Not just a matter of Quidditch di cl33 (/viewuser.php?uid=14839)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione ***
Capitolo 2: *** Not just a matter of Quidditch - 2. Matrimonio ***
Capitolo 3: *** Not just a matter of Quidditch - 3. Gufi indesiderati ***
Capitolo 4: *** Not just a matter of Quidditch - 4. Preparativi ***
Capitolo 5: *** Not just a matter of Quidditch - 5. Il matrimonio ***
Capitolo 6: *** Not just a matter of Quidditch - 6. Esordio ***
Capitolo 7: *** Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine ***
Capitolo 8: *** Not just a matter of Quidditch - 8. Bolidi ***
Capitolo 1 *** Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione ***
Not just a matter of Quidditch - 1. Introduzione
Se torno a farmi viva con le
mie fan fiction su Draco e Ginny dovete ringraziare (o maledire,
dipende dai punti di vista) l'influenza suina, che ho avuto la premura
di prendere dopo 4 giorni dal mio arrivo a Londra. Visto che ho dovuto
passare 5 giorni chiusa in camera, senza internet, tv o altre
amenità tecnologiche (ho solo lettore mp3 e il notebook),
come impiegare il tempo se non dando sfogo alla mia fantasia malata
sulla coppia più bella che la Rowling non ha ideato?!
Enjoy...
p.s. il
primo capitolo cerca di delineare il quadro della situazione.
Fondamentalmente si tiene conto degli eventi fino alla fine de settimo
libro, escluso l'epilogo. I capitoli dovrebbero essere una decina in tutto, e visto che la storia è per metà scritta e che il resto è ben presente nella mia testa dovrei aggiornare con regolarità. Diciamo circa una volta a settimana. Parecchio graditi i commenti, ovviamente;)
p.p.s.:
non ho idea se per la Rowling le squdre professioniste di Quidditch
abbiano un allenatore; io mi sono immaginata che ne avessero uno. Non
ricordo nemmeno se si chiarisca quante sono le squadre che partecipano
al Campionato del Mondo di Quidditch: ne ho immaginate 8 per la fase
finale, con partite a eliminazione diretta. Ah, e ho anche deciso che
il Campionato del Mondo si tiene ogni 5 anni, quindi se i miei calcoli
non sono sbagliati siamo nel 2005.
* * *
"Tutto chiaro con le
tattiche? Se avete dubbi chiedete, preferisco ripeterle 200 volte
piuttosto che vedervi fare casino domani".
L'allenatore Boyle
aveva già ripetuto le tattiche per le ultime 4 ore, cosa che
indusse Ginevra e compagni a scuotere vigorosamente la testa e a
caricarsi la scopa sulle spalle, per guadagnare in fretta la strada
degli spogliatoi. L'umidità della sera stava entrando nelle
ossa, nonostante la divisa, e tutti sentivano la necessità
di una salutare doccia calda.
Sembrava che solo Boyle
sentisse la tensione per il match del giorno dopo: l'amichevole
Inghilterra-Italia non impensieriva particolarmente nessuno, dato che i
sette campioni della Penisola costituivano una delle rappresentanze
più scarse che il mondo dei maghi potesse vantare sulla
faccia della Terra. Ginevra aveva visto i sette impegnati in una
partita di qualificazione - ovviamente fallita - e si era trattato di
uno spettacolo ai limiti dell'imbarazzante. Né lei
né i compagni erano riusciti a capire come un simile
incontro potesse costituire un allenamento in vista degli imminenti
Campionati del Mondo di Quidditch, in programma a partire dalla
successiva settimana nelle piatte lande d'Olanda - ma
tant'è, ormai erano in ballo.
L'ambiente dedicato ai
giocatori nello spettacolare stadio allestito per la partita - una
struttura creata con la magia nel cuore del Parco di Greenwich, che ai
babbani appariva come un anomalo cantiere in mezzo al verde - era
accogliente e asciutto. Ginevra sentiva la stanchezza in ogni singolo
muscolo: gli allenamenti quotidiani per i professionisti erano
un'abitudine, ma i ritmi della Nazionale erano decisamente al di sopra
degli standard. Ginevra aveva condotto una bella stagione da
cacciatrice in una squadra di nuova formazione, gli Sneering Jesters,
cosa che le aveva dato la possibilità di mettersi in luce
nel panorama sportivo nazionale; la convocazione per i Campionati del
Mondo però era arrivata quasi per caso, a seguito
dell'infortunio della prima cacciatrice Susan Coleen. Per Ginevra
trovarsi in squadra con dei mostri sacri come Lawrence Stipton,
Clarissa Harley o John Rochelle era stato praticamente un sogno ad
occhi aperti, e il fatto che loro, decisamente giocatori di livello
superiore, fossero così modesti e carini con lei era stato
una piacevole sorpresa. Non si poteva dire lo stesso di tutti i
componenti della squadra, purtroppo. Una delle cacciatrici, Marguerita
Lopez, non le rivolgeva praticamente la parola, forse per timore che le
rubasse il posto da titolare - prospettiva che a Ginevra pareva
parecchio remota, per altro. Il primo portiere, Louis Phantom, aveva la
pessima abitudine di trattare tutte le giocatrici come esseri
inferiori, e il fatto che lei fosse una novizia della Nazionale
sembrava suscitare le migliori battute del repertorio misogino di quel
pallone gonfiato. Ma la sola persona che le dava veramente sui nervi,
la sola in grado di farle perdere veramente le staffe era la stella
della nuova Inghilterra, il giovane impiastro dalla testa platinata che
nel giro di pochi anni era diventato il giocatore di Quidditch
più amato del paese: il cercatore Draco Lucius Malfoy.
Dopo la fine della
guerra il nome Malfoy valeva quanto quello dei Weasley prima della
guerra - se non meno. Nonostante le dichiarazioni rilasciate nel corso
del processo da Harry Potter, secondo le quali Narcissa Black in Malfoy
aveveva avuto un ruolo chiave nella sconfitta di Voldemort e Draco
Mafoy non poteva ritenersi responsabile della morte di Albus Silente,
il prestigio dell'antica casata era decisamente andato a farsi
benedire, insieme a una fetta consistente del patrimonio familiare,
destinato alle vittime della guerra a titolo di risarcimento. La
carriera politica, che il rampollo avrebbe sicuramente portato avanti
tra successi e mazzette se le cose non fossero andate come erano
andate, si profilava come una via da non perseguire. Inaspettatamente,
la strada sportiva si era invece rivelata ricca di soddisfazioni, e ben
presto Draco Malfoy era balzato all'attenzione delle cronache sportive
nazionali e internazionali come uno dei migliori cercatori che si
fossero mai visti in circolazione. A 24 anni appena compiuti l'odioso
Serpeverde aveva uno stuolo di fan di proporzioni inquietanti, un conto
in banca di tutto rispetto, appariva sui maggiori quotidiani
praticamente una volta ogni 3 giorni (per lo più nella
cronaca mondana, grazie al continuo ricambio di
fidanzate/compagne/amanti) e, purtroppo o per fortuna, era veramente un
diavolo di cercatore in sella alla sua Nimbus 4000 Sprint. Tutto questo
contribuiva ad accrescere il suo Ego, già smisurato ai tempi
della scuola: se già era odioso a 16 anni, figuriamoci
adesso, con una nazione che pendeva dalle sue labbra e sbavava per ogni
evoluzione azzardata che faceva in sella alla scopa. Prima di
trovarselo come compagno, Ginevra lo aveva incrociato nel corso del
campionato, durante la partita dei Jesters contro i Cannoni di Chudley:
era riuscita a segnare solo tre reti prima che il boato dello stadio
sottolineasse la presa del boccino da parte della squadra avversaria,
con conseguente fine del match. Quando si erano incontrati per il primo
allenamento lui l'aveva squadrata col solito ghigno beffardo, per poi
dirle: "Passano gli anni, ma voi Weasley finite sempre dove non
dovreste stare". Ginevra si era ricordata come le venivano bene le
fatture orcovolanti quando era lui il destinatario dell'incantesimo, ma
si era trattenuta: voleva quella dannata coppa, e lui era il
lasciapassare per stringerla tra le mani.
Ginevra aveva lasciato
il getto dell'acqua calda aperto al massimo, e teneva gli occhi chiusi,
la testa vuota da ogni pensiero. Si sarebbe persino potuta addormentare
dov'era, tanto era stanca. Quando alzò la testa per
guardarsi intorno si rese conto che era rimasta sola: probabilmente le
compagne si erano già smaterializzate nelle camere
dell'albergo dove la squadra avrebbe risieduto per quella sera e per la
successiva, proprio in vista dell'amichevole. Pochi minuti dopo aveva
già indossato la tuta ed era pronta per andare nella sua
stanza, quando le arrivarono le risate sguaiate dalla parte maschile
dello spogliatoio. Si avvicinò silenziosamente alla parete
divisoria, oltre a quale si sentivano le voci dei suoi compagni di
squadra: Phantom e Malfoy stavano parlando, decisamente non di
Quidditch.
"E perché la
Granger sarebbe frigida?!" stava chiedendo Phantom, con voce divertita.
"A scuola era un
cespuglio di capelli che vagava per le classi tenendo la mano alzata
per farsi vedere dai professori, ora è un politico in
carriera che si fa in quattro per i diritti di tutte le razze meno che
per quella dei maghi. Io proprio non riesco a vederla come una donna,
è eccitante quanto un parapalle sudato..."
Ginevra
serrò la mascella. Aveva ben presente quanto potesse essere
eccitante Hermione, quando l'aveva vista dimenarsi come un'amazzone sul
bacino dell'allora-suo-fidanzato Harry Potter, più o meno
due anni prima. Furiosa e umiliata, aveva distrutto la stanza in cui li
aveva trovati e aveva cercato di marchiare il bambino sopravvissuto con
la 's' di 'stronzo', sperando che la nuova cicatrice gli deturpasse il
bel visino più di quanto non avesse fatto l'ormai
proverbiale saetta; purtroppo la Granger era riuscita a fermarla. Da
allora Ginervra aveva chiuso ogni rapporto coi loro, e da allora i due
erano diventati 'la coppia' del mondo magico.
"Non credo che Potter
si limiti a portarla alle cene di rappresentanza!"
"Sai... sarà
anche il salvatore del mondo magico e quel che ti pare, ma non
è mai stato molto sveglio, quindi non mi stupirei se
pensasse che i bambini nascono sotto le zucche".
Dopo qualche istante di
silenzio Phantom riprese, stavolta più serio: "Fossi in te
starei più attento Draco: l'Inghilterra ti adora, ma se a
qualcuno viene in mente che ce l'hai con Potter la tua fortuna potrebbe
girare... Non rischiare".
Ora anche Malfoy era
serio: "Non smetterò mai di essere contento per quel che ha
fatto Potter per tutti: gioco a Quidditch, sono pieno di donne e di
soldi, la gente mi adora. Se le cose fossero andate diversamente
probabilmente a quest'ora sarei a fare da schiavo a un megalomane, o
più probabilmente sarei già sotto terra. Ma...
questo non toglie che Potter sia poco sveglio!", concluse ridendo.
I due, di nuovo
allegri, si avviarono verso l'uscita, continuando a lanciarsi
battutine. Ginvevra li seguì poco dopo, e si
smaterializzò nella notte, ancora ignara del motivo per cui
Malfoy e Phantom fossero finiti a parlare proprio della sua nemsi.
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Capitolo 2 *** Not just a matter of Quidditch - 2. Matrimonio ***
La
mattina aveva portato un sole poco
limpido, nuvole sparse e vento - un vento dannatamente forte. Non erano
decisamente le condizioni migliori per giocare a Quidditch. La squadra
inglese
era radunata a terra per discutere nuovamente gli ultimi dettagli, ma
le
condizioni atmosferiche, unite alle precarie condizioni di salute del
cacciatore Sam Crowley, stavano convincendo Boyle a rivedere la
squadra.
"Harley,
Crowley, voi state a terra
oggi, non voglio rischiare. Malfoy, anche tu a riposo per oggi. Al tuo
posto va
Jonas. Subito in campo anche Barnaby e Weasley".
Questo
per Ginevra significava esordio in
Nazionale dal primo minuto, e, visto che la partita sarebbe stata
presumibilmente breve, sarebbe stata un'ottima occasione per mettersi
in
mostra. Lopez permettendo.
"Mi
raccomando ragazzi, fategli vedere
di che pasta siamo fatti oltre la Manica", concluse il coach battendo
le
mani.
Il
momento di panicò arrivò nell'istante
esatto in cui Ginevra si rese conto che stava per librarsi in volo di
fronte a
uno stadio praticamente pieno di tifosi inglesi. Si sentì
artigliare una
spalla: Malfoy.
"Weaslette,
vedi di non cadere dalla
scopa, per favore. Fallo per il nostro buon nome". La battuta aveva
suscitato le risate della Lopez, ma soprattutto aveva avuto il merito
di far
passare a Ginevra ogni paura. Gli si avvicinò a un palmo di
naso, e sussurrò:
"Goditi lo spettacolo dagli spalti, furetto", prima di balzare in
sella alla scopa e mettersi in posizione.
*****
"Antonioni
passa a Lemuri, che passa a
Doni, ma ecco che la Pluffa viene intercettatata da Weasley, che
riparte in
attacco. La cacciatrice schiva facilmente un bolide di Asso,
è di fronte al
portiere avversario, finta... a segno!! 80 a 20 per l'Inghilterra
sull'Italia,
grande prova di forza da parte dei nostri ragazzi..."
Ginevra
sentiva ancora nelle orecchie il
boato degli spalti al suo ultimo gol. Era partito anche un timido
'Weasley,
Weasley', che l'aveva riempita di orgoglio. Stava sfogando due
settimane di
umiliazioni da parte dei suoi compagni di squadra, e lo stava facendo
con una
prestazione da urlo. Schivò un bolide, seguito poco dopo da
un altro: ormai i
battitori italiani l'avevano presa di mira e le lanciavano contro anche
quando
non aveva la Pluffa, tanto che Jonas poteva scorrazzare beato per il
campo
senza che nessuno si preoccupasse di lui.
"Lopez
in possesso di Pluffa, Lopez...
No, perde possesso, può ripartire l'Italia con Lemuri..."
In
compenso la Lopez sembrava parecchio
nevosa, e stava dando una prova abbastanza opaca. Altro bolide
schivato.
Ginevra intuì il passaggio per Antoni e
intercettò la Pluffa, passando in mezzo
ai due cacciatori italiani.
"Nuovo
recupero della Weasley! La
giovane cacciatrice degli Sneering Jesters torna a portare il gioco
nella metà
campo opposta..."
Dopo
aver fatto quasi scontrare due
avversari Ginevra si trovò di nuovo di fronte al portiere
italiano, un
ragazzone alto con due mani enormi. E la prontezza di riflessi di un
elefante.
Stavolta non prese nemmeno la briga di fare una finta,
lanciò forte e rapida
nel terzo cerchio, per l'ennesima rete. L'urlo della folla si
intensificò
quando l'arbitrò fischiò la fine della partita:
Jonas stava tornando verso il
centro del campo, con in mano il boccino.
I
giocatori scesero a terra per stringersi
la mano, nella baraonda generale dei festeggiamenti. Ginevra si prese
una serie
di pacche sulle spalle in segno di approvazione, e persino un applauso
ironico
di Malfoy, a cui rispose con un inchino. Phantom non riuscì
a trovare un
insuto, e si limitò a dire: "Hai capito la Weasley, eh...",
ma furono
le parole di Boyle a fare la differenza. Le si avvicinò con
la sua andatura un
po' sbilenca e la prese per le braccia, con orgoglio: "Sempre
così d'ora
in poi, sempre così!". Aveva gli occhi azzurri sgranati,
felici, un
sorriso sincero che spuntava sotto i radi baffetti grigi. Questo la
riempì di
soddisfazione.
