In love with a legend di Xay (/viewuser.php?uid=77161)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione-Voglio sapere... ***
Capitolo 2: *** || 1.Benvenuta un corno!! ***
Capitolo 3: *** || 2. Perchè vuoi quel che è mio? ***
Capitolo 4: *** || 3.I miei poveri e superstiti neuroni ***
Capitolo 5: *** \\ 4. Il lupo e la luna ***
Capitolo 6: *** \\ 5. Cosa si nasconde dietro la tua antipatia?? ***
Capitolo 7: *** \\ 6. La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie ***
Capitolo 8: *** || 7.Illusa e Distrutta… Viva l’ottimismo! ***
Capitolo 9: *** || 8. Scusami, prendimi, lasciami. ***
Capitolo 10: *** || 9. Caro Babbo Natale, mi fai schifo... ***
Capitolo 11: *** \\ 10. Odi la tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti. ***
Capitolo 12: *** \\ 11. Gli aforismi di un licantropo ***
Capitolo 13: *** \\ 12.Te lo dico ora, visto che magari non tornerò (1°parte) ***
Capitolo 14: *** \\ 12.Volterra...ed io che pensavo di avere dei problemi?! (2°parte) ***
Capitolo 15: *** || 13.“Black ohana” di nuovo al completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte ***
Capitolo 16: *** || 14. Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei ***
Capitolo 17: *** || 15. Non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano ***
Capitolo 18: *** \\ 16. Piccoli, grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati. ***
Capitolo 19: *** \\ 17. Amelia e Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti ***
Capitolo 20: *** \\ 18. Odio essere quello che sono… amo odiare quel che ho ***
Capitolo 21: *** || 19.Confini immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro… ***
Capitolo 22: *** || 20. … rose bianche da bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi ***
Capitolo 23: *** || 21. Perché dovrei fidarmi di due occhi cremisi? ***
Capitolo 24: *** \\ 22. A.A.A. cercasi disperatamente un briciolo di normalità ***
Capitolo 25: *** \\ 23. Ho bisogno di un analista... e Quil di un dietologo! ***
Capitolo 26: *** \\ 24. Consigli da esperti? No, grazie, sbaglio da me! ***
Capitolo 27: *** || 25. La versione vampirizzata di Jack lo Squartatore ***
Capitolo 28: *** || 26. Stupido ottuso relativamente utopistico, non voglio avere ragione ***
Capitolo 29: *** || 27. Campo di grano, freddi baci, senso di vuoto e faccia da bullo ***
Capitolo 30: *** \\ 28. In balia della bestia che vive insieme a me ***
Capitolo 31: *** \\ 29. Cuore di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non ***
Capitolo 32: *** \\ 30. Hope di nome e di fatto! ***
Capitolo 33: *** || 31. La discendenza di Annìka ***
Capitolo 34: *** || 32.Cavalcata su un pony peloso, vuoi provare? ***
Capitolo 35: *** || 33. Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione ***
Capitolo 36: *** \\ 34. Non-litigi necessari e patatine alla paprika ***
Capitolo 37: *** ~ 35. La battaglia ***
Capitolo 38: *** || 36. Matrimonio svelato, incubi di sangue e neve ***
Capitolo 39: *** || 37.L’improvvisa sfioritura di un fiore… o di una speranza? ***
Capitolo 40: *** || 38.Il grande giorno, domande sulla felicità ***
Capitolo 41: *** \\ 39. Tutta l'orribile verità ***
Capitolo 42: *** Gli effetti della quarantena - avviso ***
Capitolo 43: *** 40. Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente? ***
Capitolo 44: *** 41. Come la decima per Beethoven ***
Capitolo 45: *** 42. Che matassa del c***o le nostre vite ***
Capitolo 1 *** Prefazione-Voglio sapere... ***
Prefazione
Voglio
sapere…
<<
Jacob, no! no! Jacob! Non ti azzardare a saltare da quel…
JAKE!!!! >>
Incrocio le braccia con un’espressione offesa, degna da toro
pronto per la carica, gli avrò detto almeno cento volte che
è pericoloso, zio Billy si sarebbe arrabbiato di brutto sta
volta.
Sento un passo svelto dietro le spalle e mi volto, guardo Quil venirmi
accanto e gli indico lo scoglio. << Vuoi anche tu provare
a spezzarti l’osso del collo e immolarti per una
stupidaggine? >> ringhio irritata.
<< Meg respira, non pensi di stare esagerando?
È solo uno scoglio… >> lo guardo
sgranando gli occhi, e non perché abbia detto che
è “solo uno scoglio” riferendosi allo
strapiombo più ripido della spiaggia di La Push, ma
perché si lancia anche lui, chissà come mai tutti
oggi tentano il suicidio!
Mi siedo su un tronco cavo, pronta a picchiare Jacob appena quella sua
faccia da scemo sarebbe spuntata dalla foresta e vedo Seth, si accomoda
al mio fianco e sorride, ricambio il sorriso e guardo di nuovo lo
strapiombo, << Non fai il buon agnellino e segui i
padroni? >> gli chiedo maligna, lui non se la prende, ma
mi riserva un’occhiata di provocazione, permaloso come al
solito, poi mi prende in braccio, e nonostante scalcio e urlo, dandogli
anche qualche pugno in faccia, lui non ne è scalfito
minimamente, quanto odio essere così… Meg!
Tutti mi spostano e mi fanno quel che vogliono approfittando della mia
mancata trasformazione. Bastardi.
<< No! Seth! Ti prego… no! Seth!
>> lo guardo implorante, mentre con passo distinto si
avvicina allo scoglio.
<< Sei io vado giù, tu vieni giù
con me. >> dice ammiccante, << non ti
alletta l’idea? >>
<< No! Seth non so nuotate?! Ti… ti prego!
>> lui mi guarda allusivo, sporgendomi verso
l’acqua.
<< Nuoti benissimo, non fare la tonta! >>
Lo supplico ancora, ma so che ormai il mio destino e tra
l’acqua gelida e pulita di La Push.
<< Seth!! Lasciala cadere!! >> la voce di
Jacob arriva distante, troppo distante per darmi sollievo.
<< Ciao Maggie! >> mi saluta con una
linguaccia, non sento il sostegno delle sue braccia calde e
l’aria che mi stropiccia i capelli mi lascia intuire che sto
precipitando verso l’acqua, chiudo gli occhi e come gesto
estremo mi tappo il naso aspettando di arrivare a contatto con il
bagnato, e infatti eccolo, annaspo tra l’acqua salata e
appena risalgo in superficie, dopo aver espirato guardo Jacob.
<< Ti odio, ti odio quasi quanto…
>> non finisco la frase perché Seth precipita
urlando al mio fianco, schizzandomi. << Seeeeeth!!
>> lo sgrido, sull’orlo
di una crisi di nervi, lui mi fa un’altra linguaccia e io,
sbuffando sempre come un toro, mi concentro su Jacob, che osserva
l’allegra scenetta con un ghigno in faccia. <<
Tu… tu mi vuoi morta!!! >> sorride,
mostrandomi la sua dentatura bianchissima e mi stringe in uno dei suoi
abbracci stritolatori e incandescenti.
<< Meg, che ne dici di farci una bella nuotata e
dimenticare tutto? >>mi sussurra all’orecchio,
vengo colta da un brivido e lo spintono facendolo bere, scatenando
l’ilarità del gruppetto, poi qualcosa mi prende
per la caviglia e mi trascina di sotto, quando riemergo guardo Jacob
tossendo. << La tua ora è giunta Black!
>> lo minaccio, sorridendo.
<< Mmh, fammi vedere di cosa sei capace Allen…
>> mi avvento su di
lui, ridendo ancora, lo fermo tenendolo per il collo e sbuffo
irriverente quando un ringhio, tutt’altro che umano, gli sale
dal petto. Sono nata e cresciuta trai licantropi, so come gestirli.
<< Megan, Jacob! State zitti! >> tuona la
voce imperiosa di Sam, lanciando uno sguardo sospettoso verso il fitto
verde della foresta, in un attimo cinque
paia di occhi guardano interessati lo stesso punto e io finisco, di
routine, dietro le spalle di uno di loro.
<<… è andato via?
Cos’era? >> chiedo, notando i muscoli delle
loro facce tese allentarsi.
Nessuno mi risponde, come sempre, e
con la velocità in cui tutto è diventato teso
ogni cosa torna rumorosa e serena, osservo Jacob, confusa,
e sospiro, è inutile, non capirò mai cosa
c’è sotto, non riesco a cavare una parola di bocca
a quei cinque cuccioletti neanche con i muffin al cioccolato di nonna
Anne.
Dopo aver passato tanto di quel tempo in acqua da assomigliare a prugne
secche, io e Jake salutiamo gli altri e c’incamminiamo verso
casa, credo sia ora, ora di chiedergli cos’era nel bosco,
perché hanno avuto quella reazione, non possono tenermi
all’oscuro di ogni cosa, sono una Quileute anch’io,
per la miseria!
<< Jacob c… >> mi riserva
un’occhiata severa, che mi fa ammutolire, sa già
le mie intenzioni.
<< Meg, non cominciamo di nuovo, sai che papà
preferisce tenerti fuori da questi argomenti. >>
borbotta, mandando indietro i suoi capelli con un colpo deciso e
legandoli in una coda.
Scuoto la testa, contrariata, e mi stringo nelle spalle sparendo
maggiormente dentro la mia camicetta umida.
<< Ho visto tutti i miei amici diventare dei lupi della
stazza di cavalli, ti visto diventare grande e grosso nel giro di pochi
mesi, cosa ci sarà da nascondermi di tanto grave? Avete una
morale strana, solo perché non sono un lupo come Leah non
vuol dire che … >> mi ferma, parandosi davanti
la strada e tappandomi la bocca con
la mano, grande e calda, sta volta e lui a scuotere la testa.
<< Non voglio più sentirti dire che non fai
parte di questa famiglia, Megan, sei insieme a noi da quando avevamo
appena undici anni, come puoi considerarti un’estranea? Tua
madre non vorrebbe sentirti dire certe cose, lo sai. >>
mi mordo il labbro, perché tirano sempre in ballo mia madre,
è morta, non può fare niente per me ormai, non
qua, non ora.
<< Anche tua madre non sarebbe d’accordo, zia
Sue sa tutto, Emily forse ancora di più, cos’ho di
diverso da loro, io? >>
Guarda altrove con un ringhio sommesso e riprende a camminare
trascinandomi per il polso. << Anni ed esperienza.
>> dice fermo.
Mi divincolo dalla sua presa di fuoco e
calpesto i piedi per terra con fare nervoso.<< Continui a
trattarmi come una bambina! Jacob abbiamo la stessa età!
>> sono stanca di essere allontanata in momenti
impensabili da casa perché loro devono discutere e sono stra
stufa di vedere quella spocchiosa di Leah andare alla ribalta mentre io
sono costretta a rimanere a casa perché potrebbe essere
rischioso. Dio solo sa quanto darei per essere un lupo e non essere
più trattata come quella fragile, quella da salvare, la
bimba piccola che alle otto della sera deve andare a letto mentre i
suoi fratelli più grandi possono stare a guardare la TV fino
a tardi, non mi piace!
<< Non sto facendo il paparino, sto solo cercando di
tenerti fuori pericolo. >>
<< Meg è pericoloso, Meg non uscire di casa
durante la ronda di Paul potrebbe essere pericoloso, Meg è
meglio che tu non sappia, potrebbe essere pericoloso…Meg
è stufa… stufa… >> ormai
vaneggio, camminando con la testa bassa in direzione della casa. Cala
il silenzio, e il rumore della ghiaia sotto le nostre infradito bagnate
accompagna il suo respirare faticosamente, quando si arrabbia ed
è con me cerca sempre di calmarsi, non vuole trasformarsi e
lasciarmi da sola, è sempre stato il più
protettivo nei miei confronti, dopotutto avevamo sono undici anni
quando mio padre e mia madre sono morti, lasciandomi a zio Billy e
Harry, zia Sue e nonno Quil, che non sono altro che amici
d’infanzia, ma nonostante ciò mi hanno allevata
come una figlia biologica.
<< Un giorno forse, se sarai dentro questa storia fino al
collo, rimpiangerai questo periodo, come tutti noi. >>
afferma, con severità, una volta arrivati davanti la piccola
casetta di legno consumato dal tempo, e si dirige a passo lungo in
direzione della porta, lasciandomi indietro, a rimuginare e a mangiarmi
il fegato.
Quando rientro in casa sento le grida strozzate di Jacob arrivare dalla
cucina.
<< Papà prima o poi li incontrerà,
non possiamo tenerla in una gabbia d’oro, e allora, anche
solo guardandoli, capirà! Conosce abbastanza bene le
leggende da comprendere da sola! >>
Mi fermo all’entrata della cucina e Billy mi osserva, con uno
sguardo amorevole in viso, con l’espressione paterna che mi
è mancata.
<< Megan, siediti, credo proprio che dovremmo spiegarti
delle cose. >> mi volto verso Jake, tiene gli occhi
chiusi, poggiato con le mani a palmo aperto sul tavolo, cerco il
consenso nei suoi occhi, lui mi guarda e annuisce appena.
<< Okay >> sussurro con un filo di voce
prendendo posto a tavola. << sono pronta >>
.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Hallo carine/i!!! visto che ho
finito la prefazione ho deciso di postarla, so che non è nel
mio stile scrivere qualcosa incentrata sui Quileute (che voi sappiate)
, ma Jacob e
tutti gli altri, specialmente Quil e Seth, sono sempre stati i miei
preferiti, di certo meno complessati e più spensierati dei
vampiri, e ultimamente, rileggendo il mio libro preferito
della saga, New Moon, ho pensato “perché
no...?” e così è stato!!! Spero vi
piaccia, posterò il primo capitolo al più presto!!
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Capitolo 2 *** || 1.Benvenuta un corno!! ***
ೋ❤ೌ Capitolo 1 ೬ ೂ❤ೄ
Benvenuta un corno!!
<<
Meg? Megan? sveglia dobbiamo andare da Charlie, Bella è
arrivata! >> apro gli occhi e guardo Jacob con
un’espressione assonnata, sbadigliando.
Charlie non fa altro che parlare di quella santarellina tutta casa e
chiesa di Bella da quando ha scoperto che Renée e Jim, Phil
o come cacchio si chiama, hanno deciso di fare i nomadi da un punto
all’altro del paese, non ricordo il motivo preciso, non ero
attenta alla conversazione, stavo litigando con Seth per il possesso
del telecomando.
<< Oh, ma davvero? Yuppie! >> biascico, con
la bocca ancora impastata nel sonno.
Non ho mai sopportato Bella, quando veniva durante l’estate o
per qualche vacanza di Natale era sempre stata noiosa e imbranata, una
tale palla al piede che solo Jacob poteva trovare la pazienza di
farsela amica, mentre io Quil, Leah e Seth giocavamo per i fatti
nostri, Bella per noi era sinonimo
di noia. Mi giro dall’altra parte del letto, dandogli le
spalle, e chiudo gli occhi sospirando rumorosamente. <<
Non salutarmela. >> borbotto, sento il materasso cedere
leggermente sotto il suo perso e mi lagno a bocca serrata, infastidita
dalla sua temperatura.
<< Dai, magari è cambiata, insomma non la
vediamo da quasi nove anni! >> mi volto dalla sua parte e
esco la lingua schifata dalla sua euforia, poi apro
gli occhi e sussulto, trovandolo più vicino di
quanto pensassi, il suo profumo di menta mi pizzica il naso, mi
allontano un tantino per riprendere lucidità e sbadiglio.
<< Andrà nella scuola dei succhiasangue?
>> gli chiedo, sperando vivamente in un si. Il viso di
Jacob si fa irritato, annuisce e si mette a sedere. <<
Non sono riuscito a convincere Charlie, dice che la scuola di La Push
è troppo distante da casa sua. >>
Sospiro sollevata della notizia che avrebbe reso più bella
questa giornata e mi metto a sedere stiracchiandomi, poi soffio sulle
ciocche di capelli che ho davanti il viso, lui con un sorriso li scosta
e mi accarezza la guancia, quasi mi soffoco col l’aria che
respiro, succede sempre così se mi sorride. <<
Sei molto addolorata, eh? >>
Ricambio il sorriso falsamente, ignorando il cuore che prende a
galoppare, come ogni volta che mi guarda. << Se tu e lo
zio pensate che io venga con voi potete dimenticarvelo, vado da zia Sue
o da Sam e Emily, troverò qualcosa da fare, ma …
>> fermo la mia arringa perché Jacob mi fa gli
occhi dolci, stringendo le miei mani tra le sue, lo guardo frastornata.
<< Ti prego! Andremo via subito, te lo prometto.
>> scuoto la testa, chiudendo gli occhi per non rischiare
di essere sedotta dai quelli suoi, grandi, belli, scuri, teneri e
languidi. << Meeeeeeg! >> mugola.
<< No! >> esclamo interdetta, strizzando
più forte gli occhi.
<< Ti prego… >> mi soffia
all’orecchio, fremo, la sua voce è troppo vicina,
e il suo alito caldo mi solletica la guancia, un brivido, come ormai da
quasi sette anni, mi fa rizzare la schiena, e smaniosa di averlo
vicino, ma al contempo desiderandolo lontano, lo spingo giù
dal letto con tutta la forza che ho, fortunatamente era al bordo,
sennò non si sarebbe smosso nemmeno di un centimetro.
<< Ahi!! >> urla, guardandomi stranito.
<< Va bene, resta a casa da sola come un cane!!
>>
Lo guardo strabuzzando gli occhi << io sarò
anche sola come un cane, ma Bella sarà da sola CON un cane,
che poi saresti tu, bello mio!! >>
Mi scruta, facendo spuntare un ghigno malvagio sulle sue labbra e uno
strano scintillino illumina i suoi occhi scuri. <<
Maggie? >>
<< Eh? >> mormoro, guardandolo curiosa e
anche un po’ spaventata.
<< Ti conviene iniziare ad urlare…
>>
Sollevo il sopracciglio incrociando le braccia sul petto.
<< E perché dovrei?? >> si
solleva e mi afferra per i fianchi trascinandomi di sotto stretta in
una presa ferrea. << Perché andiamo da Bella!
>>
Mai più provocare Jacob: dovrei ficcarmelo bene in testa,
è solo colpa della mia bocca larga se ora sono in macchina,
pronta a rivedere, con l’entusiasmo di un soprammobile, La
SUA cara amica, Isacosina… Oltretutto, per darvi un assaggio
della stupidità che trasuda questa ragazza basta sentirne il
nome! Io mi chiamo Megan, tutti lo abbreviano in Meg; Il cretino, qui
accanto a me, si chiama Jacob, tanti lo chiamano Jake o addirittura J;
lei si chiama Isabella, a record di logica il soprannome dovrebbe
essere Isa, e no! lei si deve distinguere da noi comuni umani (umani,
che lei sappia) , quindi si fa chiamare Bella!
<< Hai l’intenzione di tenermi il muso in
eterno? >>mi chiede Jacob, facendomi cascare al centro di
una conversazione da cui mi ero esclusa, persa nelle mie intelligenti
considerazioni.
Lo ignoro, sporgendomi verso i posti posteriori, dove zio Billy ci
guarda ridendo, sbuffo infastidita. << Zio, senti anche
tu questo ronzio insopportabile? Sarà una mosca.
>> dico teatralmente, facendolo ridere ancora di
più e facendo brontolare Jacob.
<< Non avresti dovuto costringerla…
>> gli fa notare
benevolo lo zio Billy.
<< Vorrei proprio sapere perché gli lasci
sempre fare ciò che vuole! >> continua a
borbottare, mi volto decisa verso di lui e sorrido antipatica
facendogli una linguaccia.
<< Perché io sono la più piccola!
>> esclamo.
<< Soltanto per due mesi! >> ringhia
quell’altro, guardandomi di sbieco.
<< Ragazzi!! >> ci rimprovera Billy, non
riuscendo a trattenere una risata.
La casa di Charlie si intravede dal fondo della strada, arriccio il
naso e affondo maggiormente nel sedile, sbarrando gli occhi. Da quando
so tutto sul segreto che proteggiamo noi Quileute non mi sono mai
azzardata ad avvicinarmi troppo alla città, anche se loro
dicono di essere “vegetariani” Sue e Billy temono
per la mia incolumità e preferiscono sapermi nella riserva,
posto dove loro è negato l’accesso, stupidi
vampiri!
Così, una delle mie già poche uscite le dedico a
quell’odiosa piattola con i piedi quadrati, dire che sono la
personificazione della sfortuna è da minimalisti.
Una volta arrivati, vedendo la macchina della polizia di Charlie ferma
sul vialetto di ghiaia vengo colta da un brivido di terrore: ho
dimenticato a casa I-pod! Oggi si ricorda la morte di Megan Kaliska
Allen, deceduta per un attacco di noia soffocante.
Jacob mi afferra per un polso e mi strattona. << Puoi
meditare più tardi? >>
Faccio un sorrisino amaro e lo seguo, arrivati alla porta Billy bussa,
mentre io dietro di lui spingo la sedia a rotelle, mi volto verso Jacob
e gli pizzico un fianco con violenza, ma quella a farsi male sono
io.<< Non più di mezz’ora.
>> sibilo trai denti, mi guarda e annuisce, sospiro
sollevata e faccio un sorriso ipocrita quando una ragazza pallidissima
e disorientata ci apre la porta.
<< Mmh… ciao. >> sussurra
timida, quasi inciampando nel tappetino mentre indietreggia di qualche
passo per farci entrare.
<< Ciao! >> esclamano i due, Jacob mi da
una gomitata, la guardo e faccio un segno del capo.
<< Ehilà… >>
borbotto, beccandomi uno schiaffone in pieno sedere dal signor Jaki-
cordiale- da- vomitare- Black.
<< Se fai così accetterò senza
esitazioni di trattenerci per cena. >> mi dice Billy,
severo, quando Bella sparisce dentro la porta della cucina per chiamare
Charlie. Sgrano gli occhi e deglutisco a vuoto. << Zio
ma… >>
<< Niente ma! Dimostrami che ti ho educato bene!
>> annuisco avvilita, e lo seguo dentro, con Jacob che mi
sghignazza all’orecchio.
<< Se continui così ti faccio sterilizzare!
>> ringhio a denti chiusi, smette di ridere, Charlie ci
viene incontro e sorride cordiale. << Ehi Ragazzi!
>>
<< Ciao Charlie. >> lo salutiamo ad
unisono, lui sorride e guarda
<< Buongiorno!! Visto la finale dei play-off ieri sera!!
Micidiale, quando il numero sei ha tirato la palla…
>> alzo gli occhi al cielo e guardo Bella, ritta in piedi
con lo sguardo perso negli occhi di Jacob, mi volto verso di lui,
scandalizzata, e noto che l’espressione da fesso che ha
stampato in faccia farebbe perfettamente pendant con il rivolo di
saliva che ha di solito Paul quando osserva gli involtini di carne
fatti da zia Sue.
Divento verde, pesando un piede a terra, lo
sapevo, dovevo rimanere a casa! Mi schiarisco la voce facendo finta di
tossire e Jacob si ridesta dal trance in cui era caduto.
<< Vuoi finire di scannerizzarla? >> sibilo
a bassissima voce.
<< Saranno cazzi miei? >> mi sussurra
all’orecchio. << cosa c’è?
Sei gelosa? >>
Lo guardo sollevando il sopracciglio, ovvio che si!! ma lo scemo non lo
sa, quindi…
<< Io? gelosa? Sei fuori di testa! >> appena
distoglie gli occhi osservo Bella di sottecchi, lei se ne accorge e
accenna un sorrisino, è stupida? Io la sto uccidendo con lo
sguardo e lei che fa? Sorride!! Ovvio, tipico da Bella Swan! Sadica
alla massima potenza.
Il ritorno a casa è molto più lungo di quanto mi
sarei aspettata, ascolto svogliata Jacob e Billy farneticare su Bella,
quasi luccicasse di luce propria la ragazza, non è brutta,
ma neanche una tale bellezza da essere elogiata giorno e notte. Lo ha
detto già sei volte, ha usato per lei l’aggettivo
carina, non l’aveva mai fatto con nessuna, eccetto che con
me, e non va bene per niente.
<< … e poi sembra così fragile, mi
fa tenerezza, è carina. >> sette, sette volte.
Basta, devo scendere da questo veicolo prima di gonfiarlo di botte.
<< Megan tu che ne pensi? >>
guardo Billy sollevando un sopracciglio.
<< Respira, parla, ha i capelli, due occhi…
direi che è una ragazza. >> mormoro scontrosa,
prendendo a macchinare con la radio della macchina per coprire e far
cessare quella conversazione inutile e irritante.
<< Vedo un mostriciattolo verde! >> mi
canzona dai sedili posteriori, Jacob ride, sbuffo e incrocio le gambe.
<< Sono solo arrabbiata per aver speso il mio pomeriggio
così. >> mugugno, scendendo veloce come la
luce dalla macchina appena il motore si spegne.
Salgo le scale, entro in camera mia e mi butto sul letto facendo un
sospiro lunghissimo e rilassato. È finita, almeno per oggi
è finita.
<< Posso entrare? >> mi chiede Jacob,
tamburellando gentilmente le nocche sulla porta di legno.
Annuisco e affondo la faccia nel cuscino, lo sento sedersi al mio
fianco e poggiare il mento sulla mia spalla. << cosa ti
prende? >> soffia al mio orecchio, stringendo le mani
intorno le mie spalle.
Anche se dovrei essere arrabbiata mi solleva sentirlo così
vicino, nascondo il viso nell’incavo del suo collo e inalo il
suo odore abbandonandomi all’abbraccio.
<< Sono stanca. >> mormoro, lui stringe di
più la presa e soffoca una risata.
<< Di fare…? >> mi chiede.
Facile, sono stanca di continuare a far finta di niente, di fare
l’indifferente mentre muoio dentro quando fai il cascamorto
con qualcuna, di…
<< Niente. >> borbotto, tirandomelo addosso
e lasciandomi avvolgere completamente dalle sue braccia.
<< Sei sempre la solita. >> mormora,
baciandomi la testa, mi accoccolo alle suo petto e cullata dal calore,
effettivo e soggettivo, che emana, cado in un dormiveglia cosciente,
poco dopo sento il suo respiro appesantirsi e la sua presa si allenta
leggermente, quando sento un leggero ronfato capisco che si
è addormentato, sorrido stringendomi di più a lui
e sprofondo nel sonno anche io.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ciao
ragazze!!! ^^ allora? cosa ne pensate??? spero proprio che vi
piaccia!! ^^ ditemi se vi piace davvero, perchè mi divrto un
sacco a scrivrla, ma se non è di vostro gradimento
preferisco fermarmi nel publicare, non servirebbe a niente.
Ringrazio immenzamente coloro che hanno recensito, e rispondo! ^^ :
Ed4e:
tesoro!! Grazie per essere venuta a dare un’occhiata, dimmi
in tutta sincerità cosa ne pensi, un bacio!!! ^^ ti adoro
<3
DarkQueen_:
Jake ** siiiiii!!! Anche a me piace tanto, ma levaci mano cretinetta!!
xD
Ho postato, ma tu hai già letto -.- UN BACIO!!! ^^ Ti adoro
<3
jessalex:
Ciao!!! ^^ grazie x i complimenti, dimmi se ti piace ancora! Un bacio,
Vale! Mi auguro di leggere una tua recensione al più presto!
*-*
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Capitolo 3 *** || 2. Perchè vuoi quel che è mio? ***
ೋ❤ೌ Capitolo 2 ೬ ೂ❤ೄ
Perché
vuoi quel che è mio?
<< Buoooongiorno! >> alzo lo
sguardo dal display del mio cellulare e lo punto su di lui, snervata.
<< Mi spieghi dove trovi tutta questa
vitalità? È lunedì mattina Seth, siamo
a scuola! Non è un sogno, non spunterà Pamela
Anderson da un minuto all’altro giurandoti eterno amore,
svegliati!! >> mi guarda sbuffando e alza gli occhi al
cielo.
Mi odia quando faccio così, ma è insensato essere
di buon umore, e tutto deve per forza avere un senso: è
lunedì, il lunedì è sinonimo di
realtà, la triste, dura e irreparabile realtà,
quindi non c’è motivo valido al mondo per cui lui
debba avere quel sorriso da ebete stampato sulla faccia, nessuno!
<< Quando hai morso la vipera sta mattina è
morta subito avvelenata o ha sofferto un po’ prima di esalare
l’ultimo sibilo? >> mi chiede, indispettito,
lanciando la cartella sulla panchina di legno su cui sono seduta.
Esco la lingua e strizzo gli occhi. << Stecchita al
colpo… cosa c’è? Vuoi provare??
>> mi da una scompigliata hai capelli e soffoca una
risata.
<< Jacob? >> mi chiede, continuando ad
accarezzarmi la testa, sa già la risposta. È il
mio migliore amico, in assoluto, da quando ho scoperto quel che provo
per Jacob c’è sempre stato, a tirarmi su o a darmi
qualche spinta in avanti, è diventato una presenza costante
ed estremamente importante nella mia vita.
<< Dici? >> borbotto affondando il viso sul
suo stomaco, lo detesto quando è così
maledettamente intuitivo.
<< Bella c’entra qualcosa? Dai Meg, non essere
sciocca, tra te e lei non c’è paragone.
>> continua a consolarmi, mentre stringo tra i pugni il
tessuto rosso della sua maglietta. Vorrei solo dirgli che no, non sono
nervosa, dopotutto perché dovrei esserlo? sta mattina quando
sono andata a svegliarlo in camera sua non c’era e ha il
telefono spento, quindi non risponde ai messaggi, che sarà
mai! Io sono calmissima… forse.
<< Non c’entra, il tuo è un commento
di parte, come potresti dirmi che sono brutta? >>
farfuglio con la voce ovattata dall’impatto con il suo
stomaco, massiccio quasi come quello di Jacob.
<< Perché dovrei dirti che sei brutta, direi
una bugia. >> gracchio un lamento e mi allontano dal suo
stomaco, lui solleva un sopracciglio e sorride appena. <<
Vuoi le prove? Va bene, te le darò. >> si
guarda intorno e ferma un ragazzo, poi lo volta di scatto verso di me.
<< Jared, sinceramente, quella ragazza, seduta sulla
panchina, ti sembra brutta? >> lui mi guarda e sorride
teneramente. << Tutt’altro! >>
<< Ma anche il suo è un commento di parte!!!
>> urlo sull’orlo di una crisi esistenziale
tirando la testa indietro. Non vorrei usare frasi troppo celebri o
logorate ma… qui non mi capisce nessuno!
<< Allora, visto che alla riserva ci conosciamo tutti,
andremo a fare una passeggiata in città, fermeremo un
passante e… >> lo guardo con un espressione di
sfida.
<< Non oseresti. >> ringhio.
<< O si che lo farebbe. >> ridacchia Jared
sedendosi al mio fianco e circondandomi le spalle con un braccio.
<< Secondo te cosa non sarebbe capace di fare?
>> mi chiudo nelle spalle. In effetti è
proprio vero, Seth si lancerebbe anche da un aereo senza paracadute per
–dopo essere uscito dal coma- poter dire: “io
l’ho fatto” o peggio
“rifacciamolo!”.
<< Di che parlate?? >> chiede una voce
profonda, ci voltiamo verso Quil e non posso che aprirmi in un
sorrisino nel vedere Claire mano nella mano con lui. Lei mi sorride
affabile mostrandomi la sua solita cordialità, è
un raggio di sole per la vita di Quil, e lui lo è per la
sua, sono proprio fatti uno per l’altra, un po’ li
invidio.
<< Meg crede di essere brutta! >> guardo
Seth incenerendolo con lo sguardo.
<< Io non ho det… >> la mano
febbricitante di Jared mi tappa la bocca e quasi soffoco.
<< Invece si, crede di essere brutta! >>
Quil e Claire mi guardano straniti, con la bocca schiusa.
<< Dovrei proprio chiedere a Billy in che stato sono gli
specchi a casa sua. >> borbotta, tutti ridono e io, con
la bocca ancora impedita dalla mano di Jared, batto furiosamente il
piede per terra e incrocio le braccia sospirando a vuoto.
<< Perché cerchi di ammazzare Megan?
>> domanda Jacob, poggiandosi al palo della luce, vicino
la panchina dove sono seduta. Mordo la mano di Jared e mi alzo furiosa
dalla panchina precipitandomi su di lui.
<< Dov’eri sta mattina? Ti ho tartassato di
messaggi ma niente, lasciare un biglietto, no? >> lui,
spaventato dalla mia reazione, indietreggia di qualche passo e si apre
in un sorriso di scuse, è ancora più bello quando
è dispiaciuto.
<< Ero… sono andato da Bella, Charlie le ha
comprato il Chevy, sai visto che si trovava senza macchina
papà a pensato che… >> Sgrano gli
occhi e in quel momento le scuse di Jacob m’interessano meno
di niente.
<< I-Il… i… il mio Chevy?
>> balbetto indicandomi con l’indice,
colpendomi tanto forte il petto
quasi da sfondarlo.
Jacob affina lo sguardo e annuisce lentamente, come aspettando una
sgridata. << Si. >>
Non ci posso credere, il mio neurone continua a ripetermi che
è vero, ma mi rifiuto di accettare l’idea di zio
Billy che da via quella macchina, non che fosse un granché,
il motore è praticamente da rifare da capo e il radiatore
è una via di mezzo tra una groviera e una
lattina di soda però… era una promessa, potevo
avere la mia indipendenza.
<< Spero vivamente che il problemino che avevo
riscontrato hai freni non sia solo frutto della mia immaginazione, e
vada a finire contro un albero. >> ringhio, sbarrando gli
occhi.
<< Megan!! >> mi rimproverano tutti ad
unisono, afferro la mia cartella e vado a passo svelto e sostenuto fino
all’entrata della nostra scuola, una presa rovente, come al
solito, mi blocca per il polso, sento il fiato profumato di Jacob
battermi sulla guancia e le sue mani stringersi intorno ai miei
fianchi. << Dovresti vedere quel che ti aspetta a casa
prima d’infuriarti. >> mi soffia
all’orecchio, percepisco i suoi capelli solleticarmi la
clavicola, un brivido mi percorre la schiena.
Socchiudo gli occhi e delicatamente mi libero della sua presa, anche se
sarei rimasta in quel modo per il resto della mia vita.
<< Sto facendo tardi. >> riesco a dire solo
questo, sono arrivata alla conclusine che la perdita del Chevy non
è importante, lo è molto di più invece
l’immagine di lui che porta il rottame a Bella,
oddio… lo chiamerà sicuramente per le sue doti di
meccanico, quel pick-up ha un guasto al giorno!
La paura di quella che sicuramente sarebbe stata la risposta di Bella
nei confronti di uno come Jacob mi fa congelare il sangue nelle vene,
la mia testa mi urla di intervenire, ma come? Complicherei solo le cose.
<< Meg... >> mi volto e fisso i miei occhi
scuri sui suoi, ricambia lo sguardo, e forse con un gesto istintivo,
protende la mano verso il mio viso, ma ad un centimetro dalla mia
guancia la ritrae. << Mi… mi dispiace non
averti avvertito, ma era una sorpresa… >>
mormora mettendosi una mano in tasca e uscendone una chiave, mi prende
la mano e la chiude a pugno su di essa, si avvicina, di nuovo, e il suo
profumo m’investe facendomi rabbrividire, posa le labbra
sulla mia guancia e scocca un bacio rumoroso e affettuoso.
<< Buon compleanno, piccola. >>
Driiiiiiiiiiiin
Sento
la sua presa allentarsi e quando se ne va rabbrividisco colta dal vento
gelato che soffia sulla radura, non mi ero neanche accorta del freddo
accanto a lui. << Dai, andiamo…
>> mormora la voce di Claire, prendendomi per il braccio,
annuisco guardando ancora la chiave nella mia mano e comincio a
camminare accanto a lei in direzione dell’aula di scienze.
Le prime tre ore passano in un soffio, non so se esserne contenta a
meno, penso solo agli sguardi che mi riserveranno i ragazzi a mensa, ho
detto delle cose un po’ gravi per quanto riguarda la sorte di
Bella, non me la faranno passare solo con una ramanzina, come al
solito, sta volta ho esagerato.
<< Terra chiama Megan! >> scuoto la testa e
mi accorgo che tutti, e dico tutti, seduti al tavolo mi fissano, non
è piacevole vedere nove paia di occhi fissarti come se ti
volessero sbranare, senza contare anche che delle nove persone che mi
fissano sei sono licantropi. Ovviamente Jacob non
c’è, chissà come mai, coglione di un
cascamorto casanova che ci prova con una creatura
dall’equilibrio pari a zero se non a meno uno!
<< Cosa c’è…
>> ringhio, tornando a torturare quello che dovrebbe
essere un paté di patate.
<< Pensi davvero di essere stata onesta con Jake? se ne
andato abbattuto come un cagnolino bastonato! >> borbotta
Kim sparendo sotto il braccio di Jared, come se non bastasse, anche lui
che sorride in tutte le occasioni mi armonizza strumentalizzando la sua
ragazza, perfetto.
<< Pensi davvero che sia stato un gesto ingegnoso vendere
la mia macchina senza dirmi almeno che lo facevano?? >>
Seth si batte la fronte con una mano e tira fuori dalla mia cartella la
chiave che Jacob mi aveva dato appena tre ore e un quarto fa, lo guardo
di traverso e rimetto la chiave dov’era rubandogliela dalle
mani.
<< Megan?! Hai visto lo stemma stampato sulla chiave??
Hai una Volkswagen per la miseria, vuoi finirla di fare la bambina!!
>> mi urla quasi all’orecchio, sbuffo e gli
ficco in bocca una forchettata di paté di patate, ormai
fossilizzato sulla posata, per farlo stare zitto.
<< Sei proprio impossibile a volte, e come se non
bastasse Jacob è sparito. >> Ecco, ci mancava
solo lei, la signora porto rancore fino alla tomba ha partorito
l’ideologia del perdono più brillante
nell’ultimo millennio!
<< Leah, se sei davvero tanto preoccupata per lui
perché non vai a cercarlo? Ah e se lo trovi, digli di
scappare, oltre a prudermi la lingua mi prudono anche le mani, e dio
non voglia che usi il suo bel faccino al fine di grattarmele per bene!
>> Seth sbarra gli occhi e tossisce, probabilmente si
è affogato con un sassolino trovato dentro il
paté. Ci mettono di tutto la dentro, non mi stupirei se
quella poltiglia giallastra si alzasse dal piatto e corresse via
insultandomi in tailandese o in coreano.
<< Megan era solo una fottutissima macchina! Se quella si
poteva considerare macchina poi! >> guardo Paul di sbieco
e allontano il piatto, spingendolo al centro della tavola.
<< Non è per quel catorcio Paul, è
una questione di principio, avevo fiducia in lui. >>
<< Secondo me cerchi solo un casus belli per punire quel
povero ragazzo, sai benissimo che ci sta male quando litigate, il
ché non succede praticamente mai. >> ora i
miei occhi passano su Claire, che sorride lievemente, dopo aver detto
quelle cose.
Si capisce che non è un segreto per lei quello che sento per
Jake, e neanche quello che sento adesso: mi sento umiliata, considerata
meno importate e cavolo, mi sto comportando davvero come una mocciosa.
Mi alzo di slancio facendo spaventare a morte Seth, che sull'attenti e
mi studiava ad una spanna dal naso. << Dove vai adesso?!
>> mi chiede, restando interdetto mentre afferro lo zaino
e inizio a camminare. << chiedo scusa a Jacob, ci siete
riusciti, mi avete risvegliato i sensi di colpa, contenti adesso?
>> un coretto d'approvazione si alza dal tavolo, alzo gli
occhi al soffitto e mi mordo il labbro affrettando il passo. Provo a
fare mente locale: alla mensa non c'é, in classe ci credo
poco... Forse in palestra? No, neanche quello è un posto
dove sta volentieri.
Mi poggio al davanzale della vetrata sul corridoio e respiro avvilita,
abbandonando il peso della mia testa sul vetro, che si appanna per via
del fiato, apro appena gli occhi per osservare fuori e mi do della
stupida per non averci pensato prima.
Noto la sua figura, ferma davanti la rete che divide la suola superiore
della riserva dalla scuola dell’infanzia, osserva pensieroso
i bambini dondolare sulle altalene, giocare e urlare, è
immerso in pensieri felici, che lo fanno sorridere, e non posso far
almeno di notare come i raggi di sole sbiaditi, che riescono a
trapassare la perenne coltre di nuvole, si posino sul suo profilo,
quasi come fosse un dio, quasi come se brillasse di luce propria, come
se fosse il sole, lui è sempre stato un sole, per tutti, per
tanti, per troppi forse.
Esco fuori, aprendo con uno spintone flebile la porta di vetro, ancora
opacizzata dal mio fiato, la lascio chiudere alle mie spalle e
rabbrividisco sentendo il freddo imprimersi brusco sul mio maglione.
<< Jake? >> sussurro, rompendo il silenzio
sacro in cui si era rifugiato.
Si volta nella mia direzione e sorride, contrariamente alla faccia
infastidita che si era costruita nella mia mente come reazione alla mia
voce, la sua spontaneità ancora una volta oltrepassa gli
schemi della tolleranza umana.
<< Pensavo che sta volta non sarebbero riusciti a
dissotterrare la tua coscienza… >> mormora in
una risata, tornando a guadare i bambini.
Sbuffo e mi avvicino a passo misurato, poggiando il viso sul suo
braccio e sospirando arresa. << Ti piace parecchio la
scema, vero? >> biascico atona, vedo le sue sopracciglia
congiungersi in una ruga perplessa sulla fronte.
<< Meg, perché tiri in ballo Bella…
>> e mi riserva un occhiata scherzosa sottolineando il
nome con un tono di voce più alto. <<
… quando dobbiamo parlare di noi. >> sbarro
gli occhi e sento il mio cuore balbettare, proprio come il motore
rattoppato del Chevy.
<< di noi? >> ripeto, cercando di deglutire.
<< Si, non voglio più litigare per queste
stupidaggini, sai che sei una sorella per me…
>> la mia meraviglia si spegne a quella parola. Sorella,
non poteva dire amica? Confidente? Socia o che so io…
no, sorella!
Quella piccola, apparentemente innocente, e semplice parola mi ha
pugnalato il petto, ma come da una vita, rimando in silenzio e osservo
il mio stupido cuoricino riprendere un battito regolare e smorto,
proprio come se lavorasse a fatica, senza voglia.
<< … quindi penso di doverti delle
scuse… Megan? Mi stai ascoltando? >> annuisco
ridestandomi dai miei pensieri e mi forzo a sorridere, lui ricambia e
voltandosi mi stringe al petto, il suo profumo dolce
m’investe e il calore placa i brividi provocati dal
venticello freddo che soffia lieve sulla riserva da quella mattina.
<< Scusa sono un coglione. >> mi sussurra
sulla fronte, stampando un bacio leggero sulla mia fronte corrugata.
Mai quanto me – penso, la campanella suona e Seth con un
movimento brusco apre la porta finestra. << Datevi una
mossa o facciamo tardi! >> sbotta, seccato.
<< Andiamo. >> mi dice con un sorriso e
come di solito mi prende per mano. Mi lascio trascinare di dentro
mentre quella parola continua a schiaffeggiarmi il morale.
Sorella, sorella... solo una sorella.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ave!!!!!
^^ mi prostro ai vostri piedi, oh mie giudici!
…
…
O_O scusate devo ancora riprendermi dalla versione di
Apollodoro che ho finito!! XD XD ahahaha.
Ditemi
cosa ne pensate vi prego, descrivo bene Jake? e Megan? Vi sta
antipatica? Rispondete sinceramente!
Rispondo
alle recensioni:
jessalex:
Ciao!!! E già, Meg è proprio cotta, ma
Jacob è parecchio cotto anche di Bella, praticamente
incantato dalla bellezza (ma anche
no!! XD ) di Bella.
Grazie per i complimenti, non ripudiarmi ma è la prima
storia che scrivo su Jacob, cioè, la prima long fic che
provo a pubblicare, ho un’autostima pari a zero e ho paura di
non essere apprezzata, ma ho pensato, va al diavolo, voglio pubblicarla
e come va va… ho fatto bene??? ^^” alla prossima,
un bacio, Vale!
Ed4e: Tesoro!! Povera
Bella il cavolo U_U antipatica e sfigata!! XD finalmente
potrò consumare la mia vendetta sotto le veci di Meg,
lasciami divertire!!! *3* haahahah
Billy se ne è accorto, ma tieni a mente che non tutto quel
che sembra è! Mi raccomando!!! ^^ non mi deludere, so che
capirai che c’è sotto! Un bacio, Vale. <3
ti adoro!
Mary96twilight: ^^
Graaaazie!!! Sonon contentissima che la storia ti piaccia! No, Megan e
Jake, come dice la prefezione, non hanno un legame biologico, no,
Twilight non sarà seguito, diciamo che terrò
tutti e tre i libri ( tranne Breaking Dawn) in considerazione.
Mi fa piacere sapere che ti piace così tanto, fammi sapere
che ne pensi, Bacio, Vale! ^^
StarLight90: Grazie
per i complimenti!!! ^^ ecco il capitolo, continua a dirmi che ne
pensi, un bacio?! <3
Kirej: Ciao!!!!! ^^ abbasso
Bella?? XD aahahahahah , già, diciamo che Megan ne
combinerà non poche per rovinare la vita alla
“povera, fragile, piccola, tenera ecc…”
Bella! Ecco il capitolo, che ne pensi??? Un bacio! alla prossima!
|
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Capitolo 4 *** || 3.I miei poveri e superstiti neuroni ***
ೋ❤ೌ Capitolo 3 ೬ ೂ❤ೄ
I
miei poveri e
superstiti neuroni
Megan
<<
Auguri Maggie!!
>> guardo scombussolata zia Sue senza vederla davvero e
sorrido, tutta
questa gente mi da sui nervi.
<< Meg, buon
compleanno! >> ricambio l’abbraccio di Sam e
accetto di buon grado il
bacio sulla guancia che mi stampa con forza.
<< Meeeegan!!
>> mi impongo di rimanere seria e saluto con la mano
Quil, mentre è
intento ad appendere un festone di buon compleanno seduto sulle spalle
di Seth,
che mi riserva uno sguardo sofferente, ridacchio e passo avanti, tra la
confusione assoluta.
Ci sono tutti: amici,
compagni di scuola, parenti, e…
<< Auguri! >>
mi volto verso la voce e un sorriso mi si forza contro ogni
volontà sulle
labbra.
<< Bella, Charlie…
grazie per essere venuti. >> dico, come di copione, zio
Billy mi lancia
un’occhiata di raccomandazione, io rispondo silenziosamente
con uno
accondiscendente e sottomesso alle buone maniere.
<< Ehi, siete
arrivati! >> dice la voce di Jacob, in un attimo sento la
sua presa sui
miei fianchi e il suo mento poggiato sulla testa. L’altezza
non è una mia
prerogativa, specialmente accanto a loro ragazzi, diciamo che vado
fiera del
mio metro e sessantadue anche se a volte mi sento davvero
insignificante.
<< Ehi… >>
sussurra Bella, un po’ intontita, o almeno, più
del solito. Per un attimo
gioisco nel pensare che magari è la posizione di Jacob che
la indispone.
All’improvviso la presa
calda svanisce e i miei occhi vedono con irritazione la mano di Jacob
stringere
quella di Bella per poi trascinarla al centro della folla, un invito
implicito
a ballare che però Bella cerca, inutilmente, di reclinale,
sbuffo e mi poggio
al muro mentre Charlie e Billy, si dirigono verso il tavolo del buffet,
pensano
solo a mangiare quei due!!
Certo, osservare il mio sole
personale e il moscerino sul parabrezza della mia vita ballare il
giorno del
mio compleanno non è decisamente nella lista di cose da fare
prima di morire,
ma che altro posso fare se non rodere e annuire indifferente ai
continui auguri
che mi arrivano alle orecchie, ormai non distinguo neanche
più le voci, sono
concentrata sui due, e se gli sguardi uccidessero sarebbero morti
entrambi.
Lui gli bisbiglia qualcosa
all’orecchio, lei accenna una risatina, rallentano il passo e
Bella si
allontana un po’ titubante, un fiammella di speranza accende
i miei occhi, poi,
quando lui la stringe al petto, una secchiata d’acqua gelida
la spegne e al suo
posto rimane soltanto irritazione e rabbia. << Meg?
>>
<< Io non sono
gelosa! >> urlo senza un motivo voltandomi adirata verso
la voce di Seth
alle mie spalle.
Lui solleva le mani in
segno di resa e arretra spaventato di qualche passo. <<
Come vuoi! Non
uccidermi, sono troppo bello per morire! >> lo spintono e
alzo gli occhi
al cielo.
<< Tonto! >>
boccheggio, tirandolo per il colletto della camicia dalla parte opposta
del
salotto, non sono abbastanza forte per vedere in diretta le tresche di
Jake e
Bella.
La serata passa
maledettamente lenta, con qualche piccolo ostacolo formato solo
dall’instabilità
di Bella su superfici lisce. Devo ammettere però che non mi
è dispiaciuto per
niente che avesse rovinato la bellissima scritta di cioccolato sulla
mia torta
se questo vale a dire la sua faccia ricoperta di panna montata.
<< … guarda ha anche
la fragolina sulla fronte. >> io e Seth abbiamo riso per
un tempo tanto
lungo che ci siamo affogati più di una volta con
l’aria che respiriamo.
Povera Bella, poi si parla
di bullismo e umiliazione pubblica, ma se si umilia da sola e le sue
gambe gli
fanno da bullo che colpa ne abbiamo noi? È così
intollerabile che anche il suo
corpo cerca di eliminarla, la sua goffaggine è la mia
maggiore alleata, se non
fosse per il fatto che il suo cadere e scivolare a destra e a manca
suscita in
Jake un istinto paternalistico sepolto da chili e chili di non so
ché…
stupidaggine a parer mio.
Povera Bella? Povera me!
Inizio a considerare il convento un’alternativa abbastanza
allettante, ma i
miei flash mentali poco innocui e innocenti farebbero di me una suora
ninfomane, il che è da escludere.
<< Buonanotte allora.
>>
<< Si, buonanotte.
>> sorrido ancora, falsamente, mentre il bradipo dai
piedi quadrati del Texas
mi saluta uscendo dalla porta di casa, Jacob, al mio fianco, agita la
mano come
un deficiente, con gli occhi foderati sempre di quella celebre
stupidaggine per
quanto ne so.
Chiudo la porta e avvicino
l’occhio allo spioncino, appena la macchina sparisce
definitivamente sospiro
sollevata, stanca, finalmente tranquilla e mi abbandono alla poltrona
osservando con aria stranamente appagata la faccia da angioletto di
Seth,
addormentato sul divano.
Poi ecco di nuovo quella
presa salda e calda, la pressione dello spigolo del mento sulla testa,
mi
divincolo malamente e sbuffo. << Ehi che ti prende!
>> ringhia,
sedendosi a gambe incrociate sul tappeto della soggiorno, esattamente
di fronte
alla poltrona sulla quale sono seduta.
<< Seth è geloso, si
potrebbe indisporre! >> mugugno con tono di beffa, nello
stesso momento,
come ad evidenziare quanto sia scemo quello che ho detto, il lieve e
continuo
ronfato di Seth aumenta, facendolo ridere.
‘Cavolo se adoro quella
risata. Ne vado pazza.
<< E perché mai si
dovrebbe indisporre? >> borbotta percorrendo ammiccante
con l’indice e il
medio il collo del mio piede.
<< Mmh.. >> mi
lagno infastidita e gli nego ancora una volta l’accenno ad un
contatto fisico,
incrociando i piedi tra i mio sedere e l’imbottitura della
poltrona.
Mi scocca un’occhiata
indispettita e con il tocco aggraziato di un maiale che si rotola nel
fango butta
giù Seth dal divano, facendolo svegliare.
<< Dovresti andare a
casa, Sue e Harry staranno esultando per la tua scomparsa, non dare ai
tuoi
false illusioni Seth… >>
e
continua a farlo rotolare sul tappeto, alternando pizzicotti,
schiaffetti e
tirate di capelli, fino a quando lui si alza, mi stampa un bacio sulla
guancia,
da un calcio a Jake, che si scansa ridendo, e poi sparisce.
Sento la porta chiudersi e
mi drizzo in piedi pronta per andare in camera mia, ma lui mi blocca
l’avanzata, impedendo anche a zio Billy di passare, che
però, paziente com’è, si
limita ad osservare il figlio con un cipiglio a metà strada
tra il rimprovero e
la consolazione.
<< M’intralci il
passaggio… >> gli faccio notare, con fare
annoiato, incrociando le
braccia al petto e puntando gli occhi altrove, se lo guardo negli occhi
è
finita.
<< Pensi che non me ne
sia accorto? >> sollevo lo sguardo, presa alla sprovvista
dal tono di
voce con cui pronuncia quella piccola provocazione, ci scambiamo degli
sguardi
curiosi, Billy simula una finta tosse che ci ridesta, Jacob si
schiaccia contro
lo stipite per farlo passare, poi volta il viso e fa scontrare la mia
fronte e
la sua con un gesto quasi naturale, gli poso le mani sul petto caldo,
costretto
dentro una maglietta nera, e lo allontano un po’ , annaspando
nei meandri della
mia mente in cerca di una briciola di lucidità. Maledizione
a lui e al suo
odore tentatore!
<< Perché cambi
atteggiamento come fai con i vestiti la mattina? >> mi
chiede, irritato,
tornando a appoggiarsi con testa sullo stipite.
<< Perché mai dovrei
renderti conto di ogni cosa che faccio ? >>
Mi guarda, sfacciato e
arriccia il naso in una smorfia antipatica. << Da quando
si risponde ad
una domanda con un’altra domanda? >>
Lo fulmino con lo sguardo
e evitando sempre di puntare gli occhi nei suoi passo avanti,
inforcando la via
per le scale e lasciandolo poggiato ad attendere una risposta che non
gli darò
mai, però… ora che ci ripenso, perché
non avere l’ultima parola?
<< Da quando il mio
compleanno è diventato un pretesto per fare colpo su Bella,
ecco da quando!
>> tuono dall’alto dell’ultimo
gradino, con passo deciso mi avvivo verso
la mia stanza e con un tonfo secco mi chiudo la porta alle spalle,
lascio le
lacrime rigarmi il volto e mi tolgo le scarpe adirata, quasi tirando
calci quando
le fibbie non vogliono saperne di slacciarsi.
Un movimento svelto, disinteressato
e il mio vestito cade per terra, metto il pigiama, poi
m’immergo nelle coperte,
coprendomi fin sopra il naso, come a voler sparire sotto lo strato di
stoffa
che profuma di ammorbidente, di fresco, di quel odore che mi ricorda
lui.
<< Vaffanculo
stronzo. >> borbotto, prendendomela con le lenzuola, e
incrocio le braccia sotto il cuscino, sprofondando immediatamente in un sonno fatto
di
strana coscienza, un dormiveglia, è un paradosso, ma sono
cosciente di essere
incosciente.
<< Stronzo… >>
biascico flebile, un’ultima volta, voltandomi
dall’altra parte del letto e distendendo
la mia espressione.
Non vale la pena
arrabbiarsi per uno come lui, non riuscirei comunque ad essere
arrabbiata con
lui, lo amo, più di quanto merita, dovrei farmene una colpa,
eppure capisco che
è inutile provarci.
Lui è la mia droga, la mia
dipendenza, non posso stare senza, lo vorrei anche solo per odiandolo e
litigarci, ma la sua presenza deve esserci, per forza.
Apro gli occhi, per quanto
il sonno mi permetta, e tasto con la mano il comodino su cui la sveglia
mi
strilla di svegliarmi, la solita luce fioca della mattina filtra dalle
finestre, guardo i numeri verdi fluorescente che spiccano dalla mia
sveglia,
che finalmente tace.
Sette meno venti.
<< Sorgi e brilla
Maggie, dì ciao, ciao al tuo primo giorno da diciassettenne
e alza il culetto
dal materasso >> gracchio con voce assonnata.
Purtroppo anche
l’auto-convinzione non funziona sta volta, mi volto a pancia
in su e lotto
disperatamente contro il sonno, tentando di spalancare le palpebre,
pesanti
come macigni.
Qualcuno bussa alla porta,
mi siedo sul letto e con la voce smorta di poco prima dico un
“avanti” poco
convinto e forzato.
Uno spioncino di luce si
riflette sulla mia scrivania e la faccia di Jacob sbuca dal fascio di
luce
giallina. << ‘Giorno, vengo
in
pace, ho il caffè. >>
Accenno un sorrisetto e
con la mano gli faccio cenno di avanzare, lui apre ancora un
po’ la porta,
giusto quanto basta per passarci, entra, se la chiude alle spalle, con
un gesto
abituale tira sul le tapparelle lasciando che la luce inondi il mio
letto
facendomi strizzare gli occhi e si siede sul letto porgendomi il mio
caffè, poi
inizia a bere il suo.
Lo osservo ancora
intontita dalla luce e sorrido quando mi accorgo che ha i capelli
bagnati.
<< Hai fatto la
doccia? >> gli chiedo, beandomi del calore che la tazzina
emana sulle mie
dita intorpidite.
<< È così strano?
>> mi chiede con il suo solito sorrisino, finendo il suo
caffè e
poggiando la tazzina sul comodino, di fianco la sveglia.
<< No, e solo che…
>> mi avvicino un po' a lui, sollevandomi sulle
ginocchia, e ispiro a piene narici la pelle del suo collo. Cioccolato. <<
...hai usato il mio
bagnoschiuma, di nuovo. >> borbotto in una risatina,inalando ancora una volta il profumo della sua pelle.
Vorrei riempirlo di tanti
piccoli morsi quando si ostina ad usare il mio bagnoschiuma, la sua
pelle
ambrata profuma di cioccolato, e diventa ancora più
invitante, maledettamente stuzzicante.
<< il mio era
finito. >> si scusa, togliendomi la tazzina dalle mani e
stringendomi in
un abbraccio. << Dimmi la verità, sei gelosa
delle attenzioni che rivolgo
a Bella? >>stringo ancora di più
l’abbraccio, chiudendo gli occhi, mentre
continuo a respirare il suo profumo, bagnandomi leggermente il naso con
i suoi
capelli.
<< Gelosa è una
parolona, diciamo che mi sento messa in secondo piano…
>> farfuglio.
<< E fai delle
scenate. >> completa per me lui, ridacchiando.
<< Si. >>
sentenzio decisa.
<< E di grazia, come
pensi si chiami tutto questo? >> mi chiede,
allontanandomi leggermente
dal suo petto, giusto quanto basta per guardarmi.
<< Fastidio?
>> suppongo, ficcando di nuovo il viso nell’incavo tra il suo collo e la
sua spalla.
Ridacchia scuotendo
la testa. << No, si
chiama gelosia! G… E… L… O…
S… >>
<< Okay, okay, ho
capito?! >> ringhio ostile, allontanandolo e tirandogli
un colpo di
cuscino.
Ride e poggia le labbra
sulla mia fronte dopo essersi alzato. << Vestiti piccola,
oggi andiamo a
scuola con la tua nuova e fiammante Golf. >> Sorrido e
annuisco, poi lo
osservo andare via e chiudersi la porta alle spalle. Sospiro e mi
abbandono al
materasso, ma calcolando male la traiettoria finisco con lo sbattere la
testa
sulla testiera di legno. << Ahi! >>
esclamo, massaggiandomi il
bernoccolo che pulsa.
Mi svuota il cervello
questo ragazzo, è nocivo, mi prosciuga anche le riserve di
neuroni, già poco
numerosi oltre tutto.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ciao tesori ^^ , mi dispiace
per il ritardo
mostruoso, ma il mio problema è
un po’
tanto grande, sto cercando di scrivere il dodicesimo capitolo di Three
4 one,
solo che non mi vengono buone idee, poi anche il banno per una
settimana per
dichiarazione di falsa maggiore età, poi sinceramente non
sapevo neanche di
avere l’account segnato come utente maggiorenne XD…
Cmq, detto questo, ecco il capitolo, i
prossimi aggiornamenti saranno molto più veloci visto che
mentre cercavo di
scrivere il capitolo di Three 4 one finivo sempre per scriverne uno di
questo…
Jacob inizia ad interessarmi molto di più, è un
personaggio un po’ bambino, poi
improvvisamente adulto, impulsivo e Dio solo sa quanto mi diverto a
scrivere
questa storia.Dal prossimo
capitolo si alterneranno i due pov, tre
capitoli con il pov Jake e tre con quello di Megan, o almeno, pensavo
di fare così,
Un bacio a tutte, e perdonatemi ^^ :* Vostra Valentina
|
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Capitolo 5 *** \\ 4. Il lupo e la luna ***
ೋ❤ೌ Capitolo 4 ೬ ೂ❤ೄ
Il
lupo e la luna
Jacob
Chiudo
il libro di storia,
stufo di far finta di studiare, e mi ritrovo come non so quante volte a
osservare la foto sulla mia scrivania, quella contornata dalla cornice
di legno
scuro, con un primo piano di me e Megan stretti in un abbraccio, il
giorno del
mio tredicesimo compleanno, l’anno in cui si è
complicato tutto.
Pensare di dover dire a
Meg tutta la verità sui succhiasangue e su di noi mi era
sempre sembrato
abbastanza opportuno, ma l’imprinting è un tasto
doloroso, lei non ha mai
sopportato la logica perversa che si nasconde dietro questa parola, ho
ribadito
più di una volta che l’imprinting è una
questione delicata e complicata, ma lei
continua a pensare all’assurdità di
quell’atto: unire un ragazzo ad una ragazza
solo perché quest’ultima sforna cuccioli perfetti,
come dice lei.
Così ho deciso di
limitarmi nella spiegazione di questo fenomeno, che non è
molto chiaro neanche
a me, non riesco ancora a capacitarmi di come sia possibile che lei non
mi ami.
Se non è ancora chiaro, ho
avuto l’imprinting, e l’ho avuto con lei.
I giorni passavano e io
non la vedevo reagire, era sempre la stessa, mentre Kim e Jared o Quil
e Claire
erano subito stati inondati da un amore quasi morboso, io mi ritrovavo
a
stringere i pugni ogni volta che lei parlava con qualcuno o a guardarla
da
lontano quando scherzava sulla spiaggia.
“E’ strano, ma non è
assoggettata…
non vedo nessun interessamento da parte sua, solo un rapporto
fraterno” so a
memoria ormai le parole di mio padre, ma specialmente una mi scheggia
il buon
umore quando la vedo anche solo sorridermi: fraterno,
quell’aggettivo mi fa
salire il sangue al cervello con una violenza tale da azzerare il QI e
farlo
scendere a livelli inferiori a confronto di quelli degli uomini
primitivi. Inoltre
fare finta di niente sta diventando sempre più difficile,
solo uno spioncino di
luce nel buio mi permette di vederci ancora un po’: Bella.
Lei ha uno strano effetto
su di me, quando siamo insieme smetto di pensare, dimentico quante
volte al
giorno ho condannato mentalmente a morte Seth per averla stretta un
po’ più del
solito o cosa provo quando Kim e Claire sghignazzano programmando un
modo per
farla scontrare con quel ragazzo della squadra di football, quello che
piace
tanto a loro, Meg non ha mai espresso una valutazione valida per nessun
ragazzo
a scuola quindi loro le programmano la vita sentimentale, è
riservata, quasi
indolente nei confronti di tutti i ragazzi che le fanno capire di
esserle
interessati, e questo mi mette ancora più ansia addosso,
è libera, è sola, è
abbastanza aperta con gli altri, ma io non potrò mai averla,
e perché? perché
lei mi crede un fratello e io le faccio credere che per me è
solo una sorella.
Anche per questo ho deciso
che la questione sarebbe rimasta soltanto tra me e mio padre, forse un
giorno
glielo dirò, forse quando sarà sposata e appagata
con il ragazzo che la rende
felice, quando la mia vita diventerà vuota, e
resterò solo, un lupo solitario.
Forse il lupo solitario un
giorno dirà alla luna che l’ha sempre amata e
ammirata da lontano, ma come
potrebbe la luna amare il lupo che ha sempre ritenuto il fratello?
Mi rispondo da solo: non
potrebbe mai farlo, non lo farà mai.
<< Jacob! Jake? dove
sei? … Jacob?! >> ascolto assorto i passi
farsi sempre più vicini e il
piccolo e eccitato vociare ovattato amplificarsi fino a quando la porta
si
spalanca e un piccolo uragano si scaraventa sul mio letto, sorrido
istintivamente e la spingo in avanti.
<< Respira Meg!
Cos’è successo? >> ghigno,
sistemandole una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
<< Non hai idea,
Leah e Paul… è … è
innaturale, li ho visti baciarsi… insieme?! >>
Spalanco gli occhi e la
bocca, rimanendo interdetto, e non mi scanso quando il suo respiro
accelerato rilascia
delle ondate di alito profumato che m’inondano il viso, anche
se so che
l’effetto non sarà di certo soltanto un groviglio
alla pancia.
<< Leah? E… e… Paul?
Meg che cazzo ti fa fumare Seth? Il dado vegetale, la paglia o
l’erba gatta?
>> scuote la testa e incrocia le gambe, allontanandosi,
fortunatamente
per il piccolo Jacob al piano di sotto che è sempre molto
elettrizzato all’idea
di sentirla vicina.
<< Perché non mi
credi! Secondo te ti direi una cazzata o ci crederei? Li ho visti con i
miei
occhi! >> mi mordo il labbro, è impossibile
che avessero avuto
l’imprinting soltanto adesso, è praticamente una
cosa immediata, come un colpo
di fulmine, avviene al primo sguardo, anche solo vedendosi da lontano,
dopo la
trasformazione Leah stava con Sam, che poi ha avuto
l’imprinting con sua cugina
Emily, da allora è da sola, e anche Paul e sempre stato un
tipo abbastanza
solitario, è impossibile.
<< Impossibile.
>> borbotto, facendo eco ai miei ragionamenti e riaprendo
con nonchalance
il libro di storia, lei lo chiude prontamente e pianta i suoi occhi sul
mio
viso, il color nocciola intenso e profondo mi colpisce come uno
schiaffo in
piena faccia e la mia inflessibilità mette il cartello
“Torno tra cinque
minuti” abbandonandomi a me stesso e al mio stupidissimo
cervello andato a
male.
<< Sei proprio
fissato con la storia dell’imprinting Jacob, non capisci che
esistono dei
sentimenti irrazionali? Al cuor non si comanda! Se si ama una
persona… non… non
importa tutto il resto. >> mormora l’ultima
frase, serro la mascella, so
che c’è qualcuno che non le è
indifferente, lo vedo quando fissa il vuoto per
ore con un sorrisino incantato stampato sul viso, lo vedo da come il
suoi modi
di fare cambiano, saltando da un estremo all’altro o da
quella celebre
noncuranza per tutti i ragazzi che tentano di attaccare bottone. Lei
ama
qualcuno, qualcuno che a differenza di ogni logica prestabilita, non
sono io.
<< Potrebbe anche
esistere per un po’, ma quando uno di loro lo avrà
le cose diventeranno
difficili. >> mi guada settica e solleva un sopracciglio.
<< Parli come se
fossi un esperto in materia quando non sai nemmeno che vuol dire avere
l’imprinting… >> borbotta irritata,
alzandosi dal letto e andando a passo
lento avanti e indietro per la stanza, preoccupata come se la questione
riguardasse lei in prima persona, è sempre pronta a farsi in
quattro per i suoi
amici, anche se Leah proprio non la sopporta a volte. <<
Dovresti capire
che non si può far almeno di amare una persona,
indifferentemente da quello che
l’altra prova o proverà in futuro per qualcun
altro. >> continua a farmi
la predica con l’imperiosità e
l’irritazione di chi pensa di saperla lunga,
quando mi da le spalle sospiro e sollevo gli occhi al cielo, tutto il
mondo è
contro di me, anche il mio essere licantropo! Ed eccomi qui, mentre il
soggetto
del mio imprinting mi sta accusando di non sapere tutte le cose che
fino ad ora
penso di saper meglio, ma tanto vale star zitto ed annuire, annuire e
stare
zitto, non faccio altro da quattro anni.
<< Lo so. >>
affermo, piatto, stringendo forse troppo violentemente il lenzuolo
dentro la
mano.
Mi guarda di nuovo, e
sospira, sempre più irritata. << Bella ti
suscita tali emozioni? >>
La guardo di sottecchi
provando ad immaginare cosa si agiti nella sua testa.
Se solo sapessi Meg, se
solo sapessi…
<< Potrebbe anche essere,
cosa ci vedi di male? >> brontolo, osservando i suoi
lunghi ricci
agitarsi mentre si gira di scatto, scoccandomi un’occhiata
famelica.
<< Pronto?! Parliamo
di Bella! >>
<< Non è una bestia
Meg, Bella è una ragazza, come te… non capisco
perché sei cosi prevenuta!
>> abbassa
lo sguardo e pesta il
piede per terra.
<< Sto esagerando…
>> annuisco lentamente, osservandola di sbieco e
mordendomi il labbro,
vederla così mi fa un effetto distruttivo, le mani
formicolano e la testa mi
urla i peggiori insulti, ma non la tocco e non la consolo, non
è giusto che
tratti Bella a quel modo.
<< Okay… cercherò
di… >> fa una smorfia teatrale, uscendo la
lingua e strizzando gli occhi.
<< Farò la brava. >>
A quel punto le mani
agiscono da sole, la prendo per i fianchi e alzandomi la stringo in un
abbraccio. Il contatto fisico, anche quello minimo, è
l’unica cosa che mi
permette di restare nel mio angolo della sua vita, senza sconvolgerne
il senso
e senza farne da co-protagonista, cosa che tra l’altro non
succederebbe comunque.
<< Grazie… >>
sussurro al suo orecchio, so benissimo che lo fa soltanto per me, tra
lei e
Bella c’è sempre stata una certa tensione,
indipendentemente dal contesto in
cui si trovano. Si dice che siano educate a sopportarsi e a non
invadere lo
spazio dell’altra, ma c’è un passo
impercettibile dall’educazione
all’ipocrisia.
Un attimo di silenzio, o
un po’ di più - quando sto con lei non faccio caso
al tempo, sono troppo
occupato a vociferare con il mio io interiore per cronometrare il
silenzio –
lei si muove leggermente, oscillando verso il letto, si siede e mi fa
segno di
sedermi al suo fianco, lo faccio, poco convinto, e la lascio
accoccolarsi sulla
mia spalla, sorrido, tranquillo e la osservo, sa di patetico ma potrei
guardarla per ore, e anche se conosco i suoi tratti a memoria, non mi
stancherei facilmente.
Le accarezzo la guancia e
ascolto la sua voce senza soffermarmi sul significato delle parole
messe di
fila per formare una frase, mi limito ad annuire e ammirarla in tutto
il suo
buffo e tenero splendore: le guancie e il naso appena arrossati dal
freddo, i
capelli, che odorano d’arancia, e le mani che
s’intrecciano sulle ciocche dei
miei capelli e formano dei piccoli nodi.
Le è sempre piaciuto
giocare con i miei capelli, li annusa, li pettina con le dita, li
scompiglia… e
la cosa più strana e che io glielo lasci fare senza
proferire parola, tutti
sanno che odio che mi si tocchino i capelli, ma lei se ne frega, e a me
non da
fastidio quando è lei a farlo.
<< Sei troppo
silenzioso… >> dice all’improvviso,
mentre sul suo viso si fa spazio
un’espressione a metà strada tra la preoccupazione
e l’offesa.
Scrollo le spalle e tuffo
il mio viso nell’incavo del suo collo, mormorando una frase
che apparentemente
non ha un senso, ma che in realtà ne ha più di
quanto si possa credere.
La verità è che non ho il
coraggio di sputarle in faccia parole del tipo “sei
bellissima” senza che il
colore rosso carminio s’impossessi delle mie guancie e
gradualmente anche delle
sue, finirebbe per stringersi in un sorriso imbarazzato e andare via,
indisposta, credo che i miei complimenti la innervosiscano
più del normale…
forse ha già capito tutto, anche se preferisco sperare di
avere ancora un
briciolo di reputazione da difendere, sennò questa
sceneggiata del “ as brother
and sister ” sarebbe un’emerita cazzata di troppo.
<< Basta non pensare
a niente in particolare, mi barcameno da un’idea
all’altra e tengo la mente
impegnata… sai a cosa pensavo? >> mi guarda
curiosa, ma dubito voglia
sentire realmente a ciò che penso, così finisco
per aprirmi in un sorrisino e castigare
ancora una volta quella ciocca ribelle di capelli dietro
l’orecchio. <<
Hai ragione, non posso giudicare Paul e Leah, dopotutto, non so che
vuol dire
innamorarsi. >> “Jacob, devi sempre dire alle
donne quel che vogliono
sentirsi dire” – parole sante, nonno Quil!
Mi guarda dubbiosa, e
quasi non riesco a reprimere un ringhio quando si scosta dalla mia
presa.
<< Ah no? >> mi chiede, e una scintilla di
malizia mista a non so
che altro le illumina gli occhi.
<< Aemh… mi… mi sono
perso qualcosa? >> il tono con cui ha abbozzato quella
domanda era troppo
suadente per non arrecarmi qualche mal funzionamento celebrale.
<< Dicevo, davvero
non ti sei mai innamorato? >> le sorrido teneramente, lei
metto un muso
da bambina, non sopporta queste nostre reazioni alle sue domande, si
sente
quella da proteggere, quella fragile, quando invece tutto il branco sa
che è
lei quella più forte, non in campo fisico ovvio, ma sa
sempre come
sdrammatizzare, come tirare su il morale, come farmi tornare un sorriso
durante
una giornata no, certo, a me basta la sua presenza per rianimare quella
gioia
nel vedere il blu denso del cielo, che quasi ti acceca lo sguardo,
perché per
quanto tu voglia seguirlo, non troverai mai uno spazio diverso
dall’altro,
tanto meno troverai la fine, dovrai accontentarti di vedere in
lontananza la
linea che sembra congiungere mare e cielo in un'unica cosa, ecco,
quella linea,
quella è Meg.
<< Emh.. è che…
>> abbozzo una risatina e sollevo un sopracciglio.
<< domanda di riserva?
>>
Fa una risatina e
saltella nervosamente sul letto. <<
No! no! no! parla, adesso!!! Chi era? Daaaaai! >>
continua a saltellare e
ridere, io denego con la testa, pensando che sono in una situazione
difficile,
e la prendo anche sul ridere, che dovrei fare? Ovviamente continuo la
mia
sceneggiatura degna dell’Oscar. Dopo vari saltellamenti e
occhiatine da
cerbiatto perde l’equilibrio, mi finisce addosso e entrambi
finiamo distesi sul
letto.
Jacob, rilassati. Jacob, respira.
La osservo, il suo viso sul
mio petto, sento il seno premere prepotente contro il mio stomaco per
via del
fiatone, e la paura che qualcosa all’altezza del mio cavallo
attiri
l’attenzione aumenta quanto la voglia e il nuovo piacere di
restare in quella
stana posizione.
Si solleva, ed ecco
l’imbarazzo rosso fuoco farsi spazio sulle sue guancie.
<< Scusa >>
allo stento del mio auto controllo mi limito ad accarezzarle il viso e
a
scuotere la testa con un sorrisino, speranzoso, camuffato,
apparentemente
tranquillo.
<< Resta, non mi dai
fastidio… >> sussurro, e mi meraviglio di come
la mia voce si sia fatta
bassa e arrochita, lei, incoraggiata dalla mia mano, ritorna ad
appoggiare la
testa sul mio petto, e il suo, ormai preme appena sullo stomaco, segno
che il respiro
è tornato normale, ma ciò nonostante continua a
piacermi quel piccolo ed
innocuo contatto.
Chiamatemi pure maniaco,
intanto sono io lo scemo che non ha mai baciato la ragazza per cui ha
perso la
testa… e anche gran parte di tutto il resto.
Il silenzio, quello che
non cronometro mai, inizia a prendere posto nella stanza, accompagnato
solo da
qualche movimento accennato, appena fatto: una carezza, un battito di
ciglia,
un battito di cuore, il petto che si muove sotto un respiro misurato e
il
brusio leggero delle mie fantasie, che mando prontamente a farsi
fottere.
I suoi occhi si piantano
nei miei, appena lucidi, come se fossero consapevoli del momento di
strana
intesa che si è creato tra i nostri corpi, di tutta
risposta, giusto per
alleggerire il momento, mi apro in un sorrisino innocente.
<< Comunque…
>> mormora, e quasi mi sciolgo come un emerito scemo nel
sentire la sua
voce così. << … non hai ancora
risposto alla mia domanda. >>
Un vertice nel cervello mi
dice di fare qualcosa, di dire una bugia, insomma devo farlo.
<< Che importanza
può avere? Non era che una stupida cotta sopravvalutata.
>> biascico, meglio
rimanere sul vago, anche se non faccio altro da anni non mi piace
mentirle se
non è necessario.
<< Va bene, farò
finta di accontentarmi della risposta. >> borbotta
sommessamente mentre
la sue dita giocano a tracciare ghirigori immaginari sul mio braccio,
scendendo
fino al polso e risalendo lentamente all’altezza
dell’avambraccio, per poi
scendere di nuovo.
<< Meg, Jake, sono a
casa?! >>
Il nostro scatto di
allontanamento è quasi automatico.
Lei si rizza in piedi e si
da una sistemata ai capelli sedendosi a gambe incrociate sul letto, io
mi
sollevo e con un colpo deciso rimetto la maglietta stesa per terra,
papà non ha
mai sopportato il mio andare in giro a petto nudo.
Ci scambiamo un occhiata,
dove l’imbarazzo regna ancora una volta, ma da ribelle quale
sono, sfido il sovrano
e con un sorrisino le accarezzo la guancia e le bacio la fronte.
<< Si papà…
arriviamo subito! >> esclamo, e dopo averle accarezzato
un’altra volta il
viso scendo al piano di sotto senza voltarmi, consapevole che in quel
momento
stesse sorridendo.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
E dopo questo nuovo e
sconvolgente capitolo (o almeno spero), eccomi di nuovo a rompere i
cosiddetti
ciufoli XD.
Mi dispiace che le recensioni siano calate di
parecchio, ma so che è una cosa normale vista la mia lunga
assenza, mi auguro
solo che cresceranno, prima o poi.
Sondaggio: come descrive i
pensieri di Jacob la
vostra Valentina??? (rispondete sinceramente)
Ed4e: Tesoro!!! Mi dispiace darti una
delusione XD …
ma ho 15 anni ==”
Spero che questo non ti
condizioni! XD
Cmq non sono mai andata
a ficcare il naso nel
raiting rosso, credendo che il mio account fosse su
“minorenne, ma la mia
caaaaara cuginetta dodicenne a quanto pare non la pensava come me
… ed eccomi
qui!!! >_>
Lo so, sono proprio una
scema O_O ma ho cancellato e riscritto il 12esimo
capitolo di three 4 one più o meno venti volte e siccome
non ho voglia di scrivere perché DEVO e
preferisco farlo perche VOGLIO ho deciso che quando arrivrà
l’ispirazione,
arriverà. Punto.
Non vorrei proprio
scrivere e pubblicare un
capitolo che non mi piace, perciò perdonatemi T_T.
Tornando al capitolo,
che ne pensi del “sentimento
fraterno” di Jacob??? Bello, eh? XD STZ!! Anche io voglio il
mio “Sentimento
fraterno” !!! XD ahahahahahah
Ora è tutto
più chiaro??? Se no dimmelo. Un bacio!
^^
|
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Capitolo 6 *** \\ 5. Cosa si nasconde dietro la tua antipatia?? ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 5 ೬ ೂ❤ ೄ
Cosa si
nasconde
dietro la tua antipatia??
Jacob
Jacob.
Mi volto, un lupo grigio
mi
osserva con un cipiglio stizzito, soffoco un guaito di noia e mi
avvicino.
So
cos’è successo tra te e Paul, non devi
giustificare i
tuoi pensieri.
Mi mostra i denti, in quello
che è il tentativo di sorridere sotto forma ferina, di
risposta mi abbandono ad
una finta tosse, che corrisponde ad un tentativo di ridere, e riprendo
la mia
corsa di ronda, girando intorno il perimetro prestabilito con il branco.
I pensieri del branco, è
sempre più difficile anche per questo motivo mantenere
segreto il mio
imprinting, fortunatamente riesco a diventare molto vago quando devo
tenere la
mente lontana da Megan e evito di trasformarmi se non è
necessario così da condividere
il meno possibile i miei pensieri con il resto dei ragazzi, non voglio
che lo
sappiano e con un po’ di fortuna riuscirò a
tenerlo nascosto ancora per qualche
tempo.
Jacob, Cullen vuole
parlare con te.
Mi fermo piantando le
zampe
sul terriccio umido e con stupore mi volto verso il grande lupo nero
che mi
guarda, nel suo muso vedo la mia stessa meraviglia.
Cullen?
Chiedo, affinando lo sguardo
per guardare nella coltre buia del bosco dietro Sam, annuisce con la
testa e a
passo pesante e sostenuto arriva al mio fianco.
Dice
sia importante,
continuo io al posto tuo, tanto avevi quasi finito, vai.
Vedo il grande lupo nero
scattare in una corsa ancora prima che abbia il tempo di pensare ad una
parola
come ringraziamento, mi volto e un odore dolciastro e tremendamente
fastidioso m’investe
prepotente, è vicino.
Cammino lento e stanco verso
gli alberi, due occhi color miele
mi
osservano mentre vado dietro un cespuglio, mi trasformo e indosso i
pantaloncini che tengo legati alla caviglia, poi gli vado incontro.
<< Edward… >>
sussurro come saluto, poggiandomi contro un albero e incrociando le
braccia.
<< Jacob… >>
gracchia quell’altro, in riposta, senza scomporsi di un
decimo di millimetro.
<< Cosa vuoi? >>
gli chiedo, fin troppo spossato per continuare quei giochetti educati e
sofisticati, non corre buon sangue tra di noi, specialmente da quando
Bella ha
deciso che diventare amica di un vampiro sarebbe stato il suo nuovo
hobby.
<< Bella, cerca di…
tenerla lontano da me, non voglio che sappia quel che sono, tanto meno
voglio
che s’innamori di me. >> annuisco, deciso,
Bella non sa quello che
realmente potrebbe farle Edward se l’ autocontrollo venisse a
mancargli.
<< E la visione della
nana? >> borbotto, reprimendo uno sbadiglio e perdendo lo
sguardo al di
la degli alberi scuri del bosco, dove in casa mia anche
l’ultima luce che
illumina la finestra si spegne.
<< Le visioni di Alice
sono soggettive, se riesci a farle cambiare idea quello che ha visto
non
succederà. >> mi spiega, con
un’evidente nota di preoccupazione nella
voce.
<< Avrei provato
ugualmente a far cambiare decisione a Bella, non voglio che finisca con
l’essere una succhiasangue o un cadavere, cerca solo di stare
al tuo posto, al
resto ci penserò io. >> dico piatto, scostando
gli occhi dalla casa buia e
indirizzandoli verso i suoi.
<< D’accordo, buona
notte allora, e… salutami Megan. >> finisce,
quasi ringhiando, è evidente
che non abbia fatto altro che frugare nella mia testa fino a quel
momento.
<< Non nominarla! >>
ringhio teso, chiudendo gli occhi pesanti e riaprendoli.
<< Lei si chiama
fuori in tutto questo, limitati a pensare a Bella. >>
<< Non farla soffrire
cagnaccio o te la vedrai con me. >>
Scuoto la testa e sollevo la
schiena dal tronco con uno slancio deciso, << Non vedo
l’ora. ‘Notte
Edward. >> e mi avvio verso casa, stanco, troppo stanco
anche per capire
realmente quello che è successo, ci penserò
domani mattina ora ho solo voglia
di poggiare la testa sul guanciale del cuscino e sprofondare in un
sonno
profondo… solo un piccolo pensiero si agita nella mia testa
assonnata: Megan
non deve essere coinvolta in tutto questo, non voglio che si abitui
alla
presenza dei vampiri, sennò non avrebbe avuto senso tenerla
il più lontana
possibile da Forks per tutti questi anni.
***
<<
Bella! Sta per
iniziare! >> urlo, dalla mia postazione nel divano di
casa Swan, alzando
leggermente il volume dal telecomando, per farle sentire la musica
acustica
dell’inizio.
<< Ti avevo detto di
mettere in pausa!! >> urla ridendo dalla cucina, sollevo
gli occhi al
cielo soffocando una risata e pigio un altro bottone sul telecomando,
facendo
bloccare a mezz’aria il piede di un signore.
<< Okay, fatto, ma
datti una mossa! Sei sempre l’ultima! >> le
rispondo, per stuzzicarla, lei
sbuca dall’arcata della cucina e con una smorfia stizzita mi
lancia un
pop-corn.
<< Bene, visto che hai
cosi tanta fretta, non te ne darò neanche uno.
>> mi dice, sedendosi al
mio fianco e parando la ciotola con le mani. Raccolgo il pop-corn che
mi ha
lanciato, poggiato sul bordo del divano, e me lo porto alla bocca.
<< L’hai appena fatto.
>> mugugno divertito, inghiottendolo, lei sbuffa e arresa
mi passa la
ciotola, avvio il film e sospiro soddisfatto quando il piede del
signore tocca
finalmente terra.
Si accoccola al mio petto e
sorride quando le accarezzo la schiena, passiamo gran parte del tempo
in quella
posizione, totalmente immersi nei fatti del film, io continuo a far
scorrere la
mia mano sulla sua schiena e lei a immergere la mano della ciotola di
pop-corn
e ogni tanto portandomene uno alla bocca.
<< Come va a scuola?
>> le chiedo d’un tratto, ignorando il film e
ricordando con una certa
irritazione ciò di cui mi aveva parlato la notte prima
Edward.
<< Mmh… non c’è male,
potrebbe andare meglio. >> mormora l’ultima
parte con un ché di amaro,
capisco che intende il comportamento di Edward, dopo
l’incidente con il pick-up
Bella ha iniziato a dubitare della sua umanità, ma questo
invece di convincerla
ad allontanarsi l’ha spinta maggiormente al suo fianco.
<< Come va la testa?
hai fatto prendere un colpo a tutti, anche a Megan. >>
borbotto con una
risata, cercando di non farle capire a cosa punto con quel discorso
ingarbugliato.
<< Ci credo poco,
quella ragazza mi guarda come se mi volesse mangiare. >>
farfuglia,
arricciando il naso, poi si volta a guardarmi e stende un braccio per
accarezzarmi la guancia.
<< Però tu non sei da
meno… >> sussurro sollevando un sopracciglio
con aria di sfida, lei si
chiude nelle spalle e con un dito traccia il contorno delle mie labbra.
<< Chi non da amore
non ne riceve. >> si giustifica, poi poggia la fronte sul
mio mento e
lancia uno sguardo poco interessato al film. << E
comunque, non credere
che io non stia bene solo perché sono convinta di aver visto
il mio compagno sollevare
il furgoncino dall’asfalto, non riesco ancora a capacitarmi,
lo ricordo
perfettamente, l’ha spinto via con la mano!! >>
Cerco di ridere,
fortunatamente mi riesce meglio di quanto pensavo, e cercando di
riprendere
fiato dopo la mia finta risata, le accarezzo il braccio scuotendo la
testa.
<< Sei proprio fuori, cerca di concentrarti su altre
cose, perderai tutti
i tuoi amici se continuerai a correre dietro a quel povero ragazzo che
si
trovava nel momento giusto al posto giusto, magari l’ha fatto
davvero ed era
sotto l’effetto di qualche droga, credimi, meglio se lo lasci
perdere. >>
farnetico, sempre più vicino alle sue labbra, mentre il suo
cuore prende il
galoppo. << … ti manca solo la droga per
sembrare una pazza. >>
sussurro roco ad un centimetro dalle sue labbra, lei, confusa, si
limita a
guardarmi con gli occhi spalancati e un’espressione
imbambolata.
La porta d’ingresso si apre
ed entrambi ci voltiamo verso la TV, osservo con la coda
dell’occhio le sue
guancie rosso fuoco e il suo petto muoversi farneticamente, per via dei
battiti
accelerati del suo cuore, e tutto questo non può che farmi
piacere, perché non
l’ho neanche toccata ed è già prossima
all’iperventilazione.
<< Abbiamo vinto!!!!
>> canticchiano in coro le voci di Megan e Charlie
dall’uscio, poi si
sente la risata di Seth e un piccolo schianto accompagnato da
un’altra risata
soffocata, sta volta di Quil.
<< Siete sempre i
soliti. >> borbotta la voce di mio padre, poi eccoli,
sbucare tutti in
salotto, Quil tiene Meg sulla spalla come un sacco di ortaggi, lei
scalcia e
urla mentre il cappellino da baseball le cade dalla testa.
<< Le fai salire il
sangue alla testa così… >> borbotto
ridendo.
<< Dovresti sentirti
in colpa! >> sbraita Quil puntandomi un dito contro e
rafforzando la
presa sui fianchi di Megan con l’altra mano. <<
Non sei venuto e abbiamo
perso, battuti dalla briciola, lo capisci! >> Quasi ogni
settimana
facciamo una partita di baseball, questa è la prima volta
però che preferisco
stare a casa, Bella sarebbe rimasta da sola e avevo paura che potesse
cercare
Edward.
<< E’ inutile tenerla
accesa, non si riesce più a sentire niente. >>
sussurra flebile Bella
spegnendo la televisione, poi si alza e da la ciotola di pop-corn a
Seth, che
accetta senza esitazione stravaccandosi sul divano al mio fianco.
Sospiro e la seguo con lo
sguardo andare verso la cucina, mio padre, entrato in quel momento, mi
guarda
interrogativo, faccio un segno con la testa e boccheggio amaro:
“tempismo
perfetto” lui soffoca una risata e con una mano si calca il
cappello sulla
testa tornando a parlare della partita.
Nel momento in cui gli occhi
di Megan e i miei s’incontrano l’effetto rilassante
che m’invade quando sono
con Bella svanisce, e una morsa allo stomaco mi convince a scostare lo
sguardo
bruscamente, dall’occhiata omicida che mi riserva Seth
però mi accorgo che c’è
rimasta male, allora mandando a quel paese il mio scopo per oggi, mi
alzo dal
divano e le vado incontro, sorridendo, appena le mie dita sfiorano il
suo
braccio sto già meglio e il sorriso si allarga a dismisura,
lei abbozza un
sorriso e inclina la testa. << Non sei contento? Ho
battuto Quil.
>>
Annuisco e freno il pensiero
di accarezzarle la guancia. << Sei stata bravissima, mi
dispiace non
esserci stato. >> con nonchalance lancia uno sguardo alle
mie spalle,
dove sicuramente c’è Bella, e si limita a
chiudersi nelle spalle.
<< Avevi cose più
importanti da fare, suppongo. >> chiudo gli occhi e
sbuffo.
<< Megan, vuoi darci
un taglio. >> sussurro ridendo quando mi fa il verso
copiandomi nei movimenti,
lei mi scocca un’occhiatina sdegnata e solleva il
sopracciglio.
<<
Perché non è vero? >> sussurra
acida, non rispondo, rimango a guardarla con uno sguardo supplicante e
seccato,
non capisco perché calca tanto su questa storia, so che non
la sopporta, ma è
fin troppo facile rendersi conto che è un conflitto
insensato, scommetto che se
si fermassero a parlare un momento si troverebbero perfino simpatiche!
<<
Chi tace acconsente. >> mugugna superiore, esco la lingua
offeso e quando
la sua risata armoniosa mi riempie le orecchie non posso far almeno che
ridere
a mia volta.
<< Ragazzi, andiamo a
fare un giro nel bosco? >> chiede Quil, prima di prendere
Claire per
mano.
<< Si, perché no!
>> esclama Leah, afferrando Paul e Seth per un braccio,
costringendoli ad
alzarsi dal divano.
<< Andiamo. >>
acconsento sorridendo, << Bella vieni anche tu?
>> lei sorride
intimidita e annuisce.
<< Veniamo anche noi!
>> dice Jared indicando Kim.
<< Meg? >>
domanda Claire, aprendosi in un sorriso amichevole, mi volto a
guardarla e la
prego con lo sguardo, lei arriccia il naso, so che sta pensando di no
perché siamo
tutti in coppie, la conosco fin troppo bene, infatti quando il suo
sguardo si
posa su Seth annuisce contorcendo le labbra in un mezzo sorriso.
<< Okay!
Andiamo prima che faccia buio, prendiamo un po’ di
marshmallow e hot - dog e
accendiamo un falò, ci state? >> continua
Jared, andando verso la cucina,
dopo le chiacchiere generali tutti indossano il proprio giubbino
afferrano
qualche sacchetto e si avviano verso le macchine.
Dio solo sa quanto godo
vedendo Megan tirare sassolini a Seth mentre è intento a
sistemare le cose nel
bagagliaio, non so perché ma questa sorta di
complicità che c’è tra di loro due
ultimamente si è intensificata a dismisura, facendo fare la
stessa fine anche
alla mia gelosia.
Il tragitto è breve, e il
silenzio in macchina uccide, d’altro canto quando si hanno
Bella e Megan nella
stessa macchina, sullo stesso sedile, una di fianco all’altra
è difficile non
stare attenti con le parole, tutti hanno paura di quelle due mescolate
insieme,
specialmente di Megan, a differenza sua Bella non è mai
stata una tipa
chiacchierona e piccante, lei è timida e introversa, ma se
parla colpisce
affondo.
Appena arrivati davanti la transenna
che delimita l’accesso alle macchine posteggiamo e
incominciamo a camminare tra
risatine, canzoni stonate, sgambetti e gli urletti di Claire e Kim alla
vista
di una serpe,
tutto piuttosto calmo, quello che m’inquieta di
più è l’assenza
mentale di Bella, che si guarda intorno disinteressata e incespica
sulle radici
sporgenti e i tronchi cavi, spero non stia pensando a Edward, non le fa
bene
stare con i succhiasangue, le porteranno solo dolore, fisico e
morale… ma
soprattutto fisico se le visioni di Alice si avverano.
<< … COOOME TOGETHER, RIGHT NOW, OVER ME!!
>> mi giro di scatto verso Paul e Seth che
cantano a squarcia gola una canzone dei Beatles e mi abbandono ad una
risata
sguaiata durante il tempo in cui gli altri si guardano intorno cercando
un
posto dove sostare per allestire il fuoco.
<< Che ne dite di
questo punto? >> chiede Bella, dando due calcetti a una
pietra abbastanza
grande.
<< Mmh… perfetto.
>> mormora Quil, iniziando a spingere verso Bella un
altro sasso e tutti
lo imitano, formando un cerchio di pietre, usate come delle sedie, in
centro Jared
mette dei rami secchi e in quattro e quattr’otto il fuoco
è acceso.
<< Ora
potete disperdervi nei meandri
loschi e uggiosi della selva umida! >> vaneggia Seth con
aria solenne,
ricevendo uno schiaffetto sulla nuca da Leah.
<< Però ricordatevi
dove ci siamo sistemati e non allontanatevi, non mi va di sprecare la
serata a
cercare qualcuno… >> continua dopo aver
leggermente spintonato il
fratello con un gesto affettuoso, poi si volta verso Meg e le sorride
strafottente. << Ovviamente, cara Megan, ogni riferimento
a parole o cose
è puramente casuale. >> tutti scoppiano a
ridere, io rabbrividisco, anche
solo il ricordo del panico e della rabbia che ho provato quando si
è persa mi
fanno sbiancare ancora adesso.
<< Senza alcun dubbio,
Leah adorata! >> la canzona Megan, afferrando il povero
Seth, che sta
ancora cercando di riprendersi dalla sberla, sottobraccio, poi mi
lancia un
occhiata disinteressata e altezzosa. Sorrido furbo ed arcuo un
sopracciglio,
cos’è? Una sfida implicita?
Senza pensarci più di tanto
cingo Bella per la vita e annuisco. << Okay, allora noi
andiamo. >>
dico indicandomi le spalle con un pollice, senza degnarla di uno
sguardo.
<< D’accordo… >>
mi beffeggia Jared, facendomi l’occhiolino, Meg gli pesta il
piede indispettita,
le riservo uno sguardo trionfante e girando i tacchi mi avvio verso il
bosco
con Bella al mio fianco.
La passeggiata passa nel
migliore dei modi, e quando dico nel migliore dei modi intendo dire
senza che
nessuno di sia perso o si sia fatto del male.
Appena il cielo inizia a
imbrunire torniamo tutti al punto di ritrovo e ci sediamo iniziando ad
arrostire gli hot – dog e i marshmallow, per la precisione
noi ragazzi lo
facciamo, le ragazze sono impegnate a guardare con gli occhietti a
cuoricino
una lepre con la zampetta ferita che Claire ha trovato durante la
passeggiata.
<< E’ un amore!!!
>> dice adorante Kim, accarezzando la testolina scura
della lepre.
<< Più di me? >>
gli chiede canzonatorio Jared, battendo ritmicamente gli occhi con fare
sdolcinato.
<< Si. >> dice
lei, inflessibile, guardandolo male e tornando ad accarezzare il
piccolo
coniglietto, con il risultato che tutti ridono e lui, offeso, per poco
non
brucia una salsiccia.
Bella si siede al mio fianco
e mi poggia la testa sulla spalla, sorrido e il mio sguardo va
istintivamente
verso Meg, al centro della folla, con il piccolo batuffolo di pelo
scuro tra le
braccia.
<< Senti freddo?
>> le
chiedo, sentendola tremare,
Bella sussurra un si timido e si morde il labbro, la stringo al petto e
lei sospira
sollevata dal calore della mia pelle. << Meglio
così? >>
<< Mmh-mmh >>
mugugna annuendo a scatti. << sei molto caldo.
>> bisbiglia
sorridendo.
<< Lo so… >>
farfuglio con un mezzo sorriso e guardo di nuovo Megan, sta volta
incontro i
suoi occhi grandi e luminosi, che spiano attraverso le braccia di Kim,
Claire e
Leah, scanso il suo sguardo inquisitore e mi concentro sulle fiamme,
inizio a
contemplare le sfumature scoppiettanti del falò, il fuoco si
agita per via del
vento e vedo chiaramente gli occhi di Edward fissarmi indagatori dalle
fiamme.
Scuoto la testa per scrollarmi di dosso quell’ allucinazione
e cerco di
ricompormi stringendo maggiormente Bella nella mia presa calda, ma le
sue
parole rimbombano prepotenti nelle mie orecchie, stordendomi.
<<
D’accordo, buona notte allora, e… salutami Megan.
>>
Se la tocca, se pensa anche
solo a sfiorarla con quelle sue dita pallide e smorte, giuro che
sarà l’ultima
cosa che fa…
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Holaaa!!!
Allora, le recensioni sono aumentate!!! DI UNO!!!! sono troppo contenta
** so che non mi merito una recensione, ma se vi sta a cuore la mente
poco sana di questa autrice (bhuauauau bella battuta X°D) vi
prego di dirmi cosa ne pensate!
Detto questo, non ho altro da dire... Anzi si!!!
PUBBLICITA' OCCULTA >:P
Per le sostenitrici di Jacob, vi consiglio di leggere la storia della
mia Best, le ho praticamente imposto di pubblicare dopo averla
ricontrollata insieme.
si chiama:
Guilty To Love di
DarkQueen_
Ed4e: Tesoro!!! scusa di che??? figurati!!! XD ti
è piaciuto allora eh?? ^^" sono contenta che la mia
età non ti abbia indisposta, mi è già
successo un po' di volte =_="
Cmq per quanto riguarda la tua storia, VOGLIO LEGGERLA ASSOLUTAMENTE...
quindi, se vuoi, puoi mandare i capitoli all'e-mail
angels-94@hotmail.it, che sarebbe il mio!! XD e se vuoi puoi anche
aggiungermi su MSN (: Ore devo proprio scappare, la storia del medioevo
romano mi chiama -.-""" Signur dammi la forza!! XD Un bacio, ti adoro.
DarkQueen_ : Senti,
cosa, ho trovato una fine micidiale per il parrrgolo, l'ho graffigliata
da un film ci siamo??? e questo film è un dei miei tanti DVD
nella cassettiera centrale della scrivania, si... quello dove hai preso
The Covenant =_=""""
Cmq, non lo scrivo qua perchè non mi pare giusto, solo che
mi ha ricordato troppo il flash che ti sei fatta Paaaaaa,
è... è... dobbiamo solo farlo finire a frittella
sotto qualche veicolo ... (sei sicura di volerlo fare??? O_O guarda che
sei ancora in tempo per uccidere il poraletto e evitarmi un'agonia
luuuunga e dolorosa) vabbé , vedremo... TiAmo... a domani XD
|
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Capitolo 7 *** \\ 6. La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie ***
ೋ❤
ೌ Capitolo 6 ೬ ೂ❤ ೄ
La
vita è un biscotto, ma piove si
scioglie
Jacob
Ah.
Potrei
dire, urlare, sbuffare, sbraitare, borbottare o
farfugliare di tutto, e invece no, è la sola cosa che riesco
a pensare e ad
esprimere con un urlo morto, sulla bocca spalancata.
Ah.
Forse dovrei camminare con gli occhi cuciti da un filo di
ferro per non rischiare di fratturare due o tre ossa a quel tipo e
anche a
quello, ecco, la ce n’è
un’altro… Ma non hanno niente da fare i ragazzi in
questa scuola?
<< Megan, che ne dici di… emh…
sollevarti? >>
biascico cercando di sorridere e grattandomi la nuca, non so
più dove guardare,
spero solo di non essere paonazzo.
Continuo a ripetermi mentalmente che è solo un sedere
normalissimo fasciato dai jeans quello che sporge in avanti, e fa
voltare metà
scuola a quanto pare, ma sembra che il mio corpo e il mio cervello
perverso non
rispondano neanche più alla mia volontà ora come
ora.
Lei non mi da conto e continua a rovistare nel suo zaino,
piegata in avanti, sorride vittoriosa e tira fuori tre fogli
stropicciati
rimettendosi in piedi, mi abbandono ad un respiro di sollievo e
socchiudendo
gli occhi mi poggio agli armadietti, lei alza un sopracciglio
osservandomi perplessa.
<< Hai visto un fantasma? Sei così
pallido… >> e io che pensavo di
essere rosso! Strabuzzo gli occhi e scuoto la testa, poi le strappo i
fogli di
mano cercando disperatamente di cambiare discorso.
<< E queste reliquie? >> chiedo sventolando
i
tre fogli, lei si morde un labbro e accenna un sorriso.
<< Gli appunti… >> mormora, io
la guardo
scoppiando a ridere.
<< E tu pensi che io riuscirei a studiare con dei
fogli ridotti così? >> gli chiedo isterico,
lei mi lancia un occhiataccia
e solleva le sopracciglia con tono di sfiga.
<< Almeno io ti prendo gli appunti quando non vieni a
scuola, tu non l’hai mai fatto per me! >>
Mi chiudo nelle spalle. << Non il prendo per
me…
figurati se lo faccio per te. >> mi lancia uno
scappellotto e io
ridacchio.
Non posso fare almeno di non sembrare un deficiente
patentato quando sono con lei:
Lei che fa l’offesa, ma non riesce a trattenere una risata;
Lei che si tormenta e una ciocca di capelli quando è
nervosa;
Lei che ha il vizio di non spegnere mai la luce quando esce
da una stanza;
Lei che dorme sempre con un piccolo ippopotamo di pezza ai
piedi del letto e una foto dei suoi genitori sotto il cuscino;
Lei che è Megan, la ragazza che mi ha mandato in pappa il
cervello.
<< Allora non ti lamentare o la prossima volta dovrai
fare gli occhi dolci a quella secchiona di Karen per averli!
>> borbotta
mettendosi lo zaino in spalla, rabbrividisco
al ricordo dell’ultima volta: mi c’era voluta una
settimana per farle capire
che non eravamo “compatibili” e che non mi
meritava, per cosa poi? Una A? il
gioco non vale la candela… certo, ormai papà si
romperebbe la mano nel cercare
di darmi uno schiaffo per un’ipotetica F, ma non mi piace
comunque deluderlo.
Conclusione? Uso gli appunti di Meg e prendo una B. Ragionevole, no?
<< Okay, mi accontenterò dei tuoi fogli
disordinati e
malridotti. >> gli dico, ficcandoli nella tracolla e
pulendo la mia felpa
da alcune molliche, prova schiacciante del fatto che Kim oggi ha fatto
merenda,
insistendo a stravaccarsi a peso morto sulle mie gambe.
<< Bravo, così si fa! >> esclama
sorridendo, poi
si ferma di botto e guarda davanti a se sollevando un sopracciglio.
<< E
quello chi è?? >> chiede troppo curiosa, mi
volto verso il soggetto che
fissa e rimango sbalordito.
<< Acc… Aspetta
qua! >> gli ordino e cammino in direzione di Edward, che
poggiato sul
muro vicino la porta, mi lancia uno sguardo d’intesa,
purtroppo mi rendo conto
troppo tardi che Meg cammina decisa al mio fianco, alternando sguardi
curiosi
tra lui e me.
<< Lo conosci. >> non è una
domanda, << E’
strano… >> borbotta più a se stessa
che a me, << … so
cos’è…
>> le riservo un’occhiata fuggitiva e stringo
la mascella. Dovevo tenerla
fuori da questo. << E’… è
… è un… >> rallenta
leggermente il passo,
non pronuncia quel nome, ma mi guarda cercando una risposta.
<< Si. >> soffio e mi fermo di fronte
Edward,
lui guarda Meg e sorride benevolo, lei ricambia lo sguardo cercando di
afferrare la mia mano, terrorizzata.
<< Stai tranquilla Megan, non ho intenzione di farvi
alcun male. >> ridacchia, lei affina lo sguardo.
<< Edward…? >> domanda con voce
malferma, sa le
caratteristiche e le doti di ogni membro del clan Cullen, e sentendo la
risposta a quello che era sicuramente un suo pensiero non
può far altro che
capire chi è il vampiro che ha davanti.
<< Si, piacere. >> sorride, ma lei non si
lascia
ammaliare dalla bellezza del suo viso da sanguisuga e trovando la mia
mano non
può far altro che stringerla, e lo fa ancora di
più quando lo sguardo di Edward
passa su di me. << Ci sono delle complicazioni.
>> ringhia affranto
guardandomi, è più che ovvio, si parla di Bella,
lei è l’unica ragione per la
quale io e il figlio dei pipistrelli ci parliamo, forzatamente
s’intende.
<< Di che tipo? >> chiedo stingendo i
denti. Se
Bella si è fatta male per colpa tua, giuro che io…
<< No, no… niente del genere per fortuna.
>> la
campanella suona, il corridoio diventa meno confusionario, guardo Megan
e
sospiro. Almeno ho una buona scusa per tirarla fuori da tutto questo
prima che
faccia tutti i collegamenti e capisca, la situazione si sta facendo
pesante e
ho giurato a me stesso che lei sarebbe stata il più fuori
possibile da questa
storia,
<< Vado a casa, tu rimani qua, ti passo a prendere
dopo, prendi gli appunti anche per me! >> le dico,
cercando di apparire più
scherzoso e sorridente possibile, le accarezzo una guancia e le lascio
un
timido bacio sulla fronte.
Lei guarda Edward e adesso, con mia immensa sorpresa,
neanche un’ombra di paura le oscura lo sguardo.
<< Come un pesce.
>> afferma Edward annuendo, lei alza gli occhi al cielo e
va via correndo
per non arrivare dopo il professore. << La sua mente
è davvero purissima.
>> mormora e sorride, stringo i pugni e nel momento in
cui evitabilmente
quello che provo per lei viene a galla e lo osservo strabuzzare gli
occhi e
schiarirsi la gola. << Che situazione…
>> sussurra
impercettibilmente.
<<
Allora ,
queste complicazioni? >> gli chiedo, infuriato e
preoccupato, andando in
parcheggio.
<< Bella, mi faceva delle domande, eravamo in
macchina, lo so non dovevo, ma l’ho seguita e sono
intervenuto quando dei
brutti ceppi volevano approfittarsi di lei, abbiamo parlato e
… ora lei sa cosa
sono. >>
Le chiavi della Golf di Meg mi cadono di mano e mi fermo
guardando Edward, stralunato. << ma come …?!
>>
Lui si copre il viso con le mani e sospira sommessamente.
<< Ha un effetto distruttivo su di me, sta diventando
un’ossessione e se
lei vuole sapere qualcosa la mia bocca parla da
sé… > ringhia irritato, io
raccolgo le chiavi da terra e le metto in tasca, poi mi siedo sulla
panchina
osservandolo di sbieco. << Complimenti Cullen.
>>
Lui mi minaccia con lo sguardo. << Cagnaccio, ti
ricordo che hai una situazione molto simile alla mia. >>
mi incupisco e
mi chiudo nelle spalle.
<< Stiamo parlando di Bella. >> mi
giustifico
colto in fragrante, scatenando la vena umoristica di Edward,
che si
abbandona in una risatina sommessa.
<< Sei nei guai, come me, se non di
più… >>
***
<<
Lo so papà, lo so… ma perché dovrei
pagare io per
gli errori del succhiasangue, sai quello che significa Bella per me,
non posso
permetterlo. >> farfuglio, guardando svogliato
l’ultimo biscotto
solitario dentro il barattolo trasparente al centro del piccolo tavolo
rotondo,
mio padre poggia il suo cappello di paglia sul tavolo e mi guarda con
il suo
solito sguardo consolatorio.
<< Bella per te è solo una copertura
figliuolo, e se
la vampira continua a vedere il suo futuro con loro o comunque riesce a
vederla
tu non sei nei suoi piani, sai benissimo che se fossero presenti
licantropi nel
suo futuro Alice non potrebbe leggerlo, oltretutto
c’è Meg… come pensi di
comportati con lei? >>
Il mio sguardo si sposta dal cappello al biscotto e dal
biscotto al soffitto. << Pensi sia meglio aspettare che
una qualche divinità
le dia l’illuminazione o le salto addosso senza ritegno?
>> un sorriso
amaro gli sfiora il viso, ma il mio sarcasmo macabro non lo diverte,
infatti
pochi minuti dopo ritorna la personificazione della serietà.
<< Come convincerai Bella a venire con te?
>> mi
chiede, stringendo spasmodicamente le mani sui braccioli della sedia a
rotelle,
il solo pensare che una malattia come il diabete l’abbia
ridotto in questo
stato mi da sui nervi.
<< Non lo so, tenterò, ha bisogno di
allontanarsi,
entrambi ne abbiamo bisogno. >>
<< Vuoi lasciare Maggie da sola…?
>> a quella
domanda il mio cuore ha una stretta, perde un battito e mi fa mancare
l’aria,
stringo la mascella e strizzo gli occhi. << Ne
soffrirò anch’io, il solo
pensiero mi fa… >> mi fermo, rendendomi conto
dagli occhi attenti di mio
padre, che le mie mani stringono troppo violentemente i bordi del
tavolo, li
lascio e tiro indietro la testa.
<< Ami Bella? >> mi domanda, cogliendomi
alla
sprovvista, lo guardo, il suo solito sorriso ora è del tutto
assente.
Un brivido mi corre sulla schiena. << Tu hai avuto
l’imprinting con la mamma, vero? >> Vedo il
dolore che ancora prova
contorcergli il viso.
Sorrido appena, mentre il ricordo sfocato di quella figura
eterea mi sfiora la mente, mia madre, era impossibile non volerle bene.
<< Si.
>> risponde secco.
<< E tu l’amavi? >> gli domando,
con un tono di
voce più basso.
<< La amo tuttora, come nel primo momento in cui
l’ho
vista. >> sussurra con un sorriso.
Mio padre non ha mai creduto nel paradiso, ma da quando lei
è andata via ha cambiato idea, deve pur esserci un posto
dove ospitare l’anima
di quell’angelo – dice sempre.
<< Allora non chiedermi se amo Bella, papà.
>>
sussurro flebile, quella che provo per lei è un
po’ di più di una normale attrazione
fisica, mi fa dimenticare tutto, magari non ora, ma un giorno la
amerò sul serio,
magari un giorno rincontrerò Megan con l’uomo che
ama e non sarò un lupo solitario,
avrò una famiglia, non con lei, ma come lei, devo solo
abituarmi all’idea.
Esco dal mio groviglio di pensieri e mi accorgo di essere da
solo, torno a fissare il biscotto, nervoso.
Quel biscotto è un piccolo modellino della mia vita, di
quello che sto facendo, di quanto sia egoista nei miei confronti e nei
confronti delle persone a cui voglio bene.
L’ultimo biscotto, lo vorresti, ma non puoi prenderlo,
perché ne hai già mangiati troppi, e non sarai
mai pienamente soddisfatto.
La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie…
peccato che
nella mia vita sembra esserci il diluvio universale.
<<
Jacoooob!
>> scatto in piedi quando la porta si apre e guardo
interrogativo Leah,
piombata in cucina come l’ennesimo fulmine nel temporale
eterno che è la mia vita.
<< Cosa? Che? >> le chiedo spaesato, quasi
inciampando sulle gambe della sedia.
<< Bella vuole parlare con te…
>> spalanco gli
occhi e la seguo fino ad arrivare in salotto, dove Bella è
seduta sul vecchio
divano rosso, ha le lacrime agli occhi e mi guarda smarrita, confusa.
<< Bella? >> sussurro spaventato, facendomi
subito vicino a lei.
<< I-i-io … >> mi abbraccia e
scoppia a
piangere, facendosi piccola tra le mie braccia. << Edward
è andato via… è
andato via… >> Sbarro gli occhi, guardando
fisso davanti a me.
Non era necessario che io andassi via e la portassi con me, lui se
n'è già andato, ha fatto la cosa migliore?
Senza dubbio le lacrime scioglieranno il biscotto di Bella…
La stringo e la consolo, cullandola tra le mie braccia,
accarezzandola e cercando di rassicura.
Posso offrirti un
ombrello, per riparare la tua vita dalla pioggia, e tu lo offrirai a
me. Così
saremo pari.
----------------Valentina’s
space!!----------------
Eccomi,
con un po’ di ritardo.
In realtà però l’ho fatto apposta,
speravo che le recensioni
aumentassero… Perché non commentate tesori??? Fa
così schifo la mia storia??
O_O”
In realtà a me piace molto come sta uscendo fuori, e tutto
molto intrecciato, già nel prossimo capitolo ci
sarà un fraintendimento bello e
buono… *---* Beeeeeeeooo chappo!! XD
Spero piaccia anche a voi, e sta volta siate così amorevoli
da commentare, ma in ogni caso lo siete lo stesso *---*
Un bacio!!! Vale!!!
Ed4e: Ciau tessssssorrooo!!!
^^ GRAZIE!!! Continui a recensire: nel bene e nel male, nella salute e
nella
malattia… ecc ecc XD
Ti adoroooooooooo *---* ‘Accieeee di tutto!!!
Hai ragione, anch’io voglio un Taylor per me!!
O_<”
Peròòòò… quando
si dice MONDO INGIUSTO!! -‘___’-
Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo!!! ^^”
Aspetterò con ansia i capitoli della tua storia (: Non vedo
l’ora!!! >:P
TI ADORO, ancora un bacio!!!!
DarkQueen__:
Amo!!! continua con la pubblicità occulta che i seguiti e i
preferiti aumentano
GRAZIE!!! Un bacio! Ricambio il favore come vediii!!! ^^
PUBBLICITA’ OCCULTA!!!!!!
^^
Leggete
la storia di DarkQueen_
“Guilty To Love” :D è
magnifica!!! ^^
|
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Capitolo 8 *** || 7.Illusa e Distrutta… Viva l’ottimismo! ***
Dedicato
a Ed4e che
adora i fraintendimenti!! *-*
ೋ❤ ೌ Capitolo 7 ೬ ೂ❤ ೄ
Illusa e
Distrutta… Viva l’ottimismo!
Megan
Spingo il carrello, persa
al di là delle pile di scaffali, dove gli alimenti sono
disposti con un ordine
quasi maniacale, ignorando le risate di Seth e Jared alle mie spalle,
fortunatamente Paul è rimasto a casa, Jacob non
c’è, è andato via a penultima
ora con Cullen, aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere, invece ho
trovato
Sam ad aspettarmi fuori, con un buono per la spesa, una branco di lupi
affamati
in macchina e le scuse di Jacob: “ Sta facendo una cosa,
è importante”.
Tutto sta diventando più importante
di me ultimamente, tutto.
Stringo i denti cercando
di sbollentare gli spiriti e, ironia della sorte, entro al reparto
surgelati.
<< Seth!!! Posa
quelle patatine! >> ringhia Kim, togliendo il pacchetto
rosso dal
carrello, glielo da e gli indica con decisione il reparto snack, lui
con aria
frustrata si dirige verso il corridoio.
Kim si volta verso di me e
soffia avvilita scuotendo la testa. << Ora capisco
perché i genitori
preferiscono non portare con loro i figli quando fanno la spesa.
>>
Sorrido vaga e lancio
un’occhiata al carrello, poi alzo gli occhi al cielo.
<< Abbiamo comprato
tutto tranne gli ingredienti che ci servono per la pizza.
>>
Emily posa un pacchetto di
farina dentro il carrello e si chiude nelle spalle ridendo.
<< Tanto
pagano loro. >> Ridiamo anche noi, Sam si fionda sul
carrello e svuota le
mani, piene di bustine di lievito, barattoli di pelato e mozzarelle.
<< Finalmente!
>> esclamo guardando che alla fine - oltre le miriadi di
pacchetti di
caramelle e schifezze varie - abbiamo anche gli ingredienti che ci
servono per
la cena.
<< Ora però…
>> sussurra Sam stringendo in un abbraccio dolce Emily.
<< Dobbiamo
trovare Claire e Quil, non li vedo da quando siamo arrivati.
>>
Io e Kim ci scambiamo
un’occhiata d’intesa e ci voltiamo istintivamente
verso il reparto leccornie.
<< Claire, Claire, Claire… si lascia sempre
coinvolgere nelle pazzie di
Quil. >> vaneggio, scenica.
<< Cosa non si fa
per amore!! >> prosegue Kim con il mio stesso tono di
voce, lanciando uno
sguardo disperato verso Jared, che sorride.
<< Già… >>
mormoro, chinando lo sguardo sul carrello.
L’argomento amore, tasto
doloroso, ma credo sia più che chiaro ormai e non so cosa
darei per affondare
tre o quattro pugni nello stomaco di Jacob e poi sperare che mi salti
addosso
con l’intento di farmela pagare, il contatto fisico? Gli
angeli che cantano
l’Alleluja!
Meg, sei una ninfomane.
Lo so, lo so, ma a volte
sono così stanca di fingere che tutto vada bene, busserei
alla porta della sua
stanza e senza dargli neanche il tempo di aprire del tutto la porta lo
bacerei.
Una volta sono perfino
arrivata sull’uscio di camera sua, ma mi sono subito data
della sciocca e
cercando di fare meno rumore possibile sono tornata in camera mia.
<< Seeeeeeeth!!!
Andiamo alla cassa! >> urla Kim, spingo il carrello senza
guardare
realmente dove sto andando e sbatto contro qualcuno, sollevo lo
sguardo, ancora
un po’ intontito e incontro due occhi neri, le labbra a
cuore, fine, mi
sorridono e la testa s’inclina leggermente di lato.
<< Ti sei fatta
male? >> mi chiede, scuoto la testa e mi chiudo nelle
spalle.
<< E’ colpa mia
scusa, quando inizio a pensare non mi curo neanche più di
dove sono. >>
sussurro con un sorrisino di scuse, lui scuote la testa soffocando una
risata e
si china per prendere le cose poche
cose
che gli sono cadute di mano quando l’ho… investito.
<< Capita a tutti.
>> dice senza smettere di sorridere.
<< Meg? >> mi
volto di scatto e vedo Seth sorridermi con in mano un barattolo di
pomodori
pelati.
<< Si… arrivo…
>> poi guardo di nuovo il ragazzo, accennando un sorriso.
<< Be, scusa per
averti disturbato… >> lascio in sospeso la
frase quando mi rendo conto di
non sapere il suo nome.
<< Embry. >>
finisce lui, porgendomi la mano.
<< Piacere Embry, io
sono Megan. >> mi guarda affinando lo sguardo e
accennando un altro mezzo
sorriso, si guarda intorno e si indica dietro le spalle guardandomi di
nuovo.
<< Io devo andare,
allora ci vediamo… Megan. >> annuisco e
sorrido, poi lo guardo
allontanarsi dopo neanche due secondi sento la stretta inconfondibile
di Seth
cingermi le spalle. <<
E quello chi
era? >> sibila sprezzante.
Mi chiudo nelle spalle e
con noncuranza prendo tre scatolette di tonno mettendole
dentro il carrello. << un
certo Embry, l’ho quasi ucciso con il carrello.
>>
<< E se non sta lontano
da te il quasi sparirà ben presto! >> gli
stampo un bacio sulla guancia e
ridacchio.
<< A cuccia, Pluto!
>>
Una volta arrivati a casa
di Sam e Emily la stanchezza vince su di me e mi addormento sul divano
guardando la TV, quando mi sveglio un odorino invitante mi accarezza
l’olfatto
e il mio stomaco ruggisce, facendomi ricordare che non mangio da sta
mattina.
Continuo a tenere gli
occhi chiusi, spaventata da quello che mi attende fuori dal miei sogni
e un
piccolo sorrisino mi accarezza il viso quando sento il profumo di pino
coprire
quello della pizza, Jacob.
Sollevo una palpebra e
vedo il suo viso, bello e sorridente, arriccia il naso e mi accarezza
la
guancia, apro anche l’altro occhio, e il suo sorriso si
allarga.
<< Scusa per oggi.
>> mi sussurra, sedendosi sul divano e facendo
scricchiolare le molle del
cuscino. << … è successa una cosa,
un po’… strana. >>
Mi alzo dal divano e mi
metto seduta, portandomi le gambe al petto e poggiando il mento sulle
ginocchia.
<< Ovvero? >>
lui sospira e con un movimento nervoso tira indietro i capelli che gli
coprivano il viso.
<< Niente…. >>
risponde brusco, sbarro gli occhi, sollevando lentamente il mento dalle
ginocchia e cerco più volte di dire qualcosa, ma nel momento
stesso in cui le
mie labbra si aprono per parlare, non so che dire, quindi le richiudo e
sto
zitta. Lui mi guarda e ride, tappandosi la bocca. << ti
spieghi sempre in
modo molto chiaro, amore. >>
Come mi ha chiamata? Megan
è solo uno stupido soprannome! Non farti paranoie.
<< Gacias!! >> esclamo,
ancora un po’ scombussolata
dal sonno e dal soprannome insolito.
Quando le risate si
spengono ci guardiamo senza parlare, vedo che c’è
qualcosa che non va, i suoi
occhi lo dicono per lui, è spaventato, preoccupato, forse
anche triste.
<< Ehi Jake cosa ti prende? >> sussurro
sedendomi sulle sue gambe
senza pensarci troppo, non risponde, abbassa leggermente le palpebre e
poggia
la tempia sulla mia spalla.
<< E’ tutto così
complicato… >> sussurra a mezza voce, restando
in quella posizione e
chiudendo gli occhi del tutto. << …Edward,
è partito, ha lasciato Bella
da sola. >>
Il calcolo che in quel
momento fa il mio cervello è brutalmente superficiale e
quasi inumano.
Bella e Edward –
Edward = Bella
Megan e Jacob : Bella = Jacob e Bella con il resto
di Megan.
Megan x Bella = è un risultato troppo violento, mi
rifiuto anche di pensarlo.
<< Le ho
promesso di
starle accanto e… >> si schiarisce la voce,
avvolgendo la mia vita con le
braccia. << … e ho paura che faccia qualche
stupidaggine, non capisco
come quel succhiasangue faccia partire la testa a voi ragazze.
>>
Lo guardo soffocando una
risata, lui corruga la fronte senza aprire gli occhi e arriccia le
labbra, in
una smorfia stranita. << Cosa c’è da
ridere? Ti piace? Ti piace Edward?
>>
Continuo a ridere e sospiro
per trattenermi. << Ma ti sei mai guardato alle spalle?
le ragazze ti guardano
con la bava alla bocca! >> lo ammetto anche con una sorta
di amarezza
camuffata da un’altra risata. << … e
poi non mi piace Edward, troppo…
bianchiccio e freddo, preferisco di gran lunga il ragazzo caldo e
abbronzato.
>> sussurro, schiudendo la bocca subito dopo per lo scoop
che mi ero
lasciata scivolare dalle labbra.
Spalanca gli occhi e li
fissa nei miei sollevando il viso dalla mia spalla, il suo sguardo
cerca
qualcosa, fruga disperatamente nel mio.
Troppo vicini Jacob, siamo
troppo vicini – sussurro mentalmente, sperando che si
allontani, non ne ho la
forza, non riesco a muovermi, non accenna nessun sorriso, non sbatte le
ciglia,
continua a scavare nel mio sguardo, chiudo gli occhi di botto,
prendendo un
respiro brusco che a lui non sfugge.
<< Chi sarebbe
questo tipo abbronzato? >> mi chiede con un mezzo
sorriso, sorrido anche
io, contenta che la tensione si sia allentata e sbuffo, guardando
altrove.
<< Io lo so!!!
>> urla Seth, trascinandosi per mano Leah, che lo guarda
con un
espressione contratta.
<< Sei scemo? Una
cosa è spiare, un’altra è farti
volontariamente scoprire! >> gli ringhia,
poi si volta e fa un sorriso . << io non spiavo!
>> si affretta a
dire, scuotendo le mani.
<< Oh, ti credo!
>> sbotto sarcastica sollevando un sopraciglio.
<< Ma non perdiamoci
in discorsi futili… torniamo al punto della questione, chi
è questo ragazzo?
>> sussurra Leah, ridendo malvagia e voltandosi verso
Seth.
<< Già, sono
curioso… >> esclama Jacob e guarda Seth con
insistenza, spronandolo a
parlare.
Lui fa un’espressione
concentrata e si gratta il mento farfugliando cose che non afferro, poi
s’illumina e sorride << Il tipo del
supermercato, Arnold?! >>
sbotta, trionfale.
<< Embry! >>
lo correggo alzando gli occhi al cielo, sento Jacob irrigidirsi e
sorpresa lo
guardo con la coda dell’occhio, stringe la mascella, serrando
le labbra in un
sorriso forzato, mentre due ciocche di capelli gli cadono sugli occhi,
negandomi la vista della sua espressione.
Leah sorride affabile, da
quando sta con Paul è cambiato tutto, forse aveva solo
bisogno di qualcuno che
l’amasse davvero, qualcuno che la facesse sentire una donna e
non solo un
membro del branco. << E siamo a tre nuove coppie!!
>>
<< Tre? >> chiede
Seth, perplesso. << E quali sarebbero? >>
<< Io e Paul,
ovviamente; Jacob e Bella… >> i miei occhi
guizzano di nuovo sul viso di
Jake, che scuote la testa.
<< Ho già detto che
non stiamo insieme. >> borbotta.
<< Non ancora!
>> puntualizza lei, puntandogli un dito contro.
<< E la terza
coppia?? >> chiede Seth, tardo, come al solito.
<< Arnold e Megan
>> dice, ovvia.
<< Embry!!! Si
chiama Embry! E poi l’ho solo visto al supermarket, non credo
lo rivedrò più.
>> mi chiudo nelle spalle, e appena il profumo della
pizza mi arriva di
nuovo al naso salto giù dalle gambe di Jacob.
<< Andiamo a mangiare!
>> esclamo, a quella parola Leah e Seth si scambiano
un’occhiata d’intesa
e corrono giù dalle scale litigandosi un’ipotetica
fetta di pizza con i peperoni
e le acciughe, mi dirigo dietro di loro ridendo, ma prima di
oltrepassare la
porta Jacob mi afferra per i fianchi.
<< Meg…? >>
sussurra a voce bassa, mi volto, lo vedo combattuto. Ho paura, tanta
paura,
paura di perderlo, paura di perdere anche quel briciolo di vana
speranza che un
giorno mi ami, e che l’imprinting per lui non arrivi mai.
Continua a guardarmi,
e avvicina il suo viso al mio, tremo per la sorpresa, osservando le
labbra
farsi sempre più vicine e gli occhi socchiudersi, quando
vedo la traiettoria cambiare
e le sue labbra poggiarsi sulla guancia, a pochi centimetri dalle mie,
sospira,
rimanendo lì, fermo, facendomi sentire il suo odore.
<< Ricordi quando…
quando mi hai detto che avresti fatto la brava con Bella?
>> bisbiglia,
lasciando un altro bacio sullo stesso punto della mia guancia.
<< Si. >>
soffio, arresa.
<< Bene, ti prego,
sta male davvero, non vuole uscire, è come…
morta. >>
<< E’ normale Jake, forse
già lo amava… e lui ama lei. >> mi
mordo il labbro, odiando quel vampiro
più del legittimo, perché proprio a me, Edward?
non dovevi andartene, non
dovevi.
<< Tu pensi… che un
giorno di questi potresti avere l’imprinting?
>> chiedo senza pensarci,
lui si allontana un po’ da me e mi osserva, smarrito.
<< Cosa? >>
sbotta con un tono sguaiato, come se avessi detto una qualcosa di
sbagliato… o
di maledettamente azzeccato? << perché me lo
chiedi? Io… non… perché?
>> mi spavento della sua reazione, e facendo dei
collegamenti veloci, mi
ritrovo a spalancare gli occhi, mentre il mio cuore si rompe in tanti
pezzi, e sento il tintinnio dei cocci toccare il pavimento, cadere come quelli di un vaso di
cristallo, sono pezzi troppo piccoli per poterli ricomporre.
<< Hai… avuto
l’imprinting. >> affermo, sconvolta, annaspando
con la mano, stringendo
il tessuto marrone della mia maglietta, nel punto in cui il mio cuore
batte
quasi come volesse uscire dal petto. << Lei. Lo hai avuto
con lei, e non
me l’hai neanche detto! >> ora
sento il mento umido di lacrime, lui scuote la testa, avvicinandosi a
me cauto,
ma ogni suo passo avanti e uno mio indietro.
<< Non hai mai
capito. >> ringhia d’un tratto, e riservandomi
un’occhiata contratta e arrabbiata
scuote la testa. << …e non capirai.
>> digrigna i denti e stringe i
pugni, sospirando a fatica.
<< E’ vero allora?!
>> urlo, fuori di me, trattenendo a stento le lacrime,
mordendomi il
labbro convulsivamente, lasciando che i capelli mi cadano sugli occhi,
torturando la stoffa della mia maglietta con le mani tremanti.
<< Si. >>
risponde secco.
Il respiro mi manca,
ritornando di botto e causando un gemito soppresso, ansimo, cerco di respirare normalmente e
sollevo gli occhi, guardandolo fisso. << … tu
mi hai tenuto nascosto il
tuo imprinting … ti odio… ti odio.
>> e mi sento male e distrutta, come
se fosse stato lui a dirlo a me, la sua espressione passa dalla rabbia
ad una
tristezza inaspettata, facendomi ancora più male.
<< Tu… cosa?
>> sussurra, gli occhi ora sono sgranati, lucidi. Strizzo
gli occhi e
arriccio il naso. << Meg, io non…
>> fa per avvicinarsi, ma sposto
il suo braccio, spingendolo bruscamente.
<< Non toccarmi.
>> sibilo e piano scendo le scale, incrocio le braccia
sul petto
stringendole rabbiosamente.
<< Megan, dove pensi
di andare!! >> mi urla, dalla cima della rampa di scale.
Non rispondo,
stringo le braccia ancora più violentemente sul petto e
ignoro anche lo sguardo
sconvolto di Emily e Sam, quello di Seth, con la bocca piena, e quello
di Quil,
apro la porta e vado via sbattendomela alle spalle, lasciando
finalmente cadere
le lacrime di rabbia, una dopo l’altra, cammino, con passi
decisi e quando mi
volto vedo Sam,
Seth e Quil, li sento
urlarmi di tornare indietro, ma non li ascolto. Non voglio. Mi volto di
nuovo,
consapevole di cosa stessero facendo, infatti al loro posto ci sono tre
grandi
lupi adesso, mi fermo arresa, e lascio che dopo un piccolo spostamento
d’aria
un lupo nero e uno marrone mi si parino davanti, impedendomi di
passare, mentre
un lupo color sabbia, guaendo, mi tira dolcemente per il tessuto dei
jeans.
Mi accascio
inginocchiandomi sul terriccio umido, affondando il viso sulla
pelliccia color
sabbia del lupo che guaisce e strofina delicatamente il muso contro il
mio
braccio.
<< Ho sbagliato
tutto Seth, tutto… >> soffio, stringendo i
ciuffi di pelliccia tra le
mani.
Il grande lupo nero mi
spinge in avanti con la zampa, chiedendomi chiaramente di tornare a
casa,
scuoto la testa, sospirando, neanche tanto bene. <<
Lasciate stare,
arriviamo subito… >>
ma loro non
si schiodano, allora cerco di sorridere, per rassicurarli,
<< Promesso.
>> Sussurro.
Il lupo nero annuisce e
dopo aver mandato uno sguardo di raccomandazione a Seth sparisce
trottando
verso la casa, seguito dal lupo marrone.
Sono in gabbia. << …
Non posso neanche scappare. >> . mormoro sconfitta,
poggiando la testa
sulla schiena di Seth, che guaisce ancora, cercando di consolarmi.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ciao
ragazzuole!!! *-* non avete idea di quanto io sia felice, anche se
il numero delle recensioni non è salito >___<
le preferite sono aumentate
di uno e le seguite di 2!!! XD ci avevo perso le speranze!!! Grazie x
il
sostegno silenzioso comunque, anche se una recensione non mi farebbe
male.
Il capitolo è un po’ strano, se è
stupido ditemelo, non è stato difficile
scriverlo, ma non mi sentivo sicura: lo posto o no??? è
questo il dilemma!!!!!
XD
Per tutte le sostenitrici di “Three 4 one” questo
sabato ho deciso di
restare in casa di pomeriggio per cercare con tutte le mie forze di
continuare
a scrivere! ABBIATE PIETA’ E PAZIENZA! Sono una neoJacobina
costretta a sfogare
la sua vena creativa repressa nei confronti di Jaki!! XD
SCLERO: Leggete i libri!!! E non guardate i film! Dorian Gray
è
decisamente poco rispetto
al libro, per
chiunque l’abbia visto… non vi è un
po’ caduto un mito come quello di Harry o
lo stesso Dorian??
Un bacio, ciao tesori!! ^^”
……..
Ed4e: tesoro! U_U
ti è piaciuta la “surprise!” ^^
spero
ti abbia fatto piacere avere un capitolo dedicato! Era pure ora, voglio
dire,
sei un mito!!! *-* XD
Lieto fine *o*
giààààààà…
Vallo a raccontare a quegli animali tremendamente
affascinanti e con capacità mentali sotto zero,
più comunemente chiamati
ragazzi! Davvero non sto scherzando! Vedere in che situazione siamo
finiti fa
calare il mio livello di mielosità romantica sotto la pianta
dei piedi… Povere
ragazze!!! >____< povera me!!! POVERE NOI!!!
L’amore fa schifo ^^”…. ehhhh
già, specialmente perché se non lo provi TI
SENTI uno schifo! Ma che ci vuoi fare…XD
Devo scappare *-* grazie, ti bacio forte, Vale.
StarLight90: *-* SEI
NUOVAAAA!!! Cioè, non proprio, intendo nel recensire! E sono
contenta!!! ^^
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!! Sia per i complimenti che per tutto il resto,
che ne
dici di questo capitolo??? FAMMI SAPERE! Tanti baci, Vale.
|
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Capitolo 9 *** || 8. Scusami, prendimi, lasciami. ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 8 ೬ ೂ❤ ೄ
Scusami, prendimi,
lasciami.
Megan
<<
Megan? >>
mi volto verso la voce, socchiudendo gli occhi come colta in fragrante.
<< Dove stai andando? >> ha un viso triste,
contratto da un finto
mezzo sorrisino uscito male, si tortura un passante dei jeans con
l’indice.
<< Esco… n-non
aspettatemi in piedi. >> sussurro un po’
indisposta dalla sua
espressione, tornando a camminare in direzione della
porta.
<< Per… >>
sbuffa di nuovo, parandosi davanti la porta, mi guardo intorno non
sapendo dove
poggiare gli occhi, poi mi decido e li poso su di lui. <<
… per quanto
ancora vuoi … continuare ad istigarmi con il tuo silenzio?
>> mi mordo il
labbro, colta in fragrante nel bel mezzo del mio piano “salva
- il -
salvabile”, guardando i suoi occhi scuri diventare due pale,
che scavano nei
miei occhi, in cerca di una risposta, che forse è la
più semplice, ma che
comunque già so, non troveranno.<< mi
dispiace, come devo dirtelo, mi…
dispiace. >> prova ad accarezzarmi una guancia, ma io
indietreggio come
scottata quando le sue dita mi sfiorano appena la mascella.
<< Megan.
>> geme, corrugando le sopracciglia e scuotendo
lentamente la testa.
<< Smettila, ti prego. >>
Sollevo gli occhi dal
pavimento, puntandoli di nuovo su di lui e cerco di rimanere
impassibile,
mentre dentro le tante sfaccettature del mio carattere litigano tra di
loro sul
da farsi. << Parla. >> mi prega, chinandosi
per guardarmi dritta
negli occhi, per essere allo stesso livello. << Dimmi che
sono uno
stronzo, un cagnaccio, un coniglio… mi va bene anche una
giraffa, ma dimmi
qualcosa, non sopporto il silenzio, specialmente da una come te, mi
manca la
tua voce scassa timpani. >> dice, avvicinando lentamente
le sue mani alle
mie, appena i polpastrelli si toccano, con mia e sua grande sorpresa,
le mie
mani non si scansano, e dopo due settimane di silenzi si intrecciano
con le
sue.
Per un po’ nessuno dei due
parla, i nostri occhi fissi sulle mani che giocano timide, le mie quasi
non si
vendono, nascoste dentro quelle grandi e calde di lui. <<
Voglio…
>> sussurra, lo guardo, ma lui continua a guardare le mie
mani. <<
Vorrei fare pace. >> soffia,
fievole, ma deciso, ricambiando il mio sguardo.
