CAP.
2
Annotazioni
Supplementari - Primo Pomeriggio
Sono
appena tornato dalla mia riunione con Obi-Wan. E’ andata
bene, la mia
precedente meditazione mi ha aiutato a calmarmi e ad essere pronto ad
affrontarlo come un Jedi, e non come un padre emotivamente sopraffatto.
Abbiamo
discusso profondamente della situazione che troveremo, o che potremmo
trovare
su Naboo, e sono rimasto molto impressionato da come Obi-Wan fosse
informato,
considerate le poche ore che deve aver avuto per prepararsi.
Abbiamo
confrontato le nostre informazioni sulla Federazione del Commercio, e
lui ha
espresso il sospetto che sotto ci sia qualcos’altro, qualche
ragione nascosta
dietro a questa crisi attuale, qualcosa che non ha niente a che fare
con la
tassazione delle rotte commerciali.
Io
non sono d'accordo e neppure in disaccordo con lui, ho solo ascoltato
le sue
parole mentre lo studiavo e tentavo di conoscerlo meglio.
Obi-Wan,
non posso riferirmi a lui come il Cavaliere Sith Kenobi qui
nell’intimità del
mio alloggio è chiaramente più unito con la Forza
che Unifica che con la Forza
Vivente. Non è colpa sua, naturalmente ma durante le
missioni pericolose, di
solito intraprese dai Sith, una migliore comprensione della Forza
Vivente
potrebbe aiutarlo in molte situazioni ingannevoli.
Sarei
onorato di insegnarglielo, ma non posso, non ora almeno. Forse, in
futuro, se
sarò capace di forgiare un'amicizia con lui...
Ascolta
le tue parole, Qui-Gon Jinn! Tu stai correndo troppo. Devi concentrarti
su
quello che stai facendo qui ed ora. Hai una missione da portare a
termine e non
comporta la conquista della fiducia di tuo figlio e la sua amicizia.
Obi-Wan
è d'accordo a lasciarmi prendere il comando delle
negoziazioni, ma si aspetta
che gli passi il comando se la diplomazia dovesse fallire. Non ho
l’abitudine
di prendere ordini quando sono sul campo e questo vuol dire che ho una
ragione
in più per lavorare più sodo per trovare una
soluzione al blocco di Naboo.
Un'altra buona ragione è che non voglio vedere mio figlio in
pericolo. Ora che
l'ho trovato, non posso rischiare di perderlo di nuovo.
Incrociatore
Diplomatico in rotta verso Naboo, 3:4:6
Giungeremo
a Naboo tra quattro ore ed io sono nei miei alloggi a meditare e a
raccogliere
i miei pensieri per prepararmi al mio compito.
E’
abbastanza sorprendentemente, dato gli eventi di ieri, che questa notte
sia
riuscito a dormire bene, e quando a colazione ho incontrato Obi-Wan mi
sembrò
anche più rilassato. I suoi occhi erano chiari e le linee
intorno agli occhi
spianati dal riposo di una buona notte; questa cosa mi ha fatto molto
piacere.
Ci
siamo scambiati alcuni commenti sulla missione, ma per lo
più siamo restati in
piedi e soprattutto in silenzio, ognuno di noi perso nella sua
comunione con la
Forza.
Non
ho nessun brutto presentimento e questo mi porta ad essere ottimista
sui
risultati dei negoziati di oggi.
Incrociatore
Nubiano
sulla rotta per Tatooine, 3:4:6
"Non
ho nessun brutto presentimento e questo mi porta ad essere ottimista
sui
risultati dei negoziati di oggi".
Come
direbbe qualcuno, queste erano le proverbiali ultime parole famose.
Durante
il giorno niente è andato come avevo sperato e Obi-Wan ed io
siamo fortunati ad
essere ancora vivi, certamente loro hanno fatto del loro meglio per
cercare di
ucciderci.
‘Loro’
sono il Viceré Nute Gunray della Federazione del Commercio,
ed il suo esercito
di droidi.
Con
una mossa veramente imprevedibile, hanno invaso Naboo ed ora hanno il
controllo
del pianeta, questo mi lascia confuso, sembra così
inconsueto per la
Federazione. Loro sono dei codardi, sono più abituati a
corrompere con i soldi
e con le promesse, che lottando. C'è realmente qualcosa che
non riesco a
comprendere...
Quello
che mi infastidisce di più è che Obi-Wan lo aveva
percepito fin dall'inizio, ma
mi sono rifiutato di ascoltarlo. Peggio, l’ho trattato con
condiscendenza, ero
così certo delle mie convinzioni che ho prestato poca
attenzione alla sua inquietudine.
Eravamo
sulla nave da guerra del Viceré, soli in una sala delle
conferenze quando
Obi-Wan ha fatto la sua inquietante scoperta .
"Ho
un brutto presentimento", disse, camminando avanti e indietro mentre io
mi
sedevo alla tavola.
"Io
non sento niente," era stata, in realtà, la mia risposta.
"Non
è qui e non è questa missione, Maestro Jinn;
è qualcosa... di distante... di
elusivo."
Mi
diede un sguardo confuso, come se non fosse capace di mettere a parole
quello
che stava sentendo.
Mi
sono appena frenato dal sorridere ed ho commentato, "è
meglio non
concentrarsi sulle nostre ansie, Cavaliere Kenobi ma mantenere la
nostra
concentrazione qui ed ora, dove siamo."
