Speranza di Jack83 (/viewuser.php?uid=1008)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Speranza ***
Capitolo 2: *** Interrogatori ***
Capitolo 3: *** Ipotesi e complotti ***
Capitolo 1 *** Speranza ***
Era da un bel po’ che mi frullava in mente una fic del genere.
Una crossover tra Gundam Wing e Evangelion.
Il tutto si svolge dopo la fine di the end of evangelion dove,
però; Asuka, Shinji, Misato e Kaji sono trasportati da Rei
(dopo il third impact) nell’universo dei Gundam per rifarsi
una vita.
SPERANZA
Una bella macchina coupé stava viaggiando lungo una strada
costiera dell’Italia meridionale.
All’interno c’erano due ragazzi, una ragazza e un
ragazzo, sui vent’anni.
Il ragazzo aveva i capelli castani un po’ lunghi che vedevano
poco il pettine, occhiali da sole a specchio a coprire due profondi
occhi di un blu di Prussia intenso e un corpo atletico.
La ragazza al suo fianco aveva dei capelli biondo miele ben curati,
anch’ella con gli occhi azzurri ma meno marcati rispetto al
ragazzo e con corpo ben proprzionato.
Al dito anulare di entrambi c’era una fede, testimone delle
loro nozze.
-È incredibile- fece la ragazza facendo un piccolo sorriso
nei confronti del marito.
-Cosa? – Chiese lui sorridendo a sua volta
-Che ti sia venuta l’idea di questa vacanza, di solito non
sei il tipo che fa di queste pazzie-
Risposa lei
Il marito alzò le spalle ma continuò a sorridere
-Avevamo bisogno di una vacanza e poi dovevamo festeggiare diverse
cose: l’accordo con quella colonia spaziale sulla fornitura
di metalli rari per Marte, il mio avanzamento di grado ma soprattutto
dovevamo fare una luna di miele-
Affermò tenendo dritto lo sguardo sulla strada mentre lei
ridacchiava.
-Per questo signor Heero Yui Peacecraft ha fatto in modo di posticipare
alcuni miei incontri e appuntamenti? –
-Sì, signora Relena Yui Peacecraft. Ho fatto in modo di
poter avere questa settimana libera così da poterci dedicare
solo a noi… Era la mia missione-
Relena ridacchio scuotendo la testa -Oh Heero-
Detto ciò il pilota svoltò per entrare in un
parcheggio.
I due, una volta che la macchina si fermò scesero e presero
dal portabagagli una borsa frigo ed un grosso borsone
Quindi si diressero vero la spiaggia dove Heero iniziò a
distendere due teloni e piantò l’ombrellone che
aveva riposto all’interno del borsone assieme ai teli e degli
asciugamani.
Relena invece decise, dopo essersi messa comoda nel suo costume da
bagno intero blu, di fare una corsa fino a degli scogli.
Quando ormai era a pochi metri da essi richiamò a gran voce
il marito che subito, temendo per la sua incolumità,
tirò fuori una pistola e corse verso di lei.
La trovò china su due ragazzi di non più di
quattordici anni mentre sentiva se fossero vivi.
-Chiama aiuto Heero, sono vivi ma sono svenuti-
Lui annui solamente, prese il cellulare e compose una chiamata veloce
A rispondere fu una voce maschile piena di vita -Ehi Heero, che diavolo
ti succede problemi in vacanza? –
-Duo- rispose duro lui -Manda subito due ambulanze e una squadra dove
mi trovo. Ci sono due ragazzi svenuti ma c’è
qualcosa che non mi torna-
Il suo interlocutore divenne subito serio -Subito Heero, Relena? Sta
bene? –
-Sì, Relena sta bene… Quanto tempo per la
squadra? –
L’altro digito qualcosa al computer per poi rispondere -Dieci
minuti, al massimo un quarto d’ora arriveranno alla vostra
posizione-
-Ok- chiuse la comunicazione
I due a quel punto si guardarono preoccupati, com’era
possibile che due ragazzini asiatici si fossero arenati su una spiaggia
italiana?
Com’era possibile che uno di essi, la ragazza, indossasse una
strana tuta aderente rossa e fosse per di più ferita in
più punti?
-Heero? Cosa facciamo? – Chiese Relena preoccupata
Il marito si guardò intorno -Sembra che non sia una trappola
e che nessuno stia al momento cercando i due… Vado a
prendere l’ombrellone per fargli ombra.
Relena rimani qua in caso si svegliassero-
Lei annuì e aspetto che Heero tornasse con
l’ombrellone.
-Secondo te come hanno fatto ad arrivare qua? - chiese Relena appena il
marito tornò con l’ombrellone -Non sono bagnati,
né umidi e non vedo orme oltre alle nostre o segni di
trascinamento. –
Osservo ancora lei
Il marito annuì solamente guardando con serietà i
due -Non lo so Lena ma una quando si riprenderanno glielo chiederemo-
Poco dopo sentirono il suono delle ambulanze, così che i
paramedici presero in consegna i due ragazzi e nel mentre, la squadra
di preventer inviata assieme alle ambulanze, inizio ad esplorare e
setacciare la zona per vedere se trovavano qualcosa.
I due capirono però una cosa, la loro vacanza era finita.
Trowa Burton gli piaceva lavorare con i preventer ma, ancora di
più, gli piaceva lavorare nel circo di Catherine Bloom,
Perciò usava il suo lavoro al circo per raccogliere
informazioni e notizie su possibili minacce alla pace e alla persona
che più la difendeva, Relena Yui Peacecraft.
Oggi però stava preoccupando d’altro, infatti
qualche giorno prima il circo aveva subito un piccolo furto.
Qualcuno aveva portato via una parte dell’incasso, pochi
soldi in verità, e un del cibo.
Qualcosa gli diceva che ci avrebbe riprovato.
Tutte le sere, dal giorno del furto, aspettava nascosto
nell’ombra vicino al carro che ospitava i viveri e la
cassaforte.
Quando vide un’ombra entrare nel carro, aspettò
qualche minuto, quindi entrò anche lui.
Vide un uomo inginocchiato davanti alla cassaforte nel mentre cercava
di scassinarla.
Sentiva che stava imprecando in giapponese, lentamente si
avvicinò a lui ed arrivato a poca distanza dal ladro gli
puntò una pistola alla nuca coperta da un piccolo codino.
-La prego di fermarsi, signore- disse lui con calma inquietante
parlando in inglese.
L’uomo alzò lentamente le mani, si girò
verso di lui mostrandogli il volto leggermente abbronzato e con un filo
di barba.
-Non ti sembra di essere un po’ giovane per usare
un’arma? –
Rispose lui con fare divertito nella stessa lingua
-No, visto che è tutta la vita che le uso-
replicò Trowa che, ringrazio il cielo che parlasse inglese,
facendogli poi cenno di alzarsi
-Ora vorrei sapere perché è tornato qua a rubare?
E perché non dovrei denunciarla alle forze di polizia?
–
L’altro lo guardò nervoso -Senti ho bisogno di
soldi e di cibo, sono nei guai e anche una persona a cui tengo-
Il circense non si scompose, continuò a guardare fisso il
suo interlocutore ma al contempo decise di dargli una
possibilità.
-Bene, dimmi dov’è così che possiamo
dargli una mano-
-Se poi ci denunciaste? – Chiese l’uomo che stava,
senza farsi vedere, cercando una via d’uscita.
