Ebony & Ivory - Die Blutgierige und der Werwolf

di Rosalie Hale e Bella Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Un pomeriggio come gli altri ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Primo incontro ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Caccia (I) ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Caccia (II) ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Spiegazioni ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Confessione ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Presenza ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Il momento della verità ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Verbotene Liebe (Liebestoll) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Un gesto estremo ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Due biglietti per Parigi (I) ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Due biglietti per Parigi (II) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Addio ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Fuga ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Complementary opposites (Ebony & Ivory) ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Minaccia ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Where are you? ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Lotta ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Time to go ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ebony & Ivory

Die Blutgierige und der Werwolf

La seguente storia è di proprietà esclusiva dell'autrice e non può essere pubblicata su altri siti senza il suo esplicito consenso scritto.
DISCLAIMER: I gemelli Kaulitz non sono di mia proprietà e la seguente fan fiction non è scritta a scopo di lucro.

Prologo

Amore.
Forse nessuna delle due si era mai resa conto di quanto potesse essere grande un sentimento come questo, capace di essere tante cose insieme.
Forte come una tempesta, violento come un uragano, distruttivo. E al tempo stesso dolce come zucchero, come un sogno, come una favola.
È la ragione migliore del mondo per fare pazzie. Pazzie di ogni tipo: fare figuracce, rischiare la vita... e perfino infrangere regole che vengono rigidamente rispettate da più di mille anni.

***

Ecco qua, anche questa è fatta. Spero che questa versione del prologo vi piaccia di più. ^___^ Ci ho messo 30 anni per trovare qualcosa che fosse quantomeno presentabile. Chiedo umilmente la vostra indulgenza. *si prostra* Vi ringrazio per tutto il sostegno e l'affetto che mi avete mostrato finora. Mi sento onorata ogni volta che vedo le visite salire anche solo di un punto e mi sciolgo letteralmente leggendo le vostre recensioni. Spero continuerete a farmi sentire così felice e fortunata. =) Vi abbraccio forte.

Rosalie 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Un pomeriggio come gli altri ***


Capitolo 1

Un pomeriggio come gli altri


Tutto ebbe inizio il pomeriggio del 28 agosto.
Eve Taylor uscì per le assolate vie di un quartiere di San Diego. La città ribolliva sotto il caldo sole estivo.
La bionda prese la macchina, una vecchia Ford Capri rossa del 1978, e sfrecciò decisa fuori dal piccolo giardino che circondava casa sua, imboccando una strada larghissima. Arrivò a destinazione in meno di un quarto d'ora, visto che per strada non c'era nessuno. Il suo quartiere, per lo meno, era completamente vuoto. Parcheggiò in uno dei tanti posti liberi e mosse pochi passi verso un'enorme saracinesca. Prese un mazzo di chiavi da una tasca dei jeans e aprì il lucchetto. Sollevò la saracinesca e diede inizio a un'altra giornata al negozio di musica di Nigel Moore, un uomo sulla trentina per il quale lavorava part time da anni. Nigel, come ogni estate, era partito per Tucson, in Arizona, per andare a trovare i suoi parenti insieme a sua moglie e alla sua bambina.
Uscire con quel caldo era una follia, ma per una come Eve era addirittura pericoloso. I raggi del sole bruciavano la sua pelle insolitamente bianca come la neve. Ciò faceva sì che ogni volta le venissero poste le solite domande sulle sue origini, che giustificava sempre con la scusa di una parente dell'Est europeo. La gente, puntualmente, ci cascava e non osava chiedere altro o perché si accontentava della sua risposta o perché il suo atteggiamento un po' timido e schivo non dava modo di iniziare una vera e propria conversazione. Ma quando era a contatto col pubblico, Eve cercava per quanto le era possibile di mantenere il controllo e di apparire quanto più rilassata potesse. Era difficile per una come lei parlare con scioltezza e sorridere a tutti fingendo di essere la tranquillità personificata. E non solo perché si vergognava del solo fatto di esistere, ma perché era terribile dover combattere contro la sua natura, contro quell'istinto irrefrenabile, per il quale sentiva scorrere l'adrenalina nelle vene. Quell'istinto irrefrenabile che le faceva desiderare ardentemente di bere il loro sangue.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Primo incontro ***


Capitolo 2

Primo incontro


Col passare del tempo, Eve si era abituata a combattere contro se stessa. In fondo il sangue umano era sempre meno desiderabile per lei. Non riusciva a trovare un odore che la soddisfacesse pienamente, e così aveva ripiegato sul sangue degli animali. Era crudele nutrirsi del sangue di un altro essere vivente, ma era l'unico modo che aveva per sopravvivere.
Aveva imparato a confondersi tra la gente comune, a proteggersi dal sole e dai suoi raggi brucianti, ad andare a caccia solo di notte, con la complicità del buio, nei boschi.
Quel pomeriggio, quindi, sarebbe stato esattamente come gli altri: caldo e maledettamente noioso. Passò un paio d'ore a contemplare il monitor del vecchio pc che custodiva l'inventario del negozio. Improvvisamente il telefono squillò.
“Pronto? Moore music & other. Desidera?”
“Ehilà bionda!”
“Capo! Com'è Tucson?” chiese, entusiasta.
“Oh, beh, sempre uguale. Fa caldo, ma per fortuna c'è la fidata piscina di mio cugino.”
“Beati voi, almeno vi rinfrescate un po'. E invece Nathalie come sta?”
“Sta bene, tranquilla. Sta giocando con i cuginetti e mi ha detto di salutarti.”
“Che carina!”
“Già. Ma dimmi, come va lì al negozio?”
“Come al solito.” rispose senza manifestare particolare entusiasmo.
“Dai, guarda che tengo aperto più per te che per me. Così aumenti il gruzzolo per il college, almeno un pochino...”
“Si lo so. Grazie.”
“Dai, su col morale. Qualcuno arriverà.”
“Speriamo, almeno non mi sentirò più così inutile e insignificante.”
In quel momento la porta si aprì improvvisamente e un bellissimo ragazzo entrò nel negozio. Eve alzò lo sguardo e incrociò quello nocciola di lui, che le sorrise gentilmente, lasciandola completamente senza fiato.
“Eve? Ehi, Eve, ci sei ancora?” disse Nigel alzando leggermente la voce.
Lei si destò improvvisamente da quel lieve torpore: “N-Nigel, scusa, ti richiamo dopo.”
E, detto questo, attaccò.
Iniziare un discorso era per lei impossibile. Quando l'odore del sangue di lui la investì, rimase paralizzata, incapace di dire una parola.
Lui accennò un sorriso, mostrando la sua dentatura, bianca come la sua pelle.
“Beh? Non mi chiedi cosa mi occorre?”
“Eh? Ah, si, scusa! Ehm... In cosa posso esserti utile?”
“Non lo so.” rispose, passandosi una mano tra i lunghi e setosi capelli neri.
“Come? Entri in un negozio e non sai cosa vuoi?”
“Oh beh veramente ho sentito il...bisogno di venire qui...” mentì. La verità è che aveva sentito il suo odore, l'odore della sua carne. Da tempo aveva perso l'appetito per la carne umana, ma lei, quella ragazza, era stata capace di ridestarlo. Avrebbe potuto soddisfare tranquillamente questa sua voglia, non l'avrebbe mai saputo nessuno, a parte loro due.
“Cos'è? Hai un qualche spirito guida?” chiese la bionda, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Si, una mezza specie...”
“Beh, vediamo se ti aiuta a trovare quello che vuoi. Vieni, ti accompagno.”
Eve lasciò la cassa incustodita e lo portò verso una fila di espositori. Lui la seguì, ancora inebriato dal suo profumo.
Ora lei era di spalle, era il momento...
“Dimmi, che genere ti piace?” chiese all'improvviso.
“Che... genere?” ripeté lui.
“Si. Classica, new age, pop... hai presente?”
“Ah si, scusa ero un po' distratto. Beh, a me piace un po' di tutto, però preferisco qualcosa che faccia molto rumore.”
“Ah, credo di aver capito.” disse, conducendolo verso un'altro reparto. Avrebbe voluto mordere quel suo collo bianco come la porcellana. E avrebbe potuto farlo, se solo avesse voluto. Ma obbligò se stessa a rinunciare al suo proposito, appellandosi al suo senso di responsabilità. Così rovistò tra gli scaffali e gli porse un cd.
“Questo album mi piace da matti. È un po' vecchio forse, ma molto ben fatto. Ti faccio sentire qualcosa, così ti fai una mezza idea.”
Il ragazzo la osservò, incantato, mentre infilava il cd in uno stereo. La musica iniziò a diffondersi per la stanza e lui capì che per qualche assurdo motivo stare con lei era ciò
che desiderava di più al mondo, anche più della voglia di morderla.
“Che ne pensi?”
“E'...forte.”
“Bene, sono felice che ti piaccia.”
“Quanto costa?”
“Aspetta che guardo...”
In quello stesso istante fece irruzione nel negozio un uomo barcollante che aveva in mano un coltello.
“Ehi bellezza! Dammi quello che hai! Mi servono soldi!”
“Scusi, ma adesso la signorina sta servendo me. Se ha bisogno di un prestito vada in banca.”
“Fai silenzio, ragazzino! Non ti ho chiesto niente.”
“Sono io che le chiedo di andarsene.”
“Fermati, potrebbe ammazzarti.” sussurrò Eve, trattenendolo per un braccio.
“Ho un coltello in mano, perciò se fossi in te terrei a freno la lingua, bamboccio.”
“Evidentemente non mi sono spiegato. E va bene, mi toccherà passare alle maniere forti...” disse, pacato, avvicinandosi al rapinatore.
“Fermo! Cosa stai facendo?” urlò Eve.
Gli occhi di lui divennero rosso sangue e incorciarono quelli verdi e spaventati dell'uomo davanti a sé.
“VATTENE!” gridò, emettendo un suono gutturale, simile a un ringhio.
L'uomo fece cadere in terra il coltello e fuggì, impaurito. Il ragazzo rimase fermo dov'era, respirando affannosamente. Eve si avvicinò a lui.
“Dovevo pensarci io! Avrei potuto farlo fuori! Io avrei potuto...!”
Le parole le morirono sulle labbra quando i suoi occhi cerulei incontrarono quelli rossi dell'essere che aveva di fronte. Un essere che evidentemente doveva essere tutt'altro che umano.
“Accidenti! Ma tu sei un lupo!”
“Ti prego di non farne parola con nessuno.”
“Come diavolo fai ad essere un lupo? Hai la pelle così...”
“Bianca?”
“Si.”
“Sono un lupo bianco. Faccio parte di un clan. Ti pregherei di non far sapere a nessuno neanche di questo.”
“Maledizione! Di tante persone che potevano entrare qua dentro chi mi capita? Un lupo! Mi pare logico! Ma perché capitano tutte a me?”
“Ehi, vacci piano! Ti ricordo che ti ho salvato la vita.”
“Tu non hai fatto nulla che io non potessi fare da sola.”
“Si, certo. Adesso mi verrai a dire che te la saresti cavata alla grande perché sei cintura nera di karate.”
“No. Sono una vampira.”
“Che hai detto?”
“Si, è così. E anch'io ti prego di non rivelare il mio segreto.”
“Beh, in ogni caso potresti anche dirmi grazie.”
“Non so chi devo ringraziare, visto che non mi hai ancora detto il tuo nome.”
“Mi chiamo Bill.”
“Ok, grazie Bill. Bene, adesso puoi andartene.” disse lei, senza entusiasmo.
“E il cd?”
“Guarda te lo pago anche io, basta che tu te ne vada.”
“Ma ora perché fai così la scontrosa? Che ti ho fatto?”
“Non possiamo stare nello stesso luogo! È tanto difficile da capire?”
“Tu sei strana forte! Ti salvo la vita e poi mi chiedi di andarmene!”
“Non possiamo essere amici. Siamo due razze diverse: tu sei un lupo e io una vampira. Quindi scordati incontri futuri o qualunque altra cosa sia stata prodotta dal tuo cervellino di segugio argentato, chiaro?”
“Sbaglio o c'era una lieve vena di sarcasmo nelle tue parole, piccola divoratrice di sangue a tradimento?”
“Complimenti, Sherlock. Adesso per favore torna da dove sei venuto.”
“D'accordo, va bene. Ma scommetto quello che vuoi che sentirai la mia mancanza.”
“Non esserne tanto sicuro. E ora smamma, forza!”
“Alla prossima, anonima bevitrice di sangue.”
“Ehi! Io mi chiamo Eve!!!” urlò lei.
“Bel nome.” commentò lui, lasicandole dei soldi sul banco e uscendo in tutta fretta.
Eve rimase nel negozio, sola e ancora sconvolta per la verità che aveva appena scoperto.
Bill... Quel nome le ronzava nella testa e non smetteva di tormentarla. Rimase per circa un'ora in contemplazione del vuoto, finché non squillò il telefono.
“Pronto, Moore music & other. Desidera?”
“Eve, per la miseria, perché non ti sei fatta più sentire? Ero in pensiero!”
“Scusami Nigel. Non so dove ho la testa.”
“Come mai prima hai attaccato? È successo qualcosa?”
“Più o meno. Avevo un cliente.” minimizzò.
“E me lo dici con quel tono? Questo è un evento sensazionale!”
“Si lo so...”
“Ehi, Eve, tutto bene?”
“Si, perché?”
“Mi sembri strana. Sicura che non sia successo nulla?”
“Si, davvero, stai tranquillo.”
“Beh, allora torno dai bambini. Gli ho promesso che avrei giocato con loro. Ci sentiamo domani.”
“D'accordo. A domani.”
Dopo aver attaccato con Nigel, Eve tornò ad attendere in totale ozio l'arrivo dell'ora di chiusura.
Eve tornò a casa intorno alle sette. Sua sorella Lilac stava guardando la tv.
“Ehi Lil! Sono a casa!”
“Ah, finalmente! Non mi affascinano molto i passatempi dei mortali, sai? Non capisco come facciano a stare impalati davanti a una scatola che trasmette immagini. Proprio non lo concepisco.” asserì, seccata, la ragazza dai lunghi capelli violacei.
“Sono umani, cerca di capire. Piuttosto, cos'hai combinato mentre non c'ero?”
“Mah, niente di che. È solo passato Edmund per avvertirmi di stasera. Solito posto, solita ora.”
“Perfetto.Allora sto un po' qui con te e poi ci prepariamo.”