Stai
attento alla Forza Vivente, avrei desiderato aggiungere, ma lo sguardo
che mi
diede mi ricordò che non stavo trattando con un Padawan...
ed è stata una buona
cosa, perché solamente alcuni momenti dopo scoprì
che lui aveva ragione ed io
torto.
Prima
tentarono di ucciderci con un gas velenoso, poi mandarono dei droidi da
battaglia
contro noi, e quando finalmente riuscimmo a giungere l’hangar
scoprimmo che la
nostra nave era stata distrutta.
L’unica
via di fuga fu di nasconderci a bordo di una delle navi che stavano
trasportando l'esercito di invasione di droidi da battaglia su Naboo,
è
indiscutibile dire che la diplomazia aveva fallito e che la situazione
era
degenerata anche peggio di quello che potevamo immaginare.
Una
volta su Naboo, ho fatto del mio meglio per evitare di essere
schiacciato dai
STAP mentre aspettavo che Obi-Wan mi trovasse.
Ero
frustrato per non essere capace di localizzarlo usando qualche genere
di collegamento
mentale, come il legame che i Jedi usavano quando lavoravano insieme, o
il
legame tra il maestro e l’apprendista.
Mentre
fuggivo dall'esercito di invasione, salvai Jar-Jar Binks, un giovane
Gungan,
una delle due specie senzienti che vive su Naboo.
La
creatura era chiaramente spaventata dalla devastazione causata dai STAP
e si
rifiutò di lasciare il mio fianco, mentre reclamava che mi
era debitore della
vita.
All’inizio
mi infastidì, ma appena riuscii a localizzare Obi-Wan, il
Gungan divenne un
aiuto prezioso, perché ci offrì un rifugio sicuro
dall'esercito dei droidi.
Jar-Jar
ci portò alla città acquatica dove viveva la sua
gente, ma dovette essere convinto
a portarci là. Obi-Wan fece del suo meglio per convincerlo,
ma non posso dire
di approvare la luce quasi perversa nei suoi occhi mentre descriveva in
dettaglio le "mille cose terribili" che i droidi gli avrebbero fatto
se lui non ci avesse aiutato.
Sentii
un senso di disagio mentre Obi-Wan parlava, probabilmente
perché ancora una
volta mi ricordai che non conoscevo l'uomo che mio figlio era diventato.
Lui
è un grande combattente, un spadaccino di ottimo livello,
potrebbe competere
facilmente contro il Maestro Windu, ed è molto potente nella
Forza, ma io non
so niente della sua personalità. Sembra essere legato al
dovere come me, e per
tutto il giorno ha lavorato e ha combattuto al mio fianco senza mai
discutere
le mie istruzioni. Formiamo una buona squadra e grazie a questa
collaborazione
siamo riusciti di liberare la Regina Amidala e la sua corte e li
abbiamo
portati via da Naboo.
La
nostra destinazione finale è Coruscant, dove la Regina
illustrerà la situazione
del suo pianeta di fronte al Senato, ma prima dobbiamo fermarci su
Tatooine per
riparare l’iperguida che era stato danneggiato quando
forzammo il blocco.
E’
stata un idea di Obi-Wan di fermarci su Tatooine, ed io la sostenni
pienamente,
anche se il Capitano Panaka non fu affatto d’accordo.
Tatooine,
Mos Espa,
Alloggi degli Schiavi, 3:4:7
Questa
missione è una fonte continua di sorprese. Prima ho
ritrovato mio figlio che
credevo di aver perduto, ed ora ho incontrato Anakin Skywalker, questo
ragazzo
è incredibilmente sensibile alla Forza e potrebbe essere il
Prescelto descritto
in un’antica profezia Jedi.
L'abilità
di Anakin come pilota è sorprendente per un bambino
così giovane, ma è anche
più sorprendente la bontà del suo cuore. Non solo
ci diede un rifugio durante
una tempesta di sabbia, ma decise anche di darci i soldi che
probabilmente
vincerà nella gara di podracer di domani, così
potremo acquistare le parti di
ricambio di cui abbiamo bisogno per riparare la nostra nave. Questo
ragazzo è
un schiavo e potrebbe usare quei soldi per comprarsi la sua
libertà o quella di
sua madre, invece desidera aiutare tre estranei. Io lo trovo molto
toccante e
così raro per un bambino della sua età che di
solito sono egoisti e
egocentrici.
Ma
Anakin non è ragazzo comune questo è sicuro. Ho
parlato con sua madre e le ho
chiesto notizie del padre del bambino. Lei mi ha risposto che non c'era
nessun
padre, e che si trovò incinta senza sapere come.
È
possibile questo? Sta dicendo la verità? Qualcosa dentro di
me mi dice che ho
ragione, ma vorrei avere qualche prova in più.
Ho
preso un campione del sangue di Anakin ma non posso aspettare di
tornare alla
nave fare delle analisi... vorrei chiedere ad Obi-Wan di farli per me,
ma lui
probabilmente vorrebbe sapere di chi è il sangue che sta
esaminando e perché, e
come Jedi, non sono sicuro di poter fidarmi di un Sith con tali
informazioni.
Così mi addolora molto non poter avere fiducia in mio
figlio, ma se Anakin è
veramente il Prescelto, non posso rischiare che l'Ordine Grigio se lo
porti
via.
Incrociatore
Nubiano sulla rotta per Coruscant, 3:4:8
Nelle
ultime due ore ho meditato, ma nonostante tutta la mia concentrazione,
non sono
riuscito a trovare il mio centro e a trovare la pace mentale che cerco
insistentemente. Ma dopo quello che è accaduto oggi, oso
dire che anche il
Maestro Yoda troverebbe delle difficoltà a concentrarsi.
