Una strana amicizia

di polpettaalsugo8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo scontro ***
Capitolo 2: *** L'inizio di un'amicizia ***
Capitolo 3: *** Sotto la superficie ***
Capitolo 4: *** Le disavventure di un piccolo topo egoista ***
Capitolo 5: *** Il primo combattimento ***
Capitolo 6: *** Il viaggio in Svezia ***
Capitolo 7: *** Prendere posizione ***
Capitolo 8: *** L'uccisione del basilisco. ***
Capitolo 9: *** L'ultimo avviso di Voldemort ***
Capitolo 10: *** La morte di Voldemort. Il successo di Piton ***



Capitolo 1
*** Lo scontro ***


Era una domenica mattina tranquilla, James si era alzato presto per allenarsi a Quidditch. Severus invece era in giro per godersi una tranquilla passeggiata prima di mettersi a studiare.

I due s’incontrarono in bagno.

James sporse la testa fuori dalla cabina bagno dove si stava rilassando, “ah sei tu”, aveva detto con fare spavaldo, “mi era sembrato di sentire un odore strano”, aggiunse con un sorrisetto, “a quanto pare tu e la vasca da bagno non avete risolto il vostro litigio”.

Severus contrasse il volto irritato: era stufo di sentirsi dire che era sporco e che puzzava; lo facevano tutti e se non lo dicevano a voce facevano delle buffe pantomime fingendo di tapparsi il naso con le dita o urlando a gran voce “puzzola” quando stava per passare. Il prefetto Malfoy poi si era messo in testa di raddrizzarlo e insegnargli l’igiene personale a colpi di frustate magiche. Lo annusava e se puzzava o se i capelli non erano puliti lo portava nella stanza delle punizioni e lì gli somministrava tre frustate magiche per punizione. Quei colpi bruciavano per giorni e davano la sensazione che una striscia di fuoco ti mordesse la carne per molto tempo dopo la punizione. Era odioso ma non era bastato a fargli cambiare abitudini per il semplice fatto che Severus non sapeva come lavarsi i capelli: nessuno glielo aveva mai insegnato. A casa sua ci si lavava sciacquandosi i capelli con l’acqua corrente e facendo scorrere l’acqua sul suo corpo. Non vedeva però l’utilità di farlo spesso, si considerava brutto e sgradevole e non credeva che farsi un bagno lo avrebbe reso più simpatico agli altri o lo avrebbe fatto sentire meglio. Quindi non lo faceva. Con grande grinta si trascinava giorno dopo giorno, sopportando le prese in giro, il disprezzo e l’odio dei suoi compagni di casa e anche di quelli delle altre case. Farlo richiedeva uno sforzo non indifferente che lo prosciugava di tutte le sue energie. Fare anche il bagno sarebbe stato troppo.

“Potter, come mai tutto solo?”, disse avvicinandosi e annusando l’aria, contrasse il naso per l’odore acre del fumo, “credevo che non facessi mai nulla senza un pubblico”, sollevò il pacchetto di sigarette, “o forse non vuoi che i tuoi amici sappiano che il loro eroe è un fattone?”

James si alzò per fronteggiarlo, “tu invece di cosa soffri? Sindrome di impiccioneria cronica? Allergia all’acqua? Odio compulsivo per l’umanità?”

Severus lo afferrò per il bavero, James estrasse la bacchetta. Scandì l’incantesimo e un flusso bluastro uscì dalla punta della sua bacchetta. Piton parò evocando un incantesimo senza bacchetta che fece apparire una nebbiolina verdina che lo protesse facendo rimbalzare via l’incantesimo.

I due si scrutarono, bacchette alla mano e iniziarono a combattere lanciandosi incantesimi sempre più potenti e complessi.

James fu ferito al braccio da un incantesimo trafiggente che gli perforò la carne entrando in profondità, come un punteruolo magico. Il ragazzo strinse i denti sopportando il dolore e replicò con una magia di fuoco che ustionò i vestiti di Severus che maledisse quell’idiota che aveva rovinato una delle due sole divise che possedeva. Sospettò che un ragazzino tanto coccolato come James dovesse avere almeno 4 divise e che per lui non fosse un problema rovinarne una, la situazione di Severus era ben diversa. Odiò quel ragazzino spettinato e fiero e desiderò ridurlo in polvere. La terra non ne avrebbe sentito la mancanza.

James sanguinava dal braccio ma era talmente allerta da non sentire il dolore e da non rendersi conto di quanto la sua ferita fosse grave. James scagliò un incantesimo respingente contro l’avversario che si trovò a sbattere violentemente la schiena contro il muro, Piton reagì all’istante tirando un incantesimo esplosivo: dalla sua bacchetta uscirono delle sfere di luce che iniziarono a saltellare verso James; quest ultimo arretrò in modo precipitoso e evocò una magia protettiva. Un attimo dopo le palline di luce esplosero, l’onda urto spinse James contro il muro rompendogli il braccio. Il collo gli doleva terribilmente e vedeva delle mosche nere davanti agli occhi. Era disorientato e Severus ne approfittò per disarmarlo con un secco expelliarmus. Lo eseguì senza voce.

James deglutì preoccupato: adesso era del tutto nelle mani di Severus. Il ragazzo ferito provò a raddrizzarsi ma il braccio sanguinava ed era fratturato in più punti e si sentiva disorientato e debole. Qualsiasi cosa Severus avrebbe scelto di fare lui non avrebbe potuto difendersi. Chiuse gli occhi aspettandosi il peggio.

Piton lo avvicinò trionfante, “adesso le paghi tutte Potter e con gli interessi”, lo afferrò per il braccio sano guidandolo nel cubicolo del bagno, si sedette sul water e tirò James di traverso sulle sue gambe, “adesso me le paghi tutte”, disse con una strana euforia. Si sfilò la cinta e usò la magia per raddoppiarne la larghezza, l’afferrò dal lato della fibbia, voleva fargli male ma non troppo. Aveva sperimentato sulla sua pelle il morso delle fibbia e non voleva imporre a qualcun altro quello strazio, ma voleva fargli male e sentirlo piangere e chiedere clemenza. Voleva umiliarlo e sottometterlo e strappargli via dal viso quell’espressione beffarda e sicura;voleva anche che pagasse per tutte le angherie a cui lo aveva sottoposto in quegli anni. Voleva metterlo al suo posto e ridimensionarlo. Iniziò a colpire con violenza e odio sfogando su di lui tutte le umiliazioni e le prepotenze che aveva dovuto sopportare da quando era nato. Il clima di paura costante in cui era vissuto fin da piccolo quando si chiudeva in un armadietto mentre i suoi genitori si urlavano il loro disprezzo a vicenda o si accusavano di questo o quello lanciandosi oggetti. Aveva visto più volte suo padre picchiare selvaggiamente sua madre e altre volte aveva pagato le conseguenze di uno dei improvvisi attacchi d’ira di suo padre. Quest ultimo era un uomo patetico e ordinario e la maggior parte del tempo vegetava sul divano con aria inespressiva, poi però bastava un nonnulla a farlo scattare e esplodere e a renderlo violento o aggressivo. Un rumore sgradevole, un oggetto fuori posto o qualsiasi cosa che nel suo cervello corrispondeva ad una mancanza di rispetto, bastava questo a innescare una miccia e fare esplodere suo padre. Quando succedeva si trasformava in un animale. Violento, cieco, aggressivo. Non guardava in faccia nessuno e Severus viveva con l’ansia costante e il timore di sbagliare qualcosa che accendesse la miccia portando alla luce il lato oscuro di suo padre.

E dopo tutto quello che aveva passato, dopo essere arrivato ad Hogwarts come un naufrago in cerca di salvezza, dopo tutto questo si era scontrato con Lucius Malfoy, il maghetto altezzoso e perfetto che guardava tutti dall’alto in basso e che lo trattava con l’alterigia e l’arroganza con cui un re tratta un vagabondo. Piton lo odiava e detestava anche Potter, il ragazzo perfetto, dotato, bravo nello studio e nello sport che cercava di portargli via la sua unica amica e che non perdeva occasione di fargli pesare il suo stato miserabile; lo trattava come un verme disgustoso o come uno scherzo della natura di cui ridere. Lui che aveva avuto tutto che non aveva mai avuto paura, che aveva bei vestiti e amici pronti a tutto per lui. Lo odiava e avrebbe voluto distruggerlo.

Lo colpiva ancora e ancora con una rabbia e un odio che non trovavano soddisfazione in alcun modo. Il sedere di James era gonfio e pieno di lividi violacei, il ragazzo era silenzioso, stranamente remissivo. Piton registrò in un angolo del cervello l’insolita reazione del suo rivale ma continuò a colpire non riuscendo a trovare soddisfazione in quell’azione; era sudato, col braccio che doleva ma non si fermava accecato dalla rabbia e dalla frustrazione. Assomigliava a suo padre più di quanto amava ammettere.

James dall’altra parte si sentiva stordito per avere battuto la testa, si vergognava di quello che stava succedendo ma non aveva modo s’impedirlo. Così adattò la stessa tecnica che usava per sopportare gli abusi di suo padre, quando lui andava a trovarlo nel suo letto di notte e lo baciava attribuendogli dei desideri e delle voglie che lui non aveva e costringendolo ad avere rapporti con lui. Quelle volte lui s’immaginava come un oggetto inerte e senz anima e allontanava la coscienza da sé per soffrire meno, anche adesso come allora si distaccò da se stesso diventando un oggetto inerte e passivo a cui si poteva fare tutto. James non reagì a nulla e mise la sua coscienza in un posto sicuro lontano dal dolore. Rimase inerte a farsi picchiare in silenzio. Sarebbe finita come sempre e avrebbe dovuto raccogliere i cocci. Ci sarebbe riuscito, avrebbe ottenuto di sentirsi se stesso e non provare vergogna per tutto ciò che aveva passato, un giorno forse avrebbe raggiunto quel traguardo, nel presente però sembrava un pensiero lontano e strano.

Piton si fermò, sfinito, “alzati”, ordinò spingendolo verso l’alto, James lo fece e Severus si rese conto di avere i pantaloni zuppi del sangue di James, guardò l’altro ragazzo improvvisamente conscio che la ferita di James rappresentava un'aggressione che lo avrebbe fatto espellere. Si morse il labbro furioso ma voleva finire quello che aveva iniziato e somministrare a James tre frustate magiche come promemoria di quella giornata di cui lui avrebbe pagato le conseguenze a lungo.

“Contro il muro”

James si mosse stranamente passivo, si sollevò le mutande mentre faceva i pochi passi che lo separavano dalla parete del box. Severus gli andò dietro premendo la sua mano contro la schiena di lui e abbassandogli i boxer, lo sentì irrigidirsi e poi in tono flebile, “non farlo”, aveva un tono fermo ma si percepiva una supplica sottostante l’ordine.

“Non fare cosa James?”

“Non violentarmi”

Piton si sentì fremere di rabbia, davvero quel ragazzino lo credeva capace di tanto, lo aveva preso per un maiale?

“Non sono un maiale”, disse sinceramente offeso.

“Mio padre lo è”, disse Potter con semplicità, lo guardò, “o meglio il mio padrino. Mio padre è morto anni fa”, ruotò il capo piano guardandolo negli occhi, “fammi quello che vuoi ma non forzarmi a fare cose che non voglio”

Piton rimase un attimo basito davanti l’enormità di quello che James gli aveva appena detto. Quel ragazzo non era il piccolo principino di casa che credeva, invece veniva stuprato dal patrigno;cercò di immaginare quel ragazzo bravo in tutto e disinvolto in una situazione di quel tipo ma non ci riuscì. E poi all’improvviso si rese conto che l’atteggiamento sicuro e spavaldo e il desiderio di eccellere in tutto e mettersi in mostra erano una copertura per celare il suo dolore e la sua vergogna, qualcosa di costruito per fare in modo che nessuno sospettasse del fatto che James venisse stuprato; lui non voleva si sapesse. Probabilmente era arrivato ad Hogwars convinto di potere ricominciare scoprendo poi che la cosa non era semplice come appariva e che i problemi ti seguivano nonostante i tuoi sforzi di ignorarli. Piton aveva vissuto la stessa esperienza: guardò James vedendolo per la prima volta come un essere umano.

Lo avvicinò, sorprendendosi ancora una volta dell’immobilità dell’altro, gli afferrò il dietro del collo e gli fece girare la testa per guardarlo in volto, gli soffiò in faccia, “devi lasciarmi in pace, hai capito?”

Breve cenno di assenso.

Piton lo lasciò andare, stanco e spossato, “rivestiti”,

James eseguì e Severus lo osservò faticare a sollevare i pantaloni della tuta per via del braccio fratturato e sanguinante. Quel braccio gli sarebbe costata l’espulsione, Severus lo sapeva per certo. Non osava immaginare cosa sarebbe successo dopo, sarebbe rimasto a casa dei suoi frequentando la scuola babbana? O lo avrebbero mandato a lavorare? In ogni caso per lui era finita. Niente magia e pozioni. Mai più. Quella porta si era chiusa per via di un fraintendimento con un ragazzo che provava il suo stesso dolore e la sua stessa rabbia ma che la manifestava in modo diverso.

Sospirò sconfitto.

Poi James parlò, “non andrò in infermeria ma devi aiutarmi a richiudere la ferita”

Un lampo di speranza, “hai perso troppo sangue e potresti avere un trauma cranico. Hai bisogno di un medico”

“Posso recuperare con qualche giorno di riposo ma tu mi devi aiutare”

“Inizia col sederti a terra”, disse Piton l’altro eseguì facendo una smorfia di dolore quando le natiche martoriate toccarono il suolo.

Severus non provò soddisfazione, preparò un composto di acqua, zucchero e sale che si dava alle persone sotto shock per aiutarle a riprendersi. James bevve senza fiatare.

La sua remissività preoccupava Piton più della ferita al braccio, quell’arrendevolezza non era da James e secondo Severus poteva essere sintomo di un trauma cranico. Osservò le mani dell’altro che tremavano e provò una fitta di paura al pensiero delle conseguenze di quella zuffa. Non c’era solo il rischio di essere espulso ma anche di essere denunciato per aggressione aggravata e finire in un carcere minorile. Tutto perché non si erano capiti e non erano riusciti a riconoscere ognuno il dolore e la rabbia dell’altro.

“Non ho nessun trauma cranico”, disse James mandando giù il composto in un unico sorso.

“Tremi”

“I tuoi colpi mi hanno fatto rivivere dei ricordi che credevo di aver buttato in un pozzo profondo dentro di me”

“Tornano sempre a galla”, disse Piton del tutto cosciente di ciò che l’altro diceva: ci era passato anche lui. Era arrivato a scuola con grandi aspettative e l’illusione di poter ricominciare come una persona nuova ma non era stato per niente facile e in un modo o nell’altro si era ritrovato a fare i conti con i medesimi problemi che aveva prima: non aveva trovato gli amici e l’accettazione che sperava di trovare. Era rimasto deluso.

“Io però non volevo violentarti”, chiarì nuovamente, “mi hai frainteso”

“La sensazione di impotenza è stata la stessa di quando mio padre mi faceva male senza che io avessi la forza e il potere di bloccarlo”

“Non volevo questo”, sospirò, “ero solo arrabbiato”

“Ho le mie colpe”

“Ti medico”, Piton si diede da fare per aiutare l’altro che ancora sanguinava. Per fortuna aveva scelto di iniziare primo soccorso già dal primo anno e adesso che era al terzo sapeva aggiustare le ossa e fare tutto il necessario per soccorrere una persona ferita.

Si chinò su James, “adesso stai fermo”, eseguì l’incantesimo senza usare la voce e i tre segmenti di osso si ricongiunsero.

James si allungò di lato per prendere il suo zaino e prese una lattina di latte al cioccolato potenziato con vitamine, sali minerali e altre sostanza necessarie a sostenere gli sportivi o gli studiosi in periodi di intenso allenamento. Glieli aveva prescritte la dottoressa della scuola perché lui si esercitava molto con la magia bruciando molte calorie. Aveva bisogno di un surplus di nutrienti.

“Hai avuto una buona idea”, approvò Piton, l’altro infatti aveva perso molto sangue e per questo prendere qualcosa che lo sostenesse e contrastasse l’anemia era una idea intelligente. Stimò James per il suo sangue freddo e per il fatto che stava tenendo duro nonostante tutto. Chiunque altro al suo posto si sarebbe lagnato preoccupato di morire, James invece era forte e nonostante la gravità della situazione restava calmo e cercava di trovare soluzioni invece di buttarsi a peso morto sulle spalle degli altri e piagnucolare. Era un comportamento maturo. Da uomo.

Piton lo apprezzava e sapeva che stava evitando l’espulsione e forse anche il carcere proprio grazie al coraggio e alla calma con cui James stava affrontando la situazione.

Severus fece cadere del dittamo sul braccio di James e la ferita si richiuse smettendo di sanguinare, poi fece un incantesimo per bloccare il braccio, “dovrai tenerlo fermo per tre giorni per fare rinsaldare l’osso”

“Va bene”, per rispondere James aveva smesso di bere dalla sua lattina e Piton notò con piacere che bere quel prodotto gli aveva restituito un po’ di colore e di vivacità, gli stava facendo bene, si sentì sollevato anche se sapeva benissimo che l’altro avrebbe avuto bisogno di una pozione rimpolpa sangue; James era forte ma lo sarebbe stato abbastanza da fare a meno di mezzo litro di sangue o anche più?

Piton guardò con raccapriccio i suoi pantaloni zuppi del sangue di James e tutto il sangue che c’era a terra e sui vestiti dell’altro ragazzo. Tutto quel sangue si spiegava col fatto che la maledizione trafiggente che aveva lanciato impediva il coagulo del sangue, in una ferita tanto profonda il danno era grave. Si sentì male al pensiero che invece di soccorrere subito James, lui aveva approfittato della sua debolezza per picchiarlo. Che razza di persona era? E se si fosse sentito male sulle sue ginocchia? Ebbe un capogiro.

“Stai bene?”, chiese James con premura.

“Sì”, Piton si riscosse. Non era il momento di farsi sopraffare dalle emozioni. Mise in pratica la procedura per verificare la presenza di un trauma cranico o di un'emorragia interna, misurò quindi pressione e battito cardiaco, osservò le pupille con una luce di torcia che portava sempre dietro e fece delle domande a James per verificare che non fosse confuso. Si rese conto che l’altro stava bene e si sentì meglio.

L’aveva scampata bella, arretrò di qualche passo , si sedette a terra, chiuse agli occhi e iniziò ad ascoltare il suo respiro per calmarsi.

“Vuoi un cioccolatino?”

Piton aprì gli occhi all’improvviso e sorrise vedendo la scatola di cioccolatini che James gli spingeva vicino, era incredibile come fosse cambiato tutto in pochi minuti:un attimo prima desideravano uccidersi, poco dopo mangiavano insieme.

“C’è il cioccolato fondente?”

“I cioccolatini rettangolari”, disse James indicando i cioccolatini con l’incarto dorato, “ti consiglio anche i cioccolatini cioccolato e arancia, molto buoni. Puoi prenderli entrambi se vuoi”

Severus li scrutò perplesso, era difficile credere che James fosse così gentile di suo e non per un trauma cranico. Ne prese due . Erano squisiti, “regalo di una ragazza?”

“Li compro da solo”,fece schioccare la lingua, “io dirò agli altri di lasciarti in pace ma tu non dire a nessuno quello che è successo”

“Dire a qualcuno che ho cercato di assassinare il cercatore più amato di Hogwarts non è nei miei interessi”

“Ti ho dato fuoco. Neanch'io ci faccio una bella figura”

“Non era un incantesimo molto forte”, sollevò la camicia, “solo un’ustione di primo grado. Ma mi hai rovinato la camicia è questo mi irrita”

“Ho una divisa che non mi entra più, te la darò e sono sicuro che se la farai riadattare dall’elfo sarto che c’è nei sotterranei ti starà benissimo”

“Non sei obbligato”, la gentilezza dell’altro lo faceva sentire ancora più male per non averlo soccorso subito.

“Tanto a me non serve”, lo guardò negli occhi, “abbiamo un accordo Severus?”

Piton trasalì nel sentire il suo nome. Potter non lo chiamava mai così ma solo con fastidiosi nomignoli, “abbiamo un patto”, affermò Piton con sicurezza, sorrise, “come pensi di tornare nel dormitorio in questo stato?”

“Ho i miei metodi”, poi si avvolse in un mantello e divenne invisibile, recuperò le sue cose e sparì nel nulla.

Avrei dovuto chiedergli di pulire, si disse Piton fra se, poi fece scomparire il sangue con la magia e andò via cercando di coprire il sangue sui pantaloni con il suo mantello. Appena arrivato in dormitorio s’infilò sotto la doccia vestito e lavò il sangue cercando di lavare via anche il terrore di aver ferito gravemente un altro essere umano. La situazione gli era sfuggita di mano. Aveva usato le arti oscure senza criterio su un altro essere umano. Un confine che credeva che non avrebbe mai superato. Si sentì male per questo e ne ebbe paura. Avrebbe dovuto fare più attenzione. Molta più attenzione.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** L'inizio di un'amicizia ***


Nei giorni seguenti Piton osservò James da lontano notando come l’altro apparisse abbattuto e fuori fase. La sua magia era debole e James era deconcentrato e stanco. Pochi giorni dopo l’incidente Potter fece un disastro alla partita di Quidditch facendosi rubare il boccino da un Tassorosso molto deciso che lo buttò giù dalla scopa facendogli fare un volo di 20 metri attenuato da un incantesimo rallentante fatto dall’arbitro e da uno ammorbidisci-terreno fatto da un suo compagno di squadra. Al vecchio James non sarebbe mai successo ma l’incidente con Piton aveva riportato alla luce dei brutti ricordi che Potter fingeva di non vedere nella maggior parte del tempo, erano ricordi che se ne stavano nell’ombra e che lo assalivano angosciandolo non appena abbassava la guardia e si rilassava. Sentiva ancora su di se’ le carezza lascive del suo patrigno e quella sensazione di indegnità e sporcizia che non riusciva ad eliminare neanche strofinando la pelle con l’acqua bollente. Uscito dall’infermeria James andò in bagno a sciacquarsi il viso e calmarsi prima di dover affrontare la delusione del resto della squadra e accettare di aver fallito miseramente e che tutti lo avrebbero deriso per questo.

“Stai bene?”, la voce di Piton interronpendo i suoi pensieri.

James girò la testa bruscamente, lo riconobbe e si calmò,“è un periodo difficile e sono riaffiorati dei ricordi che credevo di essermi lasciato alle spalle”, si passò distrattamente la mano tra i capelli, “sai quando sono venuto a Hogwarts ho fatto un fagotto di tutto ciò che il mio patrigno mi aveva fatto, l’ho riempito di sassi e l’ho buttato in un pozzo profondo nella mia testa. Ma adesso è ritornato tutto a galla e inizio a pensare che non mi libererò mai dell’oppressione delle cose brutte che mi sono successe”

“Devi imparare a conviverci, senza scappare dai ricordi, perché non ne parli con un adulto?”

“Mi vergogno troppo”

“Di cosa? La colpa non è tua e l’unico maiale è tuo padre”

“Patrigno. Mio padre è morto tempo fa e lui mi voleva bene”, sospirò gravato da un’angoscia e da un dolore opprimenti, “è come il fango della mia divisa”, disse, “ho toccato il suolo sporco e mi sono sporcato anch’io, allo stesso modo quando qualcuno abusa di te la sua malizia ti contamina e ti segna e hai la fine perdi anche tu la tua innocenza e resti sporco in un modo che non può essere pulito”

Piton comprese, era preoccupato, molto, l’altro infatti stava cadendo a pezzi e lui non sapeva come aiutarlo. Lo vide accosciarsi e piegarsi in avanti iniziando a piangere. Era sconvolgente vedere una persona in genere così forte e sicura accartocciarsi così e crollare.

Piton gli toccò la spalla, il massimo del contatto umano di cui era capace, lo accarezzò, “non è stato facile neanche per me. Pensavo di potermi lasciare alle spalle la miseria e gli urli dei miei genitori ma a quanto pare ci sono troppe cose che non so fare e il mio odore non è socialmente accettabile. Quindi non ho ottenuto il miglioramento in cui speravo”

James sollevò il viso sorpreso da quella inaspettata confidenza.

“Adesso però non piangere più perché con la goffaggine sociale tipica dei Serperverde non so come consolarti”

Jamers rise, “non sei male”, si asciugò le lacrime con la manica, “l’infermiera ha detto che sono anemico e probabilmente la cosa contribuisce a farmi sentire così male”

“Sei stato in infermeria?”

“Dopo la partita”, sogghignò allegro, “cadendo dalla scopa mi sono rotto un po di cose”

“Dura la vita di un Grifondoro”

“Ci piace cercarci i guai e a questo proposito..”, frugò nello zaino accanto a lui, “ho una cosa per te ma non prenderla nel verso sbagliato. E’ un gesto gentile e non un offesa, quindi per favore non offenderti”

“Perché dovrei farlo?”

“Lo capirai tra un minuto”, James tirò fuori un beauty-case da uomo in tessuto, aprì la cerniera e estrasse un flacone, “questo è uno shampoo-olio alle erbe, per usarlo devi bagnare i capelli, versarne un po’ sul palmo della mano e poi usarlo per massaggiare il cuoio capelluto mettendo le mani a forma di ragno”, mimò il gesto per spiegargli come fare, “poi sciacqui e metti il balsamo allo stesso modo. Poi prendi questo pettine di legno e inizi a districare i capelli iniziando dai nodi sulla punta e poi per tutti i capelli. Fatto questo puoi lavare il corpo con questa saponetta all’olio di oliva che lascia la pelle morbida e profumata. Quando finisci ti asciughi e metti questo deodorante. Devi usarlo dopo ogni doccia e se non vuoi lavarti del tutto almeno insapona le ascelle tutte le mattine e poi mettilo. Tutto questo basterà a presentarti meglio e farti accettare”

“Perché me lo dici?”

“Perché la tua cattiva igiene ti rende un reietto ed è una cosa che si risolve facilmente. Basta una doccia a settimana e un po’ di deodorante ogni mattina dopo esserti lavato le ascelle. Tutto qui”, esitò, “e poi ci sarebbe anche questo”, disse mostrando un portaspazzolino da viaggio.

“ Le lezioni iniziano dopo colazione e dopo pranzo e non c’è tempo di tornare al dormitorio e lavarsi i denti”

“Vero ma se tieni spazzolino e dentifricio nella borsa puoi lavarti i denti nel primo bagno che incontri, prevenire la carie e avere un alito profumato”, si passò la mano nei capelli con aria stanca, “Ho capito che tu sei una di quelle persone che tiene più alla sostanza che alla forma ma l’aspetto esteriore dice molto su quanto credi di valere e può facilitarti nelle relazioni sociali. Perché no?”

Scrollò le spalle, “non ci sono abituato”.

“Provaci”, si alzò in piedi, “vado ad affrontare la derisione degli altri. Tu bada ai tuoi interessi e curati un po’”

“Grazie”, sibilò trai denti. In qualche modo strano James era riuscito ad indovinare il problema e ad aiutarlo a risolverlo. L’unico ad aver capito che lui non sapeva come fare a prendersi cura di se stesso.

“Figurati”, James uscì dal bagno e vide Lily, “il tuo amico è dentro il bagno e forse ha bisogno del supporto di una ragazza”

“Che gli hai fatto?”, disse Lilly infervorata, James alzò le spalle e andò via, lei entrò in bagno, “stai bene?” chiese con energia all’amico.

“Certo che sì “

Lei sembrò sollevata, “Quando ho visto quel montato di Potter uscire da qui mi sono preoccupata”

“E’ un bravo ragazzo, ha solo bisogno di un po’ di tregua per potere affrontare e imparare a gestire i mostri che lo inseguono”,la scrutò negli occhi certo che lei potesse capire la situazione di James, “lui non ha avuto un’infanzia facile e per qualche motivo accusa se stesso degli abusi subiti: si vergogna terribilmente di quello di cui è stato vittima e per questo non osa chiedere aiuto. Fa il perfettino solo per evitare che qualcuno noti le sue ferite e faccia delle domande a cui lui non vuole rispondere perché è terrorizzato dalla paura che qualcuno scopra gli abusi che ha subito. Dagli tregua, ok? Non è un periodo facile per lui”

Lei era sbigottita, non poteva credere a quello che stava ascoltando, possibile che Potter tanto spavaldo e arrogante avesse dei problemi di cui nessuno sapeva nulla? Le sembrava incredibile, “come sai tutte queste cose?”

“Giorni fa abbiamo combattuto in bagno, ci siamo feriti e scaricati e poi ci siamo seduti e abbiamo mangiato dei cioccolatini insieme”

“Una cosa da uomini”, Lilly sorrise all’idea di due ragazzi che si chiariscono con i pugni per poi capirsi e fare amicizia.

“Qualcosa del genere ma mentre stavamo litigavamo lui è rimasto senza bacchetta e ha frainteso la situazione dicendo qualcosa che mi ha fatto capire che subisce degli abusi a casa”

“Non l’avrei mai pensato”

“Neanch’io ma io e lui siamo più simili di quanto avrei mai creduto, anche se lui a reagito in modo del tutto diversa ai suoi problemi. Lui si è aperto e ha iniziato mettersi in mostra per far vedere di non avere niente da nascondere, io invece mi sono chiuso. Ma siamo simili.”

Lilly non aveva mai sentito Severus fare un discorso così preciso sui suoi motivi, aveva sempre creduto che il suo amico mancasse dell'auto-consapevolezza necessaria a fare un discorso di quel tipo. Ma stava crescendo ed era successo perché Potter aveva messo in moto qualcosa.

“E’ un bravo ragazzo dopotutto”, continuò Piton mostrandole il regalo di James, “è un beauty case e guarda”, le fece vedere lo shampoo e il resto, “mi hanno sempre criticato tutti per il mio cattivo odore ma James è stata l’unico a spiegarmi come fare a non puzzare”.

“Tu non lo sapevi?”

“I miei mi hanno insegnato a lavarmi solo con l’acqua. Niente sapone o shampoo”

“Non ci avevo mai pensato, io credevo.. pensavo solo che fossi un tipo che non bada tanto al suo aspetto”

“C’era anche quello ma come mi ha fatto notare Potter se lavandomi resto sotto il radar degli spiritosoni e posso evitarmi delle umiliazioni è una buona idea provarci”

“Mi sembra giusto”

Piton piegò la testa di lato pensieroso, “l’unica mia preoccupazione è di somigliare all’orsetta rosa con i glitter, ti ricordi?”.

Lilly si concesse una risata divertita, Piton infatti si riferiva al disegno di una loro compagna che aveva disegnato un orso deforme e per cercare di recuperare aveva scelto di coprire l’orso di glitter sottolineando ancora di più la forma strana dell’orso e la sua bruttezza, “non devi essere un modello di alta moda ma puoi essere pulito e profumato e presentarti bene” , lo accarezzò, “Sono felice della tua scelta”, disse con un bel sorriso pimpante, “ e per incoraggiarti ti regalerò 6 paia di calzini”.

Piton fece un’espressione ironica, “cambiarli una volta a settimana è sufficiente ma apprezzo il gesto”

“Un passo alla volta”, concesse lei abbracciandolo in un impeto di affetto, lui arrossì, al disagio con il contatto umano, lei si separò vivace e sorridente come sempre, “l’abbattimento di James non è colpa tua vero?”

“Gli ho tirato un incantesimo cattivo ma è giù perché gli è tornato in mente il passato e non facile per lui fare i conti con quello che è successo”, la osservò e riconobbe il turbamento della sua amica nel sentirgli parlare di incantesimi cattivi; d’altra parte lui si sentiva abbastanza in colpa da solo senza essere biasimato anche da Lilly, “non avrei mai pensato di arrivare a tanto e di tirare una magia simile su una persona”, ammise mortificato, “quello che ho fatto mi ha spaventato e vorrei chiudere con la magia oscura ma non so se ci riuscirò. Quel tipo di magia infatti mi permette di sfogare la rabbia e le emozioni negative: le uso come carburante per la magia oscura e nel farlo vengono bruciate e espulse. Ma se lascio la magia oscura non so proprio come liberarmi di questo odio e forse finirei a diventare una persona peggiore di quanto sono già.”

“Ci sono altri modi di sfogare la rabbia. Per esempio potresti riprendere nuoto o fare arti marziali o qualsiasi cosa che ti stanchi e gratifichi al contempo”

Piton aveva praticato nuoto per un lungo periodo ma poi aveva smesso quando aveva iniziato a tagliarsi, le cicatrici infatti erano troppo visibili e lui si sentiva in imbarazzo a mostrarle ma adesso che era ad Hogwarts avrebbe potuto usare una magia per mascherare le cicatrici e se fosse andato a nuotare di mattina presto non avrebbe trovato nessuno. Decise di farlo la mattina dopo. Si sarebbe alzato alla sei, avrebbe messo la tuta e sarebbe andato a nuotare per un’ora. Poi avrebbe fatto lo shampoo, messo il balsamo e fatto una doccia come si deve col sapone. Infine il deodorante. Poteva farlo e decise di provarci dal giorno dopo.

Salutò Lilly e andò alla sua seduta di ginnastica posturale. Gliel’aveva imposta un prefetto ma nel tempo gli era piaciuta, apprezzava fare qualcosa per rinforzare il suo corpo e mettere un po’ di muscoli sulla ossa. Praticava anche meditazione: trovava molto rilassante limitarsi a respirare e fare scivolare via tutti i problemi concentrandosi solo sulle sensazione del proprio corpo, in questo modo poteva osservare le sue emozioni senza lasciarsene travolgere. Gli piaceva imparare ad avere questo tipo di controllo su di se. Anche se non era facile, ci voleva molto tempo e molta pratica per arrivare a dominarsi nel modo che avrebbe desiderato lui. Ma era un inizio e a lui piaceva sentirsi in cammino. Lo faceva sentire attivo e vivo.

Il giorno dopo si alzò di buon ora, andò in piscina e si sciacquò velocemente prima di entrare in acqua , raccolse i capelli in una cuffietta e si concesse un’ora di nuotata. Adorava farlo e sentirsi fisicamente esausto ma mentalmente attivo. Uscito dall’acqua seguì le istruzioni di James e si lavò i capelli con lo shampoo, mise il balsamo e poi lavò tutto il corpo con il sapone all’olio di oliva. Fu sorpreso ,quando uscì dalla doccia e asciugò i capelli con un colpo di bacchetta, di sentirli così morbidi e leggeri e di vederli così luminosi e belli, non li aveva mai avuto così. Si piacque e pensò che forse sembrando diverso avrebbe potuto diventarlo davvero. Mise il deodorante neutro e poi indossò la divisa pulita datagli da James. Lilly gli aveva fatto arrivare dei calzini nuovi, li indossò sentendosi bene e apprezzando la sensazione di pulizia.

Tornato in dormitorio Lucius Malfoy gli sorrise, dandogli 20 punti per premiarlo del cambiamento. A Piton non importava,odiava quel prefetto che non faceva che pavoneggiarsi per la sua ricchezza e per il fatto di essere un purosangue: per quelli come lui il mondo si divideva in se stesso e nelle persone che gli servivano per ammirare il suo talento e le sue ricchezze. La sua corte di ammiratori. Ma Malfoy non era capace di vedere i bisogni degli altri ne di prendersene cura, usava il suo distintivo di prefetto per esercitare il suo potere e controllare gli altri, non per aiutare e guidare. Non ne era capace e Severus si stupiva che gli adulti non si accorgessero di quanto Lucius fosse inadatto a fare il prefetto, di come vessasse gli studenti più poveri e bisognosi di aiuto invece di dargli una mano. Non lo stimava. E nessun titolo nobiliare avrebbe mai potuto cambiare le cose.

Andò a colazione e lì Sirius Black lo vide, si paralizzò all’improvviso, “ti sei lavato i capelli?”, chiese in tono beffardo. James gli diede una gomitata, spingendolo via di forza, “lascialo in pace”

“Ma..”, disse cercando di protestare, “Severus è pulito. Questo è un evento”

“Smettila di tormentarlo”

“Non lo sto tormentando”, assunse un’aria offesa, “da quando lo difendi?”

“Da quando mi sono accorto che non è giusto infierire su chi fa già fatica di suo. Non c’è bisogno di fare così e da Grifondoro dovremmo comportarci in modo migliore”

“Con una persona che usa la magia oscura?”

“La usa adesso ma col tempo potrebbe capire che è sbagliata e lasciarla ma non lo farà mai se noi non gli permettiamo di rialzarsi e superare le sue brutte esperienze, se lo buttiamo giù ogni volta che prova a reagire ad un certo punto smetterà di tentare e sarà colpa nostra che non gli abbiamo dato una possibilità”, lo guardò in modo serio, “magari sceglierà le arti oscure comunque ma almeno noi non avremo contribuito a spingerlo verso una scelta sbagliata”

Ci rifletté un attimo, “tu pensi che lui sia recuperabile?”

“Penso non sia giusto infierire su una persona che ha già sofferto molto e che non voglio essere l’ennesimo problema della sua vita. Per questi motivi ho stipulato una tregua con lui e gli ho promesso che l’avrei lasciato in pace”

“Perché?Lui non si preoccupa certo di come ti senti tu e non esiterebbe a lanciarti una cruciatus se potrebbe farlo senza conseguenze”

“Questo non riguarda chi è lui ma la persona che voglio essere io e io non voglio sabotare i tentativi di crescere di un altra persona solo perché mi sta antipatica”

“Non ha torto”, intervenne Lupin, “non siamo meglio di lui se facciamo soffrire qualcuno solo perché non ci va genio”

“Questo è un voltafaccia bello e buono”, disse Sirius irritato.

“L’ho sempre pensato ma non ho mai trovato un modo efficace di dirlo”,chiarì Lupin.

“Dico solo di lasciarlo in pace e che scelga la sua strada per suo conto”, concluse James con sicurezza.

“Parlate di Severus?”, Lilly si avvicinò, “Ho saputo del tuo gesto. L’ho apprezzato”

“Ti ha detto niente sull’origine di questa strana amicizia?”, indagò Sirius con fare cospiratorio.

“Mi ha detto che è successa una cosa da uomini”

“Che significa?”

“Si sono pestati a sangue, hanno combattuto tirandosi incantesimi feroci, poi sanguinanti e stremati

hanno mangiato dei cioccolatini insieme e si sono capiti”

“E questo che è successo?”, Sirius sorrise chinandosi verso di lui abbassando le braccia in modo innaturale e teatrale, “avete fatto amicizia?”.

“Abbiamo combattuto e io avevo un braccio rotto e ferito da una maledizione trafiggente che impediva al sangue di rimarginarsi. Ero disarmato e del tutto nelle sue mani. Lui mi ha picchiato senza magia ma quando si è accorto di quanto ero ferito mi ha medicato e soccorso e insisteva a portarmi in infermeria anche se questo lo avrebbe messo nei guai. E’ venuto a cercarmi anche dopo la partita di Quidditch per accertarsi che stessi bene e per invitarmi a parlare con un adulto degli abusi che subivo a casa”,sbuffò passandosi una mano tra i capelli, “quello che mi ha detto mi ha fatto capire che dietro i suoi modi scontrosi e la sua corazza che si è costruito c’è una brava persona che non è giusto ferire gratuitamente”, spostò lo sguardo su Sirius, “dopo il nostro litigio ho capito che Piton soffre molto per il nostro trattamento e per me questo è sbagliato e voglio lasciarlo in pace e smettere di prenderlo in giro e farlo sentire brutto e inadeguato”

“Non sapevo avessi problemi a casa”, Sirius abbassò il tono e gli passò un braccio attorno alle spalle, “dovevi essere disperato per parlarne con lui”

“Quando mi sono trovato disarmato davanti a lui ho avuto paura che mi facesse male e gli ho chiesto di sfogarsi su di me in tutti i modi che voleva tranne in uno”

Sirius e Lupin si lanciarono uno sguardo d’intesa, volevano ascoltare la confidenza dell’amico senza però forzarlo o mostrare una morbosa curiosità. Avrebbero rispettato i limiti dell’altro senza forzarlo a dire più di quello che si sentiva.

Erano a quel punto quando arrivò Peter Minus, “che fate?”, chiese incuriosito dal fatto che i suoi amici si fossero bloccati in mezzo alla sala parlando a bassa voce.

“Aspettavamo te”, mentì James lanciando un’occhiata d’intesa agli amici: non si sentiva di condividere quella cosa con Peter quindi era meglio cambiare discorso. Si avviò verso il tavolo fingendo disinvoltura. Lilly però non si fece distrarre, “sei stato in infermeria dopo la partita? Stai bene?”

“Mi ha riparato un po’ di fratture”, disse onorato e fiero dell’attenzione che la ragazza gli stava dando, “e mi ha diagnosticato una lieve anemia”

“Conseguenza della rissa?”, buttò lì con grande interesse.

“Ero anemico già da prima perché mi esercito troppo con la magia ma certo la rissa ha peggiorato un po’ la situazione”, si morse il labbro, “non è colpa sua. Anch’io ho scagliato incantesimi pesanti”

“Non con la sua rabbia”, disse Sirius con aria grave.

“L’intenzione era la stessa ma lui è stato più bravo di me a metterla in atto”

Piton li osservava incuriosito, si chiedeva di cosa avessero parlato in quel piccolo conciliabolo avvenuto poco prima. Sentiva che l’argomento della discussione riguardava lui ma non riusciva a percepire se fosse qualcosa di positivo o meno. Nel dubbio iniziò la colazione senza perderli d’occhio. Sirius era particolarmente affettuoso con James: lo accarezzava, abbracciava e coccolava ad ogni occasione. Lupin d’altra parte gli riempiva il piatto a dismisura come se cercasse di farlo ingrassare. Lilly invece lo scrutava con aria preoccupata e quando Peter Minus lo prese in giro per l’ennesima volta per la terribile figuraccia fatta alla partita di Quidditch, Lilly tirò fuori la sua grinta e lo redarguì difendendo James che colse la palla al balzo invitando Minus a cimentarsi come cercatore al suo posto e provare a fare meglio. Severus naturalmente non poteva sentire cosa si dicevano ma i gesti bastavano a fargli intuire tutto e secondo lui quei gesti erano un evidente segnale del fatto che Potter si era confidato con gli altri. La cosa era certamente un progresso.

Severus sbadigliò, era sempre stato abituato ad alzarsi presto ma ultimamente le levatacce per ripassare e studiare gli pesavano. Il quarto anno era più impegnativo del previsto. Terminò la colazione e andò in bagno. Urinò e poi si lavo le mani. Lo stava giusto facendo quando Srius e gli altri malandrini entrarono nel bagno, “Severus”, disse Sirius.

Piton si girò di colpo stupito di sentirsi chiamare per nome da qualcuno che lo aveva sempre e solo preso in giro, “che vuoi?”.

“Solo dirti che James mi ha informato della tregua. Sono d'accordo sul sospendere le ostilità e mi dispiace di aver riversato su di te l’odio per la mia famiglia. Ti ho fatto stare male e questo non è stato giusto”

“Sopravaluti il tuo impatto su di me”

Sirius sorrise della spavalderia dell’altro, “sono contento che ti sei ripulito. Stai bene”, gli strizzò l’occhio, dandogli un colpetto giocoso sulla spalla, “Adesso devi solo smettere di uccidere piccoli animaletti pelosi e potrai avere tanti amici ed essere accettato nella società”

“Non ho mai ucciso animali”

“Allora sei migliore della maggior parte dei membri della mia famiglia che, tra parentesi, io odio”

“Neanche a me stanno simpatici i purosangue con le loro arie e i loro atteggiamenti da padroni nel mondo”

Sirius annuì leggermente,“Siamo sulla stessa barca”,gli strinse il braccio, “pace fatta?”

“Non chiedo di meglio”

“Bene”, si allungo con fare sinuoso, “devo lavarmi i denti”, annunciò, “qualcuno mi presta il dentifricio?”

“Che ne hai fatto del tuo”, chiese James divertito.

“L’ho messo nelle pantofole di Anna”

“Perché?”, Peter sembrava nervoso, si avvicinò al lavello non smettendo di scrutare Piton con aria preoccupata.

“Ha fatto finire una lumaca nella mia pozione”.

“Credo sia stato un’incidente”, mediò Lupin con fare conciliante, “stava provando a pulire la lumaca ma a messo troppo forza nel coltello e quella è volata”

“E’ davvero possibile fare volare una lumaca a due calderoni di distanza?”

“Se fai leva in un certo modo sì”, disse James mimando il gesto di qualcuno che colpisce una lumaca come fosse una pallina da golf.

Severus era rimasto sulla difensiva indeciso se fidarsi e lavarsi i denti o andarsene per prevenire guai, Lupin lo guardò benevolo, “tu che ne pensi? E’ possibile far volare una lumaca a così grande distanza?”

Severus si irrigidì sentendosi chiamato in causa, “normalmente direi di no ma Anna usa la magia per aiutarsi in pozioni quindi è perfettamente possibile che un movimento sbagliato del coltello unita a magia direzionata male possa aver fatto volare la lumaca.”

“Si può usare la magia in pozioni?”, chiese Minus curioso.

Piton rispose con calma,“E’ una tecnica molto antica di cui si sono perdute quasi del tutto le tracce. Gli unici libri che ne parlano hanno un enorme valore e per questo chi li possiede non li apre ne ci respira vicino. Quindi gran parte di quella conoscenza è andata perduta ed è un peccato perché quella magia permette di preparare pozioni perfette”, gli brillarono gli occhi per un attimo, “purtroppo la situazione è questa”, si avvicinò al lavello ed estrasse dentifricio e spazzolino più fiducioso di prima sulle intenzioni degli altri: non si erano limitati ad ignorarlo ma lo avevano coinvolto nella discussione, questo aveva cambiato la sua percezione della situazione.

“Se è così mi sono vendicato della persona sbagliata”, ammise Sirius divertito, “spero che non l’abbia presa troppo male.”

“Come hai fatto a mettere il dentifricio nelle sue scarpe?”, chiese Peter, “l’accesso al dormitorio femminile non è negato ai ragazzi?”

“Ma io ho usato un incantesimo di richiamo a distanza”

“Hai fatto una magia senza vedere il bersaglio?”
“Per farlo è sufficiente visualizzare l’obiettivo”

“Perché?”

Piton sollevò lo sguardo infastidito: come faceva uno studente di quarto a non sapere che tutti gli incantesimi si basano sulla visualizzazione del cambiamento desiderato?

Lupin gli spiegò la cosa con gentilezza.

Piton si sciacquò la bocca, “il problema con gli incantesimi a distanza e che devi visualizzare in modo preciso l’obiettivo. Non è facile visto che le pantofole si somigliano tutte”

“Lei ha delle pantofole a forma di orso. Non ce ne sono molte in giro”

“In realtà credo che lei e Sarah le abbiano comprate abbinate”, buttò lì James con indifferenza.

Lupin ebbe una folgorazione, “giusto stamattina ho visto Sarah piangere disperata e credo di aver sentito la parole, “scarpe di coppia”

Sirius li scrutò indeciso, “vi siete messi d'accordo per farmi uno scherzo?”

“Certo, giusto stamattina James mi ha inviato un gufo per avvisarmi di farmi trovare in questo bagno a quest’ora e farti presente le difficoltà a visualizzare l’oggetto giusto”,scherzò Piton.

“Se conoscessi James non ti stupiresti”, rispose Sirius con un ghigno.

James sorrise a Severus, “quindi sei il tipo di persona che riesce a fare battute prima delle 10 di mattina”, commentò James assonnato sorridendo a Piton, “buon per te. Il mio cervello d’altra parte non si attiva mai del tutto prima di metà mattina”

“Vado a letto presto e sono mattiniero”

“Non fatico a immaginarlo, posso usare il tuo dentifricio?”, chiese Sirius, “e poi con aria di scusa, “è solo che Peter ama i dentifrici alla fragola che mi fanno odorare come una masticante e Lupin usa il dentifricio per denti sensibili che mi asciuga la bocca. Il tubetto di James invece è quasi finito”

Piton gli porse il dentifricio e lo osservò metterlo sullo spazzolino. Si sentiva a disagio, stava infatti vicino a dei ragazzi che lo avevano sempre deriso e trattato male ma che adesso erano amichevoli.

 

Per superare il momento si rivolse a Lupin, “per il tuo problema di salute dovresti usare l’infuso di rosmarino. Per prepararlo devi mettere un cucchiaino di rosmarino in un colino e lasciarlo a contatto con l’acqua bollente per 10 minuti. Ti conviene berlo prima dei pasti e dolcificarlo con miele di tiglio che combatte l’eccitabilità nervosa causata dall’avvicinarsi della luna piena”

Sirius si affogò mentre si sciacquava la bocca, “ti riferisci a quel problema di salute?”

Piton lo ignorò, “l’infuso di rosmarino serve a combattere l’astenia, i dolori alle ossa e aiuta a migliorare la tolleranza allo stress”, spiegò, “naturalmente non può curare il tuo problema ma trattando i sintomi potrai vivere un po’ meglio quei giorni”

“Ci proverò sicuramente, grazie, se posso fare qualcosa per sdebitarmi non esitare a chiedere”

“Ti sei sdebitato difendendo Lilly da quel porco di Lucius Malfoy”

“L’avrebbe fatto chiunque”

“Non a Serpeverde. Lì i purosangue hanno potere e nessuno vuole prendere posizione contro di loro”

“Avrei dovuto difendere te”, disse Lupin manifestando il suo senso di colpa.

“Io sono grande e grosso e all'occorrenza so scagliare delle maledizioni pericolose. Lilly invece è piccolina e ha un cuore troppo grande per studiare la magia davvero potente”

“T’interessa di lei”

“E’ mia amica”

“Certo che lo è”, Sirius gli passo un braccio attorno alle spalle, Severus estrasse la bacchetta puntandogliela al collo.

Black arretrò alzando le mani, “era solo un abbraccio, Sev. Noi Grifondoro siamo affettuosi”

Severus ripose la bacchetta, “scusa”, farfugliò riprendendosi il dentifricio e riponendolo nella scatola di plastica arancione in cui teneva spazzolino e dentifricio quando doveva portarseli dietro.

“Hai avuto una bella idea con il rosmarino”, disse James misurandolo con lo sguardo.

“Le pozioni mi piacciono”

“E’ una buona cosa, magari sarai tu a inventare la cura definitiva per gestire la licantropia”, disse Lupin con fiducia.

Piton lo soppesò, non lo prendeva in giro: era sincero e speranzoso e quello sguardo gli smosse qualcosa dentro. Gli aveva dato una buona idea: sarebbe stato bello lasciarsi alle spalle la miseria e le umiliazioni e fare qualcosa d’importante che costringesse gli altri a rispettarlo. Sarebbe stato bello e l’unico modo per riuscirci era investire su pozioni: il suo grande talento.

“Non è una cattiva idea. Mi piacerebbe molto vincere il nobel o qualche altro premio importante scoprendo qualcosa di nuovo e la pozione antilupo è qualcosa nelle mie corde”, si era esposto e si aspettava di essere deriso e preso in giro ma gli altri non lo fecero , al contrario lo guardarono con rispetto.

“Sei ambizioso”, decretò Sirius con un tono serio e privo di ogni forma di giudizio.

“Sono un Serpeverde”

“Fai bene a mettercela tutta”, approvò Lupin, “perché in quella casa c’è bisogno di persone che diano il buon esempio facendo qualcosa di buono per motivare anche i più piccoli a fare le scelte giuste”

“Lo so”, disse Piton, “ma non è facile perché neanche per i più grandi sanno come orientarsi nella vita. Per questo penso che l’idea dei prefetti sia fallimentare;significa mettere al comando dei ragazzi che di certo non possono istruire o seguire gli altri perché loro stessi non sanno come fare”, ripose lo scatolina porta spazzolino nello zaino, “adesso vado”, sorrise a Lupin, “fammi sapere come va”

Se ne andò sentendosi meglio e apprezzato.

 

Entrò in classe e si sedette da solo come sempre ma poi Jake gli si sedette accanto, “posso sedermi qui?”, chiese dopo avere preso posto.

“Sì”, rispose lui sorpreso che fosse bastato lavarsi per essere percepito in maniera diversa ed essere accettato dagli altri.

“Grazie, è solo che non sopporto più la parlantina di Aletha, non si ferma mai e avendola accanto io non riesco a concentrarmi”

“Puoi stare qui”

Fu bello non essere solo e condividere la lezione con un altro. Si sentì accolto dalla sua casa e per quanto gli desse fastidio doveva ammettere che lo doveva a James.

Si sentì meglio.

James d’altra parte aveva deciso di avere bisogno di aiuto professionale. Era stato molto vago sugli amici nel dire dove andava ma quando era vicino alla porta della psicologa della scuola sentì un tonfo; si girò ma non vide nulla.

Socchiuse gli occhi guardingo, “mi state seguendo?”

Si sentì una risata e poi Sirius tirò via il mantello dell’invisibilità in un colpo solo, “scusa amico ma hai fatto tanto il misterioso che volevo scoprire il nome della tipa con cui hai una tresca”

“In realtà sono venuto a parlare con lo psicologo”, ammise James lievemente in imbarazzo.

Sirius divenne serio d’un colpo, Remus lo avvicinò, “parliamone.”

James era combattuto, voleva aprirsi e che gli altri lo capissero ma al contempo aveva paura della loro reazione, il suo sguardo si posò su Peter, Sirius intuì i suoi pensieri, “Peter, sono discorsi da adulti puoi lasciarci soli?”

Potter si sentì sollevato, “scusa”, disse a Minus, “ma faccio fatica a parlare di questa cosa. Vado dallo psicologo per imparare a parlarne senza sentirmi sporco o colpevole”.

“Non c’è problema”, disse lui arrabbiato, “non tengo proprio a sentire le tue tragedie”.

Se ne andò.

I tre si sedettero sulle sedie in sala d’attesa, “che succede?”, chiese Lupin in tono basso e comprensivo.

Lui si chinò in avanti poggiando la testa sulle gambe per trovare il coraggio di parlarne, raccolse la forza dentro di sé e risollevò la testa, “il mio patrigno è un pedofilo”, disse con voce tremante, “e mi ha molestato per anni obbligandomi a fare cose che non volevo fare”, strinse i pugni con rabbia, “io mi sento ancora impuro e sporco ma Severus ha detto una cosa che mi ha fatto capire che la vittima sono io e che è il mio patrigno ad avermi addossato delle colpe che erano solo sue. Non mi sono mai visto così e sto andando in terapia per ascoltare un punto di vista esterno perché penso che io non sono obiettivo e mi attribuisco colpe che non sono mie. E anche perché penso che non posso più fare finta che non sia mai successo: non funziona e io ho bisogno di affrontare il mio passato”

Sirius gli passò un braccio attorno al collo e lo trasse a se, in un abbraccio silenzioso ma carico di senso, “quest'estate dobbiamo andare in quella scuola estiva”, lo strinse forte, “Non devi tornare mai più lì”

“E’ successo anche la scorsa estate?”, chiese Lupin turbato dal fatto che l’altro non fosse riuscito a confidarsi e chiedere aiuto. Era anche preoccupato, lo accarezzò piano.

“Ho detto tutto a mia mamma al primo anno ma lei non vuole lasciarlo e si è limitata a mettere un passetto nella mia stanza e a offrirsi di pagarmi una scuola estiva. Non mi ha appoggiato ne’ difeso”

“E’ successo quando ti sei rifiutato di tornare a casa per natale?”

“Sì”

Sirius assentì pensieroso, “non tornerai più lì e tu puoi dirmi tutto perché anche se faccio il pagliaccio so essere serio al bisogno”.

Remus lo abbracciò”, siamo dalla tua parte e la colpa è di quel porco e non tua”

James si asciugò le lacrime e poi la psicologa lo chiamò dentro. Salutò i suoi amici ed entrò.

Lei lo invitò a sedersi ma lui restò in piedi, “prima di cominciare”, disse incrociando le braccia sul petto, “lei puoi rivelare qualcosa che dico senza il mio consenso?”, chiese a bruciapelo.

“Solo se tu o qualcun altro foste in pericolo”

“Questo è un problema”, commentò passandosi la mano tra i capelli, “il motivo per cui sono qui è che mi vergogno terribilmente di alcune violenze subite e anche se so di essere la vittima morirei di vergogna e paura se tutti lo sapessero. Faccio di tutto per sembrare perfetto e so che non va bene ma non sono pronto a farlo sapere a tutti ne a parlarne con estranei o peggio essere giudicato per quanto successo”.

“C’è il rischio che questa persona ti faccia male di nuovo?”

“No, perché mia madre ha messo il passetto alla mia porta e io passerò le vacanze in Svezia”

“Quindi è un tuo tutore”.

“Ho bisogno di parlarne senza essere forzato a dirlo a tutti o a denunciarlo”

“Va bene”, si pulì gli occhiali, “se mi garantisce che starai al sicuro ti prometto che non divulgherò quello che mi dirai senza il tuo permesso”

James si rilassò e iniziò a parlare come un fiume in piena, dicendo tutto quello che non aveva mai avuto il coraggio di raccontare. Stringendo i pugni, singhiozzando, alzandosi in piedi agitato e gesticolando tirò fuori tutto. Parlò per oltre due ore ad un ritmo frenetico parlando della morte di suo padre, di come sua mamma aveva fatto entrare un estraneo nella loro vita, del primo stupro e della paura e della angoscia di ricevere una visita notturna di quell’uomo. Del senso di sollievo di arrivare ad Hogwarts e sentirsi al sicuro. Dell’angoscia che lo colpiva a metà notte facendogli tremare le gambe e costringendolo a sciacquarsi il viso e camminare per calmarsi. Della rabbia verso sua madre che non lo aveva protetto e che era troppo egoista per scacciare quell’uomo.

Parò a lungo e dopo essersi sfogato si sentì meglio. La psicologa sembrava frastornata ma in fondo era il suo lavoro ascoltare ricordi spiacevoli.

Uscì di lì sentendosi meglio e più leggero.

Entrò nel dormitorio e Lilly gli andò vicino, “non dovresti fidarti di Minus, lui non tiene a te e spiffera in giro i tuoi fatti personali. Non ha la maturità per capirli. E’ meglio tenerli per te”, Lilly era tutto tranne una pettegola e se diceva quelle cose era perché erano vere.

“Con chi ne ha parlato?”

Lei esitò.

“Ho bisogno di saperlo. Per favore”

Prese una decisione,“L’ho visto raccontare degli abusi che subisci a casa a Malfoy e al fratello di Sirius”

“Io non gliene ho parlato”

“Lui è bravo a spiare e cerca l’attenzione dei potenti”, disse Lilly disgustata, “fai attenzione”

“Va bene. Grazie”, disse sconvolto da quella rivelazione.

Lilly lo avvicinò, “So che sei in un periodo difficile”, gli toccò il braccio, “non sei solo. Ricordalo, va bene? Se stai per crollare puoi chiedere aiuto”

James la guardò stupefatto: per mesi aveva cercato di avere la sua attenzione mettendosi in mostra e adesso lei gli parlava quando lui era semplicemente se stesso:era incredibile, “grazie”

Sorrise, “di nulla”.

Passò oltre e James rimase imbambolato a fissarla, il suo cuore saltò un battito.

 

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Capitolo 3
*** Sotto la superficie ***


James entrò nella stanza del corso di meditazione tenendo il tappetino sotto il braccio. Si sentiva a disagio perché non era abituato a stare tranquillo e in silenzio ma voleva fare quel corso per provare a gestire l’ansia e l’angoscia che a volte lo avvinghiavano. Fu contento di vedere Piton con i capelli luminosi e soffici legati con un elastico morbido, “anche tu qui?”, sorrise.

“Lo faccio da molto tempo, tu?”

“Me l’ha consigliato la terapista”

“Va bene la terapia?”

“Mi sembra di non concludere molto ma forse va bene così”

Sirius entrò di corsa, avvicinandosi subito a Potter e massaggiandogli le spalle,mosse lo sguardo su Piton, “ciao Sev , ho una cosa per te”, frugò nello zaino e gli porse un libro fotocopiato, “è una copia del libro di Ward che cercavi. Insegna ad applicare la magia per perfezionare le pozioni”

Severus ebbe un brivido per l’emozione di tenere in mano una copia di un testo tanto raro, lo aprì restando colpito dalla bellezza della immagini colorate a mano, “come ci sei riuscito?” quel tipo di libro era incantato con profonde magie che impedivano le copie.

“Ho usato un macchinario babbano chiamato fotocopiatrice, fa una specie di foto e poi riproduce su un foglio”

“E tu hai rischiato di rovinare un libro così prezioso con un macchinario babbano?”