<< Jacob, c’è Bella
al telefono?! >>
Ci voltiamo verso la voce
di Billy, lui appena sente quel nome stringe un po’ di
più le mie mani, io
strizzo gli occhi, poi lo osservo.
<< Io… >>
borbotta, allentando la presa sulle mie mani, sentendo la sua
esitazione mi
lascio cadere le braccia lungo i fianchi e dischiudo le labbra,
deglutendo a
vuoto e tornando a fissare il pavimento.
<< Jacob! Bella
attende!! >> urla ancora la voce di Billy.
<< La faccio attendere?
>> chiede inaspettatamente la sua voce, sommessa e vicina
al mio
orecchio, sobbalzo e lo guardo con gli occhi pieni di
curiosità, lui sorride e
acchiappa una dei due mazzi di chiavi delle moto che sta riparando
insieme a
Bella. Ha deciso di darsi agli sport estremi la ragazza-vampiro.
<< Ti va
se andiamo a fare una passeggiata? >> chiede, sventolando
per aria il
mazzetto di chiavi, facendolo ruotare intorno l’indice.
Fermo le chiavi, con uno
sguardo atono, lui lo ricambia spaventato, stringo le chiavi tra le
mani e lo
spintono leggermente. << Prendiamo il Land Rover di Paul.
>> dico,
aprendomi in un sorriso furbo.
Lui sorride e annuisce.
<< Come sempre. >> ammicca chinandosi su di
me e stampandomi un
bacio sulla fronte.
<< Jaaaaaaacooooob!
>> cantilena Billy, spazientito.
Ridacchio e lo spingo
fuori dalla porta, lui ride prendendomi per mano e corriamo verso la
macchina
nera che si trova vicino il garage.
Saliamo velocemente e
quando mette in moto vedo zio Harry affacciarsi alla finestra
allarmato, scuoto
la mano in segno di saluto, e faccio una piccola linguaccia a Paul,
dopodiché
sfrecciamo via per il vialetto di ghiaia, verso il mare.
Soffoco un’altra risata e
affondo le spalle sul sedile di pelle chiara. << Ci
ucciderà prima o poi
se continueremo a prendere la sua macchina quando ci pare e piace.
>>
sussurro cercando di tornare seria, lui mi lancia un’occhiata
sorridente e poi
torna a guardare al di là del parabrezza, attento.
<< Dove ti va di
andare? >> mi chiede,cercando di accendere la radio.
<< Dove vuoi.
>> borbotto, chiudendomi nelle spalle e acchiappando il
cellulare che mi
vibra, nella tasca.
Seth.
Che
accidenti…? Megan? Spero che tu stia
scherzando, perché se hai intenzione di illuderti ancora e
poi soffrire io…
senti, se hai una salute mentale nella media, torna indietro.
Scorgo
il naso, sapendo
che Seth ha ragione, ma da autolesionista quale sono, mi chiudo nelle
spalle,
menefreghista, e rispondo al messaggio. Breve. Conciso.
Ti risulta che io abbia una salute mentale nella
media? … fammi illudere ancora un pochino, ci vediamo domani
a scuola Seth.
Spengo
il cellulare,
mentre un’altra piccola parte del mio variegato e
contrastante carattere mi da
della stupida, sospiro e guardo la luna che sembra ricambiare lo
sguardo, come
sorvegliandoci, come rimproverandomi.
<< Chi era? >>
mi chiede con finto disinteressamento, fermando la macchina e girando
la chiave
per spegnere il motore.
<< La mia coscienza…
>> borbotto, lanciandolo sui sedili posteriori con un
lancio preciso.
<< Come? >>
sussurra, spalancando gli occhi, sorrido, rendendomi conto che quello
che ho
detto, almeno per lui, non ha alcun senso logico.
<< Nulla, nulla…
>> sussurro facendo uno smorfia schifata, arricciando il
naso e uscendo
la lingua.
Lui fa finta di niente,
chiudendosi nelle spalle e facendo dondolare il portachiavi a forma di
tour
Eiffel attaccato alla chiave della macchina di Paul.
<< Cambierà
qualcosa? >> chiedo, sussurrando appena, con una forte
stretta allo
stomaco.
Capisce cosa intendo e
china lo sguardo, lasciando dondolare la tour Eiffel formato mini e
poi,
lentamente alza il viso, puntando i suoi occhi nei miei e sorridendo
teneramente. << Non cambierà niente, mai.
>>
Mai? Per me è già cambiato
tutto. E credo che niente tornerà come prima.
Cosa dovrei fare? Sperare
che l’imprinting persista solo in tempo limitato? Sarebbe
inutile anche solo
provare a pensarlo: La verità è che sono
informata più di lui sull’argomento
imprinting ed è per questo che ho paura, perché so a cosa vado incontro… e non
mi piace.
Sento la sua presa sulle
spalle, mi rifugio sotto il suo braccio, lasciando scivolare sulle mie
guancie
due o tre lacrime silenziose senza che lui possa sentirmi o vedermi.
<< Ti voglio bene.
>> sussurra, con un lieve tono mesto, cullandomi adagio.
Io ti amo, più di quanto
sia mentalmente possibile per una ragazzina di diciassette anni.
<< Anch’io.
>> e mormoro quella mezza verità stando
attenta a celare le mie lacrime,
ed il mio amore, come ho sempre fatto e come dovrò fare per
il resto della mia
inutile vita.
Per quanto possa essere
sincero, a volte penso proprio di non conoscerlo.
E non sto parlando di un
calzino fuori ordine o qualcos’altro… ma un taglio
di capelli. Un taglio di
capelli molto drastico.
Così, rimango sbalordita,
con lo spazzolino sospeso a mezz’aria e gli occhi sbarrati.
<< J-J-J-J-JACOB?!
>> urlo, non appena riesco a respirare normalmente, non
mi da ascolto,
continua tranquillo a guardarsi allo specchio, ammirando in tutte le
angolature
il suo taglio di capelli.
‘Dio non ce la faccio, non
posso guardarlo, non posso farlo!!
<< Carino, no?
>> sussurra, sollevando un sopracciglio e voltandosi
verso di me, mi
chiude la bocca con l’indice e sorride. <<
Megan? Ci sei? >>
stringo gli occhi e inizio a scuotere lentamente la testa: a destra e
a
sinistra, a destra e a sinistra, a destra e…
No! sono un’emerita scema
che si è lasciata scappare di mano la situazione, e che non
ha a disposizione
niente da tirarti sulla testa per l’affronto che le hai
appena fatto
tagliandoti i capelli, quei meravigliosi capelli lunghi fino alle
spalle, così
neri da sembrare quasi blu notte.<< Perché?
>> chiedo, in un
sussurro, strozzato.
<< Perché? cosa
perché? >> dice, e il suo sorriso diminuisce
gradualmente, fino ad
assumere una smorfia perplessa.
<< Oh. Mio. Dio.
>> soffoco stridula, mettendomi le mani ai capelli.
<< … che
peccato! >> continuo con lo stesso tono di voce, passando
le mani sulle
guancie e poi sul collo, facendo finta di strozzarmi.
Lui solleva gli occhi al
cielo e si passa una mano trai capelli sedendosi sulle mattonelle del
bagno,
mentre io continuo la mia sinfonia di urletti strozzati.
<< Quanto sei
melodrammatica!! >> borbotta poggiando la nuca contro le
mattonelle
azzurre della parete.
<< Io
melodrammatica?? Sei.. sei.. sei.. tu che… >>
gesticolo e boccheggio, poi
sospiro e cerco di rilassarmi, ma quando i miei occhi cadono di nuovo
sui suoi
capelli il nervosismo arriva alle stelle . <<
… i miei capelli!! >>
urlo di nuovo, dandomi uno schiaffetto a palmo aperto sulla fronte.
<< Vorrai dire i
miei capelli! >> dice sarcastico, contorcendo la bocca in
un sorriso
compiaciuto.
<< Erano tuoi solo
perché li portavi tu sulla testa, ma io possedevo tutti i
diritti su quei
capelli! >> ringhio, lui ridacchia e scorre il mio corpo
con lo sguardo,
poi scuote la testa socchiudendo gli occhi.
<< Ci tenevi davvero
tanto? >> annuisco, e mi lascio cadere sul pavimento,
seduta al suo
fianco, con gli occhi fissi sui suoi capelli. << Lo
vedo… sei così
traumatizzata che stai praticamente mezza nuda davanti i miei occhi
senza
preoccupartene. >> guardo le mie gambe nude e i miei slip
azzurrini, che
nascondono un tenero coniglietto stampato sul fondoschiena, il resto
è coperto
da una sua maglietta nera, esageratamente larga, che avevo preso un
giorno dall’armadio
di Jacob e mai rimesso apposto. Sgrano nuovamente gli occhi e con uno
soffio energico
sollevo leggermente i ricci che mi coprono il viso, per poi lasciarli
cadere di
nuovo a coprirmi la visuale.
Appena sento il calore sul
fianco venirmi meno mi accorgo che si è alzato, sollevo con
una mano i capelli
che avevo sugli occhi e vedo il suo profilo perfetto darmi le spalle ed
uscire
dal bagno.
Si sarà offeso?
Mai quanto me, questo è
palese!
In realtà il taglio dei
suoi capelli non è più drammatico di tanto,
sarebbe bellissimo anche rasato a
zero… Mi fa arrabbiare più che altro quel lieve
mormorio, sentito appena dal
giardino, per via della finestra socchiusa della cucina, dove Jacob e
Bella,
parlavano come sempre mentre continuavano ad aggiustare le moto:
“ Perché non
ti tagli i capelli?” chiede il bradipo depresso. Nodo alla
gola.
Non lo farà – ho almeno
era quello che pensavo fino a mezz’ora fa! E invece
l’ha fatto! l’ha fatto per
lei, diamine! Per lei! << ‘Fanculo.
>> mugugno poggiando lo
spazzolino sulla mensola del bagno.
<< Emh-Emh. >>
mi giro persa nei miei pensieri, e mi copro istintivamente la bocca con
una
mano, incurvando le sopracciglia e socchiudendo gli occhi.
Jacob, con un sorriso di giustificazioni
e un foglio a coprirgli interamente il viso, se non per gli occhi scuri
e luminosi,
che sorridono. Scusami.
C’è scritto scusami, su
quel foglio, con tanto di smile triste dopo i due punti esclamativi.
Mi avvicino e con un gesto
veloce gli accarezzo i capelli, mettendomi in punta di piedi per
raggiungere a
malapena il suo capo. Lui lascia cadere il foglio e mi afferra per le
spalle e
le gambe, prendendomi in braccio e baciandomi la guancia, fermo il suo
viso tra
le mie mani e senza pensarci, accarezzo con il pollice il profilo della
sua
mandibola squadrata, per poi passare a solleticare piano il suo collo
con i
polpastrelli dell’indice e del medio, e sorrido,
perché in quei piccoli
momenti, in quel secondo precisamente, avverto il suo corpo tremare,
vedo le
sue labbra inumidirsi e ho la strana sensazione che anche lui mi
voglia… ne sono
quasi sicura.
<< Ragazzi! >>
… ma sono anche sicura del
fatto che ci sarà sempre qualcuno a dividerci. E’
come quando compri un gelato
in pieno Agosto e alla seconda leccata ti cade di mano, spalmandosi
sull’asfalto rovente, dove si scioglie e va via in piccoli
rivoli colorati. Rimani
insoddisfatta, affamata e accaldata. Io mi sento esattamente
così adesso:
insoddisfatta, affamata e accaldata.
Sento la presa sui fianchi
allentarsi e reagisco con un piccolo brivido quando i miei piedi
toccano le
mattonelle del bagno. << Non è
Billy… >> sussurra Jake,
soprappensiero, mettendomi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio e affinando
lo sguardo, << lui è andato a casa di Charlie,
dovevo raggiungerlo il
prima possibile. >>
continua a
dirmi, mi lascia là e scende velocemente le scale,
<< Tutto okay! E’ zio
Harry! >> mi urla dal piano inferiore, per
tranquillizzarmi.
<< Oddio figliuolo,
cos’hai fatto hai capelli?! >> mi scappa una
risatina e annuisco, a me
stessa, per cercare di riprendere un contegno, quello che è
andato a farsi una
passeggiata quando mi si è presentato con un cartello in
mano, per scusarsi.
<< Sembri un marines in licenza.
>> sbotta la voce di Seth, tra una risata e
l’altra, sorrido anche io,
mordendomi il labbro e avviandomi verso la mia camera, chiudo la porta
e ancora
una volta due ciuffi di capelli mi coprono il viso, forse dovrei
tagliarli
anche io i capelli.
<< Meg? >>
sobbalzo a quella voce, mi volto e rabbrividisco.
<< Non… >>
sollevo gli occhi al cielo e mi seggo sul letto, fregandomene del fatto
che
sono ancora mezza nuda. Sapevo che sarebbe venuto, era questione di
tempo.
<< … da dove sei entrato? >>
sussurro, afferrando i pantaloni del
mio pigiama e mettendoli velocemente.
<< Dalla finestra.
>> dice lui, inflessibile, poggiandosi contro la parete
di legno scuro.
Sollevo un sopracciglio e
mi gratto la nuca, voltandomi verso la porta e sperando che nessuno
faccia
irruzione, come loro solito, senza bussare.
<< Non vorrei
sembrare drastica, solo mi sembra tanto una cosa da psicopatici.
>>
borbotto in una risata, fingendomi calma e dirigendomi verso
l’armadio, <<
Cosa vuoi? >> gli chiedo, aprendo l’anta e
acchiappando una maglietta
arancione.
<< Voglio solo
essere sicuro che tu non stia soffrendo. >> soffoco una
risata senza
entusiasmo e arriccio le labbra in una smorfia di sconcerto.
<< Be’… come mi
trovi? >> borbotto, con quel poco di sarcasmo macabro che
mi ha trasmesso
Jacob.
<< A pezzi. >>
dice, con un tono di voce affranto. Inorridisco, sentendo le sue mani
fredde
accarezzarmi le spalle e il collo.
Stringo i denti e sopporto
in silenzio le sue carezze glaciali,ma quando sento la mano scendere
troppo in
basso la fermo, avvertendo la sua stretta nervosa sull’altro
fianco, << Ora
che sai come sto puoi anche andartene. Sai che Seth e Jacob
potrebbero…
>> sussurro flebile, quasi pregandolo.
<< Vieni con me.
>> ringhia possessivo, avvicinando il suo viso al mio
collo, scoccando un
bacio che mi provoca un impulso di vomito.
<< Sai come la
penso… perché sei tornato? >>
<< Anche solo
immaginarti piangere per lui scatena in me un istinto omicida, potrei
ucciderlo, se solo lo chiedessi. >> fermo ancora una
volta, un suo
tentativo di accarezzarmi e scuoto la testa.
<< Non te lo direi
mai, e non c’è alcun motivo valido che ti
trattenga qua, vattene. >>
Sento la sua presa farsi violenta, quando mi solleva da terra e le sue
labbra
si scontrano sulle mie, ma io mi volto, disgustata. <<
Meg… ti ho sempre…
desiderata… ma tu… >> scuoto la
testa, pregandolo con un gesto di
abbassare il tono della voce, lui abbassa il tono e continua, cercando
di
persuadermi . << Potrei darti
l’immortalità, potrei darti tutto quello
che vuoi! >>
<< Io amo lui, non
ti ho mai dato alcuna speranza, perché non capisci.
>> sussurro, cercando
delicatamente di liberarmi dalla sua presa.
<< Ti prometto che
sarai felice… e se non lo sarai con me, lo sarai con
lui… te lo giuro, Meg.
>>
Osservo i suoi occhi
cremisi, scuotendo leggermente la testa. <<
James… >> gemo,
cercando di reprimere la voce, << non fare niente di
avventato, ti prego.
>> sussurro, sospirando quando le sue mani mi lasciano,
ma non ottengo
una risposta, vedo solo i suoi capelli biondo cenere confondersi per la
velocità con cui esce dalla finestra. Apprettandomi il
più possibile prendo la
mia boccetta di profumo e ne svuoto mezza cercando di coprire
interamente
l’odore di James.
La porta si apre e vedo
Jacob arricciare il naso. << ‘Dio
Meg… ma quanto profumo … ? >>
abbozzo un sorriso, nascondendo la boccetta dietro le spalle.
<< Ho
esagerato, scusa! >>
Sorride e scuote la testa.
<< Datti una mossa, giù aspettano solo te, io
vado da Bella. >>
Annuisco e sospiro quando
chiude la porta.
<< Ti prometto che sarai
felice… e se non lo
sarai con me, lo sarai con lui… te lo giuro, Meg.
>>
Cosa
intendeva dire,
James?
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Vi
amo!!!
*-* è ufficiale! Sarà per le cinque recensioni,
sarà perché siete aumentate sia
in preferiti che in seguiti. Vi amo. Punto. U_U
Passiamo al capitolo, scritto di fretta e furia perché
l’ispirazione
di Valentina è irruenta e fulminea … CHE VE NE
PARE DELL’INTRECCIO???
James ha una sorta di cotta per Meg, nessuno ne sa niente, e non
dico più niente!! XD
Come vedete i fatti sono sballottati come tempo e spazio.
L’abbandono
di Edward qua avviene prima dell’arrivo del clan dei Nomadi,
e vi dirò anche
che i Volturi interverranno molto di più per quanto riguarda
tutta la trama, la
sola spiegazione è la mia totale adorazone nei confronti dei
tre bacucchi e
soprattutto degli scagnozzi, loschi e misteriosi. Oglio svelare i loro
segreti
;) e… per quelle che credono che Renesmee non
arriverà… ARRIVERA’ E COME CARE
MIE!!! Un bacio a tutti da Vale, ho detto troppo. U_U
Risposte
alle recensioni:
Marty95:
Ciao!!!! Grazie per i complimenti :) ho aggiornato abbastanza presto,
quindi
sono contenta! XD Baci, Vale. Dimmi pure cosa ne pensi di questo
capitolo!!!
Ed4e:
Già, scappare insieme XD ahahah ci facciamo arruolare
nel’esercito o lavoriamo
al circo, chiamate Moira Orfeiii!!! XD ahahah
Tesoroooooooo,
grazie un cavolo! quel capitolo aveva praticamente il tuo nome sopra XD
Allora
che ne pensi di questo capitolo? Meg è una ragazza proprio
con gli attributi,
al contrario di Bella, e non parlo dell’incoscienza di farsi
disanguare da un
vampiro, ma da come affronta l’ipotetico imprinting che Jacob
ha con Bella… La
serata non continua >___< ma
ti
posso assicurare che è proprio finita
lì…
James
innamorato di Meg, altro che segugio!!! XD un bacioooo tesoro ti
stradirooo anche
io!!!
dafne891:
Ericaaaa!!! *o*
Ma
perdonati di ché, siamo impegnate da morire
è normale perdere i contatti!!:)
Ogni
tua recensione è bella!! Figurati, appena ho visto il tuo
nome il mio sorriso s’allargato
a dismisura!! ^^”
Non
è proprio una rivisitazione, come ho già spigato
prima.
Non
so se ci sarà un pov Edward, ma un pov Bella quasi
sicuramente. Soprattutto
durante la gravidanza. Eeeeeeh si! come ho già detto
Renesmee ci sarà!
Volterra,
la credo si terra più di un capitolo, ma non voglio svelare
altro!!! ;) Un
bacioneeee Erica!!! *-* sono contenta!! ^^ grazie per la visita. Dimmi
cosa ne pensi
di questo!
bluesky:
WOW lo dico io!!! XD ti sta prendendo la mia storia? *3* davverooo???
Ehi
socia!! Anche tu anti Bella?! Bene! Bene! *W* benissimo!!! XD
Grazie
per i complimenti! Ecco un altro capitolo da… DIVORARE!! *-*
Dimmi
se ti piaceeee!!! XD un bacio Vale.
Morgana92:
ciao!! Se ti chiami davvero Morgana ti faccio un monumento!! *-* mi
piace da
morire questo nome!! XD
Cmq,
tornando serie U_U … sono contenta ti sia piaciuta
così tanto! ANCHE IO ADORO
JACOB! V_V anche se l’ho scoperto solo da poco.. ma che posso
dire? Meglio
tardi che mai!! XD
Megan
è un po’ una via di sfogo, posso permettermi di
farle fare quello che avrei
fatto io! *W* ma… al contrario non è
assolutamente una sotto specie di mio
clone, perché alcune delle sue reazioni io non le avrei ne
ora ne mai. Embry,
lo scoprirai dopo ;D non correre!!!
Che
dire! Un besos anche a te!! Alla
prossima!!
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Capitolo 10 *** || 9. Caro Babbo Natale, mi fai schifo... ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 9 ೬ ೂ❤ ೄ
Caro
Babbo Natale, mi fai schifo…
Megan
Tic
- tac, tic - tac, tic - tac, tic - tac …
Ho paura.
Forse non dovrei averne, forse dovrei solo andare a cercare
James o meglio ancora dire a Jacob cos’è successo.
Il fatto è che non sono mai
riuscita a dire neanche a Seth di James, mi è sempre
sembrata una questione di
poco conto, non mi andava di essere sorvegliata giorno e notte, ero
già
abbastanza serrata e tutelata… non so se ridere o piangere
quando penso che cercano
in tutti i modi di proteggermi da qualcuno che invece mi usa come suo
nuovo
hobby per il tempo libero.
Mi abbandono ad un sospiro e chiudo gli occhi ascoltando il
ticchettio dell’orologio a muro.
Tic
- tac, tic - tac, tic - tac, tic - tac …
Apro di nuovo gli occhi e guardo il viso di Jacob nella
penombra della sua stanza, che dorme pacificamente in un letto troppo
piccolo
per lui, abbracciato al cuscino, con un lieve ronfato e la trapunta
tirata
sotto il mento.
Scusami Jacob, ma non
ci riesco…
Non riesco a dirti
tutto, specialmente adesso che tu e Bella siete legati, in maniera
indissolubile.
Ed ecco la morsa allo stomaco, il gonfiore agli occhi e il
nodo in gola. << Merda… >>
bisbiglio, allungando la mano per
sfiorargli appena lo zigomo destro.
Il sonno c’è, ma ogni volta che i miei occhi si
chiudono il
viso di James si fa spazio tra i miei pensieri e il cuore perde un
battito,
due, tre, le mani sudano, gli occhi vedono il suo viso ovunque, le
orecchie
sentono la sua voce, la pelle percepisce il freddo delle sue dita, la
paura
m’investe e un urlo mi si mozza in gola.
Poggio la testa sul cuscino, a pochi centimetri di distanza
dove quello di Jacob regna nel suo splendore, addormentato, provo a chiudere gli occhi e all’istante una calma sovraumana mi
solletica gli occhi
assonnati, non riesco più a riaprirli, il respiro diventa
pesante e la mia
mente comincia a fantasticare, a vagare sulle colline della sua
guancia,
scivolare giù per il naso dritto, e restare poco dopo in
bilico sulle sue
labbra, dipendente da tutto quello che vuole, da tutto quello che
pensa, da
tutto quello che pensa di volere e da tutto quello che vuole pensare.
Sento dei piccoli movimenti che producono calore e pur
essendo ancora cosciente rimango ferma, apparentemente dormiente, il
calore mi
raggiunge le spalle e la vita, poi mi avvolge come in un abbraccio. Il
caldo
ora con una lieve pressione mi solleva dalla mia posizione per
stendermi sul
letto, sento una risatina strozzata all’orecchio e di nuovo
il calore mi avvolge
totalmente. << Ah Megan… >>
sussurra, sento il calore anche sul
collo e sollevo pianissimo la palpebra, per cercare di capacitarmi:
Jacob mi ha coperto con la sua trapunta profumata, le sue
braccia mi cingono la vita e il suo viso è nascosto trai
miei capelli,
praticamente nell’incavo tra il collo e la spalla. Sorrido ed
avverto ancora la
calma che mi procura la sua vicinanza, socchiudo gli occhi e sprofondo
subito
in un sonno tranquillo, protetto, felice… mio.
Mi volto senza pensarci e affondo il viso sul suo petto
caldo, ascoltando il suoi battiti, leggermente più veloci
dei miei, sovrapporsi
al ticchettio dell’orologio.
Bum
- bum, bum - bum, bum - bum, bum - bum …
La sua persa si stringe e il suo viso si perde maggiormente
trai miei capelli e anche se il calore mi avvolge omogeneamente la sua
vicinanza mi fa venire la pelle d’oca.
Stupida adolescente con gli ormoni in subbuglio.
Bum
- bum, bum - bum, bum - bum, bum - bum …
Mi sveglio, l’udito accarezzato dal cinguettio degli
uccelli, la consapevolezza di dove sono si fa strada dentro la mia
testa,
facendomi spuntare un sorrisino maligno mentre sento la sua presa
stringersi un
po’ di più, nell’incoscienza del sonno.
<< Mmh… >> mugugna, poggiando le
sue labbra
sulla mia guancia e lasciandoci un bacio con uno scocco secco e
piacevole. Non
dorme, mi stringe consciamente, e questo è ancora
più dolce, quasi quanto è
amaro in retrogusto.
Le sue dita vagano sul mio collo, scostando i capelli e
accarezzandolo con i polpastrelli, delicatamente, gradevolmente, avanti
e
indietro, avanti e indietro, e di nuovo…
Mi convinco ad aprire gli occhi – accorgendomi che i nostri
visi sono più vicini di quanto in realtà credessi
– e trovo la sua espressione
assonnata e sorridente, il naso arricciato per via del fastidio che gli
da la
poca luce del sole filtrata dalle serrande, gli occhi sono due fessure
di pece
liquida e calda. Un sogno fatto persona, questo è Jake.
<< Buongiorno
piccola. >> sussurra fioco, allargando il sorriso e
accarezzandomi il
viso con il dorso della mano che prima era sul collo.
<< Ciao… >> biascico, poco
convinta e trasognata
– sta davvero rivolgendo a me quel tono di voce?
La sua espressione si fa contratta, le sue dita continuano a
vagare sulla mia guancia, sempre più lentamente.
<< Cosa ti è successo
ieri notte? Non riuscivi a prendere sonno?? >> mi chiede,
assottigliando
maggiormente lo sguardo, sono in paradiso, ma in quel momento, anche se
le sue
carezze continuano, il mio sorriso si affievolisce riccamente.
<< No, ho fatto solo un… un incubo.
>> sussurro
riluttante, scostando il mio sguardo, che si allontana protestando in
silenzio
dai due pozzi di pece sensuali e teneramente assonnati che sono i suoi
occhi.
<< Oh… vuoi, vuoi raccontarmelo?
>> balbetta,
tentando di sedersi, ma io lo fermo, cercando sostegno sul suo petto,
pentendomene subito dopo, quando sento il suo corpo rilassarsi e le sue
mani
modellarsi sui miei fianchi. Scuoto la testa.
<< Era solo uno stupido sogno. >> mento,
scostando lentamente le sue mani dai miei fianchi, poi sollevo lo
sguardo,
imbarazzata lo indirizzo verso il suo e sorrido cercando di rendere
quel gesto
il meno patetico possibile. Cosa impossibile forse.
<< Come vuoi… >> borbotta,
portandosi entrambi
le mani dietro la nuca con totale indifferenza e sospirando
sommessamente,
guarda la finestra con le tapparelle semichiuse, sbadiglia, poi guarda
la sua
scrivania e sgrana gli occhi. << Oh Cristo!
>> salta giù dal letto
e mi afferra per il braccio, evitando quella che sarebbe stata una
caduta
rovinosa causa perdita d’equilibrio, sorride a mo’
di scusa e corre verso
l’armadio ripetendo a disco rotto “sta volta Sam mi
fa secco”.
Sbuffo e mi siedo sul letto massaggiandomi le tempie.
<< Turno di ronda? >> più che
una domanda vera e propria è più
un’affermazione con una strana cadenza fonica, ma pur sempre
un’affermazione.
Si volta spazientito prendendo un elastico e cerca con le mani
disperatamente i
suoi capelli, non trattengo una risata mentre la sua espressione si fa
seccata
e stramazzo tra i cuscini quando imbronciato lancia per aria
l’elastico
imprecando a bassa voce, sicuramente prendendo coscienza solo in quel
momento
che ha lasciato la sua stupenda chioma dal barbiere più o
meno 24 ore fa.
<< Vuoi smetterla di prenderti gioco di me!!
>>
urla esasperato picchiettando nervosamente con la mano
sull’anta aperta dell’armadio.
<< Sei troppo… pff…. Ahahahah
>> non riesco a
tornare seria, lui ride e si butta sul letto afferrandomi per un
braccio e
iniziando a solleticarmi l’avambraccio, il mio punto debole.
<< Ora vedremo proprio chi ride! >> esclama
vittorioso, provo a rispondere alla provocazione, ma sono troppo
impegnata a
contorcermi in preda al solletico e a supplicare pietà.
La porta si apre di botto e colui che si presenta davanti
l’uscio è nientemeno che sconvolto.
<< Che cosa state facendo voi due? >>
chiede
imbarazzata cercando di apparire scherzosa, non sapendo dove fissare lo
sguardo, maldestra come al solito.
Sorrido, come colpo di grazia mi sollevo sui gomiti e bacio
Jacob sulla punta del naso, lo scanso, scendo giù dal letto
e vado verso la
porta, passandole davanti e chiudendomi nelle spalle.
<< Facciamo di peggio. >> sussurro
superiore e
improvvisamente cattiva.
La vedo sgranare gli occhi e sento la risata strozzata di
Jacob venire da dentro la stanza. << Megan, cosa potrebbe
passare per la
testa di Bella se le dici così! >> esclama,
ridendo ancora.
Mi mordo il labbro, voltandomi a guardarlo, gli lancio uno
sguardo di sfida e faccio una linguaccia irriverente. <<
Che pensi pure
quello che vuole. >> ed esco dalla stanza subito dopo
aver sogghignato
vedendo il suo volto e quello di Bella impallidire. Oh magnifico, da
oggi non
sarò più nella lista dei buoni di Babbo Natale
suppongo. Che palle, tanti anni
di fatica per niente.
Mentre entro in bagno
il mio pensiero non può fare altro che essere rivolto a Jake
e Bella, nella sua
camera, da soli, digrigno i denti e sputo il dentifricio, dannazione
Babbo
Natale, non m’importa essere stata cattiva, tanto non mi
servi: mi avessi mai
dato mezza cosa di quello che chiedo da quando avevo sette anni. Non
volevo
mica una bambola supertecnologica, io, volevo solo Jacob. E’
troppo… forse…
oppure no! sei solo un vecchio bacucco pieno di soldi che non
può fare dei
regali in termini sentimentali. Brutto materialista!!
Mi specchio e istintivamente mi tasto la guancia arrossata
dove compare il segno del guanciale, mi guardo intorno e affino lo
sguardo
puntandolo sulla finestra, dove la luce del sole è attenuata
dalle graziose
tendine azzurrine che zia Sue ha sistemato per noi, e la testa vaga,
con dei
pensieri che martellano prepotentemente.
<<
Ti prometto
che sarai felice… e se non lo sarai con me, lo sarai con
lui… te lo giuro, Meg.
>>
Bha,
valli a capire ‘sti vampiri millenari e depressi …
Mi volto, dando le spalle alla finestra, poi un’idea lampo
mi fa impallidire, ed è strano che una cosa del genere mi
faccia questo
effetto, considerando che la mia vita è fatta per
metà di fantasticherie e
viaggi tutt’altro che brevi con la testa: Il solo modo per
far si che io sia
felice è stare con Jake, ma lui ha Bella, quindi James
è a lei che punta,
vorrebbe farla sparire… o … ucciderla?
OPS!
Mi lascio cadere di mano la tovaglia e senza curarmi del
fatto che Jacob e Bella dovrebbero sapere delle miei ipotesi scendo
fulminea le
scale.
In realtà un piccolo innesco che cerca di farmi ragionare
c’è, ma l’istinto involontario di tenere
Jacob fuori da tutto ciò che potrebbe
essere pericoloso anche lontanamente mi
convince a tacitare quella vocina e ad afferrare il giaccone in tutta
fretta,
chiudendomi la porta alle spalle e incominciando a correre verso casa
di Sam e
Emily. Se le mie supposizioni sono esatte la Swan si farà
male, e non sto
parlando di un braccio rotto o una spalla lussata – qualche
graffio se lo
sarebbe pure meritato – ma qua si parla di vita, vita in
pericolo. E non va
bene, nessuno muore per me, nessuno!
Sento la ghiaia scricchiolare antipatica e umida sotto i
miei piedi e quando vedo la casetta di legno apparire davanti i miei
occhi
sospiro, aumentando il ritmo della corsa.
Una volta arrivata mi addosso con il fiatone alla porta e
busso ripetutamente, finché qualcuno aprendola, mi fa
mancare il sostegno, e
cado dentro, con la faccia sul pavimento. << Meeeg!
>> mi
rimprovera ridendo Emily, scuote la testa e dopo aver chiuso la porta
mi aiuta
a mettermi in piedi. << come mai così
mattiniere? Di solito la domenica
dormi come un ghiro. >> mi siedo sulla poltrona e cerco
di calmarmi.
<< Lascia stare, dov’è Sam? Devo
parlargli. >>
lei sorride maliziosa e mi porge un bicchiere d’acqua.
<< A proposito di Sam, ricordi il ragazzo con cui ti
sei scontrata al supermarket? E’ il figlio della signora
Call, è tornato dal
Canada più o meno due mesi fa, e adesso è un
licantropo, roba da non crederci,
eh? >> scuoto la testa, drammatica e mi batto una mano
sulla gamba,
nervosamente.
<< Emily, non capisci, Bella, Jacob … noi,
siamo in
pericolo. >> sussurro.
La sua espressione cambia, i suoi muscoli si fanno tesi e il
sorriso malizioso scompare, si guarda intorno e un piccolo sospiro le
muore
sulle labbra, poi mi guarda di nuovo e si passa una mano sulla faccia.
<<
Meg, nessuno è in pericolo se il frullatore non si spegne!
>> urla
esasperata alzandosi e andando verso la cucina. <<
… non hai lasciato il
pomello del gas aperto, vero? >> borbotta scherzosa,
sollevando il
coperchio di una pentola ed esaminandone con occhio
d’intenditrice il
contenuto. Alzo gli occhi al cielo e mi accascio sulla poltrona.
<< Ora
capisci perché voglio parlare con Sam! Secondo te un vampiro
assetato di sangue
può essere un problema? >> lei solleva lo
sguardo, annoiato, e poi lo riposa
sui fornelli.
<< No, i Cullen sono andati via da quasi tre mesi
ormai Meg, fattene una ragione e dormi tranquilla. >> mi
alzo di scatto e
le vado incontro, spegnendo la fiamma sulla quale stava facendo
scaldare la
pentola, una zuppa a giudicare dall’odore.
<< Non sto parlando dei Cullen Emily, parlo di un
vampiro, forse solitario, che non è un vegetariano, ha gli
occhi rossi e… ha in
mente qualcosa, qualcosa che non promette niente di buono.
>> lei mi
riserva un’altra delle sue occhiate incredule e poi mi
accarezza la guancia.
<< Meg, ti fai condizionare troppo dai tuoi
incubi…
ricordi quando avevi tre anni e non volevi andare a dormire
perché credevi ci
fosse un vampiro sotto il letto, o quando a sette preferivi non
mangiare niente
che fosse arancione perché avevi paura che la faccia
diventasse dello stesso
colore… o quando… >> la fermo, con
uno sguardo serio, fin troppo perché
lei non se ne accorga, prendo un altro degli innumerevoli respiri che
enfatizzano la mia preoccupazione e scuoto la testa, chinando lo
sguardo,
mentre due lacrime salate mi scendono giù dalle guancie, e
dei brividi di paura
s’impossessano del mio corpo: l’autoconvinzione e
la concezione della realtà
spaventosa che ci attende se non faccio
qualcosa prende forma e colore nella mia testa: è tutto
vero, siamo in
pericolo, non è un sogno.
<< Si… si chiama James, è un
nomade, circa due mesi
dopo la mia totale conoscenza delle leggende e dei Cullen, mentre
passeggiavo
lungo la spiaggia mi ha fermata, la sua pelle brillava, come se avesse
mangiato
dei diamanti, avrebbe voluto uccidermi, ma il mio profumo non era buono
e
irresistibile quanto la mia bellezza, diceva, e così ha
iniziato a
corteggiarmi, ma io l’ho sempre rifiutato, un giorno
è sparito, non si è più
fatto vedere per due anni, credevo di essermene liberata, ma non mi ha
sorpreso
ritrovarlo nella mia stanza.
Vuole uccidere chiunque mi renda infelice… e so che lo
farà,
conosco James. Emily… so che non le ho mai voluto bene, e
continuo a non averla
molto in simpatia… ma se… se Bella…
m-muore, io… >> Sento la porta
aprirsi di scatto e Sam guardarmi con un volto esangue che non
è da lui,
dietro, Embry scuote la testa lentamente, con la mascella tesa: hanno
sentito
tutto.
<< Ma com’è possibile!
>> urla fuori di se, Sam,
ripreso il suo colorito, che poi viene rimpiazzato da un color fragola.
<< Ho sempre detto a tutti di non fare i coraggiosi, per
il bene comune,
per non avere rischi, le ronde, i turni notturni, erano per non avere
pericoli,
per non farmi sfuggire niente! Pensare che quel succiasangue ha
osato…
DANNAZIONE! PERCHE’ NON HAI PARLATO STUPIDA! AVRESTI DOVUTO
FARLO, PER TUTTI!!
SEI UN EGOISTA… un egoista… >> Sam
urla fuori di se e Emily mi stringe al petto, scossa anche lei da quei
singhiozzi, che le sfondano il petto e le corrugano la cicatrice.
<< Basta Sam!! Così la spaventi!!
>> urla,
stringendomi maggiormente al petto come farebbe una madre, Embry tiene
Sam per
l’avambraccio e gli si avvicina, battendogli una mano sulla
spalla.
<< Siamo undici Sam, lui è solo
uno… >> gli ripete,
cercando di calmarlo, << riusciremo facilmente a
gestirlo, ho già sentito
il suo odore, e l’hai sentito anche tu stamattina, ricordi?
lo troveremo…
dobbiamo solo fare mente locale. >> i miei occhi
incrociano quelli di
Embry, che mi sorridono. << La nostra paladina ora ci
racconterà per bene
da cosa ha dedotto quello che ha detto e poi passeremo
all’azione. >>
La presa di Emily abbandona la mie spalle, che quasi pulsano
per l’impetuosità dell’abbraccio
protettivo, sento la mano di Embry afferrare
la mia e la resistenza venirmi meno quando i suoi occhi si inchiodano
ai miei,
dopo avermi fatto sedere. << Vorrei proprio dirti che
è un piacere
rivederti… >> mi sussurra mentre Emily e Sam
parlottano sottovoce per non
farci apprendere loro parole. << … ma di certo
non avrei tutte le rotelle
apposto se lo dicessi adesso. >>
Non trattengo un sorriso e subito dopo mi do della stupida.
Come posso sorridere in un momento come questo!
<< Meg, da cosa hai capito che quel nomade vuole far
del male a Bella? >> mi chiede la voce di Sam,
più calma, ridestandomi
dai miei pensieri. Chiudo gli occhi, sconfitta, senz’altro
dovrei raccontare il
mio insensato amore nei confronti di Jacob, e questo mi convince a non
aprire
bocca. << Niente bugie, ti prego. >>
sibila, con uno sguardo
improvvisamente comprensivo.
Annuisco, mesta, e prendo fiato, pronta a parlare, a dire
tutto per il bene di Jacob, certo anche di Bella, mi sento brutale e
cattiva nel
dirlo, ma sebbene consapevole che il rischio è suo in
maggior parte non riesco
a metterla prima di lui e del branco, forse prima di me ste stessa, si,
è
proprio là Bella. << Quello che sto per
dire… vi prego… >>
sussurro, improvvisamente scossa da dei singhiozzi violenti come
strattoni.
<< … non ditelo, specialmente…
specialmente a loro. >> Sam si siede
al mio fianco e mi stringe dalle spalle, cercando di rassicurarmi.
<<
Loro chi, Meg? >>
Faccio una smorfia di dolore, poi punto gli occhi in quelli
di Embry, che mi guardano confusi e perplessi, e accenno un sorrisino
amaro.
<< Ora vi spiego… >> biascico
atona, chinando lo sguardo. E ora
chissà se qualcosa cambierà davvero.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ragazze è primavera!!!!! *-* magnifico!!!
Il sole splende, la mia
faccia è già abbronzata x via
dell’intero sabato sulla spiaggia e il
raffreddore mi ha fatto capire che forse era meglio coprirsi un
po’ di più.
-.-“”” HAHAHAH… loooo so, sono
scema!!!
Siete tutte aumentate, e
anche le recensioni!!! VI AMO! :)
E visto che non so che
altro dirvi, vi informerò anche se non
interesserà niente a nessuno, che ho trovato il mio nuovo
smalto preferito:
BLU! xD
Ma cmq, stendiamo un velo pietoso e passiamo alle recensioni...
dafne891:
Ciao Eri!!! :)
ovvio che mi piacciono le tue recensioni, Edward è fedele a
Bella almeno quanto
lo è nel libro, tranquilla, ma in questo caso, malgrado
tutto, non credo
tornerà presto.
James, lui è strano, chi è
realmente riuscito a capire cosa si agitasse dentro la sua testa? cosa
lo
spinge ad essere un segugio? Soltanto per la voglia ed il gusto di
uccidere?
Malgrado tutto non mi
sembra giusto che James sia considerato un cacciatore con il cuore di
pietra,
vorrei che almeno la sua “sete di sangue” sia
suscitata da un sentimento
nobile, per quanto
quest’azione sia sbagliata, è pur sempre
più umano. Ecco
cosa penso. :)
Per quanto riguarda i “Due
poveri cristi” ehhhhhhh aspetta ancora un po’ ?! XD
trrrrrranquilla! Succederà,
succederà… un bacio, Vale.
Ed4e:
tesoroooooooooo,
ciaooooo!!! ^^”
Si, hai capito benissimo,
a quanto pare non è solo Edward il vampiro che mette la
felicità della sua
amata prima di se stesso! *-* non è fantastico vedere James
sotto quest’altra
luce?
Ecco qua cosa succede, i
Cullen torneranno dopo James, credimi, non so se è la cosa
giusta, e neanche
certa, ma penso proprio che farò così, tanto per
accrescere maggiormente i
sensi di colpa Edwardiani! -.-“ XD ah ah
Dimmi se ti piace anche
questo capitolo … ti adoro, Vale. :*
bluesky:
Divorato? Ahahah *-*
quanto mi piace quando dici così! ^^ Jacob che molla Bella?
Sai, è un po’
impossibile, Bella è l’unica che riesce
più o meno a farle dimenticare Meg,
pensi che la lascerà facilmente? Mmh… non
creeeedo >__<
Grazie per i complimenti,
bacioni!
morgana92: tranquilla,
anche Martina è un bellissimo nome, forse si, troppo usato,
in effetti anche io
avrei fatto lo stesso, odio avere troppe persone intorno con il mio
stesso
nome.
Fortunatamente conosco
poche persone con il mio nome, e posso stare in pace con me stessa,
visto che
mi piace anche parecchio :) detto questo…
Ciao Morgana! ;D
Jacob ha paura, in più
questo nuovo rapporto con Embry mi sa, mi sa che metterà
ancora più in bilico
il rapporto poco stabile tra Jacob e Meg, ma non dico altro!
.____.” Anche se
mi piacerebbe XD un baciiiio, ciao! ;)
Marty95: Hola!!! :D
Già, neanche io avrei
parlato con Jacob, ma ricordati che di mezzo c’è
pur sempre l’imprinting!
Spero che il capitolo
abbia risposto adeguatamente a tutti i tuoi interrogativi. Se no
dimmelo, ti
risponderò con piacere! Grazie x il complimento! :)
Baci, alla prossima, Vale.
mary96twilight: Graaaazie!!
^^” quanto sei carina! *3* GONGOLO! xD
O.O” ohmmiodio! XD
Ho dovuto leggere la tua
recensione due volte per capire realmente quello che volevi chiedermi,
sono un
po’ lentina -.- lo dice anche il nome Va- lentina XD
ahiahiahi >___<
Cmq… rispondo:
Alllllloooora! Jacob ha
avuto l’imprinting con Meg, e credo tu sappia benissimo che
l’imprinting non ha
rifacimenti, poi non so, forse in caso di morte, ma questo la Meyer non
l’ha
mai specificato; quindi nessuno dei due può avere
l’imprinting con i rispettivi
Nessie ed Embry, ma chissà, se questi due complicheranno le
cose, che è una
frase che vuol dire implicitamente: ma loro complicheranno le cose! XD
Spero di essere stata
utile, continua a fare le tue lunghissime e complicatissime domande. Mi
piacciono le curiose, come me, e ancora di più mi piace
vederti così presa!! J
Bacio, alla prossima,
Vale.
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Capitolo 11 *** \\ 10. Odi la tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti. ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 10 ೬ ೂ❤ ೄ
Odi la
tua vita? Prendi il numerino, siamo in molti.
Jacob
La sento, addosso,
nell’aria, sotto le mani, sul palato… è
mia.
Labbra dovunque, dita
ingorde trai capelli che cercano di spingere
maggiormente il viso dell’altro contro il proprio, come se
potesse essere
possibile avvicinare di più due corpi già fusi in
uno soltanto, sospiri fanno
da sottofondo, i cuori battono in perfetto sincrono, un sussulto mi
esce dalla
bocca quando sento i suoi denti sulla pelle del braccio, ma lei,
impassibile al
mio dolore, stringe la morsa. << Megan...!
>> continua a mordere,
non si ferma.
Ahi!
Spalanco
gli occhi ritrovandomi sudato, ansante e … stupido,
cretino, pervertito!
<< Complimenti Jacob, tra un po’ qualcuno
t’impedirà
perfino di sognare perché non sei ancora maggiorenne!
>> mugugno,
mettendomi seduto sul letto, guardo fuori dalla finestra, il sole
c’è ancora,
scosto lo sguardo sulla scrivania.
Le quattro di pomeriggio…bene, non ho dormito troppo.
Qualcosa di umido strofina insistentemente contro il
braccio, pulsante come se mi avesse morso davvero, indirizzo lo sguardo
sulla
parte che pulsa e rimango sconvolto: Una piccola pallina di peli neri e
color
miele mi osserva con due occhietti scuri e vispi, scodinzolante.
Sollevo un sopracciglio, osservando scettico il cane-topo e
inclino la testa. << E tu da quale sogno perverso sbuchi
fuori? >>
biascico, sbadigliando senza curarmi di coprire la bocca con la mano.
Di tutta risposta il gomitolo di pelliccia fa
un abbaio, molto simile ad uno squittio, lo
guardo annuendo e sorrido, << Hai proprio ragione, dovrei
mangiare meno
schifezze… mi fanno uno strano effetto ultimamente.
>> con passo goffo e
buffo il topino si avvicina alla mia mano e da un piccola leccata sul
palmo,
poggio la mano sulla sua testolina, lentamente per non farlo
spaventare, e noto
che non si vede, completamente coperto, come può essere
così piccolo? Siamo
sicuri che sia un cane?
Mi chiudo nelle spalle e lo accarezzo, in risposta, con
altri passi, instabili e buffi come i primi, si posiziona senza la
minima
esitazione sul mio grembo, emettendo un mugolio di piacere,
probabilmente per
il calore che emano, ridacchio. << Senti freddo?
>> gli chiedo,
decidendo di dargli un’altra carezza, ma sta volta con tre
dita, in modo da
poterlo ancora vedere.
Uno scalpitio di passi si fa vicino, guardo con la coda
dell’occhio la porta di camera mia e noto Bella e Kim, ridono.
<< La piccola ha già capito tutto della
vita… Jacob,
eh? >>
sussurra maliziosa Kim,
Bella ride coprendosi la bocca.
Le guardo, perplesso, << Potete giustificare la
presenza di questo roditore abbaiante nella mia abitazione?
>> sussurro,
con voce in falsetto.
Bella si avvicina e prende il cucciolo tra le mani, ridendo
ancora, poi mi guarda. << E’ stato Billy a
comprarlo, dice che le ha
fatto tenerezza… vuole fare una sorpresa a Meg, pare le
somigli, chissà
perché... >> mi spiega, con gli occhi fissi
sul cagnolino. Kim si
avvicina e con un gesto frenetico scompiglia il pelo sulla testolina
dell’animale, arriccio il naso, vedendo
dall’espressione del suo muso il
fastidio che gli ha procurato quel gesto. << è
una femminuccia di circa
un mese, non è ancora del tutto svezzata, la madre
è morta di parto… >> ora
la mia faccia è sconcertata dal dolore: è per
questo che le somiglia? <<…
e quindi Billy ha deciso di prenderla per farle una sorpresa, credo sia
un York
shire, è così piccol … Jacob? Mi stai
ascoltando? >> scuoto la testa
aprendomi in un sorriso strafottente e mi becco uno schiaffo sulla
spalla in
risposta. Quando Kim attacca un discorso, è impossibile
farla fermare.
Mi alzo dal letto stiracchiandomi e dopo aver baciato Bella
sulla fronte, vedendo ancora una volta il musino color miele scontento
della
cuccioletta la prendo, reggendola con una sola mano, e scendo le scale,
mi
volto e noto che Bella e Kim sono rimaste di sopra. Bene.
Vado in cucina e mi fermo davanti la porta, guardando mio
padre di sbieco. << E questo? >> esclamo,
sollevando leggermente la
mano con il cagnolino, lui sorride e si chiude nelle spalle.
<< Meg
voleva un cucciolo, ora ce l’ha. >> faccio un
ringhio indispettito.
<< Papà, questo cagnolino ha bisogno di latte
… e non
credo che quello in busta faccia al caso suo. >> annuisce
saccente e
indica una busta di latte in polvere sulla mensola della cucina.
<< Sarebbe morta, se non l’avessi comprata
nessuno si
sarebbe preso cura di lei… >> mi incupisco e
sospiro guardandola di
nuovo, lei, come capisse la situazione, mi lecca il polso, ridacchio
sedendomi sulla
sedia e poggio la piccola sullo stomaco, ricominciando ad accarezzarla.
<< … dobbiamo pensare ad un nome,
però… >>
sussurro con un sorrisino.
<< Che ne dici di Bijou! >> propone Kim,
entrata
in quel momento in cucina, il cane ringhia, io rido e scuoto la testa.
<< Credo ti abbia fatto capire che non è di
suo
gradimento. >> …e a quanto pare neanche Kim le
sta molto simpatica.
<<
Macchia?
>> chiede Bella, poggiandosi contro il bordo del tavolo,
le lancio
un’occhiata poco convinta.
<< Pensi davvero che chiamerei una cagnolina bella
come lei con un nome così monotono?! >>
vaneggio imitando la voce di Meg
e facendole subito dopo l’occhiolino, lei ridacchia e si
morde il labbro
tornando a guardarla, in cerca d’ispirazione.
Io invece continuo a studiare lei, sorridendo, è merito mio,
sta ricominciando a vivere, lontano da quei mostri, è come
rinata.
E mi trova attraente, il ché è dire tutto. E'
guarita, altro che rinata!
<< Ehi…che ne dici di Wendy? >>
esclamo, rivolto
alla cagnolina, senza pensarci più di tanto.
<< Mi piace. >> sussurra Bella, sorridendo.
La
cagnolina abbaia, scodinzolando, io sorrido. << Bene, che
Wendy sia
allora! >>
<< Zio
Billy?
>> urla la voce di Emily, coperta dal rumore della porta
che si chiude.
<< Siamo in cucina! >> gli risponde
papà.
Vedo Megan entrare ad occhi bassi e stravaccarsi sulla sedia
vicino la mia, seguita da Emily, con la stessa espressione spenta.
<<
Cosa vi prende? >> sbotto, raddrizzandomi sullo schienale
della sedia,
spostando Wendy sulle gambe, preoccupato dall’espressione di
Megan.
<< Dobbiamo parlare. >> dice imperioso Sam,
facendo
irruzione in cucina, alle sue spalle Embry, il nuovo componente del
branco.
Li squadro, mentre si siedono e guardano prima Bella, poi
Kim. << Emily, potresti andare di la con le ragazze?
>> lei
annuisce e tutte si alzano, Kim, la più esperta in queste
questioni dopo Emily,
vedendo che non tira buona aria prende Wendy dalle mie gambe e la
stringe al
petto, uscendo in silenzio – Meg non si muove di un
millimetro, continua a
tenere lo sguardo basso e una mano a sorreggerle il viso, mi siedo
meglio sulla
sedia, avvicinandola al tavolo e stendendo il braccio, le sollevo il
viso con
la mano in modo da vedere finalmente i suoi occhi, arrossati.
<< Cosa
cazzo è successo!! >> urlo fuori di me,
alzandomi e lasciando cadere la
sedia, tremo e non va bene.
<< Meg… >> sussurra Embry per
incoraggiarla,
cingendole le spalle con un braccio, lei annuisce e sospira.
<< Credo che Bella sia in pericolo…
>> sussurra
con voce quasi assente, poggiando fiacca, come priva di qualsiasi
energia, la
tempia sulla spalla di Embry, che sospira.
<<
Cosa? come?
perché? da dove l’avete capito? >>
ringhio, fuori di me, sbattendo un
pugno sul tavolo, facendolo scricchiolare malamente.
Lei trema, come me, ma io lo faccio per rabbia, lei è
terribilmente impaurita. <<
James,
lui, io… Jake, mi… mi dispiace, avrei
dovuto… >> vedo Sam – anche lui sta
cercando di preservare la rabbia - passarsi frettoloso una mano sotto
l’occhio
e mio padre sgranare gli occhi, Embry continua a tenere lo sguardo
fisso su di
lei.
A quel punto il mio tremore si fa maggiore e mi inginocchio
davanti a lei, scostandola da sotto il braccio di Embry,
<< Perché non me
l’hai detto… >> sibilo, stringendo
le mani sui bordi della sua sedia, so
che così la spavento, ma Bella è in pericolo e
c’è un vampiro nei dintorni, non
serve a niente fare gli educati e controllare la rabbia.
<< Jacob! >> interviene mio padre, mettendo
una
mano tra il mio viso e quello di Megan. << non vedi che
sta male, così
peggiori soltanto le cose! >> la guardo meglio quando la
mano sparisce, e
mi accorgo che la rabbia mi aveva reso ceco, una morsa allo stomaco mi
fa
stringere la mascella e le mie mani lasciano la presa sulla sedia,
portandosi
sul suo volto, i pollici cercando di spazzare via tutte le lacrime che
le
inondano le guancie.
<< Dimmi che non ti ha toccata… che non ti ha
ferita…
>> sussurro a scatti, guardandola negli occhi, lei, forse
incapace di
aprire bocca, scuote la testa, e dalle sue labbra esce un altro
sussulto,
tremo, ma sta volta sono i sensi di colpa. <<
… Ora raccontami tutto, dal
principio, non tralasciare niente. >> smarrita cerca gli
occhi di Sam, li
trova, lui annuisce chiudendoli appena, e dopo un altro singhiozzo,
inizia a
parlare. La guardo senza riuscire a capacitarmi che quello che sento
sia vero,
come ha potuto non dirmi niente? Perché non l’ha
fatto? non capisce che ora
oltre ad esserci la sua vita in pericolo c’è pure
quella di Bella?
Le coincidenze adesso non sono più banali
casualità, i suoi
strani atteggiamenti neanche … è tutto collegato,
tutto in un piccolo spago,
che io, come uno sciocco, cercavo di far entrare nel microscopico
occhiello di
un ago, senza però capire
che
l’occhiello in realtà non era microscopico, ma
semplicemente non c’era.
E pensare che sembrava il peggio due ore fa, adesso direi
senza dubbio che quel momento è slittato al secondo posto,
questo è sicuramente
peggio:
Bella seduta sul divano, sbigottita, Meg la osserva con uno
sguardo perso in chissà quali pensieri, accanto Seth, che
cerca di rassicurarla
stringendola a se, facendo aumentare la mia confusione, il mio cervello
non sa come
comportarsi: non sa se essere geloso di lei, non sa se essere
preoccupato per
Bella, non sa se provar odio per Embry, o provarlo per Meg, che mi ha
tenuto
nascosto una cosa del genere per tutto questo tempo, o odiarmi
profondamente,
perché non ho mai sospettato niente, perché sono
stato così stupido da non
accorgermi di quello che stava succedendo sotto i miei occhi, di quello
che
succedeva a Meg mentre io cieco e stupido vagavo tranquillo ed allegro
sul
sentiero della mia vita credendo che fosse mezzogiorno, quando invece
le
tenebre inondavano tutto, così fittamente da non dare
l’impressione di avere
gli occhi aperti.
<< Il tuo odore ti fa da nemico … per questo,
pensiamo
che tu sia in pericolo. >> Meg fa una smorfietta alle
parole di Sam e
scuote la testa, ripetutamente, poi solleva lo sguardo arrossato, e lo
punta su
di me.
<< Non
è vero.
>> abbozza fievolmente, per poi tornare a guardare Bella,
deglutendo a
vuoto.
Sam e Seth spalancano gli occhi, Seth la scuote. <<
Meg, potresti pentirtene. >> sussurra appena.
<< Perché dovrei pentirmene? Sono
già abbastanza
pentita del casino in cui vi ho trascinato con i miei capricci da
bambina.
>> La guardo anche io, cercando di intercettare la bugia,
ma non trovo
niente di strano nella spiegazione: Bella ha un ottimo profumo,
l’ho già
accurato dai racconti di Cullen, non mi sorprende più di
tanto che il vampiro,
dopo aver sentito il suo odore è meno interessato a quello
di Meg, che fino a
quel momento voleva, i segugi sono così.
<< Meg, ti prego, pensaci. >> sussurra
Emily,
con gli occhi pieni di lacrime. << Se Bella e Jacob hanno
avuto
l’imprinting cosa pensi possa cambiare? >> le
dice, mordendosi il labbro
quando Leah si alza di scatto ed esce dalla stanza come un uragano
silenzioso,
seguita da Paul.
<< Imprinting? >> balbetta confusa Bella,
sicuramente
non avendo mai sentito quella parola in vita sua. Io strizzo gli occhi
e li
riapro. Da quando soffro di allucinazioni uditive?
<< Sono stufa! Stufa… >> urla
d’un tratto Meg,
alzandosi dalla poltrona e raggirando la presa di Seth. Mi viene
incontro e fa
una risatina isterica da cui l’umorismo è ben
lontano, poi mi guarda, con gli
occhi infuocati. << Jacob, non ho mai parlato del vampiro
per paura, non
ho mai detto di lui perché preferirei morire che far morire
te, preferire che
tutto morisse e tu rimanessi! E questo perché…?
perché sono una stupida!
Un’emerita scema! Pensa che io ho perfino sperato, e continuo
ad illudermi, di
poter fare qualcosa per cambiare quello che è
successo… ma non è così, non lo
è
perché… >> si ferma, guardando con
occhi lacrimosi e lucidi la porta alle
mie spalle, tutti la guardano, perfino Sam è sconvolto, e
Bella inizia a
singhiozzare con un’espressione incredula.
<< Alice! >> urla, portandosi un mano al
petto,
il respiro sconnesso, io, stordito, guardo Meg, incurante di quello che
succede, incurante del fatto che Bella stia per entrare in
iperventilazione.
Cosa stava dicendo? Perché i vampiri arrivano sempre nei
momenti meno
opportuni?
Questo è uno dei momenti in cui vorrei avere uno di quei
telecomandi che hanno nei cartoni animati, per pigiare il bottone dello
rewind riascoltare
le sue parole e poi avanzare velocemente fino al punto in cui
ricomincia a
parlare. Se mai lo farà.
<< Non puoi entrare nei nostri territori!
>>
urla nonno Quil, con tono rabbioso.
Mi ridesto dai miei pensieri, voltandomi mi scatto verso la
vampira, che non sembra vedere nessuno
oltre Bella, seguo lo sguardo della succhiasangue e vedo che anche
Bella ha la
medesima espressione dipinta in faccia. Nonno Quil continua a
borbottare, Meg
non accenna un movimento, e appena i suoi occhi si fondono con quelli
di Alice,
mi decido ad intervenire, mettendomi in piedi, interrompendo il loro
contatto
visivo.
Il folletto sbuffa vistosamente, avanzando con passo
elegante verso Bella, mentre con la coda dell’occhio ricambia
le mie
occhiatacce. << Bella, mi spieghi perché un
vampiro ti vuole azzannare!
>> sbotta, rabbiosa e intenerita, gettandosi tra le sue
braccia e
stringendola oscillando come una bambina di cinque anni.
<< Non… dicono che ho un buon odore.
>> balbetta
quella, tra un singhiozzo e l’altro, tira su col naso e
allontana la vampira
per osservarla meglio. << Come…?
perché sei…? Oh Alice! non andare via,
ti prego, non andartene!! >> urla stringendola di nuovo
in un abbraccio e
piangendo con più foga e disperazione. I miei occhi si
rovesciano per il
fastidio e la rabbia, non può arrivare da un momento
all’altro e rovinare tutto
quello che ho fatto per farle tornare il sorriso. Non può!
<< Sono solo venuta ad assicurarmi che tu non stia
facendo delle stupidaggini, Edward mi ucciderebbe se lo
sapesse… >> al
nome del succhiasangue il viso di Bella si contorce per il dolore,
facendo fare
lo stesso al mio, sento tutti i piccoli sacrifici fatti per non
rinfacciarle la
verità scollare piano, lei si solleva e scuote la testa.
<< Lui non è qua… non
verrà mai più. >> sussurra
a se stessa, per auto convincersi. << … ma io
non ho bisogno di lui…
>> continua, stringendo i pugni per frenare
un’altra ondata di lacrime,
<< … non m’importa niente di lui.
>> e si abbandona di nuovo sullo
schienale del divano.
Ringhio sommessamente, guardando Alice. << Prima
invadi i confini Quileute, poi fai soffrire Bella… dammi un
motivo per non
farti a pezzi e poi bruciare i tuoi resti! >> La vedo
sorridere
malignamente, mentre Bella la stringe di nuovo, con lo sguardo
impaurito dalla
mia minaccia nei confronti della sua amichetta.
<< Perché vi servo! >> esclama,
rassicurando
Bella con una carezza sincera e affettiva. << posso
prevedere le mosse di
quel segugio. >> dice infine, poi indirizza lo sguardo
verso Sam.
<< Tu sei l’alpha, giusto? >> e
ancora una
volta, nonno Quil, che non è per niente d’accordo
su questo piano, inizia a
borbottare che il mondo sta andando in malora perché i
Black, che hanno sempre
capeggiato fin dai tempi di Ephraim,
non
sono più gli alpha e perché i vampiri e i
licantropi si trovano dalla stessa
parte.
<< Nonno, piantala! >> urla Seth,
fulminandolo
con lo sguardo. Lo ringrazio mentalmente e Sam e Alice dopo aver
guardato lui,
tornano a scrutarsi con occhi poco fiduciosi.
<< Sai bene quanto me che un vampiro nei dintorni non
vuol dire la morte di una sola umana, ma di molti altri che le faranno
da
antipasto, dobbiamo eliminarlo, e quando si deciderà ad
attaccare io lo vedrò,
vi avvertirò, voi saprete come comportarvi e il gioco
sarà fatto. Allora cane?
Ci stai? >> ancora una volta nonno Quil borbotta
qualcosa, ma prima che
possa finire anche solo la prima parola tutti in automatico si voltano
e lo
guardano male.
<< Ci stiamo. >> dice Sam, indugiando prima
di
stringere appena la mano che il folletto teneva protesa verso di lui da
cinque
minuti.
<< Ma ad una condizione… >>
commenta a
bassissima voce Embry, intromettendosi. << Se adesso ci
alleiamo è per
necessità, ma appena questo sarà finito, tutto
tornerà come prima, patto
compreso. >> nonno Quil tira un respiro, sollevato, e
Seth si strozza in
una risata poco opportuna, come il suo solito.
<< Bene. Mi sembra ragionevole. >> commenta
lei,
sedendosi meglio sulla poltrona e incrociando le gambe.
<< Meg, scusa per
averti interrotto, volevi condividere qualcosa con noi?
>> sibila con una
risatina melodiosa, lei scuote la testa, fulminea, e con un movimento
ancora
più veloce esce dalla stanza, Embry si alza, con
l’intento di seguirla, ma io
lo afferro per il polso, digrignando i denti.
<< Va a sederti. >> dico freddo,
sollevandomi
dal mio posto a sedere, << … non ti riguarda.
>> continuo più
minaccioso, quando lui non accenna a tornare indietro.
<< Embry, fai come ti ha detto. >> gli
sussurra Jared,
che pronto si mette tra di noi. Lui con una smorfia superiore mi da le
spalle e
va a sedersi, incrociando le braccia al petto subito dopo.
<< Non metterti mai tra me e Megan, non ne hai
diritto. >> sibilo, andando verso la porta con passo
sostenuto. Non ha
ancora capito che deve stare lontano da lei, ma capirà ben
presto con le
cattive se non vuole farlo con le buone. Non voglio che lei
s’innamori,
potrebbe soltanto soffrire il giorno in cui Embry avrà
l’imprinting.
La porta del giardino e la figura di Megan, offuscata dalla
retina della zanzariera, si fanno più vicini mentre cammino,
ma per un motivo
inspiegabile la mia mano si ferma proprio ad un centimetro dalla
maniglia e un
giramento di testa mi fa traballare, faccio sostegno sul lavello della
cucina,
arpionando le braccia ai lati e respiro profondamente, sentendo le
tempie martellare.
Quando sollevo lo sguardo, ancora un po’ annebbiato, mi
accorgo che lei non
è più là, prendo un altro respiro
profondo e apro il rubinetto, bagnandomi il viso con
dell’acqua gelida, ma
neanche questo sembra servire poi tanto per farmi riacquistare
lucidità.
Mi poggio alla parete e chiudo gli occhi, stringendo i
pugni.
Troppe novità,
confusione, troppi sentimenti mischiati insieme, confusione…
Mi sento come in
un giro eterno sulle montagne russe di cui
io stesso sono il macchinista, ho la nausea, ma anche urlando di voler
scendere
non so come fermarlo e continuo a ripetere all’infinito gli
avvitamenti e i
giri della morte. Basta. Fatemi scendere. Sono confuso. Ho il
voltastomaco.
Neanche Bella potrebbe anestetizzare il mio malessere. Meg, ho bisogno
di te.
Vieni da me. Ti prego.
Troppe novità,
confusione, troppi sentimenti mischiati insieme, confusione…
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Ciao ragazzuole!!
Cos’è
successo alle recensioni? O.o
Spero sia solo una cosa momentanea
perché iniziavo a essere felicissima!! T_T
Che dire, questo capitolo
è + un po’ più lungo del solito anche per questo mi
sono trattenuta e l’ho revisionato, visto
era già pronto l’avrei postato prima, che ne dite??
Secondo me è fondamentale,
un po’ noioso, ma mi serve per andare avanti con la storia,
detto questo,
rispondo alle recensioni, un bacio care.
E per la cronaca, sono
contenta che continuiate ad aumentare!!! :)
Ed4e:
ahhh! Tesoro!!! Allora che ne dici di questo capitolo??
Noioso o interessante? Povero
Jake eh? È proprio distrutto, anche ilsuo essere licantropo
gli va contro. :( Già,
il risveglio è stato decisamente
stupendo *-* e non so se l’hai notato ma
c’è sempre qualcuno che li interrompe
quando uno dei due decide di fare il “coraggioso”.
Ahia! Che sfigati! XD Ecco
spiegato cosa hanno fatto! Embry, Sam,
Seth e Emily sono gli unici ad essere al corrente del secreto di Meg,
ma ti
ricordo anche che Jacob è stato un bel furbacchione a
cercare di tenere per se e
Billy il suo imprinting, che a tutti sembra sia con Bella. Sono tutta
imbacuccata, il raffreddore sta passando! :) grazie per
l’interessamento! Ti adoroooooo,
un bacio, Vale.
bluesky
:
ciaooo!!! ^^ Bastonata sui denti per Tonto-bella… CI PIACE!!
*-*
Sei astuta, brava! Vedrò
cosa posso fareeeee!! XD ahahahah
Non ti lascio mai
delusa??? *-* OhmmioGod! XD ti adoro lo sai? Mi fai arrossire!! *3*
Dimmi cosa ne pensi di
questo capitolo, e se non è bello o chiaro avertimi! Al
prossimo commento. Un bacio,
Vale :*
dafne891
:
Holaaaaa Eri! *-* qua a Palermo brilla il sole invece!! XD puoi sempre
consolarti del fatto che un ipotetico Edward verrebbe nella tua uggiosa
città
più tosto che nella mia! XD tornando al capitolo, Meg ha
già fatto la sua
confessione, ma non ha tutti, ha chiesto infatti a coloro i quali
l’hanno
sentita di non dirla, e per questo hanno inventato una bugia, ovvero
l’odore di
Bella, eccessivamente inebriante per James. Tutto chiaro? Se no fammi
sapere!
Certo che ci sentiremo si
msn!e si, ci sarà la lotta non temere, i neonati ci saranno
e anche i Volturi,
e non escludiamo Laurent! Quest’ultimo ricordaaaaalo bene! XD
un bacio Eri, ti
adoro, Vale.
mary96twilight: XD tranquilla non
sei l’unica ad essere un po’ lenta!
Ciaooooo, grazie per i
complimenti, mi lasci sempre senza fiato *3* sei davvero troppo buona! ^^
Allora con tua estrema
gioia vedi che il capitolo è più lungo? Spero di
si! ^^
Un bacio cara, grazie
ancora, alla prossima recensione, fammi sapere cosa ne pensi!! :) Vale.
|
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Capitolo 12 *** \\ 11. Gli aforismi di un licantropo ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 11 ೬ ೂ❤ ೄ
Gli
aforismi di un licantropo.
Jacob
<<
Ne hai già mangiati cinque, posa quel panino!
>> si lamenta esasperata
Sue,
colpendo Quil sulla nuca, lui si strozza e tossisce, ingoia il boccone
e poi fa
un’espressione da bimbo innocente, sporgendo il labbro in un
broncio teatrale.
<< Ma Sue… io ho fame! Vedi! dimagrisco a
vista
d’occhio! >> Farfuglia indicandosi, Leah non
trattiene più le risate e
sputa la sorsata d’acqua che aveva in bocca direttamente
sulla faccia di Paul,
per poi sgranare gli occhi e sussurrare un “Scusa
amore” ancora ridendo mentre
si avvicina cautamente al suo viso, zuppo e che trama già
vendetta.
Mi volto nella direzione di Megan e accenno un sorriso
quando vedo che parla tranquilla con zio Harry, è sempre
stata molto attaccata
alla famiglia Clearwater, certo, anch’io lo sono,
però per lei Sue, Harry e
Seth sono come una seconda famiglia, Leah è un po’
più difficile da paragonare
visto il suo caratteraccio, ma i momenti d’idillio non sono
mancati neanche con
lei. Strano ma vero. Megan Kaliska Allen fa questo effetto.
<< Dai Paul, guarda il lato positivo, cane bagnato,
cane fortunato. >> scherza Jared, poggiando la forchetta
sul piatto
vuoto, con aria soddisfatta.
<< Ah, ah… >> mugugna sarcastico
il malcapitato,
ficcandogli un panino in bocca per farlo tacere.
La risata di Megan mi accarezza le orecchie e anche se non
ci trovo niente di divertente finisco per sorridere. Da due settimane attendiamo che quel
vampiro si faccia avanti,
ma non riusciamo più a sentire neanche il suo odore, Bella
cerca di auto
convincersi dicendo a tutti che forse ha
cambiato idea, ma né io né Alice la lasciamo da
sola, ho insistito perché
rimanesse a La Push, ovviamente non
ha sentito ragioni,
non vuole lasciare Charlie
da solo, così la succhiasangue e lei sono tornate a Forks, e
uno di noi, a
turno, setaccia a fondo il perimetro della casa.
Meg pensa di essere sola, ma ha sempre un’altro di noi alle
calcagna, solo che a
differenza di Bella
con lei si lavora sotto copertura, alternando solo Seth e Embry di
giorno e me
di notte, in modo da non
farle capire
che temiamo ancora per la sua incolumità.
<< Jacob? >> mi accorgo in quel momento di
essere il solo ancora seduto a tavola, sono spariti tutti, tranne
papà e Harry,
che mi osserva con un sorriso benevolo scuotendo la testa.
<< … non vedi
come ti stai riducendo? >> arriccio il naso, colto in
fragrante, e con un
gesto leggero e disinteressato mi stringo nelle spalle reprimendo
l’istinto di
scappare correndo a gambe levate da quella stanza: so già
che i discorsetti di
Harry oltre a farmi diventare piccolo quanto una pulce per la vergogna
e i
sensi di colpa mi lasciano in mutande, non ci sono bugie che tengano
con lui, e
neanche la mia c’è riuscita. <<
Deciditi a parlarne con lei di questo
maledetto imprinting, per una volta! >> salto sulla sedia
come colto da
una scossa elettrica e gli tappo la bocca fulmineo.
<< Shhh!! >> sibilo scuotendo la testa
spasmodicamente, lui solleva un sopracciglio e sbuffa notevolmente
incrociando
lo sguardo di mio padre.
<< Harry, non ricambia… perché
rovinare la vita a
quella povera ragazza. >> sussurra lui,
d’accordo con me, chiudendo la
porta per non permettere a nessuno di sentire la nostra conversazione.
<< Come puoi sapere che non ricambia se non le chiedi
quello che prova e per primo camuffi i tuoi sentimenti?!
>> esclama innervosito,
portandosi le mani sulla fronte, poi accenna un sorriso, con lo sguardo
perso
nel vuoto. << è sempre così solare,
allegra, spontanea… >>
<< Già. >> soffio fievole, con
un sorriso lieve,
lui annuisce e sospira sconsolato.
<< Vi appartenete Jacob, è tua! Prendila, e se
non
prova niente per te, conquistala, sei bello come il sole, figliuolo,
nemmeno
lei sarebbe capace di dirti no. >> vengo colto da un
brivido a quelle
parole e mi mordo il labbro, pensando a tutte le volte che sono stato
sul punto
di dirle tutto, solo per poter sentire il gusto delle sue labbra sulle
mie,
pronto a perderla subito dopo averle rubato un bacio e averle detto che
la amo…
mi ritrovo perfino a fantasticare
su una
sua reazione nei miei confronti: un bacio ricambiato, un “ti
amo anche io” sussurrato
all’orecchio, uno sguardo malizioso…
poi mi ricordo che la realtà è
un’altra, mi do dello stupido e torno nel
angolino che Meg a ritagliato apposta per me nel suo cuore, e che mi va
stretto, per quanto grande possa essere, mi va terribilmente stretto.
<< Harry non è cosi facile. >>
sussurro, con
l’amaro in bocca, scostando lo sguardo da lui alla finestra,
dove intravedo
Megan parlare fittamente con Clear, si accorge che la sto guardando e
sostiene
il mio sguardo, mi sorride, lo faccio anch’io, poi Embry la
prende per i
fianchi e le bacia la guancia, il mio cuore si stringe e con uno scatto
d’istinto mi alzo e corro verso la porta.
<< Jacob dove vai! >> urla Harry.
<< Vado a prenderla, come hai detto tu! >>
ringhio irritato e improvvisamente sicuro di quello che faccio, mio
padre mi
guarda stralunato parandosi davanti la porta.
<< Jake! >> sussurra preoccupato,
poggiandomi
una mano sulla spalla, io scuoto la testa. << Non ce la
faccio più…
davvero io… >> sento le lacrime gonfiarmi gli
occhi, scosto mio padre in
modo da poter uscire, ma ancora una volta la mia mano si blocca sulla
maniglia,
la testa inizia a girare e con un tonfo sonoro mi siedo per terra.
<<…
non riesco a vederla insieme a lui, non sopporto il modo in cui la
guarda, e
quando guarda me vorrei saltargli addosso, ma non lo faccio,
perché so che lei
non mi rivolgerebbe più la parola… sono stanco di
fingere e di mentire…
>> sussurro velocemente, tremando dalla rabbia e
reprimendo le lacrime
condotte agli occhi dal nervosismo, dalla smania, dallo scontento.
Nonostante questo però, non mi muovo da quella stanza,
continuo a rimuginare, a pensare alle conseguenze. Sono istintivo, ma
non ci
riesco, tutta, anche l’ultimo briciolo della mia
istintività, si dissolve nel
momento in cui Meg e ad una distanza di sei metri da me.
Forse dovrei iniziare piano, in modo da farle capire
qualcosa, poi dalla sua reazione saprò se continuare la mia
opera di espansione
o rannicchiarmi di nuovo in quel famoso angolo, e sta volta rimanerci
per tutta
la vita.
D’altra parte però, il famoso istinto con la paura
di un
coniglio che menzionavo prima sbuca fuori nei momenti meno impensati,
rischiando di creare delle situazioni da cui un cervello ben
funzionante,
almeno in parte, starebbe alla larga.
Mi decido ad uscire, e cammino in direzione di tutti gli
altri, la trovo, seduta da sola sul divanetto di vimini sotto il gazebo
che
Harry e papà hanno costruito almeno cinque anni
fa’, lo sguardo perso tra le
pagine di un libro, di cui non riesco a leggere il nome, mi avvicino
lentamente, tra una risatina con Paul e una battuta a Seth.
Romeo e Giulietta? Ma come…?
Mi siedo al suo fianco, osservandola perplesso e mettendole
una mano a cingerle le spalle prendo delicatamente il libro dalle sue
mani, lei
mi osserva stordita, io mi concentro su un verso e arriccio il naso,
facendo
finta di non vederla.
<< Da quando ti dedichi alla lettura di Romeo e
Giulietta? Pensavo odiassi questo libro. >> mi guarda
sospirando per poi
riprendere il libro delle mie mani, poggiandolo lentamente sul tavolino
davanti
a noi.
<< Solo un vero stupido non cambia mai opinione.
>> sussurra, con lo sguardo perso tra i ragazzi, che
parlano, si
spingono, ridono, ma a me non importano loro, sono preoccupato per la
sua
reazione: è seria. Mi mordo la lingua. Accidenti!
Così non va.
<< Forse è l’amore a farti vedere le
cose con occhi
diversi. >> sussurro improvvisamente, la mia lingua
sembra aver preso
vita da sola. << Magari quei due babbei di Romeo e
Giulietta non sono poi
così stupidi ora che hai capito per cosa valga la pena
vivere. >> abbasso
lo sguardo nel momento stesso in cui lei alza il suo, guardandomi
stupita.
<< Magari hai ragione. >> sussurra infine,
torturandosi le mani e tornando a perdere lo sguardo altrove.
<< … ma
l’amore di Romeo e Giulietta è una passeggiata
in… confronto al mio. Loro si
amano incuranti dei limiti, decidono di scappare, sognano, ma poi
muoiono… non
è un brutto finale questo, la vita è difficile,
triste, certo dà tanta gioia,
ma per cosa poi? La morte è permanente, serena,
niente novità, priva di alcun sentimento.
E’ morte, punto. >>
Ed ecco la mia impulsività venire fuori in uno sfogo,
derivante sicuramente dalla paura a quelle parole. <<
Meg! Nessuno che ti
ama ti farebbe una cosa del genere, nessuno vorrebbe la tua morte.
>>
sussurro afferrandole il viso, per guardarla finalmente dritta negli
occhi.
<< So che darei un dolore a tutti coloro che mi amano,
ma per una volta vorrei pensare a me stessa, senza dover poi rendere
conto a
tutti gli altri. Non ho detto che non sono egoista,
so di esserlo almeno un po’, ma dovrei
smetterla di perdermi a sognare nei libri in cui alla fine tutti vivono
felici
e contenti e il bene trionfa sul male, perché non
è così nella vita reale.
L’amore non vince mai, i principi sono solo dei presuntuosi,
le principesse
delle viziate e l’amore non è un sentimento
perfetto come viene mostrato. La
possessività, il rancore e l’invidia…
questi sono sentimenti perfetti. E io ne
sono piena fino al midollo, me ne vergogno, ma lo ammetto.
>>
In quel momento mi accorgo che la sua vita non è bella e
spensierata come me la sarei immaginata cinque secondi fa, anche lei ha
i suoi
problemi, ed ora, riesco a vedere in lei il dolore che fa inorridire
mio padre,
ogni volta che penso esattamente quello che Meg mi sta dicendo tutto
d’un
fiato, come se stesse esplodendo, piena, muta e rimuginante da troppo
tempo.
<< Possessività, rancore ed
invidia…Meg, tutte le
ragazze di questo mondo sono piene di questi sentimenti, sono umani,
legittimi.
Perché vergognarti? >> le chiedo, cercando di
confortarla.
<< Perché li provo per una persona che non mi
ha mai
guardato come io vorrei. >> sospira e mi stringe la mano
che le ho messo
intorno il braccio, poi riprende a parlare. << La
vita… è così. Inutile
sognare. >> sussurra, sorridendo, si alza e mi porge il
libro. <<
Leggilo, non è poi così male. >> si
volta, dandomi le spalle, e se ne va.
Lasciandomi là, davanti ad un libro rilegato con una
copertina di cuoio verde.
Da quando la mia Megan, sognatrice e romantica, preferisce le fini
tragiche ai
lieto fine?
Devi farcela, Jacob Black, da oggi lotterai con denti e
zanne per rianimare Meg, per farle fare tutti i collegamenti possibili.
Per
farle capire che, malgrado i suoi pregiudizi, il dolore sofferto per
amore, è
il più logorante, ma anche il più dolce, in
assoluto… e che io lo provo per
lei.
<< Hai detto niente! >> sbotto,
stiracchiandomi
appena, mi guardo intorno e vedo splendere il sole. <<
‘Dio santo sto
diventando la reincarnazione di quel depresso di Cullen!
>> faccio una
risata e mi alzo, corro verso Meg e la prendo per i fianchi
poggiandomela sulla
spalla destra.
Lei scoppia a ridere. << Ma che fai?! >> Faccio a modo mio! << Fammi
scendere! >>
<< Ama la vita, Meg! >> urlo lasciandola
cadere
di botto sul terreno coperto da un fresco tratto di erbetta, mi chino
su di lei
e le bacio la fronte, sorridendo ancora, incurante del suo cipiglio
omicida.
<< come pretendi che qualcuno ti ami se sei la prima a
non amarti?
>> sussurro.
<< Io… >>
<< Shhh. >> sibilo con un’altra
risatina, le
labbra ancora attaccate alla sua
fronte.
<< La vita non è complicata. E’ solo
la vita. Vivi e lascia vivere. Vivi
per qualcuno, fai vivere qualcuno per te. >>
Lei sorride e solleva un sopracciglio. << E’
Bella ad
ispirarti aforismi del genere? >>
<< No. >> sbotto franco, la guardo e
sorrido di
nuovo, avvicinandomi al suo orecchio e sorridendo prima di sussurrare
la cosa
più sensata che il mio cervello aveva dedotto in
più di quattro anni di seghe
mentali. << Me le ispiri tu. >> spalanca la
bocca, io gliela chiudo
sorridendo, mi alzo e vado via, senza voltarmi, anche se la tentazione
è forte,
troppo forte.
Devo aspettare, devo solo aspettare, darle il tempo di
cercare un ragionamento logico, che ovviamente non troverà,
dopo di ché: 1…
2… 3…
<< Jake?! >> faccio un sorriso saccente e
soddisfatto,
mi volto appena verso di lei e mi schiarisco la voce.
<< Si? >> sussurro con nonchalance,
fingendomi
annoiato.
<< Io… cosa… EH? >>
mi abbandono ad una risata
malefica e le faccio occhiolino, poi mi volto e ricomincio a camminare,
a passo
sostenuto.
<< Meg, respira, non ho detto niente di scandaloso!
>> ridacchio, consapevole di aver detto la cosa
più stupida in tutta la
mia vita, ma anche la più bella, maledettamente bella,
proprio come lei.
…Meg… Meg…
Meg… Meg…
Meg… Meg…Meg… Meg…
Meg… Meg… Meg…
Meg…Meg… Meg… Meg…
Meg… Meg… Meg…
Una
risata sguaiata e un leggero spostamento, affino lo
sguardo e prendo coscienza della realtà da cui ero fuggito.
La realtà in cui
due stupidi, quali Quil ed Embry, mi osservano come fossi una rana
sezionata,
arriccio il naso infastidito da quegli sguardi inquisitori e li scosto
con una
manata borbottando qualcosa senza senso.
<< Oh, menomale, iniziavo a pensare che fosse in un
coma farmacologico! >> sbotta Quil, voltandosi di scatto
e afferrando
Meg, che in quel momento si avviava tranquilla verso il salotto, con
Wendy
stretta tra le braccia. << Secondo te che gli prende?
>> in un
attimo ci guardiamo negli occhi, perso in quei profondissimi occhi
nocciola mi
limito a tenere a mente come si respira e ignoro bellamente lo sguardo
omicida
di Embry, sapere che lei guarda me e non lui, mi fa letteralmente
impazzire.
Sarà anche perché da quando le ho parlato, dopo
pranzo, sono palesemente sulle
nuvole.
<< Magari sta solo ideando dei nuovi aforismi.
>> sussurra, sorridendomi, soffoco una risata, i nostri
sguardi rimangono
incatenati, la osservo in tutta la sua buffa bellezza, nei suoi capelli
sciolti, ricci e lunghi fino a coprirle il seno, le sue labbra a cuore,
stirate
in un sorriso lieve.
Socchiudo gli occhi
e
li chino imbarazzato sulla solita scatola di biscotti al centro della
tavola,
sta volta è piena, sorrido di nuovo.
<< Embry? Tu non ti senti son un po’ escluso
dal
discorso? >> borbotta Quil, in tono beffardo.
Embry fa una smorfia, alzandosi e lanciandomi uno sguardo,
che dovrebbe apparirmi provocatorio, ma che in verità non mi
susciterebbe
niente se non una risata.
<< In effetti solo un po’. >>
sussurra
rivolgendo a Meg uno sguardo di rimprovero.
Lei annuisce lievemente a una conversazione fatta di sguardi
a cui io sta volta non ho preso parte, e dopo avermi lanciato
un’altra fugace
occhiata segue Embry fuori dalla cucina, con Wendy ringhiante tra le
braccia. Se
non altro qualcuno la pensa come me su quel playboy.
Quil mi guarda, curioso, grattandosi la base della testa.
<< Io in tutto questo continuo a non capirci un fico
secco. >> alzo
gli occhi al cielo e borbotto un “beato te” poi mi
reggo il viso con le mani,
puntellando i gomiti sul legno consumato del tavolo.
<< Non capisci un fico secco riguardo cosa?
>>
chiede Seth sedendosi nella sedia prima occupata da Embry. Possibile che nessuno si faccia i fatti propri in
questo branco?
<< Allora hai parlato con Meg? >> botta zio
Harry, entrando in cucina con una confezione di arachidi tra le mani,
subito
dopo, vedendo Seth e Quil si ferma e riservandomi uno sguardo di scuse
esce
lentamente, passo dopo passo, a marcia indietro. Seth tossisce
rizzandosi sulla
sedia e dentro la mia testa un campanellino d’allarme mi
avverte che sono nei
casini. << parlare di che? >> balbetta
intontito, sgrano gli occhi
e mi volto di nuovo verso Quil, che ha un espressione sconvolta e
ammutolita.
<< Sta volta credo di aver capito, ma sicuramente
è
una cazzata. >> si ferma, mi guarda e rabbrividisce,
sbarrando gli occhi.
<< Deve esserlo. P-per forza. >> balbetta,
con voce malferma.
<< Oh Cristo! >> urlo, portandomi
nuovamente le
mani sul viso. Nei casini. Sono nei
casini.
<< Jake! >> esclama Seth,
allibito.<< …
dimmi che non ho capito. >> completa per lui Quil. Li
guardo, sforzandomi
di sorridere, per cercare di preservare quello che si può.
<< Voi… >> mormoro con una
risata nella voce e
il risolino da ebete ancora presente. << … voi
cos’avete capito? >>
Seth sbatte volutamente e ripetutamente la testa sulla tavola, Quil
inclina
leggermente la testa.
<< Sputa il rospo! >> esclamano ad unisono,
il
tono di voce non offre scorciatoie.
<< Ma io… >> mi arrampico sugli
specchi, poi la
suoneria del mio cellulare ci interrompe, ringrazio il cielo e lo
afferro,
rispondendo con un sospiro, sollevato e rasserenato per aver appena
trovato uno
buona scusa. E Jacob vince ancora!
<<
Pronto? >> dico, con una voce tranquilla e chiara.
<< Jacob, l’ho visto, tra più o meno
tre ore
oltrepasserà il confine con il Canada e domani alle sei e un
quarto attaccherà
Bella. >> ammutolisco e prendo un respiro sentendo la
testa girare, sta
volta attonito dalla velocità delle cose, annuisco e guardo
il soffitto.
Stringendo il pugno così violentemente da evidenziare le
nocche.
<< Va bene, arriviamo subito. >> chiudo la
chiamata e osservo Quil e Seth. Non so che altro dire, che altro fare,
deglutisco a vuoto per il nervosismo e mi sollevo dalla sedia chiudendo
gli
occhi.
<< Dobbiamo andare. >> urlo, rivolgendomi
ai
licantropi presenti in tutta la casa.
In risposta sento solo la Tv spegnersi e la porta
spalancarsi, poi un ululato convince tutti gli altri a correre verso
l’uscita.
Ci siamo. E’ ora.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
So che faccio finire i
capitoli sul più bello!! XD ma il prossimo
riprenderà proprio da questo punto!
Voglio lasciarvi un piccolo spoiler, così, per aumentare il
vostro istinto
omicida nei miei confronti
!! XD
Spoiler
<<
Non credevo che James
potesse arrivare a tanto. >> dico riluttante, stringendo
maggiormente
Bella al petto, mentre guardo Edward mordersi il labbro e scuotere la
testa
alle richieste di Carlisle. Deve morderla. Non può lasciarla
trasformare. Sarebbe
un mostro.
<< Edward, fallo, ora. >>
sussurro, guardandolo fisso negli occhi. << Sei scappato
per tenerla
lontana, ma a cosa è servito se ora diventa come te.
>> continuo e chino
lo sguardo su di lei, le
stringo la mano
e affino gli occhi per il malessere che mi da vederla così,
mentre balbetta
frasi disconnesse, il dolore lancinante è evidente sulla sua
faccia, una sola parola
esce chiara dalle sue labbra livide: Brucio.
Alllloooora!!!
XD mi
odiate ehhh??? Un bacio careeee!! XD
Rispondo alle recensioni
DarkQueen_: Ammore!! ^^ senti, Jake e
mio!! *_* tu… tu… tu tieniti Edward!
Postato più presto che ho
potuto mia padlona !! xD ti ammmooo…. E ricorda: W
TYLER ù_ù
Ed4e:
tesoroooo MA SAUUU!! … -.-“ tranquilla, non sono
febbricitante è il latino che mi
da alla testa XD
Jake non sta male
fisicamente, ma, molto semplicemente, se la fa addosso dalla paura! XD
Come vedi però, in questo
capitolo veri Jacob fartire all’arrembaggio ;) che
succederà nel prossimo
capitolo??? O.O
UMMMH… lo vedremo nel
prossimo capitolo ù_ù XD
Un Bacio grande
grandissimo tesoro!!! ^^ alla prossima recensione, ti adorooooooo,Vale.
dafne891:
Ciao :)
Visto!!! Nel prossimo chappy
torna Edward, contenta? XD
Ci sarà la lotta tra
Edward e Jake, penso… e il cuore di Bella
c’entrerà in un senso un po’ perverso,
non quello che in tendi tu… che dici? Sono stata troppo
chiara?? XD
In questo momento immagino
proprio la tua faccia contorta dal dubbio mentre provi a capire cosa
sto
cercando di anticiparti!! XD
Ricorda però! Niente è
certo ^^ scrivo al momento, non c’è niente di
pianificato! Alla prossima rec, BACIO!
Vale <3
morgana92:
Ohi
Morgana! Pensavo di averti persa!! XD
ma sei qui, ed è questo
che conta ;)
Grazie per il complimento
sulla mia malvagità!!! *-* lo so, ci godo ad essere
sadica!!! xD
Allora che ne dici dello
spoilerino!!! *-* fammi indovinare… SADICO?? xP
UN BACIO, ALLA PROSSIMA
REC <3
Kaida
Seleny:
Benvenuta!!! ^^ si, sapevo che leggevi già, grazie
tantissimo per i
complimenti!! *3*
Ecco il capitolo, che ne
dici?? ^^ fammi sapere se continua ad essere appagante! :)
Un bacio, Vale.
mary96twilight:
Anche
io sono una Jacob for Meg, ma non ci voleva un genio a capirlo,
eh? xD
Dal prossimo capitolo
sarai contenta di sapere che tra Jacob e Meg le cose si ravviveranno un
po’ MA
NON DICO ALTRO!!! xD
Jacob? Penare? *-*
perchèèèè povero
cucciollloooo!!!
Ma tranquilla, penerà
anche se è il mio cucciolo ù_U
Che ne dici del
capitolo??? *-* fammi sapere, Baci Vale.
Marty95:
Hola!! :D Tranquilla per l’altro
chappy, ora sei qui! ;)
Che ne dici dei passi
avanti che fa Jaki?? *-* lo so, sono decisamente fatti per stare
insieme, sono
così coccolosi insiemeeee… ma non perdiamoci in
ciarle XD
Embry fa ingelosire Jacob,
cacchio mi leggi nel pensiero!!! Visto come ringhia il nostro
cuccioletto XD ma
non lo attacca perchè poi Meg si arrabbierebbe con
lui…
Tanto due cazzotti se li
daranno *-* Adooooro la violenza ù_U
Ovviamente niente di
eccessivo, solo i due cavalieri che si battono per la virabile donzella
;)
Ammettilo!!! XD non ti fa
impazzire questo Jacob a cui non interessa realmente Bella? Io ne vado
pazza! E’
una soddisfazione vederlo trattare Bella come Bella tratta lui nel
libro di Zia
Stephy!
Ecco l’altro capitolo, che
ne pensi?? Fammi sapere! Baci, Vale. <3
|
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Capitolo 13 *** \\ 12.Te lo dico ora, visto che magari non tornerò (1°parte) ***
ೋ❤
ೌ
Capitolo
12 ೬
ೂ❤
ೄ
Prima
parte
Te
lo dico ora, visto che magari non tornerò
Jacob
<<
Aspetta, Jacob, aspetta! >>
Un momento prima uscire per la porta una piccola e
possente stretta mi afferra il polso, mi volto e la guardo, il suo viso
è un
mix tra preoccupazione e disorientamento.
Le accarezzo istintivamente la guancia e prendo un
respiro stringendola in un piccolo e veloce abbraccio, le labbra mi
formicolano
e repentino le indirizzo sulla sua guancia, per un breve saluto e una
rassicurazione che in quel momento i suoi occhi mi chiedono.
A quanto pare anche lei vuole baciarmi la guancia con
altrettanta velocità e con un equivoco di movimenti le
nostre labbra si
incontrano per un millesimo di secondo, il cuore prende a battere come
se
volesse uscirmi dal petto. << Scusa. >>
sussurriamo nello stesso
istante, poi sorridiamo, è talmente bella così:
tremendamente rossa,
tremendamente tenera, tremendamente Megan.
Mi sento tirare per la maglietta, ma rimango indifferente
di fronte a lei, le bacio la fronte e chiudo un attimo gli occhi,
assaporando
il momento, che se pur piccolo, è necessario, almeno per me.
<< Torno
subito. >> le sussurro all’orecchio.
Lei mi stringe in un abbraccio possessivo, soffoco
una risata. << Lo dici come se stessi andando a fare la
spesa! >>
farfuglia, affondando il viso sul mio petto.
<< Allora fai finta che sia così…
>> dico
sorridendo beffardo, mentre un altro strattone mi scuote appena le
spalle.
<< Datti una mossa, latin lover! >>
scuoto la testa sorridendo e sciolgo l’abbraccio dando un
colpo sulla nuca di
Paul, poi mi volto di nuovo.
<< Torno. Subito. >> ripeto in tono
severo, sottolineando per bene le parole, lei poggia la schiena al muro
e
annuisce, per poi abbassare lo sguardo, sospirando, controvoglia, le do
le
spalle e raggiungo gli altri con tre grandi falcate, per poi proseguire
tutti
insieme, ma a differenza di poco prima, non si sente più il
rumore pesante dei
piedi umani, ma quello agile e secco delle zampe ferine.
Tu, io… Jake!! cazzo
dobbiamo assolutamente parlare...?!
Emetto
uno sbuffo dal naso e tossisco un guaito
fermandomi davanti casa di Bella con una frenata decisa, sento gli
artigli
strisciare contro la terra umida del giardino di casa Swan, fiuto
l’aria,
cercando di individuare l’odore del succhiasangue, anche
essendo irrespirabile
l’aria intorno ai Cullen, il loro odore è migliore
di quello dei vampiri che si
nutrono di sangue umano, e questo mi aiuta e mi rassicura,
perché di quella
traccia olfattiva non c’è ombra.
Seth… sono cavoli
miei!
Penso,
un po’ più tranquillo, cedendo dallo stare
guardia e stendendomi a pancia sotto sul piccolo prato verde, distrutto
dal
nervosismo, dalla smania di averla ancora accanto, ma camuffo il tutto
facendo
scorrere continuamente nella mia mente immagini del pomeriggio passato
a correre,
giocare a baseball e schizzarci con i bicchieri pieni d’acqua
potabile…
insomma, dei buon motivi per riempirmi la testa e tenere lontani gli
altri dai
miei veri pensieri.
Cosa?
Tu! Oh no, signorino Dico–Non–Dico! Ora ci racconti
tutto! –
pensa Leah, facendo un ululato stizzito.
Non
ho niente da dirvi! –
ringhio, scodinzolando
spasmodicamente a destra e sinistra, per scaricare la tensione, aspetto
che
Alice esca, devo informarci per forza, e purtroppo nella mia pelliccia
da lupo
non ho ancora fatto cucire delle tasche, né sono
momentaneamente fornito di
pollici opponibili, il ché renderebbe problematico usare il
cellulare. C’è una
sola soluzione: uscire, parlare … e magari far sviare il
discorso!
Ragazzi,
non è il tempo per le chiacchiere da the, concentratevi su
altro! – pensa Sam,
rivolgendomi uno sguardo pieno di comprensione e storpiando il muso in
una
smorfia che scopre leggermente i denti, la identifico come un sorriso e
ricambio, per quanto difficile possa essere farlo. La mimica facciale
dei lupi
è impossibile da gestire, così diversa da quella
umana, per non parlare delle
parti aggiuntive come la coda: E’ imbarazzante e porta tante
noie. ‘Dio solo sa
quante volte mi sono pestato da solo quella cazzo di coda, che
praticamente non
serve a niente di niente!
<< Siete arrivati! >> urla una voce,
quella di Bella, la porta si apre e la vedo correre fino a gettarmi la
braccia
intorno all’enorme collo peloso, affondando i viso sulla
pelliccia della mia
schiena. Riesce a distinguerci anche sotto le sembianze da lupo ormai,
la sento
tremare, la paura è grande per lei, o magari solo dolorosa.
<< Con una buona scusa abbiamo convinto Charlie
ad andare a casa dei Clearwater, ma c’è
un’altra cosa che devo dirvi… >>
sussurra Alice, con tono freddo, sedendosi sui gradini del giardino,
appena più
giù della porta d’ingresso. <<
Rosalie ha raccontato a Edward la mia
visione, pensa sia già morta, e ora lo vedo deciso di andare
in Italia.
>>
Bella allenta la presa sul mio collo e punta gli
occhi, lucidi, su Alice. << Italia? >>
sussurra lentamente. Io mi
svicolo dolcemente dalla sua presa e corro trai cespugli, mi da
fastidio non
poter dire la mia, così mi trasformo, indosso i miei soliti
bermuda e torno da
loro sedendomi esattamente nello stesso posto in cui ero seduto prima,
sottoforma di lupo. << Alice, cosa
c’è in Italia? >> chiedo
altrettanto freddo, guardo Bella e mi sento morire, come può
il solo nome di
quel succhiasangue farle così male?
<< I Volturi. >> e se in quel momento
avesse potuto piangere, sul viso di Alice sarebbe comparsa una lacrima.
Né io e
Bella né il resto del branco capisce, quindi ci limitiamo ad
osservarla
curiosi.
<< Marcus, Aro e Caius, i Volturi, si sono
autoproclamati la famiglia reale dei vampiri, si occupano della
segretezza
della nostra specie. I vampiri possono morire solo per opera dei
licantropi o
di altri vampiri, crede che Bella sia morta e anche lui vuole morire,
ma sa che
noi non lo aiuteremo ad avere la morte, quindi va a cercarla da loro.
Chiedendogliela, e pregando affinché gliela concedano.
>>
I miei muscoli si bloccano e il mio cervello inizia a
creare un’immagine di come quei vampiri avessero dato la
morte a Cullen.
Rabbrividisco e strizzo gli occhi, scuotendo lievemente la testa.
<< Alice non pensarci nemmeno. >> ringhio
fermo, capendo le
sue intenzioni.
<< E’ mio fratello Jacob, e poi potrebbe essere
un modo alternativo di far perdere le tracce di Bella. >>
dice alzandosi
dai gradini ed avvicinandosi a me con un movimento che agli occhi umani
sarebbe
stato quasi invisibile.
<< E tu vorresti farla fuggire da un solo
succhiasangue portandola in un covo di vampiri! >> urlo
scuotendo la
testa e alzandomi a mia volta. << non capisci quanto sei
egoista!
Rischiare la breve e innocente vita di Bella per salvare quella lunga e
dannata
di tuo fratello!! Che faccia quello che vuole, è grande e
consapevole delle sue
azioni. >>
<< Pensa che lei sia morta!! >> urla
fuori di se, indicando Bella con un dito affusolato e candido.
<< Dovrebbe pensarla così visto che
è andato
via! >> intervengo fermando la sua sfuriata e indicando a
palmo aperto
Bella. Lei afferra sia il suo dito che la mia mano e scuote la testa,
poi
guarda me, deglutendo.
<< Io vado con lei. >>
Ringhio, guardandola dritta negli occhi. <<
Bella non essere sciocca, sarebbe come chiedermi di caricarti una
pistola da
puntarti alla testa. Tu non andrai. >> lei affina lo
sguardo, inviperita.
<< Io lo amo! E anche se lui non mi ama più
non
posso lasciare che i sensi di colpa lo inducano a fare una cosa del
genere,
perché mi sentirei un’assassina, avrei le mani
sporche di un sangue indelebile,
che mi condizionerebbe la vita ancora di più,
perché se ora lui vuole morire, e
solo perché si sente in colpa per avermi lasciata da sola.
>>
Stringo la mascelle e anche i pugni, guardandola
ancora, con tono severo e tremante dalla rabbia sibilo un altro no. Non
può
andarsene, non deve, non posso permetterglielo!
<< Jacob sono grande anch’io, ho diciotto anni
per la miseria! Qui si parla di Edward! >> urla.
La capisco fin troppo bene, sarei capace di fare
tutto per amore, per Lei, se solo me lo chiedesse, ma non posso
lasciarla
andare via, è pericoloso. << …
resta. >> sussurro poco convinto.
Scuote la testa, mordendosi il labbro e mi abbraccia.
<< Devo dare. >> un filo di voce, quasi
impercettibile.
<< Non sei obbligata. >> la stringo.
<< resta. >> ripeto, socchiudendo gli occhi.
<< No… no, devo andare. >>
sussurra,
cercando di sciogliere l’abbraccio.
<< Ti prego. >> sussulto, ancora meno
fermo.
<< No. >> sbotta fredda, sciogliendo
l’abbraccio, << no. >> ripete,
sta volta prendendo la mano di
Alice. << Io vado. >>
<< Non mi arrendo, lo sai. >> le mormoro,
stringendo i pugni e osservandola ancora.
<< Allora vieni con noi. >> sussurra
appena.
<< COSA?! >> urlano tutti, compresa
Alice, io e lei continuiamo a guardarci, ignorandoli.
<< Pensi che direi di no. >> chiedo,
sollevando un sopracciglio, scettico.
<< lo spero. >> sussurra con una smorfia
di dolore, << non vorrei mai che tutti quei vampiri ti
attacchino.
>>
<< Non ho paura Bells, quindi verrò anche io.
>> Alice mi guarda, con gi occhi sgranati.
<< Tu non puoi venire! >> sbotta,
mettendosi le mani ai capelli, << come giustificherei la
tua presenza ad
Aro! >>
<< Questi sono fatti miei, non devi
preoccupartene, io vengo esclusivamente per tenere d’occhio
Bella, non di certo
per salvare la sanguisuga, lui non m’importa.
>> e detto questo do le
spalle a ad entrambe.
<< Va bene, ma io non mi sento responsabile
della tua sorte, cane! Bella, prepara l’essenziale in uno
zaino! Jacob, fallo
anche tu, in fretta! >> e con questo, sento i loro passi
svelti salire le
scale, la porta si chiude. Sospiro e mi rivolgo al branco.
<< Sam, Embry, Paul dovreste restare qui di
guardia. Jared, Quil, Leah, invece è meglio che teniate
d’occhio casa
Clearwater. Seth, tu dovresti venire con me, per stare con Billy e le
ragazze.
>> annuiscono, d’accordo con me, guardo Sam,
chiedendogli quasi scusa con
lo sguardo per aver impartito quelle sottospecie di ordini al posto
suo, lui di
tutta risposta, fa un altro cenno del capo, annuendo più
fittamente.
Faccio un gesto a Seth, per convincerlo a seguirmi,
lui lo fa senza il minimo indugio, così corriamo verso casa
Black, ed io ho un
solo pensiero in mente: Meg.
La porta si apre cigolando e sento i passi svelti e
decisi di piedi scalzi sul pavimento in legno del piano superiore.
<<
Jake, Seth. Grazie al cielo! >> urla Meg, felice,
lasciando cadere il
libro che ha tra le mani e scendendo i gradini due per volta. Si lancia
su di
me con una forza tale da farmi traballare, la stringo al petto,
lasciando che
le sue gambe si leghino ai miei fianchi, e sospiro.
<< Vado in Italia. >> sussurro a suo
orecchio, stringendo la presa sui suoi fianchi. <<
Mancherò si e no tre
giorni, Edward vuole uccidersi, Bella e Alice vogliono impedirglielo,
io vado
per proteggerla, devo, lo sai. >> allenta la presa e
scende dalle mie
braccia, si siede sull’ultimo gradino della piccola rampa di
scale e tiene lo
sguardo basso, osservandosi con finto interesse i piedi nudi.
<< perché? Alice non è abbastanza
responsabile?
>> annuisco, inginocchiandomi davanti a lei e curvandomi
per raggiungere
i suoi occhi e fissarli nei miei.
<< Si, ma il posto in cui stiamo andando, è
pericoloso. >> mormoro, sereno, scostandole i capelli
dagli occhi, per
osservarla meglio, mi alzo e le porgo la mano. << mi
aiuti a preparare lo
zaino? Devo spiegarti delle… >> mi fermo,
grattandomi la nuca, ispiro ed
espiro, per poi chiudere gli occhi e fare un mezzo sorrisino,
imbranato.
<< … delle cose. >> lei annuisce
fiaccamente e afferra la mia mano,
piano ed in silenzio saliamole scale, ritrovandoci poco dopo in camera
mia, a
rovistare con il viso dentro l’armadio.
<< Bella, lo ama. >> dico tranquillo,
all’improvviso, senza motivo, o meglio, il motivo
c’è, voglio farle capire che
non ama me e che per quanto io possa volerle bene, non
riuscirò mai ad amarla,
non come amo lei.
Meg sembra capire il messaggio tra le righe, chiude
l’anta del mio armadio, mi porge tre magliette e si morde il
labbro, in
continuazione, scostandosi nervosamente i capelli che le cadono sugli
occhi con
gesti veloci e tremanti. << E tu? Ne soffrirai moltissimo
immagino. >> sussurra, incrociando le braccia e poggiando le spalle
all’armadio di
legno scuro.
Mi siedo sul lato del letto più vicino a lei e mi
massaggio le tempie, facendo uno dei miei respiri profondi.
<< In realtà
no. >> dico, e il tono esce secco, pungente, tagliente.
Spalanca gli occhi, e io mi perdo dentro di loro,
accennando un sorriso e alzandomi dal letto, le vado incontro e la vedo
appiattirsi sull’armadio, ridacchio e le accarezzo la guancia.
<< In realtà non ho avuto
l’imprinting con lei,
e non capisco… ti giuro che non capisco, cosa mi abbia
spinto a dirti il
contrario. >> le sue mani si poggiano sul mio petto, e
stringono il
tessuto della maglietta blu che indosso, i suoi grandi occhi continuano
a
fissarmi, indagatori.
Prendo il suo mento tra le dita, e sollevo lentamente
il suo viso, fino a fare scontrare le nostre fronti, un altro respiro
profondo.
Puoi
farcela Black. <<
Vuoi sapere cosa mi fa veramente soffrire?
se tu piangi, ti arrabbi, o se anche ti senti un po’
annoiata: io soffro… solo
che, non cambia… per quanto io abbia potuto aspettare e
soffrire in silenzio
Meg, non cambia niente, e invece desidero che succeda, Dio solo sa
quanto lo
desidero. Questa però è una scelta che tu devi
fare, non posso farla io per te,
non sarebbe giusto. Specialmente sapendo cosa pensi di tutta questa
questione
dell’imprinting. >> mi guarda, sconvolta e
scuote lentamente la testa,
allentando la presa sul mio petto, annuisco e le tappo la bocca quando
cerca di
chiedermi una spiegazione: non ha ancora capito, e non ne sono
sorpreso,
neanche io riuscivo a capire cosa volessi dire con quelle parole, pur
avendole
pronunciate, come se il mio copione, già pronto e corretto,
fosse stato
manomesso da una scimmia poco istruita. Idiota
Jake, sei un idiota.
<< Quello che sto cercando di dirti e che io, a
tredici anni, ho avuto l’imprinting, e l’ho avuto
con te Megan, ma non ti
vedevo reagire, non facevi niente che mi facesse capire qualcosa,
così ho
pensato che forse potevi non essere stata assoggettata
dall’attrazione che
invece… io… ho sempre provato per te.
>> anche l’altra mia mano va sul
suo viso, e i nostri nasi si sfiorano.
<< Ma anche senza l’imprinting, io sarei
ugualmente ossessionato da te. >> trema come una foglia,
ormai il mio
coraggio sta galoppando, e non ha intenzione di fermarsi, mi sento
fragile e
forte, ho paura di un rifiuto, però sapere che finalmente
quattro anni di
menzogne sono state smascherate mi fa sentire decisamente leggero.
<< Meg, non riesco più a nasconderlo, scusa,
io… non ce la faccio… e non me ne volere se
ora…io… >> la mia voce si
affievolisce lentamente, come i miei movimenti in direzione delle sue
labbra,
deglutisco a fatica, la mia mano le accarezza una guancia,
l’altra si posiziona
dietro il suo collo, spingendo dolcemente il suo viso in direzione del
mio, le
labbra si toccano, timide, sospiriamo entrambi, e quando la sento
rilassata non
posso non fare caso alle immense scosse di piacere lungo la schiena,
tra le
dita, dentro la testa, che ora è ancora più
leggera. Le mie labbra calde
strofinano sulle sue quando inclino il viso, e non appena di nuovo si
modellano
le une alle altre la sento reagire, stringendosi addosso a me con forza
e
spingendo le sue labbra contro le mie, di tutta risposta, sperando di
non
svegliarmi dal sogno più bello della mia vita, le lambisco
il labbro superiore
e le mordicchio quello inferiore, sentendo la sua lingua a contatto con
le mie
labbra non esito ad aprirle ed approfondire il contatto, appena la mia
lingua
incandescente esplora il suo palato le esce un sussulto dalla bocca,
che fa
aumentare maggiormente il bacio. Allo stremo, dopo averle posato due
baci
fugaci e casti sulle labbra, torno a poggiare la fronte sulla sua,
ascoltando i
respiri irregolari e disconnessi, che fanno scontrare i nostri petti.
<< Non riesco a capire, se… se avevi
paura…
perché ora… >> sussurra con la voce
scossa dal fiatone.
<< Anche il solo vederti sorridere ed essere
felice, starti vicino, mi avrebbe reso sereno, ma poi non mi
è più bastato,
avrei voluto farti capire le cose con calma, ed ora invece smentisco di
nuovo i
miei piani, e mi ritrovo qua: ti ho praticamente assalito. Mi dispiace,
e solo
che…il solo pensiero di perderti mi fa diventare pazzo,
vorrei staccare la
testa ad Embry, e sinceramente a volte ho fatto gli stessi pensieri su
Seth.
Non posso nasconderlo, e se non vuoi avere più niente a che
fare con me io
capirò, capirò e ti starò
lontan… >> non finisco la frase,
perché malgrado
le mie aspettative, le nostre labbra sono di nuovo coinvolte in un
bacio
mozzafiato.
<< Stai scherzando vero?! >> borbotta,
adirata, << Mi
stai prendendo in giro, che gusto ci trovi? Eh?... quale?
>> continua a
sussurrare, tra un bacio e l’altro, << pensavo
che avessi un minimo di
tatto, io… io ti ho visto preferire lei a me, Jacob,
non… non dovrebbe essere
così, quindi se è uno scherzo per costringermi a
parlare, se è una delle tue
stupide scommesse per svelare il mio segreto da Pulcinella, sappi che
ci sei riuscito!
>> e singhiozza, lanciandomi un pugno fiacco sulla
spalla. In quel
momento le nostre labbra smaniose si fermano, le accarezzo il viso e le
prendo
le mani, portandomele alla bocca e baciandole.
<<
Perché non me lo hai detto? >> sussurro in un
soffio, contraendo il viso
in una smorfia di dolore e lasciando due linee scintillanti percorrermi
il viso.
Mi
vuole anche lei, quasi non ci
credo.
<<
Tu perché non l’hai fatto? >> mi
chiede flebile, capendo cosa intende
abbasso lo sguardo e mi porto le sue braccia intorno al collo, sorrido,
lieve,
scosto una delle tante ciocche di capelli dal viso e faccio incontrare
le
nostre labbra, sta volta però il bacio è piccolo,
semplice, di una dolcezza
infinita.
<< Ora devo andare… >> sussurro,
controvoglia, lei annuisce e allenta la presa sul mio collo, ma io non
la
lascio e le bacio di nuovo le labbra, sospirando, <<
Appena torno… >>
e qua la mia voce indugia. <<…ti
spiegherò tutto per bene. >>
sorrido e le accarezzo i capelli. <<
promesso. >>
Alza gli occhi al cielo. << spero solo che non
sia una promessa da marinaio. >>
<< Pensi che non ti racconterei tutto? >>
gli chiedo, inclinando la testa.
<< No, parlavo del “tornare”
>> ammette
con una smorfia di sofferenza, la imito a ruota, colpito ed affondato.
Per compensare il silenzio che si è creato la cullo
appena fino a quando il suono di un clacson mi fa sobbalzare e
l’odore pungente
di Alice raggiunge il mio naso. << Devo andare.
>> borbotto.
<< Torna presto. >> bisbiglia appena, con
la voce appannata dal pianto. Stringo i denti, perché cavolo
deve chiedermi sempre
la cosa più azzeccata?!
<< Ti amo. >> le sussurro senza
rendermene conto, lei spalanca gli occhi, ammutolita, <<
non ti sto
chiedendo di rispondermi, però pensaci. >>
rido della sua reazione, sulle
sue labbra, e dopo un altro innocuo ed essenziale bacio con uno slancio
scendo
giù dalla finestra, zaino in spalla. Si va in Italia con il
cuore al culmine di
felicità e la testa straripante di preoccupazioni.
In realtà, non le ho promesso di tornare, e le ho
detto tutto proprio per questo, perché potrei anche non
tornare, potrei morire.
Sospiro
lanciando un’ultima occhiata fugace alla finestra illuminata
di camera mia,
apro la portiera e siedo sul sedile accanto la sanguisuga, sento i
chilometri
staccarmi da lei, chiudo gli occhi con la consapevolezza che ormai una
bolla di
sentimenti la tiene lontana da qualsiasi altro licantropo, vampiro o
ragazzo
che sia, sorrido e non ci penso più, in quel momento il
pericolo, i problemi, Bella,
Cullen–kamikaze e i vampiri italiani non mi preoccupano. E
posso sembrare
monotono o incredibilmente stupido, ma nella mia testa continua a
gravitare un
solo pensiero, un solo viso. Quello di Megan.
To be continued…
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Contrariamente
a quello che ho detto prima, il
prossimo capitolo sarà eccezionalmente P.O.V. Jacob, e per
chi sta cercando lo
spoiler… be’, dovrà attendere un altro
po’ perché il capitolo era già pronto,
ma ho aggiunto delle cose e si è notevolmente allungato.
Quindi invece di farvi
aspettare ancora e pubblicare un
capitolo di quasi 18 pagine word ho deciso di dividerlo in due parti.
*-* avete
visto Jake e Meg??? Com’è venuto il capitolo? Sono
stata abbastanza brava?? Fatemi
sapere. Baci, Vale!
morgana92:
subirti??? Ma ti senti quando parli?! XD io subire te!!! MA FINISCILA!!
È un piacere leggere le tue recensioni, spero che la
tua vena romantica stia urlando dalla gioia!!! *_*
Forse hai malinteso lo spoiler comunque, perché Jacob
chiede a Edward di succhiare via il veleno, proprio come in twilight,
ma forse
mi sono spiegata male io. Scusa ==”
Alla prossima rec. Un bacio, Vale
P.s. adoro “subirti” XD
dafne891:
esattamente?!
La trasformazione… hai centrato il punto!! XD
Ed e Jaki lotteranno per questo!
Ovviamente ho una scaletta, ma non è niente di ufficiale,
come hai già visto basta una revisionata ed ecco cosa
succede ad un capitolo che
originariamente non mi andava a genio perché trp corto XD
Il problema fondante è che i mio stato d’animo
infierisce
riccamente sui fatti. A dichiarazione doveva avvenire alla fine del
capitolo, e
invece eccola qui, capisci cosa intendo? XD spero di si, un bacio, Vale.
bluesky:
tranquilla
per il capitolo scorso, non fa niente! Si è ripigliato
Jake??? XD aehhhh!!! Mi sa di si!!! XD si è dato una mossa
U_U ecco il cappy, un
bacio, Vale.
Ed4e:
tesoro!!!!
Secondo te com’è il capitolo? Ho corso un
po’? Eddy
rimane, si, ma questo succederà nella seconda parte del
capitolo!! XD si è leggermente
allungato e… non temere arriverà!tra Meg e Quil
c’è solo un’amicizia profonda come
può esserci tra dei ragazzi che si conoscono praticamente da
una vita! Niente di
più! Quil ha quell’angelo di Claire!!! *-*
Allora,mi raccomando, dimmi che ne pensi, un bacio!!!!
mary96twilight:
Jake
si è rianimato notevolmente! XD grazie per i complimenti
dimmi coda ne pensi di questo!! :) baci, Vale.
|
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Capitolo 14 *** \\ 12.Volterra...ed io che pensavo di avere dei problemi?! (2°parte) ***
volterra
ೋ❤
ೌ
Capitolo
12 ೬
ೂ❤
ೄ
Seconda
parte
Volterra…
ed io che pensavo di avere dei problemi?!
Jacob
Il verde della campagna
toscana sfreccia così veloce sotto i miei occhi che tutto
sembra una macchia di
blu limpido e verde mela, indistinto, ma a quanto pare, non tutti
pensano che
la velocità sia ancora abbastanza!
<<
Questo coso non può andare più veloce!
>> guardo
scettico Bella, dal
sedile posteriore della magnifica Porsche 911 Turbo che io e Alice
abbiamo “preso
in prestito” per l’occasione e strabuzzo gli occhi.
<< Bella, stiamo
andando a 250
km
l’ora, datti una calmata! >> borbotto e
sprofondo nei sedili di pelle
chiara.
<< Jacob, forse non
ti è chiaro, provo a ripetertelo, ascoltami, anzi, guarda il
labiale… >>
e detto questo si sporge verso i sedili posteriori, indicandosi le
labbra con
l’indice. << Edward è in pe – ri
–
co – lo! >> mi sollevo dal sedile e le pizzico
il naso facendole una
linguaccia.
<< Sarebbe in
pericolo se l’avessero rapito e ora lo stessero minacciando
di morte. Il suo si
chiama suicidio. Su-i-ci-di-o! >> la beffo, e qua mi
becco uno schiaffo,
la guardo, truce, e spalanco la bocca, massaggiandomi la nuca.
<< Bellaaaaa!
ringrazia il cielo che… >>
<< Volete smetterla
voi due?! >> urla Alice, afferrando Bella per la
maglietta e facendola
sedere composta con decisamente poca delicatezza. << So
che la tentazione
è forte e che forse chiedo troppo, ma sarebbe opportuno
chiedervi di fare i
ragazzi maturi, per una volta? Specialmente tu Bella, sei la
più grande
metaforicamente parlando, dai il buon esempio! >>
ridacchio, mi guarda di
sbieco e io le faccio l’ennesima linguaccia, lei vorrebbe
rispondere, ma non
appena la punta della sua lingua s’intravede tra le labbra,
spalanco la bocca
ed urlo: << Alice?! >>
La sua frenata brusca e
improvvisa fa impallidire sia me che Bella, << Scusa,
facciamo i buoni!
>> sbotta spaventata lei sventolandosi le mani davanti il
viso e facendosi
piccola, piccola contro il sedile,
Alice non accenna un movimento, inizio a preoccuparmi seriamente e mi
sporgo
verso i sedili anteriori, guardandola e respirando di sollievo quando
sbatte le
ciglia, dopo una buona manciata di minuti. << Hanno
rifiutato la sua
proposta, e ora vuole… vuole esporsi alla luce del sole, per
attirare
l’attenzione degli umani, così saranno obbligati
ad ucciderlo. >>
sussurra atona, lo sguardo ancora perso in chissà quali
immagini sfocate che
ritraggono il futuro. << Dobbiamo fermarlo, sono le
undici e
quarantacinque, abbiamo esattamente quindici minuti per farlo.
>> ingrana
la quinta e quasi non piango quando sento la frizione stridere. Povera
Porsche,
tutta colpa del kamikaze per amore.
Arrivati al centro abitato
una frenata brusca per poco mi fa finire spiaccicato sul parabrezza
come un
moscerino, causa la lunga coda di auto che procede a singhiozzi, lunga
fino
all’ingresso della vecchia città, Alice,
suo malgrado, è costretta ad ingranare la seconda, abbassa
il finestrino frenetica
ed inizia a parlare con un tizio di passaggio, ha una moglie e due
figli, tutti
rigorosamente vestiti di rosso, dal modo in cui Alice indica la
città direi che
sta chiedendo delle informazioni , sbalordito affino lo sguardo,
cercando di
afferrare qualcosa della conversazione, il ché ovviamente
è una vana impresa considerando
che le sole parole italiane che conosco sono pizza e spaghetti, la
succhiasangue parla un italiano senza ombra di cadenza americana.
Dopo aver falsamente
sorriso al passante tira su il finestrino e si volta verso di noi.
<<
L’ingresso alle macchine è vietato. Dovrete
correre, chiedete di Palazzo Priori
o della torre campanaria. Io farò un giro intorno le mura e
cercherò un posto
poco in vista per scavalcare. Troverete Ed ai piedi della torre, sul
lato sud
della piazza, si è nascosto in un vicoletto,
nell’ombra, sull’angolo destro.
Datevi una mossa, non lasciate che si esponga alla luce!
>>
<< Palazzo Priori…
>> ripete Bella, annuendo e lanciandosi sulla portiera,
pronta a scendere
appena Alice le avrebbe dato il segnale.
<< Non c’è un altro
modo meno trafficato per arrivare? Con tutte queste persone saremo
lenti!
>> dico grattandomi la nuca e concentrando il mio
interesse sull’ondata
di pedoni in rosso diretti verso la grande e logora entrata in mattoni
di tufo
della città di Volterra.
Alice si chiude nelle
spalle e frena bruscamente davanti l’entrata, scatenando
l’ira di una marea di
automobilisti che le urlano insulti, per me incomprensibili.
<< Non lo so,
cercherò un’entrata secondaria, voi non pensate ad
altro se non a salvarlo,
intesi? >> annuisco e mi avvicino anch’io alla
manopola dello sportello.
<< Palazzo Priori…
>> ripete Bella, facendo dei lunghi sospiri,
<< Torre campanaria,
lato sud della piazza, vicoletto… >> Alice la
spintona leggermente
bisbigliando un “andate” , non ce lo facciamo
ripetere due volte e scendiamo
veloci della macchina, afferro Bella per il braccio e inizio a correre
trai turisti,
tutti vestiti di rosso, il vento fa aderire i vestiti al corpo e mi fa
bruciare
gli occhi, ma non me ne curo e scosto bruscamente chiunque si pari
davanti i
nostri occhi, chiunque intralci i nostri passi. Sollevo lo sguardo, e
un grande
orologio scandisce il tempo in modo pesante e stranamente
più veloce del
solito. Almeno abbiamo trovato la torre
campanaria. Guardo di nuovo l’antico orologio
mordendomi il labbro: mancano
sette minuti.
Bella, più minuta di me,
riesce a raggirare la folla, tenermi per mano la rallenta,
così la lascio, e
quando il suo viso cerca con sconforto il mio le faccio cenno di
correre e le
indico il vicolo, dove ho già visto Edward, poggiato sul
muro, sorridere beato,
forse spera di poterla rincontrare, nella vita che
c’è dopo questa, e anche se
pensa di non avere un’anima,e di andare dritto tra le fiamme
dell’inferno, un
po’ ci spera nel paradiso, perché ha amato,
perché si è sacrificato…
perché è
il solo modo per poterla riavere. Si sbaglia però,
perché lei è ancora in vita.
Cazzo Edward, fermati, non farlo!
Mi volto tormentosamente,
cercando qualcosa di indefinito, perso nella strettissima strada,
ammattonata
con pietre color ocra, come i palazzi. Il caos
mi manda in tilt e i miei occhi adesso
distinguono solo il rosso, che regna, presente sottoforma di mantelli,
di
magliette, sciarpe, stendardi e bandiere, frustate violentemente dal
vento,
anche sui balconi delle case.
All’improvviso sento un
urlo rauco e indistinto, è la voce di Bella, la intravedo
dalla folla, sta
correndo, ma solo quando adocchio dei signori guardarsi infuriati gli
indumenti
gocciolanti e intravedendo dei piccoli zampilli d’acqua
capisco che correva
dentro una fontana, ha fatto la cosa più giusta, la folla
è densa, e non c’è
nessun’incosciente che in una giornata ventosa di Maggio
intralci la strada
dentro la fontana, così ha guadagnato tempo.
Torno a guardare
l’orologio: quattro minuti.
Altri schiamazzi attirano
la mia attenzione, e spintonando due o tre persone mi ritrovo davanti
l’entrata
del vicolo buio dalle pareti spioventi, Edward mi da le spalle.
Mi sento mancare quando lo
vedo avanzare verso la luce e correndo cerco di accorciare le distanze
il prima
possibile. << Edward?! >> urlo, ma tanto
è il baccano intorno che
la mia voce si perde.
Lancio un’occhiata al
grande orologio, visibile da una feritoia nel muro denso di
umidità. Soltanto
due minuti.
Lo afferro per un braccio
nello stesso instante in cui Bella si getta violentemente su di lui,
vedo la
meraviglia diffondersi sulla faccia di Edward, più pallida
del solito, gli
occhi scuri, quasi viola, si aprono increduli, cerchiati da delle
occhiaie violacee
ed evidenti.
<< Straordinario.
>> esclama e accarezzando il viso di Bella sorride.
<< Carlisle
allora aveva ragione. >> poi le bacia la fronte ed il
naso.
Alzo gli occhi al cielo e
sorridendo vagamente mi poggio al muro freddo e ruvido. Devo
ammetterlo: mi fa
stranamente piacere vederli di nuovo insieme.
Faccio una smorfia
nauseata e mi copro il viso con una mano. Bravo
Jake, l’amore ti ha fatto diventare una femminuccia?
Perché non piangi un po’?
Noto il luccichio della
mano di Edward e mi affretto ad afferrarlo nuovamente per il braccio e
strattonarlo fino ad essere inghiottito dall’ombra del
vicolo. Mi guarda
sconvolto. << Sei morto anche tu? >> io e
Bella ci scambiamo
un’occhiata e non possiamo far altro che ridacchiare.
<< Non siamo morti!
>> gli spiega Bella. << E nemmeno tu!
>> borbotta
accarezzandolo.
<< Come, scusa?
>> sbotta, sgranando gli occhi.
<< Non siamo morti
succhiasangue… e tu sei ancora vivo!…
metaforicamente. >> farfuglio.
Nel medesimo istante,
sentendo dei passi svelti e secchi, io ed Edward ci voltiamo di scatto.
Due figure torve e
massicce escono dalla penombra, velocemente mi piazzo davanti Bella,
per farle
da scudo, seguito da Edward.
<< Buongiorno
signori. >> dice Edward in modo calmo e gentile.
<< Aro vuole
parlarti, e vuole… incontrare lei…
>> dice altezzoso, una voce scura e
rauca. Sento Bella dibattersi tra le braccia di Edward, indietreggiando
le
prendo la mano, per trattenerla dal avvicinarsi agli incappucciati
grigi. So
quello che vuole fare, la capisco, ma non posso permetterglielo.
Uno dei due si lascia
cadere il cappuccio sulle spalle, scoprendo un viso spigoloso e
sorridente.
<< Ma guarda, hai portato a spasso il cane…
che bravo. >> solo in
quel momento, vedendo il sorriso beffardo e ascoltando il tono
strafottente,
capisco chi mi trovo davanti.
<< James. >>
ringhio, scoprendo i denti. Adesso è Bella quella che mi
trattiene.
<< Hai lasciato Maggie a casa?>>
sibila, avanzando guardingo, mi si ferma davanti e accenna
un’altra risata, avvicinandosi
al mio orecchio. << ... che peccato, avrei
potuto…
salutarla. >> frenare la rabbia mi risulta impossibile,
mi avvento su di lui,
ringhiando e tremando, ma un “piantatela” urlato da
una voce chiara e infantile
mi blocca, e blocca anche lui, sembra spaventato a sentire quella voce,
indietreggia e si rimette il cappuccio, io, ancora tremante dalla
rabbia mi
volto serrando i pugni per trattenermi, e noto un altro cappuccio,
più scuro
degli altri, quasi nero, apparire dalla penombra, un visetto ingenuo e
angelico
si presenta davanti i nostri occhi. I capelli lucenti e castani, una
bellezza
innocente e bianca che solo una piccola dea può possedere,
ma, sotto le grandi
ciglia folte due occhi cremisi e opachi fanno da alterego alla sua
immagine
eterea e un ghigno serafico sforma le labbra piene e rosse.
<< Jane. >>
sussurra James, come sottomesso.
<< cosa ti avevo
detto, James? Sai benissimo che i nostri signori non acconsentono ad un
simile
rischio… poi dovremmo… uccidere tutti i presenti.
>> e nell’ultima frase
il sorriso si fa più ampio e maligno, alle sue spalle
compaiono altre due
figure scure.
La ragazzina serafica
sospira, annoiata, ed indicando me e Edward schiocca appena le dita.
<<
Felix, Demetri. Prendeteli. >>
Un tonfo ovattato e un
contatto freddo mi fa sobbalzare, Alice è comparsa al mio
fianco, e sorride
strafottente poggiata al braccio del fratello. << Toccate
Bella e io vi
ammazzo uno dopo l’altro. >> io e Edward non
possiamo fare altro che
annuire e seguendoli, attraverso tombini e sotterranei arriviamo
davanti una
porta in bronzo, sfarzosa e di altri tempi.
Attraversiamo uno dei
tanti corridoi tappezzati di quadri antichi e anneriti dal tempo, una
grande
porta di legno, ebano a giudicare dal colore, si apre al nostro
passaggio, spalancandoci
davanti un posto fiabesco, quasi irreale, e mentre sento il ticchettio
secco e
deciso dei tacchi di Alice sul marmo chiaro, presente in tutta la
sontuosa sala
circolare, percepisco il mio essere di troppo, il mio essere
completamente
sbagliato: una nota stonata e grossolana tra le altre, raffinate e
melodiose.
Un piccolo, altrettanto
bello e dannato ragazzino abbraccia Jane, i vestiti di questo
però sono
diversi, color avorio.
Una spinta possente mi
spinge avanti quando rallento il passo, sollevo lo guardo verso il
soffitto,
alto, una piccola cupola a vetri colora i raggi di luce che lo
trapassano in
colori tenui, le decorazioni sui vetri sono alquanto insolite, ma non
mi
meraviglio più di tanto vedendoli, i vampiri sono dei
mostri, e quegli orribili
affreschi ne sono la prova.
Mi soffermo a
guardare Bella trasalire,
intimorita e raccapricciata quando i suoi occhi si posano su uno dei
tanti
vetri della cupola, decisamente il meno inquietante secondo i miei
criteri: un
leone, sulla posizione d’attacco, tiene tra le fauci tese per
lo sforzo un
piccolo agnello sanguinante. Le accarezzo il braccio e avverto la pelle
d’oca,
lei, come fosse appena rinvenuta da uno stato di coma, scuote la testa
e cerca
di rassicurarmi con un sorriso tirato, che però ha
l’effetto contrario sulla
mia preoccupazione.
<< Bentornato
Edward. >> mi volto verso la voce e schiudo la bocca per
recuperare il
respiro. Tre vampiri, seduti su dei
troni possenti e anch’essi di freddo marmo chiaro, ci
guardano con tre espressioni
diverse… noia, felicità insensata,
ferocia… <<
… e benvenuti a
voi. Alice, Isabella… Jacob. >> in un istante
gli occhi rossi e i visi di
porcellana, sicuramente resistenti come l’acciaio, mi
scrutano, le espressioni
sui tre volti varia ancora una volta: vago interessamento,
curiosità,
malignità.
<< Vi ringraziamo
per aver … assecondato le follie di mio fratello, ma noi ora
dovremmo proprio
andare. >> dice sicura Alice, indicandosi alle spalle con
la tranquillità
di chi parla al cameriere di una tavola calda.
Il vampiro seduto a destra
stringe la mano in un pugno, accennando un risolino. <<
Perché questa
fretta piccola femmina? Devo pensare che abbiate qualcosa da nascondere
o da…
tutelare. >> il verbo richiama l’attenzione di
James, che ghigna, guardandomi
superiore.
Edward stringe le dita
fredde e affusolate attorno il mio polso. << Jacob,
controllati… >>
<< Se parla di nuovo
di Megan, se osa anche solo pensare di farlo… io…
>> Edward annuisce.
<< Ti seguirei a
ruota se solo non fosse per Bella, dobbiamo essere prudenti, lo sai.
>>
annuisco e chiudendo gli occhi sospiro profondamente.
<< Licantropi,
Edward? >> chiede uno dei tre, quello che ha parlato per
lo più.
<< Non esattamente,
Aro. >> risponde lui, << è un
mutaforma, i licantropi si
trasformano solo durante i pleniluni e non sono dei veri e propri lupi,
ma
degli antropomorfi, i mutaforma invece diventano dei lupi perfetti se
solo non
fosse per la stazza superiore e possono trasformarsi a loro
piacimento…
>>
Lo guardo alzando un
sopracciglio, con una smorfia di sufficienza. << Ah,
davvero? >>
sbotto.
Lui annuisce saccente, poi un ruggito che conosco
bene, irrompe nell’aria, fa tremare i vetri, mi libero della
stretta di Edward
e corro verso l’uscita, ma prima che io possa varcare il
grande portone, questo
si chiude e le mani fredde di Felix e Demetri mi fermano, bloccandomi i
polsi
dietro la schiena.
<< Sam! >>
urlo, divincolandomi, non riesco a vincere la forza di due vampiri da
solo, ma
non demordo. Cosa può averlo spinto a venire fin qua? Non di
certo la
solidarietà verso i Cullen, tantomeno per Bella, non
l’ha mai vista di buon
occhio, ma allora per cosa?
<< Sam! >>
urlo di nuovo, tirando un calcio nel vuoto quando i due vampiri mi
sollevano da
terra per allontanarmi dal portone, mentre i ringhi e i ruggiti, sta
volta di
dolore, continuano, e sento il mio stomaco contorcersi e provare una
frazione
di dolore a quei gemiti e quei ringhi: è mio fratello. Siamo
un branco. Spero
solo che non ci sia nessun’altro.
<< SAM! >>
urlo più forte, vedo una mano bianca circondarmi il collo e
stringere la presa,
inizio a tossire e afferro il braccio gelato che mi sta strozzando con
le mani,
stringendolo a mia volta, comincio a vedere tutto appannato e gli occhi
lacrimano, i polmoni bruciano, poi un urlo, umano, apro gli occhi, ma
non vedo,
non vedo altro se non tanti piccoli puntini rossi e bianchi, tiro un
calcio
debole e chiudo gli occhi. << S… a-am.
>> provo a dire, ma l’aria
mi manca. Ora anche Bella grida, grida un nome, un nome che conosco, le
mie
mani iniziano a tremare, il ringhio di Edward rompe l’aria,
quello di James mi
squarcia l’udito, un altro urlo il cuore…
<< Scommetto che ti
fa male! >> mi sibila all’orecchio la vice
maligna di Jane, strizzo gli
occhi, ma continuo a non vedere, a sentire gli urli e i ruggiti come
guaiti
lontani, disconnessi, poco chiari.
<< Meg! Spostati!
>> sento la voce di Alice, pronunciare quel nome, che
fino ad un minuto
fa ignoravo, cercando di convincermi che era una mia sensazione sentire
le sue
urla, ma ne ho la certezza, e adesso saperlo mi da una scarica
innaturale, le
miei mani tremano ancora di più, all’improvviso
non è più respirare la cosa che
mi manca, quella che mi fa stare male: lei è prima di
qualunque altra cosa.
Sento la presa sparire e un respiro affannato sull’orecchio.