La
mia mente continua ad essere assalita da immagini e pensieri, ognuno di
loro
rivaleggia con gli altri nel reclamare la mia attenzione, e questa non
è una
delle normali registrazioni del mio diario, ma è il
tentativo disperato di
mettere un po’ d'ordine nei miei sentimenti.
Riporterò
i miei inquietanti ricordi nell'ordine in cui sono accaduti, senza
cercare di
decidere qual è il più importante.
Tutto
questo iniziò nel primo pomeriggio, quando stavo per tornare
a Mos Espa per
riportare l'eopies che Watto mi aveva prestato per trasportare le parti
di
ricambio, che eravamo riusciti ad acquistare, grazie alla vittoria di
Anakin
nella gara di podracer di questa mattina. Ancora più
importante dovevo tornare
a recuperare Anakin la cui libertà gli avevo assicurato
vincendolo in un ‘Gioco
d'azzardo’ contro Watto.
"Cominciate
ad installare il generatore d’iperguida ", dissi
all'equipaggio ed a
Obi-Wan mentre io montavo su uno degli eopies e mi tirai dietro l'altro
per le
redini. "Io torno indietro. Ho qualche affare da concludere."
"Affare?
" Ripete mio figlio, sollevando un sopracciglio.
"Non
starò fuori a lungo."
Obi-Wan
mi studiò un momento, poi chiese "Perché sento
che hai raccolto un'altra
patetica forma di vita, Maestro Jinn ? "
Aggrottai
le ciglia, infastidito dalle sue parole. Jar-Jar non è
patetico, lui è solo
molto... goffo. Come per Anakin, il ragazzo che ci aveva aiutati a
trovare il
modo di lasciare il pianeta. Come poteva Obi-Wan essere così
insensibile?
"È
il ragazzo che ci ha aiutati a trovare quelle parti di ricambio",
accennai,
la mia voce tradiva l’irritazione che provavo.
"Tornerò presto, Cavaliere
Kenobi. Nel frattempo, si assicuri che le riparazioni procedano il
più
rapidamente possibile."
Gli
occhi di Obi-Wan balenarono con una luce dura ed il suo scontento mi
sommerse
ad ondate.
"Io
non sono un meccanico. Loro possono riparare il generatore da soli.
Vengo con
lei, voglio dare un'occhiata alla città."
"Ma
la Regina... "
"Il
Capitano Panaka può proteggerla per un’ora o
durante il periodo in cui noi
saremo via", e così dicendo, Obi-Wan prese le redini
dell'eopie di scorta,
e saltò sulla sua schiena senza aspettare che la bestia si
inginocchiasse.
Tentai
di protestare ancora, ma l'occhiata sul volto di mio figlio mi fece
morire le
parole sulle labbra.
L'unica
cosa che potevo fare era far in modo che la nostra assenza fosse il
più breve
possibile.
Sicuramente
una buona intenzione, ma ben presto rovinata da Watto che si
rifiutò di
consegnarmi Anakin e le sue carte dichiarando che la nostra scommessa
non
riguardava il ragazzo, ma sua madre.
"Ti
sbagli", disse il Toydariano. "Tu hai vinto Shmi, non Anakin."
"Questo
non è vero. Tu hai lanciato un cubo colorato per decidere
quale schiavo avrei
vinto. Rosso per Shmi, blu per Anakin. E’ uscito fuori il
blu, così ora mi
darai il ragazzo."
Agitai
di nuovo la mia mano, ma come era successo due giorni prima, la Forza
di
persuasione non funzionò.
"Te
l’ho già detto io sono immune a quella cosa",
sorrise furbescamente Watto.
"Ora prenditi Shmi e lasciami in pace. Mi sei già costato
troppi
soldi."
Iniziai
a sudare, chiedendomi cos’altro potevo fare. Non c'erano
stati testimoni della
nostra scommessa, e se ci fossero stati, dubito che avrebbero
parteggiato per
un estraneo. Pensai a cosa potevo scambiare con il ragazzo, ma non mi
venne
niente in mente.
"Ascolta,
Watto", tentai di nuovo, consapevole che l’impazienza di
Obi-Wan stava
aumentando, anche se lui stava al mio fianco, le sue braccio incrociate
sul
torace senza mostrare la minima emozione.
"Oh
per favore, non inizi di nuovo. Se vuoi la donna, prenditela.
Altrimenti…
"
Watto
non completò mai la frase, la sua voce morì in un
anelito strangolato mentre si
portava improvvisamente le mani al collo.
Cosa
stava accadendo? Mi chiesi, poi girai la testa per affrontare Obi-Wan
che aveva
fatto un passo in avanti. Mi bastò un solo sguardo al suo
braccio disteso con
il pugno chiuso, alla sua espressione dura ed il suo sguardo
concentrato per
capire cosa stava accadendo.
Mio
figlio stava usando la Forza per soffocare il Toydarian.
Dopo
qualche secondo, il suo pugno si sciolse, e Watto prese una grande
boccata
d’aria. Con il suo braccio ancora esteso, Obi-Wan
sibilò, "Dai al mio
compagno le carte del ragazzo ".
Il
Toydarian scosse la testa. "No, il ragazzo è troppo prezioso
e… "
Ancora
una volta lui non completò la frase, ed io lo fissai
inorridito mentre i suoi
occhi sporgevano e le sue ali si agitavano selvaggiamente,
finché non riuscì
più a sopportarlo.