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Caccia (I) ***


Prima di proporvi questo nuovo capitolo, intendo fare alcuni ringraziamenti.
Innanzitutto grazie alla mia Gemel (a.k.a. Bella Swan) e a Ste, che attendono con impazienza i miei capitoli e li apprezzano anche se fanno pena(siete due masochiste, lo sapete? xD). Poi un altro ringraziamento va sempre alla Gemel, perché mi ha convinto a pubblicare questa storia, nata un giorno, dopo aver letto una storia di Bill vampiro (altra idea che mi ronzava nella testa da un bel po' di tempo).
E, ultima ma non meno importante, Midnight of Phantom: grazie per il gentilissimo commento (e ancora complimenti per la tua ficcy ^^).
Ah! Dimenticavo! Grazie anche a tutti i visitatori che hanno dato anche solo un'occhiata, ma anche a tutti coloro che, pur non avendo commentato, continuano a seguirmi.
Grazie di cuore a tutti voi. 
Ora una piccola confessione che mi sento in dovere di fare: i luoghi citati sono realmente esistenti, benchè io ci abbia lavorato un po' di fantasia in alcuni punti. Il merito, comunque, va a Google Maps. Ergo: non sono un genio della geografia. XD
Bene, credo di aver detto tutto, perciò evaporo (o, come dice la mia prof di scienze "mi eclisso" xD) e vi auguro buona lettura.

Con tanto affetto e gratitudine, la vostra Rosalie Hale

Capitolo 3

Caccia (I)



Poche ore dopo

Il buio avvolgeva, insieme al caldo, la città di San Diego. Eve e Lilac sfrecciarono lungo la 5th Avenue, in direzione di North Harbor Drive, verso la baia di San Diego. Era un bel tragitto, ma lo percorsero abbastanza in fretta, superando di molto i limiti di velocità. Si fermarono a McCain Road, dove c'era un ampio parcheggio. Lasciarono lì la vettura e si diressero a piedi verso la spiaggia sulla via del porto. La sabbia bianchissima splendeva alla luce della luna piena e le onde si infrangevano dolcemente sul bagnasciuga.
Raggiunsero la fine della spiaggia, dove si trovava un breve tratto di scogli. Lì c'era una piccola insenatura e fra le rocce spuntava un castello, abbandonato da chissà quanto tempo.
Da anni era divenuto l'insediamento notturno del clan di vampiri di cui le due sorelle facevano parte. Di giorno, ciascuno aveva un proprio appartamento in città, mentre di notte tutti si riunivano per la caccia. Si cibavano del sangue di alcuni animali delle riserve vicine.
Eve e Lilac erano cresciute a San Diego, ma i loro genitori, morti poco dopo la loro nascita in uno scontro con dei lupi, venivano dalla Romania, così come la maggior parte dei vampiri del loro gruppo. Il clan aveva sofferto molto per la loro perdita, visto che erano due validi combattenti. Da quel giorno Eve e Lilac si affidarono al loro capo clan. Aaron, un vampiro dall'aspetto severo, era diventato una specie di padre per loro e le aveva cresciute. Dopo l'attacco dei lupi, il piccolo gruppo di vampiri (erano circa una ventina) si era trasferito il più lontano possibile da loro.
Dopo diverse ricerche, trovarono finalmente un posto dove stare. Così durante il giorno vivevano come persone normali, mentre di notte si riunivano per la caccia nel grande castello in pietra.
C 'era spazio sufficiente per tutti loro. Otto dei dieci salotti venivano utilizzati come stanze in casi di emergenza. Inoltre, c'era una piccola casa per gli ospiti che serviva come arsenale. Il tutto veniva abilmente nascosto durante il giorno, per impedire agli uomini di scoprire il loro segreto.
Anche quella notte le due sorelle avrebbero partecipato alla caccia. Loro, come il resto dei loro compagni, avevano resistito alla sete per tutto il giorno e avevano atteso con ansia l'arrivo della sera per poter soddisfare il loro appetito.
Entrarono nell'ampio salone, da cui si accedeva direttamente dal portone. Le accolse il loro migliore amico, Edmund, un bellissimo ragazzo moro con gli occhi di smeraldo.
“Eve, Lilac! Venite pure, c'è già qualcuno di là. Accomodatevi.”
Al centro della sala le attendeva Aaron, seduto su una grande poltrona in velluto rosso. A differenza di un qualunque essere vivente, che non avebbe potuto resistere a quel calore, Aaron si sentiva completamente a suo agio, visto che la sua temperatura corporea era a tutti gli effetti quella di un cadavere uscito da un obitorio.
“Figliole! Attendevo il vostro arrivo con trepidazione. Come è andata la giornata?”
“Tutto come al solito, Aaron. E tu?” chiese Lilac.
“Ho letto qualche libro.”
“Ma leggi sempre tu?”
“Non si finisce mai di imparare, piccola mia. Il sapere è la chiave della nostra esistenza. Siamo fortunati ad avere tanto tempo a disposizione e dobbiamo sfruttarlo nel modo migliore. Solo così affermeremo la nostra superiorità rispetto al nemico, qualunque esso sia.” rispose il vampiro passando la sua mano fredda tra i capelli viola della ragazza.
“Mio signore, sono arrivati anche Gabriel e Irina.” disse Edmund, facendo accomodare la coppia, seguita da due splendidi gemelli di circa quattro anni, che iniziarono a correre per la stanza.
“Dan! Judi! Tornate subito qui e salutate il maestro!” li riprese la giovane donna. Nei suoi occhi verdi si accese una scintilla e con agilità raggiunse i suoi pargoletti, afferrandoli per le braccia e portandoli al cospetto di Aaron.
“Signore, perdonatemi. Non intendevano mancarvi di rispetto.” disse, inchinandosi.
“Suvvia, Irina. Sono bambini. Lascia che giochino. Tu e Gabriel sedetevi pure e parlate con noi mentre aspettiamo gli altri.”
Il resto del gruppo arrivò poco dopo. Quando tutti furono pronti, Aaron diede l'ordine di lasciare il castello. I vampiri si sparpagliarono e corsero talmente veloci che era praticamente impossibile vederli. Raggiunsero entro breve la riserva di Spanish Landing Park e iniziarono ad arrampicarsi sugli alberi, disponendo alcune esche. Il loro profumo era così forte che nessun animale poté rimanere nella sua tana a dormire.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Caccia (II) ***


Stavolta sarò breve. ^^ Un solo, piccolo, ma sentito ringraziamento va a eleyu. Grazie mille del commento! Ricorda che anche io ti voglio tanto bene. =)
E, come sempre, grazie a chiunque a letto ma non ha recensito. Le visite sono state poche nell'ultimo capitolo, e devo ammettere che la cosa mi ha buttata un po' giù (al punto che pensavo di togliere la fan fiction - con grande disappunto della mia Gemel), ma ho deciso di fare un altro tentativo. Spero di non deludervi con questo nuovo capitolo.
Vi ringrazio infinitamente per le visite e soprattutto per la pazienza.