*****
Dopo
una rapida doccia, la squadra era stata
catapultata in una stanza accogliente, dove era stata presa d'assalto
dai flash
dei fotografi e dalle domande dei giornalisti. Non era una
novità nemmeno
questa, ma una presenza tanto corposa di giornalisti di cronaca rosa
non si era
mai vista a seguito di una partita. Inizialmente le domande furono
strettamente
incentrate sull'incontro, poi iniziarono a virare pericolosamente verso
argomenti che Ginevra aveva tutto meno che voglia di affrontare. Fu
Rita
Skeeter, strizzata in un tailleur viola e con la consueta penna prendi
appunti,
a romper gli indugi e a porre la domanda di cui tutti volevano una
risposta:
"Signorina Wesley, prenderà parte al matrimonio di Harry
Potter ed
Hermione Granger?".
Matrimonio?
Il
suono di quella parola si ripeté come
un'eco nella testa della cacciatrice per qualche secondo, prima che
ritrovasse
un briciolo di voce per chiedere: "Si sposano?".
L'uscita
fu accolta come una battuta, ma
quando videro che la ragazza restava seria le penne ricominciarono a
muoversi
sui taccuini e un mormorio sommesso si diffuse per tutta la sala.
"Signorina
Weasley", continuò la
Skeeter, sempre scrutando con attenzione le reazioni di Ginevra, "non
riusciamo a credere che non lo sapesse sul serio, era su tutti i
giornali di
stamani..."
"Non
leggo mai i giornali prima di una
partita. Scaramanzia". Sussurrò flebilmente, prima di
lasciare la stanza.
*****
Ginevra
non era più innamorata di Harry
Potter.
Su
questo non c'erano dubbi. Aveva smesso di
esserlo nell'esatto istante in cui lo aveva visto più che
propenso a farsi
cavalcare dall'allora-sua-migliore-amica, e ne era stata ancor
più sicura
quando il subitaneo annuncio della nuova relazione alla stampa le aveva
fatto
capire che nella sua scoperta della tresca c'era qualcosa di
premeditato. Non aveva
voluto sapere i dettagli, da quanto tempo andasse avanti la cosa e se
le tante
cene a cui Harry doveva presenziare da solo fossero in
realtà scuse per
incontrare l'amante, non le importava: aveva deciso di bollare la sua
storia
con Harry Potter come 'fase della vita da buttare nel cesso' e da
lì era
ripartita, dedicandosi anima e corpo alla sua carriera nel mondo del
Quidditch.
I risultati si erano visti, tra l'altro, e non aveva la minima
intenzione che
il suo ex e relativa compagna ricominciassero ad avere il
benché minimo ruolo
nella sua vita.
Quindi.
Perché.
Diavolo. Aveva. Avuto. Quella.
Reazione. Idiota.
Avrebbe
dovuto dire qualcosa come "Ok,
si sposano, auguri e figli maschi, torniamo a parlare di Quidditch
adesso?" e invece era scappata, come se la cosa dovesse farle ancora
male.
E le faceva male, accidenti. Potevano almeno avere il buon gusto di
farglielo
sapere in modo diverso, e non tramite una schiera di giornalisti
puntati come
per un'esecuzione?
Ginevra
si sedette sul letto della sua camera.
Era lì che si era smaterializzata, non appena aveva avuto la
notizia bomba, ed
erà li che aveva passato gli ultimi 5 minuti buoni a
misurare il perimetro
della stanza camminando come un automa e dandosi della stupida.
Alzò la testa e
incontrò il suo riflesso nello specchio: i lunghi capelli
rossi le scendevano
lungo le spalle, lasciati liberi di andare come volevano. Non un filo
di trucco
a incorniciare gli occhi castani, né lucido per le labbra
che erano già
abbastanza rosse per conto loro. Non dimostrava più di 18
anni, a dir tanto.
Era questo che aveva spinto Harry a preferirle Hermione, più
matura, più
interessante, più curata nell'aspetto, coi suoi boccoletti
biondi tenuti dalle
forcine e il sorriso sicuro? Ginevra si passò le dita sul
volto, dove faceva
ancora bella mostra di sé la miriade di lentiggini tipica
della sua famiglia.
Sarebbe apparsa sui giornali di domani con quella faccetta spaurita.
Non
portata in trionfo dai compagni di squadra dopo una prestazione da urlo
al suo
esordio in Nazionale, ma 'atterrita dalla notizia del
matrimonio dell'ex
Harry Potter', già si vedeva i titoli. Che
grandiosa figura di merda.
Si
stava arruffando i capelli più di quanto
non lo fossero da soli, quando sentì tre discreti colpetti
alla porta. Volevano
farle le interviste anche in camera, per caso?!
"Weaslette,
sono il tuo compagno di
squadra preferito. Mi fai entrare o ti sei già tagliata la
vene?"
Ginevra
alzò sconccertata lo sguardo verso
la porta: che diavolo voleva Malfoy?
"La
tua presenza in camera mia è
estremamente necessaria o ne posso fare a meno?" gli chiese con voce
scocciata. Ci mancava solo che venisse a prenderla per i fondelli.
"Dai...
è da anni che non ti vedo con
gli occhietti rossi e lacrimosi a causa di Potter..."
Ginevrà
si alzò di volata e spalancò la
porta.
"Ti
pare che sto piangendo, per
caso?" gli chiese indicandosi gli occhi, decisamente sbattuti ma senza
dubbio asciutti.
"Effettivamente
no, Wes, i miei
complimenti" le disse, appoggiando il gomito allo stipite. "Ne hai
fatta di strada in..." fece finta di calcolare con le dita "... 12
anni?!"
Ginevra
fece per chiudergli la porta in
faccia, ma quello che si trovava davanti era ormai un uomo di un metro
e
novanta, senza dubbio con un fisico sottile ma allenato, per cui
l'operazione
si rivelò impossibile. Anzi, Draco sfruttò
l'occasione per farsi strada ed
entrare nella stanza, e sedersi comodamente in fondo al letto. La
guardava con
la sua solita aria da schiaffi, il ciuffo biondo che cadeva con
studiata non
chalance sui penetranti occhi grigi e quel sorrisino storto sulla
dentatura
perfetta. Mix che mandava in visibilio le fans di tutto il mondo
magico, e che
a Ginevra dava l'orticaria. La ragazza tirò fuori la
bacchetta prima che l'altro
potesse aprire bocca.
"Weasley,
cosa hai intenzione di
fare?!". La sicurezza del cercatore era andata a farsi benedire non
appena
aveva visto fuoriuscire qualche scintilla rossa dalla punta della
bacchetta.
"Vattene
dalla mia stanza. Non è il
momento per il tuo sarcasmo del cazzo sulla mia vita sentimentale o la
mia
famiglia o le mie lentiggini o la mia squadra o qualsiasi altra
maledetta
ragione per cui sei venuto qui a prendermi per il culo, quindi vedi di
levarti
immediatamente dalla mia vista prima che ti lanci il primo incantesimo
che mi
viene in mente - e quando sono così furiosa non hai idea di
cosa è capace la
mia fantasia".
Malfoy
si alzò piano dal letto, con le mani
alzate verso la ragazza, e con estrema lentezza le disse: "Vieni con me
al
matrimonio".
Ginevra
lo guardò a bocca aperta. Poi si
mise a ridere, come se avess sentito una bella battuta.
"Sono
serio".
"Ma
piantala", lo rimbeccò.
"Innanzi tutto non hai bisogno di portare me a quel matrimonio, puoi
andarci con la prima modella o attrice o che ne so io che ti viene in
mente.
Secondo, io non ho la minima intenzione di andare a
quel
matrimonio".
"Non
ti va catturare l'attenzione di
tutti?" le chiese, avvicinandosi.
"Catturare
l'attenzione? No! Voglio
starci il più lontana poss..."
Prima
che potesse accorgersi di quello che
stava facendo, Draco l'aveva voltata verso lo specchio tenendola per la
vita.
La guardava negli occhi, attraverso il riflesso.
"Immagina.
Matrimonio Potter-Granger,
invitati di ogni estrazione, la stampa, i politici, i fotografi, la
creme de
la creme del mondo magico. Tutti gli occhi sono puntati sugli
sposi
finché..." e nel proseguire la strinse di più a
sé "... arriviamo
noi, insieme".
Ginevra
se lo scostò di dosso, ma non lo
interruppe: voleva capire dove voleva andare a parare.
"Due
nazionali della squadra inglese di
Quidditch, rispettivamente il cercatore e una promettente cacciatrice
riserva,
che oggi ha per altro dato prova della sua bravura e che, udite udite,
è nota
alla cronaca mondana come l'ex fidanzata dello sposo. Aggiungiamo che i
due di
cognome fanno rispettivamente Malfoy e Weasley, famiglie che sono state
fieramente contrapposte in passato, esponenti di due visioni del mondo
magico
totalmente diverse. In breve, su una foto di me e te al matrimonio del
secolo i
giornalisti potrebbero scrivere per una settimana. Soprattutto se ci
limitiamo
ad arrivare insieme, senza chiarire a nessuno se di fatto abbiamo o
meno una
relazione romantica".
Ginevra
continuava a non capire il fine
ultimo della messa in scena.
"E
dopo aver ottenuto l'attenzione di
tutti?", gli chiese scuotendo la testa.
Draco
la voltò verso di sé. "Wes. Lo
sai che i titoli dei giornali di domani saranno dedicati al tuo coup
de
theatre in sala stampa, vero?"
Ginevra
socchiuse gli occhi e fece sì con la
testa.
"Immagina
la faccia della nostra amata
Granger, quando, sfogliando le pagine della Gazzetta del Profeta il
giorno dopo
il suo matrimonio, vedrà che gran parte delle notizie
riguarda l'ex fidanzata
di suo marito..."
Improvvisamente
la prospettiva di rovinare
almeno una parte del piano perfetto che sicuramente Hermione aveva
già ideato
per le sue nozze le sembrò allettante. Molto allettante.
"Ok,
mettiamo pure che la cosa per me
sia... un bel modo di vendicarmi. Ma per te?"
Draco
le sorrise diabolico: "Quale
parte del Draco Malfoy che conosci non morirebbe dalla voglia di rubare
la
scena a Potter e degna consorte in un giorno così speciale?!"
Vista
da questo punto di vista la logica
stringente di Draco Malfoy non faceva una piega.
***********************************************
Ed
ecco il secondo capitolo. In origine avevo pensato di farne due
distinti, ma alla fine mi è sembrato meglio presentare il
Draco di questa storia. Non so bene quanto possa risultare aderente al
personaggio della Rowling, ma per me, a suo modo, non è ooc
- ovviamente tenendo conto del fatto che sono passati dieci anni dai
tempi della guerra.
Ringraziamenti:
puffolapigmea:
Grazie per avermi definita una ficer che vale la pena di leggere. In
realtà era da parecchio che non mi dedicavo alle ff, sono un
po' arrugginita ;) Ma sono abbastanza soddisfatta delle idee che ho per
la trama, e spero che il risultato sia una buona storia!
Selene_malfoy: Carattere ingrandito! Non credo che ti farò
cambiare idea sulle Draco/Ginny, ma ci sarà ancora parecchio
Quidditch, se non altro!
chandelora: Grazie per i complimenti! Quanto al motivo per cui
parlavano di Hermione ed Harry... appena scoperto, direi ;)
mAd wOrLd: Nella mia immaginazione noi Italiani siamo schiappe a
Quidditch perché ci sono altre nazionali con una tradizione
più seria di gioco. Nella mia idea, queste nazionali sono
alcune di quelle che non si vedono mai nei campionati del mondo di
calcio - e questo ha significato escludere dalla rosa delle migliori
non solo Italia, ma anche Germania, Brasile, Argentina, etc. etc.
Nessun altra ragione in particolare:)
Kukiness: Grazie! A me Ginevra piace, però secondo me nel
libro è un personaggio un po' sbiadito. In qualche modo in
questa storia vorrei darle uno spessore, immaginandomi come avrebbe
potuto essere se non fosse diventata la madre di famiglia, moglie del
prescelto etc. etc.
Un
ulteriore grazie a chi mi ha letto, a chi mi ha messo tra le seguite e
a chi ha messo Not just
a matter of Quidditch tra i preferiti. Alla prossima!
|
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Capitolo 3 *** Not just a matter of Quidditch - 3. Gufi indesiderati ***
Ciao
Ginny,
la
prossima volta che sei in prima squadra in Nazionale vedi di farmelo
sapere
prima: George e Lee sono venuti e mi hanno detto che si stata
sensazionale! In
ogni caso puoi stare sicura che per il Campionato del Mondo
sarò in Olanda, e
non mi perderò una partita: Francisco e Carlos si
occuperanno del locale -
anche se non sono del tutto sicuro che me lo faranno riavere in buone
condizioni, visto che avete fatto fuori il Brasile dalla fase
finale...! Ma per
un vero tifoso la propria squadra viene prima di tutto. E poi, sia mai
che mi
perda un'altra volta la mia sorellina che fa neri gli avversari!!
Mamma
e papà arriveranno ad Amsterdam la prossima settimana,
insieme a George e
Angelina. Bill non può prendere ferie dalla Gringott, ma
arriverà direttamente
per la partita con Vic e Dominique, e ovviamente ci sarà
anche Pearce -
sicuramente dovrà fare lo stoccafisso in mezzo a qualche
delegazione politica
straniera, ma sai com'è fatto, no? Charlie invece
è bloccato in Romania, hanno
quella specie di influenza che sta falcidiando i draghi - ogni volta
che un
Dorsorugoso starnutisce rischia di bruciare mezzo ettaro di foresta...
- per
cui è molto difficile che si faccia vedere. Luna mi ha
mandato un gufo per
rassicurarmi che ha ancora la testa che ruggisce che metteva a Hogwarts
per le
partite, immagino che tu la ricordi... Sarà facile
individuarla tra la folla!
Verranno anche Neville, Seamus, Lavanda - ti assicuro che è
lei che mi scrive,
non io, e che non c'è nulla tra noi, quindi non farti strane
idee! - insomma,
avrai un bel po' di fan tutti per te.
So
che non ti fa piacere, ma ci saranno anche Harry ed Hermione: tu pensa
a
giocare e a dare il massimo, e fregatene. Purtroppo per noi quei due
sono fatti
per stare insieme: io me ne sono accorto prima di loro, tu l'hai dovuto
scoprire sulla tua pelle, e per questo non li perdonerò mai
fino in fondo. Ma
guarda dove siamo arrivati da soli: io gestisco uno dei locali
più famosi del
mondo magico in una città spettacolare come Rio de Janeiro,
tu, poi, sei la
stellina nascente della Nazionale inglese di Quidditch... Io dico che
non
saremmo quello che siamo adesso se fossimo rimasti nella loro ombra.
Quindi,
lascia fuori tutti i cattivi pensieri e pensa solo a giocare: non hai
bisogno
di loro per essere grande.
Ci
vediamo presto, piccola.
Ron
p.s.
lo so che continui a odiare Malfoy, e lo farei anche io a cose normali,
ma... è
il cercatore dei Cannoni, della Nazionale, è maledettamente
bravo, quindi, TI
PREGO, mi fai avere un suo autografo?! E possibilmente anche di tutti
gli altri
giocatori (su una divisa della Nazionale sarebbe il massimo,
così l'appendo nel
locale). Grazie, ti voglio bene!!!