-Non sono un tipo che manda in galera una persona per pochi spiccioli e
per un po’ di pane… Guarda che l’unica
via d’uscita è dietro di me-
L’uomo ci penso un attimo poi abbassò il capo
sconfitto
-Ok, non so ma qualcosa mi dice che mi posso fidare di te-
Trowa lentamente abbassò l’arma
-posso sapere come ti chiami? -
-Ryoji Kaji- rispose l’uomo
A quel punto il giovane si spostò lasciando passare Kaji.
-Aspetta un momento- fece poi Trowa appena venne sorpassato
Aprì un piccolo armadio da dove trasse una valigetta del
pronto soccorso.
-Portami da lei- ordinò poi al “ladro”.
Trowa segui Kaji dentro il bosco fino ad una piccola radura dove
c’era una casupola diroccata.
Entrarono e il ragazzo vide che distesa a terra c’era una
donna sulla trentina che aveva una brutta ferita al ventre.
-Dovevi portarla in un ospedale- ringhiò
-Senti sono inseguito da dei tipi a cui ho pestato i piedi e anche lei-
rispose duro il più anziano dei due.
-Chi? – chiese Trowa
-La NERV, i servizi segreti e tanti altri- rispose
Trowa, che intanto stava curando le ferite della donna,
l’osservò senza nessun tipo di emozione
-Mai sentito parlare di questa NERV e, di sicuro, i servizi segreti non
ti stanno cercando signor Kaji… Sempre se non hai mentito
sul tuo nome-
L’altro rimase stupito dalla risposta del ragazzo, sia
perché non conosceva la NERV sia perché faceva
intendere che lui facesse in qualche modo parte dei servizi segreti.
-Scusa ma dove vivi? - Chiese di rimando Kaji -Mai sentito parlare
della NERV, degli angeli o del Second Impact? In che anno vivi?
–
Trowa lo guardò stranito
-No, mai sentita nominare, l’unico angelo che conosco si
chiama Relena ed è una mia cara amica ed è la
moglie di un mio caro amico ed infine cos’è questo
second impact? E viviamo nell’anno 199 AC-
-199 AC? – Chiese Kaji sbigottito
-Sì, siamo al 199 AC cioè After Colony-
Il più anziano a quel punto si lasciò cadere a
terra -Dove mi trovo? – Chiese lui ancora
-Sulla terra dove pensavi di essere? Su una colonia spaziale?
– Chiese Trowa che non sia accorse che il suo interlocutore
era seduto a terra, leggermente bianco in volto.
-Colonie spaziali… Cosa cavolo è successo?
Io…- A quel punto Kaji si porto una mano al voltò
-Mi ricordò solo di essermi svegliato qui con Misato al mio
fianco ferita…- Poi di nuovo l’oblio.
Trowa si avvicinò a lui, senti il polso e capì
che era svenuto.
Chiamò quindi i soccorsi.
Socchiuse gli occhi per poi mormorare -Cosa sta succedendo? -
Una persona riapri gli occhi e gli strinse -Un altro soffitto
sconosciuto- mormorò per poi saltare seduto sul letto.
Il grido riecheggio in tutta la stanza per poi chiedersi
dov’era finito.
Poi sentì la porta aprirsi e vide una donna entrare.
Era alta, dai capelli castani raccolti in una treccia e con indosso un
camice da medico.
-Finalmente ti sei ripreso ragazzo- disse lei
-Dove sono? Chi è lei? Dov’è Asuka?
Dove sono gli altri? Che fine ha fatto mio padre?
Dov’è Ayanami? Misato? Dov’è
la signorina Misato? –
In quel momento si accorse che anche che stava parlando un fluente
inglese ed arrossi
-Calma Calma ragazzo- fece la donna -Mi chiamo Sally Po e sei in un
ospedale dei Preventer. Ora che ho risposto alle tue prime due domande
dimmi come ti chiami-
Il ragazzo annui -Mi chiamo Shinji Ikari ora mi può dire
dov’è Asuka…-
Sally annui -La ragazza che era vicino a te? Tranquillo, la stanno
operando adesso per rimettergli in sesto il braccio e
l’occhio. –
Shinji sospiro -Per fortuna-
-Ora per rispondere alle altre domande ti dirò che tu e la
tua amica eravate gli unici su quella spiaggia e vorremo capire come ci
siete arrivati lì-
Shinji la guardò stupito -Non siamo a Neo Tokyo 3?
–
-Neo Tokyo 3- Chiese la donna? -No, qui sei a Napoli-
-Napoli? La città italiana? – chiese di rimando lui
-Sì- rispose Sally scrutandolo come se fosse un marziano
-Come ho fatto a fare migliaia di km senza accorgermene? -
-Non ti ricordi niente? – Chiese docilmente lei
-Mi ricordo solo che stavo combattendo con gli eva, poi mi risvegliavo
sulla spiaggia e poi il nulla. -
-Gli Eva? – Chiese lei incuriosita
-Si sono dei Robot giganti che servono a combattere dei mostri chiamati
angeli come fa a non saperlo – spiegò
-Ragazzo- fece lei dura a quel punto -Qui gli unici robot che sono mai
stati usati sono i mobil suite e non abbiamo mai sentito parlare di
angeli o mostri similari… Ti faremo dei controlli
psicologici per essere sicuri che tu stia bene. –
Detto ciò Sally uscì lasciando solo Shinji che
subito si portò una mano al volto mormorando -Mi sono
sognato tutto? –
All’esterno della stanza Relena e Heero attendevano la donna
preoccupati.
-Allora? - chiese senza preamboli il giovane
-Fisicamente sta bene me è il lato psicologico che mi
preoccupa… Anche se credo che quella storia
dell’eva sia quantomeno verosimile-
Spiegò
-In che modo? C’è qualche pericolo per la pace?
– Chiese la ragazza più giovane con fare
preoccupato.
Sally sospirò ed osservò i due -Abbiamo
analizzato la tuta che indossava la ragazza e i vestiti del ragazzo,
erano impregnati di una sostanza simile al liquido amniotico in cui
è immerso un feto.
Inoltre abbiamo analizzato, anche se per ora solo in maniera molto
superficiale, le due mollette che aveva la ragazza tra i capelli ed
erano una specie di congegno elettronico.
Per ora non sappiamo il loro funzionamento ma appena la ragazza si
riprenderà la interrogheremo in merito.
Per quanto riguarda pericoli per la pace, Relena, è presto
per dirlo ma restiamo vigili.-
Heero teneva lo sguardò basso nel mentre riceveva le
informazioni e le elaborava.
Poi alzò lo sguardo ed osservo Relena che, come lui, stava
attentamente ascoltando le parole della loro amica.
-Une sarà avvertita e vedremo di scoprire qualcosa di
più-
In quel momento un’infermiera si avvicinò a loro.
-Dottoressa- fece lei richiamando l’attenzione della donna
-L’operazione è finita ed è stata un
successo, la ragazza dovrebbe risvegliarsi fra qualche ora-
Sally annui -Va bene Maria, torna pure da lei- poi guardo i due
guardandoli con un’espressione dispiaciuta -Mi spiace che la
vostra vacanza sia stata rovinata. Posso consigliarvi di visitare la
città? È bellissima sapete-
I due giovani si guardarono e poi annuirono
-Ok, anche se non avrei voluto nascondere la mia identità-
esalo con tristezza Relena.
-Ci vediamo Sally- Salutò a quel punto Heero e i tre si
divisero.