La
mia mano calò pesantemente sul braccio di Obi-Wan,
disturbando la sua
concentrazione e spezzando la sua presa su Watto. La piccola creatura
cadde a
terra, sdraiata sulla sabbia respirava affannosamente alla ricerca di
aria.
"Come
osi colpirmi?" mi ringhiò Obi-Wan, i suoi occhi erano pieni
di furia,
mentre si scrollava la mia mano dal suo braccio.
"Stavi
quasi per ucciderlo a sangue freddo!" Sibilai, scioccato da quello che
avevo visto.
"Fidati
di me, Jedi. Io so precisamente fino a quanto posso spingere." Mi diede
un’occhiataccia, poi andò ad inginocchiarsi
accanto al Toydarian che tentò
invano di rotolare lontano da lui.
"La
tua memoria è tornata, piccolo pezzo di immondizia?"
Watto
annuì freneticamente, incapace di parlare.
"Bene.
Ora dai il ragazzo al mio compagno e non obbligarmi a rinfrescarti la
memoria
un'altra volta."
Il
Toydarian annuì di nuovo, ed Obi-Wan si
allontanò, mentre m’inginocchiai ed
aiutai Watto ad alzarsi.
L’irritazione
di Obi-Wan era quasi palpabile durante il nostro viaggio verso gli
alloggi
degli schiavi, dove Anakin raccolse le sue cose e disse addio a sua
madre, poi
tornammo alla nave. Obi-Wan camminava vicino a me ed al ragazzo, i suoi
occhi
fissi davanti a lui, la sua andatura rigida, e non prestò
attenzione ai
tentativi di Anakin di coinvolgerlo in una conversazione.
Eravamo
quasi giunti alla nave, quando all’improvviso Obi-Wan accese
la sua spada laser
gialla e prima che la Forza mi avvertisse una figura vestita di nero
che
montava uno speeder ci assalì.
"Buttatevi
giù!" gridò Obi-Wan, ed Anakin ed io obbedimmo,
mentre lo speeder volava
sulle nostre teste. "Raggiungete la nave! Digli di decollare!"
Poi
prima che potessi dire o fare qualcosa, lui si girò per
attaccare il nostro
assalitore, tirandolo giù dallo speeder. Rimasi a guardare
quasi paralizzato
mentre la figura scura riguadagnava velocemente il suo equilibrio e
accendeva
una spada laser rossa a doppia lama usandola per deviare il colpo di
mio
figlio.
"Vai
alla nave!" gridò Obi-Wan mentre combatteva e questo mi fece
uscire dallo
stato di shock in cui ero caduto. Mi alzai e prendendo Anakin tra le
braccia,
corsi alla nave la cui rampa era già abbassata.
Una
volta dentro, lasciai andare Anakin e mi precipitai alla cabina di
comando,
ordinando ai piloti di decollare e volare basso fino al luogo dove
Obi-Wan
stava ancora combattendo contro il nostro misterioso assalitore.
‘Resisti,
figlio mio, resisti,’ ripetei nella mia mente mentre
l'incrociatore si girava
facilmente.
"Là",
dissi, indicando le due figure che combattevano. Si lanciavano avanti e
indietro, le spade laser gialla e rossa lampeggiavano ad ogni colpo ed
a ogni
deviazione.
Mentre
il capitano pilotava l'incrociatore verso di loro, sfiorando la terra
ad appena
più in alto di uno speeder, io corsi al portello
d’entrata, usando il controllo
manuale per abbassare la rampa.
Obi-Wan
ci individuò, e capì quello che stavo tentando di
fare e non appena la nave fu
abbastanza vicina fece un salto aiutato della Forza ed
atterrò sulla rampa.
Le
mie mani lo raggiunsero e lo tennero fermo mentre la nave accelerava e
saliva
più in alto. Mio figlio si arrampicò all'interno
dell'incrociatore e crollò a
terra mentre io ritiravo la rampa e sigillavo il portello.
"Come
ti senti?" chiesi, ritornando al suo fianco ed inginocchiandomi.
"Come
qualcuno che ha appena combattuto contro un Signore Oscuro" rispose lui
sarcasticamente, mentre si alzava in piedi e si dirigeva verso i suoi
alloggi.
Tutto
il sangue fluì dal mio viso dopo aver ascoltato quelle due
ultime parole.
Un
Signore Oscuro.
I
Jedi credevano di aver distrutto l'ultimo dei Signori Oscuri, i veri
servitori
del Lato Scuro, mille anni fa anche prima della spaccatura tra l'Ordine
dei
Jedi ed i Sith. Infatti, era stato il ricordo dei crimini dei Signori
Oscuri
che avevano spinto i Jedi a reagire così violentemente
contro i cavalieri
‘ribelli’ che più tardi avrebbero
fondato l'Ordine dei Sith.
Come
poteva Obi-Wan esclamare con tale certezza che i Signori Oscuri erano
tornati?
Lo
seguii nei suoi alloggi ed entrai prima che chiudesse la porta.
Mi
lanciò un sguardo seccato, poi si avvicinò al
letto e si sedette per togliersi
gli stivali, come se non fossi nella stanza.
"Come
puoi affermare che era un Signore Oscuro?" gli chiesi senza mezzi
termini.
"Cos’altro
poteva essere? Era addestrato ad usare la Forza e la sua lama era rossa
e
solamente i Signori Oscuri usano quel colore."