Ginevra
ripiegò la lettera che le era stata recapitata dallo
sgargiante tucano che
stava bevendo acqua dalla ciotolina del suo gufo, Pimkin.
Ron
si era trasferito in Brasile poco meno di 3 anni prima, praticamente
senza
niente in mano. Dopo aver fallito l'ingresso alla scuola per Auror,
ovviamente
centrata alla prima da Harry, era entrato al Ministero e si era
ritagliato un
angolino nell'ufficio che era stato del Signor Weasley, ma non avendo
una
grande passione per i manufatti babbani quel lavoro si era rivelato
frustrante
e noioso. Ancor più alla luce del fatto che Hermione stava
rapidamente
assumendo un ruolo di spicco nella vita politica del paese, tanto da
essere già
entrata a far parte dell'entourage del Ministro della Magia a soli 20
anni.
Nella
sorpresa generale, al pranzo di Natale di tre anni prima aveva
annunciato
di voler abbandonare il paese per tentare una carriera diversa altrove,
e tutti
si erano messi a ridere. Solo George, invece di prenderlo in giro come
al
solito, aveva detto che era la scelta giusta perché a fare
questa vita si stava
spegnendo.
Hermione
non l'aveva presa affatto bene. Gli aveva comunicato che se lasciava
l'Inghilterra per fare 'qualcosa' non si sa dove per lei la loro
relazione
poteva anche finire lì. Lui la mattina dopo aveva preso la
prima passaporta
internazionale per il Brasile, e tanti saluti.
Ginevra
purtroppo aveva sempre avuto una considerazione scarsa di suo fratello.
Era
meno in gamba di Bill, meno diventente dei gemelli, meno intelligente
di
Pearcy, meno forte di Charlie, insomma, era la persona meno 'speciale'
di casa
Weasley. Il fatto che fosse geloso come nessuno aveva contribuito a
complicare
il loro rapporto. La ragazza lo aveva visto per anni come l'anello
debole del
trio che componeva con Hermione ed Harry: lei era un piccolo genio,
Harry era
coraggioso ed era il prescelto, ma Ron? Cosa aveva di speciale a parte
un cuore
grande come una casa e una capacità di attirare guai come
una calamita? Quando
poi, alla fine della guerra, aveva iniziato ad avere una vera relazione
con
Hermione, Ginevra aveva pensato che un simile rapporto potesse tirare
fuori il
meglio da suo fratello; invece ben presto la coppia si era rivelata
squilibrata, troppo sotto pressione per colpa della stampa e della
carriera
della Granger.
Quando
Ron era partito per il Sud America Ginevra aveva pensato che
sarebbe riapparso dopo poco, con la coda tra le gambe e ancor meno
galeoni di
quanti ne avesse in partenza, e invece il giovane Weasley, lontano da
tutto e
da tutti, aveva trovato la sua strada. Nel giro di 6 mesi aveva aperto
il
locale, e grazie ai consigli di George e Lee, che erano entrati in
società con
lui, aveva subito recuperato gli investimenti iniziali. Da
lì a fare 'il botto'
il passo era stato breve. Il Red Flame era diventato ben presto uno di
quei
locali dove entri solo se sei 'in', e Ron Weasley era decisamente il re della
Rio magica. Nonostante questo, non si era montato la testa, anzi: il
successo
lo aveva reso indubbiamente sicuro di sé, ma in quel modo
positivo delle
persone che sanno che cosa vogliono dalla vita e come ottenerlo.
Il
rapporto con Ginevra poi si era fatto indubbiamente più
stretto quando la
ragazza aveva rotto con Harry: Ron era stato vicino alla sorella come
nessun
altro, l'aveva spronata a lasciarsi tutto alle spalle e le aveva dato i
consigli giusti per sfondare come cacciatrice, ossia andare a giocare
in
squadre piccole per mettersi veramente in luce. Adesso si sentivano
regolarmente via gufo, e ogni volta che poteva Ginevra lasciava la
pioggia
londinese per un tuffo nella vita carioca di Rio, e si rinfrancava
nello spirito.
La
ragazza sospirò. La lettera di Ron era stata la sola che
avesse voluto leggere
di un'alta pila di messaggi e pacchi che si era formata nella sua
stanza nel
corso del pomeriggio, e che continuava a crescere man mano che si
faceva sera.
Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, e possibilmente di farlo
ad alta
quota, motivo per cui si mise la giacca e, scopa alla mano,
lasciò la camera
con l'intenzione di smaterializzarsi decisamente lontano da
lì.
Nel
corridoio incrociò Rochelle: il battitore era ormai un
veterano della squadra
ed era semplicemente un mito. I ragazzone bruno, con il solito sorriso
gentile
che rivolgeva sempre alla Weasley, stava scambiando due parole con
Stipton, il
secondo portiere.
"Ginevra,
non ne hai avuto abbastanza di Quidditch per oggi?! Dovresti riposarti,
o
domani gli allenamenti non li reggi".
La
cacciatrice lo sapeva bene, ma avrebbe preferito dormire sugli anelli
dello
stadio piuttosto che rimettere piede nell'ostello per gufi che era
diventata la
sua stanza.
Nel
frattempo anche Clarissa Harley, l'altro battitore, era uscita dalla
sua
camera, e si stava avvicinando al terzetto. "Fammi indovinare, Gin",
esordì, "troppa posta indesiderata, vero?!"
"Già...",
rispose la ragazza, appoggiandosi al manico della scopa.
"Che
ne dici se ti diamo una mano a smaltirla?!" si inserì
Stipton.
"Dividiamo le lettere degli ammiratori dalla spazzatura sul gossip, che
getteremo nel camino seduta stante. Dai... è dai tempi del
mio secondo divorzio
che non faccio queste cose...". Il portiere era statato sposato con la
figlia di una delle Sorelle Stravagarie, e la fine della liaison 6 anni
prima
lo aveva fatto balzare agli onori della cronaca mondana.
*****
Ginevra
non avrebbe mai voluto.
Ma
meno di 5 minuti dopo si era ritrovata di nuovo nella sua stanza,
seduta a
gambe incrociate per terra intorno alla malefica pila di lettere,
insieme ai
tre compagni di squadra, che sembravano divertirsi come non mai.
"Pronta
Ginevra? Apriamo la prima!", disse Rochelle, con in mano un'anonimo
fogliettino rosa.
"Cara
Ginevra, mi chiamo Priscilla e ho 9 anni. Dopo averti vista giocare
oggi penso
proprio che farò la cacciatrice da grande, anche se mamma
vuole che io diventi
medimaga come lei. Ma io voglio diventare come te! Spero che tu giochi
ancora
tanto e che vinci la Coppa!"
"Che
carina!", commentò la Harley, aprendo un'altra busta. "Ciao
Ginevra, sono un super tifoso dei Jesters e ti seguo dall'inizio della
stagione. Ovviamente ero alla partita e volevo dirti che sei stata
superlativa!! Devi giocare in prima squadra, altro che la Lopez!!"
-
"Concordo", aggiunse Stipton - "Tu e Malfoy sarete i nostri
assi nella manica, fateci sognare!"
"Hey,
e io? Mi sento offeso...", disse ridendo Rochelle.
"Sentite
questa", disse Stipton, "Ginevra,
sei un luminoso raggio di sole nel desolante panorama del Quidditch di
oggi –
poetico!"
"Ma
desolante sarà lui!" si inserì Clarissa,
strappando un involucro che si
rivelò essere un pacco di deliziosi biscotti fatti in casa.
Ovviamente se ne
fecero una scorpacciata.
Lo
spoglio delle lettere continuò, tra una risata e l'altra, e
si rivelò
un'operazione meno penosa del previsto. Come previsto incapparono nelle
lettere di
qualche fanatica che sosteneva che Harry Potter faceva bene a sposare
Hermione
Granger perché senza dubbio era migliore di Ginevra, ma
quelle parole facevano
meno male se accompagnate dalla grassa risata di Rochelle o dai
commenti di
Stipton. Era una bella sensazione far parte dela squadra.
Tra
le ultime missive, ne apparve infine una in preziosa carta avorio, con
l'intestazione 'Ginevra Molly Weasley' in lettere dorate. Al suo
interno,
questo laconico messaggio:
Harry
James Potter - Hermione Jane Granger
23
giugno 2005
La
festa di nozze di Harry ed Hermione si terrà in un'ala
riservata del Ministero
della Magia, accessibile solo a coloro che si presenteranno muniti del
presente
invito non oltre le ore 18.00 del 23 giugno.
Richiesto
l'abito da sera.
Una
settimana esatta. E il 24 giugno l'Inghilterra avrebbe esordito contro
la Cina.
Ringraziamenti:
_ki_: Mi fa piacere ;) Per il matrimonio c'è ancora da
aspettare, ma arriverà presto.
Kukiness: Grazie dei complimenti e della segnalazione, ho corretto
subito:) In realtà Draco in questa fanfiction è sexy
e ha le schiere di fan, ma lo è perché
è famoso come un calciatore. E' subdolo, perfido e ironico,
e può pure contare su un notevole fascino. Spero di riuscire
a trasmettere tutto questo soprattutto nei prossimi capitoli, in cui
apparirà di più.
chandelora: Io non odio Harry ed Hermione, sono solo due personaggi;)
ma per la storia avevo bisogno di dipingerli in una luce cattiva. Per
il matrimonio ancora un po' di pazienza:)
Paola_Alessia: Grazie infinite!!
mAd wOrLd: Oh, sì, ci credo :D
Mysotis: Grazie:) In realtà Ginny non ha piani, ma
sarà... trascinata dagli eventi... decisamente.
Grazie ancora a chi mi ha aggiunto ai preferiti e alle seguite :)
|
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Capitolo 4 *** Not just a matter of Quidditch - 4. Preparativi ***
"Rochelle,
più forza in quel bolide, va bene che è una
partita di allenamento ma non siamo
qui a prendere aria!"
Boyle
urlava come suo solito puntellato sulla scopa, mentre la squadra,
divisa in due
schieramenti opposti, provava alcune delle tattiche che sarebbero state
utili
nella prima partita del Campionato del Mondo. La Cina era una Nazionale
con una
buona tradizione nel Quidditch: non era tra le papabili per il titolo
iridato,
ma avrebbe venduta cara la pelle per passare alle semifinali. Le altre
partite
dei quarti sarebbero state Bulgaria-Perù, Costa
d'Avorio-Nuova Zelanda ed
Egitto-Canada. La squadra di Krum, dieci anni dopo il secondo posto
conquistato
con l'Irlanda, era la favorita, ma sia l'Egitto che l'Inghilterra
avevano
ottime carte per poter ambire al gradino più alto, e le
altre erano comunque
avversarie temibili. Non sarebbe stato affatto facile imporsi, e, viste
le
regole del gioco, bastava una partita storta per tornare a casa con un
pugno di
mosche.
La
squadra inglese si allenava nello stadio di Fulham, a Londra. Si
sarebbe
trasferita in Olanda solo il martedì seguente, e quel sabato
pomeriggio stavano
sudando nell'ultimo allenamento in casa prima della partenza.
-6
giorni alla partita.
-5
giorni al matrimonio.
Ginevra
si sentì stringere lo stomaco.
Alla
fine la sua uscita teatrale in conferenza stampa non aveva provocato il
polverone che temeva. Anzi, la cacciatrice aveva incassato il supporto
di
diversi giornali per streghe che sostenevano quanto fosse stato poco
delicato
scegliere una data così vicina alla prima partita, vista la
presenza di Ginevra
in squadra. La Skeeter ovviamente aveva dedicato quattro pagine di
speciale
alla triste vita sentimentale della ragazza, ma dopo aver impiegato
quell'inserto per pulire il fondo della gabbia di Pimkin l'umore della
cacciatrice si era prontamente risollevato. Col passare dei giorni
l'incidente
era stato dimenticato, e gli allenamenti intensi aiutavano a superare
la
spiacevole parentesi.
I
soliti ottimi rifessi la salvarono da un Bolide, stavolta lanciato come
dio
comanda, da Rochelle, che per poco la disarcionò dalla
scopa. Se non altro
servì a riscuoterla dai pensieri e a farla tornare a
guardare il campo. Era
disposta in seconda squadra, e stavano ovviamente subendo il gioco.
Prendere la
Pluffa a Crowley o a Stow, l’altro cacciatore, era quasi
impossibile, e lo
schema di Boyle funzionava alla perfezione con due battitori di peso
come
Rochelle e la Harley. Malfoy, per parte sua, era in grande spolvero, ed
era
riuscito a prendere il boccino a ripetizione.
Il
coach li mandò a fare la doccia pochi minuti dopo.
"La
passaporta si attiverà da casa vostra alle 9 di
martedì mattina. Passate un bel
finesettimana con le vostre famiglie e pensate a rilassarvi, ma non
dimenticate
il lavoro fatto finora. Statemi bene, ragazzi". Boyle si
congedò con una
strizzata d'occhio e poi si avviò verso l'uscita dello
stadio.
*****
Ginevra
temeva l'arrivo di quel momento - la fine degli allenamenti, due giorni
e mezzo
di pausa completa - per almeno un paio di buoni motivi.
Innanzi
tutto, finché stava ad allenarsi non pensava - beh, ok,
diciamo che a tratti
riusciva a a liberare il cervello dal solito maledetto tarlo che
iniziava con
'matri' e finiva con 'monio'.
Seconda
cosa, era sabato, e questo significava passare tutto il pomeriggio che
sarebbe
seguito per scegliere come vestirsi e acconciarsi per la fatidica
giornata del
23 giugno. In compagnia di Luna, se non altro.
La
Corvonero con gli anni aveva corretto il tiro della sua
eccentricità in fatto
di moda, e dal compromesso tra la sua stravaganza e un certo buon gusto
emerso
col tempo era venuta fuori una vera e propria professione: la sua
boutique
nella Londra magica era ormai rinomata quanto quella di
Madama McClane.
Ginevra
aveva un fisico asciutto e allenato, due gambe lunghissime e sottili, e
di
conseguenza aveva la fortuna di stare bene sia in tuta che in
minigonna, ma non
aveva la minima pazienza per mettersi in tiro: senza i consigli di Luna
sarebbe
andata alla festa di nozze con il primo vestitino triste che aveva
nell'armadio, e non se lo poteva decisamente
permettere. Soprattutto se
aveva intenzione di presentarsi sul serio al fianco di Malfoy.
Quella
era una possibilità che a cose normali lei
non avrebbe mai nemmeno preso in considerazione: si sarebbe presentata
al
matrimonio da sola, per farsi vedere 5 minuti 'per correttezza', e poi
si
sarebbe smaterializzata a casa per ingozzarsi di gelato al cioccolato.
Non era
il tipo che si vendicava dei torti subiti, preferiva prendere le
distanze,
fintanto che le era possibile. Eppure l'idea di apparire al matrimonio
con
Draco non le dispiaceva affatto.
Lui
era... lui. Odioso, pieno di sé,
arrogante... ma aveva un fascino senza
eguali e - anche Ginevra doveva ammetterlo - era quel che si suol
definire un figo.