-Forse- fece a quel punto il giovane uomo -avrei un’altra
idea su come trascorrere il tempo qui in attesa che la ragazza si
risvegli-
-Come? – Chiese Relena
-Noi due, nudi e una stanza d’albergo- Rispose sorridendo
malizioso lui
-Aggiungici un buon pasto prima e siamo d’accordo, ho una
fame da lupo-
Ridacchio lei aggrappandosi al suo braccio e poggiando la testa sulla
sua spalla.
Qualche ora dopo, in una stanza dell’ospedale, una ragazza
dalla chioma rossa cominciò a riprendersi.
Si portò una mano sull’occhio e senti che era
ancora coperta da una benda, poi si guardo intorno convinta di essere
su una spiaggia e di vedere accanto a lei Shinji a cui avrebbe voluto
dare un pugno ma si accorse di essere in un ospedale… Che si
fosse sognata tutto.
Provo ad aprire la bocca per dire qualcosa ma ne uscì solo
un rantolo soffocato, poi tasto il letto e sentì il pulsante
per chiamare qualcuno.
Lo premette e pochi attimi dopo un infermiere arrivò.
-Ben svegliata- disse l’uomo in inglese
Asuka provo a dire qualcosa ma ancora la gola sembrava non rispondere.
L’uomo all’allora prese un bicchiere, ci verso
dentro un po’ d’acqua e, dopo aver aiutato la rossa
a mettersi a sedere, la fece bere.
-Dove mi trovo? – Chiese lei
-Sei in ospedale, ti hanno trovato su una spiaggia assieme ad un
ragazzo, ci chiediamo cosa vi sia successo sai? –
Asuka osservò meglio l’uomo e notò che
aveva dei tratti occidentali e che il suo inglese aveva un forte
accento.
-Ospedale? Io mi ricordo…- Fece uno sforzo per ricordarsi ma
aveva solo un flash di Shinji che provava a strozzarla.
Si ricordava di tante persone altre persone, dei suoi studi, della
scuola ma per il resto buio.
-Non mi ricordo… Non mi ricordo praticamente di niente!
– A quel punto si porto le mani alla testa disperata.
-Cosa mi è successo! – Gridò lei
disperata
L’infermiere si chinò su di lei e cercò
di confortarla -Non si preoccupi signorina, ricorderà tutto
a tempo debito-
La ragazza annuì
-Ora la lascio ancora riposare- dettò ciò
l’infermiere uscì non prima di aver controllato i
parametri vitali e le bende
Sally Po era appena fuori la porta in attesa
-Come sta? – chiese
-Sembra che abbia una forte amnesia per il resto dottoressa sembra che
stia bene-
-D’accordo- fece lei -teniamola d’occhio, io
intanto vado a controllare il suo amico. –
Quindi i due si divisero e Sally andò verso la stanza di
Shinji.
Entrò e vide che il ragazzo stava mangiando una minestra
-Allora va meglio? – Chiese la dottoressa al suo paziente
-Sì, grazie- rispose lui dopo essersi pulito la bocca
-C’è una cosa che mi chiedo però-
-Vede io ho solo studi scolastici di inglese eppure lo sto parlando in
maniera fluente-
Sally guardò Shinji dubbiosa -Sei sicuro? –
Il ragazzo annui
-Sono giapponese dottoressa Po adesso però mi dica, come sta
Asuka? –
Sally sorrise -Sì, è appena svegliata ma
dovrà stare ancora qualche giorno qua per alcuni controlli e
per vedere se l’operazione all’occhio sia andata
per il meglio. -
Shinji annui
-Per quanto riguarda il fatto che tu stia parlando un perfetto inglese
non so che dirti ma indagheremo. Adesso mangia però
–
Detto ciò usci dalla stanza lasciando Shinji nuovamente solo.
Sally appena fuori prese il cellulare e fece partire una chiamata veloce
Un cellulare squillo interrompendo il riposo di qualcuno…
Relena era distesa sopra Heero che si godeva quel momento di relax.
Ma il cellulare gli ridesto ed entrambi grugnirono per il fastidio
prodotto dalla suoneria del cellulare di Relena.
La ragazza si allungò e prese il pezzo di elettronica che
aveva interrotto il loro riposo
-Pronto- fece lei cercando di non apparire irritata.
-Scusa il disturbo Relena ma volevo solo avvertirvi che la ragazza si
è svegliata ma direi di aspettare ancora a fargli delle
domande. Penso che domani potrete parlarci-
Heero guardò la moglie al telefono e sorrise nel vederla con
i capelli sciolti che gli toccavano il petto nudo.
Allungo la mano e gli mise a posto una ciocca dietro
l’orecchio.
Lei sorrise a quel gesto ed intanto rispose a Sally
-D’accordo Sally, fai rapporto anche a Lady Une che
vorrà saperne di più anche lei. –
-D’accordo Relena... Come va con il vostro progetto?
–
Lei abbasso il capo arrossendo -Diciamo che ci stiamo lavorando, ci
vediamo domani Sally e salutaci Wu Fei-
-D’accordo ci vediamo- rispose l’altra e,
ridacchiando, chiuse la telefonata.
Heero a quel punto la guardò serio -Mi da un po’
fastidio che lei sappia dei nostri progetti-
-È il mio medico personale e il tuo, inoltre è
una cara amica- replico lei stendendosi di nuovo sopra di lui.
-Lo so ma…- replico mentre gli accarezzava delicatamente i
capelli -troppe informazioni in giro mi danno fastidio-
Lei rise -lo so, anche a me dà fastidio ma sarà
lei a seguire i risultati del progetto quando sarà un
cantiere non solo noi due-
Il giovane sospirò per poi darle un bacio sulla testa
-Secondo te quei ragazzi erano coinvolti in qualcosa di losco?
– Chiese strusciandosi contro il petto di lui.
-Non lo so Lena ma lo scopriremo e se lo sono ti difenderò
come sempre-
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Capitolo 2 *** Interrogatori ***
Trowa rilesse la mail
che gli era arrivato poco prima e fece una smorfia.
Lady Une lo aveva
avvertito di cosa era successo a Heero e Relena e delle poche
informazioni che avevano.
Ovviamente anche lui
aveva fatto rapporto sul suo incontro e adesso aspettava una risposta
dal suo capo.
Guardò la
stanza dove era stato ricoverato Kaji e attese che i medici uscissero,
sperando di poter avere l’autorizzazione per interrogarlo.
Dopo pochi secondi, la
porta si aprì e un medico con una infermiera uscirono.
-Agente Barton? - fece
il medico vedendolo
Trowa si
avvicinò a loro appena sentì il richiamo -Mi dica
dottore? –
-Il paziente
è sveglio ed è cosciente, direi che non ci siano
contro indicazioni per l’interrogatorio ma comunque ci vada
piano. –
Il giovane fece un cenno
di sì e poi ringrazio i due che si allontanarono.
A quel punto
entrò e vide Kaji disteso con lo schienale del letto
reclinato in avanti che stava osservando l’orizzonte oltre la
finestra.
-Signor Kaji- disse lui
per farsi notare-
-Salve- fece lui
accorgendosi della visita -Grazie per l’aiuto…
Scommetto che ora potrò avere delle delucidazioni ma prima
voglio sapere come sta Misato –
Trowa annui -La sua
amica è stata operata ed è in una situazione
critica ma, secondo i medici, si riprenderà.
Per quanto riguarda le
delucidazioni prima vorrei sapere cos’è questa
NERV? –
-Giusto- rispose Kaji
abbassando il capo -La Nerv era… è…
un’organizzazione che è stata creata per lottare
contro degli esseri chiamati angeli... Ma tu mi hai detto che non hai
mai sentito parlare della NERV e degli angeli, inoltre mi hai parlato
che siamo nel 199 AC, cioè after colony.
