Not just a matter of Quidditch

di cl33
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione ***
Capitolo 2: *** Not just a matter of Quidditch - 2. Matrimonio ***
Capitolo 3: *** Not just a matter of Quidditch - 3. Gufi indesiderati ***
Capitolo 4: *** Not just a matter of Quidditch - 4. Preparativi ***
Capitolo 5: *** Not just a matter of Quidditch - 5. Il matrimonio ***
Capitolo 6: *** Not just a matter of Quidditch - 6. Esordio ***
Capitolo 7: *** Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine ***
Capitolo 8: *** Not just a matter of Quidditch - 8. Bolidi ***



Capitolo 1
*** Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione ***


Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione
Se torno a farmi viva con le mie fan fiction su Draco e Ginny dovete ringraziare (o maledire, dipende dai punti di vista) l'influenza suina, che ho avuto la premura di prendere dopo 4 giorni dal mio arrivo a Londra. Visto che ho dovuto passare 5 giorni chiusa in camera, senza internet, tv o altre amenità tecnologiche (ho solo lettore mp3 e il notebook), come impiegare il tempo se non dando sfogo alla mia fantasia malata sulla coppia più bella che la Rowling non ha ideato?! Enjoy...

p.s. il primo capitolo cerca di delineare il quadro della situazione. Fondamentalmente si tiene conto degli eventi fino alla fine de settimo libro, escluso l'epilogo. I capitoli dovrebbero essere una decina in tutto, e visto che la storia è per metà scritta e che il resto è ben presente nella mia testa dovrei aggiornare con regolarità. Diciamo circa una volta a settimana. Parecchio graditi i commenti, ovviamente;)

p.p.s.: non ho idea se per la Rowling le squdre professioniste di Quidditch abbiano un allenatore; io mi sono immaginata che ne avessero uno. Non ricordo nemmeno se si chiarisca quante sono le squadre che partecipano al Campionato del Mondo di Quidditch: ne ho immaginate 8 per la fase finale, con partite a eliminazione diretta. Ah, e ho anche deciso che il Campionato del Mondo si tiene ogni 5 anni, quindi se i miei calcoli non sono sbagliati siamo nel 2005.

* * *

"Tutto chiaro con le tattiche? Se avete dubbi chiedete, preferisco ripeterle 200 volte piuttosto che vedervi fare casino domani".
L'allenatore Boyle aveva già ripetuto le tattiche per le ultime 4 ore, cosa che indusse Ginevra e compagni a scuotere vigorosamente la testa e a caricarsi la scopa sulle spalle, per guadagnare in fretta la strada degli spogliatoi. L'umidità della sera stava entrando nelle ossa, nonostante la divisa, e tutti sentivano la necessità di una salutare doccia calda.
Sembrava che solo Boyle sentisse la tensione per il match del giorno dopo: l'amichevole Inghilterra-Italia non impensieriva particolarmente nessuno, dato che i sette campioni della Penisola costituivano una delle rappresentanze più scarse che il mondo dei maghi potesse vantare sulla faccia della Terra. Ginevra aveva visto i sette impegnati in una partita di qualificazione - ovviamente fallita - e si era trattato di uno spettacolo ai limiti dell'imbarazzante. Né lei né i compagni erano riusciti a capire come un simile incontro potesse costituire un allenamento in vista degli imminenti Campionati del Mondo di Quidditch, in programma a partire dalla successiva settimana nelle piatte lande d'Olanda - ma tant'è, ormai erano in ballo.

L'ambiente dedicato ai giocatori nello spettacolare stadio allestito per la partita - una struttura creata con la magia nel cuore del Parco di Greenwich, che ai babbani appariva come un anomalo cantiere in mezzo al verde - era accogliente e asciutto. Ginevra sentiva la stanchezza in ogni singolo muscolo: gli allenamenti quotidiani per i professionisti erano un'abitudine, ma i ritmi della Nazionale erano decisamente al di sopra degli standard. Ginevra aveva condotto una bella stagione da cacciatrice in una squadra di nuova formazione, gli Sneering Jesters, cosa che le aveva dato la possibilità di mettersi in luce nel panorama sportivo nazionale; la convocazione per i Campionati del Mondo però era arrivata quasi per caso, a seguito dell'infortunio della prima cacciatrice Susan Coleen. Per Ginevra trovarsi in squadra con dei mostri sacri come Lawrence Stipton, Clarissa Harley o John Rochelle era stato praticamente un sogno ad occhi aperti, e il fatto che loro, decisamente giocatori di livello superiore, fossero così modesti e carini con lei era stato una piacevole sorpresa. Non si poteva dire lo stesso di tutti i componenti della squadra, purtroppo. Una delle cacciatrici, Marguerita Lopez, non le rivolgeva praticamente la parola, forse per timore che le rubasse il posto da titolare - prospettiva che a Ginevra pareva parecchio remota, per altro. Il primo portiere, Louis Phantom, aveva la pessima abitudine di trattare tutte le giocatrici come esseri inferiori, e il fatto che lei fosse una novizia della Nazionale sembrava suscitare le migliori battute del repertorio misogino di quel pallone gonfiato. Ma la sola persona che le dava veramente sui nervi, la sola in grado di farle perdere veramente le staffe era la stella della nuova Inghilterra, il giovane impiastro dalla testa platinata che nel giro di pochi anni era diventato il giocatore di Quidditch più amato del paese: il cercatore Draco Lucius Malfoy.

Dopo la fine della guerra il nome Malfoy valeva quanto quello dei Weasley prima della guerra - se non meno. Nonostante le dichiarazioni rilasciate nel corso del processo da Harry Potter, secondo le quali Narcissa Black in Malfoy aveveva avuto un ruolo chiave nella sconfitta di Voldemort e Draco Mafoy non poteva ritenersi responsabile della morte di Albus Silente, il prestigio dell'antica casata era decisamente andato a farsi benedire, insieme a una fetta consistente del patrimonio familiare, destinato alle vittime della guerra a titolo di risarcimento. La carriera politica, che il rampollo avrebbe sicuramente portato avanti tra successi e mazzette se le cose non fossero andate come erano andate, si profilava come una via da non perseguire. Inaspettatamente, la strada sportiva si era invece rivelata ricca di soddisfazioni, e ben presto Draco Malfoy era balzato all'attenzione delle cronache sportive nazionali e internazionali come uno dei migliori cercatori che si fossero mai visti in circolazione. A 24 anni appena compiuti l'odioso Serpeverde aveva uno stuolo di fan di proporzioni inquietanti, un conto in banca di tutto rispetto, appariva sui maggiori quotidiani praticamente una volta ogni 3 giorni (per lo più nella cronaca mondana, grazie al continuo ricambio di fidanzate/compagne/amanti) e, purtroppo o per fortuna, era veramente un diavolo di cercatore in sella alla sua Nimbus 4000 Sprint. Tutto questo contribuiva ad accrescere il suo Ego, già smisurato ai tempi della scuola: se già era odioso a 16 anni, figuriamoci adesso, con una nazione che pendeva dalle sue labbra e sbavava per ogni evoluzione azzardata che faceva in sella alla scopa. Prima di trovarselo come compagno, Ginevra lo aveva incrociato nel corso del campionato, durante la partita dei Jesters contro i Cannoni di Chudley: era riuscita a segnare solo tre reti prima che il boato dello stadio sottolineasse la presa del boccino da parte della squadra avversaria, con conseguente fine del match. Quando si erano incontrati per il primo allenamento lui l'aveva squadrata col solito ghigno beffardo, per poi dirle: "Passano gli anni, ma voi Weasley finite sempre dove non dovreste stare". Ginevra si era ricordata come le venivano bene le fatture orcovolanti quando era lui il destinatario dell'incantesimo, ma si era trattenuta: voleva quella dannata coppa, e lui era il lasciapassare per stringerla tra le mani.

Ginevra aveva lasciato il getto dell'acqua calda aperto al massimo, e teneva gli occhi chiusi, la testa vuota da ogni pensiero. Si sarebbe persino potuta addormentare dov'era, tanto era stanca. Quando alzò la testa per guardarsi intorno si rese conto che era rimasta sola: probabilmente le compagne si erano già smaterializzate nelle camere dell'albergo dove la squadra avrebbe risieduto per quella sera e per la successiva, proprio in vista dell'amichevole. Pochi minuti dopo aveva già indossato la tuta ed era pronta per andare nella sua stanza, quando le arrivarono le risate sguaiate dalla parte maschile dello spogliatoio. Si avvicinò silenziosamente alla parete divisoria, oltre a quale si sentivano le voci dei suoi compagni di squadra: Phantom e Malfoy stavano parlando, decisamente non di Quidditch.
"E perché la Granger sarebbe frigida?!" stava chiedendo Phantom, con voce divertita.
"A scuola era un cespuglio di capelli che vagava per le classi tenendo la mano alzata per farsi vedere dai professori, ora è un politico in carriera che si fa in quattro per i diritti di tutte le razze meno che per quella dei maghi. Io proprio non riesco a vederla come una donna, è eccitante quanto un parapalle sudato..."
Ginevra serrò la mascella. Aveva ben presente quanto potesse essere eccitante Hermione, quando l'aveva vista dimenarsi come un'amazzone sul bacino dell'allora-suo-fidanzato Harry Potter, più o meno due anni prima. Furiosa e umiliata, aveva distrutto la stanza in cui li aveva trovati e aveva cercato di marchiare il bambino sopravvissuto con la 's' di 'stronzo', sperando che la nuova cicatrice gli deturpasse il bel visino più di quanto non avesse fatto l'ormai proverbiale saetta; purtroppo la Granger era riuscita a fermarla. Da allora Ginervra aveva chiuso ogni rapporto coi loro, e da allora i due erano diventati 'la coppia' del mondo magico.
"Non credo che Potter si limiti a portarla alle cene di rappresentanza!"
"Sai... sarà anche il salvatore del mondo magico e quel che ti pare, ma non è mai stato molto sveglio, quindi non mi stupirei se pensasse che i bambini nascono sotto le zucche".
Dopo qualche istante di silenzio Phantom riprese, stavolta più serio: "Fossi in te starei più attento Draco: l'Inghilterra ti adora, ma se a qualcuno viene in mente che ce l'hai con Potter la tua fortuna potrebbe girare... Non rischiare".
Ora anche Malfoy era serio: "Non smetterò mai di essere contento per quel che ha fatto Potter per tutti: gioco a Quidditch, sono pieno di donne e di soldi, la gente mi adora. Se le cose fossero andate diversamente probabilmente a quest'ora sarei a fare da schiavo a un megalomane, o più probabilmente sarei già sotto terra. Ma... questo non toglie che Potter sia poco sveglio!", concluse ridendo.
I due, di nuovo allegri, si avviarono verso l'uscita, continuando a lanciarsi battutine. Ginvevra li seguì poco dopo, e si smaterializzò nella notte, ancora ignara del motivo per cui Malfoy e Phantom fossero finiti a parlare proprio della sua nemsi.

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Capitolo 2
*** Not just a matter of Quidditch - 2. Matrimonio ***


La mattina aveva portato un sole poco limpido, nuvole sparse e vento - un vento dannatamente forte. Non erano decisamente le condizioni migliori per giocare a Quidditch. La squadra inglese era radunata a terra per discutere nuovamente gli ultimi dettagli, ma le condizioni atmosferiche, unite alle precarie condizioni di salute del cacciatore Sam Crowley, stavano convincendo Boyle a rivedere la squadra.

"Harley, Crowley, voi state a terra oggi, non voglio rischiare. Malfoy, anche tu a riposo per oggi. Al tuo posto va Jonas. Subito in campo anche Barnaby e Weasley".

Questo per Ginevra significava esordio in Nazionale dal primo minuto, e, visto che la partita sarebbe stata presumibilmente breve, sarebbe stata un'ottima occasione per mettersi in mostra. Lopez permettendo.

"Mi raccomando ragazzi, fategli vedere di che pasta siamo fatti oltre la Manica", concluse il coach battendo le mani.

Il momento di panicò arrivò nell'istante esatto in cui Ginevra si rese conto che stava per librarsi in volo di fronte a uno stadio praticamente pieno di tifosi inglesi. Si sentì artigliare una spalla: Malfoy.

"Weaslette, vedi di non cadere dalla scopa, per favore. Fallo per il nostro buon nome". La battuta aveva suscitato le risate della Lopez, ma soprattutto aveva avuto il merito di far passare a Ginevra ogni paura. Gli si avvicinò a un palmo di naso, e sussurrò: "Goditi lo spettacolo dagli spalti, furetto", prima di balzare in sella alla scopa e mettersi in posizione.

 *****

"Antonioni passa a Lemuri, che passa a Doni, ma ecco che la Pluffa viene intercettatata da Weasley, che riparte in attacco. La cacciatrice schiva facilmente un bolide di Asso, è di fronte al portiere avversario, finta... a segno!! 80 a 20 per l'Inghilterra sull'Italia, grande prova di forza da parte dei nostri ragazzi..."

Ginevra sentiva ancora nelle orecchie il boato degli spalti al suo ultimo gol. Era partito anche un timido 'Weasley, Weasley', che l'aveva riempita di orgoglio. Stava sfogando due settimane di umiliazioni da parte dei suoi compagni di squadra, e lo stava facendo con una prestazione da urlo. Schivò un bolide, seguito poco dopo da un altro: ormai i battitori italiani l'avevano presa di mira e le lanciavano contro anche quando non aveva la Pluffa, tanto che Jonas poteva scorrazzare beato per il campo senza che nessuno si preoccupasse di lui.

"Lopez in possesso di Pluffa, Lopez... No, perde possesso, può ripartire l'Italia con Lemuri..."

In compenso la Lopez sembrava parecchio nevosa, e stava dando una prova abbastanza opaca. Altro bolide schivato. Ginevra intuì il passaggio per Antoni e intercettò la Pluffa, passando in mezzo ai due cacciatori italiani.

"Nuovo recupero della Weasley! La giovane cacciatrice degli Sneering Jesters torna a portare il gioco nella metà campo opposta..."

Dopo aver fatto quasi scontrare due avversari Ginevra si trovò di nuovo di fronte al portiere italiano, un ragazzone alto con due mani enormi. E la prontezza di riflessi di un elefante. Stavolta non prese nemmeno la briga di fare una finta, lanciò forte e rapida nel terzo cerchio, per l'ennesima rete. L'urlo della folla si intensificò quando l'arbitrò fischiò la fine della partita: Jonas stava tornando verso il centro del campo, con in mano il boccino.