Se
ai tempi della scuola le avessero detto che un giorno avrebbe pensato
una cosa
simile di Draco Malfoy probabilmente si sarebbe messa a ridere, ma
erano
passati tanti anni, e le cose erano decisamente cambiate. Insomma,
tanto per
dirne una, non avrebbe mai e poi mai creduto possibile che Harry ed
Hermione le
facessero una cosa simile. A 17 anni riusciva a immaginarsi solo come
la moglie
fedele e felice di Harry Potter, con tre graziosi pargoli al seguito,
da
accompagnare un giorno a King's Cross per prendere l'Espresso per
Hogwarts... E
invece, le cose erano andate in maniera decisamente diversa. Ovviamente
non
aveva dimenticato i soprusi scolastici del Serpeverde - anche
perché con gli
anni non aveva smesso di farle le solite pessime battute -,
né, soprattutto,
poteva far finta che non avesse avuto un ruolo importante durante la
Guerra. Ma
lui era il primo ad aver messo una pietra sopra a quel periodo, e
pareva averlo
fatto con sincero sollievo, a dispetto di altri mangiamorte mancati
della sua
generazione.
*****
Ginevra
si era smaterializzata nel salotto del suo piccolo appartamento a
Camden Town,
un gioiellino nel cuore della Londra Babbana dove si era trasferita non
appena
aveva firmato il contratto con i Jesters. Era veramente minuscolo -
camera,
salotto/cucina e bagno - ma per lei era stato perfetto fin dal primo
momento in
cui l'aveva visto. E poi adorava camminare per i mercatini di quello
stranissimo angolo della capitale inglese, per cui non avrebbe potuto
veramente
fare una scelta migliore.
Aveva
appena poggiato il borsone a terra quando una Luna munita di due bauli
e una
valigia si era catapultata nel suo salotto tramite camino. Come fosse
riuscita
a non distruggerlo era un mistero.
"Ciao
Ginny! Pronta?"
Ginevra
assentì con una specie di grugnito.
"Oh,
avanti, ci divertiremo. Ci sono abbastanza vestiti per soddisfare anche
i tuoi
gusti!"
Ed
era vero. La maga bionda nel giro di due minuti aveva letteralmente
invaso ogni
ripiano disponibile con vestiti, borse, scarpe, sciarpe, giacche e
persino
cappelli (con sommo orrore di Ginevra).
"Prova
questo". Luna le aveva passato un abito lungo blu elettrico, che le
lasciava completamente scoperta la schiena.
"Ma
figuriamoci se...".
"Gin.
Tu non discuti, provi e basta. Poi, vediamo".
Con
questa tecnica democratica Luna riuscì a farle mettere
almeno una trentina di
vestiti che Ginevra non avrebbe indossato in pubblico nemmeno sotto
tortura,
compreso uno con uno spacco sul petto che raggiungeva l'ombellico, di
colore
dorato. Non che fossero volgari o brutti, anzi, erano semplicemente...
non
adatti a lei. Quando l'amica stava per gettare la spugna, finalmente,
trovarono
qualcosa di adeguato.
"Ginevra,
questo ti sembra disegnato addosso".
La
cacciatrice si guardò nello specchio dell'armadio, e per la
prima volta in
tutto il pomeriggio sembrò non obiettare. L'abito era in
seta, di uno splendido
verde scuro che sembrava perfetto per la sua carnagione. Senza
spalline, un po'
scollato, le aderiva al corpo come un guanto e si apriva in uno spacco
laterale
sul fianco destro. Sexy. Ma allo stesso tempo raffinato.
Nel
giro di mezzora Luna aveva già deciso anche scarpe,
accessori e trucco, e, per
quanto esauste, le amiche poterono sedersi di fronte a una buona tazza
di
gelato soddisfatte del lavoro svolto.
"Secondo
me non devi andarci da sola al matrimonio", disse Luna, col cucchiaio
puntato minacciosamente verso il naso dell'amica. "Stasera andiamo in
un
locale, troviamo un ragazzo di quelli come dico io e
mercoledì ti presenti al
suo fianco. E fai crepare tutte di invidia".
"A
dire il vero...", iniziò Ginevra. Luna la guardò
interrogativa,
invitandola a continuare.
"...
ecco, non ci andrò da sola".
"Aha.
Mi sono persa qualcosa?!", chiese la bionda, con un sorriso sornione.
"No,
niente di interessante. Ho solo fatto un patto col diavolo".
Visto
che l'amica, giustamente, non sembrava capire, Ginevra
proseguì: "Malfoy
mi ha chiesto di andare con lui, per... catalizzare l'attenzione dei
media e
distoglierla dagli sposi, fondamentalmente".
"Oh,
questa sì che è una cosa infame...". La
Grifondoro temeva una simile
reazione, e si sentì un po' in colpa per aver pensato che
potesse essere una
buona idea.
"...
hai accettato, vero?!". Luna la stava guardando con un sorriso
smagliante.
Cosa che lasciò di sasso l'altra ragazza.
"Non
pensi che sia da stronzi?"
"Sinceramente",
e nel dirlo Luna prese un altro cucchiaio di gelato, "penso che non ci
sia
niente di male se vai al matrimonio del tuo ex e della tua ex migliore
amica
con il più bel partito della piazza londinese. Anzi". Si
mise a ridere.
"Non vedo l'ora di godermi il vostro arrivo!".
Ok,
era da stronzi. Ma sarebbe stata una scena grandiosa.
Rieccomi con un nuovo capitolo. Non succede molto, ma dovevo presentare
Luna e creare ancora un po' di attesa... ma il prossimo sarà
il capitolo del matrimonio, non preoccupatevi :D
Ringraziamenti:
Gaea: Grazie, e per l'entrata in scena ancora un po' di pazienza :)
Hermione secondo me sarebbe capace di scendere a compromessi per i suoi
obiettivi. Insomma, la vedo in carriera per rendere migliore il mondo
dei maghi, ma dispostissima a sfruttare ogni mezzo per arrivarci.
Questo non significa che la storia con Harry sia solo una finta per i
media, anzi... però è l'idea che si fa Ginny,
vedendo il tutto con gli occhi della donna tradita. Ma probabilmente
questo punto sarà chiarito meglio più avanti.
Mysotis: il trio ormai non esiste più. Ron fa vita a
sé, e tutti i protagonisti sono cambiati nel corso degli
anni. Draco c'è nei pensieri di Ginny, mentre nel prossimo
capitolo arriverà e la sua presenza si farà
sentire...
Chandelora: Harry ed Hermione mi piaccione come tutti i personaggi della saga, buoni o cattivi che siano :) Stavolta mi sono divertita a fargli fare la parte 'negativa' ;)
Selene_Malfoy: la rivalità tra Ginny e la Lopez in
realtà non esiste, nel senso che le due si ignorano
bellamente. Però è funzionale alla storia che
questo personaggio non sia gradevole... E qui mi fermo o dico troppo.
Teen drama, uhm... dici? :D
Al solito, grazie a chi mi ha messo tra i preferiti e tra le seguite :)
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Capitolo 5 *** Not just a matter of Quidditch - 5. Il matrimonio ***
Dopo
la domenica trascorsa con tutto il parentado Weasley che era riuscito a
trovare
spazio alla Tana, il lunedì dedicato agli ultimi preparativi
per la partenza,
il martedì e il mercoledì mattina passati tra
interviste e allenamenti nella
sede olandese in cui la Nazionale inglese sarebbe stata per la durata
dei
Campionati, era infine arrivato il tanto atteso e odiato momento, e il
cielo
carico di pioggia che incombeva su Amsterdam sembrava far presagire il
peggio.
Quello che mandava più in bestia Ginevra era il fatto che
avrebbe dovuto essere
nervosa per la partita del giorno dopo, non per il matrimonio. E invece
il suo
unico pensiero era per quel diavolo di cerimonia che l'aspettava al
Ministero.
Harry
ed Hemione avevano invitato tutta la squadra di Quidditch. Visto "il
tenore e l'importanza dell'evento", tanto per citare la
Gazzetta del
Profeta, Boyle aveva concesso il permesso di tornare in Inghilterra, a
patto
che rientrassero tutti per le 9 di sera. Ginevra avrebbe preferito che
gli
avesse dato giusto una mezz'ora per i saluti di rito, ma il coach era
stato
dannatamente magnanimo. Lei e Draco avrebbero preso una passaporta alle
17.59,
dalla camera della ragazza. C'era una buona probabilità che
fossero gli ultimi
ad arrivare.
*****
Ginevra
era pronta da almeno 30 minuti. In quel frangente per ben quattro volte
aveva
preso in seria considerazione l'idea di spogliarsi, mettersi in pigiama
e
buttare la passaporta - un posacenere in coccio con su disegnato un
mulino -
nel corridoio. Alle 17.58 l'istinto stava tornando prepotentemente a
farsi
sentire, quando un paio di colpetti alla porta la fecero sussultare. La
ragazza
andò ad apire la porta al suo accompagnatore.
Draco
Malfoy indossava un completo babbano grigio, che gli cadeva addosso
così
bene che sembrava stato fatto apposta per lui. Forse era
così. Sotto la giacca
portava una camicia bianca lasciata un po' sbottonata, e aveva un paio
di
eleganti scarpe nere che completavano il quadro. Era così
perfetto da non
sembrare vero.
"I
miei complimenti, Wes", disse col solito ghigno, facendole l'occhiolino.
La
passaporta si illuminò e i due si mossero immediatamente per
toccarla: la
consueta sensazione di un gancio che ti strattona all'ombellico e,
senza
nemmeno il tempo di pensaci, Ginevra si ritrovò nel mezzo
del salone del
Ministero della Magia dedicato alla cerimonia dei presto coniugi
Potter.
Per
mano a Draco Malfoy.
Dopo
un secondo di palpitante sbigottimento da parte di tutti i presenti,
partì la
raffica di flash.
*****
Il
piano di Malfoy per scioccare gli invitati al matrimonio dell'anno
aveva
funzionato con la precisione di un orologio svizzero. L'attenzione dei
presenti
si era distolta dalla nuova coppia per i brevi minuti in cui Hermione
aveva
fatto il suo ingresso in un vaporoso abito bianco tutto tulle e balze.
Ben
presto però i mormorii erano ricominciati e la
domanda "Draco
Malfoy e
Ginevra Weasley stanno insieme?!" era risultata decisamente la
più
gettonata della breve cerimonia di nozze.
Nella
festa che era seguita i fotografi avevano seguito le loro mosse come
falchi
pronti a balzare sulla preda, mentre le matrone dell'alta
società continuavano
a ciarlare senza sosta, senza mai distogliere lo sgurdo. La
curiosità
serpeggiava fra i presenti, e anche i meno inclini al gossip sembravano
essere
stati catturati dall'incredibile novità.
In
tutto questo Malfoy sembrava muoversi con l'abilità di un
pattinatore sul
ghiaccio. Salutava con garbo chi gli rivolgeva la parola, poi si
allontanava da
Ginevra per qualche battuta con un gruppo di invitati, per
riavvicinarsi e
sussurrarle qualcosa, facendo scivolare la mano sul suo fianco.
Sembrava una
specie di rituale magico, visto che ad ogni mossa gli occhi di tutti
tornavano
a posarsi su di loro.
La
ragazza non si sentiva del tutto a suo agio, ma la sicurezza del
compagno, la
consapevolezza dello sguardo sorpreso di Harry, il palpabile fastidio
di
Hermione, tutto questo in qualche modo la stava elettrizzando, e per
questo si
lasciava guidare in quella sorta di danza diabolica che Malfoy
conduceva con
eccezionale maestria.
Inaspettatamente,
vedere il suo ex e compagna scambiarsi le promesse di matrimonio non le
aveva
creato i problemi che credeva. C'era qualcosa di costruito nel modo in
cui si
rivolgevano lo sguardo, chissà come sempre in una
prospettiva perfetta per gli
scatti dei fotografi, che le aveva fatto venire il voltastomaco. Il
loro
matrimonio era solo questo, una perfetta vetrina di una vita sempre
pubblica e
felicemente di plastica? Quando gli eroi della Seconda Guerra Magica
erano
diventati due manichini? Ginevra non sapeva darsi risposta, ma era
felice di
non essere così. E' vero, dimostrava a
malapena 18 anni e continuava a
sentirsi a disagio di fronte ai taccuini dei giornalisti. Ma almeno era
una
persona vera.
*****
"Ginevra,
cara sei uno splendore. Ti prego, dimmi di chi è quest'abito
così
meraviglioso..."
"Ma
piantala di fare la scema!"
La
cercatrice, con un sorrisone stampato in volto, stava facendo finta di
prendere
a borsettate Luna, che per parte sua ridacchiava divertita. Le due
amiche
riuscivano finalmente a parlare in pace, per un attimo lontane dal
vortice
delle chiacchiere della sala. Ginevra aveva dovuto stringere un sacco
di mani guantate
e non, aveva risposto con cortesia alle domande e ringraziato per i
tanti
complimenti, e con un'abilità che non credeva di possedere
era riuscita ad
evitare di chiarire il motivo per cui lei e Malfoy fossero apparsi
così
'vicini' ai curiosi pettegoli che avevano avuto il fegato di
domandarlo. Vista
l'incredibile quantità di persone, tra l'altro, era riuscita
ad evitarsi il
momento del confronto diretto con gli sposi, e, per quanto fosse
più che sicura
che le sarebbe toccato, finora continuava a prendere tempo distraendosi
con
altre persone più o meno note.
"Ti
stai divertendo, vedo!", scherzò Luna.
Ginevra
sollevò un sopracciglio. "Oh, sì. Decisamente la
serata più bella della
mia vita. Non si vede?!"
"Beh,
magari non la più bella, però...
chissà come può concludersi..." e nel
dirlo lanciò un'occhiata allusiva in mezzo alla folla, dove
Draco Malfoy
svettava tra il baffuto Ministro della Magia russo e un'ormai attempata
Madama
Bumb.
"Sì,
come no...", Ginevra scosse la testa. "A parte il fatto che qua dentro
ci sono almeno una quindicina di splendide donne disposte a far carte
false per
entrargli nei pantaloni..."
"Non
mi pare che a te manchi niente per competere..." la interruppe Luna.
"Ma
io non voglio. Stiamo sempre parlando del galletto
pieno di sé che mi
ritrovo in squadra. Poniamo il caso - parlo solo
in via ipotetica - che tra noi succeda qualcosa: nel giro
di due ore lo saprebbe tutto il circuito internazionale del mondo del
Quidditch. E, soprattutto, domani c'è la prima partita della
Coppa del Mondo di
Quidditch, quindi passare la notte a folleggiare su un materasso non
rientra
esattamente nel novero delle cose da fare per arrivare in forma a un
incontro".
Luna
la guardò con un sorriso furbo, stringendo gli occhi. "Mi
pare di capire
che, comunque vada, l'idea non ti dispiacerebbe".
Ginevra
alzò gli occhi al cielo. "Se non ci
fossero i Mondiali, se
non avesse la lingua tanto lunga quanto biforcuta come si ritrova e se
non fosse così stronzo com'è... no, non mi
dispiacerebbe".
Gli
lanciò un'altra rapida occhiata: ora era passato a parlare
amabilmente con
Marguerita Lopez e una stangona bionda - Christina Bell, se non
ricordava male
- che al momento impazzava in radio con un pezzo intitolato Sono
la tua
Succube. Vedendo come quest’ultima gli aveva
artigliato amabilmente una
delle braccia ben allenate sentì un moto di stizza a cui non
seppe, sul
momento, dare spiegazione plausibile. Purtroppo o per fortuna non ebbe
troppo
tempo per pensarci, perché a poca distanza scorse un Harry
Potter sorridente nel
suo lungo abito da cerimonia, che la stava salutando con la manina
alzata.
Cazzo.