Scrollò le spalle con indifferenza, “chi l’ha scritto l’ha fatto per trasmettere una conoscenza e per questo che non ha senso tenere i libri a marcire su scaffali su cui non possono essere toccati ne letti. Almeno tu saprai apprezzare questo testo e metterne in pratica l’insegnamento”, gli fece l'occhiolino e abbassò il tono, “magari ti aiuterà a diventare abbastanza bravo da inventare la pozione per i lupi mannari”

Piton sorrise, “è un regalo meraviglioso”, disse sorpreso del fatto che Sirius si fosse preso la briga di fare quel gesto azzeccando in modo così preciso i suoi gusti. Non era abituato a quel tipo di gentilezza ne a persone che credevano in lui e sostenevano i sogni.

“Non c’è problema”,Sirius gli strinse la spalla, “ma adesso devo andare in bagno”, si tastò la pancia, “Credo che Annah si sia vendicata di me mettendo nel lassativo nel succo di zucca”, si piegò in avanti in preda a un crampo, “per favore non dire a mio fratello che te l’ho dato io”, passò da un piede all’altro agitato,”a buon rendere”

“Torni?”

“No oggi devo esercitarmi per il conservatorio”

Si salutarono.

Severus era talmente smanioso di leggere quel libro che faticava a concentrarsi e continuava a guardare l’orologio con impazienza. Finita la mezz’ora di meditazione salutò James e si fiondò nella stanza dei desideri al quinto piano. Aveva scoperto quel posto una volta che cercava un posto dove nascondersi per evitare James e gli altri. Una volta dentro si era reso conto che quel posto esaudiva tutti i desideri dando tutto ciò di cui avevi bisogno. Severus l’aveva usata per procurarsi libri oscuri e materiali con cui esercitarsi con quelle magie.

Appena dentro si sistemò su una comoda poltrona e si immerse nel libro. Era scritto in un inglese antico non sempre comprensibile ma i disegni erano nitidi e sufficienti a fare capire tutto.

Era un libro complesso e stupendo che apriva un mondo, Piton era stupefatto che Sirius fosse stato disposto a condividere un simile tesoro con lui. Non era affatto sorpreso che l’altro gli avesse chiesto di non farne parola con nessuno, se il fratello di Sirius lo avrebbe saputo non lo avrebbe presa affatto bene. Regulus era così fiero delle conoscenze che lo elevavano e lo rendevano più potente dei comuni mortali che non avrebbe mai svelato una tecnica di quel tipo a una persona qualunque. Sirius era diverso.

Piton lesse avidamente ogni singola parola. Poi chiese alla stanza degli ingredienti di pozioni e si mise all’opera esercitandosi a lungo per usare la magia in modo perfetto per togliere i semi degli acini senza aprirli e sgusciare le lumache senza tagliare la parte molle. Gli incantesimi erano indispensabili anche per pulire alla perfezione il mestolo e il calderone evitando che restassero residui che avrebbero potuto contaminare le pozioni successive. Ci voleva tempo e pazienza per imparare quelle tecniche ma lui ce l’avrebbe messa tutta per non sprecare quel tesoro che Sirius aveva deciso di condividere con lui.

L’effetto sulle pozioni era evidente: raggiungevano un livello di perfezione a cui non era mai riuscito ad ambire e questo lo gratificava e lo spingeva ad impegnarsi ancora di più.

In quel periodo era tanto assorbito da pozioni, dal nuoto, da meditazione e da ginnastica posturale da non badare più alle arti oscure. Aveva anche dimenticato l’ultima volta che aveva fatto pratica su un incantesimo oscuro: tutto il suo mondo adesso riguardava pozioni e tutto quello che vi girava intorno e quindi libri, riviste ed esercizi per approfondire e migliorare la manualità nel tagliare e trattare gli ingredienti. Scoprì mille piccoli trucchi per potenziare le pozioni, compensare errori e favorire il rilascio di principi attivi degli ingredienti. Aveva sempre provato un profondo amore per pozioni ma adesso questo sentimento si era intensificato portandolo a dedicare tutto il tempo libero a quella materia.

Fu un giorno in cui aveva appena finito di nuotare e pensava solo a cimentarsi in una complessa pozione avanzata, mentre camminava perso nei suoi pensieri sentì un urlo e uno schiocco provenire da una stanza. Esitò incerto se farsi i fatti suoi o intervenire, normalmente avrebbe ignorato la cosa ma quella volta ebbe una premonizione e aprì la porta, vide il prefetto Black tenere Sirius bloccato contro la parete con la magia mentre lo frustava con un incantesimo viola che usciva dalla bacchetta. Severus conosceva quella magia perché il prefetto Malfoy lo aveva spesso punito a quel modo per castigare la sua mancanza di igiene. Era un incantesimo terribilmente doloroso che ti faceva sentire come se un fuoco ti mangiasse la carne per giorni. Agì d’istinto e disarmò il prefetto con un incantesimo non verbale pulito e poi usò la mano per liberare Sirius dalla magia che lo bloccava contro il muro, il ragazzo si accasciò a terra indebolito da tutti i colpi che aveva preso.

Il fratello invece tirò una maledizione contro Piton che la contrastò con un elegante incantesimo difensivo e con un secondo incantesimo che imprigionò Regulus in un quadrato magico da cui non poteva uscire.

“Molto divertente, Piton”, disse il fratello di Sirius scocciato di essere stato battuto da un ragazzino del quarto anno, “ma ti ricordo che sono un prefetto”

“E in quanto tale non hai l’autorità di frustare qualcuno”

“E’ mio fratello”

“Non ne avrai uno a lungo se lo batti a quel modo. Sai che colpire i reni può causare gravi problemi?”, si chinò su Sirius per aiutarlo ad alzarsi e fu invaso dall’odore di sangue del ragazzo, “ti aiuto”

“Non sarebbe male avere un fratello in meno”, disse il fratello di Sirius con odio, “chiunque è meglio di un disgraziato ingrato che da lezioni private a gente che non è neanche degna di stare qui”

“D’altra parte se hanno ammesso te e ti hanno fatto anche prefetto non vedo perché non dovrebbero ammettere la brava gente”,disse Sirius rabbioso.

Il fratello gli lanciò una maledizione che Piton fermò con un gesto disinvolto della bacchetta, sorrise a Sirius,“se hai finito di abbaiargli contro ti porto via”, gli strinse il braccio.

“Guarda che lui non ha nessuna intenzione di tornare a casa per le vacanze nel caso mirassi a questo. Se vuoi la benevolenza dei Black ti stai rivolgendo al fratello sbagliato”

“L’ho aiutato solo perché mi sta simpatico e per quanto possa sembrarti strano non ambisco ad entrare nel dorato mondo dei purosangue”
“Peccato, conoscere la gente giusta potrebbe aprirti molte strade, avresti un mondo di possibilità che adesso puoi solo sognarti”

“Ma per farlo dovrei diventare l’elfo domestico di uno di voi e non ne ho voglia. Quindi grazie ma invece di farmi stordire dal vostro fumo io preferisco cuocere il mio arrosto”, si piegò su Sirius che rideva divertito da quella uscita, gli prese il braccio e si smaterializzò davanti ad un muro al quinto piano.

“Dove siamo?”

“Davanti ad una stanza che appare quando hai bisogno di qualcosa. Voglio usarla per preparare una pozione che ho inventato che può lenire le tue ferite.”

Sirius sembrava interessato, esaminò la parete con le mani per percepirne la magia, “non trovo la maniglia”

“Appare quando fai una richiesta specifica”, gli sfiorò il petto, “lasciami un po’ di spazio per chiamarla”

Sirius arretrò, “grazie per prima”

“Ero in debito per il libro e poi non mi piace vedere picchiare la gente, che hai fatto comunque? Hai dato in giro altri libri?”

“No ma ho iniziato a dare ripetizioni private di trasfigurazione e storia della magia per racimolare i soldi necessari a passare le vacanze in una scuola di magia estiva”

“Un purosangue che lavora”, disse con un sorrisetto sarcastico, “deve essere sicuramente un segno della fine dei tempi”.

Sirius non se la prese e ridacchiò, “diciamo che sono cosciente che la libertà ha un prezzo”, piegò la testa di lato divertito, “hai davvero intenzione di lasciare un prefetto imprigionato in un cerchio magico?”

“Con tutte le arie che si da gli sarà facile volare via”, scosse le spalle indifferente, “non potrà dirlo a nessuno per non dovere ammettere di essersi fatto bagnare il naso da un mezzosangue del quarto anno. Facendolo si sentirebbe umiliato quindi manterrà il più totale riserbo, fidati”

“Hai pensato a tutto”

“Penso in fretta, adesso però fammi concentrare”, camminò avanti e indietro tre volte davanti al muro e poi apparve una porta, “ecco”

Sirius entrò dentro guardandosi intorno meravigliato, “come hai trovato questo posto?”

“Una volta cercavo un luogo dove nascondermi ed è apparso questo posto”

“Ti abbiamo reso la vita difficile”, si morse il labbro, “scusa”

“Vi ho odiato parecchio ma adesso è cambiato tutto. Non so bene come”

“Tu ti sei preso uno spavento terribile per avere tirato un incantesimo proibito su Potter. James invece si è reso conto che sotto la corazza e l’ironia c’è un essere umano che si fa male e si scoraggia quando scherziamo nel modo sbagliato con lui. Il resto è storia”

Piton ridacchiò, “mettiti comodo e fammi lavorare”

“Ti aiuto”

“Non c’è bisogno”, piegò la testa di lato, “io non sono abituato a lavorare con altri e faccio schifo a consolare. Mi dispiace. Accettami per quello che sono”

“Non c’è problema”, scosse le spalle con disinvoltura, “dovevo giusto esercitarmi sul contrabbasso per il conservatorio”, alzò gli occhi verso il soffitto, “stanza per favore procurami una sedia, un contrabbasso e un metronomo”

La stanza eseguì, Sirius eseguì un magia insonorizzante intorno alla sedia. Piton lo guardò curioso, “da quanto studi contrabbasso?”

“Ho iniziato a 11 anni e se non mi distraggo prenderò il diploma a 18”, si stirò stendendo le braccia in alto, allungando la schiena al massimo come un gatto,“studio anche violino ma quello ho iniziato a praticarlo ad otto anni perché ci vogliono 10 anni per padroneggiarlo e avere il diploma”

“E’ stata una tua scelta o un’imposizione?”

“Mi hanno obbligato ma poi mi sono appassionato, anche se preferisco la musica moderna alla classica”, gli fece l’occhiolino, “sto studiando chitarra per conto mio ma questo è un segreto da non spifferare in giro”

Piton fece il gesto di chiudere una cerniera sulle sue labbra, Sirius sorrise, “anche la musica classica ha la sua bellezza e più ci entro dentro più l’apprezzo. Sa emozionarti in un modo del tutto particolare. Diverso dalla musica moderna ma ugualmente forte. E’ una musica con una sua personalità ”, arrossì lievemente in imbarazzo per le dichiarazioni appena fatte, “non farmi parlare a ruota libera, per favore la prossima volta fermami”

“Sei appassionato e ti piace condividere ciò che ti piace, non è strano, io faccio lo stesso con pozioni. ”

“Siamo dei parlatori logorroici da cui tutti scappano”, Sirius sorrise passando un braccio attorno alle spalle di Piton che si irrigidì, “buono a sapersi”

“Adesso lasciami lavorare”, spostò il braccio di Sirius, “per uno che è stato frustato a sangue sei incredibilmente di buon umore”

“Questa stanza mi piace e anche la musica: mi stanno distraendo dalla mia rabbia”, Piton socchiuse gli occhi scrutando l’altro con attenzione ma Sirius si sedette e si dedicò alla musica ignorandolo, era concentrato e serio. Attento. Piton non lo aveva mai visto così. Si mise a sua volta a lavoro sulla pozione e per un po’ nella stanza ci fu silenzio.

Severus terminò la sua pozione poco prima che anche Sirius si stancasse di esercitarsi uscendo dal cerchio e iniziando a tastare i limiti della stanza.

Piton lo chiamò, “se ti sdrai ti medico”.

Sirius obbedì, sembrava cupo e pensieroso e quando si tolse la camicia Piton si accorse che la sua schiena era coperta di cicatrici, significava che non era la prima volta che Sirius veniva punito in modo tanto brutale. Si sentiva vicino a lui e pensava anche di capirlo un po’ meglio.

“Pensavo che forse sarebbe una buona idea fare delle foto alla mia schiena nel caso mio fratello faccia il galletto e provi a punirti. Con le foto avrai le prove di quanto successo”

Piton chiese una macchina fotografica alla stanza e poi scattò le foto che vennero subito fuori dalla bocca della macchinetta. Il ragazzo aveva avuto una buona idea, Piton ne era contento: era bello avere a che fare con persone sveglie e intelligenti come i malandrini.

“Sdraiati”, disse Severus, l’altro lo fece e poi lo guardò, “cosa userai per stendere la pozione?”

“Una magia che ho inventato io”, Piton sollevò il calderone, “guarda”, fece una magia silenziosa e della pozione si sollevò disponendosi nell’aria nella forma di una garza, mosse la mano e quella si arrotolò e poi si rilasciò, “in questo modo posso medicarti senza toccarti”

“Procedi”

Piton dispose la pozione con estrema delicatezza sulla prima ferita incisa in profondità nella carne. Sirius sentì subito un senso di sollievo, il bruciore cessò immediatamente e lui si sentì meglio. Piton fece lo stesso su tutte le ferite. Sirius ruotò il capo ad osservarlo, “dovresti brevettare questa pozione”, dichiarò in tono pomposo.

Severus gli dedicò uno dei suoi rari sorrisi,lusingato dal riconoscimento dell’altro, “non è niente di speciale ma per favore fammi finire”, si concentrò sulla schiena dell’altro guidandolo dolcemente con la mano per farlo spostare quanto necessario per coprire l’intera ferita che raggiungeva il fianco. A quel contatto Sirius trasalì ma poi si fece guidare, “puoi venire anche tu in Svezia con noi”, disse all'improvviso, “dando ripetizioni di pozioni riuscirai sicuramente a racimolare la cifra necessaria. Non è tanto alta comunque: solo il prezzo del biglietto per la passaporta e quello per la scuola. In tutto te ne esci con 1000 galeoni. Saremmo ospitati da una famiglia locale con cui ci sdebiteremo facendo lavoretti in casa o facendo da baby sitter ma ne vale la pena perché la scuola è davvero bella e puoi decidere quali argomenti studiare insieme ai professori o in alternativa scegliere solo di ripassare gli argomenti di quest anno. Senza fare niente di nuovo”

“Sembra attraente”, fece apparire delle garze, “mettiti a sedere per favore, così ti fascio”

Sirius lo fece e Piton lo guardò in viso, “tu sei riuscito a mettere da parte quella cifra?”

“Sì e mi sono avanzati anche soldi”, si passò la mano tra i capelli, “avrei voluto regalare la vacanza anche a Peter ma dopo che ha fatto la spia con mio fratello penso proprio che mi terrò i soldi”

“E James?”

“Sua madre è più che felice di pagargli il viaggio pur di non dover prendere posizione contro quel pedofilo del patrigno di James. Lui d’altra parte non ha intenzione di passare le vacanze con l’ansia che il patrigno sfondi la porta mentre si fa la doccia o che gli tocchi il posteriore mentre lui cucina”

“Povero ragazzo”, disse Piton con tristezza,sollevò lo sguardo su Sirius, “la tua proposta m’interessa: metterò un annuncio in bacheca per insegnare pozioni”

“Se dovesse mancarti qualcosa posso mettertela io”, disse Sirius, “potrei pagartelo anche tutto ma so che questo ti darebbe fastidio perché sei molto orgoglioso quindi ti lascio libero di farcela con le tue forze. Dovresti riuscire senza problemi ma se invece incontrerai qualche difficoltà puoi chiedermi aiuto senza diventare un elfo domestico o senza dover fare qualsiasi cosa ti obblighino a fare i Serpeverde in cambio di un favore”

“Grazie”, lo fasciò con cura , “dobbiamo rivederci domani per mettere altra pozione e cambiare la fasciatura”, lo studiò con serietà, “non è che adesso combini qualche guaio per la rabbia?”

“Io combino sempre guai”

“Sono serio”

“A che ti riferisci?”

“Fare a botte con qualcuno per la rabbia o uccidere un animale o lanciare una maledizione senza perdono su tuo fratello. Questo tipo di guai”

“Non sono il tipo”, si guardò le mani, “ti è mai successo di fare qualcosa di sbagliato per la rabbia?”

“Ho tirato una maledizione trafiggente su James, non basta?”

“Sì”, fece gonfiare la guancia con la lingua, “mi riferivo agli animali”

“Non parlo delle mie cose personali”

“Posso capirlo”, si alzò in piedi, “ma non te lo chiedo per giudicarti perché neanch'io sono perfetto. Da piccolo per esempio una volta un elfo è stato decapitato per colpa mia”

Severus lo guardò incredulo, “che è successo?”

“Giocavo al piccolo pozionista quando un seme di anguria che era rimasto attaccato alla mia maglia è caduto in quello che stavo preparando e c’è stata un’esplosione che ha fatto volare il seme indurito in aria: ha rotto una statuetta antichissima e io sono andato nel panico perché mia madre per punirmi mi frustava con la magia e avevo paura di lei. Così l’ho riparato con la magia e ho fatto finta di niente ma mia madre se n’è accorta e ha pensato che l’avesse rotto uno dei nostri elfi domestici. Così l’ha afferrato e l’ha portato nella stanza delle torture, io l’ho visto e ho detto la verità supplicandola di risparmiarlo ma lei non mi ha creduto e mi ha colpito al viso perché credeva che fosse ridicolo piangere e supplicare per la vita di un elfo domestico. Non era dignitoso ma io ho insistito e mi sono attaccato alle sue gambe per fermarla: mi ha colpito con un incantesimo respingente e poi è entrata nella stanza e l’ha messo nella ghigliottina. Quando la lama è scesa la testa è volata via insieme a un bel po’ di sangue e ricordo che sono corso ad afferrarla e l’ho scossa come se questo potesse riportare in vita l’elfo ma ho visto solo i suoi occhi vuoti a guardarmi. ”, si grattò il braccio nervoso, “è stato terrificante e in quel momento ho capito che ero figli di malati di mente: da lì ho iniziato a metterli in discussione e a desiderare qualcosa di diverso”, era sudato, il solo ricordo gli aveva fatto sudare freddo, “non capisco come la gente possa pensare che queste persone valgano qualcosa, non capisco se sono a loro volta disturbati o se non si rendono conto di come sono in realtà sotto la superficie dorata”

“Un po’ entrambi credo”, si avvicinò, “ma non è possibile che una purosangue adulta non abbia riconosciuto la tua magia sulla statuetta: doveva avere altri motivi per uccidere quell’elfo, motivi che non riguardano te”, si sorprese lui stesso nel sentirsi dire quelle parole ma la storia dell’elfo lo avevo intenerito, “anche se mi ha offeso un po’ il fatto che sei tanto dispiaciuto per un elfo domestico mentre non ti sei fatto scrupoli a cercare di farmi mangiare da un lupo mannaro. Mi puzza di discorso da fanatico che crede che le creature magiche siano meglio degli uomini”

Sirius fece un sorrisino triste, “puoi non credermi ma cercavo solo di spaventarti. Ero certo che trovandoti davanti un lupo mannaro ti saresti smaterializzato all’istante per il terrore. Sapevo che eri in grado di farlo”

“Magari mi avrebbe azzannato e ucciso prima di farmi scappare. C’erano buone possibilità in effetti”

“Mi dispiace”

Socchiuse gli occhi rabbioso, “ti sei fatto perdonare con quel libro stupendo”, piegò la testa di lato studiandolo e valutando se fidarsi o no, “una volta ho bagnato il letto e mio padre mi ha picchiato con il legno, era come in trance mentre lo faceva e io mi sono appallottolato nel letto cercando di proteggere la testa e il busto ma non finiva più e io mi sono distaccato da me stesso lasciando il mio corpo inerte sul letto per portare la coscienza in salvo. Lontano da lì. Ma mio padre non era ancora soddisfatto e mi ha preso di peso buttandomi fuori dalla porta perché non voleva un figlio che se la faceva sotto in casa. Era notte e io ho preso a girovagare, mi sono nascosto in un vicolo accucciandomi per proteggermi dal freddo e a quel punto ho visto un micio, ho allungato la mano per accarezzarlo e avere supporto ma lui mi ha graffiato e io l’ho ucciso a sangue freddo. Sono rimasto a fissarlo e quando mi sono riscosso ho visto mia madre che mi guardava disgustata, come se ci fosse qualcosa di profondamente malvagio in me. Non ha detto niente ma mi ha sempre trattato come un criminale e io mi sono sentito talmente spregevole e sbagliato che mi sono odiato. Ho provata la stessa sensazione di imbarazzo e paura quando ho ferito James: mi sono accorto che avevo fatto un disastro irrimediabile e ho provato vergogna”.

“A volte le emozioni ti esplodono in mano senza che lo vuoi, capita, soprattutto ai bambini maltrattati: tu lo eri”

“Per me l’autocontrollo è basilare e per questo pratico meditazione da quando sono piccolo”

“A volte però lasciare andare le emozioni a piccole dosi aiuta a gestirle bene, è più utile che schiacciarle in basso per reprimere”

“Forse è vero”, si toccò la fronte teso, “suppongo che la proposta del viaggio estivo non sia più valida”

“Certo che è valida a maggior ragione ora che so quanto hai bisogno di andartene da quella casa ed essere visto in un modo diverso”

Ne fu sorpreso, “non dirlo a nessuno”

“Vale lo stesso per il discorso dell’elfo”

“Patto fatto”

“Perfetto”, Saltò in piedi guardandosi intorno interessato, “io e gli altri stiamo creando una cartina con tutti i posti segreti del castello, ti sta bene se metto anche questa stanza?”

“Perché lo fate?”

“Hogwarts è stracolma di segreti e magia e in un certo senso è viva e traboccante di magia. Io e gli altri vorremmo trasmettere ad altri l’amore per questo luogo e i suoi misteri”
“Non c’è problema ma non lasciate la cartina in giro”

“Contaci”, lo abbracciò in modo fuggevole e gli accarezzò la testa, “a domani Sev”, se ne andò lasciandolo animato da una strana speranza: avrebbe potuto passare le vacanze lontano da casa, al sicuro dalle urla dei suoi genitori, dalle umiliazioni di suo padre e dalle botte. Sembrava un sogno ma al contempo era qualcosa a portata di mano: avrebbe dovuto pensarci prima. Sorrise sentendo per la prima volta dentro di se’ il barlume della speranza e vedendo un futuro positivo davanti a lui.

Era come se un filo di vento avesse fatto volare via le nuvole che coprivano la luce della luna permettendogli di uscire dal suo buio interiore e vedere una possibilità inedita per lui.

Tornò al dormitorio sentendosi bene. Appese il suo annuncio nella bacheca e sperò che in molti lo avrebbero contattato nonostante la sua brutta nomea e il suo caratteraccio.

Vide Black e Malfoy parlare a bassa voce guardandolo di tanto in tanto: di certo il gesto di Piton di richiudere un purosangue in un cerchio magico era stato interpretato come un affronto all’ordine costitutivo e all’autorità dei purosangue. A Severus però non importava nulla della loro presunta nobiltà ne’ del loro essere purosangue: era stufo della loro prepotenza ed era contento di essere riuscito a dargli una lezione. Si sentiva fiero di esserci riuscito.

“Piton”, lo chiamò Black, “sei in punizione per esserti smaterializzato senza permesso. L’ho comunicato al capocasa. Ti aspetta alle 20:00”

“Molto bene”, disse mantenendosi freddo nonostante il suo divertimento nel constatare che il prefetto Black si era attaccato ad un cavillo per non ammettere davanti ad un professore di essere stato battuto in un duello con un ragazzino.

“Come sta mio fratello?”

“L’ho medicato e starà bene nonostante il tuo tentativo di ucciderlo”

Black fece una smorfia irritato, “e secondo te mi piace punirlo? No ma con lui non c’è altra strada perché vive con il solo scopo di umiliare e mandare al manicomio me e la mia famiglia. Si sta rendendo ridicolo ma è mio fratello e ci tengo e per questo farò il possibile per raddrizzarlo”

Piton si sorprese di quello sfogo inaspettato, “lo prendi per il verso sbagliato”, disse, “e poi qual è il problema se lavora per pagarsi le vacanze in una scuola estiva? Lì potrà imparare la magia oscura e diventare un mago potente”

“Non sapevo volesse andare in una scuola estiva”, si morse il labbro dubbioso, “se lo avessi saputo non lo avrei picchiato”, ammise, “credevo che facesse lezioni private per pagarsi un abbonamento a quelle stupide riviste di motori babbane o per andare al cinema o a fare cose non adatte a dei maghi di stirpe nobile”

Severus sospirò rendendosi conto che Minus non si era limitato a fare la spia ma lo aveva fatto anche in un modo goffo che aveva messo Sirius nei guai.

“Ripetizioni di pozioni?”, Malfoy lesse il suo avviso, “vuoi andare anche tu in quella scuola?”, il suo acume era affilato e collegava le informazioni rapidamente raggiungendo le giuste conclusioni.

“Ti pago io le spese se mi racconti quello che combina mio fratello”, disse Regulus con prontezza.

“Sei gentile ma preferisco farcela con le mie forze e poi Sirius mi sta simpatico e non voglio dire qualcosa che ti porti a fargli male. Ma grazie per avere pensato a me”

“Irriverente come sempre Piton”

“Non mi piacciono i guinzagli e non aspiro a diventare l’elfo domestico di nessuno”

Malfoy e Black si guardarono con un sorrisetto d’apprezzamento, “i tirapiedi fanno sempre comodo ma onestamente preferisco le persone con un briciolo di dignità e orgoglio”, disse Malfoy porgendogli la mano in segno d’amicizia, Piton assunse un’aria scettica,”sono un legimante alle prime armi ma percepisco chiaramente quando qualcuno cerca di ingannarmi. Bel tentativo Malfoy ma no non ci casco”

Malfoy si finse offeso, “sei un po’ troppo furbo per i miei gusti”

Black restò sulle sue, evidentemente non aveva intenzione di perdonagli l’onta di averlo battuto in un duello, “si può sapere cosa speri di ottenere da mio fratello?”

“Nulla, ma mi sta simpatico perché è onesto e non cerca di apparire meglio di ciò che è”

“Non ti credo ma vedi di non fare fesserie o te la faccio pagare”

Piton fece un sorrisino ironico e lui lo fulminò con lo sguardo, “oggi ti è andata bene. Vedi di non permetterti mai più di riprovarci”

“Lascia in pace Sirius e sarai al sicuro. In caso contrario accetta di batterti perché io sono disposto a combattere per le persone che mi stanno simpatiche e non ho paura di te. Sei solo un ragazzo e come tale puoi essere battuto”, gli tenne testa con orgoglio, “a me non basta sapere la tua linea di sangue per rispettarti. Ci vuole di più”

Stranamente Black sorrise, “guarda che siamo dalla stessa parte”, ridacchiò, “ma guarda se mi dovevo imbattere in un Serpeverde vecchio stile”

“Arrabbiato e spavaldo come ogni Serpeverde che si rispetti”, commentò Malfoy di buon umore, “attento a non mordere le persone sbagliate draghetto o nel momento del bisogno potresti trovarti solo”

“Ne terrò conto”

“E non ammazzare nessuna delle teste vuote che ti chiederanno aiuto in pozioni”, disse Black calmo, “non mi va di perdere punti per colpa tua”. Si voltò con fare lento per dissimulare le sue intenzioni, poi fece un movimento veloce per impugnare la bacchetta e scagliò un incantesimo potente. Piton reagì in ritardo e fu spinto indietro da un vento bollente che lo faceva sentire debole e stordito. Malfoy diede manforte all’altro disarmandolo, lo fece ignorando il gesto di amicizia che aveva fatto un attimo prima. La bacchetta galleggiò in aria senza che Malfoy potesse afferrarla, Piton infatti aveva immerso la sua bacchetta in una pozione di legamento in cui aveva messo una goccia del suo sangue: in quel modo aveva impedito a chiunque non avesse il suo sangue di afferrarla. Black gli puntò la bacchetta alla gola e quella gonfiò facendogli sentire una sensazione di soffocamento che gli fece capire che dal quel momento avrebbe avuto pochi minuti prima di perdere i sensi.

“Inginocchiati”, ordinò Black in tono fermo, “e ti salverò la vita”

Piton scosse il capo con convinzione e un sorriso sarcastico.

Malfoy fece un fattura rompiosso e il braccio di Severus si spezzò con un macabro rumore.

Black lo prese per il collo, “in ginocchio e ti perdonerò tutto”

Severus si sentiva senza forze e debole ma mantenne la lucidità, iniziò a meditare concentrandosi sul suo respiro,come aveva sempre fatto nei momenti difficili, riacquistò il controllo e agì. Ficcò un dito in un occhio di Black e richiamò la bacchetta con un gesto della mano libera. A quel punto la sua gola fu misteriosamente libera e un incantesimo scudo apparve a proteggere Severus dalla maledizione che Malfoy gli tirava. Grazie a quell'aiuto Piton prese il controllo della situazione, lanciò un incantesimo volteggiante che usò per colpire entrambi i ragazzi che iniziarono a galleggiare a mezz’aria, a quel punto gli scagliò una maledizione pruriginosa e una bolle acide. I due presero a contorcersi per il prurito e per il dolore. E Severus rise, “non male ragazzini”, disse raggiante, “ma avete ancora qualcosa da imparare. Non potete vivere di rendita tutta la vita e se non vi esercitate con la magia resterete mediocri nonostante il vostro potenziale”

I compagni di casa si erano radunati agghiacciati da quanto successo, Piton aveva sfidato due purosangue: era qualcosa che nessuno aveva osato fare da secoli.

“Azione imprudente”

“Forse sì ma non ne posso più di vederli andare in giro a fare i padroni come se fossero i migliori maghi del mondo. Gli ho dato una lezione”, li guardò sicuro, “tutto quello che potete ottenere da loro è un riflesso di potere ma se volete diventare voi maghi potenti dovete solo esercitarvi con la magia da mattina a sera. Non ce altra via”

“Contano anche gli agganci e non solo il potere”

“Vero ma finché gli muori dietro loro non ti rispetteranno mai, ti useranno per i loro scopi e poi ti butteranno via. Non è così che otterrai la loro stima”

“Ci usiamo a vicenda”, Piton fu colpito dalla consapevolezza di quel ragazzino scialbo e a suo giudizio poco intelligente.

“Ognuno ha i suoi metodi”

“Crucio”, la maledizione senza perdono lo colpì alla spalle facendo sentire il suo corpo esplodere di dolore e le sue ossa spezzarsi succhiandogli via l’energia. Furono attimi terribili e poi qualcuno fece una magia facendo sparire l’osso del braccio del Black: il braccio si afflosciò facendo interrompere l’incantesimo . Severus si alzò carico d’odio ed ebbe l’impulso di uccidere i due ragazzi ma poi una mano invisibile gli toccò la spalla e lui si ricordò di Potter tutto ricoperto di sangue e ferito e dell’angoscia che aveva provato nel rendersi conto che avrebbe perso tutto per un attimo di odio. Non avrebbe fatto lo stesso errore, controllò il suo odio e abbassò la bacchetta, “vi conviene lasciarmi in pace perché per la cruciatus c’è Azkaban ragazzi e se non abbassate la cresta ve la faccio pagare e vi denuncio”

“Per me siamo pari Piton e poi siamo onesti: chi ti cederebbe?”

“ Tutti considerato il video che ho fatto”, disse una ragazza con le trecce biondo sporco, “c’è tutto: come avete bullizzato un vostro compagno con una maledizione gola gonfia e rompendogli un braccio per farlo inginocchiare e anche con la cruciatus. Terrò il video come garanzia e se non la smettete di prendere in giro e ridere degli altri lo darò a Silente e vi farò espellere. E a questo proposito i compiti d’ora in poi ve li fate da soli. Ho chiuso con voi e si vedo torcere un capello a chiunque qui vi mando a casa: è una promessa”, Piton le sorrise e lei eseguì un perfetto incantesimo di illusione che fece contorcere i due ragazzi.

“Ben fatto”

“Ne ho le scatole piene della loro presunta superiorità. Sono dei privilegiati e non meritano rispetto per non aver mai fatto nulla nella loro vita. Che imparino l’umiltà”

Altri ragazzi lo festeggiarono ma Piton era ancora scosso per la cruciatus, il braccio rotto e il forte impulso ad uccidere che aveva provato dopo essere stato torturato. Aveva bisogno di stare solo e per questo entrò in bagno, guardò alle sue spalle, “vieni?”, chiese a chiunque lo avesse aiutato a difendersi, era qualcuno d’invisibile probabilmente grazie ad un incantesimo o ad un mantello. Piton si sedette sul water e il fantasma entrò nella cabina bagno con lui chiudendo la porta e facendo un incantesimo di insonorizzazione. A quel punto james si tolse il mantello dell’invisibilità, “Sei stato molto coraggioso”

“Non sai da quanto desideravo farlo. Ho sempre odiato quei due”, gli tremavano le mani ma riuscì lo stesso a risaldare l’osso e richiudere la ferita facendo un incantesimo per immobilizzare il braccio, “che fai qui James?”

“Sirius mi ha raccontato tutto e così abbiamo deciso di fare i turni per seguirti e proteggerti da eventuali rappresaglie”, aprì la borsa, “ho portato alcune pozioni di primo soccorso e una pozione tranquillante che ti aiuterà a ridurre i tremori per la cruciatus”

“Grazie”, la bevve sentendosi più calmo e meno dolorante anche se l’impatto di quel dolore così intenso era ancora troppo vivido per farlo stare bene.

A quel punto James lo abbracciò forte, “grazie”, lo tenne stretto finché l’altro non si calmò, rilassandosi e scoppiando a piangere, James lo consolò accarezzandolo piano sulla testa e sulla schiena finché non si tranquillizzò, “non dirlo a nessuno”

“Resterà tra noi”, gli porse un fazzoletto, “grazie”

“L’ho fatto anche per me”

“Certo che sì”,gli accarezzò la testa, “sei un piccolo draghetto mordace”

Severus rise sentendosi meglio.

“Resto con te per sicurezza”

“Preferirei restare un po’ da solo a leggere”

“Sicuro? Pensi che ti lasceranno in pace”

“Ha detto che siamo pari”, gli pizzicò il fianco, “tu invece sei nel dormitorio sbagliato e se ti scoprono perdi una valanga di punti”

“Gli amici vengono più dei punti”, disse lasciando sbigottito Piton, si rimise il mantello, “andiamo?”

Aveva appena aperto la porta che entrarono Black e Malfoy, “ecco il draghetto ribelle”, commentò Malfoy, “come si fanno sparire queste pustole?”

“Non lo so.Non ho studiato le contromaledizioni”

Malfoy disse una parolaccia, “mi hai sfigurato maghetto”

“Penso che l’infermiera potrà aiutarvi”

“Il problema è inventare una storia abbastanza creativa da giustificare il fatto che il mio osso è sparito e che le nostre pustole si ingrandiscono a vista d’occhio”

“Lo chiedi alla persona sbagliata”

“Testardo fino alla fine”, disse Black divertito, “ma so apprezzare il coraggio e quindi per me possiamo essere amici”, gli allungò la mano e Piton la strinse avvertendo la sincerità dell’altro. Malfoy fece lo stesso con atteggiamento solenne, “questa è una storia da raccontare”

“Le leggende si costruiscono passo dopo passo”

“Non ci sarebbe stato bisogno di tutto questo se ti fossi inginocchiato subito accettando il tuo posto”

“Non sopporto le imposizioni ne i guinzagli”

“Questo è accertato”, Malfoy rise, “a volte i guinzagli danno protezione”

“La vedo diversamente e vorrei essere lasciato in pace”

“Mi sta bene, ma scoprirò cosa vuoi da mio fratello”

“Assolutamente niente ma puoi indagare se non hai di meglio da fare”

“Non ho bisogno del tuo permesso”

“Certo che no”

Piton sorrise ironico, “alla prossima”, poi scortò James fuori dal dormitorio.

“Ti capita spesso di fare a botte per poi diventare amico delle persone con cui hai combattuto?”

“Non sono miei amici ma gli ho stretto la mano per una questione di pubbliche relazioni”, ammise disinvolto, “e so che adesso mi lasceranno in pace”

“Sei stato coraggioso lì dentro”

“Senza di te forse non ce l’avrei fatta”

“A disposizione”

Piton lo accompagnò al dormitorio, si salutarono.

“Com’è andata?” chiese subito Sirius vedendo James rientrare sfatto

“Piton ha svelato la sua vera natura”

“E’ un bene o un male?”

“Un bene”,sorrise allegro, “quel ragazzo ha uno spirito da Grifondoro”

“Posso ascoltare anch’io?”, Lilly si avvicinò, “che è successo?”

“Mio fratello ha scoperto che do ripetizioni di trasfigurazioni e storia della magia e mi ha frustato con la magia ma Piton è intervenuto e mi ha difeso, poi ha medicato le mie ferite con una pozione inventata da lui”, raccontò tutto il combattimento e Peter si avvicinò.

James s’inserì nella storia raccontando di come Piton avesse rifiutato di tradire Sirius venendo bullizzato e poi colpito da una cruciatus.

Peter era bianchissimo,“Ha disarmato un prefetto e lo ha colpito con una maledizione”, disse sconvolto, “come ha osato farlo”

“L’ha fatto perché ha fegato e onore. E questo dimostra che sei più vigliacco di un Serpeverde Minus”, disse Sirius sdegnato, “so che hai detto a mio fratello delle lezioni private”

“Non potevo mentire ad un prefetto”

“Avresti solo dovuto guardarmi le spalle: lui non aveva diritto di farti pressioni per obbligarti a parlare di cose personali di altre persone”

“Io non mento ai prefetti. E poi la colpa è tua che fai le cose di nascosto”

“Lo faccio di nascosto perché vengo da una famiglia dove che pensa che i maghi non purosangue siano di serie B e che non meritino d’imparare la magia. Credono anche che il sapere magico non vada condiviso con i maghi inferiori e altre amenità di questo tipo. E per la cronaca secondo i loro standard anche tu sei un mago inferiore quindi se speri di avere il loro rispetto caschi male: ti useranno e lusingheranno per sapere ciò che vogliono e poi ti abbandoneranno. Ci sono decine di ragazzi a Serpeverde che per avere l’attenzione dei purosangue hanno accettato di fare gli elfi domestici di quei tipi e loro non fanno altro che approfittarsene per il loro tornaconto. Non avrai mai davvero il loro rispetto e la loro stima e non perché non la meriti ma per la tua linea di sangue”

“Mi hai messo in una situazione difficile”, si difese Peter, “e non voglio mettermi contro dei tipi che hanno usato la cruciatus su un loro compagno di casa”

“A volte bisogna prendere posizione”, disse Remus mite, “e poi Regulus non avrebbe usato la cruciatus su di te”

“Come puoi dirlo?”

“Perché sapevano che tu li avresti denunciati. Per quanto facciano i duri i Serpeverde sanno fare i loro interessi”, disse James serio,si alzò in piedi, “a me non sta bene che dici in giro le nostre cose private soprattutto a dei tipi loschi come Black e Malfoy che potrebbero usarle a nostro svantaggio anche in futuro. Sai che tu sai chi sta reclutando vero? E lui adora i purosangue”.

“Non sono così male e loro mi trattano con rispetto. Voi invece mi reputate uno stupido”

“Noi siamo sinceri e ti aiutiamo, loro invece ti lusingano per avere ciò che ti serve. Non gli importa di te, noi invece teniamo a te, anche se a volte hai i tuoi tempi per capire le cose”

“Non mentirò ad un prefetto per te”

“Devi solo tenerti per te ciò che ti diciamo”, disse James, “o in alternativa, se pensi di non riuscirci o di non tenere abbastanza a noi da proteggerci, allora smetti di usarci e inizia ad uscire con i Serpeverde. Vedi se ti accettano. Ma l’amicizia è un rapporto di reciprocità e tu invece prendi e basta, senza mai dare. Ci hai messo nei guai”

“Quello che non capisco è perché lo fai”, disse Lupin con dolcezza, “hai paura di loro o vorresti essere loro amico?”

“Non voglio mettermeli contro e mi piace il rispetto che mi dimostrano”.

“Allora stai con loro. Non sei obbligato ad uscire con noi se non ti piacciamo ma questa ambiguità mi innervosisce; cerchi di prendere quello che puoi da tutti e non ritieni di dovere ricambiare. Hai fatto frustare Sirius e hai detto le mie cose più segrete in giro:non ti meriti la nostra amicizia”

“Io tengo a voi ma esigere che mi faccia nemico Black è troppo e non ho intenzione di prendermi una cruciatus per voi. Se fosse miei amici non me lo chiedereste”.

“Rigiri sempre tutto a tuo favore”, notò Lupin con tristezza, “sei molto immaturo e non sai prenderti cura delle persone a cui tieni”

“Non mi prenderò una cruciatus per voi. Poi non siete così migliori di Black e Malfoy con le vostre battutine e il modo conciliante in cui mi trattate; voi pensate che sia stupido”

“Smetti di uscire con noi allora”, sentenziò Sirius, “ma non ti abbiamo mai deriso. Al contrario ti abbiamo aiutato e sostenuto difendendoti contro quelli che ti davano fastidio. Sei un amico alla pari e se non ti sei sentito così forse dipende più dalle tue insicurezze che da noi”

“Lasciate perdere”, disse offeso, “siete troppo presuntuosi per capire”

“Tu invece sei indiscreto e non sai tenerti per te i nostri segreti”

“Non ho mai detto nulla del tuo essere un lupo mannaro”

“Lo so e te ne sono grato ma credo che loro si sentano traditi dal tuo comportamento”

“Non è un mio problema”, detto questo se ne andò.

James si passò una mano tra i capelli esasperato, “non pretendevo si scusasse ma neanche questo. Si comporta come un aspirante mangiamorte e sembra che ci odi”

“Non lo capisco”, ammise Lupin, “ ma è stato scorretto e capisco che lo vogliate fuori dal gruppo”

“Con certe persone la gentilezza viene scambiata per stupidità”

Lupin assentì triste, “avrei voluto poter fare qualcosa”, rimase pensieroso un attimo e Sirius lo consolò. Giocarono un poco a frisbee per tirarsi più e poi tornarono a studiare.

 

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Capitolo 4
*** Le disavventure di un piccolo topo egoista ***


Piton sollevò lo sguardo sentendo aprirsi la porta della stanza dei desideri. Vide entrare Sirius, James, Remus e Lilly.

“Hai portato i conquistatori”, scherzò Piton di buon umore.

“Draghetto”, lo salutò Sirius, “sei tutto intero?”

“Direi di sì”, sorrise, “mai stato così popolare come in questi giorni. E Black e Malfoy sono tutti gentili e con le orecchie abbassate. E’ fantastico. Te ne devo una Sirius”

“Pensavo lo stesso ma sono contento che ti sei preso la tua rivincita”

Remus si avvicinò, “venerdì e sabato facciamo una seduta di ripasso intensivo in modo da poter andare ad Hogsmeade domenica. Puoi venire ad entrambe le cose se ti va”

“Mi piacerebbe ma per essere chiari, si studia davvero alle vostre sedute di studio?”

“Certo, può non sembrare ma prendo sul serio lo studio”, disse James serio.

“Allora va bene, venite voi qui?”

Mentre si mettevano d'accordo Lilly esaminava la pozione inventata da Piton, “è molto buona”, disse apprezzando il lavoro dell’amico, “perché non partecipi al concorso apprendista curatore presentando questa pozione? Si vince una borsa di studio universitaria e 500 galeoni”

“Potresti usare le foto della mia schiena per fare vedere la progressione dei miglioramenti”, disse Sirius, “ e spiegare come la tua pozioni velocizzi il processo di guarigione”

“Sono disposto a farmi dare una frustata per avere le foto di una schiena non trattata con la pozione e fare il confronto con la schiena di Sirius che invece è stata trattata con il tuo intruglio. Dimostrebbe l’efficacia della tua pozione”, si offrì James coraggiosamente.

“Non ti colpirei mai James, al massimo mi do una frustata da solo”

“Non c’ è problema e poi mi va di aiutarti a prendere una borsa di studio; soprattutto se poi aiuterai Remus con quello che sai”

Lilly si girò versò Lupin ma non fece domande, lui si confidò, “ho un problema di salute che mi rende la vita difficile e mi fa sentire sempre stanco e Sev ha deciso di vincere il nobel trovando la cura per il mio problema”

Lilly si illuminò, “è grandioso”

“Ho bisogno di studiare parecchio per realizzare i miei sogni”, minimizzò Piton imbarazzato.

“Mi sembra un bel progetto”, disse Lilly dimostrando tutto il suo sollievo per il fatto che l’amico avesse un piano di vita che non comprendesse le arti oscure, si rivolse a Lupin, “sono dalla tua parte”

“Cerco di fare il possibile”, in imbarazzo per tutta quella attenzione e fiducia cercò di distogliere l’attenzione da se parlando a Sirius, “puoi sederti su questo sgabello e toglierti la camicia?”

Lui eseguì.

“Ti toglierò le bende e poi laverò via la pozione vecchia. Cercherò di essere delicato ma potrebbe fare male. Purtroppo è necessario”

“Vai tranquillo”

“Supporto morale?”, James si avvicinò all’amico abbracciandolo. Sirius poggiò la testa sul petto di James.

Piton fece sparire le bende e poi fece uscire dell’acqua dalla bacchetta, iniziò a pulire le ferite con una garza.

“Sono profonde”, disse Lupin sentendosi in colpa, le frustate avevano infatti lacerato la pelle ustionandole ed era successo per colpa di Peter , quest ultimo però si era unito ai malandrini per colpa di Lupin che adesso si sentiva responsabile, “non avrei mai dovuto farlo avvicinare”

“La colpa non è tua. Lo consideravo anch’io un amico ma lui fa solo i suoi interessi: usa noi per avere aiuto nei compiti e si lascia manipolare da mio fratello e Malfoy sperando di entrare nel loro giro e conoscere gente da sfruttare in futuro”, disse Sirius disgustato, “è una persona falsa che non mostra mai il suo vero volto”

“Non capisco che faccia a Grifondoro”

“Ci vuole coraggio a fare il doppio-gioco”, rifletté Lilly, “rischia di restare solo o di essere pestato”

“La voglia c’è”, James si diede un pugno sul palmo della mano.

“Si vendicherebbe svelando il segreto di Lupin”

“Terrò le mani a posto ma bisognerà tenerlo a distanza sulle cose personali”

Intanto Piton aveva scattato le foto necessarie a documentare i progressi della schiena di Sirius, poi aveva iniziato ad arrotolare la pozione con la magia e a stenderla sulle piaghe, Lilly lo guardava impressionata dalla perizia dell’altro, “posso provare?”

“Certo”, il risultato fu goffo ma lui le sorrise, Lilly ricambio con dolcezza, “hai talento”, gli disse

con genuino entusiasmo.

Lui arrossì sminuendosi. A quel punto James provò una fitta di gelosia e mosse la bacchetta per creare l’incantesimo della frustata: si colpì la schiena da solo per attirare l’attenzione su di se. Urlò per il dolore, la sensazione data dalla frustata magica era infatti orribile: come di un serpente di fuoco che gli mordeva la carne scavandola.

“Amico tu sei scemo”, rise Sirius.

“Volevo provare”, si schernì fingendo una disinvoltura che non provava per il forte dolore alla schiena.

“E lo psicologo che ne pensa?”

“Che mi metto in mostra per compensare l’insicurezza”, rise, “ma io sono solo giovane e ansioso di provare cose nuove”

“Il tuo sacrificio non sarà vano”, replicò Piton di ottimo umore: adesso poteva avere le foto di una schiena frustata senza doversi colpire da solo.

Finì di medicare Sirius, lo fasciò e poi fotografò la schiena di James per confrontare la progressione della guarigione su una ferita curata con la sua pozione contrapposta alle immagini di una ferita non trattata. In teoria questo confronto avrebbe dimostrato la validità della pozione.

Nello spogliarsi James sembrava stranamente sulle spine e Piton notò che l’altro teneva la camicia davanti la pancia per coprirla, era in forma e così Severus non capì il motivo di quel gesto finché Sirius non pizzicò il fianco di James per farlo sciogliere un po’. A quel punto Severus vide le cicatrici sulla pancia di James, quasi non poteva credere che una persona apparentemente sicura e solare come James potesse ricorrere a quel trucco per controllare le emozioni e autopunirsi. Non se lo aspettava. Potter seguì il suo sguardo e si coprì in modo precipitoso, “è di tanto tempo fa”
“Non mi devi spiegazioni”

“Voglio dartele”

Gli altri seguirono lo scambio con attenzione ma non fecero domande. Piton fece le sue foto e le ordinò su una lavagnetta con accanto il giorno in cui erano state scattate.

La settimana volò rapida, Piton vedeva gli altri tutti i giorni medicando Sirius e fotografando la schiena di Sirius e James. Lavorava inoltre con Lilly per scrivere la presentazione della pozione inventata da Piton per il concorso.

Discussero a lungo del nome da dare alla pozione e poi Lupin ebbe l’idea di chiamarla “pozione smorza-frusta”, che era un nome insolito e chiarificatore. A Piton sarebbe andato bene qualsiasi nome: gli importava solo di essere chiaro e professionale. Se la sarebbe vista con studenti universitari e doveva essere brillante. Quel progetto lo aveva motivato e rinvigorito: gli piaceva confrontarsi con avversari forti e dare il meglio di se’. Il problema era che visto le sue doti era difficile trovare qualcuno all’altezza del compito di fargli da rivale. Ma gli piaceva misurarsi ed era felice di poterlo fare con una pozione che aveva inventato di sana pianta.

Mentre era concentrato sul concorso e sul tempo passato con Lilly era anche preso dai suoi nuovi amici. Era sorpreso da quanto si fossero avvicinati rapidamente. Sembrava passata una vita da quando Sirius gli aveva passato un braccio attorno alle spalle per salutarlo, lui si era irrigidito ma piano piano quel gesto di saluto era diventato normale e Severus aveva accettato le coccole con piacere. James invece lo salutava dandogli un pugnetto leggerissimo sul braccio. Remus che era più timido lo salutava con un gesto del capo e un sorriso cordiale. Lilly invece lo accoglieva con un bacio sulla guancia e quando lo faceva Piton restava inebriato dal suo profumo e diventava rosso e imbarazzato. Ma più stavano insieme più lui si rendeva conto che lei era solo un’amica, qualcuno che credeva in lui ma che vedeva anche le sue crepe. Lei era troppo evoluta per stare con uno come lui, lo comprese e si mise il cuore in pace: non sarebbe mai stato felice con una persona che si aspettava che cambiasse la sua natura. Non era possibile e alla fine questo lo avrebbe fatto sentire sempre inadeguato e fuori posto. Decise di troncare quei sentimenti e distrarsi per stare con qualcuna con cui poteva anche parlare di arti oscure senza essere condannato. Tuttavia stare con lei gli piaceva e voleva coltivare il rapporto senza però permettere che il loro legame si trasformasse in qualcosa di romantico.

Decise di parlarne a James, sospettava infatti che l’amico avesse una cotta per Lilly e voleva che l’altro non sentisse di dover scegliere tra amicizia e amore.

Quando il gruppo entrò nella stanza dei desideri per studiare, Piton li accolse calorosamente e strinse il polso di James con fermezza: “devo parlarti”, lo tirò in disparte e fece un incantesimo mufflato per non farsi sentire dagli altri, “con questa magia gli impiccioni non possono sentirci”

“Dev’essere molto serio”

“Lo è, si tratta Lilly. So che ti piace”

James sembrava sulle spine, “deciderà lei ma comunque vada non voglio che questo rovini la nostra amicizia”

“Neanch'io. E per questo volevo chiarire che per me lei è solo un’amica e che se volessi fidanzarmi sceglierei una persona con cui mi sento più compatibile. Ma sto bene con lei e voglio continuare a frequentarla come amica. Per il resto ti lascio campo libero a patto che la tratti bene e con rispetto e che non farai niente che la ferisca”

“Non penso di piacergli”

“Gli piaci quando non fai il gradasso e ti fingi indistruttibile, lei si trova bene quando sei te stesso e mostri le tue debolezze”

“Faccio fatica a mostrare quel lato di me”

“E’ lo stesso per me ma stare insieme è anche una questione di fiducia e se non ti senti pronto a condividere le tue fragilità forse non sei pronto neanche a stare con lei”

“Proverò ad avvicinarmi”, gli strinse la spalla, forte, “grazie”

“Ho pensato che se eri disposto ad autoflaggelarti per avere la sua attenzione allora dovevi tenerci. Anche se non era necessario farlo”

James ridacchiò, “l’ho fatto perché penso che hai un bel cervello e che una borsa di studio potrebbe tornarti utile”

“Ma che altruista”

James gli fece una linguaccia, “non striscerò davanti a te Piton”

“Sei mio amico. Non te lo chiederei mai”, fu strano perché nel dirlo si rese conto di quanto si era affezionato a James e di come iniziasse a provare un affetto che non credeva di poter sentire, “scusa se ti ho ferito nel bagno”, lo disse in tono tagliente e duro, come a sfidarlo a prenderlo in giro.

“Ho anch’io le mie colpe”, gli accarezzò il braccio, “sono contento di non avere fatto danni irreparabili”

“Non sono così fragile”

“Adesso fai il macho?”, gli spinse la testa di lato scompigliandogli giocosamente i capelli. Lui finse di combattere ma lo colpì con delicatezza in modo che si rese subito evidente che non voleva fargli male. Poi James lo strinse all’improvviso in un abbraccio , Severus fu preso alla sprovvista e poi cedette a quel calore, “sei dolce”

L’aveva appena finito di dire che Sirius si lanciò su di loro stringendoli entrambi in un abbraccio, “coccole di gruppo”, disse con la sua socievolezza.

Piton sorrise dell’irruenza dell’altro ma accettò la sua presenza carezzandogli la schiena benevolo. Sirius si separò un attimo da loro, “non voglio sapere i fatti vostri ma ditemi se state bene”

“Spiegavo a James che per me Lilly è solo un’amica e che non ha bisogno di autoflaggellarsi per allontanarla da me perché io non ho intenti romantici nei suoi confronti”

Sirius lo scrutò allegro, “mi sorprendi ogni giorno di più, draghetto”

“Ha detto che siamo amici”, disse James tutto fiero, “e ha anche giocato con me senza farmi male”

“Ti accontenti di poco James”, disse Piton schietto.

“Tu non sei poco, Severus e siccome tu sei molto introverso e trattenuto le tue dimostrazioni di affetto valgono più di quelle degli altri”, gli andò vicino, e gli accarezzò il viso, “quindi inizia ad abituarti alla dolcezza e ad essere trattato bene perché adesso sei uno di noi”

“Mi sto ancora abituando alla vostra esuberanza ma penso che prima o poi cela farò”, sbuffò, “andiamo a studiare adesso?”

Si mossero verso il tavolo al centro della stanza, Remus gli lanciò uno sguardo interrogativo e Sirius rispose facendo il segno del dopo, poi non si trattenne, “ adesso abbiamo un malandrino in più”, annunciò con entusiasmo.

“Sai che novità”, disse Peter con apatia, “James posso guardare i tuoi esercizi?”

“Solo se li hai già fatti anche tu”

“Volevo farmi un’idea di come rispondere”, si giustificò lui colto in fragrante.

“Non ti faccio copiare”

“Non te l’ho chiesto, certo che sei spocchioso, sai”

“Semplicemente non è scemo”, disse Sirius sedendosi al tavolo e aprendo il libro di trasfigurazione, “alle volte ci tratti un po’ troppo da stupidi e non ci piace”

“Ce l’hai ancora con me per tuo fratello”

“Le frustate non sono ancora guarite e tu non ti sei scusato quindi no, non mi è passata”

“Se proprio un bambino e siete diventati antipatici”
“Credo che vorrebbero solo sentire che ci tieni e che non stai con noi solo per essere aiutato nei compiti o per fare lo splendido con gli altri”, disse Lupin con tono dolce, “tutto qui. A volte sembra che non t’importi di noi”

“Credevo fossimo qui per studiare e non per un processo ma se ho capito male me ne vado”

“Non sarebbe una cattiva idea visto che nessuno ti ha invitato”, commentò Sirius cinico.

“Per me puoi restare”, concesse Lupin, “ma non tirare troppo la corda perché dopo un po’ le persone si stufano e tu resti solo. Sei vicino a quel punto di rottura”

“E con questo possiamo iniziare”, James fece cadere pesantemente un raccoglitore sul tavolo, Minus lo guardò con avidità.

“Qui dentro ci sono i miei riassunti e i miei approfondimenti. Potete consultarli a patto che rimettiate tutto dove lo avete preso e che non rovesciate bevande sui fogli”,James guardò Peter, “tu sei escluso. Hai detto a tutti i miei problemi personali dimostrando di non essere affidabile e di non tenere a me quindi mi dispiace non ti farò sfruttare il mio lavoro per prendere dei voti che non ti meriti. D’ora in poi se vorrai andare bene dovrai iniziare a lavorare sodo”

“Hai visto come mi trattano?”, piagnucolò in direzione di Lupin.

Severus fu infastidito da quel tono lagnoso: dal suo punto di vista era già fortunato se James non lo aveva preso a pugni; pretendere anche di continuare a sfruttarlo era troppo.

“Sei stato scorretto Peter, hai parlato delle violenze subite da James con degli estranei non tenendo conto di quanto quei fatti fossero dolorosi per lui. Non ti è importato che lui non voleva che si sapessero e sei andato a parlarne con due dei peggiori Serpeverde che frequentano questa scuola. E hai sbagliato anche con Sirius, non puoi non rendertene conto ne’ pretendere il perdono senza scusarti”.

“L’ho fatto solo perché tu mi hai escluso”

“Una ripicca, molto maturo Peter”, commentò Sirius ironico, “che ne dite di studiare?”

Iniziarono e Piton si trovò subito bene con gli altri. Gli approfondimenti di James erano fatti bene e Lupin conosceva un sacco di trucchetti per memorizzare che ti aiutavano a mandare giù anche i termini tecnici più ostici e i nomi più strani. Lupin gli aveva insegnato inoltre a fare l’incantesimo di mescolamento per confondere le lettere dei nomi che dovevano memorizzare, facendolo più volte e rimescolando sia lettere che sillabe riuscivano a fissare l’attenzione sull’ordine di lettere e sillabe che componevano un nome e ricordare le cose con più facilità. Era un asso degli schemini e si era procurato i compiti in classe degli anni precedenti di tutte le materie, cosa che in storia della magia garantiva il massimo dei voti. Il professore infatti era abitudinario e lasciava sempre gli stessi compiti facendo solo poche variazioni di volta in volta. Quello che importava però era che gli esercizi dove bisognava inserire le date degli eventi descritti era sempre uguale. Quella era la parte rognosa dei compiti del prof perché l’insegnante inseriva sempre degli eventi poco rilevanti di cui nessuno sentiva il bisogno di memorizzare la data, chiedeva inoltre giorno, mese e anno in cui era avvenuto qualcosa e se sbagliavi anche solo una delle tre cose segnava come errata tutta la cronologia e ti toglieva un punto anche se tutto il resto era giusto. Quelle cronologie mietevano più vittime delle domande e anche per più bravi era arduo andare oltre la sufficienza proprio per via di quell’esercizio; avendo però le cronologie degli anni passati si poteva aggirare l’ostacolo e fare tutto giusto.

“Come te le sei procurate?”, chiese Piton con ammirazione.

“Le ho comprate dagli studenti dell’anno scorso”, disse Lupin con fierezza, “faccio così dal secondo anno e non ho mai preso meno di A”

“Avrei dovuto pensarci io”, si rimproverò Piton.

“Anche i migliori Serpeverde a volte perdono colpi”, scherzò James divertito.

La cosa che sorprese di più Piton non furono però ne’ gli appunti di James ne’ la perfetta strategia di Lupin: quello che lo colpì maggiormente fu Sirius.

Quando finirono di studiare difesa e storia della magia passarono a trasfigurazione, Lupin aveva un problema che non gli faceva venire la magia, “mi aiuti?”, chiese con umiltà a Sirius.

Black fece una magia che generò un laccio magico che legò il polso di Lupin al suo.