I giocatori scesero a terra per stringersi la mano, nella baraonda generale dei festeggiamenti. Ginevra si prese una serie di pacche sulle spalle in segno di approvazione, e persino un applauso ironico di Malfoy, a cui rispose con un inchino. Phantom non riuscì a trovare un insuto, e si limitò a dire: "Hai capito la Weasley, eh...", ma furono le parole di Boyle a fare la differenza. Le si avvicinò con la sua andatura un po' sbilenca e la prese per le braccia, con orgoglio: "Sempre così d'ora in poi, sempre così!". Aveva gli occhi azzurri sgranati, felici, un sorriso sincero che spuntava sotto i radi baffetti grigi. Questo la riempì di soddisfazione.

 *****

Dopo una rapida doccia, la squadra era stata catapultata in una stanza accogliente, dove era stata presa d'assalto dai flash dei fotografi e dalle domande dei giornalisti. Non era una novità nemmeno questa, ma una presenza tanto corposa di giornalisti di cronaca rosa non si era mai vista a seguito di una partita. Inizialmente le domande furono strettamente incentrate sull'incontro, poi iniziarono a virare pericolosamente verso argomenti che Ginevra aveva tutto meno che voglia di affrontare. Fu Rita Skeeter, strizzata in un tailleur viola e con la consueta penna prendi appunti, a romper gli indugi e a porre la domanda di cui tutti volevano una risposta: "Signorina Wesley, prenderà parte al matrimonio di Harry Potter ed Hermione Granger?".

 Matrimonio?

Il suono di quella parola si ripeté come un'eco nella testa della cacciatrice per qualche secondo, prima che ritrovasse un briciolo di voce per chiedere: "Si sposano?".

L'uscita fu accolta come una battuta, ma quando videro che la ragazza restava seria le penne ricominciarono a muoversi sui taccuini e un mormorio sommesso si diffuse per tutta la sala.

"Signorina Weasley", continuò la Skeeter, sempre scrutando con attenzione le reazioni di Ginevra, "non riusciamo a credere che non lo sapesse sul serio, era su tutti i giornali di stamani..."

"Non leggo mai i giornali prima di una partita. Scaramanzia". Sussurrò flebilmente, prima di lasciare la stanza.


***** 

Ginevra non era più innamorata di Harry Potter.

Su questo non c'erano dubbi. Aveva smesso di esserlo nell'esatto istante in cui lo aveva visto più che propenso a farsi cavalcare dall'allora-sua-migliore-amica, e ne era stata ancor più sicura quando il subitaneo annuncio della nuova relazione alla stampa le aveva fatto capire che nella sua scoperta della tresca c'era qualcosa di premeditato. Non aveva voluto sapere i dettagli, da quanto tempo andasse avanti la cosa e se le tante cene a cui Harry doveva presenziare da solo fossero in realtà scuse per incontrare l'amante, non le importava: aveva deciso di bollare la sua storia con Harry Potter come 'fase della vita da buttare nel cesso' e da lì era ripartita, dedicandosi anima e corpo alla sua carriera nel mondo del Quidditch. I risultati si erano visti, tra l'altro, e non aveva la minima intenzione che il suo ex e relativa compagna ricominciassero ad avere il benché minimo ruolo nella sua vita.

Quindi.

Perché. Diavolo. Aveva. Avuto. Quella. Reazione. Idiota.

Avrebbe dovuto dire qualcosa come "Ok, si sposano, auguri e figli maschi, torniamo a parlare di Quidditch adesso?" e invece era scappata, come se la cosa dovesse farle ancora male. E le faceva male, accidenti. Potevano almeno avere il buon gusto di farglielo sapere in modo diverso, e non tramite una schiera di giornalisti puntati come per un'esecuzione?

Ginevra si sedette sul letto della sua camera. Era lì che si era smaterializzata, non appena aveva avuto la notizia bomba, ed erà li che aveva passato gli ultimi 5 minuti buoni a misurare il perimetro della stanza camminando come un automa e dandosi della stupida. Alzò la testa e incontrò il suo riflesso nello specchio: i lunghi capelli rossi le scendevano lungo le spalle, lasciati liberi di andare come volevano. Non un filo di trucco a incorniciare gli occhi castani, né lucido per le labbra che erano già abbastanza rosse per conto loro. Non dimostrava più di 18 anni, a dir tanto. Era questo che aveva spinto Harry a preferirle Hermione, più matura, più interessante, più curata nell'aspetto, coi suoi boccoletti biondi tenuti dalle forcine e il sorriso sicuro? Ginevra si passò le dita sul volto, dove faceva ancora bella mostra di sé la miriade di lentiggini tipica della sua famiglia. Sarebbe apparsa sui giornali di domani con quella faccetta spaurita. Non portata in trionfo dai compagni di squadra dopo una prestazione da urlo al suo esordio in Nazionale, ma 'atterrita dalla notizia del matrimonio dell'ex Harry Potter', già si vedeva i titoli. Che grandiosa figura di merda.

Si stava arruffando i capelli più di quanto non lo fossero da soli, quando sentì tre discreti colpetti alla porta. Volevano farle le interviste anche in camera, per caso?!

"Weaslette, sono il tuo compagno di squadra preferito. Mi fai entrare o ti sei già tagliata la vene?"

Ginevra alzò sconccertata lo sguardo verso la porta: che diavolo voleva Malfoy?

"La tua presenza in camera mia è estremamente necessaria o ne posso fare a meno?" gli chiese con voce scocciata. Ci mancava solo che venisse a prenderla per i fondelli.

"Dai... è da anni che non ti vedo con gli occhietti rossi e lacrimosi a causa di Potter..."

Ginevrà si alzò di volata e spalancò la porta.

"Ti pare che sto piangendo, per caso?" gli chiese indicandosi gli occhi, decisamente sbattuti ma senza dubbio asciutti.

"Effettivamente no, Wes, i miei complimenti" le disse, appoggiando il gomito allo stipite. "Ne hai fatta di strada in..." fece finta di calcolare con le dita "... 12 anni?!"

Ginevra fece per chiudergli la porta in faccia, ma quello che si trovava davanti era ormai un uomo di un metro e novanta, senza dubbio con un fisico sottile ma allenato, per cui l'operazione si rivelò impossibile. Anzi, Draco sfruttò l'occasione per farsi strada ed entrare nella stanza, e sedersi comodamente in fondo al letto. La guardava con la sua solita aria da schiaffi, il ciuffo biondo che cadeva con studiata non chalance sui penetranti occhi grigi e quel sorrisino storto sulla dentatura perfetta. Mix che mandava in visibilio le fans di tutto il mondo magico, e che a Ginevra dava l'orticaria. La ragazza tirò fuori la bacchetta prima che l'altro potesse aprire bocca.

"Weasley, cosa hai intenzione di fare?!". La sicurezza del cercatore era andata a farsi benedire non appena aveva visto fuoriuscire qualche scintilla rossa dalla punta della bacchetta.

"Vattene dalla mia stanza. Non è il momento per il tuo sarcasmo del cazzo sulla mia vita sentimentale o la mia famiglia o le mie lentiggini o la mia squadra o qualsiasi altra maledetta ragione per cui sei venuto qui a prendermi per il culo, quindi vedi di levarti immediatamente dalla mia vista prima che ti lanci il primo incantesimo che mi viene in mente - e quando sono così furiosa non hai idea di cosa è capace la mia fantasia".

Malfoy si alzò piano dal letto, con le mani alzate verso la ragazza, e con estrema lentezza le disse: "Vieni con me al matrimonio".

Ginevra lo guardò a bocca aperta. Poi si mise a ridere, come se avess sentito una bella battuta.

"Sono serio".

"Ma piantala", lo rimbeccò. "Innanzi tutto non hai bisogno di portare me a quel matrimonio, puoi andarci con la prima modella o attrice o che ne so io che ti viene in mente. Secondo, io non ho la minima intenzione di andare a quel matrimonio".

"Non ti va catturare l'attenzione di tutti?" le chiese, avvicinandosi.

"Catturare l'attenzione? No! Voglio starci il più lontana poss..."

Prima che potesse accorgersi di quello che stava facendo, Draco l'aveva voltata verso lo specchio tenendola per la vita. La guardava negli occhi, attraverso il riflesso.

"Immagina. Matrimonio Potter-Granger, invitati di ogni estrazione, la stampa, i politici, i fotografi, la creme de la creme del mondo magico. Tutti gli occhi sono puntati sugli sposi finché..." e nel proseguire la strinse di più a sé "... arriviamo noi, insieme".

Ginevra se lo scostò di dosso, ma non lo interruppe: voleva capire dove voleva andare a parare.

"Due nazionali della squadra inglese di Quidditch, rispettivamente il cercatore e una promettente cacciatrice riserva, che oggi ha per altro dato prova della sua bravura e che, udite udite, è nota alla cronaca mondana come l'ex fidanzata dello sposo. Aggiungiamo che i due di cognome fanno rispettivamente Malfoy e Weasley, famiglie che sono state fieramente contrapposte in passato, esponenti di due visioni del mondo magico totalmente diverse. In breve, su una foto di me e te al matrimonio del secolo i giornalisti potrebbero scrivere per una settimana. Soprattutto se ci limitiamo ad arrivare insieme, senza chiarire a nessuno se di fatto abbiamo o meno una relazione romantica".

Ginevra continuava a non capire il fine ultimo della messa in scena.

"E dopo aver ottenuto l'attenzione di tutti?", gli chiese scuotendo la testa.

Draco la voltò verso di sé. "Wes. Lo sai che i titoli dei giornali di domani saranno dedicati al tuo coup de theatre in sala stampa, vero?"

Ginevra socchiuse gli occhi e fece sì con la testa.

"Immagina la faccia della nostra amata Granger, quando, sfogliando le pagine della Gazzetta del Profeta il giorno dopo il suo matrimonio, vedrà che gran parte delle notizie riguarda l'ex fidanzata di suo marito..."

Improvvisamente la prospettiva di rovinare almeno una parte del piano perfetto che sicuramente Hermione aveva già ideato per le sue nozze le sembrò allettante. Molto allettante.

"Ok, mettiamo pure che la cosa per me sia... un bel modo di vendicarmi. Ma per te?"

Draco le sorrise diabolico: "Quale parte del Draco Malfoy che conosci non morirebbe dalla voglia di rubare la scena a Potter e degna consorte in un giorno così speciale?!"

Vista da questo punto di vista la logica stringente di Draco Malfoy non faceva una piega.

***********************************************

Ed ecco il secondo capitolo. In origine avevo pensato di farne due distinti, ma alla fine mi è sembrato meglio presentare il Draco di questa storia. Non so bene quanto possa risultare aderente al personaggio della Rowling, ma per me, a suo modo, non è ooc - ovviamente tenendo conto del fatto che sono passati dieci anni dai tempi della guerra.

Ringraziamenti:

puffolapigmea: Grazie per avermi definita una ficer che vale la pena di leggere. In realtà era da parecchio che non mi dedicavo alle ff, sono un po' arrugginita ;) Ma sono abbastanza soddisfatta delle idee che ho per la trama, e spero che il risultato sia una buona storia!
Selene_malfoy: Carattere ingrandito! Non credo che ti farò cambiare idea sulle Draco/Ginny, ma ci sarà ancora parecchio Quidditch, se non altro!
chandelora: Grazie per i complimenti! Quanto al motivo per cui parlavano di Hermione ed Harry... appena scoperto, direi ;)
mAd wOrLd: Nella mia immaginazione noi Italiani siamo schiappe a Quidditch perché ci sono altre nazionali con una tradizione più seria di gioco. Nella mia idea, queste nazionali sono alcune di quelle che non si vedono mai nei campionati del mondo di calcio - e questo ha significato escludere dalla rosa delle migliori non solo Italia, ma anche Germania, Brasile, Argentina, etc. etc. Nessun altra ragione in particolare:)
Kukiness: Grazie! A me Ginevra piace, però secondo me nel libro è un personaggio un po' sbiadito. In qualche modo in questa storia vorrei darle uno spessore, immaginandomi come avrebbe potuto essere se non fosse diventata la madre di famiglia, moglie del prescelto etc. etc.

Un ulteriore grazie a chi mi ha letto, a chi mi ha messo tra le seguite e a chi ha messo Not just a matter of Quidditch tra i preferiti. Alla prossima! 

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Capitolo 3
*** Not just a matter of Quidditch - 3. Gufi indesiderati ***


Ciao Ginny,

la prossima volta che sei in prima squadra in Nazionale vedi di farmelo sapere prima: George e Lee sono venuti e mi hanno detto che si stata sensazionale! In ogni caso puoi stare sicura che per il Campionato del Mondo sarò in Olanda, e non mi perderò una partita: Francisco e Carlos si occuperanno del locale - anche se non sono del tutto sicuro che me lo faranno riavere in buone condizioni, visto che avete fatto fuori il Brasile dalla fase finale...! Ma per un vero tifoso la propria squadra viene prima di tutto. E poi, sia mai che mi perda un'altra volta la mia sorellina che fa neri gli avversari!!

Mamma e papà arriveranno ad Amsterdam la prossima settimana, insieme a George e Angelina. Bill non può prendere ferie dalla Gringott, ma arriverà direttamente per la partita con Vic e Dominique, e ovviamente ci sarà anche Pearce - sicuramente dovrà fare lo stoccafisso in mezzo a qualche delegazione politica straniera, ma sai com'è fatto, no? Charlie invece è bloccato in Romania, hanno quella specie di influenza che sta falcidiando i draghi - ogni volta che un Dorsorugoso starnutisce rischia di bruciare mezzo ettaro di foresta... - per cui è molto difficile che si faccia vedere. Luna mi ha mandato un gufo per rassicurarmi che ha ancora la testa che ruggisce che metteva a Hogwarts per le partite, immagino che tu la ricordi... Sarà facile individuarla tra la folla! Verranno anche Neville, Seamus, Lavanda - ti assicuro che è lei che mi scrive, non io, e che non c'è nulla tra noi, quindi non farti strane idee! - insomma, avrai un bel po' di fan tutti per te.

So che non ti fa piacere, ma ci saranno anche Harry ed Hermione: tu pensa a giocare e a dare il massimo, e fregatene. Purtroppo per noi quei due sono fatti per stare insieme: io me ne sono accorto prima di loro, tu l'hai dovuto scoprire sulla tua pelle, e per questo non li perdonerò mai fino in fondo. Ma guarda dove siamo arrivati da soli: io gestisco uno dei locali più famosi del mondo magico in una città spettacolare come Rio de Janeiro, tu, poi, sei la stellina nascente della Nazionale inglese di Quidditch... Io dico che non saremmo quello che siamo adesso se fossimo rimasti nella loro ombra. Quindi, lascia fuori tutti i cattivi pensieri e pensa solo a giocare: non hai bisogno di loro per essere grande.

Ci vediamo presto, piccola.