Obi-Wan
si alzò e attraverso la stanza, togliendosi la sua tunica e
piegandola sullo
schienale di una sedia. "Potevo sentirlo fare appello al Lato Oscuro
della
Forza mentre lottavamo."
Non
so perché, ma la sua ultima affermazione mi
provocò una reazione inaspettata e
commentai sarcasticamente, "Sì, naturalmente. Dimenticavo
che voi Sith
avete più famigliarità con il Lato Oscuro di noi
Jedi."
Obi-Wan
si girò e mi guardò, i suoi occhi ardevano mentre
lui gettava la sua cintura
sul letto.
"E
questo cosa significa? " sibilò.
"Che
vedo poca differenza tra te e l'uomo che ci ha attaccati." Dissi,
incrociando le braccia nella mia tunica.
"Ah...
Ti stai riferendo a quello che ho fatto al Toydarian." Obi-Wan quasi
sorrise e questo mi fece infuriare.
"Come
puoi sorridere per quello che gli hai fatto? Lo hai quasi strangolato!"
Obi-Wan
fece un passo in avanti e ringhiò, "Mi ascolti Jinn, ed
ascolti bene. Io
non uccido a sangue freddo. Mi sarei fermato prima di provocare qualche
danno
permanente." Poi sorrise furbescamente, "gli stavo solo insegnando
una lezione sul non ingannare i suoi clienti."
"E’
stata un'azione spregevole", insistetti, ricordando gli occhi sporgenti
di
Watto.
"Oh
davvero? E cosa dice del suo comportamento con i Gungan? Devo
ricordarti come
abbiamo ottenuto il permesso ed il trasporto per lasciare la loro
città? "
"Non
è lo stesso. I Jedi agiscono per un bene più
grande e… "
"Balle,
Jinn!" disse, levandosi la tunica. "Tu godi nel usare il tuo potere
tanto quanto faccio io, ma almeno noi Sith abbiamo la decenza di
ammetterlo
pienamente."
Scossi
la testa, rifiutandomi testardamente di lasciarlo vincere su questo
argomento.
"Un Jedi non si comporta in questo modo. Non è il nostro
modo e tu
dovresti… "
"Io
sono un Sith, non un Jedi!" tuonò Obi-Wan, interrompendomi
di nuovo.
"E sono un cavaliere, non uno dei tuoi Padawan! Smettila di trattarmi
con
condiscendenza e di comandarmi. Io non sono un giovane ricalcitrante
che ha
bisogno di essere riportato indietro sulla ‘retta’
via. Io sono un Sith e tu
dovresti ricordarlo."
Il
silenzio cadde nella stanza dopo che lui finì la sua tirata
e le sue parole
affondarono in me.
Naturalmente,
aveva ragione.
Per
l’intera missione non avevo fatto nient’altro che
comandarlo, prendendomi
carico delle decisioni anche quando era chiaro che era impossibile
trovare una
soluzione diplomatica alla crisi. Lui mi aveva obbedito senza
discussioni, fino
a questo pomeriggio, quando avevo oltrepassato completamente i miei
limiti
ordinandogli di fungere da meccanico.
Non
era colpa sua se lui era finalmente esploso, era colpa mia.
Forse
le mie intenzioni erano state buone, forse il mio essere al comando
della
missione era solo un tentativo inconscio di tenere mio figlio al
sicuro, ma
alla fine il mio atteggiamento gli aveva causato solamente irritazione
e
dolore, e riuscì quasi a distruggere le poche
opportunità che avevo di forgiare
una relazione durevole con mio figlio.
Quasi,
perché, sia benedetta la Forza, qualcosa accadde per
cambiare completamente la
situazione.
Mentre
stavo lì in piedi, incapace di dire qualsiasi cosa, Obi-Wan
finì di spogliarsi,
finché non rimase a petto nudo. Quando lui si
voltò per lasciar cadere la sua
sotto tunica sul letto, notai che la sua schiena era coperta da molte
cicatrici
che si incrociavano dalle spalle fino ai reni. Sembravano frustate o
ferite da
laser, come se fosse stato torturato.
Sentì
nel petto il cuore che si stringeva, mentre dolore, tristezza,
compassione e
rabbia si riversarono in me allo stesso tempo. Chi aveva osato fare
quello a
mio figlio?! E quanto doveva aver sofferto!
Quasi
senza essere notato attraversai lo spazio che ci divideva e misi la mia
mano
sulla spalla di Obi-Wan, le mie dita sfioravano delicatamente una delle
cicatrici.
Mio
figlio si girò, lessi la sorpresa nei suoi occhi, ma non
scrollò via la mia
mano. Sentii la sua mente sondare i miei pensieri ed abbassai i miei
scudi
mentali, permettendogli di sentire la mia compassione e la mia
preoccupazione.
Il sincero interesse che lui sentì in me sembrò
essere il benvenuto, perché
sentii la sua rabbia dissolversi, sostituita dalla curiosità
e della
perplessità. Perché sentivo questo per lui?
"Chi
ti ha fatto questo ? " Chiesi a bassa voce.
"Il
mio Maestro" fu la risposta nello stesso tono.
Il
fiato mi si bloccò in gola. "Il tuo... tuo Maestro? "
"Sì."
"Perché?
"
"Per
essere sicuro che non dimenticassi mai la lezione che mi aveva
insegnato quel
giorno."
"Che
lezione?" Bisbigliai, la mia mano ancora appoggiata sulla sua spalla.
Obi-Wan
sorrise debolmente, prima che la sua espressione s’indurisse.