<< Jacob,
Jacob apri gli occhi, Jake… amico! >> li apro
subito, mettendomi
a sedere e cerco con lo sguardo
Meg, dopo aver rassicurato Quil con un cenno della mano. Mi alzo in
piedi, la
vedo, sotto le grinfie di una vampira dai capelli rossi, ha il viso
graffiato,
i vestiti strappati. << Jake! >> urla
appena mi vede, con
un’espressione straziata, << Stapp…
uhm!! >> le tappano la bocca,
corro verso di lei e ringhio quando un altro vampiro si mette tra di
noi.
<< Sono abbastanza
forte da ucciderti!! >> urla la voce di Edward alle mie
spalle.
<< Chelsea, Alec!
Prendete quel cane?! >> Aro, attorniato da degli
incappucciati di grigio,
da ordini, indicandomi con il dito.
In un secondo, non sento
più niente, non vedo più niente, ho la percezione
di essere immobilizzato,
piantato al suolo, non avverto niente, i miei sensi sono bloccati,
paralizzati,
annullati.
Resto nel buio, e cerco di
muovermi, poi, all’improvviso, riesco a vedere, vedo il viso
di Meg singhiozzare, sollevo una mano e la accarezzo <<
Sto bene… >> sussurro con la voce intorpidita.
<< Resto io con lei,
tu vai da Bella… credo che l’abbiano
morsa… >> dice Paul, stringendo tra
le braccia Megan, tremante.
Mentre corro verso l’altra
parte del grande salone di marmo mi accorgo di un grande
falò, mantelli grigi
sparsi d’ovunque, Aro, Marcus e a Caius sono spariti.
<< Il morso è
pulito, devi succhiarle via il veleno. >> e solo in quel
momento mi
accorgo della completa presenza dei Cullen, arriccio il naso
all’odore
d’incenso che emana il fumo bianco del falò.
Bella, distesa in un lago
di sangue, si contorce, il suo corpo è scosso dal dei
tremori, inizia ad
agitarsi, i capelli sporchi di sangue attaccati al viso.
<< Bella? >>
bisbiglio, sconvolto, Alice mi guarda, la mascella serrata.
<< Resta con
loro… io…. non ce la faccio…
>> e si volta, sparendo dietro in grosso
portone di ebano.
Le prendo la testa,
stringendola al petto e stringo i denti, quando improvvisamente tutto
ha un
senso: James voleva farmela pagare, ma non voleva uccidere Meg,
perché la ama e
sapeva che uccidendo me l’avrebbe fatta soffrire…
Bella era l’unica che potesse
servirgli… per adempiere al suo scopo.
<<
Non credevo che James potesse
arrivare a tanto. >> dico riluttante, stringendo
maggiormente Bella al
petto, mentre guardo Edward mordersi il labbro e scuotere la testa alle
richieste di Carlisle. Deve morderla. Non può lasciarla
trasformare. Sarebbe un
mostro.
<< Edward, fallo, ora. >> sussurro,
guardandolo fisso negli occhi.
<< Sei scappato per tenerla lontana, ma a cosa
è servito se ora diventa
come te. >> continuo e chino lo sguardo su di lei,
le stringo la
mano e affino gli occhi per il malessere che mi da vederla
così, mentre
balbetta frasi disconnesse, il dolore lancinante è evidente
sulla sua faccia,
una sola parola esce chiara dalle sue labbra livide: Brucio.
<< Diventerà
una vampira… >>
continuo,
osservandolo, Carlisle annuisce quando vede il figlio deglutire
rumorosamente.
<< No, non così, non ora… no!
>>
biascica Edward, guardandola sofferente ed accarezzandola.
<< Bella,
amore, mi senti? Ti amo, Bella… ora, cercherò di
portarti via il veleno.
>> sussurra infine, avvicinandosi al braccio. Lei di
risposa si torce,
storpiando la bocca e soffocando un urlo. << Spegnete il
… fuoco! >>
dice a stento.
Respiro a fatica, scambiando una nuova
occhiata con il dottor Cullen, dopo un grido di Bella mi fa capire che
Edward
ha finalmente ceduto alle persuasioni. Chiudo gli occhi e freno il
tremore
della mascella. Non
posso vedere, non posso.
<< Edward, il sangue le serve, così la
uccidi! >> spalanco gli occhi e guardo la situazione:
Bella non si
divincola, il suo volto ora è pallido, il suo viso
insofferente, come morto…
morto?
<< Cullen! Basta!! >> urlo,
strattonandolo.
Si stacca immediatamente e sgranando gli occhi
si porta entrambe le mani alla bocca, sopprimendo un ringhio
infastidito.
<< portiamola a casa. >> dice subito dopo,
prendendola in braccio e
baciandole la fronte, poi le si china sull’orecchio e
ridacchia forzatamente,
tentando di farla rinvenire del tutto. << Assisteremo al
massacro di
Charlie, finalmente scoprirai se la mia pelle è davvero
antiproiettile. Non ti
lascerò più amore mio, mai più.
>>
<< Dove sono finiti i Volturi? Perché
non ci hanno attaccati? >> bisbiglia infastidito ed
annoiato Emmett,
l’armadio di casa Cullen.
<< Erano sprovvisti di guardie e deboli…
ma so che ci cercheranno presto…
Bella sa troppe cose, ed è un’umana, non le
permetteranno di stare in vita per
molto, se non sottoforma di vampiro. >> spiega Alice,
oltrepassando il
salone e facendo alternare i colori opachi delle finestre tra il suo
vestito
bianco e la patina di fumo che invade la parte superiore della grande
sala. <<
… ma non è un problema visto che lei lo
diventerà. >>
<< Alice! >> ringhia sommesso
Edward scuotendo la testa. << Ti sbagli, è
solo una visione d'assestamento, passerà…
>>
Tutti passano avanti, ed io e Alice rimaniamo
indietro, quando spariscono dalla mia visuale mi accorgo che il branco
è già
tutto andato via, perfino Meg. Guardo Alice e lei sospira.
<< James è morto… e anche gran
parte
delle guardie volture, stai tranquillo. >> Annuisco e
sospiro di
sollievo, oltrepassando quella grande stanza, mi riempio per
l’ultima volta le
narici dello strano odore d’ incenso e mi lascio alle spalle
la sala di marmo
bianco. E’ finita. E’ finita.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Chiedo
infinitamente scusa x il grandissimo
ritardo, ma dovete sapere che sto passando un periodaccio, senza usare
mezzi
termini vi dirò che sto da schifo x una storia sentimentale
e che i miei nonni
e mia zia non sono in condizioni di salute molto buone.
Ma ho visto che siete aumentata e che avete
recensito in molte, sono molto contenta di questo, vi avevo
già preparato l’immagine
poco tempo prima di scrivere il capitolo, spero vi piaccia.
Per quanto invece riguarda le recensioni,
chiedo umilmente scusa ma devo proprio andare dai miei nonni per i
motivi già
detti. Perdonatemi, rimedierò. :) e abbiate un po’
di pazienza, il prossimo
capitolo (p.o.v. Meg) arriverà, spero molto prima di questo!
Ringrazio le 11 magnifiche persone su
preferiti e le 24 su seguite, un mega bacione alle 7 ragazze che hanno
recensito
(mary96twilight, morgana92,
Ed4e,
dafne891,
liala90,
Svampi
e Marty95) e alle 32 che mi hanno
aggiunto su gli autori
preferiti. Grazie e scusate ancora! VOSTRA Vale :*
|
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Capitolo 15 *** || 13.“Black ohana” di nuovo al completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte ***
ೋ❤ ೌ
Capitolo
13 ೬
ೂ❤ ೄ
“Black
ohana” di nuovo al
completo, ma anche un cuore spezzato troppe volte
Meg
<< Sono a casa.
>> urla frastornata una voce dal piano di sotto,
stropiccio gli occhi
doloranti e gonfi di sonno mancato e guardo immediatamente zio Billy
camminarmi
davanti e riservarmi uno sguardo di rimprovero e compassione.
<< Non scendi con
me? >> sussurra indicando le scale, mi stropiccio
l’occhio e scuoto
ritmicamente la testa, lui sospira e si siede al mio fianco sospirando
afflitto. << Meg non apri bocca da quando sei tornata a
casa, certo, Jacob
è schivo con te ultimamente, ma potresti risolvere tutto
parlandoci… >>
scuoto nuovamente la testa, facendomi più piccola contro la
parete di legno
della panca davanti la grande finestra del corridoio e affino lo
sguardo
scostandolo verso il vetro appannato e bagnato dalle piccole gocce di
pioggia,
facendo finta che le sue parole non mi scalfiscano quando invece girano
il
coltello nella piaga e fanno un male cane.
<< Papà? Ci sei?
>> urla di nuovo la voce al piano di sotto, sbuffo,
sollevando gli occhi
verso il soffitto per evitare di far colare sul viso le lacrime da
coccodrillo
che mi sono meritata. Perché in fondo è vero: ho
torto… lui però ne ha quanto
me, se non di più.
Lo scricchiolio familiare
della porta mi informa che qualcuno sta entrando… o forse
che Jacob sta uscendo
di nuovo, come ormai da quasi due settimane: dorme, mangia e sparisce
per ore.
<< Jacob, dov’è
Megan? >> la voce di Embry mi fa rabbrividire,
è entrato lui, e vuole
vedere me.
<< Non lo so e non
m’interessa. >> … ma io non voglio
vedere nessuno. Zio Billy lo sa bene,
così quando lo guardo con uno sguardo supplichevole lui si
chiude nelle spalle
e sorride lievemente.
<< Tu non parli? Ti
sorbisci le avance di Embry allora! >> e se ne va,
spingendosi da solo
sulla sua sedia a rotelle. Dovremmo cambiare casa, Emily lo sta
già aiutando a cercarne
una nelle vicinanze, su un solo piano: nelle sue condizioni non
può abitare in
una casa su due piani ed è stanco di farsi trasportare in
braccio da Jacob.
<< Buongiorno, Come
ti senti oggi! >> esordisce Embry, sorride e allarga le
braccia facendo
una faccia strana, sollevo un sopracciglio e schiudo la bocca,
sconcertata,
ultimamente somiglia sempre più ad un pessimo animatore da
feste per bambini,
cerca di farmi ridere o di estorcermi anche solo un monosillabo facendo
le cose
più assurde. Ovviamente senza risultato. <<
mmh… che accoglienza.
>> borbotta sarcastico, dietro di lui, Jacob mi lancia
uno sguardo
sfuggevole, pieno di risentimento, io faccio lo stesso, e con uno
orgoglioso e
umano di lacrime mi volto ancora una volta verso la finestra, Embry si
siede al
mio fianco e girandomi giusto in tempo verso il suo viso lo intravedo,
con lo
zio tra le braccia, scendere le scale. Ritorno al viso del clown in
fallimento e
non trattengo una smorfia nauseata, lui se ne accorge, ma non demorde e
sorride
un po’ scoraggiato. << Il silenzio e la tua
arma più forte. >>
gracchia massaggiandosi la nuca con un altro sorrisino imbarazzato, poi
si fa
serio, mi accarezza la guancia e si avvicina al mio viso, mi scosto
bruscamente,
infastidita, ma godo come al solito quando sento Jacob ringhiare al
piano di
sotto. Gli da tremendamente fastidio che mi tocchino, anche se mi
ignora.
<< Megan, capisco che sei ancora terrorizzata per i
vampiri e tutto il
resto, ma è ora di andare avanti!
Bella
sta bene e i Cullen sono tornati a renderci la vita odiosa …
>> mi
guarda, annuendo, convinto delle sue motivazioni, io gli indico le scale
e
sventolo la mano facendogli capire di andarsene, come ho già
detto però, lui
non demorde! << … senti… so che
prima o poi avrò l’imprinting e
rovinerò
tutto… è solo che tu mi piaci davvero Meg, voglio
stare con te. >>
spalanco gli occhi, non me l’aveva mai detto palesemente,
stento un sorrido,
imbarazzata, e mi appiattisco contro il vetro gelato sventolandomi le
mani
davanti la faccia quando tenta di baciarmi. Non
basta essere stata rapita da quella sottospecie di Pippi Calzelunghe
immortale?
come si chiamava? …ah sì, Victoria! Ed essere stata portata
di forza su un
aereo per l’Italia? Inseguivamo James che inseguiva Bella che correva da Edward (che al mercato mio padre comprò) come se non bastasse il branco era subito partito in mio soccorso. Quando anche i lupi erano arrivati in Italia la rossa stava
quasi per spezzare
l’osso del collo a Sam e un gran trambusto di situazioni sovrapposte ha reso tutto confuso ai miei occhi ...e ora anche Embry che mi confessa la sua cotta? insomma, non so se mi senti
Dio, ma devo starti
proprio antipatica se mi fai tutto questo!
<< Embry! >>
urla la voce di Jacob, improvvisamente vicina, apro gli occhi,
abbassando le
mani, sospiro sollevata, notando il suo volto infuriato: sbatte il
piede sul
pavimento, nervosamente, e come avevo fatto io prima, indica
all’ospite
indesiderato le scale. << credo proprio che il tuo
piccolo cervello non
abbia ancora afferrato del tutto la situazione…
>> mugugna esasperato, dandogli
uno scappellotto quando lui gli passa accanto scendendo le scale, li
guardo
andare via e sospiro, alzando gli occhi al cielo, cercando di
ringraziare quel
Dio che fino a due secondi fa davo per nemico…
Ma
lo fai per me o per lui?... comunque sia grazie!
Prometto di non parlare più a sproposito! – penso, poi abbozzo
un sorriso:
non ho mai e poi mai visto qualcuno tenere il broncio e fare
l’indifferente
con minor successo di Jacob. Semplicemente non è nella sua
natura.
Mi alzo dalla panca
poggiando le punte dei piedi sul parquet gelato e con passi silenziosi
e felini
mi accosto alla ringhiera del soppalco, osservando i due licantropi
parlottare
a bassa voce.
<< … non capisco…
perché mai dovresti farlo? >> sibila Embry con
tono annoiato, indicando
la porta aperta a palmo in su.
<< Perché è quello
che voglio, chi sei tu per decidere quel che devo fare? Ricordati che
Sam è
dalla mia parte! >> bisbiglia, facendo lo stesso gesto di
Embry, ma in
direzione della cucina.
Embry batte una mano sulla
maniglia della porta e soffoca una risatina.
<< Lo fa solo perché
è obbligato dalla tua voce da lupo alpha… come
tutti ultimamente, non hai visto
come sono sceso in fretta? Jacob è inutile negarlo, tu sei
il cap… >> in
quel momento il ringhio di Jacob interrompe il suo discorso, scuote la
testa e
afferra Embry per il collo della magliettina azzurra che indossa.
<< Io non sono un
bel niente! Sam è il lupo alpha! Sam è il
capobranco! e non capisco neanche
perché stiamo parlando di questo, tutto quello che ti chiedo
è di non fare il
galletto con Megan?! >> nel momento il cui pronuncia il
mio nome mi tiro
indietro e con un passo silenzioso come il primo mi siedo a gambe
incrociate
nascondendo il viso tra le sbarre lisce e rastremate della ringhiera,
in modo
da vedere e sentire, ma non essere vista né sentita.
Jacob molla la presa sul
poverino, che lo guarda allibito, e sospira vistosamente passandosi una
mano
tra i capelli.
<< Amico, da quando
sei tornato dall’Italia, la tua voce da lupo alpha
è forte, non puoi negare la
verità Jake, devi solo prenderti un po’ di tempo,
capisco che è un incarico
importante e hai paura di deludere le persone che ami, e noi ti daremo
tutto il
tempo che vuoi; ma come lo è stato Billy e come lo
è stato Ephraim prima del
padre di tuo padre, tu, sei il capobranco… >>
sta volta il tono di voce
che usa è ancora più basso di prima, capisco bene
cosa dice solo osservando il
labiale.
Jake…
lupo alpha…in effetti Ephraim era un Black…
ma non sapevo che anche zio Billy e suo padre avessero ricoperto il
ruolo di
capobranco.
<<
Devo… devo solo …
>> balbetta Jacob, non sapendo più dove
poggiare lo sguardo, si siede
sull’ultimo gradino delle scale e sospira, tirando indietro
la testa, <<
… lasciatemi tempo, d’accordo? >>
biascica infine, e dopo aver salutato
Embry si abbandona maggiormente sulle scale, sospirando ancora.
Mi sollevo lentamente e decido
di scendere con passo pesante e rumoroso, lo schivo per arrivare al
pavimento
del piano di sotto e vado spedita in direzione della cucina,
consapevole del
fatto che mi stesse fissando, mi siedo sulla sedia più
vicina e poggio il mento
sul tavolo, guardando zio Billy intento a leggere delle bollette.
<< Ti va di andare
da Charlie nel pomeriggio? >> mi chiede vago, prendendo
un sorso di succo
dal bicchiere che mi sta davanti il naso.
Lo guardo arricciando un
lato della bocca e denego con la testa, lui ride e si massaggia la
tempia
sinistra. << Meg parla… giuro che non ti
sopporto quando adoperi la
tecnica del mutismo. >>
<< Già, quale sarà
il prossimo passo? Trattenere il fiato fino a quando ti imploreremo di
respirare? >> sbotta antipatico Jacob, sedendosi accanto
lo zio e
stropicciandosi l’occhio con una mano. << mi
stai sui nervi quando fai la
bambina. >> conclude, sporgendosi verso il tavolo e
prendendo il
bicchiere di succo per svuotarlo del tutto.
Gli faccio una smorfia
arricciando il naso, lui ricambia con un’altra, Billy ride.
<< Ahhh, i
miei bambini! >> sbotta dopo, andando verso
l’uscita della cucina,
<< Fate pace, ora che sapete cosa vi lega mi sembra
assurdo fare gli
orgogliosi… vi lascio soli, vado da Charlie insieme a Sam.
>>
<< A dopo >>
mima Jacob prima di poggiare la fronte
sul tavolo e simulare un dormiveglia, io mi sporgo verso zio Billy e gli
bacio una
guancia. Rimaniamo soli, lo guardo, dopo un po’ anche lui
guarda me, mezz’ora
di silenzio più tardi allunga una mano e con
l’indice traccia il contorno delle
mie occhiaie. << non riesci a dormire neanche tu, eh?
>> mi chiudo
nelle spalle e fermo la sua mano, bloccandola tra le mie, la chiude a
pugno
stringendo la mia mano destra e sospira.
<< Avrei dovuto
dirti il vero motivo della furia di James. >> sussurro
flebile, lui
solleva lo sguardo e annuisce.
<< Avresti dovuto… è
stato orribile capire da solo quello che provava per te, ho il rimorso
di non
averlo ucciso io. >> sussurra rauco, la sua fronte si
increspa. <<
Anch’io avrei dovuto dirti che l’imprinting con
Bella non c’è mai stato.
>>
<< Avresti dovuto…
>> concludo, abbassando lo sguardo. <<
… mi dispiace averti
mentito. >> sussurro allentando la presa sulla sua mano.
<< Anche a me.
>> biascica, lasciando la mia mano per portare la sua a
sorreggergli la
testa, puntellando il gomito sul legno logorato del tavolo.
<< Adesso
però finiscila di fare la smorfiosa o ti prendo a calci
finché non sei
costretta a parlare, per implorarmi di cessare la tortura.
>> lo guardo
scettica e mi sporgo verso di lui poggiando il busto sul tavolo.
<< Lo
prometto. >> sussurro suadente. Gioisco dentro quando lui
capisce e si
avvicina con naturalezza, poggiando le sue labbra sulle mie e
sospirando
bruscamente per quel bacio, se pur ingenuo, atteso da due settimane,
più lunghe
e dolorose degli ultimi sette anni in cui l’ho amato in
silenzio.
Chiude gli occhi e mi
accarezza i capelli avvicinandosi alla mia fronte e baciando anche
quella.
<< Oggi vieni con me da Bella? >> mi chiede
dolcemente.
... e all'improvviso,
beng! il Jacob
scontroso e antipatico delle due settimane passate si è
polverizzato, questo è
il ragazzo che amo. << Devo...?
>> borbotto docile.
Ride e mi bacia la tempia.
<< Dovresti… >> sussurra,
accondiscendente.
<<…e perché?
>> continuo, allontanandomi da lui quel che basta per
guardalo dritto
negli occhi.
<< Perché non fa
altro che chiedere di te. >> rimango interdetta,
sollevando un
sopracciglio.
<< Ha battuto la
testa così violentemente da perdere anche il piccolo neurone
assonnato che le
rimaneva? >> chiedo lamentosa, alzandomi dal tavolo per
andare al
frigorifero.
<< Megan! >>
mi rimprovera Jacob, ma non trattiene una risatina, <<
… e hai anche il
coraggio di chiamare me stronzo. >> dice scherzoso, poi
si alza chiude il
frigo con un colpo di fianco e mi prende per la vita stringendomi in
modo tale da
far aderire perfettamente la mia schiena con il suo petto, e anche se
la mia
statura non gli permette di stare dritto, ma lo obbliga a curvarsi,
sento i
battiti del suo cuore scuotermi la cassa toracica, mi beo della
vicinanza e
sorrido quando il suo viso si accuccia sul mio omero. <<
Allora vieni con
me? >> mi chiede baciandomi il collo.
<< Ho scelta?
>> articolo affannata, stendendo il collo come invito a
continuare.
<< In effetti no.
>> ridacchia, mordendo delicatamente lo stesso punto che
aveva baciato,
rido anche io, e mi volto facendo scontrare le nostre fronti.
<< …haloa ohana?!
>>
Jacob ringhia infastidito
per l’intrusione e si toglie un scarpa tirandola in direzione
della porta,
senza staccare gli occhi dai miei.
<< Ahi, ahi, ahi,
ahi! >> si sente poco dopo.
Ma solo quando sentiamo la
voce solare e frizzante lamentarsi di dolore capiamo chi è
presente davanti la
porta.
<< Becca?! >>
urliamo voltandoci e saltando letteralmente addosso alla figura alta e
slanciata piegata in due dal dolore , Rachel ci guarda poco
più in là,
sorridendo pacifica.
<< Cosa ci fate qua?
>> chiedo allibita guardandole con gli occhi fuori dalle
orbite, Rachel
si gira verso la sua gemella, guardandola male, Rebecca sorride a
mo’ di scusa
. << Okay, ci ho ripensato, non voglio saperlo.
>> fiato sconfitta,
immaginandomi già quali fatti contorti ci siano dietro
quelle espressioni.
Rachel squadra il suo
fratellino e si lucida l’occhio con una mano.
<< Jake, di la verità…ti
fai di steroidi! >>
Becca annuisce. <<
Jaki è vero! sembri la versione nativa d’America
di Arnold Schwarzenegger!
>> io rido, incapace di trattenermi guardando
l’espressione esterrefatta
e offesa di Jacob, che alza il sopracciglio.
<< Esagerate! Solo
perché ora sono più alto di mezzo metro e ho
messo su un po’ di massa
muscolare! >>
Rachel e Becca si guardano
e scoppiano a ridere, poi guardano di nuovo Jacob. <<
Certo che… se non
fossi mio fratello… un pesierino…>>
Jacob li guarda schifato voltandosi sconvolto verso Becca
e spalanca la
bocca cercando di dire qualcosa, ma alla fine ci rinuncia e scuote la
testa
sorridendo; io rido a crepapelle poggiandomi allo stipite della porta e
sorreggendomi la pancia per le risate. Non
cambieranno mai!
Suona la porta, mi
raddrizzo per andare ad aprire, Rachel mi spinge dalla spalla facendomi
indietreggiare.
<< Fammi fare gli onori di casa! >>
borbotta, partendo a duemila
verso l’ingresso.
Mi siedo sul divano e
guardo Jacob e Becca inseguirsi per la stanza.
<< Okay, non
assomigli ad Arnold! Pardon…vuol dire scusa! Perdono!
No…Aiuto?!… S.O.S… Nooo! >> urla
Rebecca, lanciando pugni e calci
a vuoto mentre Jacob la massacra con il solletico. Rido anche io.
<<
Megan che ne diresti della solidarietà femminile!
>> grida, correndo
intorno il divano.
Faccio finta di pensarci,
poi mi chiudo nelle spalle. << Nah! >>
Mi guarda male e cerca
disperatamente di saltare in piedi sul divano per evitare le mani di
Jacob <<
Rachel!! Aiuto! Aiuto! >> balbetta, scossa dalle risate.
Piano il riso si
affievolisce, di Rachel ancora nessuna
traccia, scambio un’occhiata dubbiosa con Jacob, mi alzo dal
divano e vado
verso l’ingresso. Quello che vedo non mi piace, serro la
mascella e strizzo gli
occhi. << Oooh-Oh… >>
Inclino la testa, e ignoro
il mio cervello, che mi urla di si, si perché ho capito quello
che sta succedendo
tra quei due… si perché dopo aver passato una
vita con il branco riconosco
quelle stesse espressioni da tonti totali, da folgorati, da
esaltati…
imprinting… merda…
<< Paul? >>
balbetto, nella mia testa un neurone comincia a bestemmiare,
immaginando la
faccia di Leah. Una fitta di dolore mi frantuma lo stomaco. Merda,
merda,
merda. Leah. Non di nuovo.
<< Emh… s-si! … in
realtà sono venuto soltanto per… parlare
con… >> guarda nuovamente Rachel
e sorride. << … tuo fratello. >>
balbetta, riferendosi a lei, che
ricambia con un sorriso timido, arrossendo.
<< Che ca… ?
>> Jacob ha una faccia sconvolta, Becca guarda la scena
da sopra la sua
spalla ridacchiando ancora, circondata dalle mani calde e grandi di
Jake come
un sacco di patate.
Si sente un tonfo, segno
che Jacob si è lasciato cadere Becca dalle mani.
<< Dimmi che non è vero.
>> sibila portandosi le mani ai capelli. <<
Con tutte le ragazze di
La Push, perché proprio mia sorella!! >> si
sfoga, afferrando Becca per
il braccio e mettendola in piedi. << tu rimani chiusa in
casa fino a
nuovo ordine! non farai la sua stessa fine!…
>> poi si volta verso
Paul, puntandogli il dito contro. << …e tu
guarda di nuovo con quello
sguardo da panda mia sorella e ti assicuro che non sentirai altro che
il bip
del respiratore artificiale per un tempo indeterminato!
>> faccio a
Rachel segno di seguire Rebecca, lei lo fa all’istante, Jacob
chiude la porta e
si massaggia le tempie, poi spalanca gli occhi e il suo viso
impallidisce.
<< Cazzo, Leah… >> sussurra,
passandosi una mano trai capelli,
respirando a fatica. << Non a lei, no…
>>
Prendo la sua mano,
vedendola tremare, lui la stringe e mi bacia la fronte, accarezzandomi
il viso
con la punta del pollice. << Non sopporterebbe un altro
colpo del genere…
>> soffia.
Annuisco, poi guardo Paul,
anche lui sembra dispiaciuto, uno clacson mi fa sobbalzare, sento una
portiera
sbattere furiosamente e la sagoma di Leah avanzare irritata sulla
soglia
spalancata di casa. << Allora? Paul, avevo detto non
più di cinque
secondi! >> si blocca e guarda la scena, sorridendo.
<< Quanto siete
carini… >> lascio istintivamente la mano di
Jacob, lui si allontana e si
porta entrambe le mani nelle tasche dei jeans, imbarazzati e
dispiaciuti. Leah
è nostra cugina e sappiamo benissimo come è stata
male dopo l’abbandono di Sam.
<< Paul, perché mi
fissi così? Ho qualcosa trai denti? >> mi
mordo il labbro e mi stropiccio
l’occhio, avanzando verso Leah.
<< Leah… forse è
meglio se… >> provo a dire, ma lei
è più svelta delle mie parole a
realizzare un discorso logico. Scuote la testa e guarda fisso Paul.
<< N-no… >>
sussurra, sbiancando, accenna una risata, nervosa. <<
… non fatemi questi
scherzi! >>
Jacob si scompiglia i
capelli sbuffando, poi la guarda. << Leah, non immagini
quanto mi
piacerebbe potertelo dire. >> sussurra.
<< No! NO! NO!
>> urla, avvicinandosi velocemente verso Paul.
<< Perché?! DANNAZIONE!
>>
Lui la stringe, ma lei si
divincola e lo spinge facendolo indietreggiare . << So
che non è colpa
tua Paul… >> si stropiccia l’occhio
e si allontana da lui,
indietreggiando in direzione dalla porta. <<
Lasciatemi… dovete soltanto
… lasciarmi da sola. Tutto qui. >> e corre via.
Provo a correrle dietro gridando il suo nome, ma
Jacob mi afferra per il braccio, stringendomi in un abbraccio.
<< Fai
come ha detto… ha bisogno di pensare. >>
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ragazze il
periodo è quello che è: zia sta meglio, i nonni
mi fanno venire certi infarti
che non vi dico e la mia vita sentimentale sembra essersi andata a fare
un giro
nei pressi di Bora-Bora…A scuola improvvisamente si sono
ricordati tutti di un’alunna
chiamata Valentina! Ma come maiii interrogano sempre me per prima!! XD
Azz!! Cmq,
vi confesso che questo capitolo è stato scritto moooolto di
getto e … non vi
prometto niente di logico visto e considerato che sono un po’
giù e sicuramente
si sentirà anche leggendo… Ho bisogno di coccole
e stranamente vedo il
bicchiere mezzo vuoto… Ma perdo troppo tempo in seghe. Vi
lascio alle
recensioni, mi dispiace siano calate, ma sinceramente me
l’aspettavo, quindi
non me la prendo. Bacio. Vale.
P.s. se trovate degli errori
non esitate a dirmelo,
non ho avuto il tempo di ricontrollarlo.
Risposta
alle recensioni:
Svampi:
spero di essere stata abbastanza chiara nelle spiegazioni degli
avvenimenti,
tranquilla, l’importante è che tu ti sia ricordata
di lasciarmi un piccolo
segno della tua presenza :) Grazie e un bacio. Alla prossima.
Ed4e:
Tesoro, ciao, tranquilla per il ritardo, voi dovreste perdonare me.
Grazie per i complimenti,
ultimamente riesco a postare solo sotto l’incoraggiamento
della mia best,
quello che scrivo, non mi convince mai, non capisco cosa succede in
questo
periodo, la scrittura è sempre stato un punto
d’appoggio, e per quanto mi possa
sfogare con essa, alla fine il risultato non mi soddisfa.
Un bacio. Grazie di tutto.
Vale. Dimmi cosa ne pensi, ci tengo.
morgana92:
scusa per averti fatto aspettare.
Be… diciamo che non sono
in vena di far migliorare le cose drasticamente,
però… Jake e Meg ora stanno
insieme… più o meno “o.O
Beso. Alla prossima, spero
di essere più su per poter rispondere alle tue rec. con
più vitalità. Vale.
liala90:
ciao, grazie per i complimenti, mi lusinghi, non me li merito, davvero.
Ecco il corso degli
eventi, diciamo che le coppie si devono ancora assestare, e come ho
già detto a
qualcun altro, ci sarà anche Renesmee e inoltre Jake e Bella
continuano ad
essere migliori amici… poi c’è questo
nuovo problema…. Leah … per non parlare
della voce da alpha di Jacob.
Ti lascio così, con un po’
di dubbi. Un bacio, alla prossima e grazie ancora. Vale.
|
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Capitolo 16 *** || 14. Questo ragazzo potrebbe dirmi che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei ***
ೋ❤ ೌ
Capitolo
14 ೬
ೂ❤ ೄ
Questo
ragazzo potrebbe dirmi che
l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei
Meg
Mi
lagno, scacciando via un piccolo ciuffo di
capelli dal viso, dopo un secondo sento qualcosa solleticarmi il collo,
arriccio il naso infastidita e apro lentamente gli occhi.
Leah dorme tranquillamente
al mio fianco, gli occhi arrossati, il viso illuminato fiocamente
dall’abat-jour sul mio comodino, la mia mano è
intrecciata alla sua.
Tutto è calmo e triste
come l’avevo lasciato quando mi sono addormentata, eppure
qualcosa continua a
stuzzicare il mio collo.
Percorro lentamente li mio
profilo con la mano fino ad arrivare al collo: una mano, bollente,
morbida,
grande. << Hey… >> quella voce,
calda e rauca. Sorrido flebilmente
e mi volto, incontrando gli occhi rattristati e preoccupati di Jacob.
<<
… scusa, volevo sapere come stava, ma stavi dormendo.
>> sussurra
sorridendo malinconicamente, osservando le nostre mani, sorrido anche
io,
intenerita e sempre più contenta della persona che
è destinata a stare con me
per la vita. Non potevo avere più fortuna: lui è
perfetto, in tutti i campi.
La luce giallina e bassa
proveniente dalle mie spalle fa brillare i suoi occhi scuri, rendendoli
più
profondi, se è possibile; i suoi capelli sono ricresciuti un
po’ facendo tanti
saluti al taglio severo da militare, le labbra piene sono capovolte in
una
smorfia d’angoscia, il sorriso si è dissolto.
<< Jake, sapevamo
tutti che sarebbe successo un giorno di questi. L’avevi detto
anche tu…
>> sussurro, sollevando la mano libera e sfiorandogli la
guancia, al
contatto i suoi occhi si chiudono e porta la sua, di mano, a
costringere la mia
lì dove l’ho posata, come se avesse paura che la
togliessi, come se avessi
intenzione di farlo. << … Leah è
forte, vedrai che supererà anche questo.
>> apre gli occhi e li punta nei miei, inclinando
delicatamente il capo e
sfregando dolcemente la guancia sul mio palmo.
<< Le è già successo,
ho paura che affrontare di nuovo una cosa del genere sia il colpo di
grazia.
>> poi si morde il labbro, << Paul e Sam,
sono dei licantropi, e
come licantropi devono convivere con la loro natura. Non si ci deve
innamorare mai
di uno di noi, Harry gliel’avrà detto un milione
di volte. >> bisbiglia,
chinando lo sguardo, affranto.
<< Io l’ho fatto.
>> sussurro, deglutendo a vuoto per raschiarmi la gola,
secca.
Accenna un sorriso e si
chiude nelle spalle. << Sei stata fortunata, ma il tuo
sbaglio era
accettabile, dopotutto… chi non si innamorerebbe del mio bel
faccino? >> simulo
una risata e subito dopo lo guardo trucemente.
<< Narcisista…
>> mugugno facendogli una linguaccia.
Solleva un sopracciglio.
<< Quando parlavi al telefono con Claire ieri non eri
dello stesso parare
“ E’ così bello… e
dolce…” >> cerca di imitare la mia
voce, cosa che non
gli riesce molto bene visto il timbro della sua.
Spalanco la bocca e mi
sollevo cautamente dal letto, svicolando astutamente dalla stretta di
Leah,
<< Tu hai origliato la mia telefonata? >>
sbotto, con gli occhi
fuori dalle orbite.
Accenna un sorriso e
strizzando gli occhi chiude tra il pollice e indice un piccolo spazio. << Solo un
pochino… involontariamente.
>>
Sollevo un sopracciglio.
<< Certo, per puro caso il tuo padiglione auricolare si
è spalmato sulla
superficie della mia porta. >> borbotto seccata e
sarcastica. Alza gli
occhi al cielo, poi mi osserva con accuratezza e arrossisce
visibilmente, mi
curvo verso di lui e assottiglio lo sguardo, sorridendo con il naso
arricciato,fa
un mezzo sorriso anche lui scuotendo la testa e accarezza le mie labbra
con un
dito, sospirando lo fa scendere fino al collo, per poi farlo correre
sulla
clavicola, lungo il braccio, fino a stringere la mia mano.
<< Vieni
fuori. >> mi volto di scatto verso Leah, poi guardo di
nuovo lui,
combattuta. Sorride. << Non ti trattengo più
di tanto… voglio soltanto,
averti un po’ per me. >> mi mordo la guancia
per sopprimere un sorriso
involontario: anche io ho una tremenda voglia di stare con lui e mi
sorprendo
sempre di più nel vedere come i nostri sentimenti
equivalgano, le nostre menti
sono l’una lo specchio dell’altra. Annuisco poco
convinta e mi indico le spalle
con il pollice scendendo dal letto.
<< … ma torniamo subito.
>> lo ammonisco.
Mi accarezza il viso.
<< Giuro! >> ridacchiamo e andiamo in punta
di piedi verso
l’uscita, mano nella mano.
Appena fuori dalla porta
osservo la porta chiusa della camera di zio Billy e storpio la bocca.
<<
Dici che è d’accordo con tutto questo?
>>
Mi guarda di sfuggita
sorridendo lievemente e mi trascina giù per le scale.
<< Certo che si… Sa
benissimo cosa si prova quando si ha l’imprinting, capisce
cosa proviamo. C’è
passato anche lui... >>
Senza che me ne rendessi
conto ero già fuori dalla porta di casa, seduta sul dondolo
sotto il porticato
di casa, raggomitolata contro il suo petto caldo, infagottata nella mia
sciarpa
e coperta dal vecchio scialle che avevo sequestrato a zia Sue.
I minuti diventano secondi
e i secondi quasi impercettibili, il tempo mi scorre tra le dita
così
velocemente che avrei voglia di urlargli di fermarsi per poter bearmi
del suo
amore timido e possessivo senza un limite temporale, ma così
non è, il tempo
scorre, il silenzio non pesa, le parole neanche, le dita sulla mia
schiena sono
gentili, il suo alito rovente sulla fronte è essenziale. Il
tempo, fermate il
tempo… vi prego.
<< Meg… i-io… mi
chiedevo se… >> sollevo il viso e schiudo
leggermente le labbra,
accigliandomi. La sua espressione è poco rassicurante,
sembra imbarazzato come
prima in camera, è sempre stato un tipo abbastanza timido,
ma mai con me, tra
di noi non c’è mai stato nessun tipo
d’imbarazzo, quell’espressione sul suo
viso è nuova per me, e non mi piace.
<< se…? >>
soffio appena, dopo aver atteso una risposta che non è
arrivata.
<< Niente. Pensavo,
insomma, noi… si, noi… cosa, cosa siamo adesso?
>> Schiodo gli occhi dai
suoi facendo una smorfia impreparata.
Mi ero già chiesta lo
stesso così tante volte da aver perso il conto, e non ero
solo io a
domandarmelo, anche Bella se lo chiedeva. Incredibile, lo so, ma
è la verità:
quando siamo andati a
trovarla e Jacob è sceso al piano di sotto, mi ha riservato
un sorriso forzato,
forse il più costruito che ci siamo mai scambiate, e dopo
aver stretto la
mascella e sbuffato vistosamente, sicuramente nervosa e sempre
più egoista e
insensibile nei confronti del suo migliore amico, ha accennato un
“allora state
insieme?”. Ottima domanda, Bella. Che avrei dovuto dirle?
“non lo so, sai,
siamo stati troppo occupati a tenerci il muso per settimane e salvare
la vita a
te e ai pipistrelli antropomorfi che ti porti dietro”? certo
che no! ho risposto
semplicemente con una smorfia che diceva palesemente “colpita
e affondata” lei
invece, da emerita stronza, è esplosa in un sorriso
trionfale da “tanto sta con
te solo perché io non sono sulla piazza”.
Ho pensato che avesse
ragione, sono perfino stata un po’ male al pensiero di quel
che intendeva dire
con quel sorrisino odioso, e ogni volta che incrociavo Jacob desideravo
chiederglielo, ma non ne ho avevo il tempo: per tutta la settimana sono
stata
impegnata al progetto extrascolastico T.L.L.D.C. ovvero Tenere Leah
Lontana Dai
Coltelli (o Dalla Cioccolata).
Ma adesso, con davanti
agli occhi quelle guancie rosse e quegli occhi sognanti e imbarazzati,
è
impossibile pensare che abbia ragione lei. Uno a zero per te, Bellina.
<< io credo che
forse… forse… >> dico, inciampando
sulle parole e arricciando le labbra.
<< forse… >>
balbetta lui, venendomi in soccorso e annuendo, deglutisce a vuoto e
volta il
viso verso la porta. << …f-forse dovremmo
entrare. >>
<< No! >>
sbotto afferrandolo per il mento e voltando il suo viso verso il mio.
<<
Jacob ho aspettato quasi dieci anni per sentirmi dire quelle
parole… fallo, ti
prego. >>
Lui alza gli occhi al
cielo e si batte una mano sulla fronte. << Ma
così non c’è enfasi!
Abbiamo spompato l’atmosfera… e poi… io
te l’ho già detto… >>
finisce,
sorridendo caparbio e sollevandosi dal dondolo.
Lo prendo per il braccio e
lo scaravento di nuovo al mio fianco, con un sorriso largo e sgraziato.
<< Quale gioco stai giocando? Vuoi che te lo dica io?
>> sbotto,
sedendomi sulle sue gambe per non correre il rischio che si alzi ancora.
Solleva un sopracciglio e
infila le mani nelle tasche della felpa che indossa. <<
Che cosa?
>>
Lo guardo deconcentrata.
<< Credo di essermi persa nel discorso… stiamo
parlando della stessa
cosa? >>
lui sorride, stende il
collo per avvicinarsi e deposita un piccolo bacio sulle mie labbra,
accetto
volentieri e sorrido appena.
<< Sei così carina
quando ti confondi. >> mi sussurra ammiccante.
<< Sei il solito
spaccone… >> borbotto e gettandogli le braccia
al collo poggio la fronte
sulla sua, la presa calda delle
sue mani
si stringe intorno ai fianchi e sospira, chiudendo gli occhi. Rimaniamo
così
per del tempo, il solo movimento è quello delle nostre
labbra, che si lambiscono
e giocano lente, sento le sue ciglia accarezzarmi la guancia, un
piccola brezza
ci scompiglia i capelli, ma non sento freddo, sono calda, percepisco il
suo
calore bruciante ovunque.
Recupero coraggio,
rassicurata dalla sua vicinanza, e apro gli occhi, trovandolo intento a
scrutarmi.
<< Puoi dirlo
adesso, sarebbe perfetto… >> sussurro
sorridendo.
Lui soffia facendomi
socchiudere gli occhi. << Sono libero di dirlo quando
voglio. >>
borbotta rauco.
<< Quando arriverà
quel momento? >> chiedo, inclinando la testa.
<< Quando sarà il
momento più opportuno. >> sghignazza,
arricciando il naso.
<< Ovvero? >>
chiedo ancora.
<< Ovvero adesso.
>> sussurra velocemente, non capisco e lo guardo strano.
<< Credo di essermi
persa di nuovo… >>
<< Io no di certo.
>> bisbiglia e mi bacia il collo.
Lo stendo in avanti, come
sempre, assaporando il suo tocco, le sue parole mi frullano in testa,
<<
Ma… >> provo ad intervenire.
<< Shh… >>
sibila seccato, poggia le labbra sulle mie completando il mio
annebbiamento
mentale e sorride << Ti amo. >> un sussurro
impercettibile,
sorrido, la testa mi gira, ridacchio, lo bacio.
Non è la prima volta che
me lo dice, me l’aveva già detto, quel giorno,
prima di partire per l’Italia,
ma sentirlo in un momento di quasi normalità e
serenità, senza fretta, è
decisamente migliore.
Per la prima volta da due
settimane sento di essere realmente la persona più
importante nella sua vita,
quella che può fargli tornare il sorriso dopo una
giornataccia, quella a cui
pensa continuamente, quella che vorrebbe sempre tra le braccia.
<< Anche io.
>> un sussurro ancora più impercettibile che
esprime una certezza
assoluta, e ancora le sue labbra sulle mie, il suo calore mi avvolge di
nuovo.
Un’altra certezza assoluta: non sentirò mai
più freddo nella mia vita, non se
lui è con me, non se i raggi del mio sole personale mi
riscaldano la pelle.
<< Bene, ho avuto
quel che volevo, ora puoi anche andare da Leah se vuoi.
>> metto il
broncio, accarezzandogli il viso e non curandomi dei ciuffi ribelli che
mi
cadono sugli occhi.
<< Ancora un po’…
>> mormoro rapita dalla sua bellezza, imprigionata e
incantata dentro la mia
piccola bolla fiabesca. Mi accuccio sul suo petto rovente e sospiro
beata,
chiudendo gli occhi. << Perché dovrei
accontentarmi dello scaldino se ho
te? >> continuo, non riuscendo più neanche ad
aprire gli occhi.
<< In effetti hai
ragione! sono comodo, caldo, sensuale, bello…
>> gli tappo la bocca e
soffoco una risata.
<< … narcisista,
spaccone… >> continuo per lui, ridacchia e si
solleva dal dondolo,
tenendomi tra le braccia.
<< Ti porto a letto…
>>
<< ‘a io ‘on ho
‘onno… >>
mugugno, sbadigliando.
<< Giusto! E io sono
la nonna di Cappuccetto Rosso >> sbotta ridendo.
<< Uhh, nonna… che
braccia forti che hai! >> biascico con una vocina
infantile, scatenando
la sua ilarità, tuffo la testa sul suo braccio, a peso morto
e sbadiglio
un’altra volta.
<< Okay, ho sonno,
mi arrendo. Potami a letto. >>
<< Sempre la solita
>> ride, incominciando a salire le scale.
***
<< E quindi? Poi
cos’è successo? >> chiudo
l’armadietto ficcando il libro di storia nella
tracolla e soffoco una risatina alla vista degli sguardi sognanti di
Leah,
Claire e Kim, avrò raccontato quella sera del “ti
amo” un milione di volte,
eppure è già passata più di una
settimana e continuano ad essere entusiaste
come fosse successo ieri.
<< Gli ho detto che
lo amavo anche io. >> sussurro fievolmente e sorrido
imbambolata,
poggiando le spalle agli armadietti. << Non è
stata una di quelle cose
eccessivamente sdolcinate, diciamo che… è stata
una cosa alla Jacob. >>
Kim fa un espressione sdegnata, grattandosi la base del mento.
<< Romanticismo …
zero! >> ringhia, poi disgustata mi spinge e apre il suo
armadietto, io e
Claire ci scambiamo uno sguardo interrogativo.
<< Mmmh… è successo
qualcosa, Kim? >> chiede cauta Leah, lei si volta,
guardandoci spaesata,
poi sbuffa.
<< Jared… non gli
piace la mia amicizia con Bella. >> sussurra fievole.
<< Come biasimarlo!
>> dico senza riflettere, Claire mi da una gomitata
freddandomi con lo
sguardo, accenno un sorrisino di scuse e ondeggio la mano in direzione
di Kim.
<< Scusa, continua pure… >>
sussurro appena, trattenendo le risate,
indietreggio e strappo dalle mani di Seth, che è appena
arrivato, una
bottiglietta d’acqua.
<< Bé… so che avrei
dovuto parlargliene prima, ma litighiamo spesso, non riusciamo a
comunicare… io
devo dirlo a qualcuno… sennò…
>>
Seth sorride ammiccante.
<< Sennò…? >> fa un
occhiolino a Kim e si tira indietro i capelli
con una mano, poi sbianca. << Non l’avrai mica
tradito?! >>
Leah si volta iraconda
verso il fratello e lo spinge. << Evapora bastardino!
>> lui scuote
la testa e si volta, andando via.
Giocherello avvitando e
svitando il tappo della bottiglia e mi siedo su una delle tante sedie a
muro
accanto la fila
degli armadietti. <<
Dicevi? >> chiede Claire, dopo essersi accertata che Seth
fosse ben
lontano. Io svito il tappo e decido di prendere un sorso
d’acqua.
<< Io… io … sono incinta!
>> sgrano gli occhi e senza fare caso ai
passanti sputo fuori l’acqua facendo svuotare le guancie
piene. Brutto vizio
quello di riempirsi la bocca prima di ingoiare, il tipo fradicio
davanti a me
che mi fulmina la penserà sicuramente così.
<< Ragazze?!
>> urla Claire guardando prima me, poi lei, poi tornando
a guardare me.
<< Io non ho colpa!
perché guardi me, dovreste accertarvi che io abbia ingoiato
prima di sparare
notizie bomba?! >> urlo frustrata, lancio un fazzolettino
al tizio
fradicio sorridendo e scusandomi velocemente, mi alzo e abbraccio Kim.
<<
e tu… si può sapere come hai fatto!
>> esclamo cullandola lentamente per
consolarla.
<< Allora… ti
spiego… quando un ragazzo e una ragazza si vogliono bene,
dopo un po’ succede
che i baci non bastano più e così si finisce
per… >> tappo la bocca di
Claire sollevando gli occhi al cielo, però mi accorgo subito
che la sua
intenzione ha avuto dei frutti: Kim sorridendo scuote lievemente la
testa.
<< Abbiamo diciotto anni,
capirà, lo amo, lui mi ama… non devo aver paura.
Bella mi ha detto che…
>>
<< Oh, Misericordia!
>> sbotto mettendomi le mani ai capelli, Leah ride, poi
sento una presa
calda avvolgermi la vita.
<< Briciola, la
campanella è suonata da dieci minuti, stavo diventando
vecchio vicino quella
fontana. >> conoscendo
quella voce
suadente e ammirando con allegria i visi sognanti ed eccessivamente
sorridenti
delle mie amiche mi rendo conto che Jake, versione ragazzo-perfetto, mi
ha
appena arpionato.
Mi volto e mi mordo il
labbro. << Hai ragione, dovevo raggiungerti …
è solo che… >> guardo
Kim, lei scuote convulsivamente la testa, in automatico il mio sorriso
da
situazioni imbarazzanti fa la sua comparsa e tanto per intontirlo mi
metto in
punta di piedi baciandogli il mento. << …
emh… L’ho dimenticato, scusa.
>>
Lui si chiude nelle spalle
e ride. << Ricordi che giorno è oggi, vero?
>>
Ci penso un attimo, poi
realizzo e mi libero della sua presa. <<
Ohhh no! no! no! no! >> gli punto
l’indice a un palmo di naso e
tanto per dargli un’idea più chiara lo faccio
oscillare a destra e a sinistra,
continuando a ripetere dei no secchi e pungenti.
<< Non ho capito…
>> borbotta Claire, confusa.
<< Oggi è venerdì, e
ogni venerdì Jacob costringe Meg ad andare a casa di Bella.
>> spiega Leah
con nonchalance, mentre io, imprigionata nella presa salda di Jake, mi
divincolo inutilmente.
<< Ti prego… perché
mi fai questo! >> piagniucolo straziata, ancorandomi con le
unghia al
cappuccio della felpa fucsia di Claire.
<< Ummh… convivenza
forzata? >> chiede lei, liberandosi dalla mia presa.
Jacob accenna uno dei suoi
sorrisini mozzafiato e mi costringe a star ferma, stringendomi entrambi
i polsi
con una sola mano. << Più che altro
è un’integrazione voluta. Potrebbero
andare d’accordo secondo me, e anche se sarà
l’ultima cosa che faccio, Meg e
Bella diventeranno amiche. >>
conclude vittorioso, mi libero e arresa saluto le mie
amiche, al turno
di Kim le pizzico un fianco, sussurrandole all’orecchio che
l’avrei chiamata,
scambio uno sguardo d’intesa con Claire, indirizzandolo poi a
Leah, per farle
capire di tenerla d’occhio, lei annuisce e sorride
lievemente, sospiro, prendo
la mano che mi porge Jacob e arricciando le labbra lo seguo verso
l’uscita.
In macchina c’è silenzio,
osservo persa nei miei pensieri senza logica le piccole nuvole farsi
sempre più
grandi e minacciose con l’avvicinarsi a Forks: è
possibile che questo posto sia
tanto uggioso? Non dico che La Push sia un paradiso terrestre, ma la
temperatura varia di almeno due gradi nonostante distino poco
l’una dall’altra.
<< Kim, era strana,
litiga ancora con Jared, vero? >> annuisco in silenzio e
mi chiudo nelle
spalle.
<< Tutta colpa dalla
tua amichetta … >> dico neutra, chinandomi
verso lo stereo per cambiare
stazione radiofonica.
<< Meg questa
situazione comincia a starmi pesante. >> dice gravoso,
indirizzando il
suo sguardo su di me e fermando la mia mano che sollecitava
frettolosamente il
pomello dello stereo.
<< Non ti va che
tocchi il tuo stereo? >> borbotto, ho capito a cosa si
stava riferendo,
preferisco far finta di nulla, non sopporto litigare per queste
sciocchezze, ma
quando la difende non posso farne almeno e il mio lato pacato e
riflessivo –
già piccolo di suo – mi fa tanti saluti.
<< Sai di cosa
parlo. Bella malgrado tutto sta cercando di guardare oltre questa
vostra
stupida avversità, tu invece sembri intestardirti ancora di
più. >> mi
innervosisco, nonostante questo però continuo a stare zitta,
ho già capito cosa
vuole lui, è non è di certo fare da conciliatore,
vuole soltanto spompare la
mezza idea che ultimamente gira per la testa mal funzionate del bradipo
maldestro: diventare una Cullen, a tutti gli effetti, da tutte le
angolature.
Questo argomento ha
suscitato non pochi litigi tra
il branco
e i Cullen, e a quanto pare ha frammentato anche la stessa famiglia di
sanguisughe tra favorevoli e sfavorevoli. In ogni caso devono tenere
obbligatoriamente i loro canini appuntiti lontani dal collo pallido e
smorto di
Bella, rischierebbero grosso violando il patto dei Quileute, e
l’ultima cosa
che quei vampiri vogliono è avere il branco alle calcagna,
poi c’è Edward, che
da solito principe senza macchia e senza paura, fa l’offeso
con la sua Bella –
addormenta perché la trasformazione sarebbe contraria ai
suoi principi.
Molto vagamente ho
proposto a Jacob di star fuori da questo casino, lui però ha
detto che c’è
dentro fino al collo e non può schierarsi, da una parte per
non contrariare il
branco, dall’altro per non andare contro la sua migliore
amica.
E qua entro in gioco io,
che diventando l’amichetta del cuore di Bella le consiglierei
di rimanere
umana, lei , totalmente illuminata dalle mie parole d’immensa
saggezza cederebbe
e tutti continueremo a vivere felici e contenti… potrebbe
funzionare? Le mie
percentuali di riuscita sono sotto zero e
l’irrealtà dei flash mentali di Jacob
mi hanno perfino portata a chiedergli del perché non
provasse ad intraprendere
una carriera da scrittore di favole e leggende: fate, gnomi,
Big–Foot, il
mostro di Loch–Ness… Bella e Meg amiche?! Secondo
me potrebbe funzionare!
<< Jake, non voglio
litigare, non di nuovo. >> lo sento sbuffare e
innervosita poggio la
testa sulla spalliera. << Io non farò mai da
pedina, e sai benissimo che
del patto, dei Cullen e specialmente di Bella non m’importa
un fico secco,
quindi non contare su di me. >> lui frena fermandosi
davanti casa Swan,
tira con smania il freno a mano e spegne il motore, poi mi guarda.
<< Dovrebbe invece,
perché tutte mi riguardano, e se io ti interesso dovrebbero
interessarti anche
queste cose! >> tiro un calcio al cruscotto e lo guardo
sprezzante.
<< Jacob non puoi
obbligarmi, lei non si sta lasciando niente di quello che è
successo alle spalle,
proprio come me, non la sopporto, è non è solo
una questione di gelosia,
credimi. È lei, lo è sempre stata, non siamo
compatibili, ecco tutto… >>
poi mi inginocchio sui sedili e gli cingo l’addome,
nascondendo il viso contro
la sua costola. << … e se pensi ancora che io
non tenga a te sei fuori
strada. >> mugugno, sento la sua mano accarezzarmi la
nuca.
<< Hey, Briciola…
>> sollevo lo sguardo e lo vedo perplesso.
<< … non puoi almeno
tentarci, dai tu il buon esempio, magari riusciremo a convincere Bella
che
quello che pensa è sbagliato, ma tu sei indispensabile, come
sempre, mi serve
il tuo aiuto, sai essere convincente, per questo l’intero
branco conta su di
te… ti prego, tentaci. >> annuisco e mi lascio
baciare, lui sospira, poi
sorride, << Grazie, ti amo. >> sorrido
anch’io e staccandomi
controvoglia da lui apro la portiera e cammino sul terriccio
perennemente umido
di Forks, lancio un’occhiata alle mie spalle, dove Jacob mi
guarda speranzoso
camminando un po’ più lentamente.
Questo ragazzo potrebbe dirmi
che l’acqua del mare sa di caramello ed io ci crederei
– penso tra me, suono al
campanello ed attendo, prima che la porta si apra sento un bacio sulla
guancia
e un sussurro dolce all’orecchio.
<< Comunque vada, in
caso di rissa, tiferò per te. >> rido ed entro
in casa. Avere
degli fans in "caso di rissa" mi tira già
su di morale!
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Hola
pulzelle! Eccomi qui, vi chiedo scusa ma tra scuola, reazione
disastrosamente allergica e morale atterra non sono riuscita a scrivere
velocemente come al solito il capitolo.
Ora sto bene in ogni caso, e anche i miei parenti, grazie a tutte voi
per
l’interessamento, mi ha fatto molto piacere. <3
Per quanto riguarda il capitolo ditemi cosa vi sembra, purtroppo sto
postando in fretta e furia, perché devo correre a studiare
matematica, quindi
non potrò rispondere alle recensioni, ma vi ringrazio
tutte!!! E soprattutto
Ed4e che ha votato Meg come partecipante per i personaggi
più originali!
Ho scritto una piccola one-shot ispirata a remember me. Ditemi il
vostro
parere anche su quella, baci, Vale.
|
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Capitolo 17 *** || 15. Non so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti una mano ***
ೋ❤
ೌ
Capitolo
15 ೬
ೂ❤
ೄ
Non
so perché lo sto dicendo, e sono sicura che me ne
pentirò, ma
voglio darti una mano
Meg
Blocco la mano di Bella
sulla spalla di Jacob con un tatto inesistente e sorrido sprezzante
guardandola
tirarsi indietro e rannicchiarsi sul divano sospirando, come bruciata.
Jacob mi riserva uno
sguardo di disapprovazione, io faccio altrettanto e mi aggrappo al suo
petto
sorridendogli beffarda, lui ricambia e facendo uno smorfia divertita
torna a
prestare attenzione alla finale di baseball che trasmettono in TV.
Sapendo la tonta è in
agguato, senza accennare minimamente a staccarmi da Jake, lancio
un’occhiata
alle mie spalle, intravedo dalla finestra Edward indicare
l’orologio con aria
annoiata.
Alzo gli occhi al cielo e
tiro una piccola sberla a Bella, indicandole poi la finestra, lei
sorride e
guarda Jake, lui mi prende per mano e dopo aver borbottato qualcosa
sulla
partita indecente che stava giocando la sua squadra si alza di slancio.
<< Io, Bella e Meg
andiamo a fare una passeggiata fuori. >> finto sorriso a
Charlie, sguardo
d’intesa a Billy, indicazioni in codice per il branco
presente nella stanza.
I ragazzi si irrigidiscono
e annuiscono, io socchiudo gli occhi chiedendomi ancora il motivo del
mio
coinvolgimento in quella storia, ma non appena mi ricordo il viso bello
e
supplicante di Jake mentre me lo chiedeva mi ricredo.
Pagherà interessi a
fiocchi, il ragazzo – penso guardandolo maliziosa e
trattenendo una risata
sotto i baffi.
La porta si apre, Edward e
i suoi fratelli sono tutti davanti i miei occhi, la presa di Jacob
sulla mia
mano si fa più forte e con un piccolo slancio mi fa
indietreggiare, anche se il
mio avvicinamento ai Cullen è totalmente indispensabile per
la riuscita del
piano che sta mettendo in atto con il branco, è sempre
nervoso e protettivo nel
momento in cui me li trovo davanti.
Jacob inizia a parlare, da
portavoce del branco, a differenza del solito Sam si è
subito tirato indietro
dall’opportunità di parlare con i vampiri, Seth mi
ha spiegato che Jake deve
addossarsi delle responsabilità adesso, ma non mi
è del tutto chiaro il
contesto. Sarà sicuramente una sottospecie di dovere legato
al lupo alpha,
perché seppur lui continua a negare, anche io, da umana, lo
sento un capo, il
capobranco.
<< Il patto non deve
essere infranto. >> comincia,
<< l’accordo non prevede clausole che specificano i
casi in cui è
legittimo mordere o meno… è una cosa sbagliata, e
se ignorerete il volere del
branco… >>
<< … o è il tuo
volere, cane? >> mormora il biondino accanto Alice,
Jasper sicuramente,
facendo una risata priva di entusiasmo.
<< E’ il nostro alpha
e il suo volere è il volere comune. >> mi
intrometto caparbia affinando
lo sguardo, per niente inquietata dalla sua dote, che conosco e che mi
aveva
affascinato così tanto da non conoscere segreti per me, ho
torturato nonno Quil
per anni facendomi raccontare ogni minima sfaccettatura delle loro
doti,
specialmente su quella di Jasper.
Jacob mi guarda con
irritazione e digrigna i denti. << Io non sono
l’alpha, fino a prova
contraria il portavoce e Sam. >> mormora, e il suo
pollice marca il
contorno della mia mano, nervosamente.
<< Allora perché qui
ci sei tu? >> chiede Emmett, scambio uno sguardo con il
grande vampiro,
il viso aperto un sorrisino strafottente.
<< Ragazzi dateci un
taglio, Jacob ha ragione. >> taglia corto Edward,
accarezzando la guancia
di Bella con tono di rimprovero. << Amore, anche se
volessi non potrei
farlo…il patto parla chiaro. >>
<< Ti nascondi
dietro quello stupido e vecchio patto, dovreste imparare a guardare
avanti!
>> mugugna Bella, lanciando uno sguardo languido e
smorfioso a Jacob, per
cercare di convincerlo. Imbranata, un corno! Quella conosce tutte le
tattiche
per conquistare un ragazzo, e dire che si sente una sfigata!
è solo uno stupido
comportamento di facciata per fare la puro d’animo agli occhi
di Edward, che a
mio parere sta con lei solo perché i suoi pensieri sono un
mistero per lui.
Uno sguardo di
disapprovazione dal vampiro rosso mi colpisce in pieno: sicuramente si
è
sorbito tutti i miei ragionamenti.
<< Non cedere…
>> sussurro a Jacob per rincarare la dose di adrenalina
nel suo corpo e
fargli coraggio, senza staccare gli occhi dal vampiro abbracciato a
Bella, che
ora sorride appena.
<< Mai. >> un
sussurro quasi inesistente. Mi lascia la mano e cingendomi la vita con
un
braccio mi serra al suo fianco. << Non mi voglio
dilungare, sanguisughe.
Trasformate Bella e il patto sarà sciolto, sciogliete il
patto e saremmo liberi
di attaccarvi, cosa che non tarderemo a fare, uccidendovi…
tutti. >> e
dicendo il tutti osserva Bella, che in quel momento sussulta colta di
sorpresa.
<< il branco e la salvezza degli altri prima di tutto,
dovete essere
leali… nonostante non abbia stipulato il patto di persona
voglio che le volontà
di mio nonno siano rispettate e voi dovreste sapere
l’importanza che lui dava
alla faccenda, visto che eravate presenti quel giorno. >>
Detto questo, mi prende
nuovamente per mano e girando i tacchi fa per entrare in casa, ma io mi
fermo.
<< Dovrei un attimo parlare con Edward. >>
sussurro fievole, lui
s’irrigidisce. << Jake, non è niente
di preoccupante… sta tranquillo.
Entra, ti raggiungo. >> guarda Edward con sguardo
assassino, mi bacia
leggero le labbra, teso, e rientra
in
casa, demordendo dal lasciarmi la mano fino a quando è
ancora possibile tenerle
in contatto.
Bella segue Jacob
dubitante e il resto della famiglia Cullen si disperde nella foresta
buia.
<< So che contate su
di me, per quanto riguarda il persuadere Bella, ma anche se non ho
ancora
capito bene il perché, voglio aiutarvi, ovviamente per
Jacob. Devi solo dirmi
come. >> inizio ferma, il vampiro mi guarda e sospira.
<< Bella non capisce
che non m’interessa il tempo, purtroppo. La sua paura
è quella di diventare
vecchia, la sua paura è nell’opinione della gente
che la vedrebbe camminare
insieme a me quando il suo corpo la farà sembrare mia
madre… ha paura che io
non la trovi più attraente. Ecco di cosa ha paura.
>>gli faccio cenno di
continuare e lo guardo inflessibile << Dice che io sono
pronto a
sacrificarmi, e lei vorrebbe soltanto donarmi tutta se stessa,
com’è ora, per
sempre… ed è terrorizzata dall’idea che
un giorno, dopo la sua morte, potrei
tornare dai Volturi. >>
<< E’ un bel
conflitto d’interessi. >> borbotto, lui scuote
la testa e si siede sul
muretto del porticato di casa Swan.
<< No, per niente. A
me non interessa il tempo che passa, e neanche
l’immortalità. >> dice
fermo.<< Alice l’ha vista come voi, Ed. Quanto
pensi potrebbe resistere ancora?
Nell’arco di una vita umana succedono più cose di
quanto tu possa immaginarti,
la tua famiglia non ti lascerebbe morire, loro vogliono che tu sia
felice, e
hanno capito che un ingrediente essenziale per la tua
felicità è lei. >>
mi guarda sollevando un sopracciglio e accenna un sorrisino storto.
<< Pensavo stessi
dalla parte del branco. >> borbotta, per poi sollevare lo
sguardo ed
osservare il cielo buio nel mezzo del quale appare la luna, piena.
<< Lo sono, infatti
non ti sto parlando da Quileute. Ti sto parlando come penso ti
parlerebbe
un’amica di Bella, visto che pensate di poter far ragionare
Bella e aggiustare
tutto così. Con questo non sto dicendo che state sbagliando,
non c’è un modo di
pensare giusto per antonomasia, devi solo metterti nei suoi panni, poi
nei
nostri, dopodiché torna nei tuoi e analizza tutti i pensieri
che riesci ad
acchiappare, facendoli incastrare e combaciare… troverai la
soluzione e
capirai. >> mi avvicino a lui con un sorriso mesto e gli
sfioro la mano
gelida, sospirando. << Grazie per aver tenuto il becco
chiuso riguardo i
miei pensieri con Jake. >> poi mi volto, tirando indietro
la mano,
abituata al caldo, dal gelo della sua, e vado verso casa.
<< Megan? >>
mi giro appena, incontrando i suoi occhi ambrati e torturati, solo ora
capisco
cosa prova, è amore sincero il suo, forse è
questo quello che lo fa sembrare
tanto un vecchio bacucco.
<< Cosa? >>
sussurro, raddolcita.
<< Voglio solo che
lei sia felice, ma chiedermi di dannare la sua anima, è
troppo anche per uno
come me. Cerca di farglielo capire. >> annuisco e mi
chiudo la porta alle
spalle.
Nella penombra di
casa Swan, oltre il
sottofondo dei tifosi e il parlottare di Billy e Charlie noto Jacob,
poggiato
allo stipite della porta della cucina, i suoi occhi sono puntati su i
me e
anche se si nota appena la sua espressione, tutt’una con il
buio, capisco che
non sta sprizzando di gioia.
<< Hai sentito
tutto, vero? >> gli chiedo, incrociando le mani al petto
e socchiudendo
gli occhi, fiacca e stanca.
Lui si avvicina e mi
stringe in un abbraccio, cullandomi. << Diciamo che ho
sentito
abbastanza. >> mi dice all’orecchio, poi lo
bacia.
<< Io non so come
avrei reagito nei panni di Bella, ma so che non sarebbe stato facile
neanche
per me vedere il mio ragazzo rimanere giovane e non potergli dare
neanche il
piacere di sorridere ogni volta che metto un vestito appariscente.
>>
biascico, lui soffoca una risata.
<< Meg, a volte sei
ridicola. >> soffoca, allontanandomi dal suo petto per
potermi scoccare
uno sguardo scherzoso.
<< No, Jake, sono
realista. >> sbotto, franca, poi sciolgo del tutto
l’abbraccio. <<
Dio mio, dimmi che non sto per farlo. >> gracchio acuta,
andando verso le
scale.
<< Cosa? Dove stai
andando? >> balbetta deconcentrato e infastidito dal mio
improvviso
allontanamento.
<< A parlare con
Bella. >> mimo, salendo le scale di fretta e furia e
lasciandolo di
sotto, rincitrullito e ammutolito.
Non lo sto facendo
davvero, non lo sto facendo davvero, non lo sto facendo davvero.
Busso alla porta di legno
logorato e scuro con su attaccato un foglio dove in una scrittura
infantile
spunta l’indicazione “camera di Bella” e
batto nervosamente il piede per terra,
ripromettendomi che se al dieci non avrebbe aperto sarei scappata di
sotto e
avrei mandato al diavolo tutto.
Oh si! Lo sto facendo
davvero!
<< Si? >> il
viso di Bella spunta dal piccolo spazio in cui ha aperto la porta.
Chiudo gli
occhi, poi li riapro e stringo la mano in un pugno.
<< Posso entrare?
>> balbetto imbranata, indicando la porta chiusa.
Lei sembra confusa,
annuisce e spalanca la porta, una volta dentro la chiude, mi sento in
trappola,
mi guardo intorno spaesata, persa in quella stanza, leggermente
più grande
della mia, e vinta, mi siedo sull’angolo di letto
più lontano possibile alla
scrivania, dove un vecchio computer ronzante attira
l’attenzione di Bella.
<< Scusa un attimo,
rispondo ad un’e-mail di mia madre e sono da te.
>> annuisco, poco
convinta, e mi perdo a guardarmi nuovamente intorno.
La foto sul comodino
attira la mia attenzione, specialmente perché ritrae lei e
Jacob che si
abbracciano sorridenti.
Sento un moto di rabbia
scombussolarmi lo stomaco, ma con un piccolo gesto metto a tacere
tutto,
voltando fulminea la cornice di polistirolo verso la parete e
sospirando
soddisfatta, come se avessi tolto un sassolino fastidioso dalle scarpe.
<< Okay, senza tanti
giri di parole… ti ha mandato Jacob? >> dice,
voltandosi verso di me, io
accenno una smorfia disgustata.
<< Jacob è il mio
ragazzo, ma questo non vuol dire che mi comandi come fossi una
bambolina, se
sono qui è solo perché devo parlarti.
>> sbotto, incrociando le braccia
al petto e sbuffando adirata.
Dentro sogghigno sadica,
perché sebbene la mia attenzione sia puntata da
tutt’altra parte, vederla sussultare
quando dico che Jacob è il MIO ragazzo è una
soddisfazione.
<< ti ascolto…
>> gracchia arresa, alzandosi e avanzando verso di me,
lancia un’occhiata
interrogativa alla foto voltata in direzione della parete, ma io faccio
finta
di niente e prendendo un bel respiro inizio a parlare.
<< Per non so quale
scherzo del destino tutti sembrano essere convinti che tra noi potrebbe
nascere
una “bellissima” amicizia. >> dico
ferma.
<< Non penso
proprio. >> sentenzia lei, scuotendo la testa.
<< Neanche io.
>> intervengo subito. <<… ma
pensandoci bene, perché dovrei
continuare a litigare con Jacob per te? Sinceramente non ci tengo,
anche perché
con tutti quei turni di guardia e le visitine alla sua amichetta del
cuore ho
ben poco tempo da passare con lui e spenderlo in litigate mi sembra
assurdo.
>> mi fermo, pensando che forse sono uscita fuori tema,
perdendomi nelle
mie seghe mentali quotidiane.
Lei arriccia il naso e
aggiusta con un gesto di stizza il portafoto, puntandomelo addosso come
un’arma
letale. << Se ti da fastidio la mia amicizia con Jacob mi
dispiace, ma le
gelosie di una ragazzina non m’interessano. >>
La guardo, sollevando un
sopracciglio. << Ragazzina? >> poi scuoto
la testa, <<
Comunque no, mi sono persa in discorsi secondari. Sono solo venuta per
dirti
che devi rispettare il volere del patto, e dovresti parlare con Edward
e
ragionare insieme a lui invece di intestardirti …
>> poggiando i gomiti
sul comodino, con un movimento lento, volto nuovamente la cornice verso
il
muro. <<…quindi… >>
dico, lasciando in sospeso la frase.
Lei solleva lo sguardo
dalla cornice. << Quindi? >>
<< So che quello che
provi è sincero, io teoricamente dovrei farti
ragionare… non so perché lo sto
dicendo, e sono sicura che me ne pentirò, ma voglio darti
una mano. >>
detto questo mi accascio fiacca alla testiera del letto, come se le
avessi
appena donato più di quattro litri di sangue.
<< Tu? vuoi aiutare…
me? >> balbetta, impreparata, inclinando la testa.
<< Si, >>
sibilo, poi mi guardo intorno. << … ma nessuno
deve saperlo. >>
<< Perché vuoi
aiutarmi? >> mi chiede, sedendosi al mio fianco, ancora
visibilmente
frastornata.
<< Perché tutto è
legato tramite un filo! quando tu ed Edward sarete occupati a
progettare a
puntino la vostra eternità io potrò finalmente
godermi la mia piccola e
insignificante vita con Jacob, serenamente! >> la trucido
con lo sguardo
mentre si avvicina alla cornice, ancora voltata verso il muro, lei si
arrende e
si chiude nelle spalle.
<< Ci sto, ragazza-lupo!
>> prorompe, annuendo.
<< Bene, ragazza-vampiro,
allora affare fatto. >> ci scambiamo
un’occhiata di assenso, mi alzo e
avanzo verso la porta.
<< Bella, ricorda,
non una parola! >> e
scendo le
scale velocemente, respiro a fondo e sorrido rispondendo con un
indeterminato
monosillabo o un indifferente “niente” a tutte le
domande di Jacob.
Volevate
l’amicizia? Prendetevi questo!
Durante il tragitto
per
casa le luci a tratti accecanti e il buio dell’autostrada mi
fanno da riparo e
la canzone che canticchia Jacob, per quanto sia stonata, è
il sottofondo perfetto,
nel momento preciso in cui i miei occhi stanno per chiudersi, la mano
grande e
paterna di Zio Billy mi accarezza la spalla, sobbalzo.
<< Sono fiero di te.
>> mi dice sorridendo nel buio, sorrido anche io,
affinando lo sguardo
come se mi avesse appena dato una pacca violenta sulla nuca.
<< E’ stata grande,
pensavo non lo avrebbe mai fatto, invece… >>
dice Jacob sorridendo vago
con gli occhi puntati sulla strada.
Sento un capogiro
investirmi in pieno, nauseata volto il viso verso il finestrino e mi
mordo il
labbro. << Già. >> biascico.
I sensi di colpa sono
leciti: non sto aiutando il branco, sto patteggiando con Bella per
raggiungere
i miei egoistici voleri, vado contro il patto e sto anche rischiando
grosso per
quanto riguarda la stabilità del mio rapporto,
già solidamente instabile, con
Jacob.
Ancora nauseata, ma
maledettamente tentata, poggio la mano su quella di Jacob, chiusa sul
cambio,
lui lascia il pomello e accarezza le mie dita con le sue, lancia uno
sguardo
furtivo alle mie labbra e sorride.
<< Billy è vecchio,
non stupido! >> interviene ridendo la voce dello zio dai
sedili
posteriori, ritiro la mano e mi raschio la gola, Jake soffoca una
risata e
scuote la testa. << Ragazzi, non dovete nascondervi,
vedervi così mi fa
felice… ma avete pur sempre diciassette anni, e a
quest’ètà può succedere di
correre troppo, per poi, ancora prima di poter rendersene conto,
trovarsi con
un piccolo marmocchio per casa. >> mi affogo con
l’aria che respiro e
tossisco poggiandomi le mani sulla pancia, Jacob alza gli occhi al
cielo e
scuote la testa.
<< Papà, quante
possibilità ci sono che possa accadere una cosa del genere? E poi, diciamocelo, non
abbiamo alcuna
fretta… d-da quel punto di vista, ecco. >>
<< Intanto Kim è
rimasta fregata. >> sbotta apertamente.
Jacob fa una frenata
brusca, io sgrano gli occhi e mi volto verso i sedili posteriori,
inginocchiandomi. << Te l’ha detto lei?
>> gli chiedo, sorpresa.
<< No, è
stata Emily, ed io ero con lei. Voleva
sottrarsi dalla strage della sorpresa, così ha deciso di
avvisare Jared, per
evitare dei comportamenti indelicati con Kim, in modo che potesse poi
apprendere la cosa con più calma…
l’ultima cosa di cui hanno bisogno è una
sceneggiata stile telefilm >> spiega, Jacob mi guarda
dubbioso, poi
spalanca gli occhi, puntandomi il dito contro.
<< Tu lo sapevi!
>> esclama, battendo una mano sul volante.
<< … forse… >>
sussurro, imbarazzata, mi volto di nuovo verso zio Billy e lo guardo
attentamente, << lui? Come ha accolto la notizia?
>>
<< Incredulo,
rabbioso, improvvisamente contento, ma più che altro
confuso… è corso verso la
porta e poi tornato indietro una ventina di volte. >>
poggio la testa
sulla spalliera del sedile e sospiro.
<< Cacchio. >>
gracchia Jacob, riavviando il motore.
<< Almeno ora lo sa,
non credo che Kim avrebbe avuto il coraggio di caricarlo con un peso
tale. Sai,
il loro rapporto è un tantino instabile, ultimamente.
>> alle mie parole
Jacob sbuffa.
<< Megan, sono
legati dall’imprinting. E’ un fattore quasi
elettromagnetico… ed eterno! Non è
materialmente possibile ignorarlo, non pensi che sarebbe stato
più facile per
Paul se lo fosse stato? >> mi dice Jacob, poi accenna una
risatina
nervosa, << … è impossibile che
avvenga una cosa del genere, vero papà?
>> ma la risposta di zio Billy, quasi scontata per lui,
tarda ad
arrivare, mi volto, sollevando un sopracciglio, Jacob sbianca.
<< … papà?
>> prova di nuovo, insicuro.
<< In realtà … è
successo… una sola volta in più di mille anni.
Non credo possa succedere
ancora, c’erano dei fattori contraddittori che convinsero i
due ad allontanarsi
controvoglia, ma senza risultato… poi, un giorno, nella
tribù ci fu una
nascita, e il licantropo, alla vista della bambina provò un
sentimento
fortissimo, che sovrastò l’imprinting, per
sostituirlo, definitivamente.
>> il rombare del motore tace davanti casa, i fari si
spengono e il buio
inonda l’abitacolo del pick-up Chevrolet di zio Billy,
nessuno di noi parla o
osa scendere dalla macchina, mi raggomitolo sul sedile e mi mordo il
labbro,
nervosa. In testa un solo pensiero:
<< Hai parlato
di fattori
contraddittori… quali? >> sussurro, un lamento
sfugge dalla bocca di
Jacob, che poggia la fronte sul volante.
<< Lei era una
vampira. >> dice con voce leggermente più
alta, completando il suo
discorso con voce serena. << … Jacob ha
ragione, l’imprinting è
inattaccabile, non preoccuparti Meg, credo proprio sia stata la famosa
eccezione che conferma la regola. Ora… andiamo a letto
ragazzi, si sta facendo
tardi. >>
In silenzio assoluto Jacob
apre la sua portiera e con passi secchi e svelti si dirige verso il
bagagliaio,
sento il rumore metallico della sedia a rotelle che si apre e poco dopo
il
portello posteriore, sospiro e strizzo gli occhi, aprendo il mio
sportello e
poggiando i piedi sulla ghiaia umida mi stringo su me stessa e arrivata
al porticato apro
la porta di casa, la fermo con
il sasso a forma di gufo che siamo soliti usare in modo da permettere
alla
sedia a rotelle un’entrata senza intralci e salgo lentamente
le scale.
Afferro il telefono e
digito velocemente il numero di Kim. Suona.
<< Pronto? >>
<< Kim? Tutto okay?
>>
<< Si, è tutto
apposto, sta tranquilla. >> dice, un sorriso nella voce.
Tiro un sospiro di
sollievo. << Ci sentiamo domani allora, ti voglio bene.
>>
<< Anche io.
Buonanotte Meg. >>
<< ‘Notte Kim.
>>
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Scusate,
scusate, scusate, scccuuuusate!!Per ora, so che vi chiedo troppo, ma
siate
pazienti, la scuola sta per finire e sarò tutta vostra, devo
impegnarmi al
massimo per ora, e non ho neanche tempo per guardare il pc.
La
storia vi annoia?
C’è una calo pazzesco
delle recensioni e
non ho idea di ciò da
cui è stato provocato!
Y_Y
che peccato !!!!
Cmq
ditemi che ne pensate, ora la situazione inizierà a farsi
leggermente più
complicata!! Rispondo alle recensioni! Bacio Vale ;*
Recensioni:
dafne89: Grazie per la
comprensione!!! >__< sono davvero stanchissima
ultimamente, e confusa,
non so che fare prima -.-“
Bella
e Megan che “lavorano” insieme!che ne dici?? O.o
durerà?
Cmq
mi sa che hai un po’ di confusione! XD Meg e Jacob hanno
avuto l’imprinting,
quindi teoricamente Jacob e Renesmee non possono averlo! TEORICAMENTE,
ripeto!
U_U basta! Ti dico sempre troppe cose! XD
Mi
piacerebbe sentirti su msn, ma come vedi il tempo mi viene meno
>__< però
ti penso! ;)
Bacio,
Vale. Fammi sapere! XD
Ed4e: tesoooro!! Sai che mi
sono resa conto di non sapere il tuo nomeee!! O.O”
A
parte questo XD … nel prossimo capitolo ci sarà
quasi sicuramente l’arrivo di
un elemento odiato penso da tutte XD e mi ricongiungerò alle
vicende di New
moon, completandole, per poi attaccare in quarta con Eclipse! WIIII
^^” Quindi
…. “ocio” al dito di Belllaaaaaa *_*
Ci
saranno i momenti “<3 Meg&Jay <3”
NON TI PREOOOOCCUPE!!! xD
DIMENTICAVO!!
casppppita! Grazieeeee PER IL VOTO ^^” ti adoro!
Un
bacio, ciauuu!!! <3
liala90: *_* lo sooooo anche io
li adoro insiemeeee!!! Bella “odiosa/pallosa/amorfa
ragazza/ prossima sacchiasangue”? HAI FATTO CENTRO!
Bravissima! siamo
affini allora, e quello che penso anche io di lei!! >__< ;))
^^” grazie per l’interessamento
alla “nostra” salute XD ti ringrazio *3* quanto sei
carina!
Botte? Mmmh… penso di si…
ti ricordo che … ECLIPSE INCOMBE!!! E se incombe lui incombe
anche la
BATTAGLIAAAAA *_* sangueee! XD XD ahahahahah
Un bacio! fammi sapere
cosa ne pensi dell’alleanza Meg-Bella!! Le motivazioni di Meg
mi sembrano
ragionevoli! U_U
|
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Capitolo 18 *** \\ 16. Piccoli, grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati. ***
ೋ❤ ೌ
Capitolo 16 ೬ ೂ❤ ೄ
Piccoli,
grandi, imbarazzati, arrabbiati: Innamorati.
Jacob
Le luci rosse e blu mettono in
evidenza i capelli ricci, che ondeggiano appena mentre si sporge verso
il
tavolino per prendere un bicchiere mezzo pieno, sorridendo a Claire e
Leah.
<< Ricordami, perche siamo
venuti…? >> borbotta Seth, intrecciando le
braccia al petto e sbuffando
animatamente prima di affondare con la schiena nel tessuto rosso della
poltroncina.
<< Perché Jacob ha bisogno di
rilassarsi. >> dice Quil, sorridendo al suo bicchiere
pieno.
Con non poca difficoltà sollevo lo
sguardo da Meg, seduta a due tavolini di distanza, e lancio
un’occhiata
eloquente a Quil.
<< Grazie? >> balbetto
con un sorrisino venuto male, Seth ride, ma si ferma subito
squadrandomi.
<< Non ho ancora capito che
ci fai qua invece di stare con lei. >> poi inclina la
testa e con
insistenza addita il tavolino delle ragazze.
Sam si siede sul bracciolo della
poltroncina, fermando con sguardo seccato il dito di Seth.
<< Non si
indica, Seth! >> tiro un sospiro di sollievo e guardo la
pista stra-colma
di persone ballare a tempo di una canzone trasmessa così
spesso alla radio che
-anche non volendo- finisci per canticchiare.
La domanda di Seth era lecita:
Perché mi sono lasciato strascinare in un locale di Port
Angeles per poi finire
stravaccato sulla poltroncina decisamente troppo comoda a guardare Meg
lanciarmi occhiatine sorridenti e in attesa?
Facile: Voglio che si diverta, la
vedo troppo poco allegra, sorridente, spensierata e affettuosa. Poco
Meg, per
dirla breve.
Eppure so che non dipende dalla
questione dell’accordo tra vampiri e lupi, né
dalla mio sopravvento come
possibile lupo alpha, né da Bella, né da altri
fattori sovrannaturali interni o
esterni, tanto meno dal tempo. Dipende da me, semplicemente, forse
anche
troppo.
Ho altro per la testa? potrebbe
essere una battuta con risata assicurata, questa.
Mi
da noia? Che
domande assurde…
Ho
paura? Colpito
in pieno.
Perché?
Perché mi
ritrovo a fare dei sogni decisamente
più perversi del solito;
Perché la desidero così
intensamente da tirare un freno a mano immaginario quando mi accarezza,
e mi
allontano come gelato da un gesto che in realtà è
puro, senza malizie celate;
Perché ogni volta, quando
scherzando la sua T-shirt si arrotola lasciando intravedere
l’intimo, il gioco
finisce lì, diventando una tortura per me e per lei. La
vedo, si sente
rifiutata, e non voglio si senta così;
Perché… ho diciassette anni per la
miseria, e anche lei. Vorrei crescere, insieme a lei, ma il problema
fondante è
proprio questo, cresciamo, troppo velocemente, sento come i nostri anni
moltiplicarsi
in pochi minuti, diventiamo grandi, più tempo passiamo
insieme più parliamo,
più ci stringiamo, più ci baciamo e …
i suoi baci sono una droga che mi fanno
perdere lucidità, mi lasciano preda ad ogni istinto, e non
voglio essere
“Vittima del mio testosterone”. Assolutamente
no!
<< Non passate praticamente
mai del tempo insieme, Seth ha ragione. Perché non la inviti
a ballare invece
di fare da imitazione al “pensatore”?
>> La voce di Sam e le braccia di Quil,
ma specialmente le seconde, mi buttano giù dalla poltroncina
e mi convincono ad
avanzare verso le poltroncine investite dai colori tenui delle luci.
Mi chino su di lei, che sembra non
essersi accorta della mia vicinanza e le bacio la guancia,
delicatamente,
sorridendo lievemente al piccolo brivido che sento percorrerle per la
schiena.
Jake, non pensare, non devi pensare. Il gioco
è
tutto basato su questo.
<< Hey! ce ne hai
messo di
tempo. >> borbotta, voltandosi e sorridendo, divertita
del suo
atteggiamento da “gattino mascherato da tigre”.
Con un cenno del capo indico la
pista sorridendo sempre più soddisfatto. Lei annuisce e
lancia un’occhiata a
Claire, poi si lascia trascinare.
La stringo e balliamo, ridiamo, la
faccio girare, poi la musica cambia. E in un attimo, ci ritroviamo a
ballare un
lento, abbracciati, in silenzio, mi perdo nuovamente nei miei pensieri,
lei non
sembra farci caso, forse sta pensando. Mi
sento così confuso! Com’è possibile
avere il cervello annebbiato e lucido al
contempo?
<< Davvero, non ti capisco…
insomma, è assurdo! >> sollevo il mento dalla
sua testa e la guardo,
stranito, per un attimo avendo paura che avesse sentito la mia domanda
mentale/esistenziale.
<< Parli con me? >>
balbetto, inclinando la testa, lei si chiude nelle spalle e prendendomi
per
mano mi fa avanzare tra la folla di coppie ondeggianti fino ad una
porta nera
che sicuramente è un’uscita di servizio, spinge
con rabbia la maniglia
antipanico e la spalanca, per poi chiuderla con altrettanta irruenza.
<< Si, parlo con te! >>
e la sua espressione da adirata si fa fragile e rattristata.
<< … c’è
qualcosa che non va? … intendo dire, in me…
>>
Scuoto la testa e ripeto un “no”
deciso e quasi arrabbiato, stringendola in un abbraccio e
accarezzandole il
viso, mentre la mia testa mi da dell’idiota. <<
Cosa non dovrebbe andare
in te, Meg? >> sussurro, con tono strozzato e quasi
derisorio, come se la
sua domanda fosse una battuta.
<< A volte, non so, forse non
sono abbastanza … >> la fermo, sollevandole il
mento con l’indice in modo
da poter far sfiorare le nostre labbra con cautela, inevitabilmente
sospiro
alla fine di quel contatto, maledicendomi subito dopo per averlo fatto.
Mi
decido a reagire da adulto, o a provarci almeno, e le punto un dito
contro.
<< Sei tu quella assurda
se... >> riesco a dire, prima di essere interrotto dalle
sue labbra, che
si muovono sulle mie timide e desiderose. Sospiro ancora, poi rido
appena
divertito e incantato dalla sua tenera foga, tra un piccolo bacio
all’altro,
perso in quella timida e inconsapevole sensualità, sorrido
quando si stacca e
le accarezzo il viso, guardandola negli occhi. << Dicevo,
sei tu quella
assurda se pensi di non essere abbastanza… qualcosa! Non
potevo chiedere di
meglio, lo capisci? Da quando stiamo insieme, sono il ragazzo
più felice del
mondo e… il mio unico problema è quello
di… di desiderarti, in modo diverso da
quello in cui sono abituato farlo di solito… non
voglio… obbligarti, ecco.
>>
Mi fissa, adesso consapevole, e
annuisce incerta, mettendosi sulle punte per arrivare alle mie labbra e
accarezzarle con un bacio, stringe le braccia al mio collo e nasconde
il viso
sulla mia spalla.
<< Credo sia ora di mettere
in chiaro delle cose. >> dico stringendola.
<< Lo credo anch’io. >>
sussurra, lasciando che le mie mani si posassero delicate sui suoi
fianchi, in
modo da sentire la pelle d’oca attraverso la stoffa leggera
dalla sua
maglietta.
<< E lo faremo, ma non qua.
>> indico la macchina di Paul e sorrido imbranato
lasciando penzolare le
chiavi dal mio dito. << Land-Rover? >>
domando, ammiccando per
sdrammatizzare.
Lei ride, mi sento sollevato nel
vedere il suo sorriso. << Come sempre. >>
dice afferrando la mano
che le porgo.
Ed in un attimo eccoci di nuovo a
fissare la piccola Tour Eiffel ondeggiare indecisa tra destra e
sinistra, le
onde del mare agitato di First Beach le fanno da sottofondo.
<< Allora... >> dico
schiarendomi la voce e puntando lo sguardo verso il finestrino,
imbarazzato.
<< Io, non ho mai fatto
sesso. >> dice d’un fiato Meg rompendo la
piccola frazione di silenzio,
mi volto di scatto e la vedo arrossire, scosta lo sguardo.
Mi sento mancare l’aria per l’impatto
diretto e decisamente impacciato sospiro. << Neanche io.
>> dico e
capisco il motivo del suo imbarazzo. << … tu
pensavi che io avessi già…?
>> provo a chiederle, la vedo arrossire ancora, sbuffa e
annuisce. Sollevo
gli occhi al cielo e mi avvicino a lei, baciandole la guancia.
<< Perché?
>> domando curioso, lei arriccia le labbra, scuotendo la
testa, di nuovo
adirata.
<< Mi sono lasciata…
travolgere dagli eventi? >> mi chiede, confusa, io rido e
improvvisamente
rilassato sistemo il mio viso sulla sua spalla.
<< Che eventi di preciso?
>> chiedo sbadigliando per camuffare una risata,
divertito dal suo
tentativo di sembrare ragionevole e non una ragazza normalissima in
preda a
delle crisi esistenziali illogiche, come me.
<< Bé, le tue battutine, i
tuoi gesti… e i tuoi baci sono molto migliori dalla prima
volta che ci siamo
baciati. >>
La guardo di nuovo, sollevandomi
dalla sua spalla. << Meg, avevamo otto anni!
>> dico ridendo.
Lei si gratta la nuca e storpia un
sorriso, annuendo. << Appunto, pensavo che come nei baci
anche in “quel”
campo avessi fatto esperienza… >> scuoto la
testa.
<< Pensavi male. >> poi
faccio istintivamente una linguaccia e sospiro. << E
proprio perché non
so cosa aspettarmi che ti allontano non appena…
>> lancio uno sguardo
disgustato al cavallo dei miei pantaloni e arrossisco, a lei non sfugge
niente
e mordendosi il labbro trattiene una risata. Mi acciglio e la guardo
innervosito. << Sto parlando di cose serie, non mettermi
più in impaccio
di quanto non lo sia già! >> annuisce e si
sistema sul sedile, restiamo
in silenzio per un po’, poi, contemporaneamente scoppiamo a
ridere. Le nostre
risate fragorose e divertite fanno scemare ogni ostacolo, ci ritroviamo
abbracciati e sorridenti, a riprendere fiato, ridacchiando ancora.
<< Cosa pensi di fare?
>> chiede all’improvviso Meg, sedendosi delle
mie gambe e poggiando i
busto sul volante dell’auto. La sento crescere, ci sento
crescere.
<< Niente… >> mormoro,
e faccio scontrare le nostre fronti. << Non cambia il
fatto che non so
come comportarmi. >> continuo, chiudendomi nelle spalle.
18 anni.
Lei mi fa poggiare il capo sulla
testiera, accarezzandomi i capelli, sono certo che nota la lunghezza,
ed è per
questo che sorride. << Stanno ricrescendo.
>> commenta soddisfatta,
con un sorriso allietato.
19 anni.
Mi bacia e poi scende sul collo,
mordicchiandolo, inarco la schiena e cerco di nuovo la sua bocca,
quando la
trovo lei fa uno strano giochetto, allontanandosi ogniqualvolta che
riesco a
far sfiorare le nostre labbra. Sento un esplosione al bassoventre,
imbarazzato
mi allontano, ma lei si arpiona alle mie spalle, lamentandosi.
<<
Smettila di preoccuparti. >> bisbiglia, e sentendomi teso
mi stringe in
un abbraccio, lo ricambio senza esitazione e le bacio
l’orecchio.
20…
<< Se non so più fermarmi, e
la situazione si fa… bollente. Fermami tu. >>
lei annuisce seria, e mi
concede finalmente di assaggiare le sue labbra.
21…
<< E se io non volessi
fermarti? >> chiede, realmente curiosa.
22...
Una gioia immensa si diffonde nella
mia testa e dentro il mio stomaco le farfalle si alzano in un volo
stravagante
e confuso facendomi tremare con brividi caldi e piacevoli.
<< Non farlo. >> gemo,
mordendole il lobo dell’orecchio e sorridendo mentre ascolto
i suoi battiti
irregolari, il suo fiato corto. Non l’ho mai sentita
così vicina, in quel
momento vogliamo le stesse cose, e le otteniamo, lenti e
cauti… poi
improvvisamente scaltri e impazienti.
23…
<< Ti amo. >> mi
sussurra, stringendo impetuosa la presa sul mio collo.
24…
<< Ti amo. >> le
ripeto, e solo in quel momento mi rendo conto di quanto la mia voce sia
roca e
irriconoscibile.
25…
Venticinque
anni? Un uomo? Jacob Black, un uomo…
****
<<
Jake? >> apro gli
occhi e con una smorfia ben poco accogliente mi volto
dall’altra parte del
letto, ignorando Rachel. Da quando ha avuto l’imprinting con
Paul la vita in
casa si è fatta tesa, Becca ha addirittura deciso di tornare
al college per
scappare da questa continua guerra fredda. << Jacob farai
tardi per la
ronda. La colazione è già pronta!
>> continuo ad ignorarla e sorrido al
pensiero della sera prima, non è successo niente, ma sono
finalmente riuscito a
scavalcare quell’ostacolo ripido che mi impediva di star bene
con me stesso,
quando stavo con lei.
<< Ti
butto giù dal letto!
>> faccio una risata, apro un occhio e arriccio il naso
infastidito dalla
luce, per lanciarle un’occhiata divertita.
<< Non
ci riusciresti.
>> mugugno beffardo.
<<
Rachel, sta tranquilla, ci
penso io. >> quella voce mi sveglia immediatamente,
facendomi sollevare
di scatto e sgranare gli occhi, di risposta lei sorride e scambia
un’occhiata
arguta con mia sorella. << Visto, che ti dicevo?
Sveglissimo! >>
<<
Bells? Che ci fai qua?
>> chiedo stupito, con un sorrisino soddisfatto, quando
Rachel esce dalla
stanza.
Un ringhio acuto mi fa
sobbalzare,
solo intravedendo un batuffolo di pelliccia color cioccolato mi ricordo
che
Wendy è accoccolata a pochi centimetri dal mio fianco, e
anche lei dormiva
beatamente prima dell’arrivo delle due, le accarezzo il busto
ridendo e ritorno
a guardare Bella che – adesso seduta al bordo del mio letto
– mi spiega la
ragione della sua visita.
<<
Quindi finalmente avete
deciso di fare amicizia! >> sbotto sorridendo,
decisamente soddisfatto
del mio operato. Sto diventando piuttosto bravo nei lavaggi del
cervello.
<<
Più o meno… ci stiamo
provando, direi. >> poi sorride e si stende sul letto
quel che basta per
abbracciarmi. << mi sei mancato ultimamente.
>> sussurra, un
sorriso nella voce.
<< Anche
tu, Bells
>> mormoro, Wendy ringhia, scoppio
a ridere e sciolgo l’abbraccio guardando la cagnolina.
<< Cosa c’è? Sei
gelosa? >> ma lei non guarda noi, i suoi occhietti
minacciosi sono
puntati alla finestra aperta, dalla quale arriva un po’ di
brezza.
Seguo il suo guardo e
rimango
interdetto. << Nana, sai benissimo di violare i patto
entrando nel
territorio Quileute. >> borbotto, facendo una smorfia
annoiata.
Lei, con una faccia
schifata mi
ignora e guarda Bella, con un sorriso. << Megan
è pronta? >>
Megan?
Con i Cullen?
<<
Perché? >> chiedo,
la voce più alta di un’ottava, spalancando gli
occhi.
<<
Andiamo a fare compere,
Bella preferirebbe spararsi che farlo, ma a quanto pare Meg adora
andare in
giro per negozi… quindi… >> Chiudo
gli occhi, respirando a fondo e con
voce tremante chiamo Meg, che spunta dalla porta della mia camera con
lo
spazzolino arancione ficcato in bocca e, dopo aver guardato in modo
strano
Bella ed aver sorriso a Alice, mi bacia con la bocca piena di
dentifricio.
<< Sono
pronta tra un attimo!
>> urla alle ragazze, mi guarda di nuovo, afferra Bella
per il braccio e
se la tira dietro sculettando dentro i suoi pantaloncini aderenti a
pois,
borbotta qualcosa alla malcapitata, decisamente poco allegra, ma non
capisco
quale sia l’argomento, d’altronde non si
può pretendere che i miei sensi siano
lucidi da appena sveglio… Wendy va dietro alle due, rimango
da solo, con Alice.
Alzo gli occhi al
cielo. <<
Io le ragazze non le capirò mai! >> urlo,
sprofondando nei cuscini.
<< tu
non capisci mai niente,
cane. >> commenta sarcastica.
La guardo truce e mi
alzo dal
letto, dall’occhiatina indagatrice di Alice però,
capisco di non essere del
tutto presentabile, chino lo sguardo e mi rendo conto di essere in
boxer.
Impassibile mi dirigo verso l’armadio e dal riflesso dello
specchio vedo
l’espressione altrettanto disinteressata di Alice, che guarda
le foto e i
poster sulle pareti.
<< Da
quanto conosci Megan?
>> mi chiudo nelle spalle. << Da una vita.
>> conclude per
me.
<<
Perché me lo chiedi se
conosci già la risposta? >> borbotto, saltando
dentro un paio di jeans
chiari.
<< In
realtà non era proprio
questo quello che volevo chiederti. >> indosso la
maglietta grigia che mi
aveva regalato Quil per il compleanno e osservo Alice, accigliato.
<< E
allora cosa vuoi sapere?
>>
<< Se
lei ti chiedesse
qualcosa, anche se fosse impossibile o assurdo, non cercheresti di
accontentarla? >> la guardo concentrato e non posso far
altro che
schiudere la bocca.
<< Dove
vuoi andare a parare?
>> le chiedo, sollevando un sopracciglio.
<< Bella
vuole solo essere
considerata una pari, non una da proteggere. >> e in quel
momento mi
rendo conto per l’ennesima volta quanto Bella e Meg siamo
simili: chiedono le
stesse cose, solo in maniera diversa e in contesti opposti.
<<
Violare il patto la
renderà solo una vampira smembrata e bruciata.
>> dico, e scuoto la
testa. << Mi pesa dirlo, ma per una volta tuo fratello ha
ragione. Non si
può. Non continuate a chiedermelo, non è conforme
al patto. Volete capirlo!
>>
<< Vuole
solo amarlo!
>> dibatte, rannicchiandosi sul davanzale della finestra,
come se volesse
attaccarmi da un momento all’altro, benché sappia
che non ha intenzione di
farlo. Sarebbe poco intelligente visto che si trova in territorio
nemico, da
sola.
<< Anche
io so cosa vuol dire
amare ed essere amato, ma non riesco ancora a concepire
quest’idea masochistica
e autolesionistica dall’amore. L’amore è
soltanto amore, le differenze vanno a
farsi fottere! >> lei scuote la testa, incrociando gli
occhi, seccata.
<<
Parlare è facile per te!
Non sei tu quello che deve combattere contro se stesso quando la sua
ragazza si
avvicina per baciarlo. >> borbotta, adirata, rilassandosi
contro il legno
logorato del davanzale e facendo penzolare un piede nel vuoto.
<< … è più
facile essere un licantropo. >> conclude.
<< Che
ne sai tu! Potrei
perdere il controllo e sfigurarle il viso con un solo colpo di zampa o
ucciderla con un morso, non trasformarla in un pulcioso cagnone di
stazza
equina, cara la mia sanguisuga, ma ucciderla definitivamente…
eppure so trattenermi, sono convinto che ci
riuscirà anche lui. E’ solo… questione
d’esercizio, conosco quel succhiasangue,
ha forza di volontà. >>
Un mugolio arriva
dall’ingresso interrompendo
il battibecco: è Wendy che avanza verso il mio letto e si
nasconde tra le
coperte.
Io e lei seguiamo con
lo sguardo la
birbantella, poi torniamo a guardarci, ostili.
<<
Pronta. >> esclama guizzante
Meg, saltandomi sulle spalle e baciandomi sulla guancia.
<< Ci vediamo
sta sera. >> mi sussurra all’orecchio, con tono
allegro.
Io ridacchio e
annuisco, torcendo
il collo per far sfiorare le nostre labbra, << A sta
sera… >>
guardo Bella e sorrido anche a lei. << Divertitevi
allora. >>
Lei risponde con una
smorfia.
<< Jake, sei uno spasso! >> borbotta
sarcastica, indica la porta e
sta volta è lei ad afferrare il braccio di Meg.
<< Muoviti Megan,
dobbiamo ancora passare a prendere Claire e Kim. >> dice
e trascina la
mia seducente e confusa ragazza giù per le scale, soffoco
una risata, poi mi
volto verso Alice.
<< Non
spupazzatela, mi serve
ancora. >> lei arriccia il naso, poi sorride e decide di
stare al gioco,
dimenticando l’animata discussione di poco prima.
<< La
sciupo soltanto un po’… niente che non
si possa risolvere con
una doccia calda. >> dice risoluta, sistemandosi con
nonchalance un
ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
Faccio un mezzo
sorriso, malizioso,
e mi mordo il labbro. << Mmmh… mi piace
l’idea. >> dico in un sussurro
appena percepibile, ma sono consapevole del fatto che senta anche
quello.
Infatti Alice sgrana
gli occhi e scuotendo
la testa salta giù dal davanzale. <<
Pervertito! >> urla.
Mi affaccio alla
finestra e rido.
<< Ecco! Scappa codarda, evita il confronto!
>>
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Hoooooolaaaaa XD
ho ritardato un po’ per via del viaggio
d’istruzione!! XD
Ragazze, sono stanchissima : ma quando
finisce la scuolaaaa?? T_T Noto con piacere che le recensioni si sono
destabilizzate :)
Allora, questo è più che alto un
capitolo di “stallo” il prossimo sarà
decisamente più impegnativo >__<
che ne pensate? Bella e Meg ( a
specialmente la mia Maggie *_*) non sono due attrici fantastiche nel
nascondere
la verità? XD
Essì, ora si entra definitivamente in
Eclipse XD *_* yuppieee!!
Risposta
alle recensioni:
bluesky:
ciaoooooooo!! Tranquilla, anche se vado solo al secondo anno di
superiori ti
capisco più che benissimo -.-“
contro Bella forever! U_U
xD bacioni, alla prossima.
liala90:
Hai proprio ragione,
l’alleanza tra Bella e Meg è
rischiosa… ma Jake non è il pericolo
più grande U_U … ups! Detto troppo ^^”
Per
quanto
riguarda la leggenda, tienila bene a mente, ti tornerà utile
dopo un… qualcosa!
che succederà a … qualcuno! …
BASTAAA!! XD
L’idea dell’harem
formato da Jacob Edward a chi non farebbe comodo cmq? XD
noooo… io sono
modesta, a me basta Jakeee *-*
Perfetta
intuizione su eclipse, brava XD … che ne dici?? I miei
verginelli *-*
bellissimi, no? XD
Un bacio, alla
prossima. Vale.
morgana92:
ciaooo. Tranquilla i ragazzi ebeti meritano tempo XD … a
parte lo scherzo, è un
momento abbastanza impegnato per tutte, quindi ti perdono U_U
Sono contenta che la
storia continui a piacerti!! :) Ecco il nuovo capitolo, che ne pensi di
questo?
un bacio, a presto :)
Ed4e:
Tesooooro!! Ma il tuo nome è bellissimooooooooo *-* Micaela,
mi piace! Tanto!! Se
a te non piace hai tutto il diritto di
abbreviarlo, mi pare giusto XD però, per una questione di
abitudine e amore
(ebbenesì! Ti amo?! u_U ) continuerò con il tuo
soprannome per antonomasia! So che
ti chiami Miky, ma chiamarti Tesoro ormai è
d’obbligo!! *_* ih ih ih
Come ho già detto, ti
consiglierei di tenere bene a mente la leggenda che Billy ha raccontato
ai piccioncini!
Eeeeeeeeezzì … a te posso dirlo, in un prossimo
futuro ( più o meno dopo la
nascita di Nessie) potrebbe succedere qualcosa =___=”
… lo so, a volte mi odio
da sola. XD
Ecco soddisfatta la tua
sete di “MOMENTI IDILLIACI” ;D eh-eh-eh, visto
quanto sono carini… e poi,
diciamocelo, mi sono anche fatta un po’ trascinare: hai
presente la scena dello
spazzolino e i pantaloncini a pois? È un comportamento
Valentinesco… abbastanza
=__= anche perché… io dormo con quei cosi a
pallini! XD ahahahah ma… sono
dettagli, no! dopotutto lo dicono tutti che Bella è la copia
adolescenziale
venuta male della Meyer U_U cmq…. Sto divagando
troppo…. Ti adoro!!!! (anzi ti
amo! XD Ahah ) un bacio Vale. ;)
dafne891:
Erii!! <3 grazie ancora per la comprensione!! XD
Hai ragione, in effetti
Bella non ha alcun interesse di tipo amoroso nei confronti di
Jacob… è
semplicemente una migliore amica gelosa… e come
giudicarla??? Da questo punto
di vista, ha il mio appoggio! XD Però l’amicizia
mi sembra ancora abbastanza
improbabile: sai com’è… lupi - >
vampiri; Jacob -> Edward; patto ->
NONpatto… ci sono mooooolti fattori contraddittori, col
tempo li aggiusteremo,
devo fare in modo che quelle due si guardino in faccia almeno senza
vomitare o
insultarsi mentalmente! XD CI RIUSCIRO’! Abbi fiducia! XD
Stai tranquilla, male che
vada… non succederà ADESSO! -.- anche io sono
abbastanza empatica, e devo
ammettere che anche scrivendo “Unhappy Egoist” ho
avuto l’angoscia addosso per
giorni XD ahahah… ma deve per forza esserci un motivo per
quella leggenda, non
l’ho messa mica così, per allungare il sugo della
storia!! XD EH! U_u non avrei
avuto motivo di inserirla altrimenti.
Anche se a giugno sei
piena di esami io aspetterò fedele e tiferò per
te ;) mancano meno di 20 giorni
alla fine della scuola!!! ‘Accie per l’in
bocca a Jake!!! (*-* waaa) ti adoro!! Un bacio, Vale ^^ <3
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Capitolo 19 *** \\ 17. Amelia e Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 17 ೬ ೂ❤ ೄ
Amelia e
Annìka, presenze e comportamenti sconosciuti.
Jacob
Mezzanotte.
Mezzanotte e la luna. Mezzanotte, la luna e il
buio. Mezzanotte, la luna, il buio, me e le mie zampe.
Jacob, ho trovato
qualcosa.
Riprendo a correre, affrettandomi sempre di più, trottando
verso la posizione da cui viene la voce, studiando con gli occhi di
Seth le
impronte visive e olfattive. La pista è così
chiara e anche a un chilometro
sento la traccia olfattiva, dolciastra…
fastidiosa… nauseante.
Seth, continua il tuo
giro – gli ordino, e il mio timbro potente, da
capobranco, non accetta obbiezioni.
I licantropi devono ubbidire agli ordini del lupo alpha. Guaisco un
lamento:
Lupo alpha. Arrivato al posto indicato dalla forte presenta di
quell’odore
vomitevole e da delle impronte poco chiare ma indubbie scuoto il capo,
facendo
luccicare la pelliccia sotto la luce fioca della luna che riesce a
passare trai
rami degli alberi.
Ragazzi, Seth ha
ragione… è la traccia chiara di un vampiro.
Un brusio di pensieri mi scuote la testa, poi, la voce
mentale di Sam, sovrasta le altre.
Che cosa vuoi fare?
– annaspo aria, socchiudendo gli occhi.
Aumentare i turni
ronda? – chiedo riflessivo.
Seth abbaia, torturato. Ma
l’abbiamo già triplicati?!
Non faccio in tempo a rispondere alla lamentela che un urlo strazia
l’aria, senza alcun bisogno di parlare sento tutti i
licantropi presenti nel
bosco correre verso il rumore. Ancora buio, e anche se per noi non
è davvero
così buio, la cosa che inseguiamo è troppo veloce
da poter vedere, uno
spostamento d’aria… poi il silenzio assoluto.
Arriccio il naso sentendo l’odore
pungente del sangue umano irrompere nelle mie narici e mi avvicino al
corpo
deturpato, colmo di rabbia: me lo sono lasciato scappare. Ho permesso a
quel
mostro di uccidere un essere umano! Innocente! Nel silenzio, sento un
cuore
battere portentoso, sollevo lo sguardo e trattengo il fiato,
indietreggiando. <<
A…a… aiu… aiut…
o… >> la ragazza, ferita gravemente,
sanguinante e
spaventata, mi punta un rametto contro, tossisco una risatina,
divertito dal
suo buffo e disperato tentativo di difesa e indietreggiando mi nascondo
dietro
un cespuglio. Mi trasformo e indosso il solito paio di pantaloncini.
Esco dal
buio, che ora è davvero buio, del fogliame e le vado
incontro con passo
misurato, per darle il tempo di mettere a fuoco il mio viso. Lei mi
guarda e
sospira sollevata. << A…a…aiuto! Ti
pr…ego! >> poi perde i sensi,
sospiro e la prendo in braccio, mentre cammino verso casa un lupo nero
mi si
para davanti, seguito da uno marrone cioccolato. << La porto da Emily. Le ragazze
si prenderanno
cura di lei. >> come risposta ottengo solo due guaiti
accondiscendenti.
***
<<
Imprinting! Io? L’imprinting! >> Meg ed io,
seduti sul divano, ridiamo dell’entusiasmo di Seth che
saltellando da una parte
all’altra parla di lei, il centro del suo mondo.
Si chiama Ronnie, dicono sia bellissima, ma io non l’ho mai
guardata con attenzione, specialmente perché accanto a lei
c’è quasi sempre
Megan, che le da una mano per la spalla lussata, e in quei momenti il
mio
interesse è dedicato del tutto alla seconda persona. A volte
mi sento un
invasato considerando il modo maniacale
in cui esamino ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni sua
smorfia… emh… Dicevo.
Ronnie: È ridotta a un mucchietto d’ossa rotte,
povera ragazza, d’altro canto
sono arrivato giusto in tempo per salvarla, quel vampiro con lei
avrebbe
sicuramente fatto una bella cena se non fosse stato altrimenti. Per
buona sorte
o chissà quale Dio misericordioso siamo anche riusciti a
rintracciare i
genitori e a far sorbire loro la bugia provetta del suo falso
sbandamento in
bici, e da quel giorno è entrata, con gran gioia di tutti, a
far parte della
nostra famiglia.
<< Non poteva capitarti ragazza migliore, Seth.
>> dice Meg, sorridendo contenta per l’umore
dell’amico. Corrugo le
sopracciglia, perplesso, poi soffoco una risata. Ti
sbagli Meg, sei tu la ragazza migliore... – Jake, basta!
È ufficiale.
Stai farneticando!!
Embry entra in casa e ci lancia un’occhiataccia: non gli va
ancora giù il coronamento della storia d’amore tra
me e Meg. Dopotutto come
dargli torto? Si è preso una bella batosta!
Sorrido strafottente e mi volto verso Meg, avvicinando il
mio viso al suo con l’intento di farlo davvero impazzire, ma
proprio mentre le
nostre labbra stanno per incontrarsi…
<< Ahhhhhhhhhh?! >> Meg si volta di scatto
sobbalzando, io tiro indietro la testa e maledico con tutto me stesso
quella
scriteriata di Kim rispendendo ilfiato che mi è venuto meno
per lo spavento.
<< Cosa? >> urla Meg, ridendo.
<< Edward… e Bella! Non ci credo, Meg, vieni a
sentire! >> la voce di Claire risuona nel soggiorno di
casa Clearwater,
con un’intensità tale da far vibrare le pareti di
legno massiccio che la
compongono.
Mi volto verso il luogo di provenienza della sua voce e alzo
un sopraciglio, perplesso. << Dimmi che non è
quello che penso io…
>> sussurro, più a me stesso che agli altri.
Già da un po’ di tempo il
rapporto tra me e Bella si è un tantino raffreddato, lei
è entrata in fissa con
la questione della trasformazione, noi siamo contrari invece, e ci
fidiamo
ciecamente del patto. Per quanto riguarda l’amicizia tra
Bella e Meg… caspita!
Quella sembra andare a gonfie vele.
<< Non preoccuparti, so che tiene a te… non ne
sarebbe
capace, non prima di avvisarti almeno. >> per risposta
alla sua rassicurazione
faccio una smorfia di sufficienza, lei mi guarda mordendosi il labbro e
mi
deposita uno schiaffetto affettuoso sulla guancia, subito dopo un bacio
altrettanto affettuoso sullo stesso punto, poi si alza e va spedita
verso il
soggiorno, sicuramente spinta dalla sua solita curiosità, a
scoprire l’ultimo
gossip sulla “coppia dell’anno”, come
colonna sonora della sua uscita di scena
si sentono le risatine stridule e gli urletti delle ragazze –
alla quale si è
aggiunta anche Rachel, adesso – la seguo con lo sguardo
finché non sparisce
definitivamente dietro la sottile tenda d’organza color
porpora, e a quel punto
torno a concentrarmi su Seth, aprendomi in un sorriso decisamente
spavaldo.
<< Non siamo tutti presenti, dov’è
la tua metà, Setthy?
>> dico ridendo alla sua espressione frustrata per
l’assenza di Ronnie,
in realtà lo capisco, purtroppo all’inizio
è quasi insopportabile stare lontani
per troppo tempo e si ci preoccupa per un ritardo, anche se quello in
questione
è di appena cinque minuti.
<< Jacob, smettila di prenderlo in giro… sei
quasi
morto d’infarto quando due anni fa Meg si è persa
al centro commerciale.
>> borbotta Leah, che si siede al mio fianco, prendendo
le difensive del
fratello. La risata fastidiosa di Embry seguita da quella trattenuta di
Seth mi
fanno sbuffare.
<< Avevo paura che l’avessero rapita!
>> mi
giustifico arricciando le labbra. << Il commesso la
guardava in modo
strano, e poi zio Harry e papà l’avevano affidata
a me! >> continuo,
corrugando le sopracciglia. Mi ricordo di quello spavento, non riuscivo
a
trattenermi dal dare in escandescenze. Avevamo quindici anni e lei si
era
fermata al reparto CD ispezionando ogni scaffale in cerca
dell’ultimo album de Keane,
senza accorgersi della nostra assenza.
<< A-ah, certo. >> dice Leah in tono
scherzoso,
dandomi due pacche fraterne sulle spalle e ridendo. <<
Quel tipo si che
la guardava in modo strano?! >> e qua Embry scoppia di
nuovo in una delle
sue risate composte di grugniti e sospiri profondi. Un suono
tutt’altro che
armonioso, come invece lo è la risata di Leah. Sorrido
guardandola, sono
contento che si sia ripresa dal dramma di Paul, qualcosa mi dice che
però
ancora ci soffre, ma come fa sempre, cerca di mostrarsi dura e
impassibile, non
dandolo a vedere, inoltre è l’unica che non urla e
saltella per tutta la casa
come un’ossessa.
<< Non sento le urla di Meg… >>
commento a quel
proposito, corrugando le sopracciglia, insospettito.
<< Magari urla in silenzio! >> sbotta la
vocina
concitata dal fiatone di Ronnie, arrivata in quel momento, sorride
ammiccante e
si siede sulle gambe di Seth. Adoro vedere come i loro occhi
s’illuminino!
…che
femminuccia che sono a volte. << Scusa Seth, i
miei
rompevano, ma alla fine li ho convinti dicendo che avrei dormito a casa
dei
Black, Billy e Meg mi avevano già detto che per loro andava
bene quindi…
>> lui annuisce e sorride, poco dopo Meg rientra in
salotto, il viso
tutt’altro che allegro, sorride stentata a Ronnie e mi guarda
facendo una
smorfia di dolore.
<< Meg? >> mormoro spaesato, osservandola
ciondolarsi da un piede all’altro, mentre arriccia le labbra.
Lei lancia
un’occhiata veloce alla tenda in organza, dove Claire con gli
occhi sbarrati
scuote la testa, Kim mi guarda spaventata, fa un sorrisone e presa alla
provvista con un gesto secco tira la tenda a coprire sia la sua faccia
sia
quella di Claire. << Che cosa state tramando?
>> dico, rivolgendomi
a lei.
<< Niente … Bella e Edward ci raggiungeranno a
First
Beach, Ronnie è arrivata, quindi siamo tutti! Possiamo
andare… Sam! >>
tutti si alzano dal divano e le ragazze guizzano da una parte
all’altra della casa
raccattando il necessario per la serata, quasi non mi rendo conto del
modo
frenetico ma capace con cui cambia il discorso, lascio correre e una
volta che
tutti sono sulle rispettive macchine, trascinandola in cucina con la
scusa di
prendere dei marshmallow, la guardo di sbieco e le blocco ogni
eventuale via di
fuga, parandomi davanti la porta con aria innocente.
<< Si può sapere cos’è
successo? >> si stringe
nelle spalle e tenta di chiudere le fibbie del borsone.
<< Avete riempito troppo la borsa viaggio e adesso non
vuole saperne di chiudersi. >> commenta seccata,
mettendosi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio e stringendo la mascella dallo
sforzo che mette nel
cercare di ricongiungere i due componenti delle fibbie.
Le fermo le mani e faccio tutto in dieci secondi, allontano
la borsa, mettendola al centro del tavolo, e scuoto la testa.
<< Parlo
degli urletti delle ragazze… e della tua faccia da funerale!
>>
Fa una smorfia. << Io non ho una faccia da funerale!
>> borbotta, incrociando le braccia al petto.
<< e poi, Bella ha
insistito, vuole… vuole parlartene di persona.
>> sussurra poco dopo,
tentando di accarezzarmi. Scanso la sua mano e stringo le mie in pugni.
<< Vuole parlarmi! E di cosa? … sono
più che certo,
quel succhiasangue… io…! >> Lei
indietreggia, solo in quel momento mi
accorgo di stare inevitabilmente tremando, la mia foga si spegne quando
mi
rendo conto della mia stupidità, riflessa negli occhi lucidi
e spalancati di
Meg.
<< Penso proprio che dovremmo andare. >>
sussurro appena, chinando lo sguardo verso il pavimento,
l’odio che in quel
momento abita nei suoi occhi dissipa ogni mia rabbia.
Anche lei china lo sguardo, forse rendendosi conto
dell’espressione che aveva assunto, annuisce e si allunga sul
tavolo per
recuperare la borsa, senza dire una parola, esce dalla stanza, sospiro
passandomi una mano trai capelli e mi guardo alle spalle, poi la seguo,
e poco
prima di chiudermi la porta dietro, con un altro sospiro e un'altra
briciola di
consapevolezza in più spengo la luce dell’ingresso.
In meno di un’ora siamo già davanti il
falò, tutto procede
stranamente in modo silenzioso, come se tutti fossero in attesa, ed in
effetti
è proprio così. Aspettiamo i Cullen.
Non posso ancora crederci, eppure quando il dottor Carlisle
e sua moglie – che credo si chiami Esme – hanno
saputo di quello che avevamo in
mente di fare hanno cortesemente chiesto a me, per quanto ormai sia
diventato,
anche senza nulla di ufficiale, portavoce del branco se potessero
assistere una
sera di quelle.
In realtà avevo accettato solo perché Seth mi
aveva
torturato fino alla noia per tre semplici motivi che ha perfino
puntualizzato
più di una volta:
- Non
vede l’ora di far conoscere Ronnie a Bella e Edward;
- Anche
se fa parte del branco, il suo rapporto con i Cullen è
tutt’altro che forzato, cosa che in realtà non
piace molto a nessuno;
- Si
diverte da morire nel sentire i borbottii di Nonno Quil.
In effetti,
ora che ci penso già a immaginare la faccia del
vecchio Ateara mi sento un po’ meglio.La serata non sarebbe
poi stata niente di speciale. Semplicemente
Sam ed Embry, ascoltando Quil raccontare una leggenda originaria della
nostra
tribù a Ronnie, hanno pensato che purtroppo non tutti
riescono a raccontare con
precisione i fatti e con l’idea spaventosa che le nostre
tradizioni andassero
perdute nel tempo si è deciso di fare qualcosa. Un incontro
al mese in cui Billy,
Sue, Harry e Quil Senior avrebbero avuto
l’opportunità di raccontare quelle
meravigliose storie che parlano di lupi, freddi e spiriti giuda mentre
Emily avrebbe
trascritto tutto su un foglio. Proprio come avevano già
fatto i cattolici con
la Bibbia o i greci con i loro miti noi trascriviamo delle storie
trasmesse
oralmente per far sì che il tempo non le modifichi o le
faccia sparire.
Sollevo lo sguardo dal
fuoco e guardo Meg, precisamente
dalla parte opposta, e attraverso le fiamme ci scambiamo uno sguardo
neutro,
quasi spaesato, involontariamente ancora per una volta mi ritrovo a
pensare
quanto sia bella e unica, e a quanto io sia stato brusco e indecente
con lei
poco più di un’ora fa in cucina. Mi sento in
colpa, lei scosta lo sguardo, e
ora mi sento perso, faccio un respiro denso e quando mi decido ad
alzare il
culo dal tronco è troppo tardi.
<< Sono
arrivati. >> esclama Seth, annusando
l’aria, Ronnie lo osserva curiosa e divertita al contempo.
Anch’io sento il
loro odore nell’aria, ma mi rifiuto di voltarmi a curiosare e
continuo a
concentrarmi su Meg, che adesso sorride a Embry rifiutando gentilmente
un
hot-dog, quando anche lei si alza per accorrere alla venuta dai Cullen,
lui si
stravacca sconfortato sul sediolino pieghevole che occupava e mi lancia
un’occhiata disperata, io non trattengo un sorriso orgoglioso
e mi chiudo nelle
spalle con il mio solito comportamento da gradasso <<
Im-prin-ting
>> sillabo ovvio, sbuffa.
<<
Allora, che ci siamo persi? >> interviene la
voce di Bella, sollevo lo sguardo, lei sorride malinconica, forse delle
nostre
sempre più rare uscite, e senza la minima esitazione si
siede al mio fianco,
cerco con la coda dell’occhio Meg e la vedo chiacchierare con
Alice e
l’armadio, Emmett. Quei Cullen proprio non mi piacciono, e
vista la presenza
della montagna vicino a Meg mi viene anche voglia di prenderlo a pugni,
ma so
per certo che è già sposato con quella
sottospecie di vampira bionda alias
megera, slavata e ottusa. Quindi questo mi frena e mi convince a
concentrarmi
di nuovo su Bella.
<<
Niente, aspettavamo voi per cominciare. >> dico,
e anche non volendo il mio tono di voce è riluttante.
<< Meg mi ha detto
che volevi parlarmi. >> le dico senza più
guardarla dopo una breve pausa,
serio.
Lei annuisce,
<< Voglio che il mio migliore amico
sappia … >> la fermo, respirando a fatica.
<< Forse
dovresti smetterla di dichiararmi tuo
migliore amico, forse non ti sei accorta che l’equilibrio
delle cose sta
andando a farsi benedire… insomma, guardaci! Licantropi e
vampiri radunati
insieme. >> prendo fiato e scuoto la testa.
<< tutto per ottenere
cosa, Bella? Quello che vuoi. Tu vuoi sempre tutto quello di cui pensi
di aver
bisogno passando sopra tutto e tutti. C’entra la tua
trasformazione? Eh?
>>
Ed ecco che rivedo
l’espressione che poco prima abitava
nello sguardo di Meg riproporsi negli occhi di Bella. <<
Indirettamente.
>> sussurra fievole, io socchiudo gli occhi.
<<
Cos’è? Una minaccia celata? >>
ringhio.
<< Jake
Edward ed io abbiamo deciso di… >> il
suono sgradevole e antiquato di un campanaccio per animali da stalla le
impedisce di finire.
<<
Allora, è già tardi, direi di incominciare!
>> dice Sue, poi guarda Emily e facendo un cenno del capo
la persuade ad
aprire un piccolo libro rilegato in cuoio dalle pagine appositamente
bianche e
ad aprire la penna con un click sonoro e rimbombante.
Papà dopo
aver finito di masticare il suo marshmallow
abbraccia teneramente e possessivamente Meg, schiarendosi la voce e
incominciando a raccontare. E non so perché, anche essendo
più che consapevole
dell’impossibilità che mio padre ha nel
difendersi o nel difenderla, vederli abbracciati,
vederla protetta tra e sue braccia, mi mette subito serenità.
<< Ho
deciso di raccontare una storia che sia Meg sia
Jacob saranno sicuramente curiosi di sentire. >> dice, la
sua voce
possente risuona nell’attenzione e nel silenzio assoluto.
<< Qual
è il titolo? >> chiede Emily, tenendo
sospesa a pochi centimetri dal primo foglio la penna.
<<
Questa leggenda parla della difficile vita di Amelia
e Annìka >> Megan ed io ci guardiamo,
interrogativi, evidentemente anche
lei non riesce a capire e non ricorda di aver parlato di questa
leggenda, che a
giudicare dalle facce dei presenti solo Quil Senior e Sue conoscono,
per di
più vedo uno strano sguardo, un impreciso sentimento negli
occhi color miele
dalla signora Cullen, tanto più in quello del dottor Cullen
e di Alice. <<
Era l’anno 1927, Amelia e Annìka si amavano,
c’era solo un problema, lei era
una vampira, lui un licantropo. >> in quel momento con un
brivido di
troppo capisco a che cosa si riferisce mio padre e annuisco fiocamente,
poi un
ringhio interrompe il racconto e rompe il silenzio, quando ci voltiamo
tutti
verso il guaito, Edward era sparito.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Cosa
sarà mai
successo? O.O” Oh-santissima-nutella!!!
Dov’è andato Eddie? chi era il vampiro nella
foresta???? E perché Esme, Carlisle
e Alice hanno quelle facce??? AHuahUAHuhauH… io lo so! XD
Però sono
curiosa di sapere cosa si agita nelle vostre testoline! SODAGGIO:
SECONDO VOI CHE COSA E’ SUCCESSO?
Vediamo se siete in
grado
di capire ancora prima che vi spieghi. Il capitolo era lungoooooo
(quasi dieci
pagine ^^” ) e postarlo tutto mi sembrava antiproduttivo
(manco fosse un
one-shot) e poi così ho il tempo di perfezionare il tutto!
(sempre che le mie
odiose prof assetate di interrogazioni me lo permettano)
…. Chissà perché oggi ho
la fissa per le parentesi O_o
Babbè, cmq…. Ho fatto
una pazzia!!! 8D vi spiego,
tutto è iniziato con me, che mangio una mela mentre sono
intenta a mettere lo
smalto azzurro, la macchina fotografica era troppo vicina, la mia
ispirazione
artistica era al massimo così ho
fatto
una foto alla mia manina che tiene la mela, l’ho modificata e
…. TADà!!! Una
copertina versione “Twilight” reinventata solo per
I Love With a Legend”! SONO
STATA BRAVA???? *-* ehhh?
Ditemi cosa ne pensate,
potete vederla postata sulla pagina del PROLOGO di questa storia.
Ditemi che ve ne pare!! :)
Risposta alle recensioni:
Dackota: Ciao!!!
*-* tu sei la scrittrice di quella storia che mi fa morire dalle
risate!! XD mi
fa piacere ritrovarti nella mia! Come hai fatto a leggere
così velocemente?? O.o
Wuoa sei un fulmine! ;) … Grazie per i complimenti su
Maggie! :D
Ti appoggio perfettamente per
quanto riguarda Bella, brutto rifiuto umano/animale -.-, sono contenta
della sua
storia d’amore con Edward solo ed esclusivamente
perché lui NON-E’-JACOB! Leah
*-* è vero, mia piccola cara….Ma non ti
preoccupare, sto lavorando per lei U_U xD
Jake e Meg hanno due
caratteri troppo simili e finiscono per litigare, ma dopo ogni litigata
si fa
pace!!! Certo… Jacob per ora, e non immagini quanto mi
secchi ammetterlo, sta
male per Tonto-Bella perchè dopotutto è la sua
migliore amica( che idea obbrobriosa…
>__<), e le brutte abitudini tardano a morire
-.-“, ma non può trattare
così Meg, ti pare??? >___<
La sceneggiata di Bella e
Meg continua alla tra grande *-* ovviamente solo perché che
la MIA Meg, sennò
sarebbe già tutto scoperto con quella testa di nocciolina
bacata che si ritrova
Swannetta !U_U
Tranquilla… Nessie è
ancora lontana e non sono molto sicura di quello che avverrà
O.o
Jake spezzerà le gambine a
Meg??? Possibile! Ma non ora! XD
Mamma quanto parlo O.O” …
vabbè, la spetto! :D alla prossima, dimmi cosa ne pensi.
Vale.
liala90:
Lo so, lo so. Stai rosicando, vero??? XD SCUSA, SCUSA, SCUSA, SCUSA!!
ihihihihihih ( intanto ci godo! >___<
XD)
*3* anche a te piacciono
quando i due fanno gli impacciati!! XD sono così
carini… e umani =__= a volte
non sopporto la mancanza di umanità, invece con tutto
quell’imbarazzo
sembravano così…. Normali!
Per quanto riguarda il
capitolo, si è importante, ma lo sarà molto di
più il prossimo, perché si
piegheranno tante cose. VISTO SETTHY? Piccolo amoreeee che ha avuto
l’imprinting!!
*-* wiii.
Dimmi che ne pensi! Visto
la nuova copertina??? *_* vabbè, vado XD un bacio, Ciaooo.
Morgana92:
ciao! Ti mancava la mia storia *-* che caluccia! TENERO Jake. si, lo
so… anche
se per come si è comportato con Meg io gli avrei rotto una
scopa in testa mandandolo
al paese del sedere! U_U Siiii…
sono
troppo romantica per far finire male le cose sta tranquilla, il mio
sarà un
lieto fine, contorto, ma ci sarà! xD a presto! BACIONE!
Ed4e: Ma
che diciiiiiiii…. Il lieto fine ci sarà!!! Stai
tranquilla!!!! U_U mi conosci,
lo sai che sono troppo romanticona per far finire tutto a merrrrrrda
>__<
Jake e Meg forevererever!! *ù*
Tesoroooo!! *_* vista l’immaginetta
nel prologo? Sono stata brava, vero? (‘Dio quanto sono
orgogliosa U_U) allora? Rispondi
al sondaggio, vediamo se ci azzecchi! Che ne pensi della sfuriata senza
senso
di Jake? è stato cattivo non è vero???
>___<
Dimmi cosa ne pensi del
capitolo… Annìka è un nome tedesco
=__= ma non lo so, mi sembrava appropriato! XD
tu che dici? Un Bacio! Ti amo!!! XD Vale.
|
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Capitolo 20 *** \\ 18. Odio essere quello che sono… amo odiare quel che ho ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 18 ೬ ೂ❤ ೄ
Odio essere quello
che sono… amo odiare quel
che ho.
Jacob
<<
Oh cappero! >> sbotta
Emmett, guardando allibito l'oscurità del bosco dove si
è diretto Edward di
gran furia. Tutti siamo sorpresi in effetti dal suo insolito
comportamento;
tutti tranne i signori Cullen e Alice. La nana vampirizzata lancia
un'occhiataccia
a mio padre, scuote la testa e poi si alza, raggiungendo con calma,
compostezza
e la sua solita eleganza il fratello, finendo anche lei inghiottita dal
buio
che regna nel bosco.
<< Ma che acc...? >>
borbotta Leah, fortunatamente Ronnie emette un suono
seccato, sorridendo appena a labbra strette e le tappa la bocca prima
che
potesse finire di parlare. Bella, disorientata, guarda Carlisle, forse
con
l'intento di capirne un po' di più in quel caos composto,
sconvolto e
silenzioso, ma evidentemente dalle smorfie che fa lui non ne ricava un
granché
in termini di chiarezza. << io vado a cercarlo.
>> dice allora,
decisa, alzandosi dal tronco, la blocco afferrandola per la maglietta.
<< Neanche per sogno! Tu resti seduta qui.
>>
sentenzio piatto, con la solita pretesa di uno che non accetta
repliche.
Un'altra delle numerose smorfie del dottor Cullen la convince
più delle mie
parole a rimettersi seduta.
<< Tornerà... >> dice poi la
moglie, con un
tono di voce dove, a differenza della sua natura, sarebbe comparsa una
piccola
lacrima dignitosa. <<
deve soltanto
prendere un po’ di lucidità.
Amelia… >>
Bella si agita, al mio fianco, e strabuzza gli occhi.
<< Amelia, cosa? >> borbotta, nervosa.
Emmett fa un sorrisino impacciato e scuote entrambe le
mani, accompagnando il loro movimento con la testa. <<
Frena, frena… non
è come pensi. >> dice, poi abbraccia Esme,
sospirando.
Jasper si concentra su Bella, in un attimo la vedo
rilassarsi, la capigliatura leonina del vampiro si muove in direzione
di mio
padre, con un cenno del capo. << Forse è
meglio che il signor Black
continui la storia, eh? >> dice, cercando di rassicurarla
più di quanto
non l’abbia già fatto.
<< Forse… >> balbetta a quel
punto Meg, con
un tono di voce basso e incerto, poggiando una mano
sull’avambraccio di mio
padre.
Mi sporgo verso di loro e noto una nota di pallore sul
suo viso, mi alzo dal tronco, allarmato.
<< Meg? >> mormoro preoccupato, prendendole
la mano, lei mi guarda, la sua espressione è a dir poco
nauseata, ma per
rassicurarmi accenna un lieve sorriso.
<< Jake… potresti… portarmi a casa?
>> mi
chiede, arricciando il naso quando la nausea prende il sopravvento.
<<
Deve essere stato qualcosa che ho mangiato. >> conclude
chiudendosi nelle
spalle.
<< Billy, tu potresti rimanere e chiarirmi la situazione?
>> domanda Bella, con un sorriso, mordendosi il labbro.
<< … ti, ti
posso riaccompagnare io a casa… oppure può farlo
uno di loro. >> lui
annuisce, bacia la fronte a Meg e le sussurra qualcosa
all’orecchio,
evidentemente deve essere divertente visto che scoppia in una risatina.
<< Ci vediamo domani mattina, allora. >>
dice
Meg, annuendo a sua volta.
La sollevo da terra di peso e dopo aver salutato tutti mi
avvio verso la macchina, una volta nell’abitacolo la guardo
allacciarsi la
cintura e sospirare malferma posando lo sguardo al di là del
parabrezza.
<< Non è stato per qualcosa che hai mangiato,
vero? >> le domando,
accendendo il motore.
<< Penso sia stata la questione della leggenda e
tutto il resto… questa tensione mi attorciglia lo stomaco
senza un motivo
logico. >> mi spiega, poi guarda il finestrino.
<< Hai parlato con
Bella? >> chiede a sua volta, voltando ancora una volta
il viso in
direzione del finestrino, con aria di sufficienza.
<< Stavo per farlo, ma non ne ho avuto il
tempo…
>> poi sospiro di nuovo. Faccio inversione e finalmente
rientriamo nella
strada sferrata, la fisso con la coda dell’occhio e allungo
la mano, in modo da
poter prendere la sua, ma lei si scansa. << Cosa ti
prende? >>
irritato, pianto il piede sul freno e mi volto a guardarla.
<< Sei
strana! Stai male senza un motivo, mi tratti come se mi conoscessi
appena… Meg!
>> la afferro per le spalle, scrollandola leggermente.
<< … Meg! Rispondi!
>> lei mi guarda, i suoi occhi sono lucidi, belli e
appena un po’
spaventati, mi fermo e le carezzo la guancia, mordendomi
spasmodicamente l’interno
della guancia.
<< Sarei io adesso quella strana…?