 Ron

 
p.s. lo so che continui a odiare Malfoy, e lo farei anche io a cose normali, ma... è il cercatore dei Cannoni, della Nazionale, è maledettamente bravo, quindi, TI PREGO, mi fai avere un suo autografo?! E possibilmente anche di tutti gli altri giocatori (su una divisa della Nazionale sarebbe il massimo, così l'appendo nel locale). Grazie, ti voglio bene!!!

 

Ginevra ripiegò la lettera che le era stata recapitata dallo sgargiante tucano che stava bevendo acqua dalla ciotolina del suo gufo, Pimkin.

Ron si era trasferito in Brasile poco meno di 3 anni prima, praticamente senza niente in mano. Dopo aver fallito l'ingresso alla scuola per Auror, ovviamente centrata alla prima da Harry, era entrato al Ministero e si era ritagliato un angolino nell'ufficio che era stato del Signor Weasley, ma non avendo una grande passione per i manufatti babbani quel lavoro si era rivelato frustrante e noioso. Ancor più alla luce del fatto che Hermione stava rapidamente assumendo un ruolo di spicco nella vita politica del paese, tanto da essere già entrata a far parte dell'entourage del Ministro della Magia a soli 20 anni. 

Nella sorpresa generale, al pranzo di Natale di tre anni prima aveva annunciato di voler abbandonare il paese per tentare una carriera diversa altrove, e tutti si erano messi a ridere. Solo George, invece di prenderlo in giro come al solito, aveva detto che era la scelta giusta perché a fare questa vita si stava spegnendo.

Hermione non l'aveva presa affatto bene. Gli aveva comunicato che se lasciava l'Inghilterra per fare 'qualcosa' non si sa dove per lei la loro relazione poteva anche finire lì. Lui la mattina dopo aveva preso la prima passaporta internazionale per il Brasile, e tanti saluti.

Ginevra purtroppo aveva sempre avuto una considerazione scarsa di suo fratello. Era meno in gamba di Bill, meno diventente dei gemelli, meno intelligente di Pearcy, meno forte di Charlie, insomma, era la persona meno 'speciale' di casa Weasley. Il fatto che fosse geloso come nessuno aveva contribuito a complicare il loro rapporto. La ragazza lo aveva visto per anni come l'anello debole del trio che componeva con Hermione ed Harry: lei era un piccolo genio, Harry era coraggioso ed era il prescelto, ma Ron? Cosa aveva di speciale a parte un cuore grande come una casa e una capacità di attirare guai come una calamita? Quando poi, alla fine della guerra, aveva iniziato ad avere una vera relazione con Hermione, Ginevra aveva pensato che un simile rapporto potesse tirare fuori il meglio da suo fratello; invece ben presto la coppia si era rivelata squilibrata, troppo sotto pressione per colpa della stampa e della carriera della Granger. 

Quando Ron era partito per il Sud America Ginevra aveva pensato che sarebbe riapparso dopo poco, con la coda tra le gambe e ancor meno galeoni di quanti ne avesse in partenza, e invece il giovane Weasley, lontano da tutto e da tutti, aveva trovato la sua strada. Nel giro di 6 mesi aveva aperto il locale, e grazie ai consigli di George e Lee, che erano entrati in società con lui, aveva subito recuperato gli investimenti iniziali. Da lì a fare 'il botto' il passo era stato breve. Il Red Flame era diventato ben presto uno di quei locali dove entri solo se sei 'in', e Ron Weasley era decisamente il re della Rio magica. Nonostante questo, non si era montato la testa, anzi: il successo lo aveva reso indubbiamente sicuro di sé, ma in quel modo positivo delle persone che sanno che cosa vogliono dalla vita e come ottenerlo.

Il rapporto con Ginevra poi si era fatto indubbiamente più stretto quando la ragazza aveva rotto con Harry: Ron era stato vicino alla sorella come nessun altro, l'aveva spronata a lasciarsi tutto alle spalle e le aveva dato i consigli giusti per sfondare come cacciatrice, ossia andare a giocare in squadre piccole per mettersi veramente in luce. Adesso si sentivano regolarmente via gufo, e ogni volta che poteva Ginevra lasciava la pioggia londinese per un tuffo nella vita carioca di Rio, e si rinfrancava nello spirito.

La ragazza sospirò. La lettera di Ron era stata la sola che avesse voluto leggere di un'alta pila di messaggi e pacchi che si era formata nella sua stanza nel corso del pomeriggio, e che continuava a crescere man mano che si faceva sera. Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, e possibilmente di farlo ad alta quota, motivo per cui si mise la giacca e, scopa alla mano, lasciò la camera con l'intenzione di smaterializzarsi decisamente lontano da lì.

Nel corridoio incrociò Rochelle: il battitore era ormai un veterano della squadra ed era semplicemente un mito. I ragazzone bruno, con il solito sorriso gentile che rivolgeva sempre alla Weasley, stava scambiando due parole con Stipton, il secondo portiere.

"Ginevra, non ne hai avuto abbastanza di Quidditch per oggi?! Dovresti riposarti, o domani gli allenamenti non li reggi".

La cacciatrice lo sapeva bene, ma avrebbe preferito dormire sugli anelli dello stadio piuttosto che rimettere piede nell'ostello per gufi che era diventata la sua stanza.

Nel frattempo anche Clarissa Harley, l'altro battitore, era uscita dalla sua camera, e si stava avvicinando al terzetto. "Fammi indovinare, Gin", esordì, "troppa posta indesiderata, vero?!"

"Già...", rispose la ragazza, appoggiandosi al manico della scopa.

"Che ne dici se ti diamo una mano a smaltirla?!" si inserì Stipton. "Dividiamo le lettere degli ammiratori dalla spazzatura sul gossip, che getteremo nel camino seduta stante. Dai... è dai tempi del mio secondo divorzio che non faccio queste cose...". Il portiere era statato sposato con la figlia di una delle Sorelle Stravagarie, e la fine della liaison 6 anni prima lo aveva fatto balzare agli onori della cronaca mondana.

 
*****

 
Ginevra non avrebbe mai voluto.

Ma meno di 5 minuti dopo si era ritrovata di nuovo nella sua stanza, seduta a gambe incrociate per terra intorno alla malefica pila di lettere, insieme ai tre compagni di squadra, che sembravano divertirsi come non mai.

"Pronta Ginevra? Apriamo la prima!", disse Rochelle, con in mano un'anonimo fogliettino rosa.

"Cara Ginevra, mi chiamo Priscilla e ho 9 anni. Dopo averti vista giocare oggi penso proprio che farò la cacciatrice da grande, anche se mamma vuole che io diventi medimaga come lei. Ma io voglio diventare come te! Spero che tu giochi ancora tanto e che vinci la Coppa!"

"Che carina!", commentò la Harley, aprendo un'altra busta. "Ciao Ginevra, sono un super tifoso dei Jesters e ti seguo dall'inizio della stagione. Ovviamente ero alla partita e volevo dirti che sei stata superlativa!! Devi giocare in prima squadra, altro che la Lopez!!" - "Concordo", aggiunse Stipton - "Tu e Malfoy sarete i nostri assi nella manica, fateci sognare!"

"Hey, e io? Mi sento offeso...", disse ridendo Rochelle.

"Sentite questa", disse Stipton, "Ginevra, sei un luminoso raggio di sole nel desolante panorama del Quidditch di oggi – poetico!"

"Ma desolante sarà lui!" si inserì Clarissa, strappando un involucro che si rivelò essere un pacco di deliziosi biscotti fatti in casa. Ovviamente se ne fecero una scorpacciata.

Lo spoglio delle lettere continuò, tra una risata e l'altra, e si rivelò un'operazione meno penosa del previsto. Come previsto incapparono nelle lettere di qualche fanatica che sosteneva che Harry Potter faceva bene a sposare Hermione Granger perché senza dubbio era migliore di Ginevra, ma quelle parole facevano meno male se accompagnate dalla grassa risata di Rochelle o dai commenti di Stipton. Era una bella sensazione far parte dela squadra.

Tra le ultime missive, ne apparve infine una in preziosa carta avorio, con l'intestazione 'Ginevra Molly Weasley' in lettere dorate. Al suo interno, questo laconico messaggio:

 

Harry James Potter - Hermione Jane Granger

23 giugno 2005

 La festa di nozze di Harry ed Hermione si terrà in un'ala riservata del Ministero della Magia, accessibile solo a coloro che si presenteranno muniti del presente invito non oltre le ore 18.00 del 23 giugno.

Richiesto l'abito da sera.

 

Una settimana esatta. E il 24 giugno l'Inghilterra avrebbe esordito contro la Cina.

Ringraziamenti:
_ki_: Mi fa piacere ;) Per il matrimonio c'è ancora da aspettare, ma arriverà presto.

Kukiness: Grazie dei complimenti e della segnalazione, ho corretto subito:) In realtà Draco in questa fanfiction è sexy e ha le schiere di fan, ma lo è perché è famoso come un calciatore. E' subdolo, perfido e ironico, e può pure contare su un notevole fascino. Spero di riuscire a trasmettere tutto questo soprattutto nei prossimi capitoli, in cui apparirà di più.
chandelora: Io non odio Harry ed Hermione, sono solo due personaggi;) ma per la storia avevo bisogno di dipingerli in una luce cattiva. Per il matrimonio ancora un po' di pazienza:)
Paola_Alessia: Grazie infinite!!
mAd wOrLd: Oh, sì, ci credo :D
Mysotis: Grazie:) In realtà Ginny non ha piani, ma sarà... trascinata dagli eventi... decisamente.

Grazie ancora a chi mi ha aggiunto ai preferiti e alle seguite :)

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Capitolo 4
*** Not just a matter of Quidditch - 4. Preparativi ***


"Rochelle, più forza in quel bolide, va bene che è una partita di allenamento ma non siamo qui a prendere aria!"

Boyle urlava come suo solito puntellato sulla scopa, mentre la squadra, divisa in due schieramenti opposti, provava alcune delle tattiche che sarebbero state utili nella prima partita del Campionato del Mondo. La Cina era una Nazionale con una buona tradizione nel Quidditch: non era tra le papabili per il titolo iridato, ma avrebbe venduta cara la pelle per passare alle semifinali. Le altre partite dei quarti sarebbero state Bulgaria-Perù, Costa d'Avorio-Nuova Zelanda ed Egitto-Canada. La squadra di Krum, dieci anni dopo il secondo posto conquistato con l'Irlanda, era la favorita, ma sia l'Egitto che l'Inghilterra avevano ottime carte per poter ambire al gradino più alto, e le altre erano comunque avversarie temibili. Non sarebbe stato affatto facile imporsi, e, viste le regole del gioco, bastava una partita storta per tornare a casa con un pugno di mosche.

La squadra inglese si allenava nello stadio di Fulham, a Londra. Si sarebbe trasferita in Olanda solo il martedì seguente, e quel sabato pomeriggio stavano sudando nell'ultimo allenamento in casa prima della partenza.

-6 giorni alla partita.

-5 giorni al matrimonio.

Ginevra si sentì stringere lo stomaco.

 
Alla fine la sua uscita teatrale in conferenza stampa non aveva provocato il polverone che temeva. Anzi, la cacciatrice aveva incassato il supporto di diversi giornali per streghe che sostenevano quanto fosse stato poco delicato scegliere una data così vicina alla prima partita, vista la presenza di Ginevra in squadra. La Skeeter ovviamente aveva dedicato quattro pagine di speciale alla triste vita sentimentale della ragazza, ma dopo aver impiegato quell'inserto per pulire il fondo della gabbia di Pimkin l'umore della cacciatrice si era prontamente risollevato. Col passare dei giorni l'incidente era stato dimenticato, e gli allenamenti intensi aiutavano a superare la spiacevole parentesi.

 
I soliti ottimi rifessi la salvarono da un Bolide, stavolta lanciato come dio comanda, da Rochelle, che per poco la disarcionò dalla scopa. Se non altro servì a riscuoterla dai pensieri e a farla tornare a guardare il campo. Era disposta in seconda squadra, e stavano ovviamente subendo il gioco. Prendere la Pluffa a Crowley o a Stow, l’altro cacciatore, era quasi impossibile, e lo schema di Boyle funzionava alla perfezione con due battitori di peso come Rochelle e la Harley. Malfoy, per parte sua, era in grande spolvero, ed era riuscito a prendere il boccino a ripetizione.

Il coach li mandò a fare la doccia pochi minuti dopo.

"La passaporta si attiverà da casa vostra alle 9 di martedì mattina. Passate un bel finesettimana con le vostre famiglie e pensate a rilassarvi, ma non dimenticate il lavoro fatto finora. Statemi bene, ragazzi". Boyle si congedò con una strizzata d'occhio e poi si avviò verso l'uscita dello stadio.

 
*****

 
Ginevra temeva l'arrivo di quel momento - la fine degli allenamenti, due giorni e mezzo di pausa completa - per almeno un paio di buoni motivi.
Innanzi tutto, finché stava ad allenarsi non pensava - beh, ok, diciamo che a tratti riusciva a a liberare il cervello dal solito maledetto tarlo che iniziava con 'matri' e finiva con 'monio'.
Seconda cosa, era sabato, e questo significava passare tutto il pomeriggio che sarebbe seguito per scegliere come vestirsi e acconciarsi per la fatidica giornata del 23 giugno. In compagnia di Luna, se non altro.

La Corvonero con gli anni aveva corretto il tiro della sua eccentricità in fatto di moda, e dal compromesso tra la sua stravaganza e un certo buon gusto emerso col tempo era venuta fuori una vera e propria professione: la sua boutique nella Londra magica era ormai rinomata quanto quella di Madama McClane.
Ginevra aveva un fisico asciutto e allenato, due gambe lunghissime e sottili, e di conseguenza aveva la fortuna di stare bene sia in tuta che in minigonna, ma non aveva la minima pazienza per mettersi in tiro: senza i consigli di Luna sarebbe andata alla festa di nozze con il primo vestitino triste che aveva nell'armadio, e non se lo poteva decisamente permettere. Soprattutto se aveva intenzione di presentarsi sul serio al fianco di Malfoy.

 Quella era una possibilità che a cose normali lei non avrebbe mai nemmeno preso in considerazione: si sarebbe presentata al matrimonio da sola, per farsi vedere 5 minuti 'per correttezza', e poi si sarebbe smaterializzata a casa per ingozzarsi di gelato al cioccolato. Non era il tipo che si vendicava dei torti subiti, preferiva prendere le distanze, fintanto che le era possibile. Eppure l'idea di apparire al matrimonio con Draco non le dispiaceva affatto.