Non so cosa dirti di
più so solo che mi sono svegliato in quel bugigattolo, con
un forte mal di testa e, al mio fianco, ho trovato Misato ferita-
Trowa ascoltò
con attenzione le sue parole.
-Quindi non sai come sei
finito lì- chiese poi
L’altro scosse
la testa -Stavo cercando di scappare da dei tipi che volevano farmi la
pelle, poi all’improvviso ho perso i sensi, come se qualcuno
mi avesse colpito alla testa, ritrovandomi qui-
Il più
giovane dei due annui
-Cos’è
questo second impact? – continuo poi il castano
-Il second impact? Vuoi
la spiegazione ufficiale oppure quella vera? – Chiese Kaji.
-Visto che non conosco
né l’una né l’altra dimmele
entrambe-
Il più grande
fece un cenno e riprese a parlare -Giusto, la spiegazione ufficiale
è che un asteroide ha colpito la Terra, esattamente in
Antartide, sciogliendolo e provocando devastazioni indicibili.
La verità
è che stavano cercando di riportare alla luce uno di quegli
esseri, gli angeli –
Trowa chiuse gli occhi
poi ridacchiò -Peccato che l’Antartide non sia
sciolto… Un mio amico ha combattuto lì contro
quello che è diventato suo cognato. –
Kaji poggiò
la testa contro il cuscino sospirando -Sto iniziando a chiedermi se non
mi sono sognato tutto o stia sognando tutto. -
-Diciamo che posso quasi
crederti- rispose il circense
-Perché?
– Chiese Kaji
-Perché dei
miei amici hanno trovato due ragazzi svenuti su una spiaggia e uno dei
due ha parlato di angeli e di eva -
-Shinji e Asuka?
– Chiese lui raddrizzandosi di colpò
-Gli conosci?
– Replico
-Sì, Asuka
era sotto la mia tutela mentre Shinji sotto quella di Misato! Dove
sono? Stanno Bene? – grido lui cercando di alzarsi
-Calma! –
Ordinò perentorio Trowa -Rilassati amico a quanto ne so il
ragazzo, Shinji, sta bene mentre la ragazza ha subito
un’operazione per rimettergli in sesto un occhio e un braccio
per il resto sta bene. –
Kaji allora si rimise
disteso sospirando
-Puoi raccontarmi un
po’ di questo “mondo” -
Il giovane annui
-Sarà una lunga storia sai-
Asuka osservò
la sacca di soluzione fisiologica che gocciolava.
Si sentiva stanca ma
soprattutto si chiedeva cosa ci facesse lì.
Iniziava ad avere
piccoli flash, il viaggio alle terme dove era stato avvistato un
angelo, l’allenamento con Shinji per aumentare la loro
sincronizzazione, le battaglie, le litigate con Misato e Shinji, le
chiacchierate con Hikari e gli insulti ad Ayanami.
Poi sentì la
porta aprirsi e vide entrare due persone: una ragazza e un ragazzo poco
più grandi di lei.
-Salve, mi chiamo
Relena- fece la ragazza che sorrideva affabile -Posso sapere come ti
chiami? –
Asuka si mise dritta sul
letto -Asuka Soryu Langley- rispose lei
-Bene Asuka, vorremo
capire cosa ci facessi su quella spiaggia con indosso quella strana
tuta-
La rossa
lanciò uno strano sguardo a Relena, come se avesse appena
detto una cosa idiota ma non aveva la forza di gridare probabilmente
perché ancora intontita dalla sedazione e dagli
antidolorifici -Quella tuta rossa era una plag suite e serve per il
pilotaggio delle unità EVA-
Relena annuì
cercando di non farsi vedere preoccupata -Ok, cosa sono le
unità EVA? –
Asuka sospirò
pensando che la stesse prendendo in giro per il fatto che non sapesse
dell’esistenza degli EVA e di tutto il resto -Sono dei robot
progettati dall’organizzazione di cui facciamo parte io e
Shinji, la NERV, per la guerra a degli esseri chiamati angeli-
-Va bene- rispose la
più grande per poi lanciare uno sguardo a Heero che nel
frattempo aveva preso il cellulare.
Fece il gesto di
attendere ed uscì.
-Vedi- disse Relena nel
mentre si sedeva su una sedia vicino al letto -Mi è un
po’ difficile crederti-
-Perché?
– Chiese irritata Asuka
-La terra non ha mai
fatto guerre a degli esseri chiamati angeli, abbiamo avuto guerre,
anche devastanti, ma solo fra di noi ed utilizzando delle armi chiamate
Mobil Suite ma EVA no e non ha mai avuto organizzazioni con quel nome
–
Asuka stava per
replicare, o meglio gridare, ma poi decise di chiedere altro -Dove mi
trovo? –
-In un ospedale di
Napoli- rispose Relena -Dove pensavi di essere? –
-A Tokyo- rispose
l’altra attonita -Cosa ci faccio a migliaia di chilometri da
lì? –
-E quello che scopriremo
cara- rispose Relena sorridendogli dolcemente.
Proprio in quel momento
Heero rientrò guardandola seria -Ragazzina conosci un certo
Rioji Kaji e una certa Misato Katsuraghi? –
-Sì, ma il
signor Kaji mi hanno detto che era morto mentre la Misato stava
cercando di difenderci da…- Asuka si bloccò
perché i ricordi si fecero di nuovo confusi e strinse per la
rabbia il copriletto.
Heero allora si
avvicinò e gli mostrò le foto dei due
Asuka rimase bloccata
per lo stupore e la felicità -Sono vivi… Dove
sono? –
-Sono in un ospedale
vicino a Parigi- rispose semplicemente il ragazzo.
Poi si rivolse a Relena
-Direi che può bastare per oggi, andiamo signora Peacecraft-
Lei annuì per
poi rivolgere un augurio alla degente -Rimettiti- dettò
ciò uscirono
Asuka rimase interdetta
ma, a poco a poco, iniziò a formulare un’ipotesi
che aveva dell’incredibile.
Sorrise portandosi una
mano sull’occhio buono mormorando -Stupida allieva modello
non potevi farci rimanere sulla nostra Terra? -
Usciti Relena
lanciò uno sguardo strano ad Heero che capì.
-Trowa ha trovato due
persone che conoscono i due ragazzi che noi abbiamo trovato su quella
spiaggia- Spiegò
Relena sbattè
le palpebre -Come? Dove? -
-Vicino a Parigi era
lì con il circo durante una tournée ed ha
scoperto un uomo che rubava e così ha trovato anche la donna-
Sua moglie chiuse gli
occhi -Anche loro hanno parlato di EVA, Nerv ed angeli? –
Chiese lei
Il marito
annuì -Per ora c’è solo la parola
dell’uomo che ha confermato ciò che hanno detto i
due ragazzini mentre per la donna non si sa ancora nulla, è
ancora in coma farmacologico a causa della ferita-
Relena
sospirò -Va bene, dobbiamo scoprire di più su di
loro, come abbiano fatto ad arrivare qui e, soprattutto, se dicono la
verità-
Heero annuì e
poi abbracciò la moglie -Lena adesso però lascia
che ci pensiamo noi, sei il viceministro agli esteri e non
un’agente dei preventer, lascia che ci pensiamo noi ok? -
Lei annuì
godendosi il caldo abbraccio.
-Sai, mi sembra che la
ragazza dica la verità ma anche che sia un vero e proprio
peperino-
-Dici? - domando lui
-Già- rispose
lei -Mi sembrava quasi che volesse insultarmi quando le ho detto che
non sapevo dell’esistenza degli angeli, della Nerv e degli
EVA-.
