Pirata

di SnowWhite89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                                                  

                                                  Prologo:

Nei suoi ventun anni, mai avrebbe immaginato che sarebbe accaduta una cosa del genere.
Non in quel modo e, soprattutto non a lei, Lady Kagome Higurashi, figlia del conte e della contessa Higurashi, erede di un patrimonio che molti possono solo sognare di possedere.
Nata a Londra , cittadina governata da nobili casati , Kagome era stata cresciuta nella ricchezza e nell'agio, come tutte le ragazze di buona famiglia.
Bellissima sin dalla tenera età,  grazie ai suoi capelli corvini e agli splendidi ed espressivi occhi nocciola, Kagome possedeva, oltre ad una pelle candida ed un fisico invidiabile, una risata contagiosa ed un'anima altruista.
Sarebbe stata una Lady perfetta se non fosse stato per lo spirito indomito che le aveva consentito di evitare di essere accasata con il primo Lord benestante che fosse andato a chiedere la sua mano. Sua madre, ribelle proprio come lei, aveva sposato suo padre per amore e per quanto tali matrimoni andassero contro le regole della buona società che prediligeva i matrimoni d'interesse, Kagome voleva seguire le orme dei genitori.
Suo padre non aveva mai avuto nulla in contrario a tale principio... Almeno sino a quel giorno funesto.
Si era svegliata di buon mattino, come sempre, con il sole a bussare alla sua finestra e due allodole che salutavano la primavera cinguettando.
Millicent, la sua dama di compagnia, l'aveva vestita, pettinata e agghindata, allegra e gioviale com'era sempre stata.  Tutto procedeva come al solito, nulla lasciava presagire che la catastrofe fosse imminente, eppure la sua vita cambiò non appena mise piede in salotto.
Vide suo padre seduto al tavolo, le mani nei capelli neri come il carbone e gli occhi arrossati dal pianto, insieme alla contessa, anch'essa in lacrime.
Notando che non l'avevano vista, Kagome si nascose dietro la porta per tentare di capire cosa fosse accaduto.
«Come hai potuto Aron? Come hai potuto perdere tua figlia al gioco?» chiese sua madre in una valle di lacrime facendole gelare il sangue. Suo padre...il suo amato padre aveva scommesso la sua virtù al gioco?
Sapeva che, ultimamente il conte aveva preso il vizio del gioco d'azzardo, ma non pensava sarebbe mai arrivato a giocarsi la vita di sua moglie o sua figlia.
«Non ... Non pensavo di perdere. Era una corsa sicura...Loro volevano lei, non volevano soldi o beni...»
«Sicura? Non c'è mai nulla di sicuro quando si tratta dei duchi Raijù! Hai venduto Kagome, la nostra bambina, a quel porco di Manten» proferì la donna e a Kagome parve difficile persino respirare. Il maggiore dei fratelli Raijù, Manten, non solo possedeva la calvizia ed aveva il doppio dei suoi anni, ma era anche sospettato di aver ucciso la sua prima moglie, trovata morta nel Tamigi non più tardi di un anno prima. 
No. Non poteva accettarlo. Non voleva.
Corse in camera sua, ben decisa a non voler ascoltare nient'altro, ma a cercare una soluzione per sè stessa.
 Dopo circa un'ora in cui il delicato tappeto persiano era stato ridotto ad un dedalo di solchi dalle soffici scarpette di capretto, la ragazza decretò che l'unica soluzione possibile fosse raggiungere la sua amata zia Kaede, sorella minore di sua nonna Kikyo, una donna molto forte dalla veneranda età, che abitava in una colonia inglese chiamata Nassau, nei Caraibi. 
Sapeva che era un viaggio estremamente pericoloso, poiché, nonostante la minaccia dei pirati fosse ormai quasi del tutto debellata, vi erano stendardi che ancora non si era riusciti a far affondare.
Il più pericoloso in assoluto , era rappresentato da un vascello chiamato Four Spirits ed era capitanato da colui che era considerato il terrore dei Sette Mari: Il capitano Inuyasha Taisho e la sua ciurma di senza Dio.
Nonostante il pericolo di finire tra le grinfie dei pirati o peggio fosse reale e tangibile, per Kagome sarebbe stato mille volte peggio finire sposata a Manten Raijù, quindi prese la sua sacca da viaggio, la riempì con tutto ciò che le era possibile portare, compresi soldi e goielli , si cambiò l'abito elegante color vinaccia in favore di uno più leggero e modesto ,di mussola azzurra e senza la costrizione del corsetto ed infine utilizzò un'indisposizione inventata come scusa per non vedere i suoi genitori per tutto il giorno.
Pagò profumatamente Millicent e suo marito Vincent per andare al porto e pagarle un passaggio con la prima nave in partenza e la ragazza tornò nel tardo pomeriggio dicendole che una nave chiamata Queens, sarebbe partita con l'alta marea della sera.
Era una nave passeggeri che faceva scalo proprio a Nassau e avevano ancora dei posti disponibili.
«Siete davvero certa di non volermi portare con voi, Milady?»
«No Millicent. Io sono costretta a fuggire per evitare un matrimonio che aborrisco, ma la tua vita è qui a Londra. L'uomo che ami è qui. Non posso chiederti di abbandonare tutto e venire con me. Me la caverò , non temere» decretò la giovane che dopo il tramonto, sellò il suo cavallo e lo spronò in direzione del porto. Sapeva che i suoi genitori avrebbero notato la sua assenza già la mattina seguente, ma lei sarebbe già stata lontana e Millicent e Vincent avrebbero finto di non saperne assolutamente nulla.
Era terrorizzata. Non si era mai allontanata così tanto da casa da sola, e soprattutto, mai in una zona così malfamata come il porto. Si coprì il volto con il cappuccio non appena scorse dell'interesse negli sguardi lascivi dei marinai e non appena vide la nave che cercava si diresse in quella direzione al galoppo.
Era una nave passeggeri elegante e signorile, fortunantamente. Le costò un bel pò di spiccioli ma una volta a bordo, tirò un enorme sospiro di sollievo, misto a dispiacere.
Adorava Londra e le sue meraviglie, adorava Millicent e anche i suoi genitori ma non era mai stata la tipica Lady ubbidiente e remissiva. Era stata chiara con suo padre, dicendogli che si sarebbe sposata solo ed esclusivamente per amore e non aveva intenzione di sposarsi per altre ragioni.
Se avvertiva ancora qualche rimorso nei confronti dei suoi genitori, le passò immediatamente ricordando che suo padre l'aveva venduta ad una corsa per cavalli. Certamente doveva essere ubriaco, pensò, ma Kagome non la ritenne affatto una giustificazione valida.
Scacciò le lacrime e la paura e si coricò nella sua cabina, certa che una volta a Nassau, sarebbe stata al sicuro.