Lui era... lui. Odioso, pieno di sé, arrogante... ma aveva un fascino senza eguali e - anche Ginevra doveva ammetterlo - era quel che si suol definire un figo.
Se ai tempi della scuola le avessero detto che un giorno avrebbe pensato una cosa simile di Draco Malfoy probabilmente si sarebbe messa a ridere, ma erano passati tanti anni, e le cose erano decisamente cambiate. Insomma, tanto per dirne una, non avrebbe mai e poi mai creduto possibile che Harry ed Hermione le facessero una cosa simile. A 17 anni riusciva a immaginarsi solo come la moglie fedele e felice di Harry Potter, con tre graziosi pargoli al seguito, da accompagnare un giorno a King's Cross per prendere l'Espresso per Hogwarts... E invece, le cose erano andate in maniera decisamente diversa. Ovviamente non aveva dimenticato i soprusi scolastici del Serpeverde - anche perché con gli anni non aveva smesso di farle le solite pessime battute -, né, soprattutto, poteva far finta che non avesse avuto un ruolo importante durante la Guerra. Ma lui era il primo ad aver messo una pietra sopra a quel periodo, e pareva averlo fatto con sincero sollievo, a dispetto di altri mangiamorte mancati della sua generazione.

 *****

Ginevra si era smaterializzata nel salotto del suo piccolo appartamento a Camden Town, un gioiellino nel cuore della Londra Babbana dove si era trasferita non appena aveva firmato il contratto con i Jesters. Era veramente minuscolo - camera, salotto/cucina e bagno - ma per lei era stato perfetto fin dal primo momento in cui l'aveva visto. E poi adorava camminare per i mercatini di quello stranissimo angolo della capitale inglese, per cui non avrebbe potuto veramente fare una scelta migliore.

Aveva appena poggiato il borsone a terra quando una Luna munita di due bauli e una valigia si era catapultata nel suo salotto tramite camino. Come fosse riuscita a non distruggerlo era un mistero.

"Ciao Ginny! Pronta?"

Ginevra assentì con una specie di grugnito.

"Oh, avanti, ci divertiremo. Ci sono abbastanza vestiti per soddisfare anche i tuoi gusti!"

Ed era vero. La maga bionda nel giro di due minuti aveva letteralmente invaso ogni ripiano disponibile con vestiti, borse, scarpe, sciarpe, giacche e persino cappelli (con sommo orrore di Ginevra).

"Prova questo". Luna le aveva passato un abito lungo blu elettrico, che le lasciava completamente scoperta la schiena.

"Ma figuriamoci se...".

"Gin. Tu non discuti, provi e basta. Poi, vediamo".

 
Con questa tecnica democratica Luna riuscì a farle mettere almeno una trentina di vestiti che Ginevra non avrebbe indossato in pubblico nemmeno sotto tortura, compreso uno con uno spacco sul petto che raggiungeva l'ombellico, di colore dorato. Non che fossero volgari o brutti, anzi, erano semplicemente... non adatti a lei. Quando l'amica stava per gettare la spugna, finalmente, trovarono qualcosa di adeguato.

"Ginevra, questo ti sembra disegnato addosso".

La cacciatrice si guardò nello specchio dell'armadio, e per la prima volta in tutto il pomeriggio sembrò non obiettare. L'abito era in seta, di uno splendido verde scuro che sembrava perfetto per la sua carnagione. Senza spalline, un po' scollato, le aderiva al corpo come un guanto e si apriva in uno spacco laterale sul fianco destro. Sexy. Ma allo stesso tempo raffinato.

Nel giro di mezzora Luna aveva già deciso anche scarpe, accessori e trucco, e, per quanto esauste, le amiche poterono sedersi di fronte a una buona tazza di gelato soddisfatte del lavoro svolto.

 
"Secondo me non devi andarci da sola al matrimonio", disse Luna, col cucchiaio puntato minacciosamente verso il naso dell'amica. "Stasera andiamo in un locale, troviamo un ragazzo di quelli come dico io e mercoledì ti presenti al suo fianco. E fai crepare tutte di invidia".

"A dire il vero...", iniziò Ginevra. Luna la guardò interrogativa, invitandola a continuare.

"... ecco, non ci andrò da sola".

"Aha. Mi sono persa qualcosa?!", chiese la bionda, con un sorriso sornione.

"No, niente di interessante. Ho solo fatto un patto col diavolo".

Visto che l'amica, giustamente, non sembrava capire, Ginevra proseguì: "Malfoy mi ha chiesto di andare con lui, per... catalizzare l'attenzione dei media e distoglierla dagli sposi, fondamentalmente".

"Oh, questa sì che è una cosa infame...". La Grifondoro temeva una simile reazione, e si sentì un po' in colpa per aver pensato che potesse essere una buona idea.

"... hai accettato, vero?!". Luna la stava guardando con un sorriso smagliante. Cosa che lasciò di sasso l'altra ragazza.

"Non pensi che sia da stronzi?"

"Sinceramente", e nel dirlo Luna prese un altro cucchiaio di gelato, "penso che non ci sia niente di male se vai al matrimonio del tuo ex e della tua ex migliore amica con il più bel partito della piazza londinese. Anzi". Si mise a ridere. "Non vedo l'ora di godermi il vostro arrivo!".

Ok, era da stronzi. Ma sarebbe stata una scena grandiosa.



Rieccomi con un nuovo capitolo. Non succede molto, ma dovevo presentare Luna e creare ancora un po' di attesa... ma il prossimo sarà il capitolo del matrimonio, non preoccupatevi :D
Ringraziamenti:
Gaea: Grazie, e per l'entrata in scena ancora un po' di pazienza :) Hermione secondo me sarebbe capace di scendere a compromessi per i suoi obiettivi. Insomma, la vedo in carriera per rendere migliore il mondo dei maghi, ma dispostissima a sfruttare ogni mezzo per arrivarci. Questo non significa che la storia con Harry sia solo una finta per i media, anzi... però è l'idea che si fa Ginny, vedendo il tutto con gli occhi della donna tradita. Ma probabilmente questo punto sarà chiarito meglio più avanti.
Mysotis: il trio ormai non esiste più. Ron fa vita a sé, e tutti i protagonisti sono cambiati nel corso degli anni. Draco c'è nei pensieri di Ginny, mentre nel prossimo capitolo arriverà e la sua presenza si farà sentire...
Chandelora: Harry ed Hermione mi piaccione come tutti i personaggi della saga, buoni o cattivi che siano :) Stavolta mi sono divertita a fargli fare la parte 'negativa' ;)
Selene_Malfoy: la rivalità tra Ginny e la Lopez in realtà non esiste, nel senso che le due si ignorano bellamente. Però è funzionale alla storia che questo personaggio non sia gradevole... E qui mi fermo o dico troppo. Teen drama, uhm... dici? :D
Al solito, grazie a chi mi ha messo tra i preferiti e tra le seguite :)

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Capitolo 5
*** Not just a matter of Quidditch - 5. Il matrimonio ***


Dopo la domenica trascorsa con tutto il parentado Weasley che era riuscito a trovare spazio alla Tana, il lunedì dedicato agli ultimi preparativi per la partenza, il martedì e il mercoledì mattina passati tra interviste e allenamenti nella sede olandese in cui la Nazionale inglese sarebbe stata per la durata dei Campionati, era infine arrivato il tanto atteso e odiato momento, e il cielo carico di pioggia che incombeva su Amsterdam sembrava far presagire il peggio. Quello che mandava più in bestia Ginevra era il fatto che avrebbe dovuto essere nervosa per la partita del giorno dopo, non per il matrimonio. E invece il suo unico pensiero era per quel diavolo di cerimonia che l'aspettava al Ministero.

Harry ed Hemione avevano invitato tutta la squadra di Quidditch. Visto "il tenore e l'importanza dell'evento", tanto per citare la Gazzetta del Profeta, Boyle aveva concesso il permesso di tornare in Inghilterra, a patto che rientrassero tutti per le 9 di sera. Ginevra avrebbe preferito che gli avesse dato giusto una mezz'ora per i saluti di rito, ma il coach era stato dannatamente magnanimo. Lei e Draco avrebbero preso una passaporta alle 17.59, dalla camera della ragazza. C'era una buona probabilità che fossero gli ultimi ad arrivare.

 
*****

 
Ginevra era pronta da almeno 30 minuti. In quel frangente per ben quattro volte aveva preso in seria considerazione l'idea di spogliarsi, mettersi in pigiama e buttare la passaporta - un posacenere in coccio con su disegnato un mulino - nel corridoio. Alle 17.58 l'istinto stava tornando prepotentemente a farsi sentire, quando un paio di colpetti alla porta la fecero sussultare. La ragazza andò ad apire la porta al suo accompagnatore.

Draco Malfoy indossava un completo babbano grigio, che gli cadeva addosso così bene che sembrava stato fatto apposta per lui. Forse era così. Sotto la giacca portava una camicia bianca lasciata un po' sbottonata, e aveva un paio di eleganti scarpe nere che completavano il quadro. Era così perfetto da non sembrare vero.

"I miei complimenti, Wes", disse col solito ghigno, facendole l'occhiolino.

 

La passaporta si illuminò e i due si mossero immediatamente per toccarla: la consueta sensazione di un gancio che ti strattona all'ombellico e, senza nemmeno il tempo di pensaci, Ginevra si ritrovò nel mezzo del salone del Ministero della Magia dedicato alla cerimonia dei presto coniugi Potter.

Per mano a Draco Malfoy.

Dopo un secondo di palpitante sbigottimento da parte di tutti i presenti, partì la raffica di flash.

 
*****

Il piano di Malfoy per scioccare gli invitati al matrimonio dell'anno aveva funzionato con la precisione di un orologio svizzero. L'attenzione dei presenti si era distolta dalla nuova coppia per i brevi minuti in cui Hermione aveva fatto il suo ingresso in un vaporoso abito bianco tutto tulle e balze. Ben presto però i mormorii erano ricominciati e la domanda "Draco Malfoy e Ginevra Weasley stanno insieme?!" era risultata decisamente la più gettonata della breve cerimonia di nozze.

Nella festa che era seguita i fotografi avevano seguito le loro mosse come falchi pronti a balzare sulla preda, mentre le matrone dell'alta società continuavano a ciarlare senza sosta, senza mai distogliere lo sgurdo. La curiosità serpeggiava fra i presenti, e anche i meno inclini al gossip sembravano essere stati catturati dall'incredibile novità.

In tutto questo Malfoy sembrava muoversi con l'abilità di un pattinatore sul ghiaccio. Salutava con garbo chi gli rivolgeva la parola, poi si allontanava da Ginevra per qualche battuta con un gruppo di invitati, per riavvicinarsi e sussurrarle qualcosa, facendo scivolare la mano sul suo fianco. Sembrava una specie di rituale magico, visto che ad ogni mossa gli occhi di tutti tornavano a posarsi su di loro.

La ragazza non si sentiva del tutto a suo agio, ma la sicurezza del compagno, la consapevolezza dello sguardo sorpreso di Harry, il palpabile fastidio di Hermione, tutto questo in qualche modo la stava elettrizzando, e per questo si lasciava guidare in quella sorta di danza diabolica che Malfoy conduceva con eccezionale maestria.

 
Inaspettatamente, vedere il suo ex e compagna scambiarsi le promesse di matrimonio non le aveva creato i problemi che credeva. C'era qualcosa di costruito nel modo in cui si rivolgevano lo sguardo, chissà come sempre in una prospettiva perfetta per gli scatti dei fotografi, che le aveva fatto venire il voltastomaco. Il loro matrimonio era solo questo, una perfetta vetrina di una vita sempre pubblica e felicemente di plastica? Quando gli eroi della Seconda Guerra Magica erano diventati due manichini? Ginevra non sapeva darsi risposta, ma era felice di non essere così. E' vero, dimostrava a malapena 18 anni e continuava a sentirsi a disagio di fronte ai taccuini dei giornalisti. Ma almeno era una persona vera.

 
*****

 
"Ginevra, cara sei uno splendore. Ti prego, dimmi di chi è quest'abito così meraviglioso..."

"Ma piantala di fare la scema!"

La cercatrice, con un sorrisone stampato in volto, stava facendo finta di prendere a borsettate Luna, che per parte sua ridacchiava divertita. Le due amiche riuscivano finalmente a parlare in pace, per un attimo lontane dal vortice delle chiacchiere della sala. Ginevra aveva dovuto stringere un sacco di mani guantate e non, aveva risposto con cortesia alle domande e ringraziato per i tanti complimenti, e con un'abilità che non credeva di possedere era riuscita ad evitare di chiarire il motivo per cui lei e Malfoy fossero apparsi così 'vicini' ai curiosi pettegoli che avevano avuto il fegato di domandarlo. Vista l'incredibile quantità di persone, tra l'altro, era riuscita ad evitarsi il momento del confronto diretto con gli sposi, e, per quanto fosse più che sicura che le sarebbe toccato, finora continuava a prendere tempo distraendosi con altre persone più o meno note.

"Ti stai divertendo, vedo!", scherzò Luna.

Ginevra sollevò un sopracciglio. "Oh, sì. Decisamente la serata più bella della mia vita. Non si vede?!"

"Beh, magari non la più bella, però... chissà come può concludersi..." e nel dirlo lanciò un'occhiata allusiva in mezzo alla folla, dove Draco Malfoy svettava tra il baffuto Ministro della Magia russo e un'ormai attempata Madama Bumb.

"Sì, come no...", Ginevra scosse la testa. "A parte il fatto che qua dentro ci sono almeno una quindicina di splendide donne disposte a far carte false per entrargli nei pantaloni..."

"Non mi pare che a te manchi niente per competere..." la interruppe Luna.

"Ma io non voglio. Stiamo sempre parlando del galletto pieno di sé che mi ritrovo in squadra. Poniamo il caso - parlo solo in via ipotetica - che tra noi succeda qualcosa: nel giro di due ore lo saprebbe tutto il circuito internazionale del mondo del Quidditch. E, soprattutto, domani c'è la prima partita della Coppa del Mondo di Quidditch, quindi passare la notte a folleggiare su un materasso non rientra esattamente nel novero delle cose da fare per arrivare in forma a un incontro".

Luna la guardò con un sorriso furbo, stringendo gli occhi. "Mi pare di capire che, comunque vada, l'idea non ti dispiacerebbe".

Ginevra alzò gli occhi al cielo. "Se non ci fossero i Mondiali, se non avesse la lingua tanto lunga quanto biforcuta come si ritrova e se non fosse così stronzo com'è... no, non mi dispiacerebbe".

Gli lanciò un'altra rapida occhiata: ora era passato a parlare amabilmente con Marguerita Lopez e una stangona bionda - Christina Bell, se non ricordava male - che al momento impazzava in radio con un pezzo intitolato Sono la tua Succube. Vedendo come quest’ultima gli aveva artigliato amabilmente una delle braccia ben allenate sentì un moto di stizza a cui non seppe, sul momento, dare spiegazione plausibile. Purtroppo o per fortuna non ebbe troppo tempo per pensarci, perché a poca distanza scorse un Harry Potter sorridente nel suo lungo abito da cerimonia, che la stava salutando con la manina alzata.