Piton non comprese subito a cosa servisse quella magia ma poi vide Lupin eseguire l’incantesimo e illuminarsi capendo l’errore, “non funziona perché blocco la magia a livello del gomito”, sorrise a Sirius, “riprovo”, ci riuscì subito eseguendo una magia pulita e potente. Degna di un mago di talento come Lupin.

A quel punto anche James si avvicinò a Sirius che fece lo stesso legamento magico fatto con Lupin. A quel punto Severus comprese che quell’incantesimo era una magia d’immedesimazione che permetteva a chi veniva legato a Sirius di percepire la magia allo stesso modo in cui lo faceva Black che essendo un purosangue aveva una comprensione profonda della magia e la sentiva in modo intenso in tutte le sue parti; ne conseguiva che il suo controllo su di essa era maggiore degli altri.

Piton era sorpreso che l’altro fosse disposto a condividere questa sua capacità con tutto loro. Di certo Black e Malfoy non lo avrebbero mai fatto perché consideravano il loro dono un segno della loro superiorità. Sirius era diverso, lo guardò, “non so con quanta intensità senti la magia ma se vuoi puoi provare a percepirla come me”

Piton si alzò in piedi, emozionato e impaziente davanti l’opportunità di sentire la magia con la chiarezza di un purosangue. Accettò l’incantesimo di immedesimazione e poi eseguì l’incantesimo,

subito Piton percepì la sua magia scorrere nel suo corpo, incanalarsi nella bacchetta e poi venire fuori avvolgendosi attorno all’oggetto da trasformare. Fu emozionante.

Severus non aveva mai percepito la sua magia in modo tanto chiaro, di solito infatti sentiva solo una sorta di elettricità indistinta mentre Sirius avvertiva la magia in tutte le sue sfumature: era una sensazione inebriante e bellissima.

“Posso riprovarci?”, chiese Piton emozionato.

“Vai tranquillo”

Piton lo rifece e si sorprese nel rendersi conto di potere percepire parti della magia che lui aveva studiato solo in teoria. Era bellissimo.

“Grazie”, disse di cuore, “mi hai aperto un mondo”

“Ci arriverai anche tu. Solo tra qualche anno, può succedere prima se fai i giusti esercizi, io li faccio da quando sono piccolo e per questo sento la magia in profondità”

“Stai dicendo che non è un dono innato?”

“Forse c’è una predisposizione ma senza duro lavoro non sarei arrivato a tanto”, piegò la testa di lato, “ti presto i libro con gli esercizi che ho fatto io. Per ottenere un miglioramento devi esercitarti per 15 minuti al giorno. In questo modo progredisci molto in fretta. Almeno all’inizio poi diventa tutto monotono e lento ma serve”

Severus si sentì riconoscente, aveva davvero compreso quell’incantesimo e la traccia magica che aveva sentito gli era rimasta impressa dentro emozionandolo.

Poi James si alzò, stanco per il tanto studio, distese la schiena allungandosi verso gli altri, “non so voi ma io devo esercitarmi a sviscerare le lumache senza smembrarle.”

“Usa la magia”, suggerì Piton.

“Divertente”, ribatté James, “ma è un problema serio”
“Infatti non scherzavo”, si alzò in piedi guardò il soffitto, “stanza dacci delle lumache”, ne apparve un secchio, “Adesso guarda. Devi prendere la lumaca con due dita e dare un colpetto con l’indice facendo un incantesimo di disgiunzione. Poi giri il guscio verso il basso e fai un incantesimo di spostamento per fare venire fuori la parte molle. Ed ecco.”, disse facendo venire fuori la parte molle della lumaca del tutto intonsa.

“Geniale”

“Era nel libro che mi hai dato”, disse Piton rivolto a Sirius.

“Sapevo che lo avresti apprezzato e questo incanto sembra davvero utile”, prese una lumaca ed eseguì la procedura fatta da Piton: la parte molle della lumaca venne fuori intera.

Ci provò anche James ma nel suo caso la lumaca venne fuori con un taglietto.

“Solo un piccolo problema di visualizzazione”, disse Piton incoraggiante, “se usi la pozione mostra interno ti verrà più facile visualizzare”, lo aveva appena finito di dire che la stanza gli fornì una bottiglietta con la pozione. James ne mise un po’ sulla lumaca con il contagocce e così il guscio divenne trasparente e James poté vedere la forma interna della lumaca eseguendo un perfetto incantesimo di disgiunzione. La lumaca venne fuori integra.

Peter sembrava curioso, “ a cosa serve la visualizzazione?”

Severus fece una smorfia, Peter infatti aveva già fatto quella domanda qualche giorno prima ma evidentemente non aveva compreso la risposta. Doveva essere davvero tardo se al quarto anno non sapeva nemmeno che la visualizzazione era alla base di ogni incantesimo perché immaginare il cambiamento desiderato era un elemento primario della magia e era il primo passo per ottenere il risultato voluto.

James gli spiegò pazientemente la cosa e lui lo guardò con uno sguardo vacuo che fece pensare a Piton che l’altro non avesse capito nonostante James fosse stato chiaro. Probabilmente anche Potter ebbe la stessa impressione perché consigliò all’amico dei libri di base che in genere si leggevano al primo anno. Peter non si appuntò i titoli e non sembrava granché interessato. Piton ne fu infastidito: odiava la sua indolenza e incapacità e trovava ridicolo che Minus non si rendeva conto che l’unico motivo per cui aveva passato in qualche modo i tre anni precedenti era proprio per il supporto dei suoi amici.

Amici che lui disprezzava e che tradiva ogni volta che poteva per avere l’attenzione dei prefetti di Serpeverde che lo usavano a loro piacimento e lo disprezzavano in segreto. Era assurdo. Piton sbuffò e si dedicò a ordinare gli ingredienti di pozione per distrarsi.

Si esercitarono sul modo giusto di trattare gli ingredienti con la magia e Piton si sentì gratificato nel vedere la velocità con cui Lupin, Black e Potter apprendevano e mettevano in pratica le sue istruzioni: erano tutti e tre studenti brillanti e Minus non c’entrava niente con loro. I tre infatti eccellevano sia nello studio che in altre attività. Potter era un cercatore abile e preciso. Black studiava contrabbasso e violino al conservatorio e si dilettava anche con la chitarra. Lupin faceva volontariato in un’associazione che aggiustava con la magia dei giocattoli rotti che sarebbero stati inviati negli orfanotrofi , negli asili e nei centri diurni dei paesi poveri. Un pallone o un triciclo per quei bambini diventavano una vera fonte di gioia e un modo per sfogarsi che li aiutava ad avere un’infanzia più felice. I giochi cognitivi come i puzzle, i mattoncini e i chiodini aiutavano invece i bambini a sviluppare l’intelligenza, imparare a concentrarsi e sviluppare le abilità che gli sarebbero servite anche a scuola. Lupin aveva 14 anni ma era capace di capire queste situazioni e darsi da fare per aiutare i bambini meno fortunati, le sue azioni erano davvero notevoli e degne di apprezzamento: Lupin era un ragazzo maturo e sensibile. Remus era anni luce più evoluto di Minus che non era capace neanche di capire che se qualcuno ti confida di essere stato violentato dal patrigno non bisogna parlarne in giro.

Piton si trovò bene con loro. Fin dal primo anno aveva sofferto il fatto di essere più brillante e studioso dei suoi coetanei che lui reputava svogliati e lenti e che lo annoiavano con i loro occhi bovini e la loro mediocrità. I malandrini erano diversi e lui si sentì subito a suo agio con loro. Gli piacevano.

Lilly entrò nella stanza quando stavano finendo di ripulire i ripiani dalle cose di pozioni. La ragazza portava con se’ una teglia coperta da un fazzoletto quadrettato da cucina. L’odore che emanava faceva venire l'acquolina in bocca, “di ritorno dalla lezione di cucina”, disse Lilly con il suo solito entusiasmo, “vi ho portato dei tacos”

“Sei una grande”, disse Sirius estraendo delle burrobirra gelide dal suo zaino.

Lupin condivise una crostata di ciliegie di sua madre. James mise al centro delle crepes alla nutella.

Piton invece aveva trovato difficoltà a scegliere qualcosa da portare ma poi aveva preso molta frutta dalla tavolata e aveva preparato delle ciotoline di macedonia, “potete coprirla con uno degli sciroppi. C’è vaniglia, menta o amarena”

“Interessante”, disse Sirius studiando le bottigliette, “hai avuto una bella idea”.

Piton non rispose, scrutava Peter che era l’unico a non avere portato niente, come al suo solito pretendeva di prendere senza dare nulla. Il suo disprezzo per quel ragazzo cresceva di più ad ogni minuto.

James prese un tacos, “buon appetito”, lo mise in bocca praticamente intero, chiuse gli occhi per assaporarlo e deglutì, poi alzò i pollici in segno di apprezzamento.

Piton fu più discreto ma li trovò davvero magnifici. In pochissimo tempo finirono tutto e non restarono che briciole e contenitori vuoti, “visto che non hai portato niente laverai i piatti”, sentenziò Sirius all’indirizzo di Minus.

“Chiama uno dei tuoi elfi domestici”

“Ma che modi sono?”,replicò Sirius infastidito, “non puoi mangiare a sbafo e farci anche lavare i piatti. Fai la tua parte”

“Non sono un servitore”

“Si tratta di ricambiare lo sforzo degli altri”, spiegò Lupin con comprensione, “ci penso io”

“No”, Sirius gli prese il braccio, “facciamolo dopo, vuoi?”

Remus si sedette e Sirius lanciò uno sguardo acido a Peter che con una incredibile faccia di suola fece finta di niente.

Quando Sirius fece apparire una chitarra Piton temette che lui volesse romperla in testa a Minus invece si mise tranquillo informando gli altri che avrebbe suonato l’assolo di una canzone dei Pinkfloyd che Piton non conosceva. Iniziò a strimpellare tirando fuori una melodia gradevole e ragionevolmente simile all’originale.

Terminò e si alzò inchinandosi giocosamente per farsi applaudire.

“Ci sei riuscito studiando da autodidatta?”, chiese Severus mezzo assonato per il lauto pasto.

“Suono ad orecchio”

“Significa che riesci a riconoscere le note soltanto ascoltando un brano?”

“Con un po’ d’impegno riesco ad ricostruire gli accordi”, disse Sirius, “la musica è il mio elemento e la studio fin da piccolo”

“La nostra futura rock star”, scherzò James passandogli un braccio attorno al collo con affetto.

Lavarono i piatti mentre Peter si faceva i fatti suoi ignorando le frecciatine di James e le riflessioni di Lupin che cercava di farlo ragionare porgendogli una pezza con cui asciugare le teglie. Peter la buttò a terra, arrabbiato, “io non sono un servo”.

“Lo stiamo facendo tutti”, disse James nervoso, “tu non sei speciale”.

“Neanche tu: sei solo bravo a pavoneggiarti ma non vali così tanto”

“Allora smetti di cercare i miei riassunti e esci con gente che ti piace di più”

“Come vuoi”, disse lasciandosi cadere mollemente sul divano, “spiegami però perché non ti sei difeso dal tuo patrigno, voglio dire se non ti piaceva davvero farlo con lui perché non gli hai scagliato un incantesimo o non hai chiesto aiuto? No tu sei restato calmo e remissivo perché ti piaceva e ti sei inventato la storia dello stupro solo per non volerlo ammettere’”.

Potter s’irrigidì, “questo è troppo”, dichiarò. Poi mosse la bacchetta e trasformò Minus in un topo, lo prese per la coda, “tu non sei più il benvenuto”

“Racconterò tutto ai prefetti, che volete diventare animagus, che Lupin è un mannaro e che avete una stanza segreta”

“Come osi. Io ti ho sempre difeso”, disse Lupin rosso di rabbia, “mi tradiresti solo per ripicca?”

“Non lo farà”, dichiarò Piton fermo, avvicinò Minus, mosse la bacchetta con eleganza ed eseguì un perfetto incantesimo di cancellazione della memoria, ci volevano delle buone abilità di leggimazia per farlo e individuare tutti i ricordi riguardanti qualcosa. Ma lui aveva un’ottima predisposizione in quella materia e lo fece senza problemi,lo sguardo di Minus divenne vuoto. “noi non facciamo niente d’importante. Ci incontriamo solo per studiare sui libri avanzati e approfondire gli argomenti di studio. Ci vediamo in un’aula vuota al terzo piano. E’ tutto quello che sai di noi”

Lilly raccolse lo zaino di Minus, ci guardò dentro e poi estrasse un fascicolo dal suo zaino, “vuoi ancora prestargli i tuoi appunti , James?”

“Non glieli avevo mai dati”, si arrabbiò lui, innervosito per il fatto che Peter aveva rubato i suoi appunti nonostante lui avesse chiarito che non voleva prestarglieli.

Sirius aiuto Lilly a frugare nello zaino di Minus alla ricerca di altri approfondimenti che non avrebbe dovuto avere.

Nel mentre James faceva dondolare Minus per la coda mentre quello piagnucolava atterrito.

Quando Sirius e Lilly finirono la perquisizione portarono fuori lo zaino, James iniziò a far dondolare Minus per la coda mentre quello urlava, alla terza oscillazione lo lanciò fuori dandogli un calcio magico per farlo volare più lontano, si voltò verso gli altri fingendo di pulirsi le mani e richiuse la porta, “quando è troppo è troppo”

“Non conoscevo questa parte di te”, dichiarò Piton divertito, “ e io che credevo che mi odiassi. Evidentemente ti ho solo infastidito”

“In passato mi stavi antipatico ma tu sei anni luce diverso da Minus perché hai un cervello ben oliato tra le orecchie e sei leale e abbastanza sveglio da non farti circuire da dei maghi oscuri scaltri”, James si girò verso Lupin, “mi dispiace”, disse triste, “so che gli volevi bene e che hai fatto il possibile per aiutarlo ma credo che lui abbia bisogno di capire da solo chi sono i suoi veri amici e che invece vuole solo sfruttarlo per poi gettarlo via come una pezza vecchia”

“Non posso credere che abbia minacciato di svelare a tutti il mio segreto”, si rivolse a Lilly, “so che la licantropia sembra terribile ma non è colpa mia se sono così e io mi trasformo in un posto chiuso dove non posso fare male a nessuno e in questo modo posso evitare di fare ad altri quello che altri hanno fatto a me”

“Non lo dirò a nessuno”,garantì Lilly con grande serietà, rivolse uno sguardo curioso a Piton, “tu vuoi inventare una cura per la licantropia?”

“Sarebbe bello. In fondo Lupin è una brava persona e lui merita la possibilità d’integrarsi e fare una vita il più normale possibile”.

“Sei gentile a dirlo”, commentò Lupin turbato dal comportamento di Peter, “mi sarebbe piaciuto riuscire a dargli ciò di cui aveva bisogno”

“Peter si è illuso perché mio fratello e Malfoy lo hanno invitato ad una riunione di Lumacorno. E’ convinto di essere uno di loro e per questo ci ha scaricato”, Sirius fece schioccare le labbra, “deve capire da solo il suo errore e imparare a valutare meglio le persone. Diventare il suo zerbino non l’avrebbe aiutato”

“Avrei voluto riuscirci”, disse Lupin amareggiato.

Tornarono a studiare procedendo in modo più spedito grazie all’assenza del distrattore Minus.

Peter intanto prese a girovagare per il castello annoiato e risentito. Black lo vide, “non dovresti studiare con gli altri?”

“Li ho mollai: troppo presuntuosi e pieni di se’ e poi passano le giornate ad approfondire le cose sui libri universitari. Sono noiosi”

“Dovresti prendere esempio da loro e darti da fare per migliorare i tuoi voti”

“Ho studiato tutto il giorno ma adesso ho voglia di svagarmi alla festa di Lumacorno”

“Festa a cui non sei invitato”
“Avevi detto che mi avresti portato”, gli rispose risentito.

“Ma adesso che hai lasciato il gruppo non mi sei più di nessuna utilità”, disse in tono freddo, “o pensi che ti avrei invitato per amicizia”, chiese in tono beffardo,rise, divertito, “era solo una gratifica per il tuo lavoro ma io non mi mescolo con i plebei che sanno a malapena usare una bacchetta”, il suo volto era gelido e inespressivo, “sei tanto mediocre da aver buttato la chiave per avere accesso al nostro mondo”, ruotò su se’ stesso irato.

Peter si sentì travolgere dall’odio per l’umiliazione subita. Lo smacco bruciava tantissimo e tornò nel dormitorio sentendosi distrutto. Per qualche motivo però l’odio verso Black e Malfoy si trasformò in odio verso James e gli altri che lui riteneva i veri colpevoli di quella situazione per averlo sempre trattato come un babbeo e averlo allontanato dal loro gruppo troppo esclusivo per lui. Pianificò una vendetta, avrebbe chiesto perdono per rientrare nelle grazie dei suoi ex amici e quando si sarebbe presentata l’occasione giusta avrebbe sferrato il colpo finale per vendicarsi. Rincuorato dal quel proposito si dedicò a pianificare una strategia per fargliela pagare. Fatto questo si sentì meglio.

Nel mentre i malandrini avevano finito di esercitarsi e si erano accordati per andare ad Hogsmeade il giorno dopo. Piton era impaziente e ansioso: non aveva mai avuto modo di socializzare e fare uscite di gruppo come quella e aveva paura di sbagliare qualcosa e tornare ad essere un reietto proprio nel momento in cui era stato finalmente accettato.

In realtà si accorse che stare con gli altri era più semplice del previsto e che stare insieme rendeva belle e speciali anche delle cose ordinarie. Il gruppo andò in banca perché Piton volle aprire un conto per minorenni dove versare i guadagni delle ripetizioni. Poi andarono a giocare a bowling magico e a pattinare. Si recarono in un erboristeria dove Sirius comprò due bottiglioni di un decotto contro i brufoli,“a 14 anni mio fratello si è ricoperto di brufoli”,aveva detto, “io preferisco non rischiare”

“Ti seguo a ruota”, aveva detto James tutto serio comprando a sua volta un bottiglione, “voi?”

“Passo”, aveva detto Lupin divertito dall’importanza che i suoi amici davano al loro aspetto.

“Io affronterò il problema quando si presenterà”, disse Piton pomposo.

“Tu sei un vero uomo”, scherzò Sirius divertito dandogli un pugnetto al braccio.

“Non ho nessuna ragazza per cui farmi bello e per preparare pozioni non conta l’apparenza”

“Neanch’io ho una ragazza ma lo faccio per me stesso”, ridacchiò, “sono sempre un Black e non posso andare in giro trascurato”

Piton sorrise sarcastico, c’era una punta dell’atteggiamento dei Black anche in Sirius ma era attenuato da altre qualità.

Andarono al cinema ridendo mentre sgranocchiavano dolci e facendo battute sarcastiche sul film. Piton non era mai stato al cinema e ne restò profondamente impressionato.

Tornarono alla scuola sentendosi appagati, Lupin gli sfiorò la mano, “Sev puoi venire con me? Vorrei mostrarti una cosa”

Lui lo seguì in un rifugio sotto il platano picchiatore,l’interno era scarno e piccolo, “qui è dove mi trasformo”, spiegò Lupin, “io non posso controllarmi quando mi trasformo ma essendo responsabile quando sono me stesso posso evitare di fare del male agli altri anche quando divento lupo. La responsabilità e ciò che mi rende umano e che mi impedisce di fare prevalere la mia parte animalesca. Te ne parlo perché mi fido di te e voglio che tu sappia che ho scelto di non mettere in pericolo gli altri”

“Lo rispetto e stimo la maturità con cui affronti la cosa”, disse riflessivo, “ma avrei voluto che mi appoggiassi quando ho cercato di spiegare agli altri che starti vicino come animagus quando sei un mannaro è pericoloso. Penso che dovresti cercare di proteggerli dalla loro impulsività ed evitare di fargli male involontariamente. Basta un graffio per trasformare uno di loro e può succedere anche se diventano animali grossi, anche giocando. Non mi sembra una buona idea ma se vuoi compagnia posso provare a diventare un corvo e starti vicino fino al cambiamento e poi volare via. Ma non mi sembra sicuro”

“Lo so ma ho pensato che diventare animagus gli avrebbe richiesto degli anni e che quando ci fossero riusciti avrebbero avuto la maturità di capire che non è saggio agire così”

“Non penso che ti vorrebbero meno bene se tentassi di proteggerli e spiegargli il problema. Per esempio io ho detto a Sirius una cosa spiacevole che ho fatto da piccolo ma non mi ha respinto. Lui non è giudicante. E James è molto forte e protettivo ma ne ha passate tante e non credo che rischiare di diventare un lupacchiotto gli farebbe bene”

“Ho paura di fare la cosa sbagliata e di perderli”

“Anch’io. Non sai quanto temo di commettere uno sbaglio che mi faccia ricascare nel pozzo di solitudine dove vivevo prima di conoscervi”

“Io non ho mai avuto amici prima di venire qui”, disse Lupin, “temevo che qualcuno scoprisse qualcosa del mio problema peloso. Gli sono riconoscente per avermi accettato”, sorrise mesto, “sembra patetico”

“Se lo sei tu figurati io”, sbuffò, “gli parlerò io e ti lascerò fuori”, gli accarezzò il viso con il dorso, “grazie per avermi mostrato tutto questo”, strinse i pugni combattivo, “per favore tieni duro finché non troverò una cura”

Lupin sorrise, “se c’è uno che può riuscirci sei tu”

“Sono testardo e le pozioni sono il mio mondo”, si morse il labbro, “sono stato troppo aggressivo?”

“Mi piace la tua schiettezza: la preferisco mille volte alla falsità di Minus”, fece schioccare la lingua irritato, “sai che è venuto a scusarsi? Ma l’ha fatto solo perché Black gli ha detto che senza le informazioni non valeva niente quindi è tornato all’attacco per imbrogliarci di nuovo”

“Che verme”, disse Piton irato, “ma se non vi apprezza è un suo problema. Non dipende da voi”

“Lo so”, gli sfiorò il braccio, “metticela tutta”

Uscirono di lì insieme sentendosi vicini e parte della stessa squadra. Avevano in comune più di quanto si potesse dire ad una prima occhiata. Entrambi si erano sentiti molto soli ed incompresi ed entrambi avevano avuto James e Sirius come primi amici ed erano stupiti e riconoscenti per questa attenzione e per l’affetto ricevuto da loro. Erano lusingati e anche un po’ convinti di non meritare quella fiducia. Per loro era tutto nuovo e non sapevano bene come muoversi con i loro primi amici.

Ma si sentivano bene e non volevano rinunciare a quella sensazione.

Raggiunsero l’entrata del castello, “come avete scoperto la cosa di Minus?”,chiese Piton curioso.

“James gli ha offerto del succo di zucca con del veritasum dentro”, Lupin sorrise, “l’ha preso nella stanza dei desideri. Ha vomitato tutta la verità senza filtri”

Piton sorrise, “se l’è cercata”, in fondo essere gentili era ben diverso da essere zerbini. I tre suoi nuovi amici capivano questa differenza. Era una buona cosa.

Si salutarono.

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Capitolo 5
*** Il primo combattimento ***


Il mese successivo fu passato a perfezionare la pozione smorza frustate inventata da Piton e a preparare il materiale da inviare al concorso. Fu un sollievo farlo. Piton era consapevole di aver fatto un buon lavoro ma non osava sperare di vincere, gli sembrava che gli altri dovessero avere per forza qualcosa più di lui e che in confronto a loro lui fosse una specie di impostore che non meritava la vittoria. Tuttavia la sua pozione funzionava e la presentazione era buona. Di sicuro aveva fatto un buon lavoro, la vittoria sarebbe dipesa dal valore delle idee degli altri concorrenti, non aveva potere su quello. Quindi si dedicò alle sue ripetizioni e all’impresa epocale di diventare animagus. Era una sfida che lo solleticava nel profondo spingendolo a dare il meglio di se’.

Non era per niente facile, si iniziava a trasformandosi in un animale invertebrato come la medusa per iniziare a fare pratica ma anche fare quello necessitava una concentrazione perfetta e un controllo magico impeccabile. Ci voleva molto esercizio, lavorando sulla magia senza bacchetta per imparare a sentirla in modo totale e ci si esercitava sulla meditazione per coltivare la concentrazione e cercare di capire la forma animagus definitiva. Quando si era giovani infatti ci si poteva trasformare in qualsiasi animale si voleva, crescendo però la magia si irrigidiva e si poteva trasformare in un unico tipo di animale. Con la meditazione si cercava di guardarsi dentro, ascoltarsi e riconoscere la propria forma animagus.

Passarono molti mesi ad esercitarsi e nel farlo il loro potere magico aumentò: James iniziò a padroneggiare gli incantesimi non verbali, lui fu il primo a diventare una splendida medusa dal colorito rossastro, bella e armoniosa. Tornare normale gli causò qualche fastidio e nel farlo si ruppe un braccio che Piton riaggiustò con la magia. Tentare quelle magie aveva permesso a Piton di migliorare di molto le sue abilità di soccorritore permettendogli di padroneggiare la pratica in modo più completo, il suo professore di primo soccorso ne era sorpreso e diceva spesso che Severus aveva la bravura di una persona che fa quel lavoro da molti anni. Difficile spiegargli che aveva raggiunto quel livello aiutando i suoi amici che provavano a diventare animagus. Se ne sentiva fiero, gli piaceva essere uno studente brillante e anche che gli altri gli riconoscessero il suo valore. Lo gratificava e per una persona che come lui non si piaceva molto era importante.

Lupin era quello che riusciva a raggiungere un livello di concentrazione più elevato e fu anche il primo a scoprire la sua forma animagus definitiva: un riccio.

Lo seppe con sicurezza e lo comunicò agli altri con allegria, “un animale carino e timido”, commentò Sirius divertito, “proprio come te”.

Lilly aveva deciso di non partecipare a quegli esercizi perché aveva già il corso di duello, di cucina e partecipava al giornalino della scuola scrivendo articoli sulle scuole e la cultura dei paesi poveri. Aveva deciso inoltre di fare volontariato insieme a Lupin aggiustando giocattoli rotti da inviare ai bambini dei paesi poveri. Quella settimana avevano aggiustato e ricolorato un trenino di legno e delle trottole; nel farlo pensavano a quanto potesse essere bello per dei bambini avere quei giochi e poter fare i bambini almeno un’ora al giorno sfogando col gioco le proprie ansie e preoccupazioni e imparando a concentrarsi. Lilly amava quel volontariato perché permetteva di spedire un sorriso ai bambini più sfortunati. C’era una bella amicizia tra lei e Lupin, entrambi erano molto empatici e sensibili ai problemi delle altre persone e per questo si capivano al volo. In generale però Lupin piaceva a tutti perché era gentile e sapeva ascoltare senza giudicare. Era un ottimo amico.

“Tra poco avrai presto compagnia”, disse Sirius con entusiasmo.

Lupin tentennò un attimo, poi parlò chiaro, “non è una buona idea”

Sirius lo scrutò perplesso, “dimmi che non ti sei fatto contagiare dal pessimismo di Severus”

“Non è pessimismo. Io sono un lupo mannaro e so come funziona meglio di tutti voi che avete letto solo libri. Vorrei che mi ascoltaste”, disse in modo risoluto, “per favore”, disse con garbo.

“Cosa vuoi dirci?”

“Che un licantropo è molto più di un semplice lupo; è più veloce, impulsivo e ha una percezione maggiore dei suoni. Inoltre è un essere magico in grado di compiere magie. Quando ero piccolo i miei genitori mi facevano trasformare in un granaio ma una volta io ho sentito il rumore di una talpa che scavava a km da dove ero io. Ne ero infastidito e non so come mi sono ritrovato fuori dal granaio e vicino la talpa, a km da casa mia. Non ho sbranato un babbano per pura casualità. Se facevo questo a sei anni figurati cosa può fare un mannaro adolescente. Quindi no ragazzi non vi permetterò di diventare il mio spezzatino di cervo e di cane perché vi voglio bene e non mi perdonerei mai se dovessi farvi male”, aveva parlato di corsa ma con chiarezza, “ma sono disposto a partecipare ad una scampagnata animagus e a correre con voi nel bosco di notte purché non ci sia la luna piena. In quel momento è troppo pericoloso”

Ci fu un attimo di silenzio, “stai dicendo che da mannaro puoi smaterializzarti?”, disse Sirius curioso, “grande”

“Finché non aggredisco qualcuno. I miei hanno imparato infatti a proteggere il mio granaio con degli incantesimi antismaterializzazione che protegga gli altri da me ma sarebbe tutto vano se dei Grifondoro spavaldi decidessero di venirmi a trovare durante la trasformazione rischiando di diventare il mio spuntino”

James sorrise, “ e secondo te le dimensioni grandi non ci proteggono?”

“Un lupo normale è perfettamente capace di mangiarsi un cervo”, disse rivolto a James, “e un cane può lottare con un lupo e sopravvivere ma riporterebbe gravi ferite. E un lupo mannaro è molto più feroce e potente di un lupacchiotto babbano quindi no non è una buona idea”

“Non avevo mai sentito parlare di un mannaro che si smaterializza”

“Perché gli studi sulla licantropia sono viziati dai pregiudizi dei maghi contro i lupi e viceversa. Non si sono mai stati fatti studi seri e i licantropi mantengono il riserbo più totale”, intervenne Lilly che si era documentata leggendo tutto il possibile sull’argomento.

“Ma se un mannaro ti spiega come funziona io gli crederei”, disse Piton, “anche perché non mi va che i miei amici diventino spezzatino o vengano incriminati per essersi mangiati qualcuno. Ho faticato a farmi degli amici e non mi va di ricominciare tutto daccapo e cercarmi altri amici. Fate i seri”

Sirius ridacchiò, “non tengo neanch’io a diventare un lupacchiotto”

James si scoprì il braccio e finse di azzannarselo, “non va bene”, disse palpandosi il braccio, “poca carne e tanto osso”,fece l’occhiolino a Lupin, “se mi mordessi ti romperesti un dente”

Severus soffiò dal naso infastidito dall’idiozia di James, Potter invece si girò verso di lui divertito, “si chiama sdramatizzazione Piton, si usa per fare ridere un amico che è teso e a disagio e farlo rilassare”

“Io sono un serpeverde e ho solo abilità di socializzazione di base, non conosco le tecniche avanzate”, disse tranquillo, “ma da quello che ho visto tu sei un maestro della sdrammatizazione e dovrebbero darti l’oscar”

“Modestamente”

“E il vincitore di quest anno è.. James potter”, disse Sirius fingendo di tenere un microfono in mano.

James finse di inchinarsi.

“Tutto molto interessante”, tagliò corto Lupin, “ma io sono ancora affamato e voglio verificare che mi abbiano servito un cervo di buona qualità”, tastò il braccio di James, gli diede un annusata e una leccata che fece ridere tutti, “abbastanza polposo, carne tenera che va giù bene, si consiglia un vino rosso con retrogusto speziato”, disse con aria seriosa. James si piegò in due dal ridere.

“Certo che in quanto a sdramatizzazione non scherzi neanche tu”, disse Piton caustico.

Lupin gli lanciò un’occhiata divertita e tornò ad esaminare il braccio di James, “è un bel braccio ma un mannaro ti sbriciolerebbe l’osso con facilità e se lo mangerebbe intero, fa attenzione”

“Buono a sapersi”

“Il nostro lupacchiotto mordace”, disse Sirius affettuoso abbracciandolo da dietro, “mi spieghi perché ti riferisci a James chiamandolo cervo e hai dato del cane a me?”

“Mentre meditavo per trovare la mia forma animagus ho visto qualcosa di voi tre. Potrei sbagliarmi ma credo che James sia un cervo, che Sirius sia un cane e Piton un corvo dalle piume nero bluastre. Ma non sono sicuro”, aggiunse con umiltà.

“Dimmi almeno che non sono un barboncino”, supplicò Sirius scherzosamente

“Sei un grosso cane col pelo lungo e scarmigliato. Il cane che ho visto aveva un aspetto simpatico”

“Ti si addice”, commentò Severus rigido, “ hai un indole giocosa e fedele come un cane”

“Grazie”, gli zumpò vicino cominciando a muoversi in circolo e a graffiargli le gambe con le mani, “portami fuori, portami fuori”,Piton non si era ancora abituato all’esuberanza degli amici e non sapeva come reagire, la risolse dandogli benevoli colpetti sulla testa e ordinandogli di andare a cuccia.

Sirius si alzò stizzito, “che antipatico”, gli fece una linguaccia.

Piton lo fronteggiò serio, “come dicevo sei un cane perfetto”

Sirius scrollò le spalle e lo ignorò, “grosso cane nero, mi piace”

“Io avrò un sacco di problemi con le corna”, disse James pensieroso, “ma potrò divertirmi a correre veloce e ti porterò in spalla perché i ricci non sono molto veloci, dovrai tenerti ben stretto però”

“Ci sto”

Accordatosi su quella questione presero a studiare , Piton scrutò Sirius, “io non so scherzare”

“Lo so, faccio anche la tua parte”

“Grazie per la comprensione”, buttò li casualmente, “un cane è un bel animale.”

“Anche il corvo. E’ un animale intelligente, può volare e se qualcuno lo infastidisce puoi cavargli gli occhi e scappare via. Non male”

“Io lo vedo come un animale fiero e anche un po’ schivo. Come me”

“Ha senso”

Tornarono a studiare.

 

Quando finirono Sirius propose di esplorare la stanza dei desideri facendo apparire un luogo dove nascondere oggetti proibiti, lo fece per curiosare tra i segreti degli altri studenti e perché sperava di trovare qualcosa di interessante.

“Potrebbe essere pericoloso”, disse Lupin a bassa voce ma gli altri sembravano così entusiasti che non ebbe cuore di insistere. Persino Severus era curioso e palesemente intrigato da quella cosa.

“Almeno chiediamo delle divise da auror e dei detector oscuri”, disse Lupin con calma, sorrise degli sguardi sorpresi degli altri, “nel caso ci fosse qualcosa di malvagio. Non si nascondono le cose buone ma quelle cattive”, aggiunse con semplicità.

“Hai ragione”, disse James sempre più coinvolto ed emozionato. Chiesero delle divise e poi si bardarono come dei veri auror ridendo del loro aspetto professionale. Avevano anche dei detector che suonavano a contatto con oggetti maledetti.

Appena entrarono quei sensori diedero di matto emettendo un suono stridulo e prendendo a lampeggiare. Piton sentì un brivido dietro la schiena, emozionato e stimolato seguì il suo detector, più si avvicinava ad un grosso armadio più la velocità del suono aumentava e il colore della luce si scuriva. Aprì le ante e il detector esplose, Piton ebbe un capogiro e fu preso per la gola da una mano nera che puzzava e che iniziò a strangolarlo facendogli rivivere al contempo le peggiori esperienze della sua vita: lui chiuso in un armadio con le mani premute sulle orecchie per non sentire le urla dei suoi genitori, le botte di suo padre, la volta in cui aveva ucciso il gatto, le prese in giro di James. Apparve un coltello e la voce gli ordinò di uccidersi. Lui si oppose ma la voce lo indeboliva e lo spingeva con prepotenza verso quel gesto. Lui sentiva di cedere, allungò la mano e una forza lo tirò indietro in salvo, Lilly lo prese da sotto le ascelle tirandolo più lontano da quell’oggetto, lui non ce la faceva a stare in piedi. In questo modo lei doveva trascinarlo all’indietro di forza. Lupin e Sirius scattarono in avanti combattendo l’oggetto per indebolirlo e attenuare il suo potere su Severus.

Sirius aveva creato una bolla di protezione con cui aveva avvolto la tiara nell’armadio e che sarebbe servita ad attenuare il potere di condizionamento dell’oggetto maledetto. Lupin invece aveva lanciato un incantesimo di fuoco che aveva riempito la bolla indebolendo ulteriormente l'oggetto che doveva utilizzare parte del suo potere magico per rigenerarsi riducendo così il suo potere d’attacco.

James invece aveva chiesto alla stanza un’arma capace di distruggere l’oggetto maledetto, si era così trovato con una spada in mano. Piton ne sentiva il potere a distanza e per questo seppe che quell’arma aveva qualcosa di antico e potente, un potere che uguagliava quello dell’oggetto maledetto.

Piton si sorprese nel vedere che James non andò subito all’attacco ma si prese del tempo per versare qualcosa sulla lama dell’arma allo scopo di fortificarla.

“Ci sono”, disse infine scattando in piedi.

I suoi due amici si fecero da parte mantenendo però le magie sull’oggetto per facilitare il compito di James, Quest ultimo sollevò la spada e corse verso il pericolo con grande coraggio. L’oggetto attaccò prendendo la forma di un orso, James si mantenne saldo e decapitò quell’illusione con un colpo di spada. Poi sollevò di nuovo l’arma e l'abbatté con violenza sulla tiara, quella resistette solo un attimo e poi si spezzò emanando un denso fumo nero. Sirius tirò indietro James, “non respirarlo”.

Fu solo un attimo e poi anche il fumo svanì lasciando solo una tiara rotta e un segno di bruciato sul fondo dell’armadio.

James trasse un profondo sospiro di sollievo, “è stata dura”, ammise, “ha lottato con ferocia”, si guardò intorno, “state tutti bene”, si concentrò su Piton, “che ti ha fatto?”

“Voleva che mi uccidessi”, disse tastandosi il collo coperto di lividi e ustioni nel punto in cui la mano lo aveva afferrato, “ma ho lottato”

“Un oggetto maledetto con una volontà propria. Non sapevo che esistesse niente del genere. Dev’essere qualcosa di molto oscuro. Credo che dovremmo avvertire Silente”, Sirius si massaggiò il pizzetto, “ma come possiamo farlo senza svelare l’esistenza di questa stanza e perdere il nostro rifugio?”.

 

“Potreste mandare un pacco anonimo a Silente spiegando la situazione e mettendo dentro la tiara rotta”, propose Lilly mentre porgeva un succo di frutta a Piton che era ancora pallido e debole.

“E’ un ottima idea”, disse Lupin con entusiasmo.

 

“Dobbiamo mettere un avvertimento all’esterno del pacco”, disse Sirius mentre ascoltava la magia della tiara rotta con le mani, “emette ancora delle brutte vibrazioni”, disse, “spero sia davvero morta”, si voltò verso Potter, “cos’hai messo sulla lama della spada?”

“Veleno di basilisco”, disse con disinvoltura, “l’ho chiesto alla stanza”

“La spada di Grifondoro assorbe il potere da ciò con cui viene in contatto”, rifletté Piton tra se’, “tu l’hai resa più forte dandogli un veleno capace di distruggere qualsiasi cosa”

“Intelligente”, disse Lilly con ammirazione, a Severus non era sfuggito lo sguardo incantato con cui Lilly aveva guardato James dopo che aveva distrutto l’oggetto, Piton si rialzò sentendosi ancora provato, “è un bravo ragazzo e insieme sareste una bella coppia. Io d’altra parte ti considero solo una buona amica. Non farti problemi”.

“Stai provando a sistemarmi?”, replicò Lilly divertita.

“A lui piaci e tu hai gli occhi a forma di cuoricino. Non c’è motivo di non approfondire”, diede un colpo di bacchetta per fare sparire il contenitore vuoto del succo di frutta, “è solo un’opinione”, si pulì le mani sui pantaloni, “che volete scrivere sulla lettera per Silente?”

“Aspetta un attimo”, Lilly gli afferrò il braccio, “parliamo un attimo”, lo trasse in disparte, “io non sono una svampita con gli occhi a cuoricino”

“Non lo penso e mi hai salvato la vita quindi sono in debito con te”

Lei sospirò,“James è un bel tipo e quando è se stesso e non cerca di mettersi in mostra ha un suo fascino ma non ho ancora capito chi è davvero e penso che in questo momento lui non sia pronto ad una storia seria quindi preferisco aspettare e provare a conoscerlo meglio. Se me lo permetterà”

“Non volevo metterti fretta”

“Non l’hai fatto”, sorrise, “non mi aspettavo che proprio tu fra tutti venissi a darmi questo consiglio”

“L’ho rivalutato”

“Ho notato”, chinò la testa di lato, “perché sei convinto che io gli piaccio?”

“Perché si è dato una frustata solo per avere la tua attenzione e perché vicino a te si pavoneggia di più e non riesce a scherzare come al suo solito. Fidati è cotto”

Lei rise deliziata, “sei un buon osservatore”, lanciò un’occhiata a James e gli sorrise, “è gentile quando s’impegna”.

Iniziarono a parlare di cosa scrivere nella lettera per Silente, i 4 si diedero dei sopranomi per non farsi riconoscere e si firmarono i malandrini.

“Non è un po’ sciatto?”, chiese James insoddisfatto, “la nostra firma non dice nulla di chi siamo ne di cosa vogliamo”

“Potreste scrivere: i malandrini sono una società segreta che accoglie membri di tutte le case al fine di svelare la magia nascosta del castello di Hogwarts”, Piton aveva parlato in modo beffardo ma la sua proposta venne accolta con entusiasmo dal resto dei ragazzi, “è perfetto”, dichiarò James felice.

Piton corrugò la fronte perplesso, avevano davvero intenzione di scrivere quella cosa a Silente?

Lupin sorrise della sua perplessità, gli poggiò una mano sulla schiena, “ a volte è bello sciogliersi un po’, lasciarsi andare e fare gli adolescenti. Tra qualche anno non potremo più permettercelo”

“Io credo di essere nato serio e maturo”, scherzò Piton divertito dal ragionamento dell’altro, “non credo queste cose facciano per me”

“Qual è il problema?”, lo punzecchiò Sirius sorridendo, “informando il preside di questa società segreta ne sanciamo ufficialmente la formazione. E potremo tramandare questa eredità lasciando più mappe del malandrino in punti strategici del castello in modo che altri potranno continuare ciò che noi abbiamo cominciato, solo così i segreti di Hogwarts non andranno perduti. Sarebbe uno spreco perché questa non è una scuola qualunque. Persino le pareti trasudano magia e io sento il frizzare della magia attorno a me ”

“Ha senso”, ammise Piton più comprensivo.

Spedirono il pacco e poi si misero a pulire la stanza, spolverando, ordinando i libri, facendo sparire gli scheletri e lavando il pavimento.

“Questo voglio lasciarlo”, disse Severus sollevando lo scheletro di uno scoiattolo, “ha valore didattico”

Lilly aveva trovato invece un veleno molto particolare su cui era fatta una malia che guidava il veleno direttamente al cuore per renderlo più efficace. Era letale.

Evans lo esaminò al microscopio e poi lo fece evanescere, “mi sento meglio”, ammise a voce alta, guardò la stanza soddisfatta, “adesso chi capiterà qui sarà al sicuro”.

“Piace anche a me”, disse James andandole vicine, “mi piace l’idea che mio figlio e i suoi amici potranno esplorare il castello senza pericoli. E’ la migliore eredità che avrei potuto lasciargli”, si passò la mano tra i capelli ridendo di se stesso, “oltre alla mappa del malandrino e a dei buoni geni”

“Ti piacerebbe avere figli?”, disse lei colpita da quel ragionamento.

“Al momento giusto sì”, disse lui deciso, “è voglio essere un padre più simile al mio padre biologico che al mio patrigno”, ammise, “ho molto da lavorare perché a volte le emozioni mi travolgono e cerco di mostrare agli altri una maschera che non mi rappresenta perché ho paura di essere rifiutato ma penso che capendomi di più posso ridurre questo mio modo di fare”, si passò la mano tra i capelli e la guardò negli occhi, erano bellissimi e verdi, affusolati e molto femminili, “so che a volte faccio un po’ il fanfarone ma ho anche un lato più profondo se ci si prende la briga di darmi un secondo sguardo e non mi si bolla come demente alla prima occhiata”

“Mi piacerebbe conoscere questa parte di te”, disse lei con dolcezza e James vide la sua parete difensiva sciogliersi, colse l’attimo esatto in cui lei decise di dargli una possibilità e decise di giocarsi il tutto per tutto.

“Io e gli altri sabato andiamo a vedere un opera di Mamet a teatro, ti va di venire?”, aveva deciso che era troppo presto per uscire da soli ma che coinvolgendola in un attività di gruppo l’avrebbe fatta sentire a suo agio. L’idea era di Lupin, in questo modo avrebbero iniziato a conoscersi con gradualità e la fiducia sarebbe cresciuta piano, piano, senza forzature.

“Mi piace l'imperfezione dei personaggi creati da Mamet, anche se a volte gli attori parlano così veloci da sembrare sotto anfetamine”

James rise, “per me è la prima volta ma non vedo l’ora di scoprirlo”, aveva un sorriso enorme, gli occhi gli brillavano dall’emozione e dalla felicità per il fatto che la splendida Lilly avesse accettato di dargli una chance.

Lei gli dedicò un sorriso luminoso, “l’idea della uscita di gruppo è tua?”

“Lupin mi ha consigliato, ti dispiace?”

“Hai fatto una scelta matura”, disse con calma, “e apprezzo il tuo fare le cose con calma e serietà”

“anch’io vorrei conoscerti meglio”

Lei annuì, “sarà divertente”

Nel mentre Silente stava seduto alla scrivania leggendo il giornale, fu distratto dal fruscio di ali che anticipò l'arrivo di due civette che portavano un piccolo pacchetto che emanava una forte energia negativa. Lo posarono sul tavolo e Silente poté leggere l’avviso sul pacco, diceva: “attenzione oggetto maledetto con volontà propria spezzato con la spada di Grifondoro fortificata con veleno di basilisco”.

Silente scosse il capo perplesso, era impossibile che un oggetto sconfitto emanasse un potere tanto forte. Nel dubbio lesse la lettera, passò da un rigo all’altro stupefatto dalla bravura e dall'intraprendenza di quegli studenti che avevano tenuto testa con ingegno ad un oggetto con un forte potere distruttivo. Erano studenti brillanti e curiosi, si capiva dal fatto che percepivano la traccia magica di tutte le malie fatte sulle pareti e sui passaggi segreti di quel castello. Continuava però a non essere sicuro che quell’oggetto fosse davvero stato distrutto. Decise così di contattare Malocchio Moody, l’auror apparve in breve e scrutò il pacco con il suo occhio rotante, “l’oggetto è spezzato”, comunicò con fare professionale, “e non percepisco niente di vivo o pericoloso, anche se certo ha una forte traccia magica. Incredibilmente forte per un oggetto rotto”

“Tu pensi che sia pericoloso?”

“Direi di no. Il veleno di basilisco uccide praticamente qualsiasi cosa e unito alla spada di uno dei fondatori garantisce un buon esito. Ma se dopo che l’oggetto è stato distrutto c’è ancora questa aura maligna significa che l’oggetto è stato toccato da magia oscura della peggiore specie ed è importante maneggiare con cura i resti e capire chi ha fatto questo”

“Mi viene in mente un solo mago capace di lasciare un oggetto tanto pericoloso in giro ed è lo stesso che sta organizzando il suo esercito disseminando morte e distruzione ovunque”

“Colui che non deve essere nominato”, disse Malocchio tristemente.

“Vorrei sbagliarmi ma credo che questa sia una sorta di assicurazione sulla vita per potere tornare nel caso dovesse restare ucciso”

“In questo caso è della massima importanza verificare la presenza di altri oggetti simili e distruggere i resti per purificarli dalla magia oscura che li ha toccati”

Guardarono con interesse la scatola, poi l’aprirono. Si meravigliarono vedendo il diadema simbolo di Corvonero, vedendola ebbero la certezza che l’autore di quell’oggetto fosse Voldemort: solo lui poteva essere tanto megalomane e perverso da profanare un oggetto ricolmo di magia antica per assicurarsi un vantaggio sulla morte. Silente inorridì.

Dovevano tutti un grande favore a quei ragazzi e sperava di potergli ringraziare personalmente, anche se non sapeva chi fossero.

Nel mentre i 4 amici si preparavano all’uscita al teatro, del tutto ignari del valore dell’oggetto trovato. Fu una serata piacevole e Lilly ebbe modo di conoscere un lato diverso di James: più serio e profondo, capace di godersi uno spettacolo arguto e appassionante. L’impressione lasciata in Lilly dal fatto di vedere il lato di James più maturo svanì in fretta quando, dopo la passeggiata a fine cena, James adocchiò dei ragazzi che andavano in skate saltando su una pedana. Non ci pensò due volte e raggiunse i ragazzi chiedendogli di prestargli lo skate per fargli provare. La sua idea era di impressionare Lilly invece non prese la giusta velocità e a metà dell’half pipe cadde rovinosamente rompendosi un braccio, storcendosi il collo e provandosi una lesione sanguinante alla testa. Si rialzò paonazzo per la vergogna e cercò di dissimulare quanto si fosse fatto davvero male, rise restituendo lo skate e camminò verso Lilly mortificato, “senti io sono una testa pensante e so essere serio quando serve ma sono anche vivace e desideroso di mettermi alla prova. Sono così e non farò finta che non sia così il resto sta a te”, ebbe un capogiro, “credo di avere bisogno di un medico”

“Potremmo provare un medico babbano”, buttò lì Sirius entusiasta all’idea di vedere le abitudini dei babbani in fatto di medicina,

“Le diagnosi sono più lunghe e anche le cure”, disse Lilly, “ma al San Mungo sapranno cosa fare”

“Mi dispiace”, disse, “ho rovinato la serata”

“Direi piuttosto che l’hai resa interessante”, disse Sirius di buon umore, “ci voleva un po’ di azione”

Piton lo scrutò sorpreso di vedere tante insicurezze e bisogno di rassicurazioni in un ragazzo che aveva sempre reputato insensibile e montato. Non avrebbe mai finito di stupirsi per questo. Cosa aveva suscitato l'attacco di insicurezza che lo aveva fatto reagire mettendosi in mostra? Difficile dirlo. Forse era insicuro sul fatto di potere piacere a una ragazza in gamba come Lilly che combatteva benissimo, aveva ottimi voti e cucinava piatti deliziosi. O forse si era solo agitato troppo. Ma era davvero incredibile che lo stesso ragazzo che avesse distrutto con tanto coraggio il diadema fosse anche così intimamente fragile e insicuro. C’era da non crederci.

“Mi stai giudicando in silenzio?”, chiese James, aveva notato lo sguardo fisso dell’altro.

“Riflettevo sul motivo per cui hai sentito il bisogno di lanciarti su una pedana con una tavoletta su ruote”

“Per fare una cosa nuova”

Lui continuò a guardarlo in volto come a dire: guarda che ti ho capito, non fare lo sbruffone.

James divenne triste un attimo e abbassò gli occhi, “non voglio che violate il coprifuoco per me. Quindi torniamo al castello. Spero che l’infermiera sappia aggiustarmi”, disse stringendo i denti per il dolore.

Andarono ai camini pubblici e tornarono a scuola.

“Che è successo?”, disse la McGranitt allarmata.

“Un incidente su skate”, disse James con leggerezza, “andrò in infermeria”

“Subito”, intimò lei.

L’infermiera gli aggiusto il braccio e le costole e li bloccò con un incantesimo di immobilizzazione localizzato per tenerli fermi nei tre giorni necessari alla completa guarigione.

Gli disinfettò e risanò la ferita alla testa e lo fece sdraiare a pancia in giù per controllargli il collo con una pozione svela interno.

James rimase fermo, lo sguardo di Piton lo aveva fatto sentire sbagliato e si chiese perché dovesse essere così strano e impulsivo. Cosa c’era di sbagliato in lui per avere un continuo bisogno di conferme e attenzioni. Le lacrime scesero da sole. Avrebbe voluto essere diverso e più stabile.

Piangeva in silenzio quando Piton lo vide e gli poggiò una mano sulla testa accarezzandolo con dolcezza, un gesto inaspettato per lui, “non essere così duro con te stesso. A tutti capita di sbagliare e tu sei un bravo ragazzo”, James lo guardò sorpreso con gli occhi bagnati di lacrime.

Piton continuò ad accarezzarlo, “anch’io mi sento vulnerabile perché non sono abituato a tenere agli altri. Ma va bene così e rischiare è meglio che chiudersi da soli in una prigione di paure e rancore”

“Per favore fammi lavorare”, disse l’infermiera sbrigativa abbassando la testa di James e facendo un incantesimo per guarire la contrattura che si era creata cadendo.

James si sentì meglio: lui e Severus si erano capiti. Si sentivano molto vicini e l’aver distrutto un oggetto oscuro insieme li aveva avvicinati. Adesso però si erano legati ancora di più e Severus vedeva James come un fratello, si stupiva di volergli tanto bene. Non avrebbe mai creduto infatti di essere capace di provare sensazioni così forti per qualcuno ma adesso si accorse di essere diverso da quel che credeva e che lui era capace di amare. Grazie a quella amicizia si scoprì un essere umano.  

James dovette restare in infermeria e gli altri lo lasciarono salutandolo affettuosamente.

“Sei stato bravo”, disse Lupin sfiorando la schiena di Piton, “sei cresciuto molto ultimamente”

“Ha sorpreso anche me”, disse lui in modo caustico.

I giorni successivi passarono in fretta. James aveva deciso di non sentirsi pronto per lilly preferendo continuare a conoscerla come amico e fare solo dopo il passo successivo. Non si sentiva pronto a farlo subito anche se temeva che lei non lo avrebbe aspettato.

Piton vinse il concorso di pozioni: ottenne una borsa di studio e una bella somma in contanti che decise di usare per mettere l’apparecchio. Ne fu felice perché una volta montato il dentista applicava una magia di illusione che faceva sembrare i denti bianchi e diritti. Piton si guardò allo specchio e si piacque: non c’erano più tracce in lui del ragazzo sciatto e maltrattato e sentiva che con quell’aspetto avrebbe potuto mascherare il suo dolore ed essere diverso da quello che lui riteneva di dover essere. Poteva ambire a qualcosa di più.

Mentre l’anno scolastico volgeva al termine i malandrini comprarono i vestiti per il viaggio estivo, fecero il passaporto e comprarono dei libri per sapere cosa fare e vedere una volta giunti là.

Comprarono i biglietti due settimane prima della partenza sentendosi entusiasti e felici: erano pronti per una nuova avventura.

 

 

 

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Capitolo 6
*** Il viaggio in Svezia ***


I Tre amici guardavano il piccolo bambino urlante che Sirius aveva cercato di calmare cullandolo e cantandogli, aveva funzionato ma appena lo aveva rimesso giù lui aveva preso a strillare disperato.

“Perché non lo picchi?”, chiese Piton infastidito dal fatto di essere buttato giù dal letto per i pianti del bambino.

Lupin che era lì in videochimata scosse il capo, “è piccolo e piange perché da solo si sente sperduto. Non può dirlo a voce ma lo comunica con il pianto. E’ importante rassicurarlo”

“Forse ho una soluzione”, disse James dinamico correndo fuori dalla stanza, tornò con una felpa che modificò con la magia per farne una fascia per neonati, “dammelo”, disse con sicurezza. Lo prese e lo adagiò nella fascia, poi si sedette sulla sdraio posta vicino alla culla, abbassò lo schienale quanto bastava per stare comodo stando abbastanza diritto da tenere tesa la fascia del piccolo che rassicurato dal calore umano si quietò subito, “posso dormire così”, disse James soddisfatto di aver trovato una soluzione al problema, “andate pure a dormire”, disse fiero, “sono sicuro che non piangerà più”.

“Sei sicuro?”, chiese Piton assonnato.

“Sì ma domattina badate voi al pannolino perché la mattina io non mi sveglio mai del tutto prima delle 10 e prima di quell’ora non sono affidabile. Soprattutto con un bambino piccolo”

“Affare fatto”, disse Sirius sollevato, sorrise al piccolino, “sei un osso duro, eh, piccino?”

Il bimbo sbadigliò, “ha solo dei bisogni che è difficile capire”, disse Lupin mezzo addormentato, “se l’emergenza è finita io andrei a dormire.Buona notte”

“Saggia idea”, approvò Piton. Lanciò un ultima occhiata riconoscente a Potter che aveva salvato la situazione e si avviò verso la camera in cui la donna che li aveva ospitati li aveva stipati, era minuscola ma conteneva un letto a castello e uno normale. Piton si sentiva truffato: sapeva che per stare lì si sarebbe dovuto sdebitare facendo qualcosa ma credeva sarebbe bastato mettere la lavatrice e portare fuori la spazzatura. Invece fin dalla prima sera si era trovato a cambiare un pannolino e a fare il bagno ad un piccolo bambino pelato e molto esigente.

Non avevano idea di come fare e così si erano dovuti affidare ad un libro che la madre gli aveva procurato. Lo avevano studiato con cura prima di cimentarsi nel compito ma la cosa era riuscita bene e per fortuna il piccolo amava l’acqua. Piton invece si era occupato di preparare il latte in polvere per il bambino, da pozionista era bravo a seguire le istruzioni alla lettera e si sentiva portato per quel compito. Il bimbo mangiò e si appisolò permettendogli di fare un sospiro di sollievo. Tornò a farsi vivo per cena, James lo calmò prendendolo e facendo le bolle di sapone con la bacchetta, Sirius invece decise di intrattenerlo suonando il violino. Il piccolino gradì assumendo un’aria concentrata e deliziata. A quel punto la mamma si affacciò: era vestita con una abito succinto e aveva molto trucco, una donna giovane e bella pronta per la discoteca mentre lasciava suo figlio nelle mani di tre quindicenni che non sapevano nulla di bambini.

Piton le dedicò il suo sguardo più truce e lei sorrise, “scusate ma da quando è nato non ho quasi dormito e non ho potuto fare niente. Ho bisogno di uscire per non avere un esaurimento nervoso”, fecce l’occhiolino a Piton, “prima di avere un figlio assicurati di avere i soldi per la baby sitter”, sorrise a Sirius, “ho letto che la musica classica sviluppa l’intelligenza del bambino. Continua pure”.

Poi se ne andò in una nuvola di profumo. Piton le credeva ma non trovava giusto che lei gli avesse affidato il bambino appena arrivati e che ora stesse uscendo con le amiche lasciandogli il piccolo chissà fino a che ora.

Si sentiva truffato.

Alla fine erano riusciti a cenare spostando la culla in cucina e mettendo un cd di musica classica che aveva intrattenuto il bambino durante la cena e per parte della sera. Poi si era assopito e loro avevano visto un film bevendo la loro prima birra e mangiando patatine e popcorn.

Era stato tranquillo fino a metà notte quando li aveva buttati giù dal letto urlando.

Piton era nervoso e stizzito, sicuro che non avrebbe mai avuto figli in vita sua.

“Ti va una tisana per dormire?”, chiese Sirius vedendolo nero di rabbia e con lo sguardo assassino.

“Mi sa che ci vuole”, approvò lui, “ma ti rendi conto? Quella se ne va in discoteca e ci lascia a gestire un neonato. Roba da pazzi. E se succede qualcosa che non sappiamo gestire? Se si affoga o qualcos’altra cosa da bambini che noi ignoriamo? ”

“Io cerco di viverla come una sfida. Anche se onestamente speravo di essere io quello che andava in discoteca e non lei. Badare a lui ci priverà di molte delle cose che speravo di fare”, scosse le spalle, “ma è andata così e il bambino col nome impronunciabile non ne ha colpa. Non deve essere facile neanche per lui crescere con una madre così spensierata e negligente. A casa mia c’erano gli elfi che badavano a noi. Ma lui non ha neanche quelli”, si grattò il mento, “dovrei regalargliene uno”

“O più semplicemente lei dovrebbe mettersi in testa di fare l’adulta o almeno usare i soldi che gli stiamo dando per accoglierci per pagare una baby sitter”

“Non sarebbe una cattiva idea”, riempì due tazze di acqua e le riscaldò con la magia poi sistemò le bustine e guardò Piton, “non picchiarlo mai, va bene?”

“Promesso ma non voglio stare solo con lui perché non ho la più pallida idea di come gestirlo”, piegò la testa di lato schiacciando la bustina col cucchiaino, “a casa mia non erano gentili e ricettivi con i bambini e mia mamma mi lasciava sgolare intere notti senza consolarmi ma il vostro modo di fare e molto più umano e sensato del suo”, si alzò per prendere il miele, “se questo affetto lo aiuterà a diventare dolce come James allora va bene”

Sirius sorrise, “da come si comporta si vede che nel primo periodo della sua vita ha avuto una famiglia come si deve, poi certo suo padre è morto ed è andato tutto alle ortiche ma per un certo periodo ha avuto quell’amore gratuito e caldo e si vede. Lui è più umano e sensibile di me e forse anche di te”

Severus aprì il barattolo, “mi ha dato una possibilità. Non sono stati molti a farlo”, prese il miele e lo mise nella sua tazza, “ne vuoi?”

“Grazie”

Bevvero la tisana in silenzio, poi lavarono le tazze e andarono a dormire. James era già nel mondo dei sogni da 10 minuti e anche il piccolo vicino a lui che per la prima volta in vita sua dormì tutta la notte.

