Thanks for the Memories

di glumbumble
(/viewuser.php?uid=79593)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ultimo Addio ***
Capitolo 2: *** Arrendersi alla Realtà. ***
Capitolo 3: *** Song Challange ***



Capitolo 1
*** L'ultimo Addio ***


L'ultimo Addio.

In questa one shot ho scritto ciò che secondo me frullava nella testa di Petunia quando ha dovuto dire addio al nipote. Sono sempre stata convinta che i suoi sentimenti nei confronti della sorella non fossero proprio come lei diceva e che ci fosse una spiegazione al suo comportamento nei confronti di Harry, non che siano giustificati! Spero vi piaccia!!


La portiera della macchina si chiuse con un tonfo sordo che arrivò fino

alle sue orecchie, sebbene fosse ancora nel corridoio di casa.

“Buffo” pensò stizzita “ormai

questa non è più casa mia. Tutta colpa sua.” I suoi

pallidi occhi grigi si posarono sulla causa della fastidiosa

sensazione di agitazione che sentiva nello stomaco, il

ragazzo. Lui alzò lo sguardo su di lei, aspettandsi

qualche parola di commiato. Dopotutto non si sarebbero più

visti. Stava per formulare una frase neutra quando si perse

in quegli occhi di un verde stupefacente. Grosso, enorme,

imperdonabile errore. Subito i suoi pensieri tornarono prepotentemente

all’ultima volta in cui in quegli occhi, anche se allora

appartenevano ad un’altra persona, aveva visto quella

stessa espressione, provocandole una dolorosa fitta al

petto, proprio all'altezza del cuore.

 

– Tunia, sono in pericolo e devo nascondermi. Temo che

questa sia l’ultima volta che ci possiamo vedere.

– Cosa vuol dire che sei in pericolo?

– Ti ricordi di quel mago oscuro di cui ti ho raccontato? Da

la caccia a me e a James. E a lui.

Lily si sfiorò con la mano il ventre,in cui si poteva

già scorgere un lieve rigonfiamento.

– Cosa potrebbe volere da voi, insomma non mi sembra che

siate così importanti…

Lily fece una smorfia divertita, come al solito quando la

sorella offendeva lei e il marito.

– Silente dice che è interessato a nostro figlio. Petunia

per l’amor del cielo controllati!- aggiunse quando questa

emise un gemito di disgusto – Non vorrai che tuo marito ci

scopra solo perché non sopporti che sia pronunciato il

nome di quel mago! Comunque ci ha spiegato che Voldemort è convinto che

questo bambino lo sconfiggerà e vuole ucciderlo, per cui

io e James siamo costretti a nasconderci.

– E come avete intenzione di farlo? Insomma da quel che mi

hai detto questo m-mago è molto potente.

– Useremo un incantesimo protettivo, non posso dirti altro,

non perchè non mi fido ma perché fa parte della magia mantentere

il segreto.

– Quindi questo è un addio?-

– Oh sorellona, non vorrai dirmi che adesso ti dispiace non

dover più venir a far visita a quella svitata di tua

sorella e a quello strambo di tuo cognato?!- scherzò Lily

mentre gli occhi assumevano un colore nebuloso

per via delle lacrime – Vedrai che ci terremo in contatto. Promettimi

solo una cosa.– aggiunse mentre si alzava dal sottoscala in cui

avvenivano i loro incontri clandestini – Promettimi che se

ci succedesse qualcosa tu ci sarai sempre per mio figlio.

Anche se mi odi. Anche se dovessi discutere con Vernon o

attirare gli sguardi dei vicini. Anche se venisse fuori

più strano dei suoi genitori. Me lo prometti, Tunia?

– Te lo prometto Lily.

 

Si riscosse bruscamente. Harry aspettava ancora una

parola, qualcosa che lo rincuorasse. “Magari vuole che gli

dica qualcosa su di lei.” Lily. Quanto aveva odiato sua

sorella, la più bella della famiglia, la più sagace la

più divertente. Chi aveva mai degnato di uno sguardo

Petunia quando accanto c’era lei?

Ricordava ancora con fastidio quando era arrivata quella

lettera scarlatta a scompigliare la sua ordinata vita.

“Cara sig.a Evans siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a

frequentare la Scuola di Magia e

Stregoneria di Hogwarst”.