Cazzo.

Consapevole che non poteva girare i tacchi e far finta di niente, Ginevra rispose con un fintissimo sorriso a trentadue denti, e, con lo stomaco che si contorceva, iniziò a muoversi lentamente per raggiungere il suo ex.

 
Harry Potter non portava più gi occhialetti tondi: i suoi occhi verdi spiccavano sotto una frangia spettinanata che gli conferiva la solita aria sbarazzina che aveva a scuola. In compenso la mascella sembrava bloccata in una specie di paresi, che lo costringeva a rivolgersi a chiunque gli capiasse a tiro con lo stesso, identico sorrisino. Ginevra gliel'avrebbe spaccato così volentieri... Luna la seguiva da vicino, in silenzio: sapeva che i due non si erano più parlati da quando la ragazza lo aveva 'colto sul fatto', e si rendeva conto che in quel momento l'amica aveva bisogno di tutto il suo sostegno.

 
Trovarselo davanti, a nemmeno mezzo metro di distanza, le fece effetto. Le arrivò alle narici il suo dopobarba, sempre lo stesso, e questo mise veramente a dura prova il suo autocontrollo. Fu come essere trascinata di botto nella camera da letto di Grimmauld Place dove avevano passato tanti momenti speciali, insieme. La stessa dove lo aveva trovato avvinghiato ad Hermione.

"Ginny, sono davvero felice di vederti qui stasera! Prima di tutto, i miei complimenti per la partita della scorsa settimana!".

Nel dirlo le aveva stretto la mano, con lo stesso trasporto con cui aveva salutato Phantom ricordando le sue spettacolari parate.

Come se quello che ci fosse stato tra loro non fosse mai nemmeno esistito.

 
C'è qualcosa di profondamente desolante nel momento in cui ti trovi di fronte una persona con cui hai condiviso sogni, speranze, emozioni, vita, e ti rendi conto che ormai non ne è rimasta nemmeno la più pallida traccia. Solo un sottile imbarazzo, qualcosa di sospeso che non viene neanche vagamente ricordato mentre ci si scambiano le solite vuote chiacchiere di rito che non si possono proprio evitare. L'ipocrisia di quella situazione le stava facendo venire la voglia di vomitare la mezza tartina che aveva ingerito.

"Gin, Luna, che piacere avervi qui!".

A completare il quadro, Hermione era infine spuntata al fianco del neo-marito, abbarbicandosi giustamente al suo braccio. Teneva i capelli fissati in un elegante chignon, e il suo abito da sposa le cadeva addosso senza il più impercettibile difetto. Ovviamente era perfetta, ancora una volta.

L'autocontrollo di Ginevra stava vacillando pericolosamente, quando sentì una presenza ormai familiare accanto, giusto un attimo prima che la calda mano di Draco Malfoy prendesse posto sul suo fianco sinistro.

"Oh, i felici sposini... Una cerimonia davvero toccante, i miei complimenti". Malfoy non sarebbe riuscito a risultare sincero nemmeno se avesse usato un tono di voce lievemente più convinto, cosa che provocò una mezza risata di Luna camuffata da un colpo di tosse.

L'insistenza con cui l'occhio di Harry continuava a cadere su quella mano, appoggiata morbidamente addosso a Ginevra, ovviamente non sfuggì al cercatore della Nazionale, che colse al balzo una nuova occasione per canzonare il vecchio nemico: "Su, Potter, la tua occasione l'hai avuta: non vorrai mica pentirti di quel che hai lasciato andare proprio ora che porti la fede al dito?!".

L'imbrazzo tinse di rosso le guance di Ginevra. Draco era arrivato come un tornado a mandare in frantumi l'artificiale cordialità con cui avevano condotto la breve conversazione, e a quel punto nessuno sapeva bene come reagire. Fu lo stesso Serpeverde a togliere tutti dagli indugi, quando nella sala si cominciarono a propagare le note di un ritmato pezzo latino.

"Direi che è arrivato il momento di ballare. Andiamo?" chiese alla sua compagna di squadra.

La ragazza si fece guidare in mezzo alla pista senza proferire parola. Da una parte lo avrebbe preso volentieri a schiaffi, dall'altra gli era incredibilmente grata per aver trovato il modo di liberarla dai novelli sposi.

 
"Oddio, non mi sono neanche preoccupato di chiedertelo... Sai ballare, vero? Non ho la minima intenzione di trascinarti per il pavimento come un manico di scopa...". Malfoy glielo aveva chiesto con quella solita voce odiosa che usava a scuola per insultare i suoi vestiti di seconda mano. E quella voce, oltre a far andare il sangue al cervello della ragazza, in qualche modo riusciva sempre a tirare fuori il leone sopito dal suo petto.

"Non puoi nemmeno sperare di essere un ballerino alla mia altezza, Malfoy", gli rispose con sicurezza, mettendosi di fronte a lui, in posizione.

Fu allora che diedero il via al vero spettacolo.

 
Malfoy non era solo un diavolo di cercatore. Tra le sue doti, infatti, si annoverava anche la capacità di ballare - dannatamente bene, per altro, con un trasporto e una sensualità che mozzavano letteralmente il fiato. Ginevra però non era da meno: le sue frequenti puntate in Brasile nelle fumose sale del Red Flame avevano risvegliato la sua anima caliente, e la ragazza aveva scoperto che adorava letteralmente lasciarsi guidare dalle note calde e malinconiche di quelle ballate sudamericane. Con i loro movimenti sinuosi e perfettamente in sincrono  riuscirono a catalizzare nuovamente l'attenzione di tutta la platea, letteralmente stregata dalla visione. Ma quelli che per gli altri non erano nient'altro che una coppia di spettacolari ballerini, in realtà erano due feroci duellanti, impegnati in una complicata battagia di resistenza a colpi di passi complessi e movimenti azzardati.

 
Così impegnata com'era a dare filo da torcere al compagno tra piroette e movimenti d'anca Ginevra si era completamente dimenticata il fastidio che l'aveva assalita di fronte ad Harry ed Hermione. Aveva una sola cosa in mente, e quella era dimostrare alla testolina bionda che aveva davanti che lei non si sarebbe mai fatta mettere sotto da un pallone gonfiato come lui: poteva lanciarle frecciatine velenose in allenamento, o farle fare evoluzioni che, con quei tacchi, avrebbero fatto perdere l'equilibrio a chiunque, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi umiliare. Occhi negli occhi con Malfoy, continuò a muoversi sinuosamente fino a quando la musica non cessò, quasi d'improvviso, con uno spettacolare suono di tromba. E per poco partirono gli applausi. Solo in quel momento la ragazza riprese coscienza del luogo in cui si trovava, e del fatto che, senza ombra di dubbio, aveva dato spettacolo innanzi a tutta la sua squadra, a una buona parte dell'alta società del mondo magico, a parenti e amici che conosceva da una vita e che non avevano la minima idea che Ginevra Weasley potesse essere anche questo.

A conti fatti, quella sera aveva fornito a Rita Skeeter abbastanza materiale per dedicarle un nuovo speciale.

*****

Finalmente, alle 20.59, tutta la Nazionale di Quidditch si radunò attorno al Capitano Harley per toccare il braccialetto che fungeva da passaporta per tornare in Olanda. La squadra si dissolse in un applauso generale, tra fischi di incitamento e frasi di buonaugurio.

Ritrovarsi nel silenzio del corridoio dell'albergo fece finalmente distendere i nervi a Ginevra, che per la prima volta da giorni riuscì a rilassare le spalle. La stanchezza della giornata si fece sentire all'improvviso, e il solo pensiero della ragazza fu andare all'istante in camera per togliersi tacchi, trucco e abito e farsi una rilassante doccia calda. Ma prima doveva fare una cosa.

 
Malfoy stava per aprire la porta della sua stanza, quando un lieve picchiettio sulla sua spalla lo fece voltare: Ginevra Weasley lo guardava dritto in faccia, in silenzio, e per la sorpresa il ragazzo si limitò a ricambiare l’occhiata, in attesa.

Dopo qualche secondo la cacciatrice aprì finalmente bocca: "Grazie per aver reso questa serata meno orribile del previsto".

Il compagno di squadra sollevò le sopracciglia stupito, prima di scoppiare a ridere. Ginevra non sembrò gradire, e dopo aver sollevato gli occhi al cielo girò i tacchi per andare verso la sua camera. Malfoy la riprese per un braccio e la fece voltare, col ghigno ancora stampato in faccia.

"Wesley, eri così seria quando l’hai detto che per un attimo ho temuto volessi farmi una dichiarazione".

Ginevra gli tirò uno schiaffo sulla spalla.

"Sei sempre il solito cretino".

"E tu sei ridicola", proseguì l’altro, estremamente divertito. "No, dico sul serio: stare così male per il matrimonio di uno che ti ha piantato anni fa?!".

La ragazza si sentì nuovamente ribollire il sangue. Ma come si permetteva di giudicare?

"Cosa diavolo ne vuoi sapere di come sto?!", sbottò con la voce un po’ più alta del normale.

"Era palese quanto fossi letteralmente... consumata dal dolore!", continuò imperterrito.

"Hai idea di quanto sia stato umiliante per me andare lì stasera? L’ultima volta che mi ero trovata di fronte quei due stavano scopando come forsennati sul letto dove ho perso la vergin...". Si morse la lingua. I particolari della faccenda ovviamente erano stati divulgati solo a pochissime fidate persone, e il fatto che adesso anche quell’idiota patentato ne fosse a conoscenza non era una bella cosa. Si diede mentalmente della deficiente.

Prima di scoppiargli a piangere in faccia e rendersi ancor più patetica si voltò e si diresse a passo spedito verso la sua stanza, senza voltarsi. Quando si fu sbattuta la porta alle spalle si lasciò scivolare a terra, fino a sedere sul pavimento, dove rimase per qualche minuto, immobile. Poi, all’improvviso, le lacrime che si era imposta di non versare cominciarono a scenderle lungo le guance.

Piangeva perché Harry l’aveva tradita.

Piangeva perché l’aveva tradita con Hermione.

Piangeva perché si erano sposati.

Piangeva perché aveva dovuto assistere al loro scambio di voti, quando avrebbe voluto incendiare i festoni e i bouquet di roselline che decoravano la sala.

Piangeva perché erano le 9 e mezza di sera ed era da sola nella sua stanza, e perché era sempre sola nella sua stanza, da due anni a questa parte. E ormai era stufa di essere sola.

Alla fine si passò le mani sul volto, dove il trucco stava colando miseramente. Si liberò delle scarpe, del vestito, delle forcine, e subito si diresse in bagno, per la tanto agognata doccia.

Poco dopo era stesa nelle fresche lenzuola del letto.

Fortunatamente si addormentò nel giro di qualche minuto.





Ed ecco il matrimonio ;)
Sono di corsa, per cui non posso ringraziarvi una ad una, ma comunque grazie per le recensioni, le letture, i preferiti, le seguite e più in generale per il sostegno :) Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Not just a matter of Quidditch - 6. Esordio ***


La Nazionale inglese di Quidditch era radunata negli spogliatoi, in religioso silenzio. Mancavano meno di 5 minuti all’inizio della prima partita della Coppa del Mondo, e i giocatori avevano appena finito di ascoltare il discorso di Boyle, che gli aveva ripetuto le ultime raccomandazioni e li aveva incitati a dare il massimo.

Ginevra non avrebbe giocato, ma non per questo sentiva meno la tensione. Tra i suoi compagni solo Phantom riusciva a buttarla sul ridere, lanciando le sue battute squallide a destra e a manca - "I Cinesi sono un popolo da conquista! Gli faremo il culo a strisce, sono sicuro!" - ma il fatto che andasse avanti a saltellare per ogni angolo dello stanzone la diceva lunga su quanto fosse poco tranquillo. La Lopez stringeva forte il manico della scopa, quasi avesse paura che volasse via da solo, e teneva gli occhi fissi sul pavimento. Rochelle continuava a passarsi le grosse manone sulla divisa, che era in perfetto ordine, mentre la Harley pregava - letteralmente - tenendo le mani giunte e gli occhi chiusi. Crowley e Stow si ripetevano a bassa voce gli schemi per passarsi la Pluffa, mentre Boyle ascoltava e assentiva. Malfoy invece era pallido come un cencio e aveva il volto tirato, le labbra strette in una specie di broncio preoccupato, e continuava a passarsi le mani tra i capelli per toglierli da davanti agli occhi, fissi nel vuoto davanti a lui.

Da fuori arrivavano le grida dei tifosi, che ormai avevano riempito tutto lo stadio: ogni tanto partiva qualche coro, e si sentivano risate e fischi.

Richiamati da uno degli assistenti dell’arbitro, i sette nazionali, seguiti dalle riserve, si avviarono verso il campo da gioco. Al loro ingresso, simultaneo a quello della squadra avversaria, tutto lo stadio si alzò in piedi per salutarli con un fragoroso applauso, mentre le mascotte si allontanavano rapide dal campo dove avevano appena concluso il loro show benaugurale: il lungo dragone cinese, fatto tutto di scintille rosse, volò a bordo campo e si acciambellò su se stesso, lanciando un’ultima fiammata multicolore dalle sue fauci enormi. Dall’altra parte, invece, una schiera di scintillanti unicorni si stava allontanando con regale eleganza, dopo aver affascinato il pubblico sotto le indicazioni degli abili cavalieri che la guidava.

Ginevra alzò gli occhi verso gli spalti: sapeva dove stavano i suoi, e anche se da quella distanza non era possibile riconoscerli li cercò inutilmente tra la folla. Poi sentì un ruggito, ben presto sovrastato dal resto delle grida, e sorrise scuotendo la testa. Luna era ancora la solita pazza furiosa. Prima che le venisse la malsana idea di cercare Harry e signora, che sicuramente al momento dovevano essere impegnati a parlare amabilmente col Ministro della Magia in tribuna d’onore, la ragazza riportò l’attenzione in campo. I due capitani si strinsero la mano, e subito dopo i quattordici giocatori si alzarono in volo sulle loro scope: l’arbitro fischiò dando inizio al match.

 

La cacciatrice poteva seguire l’incontro dalla postazione a fondo campo pensata per le riserve delle squadre: la partita era subito entrata nel vivo, e i nazionali sfrecciavano come razzi costringendo tutto il pubblico a spostare lo sguardo da una parte all’altra del campo.

