Lacrime d'Argento

di Selian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

La luna splendeva solitaria nel grande cielo notturno.
Il vento soffiava freddo fuori dai finestrini dell'auto scura, che bruciava veloce i chilometri d’asfalto.

- Jay, quanto manca? Sono esausta..- mi lamentai dal sedile posteriore della monovolume che sfrecciava sull'autostrada poco illuminata.

- Beh, begli occhioni, ti toccherà aspettare! Per l’arrivo mancano ancora svariate ore di viaggio, quindi coricati e chiudi quella boccaccia petulante! Sai, incomincio a pentirmi di averti fatto salvare la vita! E se non la smetti, giuro, ti stacco la testa a morsi..- sbraitò dal posto di guida uno stralunato licantropo di mia conoscenza.

Gli feci una linguaccia e mi misi comoda.

Sono giorni che siamo in viaggio, le nostre uniche soste vengono effettuate per rifornire il serbatoio e per fermarci negli ospedali, a ritirare sacche per trasfusioni.

Samuel, il compagno della mia immortalità, ora è sdraiato con la testa sulle mie gambe a giocare con i lacci della mia maglietta, mentre io perdo i miei pensieri nell’oscurità al di fuori del finestrino.

Ora sono solo sua, per tutta l'eternità, e si bea di questo fatto ogni singolo istante della giornata.

- Sei scomoda, mio fiore?- chiese premuroso, senza distogliere l’attenzione dal suo minuzioso lavoro sui fili della mia felpa.

- Affatto..- risposi poggiando la fronte sul finestrino, pensierosa.

- C’è qualcosa che ti turba?- chiese spostando il suo sguardo cremisi nel mio, ora tale e quale al suo.

- Non preoccuparti, non è nulla..veramente!- cercai di rimediare, sorridendogli bonariamente.

Mi baciò lievemente le labbra prendendomi alla sprovvista.
Lo guardai interrogativa, curiosa.
Perché adesso mi aveva baciata?

- Sei ancora più bella, e ogni giorno lo diventi di più- sussurrò a fior di labbra, poi continuò- Sarà una battaglia continua tenerti lontana dagli sguardi altrui..- concluse pensieroso, tamburellandosi l’indice destro sul mento.

Lo guardai allibita, poi scoppiai a ridere.

- Ma quanto sei scemo! Smettila!- dissi tra una risata e l’altra.

- No, non la smetto affatto..tu sei mia, e nulla potrà modificare la natura di questa condizione..per tutta l’eternità che ci attende- concluse serio osservandomi.

Tutta la sincerità che traboccava da quelle parole, ora era incisa nella mia anima, in profondità.
Mi sentii lusingata dei suoi complimenti, e arrossii lievemente.
Per quanto la mia natura di vampiro mi permettesse.

- Lo sai, sono solo tua..fino alla fine dei tempi..- conclusi guardandolo dritto negli occhi, per poi piegarmi verso di lui e posargli un bacio in fronte.

- Ehi, sviolinatori melensi, volete piantarla con tutti questi zuccherini? Rischiate di farmi venire una carie!- esordì Jason, spezzando quella bolla privata che avevamo creato intorno a noi.

Sospirai rassegnata, ormai io e Samuel non avevamo avuto un attimo di privacy da diverso tempo.
La causa: La nostra fuga.

Ebbene si, siamo dei ricercati.
A quanto pare la “Gatta Buia” sente la mia mancanza.

Il giorno della mia trasformazione, è stato anche il giorno in cui è iniziato il nostro errare.
Il mio risveglio non è stato dei migliori (Trovare il tuo uomo riverso in terra, senza vita, non è proprio il massimo), ma quando Samuel si riprese mi raccontò cos’era accaduto mentre il mio corpo stava subendo la mutazione.

A quanto pare la giustizia ha fatto il suo corso, pensai felice dentro me, ma ora dobbiamo guadagnarci la nostra libertà.
La morte di quel dannato generale è stata la rivincita di Samuel su anni di prigionia.

Il suo riscatto.
Ma stavamo pagando il nostro prezzo, stavamo fuggendo da quelli che un tempo erano i collaboratori di Sam.

Sospirai avvilita.

Sentii Jay sghignazzare, e allora mostrai i denti, irritata.

- Sai che ti dico Jason? Povera la pazza che ti vorrà con se!!!- sbottai, enormemente infastidita.

- Oh, non ci sperare di liberarti così facilmente di me! Dovrai sopportare la mia ingombrante presenza per ancora mooolto tempo!- concluse ridendo della sua stessa battuta.

Girai il volto verso il finestrino, indignata, mentre li sentii ridere di un qualche discorso da uomini che non volli stare a sentire.

Lo dico e lo ripeto: Demoni, chi li capisce è bravo!

Mi arresi all’evidenza che una qualsiasi intimità con Samuel era impossibile da ottenere al momento, perciò mi sdraiai e mi addormentai quasi subito, distrutta.
.
.
.

Luci, suoni, schiamazzi, urla e ancora luci.

E’ questo quel che mi accolse al mio risveglio.
Un mare di ordinato caos.

- Mmmm..- mugugnai, per avvisare il mio risveglio- Dove siamo?- chiesi, seguita da un sonoro sbadiglio.

- Beh, bella addormentata, siamo a Las Vegas!- disse un sorridente Jason al posto del passeggero..quando aveva cambiato posto, ma soprattutto..come?

- Buongiorno mio oleandro bianco, hai dormito bene?- chiese premuroso come al solito il mio vampiro.

- Si, dormito bene- risposi, stiracchiando le braccia e inforcando l’ennesimo sbadiglio- E voi? Avete riposato?- chiesi sporgendomi con il viso tra i due sedili anteriori.

- Beh, Samuel si è fatto due orette di sonno, ed io mi sono svegliato poco prima di te..credo di aver dormito quanto lu..- si sporse verso l’orologio analogico della radio, poi mi rispose-..Cosa? Ho dormito ben cinque ore! Perché non mi hai svegliato per darti il cambio?!- chiese a Samuel, leggermente irritato.

E lui semplicemente si limitò a sorridere e a farmi un occhiolino dallo specchietto retrovisore.
Capivo perché non l’avesse voluto svegliare.

In quattro giorni di viaggio senza sosta in macchina, lui tre ne aveva passati a guidare giorno e notte.
E’ esausto e si vede, ma il suo orgoglio gli impedisce di volerlo ammettere.

Stupido orgoglioso!

Lo lasciammo brontolare a lungo, finchè non arrivammo all’albergo..
Avevo un disperato bisogno di una doccia e di un letto morbido.

Iniziammo a fare la fila per il parcheggio, così alzai il viso sull’enorme scritta che troneggiava sopra l’entrata.

Quando vidi il tipo di albergo che avevano, e sottolineo avevano, scelto rimasi a bocca aperta.

- L’Egyptian hotel?- chiesi allibita

Era..assurdo!
Aveva la forma di una grandissima piramide, con una sfinge gigantesca di fronte e un’enorme fontana a forma di sarcofago semi- aperto.
Era bello, indubbiamente, elegante persino, ma..quanto ci sarebbe costato?
Io non posso contribuire alle spese, non ho nulla.

Le uniche cose che possiedo, le indosso.
Mi sentivo così in imbarazzo certe volte..

- Si, è quello che mi è parso più spartano rispetto agli altri..- ammise Samuel dal suo posto di guida, senza staccare gli occhi dalla strada e dal traffico.

- Spartano? A me pare più una reggia con su scritto “ Venitemi a prendere, sono nascosto qui!!” a caratteri cubitali!- rispose scettico Jason, inarcando un sopracciglio.
Era poco convinto.

- Più che altro..possiamo permettercelo?- chiesi in un sussurro, che fu ascoltato da entrambi.

Per quanto flebile, la mia voce alle loro orecchie arrivò nitida e chiara.

Si scambiarono uno sguardo rapido di cui non riuscì a cogliere il significato.

- Beh, piccola, i soldi per noi non sono un problema, non devi preoccuparti di questo..- rispose evasivo Jason, premendosi una mano sulla bocca, come a far notare di aver parlato troppo.
Perché?

- Cosa sta a significare quel “ Per noi i soldi non sono un problema” ? Cosa mi state nascondendo? Un conto svizzero nascosto o roba simile?- chiesi scherzosamente, tra il curioso e l’ansioso.

Continuai a guardarli dallo spazio tra i due sedili anteriori, mentre in tutti i modi cercavano di fuggire lo sguardo.
Mi arresi quando entrammo in quello che era una copia perfetta del tempio della Valle dei Re.
Certo, rispetto a molti altri hotel era più semplice, per modo di dire, ma anche il più bello, decisamente.

Scendemmo dall’auto, lasciando al portiere le chiavi per farci parcheggiare l’auto.
Quando il ragazzo alzò il viso verso di noi, prima annoiato, ma con espressione cordiale, si illuminò.

Ed in quel momento qualcosa in me si svegliò.
Qualcosa di estraneo e di animalesco.

Sentì la pelle tirare in più punti del viso, la gola e lo stomaco ardermi come se fossero invasi da fiamme vive, gli occhi mutare, sentirli pungere e tremolare alla vista della vena all’altezza del collo, pulsante.

Improvvisamente tutto il resto scomparve, e persino il primo strato di pelle del ragazzo, lasciandomi la nitida ed invitante visuale di quella vena che si divideva in decine e decine di capillari in quel collo taurino.

Il pulsare del cuore era come la più ammaliante delle melodie, come una canzone stregata che ti induce a seguirla, che mi portava a tremolare le palpebre ad ogni battito.
Aprì le narici alla massima estensione per assaporare al massimo la grande quantità di ormoni in circolo in quel ragazzo, il cuore prese a galoppare velocemente ed irregolarmente quando si accorse di essere fissato.

Era così invitante quel giovane e possente cuore.
Ed era tutto per me.
Solo per me.

Ero pronta a scattare, pronta ad affondare i canini, che ora pungevano leggermente il mio labbro inferiore, in quel tenero e roseo collo.
Sentì un’ondata di veleno, al posto della saliva, invadermi l’interno della bocca e la inghiottii subito.

Stavo avanzando il primo passo verso di lui, quando sentì una voce rimbombarmi nella mente.

- Non farlo, amore, fermati..- disse quella voce, calmando la nuova “ Me” che stava prendendo il sopravvento.
Girai la testa dietro di me e vidi Samuel che mi osservava con sguardo dolce, amabile, irresistibile.

Ripresi il controllo di me stessa, tappandomi le orecchie istintivamente per non farmi ammaliare nuovamente da quel pulsare insistente di sangue.