Consapevole
che non poteva girare i tacchi e far finta di niente, Ginevra rispose
con un
fintissimo sorriso a trentadue denti, e, con lo stomaco che si
contorceva, iniziò a muoversi lentamente per raggiungere il
suo ex.
Harry
Potter non portava più gi occhialetti tondi: i suoi occhi
verdi spiccavano
sotto una frangia spettinanata che gli conferiva la solita aria
sbarazzina che
aveva a scuola. In compenso la mascella sembrava bloccata in una specie
di
paresi, che lo costringeva a rivolgersi a chiunque gli capiasse a tiro
con lo
stesso, identico sorrisino. Ginevra gliel'avrebbe spaccato
così volentieri...
Luna la seguiva da vicino, in silenzio: sapeva che i due non si erano
più
parlati da quando la ragazza lo aveva 'colto sul fatto', e si rendeva
conto che
in quel momento l'amica aveva bisogno di tutto il suo sostegno.
Trovarselo
davanti, a nemmeno mezzo metro di distanza, le fece effetto. Le
arrivò alle
narici il suo dopobarba, sempre lo stesso, e questo mise veramente a
dura prova
il suo autocontrollo. Fu come essere trascinata di botto nella camera
da letto
di Grimmauld Place dove avevano passato tanti momenti speciali,
insieme. La
stessa dove lo aveva trovato avvinghiato ad Hermione.
"Ginny,
sono davvero felice di vederti qui stasera! Prima di tutto, i miei
complimenti
per la partita della scorsa settimana!".
Nel
dirlo le aveva stretto la mano, con lo stesso trasporto con cui aveva
salutato
Phantom ricordando le sue spettacolari parate.
Come
se quello che ci fosse stato tra loro non
fosse mai nemmeno esistito.
C'è
qualcosa di profondamente desolante nel momento in cui ti trovi di
fronte una
persona con cui hai condiviso sogni, speranze, emozioni, vita,
e ti
rendi conto che ormai non ne è rimasta nemmeno la
più pallida traccia. Solo un
sottile imbarazzo, qualcosa di sospeso che non viene neanche vagamente
ricordato
mentre ci si scambiano le solite vuote chiacchiere di rito che non si
possono
proprio evitare. L'ipocrisia di quella situazione le stava facendo
venire la
voglia di vomitare la mezza tartina che aveva ingerito.
"Gin,
Luna, che piacere avervi qui!".
A
completare il quadro, Hermione era infine spuntata al fianco del
neo-marito,
abbarbicandosi giustamente al suo braccio. Teneva i capelli fissati in
un
elegante chignon, e il suo abito da sposa le cadeva addosso senza il
più
impercettibile difetto. Ovviamente era perfetta, ancora una volta.
L'autocontrollo
di Ginevra stava vacillando pericolosamente, quando sentì
una presenza ormai
familiare accanto, giusto un attimo prima che la calda mano di Draco
Malfoy
prendesse posto sul suo fianco sinistro.
"Oh,
i felici sposini... Una cerimonia davvero toccante, i miei
complimenti".
Malfoy non sarebbe riuscito a risultare sincero nemmeno se avesse usato
un tono
di voce lievemente più convinto, cosa che provocò
una mezza risata di Luna
camuffata da un colpo di tosse.
L'insistenza
con cui l'occhio di Harry continuava a cadere su quella mano,
appoggiata
morbidamente addosso a Ginevra, ovviamente non sfuggì al
cercatore della
Nazionale, che colse al balzo una nuova occasione per canzonare il
vecchio
nemico: "Su, Potter, la tua occasione l'hai avuta: non vorrai mica
pentirti di quel che hai lasciato andare proprio ora che porti la fede
al
dito?!".
L'imbrazzo
tinse di rosso le guance di Ginevra. Draco era arrivato come un tornado
a
mandare in frantumi l'artificiale cordialità con cui avevano
condotto la breve
conversazione, e a quel punto nessuno sapeva bene come reagire. Fu lo
stesso
Serpeverde a togliere tutti dagli indugi, quando nella sala si
cominciarono a
propagare le note di un ritmato pezzo latino.
"Direi
che è arrivato il momento di ballare. Andiamo?" chiese alla
sua compagna
di squadra.
La
ragazza si fece guidare in mezzo alla pista senza proferire parola. Da
una
parte lo avrebbe preso volentieri a schiaffi, dall'altra gli era
incredibilmente grata per aver trovato il modo di liberarla dai novelli
sposi.
"Oddio,
non mi sono neanche preoccupato di chiedertelo... Sai ballare, vero?
Non ho la
minima intenzione di trascinarti per il pavimento come un manico di
scopa...". Malfoy glielo aveva chiesto con quella solita voce odiosa
che
usava a scuola per insultare i suoi vestiti di seconda mano. E quella
voce,
oltre a far andare il sangue al cervello della ragazza, in qualche modo
riusciva sempre a tirare fuori il leone sopito dal suo petto.
"Non
puoi nemmeno sperare di essere un ballerino alla mia altezza, Malfoy",
gli
rispose con sicurezza, mettendosi di fronte a lui, in posizione.
Fu
allora che diedero il via al vero spettacolo.
Malfoy
non era solo un diavolo di cercatore. Tra le sue doti, infatti, si
annoverava anche
la capacità di ballare - dannatamente bene, per altro, con
un trasporto e una
sensualità che mozzavano letteralmente il fiato. Ginevra
però non era da meno:
le sue frequenti puntate in Brasile nelle fumose sale del Red Flame
avevano
risvegliato la sua anima caliente, e la ragazza aveva scoperto che
adorava
letteralmente lasciarsi guidare dalle note calde e malinconiche di
quelle
ballate sudamericane. Con i loro movimenti sinuosi e perfettamente in
sincrono riuscirono
a catalizzare
nuovamente l'attenzione di tutta la platea, letteralmente stregata
dalla
visione. Ma quelli che per gli altri non erano nient'altro che una
coppia di
spettacolari ballerini, in realtà erano due feroci
duellanti, impegnati in una
complicata battagia di resistenza a colpi di passi complessi e
movimenti
azzardati.
Così
impegnata com'era a dare filo da torcere al compagno tra piroette e
movimenti
d'anca Ginevra si era completamente dimenticata il fastidio che l'aveva
assalita di fronte ad Harry ed Hermione. Aveva una sola cosa in mente,
e quella
era dimostrare alla testolina bionda che aveva davanti che lei non si
sarebbe
mai fatta mettere sotto da un pallone gonfiato come lui: poteva
lanciarle
frecciatine velenose in allenamento, o farle fare evoluzioni che, con
quei
tacchi, avrebbero fatto perdere l'equilibrio a chiunque, ma non gli
avrebbe mai
dato la soddisfazione di farsi umiliare. Occhi negli occhi con Malfoy,
continuò
a muoversi sinuosamente fino a quando la musica non cessò,
quasi d'improvviso,
con uno spettacolare suono di tromba. E per poco partirono gli
applausi. Solo
in quel momento la ragazza riprese coscienza del luogo in cui si
trovava, e del
fatto che, senza ombra di dubbio, aveva dato spettacolo innanzi a tutta
la sua
squadra, a una buona parte dell'alta società del mondo
magico, a parenti e
amici che conosceva da una vita e che non avevano la minima idea che
Ginevra
Weasley potesse essere anche questo.
A
conti fatti, quella sera aveva fornito a Rita Skeeter abbastanza
materiale per
dedicarle un nuovo speciale.
*****
Finalmente,
alle 20.59, tutta la Nazionale di Quidditch si radunò
attorno al Capitano
Harley per toccare il braccialetto che fungeva da passaporta per
tornare in
Olanda. La squadra si dissolse in un applauso generale, tra fischi di
incitamento e frasi di buonaugurio.
Ritrovarsi
nel silenzio del corridoio dell'albergo fece finalmente distendere i
nervi a
Ginevra, che per la prima volta da giorni riuscì a rilassare
le spalle. La
stanchezza della giornata si fece sentire all'improvviso, e il solo
pensiero
della ragazza fu andare all'istante in camera per togliersi tacchi,
trucco e
abito e farsi una rilassante doccia calda. Ma prima doveva fare una
cosa.
Malfoy
stava per aprire la porta della sua stanza, quando un lieve picchiettio
sulla
sua spalla lo fece voltare: Ginevra Weasley lo guardava dritto in
faccia, in
silenzio, e per la sorpresa il ragazzo si limitò a
ricambiare l’occhiata, in
attesa.
Dopo
qualche secondo la cacciatrice aprì finalmente bocca:
"Grazie per aver
reso questa serata meno orribile del previsto".
Il
compagno di squadra sollevò le sopracciglia stupito, prima
di scoppiare a
ridere. Ginevra non sembrò gradire, e dopo aver sollevato
gli occhi al cielo
girò i tacchi per andare verso la sua camera. Malfoy la
riprese per un braccio
e la fece voltare, col ghigno ancora stampato in faccia.
"Wesley,
eri così seria quando l’hai detto che per un
attimo ho temuto volessi farmi una
dichiarazione".
Ginevra
gli tirò uno schiaffo sulla spalla.
"Sei
sempre il solito cretino".
"E
tu sei ridicola", proseguì l’altro, estremamente
divertito. "No, dico
sul serio: stare così male per il matrimonio di uno che ti
ha piantato anni
fa?!".
La
ragazza si sentì nuovamente ribollire il sangue. Ma come si
permetteva di
giudicare?
"Cosa
diavolo ne vuoi sapere di come sto?!", sbottò con la voce un
po’ più alta
del normale.
"Era
palese quanto fossi letteralmente... consumata dal dolore!",
continuò
imperterrito.
"Hai
idea di quanto sia stato umiliante per me andare lì stasera?
L’ultima volta che
mi ero trovata di fronte quei due stavano scopando come forsennati sul
letto
dove ho perso la vergin...". Si morse la lingua. I particolari della
faccenda ovviamente erano stati divulgati solo a pochissime fidate
persone, e
il fatto che adesso anche quell’idiota patentato ne fosse a
conoscenza non era
una bella cosa. Si diede mentalmente della deficiente.
Prima
di scoppiargli a piangere in faccia e rendersi ancor più
patetica si voltò e si
diresse a passo spedito verso la sua stanza, senza voltarsi. Quando si
fu
sbattuta la porta alle spalle si lasciò scivolare a terra,
fino a sedere sul
pavimento, dove rimase per qualche minuto, immobile. Poi,
all’improvviso, le
lacrime che si era imposta di non versare cominciarono a scenderle
lungo le
guance.
Piangeva
perché Harry l’aveva tradita.
Piangeva
perché l’aveva tradita con Hermione.
Piangeva
perché si erano sposati.
Piangeva
perché aveva dovuto assistere al loro scambio di voti,
quando avrebbe voluto
incendiare i festoni e i bouquet di roselline che decoravano la sala.
Piangeva
perché erano le 9 e mezza di sera ed era da sola nella sua
stanza, e perché era
sempre sola nella sua stanza, da due anni a questa parte. E ormai era
stufa di
essere sola.
Alla
fine si passò le mani sul volto, dove il trucco stava
colando miseramente. Si
liberò delle scarpe, del vestito, delle forcine, e subito si
diresse in bagno,
per la tanto agognata doccia.
Poco
dopo era stesa nelle fresche lenzuola del letto.
Fortunatamente
si addormentò nel giro di qualche minuto.
Ed
ecco il matrimonio ;)
Sono di corsa, per cui non posso ringraziarvi una ad una, ma comunque
grazie per le recensioni, le letture, i preferiti, le seguite e
più in generale per il sostegno :) Alla prossima!
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Capitolo 6 *** Not just a matter of Quidditch - 6. Esordio ***
La
Nazionale inglese di Quidditch era radunata negli spogliatoi, in
religioso
silenzio. Mancavano meno di 5 minuti all’inizio della prima
partita della Coppa
del Mondo, e i giocatori avevano appena finito di ascoltare il discorso
di
Boyle, che gli aveva ripetuto le ultime raccomandazioni e li aveva
incitati a
dare il massimo.
Ginevra
non avrebbe giocato, ma non per questo sentiva meno la tensione. Tra i
suoi compagni
solo Phantom riusciva a buttarla sul ridere, lanciando le sue battute
squallide
a destra e a manca - "I Cinesi sono un popolo da conquista! Gli faremo
il
culo a strisce, sono sicuro!" - ma il fatto che andasse avanti a
saltellare per ogni angolo dello stanzone la diceva lunga su quanto
fosse poco
tranquillo. La Lopez stringeva forte il manico della scopa, quasi
avesse paura
che volasse via da solo, e teneva gli occhi fissi sul pavimento.
Rochelle
continuava a passarsi le grosse manone sulla divisa, che era in
perfetto
ordine, mentre la Harley pregava - letteralmente - tenendo le mani
giunte e gli
occhi chiusi. Crowley e Stow si ripetevano a bassa voce gli schemi per
passarsi
la Pluffa, mentre Boyle ascoltava e assentiva. Malfoy invece era
pallido come
un cencio e aveva il volto tirato, le labbra strette in una specie di
broncio
preoccupato, e continuava a passarsi le mani tra i capelli per
toglierli da
davanti agli occhi, fissi nel vuoto davanti a lui.
Da
fuori arrivavano le grida dei tifosi, che ormai avevano riempito tutto
lo
stadio: ogni tanto partiva qualche coro, e si sentivano risate e
fischi.
Richiamati
da uno degli assistenti dell’arbitro, i sette nazionali,
seguiti dalle riserve,
si avviarono verso il campo da gioco. Al loro ingresso, simultaneo a
quello
della squadra avversaria, tutto lo stadio si alzò in piedi
per salutarli con un
fragoroso applauso, mentre le mascotte si allontanavano rapide dal
campo dove
avevano appena concluso il loro show benaugurale: il lungo dragone
cinese,
fatto tutto di scintille rosse, volò a bordo campo e si
acciambellò su se stesso,
lanciando un’ultima fiammata multicolore dalle sue fauci
enormi. Dall’altra
parte, invece, una schiera di scintillanti unicorni si stava
allontanando con
regale eleganza, dopo aver affascinato il pubblico sotto le indicazioni
degli
abili cavalieri che la guidava.
Ginevra
alzò gli occhi verso gli spalti: sapeva dove stavano i suoi,
e anche se da
quella distanza non era possibile riconoscerli li cercò
inutilmente tra la
folla. Poi sentì un ruggito, ben presto sovrastato dal resto
delle grida, e
sorrise scuotendo la testa. Luna era ancora la solita pazza furiosa.
Prima che
le venisse la malsana idea di cercare Harry e signora, che sicuramente
al
momento dovevano essere impegnati a parlare amabilmente col Ministro
della
Magia in tribuna d’onore, la ragazza riportò
l’attenzione in campo. I due
capitani si strinsero la mano, e subito dopo i quattordici giocatori si
alzarono in volo sulle loro scope: l’arbitro
fischiò dando inizio al match.
La
cacciatrice poteva seguire l’incontro dalla postazione a
fondo campo pensata
per le riserve delle squadre: la partita era subito entrata nel vivo, e
i
nazionali sfrecciavano come razzi costringendo tutto il pubblico a
spostare lo
sguardo da una parte all’altra del campo.