I Cinesi erano in gamba. I cacciatori Huang, Guo e Wu erano velocissimi ed estremamente precisi nei passaggi della Pluffa, mentre i battitori, due giganti di stazza impressionante di nome Zhou e Pang, riuscivano a colpire i Bolidi con una forza tremenda. Ci misero poco a capire che l’anello più debole dell’attacco inglese era costituito dalla Lopez, e per questo iniziarono subito a tartassarla. Il portiere, He, era un ragazzone ben piantato con lunghi capelli neri, ma non pareva particolarmente in giornata, tanto che si fece rifilare tre gol nel giro dei primi cinque minuti. La cercatrice Akane Li, minuta e sottile, costituiva il maggior pericolo della nazionale cinese: giocava nelle Holyhead Harpies da due anni e sapeva davvero come muoversi in sella alla sua scopa. Dopo otto minuti dall’inizio della partita aveva fatto prendere un tremendo spavento ai tifosi inglesi, quando si era lanciata all’inseguimento del boccino, apparso per qualche secondo in prossimità degli anelli protetti da Phantom; per fortuna lo aveva perso di vista appena giunta sul posto.

 

*****

 

"Sono trascorsi i primi quaranta minuti di gioco, e la Nazionale Inglese conduce per 50 a 40. Dopo aver segnato i primi tre gol nella fase iniziale la squadra europea ha iniziato a subire il gioco avversario, e ormai la Cina si sta facendo vedere sempre più spesso dalle parti di Phantom. Ecco che Guo, in possesso di Pluffa, scarta con abilità il Bolide di Rochelle e si avvicina minaccioso agli anelli avversari: è davanti a Phantom, sta per lanciare... No, passa a Wu, e Wu segna! Parità! L’Inghilterra è in evidente difficoltà..."

 

Le parole dello speaker erano pura verità. Ginevra si stava torturando le mani, mentre vedeva i cacciatori cinesi che sempre più spesso riuscivano a strappare la Pluffa dalle loro mani. Boyle saltellava e si sbracciava per dare indicazioni, urlando come un ossesso, ma la situazione si stava facendo progressivamente più nera ogni minuto che passava. I due cercatori perlustravano il campo ma del boccino per il momento non c’era la minima traccia. Mentre la battaglia sportiva infuriava, se ne stavano sospesi in mezzo al campo, guardandosi intorno. Il pubblico cominciava a fischiare, impaziente.

Poi, successe: Malfoy si lanciò a razzo verso il basso, inseguendo quello che, come ebbe modo di comprendere Ginevra intravedendo un rapido sbarluccichio, senza dubbio era il boccino d’oro. Subito dopo la Li si mise in moto avvicinandosi rapidamente, appiattita sul suo manico di scopa.

Il boccino schizzò via rapido prima che Draco arrivasse, e iniziò a seguire una traiettoria a zig zag prima di puntare dritto verso la panchina inglese.

"Ragazzi... forse è il caso di spostarsi", mormorò Jonas.

Malfoy era lanciato nella loro direzione; dietro di lui, ormai a brevissima distanza, seguiva la cinese.

Le riserve inglesi si alzarono e si spostarono a destra: il boccino era ormai a pochi metri, e il cercatore stava già tendendo la mano per afferrarlo. Ancora poco - solo qualche metro... Malfoy piombò letteralmente addosso alla panchina, facendola ribaltare, e finì ruzzolando poco più in là.

In uno stadio letteralmente ammutolito Ginevra e gli altri si avvicinarono di corsa al loro cercatore. Non fecero nemmeno in tempo a rendersi conto se aveva qualcosa di rotto che lui si alzò barcollando e mormorò "Preso", alzando il pugno destro verso l’alto, a mostrare la piccola sfera dorata.

La tifoseria inglese ruggì per la gioia, e in un attimo tutta la squadra fu addosso a Malfoy: Ginevra fu tra i primi a reagire e gli saltò al collo, scoccandogli un bacio sulla guancia, ma subito dopo arrivarono tutti gli altri e il cercatore si ritrovò a terra, coperto dai compagni.

"Draco Malfoy ha preso il boccino! Con il punteggio di 200 a 50 l’Inghilterra supera la Cina e va dritta in semifinale, dove affronterà la vincitrice del match Costa d'Avorio-Nuova Zelanda. Un vero peccato per la Cina, che stava decisamente dominando la partita, ma si sa, questo è il Quidditch..."

Lo speaker continuava a commentare, ma pochi stavano ad ascoltarlo, troppo presi dall’euforia del momento: lo stadio era in festa, e le bandiere inglesi sventolavano ovunque, mentre gli unicorni avevano di nuovo invaso il campo e dato il via a un secondo spettacolo. Il drago rosso, invece, aveva emesso un fischio stizzito, prima di dissolversi in uno scoppio assordante.

Gli Inglesi lasciarono rifiatare Malfoy e strinsero le mani ai loro avversari, prima di montare in sella alle scope e fare un giro del campo per salutare il pubblico: il cercatore era il primo della fila, e in quel momento c’erano circa cinquanta mila maghi che incitavano il suo nome.

 

*****

 

"Strepitoso".

"Senzazionale!"

"Che coraggio a prendere il boccino così, avrebbe potuto farsi seriamente male!"

"Malfoy è il miglior cercatore che l’Inghilterra abbia mai avuto, non c’è niente da dire!"

"Però dobbiamo giocare meglio, la prossima volta, in attacco abbiamo fatto pena".

I giornalisti inglesi aspettavano in sala stampa, in trepidante attesa. A parte l’ottima prova di Malfoy, il resto della squadra era apparso poco lucido e decisamente poco meritevole della vittoria; per questo, non appena Boyle mise piede nella stanza, fu letteralmente sommerso dalle domande sugli schemi e sui cambiamenti in vista della semifinale. L’allenatore di fronte alla stampa difese fieramente i suoi ragazzi, ma negli spogliatoi non era stato altrettanto magnanimo: le sue urla non si erano sentite solo perché si era premurato di lanciare un incantesimo per insonorizzare la stanza.

 

Nonostante fosse dispiaciuta per la prova opaca dei suoi compagni, Ginevra, che se ne stava in disparte, in piedi vicino alla porta, non poteva fare a meno di essere sollevata nel constatare che i giornalisti erano troppo occupati a fare domande inerenti la partita per ricordarsi di accennare anche minimamente alla cerimonia del giorno precedente e, di conseguenza, a quello che c’era o non c’era tra lei e Malfoy. Come di consueto prima di ogni match non si era avvicinata a un giornale, e per quanto ne sapeva anche i suoi compagni avevano fatto lo stesso, troppo presi dall’esordio per dedicare attenzione a qualcosa di diverso. Ma era solo questione di tempo prima che l’argomento più caldo del gossip estivo facesse capolino.

Malfoy aveva appena raccontato momento per momento la presa del boccino, quando una strega dalla terza fila alzò la mano paffuta, mostrando le sue unghie lunghe e laccate di fucsia.

"Signor Malfoy!", trillò alzandosi in piedi. Indossava un abito aderente, che le metteva in evidenza il prosperoso decoltè, e che le stava disgraziatamente male.

"Signor Malfoy, a chi dedica la vittoria?!" chiese con una fastidiosa voce acuta.

Il cercatore la squadrò qualche secondo prima di rispondere: "A tutti i tifosi inglesi" - "Ruffiano", pensò Ginevra.

"Suvvia, Signor Malfoy, non ci vorrà mica dire che non c’è una persona speciale" - e nel dirlo sorrise maliziosamente - "a cui ha pensato quando ha preso il boccino!".

Ginevra si sentì avvampare non appena si rese conto che gli sguardi di tutti avevano iniziato a spostarsi su di lei.

 

*****

 

Alla fine la conferenza stampa si era protratta di un’altra mezz’ora, e l’unico motivo per cui aveva avuto termine era che Boyle, stanco di quelle chiacchiere inutili, aveva ordinato alla squadra di levare le tende. Prima di andarsene aveva sbraitato contro i giornalisti, dicendo che se si azzardavano a fare un’altra domanda non riguardante il Quidditch avrebbe imposto ai suoi il silenzio stampa.

Ginevra avanzava a testa china, vergognandosi come una ladra. Si era sorbita un fuoco di fila di domande sulla sua presunta relazione - compresa quella di un’altra giornalista-oca giuliva, che voleva sapere se Draco andava a trovarla durante la notte – e sull’effetto che le aveva fatto vedere Hermione diventare la Signora Potter, e la ragazza si era limitata a rispondere indignata che non aveva intenzione di fare commenti di sorta sulla sua vita privata.

Malfoy invece era rilassato e divertito. Nemmeno lui aveva detto niente - anche perché non c’era nulla da dire - ma con le sue rispostine allusive era riuscito a scatenare ancora di più la curiosità delle persone. Quando aveva detto che Ginevra era "incredibilmente sensuale come ballerina" aveva scatenato fischi e applausi, ed era a quel punto che l’allenatore aveva deciso di far finire quella patomima.

 

La squadra sbucò in un’ampia sala riservata, piena quanto la stanza che aveva appena lasciato. In questo caso però i volti erano quelli di parenti e amici, e la tensione accumulata si sciolse in un attimo, non appena gli atleti abbracciarono i loro cari.

Ginevra fu accolta da una serie di teste rosse, e subito dimenticò ogni pensiero.

"Finalmente! Pensavamo che vi avessero rapito..." disse Percy.

"Visto quanto hanno fatto schifo i tuoi compari", continuò George alludendo agli altri Nazionali, "più probabilmente vi hanno linciati".

"Vieni qui tesoro"! Molly Weasley stritolò la figlia come se non la vedesse da un mese. Atrhur le diede un bacio sulla fronte, ma aveva l’aria un po’ contrariata. Ginevra pensò che la cosa avesse a che fare con la Gazzetta del Profeta che aveva sotto braccio, ma preferì non indagare, almeno per il momento. Victorie le piombò in collo come un ciclone, e Fleur si premurò subito di sgridarla perché non era una cosa "da signorina beneducata"; Bill mise fine alla ramanzina stringendo figlia e sorella come se niente fosse. Per ultimo, con un gran sorriso stampato sul volto abbronzato, si fece avanti Ron: non si vedevano dalla fine del campionato, e Ginevra si rese conto che le era mancato da morire.

"Se la prossima volta Boyle non ti mette in campo gli faccio una fattura", le disse abbracciandola.

"Sei sempre il solito!", gli rispose ridendo.

"Gin...", proseguì l’altro, con una voce poco rassicurante, "... non stai uscendo con Malfoy, vero?". La stava guardando con una faccia a metà tra il preoccupato e il deluso. Tutti gli altri Weasley puntarono gli occhi sulla piccola di casa.

"Abbiamo solo preso la stessa passaporta...", provò la sorella.

"E avete ballato".

"Oh, andiamo Ron". La voce della ragazza era diventata improvvisamente più dura. "Non starmi col fiato sul collo. E anche voi", aggiuse, rivolgendosi agli altri. "Primo, ho 23 anni, un lavoro, una casa, e gestisco la mia vita come voglio. Secondo, esco giusto ora da una conferenza stampa in cui mi hanno letteralmente tartassato sullo stesso identico argomento, quindi non ho voglia di un altro terzo grado".

"Ginny". Stavolta era stato suo padre a parlare. "Gestisciti la vita come vuoi, ma la prossima volta cerca di non... metterci in imbarazzo" - concluse a disagio, e nel dirlo le allungò il giornale.

Sotto una foto a tutta pagina di Harry ed Hermione sorridenti in tutto il loro splendore, spiccava un primo piano di lei e Draco, impegnati in una complicata combinazione di passi. E decisamente vicini. Le orecchie di Ginevra si fecero rosse, ma lei non perse il suo cipiglio.

"E quindi? Dovevo passare la serata in un agolo a guardare da lontano i lieti sposini che conversavano amabilmente con gli ospiti?". La rabbia stava prendendo il sopravvento.

"Io dico che hai fatto bene, cherie". La cacciatrice guardò stupita sua cognata. Fleur stava prendendo le sue difese?

"Io avrei fatto lo stesso al tuo posto", e nel dirlo le fece l’occhiolino.

"In che senso?", chiese Bill, con un pizzico di gelosia nella voce.

"Nel senso che bisogna andare avonti nella vita. Per me è fantastico che Jinnì sia riuscita a divertirsi al matrimonio del suo ex. Vuol dire che lui... è nel cassetto", spiegò, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

Ginevra sapeva bene di non aver messo Harry in nessun cassetto, per il momento, ma aver superato indenne il matrimonio ed essere stata anche capace di distrarsi costituiva sicuramente un bel balzo in avanti. In ogni caso, non era quello il punto: non si potevano permetterle di farla sentire un verme solo perché aveva ballato con un uomo.

Alzò un attimo lo sguardo sulla causa scatenante del litigio: il cercatore era circondato da amici e parenti - la madre, Narcissa Malfoy, in quel momento era letteralmente l’orgoglio fatto persona - e la ragazza non poté fare a meno di notare che di quella piccola schiera faceva parte anche Christina Bell, la cantante che già la sera prima aveva cercato di attirare l’attenzione di Malfoy con tutta se stessa. Stretta in un corto tubino bianco che le lasciava scoperte le lunghissime gambe, non faceva altro che ridere e muovere la lunga chioma bionda, senza staccarsi un attimo dalla preda. Preda che, per inciso, puntava neanche troppo discretamente al decoltè messo in bella mostra. La cacciatrice sospirò.

"Ma vi pare che dobbiamo stare a discutere per via di Malfoy? Vi rendete conto?!" chiese, un sopracciglio inarcato a sottolineare l’assurdità della situazione.

Perché lei non aveva mai avuto la minima intenzione di avere a che fare con Malfoy se non per motivi strettamente professionali e sportivi, e non sarebbe venuta meno a questa regola se non fosse stato per un breve attimo di follia indotto dalla notizia del matrimonio dei fidanzatini perfettini Potter. E quel che era sicuro era che da quel momento in poi senza alcun dubbio non ci sarebbe stato alcunché tra lei e Malfoy, e se lo ripeteva silenziosamente mentre vedeva la mano del biondo sfiorare le spalle scoperte della Bell. Serrò la mascella per un secondo, prima di voltare la schiena e di dedicarsi completamente ai suoi, cambiando discorso.