Heero annui per poi
baciargli la fronte.
-Lo credo
anch’io-
-Andiamo a sentire
Shinji? – Propose poi il ragazzo -Ma stavolta le domande le
faccio io-
Relena ridacchio allo
sguardo furbo del marito -Ok, sei tu il preventer –
I due quindi si
diressero verso la stanza di Shinji ed all’esterno trovarono
un ragazzo che sorrideva malizioso, con una lunga treccia e vestito con
un paio di Jeans, una camicia bianca e una giacca di pelle nera.
-Ciao, sposini-
Heero lo
guardò male mentre Relena gli sorrise -Ciao Duo-
-Lady Une ti ha mandato
qua Duo? -
Il ragazzo
ridacchiò -Sì, sembra che ci siano un bel
po’ di gatte da pelare –
-Già- disse
con una smorfia l’altro -Trowa ci ha avvertito del suo
ritrovamento-
A quel punto la coppia
sposata sospirò
-Abbiamo appena parlato
con la ragazza- lo informo Relena -ed ha parlato di Robot chiamati Eva,
di una organizzazione di nome NERV e di angeli. –
-Che storia- fece il
ragazzo -comunque Une avrà sguinzagliato Wufei e Quatre per
cercare risposte-
-Senz’altro-
fece serio Heero
-Volete andare a sentire
anche il ragazzo? – chiese ancora l’ultimo arrivato.
-Credo che sia
indispensabile- affermò Relena -più cose sappiamo
meglio è-
-Una volta ristabiliti
cosa pensiamo di fare con quei ragazzi? – chiese preoccupato
Duo
La bionda chiuse gli
occhi con fare pensieroso -Penso che un posto, in una scuola di un
certo paese del Centro Europa potrebbe fare al caso nostro…
Che ne dici Heero? –
Il marito sorrise con
fare furbo -Penso che quella scuola sia un ottimo posto per tenerli
lontani da occhi indiscreti e ben protetti-
-Cara Lena-
ridacchiò Duo -la tua è un’ottima
idea… Mi stavo dimenticando Hilde mi ha chiesto di darvi
questo-
A quel punto il ragazzo
tirò fuori dalla giacca una busta e la consegno ai due.
-Finalmente avete deciso
la data? – Chiese entusiasta lei
-Sì alla fine
abbiamo trovato un punto d’incontro senza doverci avvalere
delle tue doti diplomatiche Lena-.
La ragazza
ridacchiò -Saremo lieti di partecipare vero Heero?
– Lui annuì serio
-Hey Lena,
un’ultima cosa… Aspettati una telefonata da Hilde-
La giovane annui
sorridente -D’accordo Duo-
-Adesso vado a farmi
dare una copia delle cartelle mediche per Lady Une- detto
ciò si allontanò salutando i due.
Heero bussò
alla porta della stanza di Shinji che diede il permesso di entrare.
I due videro che Shinji
era al piccolo tavolo della stanza che faceva colazione.
-Buongiorno- fece lui
timidamente -Cosa posso fare per voi? –
Heero prese si sedette
vicino a lui mentre Relena si mise al suo fianco.
-Puoi rispondere a paio
di domande? – Fece senza troppi fronzoli il più
grande dei due
-Sì- balbetto
Shinji messo in soggezione
-Tranquillo- sorrise
Relena -Non morde, sii sincero-
Shinji osservo i due
stranito poi annui -Ok-
-Ti ricordi qualcosa di
cosa è successo prima di svegliarti qua
all’ospedale? – fu la prima domanda che gli fu
posta.
Shinji prese un respiro
ed inizio a raccontare, dell’attacco delle forze di
autodifesa giapponesi al Central Dogma, di come Misato
l’aveva messo a bordo dell’EVA, di come Asuka
combatte come una leonessa contro gli EVA di serie, di come suo padre
causò il Third Impact, di come si risveglio con Asuka al suo
fianco e di come avesse provato a strozzarla.
Relena rimase schioccata
dal racconto di Shinji e anche Heero, nonostante la sua
impassibilità, era rimasto colpito.
-Va bene- fece il
castano -Ora mi racconti com’erano fatti gli EVA? –
-Non ne so molto-
rispose Shinji -So solo che avevano preso le cellule degli angeli e da
lì hanno creato gli EVA. Le persone che ne sapeva di
più erano la dottoressa Akagi, mio padre e il signor
Fuyustuki. -
-Va bene- fece serio
Heero lanciò uno sguardo a Relena, la vide ancora turbata
dal racconto di Shinji.
-Signora Peacecraft
forse è meglio che esca un momento a prendere aria e avverta
il preventer Maxwell di farle da scorta. –
Lei annuì ed
uscì
Il marito la vide uscire
per poi tornare a guardare Shinji
-Allora, mi racconti un
po’ come hai fatto a diventare pilota di questi EVA?
–
L’altro
abbasso lo sguardo nervoso -È a causa di mio
padre… Lui… Lui aveva bisogno di carne da
macello! - dicendo ciò alzò sguardo furente.
-Racconta? –
lo incalzò l’altro
A quel punto il
più giovane dei due iniziò il racconto delle sue
battaglie, di come avesse sfruttato lui, Asuka e Ayanami.
Di come avesse mutilato
Suzuwara tramite il dummy plug, lì Shinji dovette fermarsi e
spiegare che cosa fosse, di come fosse fuggito e poi di come fosse
tornato, di come poi non fosse riuscito a salvare Asuka e Rei, di chi
fosse in realtà Rei e di come fosse stato costretto ad
uccidere Kaworu.
Proprio parlando di
quest’ultimo Shinji divenne melanconico e abbasso lo sguardo.
Heero lo
guardò male perciò ma non potè non
sentirsi in qualche maniera legato a lui.
-Devi sapere- fece a
quel punto il preventer -Che qui ci sono state varie guerre e attentati-
Il moretto
annuì alzando leggermente lo sguardo -Io sono stato
responsabile di uno di questi attentati. -
Heero prese un respiro e
poi continuo
-Attentato che doveva
colpire solo un deposito di armi ma che ha provocato la morte di una
bambina che avevo appena conosciuto… Solo recentemente sono
riuscito a togliermi parzialmente questo peso ma non se ne
andrà mai-
-Dovrò
conviverci? – Chiese rammaricato Shinji
Heero annuì
triste -Sì, ora rilassati- detto ciò si
alzò -Posso darti una buona notizia però hanno
trovato delle persone che ti conoscono: Misato Katsuraghi e Rioji Kaji-
Il ragazzino era
incredulo -Non è possibile… Come stanno? Il
signor Kaji dovrebbe essere morto! –
-A quanto sembra
è vivo e vegeto- detto ciò gli mostro la foto
dell’uomo e a Shinji si inumidirono gli occhi per la
felicità
-E Misato? –
Chiese ancora
-È stata
operata ed attualmente è in una situazione critica ma i
medici dicono che si rimetterà… Riposati adesso,
vedremo di trovare una situazione tranquilla per te e la tua amica-
Detto ciò
uscì senza sentire la risposta di Shinji, Heero voleva solo
trovare Relena e abbracciarla.
Frattanto Duo aveva
accompagnato Relena all’esterno dell’ospedale, nel
giardino che circondava l’edificio con due cioccolate calde.