Mi affrettai a raggiungere il mio compagno, che si trovava di fronte alla porta scorrevole, mi avvicinai a lui e mi gettai tra le sue braccia..mi aveva salvato da un rimorso che mi avrebbe dilaniato per sempre.

Alzai il viso verso il suo e lo baciai, sussurrando un - Grazie..- appena mi fui staccata da quelle dolci labbra coralline.

Mi aveva bloccato mediante la telepatia.
Me lo aveva spiegato, in uno dei tanti giorni di viaggio, che il legame di sangue che si era venuto a creare tra di noi, aveva innescato questa piccola sorpresa.

Almeno per me, perché a lui non era parso nulla di nuovo.

Sospirai, felice che quella “ violazione della privacy” servisse a qualcosa..

Ci avviammo all’interno del’hotel, dirigendoci al banco, dove già si trovava Jason, che aveva lo sguardo fisso nella ragazza della reception, che ora era..ipnotizzata?
Ma cosa..

- Sam..cosa..- chiesi voltandomi verso di lui, incredula.

Lui mi guardò con la coda dell’occhio, sospirando.

Ora capivo a cos’era riferita quella frase del “ I soldi non sono un problema..”.
Ma certo..ora è tutto chiaro!
Non li avremmo usati!

Rimasi a fissare Jason, il suo modo di muoversi, il suo tono di voce.
Mi concentrai particolarmente sul suo modo di “ osservare” la ragazza.

Se fossi stata ancora umana, credo che ci sarei cascata anche io.
Come una pera cotta.

Poi, dopo averla salutata con un sorriso smagliante, ci raggiunse, facendo roteare le chiavi sull’indice della mano destra, mentre la sinistra era nella tasca dei jeans.
Lo guardai, sbalordita da tale sicurezza e “ savior fare”..

A proposito..come mai era così bravo?

Quando ci raggiunse stava fischiettando.
Ci lanciò le chiavi, e, senza battere ciglio, Samuel le afferrò subito.
Erano passate accanto alla sua guancia destra, sfiorandola.

Le guardò e le strinse nel palmo della mano, lasciandosi sfuggire un sospiro rumoroso.

- Speravo che tali stratagemmi non ci sarebbero più serviti..a quanto pare, ero in errore..- finì sospirando nuovamente, stanco.

- Cosa vuole dire che “ tali stratagemmi” non vi sarebbero più serviti? Li avete già adoperati in passato? Sam..- chiesi, abbassando la voce ad ogni parola, incredula.

Cosa mi stavano nascondendo?

Passai il mio sguardo dall’uno all’altro, come se stessi seguendo una partita di tennis.
Ciò che vidi nei loro visi e nei loro sguardi, fece accrescere ancor più il dubbio..

Sam fuggiva lo sguardo, posandolo in terra.
Jay lo sosteneva, ma avevano entrambi gli occhi velati da un antico rimpianto.
Da un’antica sofferenza che attanagliava la loro anima, tenendola prigioniera da chissà quanto.

Cos’era che ancora non sapevo..?

Fu proprio Jay a parlare.

- Vedi Mary, noi prima di entrare a far parte del mondo umano e giurisdizionale in genere insomma..beh, noi eravamo dei “ nomadi”..la nostra natura..anzi, le capacità che ci dona la nostra natura, ci permisero di poter vivere in mezzo agli umani..così come altri migliaia di noi..è per questo che noi siamo considerati delle leggende dalla maggior parte della tua gente..- disse, chinando il capo a mo di scusa.

Ora ero veramente sorpresa.
Non riuscivo a immaginarmi loro dei delinquenti di tale fattura..

Però una cosa mia aveva colpito.

- In che senso “ dalla maggior parte della tua gente”?- chiesi allargando gli occhi..non sarà per caso che..

- Esatto Mary..le più alte cariche dello stato di tutto il mondo sono a conoscenza di tale fatto..sanno della nostra esistenza..- concluse in tono grave il mio compagno, nella mia mente.

Cosa?!
E lasciano la gente all’oscuro di tutto ciò?!

Ero sinceramente colpita..ma non positivamente.

- Come dite? No, scusate, ma sapete cosa significa?!- chiesi, retoricamente, alzando la voce di qualche decibel, rendendola leggermente stridula.

Si guardarono negli occhi, poi si voltarono verso di me ed annuirono.

Tentai di dire altre cose, ma una visione che Sam mi fece passare davanti agli occhi di un grande e soffice letto matrimoniale con trapunta color sabbia, mi fece tacere.
Ero troppo stanca per continuare a discutere.

Anche se ero un vampiro, alla fin fine sono semplicemente un essere umano con delle modificazioni genetiche.
Ed il sonno è il primo dei miei pensieri, specialmente dopo quattro giorni trascorsi in auto.

Poi Sam mi ha spiegato che mi vorrà tempo prima che la sensazione del sonno diventi qualcosa di indifferente.
Così come molte altre abitudini umane che presto avrei abbandonato.

Presi le chiavi dalla mano di Sam e mi avviai velocemente all’ascensore.
Fui silenziosa per tutto il tragitto.

Quando chiesi a che piano si trovasse la nostra stanza, pigiai il numero sulla tabella della parete dell’ascensore.
Entrai nella nostra camera, e mi abbandonai ad un sospiro di gioia quando vidi l’enorme letto matrimoniale al centro della stanza.

Mi ci fiondai subito, dimentica delle mie intenzioni di continuare a fare domande e della doccia.

Alla fine del fatto di nascondere la nostra esistenza, era più che altro un bene, quindi non mi preoccupai.
Se avessero svelato la nostra esistenza, sarebbe stato il panico totale, e cioè una cosa inutile e pericolosa.

Si decisamente molto meglio restare una bella favola..
L’incubo della mezzanotte.

Piombai in un sonno tranquillo e stanco nel giro di pochi minuti.

Non potevo nemmeno immaginare cosa sarebbe accaduto nei giorni avvenire..

Non potevo prevedere che quello che ci aveva reso leggenda in tutti quei millenni sarebbe saltato..
E tutto a causa mia.

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Ed eccomi tornata a tormentarvi!!!! XD
Ecco il primo capitolo del sequel di "Tua..Fino all'ultimo battito" (Se non l'avessi fatto ale_9038 mi avrebbe fucilata! XD)
Beh, ditemi cosa ne pensate!!

Dunque..Al momento non mi vengono altre cose da scrivere XD perciò vi lascio ai commenti..

Baci T_L_V

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

La sensazione dell’acqua calda che scorre sulla pelle.
Della schiuma che lambisce il corpo, profumandolo.

Sensazioni veramente appaganti e confortanti, capaci di farti dimenticare tutto.
Ogni preoccupazione scivola via, goccia dopo goccia.

Mi insapono i capelli e massaggio gentilmente la cute, rilassandomi ulteriormente.
Poi sciacquo il tutto, ed un odore colpisce forte il mio olfatto.
Ma non è sapone.

Sangue.
Spalanco gli occhi ed apro la porta della doccia, cercando di capire da dov’è che proviene quell’odore.
Niente, non lo sento più.

Richiudo la porta, e penso che forse inizio ad avere le allucinazioni.
Forse è normale, ancora devo imparare a controllarmi.

Poi nuovamente quell’odore mi colpisce in pieno, e capisco da dove proviene.
Da me.

Abbasso lo sguardo verso il mio basso ventre e lo vedo.
Esce lentamente, scivolando lungo la gamba, arrivando a toccare il pavimento in ceramica della doccia, per poi mischiarsi con l’acqua insaponata, finendo nello scarico.

Sento una grande scarica di adrenalina inondarmi il corpo.
L’ansia crescere.
La paura attanagliarmi lo stomaco.
La debolezza colpire le mie immortali membra.

Chiudo gli occhi per calmarmi, e provo a respirare lentamente.

No, non è possibile.
Non posso avere le mestruazioni, non è possibile.

Il mio corpo è fisiologicamente morto, iniziai a ripetermi mentalmente, come una cantilena.
La ragione ebbe la meglio sulla sorpresa, e mi convinsi di guardare nuovamente.
Per accertarmene.

Così aprì leggermente il mio occhio destro, sbirciando cautamente verso la mia gamba e..non c’era niente.
Sospirai di sollievo.

Ma certo, sarà la fame a dettare queste allucinazioni.
Per forza..

Finì di sciacquarmi, accuratamente, chiudendo poi il getto d’acqua, e circondando poi il mio corpo con seta egiziana, l'asciugamano che afferrai per asciugarmi.

Iniziai ad asciugare i capelli con un piccolo phon, quando alzai lo sguardo sullo specchio ed il mio urlo invase la stanza.
Il mio viso, il mio riflesso è..orrendo!
Gli occhi escono in modo macabro dalle orbite, iniettati di sangue, le labbra sono completamente ritirate, lasciando posto ai denti bianchissimi, il naso è sparito e le guancie sono completamente incavate, la pelle è assente in certi punti del viso.
I capelli sono radi e grigiastri sul cranio scarno.

Urlai nuovamente, spaventata, accasciandomi al suolo.
Presi la testa tra le mani premendole forte contro le mie orecchie.

Cosa significano queste cose?

L’unica frase che la mia mente riuscì a mettere insieme fu - Samuel..aiutami, ho paura..Sam..- ed una risposta immediata mi raggiunse, calmandomi - Stiamo arrivando, calmati..- E mi poggiai con la schiena contro il muro, portando le ginocchia al petto.

Avevo paura, una tremenda paura.
Iniziai a piangere lacrime rossastre, lacrime di sangue, le mie prime lacrime vampiriche.

Dopo neanche cinque minuti mi trovai circondata da un paio di braccia, che mi tenevano stretta.
Ora mi sentivo al sicuro..

- Piccola, che è successo?- chiese Jason, sotto lo stipite della porta del bagno, aveva un’espressione apprensiva.

Li guardai entrambi in viso, non appena anche Sam si staccò da me, continuando a tenere le mie spalle tra le sue grandi mani..

Poi scoppiai nuovamente a piangere, senza motivo.
Loro erano lì, perché piangevo in quel modo?

- Amore, cos’è successo?- chiese premuroso il mio compagno, cercando di calmarmi, carezzandomi il viso e asciugandomi le lacrime.

Non so perché, ma non riuscì a parlare, e continuai a piangere.
I miei ricordi erano sconnessi dalla paura e dall’incredulità, e quando anche Sam li vide rimase seriamente scosso.

- Ma cosa..significa?- chiese a se stesso, con sguardo perso, turbato.

- “ Cosa significa” cosa? Che succede?- chiese alzando il tono di voce Jay, preoccupato.

Ed un silenzio irreale ci circondò.
I suoni circostanti furono prosciugati, per concentrarsi sulla voce di Samuel.