>>
commenta, seccata e con un filo di sarcasmo nella voce, fermando la mia
mano e
poggiandola cautamente sul pomello del cambio. <<
… non so, forse sarò
anche un tantino eccentrica, ma chiedermi perché mi comporto
in modo strano
quando sei tu ad aggredirmi come fossi un cane che ha fatto i bisognini
sul
tappeto non… >>
<< Meg, cosa stai dicendo? >> ringhio,
battendo leggermente le nocche sul volante e guardandomi intorno,
spazientito.
<< Sono nervoso… cerca di capirmi.
>> scuote la testa, soffocando
una risata senza entusiasmo.
<< Invece no, non ci penso nemmeno. >>
parla
con voce impastata e strozzata. << Mi hai trattata
come… >> non le
do il tempo di finire, respirando profondamente e parlando al suo posto.
<< … come in quel momento avrei trattato
Bella. Lo
so, ho sbagliato, e mi dispiace, ti chiedo scusa, ma dovresti almeno
provare a
capire come mi sento nel sapere che da un momento all’altro
il patto possa
essere violato, e Bella diventare un vampiro. Non saprei davvero che
fare
perché il trattato mi ordina di uccidere ogni vampiro, e
questo significherebbe
uccidere anche la mia migliore amica! >> ora i nostri
occhi sviano il
contatto visivo nascondendosi nei
rispettivi angoli in mezza luce
dell’abitacolo, lei respira a fatica e poggia la
mano sulla maniglia del
portello, aprendolo. << Megan dove stai andando?
>> mormoro,
guardandola di sbieco.
<< Scusa, e che devo… >> barcollando esce fuori
dalla macchina e si
inginocchia sul bordo della strada con un lamento. Scendo di corsa
dalla
macchina e mi chino al suo fianco, sorreggendole la fronte mentre
vomita. Lei è
così, se non lo sapessi potrei preoccuparmi seriamente, fa
proprio paura quando
fa così, ma so che è la sua reazione al
nervosismo, l’avevo capito
immediatamente, e da quando ha sette anni che il nervosismo le provoca
nausea,
vomito, le fa sudare freddo e la fa tremare come una
foglia.
<<
Basta, Meg… >> soffoco sofferente,
stringendola dalle spalle quando vedo
il suo corpo scosso da brividi violenti, per
via del freddo che l’ha colta alla sprovvista.
<<
Jake… >> mormora,
tremando.
<< ti prego, stai zitto. >> e cerca di
essere prepotente, ma alla
fine la voce le viene meno.
<< ti
porto a casa. >> dico, sollevandola nuovamente di peso,
poi le bacio la
tempia. << forse è meglio se riposi.
>>
<<
Shhhhh. >> sibila, arricciando il naso infastidita e
sventolandosi una
mano davanti la tempia, per scacciare le mie labbra . <<
… taci, ti
scongiuro. >>
Aggrotto le
sopracciglia e non sapendo se fare l’offeso per quello che mi
ha detto o se
preoccuparmi realmente per lo stato in cui è ridotta la
adagio sul sedile e
vado al posto guida, sospirando.
Apro gli
occhi solo quando una fitta lancinante all’altezza del collo
mi costringe a
farlo, tossisco per nulla turbato dal dolore e affondando maggiormente
il viso
sul cuscino faccio un profondo sospiro, che finisce per diventare uno
sbadiglio
sguaiato. << Sfaticato! muovi il culo…. Ma
perché devo scegliere sempre quell’insulso
sasso? Devo decidermi una volta per tutte di passare alla carta!
>>
Ed ecco
spiegato il dolore al collo e gli insulti di prima mattina. Le ragazze
avevano
giocato a morra cinese per contendersi l’onore di svegliare
Jacob-morto-apparente-Black
e Leah aveva vinto… o aveva perso (dipende dai punti di
vista).
In un
momento di lucidità la faccia pallida, scontrosa e nauseata
di Meg sovrasta i
piccoli brusii che di solito la mattina mi ricordano cosa devo fare,
perché,
dove e quando, proprio come un’agenda elettronica. Mi volto,
mettendomi a
pancia in su e osservo con occhio critico Leah, incavolata nera di
prima
mattina, guardarmi di sbieco poggiata alla scrivania. <<
Meg? >>
mormoro, sbadigliando ancora.
Lei si apre
in un sorriso eloquente, poi improvvisamente mi fulmina con lo sguardo
e mi
lancia la pallina di Wendy.
<<
Leah… >> mi lamento, afferrando la pallina con
una mano prima che
s’infrangesse sul mio viso e posandola sul comodino con aria
seccata. <<
questo a cosa è dovuto? >>
<< Sta
bene. >> dice secca, con stizza. << ma ce
l’ha ancora a morte con
te. E talaltro fa anche benissimo. Sei stato uno stronzo, fai tutto
questo
unicamente per quella stupida ragazza-vampira con un’ameba
per cervello.
>> Ovviamente capisco subito a chi è riferito
la squisita lista di
aggettivi alla fine del discorso, alzo gli occhi al cielo e impreco
alzandomi
dal letto.
<< Tu
non c’entri. >> mormoro procedendo a passi
svelti verso la porta, poi mi
fermo e mi volto a guardarla. << secondo te come dovrei
comportarmi?
>> le chiedo esasperato.
Lei
squittisce qualcosa di incomprensibile e con un sorrisino astuto dice:
<<
non mi avevi appena detto di farmi gli affari miei? >>
<< Non
esplicitamente. >> mormoro espressivo. Lei fa una smorfia
poco convinta,
poi scrolla le spalle e solleva un sopracciglio.
<< Tre
parole risolverebbero la questione al meglio: niente –
più – Bella. Eh?
>> mi guardava, annuendo appena, con le mani protese a
palmi aperti verso
di me.
Scuoto la
testa con uno sbuffo e vado di nuovo in direzione della porta.
<< Non se
ne parla, è la mia migliore amica…voi siete tutte
matte. >> mormoro,
mentre vengo attirato al piano di sotto da un profumino parecchio
invitante.
<<
Quil, dai quel muffin a Meg! >> dice la voce di Emily,
proveniente dalla
cucina, poi si sentono delle risate e infine un minuscolo schianto.
<< Siamo
alle solite… >> mormora quasi disinteressata
la voce di zio Harry,
sicuramente mio padre è al cimitero visto e considerato che
ogni sabato andare
a trovare mamma per lui è una tappa fissa.
L’aroma di
cioccolato e burro d’arachidi mischiato a caffè,
latte e pane tostato contorce
il mio stomaco e lo fa brontolare. Arriccio il naso e mi dirigo deciso
verso la
cucina. Affamato. Un altro brontolio, mi poggio una mano sullo stomaco
e mi
mordo il labbro. Rettifico: terribilmente affamato.
<<
Buongiorno. >> dico piatto, entrando e riservando un
mezzo sorriso a
Emily, che mi porge immediatamente un muffin.
<< So
quanto ti piacciono, te ne ho messo uno da parte. >>
sorrido e le bacio
la fronte.
<<
Grazie, cosa farei senza di te. >> dico quasi in tono
teatrale,
azzannando con avarizia il dolce e sedendomi sulla sedia di legno,
accanto
Quil.
<<
Facile! >> squittisce Ronnie, portandosi alla bocca una
fetta di pane
tostato. << Moriresti di inedie… Quil aveva
messo il turbo! >>
rido, voltandomi nella sua direzione, lui risponde con un sorriso
forzato e
tutt’altro che divertito. Il suono del telefono di casa lo
ferma, Paul entra in
cucina, stampa un bacio sulla guancia di Rachel e risponde al telefono
con un
“pronto” poco garbato, poi sgrana gli occhi e
fulmina Meg con lo sguardo.
<< Meg! C’è il succhiasangue al
telefono, chiede di te.>>
Lei si alza
dal tavolo masticando il muffin che aveva preso a Quil e risponde al
telefono.
<< Alice? >> dopo appena cinque secondi
anche i suoi occhi si sgranano.
<< Arrivo subito. >> balbetta, poi attacca
la cornetta, afferra il
suo cellulare dalla tavola e se lo ficca in tasca.
<< Ci
vediamo a cena, devo andare! >> dice, rispondendo allo
sguardo
interrogativo di Seth.
<<
Dove? >> le domanda Paul, infastidito. Lei gli bacia la
guancia per
tranquillizzalo e sospira.
<< Non
mi crederesti! >> sbotta, acchiappa la borsa che le tende
Ronnie e guizza
fuori dalla porta, facendola sbattere.
<< Non
mi ha neanche salutato! >> sbotto adirato con lo stesso
tono lamentoso che
usa solitamente nonno Quil, ingoiando un boccone di muffin.
<< Alice si
sarà accorta che non ha degli stivaletti verde vomito
così l’ha chiamata a
rapporto per correre a Seattle. >>
<< Non
era la puffa! >> dice Paul, guardando ancora la porta,
come se volesse
fermarla.
<<
Allora chi era? >> chiede Embry, togliendo un croissant
dalle mani di
Seth e portandoselo alla bocca.
<<
Edward. >> risponde, teso.
<<
Edward?? >> chiede sgranando gli occhi zio Harry,
distogliendo
l’attenzione dal suo giornale.
<<
Cosa vuole da Meg? >> sbotta altrettanto interrogativo
Seth, spintonando
leggermente la spalla di Ronnie per porre fine alle coccole del
buongiorno.
<<
Questa storia non mi piace… >> borbotta Embry,
scuotendo la testa con
fare possessivo.
<<
Perché pensate sempre male? magari Bella ha chiesto a lui di
chiamarla!
>> mormora Claire, benevola come sempre.
<<
Quello che mi stupisce di più è vedere Jacob
ancora seduto a tavola. >>
commenta acidamente Leah, storcendo il naso. In un attimo
l’intera tavolata si
gira a guardarmi.
<<
Jake, insomma dì qualcosa?! >> mi grida Quil
all’orecchio, << Terra
chiama Jaky! >> continua, più scherzoso.
Gli lancio
un manrovescio e sbuffo, << Vaffanculo, Quil!!
>>
<<
Jacob, moderiamo i termini! >> mi rimprovera zia Sue, in
tono affettuoso.
<< Quil voleva solamente accertarsi della
tua attenzione. >> continua, porgendo una
tazza di caffè a zio
Harry, che la ringrazia sorridendo.
<< …
Fidati, lo facevo per rompere i coglioni. >> sussurra
Quil vicino il mio
orecchio, ridendo sotto i baffi.
<<
Davvero non t’interessa che Meg sia u-s-c-i-t-a
con E-d-w-a-r-d ? >>
insiste
poco dopo Leah, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
Solo in quel
momento realizzo davvero…
Edward?
… Meg? … cosa?... come? …
DOVE?!
Mi alzo e
guardo la porta, poi, schizofrenico, mi stravacco di nuovo sulla sedia
e lascio
crollare sul tavolo la testa, che atterra con un tonfo sordo contro il
legno
coperto dalla tovaglia arancione macchiata di latte e succo
d’arancia. <<
Sto perdendo colpi… >> mormoro avvilito. Ero
così adirato nel considerare
disgustato il fatto che non mi avesse salutato da ignorare
completamente la
questione per cui era dovuta allontanarsi.
<< Oh,
Jaky… questo è poco ma sicuro…
>> blatera Jared, spalmando la marmellata
sul suo toast.
<<
Jerry!! >> lo rimprovera Kim, lanciandogli un piccolo
schiaffo sulla
nuca. << Sta’ zitto! >> sorride
scuotendo la testa e mi carezza il
braccio. << Magari Claire ha ragione. Edward
avrà fatto un piacere a Bella…
lui ha lei e Meg ha te. Anche se fosse un’incontro tra loro
due non sarebbe
altro che una cosa tra “amici” … giusto?
>>
<< Lo
spero proprio per lui. >> ringhia Embry, scuotendo la
testa.
<< Io
lo dico sempre che da quando i vampiri si sono mischiati nelle nostre
faccende
non c’è più niente di normale in questa
famiglia… >> borbotta, sempre
pronto a batter ferro, nonno Quil. <<… neanche
le tresche adolescenziali
sono più normali. >>
<<
Nonno, cosa ci può essere di normale nei licantropi?
… cosa ci può essere di
normale nell’imprinting?! >> sbraito,
improvvisamente sveglio e attivo,
senza sollevare la fonte dal tavolo, ma agitando vistosamente le
braccia, per
dopo lasciarle ricadere con un ennesimo tonfo ai lati della mia testa.
<< In
effetti non credo che l’aggettivo normale sia
azzeccato… >> commenta
Ronnie annuendo e additando poco dopo, con un sorrisino saccente, la
faccia di
Jared, imbrattata di marmellata. << Insomma, io questo
non lo definirei
normale. >>
<< I
licantropi e l’imprinting rientrano nella nostra
normalità. >> controbatte
fiero il nonno.
<<
Cazzate! A volte vorrei soltanto essere un ragazzo della mia
età senza dover
preoccuparmi del fatto che probabilmente un o più vampiri
assetati di sangue si
divertono ad entrare ed uscire dal nostro confine con il Canada, a
volte vorrei
poter essere un coglione con i fiocchi, ubriacarmi come tutti i miei
coetanei e
stare con la ragazza che amo senza dover interrompere tutto da un
momento
all’altro per quei merdosissimi turni di ronda… e
quel fottuto imprinting, Dio
solo sa quanto lo detesto! Lo detesto, cazzo! >> solo
quando chiudo la
bocca mi rendo conto di quello che ho detto, di come l’ho
detto e davanti a che
pubblico. Mi guardo in giro, e vedo soltanto facce sorprese, taciturne
e
comprensive da parte dei miei compagni, espressioni accondiscendenti e
malcontente sui visi di zio Harry, zia Sue, Emily… e infine
la smorfia degnata
di nonno Quil.
<< Non
apprezzi il dono che i tuoi antenati ti hanno tramandato.
>> sussurra in tono
di rimprovero, con la sua voce rauca.
<<
Suvvia Senior, è pur sempre un ragazzo…
>> mormora zia Sue, poi mi lancia
un’occhiata. << E tu signorino, penso sia ora
di andare a quei poco
piacevoli ma necessari turni di ronda. >>
Annuisco e
ancora leggermente adirato vado in direzione della porta, anche Quil e
Seth si
alzano, pronti per andare, strizzo gli occhi ed esco ficcandomi in
tasca il
cellulare. L’avrei nascosto dentro il tronco cavo ad est
della foresta prima di
trasformarmi, così rintracciarla, qualora volessi farlo,
sarebbe stato molto
più semplice. Sollevo
gli occhi dal
display del cellulare sgranando gli occhi:
Un urlo… un
urlo familiare… troppo vicino…
<<
Bella…? >> balbetto, lanciando incurante i
bermuda sul porticato e
sfilandomi la maglietta.
<<
Cazzo, è lei! >> urla Seth, facendo
altrettanto ed incominciando a
correre.
Quell’odore
mi colpisce in pieno… dolce e nauseante: vampiro…
lo stesso che ha aggredito
Ronnie.
Perché
Bella è da sola?
<<
CORRI! SEGUI L’ODORE DI BELLA! >> urlo a Quil,
e mentre corro anch’io sento
il calore impossessarsi delle mie mani, facendole diventare zampe.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ed
eccomi…
in ritardo pazzesco! SCUSATEMI
:)
Ma sapete
anche voi, la scuola e tutto il resto… Bene,
allora…
COSA E’
SUCCESSO ANCORA?? O.O”
Lo
so, lo so…
non ho risposto a nessuno dei vostri dubbi, più che altro
questo è un piccolo capitoletto di stallo, ma vi prometto
che il prossimo (P.O.V. Meg) chiarirà molte cose,
tra cui la reazione di Edward. Ho tante domandine per voi: VI PIACE L'AFFINITA' TRA
EDWARD E MEGAN HO PENSATE CI SIA QUALCOSA CHE PUZZA? O.o
PER QUANTO
INVECE RIGUARDA LA NOSTRA EROINA: Secondo voi fa
bene a fare la sostenuta con Jaky?
E Jaky… E’
nervoso perché la sua migliore amica lo tiene
all’oscuro di qualcosa, è nervoso
perché Meg lo tratta con freddezza… E’
nervoso perché è nervoso! U_U
Per voi ha
un senso? POVERO IL MIO JAY!! *-*
Spero che le
sei meravigliose persone
che
hanno recensito possano perdonarmi, ma la vostra Vale ha
tanto sonno *si
stropiccia l’occhio* VI
ADORO, e vi
ringrazio… prometto di rispondere alle recensioni il prima
possibile.
STA FINENDO
LA SCUOLA… anche se il debito in greco è sicuro
come la morte >__<
Però mi
consolo pensando al mare!! *-*
P.S. E PER CHI ME
L’HA CHIESTO… SIETE
STATE BRAVE!!! RONNIE E’ PROPRIO NATA DALLA TIPETTA TOSTA DEL
MIO NICHOLAS
SPARKS – INOO !!! *O* ma io vi adorooo!!! UN BACIONE A CHI
L’HA CAPITO! ;D
|
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Capitolo 21 *** || 19.Confini immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro… ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 19 ೬ ೂ❤ ೄ
Confini
immaginari da rispettare e bugie da smascherare per loro…
Megan
Tiro il freno a mano e
osservo con un cipiglio concentrato e sconcertato il confine
immaginario che
divide me e la mia Golf dalla Volvo grigio metallizzata di Edward.
Scendo dalla macchina
afferrando la borsa dal sedile passeggero e mettendo le chiavi
dell’auto nella
tasca interna con aria nervosa m’incammino verso il confine,
pronta a superarlo
come se niente fosse. Per me in effetti non è vietato farlo,
ma per Edward si.
Lui esce dalla macchina e
mi riserva un sorriso storto. Ricambio forzatamente e mi sento in colpa
per non
aver salutato Jacob, per non avergli neanche rivolto uno sguardo
raggelante
come faccio di solito quando sono arrabbiata con lui. Dopo un respiro
profondo
mi lascio alle spalle La Push e mi avvicino al vampiro.
Lui arriccia il naso. <<
Scusa, lo so che non è proprio il massimo per te
incontrarci, ma era
necessario. >> annuisco, incapace di pensare ad altro che
non fosse il
viso assente di Jacob, lui mi sorride di nuovo, sta volta si nota anche
nei
suoi confronti un certo sforzo. << Problemi?
>>
Lo guardo ovvia. <<
Non capisco l’utilità di una risposta…
saprai tutto se continui a setacciarmi
il cervello. >> borbotto.
<< Era solo una
domanda di cortesia, quanto siamo irritabili!
>> sbotta seccato, poi con un cenno del capo
indica la sua macchina.
<< Sali, non mi piace restare così vicino al
confine. >>
Mi mordo il labbro,
lanciando uno sguardo alla Golf e al punto in cui nella mia testa
c’è una linea
gialla, ben marcata, e un cartello con su scritto a caratteri cubitali
“
VAMPIRI ALLA LARGA”, dietro quella striscia
c’è la mia salvezza, quella che la
mia famiglia e i miei amici mi hanno quasi imposto per la bellezza di
diciassette anni, e invece dall’altra parte che un Cullen,
che con
un’espressione indifferente mi dice di salire in macchina.
<< Meg, ti do due
motivi buoni per i quali non ti dissanguerò: uno, mi sono
appena dissetato.
Due, puzzi terribilmente di licantropo. >> ed ecco
spiegato il perché si
ostini ad arricciare il naso, scrollo le spalle e mi mordo il labbro.
<< Jacob mi spennerà
come l’ultimo tacchino che abbiamo mangiato il giorno del
Ringraziamento.
>> mormoro più a me stessa che a lui, quasi
beffarda nei miei stessi
confronti.
<< Sarà più
magnanimo di quanto credi. >> ridacchia lui, mentre sale
in macchina,
sicuramente analizzando l’immagine mentale del povero pennuto
massacrato il
quarto giovedì del Novembre scorso.
Salgo in macchina, al suo
fianco, e lo osservo mettere in moto e passare con un gesto cauto dalla
seconda. << Perché hai bisogno di me?
>> gli domando, sentendo un
tuffo al cuore quando ci lasciamo alle spalle la linea gialla e il
cartellone
intimidatorio visibili solo ai miei occhi e a quelli impiccioni del
vampiro
rosso, diretti verso Forks.
<< Perché oltre
Bella e i miei fratelli sei l’unica con cui io possa parlare,
l’unica di cui mi
fidi. >> malgrado tutto non riesco a camuffare un sorriso
imbarazzato.
<< Ti fidi di me?
>> sussurro, stupita.
<< Si, hai una delle
menti più incasinate, bugiarde e allo stesso tempo pure e
leali che io abbia
mai visto. >> mi spiega, poi ridacchia.
<< Sei molto difficile da
capire, pensi in maniera disordinata, infantile, subito dopo matura e
… >> il suo viso si fa sofferente. << … mi ricordi mia sorella. >> sussurra.
Il mio cervello
incasinato, bugiardo, puro, leale ect. capisce subito quello che
nasconde il
suo tono di voce e afferra il lieve velo di tristezza sugli occhi
grandi, color
ambra limpido. << A-Amelia…? >>
balbetto, più sconcertata di prima.
<< Dimenticavo: sei
anche molto intuitiva. >> dice con lo stesso tono
sommesso di poco prima,
annuendo appena.
< Spiegami meglio…
fratelli? Eravate fratelli biologici? >> chiedo,
dilatando gli occhi in
maniera quasi disumana.
<< Si, Carlisle ci
salvò, durante l’epidemia di spagnola del 1900.
Eravamo in cinque, io, mia
madre, mio padre, Amelia e Derek… Amelia e Derek erano
gemelli, più piccoli di
me di appena due anni. Anche loro sono stati trasformati in vampiri da
Carlisle… Amelia purtroppo… >>
<< E’ fuggita.
>> completo per lui, mordendomi il labbro.
<< No, l’hanno
uccisa. >> ringhia, in modo molto simile a come lo fa
Jacob. << Lei
e Annìka volevano evitare che i licantropi e i vampiri
continuassero a darsi
contro e furono loro stessi ad insistere affinché Ephraim e
Carlisle
stipulassero il patto. >> scuote la testa e affina lo
sguardo, trafitto
da chissà quali ricordi sfocati e ingialliti,
<< … ma la tribù non vedeva
di buon occhio l’imprinting che li legava perché
aveva paura di avere un
possibile traditore tra di loro e noi Cullen eravamo molto
più guardinghi nei
confronti di Amelia, anche se sono consapevole del fatto che non ci
fosse
nessun motivo logico per esserlo.Allora decisero di scappare, fui io a
fermali, non volevo che anche lei mi abbandonasse dopo Derek,
così li convinsi
a rimanere. E tutto continuò per un
po’… fino a quando…>> si
ferma,
sospirando sconnesso, senza rendermene conto gli accarezzo il braccio,
trovando
non poco raggelante la sua temperatura, abituata a quella infernale di
Jacob.
<< … non devi
raccontarmelo per forza se… >> scuote la testa
e prende un altro respiro,
accennando un sorrisino.
<< Voglio che tu
sappia, non so perché, ma lo voglio. >>
sussurra.
Un attimo di silenzio, in
cui il battere frenetico del mio cuore compensa la mancanza del suo, e
il
calore che emanano le mie guancie arriva anche alla sua pelle di
ghiaccio,
riscaldandola.
<< … I Volturi vennero
a conoscenza di quella situazione
insolita e secondo delle leggi non scritte decisero che questo non
poteva
accadere, sia il licantropo sia il vampiro dovevano essere uccisi,
Amelia per
salvaguardare Annìka si presentò alla loro corte
da sola e assumendosi tutte le
colpe fu giustiziata… dopo la sua morte Annìka
ebbe nuovamente l’imprinting.
Nessuno ha mai capito il perché… e sinceramente
non mi è mai importato, saperlo
non mi avrebbe riportato mia sorella. >>
Arriccio l’angolo della bocca
in una smorfia stupita, poi sollevo un sopracciglio. <<
La storia che mi
hanno raccontato non era proprio così…
>> biascico, sospirando a fatica.
<< Diciamo che non
avete voluto tramandare la parte della storia in cui una vampira si
sacrifica
per amore,, va contro l’idea maligna e spregiudicata che
avete di noi. >>
annuisco, nettamente d’accordo con quello che ha detto e poi
un altro pensiero
mi s’insinua in testa.
<< Avevi detto di
avere un altro fratello, Derek, giusto? >> lui sospira e
fa manovra.
<< Si. >> la
sua risposta si ferma lì, non so se sia meglio insistere o
far cadere il
discorso, e proprio mentre penso cosa fare e il silenzio si allunga,
spegnendo
il motore dell’auto finisce per sorridermi come se nulla
fosse. << …
siamo arrivati. >>
Lo guardo spaesata,
uscendo dal groviglio di pensieri con cui mi ero ingarbugliata.
<< D-dove?
>> balbetto, spalancando gli occhi. Scoppia in una risata
divertita,
arricciando il naso in una smorfia perfetta.
Mi indica fuori con
nonchalance e scrolla le spalle. << Benvenuta a casa
Cullen. >>
Osservo la meraviglia
architettonica che mi si para davanti e schiudo istintivamente la
bocca,
<< Wao.>> lui annuisce e apre la portiera.
<< Tranquilla, poi
ci fai l’abitudine. >> mi confessa e con una
velocità decisamente poco
umana fa il giro della macchina per aprirmi la portiera.
Lo guardo strano. <<
Sono ufficialmente confusa. >> balbetto, quando lui mi
porge la mano per
aiutarmi ad alzarmi dal sedile, da vero galantuomo.
<< Sei un’amica di
Alice… e di Bella. Quindi “mi casa es tu
casa”
>> scoppio in una risata capendo cosa
intende e annuisco
afferrando la sua mano e saltando fuori dalla macchina.
<< Oh, certo!
>> sbotto, poi lo spingo. << Alice!!
>> urlo, consapevole del
fatto che ci potesse sentire anche dall’altra parte del
mondo. << Edward
ha qualcosa che non va… Possibile che abbia la febbre?!
>> urlo,
tastandogli la fronte, gelata.
Il sorriso che rende
decisamente più giovanile il viso di Edward sparisce e Alice
si masterizza
accanto a noi in meno di un secondo, seguita da Emmett.
<< Bella, è
andata da sola nel bosco, riuscivo a tenerla
d’occhio… ma poi Laurent l’ha
trovata e … ora non riesco più a vederla.
>> Anche il mio sorriso ci fa
tanti cari saluti, guardo Alice e sospiro sconnessa. <<
Cosa facciamo?
>>
Edward mi afferra il
braccio e con delicatezza mi indica la macchina. <<
Emmett ti accompagna
a casa. Io e Alice andiamo a cercarla… o ad uccidere
qualcuno. >>
Non riesco a
controbattere, perché le braccia di Emmett mi cingono la
vita e mi sollevano da
terra, portandomi contro voglia verso la Volvo, una volta dentro va per
allacciarmi la cintura, ma io con un lieve schiaffetto alla sua mano lo
allontano. << Posso benissimo farlo da sola.
>> lui annuisce appena,
con un mezzo sorriso mi accarezza la spalla e in meno di un secondo
è già al
mio fianco. Questa velocità mi da sui nervi. Qualcosa vibra
all’interno della
mia borsa, il mio sguardo e quello di Emmett si concentrano alla fonte
del
rumore.
<< Dovresti
rispondere, magari è Bella. >> mormora agitato.
<< Ne dubito
fortemente. >> biascico, ma prendo la borsa, osservo con
nervosismo il
numero di Jacob lampeggiare e mi riprometto di non rispondere, alla
fine però,
considerando il fatto che la sua migliore amica è in
pericolo pigio il verde e
rispondo, ancora poco convinta.
<< Pronto? >>
Un sorspiro sollevato
dall’altra parte del telefono. << Meg! Grazie
al cielo non ti hanno
presa. >>
<< E’ Bella!
>> esclamo piena di sorpresa, scuotendo spasmodicamente
la spalla di Emmett.
<< COSA?! >>
sbotta quello, frenando bruscamente.
<< Bellina? Stai
bene?? >> urla avvicinando il viso al mio orecchio.
<< Si, Emmett sta
tranquillo! Meg, sei con Edward, vero? devi dirgli che sto bene e
che… >>
<< Troppo tardi, ti
sta già cercando. Magari se ti allontani dai ragazzi insieme
zio Harry Alice
riuscirà a vederti. Provaci. >> tossisce un si
e, proprio mentre sta per
riattaccare mi sento in dovere di chiederle una cosa.
<< Bella, aspetta…
come stai? >> le chiedo, la sento soffocare una risata.
<< Non è che stai
prendendo questa cosa della tregua troppo seriamente? >>
<< Scusa se mi
preoccupo per te! >> borbotto con un tono di voce
eccessivamente alto,
che fa voltare di nuovo Emmett nella mia direzione, gli sorrido
impacciata e mi
volto verso il finestrino, dandogli le spalle e facendomi piccola
contro la
portiera.
<< Piuttosto,
dovresti preoccuparti per Jacob… sta male, Megan. Non vuole
che tu faccia così.
>> annuisco, poi mi rendo conto di essere al telefono,
balbetto un si e
mi mordo il labbro.
<< Gli hai parlato
del matrimonio? >> sussurro, anche se Emmett
può sentirmi ed è già a
conoscenza del fatto.
<< No… non ci
riesco… >> sussurra anche lei, con voce
addolorata.
Sbuffo. << Be’…
allora provaci! >> un lungo momento di pausa mi fa capire
che non è
difficile come sembra parlare con Jacob: lo è di
più. Vedere il suo viso
intristirsi, i suoi occhi socchiudersi, la sua mascella serrarsi,
insieme ai
pugni è estremamente distruttivo per noi. Soffoco un
lamento. Noi…
<< Senti, io sto
arrivando. Fa come
ti ho detto,
allontanati dal branco, di a zio Harry di accompagnarti a First Beach.
Ciao.
>>
<< Okay, parla con
Jake! ciao. >> e riattacca, mi abbandono al sedile,
Emmett mi riserva un
sorriso benevolo e scuote la testa.
<< Aaaaah, l’amore!
>> sbotta sarcastico, << E capace di farci
morire. >>
Gli riservo
un’occhiataccia. << Certo, come se per te fosse
possibile morire per
amore! >> ridacchia e si chiude nelle spalle.
<< Morirei dentro.
>> si giustifica con tono autoritario. Scuoto la testa e
malgrado tutto
accenno un sorrisino che proprio non riesco a trattenere.
<< Stupido. >>
borbotto, scuotendo la testa e incrociando le braccia sul petto.
<< Irrispettosa.
>> mi pizzica lui, sempre con quel finto tono superiore,
tira il freno a
mano davanti il confine tracciato nella mia testa e sospira.
<< Dici che Jacob
accetterà il fatto che io oltrepassi il confine per
accompagnarti a casa?
>> annuisco e apro la portiera, ci avviamo verso il
confine, e come a
fare una pernacchia a quel grande cartellone immaginario che
è piazzato davanti
la finta linea gialla, lancio le chiavi ad Emmett.
<< Guida tu.
>> gli dico sorridendo.
***
<< Meg! Cazzo!!
>> grida Ronnie, lanciandomi una pantofola di zio Billy,
poi mi corre
incontro e mi abbraccia, riservando un’occhiata fulminante al
vampiro alias
armadio a muro riccio che mi sta accanto. << Ci hai fatto
prendere un
colpo! >> urla tornando a guardarmi, con tono di
rimprovero. Dei passi
frenetici sulle scale di legno scricchiolanti mi fanno alzare il capo
troppo in
ritardo, riesco soltanto a vedere un’ombra venirmi addosso.
<< Stupida, testarda,
orgogliosa, incosciente, masochista, immatura e bastarda che non sei
altro! >>
sbotta la voce suadente di Jacob, concitata,
nervosa e troppo vicina al mio orecchio per farmi sentire meglio.
<< Buongiorno anche
a te. >> sussurro, trattenendo una risata, e stringo il
suo corpo
tremante dal nervosismo, sospirando. << Non sono stata
esposta al
pericolo minore nemmeno un attimo, ero insieme ad Edward, Alice ed
Emmett…
Jake, stai calmo. Sono qui. >> mi bacia la guancia e
annuisce accucciando
il mio viso sul suo petto.
<< Grazie
sanguisuga. >> sussurra, veramente grato.
<< Di niente,
Rin-Tin-Tin. >> sbotta con un sorriso beffardo, Ronnie
scoppia a ridere e
sventolando la pantofola che mi ha tirato torna in salotto, ripetendo
“Rin-Tin-Tin” con l’entusiasmo
sconsiderato di una squilibrata mentale.
<< Emmett, Bella è
andata a First Beach, Harry ha chiamato, Edward li ha già
trovati. Potresti
aspettarli in salotto insieme a Ronnie, io dovrei parlare con Meg, di
sopra.
>> lui annuisce con indifferenza, Jacob si gira tra le
mani un libro e
solo in quel momento mi accorgo che sta davvero leggendo
“Romeo e Giulietta”
come gli avevo consigliato.
<< Tieni. >>
gli dice porgendoglielo. << Siediti sul divano e fatti
una cultura.
>> poi mi tira di sopra tenendomi per mano e facendomi
saltare i gradini
a due a due.
Arrivati di sopra le
nostre fronti si scontrano e la sua voce si fa quasi arrabbiata.
<< Meg.
Io ti amo, ma non puoi pretendere che io non consideri più
la mia migliore
amica… non chiedermi di scegliere. Sarebbe come chiedermi se
preferisco bere o
mangiare… ti prego… capiscimi. >>
Scuoto la testa,
accarezzandogli il viso. << Non ti ho mai chiesto di
scegliere, o almeno,
non ultimamente, sei stato tu a trarne questa conclusione…
volevo solo che tu
capissi quanto odio essere trattata come hai fatto tu, io non sono una bambola su cui
scaricare la rabbia, posso
consolarti, non incassare i colpi al posto della persona che ti ha atto
un
torto. >> lui sorride lievemente e si avvicina alle mie
labbra,
baciandole lievemente.
<< Perdonami.
>> sussurra, chiudendo gli occhi.
<< Non dovrai mai
scegliere tra me e Bella… non posso chiederti tanto.
>> mormoro, poi
sospiro. << Edward mi ha raccontato la storia di
Annìka ed Amelia… lei
era… >>
<< Sua sorella, lo
so. >>
<< Come fai a
saperlo? >>
<< Anche Bella me
l’ha raccontato. Mi dispiace così tanto. Quegli
stupidi Volturi, finiranno ben
presto in brace… >> e stringe la presa sui
miei fianchi. << mai,
mai lascerò che ti prendano, lo prometto. >>
Eh??
<<
Aspetta!
Stoppati! … mi sono persa qualcosa? >> sbotto,
arricciando il naso.
<< Tu e Bella,
sapete troppo sui vampiri… e non siete parte di loro.
Laurent, il vampiro che
ha cercato di attaccare Bella, era un loro messaggero. Aro è
curioso di vedere
quali doti immortali si possano nascondere dietro la strana
immunità della
ragazza-vampiro e ancora di più è curioso di
dissetarsi con il sangue
dell’invitante ragazza-lupo. >> ringhia, mi
mordo il labbro, nascondendo
un fremito. << Hai paura? >> mi chiede,
strizzando gli occhi.
<< Si, da morire.
>> mormoro, sopprimendo un brivido.
<< Non dirmi così…
>> borbotta sbuffando. << … non
puoi provare a far finta di essere
forte o chessò io... >>
Ridacchio. << Io…
paura? Bha! Io rido in faccia al pericolo?! >> ma
sussulto nel momento in
cui la porta si apre.
<< Megaaaaaan
Kaliska Allen! Corri immediatamente di sotto se non vuoi finire
ammazzata per
mano mia!! >> mi aggrappo al collo di Jacob, baciandolo
possessiva, lo
prendo per mano e alzando gli occhi al cielo sbuffo
nell’ascoltare la voce di
Seth continuare ad urlare il mio nome annesso a insulti e minacce di
morte poco
scherzose e inquietanti.
<< Ronnie e Seth
sono proprio prefetti insieme. >> mi sussurra
all’orecchio Jacob ridendo,
scende i gradini insieme a me.
<< E già. >>
biascico, Seth mi prende per il braccio e mi molla uno schiaffetto sul
fianco.
<< Ciao!! Quando
pensi di nuovo di fare due passi fuori dal confine, Kaliska, ce ne dici
di
avvisare con chi, perché e per quanto tempo!!
>> urla lui, con un
cipiglio incavolato.
<< Non vorrei
infrangere il vostro momento di ricongiungimento familiare
strappalacrime e
pacifico, ma… >> ci voltiamo verso la voce di
Emmett, seduto sul divano
con le gambe incrociate e il libro aperto davanti il viso.
<< ma…? >> chiede
Seth, allentando la presa sul mio braccio.
<< Aemh…. Non ne ho
idea, volevo senz’altro infrangere il vostro momento di
ricongiungimento
familiare strappalacrime e pacifico. Mi sentivo ignorato.
>> dice con un
sorriso innocente, si chiarisce la voce e torna a leggere il libro,
annuendo
convinto. Jake e Seth si scambiano uno sguardo stralunato e poco dopo
accennano
una risatina, io scuoto la testa e accenno un sorriso.
Emmett fortunatamente riesce a farci ridere anche
quando non c’è proprio alcun motivo per farlo.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ragazze sto
morendo di sonno, posterò soltanto i commenti, scusatemi ma
non vedo l’ho di
andare a lettuccio *-*
dafne891: ciaooooo!!!
*-* Okay,
è ufficiale!! Tu mi fai pauraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
O.O” >__< hai AZZECATO TUTTO!! <3 che
devo dirti, hai già è detto
tutto tu >__< ma Bella non è scappata di
caaaasaaaa ed è apparso un altro
Cullen, chissà cosa nasconde il nostro Derek!!! Ehhhhhh!!
U_U qualcosa ti è
sfuggita!!! Vediamo se riesci a capire meglio adesso! Fammi sapere 007
XD
ihihihihihih Vado a
letto, domani ho l’ultima
interrogazione, storia dell’arte. Dopo di che…
ESTATE!! Più o meno XD un bacio
Eri, sei una bravissima detective *-* baci Vale. <3
Ed4e: tesoroooooo, ciao *-* visto alla fine Meg e
Jake hanno fatto pace-pacetta!! *-* Belliii, eh? *-* A me piace quando
fa lo
scemo!!! >__< :D Rin-Tin –Tin?! XD XD
…Ho riso per ora -.-“ non so perché!
XD Da domani in poi spero di aggiornare almeno tre volte alla settimana
ma non
vi posso promettere nnt! T_T Ora
la
storia inizia a farsi più complicata e ho bisogno di
scervellarmi un po’ di
più. Allora che ne dici della leggenda e della fine di
Amelia? E Derek? Perché Eddy
ha sviato il discorso??? O.o ummmh… dimmi che ne pensi!!! XD
un bacio, Vale. Ti
adoro <3
liala90: Ciao,
soddisfatta adesso?! dai dimmi di siiii!!! *O* Adoro Ronnieeeeee! Non
è
micidiale?! XD ahahah, certo, il mio cervelletto ormai è
fuso con quello di
Meg, però mi piace un sacco Ronnie! XD <3 Allora che
ne pensi della
leggenda? O.O fammi sapere, un bacio, Vale!! ^^
Svampi: Aloha!! *-* Brava (: hai proprio
afferrato il punto della
situazione! Sono diversi, tra di loro… ma di questa
somiglianza con la sorella,
Amelia, cosa ne pensi? O.o E Derek? Ti saresti aspettata una cosa del
genere? U_U no,eh?
Dimmi di no!!! XD Io non rischio il
debito, ma la prof mi ha chiaramente detto “ti
darò il debito!” -.- non ho che
farci, purtroppo per me non sono un tipo che non ha mai studiato,
quindi non mi
sento in colpa, recupererò… però non
te lo auguro, quindi spero che tu ce l’abbia
fatta!!! FAMMI SAPERE. Bacio (:
Dackota:
l’imprinting
non si romperà maiiiii *_* SONO CONTRAIA!!! XD Hahahah. Allora, che ne
pensi della leggenda
di Amelia e Annìka?? XD
Niente fiamma
per il depresso\verginello Cullen, solo una sorella morta e un fratello
di cui
non vuole parlare… non ti sa di strano?? O.O”
Troppe domande, eh??? XD Brava!
La situazione di Eddy e Mg è simile,
diciamo che si sorreggono a vicenda, specialmente per quanto riguarda
Eddino,
che rivede nella mente di Meg quella della sorella. Eddy e Meg??? MA
BLEAAAH! Ma
manco se mi pagano!! >__< Meg sta con Jake non
c’è altra soluzione!! XD
ihihih dai, come si fa!!!? Hai proprio ragione i vecchi stanno con i
vecchi U_U
nnt scambio di coppie…. Scusa ma ti chiamo amore??? Ma anche
nooo!!! Moccia non
c’entra qua!! XD HO POSTATO!!! *-* ( e penso che tu te ne sia
accorta!! …
sarebbe preoccupante =__= XD) voglio sapere cosa ne pensi! Fammi
sapere. Un
bacio, Vale <3
|
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Capitolo 22 *** || 20. … rose bianche da bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 20 ೬ ೂ❤ ೄ
…
rose bianche da
bagnare di lacrime e persone care da salutare per noi.
Megan
Una volta asciugato
l’ultimo piatto
mi sollevo sulle
punte per metterlo nella piattaia, mi
poggio al bancone di marmo della cucina e guardo Bella disporre le
forchette e
i coltelli puliti nel
cassetto delle
posate. << Jacob ha chiamato tuo padre, non vuole farti
andare a casa con
quel brutto graffio sulla guancia, potrebbe insospettirsi.
>> sospiro e
lo guardo, non è proprio grave, ma Charlie è
iperprotettivo e anche una
stupidaggine come quella l’avrebbe mandato in delirio,
<< perciò, se
qualcuno te lo chiede tu ed io siamo due amichette del cuore che oggi
si
prenderanno a cuscinate in faccia e si tingeranno le unghie a vicenda.
>>
lei scoppia in una risatina, scostando lo sguardo dalle sue unghia,
alle mie.
Mi mordo il labbro, imbarazzata, e chiudo la mano in un pugno,
nascondendo la
tinta arancione lucido.
<< Non mi piace lo smalto. >> mi
spiega, arricciando il naso.
Mi chiudo nelle spalle. << Ovviamente non
dobbiamo fare niente di tutto questo. Ma ora tutti pensano che noi due
siamo
amiche e ci serve che lo pensino ancora per un po’, quindi a
mezzanotte ci
chiudiamo in camera mia, tutto quello che devi dividere con me
è il letto,
sopravivvrai? >> annuisce e prende un respiro a pieni
polmoni, portandosi
le mani che sanno di detersivo alle mani.
<< Adoro quest’odore…
>> mi spiega,
sorridendo appena, sorrido anche io, avvicinandomi alle sue mani per
sentirne
l’odore.
<< Lo so, è intenso… ho fatto
spendere un
sacco di soldi a zio Billy per comprare questo detersivo.
>> ridiamo, poi
il telefono squilla…
Tossisco malamente quando
i polmoni iniziano a bruciarmi, riemergendo dall’acqua, tremo
per la sua
temperatura, e poggio la nuca sulla parte di porcellana candida,
strizzo gli
occhi, sulle guancie acqua e qualche rivolo di mascara. Qualcuno mi
dica che
non è vero.
<< Pronto?
>>
<< Seth, cosa c’è? >>
<< Vieni all’ospedale, subito. >>
<< Meg?!
Apri questa
dannata porta! >> urla una voce ovattata e rauca
attraverso il legno
scuro che divide il bagno dal corridoio. Un singhiozzo mi perfora il
petto, mi
strofino gli occhi arrossati e mordo con violenza il labbro che
continua
indisturbato il suo tremolio, le lacrime e i capelli umidi sul viso non
mi
permettono di vedere chiaramente il soffitto.
<< Che cazzo è successo! >> urlo
paonazza e lacrimosa, scuotendo per la maglietta Seth, che mi osserva
senza
vedermi davvero.
<< Non lo so, stava benissimo, poi …
poi…
>> si accascia sulla sedia e si porta le mani al viso,
con un singhiozzo.
<< Non lo so, non lo so. >>
I mugolii di Wendy fanno
da sottofondo alle preghiere e alle urla di quella voce, che continua a
minacciarmi, implorarmi e rimproverami dal corridoio. Ecco, ora le voci
sono
due.
<< Meg, dai,
cammina! >>
<< Zio, ma sono stanca… >>
<< Lo sai che se vuoi arrivare fin sopra la
collina devi prima scalarla. >>
<< Non puoi prendermi in spalla? >>
<< No, Maggie… vieni qua, ascoltami tesoro
mio, puoi darmi la mano, ma devi farcela con le tue gambe se quello che
vuoi
veramente è salire lì in cima. >>
<< Meg?! Se non
apri
giuro che sfondo la porta! >> strizzo di nuovo gli occhi
e reprimo un
urlo stringendo la maglietta fradicia, sotto un cuore batte a stento,
sofferente. Perché non capiscono, voglio rimanere da sola.
<<
Leah. >>
<< Meg, i-io… ti prego… a-abbracciami.
>>
<< Certo, non… non preoccuparti…
andrà tutto
bene. >>
E invece no! NO! NO!
<< Meg!! >>
urlano ad unisono le voci, ancora più ovattate quando il mio
viso finisce sotto
il livello dell’acqua nella vasca.
<<
Signori Clearwater? >> un dottore,
in camice azzurrino ci guarda, la presa di Jacob sulle mie spalle si
triplica
quando i suoi occhi incrociano quelli del chirurgo e si alza dal mio
fianco per
andargli incontro, seguito da zia Sue.
<< No… >> fiata con voce
strozzata, i
suoi occhi si arrossano. << Impossibile… lui,
non … non può essere, c’è
uno sbaglio, uno sbaglio… l-lui sta bene,
NO! >> Zia Sue piange, e afferra il braccio
di Jacob, quasi come
se volesse essere sorretta, lui si ferma e con le lacrime agli occhi la
stringe
energicamente.
<< Impossibile… >> mormora Seth,
affondando
il viso tra i miei
capelli quando lo
abbraccio, scuote la testa e ripete all’infinito quella
parola, mentre i
singhiozzi di Leah si fanno più acuti.
Un rumore sordo, dei passi
pesanti, qualcuno con un gesto frenetico mi tira la testa fuori
dall’acqua, tossisco
gravemente e lo spintono con poca forza. << Lasciatemi in
pace, voglio
solo essere lasciata in pace… >> sussurro, le
mie labbra tremolano,
l’ombra si getta dentro la vasca e si stende al mio fianco,
stringendomi tra le
braccia.
<< E’ difficile per
tutti… per tutti, briciola. >> i miei vestiti
fradici si appiccicano a
quelli altrettanto bagnati di Jacob, batto leggermente le testa contro
il suo
petto e reprimo un altro lamento, stronfiandomi gli occhi come se
volessi
staccarmeli del tutto.
<< Meg… >>
anche la sua voce è rotta dal pianto, so che vorrebbe dirmi
qualcosa per
consolarmi, ma non ce la fa, non sa come, non quando anche un pezzo di
quello
che era il suo mondo, uno dei pilastri portanti della sua vita, quello
che
sosteneva in piedi tutto il resto, è venuto a mancare.
<< Perché tutti
quelli che amo sono destinati ad andarsene, perché?!
>> urlo, o almeno ci
provo, ma la voce mi viene meno. << Prima papà
e mamma, poi zia Sarah,
ora zio Harry... proprio adesso che tutto stava andando per il verso
giusto…
perché la vita è così…
sbagliata, complicata e ingiusta! Aveva solo poco più di
cinquant’anni, non doveva ancora andarsene, doveva restare,
doveva farlo per
tutti, doveva farlo per lui, perché non ha lottato? Ci ha
sempre fatto sudare e
conquistare quel che volevamo, perché non ha provato anche
lui a farlo!
>> ringhio, stringendo la mascella con violenza e gli
occhi con eguale
smania.
Lui
non risponde, sento solo un lieve singhiozzo scuotergli il corpo, poi
le sue
mani mi stringono di nuovo.
<<
Jake diventa più bello ogni giorno che
passa. >> mi sussurra all’orecchio, sorridendo.
Annuisco, cercando di non
fargli capire quanto lo penso realmente, quel che sta dicendo,
<< Si
lotta per quello che si vuole. >> mi sussurra ancora,
sgrano gli occhi.
<< Eh? >> riesco a pronunciare,
sconvolta.
<< Sei bella anche tu Meg, tanto bella. >>
così si alza, e dopo avermi baciato la guancia, va via,
lasciandomi con mille
dubbi e nessuna certezza. Ha capito tutto?
<< Megan, se non
te
la senti, sono certo che capiranno. >> sussurra
flebilmente Embry,
chinandosi sulla vasca.
<< Esci. >>
dice secco, seppur con voce malferma, Jacob, baciandomi la fronte,
<<
devo parlare con lei, da solo. >>
Altri passi, il cigolio
della porta che si socchiude, il mio corpo, paralizzato e tremante,
viene
sollevato leggermente da braccia calde, tirato fuori dalla vasca e
avvolto in
un panno morbido e odoroso, dita mi scostano i capelli dal viso, ed
ecco il
volto bagnato e gli occhi arrossati di Jacob guardarmi con tristezza,
smarrimento e anche un frammento di comprensione. Pure lui vorrebbe
urlare e
piangere, sbattere i pugni al muro e rompere di tutto. Eppure non lo
fa. Lui è
quello forte. Lui è quello che protegge e consola, salva e
cura. Io sono quella
fragile. Quella da proteggere e da consolare, da salvare e da curare.
<< Briciola,
guardami. Sono qui, non ti lascio da sola, non me ne vado. Io sono con
te e ti
amo. >> tossisco ancora e tiro su col naso, scuotendo la
testa.
<< Non andartene,
non andartene… promettilo, Jake, promettilo.
>> balbetto, e solo quando
mi rendo conto che di fronte a me, la ragazza con le labbra livide, le
occhiaie
e gli occhi colati di nero, è il mio riflesso,
rabbrividisco.
<< Te lo prometto.
>> sussurra, dai suoi occhi arrossati scende una lacrima,
la asciuga
frenetico con un lembo del mio accappatoio e sospira profondamente,
guardando
il soffitto, << ora però dobbiamo andare, so
che lo vuoi Maggie, e lui,
so che ne sarebbe contento. >>
Tiro indietro i capelli e mi
stropiccio ancora una volta l’occhio, << non
può essere vero… >>
balbetto, reprimendo l’ennesima crisi di pianto.
<<
Sarah, fammi spazio! >> Amber, mia
madre, mi stringe in un abbraccio, mentre io, incurante, sono impegnata
a
lanciare calcetti a Jacob.
<< Ohi! >> borbotta il bimbo,
corrugando le sopracciglia e osservandomi truce.
<< Ragazzini miei, un giorno voi prenderete
il nostro posto, siate maturi, niente giochi violenti! >>
dice fiero
Christian, mio padre, battendo una pacchetta sulla spalla di zio Harry,
che
ancora indaffarato a posizionare il cavalletto della macchina
fotografica al
meglio annuisce soltanto.
<< Chris, hanno sette anni. >> dice
Sarah, sorridendo e prendendo in braccio suo figlio per stampargli un
bacio
sulla guancia paffuta, Rachel e Becca si contendono sottovoce una
bambola.
<< Seth, lascia stare tua sorella! >>
mormora Sue, togliendo una treccina nera corvina dalle mani della
peste.
<< Quindi, questa foto? >> chiede zio
Billy, dall’alto delle sue gambe possenti.
<< Al tre… mettetevi in posa. >>
dice
zio Harry, guardando all’interno del mirino. <<
Uno… >> e corre,
lanciandosi nello spazio libero tra me e Leah, <<
…due… >> ci
abbraccia entrambe aprendosi in un sorriso. <<
… TRE! >>
<< Il
tuo motto era:
“lotta per quello che vuoi e lo
otterrai”… eppure, lottare contro me stessa per
riaverti, sta volta non funziona, papà. >>
sussurra Leah, con voce
provata, guardando la bara in legno chiaro, il solo pensiero di lui
là dentro,
mi fa rabbrividire.
Anche per questo tengo lo
sguardo, grondo di lacrime, basso e assente, nessuno, neanche Paul,
riuscirebbe
a guardare la scena a testa alta.
Sospiro e mi stringo
maggiormente contro il fianco di Jacob, cercando del sostegno che non
tarda ad arrivare,
dalle punte plastificate dell’ombrello gocciolano piccole
perle d’acqua
piovana, l’odore di terra umida ci avvolge totalmente, il
verso di qualche
animale selvaggio spezza il clima di ostilità e durezza che
si crea vicino la
tomba dello zio.
<< Sei sempre stato
il più vispo tra noi, Harry… e ora che anche tu
sei andato via, io come farò,
amico mio? Christian, Harry… come farò senza di
voi. >> dice zio Billy,
che incurante della pioggia è avanzato verso la bara, per
poggiarvi sopra la
sua rosa bianca.
Sentire il nome di mio
padre mi fa male, sapere che in questo momento sia l’uno che
l’altro avrebbero
dovuto essere ancora qua mi fa innervosire, ricollegare la loro morte
con
quelle delle nostre madri è distruttivo. Deprimo un gemito,
Jacob se ne accorge
e mi cinge la vita, sollevandomi leggermente da terra con un solo
braccio,
anche i suoi occhi arrossati versano lacrime.
<< Papà… mi dispiace
non averti mai accompagnato a pescare, mi sarebbe davvero piaciuto
capire come
si fa… s-sai che non so farlo, n-non so pescare.
>> Seth, stringendo in
un abbraccio Ronnie, poggia la sua rosa accanto quella di Leah, e
subito dopo,
con un timido e muto dolore, anche Sue lo fa.
Kim e Jared, si avvicinano
alla bara e uscendo da una carta argentata una piccola rosa con un
nastro
azzurro legato sullo stelo senza spine sorridono, tra le lacrime, Jared
accarezza la pancia sporgente di Kim e arriccia le labbra.
<< E’ un
maschietto Harry, proprio come dicevi tu. >> pian piano
si susseguono
tutti, in saluti, pianti e sospiri di rassegnazione. Quando Jacob mi
guarda, porgendomi
la rosa, mi sento mancare. Non voglio salutarlo, lo voglio con me.
Tuttavia
prendo il fiore, e seguita da Jacob, anche lui in mano ha la sua rosa,
mi avvio
verso lo zio, a pochi metri da noi.
<< Tu hai sempre
saputo quello che stava succedendo tra me e Meg…
>> sussurra Jake, in
tono confidenziale, accarezzando il legno liscio. <<
… mi hai dato tu la
forza di farmi avanti. >> annuisco e intervengo,
poggiando la mano sopra
quella di Jake.
<< Sapevi tutto, zio
Harry, ma non hai mai detto una parola né all’uno
né altro dei nostri
sentimenti, volevi vederci lottare per avere quel che volevamo.
Bé … l’abbiamo
fatto. >> e
lui mi guarda
accigliato.
<< Lo sapeva…
>> borbotta, con un sorrisino, scuotendo la testa in
direzione della
bara. << … sono certo che se non avessimo
lottato così tanto
apprezzeremmo meno la vicinanza dell’altro. >>
dice, e carezza la cassa
con la dolcezza e la prudenza di chi si è appena scottato
con il fuoco. <<
Grazie di tutto zio, ti devo un favore. Sta attento a mamma.
>> mormora,
a voce sempre più bassa.
<< Ti voglio bene. Papà,
mamma e zia Sarah saranno contenti di avere te come compagnia,
scommetto che
lassù deve esserci una tale noia senza le tue battutine.
>> dico, poi mi
mordo il labbro e togliendomi un cordino di cuoio dal braccio lego con
un nodo
stretto le due rose che abbiamo posto sul legno. C’era
riuscito, era riuscito
nel suo intento. Ora io e lui eravamo insieme. << Addio.
>>
sussurro, le braccia di Jacob mi avvolgono, la pioggia cade leggermente
sulla
cerata scura dell’ombrello e su tutte le figure sfocate che
ci guardano.
Strizzo gli occhi e sospiro.
<<
Zio, non c’è niente da ridere! >>
<< invece si, Quil ti ha reso davvero
giustizia con quell’imitazione >>
<< Non è vero! >>
<< Ohhh, invece si! >>
<< Ti dico di no! >>
<< invece si! >>
<< invece no! >>
<< Si! >>
<< No! >>
<< Meglio andare a
casa. >> Faccio una smorfia, mi da un senso di vuoto
abbandonare là zio
Harry, quella non è casa sua.
<<
Così ti salteranno tutti addosso! >>
scuote la testa, Leah arriccia il naso, annoiata.
<< Papà! >> si lamenta.
<< E’ la verità, non puoi andare in
giro
vestita… anzi, svestita così! >>
<< Zio siamo con quattro ragazzi, e il più
basso e mingherlino può fare da bodyguard per Britney
Spears. >> mugugno,
mettendo il muso.
<< Mmh, continua a non convincermi. >>
<< Ti pregoooo!! >> urliamo, facendo
gli occhioni.
<< Quil! Paul! Portatele a quella festa e
fatele sparire dalla mia vista! >> sorridiamo, Leah
scocca un bacio sulla
guancia di suo padre e mi afferra per il polso.
<< Corri, prima che cambi idea! >>
Guardo il vuoto che si estende fuori dalla finestra, sento le lacrime appannarmi la vista, allora per evitare di versarle mi mordo il labbro e sollevo gli occhi verso il soffitto. Mi bruciano ancora un po', gli occhi, ma sembra proprio che le mie scorte di lacrime non abbiano fine.
<< Meg… >> mi
scanso dalla finestra, per permettergli di entrare, lui mi guarda
storcendo le
labbra in una smorfia dolorosa, << Come stai?
>>
<< Come potrei
stare… >> balbetto, << era
importante per me, dopo la morte dei
miei Billy, Sue e Harry hanno… hanno preso il loro posto.
>> cauto
allunga una mano, e mi accarezza, il suo viso ha ancora lineamenti
sofferenti.
Mi getto tra le sue
braccia, scoppiando a piangere, la frescura delle sue braccia mi fa
tremare e
mi ricorda la vasca in cui mi ero fiondata il giorno del suo funerale ,
una
settimana fa.
<< Edward, grazie
per essere venuto. >> sussurro, lui scuote la testa.
<< Ci sosteniamo a
vicenda. Non hai esitato a venire quando avevo bisogno di te.
>>
<<
Quel vampiro non me la racconta giusta, è
strano… >>
<< … per me è solo un depresso
cronico.
>>
<< Jacob, non puoi dirlo. >>
<<
Harry, se ne sta sempre lì a suonare il suo
piano, insomma… che non-vita
di merda! >>
<< Magari ha avuto una vita dolorosa. Tu non
puoi saperlo. Porta rispetto per il dolore delle persone, moccioso!
>>
<< Io porto rispetto per il dolore delle
persone, è quello dei succhiasangue che non
m’interessa. >>
Mi volto nel
dormiveglia,
schiudo gli occhi e osservo il profilo di Jacob, steso al mio fianco.
Ha i capelli
– ormai lunghi fino alle spalle – arruffati e non
porta il pigiama, ma i
bermuda che usa per i turni di ronda. Vederlo
così apprensivo
nei miei confronti mi fa sentire ancora più vulnerabile,
però, sentirlo vicino,
fa nascere in me un senso di gratitudine eterna e moltiplica
l’amore che già
pensavo di provare nei suoi confronti. << Hey…
>> sussurra, con
voce assonnata.
<< Ciao. >>
mormoro, sorridendo appena.
<< Non riesci a
dormire? >>
<< No… >>
sussurro, e gli accarezzo il viso, << Pensavo soltanto
che sei bello
anche quando dormi. >> si avvicina e poggia le labbra
sulle mie.
<< Il sonno ti fa
dire scemenze, dormi briciola. >> mi stringo al suo petto
e sospiro,
immersa fino al collo nella tranquillità che mi infonde
questo strano ragazzo.
<<
Oh mio Dio! >> urla tra le risate
Jared, osservando il viso fradicio di Seth. << Scusa
fratello, dovevo
tirarla a Jacob e invece ho beccato te. >>
<< Jared! >> un rumore d’acqua ci
fa
voltare tutti, di scatto.
Zio Harry ha svuotato un secchio d’acqua sulla testa
di Jared, con un espressione seria in viso, ma che nasconde la sua
solita
risata interiore, << Ops, scusa
“fratello” avrei dovuto prendere Jacob!
>>
E tutti, compreso il malcapitato, scoppiano a
ridere.
<< Ciao mamma, ciao
papà. >> osservo le lapidi sulle quali sono
iscritti i nomi di Amber
Williams e Christian Allen, << ero venuta a trovare zio
Harry e … ho
pensato di fare una visita anche a voi. >> poi sorrido
appena, vedendo i
fiori freschi, sicuramente posti da Billy: viene ogni sabato. Da sempre.
<< So di essere una
figlia irresponsabile e ingrata, ma … venire qua…
>> mi asciugo una
lacrima, e tiro su con il naso. << … mi fa
star male. >> finisco di
dire, con voce strozzata e insopportabilmente dolorante.
<< La scuola sta
finendo, inizia a fare caldo, ora… ora sto con Jacob, so che
a papà è sempre
piaciuto, e in un certo senso sono orgogliosa di sapere che lui avrebbe
approvato. Ho anche fatto una mezza tregua con Bella, per la
felicità di mamma
che non faceva altro che… >> soffoco un
singhiozzo e mi siedo a gambe
incrociate sull’erbetta davanti le due lapidi.
<< … sgridarmi. Sto bene,
volevo solo rassicurarvi e… vi penso. Anche se non riesco a
venire fin qua con
la regolarità di zio Billy, io, vi penso, costantemente.
>>
<< Meg, torniamo subito. Non far disperare
Sarah e Billy, e non litigare con Jake. >>
<< Devi lottare, devi essere forte, solo così
conquisterai il mondo… tu puoi ottenere tutto, figliuola, ma
solo se lotterai!
>>
… Il cuore forse si
farà
più forte dopo tutti questi brutti colpi, si
risanerà e diventerà ancora più
resistente, ma adesso, in questo preciso istante, mi sento soltanto
cadere a
pezzi.
<< Andiamo? >>
dice Jacob, arrivato da poco, sedendosi al mio fianco davanti le lapidi.
<< Si… >> poi
lo osservo, lui studia i grandi blocchi di marmo e rabbrividisce.
<< zio
Chris, zia Amber! Ciao, come va? Giuro che non l’ho
toccata… ha fatto tutto
lei! >> lo
spintono ridendo
appena.
<< Non è vero, non
credetegli, è un bugiardo, mi ha sedotto fino alla nausea.
>>
<< Tu però ti sei lasciata
sedurre. >> sussurra, accattivante, poi mi bacia
delicatamente la
guancia, << dai, andiamo a casa, aspettano solo noi
>> prendo la
sua mano e poggio una rosa sulla lapide di mamma, sorridendo amaramente.
Starò pur andando a pezzi,
ma lui mi aiuterà senz’altro a mantenermi integra,
con il suo amore.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
T_T non
uccidetemi… mi sto già uccidendo da sola per
quello che ho
scritto.
Non chiedetemi perché… Non lo so, la mia mente
perversa ha scritto tutto
di botto… e poi ho approfittato della situazione per
spiegare un po’ di più sui
genitori di Megan: Amber e Christian… tra un po’
avrete sempre più chiarezza, e
scoprirete collegamenti , taaaaanti collegamenti U_U che dire? Sono
quasi le due,
domani si va al mare perché qui in Sicilia ci sono trenta
gradi fissi e rischio
di cuocermi sul balcone come un uovo
all’occhio di bue.
W Mondello ù_ù … è arrivata
l’estate finalmente, non ho mai sofferto così
tanto la fine della scuola.
Y__Y povero Harry. Sono proprio una Waka- Waka.
Vabbè,
rispondo alle reck (XD)
Svampi:
Odio quando le prof fanno così, almeno la mia ha avuto la
dignità di dirmi le
cose come stavano… anche se è una stronza lo
stesso visto che ha promosso
persone molto peggiori di me… e non è una
fissazione mia, lo pensano in molti
-.-“
Torniamo al capitolo… *-* davvero non avevi capito!
^^” wiii, allora ti
ho stupitaaa!!! XD ahahah
Megan e Bell? Amiche? Nahh! Diciamo che devono necessariamente
sopportarsi!
e……. ta-da-da-da?! Visto che amichetto coccoloso
(+ dentini zuppi di veleno) che
ha trovato Maggie???? Che ne pensi???
E Harry?? ?T_T sono sceeeemmmma -.-. Non so come mi sia venuto in
mente. Fammi
sapere, baci.
Dackota:
bentornata cara ^^
Dici che è una bella trovata?? Io mi sento un po’
prevedibile, una
ragazza ha praticamente capito tutti gli avvenimenti un capitolo prima
-.-“ sto
decandendo…
*_* Eddy meno Palloso FOR PRESIDENT! Giuro che non sopporto
più quel tipo
depresso e romantico da vomitare in IC… è noioso
-.- fa diventare le Ball
grandi quanto quelle di un pachiderma >___<
Jacob invece FOR PRESIDENT sempre e comunque … *-*
è così “dolcemente
complicato” decisamente più complesso e
interessante come personaggio….
Mi sono persa in vaneggi >__<
Emmett: Be’ si… io sono decisamente pro Emmett e
Carlisle… Jasper non
posso proprio soffrilo. I volturi *-* preeeesto…. Incombono
…. Incombe lui… il
mio sopravvalutato e scartato Marcus! *-* quanto godo!! XD HAHAH
T_T che ne dici del capitolo? Y_Y picciulo Harry mio…
l’ho fatto
schiattare… ma così doveva andare, no?
>_< Bacio. Vale.
Ed4e:tesorino
miooooooooo *-*
Anche io adoro Emmmy- pooh! *o* è il migliore!
Derek? Non scartare la tua tesi… non è del tutto
esatta, ma… ci sei quasi
;) noooooon dimenticarlaaaaa! *.* il prossimo capitolo vi metto le
fotine con
la faccina di Amelia, quella di Derek e se riesco anche quella di
Annìka… anche
se non trovo nessuno che somigli all’adone indo americano che
si è creato nella
mia mente <___<
Ho aggiornato velocemente? T_T forse farlo mi rende
schifosa…. Questo
capitolo è stato schitto il un’ora e quattro
minuti. Ed è palesemente il più
orrendo e depressivo T_T che cacchio ho combinato? Eppure non riesco a
scrivere
altro. Dopotutto devo pur far morire Harry per andare avanti con la
storia…
secondo te ho fatto bene? T_T Bacio. Vale.
liala90:
*-* CIAO!!
Lo so… Ronnie è Ronnie.. io la identifico un
po’ come l’Alice dei
Licantropi *-* adorabile. Emmett, tenerissimo lui, io lo adoro *-*
… e mi piace
anche Rose, molti non capiscono la complessità del
personaggio. *_* il mio Orsetto
e la mia Barbieee?!
Wiii!! XD
il matrimonio…. Chissà se lo saprà mai
Jake, pensa solo alla telefonata
dello scorso capitolo. Es DIFFISILE! U_U ehhh , anche perché
la “pace di
facciata” tra vampiri e licantropi verrebbe meno non trovi?
Tornando a noi U_U: COSA HO FATTO?! y_y secondo te dovrei fustigarmi
ora
o aspettare che il primo commento con annesse minacce di morte da parte
di una
di voi faccia capolinea sulla schermata del pc!
T_T credimi, ho provato a riscriverlo, ma mi sono arresa
all’evidenza che
ormai il “capitolo venti” era inevitabilmente
questo. >___>
Fammi sapere cosa ne pensi! Bacio, Vale <3
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Capitolo 23 *** || 21. Perché dovrei fidarmi di due occhi cremisi? ***
.ೋ❤ ೌ Capitolo 21 ೬ ೂ❤ ೄ
Perché
dovrei fidarmi di due occhi cremisi?
Megan
<< Wendy…
>>
mormoro, facendo segno alla mia piccola cagnolina di salire sul letto,
con un
sorrisino scolorito. Lei fatica un po’, ma alla fine, grazie
al mio aiuto,
riesce ad arrivare sul copriletto blu e si accuccia subito sulle mie
gambe,
<< secondo te dovrei aspettarlo? >> gli
chiedo, mordendomi il
labbro e guardando la finestra, spero solo che ora stia venendo.
È fuori da più
di dodici ore: quando è uscito per il suo turno di ronda
c’era ancora buio.
Anche se il vampiro che
ha attaccato Ronnie è stato ucciso l’odore
continua ad esserci e per aumentare
la sicurezza le ronde e i turni sono sempre più lunghi e
ravvicinati.
Fortunatamente la scuola sta finendo, non so se sarebbe stato possibile
essere
promossi con il tasso già alto di assenze che hanno. Anche
se per mio conto il
preside è al corrente di tutto, fanno materialmente troppe
assenze per essere
puntualmente promossi, è pur vero che nessuno di loro
è nelle condizioni di essere
bocciato.
Wendy abbaia e mi guarda,
arricciando il naso, afferro un elastico e mi lego i capelli alla nuca
con una
crocchia improvvisata, sbuffando per il caldo. << Se
ritardo Bella mi
sgozza, Kim mi vomita addosso insulti degni dei suoi sbalzi
d’umore inquietanti
e Claire mi pizzicherà
il braccio per il
nervosismo fino a farmi venire l’orticaria. >>
borbotto, oggi è il
compleanno di zia Sue, vogliono
tutti
cercare di farla sorridere.
Apprezzo questa loro
volontà, ma la concepisco come assurda, ho cercato di farli
ragionare: lo zio è
morto poco più di tre mesi fa, è troppo presto,
nessuno riesce a vivere ancora
una normalità decente, il vuoto si avverte, e tanto.
Leah non da retta a
nessuno, è diventata più asociale del solito.
Seth si rifiuta di eseguire
i turni di ronda e rimane tutto il giorno chiuso in casa, con zia Sue.
Zia… lei sta come
potrebbe stare chi ha perso l’amore della sua vita.
Mi sollevo e apro
l’armadio, rovisto nel guardaroba e sgrano gli occhi alla
vista di un perizoma.
<< Giuro che non è mio! >>
articolo imbarazzata, quasi sentendomi
sotto giudizio dallo sguardo curioso di Wendy. Noto
l’etichetta chilometrica,
interamente scritta in francese, e il cartellino, il prezzo
fortunatamente era
oscurato da un veloce colpo di pennarello.
Sei più
pallida e smorta di un vampiro,
non
pensare a niente e divertiti.
Edward mi
ha dato una mano
leggendo
nella mente di Jake.
Pretenzioso,
il ragazzo.
Alice
Sgrano gli occhi alla
vista del bigliettino rosa attaccato alla parete dell’armadio
e tossisco ,poi
mi volto verso Wendy e la guardo affinando lo sguardo. <<
Guarda!
>> e sventolo il perizoma nero bordato di rosso,
scoprendo anche un
reggiseno abbinato. << … nella mente, gli ha
letto la mente, e dentro la
zucca vuota di Jacob c’è questo… mmh,
buono a sapersi, davvero. >>
articolo, stizzita, mi volto verso lo specchio e poggio il perizoma
sulla vita,
sopra i pantaloni vecchi e slabbrati della mia tuta nera.
<< Oh Cristo.
>> commento con una smorfia schifata, riportandoli
all’altezza del viso
per esaminarli. << A volte vorrei proprio sapere tutto
quello che c’è
realmente dentro la testa del mio ragazzo, chissà che
schifo. >>
biascico, sdegnata, ma anche indecisa, << se lo metto,
vuoi dire che
dovrò spogliarmi per farglielo vedere, giusto? E spogliarmi
davanti i suoi
occhi implica il fatto di… stare per fare…
ses… >> Wendy abbaia, decisa,
interrompendomi, frenandomi dal pronunciare quella parola. Annuisco,
arrossita
dal rimprovero animalesco delle mia piccola cucciola. <<
Hai ragione!
>> dico adirata, lanciando la lingerie pregiata,
sicuramente costosa e
francese sul letto e sospirando, innervosita. <<
Perché dovrei mettere
quel filo interdentale al posto delle mie bellissime culottes con sopra
stampata la faccina di Tweety? >> mi volto a guardare
Wendy, con
espressione eloquente e dignitosa, ma il mio sorrisino altezzoso si
spompa al
suo sguardo accigliato. << Che c’è?
>> balbetto, lei prende la
lingerie tra le piccole fauci e con delicatezza, quasi come fosse
sicura del
prezzo esorbitante di quei capi, scende giù dal letto e li
deposita sulle
pantofole a forma di papera che ho ai piedi. La guardo, furiosa.
<<
Insomma, tu da che parte stai! >> ringhio, mi
metto in ginocchio e sospiro, osservando
insieme a lei i due capi, in attesa di un segnale divino,
<< dici che
dovrei? >> mormoro, ci scambiamo uno sguardo, la porta si
apre facendoci
sobbalzare.
<<
Briciola?
>> sgrano gli occhi a quella voce, prendo Wendy, la
faccio sedere sul
reggiseno e mi ficco il perizoma in tasca.
<< Stai
immobile,
ti prego! >> le sussurro all’orecchio, con voce
stridula. Sto coalizzando
con una cagnolina di quattro mesi! Meg, non c’è
che dire: un vero genio!
<< Ciao.
>>
fiato, sorridendo impreparata, alla vista del mio bellissimo e
stanchissimo
ragazzo.
Lui solleva un
sopracciglio,
<< conosco quello sguardo, cosa stavi facendo?
>> il mio sguardo
cade immediatamente sulla tasca gonfia, lo alzo all’istante
impreparata e
sorrido di nuovo.
<<
Assolutamente
niente! >> dico, in modo forse troppo sbrigativo.
Mi guarda dubbioso
ancora
per un po’, poi si chiude nelle spalle, forse troppo stanco
per controbattere,
si avvicina e mi abbraccia delicato, scoccandomi un bacio sulla nuca e
sciogliendomi i capelli dallo chignon arrangiato, << Mi
sei mancata.
>> sussurra, poggiando la guancia sulla mia testa,
sorrido raddolcita e
mi lascio stringere, chiudendo gli occhi, anche se il caldo che emana
comincia
ad essere fastidioso per via non tanto dei venti gradi che ci sono,
quanto per
il tasso record di umidità.
<< Anche
tu.
>> sussurro appena, riapro gli occhi in tempo per vedere
Wendy venire
nella nostra direzione con il reggiseno tra i dentini. Scuoto il dito
dilatando
gli occhi e agito la mano cercando inutilmente di allontanarla, Jake se
ne
accorge e guarda la cagnolina.
<< Hey,
Wendy…
vieni da papà. >> sussurra, riservandomi
un’occhiatina dubbiosa, <<
perché la scacci? >> mi mordo il labbro e
continuo a guardare il
pezzettino di stoffa nera, lui lo capisce
e porge la mano sotto il muso di Wendy, lei allenta la presa, da brava
cagnolina, e Jacob si porta la stoffa ricamata finemente vicino il
viso,
analizzandola.
Lo vedo sbiancare, si
volta nella mia direzione e schiude la bocca, <<
Cosa…? Tu…? D-da quanto
porti cose del genere? >> abbozzo un sorriso e gli
strappo di mano il
reggiseno.
<<
Io… emh… effettivamente…
>> lui si siede per terra, ancora frastornato, alza la
mano e chiude
appena gli occhi, frugando nella mia tasca, con un sospiro.
Metto il muso e lo
lascio
fare, arresa. Appena tira fuori il perizoma quasi non mi affogo.
<< Oh,
porca merda!
>> sbotta, dilatando gli occhi, li punta sui miei e
respira, sconnesso,
<< mi vuoi morto o cosa!? >> farfuglia,
<< dove sono finiti i
reggipetto con le ciliegie e le mutandine con Paperino? >>
Sporgo il labbro e mi
lascio cadere al suo fianco, strappandogli di mano anche il perizoma,
<<
Non ho le mutandine con Paperino… >> mormoro,
offesa, << però ho
quelle con le paperelle, fa lo stesso, no? >> commento,
avvilita, e
poggio la testa sulla sua spalla, << è stata
un’idea di Alice. >>
<< Oh.
>>
commenta, mi sfila entrambi gli indumenti dalle mani, lanciandoli sul
letto
come avevo fatto io poco prima, e mi solleva da terra , portandomi
sulle sue
gambe.
Poggio le mie labbra
sulle sue, in un piccolo bacio, affondo le mani nei suoi capelli di
nuovo
decentemente lunghi e ispiro il suo odore.
<<
Veramente…
>> balbetto, ridendo, << è stata
una tua idea, Edward e Alice hanno
soltanto… >>
Ride anche lui, e
scuote
la testa, << Quanto li odio. >> borbotta,
si fa strada verso il mio
collo e lo bacia, << pensi davvero di mettere quella
roba? >> mi
chiede, deglutisco a vuoto.
<<
Perché così
curioso? >> ride ancora e riprende a baciarmi, arrivando
alla mascella.
<< Se
sanno quello
che pensavo quando avevi quelli addosso tutto diventa chiaro, no?
>>
Rabbrividisco, colta
da
un tremore diverso, nuovo, prodotto da un sentimento a metà
strada tra
l’emozione, l’imbarazzo, la gioia e la paura.
Un abbaio mi fa
sobbalzare, rido appena e allontano controvoglia le sue labbra dalla
pelle
della mia mascella,. << Jake… non davanti la
bambina! >> mi fingo
sdegnata, indicando il muso arricciato e marrone di Wendy.
Lui sorride intenerito
e
allunga un braccio, accarezzando la testolina di Wendy, poi la spintona
dolcemente e innocuamente verso la porta, <<
Va’ a cercare nonno Billy…
mamma e papà hanno da fare. >> sussurra, io
rido e scuoto la testa.
<<
Faremo tardi,
ora più che mai… >> commento, e mi
lascio stringere in un caldo
abbraccio.
<<
Tardi? Per cosa?
>> mormora perplesso, sciogliendo l’abbraccio.
<< Oggi
è il
compleanno di zia Sue. >> non mi stupisco del fatto che
se ne sia
dimenticato, ha così da fare per ora, passiamo anche
giornate intere senza
vederci più di mezz’ora, ma non riesco a farne una
colpa a nessuno, tutti a
turno ricoprono almeno due volte a settimana la ronda di Seth. Sono
degli amici
leali e comprendono il dolore che sta attraversando. Io e Jacob lo
capiamo più
che mai: perdere le persone più importanti delle propria
vita e vedere che il
mondo continua ad essere quello di sempre ci appare come
un’offesa. Un
oltraggio.
<< Oh.
Cacchio,
l’avevo dimenticato! allora… vado a fare la doccia
e andiamo. Cambiati!
>> ed eccolo fuggire dalla mia presa e uscire fuori dalla
stanza ancora
prima che potessi dire qualunque cosa, come ad esempio: “Sai,
sto ancora
annegando nella questione del mio abbigliamento intimo!”
Decido di fregarmene
altamente dell’opinione che mi sono fatta di me stessa e
acchiappo la lingerie
riservandole un’ultima occhiata nauseata. Proviamoci!
Una volta vestita, mi
soffermo a torturare la cucitura posteriore dei miei jeans,
<< Ohi, che
dolore… ma quelle modelle come fanno a sopportarlo?
>> mi chiedo,
sollevando un sopracciglio alla vista del mio riflesso allo specchio.
Squadro interamente il
mio corpo nel suo metro e sessantadue, i capelli sono mossi e
scompigliati, la
lampada fioca del comodino fa notare i piccoli e quasi monotoni
riflessi rossi,
gli occhi sono sgranati, intenti a scrutami, del solito color nocciola,
le
ciglia solleticano appena le palpebre, la bocca e piegata in una
smorfia
indagatrice, le guancie piene come quelle di una bambina, arrossate.
L’ennesima
smorfia delle
labbra, con un dito mi accarezzo il collo, presa da chissà
quale istinto, e
chiudo automaticamente gli occhi, sospirando spazientita. Non c’è
niente di speciale in me.
Li riapro e mi osservo
un’ultima volta, ad affermare il mio pensiero
c’è il riflesso dello specchio,
identico a quello di poco prima.
Nodo allo stomaco,
solito
dubbio Amletico, solito interrogativo che mi lascia distrutta: Senza
l’imprinting, Jacob sarebbe ugualmente stato mio?
Probabilmente no.
Sarebbe
stato un bellissimo ragazzo normale, esigente di una ragazza bella e
normale,
come lui.
Megan Kaliska Allen
non è
mai stata del tutto normale, certo, l’apparenza inganna, ho
anche qualche
pretendente - o per lo meno lo avevo prima che Jacob e io ci
lasciassimo vedere
camminare mano per mano nei corridoi della scuola –
è solo che non sono mai
stati un buon compromesso tra bella esterna e interna: belli e vuoti,
brutti e
brillanti. E Diciamocelo, nessuno in questo mondo sta con una persona
se non
c’è almeno una minima attrazione fisica.
Innamorata di suo
“fratello” mentre lui sta con una delle ragazze
più carine di La Push. Nelle
migliori delle ipotesi sarei finita per stare insieme ad
Embry…
<< Non
credo che lo
specchio possa dirti qualcosa di carino… anzi, credo proprio
che non possa
dirti niente di niente. >> mi volto e vedo Seth poggiato
sullo stipite
della porta, con un sorrisino spento, lo sguardo vitreo, come se non
vedesse
niente.
<< Hey.
>>
soffio, lasciandomi cadere dalle mani il flaconcino di rimmel.
Lui si avvicina con il
suo consueto passo pesante e senza prima guardarmi negli occhi mi
stringe in un
abbraccio.
Dopo una buona
manciata
di minuti parla, la sua voce è strozzata e tremante,
<< Scusa se non ho
risposto alle telefonate, mi rendo conto che tre mesi sono tanti,
ma… >>
annuisco, raddoppiando la presa e sorridendo di quel contatto tanto
familiare, che
mi è mancato.
<< Seth,
è tutto
apposto. Ti capiamo. Nessuno ce l’ha con te. >>
L’abbraccio
si scioglie
quando mi bacia la fronte e poi, finalmente, punta i suoi occhi,
arrossati e
gonfi, sui miei, sorridendomi tenero.
<<
Grazie. >>
sussurra, e mi stringe le mani, facendo allargare il suo sorriso, e di
conseguenza anche il mio.
Qualcuno bussa
ripetutamente sulla scrivania, con una risata cristallina,
<< Non volevo
disturbarvi, ma siamo in ritardo… >>
sorrido e camminando lentamente afferro la mani di Leah, mettendomi in
punta di piedi per baciarle una guancia, << ciao.
>> bisbiglia, e
vedo i suoi occhi gonfiarsi di lacrime.
<< Mi
è mancata la
tua voce >> dico, poi la trascino giù,
correndo per le scale e evitando
gli scatoloni vuoti sparsi qua e là per la casa.
<< A
cosa vi
servono tutti queste scatole? >> chiede Seth,
osservandoli scettico.
Mi chiudo nelle spalle
con un ché di mesto e sospiro, << ti ricordi
quando Emily e zio Billy
cercavano una casa tutta a piano terra? L’abbiamo trovata,
è vicina
all’’oceano, dalla finestra della cucina si vede
First Beach. >> Leah fa
un’espressione eloquente.
<< Mi sa
proprio che
quella casa non sarà mai del tutto riservata alla famiglia
Black, specialmente
in estate. >> rido e mi ricompongo giusto in tempo per
entrare in
salotto.
<<
Zia… >>
sussurro, sorridendo.
<< Meg,
tesoro,
vieni qui. Abbracciami. >> mi avvicino a lei e la stringo
mentre osservo
Jacob parlottare a bassa voce con Paul e Rachel, tutt’altro
che spensierato.
Sbuffo e faccio un
sorrisino amaro, << è successo qualcosa?
>> chiedo, zia Sue china
lo sguardo e poi lo punta di nuovo sul mio viso.
<< No,
stai
tranquilla. >> e mi riserva un sorriso timido, sinonimo
di quello di Leah
e Seth.
<< Bene,
allora
buon compleanno. >> le dico, Ronnie entra con in mano un
mazzo di chiavi.
<< Emily
attende. Che
ne dite di andare? >> da noi si alza un
“si” generale e piano usciamo nel
vialetto di ghiaia e erbetta, in direzione delle macchine.
Una volta arrivati la
cena si svolge nel migliore dei modi. Sue, Seth e Leah hanno stampato
in viso
un sorriso grato e immensamente vero, che quasi mi disarma. Il loro
modo di
ringraziarci è talmente bello e sincero da lasciare tutti
inebetiti e
soddisfatti, come dopo un abbondante porzione di dolce.
Una volta sparecchiata
la
tavola e pulite tutte le stoviglie, spinta da una strana sensazione di
inquietudine esco sul giardinetto di casa Uley, dove, accanto un
tavolino con
due poltroncine accoglienti c’è
l’orticello di Emily. Osservo l’albero di mele
e deformo la bocca in una delle mie smorfie da routine, poi arriccio il
naso,
sentendo un odore simile a sangue.
<<
Edward? >>
sussurro immediatamente, presa dal panico, sperando con tutta me stessa
che
rispondesse la sua voce, e che il sangue fosse soltanto quello di un
cervo.
Poi lo scorgo nella
penombra, i capelli scompigliati e la figura slanciata di Edward,
sospiro
sollevata e mi poggio una mano sul petto, dove il cuore batte
freneticamente,
<< Stupido, mi hai fatto prendere un colpo…
come mai hai attraversato il
confine senza avvertirmi, sai che non è corretto.
>> ma lui non risponde,
affino lo sguardo e mi chino leggermente, verso l’ombra,
<< Ed? va tutto
bene? >>
Lui si fa avanti, e la
poca luce mette in risalto la maglia imbrattata di sangue e il sorriso
sghembo,
ma c’è qualcosa di diverso, sebbene non riesca a
capire cosa.
Non appena
l’intera
figura mi è vicina, illuminata fiocamente con la luce
proveniente dalle
finestre, troppo lontane per rassicurami, scorgo due occhi cremisi
guardarmi
maliziosi.
<< Non
avere paura…
Megan, giusto? >> lo guardo con sguardo perso e
indietreggio, lui mi
afferra per il polso e stringe la mascella, ringhiando sommessamente,
<<
Vuoi che ti dica chi sono? Sono Derek Masen, il fratello del tuo caro
amico
Edward, non ho intenzione di farti alcun male, se però urli
o scappi te ne farò
pentire. >> mi fermo e torno indietro, sperando che
qualcuno aprisse la
finestra affinché un soffio di vento accarezzasse i capelli
scompigliati del
vampiro fino a portare il suo odore dentro la casa, sotto il naso dei
ragazzi.
<<
Derek? >>
chiedo, intimorita.
<< Si,
sono venuto
per conto di Aro, mi ha ordinato di farti fuori. >>
sussurra con
nonchalance, chiudendosi nelle spalle.
<< E
sapere che fai
parte dei Volturi e sei venuto qui per uccidermi dovrebbe calmarmi?
>>
gli chiedo, con voce strozzata, cercando di liberarmi, invano, della
sua presa
sempre più stretta sul mio polso.
<< Io
non faccio
parte dei Volturi. >> e molla la presa, facendomi
però segno di sedermi
sul muretto. Lo faccio e cerco di respirare normalmente, lancio
un’occhiata
veloce allo spazio che mi divide dalla porta: troppo lontano, ma
– conoscendo
la velocità dei vampiri – so che sarebbe inutile
fuggire anche se la distanza
tra me e la porta fosse stata minuscola, << Non
più. >> lo guardo,
espellendo aria dal naso e reprimendo un conato di vomito, portato alla
gola
dal nervosismo.
<< E
cosa vuoi da
me? Perché non mi uccidi e la fai finita? >>
sussurro, così impaurita da
sperare che, in un modo o nell’altro, finisca tutto il
più presto possibile.
<<
Sarebbe una seccatura.
Secondo te mi darebbero retta vedendoti morta? la mia reputazione
è in bilico,
ho già fatto uno sbaglio fidandomi di Amelia…
>>
Tossisco, guardandolo
male, << come fai a essere così sicuro che io
sappia di cosa stai parlando…?
>> balbetto, guardandomi intorno, impaurita e dubbiosa
dal fatto che
fosse completamente solo.
Derek fa un sorrisino,
sedendosi al mio fianco, << Edward legge nel pensiero, io
invece riesco a
percepire ricordi nel momento in cui affiorano alla mente….
Ad esempio riesco a
vedere la solita faccia depressa di mio fratello attraverso i tuoi
occhi, e
riesco a vedere anche la tua mano toccare quella sua, dentro la sua
macchina.
Giusto? >> e si apre nel suo ennesimo sorriso,
amichevole, inclinando il
viso per scorgere meglio il mio, nascosto trai capelli.
Un non so
ché in quel
sorriso mi fa subito sentire più calma, ma quando vedo la
capigliatura leonina
di Jasper capisco che non è dovuto totalmente alla dentatura
perfetta e
affascinante di Derek.
<<
Fratello, quanto
tempo! >> sbotta lui, riferendosi al buio.
<<
Derek, Non - toccarla.
>> sibila la voce di Edward, << Meg,
allontanati! >> continua,
e in un batter d’occhio, senza aver fatto un passo, mi
ritrovo tra le braccia
roventi di Jacob, attorniata da lupi ringhianti.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Siamo di nuovo quaaa!!! :)
Non chiedetemi niente!! xD
… non ho avuto internet per una - e dico UNA –
settimana. U_U
Fortunatamente il mio caro
zietto ha messo tutto a posto!
Avete letto il nuovo libro
della zietta Meyer?? *.* quello che parla di Bree Tanner? Leggetelo
ragazze, a
me è piaciuto davvero un sacco. Anche se Edward mi ha fatto
dannare alla fine
perché … Leggete e poi ne parliamo!
=___=”
*-* CHI E’ STATA ALLA
CONFERENZA DEL 17 GIUGNO???? .____. Io nooooo!!! (Purtroppo sto in
Sicilia e
non avevo proprio modo -.- )Però ho guardato tutto su coming
soon. ‘DIO CHE GLI
AVREI FATTO A QUEL TAY IN GIACCA E CRAVATTA!!!
>___<”
Kris invece era bellissima
^^ e poi poverina… non è che la ami alla follia,
ma da qui a chiamarla
“Fanciulla di facili costumi” proprio no :(
BEEEEEEEEENE! Avete capito
che non è colpa mia per il ritaaaardo?? XD cmq sia spero vi
piaccia il capitolo
*-* UN BACIOOO, Vale.
PS: stavo per dimenticarmi di allegare la
foto dei fratelli Cullen-Masen! *.* eccoli qui! che ne dite???
Risposta
alla rec:
dafne891:
Ciaooo :)
tranquilla
per le scorse recensioni! Sapevo che avevi gli esami quindi non mi sono
stupita
^^
COMPLIMENTI PER IL 28!! Sono più che convinta: li supererai
tutti con
questi magnifici risultati! :)
*.* dimmi che ne pensi di questo! Bacioni!
… e in bocca a Jacob! ;D
Ed4e: tesooooro!
Quanto tempo *.*
Hai pianto davvero?? XD hahahah
*.* Già … bellissimi Eddy e Meg, sono
così teneri :)
Per ora con l’arrivo di Derek la quastione
“genitori di Meg” è in
standby, ma vedrai che si collegerà presto al resto della
storia e tutto sarà
più chiaro :)
Un Bacio! dimmi che ne pensi del capitoletto!
Vale.
Svampi: triste? Ma
triste in senso buono, vero? xD MA CEEEERTO *.* GRAZIEEE!!
Faccio tutto da sola -.- XD
*.* x quanto riguarda l’amicizia tra Eddy e Maggie. Sono
magnifici! XD
Tranquilla, presto le vicende di genitors&Co. torneranno alla
riscossa, per ora c’è Derek, e il prossimo
capitolo farà chiarimenti su di lui
e su cosa è successo.
Non preoccuparti per quanto riguarda la durata… ehhh, mi sa
che durerà
ancora per molto XD
Un bacio, Vale.
Dackota: Carissima :)
GRAZIEEEE *w* mi fa molto piacere vedere che apprezzi il capitolo *sing
sing* XD
Lo so, la battuta di Jake è stata un colpo di classe XD
Mi dispiace per te, ma sono certa che farai gli esami benissimo e poi
potrai goderti l’estate.
Il tempo per ora non è dei migliori, consolati con questo! :D
Dimmi che ne pensi di questo :) Baci, Vale.
liala90: grazie per il complimAnti! :D
Quindi la faccenda di Eddie e Meg secondo te puzza. Perché?
;D Dimmi!
Beee, per quanto
riguarda la
fustigazione una settimana senza internet è stata abbastanza
>__<
… è arrivato Derek!!! xhe ne dici?? XD ahahah
^^” magnifico, no?
Un bacio, alla prossima, Vale.
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Capitolo 24 *** \\ 22. A.A.A. cercasi disperatamente un briciolo di normalità ***
ೋ❤ ೌ
Capitolo
22 ೬
ೂ❤ ೄ
A.A.A.
cercasi disperatamente un briciolo di normalità.
Jacob
Più si va avanti
con
questa storia più mi sento rabbrividire.
Tutto diventa quasi
impossibile da credere, legato insieme da un filo di ferro sottile e
appuntito,
senza né buoni né cattivi, dove nessuno ha il
coltello dalla parte del manico,
ma da entrambe le parti ci sono delle lame, taglienti anche solo
guardandole.
<< … è passato così
tanto tempo che non ricordavo la minima traccia del vostro odore,
quello di Meg
era la sola che avevo, Aro mi ha rimediato un frammento della maglia
che
portava a Volterra, quindi ho seguito l’odore che
c’era sul pezzetto di stoffa.
Sarei tranquillamente venuto a cercare te se solo mi ricordassi il
profumo di
voi vegetariani. Ero un vampiro molto giovane ed irrequieto, non facevo
molta
attenzione ad imprimere nella mia mente odori o colori…
sentivo solo la sete,
tanta sete. >>
A volte mi chiedo se sto
davvero vivendo o mi sto solo immaginando di vivere una vita come
questa, ma la
risposta riaffiora ovvia quando qualcuno, come sapesse del mio dubbio,
mi tira
uno schiaffetto o un pizzicotto. Giusto per farmi riemergere dallo
stato di
trans temporaneo.
<< E cosa ti fa
pensare che io possa crederti? >>
In effetti Edward ha tutto
il diritto di mantenersi sulla difensiva. Anche io avrei fatto lo
stesso.
<< Sto solo cercando
una vita migliore di quella che ho avuto in questi anni frequentando la
corte
di Aro, Caius e Marcus in Italia o quella di Stefan e Vladimir in
Romania…
>> i due vampiri si
scambiano
un’occhiata. Che per noi è silenziosa, ma
sicuramente per loro è un modo di
scannerizzare uno i pensieri uno i ricordo dell’altro.
<< Non porti la
minima importanza al fatto che forse non vogliamo più
crederti perché hai
consegnato MIA sorella ai Volturi? >> sussurra con voce
realmente stupita
Edward, occhi gialli.
<<… era anche mia
sorella, Edward, e voleva che io fossi felice… e anche io
volevo che lei lo
fosse. Che altro avrei potuto fare? Me l’ha chiesto lei, lo
sai. >> dice
stringendosi nelle spalle Derek, occhi rossi.
Edward inclina leggermente
la testa, perplesso, cercando di decifrare il discorso apparentemente
chiaro e
scorrevole di Derek.
Perciò Amelia avrebbe
chiesto a Derek di consegnarla ai Volturi per salvare il suo adorato e
permettere a suo fratello di entrare a far parte di quel clan (anche se
il nome
più approprio a me sembra setta) ergo di mangiare tutto il
sangue umano che gli
pareva, visto le abitudini alimentari dei vecchi bacucchi italiani?
<< Direi proprio di
si, alquanto improbabile, no? >> dice irritato Edward,
guardandomi per
rispondere ai miei pensieri, sobbalzo e sento la mano di Bella
strattonarmi
leggermente per portarmi sull’attenti. Il solito segno che mi
indica la mia
concreta presenza in questo mondo in apparenza irreale.
<< Aspetta… >>
sussurra Derek, solleva lo sguardo e lo punta su ogni componente della
famiglia
Cullen, poi si sofferma su Alice. << Tu non hai visto
Amelia? >>
<< L’ha vista mentre
la uccidevi con le tue mani!! >> urla fuori di
sé Edward, battendo un pugno
sul tavolo.
Derek, con lo sguardo
smarrito, guarda Carlisle, poi Esme, << Voi non crederete
che io abbia…? >>
scuote la testa, improvvisamente quello che mi sembrava un piccolo
Edward più
spavaldo e provocatorio diventa intristito e riflessivo… una
precisa copia
dell’originale per farla breve, << …
lei non è mai tornata qui. Non vi ha
avvisato, non è scappata dopo avervi spiegato, non ha
mantenuto la promessa e…
e io che… >> dice più a se stesso
che agli altri, con lo sguardo chino.
L’espressione di Edward si
distende, facendosi sbalordita, si avvicina a suo fratello e lo guarda,
scuotendo la testa, poco dopo la smorfia sdegnata torna a deformare il
viso
pallido e smorto, << Sei un attore più capace
di quanto credessi, ma ti
aspetti veramente che io mi beva questa messa in scena??
>> urla di
nuovo, Megan si alza di botto dal divano di casa Cullen, afferrando
Edward per
un polso. Lui si volta all’istante, quasi paralizzato e
spaventato dal suo
atteggiamento. Vedo i loro occhi incrociarsi, la mascella di Edward si
distende
e la fronte si rilassa di nuovo, poi… sorride?
Okay, questa situazione
inizia a starmi stretta.
<< D’accordo, ma
torna a sederti. Può essere pericoloso. >>
sussurra decisamente più
rilassato Edward, e si volta di nuovo verso suo fratello mentre Meg
torna a
sedersi al fianco di Seth, che la guarda con la bocca spalancata.
Mi volto in direzione di Bella,
sbigottito, e in quel medesimo istante anche lei mi guarda, pallida e
sorpresa.
Evidentemente neanche lei sa che cosa sta succedendo tra quei due.
<< L’imprinting… non
s-si può sciogliere, vero? >> balbetta Bella.
Sembra spaventata a morte.
La guardo di nuovo,
disdegnato, << No, e anche se fosse Megan mi ama,
non… non… lo farebbe,
ecco. >> dico, poi ci scambiamo un’occhiata.
<< Sarà meglio per
lei. >> mormora inasprita, lanciando
un’occhiata omicida a Megan.
Deglutisco a vuoto,
incazzato, impaurito e non so che altro, Bella solleva un sopracciglio
e posa
lo sguardo su Edward, altrettanto alterata.
I due fratelli, dopo
l’interruzione di Megan, continuano a guardarsi negli occhi,
ennesimo silenzio
inquisitore.
<< Voi avete creduto
per ottantatre anni che io avessi ucciso Amelia? Mi pensate capace di
fare una
cosa del genere? >> chiede allibito il vampiro,
allargando le braccia.
La signora Cullen si
siede, portandosi una mano alla fronte e respirando a fatica, Carlisle
le preme
le spalle con le mani, in gesto di confronto, stringendo le labbra e
battendo
velocemente le ciglia, come se tentasse di prendere
lucidità, << Derek,
noi… Alice ti ha visto. >> balbetta dopo, la
moglie scuote la testa.
<< Lo sapevo, Derek
non avrebbe mai potuto fare una tale crudeltà.
>>
La bionda ossigenata fa
una smorfia e alza gli occhi al cielo, << Lo state
facendo. State cadendo
nella sua rete. Edward ha ragione, è tutta una farsa. Cosa
ci potrebbe
convincere del contrario? >>
<< Amelia. >>
l’inaspettato commento di Bella fa voltare tutti, lei strizza
gli occhi, forse
accorgendosi solo in quel momento di aver pensato a voce alta,
<<
dovreste… cercarla… se non l’ha
uccisa… probabilmente è ancora viva.
>>
continua insicura: non le piace essere al centro
dell’attenzione.
<< Potrebbe essere
dovunque. >> commenta il biondo in agonia in tono ovvio,
accompagnando le
parole con un gesto veloce e circolare della mano destra, poi rivolge
un’occhiata ad Alice, sollevando un sopracciglio,
<< Non puoi provare a
concentrarti su Amelia? >> le chiede, il tono di voce
più grave e
interessato. Lei si chiude nelle spalle, si porta le mani alle tempie e
arriccia il naso, chiudendo gli occhi, il silenzio inonda ancora una
volta la
stanza, tutti si protendono, anche involontariamente, ad osservare
Alice, che
muove le labbra arricciate a destra e a sinistra, ritmicamente,
strizzando
appena un po’ gli occhi di tanto in tanto.
Dopo un’attesa abbastanza
distruttiva si abbandona frustrata su una sedia e si lascia cadere le
braccia
lungo il busto sottile, sospirando arresa, << Non vedo
niente… e ho un
terribile mal di testa, come quando provo a sbirciare nel futuro di
Bella
quando è con Jacob, o in quello di Meg. >>
<< È un buon segno,
no? vuol dire che è viva. >> mormora Emmett,
dubbioso e serio, rivolgendo
poco dopo uno sguardo eloquente a Rosalie e aprendosi in un sorrisino
trionfante.
<< A dire il vero,
non lo so. Apparentemente una persona, vampira o qualunque cosa sia se
è morta
non ha un futuro… e quindi il vuoto sarebbe spiegato.
>> chiarisce Alice,
facendo uno strano movimento col dito sulla superficie sicuramente
fredda della
sua gamba, << siamo praticamente al punto di partenza.
Dobbiamo solo
decidere se credere o no a Derek. E credo spetti principalmente ad
Edward
farlo. >>
Ora l’attenzione è rivolta
ad Edward, che poggiato spalle al muro, con il suo solito fare
riflessivo e
depresso, solleva leggermente lo sguardo e lo punta su Meg, lei storce
il naso,
lui scuote leggermente la testa, << Hai ragione.
>> commenta dopo, i
suoi occhi si illuminano mentre lo dice, lei sospira, <<
I licantropi
sapevano che Amelia era fuggita. Infatti i Quileute, raccontando questa
leggenda dicono che Amelia,
dopo aver
visto Annìka con la sua nuova compagna
d’imprinting, fugge … forse non mente,
forse… Amelia è scappata senza prima avvisarci
del piano con Derek perché si
sentiva ferita e tornare a casa avrebbe reso l’intera
famiglia un bersaglio da
attaccare facilmente visto che continuavamo a darle accoglienza.
>>
<< … sapeva che se
fosse venuta non l’avreste mai fatta andare via
>> completa per lui
Derek, altrettanto riflessivo e concentrato, << e
così facendo avrebbe
anche fatto passare dei guai a me medesimo, che avevo giurato ai
Volturi di
averla uccisa. >>
<< Perché fare una
cosa del genere? >> sussurra Megan, guardando Derek, in
cerca di
risposte.
E di nuovo Edward e Meg si
studiano, persi in chissà quali conversazioni, ringhio a
bassissima voce degli
insulti decisamente poco carini, lui li sente rimbombare nella sua
testa e si
volta verso di me riservandomi un’occhiata impreparata, Derek
ha già cominciato
a parlare: << Era principalmente un piano tra lei e
Annìka, io ero come
un complice. Dopo che i Volturi hanno scoperto l’esistenza
di… questo legame
tra loro e hanno deciso di ucciderli, Amelia aveva pensato che
facendomi
entrare nei Volturi e assicurandosi che io stesso compissi la sua
esecuzione,
falsa esecuzione, poi sarebbe potuta tornare a Forks per prendere
Annìka e
insieme sarebbero andati lontani da questo posto che le aveva soltanto
creato
problemi… >>
<< Ma quando è
arrivata… >> borbotta in tono seccato Jasper.
Derek si volta verso di
lui e annuisce, poi torna a guardare Meg e continua la sua spiegazione,
<<
Avrà visto Annìka insieme alla bambina e si
sarà sentita perduta. Tornare a
casa sarebbe significato mettere a rischio la vita della nostra
famiglia, non
poteva nemmeno tornare in Italia perché anche io avrei corso
dei guai seri,
quindi avrà deciso di scappare, sparire nel nulla
>>, finita la
spiegazione sospira sconnessamente, portandosi una mano alla gola e una
alla
bocca, il suo sguardo vaga da Bella a Meg, Emmett sgrana gli occhi e
con un
sorriso afferra prima Bella, poi Meg.
<< Credo sia ora di
andare a casa, da brave bambine. >> dice, con un tono che
malgrado tutto
non offre seconda scelta.
Mi sollevo dal divano,
Derek sussurra un scusate, e sotto la sorveglianza serrata di Jasper,
va in
cucina con passo svelto, poco umano.
<< Il racconto
giallo è finito… >> bofonchia
Rosalie, scuotendo la testa e salendo le
scale con una certa fretta, << vado a farmi una doccia.
Tutte queste
rivelazioni mi hanno fatto diventare isterica…
>>
<< intendi più del
solito? >> chiedo serio, lei si volta, sguardo assassino,
mi punta un
dito addosso e ringhia.
<< Non sono
isterica, il fatto è che non sopporto i cagnacci. Ti basta
come spiegazione?
>>
Mi chiudo nelle spalle e
ficco le mani in tasca, con nonchalance, << nessuno ti ha
chiesto una
spiegazione. >> dico ovvio, <<
‘Notte strega. >> poi mi avvio
verso la porta, ma Edward mi si para davanti e mi guarda con fare
paternalistico, quasi ironico, << Che vuoi?
>> borbotto, corrugando
la fronte.
<< Non è come credi,
sai che amo Bella più della mia stessa vita.
>> mi dice, l’espressione
nel suo viso non cambia.
Faccio un lungo respiro e
guardo alle sue spalle, << Non mi piace questa vostra
amicizia, ma non vi
posso criticare, io e Bella abbiamo lottato per rimanere uniti, non
vedo perché
Meg non possa avere i suoi amici… Cullen, so che lei mi ama,
essere gelosi è un
conto, essere infastiditi è un altro. Con questo non sto
dicendo che mi fido di
te, sai che ti spaccherei la faccia volentieri, ma mi fido di lei, e la
conosco. Non mi tradirebbe… e se dovesse farlo non lo
farebbe di certo con te.
Sai… non sei il suo tipo. >> ora azzarda una
risatina, e anche lui si
guarda alle spalle, dove Bella con fare annoiato indica
l’orologio.
<< Non riesco ad
abbagliarla come faccio con tutte… neanche se mi ci metto
d’impegno. >> dice
scherzoso.
Con fare altezzoso mi
poggio allo stipite e soffio fuori aria dal naso, facendo una sotto
specie di
pernacchia, << Be’… io si, anche
involontariamente. >> e non posso
fare almeno di trattenere un sorrisino.
Batto una mano sulla
spalla di Edward, sentendomi vittorioso e mi precipito fuori, poi mi
volto,
<< Però potresti cercare di essere meno
affabile con lei? >>
balbetto, affinando lo sguardo.
<< Perché
mai dovrei? Hai paura di risultare meno
attraente ai suoi occhi? >> scuoto la testa, per niente
intaccato da
quella provocazione.
<< Parlo in vece di
miglior amico di Bella. Lei si, che è gelosa.
>> e ridacchiando vado
verso la macchina, c’è già Seth al
voltante e Sam vicino a lui, dietro Meg
indossa una felpa esageratamente grande per lei, riesco a sentire i
suoi denti
battere.
<< Hai freddo?
>> le chiedo, entrando in macchina e chiudendo la
portiera, Sam borbotta
un “fai piano o la rompi” sorrido a mo’
di scusa e torno a guardare Meg.
<< Solo un po’
>> risponde lei, a voce bassa, solleva il viso e mi bacia
la guancia,
<< ma ora ci sei tu. E con la mia stufetta personale non
ne sentirò più.
>>
Faccio una risatina,
<< Mi stai usando? >>
<< Possibile.
>> borbotta, poi sbadiglia e chiude gli occhi,
incoraggiandomi ad
abbracciarla.
Lo faccio senza protestare
e mi avvicino al suo orecchio, << Ti sei divertita a fare
la detective?
>>
<< Diciamo che
esistono giochi più divertenti. >> ridacchia,
poi la sua voce si fa
arrochita, << … Amelia non è morta,
quindi Annìka ha subìto un altro
imprinting mentre lei era ancora in circolazione. Questa cosa non mi
piace.
>> alzo gli occhi al cielo.
<< Perché dovrebbe
succederci? >> gracchia un lamento e affonda maggiormente
il viso contro
l’incavo della mia spalla.
<< Non so neanche se
senza imprinting staresti con me, come posso pretendere che tu lo
faccia se ne
subisci un altro? >>
<< Megan, fidati,
non è il nostro caso, come non lo sarà per ogni
componente del nostro branco… e
poi… >> prendo il suo viso tra le mani,
facendo scontrare in nostri
occhi, << cosa ti fa pensare che senza
l’imprinting non starei insieme a
te? >> gli chiedo, con una punta di acidità.
<< Forse il fatto
che non ci sia niente di speciale in me >> dice a
bassissima voce,
scostando lo sguardo, << non sto dicendo che sono brutta,
ma soltanto che
non penso le tue grazie sarebbero cadute su di me. >>
<< Mi crederesti se
ti dicessi che ti sbagli? >> le chiedo, in tono irritato,
lei scuote la
tesa, scrollando le spalle.
<< Potresti anche
dirlo, ma oramai sono convinta di questo, non faresti altro che
sprecare fiato.
Sto cominciando a vedere l’imprinting come una fonte di
salvezza. Inizia a non
importarmi il fatto che tu sia costretto o meno. L’importante
è che tu stia con
me. >>
Faccio una smorfia,
ricordandomi tutte le paranoie che mi ero fatto, specialmente
nell’ultima
settimana, << Non ti critico e non mi arrabbio soltanto
perché anche io
mi sono chiesto le stesse cose su di te. Insomma chi mi assicura che tu
saresti
ugualmente con me senza imprinting? >>
Ridacchia, amaramente,
<< E’ il dubbio più stupido che io
abbia mai sentito. Mi sembra
impossibile una Megan che non abbia il cervello in pappa per te.
>>
Sollevo un sopracciglio,
guardandola con aria di sfida, << e adesso chi mi
assicura che non sia
l’imprinting a farti parlare così? >>
Lei sbuffa e sbadiglia di
nuovo, chiudendo gli occhi, << Okay, okay. Hai vinto.
>> gracchia,
poi mi bacia il collo. << ti amo. >>
<< Meno male.
>> sussurro ridendo, e la stringo, mentre la macchina va
spedita in
direzione della riserva di La Push.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Hola! Ragazze,
il mio pennino internet è passato a miglior vita e sono
costretta a farmi 40
kilometri a piedi sotto il caldo cocente con il mio portatile in spalla
(che di
portatile non ha proprio niente! -.-) e…devo anche
studiare… Wiii!! Eh-eh! -.-“
Ma!!! Eccomi
qui! Con questo capitolo che dovrebbe (occhio al condizionale!!!)
chiarire
molte cose! Bene! Ditemi cosa ne pensate! : ) vi adoro ragazze, ci
vediamo
probabilmente giovedì, però non posso promettervi
nnt -.-“ e
ora sapete il perché!
Vi ho
preparato una cosa!! *.*
Spoiler:
Sgrano gli occhi,
soffocandomi con
l’aria che respiro, e li punto sul suo torace, soffermandomi
in particolar modo
sul suo… abbigliamento intimo!
Scoppio in una risatina e rosso come
un peperone mi gratto la nuca, sbattendo ritmicamente le ciglia per
riprendere
lucidità, << Oh mio Dio. >>
biascico, con voce strozzata.
Risposta
recensioni:
Ed4e: tesoro! :) il mio
Derek è un
attore di un romanzo televisivo che guarda la mia nonnina…
Beautiful se non
sbaglio 0_o *me controlla su Wiki* si! U_U mamma che sono braaava!
Penso ci siamo tutte le risposte ai tuoi interrogativi! ^^”
se non
hai capito dimmi, ti piego meglio! XD
Beee… dallo spoiler capisci che il vestitino intimo Jake lo
vedrà
;D
Shhh!! Parlo troppo! XD ahahah un
bacio. Vale. Ti adoro!
liala90:
Bonazzo assurdo??*_* ho fatto colpo allora!!!
XD ahahahah
Amelia? E adessooo? Secondo te è viva? @_@
Lo so fa morire dalle risate quella parte. Mi ricorda tanto uno di
quei film dove i cagnolini parlano *-* magnifico!
Grazie per avermi risparmiato le frustate! :D te ne sono grata!!
Allora?
Che ne dici di questo? Visto lo spoiler?? ;D ehi ehi ehiiiii
Un bacio, alla prossima, fammi sapere!! XD Vale.
Svampi: Hola!!! Grazie!
^^” si,è molto
carino in effetti! U_U e sennò che lo seglievo a fare?! XD
ahahah
Jake idee chiare? Mmmh…
aspettiamo I prossimi
capitoli U_U ihihi XD cacchio ti lascio sempre con gli gli occhi
sgranati, vero?
XD ahha
Si!! *_* libro di Breeeee. È un personaggio che mi piace
così tanto!!
Penso di metterlo nella storia. Vedremo come ;) dimmi csa ne pensi
appena lo leggi!!!
Per il 17… trooooppo bellissimo e tenerissimo!!! *.* mmmhhh
piccolo!!!
>_<
Cmq… non sai con chi volevano sostituirlo? U_U steven
strait. A me
piace, ma se non sbaglio è molto più grande(in
termini d’età ) del Jacob Meyeriano.
Cmq. Devo proprio scappare!!! Un bacio. Alla prossima!! Letto lo
spoiler??
;D
Vale.
saradm21: ciaooooo ^^ sei
nuova! Benvenuta
nella famiglia! In soli due giorni? Cavolo sei velocissima!! :D che ne
dici di questo
capitolo? Fammi sapere come ti sembra la questione e cosa ne pensi dei
personaggi!
bacio, spero che continuerai a recensire ;) Vale. <3
morgana92: ciao!!
È già. Ti davo per
dispersaaa O.O ma adesso eccoti qui!! ;D
fammi sapere come ti sembra, è chiara la spiegazione?? Letto
lo spoiler
“ehi ehi” XD ahahah .
Vabbè, scappo. Un Bacio, Vale!!
|
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Capitolo 25 *** \\ 23. Ho bisogno di un analista... e Quil di un dietologo! ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 23 ೬ ೂ❤ ೄ
Ho
bisogno di un analista... e Quil di un dietologo!
Jacob
Studio
meravigliato i piccoli pigmenti dorati che
s’insinuano tra il verde e il castano dei suoi occhi, mentre
lei è intenta a
leggere, comodamente accucciata tra le mie gambe.
Lancio un’occhiata al piccolo libro che tiene tra le mani e
ne leggo il titolo per l’ennesima volta, soffermandomi
allungo su ogni lettera
color rame, leggermente incavata rispetto alla copertina rigida, di
cuoio verde
scuro. Poi delicatamente inizio a giocare con un riccio che le cade
sulla
tempia, facendolo rotolare intono un dito e rimbalzare appena nel
tentativo di
sviarlo dalla stretta. Continuando questo divertente giochetto torno ad
analizzare rapito i suoi occhi, spalancati dall’attenzione e
perduti in mondi
fantastici, descritti tra le righe di quel vecchio libro prestatole dal
dottor
Cullen.
<< Hai finito? >> sussurra poco dopo,
facendomi
sobbalzare per lo spavento. Le orecchie, ormai abituate al silenzio,
fischiano,
quando la sua voce, seppur delicatamente, irrompe nell’aria
facendo scoppiare
la bolla di magia che mi sono creato intorno.
<< Forse. >> sussurro per niente scherzoso,
senza schiodare gli occhi dai suoi, in tutto il loro vario e magnifico
colore.
Chiude li libro tenendo però il segno con una mano tra le
pagine, sospira e con la coda dell’occhio fissa il mio dito,
ancora intento a
usare il ricciolo come passatempo.
Si chiude nelle spalle e torna a leggere, tuffandosi a
capofitto nella storia interrotta cinque secondi prima, poggia il capo
sul mio
petto e sorride appena, senza staccare gli occhi, ora socchiusi e
seminascosti
dalle ciglia. Tiro indietro la testa, poggiandola sulla testiera del
mio letto,
e lancio un’occhiata alla finestra.
C’è un vento vigoroso, ma il cielo stranamente non
è
offuscato neppure da una nuvola e le stelle brillano in tutto il loro
timido e
solenne splendore.
La guardo di nuovo, sta volta attirato dalle sfumature dei
suoi capelli, scompigliati e tirati indietro nella solita crocchia
improvvisata,
la manica della felpa grigia le copre quasi del tutto la mano, che
regge la
testa leggermente inclinata; il braccio é puntellato sul suo
ginocchio.
<< Sembra
interessante. >> ne deduco, lievemente infastidito dalla
mia inaspettata
invisibilità ai suoi occhi.
<< Oh, lo è. >> dice, con voce
sommessa,
annuendo, anche ora lo sguardo resta fisso sulle pagine.
Sbuffo, cogliendo la mia sconfitta nel voler istaurare una
conversazione e getto un’occhiata veloce
all’orologio.
<< Magnifico. Leggi da tre ore e un quarto.
>>
borbotto, sollevando gli occhi al cielo, << non puoi
fermarti? >>
I suoi occhi ora puntano i miei, spaesati, <<
Perché?
>> mi chiede, con un cipiglio innocente.
Mi indico con una mano, << non ti alletto più
di un
libro? >> dico, sta volta sorridendo, con fare spiritoso.
Lei solleva un sopracciglio, riservandomi un sorrisino
malizioso, si sporge verso le mie labbra e mi bacia. Chiudo gli occhi,
abbandonando le braccia ai fianchi e facendo una smorfia quando mi
accorgo che
il suo è stato solo un innocuo e brevissimo bacio a stampo.
Solleva leggermente il libro, scuotendolo perché lo
guadassi, << Arrivo ad un punto fermo e sono tutta tua.
>>
Mi avvicino di nuovo, accarezzandole il viso con entrambe le
mani, e chiudo nuovamente gli occhi quando le labbra si toccano, il suo
gusto è
qualcosa di unico, porta dipendenza.
Sa sempre d’arancia, forse a causa dell’emolliente
per le
labbra che usa spesso, e a volte, specialmente la sera, dopo la doccia,
sa di
cioccolato fondente, sta volta la colpa è dello zio Billy,
che si ostina a
comprarle quel bagnoschiuma al cioccolato come se fosse ancora piccola.
<< Aspetta. >> piagnucola, con voce
lamentosa,
<< Manca pochissimo, giuro. >> poggio il
capo sulla sua spalla,
abbandonando le sue labbra controvoglia, e inspiro affondo il suo
profumo, che
vista l’ora, prevale decisamente sulla variante
“cioccolato”.
<< Leggi ad alta voce. >> mormoro,
sorridendo.
Mi lancia un’occhiata sorridente a sua volta,
<< Sei
sicuro? Non conosci l’inizio. >> camuffo un
finto disinteresse
chiudendomi nelle spalle. Evito di dirle che ho già letto
quel libro per un
compito di letteratura inglese.
<< Tranquilla, sono certo che se ti prende
così tanto
non avrò difficoltà ad appassionarmi.
>>
Sorride guardandomi allusiva e annuisce, volta pagina e
prende un respiro prima di leggere, << L'amore può dar forma e
dignità a cose basse e vili,
e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo,
ma per sua propria
rappresentazione, ed è per ciò che l'alato Cupido
viene dipinto col volto
bendato. >>
Poi mi osserva, facendo una piccola smorfia, curiosa,
<< secondo te che vuol dire? >> mi chiede,
con fare intellettuale.
Sospiro chiudendo gli occhi e quando li riapro la trovo
ancora intenta a studiarmi con quell’espressione piena di
curiosità, <<
Be’ … che l’amore riesce a far diventare
tutto più bello e i difetti, guardarti
con gli occhi di un innamorato non possono che essere altri strani
pregi e per
quanto siano brutti, quella persona, per gli occhi
quell’amato, continuerà ad
apparire una… perfetta reincarnazione dei propri sogni.
>> mi osserva,
persa nei miei occhi, annebbiata e incantata dalle mie parole. Ricambio
il suo
sguardo intenerito e accenno una risatina, scostandole il famoso
ricciolo dagli
occhi, << …poi qualcosa su Cupido accecato.
>> anche la sua risata,
lieve e genuina, aleggia nell’aria adesso. Chiude il libro,
lo posa sul letto e
con entrambe le mani afferra il mio viso, proprio come avevo fatto io
poco
prima, sfrega timidamente le mie labbra e le sue, con il risultato di
attorcigliarmi lo stomaco.
<< L’amore è cieco. >>
soffia, con una risatina.
<< Credimi >> bisbiglio baciandole il naso,
<< ti amo, ti guardo da ore… e ti vedo
benissimo?! >>
Si finge offesa e si scolla dalle mie labbra, ma io l’attiro
a me e la tengo stretta, permettendole a malapena di respirare.
<< Secondo te Derek riuscirà a nutrirsi solo
di sangue
animale? >> mi chiede, senza motivo, sollevando il viso
dal mio petto
quanto serve per osservarmi negli occhi.
<< Perché non dovrebbe? >> le
chiedo io,
sollevando un sopracciglio, scombussolato per l’improvviso
cambio di argomento.
<< Non lo so. Edward dice che…
>> la fermo,
tappandole la bocca con la mano.
<< Edward dice questo. Edward dice quello.
Perché non
provi a pensare con la tua testolina invece di credere a tutto
ciò che esce
dalla boccuccia di Edward? >> borbotto irritato,
guardandola truce.
Lei fa una smorfia impreparata, accigliandosi. Poi pian
piano sorride, maligna. << tu sei geloso!
>> realizza, stringendomi
in un abbraccio e ridendo, << il mio gelosone!!
>> mi schernisce,
ricoprendomi il viso di baci.
La spingo dolcemente, incrociando le braccia sul petto e sospirando,
infastidito. << Io non sono geloso! >>
Ride e scuote la testa allungandosi verso il comodino per
mettere in salvo da eventuali strappi o scompaginazioni il vecchio
libro di
Carlisle. << Oh, certo… e io sono bionda!
>> sbotta, ridendo.
Scosto lo sguardo verso la finestra, sporgendo leggermente
il labbro, in una smorfia infantile, e sbuffo vistosamente.
<< Gne, gne,
gne >> le faccio il verso, ancheggiando scenicamente da
una parte
all’altra.
<< Visto! >> urla lei, ancora ridendo,
<<
Ammettilo! Hai un debole per me! >> mi accusa,
additandomi.
<< Nah! >> rido, sventolandomi una mano
davanti al
viso, con finta indifferenza.
Mi studia in silenzio, socchiudendo gli occhi con fare
malizioso, soffoca una risatina e si morde il labbro, acchiappando con
entrambe
le mani il bordo della felpa e sfilandosela disinvolta.
Sgrano gli occhi, soffocandomi con l’aria che respiro, e li
punto sul suo torace soffermandomi in particolar modo sul
suo… abbigliamento
intimo!
Scoppio in una risatina e rosso come un peperone mi gratto
la nuca, sbattendo ritmicamente le ciglia per riprendere
lucidità, << Oh
mio Dio. >> biascico, con voce strozzata.
Lei sorride imbarazzata e si rimette la magliettina, poi mi
lancia uno sguardo eloquente. << Allora? Hai un debole
per me, si o no?
>>
…ma in quel momento il mio cervello e da
tutt’altra parte,
<< M-Meg… dimmi che hai messo solo il
reggiseno, ne va della mia salute
mentale. >> continuo, la voce continua ad uscire
strozzata.
Arriccia il naso facendo l’ennesimo sorrisino furbo e scende
dal letto, si volta e con non poco imbarazzo inizia a lottare contro il
bottone
dei suoi pantaloni.
Io la guardo, paralizzato. Vorrei fermarla e saltarle
addosso al contempo, ma resto fermo. La personificazione di una roccia.
Da un
momento all’altro rimane seminuda davanti i miei occhi, il
ché non è
decisamente poco per la mia immaginazione, già fulgida di
suo.
<< Però… >> fa una
risatina e si volta,
mostrandomi il fondoschiena scarsamente coperto, incurante della mia
faccia
paonazza, << mi da tremendamente fastidio, l’ho
messo solo perché… be’ a
dire la verità, non ne ho idea! >> Abbozzo una
risatina isterica e mi
copro il viso con un cuscino.
<< Meeeg! >> grugnisco straziato, la voce
strozzata attutita dall’imbottitura del cuscino,
<< ti prego. Anzi, ti
scongiuro. Copriti! >> ancora una volta la sua risata
aleggia nella
stanza.
Dopo vari spostamenti d’aria la sento accovacciarsi sul mio
stomaco e la ritrovo in pigiama, gli occhi assonnati. <<
Sai non mi
sarebbe dispiaciuto essere apprezzata un po’ di
più. >> mugugna,
sbadigliando, << lo so che lo fai per me, ma credimi.
Ultimamente mi
sento così… confusa, sull’argomento.
>>
La sollevo, fino a far scontrare i nostri nasi e mi sistemo
meglio, completamente disteso.
Lei si irrigidisce, ma non si muove quando la invito ad allungarsi
su di me, le accarezzo i capelli e le bacio le labbra, sistemandole una
ciocca
di capelli dietro l’orecchio.
<< Meglio? >> sussurro sorridendo beffardo,
con
il fiato corto.
Annuisce e sorride, di nuovo imbarazzata, concentrando tutta
la sua attenzione sui miei capelli, sparsi per il guanciale.
<< Sono così scuri da sembrare blu.
>> dice
interessata e compiaciuta, io acchiappo un ciuffo e me lo porto davanti
gli
occhi, analizzandolo come si deve.
<< Davvero? A me non sembra. >> sorride e
scuote
la testa.
<< Non così, devi guardarli
nell’insieme. >>
scorgo il naso e mi chiudo nelle spalle, sbadigliando sgraziato.
<< Oh, adesso si che è tutto chiaro!
>> dico sornione,
mi giro su un fianco, facendola cadere sul materasso e la avvolgo con
le
braccia, rannicchiandomi comodamente contro il suo corpo,
<< ora però,
non mi dispiacerebbe schiacciare un pisolino. Domani devo alzarmi alle
sette…
ovvero tra… >> lancio uno sguardo alla sveglia
sul comodino e
rabbrividisco, << … più o meno due
ore. >> ride sommessamente e mi
bacia la mascella.
<< ‘Notte. >> sorrido, e la
stringo ancora,
strofinando la mia guancia contro la sua.
<< Buonanotte briciola. >> farfuglio.
***
<< Concentrati
su un punto preciso del bosco e cerca
un battito, un odore… che possibilmente non sia di
escursionisti … o di
coniglietti minuscoli, Derek!! >> Jasper, esasperato, si
poggia sul
tronco della quercia secolare a più o meno quaranta metri
dal ruscello che
divide in due la foresta dietro casa Cullen. Io e Quil, sotto sembianze
lupine,
ci scambiamo uno sguardo annoiato e sospiriamo, sputando fuori aria dal
naso
umido.
I Cullen, in
particolare Esme e Carlisle, ci hanno chiesto
il favore di tenere d’occhio le prime battute di caccia
vegetariana di Derek,
per cautelare la sicurezza di qualche eremita senza un briciolo di
cervello che
si sarebbe potuto addentrare così in profondità
nella foresta di Forks. Non si sa mai, giusto?
<< La
fai facile, tu. >> sbuffa Derek, dando un
calcetto al batuffolo bianco, imbrattato di sangue, che meno di qualche
secondo
fa’ saltellava ancora, ignaro del suo sfortunato futuro.
<<
Perché in effetti lo è! Non ti sto chiedendo di
resistere al profumo di un umano mentre il suo collo dista solo pochi
centimetri dai tuoi canini… ma di risparmiare dei piccoli
roditori! Devi
distinguere il battito, sentire il rumore delle loro zampe sul terreno
per
capirne il peso. Usare il tuo cervello altamente sviluppato da vampiro!
>>
Ci va giù
pesante! Cinque
dollari sul biondino slavato.
Guardo Quil, poi
osservo Derek e Jasper scambiarsi
occhiatacce.
Andata – penso, di
risposta.
<<
Proprio tu cerchi di darmi ordini! Capirei ed
eseguirei quelli di Carlisle, di Edward o di Esme… ma tu!
Che fino a pochi
giorni fa’ lottavi contro te stesso per non azzannare
Bella…! >> Derek è
fuori di sé dalla rabbia, torno a guardare Quil, deformando
il muso in un
ghigno.
… Jake, stai
zitto! –
interviene lui, con voce seccata, prima che io possa pensare qualcosa
di
strafottente da dire.
Io? scherzi? Non mi
sarei mai permesso.
Si, certo.
Te lo giuro!
U-uh…
Con uno sbuffo, mi
volto verso i vampiri, intenti ancora a
battibeccare come due ragazzine viziate.
<<
Ragazzi, basta?! >> urla snervata Alice,
lasciandosi cadere come un peso morto sul prato accanto Quil a gambe
incrociate, << dovete concentrarvi sulla caccia! Non sui
torti e le
debolezze dell’altro! >>
<<
Guarda! È arrivata Sen-sei - Alice - Bonsai!
>> sbotta antipatico Derek, dando un calcio
più forte alla carcassa del
coniglietto, che va a finire dentro il ruscello.
<< Non
dovete concentrarvi sulle debolezze dell’altro
eccetera e eccetera…dove le leggi queste frasi fatte? Nei
biscotti della
fortuna o sulla carta dei cioccolatini fatti in casa da Esme?
>> continua
Jasper, scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.
La faccia di Alice si
contrae in una smorfia di pura
ferocia.
…Ahi-ahi - penso
affinando gli occhi, immaginandomi già quello che
succederà da lì a poco.
Puoi dirlo, fratello.
<< Voi?!
Stupidi mocciosi millenari che non sanno
mettersi d’accordo neanche per un’insulsa battuta
di caccia, come osate
scaricare la vostra rabbia su di me…
DOVETE-RESTARE-CONCENTRATI-SULLA-CAAAAAAACCIA!! >>
continua a guardarli
con un’espressione degna di Hitler e con l’indice
indica oltre il ruscello,
<< c’è una piccola mandria di alci
oltre i pini, perché non mettete
insieme i vostri cervelli apparentemente superveloci per prenderne
almeno uno?!
>> i due la guardano spaventati, in effetti anche io sono
un po’ scosso.
La voce di Alice, nei punti più salienti della sgridata,
somigliava molto più
ad una sequenza di ultrasuoni che ad altro.
<<
Eamh… Alice? >>sussurra spaventata Esme,
dietro di lei.
<< Che
c’è adesso?? >> urla con la ferocia
di un
leone, voltandosi verso la presunta madre.
Non appena la vede
ammutolisce e sorride cordiale, <<
Oooh, ciao Esme! Stavo solo aiutando i ragazzi a raggiungere un
rapporto di
unanimità. >> dice, sorridendo dolcemente.
<< Bene
>> si volta verso di noi e sorride, porgendoci due piatti
pieni zeppi si roba
da mangiare, con un modo di fare degno di una mamma che accoglie gli
amici del
propri figli (anche se non è propriamente consone alla
situazione), <<
volevo assicurarmi che Quil e Jacob facessero colazione.
>>
Abbaio, in senso di
gratitudine, poi scuoto il capo, dandole
a capire che non ce n’è alcun bisogno.
Però prima
che Esme possa capire, Quil si è già fiondato sul
suo piatto.
Faccio uno sbuffo e mi
abbandono sul prato, accucciandomi
come farebbe un normalissimo cane.
Quil. Mi fai schifo. –
penso, disdegnato.
Hey. Io ho fame! Sue
mi ha messo a dieta!
A volte mi stupisco
del fatto che durante i turni di ronda continui a trasformarti in un
lupo e non
in una sottospecie di maiale con il pelo.
Una parola. Metabolismo.
Quando distolgo
l’attenzione da Quil e osservo Jasper, Alice
e Derek li vedo conversare tranquillamente.
<<
Edward? >> chiede Derek, interessato.
<< Non
lo so, doveva andare da qualche parte insieme a
Bella… tornerà dopo le cinque. >>
dice con indifferenza Alice, poi si
concentra facendo perdere per un attimo il suo sguardo nel vuoto e
torna ad
annuire, più convinta, << si, precisamente
alle sei meno dieci. >>
<<
Perché così tardi? >> mormora
Jasper, Alice
si volta e incontra i miei occhi, con la faccia di chi è
appena stata colta in
fragrante si chiude nelle spalle e sussurra : << Le
solite cose. >>
<< Oh!
>> dice Jasper, guardandomi con uno
sguardo analogo a quelle di Alice, mentre Derek, con lo sguardo
concentrato,
continua a non capire. Come me.
Poi
all’improvviso anche lui spalanca gli occhi, <<
davvero? >> chiede, cercando una conferma, sicuramente
dopo aver
analizzato affondo un ricordo dei due. Alice annuisce per rispondere
all’esclamazione del vampiro e arriccia il naso.
<< Jake,
Quil… grazie per il favore, potete andare.
Tra non molto arriverà Emmett. Ci penseremo io e lui a
tenere sottocontrollo la
situazione. >> dice lei, troppo cordiale per darmela a
bere.
Tutto il mondo cerca
di nascondermi qualcosa e ci riesce anche benissimo.
Fratello, scusa se
distolgo la tua attenzione da questi pensieri degni di un Cullen
depresso, ma
io vorrei andare a casa!
Quil… -
ringhio,
sollevandomi sulle zampe – questa è
l’ultima volta che faccio un turno di guardia con te.
Come vuoi, Signor
sono-triste-perché-qui-nessuno-si-degna-di-dirmi-niente!
Quiiiiil!
D’accordo,
d’accordo.
Sto zitto, sto zitto.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
capitoletto
piccolo ma
carino ^^" ... o almeno, così penso che sia! XD ahahah
Dopotutto è più piccolo
soltanto di mezza pagina. Però è ricco... Mooolto
ricco. ;D CHI MI SA DIRE
COSA LEGGE LA NOSTRA MAGGIE??
Ragazze, a voi posso
dirlo... Sto cercando di tenere il mio naso fuori da facebook. Il fatto
è che
non sono andata a vedere eclipse (la solita eretica e masochista che
aspetta
settimane! - E NO CARE MIE! STA VOLTA VADO SUBITO! XD) ma ci
andrò domani
(sorprese?? ;D) anzi, visto l'ora, praticamente ci vado OGGI! XD aahah
Ho deciso di fare come
tutte le twilighters e andare nella salute o nella malattia! XD il
massimo l'ho
avuto con Twilight, ero talmente spaventata di andare al cinema che
alla fine
l'ho visto in dvd. ahahah XD che volete? ci rimango sempre male quando
fanno il
film dei libri che leggo e vengono una cacca. T_T
Cmq sia mi fido del
registra perchè quasi tutti i suoi film mi fanno impazzire (
urlare e impazzire
U_U ) quiiindi... *w* NON VEDO L'ORA DELLA MIA SCENA PREFERITA. Sempre
ammesso
che ci sia! -.- sapete... dove Billy racconta la leggenda della terza
moglie e
gli spiriti guerrieri. MAGNIIIIIIFICA *.* e poi la storia di
Jasperrrr....
fantastica!!! e ancora prima quella di Rosalieeee!! *.* Eclipse
è il mio libro
preferito.
Certo, è oscillante il mio
parere perchè c'è sempre una parte che mi piace e
una parte che odio.
come ad esempio << I
love you. I want you. Right now. >>
MA FAMMI IL PIACERE! t_t sempre odiata questa cacchio di parte del
libro.
Cmq sia parlo SEMPRE troppo.
VOGLIO LA VOSTRA
OPINIONE
SUL FILM!!!! *o*
Vi
lascio lo spoiler, eh?!
;D almeno così leggere sto poema e servito a qualcosa! ( e
vi ricordo che tra
due capitoli entreremo nel vivo di Eclipse visto che ho già
divorato fino al
midollo sia New moon che Twilight... qualcosetta di New moon veramente
pensavo
di tenerla per doooopo! Ma Shhh! XD)
Spoiler
Un piccolo urlo divertito ci fa
sobbalzare, vedo piombare in cucina Bella e Claire, interamente
imbrattate di
vernice, corrono per la casa e ridono a crepa pelle, poi arriva anche
Meg, e
quasi mi sembra di impazzire quando noto che ricoperta di vernice blu
rimane
sempre bellissima, divide le due e ridendo le spedisce di sopra, poi si
volta
verso di me e incurante dei nostri amichi, che ancora allibiti guardano
l’intera scena, mi
da una violenta pacca
sul sedere, lasciando l’impronta della sua mano sulla stoffa
a jeans che
ricopre la parte destra del mio fondoschiena. La
afferro per un braccio prima che
possa fuggire e la guardo stranito, << che state
combinando? >>
vi lascio riflettere U_U
enigmatico e *_*
hahahah.... shhh! U_U
Perdonatemi e
comprendetemi, Sono le 3 e io mi sono svegliata alle 6 :D ... -.-"
risposta alle reck ( quanto parlo oggi?? O.o)
CelesteMAR:
Heilà! *.* saaaalve!
benvenuta nella nostra
grande famiglia U_U
O_o sono sempre più
stupita della velocità che impiegate voi nuove fan per
leggere i capitoli! ...
e mi piace XD
Embry, Leah e anche Derek
troveranno la loro sistemazione. Sta tranquilla U_U
Brava, ottima presa di
posizione! presto ho in mente di fare delle immagini con su scritto
TEAM MEG! aahahah
XD secondo me sarebbero originali!
Siciliana? *.* ciaoooo!!!
lo so, mondello è fantastico, mi ustiono ogni settimana, ma
rimane fantastico!!
Essendo nella mia stessa frazione d'Italia (oh noi, cartaccia calciata
dallo
stivale U_U) saprai che c'è un venticello in questo preciso
istante che mi fa
accapponare la pelle e
mi inumidisce il cervello
-.- e sono fuori in veranda perché internet prende solo qui
in villeggiatura e...
niente U_U volevo informarti del mio "attassamento" visto che capisci
che significa ;D
Allora alla prossima
recensione!! :D Notte notte!! :*
dafne891:
Non devi scusarti, gli esami sono gli esami! Mamma mia io so soltanto
che il
massimo è 30 XD quindi 18 è brutto? o-o spiegami,
anche se mancano ancora tre
anni ( o magari di più XD ahaha) non mi è chiaro.
Passiamo al capitolo: ;D
unahuahuahu grazie per i complimenti! *.*
coda di paglia...
ummmmh, vedremo!