Non fu la luce dell'alba a svegliarla quel mattino, ma quella di un'incendio che si stava propagando fuori dalla sua cabina.
Kagome aprì gli occhi sgomenta e spaventata ed il sospetto che si fosse trattato di un incidente venne rapidamente messo a tacere dalle grida di battaglia che udì all'esterno del suo cubicolo.
 Affacciandosi all'oblò, oltre il ponte laterale notò un'altra nave, di legno nero e oro, magnifica in tutto il suo splendore. 
Sull'albero maestro svettava una bandiera nera con teschio bianco. 
Pirati. 
A Kagome il fiato venne meno quando, abbassando lo sguardo lesse il nome della nave pirata in questione.
Four Spirits.
Inuyasha Taisho.


Note dell'autore: Buonasera a tutti. Non scrivo fanfiction da tantissimo tempo, in tutta onestà non so se ne sono più capace XD Ad ogni modo spero che questo prologo possa incuriosirvi sulla storia. Amo tremendamente Inuyasha e adoro prendere i personaggi di questo manga meraviglioso e trasportarli in altri universi, a volte anche sistemando un pò il loro carattere. Spero davvero possa piacervi. Aspetto le vostre opinioni.
Un abbraccio forte.
SnowWhite89

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


                                                                                    

                                                    Capitolo 1

 