- Mary..credo che abbia dei problemi con la trasformazione..- un sussurro grave, triste, tormentato.

Impaurito.

- Cosa vuol dire?- chiese d’un fiato l’altro.

- Ha avuto due allucinazioni, e non sono affatto confortanti- continuò, spiegando cosa aveva visto nei miei ricordi, con voce debole- Cosa significano?- chiese afflitto.
.
.
.

Jason iniziò a girare per la stanza, facendo avanti e indietro, continuamente, di fronte al nostro letto.
Sam mi aveva posata sopra il soffice materasso dorato, ed ora mi stava accarezzando la testa con delicatezza, come se fossi di cristallo..fragile e delicata.

Io ero acciambellata su me stessa, immobile.
Avevo paura.
Tanta.

Perchè non posso essere felice anche nella mia morte?

Sentì un sospiro pesante uscire dalle labbra di Jason, seguito da un'altro più pesante, rassegnato, uscire da quelle di Sam.
Mi ero persa qualcosa?
Non stavo ascoltando minimamente il loro discorso, avevo completamente estraniato la mente dal mondo esterno.

- Cosa succede?- la mia voce era sempre stata così incrinata, stanca, roca?
Non lo so.
Ormai non so più nulla.

- Abbiamo preso una decisione..- rispose Jason sedendosi accanto a me, carezzando i miei capelli, dolcemente.
E la cosa mi spaventava.
Mi accarezzava come se fossi una bomba innescata.
Pronta ad esplodere da un momento all'altro.

Cosa mi stava succedendo?

Perchè mi stavano trattando con tutto questo riguardo?

- Cosa avete deciso?- chiesi, con una lieve inclinazione di preoccupazione nella voce.

Sam prese il mio viso nella coppa delle sue mani giunte, e mi fissò negli occhi per momenti interminabili.
Poi parlò, dolcemente, delicato come un petalo di rosa.

- Dobbiamo andare in un luogo, molto pericoloso per noi, per motivi che adesso non ti vado ad elencare, ma è un luogo dove potranno..curarti..- finì ancor più dolcemente, facendo uscire il suono più armonioso e ammaliante del suo tono di voce.

- C-curarmi?- chiesi, incredula- Perchè? Cos'ho?- continuai, impaurita.

- Non lo sappiamo, non riusciamo a dargli un nome..- prese parola Jason, serio.
Non mi piaceva questa storia.
Non mi piaceva il loro modo di trattarmi con eccessiva delicatezza.
Non potevo prendere neanche in considerazione l'idea della morte.

Non volevo.

- Mary, calmati, non ti succederà nulla..amore, va tutto bene..- disse Sam, tentando di calmare il mostro, come mi aveva detto che si chiamava l'essere che albergava in me da quando la mia non vita aveva avuto inizio.

Si stava abbattendo con potenza inaudita contro il muro che avevo creato per contenerlo.
Sentivo la testa pulsare, i suoni diventare sempre più simili ad eco lontane, i colori sbiadire in un bianco luminoso.

Stava per prendere il sopravvento.
Ma una dolce carezza, uno sguardo fiducioso riuscirono a farmi tornare in me, e a confinare nuovamente il mostro aldilà del muro.
- Promettimelo, promettimi che passeremo l'eternità l'uno di fianco all'altra..ti prego..- e nuovamente la mia voce uscì strozzata, e nuove perle cremisi bagnarono il mio volto impaurito.

Ma non solo per me stessa, ma per la paura di non vedere più l'altra metà di me stessa, la ragione della mia esistenza.

Di non vedere più il mio amato immortale.

- Te lo prometto..adesso che ti ho trovata non ti lascerò fuggire tanto facilmente..- ammise sicuro, ma con una nota di paura.
I nostri sguardi uniti insieme, le mie mani intrecciate alle sue formavano una catena indistruttibile, che anche oltre il confine della morte, ci avrebbe unito in un solo essere.
Per l'eternità.
.
.
.

- Dov'è che vorresti andare?!- chiesi sconvolta al mio compagno, intento a fare il suo bagaglio.

- Hai inteso benissimo, Mary..Vado dai miei parenti..Da solo.- rispose con voce petulante, stufo di rispondere per la milionesima volta alla stessa domanda.
Calcando particolarmente sulla parola solo.

Allora mi posizionai di fronte a lui, sbarrando la porta con il mio corpo e le mie braccia e gambe a toccarne gli stipiti laterali.
Ora il detto " Dovrai passare sul mio cadavere" non era più solo un modo di dire.

Non sarebbe passato, non si sarebbe mosso dall'albergo per nulla al mondo.
Non senza di me.

- Mary, non ti sto lasciando, solo che mi è stato seriamente proibito di portari con me..dai amore, scansati..- disse, esausto della mia lagna, iniziando ad avvicinarsi, valigie alla mano.

Sapevo che non mi stava lasciando.
Almeno, non di sua spontanea volontà.

Ma perchè avevano convocato solo lui?
Questa domanda, destinata a non avere una risposta, mi stava torturando da due giorni ormai.

Avevo un bruttissimo presentimento.
Era già successo.

La prima volta che lo avevano convocato, era stato per emettere la sentenza della mia morte, e per quello aveva già rischiato troppo la sua vita.
Ed ora stava per capitare lo stesso, me lo sentivo..

- No che non mi scanso! Devi dirmi cosa succede!- urlai, in preda al panico, avevo paura che la sua non fosse una marcia di pace verso di me.

Aveva un'espressione cattiva, furibonda.
Per la prima volta ebbi paura di lui..

Aveva gli occhi iniettati di sangue, e mi scrutava con fare minaccioso.
Stava usando tutta la sua pressione mentale contro di me.

Ormai aveva preso la sua decisione e non sarebbe tornato indietro.
Ma io ero ancor più testarda!
Volevo lui, lo volevo per sempre..
Ma di fianco a me!
Non chissà dove, solo, contro chissà chi!

No, decisamente, non si sarebbe mosso di un centimetro dalla stanza.

Mi ritrovai in una posa innaturale per quella che era la vecchia Mary, ma che adesso il mio corpo riconosceva come la cosa più naturale del mondo.

Ero con il busto piegato in avanti, le mani ai lati del corpo con il polso in su a scattare le dita posizionete ad uncini, nervosamente, i gomiti piegati e leggermente nascosti dietro la schiena.
Le gambe piagate quasi a toccare terra.

Sarebbe stata una posa scomodissima per la vecchia " Me" ma adesso mi sentivo più sicura di me stessa.
La mia testa stava iniziando ad elaborare talmente tante di quelle strategie d'attacco che la maggior parte non riuscì nemmeno a capirle.

Ora Sam mi osservava con un mezzo ghigno stampato sul quel volto perfetto.
Poi si accovacciò leggermente a sua volta verso di me.
E lì tutto il resto cessò di esistere.

Mi lanciai su di lui, facendo uscire gli artigli, e posizionando la mano destra di fronte al mio corpo, per attaccare, ma non uccidere.
Quando fui su di lui, un battito di ciglia dopo, lui era sparito, e si trovava di lato a me.

Non feci in tempo a sorprendermi che lui mi prese di peso e mi scagliò contro una poltrona.
Con il mio peso e la forza che vi impresse Sam la feci capovoltare.

Mi rialzai, ma non lo vidi, così chiusi gli occhi e sentì uno spostamento d'aria alla mia destra, così allungai nuovamente il braccio, ma stavolta lateralmente, così da poterlo afferrare per la collotola.
Ciò che invece riuscì ad afferrare fu solo un vaso, che frantumai pochi secondi dopo.

Era riuscito a fregarmi.
Dannazione.

Chiusi nuovamente gli occhi e mi lasciai guidare, in balia dei miei nuovi sensi.
Mi stavo lasciando andare.
Quando non mi accorsi di una presenza alle mie spalle, incombeva dall'alto scura e tenebrosa.

Poi un paio di braccia mi strinsero il busto in una presa ferrea.
Ero in trappola..avevo perso..

Fredde lacrime di frustrazione, color del corallo, uscirono dai miei occhi, rassegnate.

Poi un bacio si posò sul mio collo, ed una calda e calma voce mi fecero tornare in me.

- Amore, ancora devi allenarti se vuoi riuscire a battermi, anche se non sei male..ho cinquecento anni di esperienza in più, è normale..- disse calmo, cullandomi tra le sue possenti braccia.

Riuscì a riprendere il controllo di me stessa, quando nuovamente dei singhiozzi uscirono dalla mia bocca.

Ed allora mi strinse più forte a se, ma con delicatezza stavolta come se non volesse lasciarmi andare.
Poi posò un lieve e dolce bacio sui miei capelli, sussurrando un - Tranquilla torno presto..- e sparì nel giro di un secondo.

Mi voltai, cercando le valigie, ma anche quelle erano sparite, così mi accasciai a terra.
Guardai la porta, chiusa, come se non si fosse mossa.

Ed un senso di solitudine oppresse il mio cuore, di nuovo.

Piansi nuovamente, graffiando profondamente il pavimento di parquet con le mie unghie.
Triste, per la paura che quelle parole fossero l'ennesimo addio..

- Piccola..- sentì un sussurro alle mie spalle e della grandi e calde mani posarsi sulle mie spalle.

Mi voltai verso Jason senza rispondere e mi gettai tra le sue braccia aperte.
Sapeva cosa volevo, solamente la sua presenza, per compensare, anche se per un' infinitesima parte, l'assenza di Sam..

- Ti ringrazio per non essere intervenuto..non so ancora controllarmi, avrei potuto farti del male, e non me lo sarei mai perdonato..- continuai tra la pausa di un singhiozzo e l'altro.

- Beh, sai come si dice: " Tra moglie e marito non mettere il dito!", io ho semplicemente fatto come dice il buon vecchio detto..per non rimetterci tutta la mano!- concluse facendomi un'occhiolino, per sdrammatizzare la situazione.

Ci riuscì facendomi leggermente ridere, risollevando il mio umore nero.
Grazie..
.
.
.

Niente.
Nessuna lettera, chiamata, da più di due giorni.

L'ansia cresce in modo esponenziale, giorno dopo giorno.

Il mio autocontrollo spesso e volentieri va a farsi benedire, e sono costretta a nutrirmi più volte al giorno.

Stiamo finendo le scorte di sangue, e anche questo è fonte di stress per me.

Il mio corpo e la mia mente stanno subendo dei forti crolli.
Svenimenti, forti indigestioni di sangue che mi causano il rigetto, debolezza costante, allucinazioni..

Ho paura..Sam dove sei?
Perchè non sei con me?

Jay si trovava in bagno in quel momento, dopo avermi coricata per l'ennesima volta a letto.