Per quanto riguarda la
questione amorosa... diciamo che è una ferita piccola ma
dolorosa e ricucita
male. Ogni volta che 'sto tizio salta fuori ( me lo trovo dovunque,
spunta con
la stessa velocità della muffa sul gorgonzola) il mio umore
crolla. Stupida me!
>__<
La tua stupidissima Vale,
bacio, ti adoro ^^"
Ed4e:
tesoroooooooooo, accidenti! allora ho sbagliato >___<
purtroppo non ho
avuto proprio tempo. spero tu parta mercoledì sera
così magari avrai tempo di
leggerlo!!
Tachicardia??? XD *.*
quuuasi! ihihihi povero piccolo Jake! non è adorabile mentre
studia ogni minimo
dettaglio di Meg? *-*
io lo trovo
sensazionale!
Sulla questione Amelia non
posso che farti innervosire con un sonoro: Bhoooo - e un non so se
rassicurante: però lo scoprirai tra poco. ;D
Prova a pensare invece a
quale sarebbe la reazione di Jacob. O.O diviso tra l'incudine e il
martello.
Mamma mia, fammi sapere.
Bacio ;D
saradm21:
GRAZIEEE *.*
Ho già parlato con altre
della possibilità di fondare un TEAM MEG! ihihih ;D
ovviamente scherzo,
comunque sono contenta che ti piaccia così tanto come
personaggio, se c'è una
cosa che non vorrei è quella di Meg presa in giro come
succede con TONTObella, non
so se mi spiego XD
Bella è un personaggio più
inverosimile di vampiri e licantropi in un certo qual modo per me. Ma
non ti so
spiegare il perché .--.
forse perché non ha mai
accennato ad avere paura mentre io sarei scappata a gambe levate,
perché non è
mai stata egoista, impulsiva (ninfomane si, però -.-) ,
immatura o ... un po'
meno Lucia Mondella per dirla breve. E' come la rincarnazione stupida e
goffa
di un angelo o qualcosa del genere. Non riesco ad affiancarmi al
personaggio,
non riesco a pensare con la sua testa, forse per questo.
Il doppio imprinting
preoccupa tutte voi, sai XD e come ho chiesto a tutte, posso chiederti
il
perchè? ^^"
Tranquilla, io scrivo
sempre trattati XD un bacio, spero di vedere un altro "trattato" nel
prossimo capitolo ;D. Vale.
liala90: ho fatto colpo?? OVVERO?! *w*
Sarai contenta
dell'assenza di Edward in questo capitolo, anzi, se ti può
far sentire meglio
ti dico che non c'è neanche nel prossimo! XD ahahah
Derek è innocuo, morde,
quello si! XD ... ma è innocuo *.* piccino!
Bella gelosa? si, lo so ,
non so da dove mi sia venuta l'idea, forse dal discorso che si fanno
sul lettuccio
lei e Eddy, riguardo Tanya Denali. La si che ho detto " Vaiii Bella!!
" aahahah XD
"fatto
di non sapere se
ha qualche potere particolare" secondo me sei su una pista perfetta!!!
XD
continua a far muovere gli ingranaggi e ci arriverai!!! ;D ovviamente
io sono
zittissima XD
*.* ed eccoci qui al
capitolo?! che te ne pareeeeee?! Fammi sapere *.* e lo spoiler?
Non chiedermi il perché della
manata sul sedere di Jacob! Da quando mi sono resa conto di quanto sia
... venerabile
il sedere di Tay ... no, dico, l'hai visto? *.* sto ufficialmente
diventando
una ninfomaneee!! XD ahahah
fami sapere!!! Al prossimo
spassosissimo commento! Baci, Vale ;D
morgana92:
ecco aggiornato il tutto! Amelia è molto più
vicina (viva o morta che sia,
attenzione!! U_U) a quanto pensi! un bacio! Ho deluso le tue
aspettative per
questo capitolo?? :)) comunque sia al prossimo commento ^^" Baci Vale.
|
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Capitolo 26 *** \\ 24. Consigli da esperti? No, grazie, sbaglio da me! ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 24 ೬ ೂ❤ ೄ
Consigli
da esperti? No, grazie, sbaglio da me!
Jacob
<<
Dove sono le chiavi della macchina? >> lancio
un’occhiata dalla cucina all’ingresso e vedo
papà e Charlie guardarsi intorno
con aria interrogativa.
<< Quelle del Chevy? >> urla Meg, dalla
cima
delle scale.
<< Si. >> le risponde Charlie,
<< Bella!
dove hai messo sta volta quelle maledette chiavi! >> Un
piccolo tintinnio
metallico e poi la voce annoiata di Bella.
<< Scusa papà, le avevo in tasca!
>> i due
vecchi amici si scambiano sguardi comprensivi e con un piccolo sorriso
si
dirigono verso la porta di casa Black.
Scuoto la testa e sospiro, << dove andate? Non
rimanete per cena? >> chiedo, poggiandomi allo stipite e
attendendo una
risposta, quasi come fossi io il genitore e loro i figli.
<< No, i signori Weber ci hanno invitato a cena e al
concerto dei loro figli, sai, suonano il clarinetto e il flauto
traverso…
>> mi spiega Charlie, mio padre si limita ad annuire. Da quando in qua papà frequenta i
“visi
pallidi”?
<< Saluta Angela da parte mia! >> urla
ancora
una volta la voce di Bella, dal piano di sopra.
Tutti e tre ci voltiamo verso le scale, << si
può
sapere cosa stanno facendo lassù? Non scendono da ore!
>> borbotta papà,
sollevando un sopracciglio.
Ronnie ed Alice scendono le scale frettolosamente e
spariscono in cucina, neanche due minuti dopo le vedo correre di nuovo
su per
le scale, trascinando per un braccio la povera Claire.
Qualche rumorino, due risatine… poi nuovamente il silenzio.
<< Cose tra donne, suppongo. >> borbotta
Seth,
bacia la fronte di sua madre e sorride con un ché di mesto,
<< Mi raccomando,
trattatemela bene. >> dice a Charlie e Billy, come se ancora una volta i ruoli
fossero invertiti:
lui il padre, lei la figlia. E per quanto questo comportamento sia
strano e
apparentemente inappropriato scatena in me una tenerezza senza eguali,
un senso
di responsabilità che abbiamo ottenuto sudando. I nostri
genitori si fidano di
noi, e ne vado fiero.
<< Tranquillo… >> mormora
Charlie, stringendo
Sue in un piccolo abbraccio affettivo, <<
starà benissimo e sarà a casa
non più tardi di mezzanotte. >> e qua una
risata misurata serve per
disgelare il ghiaccio che dopo sei mesi ricopre ancora
l’argomento “morte di
Harry”.
Con tutti i saluti e gli avvertimenti reciproci la porta si
chiude, portandosi dietro papà, Charlie e zia Sue.
Io e Seth ci guardiamo per un lungo istante, prima di
sospirare rassegnati e tornare in cucina.
Tutto procede con silenzio religioso, quasi surreale: io
mescolo la crema di funghi messa sul fornello per il purè,
Jared fa un
solitario con le carte da poker, Seth guarda un punto indeterminato
fuori la
finestra buia e Quil morsica una mela in attesa della sua razione di
cena.
Un piccolo urlo divertito ci fa sobbalzare, vedo piombare in
cucina Bella e Claire, interamente imbrattate di vernice, corrono per
la casa e
ridono a crepa pelle, poi arriva anche Meg, e quasi mi sembra di
impazzire
quando noto che ricoperta di vernice blu rimane sempre bellissima,
divide le
due e ridendo le spedisce di sopra, poi si volta verso di me e
incurante dei
nostri amichi, che ancora allibiti guardano l’intera scena, mi da una violenta pacca
sul sedere,
lasciando l’impronta della sua mano sulla stoffa a jeans che
ricopre la parte
destra del mio fondoschiena.
La afferro per un braccio prima che possa fuggire e la
guardo stranito, << che state combinando? >>
Lei si chiude nelle spalle e soffoca una risatina, <<
visto che stiamo per cambiare casa ho pensato di fare le cose per bene,
ovvero
dipingere come voglio la mia stanza, ma per paura che non mi piaccia
dopo lo
sto prima sperimentando in questa… >>
<< Fammi capire, state verniciando le pareti della tua
stanza di blu? >> chiede Jared, leggermente schifato,
<< non è un
colore troppo scuro? >>
<< Hey, chi ha detto che uso soltanto il blu? >> esclama
Meg, in sua difesa,
coprendosi la spalla nuda con un gesto veloce della mano. Indossa una
delle mie
magliette smesse, e il colletto, essendo troppo largo, finisce per
scivolarle
sulla spalla fino a scoprirle la clavicola.
<< Meeeg! >> ride e solleva il viso in
direzione
delle scale, Alice la indica con un pennello, << Sali,
adesso! >>
Mi bacia sfacciatamente le labbra e corre su per le scale,
<< avvisateci quando è pronto a tavola!
>> urla sghignazzando.
Ora tutti gli occhi sono puntati su di me, cerco di tenere
testa a tutti, ma quando sento puzza di bruciato smetto di sostenere i
loro
sguardi e corro a spegnere il fornello. A quel punto so che
l’interrogatorio ha
inizio.
<< Cosa prende a Meg? >> prima domanda.
Seth
borbotta qualcosa che non afferro, Jared mi toglie il pentolino dalle
mani aspettando
la risposta alla sua domanda e Quil tossicchia battendosi una mano sul
petto,
sicuramente qualche pezzetto di polpa gli è andato di
traverso.
<< E’ così… spudorata!
>> continua, sempre
Jared, poi ride, << insomma, non sembra molto innocente.
Amico, ti lancia
occhiate di fuoco. >>
Seth scuote la testa, << Jake, non ascoltare una
virgola di quello che dicono! >> toglie la mela di mano a
Quil e si siede
al posto prima occupato da Jared, mordendola con energia,
<< mi hanno
fatto un discorsetto del genere circa due settimane
fa’… secondo loro Ronnie
aspetta solo che io le dia più lenza. >>
mugugna, a bocca piena.
<< E’ così! >> dicono
a unisono i due,
l’espressione ovvia dei loro visi mi fa rabbrividire.
<< Quil… non vorrai dire che tu e
Claire… >> lui
mi guarda come venissi da Marte dopo anni di assenza ingiustificata.
<< Per la miseria, certo che si! >> sta
volta è
Seth ad affogarsi, lancia la mela, ormai ridotta ad una forma smagrita,
simile
ad una clessidra, nella pattumiera e scuote la testa.
<< Io non ci credo. La nostra piccola e innocente
Claire non può aver… >> si blocca,
ci scambiamo un occhiata inorridita e
lanciamo un lamento straziato.
Mi volto verso i fornelli e mi sorreggo la testa con una
mano, << Grazie mille per l’informazione Quil,
ora non riuscirò più a
guardarla in faccia! >>
Jared sbuffa, irritato, << non capisco proprio cosa ci
vedete di male. E’ solo il… culmine di una
relazione sentimentale sincera e
romantica. >> mi volto con sguardo perplesso verso di lui
e faccio una
smorfia.
<< Scusa tanto, ma non mi va proprio di prolificare.
Sono ancora troppo impegnato a capire come funziona il ruolo di figlio
per
appiopparmi volutamente quello di padre. >> sbotto, apro
lo stipetto e tiro
fuori i piatti necessari per la cena.
Seth fa una risatina, << sai, Jared sta perfino
leggendo una di quelle guide assurde, del tipo “dieci passi
per essere un super
papà” >> anche Quil ride, io invece,
lo guardo di nuovo, sospirando e
facendo un sorrisino superiore.
<< Quando sarà il momento giusto
succederà e sarà
memorabile per entrambi. Niente forzate. C’è
ancora tantissimo tempo. >>
dico, mentre riempio i primi due piatti di purè.
<< Cosa c’è di male nel non avere
fretta? >>
aggiunge Seth, chiudendosi nelle spalle.
<< Facile! Forzarsi di fare il ragazzo per bene quando
invece dal cinto in giù è tutt’altro
fatto oppure allontanare la ragazza per
paura di fare le cose troppo in fretta… o ancora…
>> lo fermo,
consegnandogli la tovaglie e le forchette.
<< Che ne dici di chiudere quel forno spara cazzate e
apparecchiare la tavola, super papone? >> Jared fa una
smorfia e
scuotendo la testa va verso il salotto, con lo scopo di fare, almeno
per una
volta, quello che gli ho chiesto, << Quil, chiama le
ragazze, per favore.
>> farfuglio, facendo attenzione a non versare neanche la
minima parte di
purè a terra.
<< Si, mammina. >> mi canzona, poggia una
mano
sul mio sedere, esattamente come aveva fatto prima Megan e ride,
<< e
comunque il blu ti dona! >> non nego una risatina e
tirandogli un calcetto
sullo stinco borbotto: << Ahhh, sta zitto e vai!
>> ride di nuovo e
sparisce.
Io e Seth rimaniamo soli e in silenzio, non appena finisco
di versare il purè sopra ogni piatto disposto sulla tavola e
sospiro, lui mi
imita, poi con voce tremante dice: << Ronnie, non
so… sembra non avere
problemi. Lei per me sarebbe pronta in qualsiasi momento. Ha avuto
così paura nel
vedermi in quello stato comatoso per la morte di mio padre che farebbe
di tutto
pur rendermi felice. E io non voglio che lo faccia esclusivamente per
questo.
Non deve essere così. >>
Lo guardo spaesato per quel discorso saltato dal nulla,
tuttavia capisco cosa prova e annuisco comprensivo, cercando di
rassicurarlo, <<
Seth, hai perfettamente ragione, e anche se fosse il contrario
è la tua vita.
Sei tu a decidere quel che è giusto o no. Mantenendoti entro
i limiti segnati
dai diritti umani, ovviamente. >> ridiamo piano, poi lui
mi guarda e
sorride.
<< Meg mi ha detto che non vuoi che facciate niente di
cui poi vi potreste pentire. >>
<< Proprio così. Non desidero che sia una cosa fatta perché si
deve, una cosa premeditata.
Deve essere spontanea, come un bacio o qualunque altra effusione di
questo
mondo. >>
<< Però… secondo me il problema qua
non è Meg, e
neanche quello che hai appena detto. Potrebbe chiamarsi Bella, questo
problema.
Hai paura, eh? >>
Seth, se stessimo
giocando a battaglia navale avresti vinto. Colpito e affondato.
Faccio un sospiro sconnesso e mi gratto la nuca, <<
Più che altro mi sento in colpa. Lei non può
avere neanche la metà dell’affetto
incondizionato che offro a Meg. La vedo soffrire e vedo che anche quel
succhiasangue soffre. Forse non è poi così
sbagliata l’idea di trasformarla in
vampiro. Mi costa caro dirlo, e sai benissimo quanto perché
le condizioni del patto
per me sono da difendere con i denti, ma ne va della
felicità di Bella, la mia
migliore amica. >>
Seth annuisce e resta in silenzio, lancio un’occhiata alla
porta, vedo le ragazze, tutte con almeno una parte del corpo blu,
scendere
dalle scale, poi sulla soglia compare Quil.
<< Jake, dovresti andare a vedere. Quelle ragazze sono
dei veri geni. >>
<< No! >> urla Meg, entrando in cucina e
aprendo
il frigo per prendere una bottiglia d’acqua, <<
lui vedrà tutto a lavoro
finito, con me. >> Mi lancia un’occhiata che
dice chiaramente “Sali
quelle scale e sei morto” e si avvia verso il salotto,
schizzando via veloce
come una scheggia.
<< Bene, direi che… >> mi
schiarisco la voce e
do una piccola pacchetta alla spalla di Seth, << sia ora
di andare a
mangiare. Speriamo che il mio tentativo di cucinare non avveleni tutti.
>> Quil si avvicina alla pentola, ispira
l’odore e fa finta di soffocare,
contorcendosi e balbettando lamenti degni di un attore professionista.
<<
Okay, ora non esagerare però. Male che vada passerete le
prossime ventiquattro
ore a vomitare. Non credo di essere in grado di uccidere, non sono
ancora così
bravo. >> e così dicendo li spintono entrambi
in direzione del salotto, ridendo.
La cena si svolge nel più consueto dei modi; urla, risate,
qualche boccone di cibo che vola per aria e metà delle
ragazze addormentate sul
divano dopo circa dieci minuti dall’inizio del film ci hanno
imposto di
guardare.
Seth ogni tanto mi lancia qualche occhiata e sorride, o
almeno ci prova, e per quanto i risultati di consolazione siano vani
gliene
sono comunque grato. Immensamente grato.
A mezzanotte tutti decidono di andare a casa, mi assicuro
che Bella abbia un passaggio dal momento che i signori Black e Swan non
si sono
ancora fatti vivi e metto la sicura alla porta una volta ricevuto il
messaggio
di papà, il quale oltre ad aggiornarmi sul talento dei
gemelli Weber mi dice
che, vista l’ora indecente, avrebbe dormito a casa di Charlie.
Ed ora mi aspetta il compito più arduo: Svegliare Meg.
Mi chino sul divano e ridacchio quando lei fa una smorfia,
infastidita da una ciocca dei miei capelli che le solletica la punta
del naso.
<< Megan… >> sussurro
dolcemente, carezzandole il viso.
<< Mmmmmh … >> mormora, la sua
fronte si
aggrotta e i suoi occhi si serrano maggiormente.
<< Maggie? So che non ti piace molto essere sollevata
di peso, ma se non ti svegli sarò costretto a farlo. Non ti
lascio dormire sul
divano, ti verrà il torcicollo. >>
Corruga le labbra e con una mano, a tentoni, tasta il mio
viso fino a trovarne bocca, la tappa e con un sospiro la sua
espressione torna
a farsi rilassata e pacifica.
Mi divincolo con facilità dalla sua presa debole e rido
lievemente, sedendomi a gambe incrociate sul tappeto, <<
Conto fino a
tre. >> cantileno, sollevo una mano e chiudo tutte le
dita, tranne
l’indice, << Uno… >>,
sollevo il medio, << due… >>, la
guardo, lei non accenna un movimento, << due e un
quarto… >>,
ancora niente, << due e mezzo…
>>, ma lei continua indisturbata il
suo coma sul divano, a quel punto, pianissimo, sollevo anche
l’anulare e
stringo le labbra, sibilando un: << tre. >>
secco, conciso, quasi
maligno.
Spalanca gli occhi e si apre in un sorrisino, << Sono
sveglia! >> cerca di esclamare.
<< Oh, no! adesso facciamo a modo mio! >>
la
faccio alzare dal divano, suo malgrado, e me la carico sulle spalle,
trascinandola scalciante e urlante fino al piano di sopra, dove, con
decisamente poca delicatezza la lascio cadere sul parquet.
<< Ahi! stupido! >> ringhia lei, si
massaggia la
nuca e mi riserva un’occhiata truce, della serie
“Se gli sguardi potessero
uccidere tu saresti morto da un pezzo”.
Mi inginocchio e le
prendo le mani nell’intento di aiutarla a rialzarsi,
<< dovevo
vendicarmi. Sai, con quella vernice hai rovinato i miei jeans nuovi!
>>,
invece di sollevarsi mi tira verso di lei, facendomi inginocchiare ,
accosto i
nostri visi e con un sospiro ne faccio congiungere le
labbra, lei mi cinge il collo con le braccia
e si lascia cadere indietro, così da finire distesi sul
pavimento.
<< Ti prego… >> sussurra, con
voce piagnucolosa,
da bambina.
<< Ti prego, cosa? >> le chiedo a bassa
voce,
siamo così vicini da far toccare le nostre labbra parlando.
La sua espressione si fa persa, chiude gli occhi e si morde
il labbro, in seguito scuote la testa, << Niente, sta
tranquillo >>
la guardo stranito e la aiuto a rialzarsi.
<< Papà dorme da Charlie, è tardi e
non vuole essere
un peso. >>
Lei annuisce e si scotola i pantaloni, << Bene, non
posso dormire nella mia stanza. La vernice è fresca.
>>
Corrugo la fronte e schiudo la bocca, << Non ti va
di…
dormire con me? >> le chiedo, imbarazzato. Nelle ultime
settimane era
diventato un vizio, ormai non ci mettevamo neanche più
d’accordo. Aspettavamo
che mio padre cadesse nel mondo dei sogni e poi in silenzio uno dei due
sgattaiolava nella stanza dell’altro.
Lei si batte una mano sulla fronte e mi punta gli occhi
addosso. << Non capisci, eh? >>
Sgrano gli occhi, inclinando la testa, << Che cosa?
>> balbetto.
Alza gli occhi al cielo e facendo un piccolo urletto va
verso camera di mio padre, << ‘Notte!
>> squittisce, stizzita.
<< Aspetta! Meg non ho…
>> la porta si chiude
con violenza e la chiave gira frenetica per due volte nella serratura,
<<
…capito. >> completo con voce più
bassa, mi gratto la nuca e mi volto
verso la mia stanza, osservandola disgustato ora che non
c’è più lei distesa sul
letto a leggere.
Mentre mi lavo i denti ripenso a quello che mi ha detto, a
come lo ha detto, al suo comportamento di quell’ultima
settimana e facendo due
più due – sputando
il dentifricio nel
lavandino – capisco cosa intendeva con quelle parole.
…Oddio, lei voleva che
le strappassi i vestiti di dosso?!
<<
Jared aveva
ragione. >> ringhio più infuriato contro me
stesso che contro di lui.
Perché non riesci a
capire? Lei lo vuole esattamente come lo vuoi tu, zucca vuota!
Sciacquo il lavandino e poso lo spazzolino dentro la tazza
azzurra sulla mensola della specchiera, nauseato. Guardo la porta di
camera
mia, poi torno a guardarmi allo specchio,
<< Non mi resta che augurarti buonanotte,
mister coglione del
terzo millennio! >>.
La mattina dopo sono davanti la sua porta, le mani mi
tremano e sono sudate.
Mi do dello scemo e prendo un respiro, socchiudendo gli
occhi. Ho già detto che a volte
sembro
una femminuccia?
Mi chino a
ginocchioni e infilo sotto la porta un foglio, lasciandone
un’estremità fuori,
poi, pregando che abbia lasciato la chiave inserita, con una sua
forcina inizio
a giocherellare dentro la serratura, finché un tintinnio
metallico mi convince
del fatto che la chiave è caduta, a quel punto riprendo il
foglio da sotto lo
spiraglio della porta sperando che ci sia caduta sopra. Esulto a bassa
voce
alla vista della chiave e l’afferro ficcandola nella fessura
e aprendo la
porta. Ora chi ha il coraggio di dire che
la televisione non serve a niente?!
Abbasso la maniglia con cautela ed entro nella stanza. Lei
dorme ancora profondamente, sommersa dalle lenzuola, i capelli
arruffati e la
T-shirt arrotolata fin sopra l’ombelico.
Mi siedo sul letto e faccio mente locale. Ricordi
ancora come si respira o Megan sarà
costretta a rianimarti con una di quelle manovre che insegnano a scuola?
Prendo l’ennesimo respiro profondo e, non sapendo ancora che
fare, mi chino su di lei. Le osservo il viso semi nascosto dai cuscini
e dai
capelli e scuoto la testa. Labbra irraggiungibili.
Affino lo sguardo, la prima cosa che mi cade all’occhio
è la
spalla scoperta; indossa ancora la maglietta di ieri sera. Mi chiudo
nelle
spalle e con più istintività che intelligenza
comincio a depositare piccoli
baci in cerchio sulla sua pelle stentatamente abbronzata.
Lei dischiude un occhio, guardandomi scombussolata, <<
Jake… >> mormora, non le do il tempo di dire
altro, ora che le labbra
sono raggiungibili mi fiondo su quelle.
<< Scusa, ieri sera sono stato uno stupido!
>>
dico, stringendola, poi la guardo intensamente, o almeno, ci
provo… << mi
vuoi ancora? >> gli chiedo, affannoso.
<< Certo che… ti … >>
ancora una volta mi tuffo
sulle sue labbra, teso come una corda di violino, lei ricambia il
bacio, poi si
blocca , mi spintona delicatamente e annaspando aria mi guarda,
intontita,
<< Aspetta, co-come… come sei entrato?
>>
Gli occhi confusi e stralunati, le labbra appena screpolate
e dischiuse, i capelli buffamente scompigliati, annodati e una piccola
macchiolina di vernice blu sulla guancia mi fanno sorridere,
sciogliendo ogni
residuo d’imbarazzo e nervosismo che aleggia
nell’aria.
La mia mano, più sicura e audace, si fa strada sotto la sua
T-shirt arrotolata, lei rabbrividisce e socchiude gli occhi,
<< che
importa. >> sussurro più convinto, capendo di
avere la situazione in
pugno.
<< Io… >> prova a dire, mi
stendo su di lei e
sorrido appena, sempre più convinto di quello che sto per
fare.
<< Shhhhh! Parli troppo. >> sussurro
malizioso.
<< Ma… >>
<< Shhhhh! >> sibilo, in una risata
divertita.
Il silenzio si
impadronisce della stanza e l’unico suono che si sente dopo
è quello morbido e
smorzato dei nostri vestiti, che cadono sul pavimento.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Oggi è il mio primo compleanno su EFP! auguri Sei_Nel_Anima 2oo9!!! XD e auguri anche a Maybe later! *.*
Inizio con lo scusarmi, ma
mi sono presa un'ustione a mare e ho avuto un po' di febbre oltre al
fatto che
non mi sono praticamente potuta muovere più di tanto, mi
bruciava dovunque -.-"
GIURO SOLENNEMENTE CHE DA
OGGI IN POI METTERO' SEMPRE LA CREMA SOLATE!
Per tutte quelle che volevano sapere cosa ne
pensassi del film: avete ragione,
è il migliore che io abbia mai visto tra i film della
Twilight saga... anche se
non c'era la frase dell'eclissi, sulla quale in teoria dovrebbe girare
tutto,
Ica, mia cugina, dice che non faccio altro che lamentarmi xD, ma mi
sarebbe
anche piaciuto vedere il litigio tra Jacob e Leah !! e
vabbè... pazienza.
Posso darvi una buona
notizia, ho già scritto gli altri due capitoli, quindi,
studio e recensioni
permettendo, dovrei postarli tutti e due entro sabato ;D
Be... ringrazio tutte le meravigliose
Belle Figliole che hanno commentato (Ed4e,
Svampi,
CelesteMaR,
liala90,
saradm21,
kandy_angel,
morgana92)
Credo sia meglio non
sprecare troppo fiato e lasciarvi con il cuore raddolcito e un sorriso
inebetito stampato in faccia, perché spero sia
così vista la fine del capitolo.
commentate in tante, non vedo l'ora di
leggere le vostre reazioni, Baci!!
*-*
Sono troppo buona? Nahhhh!! vi lascio uno spoilerino spompa
buon umore!!! ^^"
[...]Osservo la pagina, dove la foto in bianco
e nero di un telo steso sull'asfalto, sotto il quale si distinguono
forme
umane, mi fa subito pensare alla cronaca nera, << Ecco
perché odio i
giornali. >> borbotto, ma uno strano sesto senso non mi
fa staccare gli
occhi dalla pagina. Leggo il titolo e mi mordo il labbro "Morte e terrore a Seattle"[...]
|
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Capitolo 27 *** || 25. La versione vampirizzata di Jack lo Squartatore ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 25 ೬ ೂ❤ ೄ
La versione vampirizzata di Jack lo
Squartatore
Megan
Il
suono metallico della
sveglia sul comodino mi fa sobbalzare, strizzo gli occhi e mi lagno, in
una
lingua che sicuramente nessuno - neanche io - capirei.
Sono le undici. Bene. Molto bene. Sono le
undici!
Mi do della stupida e
scuoto la testa; solo io posso dormire fino alle undici per fare dei
sogni
molto vividi e a luci rosse su Jacob.
Affondo il viso nel
cuscino e con una mano metto a tacere la radiosveglia, mi do una
leggera
grattata alla nuca e sentendo il materasso cedere dalla parte opposta
alla mia
poggio la testa lateralmente e apro un solo occhio per capirci qualcosa
in
tutta quella situazione che di certo non è gradita, visto i
miei sensi
decisamente rincitrulliti dal lungo e pervertito sonno voluto.
Quello che vedo in realtà
mi piace più di quanto voglia ammettere, chiudo gli occhi,
conto fino a dieci e
li riapro, ma non cambia niente. Provo a darmi un pizzicotto e per il
dolore mi
mordo la lingua. Sono sveglia, afferrato.
Okay, a questo punto ho
soltanto una domanda: Nel purè di ieri c'erano funghi
allucinogeni che ora
stanno facendo effetto alla grande o quel pezzo di ragazzo praticamente
nudo,
se non per un lenzuolo che gli copre appena il fondoschiena sodo,
è davvero
Jacob?
Il mio ipotetico sogno a
luci rosse mi riporta a sta mattina, quando effettivamente ricordo di
essermi
svegliata, ma scombussolata, pensavo che anche quello facesse parte del
sogno.
Prendo un respiro profondo
e chiudo gli occhi, li riapro e con una mano mi tasto il petto, coperto
dal
lenzuolo. Afferro l'estremità e la sollevo, ficcando la
testa sotto per
controllare lo stato del mio corpo.
Per poco non urlo,
fortunatamente il cuscino mi tappa la bocca prima che io possa farlo.
<<
Oh merdissima merda merdosa! >> squittisco, strozzata, e
con lo sguardo
torno su Jacob e sul suo delizioso sedere sodo... e coperto, diamine!
Lui si muove torpidamente
e accenna un sorrisino cingendomi la vita con un braccio.
Solleva il viso e
sbadiglia tappandosi la bocca, poi mi guarda e inclina la testa.
<<
Buongiorno. >> sussurra, con un ché di
malizioso.
<< Ciao. >> balbetto
io, sorpresa e positivamente turbata. Non era un sogno.
Non era
un sogno?!
Si avvicina alle mie labbra
e scocca un bacio leggero, con un piccolo morso mi stuzzica il labbro
inferiore,
<< che ore sono? >> dice in tono sommesso.
<< Le undici.
>> sorride e con uno sbadiglio si tuffa sul suo cuscino.
<< Oh, sono in
ritardo di un'ora per il mio turno di ronda. Interessante.
>> ridacchia e
si sistema su un lato, avvolgendomi la vita con un braccio, proprio
come prima.
Il suo sguardo si fa
imbarazzato, sorride di nuovo e mi accarezza la guancia con il dorso
della
mano, << è un sogno! >> sbotto
sollevandomi di scatto, per mettermi
seduta sul letto.
Lui alza gli occhi al
cielo e frana a pancia in su sul materasso, << Lo sapevo
che te ne
saresti uscita con una storia del genere... >> , si siede
anche lui e
sospira, << ti sembra così difficile?
>> mormora, dolcemente.
<< Non lo so, ma...
>> si lancia di nuovo steso sul materasso, facendomi
ondeggiare come sul
pontile di una nave durante una mareggiata.
<< Aspetta! >>
urla, e mi tappa la bocca, << ho delle prove! prove
inconfutabili!
>>
Acchiappa entrambi i lembi
del lenzuolo e li scalcia da parte, lancio un urlo e mi tappo gli occhi
con
entrambe le mani, rannicchiandomi su me stessa per coprire il
più possibile
tutto quello che c'è da coprire, pur essendo in biancheria
intima. Sento il suo
fiato contro la guancia, << Non vorrei sembrare volgare,
ma ho fatto delle
fotografie mentali a tutto il tuo corpo sta mattina e non credo
sarà facile
cancellarle per non so quanto tempo, quindi non credo serva a tanto
coprire...
e... io sono in boxer. >>
<< E chi mi dice che
non è un tuo subdolo trucco?! >>
Mi bacia la guancia e
affonda il viso sul mio collo, tracciando linee dritte con il naso,
<<
Briciola... >> sussurra con un tono di voce supplichevole.
Rassegnata apro gli occhi
e mi trovo davanti una piccola macchiolina rossa stampata sul
coprimaterasso,
<< Allora? >> mi sussurra Jake,
all'orecchio, abbracciandomi da
dietro; Qualcuno mi piega com'è
finito
dietro di me?
<< Allora abbiamo
fatto tu sai cosa, è stato magnifico e non ho sognato
niente, ergo non so se
sai che sono la ragazza depravata più felice del mondo.
>> mi volto e
poggio il viso sul suo petto nudo, lui soffoca una risata e poggia il
capo sul
mio, rimanendo in silenzio. Il silenzio più bello e
melodioso che io abbia mai
sentito.
Poi lui tossicchia,
<< Però, penso sia compito mio riportarti alla
realtà. Siamo nel letto di
Billy Black e sono le undici di sabato. Ciò vuol dire che
sarà qua tra una
mezz'ora circa e tutto deve essere normale. Comprese le nostre facce
dai
sorrisi inebetiti. >>
Affondo il viso
nell’incavo del suo collo e mugugno l’ennesimo
lamento nella lingua sconosciuta
di cui sono un’esperta. << Ma io non voglio
alzarmi! Mi sono appena resa
conto che non è un sogno! >> borbotto, sento
la sua presa farsi forte
sulla vita, in un batter d’occhio sono su di lui.
Il sorriso soddisfatto di
Jacob e gli occhi socchiusi e sensuali mi convincono a sollevare la
parte
superiore della bocca in un sorriso rimbambito, totalmente
rimbambito, << Sei bello. >>
mugugno, a quel
punto vedo tutta la sua sicurezza scomparire e le sue guancie tingersi
di un
leggero rosso.
Questo è il mio Jacob.
<< Anche tu.
>> sussurra, le nostre labbra si sfiorano, il mio cuore
accelera, le sue
mani, ormai sicure, sfiorano i miei fianchi come se lo facessero da
anni,
<< Sta mattina è stato magnifico, ma non mi ha
stupido, con te tutto è magnifico.
>> anche io sento le mie guancie arrossire, lui sorride
di nuovo e mi
accarezza lo zigomo con l’indice, <<
E’ magnifico perfino il modo in cui
arrossisci! >> mi canzona, tenero.
<< Ora smettila con
questi complimenti sdolcinati o finirò per sporcarti il
mento di bava >>
mi guarda sconvolto e schifato, io azzardo una risatina e faccio
scioccare la
lingua, al piano di sotto, qualcuno apre la porta.
<< Oh santo...
>> esclamo, non finisco la frase che sono già
stesa per terra, mentre
Jacob, soltanto in boxer grigi, si da daffare per togliere tutte le
lenzuola
dal letto di Billy.
<< Meg, copriti,
dannazione! >> annuisco decisa, mi volto verso il
comodino e adesso che
so dell'inesistenza del sogno un po' mi fa ridere vedere i miei
pantaloncini
penzolare dall'angolo di una cornice, al muro. Non posso perdere molto
tempo a
sghignazzare però, il afferro mettendomi in punta di piedi e
ci salto dentro,
indosso la maglietta che già avevo la sera prima e mi
stiracchio.
<< Vado a lavarmi i
denti. >> mimo, indicando il bagno, lui mi lancia le
lenzuola e indica
convulsivamente la porta della stanza. "Mettile via" sillaba,
annuisco e dopo averlo guardato con l'ennesimo sorrisino da assoluta
rincretinita,
mi dirigo saltellando verso il bagno, quasi inciampando per via di uno
scatolone di troppo trai piedi.
<< Jacob! sono Sam,
devi scendere, ADESSO! >> scoppio a ridere senza volerlo
e mi volto verso
di lui, che sgrana gli occhi, si mette i pantaloncini del pigiama e
scende
deciso le scale, con troppa fretta per sembrare uno che se ne frega.
Continuo la mia risatina
sentendo i rimproveri di Sam ed entro in camera mia. Non appena apro la
porta
l'odore pungente della vernice mi colpisce in pieno, osservo le pareti
e
sorrido, soddisfatta del lavoro.
Lo sfondo blu e i tanti ghirigori
azzurro cielo mi fanno pensare a First beach, mi volto verso la parete
nord
della stanza e accenno una risatina; avevo detto ad Alice di non
esagerare, ma
a quanto pare è stato tutto inutile. La scritta "Meg" si
legge in
tutta la sua sinuosità ed eleganza, dello stesso colore dei
ghirigori.
Mi chino sul pavimento e
raccolgo le cartacce di giornale che Clarie e Ronnie avevano piazzato
per terra
così da evitare che il pavimento si sporcasse. li poggio
sulla scrivania, dove
la data del primo foglio accartocciato mi fa spalancare gli occhi. E'
di ieri,
zio Billy si arrabbierà di sicuro, da quando sono piccola
tiene tutti i
giornali per almeno una settimana prima di buttarli, e se si
accorgerà che
quello di ieri è misteriosamente scomparso non
sarà molto contento.
Osservo la pagina, dove la
foto in bianco e nero di un telo steso sull'asfalto, sotto il quale si
distinguono forme umane, mi fa subito pensare alla cronaca nera,
<< Ecco
perché odio i giornali. >> borbotto, ma uno
strano sesto senso non mi fa staccare
gli occhi dalla pagina. Leggo il titolo e mi mordo il labbro "Morte e terrore a Seattle",
<< Mmmh... non male. >> balbetto,
improvvisamente terrificata, per
lo più senza un vero motivo. Mi siedo a gambe incrociate per
terra e inizio a
leggere, il mio stomaco si attorciglia, mosso da un sentimento di
irrequietudine.
Negli ultimi tre mesi ci
sono stati trentanove omicidi e sparizioni, tutti correlati tra di loro
per il
modo in cui sono stati compiuti, ma apparentemente senza alcun nesso
logico che
li unisce.
Sulla fiancata destra del
giornale spuntano foto di persone sorridenti, sotto sono descritte le
loro
sorti: Riley Biers, 17 anni scomparso da quasi un anno, Amanda Reed, 15
anni
morta, Omar Jenks, 67 anni morto, Robert Walsh, 30 anni morto, Alicia
Harmens,
19 anni, scomparsa da un mese.
A quanto pare si tratta di
un serial killer, le vittime vengono trovate con ossa ridotte in
poltiglia,
oppure con arti staccati dal resto del corpo. Affogati, bruciati o addirittura lacerati,
divisi a metà.
Rabbrividisco, visto il
numero elevato di assassinii e il poco tempo in cui si sono svolti, la
polizia
del luogo pensa si tratti di una gang, assetata di sangue.
Assetata di sangue - ripeto tra me e
se non fosse per lo specchio non
mi renderei conto di quanto
sono realmente shockata.
La porta si apre e Jacob entra
fischiettando,
si getta a pancia sotto sul pavimento di fronte a me e guarda le
pareti.
<< Quil aveva ragione, bel lavoro, sono sconvolto...
>> mi guarda e
il suo sorrisino sparisce, << ... e a quanto pare anche
tu. Meg ti senti
bene? >>
Annuisco e cerco di
respirare. << Leggi qua. >> mormoro e gli
passo il giornale,
puntando gli occhi sui miei piedi, concentro tutte le mie attenzioni
sullo
stomaco, per non vomitare. Arriva il nervosismo, sta volta
però non ha un
motivo palese il mio malessere, solo un presentimento.
Lui lo afferra, da
un'occhiata veloce e tossicchia un lamento, << Oddio, le
persone
diventano ogni giorno più pazze. Non vorrei vivere a
Seattle, chissà con quale
paura i cittadini affrontano la questione. >>
Mentre sto per obbiettare
il mio cellulare squilla, chino gli occhi e ne leggo il numero sul
display. Proprio lei!
<< Alice! Hai avuto
delle visioni su Seattle? hai visto il TG sta mattina? >>
balbetto.
<< No, l'ha visto
Jasper però. Aspetta, te lo passo! >> esclama.
<< Non è
necessario, credo solo che... >>
<< Pronto? >>
una voce maschile e profonda mi fa rabbrividire e interrompe il mio
discorso.
Per un motivo o per un
altro non ho mai avuto tanta paura di Emmett e Alice e ugualmente
dicendo ho
sempre trovato Jasper e Rosalie spaventosi. Edward lo sa (come potrebbe
non
saperlo, il ficcanaso!) di conseguenza lo sa Alice. E lei vuole far
sì che, con
uno strano giochetto, riesca a superare questa mia paura, soprattutto
per
quanto riguarda il suo amato Jasper.
<< Jasper, Alice mi
ha detto che... >> inizio con voce titubante, lui esplode
in una risatina
melodiosa e grave.
<< Sì, so cosa hai
chiesto ad Alice, anche io trovo ci sia qualcosa di strano a Seattle,
ma devo
prima parlarne con la mia famiglia. Comunque credo sia meglio che tu e
il
branco ne restiate fuori. Se c'entrano qualcosa i vampiri, i Volturi se
ne
occuperanno al più presto. Sono come dei poliziotti per noi,
fanno in modo che
la nostra esistenza rimanga un segreto, quindi se qualche vampiro
continuerà a
dar voga di sé in questo modo... >>
<< Trentanove
uccisioni in tre mesi mi sembrano troppi anche per un solo vampiro.
>>
sussurro, più a me stessa che a lui.
<< Indagheremo.
>> borbotta lui, forse indignato dalla mia insistenza.
<< Non ne dubito.
>> dico, con voce più sicura, ma pur sempre
fioca.
<< Ora ti passo
Alice, ha bisogno di dirti qualcosa. >>
Annuisco, prendendo un respiro, << Ah,
Meg... datti una calmata.
Anche senza poteri riesco a sentire che sei un fascio di nervi.
>>
<< Ci proverò.
>> mormoro, e prima che possa aggiungere altro la voce
squillante di
Alice mi costringe ad allontanare l'orecchio dal ricevitore.
<< Sai, quest'anno
noi ci diplomiamo! e pensavamo di fare una festa, ovviamente tu sei
invitata.
Lascia a casa Jacob. >> ridacchio e lo osservo, legge
l'articolo con un
cipiglio, troppo concentrato per sentire le mie chiacchiere.
<< Vedrò cosa posso
fare. >> dico ironicamente, mostrandomi disinvolta.
<< Ci conto. Devo
scappare adesso, un bacio, ciao! >>
<< Ciao. >>
mormoro, e chiudo la chiamata, << Allora? che ne pensi?
>> chiedo
ansiosa, lui storce il naso.
<< Non lo so, il
fatto che tra così tanto omicidi non ci siano collegamenti
ragionati mi fa
pensare a due ipotesi... >> guarda il giornale e sento
una fitta di
dolore quando il suo viso si fa disgustato,
<< ... o dei pazzi
maniaci vanno in giro ad uccidere per divertimento vecchi e ...
b-bambini
>> e qua il suo sguardo si dilata leggermente,
<< .... o dei
vampiri hanno troppa sete per soffermarsi a pensare che così
si metteranno in
pericolo e uccideranno persone innocenti. >> sussurra, e
con risentimento
lancia il foglio da parte.
<< Ho un idea.
Chiamiamo Charlie! lui dovrebbe saperne più di noi, no?
>> blatero,
guardando fisso il cellulare.
<< E come pensi di
chiederglielo? " Sai Charlie, pensiamo che i serial killer che si
aggirano
per Seattle siano vampiri e vorremmo avere maggiori informazioni"? non
essere ridicola! >> arriccio il naso in una smorfia
incaparbita, ma
capendo che ha ragione non provo a contrattaccare il suo discorso.
<< Potremo almeno...
>> tento di dissuaderlo, cambiando punto d'aggancio.
<< No. >>
sbotta, serio.
<< Ma... >>
continuo, utilizzando il mio sguardo da panda triste.
Si inginocchia e fa
scontrare le nostre labbra, alzo gli occhi al cielo e aspetto immobile
che si
stacchi, lui sbuffa e mi accarezza il viso, << Non
metterti strane idee
in testa e limitati ad imballare le tue cose negli scatoloni. Lascia
che siano
i Cullen a sbrigare la faccenda. >>
Ringhio, << Sei in
pericolo anche tu. E se arrivassero a Forks?... e poi a La Push?!
>> la mia calma
diventa solo un lontano ricordo quando penso all'incolumità
del branco. Mi
dibatto tra le sue braccia per acciuffare il telefono, ma lui, seccato,
lo
spinge via con la gamba, facendolo arrivare lontano dalla nostra
portata.
<< Sempre ammesso
che siano dei vampiri. Meg, respira! >> stringo le labbra
e metto il
muso, borbottando come una vecchietta stizzita, <<
perché il preside quest'estate
ha chiuso la scuola in anticipo?? >> si domanda teatrale,
<< ora
sarò costretto a tenere la tua fulgida immaginazione a
freno. >> La sua
mano scende sul mio gluteo, il suo sorriso si fa malizioso,
<<
fortunatamente ho trovato un modo molto efficace per farlo.
>> sibila,
maligno, e si getta sulle mie labbra con foga, stringendomi al suo
corpo scultoreo
e febbricitante.
<< Smettila.
>> ridacchio e lo spingo via con un gesto che rende
palese la mia
adorazione nei suoi confronti.
<< Mmmh, ancora
cinque minuti. >> ridacchia e approda sul mio collo, per
niente intaccato
dal mio tentativo di allontanarlo.
<< Bla, bla, bla,
bla... >> vaneggio, ancora indignata.
Scocca un ultimo bacio
sul mio collo e
sospira, << pensi
di riuscire a non combinare macelli mentre per colpa tua sono costretto
a fare
il doppio turno? >>
<< Per colpa mia?!
>> urlo, ridendo, << ti sbagli di grosso,
nessuno ti ha chiesto di
rimanere sta mattina. >> continuo.
<< Però non ti è
dispiaciuto. >> conclude con ovvietà,
sorridendo con sufficienza.
<< Ovviamente.
>> mormoro, cauta.
<< Ovviamente.
>> ripete, ridacchiando, mi stampa un bacio sulla fronte
e si mette in
piedi per poi dirigersi verso la porta.
<< Ci vediamo sta
sera. >> e mi fa l'occhiolino, sorridendo.
<< Certo, ora
capisco perché tu e Bella siete amici. >>
biascico, sogghignando,
<< avete gli stessi principi. Lei è una
ninfomane e tu... >>
<< Vedi sempre il
male in tutto!! stavo solo cercando di fare il carino. >>
borbotta, gli
faccio una linguaccia, poi si apre in un sorriso mozzafiato.
<< A sta sera,
briciola. >>
<< A sta sera.
>> gli rispondo, sorridendo a mia volta.
Ascolto con attenzione i
suoi passi scendere le scale, quando la porta fa un tonfo chiudendosi
mi guardo
intorno e gattono verso il foglio di giornale, lo afferro e leggo una
delle
ultime righe dell'articolo: " Seattle trema" - tremo anch'io e cerco
con lo sguardo il cellulare. Lo trovo e continuando a gattonare arrivo
pure a
lui. << Scusami tanto Jake, ma non mi fido.
>> e detto questo cerco
il numero di Bella sulla rubrica.
***
<< Non vedo altra
spiegazione. Qualcuno ha lasciato acceso il DVD di Jack lo Squartatore
e lui ha
pensato bene di saltare fuori da quella scatola magica che chiamiamo
televisione.
>> io e Bella guardiamo scettiche Rosalie, che con la sua
voce suadente e
petulante sovrasta quella del giornalista alla TV.
<< La cosa invece
sembra più seria di quanto credevo. >> mormora
Carlisle, lo sguardo
concentrato sul televisore, << Ma per saperne di
più dovremmo prima
ispezionare un corpo di questi. >>
<< Bleah! >>
sbotto io.
Sorride e mi lancia
un'occhiatina. << Lo so, ma è l'unico modo per
constatare se le tue paure
sono fondate oppure no. >>
Edward accarezza il viso di
Bella e le bacia guancia, poi sospira,. << Non hai un
amico all'ospedale
di Seattle che ti possa dare il lascia passare per l'obitorio? in
questo modo
potresti farlo tranquillamente. >> dice.
<< E con quale
scusa? >> mormora serio Emmett.
<< Non esistono
scuse. Solo curiosità da medico. >> borbotta
con nonchalance Edward.
<< Perché dei
vampiri intelligenti farebbero una cosa del genere? >>
chiede con
irrequietudine Bella, accennando con il capo allo schermo della
televisione.
<< Facile. I Volturi
sono passati al piano B. >> dice Derek, sfogliando il
quotidiano della
mattina, << Corpi abbrustoliti e quasi sempre sfregiati.
Visi pallidi e
smagriti che fanno pensare alla polizia di uccisione per assideramento.
Questo
è opera di neonati scapestrati. >>
<< I Volturi
c'entrano con tutta questa storia? pensavo che loro portassero ordine,
non che
creassero scompiglio. >>
chiede
sdegnato Jasper.
<< Si. Aro è pronto
a tutto per avere Bella, Edward, Alice e Meg. >>
<< Io? >>
sbianco e guardo Derek, seduto a pochi metri da me. I suoi occhi
tendono
all'amaranto, segno che la sua dieta è drasticamente
cambiata nelle ultime tre
settimane. << perché dovrebbe volermi? pensavo
fosse solo un capriccio
momentaneo quello di volermi uccidere, faccio parte di voi, ho avuto
l'imprinting con Jacob, quindi sono anch'io dentro tutto questo
incondizionatamente, o sbaglio? >> Edward soffoca un
lamento e si alza
dalla poltroncina dov'era seduto per chinarsi sulle ginocchia e posare
con
affetto le sue mani gelate sulle mie gambe, sfregandole.
<< Senti... >>
i suoi occhi mi fissavano, oro scuro e liquido concentrato e contrito,
<<
... quando eravamo là Aro non faceva altro che pensare a me
ed Alice perché
apprezzava le nostre doti, ma Marcus si è accorto di come
riesci a unire
licantropi e vampiri senza neanche rendertene conto. Guardaci! senza di
te
probabilmente io e Jacob saremo ancora come cane e gatto.
>>
<< Perché non lo
siete? >> borbotta Rosalie, guardandolo con la sua aria
da snob.
<< Diciamo che
stiamo trovando dei punti d'incontro. >>
<< Diplomazia e
persuasione. >> borbotta Carlisle, sovrappensiero,
concentrandosi su un
punto indeterminato della stanza ariosa, << in effetti
l'idea di Marcus potrebbe
avere delle buone percentuali di riuscita. Sarebbe utile per loro un
vampiro
che convince i nemici dell'inesistenza di un conflitto >>
<< Inoffensivi e
dunque facili da eliminare. >> mormora tra sé
Derek, con ovvietà, continuando
a sfogliare il giornale.
<< Non voglio
diventare una vampira. Meno che mai una Volturi. >> dico,
ancora esangue,
afferrando la mano che Esme mi stringe sulla spalla.
<< Non lo
permetteremo. Tu e Bella resterete umane. >> il lamento
di Bella è
sconfortante, tutti ci voltiamo verso di lei.
<< Dovresti
trasformarmi prima che ci pensino loro. >> borbotta,
Edward la fulmina
con lo sguardo.
<< Bella, non mi
sembra il momento più adatto. >> sentenzia,
contrariato.
<< Certo. Non è mai
il momento adatto. >>
La porta si apre e vedo
tutti i vampiri arricciare il naso in un millesimo di secondo, Bella
sorride
vaga, sporgendosi verso la finestra. << Hey, è
arrivato Jacob! >>
Spalanco gli occhi e corro
spedita per le scale. << Vi prego non gli dite che sono
qui! gli avevo
promesso di non mettere il naso in questa questione. >>
<< Be' ... in ogni
caso penso cambierà presto idea. >> ridacchia
sarcastica Rose, si alza
dal divano e sale le scale dietro di me, << Ti aiuto a
coprire il tuo
odore, ma lo faccio solo per non vedere il muso di quel cagnaccio.
>>
sorrido forzatamente e annuisco.
<< Grazie!! >>
<< Vedi... >>
dice Edward, rivolto al padre, indicandoci, << Marcus ha
proprio fatto
centro. Persuasione. >> rabbrividisco e mi siedo sul
pavimento del primo
piano, Rose si siede al mio fianco e sospira.
<< Non preoccuparti
non permetteremo che ti tocchino. Non auguro a nessuno questa vita.
Bella è
troppo stupida per capire che non è davvero quello che vuole
e visto che tu
l'hai capito lotterò per lasciarti vivere, con un cuore che
batte, intendo.
>> la guardo stupita e accenno un sorrisino.
<< Ti ringrazio,
Rosalie. >>
La sua espressione si fa
combattuta, << avrei voluto che qualcuno lottasse per me,
perché ciò non
succedesse. Non mi sarei mai scelta questa vita. >>
Le sue parole mi
colpiscono come un cazzotto in pieno stomaco, la osservo affinando lo
sguardo e
sospiro, << com'è successo? >>
chiedo, flebile.
Lei si morde il labbro e i
suoi occhi dorati, quasi dello stesso colore dei lucenti boccoli
biondi, si
velano di risentimento, << Volevo fare la signora degli
alti fondi, mi
ero innamorata di quello che avrebbe comportato avere una famiglia, dei
figli... ma l'uomo che avrei dovuto sposare... non era la persona che
credevo.
>>
<< E' stato lui a...
"quasi" ammazzarti? >> enfatizzo sul quasi, chiudendolo
tra
virgolette con le dita.
Lei annuisce. <<
Violentata e picchiata. Non era da solo. I suoi amici hanno
contribuito.
Carlisle mi ha trovato in quello stato e... >> vedendo
che la questione
non la lascia indifferente le poggio una mano sulla gamba fredda.
<< Capisco. >>
sussurro, accennando un sorrisino amaro.
Annuisce e si solleva,
lancia uno sguardo al salotto e senza dire una parola cammina
sinuosamente fino
a sparire dentro una delle tante porte del corridoio.
<< Dov'è lei?
>> chiede la voce seccata di Jacob, come sapesse al cento
per cento che
una volta uscito di casa io sarei corsa qui.
D'altro canto come dargli torto se è proprio quello che ho
fatto?
<< Meg, esci fuori!
Zia Sue ti cerca da ore! >> urla Jared, sbuffo e scendo
al piano
inferiore, sentendomi sempre più piccola e pentita sotto lo
sguardo accusatore
di Jake.
<< Prima di tutto
non arrabbiati! >> lo fermo, additandolo con un cipiglio
quando sta per
aprire bocca, << ascolta bene. Avevo ragione. Sono
vampiri. Ed è affare
mio, perché è anche me che vogliono.
>>
Il viso di Jacob da
autoritario e inflessibile diventa sconvolto e bianco come un lenzuolo.
<< te? >> ringhia, cupo e adirato,
<< Che storia è questa?!
>>
Prendo un respiro profondo
e guardo Edward, con un espressione vagamente riconducibile a quella di
Rose,
annoiata e infastidita. << Glielo spieghi tu o lo faccio
io?
>> borbotto.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
BENVENUTE IN
ECLIPSE!!!
hola!! *-* allora? vi è
piaciuto? U_U spero di si! Voglio solo informarvi del fatto che, come
una
magica fatina della iella, oltre al mio computer ci sta salutando anche
dello
di nonno!!
... In verità nella zona
di Villagrazia ci sono problemi con luce e linea telefonica (Ergo
internet) da
un po'. Ho intenzione di fare una lettera al sindaco
>___< il mio nonnino
ha detto che posso!! XD *________*
eh! io devo postare, ho
bisogno di internet... scrivo, scrivo, scrivo (l'estate mi porta
ispirazione!! sono
già intenta a scrivere il capitolo 30!!) ma non posso mai
postare velocemente
come vorrei per questa palla al piede di lavori su luce e linea
telefonica -.-
cmq sia... viva la vita
ragazze, ecco a voi il capitolo, vi lascio lo spoiler, così
siete contente!!! *__*
anche se non credo renderà contento qualcuno quello che
succederà nel prossimo
cappy... shh!! ;D
spoiler
Entro in camera mia e chiudo la porta di botto, i
suoi occhi mi fissano, mi siedo al suo fianco e lancio un calcio ad uno
scatolone. << Che ci fai tu qui? >>
borbotto.
Si chiude nelle spalle e si vede che in tutti i
modi sta cercando di non sorridere. << Mi hai difeso.
>> constata,
con voce meravigliata.
<< Non so neanche il perché. >>
biascico e affondo la faccia nel cuscino, chinandomi sul letto,
<< ora
vedi di andartene. Oggi non tollero voi idioti relativamente utopistici
saltati
fuori dalle favole per far spaventare i bambini che non vogliono andare
a
nanna. >>
Cosa
mai sarà successo??? O.O ... tanto lo so che
azzeccate tutte, dannatamente
brave come siete. -.-"
risposte alle rec:
Ed4e:
ti ho stupita??? *_* davvero??
Ciao tesorooooooooo *_* quuuanto tempo. Tanto tanto per me U_U
come sono le facce del dopo?? e le facce del dopo-dopo?? O.O ... e lo
spoiler??? XD magnifico, no? ci saranno un sacco di nuovi personaggi,
per
movimentare un po' la storia... *_* per renderla un po' più
mia!! Baci, ti
adoro, Vale.
liala90:
Ciaoooo cara :D
eggiààà!! mi sono tutta abbrustolita
:(( MA ORA STO MEGLIO, E SONO SCURA
COME UNA TURCA!! *-* ... anzi, una Quileute!! *Q*
Deliziata dal capitolo? @___@ ommioddio, così entro in
iperventilazione!
*_* graaaazie per la brv figliola!! XD in effetti a volte faccio
proprio
pena quando stacco il capitolo sul più bello, ma è colpa di Manzoni,
penditela con lui!! U_U
Mi sa che sei rimasta un po' delusa, ma non mi è mai
piaciuto tantissimo
descrivere le scene hot e poi da raiting arancione devo trattenermi
>___<
anche perchè, moi, ma proprio moi, non posso ancora accedere
a quelle, perchè
essere piccola U_U
Idee più chiare? sono arrivata a scrivere altri quattro
capitoli e sto
scrivndo il quarto e forse solo al capitolo trenta le cose iniziano a
stabilizzarsi un po'... già nel prossimo capitolo il mondo
inizierà a girare al
contrario. Dannazioni con te parlo sempre troppo!!! XD <3
<3 ti adoro,
bacio!!!!!!
maylea85:
Ciao! Grazie per i complimenti, mi fa sempre piacere sapere che
c'è qualcuno
che mi ricorda quanto sia bella questa storia, perché io non
so mai valutarmi
con equità XD fortunatamente mi date sempre la carica, in
ogni capitolo c'è la
paura di non soddisfarvi e quando leggo i commenti sono contenta di
essere
invece riuscita nell'intento! :D
Tra un poco ci saranno dei nuovi personaggi e dei colpi di scena, forse
un po' scontati ma essenziali se vogliamo seguire il linea di massima
le
vicende della Meyer.
*_* non mi stancherei mai a sentirvi dire "mi piace", quindi
DIMMELOO!! *_*
<3 al prossimo commento, baci ;D
morgana92:
Ciaoo, Moghi!
*-* anche a me piace la manata sul sedere, sarà che sono una
fanatica dei lati
B U___U XD
Hhaahah si è vero!! XD è successo anche a me!
sentivo le trombette da
stadio e gli urli d'incoraggiamento mentre scrivevo: avrei voluto
tirare la
corda ancora per un po', ma mi sarebbero morti tra le mani ad aspettare
ancora,
mi sa, mi sa. Behhhh... fammi sapere?! un bacio, Vale :D
saradm21:
e' stato
doooolce? davvero, davvero, davvero?? *_* la parte da "oo7 black" mi
è piaciuta da morire, mi sono divertita un sacco a
scriverla, anche se come
dicevo a Morgana la scena della manata sul sedere... mmh... si
è capito che
sono un tantino una pervertita, eh? XD
Ed ecco che tornano i problemi, più in forma che maiiii!!!
MANCATI? no!
XD
"che du palle, Vale!" ebbene lo so, ma sai che mi diverto a
vedervi soffrire e nei prossimi capitoli soffrirete parecchio, io ho
pianto
mentre li scrivevooo!!! t_t PARLO TROOOOPPPPO! xD eccoti il capitolo.
Alla
prossima :D fammi sapere, che ne pensi dello spoiler??
>___<
CelesteBlackMaR:
Buondì! Grazie per l'iscrizione al club, mi sa che siamo
molte, eh? XD
*_* c'è
tutto??? bene, ora mescolare il sorriso e il cuore raddolcito per
circa mezz'ora e poi... ta-daaaa, Eclipse è pronto in tavola.
Ora che abbiamo
sorriso e incitato Jacob a calare il... mhm mhm ... con
te mi faccio prendere dalla vena siciliana XD... cmq, dicevo: ora, se
sei una
tipa emotiva, ti direi di preparare i fazzolettini, io ne ho finiti un
sacco
scrivendo i prossimi quattro capitoli!!! >___<
Ho postato, non
proprio presto, ma spero la mia motivazione sia valida,
non dipende da me >____< posterei ogni giorno se solo
potessi! Toh, ti
lascio un cuore <3 ;) !
baci, Vale ;D
|
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Capitolo 28 *** || 26. Stupido ottuso relativamente utopistico, non voglio avere ragione ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 26 ೬ ೂ❤ ೄ
Stupido ottuso relativamente utopistico, non
voglio avere ragione
Megan
Osservo
in uno stato di
annebbiamento mentale le colonne di legno sbiadito e ingiallito dal
sole e
dalla salsedine che compongono il porticato di quella che da oggi in
poi chiamerò
casa.
A più o meno cinquanta
metri si trova la spiaggia, l'acqua brilla flebile in tutte le
magnifiche
varianti rossastre e violacee del tramonto e in cielo appare la luce di
qualche
piccola stella, appena sopra il sole. Quando ero piccola adoravo
pensare che le
stelle spuntassero la notte soltanto perché erano invidiose
del sole, Seth
invece aveva sempre sostenuto che le stelle fossero le migliori amiche
della
luna e la consolassero con la propria luce ricordandole il suo amore
impossibile,
ovvero il sole.
Sorrido vagamente pensando
a quanti bisticci sono stati alimentati dal voler imporre la propria
tesi
all'altro e mi mordo il labbro portandomi una mano al grembo,
brontolone. Per
via del trasloco non ho toccato cibo e anche se mangiassi non saprei
proprio
come fare per evitare la nausea.
Il nervosismo in questi
ultimi giorni mi ha fatto sentire nel bel mezzo di un film horror in
tivù, ma a
differenza di questo non posso cambiare canale e lanciare un urlo
schifato per
scaricare la tensione.
Faccio vagare lo sguardo
lungo il litorale e mi fermo quando, a circa quattro metri da casa, tra
gli
alberi, un luccichio sinistro smaschera l'ennesimo tentativo di tenermi
d'occhio sotto copertura.
Il lupo, ormai colto in
fragrante, esce dal suo nascondiglio e con poco stupore scorgo il muso
aguzzo
di Jacob. Il suo sguardo mi mette i brividi e un capogiro mi fa
socchiudere gli
occhi, grondi di lacrime.
Lo sento vicino, stringo
la mascella e mi volto lentamente, perdendomi - come immaginavo - nei
suoi
occhi color pece, illuminati soltanto da qualche riflesso vagamente
rossiccio.
Le sue labbra sono assottigliate in una smorfia perplessa e un
espressione
accigliata e preoccupata prende forma nel suo viso ambrato.
<< Sei sicura
di non avere fame? >> sussurra, indicandomi cautamente
l'interno della
casa, dalla quale proviene un profumino delizioso, cosa che fa
aumentare la mia
nausea. Scuoto la testa e lascio scorrere una piccola lacrima sulla
guancia,
camuffando un basso fremito con un colpo di tosse.
Rimaniamo in silenzio e anche
se non lo vedo, troppo occupata a trattenere le lacrime e studiare il
cielo
colorato, so che il suo sguardo e fisso sulla mia figura, traballante e
nervosa.
<< Se io dovessi
diventare una di loro... >> sussurro, con voce strozzata,
senza voltarmi.
Un ringhio inumano mi
interrompe, singhiozzo e prendo un respiro profondo, <<
Se io dovessi
diventare un vampiro. >> ripeto con voce più
ferma, ma pur sempre
tremante, << è probabile che tu abbia un altro
imprinting. >>
Sento un calore tanto
familiare e gradito avvolgermi con fare possessivo, << tu
non diventerai
un vampiro. >>
<< Jacob, neanche
Alice può affermarlo per certo, lo sai. >>
sospiro e mi asciugo l'occhio
con la manica della felpa, << Ho soltanto bisogno di
dirtelo. >>
biascico, << Perché so che ti sentiresti in
colpa una volta avuto
l'imprinting con qualcun'altro... >>
<< Sei assurda.
>> m'interrompe di nuovo, la mia nuca trema quando dal
suo petto si
sprigiona l'ennesimo ringhio animalesco.
<< Fammi finire!
>> esclamo,
tirandogli un debole
schiaffo sul braccio, << ... io non te ne farò
una colpa come dicevo,
quello che voglio è vederti sorridere e ti giuro di non
intromettermi, non lo
farò neanche per sbaglio, starò attenta...
>> sento qualcosa di morbido e
bollente modellarsi sulla mia guancia e trattengo il respiro.
<< Tu avrai il tuo
cuore funzionante, i tuoi occhi meravigliosi e la tua pelle morbida
finché il
tempo un giorno deciderà di fermarli. E invecchieremo
insieme, con nipotini,
sedie a dondolo, capelli bianchi e tutto il resto. Non
permetterò a nessuno
d'infrangere il mio e il tuo futuro. Hai capito bene? >>
la mia
espressione si fa dolorante e le sopracciglia si arricciano,
agonizzanti;
vorrei poter sorridere ed annuire, ma insieme alla gioia che fa
martellare il
cuore nel petto c'è anche quel fottutissimo presentimento
che un giorno, non
molto lontano, di quel battere frenetico non sarebbe rimasto altro se
non un
ricordo offuscato dal dolore della trasformazione. Di certo
c'è che lui vivrà
quei momenti di felicità assoluta in qualunque modo andranno
le cose.
Non so se essere felice o
furiosa per questo.
<< Sembra così
facile. >> sospiro pensierosa, socchiudendo gli occhi.
<< Lo sarà, più di
quanto pensi. Però ho bisogno che tu ci creda. Devi essere
forte...
>> sbuffo
vistosamente e scuoto
ancora la testa, contrariata.
<< Non c'è alcun
motivo per esserlo! >> controbatto.
Lui mi afferra dalle
spalle e mi volta, ora i nostri occhi si scontrano, lui affila lo
sguardo, la
stessa espressione straziata di poco prima, sospira sommessamente e
poggia la
fronte contro la mia.
<< Smettila. Il tuo
nervosismo non ha motivo di esistere. Tu non sarai mai una di loro e se
anche
fosse sono certo che troverei altrettanto interessanti e belli i tuoi
nuovi
occhi, la tua pelle fredda, il tuo cuore fermo... nessun'altra
potrà prendere
il tuo posto. Mai. Tu sei il centro del mio universo, per me tutto gira
intorno
a te. >> la sua voce si affievolisce e le sue mani si
poggiano ai lati
del mio viso, << Adesso basta. Ti prego. >>
sussurra, sorride
appena al mio segno d'assenso e poggia le sue labbra sulle mie, in un
bacio
innocente, << Che ne dici di provare a mettere qualcosa
nello stomaco?
>> mormora, sta volta più che una domanda
sembra un ordine velato.
<< Sì... >>
sussurro, annuendo appena, << ... forse dovrei provarci.
>> mi fa
un cenno del capo verso la porta e prende un respiro profondo,
gonfiando il
petto d'aria.
Una volta dentro cammino
spedita per il corridoio, decisa a seminare lui e il suo sguardo, che
mi fanno
sentire in colpa, non ho ancora capito perché o per cosa
esattamente, ma sento
che è così.
<< Paul, potresti
soltanto… ahh! Stai attento! >> Rachel, in
equilibrio su una sedia, monta
le tende alle due porte-finestre del salotto, ma la sua attenzione
è tutta per
Paul, che posiziona dentro uno dei piccoli portacenere di legno
intagliato
sparsi per casa del purpurei puzzolente, versandone per terra almeno la
metà.
Da quando Rachel è tornata
dal college, sta volta decidendo di non tonarci per stare con il suo
"Paulino-amorino-cagnolino-tesorino",
non fa altro che cercare di rendere la casa più confortevole
possibile mettendo
tende d'organza, comprando tanti di quegli strani oggettini di vetro
che tanto
finirò per rompere tutti, seminando dei fiori dentro ogni
cosa anche lontanamente
simile ad un vaso e cambiando gli spazzolini ogni settimana. Non che mi
dia
fastidio, ma decisamente non ci sono abituata.
Mi guardo alle spalle e
affino gli occhi stupita quando mi accorgo di essere riuscita nel mio
intento;
Jacob è sparito. La porta, ormai infondo al corridoio,
è chiusa e nel corridoio
silenzioso nessuno mi viene incontro o accenna a manifestare la sua
presenza.
Sospiro sollevata e con un
piede cerco di scansare dal mio passaggio un sacco nero di nylon per
poter
entrare in cucina.
Lo zio Billy alza lo
sguardo dal tavolo e sorride. << C'è riuscito!
allora, cosa vuoi da
magiare? >>
Mi chiudo nelle spalle e
arriccio le labbra in una smorfia concentrata, alla fine apro lo
sportello
della dispensa tirando fuori una confezione di cereali.
<< Niente di
complicato, un po' di latte andrà bene. >>
apro il frigo prendendo la
busta di latte mezza piena e la vuoto nella tazza arancione che zio
Billy mi ha
passato.
Guardo i piccoli componenti
di un puzzle sparsi sul tavolo e mentre verso i cereali dentro la tazza
inclino
leggermente la testa per vedere cosa compongono i pezzi già
assemblati, poi
ridacchio.
<< E' bello. Dove
pensi di metterlo una volta finito? >> chiedo, lui
sorride, liscia con la
mano il tavolo per allontanare i pezzi che probabilmente non gli
servono in
quel momento e ne avvicina un gruppetto alla sua sinistra.
<< Se Rachel mi
lascerà carta bianca almeno su questo... >>
ridacchio, indicando con il
pollice la figlia, alle sue spalle, << vorrei metterne
diversi nel
corridoio, è così lungo, mi sembra spoglio.
>>
Annuisco e mi porto alle
labbra un boccone di cereali, masticando svogliatamente,
<< è strano non
avere più scale in casa. >> mugugno con la
bocca piena, comprensiva.
Lui sorride e applica
un'altro tassello al puzzle. << Sei preoccupata.
>> sentenzia,
senza guardarmi in faccia, usando un tono pacato. I cereali mi vanno di
traverso e tossisco tre volte prima di sgranare gli occhi, lucidi per
via della
tosse, << E' più che normale Meg, ami Jacob e
non vuoi perderlo...
>>
<< Mi fa strano
parlarne con te. >> ammetto in tono basso, guardandolo
imbarazzata.
Lui scuote la testa,
sorridendo. << Non voglio mica parlare della tua
relazione con Jacob. Era
un introduzione al mio discorso. >>
<< Mmh... >>
grugnisco, titubante.
<< Non permetteremo
ai Volturi di farti quello che vogliono. Combatteremo fino alla
morte... il
branco adesso è cresciuto, ormai siamo una decina,
oltretutto abbiamo i Cullen
dalla nostra parte, e per quanto nonno Quil non li sopporti anche lui
è
disposto a collaborare, per il tuo bene. Quindi, voglio solo che ti
senta
protetta, perché non c'è cosa peggiore al mondo
che sentirsi fragile, ma grazie
al branco e alla tua tenacia, non lo sarai. Non in questa situazione.
>>
Scosto lo sguardo verso la
famosa finestra che da sul mare e sospiro, << Grazie zio.
>>
solleva una mia mano dal tavolo e se la porta alle labbra, lasciando un
bacio
affettuoso sul palmo aperto.
Sorride e la lascia,
<< Sei come una figlia per me e... a dire il vero non so
cosa sei
realmente. Una sottospecie di cognata-figlia-nipote acquisita. Tu che
ne dici?
>>
<< Pressappoco.
>> ridacchio e annuisco, << Tutti questi
gradi di parentela mi
fanno girare la testa. >> mi alzo e poso la tazza vuota
dentro il
lavello, poi mi chino su di lui e gli bacio la guancia.
<< Dove vai?
>> mi chiede, sollevando un sopracciglio.
<< Jacob. >>
dico, lui mi indica la porta.
<< Dovrebbe essere
in giardino, sta lavorando ad un ciondolo di legno. >> mi
fermo e afferro
tra indice e pollice un pezzo di puzzle, esaminandolo.
<<
Un ciondolo? >>
<< Sì, voleva
regalarlo a Bella per il diploma. Ultimamente quei due sono peggio di
cane e
gatto. >> faccio una smorfia al ricordo dell'ultima
litigata a cui ho
assistito - ovvero origliato - insieme ad Edward, sul porticato di casa
Swan.
Trovano modo di litigare su tutto, ma soprattutto l'argomento
trasformazione
imminente è quella che da i colpi più forti.
Senza contare che Bella
non si è ancora decisa a parlargli del matrimonio, lei
insiste dicendo che non
c'è motivo per farlo visto che la data non è
ancora stata fissata e nemmeno
Charlie ne è a conoscenza, ma le ho dato un ultimatum: o
glielo dice lei o lo
faccio io.
Cosa ha in mente di fare?
Vorrebbe uscire fuori di casa nel suo vestito bianco, salutando Jacob
con un
abbraccio e dicendogli: " Oh, scusa per non avertelo detto prima, ma
tra
più o meno due ore sarò la moglie di Edward"?
Assolutamente no, non se io
sarò ancora in pieno possesso delle mie facoltà
mentali.
<< Perché un ciondolo?
pensavo non volesse più impugnare un coltellino. Diceva che
solo tu riuscivi
bene con queste cose. >>
<< Non ne ho idea.
Chiediglielo tu. Scommetto che la tua compagnia gli farebbe piacere.
>>
Poso il pezzo di puzzle
che avevo in mano, facendolo combaciare con gli altri e sorrido
soddisfatta osservando
il disegno di un paesaggio al crepuscolo che si va formando sotto la
leggera
satinatura dei frammenti. << Okay, male che vada mi
urlerà di farmi i
fatti miei. >> Percorro il corridoio e ignoro palesemente
Rachel, ancora
protesa verso le tende con un equilibrio tutt'altro che stabile,
diretta verso
il giardino.
Quello che vedo mi fa
ridere, non mi trattengo e attiro la loro attenzione con le mie
sghignazzate, <<
Sapevo che avresti fatto carriera come modello. >>
ghigno, lo sbuffo di
Seth e la risatina di Ronnie sono la reazione alla mia battutina.
Jacob, chino su un
minuscolo ceppo di legno accenna un sorriso divertito senza distogliere
l'attenzione. << Seth, stai fermo. >>
borbotta dopo, sollevando lo
sguardo sul lupo color sabbia, attento ai minimi particolari.
<< T'impegni tanto
per quell'affare, Jay. >> sussurra Ronnie, chinandosi su
di lui per
osservarlo meglio.
<< Voglio che per
una volta venga come dico io. >> mugugna, osservo i
piccoli frammenti di
legno cadere per terra, inclino il capo e faccio un sorrisino.
Incantata dalla
bellezza del suo viso concentrato.
<< Meg, vieni a dare
un'occhiata. Secondo me è bellissimo. >> dice
Ronnie, mi avvicino
cautamente e incrocio lo sguardo di Jacob, sorrido e mi chino su di
lui,
osservando l'oggettino che tiene tra le mani.
<< Magnifico.
>> sussurro senza fiato, persa nei piccoli intagli che
evidenziano il
pelo, nel muso a punta perfettamente inclinato, nelle orecchie appena
appiattite, nelle zampe possenti ed eleganti, <<
Magnifico, dico davvero.
>> ripeto, a voce più bassa.
<< Siete troppo
buone. >> borbotta Jacob, muove con agilità il
coltellino e vedo un
piccolo ricciolo di legno scendere per terra con una caduta ovattata.
<< Perché tu sei
bravo. >> bisbiglia indifferente Ronnie, poi un ringhio
infastidito ci fa
sobbalzare. Seth ci guarda annoiato, disteso sul terreno con i muso
accucciato
tra le zampe anteriori e la coda afflosciata che si muove spazientita
da destra
a sinistra.
<< Puoi
trasformarti, ho finito. Grazie Seth. >> dice sorridendo,
lui di risposta
fa un ululato e galoppa verso un asciugamano.
Mi volto per dargli un po'
di privacy e neanche venti secondi dopo sento un suo braccio cingermi
il collo.
<< Allora? com'è venuto? >>
esclama mentre con l'altro braccio
avvicina Ronnie all'incavo del suo collo, per baciarle la tempia.
<< Decentemente.
>> biascica l'artista, rigirandosi tra le dita il piccolo
lupo.
<< Bene, che ne dite
di farci compagnia? andiamo a Port Angeles. >> guardo
Jacob, indecisa sul
da farsi, lui fa una smorfia e sorridendo appena scuote la testa.
<< Io passo.
>> dice.
<< Gli faccio
compagnia, sarà per un'altra volta. >>
prorompo di conseguenza, loro
annuiscono, Seth raccatta i suoi vestiti sulla sedia, si stringe meglio
l'asciugamano intorno alla vita e dopo averci salutato spariscono
dentro casa.
<< Pensi che a Bella
piacerà? >> sorrido vaga e mi siedo al suo
fianco, accogliendo senza
proteste il suo capo sulla spalla.
<< Almeno che non
sia più stupida di quanto creda, penso proprio di si.
>> mi guarda storto
e sospira.
<< Mi sembrava che i
vostri rapporti si stessero addolcendo. >> dibatte, con
un riferimento
piuttosto ovvio alle mie parole.
<< Infatti, ma non
possiamo diventare amiche del cuore o cose del genere. Sarebbe da vere
ipocrite, non credi? >> stringe le labbra e socchiude gli
occhi, sollevo
le gambe e me le porto al petto.
<< Charlie ne
soffrirà parecchio. >> mi volto a guardarlo e
schiudo la bocca,
perplessa, << Parlo di Bella, dopo la trasformazione non
potrà più
vederlo. >> annuisco capendo a cosa si riferisce, e
poggio il capo sul suo,
mettendogli una mano sulla guancia, << ormai neanche un
patto scritto con
il sangue del mio polso la fermerebbe, Edward dovrebbe lasciarla
andare. Non
potrà mai vivere una vita come la tua se
continuerà così. Sembra che tutti
tifino per il lupo cattivo invece che per il cacciatore.
>>
<< Edward sarebbe il
lupo cattivo? >> domando, con una punta
d'acidità e di sarcasmo.
Ringhia sommamente e si
divincola dal nostro abbraccio, << Anche tu lo pensi. Sei
sempre pronta a
difenderlo, magari ritieni anche che sia bello? Ammettilo, è
così. >>
Alzo gli occhi al
cielo e sbuffo, << Non
mi risulta che Edward sia l'unica creatura mitologia, come potrei avere
una
vita normale, io? non ho mai avuto quella che si ritiene una vita
normale.
>>
<< Allora forse
anch'io dovrei lasciarti andare. >> dice, freddo come non
lo è mai
stato.
Scatto in piedi e lo
guardo, allibita. << Si può sapere cosa ti
prende? come puoi cambiare
opinione nel giro di poche ore? dovrei ricordarti quello che mi hai
detto sul
porticato o sei solo troppo testardo per capire che non sai neanche tu
quello
che vuoi? >> urlo, si alza anche lui e mi guarda
dall'alto in basso.
<< E con questo cosa
intendi dire? >> ringhia.
<< Che Bella è
sempre stata un ostacolo e che continua ad esserlo... quello che vuoi
tu non è
una vita normale per lei, ma una vita normale con lei. Mi sbaglio?
>> il
silenzio si fa forte e fa male, prendo un respiro più
profondo e fisso gli
occhi nei suoi, sconvolti e spalancati, << Mi sbaglio?
>> ripeto
con voce meno sicura e spaventata, il labbro mi trema, lo mordo
smaniosamente
per fermarlo e scuoto la testa, << io penso di no.
>> sussurro e a
sguardo chino vado verso la porta di casa.
<< Forse dovresti
baciare Bella invece che me! >> urlo prima di entrare in
casa, <<
spero proprio che non le piaccia quel tuo stupido ciondolo,
così ti ritroverai
ancora una volta con il cuore infranto senza capire neanche che ci stai
male ad
essere messo in secondo piano per un vampiro. Ti do una notizia flash,
Edward vale molto più di te, sei solo un ottuso, un eterno
indeciso, ecco cosa
sei! >>
Entro in camera mia e
chiudo la porta di botto, i suoi occhi mi fissano, mi siedo al suo
fianco e
lancio un calcio ad uno scatolone. << Che ci fai tu qui?
>>
borbotto.
Si chiude nelle spalle e
si vede che in tutti i modi sta cercando di non sorridere.
<< Mi hai
difeso. >> constata, con voce meravigliata.
<< Non so neanche il
perché. >> biascico e affondo la faccia nel
cuscino, chinandomi sul letto,
<< ora vedi di andartene. Oggi non tollero voi idioti
relativamente
utopistici saltati fuori dalle favole per far spaventare i bambini che
non
vogliono andare a nanna. >>
Sospira e si solleva dal
letto, si china su di me e mi bacia la nuca. << Jacob
è solo nervoso.
>>
Mi sollevo di scatto e lo
osservo adirata. << Perché non sparisci
insieme a quella sottospecie di
bradipo antropomorfo che ti porti dietro come un animaletto domestico?!
>> urlo e gli lancio un pugno sul petto, lui mi
abbraccia. <<
Bella! che cazzo di nome è Bella! Il mio pesciolino rosso si
chiamava così... è
morto dopo tre giorni! >> ridacchia e mi batte
delicatamente una mano
sulla spalla.
<< Farò finta di non
aver sentito. Hai bisogno di me e io ci sono. >> mormora
con voce pacata,
ricambio l'abbraccio e socchiudo gli occhi, improvvisamente meno
arrabbiata.
<< Come se fosse una
novità. >> balbetto, con voce tremante, segno
che le lacrime stanno per
arrivare ancora una volta a bagnarmi gli occhi, << ...se
avevo dei dubbi
sul nostro imprinting adesso sono scomparsi del tutto. Ogni piccolo
barlume di
speranza con questa litigata si è spento. Il nostro
imprinting è strano,
diverso da tutti gli altri. >>
<< Cosa vuoi dire?
>> sussurra, chinandosi quanto basta per guardarmi negli
occhi.
<< Voglio dire che è
debole... >> sussurro, sospirando, << e che
ho sempre trovato Jacob
e Bella dannatamente perfetti insieme. >> continuo,
amareggiata.
Lo vedo deglutire a vuoto
e stringere la presa sulle mie spalle. << Non dire
sciocchezze. >>
sentenzia, << Non succederà niente di quello
che hai in mente. >>
<< Lo spero proprio.
>> mormoro e tacito un tremolio dovuto alla temperatura
artica delle sue
braccia.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ma
salve a tuttissime. Meno
quattro a Milano. E Sono stanca.
Si studia o si va in giro
per negozi. Anche se devo ammettere che la seconda parte è
tutt'altro che
spiacevole... E POI FA CALLLLLDO!! xD
Ma che è successo alle
reck? O.o mi state abbandonando?
Quanto sono booooring! Tz!
datemi retta, non reggo più T_T sto andando di matto. xD
Che ne pensate del
capitolo? SE VI FA SCHIFO NON AVETE ANCORA VISTO NIENTE!! ... =.= il prossimo è
già pronto, e mi fa schifo il
triplo di questo!!! xD OH YEAAAH!
TA-TA-TA-TA!
pubblicità!
Leggete la storia "Lizzie*" della
nostra amichetta Celeste! non fate le musone e
andate a dare
un'occhiata! *-*
Spoiler
<< Meg, oggi Jake ha baciato
Bella. >> sento raggelarsi il sangue nelle vene e un
violento sussulto mi
fa tremare. Scoppio a ridere, ma nello stesso istante le gambe,
improvvisamente
fragili, cedono e mi ritrovo seduta sul terreno [...]
Oh
my CAT!! o.o" ...
and now?
Alla prossima, non
trucidatemi!
^^"
Risposta alle recensioni:
liala90:
Ciaoooo!!! Mi togli una curiosità? xD liala sta per...? xD
*-* non ti abbronzi? uhhhhhh! Una mia amica è arrivata alla
conclusione
che il sole la evita o.O va
tutti i
giorni a mare e diventa sempre più bianca se è
possibile! xD
Per la fervida immaginazione... altroché, cara, ALTROCHE'! xD
*__________* VUOI TRUCIDARMI, it's true? se dopo il capitolo eri
scombussolata
lo spoiler ti a stesa?! Liala K.O.!! xD
Cmq tranquilla, quando ho scritto la frase " Jake ha baciato Bella "
ho sofferto come
sottoposta a torture
cinesi!! O.O" Quindi risparmiami, okay?? xD
Fammi sapere, bacio. Vale!! *-*
saradm21:
Ciao! Bé, anch'io ci credo, un sogno... *_* e che sogno!! xD
Jacob è simpatico? xD che mi dici di questo capitolo? la
prima parte è da
sciogliersi come burro al sole... la seconda? o.o" UMMMH! e lo spoiler?
NON
LANCIARMI NIENTE! risparmiami!!! XD ahahahah
Alla prossima, fammi sapere *.* Vale. Baci.
CelesteBlackMaR:
Il sospetto com'era? xD 'Dio so già che mi ucciderai!
Tanto comprendi: 'un Ma firu chiùù, chi
cavuruuuuu!
T_T Oggi non posso dire che si sia stato male, ma per ora mi sento
talmente accalorata! >____< saranno gli ormoni in crisi?
XD
ahahah. Visto la pubblicità? Te lo dicevo che avrei
ricambiato il favore!
Liceo Meli! *_* che figata! io sono nel corso H, ma penso di passare
alla A
perché una prof mi sta rendendo la vita impossibile. Hai
debiti? io greco T_T
che du' maroniiii!
Lo Spoiler? ti brucia? O.O" io ho pianto come una fontana scrivendo
questo capitolo, quello dopo e quello dopo ancora. Dimmi, dimmi!! *_*
Hai
aggiornato! Vado a leggere, alla prossima!! ;D
morgana92:
Che mi dici del nuovo spoiler? O.o
Siobhan! *_* sei magnifica. Mi è sempre piaciuta la sua
dote, ho preso
spunto da quella. Però lei influisce solamente su se stessa,
mentre Meg
dovrebbe influire sullo stato di persuasione altri... capisci la
differenza? XD
non so se mi sono spiegata bene.
Fammi sapere! ;D Baci. Valeeee. <3
|
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Capitolo 29 *** || 27. Campo di grano, freddi baci, senso di vuoto e faccia da bullo ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 27 ೬ ೂ❤ ೄ
Campo di grano,
freddi baci, senso di
vuoto e faccia da bullo
Megan
L’infinito
sembra tanto una cosa per adulti: immenso,
sconosciuto, incerto, doloroso, vuoto, pieno, deciso, indeterminato,
infinito
appunto.
Eppure ora, nell’istante in cui tutto sembra non avere
più
una giusta direzione, l’infinito non mi fa paura, non
è complicato, è solo
troppo grande e silenzioso, ma se non hai niente da pendere, se non hai
più
nessuno per cui valga la pena fingere, ti si distende davanti con una
semplicità quasi banale, attutita, come tutto. E ora mi
chiedo cosa si provi a
guardare l’infinito da fuori; è possibile farlo?
Forse no, è infattibile o solo troppo complicato, ma cosa
non lo è dopo tutto.
Il fruscio delle spighe che si muovono accarezzate dal vento
è interrotto soltanto dal verso di merli e corvi, il dorato
desolato e
sterminato del campo invece da qualche pizzico di rosso, dovuto ai
papaveri
timidi e sottili come carta velina, anche loro in balia del vento.
Accarezzo con le mani le estremità pungenti e ruvide delle
spighe di grano, cercando di sorridere per illudere me stessa che va
tutto
bene, una smorfia
forzata, lontanamente
ricongiungibile ad un sorriso mi si disegna sulle labbra, mi abbandono
ad un
sospiro affranto e provo ad immaginare come sono ridotta in questo
momento, non
mi sono mai auto-commiserata, ma devo proprio fare compassione, povera
idiota.
Guardo i miei capelli, dove si è attaccata una piccola spiga
scura, probabilmente staccata dal suo gambo perché troppo
fragile, la racchiudo
in un pugno e la rigiro tra le mani, respirando a pieni polmoni
l’odore che
accompagna il vento e sa di sole, sabbia e salsedine.
Penso che ognuno di noi abbia il suo infinito personale, per
antonomasia l’infinito non dovrebbe essere personale
perché è indistinto, non
ha caratteristiche, ma l’assenza di elementi
rilevanti può dare vita alle forme implicite di
ogni paura: perché il
vuoto occupato dall’infinito per alcuni può fare
sgomento mentre per altri non
sarà niente di terribile, rimarrà vuoto, punto.
Affino lo guardo puntandolo verso la linea retta e dorata
che si incontra con il blu sbiadito del cielo, limpido se solo non
fosse per qualche
macchia di nuvola, e mi sento mancare, ecco cosa intendono tutti per
infinito,
all’istante ti rendi conto di quanto sei piccola, di quanto
in realtà puoi
valere poco per il mondo o per l’infinito stesso, ti senti
annullare
dall’esatta copia di te stessa, inutile e insignificante
quanto te, se non di
più.
Un fruscio diverso mi ridesta dal mio mare di pensieri e
voltandomi di scatto incontro quegli occhi dello stesso color dorato
che
investe il prato, ignoro il senso di tranquillità che
m'invade ogni qual volta
li vedo e ritorno a guardare il cielo. << Sapevo che
saresti venuta qui,
sai. >> sussurra, ridendo sommessamente.
<< Se ti diverti a passare in rassegna tutti i miei
pensieri, facendoti aiutare da Derek per i ricordi, lo trovo abbastanza
ovvio.
>> gracchio, scuotendo la testa.
<< Cos'è successo? >> borbotta,
in un secondo
sento il suo braccio freddo cingermi le spalle.
Scuoto la testa, sospirando. << Appena lo capisco
sarai il primo a saperlo, giuro. >> sbotto.
Ride e poggia la tempia contro la mia. << Volevo
raccontarti cosa mi è successo, pensavo di aver avuto la
giornata più brutta in
assoluto trai due e invece... sai, mi sto quasi abituando ad essere
miseramente
sconfitto da una ragazza, umana per giunta. >> gli
riservo un'occhiata
funesta e scuoto la testa, chinandola.
<< Sta volta cercare di farmi ridere sarà
un'impresa
ardua, perciò non te la prendere se sembrerò la
tua copia più depressa e molto
migliorata anche quando avrai finito l'intero repertorio di battutine,
d'accordo? >> lui sorride di nuovo, sta volta un po'
preoccupato, la sua
pelle al sole ha una lucentezza abbagliante, come se i tessuti della
sua pelle
fossero costituiti da fibre diamantine, afferro la sua mano,
inclinandola per
osservarne il luccichio al sole e finisco per poggiare la testa sul suo
petto
ghiacciato. <<
Cosa ti è successo
oggi? >> gli chiedo dopo, guardandolo con la coda
dell'occhio.
<< Bella si è rotta la mano e ho quasi
picchiato
Jacob... a dir la verità quella è stata la mia
parte preferita, voglio dire, se
non fosse stato per il "quasi" lo sarebbe stata in assoluto.
>>
sobbalzo e sta volta guardandolo dritto negli occhi esplodo in uno
sbuffo
adirato; lo prenderei a pugni se solo non sapessi che sarei l'unica a
farmi
male.
<< Edward...! >> riesco a dire, lui si
chiude
nelle spalle e fa un altro sorrisino sornione.
<< Credimi, ho fatto bene. Non merita di vivere, quel
cane. >> improvvisamente il suo tono di voce si fa duro,
il suo sguardo
vitreo.
Lo guardo e sbatto gli occhi, confusa, << che ti ha
fatto? >> balbetto, preoccupata.
<< A me niente, ma a te... >> ringhia,
afferro
la sua mascella e la costringo, non senza un certo sforzo, a guardarmi.
<< A me? >> sussurro, affinando lo sguardo,
<< Perché? >> continuo,
<< Io cosa c'entro tra te e Jake?
>>
La sue mani si poggiano sulle mie e i suoi occhi si
chiudono, improvvisamente le stringe e con un gesto frettoloso le
riporta
entrambe ritte lungo il busto.
<< Meg, non mi va di darti un motivo valido in
più per
gettarti sotto un treno. >> sussurra e, incrociando le
braccia al petto,
scosta lo sguardo.
Sbalordita e scioccata torno a guardare le spighe,
torturandone una con le dita, il silenzio dura allungo, ma tra me e lui
il
silenzio non è mai pesato.
Proprio come con Jacob - aggiunge la
mia testa.
Fingo di non sentire il commento e sospiro, ricordando la
fitta di dolore alla vista del suo viso, sta mattina.
<< Si è tagliato i capelli. >>
soffio,
strizzando gli occhi, << so che può sembrarti
una sciocchezza, ma non lo
è. >> gli do le spalle e chiudo gli occhi per
non vedere i ricordi che si
rincorrono e mi salutano. Questo posto è sempre stato il
nostro nascondiglio
segreto, dove poter essere noi stessi, dove parlare di tutto, dove
inseguirci e
sfidarci a mangiare le cose più disgustose, dove poterci
guardare negli occhi per
poi scoppiare a ridere, gridare forte o
stare in silenzio. Il nostro posto.
<< Meg, oggi Jake ha baciato Bella. >>
sento
raggelarsi il sangue nelle vene e un violento sussulto mi fa tremare.
Scoppio a
ridere, ma nello stesso istante le gambe, improvvisamente fragili,
cedono e mi
ritrovo seduta sul terreno, le spighe mi pizzicano il naso.
Dire che me l'aspettavo è poco, praticamente vivevo giorno
per giorno nel terrore che qualcuno pronunciasse quelle parole, adesso
che
Edward l'ha fatto mi sembrano ovvie e credibili, eppure il fiato mi si
mozza e
le dita scavano la terra per la rabbia mentre le lacrime che ora non ho
più
motivo di preservare mi scendono silenziose sul viso. Non una parola
esce dalla
mia bocca, sono paralizzata, non trovo neanche la forza di battere le
palpebre,
non sento l'impulso consueto di asciugarmi le lacrime, neanche quello
di mordere
il labbro per fermare il tremolio. Niente, assolutamente niente.
Paralizzata da
un sentimento maligno e irreale che mi provoca dolore fisico,
percepibile,
lancinante.
Lo sento sedersi al mio fianco e asciugarmi le lacrime con
le dita gelide, non faccio caso al suo sguardo e penso a lui, provo ad
immaginarlo con le labbra incollate a quelle di Bella, vedo lei
ricambiare con
passione il suo bacio e mordere le sue labbra morbide e carnose come
avevo
fatto io almeno un milione di volte. << No.
>> sussurra fermo
Edward, alla vista
dei miei pensieri,
<< lei l'ha spinto via e poi l'ha picchiato, per questo
si è rotta la
mano. >>
Rantolo e sconfitta faccio combaciare le nostre la spalle,
cercando sostegno, improvvisamente sento la lingua pizzicare e riesco
appena a
muovere le labbra, così mi ritrovo a balbettare due o tre
volte prima di
riuscire a comporre una frase di senso compiuto. <<
Vorrei solo sapere se
ha finto con me o sta fingendo adesso... perché non so
più cosa pensare.
>> mi volto a guardarlo e i nostri visi sono vicinissimi,
i miei occhi si
affilano e osservano le sue sopracciglia perfettamente arcuate, la sua
fronte
aggrottata e le sue labbra fine e ben delineate
stese in una smorfia perplessa. Lo studio ancora per una
frazione di
secondo prima che, a differenza di ogni mio pensiero e
volontà, le nostre
labbra si uniscano in un bacio.
Sento il freddo oltrepassarmi le labbra e , sotto le mie
mani tremanti, la durezza delle sue guancie mi fa rabbrividire,
malgrado ciò
non me ne pento. Continuo a baciarlo e mentre lo faccio il mio pianto,
insoddisfatto, si moltiplica. Provo ad ignorare una nuova sensazione di
calore,
che mi esplode nello stomaco. Non può essere vero. Sento le farfalle.
Mi stacco, pulendomi le labbra con il braccio e non lo
guardo più, concentrandomi sulle spighe e mettendo una
distanza adeguata, lui
prende un respiro profondo.
<< Perché hai ricambiato il mio bacio?
>> gli
chiedo all'improvviso, con voce piatta.
<< Tu perché l'hai iniziato? >>
mi chiede lui,
con il mio stesso tono di voce.
<< Non lo so. >> balbetto con voce
strozzata e
mi fiondo di vuoto sulle sue labbra gelide, baciandole con smania
mentre le
sensazioni che sento, se pur piacevoli, non mi soddisfano.
Non mi rendono appagata perché non mi ritrovo a sudare e a
ridere senza un motivo contro le sue labbra, che a differenza di quelle
calde e
carnose di Jacob, sono fine e fredde.
Sta volta è lui a staccarsi, mi osserva stranito e scuote la
testa. << Non puoi baciare me e pensare a lui.
>> mormora, sembra
quasi acido.
<< Io non… volevo. >> balbetto,
sollevando un
sopracciglio, perplessa, e voltandomi dalla parte opposta al suo viso
faccio un
respiro scosso.
Baciarlo, anche se non mi ha dato le stesse emozioni di
Jacob, è stato comunque piacevole, mi sono sentita per la
prima volta dopo
settimane di nuovo protetta e ... amata. Per quanto possa essere
assurdo nelle
ultime settimane non mi sono mai resa conto di quello che succedeva
ogni volta
che era con me, il ché è praticamente un
abitudine, e forse per la sua assidua
presenza non lo capivo. Cerco i suoi abbracci con
spontaneità e i suoi discorsi
consolatori stranamente mi tirano più su di quelli
congetturati da Seth o zio
Billy, in sua assenza mi sento indifesa ed esposta a rischi, pronta ad
essere
colpita in pieno da qualunque cosa, come un meteorite o quella famosa
fitta
allo stomaco che sento ogniqualvolta
i
miei occhi e quelli del lupo rossiccio che mi tiene d’occhio
ai confini del
bosco s’incrociano. Mi tiene d’occhio.
Chissà perché… forse non gli piace la
mia amicizia con Edward – se si può ancora
chiamare amicizia, la nostra
– forse si tiene pronto a
saltargli addosso, nell’eventualità che faccia
qualcosa, come pretesto per
uccidere i Cullen, che gli stanno portando via la ragazza che ama.
Altra fitta… La amano entrambi.
<< Cosa abbiamo fatto? Perché me
l’hai permesso?
>> sussurro, fievole, chiudendo gli occhi al rumore secco
e sordo del mio
cuore, pronto ad uscire dal petto, picchiando il torace con battiti
prepotenti
e concitati.
<< Credo sia il mio turno di dire “non lo
so”.
>> sostiene, con tono freddo e concentrato.
Avvicino le nostre dita e le lascio sfiorarsi, lui le
osserva, teso, i nostri occhi si incrociano.
<< Vuoi un'altro motivo per dire "non
lo so"? >> sussurro,
mentre le nostre dita s'intrecciano
e si stringono, << Spiegami perché non riesco
a... >> mi fermo,
imbarazzata.
<< ... pentirmene. >> completa lui, con mio
grande stupore. Si avvicina e mi abbraccia.
<< Amo Bella, ma loro due forse hanno ragione a dire
che non si ama solo una persona... >> lo stringo e
sospiro. Sento di
nuovo quello strano calore nonostante stia tremando per il freddo che
mi
provoca la sua pelle.
<< Ci amiamo? >> balbetto, impreparata.
Di risposta mi arriva un piccolo sospiro sconsolato, un
bacio sulla fronte e poi mi ritrovo sola, a barcollare abbracciando il
nulla.
Annuisco all'aria, capendo perché se n'è andato.
Nella mia
testa, ancora solo un nome: Jacob.
***
<< Meg? mi stai ascoltando? >> sollevo lo
sguardo
dal mio frappé alla fragola e guardo Claire, deconcentrata.
Lei sorride
benevola e allunga una mano per accarezzarmi il viso, Embry inclina la
testa e
mi riserva una piccola pernacchia buffa.
<< Hey piccola, qualcosa non va? >> scuoto
ritmicamente la testa e sorrido appena, sentendomi colpevole, convinta
che
potesse capire attraverso l'odore di Edward che ci eravamo baciati,
anche se
era successo quasi due giorni fa e - oltre le numerose ore passate
sotto
l'acqua bollente non appena tornata a casa dal campo di grano - mi ero
già
fatta la doccia tre volte nel corso della giornata prima di uscire.
Non vedo né sento Edward da quel giorno, anche lasciando la
finestra aperta e svegliandomi nel bel mezzo della notte per dare
un'occhiata:
non una traccia, eppure, anche se non dovrebbe, mi fa piacere vedere
Seth
arricciare il naso quando entra in camera mia, vuol dire che
c'è ancora, anche
se non vuole farsi avvistare, e questo, in un certo senso, basta a
farmi
sentire meglio.
<< Pensi sia meglio prendere un cheeseburger o un
hamburger? >> mormora
Quil,
guardando con aria interessata il menù del fast food.
<< Prendi un'insalata, amore. >> lo canzona
Claire, tastandogli il fascio di addominali, che a record di logica
dovrebbe
essere una pancia da obeso visto le quantità industriali di
cibo che ingurgita
dalla mattina alla sera, Paul ormai come voracità nel
mangiare è l'eterno
secondo, Quil batte tutti.
Embry ride e scuote la testa, facendo vibrare la piccola
conchiglia ovale legata da un cordino sottile di cuoio intorno al suo
collo.
L'abbiamo raccolta insieme, quella conchiglia, quando ancora credevo
che Jacob
e Bella avessero avuto l'imprinting, da quel giorno non se
l'è più tolta dal
collo.
Sei mitica
Meg, tre ragazzi su tre, TRE SU TRE!! - urla la mia testa,
per poi
sottolineare con una certa ironia che il termine "ragazzi" non
è per
niente appropriato agli oggetti.
Afferro una patatina dal piatto di Ronnie e me la porto alla
bocca con fare annoiato, mastico e cerco di sembrare il meno patetica e
disperata possibile, cercando di fare La domanda. <<
Dov'è Jacob?
>> sussurro, dalla mia voce traspare tutto. Missione
impassibilità di
facciata, fallita.
Rachel da un cazzotto sullo sterno a Jared, che si è
affogato alla mia domanda, e appiattisce le labbra, producendo un suono
a metà
strada tra un gemito di dolore e una pernacchia ironica.
<< A casa Swan. >> risponde, contraendo il
viso
in una smorfia ansiosa.
<< E ti pareva! >> sbotta adirato Seth,
ringhiando lupino in tono un po' troppo alto. Anche Ronnie interviene
con una
gomitata al suo amato, piccolo e stupido fidanzato.
<< Potresti dare un'impressione più umana? Non tutti a Port Angels
sono abituati a
sentire uomini che ringhiano o ululano in modo così
realistico. >> lo
rimprovera, al contempo riservandogli però un'espressione
piena d'amore e
trasporto.
<< Incosciente. >> borbotta Embry,
scuotendo la
testa con un sorrisino divertito.
Socchiudo gli occhi e torno a fissare il milk-shake alla
fragola che cerco di bere da quando siamo arrivati, accettando senza
protestare
il braccio di Embry intorno le spalle.
Mi sento consolata e meno sola, ma nauseata, appena sento un
contatto del genere: nauseata perché mi faccio schifo a
cercare in questo modo
del calore in persone che non possono darmelo; mi mancano le braccia
fredde di
Edward; perché mi sento stupida a cercare Jacob ovunque posi
lo sguardo... e
trovarlo sempre, puntualmente in ogni cosa. Chiudo gli occhi del tutto
e provo
ad immaginare che sia Jacob a stringermi in quel piccolo gesto
inoffensivo,
subito il calore che emana il braccio intorno il mio collo si
moltiplica,
facendosi incandescente... poi sento un lieve pizzicorino fastidioso
che può
provocare un ghiacciolo a contatto con la lingua. Spalanco gli occhi e
con la
maggior delicatezza possibile scanso la presa, afferrando il mio
bicchiere e
ficcandomi in bocca la cannuccia, decisa a prenderne una sorsata per
sfidare
queste stupide e odiose sensazioni dannatamente vivide.
<< Che vi va di fare sta sera? >> rispondo
alla
domanda di Paul indicando, con ancora la cannuccia trai denti, il libro
poggiato sul tavolo.
<< Nuovo? >> mi chiede Kim, sporgendosi con
goffaggine verso la copertina e prendendola, per poi rigirarsela
davanti il
viso, mentre con l'altra mano si carezza la pancia ormai esuberante ed
evidente.
<< Sì, l'ho comprato con ... Edward, qualche
giorno
fa. >> balbetto, Embry dilata le narici e mi guarda
infuriato, ignoro il
suo sguardo, sapendo di avere torto, e annuisco alla domanda silenziosa
di Quil
quando chiede con gli occhi il classico "tutto okay?" che mi sento
ripetere da almeno tre settimane.
Lo scampanellio della porta mi fa girare istintivamente e
nel momento in cui due occhi pece mi scavano dentro con ira sento la
mia
colpevolezza salire a livelli disumani, anche per un vampiro o un
licantropo.
Cammina a passo veloce e severo verso il nostro tavolo,
quella magliettina nera gli da un'aria da duro e i capelli corti mi
stringono
lo stomaco in una morsa possente, lo sguardo duro sempre fisso sul mio,
le mani
in tasca e neanche l'ombra del suo solito imbarazzo gli sfiora il viso
bellissimo, rigido e teso... da uomo.
<< Jacob! Fratello! Sei viv... ! >> Kim,
sollevando gli occhi al cielo e massaggiandosi la tempia, tappa la
bocca del
suo quasi-marito, ringhiando in maniera umana e isterica un "Taci!" a
denti stretti.
Lui continua a guardarmi, gli occhi sono sbarrati, caparbi
e leggermente adirati, una rabbia controllata
e ammaestrata.
<< Meg... >> dice, sentire la sua voce mi
da una
scarica enorme, a differenza della sua faccia da duro la voce lascia
trasparire
tutto quello che sente, e mi meraviglio nel sentire che il tono
è uguale al
mio. Cerca di mostrasi impassibile? << ... ho
bisogno di parlarti. >>
continua, lanciando uno sguardo basso e cupo al braccio di Embry,
ancora troppo
vicino al mio collo.
Un'altra scossa mi fa stringere a pugno il tessuto dei
pantaloncini che porto, lo osservo dritto negli occhi e cerco di
sembrare il
meno provata possibile. << Adesso? qua? >>
gli chiedo, in un
sussurro, scorrendo con lo sguardo tutti, ma soffermandomi con aria
sofferente
su Embry, rigido sul posto.
Cazzo Embry, non ti ho mai dato chance! - gracchia il mio
cervello - chissà che ci trovate in me, voi strani cosi
mitologici!!
<< Sì e... no. >> mi dice e con
il capo indica
la sua moto nera, che s'intravede dalla vetrata a specchio
dell'entrata,
<< Allora, vieni? >> insiste, continuando a
guardarmi come se non
gli importasse l'esito della risposta.
Annuisco e un ringhio come il precedente esce dalla bocca di
Seth, sta volta però nessuno lo rimprovera o lo ferma, lui
mi afferra per il
braccio. << Se hai bisogno sappi che ... noi ci siamo.
>> e mentre
dice l'ultima frase si volta verso Jacob, guardandolo truce.
<< D'accordo. >> soffio, a testa china.
Mi avvio verso l'uscita in silenzio, seguita dall'ombra
tenebrosa e seria di Jacob, lo guardo cavalcare la groppa della moto
nera, lo
imito e sussulto quando sento le sue man bollenti afferrare i miei
polsi e avvolgermi
le mani intorno il suo torace robusto.
<< Se non hai intenzione di cadere ti consiglierei di
tenerti. >> mormora, sento il suo pollice carezzare
lentamente il palmo
della mia mano nel tempo in cui le sue mani cercano di legarmi a lui.
Un brivido mi fa tremare violentemente, lui lo percepisce e
credendo di non essere visto si lascia sfuggire una smorfia sollevata
chinando
lo sguardo sulle mie mani, scosto subito lo guardo dallo specchietto
retrovisore, confusa e preoccupata.
Con un rombo leggermente meno forte e potente del sangue che
mi pompa alle tempie iniziamo a sfrecciare sulle strade di Port
Angeles, espiro
il suo odore e stringo i denti mentre cerco disperatamente un motivo
valido per
dar fine a questa dolce tortura e capire cosa mi ha convinta a salire
sulla
moto.
Appena i nostri occhi si incontrano di nuovo, di sfuggita,
dal medesimo specchietto, e i miei dubbi spariscono... sarei andata con
lui
anche in capo al mondo.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Buongiorno
Picciottelle! No, non è un miraggio, sono proprio io, con un
immenso ritardo
=__=”
…e vi
parlo in diretta da Milano, dove il tempo fa schifo ^^” Burgiarda! In questo preciso
istante c’è il
sole, qua è bellissimo, ma mi manca tanto tanto il mare!!
*___*
Lunedì si
va a GARDALAND!!! *w* wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!
Passiamo
al capitolo : T___T rileggendolo per postarlo ho pianto di nuovo, anche
se Jay
versione “bulletto” è molto…
hot! XD
Che dire?
T__T si studia ancora, mi devo mettere sotto più del solito,
dovrei prendermi
ad auto- bastonate. Vale studia!!!
Il
problema è che il mio adorato pc mi chiama e
m’invita a scrivere e quando non c’è
lui c’è la mia Nihal e il mio Sennar *___* mi sto
praticamente drogando di
questo libro, ci sono un sacco di scene di guerra, ma è
coinvolgente come lo
erano stati soltanto il mago di Oz quando avevo sette anni e Twilight
quando ne
avevo tredici XD ahahah… LEGGETELO! È la prima
trilogia di Licia Troisi “Cronache
del Mondo Emerso” DIECI E LODE!! *_*
Altra pubblicità!! Non dimenticatevi
di leggere la storia di CelesteBlackMaR, Lizzie*
PASSIAMO
ALLO SPOILER CHE VI HO PREPARATO PER LA PROSSIMA VOLTA.
Per farmi
perdonare sarà bello sostanzioso…
Spoiler
<<
Dateci un tagl... >> il suo rimprovero viene interrotto
da un urlo di
dolore e solo allora vedo l'intero braccio di Meg ricoperto da una
patina
rossa, sangue, con una mano si stringe la ferita, tremando appena, il
suo
sguardo smarrito e vitreo mi fissa, come se vedesse un mostro. Mi sento
mancare
e crollo per terra, guaendo. Edward le si fa vicino e afferrando un
residuo dei
miei vestiti dal terreno cerca di tamponare la ferita, un'espressione
preoccupata
sul volto, gli occhi su di lei.
<<
Meg? Stai bene? >> sussurra, lei barcolla e poggia il
capo sulla sua
spalla, imbrattando la camicia bianca di Edward con il sangue.
<<
Jac... >> cerca di sussurrare, ma la voce le si mozza, la
vedo
socchiudere gli occhi e rovesciarli indietro, poi la sua presa ferrea
sul tessuto
della camicia si annulla e si accascia, priva di sensi, tra le braccia
di
un'altro.
Mi
lascio sfuggire un ululato e sento, anche sotto forma lupina, le
lacrime
offuscarmi la vista.
Meg,
è colpa mia, come sempre.
‘EEEEEEECCO
A VOI! ^^” capito tutto, eh? T____T vi auguro di no!!
Perdono,
perdono, perdono!!! >___< non ho proprio tempo di
rispondere alle
recensioni, concedetemi la vostra benevolenza PER STA VOLTA! *W* so che
lo
farete. Ringrazio comunque tutte voi, E PER QUELLE CHE SONO TORNATE
DALLE
VACANZE: mi sono mancati i vostri commenti. E NO, RAGAZZE, MEG NON
E’ INCINTA,
STATE TRANQUILLE! xD
Vi
ringrazio una ad una:
morgana92,
Ed4e, dafne891, CelesteBlackMaR, saradm21,
liala90, MoonLight_95
siete
uniche ;D
|
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Capitolo 30 *** \\ 28. In balia della bestia che vive insieme a me ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 28 ೬ ೂ❤ ೄ
In balia
della bestia che vive insieme a me
Jacob
Tutto
quello che sento è
lei. I suoi capelli colpire le mie braccia come tante piccole fruste
innocue, i
suoi occhi schiusi, persi al di là dei laterali della
strada, le sue mani
tremanti, la morbidezza della sua pelle.
I nostri occhi si
scontrano, trafiggendosi con un'intensità tale da farmi
provare un brivido
grande quanto quello che l'ha scossa pochi minuti fa, lei svia lo
sguardo, come
addolorata, io lo affino e torno a concentrarmi sulla strada, bruciando
più in
fretta possibile i chilometri che ci separano dal posto in cui avremmo
parlato.
Non so ancora come iniziare, lo stomaco attorcigliato e nauseato
m'invita a
reagire andando su tutte le furie, proprio come ho fatto quando le
labbra di
Bella si sono dischiuse, sbalordite dalle parole sussurrate da Edward.
" Ci siamo baciati, ma non era nostra
intenzione."
Serro la mascella e freno
l'ira, ricordandomi della presa instabile di Meg intorno il mio torace.
Lei è
qui adesso, non con lui. "Come si
può baciare una ragazza senza volerlo? "
così gli ho urlato contro a
primo impatto, Bella mi ha afferrato per un braccio e con lo sguardo
chino ha
scosso la testa, sussurrando appena "
Solo chi non ha peccato, Jake, può scagliare la prima
pietra."
La verità di quelle parole
mi ha colpito in piena faccia, facendomi raggelare il sangue nelle
vene. Non
posso giudicare Megan e per quanto avrei voluto attaccare Edward non
sarebbe
stato corretto. Non posso, non dopo quello che è successo
tra me e Bella.
In questi ultimi giorni
l'ho vista soffrire in silenzio ed ora, nel momento in cui Meg comincia
ad
abituarsi, non vedo che logica potrei dare ai miei ragionamenti.
La ami
- mi spiega, per l'ennesima volta, la mia testa.
L'imprinting non è bastato! -
rispondo puntualmente, quasi urlando - ...
non è colpa mia!
Invece si. E' tutta colpa
mia. E adesso ringrazio il cielo che il mio imprinting sia fasullo,
perché se
lei me lo concederà ancora potrò amarla come un
ragazzo normale fa con una
ragazza normale. Niente imprinting, licantropi, attaccamento morboso e
dubbi
esistenziali... niente, niente di tutto questo, solo noi. Io e Lei. La
cosa più
bella e - apparentemente - semplice del mondo.
Freno e prendo un respiro
profondo, aspetto di sentire la moto alleggerirsi del suo peso e metto
il
cavalletto scendendo a mia volta. Non appena i nostri sguardi
s'incontrano mi
rendo conto di quanto sia cambiato in queste settimane, vedendomi nel
riflesso
dei suoi occhi grandi e concentrati, intimoriti. Stringo i pugni e la
mascella;
è ora. Prima o poi doveva succedere, non vedevo l'ora di
chiarire... e adesso?
Adesso mi sento il solito coniglio!
Black, ammettilo, ti dai tanto l'aria da
bullo, ma
te la fai addosso anche solo pensando ad un no da parte sua.
<< Ho saputo che tu
ed Edward vi siete baciati. >> dico, in tono neutro e
disinteressato,
poggiandomi alla sella della moto, senza guardarla in faccia.
<< Sì... >> sussurra
lei, con voce instabile e provata, << ... ma se provi a
farmi la
ramanzina giuro che mi metto ad urlare, non hai alcun diritto di essere
geloso... non dopo... non dopo il bacio tra te e Bella.
>> spalanco gli
occhi e sollevo lo sguardo, prendendomi l'ennesimo colpo di pesci in
faccia,
<< Me l'ha detto Edward. >> mi spiega lei,
vedendo la mia reazione
sorpresa alle sue parole. Stupido
succhiasangue!
<< Ho capito che
gioco sta facendo, ma deve sapere che io gioco questa partita da
più tempo e
che sono disposto a barare pur di vincere. >> mormoro
più tra me che a
lei, poi sento un odore dolciastro e stomachevole sfiorarmi il naso,
arriccio
le labbra, disgustato, e mi lascio scappare un ringhio,
<< sei un
macchinatore con i fiocchi, Cullen! Tanto di cappello, davvero!
>> mi
sento gli occhi di Megan addosso, ma il mio sguardo è
rivolto al piccolo
luccichio che intravedo in un punto alle sue spalle. E così
mi ritrovo a
fronteggiare con una sanguisuga nascosta tra gli alberi.
<< Edward non
c'entra niente in tutto questo, il problema qui sei tu!
>> dice irritata,
perdendo tutta la titubanza che aveva al fast food.
Il mio sguardo si dilata
di nuovo e si punta su di lei, sconvolto. << Tu continui
a proteggerlo.
>> gli faccio notare, con riluttanza, furibondo mi
rivolgo di nuovo ai
cespugli, << Complimenti Cullen, c’è
una nuova iscritta al tuo fans club
anche tra le ragazze della tribù Quileute! >>
Lei fa una smorfia
impreparata. << Piantala. >> incrocia le
braccia e si volta verso
il punto dove, con occhi sofferenti, guardo colui che vorrei uccidere a
tutti i
costi.
Nel momento in cui Meg si
gira Edward si rende manifesto e solo quando lo vedo farle da scudo mi
accorgo
di stare tremando violentemente.
<< Non ho intenzione
di fare del male a lei. Non fare l'eroe, Cullen. >>
ringhio, sentendo le
mani trasformarsi in zampe.
<< Potresti
fargliene, quando sei un lupo non puoi controllare il tuo istinto e io
non
voglio che si faccia male. >>
<< No!! >>
urlo straziato, al limite della sopportazione, Meg sobbalza, affondando
le dita
nella carne fredda del suo braccio, la mia spina dorsale si curva,
lacerando i
vestiti, << Meg, ascoltami... >> ma quello
che segue è solo un
ululato straziato. Guaisco e inizio a correre, li sento parlare, ma non
capisco, penso solo a mettere distanza tra lei e me, tra lui e me, tra
loro e
me.
Edward sta cercando di
ripagarmi con la stessa moneta comportandosi da amichetto del cuore con
lei.
Guaisco e affondo le zampe
nel terreno, fermandomi di botto, ringhio e torno indietro con tutta la
furia
che sento dentro, in un attimo sono di nuovo di fronte a loro e mi
fiondo su
Edward, lo sento ringhiare, non me ne curo e lo azzanno, lui mi spinge
via e
tenendomi fermo per il busto mi colpisce il
muso, guaisco e gli mordo la stessa mano con cui mi ha
colpito.
<< Basta!
Smettetela! >> urla Meg, inginocchiandosi sul terreno, in
lacrime,
<< Edward, Jacob, vi scongiuro... Basta! >>
continua, portandosi le
mani alla fronte, si china sul terreno e ci lancia dei sassolino, con
ripugnanza.
Lo vedo indietreggiare, ma
non gli do il tempo di fare tanti passi chiudendo con ferocia la sua
caviglia
tra le mie zanne, sento un dolore lancinante alla testa per via della
sua carne
dura e guaisco appena, ma stringo la morsa sopportandolo e con mia
somma gioia
lo sento urlare.
Meg urla e continua a
piangere disperata, ora audacemente vicina ad entrambi, cerca di
tirarci calci e
pugni, con l’intendo di farci fermare. <<
Dateci un tagl... >> il
suo rimprovero viene interrotto da un urlo di dolore e solo allora vedo
l'intero braccio di Meg ricoperto da una patina rossa, sangue, con una
mano si
stringe la ferita, tremando appena, il suo sguardo smarrito e vitreo mi
fissa,
come se vedesse un mostro. Mi sento mancare e crollo per terra,
guaendo. Edward
le si fa vicino e afferrando un residuo dei miei vestiti dal terreno
cerca di
tamponare la ferita, un'espressione preoccupata sul volto, gli occhi su
di lei.
<< Meg? Stai bene?
>> sussurra, lei barcolla e poggia il capo sulla sua
spalla, imbrattando
la camicia bianca di Edward con il sangue.
<< Jac... >>
cerca di sussurrare, ma la voce le si mozza, la vedo socchiudere gli
occhi e
rovesciarli indietro, poi la sua presa ferrea sul tessuto della camicia
si
annulla e si accascia, priva di sensi, tra le braccia di un'altro.
Mi lascio sfuggire un
ululato e sento, anche sotto forma lupina, le lacrime offuscarmi la
vista.
Meg, è colpa mia, come sempre.
***
"Io
fuggirò da te,
mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia
delle bestie feroci.
Le più feroci non hanno
un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà
invertita:
Apollo
scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il falco; la mite cerva
corre ad
afferrare la tigre.
Vana corsa, quando
la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge."
Chiudo il
libro e mi guardo intorno, sospirando cautamente, il portico di casa
è inondato
dal torpore soffuso del sole di Giugno al tramonto. Carezzo la
copertina e stringo
le labbra, ripensando all'ultima volta in cui l'avevo vista leggere
quel libro,
tra le mie gambe. Sollevo gli occhi al cielo e ringhio.
<< La
vigliaccheria mi ha raggiunto da un pezzo, da cosa dovrei scappare?
>>
borbotto riluttante, perdendomi nello scintillio di luce che il sole
produce
sul mare di First Beach.
<<
Pensare di trovarla qua è l'unico motivo per il quale tieni
in mano quel libro,
dimmi di sì fratello, fai venire la pelle d'oca. Peggio di
un film horror!
>> mi volto verso Paul e abbozzo un sorriso amaro.
<<
Possibile, ti concedo il beneficio del dubbio. >>
I ragazzi del
branco, una volta trasformato in lupo hanno praticamente assistito al
mio
scontro diretto con Cullen e, meraviglia tra le meraviglie, mi danno
ragione.
Sono d'accordo con me: secondo loro Edward sta solo cercando di far
provare a
me quello che io ho fatto provare a lui, ma Megan non capisce, continua
a stare
nei territori dei Cullen più del necessario. Non la vedo
praticamente mai e
sempre più spesso schiudo un occhio ridestandomi dal sonno
per vedere se è
accucciata ai piedi del mio letto. La notte dopo il nostro primo
battibecco l'ho
trovata lì, ma da vigliacco qualificato quale sono non ho
osato muovere un
muscolo in sua direzione sebbene avrei voluto farlo, l'orgoglio a volte
prevale
su tutto. Ed eccomi ancora una volta a fuggire da ciò che
voglio, ad essere un
anti-Apollo : invece di inseguire Dafne fuggo via da lei, pur
desiderandola
ardentemente. Sono un predatore che scappa a gambe levate, impaurito
dall'innocenza della propria preda. Sono un prodotto difettato... e leggere Shakespeare nuoce gravemente
al mio cervello imputridito e mezzo vuoto già di suo!
<< Non
riesco neanche a scusarmi per averle fatto del male... >>
farfuglio,
ricordandomi la vista di tutto quel sangue, del suo volto, del dolore
morale
che ho provato, così forte da diventare fisico,
paralizzandomi... mi sono
considerato un mostro per giorni, fortunatamente Sam c'era, lui mi ha
capito. Sospiro
e scuoto la testa, << lo hai visto di recente?
>> gli chiedo
subito, affinando lo sguardo, già pensando al peggio.
<< Sì, è
un taglio lineare e profondo, sette di sutura più o meno, ha
tolto le bende
proprio ieri a casa di Sue, Rachel mi ha raccontato che dottor Canino
pensa le
resterà una bella cicatrice, un souvenir, un po' come quello
di Emily... >>
rabbrividisco e stringo la presa intorno il libro, serrando la
mascella,
<< ... fortuna che continua ad avere un bel faccino,
perché una cicatrice
lunga quindici centimetri sul
viso
invece che sul avambracc... >>
<< Paul,
grazie. Ora... basta. >> balbetto, massaggiandomi le
tempie, al limite
della sopportazione.
Cala il
silenzio, lui si dondola sui talloni, annuendo, e dopo pochi minuti con
due
falcate arriva alla porta, sorridendo cauto. << Ti lascio
alle tue
letture da femminuccia, se hai bisogno di qualcosa di appuntito con cui
fustigarti ti consiglio il servizio di piatti di nonna Annie. Rachel lo
odia,
sarebbe molto lieta di toglierselo dalle palle. >> gli
lancio una delle
tante conchiglie riposte sul piccolo tavolino di legno perno
dell'umidità del
porticato e sbuffo.
<<
Grazie Paul, mi sei sempre d'aiuto. >> borbotto,
facendogli segno di
tirargli anche il libro.
Si para il
viso con le mani e si apre in un sorrisino, << Quando
posso! >> esclama,
ironicamente, mi fa un cenno e mi lascia da solo, entrando in casa.
Ripensare alla persona che ha
cercando quando
ha aperto gli occhi, vedere la faccia di Bella farsi contratta quando
Edward le
ha lasciato la mano per correre da lei... forse voglio soltanto
illudermi che
sia un subdolo, non voglio accettare la possibilità che lui
la ami davvero. E
che lei possa provare eguali sentimenti per lui. Se dopo tutto non
è stato
l'imprinting a fermarla, non vedo cosa potrei fare io, tendere
un'imboscata al
pianista surgelato? che senso avrebbe? non sarebbe altro che uno dei
tanti
punti da aggiungere alla lista " Ecco perché Megan odia
Jacob".
... Le più feroci non hanno
un cuore
come il tuo.
<<
....
a questo punto mi chiedo proprio chi sia la bestia. >>
ringhio, preso
alla sprovvista, lasciandomi cadere il libro dalle mani e alzandomi di
botto.
<< Jacob, calmati. >> mi dico subito dopo,
tornando ad osservare la
poltroncina su cui ero seduto, facendo dei respiri lunghi e regolari
per far
cessare il tremolio. Mantenere la calma è un lavoro sempre
più difficile e
frequente da quando lei ha deciso di passare undici ore su dodici in
casa
Cullen; non posso difenderla là, non posso entrare nel loro
territorio senza il
permesso di almeno uno di loro.
Sto
impazzendo, mi sento come uno stupidissimo bastardino, che continua a
ricorrersi la coda mentre una volpe, rossa e furba, gli sgraffigna il
cibo da
sotto il naso... il bastardino è così stupido e
intento a trastullarsi che nel
momento in cui si accorgerà di quello che ha fatto la volpe
nella ciotola non
ci sarà più niente.
La golf di Meg
frena, spalanco gli occhi e resto immobile, la vedo scendere dalla
macchina e
chiudere la portiera. Uno sfregio arcuato e nascosto all'interno
dell'avambraccio mi fa rabbrividire, il suo sguardo m'inchioda, freddo,
spento,
disgustato... come l'ultima volta.
Nel momento in
cui arriva al porticato si ferma e raccoglie il libro da terra, poi sospira,<<
Perché tocchi le mie cose?
>> mi chiede fredda, senza guardarmi, deglutisco a vuoto,
gli occhi
ancora sul taglio.
<< L'ho
trovato in cucina e gli ho dato un'occhiata rapida. >>
dico con
nonchalance, lei si chiude nelle spalle e va per aprire la porta, ma io
le
blocco il passaggio, afferrandole la mano destra e voltando il braccio
per
avere una visione completa dell'artigliata, << Mi spiace.
>>
sussurro fiacco, sento l'aria mancarmi e le lascio la mano.
Vedo le sue
narici dilatarsi e i suoi occhi indurirsi mentre delle lacrime ne
velano
l'iride e le labbra si capovolgono in una smorfia trattenuta.
<< Non
basta, Jacob. Ti sembro così stupida da accettare le tue
scuse, dopo questo?!
>> indica con la mano opposta il braccio sfregiato e mi
riserva uno
sguardo pieno di odio, << sei assurdo. >>
gracchia, scuotendo il
capo, << Presuntuoso, odioso, viziato... >>
si ferma e con
un'espressione nauseata mi da un piccolo colpetto sulla spalla,
<< …togliti
di mezzo, non ho niente da dirti. >>
<< Pensi
che non lo sappia? la parte peggiore è che non posso
evitarmi come fai tu, sono
costretto a convivere con me stesso, il mio essere codardo,
strafottente... sono
cose che non mi pesano quando stiamo insieme, però quando
sono solo preferirei
impiccarmi. >>
<<
Grande! in garage c'è una corda, scegli un albero bello alto
e se vuoi ti aiuto
volentieri! >> socchiudo gli occhi e la riprendo per
mano, sospirando.
<< Ti
manco. >> mormoro, cercando di incrociare il suo sguardo,
si morde il
labbro e cerca di liberarsi dalla mia stretta, non riuscendoci scosta
lo
sguardo.
<< La
ami. >> soffia di risposta, i suoi occhi si soffermano
sul taglio, in
bella mostra.
<< Tu lo
ami? >> mimo, avvertendo un fremito, che ricaccio al suo
posto con un respiro
profondo della serie.
<< Non è
la stessa cosa, è un amore non mi soddisfa.
>> si ferma, contenendo
le lacrime.
<< Oh
magnifico. >> borbotto lasciandole ancora una volta la
mano, lei se la
porta a coprirle il viso e soffoca un singhiozzo.
Poi finalmente ritorna
a
guardarmi, sta volta determinata. << Dov'è
nascosto il vero Jacob? il mio
Jacob. Quello che scoppia a ridere senza un motivo logico.
>> sussurra.
<< Ridere adesso?
hai voglia di scherzare? >>
<< Quello che
s'imbarazza quando gli si fa un complimento. >> continua.
<< I complimenti più
carini che ho ricevuto oggi sono stati assurdo, presuntuoso, odioso,
viziato...
>>
<< ... QUELLO CHE MI
AMA!! >> quasi urla, con voce strozzata, interrompendo i
miei commenti
acidi, ci scambiamo un'occhiata, lei torna a guardarsi la cicatrice e
scuote il
capo, << ...basta faccia da bullo, Jake, tu non sei
così. Puoi anche
illudere gli altri, ma con me non ci riuscirai mai. Non devi fingerti
più
grande solo perché il tuo ruolo nel branco lo richiede. Il
tuo comportamento, i
tuoi sentimenti, la tua età, queste sono le cose che fanno
di te Jacob Black.
>> torna a guardarmi e ancora con le lacrime agli occhi
continua a
scuotere la testa, << Non chiedermi di far finta che non
sia successo
niente, perché una cicatrice avrei anche potuto sopportarla,
ma quelle
litigate, quei baci... non... non riesco ad archiviarli totalmente e so
benissimo che tornerai in te prima o poi, forse però sono
solo stanca di vivere
nella paura del tuo prossimo cambiamento d'umore... e di litigare, di
piangere,
di soffrire. >>
<< Come se la nostra
relazione fosse fatta solo di dolore. Non giriamo intorno al nocciolo.
Pensi
che abbia fatto l'amore con Bella? te lo dico palesemente, no. Quello
che sento
per Bella è uguale a ciò che provi tu per Edward,
ma ogni posto, ogni piccolo
dettaglio, ogni battito... >> afferro la sua mano e me la
porto sul
petto, << ... tutto mi ricorda te. E so che anche tu lo
senti. Lui non ha
un cuore pulsante, non ha sangue, non è caldo e umano come
me... e questo ti
manca. E' difficile pensare ad andare avanti, lo so, scommetto che a te
non
importino queste spiegazioni da teatro, ma tra me e Bella è
stato un momento di
debolezza, pensavo fossi diversa dalle ragazze che amano la perfezione.
Invece
ti vedo cascare nella trappola della volpe come un ingenuo coniglietto.
Reagisci! Dimmi tranquillamente quello che pensi, dimmi che ti faccio
schifo,
ma dopo mettiamoci una pietra sopra, lo vogliamo entrambi, dannazione!
>>
<<
No.
>> dice, fiacca, << Come puoi essere
così egoista? Jacob, non
capisci quello che dici? Non capisci cos'è successo?
>> si ferma
osservando le due lacrime che hanno finalmente vinto la battaglia
spietata
contro il mio orgoglio e la mascella serrata in maniera inumana, il suo
volto
si addolcisce, afferra il mio viso tra le mani, poggiando la fronte
sulla mia,
trattengo il respiro e avverto un fremito di piacere scuotermi dalla
testa ai
piedi, << E' successo, Jake... Annìka e
Amelia: ci sta succedendo la
stessa cosa ed io non voglio soffrire più di quanto
già faccia quando avrai il
tuo secondo imprinting. Perdonami. >> si avvicina e
scocca un bacio sulla
mia guancia, umida, << Tu sarai felice, io
cercherò di esserlo, non
rendermi tutto più difficile. >>
<< Io
voglio soltanto te. >> dico, cocciuto.
<< No,
no, no. Non è vero, ricordi? l'imprinting è
assoluto... ti senti solo
disorientato. >>
<< Io
non sono disorientato, io ho te, non chiedo altro, Bella non
m'interessa, l'ho
fatto solo per paura di perderla, ma ora ho capito che neanche questo
importa,
m'importi solamente tu. Tu. E nient'altro. >>
<<
Jake... >> piagnucola, scuotendo imperterrita la testa.
<<
Chiedimi quello che vuoi. >> fa un sorriso privo di
qualunque allegria,
<< cosa ci guadagneresti a stare con lui? sai che Edward
sceglierà Bella
comunque, forse lo ami più di quanto ami me? >>
Spalanca gli
occhi e scuote di nuovo la testa, << Edward è
in viaggio, sto tanto con i
Cullen perché in un certo senso saranno la mia nuova
famiglia quando...
quando... >>
e da mostro quale
sono mi sento sollevato nel sentirle dire quelle parole, sollevo una
mano e le
accarezzo il viso.
<< Te lo
dico per l'ultima volta, okay? ti amo e non diventerai una vampira.
>> la
vedo rilassarsi e lentamente mi avvicino alle sue labbra, ma poco prima
del
contatto lei si scosta.
<< No.
>> sussurra, poggiando la mano sulla maniglia della
porta, << Ti
prego, Jay. Mi rendi tutto più difficile. >> e
la porta si chiude,
facendola svanire. Avverto i suoi passi sul pavimento allontanarsi
sempre di
più e i miei pensieri protendersi verso il punto in cui si
trova, come il polo
apposto di una calamità.
Scuoto il capo
e do due piccole testate ad una colonna del porticato, stando
però ben attento
a non distruggerla. La parte peggiore è che non posso
neanche darle torto,
perché è legittimo allontanarsi da una persona
che è destinata a stare con
un'altra. Sarà vero quello che pensa? c'è
un'altro imprinting che mi aspetta dietro
l'angolo?
... Io fuggirò da te, mi
nasconderò nella selva
e ti lascerò in balia delle bestie feroci. - fuggirò
volutamente da lei
quando accadrà, già lo so, ma sarò io
in balia della bestia feroce con cui
divido l'esistenza, sarò schiavo della mia seconda natura.
Lancio un
pugno debole contro la colonna, stringo i pugni e per la prima volta in
quasi
cinque anni sento di odiare la mia parte lupina; non me uomo, ma la
parte di me
in cui mi rifugio quando il mondo sembra avercela con il Jacob
sprovvisto di
coda; odio il lupo che sono.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Qualcuno di voi per e-mail mi ha
chiesto del
fattore età perché vedeva che qualcosa non
quadrava, quindi spiego in breve la
situazione.
Jacob, Megan, Quil, Embry, Seth, Ronnie,
Claire, Collin, Brady e Aislinn (questi tre arriveranno dopo ^^) hanno
17 anni.
Anche Alice , per di più in modo contorto ^^
Bella, Leah, Paul, Edward e Jasper hanno 18-19
anni.
Sam, Emily, Jared, Kim, Emmett e Rosalie ne hanno 20.
Per quanto riguarda Derek e Amelia hanno
entrambi - essendo gemelli - un anno in meno di Edward.
Ho dovuto farlo perché, anche se mi sarebbe
piaciuto scrivere di Jacob sedicenne, la maggior parte delle cose che
avrei
voluto fare non si adattava all'età. Quale padre avrebbe
mandato un appena
sedicenne in Italia? O.o" capite che intendo, no?
Detto
questo!!
Chiedo scusa x il ritardo, ma
gli esami sono
alle porte e ho una fifa blu! ho notato che una persona ha abbandonato
la
storia quindi volevo chiarire il fatto che Jacob e Meg FARANNO PACE!!
Non
potrei mai far mettere Meg ed Edward insieme!! Suvvia! Che andate
pensando! O_O
(anche se, ai paesi miei, non faccio nomi, c'è qualcuno che
mi ha scongiurato
fino allo sfinimento per farlo -.-" Ahi Ahi Ahi ) Non mi resta che
rispondere alla rec, ma prima uno spoilerone per farmi perdonare ! ^^"
Spoiler
<< Non mi
permettono di entrare, non sono abbastanza grande secondo loro,
dov'è Bella?
>> chiede poi, in quel momento si accorge della mia
presenza e si
arresta, fissandomi, per un istante sostengo lo sguardo, dopo lo scosto.
<< E' una
situazione complicata >> mormoro, attirando anche
l'attenzione di Ronnie,
<< comunque sia lo scoprirai dopo. >> lei
continua a fissarmi e
annuisce appena, veniamo interrotti da un Jared, decisamente poco
calmo, che
irrompe correndo dalla porta d'ingresso.
<< Dov'è la mia
Kimmy? >> balbetta disperato, Meg e Ronnie fanno una
smorfia analoga
quando dalla stanza affianco, ovviamente chiusa, si sentono bestemmie
urlate
dalla voce squillante di Kim, poi un piccolo vagito, vedo il viso di
Meg
rilassarsi, sorride e chiude gli occhi, tendendo l'orecchio.
<< Benvenuto
piccolo Harry Junior. >> sussurra, sorridendo pacifica.
Jared, bianco come un
lenzuolo, fissa il vuoto, con un sorriso stupido e realizzato.
<< Sono
papà. Sono papà. Io sono... >>
Lo guardo annoiato e
infastidito per avermi deconcentrato da lei. << Si,
Jared. Sei papà.
>> dico piano e ovvio, guardandolo dritto negli occhi con
aria seccata.
Ci sono
due novità dentro questo spoiler, ma una è
accuratamente camuffata.
Avrete capito di certo che nascerà il piccolo Quileute, ma
che altro? ^^"
Dai, potete farcela!