Nulla gli dava più soddisfazione del rumore delle onde del mare che andavano ad infrangersi sulla prua della sua amatissima nave. 
Il cielo azzurro, l'odore salmastro dell'oceano e il chiacchiericcio dei suoi pirati a darsi da fare sul ponte o sottocoperta, era tutto ciò di cui Inuyasha Taisho, capitano della famigerata Four Spirits , aveva bisogno per essere felice e soddisfatto.
«Mattina piacevole, capitano?» domandò Miroku, suo amico e primo ufficiale, mentre sistemava, per l'ennesima volta i polsini della sua camicia. A differenza del resto della ciurma, Miroku era sempre stato elegante e raffinato, memore del suo passato in cui apparteneva all'alta borghesia.
Era colto, intelligente e di buone maniere e ciò permetteva spesso alla cirma di Inuyasha di farla franca nella maggior parte delle occasioni, specialmente quando facevano scalo in qualche porto. Era un passato, quello, che Miroku condivideva con Inuyasha.
Il perchè quei due avessero scelto di abbandonare ogni agiatezza per finire a fare i pirati, non era dato a saperlo ad anima viva.
«Splendida, primo ufficiale. Il sole splende e ci stiamo dirigendo niente di meno che ai Caraibi. Comprenderai il mio giubilio»
«Assolutamente. Tornerai a deliziare le tue nottate tra le cosce di Lady Kagura?» domandò Miroku con sguardo malizioso.
«Potrebbe essere. Dipende da lei in realtà. Se inizierà ad avanzare strane pretese di matrimonio e stabilità, scapperò a gambe levate con la prima marea» replicò il capitano facendo ridere il suo primo ufficiale che non poteva che dirsi d'accordo con lui, fino a che non gli arrivò un pugno ben piazzato sulla testa, da parte dell'unico elemento femminile della ciurma.
«E' mai possibile che voi due non sappiate parlare d'altro?» domandò una bellezza dai capelli castano scuro , i cui occhi del medesimo colore si fissarono furenti sull'elegante figura di Miroku.
«Suvvia Sango,c'è bisogno di essere sempre così violenta?Parlavo di Inuyasha, non di me»
«Come se tu non stessi pensando di fare altrettanto, razza di pervertito!» replicò lei, voltandosi stizzita, dando a Miroku una panoramica completa del suo sedere strizzato nei pantaloni verde scuro aderenti che indossava.
Per l'uomo fu istintivo allungare una mano per sondare quelle meravigliose rotondità.
«Sai sango, se sei gelosa puoi sempre...» ma non fece in tempo a finire la frase che la ragazza si voltò rifilandogli uno schiaffo che rimise il primo ufficiale al suo posto in men che non si dica.
«Sempre i soliti...» sospirò Inuyasha, poiché Miroku e Sango non facevano altro che punzecchiarsi dal giorno in cui la ragazza era entrata a far parte della sua ciurma ormai cinque anni prima.
Se da un lato questa cosa lo esasperava all'inverosimile, dall'altra fu una vera benedizione poiché agli occhi degli altri componenti della ciurma, Sango apparteneva al primo ufficiale e quindi nessuno si era mai azzardato a torcerle un solo capello.
Era solo una ragazzina sporca ed impaurita, il giorno in cui la trovarono. Era appena stata venduta al miglior bordello di Tortuga e sia lui che Miroku compresero immediatamente che magnifica risorsa sarebbe stata per loro. Sango, ventiquattro anni appena compiuti, era la miglior navigatrice che potessero mai desiderare. Sapeva orientarsi di giorno e di notte, tracciava rotte precise ed accurate, inoltre era abilissima con la spada e con un'arma di sua invenzione, una specie di bomerang grande quattro volte la misura convenzionale. 
«Eri venuta per dirmi qualcosa, Sango?» chiese il capitano, mentre i suoi lunghi capelli argentati scintillavano al sole e i suoi occhi dorati la scrutavano attenti.
«Prima che quel porco mi distraesse, ero venuta a riferirti che poco più avanti potremmo intercettare navi nemiche. Siamo entrati da poco in zona inglese»
In quel momento l'espressione serena di Inuyasha si trasformò in un ghigno ferino e deciso.
«Bene. Che vengano pure. Noi saremo pronti ad accogliere quella feccia inglese in ogni momento.» dichiarò.
Alla sua affermazione fece eco Miroku che incitò tutta la ciurma che si preparò a dar battaglia in caso avessero incrociato una nave da guerra inglese.
Tuttavia non fu una nave da guerra ciò che trovarono ma una nave passeggeri. A giudicare dalle dimensioni e dallo sfarzo, doveva essere di quelle lussuose e piene di passeggeri ricchi con molto denaro da spendere.
«Koga! E' ciò che penso?» chiese Inuyasha al suo terzo in comando, un pirata di nome Koga che Inuyasha e Miroku conobbero nei primi mesi di viaggio. Eccellente combattente e cuoco improvvisato, Koga era anche una vedetta eccezionale. 
«Esattamente ciò che pensi capitano. Una nave passeggeri inglese, e di quelle extra lusso, aggiungerei.»
Inuyasha sbuffò vistosamente. Una nave passeggeri non era male come bottino, ma avevano già tesori in abbondanza ed inoltre il suo codice morale vietava a lui e chiunque della sua ciurma di ingaggiare una battaglia con civili innocenti. Gli spargimenti inutili di sangue non erano nel suo stile, non lo erano mai stati, nonostante gli inglesi gli andassero di traverso.
«Che facciamo capitano? li lasciamo andare?» chiese Miroku. In effetti avrebbe potuto.
Poteva evitare di attaccare ma, vedendo molti suoi uomini bramare i tesori su quella nave si disse che, dopotutto, qualche inglese con un pò di quattrini in meno male non avrebbe fatto.
«Allora uomini!» disse richiamando la loro attenzione.
«Non voglio morti non necessari tra i marinai e nessuna tra i civili. Fateli tutti prigionieri e fate razzia delle loro ricchezze. Non torcete un capello a donne e bambini. Sono stato chiaro? »
«Si, capitano» risposero tutti in coro, anche se Inuyasha sapeva che, tra loro, c'era chi avrebbe bramato passare la notte con una bella fanciulla inglese.