Poi qualcuno bussò alla porta della nostra suite.
Chi sarà mai?

Mi alzai per aprire, dato che Jay era sotto la doccia, e probabilmente non aveva sentito, dato che aveva messo la musica della radio al massimo e lui che ci cantava sopra..

Vabbè, lasciamo perdere, mi dissi, e mi diressi lentamente alla porta, mentre continuavano a bussare.
Usai il mio olfatto sviluppato per vedere se riuscivo a riconoscere l'odore, ma non ci riuscì.
Ma era un'odore cattivo..sapeva quasi di rancido.
Chi mai poteva avere un simile odoraccio?

Ma era umano, questo lo sentivo, per via del battito ritmato del suo cuore.
Mi posizionai davanti alla porta e vidi attraverso lo spioncino.

Era una ragazza, doveva avere un'età compresa tra i diciannove e i vent'anni.

Aveva dei bei tratti somatici.
Gli occhi a mandorla di un castano chiaro molto simile al bronzo, i capelli lunghi e corvini le ricadevano in liscie ciocche dietro la schiena.
Il fisico snello e muscoloso, forte.

Cosa voleva da noi?
Non poteva essere nemmeno una cameriera.
Non indossava la divisa.
Indossava un completo nero, di cui canottiera e jeans.

Aprì la porta e mi mostrai a lei.
L'espressione superiore che assunse mi diede un certo fastidio.

- Si? Cosa desidera?- chiesi cortese.
Chi cercava?

- C'è Samuel Cross?- chiese seccamente, dura.
Capii che lei sapeva cos'eravamo, così mi mostrai più scontrosa.

- No, non c'è ritorni più tardi.- le risposi strafottente.
Se voleva la guerra, aveva trovato pane per i suoi denti.

- Peccato..- ammise scuotendo le spalle, come se non le impostasse nulla.

La guardai in silenzio, poi quando mise una mano in tasca, sentì qualcosa scattare dall'interno, e non feci in tempo a richiudere la porta che mi ritrovai una pallottola nella spalla destra.

Mi inginocchiai in terra, tenendomi la spalla offesa.
Bruciava come fuoco.

Da quel che sapevo noi eravamo immuni al dolore.
E allora perchè questa bruciava così tanto?

Quando alzai il volto, mi trovai ancora la pistola alzata contro, ma stavolta il colpo infierì sull'altra spalla.
Gridai di dolore, contorcendomi come un pesce fuor d'acqua.

L'altro colpo fu sparato sulla mia gamba destra, ed anche quella prese a bruciare e pulsare.
Continuai a gridare di dolore e a piangere ringhiando contro quella donna che mi stava uccidendo.

E così era lei la Cacciatrice che avevano sguinzagliato contro di noi.

Ora aveva posizionato la pistola sulla mia fronte, e parlò.

- Muori razza di mostro, in nome di tutto ciò che rappresento..Muori portandomi rancore essere demoniaco, e con te anche il tuo compagno!- disse caricando il colpo.
Stava per tirare il grilletto.
Stavo per morire.

Ma lo facevo contenta da una parte.
Sarei morta al posto di Sam.

Chiusi gli occhi, rassegnata.
E lei parve avere un ripensamento, così aprì gli occhi, e vidi che mi osservava con sguardo confuso.
Forse non le era mai capitato che qualcuno le si arrendesse così facilmente.

Poi premette il grilletto.

Chiusi gli occhi, sussurrando una sola parola..- Perdonami..-.

Ma il colpo non arrivò mai a destinazione.
Aprì gli occhi, e vidi il buco fumante sul pavimento, alla mia sinistra.

Alzai gli occhi e vidi Jason, tenere per le braccia la cacciatrice, che imprecava contro di lui, in una lingua che non conoscevo.

Li vidi entrare, e lo vidi legarla ad una sedia con una corda molto grande e robusta.
Non sarebbe riuscita a slegarsi facilmente.

Poi improvvisamente il mondo si fece più scuro, i suoni più lontani, i pensieri più sconnessi e confusionari.
Poi il buio mi avvolse tra le sue oscure ali.

Un unico nome fuoriuscì dalle mie labbra, l'unico che per me in quel momento avesse un senso.

- Sam..-.

==========================================================

Bene ecco il secondo cap..
E' stato un parto un pò doloroso, ma alla fine ci sono riuscita, spero sia di vostro gradimento..

Vorrei ringraziare chi mi ha commentato e fare una richiesta:
Ho vista adesso che ci sono 25 visite..
E vi chiedo, costa tanto lasciare un commento?
Perchè è molto frustrante vedere che è stata letta, ma che non si sa se piace o meno..

Spero che non sia stata troppo graffiante, ma per me è così..

Ringrazio:

ale_9038: Caraaaaaaaaa XD grazie per avermi commentato nuovamente..beh, che dire, fammi sapere se ti piace anche questo!!
Forse non sono volati i divani, ma spero di averti soddisfatta!!!
Baci e al prox!!!

vigife: Grazie ( e anche se in ritardo) buon ferragosto anche a te!
spero che anche questo ti sia piaciuto!!

Al prox cap allora!!!!

Baci T_L_V

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Un fischio continuo mi stava penetrando nel cervello.
Un dolore lancinante si espandeva in tutto il corpo.

Ma anche un " bip" ritmico proveniva dalla stessa direzione di quel fastidioso suono..
Cosa diavolo era?
Nemmeno all'Inferno potevo avere un pò di tranquillità?

Poi, quando un'ennesima fitta di dolore mi invase, capì di non essere morta.
Potevo avvertire ogni muscolo o arto pronto a rispondere ai miei comandi, solo che uno strano stato di intorpidimento mi prosciugava ogni forza.

Allora mi soffermai ad ascoltare quel che mi succedeva intorno, evitando di aprire gli occhi.
Fidandomi solo dei miei sensi.

Dei deboli rumori provenivano dalla stanza accanto.
Mi arrivavano ovattati, deboli.
Probabilmente la porta era chiusa.

I suoni erano facili da individuare:
Un pesante pestare di piedi, tipico di Jason.
Un respiro calmo ed un battito regolare mi dicevano che la cacciatrice era ancora lì, viva e prigioniera.

Il suo odore mi colpì più forte della volta scorsa, provocandomi un gemito di nausea improvviso.

Poi un nuovo odore mi colpì, uno che non avevo mai sentito.
Era umano, udivo chiaramente il battito ritmico del suo cuore, potevo sentire il profumo del suo sangue, che per qualche secondo mi distrasse.
Ero assetata.

Poi decisi di lasciar perdere quell'invitante fragranza.
Ma perchè era così vicino?

Potevo sentire il suo respiro accanto al mio cuscino, al mio viso.
Perchè Jason mi aveva lasciata sola con questo estraneo?

Nuovamente sentì una fitta all'altezza della coscia destra, il punto dove avvertivo più forti i dolori in quel momento.
Poi un fuoco mi invase.

Urlai, imprecai, mi dibattei, ma ero legata al letto con delle cinghie.
Ma cosa..

- Slegami! Cosa diavolo mi stai facendo?- urlai in preda al panico e al dolore.
Si era intensificato, mi stava ardendo una gamba, e lui era lì, immobile di fronte al mio letto!

Continuò imperterrito, per quelle che mi parvero ore lunghissime.
Ed intanto il dolore aumentava e diminuiva.
Alternandosi dalla gamba alle spalle.

Poi quando tutto finì, un senso di calma finalmente mi pervase.
Alzai lo sguardo verso il mio assalitore.

Era un uomo sui trent'anni, dai capelli scuri ed ondulati.
La carnagione olivastra e gli occhi neri.
Il tipico ispanico.

La sua espressione bonaria e professionale sembrò riuscire a calmarmi.
Lo guardai spaesata..chi era?

- Chi..chi sei?- chiesi esausta, respirando affannosamente.

- Il tuo medico, Gabriel Martines..- rispose con voce gentile, poi vedendo la mia perplessità, chiarì la faccenda- Diciamo che sono uno specialista..nel curare voi..- sorrise sardonico, lasciandomi immagazzinare la notizia.

La testa mi doleva oltre ogni dire, pulsava, ovattando maggiormente i suoni.
In un certo senso, mi rendeva più vulnerabile..

Tu-tum..tu-tum..tu-tum..

Mi gelai.
Un battito.
Dentro..me.

Sbarrai gli occhi, confusa.
Ero morta, il mio cuore non poteva battere.

Guardai il dottore, con una muta domanda negli occhi.
Lui sorrise e si sedette nella sedia accanto al letto.

- Dottore..cosa..perchè sento battere il mio cuore?- chiesi, spaventata.
Era così grave la situazione?
Che il mio corpo stesse rigettando la trasformazione?

Stavo..morendo? O forse tornando umana?
Era per questo che sentivo tutto quel dolore?
E le allucinazioni con tutto il resto?

Prese la mia mano, legata, tra le sue.
Allora tutto smise di esistere.

La paura prese il sopravvento su di me.
Se ancora il mio cuore fosse stato vivo, sarebbe esploso.

Ma se c'era quel battito in me, perchè non rispondeva ai miei stati d'animo?
Guardai il mio petto, e lo vidi immobile, il battito regolare mentre il mio animo era in piena angoscia.

Poi alzai lo sguardo dietro la schiena del dottore.
Accanto al mio letto c'era una sacca di sangue, collegata alla mia vena sul collo.

Poi una strana macchina che produceva sia il fischio che il " bip", continuamente, mettendo a dura prova la resistenza dei miei timpani e della mia pazienza.
Era collegata al mio corpo attraverso uno strano marchingegno, che quando ero in vita mi veniva messo spesso quando dovevano controllare i battiti del mio cuore.

Ma a cosa serviva ora?

Tu-tum..tu-tum..tu-tum..

Nuovamente quel rumoroso ed insensato suono attaccò i miei timpani, facendoli pulsare dolorosamente.

Mugugnai di dolore.
Fatelo smettere!!!
Smettila..ti prego!

Cercai di portare le mie mani alle orecchie, ma quelle dannate cinghie mi impedivano ogni minimo movimento.
Ringhiai, frustrata e dolorante.

Con le unghie cercai di rendere brandelli quelle dannate corde, ma le mie dita non erano abbastanza lunghe.

Ringhiai nuovamente, mentre l'angoscia stava rendendo molto difficile il mio autocontrollo.

Poi posai nuovamente lo sguardo sul dottore, che sembrava essere tranquillo.
Troppo tranquillo.

- Mary, calmati, non è nulla- disse con espressione pacifica.

Ma come poteva dirlo?!
Non era certo lui che sentiva un battito nel suo corpo..un battito che non ci sarebbe dovuto essere!