L’indomani la madre andò da James che si era appena svegliato dopo un lungo sonno ristoratore, “è stato tranquillo”, disse la madre sorpresa. Tornata a casa dopo la notte in discoteca si era stupita di trovare James e suo figlio placidamente addormentati abbracciati, aveva avuto l’impulso di togliere il bambino al ragazzo ma non l’aveva fatto per non svegliarlo. Andò a letto sorridendo sollevata di avere trovato dei ragazzi così responsabili e in gamba, spense la luce e andò a letto.

“Credo che abbia solo bisogno di contatto e sentirsi protetto da un adulto grande e forte”, gli carezzò la testa, “fa paura essere così piccoli in un mondo tanto grande e imprevedibile”

La donna sorrise, “potrei provare a cercare un lettino rialzino per cosleeping da mettere vicino al mio letto, in modo che lui possa vedermi e che io possa consolarlo soltanto allungando un braccio. Senza alzarmi”

“E’ una buona idea”, si alzò per porgergli il piccolo.

La donna rifiutò, “credo di essere ancora ubriaca da ieri. Meglio di no”

James sospirò e ancora mezzo assonnato uscì dalla stanza e diede il neonato a Sirius che gli diede il biberon preparato da Piton.

James andò in bagno, si svuotò e si lavò il viso. Poi mise la crema per le occhiaie e una crema da giorno. Piton entrò di corsa, “scusa”, disse abbassandosi precipitosamente i pantaloni per sedersi sul water.

Sirius finì di nutrire il piccolo e lo mise nella culla con un cd di musica classica di sottofondo e le apine sulla culla che si muovevano per intrattenerlo. Andò in bagno scoprendo che era già occupato da Piton, “me la sto facendo addosso”, disse. Urinò nel lavandino e nel mentre entrò James in pigiama con le cose per il bagno, “mi faccio una doccia”, annunciò entrando nella doccia vestito.

Piton fece una smorfia, “ non ti guardo”

James si affacciò dalla tendina, “io mi lavo sempre così”, disse.

“Perché?”, chiese Piton sconcertato.

“Così evito che qualcuno mi rubi di vestiti mentre mi lavo e anche perché ho sempre avuto il sospetto che il mio patrigno avesse messo una telecamera nella doccia per spiarmi”.

“Sospetto o certezza?”, indagò Piton.

“Ho visto dei filmini di me in bagno sul suo PC e giusto quella volta lui ha trovato i soldi per pagare la rata di un prestito che minacciava di farci perdere casa”

“Stai dicendo che ha venduto il tuoi video su internet?”, disse Sirius sconcertato.

“Non ne ho la certezza. Ma ho trovato i filmini e non mi sorprenderebbe affatto che li avesse venduti”

“Al tuo posto io gli avrei avvelenato il succo di zucca”, disse Piton acido.

“Non mi va di andare in galera per colpa sua”, tornò nella vasca e aprì l’acqua.

Sirius guardò Piton, “sei stitico”

“In genere no ma tutta questa gente ha imbarazzato il mio intestino che si è bloccato del tutto”

“Posso chiedere alla signora le goccia svuota stomaco che ha per il bambino?”

“Mi vergogno”

“Dirò che sono per me”, disse lui volenteroso.

Poi si tolse la maglia, si lavò le ascelle e mise il deodorante. Rimise il pigiama e iniziò a pettinarsi con un incantesimo sciogli nodi, provò diverse acconciature per sistemare i suoi capelli ondulati di media lunghezza, alla fine li legò ed uscì dalla stanza.

Piton rimpianse i bagni di Hogwarts e pensò che lasciare tre adolescenti in un unico bagno fosse ancora peggio che affidargli un neonato o stiparli a dormire in tre in un unica stanza. Si sentiva sempre più truffato e demoralizzato.

James uscì dalla doccia scalzo ma completamente vestito con jeans e una maglia di cotone a maniche lunghe con sopra una maglietta di un gruppo rock. Si sedette sul bordo della vasca e si diede da fare per asciugarsi i piedi e mettere calzini e scarpe. Aveva delle splendide convers arancioni con delle stelle di diversi colori. Molto vivaci. James guardò la vasca, “dici che dovrei pulirla?”

“Mi sembra una buona idea”

Potter cercò il prodotto giusto nell’armadietto e poi lo spruzzò con aria incerta, “non funziona”, lo sbatté, “ma è pieno”

“Credo che devi girare il tappo su on”

“Geniale”, lo fece e ne spruzzò in grande quantità, bagnò la spugnetta e si mise a strofinare.

“Forse c’è un modo più veloce”, disse Piton agitando la bacchetta con un movimento secco, la spugnetta prese a saltellare facendo diversi giri su stessa. Ci riprovò ottenendo solo di fare schizzare la spugnetta da un lato all’altro della vasca. Senza senso.

James lo guardò divertito, era la prima volta che vedeva Severus fallire un incantesimo, “mi sa che non sei tanto portato per gli incantesimi domestici”, disse con dolcezza,” grazie lo stesso”

“Non capisco cosa non va”, disse lui frustato, “mia mamma ci riesce”

Sirius corse dentro carico ed entusiasmo, “ho le gocce svuota intestino, un neonato ne ha bisogno di una goccia ma per te direi che tre vanno bene”

“Sei sicuro che non me la farò sotto in classe?”

“Al 100%”, disse leggermente offeso, “non sono uno che umilia gli altri”

“Va bene”, approvò Piton, “come funziona?”

“Tieni”, disse porgendogli un cucchiaio, ne mise tre gocce, “adesso manda giù”

Piton ubbidì e sentì lo stomaco svuotarsi come se fosse stato colpito da una cascata di acqua, venne fuori tutto. Aveva letto da qualche parte che a volte i semini si incastravano nelle pieghe dell’intestino ma dopo aver preso quelle gocce fu certo che qualsiasi corpo estraneo nel suo intestino fosse stato espulso definitivamente. Si sentì bene.

“Aprite la finestra”, urlò la signora T da fuori la finestra.

James tirò l’acqua per fare sparire l’origine della puzza, Sirius aprì la finestra con un colpo di bacchetta, “dove li trovi degli amici così?”, disse tutto fiero.

“Grazie”, disse a denti stretti iniziando a pulirsi, imbarazzato di farlo davanti agli altri.

Sirius avvicinò James, “pulivi la vasca?”

“Ci provavo ma non abbiamo trovato l’incantesimo giusto”

“Ci penso io”, disse Sirius sicuro di se’.

Piton ghignò aspettandosi il peggio, James si scansò rassegnato, Sirius puntò la bacchetta e con grande determinazione recitò mentalmente l’incantesimo, la spugnetta schizzò in alto, colpì il soffitto e cadde sulla vasca.

Piton iniziò a ridere piegandosi in due dalle risate, Sirius lo guardò storto, “tu sai ridere”, disse stupefatto. Non lo aveva mai visto ridere da quando lo conosceva.

“Rido quando sono stressato”, disse lui senza riuscire a smettere, rideva fino alle lacrime e non riusciva a fermarsi. James e Sirius si guardarono divertiti dall’improvvisa ilarità dell’altro in genere sempre serio e composto.

Sirius tornò al problema della spugnetta e dell’incantesimo per farla pulire da sola,“Devo solo fare dei movimenti semicircolari più lenti”, disse Sirius sicuro di se, riprovò riuscendosi.

Piton smise di ridere, “come ci sei riuscito?”

“Ho capito che basta non fare movimenti bruschi”

“Sensato”

Ne stavano ancora parlando quando James abbracciò Severus a sorpresa stringendolo da dietro, “scusa se invadiamo i tuoi spazi e ti facciamo stressare. Non è facile neanche per noi”, gli baciò la testa, “però non è carino ridere degli errori altrui. Quando hai sbagliato tu io non ho riso perché ho apprezzato il tentativo”

“Io invece sono un Serpeverde e rido delle disgrazie altrui, come voi con i video delle persone che fanno papere. Vi ho visto ieri mentre li guardavate. Niente moralismi quindi”, disse alzandosi dal wc e rialzando i pantaloni.

“Sei stato chiaro”, stabilì Sirius con fermezza, “ma li sotto viene più pulito se ti sciacqui con l’acqua facendo un bidè, “e se ridi di me devi accettare che io lo faccia con te senza tirarmi una maledizione mortale”

“Non te lo prometto. Sono un Serpeverde e non sono coerente”

“Bene a sapersi”, approvò James, guardò il lavoro di Sirius, “direi che è pulito”

Piton tornò a sedersi sul wc e si fece un veloce bidè con l’acqua che usciva dalla bacchetta, James gli porse distrattamente un sapone intimo con cui pulirsi e Piton lo usò, fece una smorfia, “adesso odoro di fiori”, disse annusandosi scoraggiato.

“ Sotto i pantaloni non si sente”. Disse James mentre sciacquava la vasca.

“Meglio fiori che altro”

“Stai dicendo che puzzavo”?

“No ma è più igienico così”, disse Sirius, “in queste cose è meglio non rischiare”

Finalmente uscirono dal bagno trovando la colazione pronta. Consisteva in panne burro con prosciutto o salmone affumicato. Zuppa di avena con frutta fresca e marmellata. Brioche alla cannella ,Tè e succo di frutta.

Si alzarono pieni come uova.

James decise di lavare i piatti per permettere agli altri di finire di prepararsi. Piton non avrebbe mai creduto di essere più a lento a vestirsi di Potter. Ne fu colpito. Mentre finiva di lavarsi e denti e il viso iniziò a venirgli l’ansia, era tardi ed erano tutti ben lontani dall’essere pronti. Cercò di dominare l’ansia ma quando vide James e Sirius intenti a provare il nuovo karaoke del tutto rilassati e noncuranti del fatto che tra sette minuti avrebbero dovuto essere in classe, Piton esplose, “vi do un minuto dopodiché me ne vado a lezione e vi lascio qui. Voi potete anche prendere lo studio estivo alla leggera ma io sono qui per imparare”, ruggì.

“Guarda che abbiamo sette minuti, bastano e avanzano per arrivare puntuali”, disse James posando il microfono, “dammi tempo di salutare il piccino”

“ Vi aspetto vicino al camino”, disse infastidito, si era appena reso conto che Sirius e James avevano scelto di frequentare una scuola estiva solo per avere la scusa di scappare dalle loro famiglie e che non erano interessati ad imparare. Avrebbe avuto intuirlo quando James aveva scelto di frequentare un gruppo di ripasso d’incantesimi invece di scegliere argomenti nuovi.

Sospirò, li guardò riempire di baci e pernacchie il bimbo facendogli le boccacce e riempiendolo di coccole. Erano dei ragazzi molto umani e dolci ma non avevano l’etica del lavoro che aveva lui.

Presero il camino, “ecco qui”disse James soddisfatto, “adesso dobbiamo solo trovare l'aula h”, seguì la progressione delle lettere e si fermò alla g, guardò in alto perplesso, “perché non c’è la h?”

Sirius fermò una donna chiedendogli informazioni: lei gli spiegò che erano nel posto sbagliato e che erano finiti lì per un errore di pronuncia sulla destinazione. Poi gli spiegò la pronuncia corretta del nome della scuola scandendo le sillabe. Piton alzò gli occhi al cielo disperato: avrebbero fatto tardi il loro primo giorno, il professore li avrebbe rimproverati davanti a tutti, forse anche puniti. Avrebbe potuto anche fare una battutina sarcastica, che avrebbe fatto ridere tutti mortificandoli ancora di più. Di certo l’insegnante li avrebbe catalogati come ragazzi inetti e svogliati. Una tragedia. Piton divenne scuro in volto e le sue spalle si incurvarono all’interno per lo scoraggiamento. Aveva un certo sguardo assassino che sarebbe bastato a fare morire una pianta o mettere in un fuga qualsiasi animale di buon senso.

“Concentriamoci sulla soluzione e non sul problema”, lo rassicurò James, “abbiamo 4 minuti e 17 secondi. Possiamo ancora farcela”.

Entrarono nel camino e questa volta raggiunsero il posto giusto ma scoprirono di non sapere a quale piano andare, al primo era tutto classificato per numeri e loro avevano solo una lettera.

James chiese ad un insegnante che gli spiegò che la loro aula era al primo piano.

“Abbiamo ancora un minuto e trentadue secondi”, disse James, “se facciamo una corsa ce la facciamo”

“Ho un idea migliore”, disse Sirius carico di energia, schioccò le dita, “Kreacher”

L’elfo apparve con un’aria un po’ stordita, “portaci al primo piano, aula H entro un minuto e trenta secondi”

L’elfo li afferrò di controvoglia e li condusse a destinazione: la porta era ancora aperta e il professore non c’era. Piton tirò un sospiro di sollievo, “ce l’abbiamo fatta”, si asciugò il sudore, “grazie”, disse all’elfo. Si sentiva profondamente riconoscente.

“Dovere”, grugnì quello, poi sparì, Sirius non gli dedicò di un secondo sguardo, come se la dedizione nell’elfo di trasfigurarsi così lontano da casa solo per non fargli fare tardi fosse qualcosa di scontato e assolutamente normale. Quei due non si stavano simpatici. Severus si ripropose di indagare e scoprire cose rodesse tanto a Sirius. Forse solo che l’elfo era il simbolo della sua famiglia che lui palesemente odiava o forse non lo considerava abbastanza umano da trattarlo bene. Chissà. Era strano perché mentre con gli altri Sirius era cordiale e giocoso con quell’elfo diventava freddo e scontroso. Insolito. A quel punto James li salutò per andare ad incantesimi mentre loro restarono davanti all’aula h per frequentare arti oscure.

Piton entrò dentro e si bloccò davanti ad una ragazza bionda dai capelli ondulati, aveva una magliettina di cotone con un ghirigoro floscio e ondulato che copriva solo in parte il bellissimo seno perlaceo ma Severus non guardò quello, “è un talismano in onice con incantesimo di attrazione per le maledizioni involontarie provenienti dalle gelosie e dai cattivi pensieri degli altri?”

“Sì”, rispose in modo lapidario, “mio nonno le crea da generazioni”, disse in un inglese con un forte accento francese, “vuoi sederti con me?”

A quelle parole la compagna di banco della ragazza si alzò e si mosse verso Sirius facendo ballonzolare il seno ben in vista, “sono Clarissa. Ti va di sederti con me?”

A quel punto entrò il professore: era lo stesso uomo che gli aveva dato indicazioni, sorrise a Piton e Sirius, “questo spiega la vostra fretta”, disse ammiccante, “non volevate fare aspettare le vostre donne”

Severus si sentì morire, il professore lo aveva preso per un don giovanni superficiale e ritardatario;era il peggio che potesse succedere, “non sono un donnaiolo”, rispose Piton nel tono più serio che aveva, “mi sono avvicinato per parlare del ciondolo in onice della ragazza e mentre parlavamo mi sono trovato seduto qui”

“Non sai quanto invidio il periodo in cui le cose accadevano semplicemente così, in modo naturale, incontri una tipa forte ci parli e succede tutto. Quando invecchi si complica tutto. Alla tua età invece è tutto naturale e semplice”

Severus desiderò sprofondare, “io sono uno studente serio e sono qui per studiare, non per rimorchiare tipe o come si dice”, disse nel suo tono più austero.

A quella uscita Sirius cominciò a ridere e come sempre gli succedeva quando rideva troppo si trovò tramutato in cane, durante la trasformazione cadde dalla sedia, sbatté con la testa e fece un gemito di dolore, si rialzò massaggiandosi il bernoccolo con la zampa.

Il professore accorse subito, “stai bene?”

“Più o meno. Di questi tempi quando rido mi trasformo nella mia forma animagus. Non so perché”

“E’ un bel mistero”, gli sorrise, “sei anche tu uno studente serio o sei più rilassato?”

“Mi piace studiare ma sono un po’ scapestrato. Sono qui per scappare dalla mia famiglia che mi ha costretto a fare questo corso per non fare perdere la faccia alla famiglia”

“Purosangue”, comprese il professore.
“Della peggiore specie”

“Lui non è uno scapestrato”, intervenne Piton animoso, “ed uno dei 4 migliori studenti della scuola. Ma ha una famiglia di maghi oscuri e gli piace essere alla mano ed informale per dimostrare di non essere come loro”

“Ho capito tutto e mi dispiace di averti fatto sentire sminuito dandoti del donnaiolo ma l’ho fatto perché ricordavo i vecchi tempi, non certo perché credevo che tu fossi uno studente mediocre. Sono sicuro che non lo sei”

Sirius ebbe di nuovo l’impulso di ridere, si trattenne mettendosi le mani davanti la bocca ma involontariamente si trovò di nuovo cane e per quanto provasse a trattenersi non ci riusciva e emetteva un suono come di tosse soffocata.

Il professore lo guardò, “se pensi di non riuscire a smettere di ridere dovresti rimanere cane. Le trasformazioni continue stancano. L’importante è che segui le lezioni”

“Va bene scusi e che non ho dormito abbastanza e sono agitato”

“Non preoccuparti, l’importante è che al momento giusto ti concentri e lavori bene. Nel frattempo ridi pure, fa bene alla salute ”, Sirius non riusciva ad immaginare nessuno dei seriosi professori di Hogwarts fare un discorso simile, provò subito un istantaneo rispetto per quell’uomo e decise che nella sua materia si sarebbe impegnato.

A quel punto l’insegnante fece l’appello, “Black”, Sirius alzò la mano, era tornato umano ed era composto e taciturno, “presente”

L’uomo gli sorrise, “questo spiega tutto”, disse. Finì l’appello e iniziò a parlare del primo incantesimo oscuro. Piton lo eseguì senza problemi, al primo tentativo e in forma non verbale. Il professore gli sorrise. Sirius d’altra parte aveva un blocco con gli incantesimi oscuri, li odiava tanto che il suo corpo bloccava la magia impedendogli di eseguirla, il fatto che la ragazza accanto a lui cercasse di aiutarlo e al contempo flirtasse con lui non semplificava la cosa, lei aveva troppo profumo e a lui doleva il naso.

Il professore lo avvicinò, “puoi riuscirci pensando di usare questa magia per proteggere un tuo amico o per fare qualcos altro di buono. In questo modo potrai superare il tuo blocco”

Piton lo guardò sorpreso: Sirius non aveva mai avuto problemi con nessun tipo di incantesimo: se non riusciva a fare quello era perché una parte di lui non voleva riuscirci. Era un rifiuto per le arti oscure, Severus si chiedeva se dipendesse da qualcosa che avevano provato a fargli fare da piccolo o da qualche incidente o se invece fosse una scelta morale. Gli dispiaceva che lo stessero forzando a fare qualcosa che lo ripugnava, avrebbe voluto proteggerlo ma non aveva modo di farlo e se Sirius avesse lasciato quel corso le avrebbe sicuramente prese da suo fratello e anche dal resto della sua famiglia. Doveva vincere quella sfida e trovare il modo di riuscire. Si arrabbiò per essersi fatto distrarre e di essere lontano da lui quando aveva bisogno di supporto.

Sirius socchiuse gli occhi. Strinse la bacchetta con più decisione ed eseguì un incantesimo perfetto.

Piton fu fiero di lui. Sirius era infatti un ragazzo forte. Anche James lo era, entrambi non si arrendevano e non si lasciavano sopraffare dai problemi ma lottavano per superarli. Severus non sapeva dire se questo fosse un tratto tipico dei Grifondoro o solo di quei due. Però gli piaceva che fossero così e credeva che in questo senso a volte gli assomigliassero perché anche lui si era dovuto dare molto da fare per ottenere ciò che aveva e raggiungere i suoi obiettivi.

A fine lavoro Severus sfiorò il braccio dell’amico, “bel lavoro”

“Ho buttato nella spazzatura un bel po’ di ideali ma va bene così. Mi avrebbero ucciso se fossi andato male in questo corso e non aspiro a prendermi una cruciatus solo per dimostrare qualcosa”

“L'importante è che non li usi nella vita reale”

“Non lo farò”

A quel punto James si avvicinò, era tutto entusiasta perché a ripasso di incantesimi gli avevano fatto applicare gli incantesimi per svolgere compiti pratici di architettura, si era divertito tantissimo e parlava di volere approfondire gli incantesimi di costruzione leggendo dei libri sull’argomento ed esercitandosi. Severus pensò che fosse buffo il modo in cui a volte si scoprivano le proprie passioni. Sirius per esempio aveva iniziato a studiare Babbanologia per infastidire la sua famiglia per poi scoprire una passione per i motori e in generale una predisposizione per la meccanica babbana. A volte succedeva per caso, altre volte invece era un interesse che c’era sempre stato e che faceva parte di lui. Piton non ricordava un periodo in cui non gli piacevano le pozioni, fin da bambino si avvicinava al calderone della mamma per aiutarla e osservare meravigliato quello che ribolliva dentro facendo domande ed esercitandosi a tagliare gli ingredienti.

“Sev ha un appuntamento romantico”, disse Sirius tutto contento, “una ragazza l’ha invitato al ballo di venerdì sera”

“Wow”, esclamò James con fare rispettoso, “ carina?”

“Sì ma io l’ho notato solo per il meraviglioso talismano in onice che portava al collo. E il nostro non è un appuntamento, scommetto che mi ha chiesto se andavo al ballo solo per gentilezza”

“Non credo che avrebbe invitato qualcuno che gli stava antipatico”, disse James riflessivo, “Secondo me dovresti andare lì ben vestito ma non troppo in tiro per presentarti bene e vedere che succede”

“Potremmo comparare qualcosa”, suggerì Sirius.

“Assolutamente no. Sentite ragazzi siete gentili a consigliarmi ma io non sono estroverso e dinamico come voi e mi sentirei a disagio con i vestiti che invece voi trovereste normali e poi non sono bravo con le persone”

“Non vogliamo importi niente”, lo rassicurò Black, “ tra l’altro ne io ne James abbiamo l’esperienza con le ragazze che credi tu. Io per esempio non ne ho per nulla”

“Figuriamoci”, disse Piton infastidito.

“Sono gay”, disse lui freddo, “e il ragazzo che mi piace è molto timido e anche eterosessuale”

“Non puoi saperlo”

“Sì ma sono fifone e ho paura che con un passo falso perderei la sua amicizia”

Black che aveva timore di non essere all’altezza? Era quasi più incredibile di James che subiva abusi a casa e che sotto la scorza sicura era fragile.

“Forse dovresti accennare al fatto di essere gay e vedi come reagisce. Se anche lui lo è puoi chiedergli di uscire”, disse Severus, intimamente felice che il discorso si fosse spostato da lui agli altri.

“Al momento sono paralizzato dall’incertezza ma quando mi deciderò userò la tua strategia”

Ci fu un momento di silenzio in cui Piton temette che si sarebbe ripreso a parlare di lui e del suo presunto appuntamento, per questo motivo decise di deviare il discorso su James, “e tu?”

James assunse la sua aria più spavalda, “una volta una ragazza mi è saltata addosso nel gioco 5 minuti nell’armadio. Mi sono spaventato e sono saltato fuori dall’armadio facendo una figuraccia”, disse con aria abbattuta, “spero che quando bacerò Lilly non mi sentirò a disagio come con quella ragazza”.

“Andrà bene di sicuro”, disse Sirius incoraggiante.

Piton assunse un’aria lugubre, “se neanche voi due battete chiodo con le ragazze io morirò vergine”, disse mestamente.

Sirius gli poggiò un braccio attorno alle spalle, “devi solo accettare di andare all’appuntamento con quella ragazza e tu James invita Lilly ad un concerto. Io chiarirà le cose con Remus e speriamo bene”

Quel pomeriggio usarono l’incantesimo di proiezione per parlare con Lilly e Remus. Piton le raccontò le novità con entusiasmo e loro gli diedero mille consigli utili per riconoscere i segnali che lei era interessata a lui.

 

Poi entrò James con il piccolo bimbo nella sacca per neonati, non si era accorto dei due amici e parlottava col il piccolo sorridendogli e facendogli le smorfie per farlo ridere. Lilly ne restò incantata e ancora una volta i suoi due occhi divennero dei cuoricini perfetti, “James è molto bravo con i bambini”, disse Severus a Lilly, “e se stanotte abbiamo dormito il merito è suo”, gli accarezzò la schiena con dolcezza e fece un movimento con gli occhi per suggerirgli di chiedere a Lilly di andare al concerto dopo la fine dell’estate; se James non avesse ottenuto un appuntamento mentre teneva un cucciolo d’uomo nella fascia non ci sarebbe mai riuscito, James prese coraggio, “Lilly ti va di venire con me al concerto dei Led Zeppelin a settembre”

Lei accettò e lui si illuminò di gioia. Lilly sorrise di rimando guardando il piccolino che parlottava nella sacca, “dov’è la madre?”

“Aveva un irrinunciabile appuntamento con la manicure”, disse Severus con la smorfia di disprezzo, “Non è molto matura ma per fortuna Sirius vuole regalarle un elfa baby sitter che l’aiuti”

“La vuoi un elfa tutta per te, eh piccolino?”, james strusciò il suo naso su quello del bimbo che rideva deliziato.

Entrò Sirius, “sono finiti i pannolini”, annunciò, “faccio un salto a comprarli. Manca altro?”

“Mi piacerebbero delle patatine alla pancetta”, confessò James imbarazzato.

“Ancora cibo?”, disse Piton enfatico, “come fai a non ingrassare?”

James scrollò le spalle indifferente, “ho bisogno di energia per esercitarmi negli incantesimi di costruzione”, fece l’occhiolino a Lilly, “durante il ripasso di incantesimi ci hanno fatto esercitare applicando la magia su dei mattoni. Mi sono appassionato e ho preso dei libri per fare pratica”

“Sembra bello”, Lilly era sempre sorpresa di quanto James crescesse in fretta, in pochi giorni senza vedersi era già più grande e con un nuovo interesse che sembrava prenderlo in maniera seria.

Sirius si rivolse a Lupin con calore, “Ehi remy come va? Hai istruito il nostro sev sul modo giusto di approcciare una ragazza?”

“Gli ho illustrato i segnali che mandano le ragazze per mostrare il loro interesse”, disse imbarazzato.

Severus alzò la testa di scatto, “mi hai detto delle cose molto utili. C’è una ragazza o un ragazzo che ti piacciono?”

Sirius divenne viola, “ma che dici? Lascialo in pace per favore”, disse spingendogli la testa di lato mezzo morto d’imbarazzo. Piton non aveva mai visto il disinvolto, socievole Sirius tutto rosso di vergogna e a disagio. Ci restò secco. Non seppe che fare e s’immobilizzò.

“Mi piacciono i ragazzi”, pigolò Remus a voce bassissima, “ma sono anche un lupo mannaro quindi non me la sento di coinvolgere qualcuno in questa cosa”

“A me non importa”, disse Sirius in modo precipitoso, lasciando andare Piton, “potremmo andare insieme al raduno degli amanti dei comics o anche un incontro del gruppo lgbt della scuola”

“C’è un gruppo lgbt della scuola?”, chiese James curioso.

“Ci sono andato con il tuo mantello dell’invisibilità perché sai.. se la mia famiglia scoprisse che non intendo continuare la dinastia mi crucerebbe e espellerebbe dalla famiglia, potrebbe persino chiedermi di cambiare cognome”

“Sei gentile”, disse Remus timido, “ ma io non sono pronto per una storia”

“lo accetto e lo capisco ma adesso conosci i miei sentimenti per te. Tienine conto.”

“Sentimenti?”, a Lilly cadde la tazza di tè che aveva tra le mani, “scusate”, disse quando vide gli occhi di tutti accentrarsi su di lei, “io sono veramente rimbambita perché non avevo capito nulla”

“I ragazzi parlano in codice”, le disse Severus comprensivo, “ma questi due si piacciono”

“Non ne avevo idea”, disse Remus rosso come un peperone, “credevo che le ragazze..”

“Mi piace il tuo carattere gentile e forte. Persino la tua forma animagus è carinissima perché i ricci sono di una dolcezza estrema”

“Perché non ne hai mai preso uno sotto al piede”, intervenne James leggero.

“Tu sei un idiota”, Severus gli mise una mano sulla bocca, “non rovinare il momento”

“Non me l’aspettavo”, confessò Lupin, “ma anche a me piace la tua irruenza e la tua socievolezza. Sei estroverso quanto io sono timido. Ma non sono pronto per una relazione. Con nessuno”

“Lo accetto ma vorrei che prima o poi mi dessi una possibilità”

“Avrei paura di farti male involontariamente. E se i tuoi scoprissero che stai con un lupo mannaro sarebbe un problema”

“Non sono il benvenuto in quella casa già da un bel po’ e non voglio che i loro pregiudizi mi condizionino”

“Ho bisogno di un po’ di tempo”
“Certo che sì, non c’è fretta e anche se sembro una persona sciocca, ho anche un lato serio e maturo e voglio fare le cose per bene”

“Va bene”, disse dedicandogli lo sguardo più timido e dolce che aveva.

I due restarono a guardarsi un attimo, poi James si avvicinò, “i miei migliori amici che si mettono insieme. bellissimo”

il bimbo emise un gemito per essersi trovato stretto tra i due ragazzi, Sirius lo rassicurò facendo uscire delle farfalle colorate dalla bacchetta. Il piccolo cercò di afferrarle ridendo. Poi tornò a lanciare uno sguardo timido a Remus che gli sorrise deliziato. Aveva paura ad ammetterlo ma anche a lui piaceva Sirius da un bel po’, “anche tu sei speciale per me”, disse colpevolizzandosi per non riuscire a trovare parole più belle ma quelle parole misere e povere piacquero a Sirius che si illuminò, “quando ti deciderai sarò qui ad aspettarti”

Nel tempo Sirius, James e Severus divennero sempre più legati scoprendo di essere affini in molte cose che vedendosi poche ore al giorno non avevano ancora scoperto. Sirius e Piton avevano in comune l’amore per il sarcasmo e per le battute, in una gita in un museo fecero un vivace botta e risposta scherzando sui quadri di arte moderna che guardavano. Il professore gli lanciò un’occhiata divertita, “anche questo è un modo d’imparare”, disse sorridente, “fare battute vi fa notare i dettagli”

Un professore inglese non avrebbe mai detto niente del genere. Era bello stare in quel paese proprio perché i professori erano più rilassati e aperti ai bisogni dei ragazzi, questo li portava a rispettarli.

Sirius poggiò la testa sulla spalla di Piton, “mi fanno male le costole per il troppo ridere per favore smetti di scherzare”

Severus si trattenne per due quadri poi se ne uscì con una sparata che fece piegare Sirius in due dal ridere, cercò di trattenersi perché vedeva che la guida li guardava storto, perdette la battaglia ed esplose in una fragorosa risata a denti stretti e come sempre quando provava emozioni forte si trovò trasformato nella sua forma animagus, anche da cane però non riusciva a smettere di ridere, provava a trattenersi senza riuscirci trasformando il suo riso in una specie di tosse simil ringhio davvero buffa.

“Cosa c’è di divertente nel mio quadro?”, chiese la guida che evidentemente era anche l’ autore. Lo chiese con sincera curiosità e rispetto.

Sirius si sentì morire dalla vergogna ma non riusciva lo stesso a smettere di ridere, “scusate”, disse mortificato.

James intervenne, “la sua opera è particolare perché da l’idea di una bomba a mano esplosa ma invece di elementi tristi e cupi ci sono oggetti colorati. Questa contraddizione è insolita è lascia una sensazione di insensato”, mentre parlava dava benevole pacche sul fianco di Sirius per tirarlo su. Severus invece aveva lanciato un incantesimo silenziante si Sirius per permettergli di sfogare le risate senza disturbare gli altri.

L’autore parlò con James per un po’. Nel mentre Sirius tornò umano e si ricompose assumendo la sua faccia inespressiva da membro della famiglia Black e piazzando delle domande davvero intelligenti che gratificarono l’autore. Sirius sapeva essere entrambe le cose: elegante e a modo in certe occasioni e giocoso e divertente in altre. Era un miscuglio davvero affascinante, era una persona con molte sfumature e una personalità stimolante.

James invece era più intraprendente, era la persona che ti sfidava a fare nuove esperienze che mai avresti provato senza di lui. Quando andarono al luna park lui propose di entrare in una cabina dove potevi essere legato con un incantesimo d’immedesimazione e al contempo guardare un ricordo in un pensatoio. In questo modo potevi vivere in maniera intesa l'esperienza di buttarti da un aereo in volo con un paracadute. James uscì di lì entusiasta e carico ma Severus sentiva che le sue gambe erano di ricotta e aveva una leggera nausea, se l’era quasi fatta sotto dalla paura. Era sconvolto.

Sirius tremava ma cercava di dissimulare il terrore che aveva provato. Era contento di aver fatto l’esperienza. Mangiarono un gelato e tornarono a casa.

Ma c’era qualcosa di più dietro l’apparente leggerezza dei suoi amici. Severus aveva intuito questa cosa già da tempo ma ne ebbe la conferma una notte in cui James si alzò a metà notte e si arrampicò sul letto di Sirius, lo svegliò, “ti va una partita a domino?”, Sirius mugugnò, “domani”, biascicò rigirandosi nel letto, James gli saltò addosso facendogli il solletico, “per favore”.

Sirius gli diede una cuscinata per allontanarlo. James scese dal letto a castello, era mogio e si avvicinò a Severus, ci voleva coraggio per svegliare lo scontroso Serpeverde a metà notte : Piton credeva nel dormire un numero adeguato di ore e se qualcuno provava ad impedirglielo diventava una carogna.

James cercò di svegliare Piton spingendogli il braccio con calma.

Severus sollevò la testa dal cuscino, “continua a infastidirmi e ti tiro una maledizione”, disse duro.

James si sedette a terra e posò la testa sulle ginocchia.

“Devi solo aspettare domani”, disse Piton paziente, “perché non provi a dormire?”

“Perché mi è venuta l’angoscia e non riesco a cacciarla da solo. Non posso aspettare domani”, si alzò, “Vado a fare una passeggiata”, annunciò, Sirius e Severus si lanciarono un’occhiata mesta: James non li aveva svegliati solo per dare fastidio ma perché aveva un problema che non riusciva a risolvere da solo.

Sirius tirò il cuscino a James, “ti arrendi così presto Jamie?”, disse con dolcezza, “sai che sono un Black e a volte mi piace farmi pregare”, si alzò dal letto scendendo le scalette del letto a castello, “Domino hai detto? Prendo la scatola”, gli passò la mano tra i capelli disordinati con affetto e lo trasse a se con gentilezza, “non è una buona idea uscire con i boxer dei Ducktails e una maglietta dei led zeppelin con un buco, ti prenderebbero per matto”

James fece un sorrisino e si sedette a terra, Piton notò che tremava e aveva la pelle d’oca nonostante non ci fosse freddo, era anche stranamente rigido, si decise e si alzò, gli strinse una mano sentendola fredda e umidiccia, “non ti avrei tirato una maledizione”, disse piano, “sono solo scorbutico ma la prima volta che ti ho scagliato una maledizione sono rimasto scioccato e non lo rifarò mai. Ne’ con te ne con nessun altro”

“Sarebbe carino conoscere i dettagli della vostra amicizia, ho l’impressione che nascondiate qualcosa”, disse Sirius sedendosi a terra e aprendo la scatola del domino.

James consultò Severus con lo sguardo, “è andata più o meno come ti ho detto. Abbiamo combattuto. Lui mi ha scagliato una maledizione trafiggente anticoagulante e io un incantesimo di fuoco. Sono rimasto ferito e a quel punto lui ne ha approfittato per sfogare la sua frustrazione e la sua rabbia per tutte le prese in giro e le umiliazioni subite da noi. Mi ha sculacciato con la cintura senza fibbia e poi mi ha abbassato gli slip”, abbassò la testa poggiandola sulle braccia incrociate che teneva sulle ginocchia, “Mi sono spaventato perché mi sono ricordato del mio patrigno e ho pensato che lui venisse violentarmi, gli ho detto di non farlo. Lui si è offeso perché voleva solo colpirmi forte sulla pelle e gli ho detto che lo avevo pensato solo perché il mio padrino mi faceva del male. A quel punto ci siamo calmati entrambi e lui mi ha soccorso”

Sirius non ci poteva credere, “lo hai sculacciato?”, chiese sbigottito.

“Mi è sembrato meglio che tirargli una cruciatus”, si giustificò l’altro, “ e non ho usato la fibbia per non fargli troppo male. Ma non mi sono accorto che era ferito gravemente e tutt’ora mi vengono i brividi a ripensare a quanto sono andato vicino a fare del male a qualcuno. E’ stato come uno schiaffo che mi ha fatto rendere conto che le arti oscure hanno un’applicazione macabra che non volevo praticare. Ma in quel momento ero talmente furioso che mi sono sfogato di lui colpendo con la cintura. Ho sbagliato e sono sorpreso che non mi abbia denunciato”

“Non l’ho fatto perché è ipocrita sfidare a duello qualcuno e poi denunciarlo solo perché si è perso. I miei incantesimi poi erano cattivi quanto i tuoi solo che sono stati meno efficaci per mia imperizia. Potevano farti male quanto quelli che hai lanciato tu”

“Insomma vi siete presi di petto, tu l’hai curato e poi cosa?”

“Potter mi ha offerto i cioccolatini e li abbiamo mangiati insieme”, disse Piton disinvolto, “dal mio punto di vista però la nostra amicizia è cominciata quando James mi ha regalato un beuty case da uomo e mi ha insegnato come lavarmi i capelli”

“Tu non lo sapevi?”

“A miei genitori non è importato mai molto di me e a casa mia ci si limitava a sciacquarsi i capelli e il corpo con l’acqua. Non è la stessa cosa certo ma non ho mai imparato a prendermi cura del mio corpo o lavarmi i denti. James mi ha insegnato, è stato l’unico a smettere di giudicarmi e suggerirmi una soluzione che io non vedevo”

“E io che ti ho anche preso i giro”, disse Sirius dispiaciuto, “sono stato spregevole ma non avevo idea dei tuoi problemi familiari. Io pensavo.. vedevo solo il fatto che eri un Serpeverde e non ho guardato oltre. Scusa”

“Ti sei fatto perdonare invitandomi qui”, disse Piton, guardò i due suoi nuovi amici con affetto, “voi due mi avete aiutato a vedere delle soluzioni ai miei problemi che io non vedevo. Credevo fossero inevitabili e che io non avessi il potere di cambiare la situazione. Quindi siamo pari”

James lo abbracciò e poi iniziarono a giocare a domino sentendosi ancora più vicini.

Decisero di dormire nello stesso letto abbracciati e Piton si sorprese di quanto fosse piacevole ricevere tutto quel calore e quell’affetto. Gli erano sempre mancati ed adesso se ne sentiva nutrito.

Si addormentò sereno.

Quando finalmente arrivò il giorno della serata danzante Piton era nervoso. Aveva scelto jeans e camicia casual. Sirius lo aveva aiutato a scegliere una camicia che valorizzasse il suo fisico asciutto e il suo volto longilineo. Avevano comprato un profumo e Severus aveva fatto accorciare i suoi luminosi capelli neri per far risaltare il viso, aveva deciso di lasciarli sciolti e di far crescere un po’ la barba, la qualcosa gli aveva valso uno sguardo ammirato di Sirius, “sei un bel figo”, lo sai.

“E tu hai un tenerissimo riccio che ti aspetta a casa”, lo rimbrottò scherzosamente Piton.

Il rapporto tra Remus e Sirius si era approfondito di molto nell’ultima settimana e loro passavano intere serate a parlare e leggere libri insieme. Erano distanti perché Lupin non aveva potuto frequentare quella scuola estiva per via della Licantropia ma usavano l’incantesimo di proiezione per parlare. Quell’incantesimo sostituiva il telefono babbano.

“Sono fedelissimo al mio lupetto”,disse Sirius serio, “anche se non stiamo insieme”.

Tutta la tensione di Piton scivolò via quando entrò nella stanza da ballo e la ragazza francese gli corse incontro, bellissima nel suo vestito vintage di pizzo nero, “meno male che sei qui, ti va di parlare?”, lo trascinò via prendendolo per la mano.

Restarono tutta la sera a parlare in balcone e poi si rintanarono in una stanza libera.

Sirius e James invece ballarono e bevvero annoiandosi un po’. Essendo entrambi impegnati non potevano spassarsela come gli altri.

Attesero Severus con impazienza, “quindi?”

“Ci siamo baciati e le ho visto il seno. L’ho invitata ad uscire noi due soli”

“Così si fa”, approvò Sirius dandogli un pugnetto sul braccio.

“Vi ho fatto fare tardi. Scusate”

“Ne è valsa la pena”

Tornarono a casa aspettandosi una ramanzina per il ritardo, invece la signora che li ospitava li accolse in un succinto abitino nero, tacchi alti, trucco pesante e profumo in quantità industriale, “io esco”, disse prendendo la sua mini borsetta, “vi affido il piccolo”.

Uscì in un nuvola di profumo.

“Non ci posso credere”, commentò Severus sconvolto.

“Ho già ordinato l’elfo domestico che voglio regalarle”, disse Sirius, “ma mi è venuta una gran fame, morra cinese per decidere chi resta qui e chi compra i tacos”

“Resto io”, Severus sbadigliò, “vorrei farmi una doccia e leggere un po’”.

Gli altri due uscirono e il bambino iniziò a piangere. Severus lo sollevò per le ascelle guardandolo in faccia, “ascolta piccolo umano”, disse mentre il panico lo invadeva, “devi comprendere che io non capisco niente di bambini e purtroppo ci sono solo io”.

Ma quello non smetteva di strillare, “va bene, va bene, ho capito”, disse Severus pensando ad una soluzione, posò il bimbo nella culla, infilò la fascia per neonati e ci mise dentro il bambino, poi prese una marionetta e iniziò a muoverla mentre raccontava una favola e saltellava da un piede all'altro per cullare il bambino che si zittì ipnotizzato.

Quando James e Sirius tornarono con i tacos si sorpresero di vedere il solitario, burbero, distaccato Piton intento a raccontare una favola al piccolino facendo le voci e mimando i gesti mentre ballonzolava per cullarlo spostandosi da un piede all’altro.

Sirius e James fecero un video che inviarono a Lilly e Remus.

Il lapidario commento di Lilly fu: “i bambini svelano la nostra vera natura”.

Mangiarono i tacos e ascoltarono musica fino a tardi.

James lanciò un pacco di preservativi a Piton, “portali con te nel caso ne avessi bisogno”

“E’ un po’ presto”

“Meglio prevenire che curare. E’ troppo presto per un figlio. Vanno fatti al momento giusto”

la madre che li aveva accolti ne era la prova vivente.

Piton mise i condom in borsa, “speriamo che non mi scambi per un maniaco sessuale”, commentò a bassa voce.

Qualche giorno dopo arrivò l’elfo che Sirius aveva comprato. Gli elfi normalmente venivano istruiti per tre anni in scuole apposite. In quel periodo imparavano a leggere, scrivere e fare di conto e a conoscere tutti i segreti per pulire bene, preparare semplici pozioni e servire gli ospiti al tavolo. Altri elfi potevano studiare due anni in più per specializzarsi in qualcosa di specifico.Per esempio potevano scegliere di diventare cuochi o giardinieri. Gli elfi destinati alla cura degli anziani studiavano le pozioni e i farmaci e anche gli incantesimi di sollevamento e spostamento. Gli elfi che avrebbero curato i bambini studiavano filastrocche, canzoncine, pedagogia, primo soccorso e altre cose utile al loro lavoro. l’elfo comprato da Sirius aveva questa formazione. Arrivò a casa quando i ragazzi erano a scuola, la madre li accolse e lui le mostrò il suo curriculum con fierezza sbirciando con fare critico il pentolino con il latte in polvere che trasbordava sporcando tutto.

“Quindi tu sei un baby sitter qualificato?”, disse la donna con un enorme sorriso, gli porse il piccolo, “pensaci tu”, disse, “deve mangiare e poi fare il pisolino”, scappò letteralmente via, “ci sono tre adolescenti che dovranno pranzare ma dai la priorità al piccolo”.

I tre tornarono a casa e andarono subito a salutare il bambino: lo trovarono in braccio all’alfa che lo cullava parlandogli con dolcezza.

“Tu sei trina?”

L’elfa annuì.

“Dov’è la madre?”, chiese Severus critico.

“In palestra a buttare giù i chili di troppo post gravidanza”, disse l’elfa disinvolta, “ha detto che se voleva smettere di essere una balena doveva lavorare sodo”

Piton alzò gli occhi al cielo: quella donna era immatura e inadatta a fare la madre.

“Vi ho preparato il pranzo li informò l’elfa con fare premuroso.

Loro ne approfittarono. Si erano abituati al cibo svedese apprezzandolo. Divorarono tutto con appetito.

Quando la donna tornò trovò la casa pulita e il bambino tranquillo. Mangiò e non lavò i piatti. Quando faceva a quel modo sembrava una tredicenne.

Parlò a Sirius, “ l’elfa e per un fratellino in arrivo?”

“Pensavo di regalarla a lei”

“Sarà costato una fortuna”

“Diciamo che ho vinto alla lotteria”, minimizzò lui, “e l’elfa era in offerta”

“Mi reputi una madre così pessima?”

“Penso che crescere un figlio da soli non sia facile e che a volte ci voglia l’aiuto di qualcuno che ci permetta di dedicare un po’ di tempo a se stessi”

“Sei sicuro?”

“Al 100%”

“E’ un bellissimo regalo”

“Bella pensata”, Piton gli accarezzò i capelli.

Sirius sorrise un po’ triste, “sai ti sembrerò sciocco ma ho sempre creduto che l’unica differenza tra mio e mio fratello è che io avevo un’elfa baby sitter che mi coccolava e rassicurava da neonato mentre lui veniva lasciato piangere per delle ore intere. Credo che l’amore che ho ricevuto ha fatto la differenza per me”, lo guardò serio, “parlo come Silente”, si schernì.

“No lo capisco. Penso anch’io sia importante”

Nei giorni successivi accaddero molte cose. Piton fece il secondo appuntamento con la sua ragazza e le regalò un braccialetto. Sirius fece lo spettacolo per il musical della scuola. Lui suonava il violino con l’orchestra mentre i protagonisti cantavano. Piton si sorprese di quanto l’amico fosse bravo, non solo eseguiva alla perfezione le direttive del direttore d’orchestra ma sapeva integrarsi perfettamente con gli altri musicista. Si coordinava perfettamente e la sua musica era speciale e sentita. Sirius ci aveva lavorato tantissimo, in genere al conservatorio si impegnava ma non troppo ma qui dove il suo contributo influenzava l’effetto finale e il lavoro degli altri aveva dato davvero il massimo, impegnandosi più del solito. Piton lo stimava: era un musicista brillante e un buon amico. Sentirlo suonare l’emozionò.

James era sempre più preso dall’architettura e iniziava a parlare del fatto che gli sarebbe piaciuto intraprendere quella strada. Parlava di questo o quell’edificio famoso con entusiasmo e si esercitava con incantesimi di costruzione. Si era appassionato ed era bello vedere applicare il suo talento per qualcosa di pratico. Era anche impaziente per l’appuntamento con Lilly. Anche Sirius non vedeva l’ora di rivedere Remus e coccolarlo un po’.

Piton invece si godeva la sua ragazza, verso la fine dell’estate tornò a casa sciupato e un po’ stanco, “non morirò vergine”, annunciò poggiando la carta del preservativo sul tavolo.

Sirius rise, “il primo malandrino a farlo”

Jamas assunse un’espressione da stregatto, “a quanto pare con le ragazze sai il fatto tuo”

“Le mi piace intellettivamente”

“E’ andata così male?”, scherzò Sirius.

“E’ stato fantastico e non mi era mai capitato di lasciarmi andare ad emozioni così intense”, confessò Piton, “ma penso di dover migliorare la tecnica”

“Perfezionista anche in quello”, scherzò Sirius sollevando la carta del preservativo, “questo va incorniciato”

Sorrisero.

Gli ultimi giorni passarono rapidi e festosi. Piton e la sua ragazza si promisero fedeltà e stabilirono di vedersi durante le vacanze di natale. Gli altri due erano impazienti di tornare ma salutarono il piccolo commuovendosi. Erano coscienti che l’elfa avrebbe continuato a fare un buon lavoro, da quando lei era lì il bambino era molto più quieto e sereno proprio perché veniva curato meglio e in modo più costante. Anche la casa era pulita e la mamma era più sorridente e giovanile che mai. Li ringraziò e li baciò uno ad uno. Poi si salutarono. Era stata una bella esperienza e avevano visto molti musei e monumenti e anche assaggiato cibi diversi. Avevano conosciuto persone diverse e si erano conosciuti a vicenda creando un legame profondissimo tra di loro. Era stata una bellissima esperienza.

Il ritorno a casa fu però un brusco risveglio, Sirius entrò nella doccia e quando ne uscì si trovo una squadra di auror che perquisiva la casa e le sue cose. Guardò il fratello che aveva una faccia di pietra impossibile da decifrare e poi Malocchio Moody affrontò Regulus Black, “solleva la manica”, ordinò in tono autoritario.

Il ragazzo gli tenne testa con freddezza, “no”

L’auror fece una magia e la manica si sollevò rivelando il marchio nero. Sirius si sentì morire, sapeva che il fratello simpatizzava per la causa dei mangiamorte e che era razzista ma non credeva che avrebbe superato quella linea. Si rese conto di non conoscerlo, “come puoi averlo fatto?”

“Credo nella loro causa”

“Sono assassini e torturatori. Sono sadici e uccidono per divertimento”

“Non ho fatto nessuna di queste cose e avere un tatuaggio non è un reato”

“Se non lo hai fatto lo farai in futuro”, disse Sirius freddo, “sei entrato in un gruppo di assassini seriali”, scosse il capo preoccupato e provò un approccio diverso, “e se dovessi venire arrestato? Avresti buttato la tua vita per dei mostri a cui non importa nulla di te”

“Non succederà”

“Non sei al di sopra della legge,Regulus stai facendo qualcosa di sbagliato e anche pericoloso”

“Sono solo stufo che tutta la vita dei maghi sia determinata dal bisogno di non farci scoprire dai babbani. Non sia mai che sappiano di noi. Sono stufo di dovermi nascondere per adeguarmi alla limitatezza mentale di gente che non vale niente”

“Il loro valore si esprime in modo diverso ma sono persone come noi e hanno sogni, desideri e affetti”

Regulus rise, “è pericoloso pensarla come te”, disse duro, “un Black non può essere un abbracciababbani quindi datti una regolata fratello e non farci sfigurati”

“Non lo farò perché non sono un assassino e nelle guerra che si prepara starò dalla parte giusta”

Regulus lo scrutò con odio, “sei ridicolo”

“Avrei dovuto abortire”, commentò acida la madre.

Sirius ne restò ferito. Era sconvolto dal vedere la vera natura del fratello e anche dal non riuscire a comunicare con lui.

Una auror gli poggiò una mano sulla spalla, non disse niente ma lo guardò con comprensione e umanità.

Sirius provò a toccare l’argomento col fratello altre volte in quella settimana ma ottenne solo che l’altro si irritasse urlandogli addosso e mettendogli le mani addosso. Era strano vedere suo fratello sempre così composto e controllato perdere le staffe a quel modo ma era un segnale di quanto il fratello fosse convinto di ciò che faceva al punto di non riuscire a considerare punti diversi dal suo e a mettere in discussione le sue idee.

Sirius era frustato ma si rendeva anche conto che non poteva vivere la vita al posto del fratello e che lui aveva il diritto di fare le sue scelte e i suoi errori. Sperava però che qualcosa di quello che lui gli aveva detto gli restasse dentro portandolo nel tempo a rivedere le sue decisioni.

Si confidò con Remus che lo ascoltò con attenzione mostrandosi comprensivo, “hai fatto il possibile”, disse, “adesso sta a lui fare le sue scelte. Non puoi influenzarle più di così”

“Mi auguro che andando all’università frequenti gente diversa e prenda le distanze da tutto questo. Glielo auguro”

Lupin poggiò la testa sulla spalla dell’altro accarezzandolo dolcemente. Il legame tra di loro si era intensificato e i due passavano molto tempo a parlare, giocare e coccolarsi. Non si erano ancora baciati ma quella era una cosa in cui non bisognava avere fretta. Intanto James e lilly avevano avuto il loro appuntamento e si erano finalmente messi insieme, erano molto teneri e si tenevano per mano parlando un po’ di tutto e giocando tra di loro con grande complicità.

E poi iniziò la scuola, Sirius ci andò con un peso nel cuore per la preoccupazione per il fratello, aveva un brutto presentimento su di lui ma non poteva fare più di quanto aveva già fatto e adesso c’era solo da aspettare e vedere. Si sentiva però intimamente triste e in quel momento difficile Remus e i suoi amici erano la sua unica consolazione, loro lo distraevano dai suoi pensieri e lo tiravano su con la loro gioia e felicità. Lo facevano stare meglio. Ma il quinto anno era alle porte e c’erano importantissime decisioni da prendere. Sirius non sapeva cosa voleva fare da grande, voleva però continuare a studiare musica e babbanologia. Gli piacevano i motori babbani e gli sarebbe piaciuto laurearsi in ingegneria meccanica, tuttavia non c’era niente di certo nel futuro e sapeva che in quei tempi di omicidi brutali era indispensabile studiare difesa fino al settimo anno e tenere gli occhi aperti per difendersi. Erano tempi bui e non c’era da scherzare, soprattutto perché Sirius sapeva che avrebbe preso delle decisioni diverse da quelle del fratello: lui voleva stare dalla parte giusta e per riuscirci doveva diventare abbastanza forte da tenere testa al male. Non sarebbe stato facile ma era la sua scelta e sarebbe andato fino in fondo. I suoi amici erano come lui.

 

 

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Capitolo 7
*** Prendere posizione ***


L’inizio dell’anno era cominciato tra le sfide di una classe in cui si prendevano le decisioni per il futuro. James aveva deciso di volere diventare architetto. Lilly di voler studiare medicina. Remus non sapeva bene cosa voleva ma aveva deciso di studiare psicologia e filosofia agli ultimi due anni e di continuare tutte le materie di base nell’attesa di capire cosa voleva e cosa gli piaceva.

I malandrini avevano finito la mappa e in più riuscivano a diventare animagus senza problemi, a quel punto però tutti loro sentivano bisogno di nuove sfide in cui cimentarsi, per questo motivo e anche per distrarre e consolare Sirius, decisero di dedicarsi alle indagini sulla camera dei segreti. Iniziarono andando alla redazione della gazzetta del profeta e prendendo una copia di tutti gli articoli che parlavano della camera. A quel punto avevano fatto una cronologia dei morti che avevano completato con i dati presi da alcuni libri del giornalista Harvey che era un appassionato dell’argomento e che aveva passato gran parte della sua vita ad indagare su quel mistero. A quel punto avevano chiesto una piantina di Hogwarts alla stanza delle necessità e avevano segnato con una x rossa i luoghi in cui gli studenti erano stati assassinati, scoprirono così che tutti gli omicidi erano avvenuti al primo piano e comunque non molto lontano dai bagni di quel piano. Avevano anche fatto delle ricerche per capire che tipo di creatura poteva nascondersi in quel castello, dopo un duro lavoro di ricerca restrinsero il campo a 15 creature, tutte in grado di pietrificare e uccidere con lo sguardo e tutte con una lunghezza di vita di qualche secolo.

Lilly guardò il cartellone a cui avevano appeso tutte le ricerche sulla camera dei segreti, baciò la spalla di James, “perché ci tieni tanto?”

“C’è un mostro che uccide bambini mezzosangue e a me non sta bene che continui a farlo”, si girò verso di lei baciandole le labbra, “soprattutto non mi sta bene che quel coso provi a mangiarsi la mia ragazza”.

Lilly sorrise, c’era un che di nobile in James, qualcosa che lo portava a cercare di proteggere gli altri, non era qualcosa di cui ti accorgevi subito ma c’era e a lei piaceva molto.

La ragazza picchiettò sul dito sul tabellone, “Mirtilla Warren è rimasta sulla terra come fantasma e abita il bagno dove è morta. E’ molto permalosa ma potremmo parlaci”

“Sei un genio”, esclamò James entusiasta, “ci andiamo adesso?”

Il gruppetto dei malandrini andò del bagno di Mirtilla, ci trovarono un fantasma triste e arrabbiato, totalmente immerso nei brutti ricordi e incapace di andare avanti. Lilly le parlò con grande delicatezza facendosi raccontare gli ultimi suoi momenti di vita. Scoprirono così che lei aveva visto dei grandi occhi gialli e qualcuno che parlava una lingua misteriosa e sibilante.

“Probabilmente serpentese”, ipotizzò Piton, “chi non lo capisce lo percepisce coma un lingua composta da sibili con impercettibili variazioni di toni”

“Qui c’è qualcosa”, esclamò Sirius carico di energia, indicò un serpente su un lavandino, “trasuda energia magica molto antica”

Lilly annuì piano e tornò a parlare con Mirtilla, “aiutarci a capire che tipo di creatura si nasconde nella camera”, le disse, “farlo ti permetterebbe di avere una rivincita su chi ti derideva e non credeva in te. Aiutandoci ti libereresti del tuo passato diventando l’eroina che ha fermato il mostro della camera dei segreti. Sarebbe un onore per te e tutti ti vedrebbero in modo diverso”.

Mirtilla era attenta, “non posso ucciderlo perché sono un fantasma”

“Ma puoi dirci di che mostro si tratta e se la camera dei segreti è proprio sotto questo bagno”.

Si fece pregare un po’ ma poi acconsentì e attraversò il pavimento in un tuffo verso il basso. Tornò su poco dopo tutta emozionata dicendo che aveva visto un enorme serpente. Ne descrisse le dimensioni e le caratteristiche fisiche.

“Un basilisco”, commentò Sirius, “questo spiega tutto”.

“La cosa migliore è studiare come ucciderlo sui dei libri di testo auror”, disse James, “in questo modo potremo farci un’idea di come procedere”, si passò la mano tra i capelli, “avrai il tuo riconoscimento”, disse a Mirtilla, le sorrise, “sei stata indispensabile”.

Lei fece qualche capriola di gioia, “l’avrebbe fatto chiunque”, si sminuì palesemente lusingata dal riconoscimento dell’altro.

Iniziò così un periodo di ricerca è studio.

Dopo qualche settimana Remus trovò il libro giusto, “ecco qui”, disse soddisfatto. Gli altri smisero di fare quello che stavano facendo e si avvicinarono per vedere.

Remus descrisse la procedura auror per uccidere i basilischi. Si usava un complicato incantesimo

di sdoppiamento che permetteva di staccare una parte da se stessi che poteva essere guidata in diverse azioni e ad eseguire incantesimi che avrebbero potuto uccidere il basilisco. Il problema era che il doppio che si creava era leggero come fumo e difficile da guidare, bastava infatti un attimo di distrazione e il doppio svaniva. Fargli eseguire magie richiedeva molta energia che sfiniva chi faceva la malia. Gli svenimenti durante gli incantesimi di sdoppiamento erano frequenti e anche la spossatezza e la debolezza persistente dopo che l’incantesimo finiva. Dulcis in fundo l’esatta procedura per compiere la magia era spiegata in un libro di magia oscura della sezione proibita.

Iniziarono a discutere su come procedere e se chiedere il permesso per il libro ai professori e nel caso che giustificazione dare per ottenerlo. Sirius pensava di potersi procurare il libro facilmente prendendolo a casa sua. Piton optava per chiederlo alla stanza dei bisogni. Mentre discutevano in modo concitato, Silente si avvicinò si soppiatto facendoli sobbalzare. Dopo aver ricevuto l’Horcrux in maniera anonima e aver scoperto l’esistenza di una società segreta ad Hogwarts aveva iniziato a guardarsi intorno cercando i responsabili di quel gruppo. Aveva subito notato il gruppetto capeggiato da James Potter che curiosava sulla camera dei segreti,sulle creature magiche e su cose collegate agli omicidi di Hogwarts. Aveva compreso che il gruppetto progettava di uccidere il mostro della camera e voleva sapere in che modo avessero intenzione di farlo.

“Posso esservi utile”, chiese con gentilezza, “se si parla di regolamento scolastico ne so abbastanza da consigliarvi. Almeno credo.”.

Rimasero tutti zitti e allora Lupin prese la parola, “stavo studiando il modo in cui gli auror uccidono i basilischi e ho scoperto che lo fanno usando un incantesimo di sdoppiamento. La procedura esatta per eseguire questa magia è scritta in un libro oscuro che io vorrei leggere per approfondire il modo in cui si uccidono i basilischi . M’interessa solo quello”

“E perché t’interessano i basilischi?”, chiese con aria innocente.

