano della Seishou Gakuen riporta lo sguardo sulla fascia che avvolge il proprio bicipite in una stretta gentile e sorride, sentendosi finalmente sereno.
 
 
 
 
 

 

Haizaki è più piccolo di un anno rispetto al resto dei suoi compagni, quindi va da sé il fatto che debba per forza vedere gli altri cambiare scuola mentre lui rimane alla Seishou Gakuen. Probabilmente solo io e Mizukamiya crediamo sinceramente che possa avere del potenziale per essere un buon capitano, ma va bene lo stesso.
Grazie per essere giunti fin qui! ♥
A presto,
Marty

 

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