- Mary, stai tranquilla..non ti sta succedendo nulla di brutto..- continuò, carezzandomi i capelli, dolcemente.

Se non era nulla di brutto, allora cosa mi stava accadendo?!

Lo guardai interrogativa, furiosa e spaventata.
Un mix letale per i miei nervi.

- Dottore, sputa il rospo, cosa mi sta succedendo? Jason lo sa? E Samuel?! O Dio, Sam è stato avvisato? Dov'è?!- chiesi d'un fiato, non lasciando tempo di rispondere tra una domanda e l'altra.

Lui mi guardò comprensivo.
Nel vano tentativo di calmarmi.

- Nessuno sa cosa ti sta succedendo, sarai la prima a saperlo..ne va della tua privacy, della tua decisione..- disse grave, poi continuò- No, nemmeno Jason sa cosa ti sta accadendo, per lo stesso motivo. E il signor Cross, per scelta del vostro amico, non è stato avvisato..- finì, tranquillo, ma dispiaciuto.

Allora era grave..

Lo guardai in trepida attesa, ansiosa.

Poi parlò.
E ciò che disse, non me lo sarei mai aspettato.
Come la pioggia nel deserto, mi aveva colta di sorpresa.
Impreparata.

- Mary, lei..aspetta un bambino..- finì con calma, guardandomi, osservando la mia reazione, che, puntualmente non arrivò.
.
.
.
.
.
.

Le ore erano passate lentamente, potevo sentire il suo dolore attraverso quella misera porta.
Sorrisi sadicamente al suono delle sue urla.

Ora stava soffrendo.
Bene.

- Cosa ridi, lurida hunter?- chiese quel ragazzo, che circa il giorno prima ( non so esattamente quanto sono rimasta in stato d'incoscienza), mi aveva resa sua prigioniera.

Incredibile, io Christine Kanooh, discendente di una nobile, illustra e potente famiglia di maghi hunter, ero stata intrappolata come una dilettante.

Il mio sorriso si spense, per diventare una smorfia di disgusto.

Disgusto verso me stessa, che ero stata così incapace da farmi prendere, e disgustata dal fatto che quelle luride mani da Licantropo mi avessere toccata, o per meglio dire torturata.

Sentì lo zigomo tirare, e la tempia pulsare.
Il sangue rappreso della ferita che mi arrivava a toccare il mento, tirava la pelle nella sua scia cremisi.

Però una cosa mi aveva colpita, ed ancora non capivo cos'avesse smosso in me un moto di..pietà verso quella Vampira.

Forse la sua rassegnazione, quella parola - Perdonami..-
Non so a chi fosse rivolta, ma era stata abbastanza per farmi abbassare la guardia per quei sei secondi.

Non mi era mai capitato nella mia carriera.
La maggior parte delle volte " loro" si ribellavano, nell'altra..non facevano nemmeno in tempo a rendersi conto di essere stati attaccati.

Sei secondi che hanno compromesso la mia posizione.
Da cacciatrice, ero riuscita a diventare preda.

Complimenti Chris, brava!

Guardai nuovamente quel Licantropo, intento a camminare avanti ed indietro difronte alla mia sedia, la mia " prigione".

Era stato bravo.
Aveva usato una corda incantata dalla magia nera.
Solo chi l'aveva legata sarebbe stata in grado di scioglierla.

Un'altra cosa che mi aveva colpita era l'attaccamento che quell'essere aveva per la Vampira.
Dovrebbe essere il suo Schiavo, dovrebbe essere felice che Lei fosse quasi in fin di vita.
Sarebbe stato libero.

Ed invece era lì, che si disperava, che si angosciava per quell'infido essere aldilà della porta.

Che esseri contorti.

Abbassai lo sguardo e vidi la corda.
Provai a muovermi, l'ennesimo tentativo di liberarmi, ma più mi muovevo più la stretta sul mio corpo aumentava.

Mi maledissi nuovamente per la mia inadeguatezza alla situazione, che mi era costata cara.

Poi un silenzio di tomba invase l'altra stanza.
Forse il dottore aveva finito di curare le ferite che avevo inferto a quella strana creatura.
La compagna dell'erede di quella dannata famiglia.

- Che abbiano finito?- chiese retoricamente il " cagnolino".
Divertente.
D'ora in poi l'avrei chiamato così.

Certo, l'avrebbe fatto arrabbiare, ma non poteva certo toccarmi oltre.
Il mio corpo era stato benedetto, ed avevo parecchi monili d'argento.

Ero " off-limits" per un certo verso.
Infatti, il risultato della mia tortura aveva lasciato dei segni anche sulla sua pelle.

Aveva le mani ustionate, ed un acre odore di decomposizione proveniva dalle medesime.
Lo osservai, ghignando.

Non mi avrebbe toccata.

- Beh, cagnolino, vai a vedere, no? Ah, apparte che te non puoi entrare nella stanza perchè è stata resa ermetica da un'incantesimo di quel dottore..povero, povero cagnolino escluso..- conclusi con un tono di voce canzonatorio.

Volevo vedere se aveva ancora la voglia di piacchiarmi, dopo che si era dovuto far medicare a sua volta, con delle garze e vari unguenti.

Lo vidi avvicinarsi, lentamente, ed alzare una mano.
Mi avrebbe colpita nuovamente.

A quanto pare non aveva la minima educazione sul fatto di " Non toccare le donne neanche con un fiore".
Beh, pazienza, avrei sopportato.

Il mio sguardo intanto non si era mosso minimamente dal suo, fisso su di me.
Con quegli occhi neri, lucidi, spaventosi.

Vidi la mano abbassarsi velocemente verso la mia guancia sinistra, ed una scossa scaturì nuovamente dal nostro contatto.

La sua mano aveva l'ennesima ustione, mentre la mia guancia faceva sfoggio di un altro livido.

- Come mi hai chiamato?- chiese con rabbia, pronto ad alzare nuovamente le sue luride mani su di me.

Lo guardai con espressione di sfida, non mi sarei arresa così facilmente.

Ma in fondo lo capivo, ero il suo nemico non mi avrebbe potuto trattare diversamente.

Lo vidi alzare nuovamente la sua mano, che ora fumava lasciando quel detestabile odore di pelle bruciata.

Quando delle urla bloccarono i miei pensieri e le azioni di lui.
Cosa era successo?
.
.
.
.
.
.

Una sensazione di vuoto aveva riempito il mio cuore.

- I-incinta? Io? Ma ne è proprio sicuro? Guardi che sicuramente c'è un errore, non può essere..no, si deve sbagliare per forza..un corpo morto non può generare vita!- urlai sconvolta.

No, si stava prendendo gioco di me.
Io..io non avrei mai potuto avere bambini.

In vita, io, ero sterile.
Ormai avevo convinto me stessa, ero riuscita a dare un senso a quel fatto.

Perchè voleva prendersi gioco di me?

- Perchè..perchè..- parole al vento che cercavano un significato.
Una ragione a quella menzogna.

- Mary- mi si avvicinò, afferrandomi per le spalle, per poi continuare- Mary, sei incinta, non è un errore..il cuore che senti battere dentro di te è di tuo figlio..- finì dolcemente, guardandomi.

- No! Io non posso..non posso..io non posso avere bambini..io sono sterile!- urlai nuovamente.
Non volevo ascolatare le sue malvagie bugie.

Scalciai, urlai, mi dimenai a tal punto da smuovere il materasso.

Poi lui prese nuovamente parola, con la calma che contrastingueva quell'uomo.

- Mary..anche se te eri sterile, la razza alla quale appartieni adesso, può generare suoi simili, fecondare anche persone considerate sterili e..mettiamola così..te eri sterile solo per la tua razza..cioè, la mia..- concluse ridacchiando di quella sua piccola gaffe.

Lo guardai sbarrando gli occhi.
Non mi stava prendendo in giro, vero?

Io..aspettavo un figlio da Samuel!

- E..e da qunto tempo..- chiesi, finendo allusivamente.

- Lei è di tre mesi all'incirca..ma la cosa straordinaria è che il bambino ha resistito alla trasformazione..il bambino è umano, ed è in perfetta salute nonostante lei sia stata quasi uccisa!!- concluse estasiato, per quella nuova scoperta, a quanto pare unica.

Ma non mi importava di nulla.
Ora, mi importava solo del mio piccolo.

Il mio piccolo, bellissimo bambino.

Il Nostro cucciolo mortale.
.
.
.
.
.
.

Alle volte preferirei non essere mai nato.
Non da una stirpe del genere, non nell'aristocrazia.
O perlomeno non in quella della mia razza.

Non da loro.

- Samuel, piccolo mio, come stai?- chiese quella voce mielosa e stomachevole dall'altro lato della stanza.

- Salve..Madre..- risposi, inginocchiandomi.

La mia famiglia, la stirpe BloodyCross, nobile casata vampirica la cui fondazione risale ai meandri più oscuri della storia.
Della loro storia, non della mia.

Mi ero distaccato da quell'orrenda famiglia secoli fa.

- Allora, a cosa dobbiamo questa deliziosa sorpresa?- chiese nuovamente quella che era solo fisiologicamente mia madre.

Mia madre, il capo di quel dannato clan.
Desdemona Cross, chiamata anche "BloodyCross" per le sue abitudini, dal quale deriva il nome di quel suo stupido ed insensato gruppo..

Lei, il demone tra i demoni.

Dalla bellezza inumana, per quanto terrificante.
I suoi occhi neri dalla pupilla cremisi felina spiccavano su quel corpo nero.

Era seduta sul suo " trono" di ossa umane.
Una cosa assolutamente disgustosa.

Il suo viso ed il suo corpo, coperti da una pelle squamosa color cenere.
Le ali che uscivano dalla schiena, ma che ora le teneva ritratte contro il corpo, come un mantello.
I lunghissimi e scurissimi capelli ricadevano sulle sue possenti e dragoniche spalle, sempre squamose, fino a toccare terra, trattenuti in gigantesche trecce.

Era la bellezza fatale del suo " mostro".
Lei aveva venduto la sua anima a quell'essere, rendendola invulnerabile e potentissima.

- Sono venuto a chiedere informazioni sul quel che ti avevo chiesto..mi hai convocato da solo..cosa vuoi in cambio?- chiesi di slancio, sospettoso, sapevo che quell'informazione avrebbe avuto un prezzo.

Mi guardò, sorridendo di scherno, poi parlò.

- Eh, la tua perspicacia non si è sclafita col passare dei secoli..beh hai ragione..mi serve una cosa..ed è una cosa che solamente te puoi darmi..- concluse sospirando, con phatos.

Mi stavo innervosendo.

