Non
tutto il male viene per nuocere
Ryohei
strinse il cellulare con forza e sbuffò sonoramente,
cliccò e rispose.
“È
qui l’amante desideroso che ha scritto il suo numero su tutto
il bagno? Perché sono parecchio interessato” disse
una voce maschile dall’altra parte della cornetta.
Ryohei
chiuse la chiamata.
Il
cellulare suonò nuovamente e Ryohei rispose. Udì
delle risatine di ragazze.
“Amante
desideroso?” chiese una di loro.
Ryohei
chiuse la telefonata e sbuffò sonoramente. Il telefono
squillò nuovamente, rispose roteando gli occhi. Si udirono
degli ansiti e richiuse la chiamata.
“Dannato
Koji, me la pagherai. Lo so che è colpa tua di questi
messaggi osceni, lo hai scritto tu il mio numero sulle pareti del bagno
con quelle sciocche scritte. Se Hibari-san lo scopre, questa volta ti
morde a morte abbastanza da farti pentire di essere nato. E vediamo se
finalmente le bidelle si decidono a cancellarlo”
borbottò.
<
Che periodo terribile. Sawada e gli altri sono scomparsi per un sacco
di tempo e non riuscivo a trovarli. Finalmente mi riunisco a loro in un
futuro in cui sono assolutamente inutile. Supero una prova insensata
con un prete pazzo che mi perseguita dall’anello in cui
è quasi morta mia sorella e come sempre Kyoya mi ha ignorato.
Questa
cosa che i soli vadano ignorati mi sembra estremamente idiota!
Sawada,
per sconfiggere quel tipo volante che sacrificava i suoi uomini per
conquistare o distruggere, devo ancora capirlo, mondi è
dovuto diventare qualcosa che non è.
Ho
scoperto che nel futuro ero sposato con la migliore amica di mia
sorella, ma quando l’ho invitata a un
appuntamento… il primo della mia vita, il tutto si
è svolto in modo disastroso.
Al
cinema si è annoiata, ha detto così tante
cattiverie su quelle scene di guerra realmente storiche che fuori da
lì mi hanno picchiato. Mi ha rimproverato perché
sono ‘violento’ e faccio preoccupare Kyoya, ma
questa volta era colpa sua. Il gelataio era un nostro compagno di
classe e per colpa di questa storia del numero in bagno ci ha provato
con me. E Hanna mi ha piantato fraintendendo.
Sì,
un periodo di merda > rifletté. Il telefonino
suonò nuovamente e il giovane rispose.
“All’estremo,
chi è?!” sbraitò.
“Ryohei,
ti amo. Finalmente ho il tuo numero” disse una voce maschile.
Ryohei
arrossì e sgranò gli occhi.
“S-scusi,
con chi parlo?” domandò. Dall’altra
parte sentì un sospirò, seguito da una serie di
passi.
“Lo
so che magari non ti ricordi di me. Io sono Oculus… Dylan
Oculus. Ti ricordi di me?” domandò.
Ryohei
ridacchiò.
“All’estremo.
Come va all’università?!”
gridò.
“Ho
trovato un lavoretto in biblioteca. Però sai, gli Yamamoto
ora vogliono che lavori per loro. Non so come dire alla Yakuza che in
realtà sono fedele ai Vongol…”.
Iniziò a rispondere.
“Sai.
Ora anche io sono dalla parte dei Vongola. Potremmo vederci una di
queste volte” propose Ryohei. Si passò la mano tra
i corti capelli argentei.
“E
la cintura dei campioni?” domandò Oculus.
“Sto
ancora combattendo per lei.
Sai,
non credevo di piacerti ancora, dopo tutto questo tempo. Insomma,
‘la faccenda’ tra noi fu abbastanza complicata.
Dannato Hibari-sama” sussurrò.
“Beh,
fu estrema, come tutto con te” ammise Dylan.
Ryohei
rise rumorosamente e socchiuse gli occhi.
“Un
vero uomo deve esserlo. Senti, che ne dici se ci vediamo oggi alla
biblioteca della tua università? Magari usciamo, ma se vuoi
un gelato, non quello vicino al cinema” disse gentilmente.
<
Alla fine, vuoi vedere che Koji mi ha fatto un favore? Alla faccia sua,
della sua combriccola e soprattutto di Mochida >
pensò.
“Che
ne dici se ti offro una gita in barca? Così possiamo parlare
e magari anche fare una corsetta al parco” ribatté
Oculus.
Ryohei
sorrise.
“Va
bene all’ESTREMO!” sbraitò.
<
Forse le cose andranno meglio > pensò.
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