La vostra Rosalie

Capitolo 4

Caccia (II)


“Si dia inizio alla caccia.” dichiarò il capo clan, soddisfatto. Rimase sul suo albero, nell'attesa che gli venisse offerta da uno dei suoi seguaci la preda più succulenta. Era questa la regola.
I vampiri si gettarono dagli alberi, lanciandosi sulle prede, che iniziarono a scappare qua e là per la riserva. Tutti avevano già captato l'odore dell'animale più gustoso e rincorsero solo lui, al fine di ottenere il favore di Aaron.
Lilac scattò più veloce di tutti verso il giovane cervo. La vittoria doveva essere sua. Sua sorella la seguiva insieme al resto del gruppo. L'animale cambiò direzione, intrufolandosi in un sentiero strettissimo che conduceva a una radura, poi si fermò improvvisamente, guardandosi intorno, spaventato. Non aveva scampo, lo sapeva, e la paura rese più intenso il suo odore e quello del suo sangue.
La vampira lo sentì diffondersi nell'aria: allertò i sensi e si preparò a immobilizzarlo. I suoi canini spuntarono, i suoi occhi neri si spalancarono e iniziarono ad assumere il colore del ghiaccio. Inizialmente si avvicinò cauta, poi i suoi muscoli si tesero, pronti per permetterle di gettarsi sulla preda. Ma si fermò quando davanti a lei si precipitò un bellissimo ragazzo. Lilac rimase senza fiato: il misterioso ragazzo aveva un fisico scultoreo. Indossava solo un paio di jeans larghi e sul suo petto muscolosoricadevano dei lunghi dread biondi. Rimase a quattro zampe per un istante, scrutandola con i suoi occhi color del sangue. Dopo aver emesso un ringhio, si alzò. Lilac rabbrividì.
“Un lupo...” mormorò, impaurita.
“Tom, che hai sentito?” disse un ragazzo moro giunto dietro di lui.
Rimase anch'egli immobile di fronte alla ragazza, che respirava affannosamente.
“Lilac! Lilac!” gridò Eve, raggiungendo, trafelata, la sorella.
Eve rimase a bocca aperta vedendo chi c'era davanti a lei.
“Ancora tu?!” chiese, esasperata.
“Mai opporsi al destino.”
“Eve, conosci questa gente?” chiese Aaron, che era giunto sul posto pochi istanti dopo, insieme al resto del gruppo.
“Aaron, io...”
“Cos'è questo casino?” proruppe una bellissima giovane donna dai capelli rossi e ondulati, giunta dietro i due ragazzi insieme a un altro gruppo di persone. I suoi occhi scuri squadravano, taglienti, la folla dall'altra parte della piccola radura buia. Capì subito chi aveva di fronte.
“Vampiri... Meraviglioso...” commentò, sarcastica. Un ghigno di disprezzo si dipinse sul suo volto, contraendo leggermente la sua pelle pallida.
“E voi chi sareste?” chiese Aaron. I suoi occhi verdi scrutarono quell'avvenente fanciulla.
“Io sono Hannika, capo supremo del clan dei lupi argentei.”
“Il vostro gruppo, milady, ha invaso il mio territorio. Mio e del mio clan.”
“Non c'erano cartelli che qualificassero questa terra come vostra.”
“Non vi sembrerebbe alquanto avventato e oltremodo sciocco da parte mia mettere un cartello con scritto “proprietà del clan dei vampiri di Aaron, vietato l'accesso”? Suvvia, siate ragionevole. E poi, siamo qui da talmente tanto tempo che non ne abbiamo mai sentito l'esigenza.”
“Quindi, signore, mi state dicendo che siamo vostri graditi ospiti?”
“Finché sarete nel mio territorio si.”
“E come si nutriranno i miei compagni, me lo spiegate? Se volete che rivendichiamo il possesso di questa terra a modo nostro non avete che da dirlo.”
“Combattendo, voi dite? E perché mai, mia cara? Non vorrete rovinare i vostri splendidi abiti e il vostro bel faccino...”
“Sono molto meno fragile di quanto sembro. Attento a te, vecchio topo alato.”
“Oh, vedo che siamo un po' carenti in fatto di buone maniere, eh?”
“Delle buone maniere non me ne faccio granché. Non chiedo per favore alle prede prima di morderle.”
“Milady, anche se il vostro atteggiamento non è dei più educati, ritengo tuttavia opportuno comportarsi in maniera adulta e responsabile. Perciò, cosa ne dite se facciamo un patto?”
“Un... patto?”
“Si. Una specie di divisione dei territori. Questa radura sarà zona neutrale, giacchè siamo al centro della riserva. Quella parte sarà vostra e questa la nostra.” disse, accompagnando le sue parole con gesti delle bracccia. “Siete d'accordo?”
“Un vampiro che mi propone una tregua...”
La donna lupo rifletté attentamente sui pro e i contro che una simile scelta comportava. Da una parte c'era la sua sete di conquista, la sua voglia di dimostrare la sua superiorità a quelle bestie volanti, ma dall'altra c'era la sua gente, stremata per il lungo viaggio compiuto dalla Germania fino a San Diego. L'aereo non era proprio il mezzo di trasporto più adatto per chi, come loro, viaggiava prevalentemente via terra.
“E sia. Ognuno stia nella sua zona. Ma ti avverto, vecchio pipistrello: se trovo qualcuno dei tuoi nella mia parte è finita.”
“Lo stesso vale per voi, milady.” rispose Aaron, pacato come sempre.
Eve lo guardava con una certa ammirazione: era capace di rimanere impassibile anche nelle situazioni peggiori. Si era sempre chiesta come facesse. Forse era nel suo dna. E forse era proprio per questo che guardava a lui come a un padre, il padre che non aveva mai avuto, il padre che i lupi le avevano tolto.
“Bene, allora che ognuno vada per la sua strada.” disse Hannika.
Bill si avvicinò a Eve.
“Non avrebbero dovuto dirmi una cosa simile. Adesso avrò un motivo in più per venire da te...”
“Ma che stai dicendo?”
“C'è qualcosa che mi spinge ad essere ovunque tu sia. E a questa oscura forza adesso si aggiunge anche la tentazione di violare la rigida divisione tra i nostri gruppi... Perciò, penso proprio che potrei venire a farti visita molto presto...”
“Scordatelo!” disse tra i denti.
“Non vuoi? Che peccato. Ti farai molto male, sai?”
“Non credo proprio.”
“Fidati. Ti mancherò.”
“Eve! Andiamo!” disse Aaron, con tono dolce ma deciso.
“Si, arrivo.” rispose lei, avviandosi verso il gruppo.
“Lilac, avanti!” aggiunse il capo dei vampiri, rivolto alla giovane dai capelli viola, che era rimasta ancora al centro della radura a fissare il giovane lupo dai dread biondi.
“Tomi, vieni.” disse Bill, rivolto al fratello, che lo seguì camminando a quattro zampe, voltandosi un paio di volte indietro a guardare la fanciulla.
“Lilac! Dai, muoviti!” la chiamò Eve.
“Eccomi.” rispose, correndo agilmente dietro la sorella.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Spiegazioni ***


Questo capitolo è molto breve, ma spero che possa ugualmente incontrare il vostro gusto. Le visite non sono moltissime, e neanche le recensioni a dirla tutta, ma mi sento comunque in dovere di dire grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi. Spero di regalarvi emozioni piacevoli e spero che i commenti aumentino. Sono fondamentali per me. Mi servono per crescere e, se possibile, per migliorare, perciò vi invito ad esprimere le vostre opinioni, sia positive che negative. Ringrazio ancora tutti voi, siete la ragione che mi spinge ancora a pubblicare. =)

Un carissimo saluto dalla vostra Rosalie Hale

Capitolo 5
Spiegazioni


Aaron e il suo gruppo tornarono al castello. Il capo dei vampiri era terribilmente in collera.
“Perché non mi hai detto che erano arrivati dei lupi?”
“Perché non ne sapevo niente! Aaron, credimi, io quel lupo non l'ho mai visto prima di oggi. È venuto in negozio da me senza un motivo preciso. Figurati che ho scoperto che era un lupo solo dopo che mi ha salvata da un rapinatore.”
“Ti ha salvato la vita?! Non dirmi che non sei più capace di difenderti da sola!” disse con la sua voce cavernosa.
“Ma no, Aaron! È che non potevo mostrarmi a lui finché sapevo che era umano, perciò non ho fatto niente. Poi però ha spaventato il rapinatore mostrandogli i suoi occhi rossi e in quel momento ho capito tutto e gli ho svelato la mia identità.”
“D'accordo, ti credo. In ogni caso, tu non stare troppo a contatto con quella marmaglia. Fraternizzare con loro sarebbe un imperdonabile errore.”
“Comprendo, maestro.”
“Bene. Eve, cara, non lasciarti affascinare da quegli esseri. Sono solo dei cagnacci male addestrati. Il nostro nobile sangue non deve mischiarsi al loro, per nessuna ragione. Dillo anche a tua sorella.”
“Riferirò.”
“Bene, e ora tornate pure al vostro alloggio. La nostra battuta di caccia è finita.”
“D'accordo, maestro. Buonanotte.”
“Sereno riposo a te, figlia mia.”
Nel frattempo, in una villa vicino alla riserva, un'arrabbiatissima Hannika aveva riunito intorno a un enorme tavolo tutto il gruppo.
“Miei lupi, l'incontro di stasera è stato una vera sorpresa per me e per la maggior parte di voi. Mi angustia terribilmente dover accettare una tregua con quei topastri volanti, ma l'ho fatto per non mettere a repentaglio le vostre vite. Comprendo la vostra stanchezza. Abbiamo affrontato un viaggio piuttosto stancante.”