Il ragazzo
osservò l’amica che sembrava sconvolta
-Sai Lena-
iniziò lui -La guerra è un brutto affare e quel
ragazzo sembra ancora più… sensibile di Quatre. -
Relena annuì
e sorseggiò la sua bevanda -Quei due ragazzi hanno, se
dicono la verità, subito dei traumi indicibili-
-In qualche maniera sono
simili a noi piloti di Gundam- esalò l’altro
guardando il cielo.
-Voi…
Noi… Ci siamo messi tutto alle spalle in qualche
maniera… Loro devono ancora farlo. –
Duo annui sorridendo
-Con il giusto aiuto potranno farlo- poi guardò verso
l’ospedale e vide Heero che stava vendendo verso di loro.
-Principessa ti lascio-
fece lui -Il tuo principe sta arrivando- Detto ciò fece leva
sulle ginocchia e si allontanò portandosi con sotto braccia
una cartellina.
Dorothy Catalonia era
sempre stata una bella ragazza e, sicuramente, negli utlimi quattro
anni era ancora diventata ancora più bella.
Era cresciuta sia in
altezza che, un poco, nelle forme ma soprattutto era maturata.
I capelli biondi e
lunghi assieme ai suoi occhi blu potevano trarre in inganno
perché
rimanevano però dei tratti “sadici”,
come le sopracciglia molto pronunciate e biforcute, ereditati
probabilmente dalla famiglia del nonno perito durante
l’ultimo periodo di guerra, il Duca Dermail.
Per questa ed altre
ragioni non era propriamente ben vista da Rashid Kurama,
l’uomo a capo dei Magunak e guardia del corpo personale di
Quatre Rareba Winner.
Però sapeva
che la piccola donna era decisamente innamorata del suo
“signorino” ma comunque la teneva
d’occhio nel caso in cui tornasse alle sue vecchie
“abitudini”.
Cioè tramare
nell’ombra.
Quel giorno
però la vide arrivare a casa Winner con uno sguardo teso,
cosa strana pensò perché di solito la ragazza non
faceva trapelare certe sue emozioni nascondendole sotto una maschera
fatta di sorrisi accondiscendenti.
-Salve Rashid-
salutò lei
-Signorina Catalonia-
rispose l’uomo -Cosa la porta qui? -
La ragazza
guardò con serietà il suo interlocutore -Devo
parlare con Quatre e con lei-
Fece risoluta
Rashid la
guardò un attimo, era strano che volesse parlare anche con
lui.
-Vedo cosa posso fare,
il signorino e alle prese con una questione urgente riguardante i
preventer-
Lei annui poi
sembrò, per un attimo, tornare a sorridere un una maniera
maligna -Ho paura che questa cosa potrebbe, presto o tardi, riguardare
anche i preventer-
L’uomo
sospirò, alzò la cornetta e avvertì il
suo capo che la ragazza era lì.
Pochi secondi dopo un
grande massiccia porta in legno si aprì ed un ragazzo biondo
alto quanto la sua ospite uscì dalla stanza.
Il suo aspetto delicato
era ingannevole perché, come dice il proverbio, mai
giudicare un libro dalla copertina.
Quatre, infatti, era un
ragazzo molto intelligente e portato per la diplomazia e la tattica.
Appena vide la ragazza
sembrò sorpreso -Dorothy, perché non mi hai
chiamato invece di farmi questa improvvisata-
Esclamò lui
-Perché devo avvalermi di te e di Rashid, senza che ci siano
orecchie indiscrete all’ascolto- rispose lei sospirando.
Ciò porto i
due uomini a guardarsi in maniera interrogativa
-Ci dica signorina
Catalonia? – fece Rashid
-Mio padre…
Sembra che mio padre sia ancora in vita- rispose la lei
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Capitolo 3 *** Ipotesi e complotti ***
Ringrazio chi mi leggendo
e in particolare LeoB per avermi fatto notare un piccolo errore nello
scorso capitolo.
Grazie
Sally Po
entrò nella stanza di Asuka e la vide far colazione.
-Buongiorno-
Salutò lei per attirare la sua attenzione
-Buongiorno dottoressa-
rispose la rossa in maniera nervosa
-Pronta? –
chiese lei osservandola seria
La ragazza chiuse
l’occhio buono per poi annuire
-Sì, sono
pronta-
L’altra si
avvicinò e iniziò a sbendare l’occhio
che era stato operato.
-Sai che non posso darti
certezze? È possibile che tu debba portare degli occhiali e
comunque e quasi sicuro che avrai la visione appannata
all’inizio-
Asuka -Lo so- rispose
sospirando all’informazione che Sally le diede nel mentre
stava finendo di sbendarla.
-Ok apri lentamente
l’occhio-
Asuka fece
ciò che le era stato ordinato e rimase abbagliata dalla luce.
-Ci vedi? –
Chiese, dunque, la dottoressa preoccupata
La ragazza annui
-Sì, vedo un po’ appannato ma… ci vedo-
gridò lei entusiasta -Ci vedo di nuovo! Grazie dottoressa!
–
Sally sorrise contenta.
-Non ringraziare me ma
il chirurgo oftalmico che ti ha operato ma posso farti una domanda?
–
-Mi dica dottoressa-
-Dove hai imparato
l’inglese? Lo parli molto bene per essere una giapponese-
Asuka la
osservò per un attimo pensierosa -Vede io sono trilingue:
sono di madre lingua tedesca ma so anche inglese e
giapponese… Anche se con quest’ultima lingua ho
grossi problemi con i kanji-
-Ok- fece la donna -Vuoi
far due passi? Però per adesso dovrai andare sulla
carrozzina per sicurezza–
La rossa la
guardò estasiata -Sì grazie… Potrei
vedere come sta St…Shinji per piacere? -
-Penso che gli
farà piacere rivederti-
-Lo penso
anch’io- sogghigno la giovane
A quel punto si fece
aiutare a mettersi seduta sulla carrozzella e si fece accompagnare
nella stanza di Shinji.
-Posso farle una domanda
dottoressa? – Asuka voleva togliersi quel tarlo che aveva in
testa il prima possibile.
-La ragazza che mi ha
interrogato ieri, Relena, è…-
Sally intuì
che Asuka aveva dei problemi a rapportarsi con persone come la sua
amica.
-Vedi Relena
è una persona molto dotata di empatia e doti diplomatiche,
è molto intelligente e cerca di mettere a proprio agio le
persone.
Devi sapere che, proprio
per questo, abbiamo chiesto a lei di interrogarti ma mi ha detto che ha
avuto una strana impressione su di te, come se ti fossi trattenuta-
La rossa storse la bocca
-In qualche maniera mi ha ricordato una persona che non sopporto ma a
ripensarci mi ricorda molto di più l’unica vera
amica che ho mai avuto-
-Sarà un
po’ difficile visti i suoi impegni ma perché non
provi a fare amicizia con lei? Potrebbe giovarti sai-
Ma Asuka non sembrava
convinta della proposta della donna
-Siamo arrivarti
comunque- la informo poi, quindi bussò -Hai visite Shinji-
Il ragazzo da dentro
diede il permesso di entrare.
-Buong…-
Shinji non fece in tempo a finire il saluto che Asuka balzò
giù dalla sedia a rotelle e gli tirò un diretto
alla mascella.
Sally non aveva pensato
che quella fosse la reazione della rossa al vedere il suo amico ma
subito la blocco per evitare altri problemi.
-Brutto stronzo!