- Bene, ed allora parlate- conclusi tagliente.
Trovarmi tra quelle quattro mura mi aveva sempre reso irascibile ed intrattabile..non vedevo l'ora di tornare tra le braccia della mia Mary.

Chissà come stava adesso..

- Beh, figlio mio..io ho bisogno del suo sangue.- concluse guardandomi con cattiveria.

Ma di cosa stava parlando, Mary era già diventata un vampiro, non aveva più sangue umano..
Di chi stava parlando?

- Madre, ma di chi..- iniziai a chiedere, ma la sua voce altisonante mi bloccò.

- Ho bisogno del sangue del tuo piccolo, del tuo frugoletto!- concluse ridendo.

- Madre, io non ho nessun frugoletto..- risposi scettico.

- Oh, ancora non lo sai, è vero..beh, sempre meglio tardi che mai!- disse, battendosi una mano in fronte, teatralmente- La tua compagna è incinta! I segnali ci sono tutti, ed è anche una cosa assai rara che un cucciolo umano venga partorito da un non-morto! Che cosa affascinante ed assai curiosa!- disse saltellando sul posto e battendo le mani, come una bambina.

Ma in quel momento nulla aveva importanza..
Mary aspettava un figlio..mio figlio.

Sorrisi a me stesso, poi le parole di mia madre tornarono a perforarmi il cervello..

- Ho bisogno del sangue del tuo piccolo, del tuo frugoletto!- aveva detto così.

E, conoscendo quel perfido essere, l'avrebbe avuto.
O il piccolo o la mia compagna.

O entrambi se le fosse stato necessario, poi si sarebbe sbarazzata di loro..

No, avrei fatto in modo da non poterglielo permettere.
L'avrei fermata, ma il problema adesso era..Come?

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Ed ecco il terzo cap..ringrazio chi legge e chi l'ha messa tra i preferiti!

Bene, ed ora ringrazio chi ha commentato:

ale_9038: Caraaaaaaaaaaaaaaaaa T_T grazie di aver commentato nuovamente!
Beh, che dire, te l'aspettavi??? XD
Spero che anche questo ti sia piaciuto!!
Un bacio T_L_V

Ps: Scusate per quello che avevo scritto sul secondo cap, ma (chi scrive credo possa confermarlo) è maledettamente frustrante non sapere se la storia piace o deve essere modificata ecc!

Beh, al prox cap!
Baci T_L_V

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Il tempo passava senza che io me ne accorgessi.

I giorni volavano, le ore scorrevano via tra le mie dita, inafferrabili, fini come granelli di sabbia.

- Mary, devi nutrirti..- disse il dottore, per l'ennesima volta, con la voce ovattata dalla porta chiusa.

- Lasciatemi in pace- risposi con voce debole- Tutti..-

Da quanto non mangiavo?

Minuti?
Ore?
Giorni?

Non lo so, il tempo è cosa assai effimera per me.

- Mary, devi nutrirti, ora hai una vita che cresce in te, ed il bambino deve essere in forze per non compromettere la gravidanza..- disse, preoccupandosi per me e il mio piccolo.

Già, il mio piccolo.
E Sam ancora non sa nulla.

Mi sedetti in terra, sul muro accanto alla porta della mia camera.

Mi ero estraniata dagli altri, non volevo ferirli.
Purtroppo questa gravidanza non è una cosa che riesco a gestire normalmente.

Finchè i vampiri hanno figli con altri vampiri il dottore sa come comportarsi, ora invece sta facendo talmente tanti esperimenti, da mettere a dura prova il mio corpo e la mia pazienza.

Posai lo sguardo sul mio grembo, ancora piatto, ma già così vivo e forte.

Vi passai una mano sotto ed una sopra.
Iniziai ad accarezzarlo.

- Sai, piccolo, ho paura per il tuo papà..non so dove sia..vorrei che fosse quì con me..con Noi..- sussurrai, piegata contro il mio piccolo tesoro.

Vidi delle lacrime bagnare la mia maglietta, là dove c'era la piega del ventre.
Ed in quel momento qualcosa che ancora non mi aspettavo, avvenne.

Un movimento, seppur minimo e delicatissimo.
Aprii gli occhi nella direzione del ventre, e un'altro delicatissimo movimento fu avvertito dai miei delicati sensi.

Altre lacrime uscirono dai miei occhi.

- Mi stai dicendo che non sono sola..? Che ci sei tu con me..?- chiesi al vento, come nella speranza che quell'esserino, delle dimensioni di un torsolo di mela, mi stesse consolando.

Povero mio piccolo cucciolo.
Doveva ancora venire al mondo e già la vita si accaniva contro di lui.

- Mary..dai, esci!- ora era Jason dall'altra parte della porta.
Potevo sentire dal suo respiro infrangersi contro il legno.

- No!..Jason, lo sai che non riesco a controllarmi, lasciami stare!- gridai, stanca e nervosa.

Potevo sentire il loro sangue pulsare contro quel debole strato di pelle, il profumo inebriarmi e il rumore dei loro potenti cuori rimbombarmi nei timpani.

Persino l'odore della cacciatrice stava diventando sopportabile, e di conseguenza..allettante.

Basta!
Mi tappai le orecchie e smisi di respirare.
Non avrei perso il controllo, mai, ma per ora sarebbe stato meglio lasciare gli altri fuori dalla mia vita.

- Hey, cagnolino se la signora succhiasangue non vuole vedere il tuo lurido muso, lasciala stare no?- iniziò il gracidio della voce di quella stupida hunter- Meglio per me a non vedere il suo cadavere..e poi chi potrebbe biasimarla, daltronde? Un pulcioso come te è mal sopportabile!- finì con una risata stridula.

Non so perchè l'avesse così, la voce che ricordavo del primo " incontro/ scontro" era più melodiosa e pacata, anche se dannatamente irritante.
Comunque non volevo saperlo.

Poi un rumore di uno schiaffo invase la stanza, seguito dal rumore di un tuono e da odore di pelle bruciata.
Infine un odore di sangue pregnò l'aria in modo indicibile.

Una nausea impressionante prese il sopravvento e mi diressi velocemente in bagno, per rigettare fiotti di sangue, peggiorando la mia già precaria situazione.

La sete si stava divorando la mia pelle, la mia gola era secca e dolorante come arido deserto. Reclamava di essere bagnata da pioggia corallina.

I miei occhi erano come fari alla ricerca della nave in mezzo alla tempesta.
Spaventati, ma vigili.

Troppo, decisamente troppo velocemente stavo perdendo il controllo.
La paura e lo sconforto si stavano accanendo contro di me, peggiorando per l'ennesima volta la situazione.

- Basta..non ce la faccio più..- mi ritrovai a sussurrare sul bordo della tazza, esausta- Aiuto..- chiesi, prima che il buio mi avvolgesse nuovamente.
.
.
.
.
.
.

- Come hai detto, caro? Credo di non aver inteso bene..- disse nuovamente l'essere che si trovava di fronte a me.

- Hai sentito bene madre: il sangue del cucciolo non si tocca, so cos'hai in mente- conclusi incrociando le braccia al petto, con espressione saccente e irremovibile.

Avevo capito cosa voleva quell'essere immondo, dal mio bambino.
Nei miei cinquecento anni avevo studiato molti nostri incantesimi.

Specialmente quelli che riguardavano i bambini.
I piccoli vampiri.

E voleva persino che la considerassi una Madre?

Ma per favore!

- Piccolo, ma cosa stai dicendo? Vuoi negare del giovane sangue a questa tua anziana e decaduta madre?- chiese con finta tristezza, portandosi il palmo destro sulla fronte e il sinistro all'altezza del cuore che non aveva mai avuto, irritandomi maggiormente.

- Oh, sangue giovane ne hai quanto ne vuoi..non mi pare sia mai stato un problema per te andare a rapire dei poveri orfanelli o dei neonati nelle loro culle..o forse sbaglio, BloodyCross? Non erano la tua specialità?- conclusi con rabbia.

Avevo sempre odiato questo suo modus-operandi di nutrimento..
Io sin dai dieci anni avevo chiesto esplicitamente sangue " in bottiglia".
Uccidere non faceva per me.

Poi dopo la mia prima caccia, capì cosa si nascondeva in realtà dietro il bel viso di mia madre.
Allora non aveva ancora le sembianze del mostro.

Era bella ed eterea come un angelo, dalle fattezze aggraziate e perfette.
I lunghi capelli color biondo cenere, carnagione color pesca sbiadito, tipica nella mia famiglia.
Penetranti e abbaglianti occhi da cerbiatto color rubino.

Un bellissimo essere ultraterreno.
L'angelo della morte.

Io l'amavo con tutto me stesso, come solo un figlio può amare la propria madre.
Lei per me era tutto: era il sole, la luna, le stelle, l'intero universo.
La ragione per cui respiravo, la ragione della mia esistenza.
Era tutto il mio mondo.

Ma come si sa, i bambini, di qualunque razza essi siano, vivono sempre sotto una campana di vetro.
Il mondo è bello, semplice, felice.
Sempre.

Per un bambino, la vita è così.
Un gioco.

Ma al mio decimo compleanno il mio mondo crollò come un castello di sabbia sotto l'influsso di un'onda pestifera.

Capì che la mia vita era un gioco..mortale.

Talmente tante cose mi erano state taciute..

°°FLASHBACK°°

18 marzo 1519
Ore 07.10 a.m., Londra, Isole Britanniche.

Oggi è il mio decimo compleanno, e la mamma ha promesso che per la prima volta mi porterà a caccia!

Non sto più nella pelle!
E' dalla scorsa notte che saltello canticchiando per la casa!

Ma devo controllarmi, d'altra parte sono il discendente ed erede della vostra nobile famiglia, vero padre?

Beh, sappiate che non vi deluderò, anche se la mamma non mi parla spesso di voi, e non vuole dirmi dove vi troviate, io sin dal mio quinto compleanno tengo questo immenso diario per narravi le avventure - o disavventure!- che si abbattono su di me.

Spero che voi un giorno possiate leggerle ed essere orgoglioso di me..

Bene, ora devo andare, sono le sette passate del mattino, e devo recarmi alla festa che la mamma ha organizzato per me.

Ci saranno tutti i nobili Vampiri di Londra e dintorni.
A me non piacciono molto, anzi, per nulla - la mamma dice che in questo ho preso da voi- e non vedo sempre l'ora che finiscano.
Ogni volta!

Eppoi quelle piccole vampire altezzose con la puzza sotto il naso?
Sempre lì a mettere in mostra i loro gioielli, la loro candida pelle e i nuovi abiti?

Le O.D.I.O!!!
Specialmente quella Margareth Glasgow!