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Confessione ***


Vi propongo subito un altro capitolo, visto che il precedente era un po' breve e potrebbe non aver soddisfatto la maggior parte di voi (che, di sicuro, speravano in svolte più decisive all'interno di questa storia). Così, eccomi qui, pronta a postare ancora e a ringraziare di nuovo tutti coloro che mi seguono, in particolare...
- Midnight of Phantom: carissima, non so come dirti quanto mi conforta sapere che continui a leggere questa roba (non so in che altro modo definirla, visto che il modo che ho di scrivere è a me stessa odioso >.<). Ti devo moltissimo, sul serio. Sei troppo, troppo gentile. =)
- la mia insostituibile, onnipresente Gemel (Bella Swan), che adoro con tutta me stessa. E' anche grazie a te e ai tuoi incoraggiamenti che continuo a scrivere e a pubblicare. Se non mi avessi convinto tu qualche sera fa, probabilmente Ebony & Ivory sarebbe stata cancellata in quel mio attimo di sconforto dovuto alle poche visite. Perciò ti dico ancora una volta grazie, con tutto il cuore. x3
Non indugio oltre. Ecco il nuovo chappy... E' tutto vostro. =) Buona lettura.
La vostra (sempre riconoscente) Rosalie Hale


Capitolo 6
Confessione


Il giorno dopo Eve si recò al lavoro, più scocciata del solito, visto che la sera prima aveva discusso con Aaron.
Anche quel pomeriggio il negozio non vide che qualche cliente.
Lei per non annoiarsi ascoltava la musica, rimanendo praticamente immobile davanti al registratore di cassa.
Ti mancherò.”
Quel ricordo la assillava ormai da ore. Sentiva la voce di lui ovunque, lo vedeva ovunque: un vero e proprio tormento.
“Non è che mi manca. È che mi aspettavo che venisse.” pensò tra sé per giustificare le sue continue occhiate fuori dalla finestra e il suo allarmarsi per ogni rumore.
Guardò l'ora: le sette meno un quarto. Ormai era quasi ora di chiudere. Prese il telefono per chiamare Nigel (che non si era ancora fatto sentire). Iniziò a comporre il numero.
“Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi.” rispose una donna dal tono affettato.
Al diavolo!” Gridò Eve, riponendo con violenza il cordless nel caricabatterie. Vide una figura passare davanti alla vetrina. La riconobbe immediatamente e così si precipitò fuori. Era di sicuro lui. Guardò a destra e a sinistra, ma non lo vide da nessuna parte: non poteva essere sparito... se avesse camminato con passo umano. No, non poteva correre un simile rischio solo per sfuggire alla sua vista. E allora la spiegazione di tutto questo qual era? Eve aveva paura di darsi una risposta. Contro la sua volontà, una parola iniziò a ronzarle nella testa e da semplice pensiero divenne un sussurro sulle sue labbra.
“Allucinazioni...” disse sottovoce, con un tono che sapeva di paura allo stato puro. Era il terrore di scoprirsi folle, la paura di impazzire, di confondere sogno e realtà.
Eppure lei era convinta di ciò che aveva visto.
“Maledizione!” 
Ringhiò.
Fece per rientrare nel negozio, quando improvvisamente sentì un tonfo alle sue spalle, insieme a uno spostamento d'aria. Si voltò di scatto e, con sua immensa sorpresa, si ritrovò faccia a faccia con Bill.
“Tu! Vattene!”
“Non penso sia ciò che vuoi, visto che mi hai aspettato per tutto il giorno.”
“Io qui ci lavoro. E poi che fai? Mi spii?”
“Diciamo che ho abbastanza pazienza e tempo libero per piazzarmi qui e guardare quello che fai.”
“Non indorarmi la pillola, cagnetto. Piuttosto, come cavolo hai fatto a sparire e poi a piombarmi alle spalle?”
“Voi vampiri non siete i soli esseri che saltano sui tetti.”
“Agilità. Giusto. Domanda idiota.” rispose, rassegnata. “Beh, penso che tu abbia visto abbastanza, perciò vai pure dai tuoi amichetti barboncini.”
“Io sarei qui per comprare un CD.” rispose, senza scomporsi minimamente.
“E vieni qui, proprio nel mio negozio?”
“Che vuoi farci? Te l'ho detto che la trasgressione rende ancora più piacevoli le mie passeggiate qui intorno.”
“Almeno potevi scegliere un momento più opportuno, visto che sto per chiudere.”
“Perchè? Ti crea qualche problema?”
“Un po'. Vorrei andare a casa quanto prima.”
“Guarda che il cliente ha sempre ragione.”
“Detti da umani...”
“Perché, io e te cosa siamo agli occhi di tutti questi mortali?”
“Ok, hai vinto. Entra. Ma fai presto. Avrei da fare.”
“Signorsì!” disse, scattando sull'attenti e seguendola all'interno del negozio.

Poco dopo...

“Non capisco perché ti ostini a venire qui. Ti ho già detto che non voglio avere niente a che fare con la tua razza.” disse Eve, esasperata, con una mano su un fianco.
“Ah, quindi non ce l'hai con me in particolare.” rispose Bill, che rovistava fra gli scaffali.
“E come potrei? Tu mi hai anche salvato la vita. O meglio, lo avresti fatto se fossi stata umana...”
“Già, perché tu potevi difenderti da sola, giusto?”
“Esatto. Ma è stato comunque un gesto lodevole.”
“Quindi ammetti che la rabbia che mostri verso di me è insensata?”
“In parte.”
“Se non è chiedere troppo, posso sapere cosa ti ha fatto la mia razza?”
“Beh i miei genitori sono morti quando io ero molto piccola. Avevo quattro anni, Lilac due. Eravamo in casa e li aspettavamo. Erano usciti, non ricordo cosa dovessero fare. So solo che non sono più tornati. Al loro posto è arrivato Aaron, che mi ha comunicato la triste verità. È stato lui a crescere me e Lilac nei primi anni di vita. Poi, quando siamo diventate abbastanza grandi, abbiamo iniziato a vivere da sole.”
“Mi...dispiace.”
“Non scusarti. Non sei stato tu. È solo che da quel giorno non mi do pace. Non c'era motivo per uccidere i miei genitori, che erano persone buone e oneste. Per questo voglio scoprire i colpevoli e punirli come si deve, se non sono già morti per mano di qualcun altro. Spero che mi venga concessa questa soddisfazione.”
“Ora capisco perché ti sei comportata così con me.”
“No, non è comprensibile. Sono arrivata ad odiare tutti i lupi solo perché due di loro hanno ucciso i miei genitori. Ho generalizzato, lasciandomi guidare solo dalla mia rabbia. E questo è qualcosa di assolutamente imperdonabile. Tu sei diverso, non sei cattivo.”
“Per fortuna l'hai capito, testa dura.”
“Non ti ho chiesto scusa. Ho solo ammesso di aver sbagliato.”
“Il che é comunque una sorta di segno di resa da parte tua.”
Eve sbuffò e lui cercò invano di trattenere una risata.

***

L'angolo dell'autrice:

Ebbene si, rieccomi. xD Beh, spero di non avervi deluso con questo capitolo. Piccola anticipazione: il prossimo capitolo si chiamerà "Presenza" e riguarderà Lilac, che osserverò molto da vicino, per farvela conoscere un po' meglio (penso che vi diventerà molto simpatica =D). Non dico nient'altro per non rovinarvi la sorpresa. Don't miss it! ;)

Rosalie

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Presenza ***


Capitolo 7
Presenza


Nel frattempo...

Lilac era seduta alla sua scrivania. Scriveva nel suo diario, come faceva ogni giorno ormai da anni. Non aveva nulla di interessante da dire circa gli avvenimenti del giorno (tutto perde ogni attrattiva quando si ha un'eterna e monotona vita davanti, anche se per lei quelli erano solo i primi 18 anni della sua vita), anche perché dalla fine della scuola non aveva più visto nessuno. Così si limitava a scrivere i suoi pensieri, le sue riflessioni e a volte anche qualche poesia di tanto in tanto. Leggeva moltissimo e quindi era solita annotare anche qualche frase che la colpiva particolarmente. Di tutte le invenzioni umane, i libri per lei erano certamente la migliore; erano una delle poche cose che sapevano emozionarla davvero, arricchirla dentro, e le permettevano di evadere e di viaggiare verso luoghi lontani chilometri.
Di tanto in tanto si concedeva qualche uscita con alcune umane conosciute a scuola, ma solo per passare delle giornate diverse.
L'evento della sera precedente, invece, l'avea completamente sconvolta, portando una reale novità nella sua vita.
Eravamo a caccia” scrisse. “C'era la luna piena. Sentii un odore. Non un odore qualunque, ma l'odore, quello che si sente una volta nella vita. L'odore più buono e intenso che il mio olfatto avesse mai percepito. Mi colpì immediatamente e non potei resistere. Pensai che provenisse dal cervo che stavo inseguendo, e così presi a correre più velocemente degli altri. Ma quando giunsi alla radura capii di aver sbagliato. L'odore apparteneva a qualcun altro. Dagli alberi davanti a me vidi uscire l'essere più bello che avessi mai visto: un meraviglioso ragazzo che camminava a quattro zampe. Questo curioso incrocio tra un dio e un animale si mostrò a me in tutta la sua bellezza. I suoi meravigliosi occhi colore del sangue mi fissavano, inquieti. Avrei giurato di percepire che una parte di lui voleva me, non so se per soddisfare la sua fame o qualunque altro appetito. E non posso nascondere che io stessa sembravo mossa da un certo desiderio (dalle cause altrettanto in determinate) nei suoi confronti. Si morse un labbro e vidi brillare quei rubini ancor più distintamente, nel buio della notte. Poi si spensero di colpo. Fu allora che capii di cosa si trattava: era un lupo, non c'erano dubbi. La paura invase il mio animo, facendomi farfugliare parole senza senso in una sorta di delirio. Rividi delle immagini, dei ricordi, gli stessi che da anni opprimevano me e Eve: noi che giochiamo nel salotto con le nostre bambole, davanti al camino, sotto gli occhi di un'amica di famiglia. Sentiamo bussare e così ci alziamo, gridando “Mamma! Papà!”. Ma rimaniamo deluse quando troviamo davanti a noi Aaron, che con espressione cupa ci comunica la triste notizia. Sento il calore delle lacrime, la forza delle nostre grida... Poi, più nulla. Questo io vidi, in quel preciso momento, ad una velocità incalcolabile. L'istante direttamente successivo sentii che avevo voglia di urlare, di piangere: era come vedere un incubo, anche se questo sembrava quasi attrarmi più di quanto fosse lecito.
Fummo raggiunti dai nostri gruppi e poi andammo via, anche se dopo molte chiamate. Ho pensato a lui tutta la notte, senza mai chiudere occhio. So che non lo rivedrò più, data la decisione dei nostri capi, che ci hanno imposto una rigida separazione, ma il mio cuore continua a sperare. Anche se il fatto che lui sia un lupo mi intimorisce, una parte di me sente il disperato, insano bisogno di rivederlo...”