"Un Sith non
fallisce il suo compito. Un Sith non si piega. Un Sith non implora. Un
Sith non
si sottomette. Un Sith non si arrende."
Ingoiai
a fatica, mentre le mie braccia mi dolevano dal desiderio di stringere
mio
figlio in un abbraccio, e di non lasciarlo andare via mai
più.
"Quanti
anni avevi?"
"Avevo
dieci anni".
"Dieci?
"
"Sì."
Non
posso esprimere a parole lo shock quando ho sentito questo. Un bambino
di dieci
che riceve una tale punizione... era, è - inconcepibile.
Incredibile.
Cominciavo
a sentirmi male quando Obi-Wan improvvisamente lasciò cadere
i suoi scudi e mi
permise di dare un’occhiata alla sua vita come apprendista
Sith.
Lunghe
marce sotto il sole bruciante, giorni passati senza cibo e qualche
volta anche
senz’acqua, punizioni fisiche, notti passate a dormire nudo
sul pavimento in
stanze fredde...
Nessuno
si chiede perché i Sith siano così inflessibili e
così duri con se stessi, così
determinati a raggiungere i loro obiettivi.
Pensavo
ai padawan ed agli iniziati nel Tempio, allevati con gentile fermezza e
giusti
consigli, le loro buone qualità naturali coltivate, i loro
progressi lodati.
Pensai al grande Jedi che mio figlio sarebbe diventato se solo gli
fosse stato
permesso di crescere in un posto dove la sua innata compassione, quella
che
avevo intravisto quando lui mi aveva permesso di vedere nella sua
mente,
sarebbe stata apprezzata e non considerata una colpa.
Non
compresi che la mia angoscia si stava riversando fuori ad ondate fino a
quando
Obi-Wan non mi prese per le spalle e mi guardò con occhi
preoccupati.
"Maestro
Jinn ! Qui-Gon? Cosa succede? Sta male? "
"No,
non sto male."
"Allora
cosa… "
Lui
non completò mai la frase, perché scelsi quel
momento per abbassare
completamente i miei scudi e lasciare che i miei sentimenti e i miei
ricordi lo
sommergessero.
Attraverso
il velo delle lacrime che stavo versando vidi il viso pallido di mio
figlio e
la sua bocca aperta in uno stupore silenzioso mentre la sua mente
veniva
riempita di immagini e pensieri.
Il
giorno in cui incontrai Lydah Kenobi su un incrociatore diplomatico
diretto ad
un pianeta dell’Orlo Esterno dove avremmo dovuto
sovrintendere alle prime
elezioni libere tenute lì.
La
nostra nave che precipita verso Hoth dopo che era stata danneggiata in
un campo
di asteroidi.
Il
terribile incidente che uccise tutti meno me e Lydah.
Le
notti fredde e lunghe passate all’interno dello scafo
spezzato e quasi
impotenti.
Il
bisogno disperato di essere vicini, di dividere il calore corporeo, il
conforto
e la speranza.
Gli
abbracci, il primo bacio, e la passione.
Il
bisogno primitivo di riaffermare che eravamo vivi e pronti a lottare
per
sopravvivere finché qualcuno non fosse venuto a salvarci.
La
vista di una nave all'orizzonte e il salvataggio.
La
promessa di tenerci in contatto l'uno con l'altro.
Il
messaggio che mi annunciava la gravidanza di Lydah.
Lo
stupore e la gioia che ho provato alla scoperta che stavo per diventare
padre.
Il
dolore che intorpidisce alla notizia che Lydah stava morendo a causa di
un
misterioso e forte indebolimento di un organo.
Il
mio viaggio disperato per giungere al suo pianeta natale, poi il
ritorno a
Coruscant al Tempio Jedi, dai suoi guaritori qualificati.
Il
Maestro Dahar che scuote lentamente la testa dopo avere visitato Lydah.
Le
lunghe ore passate al suo fianco mentre lei aveva le doglie.
La
gioia ed il sorriso sul suo viso troppo pallido mentre abbracciava il
suo
piccolo e sussurrava il suo nome, "Obi-Wan. "
Il
dolore, la colpa ed il rimpianto che mi sommersero mentre Lydah
chiudeva i suoi
occhi per sempre.
Il
bisogno di pensare al futuro di mio figlio.
La
scoperta di come forte nella Forza era Obi-Wan ed il desiderio di
addestrarlo
nel Tempio.
La
petizione per chiedere l'ammissione del bambino al Tempio come
apprendista.
Il
rifiuto del Consiglio.
Il
gelo nel mio cuore mentre mio figlio mi veniva tolto.
Il
mio periodo di prova. Le mie vane ricerche nell'archivio per scoprire
dove era
quello che aveva preso Obi-Wan.
Le
pietre che avevo comprato come un dono per ognuno dei giorni che lo
avevo
nominato.
Le
notti passate sveglio, guardando le stelle, chiedendomi dove fosse mio
figlio,
se lui stesse bene, se era felice ed amato...
Io
non so per quanto tempo andò avanti, ma alla fine la mia
mano cadde dalla
spalla di Obi-Wan ed io stetti li in piedi, bloccato sul posto,
guardandolo ed
aspettando una sua reazione.
I
suoi occhi, i suoi begli occhi chiari erano vitrei, e lui stava
tremando.
"Obi-Wan?
" Dissi con esitazione, mentre sfioravo il suo braccio.
Il
tocco lo fece trasalire, e lui sbatte le palpebre alcune volte.
"È
tutto a posto? " Chiesi leggermente.