Anche stavolta, non ho tmpo per i ringraziamenti specifici, ma questo non vuol dire che non abbia apprezzato! purtroppo i tempi di scrittura di questa fan fiction si sono allungati: ho ripreso a lavorare a ritmi più serrati e in più sono, per così dire, un po' a corto di ispirazione. Sono ferma da un paio di settimane su una scena del prossimo capitolo che è particolarmente importante, e riuscire a scriverla restando fedele ai caratteri dei personaggi non è una cosa semplice. Ma sono a buon punto, a regola. Una precisazione: non mi ricordo se da qualche parte si dice quale fosse la mascotte della nazionale inglese. La scelta degli unicorni, al di là del ricordo del primo libro di HP, è dovuta al fatto che nello stemma reale inglese sono presenti un leone e un unicorno; per questo nel cercare di immaginare cosa avrebbe potuto rappresentare l'Inghilterra come mascotte queste creature mi sono parse le più adatte. Sul dragone incantato cinese ovviamente ho avuto meno dubbi, mi dà l'idea di essere la cosa più appropriata! Al prossimo aggiornamento ;)

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Capitolo 7
*** Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine ***


Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine

I giorni che seguirono furono massacranti per tutta la squadra. Boyle aveva deciso di testare tutte le possibili combinazioni di gioco, mescolando prime e scelte e riserve per provare tattiche alternative. L’unico punto fermo, prevedibilmente, era Malfoy. La conseguenza di tanto trambusto era che non solo la stampa non aveva la più pallida idea di come l’Inghilterra sarebbe scesa in campo in semifinale, ma di fatto nemmeno i giocatori stessi sapevano se sarebbero stati in panchina o sulle scope. Erano tutti parecchio sotto pressione, e il nervosismo era alle stelle. Veniva da chiedersi come era possibile che le cose fossero cambiate in questo modo nel giro di pochi giorni: dopo l’amichevole erano stati osannati come uno dei team più belli che l’Inghilterra avesse mai avuto, mentre adesso non c’era giornale che non li denigrasse per la prova con la Cina.

Ginevra uscì dagli spogliatoi con le spalle curve: anche se era domenica si erano allenati per 5 ore quel pomeriggio ed era letteralmente sfiancata. Mercoledì ci sarebbe stata la semifinale e Boyle era più isterico che mai. La cacciatrice nell’ultima mezz’ora aveva giocato in prima squadra al centro dell’attacco, con la Lopez a sinistra e Stow a destra, ma i tre non erano riusciti a coordinarsi bene e alla fine il coach li aveva mandati a farsi la doccia sbraitando furioso.

Fortuna che in quei giorni d’inferno Ron era rimasto ad Amsterdam, e si era impegnato come non mai a distrarre la sorella. Tutte le sere la portava in giro per la capitale olandese, che in quel periodo, grazie al Campionato del Mondo, pullulava di spettacoli ed eventi da sogno. Mentre la parte babbana continuava la sua vita senza accorgersi praticamente di niente (alla fine delle partite i tifosi delle squadre vittoriose spesso e volentieri si precipitavano a festeggiare anche al di fuori della Amsterdam magica, ma la città era abituata alle stravaganze e anche chi andava in giro con le vesti da mago non faceva particolarmente scalpore) nei quartieri dei maghi, invasi da appassionati di ogni angolo del globo, la festa era continua. Per quella sera il ragazzo aveva scovato un locale dove avrebbero fatto musica dal vivo, e le aveva parlato con così tanto entusiasmo del gruppo che avrebbe suonato che Ginevra non vedeva l’ora di godersi la serata, dimentica di pluffe, boccini e scope.

Appena uscita all’aperto si trovò davanti Ron, con le mani in tasca, intento a farsi una grassa risata. Non era solo, infatti: con sua grande sorpresa la ragazza lo trovò a fianco di...

"Luna?!"

"Ginny!", la chiamò felice l’amica. "Piaciuta la sorpresa?!", le chiese con un sorriso.

La ragazza bionda era dovuta tornare a Londra dopo la partita, anche se ogni giorno le aveva inviato gufi di incoraggiamento. Con lei, Ginevra ne era sicura, la serata sarebbe stata ancora migliore.

*****

La serata, almeno fino a quel momento, non era stata decisamente un granché.

Per carità, la cacciatrice adorava stare con Luna e ormai poteva dire di stare veramente bene quando era in compagnia di suo fratello, ma passare del tempo in contemporanea con entrambi significava, evidentemente, ritrovarsi a reggere il moccolo.

Ginevra sapeva che Luna e Ron, se pur rimasti amici, dopo la guerra si erano un po’ persi di vista, soprattutto dopo il trasferimento in Brasile: il fratello aveva praticamente tagliato i contatti con tutto il vecchio giro. Probabilmente quando si erano rivisti per la partita con la Cina non si incontravano da tre anni, giorno più giorno meno. Era per questo motivo che avevano così tante cose da dirsi, ovviamente senza preoccuparsi di coinvolgere minimamente anche la rossa nel discorso?! A onor del vero Luna, ogni tanto, si degnava di scambiare qualche frase anche con l’altra ragazza, ma Ron riportava subito la conversazione a uno scambio a due, e alla cacciatrice non restava che starsene in silenzio, sorseggiando il suo cocktail e guardandosi intorno.

Non aveva mai pensato alla possibilità che tra loro nascesse qualcosa, eppure adesso che li vedeva così presi dalle loro chiacchiere si rese conto che c’era una chimica incredibile. Pensò a come suo fratello avesse sempre visto Luna come una mezza svitata quando erano a Hogwarts, troppo presa da Nargilli e Ricciocorni Schiattosi per suscitare il suo interesse - anche perché la cotta per Hermione gli era venuta così presto che, al di là della vaghissima sbandata per Fleur e della parentesi Lavanda Brown, per lui le altre ragazze praticamente non esistevano. Lei però con gli anni era diventata un’altra persona: aveva perso l’aria di chi vive costantemente sulle nuvole e, visto che era decisamente una bella ragazza, evidentemente Ron cominciava a trovare la sua compagnia molto stimolante.

Ginevra guardò sconsolata nel bicchiere, dove ormai era rimasto solo qualche cubetto di ghiaccio mezzo sciolto. Avrebbe presto assistito alla costituzione di una nuova coppia? Era felice per loro, certo. Ma il suo momento, quello quando sarebbe arrivato?

Lasciò scorrere uno sguardo svogliato sugli avventori del locale. Non poteva certo dire che non ci fossero ragazzi, ma di sicuro non ce n’era uno capace di attirare la sua attenzione. Chi era troppo brutto, chi troppo sguaiato nel modo di fare, chi troppo preso a guardare le donne che gli passavano a tiro come un cane di fronte a una bistecca. Molto probabilmente era lei ad essere di gusti difficili, vista la disinvoltura con cui altre fanciulle puntavano gli occhioni truccati e si facevano coinvolgere in amabili conversazioni.

Richiamò con un cenno un cameriere per farsi portare il terzo drink della serata. Non avrebbe dovuto esagerare - pensò che gli strepiti di Boyle sarebbero stati ancora più fastidiosi con un dopo sbornia coi fiocchi - ma il suo umore era troppo a terra per reggere la serata senza un ulteriore correttivo.

Aveva appena iniziato a sorseggiare la sua bevanda azzurrina quando le luci in sala si abbassarono e il gruppo apparve sul palco. Molti si alzarono dai divanetti per avvicinarsi, e anche Ron sembrò dell’avviso che fosse la cosa migliore. Porgendo la mano a Luna invitò le ragazze a seguirlo.

"Andate voi, io preferisco ascoltare da qui", li informò Ginevra.

"Ma così non vedrai nulla...", provò a obiettare l’amica, ma Ron la stava già trascinando in mezzo alla folla e pochi secondi dopo la cacciatrice li aveva già persi. Si accomodò meglio, mentre una cortina umana le si parava davanti a pararle la visuale. Sentiva i suoni delle chitarre e delle voci che arrivavano coperti dalle urla di incitamento del pubblico, e si chiese se non fosse il caso di alzare i tacchi, uscire fuori e smaterializzarsi.

 
"Weasley, fossi in te eviterei di ubriacarmi. Tuo fratello a fine concerto potrebbe essere troppo occupato con la Lovegood per riportarti in camera a braccia".

Ginevra alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi grigi di Draco Malfoy, mollemente appoggiato alla parete.

"Ti stai offrendo come volontario per sostituirlo?" gli chiese, con tono frivolo e, allo stesso tempo, di sfida. L’alcool purtroppo non tirava fuori il meglio di lei.

L’altro le si rivolse con un sorrisetto furbo: "Non è mia abitudine prendere in collo nessuna donna per portarla in camera: di solito o mi invitano nella loro, o cercano di entrare nella mia".

La cacciatrice scoppiò a ridere.

"Ma ti senti quando parli?! Sembri Phantom...", mormorò la ragazza, prima di bere un altro sorso.

"Con la differenza che quando parla lui spara cazzate", continuò l’altro, sicuro.

Nel mentre, un gruppetto di streghe nelle vicinanze aveva scorto il cercatore, e si stava avvicinando per fare qualche foto e chiedere un autografo. Prima che i loro urletti esaltati le arrivassero troppo vicini Ginevra si alzò in piedi per guadagnare l’uscita: le ci voleva una bella boccata d’aria, e voleva salvaguardare i timpani, finché era in tempo. Peccato che il suo senso dell’equilibrio non volesse collaborare più di tanto. Ma che diavolo c’era in quel bicchiere?!

Malfoy si mostrò stranamente gentile - probabilmente non aveva voglia di farsi assalire da un’orda di adolescenti - visto che, senza proferire parola, la accompagnò fuori.

 
La sera era fresca, nonostante fosse quasi luglio. L’aria notturna e il silenzio furono più che sufficienti per far sentire meglio Ginevra.

"Che dici", mormorò amaramente, "mi avranno scattato abbastanza foto in questo stato pietoso per farmi guadagnare la prima pagina sulla Gazzetta del profeta?"

"Sarebbe un problema così grave?", le chiese il compagno con tono indifferente.

"Ti ricordo chi è il nostro coach", rispose l’altra. "Sarebbe capace di farmi allenare anche la sera per punizione".

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri.

"Non ti dà mai noia?", sussurrò Ginevra.

"Cosa?"

"Avere l’attenzione morbosa della stampa e della gente. Sembra che tu ti senta sempre a tuo agio".

"Perché non dovrei?", ribatté Malfoy.

"Mettere la propria vita in piazza... alla fine è come se non fosse più nemmeno tua. E’ di tutti. E tutti possono parlarne e giudicare, e pretendere di sapere come sei sul serio. Davvero, non capisco come fai".

Malfoy si prese qualche secondo prima di rispondere.

"Hai mai letto la nuova edizione di Storia di Hogwarts?"

Ginevra lo guardò torva. Lei gli faceva una domanda seria e lui si metteva a parlare d’altro?

"Se non vuoi rispondere basta dirlo", disse piccata.

"Ti sto rispondendo. L’hai mai letto?". Si voltò a fissarla, con sguardo serio e... adirato?

La ragazza non capiva: fece cenno di no.

"C’è un intero capitolo dedicato a me. Al mio sesto anno a Hogwarts. A come sono riuscito a far entrare i mangiamorte la notte in cui Piton ha ucciso Silente".

Ginevra sentì un groppo salirle in gola. Il ricordo di quella notte era ancora vivido, nonostante fossero passati tanti anni. Il momento in cui aveva scorto il corpo del vecchio preside, a terra... Harry, al suo fianco. Lei lo aveva preso per mano e lo aveva portato via. Il marchio nero in cielo era così grande e sembrava che stesse per inghiottire tutta la scuola. Di fatto, era stato così, per tutto l’anno che era seguito.

In un lampo ritornò alla notte della vera battaglia, quella in cui Harry aveva liberato il mondo magico dal veleno di Voldemort. E in cui avevano perso Fred.

"Per caso non è così che è andata?". La ragazza aveva la voce dura, adesso.

"Appunto", concluse l’altro, mettendosi le mani in tasca e riavviandosi verso la porta del locale.

Ginevra lo guardò spiazzata. "Ma che risposta è? Fermati!" gridò, prendendolo per il braccio.

Malfoy si scostò dalla presa, girandosi di nuovo verso di lei, un’espressione glaciale a sottolineare le sue parole: "Io sono uno stronzo che si gode la vita, le donne, i soldi e il successo. Non ho problemi con chi mi giudica per questo. Ma non ho la minima intenzione di passare l’esistenza ad essere trattato come un criminale".

Ginevra provò a controbattere, ma il cercatore non glielo permise. "Se mi va bene che la mia vita sia in piazza, come dici tu, è perché se non fosse così per tutti sarei soltanto il mangiamorte mancato che ha provocato l’omicidio di Silente. Lo sono", continuò, vedendo lo sguardo di Ginevra, "e ho già pagato per il passato. Ma non voglio portare quell’etichetta a vita. E fintanto che mi vedono fare acrobazie su una scopa", disse, spostando lo sguardo, "le parole scritte su quel cazzo di libro di storia sembrano contare meno per la gente".

La cacciatrice non riusciva ad aprire bocca. C’era una logica distorta dietro alle motivazioni di Malfoy, ma da qualche parte, in fondo, riusciva a capirlo.

"Ma non mi dire", riprese infine il ragazzo, "sono riuscito a zittirti?". Dava l’impressione di aver riacquistato il solito cipiglio scanzonato, ma le mani, ancora strette a pugno, rivelavano che la tensione non era ancora passata.

"Diciamo che mi hai fatto vedere le cose dal tuo punto di vista. Non condivido, ma almeno ha un senso".

"Tu dovresti condividere più di tanti altri, invece", la rimbeccò.

"E perché mai?", gli chiese scettica.

"Perché anche tu fai parte della schiera di maghi e streghe che si porta dietro la fama per via della seconda guerra magica. La gente ti riconosce e parla, specula, giudica, anche se te ne resti nell’anonimato di una vita squallida. Nell’immaginario delle persone tu finora sei stata solo l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica della Granger. Adesso sei l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica della Granger che gioca nella nazionale di Quidditch. Se non altro è un passo avanti".

"Perché dovrebbe importarmi così tanto di quello che pensa di me la gente? Hai mai pensato che forse non me ne frega niente?"

"Può darsi. Ma il fatto è che anche quelli che ti stanno vicino ti vedono così. I tuoi amici, i tuoi parenti... Tutti a compiangerti perché lo sfregiato ti ha piantato in asso. O mi sbaglio?"

Ginevra avrebbe tanto voluto dirgli che sì, si sbagliava, che non sapeva un beneamato niente della sua vita o di chi gli stava intorno e che quindi avrebbe dovuto tapparsi la bocca. Se solo non avesse avuto così dannatamente ragione, accidenti a lui.

"Quindi meglio apparire come l’ex fidanzata di Harry Potter che esce mezza sbronza da un locale. O come l’ex fidanzata di Harry Potter che va con il suo vecchio ‘nemico’ al suo matrimonio. Non fa una piega", chiosò lei con sarcasmo.

"Non mi pare di averti obbligata a farlo. E almeno non ti sei limitata a fare da tappezzeria".

"Però ammetterai che non è bastato a togliermi l’etichetta ‘ex di turno’ dalle spalle".

"Per toglierti quella dovresti iniziare a goderti la vita, con o senza fotografi e giornalisti intorno".

"La tua idea di godersi la vita è avere una sciacquetta bionda che ti sbava addosso. La mia è qualcosa di meno squallido".