– Cominciò ad inveire lei -Hai provato a
strozzarmi! Che cazzo ti passava la testa baka-Shinji! –
Shinji, che si massaggio
la parte offesa, però fece una cosa che lei non si sarebbe
mai aspettata, rispose
-Perché sei
una cretina siderale! Volevo vendicarmi di tutte le tue maledette
angherie! Dei tuoi soprusi! Delle tue smargiassate! Della tua
supponenza! Del tuo comportarti da prima donna! Del fatto che tu non
volessi mai chiedere aiuto! Cresci Asuka! Fatti Aiutare! Chiedi scusa
quando sbagli! Io esagero da un lato ma tu esageri
dall’altra! –
La ragazza
abbassò il capo nel mentre Sally la stava ancora tenendola
con le braccia infialate sotto le ascelle e con le mani incrociate
dietro la testa.
-Cos’è
Rei ti ha fatto crescere gli attributi? – Chiese
sull’orlo delle lacrime -Sai sicuramente non ha aiutato la
mia crescita il fatto di essere stata addestrata fin da piccola al
pilotare un EVA, di sicuro non ha aiutato vedere il corpo di mia madre
morta suicida, sicuramente non ha aiutato il sentirsi dire che ero il
meglio del meglio e tante altre cose… Ma sicuramente voglio
cambiare St…- A quel punto della sua lunga confessione Asuka
si morse la lingua -Shinji, io voglio cambiare-
Shinji prese un respiro
-Siamo in due allora ma prima capiamo come abbiamo fatto ad arrivare
qua-
Proprio in quel momento
dalla porta fece capolino un ragazzo cinese che aveva in mano un
fascicolo ed osservava la scena con un sorriso beffardo.
-Vedo che hai tirato
fuori gli artigli Sally-
-Quando ci vuole Wufei
so tirarli fuori- A quel punto la donna lasciò andare Asuka
-Ragazzi vi presento Chang Wufei, mio marito e agente della agenzia
Preventer.
Wufei ti presento Asuka
Soryu Langley e Shinji Ikari-
Il ragazzo fece un
inchino con un braccio messo di traverso sull’addome.
-Piacere di fare la
vostra conoscenza-
-Piacere nostro-
risposero i due incerti
-Come sta Mei Lan? Quel
fascicolo? -
Il ragazzo
sbuffò guardandola male -Vuole la mamma e spero che questo
fascicolo possa riportarla presto da lei-
La donna più
grande sospirò -Il solito Wufei- prese il fascicolo, lo
aprì e lo lesse velocemente
-Beh direi che Relena si
è mossa in fretta-
-Già la
nostra principessa sa come muoversi-
Asuka e Shinji si
guardarono un attimo dubbiosi.
Sally si
voltò sorridendo verso i due -Bene ragazzi quando vi
dimetteremo non finirete di sicuro in mezzo ad una strada ma sarete
ospitati da Relena e dall’accademia da lei fondata-
I due adolescenti non
sembravano averci capito molto ma una domanda gli sorse spontanea
-Misato e Kaji? –
-Ci voleva una copertura
anche per loro e quindi diverranno i vostri genitori adottivi che hanno
avuto un incarico presso il governo ma per ora queste sono solo le
basi, il resto vi verrà detto in seguito-
Rispose Wufei -Ora
cercate di non picchiarvi o altro siamo comunque in un ospedale-
Detto ciò
usci non prima di rivolgersi alla moglie -Ti aspettiamo-
Misato riaprì
gli occhi con fatica poi vide un volto conosciuto e mormorò
-Sono in paradiso o all’Inferno? –
-Non sei né
da una parte né dell’altra- rispose bonariamente
l’uomo -Ma sei viva-
-Allora
perché assomigli dannatamente a Rioji? – chiese lei
-Perché sono
proprio il tuo ex fidanzato- rise lui
Misato strinse gli occhi
-Non n’è possibile dovresti essere morto e
anch’io dovrei esserlo-
-Lo so piccola ma
indagheremo su questo punto, ora cerca di riprenderti visto che avrai
altre sorprese ok? -
La donna ancora mezza
intontita annui e si riaddormentò
-Vedo che sta reagendo
bene alle cure- fece Trowa entrando nella stanza
Kaji sospirò
-Sì, i medici dicono che domani si dovrebbe riprendere
completamente sarà dura per lei sapere che questo mondo non
è il nostro mondo-
-Già- ammise
l’altro -Sarà un bello shock per lei, sono venuto
però a darti delle notizie-
-Che notizie? - chiese
l’uomo
-Una mia amica
è… Un pezzo grosso del governo di questo mondo e
ha elaborato una strategia per mantenere la vostra identità
celate.
Verrete trasferiti,
appena le condizioni di salute tutti voi ve lo permetteranno, a
Bruxelles lì Asuka e Shinji inizieranno a frequentare una
scuola fondata da questa mia amica mentre voi due verrette assunti
presso un’agenzia governativa e manterrete la loro tutela ma
in maniera più particolare. –
-Cioè?
– Chiese il più grande
-Sarete definiti
genitori adottivi di Asuka e Shinji-
Rioji ridacchio
portandosi una mano alla testa -Non avrei mai immaginato di ritrovarmi
sposato con dei figli anche se questo pensiero… Alcune
volte- dicendo ciò spostò lo sguardo verso Misato
addormentata -mi ha sfiorato-
Rashid entrò
nello studio di Quatre con un fascicolo ma aveva l’aria
frustrata, non aveva trovato nulla sull’uomo che diceva di
essere il padre di Dorothy Catalonia.
-Trovato qualcosa?
– Chiese il giovane al suo collaboratore.
L’uomo scosse
la testa -Nulla- rispose lui -o meglio ben poco-
Detto ciò gli
passò il fascicolo che il ragazzo aprì ed
iniziò a leggere i pochi fogli che c’erano.
-Se fosse proprio il
padre di Dorothy dovremmo provare a vedere con il DNA-
sospirò il biondo
-Bisogna agire con
discrezione ma prima bisogna capire dov’è il
nostro uomo e, per ora, ha comunicato solo tramite telefonate o lettere-
-È molto
intelligente sa che una mail lascia tracce- annui Quatre
-Ho fatto mettere sotto
controllo il numero della signorina, con il suo permesso è
ovvio, così da poter vedere da dove arrivano le chiamate ma,
se tanto mi dà tanto, il nostro uomo utilizzerà
qualche metodologia per coprire anche in quel caso le sue tracce-
-Hai fatto bene Rashid,
staremo a vedere cosa succederà-
Il più
anziano a quel punto si sedette -Ho sentito che la principessa e suo
marito hanno avuto dei problemi durante la loro vacanza- chiese a quel
punto
-Già- rispose
l’ex pilota -Non so però mi viene da
pensare…-
-Che cosa signorino?
– Chiese l’altro
-Che tutto
ciò sia in qualche maniera collegato-
Un uomo, dai capelli
biondi corti screziati di grigio e dalle sopracciglia particolari
osservò, la città di Parigi dalla vetrata del suo
ufficio.
-I Gundam saranno andati
distrutti e i mobil suite stanno venendo disarmati ma… La
scienza è una cosa strana.