Solo Lily, sempre Lily. Ancora adesso l’umiliazione di

veder respinta la sua richiesta di far parte di quella

scuola. “Petunia mi dispiace ma non riscontriamo il gene

magico in te” E la scelta di sposare un uomo arido che

odiava quel mondo che le aveva sbattuto la porta in faccia.

Ma allora perché era come se il cuore le esplodesse quando

pensava a lei? Perché ogni volta che osservava gli occhi

di suo nipote sentiva le lacrime inondare i suoi?

Perché le voleva bene. Perché

per quanto avesse sofferto durante la sua infanzia,

adorava quella bambina dai capelli

rossi, che dondolava allegramente sull’altalena facendole

prendere un colpo quando saltava giù, che portava sempre a

casa uova di ranocchia per non farle diventare ingredienti

di pozioni, che le scriveva una lettera alla settimana per

renderla partecipe di quello che le succedeva in quel mondo

sconosciuto e lontano dai suoi cari “Tunia, lo sai che qui

i gufi ti portano le lettere e i cibi compaiono sui piatti

da soli?” “Oggi ho volato su un manico di scopa è

stato fantastico” “Non riesco a parlare con nessuno, per

fortuna che ci sei tu…”

Quando lei era morta aveva odiato suo figlio

Era stata colpa sua se Lily aveva perso la vita, se lei aveva perso Lily.

Solo colpa sua.

Ma, anche se ci aveva messo tutto quel tempo, alla fine aveva capito

che vendicarsi trattandolo da cane la faceva stare solo peggio. Perché il

dolore di Harry era quello di Lily. E lei non poteva, non

voleva farle del male.

E quegli occhi pieni di paura e aspettativa la spaventavano.

Si schiarì la voce.

– Beh... buona fortuna.

Si girò di scatto, percependo la delusione di suo nipote,

ma non le importava, il rancore non si era attutito.

Ma mentre Vernon metteva in moto la macchina e Dudley si

lagnava perché l’aria condizionata non partiva, non

poté fare a meno di chiedersi perché il suo volto si

stesse rigando di lacrime.

 

 

 

 

 

Ringrazio infinitamente chi ha recensito la mia OS, mi avete riempita di gioia, grazie!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Arrendersi alla Realtà. ***


Un altro missing memories. Ho cercato di scrivere quello che secondo me hanno provato e pensato James e Lily quando hanno scoperto che Voldemort era sulle loro tracce. Spero di aver reso un minimo l'idea!

Affrontare la Realtà.



Il vuoto. Un enorme, nauseante vuoto. Il mio corpo ne è interamente pieno. Anzi no, c'è qualcos'altro dentro, qualcun altro. Il motivo per cui sento questo vuoto a dirla tutta. Deglutisco.

"Voldemort vuole uccidere nostro figlio?" ripeto per l'ennesima volta ciò che mi è stato riferito con delicatezza da Silente. Nemmeno mi rendo conto che per la prima volta ho detto ad alta voce la frase "nostro figlio".

Il vecchio mago mi guarda per un secondo negli occhi, l'azzurro scintillante si specchia nello smeraldo, e poi annuisce "Da quello che mi hanno riferito si." mi risponde con tono di scusa, come se fosse colpa sua. Istintivamente accarezzo il ventre e sento la mano di James, mio marito, stringermi la spalla.

"Ma perché? Lo so, siamo suoi nemici, con noi due poi ha un conto in sospeso, ma perché vuole ucciderlo, perché gli dà la caccia così ossessivamente?" chiedo frustrata, più per liberarmi di quelle domande che per sentire la risposta.

Silente sposta lo sguardo da me a James per poi tornare su di me "Lui ritiene che vostro figlio sarà quello che lo sconfiggerà definitivamente, e non vuole rischiare."

Il vuoto stavolta si tramuta in autentico orrore. Orrore e disgusto.

"Come è possibile." non è una vera domanda, lo sussurro quasi solo a me stessa.

"Gli è stata riferita una profezia a riguardo." risponde sommariamente lui.

"Ma le profezie sbagliano, non sono mai sicure, come può credergli, soprattutto come sa che sarà nostro figlio a sconfiggerlo?"

"Non lo sa. Tom, lo sapete bene, è più umano di quanto desideri. E' assalito da mille paure ed è estremamente arrogante. Da quando è salito al potere aspetta morbosamente un degno rivale, e appena ha sentito una profezia che ne parla si è messo al lavoro."