Assaltare la nave fu più facile di quanto avesse mai lontanamente immaginato. 
Le si affiancarono in un istante e la ancorarono in ancora meno tempo.
Salirono a bordo sguainando le spade ma senza fare il minimo rumore, notando che la loro vedetta era addormentata e gli ufficiali erano in procinto di festeggiare qualcosa. Inuyasha fece cenno ai suoi uomini di tacere e, ad alcuni di loro di fare il giro per circondare i marinai ignari. Lui si diresse, con Miroku e Sango a coprirgli le spalle alla porta principale della cabina di comuando che socchiuse leggermente, udendo parte dei loro discorsi.
«Bel colpo, capitano! Manten Raijù ce ne sarà molto riconoscente»
Disse il primo facendo i rizzare i peli di Inuyasha sulla nuca.
Manten Raijù e suo fratello Hiten, erano due farabutti della peggior specie ed il pirata aveva con loro un conto in sospeso non indifferente.
«Come hai saputo che la ragazza è la sua promessa?»
«Me lo hanno riferito alcuni marinai del porto. La piccola Kagome Higurashi. Tutta la città sa che suo padre l'ha promessa a Manten in cambio del risamento dei suoi debiti di gioco con quest'ultimo. L'ha letteralmente persa ad una corsa per cavalli»
«Povera ragazza. Mi dispiace per lei ma, ehy, i nobili si sposano sempre per interesse, no?»
«Esatto. Metteremo fine alla fuga di Lady Kagome nel prossimo porto dove attraccheremo. La riconsegneremo a Lord Manten e ci divideremo la ricompensa» esclamò il capitano cogliendo le grida di approvazione dei suoi marinai.
Higurashi.
Un cognome, insieme a quello dei Raijù in grado di provocare in Inuyasha una fitta d'odio tale da non lasciare scampo. Era colpa loro se sua madre era morta. Era colpa loro se la disgrazia li aveva colpiti in pieno viso. Ricordava i loro volti soddisfatti quando suo padre venne trascinato nella pubblica piazza e i loro ghigni quando la scure del boia calò sulla sua testa.
Non avrebbe augurato a nessuna donna di finire nelle mani di Manten, ma forse questa Kagome lo meritava.
Scosse la testa, pensando che non aveva tempo di indugiare sul passato e su ciò che era avvenuto tra lui e quei farabutti. Aveva una nave da conquistare. Con un grido di battaglia incitò i suoi che si accanirono sul capitano e sui marinai  e vani furono i loro tentativi di opporre resistenza.
 Inuyasha sguainò la sua spada e combattè con tutta l'abilità e il coraggio che poteva avere, come ogni volta.
Parava fendenti ed effettuava affondi precisi e mirati a ferire ma non ad uccidere ed i morti, fortunatamente furono molto pochi. Tra loro, il capitano che non aveva voluto per nessun motivo arrendersi.
I suoi pirati erano abili e preparati e li vide eseguire impeccabilmente i suoi ordini. In breve tempo una piccola folla di nobili e borghesi era riunita sul ponte principale , circondati da alcuni pirati mentre Koga e Miroku facevano il giro delle cabine per accertarsi di non ver tralasciato nulla.
Tuttavia Miroku tornò, mentre Koga ,dopo circa due ore, non si vedeva ancora
«In che ala si è diretto?» chiese Inuyasha.
«Nell'ala est.» replicò il primo ufficiale.
Inuyasha prese per il colletto uno dei marinai, puntandogli la sua spada alla gola.
«Quante cabine sono occupate in quell'ala?»
«S...Solamente due, signore. La 207 e la 210» balbettò l'uomo, impaurito. 
Inuyasha lo lasciò andare con un brusco movimento.
«Teneteli d'occhio tutti. Se provassero a scappare...» disse lasciando la frase in sopeso a beneficio dei prigionieri. Non aveva intenzione di ucciderli, ma era un bene se loro avessero creduto il contrario.
«Ricevuto, capitano»  replicò Miroku, mentre Inuyasha correva sul pontile dell'ala est.

La cabina numero 207 era vuota, quindi restava la 210. Koga era senza dubbio in quella cabina, ostaggio di qualcuno che aveva appena firmato la sua condanna a morte.
Si avvicinò ed aprì la porta con estrema cautela, trovando Koga privo di sensi sul pavimento.
Si avvicinò posando due dita sul suo collo, constatando dal battito regolare che era vivo. La mancanza di sague intorno a lui, gli fece intuire che dovave solo aver preso una bella botta in testa, probabilmente colto di sorpresa.
Un sibilo dietro di lui, lo fece abbassare istintivamente ed evitò per un pelo che un grosso candelabro d'argento massiccio gli cadese sulla nuca.
Si voltò, agile e pronto, disarmando l'avversario e puntandogli la spada alla gola, rendendosi conto che non aveva a che fare con un uomo ma con una bellissima donna.
Una fanciulla esile, dall'aspetto delicato, dai candidi occhi color nocciola e dai capelli corvini dall'aria lucente e morbida.
Sembrava una ragazza fragile ed indifesa, eppure era riuscita a mettere fuori combattimento uno come Koga.
Probabilmente possedeva uno spirito indomito, come si poteva intuire dallo sguardo fiero che aveva in quel momento. Non stava per mettersi a piangere, né sembrava in procinto di supplicarlo per avere salva la vita. Se ne stava semplicemente lì, ad osservarlo senza muovere un muscolo.