Risposte alle reck:
dafne891: Mi leggi nel
pensiero o cosa??? O.O" be' ecco la rissa! xD
Tranquilla, anche a me piace la coppia Edward Bella, e in modo contorto
e
forse un po' strano tornerà tutto a posto. Edward ha
già perdonato bella, si
capisce da cosa dice a Jacob all'inizio del capitolo. Il problema
è Jacob,
diciamo che ultimamente mi sono detta: "che cacchio! Hanno diciassette
anni? facciamo fare qualche cavolata a questi ragazzi, sono pur sempre
degli
adolescenti" u_u
Be', spero che non mi ucciderai ^^ faranno pace comunque, te lo ripeto.
Un bacio, Vale.
saradm21: Sì, me
l'hai detto taaaaante volte T__T ma io continuo! xD
Tranquilla per Meg e Ed, è stato un colpo di testa... come
vedrai la loro
amicizia non sarà intaccata... ma non sarà mai
una normalissima amicizia,
proprio come quella di Jake e Bella. Credo sia un rivincita di che ho
voluto
avesse Edward da parte mia. E con chi poteva succedere se non con
Megan?
^^"
Jake penerà, e neanche poco ;D, ma finiranno per tornare
insieme e te lo
dico perchè l'ho già scritto. Però
dovrete avere un po' di pazienza ^^ aLLa
prossima.
liala90:
^^" io
le tue paure le adoro!!! XD ahahah *-* tesoro mi dispiace tanto, ma
l'amore
sudato è quello più bello - non chiedermi che
cretinate dico perché non sono io
a dirlo, ma mia nonna -.-""
Cmq sia, metà delle cose che scrivo me le ispira il mio
Luciano adorato,
anche l'ambientazione del campo di grano, se conosci la canzone "il mio
pensiero" e hai visto almeno una volta il video... beè, ti
sarebbe tutto
un po' più chiaro. :D
Che posso farci? Sono una ragazza che vive di ossessioni : Mondo
Emerso, Twilight,
Ligabue, i panda...
xD
Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. E non temere, tutto
tornerà a posto *_* Bacio.
CelesteBlackMaR:
Non
c'è che
dire, Jacob è un umano e come tale ragiona come gli pare...
ora ha capito che
ha sbagliato, però. xD
Gli esami sono vicini O.O" ed io mi sento "fottuta" (
buongiorno finezza U_U ) ho ricevuto una richiesta d'amicizia su
Facebook da
una Celeste non scrivo il cognome per la privacy. Sei tu??? *-*
Bé, correrei a studiare io :D quindi un bacio. Non sono
ancora riuscita a
leggere il tuo capitolo, lo farò al più presto
*_* tu aspettami!!
Bacioni Vale. <3
Ed4e:
Ultimi
capitoli un corno, sono già arrivata a scrivere il 35esimo
capitolo XD quindi
... ahahah xD
Come ho già detto, Jacob, Meg e Bella sono degli
adolescenti. Edward
ovviamente lo è solo esteriormente, ma pur essendo il
più maturo e quindi il
meno impulsivo Meg stranamente riesce a suscitare in lui una simpatia
particolare perché le ricorda un po' sua sorella. Ed ecco il
punto debole che
manda in tilt il cervello vampirizzato di Eddy. Tutto il resto viene da
sé-
Faranno pace ^^" sai che non resisterei a fare una cosa del tipo
"scambio di coppie" O.O" assolutamente no!
Bé, chiedo ancora scusa per il ritardo. Bacio, Vale.
MoonLight_95: Ecco l'ennesimo spoiler, cara. ^^" Che
ne pensi? Scusami tanto per il ritardo. Ma la scuola è la
scuola T____T un
bacio, alla prossima. Ciaoooooooo! <3
|
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Capitolo 31 *** \\ 29. Cuore di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non ***
ೋ❤ ೌ
Capitolo
29೬
ೂ❤ ೄ
Cuore
di diamante e nuovi arrivati... aspettati e non
Jacob
Sette giorni, sono pochi, ma
sono una tortura per chi vive passivamente.
Sento i minuti scapparmi via dalle mani come una saponetta bagnata,
spettatore
indiretto della mia vita che…
Flap! mi scivola via dalle
mani come volesse scappare il più lontano possibile da me.
Cammino per la spiaggia con le mani in tasca, i piedi nudi a contatto
con la sabbia e l'acqua salmastra che batte sul bagnasciuga; il vento
s'intrufola
dovunque gonfiandomi la vecchia maglia verde scuro e accarezzandomi i
capelli
corti. Canticchio fra i denti e scanso con i piedi le conchiglie e i
sassolini
che mi sbarrano la strada, poi mi volto e lancio un'occhiata
all'orizzonte,
affinando lo sguardo, accecato dal sole di mezzogiorno. Neanche una
nuvola in
cielo. Mi chiudo nelle spalle e scuoto il capo, riprendendo a camminare
e a
fissare la sabbia dorata formare l'impronta dei miei piedi. Pazzesco,
fino a
ieri minacciava pioggia e adesso fa caldo.
Megan è rimasta a dormire da Claire, cerca sempre un modo
per stare
lontana da casa il più possibile. I primi giorni mi
è sembrato d'impazzire, poi
c'ho fatto l'abitudine: basta solo non pensarci, mi sento tornato
indietro nel
tempo, quando dovevo fingere che lei per me non fosse altro che un'
amica-quasi-sorella.
Non è difficile, semplicemente mi sento sfoglio, stupido e
inutile... ma è più
facile di quanto credessi. E per quanto mi costi ammetterlo, mi pesa
meno se
lei non c'è mai. Sento dei passi sollevare la sabbia accanto
a me e accenno un
sorriso quando vedo Bells rincorrere Wendy per la spiaggia, lei si
volta e ricambia
sorriso, lasciando perdere Wendy e venendomi incontro. Mi prende per
mano e mi
abbraccia, io sospiro e poggio la testa sulla sua.
<< Dai... vedrai che prima o poi torna. >>
borbotta, con un
ché di amaro, si stacca da me e sorride, << e
poi... posso sempre
baciarti io se proprio ti senti solo. >> continua con
tono beffardo,
sorrido della battuta e la spintono leggermente.
La questione del bacio è archiviata, non so in che modo
siamo riusciti a
farlo con questa tranquillità e velocità,
né se durerà ancora per molto la
nostra amicizia, anche se Edward ora non fa più tante storie
e la lascia libera
di venire quando vuole, non credo tornerà tutto come prima,
magari proprio per
questo si mostra più accondiscendente: perché sa
che ormai il nostro tempo
insieme è agli sgoccioli. Cullen va a caccia molto
più spesso negli ultimi
tempi e sta via per parecchi giorni, capisco benissimo da me che
è un modo per
essere più lontano possibile da Meg, Bella ne subisce le
conseguenze di buon
grado; a volte, semplicemente, non la capisco.
Un piccolo e sinuoso passo si avvicina alle mie spalle quando mi lascio
cadere seduto sulla sabbia, il passo viene interrotto da una goffa
scivolata,
che spedisce la persona in questione seduta - o meglio distesa - al mio
fianco.
Senza neanche rivolgerle un'occhiata la saluto, sospirando.
<< Ronnie.
>> mormoro, fiacco.
Lei sbuffa. << Sai che ti dico? Vaffanculo!
>> cerca di
rimettersi in piedi, ma io con un sorrisino e un piccolo strattone la
faccio
cadere di nuovo al mio fianco, mi guarda fugace, poi scosta lo sguardo
all'orizzonte, << ... perché è qui?
>> chiede con tono irritato,
facendo un cenno alle nostre spalle, dove Wendy ringhia, giocando con
Bella.
<< Bells è mia amica, può stare qui
quanto le pare. >>
borbotto atono, ogni giorno che passa Ronnie mi ricorda sempre
più... tutto
quello a cui non dovrei proprio pensare.
Fa una smorfia e afferra un sassolino vicino i suoi piedi, per tirarlo
verso l'acqua. << Basta cincischiare! mi manda il fronte
opposto.
>> dice militante, orgogliosa.
Sorrido fiocamente e scuoto la testa. << Ragazze, vi
ringrazio per
l'impegno, ma non servirà a niente... >> mi da
una pacca sulla spalla e
fa una faccia buffa e seccata.
<< In riga, soldato! il pessimismo non ci appartiene!
>> mi
passo una mano sulla faccia e soffoco una risata poco divertita.
<< E' il giochetto più divertente a cui tu
abbia mai partecipato,
ammettilo. >> annuisce, affinando lo sguardo con aria
saccente.
<< Ebbene sì! Ma... questo non cambia il fatto
che Meg non ha
chiuso occhio. >> la sua voce adesso si fa seria, segno
che non è più il
momento di scherzare.
Arriccio il naso, preoccupato. << Finirà per
sentirsi male se non
dorme... è una settimana che la sento agitarsi nelle ore
più impensabili.
>> borbotto, ricordando i suoi movimenti frenetici la
scorsa notte, tanto
turbolenti che per un secondo ho pensato che se la stesse spassando con
Cullen,
di ritorno, entrato per la finestra, quando ho aperto la sua porta,
già in
preda al panico, l'ho trovata addormentata, sudata e tremante... mi
sono dato
dello stupido, mi sono sentito in colpa per averlo anche solo pensato,
vederla
in quello stato mi ha reso più morboso del solito. In
teoria, come ho detto,
non è così difficile sembrare una persona normale
con un sorriso per le battute
e un pizzico di umorismo. Nel momento in cui le ragazze decidono di
farmi il
resoconto però, da brave paladine dell'amore, finisco sempre
per pensare che
sono solo convinto di stare bene e che oramai la mia testa è
talmente abituata
ad includere Meg in qualunque pensiero faccia da non passarla neanche
più in
rassegna. Penso a lei costantemente, senza saperlo, senza accorgermene.
<< Tanti incubi. >> sentenzia Ronnie, con
un sospiro,
ondeggiando la testa sconsolata, << pensi dureranno
ancora per tanto?
>> continua, guardandomi.
<< Di solito fa brutti sogni quando qualcosa non le sta
bene...
parla? >> lei fa una smorfia dolorante e solleva il
labbro superiore,
mostrandomi i denti.
<< Abbozza qualcosa. Alterna il tuo nome a quello di
Edward...
ma... l'avrà detto sì e no tre volte, in nome di
Edward intendo. >> china
lo sguardo e disegna dei ghirigori sulla sabbia con l'indice,
<< mi sembra
talmente fragile, ultimamente sapendola in giro ci sentiamo nervose
come mamme
troppo apprensive... non siete più voi. Cosa vi succede?
>>
Una fitta di dolore, << Annìka, Amelia, il
doppio imprinting...
vorrei che fossero brutti sogni. Vorrei svegliarmi, prima o poi.
>> lei
annuisce e si solleva dal suo posto a
sedere scolpito sulla sabbia.
<< Credo sia meglio che vada, Lei crede che sia andata a
comprare
la colazione per tutte. >> mi scocca un bacio sulla
guancia e mi passa
una mano trai capelli, cercando di scompigliarli, con pochi risultati
visto la
loro scarsa lunghezza, << mi ha detto che preferirebbe
poter sparire, poter
cancellare la sua esistenza, non capisco. >> sollevo lo
sguardo e,
contrito, lo faccio scontrare con i suoi due occhi verdi.
<< Cosa non capisci? >> sussurro, con voce
strozzata per via
delle sue prime parole; vuole sparire, vorrebbe che io non ricordassi
la sua
esistenza.
<< Perché proprio a voi? non siete un caso
particolare. Tu
licantropo, lei umana. Semplice e regolare, per questo non mi quadra...
ho
anche provato a fare qualche domanda poco discreta a tuo padre o a
nonno Quil,
ma i risultati non sono molto soddisfacenti. Megan Kaliska Allen, nata
a
New York, diciassette anni, genitori deceduti per un incidente, bambina
metaforicamente allevata dai lupi, la vostra avvincente storia d'amore
camuffata
e bla, bla, bla... >>
Solo in quel momento mi rendo conto di quello che ho passato prima di
rivelarle il mio amore. << Ronnie! >>
trasalgo, lei sbarra gli
occhi e sussulta.
<< ... cosa? che?! >> esclama, spaventata
dal mio tono di
voce.
<< Quando hai visto Seth per la prima volta, cos'hai
provato?
>> lei solleva un sopracciglio, perplessa e disorientata,
poi notando la
mia espressione immutabile si stringe nelle spalle e si apre in un
piccolo
sorrisino imbarazzato.
<< Sentivo che non avrei mai potuto far almeno di vedere
i suoi
occhi, di sentire la sua voce... ci siamo baciati subito,
involontariamente,
Seth dice che è normale, l'imprinting è come una
bomba innescata, esplode
immediatamente ed è impossibile che fallisca... o forse no.
>> dice,
sospira e si ficca le mani nella tasche dei pantaloni che indossa,
<<
perché me lo chiedi? >>
<< Non ho mai sentito questi sentimenti con la stessa
intensità,
ma pensavo che l'imprinting fosse un'esperienza diversa per ognuno, ora
però,
ripensandoci, mi rendo conto che solo
io
non ho mai sentito l'ossessione a livelli così alti...
quindi l'imprinting non
si è indebolito... >> la mai voce rauca si
smorza, lasciando incompiuto
il ragionamento, deglutisco a vuoto e cerco di continuare,
<< ... è
sempre stato così. >> lei si porta una mano
sulla guancia, inclinando il
capo, pensierosa.
<< Magari,
semplicemente la
miccia è troppo lunga >> sussurra, assorta.
<< ... o la bomba troppo piccola. >> commenta una
voce melodiosa e
limpida alle nostre spalle.
Ci voltiamo, incontro due occhi color ambra e respiro a fatica notando
i
lunghi capelli neri, lisci, legati in una coda e le labbra rosee di
quella
creatura eterea, che per un certo verso mi ricordano all'istante un
misto tra
Edward, Derek e la piccola Alice, forse per le dimensioni. Ogni dubbio
sparisce,
spalanco gli occhi e batto le palpebre. Lei mi fissa concentrata e con
un ché
di curioso, la sua faccia è la personificazione della
compostezza e della
mitezza al contempo. <<
Come hai
fatto a...? >> avrei potuto dire mille cose,
evidentemente il mio
cervello però non si è ancora abituato all'idea.
<< Diciamo che sono brava a passare inosservata, non per
questo
intendo tirarmi fuori dalla situazione, io ne faccio parte.
>>
Bells corre sorridendo fuori di casa, venendoci incontro, nota la
nostre
espressione contrite e il suo sorriso tenero si affievolisce quando
nota la
presenza eterea, << Amelia. >> sussulta
sbigottita, quel nome
aleggia nell'aria tesa, leggero, ma tagliente come un rasoio.
<< Ciao, Bella. >> dice lei, con un sorriso
cordiale, indifferente
alla tensione e allo stupore presente nelle nostre facce,
<< mio fratello
ha proprio dei gusti impeccabili. >>
Ronnie tossicchia, io la fulmino con lo sguardo, poi un cellulare
interrompe il silenzio. Sempre lei fruga nelle tasche, fa un sorrisino
e si
china sulla sabbia, scavando per qualche secondo, afferra il cellulare
ricoperto di granelli e fa una smorfia schifata, risponde e tossisce
ancora,
sta volta realmente affogata.
<< Cooosa? ... adesso? ...come sarebbe?! ... Jared? Quil?
DOVRA'
PUR ESSERCI QUALCUNO! ...Meg, respira e parla più
lentamente, non capisco un
accidenti!!... no, no... okay! ti raggiungo là!
>> Sento un "fai in
fretta" urlato, Ronnie chiude la chiamata e si apre in un sorriso,
<< mi dispiace dover interrompere la suspense e il rullo
di tamburi, ma
una mia amica sente le contrazioni a distanza di pochi minuti l'una
dall'altra
e ha appena rotto le acque. Perciò io andrei, ma voi
continuate indisturbati!
>>
<< Kim!! >> urlo, improvvisamente agitato,
fermo Ronnie e
prima di parlare guardo Amelia, << Scommetto che tu e
Bella abbiate molte
cose da raccontarvi... perciò io andrei con lei.
>>
Amelia sorride ancora una volta, quel sorriso mi ricorda la versione
dolce e femminile del ghigno di Derek, << è un
evento da non perdere, Jacob.
Non intendo andare via comunque. Aspetterò te e Megan.
>> in quel
momento, seppur sconvolto dal suo tono pacato nel pronunciare i nostri
nomi come
se ci conoscesse da una vita, annuisco svelto e corro insieme a Ronnie
sulla
spiaggia fino ad arrivare alla sua Chamade rossa.
<< Guida tu! >> urla in preda al panico,
lanciandomi qualcosa.
Mi arresto guardando le chiavi che ho in mano.
<< Perché? >> chiedo, confuso.
Non ha mai fatto avvicinare
al volante di quella carriola neanche Seth e adesso mi chiede di
guidare. Il
mondo sta proprio invertendo il senso di rotazione.
<< Ho come l’impressione di avere le doglie,
sono molto empatica e
sentire le urla di Kim mentre ero al telefono non mi ha di certo
aiutata.
>> biascica poggiandosi una mano sulla pancia con un
espressione
incupita.
Scoppio a ridere e mi metto al volante, << Magnifico! ho
una partoriente
virtuale affianco! >> lei mi colpisce il braccio,
accigliata, e mi fa una
linguaccia.
<< Il solito esagerato, sono solo delle sensazioni.
>>
bofonchia.
Continuo a ridere sguaiatamente e scuoto la testa. << tu
provi
come delle doglie e l'esagerato sarei io? >> fa uno
sbuffo vistoso e io,
sempre ridendo, scalo marcia e prendo velocità andando in
direzione
dell'ospedale, << Bislacco, non trovi? >>
singhiozzo tra le risate,
lei mi risponde con un gesto poco carino, sventolando il medio.
Non appena arrivati all'ospedale noto subito, attirato dalla sua
andatura nervosa su e giù per il corridoio, Meg e sorrido,
inconsapevole del
perché, anzi, consapevole di essere inconsapevole del
perché.
Lei corre verso Ronnie, parlando affannata, con il viso arrossato e le
mani trai capelli, tira indietro con violenza e nervosismo le solite
ciocche
che le ricadono sul viso. << Non mi permettono di
entrare, non sono abbastanza
grande secondo loro, dov'è Bella? >> chiede
poi, in quel momento si
accorge della mia presenza e si arresta, fissandomi, per un istante
sostengo lo
sguardo, dopo lo scosto.
<< E' una situazione complicata >> mormoro,
attirando anche
l'attenzione di Ronnie, << comunque sia lo scoprirai
dopo. >> lei
continua a fissarmi e annuisce appena, veniamo interrotti da un Jared,
decisamente poco calmo, che irrompe correndo dalla porta d'ingresso.
<< Dov'è la mia Kimmy? >>
balbetta disperato, Meg e Ronnie
fanno una smorfia analoga quando dalla stanza affianco, ovviamente
chiusa, si
sentono bestemmie urlate dalla voce squillante di Kim, poi un piccolo
vagito,
vedo il viso di Meg rilassarsi, sorride e chiude gli occhi, tendendo
l'orecchio.
<< Benvenuto piccolo Harry Junior. >>
sussurra, sorridendo
pacifica.
Jared, bianco come un lenzuolo, fissa il vuoto, con un sorriso stupido
e
realizzato. << Sono papà. Sono
papà. Io sono... >>
Lo guardo annoiato e infastidito per avermi deconcentrato da lei.
<< Si, Jared. Sei papà. >> dico
piano e ovvio, guardandolo dritto
negli occhi con aria seccata. Un tizio imbavagliato apre la porta
domandando
del padre, lui sorride schiarendosi la voce e appiattendo sullo stomaco
la
maglietta - tanto per ridarsi un contegno - e con aria trionfante di
chi
cammina sulla luna si avvia verso la stanza, entrando a passo lento e
dignitoso.
Ronnie è sparita, sollevo gli occhi al cielo, le sue
intenzioni non sono
per niente difficili da capire, neanche Meg sembra stupita dal fatto
che ci
troviamo da soli e in silenzio nel corridoio dell'ospedale di Forks.
Senti un
fastidioso ronzio nelle orecchie, il mio sguardo cade inevitabilmente
sul
braccio sfregiato, socchiudo gli occhi colto dal dolore e mi accorgo
che il
ronzio è provocato dal suo cellulare solo quando ondeggia il
braccio,
frugandosi in tasca. Dal suo polso pende un piccolo cuoricino, troppo
luccicante per essere di semplice zircone.
<< Edward? >> sussurra, quasi sconvolta,
rispondendo con
voce fioca al cellulare, << si, è tutto
okay... non l'ho ancora visto,
no... >> poi i suoi occhi si puntano su di me e la vedo
arrossire un po',
<< come fai a saperlo? >> sussurra a voce
più bassa, poi si
rabbuia, << quando torni? >> sussurra a
voce ancora più bassa,
sperando forse che non la sentissi. Ha fatto male i conti purtroppo, mi
mordo
la guancia e volto lo sguardo, ascoltando il mio cuore singhiozzare
battiti che
producono altro dolore, << Okay, ciao. >>
chiude la chiamata e mi
guarda.
Anche il mio conto era sbagliato: Edward continua ad avere contatti con
Meg... ma allora perché mancare
così
tanto tempo?
I nostri sguardi s'incontrano di nuovo, dalla stanza esce Jared,
sorridente e trepidante, stringendo tra le braccia un piccolo fagotto
di stoffa
verdina. << Eccolo! Kim mi ha detto di darlo a te,
perciò Meg, ti
presento Harry! >> lei accoglie il fagotto allargando le
braccia e non
appena lo prende sorride, ondeggiando piano, spostando il peso da un
piede
all'altro.
<< Hey, ciao piccolino. >> sussurra, in
tono raddolcito,
Jared mi fa segno di andare verso di loro.
<< Non vuoi vederlo? >> mi chiede,
sorridendo ancora.
Annuisco e mi avvicino con titubanza a Meg, ci scambiamo uno sguardo e
lei, per
la prima volta dopo quasi un mese, mi sorride, scansando la copertina
verde per
farmi avere una chiara visuale.
Il cosino che vedo è piccolissimo e grazioso, con tutte le
caratteristiche
di un perfetto Quileute, avvolto in una tutina arancione, e
contrariamente ai
bambini appena nati che avevo già visto, tiene i due occhi
grandi, color pece
inteso, spalancati e curiosi, mi studia con ingenuità e sta
fermo, le labbra
chiuse in una piccola O morbida e piccola quanto lui.
<< E' bellissimo. >> sussurro a fiato
mozzato e per
ammirarlo meglio, involontariamente, poggio una mano sulla spalla di
Meg,
sporgendomi verso il fagottino.
Lei mi lancia subito uno sguardo, ma non c'è
contrarietà nei suoi occhi,
innocenti quanto quelli della new entry nella nostra famiglia.
<< Già,
bellissimo. >> sussurra, chinando gli occhi sul bambino.
Jared fa una risata, contento. << Sono pa-pà!
>> ridiamo
sommessamente anche noi.
Un'ombra alta e slanciata si accosta a Meg velocemente nel corridoio
deserto dell'ospedale, riconosco l'odore e indietreggio, lei sospira,
come
sollevata, e sorridendo fa vedere il bambino ad Edward, che lo ammira
intenerito
e si china su di lei stampandole un bacio sulla fronte.
<< Dovrei andare da Bella, adesso. >> dice,
Meg annuisce
impassibile, la sua comparsa l'ha ricaricata, ora, sempre sorridendo,
non ha
occhi che per il piccolo che culla leggermente.
Penso ad Amelia e Bella
a La
Push, facendo un resoconto
completo ad Edward degli avvenimenti, gli do il permesso di
oltrepassare il
confine per andarle a prendere e poi storpio la bocca, pregandolo di
non
raccontare niente a Meg per il momento.
Il suo viso si illumina, sorride e mi guarda, contento.
<< Lo
sapevo! >> esclama, entusiasta e sparisce
com'è arrivato.
<< Biberon. Biberon. Biberon... Kim! ho setacciato il
frigo ma non
c'è traccia di niente anche lontanamente riconducibile ad un
biberon! >>
indico con ovvietà il piccolo flaconcino di vetro sulla
mensola della cucina
accanto il frigorifero, accanto,
proprio come aveva detto Kim meno di cinque secondi fa, sospira
sollevato e lo
afferra, avvitando per bene il tappo e controllando la temperatura del
latte
lasciandone cadere qualche goccia sul polso, <<
è il latte di Kim.
>> mi spiega, indaffarato a scaldarlo, <<
è pigro, non vuole
faticare per berlo, quindi attaccarlo al seno è praticamente
inutile. >>
mi spiega, rifà quella cosa delle gocce sul polso, sorride
soddisfatto e mi fa
segno di aspettare, avviandosi verso il salotto di casa mia.
Torna quasi immediatamente, sorridendo ancora. << Non
vedo l'ora
di portarlo a casa. >>
Seth si poggia al cornicione della porta e sospira, sono passati tre
giorni, Kim è appena stata dimessa dall'ospedale e Meg non
sa ancora niente di
Amelia, e tutto è fantastico... per Kim, Jared ed il piccolo
e innocente Harry.
<< Jared, focalizza il tuo interesse sul branco per
cinque minuti.
>> borbotta Embry, poggiando il mento sul tavolo.
Lui annuisce, imbarazzato, << Scusate, okay, ci sono.
>>
In quel preciso istante Megan entra in silenzio e indica a tutti la
porta, io un muto gesto di cortesia, << vi prego.
>> sussurra,
fievole. Tutti fanno come dice, ci troviamo da soli, lei si avvicina e
mi
abbraccia, strizzando gli occhi, impreparato cerco di stringerla al
meglio,
sentendo brividi profondi attorcigliarmi lo stomaco.
<< Cosa? >> sussurro, preoccupato.
<< Non ascoltarlo. >> squittisce,
<< io... lo so che
non ho alcun diritto di dirtelo, ma ti prego. Non andare, ti prego.
>> la
sua voce si fa più piccola e stringe in pugni il tessuto
della mia maglietta.
Dalla finestra entra Edward, il suo volto è impassibile,
<< Victoria
ha raggruppato per il volere Volturi
un
esercito di vampiri neonati, arriveranno e vorranno la guerra, siete
dei
nostri? >>
<< No, ti prego Jay, ti prego. >> continua
a chiedermi lei,
<< potresti farti male e... ti scongiuro.
>>
Ripenso alla sorte che potrebbe avere e aggrotto le sopracciglia, in
un'espressione dura. << Che importerebbe? A chi
importerebbe? >> le
chiedo tagliente, allontanandola appena. Lei si aggrappa ai miei
fianchi per
resistere alla mia presa.
<< E' una guerra scontata, vinceremo facilmente se siamo
insieme,
sono tanti certo, ma sono inesperti e giovani. >>
continua Edward,
spiegandomi la situazione, cercando lo sguardo di Meg, per provare a
rassicurarla, << il destino di Bella e Megan dipende
dall'esito di questa
battaglia. >>
<< No, no, no... ti prego. >> sussurra
sempre più fievole
Meg, la stringo e poggio le mie labbra sulla sua tempia,
<< non
ascoltarlo. >> continua.
<< Te l'ho detto, non diventerai mai una vampira, non
finché ci
sarò io. >> mi lancia un pugno fievole quanto
la sua voce e scuote la
testa, convulsivamente, << Megan, non preferiresti
vedermi morto che
assoggettato da un'altro imprinting? >> sussurro, forse
un po' troppo
macabro per una battuta.
<< Ti prego. >> sussurra, abbandonando il
peso della sua
testa contro le mie labbra.
Sussulto e cerco di rimanere lucido, stai giocando sporco. Cerco di non
ascoltare le sue supplice e mi concentro su quello che potrebbe essere
l'imminente futuro di Megan, provando subito ribrezzo. <<
Ci saremo.
>>, informo Edward, scoccandole però un bacio
sulla tempia.
<< NO! >> urla Meg, il suo tono e la sua
espressione da
supplichevoli si fanno infuriati, mi tira un'altro piccolo pugno, sta
volta più
forte, << Sei uno stupido! Uno stupido! >>,
si gira verso Edward e
gli indica la finestra, << Hai attenuto quello che
volevi? Adesso vattene!
>> gli urla, lui cerca di afferrarle le mani, lei si
divincola e gli
indica spasmodicamente la finestra, guardandolo con odio, Edward
stringe gli
occhi e le labbra, forse ferito, e con passo vampiresco esce in
assoluto
silenzio, lei sbarra la finestra sussultando per il rumore dello
schianto e si lascia
cadere contro il muro, stringendosi le gambe al petto, la luce poca che
arriva
dalle persiane abbassate fa brillare il cuoricino che le pende dal
polso
sinistro, << Sei un incosciente. >>
sussurra affranta, guardandomi
storto.
Mi avvicino a lei e m'inginocchio, << ti amo.
>> lo dico come
fosse la spiegazione più ovvia del mondo.
Trema quando sente quelle parole, scuote lievemente il capo e sospira,
<< Per ora. >> dice, socchiudendo gli
occhi, colta dal dolore.
<< Non lo so, ti direi una bugia se ti dicessi di
sì, altrettanto
per un no. >> rispondo sinceramente, poggiandole una mano
sul ginocchio,
lei punta gli occhi sulle mie dita e stringe la mascella.
<< Rimani comunque uno stupido, rischieresti di morire,
capisci la
gravità della cosa? >> prova a incalzare,
alzando per quanto le è reso
possibile, la voce.
Le bacio la fronte e mi sollevo da terra, chiudendomi nelle spalle,
<< lo faccio per te. >> mormoro ovvio e
pacato.
<< Non farlo, allora. >> continua con tono
strozzato, di
nuovo supplichevole.
Mi volto ad un passo dalla porta e rido una risata senza entusiasmo,
<< ora sei tu la stupida. >> e apro la
porta, chiudendomela alle
spalle.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Scusate per il finale, sa un
po' di "Beautiful" però non
riesco a farlo uscire meglio... =___=
Salve
^^" come va?
A me benissimo! *-* PRRRRRROMOSSA!!
E poi sono... sono... ANDATA AL CONCERTO DI LIGABUE!! *W*
E' stata un'esperienza magnifica, è successo tutto
così in fretta e
senza preavviso. E poi lui: Fantastico. Un vero genio.
Inutile dire che le ghiandole lacrimali non
hanno retto allungo >__< xD
Che ne dite della spartizione dei beni? XD A Bella il lupetto e a Megan
il
cuore… a me pare pure giusto! U_U
La nostra bellissima Amelia è qui! *-* Incantevole, no? xD
Non lo so,
voi che ne dite? Ho fatto bene a tirarla in ballo adesso?
Scusate per il ritardo, ma la linea, come quasi sempre, va e viene!
Villeggiatura finita, ergo sono tornata a Palermo, ergo ho lanciato la
chiavetta internet dal balcone e ho abbracciato e baciato il modem
fisso con le
lacrime agli occhi ^^”
(Info: mancano [all’incirca] cinque capitoli alla grande
battaglia ;D…
ho già messo giù qualcosa, ^^” volevo
avvisarvi)
Vi lascio allo spoiler ;D
Spoiler
La porta di Meg si apre,
mi preparo a vedere il suo viso, ma rimango deluso e maggiormente
stupito
quando al suo posto esce un bambina bionda, con le mani e la bocca
sporche di
cioccolata e Wendy intenta a leccarle le guance, tra le braccia.
La bambina si ferma e
punta i suoi occhi verdi su di me, guardandomi. << Ciao,
io sono Hope!
>> dice, tranquilla, sorridendo, mostrandomi i dentini da
latte bianchi e
uno spazio centrale, vuoto.
<< Ciao. >>
biascico, stranito, rispondendo alla piccola umana ricoperta di
cioccolata.
<< Caspita! Sei
tanto alto! >> esclama stupita, posando Wendy in terra e
tornando ad
osservarmi con il naso all'insù, << Mi sa che
sei molto più alto di Seth,
sì, mi sa proprio di sì. >>
Okay,
questa situazione si fa sempre più strana. Sollevo un sopracciglio e
inclino la testa.
<< Seth? >>
La bambina annuisce così
velocemente che per un momento temo le si stacchi la testa dal collo.
<<
Oh, sì, certo... non ho mai viso nessuno più alto
di lui, a parte te. >>
increspo le labbra e strizzo gli occhi, aspettando il momento migliore
per
scappare a gambe levate da quella sottospecie di scricciolo con un
sorriso
privo di due dentini.
O.O wow!! Chi sarà mai la piccola cicciottella
cioccolattosa? SI
ACCETTANO SCOMMESSE! Xd
Risposta alle reck:
dafne891:
Ehhh… mi
dispiace, neanche a me dispiaceva la coppia Megan-Edward, ma non lascio
Jacob a
Bella -.-“ eh-nno!
Povero
Eddy T_T ma nooooooo: errare è umano… o
vampiresco U_U non mettiamolo sotto
processo, mi sembra che soffra abbastanza già di suo xD
*-*
io ADDDDORO I BAMBINI! Credo si sia capito ^^” salutami tuo
cugino-ino-ino-ino
XD *-* Piccolo! Sarà dolce come una caramella! Io ho una
sorellina di 4 anni e
mezzo… non è proprio una dolce e tranquilla
bambina comune, ma io la amo lo
stesso!! *-*
Renesmee
arriverà presto… più o meno.
Cmq
mancano, come ho già detto, più o meno 5 capitoli
alla battaglia, e già nel 7’
o nell’ 8’ dovrebbe
esserci il
matrimonio. Tempo al tempo ;D
Un
bacio, alla prossima. Vale. :*
Ed4e:
T____T mi
dispiace di averti fatto piangere!!!
Già,
Meg è innamorata, ma sarà cavarsela! ^^ Che ne
dici dello spoiler? Secondo te
Amelia l’ho tirata in ballo troppo in fretta? Hai postato la
fic? Andrò andare
un’occhiata al più presto!! ^^
Gli
esami… tutto a posto, ho studiato sodo :D
E
ora inizia la scuola T_____T vabbé, non
pensiamoci… fammi sapere! Un bacio,
ciao! :*
LaIKa_XD:
Ciao!
Grazie per i complimenti, non ti preoccupare per il ritardo,
l’importante è
essere qua!
Penso
proprio che alla nascita di Renesmee le cose si complicheranno
parecchio, in
effetti, a dir la verità, Nessie è uno dei miei
personaggi preferiti… ma Meg è
Meg! ;D
Che
ne dici dello spoiler? E questo capitolo? ;D Fammi sapere! Un bacio,
ciaooo!!
;D <3
liala90:
Ciao tesoro
:D
O.O
distruggendo? Addirittura?! xD ahaha mi dispiace!! *-* nahhhhhh, non
è verooo!!
XD … Vampiri con vampiri?
…
Seè
così, almeno per ora, o c’è un vampiro
in meno… o un’umana in più
O.O”
xD
aahahahah
Vabbè,
diciamo che tra Meg e Edward è stato tutto un riscatto! Non
possono pomiciare
senza motivo e poi magari anche tornarsi a fare gli affari loro,
‘sti due scemi
di Jake e Bella U_U eh!!
Magaaaaari,
avrei preferito che fosse all’ospedale anche Bella
-.-“
Non
dimenticare però che c’è sempre la
scena del tuffo dallo scoglio in New moon.
L’ho conservato apposta! *-*
Nella
ff siamo arrivate al… Non lo so! T___T non me lo chiedere!!
xD
Fammi
sapere che pensi …su tutto!! :D
Un
bacio, Vale :*
CelesteBlackMaR:
Perché faccio piangere tutti!!! X.X MO PIANGO IOOO!! xD
Io
non disprezzo Edward, ma preferisco Jacob xD però si, anche
a me capita di
odiarlo, dipende dal periodo… penso che succeda un
po’ a tutti.
Bhé?
Che ne dici? Ti aspettavi l’entrata di Amelia? *-* e Ronnie?
Quella ragazza è
un genio! Quando aggiorni???? O.o E che ne pensi dello spoiler?? *_*
Alloraaaaaa??
Come sono andati gli esami? A me bene! Fammi sapere, eh! Un bacio!
^^” ciao
Celi!
saradm21:
Ciao!
Grazie!! ^^
Ecco,
penso che i chiarimenti ci siano riguardo l’imprinting, ma
tutto diventerà più
chiaro tra pochi capitoli, non preoccuparti.
Meg
invece, be’ è convinta di diventare una vampira
perché ha paura, poi Alice non
può neanche darle delle risposte, visto che la sua vita
è sotto l’influenza dei
licantropi.
^^” spero
di essere stata utile, se non è chiaro dimmi tutto!! :D
fammi sapere, un bacio,
Vale :D
mary74:
*_* grazie!!!!!
*_* ma io ti adoro!
Ti ringrazio
per i complimenti, ti prego di continuare a recensire ^^” mi
fa piacere sapere che
ti piace, ma mi andrebbe anche sapere se c’è
qualcosa che non va.
Mi dispiace
per il ritardo >____< spero di fare meglio la prossima
volta! Mi raccomando,
fammi sapere!! Bacio Vale! :]
MoonLight_95:
Tranquilla, era un solo debito ed è stato facile
^^” xS grazie comunque per l’appoggio
:D
Dimmi
com’è questo capitolo! :) Che dici? Amelia
è saltata fuori al momento giusto???
Forse ho esagerato?? xD
Edward
anche qua fa la parte di superman!!! XD ma Megan non apprezza U_U XD
Un bacio,
fammi sapere :) Vale.
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Capitolo 32 *** \\ 30. Hope di nome e di fatto! ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 30 ೬ ೂ❤ ೄ
Hope di nome e di fatto!
Jacob
Cammino per il corridoio
della casa, osservando con occhio stupito i tre quadri fatti
interamente in
puzzle che mio padre ha sistemato prima di ogni porta quella mattina.
Vicino la stanza di
Rachel, la prima in ordine dopo la cucina, appare in tutto il suo
splendore un
tramonto arancione e giallino, le montagne aguzze nascondono a tratti
il mare;
vicino la porta di mio padre ce n'è un'altro, leggermente
più piccolo, che
raffigura un paesaggio campestre ricoperto da una sottile patina di
nevischio,
tutto alla luce rosata dell'alba, vado avanti e guardo quello che
c'è invece
sulla parete confinante alla stanza di Meg, la luce bluastra e violetta
del
crepuscolo lascia intravedere ancora qualche impavido raggio di luce di
un sole
ormai sparito, in alto, iniziano a vedersi le stelle e la luna, che
proiettano
in modo quasi inverosimile la loro luce su un campo di grano, accenno
un
sorriso al quadro, facilmente riconducibile al nostro campo di grano, e
sperando stupidamente che lei abbia insistito per avere proprio questo
accenno
un sorriso scolorito. Con molta curiosità, avanzo verso
camera mia. Rimango
interdetto nel vedere il mio quadro e storpio le labbra in una smorfia
enigmatica.
Un eclissi di sole. L'alba,
il tramonto, il crepuscolo... e un eclissi di sole.
Sento il leggero cigolio
delle rotelle di mio padre e mi volto verso di lui, lo sorprendo a
pochi metri
da me, con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia.
<< Mi sembra
molto appropriato a te, non trovi anche tu? >> sbatto gli
occhi più volte
e sollevo le spalle, stupito.
<< Perché dovrebbe
raffigurarmi? >> gli chiedo, avvicinandomi maggiormente
per osservarlo
con più attenzione.
Lui fa una risata,
trattenuta, poi scuote il capo, << Che gusto ci sarebbe a
dirtelo così? Scoprilo
da solo. Per diamine, sei grande abbastanza. >>
Faccio uno sbuffo sonoro e
sollevo gli occhi verso il soffitto, con fare seccato. <<
Non potresti
dirmelo e chiuderla qui? >> mormoro, guardandolo con la
coda dell'occhio.
<< Assolutamente no,
il mio duro lavoro scemato in pochi secondi... o ci arrivi da solo o
crescerai
cercando di scoprirlo. >> sbotto in una risatina.
<< Ora sembri nonno
Quil. >> lo schernisco, lui mi da le spalle, indirizzato
verso la cucina,
poi, poco prima di sparire, punta un dito al quadro.
<< Pensaci, Jacob.
>> e si dissolve. Rantolo insoddisfatto.
La porta di Meg si apre,
mi preparo a vedere il suo viso, ma rimango deluso e maggiormente
stupito
quando, al suo posto esce un bambina bionda con le mani e la bocca
sporche di
cioccolata e Wendy, intenta a leccarle le guance, tra le braccia.
La bambina si ferma e
punta i suoi occhi verdi su di me, guardandomi stranita.
<< Ciao, io sono
Hope! >> dice, tranquilla, sorridendo, mostrandomi i
dentini da latte
bianchi e uno spazio centrale, vuoto.
<< Ciao. >>
biascico, stranito, rispondendo alla piccola umana ricoperta di
cioccolata.
<< Caspita! Sei
tanto alto! >> esclama stupita, posando Wendy in terra e
tornando ad
osservarmi con i naso all'insù, << mi sa molto
più di Seth, sì, mi sa
proprio di sì. >>
Okay,
questa situazione si fa sempre più strana. Sollevo un sopracciglio e
inclino la testa.
<< Seth? >>
La bambina annuisce così
velocemente che per un momento temo le si stacchi la testa dal collo,
<< Oh, sì, certo... non ho mai
viso nessuno più alto di lui, a parte te >>
increspo le
labbra e strizzo gli occhi, aspettando il momento migliore per scappare
a gambe
levate da quella sottospecie di scricciolo con un sorriso privo di due
dentini.
<< Senti, Hope...
>> abbozzo, incerto, ancora una volta la bambina mi
scruta con occhi
languidi, da cerbiatto.
<< Sei il
fidanzatino di Megan? >> mi chiede di botto,
interrompendo il mio
tentativo di capirci qualcosa in questa situazione.
<< COSA? >>
esclamo a voce alta, poi mi tappo la bocca, lei scoppia a ridere e
inizia a
saltellare.
<< Beccato! >>
urla, additandomi e saltellando, << Che bello! Che bello!
ho capito chi
sei, mia sorella mi ha detto che il fidanzatino di Megan si chiama
Jacob. Sei
tu Jacob! >> cantilena, girando in tondo.
Sconvolto annuisco e,
prossimo al collasso, poggio la mano sulla parete, per sorreggermi in
piedi.
Il suo sguardo si fa truce
e si avvicina, tirandomi un calcio sullo stinco, << Sei
cattivo! >>
Mi chino su di lei e,
ormai arreso all'evidenza di essere impazzito, mi sento ferito
dall'offesa di
quel soldo di cacio. << Perché?
>> domando, colpito.
Lei si avvicina al mio
orecchio, sento che odora di cioccolato e il suo profumo da bimba
è fuso a
quello aspro e frizzante di Meg, sorrido e socchiudo un occhio,
concentrandomi
su ciò che mi dice.
<< Mia sorella mi ha
detto di non dirlo neanche al mio angioletto custode, però
se tu non lo
racconti a nessuno io te lo posso dire... >> sussurra.
<< Okay, starò
zitto. >> le mormoro, a bassa voce, lei si allontana
leggermente e mi
guarda interrogativa.
<< Croce sul cuore?
>> annuisco e segno una croce immaginaria sul mio petto,
sorride
soddisfatta e si avvicina nuovamente al mio orecchio, <<
... mi ha detto
che l'altro giorno, quando Megan è andata a casa con gli
occhi rossi, rossi, si
è messa a piangere perché il suo fidanzatino, che
poi sei tu, la
tratta male e ruba i suoi biscotti.
>> torna a sussurrarmi all'orecchio poi si stacca e mi
guarda, saccente,
<< ma se tu le vuoi tanto bene devi lasciarle i suoi
biscotti, anzi, devi
darle anche i tuoi! >> e annuisce, socchiudendo gli occhi
e sospirando,
le mani sui fianchi.
Ed
ecco che rientrano in gioco i biscotti! Mi sento il cuore stretto in
una morsa e, mansueto,
chinando lo sguardo, come dopo un rimprovero funesto, le dico:
<< Hai
proprio ragione. >>
<< Mia sorella mia
ha detto che Megan ti vuole tantissimissimissimo bene. Tu non gliene
vuoi?
>> mi domanda imbronciata, annuisco con un sorrisino
amaro in bocca, lei ricambia
il sorriso e mi si lancia addosso, stringendomi al collo i braccini.
Sento una certa
soddisfazione e le poggio una mano sulla schiena, ricambiando
quell'abbraccio
bislacco e sincero, che solo i bambini riescono a creare.
<< Le darai i
tuoi biscotti? >> mi chiede allora, supplichevole,
sciogliendo
l'abbraccio.
<< Sì. >>
sussurro, intenerito e dannatamente sincero.
<< Croce sul cuore?
>> mi chiede ancora.
Faccio un altro segno
immaginario sulla parte sinistra del mio petto e sorrido lievemente,
<<
Croce sul cuore. >>
La porta della stanza si
apre e una Meg assonnata e tremendamente bella si strofina l'occhio,
guardando Hope,
annoiata.
<< Tesoro, quante
volte ti devo dire di non andare in giro per la casa senza di me?
Rachel uccide
entrambe se rompi qualcosa. >> lei sorride e mormora
delle scuse così
carine che fanno spuntare il sorriso sulle sue labbra, rosee e debolmente
screpolate dal sonno. Quelle labbra.
strizzo gli occhi e
deglutisco a vuoto. Non ora, Jake.
Solleva lo sguardo da Hope
e lo punta su di me, la vedo mutarsi nell'espressione, si morde la
guancia,
<< ... andiamo a finire il disegno? e... magari puliamo
il muso prima che
Ronnie si accorga che ti ho lasciato mangiare del cioccolato.
>> le dice,
e tende la mano verso di lei.
Arriccio le labbra: Sorella di Ronnie,
perché non l'ho pensato
prima?
Noto gli occhi, verdi,
identici a quelli della sorella, e pensando a tutte le domande e i
commenti che
ha fatto dopo tutto è ancora più facile.
La bambina mette il muso e
afferra la mia mano, per poco non mi affogo quando mi fa un occhiolino
celato,
<< Solo se entra anche Jacob! >> si lagna
dolcissima, subito dopo.
Sgrano gli occhi e li
punto su di lei, che poggia il capo contro la cornice della porta e
accenna un
sorrisino. << D'accordo, Jacob sia. >>
sussurra e apre la porta
lasciandoci entrare.
Le pareti della stanza di
Meg sono proprio come quelle che aveva sperimentato nella vecchia casa,
sulla
scrivania sono sparse tantissime foto e delle cornici vuote sul
pavimento mi
fanno capire che sta ancora mettendo a posto i dettagli, mi volto verso
il
comodino e sorrido, la nostra foto è ancora là.
<< Vieni qua!
>> la incita con voce dolce, pulendole le guance e le
mani con una
salviettina umida, << non so perché continuo a
dartelo, prima o poi farai
indigestione di cioccolato e io mi sentirò in colpa.
>> sorride e fa
saltellare il suo dito sul naso di Hope. La bambina fa
gli occhi grandi dallo stupore, si avvicina
al braccio di Meg e osserva il taglio. Socchiudo gli occhi e mi siedo
sulla
sedia, portandomi una mano a strofinarmi il viso, distrutto, come
sempre, alla
vista di quel marchio che segna la sua vita in maniera indelebile.
<< Wow... guarda,
Jacob! come te lo sei fatta questo? >> la interroga Hope,
lei abbassa gli
occhi e si chiude nelle spalle, successivamente cercando in me un
aiuto, alza
il viso e mi perfora con un'occhiata supplicante.
<< E' stato un lupo
cattivo. >> sussurro, Hope spalanca la bocca e torna a
guardare Meg, incredula.
<< Davvero? >>
esclama, con occhi
interessati e
attenti.
Lei scuote la testa,
sorridendo appena, << No, il lupo che me l'ha fatto
è buono e bravo, non
voleva farmi del male, non l'ha fatto apposta. >>
sussurra, la guardo
fisso e mi abbandono ad un respiro sconnesso, come se quelle parole
fossero la
formula magica per liberare la mia anima castigata alle peggiori
torture
dell'Inferno.
<< Ti piacciono così
tanto i lupi? >> le chiede poi Hope, inclinando il capo
per grattarsi la
spalla, infastidita dalle unghia di Meg, che le tracciavano dei piccoli
ghirigori sopra.
Lei ridacchia
dell'espressione persa di Hope e annuisce, << Li amo.
>> afferma
dopo, in tono improvvisamente serio.
<< E tu invece li
odi, vero Jacob? >> la piccola si volta nella mia
direzione, senza
guardare in faccia Meg m'inginocchio sul pavimento di fronte Hope e
annuisco.
<< Sono grandi,
cattivi, pelosi e... puzzano! >> la bambina scoppia a
ridere, ma Megan rimane
seria e incrocia le braccia per sviare il mio sguardo dalla cicatrice.
<< Perché non vi
date un bacino? >> esclama, improvvisamente, battendo le
mani e tornando
a saltellare.
<< Hope!! >>
la rimprovera Megan, diventando rossa, sorrido e poi guardo la bambina,
divertito dalla sua reazione.
<< Non siete due
fidanzatini? Ronnie dice di sì. E i fidanzatini si danno i
bacini. >> Meg
sbuffa e si batte una mano sulla fronte, si volta e mi sfiora le labbra
con un
bacio veloce, leggero, buono, dolce.
Nel momento in cui mi
rendo conto che non era una mia fantasia quella di lei che mi baciava,
la sua
figura mi da già le spalle. << Va bene,
adesso? >> enfatizza, rivolgendosi
a Hope.
Senza sapere il perché la
mia mano corre ad afferrare la sua, ferma dietro la schiena, la stringo
e
faccio intrecciare le nostre dita in una danza lenta e carezzevole,
sussulta e
dopo qualche istante ricambia la presa, strofinando il pollice sul
dorso della
mia, i suoi occhi si fanno lucidi.
<< Sì. >>
risponde soddisfatta Hope, sempre sorridendo e squadrando Megan, ignara
del
nostro segreto contatto, << Fantastico! un cuoricino,
come luccica!!
>> urla poi, gettandosi su di lei, osservando con
ammirazione il piccolo
bracciale che le pende dal polso. Non appena il luccichio del ciondolo
mi
arriva alla vista la magia si rompe, le lascio la mano, scottato, e
ritorno nel
mio angolino, con un sospiro sconsolato. La sua mano si chiude in un
pugno e
piano si posiziona lungo il fianco, sorride fiocamente e muove il polso
facendoglielo vedere meglio, la coda dell'occhio è fissa su
di me.
<< E' il regalo di
un amico... lo conosco da poco, ma lui riesce a capirmi, più
che un amico vero
e proprio... è una sorte di sostegno. Ci aiutiamo a vicenda,
lo abbiamo sempre
fatto, anche senza saperlo. >> il suo occhio continua a
scrutarmi di
nascosto, stringo le labbra e cerco di restare il più
imparziale possibile,
quando la sua mano, con mi grande sorpresa, torna dietro la schiena,
aprendosi
appena. Non riesco a compiere alcun movimento per farla di nuovo tra le
mie,
fin troppo “non-imparziale” alla sua dichiarazione.
Subito la sua mano si
stringe nell'ennesimo pugno, sta volta con energia, i suoi denti si
serrano
appena e, mimando un piccolo ''no'' con le labbra, porta entrambe le
mani alle
tempie, massaggiandole in senso orario. Tre colpi secchi alla porta ci
fanno
voltare tutti. << Avanti. >> mormora,
malferma, smettendo di
torturarsi le tempie.
La porta si apre e Ronnie,
un paio di pacchi in mano, fa un sorrisone alla sorellina e - dopo aver
lasciato
tre di quei pacchi a Meg - la incita a raccogliere le proprie cose per
tornare
a casa. << Allora? è stata cattiva?
>> domanda.
<< E' stata ...
Hope. >> le risponde lei, indicando con un cenno del capo
i vari fogli
scribacchiati sparsi per terra.
Lo sguardo di Ronnie si
fissa su di me, si fa esitante. << Jake, non hai una
bella cera. >>
borbotta, leggermente preoccupata.
Provo un sorriso e mi
passo una mano trai capelli, << Sto benissimo, forse
è una tua
impressione. >> abbozzo, adesso provando a ridacchiare
vagamente. Schiappa? di più, di
più!
Un piccolo colpetto al
fianco mi fa chinare, afferro Hope dai fianchi e la sollevo, baciandole
la
guancia. << Vengo a trovarti qualche volta.
>> le sussurro,
ammiccante.
Lei annuisce e batte le
mani. << Ti aspetto. >>
la
lascio andare e dopo aver baciato anche Megan va via, canticchiando una
canzoncina.
La porta si chiude con un
debole scatto della maniglia, il silenzio che aleggia nella stanza
blu-azzurra
è il meno pesante e il più appropriato che io
abbia mai sentito, i piccoli
raggi di luce che trapassano dalle persiane della finestra colpiscono
di colpo
il cuoricino mentre lei si china a raccogliere uno dei tanti disegni
sul
pavimento. La stanza si accende di colori fiochi, eterei, armoniosi,
perfetti... da Edward. Lei soffoca un gemito e racchiude il ciondolo
nel pugno
di una mano, guardandomi impreparata, forse per paura di una mia
reazione.
Non mi stupisce che non immagini
neanche cosa io voglia fare quando a passo svelto separo i pochi metri
che ci
separano: Dolcemente le faccio aprire la mano e carezzo con la punta
dell'indice il cuore luccicante. << E' carino.
>> sussurro, con
voce smorzata.
<< Grazie. >>
balbetta, rilassandosi leggermente, ma restando pronta a scattare.
<< forse un po'
fuori dalla mia portata... >> ridacchio, osservandolo,
<< ... sono
sicuro sarà costato un occhio della testa. >>
mi guarda e inclina il
capo, schiudendo le labbra.
<< Vuoi davvero
parlare del ciondolo? >> mi chiede, ha già
capito tutto.
Lascio perdere il
bracciale e socchiudo gli occhi, << Amelia. E' arrivata
appena una
settimana fa', le ho chiesto di non rivelarti la sua presenza
perché... non mi
sembrava… la cosa più sensata, ecco. Ne ho
parlato con lei però, intendo della
nostra situazione. Avevo dei dubbi, fortunatamente ha saputo darmi
altrettante risposte.
>> torno a tacere, la sua espressione è lo
shock fatto persona.
<< Amelia?
quell'Amelia? >> annuisco e sospiro, pronto a vuotare il
sacco.
<< Non avrò un altro
imprinting. >> sussurro e la prendo per mano,
<< Il nostro
imprinting non si è spezzato e neanche indebolito,
semplicemente è sempre stato
molto meno potente di quelli dei ragazzi del branco. La nostra non
è devozione,
mi capisci? Il nostro è un semplicissimo amore "poco
normale" e
Bella, Edward, le litigate... sono la prova che non stiamo insieme
perché
dobbiamo, ma soprattutto perché vogliamo. Questa situazione
ci assicura dei
sentimenti non influenzati, ma condiziona il mio essere licantropo al
contempo.
Sei ancora il mio imprinting Meg, il solo che avrò mai.
>> mi chiudo nelle
spalle e sospiro, liberandomi dal macigno pesante che rappresenta il
mio
nervosismo.
I suoi occhi mi osservano,
ancora l'incredulità di poco prima a evidenziarli,
<< Come può saperlo
lei? >> sussurra, arrochita.
<< Ha fatto tante
ricerche per capire cosa fosse successo tra lei ed Annìka.
Ha trovato un'altra
tribù nell'entroterra, emigrati Quileute, consultando e
confrontando le leggende
di una tribù e dell'altra ne ha tratto un piano di lavoro
chiaro e delineato.
Io tenevo solo a dirti da solo e per primo che ora non c'è
base nella tua
paura. Puoi anche non credere alle parole che ti ho detto, capirei.
Quindi se
adesso senti il bisogno di parlare con lei, ti ci accompagno.
>> parlo
così velocemente da non accorgermi del suo sorrisino timido,
una volta finita
la mia arringa però, ne vengo abbaiato e mi fermo, le labbra
formicolano.
<< In effetti
saresti capace di partorire un'idea del genere solo per avere quello
che vuoi.
>> mi deride, scuotendo appena il capo.
<< Attenta, se mi
prendi in giro capirò che credi a ciò che ho
detto. >> il mio viso si
avvicina al suo involontariamente, gli occhi si socchiudono, il respiro
si
appesantisce.
Cerca di scansarmi, io la
fermo e scuoto la testa, << ti prego, non andartene. So
che credi a quel
che ti ho detto. >> le dico, << Resta.
>> fiato e accenno un
sorriso fioco.
Una volta ancora le nostre
labbra si sfiorano e si staccano in un battito di ciglia, ma i brividi
di quel
secondo scarso equivalgono a molto di più.
Ora non c’è più alcun
motivo valido al mondo per cui potrei soltanto pensare a staccarmi da
lei,
respiro il suo profumo, percepisco i suoi movimenti farsi
più sciolti, le sue
mani cercare disperate i capelli che non ho più, le sue
labbra divorare le mie
con dolcezza, la passione pudica che solo lei sa come avere. Quella che
mi
stupisce. Non è mai volgare, sa sempre rendere quello che fa
virtuoso e
speciale, in quegli istanti sento che è lei che fa pompare
il mio sangue nelle
vene, e lei che m’insegna a respirare, che mi mostra come
fare… e sento di
essere necessario per lei, quanto lei lo è per me. E lo
adoro. Ride, contro le
mie labbra, una risata di gusto, soddisfatta, socchiudo gli occhi e
continuando
ad assaggiarla mi abbandono anch’io ad una risata immotivata
e liberatoria. <<
Ammettilo. Ti sono mancato. >> mi spinge e mi ritrovo
seduto sul letto,
si siede su di me e si apre un sorriso.
<< Come può non
mancarmi il sole? >> il mondo riprende colore con quelle
poche parole e
mi apro in un minuscolo sorriso beato, faccio scoccare la lingua,
chiudo gli
occhi e le mie labbra tornano ad impossessarsi delle sue. Tutto il
resto viene
spontaneamente, ed è facile abbandonarsi a tutto questo.
Facile come respirare.
Penso proprio di essermi
del tutto bevuto il cervello.
La osservo mentre volta
con pigrizia il viso nel lato opposto a quello mio e sorrido come uno
stupido.
Non ho ancora capito cosa ci sia di divertente nel vederla sonnecchiare
mezza
nuda dentro un letto, eppure mi diverte da matti.
Affino lo sguardo e alzo
leggermente il viso dal cuscino, rimanendo a pancia sotto, mi
stiracchio
cercando di non sbadigliare in modo troppo rumoroso e mi sporgo verso
di lei,
notando con un certo fastidio che preferisce stringere un cuscino
invece che
me.
Lancio un'occhiataccia al
ciondolo sfavillante che porta al polso e impreco, sempre a bassissima
voce per
non rischiare di svegliarla. Quell'odioso cuoricino continua a darmi
più
fastidio ogni minuto che passa e mi ricorda con un certo squallore la
copia più
piccola e di diverso colore del ciondolo di "Titanic".
Non starò tranquillo sapendola vicino al mare
con quel coso addosso: Potrebbe riemergere una piovra gigantesca dalle
profondità
più oscure dell'oceano e portarsela via o magari un qualche
principe tritone
biondo e avvenente potrebbe volerla come regina, dopo tutto non mi
sorprenderebbe più di tanto, ora come ora, sapere che esiste
la città di
Atlantide... insomma, sarò pure scemo, ma per me quel coso
baluginante porta
iella.
Forse
dovrei procurarle una sottospecie di
anti-iella. Qualcosa che annulli l'effetto del piccolo cuore
dell'oceano.
Vengo distolto dai
miei arguti
pensieri sentendola di nuovo muoversi, stringe di più il
cuscino e si porta le
gambe vicino al petto, farfugliando un lamento incomprensibile. Ed ecco
che
sorrido ancora, da perfetto idiota.
Magnifico
- dice in tono pacato e rassegnato il mio cervello - adesso
sì che puoi tornare all'asilo, Jake... o preferisci un
centro
per l'igiene mentale?
Mi avvicino al suo viso e
le bacio delicatamente la fronte, sospirando beato, lei cerca di aprire
gli
occhi, ma non ci riesce. << Jay, ho sonno... altri cinque
minuti.
>> si lagna. Poggio le labbra sulla sua bocca e le lascio
un bacio
veloce. << Jacob... >> borbotta, con voce
impastata, dandomi
nuovamente le spalle per tornare a stringere il cuscino.
<< Comincio ad
essere geloso di quell'ammasso di piume e stoffa, sai? >>
ringhio a bassa
voce.
Ridacchia e si volta, poggiando
la testa sulla mia schiena. << Meglio? >>
<< No, sarebbe
meglio se la smettessi di fare la dormigliona, visto che tra cinque
minuti
dovrò andare via per il mio turno di guardia.
>> le dico, tranquillo,
accarezzandole i capelli.
Esplode in un lamento
acuto e stringe la presa. << Non puoi andartene adesso!
>>
piagnucola.
Rido e scuoto la testa.
<< Ricordi cos'è successo l'ultima volta? Non
ho alcuna voglia di fare il
doppio turno, quindi se non ti dispiace... >> cerco di
scollarmi dalla
sua presa, ma lei la stringe maggiormente.
<< Chiama Seth! Te
lo deve, no? chiedigli di sostituirti... >> afferro il
suo mento e lo
sollevo in modo da arrivare alle sue labbra.
<< Quanto mi sei
mancata? >> chiedo retorico, con un sorrisino.
Lei ricambia, poi torna a
stringermi, << Tanto! Ergo, rimani. >> , il
suo sguardo si fa più
serio, << Devi portarmi da Amelia. So di averti
dimostrato che ti credo, ma
ho bisogno di palare con lei. >>
Annuisco e sospiro.
<< Hai ragione, è un tuo diritto.
>>
<< Per l'appunto.
>> marca, si solleva e mi accarezza i capelli,
<< Così hai anche
una buona scusa da esibire. >> continua, perfida.
Sorrido malizioso e
abbandono la mia posizione pancia sotto per sedermi e lanciarle una
leggera
cuscinata. << sei proprio senza scrupoli!
>> la insulto.
Incassa la cuscinata con
una smorfia e spalanca la bocca. << Come osi?! ora la tua
vita è appesa
ad un filo, trema stupido San Bernardo! >> urla, ridendo.
E così, dopo settimane,
l'amore trionfa un'altra volta. M'incupisco mentre ascolto le sue
risate, in
reazione al solletico che le provocano le mie dita, e mi chiedo se
davvero
riusciremo a non dividerci mai più, solo l'idea mi fa paura.
Non
riesco ad
immaginare un'esistenza che non sia coordinata alla sua. Sarebbe
possibile
vivere una vita da rette parallele?
Camminare
affianco senza mai sfiorarsi?
La verità la
conosco, e solo che mi fa male pensarci. Non voglio pensarci. Non
posso. Non
adesso.
------------------------------Valentina’s
space!!--------------------------
Salve fanciulle,
perdonatemi, ma la scuola mi tira già via un sacco di tempo
<__< devo
ancora andare a studiare chimica – materia che tra
l’altro non mi sta molto a
genio – quindi vorrei evitare di dilungarmi in discorsi con
le recensioni,
spero capirete, ho cercato di tirare un po’ sperando di poter
rispondere,
perché, credetemi, è la parte che preferisco.
Le recensioni salgono :)
vi ringrazio, per questo!
Giuro che proverò a
postare più spesso anche se significherebbe omettere le
recensioni qualche
volta.
Capisco che le recensioni
fanno piacere, ma che la storia è la cosa più
importante, ed essendo anche io
una lettrice non sopporto l’assenza.
Ergo, ho ritenuto più
importante postare. :)
Spero che capirete, anzi,
lo so xD
Un bacio a tutte da Vale. <3
Vi adoro.
P.s. per
i motivi seguenti anche se a volte ritardo a postare non ho la minima
intenzione di interrompere la storia O.O” state tranquille!
^^”
Spoiler:
<< Nessuno lo sa, tranne i membri
più anziani… >> socchiudo gli occhi
e sussurro un grazie indirizzato al
nulla. Sarebbe stato davvero troppo scoprire che anche lui mi teneva
volutamente all’oscuro di tutto.
Il campanello suona, mi alzo dalla
sedia e arrivo alla porta correndo, la spalanco e mi lancio tra le sue
braccia,
che mi stringono immediatamente. << Meg, stai tremando.
>>
<< Portami a casa, ti prego.
>>
Un ringhio gli perfora il petto,
scuoto la testa e sospiro. << Non mi hanno fatto niente
di male, Edward
non c’entra, voglio solo andare a casa. >>
|
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Capitolo 33 *** || 31. La discendenza di Annìka ***
ೋ❤ ೌ Capitolo
31 ೬ ೂ❤ ೄ
La
discendenza di Annìka
Megan
In macchina verso casa
Cullen. Stupendo. Non metto piede
là
dalla mia ultima discussione con Edward, quella che riguardava la
partecipazione o meno del branco alla battaglia.
Assottiglio lo sguardo, colta
dal dolore, e guardo di sottecchi Jacob, impegnato a guidare con la
mano
sinistra e a cercare qualcosa da ascoltare all'autoradio con la destra.
Jay è sempre stato
l'incarnazione di ogni mio sogno d'amore e, lo ammetto, anche di ogni
mia
fantasia erotica; ottuso nella sua intelligenza e furbizia, dolcissimo
nel suo
caratteraccio, egoista nella sua generosità, arrendevole
nella sua cocciutaggine...
perfetto nella sua imperfezione, per farla breve; e adesso che tutto
è andato a
posto mi chiedo il perché, imprinting a parte, del mio
abbaglio grande come una
casa. Con questo non voglio dire che non mi piaccia Edward, - lui
è desiderato
da ogni ragazza che si possa chiamare tale, è il principe
azzurro del
ventunesimo secolo, l'ultimo dei romantici... divinamente perfetto
nella sua
divina perfezione - ma, molto semplicemente, lui non è
Jacob. Una delle verità
più schiaccianti che abbia mai sentito,
l'obiettività di queste parole è
soffocante.
Avevo invertito i poli,
come un bambino appena nato, che confonde il giorno con la notte:
Ricevendo
freddezza dal mio sole personale, cercavo calore in una statua di
ghiaccio,
sentendo parole chiare e concise ferirmi come un coltello affilato,
trovavo
conforto in giri di parole, ampollosi e complessi.
Tuttavia continuo a non
pentirmi di quello sbandamento, è inutile negarlo, provo una
certa attrazione
per lui ed è evidente, pensare di rincontrarlo
però, non mi crea nessun tipo di
nervosismo, tantomeno un frenetico batticuore scassa-torace, anzi,
oserei dire
che sento un certo conforto nel nostro ipotetico incontro. Gli voglio
bene, un
bene intenso. Scuoto il braccio facendo luccicare il cuoricino e
sorrido,
mordendomi il labbro. C'è sempre stato quando avevo bisogno
di qualcuno. E
questo non può essere cancellato da una stupidissima
sbandata, siamo entrambi
dello stesso parere: Teniamo troppo l'uno all'altro per troncare tutto
così.
Spinta da un moto d'inquietudine
mi sporgo verso la mano di Jacob, stringendola nella mia, lui fa
guizzare il
suo sguardo su di me per un millesimo di secondo, accenna un sorriso e
torna a
tenere attenzione alla strada, stringe le dita intorno le mie e
canticchia la
canzone che danno alla radio.
<< Nervosa? >>
mi chiede, oramai in prossimità di casa Cullen. Incapace di
dare un nome al
frullato di emozioni che il mio cervello ha adeguatamente mixato per
quest'occasione, mi limito a fare una smorfia. Indecifrabile.
Risponde al mio stato di
annebbiamento celebrare battendo nervosamente una mano sul volente.
<<
Merda, siamo quasi arrivati, dimmi che non mi tocca tornare indietro
per
recuperare la tua lingua... l'hai lasciata sul comodino?
>> gli faccio
una linguaccia sgraziata guardandolo truce, lui sorride e mi poggia la
destra
sulla guancia, << Oh, meno male. Allora che ne dici di
usarla? Finirà per
andare a male, non trovi sia un peccato? >> la sua vena
ironica mi ha
sempre dato leggermente sui nervi, ma mai quanto adesso.
<< Dovresti indossare
un naso a palla rosso, daresti meno nell'occhio come clown con tutte le
battutine che fai. >> borbotto, si apre in un grandissimo
sorriso mozzafiato
e si dondola a destra e sinistra, con fare strafottente.
<< Ho vinto lo
snervante mutismo della mia ragazza, altro che clown, direi che sono
uno strizzacervelli
con i fiocchi! >> mi apro anche io in un sorrisino alla
parola
"ragazza", preceduto dall'aggettivo possessivo "mio", e
scuoto la testa sollevando gli occhi al cielo.
La macchina si ferma sul
vialetto ben curato, la casa bianca e ariosa si estende davanti a me
con tutto
il suo lussuoso splendore. Prendo un respiro profondo e apro lo
sportello, ma
prima che possa fare un passo la mano bollente di Jacob mi blocca,
afferrandomi
il braccio. << Sei sicura di non volere che venga con te?
>> ne
abbiamo già parlato tutta la mattina, scuoto la testa e
rientro in macchina,
inginocchiandomi sul sedile, mi sporgo verso di lui e faccio sfiorare
le nostre
labbra.
<< No, è il mio
momento di affrontare la questione da sola. Tu l’hai
già fatto. >>
annuisce e lancia uno sguardo veloce alla cicatrice.
<< Fai attenzione.
>> sussurra.
Scoppio in una risata
bassa e divertita. << A cosa? Inciampare sullo zerbino di
casa mentre
tento di suonare il campanello? Jake, sii ragionevole. >>
prende un
respiro profondo e mi indica la casa con un cenno del capo.
<< Vai, prima che
cambi idea. Ci vediamo sta sera… >> borbotta,
sconfitto.
Mi apro in un sorrisino e
scendo con un salto dal pick-up blu di zio Billy.<<
Sì, a sta sera.
>> gli rispondo, mi volto in direzione della casa e mi
mordo la lingua.
Meg –
cerco di incitarmi – coraggio, non
si è mai
detto che le rose vicino il porticato possano mangiarti, Esme ha
perfino tolto
tutte le spine per paura che quella tonta di Bella ci cadesse sopra.
Annuisco, decisa, poi
sobbalzo impaurita nel sentire il motore dell’auto
riavviarsi. Mi volto di
scatto e lancio un’occhiataccia a Jacob, che cerca di
respirare, disteso sul
voltante, scosso da risate potenti.
Bastardo
– penso, irritata, metto un piede davanti all’altro
ed arrivo fin davanti la
porta, suono e provo un sorriso. Appena il viso di Edward compare
dietro la
porta, diventa stranamente più facile sorridere, lui
ricambia e inclina la
testa. << Pensavo ce l’avessi con me.
>> borbotta.
Ridacchio e lo scanso,
entrando in casa. << Infatti. Sono venuta per parlare con
Amelia.
>>
Annuisce e mi indica la
cucina, << Vai, ti sta aspettando. >> poco
prima di andare dove mi
ha indicato mi avvicino a lui e gli scocco un piccolo bacio sulla
guancia.
<< Ti odio per
quello che hai fatto… e ti voglio bene. >> mi
stringe in un piccolo
freddo abbraccio e sfiora con un dito la cicatrice.
<< Anch’io te ne
voglio. >> sussurra, sciolgo l’abbraccio e mi
incammino verso la cucina.
Non appena noto la figura
snella e aggraziata di una ragazza con dei lunghi capelli neri, china
sugli
scacchi, il mio cuore batte freneticamente, Jasper, suo avversario,
interrotto
dalla mia aura nervosa, solleva il viso dalla scacchiera e accenna un
sorriso.
<< Bentornata.
>> dice, in tono divertito. Il mio rapporto con lui
è leggermente
migliorato e la sua presenza in un certo qual modo riesce a rilassarmi,
sarà
anche perché sta sicuramente manipolando le mie emozioni.
Per una volta invece
di provare fastidio
e paura lo ringrazio
per la tranquillità che mi procura.
Anche il viso della
ragazza dai lunghi capelli color pece s’indirizza verso di
me, i tratti simili
a quelli dei fratelli mi fanno sentire meglio e il sorriso dolce, che
per un
certo verso mi ricorda quello di Esme, fa sparire ogni mio dubbio. I
suoi occhi
sono color oro: Segno che non uccide uomini per nutrirsi.
<< Hey! Mi sei
mancata!! >> sento il braccio forte e potente di Emmett
sollevarmi di qualche
centimetro da terra, << Sai, ormai nessuno vuole giocare
a baseball senza
di te, abbiamo provato con Bella, ma… >> Derek
fa un balzo dalla finestra
e ride.
<< Dillo Emm, come
arbitro fa proprio schifo! >> anche Amelia ride,
riservando un’occhiata
di rimprovero al fratello, che le si siede affianco, poggiando il mento
sul
tavolo. Gli occhi di Derek, ormai di un color oro intenso, sono fissi
su di me.
<< Maggie? Un licantropo ti ha mangiato la lingua?
>> sollevo gli
occhi al cielo. Rieccoci con le battutine
sulla mia lingua, manco si fossero messi d’accordo.
<< No. E solo che…
dovrei… >> Jasper si alza con eleganza dallo
sgabello su cui era seduto e
afferra la scacchiera, facendo restare in equilibrio perfetto ogni
pezzo, con
l’altra mano prende Derek per i capelli.
<< Andiamo, Goblin,
t’insegno a giocare a scacchi! >> da un calcio
sullo stinco ad Emm e gli
fa segno di seguirlo, lui si china su di me, mi da un buffetto e con un
sospiro
profondo lo segue, facendomi prima promettere che avremmo giocato a
baseball.
<< Vieni, siediti.
>> dice la voce cristallina di Amelia, riferendosi a me
per la prima
volta, << Dovrei scusarmi per il loro comportamento e
dirti che di solito
non fanno così, ma mentirei, e tu lo sai meglio di me.
>> poi ride piano,
sorrido appena e prendo posto davanti a lei, << Sei
venuta perché non
credi a quello che ti ha detto Jacob? >>
Scuoto la testa, <<
Credo a Jacob, volevo soltanto… poter parlare con te, capire
meglio come funziona.
>> annuisce e scosta lo sguardo sulle finestre, sempre un
lieve sorrisino
sulle labbra.
<< Avrei fatto
anch’io così. >> mi dice, per
rassicurarmi, << Se pensi di uscire
da questa casa dopo aver capito come funziona però, ti
conviene perderci le
speranze… perché l’imprinting non ha
regole, capisci? È come un requisito
genetico. C’è chi ha gli occhi verdi, chi azzurri,
chi ha un imprinting forte,
chi invece ne ha uno di scarsa potenza… e nessuno
può essere controllato.
>>
La guardo senza capire e
schiudo la bocca. << Allora, se non ha regole, come dici
tu… come fai a
sapere che Jake non avrà un altro imprinting?
>> le chiedo.
Sorride e torna a fissare i
miei occhi con i suoi, grandi, quasi più di quelli di Alice.
<< Jacob mi
ha raccontato il modo in cui avete giostrato l’imprinting per
tutto quel tempo.
Lui flirtava con Bella, tu facevi la gatta morta con Embry…
>>
<< Non facevo la
gatta morta con Embry. >> mi giustifico, corrugando le
sopracciglia,
offesa.
Lei ride, <<
D’accordo… comunque sia, gatta morta o non, anche
se desideravate intensamente
stare insieme, ognuno riusciva a condurre la propria vita.
L’imprinting c’era.
Dopo che vi siete dichiarati giustificavate l’amore potente
che vi univa con
l’illusione di un attaccamento morboso dovuto
all’imprinting… tanto che vi
siete persino chiesti se senza di esso sareste stati insieme
ugualmente, mi
sbaglio? >> incapace di parlare scuoto la testa, nella
mia faccia,
riflessa nel vetro del forno dietro le spalle di Amelia, echeggia la
richiesta
ossessiva e supplicante di continuare, lei sembra accorgersene e
riprende
subito a parlare, << I problemi tra Bella e Jacob erano
imminenti, le vostre
litigate sempre più contigue e mio fratello era al tuo
fianco, per affetto. La
vostra reazione è stata la meno strana, nessun morto e
nessun ferito… solo un
reciproco tentennamento. E, per quanto può sembrarti strano,
l’imprinting
continuava ad esserci, sempre con la stessa potenza… non
corri il pericolo di
perdere Jacob. Vi appartenete. Perciò sta tranquilla.
>> socchiudo gli
occhi e senza pensarci due volte mi allungo sul tavolo di granito,
afferrando
le sue mani, lei non sembra turbata da quel contatto e mi asseconda.
<< Perché allora
Annìka ha avuto il doppio imprinting? Come ha fatto il
vostro a spezzarsi?
>> le chiedo, con voce supplicante. Fin
quando non avrò la certezza assoluta che non
succederà niente non mi arrenderò.
Il suo viso si fa intriso
di dolore, mi guarda e stringe leggermente la presa sulle mie mani,
<< Il
nostro imprinting era forte, il più forte di cui si sia mai
parlato, ma io ero
una vampira già allora, quindi non potevo concepire dei
piccoli, il che mi
rendeva ancora più pericolosa e inutile agli occhi del
branco. Dopo quasi
cinque anni Annìka cercò di convincermi a
scappare, Edward mi chiese di rimanere,
aveva bisogno di me. Decisi di rimanere. Inconsapevole della mia
decisione, il
lupo alpha, Ephraim Black, pur essendo l'amico più fidato di
Annìka, si decise
a informare la tribù del suo desiderio di andarsene, per
impedirglielo. Purtroppo
però gli anziani
della tribù , allarmati
dalla situazione e consapevoli della potenza del nostro imprinting,
andarono
contro la semplice richiesta di Ephraim di richiamarlo
all’ordine e invocarono Kaheleha,
il primo spirito guerriero, l’unico capace a poter sciogliere
un imprinting. Quando
successe nella tribù nacque una piccola, prescelta da
Kaheleha per essere la
sua anima gemella. So che non fu corretto, ma ero ferita nel profondo e
cercai
di uccidere la bambina. Fui attaccata da Annìka, che la
difese, e solo in quel
momento, vedendolo con la mascella serrata, minacciosa, ma con le
lacrime agli
occhi, capii che una parte di lui voleva ancora stare insieme a me.
Così per
dargli una vita più semplice, feci un patto con Derek e
diedi a tutti
l’illusione di essere morta. Sai, è stata una
fortuna non aver ucciso quella
bambina. Molto probabilmente non saresti venuta al mondo.
>> la mia presa
sulle sue mani si estingue quando pronuncia le ultime parole.
<< Sembra
strano dirtelo, anche perché è passato un bel
po’ di tempo, ma hai i suoi
stessi occhi. >> mi dice.
<< Non avevo idea
del fatto che Annìka fosse il mio bisnonno. >>
mormoro.
<< La famiglia di
tuo padre non voleva che lui diventasse un licantropo, suo malgrado la
presenza
dei Cullen l’avrebbe costretto ad esserlo, quindi sua madre
lo portò a New York
a dodici anni, perché come tu sai la maturità per
un licantropo si raggiunge ai
tredici. Là incontrò tua madre e una volta
passati i trent’anni, periodo in cui
il corpo è troppo vecchio per sopportare una trasformazione,
portò te e tua
madre a La
Push,
felice di ritornare a casa e sicuro che tu non ti saresti trasformata,
in
quanto femmina. >>
La guardo sbalordita,
<< Ma Leah? Lei… lei è femmina
e… >> balbetto.
Si chiude nelle spalle,
scuotendo la testa, << Probabilmente non hai ereditato il
gene del
licantropo. Te l’ho detto, questo cose non si controllano.
>>
<< Per questo lo zio
Billy voleva tenermi fuori da tutto? >> chiedo,
più a me stessa che a
lei.
<< Aveva paura che
potessi trasformarti, dopo che i Volturi hanno scoperto
l’esistenza del gene di
Annìka hanno ucciso tuo padre, per evitare che la situazione
dell’imprinting
con un vampiro si ripetesse. Tua madre, lei era solo
un’innocente spettatrice…
mi dispiace. >> Le lacrime affiorano ai miei occhi.
<< No, no, ti sbagli!
i miei sono morti in un incidente d’auto, loro stavano
andando al cinema per il
loro anniversario, pioveva e … e …
>> mi fermo, dopo aver parlato con
voce rotta, e sento una presa fredda stringermi per impedirmi di cadere
dallo
sgabello.
<< Non era necessario
che le raccontassi la verità, Billy Black l’aveva
fatto per proteggerla.
>> la attacca Edward.
<< E’ in pericolo di
vita, probabilmente diventerà una vampira, secondo te il
tentativo di quello
stupido vecchio riuscirà ancora a proteggerla?
>> scuoto leggermente il
braccio di Edward per chiamarlo e gli chiedo mentalmente di chiamare
Jacob, lui
annuisce, e dopo essersi accertato che il
mio equilibrio fosse stabile, sparisce.
<< Scusa, mi
dispiace. >> mi sussurra lei, prendendo di nuovo la mia
mano, <<
volevo che tu lo sapessi. >>
<< Hai fatto la cosa
più giusta. >> le dico, con voce tremante,
cercando di trattenere le
lacrima, di essere forte, << … ma non
è facile per me apprenderlo senza
una reazione del genere. Ho bisogno di tornare a casa.
>>la mia voce si
colora di lacrime. Strizzo gli occhi e faccio un sospiro profondo,
imponendomi
di non piangere.
Annuisce comprensiva e
resta in silenzio, continuando a stringermi la mano. <<
Jacob lo sapeva?
Sapeva la verità? >> fiato.
<< Nessuno lo sa,
tranne i membri più anziani… >>
socchiudo gli occhi e sussurro un grazie
indirizzato al nulla. Sarebbe stato davvero troppo scoprire che anche
lui mi
teneva volutamente all’oscuro di tutto.
Il campanello suona, mi
alzo dalla sedia e arrivo alla porta correndo, la spalanco e mi lancio
tra le
sue braccia, che mi stringono immediatamente. << Meg,
stai tremando…
>> constata, sbalordito.
<< Portami a casa,
ti prego. >> soffio.
Un ringhio gli perfora il
petto, scuoto la testa e provo di nuovo a frenare le lacrime.
<< Non mi
hanno fatto niente di male, Edward non c’entra, voglio solo
andare a casa.
>>
Una volta arrivati, riesco
appena a camminare fino in camera mia e gettarmi sul letto, dove
finalmente le
lacrime prendono il sopravvento, lui si siede al mio fianco e sospira,
cercando
in tutti i modi di consolarmi, senza proferire parola.
<< Li hanno uccisi.
i Volturi, sono stati loro. zio Billy e zio Harry lo sapevano, anche la
zia Sue
e nonno Quil… mi hanno mentito anche dopo avermi raccontato
della storia di
Amelia e Annìka. >> sussurro in tono ridotto,
alzandomi leggermente dal
letto, mentre poggio la testa sulle sue gambe. Non sono mai stata
così
sbalordita, triste e arrabbiata al contempo, non lo auguro a nessuno,
non
riesco neanche a piangere. E’ un dolore sordo,
insopportabile, talmente
doloroso da sembrare indolore. Precisamente come quando poggi
l’indice su un
cubetto di ghiaccio e quello è così freddo da
dare l’impressione che la pelle
del dito bruci.
Jake non apre bocca per un
tempo indefinito, continua ad accarezzarmi e sta rigorosamente in
silenzio. Non
so per quante ore continuo a fissare il vuoto e quanto sia costato a
Jake stare
in silenzio, ma quando riapro gli occhi mi rendo conto di essermi
addormentata
e le voci che arrivano dalla cucina non promettono niente di buono.
Mi avvicino alla porta
socchiusa e tendo l’orecchio, affinando lo sguardo,
già pronta a scoppiare in
lacrime capendo di essere il motivo del litigio.
<< …Non avevi alcun
diritto di tenerle nascosto tutto questo, papà!
>> urla la voce di Jacob,
un rumore cristallino mi da l’impressione delle posate che
cozzano sui piatti. Altro
indizio è l'odore di cibo: Stanno cenando.
<< L’abbiamo fatto
soltanto per non darle una vita piena di preoccupazioni, se i Volturi
vengono a
sapere che oltre alla sua innata dote di persuasione potrebbe essere
capace di
generare dei licantropi con il gene di Annìka le cose
degenererebbero. >>
<< Non è diventata
un licantropo, ciò vuol dire che non ha il gene.
>> dibatte, pungente.
<< Ma potrebbe
esserne portatrice … di solito può succedere, una
generazione salta e la
generazione dopo si ripresenta. E’ più che
normale. >> cerca di
spiegargli.
<< Volete capire che
non c’è niente di normale in tutto questo? Vi
siete bevuti il cervello? Come
può uno vecchio bacucco morto mille anni fa ritornare e
spezzare un
imprinting?! >>L’istinto di uscire dalla porta
è grande, ma l’urlo di
nonno Quil mi paralizza.
<< Jacob, porta
rispetto per i tuoi antenati! >> lo rimprovera, con la
sua voce rauca,
scheggiata dall’età.
Il silenzio cala, mi
preoccupo, ma prima che ancora una volta possa mettere piede fuori
dalla stanza
qualcuno parla.
<< Non volevo che
Meg fosse condizionata da questa storia, avrebbe vissuto una vita nel
terrore
di uscire da casa. >> dice con voce fievole lo zio.
<< Invece eri
tranquillo quando usciva e stava via per ore? >> gli chiede tagliente Jake.
<< No, mai. Infatti
inconsapevolmente ognuno di voi ha badato a Meg nel migliore dei modi.
Erano
poche le volte in cui usciva sola, e se lo faceva restava al
novantanove virgola
nove per cento dei casi nella riserva, dove il perimetro era sempre
sorvegliato
da quattro o più licantropi. >>
Trasalgo e mi tappo la
bocca per non fare rumore. Ero sorvegliata, giorno e notte. Da sempre.
E
persino le mie guardie erano all’oscuro di tutto.
<< I Volturi sanno
dell’esistenza di un’altra Allen? >>
domanda, con voce più pacata.
Un silenzio che mi
soffoca, aspetto di sapere, tendo di più
l’orecchio, strizzo gli occhi.
<< No. Per loro la discendenza
di Annìka è finita con Christian.
>> tiro un sospiro di sollievo e tiro
su con il naso.
Uno strepitio mi fa
sobbalzare: Una sedia che si sposta. Poi dei passi sempre
più vicini, torno a
letto e chiudo gli occhi, fingendo di dormire.
La porta si apre e in meno
di un minuto Jacob è seduto nella sedia che ha messo di
fronte il mio letto, si
massaggia la fonte con le mani. << Non ti faranno del
male, Meg. Te lo
giuro. >> mi accarezza lievemente il viso e sospira, gli
trema la mano.
Decido che è ora di aprire
gli occhi e lo vedo chinarsi su di me. << Scusa, non
volevo svegliarti.
>> mi sussurra, poggiando le labbra sulla mia guancia,
<< Come ti
senti? >>
<< Come chi ha
appena scoperto che tre vampiri assetati di potere hanno ucciso i suoi
genitori. >> sospira e socchiude gli occhi, poggiando il
viso sulla mia
pancia.
<< Non sanno chi
sei, non verranno a cercarti. >> prova a tranquillizzarmi.
<< Non per questo
motivo forse, ma la mia dote… >> considero.
<< Se Marcus tiene
così tanto ad averti sarà disposto a far uccidere
tutto il suo corpo di guarda.
>> sussurra, i suoi occhi si accendono con una scintilla,
<< … e
sia. Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare via, dovessi anche
morire.
>>
<< Non lo farai, te
lo impedirò. >> sussurro.
<< Sai che non ci
riusciresti, è inutile. >> borbotta in tono
duro. Il suo telefono
squilla, alza il viso dal mio stomaco e risponde.
<< Che vuoi?
>> ringhia, ascolta con attenzione, << alle
tre del mattino?
>> annuisce appena, << ci saremo.
>> poi riattacca.
Mi metto a sedere e lo
guardo alzarsi e stiracchiarsi. << Dove vai alle tre? E
con chi? >>
fa una smorfia e mi risponde svogliatamente.
<< Nella foresta di
Hoh, con il branco e i Cullen. Vogliono che ci alleniamo, i neonati
sono più
forti dei vampiri adulti, sai, per via di tutto il sangue che hanno
nelle vene,
ma noi siamo di più e con molta esperienza. >>
sento la rabbia montare.
Li stanno praticamente spingendo al macello, come
vitellini!
<< Vengo con voi. >>
dico, neutra.
<< No! >>
sentenzia con un tono grave, scuotendo la testa.
<< Scommetto che Bella
ci sarà, tra l’altro sono dentro questa storia
anche più di te… non posso non
esserci. Devo venire. Voglio. Ti prego. Preferiresti lasciarmi da sola
in casa
con nonno Quil e zio Billy? >> sento una certa
soddisfazione quando vedo
che l’ultima frecciatina l’ha colpito in pieno,
infatti ora storpia la bocca in
una smorfia indolenzita.
<< D’accordo, vieni
anche tu… ma starai vicino quanto basta ad almeno uno dei
componenti del branco
e non andrai gironzolando per il bosco, sennò torni di
filato a casa. >>
mi dice, con un modo di fare che ricorda tanto Charlie.
Annuisco e mi siedo sul
letto mettendomi le scarpe da ginnastica, mi sfilo la maglietta e
indosso una
felpa blu, poi lo guardo e lui sorride appena, si avvicina e mi tira su
il
cappuccio, cinge i miei fianchi con entrambe le braccia e mi bacia la
fronte.
<< Vorrei poter scappare. Ti porterei via subito se solo
potessi lasciare
qui a La
Push … “la
bestia”. >> mi dice, riluttante.
Sollevo il viso e sorrido
amaramente, << Quella che tu chiami
“bestia” è una parte di te. Ed io amo
anche quella, per quanto possa essere normale sentirsi attratta da un
lupo.
>>
Ancora una volta mi
sistema il cappuccio e sorride. << Wow. Dovrebbero
proclamarti
presidentessa del WWF. >> commenta, con ironia.
<< E quello che dico
sempre anch’io. >> borbotto, prendo la mano che
mi tende e mi avvio verso
la porta.
<< Per le tre c’è
ancora tempo, andremo a casa di Sam, da lì chiameremo tutti
ed Emily ti darà
qualcosa da mangiare, rischieresti un collasso. Non hai toccato cibo
oggi.
>> Lancio uno sguardo alla cucina nel momento in cui
passo davanti la
porta, individuo zio Billy e sventolo la mano, per fargli capire che
non ce
l’ho con lui.
Dopo, decisamente più
tranquilla per aver visto un piccolo sorriso spuntare sul viso dello
zio, entro
dentro il pick-up e mi avvicino a Jacob, lasciandomi avvolgere con un
braccio.
<< Puoi anche dormire, se vuoi. >>
m’informa, mettendo in funzione
l’auto.
<< Ho dormito
praticamente tutto il giorno. Non credo avrò problemi a
stare sveglia fino a
tardi. >> gli dico.
Mi guarda e sorride.
<< Ti amo. >> sussurra, serio.
<< Non me lo dicevi
da un po’. >> gli dico, e mi lascio baciare la
guancia.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Cos’è
successo alle reck? O.O oddio, mi
dispiace, ero così contenta il capitolo prima. Forse ho
tirato un po’ troppo la
cinghia?? Mi dispiace ragazze, non era mia intenzione!! xD
Comunque sia, tra scuola (che mi sta
uccidendo ancora prima del solito)
Nel prossimo capitolo entreranno in
campo Collin e Brady. :)
Sperando in qualche commentino in più vi
lascio allo spoiler.
Spoiler
[…]
Edward arriccia le labbra, Jacob
fa un cenno con la mano e il lupo pezzato e quello color nocciola
avanzano
galoppando nella nostra direzione, mi porge una mano, la afferro e mi
lascio
tirare giù dalla roccia scoccandogli un'occhiata.
<< Cosa dovrei fare?
>> sussurro, curiosa.
<< Scegli un pony. >> mi
prende in giro, indicando i suoi compagni, che rispondono alla sua
provocazione
con dei ringhi che distinguo come scherzosi. Mi avvio senza pensarci
due volte
verso il lupo pezzato e aspetto che si abbassi leggermente per
saltargli in
groppa. Edward guarda il tutto con un'espressione indecifrabile
stampata sul
viso.
Recensioni:
CelesteBlackMaR: Hooooola! *-* Ma come?! Mi vedi e non mi fermi?
O.o Ma come ragioniii!! xD
Allora? Come mi trovi dal vivo? *O* ahaha xD
Niente, provo a fare la spiritosa per sbollentare
la tenzione. Domani filosofia, due ore di latino, storia
dell’arte e matematica
-à
O.O” Capisci, tu che puoi!!
XD
Vabbò, fammi sapere che ne pensi della storia di
Annìka e di Amelia… e Christian e Amber T_T
(genitori di Megan!)
Ancora non si è scoperto tutto, anche se
apparentemente sempre così! ;) Un bacio, alla prossima,
Vale. <3
LaIKa_XD :
XD
E NOI STIMIAMO TE!! *-* Peace and love?? … MENO QUATTRO
CAPITOLI ALLA
BATTAGLIA!! xD altro che pace! XD
NO! Non lo sapevo, quindi grazie per i
complimenti!! *O*
Hope? Lo so U_U è praticamente la
personificazione di una piccola Ronnie. Ci serviva proprio!! XD
Ci saràin altri capitoli con parti più o meno
grandi, sì *-* come faccio a farne senza ormai?? XD
Ecco come continua! Che te ne sembra? Fammi
sapere, baci. Ciaooo <3
Ed4e:
Tesoroooo!! :D Già, ma le cose iniziano a
farsi davvero pesanti O.O dopotutto mancano praticamente tre anni
(contando
questo) per la maturità. E quando ci penso mi viene da
svenire!! =___=”
Migliorando??? QUATTRO CAPITOLI ALLA BATTAGLIA!! xD E ti ricordo che
durante la battaglia qualcuno si farà male (T___T gneeeee!)
Basta, parlo
troppo!! U_U Adesso che dici?? XD un bacio, ciaoooo, ti adoro!!
<3
mary74:
:) Già. *-* ehhhhhhhh! L'amour s'est l'amour!! xDD
La certezza ora è assoluta… forse xD
Hope è speranza *-* Hope è Hope!!
Ti ringraaaazio! GRAAAAZIE *me gongola* :3 Che
bello, quanto me gustano les complimendassss (non so che lingua sia, ma
fa
effetto, eh?? @_@)
Ora ecco il “prossimo”… Fammi sapere,
okay?? :D
Bacio bacio, e grazieeee ancora *-*, Vale.
|
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Capitolo 34 *** || 32.Cavalcata su un pony peloso, vuoi provare? ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 32 ೬ ೂ❤ ೄ
Cavalcata
su un pony peloso, vuoi provare?
Megan
<<
Chi è lui? >> sussurro all’orecchio
di Emily,
posando al posto il mio piatto, ormai vuoto.
Riso al curry. Continuano a viziarmi come una bambina di
cinque anni, solo adesso me ne rendo conto.
<< Collin, è nuovo. Lui e sua sorella Aislinn
sono
arrivati da poco in città, abitavano in Australia. Carino,
eh? >>
arriccio il naso e la guardo sconvolta, dopo aver esaminato in modo
decisamente
indiscreto la sua capigliatura bionda.
<< E’ un viso pallido. >>
borbotto, arricciando
il naso, << Mi fa strano vederne uno nel
branco.>> Emily afferra la
mia mano, facendo intrecciare le nostre dita, e mi scocca
un’occhiata ovvia.
<< Meg, anche tu sei una viso pallido a nostro
confronto. Sua madre è australiana. E’ normale sia
un po’ diverso, non credi?
>> Osservo le nostre mani e penso al branco, a quanto
vorrei poter essere
un licantropo, quanto però al contempo ringrazio il cielo
per non esserlo
diventata. E' tutto così nuovo… sarebbe stato
anche possibile far parte del
branco come dei veri lupi, ma evidentemente né io
né tantomeno la sorella di
Collin, Aislinn se non sbaglio, possediamo il gene del licantropo. Mi
incupisco
e sospiro, manca solo Leah, chissà dove si sarà
cacciata.
<< Sta per arrivare. >> dice Paul,
picchiettando
nervosamente una mano sul vetro. Cerca in tutti i modi di non farle
pesare
niente, si sente in debito con lei quanto Sam, e questo porta Leah ad
essere
sempre sopra un altarino, forse poco ben viso, ma pur sempre un
altarino.
<< Aspettiamo un altro po’. >>
dice
accondiscendente Sam, annuendo a Paul.
Mi volto verso Seth con aria annoiata e lo guardo arricciare
il labbro, trattenendo un borbottio per il ritardo della sorella. Per
lui
questa situazione è senz’altro elettrizzante, non
vede l’ora di combattere. Per
una volta mi ritrovo a dover dare ragione a Bella:
“L'entusiasmo nel combattere
è un requisito geneticamente costante nel cromosoma
Y”.
Torno a studiare scettica il tizio biondo, Collin, e accenno
un sorriso incontrando gli occhi di Jake.
<< E’ tutto a posto, allora? >>
mi chiede Emily,
indicandolo con lo sguardo quando ci da le spalle. Annuisco e inclino
la testa,
socchiudendo gli occhi. Tra meno di un ora Jacob si
trasformerà in lupo e tutti
sapranno, con i dettagli di chi assiste di persona,
quello che mi è successo oggi.
L'ho pregato di non pensarci, ma immagino sia difficile
quanto lo è per me tenere la mente sgombera da questi
pensieri. Non gliene farò
una colpa se non ci riuscirà, perché non
c’è niente di cui incolparlo; non
condivide i suoi sentimenti volutamente, è una cosa che
succede in automatico.
Spero comunque che almeno sta sera riesca a tenerlo per sé.
Leah entra frenetica, i suoi capelli corti
attirano la mia
attenzione. E’ uno shock bello e buono vederla
così, ha sempre avuto i capelli
lunghi.
Una questione di
comodità – mi aveva spiegato
più di una volta Sam, quando mi lagnavo del
suo taglio di capelli. Forse i capelli lunghi portano pelo altrettanto
lungo, e
il pelo lungo non aiuta di certo l'agilità.
Promemoria per me: Non assillare più Jacob quando decide che
è ora di darsi una spuntatina. Soffrirò in
silenzio.
<< Allora andiamo. >> dice Embry alle mie
spalle, mi alzo e li seguo con nonchalance, lui se ne accorge e mi
blocca per
un polso, << Tu dove vai? >> mi chiede,
sollevando un sopracciglio.
<< Vengo con voi. >> dico pacata, Jacob mi
cinge
le spalle e annuisce ad Embry, per dare conferma alle mie parole.
<< Fratello, sei impazzito? >> esclama Paul
a
quel punto, scuotendo la testa, << Megan ormai sta
entrando in simbiosi
con i vampiri, okay, ma non è sicuro comunque.
>>
Jacob sospira e mi guarda, pregandomi con lo sguardo di
rimanere, ha l’abbattimento di chi ci prova perché
lo vuole davvero, <<
Potremmo lasciare qualcuno di guardia. >> mi sussurra,
scuoto la testa.
<< Io vengo. >> torna a rivolgersi ai
ragazzi e
si chiude nelle spalle.
<< Lei viene. >> borbotta, insoddisfatto e
rassegnato. Embry spalanca bocca e occhi, io gli faccio una linguaccia
e mi
lascio trascinare dalla stretta bollente di Jacob fino al porticato di
casa.
Mi ferma per le spalle e inclina la testa, quasi divertito.
<< E’ un po’ che non lo facciamo. Ti
ricordi tutto? >>
Prendo fiato e inizio a contare le istruzioni sulla punta
delle dita: << Devo tenermi sul pelo del collo o
allacciare le braccia
intorno il tuo torace, non devo muovermi perché potrei
prendere un ramo in
pieno con la testa e se sento la nausea devo darti una pacca per farti
fermare
o chiudere gli occhi e pensare di non essere su un lupo che corre a
velocità
disumana tra alberi, rocce appuntite eccetera…
>> , mi guarda
insoddisfatto.
<< Manca la cosa più importante.
>> dice
caparbio, incrociando le braccia sul petto, Quil alza gli occhi al
cielo e
mormora un commentino che non afferro, Jake lo fulmina con
un'occhiataccia.
<< Chiudere gli occhi quando qualcuno torna umano?
>> chiedo, sorridendo. Lui annuisce deciso, svolta e
ridendo da una spallata
a Quil, corrono per qualche metro ed ecco la pioggia di coriandoli
piovere
lungo il vialetto di casa Uley. Poveri vestiti.
<< Accipicchia, mi toccherà pulire di nuovo.
>>
guardo Emily e le do un buffetto sulla schiena, guardandola
comprensiva, prima di
correre verso i lupi. << Magari ti do una mano io
più tardi. >>
farfuglia un “certo, come no” e rientra in casa,
con passo lento e assonnato.
Trovo Jacob e salgo subito in groppa, con l’aiuto di Seth,
che fa da scaletta col muso. Sono tutti molto più grandi
ultimamente, tranne
Sam, per quel che mi ricordi è sempre stato enorme.
Provo a cingere il torace di Jacob ma non ci riesco, le mani
non arrivano a toccarsi tra di loro, la circonferenza è
troppo ampia, allora
opto per il pelo della collottola, affondo le mani nella pelliccia
ruvida e
profumata di muschio e mi distendo su di lui, appiattendo la testa,
nascosta
dietro la sua nuca, le gambe penzoloni lungo i suoi fianchi.
<< Pronta.
>> sussurro al suo orecchio, prova a scotolarmi via, ma
io mi aggrappo per
bene, tossisce un abbaio, chiaro segno di una risata.
Voleva provare la
stretta - ne deduco, allungo la mano verso il mento e gratto
leggermente,
mugola, sorrido soddisfatta e torno ad appiattirmi contro di lui.
Procediamo a passo umano per circa sessanta metri, Jake
passa accanto la figura nera di Sam e mi accorgo che ormai sono grandi
uguali.
Con una certa curiosità mi guardo intorno , per vedere la
stazza degli altri e
confrontarla con quella di Sam e Jacob, ma prima che potessi provare a
distinguere una sagoma dal buio tutto inizia a schizzarmi ai lati ad
una
velocità sempre più forte, strizzo gli occhi e mi
aggrappo al pelo di Jacob, colta
di sorpresa dal vento che sbatte sui vestiti. Mi rilasso quasi subito
e, senza
allentare la presa, concedo ai miei occhi di aprirsi, non riesco a
vedere un
granché, ma le macchie indistinte e scure della foresta
m'incuriosiscono,
ricordandomi quelle anonime chiazze d'inchiostro che gli psicologi
fanno vedere
ai propri pazienti.
Il passo rallenta di nuovo e il fruscio del ruscello mi
avvisa che siamo arrivati alla foresta di Hoh, Sam e Jacob si lanciano
continue
occhiate, i riflessi diamantini degli occhi di ogni lupo trasmette una
luce
diversa e stranamente riconducibile al proprietario sotto sembianze
umane. Mi
perdo in quell'incanto di luci e tenebre e non mi accorgo che il buio
si fa
sempre più fitto, per poi tornare a diminuire, quando il
chiarore delle stelle
e della luna tornano visibili anche attraverso gli alberi.
Passiamo qualche cespuglio e un piccolo cenno del muso di
Jacob mi indica la direzione in cui andiamo. Per
rendermi in qualche modo partecipe, penso.
Alla fine ci fermiamo, al limite con la boscaglia, c'è
troppo buio e non riesco a distinguere bene le persone che ci stanno a
suppongo
cento metri di distanza. Jacob lancia uno sguardo a Sam, lui lo
sostiene, sembrano
immersi in una discussione fatta di sguardi, poi Jake indietreggia e
lui avanza
di qualche passo.
Tutti tranne Sam si sistemano seduti sull'erba e guardano le
ombre nella radura come se le vedessero molto più che
chiaramente. Ora che è
disteso non faccio molta fatica a scendere dal suo dorso per sedermi a
gambe
incrociate tra lui e Seth, sorrido
quando il suo muso umido si avvicina al mio viso. Mi fa dei segnali,
cerca di
farmi capire qualcosa, affino lo sguardo e mi concentro.
<< Sam farà da portavoce? >>
bisbiglio, al suo
orecchio. Annuisce e soddisfatto di avermi spiegato la situazione torna
a
guardare con occhi attenti le sagome.
<< Benvenuti. >> la voce di Carlisle
risuona
nella radura, sobbalzo e un basso gorgoglio, molto simile ad una
risata, scuote
le gole di Jacob e Seth.
<< Piantatela. >> sibilo offesa, serrando
la
mascella e colpendo entrambi con una manata sul muso.
<< Grazie. >> la voce piatta di Edward, che
traduce i pensieri di Sam in parole, mi fa tremare, colta impreparata,
ma sta
volta Jake invece di ridere si abbandona a un piccolo ringhio,
<<
Guarderemo e ascolteremo, ma nulla di più. E' tutto
ciò che possiamo chiedere
al nostro autocontrollo. >> continua.
<< Allora non faremo altro che guardarli?
>>
domando vicina al suo orecchio, consapevole che in quel momento Seth
fosse sul
punto di piangere per la delusione. Annuisce, facendo rimbalzare su e
giù il
muso. Sì. Bene. Almeno
per oggi non
dovrò preoccuparmi dell'incolumità dei miei
bambocci.
<< E' più che sufficiente. >>
risponde Carlisle,
<< Mio figlio ha esperienza in questo campo. Ci
insegnerà come lottano i
neonati, come possiamo sconfiggerli. Sono sicuro che potrete applicare
queste
indicazioni al vostro modo di cacciare. >>
Lancio un'occhiata annoiata al lupo rossiccio al mio fianco,
lui ricambia con uno saccente, da "ti avevo detto di restare a casa",
borbotto un'imprecazione, stizzita, e incrociando le braccia mi lascio
cadere
contro di lui, affondando la nuca nella sua pelliccia.
<< Sapete
quando e come arriveranno? >> la mia espressione annoiata
si volatilizza,
spalanco gli occhi e li strizzo cercando di concentrarmi sulla sagoma
più
chiara, quella di Carlisle.
<< Attraverseranno le montagne tra quattro giorni,
nella tarda mattinata. Non appena si avvicineranno, Alice ci
aiuterà ad
intercettarli. >>
Quattro giorni? Così pochi? Una volta superati i monti
Olimpici non ci vorrà molto ad arrivare ai centri abitati.
Stringo in un pugno
il pelo sotto la mano destra, Jake poggia il muso sulla mia testa,
cercando di
tranquillizzarmi. Carlisle
indietreggia,
rientrando nel buio, e Jasper avanza verso il centro esatto tra noi e
loro,
guarda per un secondo nella nostra dimensione, dopodiché si
volta, dandoci le
spalle, come parlasse solo con la sua famiglia.
Quello che dice non è niente di rilevante per me, continua a
ripetere che i neonati sono come dei bambini, che sono più
forti per via della
frenesia che il loro stesso sangue, consumandosi, produce, che
attaccheranno in
modo semplice, facendo affidamento sull'istinto e sulla forza brutale
che
possiedono. Una volta finita la spiegazione fa avanzare Emmett,
dicendogli di
attaccarlo nel modo più grossolano possibile, vedo l'ombra
gigantesca
indietreggiare, ma quando si scaglia contro di lui il buio non mi
permette di
vedere altro. Troppo veloci. Troppo buio.
Molti combattimenti e prove dopo la voce di Edward dice
qualcosa che mi lascia interdetta: << Il branco pensa che
per loro
sarebbe importante imparare a riconoscere i nostri odori per non
rischiare di
confondersi. Se riusciamo a stare fermi, sarà più
facile. >> Jake mi
colpisce con il muso, facendomi segno di salirgli in groppa, scuoto la
testa e
mi metto in piedi, poi seguo Sam, camminando in mezzo a quello che non
è altro
che luce azzurrina di luna e ombre. Subito Jacob mi è
affianco, soffoco una
risatina quando il pelo delle sue zampe mi solletica il braccio e come
risposta
ricevo una piccola spinta in avanti sul sedere.
Non appena siamo davanti ai Cullen e la luce aumenta notevolmente
riesco a distinguere tutti i membri del branco, e oltre Collin, il lupo
pezzato, ce n'è un altro che non ho mai visto, color
nocciola.
Mi volto con disincanto verso i volti dei Cullen e scorgo un
piccolo borbottio passare tra le labbra di Edward, Bella è
al suo fianco.
Mentre gli altri lupi cercano di imprimere nella loro mente gli odori
dei nuovi
arrivati nel clan Cullen, Jacob e Edward sembrano intrattenere una
conversazione fatta di smorfie e segni del capo. Proprio come poco
prima Jake
aveva fatto con Sam. La cosa inizia ad irritarmi.
<< Li odio quando fanno così. >>
borbotto, pestando
un piede in terra, e mi siedo su una pietra levigata poco
più in là.
<< ... odiosi. >> mi da ragione Bella,
facendomi
segno di scansarmi per farle spazio.
Ha la cera di chi non dorme da anni, gli occhi lottavano
contro le palpebre per rimanere aperti, è una visione
orribile con occhiaie
pronunciate, capelli annodati e tutto il resto.
<< Pensi stiano parlando di noi? >> le
chiedo
infastidita, quando gli sguardi di entrambi si posano per un millesimo
di
secondo sulla pietra dove siamo sedute.
Lei fa una smorfia, << Sicuro. >> Derek
indietreggia di qualche passo e si poggia contro le mie gambe,
disgustato.
<< Il feto di un licantropo posso anche sopportarlo,
ma qui sono davvero troppi. >> gli faccio notare i musi
schifati di ogni
componente del branco e faccio una risatina.
<< Penso proprio che non siano gli unici a puzzare.
>> puntualizzo, mi sventola una mano davanti la faccia,
con fare
aristocratico e va verso Amelia, che mi sorride appena sollevando una
mano.
Ricambio goffamente il sorriso e mi mordo il labbro, Bella
mi da una leggera spallata, << Guardali, ecco che
arrivano. >>
avanzano verso di noi insieme, mi fa un po' senso vederli
così, Jacob si ferma
e si volta per un minuto, osservando tutti i membri del branco tornare
nell'oscurità e dopo aver guardato Edward, che annuisce,
trotterella verso dei
cespugli al lato opposto del branco.
<< Dove va? >> quasi urlo, Edward si chiude
nelle spalle e sospira.
<< Torna tra un attimo. >> bofonchia.
Infatti pochi minuti dopo sbuca dai cespugli in forma umana,
corre fino a noi e appena arrivato torna a rivolgersi a Edward.
<< Ho
chiesto a Collin e Brady di rimanere ancora per qualche minuto, sono la
nostra
unica speranza, gli unici che non hanno avuto l'onore di essere stati
in
Italia. Il loro odore per i vampiri dovrebbe essere sconosciuto e
disgustoso,
ma non so se riuscirà a coprire quello delle ragazze,
specialmente di Bella.
>> Edward arriccia le labbra, Jacob fa un cenno con la
mano e il lupo
pezzato e quello color nocciola avanzano galoppando nella nostra
direzione, mi
porge una mano, la afferro e mi lascio tirare giù dalla
roccia scoccandogli
un'occhiata. << Cosa dovrei fare? >>
sussurro, curiosa.
<< Scegli un pony. >> mi prende in giro,
indicando i suoi compagni, che rispondono alla sua provocazione con dei
ringhi
che distinguo come scherzosi. Mi avvio senza pensarci due volte verso
il lupo
pezzato e aspetto che si abbassi leggermente per saltargli in groppa.
Edward guarda
il tutto con un'espressione indecifrabile stampata sul viso.
Bella si avvicina a quello che a rigor di logica dovrebbe
essere Brady e un po' titubante ripete i miei movimenti, accennando a
cadere
pochi secondi dopo, fortunatamente il lupo nocciola la salva da un
caduta
rovinosa, compensando l'equilibrio, mentre Collin afferra con le fauci
il
tessuto della sua maglietta. Brady sbuffa, rido sotto i baffi, anche
Collin lo
fa. Sappiamo entrambi che il fardello è toccato a lui,
<< Bella, adesso
guarda come si tiene Meg. >> continua Jacob, indicandomi.
Afferro il pelo
ai lati del collo, dove ha un colore marrone scuro, e appiattisco la
testa
contro la sua nuca, come prima avevo fatto con Jake, le gambe
penzoloni,
leggermente rannicchiate per far si che non vadano in contatto con
niente al di
fuori del pelo soffice e ruvido del lupo.
<< Collin, prova a scollartela di dosso. >>
,
gli occhi del lupo corrono su di lui, lo guarda scettico,
<< tranquillo,
fallo. >> lo incoraggia.
Lui, ancora dubbioso, si agita, io rafforzo la presa.
Neanche sta volta accenno a cadere. << Vedi? Sostegno
saldo. >>
puntualizza, indicandomi ancora, non so se voglia tranquillizzare
più Bella o
Collin. Quando è certo che Bella abbia capito si avvicina a
lei e le mostra
dove stringere le mani, come e dove nascondere la testa, poi guarda
Brady,
annuendo svelto. << Prova. >>
Edward ringhia, Jacob lo ferma. << Lasciami fare. Non
la farò cadere di certo. >> borbotta, come chi
è stato appena messo in
discussione. Brady, facendosi decisamente meno scrupoli di Collin,
inizia a
scrollarsi, ma neanche Bella accenna a cadere. Appena fermo, Jacob
scocca
un'occhiata furba e soddisfatta ad Edward. << Visto,
Cullen? Sostegno
saldo anche qui. >>
Edward ricambia lo sguardo, nauseato, chiama Jasper ed Emmett,
che si avvicinano svelti, e gli illustra velocemente la situazione.
<<
Durante la battaglia dobbiamo portare le ragazze in un posto a cui non
possono
arrivare seguendo le loro tracce, lasciarle a La Push
o a Forks è troppo
rischioso. I lupi porteranno Bella e Meg in giro per la boscaglia,
dovete
cercare di individuare anche la minima traccia del loro odore e
seguirla, se
non la sentirete, avremo trovato un modo per coprire i loro odori e
portarle...
magari in cima alla montagna più ad est? >>
l'ultima parte è rivolta a
Jacob, che annuisce.
<< Tu cerca la traccia di Meg... >> dice
Ed, concentrandosi
su Emmett, << tu invece quella di Bella. >>
sta volta si rivolge a
Jasper.
Collin e Brady si scambiano uno sguardo, dopo uno va verso
destra, l'altro prosegue dalla parte opposta.
Il passo del lupo pezzato aumenta, mi abbandono contro il
pelo e socchiudo appena gli occhi, infastidita dal vento che si crea
con la
velocità. Dopo un piccolo breve tratto, in cui facciamo
strani giri complicati
e salti, ci scopriamo nella radura, la velocità diminuisce
di nuovo e in un
batter d'occhio mi ritrovo con i piedi sul terriccio umido, come poco
prima.
Bella lancia un'occhiata al bosco, Emmett ci viene incontro con un
faccia
disgustata, riemergendo dal buio.
<< Neanche la traccia del suo odore. >>
dice con
il naso arricciato, passandomi una mano intorno la spalla.
E' il turno di Jasper, arriva e scuote la testa. << Mi
sono anche fermato per cercare sul terreno, ma non sento niente, a
parte il
feto. >>
<< Perfetto! >> esclama Jacob, soddisfatto,
<< Vedremo dove farle accampare, il giorno prima della
battaglia?
>>
<< Nel tardo pomeriggio dovranno già essere
accampate.
>> lo corregge Edward.
Lui inclina il viso, << Noi useremo delle strade
secondarie? Sarai con loro, no? So per certo che non combatterai.
>>
quasi lo schernisce, con un sorrisino superiore, il mio viso si fa
affranto. Perché Edward si lascia
convincere così
facilmente?!
<< Sì, infatti, sarò con loro.
>> borbotta,
Bella accenna un sorriso soddisfatto. Jacob in modo ineducato spazza
via dalla
mia spalla il braccio di Emmett e mi prende per mano.
<< Bene, starò più tranquillo...
>> mi perfora
il viso con un'occhiataccia severa, << ... forse.
>> mugugna.
Accenno un sorrisino innocente e decido di cambiare discorso
è troncare il male
sul nascere.
<< Credo sia ora di tornare a casa. >> dico
allora, osservando l'ora sul display del mio cellulare.
<< Ci vediamo domani. Stessa ora, stesso posto.
>> ci informa Jasper.
Lui annuisce. << Contateci. >> e gli diamo
le
spalle, seguiti da Collin e Brady. Ora non è più
così buio intorno, il sole
schiarisce tutto, mentre albeggia.
Arriviamo a casa dopo poco tempo, o almeno, a me sembra
così, visto che sono finita per restare distesa durante
tutta la strada del
ritorno sul dorso di Jacob, ad occhi chiusi, pensando confusamente agli
avvenimenti di oggi. Jacob si ritrasforma sul porticato, indossa i suoi
vestiti
e apre la porta, sbadigliando con energia.
<< Va' a letto. >> quasi gli ordino,
annuisce e
si avvia verso la sua stanza, poi si volta a guardarmi, stranito.
<< Tu non vieni? >> scuoto la testa e rido
a
bassa voce del suo broncio di risposta.
<< Potrei, ma non dormiresti. >>
puntualizzo, maliziosa,
lui sorride e si strofina l'occhio, un altro sbadiglio gli fa gonfiare
i
polmoni e spalancare la bocca. Mi riserva uno sguardo assonnato e
stordito,
sventola una mano indicando il nulla e torna a camminare verso camera
sua.
<< Sono troppo stanco per flirtare, briciola. Facciamo
più tardi. >>
soffoco una
risatina, si volta ancora una volta, prima di entrare in stanza, la
mano già
sulla maniglia, << Pensi che dovrei comprarti una tenda?
O riuscirai a
dividerne una con Bella senza mangiartela? >>
Faccio una finta faccia perplessa e mi chiudo nelle spalle,
<< Se ci saranno abbastanza patatine alla paprika penso
proprio che la
risparmierò. >>
Accenna un sorrisino. << Brava, bimba. >>
biascica, apre la porta ed entra con passo stanco.
<< … e le patatine?! >> urlo,
prima se la chiuda
alla spalle.
<< Ci saranno! >> mi garantisce, con voce
frastornata.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ecco un
altro capitolo.
RECENSIONI??
La storia inizia ad
annoiarvi? O.ò ‘Dio, spero proprio di no.
Bene,
aggiornamenti inutili sulla vita
di Valentina: La scuola mi sta uccidendo, il raffreddore mi sta
uccidendo,
tutto il popolo maschile mi sta uccidendo, il mio conscio e in mio
inconscio mi
stanno uccidendo … per farla breve: l’intero mondo
sta organizzando una
congiura contro la mia sanità mentale e fisica. Di
conseguenza ho deciso di
dedicarmi alla chitarra come un ancora di salvezza >___<
Bene, passiamo alle
recensioni,
che è meglio ^^ Meno deprimente e più
interessante, ma prima lo spoiler!!!
Spoiler … hot? ;D
I secondi passano, senza
che nessuno dei due faccia o dica niente, solo dopo un paio di minuti
solleva
un sopracciglio, scuotendo lievemente la testa. <<
Allora? Sto ancora
aspettando la violenza! >> sbotta, corrugando la fronte
in una finta
occhiata delusa.
Sorridendo inarco la
schiena, in modo tale da sollevarmi quando basta per poggiare le labbra
sul suo
collo, lo bacio e affino lo sguardo ridacchiando tra me, scopro i denti
e li
affondo con avidità nel suo collo, lo sento soffocare un
gemito, poi ride sommesso.
<< Meg... >> sussurra, in un tono talmente
sensuale e fievole da
far scemare ogni azione audace si fosse creata nella mia mente, stringo
la
presa sul suo collo, ma il mio obbiettivo non è
più quello, le mie labbra
pensano soltanto ad entrare in collisione con le sue, smaniose.
Bene,
vi aspetto!! :D
Perla di saggezza del giorno:
Non tutto ciò che
luccica è oro… potrebbe essere un vampiro.
Recensioni:
liala90:
Ti capisco, cavolo! Sto morendo xDD
Bene,
tieni a mente i tuoi dubbi e ricordati che c’è
ancora qualcuno che manca all’appello,
qualcuno che sarà abbastanza adirata con me per averle
anticipatamente fregato
il ragazzo… O.O eh, già!
Diciamo che la vita di
Megan è ancora minacciata, ricordi, Marcus è
bramoso di lei… Ahia!
Tranquilla, non c’è
scanenza, solo, ti prego, continua a lasciare una recensione, davvero,
il mio
neurone si sente abbandonato a se stesso! XDD Bacio, Vale.
CelesteBlackMaR:
o.O perché NON riesco a
riconoscerti?!?
Non
so, inventati qualcosa, tipo un cartellone con su scritto Celeste da
mettere a
mo’ di collana!! *-* così magari (e sottolineo il
MAGARI) ti riconosco xDD
Finalmente
hai aggiornato!!! Non ho ancora avuto il tempo di leggere, dannazione,
ma lo
farò al più presto *-*
giùùùro!
La
storia di Christian ed Amber sarà spiegata per bene tra un
paio di capitoli.
Cosa
c’è da scoprire?? ANCORA CI SONO TANTISSIME COSE
DA SCOPRIRE!! *-* accidenti a
me!! xD
*-*
grazie per il “genio”, ricambio!!
Toh,
un cuore ;D <3 e ricorda: CARTELLO!!
Un bacio,
Vale. Che ne dici ora dei pony?? XD
saradm21: Eccomi
finalmente!!! XDD oddio, spero di non
essere in ritardo! Sono mancata così tanto?? O.o
Meg penserà di averlo fatto,
ma ancora per poco ___ ___|| lo so, lo so. Mi odi.
Ricordati che è un Volturi in
persona a volere la sua trasformazione, quindi la cosa è un
po’ più complicata.
Già a
volte so essere davvero dolce *___* ma tanto
tanto: cosa da diventare diabetici!! xD
>___<
Anche io adoro la scena dell’allenamento!!
*-* spero di non averti delusa quindi, fammi sapere come va!! *-* Un
bacio,
Vale.
mary74:
Grazie ^^”
Coppia senza paranoie??? E IO
ALLORA CHE CI STO A FARE QUA!!! Dammi retta, goditi la calma,
perché non
durerà. Anzi, mi sa che è già finita
O.o
Grazie per i tanti
complimenti, mi fanno davvero bene per andae avanti con questa storia,
perché
le idee ci sono, ma ho la sensazione che le persone comincino ad
annoiarsi.
Un bacio, a preso, CIAOO! Vale
:D
|
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Capitolo 35 *** || 33. Ancora una volta Bella vince e io mi adatto alla situazione ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 33೬ ೂ❤ ೄ
Ancora una volta
Bella vince e io mi adatto alla situazione
Megan
Entro in camera di Jake,
attenta a non fare il minimo rumore, scanso con abilità i
vestiti gettati alla
rinfusa lungo il pavimento e mi siedo sul letto, poi mi chino e, piano,
gli
bacio la fronte. << Hai intenzione di dormire ancora? Ti
ho preparato da
mangiare, che ne dici di alzarti? >> sussurro suadente,
poggiandogli le
labbra sull'orecchio.
La sua bocca - appena
visibile nella penombra causata dalle imposte chiuse - si tende in un
sorrisino
assonnato, schiude gli occhi e con un braccio mi circonda la vita,
facendo
scontrare le nostre fronti quando serra un po' la presa.
<< Mi hai
preparato da mangiare. >> afferma sussurrando la sua
voce, come
incredula, << Meno male, pensavo di aver soltanto sognato
quest'odorino
invitante. Frittelle? >> annuisco, pedante, lui di
risposta fa sfiorare i
nostri nasi.
<< Non credere che,
facendo l'adulatore, riuscirai ad ottenere la colazione a letto.
>>
borbotto, facendolo ridacchiare.
<< Accidenti, mi hai
scoperto. >> mugola, socchiudendo gli occhi e avvicinando
le nostre labbra,
stringe tra i denti il mio labbro inferiore e sospira, <<
Adesso mi
toccherà fare tutto il corridoio fino in cucina solo per
poterle assaggiare.
>> focalizza, soffocando un'altra risata rauca.
<< Cosa ci
guadagnerei nel lasciarti fare tutto quello che vuoi? >>
gli chiedo,
sorridendo caparbia. Mi scocca un'occhiata scaltra e la mano scende
dalla vita
fino ad arrivare sul gluteo destro, il mio sorriso diventa una smorfia,
<< Jay... >> sussurro, afferrando la sua
mano, facendone intrecciare
le dita con la mia.
Sospiro mestamente
mentre l'altra sua mano mi
accarezza i capelli, il suo sguardo è di interrogazione.
<< Jay, cosa?
>> mi domanda, sollevando un sopracciglio.
<< Pensavo che tutto
questo potrebbe mancarmi. >> sussurro, << E
non sto parlando della
diversità nelle cose che porterebbe il mio diventare una
vampira. >> la
sua mano smette di accarezzarmi i capelli e si accascia lungo il fianco
sinistro del materasso, sembra che sappia già dove voglio
andare a parare,
<< Edward è immortale, eppure resta con Bella
perché lei non
sopporterebbe l'idea di saperlo in battaglia. Tu , sei forte, ma
mortale. E io
mi chiedevo se non fosse più sensato che rimanessi tu invece
che lui. >>
le parole escono dirette, si susseguono frenetiche, senza sosta, come
se qualcuno
all'interno della mia bocca le spingesse fuori prendendole a calci.
In reazione al mio
discorso stringe i pugni e volta il viso verso la scrivania.
<< Sai bene
cosa penso al riguardo. >> sussurra, neutro. Prende un
respiro e torna a
poggiare la mano sui miei capelli, studiandomi con occhio tormentato.
<<
Voglio neutralizzare Victoria e la sua banda, così i Volturi
capiranno che non
siamo disposti a cedervi a loro. >>
<< Tu stesso sai che
se Marcus mi vuole, mi avrà. Che senso ha combattere adesso,
allora? l'hai
detto anche tu, no? sarà una sciocchezza. Se morissi in
questa stupida
battaglia pensi che Marcus avrà rispetto per te e mi
lascerà in pace? Se
combatti soltanto per me cosa ti costerebbe restarmi accanto e
proteggermi se
necessario? >> la mano destra di Jacob mi serra il viso
in una stretta
lieve e calda, a cui tuttavia so già, non potrò
opporre resistenza.
<< Come puoi pensare
che io muoia? Stare con Bella ti fa male! >> borbotta,
con un certo
umorismo scatenato da chissà ché. Lo osservo
senza dire una parola e non appena
finisce di sghignazzare affino lo sguardo e incrocio le braccia.
<<
Jacob-rido-in-faccia-alla-morte-Black, se proprio hai voglia di morire,
perché
non lasci fare a me? >> ringhio, adirata. Purtroppo la
sua reazione non è
quella che mi aspettavo: fa un sorrisetto malizioso, vedo la sua
tensione
scomparire e mi accarezza, con espressione sollevata, il collo, usando
solamente tre dita. Nonostante tutto socchiudo gli occhi, beandomi di
quel
contatto, e lascio che anche sul mio viso si disegni un sorrisino
incondizionato.
<< Sentiamo un po',
in che modo vorresti porre fine alla mia vita? >> mi
chiede, scherzoso,
facendomi distendere al suo fianco con una delicatezza tale da
lasciarmi
addirittura dubbiosa sul fatto che l'avesse davvero fatto.
<< Non lo so, direi
in modo lungo e doloroso, straziante, così il tuo bisogno
masochistico sarà
finalmente soddisfatto, non trovi anche tu? >> soffoca
una risata rauca e
si stende su di me, puntellando le mani ai lati delle mie spalle, per
non pesarmi
addosso e potermi facilmente guardare dritta negli occhi, un sorriso
divertito
gli piega con malizia le labbra carnose.
I secondi passano, senza
che nessuno dei due faccia o dica niente, solo dopo un paio di minuti
solleva
un sopracciglio, scuotendo lievemente la testa. <<
Allora? Sto ancora
aspettando la violenza! >> sbotta, corrugando la fronte
in una finta
occhiata delusa.
Sorridendo inarco la
schiena, in modo tale da sollevarmi quando basta per poggiare le labbra
sul suo
collo, lo bacio e affino lo sguardo ridacchiando tra me, scopro i denti
e li
affondo con avidità nel suo collo, lo sento soffocare un
gemito, poi ride sommesso.
<< Meg... >> sussurra, in un tono talmente
sensuale e fievole da
far scemare ogni azione audace si fosse creata nella mia mente, stringo
la
presa sul suo collo, ma il mio obbiettivo non è
più quello, le mie labbra
pensano soltanto ad entrare in collisione con le sue, smaniose.
<< Resterai con me,
vero? >> pigolo, affranta, in un tono così
accattivante, ruffiano e
provocatorio da lasciarmi interdetta. I movimenti di Jake si bloccano
di nuovo,
facendosi rigidi e misurati.
<< No, te l'ho già
detto. Io combatterò. >> le mie mani si
stringono in pugni, gli occhi si
colmano di lacrime, prendo un respiro profondo e le trattengo,
allentando la
presa intorno a lui, lasciando che le mie braccia cadano sul materasso,
lungo
il tessuto biancastro che compone il lenzuolo.
<< Sai che potresti
anche morire, non vedo come tu possa continuare ad essere
così deciso. >>
sussurro con voce grave, inasprita, mettendomi a sedere. Lui, spaesato
dal mio
repentino cambio di posizione, finisce per sedersi spalle contro il
muro, i
piedi toccano terra anche se è seduto al limitare opposto
del letto; lo osservo
bene, ormai sarà alto sì e no un metro e novanta.
Mi sento sempre più piccola
ed inutile con intorno certi colossi.
<< Briciola, io...
>>
<< No. >>
sbotto fredda, alzandomi dal letto, << Sei solo il solito
immaturo che
non mantiene le sue promesse, non capisco perché io continui
a stupirmi.
>> la sua mano bollente afferra con violenza non voluta
il mio polso,
vedendo la mia smorfia infastidita lo lascia subito, senza
però permettere ai
miei occhi di trovare una via di fuga, arresa, lascio alle lacrime il
permesso
di precipitare rovinosamente sulle guancie. L'aria si riempie di
piccoli e
silenziosi respiri affannati, unica sua reazione al mio pianto
silenzioso.
<< Quando è morto lo zio Harry, mi hai
promesso che non mi avresti mai
lasciata da sola, che saresti rimasto con me, perché non
mantieni le tue promesse?
>> balbetto appena.
<< Non puoi
pretendere che io resti in disparte mentre altre persone combattono
quella che
essenzialmente è la mia battaglia. Oddio, ma senti cosa
dici? Io non sono come
Edward, non sono disposto a lasciar combattere i miei fratelli quando
so già
che sono io quello a dover combattere in primo fronte. Per difendere
ciò che è
mio. >> rovescio gli occhi indietro, sentendo le palpebre
bruciare
frenetiche, serro nervosamente le dita, le nocche bianche mi indicano
l'impetuosità della mia stretta, prendo fiato e parlo con un
groppo in gola, ma
nonostante questo la mia voce continua ad avere un non so
ché di determinato,
di convinto.
<< Non sono un
oggetto, non appartengo a nessuno, tanto meno voglio che quel nessuno
si senta
il compito di difendermi. Non dovresti prendere così alla
leggera la battaglia,
è pur sempre guerra, la guerra porta morte e distruzione!
>> i suoi occhi
s'illuminano di sarcasmo, le labbra si sformano in un sorriso
ostinato,come se
tutto quello che ho detto fosse una splendida battuta di pessimo gusto.
<< Preferisci allora
che ti consegni ai Volturi, magari urlando un: "Avete vinto, fatene una
bella vampira che si nutre del sangue degli uomini che seduce"?
E’ davvero
questa la fine che vuoi fare? Non ti resta che chiedere! Sono certo che
ci
eviteresti parecchie noie. Niente battaglia contro i Volturi.
>> il suo
sguardo si punta su di me, inquisitore, lo sostengo senza il minimo
indugio.
<< Ti sto soltanto
chiedendo di rimanere con me, perché ho paura per te, non
voglio che tu ti
faccia male, non posso sopportare anche l'eventualità di una
tua morte...
come... come posso guardarti mentre corri verso la battaglia? Dovrei
sventolare
un fazzolettino bianco e urlarti piangendo che ti amo e che ti
aspetterò?
Perché se posso chiederti di rimanere? Cos'ho in
più di Bella che mi permetta
di star buona e calma senza il ragazzo che amo al mio fianco?
>> la mia
voce si mozza, rotta da un singhiozzo soffocato a sua volta da un
minuscolo
urlo nervoso.
La velocità in cui le sue
braccia mi afferrano e mi stringono in un abbraccio possessivo
è così poco
umana che riesco a capire tutti i movimenti che ha fatto quando il mio
viso è
già appiattito contro la sua bocca dello stomaco, il torace
è un posto
irraggiungibile per la mia statura ora come ora. Sembro una bambina di
appena
otto anni considerata a lui. Resto in silenzio e serro in pugni le
mani,
esaminando ancora una volta le nocche cambiare colore. Le sue dita
riprendono
ad accarezzare sinuose il mio collo, come pochi minuti fa'.
<< Odio litigare.
>> sussurra, chiudendo tra pollice ed indice il mio
mento, sollevando con
dolcezza il mio viso verso l'alto, per indirizzarlo al suo, dopo di
ché mi
sorride mestamente socchiudendo gli occhi.
<< Odio il tuo
eroismo di merda, vorrei che fossi solo un tantino più
pauroso. Non c'è niente
di male nell'avere paura, è una cosa umana. >>
dibatto, soffiando il
tutto con un filo di voce, sincera e mesta quanto lui.
<< Non sono certo
umano, io. >> afferma, secco, di nuovo
quell'umorismo macabro
gli sfiora gli angoli delle
labbra, che si sollevano un po'. Le sue mani
carezzano le radici dei miei capelli, seguendone la lunghezza fino alle
costole. Un brivido potente m'impedisce di tornare su tutte le furie.
<< ... io sì.
>> mormoro, << E ho paura per te.
>>
Le sue carezze raggiungono
un livello di goduria che è impossibile negare, con un certo
sforzo cerco di
non farlo, ma i miei occhi tendono a chiudersi, a roteare verso l'alto.
Un
mugolo strozzato mi muore tra le labbra strette in una smorfia
sconcertata.
<< Non ne hai alcuna
ragione. Motivo per cui faremo un patto. E Dio mi fulmini se non lo
rispetto!
>> sussurra, vicinissimo al mio orecchio,
<< Ti va bene? >>
il suo alito profumato pervade il mio padiglione auricolare, lungo la
mia
schiena l'ennesimo brivido, il mio corpo lotta contro se stesso per non
fremere
sotto la sua stretta. Annuisco, fiocamente. Non avrei potuto fare
nient'altro,
non senza sembrare una stupida.
<< Ecco il patto: io
vado a combattere... >> mi divincolo dalla sua presa, ma
lui stringe le
braccia, affondando il viso nei miei capelli e soffocando un'altra
risatina,
<< Aspetta, dammi almeno il tempo di finire.
>> smetto di agitarmi,
lui prende un respiro profondo e riprende a parlare: <<
io vado, tu resti
all'accampamento. Se mi farò male avrai il permesso di
picchiarmi a sangue,
fino alla morte se vuoi, nessuno ti fermerà. Se invece vinco
io, tu... mi farai
da schiava per la vita. >> ora ridiamo entrambi,
sommessamente,
pigramente, come se fosse un obbligo farlo. << Allora, ci
stai? >>
continua, a voce più bassa ancora.
<< Se ti farai male
sarà meglio che implori i nemici di finirti. Potrei prendere
sul serio ciò che
mi hai detto. >> gli dico, semplicemente, nascondendo il
viso sul suo
braccio caldo.
<< Lo prendo per un
sì. >> mormora, soddisfatto. Poggia il mento
sulla mia testa chinandosi
leggermente e comincia a scostare il peso da un piede all'altro,
cullandomi
innocentemente.
<< Non mi farò
niente. >> lo ripete in maniera assidua, sussurrandomelo
all'orecchio,
come un mantra, mentre i secondi diventano minuti e noi continuiamo a
ciondolare.
Non
si farà niente, non si farà niente, non si
farà
niente, non si farà niente, non si farà niente...
La giornata trascorre
lenta e morta, fino alla notte. La luce della luna, piena, illumina in
modo
lugubre e al contempo magico la piccola radura nei pressi della foresta
di Hoh.
La figura grande e ferina
di Jacob mi siede accanto con aria nettamente annoiata, la fissa di
continuo.
Non posso negare il fatto che mi dia tremendamente fastidio, ma neanche
quello
che mi dispiacerebbe davvero farglielo capire. Finiremmo per litigare
di nuovo,
magari. E non voglio litigare. Il piccolo lupetto che le pende dal
polso si
confonde con la penombra. Chino lo sguardo sul mio, di polso. E'
talmente
assurdo avere due cose nettamente opposte ai ragazzi che amiamo legate
al
polso, ha un non so ché di comico e macabramente ironico. Da
morire dalle risate. E sottolineo il
morire. Edward si volta di scatto
nella
mia direzione e mi trafigge con uno sguardo truce. Ricambio lo sguardo
stralunata e sollevo appena un sopracciglio. Protende il braccio e le
sue dita
si stendono nella mia direzione per dopo rannicchiarsi su se stesse.
Chiaro
invito a raggiungerlo.
Mi sollevo da terra e
subito Jacob addenta il tessuto della mia felpa arancione.
<< Torno
immediatamente. >> sentenzio, ma la promessa non sembra
convincerlo, mi
inginocchio e poggio la fronte contro la sua, istintivamente
porto le dita a grattargli
lievemente dietro le orecchie, in un gesto che faccio milioni di volte
con
Wendy. << Non fare il bambino. >> sussurro,
un mugolio esce dalle
sue fauci, con un suono sottomesso, come un’ultima debole
insistenza. << Stupido.
>> mormoro, scherzosa, lui socchiude gli occhi e guaisce,
chinando il
capo. Incurante del suo momentaneo aspetto gli scocco un bacio sulla
fronte lupina
e sospiro, poi mi alzo e m'incammino verso Edward.
Con gli occhi di un
licantropo e un vampiro addosso, attraverso il breve spazio vuoto tra
l'uno e
l'altro, trovandomi faccia a faccia con Edward, << Cosa?
>> esordisco.
<< Smettila di
pensare quello che stai pensando. >> mi dice, a voce
decisamente troppo
bassa, è costretto a stare ad un centimetro dal mio orecchio.