"Ma è un bambino! Come può credere che un bambino possa fare questo?!" ripeto, ignorando il fatto che ovviamente questo bambino crescerà, diventerà grande e potente e forse allora potrà davvero sconfiggere il mago più malvagio al mondo. Colui contro io e tutti i miei amici combattiamo da anni. Per me adesso questa minuscola creatura non ancora nata è innocua, innocente e specialmente incapace di porre fine a una guerra terribile.

"La profezia è molto chiara al riguardo. All'estinguersi del settimo mese, nato da chi lo ha tre volte sfidato, giungerà il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore..."

Ammutolisco, le informazioni combaciano perfettamente "Possibile che sia l'unico a rispondere a queste caratteristiche?" chiedo con un fil di voce, ormai non ho più nessuna speranza a cui attaccarmi. Forse.

"In effetti no. La profezia potrebbe riferirsi anche ad un altro bambino. Al figlio di Frank ed Alice Paciock, per l'esattezza."

Non ho nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo su Silente né tanto meno su mio marito. La scelta è fra mio figlio e il figlio dei miei migliori amici. Le lacrime ormai mi appannano la vista, prima di formare sentieri umidi sulle mie guance "Ma anche così, è vostro figlio quello descritto." mi spiega Silente pacato, come se fossi ancora a scuola e mi stesse spiegando un incantesimo particolarmente difficile "La profezia aggiunge che l'Oscuro Signore lo designerà come tale. E lo ha fatto. Ha scelto vostro figlio." Silenzio. Io ho terminato le mie rimostranze. Silente di parlare.

"Cosa possiamo fare?" chiede James al mio fianco, parlando per la prima volta da quando Silente ci ha convocato al castello. Il mago lo guarda da sopra gli occhiali a mezza luna "Nascondetevi. Non c'è altra soluzione."

"E per quanto? Fino a quando Voldemort non sarà sconfitto? Capisci anche tu che è impossibile!" esclama lui con forza. Lo guardo con la coda dell'occhio. Non riesco a capire cosa gli passa per la testa, la sua espressione è indecifrabile.

"Hai un'altra idea, James?" chiede lui.

Lo vedo scuotere la testa, frustrato "Non dovrete rimanere chiusi sempre." è l'unica cosa che aggiunge per farci stare meglio.


Torniamo a casa senza scambiarci una parola. Appena arrivati lo vedo entrare di fretta nel villino mentre io rimango in giardino. Mi guardo intorno. Quanto avevo desiderato abitare in questa casa, mi era piaciuta fin dal primo momento, avevo subito sentito un odore familiare che mi aveva indicato quanto fosse ormai inutile cercarne altre. Almeno starò in un posto che mi piace, mi dico aprendomi in un sorriso stentato. Entro in casa in tempo per vedere James che scaraventa i suoi abiti nella valigia.

"Cosa stai facendo?" gli chiedo con orrore.

"Ti libero dalla mia presenza." mi risponde senza alzare gli occhi,

"Stai scherzando!" urlo obbligandolo a guardarmi "Lily, è tutta colpa mia, tutto questo è colpa mia, non posso vederti soffrire per me."

"Cosa? In che senso è colpa tua?" chiedo incredula.

"Questo, questa situazione! Se non ti avessi costretta ad uscire con me, se ci fossimo frequentato né ci fossimo sposati tutto questo non sarebbe accaduto!" urla frustrato. Scoppio a ridere nervosamente

"Ti rendi conto di quello che dici? Se non ti avessi sposato non sarebbe successo? Non ha senso!"

"Si invece! Questo è mio figlio, è colpa mia se adesso tu rischi la vita, se lui rischia la vita!" continua mentre riprende a fare la valigia.

"James, tutto questo non ha il minimo senso!" vedendo che non mi dà retta continuo "Se la dobbiamo mettere in questi termini allora è colpa mia: sono la madre, sono io a portare in grembo questo figlio, ad essere rimasta incinta." gli dico sperando che capisca la sua assurdità.

Lui sbuffa "Certo che non è colpa tua, tu che colpa ne hai. Me lo avevano detto che dovevo lasciar perdere con te..."