Kagome non si era mai ritrovata in una situazione come quella.
Era stato facile mettere a tappeto il primo pirata che era entrato, troppo allettato dai suoi gioielli per preoccuparsi di chi poteva nascondersi dietro la porta. Lo aveva colpito alla testa con il candelabro ma era lieta di non averlo ucciso.
Tuttavia, quando stava per tentare di scappare, ecco che ne era spuntato fuori un altro. Lui però non si era fatto cogliere in fallo ed ora si ritrova schaicciata tra il muro e la punta della sua spada, ad osservare due occhi magnetici color dell'oro , su un viso splendido, dai lineamenti marcati e decisi, circondato da capelli candidi che parevano morbidissimi.
Era un pirata, rozzo e probabilmente anche maleducato, ma a Kagome sembrò l'uomo più virile che avesse mai visto.
Il suo portamento, inoltre non era affatto come si era immaginata. Teneva la schiena dritta, lo sguardo fiero, i muscoli erano ben delineati sotto la camiciola di lino che indossava.
Gli abiti erano puliti ed anche lui, nonostante quello che si vociferava sui pirati aveva un aspetto pulito ed ordinato. Non era un pirata qualunque ed il ghigno strafottente che mostrò ne era la prova.
«Inuyasha Taisho»sussurrò colta da una nuova consapevolezza. Quello non era un pirata qualunque. Era il loro capitano.

«La mia fama mi precede. Con chi ho l'onore di parlare?» chiese lui senza mai staccare gli occhi dalla figura esile ed attraente di lei.
«Lady Kagome Higurashi» replicò la ragazza in un sussurro, facendo leggermente sgranare gli occhi al pirata.
Lei era la ragazza di cui stavano parlando il capitano e i suoi marinai? Quella che avrebbe dovuto sposare Manten? La figlia di quell'uomo che insieme ai Raijù firmò la sua condanna?
In quel momento, l'idea di quella meraviglia nelle mani di quel sadico figlio di buona donna parve assolutamente inaccettabile al ragazzo, anche se certamente si trattava di una serpe inseno, come suo padre.  
«Sei la promessa sposa di Manten Raijù?»
«Assolutamente no!» replicò lei con vemenza.
«Non sposerò mai un uomo che non amo e men che meno uno che ha il doppio dei miei anni e che si è macchiato di crimini efferati»
Inuyasha la osservò a lungo e un'idea subdola iniziò a svilupparsi nella sua mente. Manten Raijù era uno stronzo, si, ma uno stronzo dannatamente ricco. Quanto avrebbe pagato per riavere indietro la sua preziosa sposa? 
Lui, di certo avrebbe fatto carte false pur di possedere un tale tesoro ed ancora non gli era chiaro se stesse pensando al denaro o alla giovane che aveva di fronte. Era sprecata per Manten.
Era ancora pura, quasi sicuramente. Le curve erano procaci, il temperamento quello di una guerriera. Aveva tanto di quel potenziale da essere considerata una rosa in un cespuglio di cicuta.
Tuttavia, gli affari erano affari e uno scambio del genere con Manten Raijù avrebbe garantito a lui e ai suoi uominiulteriori ricchezze con le quali alcuni di loro avrebbero anche potuto abbandonare la pirateria, se lo desideravano, e condurre una vita agiata. Inoltre l'idea del padre di lei, disperato all'idea che la sua giovane figlia sposasse uno come Manten era tremendamente allettante. Lei era divenuta la sua promessa solo per una corsa di cavalli persa, il che significava che Lord Higurashi non aveva assolutamente intenzione di farla sposare a Manten.
E sequesto gli avesse causato sofferenza e spolpato Manten delle sue ricchezze, che il diavolo se lo porti, lo avrebbe fatto.
«Volente o no, Milady, so che vostro padre vi ha persa ad una corsa per cavalli. Quindi appertenete a Manten, per legge. Chissà quanto sarebbe disposto a pagare per riavervi indietro..»
«No, vi scongiuro!Farò qualunque cosa mi chiediate, vi pagherò con tutto ciò che ho ma non fatemi tornare a Londra»disse lei e la paura che lesse in quegli occhi profondi, lo fece quasi sentire in colpa.
Quasi. 
Lui era pur sempre un pirata, un manigoldo e anche se poteva sentire chiaramente sua madre rotolarsi nella tomba e maledirlo con mille ingiurie, sarebbe andato fino in fondo. Perchè lei era un Higurashi e perchè sicuramente il compenso avrebbe alleviato qualunque senso di colpa.
Una piccola parte di lui gli sussurrava che lei non c'entrava niente. Che come lui era una vittima in un gioco di potere che non poteva prevedere né controllare.
Tuttavia, la sete di vendetta era troppo grande, troppo forte.
«Mi dispiace dolcezza. Verrete con me e la mia ciurma fino al momento di restituirvi alla vostra gente e se non vi sta bene, allora andrete a fare compagnia ai pesci.»
Kagome osservò quell'uomo indurendo l'espressione ed affilando lo sguardo. Aveva sentito dire che nonostante tutto, Inuyasha Taisho era un uomo d'onore ma evidentemente le voci mentivano. Non vi era un briciolo di onore in quel barbaro senza Dio.
«Sappiate che vi detesto, Inuyasha Taisho!»
«Ed io detesto tutti voi damerini inglesi, quindi siamo pari, dolcezza» disse per poi legarla ed imbavagliarla.
Mentre la portava sul ponte per informare i suoi uomini dei suoi piani mise a tacere la fastidiosa vocina che sentì dentro di sè che lo avvertiva non solo del fatto che il tutto fosse una pessima idea ma che da lì in poi il viaggio sarebbe stato tremendamente spossante.