Il piccolo ringhio
represso di Jacob mi fa socchiudere gli occhi e serrare la mascella.
<<
Sai che gli da tremendamente fastidio. >> soffio,
riferita alla sua
vicinanza, lui si chiude nelle spalle e si apre in un sorrisino
indirizzando lo
sguardo in direzione di Bella.
<< Non credere che
sia il solo. >> cicala, poi torna a guardarmi,
<< Dacci un taglio.
Bella potrebbe infuriarsi. >>
<< Riguardo a cosa
l'animo della tua insopportabile donzella dovrebbe turbarsi?
>> ride del
mio finto formalismo e incrocia le braccia con lo sguardo perso nel
combattimento simulato tra Carlisle ed Emmett.
<< Riguardo alla tua
insistenza nel voler preservare la vita del tuo ragazzo piuttosto che
la mia.
>> mormora, piatto, aggrottando le sopracciglia.
<< Tu non hai una
vita da preservare. >> brontolo, spazientita.
<< Megan, lei è
inflessibile, ma prova ad ascoltarci almeno tu, un licantropo ha
possibilità
uguali se non minori di ferirsi, i vampiri sono i loro nemici naturali.
Sono
fatti per uccidere vampiri. Quindi forse è meglio che ti
adegui: Jacob vuole
combattere, è irremovibile quanto Bella. Tu starai con me e
lei, Victoria e il
suo esercito saranno brevemente sconfitti e tutto tornerà
all'apparente
normalità a cui siamo abituati. Chiaro? >>
<< No. >>
sbotto, a voce più alta, << Bella non
è stupida, anche se da
quest'impressione a molte persone, quello che chiedo io è
uguale a quello che
chiede lei. >>
<< Con la differenza
che tu vivi tra di loro da quando eri piccola e sai bene come
funzionano queste
cose. >> argomenta, scuotendo la testa con fare ovvio.
<< Mocciosa.
>> borbotto, acida.
<< Meg. >> mi
riprende debolmente lui, arricciando il naso all'offesa nei confronti
della sua
ragazza, mi afferra per le spalle e il suo sguardo si punta sul mio,
<<
Se farai presente i tuoi pensieri a tutti finiranno per darti ragione e
salveranno Jacob invece che me. Bella s'infurierà
perché mi hai mandato in
battaglia e Jacob perché l'hai costretto a non andarci. Ce
l'avranno a morte
con te. E' questo che vuoi? >> mi divincolo facilmente
della sua presa e
gli do le spalle, imponendomi di non piangere.
<< Sì. >>
dico. Lo sento sospirare pesantemente in risposta, <<
Comunque ho già
promesso a Jacob che l'avrei lasciato andare senza fare storie. Questo
non vuol
dire che sarò contenta, ma una promessa è una
promessa. >> mi volto di
nuovo e inclino la testa appiattendo le labbra, << Ancora
una volta Bella
vince e io mi adatto alla situazione. Dopotutto ci sono abituata.
>> La
sua faccia si piega in una smorfia.
<< Promettimi di
stare zitta. >> sussurra, flebile.
<< Certo, certo.
>> borbotto, rubando la classica battuta "alla Jacob".
<< Megan? >>
<< Ti ho già detto
che starò zitta! >> cantileno, arresa e
alterata, lui sorride appena e mi
da un bacio sulla tempia.
***
L'aria
mattutina mi batte
sul viso con pigrizia mentre, seduta davanti casa Uley, sfoglio il
quaderno
rilegato in cuoio su cui Emily trascrive le leggende. Uno spostamento
d'aria mi
fa incupire, sollevo lo sguardo, eloquente, sapendo già cosa
dire, ma non
appena il viso curioso di Jasper infrange le mie fantasie sulla faccia
di
Edward spalanco gli occhi e sobbalzo, facendo indietreggiare la sedia
sotto il
mio peso. << Il branco sa che sei qui? >>
sussurro, tremante.
Decisamente la paura nei suoi confronti non è ancora andata
via del tutto.
<< I branco ha cose
ben più importanti da fare, non credi? >>
sospiro, non sapendo se essere
sollevata o provare timore per quel suo tono scherzoso.
<< Da quando... ti
interessi a La
Push?
>> incalzo, cercando di riprendere un contegno,
sistemandomi sulla sedia
e chiudendo frenetica il quaderno per poi ficcarlo nella mia tracolla.
Lo
restituirò al legittimo proprietario appena finito di
leggerlo. Mi sollevo
dalla sedia e a malincuore gli faccio cenno di seguirmi oltre il
porticato. Sam
si arrabbierebbe molto, Emily magari potrebbe spaventarsi. Meglio
evitare che
lo vedano.
<< Da quando Edward
ed Alice mi hanno praticamente obbligato a farti un bel discorsetto.
>>
gli lancio un'occhiata furtiva salendo su un tronco cavo, lui lo supera
senza
fatica alcuna e afferra la mia mano quando presa alla sprovvista dal
suo
movimento inumano perdo l'equilibrio, << Pensano che i
tuoi pensieri per
l'incolumità del branco siano giusti, ma che non aiuteranno
né te né tantomeno
loro. >> dice, piatto, come se l'argomento non lo
toccasse nella maniera
più assoluta.
<< E perché mandano
proprio te? >> arresa, mi lascio cadere a gambe
incrociate sull'erbetta
di un verde scolorito e umido, gli faccio cenno di sedersi e abbozzo un
sorrisino, << Questo è il posto più
lontano al perimetro di ronda. Non
dovrebbero vederti o sentirti. >> gli spiego, quando per
risposta mi guarda
con aria interrogativa.
Annuisce veloce e poi si
chiude nelle spalle sedendosi al mio fianco, la sua capigliatura
leonina ha
quasi lo stesso colore degli occhi. Tiro un respiro, sollevato:
è sazio.
<< Alice dice che faresti di tutto per non alterarmi. A
quanto pare ti
faccio paura. >> azzardo un sorriso, colta in fallo, ed
arrossisco
vivacemente. Socchiudo gli occhi sollevandoli al cielo e scuoto la
testa,
sorridendo appena.
<< Senti, è inutile
farmi uno di quei discorsi sulle responsabilità, i limiti e
le capacità di
ognuno di voi. Ho già detto ad Edward e Jacob che avrei
fatto tutto quello di
cui si era già parlato. Sperando in nessuno morto o ferito
resterò dentro una
tenda con le dita incrociate. D'accordo? risparmiami la ramanzina, non
serve a
nulla. >>
<< Amelia si fida di
te. >> dice, senza guardarmi, << Ma Edward
continua ad essere
morbosamente apprensivo nei tuoi riguardi. Come se in un certo qual
modo amasse
anche te... >>
Accenno una smorfia,
serrando la mascella e assottigliando gli occhi. Quello tra me ed
Edward non è
un dolore straziante, e neanche qualcosa di umano che solo quando
ritorna alla
memoria fa male, ma di ancora più effimero: un ronzio
all'orecchio, una cipolla
tritata troppo vicina al viso, una puntura di zanzara, un sassolino
nella
scarpa o un pizzicore alla lingua; un fastidio più che un
dolore, qualcosa che
anche se c'è provoca solo un piccolissimo e breve vuoto alla
pancia, che pochi
minuti dopo è già acqua passata.
<< Mi vuole bene.
>> balbetto, facendo una finta faccia indifferente, anche
se non sono
molto sicura della sua efficacia.
<< Già, a quanto
pare te ne vuole. >> mi guarda e l’ombra di un
sorriso gli sfiora il
viso. << Parecchio. >> si affretta ad
aggiungere, marcando per bene
ogni sillaba.
Mi guardo in giro, cercando
per la medesima volta di darmi un contegno meno vicino a quello di chi ha
appena
beccato un calcio in pieno stomaco e finisco per esplodere in un
sospiro
sconnesso, chiudendo del tutto gli occhi e abbandonandomi al silenzio,
tra le
querce e gli aceri che ci circondano.
<< Scommetto venti
dollari che non sei venuto solo per parlarmi di questo.
>> dico, cauta,
senza degnarlo di molta attenzione, continuando a tenere il viso
leggermente
rivolto verso la punta del pino che si protende a dieci piedi da me, ad
occhi
serrati. Anche se non lo do a vedere temo una sua risposta, ma quando
questa
tarda ad arrivare aggrotto le sopracciglia e dischiudo un occhio per
studiare
la situazione, evidentemente ricaduta nella mia paura nei suoi
confronti.
Lo trovo ancora lì, semidisteso
sull’erbetta umida di rugiada, mentre con noncuranza mi
tende, chiusa tra
indice e medio, una banconota da venti dollari.
Soffoco una risata e
stendo la mano sotto la banconota, quando la lascia cadere la afferro e
me la
rigiro tra le mani. <<
Allora cosa
vuoi? >> gli chiedo, lo sguardo fisso sul rettangolo di
carta
stropicciato e verdino.
<<
Voglio sapere perché continui ad
avere paura di me, pensavo di aver acquistato la tua fiducia, ma adesso
mi
sorprendo a cogliere un timore che non riesco a manipolare neanche
volendolo,
non che la cosa mi dispiaccia, anzi, mi fa orgoglio sapere di essere
temuto …
>> e qua la sua risata sommessa e armoniosa mi carezza le
orecchie,
<< … però al contempo mi crea non
pochi dubbi vedere che sono rimasto
l’unico che ti fa quest’effetto. Ecco, tutto qui.
>> lo guardo e schiudo
la bocca, perplessa.
<<
Dici sul serio? >> balbetto,
incredula.
Sorride, beffardo.
<< Scusa,
perché non dovrei? Mi
sento un mostro, non che m’importi piacerti, come ho
già detto, ma voglio capire
cosa ti spinge a farlo. La mia è semplice
curiosità. >>
Scoppio a ridere e mi
porto una mano alla bocca. <<
Be’…
sei … freddo e hai … l’aria di un tipo
che … sta agonizzando. >> solleva
un angolo della bocca e mi punta un dito contro.
<< Edward dice che
lo pensano in molti. ‘’un tipo in
agonia’’… oh, sì. Le parole
sono decisamente
quelle. >> sorrido e mi mordo il labbro, poi lo sguardo
mi cade
all’orologio e un moto di preoccupazione m’investe,
di petto. Avevo promesso a zio
Billy di restare nei paraggi, insieme a Collin, il mio guardiano per
quel
giorno. Un po’ seccata mi sollevo e prima di poter dire
qualunque cosa lui ha
già capito tutto.
<< Ricorda solo di
riposarti, il grande giorno è vicino. >> dice,
ancora scherzoso.
Faccio una smorfia
nauseata e raccolgo la tracolla. << Lo dici come se fosse
un matrimonio.
>>
<< Bé, anche quello è
vicino. >> dice, chiudendosi nelle spalle.
Arriccio il naso. <<
E’ vero. >> mormoro.
<< Megan? Ho paura
di chiedertelo, ma la puzza di vampiro è insopportabile. Sai
che Jake mi
strozza, in teoria eri con me! Meg!! >> la voce di Collin
ci interrompe.
Jasper mi indica il sentiero
e affina lo sguardo. << Meglio che vai. Sta sera alla
foresta di Hoh.
Come al solito. >>
<< Afferrato.
>> mi affretto a rispondere, prima di vederlo sparire in
un lampo.
<< Oh, insomma?
Megan! >> mi volto in direzione della voce e soffio via
prepotentemente
il ciuffo che mi ricade sugli occhi, cercando di frenare il nervosismo.
Il gran
giorno è vicino, Jasper ha ragione. La mia testa continua a
ripeterlo: Non sarà niente di
eccezionale, niente di
eccezionale, niente di eccezionale, niente di …
<< MEG!! >>
<< Arrivo! >>
urlo e corro verso il sentiero.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Saaaaalve
a tutte! No, non è un miraggio e non avete
mangiato pesante (forse O.o) ho realmente aggiornato.
Motivo dell’ENNESIMO ritardo? SCUUUUOLA!
°---° a me
vengono i brividi solo a scriverlo!
Ebbene sì, ho studiato anche durante queste striminzite
vacanze, ma che ci volete fare? -__- Domanda inutile: voi proprio un
bel niente
xD
Come se non bastasse per la prima volta dall’alto dei miei
undici anni buttati trai banchi ho paura per il compito
d’italiano di domani. >____<
Ma passiamo a cose più interessanti: RECENSIONI?? Proprio
non
vogliono salire, eh? Oddio, le quattro recensioni non fanno schifo,
anzi, sono
contenta quando le leggo :) ma mi avevate viziato alla media di 7-8
recensioni
a capitolo. Non potete togliermele così! T___T Ho capito,
forse non me le
merito? O.O
Cercherò di meritarmele provando a postare più
spesso. ( tutti:
Valentina, lo dici sempre e non lo fai mai. V: lo so y__y ma ci provo
tutte le
volte, lo giuro!!)
La battaglia si avvicina!!!! Evviva o ahimé?? O.o
Ecchilosà?!
E come primo passo per farmi perdonare:
Super-mega-enomissimo-spoiler:
<<
Non capisco perché voi ragazze andate in confusione per dei
tipi così da …
copertina. >>
Sgrano
gli occhi e inclino la testa, accennando un gorgoglio di disappunto.
<<
Grazie per la considerazione, Charlie. >> gracchio, con
fare offeso.
L’uomo
si stiracchia e scoppia in una risatina, allungandosi verso di me
nell’angusto
spazio della cucina per passarmi una mano sui capelli. <<
Suvvia, Jake,
non te la prenderai per così poco?! >>
esplode, ridendo ancora di gusto.
Sbuffo e scuoto la testa, in segno di denego, << Bene,
campione. Adesso
io vado a lavoro. Niente risvolti sentimentali mentre sono via, intesi?
>> e qua di nuovo la sua risata copre il silenzio,
<< Salutami Meg
e di a Billy che in settimana gli farò visita.
>>
Annuisco,
di rimando, senza ascoltare con molta attenzione quello che mi dice.
<<
Lo farò senz’altro. >> accenno
serio, vedendo che non desisteva dal
guardarmi, aspettando una risposta.
Saluta
la figlia e parte spedito per la porta, il rombo del motore che si
allontana
fino a sparire fa nascere un sospiro di sollievo da entrambe le nostre
labbra,
stanche di camuffare dei sorrisi. Bella svuota il contenuto della
padella su un
piatto, me lo deposita sotto il naso e si siede al mio fianco,
fissandomi con
le mani tese a sorreggerle il volto.
<<
Chissà cosa potrebbe pensare della povera Meg se sapesse che
anche lei si è
data da fare? Con Edward, aggiungerei. >> blatera,
sorridendo vaga, lo
sguardo perso sull’intonaco bianco.
Allontano
disgustato il piatto di uova, notando con malcontento che almeno la
metà della
pozione è carbonizzata. <<
Chissà
cosa potrebbe pensare di sua figlia, che vuole diventare una vampira?
Come
Edward, aggiungerei. >> le faccio eco, con un tono in
apparenza
indifferente. Come previsto, la colpisco nel vivo e vedo la sua bocca
sformarsi
in una smorfia sconcertata, << Non merito le tue uova
carbonizzate.
>> borbotto, porgendole la forchetta,
l’ennesimo sorrisino tirato.
Perla
di saggezza: Se uno nasce vampiro, non puo’ morire
quadr… Anzi, non può morire e
basta! ò_ò
Recensioni:
saradm21:
Ciaooooo!! Davvero ho letto? Bé, questo capitolo serve un
po’ a chiarire le
cose.
:D Allora? Che ne dici del confronto con
Jasper??? *o* io lo adoro!
Fammi sapere. Un bacio, Vale :D
liala90:
Ciao cara *.*
E’ vero, sono un catorcio, chissà
dov’è piazzato
il mio tagliando, sarebbe ora di una bella revisione XD
La “Tizia”, per farla breve, è
Renesmee-Nessie
>___< insomma, le ho pregato il ragazzo, no? xDD
Tranquilla, avrai visto che è proprio quello di
Jacob, il collo. Allora? Che ne dici del capitolo? E lo spoiler?
Lunghetto, eh?
*_*
Ma che altra vampira!! XD per una volta che mi
sono tenuta tu infierisci O.O XDD
Grazie per le continue recensioni, lo apprezzo.
Baci, baci Vale! <3
mary74:
Grazie per l’appoggio!! :D
Bella è
“scialba
e senza sugo” ( complimenti, rendi molto l’idea ;D)
perché, se ti ricordi, nel
libro aveva superato la 24 ore di veglia. xD
Fammi sapere che ne pensi, mi
raccomando!! Bacioooooooo, Vale.
CelesteBlackMaR:
Non ho ancora visto il cartello y___y mi sa che, o sono orba io, o non
l’hai
fatto tu! ^-^ eheheh!
Le perle di saggezza
le avevo scritte in fogli
volanti e bozza incomplete, non so perché xD ma mi
è venuto in mente di inserirle.
E chi l’ha
detto che Meg non si pappa Bells?! U_ù
ecco!
Dimmi
che ne pensi del capitolo, specialmente
della seconda parte, sai, il discorso tra Megan e Jasper *O* mi
è venuto bene??
Fammi sapere, eh? Un bacio “beddazza”
;D.
Vale. <3
|
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Capitolo 36 *** \\ 34. Non-litigi necessari e patatine alla paprika ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 34೬ ೂ❤ ೄ
Non-litigi
necessari e patatine alla paprika
Jacob
Studio
annoiato Bella muovere con calma le uova
dentro la padella sul fornello e faccio roteare tra le dita un tappo di
bottiglia, trovato per caso sul tavolo della cucina. Dalla parte
opposta alla
mia, Charlie mastica voracemente la sua colazione alternando sguardi
interrogativi e confusi, guardandoci entrambi, persi nei nostri mondi.
La
mascella di Charlie continua a muoversi per un altro paio di minuti,
poi lascia
cozzare la posata sul piatto con un tintinnio e ingolla
l’ultimo boccone di
uova, sistemandosi meglio sulla sedia e sollevando un sopracciglio,
perplesso. <<
Jacob, pensavo che dopo il malinteso del bacio non ti avrei visto
più, non che
mi dispiaccia vederti, ma … insomma, cosa vi prende,
ragazzi? >> io e
Bella ci scambiamo un’occhiata, mi volto verso Charlie e mi
chiudo nelle
spalle, lei riprende ad occuparsi delle uova.
<< Non ne
valeva la pena. >> dico alla
fine, chinando lo sguardo sul tappo di bottiglia, adocchio il sacco
della
spazzatura e con un lancio preciso e lineare centro
l’apertura, sospirando
subito dopo.
<< … suppongo che Meg te ne abbia dette
quattro! >> mi prende in giro, in tono scherzoso, faccio
un sorriso
tirato e m’irrigidisco.
<< Diciamo anche cinque. >> il
borbottio sommesso di Bella fa deformare il mio viso in
un’espressione truce,
mentre mi volto a guardarla; mi da ancora le spalle.
<< Era il minimo. >> la difende lui,
sollevandosi pigramente dalla sedia e afferrando la cintura poggiata
sulla
sedia alla sua destra, << povera Maggie. >>
dice scuotendo la testa,
<< Non capisco perché voi ragazze andate in
confusione per dei tipi così
da … copertina. >>
Sgrano gli occhi e inclino la testa, accennando un
gorgoglio di disappunto. << Grazie per la considerazione,
Charlie.
>> gracchio, con fare offeso.
L’uomo si stiracchia e scoppia in una risatina,
allungandosi verso di me nell’angustio spazio della cucina
per passarmi una
mano sui capelli. << Suvvia, Jake, non te la prenderai
per così poco?!
>> esplode, ridendo ancora di gusto. Sbuffo e scuoto la
testa, in segno
di denego, << Bene, campione. Adesso io vado a lavoro.
Niente risvolti
sentimentali mentre sono via, intesi? >> e qua di nuovo
la sua risata
copre il silenzio, << Salutami Meg e dì a
Billy che in settimana gli farò
visita. >>
Annuisco, di rimando, senza ascoltare con molta attenzione
quello che mi dice. << Lo farò
senz’altro. >> accenno serio,
vedendo che non desisteva dal guardarmi, aspettando una risposta.
Saluta la figlia e parte spedito per la porta, il
rombo del motore che si allontana fino a sparire fa nascere un sospiro
di
sollievo da entrambe le nostre labbra, stanche di camuffare dei
sorrisi. Bella
svuota il contenuto della padella su un piatto, me lo deposita sotto il
naso e
si siede al mio fianco, fissandomi con le mani tese a sorreggerle il
volto.
<< Chissà cosa potrebbe pensare della povera
Meg se sapesse che anche lei si è data da fare? Con Edward,
aggiungerei. >>
blatera, sorridendo vaga, lo sguardo perso sull’intonaco
bianco.
Allontano disgustato il piatto di uova, notando con
malcontento che almeno la metà della pozione è
carbonizzata. <<
Chissà cosa potrebbe pensare di sua
figlia, che vuole diventare una vampira? Come Edward, aggiungerei.
>> le
faccio eco, con un tono in apparenza indifferente. Come previsto, la
colpisco
nel vivo e vedo la sua bocca sformarsi in una smorfia sconcertata,
<< Non
merito le tue uova carbonizzate. >> borbotto, porgendole
la forchetta,
l’ennesimo sorrisino tirato.
Mi guarda di sbieco e prende il piatto con le mani,
per poi scaricarlo rabbiosamente dentro il lavello, di nuovo il
tintinnio delle
posate aleggia nell’aria.
<< Quando dovrebbe arrivare Edward? >>
chiedo in tono annoiato, poggiando il mento sulla superficie del
tavolo,
cercando d’ignorare il brontolio del mio stomaco vuoto.
<< A momenti, ma tutto è così vago
da quando
Alice li ha visti. Porta pazienza. >>dice calma,
poggiandosi contro il
marmo logoro che ricopre la superficie dell’angolo cottura.
Il disappunto si rende manifesto, tra le mia
sopracciglia aggrottate, nelle piccole rughe d’espressione.
<< I vampiri
arriveranno tra due giorni, non puoi chiedermi di portare pazienza.
>>
grugnisco, infastidito, schiudendo la bocca per lo stupore.
Il campanello suona, Bella mi guarda con occhio
perplesso e dopo aver sospirato si solleva dal bordo di marmo e avanza
goffamente verso la porta, ciabattando con le pantofole viola che
indossa.
Dopo pochi secondi la voce di Edward risuona nel
corridoio, davanti i miei occhi invece spunta Alice. <<
Ehilà! Scusa per
l’apparizione, ma a volte quei due mi danno la nausea.
>> brontola,
sollevando un angolo della bocca, schifata.
Le indirizzo uno sguardo comprensivo e annuisco,
facendo rimbalzare la testa su e giù lentamente.
<< Ti appoggio. >>
farfuglio. Mi zittisco in tempo per vedere Bella e il suo principe
surgelato
entrare mano nella mano. Edward mi rivolge uno sguardo di sufficienza e
sorride
appena, facendo un cenno del capo nella mia direzione, come per
salutarmi.
<< Ho già trovato un posto perfetto in cui
portare Bella e Meg. >> dice serio, cingendo la vita di
Bella, lei mi
scruta con attenzione, oserei dire con preoccupazione, <<
I vampiri
arriveranno tra due giorni, ciò vuol dire che nel tardo
pomeriggio della
vigilia dello scontro entrambe dovranno essere là, al
sicuro. >> annuisco
e mi alzo dalla sedia di legno scricchiolante in cui era seduto.
<< Bene, avviserò Collin e Brady. Piuttosto,
sei sicuro che quel posto sia irraggiungibile per l’esercito
di vampiri?
>> lui mi osserva con un cipiglio superiore, senza
scomporsi di un
millimetro.
<< Pensi davvero che permetterei a qualcuno
di avvicinarsi a loro? >> mormora, affinando lo sguardo.
La gelosia, una
brutta bestia. Loro?
- Socchiudo gli occhi ed ignoro il bruciore
allo stomaco, il prurito alle mani, il ringhio che preme contro la gola
cercando
di uscire, il pensiero delle sue braccia da succhiasangue intorno a
lei, le sue
labbra su quelle di lei. Freno i pensieri e lancio uno sguardo omicida
ad
Edward; lo trovo intento a studiarmi con un sorrisetto sinistro.
<< Io devo andare. >> sbotto,
improvvisamente confuso, avanzando a falcate verso la porta.
Una presa gracile circonda la mano, in modo
malfermo.
<< Dove? >> mi chiede, la voce lascia
trasparire la preoccupazione che mi è parso di vedere nei
suoi occhi cioccolato
poco prima.
<< Bella, cos’è che non ti
è chiaro del
termine “nemico mortale”? Lasciami andare.
>> delle piccole lacrime
silenziose le solcano le guancie, mi osserva ancora per un
po’, dopo la sua
presa si allenta fino a sparire del tutto.
<< Dove vai? >> mi chiede di nuovo, con
più insistenza.
<< A La Push, devo avvisare il
branco. >> dico, in
tono inflessibile e freddo. Dalla cucina lo sguardo di Edward,
contrito,
osserva la scena. I pugni stretti in una morsa sicuramente letale per
qualunque
umano.
<< Resta. >> balbetta in un singhiozzo
più acuto, << Non voglio che ti facciano del
male. >>
Scuoto la testa. << Io non sono Edward,
mettitelo bene in testa. >> sibilo, tutta quella scena mi
è
improvvisamente chiara. Sta cercando di convincermi a rimanere fuori
dalla
battaglia. << No: questa è stata la risposta
che ho dato a Meg, la tua
non sarà diversa. Hai già il tuo succhiasangue
accanto. Io non c’entro niente.
>> continuo, in tono duro e dandole le spalle mi avvio
verso la porta.
<< C’entri eccome! Sei il mio migliore amico!
Vuoi vedermi da sola? Pensavo ci tenessi a me! >> urla,
le guancie umide.
<< Non sarai sola >> ringhio.
<< Sai cosa intendo… >> soffia,
fievole, inchiodandomi con lo sguardo.
<< Mi stai chiudendo fuori dalla tua vita,
Bella! Quindi anche se dovessi morire non sarebbe affar tuo!
>>
Le mando un’occhiata caparbia e mi chiudo la porta
alle spalle con estrema violenza.
Una volta fuori prendo un respiro profondo e scuoto
lievemente il capo, socchiudendo lo sguardo mentre apro la portiera,
lancio
un’ultima occhiata alla casa e sorrido appena; un sorriso
amaro. << Scusa
Bella, ma almeno così ci sarà una persona in meno
da rassicurare. >> sussurro,
le parole si perdono nel vento. Il cellulare vibra nella mia tasca,
alzo gli
occhi al cielo e lo prendo.
<< Sam, arrivo. >> gracchio, chiudendo
la comunicazione senza dare tempo alla voce dall’altro capo
del telefono di
sgridarmi. Sono per l’ennesima volta in ritardo. Metto in
moto l’auto e scalo
marcia
aumentando di velocità.
I vampiri portano solo problemi. La battuta di
Charlie continua a rimbombarmi nella testa.
Chissà che ci troveranno tutte quelle ragazze in un
tipo come Edward? – Rabbrividisco e con un gesto frenetico
spengo l’autoradio –
Chissà che ci troverà
Meg, in un tipo come Edward?
Una volta arrivato a casa Uley vado di filata in
direzione della porta e la spalanco, ma nessuno si accorge della mia
entrata
precipitosa.
<< Cosa stai facendo?! >> urla Ronnie e
inchioda la sorella con uno sguardo fulminante, strappandole un
pastello a cera
dalle mani, con un dito indica la parete imbrattata di rosso.
<< Che domande! Coloravo, no? >> Meg,
seduta alle spalle di Hope con un pastello blu tra le mani, sorride
impacciata e
si chiude nelle spalle con un ché di naturale quando Ronnie
la guarda in
cagnesco.
<< Che c’è? Ha ragione, fai delle
domande
inutili. >> dice in tono di noncuranza, stringendo la
piccola peste
bionda tra le braccia. La risata melodiosa di Emily arriva a distendere
anche
le mie labbra in un sorriso.
<< Lasciala fare, Ronnie. Le ho dato io il
permesso. In quell’angolo andrà una libreria che
occuperà tutto il muro,
nessuno si accorgerà dei capolavori della nostra piccola
artista. >>
anche lei a quel punto si rilassa. Hope si accorge di me e il suo
visino
s’illumina, scappa dalla presa di Megan con delicatezza e mi
corre incontro,
saltandomi addosso.
L’accolgo a braccia aperte e me la carico sulla
spalla sinistra. Incrocio lo sguardo di Meg, che mi sorride e si
solleva dal
pavimento dov’era seduta per venirmi incontro.
Il mio sorriso si spegne e rimetto Hope a terra, mi
avvio verso di lei e le riservo uno sguardo il più possibile
calmo. <<
Vieni con me. >> tutta la spensieratezza che fino a quel
momento sembrava
avvolgerla scompare e al suo posto rimane una smorfia sconcertata.
Segno che il
mio tentativo di camuffare uno sguardo sereno è stato
inefficace.
<< D’accordo. >> dice piatta e,
annuendo flebilmente, mi segue in silenzio, salutando Hope con una
carezza
frettolosa ai capelli quando le si avvicina confusa, <<
Torno presto, promesso.
>> la rassicura. Afferra la mia mano e si lascia portare.
La sua mano, stretta
ansiosamente alla mia, trema. Ha già capito cosa succede.
Due giorni passano veloci. Un battito di ciglia e
sei nel bosco, in un tardo pomeriggio d’inizio luglio, a
guardare la tua
ragazza e la tua migliore amica sparire nella selva su due lupi enormi,
nel
cuore un mix di preoccupazione ed eccitazione per l’imminente
battaglia e … un
succhiasangue di fianco.
<< Bella ha già lasciato la traccia per
condurli alla radura. Il suo odore lungo il percorso è molto
forte, li manderà
in orbita. Abbiamo la vittoria in pugno. >> mi dice,
faccio finta di
ascoltarlo e noto con un certo rammarico, dal luccichio che intravedo
ad una
lontananza impossibile per un occhio umano, che Megan porta ancora
quello
stupido ciondolo al polso. << Ti da fastidio?
>> mi punzecchia, in
tono tagliente.
<< Infinitamente. >> affermo, pacato,
per non dargliela vinta, ma lui può leggere la rabbia che ho
dentro, quindi è
una partita già persa a tavolino.
<< Dovremo raggiungerle passando da est e poi
a un miglio tagliare ad ovest. Ci vediamo lì.
>> sparisce in un soffio,
mi guardo intorno e vedo che il tramonto è prossimo, meglio
sbrigarsi.
Mi scaglio verso est, ascoltando nient’altro che il
mio cuore battere sotto la pelliccia e il mio respiro scandito al suono
smorzato delle zampe sul terreno, poi percepisco l’odore di
Edward puntare
verso nord ovest, aumento il ritmo della corsa e seguo il tanfo
vampiresco fino
ad una piccola raduna circondata da numerosi pini, così
fitti e vicini tra loro
da creare una barriera naturale abbastanza faticosa da superare
– attraverso i
primi alberi sempre più veloce e spicco un salto, passando
in modo sinuoso tra
lo spazio ristretto presente da un ramo all’altro della
“barriera naturale” –
per un uomo, s’intende.
Una volta arrivato all’accampamento studio con
occhio attento la tenda e sbuffo; le dimensioni sono ridotte, e
dimensioni
ridotte significano poca aria, poco spazio, poca privacy e soprattutto
molta
vicinanza tra Megan e Bella.
Dall’episodio che i ragazzi del branco si divertono
a denominare “lo scambio di coppie” i rapporti fra
loro sono tornati
esattamente come prima, se non peggio, perciò la paura di
una piccola reazione
chimica mi allarma, alquanto. Specialmente sapendola con Edward.
Fortunatamente
ho fatto in modo di rimanere per la notte, domani, per la battaglia,
Seth farà
da guardia. Non è molto d’accordo, ma nessuno
può andare contro la nostra sfida
a morra cinese; ha perso e fa la guardia.
<< Tutto a posto qua? >> chiede dolce
la voce di Amelia, passando un braccio intorno la vita di Bella, con
fare
fraterno. Soffermandomi ad osservarla la trovo cambiata e, anche
vedendo che il
suo cambiamento è indotto da numerosi fattori,
nella mia mente, che cerca di classificarla,
s’imprime un solo
aggettivo: Radiosa. Amelia è radiosa. E non ha niente a che
fare con la pelle
baluginante … o forse sì?
<< Hey, buongiorno! >> scherza Collin,
dando una piccola spinta in avanti a Meg, che troppo impegnata a
portarsi una
mano alla bocca, nell’intento di coprire uno sbadiglio, non
lo calcola neppure.
<< Cosa posso farci se hai una schiena da far
invidia ai materassi ortopedici? >> gracchia,
stiracchiandosi, schiude
gli occhi e accenna un sorriso vedendomi vicino, allunga le braccia e
mi
circonda il collo in modo affettuoso, per poi ricadere a peso morto sul
mio
petto, << Collin mi porta sonnolenza …
>> mi spiega, il viso
completamente scomparso tra i suoi capelli, le braccia e il mio torace.
<< Guarda il lato positivo. Oggi si dorme in
tenda! >> provo a fare lo spiritoso, ma ottengo soltanto
varie occhiatine
truci. Accenno un sorriso imbarazzato e passo oltre.
<< Perché Bella ti guarda come se fossi un
miraggio? >> mi chiede la voce ovattata e insonnolita di
Meg. Capovolgo
il sorrisino in una smorfia di puro sconcerto e scrollo le spalle.
<< Ho solo usato il metodo “faccio finta di
odiarti così non starai in pena quando andrò a
far fuori qualche succhiasangue”
>> mormoro vicino al suo orecchio, annuisce, poi storpia
le linee
leggermente arcuate delle sue sopracciglia, aggrottando la fronte.
<< Ti darei un premio per lo sforzo, ma non
sembra funzionare. Forse Edward le ha detto perché lo fai.
>> faccio una
risatina e le accarezzo la guancia con il dorso della mano scuotendo la
testa.
<< La mia dolce ed ingenua Maggie. >>
la canzono, con un sospiro esageratamente sconsolato, <<
Pensi davvero
che Edward, trovando l’occasione di far credere a Bella che
non m’importi di
lei, non ne approfitti? >> una volta che ho finito di
parlare sollevo
appena un sopracciglio, con fare ironico e scettico.
Amelia c’inchioda con lo sguardo, sostengo i suoi
occhi e affino i miei, concentrato e preoccupato, ma prima che potessi
capire qualcosa
ha già fatto l’occhiolino a Bells in segno di
saluto ed insieme al resto dei
Cullen, Brady e Collin si è dissolta nella foresta,
lasciandoci da soli. Io,
Edward, Meg, Bella e una notte dentro una tenda in cima a un monte
desolato –
se non per pini, cipressi ed aceri.
<< Ho portato le patatine. Sono in tenda.
>> sussurro all’orecchio di Meg, le soffoca una
risata divertita.
<< Bravo Black, vedo che cominci a prendermi
sul serio. >> gracchia, stringe la mia mano e prendendo
un’ultima boccata
d’aria socchiude gli occhi, << Dio dammi la
pazienza, perché se mi dai la
forza la strangolo a mani nude. >> sibila a denti
stretti, si aggrappa
ancora una volta al mio collo e mi stampa un bacio sulle labbra, si
costruisce
un sorriso eccessivamente grande, chiaramente falso, ed entra in tenda,
dove
già sono sia Edward sia Bella.
Osservo la scenetta divertito e aspetto un minuto
prima di entrare in tenda. Che
la serata abbia inizio!
Due ore dopo
l’ingresso dentro la tenda stiamo
ancora seduti in silenzio, scrutandoci a vicenda senza poi tanto
interesse
reale nei confronti del colore strano e più inquietante del
solito degli occhi
di Edward o della fantasia sul cappello infeltrito che indossa Bella.
Siamo ai due lati opposti, non serve molta
immaginazione per vedere che una linea netta divide in due la tenda e
che
ognuno di noi fa il più che possibile per non respirare
neanche l’aria che
circola dalla parte opposta della linea, pur ammettendo che le
dimensioni
ridotte dello spazio a disposizione sono tutt’altro che
illimitate. La
temperatura è scesa, siamo molto in alto e anche se
è quasi estate inoltrata
non ho il minimo dubbio sul tempo. Nevicherà. So che lo
farà perché lo sento
nell’aria; è uno dei vantaggi
dell’essere mezzo lupo: sono sensibile ai
cambiamenti climatici.
Meg si accovaccia contro il mio fianco destro e si
sporge verso Edward senza esitare, mormorando un grazie sincero ed
imbarazzo, quando
lui le tende il suo giaccone. Bella sta cominciando a tremare anche se
ha già
addosso tanta di quell’imbottitura da poter riscaldare un
elefante.
Vorrei dirle di staccarsi dalla sanguisuga e
sedersi al mio fianco, in modo da poterle scaldare entrambe, ma non so
come potrebbe
prendere questo mio improvviso cambio di rotta. Potrebbe offendersi o
– peggio
ancora – ricominciare a supplicarmi di rimanere facendo gli
occhi languidi
sotto le ciglia umide di lacrime. So che non le darei retta neanche se
volessi,
ma mi farebbe male crearle altro dolore, riportare a galla la
preoccupazione
che so già prova per la mia sorte. Dopotutto, mi sono
comportato da stronzo
però, l’ho fatto per evitare strazianti
conversazioni prima della battaglia; in
quanto Megan: mi ha promesso che non farà storie, che mi
lascerà andare.
<< Come fa a dormire? >> farfuglia Meg,
la voce le trema. Solo in quel momento, riscuotendomi dai miei
pensieri, mi
accorgo che Bella è acciambellata su se stessa con un
espressione beata sul
viso.L’ennesima pesante coperta di lana che Edward le ha
caricato sulle spalle
ha annullato il suo tremore.
<< Sapevi che avrebbe nevicato. >>
sussurro, rivolto ad Edward. Lui si chiude nelle spalle e tira fuori
dallo
zaino da trekking altre coperte.
<< Con Alice niente è una sorpresa. Me le ha
portate Amelia. Meg, ne vuoi una? >> lei, stretta ancora
nella sua
giacca, facendo un gesto fluido gliela restituisce e con impaccio
prende in
cambio due coperte dall’aria pesante, avvolgendosi in modo
che spuntassero dal
groviglio solo gli occhi e qualche ciuffo di capelli.
Edward ride sommessamente e io non posso che
accennare un sorriso, non tanto per l’aria straordinariamente
buffa che assume,
quanto per il sonoro sospiro di sollievo che fa, accogliendo il tepore
delle
coperte.
<< Bene, fattore freddo battuto. >>
puntualizza Edward, guardandomi di sottecchi con un pizzico di
sottintesi nella
voce. Meg rantola e fissa contrariata Edward, ammonendolo. Lui fa finta
di non
capire e con un accenno allo zaino aggrotta lo sguardo.
<< Che c’è? Ne vuoi
un’altra? >> Gli
occhi di Megan si alzano verso il soffitto della tenda, roteando,
scuote la
testa e con un altro grugnito gli tira un calcetto, Edward assume
un’espressione perplessa, << Bene, ora utilizza
anche il linguaggio dei
segni. >>
<< Ha sempre un’idea nuova e originale quando
decide di punirti o di farti sentire in colpa. E fino ad ora ognuno dei
metodi
ha dato i suoi frutti. Credimi, non lo dico per dire. >>
borbotto, con
l’aria di chi la sa lunga, una smorfia e uno sguardo
altezzoso incorniciano il
mio viso.
<< umh-uh! >> enfatizza Meg, imitando
la mia espressione altezzosa e annuendo decisa, rivolta ad Edward.
La nostra conversazione viene interrotta dai
farfugli di Bella. Edward si china su di lei in un lampo e cerca di
capire cosa
mormora nel sogno. << Jacob, il mio… Jacob.
>>
Due occhiate fulminanti mi guizzano sul viso,
sbianco e sgrano gli occhi. << C-come? >>
balbetto.
<< Io vado a prendere un po’ d’aria.
>>
dice in tono basso Edward. Meg si divincola dal groviglio di coperte
come una
farfalla che tenta di uscire dalla sua crisalide, ma non appena le se
mani sono
sbucate dall’involucro di lana lui si è
già chiuso la zip dietro, lasciandoci
con Bella che continua a ripetere il mio nome e – meno
frequentemente – il suo.
L’espressione di Meg si fa omicida mentre,
incurante del freddo, scalcia le coperte in malo modo e, liberandosi
del tutto
da quell’impaccio, gattona verso Bella. <<
Forse potrei… >>
L’afferro per il fianchi e la blocco, tirandomela
addosso. << Meg, no! >> cerco di impormi a
lei, ma la mia voce poco
convinta non sortisce l’effetto desiderato. Continua a
divincolarsi.
<< Lasciami andare… lasciami, una volta per
tutte… io, io la… >> le tappo la
bocca e sospiro.
<< Sempre la stessa storia. Non puoi metterci
una pietra sopra? >> mi risponde con un occhiata offesa,
affonda la
schiena sul mio petto ed incrocia le braccia.
<< E’ sempre lei. >> gracchia.
<< Mi avevi detto che non te la saresti
mangiata. >> cerco di sviare il discorso, futtandola sul
ridere. Lei si
volta e mi guarda annuendo cauta.
<< Lo so, ma non ho ancora visto neanche
l’ombra delle mie patatine alla paprika. >>
mugugna.
Sbuffo e mi allungo verso lo zaino, afferrando un
pacchetto rosso di alluminio. << Ecco qua. Ora
però rilassati. >>
cantileno, come una mamma che parla con il figlio capriccioso.
<< Il mio Jake… >> sussurra
ancora Bella.
<< Zitta, bradipo! >> ringhia allora
lei, le paro il pacchetto di patatine davanti e la freno delicatamente,
il suo
viso si rilassa alla vista dell’involucro rosso,
<< Ringrazia Jacob per
averti salvato. Ah e per la cronaca non è il tuo
Jacob… è il MIO Jacob, stupido
automa. >> poi si ficca una patatina in bocca e comincia
a masticare
rumorosamente.
<< Meg, sta dormendo. >> le faccio
notare, sorridendo. Pur essendo decisamente uscita dai gangheri
continua a
mandarmi in confusione come se stesse sfilando con passo sensuale e
poco
vestita davanti i miei occhi. Magnifico.
<< Lo so, ma devo pur sfogarmi. >>
prova a dire, con la bocca piena di patatine, << Ne vuoi?
>> mi
chiede dopo, porgendomene una.
<< Perché no? >> dico, e la
prendo per
portarmela alla bocca. Lei sorride e mi bacia le labbra. Un bacio alla
paprika.
<< Ho il presentimento che sarà una notte
mooooolto lunga. >>
borbotto, masticando ancora.
Lei, con la bocca troppo piena, annuisce soltanto,
ingolla il boccone e prende una boccata d’aria, poi abbozza
un sorriso.
<< Oh sì, ci puoi contare. >>
esplode.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Hola a todos! ¿como
estas? Estoy bien… e lo
spagnolo mi da alla testa -.-“ xD
VALE!! O_o come mai aggiorni di già???
Ehhhh, ditelo che c’avete pensato!! U_U Beeee’
avevo un po’ di tempo libero e visto che avevo promesso di
postare più spesso,
eccomi qua!!
T_T Inutile dire che mi sento un tantino
abbandonata a me stessa per la questione
“recensioni” anche perché le visite ad
ogni singola pagina superano le 100 visualizzazioni e mi sembra
riduttivo il
numero di 3 recensioni. BASTA, STO SEMPRE A LAMENTARMI!!
>___<
Ho
delle news!! *-* ho aggiornato il mio blog e ho
deciso di curarlo e di postare tante anticipazioni ed extra…
e così potrò anche
parlare con tutte voi ;DD
E’ sul sito Blogger,
per chi non lo conoscesse: la
visualizzazione è permessa anche agli utenti non registrati
e per chiunque volesse
intervenire, commentando i miei post, la registrazione è
assolutamente gratis e
senza impegno! Ecco il nuovo blog :
Shiny-shimmer: http://shiny-shimmer.blogspot.com/
by Sei_Nel_Anima 2oo9 ;DD
Bene,
vi lascio allo spoiler! (per chiunque volesse leggere gli spoiler da oggi in
poi dovrà
consultare il blog)
(Il
prossimo capitolo sarà quello della battaglia e
sarà in via del tutto eccezionale a doppio P.O.V.
Quindi vi lascio una piccola anticipazione per
quanto riguarda il P.O.V. Meg e il P.O.V. Jake.)
P.O.V
Megan…
<< Sei un'egoista.
Non hai nemmeno provato a parlare con Jake del matrimonio,
perché hai paura che
ti volti le spalle! Se rimanessi da sola
non avresti più qualcuno da abbracciare quando
Edward è via o quando desideri
un po' di calore umano, mi sbaglio? Non credo che un morso e del veleno
nelle
vene possano rendere il tuo cuore più duro e freddo di
quanto non lo sia già.
>> quasi urlo, tanto che Edward fa irruzione nella tenda
e mi lancia uno
sguardo truce alla vista della sua fidanzata, sbiancata e inorridita
dalle mie
parole.
Adirata mi alzo ed esco
dalla tenda lasciando a Edward il tempo di calmare Bella, ho parlato
più del
necessario e la cosa più strana era che le cose dette le
pensavo davvero.
Calcio la neve con gli scarponi larghi che indosso e guardo
distrattamente il
cielo limpido, nessuna delle piccole nuvole candide sembra ricordarsi
della
nevicata di ieri.
P.O.V.
Jacob…
<< Jacob, sei un
idiota! >> grida la voce incaponita e smorzata di Leah. "L'idiota sei tu" vorrei dirle
"Dovresti ringraziarmi!".
Ed invece urlo di nuovo, provo a muovermi e il dolore si triplica.
Strizzo gli
occhi e serro la mascella, rantolando.
Recensioni:
mary74: Ti
è
chiaro tutto? O.O aspetta, ti faccio un piccolo excursus :D
Megan:
vuole che
Jacob rimanga con lei durante la
battaglia:
Jacob:
vuole
combattere contro l’esercito di
neonati e spera nella presenza dei Volturi ( perché come sai
in questa storia
sono i Volturi che incaricano Victoria di creare un esercito);
Bella:
come nel
libro di zia Stephy chiede a Eddy
di restare con lei, cosa che ottiene;
Edward: Non vuole che Megan faccia
presente agli
altri le sue idee (mandare lui a combattere e risparmiare Jacob)
perché tutti avrebbero
finito per darle ragione e sia Jake sia Bells se la sarebbero presa con
lei. Jake perché vuole
partecipare alla battaglia, ma è costretto
a restare con loro mentre Edward va a combattere; Bells
perché Edward, appunto,
va a combattere.
Lo so, sono contorta! XDD Ora
è tutto chiaro? Se vuoi puoi anche usare
il mio blog per chiedermi qualcosa di più approfondito! Un
bacio, Vale, alla
prossima <3
CelesteBlackMar: Ciao! :) Ti
capisco, la lettura è lenta, specialmente quando si
hanno un sacco di compiti. L’importante comunque è
leggere e poi recensire U_U
da brave! XD ahahah
Avrei dovuto lasciare
Megan affondare le sue fauci nella carne flaccida di Bella?? Nah, ti do
due
motivi: primo, malattie infettive. (Pensa che schifo); secondo,
c’avevo pensato
per davvero, ma purtroppo poi mi sarei ritrovata senza Bellina-mammina,
quindi “no Bellina, no Nessie” >___<
E A ME
NESSIE SERVE!
Però ciò non
toglie che la mia Maggie volesse ucciderla (mi riempie
d’orgoglio, questa
ragazza ù_ù) *O* mi sono divertita un sacco a
scrivere quel pezzo :DD Apprezzo
il tuo “fare la persona seria” Ma a me vanno bene
anche gli scleri, visto che
sia le mie recensioni (tu ne sai qualcosa) sia le mie risposte alla
recensioni
sono u tantino poco serie. xDD ahah. Cavolo x.x è proprio un
trauma quello
delle recensioni, chissà perché sono calate poi,
non mi ricordo un tale calo l’anno
scorso >_______< Un bacio, alla prossima!
P.S. Bello, il
cartello. xDD
liala90: Ciaooo!
Concordo! Anche
a me sta tanto sulle balle Bella *-* l’assonanza
“balle-Bella” è magnifico,
complimAnti!! *ç*
Allora
suppongo sarai contenta dello sfogo di Megan, voleva ucciderla per
davvero *O*
( come ho già detto: Questa ragazza mi riempie
d’orgoglio xDD)
Megan
, nel prossimo capitolo, farà un discorso
simile a quello che hai fatto tu nella tua recensione :)
perciò è inutile dirti
che hai perfettamente ragione riguardo a tutto!
Nessie non avrà l’imprinting proprio con nessuno,
anche se i Jake\Nessie non
mi
dispiacciono per niente, Meg viene prima di tutto e di tutti
U_U… che poi, in
confidenza, che cacchio ci sta a fare Nahuel, allora? ;DD ehehe,
vedremo U_U
Cambiare idea??? PERCHE’ DOVRESTI? O_o .. hai tutto
il mio appoggio! ù_ù
Le tue recensioni mi piacciono, sei fallita nel tuo
intento di tirarmi su il morale X_X
Un bacio, alla prossima ( capitolo della battaglia
°W°) ti adoro. Vale.
|
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Capitolo 37 *** ~ 35. La battaglia ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 35 ೬ ೂ❤ ೄ
LA
BATTAGLIA
Jacob
Poco prima di andare incontro al
nulla…
Apro
gli occhi e mi stiracchio, facendo molta attenzione a
non svegliare Megan, che dorme placidamente con la guancia poggiata sul
mio
stomaco e almeno tre coperte addosso.
Mi volto verso Edward, notando un’espressione atona sul
volto pallido. << Ormai manca poco. >>
dice, lo sguardo perso in
chissà quale mente, indifesa al suo setaccio.
<< Seth? >> mi limito a chiedere,
assonnato,
<< E’ già arrivato? >>
<< E’ fuori. Ti conviene sbrigarti se vuoi
andartene
in tempo per essere utile. >> continua. Chino lo sguardo
su Megan e le
accarezzo la guancia, sospirando.
<< Promettimi che ti prenderai cura di lei. Qualunque
cosa potesse succedermi. >> sussurro. Mi sento
così stupido a chiedere un
favore del genere proprio a lui, ma mi trovo costretto a farlo.
Non vedo la reazione del vampiro, attento come sono ad
imprimere nella mia mente il viso di Meg, ma sento chiaramente lo
spostamento
d’aria che provoca annuendo, non appena alzo lo sguardo lo
trovo a guardarmi
con uno occhio imperscrutabile.
<< L'avrei fatto anche se non me l'avessi chiesto.
>> mi dice, in quello che vorrebbe essere un tentativo di
consolarmi e
rassicurarmi.
<< Lo so, l'avresti fatto. >> mugugno, con
una
punta di amarezza chiaramente espressa nella voce a quell'ennesima
dimostrazione di simpatia fin troppo spinta nei confronti della mia
ragazza.
Con molta delicatezza la sollevo dal mio petto, cercando di
fare meno rumore possibile e di minimizzare i gesti, proprio per non
svegliarla. Non voglio che mi veda andar via.
Edward accorre in mio aiuto, reggendo in una presa dolce il
corpo di Meg mentre io le sistemo sotto il sacco a pelo, stendendo
frettolosamente con le mani il tessuto di nylon verde che lo
costituisce.
Una volta dopo averla adagiata sul sacco a pelo e averle
rimboccato le coperte scambio uno sguardo con Edward, lui lo ricambia.
<< Sai, se solo tu non fossi un licantropo, un
testardo ed un immaturo, forse mi staresti a genio. >>
sussurra Edward,
accennando un sorriso vago.
<< Sai, se solo tu non fossi un odioso e disgustoso
succhiasangue depresso, forse ... Be', no, neanche in quel caso.
>> un
ululato c'interrompe, sospiro, gattono fino all'entrata della tenda e
senza
voltarmi indietro esco, chiudendomi la zip alle spalle.
Un manto di neve candida copre omogeneamente l'intera
vallata, facendola apparire quasi abbagliante per i miei occhi,
assonnati e
ancora non abituati alla luce del giorno.
Al limitare est della piccola radura, tra le scarse macchie
di vegetazione che verdeggiano - laddove la foresta, grazie alla
fittezza dei
rami, non ha permesso la sera precedente il passaggio alla neve -
percepisco la
presenza di Seth. Concentrandomi su nient'altro se non sul suolo sotto
i miei
piedi mi sfilo la maglietta, lasciandola adagiare sulla neve, e con due
calci
mi libero facilmente delle scarpe da tennis, restando in bermuda. Io,
la neve
che si scioglie a contatto con la pelle incandescente dei miei piedi
nudi, la
foresta, i vampiri, la battaglia. Dilato le narici, assaporando l'odore
freddo
e pungente della neve e di qualche fiore sopravvissuto alla fioccata di
ieri.
Niente odore di vampiri nei dintorni. Tendo le orecchie, ma non sento
alcun
rumore, se non fosse per i respiri di Meg e Bella, quello di Seth ed il
mio, il
silenzio sarebbe tanto profondo da assordarmi.
Dei passi svelti e goffi trapassano il mio affinato udito, concentrato
sui minimi rumori che cercavo di intercettare, traballo per la sorpresa
e serro
la mascella. Merda, addio concentrazione
e inflessibilità. << Te ne vai?
Senza nemmeno dirmelo? >> cerca
di rimproverarmi, ma il fiatone dovuto alla corsa glielo impedisce,
facendola
piegare su se stessa per riparare allo sforzo.
<< Pensavo sarebbe stato meglio per entrambi.
>>
sussurro, continuando a darle le spalle, se mi volto sarà
tutto ancora più
difficile, << Seth farà da guardia e da
mediatore tra noi e voi per tutta
la durata dello scontro. Ti prego. Niente colpi di testa, intesi?
>>
<< Intesi. Però, adesso che ne dici di
voltarti.
>> riprende a dire, la sua mano si poggia sulla mia
spalla e prova a
voltarmi, la assecondo e i miei occhi si perdono negli arabeschi che
formano i
suoi capelli spettinati sulle guancie rosate.
<< Cerca di non mangiarti Bella durante la mia assenza.
>> le dico, sorridendo.
Lei abbozza un sorriso e china lo sguardo. << So che
ho fatto una promessa, ma non credo la infrangerei dicendoti di fare
attenzione. >> prende un respiro e torna a ricambiare il
mio sguardo.
<< Perciò... fai attenzione. >>
Mi avvicino al suo viso e le scocco un bacio sulla bocca,
accarezzandole la guancia, poi mi blocco preoccupato, non sentendo le
sue
labbra rispondere alle mie.
La trovo a serrare gli occhi, due piccole lacrime ai lati delle
ciglia scendono lente. Con un gesto frenetico le spazza via usando
l'angolo
della coperta che ha addosso. << Scusa, non... non volevo
piangere, ma
pensandoti là, i-io... >> la interrompo
scuotendo la testa.
<< Shhhh. >> le sibilo all'orecchio,
stringendola in un abbraccio. << Tornerò molto
prima di quanto speri.
Vedrai. >>
<< Vedrò... >> sussurra, come se
stesse tentando
di auto convincersi.
<< Esatto. >> le rispondo, usando il suo
stesso
tono di voce, basso e cantilenante. Ridiamo sommessamente, poi
l'abbraccio si
scioglie.
<< Fai attenzione. >> Alzo gli occhi al
cielo e
borbotto un’imprecazione.
<< L'hai già detto. Se continuerai a farlo
finirai per
portarmi sfiga. >> la punzecchio.
Mi molla un lieve pugno sulla spalla per ripagarmi della
battutina di pessimo gusto e si protende sulla punta dei piedi per
arrivare
alle mie labbra. << Ti amo. >>
Sorrido e lascio la mano che le stringevo fin dall'inizio
della conversazione. << Lo so, briciola. Per questo
tornerò tutto intero.
>> le strizzo l'occhio e in un attimo sono un lupo; un
lupo che corre
veloce e pensa solamente ad uccidere i mostri che attentano alla vita
delle
persone che ama.
Megan
…Lacrime
salate, sangue sul palato,
rabbia…
A
volte penso che ci sia sempre di peggio a ciò che
è già
peggiore di suo.
<< Dov’è Edward? >> la
voce preoccupata ed
impastata dal sonno di Bella riaccende i miei istinti omicidi. Sarei
pronta a
sfogare tutto il mio malumore su di lei. Sarebbe un bel pretesto per
giustificarmi davanti una corte marziale: Esaurimento nervoso;
così, invece di
sbattermi in prigione, mi mandano al manicomio.
<< Fuori, con Seth. >> grugnisco,
guardandola
per un millesimo di secondo, con sufficienza.
<< E Jacob? >> il sangue si congela nelle
vene,
faccio un respiro sconnesso e apro la bocca, tentando di rispondere,
con
difficoltà notevoli.
<< ... è già andato.
>> soffio riluttante alla
fine, con sforzo inumano, chinando lo sguardo sui miei piedi. So che
anche lei
soffre per l'assenza di Jacob, ma di certo vederla piangere per lui non
mi
sarebbe d'aiuto. Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e stringo
i pugni
così intensamente da far sbiancare le nocche.
<< Non gli hai ancora detto
niente del matrimonio. Ormai manca poco. >> dico,
cambiando completamente
argomento. Torno a guardarla giusto in tempo per vedere il suo viso
farsi
contrito.
<< Non credo gliene importi niente dopo la scenata a
casa mia. >> balbetta. Sollevo gli occhi al cielo.
<< Se prima di oggi pensavo fossi tonta, adesso invece
ne ho la conferma! >> borbotto, portandomi le mani alle
tempie, scuoto
leggermente la testa e le riservo un sorriso ironico, <<
L'ha fatto per
non dover frenare le lacrime di qualcun'altro. Non è forte
come credi, avrebbe
ceduto facilmente alle nostre richieste combinate insieme.
>>
Le lacrime affiorano sugli occhi di Bella, ma prima che
possano ricaderle sulle guancie se le asciuga. <<
Perché rischiare la
vita? >> sussurra.
So di dover prendere le sue difese, pur sentendomi toccata
dalla sua domanda. Così mi chiudo nelle spalle e con voce
atona dico: <<
Per combattere la guerra servono soldati. Non puoi portare tutti in
salvo sul
cucuzzolo di una montagna. >>
lei
scuote la testa, adirata.
<< Megan, la guerra è morte. >>
dice, sento
ancora una volta che ha ragione, stringo i pugni e freno le lacrime per
l'ennesima volta.
<< E tu, invece? Lo fai realmente perché gli
vuoi bene
o perché senza i tuoi giocattoli da spupazzare ti
annoieresti a morte? >>
sbotto, più acida e sincera di quanto credessi.
Bella si morde il labbro e china lo sguardo. << Quello
che dici non ha senso. >> sussurra.
<< Sei un'egoista. Non hai nemmeno provato a parlare
con Jake del matrimonio, perché hai paura che ti volti le
spalle! Se rimanessi
da sola non avresti
più qualcuno da
abbracciare quando Edward è via o quando desideri un po' di
calore umano, mi
sbaglio? Non credo che un morso e del veleno nelle vene possano rendere
il tuo
cuore più duro e freddo di quanto non lo sia già.
>> quasi urlo, tanto
che Edward fa irruzione nella tenda e mi lancia uno sguardo truce alla
vista
della sua fidanzata, sbiancata e inorridita dalle mie parole.
Adirata mi alzo ed esco dalla tenda lasciando a Edward il
tempo di calmare Bella, ho parlato più del necessario e la
cosa più strana era
che le cose dette le pensavo davvero. Calcio la neve con gli scarponi
larghi che
indosso e guardo distrattamente il cielo limpido, nessuna delle piccole
nuvole
candide sembra ricordarsi della nevicata di ieri.
Piano inizio a sentire le gambe tremare, fino a quando,
cedendo, mi ritrovo seduta sul suolo freddo. Mi chiedo se tutto questo
non sia
un fardello troppo grande per la mia testa. Forse prima o poi
esploderò. Un
pelo color sabbia struscia contro la mia mano destra, apro gli occhi e
mi
ritrovo davanti Seth.
<< Ce l'hai con me, eh? Sono stata una strega con
Bella, dopotutto anch'io ho tentato di far restare Jacob. Non avrei
dovuto...
sono un'egoista, lei è riuscita nel suo intento, ma la colpa
rimane anche se
sono stata un'incapace nel persuaderlo. Anch'io considero Edward o te
un
fantoccio con cui giocare, allora? Non son... >> il muso
attento di Seth
viene trafitto da un gemito di dolore, un guaito mi ferma. Tendo le
orecchie,
oltre i lamenti di Seth la foresta continua ad essere silenziosa. Un
brivido mi
percorre la schiena. << Cosa? >> gli
chiedo, a voce bassa. Come
risposta ricevo un rantolio sinistro. Lo stringo al collo e socchiudo
gli
occhi.
<< Sono arrivati? >> mi limito a chiedere,
con
un sussurro quasi totalmente impercettibile all'udito di un comune
mortale.
Un'altro guaito, il muso di Seth si accuccia sulla mia spalla.
<< Sono
qua. >> soffio, strizzando gli occhi e chiudendo i pugni
sulle spalle
lupine di Seth, quando le urla ed i guaiti giungono anche al mio
orecchio. E'
iniziata.
<< Megan... >> mi sussurra Edward,
all'orecchio,
<< vieni, andiamo dentro. >> lo guardo
senza vederlo davvero e
scuoto la testa.
<< Resto qua. >> fiato.
<< Io non voglio che tu... >> non finisce
la
frase e mi poggia una mano sulla spalla.
Un urlo ovattato sconvolge l'aria. Seth guaisce, strizzo gli
occhi e affondo di più le dita nella sua pelliccia.
<< Non m'interessa di
cosa vuoi, io resto qua. >> sibilo e mi scrollo la sua
mano di dosso. La
mia famiglia sta combattendo per me, voglio sentire quello che succede.
Un guaito trafigge la gola di Seth. Mi mordo il labbro fino
a sanguinare. Tutto questo non può che essere una prova
schiacciante: Il mondo
non è avvolto dalle bugie, ma è una bugia di per
sé. Stare qui a soffrire in
silenzio, mentre le altre persone vivono la loro vita non credendo
all'esistenza dei mostri che invece fanno parte della mia vita mi fa
infuriare,
sapere che per quelle persone il loro dolore non esiste, mi fa piangere.
Forse per questo sono soddisfatta sentendo il gusto del
sangue sul palato o le guancie zuppe di gocce d'acqua salata. Mi
aggrappo con
veemenza al collo di Seth e lancio un urlo soffocato. <<
Basta! Fateli
smettere! >> urlo, Seth mugola e poggia la testa contro
la mia, lui sta
assistendo a tutto. << Basta... >>
sussurro, << adesso, basta.
>> continuo, la voce sempre più fievole.
Edward è di nuovo al mio fianco. << Vieni
dentro, hai
sentito abbastanza. >> sussurra premuroso ad un
centimetro dal mio
orecchio, mi solleva tra le braccia e sento solo la tempia gelarsi
contro il
suo petto. L'udito cerca un battito che non c'é.
<< Jacob. >> deliro, socchiudendo gli
occhi,
ancora grondanti di lacrime.
<< Sta per finire Meg, stiamo vincendo. >>
mi
rassicura Edward, carezzandomi il viso e poggiandomi sul sacco a pelo
di nylon,
dove mi affretto nel sedermi, nascondendo il viso tra le gambe, strette
al
petto.
<< Le sanguina il labbro. >> balbetta
Bella, turbata
dai miei modi di fare.
<< Nervosismo. E' chiaramente sotto shock.
>> le
spiega professionale Edward, si avvicina a me con un fazzolettino e mi
tampona
il labbro inferiore. Lo allontano in malo modo e gli strappo il
fazzolettino di
mano.
<< Lasciatemi in pace! >> quasi ringhio. So
che
in questo momento sono più simile io ad un lupo selvaggio
che Seth, ma non
m'importa. Non m'importa più niente. Voglio soltanto sapere
che è finita e che
d'ora in avanti non dovrò più avere paura. Lo
desidero con tutta me stessa.
Poi una voce acuta e petulante rompe l'aria: << Pensavate di potervi
nascondere? >>
Jacob
…
Il prezzo della battaglia…
Attraverso
gli occhi di Seth vedo palesemente tutto quello
che succede nella radura. Guaisco quando scorgo il viso di Meg e schivo
l'attacco di un neonato. I pensieri dei miei compagni di branco mi
rimbombano
in testa:
Jacob,
concentrati!
Non vorrai farti
ammazzare?!
Attento, alle spalle!
Con un balzo mi volto e stringo tra le fauci l'arto superiore
di un biondino, con uno slancio violento glielo stacco e lo atterro,
poggiandogli una zampa per spalla. Finirlo una volta bloccato
è semplice e
veloce. Emmett mi schizza davanti come una scheggia e tendendo un
braccio ne
blocca a terra un altro, afferra la testa e stringendola possentemente
con
entrambe le mani gliela stacca di netto dal collo, lasciandolo inerme.
Paul
ringhia, di fronte ad un altro. Mi guardo intorno, siamo in metto
vantaggio.
Magari potrei andare da Megan, ormai manca poco. Erano circa venti
vampiri per
noi e venti per i Cullen. Dovremmo avere quasi finito.
Combattere non m'interessa, voglio confortarla, farle vedere
che sono sano e salvo e... I pensieri di Seth mi fanno rizzare il pelo.Victoria li ha trovati. E' lì. E vuole
Megan.
Com'è possibile? -
ringhio, fuori di me, uccidendo con furia un neonato - Sam!
Devo andare da loro!
Jacob, c'è ancora
bisogno di te qua! - dice lui, mettendosi in posizione
d'attacco e
ringhiando ad una neonata.
Hai voglia di
scherzare?! - urlo mentalmente, adirato. Anche lo sguardo di
Leah si solleva
sconcertato su di lui.
Vuoi lasciare da soli
Seth e Megan? - replica lei, schivando una gamba del neonato
che Jared sta
smembrando.
Seth sa benissimo
cavarsela da solo e c'è anche Edward lì con lui.
Jasper e Derek con molta cura passano in rassegna i corpi e
li bruciano, mentre noi continuiamo ad abbattere gli altri, che
sembrano non
finire mai. Mentre ne faccio fuori uno dopo l'altro assisto alla
battaglia di
Seth ed Edward contro Victoria ed un certo Riley, il suo pupillo a
quanto pare.
Bella e Megan, terrorizzate, stanno ai bordi della tenda.
Edward cerca di parlare con Riley, convincendolo a non
attaccarli, dicendogli che è tutta una farsa, che Victoria
non lo ama, che lei
voleva soltanto uccidere Megan, perché é stata
lei ha far innamorare James, e
Bella perché vuole che chi l'ha ucciso - ovvero Edward -
capisca il suo dolore.
Lui non sembra ascoltarlo granché.
Sam dilania le membra di uno degli ultimi neonati rimasti,
mi guardo intorno, affinando lo sguardo, cercando di contare le nostre
vittime.
Venti. Devono essere venti.
Improvvisamente il dolore di Seth mi coglie in pieno,
facendomi appannare la vista. Riley l'ha ferito.
Seth, stai in guardia!
- ringhio e stringo la mascella.
Sono tutti! Abbiamo
finito! - dice in tono soddisfatto Quil – venti vampiri, li ho contati io stesso.
Un urlo di Meg mi fa ridestare dalla lotta e ancora una
volta le cifre nella mia testa si perdono.
Vedo Edward lottare con Victoria e Meg graffiarsi le mani
per togliere dalle mani di Bella una pietra appuntita.
Cosa pensava di fare quella ragazza?
La lotta si fa più dura e Seth viene ferito un paio di volte
prima si staccare un braccio a Riley. Quel neonato è
incredibilmente capace per
essere così giovane. Victoria ed Edward continuano a
guizzare così velocemente
da sembrare inconsistenti, ad un certo punto la chioma rossa della
vampira è
per terra, il suo volto inespressivo. Stessa cosa per Riley. Edward
prende un
accendino e da fuoco ai corpi. Sospiro sollevato quando gli occhi di
Seth si
concentrano su Megan: Ha un labbro spaccato e le mani scorticate, ma
sta bene.
Leah! Stai attenta!
- uno spostamento d'aria mi fa sobbalzare.
Ringhio e mi avvento contro il neonato che presuntuosamente
Leah ha deciso di affrontare da sola, cercando di puntare alla gola. La
scanso in
modo brusco, per evitarle ferite.
Nella fretta di salvarla però, non calcolo bene la distanza
né tanto meno la stazza o la posizione in cui si trova il
neonato. Sento una
fitta soffocante sulla spalla destra, uno spasmo trafiggermi il
cervello, inaspettatamente
tutto diventa nero e tante piccole scintille bianche annullano la mia
capacita
di ragionare, facendomi piombare nel dolore più intenso che
io abbia mai
sentito. Ululo straziato, ma invece di sentire il verso animale che mi
sarei
aspettato non percepisco altro che un urlo angosciante, umano. Il mio.
<< Jacob, sei un idiota! >> grida la voce
incaponita
e smorzata di Leah. "L'idiota sei
tu" vorrei
dirle "Dovresti ringraziarmi!". Ed
invece urlo di nuovo, provo a muovermi e il dolore si triplica. Strizzo
gli
occhi e serro la mascella, rantolando.
<< Jake, fratello? Stai tranquillo, ti portiamo a
casa. >> sussurra la voce di Embry al mio orecchio. Mi
sento sollevare da
terra ed il dolore si fa più forte ancora. Urlo di nuovo,
poi chiudo gli occhi
e provo ad ignorare la mia sofferenza, mentre i ragazzi camminano a
passo
prudente verso La
Push.
Megan
…
Ricominciare insieme, con qualche
cicatrice.
Un altro urlo tanto tormentato
da sembrare inumano trapassa
la porta chiusa, tremo e nascondo il viso contro il collo di Seth,
soffocando
un singhiozzo, lui mi stringe forte, Ronnie mi carezza la schiena. La
mia mano tiene
forte quella di Zio Billy, anche lui trema. <<
Perché ci sta così tanto?
>> soffio, la voce martoriata dal pianto. Come anche gli
occhi e tutto il
resto.
<< E'
per il suo bene,
se le ossa si rimarginano troppo in fretta finirà per essere
ancor
peggio... >> dice Sam, la voce provata fa perdere
solidità alla
spiegazione.
Ancora un urlo.
Stringo la mano dello zio Billy e sopprimo
un grido.
Quando Edward ci ha
detto di Jacob mi rifiutavo di crederci.
Bella si è accasciata al suolo, io continuavo a guardare il
vuoto mentre nella
mia testa l'immagine di Jacob ferito prendeva consistenza.
Più appariva chiara
più mi ripetevo che era impossibile. Che
illusa.
Quando sono tornata a
casa ho trovato Zio Billy in lacrime
"La parte
destra del corpo é del
tutto rotta"
mi ha spiegato. A quel punto mi sono sentita il fiato
mozzare e gli occhi bruciarmi. Ho urlato. E ho pianto.
Carlisle esce dalla
stanza con passo trattenuto, trovandoci
tutti schierati sul corridoio, mi sorride a stento e si avvicina.
<<
Dovrò disinfettarti questi brutti tagli alle mani,
>> sussurra benevolo,
<< ma prima va da lui. Chiede di te. >>
Mi asciugo le lacrime
e annuisco, faccio qualche passo in
direzione della porta e mi riprometto di non piangere. La apro e me la
chiudo
alle spalle, prendo un respiro profondo e mi volto, gli occhi schiusi.
Quello che vedo
è ancora peggio di quello che immaginavo: bende
macchiate di sangue dappertutto, il volto imperlato di sudore, gli
occhi chiusi
e le labbra tendenti ad un colorito violaceo-blu.
Le lacrime si
condensano e scendono lente, le mi labbra si
serrano, cercando di non far uscire nessun suono. La fasciatura al
braccio
destro è così stretta e spessa da farmi tremare.
Per un attimo mi ritrovo a
pensare che forse per lui farsi spezzare le ossa una ad una da Carlisle
sia
stata la parte meno dolorosa.
Avanzo e mi siedo a
gambe incrociate sul pavimento,
poggiando la testa sul suo braccio sano.
Il suo viso sudato mi
sorride, gli occhi si schiudono, ma
una nota di dolore è evidente e sottintesa comunque.
<< Scusa. >>
soffia, la voce angariata.
Continuo a piangere in
silenzio e la rabbia monta. <<
Jacob, sei assurdo! Mezzo rotto su un lettino osi chiedermi scusa?
Stare a
contatto con Edward ti fa male. Non hai alcuna colpa. Stai zitto o
giuro che ti
rompo anche tutto il resto. >> ma la mia minaccia non
è efficacie perché
metà delle parole erano incrinate dalle lacrime.
<< In
teoria avresti il diritto di farlo. Ho infranto
il patto >> continua, provando una risata, che si
trasforma in una tosse
affannosa. Mi inginocchio e poggio la guancia sulla sua mano calda,
socchiudendo gli occhi.
<< Sei
assurdo. >> singhiozzo, ormai il pianto
ha raggiunto il punto di non ritorno. << Assurdo...
>> sussurro, continuando
a piangere disperata. La sua mano abbandona il mio viso e mi cinge le
spalle,
facendomi alzare, mi stendo contro il suo lato buono e continuo a
piangere,
angosciata.
Lui sta in silenzio,
mi lascia sfogare, accarezzandomi
leggero il braccio con la punta dell'indice.
Dopo secondi, minuti o
forse ore, la voce fiacca e rauca di
Jacob mi ridesta dal mio pianto stanco e più silenzioso.
<< Ti amo.
>>
<<
Anch'io. >> sussurro e, facendo attenzione a
non far muovere troppo il letto, mi sollevo un tantino, arrivando a
poggiare la
fronte sul suo mento. Lui porta la sua mano sulla mia nuca e dopo pochi
secondi
labbra screpolate e secche mi sfiorano la fronte.
<< Non
mi dai neanche un bacio? >> mi chiede, lo
fa con ironia.
<<
Può servire? >> sussurro, sollevo la fronte
dalle sue labbra e piano stendo il collo fino a portarla contro la sua.
I suoi
occhi si chiudono e le labbra si dischiudono.
Mi chino sulla sua
bocca e la bacio lentamente, come se
potessi fargli male. Solo nel momento in cui lo sento rispondere al mio
bacio
capisco che anch'io ne avevo bisogno esattamente come lui.
Ora le sue labbra non
sono screpolate, sono tornate ad
essere quelle carnose di sempre. Il labbro spaccato mi brucia e
scommetto anche
che ha ricominciato a sanguinare, ma non ha importanza.
Quando allontano il
mio viso dal suo lui mi riserva un
sorrisino. << Ti sembrerà stupido, ma...
finora questo è il miglior
antidolorifico che ho provato. >> gracchia, la voce
rauca, ancora
lacerata dalla sofferenza. << A proposito di dolori: ti
avviso. Non fare
entrare Ronnie perché potrebbe davvero sentirsi male. Sai
com'è? E’ molto
empatica. >> dice subito dopo, tentando un'altra risata,
ridacchio e mi
asciugo le lacrime con la palma della mano.
<< Giuro
che farò di tutto per non farle vedere un
tale spettacolo. >> balbetto.
Accuccio il viso
contro il suo collo e inalo il suo odore.
Solo che sta volta invece del muschio e dell'aria di montagna sento
odore di
fumo, sudore, sangue e disinfettanti. Stranamente addosso a lui anche
quel mix
insolito mi rilassa. << I Volturi devono aver capito che
sapevamo della
loro colpa in tutto questo. Avevo sperato di poter vedere Marcus, di
poterlo
affrontare. Ma non c'erano. In questo modo abbiamo tagliato l'erbaccia
senza estirparne
la radice. >>
<< Loro
non partecipano mai ad una battaglia ed anche
se fosse hanno delle guardie del corpo validissime... o almeno,
così mi ha
detto Carlisle. Sono contenta che fossero assenti, se un neonato ti ha
ridotto
così cosa potrebbe succederti contro la guarda del corpo
personale del grande e
potente Marcus? >>
Soffoca un lamento e
mi spintona leggermente: << Io mi
sono fatto quasi uccidere, da vero eroe, e tu mi ripaghi in questo
modo?
>>
<<
Nessuno ti ha chiesto di rischiare la vita.
>> borbotto, facendo una linguaccia inorridita al solo
immaginarmi mentre
gli chiedo di combattere.
<< Sta'
zitta. >> grugnisce, ma non c'è
cattiveria nella sua voce. La sua mano buona vaga sul mio fianco,
coprendo e
scoprendo la pelle con il lembo della maglia stropicciata ed imbratta
che
porto. Le mie dita percorrono le sue labbra, massaggiandole, noto con
una certa
soddisfazione che dopo qualche minuto tornano ad avere un colore
più umano,
segno che il sangue ha ripreso a circolare. In poco tempo inizia a far
caldo
accanto a lui, mi sento infervorata ma non oso muovermi, i suoi occhi
si
chiudono lentamente e il suo respiro si fa regolare e pesante, fermo il
dito
scostandolo dalle labbra, lui spalanca gli occhi e si lamenta a bassa
voce.
<< Mi piaceva. >> sussurra appena. Sorrido
e torno a poggiare
l'indice sulle sue labbra, lui scocca un piccolo bacio sul polpastrello
e torna
a chiudere gli occhi. Si addormenta quasi subito, sicuramente sotto una
dose
notevole di morfina.
La porta viene scossa
da una bussata timida. Guardo il mio
fianco arpionato saldamente dalla sua mano e decido che non voglio
sapere chi
è, andasse pure a fuoco la casa io di qua non mi muovo, non
mi staccherò dal
suo fianco per nessuna ragione al mondo.
Poggio il viso sul
guanciale perno del suo strano odore e
chiudo gli occhi, addormentandomi di botto. La porta smette di tremare
dopo
appena due bussatine.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Vale che fai? Stai postanto?
Potevi aspettare
altri mille anni, eh? O.O ommiodiosantissimanutella! Lo so, lo so U_U eh eh.
Ma il problema non dipende da me: con
tutto il macello che la maggior parte di noi ha a scuola e per la
sventurata
sfortuna di dimenticare il pennino con dentro il capitolo a casa di
nonna! XD
Avrei postato da tempo se solo non fosse
che non mi convince il capitolo, l’ho ricontrollato mille e
mille volte.
Dunque, dunque, dunque. che ne dite? Spero
di non aver sminuito o descritto male niente. Ce l’ho messa
davvero tutta :)
Bene, e qua, si può dire che Eclipse è
quasi finito. Finirà esattamente tra circa due capitoli.
Potete trovare lo spoiler sul mio Blog: Shiny-shimmer: http://shiny-shimmer.blogspot.com/ by Sei_Nel_Anima 2oo9
Per quanto riguarda le recensioni (che
sono salite: yuppie-yeah *-*) eseguo…
Ed4e: Ciao tesoro :)
Tranquilla, più che altro pensavo che tu
fossi morta O.O”
Scusa se non mi dilungo, ma vado di
frettissima >___< Un bacio, fammi sapere cosa ne pensi!
(ti adoro!! ;D)
CelesteBlackMaR: Dammi
torto se sbaglio: Quel cappellino è
davvero orrendo! Popola i miei incubi peggiori O.O”
Anche a te serve Nessie? Ehhh, è la vita
XD dobbiamo continuamente rompere le palle a queste coppiette amorose!
XD
Camurria? Sangò, chi sì tascia!! XD
…naturalmente
schirzavu! U_U
:D Grazie per i complimenti!!
*_* dimmi cosa ne pensi di questo
capitolo, eh?! Non sono per niente convinta! T_T
Bacio!! :D <3
P.s. Piaciuta l’occupazione? XDD
saradm21: Anch’io l’avrai fatto! XD Ma
Jake vuole bene a Bella >___>
Piange. Lo so, credevo fosse il modo
migliore per far capire quanto in realtà sia realmente
strana. Cioè, anche
Megan ha provato a convincere Jacob a restare, infatti non dicevo
questo.
Quello che mi stupisce più di Bella, intendo nel libro della
Meyer, è la sua
ingenuità. Non che io non sia ingenua, ma lei lo
è in modo consapevole. Non so
se mi spiego: Lei fa la “parte”
dell’innocente. xD Sto vaneggiando. Okay, dimmi
come va questo capitolo :) Bacio.
liala90: Ciao carissima!! :D
BELLA ALLA GOGNA!!! *o*
sìììì!! Chiama le
guardie!!!! *o* GUARDIEEEE, ACCIUFFATELA!!!
Ecco la sfuriata di Meg, è per un motivo
abbastanza stupido e mi rendo conto che forse è troppo
avventato, ma secondo me
è proprio ciò che serviva.
T_T Jacob ferito, ho sofferto tanto
tanto tanto tanto scrivendolo, ma d’altra parte è
stato bello poter dare voce
ai suoi sentimenti.
Fammi sapere che ne pensi di questo
capitolo, non mi convince molto.
Bacionissimi, Vale. <3
mary74: *O* era
proprio quel che volevo!! XD
Fammi sapere, come ho già detto alle
altre, non sono per niente sicura su questo capitolo. Un bacio e non
esitare a
chiedere altre spiegazioni, sono sempre disponibile :D <3
|
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Capitolo 38 *** || 36. Matrimonio svelato, incubi di sangue e neve ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 35 ೬ ೂ❤ ೄ
Matrimonio
svelato, incubi di sangue e neve
Megan
Sono chiusi là
dentro da
ore ed ancora niente.
<< Dannazione Paul,
stai zitto!! >> bisbiglio, con voce strozzata. Sono in
ginocchio, il mio
orecchio è attaccato alla porta della camera di Jacob,
accanto a me Rachel fa
lo stesso.
<< Cosa ci sarà di
divertente nello stare qua invece che fare un giro all'aria aperta?
>>
borbotta, gli faccio cenno di tacere con la mano e affino lo sguardo,
cercando
di capire le parole.
<< Bella, sei
impazzita?! >> assordate dall'urlo funesto di Jacob io e
Rachel
sobbalziamo, Paul sghignazza.
<< Ecco, la ragazza
vampiro ha vuotato il sacco. >> ne deduce, chiudendosi
nelle spalle. Mi
mordo il labbro e faccio una smorfia. Forse non era poi tanto urgente
dirglielo, solo adesso che ho sentito quanto l'abbia presa male capisco
che questo
comprometterà sicuramente la sua guarigione. Cavolo,
non ne combino una giusta.
<< ... orrei ch...
tu foss... test... Jay... i pr...Ti vog... ben... ai...
>> Cogliendo a
tratti troppo piccoli le parole di Bella allontano affranta l'orecchio
dal
legno e, rassegnata al fatto che zio Billy avesse preso delle porte
troppo
spesse, mi metto in piedi, scuotendo la testa sempre meno convinta.
Dalla
porta, sulla quale Rachel è ancora intenta ad origliare, si
sentono in maniera
chiara le parole lapidarie di Jacob, che rispondono ai sussurri,
impercettibili
alle mie orecchie, di Bella.
E' ferito. E' arrabbiato.
E ha perfettamente ragione. Ciò non toglie però
che mi dia ugualmente un
fastidio disumano sentire che l'ha presa davvero così male.
Il dito rovente di Paul mi
sfiora la guancia contratta. << Megan, non c'è
che dire, il rosso
rabbioso ti dona. >> serro la mascella e allontano il suo
dito con stizza.
La porta si apre e in un
lampo io, Rachel e Paul ci precipitiamo nella mia camera, socchiudendo
la
porta.
Il passo lento e arreso di
Bella percorre il corridoio e la sua voce saluta Billy, incerta. Poi il
rimbombo della porta che si chiude investe il corridoio e sia Paul sia
Rachel
mi puntano gli occhi addosso. << Che aspetti? Vai a
parlargli! >>
mi incita Rachel, spingendomi fuori dalla porta di camera mia.
Cacciata
dalla mia stessa camera. Non c'è più
religione.
Busso alla porta e la
voce
di Jacob urla un "Vattene!" lapidario. Quelle parole mi colpiscono
come un pugno allo stomaco. Ferita, sgrano gli occhi e schiudo la
bocca, il
pugno rimane proteso a mezz'aria, tra me e la porta. Mi lascio cadere
le
braccia lungo i fianchi e il mio sguardo si fa guerriero.
<< Jacob...
>> miagolo, sfoderando le mie capacità
più letali: tenerezza ed
ingenuità.
La porta si apre e Jacob
mi riserva uno sguardo che non promette niente di buono. Maledico
Bella. Gli ha
detto che lo sapevo, brutta traditrice.
<< Tu lo sapevi!
>> esclama. Ecco, appunto, brutta
traditrice.
<< Non potevo fare
la spia! >> urlo, difendendomi, lo sguardo corrugato.
Mi punta un dito contro e
sporge il labbro in un broncio contrariato. << Mai
sentita una scusa più
infantile! >> ruggisce. Cavolo,
fa'
sul serio.
Di conseguenza il mio
sguardo si fa la personificazione della tenerezza e, con passo
affranto, mi
abbandono seduta sul letto, lui chiude la porta in un gesto di rabbia.
<< Tu volevi che
facessi amicizia con Bella, tenere questa questione per me mi sembrava
un buon
modo per consolidare il rapporto, tu eri così felice, io non
me la sentivo
di... >> mi fermo e vedo la sua espressione distendersi.
Mi si accende
una lampadina, rido sotto i baffi e mi faccio ancora più
piccola e pietosa. La
piccola e dolce Bellina mi getta fango addosso?
Bene, ricambio il favore.
<< ... le dicevo
sempre di dirtelo, giuro! ... ma lei niente. Poi l'ho minacciata, le ho
detto
che se non avesse fatto qualcosa al più presto sarei stata
io a dirtelo. E
allora lei si è convinta. >> il suo viso si fa
contratto ancora una
volta, si siede al mio fianco e sospira.
Per un attimo penso che voglia
abbracciarmi e ci rimango perfino male quando invece continua a tenere
le mani
serrate allo stomaco. Mi volto a guardarlo, la sua espressione
è persa nel
vuoto.
<< Scusa... >>
pigolo, gli occhi lucidi, sempre più irritata dal suo umore.
Devo
vincere io, lei non può farti quest'effetto.
Sono io la tua ragazza, non lei!!
<< Posso
chiederti
una cosa? >> sobbalzo al suono della sua voce, annuisco e
fisso la sua
mano indugiare sul copriletto. << Ci... stai male?
Intendo, per il
matrimonio. Non ti fa alcun effetto sapere che Edward...
>> non finisce,
gli occhi si affinano, il pizzico fastidioso che mi provoca la sua
assenza mi
turba per un millesimo di secondo, poi sparisce senza lasciare traccia.
Come
sempre. Mi alzo dal letto e gli punto gli occhi addosso.
<< No. Nessuno.
>>
Il suo viso s'illumina
fiocamente di un sorriso soddisfatto, beffardo, azzarderei.
<< E' un
sollievo sentirtelo dire. >> fiata.
Mi getto su di lui a peso
morto, e lui mi accoglie stringendomi al petto con forza, finiamo
distesi sul
letto. I piedi penzoloni.
<< Assolutamente no.
>> ripeto, più decisa. Lui stringe la presa,
il suo fiato mi accarezza la
guancia. << Non devi pensarlo. >> continuo, lui annuisce.
<< Non lo farò
più... >> sussurra al mio orecchio.
<< A te invece fa
effetto? >> gracchio, lui soffoca una risata, amara. Lo
fa sempre
più spesso. Sta diventando macabro quel suono, rabbrividisco
quando lo fa.
<< Un... un po'. Ma
è più che altro legato al fatto del "dopo".
Quella sua stupida idea
della trasformazione continuo a non accettarla. >> non
dico niente, tutto
quello che faccio e socchiudere gli occhi e ascoltare il suo corpo
reagire alla
vita. Anche lui sta in silenzio. Capisco dal nostro tacito accordo che
proviamo
esattamente la stessa cosa.
Siamo stanchi, infinitamente
stanchi di questo modo di vivere, malgrado ciò è
il nostro. Pensare ad una vita
che non sia questa mi da un senso di malinconia ed inspiegata
irrealtà che è
propria di una bambina troppo cresciuta quando cerca con tutte le sue
forza di
credere ad una favola, ad una leggenda. Magari senza sapere che quello
a cui
non crede è in realtà la pura verità.
Tutto questo è orribile se
solo provo ad immaginarmi come sarebbe vederlo dall’esterno.
La neve mi accarezza i
piedi nudi, la foresta è quella di sempre, ma per certi
versi mi sembra
diversa.
Non perdo tempo a
chiedermi perché nevica a luglio o per quale motivo sono a
piedi scalzi sulla
neve. Mi guardo intorno, incuriosita. Non sento freddo. I miei occhi
riescono a
vedere cose lontanissime ed un colore sconosciuto, leggiadro e sottile,
presente
dovunque in percentuali microscopiche. Il mio udito percepisce ogni
suono; dal
fruscio di una foglia non lontana fino al tonfo ovattato di un fiocco
di neve
dall’altra parte della foresta.
Vedo un ombra venirmi
addosso, in un attimo sono distesa sulla neve e solo allora mi accordo
di avere
addosso degli abiti malridotti e sporchi. Dell’ombra che mi
ha spinto non c’è
nessuna traccia, eppure so che mi sta ancora osservando, posso sentire
i suoi
occhi scannerizzarmi. Posso sentire il suo odore. Un moto di angoscia
mi
attorciglia lo stomaco, quella cosa – qualunque cosa sia -
puzza di morte. Mi
sollevo da terra e osservo le macchie scure sui miei vestiti. Sangue.
Sangue secco.
Le mie labbra fanno una
smorfia, la preoccupazione monta insieme alla paura. Provo a pensare
per quale
motivo sono sola, ma subito, nel considerare il branco qualcosa mi da
la
nausea, nell’immaginare Jacob accanto in quel momento un
senso di colpa mi
investe in pieno.
L’ombra si rende
manifesta. Non è altro che una figura alta, con un mantello
grigio,
dall’aspetto pesante, sulle spalle. Il cappuccio calato fino
a coprirle tutto
il viso.
Cammina deciso verso di me
e dal cappuccio spunta solo la parte finale del viso, capisco dal suo
puzzo di
carogna che è l'ombra di prima, ma non ho più
paura, nel frattempo le sue
labbra si piegano in un ghigno maligno, compiaciuto. Presto una risata
sonora
fa scuotere le punte dei cipressi innevati, mi da fastidio che rida, mi
sento
male, ma so di non poter far niente per farlo smettere. Devo
sopportarlo. Anche
se vorrei ucciderlo. << Sei stata brava. >>
dice dopo, il ghigno
non scompare neanche un attimo. Anche io improvvisamente sorrido a
quelle
parole, lui riprende a ridere e la mia risata lo accompagna. Rimango
interdetta,
non capisco perché la mia voce sia così
melodiosa, seppur sempre la stessa. E'
come vedere, sentire e toccare le stesse cose, che però
accolgono i tuoi sensi
in maniera diversa. << Adesso come ti senti?
>> sospiro e mi volto,
quello che vedo mi sconcerta. E' una parte di me ad essere addolorata,
per la
maggioranza invece sento goduria, piacere. Un piacere intenso.
Il viso da ragazzo quasi
uomo, che dimostra tutti i suoi anni, gli occhi chiusi, come se stesse
dormendo, la pelle ambrata, sulle guancie si nota una leggera barba
incolta,
tutto fa pensare a un sonno ristoratore se non fosse per il suo collo,
lacerato
e sporco di sangue. Sangue scuro, denso, che scorre così
copioso da sporcare
anche la neve sottostante formando un piccola pozza vermiglia. Dai miei
occhi
vorrebbero sgorgare delle lacrime che non esistono. Sei
un mostro, Meg.
Di scatto do le spalle a
dello spettacolo abominevole e mi perdo in due occhi color cremisi,
riflessi in
uno specchio enorme, affianco a quello il sorriso del tizio
incappucciato si
allarga.
Il fiato mi si mozza in
gola nel vedere la creatura aggraziata e letale che ho davanti gli
occhi e
fatico a credere che sia davvero io. Una pericolosa vampira nella
fiorente ed
eterea bellezza da ventenne senza tempo. Megan ora è questo.
All'istante il dolore
microscopico al petto si fa più forte nel rivedere il viso
dell'uomo morto
riflesso allo specchio. M'inginocchio e lancio un urlo, l'ombra ride,
ride
sempre più forte, prova ad occultare la mia disperazione.
<< L'ho ucciso!
>> urlo, disperata. La mia voce flautata articola dei
lamenti che, anche
se agonizzanti, continuano a sembrare un antico e melodioso canto in
una lingua
sconosciuta.
<< Era la persona
che ti amava più al mondo, lo sai... eppure non hai esitato
ad ammazzarlo
quando te l'ho chiesto. >> dice la voce profonda della
figura
incappucciata. << La tua sete di sangue e di potere
è così forte da farti
dimenticare qualunque legame affettivo. >> continua.
Urlo di nuovo, ma nessuno può
sentirmi.
<< Jacob... >>
balbetto, scossa da singhiozzi privi di lacrime. Lo specchio rinvia ai
miei
occhi cremisi un viso bellissimo e contratto dal dolore. Dalla bocca
rosea e
carnosa si scorgono due denti impercettibilmente più
slanciati e un debole
raggio di sole fa baluginare una guancia. Nell'aria si avverte il
sibilo di un
colpo violento sferrato allo specchio, che a contatto con la mano si
rompe,
cadendo sulla neve macchiata
di rosso in
mille pezzi.
Poi un altro urlo e
ancora, ancora, ancora. Solo dolore, e l'incappucciato continua a
guardarmi,
sorridendo in modo sempre più sprezzante.
Spalanco gli occhi e
tossico spasmodicamente, mi alzo dal letto divincolandomi dalle coperte
e mi
poggio di schiena contro il muro, portandomi una mano al cuore e
socchiudendo
gli occhi. Batte così forte da farmi temere che qualcuno
possa essere
svegliato.
Subito realizzo che
chiudere gli occhi non è stata una grande idea: appena fatto
le immagini
orribili di quell'incubo sono tornate a macchiarmi la vista.
Prendo un respiro profondo
e schiudo lo sguardo. Mi manca il respiro, il petto è
oppresso da una forza
inumana. Provo a prendere fiato, ma dalle mie labbra affannate esce un
lamento
strozzato.
Apro la porta di camera
mia e con passo frettoloso ma felpato percorro il corridoio, poi mi
chiudo
l'uscio di casa alle spalle e mi aggrappo ad una colonna del porticato,
facendo
perdere lo sguardo sulla spiaggia, nella quale il chiarore dell'alba da
inizio
ad un giorno di luglio.
Il cuore batte ancora, i
piedi si muovono da soli, corro, corro fino alla battigia, mi
inginocchio e
affondo le mani nell'acqua cristallina, poi le porto al viso,
tergendolo con
violenza, non appena le mani tornano ad essere umide ripeto
l'operazione, ma
rendendomi presto conto che non serve a niente finisco per gettarmi in
acqua.
Cerco disperatamente di svegliarmi del tutto, di cancellare un sogno, e
come
spesso accade, di lasciarmi alle spalle tutto.
Apro gli occhi ed intravedo
un pesce appannato guizzarmi di fianco, riemergo e prendo fiato, solo
allora mi
arrendo. L'incubo vuole rimanere. Ha segnato la mia mente in maniera
indelebile.
Era un incubo che
riguardava il futuro, un futuro neanche tanto anteriore. E sembrava
tutto
reale, orrendamente reale.
Piano esco dall'acqua e mi
getto sulla spiaggia, voltando il viso verso il cielo albeggiante.
Chiudo gli
occhi con pigrizia e mi limito ad ascoltare il rumore ancora affannato
del mio
cuore.
<< Non voglio.
>> sussurro, scuotendo leggermente la testa, lo sguardo
è annebbiato
dalla stanchezza.
Dopo secondi, minuti o
forse ore finisco per chiudere gli occhi ed addormentarmi, sprofondando
in un
sonno senza ombra d'incubi né, tantomeno, di bei sogni.
I giorni passano, i sogni
si susseguono. Il tizio incappucciato è presente in tutti
quanti, ma anche il voltodi
Jacob, il suo corpo martoriato, il mio viso perfetto e quegli occhi
rossi.
Provo a fingere una
tranquillità che non ho, cerco di convincermi che gli incubi
sono solo stupidi
incubi e niente di più, però nulla di questo
riesce a calmarmi nemmeno
minimamente. La notte continuo ad aver paura, le ore di sonno diventano
un
flagello. Non parlarne con nessuno mi rende nervosa. Fin
quando, terrorizzata e stanca, un giorno
afferro per il polso il dottor Cullen.
<< Carlisle.
>> il suo viso da semidio mi si punta addosso.
<< Dopo che avrà
finito di visitare Jacob, io avrei... bisogno di parlarle.
>> sussurro,
la voce più flebile che mai.
Un
cenno del capo e una piccola smorfia preoccupata sono la sua unica
risposta, si
volta e dopo essersi chiuso la porta alle spalle un gemito di Jacob mi
fa
capire che è meglio tornare in cucina.
Percorrendo
il corridoio mi accorgo che Edward è lì, affino
lo sguardo e gli vado incontro,
ma rendendomi conto che la sua smorfia è analoga a quella di
Carlisle, mi fermo
e, imbarazzata dalla sua reazione, mi torturo le mani, chinando lo
sguardo.
<<
Ne fai spesso di questi sogni? >> il mio viso si
illumina, annuisco e
torno a guardarlo in faccia.
<<
Tutte le notti. >> mormoro, quasi sollevata dal non dover
raccontare
quelle mostruosità e tutte le preoccupazioni che mi
procurano. << Secondo
te è una fissazione? >> domando, con
titubanza, << Magari dovrei
proprio farmi vedere da uno bravo... chissà se esistono
psicanalisti vampiri.
>> bofonchio, lui non sembra apprezzare il mio sarcasmo
macabro, mi
afferra per mano e sospira.
<<
E' meglio se vieni con me. >> dice, in tono grave. Non mi
da il tempo di
rispondere o obbiettare, mi trascina di peso, senza la minima
difficoltà, verso
la porta d'ingresso.
Una volta entrata in
macchina sobbalzo
nell'avvertire una mano ghiacciata sfiorarmi la spalla.
<<
Hey! Come mai qua? >> mi chiede Derek in tono beffardo,
affacciato verso
i posti anteriori della Volvo. << Credevo che la vostra
amicizia si fosse
raffreddata da quand... >> Edward tappa la bocca a suo
fratello,
sollevando gli occhi in cielo, poi si morde il labbro e con un moto di
stizza
batte la mano sul volante e soffoca un ringhio.
<<
Artamon usa il suo dono su Megan! Te ne rendi minimamente conto?
>> urla,
stringendo la presa sul volante, che scricchiola.
L'espressione
infantile e divertita di Derek scema nel sentire quel nome, sconosciuto
alle
mie orecchie. << Come abbiamo fatto a non accorgercene?
>> chiede
in tono meravigliato, dopo aver analizzato i miei ricordi.
<< I Volturi
tengono a Megan molto più di quanto pensassi.
>>
Edward
ringhia ancora, poi guarda fuori dal finestrino. <<
Diciamo pure che
Marcus tiene a Megan più di quanto pensassi... e la cosa non
mi piace.
>>
Affino
lo sguardo, confusa. << Come pensa di convincermi ad
unirmi ai Volturi facendomi
sognare cose così... >> inorridisco ripensando
a Jacob. << ...
orribili. >>
Derek
mi accarezza appena la spalla con le dita gelide. <<
Facile. Una volta
che ti avranno in pugno ti diranno che se ti unirai a loro senza
insistenze non
torceranno un capello a Jacob... >> sospira e tira
indietro la schiena,
affondandola nei sedili posteriori. << Ma questo non vuol
dire che non
sarai tu stessa a farlo quando lui cercherà di avvicinarsi a
te, proprio come
nel tuo incubo. >> continua,
con
voce scura. << In un certo senso Artamon cerca di
avvisarti che
succederà. E’ la sua procedura. Dopo quello che
è successo a sua moglie Selena,
anche obbedendo agli ordini dei Volturi, cerca di avvisare tutti quelli
che
cadono sotto il suo potere. >>
Lo
guardo senza capire, lui sospira e mi spiega. << Artamon
da umano aveva
la tendenza a condizionare i sogni delle persone che conosceva. Marcus
se ne
accorse e lo volle con lui, cercò di convincerlo
minacciandolo di uccidere la
moglie Selena, lui accettò, ma non appena rivide la moglie,
sentendo l’odore
del suo sangue, la uccise. Ovviamente i Volturi avevano dato il
consenso di
tale incontro, sapendo come sarebbe finita. Selena doveva morire,
sapeva troppe
cose. E così nessuno violò il patto fatto con
Artamon. >>
Edward
sembra avere un colpo di genio, perché il suo viso di colpo
s’illumina di una
luce intensa. << Quindi Artamon non è
totalmente fedele ai Volturi.
Potrebbe volere vendetta… >> sussurra,
sovrappensiero.
<<
Perché dovrebbe volerla, Ed? Loro non hanno infranto
l’accordo. >>
borbotta Derek.
<<
Ma l’hanno trasformato contro la sua volontà in un
mostro. >>
controbatte, restio.
<<
Sarebbe comunque difficile parlare con lui, riesce a controllare i
sogni di Meg
da fuori la riserva. Ad una distanza stupefacente. >>
commenta il
fratello, facendosi pensieroso anche lui.
<<
Lo so, per questo non riesco a sentire i suoi pensieri.
>> Edward si fa
di nuovo scuro in volto, poi mi afferra la mano e la stringe tra le
sue.
<< A te non succederà niente. >>
mi sussurra, forse con l’intendo
di tranquillizzarmi, << Devi soltanto pensare a Jacob. E
se i sogni
tornano, ogni volta che lo fanno, chiamaci. Non dire al branco di
Artamon.
Risolveremo tutto in fretta. Te lo giuro Megan. >>
annuisco poco convinta
e quando Carlisle esce di casa scendo dalla macchina, ci scambiamo un
occhiata
e lui mi sorride mestamente.
<<
Jacob sta bene. Tra un paio di settimane sarà completamente
guarito. Va’ da
lui. >> faccio un cenno d’assenso e lo guardo
salire. I miei occhi si
fissano in quelli di Edward, che mi manda suppliche e ordini con il suo
sguardo
dorato, prima di accendere il motore dell’auto e tornare
verso casa sua.
Un
paio di giorni dopo Jacob mi fissa insistentemente mentre leggo un
libro
accovacciata tra le sue gambe, tutto mi sembra abbastanza normale e
sono più
serena. Non do a vedere un granché di quello che provo,
anche perché,
inspiegabilmente, dal giorno della discussione con Edward e Derek gli
incubi di
Artamon si sono fatti più radi e meno spaventosi.
<<
Io… non andrò al matrimonio di Bella.
>> sussurra, le sue labbra sono
incerte.
Sollevo
il viso dalle pagine del mio libro e lo volto verso di lui, sconvolta.
<<
Perché non dovresti? >> gli chiedo.
Lui
affina le labbra e aggrotta le sopracciglia. <<
Perché non sono
d’accordo. Lei lo sa già. >> mormora.
Chiudo
il libro e mi siedo accanto a lui, passandogli una mano sul braccio.
<<
Io… credo che tu sia libero di fare quel che vuoi.
>> mormoro.
Lui
sospira e annuisce, convinto. << infatti. Non
andrò. >>
Scuoto
la testa e poi la poggio sul suo avambraccio. << Ma io
sì. >> dico
con nonchalance.
Non
vedo la sua reazione, ma la tosse spasmodica che lo prende nel momento
in cui
le mie parole arrivano alle sue orecchie la palesa.
<<
Tu andrai… >> borbotta, poi mi spintona
leggermente, sbuffando. <<
E’ stato Edward a chiedertelo? >>
Lo
guardo seccata e rantolo un lamento. << Io vorrei Edward
al nostro
matrimonio. Quindi a rigor di logica lui vorrebbe me… credo.
>> Jacob
sospira e arriccia il naso, infastidito, << E
poi… non è detto che debba
fare tutto quello che fai tu. >> aggiungo, con un gesto
risoluto.
Lui
scrolla le spalle. << Io avrei …
>>
<<
Avresti, cosa? Rinunciato al matrimonio di Bella? Ci credo! Non ti
costerebbe
alcuno sforzo, lo stai già facendo, genio! >>
lo punzecchio, <<
Senza contare che le nozze di Bella e quelle di Edward altro non sono
che un
unico matrimonio. >> puntualizzo, arricciando le labbra.
Lui
accenna un sorriso e scuote la testa. << Non riuscirai a
convincermi.
>>
Metto
il muso. << Ma, Jake… >>
Sorride
di nuovo e mi afferra il viso con le mani. << Niente
“ma”! Sono
irremovibile. Mi suona strano che tu stia cercando di convincermi ad
andare al
matrimonio di Bella… Insomma, stiamo parlando di
Bella! >> soffoca una
risata e mi tasta la fronte, << Credo proprio che tu
abbia la febbre alta.
>>
Scaccio
la sua mano e mi batto un palmo sulla fronte. << Sei il
suo testimone!
>> esplodo.
<<
Non l’ho mai dato per certo. >> risponde,
indifferente.
<<
Non credo che Bella ne voglia un altro. >> ipotizzo,
<< Dovresti
farlo per lei. >>
<<
Anche tu farai da testimone, vero? >> mi chiede di colpo.
Faccio
una smorfia impreparata e arriccio il naso. <<
… possibile. >>
mugugno.
Lui
esplode in una risata e si alza dal letto, facendomi affondare il viso
nei
cuscini. << Lo sapevo! >>
Lo
guardo di sbieco alzando la testa dai cuscini e tiro indietro la testa.
<< Ti prego! >> pigolo.
<<
No. >> esclama, strozzando una risata.
<<
Dai!! Ma che amico sei?! >> frigno, tirandogli un cuscino.
<<
Ho detto di no! >> ribadisce, e scansa il cuscino per poi
prendere la via
della porta. << Io vado a mangiare. >> ed
esce.
Affondo
nuovamente il viso trai cuscini e sbuffo, pigio il pulsante di chiamata
rapida
sul mio cellulare e attendo un po’. << Alice,
credo proprio che dovrai
cercare un testimone per Bella… >> borbotto.
<<
Come? Cosa? Stai scherzando?! >> allontano il ricevitore
dall’orecchio e
affino lo sguardo, infastidita per il tono di voce.
<<
Non so, ma la situazione è in stallo, devo ancora provare a
lavorarmelo, non è
molto convinto… non trovi sia assurdo? >>
gracchio.
<<
Sì, decisamente. Bella lo diceva che sarebbe stato difficile
convincerlo. >>
dice la voce metallica, seccata, ma nonostante tutto meravigliosa,
della
vampira.
Faccio
una smorfia contrariata. << Già, non hanno
funzionato neanche le
supplice. >>
<<
Stupido cane… Piuttosto, Edward mi ha parlato di Artamon:
Come va? >>
sussurra, con voce improvvisamente bassa, come se non volesse essere
sentita.
<<
Se non dormo abbastanza bene. >> dico, pronta,
<< Comunque la
situazione è migliorata. Sarà che sono
così stanca da non permettere l’accesso
a niente, tanto è profondo il mio sonno. O almeno,
è quello che pensa Edward.
>>
<<
Verrai anche senza Jacob al matrimonio? >>
Sorrido
e disegno dei cerchi immaginari sul guanciale del letto.
<< Certo. Non
farei mai ad Edward un torto del genere. >>
<<
‘Dio ti ringrazio. >> rantola, io mi abbandono
ad una risata e scuoto la
testa. << Ho già pronto il tuo
vestito… sarebbe stato un peccato non
vedertelo addosso. >>
Nel
sentirla la mia risata si conclude in una tosse affogata.
<< Un vestito?
Eravamo d’accordo che avrei fatto da sola! >>
mi lagno.
<<
Scusa, scusa, scusa!! Ma quando l’ho visto, io…
è perfetto, Meg! >> dice,
cercando di convincermi.
Grugnisco.
<< Non è aderente, mi auguro. >>
<<
Per niente. >> poi tossicchia. << Okay,
magari solo un po’.
>>
<<
Alice!! >> piagnucolo.
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
La
vita fa schifo. Non
l’avevi ancora capito, Vale? Cercavo soltanto
d’illudermi ancora per un po’.
E’ inutile dirlo,
credo sia stato palese che sia stata male, visto la mia prolungata
assenza. Possiamo
dire che l’amore fa schifo? Sarebbe troppo semplice a parer
mio!! >_<
Il fatto principale è
che non capisco il motivo per cui la tristezza ti colpisce in questi
momenti in
cui tutti sono felici. Inutile dire che mi sento sempre più
piccola e
insignificante di fronte tutto o.o” La cosa peggiore
è che dentro il mio corpo
il pancreas fa a pugni con il polmone destro e quello sinistro con lo
stomaco
O.o ho una guerra dentro, non so se ho reso l’idea. Quindi,
semplicemente, vi
chiedo di scusare la mia tristezza motivata alias immotivata.
Ho deciso di non
postare più sul blog visto che quasi nessuno va
lì, riprenderò a postare gli
spoiler qua.
Vi chiedo per favore
di rimi se la storia inizia ad essere monotona, perché avrei
ancora Breking
Dawn da scrivere e postare, ma mi sembra inutile postare, per
carità,
continuerei a scrivere comunque, ma ogni volta che posto e vedo
calare le
recensioni mi viene la colite xDD
Chiudendo la parentesi
depressiva, penso che sia d’obbligo augurare un FELICE
NATALE
a tutte voi.
Chissà, non ve lo do
per certo, ma credo che domani posterò di nuovo, vorrei
davvero rimediare.
RISPONDO ALLE
RECENSIONI CON IL NUOVO METODO ;D
Andiamo allo spoiler-------------------
Lui
si allunga e mi schiocca un bacio sulla
guancia. << Buongiorno. >>
Prendo una brioche fumante dal vassoio e l’addento,
<< Ciao. >> farfuglio, la bocca piena.
Indispettito dal mio saluto poco caloroso mi toglie
di mano la brioche e la morde anche lui. << Che ti va di
fare oggi?
>> mi chiede, guardando le persiane socchiuse con un
certo fastidio.
Soffoco un lamento e lancio un’occhiata funesta al
calendario. << Mancano due settimane al
matrimonio… devo andare a fare
spese con Kim, Ronnie, Claire ed Alice. >> poi mi chiudo
nelle spalle.
<< Ti va di venire? Potresti comprarti uno smoking e
magari se poi hai
voglia… >> mi ficca la brioche in bocca per
non farmi finire e scuote la
testa, lapidario.
<< Non ho alcuna intensione di venire. Non
insistere. >> sentenzia.
Poggio il vassoio sul comodino e mi isso sulle
ginocchia, sorridendo cauta. << Potresti comprarlo anche
soltanto per
curiosità… non ti ho mai visto in smoking.
>> soffio a pochi centimetri
dalle sue labbra, ammiccante.
Di risposta lui mi inchioda con uno sguardo omicida
e con un dito mi spintona la fronte, facendomi perdere
l’equilibrio. <<
Se comprassi anche solo un bottone di quello smoking sarebbe
già un passetto in
meno tra me e il matrimonio. Cosa che non voglio! >> gli
faccio una
linguaccia impertinente e mi allungo verso il vassoio, prendendo il
bicchiere
di succo d’arancia.
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Capitolo 39 *** || 37.L’improvvisa sfioritura di un fiore… o di una speranza? ***
ೋ❤ ೌ Capitolo 37೬ ೂ❤ ೄ
L’improvvisa
sfioritura di un fiore… o di una speranza?
Megan
Mi
sveglio e trattengo un
urlo, inorridita dall’ennesimo incubo. Ansimante tasto il
cuscino al mio fianco
e mi stranisco sentendo che è vuoto. Guardo i numeri
fluorescenti della
radiosveglia e la mia reazione è un rantolio.
<< Perché dormo fino a
tarda mattinata e mi sento stanca come avessi riposato solo poche ore?
>>
mugugno rivolta al nulla, esasperata dalla presenza dei sogni.
Da un paio di notti sono
tornati, e da quando l’hanno fatto, ho cominciato a dormire
più spesso con
Jacob. La sua vicinanza mi tranquillizza, a volte sono così
spaventata da
strattonarlo finché non si sveglia, o da tappargli il naso
per vederlo reagire,
tanto per assicurarmi che sia ancora vivo, ma a parte questo non do di
matto
come le prime volte. Semplicemente mi appaiono sempre più
vividi. Le occhiate
meravigliate e spaventate di Jacob alle mie azioni non mi disturbano.
Ha sempre
pensato che fossi un po’ pazza…
<< Megan… >>
indirizzo lo sguardo assonnato alla porta e sorrido, intenerita.
<< Jay, grazie.
>> sussurro, e mi metto seduta accogliendo con entusiasmo
un vassoio traboccante
di cibo sulle gambe.
Lui si allunga e mi
schiocca un bacio sulla guancia. << Buongiorno.
>>
Prendo una brioche fumante
dal vassoio e l’addento, << Ciao.
>> farfuglio, la bocca piena.
Indispettito dal mio
saluto poco caloroso mi toglie di mano la brioche e la morde anche lui.
<< Che ti va di fare oggi? >> mi chiede,
guardando le persiane
socchiuse con un certo fastidio.
Soffoco un lamento e
lancio un’occhiata funesta al calendario. <<
Mancano due settimane al
matrimonio… devo andare a fare spese con Kim, Ronnie, Claire
ed Alice. >>
poi mi chiudo nelle spalle. << Ti va di venire? Potresti
comprarti uno
smoking e magari se poi hai voglia… >> mi
ficca la brioche in bocca per
non farmi finire e scuote la testa, lapidario.
<< Non ho alcuna
intensione di venire. Non insistere. >> sentenzia.
Poggio il vassoio sul
comodino e mi isso sulle ginocchia, sorridendo cauta. <<
Potresti
comprarlo anche soltanto per curiosità… non ti ho
mai visto in smoking.
>> soffio a pochi centimetri dalle sue labbra,
ammiccante.
Di risposta lui mi
inchioda con uno sguardo omicida e con un dito mi spintona la fronte,
facendomi
perdere l’equilibrio. << Se comprassi anche
solo un bottone di quello
smoking sarebbe già una cosa in più tra me e il
matrimonio. Cosa che non
voglio! >> gli faccio una linguaccia impertinente e mi
allungo verso il
vassoio, prendendo il bicchiere di succo d’arancia.
<< Come mai Alice ti
lascia comprare il vestito a solo due settimane di tempo dal
matrimonio?
>> borbotta, stupito.
Stacco le labbra dal bicchiere
vuoto e prendo un respiro, poi lo guardo e scrollo le spalle.
<< Perché
ne aveva già comprato uno per me, ma se spera che io possa
mettere una cosa di
quel genere ad un matrimonio è fuori strada. >>
Ride
di gusto e si passa una mano sul viso. << Non avrei mai
pensato di dirlo,
ma… povera Alice. >>
Mi
immusonisco e faccio l’offesa. << Ma era
nero… e stretto… esageratamente
corto.... così scollato da sembrare un…
>> mentre gli spiego faccio dei
gesti ampi, indicandomi il seno, le braccia, il busto e facendogli
vedere
l’altezza della gonna, segnandomi la coscia con
l’indice ed il medio.
Piano
l’espressione di Jacob si fa contratta. << Ho
capito. E’ meglio se vai in
costume da bagno >> mormora, impensierito e indubbiamente
irritato dalla
scarsa castità di quel vestito.
Annuisco
e assumo un espressione disperata. << …per non
parlare delle scarpe!! Le
avevo detto che non mi sarei lamentata per i tacchi …e lei
che fa? Mi da delle
scarpe bassissime! Giusto per sembrare un po’ più
alta, visto che tanto sono
una campionessa in questo campo. >> ormai vaneggio, lui
mi ascolta
appena, visibilmente annoiato, annuendo ritmicamente per darmi
l’illusione che
stesse ascoltando.
<<
Okay, mi correggo. >> si raschia la gola e finge
un’aria turbata.
<< Oh! La mia povera Maggie!! >> esclama,
teatralmente.
<<
Fottiti. >> boccheggio, incrociando le braccia sul petto.
Affina
lo sguardo e sorride, beffardo, << Hey, se sei una nana
non è colpa mia.
>> si difende, continuando a sorridere.
Guardo altrove, indispettita. << Ma non sono
io quella bassa, siete voi ad essere troppo alti. >> mi
difendo.
Lui
ride. << Megan, non sei altissima nemmeno trai comuni
mortali. >>
il mio sguardo lo raggela, lui ride più sguaiatamente e
afferra il mio mento,
indirizzando il mio viso verso il suo, per poi baciarlo.
<<
Certo, ora mi baci. >> mi lagno, ma non nego il contatto
con le sue
labbra incandescenti, che ridono ancora contro le mie.
<<
Non ti preoccupare. Ho sempre preferito le ragazze piccole: la versione
tascabile e molto più comoda. >> gli mollo una
manata sul braccio e
spalanco gli occhi, staccandomi dal bacio.
<<
Tengo a puntualizzare che per te qualsiasi versione di ragazza sarebbe
“tascabile”. >> chiudo la parola tra
virgolette usando le dita e sollevo
un sopracciglio. << Sei un mostro. >>
esclamo, poi sorrido,
piccata. << Intendo in senso buono. >>
Lui
mi riserva un’occhiata eloquente, << Certo,
certo. Il mostro e la nana.
>> ne deduce.
<<
Che coppia vincente. >> commento, presa da un finto
entusiasmo, dopo
ridiamo entrambi.
Lo
sguardo di Jacob si fa serio, mi prende una mano e sorride appena,
forse
rendendosi conto che la sua espressione gravosa mi aveva colta
impreparata.
<<
Megan, non mi sembri turbata, ma da un po’ fai brutti
sogni… >> mi dice,
in tono mesto, << … diventi pallida, sudi
freddo. Ho paura perfino di
svegliarti. >> sussurra, preoccupato, <<
Ricordi niente dei sogni
che fai? >>, mi affretto a scuotere la testa, lui la
blocca, prendendomi
un’altra volta il mento, tenendolo stretto in una dolce e
calda presa tra le
mani. << Non mentirmi. >> soffia,
tranquillo. << So che lo
ricordi. >>
Chino
lo sguardo e scuoto nuovamente la testa. << No, credimi,
non … non
ricordo nulla. >> balbetto, e cerco di tenere a mente le
parole di
Edward, quelle che mi dicono espressamente di tenere Artamon soltanto
per me.
Le sue parole vorticano come un mantra dentro la mia testa,
affollandola così
da appannarmi anche la vista.
<<
Chiamavi il mio nome, di continuo. Dicevi di avermi ucciso, mi chiedevi
di
odiarti, imploravi qualcun altro di ucciderti…
>> poi prende un respiro
profondo. << Sta notte hai urlato così forte
da svegliare persino Rachel
e papà. Fortunatamente lui si è bevuto la storia
dell’incubo perché se fosse
andata diversamente non credo sarei ancora vivo dal momento che mi sono
fatto
beccare con te sotto le coperte. >> deglutisco a vuoto e
mi sforzo,
cercando di rimanere il più impassibile che posso.
Scuoto
la testa, apparentemente indubbia.
<< Io, mi dispiace di avervi svegliato, non
era … >>
<<
Megan, perché non vuoi dirmelo? Tu credevi che io fossi
morto! Imploravi per
avere la morte!! Come puoi non ricordare?! >> le sue mani
sul mio mento
iniziano a tremare, la sua voce si è fatta più
dura e
alta.
Strizzo
gli occhi e ora le parole di Edward mi appaiono confuse, senza un
senso. Così
cedo, mi aggrappo al suo collo e scoppio a piangere, versando una
cascata di
lacrime salatissime, spaventate, preoccupate, ma anche sollevate.
<< Ho
paura. >> mormoro, contro la sua spalla.
<<
Non voglio che tu muoia, non voglio che mi prendano, non
voglio… >> la
sua presa su di me si fa più sicura e salda, il suo corpo
smette di tremare, si
limita a stringere il mio con un impeto trattenuto.
<<
Non mi succederà niente. Niente. Perché sei
convinta del contrario? >>
borbotta, infastidito.
<<
Non sono io… >> mormoro, i singhiozzi mi
impediscono di parlare. <<
… Artamon. >> sussurro, prendendo fiato.
<< E’ colpa sua. >>
<<
Chi? >> mi chiede, aggrottando le sopracciglia, cerca di
allontanarmi dal
suo petto quanto basta per guardarmi, ma non appena stringo la presa
sul suo collo
lui mi lascia fare senza opporre resistenza inutile, limitandosi ad
accarezzarmi la testa.
<<
Non odiarmi. >> fiato, flebile, chiudendo a pugni il
tessuto della sua
maglietta.
<<
Mai. >> sussurra, stringendo il mio corpo tremante, la
sua mano continua
il breve percorso trai miei capelli.
<<
Ho tanta paura, Jake. >> gemo e socchiudo gli occhi,
distrutta. <<
E sono talmente stanca… >>
<<
Perché le hai detto di star zitta?! >> urla,
io mi faccio più piccola sotto
il braccio di Emmett, seduto al mio fianco sul divano in pelle color
panna di
casa Cullen.
I
profili di Edward e Jacob, ritti e tesi, ostacolano la luce che entra
dalla
grande porta-finestra di fronte a noi. Le urla adirate di Jacob fanno
vibrare
le pareti ed il piccolo tavolino da the in vetro posizionato alla mia
destra.
Edward ha dipinta sul viso un’espressione computa, ma i suoi
pugni,
angustamente serrati, lasciano trasparire tutto il suo reale nervosismo.
In
giardino, esattamente dietro la porta-finestra, Alice si è
appena voltata verso
l’interno con in mano una planimetria di casa Cullen, al suo
fianco scatoloni
su scatoloni di ghirlande e servizi di piatti pregiatissimi. Stringo i
denti.
<<
Jacob… >> sussurro, cercando di impormi, ma la
mia voce esce a stenti e
più che un richiamo all’ordine sembra una
supplica. Nonostante ciò lui si volta
verso di me e quando i nostri occhi s’incrociano la sua
tensione si allenta. I
viso si distende, faccio un sospiro sollevato e guardo anche Edward,
lui mi
osserva di rimando. Negli occhi la solita contrizione, che in questo
momento
m’ispira soltanto un profondo odio.
<<
Mi sono avvicinato ad Artamon quando bastava per poter percepire i suoi
pensieri. La smania di Marcus è diventata un ossessione.
Brama Meg in un modo quasi
maniacale. >> la voce di Edward taglia in due
l’aria, Amelia si blocca
davanti l’arco del soggiorno, mi guarda e accenna un sorriso.
Il suo sguardo è
di comprensione, dispiacere e riesco ad intravedere una rabbia celata.
Deglutisco a vuoto e chino lo sguardo, Emmett stringe la presa sulle
mie
spalle, borbottando a bassissima voce un imprecazione rabbiosa.
<<
Vuol dire che morirà per colpa della sua fissazione.
>> dice in tono
deciso Jacob, guardando verso la finestra, dove Alice ascolta tutto
senza darlo
a vedere. Continua a tenere in mano la planimetria e sembra studiarla
assorta,
ma la mascella serrata ed i tratti tesi del suo viso la tradiscono.
<<
I sogni stanno di nuovo diminuendo… magari se ne
andrà prima o poi, devo solo
ignorarli. >> provo a dire, la voce bassa, sottomessa.
Tutti
gli sguardi, compreso quello di Alice, mi scrutano severi.
<< Non se ne
parla. E’ una follia, finiresti per impazzire.
>> biascica la voce
sconcertata di Derek, mentre si siede sul bracciolo del divano, alla
mia
sinistra. << Per un vampiro il tempo non ha un
significato, potrebbe
torturarti fino all’ultimo giorno della tua vita senza farsi
tanti problemi.
>>
I
miei occhi si affinano, guardo di nuovo Alice e la scopro a guardarmi,
sospiro
sconsolata. << Faremo qualcosa…
>> soffio, << Però preferirei
aspettare dopo il matrimonio di Edward e Bella. Non voglio che questa
stupida
faccenda intralci la vostra vita. >>
Edward
in un attimo lascia cadere la sua maschera e mi da le spalle in modo
brusco,
soffocando un ringhio adirato. << Ti terremo
d’occhio comunque.
Alterneremo i turni dei licantropi con i nostri. E’ chiaro?
>> sentenzia.
Amelia
e Derek annuiscono subito, Emmett borbotta un “ovvio che
sì” ed Alice sospira,
passandosi una mano sulla fronte, come per tergerla da un sudore
inesistente.
<<
Non abbiamo bisogno di voi per tenerla d’occhio.
>> sbotta Jacob,
contrariato.
<<
Infatti non avevo chiesto la tua opinione. >> gli
risponde piccato
Edward. Di risposta il ringhio di Jacob riempie la stanza, mi sollevo
dal
divano e gli sfioro una mano, cercando di calmarlo. Si volta a
guardarmi e
chiude gli occhi, tirando indietro la testa, poi stringe la presa sulla
mia
mano. Lo sguardo di Edward si ferma per un millesimo di secondo sulle
nostre
dita incrociate, dopo si indirizza alla porta-finestra, di Alice,
fuori,
neanche l’ombra.
<<
Megan, che ne dici di provare a modificare il
vestito che ti ho fatto invece di comprarne un altro? >>
sussurra
con voce flebile la voce di Alice, alle mie spalle.
Stringo
i denti e guardo Edward con disprezzo. << Non puoi
allontanarmi con una
scusa così stupida! La questione mi appartiene,
perché non dovrei rimanere?
>> sibilo, capendo anche fin troppo bene che la richiesta
di Alice è un’attenuante.
Contro ogni mia aspettativa gli occhi di Jacob mi inchiodano,
indicandomi con
un cenno del capo Alice. Non vuole che io stia lì, non vuole
che li veda
litigare. Torno a guardare Edward; incontro la stessa espressione di
supplica
nei suoi occhi. Lo vogliono entrambi.
Lascio
la mano di Jacob e scuoto la testa, mi volto e cammino verso Alice, ma
non
appena arrivo al suo fianco l’aggiro e continuo dritta verso
la porta.
<<
Megan! >> mi richiama Jacob, uno spostamento
d’aria mi scompiglia i
capelli, poi la figura di Amelia mi si para davanti.
<<
Non è sicuro uscire. >> mi dice, bonariamente.
La guardo in modo duro,
stanco.
<<
Lo sarebbe anche senza un vampiro pazzo alle calcagna. >>
sibilo, truce, le
sembra capirmi, con un movimento quasi invisibile si scansa, cerco di
non
guardarla in viso - di non guardare in viso nessuno di loro - apro la
porta e
me la chiudo alle spalle con un tonfo sordo.
Tutto
passa in maniera assurdamente veloce, rimango seduta fuori, sotto un
piccolo
gazebo piazzato lì vicino sicuramente per il matrimonio, mi
guardo intorno e penso
accennando un sorriso amaro che se questa storia fosse stata la trama
di un
musical in questo momento ci sarebbe stato un mio assolo. Che pensiero
stupido.
Guardo
con attenzione un piccolo tulipano pappagallo bianco e fucsia, usando
l'indice
ne accarezzo piano i petali frastagliati e mi torturo il labbro
inferiore con i
denti, dall'interno arrivano parole smorzate che non mi sforzo neanche
di
capire. Solo una cosa è chiara nella mia testa, e sovrasta
qualsiasi
contraddizione: sono stanca.
Mi
arrenderei a Marcus, anche subito, se questo potesse servire a portare
la
tranquillità. Mi sento proprio come un malato terminale, che
arriva al punto di
sperare nella sua morte pur di porre fine a tutto quel dolore che lo
avvolge. Indirizzo
lo sguardo alla porta-finestra e un brivido profondo mi trafigge come
la lama
di una spada, da parte a parte. Il fiato tituba, rimanendo sospeso per
qualche
secondo, poi esplode nell'ennesimo sospiro.
Stanno
litigando, gli occhi pizzicano al ricordo dell'ultimo bisticcio e lo
sguardo va
per un riflesso condizionato verso la cicatrice. La mascella si serra,
freno le
lacrime sollevando lo sguardo verso l'alto e giocherello ossessivamente
con le
punte dei miei capelli, appiattendoli sulle costole e girandone le
ciocche
sulle dita.
Socchiudo
gli occhi e li riporto alla vetrata, lascio cadere le mani lungo i
fianchi
quando mi accorgo che la stanza ora è vuota, un moto
d'irrequietudine mi
attorciglia le viscere, cerco disperata uno sguardo o un movimento su
cui
appigliarmi per non cadere in disperazioni e brutte supposizioni e dopo
qualche
secondo, con mio grande sollievo, vedo Jacob chiudersi la porta alle
spalle e
venirmi incontro. Le mani in tasca, lo sguardo rivolto altrove; Non
promette
niente di buono, penso tra me, e caccio fluidamente i capelli dietro le
spalle.
Lo fisso, lui si poggia contro spalle sul pilastro del gazebo e da un
innocuo
calcio ad uno scatolone vuoto lì vicino. Continua a non
degnarmi di uno
sguardo. << Sei arrabbiato? >> chiedo, il
mio tono di voce è
talmente basso da sembrare il sibilo del vento tra le fessure in legno
della
struttura che costituisce il chiosco.
<<
No. >> risponde di rimando, la voce piatta, annoiata.
Aspetto che dica
qualcos'altro, ma l'impresa, sfortunatamente per me, si prospetta vana.
L'angoscia mi fa seccare la gola.
<<
Hai lo sguardo da cattive notizie. >> mormoro,
chiudendomi nelle spalle,
tornando a riferire le mie attenzioni sul tulipano. Non so il
perché, ma è
ipnotizzante, forse sarà colpa delle sfumature. Sebbene il
fucsia non mi sia
mai andato molto a genio come colore, su quel fiore è
semplicemente perfetto.
<<
Non so se sono cattive, ma di sicuro non ti piaceranno.
>> aggrotta la
fronte e prova un mezzo sorriso, sollevando l'estremità
destra delle labbra.
<<
Non avrete mica intenzione di uccidere Artamon? >>
balbetto, spalancando
appena la bocca.
Il
viso di Jacob si fa contrito, << E' l'unico modo per
uscirne. Sicuramente
faremo un favore anche a lui, conosci la sua storia, non credo gli
dispiacerà
togliersi di mezzo. >>
Una
fitta di dolore mi coglie in pieno, scuoto la testa e soffoco un
gemito.
<< A volte mi chiedo come facciate a uccidere con tanta
leggerezza,
specialmente Edward, che percepisce fino all'ultimo i pensieri della
persona
che sta uccidendo. >> sussurro, le
dita continuano a sfiorare i petali.
<<
Megan è un vampiro assetato di sangue, non
proverà mai a... >> prova a
controbattere lui.
<<
Non puoi saperlo, nessuno di voi può saperlo!
>> urlo, e lo faccio con
tutta l'aria che ho in petto. Jacob sgrana gli occhi e finalmente si
degna di
guardami, io rimango poggiata con lo sterno sulla ringhiera in legno e
fisso il
fiore, le mani, serrate, incrociate al petto. Oscillo leggermente
avanti ed
indietro tentando ancora una volta di frenare le lacrime, poi mi fermo,
sentendo da due piccole puntine umide sulle guancie che non era
servito.
<< Io... patisco tutto quello che ha provato lui, tutta
l'angoscia che lo
dilania, tutti i tentativi nascosti con cui cerca di avvisarmi, vuole
che io
scappi. La figura incappucciata che mi segue come un'ombra in tutti gli
incubi
raffigura i Volturi, lo so per certo, lo sai come vuole che la
percepisca? ...
Fa puzza di carogna, trasuda malvagità, sa di morte!! E io
sento un misto di
morboso desiderio di compiacerla, ma dentro urlo, dentro vorrei
ucciderla. E
tu, tu sei la parte peggiore, nel mio sogno appariamo più
grandi, il tuo viso è
sereno, ma dal mento in giù non oso nemmeno ricordare
com'eri... >>
<<
E, con tutto quel che vedi, preferiresti tenerteli, questi dannati
incubi?
>> la voce di Jacob non è più
sicura come prima.
Rispondo
alla sua domanda con una smorfia. << Ognuno ha la sua
croce, forse la mia
è questa. >> soffio, flebile.
Lui
mi guarda e mi stupisco nel vedere i suoi occhi lucidi ed arrossati, si
strofina un pugno sull'occhio, poi accenna un sorriso. <<
Edward ti sottovaluta.
>> sussurra, allunga una mano e la tende verso di me, io
l'afferro e mi
lascio trainare fino al suo fianco, mi stringe con la stessa mano che
mi ha
teso e si guarda in giro con fare desolato, sospira e accentua la
presa.
<<
Edward ti ha chiesto di uscire per spiegarmi perché fosse
importante uccidere
Artamon il più in fretta possibile. Non voleva che tu
capissi quello che ti
stava trasmettendo con i sogni: era certo che ti saresti battuta in suo
favore.
A quanto pare però la sanguisuga non ha preso sul serio la
tua perspicacia. Tu
hai già capito tutto. >> china le labbra e le
poggia sulla mia tempia
sinistra, chiude gli occhi e giocherella con il lembo della mia
magliettina.
<< Ma c'è qualcosa che forse non hai
afferrato. Il morboso desiderio di compiacere
la figura incappucciata è un'altro avvertimento. Lui ti
ucciderebbe comunque se
i Volturi glielo chiedessero. Anche se andrebbe contro la sua
volontà, lo
farebbe. >> Sopprimo un singhiozzo, lui porta la mano
sulla mia nuca e la
stringe sulla sua spalla.
<<
Non cambia le cose. Non ti perdonerei mai se dovessi ucciderlo...
>>
mormoro, lui annuisce. Magari si aspettava una risposta del genere.
Ripenso
alla conversazione e inorridisco. << Secondo te sto
diventando una
masochista come Bella? >> borbotto in tono sconsolato,
tirando su con il
naso.
Soffoca
una risata, forse forzata. << Non saprei, avete sempre
avuto una morale
piuttosto strana, voi due. >> commenta, vago.
Rimaniamo
così per un po' di tempo, dopo lui si schiarisce la gola.
<< Magari potrei
provare a parlarci. Andrei là con qualcuno dei Cullen e
cercherei di
persuaderlo a rinunciare, a fargli capire che può esserci
un'alternativa. Il
signor Carlisle accoglierebbe a braccia aperte un nuovo membro in
famiglia,
specialmente se può salvarti la vita. Quel dottore ha un
vero debole per te. Come
anche Amelia... hai visto come ti ha lasciato passare? >>
Sorrido
e annuisco. << Mi ha già detto che qualcosa
nel mio sguardo la riporta ad
Annìka, ma non credevo la toccasse fino a questo punto,
sembra come... ferita
da ogni mio sguardo. >> fiato.
Il
silenzio torna a capeggiare per un paio di minuti, è di
nuovo lui a romperlo.
<< Allora? Che ne dici del piano? >>
sussurra.
<<
Mi sembra una buona idea... >> mormoro, ispirando a pieni
polmoni il suo
odore.
<<
Bene. Direi che dovremmo andare dentro e parlarne con loro.
>> Sciogliamo
l'abbraccio, cerca di prendere la mia mano, ma io mi ritraggo.
<<
Tu inizia ad andare, entro subito. >> si guarda ancora
una volta intorno,
sta volta sospettoso, affina lo sguardo, tende l'orecchio e annusa
l'aria
avaramente.
<<
D'accordo. >> dice, dopo essersi accertato dell'assenza
di pericoli, lo
guardo darmi le spalle e tornare dentro.
Con
due falcate mi rimetto poggiata sulla ringhiera, a guardare il tulipano.
Aggrotto
la fronte a quello che vedo, mi chino mestamente e raccolgo un petalo,
provando
un misto tra rabbia, stupore e dolore. Come
può essere sfiorito in così poco tempo?
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
A NATALE
PUOI, fare quello che non puoi fare maiiiiii!!! *o*
E
quindi, Valentina posta. Non fa
una piega, eh? xD
Ragazze, non c’è che dire, vi amo
e vi auguro buon Natale.
Sapete cosa c’è di bello nel
sentirsi un po’ giù? Avere la MIA
famiglia accanto, per quanto assillante, litigiosa, rumorosa e poco
normale
possa essere .-. Anzi, forse proprio per questo!!
Mi chiedo poi, non ho ragione
quando ti dico che ho crisi emotive degne di una donna incinta,
liala90??
Non posso dirvi che mi comporto
come un’adolescente semplicemente perché sarebbe
troppo ovvio vista la mia
tenera età. xD
Che vi aspettate sotto l’albero?? Io
ho già dato un’occhiata di nascosto (non ditelo a
mamma) e ci sono tanti soldi,
ma soprattutto, il DvD di Arrivederci, Mostro! *O*
non vedo l’ora di scartarlo!
Per non parlare del dvd di Eclipse
(rigorosamente non originale, mai avuto un dvd della Twilight saga
originale,
vado a comprare un libro con 17 euro!!) che mia zia mi ha portato sta
mane! *-*
non sono pacioccosissimi i miei parenti??
Detto questo, spero per vostra
felicità, posto un altro capitolo e lo spoiler ;D
------------------------------ spoiler
<< Mi sa proprio che da oggi in
poi dovrò
evitare dei contatti del genere, diventerai un uomo sposato.
>> dico
scherzosa sorridendo ancora.
Lui mi accarezza il viso e arriccia il naso in
un'espressione buffa. << Bella potrebbe ucciderti.
>> ridacchia.
<< Non credo che allora cambierebbe molto
dalla situazione in cui ci trovavamo prima. >> e
scoppiamo a ridere.
Un'altra bussatina ci fa ridestare dalle nostre
risate. E' Esme. Sorride teneramente e quasi sembra dispiaciuta di
doverci
interrompere. << Credo proprio che tra qualche minuto di
sotto di sarà un
bisogno vitale di voi due. >> dice, ironica.
Edward mi stringe la mano, nervoso, io accenno una
risatina. << Pronto? >> lo stuzzico.
<< Lo sono dalla prima volta in cui l'ho
vista. >> mi dice, fiero.
<< Allora cosa stiamo facendo ancora qui?!
>> sbotto, ovvia, e me lo tiro appresso.
Ebbenessì!