"James, ragiona! Allora è colpa dei nostri genitori che ci hanno messi al mondo? E' colpa del cappello parlante che ci ha smistato entrambi a Grifondoro? Certo che no! Non è colpa mia né colpa tua se nostro figlio ha una condanna a morte sulla testa ancora prima di essere nato. La colpa è di Voldemort! Lui vuole ucciderlo. Per lui è stata detta quella profezia. Perciò adesso smettila di comportarti da deficiente e guardami!" urlò esasperata. Lui non smette "Lily, ne ho bisogno, devo dare la colpa a qualcuno! Tutto questo è così irreale... fino a stamattina eravamo due persone normali e adesso Voldemort dà la caccia a nostro figlio. Devo farlo!"

Capisco cosa vuole dire. Spesso si cerca la colpevolezza in qualcuno quando accadono delle disgrazie. Ma non così "La colpa è di Voldemort. So che il più delle volte questo è solo un nome, che ti serve qualcosa di più reale da incolpare. D'accordo, se ti fa stare meglio prenditi tutta la responsabilità. Ma non andartene. Per favore non lasciarmi qui. Anche se è colpa tua. Anche se ti odi. Ormai è fatta. Nostro figlio sta per nascere, non puoi tirarti indietro. Se te ne vai Voldemort non cambierà idea." mormoro supplichevole, ricominciando a piangere. Lo vedo ritto davanti a me, immobile, come se ponderasse la questione. Lo vedo mentre prende una decisione, la più difficile e dolorosa, e lo vedo aprire la bocca per dirmelo "Non penso tu sia pronta ad avermi in casa tutto il giorno, tutti i giorni."

Sorrido. Per la prima volta da quando abbiamo dovuto affrontare la realtà, mi apro in un vero sorriso "Probabilmente no. Ma penso sia una delle conseguenze dell'averti sposato, e sono pronta a sopportarlo. Anche se forse a volte ti obbligherò a stare in un'altra stanza..." aggiungo avvicinandomi a lui e lasciandomi abbracciare con delicatezza "Andrà tutto bene." mi sussurra all'orecchio. Finalmente le parole che aspettavo. Mi stringo a lui "Lo so. E tanto perché tu lo sappia, non mi hai costretta a uscire con te, James Potter. Io ho costretto te, ricordatelo."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Song Challange ***


Ok, lo so, sto degenerando nella morbosità con il pairing James/Lily, solo che dopo aver visto l'idea della Song Challange non ho potuto resistere alla tentazione di provare a farne uno, e dato che ormai mi sono abituata a scrivere di loro come potevo cambiare? Vi ricordo in breve le regole : aprite il vostro riproduttore, mettete su brani casuali e scrivete una breve drabble su ognuna delle 10 canzoni che verranno fuori; avete tempo per scrivere da quando inizia la canzone a quando finisce. E dopo questa enorme introduzione, ecco il mio !


Song Challange.


Stacey's Mom.

“Esci con me.”
“Levatelo dalla testa.”
“Perché?” lei mi guarda malissimo “Tanto per cominciare tu non mi hai fatto una domanda ma me lo hai praticamente ordinato.
Sorrido “Vero, scusa, Ti andrebbe di uscire con me?”
“No.”
“ E ora per quale motivo? “
“ Non ne ho voglia, adesso.”
Sbuffo, odio quando fa così “E adesso?” lei mi ignora, ma riesco a vedere un sorriso.
Aspetto qualche secondo, gli occhi puntati su di lei “Lily, ti andrebbe di uscire con me, adesso?
Lei si guarda attorno, pensierosa e divertita “Verrei, ma devo andare da mia madre.
“ Andiamo da tua madre allora.”
Lei ride “Davvero?”
Ma si, andiamo dalla madre di Lily.


Time to Pretend.


Respiro a fondo l'aria fresca. La giornata è splendida, magnifica, lucente e frizzante.
Se anche la mia vita fosse così...
Ma devo far finta che lo sia, non devo dare a vedere quanto sto in realtà male.
“Tutto bene, Prongs?” annuisco al mio migliore amico “A meraviglia.”
Lui sorride “Bene, perché ho organizzato un'uscita a cui non potrai negarti.”
Lo guardo fintamente incuriosito, so per certo che sarà un appuntamento. Lui si vuole divertire e pensa di farmi un piacere, portando anche me. Solo che ultimamente i balli, le uscite, le bevute e le risate mi annoiano. Mi manca il tempo passato da solo. Anzi. Mi manca lei. Ma lei non c'è, non riesco a farla essere mia. Le ragazze arrivano, chiamate da Sirius. In quel momento arriva anche lei. Vicino al lago, con le amiche. Mi stampo un sorriso sulle labbra, ho smesso di umiliarmi per lei. Mi osserva gelida salutare le due ragazze attraenti e sciocche appena arrivate. In fondo per lei anche io sono così e va bene, è tempo di mentire.