Mi sta appiccicata come una sanguisuga!
Un giorno o l'altro le farò bere del sangue di rospo!
Almeno smetterà di venire a queste stupide feste e la pianterà di tormentarmi! Non mi lascia un attimo in pace!

Sempre a dire : " Signorino Cross, perchè non andiamo a fare una passeggiata?" oppure " Samuel - il che è di una sfacciataggine unica, chiamarmi per nome nonostante io non le abbia dato il permesso! Voi che ne dite padre? Non ho ragione?- andiamo a vedere la luna riflessa nel lago, è così limpido e terso il cielo questa notte.." e bla bla bla..

Sembra un'ochetta in preda alle vampate ogni qual volta mi scorge!
E tutto questo perchè?

Perchè la mamma ha promesso alla Duchessa di Glasgow che IO dovrò sposarla non appena sarà in età da marito!

Non è totalmente assurdo e incredibilmente imbarazzante?
Io sarei il - e mi viene un conato di vomito solo a pensarlo- fidanzato di quell'oca giuliva?!

Padre salvatemi!

Ora devo andare, richiedono la mia presenza per l'accoglienza..
Spero solo che la piccola Margareth la scorsa notte abbia ingerito del sangue rancido prima di presentarsi, in modo che non verrà.

A dopo padre, vi racconterò ogni minimo particolare a fine festa.

Vostro, Samuel.

[..]

Chiusi il mio diario di pelle nera, con pagine rosso sangue.
Ero stato io stesso a chiedere quel genere di rilegatura per il diario che avrebbe ospitato ogni giorno della mia vita finchè non avessi incontrato il mio venerabile padre.

- Piccolo mio dove sei? Affrettati, gli ospiti sono giunti!- sentì chiamare mia madre al di fuori della mia camera.

Mi affrettai ad uscire.

Non vedevo l'ora che tutto finisse, in modo da iniziare finalmente la mia prima caccia.

Basta sangue in bottiglia!
Finalmente avrei bevuto del sangue caldo..e direttamente da un collo umano!
Speravo ardentemente che la mia prima preda fosse uno di quei ladri barboni che infestavano i sobborghi della mia bellissima ed amata Londra!

Non potevo soffrirli.
Avrei aiutato quelle brave persone che non meritavano la minima cattiveria, di qualsiasi razza essi fossero!

Sarei diventato un'eroe, in modo da non dovermi far scegliere la moglie da mia madre.

L'avrei scelta io, ed io soltanto!
Poi scesi le scale e mi mischiai tra gli invitati della festa in mio onore.

[..]

18 marzo 1519
Ore 19.30 p.m., Londra.

Padre, sono esausto!
Se non fosse per il fatto che tra poco la mamma mi porterà finalmente fuori da questo castello a nutrirmi da vero " Principe della notte" - com'è avvezza a chiamarmi lei- sarei esploso.
E se non fosse stato per i suoi sguardi - e tutti gli ammonimenti mentali che mi lanciava- credo che avrei ridotto in cenere il bel vestito di quell'oca starnazzante di Margareth Glasgow!

Sempre a smuovere e ondeggiare quell'odioso soprabito di seta!

L'avrei ridotto a brandelli!

So bene che non è un comportamento da gentiluomini, ma anche la mia pazienza ha un limite!

Ma il culmine è stato quando se ne sono andate,e - di fronte a tutti!!!- mi ha dato un bacio sulla guancia!!!

Ma vi rendete conto quale affronto mi è stato inferto!?

E tutto questo perchè quell'idiota - perdonate il mio modo scorrile di pormi, ma non trovo altre parole per descriverla!- mi aveva visto parlare con la signorina Annaliese Lohnker che, come ben sapete, è la mia carissima cugina!

Non metto in dubbio che essa possa esserne stata invidiosa - con quel suo modo impeccabile di porsi, la sua grazia, e persino la sua bellezza, che non trova paragoni- ma gelosa..
E' qualcosa di inudibile!

Sa perfettamente che siamo parenti, che è la nipote della mamma, ma a quanto pare il suo cervellino non riesce in certi ragionamenti.

Ovviamente non oso negare la sua indubbia bellezza - lunghi e setosi capelli neri ordianti in tanti delicati boccoli, il viso ovale e perfetto, il nasino piccolo ed appuntito, gli occhi grandi ed espressivi di un cremisi particolare, tendenti quasi all'arancio, un portamento nobile e altezzoso, dei denti perfetti e bianchissimi, una pelle diafana e liscia come seta..non capisco di cosa potrebbe essere invidiosa dopo tutto!- ah, le donne..chi le capirà mai?

Bene padre, sono le otto di sera ormai, e la mamma dice che è l'orario adatto per andare a caccia..
Sono elettrizzato!
Le farò il resoconto non appena sarò tornato!

Cari saluti, Samuel.

[..]

- Piccolo, vieni! E' ora di andare a cena!- affermò mia madre, dalla tromba delle scale.
Ed una risata argentina, melodiosa come un cinguettio, invase il castello.

- Eccomi madre!- urlai a mia volta, chiudendo il diario, lasciandolo sopra il mio piccolo tavolo da camera.
Mi affrettai verso le scale, e le scesi in un battito di ciglia.
L'euforia mi stava mandando l'adrenalina a mille!!

Ero pronto, mi sentivo pronto.

Quando arrivai di fronte a mia madre, la vidi con la sua lunghissima tunica di velluto nera, dai riflessi corallini, intenta a coprirsi il capo con il cappuccio, ornato di pelliccia, calato sugli occhi.

La chiamava la sua " Uniforme da caccia".
Il motivo mi era sempre stato oscuro, ma forse l'avrei scoperto quella stessa sera!

Me ne diedero uno anche a me, era bello, morbido e caldo, dai riflessi blu.
Mi avvicinai a mia madre, lentamente, cercando di controllarmi..ma ero troppo euforico!
Le saltai tra le braccia, baciandole le candide guancie, e beandomi di essere stretto tra le braccia della donna che più amavo al mondo.

- Piccolo! Come mai tutte queste feste?- chiese ridendo della mia gioia infantile.

Mi distaccai arrossendo lievemente, chiedendo perdono per il mio comportamento inadeguato ad un Cross.

- Beh, sono contento di uscire dal castello, innanzi tutto..ma soprattutto di andare a caccia!- sorrisi euforico.

Mia madre si inginocchiò di fronte a me, mi baciò lievemente la fronte e mi guardò con sguado fiero, lusingandomi.

Non potevo nemmeno immaginare ciò che avrei passato, quell'orrenda notte di circa cinquecento anni fa.

Mi vergognai di avere una madre del genere, la rinnegai a non appena dieci anni.

Tornai a casa quella notte, senza nutrirmi, vergognandomi di me stesso, della mia famiglia, della mia razza.

Entrai in casa spalancando la porta con i miei nuovi e pericolosi poteri, seguito subito dopo da mia madre che mi era corsa dietro non appena avevo visto la sua prima vittima.

Un..neonato.
Un cucciolo umano, innocente ed indifeso!

Non potrò mai più dimenticare le sue labbra posarsi sul minuscolo collo paffuto di quel piccolo, i suoi occhi ardere di frenesia, mentre teneva soggiogata la mente della disgraziata madre.

Le urla che udii di quel povero bambino mi rimbombano tutt'ora nella mente, dolendomi, facendomi piangere.

- Piccolo!- continuava ad urlare mia madre, ma io non volevo sentirla, non volevo che lei avesse più nulla a che fare con me!

- Lasciami stare, mostro!- urlai di rimando.

E pensare che nemmeno un'ora prima ero così euforico, così fiero di avere una madre come lei.

E tutti i suoi amici?
Anche loro erano come lei?

Mi schifai di loro, del loro comportamento, di tutto.

- Piccolo, se i cuccioli non sono di tuo gradimento ci sono anche gli infanti! Sono più grandi! Vuoi uno di loro? Dimmi cos'hai?- chiese preoccupata, con il tono di voce che adoravo.

Bugiarda, assassina senza cuore.
Era questo che mi ripetevo.

- Lasciami stare! Sei solo un mostro! Hai ucciso un bambino innocente! Perchè non ti sei cibata di un ladro o di un'assassino? Perchè provocare quell'inutile e doloroso lutto?! Perchè?- urlai in preda alla rabbia cieca.

Avevo distrutto una delle sedie della mia camera, gettandola contro il muro, un'enorme vaso, gettandolo in terra ed una delle colonne di legno del mio letto a baldacchino, solo guardandola come se sopra vi fosse impresso il suo viso.

Ero furibondo con colei che consideravo madre.

-..Perchè..- sussurrai, mentre coralline perle discendevano disordinatamente dai miei occhi.

- Perchè è più fresco..- rispose semplicemente, come se nulla fosse, come se le sue luride labbra non avessero toccato la pelle immacolata di quel bambino.

E lì tutto per me cessò di avere significato.
Smisi di frequentare feste, e continuai a cibarmi di sangue in bottiglia.
Richiedevo specificatamente quale tipo di sangue desideravo, e se non fossi stato accontentato mi sarei lasciato morire.

Giunto all'età della fine della crescita fisica mi distaccai dalla mia famiglia.
Dal loro modo di pensare, ogni cosa.

Poi seppi di mio padre.
Elghoras Cross, morto in circostanze misteriose..

°°FINE FLASHBACK°°

Qualcuno in quel momento bussò insistentemente alla porta, distogliendomi dai miei ricordi ed entrando senza attendere il permesso.

- Mia signora!!- urlò uno degli inservienti di mia madre.
Un vampiro che prima era umano.

Un'essere considerato "inferiore" solo perchè impuro.
Mi schifai di me stesso nel ricordare che secoli orsono, anche io ero della stessa opinione.

- Cosa c'è? Avevo chiesto di non essere disturbata mi pare..- rispose fredda, con voce glaciale.

- Mia signora, credo che debba vedere cosa accade alla televisione!- rispose, agitata un'altra delle cameriere.

Mi accinsi ad accendere la televisione, e quel che vidi immobilizzò tutti i presenti nella stanza.
Perfino mia madre.
.
.
.
.
.
.

"Signore e signori, buonasera.."

Iniziò a cantilenare la giornalista, dicendo in ordine tutti i fatti e le disgrazie avvenute nel mondo.

Smisi di ascoltare, ero stufa delle disgrazie altrui.
Avevo le mie, e mi bastavano!

Per quanto possa sembrare egoista in questo momento..beh, non m'importa.

Voglio solo chiudermi nella mia bolla privata.
Il mio mondo.

Il mondo in cui anche lui era presente.
Sam..

- Ma che diavolo..?!- sentì improvvisamente lo sbraitare di Jason, aldilà della porta.