Remus lo guardò un po’ confuso dalla banalità della domanda, “perché ritengo che in una scuola non dovrebbero esserci serpenti assassini che cercano di mangiare gli studenti”.

Silente sorrise, “perdona le domande idiote di un povero vecchio ma a volte gli studenti usano quell’incantesimo per tormentare il proprio rivale in amore, copiare i compiti in classe o rubare oggetti ai compagni”

“Noi invece vogliamo usarlo per affettare un basilisco e proteggere la scuola”,disse Sirius tranquillo, “e onestamente sono stufo marcio dei maghi fanatici che dividono il mondo in purosangue e maghi non degni e sono anche convinto che il male vada combattuto perché se non lo si fa quello dilaga, ingrandendosi a dismisura e mangiando tutto ciò che di bello e buono c’è nel mondo”

“Su questo ha ragione”, confermò Piton, “bisogna impedire ai maghi scuri di fare i loro porci comodi, soprattutto qui ad Hogwarts e il primo passo per farlo è uccidere quel mostro per frenare i loschi piani di quelle persone disumane”

“E se lo facciamo prima che quel mostro attenti alla mia vita della mia ragazza è anche meglio”, dichiarò James poggiando una mano sulla testa di Lilly che lo guardò di sbieco, “so difendermi da sola”

“E infatti sei qui con noi a pianificare un serpenticidio e non a fare la calzetta”, disse James spigliato, “se non ti ritenessi brava non ti avrei coinvolta ne starei con te”

Lei si addolcì, “bella risposta”.

“Perché pensate che il mostro sia un basilisco?”

“Me l’ha detto Mirtilla Waren”, disse Lilly fiera, “le ho chiesto di saltare attraverso il pavimento e scoprire che tipo di creatura ci fosse nascosta e lei ha accettato di farlo per rifarsi delle prese in giro delle sue compagne. Ci ha detto che era un grosso serpente”, riportò tutti i dati e Sirius completò il resoconto illustrando le caratteristiche dei basilischi che combaciavano con quelle del serpente misterioso.

“Interessante”, disse Silente accarezzandosi la barba, ci rifletté un attimo, “se la situazione è questa vi darò il permesso”

Remus sorrise, “grazie”

“A voi”, disse serio, “ma se ce la fate venite nel mio ufficio. Basta lettere anonime”, sorrise guardando James e poi Severus, “una bella amicizia la vostra”

“E’ iniziata in modo strano”, raccontò James, “perché all’inizio mi ero fatto un idea del tutto sbagliata di Severus e lo trattavo come se non avesse sentimenti. Poi però mi sono accorto che nonostante fuori fosse inaccessibile all'interno era molto delicato e che era così perché aveva sofferto molto anche se esprimeva il dolore in modo diverso da me. Io infatti cerco di essere perfetto mentre lui si è chiuso ed è diventato ostile a tutti ma è un bravo ragazzo e lo stimo molto per la sua lealtà, la sua forza, il suo talento in pozioni e soprattutto per la sua determinazione”, sollevò le spalle noncurante, “quando l’ho visto per com’era dentro siamo diventati amici”, concluse.

“E il resto è storia”, disse Sirius scherzosamente abbracciandolo da dietro e accarezzandogli i capelli.

Severus sorrise, “i Grifondoro sono molto affettuosi”, accarezzò il braccio di Sirius, “più o meno è andata come ha detto James anche se sono rimasto colpito dal modo in cui James mi ha capito e mi ha dato una possibilità come persona. L’unica ad aver fatto qualcosa di simile è stata Lilly”, guardò i suoi amici, “anche gli altri si sono fidati e mi hanno accettato”

“Ti sei preso una cruciatus pur di non farti usare da mio fratello e mi hai medicato quando lui mi ha frustato”, disse Sirius serio, “sei una brava persona, molto più di quello sventurato di Minus”

“Ho notato che non esce più con voi”, disse Silente pensieroso.

“Lui anelava a fare il cagnolino di Malfoy e Regulus Black e gli raccontava tutte le nostre cose più private per avere la loro attenzione e cercare di entrare nel loro giro. Nel frattempo sfruttava noi per farsi aiutare con i compiti ed era falso. Terribilmente”, disse Lupin frustato, “ho fatto di tutto per aiutarlo ma a volte non è possibile riuscirci e devi mettere dei paletti per non farti usare”

“Sono sicuro che non è colpa tua”, disse Silente comprensivo, “Malfoy e Regulus Black sono entrambi mangiamorte, intende seguirli anche in quello?”

“Dopo che ho visto ciò che ha fatto mio fratello ho capito che in queste cose non ci sono certezze”, disse Sirius abbacchiato, “a volte le persone hanno un lato oscuro che non si vede a prima vista”, scosse il capo demoralizzato, “a volte gli altri sono del tutto diversi da quel che credevi”, scosse il capo sconsolato, “io sapevo che simpatizzava con idee antibabbane e che credeva nella superiorità dei purosangue ma mai avrei creduto che si sarebbe fatto marchiare da colui che non deve essere nominato per diventare un assassino al soldo di quello psicopatico. Non lo credevo capace di tanto. E’ anche Minus era diverso da quel che credevo e ci considerava delle marionette da usare per raggiungere i suoi obiettivi”, abbassò lo sguardo triste, “queste persone sono false e insidiose perché i normali gli attribuisce dei sentimenti che non hanno e si fidano a torto di loro quando non dovrebbero”

“Hai visto qualcosa di cui vuoi parlarmi?”

Scosse il capo, “io ho passato l’estate in una scuola svedese ma al mio ritorno gli auror hanno perquisito casa mia e hanno scoperto il braccio di mio fratello svelando il marchio nero. E’ stato agghiacciante. Non me lo aspettavo. Ho provato a parlarci ma lui era convinto e deciso e io non ho concluso niente”

“Non è pronto ad ascoltare ciò che hai da dire”, sintetizzò Silente, “ma cerca di vegliare su di lui da lontano. Non abbandonarlo”

“Non lo farò”
Silente sorrise, “vi darò l’autorizzazione per l’incantesimo di sdoppiamento”

I ragazzi esultarono soddisfatti.

Si cimentarono subito con la magia ottenendo risultati deludenti, riuscivano ad ottenere un doppio semitrasparente che veniva quasi subito per la difficoltà a concentrarsi e mantenerlo vivido. Era stancante tenerlo denso.

“Ci vorrà un po’”, commentò Remus tranquillo, “ma se saremo costanti ci riusciremo”

“Direi di esercitarsi 15 minuti al giorno”, propose Piton che era il più organizzato di tutti.

Accettarono.

Mentre lavoravano su quella complessa magia iniziarono ad organizzare il campeggio animagus dove avrebbero scattato la foto che Lupin voleva spedire al concorso di fotografia “cogli l’attimo” che aveva indetto una gara a titolo “migliori amici”. Lupin voleva mandare una foto di loro quattro nelle loro forme animagus e sapeva che la foto sarebbe venuta bene.

Il giorno del campeggio pioveva ma dopo aver cucinato in tenda i quattro decisero lo stesso di fare una corsa sotto le stelle. Sirius divenne un grosso cane nero col petto bianco e abbassò il capo per permettere a Lupin, diventato un graziossissimo porcospino, di salirgli sulla testa, “tieniti forte”

“Contaci”, Remus si aggrappò al collo dell’amico, gli piaceva che l’amico fosse possente e portatore di una forza buona che usava per proteggere e non per ferire.

James divenne un cervo alto ed elegante, “puoi tenerti alle mie corna se non ti va di volare”, Piton infatti era un meraviglioso corvo blu ma aveva qualche problema a padroneggiare la tecnica di volo.

“Voglio provare a fare per conto mio”, disse Severus sicuro.

Iniziarono a correre liberi ed emozionati dal sentire la pioggia su di se e di correre nella natura incontaminata. Poi la pioggia e il cielo si schiarì mostrando un'emozionante cupola di stelle.

“Facciamo la foto?”, chiese Remus entusiasta.

Posizionò la poloroid facendola volteggiare con un incantesimo di sospensione, si misero in posa e poi Lupin premette il bottone per lo scatto a distanza. La macchina però non partì e i quattro si rilassarono lasciandosi andare, lo scatto li prese all’improvviso in un momento naturale.

Lupin mostrò la foto agli amici con un ghigno. Era una foto fantastica e unica nel suo genere.

Quando lo scatto aveva ritardato Lupin aveva iniziato a ballare la maccherena nella sua forma animagus da porcospino. Remus era posizionato sulla testa di Sirius che era un grosso cane nero, nel vedere l’amico ballare sulla sua testa Black aveva sollevato lo sguardo assumendo un’aria divertita che traspariva dalle sue fattezze da cane. James che era uno splendido cervo era stato immortalato in una smorfia col muso storto dato dal fatto che cercava di mascherare le sue risate. Piton che invece era un corvo e non ci vedeva bene aveva allungato il collo verso Remus per guardarlo meglio dall’arbusto su ci si era appollaiato. L’immagine era vera e mostrava l’umanità delle quattro persone e la loro personalità.

Lupin sorrise, “non poteva venire meglio di così”, commentò Lupin soddisfatto. Sirius lo abbracciò da dietro, “spero che tu vinca”

Remus sorrise deliziato come sempre quando Sirius lo coccolava. Si voltò verso di lui e Sirius gli poggiò la bocca sulle labbra spingendo con dolcezza la lingua sull'attaccatura delle labbra per farle schiudere. Lupin rispose al bacio e per qualche minuto fu tutto un dolce accarezzarsi di lingue. Poi Remus si fermò, lo respinse col dolcezza, “sono un mannaro”

“Non m’importa”, gli ficcò il naso sul collo baciandolo.

“Ma se ti graffiassi o mordessi per sbaglio potrei passarti il virus. Non basterebbe a trasformarti ma soffriresti comunque di licantropia parziale e avresti dei sintomi legati alla licantropia durante la luna piena”

Sirius sospirò, “allora ti regalerò un paio di muffole per quando ci facciamo le coccole”

“Cosa sono le muffole?”

“Dei guanti soffici e morbidosi che t’impediranno di graffiarmi. A quel punto dovrai solo evitare di mordermi e andrà tutto bene”, lo guardò accarezzandogli i capelli castano chiaro, “è solo quello il problema?”

“Sì”,divenne tutto rosso, “tu mi piaci e per questo voglio proteggerti”

“So badare a me stesso”

Lupin lo guardò con tenerezza e poi prese una decisione. poi lo afferrò per la maglia e lo trasse a se, baciandolo con passione. I due restarono avvinghiati a lungo, James e Severus si lanciarono uno sguardo d’intesa e si allontanarono silenziosamente.

 

Restarono in silenzio per un po’, “dovremmo organizzare un corso serio di difesa”, esordì Piton serio, “perché se la famiglia di Sirius scopre che è gay farà una strage e dobbiamo essere pronti a lottare e proteggerli”

James assentì serio, “ci potrebbe servire anche ad altro”

La situazione peggiorava di giorno in giorno e gli omicidi erano all’ordine del giorno.

 

Tornarono in tenda concedendosi un’altra fetta di torta di mele con gelato.

 

I due tornarono poco dopo tenendosi per mano e godendosi le feste di James che era felicissimo del loro nuovo amore. Lupin era incredulo per la fortuna di aver avuto degli amici che lo avevano accettato in tutti i suoi aspetti senza giudicarlo.

Rimasero svegli fino a tardi vedendo un film e poi si addormentarono vicini facendosi le coccole. La loro amicizia era più salda che mai.

I mesi successivi passarono in fretta. Continuavano ad esercitarsi sull’incantesimo di sdoppiamento che gli veniva sempre meglio anche se non erano ancora capaci di usarlo per fare magie. Lilly lavorava ad una pozione che riduceva l’ossidazione del pelo dei cani. Il pelo dei cani bianchi poteva ossidarsi per via di lacrime, saliva o umidità che provocavano una reazione chimica che rendeva il cane marroncino o giallo in certi punti. Lilly cercava una pozione che invertisse l’effetto dell’ossidazione sbiancando il pelo del cane. Aveva scelto di usare una pozione potenziata con un incantesimo di ripristino che avrebbe dovuto riportare il pelo ad uno stato precedente. Ci lavorava fin dall’estate studiando le erbe mediche migliori per sbiancare il pelo e nutrirlo e cercando le combinazioni migliori per ottenere il risultato voluto da combinare con l’incantesimo giusto. Dovette studiare libri di pozione universitari e provare e riprovare all’infinito per cercare di perfezionare il suo composto ma alla fine aveva ottenuto la combinazione giusta che, con l’aiuto di Piton aveva inviato allo stesso concorso per pozionisti che Severus aveva vinto l’anno precedente. Evans aveva sperimentato la sua pozione su diversi trovatelli che già dopo la prima applicazione avevano avuto un notevole miglioramento. L’ossidazione spariva del tutto in 3 applicazioni. La ragazza aveva documentato tutti i progressi con foto che aveva allegato alla domanda. Aveva sperimentato il suo composto su 15 cani ed era soddisfatta del risultato.

Sperava di vincere il concorso per ottenere la borsa di studio universitaria. Medicina era infatti un’università lunga e lei preferiva non gravare sulla sua famiglia per tutte le spese.

Lupin intanto vinse il concorso di fotografia e ottenne 1000 galeoni e la pubblicazione della foto sulla copertina di una rivista di fotografia. Era felice e il rapporto con Sirius andava benone.

Severus d’altra parte stava programmando il suo viaggio in Francia per stare con la sua ragazza durante le vacanze di Natale. Era stressato e il fatto che sua madre avesse scoperto la relazione e parlasse con la sua ragazza non facilitava le cose. La madre si stava immischiando troppo e lui si sentiva sotto pressione.

Le cose cambiarono drasticamente quando Sirius decise di passare le feste di natale con la sua famiglia nella speranza di “redimere” il fratello maggiore.

 

Era il giorno prima di natale e Severus era seduto alla tavolata dove gli insegnanti e i pochi studenti restati a Hogwarts per le feste consumavano i loro pasti.

Sirius entrò nella sala grande: era pallido e appariva sconvolto. Sembrava distrutto, come se qualcuno gli avesse lanciato un incantesimo invecchiante addosso. Era ferito .

“Che è successo?”, Lupin balzò in piedi apprensivo.

“Mio fratello ha fatto una cosa terribile e io ho dovuto combattere contro di lui per riuscire a portare qui le prove delle sue azioni. Forse potrebbe salvare qualcuno”, era sudato e tremava, “io non lo credevo capace di una cosa così atroce... pensavo..” si bloccò turbato, “credevo fosse solo un brutto momento ma quello che ha fatto..”, scosse il capo ferito, “è allucinante”

“Chi ha ucciso?”, chiese un Grifondoro contratto, “giusto per sapere se la mia famiglia è in salvo”, aggiunse freddo.

“Babbani”, rispose Sirius asciutto, “ha fatto una strage di babbani”, sollevò un cotton fioc, “ho preso un campione del veleno potenziato che ha usato”

La Mcgranitt consultò il foglio delle ultime notizie, era una pergamena magica su cui apparivano gli ultimi fatti accaduti nel paese, “qui non dice niente”

Silente balzò in piedi, “forse siamo ancora in tempo”, camminò rapido verso Sirius e lo guardò con fermezza, “dove ha messo il veleno?”

“Nell'acquedotto babbano”, disse Sirius distrutto, con un filo di voce, “ho fatto una foto della piantina che c’era nella sua stanza”

“Dobbiamo avvertire il primo ministro”, gli prese il braccio, “andiamo”

Si smaterializzarono nel suo ufficio.

“Qual’è il problema?”, chiese un ragazzo della tavolata, apatico, “ci vorrebbero litri di veleno per avvelenare dei Babbani tramite l’acquedotto”

“Non se si usa un veleno potenziato”, spiegò Lilly, “significa che il veleno viene trattato con un incantesimo che ne aumenta l’efficacia per esempio facendo moltiplicare all’infinito la sostanza o colpendo determinati organi. In questo caso basterebbe una goccia di veleno per fare una strage”

“Quello era sicuramente un veleno potenziato”, disse Piton, “e oltre l’incantesimo di moltiplicazione ne aveva un altro di corpo specifico che non ho riconosciuto. Inegli incantesimi di corpo specifici la magia conduce il veleno ad un organo prestabilito e distrugge l’organismo compromettendo le funzionalità di quel singolo organo”, si sistemò una ciocca dietro l'orecchio,“La sua famiglia non la prenderà bene”, disse rivolto a James, “probabilmente cercheranno di assassinarlo. Noi dobbiamo essere pronti a combattere per proteggere Sirius”

“Combattere contro i Black significa lottare contro Lui”, disse un Serpeverde seduto accanto al professor Lumacorno.

“A volte non si può restare neutrali”, dichiarò James, “e non permetterò che degli assassini facciano del male al mio migliore amico”

“Dovreste farvi i fatti vostri”,dichiarò il ragazzo, “e tu Severus da quando t’importa dei babbani?”

“Lilly è sempre stata mia amica e non vorrei mai che la sua famiglia venisse ferita da un’azione brutale e insensata. E poi non ho mai sopportato lo snobbismo e la presunzione dei Black”

“ Se la pesi così allora preparati a morire giovane”, dichiarò il ragazzo serio, “mi sorprende che tu voglia rischiare tanto per qualcuno che ti ha sempre deriso. Non ti riconosco più”

“Ci siamo chiariti e lui mi ha aiutato molto e d’altra parte sono sempre stato un ragazzo che rifiuta di farsi sottomettere. Non ho mai accettato guinzagli e non comincerò adesso. Essere servile e appoggiare tu sa chi per paura è vile e io non lo sono mai stato”

“Se lo dici tu”, disse quello indifferente.

I ragazzi finirono il pasto di malavoglia e andarono nella stanza dei bisogni ad aspettare Sirius. Quando il ragazzo entrò lo accolsero abbracciandolo e mostrandogli supporto e affetto.

“Sono riusciti ad intervenire per tempo avvertendo i babbani che l’acqua del rubinetto era contaminata. Ne erano morti già alcuni ma il peggio è stato evitato”, poi sollevò una strillettera, “Non ho avuto il coraggio di aprirla”

“Coraggio”, Lupin gli posò una mano sulla spalla.

Lui l’aprì, “maledetto traditore del tuo sangue”, urlò la voce inferocita della madre di Sirius, “come hai OSATO tradire la tua famiglia e rovinare i nostri accordi? Ho bruciato il tuo nome dall’albero genealogico e sappi che se ti vedrò ti darò la lezione che meriti. Non osare tornare più a casa. Tu non sei più parte di questa famiglia”

Sirius era sconvolto ma anche deciso e sicuro delle sua azioni. Dopo che suo fratello fu arrestato e processato per direttissima passò un brutto periodo in cui era apatico e beveva molto ma l’amore di Remus lo teneva a galla e anche la sua voglia di uccidere il basilisco e proteggere la scuola. S’impegnava con l’incantesimo di sdoppiamento col doppio della convinzione degli altri e ben presto ottenne che il suo doppio riuscisse a fare magie. Per rendere innocuo il basilisco era necessario fare due incantesimi oscuri, il primo necessario per bruciare gli occhi della bestia e impedirle di paralizzare le vittime, il secondo per decapitarla. Iniziarono ad esercitarsi con pesci e polli congelati ottenendo dei piccoli miglioramenti.

C’era un altro progetto che attirava Sirius, da sempre il ragazzo aveva sviluppato un grande amore per i motori babbani e aveva scoperto che c’era un settore nel ministero della magia adibito a verificare lo stato di veicoli restaurati con la magia, se andava tutto bene l’ufficio emetteva un certificato che permetteva di vendere il veicolo babbano. Bisognava pagare una piccola tassa pari al 5% del valore finale dell’automezzo ma Lilly gli aveva spiegato che quei soldi servivano a finanziare scuole di magia e corsi di formazione nei paesi più poveri e che quindi erano soldi ben spesi.

Sirius aveva già un suo conto aperto l’hanno prima grazie all’elfo di famiglia che aveva apposto il sigillo dei Black a dimostrazione dl fatto che Sirius aveva l'approvazione dei suoi genitori per aprire il conto. Pur avendo un conto su cui versare il ricavato ed eseguire le transazioni aveva bisogno di un adulto che si occupasse di comprare un veicolo a suo nome e di espletare tutte le pratiche burocratiche per avere i permessi e le certificazioni per aggiustare un automezzo babbano con la magia e poi rivenderlo.

“Potrei chiedere a mio padre”, si offrì Piton, “la nostra casa cade a pezzi e gli farebbe comodo un’entrata extra”, piegò la testa di lato, “potrebbe anche affittarti il nostro garage ma devi fare attenzione con lui e proteggere il tuo spazio di lavoro con magie protettive che impediscano a mio padre di entrare perché lui è molto tranquillo ma quando beve diventa iroso e aggressivo e potrebbe distruggere il tuo lavoro”

“Posso proteggere il garage con un incantesimo di sangue che permetta solo a me di entrare”, rifletté Sirius, “in ogni caso non voglio andare lì in carne e ossa. Rischierei troppo con i miei parenti sul piede di guerra. Userò l’incantesimo di sdoppiamento in modo da essere invulnerabile a maledizioni e aggressioni”.

Piton presentò quindi la sua famiglia a Sirius e lui trovò subito un accordo col padre di Severus. Si accordarono velocemente: Sirius avrebbe pagato 150 galeoni al mese per l’affitto del garage e 200 galeoni affinché il padre di Severus prendesse un rottame scelto da Sirius, lo trasportasse a casa e sbrigasse tutta la burocrazia necessaria ad avere i permessi per vendere l’auto aggiustata con la magia. Sarebbe stato il padre di sev a vendere materialmente l’auto ai babbani anche se i soldi sarebbero andati sul conto di Black. C’era da fare molti soldi non solo rimettendo a nuovo auto d’epoca ma anche vendendo pezzi di ricambio rinnovati con la magia. Sirius pensava di donare metà del ricavato di quel lavoro ad un associazione danese che lavorava ad una pozione per curare la licantropia. Lavoravano bene ma non ricevevano fondi statali perché il ministero della magia non considerava la cura per la licantropia una priorità. Era un errore perché i lupi che si fossero sentiti rifiutati dalla comunità magica sarebbero alleati con più facilità con il signore oscuro o con maghi intenzionati a distruggere la vita dei maghi.

Severus era contento dell’impegno di Sirius e anche delle sue intenzione di finanziare e mantenere in vita l’associazione scientifica per cui lui avrebbe voluto lavorare dopo la laurea specialistica.

Rimase però perplesso quando vide il rottame che Sirius aveva scelto dallo sfasciacarrozze: era una Austin Healey 3000, un auto d’epoca che però era in condizioni pessime. Era infatti arrugginita, le mancava uno sportello e nella tappezzeria si erano annidati dei topi. Perdeva d’olio.

Sirius d’altra parte era pieno di entusiasmo, sosteneva che quei problemi si potevano risolvere facilmente con la magia e che quell’auto rimessa a nuovo poteva fruttare fino a 40.000 galeoni.

Con l’aiuto del padre di Severus rimorchiarono l’auto nel garage del padre di Piton e Sirius iniziò a lavorarci. Fu subito evidente che rimettere a nuovo quella macchina fosse più difficile del previsto se infatti la tappezzeria e lo scheletro della macchina potevano essere facilmente riparati con la magia non si poteva dire lo stesso del motore perché prima di essere rinnovato era necessario essere capaci di riconoscere il guasto. Sirius quindi iniziò a studiare libroni di meccanica e a fare esperimenti per capire l’origine di certi problemi e aggiustare la parte meccanica dell’auto.

Piton notava come Sirius sentiva il bisogno di sentirsi impegnato per non pensare a tutto quello che era successo con suo fratello e con la sua famiglia. Gli piaceva dedicarsi anima e corpo a quel progetto e sfinirsi di lavoro. Dedicava lo stesso impegno a padroneggiare l’incantesimo di sdoppiamento ed usarlo per eseguire le magie che avrebbero ucciso il basilisco.

Nel frattempo Piton aveva una brutta gatta da pelare con la sua ragazza, le aveva spiegato che non poteva raggiungerla in Francia perché il suo amico stava male e lei aveva iniziato a fare storie ed ad accusarlo di non tenere a lei e di trascurarla.

Piton si era stranito, “ma tu hai capito che qui c’è la guerra?”, aveva detto arrabbiato.

“Non vedo come ti riguardi”

“Perché Sirius ha preso posizione e questo coinvolge anche me”

Avevano discusso e poi le era partita accordandosi segretamente con sua madre. Piton era furioso, le aveva spiegato che quella casa non era sicura e che quando suo padre beveva diventava una carogna ma lei non gli aveva creduto e lo aveva accusato di trovare scuse. Non aveva accettato l’offerta di Piton di andare in un albergo pagato da lui. Non aveva ascoltato Severus o forse era Piton che non era riuscito a spiegarsi. In ogni caso, di mala voglia, il ragazzo fu costretto a passare le feste a casa dei suoi per essere certo che suo padre non facesse stupidaggini. Gli dava fastidio farlo perché avrebbe avuto stare vicino a Sirius che dopo l’arresto del fratello riceveva una strillettera al giorno da Regulus e una ogni due giorni da sua madre. Avrebbe voluto supportarlo e siccome non sapeva come farlo avrebbe voluto almeno stargli vicino incoraggiandolo e dimostrandogli quanto tenesse a lui con delle piccole gentilezze e qualche coccola in più. Severus vide Remus guardarlo con curiosità e gli parlò in privato per spiegarsi, “non ci sto provando col tuo ragazzo”, esordì, “ma penso che per lui sia un periodo difficile e vorrei sostenerlo a modo mio. Anche se sono socialmente impacciato”

“Neanch’io so bene come prenderlo ma sono contento che la musica e questo nuovo progetto lo tengano impegnato”, gli sfiorò il braccio con affetto, “la tua ragazza ti fa ammattire?”

“E’ una pazza. All’inizio mi era sembrata tranquilla e a modo ma adesso è irrazionale, impulsiva e del tutto incapace di seguire un ragionamento”

Erano a quel punto del discorso quando Sirius piombò fra di loro nella sua forma animagus canina. Scodinzolava in cerca di carezze e attenzioni, Lupin si chinò su di lui dandogli qualche pacca sulla schiena, Sirius si coricò a terra pancia all’aria battendo la coda, “stai mostrando i gioielli di famiglia”, James scosse il capo ridendo, “cane svergognato”

“Se t’infadisce non guardare”, commentò Sirius risollevandosi e dando una leccata a Remus che lo abbracciava con dolcezza mentre lui guaiva e si muoveva tutto in cerca di amore.

Poi Sirius divenne serio e guardò Piton, “la tua ragazza starà dai tuoi?”

“Posso rimanere qui se hai bisogno e lasciarla nella sua illusione che la mia famiglia sia grandiosa”

Sirius piegò la testa di lato perplesso, “vuoi usarmi come scusa per lasciarla?”

“No, ma se tu hai bisogno di sostegno scelgo te. Tu sei più importante”

“Ma che dolce”, James lo abbracciò da dietro, “questa è la parte bella di te Sev, sei dolce e fedele come un piccolo cucciolo. Il contrario esatto di Minus”, gli baciò il lato della testa con affetto.

Sirius si avvicinò carezzandolo a sua volta, “non dico che non sia dura ma per il momento ho trovato il mio equilibrio e non voglio essere egoista facendoti perdere una ragazza a cui tieni. Quindi vai ma per favore non sparire e dedicaci un po’ di tempo”

“Contateci”

“Potremmo uscire tutti insieme”,propose Lilly sempre avvezza a trovare soluzioni che soddisfacessero tutti. Furono tutti d'accordo.

Severus accolse la sua ragazza al passiportificio internazionale e la accompagnò a casa, mise un passetto alla sua porta per proteggerla ma lei fu spavalda e non utilizzò quella protezione. I primi giorni andò bene e suo padre non fece nulla di sbagliato ma poi il capoufficio del padre di Severus gli fece una lavata di capo e lui si ubriacò. Entrò nella camera della fidanzata del figlio e la palpeggiò cercando di farla girare per stuprarla. Lei urlò e Severus accorse in suo aiuto. Il padre lo colpì al volto e iniziò a pestarlo con una furia omicida. Lei lo paralizzò con un incantesimo. Severus lo coricò sul divano e lo coprì con una coperta ma non lo liberò dall’incantesimo che lo paralizzava. Andò a sedersi sul letto accanto alla sua ragazza, fumava di rabbia per il dolore al corpo e anche per il fatto che era successo tutto perché la sua ragazza non lo aveva ascoltato, “posso portarti in albergo”, disse cercando di mascherare il rancore.

“Resterò qui e userò il passetto che mi avevi dato”, gli accarezzò la schiena, “scusa se sono piombata qui e ti ho imposto la mia presenza ma a scuola è molto difficile per me perché mi escludono sempre e fanno i bulli e avevo bisogno di sentirmi meno sola”

La rabbia di Piton si sciolse, le raccontò di quando anche lui subiva bullismo, di come si fosse accapigliato con James e da come dalla loro zuffa fosse nata una meravigliosa amicizia. Si aprì e dopo averle parlato la sentì più vicina. Si abbracciarono e poi lo fecero con dolcezza. Fu bello.

Nei giorni successivi uscirono spesso e lui le mostrò le particolarità della città e le presentò i suoi amici. Quel giorno Sirius e James confabulavano a bassa voce, quella mattina infatti Sirius e Remus si erano alzati presto per stare un po’ da soli. Erano andati nella camera della necessità e si erano sorpresi di trovarla occupata, appena entrati avevano visto un topolino che era trasalito e che aveva tentato di sgusciare fuori senza farsi notare, “Peter?”, aveva chiesto Sirius riconoscendo l’energia magica dell’amico.

Lui sollevò la testa, “mi stavo solo esercitando”

“E’ una bella notizia. Vedo che stai prendendo sul serio i tuoi studi”, disse Lupin indulgente. In quel momento credeva davvero che l’altro fosse diventato animagus per curiosità e talento personale. Rimase turbato quando, usando i permessi dati ai prefetti, verificò i voti di Peter Minus vedendo che era insufficiente in tutte le materie e che probabilmente avrebbe perso l’anno. Si rattristò. Quei voti e quella mancanza di progetti erano la manifestazione di un ragazzo mediocre e senza una forma precisa. Se ne dispiacque: avrebbe voluto che Peter trovasse il suo posto nel mondo e non che si agitasse in preda ai tormenti senza riuscire in nulla.

“Chi è Peter Minus?”, chiese la ragazza di Sev interessata.

Glielo spiegarono coinvolgendola nel gruppo e facendola sentire parte della squadra.

Il 30 dicembre Severus partì per la Francia con la sua ragazza: avrebbe passato lì il capodanno. Si era pagato il viaggio con i soldi guadagnati con le ripetizioni di pozioni. Fu fantastico vedere la bellezza della Francia, dei suoi musei, del suo cibo e conoscere la famiglia di Aline composta da maghi molto colti, ospitali ma un po’ distaccati. Il rapporto con Aline si era approfondito e loro si sentivano molto uniti e complici.

Quando Piton tornò a casa, carico di souvenir e regalini per i suoi amici, seppe che Sirius aveva completato la sua auto che aveva superato tutti i controlli del ministero. Quando l’auto era stata finita c’era stata un attimo di tensione tra Sirius e il padre di Severus, quest ultimo infatti aveva venduto l'auto all’esaminatore del ufficio revisioni senza dire nulla a Sirius che era venuto a conoscenza della vendita a cose già fatte. Il ragazzo provò un attimo di panico di rendersi conto che essendo lui minorenne avrebbe dovuto affidarsi in tutto e per tutto all'onestà del padre di Severus che avrebbe anche potuto tenere i soldi per se senza che Sirius avrebbe potuto farci nulla. Ma l’uomo fu onesto e verso l’intera cifra di 49000 galeoni sul conto di Sirius.

Black ne fu così riconoscente che decise di pagare al padre di Severus 500 galeoni invece dei 200 pattuiti, era un modo per comprarsi la sua lealtà e assicurarsi che non lo truffasse.

Il ministero della magia chiedeva il 5% di tasse sull’importo di vendita, Sirius quindi pagò 2500 galeoni di tasse. Tenne 2000 galeoni per se e e versò il resto all'associazione danese che studiava per trovare una cura alla licantropia.

Per fare il versamento bisogna compilare un modulo, firmare e toccare il foglio con il pollice per farsi riconoscere, a quel punto la transazione veniva eseguita automaticamente e i soldi venivano trasferiti con la magia dalla camera blindata del donatore a quella del ricevente.

L’associazione fu felice di ricevere quella somma perché erano in un momento difficile e senza finanziamenti avrebbero dovuto chiudere in tre mesi. Ma con quella cifra avevano potuto pagare gli stipendi arretrati ai dipendenti e comprare dei macchinari indispensabili a svolgere le loro ricerche adeguatamente. Scrissero una lettera di ringraziamento e ottennero una risposta bislacca:

Carissima associazione “i lupi del domani”, vi scrivo per informarvi che la mia non è una famiglia pro lupo. Noi crediamo che i lupi andrebbero monitorati durante la luna piena e abbattuti se non prendono le dovute precauzioni in quel periodo. Ritengo che ci siano migliaia di pozioni mediche più utili di una che aiuti i mannari a non mordere la gente. Questa è infatti una cosa che con un po’ di disciplina e buon senso possono fare anche senza pozioni.

L’unico membro della famiglia che la pensa diversamente è quello scapestrato di mio figlio che si è innamorato di un lupo mannaro e sta con lui. In questo modo non solo sta dimostrando il suo totale disinteresse per portare avanti il nome di famiglia ma ci sta disonorando davanti a tutti frequentando un mezzo umano che potrebbe contagiarlo.

Naturalmente il lupo di cui è innamorato è uno di quelli che voi definireste “lupi per bene”, si trasforma in un posto sicuro, fa volontariato e vuole diventare psicologo (probabilmente per aiutare gli altri come lui ad accettare il cambiamento). Per questi motivi non ho capito subito cosa fosse, percepivo una strana magia ma non ne capivo la causa. Iniziando a fare volontariato all’ufficio controllo e regolazione delle creature magiche ho conosciuto un mannaro recidivo e ho capito chi fosse davvero il ragazzo di mio figlio. Ho avuto un malore.

So bene che mio figlio Sirius è sempre stato diverso. Da piccolo ha supplicato per la vita di un elfo domestico prendendosi la colpa di qualcosa che non aveva fatto. Entrato alla scuola di magia di Hogwarts è diventato un Grifondoro: la casa degli abbracciababbani e dei difensori dei deboli. Tutto il contrario di tutto quello che siamo noi come famiglia che crediamo nella tradizione e nella purezza di sangue. Successivamente ha scelto di studiare babbanologia e adesso ha avviato un attività comprando degli automezzi babbani chiamati “automobili” e riparandoli con la magia. E’ una cosa che nessuno fa perché le tasse per ogni veicolo venduto sono esose. Lui però ha voluto seguire questa strada facendosi aiutare da un adulto compiacente che lo aiuta nella burocrazia in cui è necessario un adulto. Mio figlio più piccolo è infatti minorenne e frequenta ancora la scuola. Io non gli avrei mai dato il permesso di fare una cosa simile e svergognare così una famiglia antica e nobile come la nostra. Lui però non ha chiesto l'autorizzazione e dopo averci disonorati lavorando con le mani sporche di grasso su un auto ha pensato bene di devolvere il ricavato del suo lavoro in beneficenza e ad un associazione pro lupo per giunta!! Se non fossi certo della fedeltà di mia moglie dubiterei che lui fosse davvero mio figlio. Incredibile.

Il peggio però è successo recentemente quando Sirius ha denunciato suo fratello per un atto di disubbidienza civica. Quest’azione è costata a mio figlio maggiore 50 anni di prigione. Uscirà dal carcere quando sarà vecchio. Ha completamente bruciato la sua vita. Quale fratello farebbe una cosa simile ad un suo consanguineo? Sono amareggiato e deluso e avrei voluto che i miei due figli avessero fatto scelte più sagge. Al momento la mia più grande preoccupazione riguarda però mia moglie: è sconvolta e distrutta. Vi prego perciò di non mandare più lettere di questo tipo a casa nostra. Potete trovare mio figlio presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

I due maghi che lessero la lettera restarono basiti.

La donna socchiuse gli occhi guardando la carta intestata con lo stemma della famiglia Black con un senso di repulsione, “l’atto di disubbidienza civica sarebbe l’aver messo del veleno in un acquedotto babbano?”

“Ragionano al contrario: ciò che viene normalmente considerato giusto per loro è sbagliato e considerano giusto un tentativo di strage di babbani”, si grattò il naso pensieroso, “spero di non avergli creato problemi”

“Sembra un ragazzo in gamba e sono convinta che se la caverà”

Sirius ricevette la lettera dell’associazione “i lupi di domani” e restò sorpreso dal rendersi conto di quante cose avevano scoperto i suoi. Non si capacitava di come fossero venuti a conoscenza della sua relazione con Lupin. Poi ricordò Peter Minus sotto forma di topo che usciva dalla stanza delle necessità e comprese come l’avessero scoperto. Provò disgusto davanti la falsità dell’amico ma era esaltato per l’imminente avventura che lo attendeva e non si soffermò molto sulla faccenda. Rispose ai maghi dell’associazione scusandosi per suo padre e informandoli che intendeva continuare a donare metà dei suoi futuri profitti sulla restaurazione di macchine e moto d’epoca. Gli parlò anche dell’efficacia dell’olio essenziale di rosmarino nel combattere la spossatezza, l’astenia e i dolori muscolari nei giorni precedenti la luna piena. Fu gentile e li ringraziò per il loro lavoro.

Spedì il gufo e guardo i suoi amici in trepidante attesa che aspettavano che finisse per andare ad uccidere il basilisco. Ormai padroneggiavano perfettamente l'incantesimo di sdoppiamento e anche le altre magie necessarie ad uccidere la bestia. Si erano divisi i compiti e Piton e Black avrebbero usato l’incantesimo di liquefazione per bruciare gli occhi dell’animale. Evans avrebbe eseguito un incantesimo di raffreddamento per intorpidire il basilisco rendendolo lento e poco reattivo. I serpenti erano infatti animali a sangue freddo e per questo soffrivano il freddo e le temperature basse.

Lupin si sarebbe occupato di fare un incantesimo di decapitazione per segare la coda dell’animale e impedire che la usasse per tirare micidiali fendenti che avrebbero potuto ferire o uccidere qualcuno( nel caso non fossero riusciti a finire l’animale); James avrebbe eseguito lo stesso incantesimo di Lupin ma per decapitare l’animale e finirlo.

Si erano esercitati a lungo ed adesso erano pronti a battersi. Non vedevano l’ora di farlo. Quando Sirius spedì la lettera andarono tutti nel bagno e si prepararono a combattere.

 

 

 

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Capitolo 8
*** L'uccisione del basilisco. ***


I quattro entrarono nel bagno fresco, umido e sempre un po’ bagnato. Mirtilla li accolse fluttuandogli vicino e parlando veloce come al suo solito.

I quattro ragazzi posarono a terra i cuscini, misero della pozione ricostituente accanto a loro e iniziarono a meditare per raggiungere la stabilità interiore necessaria ad eseguire l’incantesimo di sdoppiamento.

Ci riuscirono velocemente ma a quel punto la McGranitt entrò nel bagno, vide i 5 ragazzi seduti a terra in uno stato di paralisi e si rivolse a Mirtilla, “quindi?”

“Stanno uccidendo il basilisco che si nasconde nella camera dei segreti”, disse euforica, “e hanno il permesso di Silente per farlo”

La McGranitt sorrise, “il preside è sicuramente un uomo eccentrico ma dubito che affiderebbe un compito così rischioso a dei ragazzini”

Lei scrollò le spalle con allegria, “ ha firmato il permesso per prendere il libro oscuro che parlava dell’incantesimo di sdoppiamento e l’ha fatto perché sapeva che volevano usarlo per uccidere un basilisco”

“Probabilmente non credeva che l'avrebbero trovato davvero”, sorrise la Mcgranitt, quei ragazzi erano intelligenti e brillanti in tutto ma proprio per questo a volte era difficile seguirli e prevedere le loro azioni, “come sanno che lì dentro c’è un basilisco?”

“Mi hanno chiesto di scendere a controllare. Li ho aiutati perché mi hanno detto che era un modo per riscattarmi dalle prese in giro e dalle umiliazioni che ho sempre sopportato”

“Mi sembra giusto”,approvò la Mcgranitt.

A quel punto Mirtilla si girò di scatto,“c’è la mia porta”, disse in tono deliziato, “e credo che questa volta la prenderò perché non ho più niente da fare qui”, guardò la McGranitt, “ringrazi i ragazzi da parte mia”, disse prima di dissolversi.

Quella era la prove più evidente che i ragazzi avevano trovato e ucciso il basilisco. Attese che i ragazzi si risvegliassero.

Il primo a tornare fu James, ebbe subito un giramento di testa: si sentiva debole e prosciugato di tutte le sue forze, quell'incantesimo infatti stancava tantissimo. La professoressa usò la magia per spostare la pozione rigenerante vicino a James, il ragazzo la buttò giù di colpo sentendosi rinvigorito ma dovette bere anche un succo di frutta per sentirsi meglio. A quel punto soccorse Lilly che si era appoggiata con la testa sulle gambe in preda ad un malore. James le fece bere la pozione rigenerante e poi un succo ai mirtilli, le accarezzò i capelli, “sei stata grandiosa”, disse con dolcezza, “bravissima”

La ragazza gli sorrise, dandogli un pugnetto sulla pancia, “non essere così sorpreso James”

Il ragazzo rise e le baciò la testa, “mi piaci anche perché sei una streghetta con i controfiocchi”

lei arrossì lievemente, “tu sei invece il cavaliere senza macchia che uccide i nemici”

“Qualche macchia ce l’ho”, disse indicando la divisa su cui era caduta qualche goccia di succo. Risero insieme.

Ognuno degli altri si risvegliò in modo diverso: Sirius si sdraiò all’indietro sul pavimento freddo come se volesse prendere contatto fisicamente con la realtà. Piton scattò in piedi, ebbe le vertigini e mandò giù la pozione. Lupin fu più discreto, si alzò piano e silenziosamente e si guardò intorno, “dov’è Mirtilla?”

“E’ andata oltre”, spiegò la McGranitt, “ha detto di ringraziarvi e che aveva concluso le sue faccende sulla terra”

“Buon per lei”, commentò Sirius alzandosi e tastandosi il corpo.

“L’avete ucciso?”, chiese la McGranitt.

“Sì”, rispose James con fierezza, “ma non abbiamo scoperto come aprire la camera dei segreti”

“Lo so io”, disse Remus scattando in piedi, “bisogna usare il serpentese e ho un dizionario fai date che ci aiuterà a farlo”

“Dove l’hai preso?”, chiese Severus allungando il collo verso il quaderno.

“Me l’ha dato tuo nonno”, sorrise a James, “l’ho incontrato mentre compravo i vestiti nuovi con i miei”.

James sorrise, “ti ha raccontato della magia con cui una volta ha rispedito una cruciatus al mittente?”

“Mi ha raccontato quello e anche del fatto che suo padre parlava serpentese e ha scritto questo quaderno dizionario per tramandare la lingua ai suoi discendenti”

“Non ci resta che provare”, disse Black entusiasta.

“Solo un minuto”, lo fermò la Mcgranitt, “mi fido di voi ma prima di aprire la camera vorrei accertarmi personalmente che sia tutto a posto”, si guardò intorno, “uno di voi è così gentile da prestarmi un cuscino?”

James le diede il cuscino. Lei lo poggiò a terra e ci sedette con eleganza, raggiunse immediatamente lo stato di concentrazione necessario a eseguire l’incantesimo di sdoppiamento e poi entrò nella camera. Tornò poco dopo in perfetta forma. Evidentemente l’esperienza e una maggiore capacità di controllo della magia permettevano di ridurre la stanchezza dello sdoppiamento.

“Tutto bene”, disse lei arzilla, “Lupin puoi aprire la camera”

Lui aprì il quaderno, cercò la parola apriti, e poi la toccò con la bacchetta, la voce del nonno di James parlò in serpentese, ci fu un piccolo terremoto e poi il lavandino scivolò lateralmente e la camera fu aperta.

James guardò con tristezza verso la fine del canale verticale dove si trovavano le numerose vittime del serpente, “non possiamo portarli in vita ma almeno i loro cari avranno qualcuno da piangere”, disse Potter mestamente.

Severus gli toccò lo schiena in un gesto di conforto, “voi Grifondoro siete talmente sensibili e protettivi con tutti”, commentò tra se’.

“Anche tu hai contribuito a distruggerlo”

“Ma l’ho fatto perché lo ritenevo giusto a livello razionale, per te è diverso, tu non dormivi la notte sapendo di questa ingiustizia”

“Io ti reputo sensibile, sicuramente più di Minus”

A quel nome la McGranitt mosse la testa di scatto, “è un po’ che non vi vedo insieme”

“Sono successe molte cose”, spiegò James, “ e lui si è rivelata una persona meschina e falsa”.

“Posso chiederti in che occasione?”

“Lui ha mi ha deriso per il fatto di essere stato violentato da piccolo, lo ha raccontato a Lucius malfoy e Regulus Black e hanno riso insieme di me. Quando mi sono arrabbiato ha detto che non mi sono difeso perché mi piaceva farmi stuprare e che facevo scena solo perché non avevo il coraggio di ammetterlo”

“Da non crederci”, disse la McGranitt delusa, “ma che aveva da spartire Minus con quei tipacci di Serpeverde?”

“Lui ha conquistato la loro fiducia facendogli dei favori”, spiegò Piton, “per esempio era solito prendere la polisucco e scontare le punizioni al posto di Malfoy. Inoltre faceva la spia per conto di Regulus Black e gli raccontava tutto ciò che faceva Sirius”.

“Tipo cosa?”

“Gli ha detto che davo lezioni private di trasfigurazione e del mio amore per i motori babbani. Entrambe cose mal viste dalla mia famiglia;con le lezioni private trasmettevo infatti la cultura purosangue a maghi che loro ritenevano inferiori. I motori babbani riguardano invece la cultura di esseri umani che loro ritengono primitivi e a cui, secondo loro, non va dedicato tempo”, disse Sirius tristemente.

“Dopo che Minus ha fatto la spia, Regulus ha frustato Sirius con la magia. Lo ha massacrato e se Piton non fosse intervenuto a difenderlo sarebbe stato peggio. Ma l’essersi intromesso gli è costato caro perché ha dovuto prendere posizione contro un prefetto che si è vendicato successivamente lanciandogli una criciatus. E tutto questo è successo perché quel topo maledetto non ha saputo tenere la bocca chiusa”, disse James accalorandosi.

“Perché non lo hai denunciato?”

“Era la mia parola contro quella di due prefetti provenienti da antiche famiglie”, disse Piton mesto, “E loro sanno benissimo come convincere gli altri a mentire per loro. A Serperverde non vedono l’ora di compiacerli per ottenere un briciolo della loro influenza e assaggiare la loro ricchezza”

“Capisco che tu possa esserti sentito scoraggiato e disilluso ma anche tra noi adulti ci sono persone disporsi ad opporsi al dominio delle famiglie che usano il loro potere per fare del male. La prossima volta vieni da me”, gli accarezzò la guancia in un gesto di insolita vicinanza, “non ti ha difeso nessuno?”

“L’ha fatto James”, disse Piton con riconoscenza, “lui ha fatto sparire l’osso del braccio di Regulus impedendogli di continuare la magia. Per merito suo la maledizione è durata pochi attimi.Poi mi ha soccorso”

La McGranitt sorrise a James, “ e tu che facevi a Serperverde?”, ospitare membri di altre case non era vietato ma di certo non era cosa che succedeva spesso. Sopratutto tra Serpeverde e Grifondoro che erano notoriamente rivali.

“L’ ho seguito perché, dopo che Sirius mi ha raccontato cos’era successo, temevo per la sua incolumità. Quando sono entrato ho visto Malfoy e Black che facevano i bulli con Sev per costringerlo ad inginocchiarsi. Regulus gli aveva lanciato un incantesimo di soffocamento per obbligarlo a prostrasi e poi Malfoy gli ha spezzato il braccio per forzarlo e a quel punto sono intervenuto. Abbiamo combattuto e loro hanno perso ma Regulus ha lanciato la cruciatus e io gli ho fatto evanescere il braccio”

“Tutto per colpa di Minus”

“So che sembra incredibile”, ammise Lupin a voce bassa, “e fino alla fine ho cercato di giustificarlo e proteggerlo ma lui è una persona falsa e infida e quando lo abbiamo allontanato dal gruppo ha minacciato di dire a Black e Malfoy del mio problema di salute. L’ha fatto nonostante io lo abbia accolto nel gruppo perché lo vedevo sempre solo. Ho speso molto tempo a spiegargli e rispiegargli gli argomenti delle materie in cui aveva difficoltà, con rispetto e pazienza e dopo questo lui ha minacciato di farmi espellere”, Lupin era frustato e arrabbiato.

La McGranitt si contrasse, “avete avvertito Silente di questa minaccia?”

“Ho risolto il problema in un altro modo”, disse Severus serio, “io gli ho cancellato la memoria in modo che se qualcuno glielo avesse detto lui avrebbe ricordato solo che noi studiavamo molto e non facevamo niente d’importante”, si raddrizzò con fierezza, “mi prendo la responsabilità delle mie azioni ma professoressa sappia che l’ho fatto per proteggere Lupin da un’espulsione certa e per essere sicuro che Peter non rivelasse a Regulus l'omosessualità di Sirius cosa che in quella famiglia gli sarebbe costato una punizione crudele e forse anche la cruciatus”

“Lo capisco e so che avevi buone intenzioni e mi rendo conto che con il tuo intervento tempestivo hai evitato problemi a tutti ma vorrei che iniziassi a consultarti con degli adulti prima di agire perché a volte ci sono soluzioni migliori per ottenere una stessa cosa e perché noi siamo disposti ad esporci per proteggervi nello stesso modo in cui voi lo avete fatto aiutando la scuola uccidendo il basilisco”.

“La ringrazio”, disse Severus serio .

La McGranitt si accertò che James e Sirius avessero un piano per l’estate e dei fondi per proteggersi e acquistare il necessario senza il supporto delle famiglie. Fu sollevata dalla loro risposta e questo confermò il fatto che fossero ragazzi in gamba e indipendenti. Capaci di cavarsela da soli anche nei momenti difficili.

Si allontanò dai ragazzi per inviare un patronus a Silente e avvertirlo che la camera era stata trovata e il mostro ivi contenuto ucciso.

Mentre lei contattava Silente, james passò un braccio attorno le spalle di Severus, “grazie per non avermi lasciato da solo nei guai”

Severus reagì alla coccola accarezzando la schiena dell’amico, “era la cosa giusta da fare. Ho una brutta sensazione riguardo Peter Minus e credo che noi non abbiamo ancora finito con lui”

Sirius s’inserì in quel momento distraendo tutti con la sua forma animagus canina, “coccole”, disse saltando con le zampe su James che lo accarezzò battendogli il fianco bonariamente . Piton gli diede qualche leggero colpetto sulla testa, “mi riempi la divisa di peli”, sorrise a Lupin, “mi sa che il tuo cane ha bevuto troppo caffè”

“Non è il mio cane”, disse Remus stringendo Sirius da dietro e abbracciandolo forte, Sirius si girò battendo la coda e facendo un uggiolio di gioco.

“Credo dipenda dal fatto che nella pozione ricostituente che ci hanno dato c’era troppa caffeina”, disse Lilly pratica, “anch’io mi sento un po’ agitata”.

“Lui però è l’unico a girare in tondo scodinzolando”, commentò Piton ridendo.

Sirius lo guardò spavaldo e infilò il naso nella tasca di Remus sentendo l’odore del panino che l’altro ci teneva dentro, “adoro la pancetta affumicata”, commentò annusando con impegno la stagnola del panino.

Remus sorrise e prese la testa dell’amico tra la mani, la guidò fuori dalla tasca e guardò Sirius negli occhi, “puoi stare tranquillo soltanto per il tempo che la Mcgranitt ci guarda? Poi faremo una corsa, te lo prometto ma adesso puoi fare il cane per bene?”, lo chiese con una dolcezza che fece sciogliere il cuore di Sirius e gli fece sentire con più chiarezza l'amore che provava per Remus.

“Posso fare il cane per bene”, disse Sirius sedendosi con grande compostezza e assumendo un’espressione austera da statua. Si sciolse dopo qualche attimo, “so anche dare la zampa se me lo chiedi e anche rotolare”

Remus sorrise, “sei perfetto”, gli baciò la testa con dolcezza, “ti amo”

Sirius sorrise ma essendo un cane il suo muso assunse una forma storta, “anch'io”, e poi si strusciò con affetto sulla gamba dell’altro.

La Mcgranitt guardò la scena da lontano mentre aspettava che Silente venisse a vedere la camera e a parlare con i ragazzi. Gli aveva mandato un patronus e adesso aspettava la risposta.

Si sorprese quando il preside apparve insieme a due auror.

“Avete fatto in fretta”

“Eravamo già qui”, disse Malocchio Moody sbrigativo, “stiamo cercando un topo che collabora con i mangiamorte. E’ un animagus e visto i suoi tratti immaturi e la cattiva qualità della trasformazione finale sospettiamo che si tratti di uno studente. Per questo vorremmo interrogare lo studente che ha scattato questa foto e scoprire quanti altri animagus ci sono in questa scuola”, alzò la foto che Remus aveva mandato al concorso di fotografia e che ritraeva i quattro animagus nel bosco, “c’è qualche studente strano o simpatizzante delle arti oscure?”

“Avrei detto di no ma giusto qualche attimo fa i ragazzi mi hanno riferito delle cose piuttosto inquietante di uno studente di Grifondoro”, riferì in poche parole ciò che James e gli altri gli avevano detto. Silente assunse un’aria dispiaciuta, “avrei voluto che me ne avessero parlato. Forse avrei potuto metterlo in guardia”

“Ci hanno parlato Severus e Sirius e se non sono riusciti loro a convincerlo dubito che ci sarebbe riuscito qualcun altro”

“E’ la parte frustante del mio lavoro”, disse Malocchio serio, “capita spesso che vedi le nuvole assemblarsi ma non puoi fare niente finché la tempesta non esplode e le persone in questione non commettono un reato. Purtroppo essere amici dei Serpeverde non è illegale e d’altra parte ho proprio davanti a me un Serpeverde per bene”, disse guardando Severus, “quindi la casa non dice tutto di qualcuno”

“Piton è cresciuto molto”, concesse la McGranitt, “anche se è una persona più fredda e distaccata degli altri”

Mentre gli adulti parlavano Remus iniziò a sentirsi intimidito dai continui sguardi degli auror, come sempre quando si sentiva a disagio si trasformò involontariamente in un porcospino.

Sirius lo sfiorò col muso per supportarlo, “mi sento un pò vulnerabile a stare a terra”, disse Remus piano, “non è che mi faresti salire sulla tua testa?”

“Certo”

Lupin iniziò ad arrampicarsi sulla coscia del grande cane nero.

L’auror donna, Marta, sorrise e indicò la scena agli altri. Remus aveva raggiunto il posteriore di Sirius che, per facilitare l’amico, si era abbassato in avanti alzando il posteriore per permettere al suo amico di scivolare diritto sulla sua testa. Remus raggiunse la testa e si accovacciò sereno, Sirius si sedette con aria composta mentre scodinzolava allegro: amava la tenerezza di Lupin e la sua dolcezza, gli piaceva proteggerlo e farlo sentire al sicuro come il grosso cane da guardia che era quando diventava animagus.

“Tutto bene ragazzi?”, chiese Silente divertito e sorridente.

“Ho solo avuto un attacco di timidezza”, spiegò Remus, “quando mi succede divento un riccio”

Marta prese la palla al balzo, “non c’è nulla da aver paura perché noi stiamo cercando un topo e per questo vorremmo parlare con chi ha scattato questa foto”, disse mostrando la foto scattata al campeggio animagus, “l’ho fatta io”, disse Remus con sicurezza, “e il topo che cercate potrebbe essere Peter Minus”

Malocchio Moody gli concesse tutta la sua attenzione, quando era arrivato ad Hogwarts non credeva che quella pista avrebbe portato a qualcosa invece si era rivelata una strada più fertile del previsto: il cerchio si stringeva attorno ad un unico studente.

“Si esercitava con voi?”, chiese Malocchio a bruciapelo.

“No ma qualche giorno fa io e Sirius ci siamo svegliati presto per studiare e lo abbiamo visto uscire da una stanza che appare solo al bisogno. Era un topo e anche un po’ sgangherato”

Moody sorrise, tutto confermava che quel Minus fosse il colpevole, “Sirius non è qui?”

“Sono io”, disse Sirius alzando la zampa con zelo.

Marta sorrise, “siete tutti animagus?”

“Tranne io”, disse Lilly, poi indicò gli altri uno ad a uno spiegando in che animali si trasformavano.

Malocchio sbuffò, non dormiva da quasi due giorni e non aveva pazienza, “perché hai detto che il topo era sgangherato? Cosa sai dirmi di lui?”

“Così lo intimorisci”, lo redarguì Marta, “non è un interrogatorio e loro non sono accusati di nulla”

“Fai a modo tuo allora basta che fai in fretta. Ho bisogno di dormire e voglio sbattere dentro quel topastro prima di coricarmi”

“Cosa sapete dirci di quel topo?”, disse la donna con delicatezza.

“Aveva la coda morta”, disse Lupin rincuorato dalla calma della donna, “e se la trasportava dietro come un peso morto: non la poteva muovere in nessun modo”

“Questo conferma la tesi dello studente mediocre”, disse Marta guardando la Mcgranitt, “è riuscito a diventare animagus ma non padroneggia la trasformazione”

“Tipico di lui”, disse la McGranitt sulla difensiva, si fidava della parola di Lupin ma faceva fatica a credere che l’indifeso, mediocre Minus fosse riuscito in qualche modo a diventare animagus e farsi notare dai mangiamorte. Lui così anonimo e inappropriato, non se ne capacitava e non riusciva a crederci del tutto.

Malocchio guardò la bella coda soffice e scodinzolante di Sirius, “tu hai avuto molti problemi con la coda?”

“Nelle prime trasformazioni sì ma poi ho capito come fare ed è andato tutto bene”

“Lui però è molto più bravo di Peter”, intervenne Piton, “ Sirius ha voti eccellenti in tutte le materie ed è uno dei migliori studenti del nostro anno. Minus invece è il tipo di ragazzo che al quarto anno non sa ancora che la magia funziona attraverso la visualizzazione. Gli ho sentito fare questa domanda spesso e dimenticarsi la risposta subito dopo”

Moody fissò Severus, “tu sapevi dei rapporti di Minus con i Serpeverde?”

“Sapevo che prendeva le punizioni al posto di Malfoy e che faceva la spia per Black, li ho visti confabulare più volte ma credevo che lui fosse solo l’ennesimo lacchè. Ci ho messo un po’ a capire e vedere il suo lato oscuro”

“Neanch’io riuscivo a credere che fosse malvagio”, ammise Lupin, “ci ho messo un po’ a rendermene conto”

“Posso chiederti come mai?”, chiese marta interessata.

“Peter è il tipo di persona che è bravo a fare la vittima. Se lo arresterete probabilmente lui inizierà a tremare tutto e a balbettare e farà di tutto per sembrare patetico e incapace ma lo farà solo per farvi abbassare la guardia e convincervi di non essere capace di fare quello di cui lo accusate. Ma ne è capace eccome”, disse con veemenza, “ e non lo ha fatto perché costretto ma per scelta.”

“Come lo sai?”

“Perché a Serpeverde ci sono sciami di persone che anelano ad entrare nelle grazie dei purosangue e farebbero tutto il necessario per riuscirci. Malfoy e Black non avevano bisogno di cercarsi uno schiavetto di Grifondoro: se avessero voluto un favore gli bastava scegliere tra le decine di Serperverde desiderosi di rendersi utili”

“Io ho visto Peter ridere con Malfoy e Black del fatto che James era stato violentato e si rapportava con loro alla pari e si vedeva che erano in confidenza. Non ci avrei mai creduto se non lo avessi visto con i miei occhi ma è andata così e Peter è un doppiogiochista estremamente abile”, intervenne Lilly con sicurezza.

“Voi siete convinti che sia colpevole?”

“Mi piacerebbe che non fosse così e quando l’ho visto trasformarsi ho sperato che fosse per un progetto scolastico o per qualcosa legato al suo futuro ma i suoi voti erano pessimi e adesso venite a fare domande su un topo. Vorrei che non fosse così ma credo che lui sarebbe capace di fare qualcosa di brutto. Ci ha già tradito più volte, ha accusato James di aver voluto lo stupro, ha messo nei guai Sirius e ha ricattato me;secondo me è anche capace di fare di peggio”.