Lords of Acid.


Mi stacco da lui, che mi guarda stupito. Fidati non potrai mai essere più stupito di me.
Lo vedo cercare le parole, invano “Perché?” mi chiede alla fine.
“Non lo so nemmeno io, è la musica.” riesco a dire. E' vero, questa musica pulsante, sparata dalle casse mi ha da subito ipnotizzata, come un Imperius.
“Pentita?” mi chiede lui imperturbabile.
Bevo a disagio qualcosa appoggiato al tavolo “No.” sussurro baciandolo ancora.








Our Lives.


Buffo. Il cielo è splendente, quasi in contrasto con quanto accade dentro casa.
Mi sembra tutto così assurdo. Dovrebbe essere tutto così facile adesso: questi sono i giorni degni di essere vissuti, i momenti splendidi che forgeranno le nostre vite. E invece la costante delle morte è sempre presente.
“Sicuri di volerlo fare? Non dovete per forza...” quello del padre di James sembra più una supplica che un consiglio. Lo vedo annuire al mio fianco.
“Dobbiamo. Per creare un mondo migliore, almeno per tentare. Non possiamo arrenderci così. Lo dobbiamo. A noi stessi e a lui.” aggiunge guardando con tenerezza la mia pancia appena accentuata. Sento i miei occhi inumidirsi “E' vero, riprendiamoci le nostre vite.”


Little James.


Piccolo Harry James, che adesso mi guardi con i tuoi occhi verdi. Ti voglio bene. Buffo, non eravamo ancora pronti ad essere grandi, eppure eccoci qui, in una casa piena di te. E ti ringrazio, per i tuoi sorrisi ed anche per i tuoi pianti, per vivere.
Ti prego, se dovesse succedere qualcosa di brutto, stai sempre vicino alla tua mamma, cerca di dimostrarle il bene che io sento per lei. Anche solo la metà andrebbe bene, sarebbe tanto.
Il mondo adesso è un posto brutto, ma il tuo papà cercherà di renderlo migliore, per te, mio piccolo ometto, che adesso agiti i pugni cercando di acchiappare il fumo che faccio uscire dalla bacchetta. Ed eccola tua mamma, che ti viene a prendere. Non ha voluto metterti il pigiama arancione che avevo proposto io, dice che quell'azzurro è perfetto per te, ed azzurro sia. Buona notte, Harry James, buon Halloween.


Boom, Boom, Boom. (Sono meravigliata quanto voi di averla nel mio Itunes...)


Sorrido nervosamente. Questo genere di cose mi imbarazzano sempre.
“Wow, Evans, chi pensava che potessi stare bene anche vestita così!2
Sorrido scuotendo la veste magica anni '50 – E io non pensavo di potermi divertire a una festa magica in maschera. - rispondo osservandolo. E' da qualche tempo che in effetti lo vedo migliorato, perciò lo prendo improvvisamente per una mano e lo conduco sulla pista da ballo – Ti va di ballare? - James si riprende subito e sorride – Ormai sono abituato allo strano effetto che ti fanno le feste.
No, lo strano effetto che mi fai tu.- gli dico io accennando un passo di danza che mi fa nascondere il volto. Lo sento prendermi per i fianchi, baciarmi e sussurrarmi – Passiamo la notte insieme, oggi e per sempre.


Maria.


Arriva. Riesco a percepirlo da miglia di distanza. Bella, fresca come l'aria, e perfettamente
ignara dell'effetto che fa “Prongs, sveglia!” sento Sirius chiamarmi da una distanza improbabile. Scoppia a ridere “Ancora lei?”
Lo guardo “Sempre.”
Lui mi guarda furbo “Hey, Evans!” lo vedo chiamarla. Mi prende un colpo “Pad, che fai?”
“Un favore.”
Arriva, facendomi perdere il controllo di me stesso. Mi arruffo agitato I capelli “Che c'è? “ chiede sospettosa, spostando la chioma rossa “Ti va di uscire con il mio amico?”
“Perchè non me lo chiede lui?”
“Per l'effetto che mi fai.” riesco a dirlo. E succede, per la prima volta non mi guarda con disgusto “Forse.” dice sorridendo, io impazzisco “Hogsmeade, il prossimo weekend?” mi dice allontanandosi. Oh Maria!