Mi avvicinai e l'aprì appena, in modo da poter vedere lo schermo della tv.

Una bella giornalista era in primo piano, con il suo fascicolo di carta poggiato sulla scrivania.
Osservava attenta la telecamera, come se volesse parlare ad ognuno di noi.

Dietro di essa vi era la foto del nostro attuale presidente.
M'interessai di più ed usci dalla camera per avvicinarmi.

- Mary..- sentì chiamare il dottore, ma Jason lo zittì subito, alzando maggiormente il volume..
Come se non ci sentisse bene!

La cacofonica voce della giornalista penetrò nelle mie orecchie, rendendomi impossibile udire altri rumori aldilà di essa.

Ma ora la cosa mi interessava di più, poichè il nastro che scorreva nella parte bassa dello schermo informava i telespettatori dicendo così:
" Emergenza internazionale: Obama parlerà in mondovisione per dare un'annuncio importantissimo. Tutti i maggiori capi di stato saranno presenti"

Osservai tutti intorno a me.
Jason era paralizzato, in piedi di fronte alla tv, con il telecomando in mano, rendendo impossibile capire il suo stato d'animo.

L'hunter era sulla solita sedia, ma abbastanza vicina allo schermo per vedere e sentire.
Il battito del suo cuore era agitato e furioso, così come quello del dottore.

E credo che se anch'io avessi ancora avuto un cuore, avrebbe preso a martellarmi in petto.

" Bene, signore e signori, ora lasciamo la linea al nostro presidente.

---

Buona sera popolo del mondo, in questa notte, in data 27 Agosto 2009, è stata indetta una riunione generale di tutte le radio ed enti televisivi mondiali per darvi una notizia molto particolare, chiedo scusa per il panico che si è creato, ma l'importanza è massima.

Allora, ciò che sto per dirvi risulterà insulso, incredibile, spaventoso, o addirittura folle alle orecchie di qualcuno, ma sappiatelo: ciò che sto per dirvi è la pura verità.

Chiedo perdono a nome dei miei predecessori, a nome dei nostri antenati, per aver taciuto tutto ciò, ma la segretezza è sempre stata una delle nostre massime prerogative per evitare il caos ed il panico mondiale.."

Le sue parole erano fluide, ma prengnate di una paura insolita, per quello che dovrebbe essere un capo di stato.

Diedi una rapida occhiata alle persone all'interno della stanza.
Eravamo tutti muti ed attenti, l'unico rumore erano i loro cuori che battevano furiosi, tranne il mio e quello del mio bambino, e dei respiri veloci ed aritmici.

Tornai a guardare quella scatola quadrata, che in quel momento pareva essere l'oggetto più prezioso e pericoloso del mondo.

" Bene, e dopo questa preparazione vorrei chiedervi di mantenere la calma, o quanto meno l'autocontrollo.."

L'angoscia era palpabile, ed i nervi erano a fior di pelle.
L'agitazione faceva da padrona in questa stanza d'albergo, ma così anche in tutto il mondo in quel momento.

" Dunque popolo di tutto il mondo, vengo a darvi una notizia alquanto sconvolgente e surreale."

Il panico stava prendendo il sopravvento.

" Signore e signori, vorrei dirvi che gli esseri delle fiabe, che noi consideravamo solo il frutto degli incubi della nostra mente, gli esseri che di notte vivono e si nutono di sangue umano, sono reali.

Ebbene si, i Vampiri ed i Licantropi, sono creature che realmente camminano sul nostro pianeta, e che da epoca immemore dettano legge su questo mondo come nostri pari."

Concluse con questa frase d'effetto, mettendoci in allarme, ma quel che riuscimmo ad udire fu un silenzio assordante.

Stupore, paura, incredulità, scetticismo.
Erano queste le sensazioni che aleggiavano ora attorno al presidente, attorno a noi.

Ed ora..cosa sarebbe successo?
.
.
.
.
.
.

La paura iniziava ad attanagliarmi lo stomaco, sentivo il cuore balzarmi in gola, il respiro affannarsi.

Dio, avevo creato un macello!
Sapevo bene che quel che era successo era gran parte causa mia..

Mio padre, Nathan Kanooh, aveva attivato il " Concilio nero", scatenando questo disastro! Si trovava alle spalle del presidente, assieme ad altri come " noi".

C'erano tutti.

La mia famiglia è il massimo esponente delle famiglie di Hunter di tutto il mondo, ed essendo anche parecchio influente può decidere ( Arbitrariamente, saltando tanti convenevoli!) di sciogliere la prassi del segreto.

Lo sapevo, ho combinato un casino, ed a causa mia, sarà il caos.

Improvvisamente il presidente continuò a parlare, attirando la nostra attenzione, dissipando i miei inutili dubbi.

" Vedo che la notizia vi ha lasciato alquanto basiti.

Dunque, prima di rispondere alle vostre innumerevoli domande, lascio una breve parola a Nathan Kanooh, un Cacciatore, specializzato in sterminazione ed uccisione di Demoni della Notte.

---

Buonasera a tutti voi.
Sarò breve e conciso per non perdere tempo in futili chiacchiere.

Sono stato io, Nathan Kanooh, ad attivare il Concilio Nero, antico quanto il mondo stesso.
E' un ristretto gruppo di persone, le più importanti ed influenti della terra che conoscono il segreto al quale siete stati messi al corrente questa sera.

E' stato attivato per dei semplici motivi, il primo e più importante, è che un ristretto gruppo di vampiri e licantropi si è ribellato ed ora vagano nei pressi dell'America centrale e del Nord.

Sono tutti abbastanza giovani, dall'età compresa tra i venti e i venticinque anni, li si può riconoscere per il loro singolare colore degli occhi, color rubino sbiadito.
Apparentemente castano chiaro.
Solo se si lasciano prendere dalla frenesia il colore diventa di un cremisi acceso. La carnagione, le croci e l'acqua santa non sono dei metodi per riconoscerli od ucciderli, per non parlare dei paletti di frassino.
Non è come vi è sempre stato descritto nelle storielle che vi venivano raccontate da bambini.

Sono esseri belli ed attraenti come rose, ma che sotto il loro aspetto, celano acuminate e velenose spine.

Questo per quanto riguardava i Vampiri.
Per i Licantropi, li si può riconoscere per dei piccoli difetti fisici, abbastanza difficili da nascondere, ma non impossibili.

Gli occhi sono quasi perennemente neri, ed all'altezza della giugulare hanno una cicatrice a forma di mezza luna.
Quello rappresenta la loro sottomissione ai Vampiri.

Secondo motivo, il Vampiro a capo di questa ribellione, è il figlio di un'efferata famiglia di Nobili vampiri, una delle più antiche sopravvissute, le altre sono state sterminate dalla mia famiglia nel corso dei secoli.

Il vampiro in questione si chiama Samuel Cross, ed è in viaggio con un licantropo di nome Jason Woddest, ed alla sua compagna, il quale nome ci è ignoto.
Sappiamo solo che era un'umana, una carcerata nel penitenziario nel quale lavorava Cross.

Un'altra delle sue colpe è quella di aver trasformato la suddetta in una simile creatura.

Si, signori, a capo dei carceri di massima sicurezza mondiali vi sono questi esseri ad eseguire le condanne a morte.
Ma sappiate che io sono contrario.

Comunque, il terzo motivo e non meno importate è che mia figlia, Christine Kanooh, è stata catturata o forse uccisa da questi individui nel tentativo di sopprimerli.
Chiedo la massima collaborazione di tutte le famiglie hunter, e non, di aiutarmi a liberare il mondo da questi esseri inutili e fastidiosi.

Grazie per aver udito le mie parole.
Arrivederci."

Un leggero singulto di terrore uscì dalle mie labbra, ma mi ricomposi subito.

Lo vidi osservare la camera attentamente con quei suoi occhi a mandorla, come i miei, color castano chiaro, tranne il destro color cielo, a quella sua espressione seria ed ostile.

La sua costante freddezza, mi spiazzò.
Credeva che mi sarei lasciata uccidere così facilmente?

Distolsi un attimo lo sguardo amareggiata, sentendo tirare l'ennesima scia di sangue raggrumato sul mio viso.

Tornai ad osservarlo, scura in volto.

La cicatrice faceva bella mostra sul suo viso candido ed ancora giovanile.

Tre squarci partivano dall'attaccatura dei corti capelli neri della fronte fino ad arrivare a toccare il mento, per poi scendere e nascondersi da occhi indiscreti lungo il corpo.

A deturpare quel viso era stata Quella maledetta.
La fonte di tutti i nostri guai.
La fonte dell'eterna dannazione di mio padre.
La fonte della mia sventura.

Desdemona Cross, detta anche "BloodyCross", aveva ucciso mia madre e mia sorella gemella poco dopo la nostra nascita.
Io mi salvai, grazie all'immediato intervento di mio padre, che è stato anche la causa di quella cicatrice.

Non potrò mai perdonarla per questo..ma ora?
Ora che sapevano chi ero e cosa potevo rappresentare per loro, valeva più la pena tenermi in vita?

Non lo so, ma riesco ad immaginare cosa frulli per la testa a quel maledetto Licantropo.

E tremo di ciò.
Ed ora?
Cosa sarebbe successo?

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Ed ecco il tanto sudato 4° cap -.-" è stato un parto con 24 ore di doglie -.-""
Comunque alla fine è nato, anche se è orrendo T-T..

Beh, che dire, grazie a chi mi ha messo tra i seguiti, i preferiti ma soprattutto chi ha commentato *_*..

RINGRAZIAMENTI:

ale_9038: Lo so...mi ammazzerai per il ritardo ecc..xD sono una sadica, povera Mary xD mi piace crearle problemi, ma anche x Sam e Chris ( Che si vede il padre in tv!!) nn è che vada meglio!!! xD
Ahahahahahahah xD
Al prox cap geme!!!!
Ciauuuuuu kiss tvb

nikoletta89: Ciauuuuuuu *_* mi hai seguita anche quì??
Me commossa T_T comunque mi fa piacere che ti piaccia xD lo so, la dolce mammina di Sam è abbastanza terrificante, ma mi piace ( E non so per quale oscuro motivo -.-")
Grazie per aver commentato ^^
Al prossimo cap!!! ^^ kiss

Cassandra17: >_< Mamma miaaaaaaaa
Quanti complimentiiiiiiiiiiiiiiii >_< mi vergogno un saccooooooo xD
Ti ringrazio per tutti i complimenti ^^ e mi fa sinceramente piacere che ti piaccia ^^
Eccoti il 4° cap, spero che ti sia piaciuto anche questo!!!
Un bacio ^^

Ed ora al lavoro con il 5° cap!!!! x3 speriamo beneeeeeee

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