Note dell' autore: Due aggiornamenti questa settimana! Non vi ci abituate, è solo perchè sono in ferie XD In questo capitolo abbiamo conosciuto Inuyasha e parte della sua ciurma, oltre che ad aver assistito al primo incontro tra lui e Kagome. Spero vi sia piaciuto e spero continuerete a seguirmi.
Un abbraccio

SnowWhite89

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


                                                   Capitolo 2                         

«Fammi uscire immediatamente. despota vigliacco! Ti detesto, mi hai sentita?! Fammi uscire, subito!» urlò Kagome, sbattendo i pugni contro la porticina di legno di quella che aveva tutta l'aria di essere una cambusa. 
Dopo essere stata legata, imbavagliata e caricata di forza su una spalla dal capitano della Four Spirits, era stata trascinata sul ponte della nave. Aveva visto tutti i passeggeri raggruppati al centro e circondati dai pirati, molti dei quali avevano le lame delle spade imbrattate di sangue.
Chissà chi avevano ferito, a chi avevano deciso di togliere la vita quel giorno, giocando a fare Dio con le loro spade affilate.
«Bene. ciurma. Se avete terminato con le razzie, si torna a bordo della nostra nave»
«Chi è il bocconcino, capitano? Un regalo per noi?»chiese un marinaio elegantemente vestito. Anche lui, come Inuyasha aveva un aspetto pulito ed ordinato, notò Kagome, ma comunque non le fu più simpatico di tutta la marmaglia che aveva attorno. Se avesse potuto parlare li avrebbe mandati tutti al diavolo.
«No, Miroku. Lady Higurashi è la promessa sposa di Manten Raijù. Gliela restituiremo» dichiarò lui.
Kagome vide il giovane chiamato Miroku, adombrarsi visibilmente. Era come se volesse esprimere il suo disappunto ma non aprì bocca. Probabilmente non voleva congtraddire il capitano.
Kagome tentò di dibattersi ferocemente, ma legata com'era non potè fare molto per impedire ad Inuyasha di trascinarla a bordo e sbatterla in quell'angusta cambusa.
«Resterete lì fino a che non giungeremo dal vostro amato, Milady» la ridicolizzò lui, mentre le risate dei marinai le entravano nelle orecchie sospingendo la sua ira ad un punto di non ritorno.Guardandosi intorno nella stanzetta piccola e dall'odore discutibile, Kagome trovò una vite sporgente conficcata in un'architrave di legno. Iniziò a sfregare le corde su di essa fino a che non ebbe le mani libere ed una volta libera da tutto il resto, nulla le vietò di inveire contro quel maledetto e tentare con ogni mezzo di buttare giù la porta.
Non poteva tornare a casa, non poteva tornare da Manten. Lei voleva raggiungere sua zia Kaede e vivere una vita tranquilla, fuori dalla portata di quel mostro. Perchè, in nome di Dio, doveva incontrare il terrore dei sette mari sul suo cammino? Perchè non poteva vivere in pace la sua vita?
Imbufalita dalle risate che continuava a sentire al di là dalla piccola porticina di legno scuro, prese una sedia e ve la scagliò contro facendo un gran baccano che sembrò far fermare le risate.
«Giuro su Dio che se non mi liberate, Capitano Taisho, ridurrò a pezzi questa lurida cambusa.
Inuyasha, che aveva riso fino a poco prima insieme ai suoi uomini degli improperi di quella ragazza, in quel momento smise di ridere.