I
Cinesi erano in gamba. I cacciatori Huang, Guo e Wu erano velocissimi
ed
estremamente precisi nei passaggi della Pluffa, mentre i battitori, due
giganti
di stazza impressionante di nome Zhou e Pang, riuscivano a colpire i
Bolidi con
una forza tremenda. Ci misero poco a capire che l’anello
più debole
dell’attacco inglese era costituito dalla Lopez, e per questo
iniziarono subito
a tartassarla. Il portiere, He, era un ragazzone ben piantato con
lunghi
capelli neri, ma non pareva particolarmente in giornata, tanto che si
fece
rifilare tre gol nel giro dei primi cinque minuti. La cercatrice Akane
Li,
minuta e sottile, costituiva il maggior pericolo della nazionale
cinese:
giocava nelle Holyhead Harpies da due anni e sapeva davvero come
muoversi in
sella alla sua scopa. Dopo otto minuti dall’inizio della
partita aveva fatto
prendere un tremendo spavento ai tifosi inglesi, quando si era lanciata
all’inseguimento del boccino, apparso per qualche secondo in
prossimità degli
anelli protetti da Phantom; per fortuna lo aveva perso di vista appena
giunta
sul posto.
*****
"Sono
trascorsi i primi quaranta minuti di gioco, e la Nazionale Inglese
conduce per
50 a 40. Dopo aver segnato i primi tre gol nella fase iniziale la
squadra
europea ha iniziato a subire il gioco avversario, e ormai la Cina si
sta
facendo vedere sempre più spesso dalle parti di Phantom.
Ecco che Guo, in
possesso di Pluffa, scarta con abilità il Bolide di Rochelle
e si avvicina
minaccioso agli anelli avversari: è davanti a Phantom, sta
per lanciare... No,
passa a Wu, e Wu segna! Parità! L’Inghilterra
è in evidente difficoltà..."
Le
parole dello speaker erano pura verità. Ginevra si stava
torturando le mani,
mentre vedeva i cacciatori cinesi che sempre più spesso
riuscivano a strappare
la Pluffa dalle loro mani. Boyle saltellava e si sbracciava per dare
indicazioni, urlando come un ossesso, ma la situazione si stava facendo
progressivamente più nera ogni minuto che passava. I due
cercatori
perlustravano il campo ma del boccino per il momento non
c’era la minima
traccia. Mentre la battaglia sportiva infuriava, se ne stavano sospesi
in mezzo
al campo, guardandosi intorno. Il pubblico cominciava a fischiare,
impaziente.
Poi,
successe: Malfoy si lanciò a razzo verso il basso,
inseguendo quello che, come
ebbe modo di comprendere Ginevra intravedendo un rapido sbarluccichio,
senza
dubbio era il boccino d’oro. Subito dopo la Li si mise in
moto avvicinandosi
rapidamente, appiattita sul suo manico di scopa.
Il
boccino schizzò via rapido prima che Draco arrivasse, e
iniziò a seguire una
traiettoria a zig zag prima di puntare dritto verso la panchina
inglese.
"Ragazzi...
forse è il caso di spostarsi",
mormorò Jonas.
Malfoy
era lanciato nella loro direzione; dietro di
lui, ormai a brevissima distanza, seguiva la cinese.
Le
riserve inglesi si alzarono e si spostarono a
destra: il boccino era ormai a pochi metri, e il cercatore stava
già tendendo
la mano per afferrarlo. Ancora poco - solo qualche metro... Malfoy
piombò
letteralmente addosso alla panchina, facendola ribaltare, e
finì ruzzolando
poco più in là.
In
uno stadio letteralmente ammutolito Ginevra e
gli altri si avvicinarono di corsa al loro cercatore. Non fecero
nemmeno in
tempo a rendersi conto se aveva qualcosa di rotto che lui si
alzò barcollando e
mormorò "Preso", alzando il pugno destro verso
l’alto, a mostrare la
piccola sfera dorata.
La
tifoseria inglese ruggì per la gioia, e in un
attimo tutta la squadra fu addosso a Malfoy: Ginevra fu tra i primi a
reagire e
gli saltò al collo, scoccandogli un bacio sulla guancia, ma
subito dopo
arrivarono tutti gli altri e il cercatore si ritrovò a
terra, coperto dai
compagni.
"Draco
Malfoy ha preso il boccino! Con il punteggio di 200 a 50
l’Inghilterra supera
la Cina e va dritta in semifinale, dove affronterà la
vincitrice del match Costa
d'Avorio-Nuova Zelanda. Un vero peccato per
la Cina, che stava decisamente dominando la
partita, ma si sa, questo è il Quidditch..."
Lo
speaker continuava a commentare, ma pochi
stavano ad ascoltarlo, troppo presi dall’euforia del momento:
lo stadio era in
festa, e le bandiere inglesi sventolavano ovunque, mentre gli unicorni
avevano
di nuovo invaso il campo e dato il via a un secondo spettacolo. Il
drago rosso,
invece, aveva emesso un fischio stizzito, prima di dissolversi in uno
scoppio
assordante.
Gli
Inglesi lasciarono rifiatare Malfoy e strinsero
le mani ai loro avversari, prima di montare in sella alle scope e fare
un giro
del campo per salutare il pubblico: il cercatore era il primo della
fila, e in
quel momento c’erano circa cinquanta mila maghi che
incitavano il suo nome.
*****
"Strepitoso".
"Senzazionale!"
"Che
coraggio a prendere il boccino così,
avrebbe potuto farsi seriamente male!"
"Malfoy
è il miglior cercatore che
l’Inghilterra abbia mai avuto, non c’è
niente da dire!"
"Però
dobbiamo giocare meglio, la prossima
volta, in attacco abbiamo fatto pena".
I
giornalisti inglesi aspettavano in sala stampa,
in trepidante attesa. A parte l’ottima prova di Malfoy, il
resto della squadra
era apparso poco lucido e decisamente poco meritevole della vittoria;
per
questo, non appena Boyle mise piede nella stanza, fu letteralmente
sommerso
dalle domande sugli schemi e sui cambiamenti in vista della semifinale.
L’allenatore di fronte alla stampa difese fieramente i suoi
ragazzi, ma negli
spogliatoi non era stato altrettanto magnanimo: le sue urla non si
erano
sentite solo perché si era premurato di lanciare un
incantesimo per
insonorizzare la stanza.
Nonostante
fosse dispiaciuta per la prova opaca dei
suoi compagni, Ginevra, che se ne stava in disparte, in piedi vicino
alla
porta, non poteva fare a meno di essere sollevata nel constatare che i
giornalisti erano troppo occupati a fare domande inerenti la partita
per
ricordarsi di accennare anche minimamente alla cerimonia del giorno
precedente
e, di conseguenza, a quello che c’era o non c’era
tra lei e Malfoy. Come di
consueto prima di ogni match non si era avvicinata a un giornale, e per
quanto
ne sapeva anche i suoi compagni avevano fatto lo stesso, troppo presi
dall’esordio per dedicare attenzione a qualcosa di diverso.
Ma era solo
questione di tempo prima che l’argomento più caldo
del gossip estivo facesse
capolino.
Malfoy
aveva appena raccontato momento per momento
la presa del boccino, quando una strega dalla terza fila
alzò la mano paffuta,
mostrando le sue unghie lunghe e laccate di fucsia.
"Signor
Malfoy!", trillò alzandosi in
piedi. Indossava un abito aderente, che le metteva in evidenza il
prosperoso decoltè,
e che le stava disgraziatamente male.
"Signor
Malfoy, a chi dedica la vittoria?!"
chiese con una fastidiosa voce acuta.
Il
cercatore la squadrò qualche secondo prima di
rispondere: "A tutti i tifosi inglesi" - "Ruffiano", pensò
Ginevra.
"Suvvia,
Signor Malfoy, non ci vorrà mica dire
che non c’è una persona speciale"
- e nel dirlo sorrise
maliziosamente - "a cui ha pensato quando ha preso il boccino!".
Ginevra
si sentì avvampare non appena si rese conto
che gli sguardi di tutti avevano iniziato a spostarsi su di lei.
*****
Alla
fine la conferenza stampa si era protratta di
un’altra mezz’ora, e l’unico motivo per
cui aveva avuto termine era che Boyle,
stanco di quelle chiacchiere inutili, aveva ordinato alla squadra di
levare le tende.
Prima di andarsene aveva sbraitato contro i giornalisti, dicendo che se
si
azzardavano a fare un’altra domanda non riguardante il
Quidditch avrebbe
imposto ai suoi il silenzio stampa.
Ginevra
avanzava a testa china, vergognandosi come
una ladra. Si era sorbita un fuoco di fila di domande sulla sua
presunta
relazione - compresa quella di un’altra giornalista-oca
giuliva, che voleva
sapere se Draco andava a trovarla durante la notte – e
sull’effetto che le
aveva fatto vedere Hermione diventare la Signora Potter, e la ragazza
si era
limitata a rispondere indignata che non aveva intenzione di fare
commenti di
sorta sulla sua vita privata.
Malfoy
invece era rilassato e divertito. Nemmeno
lui aveva detto niente - anche perché non
c’era nulla da dire - ma con
le sue rispostine allusive era riuscito a scatenare ancora di
più la curiosità
delle persone. Quando aveva detto che Ginevra era "incredibilmente
sensuale come ballerina" aveva scatenato fischi e applausi, ed era a
quel
punto che l’allenatore aveva deciso di far finire quella
patomima.
La
squadra sbucò in un’ampia sala riservata, piena
quanto la stanza che aveva appena lasciato. In questo caso
però i volti erano
quelli di parenti e amici, e la tensione accumulata si sciolse in un
attimo,
non appena gli atleti abbracciarono i loro cari.
Ginevra
fu accolta da una serie di teste rosse, e
subito dimenticò ogni pensiero.
"Finalmente!
Pensavamo che vi avessero
rapito..." disse Percy.
"Visto
quanto hanno fatto schifo i tuoi
compari", continuò George alludendo agli altri Nazionali,
"più
probabilmente vi hanno linciati".
"Vieni
qui tesoro"! Molly Weasley
stritolò la figlia come se non la vedesse da un mese. Atrhur
le diede un bacio
sulla fronte, ma aveva l’aria un po’ contrariata.
Ginevra pensò che la cosa
avesse a che fare con la Gazzetta del Profeta che aveva sotto braccio,
ma
preferì non indagare, almeno per il momento. Victorie le
piombò in collo come
un ciclone, e Fleur si premurò subito di sgridarla
perché non era una cosa "da
signorina beneducata"; Bill mise fine alla ramanzina stringendo figlia
e
sorella come se niente fosse. Per ultimo, con un gran sorriso stampato
sul
volto abbronzato, si fece avanti Ron: non si vedevano dalla fine del
campionato,
e Ginevra si rese conto che le era mancato da morire.
"Se
la prossima volta Boyle non ti mette in
campo gli faccio una fattura", le disse abbracciandola.
"Sei
sempre il solito!", gli rispose
ridendo.
"Gin...",
proseguì l’altro, con una voce
poco rassicurante, "... non stai uscendo con Malfoy, vero?". La stava
guardando con una faccia a metà tra il preoccupato e il
deluso. Tutti gli altri
Weasley puntarono gli occhi sulla piccola di casa.
"Abbiamo
solo preso la stessa passaporta...",
provò la sorella.
"E
avete ballato".
"Oh,
andiamo Ron". La voce della ragazza
era diventata improvvisamente più dura. "Non starmi col
fiato sul collo. E
anche voi", aggiuse, rivolgendosi agli altri. "Primo, ho 23 anni, un
lavoro, una casa, e gestisco la mia vita come voglio. Secondo, esco
giusto ora
da una conferenza stampa in cui mi hanno letteralmente tartassato sullo
stesso
identico argomento, quindi non ho voglia di un altro terzo grado".
"Ginny".
Stavolta era stato suo padre a
parlare. "Gestisciti la vita come vuoi, ma la prossima volta cerca di
non...
metterci in imbarazzo" - concluse a disagio, e nel dirlo le
allungò il
giornale.
Sotto
una foto a tutta pagina di Harry ed Hermione
sorridenti in tutto il loro splendore, spiccava un primo piano di lei e
Draco, impegnati
in una complicata combinazione di passi. E decisamente
vicini. Le
orecchie di Ginevra si fecero rosse, ma lei non perse il suo cipiglio.
"E
quindi? Dovevo passare la serata in un
agolo a guardare da lontano i lieti sposini che conversavano
amabilmente con
gli ospiti?". La rabbia stava prendendo il sopravvento.
"Io
dico che hai fatto bene, cherie".
La cacciatrice guardò stupita sua cognata. Fleur stava
prendendo le sue difese?
"Io
avrei fatto lo stesso al tuo posto",
e nel dirlo le fece l’occhiolino.
"In
che senso?", chiese Bill, con un
pizzico di gelosia nella voce.
"Nel
senso che bisogna andare avonti
nella vita. Per me è fantastico che Jinnì
sia riuscita a divertirsi al
matrimonio del suo ex. Vuol dire che lui... è nel cassetto",
spiegò, come
se fosse la cosa più semplice del mondo.
Ginevra
sapeva bene di non aver messo Harry in
nessun cassetto, per il momento, ma aver superato indenne il matrimonio
ed essere
stata anche capace di distrarsi costituiva sicuramente un bel balzo in
avanti.
In ogni caso, non era quello il punto: non si potevano permetterle di
farla
sentire un verme solo perché aveva ballato con un uomo.
Alzò
un attimo lo sguardo sulla causa scatenante
del litigio: il cercatore era circondato da amici e parenti - la madre,
Narcissa Malfoy, in quel momento era letteralmente l’orgoglio
fatto persona - e
la ragazza non poté fare a meno di notare che di quella
piccola schiera faceva
parte anche Christina Bell, la cantante che già la sera
prima aveva cercato di
attirare l’attenzione di Malfoy con tutta se stessa. Stretta
in un corto tubino
bianco che le lasciava scoperte le lunghissime gambe, non faceva altro
che
ridere e muovere la lunga chioma bionda, senza staccarsi un attimo
dalla preda.
Preda che, per inciso, puntava neanche troppo discretamente al
decoltè messo in
bella mostra. La cacciatrice sospirò.
"Ma
vi pare che dobbiamo stare a discutere per
via di Malfoy? Vi rendete conto?!" chiese, un sopracciglio inarcato a
sottolineare l’assurdità della situazione.
Perché
lei non aveva mai avuto la minima intenzione
di avere a che fare con Malfoy se non per motivi strettamente
professionali e
sportivi, e non sarebbe venuta meno a questa regola se non fosse stato
per un
breve attimo di follia indotto dalla notizia del matrimonio dei
fidanzatini perfettini
Potter. E quel che era sicuro era che da quel momento in poi senza
alcun
dubbio non ci sarebbe stato alcunché tra lei e Malfoy, e se
lo ripeteva
silenziosamente mentre vedeva la mano del biondo sfiorare le spalle
scoperte
della Bell. Serrò la mascella per un secondo, prima di
voltare la schiena e di
dedicarsi completamente ai suoi, cambiando discorso.
Anche
stavolta, non ho tmpo per i ringraziamenti specifici, ma questo non
vuol dire che non abbia apprezzato! purtroppo i tempi di scrittura di
questa fan fiction si sono allungati: ho ripreso a lavorare a ritmi
più serrati e in più sono, per così dire, un po' a corto
di ispirazione. Sono ferma da un paio di settimane su una scena del
prossimo capitolo che è particolarmente importante, e
riuscire a scriverla restando fedele ai caratteri dei personaggi non
è una cosa semplice. Ma sono a buon punto, a regola. Una precisazione: non mi ricordo se da qualche parte si dice quale fosse la mascotte della nazionale inglese. La scelta degli unicorni, al di là del ricordo del primo libro di HP, è dovuta al fatto che nello stemma reale inglese sono presenti un leone e un unicorno; per questo nel cercare di immaginare cosa avrebbe potuto rappresentare l'Inghilterra come mascotte queste creature mi sono parse le più adatte. Sul dragone incantato cinese ovviamente ho avuto meno dubbi, mi dà l'idea di essere la cosa più appropriata!