Lo aveva sputata fuori d’istinto, ma adesso si rendeva conto che quella era una tipica frase da ragazza gelosa. Sospirò stizzita: quella chiacchierata con Malfoy era durata fin troppo, e stava prendendo una piega che non le piaceva.

"Me ne torno in albergo, comincio ad essere stanca", disse, prendendo la bacchetta dalla borsa.

"Com’è che quando la conversazione comincia ad essere interessante tu scappi?!".

Con le mani in tasca e un ghigno che non prometteva niente di buono, il cercatore si era avvicinato alla compagna, il suo volto ormai a una manciata di centimetri da quello stupito di Ginevra. Che non sapeva bene cosa fare, in effetti, nuovamente combattuta tra l’istinto di prenderlo a schiaffi e quello di...

Prima di poter formulare un pensiero più esplicito la ragazza ruotò su se stessa, per ritrovarsi, ancora confusa e con le guance spaventosamente rosse, nella hall dell’albergo.

Dandosi della cretina si avviò verso la sua stanza.

 Mancava solo qualche giorno alla semifinale.



Ovviamente non ho fatto in tempoa mettere l'avviso che l'ispirazione è tornata :) Ho rifinito il capitolo appena postato e ho finito di scrivere il prossimo... che mi dà tanta soddisfazione!!!! Vedrete...
Grazie ancora dei commenti e della fiducia :*

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Capitolo 8
*** Not just a matter of Quidditch - 8. Bolidi ***


Bolidi

Il dolore era continuo e sordo, era come se qualcuno le stesse stringendo lo stomaco in una morsa.

E dire che di partite importanti ne aveva giocate parecchie.

C’era stato il suo esordio nel campionato professionisti, c’era stata la partita contro le Holyday Harpies, il suo primo match importante giocato da titolare, c’erano stati gli scontri di coppa, c’era stata, appena poche settimane prima, la prima volta in nazionale, e di conseguenza Ginevra sapeva di non avere motivo di sentirsi così terrorizzata. Eppure, per la prima volta nella sua vita, avrebbe fatto veramente volentieri a meno di salire sul suo manico di scopa.

Erano esattamente le 4 e mezza del mattino, e la cacciatrice era stesa nel suo letto, completamente sveglia. Cinque ore dopo l’Inghilterra sarebbe scesa in campo per affrontare la Nuova Zelanda, che la settimana precedente aveva umiliato la Costa d’Avorio con un netto 250 a 20. E lei, come aveva scoperto solo il pomeriggio precedente con suo sommo stupore, sarebbe stata parte della squadra.

 

Erano appena rientrati nello spogliatoio dopo un’estenuante sessione durata quattro ore, in cui Boyle li aveva fatti volare come schegge impazzite con l’ordine tassativo di passarsi la pluffa senza un attimo di sosta. Ginevra aveva tutto il braccio destro indolenzito e le tremava perfino la mano. Stow, invece, lamentava crampi al polpaccio, mentre la Lopez studiava con apprensione la sua scopa, che aveva cominciato a vibrare dopo essere stata colpita da un bolide particolarmente violento. Erano tutti zuppi di pioggia e infreddoliti, visto l’acquazzone da incubo che li aveva sopresi mentre erano in volo. Ovviamente il coach gli aveva ordinato di continuare l’allenamento - "Se domani piove di nuovo non giocate?! Datevi una mossa!" - e non si erano fermati un attimo.

Boyle non gli aveva nemmeno dato il tempo di farsi la doccia.

"In squadra domani ci saranno Malfoy, Phantom, Rochelle, Harley, Stow, Crowley e Weasley. Alle 8 riunione per gli ultimi dettagli. A domani".

 

Ginevra era rimasta letteralmente bloccata, in piedi in mezzo alla stanza, con la bocca aperta. Mentre tutti gli altri avevano ascoltato i nomi senza battere ciglio, sia che fossero stati chiamati sia che fossero rimasti fuori, per la cacciatrice era stato come prendersi un nuovo scroscio di pioggia gelida sulla testa. Il bello era che nemmeno la Lopez, a cui, di fatto, aveva preso il posto, sembrava sorpresa: il coach le stava spiegando che l’aveva vista poco in forma e che, per tanto, era meglio che restasse a terra, e lei stessa gli confermava che non si sentiva in grado di dare il 100% in quel momento.

La rossa si era mossa solo quando era stata sorpresa dall’urlo dell’allenatore: "Weasley, vai a farti la dannata doccia, prima che ti venga un accidente e sia costretto a cambiare di nuovo la squadra!". Inutile dire che si era fiondata, senza rivolgere a nessuno la parola, ancora troppo scioccata per riuscire a pensare a qualcosa di diverso.

 

4.33.
Cosa fai alle 4.33 del mattino se non hai sonno e hai bisogno di spegnere i pensieri che vorticano nella testa?

Ginevra schiacchiò la testa dentro al cuscino, emettendo un mugolio in segno di stizza. Nelle ultime settimane aveva dato tutto per fare bene in squadra, ma l’aveva fatto per far funzionare gli schemi, per finalizzare il gioco di tutti: sarebbe stato difficile da credere, ma non lo aveva fatto pensando alla possibilità di diventare titolare. Si sentiva ancora l’ultima arrivata, in effetti. Non che le dispiacesse, sia chiaro, però si sentiva come se, all’improvviso, fosse stata investita di una responsabilità troppo grande per le sue spalle. Per essere stata smistata tra i Grifondoro, quanto a coraggio in quel momento faceva parecchia pena.

Si chiese se non dovesse la sua - chiamiamola così - ‘promozione’ al fatto che negli ultimi tre giorni aveva deciso di concentrarsi solo ed esclusivamente sul Quidditch. Aveva eliminato le uscite serali, era sempre stata la prima a presentarsi in campo e l’ultima ad andarsene, e in certi casi si era fermata a volare ben oltre il tramonto. Quel che le dispiaceva ammettere era che le motivazioni che l’avevano spinta al super lavoro erano poco inerenti a pluffe e boccini: più che altro avevano a che fare con uno splendido paio di occhi grigi, che da quel mercoledì sera sembravano aver deciso che lei non era degna della loro attenzione.

Malfoy non le aveva più rivolto la parola se non per necessità, e fondamentalmente l’aveva tratta come se fosse trasparente. Quasi quasi le erano mancate le sue battutine idiote. Ginevra era rimasta parecchio stupita del suo nuovo atteggiamento, e, cosa ben più grave, le dava fastidio. Odiava ancora di più il fatto che lei si lambiccasse il cervello su questo, e che non riuscisse a ripensare a quando lo aveva avuto a portata di bacio senza che ogni volta le si infiammassero le guance.

4.35.

Il giorno della partita sembrava non sarebbe arrivato mai.

 

*****

 

"Ecco che la squadra inglese fa la sua comparsa sul terreno di gioco: in porta giocherà Phantom, come battitori vedremo ancora Rochelle e Harley, mentre il trio composto da Crowley, Stow e Weasley farà venire i sudori freddi al portiere avversario. Da ultimo - e non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo - il miglior cercatore che l’Inghilterra abbia avuto negli ultimi due secoli: Draco Malfoy!!" - urla di giubilo del pubblico - "Rispetto all’ultimo match la vera novità è costituita da Ginevra Weasley, 23 anni, cacciatrice degli Sneering Jesters, che con il match di oggi fa il suo esordio in Nazionale in una partita ufficiale. Ma veniamo alla squadra avversaria: a difendere gli anelli ritroviamo Taylor, oltre 2 metri d’altezza per 121 kg di peso - letteralmente un muro nei quarti di finale. I battitori sono Wilson e Thompson, i cacciatori i gemelli Brown e Lisa Walker. A dare del filo da torcere a Malfoy vedremo invece una leggenda del Quidditch mondiale, Arana Gordon Smithson, che concluderà la sua carriera da giocatore proprio con questi Mondiali. Gli Inglesi ovviamente sperano che questa sia la sua ultima partita, ma per i veri appassionati di Quidditch, beh... Smithson ha fatto la storia di questo sport negli ultimi 20 anni".

 

Gli spalti scoppiavano di colori, e grida miste a cori partivano ogni poco da ogni lato. Era il delirio più totale. Ginevra smise di ascoltare lo speaker e rivolse la sua piena attenzione all’arbitro, che stava facendo segno ai giocatori di montare in sella alle scope: un fischio e via, la semifinale era iniziata.

Era circondata da centinaia, migliaia di persone che gridavano, i suoi compagni e gli avversari - alcuni dei migliori giocatori di Quidditch del mondo - le sfrecciavano intorno, e se solo questo pensiero si fosse fatto strada nella sua mente probabilmente sarebbe rimasta sospesa in aria per tutta la durata della partita senza muovere un singolo muscolo; invece, la familiare sensazione del vento sul volto, il rumore che faceva la pluffa ogni volta che veniva afferrata da qualcuno con una presa secca e la voce di Crowley che dava indicazioni tattiche, come in allenamento, come se non fosse un’occasione così speciale, tutto questo bastò a Ginevra per lasciare da parte ogni paura e cominciare a fare quello che sapeva fare meglio: volare sulla sua scopa e segnare per la sua squadra. Prima ancora di potersene rendere conto stava già schizzando via come un fulmine, pronta a ricevere da Stow, mentre gli anelli si facevano sempre più vicini.

 

"E’ subito partita alla grande l’Inghilterra, con i tre cacciatori intenti a scambiarsi la pluffa con passaggi rapidissimi che confondono i Neozelandesi. Weasley di fronte a Taylor, passa a Stow, Stow finta, e alle spalle arriva Crowley che afferra la pluffa e segna!!!"

Ginevra fece una capriola a mezz’aria, mentre il boato del pubblico li avvolgeva. E uno!

 

*****

 

Erano passati poco meno di dieci minuti. La Nuova Zelanda arrancava letteralmente dietro ai ritmi tenuti dai tre cacciatori inglesi, e nonostante i battitori si stessero slogando le spalle per disarcionarli con i loro micidiali bolidi la nazionale inglese era in vantaggio di 40 punti. Ginevra aveva appena segnato la sua terza rete, con una mossa a sorpresa che le aveva fatto guadagnare un’ovazione da parte del pubblico. Con la coda dell’occhio guardò Malfoy, fermo a pochi metri da lei a guardarsi intorno alla ricerca del boccino, ancora ben nascosto. Si stava divertendo, in effetti, quindi le andava più che bene che la partita continuasse ancora per un po’.

Si rimise lentamente in movimento, quando sentì uno strano fruscio in prossimità del suo orecchio sinistro, e si bloccò all’istante. Con estrema lentezza spostò il volto, per trovarsi di fronte il boccino sospeso nel nulla, con le sottilissime ali che si dimenavano magicamente.

"Malfoy...", mormorò. Peccato che nella bolgia dello stadio il cercatore non potesse sentirla.

"MALFOY!!", gridò, stavolta alzando la voce. Intanto gli altri avevano cominciato a guardare straniti la cacciatrice, senza capire... Finché non compresero.

Nell’istante in cui Draco scorse la piccola sfera luccicante, con terrore Ginevra vide la Walker muovere la mazza in sua direzione per lanciarle addosso un violentissimo bolide: lo avrebbe potuto evitare benissimo, ma se si fosse mossa il boccino sarebbe sparito.

Malfoy era vicinissimo, la mano già protesa in avanti, mentre la sfera dorata fremeva, pronta a riprendere la sua corsa forsennata...

Un istante dopo, il vuoto.

 

*****

 

Prima ancora di aprire gli occhi Ginevra sentì un dolore lancinate alla testa. Era come se avesse qualcosa piantato dentro, e aveva la sensazione che se si fosse mossa di un solo millimetro le sarebbe letteralmente scoppiata.

A poco a poco però cominciò a rendersi conto che era stesa tra fresche lenzuola, e che intorno c’era un completo silenzio. E la partita? Aprì gli occhi di scatto.

"Bentornata tra i vivi, Weasley".

La voce di Malfoy fece capolino, acida come il solito, dalla sua destra. La ragazza poteva scorgere il soffitto di una stanza spoglia, e non appena provò a ruotare il volto nel suo campo visivo entrarono anche una quantità impressionante di mazzi di fiori e il suo compagno di squadra, che se ne stava seduto su una sedia, guardandola con la faccia scura. Una nuova fitta in testa la fece mugugnare.

"Cos’è successo?", chiese a bassa voce.

"A parte il fatto che ti sei quasi fatta ammazzare da un bolide?".

"Hai preso il boccino?". Possibile che quell’idiota avesse da sputarle veleno addosso anche quando se ne stava in un letto d’ospedale - perché era in un letto di ospedale, a giudicare da quella specie di camicia da notte che aveva addosso e dalle apparecchiature magiche che si trovava intorno - dopo aver ricevuto una legnata epica in testa per dargli modo di vincere la partita?

"Ovvio che sì. E poi ti ho dovuta prendere al volo per evitare che ti ammazzassi quando sei caduta dalla scopa".

"Siamo in finale?!". Il calore della felicità le aveva appena invaso il petto. Avevano vinto! La consapevolezza si era fatta strada tra il mal di testa e l’intontimento, e se solo non fosse stata più che certa che il dolore l’avrebbe uccisa si sarebbe alzata in piedi per ballare.

Malfoy sospirò, prima di puntarle contro un altro dei suoi sguardi assassini. "Sì, ed è un miracolo che tu sia viva per godertela. Ma che cazzo ti è passato per la testa?!". Nel dirlo le si era avvicinato, sempre col cipiglio inviperito. "Avevamo appena iniziato la partita, e stavamo andando alla grande, non c’era la minima fretta di prendere il boccino..."

"Malfoy..."

"... e se non avessi la prontezza di riflessi che ho ti saresti spalmata sul campo..."

Ginevra non lo stava praticamente ascoltando. Vedeva le sue labbra, pallide e sottili, che si muovevano, e quegli occhi grigi e furiosi così vicini, e aveva un tale casino in testa, e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che era felice.

"Malfoy", ripetè, con voce più alta.

Il ragazzo interruppe il monologo. "Che c’è?"

"Parli troppo...", mormorò la ragazza. E prima che l’altro potesse ricominciare a borbottare allungò la mano per afferrargli il colletto della camicia e lo tirò verso di sé. Baciandolo.

 

Si staccò un istante dopo: il compagno la fissò stupito, per un solo attimo.

Poi lo sguardo si fece sornione, e sul suo volto apparve il solito ghigno.

Il monologo era finito.


Lo so che sono passati millenni... chiedo umilmente scusa! Mi è capitato di rileggere la ff dopo molti mesi, e questo capitolo era lì a covare da una vita, pronto solo per la pubblicazione... il problema viene dopo, nel senso che il 9° capitolo è ancor meno che abbozzato. Ma ho deciso di dare un finale a questa storia (sperando che non ci voglia un altro anno :D), quindi, per chi ancora la segue... abbiate fede :)

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