Non solo quella dannata ragazzina faceva parte della famiglia di quel figlio di puttana, intendeva anche distruggere parte della sua amata nave.
Sapeva che non ci sarebbe mai riuscita, era solo una ragazza e per giunta una Lady cresciuta nel massimo della bambagia grazie ai soldi che suo padre e Raijù avevano guadagnato dalla rovina del padre di Inuyasha. Una ragazza, cresciuta nell'agio si sarebbe fatta sanguinare le mani prima di aver distruuto qualunque cosa le fosse a portata.
Tuttavia la minaccia in sè lo fece irritare come mai prima d'ora.
Stava per aprire quella porta e minacciare quella ragazza in modo tale che nemmeno più un fiato sarebbe uscito dalla sua bocca quando Miroku gli poggiò una mano sulla spalla dopo aver detto a tutti gli altri di disperdersi.
«Inuyasha...non fare cose di cui potresti pentirti.»
«Pentirmi?! Pentirmi, Miroku? E di cosa? E' una dannata Higurashi, maledizione!»
«Che non ha la minima idea di ciò che suo padre ha fatto al tuo. Tu avevi sei anni e lo ricordi ma lei ne avrà avuti solamente un paio. Per quello che ne sai, potrebbe non saperne nulla»
«Le mele non cadono troppo lontane dall'albero, Miroku!» proferì il capitano, voltandosi verso di lui.
Inuyasha guardò Miroku con astio e dopo essersi scrollato di dosso la sua mano dalla spalla entrò nella cambusa, bloccò un'arancia che lei gli tirò ela fece aderire al muro, avvicinando il viso, minaccioso.
Era bella. Constatò ancora lui. Di quella bellezza che non si scorda facilmente, che ti entra nell'animo e scava in profondità. Una bellezza tale da portare persino un santo a desiderare di possederla e, lui, un santo non lo era di certo.
Tuttavia, non avrebbe ceduto a quegli occhi color nocciola e allo sguardo da cucciolo impaurito che vi vide in quel momento.
«Vediamo di capirci, Milady. siete viva, solo ed esclusivamente perchè mi servite come merce di scambio e siete ancora intatta perchè Manten non accetterebbe mai merce avariata o di seconda mano. Ma minacciatemi un'altra volta in quel modo e vi consegnerò ai miei uomini prima di infilzare il vostro cuore infido e bugiardo con la mia lama. E' chiaro?»
Lei non disse niente. Lo guardò sentendo sparire tutto il coraggio che credeva di possedere, tutta la spavalderia dimostrata fino a quel momento.
Tuttavia, la parola sconfitta non faceva parte del suo vocabolario.
«Se credete che mi vedrete scoppiare a piangere ed implorare per avere salva la vita, scordatevelo! Uccidetemi se dovete. Una volta tornata a Londra, sarò comunque già morta!» ringhiò lei nonostante il tremolio nella voce.
La vide tremare sotto il suo sguardo, vide i suoi occhi riempirsi di lacrime che, però non fece cadere.
in una piccola parte di sè, Inuyasha apprezzò quel coraggio, che moltissimi uomini non avevano dimostrato in sua presenza, specialmente dopo una minaccia del genere.
«Attenta Milady. Non tirate troppo la corda. Se si spezzerà, voi morirete.» sibilò lui con voce fredda e crudele.
Nell'istante in cui uscì sbattendo la porta, Kagome si concesse di accasciarsi a terra e piangere silenziosamente, pregando che nessuno la sentisse, per burlarsi di lei e del suo dolore.