Al prossimo aggiornamento ;)
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Capitolo 7 *** Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine ***
Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine
I
giorni che seguirono furono massacranti per tutta
la squadra. Boyle aveva deciso di testare tutte le possibili
combinazioni di
gioco, mescolando prime e scelte e riserve per provare tattiche
alternative.
L’unico punto fermo, prevedibilmente, era Malfoy. La
conseguenza di tanto
trambusto era che non solo la stampa non aveva la più
pallida idea di come
l’Inghilterra sarebbe scesa in campo in semifinale, ma di
fatto nemmeno i
giocatori stessi sapevano se sarebbero stati in panchina o sulle scope.
Erano
tutti parecchio sotto pressione, e il nervosismo era alle stelle.
Veniva da
chiedersi come era possibile che le cose fossero cambiate in questo
modo nel
giro di pochi giorni: dopo l’amichevole erano stati osannati
come uno dei team
più belli che l’Inghilterra avesse mai avuto,
mentre adesso non c’era giornale
che non li denigrasse per la prova con la Cina.
Ginevra
uscì dagli spogliatoi con le spalle curve:
anche se era domenica si erano allenati per 5 ore quel pomeriggio ed
era
letteralmente sfiancata. Mercoledì ci sarebbe stata la
semifinale e Boyle era
più isterico che mai. La cacciatrice nell’ultima
mezz’ora aveva giocato in
prima squadra al centro dell’attacco, con la Lopez a sinistra
e Stow a destra,
ma i tre non erano riusciti a coordinarsi bene e alla fine il coach li
aveva
mandati a farsi la doccia sbraitando furioso.
Fortuna
che in quei giorni d’inferno Ron era
rimasto ad Amsterdam, e si era impegnato come non mai a distrarre la
sorella.
Tutte le sere la portava in giro per la capitale olandese, che in quel
periodo,
grazie al Campionato del Mondo, pullulava di spettacoli ed eventi da
sogno.
Mentre la parte babbana continuava la sua vita senza accorgersi
praticamente di
niente (alla fine delle partite i tifosi delle squadre vittoriose
spesso e
volentieri si precipitavano a festeggiare anche al di fuori della
Amsterdam
magica, ma la città era abituata alle stravaganze e anche
chi andava in giro
con le vesti da mago non faceva particolarmente scalpore) nei quartieri
dei
maghi, invasi da appassionati di ogni angolo del globo, la festa era
continua.
Per quella sera il ragazzo aveva scovato un locale dove avrebbero fatto
musica
dal vivo, e le aveva parlato con così tanto entusiasmo del
gruppo che avrebbe
suonato che Ginevra non vedeva l’ora di godersi la serata,
dimentica di pluffe,
boccini e scope.
Appena
uscita all’aperto si trovò davanti Ron, con
le mani in tasca, intento a farsi una grassa risata. Non era solo,
infatti: con
sua grande sorpresa la ragazza lo trovò a fianco di...
"Luna?!"
"Ginny!",
la chiamò felice l’amica. "Piaciuta
la sorpresa?!", le chiese con un sorriso.
La
ragazza bionda era dovuta tornare a Londra dopo
la partita, anche se ogni giorno le aveva inviato gufi di
incoraggiamento. Con
lei, Ginevra ne era sicura, la serata sarebbe stata ancora migliore.
*****
La
serata, almeno fino a quel momento, non era
stata decisamente un granché.
Per
carità, la cacciatrice adorava stare con Luna e
ormai poteva dire di stare veramente bene quando era in compagnia di
suo
fratello, ma passare del tempo in contemporanea con entrambi
significava,
evidentemente, ritrovarsi a reggere il moccolo.
Ginevra
sapeva che Luna e Ron, se pur rimasti
amici, dopo la guerra si erano un po’ persi di vista,
soprattutto dopo il
trasferimento in Brasile: il fratello aveva praticamente tagliato i
contatti
con tutto il vecchio giro. Probabilmente quando si erano rivisti per la
partita
con la Cina non si incontravano da tre anni, giorno più
giorno meno. Era per
questo motivo che avevano così tante cose da dirsi,
ovviamente senza
preoccuparsi di coinvolgere minimamente anche la rossa nel discorso?! A
onor
del vero Luna, ogni tanto, si degnava di scambiare qualche frase anche
con
l’altra ragazza, ma Ron riportava subito la conversazione a
uno scambio a due,
e alla cacciatrice non restava che starsene in silenzio, sorseggiando
il suo
cocktail e guardandosi intorno.
Non
aveva mai pensato alla possibilità che tra loro
nascesse qualcosa, eppure adesso che li vedeva così presi
dalle loro
chiacchiere si rese conto che c’era una chimica incredibile.
Pensò a come suo
fratello avesse sempre visto Luna come una mezza svitata quando erano a
Hogwarts, troppo presa da Nargilli e Ricciocorni Schiattosi per
suscitare il
suo interesse - anche perché la cotta per Hermione gli era
venuta così presto
che, al di là della vaghissima sbandata per Fleur e della
parentesi Lavanda
Brown, per lui le altre ragazze praticamente non esistevano. Lei
però con gli
anni era diventata un’altra persona: aveva perso
l’aria di chi vive
costantemente sulle nuvole e, visto che era decisamente una bella
ragazza,
evidentemente Ron cominciava a trovare la sua compagnia molto
stimolante.
Ginevra
guardò sconsolata nel bicchiere, dove ormai
era rimasto solo qualche cubetto di ghiaccio mezzo sciolto. Avrebbe
presto
assistito alla costituzione di una nuova coppia? Era felice per loro,
certo. Ma
il suo momento, quello quando sarebbe arrivato?
Lasciò
scorrere uno sguardo svogliato sugli
avventori del locale. Non poteva certo dire che non ci fossero ragazzi,
ma di
sicuro non ce n’era uno capace di attirare la sua attenzione.
Chi era troppo
brutto, chi troppo sguaiato nel modo di fare, chi troppo preso a
guardare le
donne che gli passavano a tiro come un cane di fronte a una bistecca.
Molto
probabilmente era lei ad essere di gusti difficili, vista la
disinvoltura con
cui altre fanciulle puntavano gli occhioni truccati e si facevano
coinvolgere
in amabili conversazioni.
Richiamò
con un cenno un cameriere per farsi
portare il terzo drink della serata. Non avrebbe dovuto esagerare -
pensò che
gli strepiti di Boyle sarebbero stati ancora più fastidiosi
con un dopo sbornia
coi fiocchi - ma il suo umore era troppo a terra per reggere la serata
senza un
ulteriore correttivo.
Aveva
appena iniziato a sorseggiare la sua bevanda
azzurrina quando le luci in sala si abbassarono e il gruppo apparve sul
palco. Molti
si alzarono dai divanetti per avvicinarsi, e anche Ron
sembrò dell’avviso che
fosse la cosa migliore. Porgendo la mano a Luna invitò le
ragazze a seguirlo.
"Andate
voi, io preferisco ascoltare da qui",
li informò Ginevra.
"Ma
così non vedrai nulla...", provò a
obiettare l’amica, ma Ron la stava già trascinando
in mezzo alla folla e pochi
secondi dopo la cacciatrice li aveva già persi. Si
accomodò meglio, mentre una
cortina umana le si parava davanti a pararle la visuale. Sentiva i
suoni delle
chitarre e delle voci che arrivavano coperti dalle urla di incitamento
del
pubblico, e si chiese se non fosse il caso di alzare i tacchi, uscire
fuori e
smaterializzarsi.
"Weasley, fossi in te eviterei di ubriacarmi.
Tuo fratello a fine concerto potrebbe essere troppo occupato con la
Lovegood
per riportarti in camera a braccia".
Ginevra
alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi
grigi di Draco Malfoy, mollemente appoggiato alla parete.
"Ti
stai offrendo come volontario per
sostituirlo?" gli chiese, con tono frivolo e, allo stesso tempo, di
sfida.
L’alcool purtroppo non tirava fuori il meglio di lei.
L’altro
le si rivolse con un sorrisetto furbo: "Non
è mia abitudine prendere in collo nessuna donna per portarla
in camera: di
solito o mi invitano nella loro, o cercano di entrare nella mia".
La
cacciatrice scoppiò a ridere.
"Ma
ti senti quando parli?! Sembri Phantom...",
mormorò la ragazza, prima di bere un altro sorso.
"Con
la differenza che quando parla lui spara
cazzate", continuò l’altro, sicuro.
Nel
mentre, un gruppetto di streghe nelle vicinanze
aveva scorto il cercatore, e si stava avvicinando per fare qualche foto
e chiedere
un autografo. Prima che i loro urletti esaltati le arrivassero troppo
vicini
Ginevra si alzò in piedi per guadagnare l’uscita:
le ci voleva una bella
boccata d’aria, e voleva salvaguardare i timpani,
finché era in tempo. Peccato
che il suo senso dell’equilibrio non volesse collaborare
più di tanto. Ma che
diavolo c’era in quel bicchiere?!
Malfoy
si mostrò stranamente gentile -
probabilmente non aveva voglia di farsi assalire da un’orda
di adolescenti -
visto che, senza proferire parola, la accompagnò fuori.
La sera era fresca, nonostante fosse quasi luglio.
L’aria notturna e il silenzio furono più che
sufficienti per far sentire meglio
Ginevra.
"Che
dici", mormorò amaramente, "mi
avranno scattato abbastanza foto in questo stato pietoso per farmi
guadagnare
la prima pagina sulla Gazzetta del profeta?"
"Sarebbe
un problema così grave?", le
chiese il compagno con tono indifferente.
"Ti
ricordo chi è il nostro coach",
rispose l’altra. "Sarebbe capace di farmi allenare anche la
sera per
punizione".
I
due rimasero in silenzio per qualche minuto,
ognuno perso nei propri pensieri.
"Non
ti dà mai noia?", sussurrò Ginevra.
"Cosa?"
"Avere
l’attenzione morbosa della stampa e
della gente. Sembra che tu ti senta sempre a tuo agio".
"Perché
non dovrei?", ribatté Malfoy.
"Mettere
la propria vita in piazza... alla
fine è come se non fosse più nemmeno tua.
E’ di tutti. E tutti possono parlarne
e giudicare, e pretendere di sapere come sei sul serio. Davvero, non
capisco
come fai".
Malfoy
si prese qualche secondo prima di
rispondere.
"Hai
mai letto la nuova edizione di Storia
di Hogwarts?"
Ginevra
lo guardò torva. Lei gli faceva una domanda
seria e lui si metteva a parlare d’altro?
"Se
non vuoi rispondere basta dirlo", disse
piccata.
"Ti
sto rispondendo. L’hai mai letto?". Si
voltò a fissarla, con sguardo serio e... adirato?
La
ragazza non capiva: fece cenno di no.
"C’è
un intero capitolo dedicato a me. Al mio
sesto anno a Hogwarts. A come sono riuscito a far entrare i mangiamorte
la
notte in cui Piton ha ucciso Silente".
Ginevra
sentì un groppo salirle in gola. Il ricordo
di quella notte era ancora vivido, nonostante fossero passati tanti
anni. Il
momento in cui aveva scorto il corpo del vecchio preside, a terra...
Harry, al
suo fianco. Lei lo aveva preso per mano e lo aveva portato via. Il
marchio nero
in cielo era così grande e sembrava che stesse per
inghiottire tutta la scuola.
Di fatto, era stato così, per tutto l’anno che era
seguito.
In
un lampo ritornò alla notte della vera
battaglia, quella in cui Harry aveva liberato il mondo magico dal
veleno di
Voldemort. E in cui avevano perso Fred.
"Per
caso non è così che è andata?". La
ragazza aveva la voce dura, adesso.
"Appunto",
concluse l’altro, mettendosi
le mani in tasca e riavviandosi verso la porta del locale.
Ginevra
lo guardò spiazzata. "Ma che risposta
è? Fermati!" gridò, prendendolo per il braccio.
Malfoy
si scostò dalla presa, girandosi di nuovo
verso di lei, un’espressione glaciale a sottolineare le sue
parole: "Io
sono uno stronzo che si gode la vita, le donne, i soldi e il successo.
Non ho
problemi con chi mi giudica per questo. Ma non ho la minima intenzione
di
passare l’esistenza ad essere trattato come un criminale".
Ginevra
provò a controbattere, ma il cercatore non
glielo permise. "Se mi va bene che la mia vita sia in piazza, come dici
tu, è perché se non fosse così per
tutti sarei soltanto il mangiamorte mancato
che ha provocato l’omicidio di Silente. Lo sono",
continuò, vedendo lo
sguardo di Ginevra, "e ho già pagato per il passato. Ma non
voglio portare
quell’etichetta a vita. E fintanto che mi vedono fare
acrobazie su una scopa",
disse, spostando lo sguardo, "le parole scritte su quel cazzo di libro
di
storia sembrano contare meno per la gente".
La
cacciatrice non riusciva ad aprire bocca. C’era
una logica distorta dietro alle motivazioni di Malfoy, ma da qualche
parte, in
fondo, riusciva a capirlo.
"Ma
non mi dire", riprese infine il
ragazzo, "sono riuscito a zittirti?". Dava l’impressione di
aver riacquistato
il solito cipiglio scanzonato, ma le mani, ancora strette a pugno,
rivelavano
che la tensione non era ancora passata.
"Diciamo
che mi hai fatto vedere le cose dal
tuo punto di vista. Non condivido, ma almeno ha un senso".
"Tu
dovresti condividere più di tanti altri,
invece", la rimbeccò.
"E
perché mai?", gli chiese scettica.
"Perché
anche tu fai parte della schiera di
maghi e streghe che si porta dietro la fama per via della seconda
guerra
magica. La gente ti riconosce e parla, specula, giudica,
anche se te ne
resti nell’anonimato di una vita squallida.
Nell’immaginario delle persone tu finora
sei stata solo l’ex ragazza di Potter e l’ex
migliore amica della Granger. Adesso
sei l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica
della Granger che gioca
nella nazionale di Quidditch. Se non altro è un
passo avanti".
"Perché
dovrebbe importarmi così tanto di
quello che pensa di me la gente? Hai mai pensato che forse non me ne
frega
niente?"
"Può
darsi. Ma il fatto è che anche quelli che
ti stanno vicino ti vedono così. I tuoi amici, i tuoi
parenti... Tutti a
compiangerti perché lo sfregiato ti ha piantato in asso. O
mi sbaglio?"
Ginevra
avrebbe tanto voluto dirgli che sì, si
sbagliava, che non sapeva un beneamato niente della sua vita o di chi
gli stava
intorno e che quindi avrebbe dovuto tapparsi la bocca. Se solo non
avesse avuto
così dannatamente ragione, accidenti a lui.
"Quindi
meglio apparire come l’ex fidanzata di
Harry Potter che esce mezza sbronza da un locale. O come l’ex
fidanzata di
Harry Potter che va con il suo vecchio ‘nemico’ al
suo matrimonio. Non fa una
piega", chiosò lei con sarcasmo.
"Non
mi pare di averti obbligata a farlo. E
almeno non ti sei limitata a fare da tappezzeria".
"Però
ammetterai che non è bastato a togliermi
l’etichetta ‘ex di turno’ dalle spalle".