"No...
Sì... Non lo so" bisbigliò, e poi
iniziò a indietreggiare. "Per
favore... ho bisogno di stare da solo... ho bisogno di pensare."
"Come
desideri", mormorai, dirigendomi verso la porta, comprendendo il suo
bisogno di starsene da solo, ma desiderando ancora di essere capace di
calmarlo
e confortarlo.
Ed
ora sono qui, preda delle mie emozioni come non mi era accaduto fin dal
tradimento di Xanatos.
Sono
qui, incapace di focalizzare, incapace di concentrarmi, incapace di
meditare –
incapace di essere un Jedi. Io sono solo un uomo, un uomo vecchio e
solitario e
spero di non aver distrutto tutte le mie opportunità di
costruire una relazione
con mio figlio.
CAP
3
Coruscant,
Tempio Jedi 3.4:9 - Tarda Mattinata
Sono
nelle mie stanze disteso sul letto mentre registro questo diario.
Siamo
arrivati su Coruscant questa mattina e abbiamo trovato il Cancelliere
Supremo
Valorum e il Senatore di Naboo, Palpatine che ci aspettavano sulla
piattaforma
di sbarco. Il Senatore era lì per prendersi cura della sua
Regina, mentre
Valorum voleva sentire il rapporto della situazione su Naboo. Lui
naturalmente
era preoccupato da come la crisi si era sviluppata e sentii che la sua
preoccupazione riguardava come avrebbe reagito il Senato.
La
sua paura è che il Congresso continuerà a
temporeggiare o a posticipare la
decisione, perdendo tempo prezioso su insignificanti dettagli
burocratici, come
hanno fatto negli anni passati sempre più frequentemente.
Una
volta che la riunione col Cancelliere Supremo fu finita, Obi-Wan ed io
ci
salutammo l’uno con un l'altro e ci separammo, dirigendoci
verso i nostri
rispettivi Tempi per fare rapporto ai nostri rispettivi Consigli.
Mio
figlio è stato piuttosto tranquillo oggi non ha fatto
commenti sarcastici sul
comportamento di Jar-Jar a colazione, e ha lasciato parlare sempre me
mentre
riferivo i fatti successi a Valorum, limitandosi ad annuire ogni tanto.
C'erano
dei cerchi scuri sotto i suoi occhi, un sicuro segnale che aveva
passato una
notte insonne, proprio come me.
Il
mio cuore desiderava offrirgli il mio aiuto, ma che conforto potevo
dare ad un
uomo che è anche mio figlio ma è anche un
perfetto estraneo? E neanche un
comune estraneo, ma un Sith, addestrato dalla più tenera
età a non mostrare
debolezza.
No,
non potevo chiedergli come si sentiva. Non potevo offrirgli conforto e
rischiare di allontanarlo ancora di più. L'unica cosa che
posso fare è stargli
vicino e sperare che decida lui di venire da me a parlare.
Una
volta arrivato al Tempio, feci il mio rapporto al Consiglio, inclusa
l’opinione
di Obi-Wan riguardo all'uomo che ci aveva attaccati. I maestri non
erano sicuri
che fosse un Signore Oscuro; sembravano piuttosto scettici, e devo
dire, non si
fidano molto del giudizio dei Sith.
Mi
frenai dall'esprimere la mia opinione sulla questione,
perché, tendo ad essere
d'accordo con Obi-Wan, ma non voglio che Yoda e Ki-Adi-Mundi pensino
che io
stia parteggiando con un Sith solamente perché avevo
scoperto che lui era mio
figlio. I due maestri, hanno chiaramente riconosciuto il nome di mio
figlio, e
ogni tanto ci siamo scambiati alcuni sguardi accusatori. Non penso che
li
perdonerò mai per non aver ammesso Obi-Wan al Tempio. Come
sarebbe stata
diversa la sua vita da bambino se loro l'avessero accolto!
Avevo
anche un'altra ragione per non provocare l'ostilità del
Consiglio sulla
supposta riapparizione del Signore Oscuro: Anakin.
Il
bambino è attualmente nella Camera del Consiglio per essere
esaminato e testare
le sue abilità con la Forza.
Pensai
che i Consiglieri sarebbero stati più ansiosi di incontrare
il ragazzo che
credo sia il Prescelto, invece hanno reagito freddamente, e mi
rimproverano per
la mia presunzione.
Io
so che ho ragione, posso sentirlo. Anakin è il Prescelto, la
Forza è così forte
in lui, ed io sono sicuro che il nostro incontro non è stato
casuale.
Intendevo
sbarcare su Tatooine e trovarlo. Lo addestrerò e lo
trasformerò in un grande
Jedi.
E’
passato tanto tempo dal tradimento di Xanatos ed ora sono pronto a
prendere un
altro Padawan, il mio ultimo Padawan.
Anakin
sarà il mio lascito all'Ordine di Jedi come Obi-Wan
è il mio lascito alla
galassia.
Annotazioni
Supplementari - Pomeriggio
Non
so più cosa succede nel Consiglio in questi giorni. Non
posso più comprendere
ne condividere molte delle loro decisioni.
Io
sono sempre stato un po' ribelle, lo ammetto, ma solo perché
ho scelto di
seguire la volontà della Forza come io la capivo. Sono stato
chiamato
provocatore, testardo e presuntuoso a causa del mio atteggiamento, ma
il
Consiglio ha sempre saputo che sono assolutamente fedele all'Ordine dei
Jedi.