Le stelle brillavano fulgide, quella sera, sovrastando un mare limpido e piatto come una tavola.
Nonostante sapesse di essere nel giusto, nonostante sapesse che lei era una serpe in seno quanto il padre, Inuyasha non riuscì a levarsi di dosso l'orrenda sensazione che tutto fosse assolutamente sbagliato. Era una splendida ragazza e con un coraggio da leone da quello che aveva potuto vedere.
Era partita da sola per attraversare il mondo, lasciando tutto quello che conosceva per evitare un matrimonio che, a quanto pareva, aborriva. Aveva steso Koga e , se lui non avesse avuto i riflesi abbastanza pronti avrebbe steso anche lui. Lo aveva minacciato e fronteggiato senza paura...che stesse davvero sbagliando ogni cosa?
Prima di potersi dare una risposta però. ricevette uno scapellotto degno di nota che lo fece voltare verso la sua assalitrice con uno sguardo che avrebbe fatto apura anche al tristo mietitore, ma non a lei, non a Sango.
«Dico ma sei impazzita, Sango?!»
«Io? A te piuttosto che accidenti è preso? Hai rinchiso quella poverina in due metri quadri, con pochissima luce e poca aria e osi arrabbiarti se ti maledice?!»
«E' una dannata Higurashi. E' come se fosse una prigioniera» 
«Allora rinchiudila nelle prigioni! Almeno lì avrebbe una branda! E' una ragazza, Inuyasha. Non avrà più di vent'anni. E' sola e spaventata e tu la stai trattando come un animale. Quando senti quel cognome dai di matto ogni volta.»
«Quelle persone devono morire!»
«E moriranno. Lo abbiamo giurato, ricordi? Io e Miroku abbiamo giurato di aiutarti e proteggerti. Ma non è facendo del male a quella ragazza che otterrai la tua giusta vendetta. Se vuoi odiarla, odiala. Se vuoi riconsegnarla a Manten, fallo. Ma lascia che mi occupi io della sua permanenza qui. Ti prego.» chiese Sango.
Restò per interminabili seconsi in attesa di una risposta e quando stava per andarsene, imprecando, Inuyasha sospirò arreso.
«D'accordo. Dividerai la cabina con lei, mangerà con te, potrà prendere aria quanto le pare, ma voglio che le trovi qualcosa da fare. qualcosa che la tenga lontana da me.»
Sango sorrise e, senza dire nulla si avviò alla cambusa.
Entrò aspettandosi di essere aggredita, invece vide quella ragazza in principio battagliera per ciò che era davvero. Una Lady terrorizzata.
La tenerezza che sango provò in quel momento, non la comprese nemmeno lei stessa. Forse quella giovane, rannicchiata su sé stessa e certa che il futuro le sia stato rubato, le ricordava lei stessa.
Si avvicinò con cautela vedendola rannicchiarsi ancora di più non appena si accorse di lei.
«No.Non aver paura, non voglio farti del male» disse con un sorriso ed un tono rassicurante che misero Kagome stranamente a suo agio.
Quella ragazza aveva una bellissima voce ed un sorriso incantevole. Aveva gli occhi scuri, la pelle abbronzata dal sole, capelli scurissimi e un fisico mozzafiato. L'aveva notata mentre era imbagliata e le era sembrata dispiaciuta.
La sua presenza su una nave composta da soli uomini l'aveva incuriosita. Chi era quella giovane? Aveva sentito dire che spesso, sulle navi dei pirati, vi si trovassero delle prostituteo quelle che venivano definite come le donne del capitano o del primo ufficiale ma lei non le dava quell'impressione.
Intuendo la sua curiosita la giovane pirata, sorrise.
«Mi chiamo Sango. Sango Hirai. Sono la navigatrice.» disse allungando la mano e Kagome, forse perchè aveva un disperato bisogno di avere vicino qualcuno che non volesse ucciderla, la strinse.
«Lady Kagome Higurashi»
«Kagome quindi, E' un bellissimo nome. Mi dispiace per come sei stata trattata, ti posso assicurare che Inuyasha non è così di solito. E' un pirata, sì, ma è un uomo d'onore»
A Kagome fuggì una risata di scherno.
«Lo credevo anche io. Avevo sentito dire che il capitano Taisho era un uomo d'onore, che non torceva un capello agli innocenti. Invece mi ha trascinata qui, sbattuta in una lurida cambusa , minacciata di morte... e mi porterà da un destino da cui stavo scappando, tutto per il denaro. Che onore c'è in questo?» chiese Kagome e Sango non aveva idea di come replicare. Non poteva dirle la verità. Tanto per cominciare non si conoscevano, Kagome non le avrebbe mai creduto, inoltre non spettava a lei farlo.
Sospirò e la fece alzare in piedi, sorreggendola.
«Ti posso assicurare, Kagome, che dietro vi sono motivazioni estremamente serie. Non  è colpa tua. Tu, purtroppo, sei un effetto collaterale»
«Che vuoi dire?»
«Non posso dirti più di questo. Ma sappi che lui non ti ucciderebbe mai. E' davvero una brava persona anche se adesso hai tutte le ragioni per credere il contrario. Vieni con me. Potrai farti un bagno, mangiare qualcosa e dormire in un letto.» disse la ragazza.
Kagome avrebbe voluto controbattere, ma non mangiava nulla da quella mattina, aveva un disperato bisogno di un bagno e l'idea di un letto l'allettava certamente di più rispetto a quella di dormire su sacchi di cipolle e patate.
Seguì Sango ubbidiente restando ad interrogarsi sulle sue parole criptiche.
Cosa nascondeva Inuyasha Taisho?






Note dell'autore: Buonasera a tutti XD 
Eccomi qui con un nuovo capitolo che tratta della prima impressione di Kagome sull'ospitalità del famoso pirata Inuyasha Taisho. Come avrete potuto leggere non è stata esattamente rosea, ma tantissime altre cose devono ancora accadere sulla Four Spirits.
Vi avviso che purtroppo le mie brevi ferie sono terminate e riprendendo a lavorare avrò meno tempo per aggiornare, tuttavia prometto di approfittare dei miei riposi per scrivere e di aggiornare almeno una volta ogni due settimane. 
Vi ringrazio in anticipo per la pazienza.

un abbraccio

SnowWhite89

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