Leave me Alone.


Mi guardo attorno inutilmente un'ultima volta. Lo sapevo. Sapevo che non sarebbe venuto. Non riesco nemmeno a capire come ho fatto ad accettare di uscirci. La voce della mia coscienza che mi suggerisce che è perchè mi piace da impazzire viene azzittita violentemente.
“Lils, che ci fai qui?” mi chiede Audrey stupita di vedermi da sola.
“Nulla.
“Dimmi la verità.
“Lasciami da sola!” urlo andando via. Cavolo, maledizione a lui che mi lascia, a me che lo amo, a tutti che aspettano la prossima mossa.
“ Lily.” la sua voce, mi giro incavolata “Potter per quale motivo adesso vieni?”
“Mi dispiace!” lo sento dire “Scusa, non l'ho fatto apposta ho avuto un problema, e sono in ritardo...”
“Di un'ora?!”
“Scusami.” mi dice avvicinandosi con quel suo sorriso maledetto, prendermi con delicatezza per i fianchi e accarezzarmi la schiena.
“Vattene, vattene non mi far venire voglia di baciarti... “ borbotto sentendo di perdere la vittoria con il mio autocontrollo.
“Altrimenti?”
Lo bacio di scatto.



Mesh up : It's my life – My Confession.




“Pronto?” mi chiede Samuel al mio fianco.
“Io sono sempre pronto.” gli rispondo con un sorriso, buttandomi nella mischia.
La partita si fa subito concitata. Ma questo è il bello. Sentirsi il vento tra i capelli, vedere tutte quelle strisce di colore non meglio identificate che prima erano i tuoi amici. E la sensazione di adrenalina e gioia che prende la bocca dello stomaco quando riesci finalmente a prendere il boccino. Come adesso. Le mie mani si stringono veloci attorno alla pallina d'oro e la folla ruggisce. Ma non mi interessa. Mi porto in volo fino a incontrare lo sguardo dell'unica ragazza per cui cerco sempre di vincere. Lily Evans. Che mi guarda annoiata, cercando a stento di nascondere l'eccitazione per la partita e ciò che sente per me. Adesso lo so. Adesso ne sono convinto. E non mi serve nient'altro “Ti amo, Lily Evans.” le urlo mentre arrossisce. Sono contento. Questa è la mia vita.






Gives You Hell.


Non lo sopporto. Oh se non lo sopporto.
Se ne va in giro con quel suo sorriso tronfio. Come fanno tutte le ragazze ad andargli dietro? E poi lo vedo, sempre a cercare di mettersi in mostra con me, a prendermi in giro per poi farmi sentire una completa idiota.
Come vorrei che quando incrocia il mio sguardo questo lo faccia stare male, come sto io ogni santa volta che mi accorgo che gioca solamente.
E la sua faccia stupita quando lo rifiuto “Ma cosa ho fatto di male?” mi chiede con quel suo sguardo triste che gli riesce così bene. Oh, la lista sarebbe infinita se solo la iniziassi...
E tutte quelle ragazze! Ma non si rendono conto di chi sia? Beh sono stupide come lui...
E le mie amiche, che continuano a dire che io sono cotta di lui, che sono gelosa e che vorrei stare al posto di tutte quelle galline! Così insopportabile e così vero.
Dio come vorrei farlo stare male!




Let it be.


Il Sole scivola caldo sulla mia pelle, lasciandosi dietro una piacevole sensazione di calore.
“A cosa stai pensando?” mi chiede James al mio fianco.
Lo guardo sorridendo “A nulla in particolare.” rispondo girando lo sguardo sul piccolo giardino che ci circonda “Non è buffo?” gli domando poco dopo.
“Cosa?”
“Noi due. Che siamo sdraiati su un prato. Il nostro prato.”
“Perchè lo trovi buffo?” mi domanda, I profondi occhi nocciola fissi su di me.
“Perchè io mai, nemmeno nei miei pensieri più nascosti mi sarei aspettata di essere sposata a diciannove anni con James Potter e di vivere con lui in una villetta in un paese magico.” scherzo, rivelando ciò che mi rode da un sacco di tempo. Chiudo gli occhi mentre lo sento dire “Io lo ho sempre saputo.”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=391862