Lilac non terminò la pagina, o almeno non nel modo che desiderava. Sentì, infatti, un rumore, proveniente da fuori. Aprì la finestra e si affacciò.
“Non c'è nessuno... Mah! Sarà stato il vento...”
Apparve davanti ai suoi occhi Tom, che si era arrampicato sulla parete.
“Ah!” gridò la fanciulla, indietreggiando fino a cadere seduta per terra.
Tom entrò dalla finestra, atterrando a quattro zampe.
“Non... non ti avvicinare.”
Tom avanzò di un passo.
“Se ti avvicini mi metto a urlare.”
Lui disobbedì ancora a quell'ordine pronunciato senza troppa convinzione e lei emise un piccolo grido.
“Tutto qui quello che sai fare?”
“Tu... parli?!”
“Non avrai pensato che fossi muto, vero?”
“Avevo un leggero sospetto...”
Leggero sospetto?!” ripetè lui, sfoggiando un sorriso provocante e avvicinandosi pericolosamente a lei.
“S... si.” rispose lei, leggermente in imbarazzo per quella situazione.
“Che c'è? Ti metto a disagio?”
“Giudica tu: entri in camera mia senza salutare e/o chiedere il permesso, mi spaventi a morte e mi ti avvicini in quel modo... Come pensi che possa sentirmi?”
“Intendi... in questo modo?” disse, rifacendo la stessa espressione e accorciando ulteriormente quella già breve distanza.
“Si, quello! Ecco, vedi? Lo fai apposta per mettermi paura! Lo sapevo! Sei proprio come tutti i tuoi compagni! Sei un essere mostruoso, per nulla delicato, insensibile e...”
Lui troncò il discorso di lei, baciandola a fior di labbra e lasciandola letteralmente senza fiato.
Quando si allontanò, lei rimase immobile.
“Perché l'hai fatto?”
“Non lo so. L'ho fatto e basta.”
“Fai così per qualunque cosa?”
“Solo per quelle che mi interessano sul serio.”
E' per questo che sei venuto fin qui?”
“Credo di si.”
“E come hai fatto a sapere dove abito?”
“Ti ho seguita.”
“Non sei tornato al tuo branco?”
“Ma no! Che hai capito? Ho seguito la scia del tuo profumo. Sono tornato nella riserva e da lì ho seguito la tua traccia. Visto che la città è praticamente deserta, non è stato difficile seguire la pista.”
Il campanello suonò.
“Non muoverti. Torno subito.” disse Lilac.
Scese al piano inferiore e aprì la porta. Era sua sorella, che aveva dimenticato le chiavi.
Dopo averla salutata, tornò di sopra, nella sua stanza e vide Tom che stava scavalcando la finestra.
“Ehi dove vai adesso?”
“Mio fratello mi ha chiamato.”
“Telepatia?”
“No, il cellulare.”
“Usate il cellulare?”
“Certi mezzi umani sono piuttosto utili.” si giustificò lui.
“Ora devo andare” aggiuse. “Mi stanno aspettando.”
“Aspetta! Dimmi che ti rivedrò ancora!”
Lui la guardò con aria piuttosto sorpresa e lei si rese conto di aver parlato troppo.
“Ho...così tante domande da farti...” disse.
“Tranquilla, tornerò.” la rassicurò, sorridendole dolcemente. “Ora vado davvero. A presto.” aggiunse, baciandola sulla guancia e balzando agilmente dalla finestra.
Lilac si sedette sul suo letto, ancora incredula per l'accaduto, sospirando.

***

L'angolo dell'autrice

Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che stanno seguendo questa storia, in particolare _Angel_Of_Lust_, che ha messo la mia storia tra le sue preferite. Sono molto contenta di ciò, visto che è davvero bravissima (mi raccomando, se avete tempo leggete le sue opere, ne vale davvero la pena).

Detto ciò, vi invito nuovamente a rendermi partecipe delle vostre opinioni (perciò, recensite se potete e se volete), perché ne ho davvero un bisogno disperato per migliorare (e ce n'è di lavoro da fare mi sa xD), e vi saluto con tanto tanto affetto.
Baci dalla vostra Rosalie


PS: Il prossimo capitolo si chiamerà "Il momento della verità" e chiarira moooolte cose... Ihihih

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Il momento della verità ***


Ebbene si, rieccomi qui, pronta a rompere con un altro capitolo... xD Ma bando alle ciance, vi lascio alla lettura, mi esprimerò meglio alla fine... ^_^

Capitolo 8
Il momento della verità


30 agosto, pomeriggio.

La sera precedente Lilac era uscita a caccia insieme al gruppo. Non si vide l'ombra di un lupo in tutta la riserva.
Il patto, almeno per quella sera, era stato diligentemente rispettato. La cosa rendeva Aaron soddisfatto, ma intristiva non poco Lilac, che sperava di ottenere le risposte che voleva.
Si mise a scrivere sul suo diario, in quel pomeriggio di fine estate, ascoltando un po' di musica. Era il suo modo di rilassarsi e di riacquistare le energie (e il dispiacere gliene aveva tolte abbastanza).
Un rumore proveniente dall'esterno la rincuorò. Si affacciò immediatamente, carica di nuova speranza, ma rimase ancora una volta delusa. Sospirando, tornò alla sua cara scrivania e si lasciò prendere nuovamente dalla scrittura, allontanandosi con la mente dal mondo reale.
“E io che vengo ancora a farti visita!” disse una voce maschile.
Lei si spaventò a morte e lasciò cadere in terra la penna con la quale stava scrivendo.
“Ti pare questo il modo di entrare? Non puoi usare la porta come tutti?”
“Sarebbe un po' rischioso, non ti pare? Se qualcuno dei miei compagni capitasse da queste parti e mi vedesse potrebbe tranquillamente andare a spifferare tutto ad Hannika.”
“Chi è?”
“Il nostro capo. Ma come? Non l'hai sentita l'altra sera nella radura? Eppure ha una voce piuttosto squillante.”
“Veramente non capivo granché in quel momento.” si lasciò sfuggire.
“Per colpa mia?” disse con voce suadente.
“Si, ma non montarti la testa. Ero spaventata...”
“... dalla mia infinita bellezza presumo.”
“Ti sbagli.”
“Io dico di no.”
“I miei sono stati uccisi da un gruppo di lupi quando ero piccola. Come pensi che potessi sentirmi trovandomene uno davanti?”
“Scusa, non lo sapevo.”
“Non mi serve la tua pietà.”
“Che fai adesso? Mi maltratti dopo che sono venuto a trovarti? E menomale che l'altra volta me l'avevi chiesto con tanto trasporto...”
“No, hai ragione. Ma non credere che io ti voglia qui per chissà quale motivo. Mi servi.”
“A tua disposizione, quali che siano le tue intenzioni.”
“Bene. Voglio sapere perché mi segui e voglio sapere qualcosa in più su di te.”
“Come mai tanto interesse per il sottoscritto?”
“Meglio conoscere bene il mio nemico. E giacché posso sfruttare la tua presenza preferisco farlo per bene.”
“E così sarei il tuo nemico? Ma che cosa triste da dire! Proprio non ti va giù l'idea che io voglia fare amicizia con te?”
“Perché lo vuoi per forza? Non dovremmo avere certi contatti.”
“Ti spiegherò tutto, ma per farlo devo essere brutalmente sincero.”
É ciò che voglio.”
Bene. Per prima cosa sono stato attratto dal tuo odore. Ho pensato subito che la tua carne dovesse essere molto buona.”
Lilac deglutì.

Ti ho spaventata?”
N-No, continua pure.”
Beh poi quando ti ho visto ho pensato che avevi l'aria simpatica. Per questo insisto tanto.”
Io non so quali siano le tue abitudini, ma di norma non bacio sulla bocca le persone con cui voglio fare amicizia.”
Silenzio.
Tom non sapeva come controbattere e Lilac aspettava, impaziente, la sua risposta.

Tom, cosa vuoi da me?” trovò il coraggio di chiedergli.
Conoscerti meglio.”
Risposta vaga. Ma per ora direi che mi posso anche accontentare.”
Fantastico. Ci vuole un brindisi.”
Perché? Bevi?”
Bevo e mangio. Come fanno tutti gli umani. Anche i lupi devono sapersi mimetizzare tra la gente comune. Non so se per voi è lo stesso, ma per noi è come mangiare l'aria. Il cibo e le bevande non ci riempiono lo stomaco. Deliziano il palato e basta.”
Si, anche per noi è così.”
Bene. Visto che sei ancora una bambina, berremo un po' di succo di frutta.”
Ehi! Guarda che ho 18 anni! Non sono mica una neonata!”
Bene, Wonderwoman. Allora, quali delizie intendi propormi?”
Roba seria. Un po' di birra.”
Birra? Non fa bene alle bambine della tua età.”
Non fare storie! Ce n'è una bottiglia sola, per cui non rischio certo di ubriacarmi.”
D'accordo allora.”
Scesero giù in cucina e presero una bottiglia dal frigorifero. Lilac aprì un mobile per prendere un paio di bicchieri.

Ehi e cosa ci fai con quelli?”
Li prendo per bere, che domande!”
Non servono. Dai, vieni con me.” disse, prendendola per mano e trascinandola fino in camera sua. Salirono sul tetto, godendosi il sole. Si raccontarono tante cose e Lilac trovò le risposte alle sue mille domande.

A quel pomeriggio ne seguirono altri, altrettanto piacevoli. Lilac e Tom divennero sempre più uniti.
Un giorno, una delle tante volte in cui sedevano sul tetto, vicini, lui la baciò improvvisamente.

Tom... Perché...?”
Non voglio più tirarmi indietro. Non voglio perderti, anche se significa rischiare la morte per mano del mio capo.”
Scherzi?”
Ho la faccia di uno che sta scherzando?”
Lilac non rispose.

Mi chiedo solo una cosa.”
Cosa?”
Se a te tutto questo va bene, se desideri stare con me.”
Lilac rimase per un attimo in silenzio, ma poi disse un timido “si”.

Bene, allora è deciso.” disse Tom, prendendola per mano e guardando l'orizzonte con un grande sorriso sul volto. “Lotteremo insieme per il nostro sogno.”

***

L'angolo dell'autrice

Beh questo sembra l'inizio di una bella storia d'amore... Come avrete già intuito (o forse no ^^), le conseguenze saranno importanti. Spero che continuerete a seguirmi come avete fatto finora. =) Siete davvero meravigliosi e non smetterò mai di dirvi grazie. E, a proposito di ringraziamenti, ne rivolgo uno enorme a _Angel_Of_Lust_, che mi ha onorata anche stavolta di un suo commento. ^___^
Beh e ora un piccolo spoiler sul capitolo 9 si chiamerà Verbotene Liebe (Liebestoll), che significa "Amore proibito (pazzo d'amore)" e sarà piuttoso breve e anche stavolta fortemente romantico. Spero vi piaccia.
Penso di aver detto tutto, perciò mi eclisso. xD Konnichiwa dalla vostra Rosalie!!!












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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Verbotene Liebe (Liebestoll) ***


Questo capitolo è corto corto,un piccolo intermezzo romantico, che sarà tuttavia importante nello sviluppo della vicenda.Spero che lo apprezzerete comunque. Ma bando alle ciance, passiamo alla ficcy. ^____^

Capitolo 9

Verbotene Liebe (Liebestoll)


L`amore é come la febbre. Nasce e si spegne senza che la volontà ne abbia la minima parte.