La risposta era stata chiara e onesta e gli auror ne furono soddisfatti, “altri dettagli sul topo?”

Rispose Sirius, “era cieco. Quando parlava con noi infatti si rivolgeva al muro tra me e Remus e inoltre aveva gli occhi colore nocciola un colore che non esiste tra gli occhi dei topi normali. Annusava molto l’aria per orientarsi”

Moody annuì: quei ragazzi stavano descrivendo alla perfezione il topo di cui loro avevano la foto.

“Aveva anche le orecchie disomogenee”, disse Remus

“Cosa intendi’”

“Glielo faccio vedere”, Remus si chinò verso Sirius, era sulla sua testa quindi per farlo si sporse di lato, “posso alzare le tue orecchie per fargli capire cosa intendo?”

“Fai pure”

“Che cane paziente”, disse Marta allegra

“In realtà spero di rubargli il panino che ha in tasca”, ammise Sirius.

“Il mio cane fa lo stesso”

Lupin sollevò le orecchie dell’amico tenendole per la punta e poi fece una magia per farle stare su.

“Normalmente le orecchie di un animale hanno la stessa altezza, forma e grandezza”,disse Remus sottolineando le parole con i gesti delle mani, “ma le orecchie di Lupin erano strane. Quella di sinistra era bassa e larga”, per spiegarlo allargò l’orecchio con le dita e poi la schiacciò in basso con il palmo dell’altra mano, Sirius rise per il solletico, “l’altro orecchio era alto e sottile”, premette la base dell’orecchio di Siriu e lo tirò in alto con due dita dell’altra mano.

“Tu confermi questa descrizione?”, chiese malocchio a Sirius.

“Sì”, disse deciso, “e il topo aveva anche un batuffolo di pelo bianco dietro l’orecchio destro”, ruotò la testa verso Lupin, “potresti riabbassarmi le orecchie? Mi entra freddo”

“Sì certo scusa”, le abbassò e gli diede un bacino sulla testa, “grazie per la pazienza”

“Cosa non si fa per un panino ben fatto”, commentò Marta divertita dall’intimità di quei due.

Moody mostrò una foto ai due, “il topo è questo?”, i due lo confermarono, “siete stati molto utili”

“Adesso cosa succede?”, chiese James.

“Per prima cosa vorremmo vedere la camera che avete trovato, poi andremo ad arrestare Minus”

“Non chiamerete i genitori”

“Proverebbero a farlo scappare ma con i nuovi poteri per combattere i mangiamorte possiamo arrestarlo, interrogarlo sotto verisatum e solo dopo chiamare i genitori e l’avvocato. A quel punto si conosceranno i fatti e l'avvocato ha solo lo scopo di spiegare i motivi e descrivere le attenuanti del ragazzo”

“Anche con i minorenni?”

“Quel minorenne ha rubato delle carte catastali che hanno permesso ai mangiamorte di fare una strage evocando un incantesimo di fumo e chiudendo con la magia tutte le uscite. Sono morte 45 persone, soffocate come topi. Ha fornito le carte dell’acquedotto che Regulus Black ha usato per avvelenare l’acqua potabile dei babbani, questo ha causato la morte di 17 persone e sarebbero state molte di più se Sirius non ci avesse avvertito. E questo è solo quello per cui abbiamo le prove, ci sono altri casi collegati. Per esempio i mangiamorte hanno trovato una famiglia di maganò che si era rifugiata da parenti babbani, sono stati trovati tutti morti, come avrebbero potuto trovarli se qualcuno non avesse rubato le carte all’anagrafe? Quindi sì questo Minus avrà un processo giusto ma non ho intenzione di sottovalutarlo, ci vuole un attimo per permettergli di diventare un topo e scomparire e io non lo permetterò. Ragazzino o no lotterò per fargli avere l’ergastolo perché è quello che si merita, non è soggiogato con l’imperius, non è ricattato e francamente non mi bevo neanche la storiella del bullismo perché aveva 5 amici in gamba che hanno distrutto un horcrux, imparato a diventare animagus e anche trovato la camera dei segreti e ucciso il mostro che conteneva. Delle persone così sanno combattere, se avesse voluto protezione gli sarebbe bastato chiedere. Non l’ha fatto, anzi era lui a cercare Malfoy e black e rideva con lui alla pari. E’ un criminale e verrà trattato come tale”

“Penso che Minerva voleva avere conferma del fatto che gli saranno riconosciuti i suoi diritti umani”

“Non verrà torturato ne picchiato. Avrà acqua, cibo e un bagno a disposizione. Dopo l’interrogatorio sotto veritasum potrà parlare con il suo avvocato e raccontare la sua versione. Gli sarà concesso di vedere i suoi genitori. Ed ad Azkaban avrà una comoda cella e la possibilità di lavorare e finire gli studi. Non uscirà di là molto presto. Direi mai ma si è sempre più leggeri con i minorenni. Vedremo”

“Hai deciso che è colpevole”, notò Silente.

“Credo a questi ragazzi: hanno descritto il topo nei minimi dettagli e anche la personalità di Minus quindi sì so che è stato lui”

“Gli credo anch’io ma è un ragazzino e può ancora essere salvato”, di Silente.

“Non è compito mio salvarlo. Io devo fare in modo che il ragazzino non uccida altre persone e che paghi per il dolore che ha creato”.

Sentendo di cosa era accusato Peter il piccolo riccio ebbe un giramento di testa, si sentiva angosciato e turbato davanti alla gravità delle azioni dell’ex amico. Sapeva che aveva fatto qualcosa ma non credeva che avesse ucciso tante persone, “non ci posso credere”, disse a bassa voce. All’improvviso capiva come si era sentito Sirius nel rendersi conto di chi era davvero suo fratello. Alla fine ogni persona aveva un lato nascosto e non sempre si poteva fare qualcosa per aiutarlo, “mi fai scendere?”, sibilò Lupin all’orecchio di Sirius, il grosso cane abbassò la testa e poi la piegò lateralmente per permettere a Remus di scendere con facilità. Quando Lupin si calò giù i due si trovarono vicini, muso vicino muso, Remus baciò il naso canino di Sirius, “grazie per la pazienza”

Sirius replicò leccando l’amico che si trovò bagnato da capo a piedi.

“Il tuo cane lecca troppo”, disse Severus, “dovresti mettergli una museruola”,aggiunse in tono lapidario.

“Lui non è il mio cane e va bene così com’è”, disse Remus tornando umano e accarezzando la testa di Sirius che gli saltò con le zampe sul petto, “mi dispiace per Peter so che tenevi a lui e che hai fatto il possibile per aiutarlo ma a volte non basta. Ci sono passato con mio fratello”, gli toccò il collo con il naso, “non potevi fare più di quanto hai fatto”, poi tornò umano.

“Almeno in carcere potrà riflettere e magari maturare e capire quello che adesso non capisce”

“Lo auguro anche a Regulus, quel ragazzo è sempre stato particolare, anche da piccolo ho sempre capito che lui non comprendesse la differenza tra una pianta e una persona, lui non vedeva la differenza, trattava le presone con quella freddezza e mancanza di comprensione che riservi ad un essere inanimato. Trattava le persone come se non fossero vive. Non l’ho mai capito ma non credevo sarebbe arrivato a tanto”

“Neanch’io credevo Peter capace di contribuire ad uccidere qualcuno”

“A questo proposito”, iniziò Marta con cautela, “credo che la priorità sia arrestare Peter Minus e solo dopo pensare alla camera. Lì dentro sono tutti morti e credo possano aspettare un altro po’”

Decisero di chiamare altri due auror, misero le divise protettive con i caschetti e il simbolo degli auror sul petto. Erano seri. Dannatamente seri.

La McGranitt li scrutò con aria compassata, “c’è qualcosa che volete rettificare prima che vadano da Peter Minus?”

“Abbiamo detto la verità”, disse Lupin tranquillo, “è andata esattamente come abbiamo detto”

“Ti crediamo”, disse Malocchio asciutto, “minerva per favore smetti di influenzare i testimoni”

“E’ solo che non mi capacito che un ragazzino anonimo e mediocre come Minus possa davvero aver fatto quello che dite. Non posso non pensare che ci sia un malinteso di qualche tipo e che voi stiate usando una forza spropositata per un ragazzino”

“Lo dica ai 62 babbani che il suo ragazzino ha contribuito ad assassinare e con il tuo rispetto Minerva, io non le dico come fare il tuo lavoro tu non dirmi come fare il mio. E’ un animagus il che comporta che da topo ha poteri maggiorati rispetto a quelli di un mago normale e basta un errore minuscolo e lui potrebbe sparire dalla faccia della terra. Ma potrete assistere all’arresto e anche all’interrogatorio per verificare che non ci siano ingiustizie nei confronti del ragazzo”

“Va bene ma io ritengo tutto un grosso equivoco anche se credo ai ragazzi qui presenti. Non so spiegare il motivo di tutto questo ma spero che Minus possa farlo.”

Andarono tutti al dormitorio di Grifondoro e lì i quattro auror camminarono a passo veloce verso il tavolo dove Peter studiava, avevano le bacchette levate e l’aria seria, Peter li vide e impugnò la bacchetta, Marta lo disarmò, “mani in alto”, ordinò con durezza.

Piton sbiancò e iniziò a tremare visibilmente incredulo che qualcuno fosse riuscito ad arrivare a lui.

Malocchio Moody si avvicinò, “Peter Minus”, disse freddo, “sei in arresto per la tua collaborazione alla strage di babbani dell’aeroporto e per aver aiutato i mangiamorte ad avvelenare l’acquedotto dei babbani. Resta dove sei e non fare resistenza”

Ma non ebbe il tempo di finire che Peter si era trasformato in un topo e smaterializzato fuori dal dormitorio. Moddy imprecò. Naturalmente non era possibile smaterializzarsi “fuori” Hogwarts ma ci si poteva spostare all’interno e magari raggiungere un passaggio segreto per filarsela.

“Giuro di non avere buone intenzioni”, disse James colpendo la mappa del malandrino, usò una speciale piuma per scrivere il nome di Peter sulla mappa e subito il nome dell’ex amico prese a lampeggiare , “è sotto il platano picchiatore”, esclamò James vittorioso.

“Come lo sai?”, chiese Moody reattivo.

James gli mostrò la mappa spiegandogli velocemente il funzionamento.

Mooddy sorrise, “saresti un auror perfetto”, disse entusiasta, “lo sareste tutti”, guardò Silente poi gli altri, “andiamo a prenderlo”

Si smaterializzarono.

Apparvero nella stanza sotto il platano, Peter intanto aveva provato ad uscire dal condotto trovandolo sbarrato da delle magie potenti che non era riuscito a superare, ruotò su se stesso per tornare indietro e ripercorrere il labirinto di corsa ma quando venne fuori dal buio passaggio trovò gli auror ad aspettarlo, non se lo aspettava convinto di averla fatta franca e provò a scappare ma fu colpito da tre incantesimi e si trovò a terra, immobilizzato e con un incantesimo camicia di forza che gli impediva di trasformarsi in topo. Malocchio Moody gli poggiò un ginocchio sulla schiena e gli mise delle manette invisibili che gli impedivano di usare la magia, mosse le mani per distendere una catena invisibile e poi ammanettò anche le caviglia con una magia violacea.

“Sta prendendo la persona sbagliata”, piagnucolò il ragazzo facendo nel modo che aveva predetto Lupin.

“Se è così come spieghi questo?”, disse Marta sollevando la maglia del ragazzo e svelando il marchio nero, profondo e lucente.

La McGranitt provò un profondo senso di oppressione e inquietudine, quel ragazzo era davvero il criminale che i suoi compagni avevano descritto , non c’erano più dubbi perché il marchio nero non veniva concesso a chiunque ma veniva dato a chi si distingueva facendo qualcosa di utile per colui che non doveva essere nominato. Peter minus era un mangiamorte: aveva attirato l’attenzione del signore oscuro guadagnandosi con i suoi servigi il suo posto da servitore. Era orribile.

“E’ questo che sei”, commento Silente con tono triste ma in cui si sentiva un pizzico di pietà.

“Sono solo un simpatizzante”

“Il marchio non si da ai simpatizzanti”, disse un auror che stava esaminando Peter con un detector oscuro alla ricerca di oggetti maledetti. Un altro auror faceva lo stesso con un metal detector che usava per cercare armi babbane o oggetti che potevano essere usati a scopo di aggressione.

“La colpa è di James Potter, Remus Lupin e Sirius Black”

“Perché sarebbe colpa loro?”, chiese la McGranitt infastidita.

“Loro sapevano che volevo fare amicizia con Malfoy e Black ma si sono rifiutati di aiutarmi e per questo ho dovuto inventarmi un altro modo di entrare nelle loro grazie”

“E non credi che Potter e gli altri avessero i loro motivi per non volessero essere tuoi amici?”, chiese Silente infastidito.

Un auror aiutò Peter a rialzarsi da terra, il ragazzo aveva i pantaloni bagnati perché se l’era fatta sotto ma era spavaldo, “mi hanno escluso perché non ero disposto a commiserare James per essere stato violentato. Gli ho detto in faccia che lui non si è difeso perché gli piaceva farlo con il suo patrigno e che poi si è inventato di essere la vittima per giustificare il fatto di essere stato un bambino perverso e malato”

La Mcgranitt assunse un’aria disgustata, “la paura inibisce la magia e anche se dall’esterno sembra facilissimo difendersi per chi ci è dentro non è così facile e a volte la vittima resta paralizzata. Il fatto che l’abusante fosse un parente amplifica il rapporto di forza tra i due, l’unico ad avere il controllo era il pedofilo. James era solo la vittima e non ha colpa di quanto gli è accaduto. Tu non dovresti parlare con tanta superficialità delle violenze subite da qualcun altro”

“Dico solo quello che penso e io non credo che lui sia la vittima”

“Ma come diavolo fai a dirlo se non ti è mai successo? Cosa ti rende tanto arrogante e presuntuoso da accusare qualcuno per un crimine che ha subito?”, Marta era esplosa per la ripugnanza che quel’essere spregevole gli suscitava.

“Io ho detto solo quello che pensavo”, ripeté Peter per nulla toccato dalla rabbia dell’auror, “e anche Sirius.. lui accusava me di aver detto a suo fratello che lui dava ripetizioni di trasfigurazione. Ma non è colpa mia se lui l’ha frustato. Sirius sapeva quali erano le regole della sua famiglia, le ha infrante consapevolmente ed è stato punito. Non è colpa mia”.

“E tu ritieni che sia giusto frustare qualcuno solo perché ha aiutato un compagno in difficoltà?”, chiese Silente guardandolo in modo penetrante, “perché ho visto che Sirius ti ha aiutato molte volte, addirittura facendoti un incantesimo di immedesimazione per farti sentire la magia in modo più completo e aiutarti a comprendere l'incantesimo che non ti riusciva, non avrebbe dovuto farlo? Non avrebbe dovuto aiutarti?”

“Io non potevo rifiutarmi di aiutare un prefetto”, si giustificò lui, “ e non volevo prendermi una cruciatus per proteggere Sirius”

“Avresti potuto andare da un insegnante o mentire al prefetto e poi avvertire Sirius. Non eri costretto a fare quello che hai fatto”

“A me sembrano tutte scuse”, sbottò Moody arrabbiato, “perché tu hai cercato l’approvazione di Malfoy e Black con insistenza, l’hai fatto anche dopo che avevano lasciato la scuola. Nessuno ti ha obbligato, l’hai deciso tu. Quindi smetti di prenderci in giro e cerca di essere onesto e prenderti le tue responsabilità”.

“Li cercavo perché loro mi hanno sempre rispettato e non hanno mai fatto come James e gli altri che alzavano gli occhi al cielo se facevo una domanda e che mi parlavano come ad un bambino scemo, mi parlavano facendomi esempi semplici perché non mi credevano in grado di capire. Mi trattavano come se fossi meno di loro e James ha confidato agli altri dello stupro, l’ha detto persino a Severus ma a chiesto a me di allontanarmi per parlarne in privato con Sirius e Remus. Come se io fossi un amico di serie B”

“E per dimostrare di non esserlo hai origliato la loro conversazione per poi correre da Black e Malfoy e ridire con lui del tuo amico”

“Mi ha escluso”

“Ha subito un trauma e non si sentiva pronto a confidarsi con te e te l’ha spiegato”

“Mi trattavano come se fossi un incapace scemo, e James si rifiutava di farmi copiare i suoi compiti e Severus mi ha chiesto di lavare i piatti perché non avevo portato niente da mangiare ma tra amici non si bada a queste cose e io non sono l’elfo domestico di nessuno”

“Adesso basta”, sbraitò Moody arrabbiato, “tu hai contribuito ad uccidere 62 persone e nessuno ti ha costretto a farlo. L’hai scelto tu. Liberamente. Quindi smetti di frignare e prenditi le tue responsabilità. Non è stata colpa dei tuoi amici che hanno fatto l’impossibile per aiutarti ma del fatto che tu volevi disperatamente piacere a Malfoy e Black, volevi essere uno di loro e hai fatto tutto quello che era necessario per riuscirci. Hai scelto di aiutarli ad uccidere tutte quelle persone che sono morte in modo atroce e questo non è colpa dei tuoi vecchi amici. Loro ti hanno solo smascherato e hanno smesso di farsi usare, il resto lo hai deciso tu in modo autonomo e ne sei responsabile. E sei fortunato che qui non abbiamo la pena di morte perché ti meriteresti davvero il bacio del dissennatore per quello che hai fatto”, si rivolse rabbioso verso Silente e la Mcgranitt, “questo è un mangiamorte molto bravo a fare la vittima e rigirare la frittata e grazie al cielo james sono stati abbastanza svegli da non farsi intortare e svelare la sua natura. Senza di lui questo criminale l’avrebbe fatta franca”

“Hai ragione”, concesse la Mcgranitt, “non sempre noi insegnanti riusciamo a guardare oltre le apparenze. Minus hai deciso la tua sorte con le tue mani”

Silente assentì con aria grave, “ma la tua vita non è ancora finita e potrai studiare o lavorare all’interno del carcere e crescere”

Peter fu portato via e la Mcgranitt guardò il preside sconvolta, “è come se avesse una doppia personalità”, commentò, “perché all’interno è completamente diverso di come appare”

“Ci ha ingannati tutti e adesso non uscirà più di prigione. Povero ragazzo”

“Povere le sue vittime e anche James visto quello che gli ha detto in faccia”, sospirò, “se non si trovava bene con loro avrebbe potuto smettere di uscire con loro ma non l’ha fatto per continuare ad usarli. E poi possono esserci state incomprensioni ma loro lo hanno sempre trattato alla pari, niente giustificava una cosa simile”

“Avrà quello che si merita”

In tanto i 5 amici erano rimasti insieme a Grifondoro noncuranti degli sguardi che gli altri Grifondoro rivolgevano a Piton, cercavano di stare vicini per affrontare meglio il dolore e sostenersi a vicenda.

La McGranitt li raggiunse poco dopo. Li informò che Minus era stato arrestato e che aveva il marchio nero sul braccio e poi si scusò con loro, “mi dispiace di aver sminuito quanto avete detto ma in tutta onestà non credevo che Peter Minus fosse capace di tanto. Pensavo fosse solo un fraintendimento e che voi, non so , aveste detto certe cose solo per rabbia verso di lui ma mi sbagliavo e volevo dirvelo”, poi si rivolse a Piton, “parlerò con Lumacorno per farti nominare prefetto. C’è bisogno di una persona che come te dia l’esempio ai piccoli e sia capace di guardare oltre all’apparenza e essere forte nei momenti gusti. Spero che ascolterà”

“La ringrazio”, disse Piton incredulo: mai al mondo avrebbe creduto che qualcuno l’avrebbe visto e apprezzato al punto da dargli quel riconoscimento ma era cambiato tutto da quando aveva legato con Potter e la sua brigata e ormai andava sempre in giro pulito e in ordine. Aveva finito il trattamento odontoiatrico per raddrizzare i denti e adesso aveva dei denti bianchi e diritti che illuminano i suo sorriso rendendolo bello e luminoso. La postura era migliorata grazie al nuoto e alla ginnastica posturale e adesso le spalle erano diritte e non incurvate come prima. Era migliorato molto esteticamente ma anche come persona, adesso notava gli altri e faceva attenzione a non ferirli. Sapeva consolare se necessario. Era diverso. Più umano e si piaceva anche di più. Dall’esterno emanava equilibrio e stabilità.

Sirius gli disordinò i capelli, “e bravo sev, te lo aspettavi?”

“No”, ammise candido, “in genere gli adulti mi ignorano. Non gli piaccio”

“Sono cambiate molte cose”, ammise Potter pensando a come era riuscito a parlare degli abusi subiti da piccolo senza sentirsi sporco e colpevole:era una vittoria e ne era fiero.

Rimasero insieme tutta la sera e l’indomani lessero insieme il giornale che parlava dell’arresto di Peter Minus : il più giovane Mangiamorte mai catturato. Il ministro della magia aveva detto che Minus sarebbe stato processato da adulto perché aveva agito con lucidità e piena volontà causando la morte di un numero altissimo di vittime. Si parlava anche dell’uccisione del basilisco ad opera di 5 studenti talentuosi e di come fossero stati trovati degli scheletri che sarebbero stati restituiti alle famiglie. Naturalmente quell’articolo suscitò ammirazione e sollievo in tutti tranne che nella famiglia di Sirius e naturalmente in Voldemort.

Quest ultimo si alzò in piedi con molta calma, “è arrivato il momento di dare una sculacciata a vostro figlio Sirius”, disse in tono di ordine.

Bellatrix rise ma il padre di Sirius si irrigidì, “Sirius è stato estromesso dalla nostra famiglia e non causerà più problemi ma sia chiaro che io non ucciderò mio figlio solo perché è ribelle e indipendente, soprattutto dopo che mio figlio Regulus è stato arrestato. Sirius adesso è l’unico che può portare avanti il nome di famiglia e trasmettere il nostro sangue magico ad una nuova generazione”

Voldemort sbuffò, “non ho parlato di uccidere ma di fare qualcosa che gli faccia capire che la prossima volta che ostacola i miei piani se la vedrà con me. Ci vuole una lezione inequivocabile”

“Ci penso io”, disse Bellatrix impaziente e vogliosa.

La madre di Sirius sapeva che la cugina desiderava tanto torturare Sirius e renderlo paralitico tagliandoli i nervi con la magia ma lei voleva attuare qualcosa di più drastico, già da tempo provava un senso di estraneità verso Sirius, lo vedeva come un aborto che non avrebbe mai dovuto nascere e desiderava eliminarlo insieme alla vergogna che aveva provocato alla loro famiglia. Lei voleva ucciderlo. Ne parlò con il marito in separata sede e scoppiò un litigio furibondo perché lui invece voleva risparmiarlo: era il figlio secondogenito e gli voleva molto bene; nel profondo apprezzava l’indipendenza e il carattere del figlio piccolo e voleva dargli la possibilità di vivere e esprimere il suo talento. Sapeva però che la moglie avrebbe fatto di testa sua e che lui non era riuscito a convincerla. Decise così di scrivere una lettera al figlio per avvertirlo del pericolo.

Intanto a Hogwarts erano arrivati gli auror responsabili della rimozione del Basilisco. James li intercettò, “scusate se lo chiedo ma potrei fare una foto insieme al basilisco?”

“Perché mai dovresti volerlo fare?”

Alzò le spalle spigliato, “un giorno mi piacerebbe raccontare a mio figlio di quando il suo papà e i suoi amici hanno trovato e ucciso il basilisco per proteggere i bambini da un mostro terribile. E’ una bella storia e mi piacerebbe che mio figlio la conoscesse”

L’auror cambiò espressione divertito, “hai messo incinta qualcuna?”

“No ma i bambini mi piacciono e so che al momento giusto mi piacerebbe essere padre”

Lilly si avvicinò accarezzandogli la schiena e baciandogli la spalla, il lato paterno di James le piaceva molto e anche al fatto che così giovane pensasse a come costruire una situazione stabile e matura.

Gli auror parlottarono tra loro e poi diedero il permesso.

Davanti una McGranitt leggermente critica i tre si accucciarono davanti la testa del basilisco e si fecero una foto. Vennero bene. Sorridenti e soddisfatti e giovani. Felici di aver fatto la cosa giusta ottenendo con molto impegno di uccidere un mostro che avrebbe attentato negli anni alla vita di molti piccoli bimbi.

Nella foto James sorrideva facendo il cenno della vittoria, Sirius accarezzava la testa del mostro con fare spavaldo. Lupin era venuto in una posa in cui fingeva di asciugarsi il sudore per dimostrare la fatica dell’uccidere la bestia o anche alludere allo scampato pericolo. Lilly era in una posa sorridente e naturale: col suo viso luminoso e i grandi occhi verdi illuminava e riempiva di gioia l’intera foto. Piton aveva un’aria dura e la braccia incrociate, le labbra erano leggermente sollevate in una smorfia ironica che sembrava voler dire, “non era un avversario così forte come sembra”.

Immortalato il momento Sirius moltiplicò le foto dandole a tutti gli amici. Poi andarono in classe. Contenti di se stessi e inconsapevoli dei pericoli che avrebbero dovuto affrontare a breve.

 

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Capitolo 9
*** L'ultimo avviso di Voldemort ***


Sirius e i suoi amici stavano facendo colazione quando un gufo planò verso Sirius deponendogli una lettera in grembo.

Sirius la sollevò, sapeva che veniva dalla sua famiglia perché la busta era di carta pregiata e aveva il sigillo dei Black. Sopra la lettera c’erano diversi avvertimenti: “non è una strilettera”, “contiene informazioni che potrebbero salvarti la vita”, “leggila fino in fondo”. Sirius fu colpito nell’accorgersi dell’agitazione con cui suo padre, in genere calmo e pacato, aveva vergato quella lettera.

L’aprì col cuore in tumulto.

Sirius, le tue ultima gesta hanno fatto adirare tu sa chi, ci ha praticamente ordinato di darti una “sculacciata” per avvertirti che la prossima volta che lo ostacolerai lui ti ucciderà personalmente. Io ti ho difeso dicendogli in faccia che non avrei ucciso mio figlio solo per un momento di ribellione adolescenziale e che dopo Regulus tu sei l’unico a potere tramandare il sangue della nostra stirpe. So che al momento non intendi farlo ma spero che potrai cambiare idea.

Lui mi ha risposto dicendo che potevo scegliere la punizione a mia discrezione ma doveva essere qualcosa di abbastanza serio da spingerti a non dargli più fastidio.

Bellatrix ha interpretato la cosa decidendo di usare la cruciatus e fare qualcosa che potrebbe renderti paralitico. Tua madre, lei invece ha perso il senno e ha intenzione di ucciderti.

Ci ho litigato difendendoti me per lei sei solo uno sbaglio di cui si pente e di cui vuole cancellare le tracce al più presto. Ho combattuto per te figlio mio ma so di aver perso la discussione e che tua madre e Bellatrix stanno cospirando per farti del male. Barricati a Hogwarts e se devi uscire chiedi la protezione di Silente o degli auror di cui ti fidi. Io purtroppo non posso più difenderti. Uscire da una famiglia di purosangue significa trovarti del tutto solo e impedire a chi ti ama di sfruttare il suo potere a tuo favore. Ormai è andata così ma ti invito a fare attenzione e guardarti le spalle.

Tu sei un mago dotato ma tu sa chi è un adulto e non puoi tenergli la testa, ti prego quindi di non sfidarlo e se combini qualcosa che potrebbe contrariarlo abbi il buon senso di non fare finire il tuo cognome sul giornale. Tutelati.

In questi giorni sono molto rattristato, mi sembra infatti di aver perso entrambi i miei figli. Non ti do la colpa per questo. Penso che ti sei allontanato da noi perché non ti sei mai sentito accettato e benvoluto da noi. Ho le mie colpe in questo. Ricordo una volta che rientrasti da scuola correndo verso la tua elfa/baby sitter l’abbracciasti e le raccontasti la tua giornata con entusiasmo. In quel momento provai una strana sensazione perché avrei voluto che corressi incontro a me e non all’elfa di famiglia ma non sapevo come conquistarti e costruire un rapporto con te, non sapevo come dimostrarti affetto e aprirmi con te. Avrei voluto crescerti diversamente ed essere una persona diversa da ciò che sono. Se lo avessi fatto probabilmente tu non ti saresti allontanato in modo così brusco e forte ti saresti sentito amato e al sicuro con noi e non minacciato.

Ho riflettuto molto su queste cose per via di ciò che è successo a tuo fratello. Ho pensato per esempio a quando ho scoperto che avevi scelto di studiare babbanologia a mia insaputa e ti ho picchiato per costringerti a cambiare idea. Non l’hai fatto e io ti ho picchiato ancora e tu mi hai chiesto di smettere ma io non l’ho fatto. Avrei dovuto permetterti di esplorare e capire il mondo in modo da farti delle tue idee sulle cose, senza esigere che accettassi in modo acritico le mie opinioni. Se Regulus avesse fatto questo forse non sarebbe in carcere. Non disapprovo ciò che ha fatto ma avrei voluto un futuro diverso per lui. Speravo che si laureasse, che si spossasse, viaggiasse e avesse dei figli e invece si è perso tutto per uccidere una manciata di babbani. A che pro? Non c’era niente di più incisivo che avrebbe potuto fare per sostenere la causa senza uccidere come un sicario da quattro soldi? Questi pensieri mi tormentano. Gli errori che ho fatto mi tengono sveglio la notte e anche se continuo a ripensarci non so di fatto come avrei potuto fare meglio.

Rispetto a Regulus tu sei più critico e propenso a mettere in discussione ciò che ti viene detto. Ritengo però che il tuo ardore ti abbia messo in una situazione ancora peggiore di quella di Regulus. Ti stai trovando solo contro maghi spietati e potenti che possono mangiarti vivo in un sol boccone.

Sono preoccupato.

Ti prego quindi di non sopravalutare le tue forze, di stare tranquillo, chiedere la protezione della parte bianca dei combattenti di questa guerra e fare del tuo meglio per sopravvivere.

Non rispondere a questa missiva. Non voglio che tua madre si accorga che ti sto aiutando ne che sappia che i suoi piani falliranno.

Coinvolgi gli auror e manda tua madre e tua zia ad Azkaban se devi ma ti supplico di salvaguardarti e restare al sicuro. C’è un pizzico di egoismo in ciò che dico perché non voglio più vivere con una donna disposta ad uccidere il suo proprio figlio solo per una divergenza di opinioni. Sono un uomo vecchio stile e per me il sangue ha un valore, per questo motivo trovo abominevole pianificare di assassinare un membro della propria famiglia.

Non posso rivolgermi agli auror senza diventare io stesso un bersaglio. Sto quindi facendo il massimo che mi è possibile.

Spero che questo a riparare alcuni miei sbagli e a dimostrarti l’affetto che provo per te .

Poi c’era la firma.

Sirius si commosse, “è la cosa più bella che mio padre mi ha detto in vita sua”.

James allungò il collo partecipe passando un braccio attorno al corpo dell’amico, lesse la lettera con Lupin. Entrambi si irrigidirono: essere minacciati da colui che deve essere nominato in persona non era cosa da poco ed era una reazione spropositata visto che Sirius aveva solo ucciso un serpente che sarebbe deceduto per morte naturale entro 100 anni. Non poteva essere quello il motivo.

Minus e Black invece erano mangiamorte neofiti e sicuramente non sapevano abbastanza da impensierire Voldemort ne’ probabilmente avevano grande valore agli occhi del mago ma allora qual’era il problema? Cosa aveva scatenato l’ira di colui che non doveva essere nominato al punto da minacciarlo personalmente?

Sirius vide Silente entrare nella sale grande e gli andò incontro per mostrargli la lettera.

Severus assistette alla scena perplesso. Il fatto di essere in una casa diversa rispetto agli altri a volte lo escludeva dalle novità. Tuttavia era contento di essere un serpeverde: era la sua casa e anche se era molto legato ai Grifondoro sentiva di essere diverso da loro in moli aspetti, per questo desiderava restare dov’era.

James si rese conto del disagio dell’altro, scrisse un breve resoconto di ciò che era successo su un foglio, lo piegò per farne un aereo e poi lo guidò con la magia fino a Severus per coinvolgerlo in ciò che stava accadendo. Piton si rabbuiò, ricevere una minaccia di morte dal signore oscuro era una cosa seria, soprattutto perché Sirius era un Black e naturalmente Voldemort ci andava con i piedi di piombo quando si trattava di purosangue perché ucciderne uno significava perdere l’alleanza e l’approvazione di tutta la famiglia. Considerando la stretta consanguineità dei purosangue questo era un problema perché potevano venire meno molte alleanze.

Piton osservò Sirius riflettendo sulle azioni che avevano potuto provocare tutto quello scompiglio, la domanda sorse spontanea, “cosa sapeva Peter Minus per aver generato una reazione così irruenta nel signore oscuro?”

Dovette aspettare la fine della colazione per scoprirlo, a quel punto Sirius condivise con gli altri ciò che Silente gli aveva detto. Durante l’interrogatorio a Peter Minus era venuto fuori qualcosa che il ragazzo aveva ascoltato origliando alla porta con una microspia modifica magicamente. Riguardava un oggetto prezioso che Voldemort aveva nascosto in un pozzo in un terreno che era appartenuto alla famiglia di suo padre. Giunti sul posto gli auror avevano trovato un anello colpito da maledizioni potentissime e che aveva volontà propria. Erano riusciti a imprigionarlo per portarlo via quando era sopraggiunta una squadra di mangiamorte guidati dal signore oscuro che aveva attaccato gli auror già feriti dal combattimento con la maledizione dell’anello. C’erano stati tre morti ma il quarto auror era riuscito a smaterializzarsi per portare via l’anello nella sede degli auror e farlo distruggere. Era stato un duro colpo per il signore oscuro perché non solo era andata distrutta una parte della sua anima ma aveva anche reso manifesto il suo piano per sopravvivere alla morte. Certo lui non credeva che gli auror sarebbero arrivati a capire la faccenda degli horcrux o a immaginare che ne avesse fatto più di uno ma era stato comunque un duro colpo che gli era stato inferto per l’intromissione di Peter Minus che si era impicciato di cose che non lo riguardavano. Una colpa minore l’aveva Sirius black che aveva denunciato Peter. Naturalmente nei verbali degli auror, a cui Voldemort aveva pieno accesso per merito di una segretaria sotto imperius, nei verbali non c’erano scritti i nomi di chi aveva indirizzato gli auror verso Minus. Il signore oscuro sapeva però che Minus aveva visto Sirius baciare un ragazzo e che in quell’occasione era stato visto nella sua forma da roditore. Voldemort ne aveva dedotto che l’unico che poteva aver denunciato Peter Minus potesse essere stato Sirius e che quindi lui era indirettamente responsabile di ciò che Peter aveva svelato. Minus era stato arrestato e interrogato per colpa di Black.

Certo Voldemort capiva benissimo il disprezzo che un tipo come Peter Minus suscitava in un mago potente e dotato come Sirius; Peter infatti era un mago mediocre che ricercava il riconoscimento e la stima altrui non per le sue capacità ma tramite l'adulazione e la sua disponibilità a svolgere i lavori sporchi e sgradevoli che i maghi con una dignità si rifiutavano di svolgere. Era servile ma non fedele, inseguiva il più forte e aveva già dimostrato di essere un cane disposto a cambiare velocemente padrone in base alla direzione del vento e ai suoi interessi. Non aveva esitato a abbandonare i suoi amici di Grifondoro per scodinzolare e sottomettersi ai Serpeverde. Voldemort era cosciente di questa caratteristica di Peter quando l’aveva accettato nel gruppo ma non credeva che quel ragazzino tremolante avrebbe osato provare a tradire lui ascoltandolo di nascosto per poi svelare i suoi più oscuri segreti agli auror; il veritasum infatti non lasciava scampo ai maghi più inetti perché abbassava i freni inibitori e al contempo obbligava a dire la verità. Tuttavia un mago con un po’ di autocontrollo poteva riuscire a dominarsi e imporsi di tacere vanificando così gli sforzi degli auror di scoprire segreti e verità celate. Minus però non era capace di tanto e avendolo ascoltato di nascosto sapeva più cose di quelle che avrebbe dovuto sapere. Voldemort era furibondo, se Sirius si meritava una cruciatus per Peter l'unica punizione ammissibile era la pena di morte e il signore oscuro bramava di ucciderlo con le sue stesse mani dopo averlo spezzato e torturato facendogli provare un dolore tale da supplicare per la morte. Odiava quel ragazzino e il modo in cui si era permesso di sfidarlo, gliela avrebbe fatta pagare cara se solo ne avesse avuto l’occasione.

“Non capirò mai quel ragazzo”, disse James con la bocca piena di dentifricio, “se voleva sopravvivere avrebbe potuto limitarsi a frequentare una scuola di magia straniera dove si parla inglese o anche tenere la testa bassa e non schierarsi ma perché agire così?”

“Secondo me Minus non vuole solo protezione ma anche un riflesso del potere di voi sapete chi. Lui e i mangiamorte incutono terrore negli altri e Peter voleva godere nel suscitare una reazione simile ed essere considerato uno che sta nel giro dei forti”, ipotizzò Lupin, “lui era attratto dal potere e dalle persone brillanti ma al contempo le odiava perché lo facevano sentire un inetto. Per questo si mostra condiscendente e servile ma tradisce quando può”

Piton ci ragionò su un attimo,“dici che per lui servire il signore oscuro fosse un modo per uscire dalla mediocrità e sentirsi importante?”

“E’ l’unica spiegazione che ho trovato”

“Credo che lui cercasse di farsi rispettare perché non si sentiva considerato ne’ stimato quanto lui riteneva di meritare”, disse Piton .

Lilly lo guardò con i suoi profondi occhi verdi che ti leggevano il cuore, “ti sei mai sentito così?”

“Sì”, ammise Piton, “perché sono sempre stato un ottimo studente ma i professori non sono mai stati entusiasti di me come lo erano di voi e questo perché gli stavo antipatico. Mi dava fastidio perché io ho avuto una vita molto più dura della maggior parte dei ragazzini di questa scuola e sentivo il bisogno di lodi e del riconoscimento degli insegnanti o almeno di essere visto da loro, nei miei punti forti e nelle mie difficoltà. Invece mi sono sentito per molto tempo invisibile”, sollevò il distintivo da prefetto, “adesso però è cambiato tutto e ricevere questo mi ha fatto sentire orgoglioso”

“Te lo sei meritato”, James gli scompigliò i capelli con tenerezza, “sei un gran bravo ragazzo”

“Ho trovato dei buoni amici”

“Anche Peter ma a lui non è bastato”, disse Lupin mesto.

Sirius era insolitamente silenzioso, rifletteva infatti sull’ipotesi che sua madre tentasse davvero di assassinarlo e questo lo turbava e feriva nel profondo. Non la credeva capace di tanto tuttavia non riusciva a escludere del tutto la cosa: aveva parlato del suo omicidio ma non in un momento di ira ma con calma, lo aveva pianificato, esaminandone i tempi e i modi e si era organizzata con Bellatrix per farlo. Non era una cosa decisa d’impulso ma qualcosa che lei aveva disposto consapevolmente e a mente fredda. Faceva paura ma sperava ancora che non sarebbe successo e che qualcosa l’avrebbe spinta a non farlo. Ma si sentiva angosciato e ferito e si chiuse in se stesso. Remus lo osservava attentamente, non gli parlò ma gli poggiò la mano sulla schiena per dimostrargli vicinanza. Sirius sussultò e poi gli sorrise triste.

Severus li guardava sentendosi dispiaciuto per Sirius, doveva essere stato terribile per lui vivere in una casa dove potevi essere ucciso se pretendevi di pensarla a modo tuo. Era orribile e si sentiva vicino all’amico. Avrebbe fatto di tutto per supportarlo. Il disprezzo per Minus invece crebbe a dismisura: aveva di nuovo inguaiato Sirius per i suoi loschi piani e questa era una cosa che non poteva essere perdonata. Non si poteva rovinare tanto la vita di qualcuno solo per i propri interessi.

Nonostante tutti i pensieri che aveva Sirius era obbligato a restare concentrato perché il quinto anno richiedeva un grande sforzo in vista degli esami. Sirius continuò a lavorare duro, a frequentare il conservatorio e a riparare auto per mettere da parte un gruzzoletto e aiutare l’associazione i lupi del domani ad avere i mezzi per trovare una cura per la licantropia.

Gli auror avevano rafforzato la casa di Piton dove Sirius lavorava alle auto con incantesimi di difesa molto potenti. Fissarono anche degli incantesimi nel conservatorio dove Sirius studiava. Quelle magie avrebbero segnalato immediatamente agli auror se una persona col marchio nero avrebbe varcato la soglia dell’istituto o fosse entrato in una qualsiasi aula di pratica.

Sirius cercava di tenersi impegnato e non pensare alla minaccia che incombeva su di lui ma il pericolo e la paura di essere aggredito da un momento all’altro era sempre presente come un dolore sordo che lo logorava pian piano. Iniziò a bere, prima sfondandosi alle feste poi la sera per dormire meglio poi sempre più spesso. I suoi amici erano preoccupati ma non avevano ancora deciso come intervenire.

Nel mentre Sirius aveva iniziato a dedicarsi, grazie ai contatti del padre di Severus, al restauro di macchine moderne incidentate. Si trattava di auto che arrivavano nel garage tutte accartocciate come scatolette e che Sirius rimetteva in sesto velocemente con la magia. Rivendendole si ricavava dalle 4000 alle 5000 sterline da cui bisognava detrarre le tasse per le certificazioni al ministero della magia e i 500 galeoni che il padre di Sev riceveva per ogni auto che procurava e per cui svolgeva la parte burocratica. Restava una bella cifra che Sirius divideva diligentemente a metà, donandone metà all’associazione lupi del domani e tenendo l’altra parte per se. Con tutti i suoi impegni riusciva a rimettere a nuovo un auto ogni due settimana ottenendo anche così dei ricavi notevoli e facendo la sua parte per migliorare le condizioni di vita dei lupi mannari. Anche i coniugi Piton avevano tratto beneficio da quell’affare, adesso parlavano di usare i recenti guadagni per rifarsi i denti. Il padre di Severus aveva una carie profonda che poteva essere curata solo con una trasfigurazione dentale molto costosa. La madre voleva raddrizzare i denti e avere un bel sorriso bianco e luminoso. Avevano calcolato che a quel ritmo avrebbero potuto pagare entrambi gli interventi in sei mesi. Nel mentre grazie al piccolo affitto che Sirius versava per il garage, la coppia aveva iniziato a permettersi vestiti nuovi e qualche bistecca in più oltre a dei massaggi shiatzu per per il padre di sev che faceva il muratore e aveva sempre mal di schiena. Paradossalmente aveva iniziato a bere proprio per attenuare il forte mal di schiena e poi gradualmente si era ritrovato con una dipendenza. Avrebbe dovuto parlare a Sirius di questo e avvisarlo di non eccedere con l’alcool e suggerirgli di parlare con l’infermiera dei suoi problemi a prendere sonno facendogli consigliare qualche decotto da lei. Il fai da te non funzionava. Soprattutto se riguardava l’alcool.

In seguito a questo Severus iniziò a riflettere su come le azioni di ognuno influenzassero anche gli altri, le scelte di Sirius avevano generato cose buone aiutando l'associazione i lupi del domani e la famiglia di Piton a tirare avanti, aveva anche salvato la vita di molti babbani. Le azioni di Minus invece avevano portato solo distruzione e guai, non solo a lui ma anche alle persone a lui vicine. Questo diceva molto sul valore si ognuno di loro e sulle enormi differenze che li caratterizzavano.

Per qualche settimana filò tutto liscio anche se Sirius si sentiva irrequieto e non riusciva ad abbassare la guardia. Poi accadde tutto.

Era andato al conservatorio come sempre usando l’incantesimo di dissociazione per proiettare lì una copia incorporea di se’ che poteva svolgere azioni senza però poter essere ferita o uccisa.

Nel bel mezzo della lezione Bellatrix, la mamma di Sirius e una delle loro amiche che avrebbe poi sposato Lucius Malfoy apparvero dal nulla con le bacchette levate. L’insegnante s’infastidì, “qui stiamo lavorando e non è il momento di fare pagliacciate”, disse duro, “vi prego di uscire”

Bellatrix rise di lui e levò la bacchetta per assassinarlo. Sirius spostò il braccio della cugina indietro facendo finire l’incantesimo contro il soffitto. Poi fu colpito da un incantesimo respingente che lo inchiodò al muro, l’aveva lanciato sua madre, nel vederla Sirius abbassò la bacchetta, “mamma”, sussurrò.

Lei non ebbe pietà, alzò la bacchetta e scagliò una maledizione di morte.

Grazie all’incantesimo di sdoppiamento Sirius non si fece nulla ma gli rimase in testa l’immagine dello sguardo freddo di sua mamma mentre attentava alla sua vita. Lo raggelò e lo cambiò in profondità: non si aspettava che lei fosse capace di tanto.

Le tre donne furono arrestate e lui tornò a scuola profondamente abbattuto e scoraggiato. Restò sconvolto a lungo; non dormiva bene a causa dell’ansia e delle stress per l'aggressione subita e iniziò a bere sempre più spesso per dormire meglio o per calmarsi.

Regulus non finiva di mandargli strilettere che lo deprimevano ancora di più. Sirius era vinto. A pezzi.

Poi una mattina Lupin gli strappò di mano la strillettera e la passò a James che la inserì in una brocca d'acqua che iniziò subito a ribollire, “sono preoccupato”, disse Lupin con dolcezza, “bevi sempre di più e questo ha ridotto la tua potenza magica e ti porta a scordarti le cose. I compiti per esempio ma anche l’errore che hai fatto nell’aggiustare quel motore che non ha passato la revisione, è l’alcool che ti annebbia e interferisce con la tua vita e più continui a bere più sarà difficile liberarti di quella morsa”

“Ho solo fatto un errore, sono un meccanico alle prime armi e mi è sfuggito qualcosa”

Lupin lo guardò benevolo e carico di amore, “sei ubriaco anche in classe”

“Ne ho bisogno per gestire l’ansia e anche per non scattare ad ogni rumore. Quello che ha fatto mia madre mi ha sconvolto”

“Non ti sto giudicando”, disse Piton piano, “però esistono metodi migliori per risolvere i tuoi problemi, magari bevendo dell’infuso di lavanda per l’ansia e delle pozioni per il sonno o, se non funzionano, chiedendo pozioni più forti in infermeria ma l’alcool è insidioso e non lo dico per farti la predica ma perché anche mio padre ha iniziato a bere per via del mal di schiena e all’inizio aveva tutto sotto controllo e beveva solo quando il mal di schiena era forte. Poi però ha iniziato a bere anche quando non aveva dolore e nel fine settimana e poi si è ritrovato con una dipendenza. L’alcool è così: assomiglia ad una piovra che ti avvinghia piano piano e per questo è meglio smettere adesso e cercare soluzioni migliori ai tuoi problemi. Vorrei aiutarti se me lo permetti”

“Voglio farlo anch’io”, intervenne James pimpante, “se hai bisogno di distrarti, io sono un esperto in svago e divertimenti anacolici e puoi contare su di me. Anche di notte. Te lo devo visto come mi hai appoggiato quando ero io ad avere l’angoscia notturna.”

“E’ fantastico”, disse Sirius ironico, “e vi ringrazio. Posso avere la mia strillettera adesso?”

“No perché la strillettera non è rivolta a te”, disse Lupin.

“C’è il mio nome sopra”, commentò Sirius sarcastico.

“Sì ma tuo fratello si sfoga su di te perché non riesce ad accettare i suoi errori e ha bisogno di un caprio espiatorio con cui prendersela, la colpa non è tua. Lui ha scelto di fare ciò che ha fatto e tu non hai avuto un ruolo in questo. Quindi basta sopportare e fatti insultare. Denunciandolo hai salvato delle vite e hai impedito che tuo fratello facesse una strage. Hai protetto delle famiglie e anche tuo fratello. Adesso sta a lui scendere a patti con le sue azioni e trovare un modo per convivere con i suoi errori. Non puoi farlo a suo posto e subendo le sue ingiurie rallenti il suo processo di crescita e ti fai del male. Non è giusto per nessuno di voi due e dovresti dirglielo”.

“Forse hai ragione”, concesse Sirius, “ma è dura e sono come paralizzato per la paura di sbagliare”

“Non sei solo”, disse Lupin affettuosamente baciandogli la guancia.

La brocca iniziò a fumare, il calore della strillettera infatti aveva fatto evaporare tutta l’acqua in essa contenuta e James con un gesto della bacchetta aveva nuovamente riempito la brocca di acqua per evitare che esplodesse, “credi che quella cosa si placherà prima o poi?”, chiese Sirius perplesso.

“Se non lo fa basterà buttare la strillettera del lago e prima o poi la pianterà di ribollire ed esploderà”, disse James rilassato.
“Esploderà uccidendo decine di pesci e magari ferendo qualche sirena”, disse Piton con un tono maturo adatto al suo nuovo distintivo da prefetto.

“Suggerisci tu qualcosa, allora”, James si passò la mano tra i capelli con fare sinuoso e disinibito, “io ho finito le idee”

“Credo che potremmo avvolgere la strilettera con un incantesimo bolla e poi eseguire una magia d’invecchiamento per farla esplodere precocemente e in sicurezza”, suggerì Lupin mostrando la sua abilità.

“Mi sta bene”, accettò Piton, “credo ci convenga farlo prima di colazione”

Portarono la brocca con la strillettera fumante fuori e fecero come aveva detto Lupin. Quella esplose frantumando la brocca ed emettendo un fumo nero e maleodorante.

James fece il gesto di lavarsi le mani, “fatto”, disse soddisfatto.

Piton aggiusto la brocca con un colpo di bacchetta e Lupin prese a sciacquarla con una magia che faceva uscire acqua dalla bacchetta.

“Io butto la posta indesiderata nel camino”, disse una voce calma e tranquilla dietro di loro, James arrossì vistosamente nel vedere Silente, cercò qualcosa da dire in imbarazzo ma Sirius lo coprì, “era una strilettera del mio fratellino pluriomicida che continua ad urlarmi contro per la frustrazione: non voglio più ascoltarlo. Ho fatto la cosa giusta e i suoi errori non sono colpa mia”

“Saggia decisione”, approvò silente pacato come sempre.

Sirius si riscosse dai suoi pensieri e si agitò all’improvviso, “mio padre sta bene?”

“Sta bene ma ha avuto un attacco di cuore ed ora è in ospedale. I curatori però sono ottimisti e grazie al cielo il tuo elfo domestico l’ha soccorso velocemente e portato in ospedale. Se avesse ritardato ci sarebbero stati molti più problemi”

“Posso vederlo?”

“Solo con l’incantesimo di sdoppiamento”

“Io vengo con te”, disse Lupin in tono deciso.

“Se mio padre vede il tuo volto tu potresti diventare un bersaglio come lo sono io”

“Allora verrò come porcospino ma non ti lascerò solo in questa tragedia, fa parte del contratto tra persone che stanno insieme, capitolo 4 paragrafo 32: supportare e sostenere il proprio compagno nei momenti difficili”

Sirius sorrise, “se c’è scritto nel contratto allora non posso oppormi”, gli passò un bracciò attorno alle spalle, “anche se non ricordo che avessimo un contratto e soprattutto non rammento neanche di averlo firmato”

Lupin ghignò, “certo che c’è un contratto. Io sono un lupo mannaro per bene, mica uno di quei lupi bravi ad ululare durante le feste e a fare casino ma che scappano quando le cose si fanno serie. Non sono così”

“Non l’ho mai pensato ”, sorrise, facendogli una carezza con dolcezza, “leggerò il contratto, era paragrafo 32, giusto?”

“Giusto”,disse lui con aria seria,”subito dopo gli accordi sulle canzoni al karaoke e sulle feste in maschera”

“Mi sembra giusto”, disse Sirius con la massima serietà.

“L'amore è una cosa bellissima, ce n’è bisogno soprattutto in un momento buio come questo”, disse Silente come sovrappensiero, “potete venire nel mio ufficio dopo colazione e vi permetterò di andare in ospedale con un incantesimo di sdoppiamento”

I due eseguirono un po’ imbarazzati per essersi lasciati andare davanti a lui.

Il padre di Sirius era del tutto solo e anche un po’ preoccupato per la piega degli eventi: metà della sua famiglia era in carcere e Sirius rischiava la vita e non intendeva dargli dei nipotini. Rifletteva su come era arrivato a quel punto quando Sirius apparve nella stanza tenendo un porcospino in mano, “ciao papà”

“Non dovresti essere qui, figlio, è pericoloso”

“Lo so ma non voglio lasciarti solo”, sollevò Lupin nella sua forma animagus di porcospino, “lui è il mio amico Remus”

L’uomo divenne vigile, “da quanto tempo state insieme?”

“Adesso non iniziare a stressarti inutilmente. Non ti fa bene al cuore”

“Mi stresso quando mio figlio mi nasconde le cose e cerca di trattarmi come se non fossi capace di fare un ragionamento e capire che ti sei portato dietro il tuo ragazzo sotto forma di porcospino per evitare che tu sai chi mi obbligasse a svelare chi è il misterioso ragazzo che era con te quando hai visto che Peter Minus era un topo. Non vuoi che lo veda perché sai che Lui non sarebbe così paziente con Remus come lo è stato con te perché lui non è un purosangue.”

“Tre mesi”, rispose Lupin d’impulso.

Il padre gli sorrise, “e posso sapere che precauzioni prendete per evitare che lui si contagi e finisca ad ululare alla luna con te?”

“Ti rispondo solo se mi racconti i dettagli dei tuoi rapporti intimi con mamma”, rispose Sirius spavaldo.

Lupin optò per una opzione diversa, trovava inutile nascondere le cose a quel pover uomo che non sapendo la verità si sarebbe angustiato e preoccupato per cose che loro avevano già risolto o che non erano veri problemi, “durante l’intimità io indosso delle muffole per evitare di graffiarlo involontariamente e contagiarlo e eseguo anche un incantesimo di rivestimento come ulteriore protezione”

“E per i morsi?”

“Noi non ci mordiamo”

“Ma in un momento di passione potrebbe succedere”

“Non a noi”, disse Sirius secco,“non tutti fanno sesso sadomaso come tu e mamma”, aggiunse sarcastico.

Il padre lo guardò un attimo, sbigottito, poi iniziò a ridere a crepapelle.

Sirius reagì con perplessità, non aveva mai visto suo padre ridere in tutta la sua vita, “stai bene papà?”

“Mi faccio solo due risate”, sorrise, “di preciso cosa ti ha convinto che ci piacesse il sesso sadomaso?”

“Non lo so, sembrate i tipi da quel genere di cosa. Siete un po’ freddi e anche vagamente sadici, mamma lo è, tu sei più umano anche se non me ne sono accorto per molto tempo”

“Se vuoi saperlo noi siamo per le cose tradizionali anche in quel campo e farlo con tua mamma è solo un poco più interessante che farlo con un cadavere. L’ho sempre trovato un dovere deprimente e sono sicuro che lei la pensasse alla stessa maniera”

“Perché vi siete sposati?”, chiese Remus.

“Dovevamo continuare la linea di sangue e lei era una delle poche scelte perché non aveva legami di consanguineità con me”, si concentrò su Lupin, “sono contento che abbiate la maturità di prendere precauzioni”

“E’ il minimo visto che amo suo figlio e morirei all’idea di contagiarlo”

“Prenditi cura di lui e ricorda che Sirius è un ragazzo talentuoso e determinato e per questo sceglierà per se’ degli obiettivi ambiziosi per cui dovrà compiere delle strade tortuose e poco battute, sta a te sostenerlo e credere in lui quando nessuno lo farà e quando neanche lui saprà che fare. Dovrai rassegnarti al fatto che lui non farà un lavoro d’ufficio e che è ribelle e testardo. Dovrai trovare il modo di comunicare con lui e gestirlo”

“Lo so ma ho scoperto che Sirius si scioglie con la dolcezza”, disse Remus, “quindi affronto i problemi parlandogli in un tono affettuoso e coccolandolo”

“Mi sembra una buona tecnica anche se sono ancora in dubbio sulla faccenda dei morsi”

Sirius sbuffò e sollevò Lupin nella sua forma animagus di porcospino, “ma ti pare che questo cosino potrebbe farmi male o mordermi?Guarda”, lo sfiorò con un dito, “si appallottola al minimo tocco ed è dolce”

Il padre sorrise, “ Ti sei scelto un ragazzo completamente diverso dalla nostra famiglia”

“Lo so”

L’uomo assentì triste, “ e cosi pensi di fare con la tua vita?”, chiese, “perché quando ho provato a saperne di più la McGranitt ha farfugliato qualcosa sul fatto che tu non avevi le idee chiare e Silente ha fatto spallucce, cosa che mi ha convinto che voi tutti mi stiate nascondendo qualcosa”

“Hai avuto un infarto, papà, non credo che dovresti fare troppe domande”

“Mi sento meglio a sapere che a non sapere”, lo guardò in viso, “suppongo tu voglia fare qualche lavoro babbano o magari diventare auror, sbaglio?”

“Vorrei mettere su una band e diventare leader di un gruppo punk rock”, ammise Sirius allegro.

Il padre scoppiò in una risata fragorosa.

Sirius guardò Lupin divertito, “puoi non credermi ma prima di oggi non l’avevo mai visto ridere. Oggi invece l’ha fatto due volte, riesci a crederci?”

“Probabilmente gli hanno dato dei farmaci che rilassano abbassando i freni inibitori”, disse lupin con saggezza

“Credo che in questa particolare situazione ridere sia la scelta più sana”, disse il padre, “in fondo mio figlio maggiore si è bruciato la vita e uscirà da carcere solo da vecchio. Mia moglie è ad Azkaban e il piccolo di casa che è anche il più lesto ha deciso di sconvolgere le tradizioni e fare a modo suo. Una bella risata mette tutto in prospettiva”, disse calmo e un po’ triste, si girò verso il figlio, “sai io alla tua età non ho mai dovuto preoccuparmi di capire chi ero o cosa volevo. Sapevo di essere un purosangue e di dover rispondere a certe aspettative. Non mi sono mai posto quesiti esistenziali, non ho mai scelto come vestirmi, chi sposare o a con chi essere amico. Ho potuto decidere solo che lavoro fare ma anche lì la scelta doveva vertere su poche possibilità considerate onorevoli dai miei genitori. Ho scelto di essere un notaio e non me ne sono pentito ma è l’unico cosa che ho fatto che è stata voluta da me, il resto mi è stato imposto”, si sollevo a mezzoletto premendo un bottone che faceva alzare metà del letto, “voglio dire che io apprezzo la tua indipendenza e il percorso che hai scelto di fare per trovare la tua identità. Capisco che tu voglia fare a modo tuo ma tu devi comprendere che per fare parte della nostra famiglia devi accettare delle condizioni e se non intendi farlo ne rispettare le nostre tradizioni allora diventi un lupo solitario e non puoi aspettarti la nostra protezione. Ti sei messo contro il signore oscuro e ne’ io ne la tua famiglia vogliamo o possiamo intercedere per te, il che significa che il tuo destino dipende da te. Se fai la scelta sbagliata tu sai chi ti ucciderà. Non contare nella sua clemenza perché vista la sua indole è stato molto paziente con te ma la sua pazienza ha un limite e tu non sei abbastanza forte da contrastarlo perché lui è un mago potente e tu sei un ragazzino. Sei in gamba ma in duello avresti la peggio. Quindi fai le tue scelte ma tieni la testa bassa e non essere avventato o purtroppo morirai giovane”

“Un bel discorsetto”, Voldmort entrò volando dalla finestra, “questo era esattamente quello che mi aspettavo facessi”, guardò Sirius in viso, “non ho mai ordinato che venissi ucciso ne tantomeno ho detto a tua madre e alle altre di fare una strage di babbani. Sono state troppo zelanti e non hanno rispettato le mie direttive, questo mi ha obbligato a venire qui e chiarirti le idee personalmente. Sarò chiaro. Se tu mi metti ancora i bastoni tra le ruote uccido te, tuo padre, il tuo ragazzo e tutti i tuoi amici. E sarà colpa tua e della tua impudenza da ragazzino”, lo disse con un tono freddo che raggelò le vene di Sirius e Remus, poi senza cambiare espressione agitò la bacchetta e scagliò una cruciatus su Sirius. L’incantesimo gli passò attraverso perché Sirius era lì con un incantesimo di dissociazione. Voldemort assunse un’aria divertita, “non male per un bambino”

“E’ un Black e sa combattere”, disse il padre con fierezza.