Ho passato anni a
scandagliare i più reconditi angoli dell’universo
con radiotelescopi di ultima generazione posti su alcuni piccoli
asteroidi della fascia… Per poi scoprire che stavano per
arrivare… Forse non potrò costruire quei robot
ma… Potrò sempre utilizzare quei piloti per dare
un ordine diverso al mondo-
-Signore- fece a quel
punto una seconda persona calva e con dei pesanti occhiali da sole
l’osservava
-Sa bene che quelle
persone saranno molto controllate e che, probabilmente, verranno poste
in sotto protezione-
-Lo so Erik- fece il
biondo girandosi -Per questo ho cercato e rintracciato mia figlia-
-Signore non pensa che
sarà restia a riallacciare i rapporti con lei e che, forse,
avrà già avvertito chi ci vorrà
contrastare-
L’uomo sorrise
-È quello che voglio è il gusto della sfida-
L’altro
sospiro -Se lo dice lei-
-Per adesso rimarremo
silenziosi ma appena avremo mosso tutti i fili… Faremo la
nostra mossa. –
-D’accordo
signore- rispose l’altro
-Intanto so che gli
sposteranno a breve, sembra che i nostri amici si siano mossi per
creargli un passato. –
-Come era logico,
signore, sono comunque delle persone che sono saltate fuori di punto in
bianco così-
-Già ma
comunque sono posti in ospedale, quindi, con gente che parla: medici,
infermieri o personale delle pulizie. –
Misato si
svegliò di nuovo, la testa le girava in maniera vorticosa ma
lentamente si riprese.
Iniziò a
capire che si trovava in una stanza di un nosocomio.
Tastò il
comodino e trovo il tasto per chiamare un’infermiera che
arrivò subito dopo.
-Buon pomeriggio
signorina- fece una ragazza minuta dai capelli neri in un inglese con
un forte accento francese.
-Salve- fece lei a bassa
voce -Dove mi trovo? –
La donna
sospirò -Si trova a Parigi signora-
MIsato, se non fosse
stata ancora intorpidita avrebbe sbiancato ma aprì solo la
bocca ed emise un -Ah! –
La ragazza a quel punto
le prese la temperatura, le controllo altri parametri vitali e le
aggiusto dei valori nelle flebo che le stavano somministrando.
-Fra poco le daremo una
colazione leggera, solo e tè e biscotti. –
La donna
annuì -Posso sapere se…-
-Parla
dell’uomo che è stato trovato con lei? Sta bene e
con un uomo della sicurezza attendendo che si fosse risvegliata.
Se vuole vado a
chiamarlo-
-La ringrazio-
Detto ciò
l’infermiera uscì lasciando Misato con alcuni
pensieri: Come aveva fatto ad arrivare a Parigi? era veramente Rioji
quello che aveva visto prima? Shinji e Asuka stavano bene? Gli altri?
Avevano respinto l’attacco delle forze di autodifesa
giapponesi?
Avrebbe chiesto in
seguito adesso voleva solo rimettersi in sesto.
Intanto Trowa e Rioji
stavano conversando nella stanza di quest’ultimo.
-Quindi Asuka e Shinji
verranno trasferiti qua? – chiese l’uomo
-Sì, i medici
hanno detto chi i tuoi “figli” possono fare il
viaggio da Napoli a qua in relativa sicurezza. -
Rioji sospirò
-Mi fa strano sentirmi dire che da qui in poi saranno miei figli
–
-Spero che un giorno
possa provare anche io questa sensazione- confesso l’ex
pilota di Gundam.
-Ti auguro che per te
che avvenga in maniera tradizionale- ridacchio a quel punto la spia.
-Ed io altrettanto-
-Sempre che Misato mi
faccia tornare nelle sue grazie-
Mormorò
triste l’uomo
Trowa capì
ciò che voleva dire perché Rioji gli aveva
raccontato la sua storia con la donna.
-Rioji non fare il
pessimista adesso avete la possibilità di rifarvi una vita o
almeno è ciò che pensiamo-
L’altro prese
un respiro per poi annuire
-Lo spero proprio anche
se mi sembra solo un sogno-
In quel momento un
dottore si avvicinò ai due e gli comunicò che
Misato si era risvegliata.
-Vediamo di toglierci il
dente- fece a quel punto l’ex dipendete della NERV.
-Già, prima
si fa questa cosa e prima si potrà predisporre il resto
della vostra permanenza qua. –
Ci vollero pochi minuti
per giungere alla stanza della donna.
Ella stava distesa nel
letto, intenta a guardare la vista che aveva sul parco
dell’ospedale.
Senti bussare e diede il
permesso di entrare.
-Katsuraghi- fece Rioji
contrito
-Kaji- La donna rimase
schioccata nel vedere l’uomo -Sei vivo non stavo sognando
allora… I ragazzi? Rit-Chan? Aoba? Makoto? Maya? La base?
–
Le domande colpirono con
una mitragliatrice Rioji che dovette correre da lei metterle una mano
davanti alla bocca -Calma Misato- disse lui risoluto ma dolce.
-Shinji e Asuka stanno
bene- la informò
L’ex fidanzata
sospirò -e gli altri? -
Lui a quel punto
abbassò il capo -A quanto ne so siamo gli unici
sopravvissuti-
Misato
spalancò la bocca -Dove sono? Dove siamo noi? –
-Loro sono a Napoli e
noi siamo a Parigi, non chiedermi come e perché siamo
arrivati qua e come io possa essere sopravvissuto a quei killer
perché non lo so- rispose
-Anche io sarei dovuta
morire- replico la donna
-Lo so ma adesso
dovresti rispondere ad alcune domande di quel ragazzo- la informo Rioji
indicando Trowa.
-Salve signorina
Katsuraghi, mi chiamo Trowa Barton e sono un agente
dell’agenzia chiamata Preventer-
-Preventer? –
Chiese lei dubbiosa
-Sì, sappiamo
che lei faceva parte di un’organizzazione chiamata NERV e
della lotta che essa stava portando avanti contro degli esseri chiamati
angeli. –
-Sì, fin qui
tutto corretto-
Trowa annui alla
puntualizzazione di Misato per poi riprendere a parlare
-Ma vorremo sapere altre
cose e inoltre vorrei avvertirla che, appena le sue condizioni lo
permetteranno, verrette trasferiti a Bruxelles-
-Asuka e Shinji?
–
-I due ragazzi verranno
prima trasferiti qua e poi, con voi, andranno a Bruxelles-
Misato a quel punto
sembrò rincuorata.
-Va bene cosa vuole
sapere? – Chiese a quel punto lei.
Il fu pilota di Gundam
prese una sedia e inizio a farle una serie di domande a cui Misato
rispose.
-Allora domani ci
trasferiranno a Parigi dal signor Kaji e da Misato-
Disse Asuka mentre lei e
Shinji mangiavano pranzo
-Già- rispose
-Quel tipo Duo ha detto che più tardi ci avrebbe portato dei
cambi e che se avessimo voluto anche qualcosa per passare il tempo-
-StupiShinji, Rei ti ha
detto qualcosa? –
-In che senso?
– chiese il ragazzo
La rossa lo
guardò male
-Come in che senso? Non
ti sembra strano che solo io, te, Misato e Kaji ci siamo salvati? Le ti
avrà chiesto qualcosa? no? –
Shinji a quel punto
ripenso alla conversazione che aveva avuto con Rei e Kaworu ma lui,
alla fine, aveva rifiutato il perfezionamento.
-No,
però…- il ragazzo a quel punto scosse la testa
-No, è una cosa assurda non può…-
A quel punto vide che
Asuka stava sorridendo beffarda -Mio caro stupishinji è
l’unica possibile soluzione. È stata Rei a farci
arrivare qua, con Misato e Rioji e a farti imparare un inglese
perfetto. -
-Perché?
– replico il ragazzo
-Perché
voleva farci vivere stupido… Voleva mandarci in un mondo
simile al nostro ma che avesse superato i nostri stessi problemi
così da ricominciare. –
-Con il signor Kaji e la
Signorina Misato a farci da genitori? – chiese ancora
incredulo l’altro.
-Così sembra-
rispose la rossa.
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