L`amore é un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull`orlo di un precipizio.

Stendhal


Lilac e Tom vivevano da circa un mese la loro storia, vedendosi di nascosto non appena potevano. Non avevano rivelato a nessuno il loro segreto.
Un sabato di qualche settimana dopo, a metà ottobre, Tom portò Lilac a fare una piccola gita alla spiaggia bianca di Coronado. Trascorsero tutta la mattina facendo il bagno nell'Oceano e rilassandosi sulla sabbia. Lilac doveva proteggersi moltissimo con la crema solare, mettendola ogni ora, ma riuscì a godersi quella giornata in tranquillità. Durante il tardo pomeriggio fecero un giro per il quartiere. Imboccarono Isabella Avenue, che a quell'ora era deserta. Ammirarono le villette lungo la via. Si fermarono davanti a una particolarmente graziosa, con il tetto coperto di tegole scure e la piscina.

Tomi, guarda!” esclamò Lilac. “E' bellissima!”
Assunse un'espressione dolcissima, che lo fece rabbrividire. Da qualche tempo (non sapeva neanche lui da quanto) pensava a lei in maniera diversa. Sentiva di aver bisogno di lei; aveva voglia di stringerla tra le sue braccia; era un desiderio che non poteva più tenere nascosto. Ebbe improvvisamente un'idea.

Si, piace molto anche a me. Aspetta, non ti muovere.” rispose, correndo dall'altro lato della strada. Guardò dentro l'abitazione, sbirciando dalle finestre.
Tom, ma che fai?”
Lui le fece cenno di raggiungerlo, poi prese un sasso e lo tirò contro la finestra, rompendola.

Sei impazzito?”
Dai, vieni con me. Non c'è nessuno.” disse, aprendo la finestra da fuori.
Prese per mano la ragazza e la trascinò con sé nella villetta. Arrivarono davanti alla porta di una delle camere da letto. Il letto era disfatto.

Tomi...”
Che c'è, piccola? Non vuoi?”
No, non è questo. Io mi fido di te ma... qui non è casa nostra.” disse con aria seria.
Ehi, Lil... Non pensarci. Se mi ami come io amo te, se mi vuoi quanto io voglio te, cogli quest'occasione e basta. Non farti problemi. Queste persone non sapranno mai che io e te siamo stati qui. Vedranno solo la finestra rotta e nulla di più. Penseranno che sia stato un ragazzino. Se poi non ti senti pronta non fa niente. Aspetterò anche tutta l'eternità se necessario.”
Lei lo guardò negli occhi e sorrise.

Lilac... Stai bene?”
Si, perché? Non posso essere felice?”
Felice di cosa?”
Di stare con il ragazzo più dolce del mondo.” disse, baciandolo a fior di labbra.
Lui la prese per mano, senza sapere se lei avrebbe accettato o meno. Era un momento importante, perché sentiva di avere bisogno di lei, al di là di ogni immaginazione. Avrebbe dato qualunque cosa per permetterle di leggergli nella mente.
Ma a volte alcune persone riescono a leggerti nel pensiero anche solo con uno sguardo e fu proprio questo ciò che fece Lilac. Quando lui la guardò, insicuro, lei non mollò la sua mano, ma lasciò che lui la portasse nella stanza. Chiuse la porta dietro di sé mentre lui si allontanò per abbassare lentamente le tende.

***

L'angolo dell'autrice:

Come sempre, ringrazio tutti coloro che mi seguono, mi leggono e/o mi commentano (e, ovviamente, a chi lo farà). Confido ancora nella vostra bontà, e spero che abbiate ancora la pazienza di seguirmi in questa lunga avventura (eh si, purtroppo per voi durerà un bel po'... hihihih). Spero di non annoiarvi. E' l'ultima cosa che vorrei, davvero.
E ora rispondo ai commenti più nel dettaglio... ^_^ Dunque...
Midnight of phantom: mi sono ammazzata dal ridere col tuo commento, lo giuro. xD Sono felice che la coppia Lilac - Tom ti piaccia. =) Vedrai, succederanno tantissime cose che penso ti faranno piacere...
_Angel_Of_Lust_: carissima, non potrei MAI offendermi per un commento sincero e costruttivo come il tuo. Lo ammetto, ho pensato le stesse cose, ma non sapevo come approfondire ulteriormente quei punti. Temevo sempre di scadere nella banalità, perciò ho preferito evitare (e poi l'ho fatto anche per rendere il tutto più leggero). Ti ringrazio tantissimo per la tua sincerità e per la tua gentilezza. Hai fatto benissimo a dirmi cosa secondo te non andava. Ho bisogno di pareri esterni. =) Non aver mai paura di dirmi quello che pensi, perché so bene che non hai intenzione di offendermi. =D
Detto questo, vi saluto, come sempre con tanto tanto affetto e riconscenza.

Una pioggia di baci dalla vostra Rosalie. ^_^



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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Rivelazioni ***


Ecco a voi il decimo capitolo. Spero vi piaccia. =) Al solito, rimando a dopo le mie risposte ai vostri commenti. Buona lettura!!! ^.^

Capitolo 10
Rivelazioni


Tom e Lilac uscirono dalla villa intorno alle tre del pomeriggio. Presero la macchina di lui e tornarono a casa. Nel frattempo Bill e Eve erano ancora in negozio. Ormai per il giovane lupo era un'abitudine andare al lavoro con lei dopo la scuola. Nigel, che era tornato da Tucson i primi di settembre, era rimasto colpito da quest'ospite inatteso, ma lo aveva accolto volentieri. In fondo non dava nessun fastidio.
I tuoi amici non si insospettiscono per la tua lontananza da casa?” chiese Eve.
Non credo. Sto con loro tutto il giorno e la sera mi vedono in giro per la città. Non credo che abbiano niente in contrario se mi faccio una passeggiata il pomeriggio. Sia io che loro siamo più preoccupati per mio fratello.”
Perché? Che fa per farvi stare in pena?”
Non lo so. Da qualche tempo è cambiato. Sembra felice, ma se ne sta sempre per i fatti suoi.”
E anche oggi aveva deciso di starsene per conto suo?”
A quanto pare si.”
Beh, io neanche vedo mia sorella così spesso. Oggi, per esempio, usciva con delle amiche del college. Ha legato presto con loro, anche se è molto timida.”
Meglio che stia con loro piuttosto che da sola come fa mio fratello, credimi. Ho il sospetto che ci sia una ragazza di mezzo.”
Cos'è? Uno dei tuoi super poteri da gemello?”
No, pura esperienza. Non avevo mai sentito mio fratello fischiettare o canticchiare, neanche sotto la doccia. È troppo felice.”
E che c'è di male? Io al posto vostro sarei contenta.”
Eve, noi per quel che ne so siamo l'unico gruppo di lupi qui in città. Se Tom non ha stabilito una relazione all'interno del nostro gruppo, c'è solo una spiegazione: si è messo con un'umana.”
E dov'è il problema?”
Per me non ce ne sarebbero, ma Hannika è una fiera sostenitrice della purezza del nostro sangue.”
Mi ricorda qualcuno...”
Comunque, devo fargli un discorsetto.”
Rimandalo a stasera e aiutami a rimettere a posto questi cd.”
Agli ordini, mia signora.”
Bravo cagnetto.”
Lui rispose con un ringhio gutturale e sbuffando, fingendosi offeso, e lei rise divertita. In fondo la compagnia di quello strano lupo non era poi tanto male. Decise di essere meno scontrosa nei suoi confronti e così lo invitò a bere qualcosa. Non era come il sangue, ma si potevano accontentare.


Poco dopo Lilac e Tom fecero ritorno in città. Scesero dalla macchina di lui, accostata al basso e largo marciapiede davanti al giardino.
Lui si poggiò leggermente con la schiena contro la vettura.

Signorina, la ringrazio della meravigliosa giornata.”
E io vi ringrazio della vostra compagnia, che ho trovato estremamente piacevole.”
Allora l'esperienza potrà tranquillamente ripetersi, ogni volta che vorrete.” disse, baciandola appassionatamente mentre la stringeva tra le braccia.
In quel momento erano completamente fuori dal mondo. Non esistevano altro che loro. Non sentivano alcun bisogno, all'infuori di quello che ciascuno di loro provava per l'altro.
Ma ad un tratto la luce di un paio di fari colpì i loro occhi, spingendoli a girarsi. Infastiditi dalla luce, si coprirono gli occhi con le mani. Sentirono il rumore di un paio di portiere che si aprivano.
Quando riaprirono gli occhi videro due sagome scure. Ne colsero solo i tratti essenziali, ma furono sufficienti perché si facessero subito un'idea di chi avevano di fronte. Idea che fu subito confermata dalle voci dei due, che parlarono all'unisono.

Che cavolo state facendo voi due?”
Eve!”
Bill!”
Esclamarono i due, senza sapere come giustificare quel contatto, che davvero non lasciava dubbi.
Si lanciarono uno sguardo d'intesa e capirono che era venuto il momento di uscire allo scoperto, almeno con loro.

Da quanto avete una storia?” chiese Eve con una certa freddezza.
Un mese.” rispose Tom.
Un mese?! Lilac, dimmi che non è vero!” gridò di rabbia, rivolgendosi a sua sorella. “Non puoi avermi tenuto nascosto tutto questo per così tanto tempo! Accidenti, Lil, siamo sorelle! Ci siamo sempre dette tutto!”
Perdonami Eve.” disse.
“ “Perdonami”?! È tutto qui quello che sai dire?”
Eve, calmati.” le disse Bill.
Non dirmi quello che devo fare! Non capisco come fai a rimanere così calmo dopo che lui” disse, indicando Tom “che è addirittura il tuo gemello, ti ha mentito per un mese!”
Eve, capisco perché Tomi l'ha fatto. Ha preferito sicuramente aspettare per non crearci problemi.”
E che differenza fa, me lo spieghi? Tanto i problemi li avremmo avuti lo stesso, sia che ce l'avessero detto prima, sia che ce l'avessero detto dopo.”
Proprio per questo mi chiedo perché continui ad arrabbiarti tanto.” disse, pacato, sorridendole.
Mi secca dirlo, ma anche stavolta hai ragione.” rispose lei, sbuffando. “Ormai il disastro è bello che fatto. Basterà non far sapere niente al Consiglio...”
... e all'Alto Branco. Cosa vuoi che sia, Eve?” aggiunse Bill.
Mi spieghi come diamine fai a rimanere sempre così dannatamente impassibile?”
Perché pur essendo un lupo, e quindi un tipo fondamentalmente impulsivo, riesco a capire quando è il momento di ragionare. Ormai la situazione è questa e non possiamo fare niente per cambiarla. Già mi immagino cosa direbbe Hannika se venisse a conoscenza di questa storia: innamorarsi di uno spuntino è da fessi, ma innamorarsi di un nemico è da perfetti idioti.”