“A quanto pare è così”, e poi tirò un’altra cuuciatus verso Lupin, lo fece con indifferenza, d’istinto Sirius si frappose a proteggere il suo ragazzo ma la maledizione passò attraverso lui e anche attraverso Lupin. Nessuno dei due si fece nulla.

Questa volta Voldmort assunse un’aria contrariata, “e tu chi saresti?”, chiese all’indirizzo di Lupin.

“Remus”

“Il famoso ragazzo di Sirius”, commentò lui di buon umore, “c’è sempre posto per maghi dotati tra le mie schiere e se sei capace di una magia simile tu lo sei di certo”

“La ringrazio ma io ho opinioni diverse riguardo molte cose che fate”

“Non vivrai a lungo se non cambi atteggiamento. Rivaluta le tue idee finché puoi”, spostò la bacchetta sul padre di Sirius e il ragazzo scattò alzando la bacchetta per difendere il padre.

L’uomo lo disarmò e inchiodò a muro, “papà?”, disse Sirius in tono leggermente offeso.

“Tu devi imparare il rispetto figlio mio, soprattutto perché sfidando lui condanni a morte tutti noi, quindi abbassa la bacchetta e tieni a freno l’ardore e fa’ che le cose vadano nel modo in cui devono andare”, disse guardando con fierezza Voldemort.

“Non devono andare per forza così se solo mi dessi la possibilità di uccidere il tuo figlio ribelle”

“E’ sangue del mio sangue è per questo non posso consentirlo”

“Vecchio sentimentale”, Voldemort scagliò la cruciatus e l’uomo si contrasse saltando dal dolore mentre il corpo si contraeva e rilasciava in preda agli spasmi. Durò una vita e Sirius lottò rendendosi presto conto che se avesse fatto qualcosa Voldemort avrebbe ucciso suo padre. Era orribile perché subire un dolore atroce era accettabile ma vedere un altro soffrire al tuo posto ti uccideva. Poi finì.

“Spero di essere stato chiaro”, disse Voldmort ancora elettrizzato per il gusto di aver torturato qualcuno, “la prossima volta che mi intralcerai sarai morto”, poi volò via dalla finestra.

Sirius abbracciò il padre, non lo aveva mai fatto e non sapeva come l’altro avrebbe reagito, se con rabbia o fastidio. Ma lo fece, “grazie”

L’uomo gli accarezzò la testa con dolcezza, “di nulla. E’ questo che significa essere una famiglia e difendere il proprio sangue ma tu hai deciso di non farne parte e io non potrò più proteggerti. Fa attenzione”, era un commiato e Sirius si allontanò con gli occhi colmi di lacrime, “lo farò”.

“Vorrei riposare un po’”, si girò verso Lupin, “è stato un piacere conoscerti”

Sirius apprezzò l'autocontrollo del padre che riusciva ad essere così normale anche dopo aver preso una cruciatus ma sapeva che l’altro si teneva e che aveva bisogno di spazio per lasciarsi andare senza sentirsi in imbarazzo.

“A presto papà”

“Spero di no. E..Sirius.. io non voglio venire al tuo funerale. Fa le cose giuste e rifletti bene sulle tue azioni”

“lo farò”

Sirius e Remus tornarono ad Hogwarts e vi trovarono i loro amici ad attenderli, “com’è andata?”, chiese James impaziente.

“E’ venuto colui che non deve essere nominato e mi ha minacciato di morte personalmente. Ha anche offerto a Lupin di entrare nel gruppo ma lui gli ha dato il benservito. Dulcis in fundo mio padre si è preso una cruciatus al mio posto e il signore oscuro ha detto che se sgarro mio padre e i miei amici moriranno ”, sospirò profondamente, “significa che da questo momento tu sai chi mi ha in pugno perché adesso non sono più solo responsabile della mia vita ma anche delle vostre e devo essere molto cauto in ciò che faccio”

Dopo quell’ incontro Piton si aspettava un crollo che invece non ci fu, Sirius si era sentito rianimato dal vago incoraggiamento del padre e aveva mantenuto la promessa di non bere più. La sua magia acquisì vigore e riuscì a vendere una moto rigenerata con la magia a 10.000 sterline e ne era fiero perché le moto gli piacevano più delle auto e perché la moto era venuta benissimo.

Intanto studiava al conservatorio e si preparava per gli esami finali del quinto anno e per il compleanno di Lupin. Per festeggiarlo aveva deciso di preparare una torta fatta in casa a forma di porcospino e aveva chiesto l’aiuto di Lilly. Dopo diversi tentativi falliti che avevano fatto la gioia dei suoi compagni di Grifondoro era riuscito ad ottenere qualcosa di bello.

Remus faceva il compleanno la mattina dopo la notte di luna piena, decisero quindi di andarlo a trovare al rifugio sotto l’albero picchiatore, andarono di mattina presto, scesero le scale cantando tanti auguri tenendo in mano la torta con unica candelina su.

Lupin alzò la testa ancora un po’ frastornato e stanco per la nottataccia passata, vide i suoi amici con dei cappellini da festa, dei regali e una torta a forma di porcospino. Ebbe un attimo di timidezza e si ritrovò a ridiventare porcospino. Severus sorrise, rimaneva sempre colpito dalla delicatezza di Remus e dalla sua dolcezza. Sirius sembrava deliziato, posò a terra il vassoio della torta e Remus ci soffiò su. Poi Sirius prese in mano il porcospino e lo baciò sul naso, “auguri, Remus”

Lo mise giù, “se torni normale ti do una fetta della mia torta. L’ho preparata con l’aiuto di lilly”

“Questo spiega le torte deformi che hai portato nel dormitorio nei giorni passati”, scherzò James allegro.

“Ci sono voluti diversi tentativi ma alla fine ce l’ho fatta”

Remus si sforzò di tornare normale e dopo qualche tentativo ci riuscì, “siete troppo gentili. Non dovevate”, era tutto rosso e le orecchie sembravano di fuoco.

“Sì che dovevamo”, disse James abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia, “auguri”

La torta era squisita e ne mangiarono tutti più di una fetta mentre brindavano con burro birra analcolica e davano i regali a Lupin che ogni due per tre diventava porcospino per la timidezza. Sirius cercava di tirarlo su e tranquillizzarlo ma Lupin era di una modestia e di una tenerezza disarmanti e non c’era niente che si poteva fare per rassicurarlo: era fatto così e basta.

Sul più bello entrò Silente. “Stanno tutti bene?”, chiese Sirius ansioso.

“in realtà sì.Sono qui solo per dare il mio regalo al piccolo Remus”, disse con tatto, quello arrossì e ridiventò subito un porcospino, “non doveva davvero è gentilissimo”

“E’ il libro che racconta la vita del lupo mannaro che ha inventato le caramelle al limone asciugalingua, spero ti aiuti”, ammiccò di buon umore, “ volevo anche complimentarmi con te per avere rifiutato l’offerta del signore oscuro”

“Non me lo avrebbe mai chiesto se avesse saputo che sono un lupo”, ridivenne umano, “e poi parlava con tanta crudeltà come se Sirius non avesse il diritto di pensarla diversamente da lui e a lanciato una cruciatus su un povero vecchino che aveva appena avuto un infarto. Non mi sarei mai alleato con una persona così”

Sirius si affogò, “guarda che il povero vecchino appoggia attivamente il signore oscuro. Tu l'hai visto in un momento di debolezza ma lui non si farebbe scrupoli ad uccidere babbani o fare tutto il necessario per favorire tu sai chi. E’ dispiaciuto che Regulus sia in carcere ma solo perché non potrà sposare una purosangue e continuare la stirpe e non perché ha fatto qualcosa di sbagliato. E sì ti concedo che mio padre è sicuramente più protettivo e umano di mia madre e che in qualche modo tiene a me e ha cercato di proteggermi. Si è preso una cruciaus per me ma questo è un modo come un altro per controllarmi e impedirmi di prendere le mie decisioni. Non escludo che lui e tu sai chi fossero d'accordo perché in genere tu sai chi non chiede il permesso di uccidere ai genitori delle future vittime”

“Forse gli ha chiesto di ucciderti perché sapeva che avrebbe rifiutato e in questo modo ti avrebbe fatto sentire in colpa te controllandoti. Tu sai chi ha sfruttato l’affetto tra te e tuo padre per tenerti al guinzaglio”, disse Piton, “ma credo che tuo padre fosse sincero e che tusai chi ha solo colto la palla al balzo per farti sentire in colpa e sottometterti”

“Probabilmente hai ragione ma mio padre è dalla parte oscura e non dalla nostra e Voldemort ha usato un metodo indiretto per punirmi come segno di rispetto a lui.”

“E’ stato comunque crudele colpirlo con una cruciatus per mandare un messaggio a te”, disse Lupin.

“Lo so. In quel momento l’ho odiato ma ora non posso fare altro che rimanere tranquillo e proteggere così mio padre e te”

“Hai già fatto molto”, concesse Silente, “adesso lascia fare a chi può esporsi senza coinvolgere innocenti”

“Grazie”, Sirius gli offrì una fetta di torta che il preside accettò con garbo prima di andare via.

La festa durò poco e poi andarono al dormitorio per permettere a Lupin di lavarsi e prepararsi per la scuola. Il ragazzo era imbarazzato per l’attenzione e l’affetto ricevuti e a cui non era abituato. Sorrideva e non riusciva a smettere e neanche Sirius perché il suo ragazzo felice lo riempiva di soddisfazione e gioia. Lo amava e questa sensazione lo inebriava e riempiva di soddisfazione.

Il periodo successivo passò nella fretta della preparazione degli esami e del viaggio in Perù.

Fu bello dopo tutto quello studio andare in un paese così soleggiato a costruire case con la magia, a gustare i cibi locali e a fare i turisti visitando le bellezze del posto e bevendo il latte di cocco direttamente dalla noce. Visitavano le spiagge cristalline, prendevano il sole e si godevano le feste serali mentre vivevano tutti insieme in una grande casa con un vasto giardino interno e una cucina aperta sul cortine interno per disperdere il calore.

Al gruppo si erano aggiunti anche la ragazza di Piton, di nome Alin, e Lupin che aveva deciso di sfruttare i centri di trasformazione sicura che il Perù offriva ai lupi mannari della zona. Il servizio era piuttosto semplice e gratuito, lo stato infatti offriva delle cabine dove entrare durante la notte di luna piena e trasformarsi in sicurezza. Per entrare nelle cabine bisognava poggiare il dito su un sensore che ti pungeva verificando la presenza del virus portatore della licantropia nel sangue. In questo modo solo i mannari potevano entrare nelle cabine che erano pattugliate da maghi armati di bacchetta che garantivano la sicurezza di chi andava ad usufruire del servizio e che impedivano agli odiatori di pestare i mannari fuori dalle cabine scoraggiandone l’uso.

Grazie a quelle cabine Lupin aveva potuto fare il suo primo viaggio all’estero godendosi i suoi amici e scoprendo una nuova cultura. Non sarebbe mai stato abbastanza grato a chi aveva pensato a quella soluzione. Lui d’altra parte poteva avvicinarsi alle cabine col mantello dell’invisibilità di James riducendo i rischi di essere aggredito all’esterno. I suoi genitori all’inizio erano titubanti ma poi avevano deciso di permettere al figlio di vivere quella esperienza e crescere con i suoi amici.

In quel contesto di scoperta e crescita Alin e Severus rappresentavano un tasto dolente, in quel periodo infatti non facevano che litigare continuamente perché avevano idee diverse riguardo al signore oscuro, ai lupi mannari e a cosa fosse meglio per un paese. Litigavano increduli di pensarla in modo diametralmente opposto e arrabbiati per il fatto che l’altro fosse così tonto da pensarla in modo tanto diverso dal proprio.

Una settimana dopo l’inizio del viaggio Piton decise di portare la colazione a letto a Alin per fare pace. Purtroppo la trovò in compagnia di un bellimbusto che non parlava nemmeno inglese e che si atteggiava a gran fico, per la rabbia Piton schiantò a terra il vassoio della colazione e iniziò ad urlare, cosa insolita per lui che era sempre tanto calmo e tranquillo. Era talmente tanto imbestialito che divenne corvo e iniziò a inseguire il ragazzo beccandolo, quello lo prese per il collo cercando di strangolarlo, James lo salvò con una magia mentre Lilly bloccava il ragazzo contro il muro con un incantesimo respingente.

“Ma che succede”? Chiese Sirius con i capelli scompigliati e i segni del cuscino sul viso.

“Questa..”, Piton faticò un attimo a trovare la parola giusta, “questa meretrice mi ha tradito con questo scimmione cerebroleso”, disse con disgusto.

“Che vuol dire meretrice?”, chiese Alin che essendo francese a volte aveva difficoltà a riconoscere il significato delle parole straniere.

“Una donna di facili costumi o prostituta”, disse Lilly in tono freddo.

“E’ offensivo”, replicò Alin infastidita, “sono andata con lui solo perché tu a letto non prendi mai l’iniziativa”

Severus incassò il colpo con stile, “forse perché quando lo faccio tu inizi a strillare come una scimmia urlatrice e le tue grida mi gelano il sangue paralizzandomi lì dove sono”

“Con me non ha urlato”, disse il ragazzo.

“Evidentemente non le è piaciuto”

“Io sono stufa marcia di essere in una relazione a 6 con i tuoi amici e di lottare nel fango con loro per un po’ del tuo tempo e della tua attenzione”

“Loro sono la mia famiglia e se non ti piacciono puoi anche andartene, io scelgo loro tutta la vita perché sono i migliori, mi capiscono e tengono a me molto più di quanto fai tu che parli a raffica e non ascolti una parola. Quando mi apro con te tu sbuffi o sminuisci e razionalizzi ciò che dico. Non ascolti, non con il cuore e a queste condizioni una relazione è impossibile”

“Sbuffo perché tu ti sei cristallizzato nel tuo stesso del passato e non riesci ad andare avanti”

“I traumi non si superano così facilmente”, intervenne Lupin, “si può imparare a conviverci ma non ce ne se libera del tutto perché accade sempre qualcosa che ti ricorda cosa è successo e ti fa stare male, tuttavia si può imparare a gestire i momentacci e trovare un equilibrio ma non è sempre facile e credo che a volte Sev abbia bisogno di supporto e empatia”

“Vi lascio parlare”, disse l’amante dirigendosi verso la stanza di Alin per recuperare le sue cose.

“Ti do i soldi per l’autobus”, disse Martha premurosa.

“Quindi sei un gigolò”, disse Piton con cattiveria.

“Sono un ragazzo di un paese povero che fa un lavoro sottopagato. Non tutti possono permettersi di venire qui a lavorare gratis pagando persino l’affitto per la casa dove si vive”

“Io ho lavorato tutto l’anno per potermi permettere questo viaggio. Non sono un privilegiato”

“Il più sfortunato del tuo paese è più ricco della persona più benestante del mio”, disse scontroso dimostrando quanto avesse idealizzato l’Europa, “io non sapevo che lei aveva qualcuno. L’ho conosciuta in un locale, abbiamo ballato e poi eccoci qui. Prenditela con lei e non con me”

“Lo sto facendo”

“Hai picchiato me invece di lei”, replicò risentito mentre si metteva i pantaloni. Poi prese la banconota che Alin gli porgeva, chiuse la camicia e corse fuori.

Piton scrutò Alin irato e ferito, “è finita”, disse, poi ruotò su se stesso e camminò verso il frigo per prendere qualcosa da bere. Tutto quell’urlare infatti gli aveva fatto seccare la gola. Vide la tequila che i ragazzi tedeschi avevano comprato. La prese e si versò tre shottini.

“Giudicatemi in silenzio o partecipate”, disse agli amici che lo guardavano, mandò giù il primo shot, strizzò gli occhi per il sapore e poi vacillò un attimo, “non male”

Sirius e James si scrutarono preoccupati, “non ho niente contro il bere”, disse James, “ma la tequila di qui è praticamente alcool puro e ha una gradazione alcolica molto superiore a quella inglese”

“Ti sconsiglio di bere più di uno shottino”, concluse Sirius.

“Sto benone”, disse Severus mandando giù il suo terzo shot. Saltò in piedi improvvisando un balletto poi fece una smorfia, cambiò colore e corse verso il lavello a vomitare.

Sirius gli andò vicino mettendogli i capelli dietro l’orecchio, “butta tutto fuori”

“Quando finisci bevi questa”, disse James facendogli vedere un bottiglino arancione, “è una pozione scacciasbronze che ti farà tornare lucido all’istante. Ti toglierà anche il divertimento ma in questo frangente è necessario”

Severus mandò giù , sentì un bollore bruciargli la gola e invadere tutto il suo corpo e poi si sentì perfettamente lucido.

“Meglio?”, gli chiese James con affetto, lui annuì e poi scoppiò in un pianto dirotto, “io ho dato il meglio di me, mi sono superato ma non è bastato neanche un po’. Per lei non ero sufficiente”

Vedere Severus piangere era una cosa sconvolgente perché lui era una persona introversa, chiusa e controllata. A Lilly si spezzò il cuore, prese di petto Alin, “ se non ti trovavi bene potevi lasciarlo perché distruggerlo così?”

“Io non li sopporto più i suoi amici. Siamo venuti qui solo per seguire il sogno di James di costruire case. Pensavo di poter stare sola con lui ma loro hanno sempre la priorità e io non trovo il mio posto. Non ne posso più. Tu come fai?”

“Accetto il fatto che loro sono persone importanti nella sua vita e cerco di non competere con loro per il tempo da passare con James. Stiamo tutti insieme e mi piace”

“Io vorrei passare molto più tempo sola con Severus anche perché viviamo in paesi diversi e ci vediamo poco”

“Gliene hai parlato”?

“Sì ma lui dice di tenere troppo a loro e che non si vuole perdere niente di quello che fanno che è come dire che loro sono più importanti di me e che lui tiene più a loro che a me”

“E’ un vostro problema ma tradirlo così è stato cattivo perché lui ha faticato a darti fiducia e ad aprirsi con te e adesso faticherà a farlo anche in futuro perché sarà segnato da questa cosa”

“Io ho fatto uno sforzo a venire qui, mi è costato farlo perché odio il caldo e il mare ma l’ho fatto per lui e avrei voluto che lui si accorgesse di me e mi desse importanza ma adesso che è finita posso tornare a casa e godermi una scuola estiva”

“Mi dispiace”, dissi Lilly, si rendeva conto che i due avevano un problema di accettazione reciproca e che volevano cose diverse. Non ci si poteva fare nulla ma Lilly continuava ad essere arrabbiata con Martha per il modo in cui si era comportava e per la cattiveria con cui aveva trattato Sev che nonostante tutto l’aveva sempre rispettata e amata.

Quel giorno dopo il lavoro andarono a mare. Erano già tutti abbronzati perché lavorando sotto il sole per costruire le case la loro pelle si era scurita, avevano usato molte creme per evitare di scottarsi ma adesso erano tutti di un bel color marroncino, persino Severus che in genere era di un colore bianco perlaceo. Erano il ritratto della salute.

Mentre stavano sdraiati in spiaggia a prendere il sole James cercava di tirare su Severeus leggendo la pagina degli annunci matrimoniali, la maggior parte di quelle richieste erano davvero esagerate al limite del ridicolo e James ci rideva su per dimostrare a Sev quanto fosse difficile trovare l’anima gemella e che questa difficoltà esulava dalle caratteristiche personali di ognuno.

Ad un annuncio particolarmente strano Severus fece un grugnito di apprezzamento e James l’osservò piegando la testa di lato divertito e iniziò a fare battute su quanto aveva appena letto, Severus scoppiò a ridere piegandosi in due e tenendosi lo stomaco dal gran ridere.

“Così si fa”, approvò James dandogli una manata sulla spalla, Lilly gli sorrise con dolcezza.

“Guarda che ho capito dove vuoi andare a parare”, disse Severus serio, “non è colpa mia se non ha funzionato e la gente è pazza ma non posso evitare di stare male lo stesso”

“Lo so ma ridere fa bene e ho pensato che ti avrebbe distratto”

“In una parola sdrammatizzavi”, disse Piton con un ghigno mentre ricordava una delle loro prime conversazioni.

“Qualcosa del genere”

“Se hai finito guardo gli annunci degli oggetti in vendita”, disse Sirius allungando un braccio pigramente, James gli porse il giornale e poi si sedette vicino a Severus accarezzandogli le spalle mentre gli metteva la crema solare. Gli baciò la schiena con affetto e poi lo strinse forte carezzandogli i capelli per consolare l’amico ferito.

Lilly poteva capire che Alin si sentisse stranita davanti ad un’amicizia così profonda e intensa ma la Evans non ci trovava niente di male: Severus e James erano diventati come fratelli e avevano un legame forte che andava capito e rispettato.

“Qui c’è qualcosa d'interessante”, Sirius saltò a sedere, aveva dei grandi occhiali da sole e i capelli acconciati con una molletta da donna, “vendono una macchinetta per tatuaggi a soli 10 galeoni”

“Potremmo farci un tatuaggio comune e incantarlo con una magia simile a quella del marchio nero dei mangiamorte così se qualcuno di noi venisse rapito e torturato gli altri potrebbero trovarlo subito e intervenire con l’aiuto degli auror”

“Dovrebbe essere un tatuaggio che passi inosservato e che sembri solo una stupidata fatta da ubriachi”

“Un papero con un cappello di paglia e un filo d’erba in bocca”, propose James ispirato

“Geniale”, esclamò Sirius battendo le mani felice.

Lilly contrasse il naso e si allontanò sperando che quella idea si sgonfiasse da sola, cosa che non accadde. Nei giorni successivi James fece una lungo viaggio per comprare la macchinetta per i tatuaggi e l’inchiostro, poi si diede un gran da fare per esercitarsi tatuando patate e dopo che padroneggiò abbastanza la cosa da ottenere un risultato decente, trasfigurò una sedia in un maiale, lo schiantò e poi iniziò a tatuarlo sotto gli occhi sbigottiti dei tedeschi che sembravano sul punto di chiamare la protezione animali.

E come se non bastasse persino il serio, intelligente, posato Piton tornò a casa tutto felice per avere scoperto una crema per anestetizzare la pelle prima di fare il tatuaggio.

Lilly lo affrontò, “vuoi davvero farti tatuare?”

“Sì perché è una cosa che potrebbe salvarmi la vita e in questo periodo storico ne tu ne io possiamo avere la certezza di non fare mai nulla che intralci tu sai chi spingendolo a darci la caccia o rapirci e torturarci e se dovesse succedere sarai felice di avere quel tatuaggio e di ricevere l’aiuto necessario”

“Quindi per te il tatuaggio è una cosa seria e non uno scherzo”

“E’ una protezione a cui non voglio rinunciare e anche un simbolo del mio legame con James, Sirius e Remus , mi piacerà guardarlo da adulto e ripensare a questi bei momenti passati con loro e anche al fatto che dopo qualche sbandamento ho trovato la mia strada e ho fatto la cosa giusta”

“Credo che lo farò anch’io”

“La mia ragazza”, disse James fiero.

“Ma sarà una papera con un fiore in mano e dovrà essere delicato”.

“Sarà fatto”

Così si tatuarono tutti e poi studiarono con attenzione gli incantesimi da usare per trattare il tatuaggio per potersi localizzare a vicenda in caso di rapimento. L’impresa gli prese diverse settimane di studio e diversi tentativi ma quando ci riuscirono ne furono fieri sentendosi ancora più vicini e protetti . Ancora più amici e parte di una stessa squadra. Finirono il volontariato e tornarono a casa decisi a fare la cosa giusta e spalleggiarsi a vicenda in ogni modo possibile.

 

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Capitolo 10
*** La morte di Voldemort. Il successo di Piton ***


Sirius suonò alla piccola casetta che James e Lilly avevano comprato dopo il matrimonio. Gli aprì un Lupin provato dalla convalescenza dopo la brutale aggressione a cui era stato sottoposto a causa del suo lavoro di psicologo dei lupi mannari. Gli avevano buttato dell’acido in viso e aveva dovuto subire dei delicatissimi interventi di microchirurgia oculare per non perdere l’occhio sinistro che era stato colpito in maniera più forte dall’acido. Sirius gli era stato vicino e aveva pagato i migliori medici affinché il suo compagno venisse curato e non perdesse la vista. Era sconcertato dalle vette d’odio che poteva invadere le persone; in fondo il lavoro di Lupin faceva sì che i lupi mannari accettassero la loro natura e si organizzassero per trasformarsi in posti sicuri. In questo modo tutta la società ne traeva beneficio perché si abbassava la possibilità di essere aggrediti o uccisi da un mannaro. Quella gente non lo capiva e se la prendeva con Lupin che era parte della soluzione e non del problema.

Sirius si rammaricava di non avere accompagnato Remus a lavoro quel giorno e il suo istinto di protezione era ai massimi livelli e non si allontanava mai dal capezzale del suo compagno. Per farlo aveva rinunciato ad alcune tappe del suo tour. Fin dal sesto anno infatti Sirius aveva formato un gruppo che dopo il liceo era partito con un pulmino babbano per suonare in locali sparsi in tutto il paese. Avevano finanziato il viaggio e le spese con i soldi che Sirius aveva guadagnato aggiustando auto d’epoca e riparandole con la magia. Grazie al tour il gruppo aveva iniziato a farsi conoscere e a conquistarsi la stima di “ascoltatori di nicchia” che avevano comprato il loro primo CD autoprodotto e che compravano le loro magliette e pagavano i biglietti per vederli.

Gradualmente il gruppo aveva iniziato a diventare famoso anche in Irlanda e Scozia e già dal terzo anno erano i locali a chiedere la loro presenza e non dovevano più essere loro a fare mille chiamate per avere una serata per suonare. A quel punto avevano già prodotto due cd di cui il secondo era qualitativamente molto migliore del primo per l’originalità e la complessità della musica e anche per la profondità dei testi scritti da Lupin. A quel punto avevano iniziato a guadagnare con il loro lavoro anche se Sirius usava ancora l’incantesimo di sdoppiamento per riparare auto nel garage dei Piton e guadagnare qualcosa da usare per mettere qualcosa da parte e anche per sostenere l’associazione lupi di domani nelle sue attività di ricerca di una cura per la licantropia. Frequentava anche il conservatorio per prendere un titolo che gli sarebbe servito quando avrebbe deciso di smettere di viaggiare e fermarsi in unico posto. Gli sarebbe piaciuto fare l’insegnante di musica perché gli piaceva rapportarsi con i ragazzi e amava la musica. Fare l’insegnante univa questi due talenti permettendogli di fare due cose che amava. Nel mentre viaggiava, scopriva il suo paese e conosceva gente sempre diversa.

Era stato Lupin a incoraggiarlo a riprendere a suonare raggiungendo i luoghi dei concerti con l’incantesimo di sdoppiamento, inizialmente Sirius si era opposto ma poi aveva ceduto alle insistenze di Lupin e alle pressioni del gruppo riprendendo a suonare. Remus era stato molto forte e aveva gestito la malattia con coraggio e anche se c’era il rischio che perdesse parte della vista non si era scoraggiato e non aveva perso la sua abituale tranquillità. Aveva creduto in Sirius e lo aveva incoraggiato ad esprimersi e poi gradualmente aveva ripreso in mano la sua vita tornando con coraggio e a lavorare, anche se non più di presenza. Aveva gestito l’ansia e gli incubi del trauma, la paura costante di essere sempre in pericolo e di poter essere attaccato da un momento all’altro e gradualmente aveva imparato a convivere con tutto questo e a ricercare dei momenti felici nonostante la bruttezza del momento e la durezza di quello che gli era capitato. Aveva recuperato del tutto la vista anche se l’occhio sinistro era restato di un colore diverso dal destro. Si riteneva comunque fortunato ed era fiero delle sue cicatrici sul volto che aveva ottenuto facendo la cosa giusta.

Severus entrò e salutò tutti con entusiasmo. James aveva realizzato il suo sogno di diventare architetto e aveva preso a lavorare subito dopo la laurea. Quel periodo era spossante per lui perché, dopo aver combattuto con Lilly contro il signore oscuro per difendere una babbana in un centro commerciale, dopo averlo fatto si era dovuto chiudere in casa spostandosi solo con l’incantesimo di sdoppiamento per andare al lavoro. Anche Lilly aveva dovuto seguire le lezioni di medicina senza muoversi di casa e questo le pesava. Harry aveva dovuto vivere da recluso senza poter vedere il sole o la natura e sapeva che crescendo gli sarebbe pesato ma purtroppo non si poteva fare diversamente perché in quel contesto uscire poteva portare alla morte.

James soffriva della segregazione e anche del fatto di dover lavorare da casa anche se questo gli permetteva di passare molto tempo col piccolo Harry. Aveva degli orari strani e lavorava quando lui dormiva. I due coniugi avevano scelto di tenere il piccolo in una fascia per neonati con un incantesimo che la rendeva leggera in questo modo Harry poteva sempre sentire il calore e la vicinanza dei suoi genitori, era infatti un bimbo tranquillo che piangeva poco e che osservava tutto con i suoi grandi occhi verdi.

A James invece mancava la luce del sole e per questo era pallido, emaciato e leggermente nervoso.

Piton si sedette al tavolo ascoltando quello che Sirius raccontava; Regulus aveva fatto un accordo per consegnare un Horcrux di Voldmort in cambio di uno sconto di pena. Sirius non avrebbe saputo dire se l’aveva fatto perché aveva capito i suoi errori o per interesse personale Certo Regulus era cambiato molto ad Azkaban, si era laureato in lettere e specializzato in archeologia e poi aveva iniziato a lavorare come correttore di testi dall’interno del carcere. La casa editrice per cui svolgeva il lavoro lo pagava bene e a lui piaceva il suo lavoro anche se a volte pativa la cattiva qualità dei lavori che doveva correggere. Spesso erano opere commerciali di autori che scrivevano per un pubblico di ragazzine raccontando storie banali e superficiali. Non c’era talento in quegli scritti ma quella roba andava di moda e per questo veniva pubblicata.

Regulus aveva fatto anche un percorso psicologico, era rimasto sorpreso quando lo psicologo gli aveva mostrato dei ricordi rimossi di cui lui non aveva memoria. Fu sbalordito nel vedere i suoi genitori colpirlo con una cruciatus perché a quattro anni si era rifiutato di uccidere un gatto come volevano loro. Non ricordava di essere stato punito a quel modo e pensava che i suoi avessero destinato quella durezza solo a Sirius. Non si capacitava di quanto accaduto ed era stato difficile accettarlo. Lo psicologo lo aveva iscritto ad un corso di alfabetizzazione emotiva dove gli insegnavano l’assetto facciale di ogni emozione per insegnargli a riconoscerle e ad esprimerle. Lo avevano anche sottoposto ad incantesimi di immedesimazione per fargli provare il dolore di una delle babbane che aveva perso il marito per il veleno che lui aveva versato nell’acquedotto. Era stato un lavoro duro e doloroso con momenti di rabbia e rifiuto e momenti di avanzamento ma alla fine Regulus aveva trovato un suo equilibrio che lo aveva aiutato ad accettare ii suoi sbagli e a capire meglio le altre persone. Si era anche sposato con una purosangue austriaca che gli aveva scritto mentre era in carcere ascoltandolo e capendolo. Avevano avuto un figlio che lui poteva vedere solo di tanto in tanto ma che aveva reso fiero suo padre.

Orion Black ( padre di Sirius) approvò la scelta del figlio maggiore di tradire voldemort perché sapeva che quella era l’unica opportunità per lui di farsi una vita e uscire di galera. Naturalmente entrambi chiesero la protezione di silente e Orion si nascose nella casa della nuora in austria che fu protetta con la magia più potente e antica conosciuta in quel momento. Grazie a quell’accordo Regulus poté uscire di prigione dopo aver scontato solo 8 anni di carcere, raggiunse la moglie in Austria e si occupò di suo figlio mentre continuava a lavoratore come correttore di bozze per la stessa casa editrice per cui aveva lavorato negli ultimi anni. Era un lavoro che odiava ma che gli garantiva l’indipendenza e gli permetteva di riversare delle cifre sostanziose nel conto della famiglia. In più lo teneva occupato, cosa che guastava mai.

Sirius aveva provato ad entrare in contatto con lui quando era in carcere ma lui si era dimostrato freddo e critico per il suo essere gay e per la sua scelta di vivere con un lupo mannaro. Sirius si era arreso al fatto che erano troppo diversi per costruire un rapporto, d’altra parte Regulus lo aveva sempre sgridato e picchiato e di fatto a Sirius pesava avere a che fare con lui: gli tornavano in mente troppi brutti ricordi. Così lasciò perdere anche se era contento che suo padre fosse al sicuro e felice per il nipotino. Si aspettava una visita di Voldemort che non ci fu probabilmente perché gli auror avevano tenuto nascosto il ritrovamento dell’horcrux.

Sirius accettò che i rapporti con la sua famiglia fossero recisi e si decise ad andare avanti costruendo una famiglia del tutto diversa da quella che aveva avuto lui.

James e Piton parlavano amabilmente quando apparve Lilly con il piccolo harry nella fascia per neonati, Piton si interruppe a metà di una frase deliziato da quella creaturina che aveva ereditato i capelli ricci del papà e gli occhioni smeraldo della mamma, “ma chi c’è qui?”, disse con tono dolce avvicinando harry e muovendo una marionetta vicino a lui, “il piccolo harry”

“Sempre così..”, disse James fingendosi offeso, “parlo con qualcuno e quello si distrae per harry e il mio cucciolo si prende tutte le attenzioni”

Severus sorrise della vulnerabilità di James, “sai che tengo a te ma lui è un tale tesoro che ti ispira tenerezza”

“Lo so”, disse lui sorridendo, “mi lamentavo per il gusto di farlo. Sono felice di avere una famiglia così”

“A questo punto dovremmo parlare di una cosa seria”, disse Lilly assumendo un’aria più grave, non ci girò intorno, “io e James vorremmo che fossi tu il nostro custode segreto”, disse a Piton, “saresti una scelta meno ovvia di Sirius e Remus, sei bravo in occlumazia e fai una vita ordinata per cui è difficile catturarti. So che ti stiamo chiedendo tantissimo ma vorrei che ci pensassi”

“Accetto” disse subito, se c’erano delle persone per cui valeva essere torturati e uccisi erano James, Lilly e il loro piccolino, “ma vorrei che verificaste le mie intenzioni facendomi bere del verisatum perché è bene che impariate a essere più sospettosi e a non fidarvi subito”

James ridacchiò esasperato, “se non fossi nostro amico non ci avresti parlato del veritasum”.

“Non è questo il punto”
“Si che lo è”, disse James secco, “e sappi che se accetti di essere il nostro custode segreto avrò bisogno di sapere i tuoi orari e tu dovrai darmi delle conferme quando ti sposti così se sparisci posso chiamare la cavalleria e venirti a salvare”, gli prese la testa tra le mani, “grazie”

Severus provava sincero amore per James, lui era come un fratello e avrebbe fatto di tutto per tenerlo al sicuro, “conta su di me”, disse sicuro.

Dopo quel giorno il tempo passò in fretta. Piton finì il secondo anno della specialistica di quattro anni in pozioni farmaceutiche. Lilly divenne dentista e prese l’abilitazione decidendo però di iniziare a lavorare dopo che harry avesse compiuto 4 anni per stare con lui nella prima fase della sua crescita. Nel mentre si teneva occupata con dei master. L’odontoiatria le piaceva perché richiedeva una notevole perizia magica per essere capace di risanare i denti cariati, fare sparire i denti da estrarre e fare tutta una serie di interventi in cui si necessitava precisione e bravura. Le piaceva cimentarsi in compiti così complessi e anche pensare di avere aiutato qualcuno ad avere un sorriso migliore e fare sparire il dolore.

Lilly era una mamma tranquilla che amava coinvolgere il suo piccolino nelle cose che faceva, a volte faceva mettere a lui i panni in lavatrice porgendoglieli e parlandogli piano, altre volte gli faceva mettere le mollette ai panni stesi fuori o gli dava dei piatti da posare sul tavolo. Anche se ne era caduto qualcuno poi harry aveva imparato a farlo bene. A volte gli faceva mettere un misurino di detersivo nel secchio. A harry piaceva stare vicino alla mamma, giocare con lei e scoprire le cose curiosando in giro. Lilly non era iperprotettiva, cercava di gestire la sua ansia permettendo a harry di misurarsi col mondo e scoprirne il funzionamento. James gli aveva regalato una scopa giocattolo che harry adorava, a a volte sbatteva mentre volava o ruzzolava mentre correva ma Lilly pensava che fossero esperienze normali per un bambino e gli permetteva di giocare e scoprire i suoi limiti e le sue forze.

Harry aveva imparato ad usare il coltello e mangiare da solo fin da piccolo ed era un bambino dolce e indipendente che imparava in fretta.

Quando Harry aveva due anni Lilly decise di iscriversi ad un master per tenere la mente occupata. Stava facendo l’esame finale quando gli arrivò un gufo da parte di James, lei lo prese preoccupata e l’esaminatrice gli diede il permesso di aprire la lettera, erano tempi bui e un gufo che arrivava all’improvviso poteva significare la morte di una persona cara. Lilly restò stupita nel vedere la foto di un gatto giallo, sorrise.

“Tutto bene?”, chiese l'esaminatrice apprensiva.

“Mio figlio di due anni ha appena fatto il suo primo incantesimo volontario facendo diventare il gatto giallo. Ci è riuscito imitando il padre”.

L’esaminatrice rise e Lilly domandò se il suo esame dovesse essere annullato per via dell’interferenza, l'esaminatrice le permise di finire.

Harry aveva fatto la sua prima magia volontaria imitando James che aveva deciso di cambiare il colore della tovaglia con un incantesimo di colorazione. Harry lo aveva osservato con attenzione poi aveva disteso il palmo e aveva ripetuto l’incantesimo del padre cambiando il colore del gatto, “ops”, aveva detto con aria preoccupata sollevando il gatto, “papà”, aveva detto correndo verso di lui e tenendo il gatto per la pancia.

James aveva riso: quella era la prima magia di suo figlio e ne era contento. Aveva deciso di immortalare il momento con una foto che aveva inviato a Lilly e a tutti gli amici. Era orgoglioso del suo piccolino e voleva dire a tutti quanto il suo cucciolo fosse bravo con la magia. Severus aveva sorriso: harry prometteva bene e sembrava un bambino dotato e sveglio.

Quando Harry aveva tre anni, Sirius e James avevano iniziato a dare fuoco a delle formiche che avevano invaso la casa, “no papà”, aveva urlato harry agghiacciato da quel gesto disumano, poi gli era scappata una magia che aveva bagnato il padre e Sirius da capo a piedi.

“Perché”?, aveva chiesto James perplesso.

“Loro bua”

“Ma non Harry sono piccole, non sentono niente”

“Sono piccolo anch’io”, aveva detto serio, “e io sento bua”

Sirius rise, “ottima argomentazione”

“Loro non possono stare qui, ci mangiano i piedi”

“Gli do pappa io”

“Non alleverò un formicaio in casa”

“Mandale via senza bua”

“Che succede?”, Lilly si avvicinò.

“Tuo figlio si preoccupa del benessere delle formiche”

Lilly si chinò verso harry, “che succede Harry?”

“Papà fa’ bua alle formiche”, ebbe un brivido, “è il fuoco fa una grossa bua”

Lilly sorrise e lo accarezzò, “va bene piccolo, allora le portiamo via senza bua”

Harry assentì fiducioso ma quando seguì la mamma verso la cucina, James estrasse la bacchetta in modo fulmineo per sterminare le formiche mentre harry era girato ma il bambino ebbe una intuizione, si giro di scatto vide il movimento della bacchetta di james, “no”, disse evocando un incantesimo di protezione sulle formiche, l’incantesimo di fuoco di James ribalzò sullo scudo di Harry colpendo una pianta in un vaso. Sirius spense l’incendio con un colpo di bacchetta, “ecco cosa succede a cercare di prendere per i fondelli un bambino di due anni”, commentò Sirius divertito.

“Ci penso io”, disse Lilly all'indirizzo del marito.

“Perché tieni tanto a salvare le formiche?”

“Perché Harry imita ciò che facciamo noi e io credo che sia giusto insegnargli a non uccidere. Ne’ animali ne’ persone e anche a fare attenzione a non creare dolore negli altri. Ma non possiamo farlo solo a parole, anche i nostri gesti devono rispecchiare ciò che vorremmo che lui diventasse. Credo anche che sia giusto insegnargli che è giusto prendere posizione per difendere i deboli”

“Questo è vero”, intervenne Sirius, “i miei obbligavano mio fratello ad uccidere gli animali da piccolo e anche crescendo lui non è mai riuscito a capire bene la differenza tra una persona e una pianta, per lui la vita degli altri non era importate e le strappava via come se fossero erbacce e ecco secondo me forse Lilly ha ragione nel dire che è importante insegnargli ad accorgersi degli animali e delle persone piccole per fare attenzione a non ferirle”

James si passò una mano tra i capelli abbattuto, “non ci avevo pensato”, sospirò, “essere genitori è più complesso di quel che credevo”.

“Sei un bravo papà”, lo consolò Hary accarezzandogli una gamba poi lo guardò in viso con i suoi occhioni verdi, “scusa ma proprio non si poteva”

James rise chinandosi alla sua altezza, “tu non sei una formica e io non ti darei mai fuoco harry, anche se sei piccolo come loro”

“Lo so papà”, disse Harry con sicurezza, “non essere triste”, aggiunse muovendosi verso Lilly, “aiuto mamma”

Sirius sorrise all’amico, “è più umano harry a tre anni che mio fratello a 20”, disse per consolarlo, “Pensa che Regulus ha dovuto fare un corso per imparare a riconoscere le emozioni sui visi delle altre persone, harry non è così e crescerà bene”

“La cosa incredibile è che lui è una persona a se stante con le sue opinioni e la sua personalità, è stato messo al mondo da me e Lilly però è una persona diversa da noi. Non ci avevo mai riflettuto”

Lilly e harry spalmarono il miele su un pezzo di cartone per attrarre le formiche poi si smaterializzarono in una campagna e le lasciarono libere.

Harry si sentiva compreso e amato dalla mamma e al contempo era sicuro di se e fiducioso nei suoi genitori.

Quella sera si arrampicò sulle gambe del papà e si addormentò succhiandosi il dito tra le sue braccia.

Tempo dopo ci fu un altro episodio del genere, erano tutti seduti a tavola e James tagliava la carne di Harry, a quel punto a Lupin cadde la forchetta a terra e harry gli si smaterializzò vicino, “ti porto una pulita”

Lupin aveva sorriso, “guarda la pulisco così”, disse pulendola con un fazzoletto.

“E’ sporca e ti fa bua al pancino. Porto pulita”

Sirius ridacchiò, “vuole essere solo essere gentile”

“Va bene allora”, Lupin gli porse la forchetta, “grazie piccino”

“Ti serve aiuto?”, chiese Lilly.

“Faccio io”, disse harry sicuro correndo verso la cucina. Faccio io era diventato il suo urlo di battaglia, che si trattasse di insaponarsi da solo durante il bagno, di snocciolare olive o di passare una pezza per spolverare un mobile. In tutte queste cose lui voleva provare a fare da solo e Lilly glielo faceva in modo che nel tempo harry avrebbe imparato a fare tante piccole cosette domestiche da solo. Harry era un bambino autonomo e tranquillo e Lilly era contenta della sua indipendenza.

“Vostro figlio è meraviglioso”, disse Sirius tamponandosi le labbra con un fazzoletto, “ha quell'atteggiamento da ti aiuterò che tu lo voglia o no che è davvero bello in un bambino così piccolo”

“E’ un bambino premuroso”, disse Lupin, “E sa prendersi cura degli altri. Ti fa sentire accudito”

Harry venne fuori dalla cucina con la forchetta pulita, la porse a Lupin fiero, “ecco”

“Grazie piccolino”, Lupin gli accarezzò la testa e Harry corse verso il papà allungando le braccia per farsi sollevare, James rise, “e tu cosa vorresti?”, scherzò,carezzandogli il pancino.

Harry indicò il seggiolone, “per favore”

“Mi dispiace Harry ma l’ascensore oggi è rotto”

Harry assunse un’aria perplessa, esitò un attimo poi assunse un’aria risoluta, si arrampicò sulle gamba del papà e vi si sedette sopra, poi richiamò la sua forchetta per bambini con la magia, infilzò un patata dal piatto di James e la mangiò con soddisfazione.

“Quella è mia”, disse James piegando la testa verso harry che lo guardò con i suoi occhioni verdi, “il mio è lontano”

“Giusto”, disse James con dolcezza, “ma io non ho solo detto che l’ascensore era rotto non che lo sarebbe stato per sempre, sei pronto ad andare?”, disse modificando il tono per renderlo acuto e suscitare l'interesse del piccolo.

“Sì”, disse harry pimpante, James lo sollevò da sotto le ascelle imitando il rumore del volo di un aereo con la bocca, poi lo mise nel seggiolone, “buon appetito amore”.

A quel punto Sirius diede una gomitata a Remus come a dirgli: “sta a vedere cosa succede adesso”

Appena James si girò Harry aprì il palmo della mano verso le verdure e i fagioli e recitò l’incantesimo cambia colore: subito i cavolfiori e i fagioli divennero composti da tante strisce colorate che Harry mangiò con soddisfazione.

James sorrise, “ a mio figlio piace mangiare gli arcobaleni”

“E’ un artista”, sentenziò Sirius allegro.

“Ma anche così il sapore non cambia”, notò Severus che non capiva il motivo del comportamento del bambino.

“Penso che i colori vivaci lo invoglino a mangiare ma sì è solo una cosa estetica”, spiegò Lilly, “L’importante è che mangi tutto”

In effetti il bambino ripulì il piatto senza problemi. Poi James lo mise a terra e gli porse il piatto sporco e le posate che Harry aveva appena finito di usare, “portiamoli in cucina”, Harry gli trotterellò dietro tenendo in equilibrio le posate dentro il piatto. Aveva l’aria concentrata e camminava piano.

A Severus la scena piacque, Harry era infatti un bambino collaborativo che faceva la sua parte in casa ma aveva anche una sua forma e una personalità ben definita. Non era un bambino represso e spaventato e questo perché James e Lilly lo stavano crescendo insegnandogli le cose con molta dolcezza senza forzarlo. Erano dei buoni genitori e Severus sapeva che Harry sarebbe diventato un bambino equilibrato e gentile. Sarebbe stato un adulto che sarebbe valsa la pena conoscere.

Per qualche mese le cose continuarono ad andare bene finché un giorno Sev entrò in casa trovando quattro mangiamorte ad attenderlo, combatté valorosamente ma poi venne catturato e condotto al cospetto del signore oscuro.

La tortura fu quanto di più terribile avesse mai sperimentato, il suo corpo esplodeva per un dolore così potente da togliergli il fiato. Le sue ossa si rompevano ma lui respinse i tentativi dell’oscuro signore di entrargli in testa per prendersi le informazioni che lui non voleva dargli. Resistette. Lo schema si riproduceva più volte, lui lo torturava e poi provava a forzargli la testa con la legimazia nella speranza che la tortura avesse indebolito le sue difese mentali. Ma Severus era forte e gli tenne testa. Il suo fisico era allo stremo e lui tremava tutto per la tensione e il dolore ma non avrebbe mai dato i nomi dei suoi amici. Mai. Prese coscienza che probabilmente sarebbe morto lì sdraiato su quel pavimento, lo comprese e lo accettò con grande coraggio.

Poi Voldmort levò la bacchetta per colpirlo di nuovo e accade qualcosa di inatteso perché una magia spinse indietro il polso dei Voldemort impedendogli di colpirlo.

Piton osservò l’amico affrontare con coraggio l’oscuro signore per difenderlo e vide il resto dell’ordine della fenice e dei suoi amici lottare come leoni per lui. Non se l’aspettava.

James purtroppo ebbe la peggio, e Voldmort rise di quella risata gelida e senza allegria che lo contraddistingueva, raccolse una goccia del sangue di Potter e fece una magia di richiamo per fare apparire lì tutte le persone legate a lui da vincoli di sangue e di affetto.

Lilly e Harry apparvero subito.

“Cercavo proprio te”, disse rivolto a harry, “si dice in giro che mi ucciderai. Non ne avrai modo”

Sollevò la bacchetta ma Lilly fu più rapida colpendolo e lottando con lui per proteggere Harry.

Lilly fu colpita ad una spalla da un incantesimo trafiggente, “tu sei cattivo”, disse il piccolo harry furioso contro Voldemort, poi fece un movimento ad U con la mano e creò una sorta di barriera verdina.

“Non sai quanto”, disse Voldmort divertito, spinse di lato James che era intervenuto per dare man forte alla moglie e poi alzò la bacchetta su Harry, “addio”

un fiotto verde venne fuori dalla sua bacchetta, “no”, James abbracciò harry per proteggerlo e morire al suo posto.

Harry intuì tutto e si smaterializzò proprio davanti la maledizione, a quel punto spinse avanti la mano che aveva creato la barriera verdina, quando lo fece la barriera si potenziò, l’incantesimo di morte vi rimbalzò contro, rimbalzò e colpì Voldemort alla fronte. Cadde morto e tutti i mangiamorte si accasciarono, perché tramite il marchio nero aveva ricevuto parte della maledizione che aveva colpito Voldmort, la riceverono in modo non sufficiente ad ucciderli ma più che sufficiente a indebolirli.

Sirius disarmò la cugina Bellatrix e la ammanettò con delle manette che bloccavano la magia, poi rise e fischiò all’indirizzo di James, “tuo figlio ha appena fermato Voldemort”

“Ma come ha fatto?”, chiese Lilly sconvolta abbracciando il figlioletto.

“E’ un incantesimo innato che ha ereditato da mio nonno”, disse James pensieroso mentre cercava di aiutare Severus a sollevarsi, “ricordi che raccontava sempre di come una volta gli fosse venuto fuori un incantesimo in grado di fare tornare indietro un colpo di bastone sulla testa di chi lo ha scagliato?”

“Gli incantesimi innati sono magie che vengono fuori spontaneamente in momenti di necessità”, spiegò Silente pratico, “E questo particolare incantesimo è stato potenziato dalla voglia di harry di proteggervi. L’amore è un antagonista molto forte e può proteggere materialmente le persone.”
“Meno male che gli hai insegnato che difendere le formiche è un bene”, disse Sirius allegro e sollevato che quell’incubo fosse finito.

Lilly si chinò su harry, “il mio ometto”, disse piangendo.

“Non piangere mamma”, disse Harry carezzandogli una guancia, “l’uomo cattivo non c’è più”

Lilly sorrise, “sei stato bravissimo”, disse baciandogli la fronte.

“Forza Sev”, disse James, caricandosi l’amico in spalla, “ti porto in ospedale”

“Come mi hai trovato?”, biascicò lui.

“Attraverso il tatuaggio del papero”, disse James pimpante, “ne è valsa la pena.”

“Io ero venuto a cercarti a casa”, spiegò Lupin, “non ti ho trovato e ho dato l’allarme perché so che tu sei un tipo abitudinario”

“Grazie”, disse Sev dal profondo del cuore.

“Sarò sempre in debito con te per ciò che hai fatto”, disse James, poi guardò la moglie, “hai bisogno di un medico”

“Andate io mi occupo del piccolo”, disse Sirius diventando un cane scodinzolante.

Harry lo guardò perplesso e guardò mamma e papà, “starete bene”

“Torniamo tra un minuto. T stai con zio Sirius”.

Harry corse verso il cane che lo riportò a casa e giocò con lui, Lupin partecipò. I coniugi Potter e Severus tornarono molto dopo il previsto, la voce della morte di Voldemort si era sparsa e le infermiere e i medici erano distratti ed euforici. Alla fine entrambi furono curati e rimandati a casa a festeggiare con tutti.

La morte di Voldemort era stata accolta con gioia da tutti, essere di nuovo liberi non aveva prezzo. James sorrise nel vedere il piccolo harry correre sul prato scalzo per la prima volta e godersi il sole. Poterono andare al cinema, al ristorante, vedere gli amici e fare molte altre cose che in quel momento di crisi erano state proibite.

Harry fu visto come il bambino eroe che aveva respinto un incantesimo oscuro per proteggere la sua mamma e il suo papà. Ispirò subito molta tenerezza e compassione e tutti fecero a gara per mandare orsi di peluche, bigliettini, fiori e persino soldi che i due sposini decisero di donare al fondo per gli orfani di guerra.

Severus era a pezzi, tremava per tutto e dormiva poco e male. L’affetto dei suoi amici lo aiutava ma lui non riusciva a superare quel momentaccio. Viveva con Lilly e James e con piccolo Harry che si prendevano cura di lui e lo sostenevano e incoraggiavano.

Un giorno se ne stava seduto sul divano, lilly cercava di convincerlo a mangiare e harry si avvicinò, arrampicandosi sul divano e sedendosi vicino a lui, “posso?”, chiese a lilly.

“Vuoi mangiarlo tu”?, chiese Severus divertito.

Harry scosse il capo con grande serietà, “è per te”, disse, poi prese con decisione una cucchiaiata di zuppa e iniziò a fare il suono di un aereo che vola muovendo il cucchiaio verso la bocca di Severus, “non mi va”

“Ti fa bene. Dai”, aggiunse con ferma premura, riportò il cucchiaio sul piatto e poi riprese col suono dell’aereo, questa volta harry spalancò la bocca per incoraggiarlo a fare lo stesso.

Severus rise, sentendosi meglio, “e va bene”, disse aprendo la bocca. Non ricordava di essere stato imboccato, neanche da piccolo. In questo modo, boccone dopo boccone, si nutrì sentendosi meglio e più forte.

A quel puntò James tornò a casa, “nessuno mi saluta”, disse un po’ deluso.

“Scusa papà ma sto dando la pappa zio Sev che non può mangiare da solo perché ha la bua dentro”

Severus accarezzò la testolina riccia di Harry, “posso finire da solo”

Harry socchiuse gli occhi, “però mangia tutto”

“Lo controllo io”, disse Lilly divertita, “adesso saluta papà”

“Va bene”, porse il piatto alla mamma e corse verso James che lo abbracciò, poi lo sollevò e gli fece fare i voletti.

Lo mise giù, “com’è andata oggi?”

Parlarono della giornata e poi iniziarono ad apparecchiare e curiosare tra le pentole per scoprire cosa aveva cucinato Lilly.

Severus si sentì meglio, l’amore gratuito di quella famiglia lo stava gradualmente aiutando a guarire. Iniziò facendo delle passeggiate e riprendendo a nuotare per sentirsi meglio. Poi riprese lo studio all’università , dovette mettersi sotto di brutto ma sfruttò la sezione di settembre destinata a chi aveva avuto traumi legati alla guerra e si rimise in pari. Pochi mesi dopo prese la laurea specialistica in pozioni farmaceutiche.

A quel punto scrisse una lettera di presentazione per il responsabile dell’organizzazione lupi di domani dove Piton avrebbe voluto lavorare come ricercatore per contribuire a inventare la pozione anti lupo che avrebbe permesso ai lupi mannari di restare umani durante la luna piena. Nella lettera spiegò che aveva desiderio di lavorare alla creazione di una pozione per aiutare i lupi mannari fin da adolescente quando aveva conosciuto Remus, un lupo mannaro affabile e garbato che lo aveva aiutato ad inserirsi in un gruppo di amici e che aveva deciso di studiare psicologia e diventare psicologo dei lupi morsi da poco; lo aveva fatto in un periodo in cui era pericoloso sostenere i mannari dimostrando grande forza d’animo e coraggio. Conoscere Remus gli aveva fatto capire quanto fosse importante aiutare i lupi come lui a vivere una vita il più possibile normale in modo che potessero integrarsi, sposarsi e dare il loro contribuito alla società nei campi che più gli aggradavano.

Piton aveva deciso di sfruttare la sua passione per pozioni e le sue capacità di concentrazione, costanza e intuizione per le variazioni delle pozioni per contribuire a trovare la soluzione al problema del suo amico Remus.

Era una lettera appassionata e umana, diretta a colpire chi la leggeva al cuore suscitando interesse e attenzione. Piton allegò il suo curriculum in cui aveva inserito anche il premio che aveva vinto per la pozione smorza frustate inventate di lui e spedì tutto.

Qualche giorno dopo suonò il trillo per la comunicazione a distanza, Il piccolo harry sollevò la cornetta e si trovò davanti ad una coppia di signori biondi che lo guardava con benevolenza.

“Buon pomeriggio”, disse harry con grande gentilezza, “chi cercate?”

“Buon pomeriggio a te piccino”, disse la donna sorridente, “siamo i coniugi e P. e cercavamo Severus Piton, è il tuo papà?”

“E’ un amico di famiglia, lo chiamo subito”, disse lui, poi alzò il dito indice, “aspettate un minuto per favore”

“Amore con chi parli?”, chiese Lilly asciugandosi le mani in uno strofinaccio.

“I signori dei lupi cercano zio Sev”

“I signore dei lupi? Ma allora è una cosa seria”, camminò svelta verso la proiezione, “buon pomeriggio”, salutò con cortesia, si presentò, “chiamo subito Piton”, disse dando istruzioni alla loro elfa di chiamare l’amico, “ecco fatto”, disse sorridente.

“Suo figlio mi diceva che lei è suo marito siete molto amici di Severus..”, disse l’uomo.

“E’ un caro amico che conosciamo dai tempi del liceo e a cui saremo eternamente riconoscenti perché durante le azioni criminali del mago Voldemort, Severus ha accettato di diventare il nostro custode segreto per proteggerci e ha resistito alla tortura per non tradirci. Per fortuna siamo andati in suo soccorso subito ma lui ha avuto modo di dimostrare la sua lealtà e il suo enorme coraggio”

“Ho letto di voldmort dai giornali”, disse la donna rammaricata, “perché vi aveva preso di mira?”

“Io e mio marito abbiamo difeso una babbana al centro commerciale. Eravamo lì per comprare la culla per harry perché io ero incinta ma siamo intervenuti in difesa dei babbani combattendo contro di lui. Questo ci ha fatto finire nella lista nera anche se ci eravamo già perché al liceo avevamo contribuito a fare arrestare un suo mangiamorte”, sospirò, “per fortuna è tutto finito”

“Ne deduco che il signor Piton sia un uomo forte e di sani principi”

“E’ una persona che lotta per ciò che crede”

James si avvicinò, “Severus arriva subito”

“Papà”, chiese harry abbracciandolo, “se loro lo assumono, sev andrà via?”

James si chinò alla sua altezza, “sì ma lo farà per seguire un suo sogno e per aiutare lo zio Remus

a vivere meglio la trasformazione e a sposarsi”

Harry comprese, “lo zio Sev dovrà sbrigarsi o lo zio Sirius finirà sui giornali per essere il primo mago ad aver morso un lupo mannaro”.

La donna rise di gusto, “ha detto così?”

“Sì ma mentre lo diceva batteva la coda quindi non penso fosse serio”.

“Battere la coda?”, disse l’uomo aggrottando le sopracciglia, era danese e parlava bene l’inglese ma a volte gli sfuggiva qualcosa, si convinse che quell’espressione fosse un modo di dire inglese a lui sconosciuto.

Lilly gli sorrise, “il nostro amico Sirius è un animagus”, spiegò, poi si chinò verso harry, “cosa diventa Sirius quando ride forte o vuole giocare?”

“Un cane”

Lilly sorrise, “ e com’è questo cane, piccino picciò o grande”

“Un cane grande”, spiegò harry alla coppia, “è nero, col pelo riccio e una macchia bianca su petto”, disse mimando le dimensioni del cane, “Remus invece diventa un riccio ma quando lo fa ha paura di essere calpestato e così Sirius si trasforma anche lui e abbassa la testa”, mimò il gesto con la testa, “e Remus gli si arrampica sulla testa e poi vanno in giro così e quando Remus vuole dirgli qualcosa solleva un orecchio da cane e gli parla nell’orecchio anche se a Sirius non piace molto perché gli dice che gli entra freddo nelle orecchie e che il polline che gli entra nel condotto uditivo gli da prurito”

“Una scena da vedere”, disse l’uomo sinceramente colpito dalla loquacità di quel bimbetto e dalla peculiarità di quella famiglia davvero molto originale.

“Sono molto complici perché stanno insieme da quasi otto anni”, spiegò James.

“E perché Sirius minaccia di mordere Remus? E’ un po’ burbero o cosa?”