Ma ora non posso fare a meno di dubitare della decisione del Consiglio.
Loro
mi hanno negato il permesso di addestrare Anakin, dicono che
è troppo vecchio,
troppo segnato emotivamente e troppo pieno di paura per iniziare
l'addestramento Jedi.
Il
Consiglio ha ragione, ma Anakin non è un bambino comune. Lui
usa già la Forza
in molti modi, e ha bisogno solo di imparare come farlo consapevolmente
e non
solo spinto dal suo istinto.
Mentre
per le sue cicatrici emotive e la sua paura, cosa si aspettavano?
Il
ragazzo è stato un schiavo fino a ieri, e ha appena lasciato
sua madre e la
sola vita che abbia mai conosciuto per essere portato in un luogo
sconosciuto.
Naturalmente che è spaventato, ogni bambino della sua
età, anche i nostri
iniziati lo sarebbero. Ma con il tempo imparerà a
controllare queste emozioni e
liberarle nella Forza.
Quello
che mi rattrista di più è come il Consiglio ha
ignorato le buone qualità di
Anakin e si è concentrato solamente sulle sue colpe,
fondamentalmente la stessa
cosa è accaduta quando si sono rifiutati di accettare
Obi-Wan.
Loro
avevano visto solo il pericolo di creare un precedente, e non hanno
pensato a
quanto potrebbe portare il bambino e quanto potente è nella
Forza, proprio come
mio figlio sarebbe potuto essere stato per l'Ordine.
Ma
questo non accadrà con Anakin; non permetterò al
Consiglio di congedarlo, così
che i Sith possono prenderlo come hanno fatto con Obi-Wan.
L'Ordine
Grigio non trasformerà questo dolce bambino in un giovane
sarcastico e cinico
come hanno fatto con mio figlio.
Non
lo permetterò.
Annotazioni
Supplementari - Tarda sera
Il
Consiglio mi ha ordinato di scortare la Regina Amidala per il suo
ritorno a
Naboo ed investigare più a fondo sul Signore Oscuro. I
maestri sono convinti
che lui ritornerà, e così anch’io.
Sono
stato informato che Obi-Wan viaggerà di nuovo con noi, senza
dubbio con ordini
uguali ai miei, e questa volta la Forza mi dice che ci
aiuterà e che insieme
giungeremo ad una migliore comprensione.
Incrociatore
Nubiano sulla rotta per Naboo, 3.4:10
Ho
appena ascoltato l'ultima frase della mia precedente registrazione.
'Migliore
comprensione' non chiamerei lo sviluppo che la mia relazione con
Obi-Wan subì
dopo la conversazione che avemmo questa mattina dopo esserci sistemati
sulla
nave.
Io
stavo quasi per lasciare i suoi alloggi, dopo che avevamo discusso la
nostra linea
di azione una volta fossimo arrivati su Naboo, quando le sue parole mi
fermarono.
"Quindi,
il tuo Consiglio ti ha accordato il permesso di addestrare il ragazzo.
Pensavo
che non lo avrebbero fatto."
Mi
voltai e l'affrontai, sorpreso di scoprire che lui sapeva delle mie
intenzioni
riguardo ad Anakin.
Lui
sorrise brevemente ed aggiunse, "l’ho visto nella tua mente,
Qui-Gon."
Annuì
prima di chiedere, "Perché pensi che il Consiglio non mi
avrebbe permesso
di addestrare Anakin?"
Gli
occhi di Obi-Wan s’indurirono. "Perché sento che
il ragazzo è pericoloso.
C'è troppo potere grezzo in lui, troppa paura e rabbia.
Credo che addestrarlo
sia un errore."
Le
sue parole mi hanno fatto male e commentai sarcasticamente, "Un Sith
che
dichiara che un ragazzo è troppo emotivo per essere
addestrato... è davvero
divertente."
Le
narici di Obi-Wan arsero, ma lo sentii rilasciare la sua irritazione
nella
Forza, e mi vergognai per non essere stato capace di fare lo stesso
alcuni
momenti prima.
"Noi
Sith abbiamo le nostre emozioni, ma le teniamo sotto controllo. Non
permettiamo
mai a quelle negative di controllarci", enfatizzò
freddamente. "Spero
per il nostro bene che il tuo recente comportamento sia solo una svista
momentanea nel tuo controllo Jedi, e che sarai capace
d’insegnare bene al
ragazzo. Altrimenti è probabile che ci troveremo presto, in
una situazione
molto pericolosa, specialmente ora che i Signori Oscuri sono ritornati."
Impallidii
alle implicazioni a cui stava accennando, e di nuovo reagì
in un modo
sconveniente per un Jedi. Non lo ringraziai per le sue preoccupazioni,
ma lo
rassicurai che avrei fatto del mio meglio con Anakin.
Chiaramente
adirato uscii dalla stanza.
Non
mi sono comportato come un Jedi o come un adulto, in questa faccenda,
ma solo
come un bambino viziato ed ora ho paura di aver rovinato qualsiasi
opportunità
che avevo per colmare il vuoto che ci divide.
Obi-Wan
è stato molto duro con me, questo è vero, ma se
Anakin è il prescelto, come io
sono sicuro che è, mio figlio ha tutti i diritti per essere
preoccupato sul
futuro del ragazzo e sul suo addestramento.
Avrei
potuto usare le sue preoccupazioni per iniziare una conversazione, ed
avvicinarci ed invece... invece io mi comportato da idiota.
Posso
solo sperare che mi sarà accordata un'altra
opportunità.
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