***

L'angolo dell'autrice:

Ringrazio due volte  _Angel_Of_Lust_, un vero angelo, di nome e di fatto. Oltre ad avermi inserito tra gli autori preferiti, mi ha anche lasciato un commentino stupendo... Grazie infinite. =) Mi sento davvero onorata. Inoltre, le parole che hai speso sull'ultimo capitolo sono state di una dolcezza unica e mi hanno toccata profondamente (come tutto ciò che scrivi, del resto ^^).  Spero di non deluderti con i prossimi capitoli. Ho in serbo delle belle sorprese per te e per tutti coloro che mi seguono. Piccolo spoiler per il capitolo 11:  si  chiamerà "Un gesto estremo", perché è proprio questo che i nostri eroi saranno costretti a fare in nome della loro salvezza. Beh, ho detto già molto, perciò mi eclisso... ;) Una marea di baci dalla vostra Rosalie.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Un gesto estremo ***


Capitolo 11
Un gesto estremo


Un paio di mesi dopo...

Eve e Bill come al solito erano al negozio. Ormai si avvicinavano le vacanze natalizie, per cui l'affluenza dei clienti andava aumentando. Nigel prevedeva un vero e proprio picco per il 25 dicembre. “Di questo passo ci toccherà mettere i tornelli!” diceva ormai da giorni.
Lilac e Tom rimanevano soli per tutto il pomeriggio. A volte uscivano, lontano dalla città, per non farsi vedere dai loro clan. Altre volte invece, preferivano passare il tempo in casa, sperimentando i più vari passatempi.
Lilac stava trasmettendo a Tom un po' d'amore per la lettura e lui le stava facendo scoprire il fascino dei videogiochi.
Quel giorno, però, avevano pensato di impiegare il loro tempo in tutt'altro modo. Erano in camera di lei, e stavano leggendo.
Lei aveva tra le mani “Le affinità elettive” di Goethe, mentre Tom provava con qualcosa di più leggero. Nessuno dei due, però, riusciva a concentrarsi.
Dopo aver letto per circa dieci volte lo stesso periodo, Tom lasciò il libro sulla scrivania, seguito da Lilac. Bastò uno sguardo per accendere tra loro la scintilla.
Si baciarono con dolce voracità e si buttarono sul morbido letto di lei. Lui le riservò mille attenzioni, quasi fosse un oggetto sacro, prezioso e fragilissimo, come se si trovasse tra le sue mani per la prima volta.
Dopo aver gridato il nome di lui più volte nel silenzio di quel pomeriggio di inizio inverno, Lilac crollò. Tom si addormentò accanto a lei.
Entrambi si risvegliarono un paio d'ore dopo, per colpa del suono del campanello. Lilac si alzò dal letto, coperta solo dal lenzuolo, per riprendere i suoi vestiti, che erano stati letteralmente lanciati in terra. Sentì un leggero senso di nausea, ma non ci badò molto. Era troppo nervosa per l'arrivo di sua sorella (perché era sicura al 100% che fosse lei).

Oddio Tom sbrigati! Non possiamo farci trovare in questo stato!”
Lilac si rivestì in fretta e rimise a posto il letto, per quanto poté. Tom fece altrettanto. Si sentì una chiave girare nella serratura. Evidentemente sua sorella si era stufata di aspettare.
I due sentirono la sua voce insieme a quella di Bill.

Cavolo! C'è anche mio fratello!” esclamò Tom.
Tu fai quello che ti dico.”
Eve e Bill salirono le scale ed entrarono in camera di Lilac, spalancando la porta.

Ehi Lil! Sei qui?”
Lilac e Tom erano seduti sul lettone.

Lil! Tom! Ma che state...?”
Leggiamo, Eve.” rispose la ragazza dai capelli viola.
Bill guardò il fratello con un certo sospetto.

E da quando in qua i libri si leggono al contrario?” chiese, notando che la copertina del libro che Tom stava leggendo era effettivamente messa al contrario.
Oh beh... Ecco...”
Tom stava iniziando ad arrampicarsi sugli specchi, ma Lilac lo fermò immediatamente.

Bill, non sai che leggere i libri alla rovescia stimola l'attività della corteccia prefrontale più una zona del cervello che tendiamo ad usare molto poco, aumentandone la reattività?”
Bill non replicò di fronte a quell'affermazione dal sapore fortemente scientifico, benché continuasse a mantenersi sospettoso.
I quattro scesero di sotto per vedere un film, per passare un po' di tempo insieme prima dell'ora della caccia, che li avrebbe costretti a separarsi.
Nel bel mezzo del film suonò il campanello.
Lilac aprì la porta, seguita da Tom, che non la mollava neanche un secondo. I due ragazzi rimasero immobili dalla paura.

Ehi Lil! Si può sapere chi è?” chiese Eve, raggiungendo Tom e la sorella nell'ingresso. Dietro di lei venne anche Bill.
La bionda tremò. Non poteva essere vero. Colui che aveva suonato alla sua porta non poteva essere...

E...Edmund!”
Lilac, Eve! Mi meraviglio di voi!” esclamò il moro esterrefatto.
Edmund, ti prego, non farne parola con nessuno. Questi lupi sono buoni, sono amici.”
Amici? Io non sarò mai amico di un lupo. Nessun vampiro degno di questo nome dovrebbe esserlo.”
Ehi, Eds, vacci piano con le parole.” disse Lilac.
Lil, tu sei l'ultima che dovrebbe parlare qui. E dire che mi ero anche preso una cotta per te! Che stupido sono stato!”
Senti, se non vuoi accettarci sono fatti tuoi” disse Tom “ma almeno evita di mettere nei guai le nostre amiche, chiaro?”
Non mi faccio dare ordini da uno stupido cane pulcioso.”
Tom ringhiò.

Eve, Lilac, non lo capite che questi due sono pericolosi? Sono esseri malvagi!”
Ed, smettila.”
Se non volete ascoltare me, forse Aaron sarà più convincente.”
Ed, fermati! Fallo in nome della nostra amicizia, ti prego.” disse Lilac, piangendo.
La lealtà mi sembra un concetto a voi estraneo. Perciò, perché venite a chiedermi di rispettare l'amicizia? A questo punto non so nemmeno se sappiate cosa voglia dire avere dei valori.”
Non puoi parlare sul serio.”
Invece sono serio, Eve. Molto serio. Non scherzo con i traditori. Meritate una punizione. Non posso stare a guardare mentre voi tradite il nostro gruppo per spassarvela con questi due cagnacci rognosi.”
In questo caso, Ed, non ci resta che una cosa da fare...” disse, Eve, facendo cenno ai due ragazzi perché immobilizzassero il vampiro.
Bill e Tom eseguirono prontamente l'ordine, tenendolo per le braccia, mentre cercava di sottrarsi alla loro stretta.
Eve corse nel bagno e prese una siringa e una fiala dall'armadietto dei medicinali. Tornò di sotto e si avvicinò a Edmund. Gli accarezzò il viso.

Eds, scusa. Perdonami se puoi.” disse, iniettandogli la dose d'argento nel braccio, mentre ricordava con nostalgia il periodo in cui giocavano insieme.
Il vampiro si gettò a terra, in preda a terribili convulsioni. Sentiva il bruciore dell'argento, che ormai scorreva insieme al sangue, per tutto il corpo. Il suo respirò si fermò di colpo e il suo sguardo si fece vitreo.
Eve trattenne a stento le lacrime, serrando i pugni dopo aver gettato a terra la siringa.
I quattro nascosero il cadavere nello sgabuzzino, indecisi sul da farsi.
Eve e Lilac non uscirono a caccia, troppo provate dall'accaduto.
Decisero semplicemente di provare a dormirci su, sperando che la notte portasse loro consiglio.

***

L'angolo dell'autrice

Ciao a tutti/e. Oggi la vostra autrice è un po' depressa, così ha deciso di postare e di continuare a sfogarsi scrivendo. Rosalie ringrazia di cuore tutti coloro che hanno continuato a seguire questa su strampalata avventura e che in cuor loro hanno sempre atteso i suoi aggiornamenti. 

_Angel_ Of_Lust_ : amica mia, come al solito mi hai scritto parole bellissime e mi hai reso davvero tanto felice. =) Menomale che ci sono persone come te al mondo... Grazie, grazie, grazie!

Midnight of phantom: carissima, leggere i tuoi commenti è sempre un toccasana per la mia autostima (che solitamente arriva nell'oltretomba -.-'), davvero. Sono felice che la storia ti piaccia e spero di non deludere nè te, nè gli altri miei fans (posso chiamarvi così, vero?) con i prossimi capitoli (e ti preannuncio che saranno tanti).

MissQueen: ok, lo ammetto, sono commossa. Non so come ringraziarti, sul serio. =') Spero che anche per tutti coloro che, come te, seguono la storia sia così.

Un ulteriore ringraziamento a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite e/o le seguite (e, naturalmente, ringrazio in anticipo chiunque lo farà in futuro).

Per tutti i miei "fans" (oddio, mi fa un certo effetto dirlo O////O): a voi va tutta la mia riconoscenza e anche il mio affetto. Davvero, se non ci foste voi la mia presenza qui su questo sito non avrebbe senso.

E, infine, un ultimo ringraziamento a Bella Swan, la mia adorata Gemel, alla quale consacro da sempre i miei sforzi letterari (che lei, da brava pazza qual è, dice di adorare O.o). Se non fosse stato per te non avrei mai pubblicato, ma avrei continuato a scrivere in completo isolamento, spinta dalla mia solita (enorme) vergogna. E, cosa ancora più importante, grazie di esistere. Ti voglio bene.

E ora chiudo con una piccola anticipazione. Nel prossimo capitolo vedremo un po' le conseguenze della morte di Edmund. Sarà un chappy piuttosto sentimentale, ma devo dire che ci sarà anche un filo di "brivido" in mezzo a tanta tenerezza. Per quella parte l'ispirazione la devo molto a King (che ha un modo di scrivere meraviglioso, capace di farti sentire parte della scena... sembra quasi che ti stia col fiato sul collo a volte.), soprattutto a "IT": spero di aver ottenuto un buon risultato. Detto questo, vi lascio, salutandovi sempre con tutto il calore e l'affetto possibile.
Un grosso bacio a tutti voi.