“No al contrario è una persona giocosa e estroversa ma ha chiesto a Remus di convivere e lui tentenna perché tema che succeda un incidente durante la trasformazione, ultimamente poi sono apparse delle anomalie nel suo modo di trasformarsi e questo ha agitato molto Remus alimentando le sue paure”, disse James.

“Anomalie? Quando è stato morso?”

“Aveva 8 anni e adesso ne ha 24”

“Strano che sia successo ma un check-up nel nostro centro potrebbe chiarire la cosa. Gli faremmo tutte le analisi gratuitamente e verificheremo l'origine del problema”

“Gliene parlerò”

“Ecco Severus”, James gli massaggiò le spalle in modo vigoroso, “buona fortuna”

“Vi lasciamo soli”, disse Lilly prendendo harry per mano.

“Per me potete restare”, disse la donna con dolcezza.

“Non c’è problema”, rispose Severus leggermente ansioso, aspettava quel momento fin dalla adolescenza e gli sembrava assurdo che pochi minuti avrebbero decretato il suo futuro.

L'uomo assunse un’aria seria, “ho letto il suo curriculum e ho trovato le sue referenze idonee al lavoro che andrebbe a svolgere. Sono rimasto colpito soprattutto dalla sua passione e dall’entusiasmo che ha dimostrato nella lettera di presentazione, nel nostro centro cerchiamo gente molto motivata che sia disposta a lavorare con noi per anni e non solo per un breve periodo come fanno molto dei giovani che vengono qui. In questo senso lei risponde perfettamente ai nostri requisiti, l’unico punto problematico riguarda l’ubicazione del nostro centro. Per ovvie ragione noi abbiamo costruito il centro in mezzo al nulla. Siamo a centinaia di km dai centri abitati. Significa niente discoteche, cinema, pub o stadi vicino a casa. Molti ristoratori si sono rifiutati di collegare con noi il loro camino perché temevano che facendolo il loro locale sarebbe stato invaso da lupi mannari. Tutto questo significa che bisogna fare più di 100 km in un fuoristrada babbano ogni volta che si vuole vedere un film o mangiare una pizza o socializzare con estranei, lei è molto giovane, sarebbe disposto ad accettare queste condizioni di isolamento?”

“M’importa solo avere un giorno a settimana per prendere una passaporta e visitare i miei amici qui in Inghilterra”

“Abbiamo un camino che può portarla all'aeroporto in un attimo e naturalmente avrà il tempo di visitare i suoi amici. Noi le offriamo infatti un lavoro da 40 ore a settimana con vitto e alloggio inclusi e uno stipendio iniziale di 1500 galeoni che aumenterà di 200 galeoni per ogni anno di esperienza fino ad un massimo di 3000 galeoni”.

“Quando posso cominciare?”

“Lunedì sarebbe perfetto anche se le consiglierei di venire qualche giorno prima per ambientarsi”, tossì, “dal suo curriculum vedo che lei ha studiato danese fin dal liceo questa è un ottima cosa perché il nostro erborista è anziano e non parla inglese. Vorremmo tuttavia inserirla in un corso avanzato di danese per permettere di rispolverare la lingua e parlarla al meglio. Naturalmente è tutto gratuito e le ore spese per il corso saranno considerate come ore di lavoro”.

“Mi sta bene”

“Non c’è altro da dire, ci faccia sapere quando intende raggiungerci e prepareremo tutto per il suo arrivo”

Severus si sentì bruciare vivo per la gioia, sorrideva inebetito e felice come mai, “certo”

James lo abbracciò “adesso devi solo avere l’illuminazione giusta e trovare l’idea che ti faccia contribuire alla creazione della pozione antilupo”

“Meglio che si sbrighi”, bofonchiò Sirius che era appena arrivato dal camino, era sotto forma di cane e aveva Remus in forma di porcospino sulla testa, “ se Remus continua così il prossimo inverno mi farò una pelliccia di lupo mannaro”

Remus si sporse a lato della sua testa, “sto cercando di proteggerti”

“Non è successo un incidente in 15 anni che sei lupo perché dovrebbe succedere adesso?”

“Perché i miei sintomi sono cambiati e io non capisco perché o cosa potrebbe comportare”

“Potremmo darle una consulenza gratuita”, disse la donna, “mi chiamo Julie, sono medico, mannaro e lavoro al centro lupi mannari che lavora da una cura per la licantropia e ospita circa 80 lupi al mese”

Sirius si senti in imbarazzo per la figuraccia, pensava infatti di essere in famiglia. Adesso scopriva di aver scherzato sul fatto di fare una pelliccia di lupo davanti a degli estranei che credevano molto nei diritti dei lupi. Probabilmente lo avevano preso per razzista. Si contrasse e diventò umano, Lupin restò accovacciato sulla sua testa anche quando ridiventò umano, l’effetto era bizzarro, Sirius era infatti un uomo con un porcospino sopra la testa testa, “mi chiamo Sirius Black”, disse in tono formale, “e non intendo trasformare il mio compagno in una pelliccia. L’ho detto in un momento di frustrazione”, prese in mano Remus, “questo piccolino è Remus Lupin che sembra timido ma che in realtà è molto coraggioso e ha rischiato la vita e subito un’aggressione per potere garantire ai suoi pazienti mannari il diritto di essere guardati negli occhi dal proprio terapeuta, cosa che non sarebbe potuto succedere se avesse eseguito una magia di sdoppiamento per seguire i suoi pazienti”.

Lupin tornò umano, “non ho fatto nulla di speciale, l’accettazione di un lupo mannaro dipende dal modo in cui viene trattato e sarei stato ipocrita a cercare di aiutarlo per poi andare in ufficio col mio doppio come se avessi paura che il mio paziente mi mordesse. I licantropi fanno molta attenzione a queste cose e sarebbe sbagliato farglielo credere”.

“Posso capirlo”, disse la donna, “dopo che sono stata morsa ho iniziato a vedermi come un mostro e coglievo ogni segnale nelle espressioni altrui che secondo me confermava questa teoria ma mi sbagliavo e col tempo ho iniziato a capirlo e a fondare questo centro con mio marito. Eravamo entrambi babbani all’epoca ma abbiamo lavorato molto per metterci in pari e assumere personale che lavorasse ad una cura. In questo il suo aiuto è stato prezioso signor Black”

“Credo nella causa e ho avuto la fortuna di trovare un lavoretto redditizio”, si sminuì lui, “Remus, ti andrebbe di andare al centro per chiarire i tuoi dubbi?”

“Al centro potrei farle le analisi del sangue ma se mi dice di che si tratta posso darle un parare fin da subito, anche in privato se preferisce”

“Loro sono la mia famiglia”, disse Remus sicuro, “non ho segreti con loro”, sospirò, “quello che mi angustia riguarda una cosa strana che mi succede da circa un anno. La mattina dopo la trasformazione mi accorgo di essere ancora un lupo, sono padrone di me e cosciente ma il aspetto è quello di un lupo. Questo mi preoccupa.”

La donna sorrise, “è una cosa molto comune nei periodi forte stress psico fisico o quando ci si stanca molto prima della trasformazione, succede perché il corpo non ha l’energia fisica per ritrasformarsi”

“Tutto qui?”, disse Lupin palesemente sollevato.

“Quando succede io consiglio sempre di concedersi una lauta colazione con salsiccia, uova, formaggio, pancetta, pane e marmellata, frutta e succhi. In modo da nutrire il suo corpo e riuscire a ritrasformarsi”

“Mi piace questa cura”, commentò Sirius allegro.

“Piace a tutti”, sorrise la donna, “per prevenire il problema consiglio sempre una pozione ricostituente nei tre giorni precedenti la luna piena”

“Grazie infinite”, disse Remus in tono riconoscente, “mi ha davvero tolto di dosso una preoccupazione enorme. Io ero convinto davvero che stesse accadendo qualcosa di grave”

“Si figuri, la parte gratificante del mio lavoro consiste nel rendere un po’ più facile la vita dei mannari, mi piace molto farlo e sono soddisfatta quando posso aiutare qualcuno a stare meglio. Le consiglio però di venire al nostro centro per un check up completo. Vorrei controllare che non sia anemico e anche altri valori. Inoltre vorrei che parlasse con la nostra nutrizionista in modo che lei possa consigliarle dei cibi da introdurre nella sua dieta prima della luna piena”

L’uomo sorrise, “naturalmente il viaggio e il soggiorno è tutto spesato”, si illuminò guardando Sirius, “è il minimo che possiamo fare per il compagno di un nostro così generoso sostenitore”

“E’ il minimo”

“Molti non la pensano così”

“Potreste venire con me”, propose Piton, “sono stato assunto e mi trasferirò al centro nei prossimi giorni”.

“E’ un ottima idea”.

Si misero d'accordo su una data e poi si salutarono con cortesia. Piton notò che Harry era turbato, si accosciò davanti a lui e gli accarezzò il viso, “tornerò a trovarti ogni settimana. TE lo prometto ma devo fare questa cosa. E’ giusto così”

assentì serio, “va bene” poi lo abbracciò con calore,Piton lo strinse e gli baciò la testa sorpreso lui stesso di quanto si fosse affezionato a quel piccolo umano. Ma harry era il figlio di James a cui lui teneva tantissimo e di Lilly che era stata la sua prima amica e aveva anche qualcosa di personale che lo rendeva stupendo e sollecito verso gli altri. Era un bambino speciale che a lui stava simpatico. Non sarebbe stato facile allontanarsi da lui e dal calore di quella famiglia ma Piton voleva a tutti i costi realizzare il suo sogno e ottenere dei successi lavorativi e per farlo doveva andare al centro, ne era entusiasta e spaventato al contempo. Non sapeva se era davvero all’altezza di fare il ricercatore ma non si sarebbe risparmiato e per il resto avrebbe incrociato le dita. Non si poteva più rimandare, dopo sette anni di studi era arrivato il momento di mettersi in gioco e cimentarsi con la pratica. Non vedeva l’ora.

“Mi sta bene convivere”, disse Lupin all’improvviso distraendo Severus dai suoi pensieri, “penso che mi sono preoccupato troppo per una piccolezza e che insieme possiamo gestire il mio problema”.

Sirius lo abbracciò e lo baciò, poi divenne cane e iniziò ad ululare e girare su se stesso per la gioia.

Piton sorrise: harry sarebbe stato bene, viveva in un clima caldo e gioioso ed era amato, sarebbe cresciuto sereno e forte. Se ne andava più tranquillo anche se di certo gli sarebbero mancati tutti, non aveva mai avuto il calore di una famiglia e se ne era nutrito a fondo ma adesso aveva bisogno di mettersi in gioco e realizzarsi come persona. Aveva bisogno di un cambiamento e di costruire la sua futuro. Era dura staccarsi ma andava fatto anche per ripagare Lupin per tutto quello che aveva fatto per lui aiutandolo a inserirsi del gruppo da adolescente e anche dando l’allarme quando era stato rapito da mangiamorte. Ma andava al centro soprattutto per se stesso e per sfruttare la sua creatività in pozioni per fare qualcosa di buono.

Qualche giorno dopo partì, al centro si trovò subito a casa, gli assegnarono una stanza personale molto comoda, gli diedero una tessera per la biblioteca e un programma di attività comuni per intrattenersi e socializzare con gli altri colleghi di lavoro.

Stare lì si rivelò da subito appassionante e stimolante, parlare con gente con la sua stessa passione e la sua creatività non aveva prezzo, lavorare in un gruppo era come costruire un puzzle dove ognuno inseriva un pezzo diverso dando il suo contribuito e dove il risultato finale non si otteneva solo dal lavoro di un singolo ma dal modo in cui le idee di persone diverse si combinavano e completavano a vicenda creando qualcosa che era il frutto del contributo di tutti. Era davvero stupendo poterlo fare e anche se l’esperto di erbe medicinali parlava solo danese e questo creava qualche incomprensione per quanto riguardava i termini tecnici, nonostante questo era un lavoro stupendo e appassionante e Piton si ritrovava spesso a sforare l’orario di lavoro restando in laboratorio molte ore dopo che tutti se ne erano andati e anche la sera e il sabato mattina, “se viene l’ufficio del lavoro mi farà una multa tremenda”, scherzò il capo. Piton scrollò le spalle calmo come sempre, “io non vi denuncerò di sicuro”, non lo avrebbe mai fatto visto quanto amava il suo lavoro, odiava doverlo interromperlo per mangiare e dormire, se fosse dipeso da lui avrebbe messo un sacco a pelo in laboratorio per non uscire mai.

Sirius aveva riso quando nella pergamena con gli aggiornamenti mensili del centro lupi di domani lesse la presentazione del nuovo membro della squadra che veniva definito, “il peggior stacanovista che si possa conoscere” e un “uomo che è innamorato pazzo delle pozioni e che soffre nello stare lontano dal laboratorio e dalle pozioni”, e anche, “un uomo dalla mente agile e intuitiva con un talento che ha sorpreso tutti”.Parlavano di come Piton avesse dato un indirizzo del tutto nuova alle loro ricerche che adesso andavano nella giusta direzione.

“Ha fatto faville il nostro Piton”, disse Remus baciando il collo di Sirius.

La convivenza andava bene, vivevano nella casa che lo zio di Sirius, Alphard Black aveva lasciato in eredità al nipote. Alphard era un Black anomalo e per questo era stato diseredato come Sirius, era un uomo posato e garbato che aveva conosciuto volentieri Lupin e aveva ascoltato senza pregiudizi la sua storia.

Aveva inserito il nipote nel testamento e quando era morto Sirius aveva ereditato una bella casetta con un bel bosco vicino e un notevole gruzzoletto. Per ripagarlo Sirius aveva deciso di creare una borsa di studio a suo nome per chi voleva frequentare l’università ma non aveva i mezzi per farlo. Aveva continuato a finanziare i progetti in cui lo zio aveva creduto, continuando a donare 500 galeoni al mese ad un associazione con più sedi in america latina che si preoccupava di scegliere delle coppie sposate disposte ad aprire la loro casa per prendere in affido bambini orfani o abbandonati. Ogni famiglia poteva ospitare massimo sei bambini che crescendo in casa e non nei freddi istituti potevano crescere con tutto l’amore e le cure necessarie a diventare adulti equilibrati e sereni. Questo progetto aveva permesso di svuotare gli orfanotrofi e dare un futuro a dei bambini che senza questa associazione sarebbero cresciti soli e senza calore umano. La stessa associazione si occupava di fornire borse di studio ai bambini orfani per permettergli di studiare fin dalle elementari nelle scuole private che in quei paesi erano le uniche scuole valide e anche di studiare all’università. Cifre che per un europeo erano irrisorie potevano cambiare la vita di un bambino di quei paesi.

Sirius sosteneva con entusiasmo quei progetti donando anche qualcosa dei soldi che guadagnava lui per far sì che non si spegnessero per mancanza di fondi.

La convivenza con Remus andava bene. Passavano molto tempo insieme sopratutto dopo che Sirius aveva deciso di lasciare la sua carriera di musicista e trovare un lavoro fisso come insegnante di musica ad Hogwarts, lui definiva quel lavoro un lavoro di copertura, la sua grande passione erano infatti i motori e aveva continuato, con l’aiuto del padre di Piton, a riparare con la magia veicoli arrugginiti o incidentati per poi rivenderli a prezzo intero guadagnando parecchio. Aveva messo da parte un bel gruzzolo di cui una grossa fetta veniva destinata alla beneficenza e il resto ai loro bisogni e per i viaggi.

Lupin era stato licenziato dall’associazione prolupo per cui lavorava perché dopo la morte di Voldemort ci erano stati molti meno persone aggredite dai lupi e questo rendeva inutile pagare lo stipendio di uno psicologo sempre presente al centro. Lupin ci era rimasto un po’ male, il modo brusco in cui lo avevano licenziato lo aveva fatto sentire usato e non apprezzato. Tuttavia trovò facilmente un altro lavoro: fu assunto in un ospedale dove si occupavano principalmente di pazienti che per tumori o incidenti necessitavano l'amputazione o la sedia a rotelle. Lupin parlava con loro, e con la stessa metodologia che usava per lupi neotrasformati, li aiutava ad affrontare i cambiamenti della loro vita. Era gratificante e a Remus piaceva ascoltare la persona e aiutarle a capire se stesse e la loro personalità.

Nel frattempo James si era ritrovato a dover affrontare i suoi fantasmi, era successo quando il suo patrigno era andato all’asilo di harry cercando di portarselo via, per fortuna Harry era un bambino intelligente e quando lo strano signore aveva detto di essere suo nonno lui si era rifiutato di andare con lui spiegando alla maestra che suo padre gli aveva spiegato che il nonno gli aveva fatto cose brutte e che lui non voleva che vedesse. La maestra, che era nuova, si mostrò infastidita e accusò Harry di fare i capricci. La mamma di Neville però aveva difeso Harry invitando la ragazza a contattare i genitori di Harry e verificare se volessero o no che il bambino andasse col nonno. La ragazza si arrabbiò dicendo che erano gli adulti deboli come lei che facevano credere ai bambini di poter manipolare i grandi a loro piacimento.

“Basta così”, intervenne la maestra più anziana, “Loredana, tu sei nuova, ma qui non diamo i bambini a sconosciuti senza l’esplicito consenso dei genitori”

“Sono suo nonno”, intervenne l’anziano, “e ho avuto dei problemi con il mio figliastro ma ho comunque il diritto di vedere mio nipote”

“Ha ragione”, disse la maestra più giovane afferrando il polso di Harry bruscamente, “è questo viziatello non glielo impedirà. Ci vorrebbero solo più sculacciate per i bambini così che si credono di poter disubbidire ai grandi e parlargli da pari”

“Lascialo andare”, la mamma di Neville fece un incantesimo per liberare il polso di harry dalla stretta della ragazza, “Harry resta con me finché suo padre non mi dice che può andare con quell’uomo”

“Sono suo nonno”

E a quel punto harry ricordò la parola che non aveva capito ma che il papà gli aveva detto per spiegare perché il nonno era cattivo, “è un pedofilo”, cadde il silenzio e tutti lo guardarono, “papà ha detto che mio nonno era cattivo perché era un pedofilo e gli ha fatto male da piccolo”

“Pedofilo”, rise con scherno la nuova maestra, “dove hai sentito questa parola?”

“Non parlargli così”, la sgridò la maestra più anziana, “tu devi imparare ad ascoltare i bambini. Se non lo fai rischi di consegnare un bambino ad un pedofilo solo per orgoglio e presunzione.”, sorrise a Harry, “adesso chiamo tuo papà”

“Così potrà dirci la verità e ti darà le botte che ti meriti per aver fatto i capricci”

“Mio padre non mi picchia”, disse harry offeso.

“Si vede”

“Non hai motivo di dirlo visto che harry è un bambino tranquillo e collaborativo che aiuta sempre i bimbi più piccoli e li consola se piangono. E’ un bambino educato e meraviglioso e tu devi smettere di sgridarlo perché hai fatto un errore grave. Per fortuna harry è un bambino sicuro e intelligente e ti ha tenuto testa, un altro bambino ti avrebbe assecondato finendo diritto nelle grinfie di un pedofilo: la colpa sarebbe stata tua.”

“Lo sapremo dopo aver parlato col padre, per quel che mi riguarda questo bambino è un bugiardo furbo che ti sta prendendo in giro”

“Non mi piace il tuo tono ne’ il modo con cui tratti i bambini. Tu hai fatto un errore grave dando un bambino ad uno sconosciuto. Se non lo capisci forse dovresti cambiare lavoro, anzi guarda fai un favore a te stessa: domani non presentarti. Sei licenziata”

“Hai visto cosa hai fatto?”, ruggì verso harry, la madre di Neville lo strinse più forte, “smetta di parlargli così”

La maestra anziana chiamò James che le ordinò di non dare per nessun motivo Harry a suo padre, “Ha detto la verità”, disse lei trionfante verso la maestra più giovane, “bisogna saper ascoltare i bambini in questo lavoro e saperli proteggere”

James corse dentro poco dopo, abbracciò Harry con trasporto, “amore stai bene?”

“Ho detto che nonno era un pedofilo e la nuova maestra non mi ha creduto, ma la mamma di Neville e la Maestra Rosa mi hanno difeso e ti hanno chiamato”

“Grazie”, disse sinceramente riconoscente.

“Di nulla. Ho licenziato la nuova maestra su due piedi e non verrà più qui. Per scusarmi dell’accaduto le abbuono due mesi di retta”

“Grazie”, ripeté James sollevato, “ma ogni vi siete meritate tutto il vostro stipendio”, baciò la fronte di harry, “solo io o mia moglie possiamo venire a prenderlo ma se dovessero esserci variazioni glielo diremo la mattina”

“Va bene”

“Le consiglio di chiedere un ordine restrittivo nei confronti di suo padre”, suggerì la madre di Neville.

“Non ho mai denunciato gli abusi subiti”

“Per chiedere l’ordinanza deve presentare la copia di tre ricordi che provino le accuse”

James strinse forte Harry, non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare sua madre per se stesso ma per proteggere il suo piccolo lo avrebbe fatto. Ne parlò con lilly che lo sostenne.

LA madre di James venne a cercarlo supplicandolo di non denunciare suo marito e accusandolo di non saperlo perdonare. Cercò di manipolarlo facendo leva sulle emozioni per impedirgli di chiedere l’ordine restrittivo. Lilly perse le staffe, non le capitava spesso perché era una persona calma e posata ma quella volta non si trattenne, “ma che madre è?”, esplose, “è stata a guardare per anni mentre suo marito violentava il suo bambino e quando non ha potuto voltarsi dall’altra parte ha costretto James a rifugiarsi fuori di casa passando le estati fuori”

“Gli ho messo un passetto”

“E secondo lei basta a proteggere un bambino dagli sguardi lascivi, dalla paura e dall’orrore di vedere tutti i giorni il suo abusante”, la guardò infervorata, “lei ha preferito un pedofilo a suo figlio”

“Facile giudicare senza conoscere la situazione”

“Non la giudico ma io sono una madre diversa da lei e intendo proteggere mio figlio da suo marito. A qualsiasi costo”, James le prese la mano, “e io sono con lei. Mi dispiace mamma ma non intendo sacrificare mio figlio per il tuo affetto e non permetterò che mio figlio subisca quello che ho passato io”

Quel pomeriggio James richiese l’ordine restrittivo, fu sorpreso nello scoprire che il suo patrigno si era fatto vivo perché lui e sua madre volevano adottare un bambino e che gli assistenti sociali avevano fatto domande sul perché non avevano rapporti con James ne con il loro nipotino, nel tentativo di persuaderli che fosse tutto normale il nonno aveva cercato di avvicinare Harry. Sperava di spingere James a rivalutare la sua posizione nei suoi confronti e accettarlo nella sua vita quanto basta per convincere gli assistenti sociali a dargli il bambino. James rabbrividì nel rendersi conto di come il suo patrigno non fosse consapevole della gravità delle sue azioni e di come un bambino innocente avesse rischiato di passare quello che aveva passato lui mentre sua madre fingeva di non vedere. Era fiero di essere intervenuto e proteggere non solo suo figlio ma anche il bambino che avrebbe dovuto essere adottato dal suo patrigno.

Essere padre lo aveva reso più forte e più deciso a affrontare i suoi demoni per proteggere suo figlio. Era cresciuto molto per merito di quel nanetto e questo gli portava a volergli ancora più bene.

Intanto Piton lavorava durissimo, passava molto più tempo del dovuto in laboratorio per sperimentare, rivedere, scoprire e cercare una soluzione che inibisse e depotenziasse il virus della licantropia. Si trovavano soluzioni parziali che avevano effetti momentanei o che funzionavano influendo però negativamente su altri processi dell’organismo. Era come fare un puzzle alla cieca, senza conoscere il disegno finale. Nonostante la fatica quel lavoro lo assorbiva gratificandolo e stimolandolo a dare il meglio di se. Se pensava che in un certo punto della sua vita l’odio aveva rischiato di trascinarlo via verso una direzione che lo avrebbe portato a perdere quella esperienza, se ci pensava rabbrividiva ed era fiero di aver scelto bene.

La vita al centro era noiosa, a Piton mancava la piscina dove poter nuotare e per questo aveva iniziato a sfogarsi correndo tutte le mattine nell’immenso terreno che circondava il centro. Julie ( la sua capa) lo aveva notato e gli aveva chiesto da quanto tempo praticasse la corsa. Lui aveva spiegato che la corsa era un ripiego perché in quel luogo sperduto non poteva nuotare, attività che lui aveva sempre amato fin da ragazzo.

Lei ci pensò e poi si diede da fare per risolvere il problema, lo fece nonostante Piton l’ avesse rassicurata del fatto che non poter nuotare non era un problema così grave.

Trovò una piscina disposta a collegare il camino con loro e così Piton poté andare a nuotare. Lo faceva per un’ora al giorno e questo lo corroborava nel corpo e nello spirito. Ebbe una serie di ottime intuizioni che fecero avanzare il lavoro velocemente.

Nel mentre Lilly aveva aperto il suo studio dentistico ed era molto felice del suo lavoro che gli permetteva di aggiustare i disastri che gli altri avevano in bocca.

Lei gli raccontava di come Harry avesse fatto amicizia con una ragazzina nata babbana di nome Hermione con cui si scambiavano i libri ( che ascoltavano con un dispositivo magico perché non sapevano ancora leggere) e con Neville con cui invece faceva gli scout. I tre stavano bene insieme e Lilly gli raccontava di averli visti mentre pressavano le foglie raccolte in una gita e le incollavano su un album cercando su un libro i nomi degli alberi a cui appartenevano.

C’era però un terzo amico che preoccupava Lilly, si chiamava Ron ed era il figlio dei Weasley. Era un ragazzino possessivo che teneva il broncio ad Harry se solo osava parlare con Neville invece che con lui. Una volta James l’aveva visto dare un pugno a harry perché non gli aveva passato la pluffa in una partita di Quidditch. Harry naturalmente si era fatto valere e aveva fatto un incantesimo che aveva ricoperto Ron di melma, dalla testa i piedi. Poi il piccolo Harry aveva spiegato a Ron che i suoi bisogni non erano l’unica cosa che contava perché in una partita di Quidditch l’importante era vincere. Lilly era rimasta infastidita da come i genitori di Ron sottovalutavano il comportamento dominante e possessivo di Ron scambiandolo con semplice irruenza infantile quando era molto di più. Non gli davano il giusto peso. “sono preoccupata perché se oggi da un pugno ad un bambino perché osa passare la pluffa ad un compagno in una posizione migliore di lui per segnare domani potrebbe picchiare la moglie perché osa parlare con un collega di lavoro ma la signora Weasley non da importanza alla cosa. Non lo fa anche se uno dei suoi figli più grandi è stato inserire in un programma di rieducazione emozionale per insegnargli a riconoscere le emozioni sul volto degli altri e dentro di sé. Segue anche una terapia. Lo ha dovuto fare perché Percy ha ucciso e dissezionato un gatto vivo ( senza anestesia) per curiosità. E’ un comportamento grave. Il bambino ha continuato il suo lavoro chirurgico nonostante il gatto miagolasse di dolore a dimostrazione che Percy era del tutto indifferente al dolore dell’animale. Anche i due gemelli Weasley sono problematici, non sanno infatti distinguere tra scherzi divertenti e scherzi che non lo sono e per questo cadono spesso nel bullismo. Con questi precedenti troverei logico che la signora Weasley decidesse di cambiare i suoi metodi e chiedesse aiuto precocemente ma invece lei continua a sminuire i problemi di suo figlio. Ma così non lo aiuta. Non è compito di Harry educare Ron, anche se riesce a gestirlo piuttosto bene perché è un bambino dolce e comprensivo ma sa imporsi con fermezza quando si accorge che gli altri fanno qualcosa che lui non è disposto ad accettare. Ha anche insegnato a Ron ad aspettare il suo turno sullo scivolo anche se non dovrebbe essere lui a spiegargli queste cose ”. Lilly aveva poi raccontato un episodio spiacevole capitato una volta che harry aveva dormito a casa dei Weasley, Molly aveva perso le staffe urlando come un pazza contro i gemelli e inseguendoli e poi picchiandoli con la scopa. Harry era rimasto turbato,aveva disarmato la donna che si era voltata verso di lui sbraitando che quei due dovevano imparare l’educazione e che in questo senso la scopa poteva essere una buona maestra. Harry l’aveva fronteggiata con sicurezza, “lei è troppo fuori di se’ per insegnare qualcosa a qualcuno”, aveva detto con semplicità. La donna era diventata tutta rossa per la rabbia lamentandosi dell'insolenza della nuova generazione.

Harry era rimasto turbato nel vedere una donna priva di senno per la rabbia e aveva detto ai suoi di non voler più tornare in quella casa. Lilly ne era sollevata perché non trovava giusto che fosse Harry a farsi carico dei problemi di Ron, aveva detto anche, “io non voglio che Harry si faccia l’idea che sia giusto picchiare gli altri quando si è arrabbiati. E’ in una fase in cui imita tutto. L’altro giorno un bambino dell’asilo è caduto e Harry è andato a consolarlo, gli ha cantato e l’ha cullato allo stesso modo in cui faccio io quando lui cade. Mi ha imitato. E a volte ha le stesse espressioni di James e imita il suo modo di scherzare con gli altri. Impara da noi come ci si deve comportare con gli altri e se noi adulti facciamo i pazzi lui farà lo stesso con i suoi coetanei. E’ quello che facciamo che conta e non ciò che diciamo e per questo non mi va che abbia come esempio una donna prepotente e aggressiva come Molly quindi se lui non vuole più andare in quella casa o se gestire Ron diventerà troppo io lo sosterrò”

Piton rispose dandole ragione su Molly Weasley: era cresciuto con un padre propenso agli scoppi d’ira e sapeva che quelle persone faticavano a trattenersi sia con i parenti che con gli estranei. Suo padre per esempio aveva aggredito Sirius solo perché era ubriaco e insoddisfatto e lo stesso sarebbe potuto capitare a Harry se avesse fatto uno sbaglio davanti a Molly e se lei fosse stata di cattivo umore per i fatti suoi. In ogni caso Harry meritava di scegliere i suoi amici senza essere forzato a fare amicizia per beneficenza. Rassicurò Lilly sul fatto che harry era perfettamente in grado di “addomesticare” Ron e che avrebbe fatto la cosa giusta. Si congratulò anche con Lilly per la sua iniziativa di curare gratuitamente gli ex tossicodipendenti di un centro che lei conosceva. Pensava che aiutarli ad avere un bel sorriso li avrebbe aiutati a rimettersi in sesto, facilitandoli nei colloqui di lavoro e in generale aiutandoli a sentirsi meglio con se stessi ed a aumentare l’autostima. Era un bel gesto, consono alla personalità di Lilly che era sempre propensa a dare una seconda possibilità a tutti. In questo modo aiutava delle persone che uscivano da un periodo difficile a ricominciare.

Lilly gli riscrisse dopo un certo periodo, era di buon umore perché il comportamento di Ron era nettamente migliorato e anche Harry era più tranquillo. Era successo tutto in seguito ad un attacco di rabbia di Ron causato dal fatto che l’insegnante lo aveva ignorato mentre chiedeva di andare in bagno. Lui se l’era fatta addosso e per la rabbia aveva colpito l’insegnante con una forbice.

L’incidente aveva fatto infuriare Molly che aveva picchiato Ron davanti a tutti, la maestra lo aveva difeso e aveva contatto i servizi sociali che avevano iniziato a seguire i Weasley. Una pedagogista aveva parlato e osservato Ron concludendo che l’insicurezza e la rabbia del bambino derivano dal sentirsi sempre trascurato; veniva anche bullizzato dai fratelli maggiori senza che i genitori intervenissero. Anche la condotta violenta della madre aumentava lo stress e la rabbia del bambino. La pedagogista aveva fatto avere un elfo domestico a Molly in modo che la donna fosse aiutata nelle faccende domestiche e avesse più tempo da dedicare ai figli. Gli si consigliò di iniziare a giocare con i due figli più piccoli mettendosi sul tappeto con loro, di leggergli le favole la sera e di coinvolgerli in piccole faccende domestiche. Il secondo elfo che fu donato aveva una formazione pedagogica e si occupò di aiutare i due bimbi più piccoli ad essere più indipendenti, rifacendo il letto, lavandosi e vestendosi da soli e mettendo i piatti nel lavello. Gli insegnava anche ad aspettare il turno per lo scivolo parlando con loro e intrattenendoli mentre aspettavano e a gestire le emozioni abbracciandoli e calmandoli cantando quando avevano scoppi di rabbia. Aveva anche suggerito ai Weasley di iscrivere i gemelli a un corso di danza hip hop e parkour per permettergli d’incanalare le loro energie in qualcosa di utile e funzionale. Avrebbero pagato i corsi grazie all’aiuto di un organizzazione che si occupava di garantire che i figli delle famiglie povere potessero svolgere le stesse attività artistiche ,musicali e sportive dei bambini di famiglie più abbienti. Pagavano loro le rette di queste attività beneficiando di uno sconto previsto dal governo per le famiglia a basso reddito.

Ron invece era stato scritto ad un corso di yoga che lo aiutava a sentirsi più sicuro di se, a trovare un punto calmo dentro di se quando era travolto da un’emozione e a sentirsi più tranquillo. L’elfa usava l’incantesimo d'immedesimazione anche con lui per aiutarlo a capire come si sentiva Harry quando lui faceva il possessivo e a aiutarlo a vedere e capire meglio gli altri.

La pedagogista aveva detto a Molly di non picchiare più i suoi figli. Lei ne era rimasta turbata perché gli sembrava gli togliessero l’unico strumento di potere che conosceva per controllare i suoi figli e reagiva con scetticismo quando gli dicevano che le percosse erano proprio l’origine della gran parte dei problemi comportamentali dei suoi figli. “io sono cresciuta benissimo”, disse lei spavalda.

“O forse aveva dei problemi di cui nessuno si è accorto. Ognuno poi reagisce in modo diverso”, la donna sospirò, “io vorrei suggerirle un modo diverso di gestire i suoi figli che gli insegni a comportarsi bene senza violenza”

La donna accettò di frequentare dei corsi di gestione emozionale e di provare a rinunciare alla violenza sui suoi figli. Non gli venne facile farlo e parlò con la psicologa dicendole che se non avesse picchiato i suoi figli loro sarebbe cresciuti come Harry Potter e poi le raccontò di quando il piccolo bimbo le aveva detto che lei era troppo fuori di se’ per insegnare qualcosa a qualcuno.

La psicologa sorrise, “a volte i bimbi piccoli nella loro semplicità hanno ragione e sanno dire la cosa giusta. Non crede che sia sbagliato pensare che tutto ciò che diranno sia stupido solo perché sono piccoli?”

“Forse no ma ma a me non sta bene che un un cosino di meno di mezzo metro faccia delle osservazioni sul mio modo di crescere i miei figli”

“E’ una persona e ha diritto alle sue opinioni. Tra l’altro ha fatto un’osservazione acuta”

La donna rispose con una smorfia, “sapevo che avrebbe detto così ma se alla sua età avrei osato dire una cosa simile non mi sarei seduta per una settimana”

“I nostri genitori non erano perfetti e forse crescere significa capire quali sono le cose da imitare e quali forse si potrebbero cambiare”

“Lei non perde mai le staffe?”

“Sì ma sono cosciente che questo è un mio limite e ci lavoro su per imparare a gestire la rabbia in modo migliore, se un bambino mi fa notare che non mi so controllare non mi offendo perché so che ha ragione”

“Io sono diversa”

“Non è un male ma se c’è un modo migliore di ottenere uno stesso risultato perché non provare?”

“Sono qui”

La donna gli sorrise.

Ma se Molly aveva accettato in qualche modo di non picchiare più i suoi figli, faticava molto a lasciare che loro facessero qualcosa perché questo la faceva sentire inutile. Si rese conto di questa cosa quando vide Percy alzarsi da tavola e lavare i piatti per la prima volta in vita sua. Provò rabbia e dispiacere, avrebbe voluto farlo lei per sentirsi necessaria e utile, per sentire di valere qualcosa. Prese atto con sorpresa che lei si sostituiva ai suoi figli impedendogli di crescere e fare da soli solo per compensare quel senso di inutilità che la permeava dentro, questo danneggiava i suoi figli rendendoli insicuri e dipendenti. Andava cambiato ma soffriva molto nel farlo e la sua autostima scese a picco. Era iniziato tutto quando l’elfa domestica aveva iniziato a pulire la casa a fondo facendogliela trovare tutta lustra e pulita già la mattina, stirava meglio di lei e cucinava in modo leggero e salutare. Lei aveva perso il suo posto, il suo ruolo, quello che le faceva sentire di fare la sua parte per la famiglia. Si sentiva superflua. Ne parlò con la psicologa che le consigliò di trovare una qualche altra attività che la definisse che non fossero le pulizie.

Molly restò a pensarci seduta dal divano quando si avvicinò Ron, “che succede mamma?”

“Devo trovare qualcosa da fare mentre voi siete a scuola”

Ron ci pensò un attimo, “potresti lavorare. Tutte le altre mamma lo fanno”

La signora Weasley contrasse il viso, “le altre mamme hanno tanti figli?”

“No ma tu hai una elfa per le pulizie e noi ti aiutiamo”, scrollò le spalle, “era solo un’idea”, disse scendendo dal divano.

Molly rise per il fatto che suo figlio piccolo gli aveva dato il consiglio giusto e perché trovava buffo che una parte di lei si infuriasse perché il suo bambino gli aveva dato l’imbeccata giusta.

Ne parlò con Lilly all’asilo e ne risero insieme parlando della saggezza dei bambini.

“Non me ne ero mai accorta”, ammise molly.

Lilly gli raccontò di come un loro amico avesse regalato ad Harry il piccolo pozionista e di come lui avesse iniziato a fare domande sul perché e sul percome avvenivano certe cose e, non trovando soddisfazione in ciò che gli adulti gli rispondevano, aveva deciso di andare a caccia di un libro di chimica di James. Lo aveva ascoltato con le “barette di lettura” con estremo interesse si era aiutato con un dizionario per comprendere i termini particolari. James lo aveva trovato a quel modo, tutto assorbito nel libro e lo aveva aiutato a capire ciò che non aveva chiaro facendogli dei disegni animati che gli mostravano come si muovevano gli atomi nei diversi legami. Nel tempo aveva messo insieme un raccoglitore con tutti i disegni con cui James aveva spiegato a Harry i cambiamenti degli atomi nelle diverse reazioni chimiche che Harry provava col piccolo pozionista.

Si accorgeva con meraviglia che il suo bimbo di 4 anni e mezzo capiva davvero la chimica e faceva domande intelligenti e aveva detto a Lilly che probabilmente gli adulti sottovalutavano un po’ troppo i bambini trattandoli come se fossero più scemi di quel che erano. Lupin aveva suggerito invece di sottoporre Harry ad un test d’intelligenza perché poteva essere che quella precocità dipendesse da un Q.I. leggermente più alto del normale.

La signora weasley si mise alla ricerca di un lavoro trovando quasi subito un’occupazione come commessa in un negozio pre maman. Gli piaceva ma all’inizio si sentiva un po’ in colpa, come se occuparsi di se stessa fosse sbagliato e come se lasciando la casa sarebbe successo qualcosa di terribile. si accorse presto che la casa funzionava anche senza di lei. L’elfa si occupava di cucinare e tenere pulito, i gemelli non prendevano più note a scuola e Ron era tranquillo e aveva smesso di lagnarsi di ogni cosa. Percy si lagnava perché dopo che aveva dissezionato un gatto vivo la psicologa gli aveva fatto fare, oltre al corso di alfabetizzazione emozionale, anche del volontariato al canile. Percy si lamentava che i cani non facevano mai quello che avrebbero dovuto fare: i cuccioli rubavano i croccantini degli adulti invece di mangiare il loro e i più piccoli bevevano il latte del biberon troppo in fretta. Affogandosi. Un cane faceva di tutto per togliersi il collare elisabettiano. Altri cani correvano a prendere la pallina ma poi si sdraiavano a terra a mordicchiarla invece di riportarla indietro. Si rifiutavano di prendere le pillole e un cane gli aveva persino vomitato addosso. Tutta questa insubordinazione lo innervosiva e turbava il suo innato senso di ordine e precisione. A lui piaceva che tutto fosse perfettamente ordinato, al suo posto e invece i cani avevano una loro volontà e facevano le cose a modo loro.

Molly sospirò, “almeno così fai pratica per quando avrai dei bambini. Anche tu a due mesi mi hai vomitato addosso ma non ti ho mica dato via perché non rispondevi ai miei requisiti. I bambini e i cuccioli sono così e anche gli adulti. Non puoi pretendere che tutti gli altri faccino le cose nel medesimo modo in cui le faresti tu”

Il ragazzo ci rifletté e smise di lamentarsi.

Lavorando Molly si rese conto che negli anni si era trascurata, attaccava i capelli in fretta e furia, non metteva creme e aveva iniziato a mangiare troppo e male.

Ma confrontarsi con altre persone al lavoro e anche con giovani donne della sua età che non avevano avuto figli la spinse a desiderare di curarsi di più. Iniziò a truccarsi e ad usare una crema antietà, iniziò a correre e a fare esercizi a casa per perdere peso. Col primo stipendio pagò vestiti nuovi per i figli, il corso di Quidditch per Ginny e gli altri corsi per i suoi figli, decise anche di concedersi un trattamento magico antismagliature che grazie a specifici incantesimi faceva sparire del tutto gli inestetismi che si erano creati per le numerose gravidanze.

Quando si guardava allo specchio si piaceva, stava perdendo peso e la sua pelle era luminosa e giovane. Aveva deciso di concedersi il lusso di andare dal parrucchiere tutte le settimane e i suoi riccioli rossi erano definiti e luminosi.

“Non vorrai tradirmi?”, chiese il marito abbracciandola da dietro.

Lei ridacchiò all’idea che una madre di sei figli potesse essere considerata ancora appetibile, “ne avevo bisogno”, disse solo.

Lui ne era disorientato ma la spalleggiò sollevato dal fatto che il peso del sostegno economico della famiglia non gravasse più solo su di lui. Sua moglie era più bella e raggiante che mai e la vedeva rilassata; il suo rapporto con i figli era migliorato enormemente, parlava con loro molto più di quanto avesse mai fatto e ci giocava con gusto. I più grandi erano diffidenti nei suoi confronti dandole l’idea che il rapporto con lei si fosse rovinato da troppo tempo e in un modo che non poteva essere recuperato, erano cordiali ma non la facevano entrare nel loro mondo ne’ gli parlavano dei loro problemi. Ginny e Ron invece che erano i più piccoli si erano schiusi dopo poche dimostrazioni di affidabilità, adesso le correvano incontro, le dicevano tutto e si proponevano di aiutarla quando faceva qualcosa in casa. Andavano addirittura nel lettone, cosa che nessuno dei figli più grandi aveva mai fatto perché col suo cipiglio da dittatrice non ispirava fiducia e confidenza.

I gemelli avevano reagito con fastidio ai suoi tentavi di avvicinarsi, l’avevano accusata d volerli controllare perché non si fidava di loro mentre lei era andata a guardarli a danza hip hop solo per conoscerli meglio. A volte loro la provocavano per tentare di farle cadere la maschera e svelare la sua vera natura, non si fidavano di lei e si sentivano presi in giro quando lei era dolce con loro. Probabilmente il ricordo dei colpi di scopa, degli urli e delle manipolazioni che gli aveva scaricato addosso era troppo forte per poter essere archiviato con qualche sorriso. Doveva dargli tempo e dimostrarsi comprensiva; le veniva difficile, una parte di lei era portata ad esigere amore come se le fosse dovuto e non fosse invece qualcosa che nasceva dei figli in seguito al comportamento di un genitore giusto e equilibrato cosa che lei non era mai stato. All’inizio quando lei si rifiutava di rinunciare a picchiare i figli, la psicologa gli aveva un mostrato un ricordo di Fred in cui lei urlava e lo picchiava con la scopa sulla schiena. Naturalmente in quel momento lei si era sentita nel giusto ma vedendosi dall’esterno si era resa conto quanto in quel momento fosse talmente in preda alle emozioni da aver perso il controllo aggredendo fisicamente suo figlio. Rimase turbata dall’espressione turbata del suo primo figlio che era intervenuto a proteggere il fratello minore. Lei lo aveva spinto a muro colpendolo forte al viso e nel ricordo si vedeva lo spavento e il turbamento del ragazzo, “sei pessima”, aveva detto con disprezzo andando a soccorrere Fred che si era fatto male perché stava accucciato a terra, lei non avrebbe saputo dire se dipendeva dallo spavento o dal dolore fisico. Il figlio grande lo sorresse portandolo via.

Quando finì di vedere il ricordo comprese cosa avevo visto il piccolo Harry quando l’aveva fermata e anche che quando picchiava i suoi figli non lo faceva per educarli come aveva sempre creduto ma per sfogare la sua frustrazione e la sua rabbia su di loro. Era orribile da vedere dall’esterno anche se sul momento aveva creduto di aver ragione.

NE parlò con Lilly scusandosi per la scenata che aveva offerto al piccolo Harry.

“I figli ci aiutano a crescere”, disse lei riflessiva, “e ci rendono migliori”

Molly le aveva dato ragione e ben presto le due si avvicinarono ed era strano visto il modo in cui si era detestate e disprezzate in passato. Alla fine Lilly aveva detto che se Molly fosse andata nel suo studio dentistico gli avrebbe fatto un congruo sconto, “e per ogni intervento rimuoverò la carie gratuitamente per tutte le persone della tua famiglia”

Lì per lì Molly rifiutò perché suo marito stava facendo un trattamento per la cura della calvizia che costava un po’ ma funzionava ma finito quello avrebbe potuto pensare ai denti.

Molly era consapevole che il comportamento dei gemelli non era un modo per farla impazzire ma una diretta conseguenza del modo in cui li aveva trattati, erano feriti e per questo esitavano a fidarsi di lei. Ma lei aveva tenuto duro, aveva comprato un libro sulla danza hip hop e aveva tenuto duro iniziando anche a scherzare con loro per rispondere alle loro battutacce e commenti che mal celavano il rancore. Poi un giorno era successo che aveva visto Fred esercitarsi in garage su un passo hip hop che lei aveva riconosciuto per averlo visto nel libro che aveva letto sull’ argomento. A Fred non riusciva e lei gli aveva dato dei consigli per farcela. Mentre gli parlava gli toccò la pancia per spiegagli quali muscoli doveva contrarre. Lui si irrigidì subito ed ebbe un brivido come se si aspettasse di essere picchiato. Lei percepì la sua paura e lo abbracciò di impulso, lui ci mise qualche attimo a sciogliersi e a reagire all'abbraccio. Fu bello perché finalmente si fidò.

Quando si separarono lui le sorrise, “da quando te ne intendi di hip hop mamma?”

“Io ho letto un libro per capire come funziona. Volevo capire perché ti piaceva”, gli accarezzò la guancia, “troppi consigli in una volta?”

“In realtà è interessante perché io non ho mai letto un libro sul hip hop quindi imparo solo dall’insegnante e non so la teoria, mi hai detto delle cose utili”

Da quella Fred e george la tennero aggiornata su tutti i loro progressi e anche sul parkour e sulle ragazze.

George all’inizio era più distaccato ma poi le chiese di girare il video di un loro numero che volevano mandare ad un concorso per la migliore pubblicità amatoriale. Lei aveva accettato di girare fiera della loro intraprendenza e della loro bravura.

Il marito li guardava con l’espressione di una balena in calore. Sua moglie era più bella che mai: aveva perso quasi 10 kg ed era tonica e curata. Anche lui con la cura per rinfoltire i capelli e con la cucina salutare dell’efa domestica era dimagrito parecchio e aveva un’aria giovanile. Era impaziente. Andarono in camera, chiusero la porta , eseguirono una magia di insonorizzazione e poi ci diedero dentro. Fu il sesso più intenso che avevano fatto da quando erano giovani, protetto perché non volevano più figli. Fu bello.

Scesero in cucina radiosi e sorridenti e furono accolti da una borsa che guaiva e si muoveva da sola, “Oscar”, chiamò Percy agitato, sollevò la borsa da cui uscì un musetto bianco con delle macchioline nere che lo leccò, “scusate”, disse mentre il cane usciva la testa leccandolo con maggiore accanimento. Era un cucciolo bianco e nero con delle enormi orecchie cascanti.

Molly sorrise, “perché hai rapito un cucciolo?”

“Perché ho cresciuto questo piccoletto da quando ha tre giorni, gli ho dato il biberon, gli ho insegnato a prendere e riportare la pallina e anche a sedersi e andare a guinzaglio e adesso che mi sono affezionato non riesco ad accettare che venga dato via a qualche bruto insensibile”

“E perché era nella borsa?”, insisté molly.

“Non volevo che i piccoli lo vedessero. Perché se loro ci avessero giocato e poi si fossero sentiti dire che non potevamo tenerlo, ci sarebbero rimasti male”

“Ha l’aria simpatica”, disse il signor Weasley accarezzando la testa del cucciolo.

La signora Weasley non si fece distrarre, “stai dicendo che prima di portarlo qui ti sei preoccupato di come si sarebbero sentiti i tuoi fratellini se non avessimo potuto tenerlo?”

“Quindi?”

“Quindi è la prima volta che ti sento prevedere le reazioni di qualcuno e preoccuparti per gli altri. Stai crescendo molto e stai maturando anche a livello sociale oltre che intellettivo. Continua così”, si chinò sul cucciolo che Percy aveva messo a terra, “che intenzioni hai con questo cane?”

“Continuerò il lavoro di volantinaggio per comprargli il cibo e coprire le spese veterinarie. Io e i fratelli faremo i turni per portarlo fuori, esattamente come facciamo i turni per i piatti e il bucato e non credo che avremo problemi. Starà fuori di giorno e dentro di notte e mi occuperò che i piccoli lo trattano bene e che imparino a perdersene cura”

“lo voglio per iscritto”, disse Molly, consultò il marito con lo sguardo, lui annui e così accettarono di avere un cane.

La signora Weasley si sentiva bene, l’amicizia con Lilly andava bene e harry aveva accettato di dormire da loro superando la sua paura.

I coniugi avevano accettato l’offerta di lilly e si erano fatti curare i denti che adesso erano diritti e bianchi. Sani.

Molly si guardava allo specchio e si piaceva, trovava incredibile che avesse potuto credere di annichilire se stessa e di pensare che questo avrebbe giovato alla famiglia mentre invece non faceva che impedire ai suoi figli di crescere e maturare. Adesso invece non si sentiva più minacciata se i ragazzi facevano qualcosa in casa o provavano a cucinare o a aiutare i fratellini, adesso quando succedeva si sentiva fiera di loro e della loro indipendenza. E la sua sicurezza si rifletteva sul modo in cui si rapportava con i figli, quando parlava con loro era sicura di sé e non più timorosa di perdere il controllo o desiderosa di dover dimostrare qualcosa e adesso i suoi figli l’ascoltavano sempre di più . Era diversa e stava bene e adesso sapeva ritagliare del tempo per se stessa e per il marito: era felice.

Piton sorrise del racconto di questi eventi pensando a quanto fosse strano che persone che a pelle si detestavano potevano col tempo scoprirsi simili e andare d'accordo. Si sentì sollevato che le cose si fossero sistemate e tornò a lavoro più motivato che mai a trovare una soluzione che rendesse più sicuro il mondo per harry e per tutti. La pozione antilupo. Sentiva di esserci vicino ma che gli mancava l’intuizione giusta per riuscirci.

L’idea gli venne di notte. Si svegliò tutto sudato per i riscaldamenti troppo alti. Aveva sognato un alveare e questo gli diede l’imbeccata giusta. Corse in laboratorio e iniziò a sperimentare la sua idea. Ottenne qualcosa. Ci lavorò tutta la notte.

L’indomani andò a mensa in pigiama.

“Tutto bene?”, chiese il suo capo vedendolo stranamente eccitato e in disordine.

“ Ho trovato la pozione che inibisce il virus della licantropia. Funziona”

L’uomo sobbalzò, “fammi vedere tutto”.

Funzionava così bene che dopo qualche aggiustamento decisero di testarla su conigli mannari e poi quando andò tutto bene su 80 scimmie di età diverse. Scoprirono così che quella pozione non funzionava sui cuccioli, che era innocua per le femmine gravide e che non dava vita a fenomeni di assuefazione. L’efficacia restava costante nel tempo. Dopo un anno di test continuati sulle scimmie, registrarono la formula finale e ottennero il permesso di provarla sugli uomini.

Piton era elettrizzato quando dovette scrivere la notizia a Lupin, gli tremavano le mani, “abbiamo una pozione che permette alle scimmie-mannaro di restare se stesse durante la luna piena. Abbiamo avuto il permesso di provarla sugli esseri umani”, e poi in tono scherzoso,” Vuoi venire a bere la tua prima pozione antilupo?”

Lo raggiunsero tutti: Lilly, James,Harry, Sirius, Remus e i suoi genitori. Tutti in trepidante attesa e carichi di speranza.

Il suo capo fece firmare a Lupin le carte di assunzione di responsabilità e poi gli diede il primo beverone. Remus lo bevve d’un sorso e alzò il bicchiere vuoto in alto, “ al futuro dei lupi mannari”.

Arrivò il momento in cui tutti i lupi furono messi in stanze isolate chiuse da un lato da ampie vetrate da cui si vedevano le montagne vicine, le stelle e la luna.

Piton era nervoso: temeva di aver dato una falsa speranza al suo amico e che si presentasse qualche imprevisto che facesse stare male Lupin. Sudava e camminava avanti e indietro in preda all’ansia. Tremava tutto. James gli poggiò una mano sulla spalla per confortarlo. Lui sorrise teso.

Harry gli strinse il braccio, “sono sicuro che hai fatto tutto bene”

“Grazie per la fiducia”, gli accarezzò i capelli, “le pozioni sono un gioco di squadra sai. Ci abbiamo lavorato tutti per molto tempo”.

“Tu solo 5 anni”, scherzò il suo capo, “io ci ho dedicato la vita”

“Ma nella stanza c’è un mio amico”

“Andrà bene”, disse Harry usando il tono sicuro di chi ha una certezza.

I minuti passavano lentissimi e gli scienziati nella sala scrutavano i monitor nella sala nervosi. C’erano due momenti importanti nella trasformazione dei mannari. Il primo era verso le 20:00 quando in genere tutti i mannari si trasformavano, il secondo era a mezzanotte quando il virus della licantropia raggiungeva la sua massima potenza. Superato quel momento il virus s’indeboliva progressivamente fino alla normalità.

Aspettavano con ansia e agitazione lo scoccare della mezzanotte per capire se la pozione avrebbe funzionato o no. Si muovevano eccitati e emozionati. In qualunque modo sarebbe andata era un momento storico.

Verso le 22 ci fu il momento più toccante per Piton. Lupin se ne stava nella sua stanza rinforzata a leggere un libro in attesa di vedere se la pozione avrebbe funzionato o no. Era tranquillo, molto più di Piton che non riusciva a trattenere l'inquietudine. Ad un certo punto Remus sollevò lo sguardo verso l'orologio incastonato nel muro. Assunse un’aria sorpresa nel rendersi conto di che ora fosse, guardò fuori come per avere conferma dell’orario, vide la luna e poi si guardò la mano, meravigliato per non essersi trasformato. Scoppiò in lacrime nel rendersi conto che la pozione aveva funzionato e che da quel momento la maledizione che lo aveva oppresso da quando era piccolo sarebbe stata meno gravosa. Presente sì, come una malattia cronica ma sotto controllo. Non avrebbe mai più perso se stesso, sarebbe stato sempre lucido e cosciente delle sue azioni e non sarebbe mai più avuto un doppio che faceva di testa sua seguendo l’istinto. Quella posizione era lo strumento per riprendere il controllo della sua vita anche nei momenti in cui era un mannaro. Il sollievo fu tanto forte da riempirlo di gioia, pianse dalla felicità.

Quando Piton lo vide si sentì ripagato di tutti gli sforzi fatti: fu il grazie migliore che potesse ricevere. Ne fu felice e desiderò con tutto se stesso che andasse tutto bene.

10 minuti prima di mezzanotte crebbe l’agitazione e il team di ricerca si avvicinò per farsi forza a vicenda e condividere quel momento epocale.

Ognuno di loro allargò le braccia e strinse gli altri in un semicerchio fatto di incroci di braccia e tanta aspettativa e voglia di farcela.

Quando mancavano 30 secondi a mezzanotte iniziarono a fare il conto alla rovescia. Quando arrivò lo zero senza che nessuno si fu trasformato ci fu l’esplosione di gioia e iniziarono i festeggiamenti. Si scambiarono pacche sulle spalle e cinque. Erano tutti travolti dalla felicità ma quello che fece più chiasso fu il loro capo che guardò la moglie restata umana durante la luna piena e scoppiò piangere: quello era il coronamento di 10 anni di sforzi. Non riusciva a smettere.

“Se è successa una cosa bella perché piange?”, chiese il piccolo Harry perplesso.

“A volte i sentimenti si mescolano e confondono. Si prova troppo tutto insieme e si piange”, spiegò Lilly con dolcezza.

Il capo premette il bottone per parlare con le persone nella stanze, “buonanotte a tutti e complimenti per aver superato la vostra prima mezzanotte di luna piena senza trasformarvi. Su 80 persone qui presenti siete rimasti tutti umani e questo significa che la pozione funziona. Ci sarà una lunga strada per diffonderla e testarla ma oggi si festeggia. A breve vi faremo avere una fetta di crostata e un succo di frutta. Gli alcolici purtroppo sono banditi fino a domani. Per il paziente numero 8 : il tuo cagnolone animagus è impaziente di vederti e chiederti qualcosa. Dopo il prelievo di sangue e la verifica della carica virale del tuo sangue potrai vederlo. Ti prego di rispondere col cuore e di non farti prendere dal panico perché oggi è un giorno di festa e non ho voglia di vedere un mago che morde un mannaro. Sono convinto che se lo facesse adesso non ti potrebbe contagiare ma è meglio non rischiare”, sorrise tra se, “mogliettina cara il nostro progetto ha funzionato. Ti amo e grazie per questa splendida esperienza, tutto questo non sarebbe successo senza di te”, chiuse la comunicazione con la voce rotta dal pianto.

A quel punto usarono degli insettini magici per prendere il sangue di ogni paziente. Poi Sirius andò da Lupin con una fetta di torta e due forchettine.

“Sirius”, disse lui saltando in piedi e allargando la mano a mostrargli che non si era trasformato, “non riesco ancora a crederci”

Sirius posò il piatto di torta sul letto e gli prese la mano guidandolo in un dolce ballo al chiaro di luna, “ti amo”, gli sussurrò all’orecchio.

“Anch’io. Tantissimo”, rispose Lupin accalorato.

“Allora sposami”, disse Sirius guardandolo negli occhi e tirando fuori un cofanetto con un anello dalla tasca.

Lupin si illuminò di gioia, “ci sto”, disse solo baciandolo.

Piton li guardò coccolarsi e si sentì soddisfatto. Sarebbe andato tutto bene, ne era certo. Sirius e Remus si sarebbero sposati e Harry sarebbe cresciuto con i suoi genitori in un mondo senza Horcrux, senza Voldemort e in una scuola senza mostri all’interno. I lupi avrebbero avuto la loro pozione e questo avrebbe reso più sicura la società perché ci sarebbero stati meno licantropi in giro a sbranare la gente. E Harry avrebbe avuto tutto l’amore e il sostegno dei suoi genitori che non lo avrebbero mai abbandonato in collegio. Harry avrebbe frequentato Hogwarts come una qualsiasi altra scuola, ci sarebbe andato al mattino, ci avrebbe pranzato e poi sarebbe tornato a casa per stare con la sua famiglia e rapportarsi con loro. Non si sarebbe mai sentito solo perché Remus, Sirius, Severus sarebbero stati lì per lui. Non avrebbe mai subito i traumi che Severus, Sirius, James e Remus avevano passato e che avrebbe vissuto anche lui se i suoi genitori fossero morti ma erano vivi e adesso lui avrebbe avuto un infanzia felice e normale. Già adesso era un bambino sereno e fiducioso, sicuro di se’. Sarebbe cresciuto come una persona sicura e disponibile. Qualcuno che valeva la pena conoscere.

Piton si sentiva soddisfatto, passò un braccio attorno alla schiena di James, “grazie di avermi capito”.

James si girò sorpreso, “grazie a te per avermi ascoltato”

Si riferivano a quando si erano conosciuti.

Si abbracciarono. Piton pensò che era bello avere amici così e che forse quella era davvero la versione migliore di se stesso. Sorrise. Felice.

 

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