"Per
toglierti quella dovresti iniziare a
goderti la vita, con o senza fotografi e giornalisti intorno".
"La
tua idea di godersi la vita è avere una
sciacquetta bionda che ti sbava addosso. La mia è qualcosa
di meno squallido".
Lo
aveva sputata fuori d’istinto, ma adesso si
rendeva conto che quella era una tipica frase da ragazza gelosa.
Sospirò
stizzita: quella chiacchierata con Malfoy era durata fin troppo, e
stava
prendendo una piega che non le piaceva.
"Me
ne torno in albergo, comincio ad essere
stanca", disse, prendendo la bacchetta dalla borsa.
"Com’è
che quando la conversazione comincia ad
essere interessante tu scappi?!".
Con
le mani in tasca e un ghigno che non prometteva
niente di buono, il cercatore si era avvicinato alla compagna, il suo
volto
ormai a una manciata di centimetri da quello stupito di Ginevra. Che
non sapeva
bene cosa fare, in effetti, nuovamente combattuta tra
l’istinto di prenderlo a
schiaffi e quello di...
Prima
di poter formulare un pensiero più esplicito
la ragazza ruotò su se stessa, per ritrovarsi, ancora
confusa e con le guance
spaventosamente rosse, nella hall dell’albergo.
Dandosi
della cretina si avviò verso la sua stanza.
Mancava
solo qualche giorno alla semifinale.
Ovviamente
non ho fatto in tempoa mettere l'avviso che l'ispirazione è
tornata :) Ho rifinito il capitolo appena postato e ho finito di
scrivere il prossimo... che mi dà tanta soddisfazione!!!!
Vedrete...
Grazie ancora dei commenti e della fiducia :*
|
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Capitolo 8 *** Not just a matter of Quidditch - 8. Bolidi ***
Bolidi
Il dolore era continuo e sordo, era come se
qualcuno le stesse stringendo lo stomaco in una morsa.
E dire che di partite importanti ne aveva giocate
parecchie.
C’era stato il suo esordio nel campionato
professionisti, c’era stata la partita contro le Holyday Harpies, il suo primo
match importante giocato da titolare, c’erano stati gli scontri di coppa, c’era
stata, appena poche settimane prima, la prima volta in nazionale, e di
conseguenza Ginevra sapeva di non avere motivo di sentirsi così terrorizzata.
Eppure, per la prima volta nella sua vita, avrebbe fatto veramente volentieri a
meno di salire sul suo manico di scopa.
Erano esattamente le 4 e mezza del mattino, e la
cacciatrice era stesa nel suo letto, completamente sveglia. Cinque ore dopo
l’Inghilterra sarebbe scesa in campo per affrontare la Nuova Zelanda, che la
settimana precedente aveva umiliato la Costa d’Avorio con un netto 250 a 20. E
lei, come aveva scoperto solo il pomeriggio precedente con suo sommo stupore,
sarebbe stata parte della squadra.
Erano
appena rientrati nello spogliatoio dopo un’estenuante sessione durata quattro
ore, in cui Boyle li aveva fatti volare come schegge impazzite con l’ordine tassativo
di passarsi la pluffa senza un attimo di sosta. Ginevra aveva tutto il braccio
destro indolenzito e le tremava perfino la mano. Stow, invece, lamentava crampi
al polpaccio, mentre la Lopez studiava con apprensione la sua scopa, che aveva
cominciato a vibrare dopo essere stata colpita da un bolide particolarmente
violento. Erano tutti zuppi di pioggia e infreddoliti, visto l’acquazzone da
incubo che li aveva sopresi mentre erano in volo. Ovviamente il coach gli aveva
ordinato di continuare l’allenamento - "Se domani piove di nuovo non
giocate?! Datevi una mossa!" - e non si erano fermati un attimo.
Boyle
non gli aveva nemmeno dato il tempo di farsi la doccia.
"In
squadra domani ci saranno Malfoy, Phantom, Rochelle, Harley, Stow, Crowley e
Weasley. Alle 8 riunione per gli ultimi dettagli. A domani".
Ginevra
era rimasta letteralmente bloccata, in piedi in mezzo alla stanza, con la bocca
aperta. Mentre tutti gli altri avevano ascoltato i nomi senza battere ciglio,
sia che fossero stati chiamati sia che fossero rimasti fuori, per la
cacciatrice era stato come prendersi un nuovo scroscio di pioggia gelida sulla
testa. Il bello era che nemmeno la Lopez, a cui, di fatto, aveva preso il
posto, sembrava sorpresa: il coach le stava spiegando che l’aveva vista poco in
forma e che, per tanto, era meglio che restasse a terra, e lei stessa gli
confermava che non si sentiva in grado di dare il 100% in quel momento.
La
rossa si era mossa solo quando era stata sorpresa dall’urlo dell’allenatore: "Weasley,
vai a farti la dannata doccia, prima che ti venga un accidente e sia costretto
a cambiare di nuovo la squadra!". Inutile dire che si era fiondata, senza
rivolgere a nessuno la parola, ancora troppo scioccata per riuscire a pensare a
qualcosa di diverso.
4.33.
Cosa fai alle 4.33 del mattino se non hai sonno e hai bisogno di spegnere i
pensieri che vorticano nella testa?
Ginevra schiacchiò la testa dentro al cuscino,
emettendo un mugolio in segno di stizza. Nelle ultime settimane aveva dato
tutto per fare bene in squadra, ma l’aveva fatto per far funzionare gli schemi,
per finalizzare il gioco di tutti: sarebbe stato difficile da credere, ma non
lo aveva fatto pensando alla possibilità di diventare titolare. Si sentiva
ancora l’ultima arrivata, in effetti. Non che le dispiacesse, sia chiaro, però
si sentiva come se, all’improvviso, fosse stata investita di una responsabilità
troppo grande per le sue spalle. Per essere stata smistata tra i Grifondoro,
quanto a coraggio in quel momento faceva parecchia pena.
Si chiese se non dovesse la sua - chiamiamola così
- ‘promozione’ al fatto che negli ultimi tre giorni aveva deciso di
concentrarsi solo ed esclusivamente sul Quidditch. Aveva eliminato le uscite
serali, era sempre stata la prima a presentarsi in campo e l’ultima ad
andarsene, e in certi casi si era fermata a volare ben oltre il tramonto. Quel
che le dispiaceva ammettere era che le motivazioni che l’avevano spinta al
super lavoro erano poco inerenti a pluffe e boccini: più che altro avevano a
che fare con uno splendido paio di occhi grigi, che da quel mercoledì sera sembravano
aver deciso che lei non era degna della loro attenzione.
Malfoy non le aveva più rivolto la parola se non
per necessità, e fondamentalmente l’aveva tratta come se fosse trasparente.
Quasi quasi le erano mancate le sue battutine idiote. Ginevra era rimasta
parecchio stupita del suo nuovo atteggiamento, e, cosa ben più grave, le dava
fastidio. Odiava ancora di più il fatto che lei si lambiccasse il
cervello su questo, e che non riuscisse a ripensare a quando lo aveva avuto a
portata di bacio senza che ogni volta le si infiammassero le guance.
4.35.
Il giorno della partita sembrava non sarebbe
arrivato mai.
*****
"Ecco
che la squadra inglese fa la sua comparsa sul terreno di gioco: in porta
giocherà Phantom, come battitori vedremo ancora Rochelle e Harley, mentre il
trio composto da Crowley, Stow e Weasley farà venire i sudori freddi al
portiere avversario. Da ultimo - e non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo - il
miglior cercatore che l’Inghilterra abbia avuto negli ultimi due secoli: Draco
Malfoy!!" - urla di giubilo del pubblico - "Rispetto
all’ultimo match la vera novità è costituita da Ginevra Weasley, 23 anni, cacciatrice
degli Sneering Jesters, che con il match di oggi fa il suo esordio
in Nazionale in una partita ufficiale. Ma veniamo alla squadra avversaria: a
difendere gli anelli ritroviamo Taylor, oltre 2 metri d’altezza per 121 kg di
peso - letteralmente un muro nei quarti di finale. I battitori sono Wilson e
Thompson, i cacciatori i gemelli Brown e Lisa Walker. A dare del filo da
torcere a Malfoy vedremo invece una leggenda del Quidditch mondiale, Arana
Gordon Smithson, che concluderà la sua carriera da giocatore proprio con questi
Mondiali. Gli Inglesi ovviamente sperano che questa sia la sua ultima partita,
ma per i veri appassionati di Quidditch, beh... Smithson ha fatto la storia di
questo sport negli ultimi 20 anni".
Gli spalti scoppiavano di colori, e grida miste a
cori partivano ogni poco da ogni lato. Era il delirio più totale. Ginevra smise
di ascoltare lo speaker e rivolse la sua piena attenzione all’arbitro, che
stava facendo segno ai giocatori di montare in sella alle scope: un fischio e
via, la semifinale era iniziata.
Era circondata da centinaia, migliaia di persone
che gridavano, i suoi compagni e gli avversari - alcuni dei migliori giocatori
di Quidditch del mondo - le sfrecciavano intorno, e se solo questo pensiero si
fosse fatto strada nella sua mente probabilmente sarebbe rimasta sospesa in
aria per tutta la durata della partita senza muovere un singolo muscolo;
invece, la familiare sensazione del vento sul volto, il rumore che faceva la
pluffa ogni volta che veniva afferrata da qualcuno con una presa secca e la voce
di Crowley che dava indicazioni tattiche, come in allenamento, come se non
fosse un’occasione così speciale, tutto questo bastò a Ginevra per lasciare da
parte ogni paura e cominciare a fare quello che sapeva fare meglio: volare
sulla sua scopa e segnare per la sua squadra. Prima ancora di potersene rendere
conto stava già schizzando via come un fulmine, pronta a ricevere da Stow,
mentre gli anelli si facevano sempre più vicini.
"E’
subito partita alla grande l’Inghilterra, con i tre cacciatori intenti a
scambiarsi la pluffa con passaggi rapidissimi che confondono i Neozelandesi.
Weasley di fronte a Taylor, passa a Stow, Stow finta, e alle spalle arriva
Crowley che afferra la pluffa e segna!!!"
Ginevra fece una capriola a mezz’aria, mentre il
boato del pubblico li avvolgeva. E uno!
*****
Erano passati poco meno di dieci minuti. La Nuova
Zelanda arrancava letteralmente dietro ai ritmi tenuti dai tre cacciatori
inglesi, e nonostante i battitori si stessero slogando le spalle per
disarcionarli con i loro micidiali bolidi la nazionale inglese era in vantaggio
di 40 punti. Ginevra aveva appena segnato la sua terza rete, con una mossa a
sorpresa che le aveva fatto guadagnare un’ovazione da parte del pubblico. Con
la coda dell’occhio guardò Malfoy, fermo a pochi metri da lei a guardarsi
intorno alla ricerca del boccino, ancora ben nascosto. Si stava divertendo, in
effetti, quindi le andava più che bene che la partita continuasse ancora per un
po’.
Si rimise lentamente in movimento, quando sentì uno
strano fruscio in prossimità del suo orecchio sinistro, e si bloccò
all’istante. Con estrema lentezza spostò il volto, per trovarsi di fronte il
boccino sospeso nel nulla, con le sottilissime ali che si dimenavano
magicamente.
"Malfoy...", mormorò. Peccato che nella
bolgia dello stadio il cercatore non potesse sentirla.
"MALFOY!!", gridò, stavolta alzando la
voce. Intanto gli altri avevano cominciato a guardare straniti la cacciatrice,
senza capire... Finché non compresero.
Nell’istante in cui Draco scorse la piccola sfera
luccicante, con terrore Ginevra vide la Walker muovere la mazza in sua
direzione per lanciarle addosso un violentissimo bolide: lo avrebbe potuto
evitare benissimo, ma se si fosse mossa il boccino sarebbe sparito.
Malfoy era vicinissimo, la mano già protesa in
avanti, mentre la sfera dorata fremeva, pronta a riprendere la sua corsa
forsennata...
Un istante dopo, il vuoto.
*****
Prima ancora di aprire gli occhi Ginevra sentì un
dolore lancinate alla testa. Era come se avesse qualcosa piantato dentro, e
aveva la sensazione che se si fosse mossa di un solo millimetro le sarebbe
letteralmente scoppiata.
A poco a poco però cominciò a rendersi conto che
era stesa tra fresche lenzuola, e che intorno c’era un completo silenzio. E la
partita? Aprì gli occhi di scatto.
"Bentornata tra i vivi, Weasley".
La voce di Malfoy fece capolino, acida come il
solito, dalla sua destra. La ragazza poteva scorgere il soffitto di una stanza spoglia,
e non appena provò a ruotare il volto nel suo campo visivo entrarono anche una
quantità impressionante di mazzi di fiori e il suo compagno di squadra, che se
ne stava seduto su una sedia, guardandola con la faccia scura. Una nuova fitta
in testa la fece mugugnare.
"Cos’è successo?", chiese a bassa voce.
"A parte il fatto che ti sei quasi fatta
ammazzare da un bolide?".
"Hai preso il boccino?". Possibile che
quell’idiota avesse da sputarle veleno addosso anche quando se ne stava in un
letto d’ospedale - perché era in un letto di ospedale, a giudicare da quella
specie di camicia da notte che aveva addosso e dalle apparecchiature magiche
che si trovava intorno - dopo aver ricevuto una legnata epica in testa per dargli
modo di vincere la partita?
"Ovvio che sì. E poi ti ho dovuta prendere al
volo per evitare che ti ammazzassi quando sei caduta dalla scopa".
"Siamo in finale?!". Il calore della
felicità le aveva appena invaso il petto. Avevano vinto! La consapevolezza si
era fatta strada tra il mal di testa e l’intontimento, e se solo non fosse
stata più che certa che il dolore l’avrebbe uccisa si sarebbe alzata in piedi
per ballare.
Malfoy sospirò, prima di puntarle contro un altro
dei suoi sguardi assassini. "Sì, ed è un miracolo che tu sia viva per
godertela. Ma che cazzo ti è passato per la testa?!". Nel dirlo le si era
avvicinato, sempre col cipiglio inviperito. "Avevamo appena iniziato la
partita, e stavamo andando alla grande, non c’era la minima fretta di prendere
il boccino..."
"Malfoy..."
"... e se non avessi la prontezza di riflessi
che ho ti saresti spalmata sul campo..."
Ginevra non lo stava praticamente ascoltando.
Vedeva le sue labbra, pallide e sottili, che si muovevano, e quegli occhi grigi
e furiosi così vicini, e aveva un tale casino in testa, e l’unica cosa a cui
riusciva a pensare era che era felice.
"Malfoy", ripetè, con voce più alta.
Il ragazzo interruppe il monologo. "Che c’è?"
"Parli troppo...", mormorò la ragazza. E
prima che l’altro potesse ricominciare a borbottare allungò la mano per
afferrargli il colletto della camicia e lo tirò verso di sé. Baciandolo.
Si staccò un istante dopo: il compagno la fissò
stupito, per un solo attimo.
Poi lo sguardo si fece sornione, e sul suo volto
apparve il solito ghigno.
Il monologo era finito.
Lo so che sono passati millenni... chiedo umilmente scusa! Mi è capitato di rileggere la ff dopo molti mesi, e questo capitolo era lì a covare da una vita, pronto solo per la pubblicazione... il problema viene dopo, nel senso che il 9° capitolo è ancor meno che abbozzato. Ma ho deciso di dare un finale a questa storia (sperando che non ci voglia un altro anno :D), quindi, per chi ancora la segue... abbiate fede :) |
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