Siamo arrivati al GRAAAANDE
GIORNO! Al prossimo capitolo, Buon Natale per la
quinta volta *.*
|
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Capitolo 40 *** || 38.Il grande giorno, domande sulla felicità ***
ೋ❤ ೌ Capitolo
38೬ ೂ❤ ೄ
Il
grande giorno, domande sulla felicità
Megan
“ Ciao, sono
Jake! Lasciate un messaggio.”
<<
Jay, sono Megan. Potresti chiamarmi appena puoi? Non ci sentiamo da
giorni,
sono... preoccupata. Comunque sia tra qualche minuto
inizierà la cerimonia.
Volevo…Dirtelo. Per favore, richiamami. >>
Ticchetto
nervosamente con le unghia sul display del cellulare, poi chiudo
nervosamente
lo sportellino e socchiudo gli occhi oscillando verso destra.
Un
dolore breve ma acuto mi fa sobbalzare, istintivamente sposto il peso
sull'altra gamba, ancora quel dolore, miagolo un
“Ahia” disperato e sospiro.
<<
Meg! Finirai per somigliare ad un colapasta se non stai ferma!
>> mi
mordo la guancia e sbuffando torno a guardare fuori dalla finestra
della camera
di Alice. Borbotto qualcosa d’incomprensibile e chino lo
sguardo sulla mia
laboriosa e concentrata amica vampira.
<<
Al, mi sembra già perfetto. >> provo a dirle,
battendo le dita sui
fianchi, ma lei mi zittisce con un gesto di stizza.
<<
Questo lascialo decidere a me. >> barbuglia a bocca
serrata, tenendo tra
le labbra un piccolo spillo.
Fisso lo
sguardo sullo specchio e la guardo da là mentre passa con
gesti veloci e puliti
il contorno dell’orlo. Ha voluto accorciare il vestito, era
troppo lungo
secondo lei; l’ho lasciata fare: neanche io amo le gonne
lunghe, la lunghezza è
l’unica pecca di questo vestito.
“A Jacob piacerà da
matti!” aveva
esclamato Ronnie quando glielo avevo mostrato. Speravo davvero che gli
sarebbe
piaciuto, non vedevo l’ora di indossarlo e studiare la sua
espressione.
Invece
ora so che per ben due motivi lui non lo vedrà mai: Prima di
tutto non sono
riuscita a convincerlo, quindi non sarebbe stato presente al
matrimonio, ma,
anche se ci fossi riuscita, vista la sua fretta di rintracciare Artamon
e
cercare di salvarmi da un esaurimento nervoso, si è
trascinato via anche Emmett
per riuscire nella sua missione. Così ci saranno due assenti
al matrimonio di
Edward e Bella.
Non so
come faccia Rosalie ad essere così serena nonostante
l’assenza di Emmett, io
sto letteralmente diventando matta…
Sarà perché non riesco a parlargli neanche per
telefono da due settimane?
<<
Perfetto, sei stupenda. >> mi dice in tono rilassato e
soddisfatto,
lisciando il tessuto del vestito sulla mia gamba.
Accenno
un sorriso e chino lo sguardo. << Grazie.
>> mormoro, e scaccio via
dalla spalla un ciuffo di capelli, in modo da sistemare la spallina
arrotolata
per via della fretta con cui avevo infilato il vestito.
<< Bella?
>> chiedo, poco dopo. Curiosa.
<<
Rosalie si sta occupando dei capelli, Esme del trucco. Non saprei come
fare senza
loro, sono i miei angeli. >> mi spiega mentre attraversa
la stanza, si
china e prende una scatola color panna. La apre e mi mostra le scarpe
con un
espressione sorridente. << Sono trentasette. Edward mi ha
dato una mano
per capire come le volessi… Non posso negarlo, hai stile.
>> mi dice compiuta,
poi me le porge.
Le
faccio un inchino scherzoso e prendo tra le mani le scarpe, mi volto
verso la
finestra, vedendo le macchine arrivare e posteggiare sulla ghiaia, dove
prima
c’erano soltanto la mia Golf e la
Mercedes Guardian di Bella. Il Chevy, quello che
doveva essere mio, ci ha salutato per sempre qualche giorno
fa’. So per certo
che c’è lo zampino di Edward in tutto questo.
E’ ossessionato dalla sua
incolumità, per questo le ha procurato quella favolosa e
scintillante Mercedes
anti proiettili. Dopotutto con un “attira -
calamità” come Bella non credo che
le precauzioni siano mai abbastanza.
Osservo
la vernice scura e finemente metallizzata della macchina e sorrido:
anche questa sarebbe piaciuta da matti a Jay. << Sei stata con
me fin
troppo tempo. Dovresti andare da loro. Magari hanno bisogno di te.
>> le
dico, mi siedo sulla sfonda del letto e indosso le scarpe, sorridendo
nel
vedere che sono proprio come le avevo immaginate.
Lei
sorride e si avvicina, stringendomi in un abbraccio gelido che mi
scalda il
cuore. << D'accordo, ci vediamo di sotto? >>
Le
faccio un cenno del capo in direzione della porta e la incoraggio ad
andare. <<
Va bene, ora vai. >> le dico.
Mi
guarda poco convinta ancora per qualche secondo, poi va via, camminando
su i
tacchi alti con la disinvoltura di chi indossa delle pantofole.
Afferro
il telefono e mi sollevo dal letto, camminando con passo picchiettante
verso la
finestra. Premo il tasto di chiamata rapida e mi porto il cellulare
all'orecchio,
incrocio le dita dietro la schiena e socchiudo gli occhi.
<< Ti prego, ti
prego, ti prego. Rispondi. >> sussurro, in tono disperato
e speranzoso.
“ Ciao, sono
Jake!
Lasciate un messaggio.”
Sospiro
e chiudo lo sportellino del cellulare, guardando con aria assorta
l'ennesima
macchina parcheggiare sul selciato di casa Cullen. <<
Coraggio Meg. Sarà
tutto magnifico... >> mi dico, cercando di convincermi a
mettere un piede
davanti all'altro e scendere le scale fino ad arrivare al piano di
sotto. Tre
colpi alla porta di legno mi fanno trasalire, stringo il cellulare tra
le mani
e prendo un respiro profondo, passandomi una mano sulla fronte.
<< Avanti.
>> dico, la mia voce trema, è incerta.
<<
Scusi se la disturbo, ma sto cercando la mia testimone, credo che sia
vestita
di verde e ovviamente è bellissima. Sa dove posso trovarla?
>> accenno
un sorriso e mi sento stringere in un
abbraccio, poi un bacio gelato mi sfiora la guancia. <<
Vedrai che sarà
qui prima di notte. >> mi dice, il suo tono è
troppo sicuro per sembrare
uno stupido tentativo di consolarmi.
<<
Come fai a saperlo? >> gli chiedo, sgranando gli occhi.
<<
Non lo so per certo, ma nelle visioni di Alice dopo poco più
di tre balli la
festa sparisce... cadrà sotto le grinfie di un licantropo?
>> accenno
un sorriso e mi mordo il labbro.
<<
Quindi verrà? >> chiedo, con un tono di voce
che esprime una gioia
trattenuta.
<<
Penso ci sia una buona probabilità che succeda.
>> mi volto e lo stringo
in un abbraccio.
<<
Mi sa proprio che da oggi in poi dovrò evitare dei contatti
del genere,
diventerai un uomo sposato. >> dico scherzosa sorridendo
ancora.
Lui mi
accarezza il viso e arriccia il naso in un'espressione buffa.
<< Bella
potrebbe ucciderti. >> ridacchia.
<<
Non credo che allora cambierebbe molto dalla situazione in cui ci
trovavamo
prima. >> e scoppiamo a ridere.
Un'altra
bussatina ci fa ridestare dalle nostre risate. E' Esme. Sorride
teneramente e
quasi sembra dispiaciuta di doverci interrompere. <<
Credo proprio che
tra qualche minuto di sotto di sarà un bisogno vitale di
voi. >> dice,
ironica.
Edward mi
stringe la mano, nervoso, io accenno una risatina. <<
Pronto? >> lo
stuzzico.
<<
Lo sono dalla prima volta in cui l'ho vista. >> mi dice,
fiero.
<<
Allora cosa stiamo facendo ancora qui?! >> sbotto, ovvia,
e me lo tiro
appresso.
<<
Signorina, insisto... >> sento dire a Seth, mentre fa un
inchino così
profondo da sfiorar terra con la fronte.
Gli
riservo una smorfia caparbia e vagamente divertita mentre continuo
imperterrita
a percorrere con l'indice il bordo del magnifico bicchiere in cristallo
di
Boemia, dentro il quale ancora luccica qualche doccia vermiglia di
vino. Jasper
aveva insistito affinché lo assaggiassi. Non sono mai stata
una che adora il
vino. Certo, non mi è mai dispiaciuto scolarmi un paio di
birre con i ragazzi
della riserva, anche quando ero decisamente troppo piccola per farlo,
ma il
vino è tutt'altro. Mi sento in imbarazzo, bere un vino
francese vecchio di
vent'anni è da ricchi. Non mi appartiene. Nulla in questo
tripudio di luci, vestiti
raffinati e balli composti mi appartiene. E la nausea che mi ha
assalito quando
all'arrivo dell'antipasto mi sono ritrovata davanti la scelta di quale
delle
numerose forchette finemente decorare fosse quella opportuna da usare
si è
ripresentata nel momento in cui ho frenato la mia sete, rimanendo con
il dubbio
di quale dei tre bicchieri davanti a me servisse per l'acqua.
Mi sono
addirittura chiesta se la forma del bicchiere o la dimensione e la
conformazione delle posate potesse in qualche modo modificare la
composizione
genetica del cibo e delle bevande. Sennò che senso avrebbe
usare così tante
cose poco differenti l'uno dall'altra quando si potrebbe benissimo bere
o
mangiare anche con delle semplicissime posate e dei semplicissimi
bicchieri,
senza nessuna differenza?
Gli
ammirati gentlemen che hanno istituito le regole del bon-ton dovevano
annoiarsi
davvero tanto per arrivare a complicarsi la vita fino a questo punto.
<< Te
l'ho già detto. Io non ballo.
>> fa un gesto seccato e mi da le spalle andando da solo
verso la pista,
fallendo nel suo intento di trascinarmi con lui per ballare un lento.
Le mie
speranze sul ritorno di Jacob si sono vanificate all'arrivo di Seth,
che in
qualche modo mi ha spompato il buonumore. Ci sono cento
possibilità su cento
che sia lui la causa della cecità di Alice. E questo mi fa
rabbia. Rabbia e
un'infinita paura. Due settimane sono troppe anche per un incosciente
come lui.
<<
Non sapevo che ci fosse un funerale. A chi devo porre le mie
più sincere
condoglianze? >> sbotta divertita la voce di Alice. Me la
mangio con lo
sguardo e digrigno i denti.
<<
Stai rischiando... e quando sarai morta per mano mia forse la teoria
sull'immortalità della tua specie sarà da
rivedere. >> sibilo, lei di
tutta risposta allarga il suo meraviglioso sorriso.
Scuoto
la testa ed accenno ad alzarmi, lei mi blocca per li polso, poi
tossisce.
<<
Rosalie mi sembra contenta... >> osserva, facendo un
cenno alle mie
spalle.
<<
Non tutti sono come Rosalie. >> mi schermisco,
corrucciando le
sopracciglia in un'espressione dolorante, << Mi dispiace
solo non dare il
meglio di me ad Edward, non riesco a fingere un sorriso che non ho...
>>
trattiene una risata, la guardo con rabbia e stringo un pugno.
<<
Non capisco cosa ci sia di tanto divertente! >> quasi
urlo, lei scuote la
testa cercando di assumere un'espressione dignitosa e passandosi un
dito sotto
l'occhio, come per spazzare via una lacrima che non potrà
mai essersi, si apre
nuovamente in un sorriso, sta volta delicato e commosso.
<<
Sono bellissimi. >> sussurra, guardo Edward e Bella
sorridere e guardarsi
negli occhi, mentre volteggiano al centro del grande spiazzo ovale,
tutto
sembra dipendere da loro, tutto sembra restar su e mantenere un colore
vivido e
gioioso solo perché loro lo sono, tutti sono felici di
riflesso alla loro
felicità. M'incupisco: tutti tranne me.
<<
Già, Bella sembra uscita da un libro di fiabe, non
è mai stata brutta, ma con
appena un po' più di cure è diventata la
personificazione di un sogno. E tutto
questo grazie a te. >> finisco con un sorrisino, lei con
finta modestia
si spolvera una spalla, fasciata da una fine spallina di pizzo color
lavanda.
<<
Ahh, quanto mi piace sentirmi elogiata!! >> sbotta, poi
torna a farsi divertita.
<<
Ora, che sei inconsapevolmente riuscita ad arruffianarti il mio volere,
credo
davvero che dovresti vedere com'è felice Rosalie...
>> spero che quei
sottintesi che ho letto nella sua voce non li abbia soltanto
immaginati, mi
volto di scatto e la vedo stringere in un grazioso abbraccio Emmett,
che
indossa uno smoking e il suo solito sorriso strafottente. Il mio cuore
perde un
battito. Trattengo un urlo di gioia e le lacrime mi gonfiano gli occhi.
<<
Così cola il mascara... >> borbotta Alice,
falsamente indispettita, poi
guarda nella semioscurità della quercia che si trova, occhio
e croce, ad una
sessantina di metri da noi. << Un'altra cosa in cui credo
molto è vederti
andare spedita verso quell'albero... chissà
perché? >> sorrido e la
stringo in un abbraccio, poi mi metto a correre, ma i tacchi affondano
nell'erba
e mi rallentano, li tolgo e tenendoli in mano riprendo a correre, sento
l'erba
solleticarmi le piante dei piedi e faccio un risolino saltando appena,
poi
riprendo a correre più veloce di prima.
I miei
occhi abituati alla luce sgargiante della festa non mi permettono di
vedere
altro che non sia indistinto buio, il pallido verde delle foglie in
vicinanza
mi fa rallentare e con
sguardo ansioso
cerco un movimento nell'oscurità. Sorride, per questo lo
noto. Il riverbero
della festa alle mie spalle illumina vagamente il suo sorriso.
Mi
lascio cadere le scarpe di mano e con una rincorsa mi getto su di lui,
sentire
il modo tanto familiare in cui mi stringe e il calore della sua pelle
schiantarsi e aderire alla mia è un toccasana per il
malumore. Mi mette le mani
sui fianchi e mi solleva da terra,
girando su sé stesso un paio di volte, come in quei film in
bianco e nero che
vedevo con zia Sue quando ero piccola, come un soldato, di ritorno
dalla
guerra, che rivede per la prima volta dopo mesi la ragazza che ama.
Poi le
sue labbra carnose incontrano le mie, i piedi continuano a stare a
qualche
centimetro da terra, stretta saldamente tra le sue braccia.
Ci
stacciamo solo dopo un po', mi lascia toccare terra e i miei occhi,
adesso
abituati al buio, lo vedono. Noto che mi sta squadrando con un sorriso
malizioso.
Si
avvicina e mi abbraccia, sospirando. << Mi sei mancata.
>>
sussurra, la sua voce è rauca come sempre, <<
E sei una visione. >>
continua.
Vorrei
dirgli che anche lui mi è mancato e, stuzzicandolo, che so
perfettamente di
essere una visione, ma non mi da il tempo di rispondergli come si deve,
perché
nel momento in cui tento di farlo le sue labbra sono di nuovo incollate
alle
mie.
Allontano
il mio viso dal suo e prendo un respiro profondo, mi apro in un
sorriso, forse
un po' troppo enorme, e anch'io lo scannerizzo. << Te lo
dicevo di comprare
uno smoking. >> mormoro, la voce esce spezzata. Lui ride.
<<
Non ho intenzione di rimanere ancora per molto, sono venuto
esclusivamente per
te e… >> si ferma e sospira, ma capisco
ugualmente, come se avesse urlato
quello che invece non è riuscito neanche a sussurrare.
<<
Sei ancora convinto di voler dire addio a Bella? >> gli
chiedo, prendo la
sua mano e la stringo tra le mie, cercando di dargli conforto. Non fa
altro se
non annuire.
Socchiudo
gli occhi e apprendo la sua decisione con una certa amarezza. Non per
fraintendere, mi fa davvero piacere che Bella faccia le valigie e
sloggi dalla
vita di Jacob, ma ho la sensazione che in realtà non lo
farà mai e che questo
peggiorerà le cose. Sia tra di loro sia tra Edward e me.
<<
Vuoi che vada a chiamarla? >>
Accenna
un sorriso e si china su di me, sfiorandomi le labbra con un piccolo
bacio.
<< Non ti preoccupare. Se ne sta già occupando
Edward. >> annuisco
con vigore e gli deposito un altro bacio sulle labbra prima di
allontanarmi
controvoglia. Mi volto a guardarlo e faccio una smorfia seccata.
Mi è mancato da morire e
adesso devo lasciarlo da solo con Bella; vita ingiusta. Vedo la meraviglia candida del
suo vestito e il suo viso squisitamente truccato che le da l'aria di
una di una
dea e sbuffo, mi allontano ancora un po', ma non resisto molto vedendo
Jake
abbozzare un sorriso e decido di ritornare indietro. Magari potrei
tenere sotto
controllo la situazione senza farmi vedere, così, come un
angelo custode, ed
intervenire nel caso la situazione diventasse pericolosa, o peggio
ancora,
scottante. Mi batto una mano sulla fronte.
Meg, è appena diventata la moglie di Edward, cosa vai
pensando?
<<
Già, Meg, cosa vai pensando? >> sobbalzo con
un urlo strozzato e lancio
uno schiaffo involontario a chiunque sia stato a parlare. Anche se,
visto la
risposta, la probabilità che non sia Edward sono pari a
zero. Poi socchiudo gli
occhi colta dal dolore e mi massaggio la mano, guardandolo di sottecchi.
<<
Sei fatto di marmo o cosa? E' insoddisfacente volervi picchiare! Una
povera
umana finisce sempre per farsi del male... >> borbotto,
continuando
indisturbata l'atto del massaggiare la mano pulsante, senza
però smettere di
guardarlo con la coda dell'occhio.
Lui
solleva un sopracciglio e si porta le mani ai fianchi. <<
Sai di stare
vaneggiando, vero? >>
Soffoco
una risata, annuendo convinta, mi lascio prendere sottobraccio e
trascinare
verso la festa, mentre, con malinconia, liquido mentalmente il piano
che avevo
congetturato per tenere d'occhio la situazione. << Mi
faresti l'onore di
questo ballo? >> mi chiede dopo, porgendomi la mano a
palma in su e
inchinandosi deliziosamente.
Arrossisco
come una stupida bambina e denego timidamente con la testa.
<< Non mi è
mai piaciuto ballare, potrei anche non esserne capace. >> mi fa l'occhiolino e
prende delicato la mia
mano, portandosela
alla bocca per scoccarle un bacio.
<<
Devi solo seguire i miei movimenti. Lasciati guidare, è
più facile di quanto tu
possa pensare. >> con passo incerto lo seguo verso la
pista, e non perché
mi abbia convinto, ma piuttosto perché la sua mano continua
a stringere la mia
e non ha intenzione di lasciarla. Chiudo gli occhi e ingollo il grumo
in gola,
pronta per una figuraccia. Dai Meg,
supererai anche questa.
Scuote
la testa, accennando un sorriso sghembo, e poggia la mano sul mio
fianco,
l'altra in posizione rigida, intrecciata alla mia. Affonda il viso nei
miei
capelli e si affoga in una risata quando i nostri corpi aderiscono.
<<
Vuoi smetterla, Meg? >> borbotta al mio orecchio,
<< Ti fai troppi
complessi, vedi, ti stai muovendo, e vai benissimo. >>
<<
Ti pesterò i piedi, ne sono sicura. >> stento
a dire, intimorita.
<<
Poco importa, sei a piedi scalzi. >> incalza, rispondo
con un lamento,
<< e comunque non mi sarei fatto male ugualmente, mettiti
il cuore in
pace. >>
Continuiamo
così in silenzio per un po'. La curiosità mi sta
uccidendo, lacerando il petto,
divorando il cervello, corrodendo ogni cosa. << Cosa si
stanno dicendo?
>> sbotto all'improvviso, lui non ne è
sorpreso, sicuramente avrebbe
ascoltato i loro pensieri comunque.
<<
Parlano della loro amicizia e si chiedono a vicenda se sono felici.
>>
risponde, mi allontana dal suo corpo e inclina la testa. << Tu sei
felice? >> mi chiede,
sorridendo.
Lo
guardo impassibile, spalanco la bocca, poi mi blocco. <<
Io... >>
balbetto, sgranando gli occhi.
<<
Tu? >> è davvero dubbioso e incupito. Tiro un
lungo sospiro e lo imito,
inclinando la testa.
<<
Io sono certa che il matrimonio ci allontanerà, ma sono
ugualmente felice se tu
lo sei. E tu lo sei parecchio. >> Sorrido, almeno ci
provo. Anche il suo
tentativo di farlo esce un tantino male.
Sa
quando mi mancherà, ma sa anche che non mi sarà
difficile non pensarlo, proprio
come negli ultimi mesi. Dopo la battaglia le nostre visite si sono
concluse
senza troppi convenevoli. Vederlo non è mai stato un bisogno
primario, il
nostro è sempre stato un capriccio, volevamo semplicemente
avere qualcosa in
più. Abbiamo già quello che ci è
necessario, ed è triste in effetti, ma è
proprio così, lo sappiamo entrambi.
Mi
abbraccia, ricambio con trasporto e sopprimo un singhiozzo di
commozione.
<< Ti voglio bene. >> mi dice all'orecchio.
<<
Te ne voglio anch'io. >> sussurro in tono commosso.
Balliamo
sereni ancora per qualche istante, solo allora mi accorgo che la musica
è
cambiata, ma prima che potessi dirglielo l’atmosfera si fa
confusa. Vedo Seth
irrigidirsi e correre verso la quercia e Edward sparire dopo di lui,
lasciandomi da sola.
Mi volto
in direzione dei due e spalanco gli occhi. Quello che penso non
può essere vero
e il buio mi impedisce di vedere. Così ancora una volta mi
ritrovo a correre
tra l'erba, corro a perdifiato fino alla quercia e mi blocco non appena
noto i
lineamenti contratti sulle facce dei presenti.
<< Ti
ammazzo. >> Jake trema
violentemente e minaccia Edward, che si è parato davanti
Bella. Non ci penso
due volte e mi precipito fra di loro, ma non guardo neppure Edward e
Bella. La
mia priorità è Jacob. << Io ti
ammazzo con le mie mani. Ora! >>
<<
Meg, Seth, allontanatevi! >> dice Edward. Lo sguardo con
cui lo trafiggo
spiega tutto, lo fa in maniera concisa.
Jacob
non sembra neanche vedermi, cosa che non mi sorprende visto la mia
altezza.
<< Jake, andiamo a casa... >> lo supplico.
<< Ti prego.
>>
In un
attimo mi stupisco nel notare che i suoi occhi neri di rabbia si
spostano sui
miei e si rilassano leggermente.
<<
Non farlo, Jake. Vieni via. Andiamo. >> dice la voce di
Sam, dal buio, mi
volto e lo vedo, accanto a lui ci sono Quil e Jared sottoforma lupina.
<<
Andiamo. >> dico con voce più ferma, e
comincio a tirarlo verso Sam. Lui
mi guarda di nuovo, il polso che stringo continua a restare incollato
al suo
fianco. A quel punto mi vengono le lacrime agli occhi, aumento la
forza.
<< Fallo per me. >> biascico.
Confuso
torna a guardare Bella, leggo sofferenza e rabbia nel suo sguardo, poi,
come
rinvenuto da un coma, lo vedo riprendere lucidità e
sospirare, stringe la mia
mano con la sua e, quando lo tiro per la mano, si lascia trascinare.
Una volta
superata la quercia di qualche metro tiro un sospiro di sollievo e mi
passo il
dorso della mano sugli occhi. Uno dei lupi si fa al mio fianco non
appena
sbadiglio, Jake accenna un segno. << Credo che Quil
voglia offrirti un
passaggio. >> farfuglia, la sua voce è
dispiaciuta, la sua mano si
stringe nella mia più vigorosamente.
Ricambio
la presa sulla sua mano e scuoto la testa, accarezzando la schiena di
Quil.
<<
No, Quil, grazie. Manca poco alla Golf, preferisco restare con lui.
>>
<<
Mi spiace. >> mi dice, quando il lupo marrone passa
avanti. Non riesco a
guardarlo in viso, ma malgrado tutto non sono neanche minimamente
arrabbiata
con lui, sapevo che in fondo sarebbe successo qualcosa del genere.
Tutti lo
sapevano, nessuno però era sicuro di chi (Edward o Jacob)
avesse ringhiato
contro l’altro. Emmett e Jasper avevano perfino scommesso,
<<
Non pensarci. >> dico pronta, quando
invece sono la prima a farlo, a scorrere tutte le
immagini. Non pensarci
- vorrei ridere della mia stupidità - è
impossibile non pensarci. <<
Era un addio? >>
chiedo, scoraggiata.
<<
Probabilmente. >> dice, incolore.
Stringo
i denti e socchiudo gli occhi. <<
La trasformazione è vicina? >> chiedo,
farfugliando.
<<
Se supera la prima stupidaggine arriverà alla seconda.
>> ringhia.
Rimango
interdetta, ma non oso domandare altre spiegazioni. Di
che cosa sta parlando?
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ciao
a tutte, ho
pensato di aggiornare prima del Capodanno. Sperando che per voi questo
sia un
bel regalo :)
Ho deciso di aprire su
facebook un gruppo dedicato alla storia che vi terrà
costantemente aggiornate
sulle mie uscite di testa!
Mamma che palle!! –
penserete. Infatti
so che non lo
cercherete e non vi interesserà xD
Secondo me potrebbe
essere carino, invece O_o
Potreste darmi dei
consigli e naturalmente vi posterò teaser , sondaggi,
immagini, un po’ di
cavoli miei ogni tanto (XD) e tanto, tanto altro. (rettifico: che
pallllle!! xD)
Questa è la pagina: http://www.facebook.com/pages/In-Love-With-A-Legend/129654533765861?v=wall
Recensioni al solito
modo!! :D Baci, Vale.
------spoiler
Mi alzo di scatto, tergendomi la
fronte, imperlata
di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte,
lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi
sembra
inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già
fatto tante di quelle volte
negli ultimi due mesi che ormai è diventata
un’azione automatica.
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Capitolo 41 *** \\ 39. Tutta l'orribile verità ***
ೋ❤ ೌ Capitolo
39೬ ೂ❤ ೄ
Tutta
l’orribile verità
Jacob
Mi alzo di scatto, tergendomi
la fronte, imperlata
di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte,
lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi
sembra
inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già
fatto tante di quelle volte
negli ultimi due mesi che ormai è diventata
un’azione automatica.
Percorro il corridoio con passo felpato e mi fermo
alla porta socchiusa della camera di Megan. Un brivido violento mi
lambisce la
schiena nel vedere il suo viso spensierato e tranquillo, invaso da quei
capelli
lucenti e morbidi, come quelli di sua madre.
Ormai ha quasi undici anni – penso, per
contraddirmi subito dopo – no, la mia Megan è
sempre la stessa. E’ la mia
bambina, lo è sempre stata nello stesso modo. Lei
è quella che non si vergogna
di me quando la stritolo in un abbraccio e la soffoco di baci davanti i
suoi
compagni di scuola, è quella che sorride se Amber le fa una
delle sue solite
facce stizzite durante una loro discussione ed è sempre lei
quella che sebbene
abbia voluto a tutti i costi la chiave della sua stanza non
l’ha mai
utilizzata.
Chiudo nel tutto la
porta, maneggiando con delicatezza assoluta
la maniglia, e la lascio beata nel suo sonno da bambina, camminando
ancora a
punta di piedi, fino alla veranda.
La pioggia colpisce i vetri, poggio una mano sulla
superficie gelida della finestra e sbarro gli occhi, cercando di
calmare il mio
cuore, che sembra martellare nel petto seguendo il ritmo della pioggia
battente. Le immagini di quei stramaledetti incubi rimangono tinti
indelebilmente sotto le mie palpebre:
Amber che mi guarda con uno sguardo pieno d’odio e
mi urla di aver rovinato tutto, di aver distrutto la vita di nostra
figlia, e
lei, Megan, che scossa dalle urla di sua madre inizia a tremare
visibilmente
prima di trasformarsi in quello da cui per primo io ero scappato. Un
licantropo.
Prendo un respiro profondo e squarcio il silenzio
emettendo un gemito basso che copre per un attimo il ritmo ticchettante
della
pioggia.
Dopo la trasformazione di Leah so che ci sono
altrettante possibilità per Meg di essere una mutaforme. Lei
è pur sempre una
discendente diretta di Annìka.
<< Ancora quegli incubi, eh? >> mi
volto e accenno un sorriso amaro nel vedere il solito sorriso bonario
di Amber.
<< Come se fosse una novità. >>
fiato,
poi torno a guardare fuori. In un attimo sento la sue braccia
avvolgermi la
vita. Fa intrecciare la mia mano destra con la sua e mi perdo
nell’osservare
quanto le sfumature della mia pelle ambrata, da perfetto Quileute quale
sono,
siano diverse da quelle della sua pelle chiara. Mi sento sollevato
sentendola
vicina, ma ho anche la sensazione che più mi stia accanto
più la sua esistenza
sia in pericolo. << Forse sto diventando matto.
>> mormoro, fiacco.
<< Ti fai solo troppe paranoie da papà di una
“quasi-adolescente”, però dovresti
almeno aspettare che raggiunga la soglia dei
tredici anni per andare di matto, a quel punto nessuno ti
potrà biasimare. E’
ancora una bambina, Chris. Ultimamente guardi Jacob e gli altri
ragazzini come
se te li volessi mangiare uno ad uno. >> poi soffoca una
risata.
Scuoto la testa. << Li sto soltanto tenendo
d’occhio, ormai la loro trasformazione è vicina.
Lo so, me lo sento nelle ossa.
>> nel solo istante in cui lo dico vedo il viso di mia
moglie contrarsi
lievemente, segno evidente del fatto che non accetta del tutto la mia
interpretazione dei fatti. << Sto semplicemente cercando
di evitare
l’evitabile. >> mi difendo allora, ricevendo
l’ennesima occhiata stranita.
<< Amber, canto cielo! >> borbotto allora,
allontanandomi con
stizza da lei e dalla sua impeccabile mimica facciale.
<< Sai bene che i sogni non sono frutto della
tua fulgida immaginazione, il signor Cullen ha ragione.
>> mormora, e con
aria stanca si siede sui divanetti beige che prendono
l’intera parte destra del
soggiorno.
Arriccio il naso e camuffo un ringhio. Per quanto
abbia sempre rinnegato la mia natura di lupo i miei comportamenti sono
simili a
quelli di un qualunque licantropo. << Stupida sanguisuga.
>>
sibilo.
Mia moglie appare contrariata dal mio
atteggiamento. << Vuole solo darti una mano, Christian.
Quei sogni sono
giostrati da qualcuno, e sapresti anche chi è questo
qualcuno, se invece di
ostinarti a sostenere questa faida insensata ti affidassi alle sue
mani.
>>
Il mio sguardo è duro, ammonitore. << Un
Quileute non si affida nelle mani di nessuno. >>
<< Hai bisogno di lui. >> sentenzia,
con voce sicura e per niente impaurita dalla mia reazione.
<< Questo lo dici tu! >> dico, a voce
più alta. Poi mi ricompongo e con un sospiro mi passo una
mano trai capelli
scuotendo la testa.
<< Fallo per Megan. >> biascica, il mio
sguardo si fa grande di paura quando fissa gli occhi nei suoi.
E’ in lacrime.
<< Se non t’importa niente né di me
né di te stesso, fallo almeno per
lei. >>
Mi avvicino con tre falcate e la stringo al petto,
subito dopo essermi inginocchiato sul pavimento ghiacciato.
E lei, già piccola di suo, sta le mie braccia
diventa ancora più piccola, << Tu
m’importi. >> le sussurro
all’orecchio. << Ho soltanto paura.
>> continuo e le bacio la fronte.
La sua fragile presa sul mio collo si stringe,
<< Non devi, risolveremo tutto, tutto. >> e
mi stringe di più.
Un piccolo scalpiccio di passi ci fa ridestare,
sciogliamo l’abbraccio in tempo per vedere una zazzera
spettinata di capelli
sbucare dalla porta.
<< Ma che fate? >> sbotta, la voce
assonnata.
Amber sorride. << Niente d’importante, fila a
letto. >> sussurra, in tono dolce.
Lei fa spallucce e dopo uno sbadiglio torna
indietro, lasciandoci di nuovo da soli. Gli occhi verdi di Amber si
puntano di
nuovo nei miei. << Lascerai che Carlisle ti aiuti?
>> mi chiede, la
voce in un sussurro appena percettibile.
Annuisco debolmente e accenno un sorriso nel vedere
il so viso distendersi.
<< Bene, ora andiamo a letto. >>
sussurra, soddisfatta, e si alza dal divanetto, << Domani
abbiamo un
sacco di cose da fare. >>
Il giorno dopo esco prima da lavoro, non so perché.
Ne ho bisogno. Salgo in macchina, ma non so dove sto andando fin quando
non mi
trovo davanti la scuola di La Push.
Scendo dalla macchina senza pensarci due volte e
percorro il selciato fino al reticolato che delimita il cortile dove
gli
allievi fanno la pausa pranzo all’aria aperta.
Prego che ci sia Megan e dopo pochi minuti la vedo,
seduta su un’altalena, si dondola pigramente sulla punta dei
piedi, oscillando
solo di poco. Ha lo sguardo rivolto ad un punto fisso, mi accordo
subito che
guarda Jacob parlare e ridere con una ragazzina della sua
età. Nel suo sguardo
c’è tutto quello che può provare
un’adolescente: invidia, gelosia, tristezza,
ira…
Il mio stomaco si chiude quando lo capisco, accenno
un sorriso intenerito e mi passo una mano sul viso.
La mia bambina si è presa una cotta per il figlio
di uno dei miei migliori amici.
Non faccio in tempo a formulare quel pensiero che
vedo il piccolo Black accorgersi dell’espressione di Megan.
Il suo sguardo si
fa preoccupato, si congeda velocemente dall’amica e corre
nella sua direzione.
Gli occhi di mia figlia si fanno grandi di stupore
mentre Jacob inciampa e ruzzola fino ai suoi piedi,
dopodiché entrambi ridono
di gusto. Il viso di Jacob si rilassa nel vedere mia figlia ridere e,
anche se
ha una sbucciatura sul ginocchio destro, rimane seduto per terra a
ridere. Megan si alza dall’altalena e
si china su di lui
tirando fuori dalla tasca un fazzolettino, lo poggia sul suo ginocchio
e lo
tampona con cura, poi i loro occhi s’incrociano, rimangono
seri per un po’,
guardandosi, ma la serietà dura poco e ancora una volta le
loro risate
risuonano splendide nell’aria, mischiate ad urla, bisbigli ed
altre risate, nella
confusione spensierata del cortile. Mi accorgo
solo in quel momento di star trattenendo
il respiro. Rido anche io.
Riformulo: La mia bambina si è presa una cotta per
il figlio di uno dei miei migliori amici, e lui sembra ricambiare.
La calma però finisce per essere un ricordo,
perché
dalla parte opposta del cortile noto un viso adulto nei miei stessi
atteggiamenti. Con la sola differenza che quel viso troppo pallido e
quegli
occhi di un innaturale color cremisi invece di guardare i bambini
guardano me. Decido di allontanarmi dalla scuola
cercando di non
dare nell’occhio. Non ho alcuna intenzione di far correre dei
rischi inutili a
tutti quei bambini. Così con passo
svelto entro in macchina e metto in
moto, poi lancio uno sguardo alla grata e quando vedo che il vampiro
è sparito
tiro un sospiro di sollievo.
Non era là per Megan.
Mi abbandono al sedile, giusto il tempo di riprende
fiato, rimetto in moto l’auto e lascio che ancora una volta
la macchina mi
porti dove vuole. Casa mia. Scendo
dall’auto e cammino a sguardo chino verso la
porta, inserisco la chiave nella serratura e la apro.
<< Dobbiamo dare un taglio netto a questa
storia. >> sibilo, improvvisamente furioso nel realizzare
quanto quel
mostro fosse stato vicino a mia figlia e a tutte le volte che magari
era stato
a un soffio da mia moglie. La mia vita era sotto stretta sorveglianza
chissà da
quanto tempo.
I miei incubi erano causati da qualcuno, che si
basava sulle mie più grandi paure per annientarmi.
<< Buon anniversario anche a te, amore!
>> Il viso di Amber sbuca dalla cucina. <<
Allora? Chiamerai
Carlisle? >> mi chiede, seria.
<< Cosa vogliono da me… >>
bisbiglio,
chiudendo gli occhi e sentendo tutto il mio corpo tremare come una
foglia.
<< Non ho scelto io di essere un componente della
famiglia di Annìka… non
mi sono trasformato in un licantropo neanche una volta. >>
Amber sospira e lascia cadere per terra un foglio
che aveva in mano, togliendosi gli occhiali da vista, si avvicina e
senza
fiatare mi stringe in un abbraccio.
<< Qualunque cosa succeda a noi due non ha peso,
l’importante è proteggere Megan. >>
<< Tu non c’entri niente, Amber. Non dire
stronzate. >> lei mi accarezza il viso, sciogliendo
lentamente il nostro
abbraccio.
<< Io ti amo, e non ho intenzione di…
>> cerca di dibattere, io la fermo.
<< Nostra figlia viene prima di tutto.
>> sentenzio.
<< Lo so. >> bisbiglia.
<< Non avrà nessuno con cui stare se anche
tu… >> non riesco a finire la frase,
è una cosa che non tollero, anche
solo l’idea mi rende iracondo.
<< Non succederà! >> esclama, il
tono
fermo di quando è sicura. Sicura come la morte. Un brivido
mi trapassa da parte
a parte.
<< Dobbiamo parlare con i Cullen, ci andremo
sta sera! >> mi dice, e annuisce, sorridendo lievemente.
<< Sta sera? >> balbetto.
<< Sta sera. >> sussurra.
Serata romantica in occasione dell’anniversario.
Bella scusa.
Nessuno sa dove veramente siamo diretti e perché,
ci sembra prematuro mettere tutti sull’attenti per qualcosa
che non è sicuro.
Lo spero con tutto me stesso che non sia sicuro, ma quegli occhi
cremisi, quel
viso senza età… se c’è
qualcosa di sicuro in tutto questo pandemonio è
senz’altro il fatto che il tizio a spiarmi fosse un vampiro.
Un vampiro vero.
Guido verso casa Cullen dopo aver lasciato Megan a
casa di Billy. Siamo certi che qualunque cosa succeda
i miei amici si prenderanno cura di lei.
Billy la
vede con una terza figlia femmina e Megan gli vuole così
bene da chiamarlo zio,
anche se il legame genetico è pari a zero se non a meno uno.
Ho provato e riprovato a convincere Amber – doveva
restare con lei – ma la questione era chiusa già
da quel pomeriggio, quando mi
ha detto che non sarebbe successo niente e che sarebbe venuta con me.
Le immagini di Megan e Jacob che ridono mi
deliziano la mente senza un motivo vero, il sorriso si disegna sulle
mie labbra
quasi incondizionatamente.
<< Sai… >> mormoro, lo sguardo
assorto
oltre il parabrezza. << … credo proprio che
Jacob si sia preso la sua
prima cotta. Per Megan! >> Amber sorride.
<< Era ora! Megan è pazza di Jacob da sempre.
>> dice tranquilla, assorta. Contenta, oserei.
Alzo un sopracciglio e spalanco la bocca, <<
Da sempre? >> ridacchio. Lei annuisce saccente.
<< E come fai a
saperlo? >>
La sua espressione non cambia. << Una mamma
certe cose le sa e basta. D’altronde come darle torto? Voi
Quileute avete un
fascino smisurato. >> commenta, sarcastica.
La guardo con la coda dell’occhio, un sorrisino
malizioso. << Smisurato, eh? >> poi storpio
la bocca. << Mi
auguro che le passi presto. In caso contrario quando Jay si
trasformerà ed avrà
l’imprinting la nostra bambina soffrirà parecchio.
>>
Anche Amber non nasconde una smorfia di dolore.
<< Accidenti, l’avevo dimenticato. È
tutto così complicato. >> ora
è arrabbiata.
Mia moglie ha degli sbalzi d’umore da far invidia
ad una donna incinta. Forse la amo per questo. <<
Già. >> mi limito
a rispondere.
Qualcosa si para davanti la strada, accendo gli
abbaglianti… qualcuno. È il vampiro che mi ha
seguito. La mano di Amber corre
alla mia. Vorrei passargli sopra, non fermo la macchina, anzi, aumento
velocità.
Amber urla. Le lacrime mi appannano la vista mentre sento la macchina
strisciare e stridere sull’asfalto. È riuscito a
fermarla. È riuscito a fermare
la macchina in corsa. << Chris…
>> balbetta, mia moglie.
<< Amber, dannazione. Non dovevi venire con me.
>> farfuglio, tra le lacrime.
<< Smettila di ripeterlo! >> urla a sua
volta.
Una mano spacca il finestrino e mi afferra per il
collo. Trasalgo e osservo per l’ultima volta mia moglie.
È finita, lo so.
<< Scappa… >> mormoro, non sono
sicuro
che mi senta, so solo che non vedo, non sento, non percepisco niente.
Dopo un
dolore lancinante mi attanaglia la gola, ed è dal punto
preciso in cui il
dolore nasce che sento la mia vita scorrere via.
Un urlo di dolore, quello di Amber. Provo a
piangere, non ci riesco. Cerco di respirare, sta volta riesco nel mio
intento,
inalo l’aria con difficoltà, poi urlo il nome di
mia moglie, buttando fuori per
l’ultima volta l’aria che avevo inspirato.
Fa
caldo. Gli uccelli cinguettano e il sole
splende, ma è una giornata orribile, forse la più
orribile in assoluto.
Megan piange disperata contro la spalla di mio
padre. Sento la rabbia montare, insieme alla disperazione. Tutti sono
disperati, tutti sono arrabbiati. Tutti stanno piangendo.
Sono due tombe in legno lucido, con sopra delle
rose, a rendere questa giornata orribile. Tiro su col naso. Lo zio
Chris e la
zia Amber non ci sono più.
<< E tu, giovanotto, stai attento a lei!
>> mi aveva detto, io avevo annuito quella sera, senza
dare tanto peso a
quelle parole.
Ora erano pesanti come macigni. << Lo farò.
>> sussurro al legno, << te lo giuro.
>> Devo prendermi cura
di Megan, devo e voglio.
<< Jacob? >> lo zio Harry mi guarda con
gli occhi arrossati, non l’ho mai visto piangere prima di
adesso. << Andiamo
a casa, figliolo. >> mi sussurra, come se gli costasse
tanta fatica.
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano,
annuisco fiocamente e lo seguo, cercando Megan con lo sguardo.
**
<<
Jake? >>
scuoto la testa, tornando alla realtà.
Vedo i suoi occhi
nocciola, vicinissimi al mio viso, fissarmi con attenzione, come se
volessero
scavarmi nello sguardo per capire cosa stavo pensando. <<
tutto okay?
>> sussurra, e mi accarezza il viso. Tremo.
Socchiudo gli occhi e,
sospirando, annuisco pigramente. << Sì, ero
solo soprappensiero. >>
mormoro, le scosto un ciuffo di capelli dal viso e provo un sorriso, ma
non la
vedo ricambiare, forse segno che la smorfia sulle mie labbra non
equivaleva
minimamente ad un sorriso.
<< Pensavi a Bella?
>> senza neanche rendermi conto, annuisco
immediatamente. Almeno ho una
scusa perfetta per dissimulare in sua presenza.
Lei mi risponde con un
lieve bacio sulle labbra. È dispiaciuta. <<
Per quanto ti possa servire,
sappi che io ci sarò. >> mi dice, per
rassicurami.
Mi basta sporgermi di
pochi millimetri per sfiorare di nuovo le sue labbra. <<
Grazie. >>
mi limito ad abbozzare.
Mi abbraccia, e mi sento
in colpa. Non dovrei essere io quello da consolare. È
tutto sbagliato. Ciò nonostante stringo la presa
sulla sua
schiena. Ingiusto e sbagliato.
<< Mamma mi ha detto
che quando due persone si danno tanti baci poi nasce un
bambino… >> ci
voltiamo verso Hope, che ci osserva scandalizzata, con gli occhi
spalancati e
un colore tra le mani, fermo a mezz’aria. Megan scoppia a
ridere e si scolla
dal mio abbraccio per sprofondare nella poltrona dove era seduta, Hope
continua
a guardarci con disappunto e io schermo il mio umore usando
l’ennesimo sorriso forzato,
guardandole entrambe. Nella mia testa continuano ad agitarsi i ricordi,
quel
dannato vampiro mi ha strappato il cuore dal petto quando mi ha
raccontato la
verità, non so neanche perché l’ha
fatto. È stato lui ad uccidere zio Christian
e zia Amber. Sterminarlo
dopo aver
saputo tutta la storia è stato automatico perfino per
Emmett. Forse era proprio
questo che voleva. Voleva provocarci perché sapeva che
l’avremmo ucciso se
l’avesse fatto. Voleva morire, lo desiderava. Alla luce di
queste riflessioni
mi sento perfino uno stupido: Dovevamo lasciarlo vivere, solo
così avrebbe
sofferto davvero, quella sì che sarebbe stata una punizione
per lui. Sarebbe
stato un Inferno.
D’altra parte mi preoccupa
il fatto che prima o poi Megan stessa mi chiederà
perché non le ho ancora
voluto raccontare niente sull’incontro con Artamon.
E quando succederà, cosa
dovrei dirle?
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
<<
Un anno fa nasceva
la storia d’amore di Meg e Jake…>>
SORPRESAAAAA!! VIA AI ‘CCCCCORIANDOLIIIIII!!
<< Tanti auguriiii a
teeeeee, tanti auguriiiii a meeeee, tanti
auguri alla stooooria,
tanti auguri a
voooooi!! >> soffia dentro una trombetta e afferra la
prima che incontra
costringendola ad un trenino. <<
BBBBraaaaazillll!!!
La la la la la laaaa!!! Pe-pe-pepepepe!!! Pe- peeeeee!!
>> La musica si
stacca, lei spinge via la malcapitata ragazza e si schiarisce la voce,
poi, sistemando
una cravatta invisibile intorno al collo e lisciandosi gli abiti sul
corpo,
dice:
<< Torniamo seri. Buon giorno (alla
22.39) non sono morta, ho anche fatto delle radiografie, vi giuro, sono
sana
come un pesce. Vi lascio al capitolo perché mi sembra
importante e… importante.
>>
Sorride e soffia via un piccolo coriandolo che
le è rimasto sulla punta del naso.
<< Mi dispiace non trattenermi più di
tanto, ma sono tanto stanca. Ergo io andrei a letto
^^ sono fin troppo rinc… rincoriandolita!! Visitate
il gruppo su facebook.
Anche perché mi sembra una bella cosa.
Un bacio, le risposte alla recensioni sono
state fatte al solito modo. ANCORA AUGURI ALLA NOSTRA STORIELLA!
>>
|
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Capitolo 42 *** Gli effetti della quarantena - avviso ***
Ciao
vecchi amici, benvenuti nuovi amici.
In
questi mesi
di lock-down ho cercato di sistemare delle cose, ho pensato
molto.
Aver
lasciato questa storia incompleta mi ha sempre messo
addosso una tristezza ed un senso di colpa inimmaginabile.
Ho
trovato le bozze degli ultimi capitoli ripulendo una vecchia pen
drive, ma mi sembrava tutto sbagliato. Ho aperto
un
foglio
word con l’intenzione di buttare giù qualcosa che
rispettasse la nuova me, la me
cresciuta. Ne è uscito fuori un
lungo scritto dolce
amaro(forse
3-4 capitoli),
mi sembra adeguato e finalmente ho dato alla storia una conclusione.
Molte cose che avevano a che fare
con la trama sono
state abbandonate (mi perdonerete) , ho trovato degli errori nei
capitoli precedenti ma non so se avrò la forza di mettere
tutto a posto. Mi sono concentrata solo su Meg e sul
carattere
"umano" dei personaggi. Non
ho scritto con
l’intenzione di pubblicare il risultato, l'ho fatto
più che altro per me stessa,
per capire se ne fossi ancora capace, ma sono le sette di sera,
sono malinconica e mi sto chiedendo se qualcuno
di
voi è
rimasto ed è disposto a perdonarmi, a sentire come va a
finire.
Un bacio grande, vi
aspetto qui.
|
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Capitolo 43 *** 40. Perché il loro affetto mi soffoca così dolcemente? ***
cap
Nota:
siete timidamente aumentati, vi ringrazio.
Lascio qua la prima
parte, la seconda arriverà tra 7 giorni.
Fatemi sapere se risulta troppo lungo, fitto
o impreciso.
Capitolo
40
Perché il loro
affetto mi soffoca così dolcemente?
📍 Londra,
9 anni dopo
Continuo
ad osservare il pezzo di carta e mi alzo, litigando con le lenzuola
prima di avanzare verso la finestra, aprirla e appollaiarmi sul
davanzale, facendo ciondolare la gamba destra sul ballatoio esterno,
la schiena poggiata alla cornice. Quando accendo la sigaretta emetto
un rumoroso sospiro, chiudendo gli occhi mentre me la porto alla
bocca.
Neanche mi piace fumare, sono solo una sciocca che
reagisce male al nervosismo.
Sto per prendere il secondo tiro
quando il cellulare suona, poco lontano. Getto un’occhiata
veloce,
mentre la vecchia Wendy mi guarda dalla sua cuccia, probabilmente
impietosita dal mio stato psicofisico. Allungo il braccio, premendo
il tasto verde prima ancora di avere il cellulare vicino al viso,
prendendomi tutto il tempo necessario.
«No.»
dico lapidaria, dall’altra parte il silenzio regna assoluto
per una
manciata di secondi, poi viene rotto da un respiro che strozza una
risata.
«Perché
no?»
dice soltanto, la sua voce è sempre limpida e odio
ammetterlo ma mi
fa bene al cuore «Butta
quella sigaretta, Megan!»
Un
risolino sarcastico esce dalle mie labbra, ma eseguo spegnendo la
sigaretta contro l’infisso. «Non
sono mica tua figlia.»
sibilo, sputando l’ultima boccata di fumo, nel frattempo
fisso il
piccolo circolo nero lasciato dalla tizzone sul battente.
Me ne
pentirò, il proprietario me la farà pagare per
intero quella
merdosa finestra.
«Non
puoi non considerare la cosa, Meg.»
Soffia, «non
torni da quasi 10 anni.»
Quando quelle parole raggiungono
il mio orecchio
una ventata di rabbia mi investe e mi scopro sbalordita da quella
affermazione, perché non può farlo: non
può dirmi queste cose, non
ci credo neanche per un attimo che sia fin a tal punto insensibile,
è
inammissibile che non riesca a comprendere i miei sentimenti al
riguardo, proprio lui.
«Non
vedo quale sia il problema, tu e zio Billy venite a trovarmi, persino
Seth e Ronnie hanno in mente di passare quest’estate.»
preciso, tentando di pulire con il pollice l’alone nero sulla
finestra. Sento già gli occhi pizzicare e decido che in
fondo se lui
gira il coltello nella piaga posso farlo anch’io, «o
almeno, tu venivi a trovarmi. Hai smesso bruscamente dopo che noi...»
come immaginavo mi interrompe bruscamente, rimproverandomi per la
seconda volta nel giro di pochi minuti come farebbe un padre con una
ragazzina. Reagisco di nuovo con una risata a denti stretti, un misto
tra amarezza e rammarico.
«Scusa,
pensavo giocassimo a chi ferisce di più l’altro.»
lui risponde non rispondendo. So di averlo squarciato
scaraventandogli malamente addosso il fatto che – nonostante
la
deviazione vampiresca – anche lui si era comportato da umano
e, in
quanto tale, si era reso capace di orchestrare delle stronzate
colossali. Il succo della questione era che non avendo mai dubitato
di quanto fosse infinita la sua bontà e immenso il bene che
ci lega
ci avevo marciato sopra; in conclusione il suo traboccante affetto
misto alla mia depressione, bordata di peccaminoso pizzo nero, lo
avevano portato a compiere un errore di cui si sarebbe pentito per
tutta la vita. Io affronto più pacificamente con la cosa,
per me non
era stato un imperdonabile errore, so di essere stata una brutta
persona ma mi sentivo così sola, ferita, trascurabile agli
occhi
dell'intero mondo.
«Perché
tenti di respingermi?»
una parte di me vorrebbe dirgli che no, io non sto tentando di
respingere proprio nessuno, sto apertamente rivangando un passato
doloroso come ha fatto lui dicendomi di tornare in America. Chiudo
gli occhi e rifletto, ma alla fine non trovo nulla che valga la pena
dire.
«Senti,
io ho bisogno che tu venga, tuo zio ha bisogno che tu venga.
È
arrivato il momento di chiudere i conti con questa storia, di
affrontare i fantasmi del passato.»
butta fuori tutto con celerità, «ti
ho già mandato per email i biglietti aerei, ci vediamo in
aeroporto.»
e la linea cade lasciandomi a scuotere la testa, esterrefatta dalla
sua teatralità nel riattaccare senza darmi nessuna
possibilità di
oppormi. Prendo atto della cocciutaggine di quel maledetto e mi volto
verso le luci notturne di Canary wharf, con la testa in arresto e il
petto gravoso; il timore di non riuscire a liberarmi di quella parte
di me, radicata in ognuno di loro, mi accorcia il respiro, come se
queste mie radici più che l’origine di ogni linfa
vitale fossero
in realtà la catena che mi costringe al suolo.
A quanto pare
andrò al matrimonio di Jacob e Renesmee, non posso credere di aver
ceduto.
📍 Forks,
2 mesi dopo
Day
1
Arrivo al Quillayute Airport e appena fuori vedo zio Billy,
agita la mano con vigore mentre procedo verso di lui stringendomi
nella giacca a vento, la sua chioma argentata è mossa da
un lieve
vento che la rende luminosa. Tiene sul grembo un cartello con su
scritto “Bentornata Maggie” e
accanto a lui Edward,
poggiato alla sedia a rotelle, stringe un palloncino rosa con
un’espressione eloquente e un sorriso divertito. Vederli
insieme mi
fa uno strano effetto, ma suppongo ormai siano tutti una grande
famiglia felice. L’amara considerazione che l’unico
ingranaggio
arrugginito della loro vita sia io si fa strada dentro di me mentre
forzo il buonumore e bacio mio zio su tutto il viso, provocandogli
risate gioiose.
Tutto ciò che ho di più simile a un
padre -
è la frase che mi avvolge con calore quando lo sento
esclamare
«Figlia
mia, sei tornata a casa.»
è commosso e non posso far altro che pensare sia la sua
felicità il
lato positivo di questa imponente montagna di merda, in seguito mi
soffermo sulle sue parole, ancora una volta mi procurano dolore:
casa?
Guardo Ed, nella sua eterna giovinezza rinnegata
dall’abbigliamento maturo, mi porge il palloncino chiudendosi
nelle
spalle e si passa una mano tra i capelli. Sembra agitato. «Sei
invecchiata.»
sussurra, aprendosi in un mezzo sorriso sornione. Lo spintono e
sbotto divertita: «molto
spassoso!»,
successivamente ripongo la mia attenzione ancora su zio Billy, mentre
mi dice: «Adiamo
in macchina, Jacob ci aspetta.»
Colta dalla sensazione che mi si stesse congelando il sangue nelle
vene mi immobilizzo, tornando lucida solamente quando Edward mi
agguanta la spalla. Il freddo della sua mano mi fa comprendere che,
pur sentendomi un ghiacciolo, sto andando a fuoco.
«Non
ha voluto sapere ragioni, voleva venire.»
mi spiega lo zio, vedendo la mia reazione. Edward comincia a spingere
la carrozzella e io lo seguo attonita, quando riprendo
sorprendentemente a respirare dico : «per
questo sei qui»
non è una domanda, ma Edward annuisce lo stesso. Un paio di
minuti e
ci fermiamo davanti un’auto che non riconosco, dalla portiera
del
guidatore viene fuori un omone alto e asciutto. Blue jeans
dall’aria
costosa e un maglione da golf di ottima fattura, a stonare con il
tutto un berretto dei Seattle Marines calcato sulla testa,
metà viso
all’ombra. Mi stupisco nel vedere un uomo simile rispondere
all’immagine di Jacob. Mi chiedo quanto sia autentica quella
figura
che da di sé adesso e rispondo ai suoi saluti sussurrando un
“ciao”
tra lo scioccato e il turbato. Una gomitata glaciale mi ridesta anche
ora. «Hai
fatto buon viaggio?»
mi chiede, riesco a incontrare il suo viso e - per fortuna o
purtroppo - i suoi lineamenti e i suoi occhi scuri sono esattamente
quello che ricordavo di lui, senza la barba sarebbe lo stesso
ragazzone di sempre, ha però un’aria triste.
Pensando a quella
cupezza come ad una sua reazione nel constatare il modo in cui mi
sono ridotta in questi anni non posso fare a meno che essere
seccata.
Non voglio che provi pena per me, non è per questo
che sono tornata.
«Tutto
okay, grazie Jake.»
rispondo con garbo e provo un sorriso cordiale, oserei dire
britannico, per convincere lui e persino me stessa che va
bene.
«Faremo
meglio ad andare, gli altri si staranno chiedendo dove siamo
finiti.»
borbotta Edward, Billy annuisce con veemenza ed io non posso che
azzardare un sorriso compiaciuto nel vedere quanto vadano d'accordo,
la loro complicità è sbalorditiva. In un secondo
istante, quando
siamo tutti seduti in macchina e la strada ci scorre già ai
lati,
faccio mente locale sulle parentele che si andranno a cementificare
grazie al matrimonio: Billy ed Edward hanno il bene dei loro figli
come interesse comune, la mia salute mentale come obiettivo da
raggiungere nel corso di quella che si prospetta essere una lunga
settimana. Arrivati in casa si affronta un’altra sessione di
saluti
e presentazioni in cui Rachel non manca di farmi notare aspramente
quanto sia ingiusta la mia presenza allo sposalizio di Jake, vista
l’assenza al suo con Paul. La realtà è
molto diversa da quella
che superficialmente sembra essere un capriccio da ragazzina: avevo
cominciato a franare dopo aver scoperto il coinvolgimento di Artamon
nella morte dei miei, una cosa che dopotutto sarei riuscita a
superare, l'ennesimo trauma della mia vita che si accatastava sul
mucchio già abbondante di cose a cui non potevo dare un
senso fino
in fondo, ma poi è arrivata Renesmee, coronamento della
storia
d’amore di Bella ed Edward, il colpo di grazia al debole
imprinting
che legava me e Jacob.
Così la storia si era ripetuta, io ero
Amelia.
Tutti –
quando è successo – sapevano che sarei dovuta
andare via, gli
occhi lucidi di zio Billy brillavano di una consapevolezza dolorosa
mentre Embry caricava i miei bagagli sull’auto che mi avrebbe
condotto in aeroporto. Erano presenti nella loro totalità,
sembrava
quasi stessi presenziando alla mia stessa veglia funebre. Il mio
ultimo periodo a La Push aveva finito per farmi galleggiare in una
brodaglia insipida fatta di indolenza e accettazione delle cose;
avevo trovato una via di fuga spedendo richieste ai college
più
lontani e nell'attesa ero riuscita a sopravvivere, sguazzando in
quella disgustosa sensazione. Leah aveva giocato un ruolo
fondamentale, mi aveva convinto lei a cambiare aria, dicendomi quanto
fosse un dono poter estraniarsi dalla realtà malata di
Forks. In
principio mi sembrava un'idiozia quell’inneggiare ad una mia
ipotetica libertà: io
non la
volevo, non sapevo che farmene; ma adesso, a quasi dieci
anni
di distanza, appare limpida la verità di ogni singola parola
che
aveva pronunciato Leah in quei mesi, mentre mi sorprendo a
considerare la mia vita a Londra come l’unica che io abbia
mai
vissuto, fosse quasi una sorta di fuga dissociativa. Lei, Leah, non
poteva fuggire dalla sua natura, non poteva fingere di non essere
quello che era e le ferite che aveva dentro risultavano profonde ed
incurabili. Ad un certo punto, chissà di quale maledetta
giornata,
aveva deciso di non volere più sopportare dei fardelli
così
gravosi. Pensavano fosse scappata - anche io ne ero certa - fino a
quando, mesi dopo, non avevano rinvenuto il suo corpo vicino al
confine con il Canada. Sono certa che non fosse il matrimonio il
motivo scatenante di quel gesto, più probabilmente
però la goccia
che aveva fatto traboccare il suo enorme, gigantesco vaso di lacrime
e delusioni, perciò non avevo trovato la forza di salire su
un aereo
per guardare Rach e Paul sposarsi, non avevo neanche provato a
cercarla quella forza, non dopo essermi assentata al suo funerale.
Sarebbe stato un torto che non potevo farle. Non a lei.
Evitando
qualsiasi tipo di attrito, mi limito a sorridere delle scuse per
l'assenza e prendo subito le distanze da quella bolla
d'inconsapevolezza che circonda Rachel e il suo mondo arcobaleno per
rifugiarmi sotto l'ala di zia Sue, che mi sorride dolorosamente
capendo ogni cosa. Zia Sue sta con Charlie Swan adesso, la sua
esistenza dopo il rinvenimento di Leah era appesa ad un unico filo:
Seth. Con il tempo suo figlio è riuscito a farla pian piano
tornare
a vivere, grazie anche alla forza di Ronnie e all'infinita tenerezza
della piccola Hope, che ormai è nel bel mezzo
dell'adoloscenza. È
stato un corteggiamento spietato quello di Charlie, Sue un giorno si
è arresa al suo fascino, ritrovando un parte di quella
sensazione di
pienezza che le sembrava ormai lontana e irrecuperabile. Renesmee
–
Nessie, come la chiamano qui – sembra aver
deciso di
risparmiarmi da un crollo nervoso la prima sera, restando a casa sua.
Quando mi congedo per la notte il mezzo reggimento che invade la zona
giorno di casa Black sembra deluso, ma non me ne curo e chiudo il
più
in fretta possibile la porta di camera mia borbottando qualcosa sul
jetleg.
Day2
È
veramente insensato dover ancora star appresso a tutto ciò.
«Meg,
sei la solita guastafeste!»
indirizzo a Seth una delle occhiate più adirate che abbia
mai avuto
modo di vedere nella sua vita e alzo le braccia al cielo,
arresa.
«Sai
cosa? Fate ciò che volete, siete grandi abbastanza da
riuscire a
capire che non sarebbe il caso, ma evidentemente mi sbaglio di
grosso!»
borbotto, sedendomi sul consueto tronco cavo, che avevo da anni
amabilmente ribattezzato “della rassegnazione”.
Ricevo un
bacio sulla tempia e poi lo squadrone guizza verso il dirupo. Chiudo
gli occhi per non guardarli lanciarsi nel vuoto e li riapro
unicamente dopo aver sentito il goffo concento di schizzi, urla
liberatorie e risate. In fondo non sono così infastidita
dalla
situazione: un libro tra le mani, il loro fracasso, gli alti abeti e
pini marittimi, la lieve brezza che li scuote, il cielo e l'acqua che
si toccano per migliaia di miglia, tutto questo mi toglie il fiato e
mi procura un tuffo al cuore. Per un secondo, un solo secondo
meraviglioso, ho 17 anni e sono a casa mia.
«Qui
è sempre identico, vero?» dà suono ai
miei pensieri la sua voce,
visto il momento non so quanto e se mi stia facendo male, suppongo
che avrò modo di scoprirlo più tardi. Mi accorgo
di avere gli occhi
chiusi e quella che deve essere un'espressione beata solo quando
cambio posizione, voltandomi verso di lui per guardarlo. Mi sta
sorridendo, leggero e sincero.
«In modo
rassicurante ed inquietante al contempo.» rispondo,
fiocamente, la
mia voce tradisce un po' di emozione.
Annuisce, d'accordo con me e
dopo avermi chiesto il permesso prende posto sul tronco al mio
fianco. Vengo invasa da quello che suppongo sia il suo profumo, sa di
acqua di colonia, la cosa mi sorprende, ma meno del previsto. Di
nuovo oggi il suo abbigliamento casual-chic contrasta con il consueto
berretto da baseball calcato sulla testa. Mi rendo conto dopo un paio
di minuti che ci stiamo studiando spudoratamente a vicenda, quando
nel processo di scandaglio dell'altro ci ritroviamo occhi negli
occhi.
«Sai, è assurdo quanto tu sia cambiata rimanendo
sempre
la stessa.» dice infine, girandosi verso l'orizzonte e
affinando lo
sguardo per via della luce.
«È esattamente quello che ho pensato
anche io vedendoti ieri.» mi ritrovo a confessare, ma lui
scuote la
testa. Constatando il mio sguardo accigliato capisce di dover
motivare quel gesto, allora mi spiega: «per me non
è stato
immediato. Ieri ero sbalordito nel vederti così. Il modo in
cui
porti i capelli, il trucco, il tuo abbigliamento che non consiste
più
in felpe e jeans rattoppati. Insomma, sei una donna ora!», si
ferma,
ridendo di gusto, «ero sconvolto!» ridacchio
insieme a lui e
allungo il braccio per riporre il libro che ho tra le mani nella
borsa.
Lui
mi blocca per leggerne il titolo, il suo tocco caldo mi paralizza
mentre continua a parlare: «e poi ti ho vista seduta su
questo
tronco con un libro della collezione di Carlisle in mano. Sei la
solita Meg, non è cambiato niente.» Siamo
veramente vicini adesso e
mi manca quasi il fiato quando in nostri occhi si trovano. Provo una
sofferenza che avevo arginato per così tanto tempo da
metterne in
dubbio l'energia distruttiva e gli occhi mi pizzicano immediatamente
appena mi raddrizzo, ristabilendo una distanza adeguata tra noi. Il
mio io britannico
non
può far altro che constatare quanto sia
inopportuno
questo
suo atteggiamento nei miei riguardi a poco meno di cinque giorni dal
suo matrimonio, ma forse sono io a gonfiare la situazione, a notare
atteggiamenti inesistenti. Continuo a rimuginare, ma una sua frase mi
ridesta dal marasma: «Tu non senti niente, tra di
noi?»
Non
stavo immaginando proprio un cazzo.
Con tutta la forza che mi
rimane lo guardo dritto negli occhi, le nostre attuali e passate
sofferenze si incastrano come i pezzi di un puzzle mentre gli scavo
dentro e questo mi fa ancora più fottutamente male. Sono
alla
ricerca di un briciolo di misericordia in lui quando abbozzo
stravolta: «Perché mi stai facendo questo? Dopo
tutto quello che ho
passato.» E mi sento subdola a giocare la carta del mio
lontano
tormento così sfacciatamente, anche perché lui
prende un respiro
profondo e frana sulle ginocchia, nascondendo il viso tra le braccia.
Cade il silenzio e non riesco a trovare un modo per rendere meno
insensata la situazione, il cuore sta per uscirmi dal petto; ad un
certo punto capisco: la logica non va cercata da nessuna parte, la
logica sono io. Rincuorata da questa rivelazione, dico:
«Lasciami
fuori da qualsiasi cosa ti stia passando per la mente.» Sono
più
sicura dopo aver parlato, mi alzo e prendo la borsa, caricandola
sulle spalle.
È stato uno sbaglio tornare.
Me lo ripeto
ossessivamente mentre mi addentro nella foresta che riporta al
sentiero ghiaioso per la riserva. Lungo il tragitto incontro Seth, su
due piedi invento una giustificazione su una chiamata di Billy che mi
chiede aiuto per fare la spesa. Non è a casa che sono
diretta, c'è
solo un posto dove vorrei essere in questo momento.
È stato
uno stramaledettissimo sbaglio tornare.
«Hey-hey,
dove vai tanto di corsa?» mi chiede Ronnie, accostando al mio
fianco, la guardo e i miei occhi si riempiono di lacrime. Sto per
esplodere, non posso più farcela ad accampare scuse.
«M-mi
porti da Leah, p-per favore.» balbetto, strozzando le parole.
Il suo
sguardo si fa angosciato e senza aggiungere niente si allunga aprendo
la portiera della sua auto, facendomi segno di sedermi sul posto
passeggero.
Day3
«Io
non ci posso credere!» Mi tappo la bocca e soffoco un urlo
mentre
Alice mi punge con uno spillo, destinato allo scollo del mio abito e
non al mio petto. Forse.
«Alice,
non so neanche cosa intendesse sul serio, me ne sono andata
praticamente subito. Magari voleva soltanto sapere se provassi
qualcosa.» sussurro pianissimo, sperando nessuno mi senta,
che sia
una speranza vana?
Lei mi punta un dito contro e assottiglia lo
sguardo, «Se è una bugia e lo stai coprendo sappi
che Edward lo
scoprirà e farà di quel cane uno
scendiletto.» annuisco,
consapevole che sarebbe andata esattamente così.
«Questa
situazione ha un ché di paradossale.» dice in tono
disteso Amelia,
sfogliando annoiata una rivista di cartamodelli per abiti da
cerimonia,«insomma, al massimo avrebbe potuto provare un mal
di
pancia, per la miseria! È assoggettato da un
imprinting.» poi alza
gli occhi al cielo, «non che questo in passato l'abbia mai
fermato,
in effetti.» Ci scambiamo un'occhiata d'intensa, di quel tipo
che
può esistere tra chi come noi due c'è stata
dentro per davvero in
questa situazione irreale, mi sento rassicurata dal suo sguardo
ambrato. Un frastuono assordante ci costringe a girarci tutte verso
la porta della camera, in qualche secondo si materializzano ai nostri
occhi Esme e quella che suppongo essere Nessie.
La
creatura più bella che avessi mai visto,
non saprei come altro descrivere quei lunghi capelli ramati e setosi,
quelle labbra perfette, quell’incarnato etereo. Mando
giù il
boccone amaro e quando Esme chiude discretamente la porta, come se
quel atto bastasse a coprire il frastuono, tutti tornano alle loro
occupazioni e capisco che nessuno parlerà del rumore o ne
indagherà
le cause. Alice torna sulla mia scollatura e mi mima un “sono
Ed e
Bella”, intanto che penso se siano impegnati in una litigata
furiosa o in una seduta di sesso selvaggio vengo interrotta dalla
conseguenza incantevole e catastrofica della mia seconda ipotesi.
«Tu
devi essere Megan.» allunga la mano verso di me. Bellissima,
perfetta.
«Proprio
cosi»
sono imbarazzata, si respira un'aria tesa e perfino Esme si tortura
nervosamente le mani con un sorriso forzato sul volto dolce.
«Sono
contenta di conoscerti, Jacob non parla mai di te, Billy tiene
sottochiave tutto ciò che ti riguarda e qualsiasi traccia
della tua
presenza è stata accuratamente riposta in un cassetto per
non creare
malumori.»
Mio malgrado mi ritrovo a spalancare gli occhi, provo a dire qualcosa
ma la mia bocca si spalanca e basta, dandomi quasi certamente
l'espressione di una ottusa zucca di Halloween.
«Renesmee,
sei stata molto indelicata.»
La rimprovera Alice, con uno
sguardo incredulo.
Lei si chiude nelle spalle e mi riserva uno sguardo impenetrabile,
«scusa,
non mi piacciono i mezzi termini. Comunque sia bentornata! Ora
scusatemi ma devo andare a controllare che zio Emmett non abbia fatto
un disastro con la disposizione dei tavoli.»
Si lancia letteralmente dalla finestra e mi lascia lì,
disorientata.
«Perdonala
tesoro, è una sposina stressata»
la giustifica Esme.
«Oh-oh
no, oh-oh proprio no!»
ridacchia sadica Amelia, poi mi riserva una guardata eloquente.
«Lei
sa tutto»
diciamo all'unisono io, Alice e
lei. I toni
sorpresi, scocciati e angosciati delle nostre voci si fondono in una
polifonia discordante.
«Oh,
misericordia.»
erompe esasperata Esme e prende
posto con fare
scombussolato, socchiudendo gli occhi all'ennesimo tonfo sordo.
Non
so ben identificare la ragione per la quale non ritorno alla riserva
dopo il siparietto sconfortante condiviso
con Nessie, presumibilmente perché quello che
è uscito fuori
risulta alle mie orecchie la conferma definitiva ciò che
avevo
percepito, ovvero del mio essere fuori luogo e tempo limite in questi
luoghi e nei pensieri delle persone che li popolano; malgrado
ciò
nella piccola biblioteca di Carlisle respiro a pieno e mi concedo di
abbassare la guardia.
Mi avvicino agli scaffali pullulanti di tomi
e poso al suo posto il libro che tengo in borsa, lo avevo abbandonato
a casa Black per anni. Ne accarezzo il dorso, praticando una lieve
pressione per portarlo ad uniformarsi al fronte unico di cuoio verde
e sospiro appagata, accarezzando con le dita i caratteri dorati dei
titoli che incontro sulla strada che mi conduce alla poltroncina da
lettura vicino alla finestra. Mi lascio cadere su di essa e mi perdo
al di là degli scaffali, consapevole che questa sensazione
pacifica
e appagatrice sarà con ogni probabilità una delle
poche favorevoli
che mi ricorderò di questi giorni. Cerco di imprimere al
meglio il
modo in cui la luce colpisca le superfici, il profumo delle fresie
sul tavolino e il colore degli alberi subito fuori dalla finestra,
dello stesso verde intenso delle rilegature che mi circondano.
Qua
alla fine mi sento a casa.
«Non
mi stupisce trovarti qui.» sorrido
alla voce di
Edward mentre lo sento avvicinarsi piano, passo dopo passo.
«Avete
dato spettacolo questa mattina»
lo dico senza pensarci, rilassata e contenta di poter parlare con un
amico, ma alla vista del suo viso corrugato comprendo che avrei fatto
probabilmente meglio a star zitta. «È
tutto okay?»
azzardo, mettendomi seduta
composta e
puntandogli gli occhi in viso, incerta se andargli incontro per
offrirgli conforto.
«Diciamo
che io e Bella facciamo i conti
con l'eternità.»
L' atteggiamento che assume lascia intendere il suo rifiuto
categorico di continuare il discorso, quindi mi cucio la bocca e gli
tendo una mano, che prontamente lui afferra. Il suo viso si distende
e condividiamo un minuto di muta complicità, contemplo le
sue
piacevoli fattezze, penso al suo buon animo e mi lascio cullare da
pensieri dolciastri sul nostro passato, su noi due; quelle limitate
circostanze passate insieme mi scivolano addosso, semplici.
«Meg.»
mi rimprovera e io come scottata mollo la sua mano, che lui si porta
tra i capelli, per poi stringere tra le dita il setto nasale.
«Credimi,
non è il caso.»
Mi
scuso con un fil di voce, dandomi dell'imbecille, lui si avvicina e
mi tocca delicatamente la guancia, piegandosi sulle ginocchia. Mi
guarda dritto negli occhi e per la seconda volta in due giorni mi
sento avvolta in un tormento asfissiante.
Perché il loro
affetto mi soffoca così dolcemente?
«Ci
sarò sempre per te.»
adagia le labbra sottili sulla mia fronte e indugia lì,
mentre io
cerco di riemergere dalla burrasca in cui sto per annegare. «Non
sarei dovuta venire»
lo dico a me stessa per l'ennesima volta e lo chiarisco a lui, che
è
stato il primario fautore del mio ritorno.
«Sai
quanto ho bisogno di te ed egoisticamente oserei dire che me lo
devi.»
strabuzzo la vista e la punto su di lui, con un sorrisino confuso
sulla faccia.
«Ah,
sì?»
credo di comprendere a cosa si riferisca,ma preferisco chiederlo per
fugare ogni dubbio.
Lui si stringe nelle spalle, dicendomi «quella
volta a Candem in cui mi hai fatto buttare giù
immotivatamente tanti
di quegli shot di tequila da perderne il conto, ad esempio.»
«Hey!
Sarebbe stato triste ingurgitare da sola tutto quell'alcool!»
esplodiamo con un'ilarità liberatoria.
I nostri visi sono a tal
punto vicini, il suo alito così fresco, gli occhi incatenati
e per
un attimo penso che dopotutto sarebbe esclusivamente uno sfiorarsi di
labbra e neanche il primo, non ci sarebbe niente di negativo nel
cercare calore in Edward, di certo questo mio modo caino di
riflettere non è un avvenimento insolito. Dal canto suo
anche lui
presumibilmente necessita di qualche smanceria, di un fugace
sollievo. Il mio flusso di pensieri si interrompe bruscamente,
insieme ai lenti movimenti dell'uno verso l'altro, dall'istante in
cui qualcuno si schiarisce la voce pesantemente a limitata distanza
da noi, facendomi prendere uno spavento.
«Ragazzi,
per favore, un parossismo per volta»
mormora Derek, afferra le nostre fronti e le spinge lontane, in un
gesto non necessario, ma molto melodrammatico. Alla Derek.
Edward
respira profondamente e dopo avermi lanciato uno sguardo addolorato
esce dalla stanza in un soffio, seguito dal fratello ed io rimango da
sola, accaldata e arruffata, seduta scompostamente su quella dannata
poltroncina.
|
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Capitolo 44 *** 41. Come la decima per Beethoven ***
cap2
Nota:
Eccomi qui, come promesso. Il prossimo capitolo
sarà
leggermente più lungo e sarà l'ultimo.Ringrazio
le persone che
stanno dando una chance alla me di 15 anni e a quella
presente
che sta cercando di mettere un punto.
Capitolo
41
Come la decima per Beethoven
Day4
Dopo
quello che mi sembra appena qualche attimo di sonno tranquillo apro
gli occhi e non mi sconvolgo nel percepire quanto la poca luce che
filtra dalla finestra li ferisca, ruoto la testa e goffamente allungo un braccio per sbloccare il cellulare e controllare l'ora.
La faccia dormiente di Embry mi risulta d'intralcio, sbuffo seccata
dall'impossibilità di raggiungere l'apparecchio, che rimane
una mia
priorità giusto il tempo di assimilare che quella faccia
profondamente addormentata si trova proprio nel mio letto sfatto ed
è attaccata ad un corpo febbricitante e scarsamente vestito.
Cazzo.
Cerco
di mantenere la calma perché - guardiamo in faccia la
realtà -a
conti fatti quando Embry è mai stato completamente vestito?
Dopo
essermi convinta che la quasi nudità del ragazzo non
rappresenta un
elemento sufficiente per determinare il livello di criticità
della
situazione mi limito a tastarmi il corpo, sospirando sollevata quando
percepisco addosso il tessuto dei miei vestiti del giorno prima.
Oltre lo straziante momento con Jacob e quel flirt strampalato ed
enigmatico con Edward espletare i miei bisogni sessuali con Embry
sarebbe stato il fattore decisivo a testimonianza della mia
“stronzaggine” e insanità mentale.
Scommetto
che dopo questa settimana schifosa sarò costretta a tornare
dall'analista.
Scongiurato
l'attacco di panico decido di volere delle risposte, quindi tento di
svegliare il rovente addormentato scuotendolo progressivamente sempre
più forte.
«Meg,
se non la smetti ti spezzo il braccio.»
gracchia. Trattengo un urlo e decido di spingerlo giù dal
letto
facendo forza sui piedi, lui preso alla sprovvista cade sul parquet con
un tonfo sordo e un lamento arreso.
«Cosa
ci fai nel mio letto, Embry?»
scandisco bene ogni parola, come stessi parlando con nonno Quil, lui
decide di mettersi seduto e poggia il mento sul materasso, stringendo
gli occhi bruni, alla ricerca di un motivo che giustifichi la sua
presenza nella mia stanza, a quanto pare senza particolare successo.
«Io
mi ricordo solo il rum»
un sorrisino ammiccante si disegna sul suo viso «tanto
rum»
ripete.
Assottiglio
le labbra, inorridita «Oh
no, non il rum. Tira fuori il peggio di me quella merda.»
«Puoi
scommetterci, bimba. Hai fatto veramente... beh... non ricordo, ma
qualcosa è successo.»
mugugna, si gratta la testa e di nuovo quell'espressione di sforzo
mentale si dipinge sulla sua faccia, «Credo
c'entrasse Nessie.»
lo dice alzandosi in piedi e stiracchiandosi. A quella mezza frase mi
sento venir meno, crollo sul cuscino e chiudo gli occhi colta dalle
vertigini. Non posso evitare ciò che è successo,
prima o poi dovrò
uscire dalla stanza e affrontare l'accaduto, accettarne le
conseguenze. Il peso della responsabilità e dei miei anni mi
costringe ad alzarmi, lavarmi velocemente la faccia e
mettere una vecchia felpa dentro cui nascondermi, alzo il cappuccio
come unica barriera tra me e la fastidiosa percezione del mondo
esterno che solo la sbornia può donarti, a questo punto non
mi resta
che uscire e apprendere di quale morte sarei dovuta morire. Dico ad
Embry di rimettersi a dormire, che gli avrei portato un
caffè appena
possibile. Non voglio un pubblico mentre Zio Billy mi sgrida come
quando da adolescente non riuscivo a tenere a freno la lingua e il sol pensiero
di potergli dare un tale dispiacere mi provoca delle fitte intense
allo stomaco.
O
forse devo semplicemente vomitare.
In
cucina trovo Jacob, appena metto piede nella stanza mi pento
amaramente di non essermi portata dietro Embry. Il suo sguardo si
alza su di me e capisco che di lì a poco avrà
luogo una di quelle
belle conversazioni/litigate che caratterizzavano il nostro rapporto.
Lo accetto riluttante e mi siedo esattamente di fronte a lui,
sprofondo il più possibile dentro la grande felpa grigia e
mi verso
un caffè sperando che il liquido scuro e fumante mi dia la
forza di
affrontarlo. Lui continua a starsene sulle sue mentre io prendo un
sorso dalla tazza, squadrandolo come di consueto. Credo di non averlo
mai visto senza quel ridicolo cappello indosso da quando sono
tornata, chissà cosa nasconde là sotto. Oggi
porta una camicia di
flanella a quadri, aperta su una semplice t-shirt bianca attillata.
Sicuramente più nelle sue corde, anche se il semplice fatto
di avere
più di uno strato di vestiti mi sembra alquanto strano.
Sente
forse freddo? Chissà se si trasforma ancora, se fa ancora
parte del
branco.
Quando
comprendo di dover essere io a rompere il silenzio faccio mente
locale e dico le prime parole che mi ronzano in testa.
«Cosa
ho fatto ieri sera?»
pensavo di aver chiamato a raccolta ogni
briciolo di
sicurezza e spavalderia che possiedo nel dire quelle parole, ma il
suono della mia voce risulta comunque intimidito.
La
reazione di Jacob mi spaventa, perché all'improvviso si alza
tanto
velocemente da creare un fastidioso trambusto e sbraita: «Santo
cielo, Meg! Questo ti hanno insegnato a Londra? Ad ubriacarti tanto
da non reggerti in piedi? Guarda come ti sei ridotta!»
Ignoro la sua ramanzina paterna e fuori luogo, battendo sul punto
della questione.
«Cosa
ho fatto?»
Sembra capire che non sono disposta a mettere sul banco
d’accusa il
mio grado di lucidità della sera prima e tenta di
ridimensionarsi,
tornando a sedersi mentre lo osservo di sbieco.
«Eri
ubriaca, ti stavi divertendo ma ero preoccupato, okay? Volevo
portarti a casa, ho dovuto prenderti in braccio, portarti via di
peso. Nes mi ha fatto una scenata ... e tu gli hai vomitato sulle
scarpe mentre litigavamo.»
provo con tutta me stessa a non ridere e mordicchiando uno dei
cordoncini che penzolano dal cappuccio aspetto che il silenzio si
allunghi, sperando non aggiunga altro, dopo dieci secondi capisco di
poter tirare un grande respiro di sollievo.
«Oh,
bene! Ma allora perché siamo tutti così
incazzati? E perché c’è
Embry nella mia stanza?»
Dallo sguardo stralunato che mi riserva non capisco se ho sbagliato
ad aver minimizzato la lite tra quasi-neo-sposini o
a parlare
del ragazzo tra le mie lenzuola, firmandone la condanna a morte. «Maggie,
perché stai rendendo tutto così difficile?»
Okay, giuro che adesso lo ammazzo.
E invece no,
respiro appieno per evitare di saltargli al collo e guardo il
caffè,
provando a distendere i nervi percorro il bordo della tazza con le
dita e decido di chiarire una volta per tutte la situazione, di
stabilire delle linee guida che evitassero esaurimenti nervosi
durante la mia permanenza.
Perché,
veramente, non voglio tornare dall'analista.
«Non
mi importa.»
No, non è un buon inizio.
Prendo
un respiro e riprovo «Di
te e Nessie, non mi importa. Converrai con me
che da
quando quella fottuta partecipazione di nozze è finita nella
mia
buca lettere io mi trovi in una grandissima situazione di merda, sto
cercando di fare del mio meglio! E né quelle stronzate
maliconiche a
First Beach, né la passivo-aggressività della tua
ragazza mi stanno
aiutando e ci sono un mucchio di altre cose che mi fanno sentire come
se stessi correndo una maratona. >> chiaro, conciso.
«Non
stai bene.»
sbotta.
«Come
scusa?»
mi massaggio la testa e torno a guardarlo, confusa.
«Non
puoi stare bene, io sto cadendo a pezzi da quando sei tornata.»
non oso proferir parola, mi perdo nel suo sguardo denso di tristezza
e lo guardo strofinarsi il viso con le mani, grattarsi la fronte
corrugata.
«Renesmee
ha avuto una strana reazione ieri, lo so, mi dispiace. Il fatto
è
che da quando sei tornata sono assente nei preparativi e in... tutto
il resto»,
quella pausa piena di significato mi provoca un conato, ma tento di
ignorarlo, «
e lei sa - io so - che in un certo senso
c’entri tu.»
i suoi occhi languidi addosso e il fatto che si è alla fine
tolto
quel fottuto cappello dalla testa peggiorano la mia situazione
cardiaca e so di dover fare qualcosa. Porta i capelli corti, ma non
come immaginavo, è un taglio curato, da adulto, niente a che
vedere
con quell'accorciatura che di tanto in tanto subiva la sua lunga
chioma corvina. La
tentazione di accarezzarlo la reprimo stringendo il pugno e non so se
mi rivolgo a me o a lui quando esplodo in un: «no,
cazzo.» non
è più il mio Jake, quest'uomo distrutto davanti
ai miei occhi.
Gli
assomiglia parecchio, ma il passato non dovrebbe mai inficiare la
vita di qualcuno fino a tal punto, in una circostanza così
delicata
soprattutto. Lui non è più il mio Jake, io non
sono più la sua
Meg.
Con
questa consapevolezza apro di nuovo bocca: «Jay,
non sono più una che deve essere salvata, protetta e
supervisionata. Odieresti la persona che sono diventata e tu... tu
adesso indossi i golfini, Cristo Santo! Quello che voglio dire
è che
bisogna smetterla di pensare a legami iperuranici del cazzo e altre
fottutissime porcherie simili a incatenarci l'uno all'altro per
l'eternità! Non sono più affar tuo, non in quel
senso. L'unico
motivo per cui senti queste cose è perché siamo
stati il primo vero
amore l'uno dell'altro, avrai sempre un posto nel mio cuore ma ora
basta, sarebbe una stronzata immane mandare tutto a puttane
perché
ti senti in colpa nei miei confronti, sei solo un coglione che se la
sta facendo sotto.»
quando finisco di parlare mi accorgo della smorfia indecifrabile che
gli deforma il volto. Ho vomitato il mio discorso talmente tanto di
getto da non ricordarmi neanche più davvero ogni parte e
quel
silenzio mi preoccupa alquanto. Per fortuna dopo qualche minuto
eterno solleva un angolo della bocca, divertito.
«Sei
stata molto volgare»
dice, mi prende per mano e sento che probabilmente ho detto quello di
cui aveva bisogno perché la sua fronte è distesa,
i suoi occhi più
limpidi.
«Colpa
dei residui del rum»
scherzo, prendo una grande sorsata dalla tazza, fino a vuotarla
completamente, mi alzo dal tavolo e realizzo che Edward aveva
ragione, aveva sempre avuto ragione:
devo
fare i conti con tutti, chiudere ogni questione irrisolta abbia con
loro, il momento è arrivato.
«Tu
la ami, lo so e sono qui perché voglio vederti
felice. Io voglio che tu sia felice.»
il mio obiettivo è lo stesso fin da quando ho preso
quell'aereo, è
giunta l'ora di lasciarli andare; non è un rassegnarsi,
bensì un
accettare con serenità e positivamente le direzioni che
ognuno di
noi ha preso mentre il tempo passava. Tutti loro sono in un modo o
nell'altro riusciti senza volerlo a ferirmi parecchio, fino alla
parte più intima di me; ciò è successo
esclusivamente perché io
li adoravo a tal punto da far diventare marginale qualunque altra
faccenda o entità non li riguardasse direttamente, li amavo
più di
quanto avessi mai amato me stessa.
Oggi
è diverso, ho imparato a volermi bene e sono abbastanza
forte da
andare avanti, ma per riuscirci completamente devo riappacificarmi e
accettare la piccola Megan diciassettenne e fragile, fatta a pezzetti
e sparsa nelle persone di questo posto. «Adesso
andiamo, dobbiamo buttare giù dal letto Embry e precipitarci
da
Nessie. Le devo delle scuse e mi offrirò di ricomprarle
delle scarpe
che non posso permettermi».
Day5
Ho passato il
periodo immediatamente seguente la discussione e tutto il tempo
appresso a cercare di capire come poter tornare a Londra con un
bagaglio emotivo più piccolo. Ho accettato la fine della mia
storia
con Jacob, ho parlato con Renesmee, precisandole che non ho alcuna
intensione di rubarle il marito e che niente che mi riguardi
potrà
in nessun caso ostacolare la loro vita, almeno da questo istante in
avanti. Per fortuna ha rifiutato la mia offerta di ripagarle le
scarpe. Ho cercato di farmi perdonare da Rachel per non essermi
presentata al suo stupido matrimonio - utilizzando i soldi
risparmiati con Nessie - regalandole un servizio da tè che
Esme mi
ha aiutato a scegliere; ho perdonato Paul, Sam e gli altri membri del
branco per essere quello che sono, non che sia una colpa,
più
semplicemente credo di averlo accettato, in ogni sfumatura, anche la
più inumana come l'imprinting che li lega, lo stesso
imprinting che
tra altre cose è causa della morte di Leah. Ho accettato
anche lei e
sue decisioni: il fatto che non sia mai riuscita a trovare la forza
che ha dato a me convincendomi ad andare via, che abbia deciso di
farla finita, la perdono per non aver pensato che io avrei potuto e
voluto aiutarla; accetto e comprendo la decisione dei miei genitori e
quella di chiunque altro abbia mai avuto un segreto con me con
l'esclusivo fine di proteggermi; accetto il fatto che la mia vita non
sarà mai normale fin quando ci saranno loro, tuttavia so
bene di non
poterne più fare parte come prima e ho accettato anche
questo. Da
questo recinto fatto di perdono, accettazione e altre
banalità del
tipo ho intenzionalmente lasciato all'esterno Edward: non so cosa ci
lega, mi fa paura pensarlo, mi ha sempre fatto paura aprire quella
porta e lui non è mai stato da meno. La sua vita
matrimoniale non è
tutta rosa e fiori come chiunque conosca Edward e Bella ha ragione di
pensare, non riesco ancora a capacitarmene. Forse dovrei
semplicemente accettare il fatto che non tutto si può
risolvere, che
ci sarà sempre qualcosa che rappresenterà l'opera
incompiuta, una
cosa finita ma a metà, una melodia che esisterà
solamente in
potenza. Indubbiamente la mia maturità è
schizzata alle stelle in
quarantotto ore, la mia comprensione e benevolenza si sono
ammorbidite come un paio di scarpe usate e credo di essere
addirittura riuscita a tornare ad un livello passabile di parolacce.
Per questi motivi, oltre il fatto che rappresenta di per sé
una
barzelletta fatta e finita, ho le mie legittime ragioni nell'adirarmi
quando Alice decide che durante il matrimonio dovrò
subentrare ad
una delle bambinette lancia-petali che si
è rotta la tibia
durante una corsa in bicicletta.
«Alice,
spero tu stia scherzando!»
balbetto,
agitando il cestino di vimini che mi ha mollato in mano comunicandomi
la lieta notizia. « Ti
prego, non farmi
essere parte attiva al matrimonio del mio ex ragazzo quasi
fratellastro. Sarebbe davvero deprimente!»
Lo sguardo che mi
rivolge è carico di comprensione, ciò che esce
dalla sua bocca no :
«lo faccio
per te e tutti i tuoi passi
di accettazione e perdono da tossicodipendente. E poi pensa a
Renesmee! Quale cosa migliore dice ad una donna “prendilo,
è tuo!”
Della sua ex che le prepara letteralmente il terreno?»
Alzo
gli occhi al cielo e accetto di buon grado il braccio rasserenante di
Jasper sopra le spalle, lo guardo e dalla sua faccia capisco che non
potrò vincere, non questa battaglia.
«Jazz,
dovrai aiutarmi almeno tu oppure ricorrerò allo Xanax.»
lo imploro, riferendomi al suo dono di controllare
l’umore,
lui si segna una croce sul petto e annuisce. Nel preciso istante in
cui lo fa Alice comincia a saltellare dicendo di aver salvato le
nozze.
Io credo di essere
il ritratto della rassegnazione e dell'indolenza, prendo la tazza di
cioccolata calda consolatoria che mi offre Carlisle con una mano, con
l’altra gli sfilo dal taschino della polo bianca il pacchetto
di
sigarette che mi ha reiteratamente confiscato durante la mia
permanenza in casa Cullen.
«Quelle
cose ti uccideranno»
mi dice con fare
giudicante, il medico che è in lui esce fuori. Lo guardo
esasperata
esclamando non so che sul fatto che probabilmente mi avrebbe uccisa
prima Alice o la vergogna a cui sarei stata sottoposta e vado in
direzione del patio con l’intento di intossicarmi per bene i
polmoni e accettare anche questo conclusivo sommo gesto
d’amore
verso questa imponente massa di – diciamolo pure senza alcun
filtro
– irriconoscenti bastardi. Aprendo la portafinestra scorgo
all'aperto la zazzera rossiccia di Edward, ci guardiamo per un
secondo e in seguito sparisce.
Edward per me sarà come la
decima per Beethoven?
Mentre mi perdo tra le spirali di fumo
bofonchio tra me e me , dandomi della sciocca per essermi paragonata
perfino a Beethoven.
Un altro individuo
era stato lasciato fuori dalla mia rotazione : Bella. Questo mancato
confronto probabilmente si potrebbe considerare una immediata
conseguenza del non voler aprire quel cassetto nella mia mente con
sopra il nome di Edward, eppure sarebbe erroneo indicarla come
ragione dal momento che più candidamente non ho avuto
necessità di
pensarci perché credo mi stia evitando come la peste, lo ha
fatto
per tutta la settimana. Una parte di me ne è sollevata,
sarebbe
inutile provare a negarlo; sta facendo ad entrambe un grandissimo
favore, ma non potremo scappare in eterno: so di doverla vedere alle
nozze, mi sono rassegnata al fatto che una madre sia presente al
matrimonio della figlia nella stragrande maggioranza dei casi.
Nessuno mi ha tuttavia ricordato che la sera prima usualmente si
organizza una la cena di prova.
Nessuno
si era annotato di accennarmene, nemmeno una volta.
Quindi attualmente
mi ritrovo a sudare cercando di tirare su la cerniera di un vestito
nero e troppo attillato mentre il mio cervello cerca di far pace con
l’idea che il plotone di esecuzione al completo
sarà riunito e
pronto a far fuoco con più di un paio di ore
d’anticipo rispetto a
ciò che mi ero abituata a pensare.
Ci
saranno migliaia di persone a guardarmi con pietà a causa
degli
sposi.
E
ci sarà Bella, con Edward chiaramente.
Nel
momento in cui la zip arriva ad un punto - tra le mie scapole - in
cui mi risulta impossibile anche solo sfiorarla reprimo un urlo a
labbra strette e sento un coro angelico mentre la porta si accosta
subito dopo, lasciando sbucare il viso di Emmett.
«Una
parte di me vorrebbe chiederti cosa cavolo ci fai qui, ma ti devo
supplicare di aiutarmi!»
prima che finisca la frase il vampiro è già al
mio fianco e la mia
chiusura lampo è già al suo posto alla base della
nuca. Sospiro
soddisfatta e lo guardo grata, mi allungo verso i grandi orecchini
d’oro e perle - uno dei pochi ricordi che ho della mamma - e
li
indosso con calma.
«Sei
meravigliosa»
mi dice, nei suoi occhi da eterno diciottenne leggo la fierezza di un
padre, la malinconia di un vecchio amico, l’affetto di un
fratello.
«Anche
tu non sei niente male»
gli rispondo, con un sorriso ampio e sincero «sai,
faccio finta di niente ma mi sento ancora così in imbarazzo
qui tra
di voi.»
si chiude nelle spalle il dolce Emmett, mi guarda comprensivo dalla
superficie riflettente e afferra il braccialetto che sto cercando di
agganciare al polso per facilitarmi.«Sarebbe
strano il contrario, io credo. Sono venuto per garantire che facciate
in tempo, per scappare dall'eccitazione di casa Cullen e per te,
soprattutto. Per assicurarmi che stessi bene e
prepararti»
«Prepararmi»
ripeto
e ho capito, un
misto di inquietudine ed esaltazione mi monta all'interno dello
stomaco. Mi sento talmente confusa che mi gira la testa. La
specchiera mi rispedisce indietro un'espressione che speravo di non
dover più incontrare sul mio volto.
«Stasera
l’atmosfera sarà tesa, bisognerà non
innescare strane dinamiche e
andrà tutto bene»
quel ragionamento mi pesa come un macigno e decido di cercare in lui
le risposte a quei quesiti che molto disperatamente ho tentanto di
non elaborare neanche dentro la mia testa.
«Emmett
che accade tra Edward e Bella?»
Lo sguardo che mi riserva mi fa comprendere che attendeva che lo
chiedessi e contrariamente a quello che pensavo non ho bisogno di
forzarlo. Si siede sulla sponda del letto e comincia a
parlare:
«Hanno
cominciato ad avere dei problemi quando hanno capito quanto
celermente crescesse Renesmee, andava sempre peggio, sarò
sincero,
ma in seguito al suo fidanzamento con Jake la situazione è
diventata
drammatica. Il problema sta nel fatto che la ragazzina dovrebbe avere
circa 11 anni adesso e invece sembra una ventenne e domani si
sposerà. Bella è frustrata e sente che gli
è stato strappata via
la possibilità che aveva di essere madre. In breve, ha
bisogno di
aiuto e lo rifiuta, rimane chiusa in se stessa, Edward ne soffre e...
e poi ci sei tu.»
il
suo sguardo si
solleva dalle sue mani e mi trafigge, illeggibile.
«Io?»
balbetto, mi giro confusa in cerca
delle scarpe, colta dal bisogno frenetico di fare qualcosa per
evitare di crollare in uno stato catatonico. Lui afferra la
situazione e mi raggiunge, mi acciuffa le mani e sorride a
metà.
«Dai
Meg, Edward ti adora e adesso a tutti appare evidente quanto anche
tu...»lo
fermo, scuotendo vigorosamente la testa e accennando un risolino
esiguamente convinto.
«Edward
è un amico»
lo
asserisco come se
fosse la cosa più ovvia del mondo, come se sinora si fossero
dette
soltanto eresie, come se le parole non avessero avuto alcun
significato alle mie orecchie.
«Ci
sei andata a letto»
quello che mi sconcerta, oltre la mancanza di sensibilità,
è il
fatto che abbia usato il mio identico tono ovvio.
«EMMETT!»
mi libero dalla sua presa, scioccata e mortificata, riprendendo a
cercare le scarpe. Questa volta non prova a bloccarmi, sospira e
basta, guardandomi rassegnato mentre sprofondo nella mia
irrequietudine girando a vuoto.
«Maggie,
ti imploro»
biascica, sollevando gli occhi al soffitto allora mi fermo senza
guardarlo in viso.
«Lo
sanno tutti»
sussurro, e non so se la mia sia una domanda o un'affermazione. So che
non mi sono mai vergognata tanto nella mia vita per le azioni che
ho compiuto, come se mi stessi rendendo conto della situazione solo
adesso che la bolla di riserbo tra Edward e me è esplosa.
«Non
che io sappia»
dice, tranquillo, poi osa una risata «Io
stesso non ho mai avuto una conferma prima di... be', proprio ora»
lo guardo truce, presumibilmente gli lancerei un cazzotto se non
sapessi quanto sarebbe inutile e controproducente. Sarebbe
meglio prendersi a schiaffi da sola.
«Stai
distante da Ed per stasera.»
è un bisbiglio, una supplica.
Mi guardo per l'ennesima volta
allo specchio e allungo la mano per prendere il mascara, ma non lo
uso, lo tengo semplicemente chiuso in un pugno. I miei occhi sono
lucidi e penso che a breve piangerò, per cui metterlo
sarebbe
inutile. «Non
immaginavo potesse essere così difficile.»
balbetto appena, maledicendomi ancota per essere tornata, per aver
pensato per un attimo di poter ricavare qualcosa di buono da questo
terribile viaggio.
«Anche
noi abbiamo bisogno di chiudere i conti con tutto quello che
concernere te e quegli anni del cazzo.»
Se potesse
piangere adesso piangerebbe con me.
Lo penso mentre mi
lascio andare a qualche lacrima e lo sento stringermi fraterno,
scoccandomi un bacio sulla tempia mentre un'angelica Rosalie accosta
la porta e con un sorriso triste, quasi avesse paura di rompere il
nostro momento,
dice con
un filo di voce:
«Ora andiamo
o
faremo tardi.»
|
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Capitolo 45 *** 42. Che matassa del c***o le nostre vite ***
final
Nota: mi
son fatta prendere dalle insicurezze perché non so
quanto possiate apprezzare,
ma questa è la sola fine che riesco ad immaginare e sento
che in nessun altro modo sarebbe potuta andare.
Grazie sempre e per sempre, vi abbraccio forte.
Per qualsiasi
dubbio sono a vostra completa disposizione.
Capitolo 42
Che matassa del cazzo le nostre vite
La
grande sala vetrata di casa Cullen è stata privata dal suo
consueto
mobilio, lasciando il posto a maestosi tavoli finemente
apparecchiati, le luci soffuse e la piacevole musica di sottofondo
completano il quadro, semplice e raffinato. Rabbrividisco e sistemo
meglio la stola sulle spalle mentre mi rendo conto quanto la cosa
più
difficile per esseri insensibili alle temperature sia regolare il
termostato e accetto con un sorriso un flûte di
champagne dal vassoio d'argento che un addetto del catering mi porge
affabile. Jacob e Nessie si trovano all'ingresso, salutano cordiali
tutti gli avvenuti alla festa, stretti in un abbraccio dolce, mi
fermo a guardarli e passo energicamente una mano sulla spalla di zio
Billy quando si si ferma al mio lato, il viso vagamente corrugato
dalla preoccupazione.
«Tutto bene, figlia mia?» indirizzo
il mio sguardo verso di lui e con un gesto gentile gli tolgo il
cappello, annuendo. I suoi occhi mi rendono fiera di me stessa, per
un attimo dimentico la conversazione avuta con Emmett e sento di
essere unicamente una brava figlia, forte e responsabile. Integra
e intera.
«Dovrai fare a meno del tuo fidato amico
stasera» dico, porgo il copricapo a Esme, che
sparisce dopo
aver detto a Billy che l'avrebbe riposto in un luogo dove nessuno
avrebbe potuto appiattirlo e rovinarlo. «
E comunque dopo
stasera sarà tutto in discesa» commento
con un tranquillità,
tornando a guardare il duo e sorseggiando dal bicchiere. Bella scende
le scale in quel preciso istante e non posso non attestare quanto
l'immortalità le stia d'incanto. Nessuna traccia era rimasta
del suo
essere impacciata e ritrosa. Una dea dal portamento felino incede con
leggiadria un gradino alla volta dentro un lungo abito blu notte di
seta lucida. Edward alle sue spalle la segue litigando concitatamente
con i gemelli del polsino destro. Ripenso alle parole di Emmett e
scelgo di allontanarmi da lì, dicendo a zio Billy che sarei
andata
alla ricerca di Seth e gli altri. Non so come sia plausibile un tale
numero di invitati, mi rendo conto di non conoscere neppure la
metà
della gente elegantemente vestita che schivo con l'intento di
approdare alla grande vetrata che dà sul giardino. Noto in
un
cantone poco distante dal tavolo degli entrée Ronnie
e zia Sue che mangiucchiano delle tartine con
l'aria di
chi preferirebbe un hamburger e sollevata mi avvicino a loro con
passo più sicuro. Ronnie non perde neanche un istante e dopo
avermi
salutata mi bisbiglia all'orecchio:
«Bella è una top-model, non
sapevo che trasformarsi in vampira equivalesse al diventare la
sorella minore di Afrodite.» una risatina nervosa
è l'unica
maniera in cui riesco a replicare e per eludere la conversazione
sostituisco il mio bicchiere vuoto con uno colmo e ci tuffo la
faccia.
Devo solo riuscire a non essere completamente ubriaca a
fine serata, andrà tutto bene.
«Meg, che bello vederti
finalmente!» la voce suadente di Bella mi accarezza
l'orecchio,
zia Sue e Ronnie si defilano in un batter d'occhio ed io mi volto
nella sua direzione e mi apro in una specie di sorriso.
Andrà
tutto bene il cazzo.
«Bella, ciao!» mi sporgo per un
abbraccio imbarazzato, che lei ricambia con la sue inedite arie da
regina delle sceneggiate.
I suoi capelli setosi e ondulati, di un
acceso castano ramato mi svolazzano sul viso, hanno una fragranza
celestiale e mi ritrovo ad essere in grave disagio per il suo
splendore. La percezione di lei come di un bradipo inetto si
è
dissolta nel nulla e fatico a credere che sia mai esistita.
«Non
tornavi al nido da anni, grazie per la tua presenza. Immagino ti sia
costato molto, lo apprezzo.»
Le sue parole sono sincere, la sua
intonazione lo è, la sua espressione lo è;
ciononostante qualcosa,
un piccolo ed insignificante sesto senso, mi fa pensare a quanto
questi convenevoli siano mirati ad adempiere un dovere, propri di una
cortesia di facciata da padrone di casa. Assottiglio la bocca
nell’ennesimo sorrido insicuro, rispondendole quanto per me
sia un
piacere prendere parte alla felicità dei ragazzi. Lei
sorride di
rimando e mi poggia una mano sulla spalla, poi - con mia infinita
gioia - si scusa dicendomi di dover
raggiungere Nonsochinonstavoascoltando e
signora.
Mi
rendo conto, quando vedo la sensuale schiena scoperta di Bella
allontanarsi, di non aver respirato per la maggior parte del tempo e
quasi mi affogo con il mio stesso fiato mentre, prendendo una grande
boccata d’aria, incontro gli occhi di Edward. Dura poco quel
suo
scavarmi intimamente, poi torna a osservare le sue dita che scivolano
sui tasti del pianoforte, vicino a lui Esme lo ammira oscillando a
tempo, non distanti Jacob e Renesmee ballano stretti, con due larghi
sorrisi. Mi rilasso e poggio la guancia surriscaldata sul
mio flûte di nuovo vuoto.
Socchiudo appena gli
occhi appagata dalla temperatura del cristallo, la quiete dura poco
perché Alice passando lo sostituisce velocemente con il suo
bicchiere pieno, borbottando alcune cose della serie “se
berrò
ancora questa merda darò di stomaco”.
Non sapevo che i
vampiri avessero il riflesso del vomito, ma in fondo cosa me ne
importa?
Emmett, già scarsamente distante, si avvicina del
tutto e mi dice all’orecchio quanto fossi stata brava e che
adesso
con i discorsi agli sposi e la cena più di mezza serata
sarebbe
andata per il verso giusto senza troppi sforzi. Adagio la tempia sul
suo braccio e mi concedo un secondo, già stremata e tesa,
eppure
determinata e motivata dalle sue notizie.
In effetti i
discorsi filano lisci, proprio come aveva detto lui; parole,
lacrime e abbracci dopo il mio nodo allo stomaco mi permette di
piluccare a malapena il primo e rimandare indietro il secondo
praticamente intatto, neanche il dolce riesce a suscitarmi appetito.
La bottiglia di Merlot al centro del tavolo è più
ammaliante di
ogni altra pietanza o beveraggio, ma la ignoro vista la
quantità di
champagne ingurgitata durante gli antipasti. Finito di sgretolare il
dessert con la forchettina dorata mi chiedo se non sia già
l'ora di
andare a casa, ma purtroppo l’orologio non segna neanche le
23.
Se
non avessi quasi ventisette anni comincerei a piangere e a pestare i
piedi in terra infastidendo zio Billy.
Il mio incontro con
Bella era stato insoddisfacente sotto qualsiasi punto di vista, nulla
di quello che c’eravamo dette era anche lontanamente
riconducibile
ad una conversazione che si potesse definire tale: nessun riferimento
alla sua vita o alla mia, nessun “scusami se ti ho
detestata”
uscito dalle labbra di una delle due, ovvero nulla che non fosse
composto da convenevoli o banalità.
Forse avrei preferito se
mi avesse urlato che ero una puttana per essermi ripassata suo marito
dopo aver fatto il pieno di tequila.
Un colpo di tosse mi fa
girare in direzione del tavolo dei festeggiati, incontro di nuovo gli
occhi di Edward che mi inchiodano, questa volta duri e consapevoli,
rimproverandomi per i miei iniqui pensieri.
Cosa
vuoi?
Aggrotta le
sopracciglia, infastidito dalla mia domanda retorica e scuote la
testa, passandosi una mano a sfregarsi il collo. Alzo gli occhi
all'aria e torno a guardare davanti a me, decisa a non dargli
possibilità di replica, nessuno avrebbe intaccato il mio
umore
apaticamente di merda, non stasera. Sto già esagerando
pensandole
soltanto determinate cose, sarebbe imperdonabile da parte mia
qualsiasi tipo di reazione, devo limitarmi a mantenere un profilo
così tanto basso da rasentare il pavimento, uno sbaglio
adesso
manderebbe in vacca un'intera serata di muta e sofferta presenza. Mi
perdo in sproloqui del genere fin tanto che la serata scorre blanda,
sottotono e senza che me ne renda conto comincia ad arrivare al mio
tavolo gente che dice di volermi salutare prima di fare ritorno a
casa.
Riesco a malapena a pensare vittoriosa al fatto che sono
sopravvissuta, quando un rumore sordo mi fa capire di aver esultato
ancora troppo presto e mi fa puntare lo sguardo sul fondo della
stanza, dove la sedia di Bella si è furiosamente spostata
per finire
malamente a sbattere contro la parete alle sue spalle, gli occhi
sgranati dei presenti la guardano increduli mentre lei elegantemente
raccoglie la sua borsetta e gira i tacchi, camminando verso le scale
che portano al piano superiore. Seguendo ancora una volta la sua
schiena lungo il salone mi rendo conto di essermi persa nelle mie
elucubrazioni mentali talmente tanto da non
notare di
essere una degli ultimi ospiti rimasti in casa Cullen. Nessie sta
impalata a pochi metri da me a piedi scalzi, con le sue
decolté in
mano e l’aria annoiata di chi sta assistendo a qualcosa che
si
sarebbe con piacere evitata.
«Okay dolcezza, ti porto a casa!»
mi dice Emmett, precipitatosi accanto a come una scheggia, Alice
segue Bella su per le scale, tirandosi dietro anche Jasper e
Renesmee.
«cosa ca...?» non riesco neanche a finire la frase
che
Jacob mi si para davanti, avvolgendomi tra le sue braccia. Il
contatto così profondo, imprevisto mi fa tremare e il mio
primo
istinto e quello di scollarmelo di dosso, facendo forza con le mani
sul suo torace, una serie di ringhi gutturali mi rendono
costantemente più confusa.
«Ragazzi, rimaniamo lucidi. Ci penso
io» dice Emmett, cercando di mantenere un tono pacifico,
scandendo
bene le parole, ha le braccia spalancate e i palmi aperti.
«Insomma,
non avete già fatto abbastanza? Non è meglio che
non ci pensiate
più per qualche ora?» sono sconcertata e
perplessa, l’altra
persona con cui Emmett parla è Edward, che ha dietro di
sé i suoi
fratelli. Derek mormora delle parole che non sento, Amelia mi studia
contrita. La mia sopportazione a quel punto giunge al termine, mi
divincolo malamente dalla presa di Jacob e reprimo un urlo,
furibonda.
«Io non voglio neanche sapere quello che sta
succedendo e perché mi trascinate sempre nella vostre
faccende!» si
fermano tutti, paralizzati dal mio sfogo. So di avere un'espressione
tutt'altro che sicura di sé e inflessibile e mi rendo conto
di
quanto la cosa non mi agevoli nel apparire decisa e autoritaria, ma
non sono disposta a sopportare e subire i loro atteggiamenti. Mi
rivolgo prima di tutto a Jacob: «non è qui con me
il tuo posto, vai
di sopra.» suona come uno degli ordini più
autoritari che mi sia
mai venuto fuori dalle labbra. Lui indietreggia appena, tra
l’amareggiato e l’infastidito, ma fa come dico.
Liberatami così
dal primo ostacolo mi avvicino a Billy e gli afferro la mano per
tranquillizzarlo dopo quello scatto d’ira. «Emmett,
puoi
accompagnare mio zio a casa sua? » vedo che il vampiro sta
per
aprire bocca ma io assottiglio gli occhi, come se qualunque sua
replica potesse in qualche modo ferirmi irreparabilmente «ti
prego»
sussurro, lo vedo cedere e acconsentire. Do un bacio sulla guancia a
mio zio prima che Rosalie lo prenda in custodia e che i tre si
dirigano verso l'ingresso. La porta si chiude, Derek non si muove di
un centimetro dalla sua posizione mentre Amelia si fa vicina a me,
sfiorandomi una spalla.
«dobbiamo fargli risolvere questa cosa da
soli» sussurra lei, il suo tono è deciso quanto lo
era il mio pochi
minuti fa, ma è più pacato. Ancora uno scambio di
parole tra
fratelli e Derek si allontana riluttante da Edward, mi punta addosso
uno strano sguardo e in un battito di ciglia siamo da soli, dopo un
mio cenno in altrettanto poco tempo siamo fuori dalla casa.
Mi
copro le spalle con la stola, prendo coraggio e gli chiedo l'unica
cosa possibile da formulare per il mio cervello in panne:
« Ed,
cosa vuol dire tutto questo? » con un gesto indico me e lui,
incapace di assegnare una definizione allo spazio che ci divide. La
sua faccia è deformata in una maschera di dolore e ansia.
« Non
lo so » è tutto quello che gli sento dire, in un
soffio. Rimaniamo
in silenzio, ma capisco che ha intenzione di proseguire a parlare
quando accenna dei movimenti con le mani. Sta solo cercando i termini
adatti. «Io e Bella ci siamo lasciati. Già da
qualche tempo, in
realtà.» non nascondo la mia sorpresa, poggiandomi
al tronco
dell’albero dietro di me, percepisco la ruvidità
della corteccia
sui polsi e quella piccola sensazione mi fa capire che è la
realtà
quella in cui mi trovo, per quanto mi appaia tutto sottosopra,
sbagliato e guasto.
«So che Emmett ti ha già raccontato per
grandi linee. Ti basti sapere che quella volta tra noi a Londra non
è
stata altro che una goccia nell’oceano. Ed è colpa
mia se è
finita nel peggiore dei modi, quello che immaginavo sarebbe successo
si è verificato: Bella insoddisfatta della vita ai limiti
della
normalità che ho potuto darle, la sofferenza di tutti quelli
che ci
stanno intorno, le discussioni, la noia.» dà un
piccolo calcio a
qualcosa di inesistente, le mani in tasca, lo sguardo basso.
«Poi
vedo te, la donna che sei diventata andando via da questo
posto.»
All'improvviso mi si avvicina e posso far finta di volermi
allontanare, consapevole del fatto che il tronco dietro di me
finirà
per bloccarmi. «Sei cresciuta, Meg. Con il tempo ho
cominciato a
pensare che non rappresentavi soltanto quello che avrei voluto per
Bella ma anche quello che avrei voluto per me stesso.» mi
viene meno
il fiato quando una carezza artica mi solletica il viso e il collo.
Una parte di me sapeva già da tempo che questa situazione si
sarebbe
potuta verificare, per quanto mi sembrasse irreale, eppure trovarmici
dentro mi rende totalmente scombussolata ed esterrefatta. Ascolto
ogni vocabolo con uno stupore che non appartiene ad una come me, che
ha subito e sopportato l'inverosimile, il surreale.
«Forse
abbiamo sbagliato tutto, magari no. Pensi mai che quel giorno, al
campo di grano... Non lo sapremo mai cosa sarebbe successo se...
»
stringe le labbra e sospira «adesso è troppo
tardi» avvicino il
mio viso al suo in un gesto d’impulso, non so che intenzioni
avessi
e mai lo saprò perché le sue mani scattano sulle
clavicole e mi
bloccano al tronco ruvido con delicatezza. «Non ti
chiederò niente,
Meg. Non voglio fare parte della tua vita, questo ho bisogno che sia
chiaro prima di qualsiasi altra cosa tu decida di dire o fare. Non
farò due volte lo stesso errore.» annuisco, credo
di non essere in
grado di fare altro. Una risata gli scappa dalle labbra e mentre
riecheggia macabramente nella mia testa la sua fronte si poggia alla
mia, «so che mi hai odiato durante questi ultimi giorni, ma
sappi
che ti ho ascoltato. Non volevo che mi parlassi, non volevo che
facessi i conti anche con me. Ero divorato dal terrore di quello che
sarebbe successo appena finito di spiegare, avevo bisogno di tempo
per riflettere, per fare prima i conti non me stesso.»
Colgo
quello che intende, il motivo che aveva spinto entrambi ad evitare il
confronto fino ad ora è lo stesso ed è
inevitabile che prima o poi
uno dei due ne parli:
«Sei arrivato a qualche conclusione?» mi
stupisco nel sentirmi pronunciare quella domanda, con intonazione
ferma e vagamente scherzosa.
«Molte, in realtà. Nessuna che sia
anche lontanamente accettabile, ovviamente» annuisco con
vigore e mi
lascio scappare un mezzo sorriso amaro, la mia fronte è di
nuovo
sulla sua «Che matassa del cazzo le nostre vite.»
day6
Alice
ha fatto degli aggiustamenti dell’ultimo minuto al mio
vestito, per
“renderlo adatto al nuovo ruolo” o almeno,
così mi ha detto
questa mattina, quando con la scusa di consegnarmelo è
venuta a
ispezionare giudicante i miei occhi contornati di occhiaie per via
della nottata in bianco passata con Edward a parlare senza
sosta.
«Sai che questa situazione non porterà a niente
che sia
anche lontanamente una cosa buona, non c’è alcun
bisogno che te lo
dica.» esordisce all’improvviso, mentre mi sistema
la lunghezza
della sottana per farla cadere addosso nel modo giusto.
«Alice,
non esiste nessuna situazione. Sappiamo entrambi benissimo quanto
sarebbe complicato ed io mi rifiuto di ficcare di nuovo la testa
così
tanto in profondità dentro il pozzo senza fondo che
è la vostra
vita qui, e comunque anche se volessi lui non mi asseconderebbe
mai.»
tutto quello che fa è annuire, soddisfatta un po’
dalla mia
risposta, un po’ dal lavoro fatto sull’abito.
«Bella come
sta?» farfuglio, intimorita e costernata.
«Non lo so, credo che
neanche lei riesca a concepire quello che sta accadendo. Era fino a
tal punto convinta che la sua eternità, programmata nei
minimi
dettagli, sarebbe stata una lietissima non-fine che ora si ritrova
spaesata e con in pugno neanche un paio di mosche.»
Per
l’ennesima volta in questi pochi giorni non riesco a trovare
termine adatto per proseguire la conversazione, quindi mi limito ad
abbassare lo sguardo sull’orlo del vestito, guardando le mani
di
Alice lavorare più rapidamente di quanto fosse umanamente
fattibile
e mi accorgo che sulla sedia in cui ha poggiato il cuscinetto con gli
spilli è adagiato un altro vestito e aggrotto la fronte,
dubbiosa.
«Non torni a casa?» lei non solleva neanche lo
sguardo, si limita a denegare con la testa, abbozzando che le faceva
piacere passare del tempo con me. Inutile dire che la cosa mi puzza e
mi lascia pensare di essere stata additata come persona da tenere
d'occhio, ma accenno una stretta di spalle e decido di farmi andare
bene la cosa, perdurando nel silenzio per il resto delle modifiche ad
abito, trucco e capelli; mi guardo allo specchio estasiata e
scioccata contemporaneamente quando ha concluso: gli strati velati
color cipria dell’abito cascano morbidi sul mio corpo e si
intonano
alla piccola ghirlanda di fiori fermata sulla chioma che Alice ha
provveduto rendere lucida e articolata in grandi onde,
l’insieme mi
conferisce un’aria quasi botticelliana. Distolgo lo sguardo
da me e
lo indirizzo su di lei mentre indossa il suo abito alla
velocità
della luce per poi scavalcarmi davanti allo specchio per dedicarsi al
trucco. Frastornata mi siedo sulla prima superficie orizzontale a
disposizione, realizzando che queste saranno le ultime ore passate in
questo posto, con tutti loro, per chissà quanto tempo. Penso
alla
mia vita a Londra e ad un tratto mi sento colta alla sprovvista dal
modo in cui mi si sarebbe srotolata davanti non appena tornata: il
mio lavoro, i miei amici al pub, la vecchia Wendy. Come avrei fatto a
disabituarmi di nuovo alla loro presenza? Cosa potrà
succedere se
cominciassi a non sentirmi a casa neanche a Londra? In tal caso dove
sarebbe casa mia?
Prendo fiato bruscamente e lotto energica contro
me stessa per non arrendermi alle lacrime, rovinando il trucco che
Alice mi aveva fatto con tanta cura. Lei pare accorgersi del mio
stato, ciò che fa è scrutarmi dal riflesso dello
specchio
mestamente, annuendo a stento quando i nostri sguardi si incontrano.
Prendo quel cenno come un autorizzazione a lasciarmi andare e
comincio perciò senza parlare a riversare ogni goccia
trattenuta
fino ad ora. La cerimonia si svolge nel migliore dei modi:
commovente, romantica, piacevole, oserei. Fare da bambina
spara-petali non mi è poi pesato e lo sguardo grato di
Renesmee e
Jacob mi ha riempito il cuore fino all'orlo. Il rinfresco procede con
calma, la musica accompagna armoniosamente risate, chiacchiericci e
tintinnii di bicchieri come fosse stata composta di proposito per
l'evento. I fiori, presenti ovunque su cose e persone sono intonati
al bouquet di Ness e in qualche modo la cosa mi infastidisce,
facendomi percepire la maggior parte di noi come fossimo un suo
stiloso accessorio. Le note del primo ballo si propagano nell'aria e
tutti ci riuniamo ad ammirare la coppia. Carlisle decide di chiedermi
un ballo con un profondo inchino, arrossita per quella premura
d'altri tempi curvo appena il capo per accettare l'invito e mi lascio
condurre sulla pista, che nel frattempo si popolava di coppie
danzanti. So che vuole dirmi qualcosa, glielo leggo negli
occhi,
ma ci limitiamo ad ondeggiare e sorridere per l'intera durata della
prima canzone.
«Ho paura, Meg» lo ascolto senza scompormi, ma
intristendomi quando capisco dove arriverà. «Mio
figlio mi
terrorizza. Non voglio perderlo, la sua vita si sta svuotando
così
tanto da farmi pensare possa compiere qualche stupidaggine, non so
cosa abbia in mente.» condivido il suo dolore e le sue paure,
ma non
posso far altro che mordermi le labbra con fare nervoso. Fino a quel
punto non una volta il suo nome era uscito dalla mia bocca, nessuno
dei miei sguardi si era intrecciato al suo neanche per errore. Di
comune accordo il giorno prima avevamo deciso di limitare ogni
contatto per il bene degli altri e nostro, quindi la confusione
albergante nella mia testa sentendone parlare apertamente per poco
non mi procura un capogiro. Come siamo arrivati a
questa
situazione così diversa in soli pochi giorni?
«Credo che non
lo sappia neanche lui» finisco per dire, in un sussurro
lieve, dopo
aver aleggiato nel silenzio per ancora qualche minuto. «
Posso
assicurarti però che non farà niente di quello
che pensi, ho
parlato molto con lui ieri e ti posso assicurare che è molto
cambiato, troverà una soluzione.»
Il suo viso latteo si avvicina
al mio e le labbra gelate mi scoccano un bacio sulla guancia mentre
accenna un grazie con voce incrinata, nell'istante in cui la canzone
finisce un altro inchino e con un grande sorriso mi accompagna al mio
tavolo, dove si ferma a conversare con Charlie Swan, stranamente a
suo agio più di me in quello strano mondo conosciuto da
relativamente poco.
Un sorso d'acqua mi basta a riacquistare il
controllo totale dei miei pensieri e per cedere ad Embry che tenta di
trascinarmi di nuovo con una risata sulla pista da ballo.
Quando
il ricevimento giunge al termine è già il
crepuscolo, so di dover
andare a casa a preparare la valigia ma rimango per qualche tempo in
compagnia di Jacob e Seth, che tira fuori dalla un angolo nascosto
delle birre scadenti e mi convince a salutarci così,
farneticando
che mai più sarebbe stato lo stesso ora che uno di noi si
era
sposato. Lo sguardo addolorato che in sincrono lega i miei occhi a
quelli di Jacob ci convince a non interrompere il suo discorso per
precisare che niente era più neanche lontanamente come un
tempo.
Forse è stato meglio sia finita così –
penso e mi siedo sull'erba con un tonfo attutito dagli strati del
vestito, afferro la birra che mi porgono e con l'altra mano provo a
disfarmi della corona di fiori sulla testa, ormai appassita e
sgualcita.
Da piccolissima la figura di Bella si fa vicina e con
la stessa agilità si adagia per terra, a chiudere il nostro
cerchio.
Sorride, con una punta di amarezza; so che potrebbe facilmente
ridurmi ad una poltiglia umana, eppure il mio petto è
schiacciato
dalla preoccupazione che possa cadere in frantumi da un momento
all'altro, come fosse fatta del più fragile dei cristalli.
«Di che
parlate?» chiede, Seth sembra seccato ma alla fine si apre in
un
sorriso e le spiega la sua teoria sulla fine di un'epoca.
«Sono
assolutamente d'accordo con te. Sta per cambiare tutto, io domani
partirò per Denali.» ne parla con
tranquillità e in seguito si
volta a guardarmi, inaspettatamente i suoi occhi risultano dolci
quando si posano su di me. «Meg, volevo solo parlarti prima
che
partissi. Non sarò prolissa o drammatica, volevo dirti che
non ha
colpe. Io non sono arrabbiata con te, non riesco neanche a capire
come sia possibile che prima provassi tanta rabbia nei tuoi
confronti.» La sua mano si allunga e trova la mia, la stretta
che le
do io è energica, felice. Jacob ci guarda estasiato e mi
rendo conto
che per lui deve essere una conquista guardarci mentre ci vogliamo
così bene forse per la prima volta e nonostante tutto. Seth
solleva
la birra e noi lo imitiamo, perfino Bella afferra una
bottiglia.
«Alla nostra!» esclamiamo e in quel minuto esatto
finalmente mi sento in pace e con la sicurezza che ogni cosa si
sarebbe risolta per il meglio.
📍 Londra,
8 mesi dopo
«Dobbiamo
darci un taglio.» si sistema meglio il cuscino sotto la testa
e il
suo petto nudo si alza e si abbassa, sembra assonnato e affannato ma
non lo è, non può esserlo. I suoi capelli
arruffati fanno pensare a
chi si è appena svegliato, mi perdo in questa fantasia
poggiandomi
alla cornice della porta del bagno, spazzolandomi vigorosamente i
denti e alternando occhiate a lui che mi studia accorto e alla
finestra appena sopra di lui.
Credo che pioverà tutto il
giorno oggi.
«Lo credo anche io, puoi prendere il mio
ombrello.» increspo le labbra in un sorriso, ringraziandolo
mentalmente e mi volto per sputare il dentifricio nel lavandino, ben
consapevole di aver ignorato la sua frecciatina iniziale.
Finisce
sempre così, ogni volta che viene a trovarmi. Ci giuriamo
che nulla
sarebbe successo e ci riusciamo perfino abbastanza bene per i primi
tempi, ma inevitabilmente e per le più svariate ragioni
finiamo col
perdere il controllo e farci prendere la mano, cediamo, incespichiamo
nel sesso ogni singola volta. Subito dopo o con una tolleranza di
poche ore di stordimento comincia la fase conclusiva, una via crucis
fatta di confronti spigolosi e analisi di coscienze che ci spingono a
non vederci né sentirci per settimane, mesi. Un giorno poi
lo trovo
a aspettarmi sul pianerottolo o fuori dal mio ufficio e si parte con
un altro ciclo di amicizia-passione-penitenza.
In un attimo è
dietro di me, mi cinge la vita, mentre le mie mani armeggiano con la
spazzola. Il suo viso finisce tra la mia scapola e il mio collo e
rimane lì, guarda il mio riflesso e resta assolutamente
immobile.
«Megan.» lo pronuncia dopo un silenzio
interminabile,
in cui la mia ansia comincia a montare e nell'aria non si sente altro
che i colpi di spazzola con cui torturo fin troppo violentemente i
miei ricci.
Cosa Edward? Che cosa vuoi?
Faccio un giro
su me stessa e posso constatare direttamente quanto il mio pensiero
lo ferisca, tuttavia non osa allentare la presa su di me e fa
sfiorare i nostri nasi, chiudendo gli occhi. Comunicare con lui
tramite pensieri è diventata un' intimità a cui
mi sono riabituata
con più facilità di quanto credessi fattibile.
«Odio anche io
discuterne, ma non possiamo continuare così.» come
sottolineando il
carattere d'incoerenza in cui aleggia la nostra non-conversazione mi
sollevo sulle punte dei piedi scalzi e lo bacio con prepotenza, lui
accetta di buon grado quel contatto e mi alza di slancio facendomi
sedere sul bordo del lavandino per approfondirlo. Sa cosa sto
facendo, sto fuggendo al confronto.
A turni quasi perfettamente
alterni uno dei due vuole sbattere in faccia all'altro la
realtà dei
fatti, ottenendo come risposta un muro talmente alto e robusto da
risultare invalicabile. I tentativi di corruzione sono le prime armi
sfoderabili e sono soltanto una voce della lunga lista di
atteggiamenti tossici e controproducenti che assumiamo.
Spogliarsi
visto le condizioni casalinghe risulta fin troppo facile, ma la parte
dell'assennato risvegliatore di coscienze oggi la interpreta Edward e
quando tocca a lui il “sesso da vigliacchi” non va
mai in porto,
infatti quando le mie dita raggiungono i suoi boxer si stacca non
senza un certo sforzo, scuotendo la testa e ridacchiando
sommessamente, io dal canto mio sono la rappresentazione del cattivo
umore e dell'immaturità. Lo so, ne sono ben consapevole.
«Per
una volta possiamo non parlarne? Il tuo aereo per la Cambogia
partirà
tra due giorni.» la sua espressione non cambia, la sua mano
prende
la spazzola e comincia a prendersi cura dei miei i capelli con
piacevolezza, facendomi tornare con il viso verso specchio. Non
parla, entrambi studiamo le sue mani candide che si tuffano tra i
miei capelli scuri con un meccanismo ripetitivo, di una dolcezza
disarmante.
«Mi sento umano qui, adoro questa sensazione.» mi
confessa, adagia la spazzola al suo posto e comincia ad intrecciare
le ciocche tra loro. Chiudo gli occhi e capisco che ha finito quando
lo sento frugare nella ciotola degli elastici per capelli.
«Sai
perché sono tornato?»
Perché lo fai sempre.
La sua
risata sibillina mi stordisce, mi allontano da lui e apro fiacca
l'armadio in cerca di qualcosa da indossare per la giornata di
lavoro. Come niente fosse passa a sedersi sulla piccola sedia accanto
la porta e mi osserva mentre svogliatamente salto dentro i
pantaloni.
«Meg, sono venuto a dirti addio.» mi gelo e
mantengo
gli occhi bassi, sulla chiusura dei pantaloni.
Non si era mai
parlato di addii.
«Lo so ma questa volta è diverso, Alice ti
ha vista.» riesco a guardarlo, nel frattempo con una mano
tasto il
piccolo comò, in cerca del cellulare. Gli faccio cenno di
aspettare,
lui socchiude la bocca e alza gli occhi al cielo. Non si muove,
diventa una statua di cera durante tutto il tempo della telefonata in
cui informo che a causa di una necessità personale mi sarei
dovuta
assentare e che avrei completato il lavoro urgente da casa.
Riattaccata la chiamata con un solo gesto mi sfilo i pantaloni e mi
trascino verso il letto, lui mi segue e le sue braccia mi circondano
in un abbraccio.
«Sputa il rospo.» sussurro, sollevando il viso
da suo stomaco, le sue labbra mi colgono impreparate e mi distendo su
di lui in uno scatto, assaporando appieno il bacio, che adesso
è
agrodolce. Questa volta tocca a lui scappare.
«Cosa ha visto,
Ed?» le sue labbra si assottigliano, inverte la posizione e
poggia
il mento sul mio sterno, fissandomi con attenzione.
«Un ragazzo.
Una persona fantastica, l'ho tenuto d'occhio per un po' e...»
le
parole gli muoiono in gola quando si accorge che sono bianca come un
cencio.
Non so cosa sto provando, non lo capisco, l'unica cosa che
sento certa è che «Io non voglio.»
balbetto, mi metto seduta e lo
guardo con gli occhi stralunati. «Io non ti abbandono
così.»
farfuglio indignata e gli punto un dito contro con tutta la rabbia e
la disperazione che mi stanno logorando «Non te lo
lascerò
fare.»
La sua espressione è annoiata dalla mia reazione, con
poca grazia si libera del mio dito rabbioso e si siede incrociando le
gambe. «Devi farti la tua vita, sapevamo che sarebbe successo
presto
o tardi. Io starò bene.» sono frastornata dalle
sue parole, mi
limito a sollevare un sopracciglio «Meg, se c'è
una cosa che ho
capito grazie a te è che sono in grado di amare ancora,
un'infinità
di volte, in modo sempre diverso ed è meraviglioso. Tu devi
trovare
la tua strada, i Cullen hanno lasciato Forks, si erano trattenuti fin
troppo tempo e così possiamo più agevolmente...
dirci ciao.» il
suo discorso è logico e rincuorante, ma vedere quel bel
viso, gli
occhi buoni, la sua grande mano sopra la mia, mi sembra tutto
inconcepibile e sbagliato.
«Ma io...» Edward separa la distanza
tra noi scoccandomi un bacio sulle labbra e il suo sorriso è
radioso, non c'è un velo di tristezza in lui.
«Anche io, Meg! Ma
non basterà alla lunga, lo sappiamo.» annuisco, la
sua posizione in
merito non è mai cambiata, non ci sarebbe mai potuto essere
un
“vissero felici e contenti” per noi. Anche la mia
opinione non è
mai stata differente, non mi ero mai fatta chissà quali
fantasie, ma
vederlo finire – proprio qui, proprio ora - mi sta
destabilizzando.
«Interferirà con il mio futuro chiederti di
passare nel migliore dei modi questi ultimi giorni?» mentre
lo dico
gattono verso di lui, sedendomi sul suo grembo, mi rannicchio tra le
sue gambe ed assumo una posizione quasi fetale.
«No, chiaramente
sto lavorando con largo anticipo, ci diremo addio per bene.»
annuncia fiero, solleticandomi la fronte con i suoi capelli, intento
a poggiare le labbra sul mio naso. I nostri occhi si incastrano e mi
apro in un sorriso, annusando il suo profumo.
«Perché l'hai
seguito? È davvero inquietante.» parlarne mi mette
a disagio, ma
ormai la frittata è fatta.
«Volevo essere certo che fosse un
bravo ragazzo e lo è, nessun altro dettaglio.» non
dà peso alla
risposta, sventola una mano davanti al suo viso, quasi a scacciare la
mia domanda come una zanzara fastidiosa.
«Ma...» mi tappa la
bocca e si lascia andare ad uno sbuffo sonoro.
«Nessunissimo
dettaglio, ne ho già parlato fin troppo! Adesso vestiti,
oggi non
c'è un filo di sole e voglio passeggiare.» mi alzo
controvoglia e
di nuovo infilo i pantaloni, sempre osservandolo. Mi da la schiena,
probabilmente è perso nelle menti dei passanti fuori o tra i
miei
pensieri. Lui sul mio letto sfatto, ogni angolo della stanza e lo
scorcio fuori dalla finestra, tutto trasuda di una strana bellezza
malinconica, disperata. Scatto una foto mentale prima di aprire il
cassetto dei maglioni. La fine allora è giunta?
Razionalmente non
posso che dire di sì, ma i grandi legami forgiati in quegli
anni
come possono definitivamente abbandonarmi adesso che so conviverci
pacificamente? La cieca consapevolezza che se non fossi forte
abbastanza da sopportarlo non mi avrebbero mai detto addio mi
rincuora. Alla fine dei giochi, per quanto profondamente, nessuno di
loro mi mancherà più di un qualsiasi altro caro, vecchio amico d’infanzia e non ho
intenzione di concentrarmi sui particolari che fanno di loro le
creature leggendarie che sono, perché non importa, piuttosto
li
terrò nei miei ricordi nella loro accezione più
umana, quando
spensierati si perdevano nei loro gesti quotidiani.
Edward si
volta, lasciandomi vedere il suo viso sorridente, i capelli
scomposti, quella sua aria di superiorità beffarda, ma
percettibilmente buona.
E sono sicura, so di volerlo ricordare
esattamente così, come un ragazzo normale.
Fine.
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