La vostra Rosalie

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Due biglietti per Parigi (I) ***


Capitolo 12
Due biglietti per Parigi (I)

La mattina seguente Eve si svegliò di soprassalto, ritrovandosi di colpo seduta sul suo letto. Aveva avuto un lungo incubo. Intorno a sé non vedeva altro che sangue e morte. Uccideva chiunque gli capitasse a tiro, persino le persone a lei care, senza un motivo preciso.
La morte delle sue vittime era sempre stata una realtà naturale per lei: erano il suo cibo e lei doveva servirsene per saziarsi e non morire a sua volta.
Ma Edmund, il suo più caro amico, quello con il quale aveva passato l'infanzia tra la caccia e il gioco... No, non era cibo. Era solo il custode del secondo dei suoi più grandi segreti.
Perché l'aveva fatto fuori?

Perché sono solo un'assassina. Un'infame, crudele assassina.” disse sottovoce. Strinse tra le mani il lenzuolo e digrignò i denti. Le lacrime che aveva invano cercato di trattenere caddero copiosamente.
Davanti a sé aveva ancora le immagini della sera precedente: lei che corre verso l'armadietto e prende quella siringa, riempiendola d'argento, lei che uccide il suo migliore amico e chiude il cadavere nello sgabuzzino...
Si, era colpa sua. Solo colpa sua. Adesso il corpo era ancora lì, sotto le scale, dietro la bianca porta di legno con il piccolo pomello dorato.
Aveva bisogno di ristorare la sua gola secca. Voleva acqua, soltanto acqua. Si, le sarebbe bastata. Ma aveva paura: paura di passare vicino a quella porta, paura che il corpo Edmund uscisse, camminando sulle sue gambe, come se non fosse accaduto alcunché.

Eve, perché mi hai ucciso?”
Edmund avrebbe posato su di lei, interrogativo, il suo sguardo vitreo, colorato di un verde ormai spento, privo della solita, vivace lucentezza.

Eve, perché? Vedi cosa mi hai fatto?” avrebbe chiesto, mostrando il braccio livido.
Il ritmo del suo respiro accelerò e si trasformò in un urlo acuto e agghiacciante quando sentì per l'ennesima volta quella voce.

NO! BASTA! BASTA!”
Lilac sentì il suo grido e, svegliatasi, corse immediatamente da lei.

Eve, Eve! Che succede?” chiese, mettendole le mani sulle spalle.
Lil, io sono un mostro. Mi odio, mi odio.” rispose lei, tra i singhiozzi.
Eve, basta. Tu non hai fatto niente di sbagliato, chiaro?”
Ho ucciso Edmund, Lilac! Era il nostro migliore amico, accidenti!”
Eve, hai dovuto farlo. Non avevi scelta. Edmund sapeva troppo.”
E allora? Era un buon motivo per farlo fuori secondo te?”
Non è per quello che sapeva, ma per le intenzioni che aveva. Eve, voleva andare da Aaron! Di certo ci avrebbe condannate a morte! Hai salvato due vite, la tua e la mia, al prezzo della sua.”
Allora forse è il caso di pareggiare i conti...” rispose lei, alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno.
Eve! Aspetta! Dove vai?” disse Lilac, correndole dietro.
Lasciami stare, Lil.”
Non ci penso neanche.”
Eve si avvicinò all'armadietto dei medicinali. Prese una piccola busta. Un'altra siringa.

Eve, sei pazza?”
No, solo un'assassina. Devo pagare...” disse, prendendo una fiala d'argento.
No, Eve! Non farlo!” gridò, strappandole la fiala dalle mani.
Ridammela! Mi serve!”
No! Non ti lascerò fare una stupidaggine del genere!”
Lil, falla finita!”
No, Eve, falla finita tu!”
Tu non capisci! Edmund era uno di noi!”
Eve, piantala. Non hai salvato solo noi due, ma anche Tom, e Bill! I capi avrebbero ucciso tutti e quattro, accusandoci di tradimento.”
Eve si bloccò: non ci aveva pensato, ma in effetti era così. Chiese, titubante, a sua sorella se fosse la cosa giusta e lei le rispose con un sorriso che, si, aveva fatto la cosa giusta e che le doveva la vita, così come gliela dovevano i suoi amici.
La bionda allora si gettò tra le braccia della sorella, la quale fece cadere in terra la fiala, che si ruppe in mille pezzi.
Mentre pulivano il pavimento, Eve chiese:

Lil, mi accompagneresti di sotto? Ho bisogno di bere un po' d'acqua.”
Lei annuì: capiva perfettamente come si sentiva sua sorella, perché le paure che lei provava erano anche le sue.
Scesero le scale un gradino alla volta, col fiato corto, tenendosi per mano. Prima di arrivare in cucina, Eve si voltò indietro, verso la porta. Un brivido le corse lungo la schiena. Strinse più forte la mano di Lilac e insieme entrarono in cucina, accelerando il passo. Tirarono entrambe un sospiro di sollievo e versarono l'acqua nei bicchieri, bevendola con avidità.

Ce l'abbiamo fatta, visto? Dai, Eve, entro stasera ce ne saremo già liberate.”
Lil, per me lui sarà sempre là dietro. Sentirò la sua voce, lo vedrò nei miei incubi. Non mi libererò mai di lui. È per questo che dobbiamo lasciare questo luogo. Oggi stesso ci allontaneremo da San Diego, dall'America. Voglio andare a Parigi. Mi seguirai, vero?”
Lilac non sapeva cosa rispondere: non poteva lasciare la città, non ora che aveva trovato l'amore della sua vita, ma non poteva neppure abbandonare così sua sorella. Il debito che aveva con lei, tuttavia, era troppo grande. Le doveva la vita, e il minimo che potesse fare per lei era accettare di partire.

Certo che ti seguirò.”
Grazie Lil. Per me significa molto. In questo preciso momento ho preso un'altra decisione: non andrò a Parigi senza aver affrontato la mia paura. Solo dopo averlo fatto potrò essere sicura di essere in grado di scacciare i miei fantasmi.”
Eve, vuoi davvero aprire la porta?”
Si, Lilac. Devo farlo. Per me e per Edmund.”
Ok, verrò con te.”
Le due sorelle si presero di nuovo per mano e lasciarono la stanza. Arrivarono davanti alla porta.

Apro io?” chiese Lilac.
No, apro io.” disse Eve, mettendo una mano sul pomello. Chiuse gli occhi e, prima che potesse tirare la porta, il telefono squillò, facendola saltare per lo spavento.
Lilac prese il cordless poggiato su un mobile lì vicino e rispose.

Si?... Ah, Tomi!... D'accordo, non c'è problema.... Va bene, a dopo.”
Non appena ebbe attaccato, Lilac avvisò sua sorella dell'imminente arrivo dei loro amici.
Ma la porta attendeva entrambe, e così non persero tempo e tornarono lì, a sfidare la paura.
Eve aprì la porta con un gesto deciso e trovò davanti a sé il corpo, diritto. La vampira deglutì. La schiena del ragazzo era poggiata sugli scaffali e la testa reclinata sulla spalla sinistra.
Eve tentò di alzarla, per guardarlo negli occhi, ma il corpo perse il suo precario equilibrio e le cadde tra le braccia, facendola sedere a terra.
Gli occhi spenti sembravano fissarla con insistenza. Eve prese il suo viso tra le mani.

Scusa Ed, scusa!” disse, singhiozzando.
Il campanello suonò. Eve si asciugò le lacrime.

Lascia, vado io.” disse Lilac, prima che potesse alzarsi.
Tom salutò l'amata con un dolce bacio. Bill vide la porta spalancata e capì. Si precipitò da Eve e si sedette accanto a lei.

Ciao.”
Ciao. Che stai facendo?”
Ho voluto vedere Ed.”
Eve, per favore, alzati.”
No, lasciami stare con lui.”
Eve, basta!” la rimproverò, prendendola per un braccio e costringendola ad alzarsi in piedi. Lei si ribellò.
No, Bill, lasciami!”
Eve, finiscila una volta per tutte. Edmund non c'è più...”
... per colpa mia. Io l'ho ucciso.”
Hai fatto ciò che dovevi. Hai salvato te stessa, hai salvato mio fratello, tua sorella... e hai salvato me. Non potevi compiere un gesto più generoso di questo. Hai pagato un prezzo alto: hai sacrificato il tuo amico per noi. E adesso ti ritrovi anche a lottare con i tuoi sensi di colpa. È un po' come se tu avessi offerto anche la tua anima. Ti devo tanto. Grazie.” disse, stringendola a sé.
Lei si allontanò.

Dobbiamo dirvi una cosa.” disse, seria.
Che faccia da funerale!” commentò Tom. La battuta infelice suscitò l'ira degli altri, che lo fulminarono con lo sguardo.
Che c'è? Che ho detto?”
E ce lo chiedi pure?” gli rispose il fratello.
Ok, scusate... mi è uscita così...”
Dai, Eve, dicci pure.” la incoraggiò Bill.
Lei sentì un nodo alla gola. Parlò lentamente, oppressa dal peso che portava dentro.

Dopo aver dato una sepoltura a Edmund comprerò due biglietti di sola andata per Parigi. Partiremo stanotte.”
Che cosa?! Volete andarvene?!” esclamò Bill, incredulo.
Si, Bill. Abbandoneremo il gruppo e andremo a vivere lì. Lilac ha accettato di partire con me. Così ho scelto una città che le piacesse, per renderle meno dolorosa la partenza. Per me, in fondo, un posto vale l'altro. Voglio solo espiare la mia colpa, in qualche modo, lontano da qui.”
E certo! Tu decidi di partire per i tuoi sensi di colpa, di fuggire dai tuoi problemi, come una vigliacca! E non solo! Coinvolgi pure tua sorella, costringendola a scegliere tra te e me! Sai che ti dico, Eve? Il tuo comportamento mi fa schifo!”
Tom, per favore...” intervenne Lilac.
Non dire niente, Lil. Ora ho capito quanto vale il tuo amore per me.”
Tu non sei meno egoista di me, Tom.” disse Eve.
Il giovane lupo, accecato dalla rabbia, si lanciò su di lei, afferrandole con una mano il collo bianchissimo e spingendola con la schiena al muro. Ringhiò sonoramente.

TU NON CAPISCI NIENTE!” gridò, stringendole il collo più forte, sollevandola di qualche centimetro da terra. Eve non riusciva a respirare. Aprì la bocca, alla disperata ricerca di un po' d'ossigeno.
Tom, lasciala!” ordinò Bill. Il fratello, però, lo ignorò, continuando a stringere.
Tomi...” lo chiamò Lilac. Lui rispose con un ringhio, senza desistere dal suo proposito.
Tom, ti prego, fallo per me.” Lo supplicò Lilac, afferrandogli il braccio libero.
I loro sguardi si incontrarono. Quello di Tom, rosso come un prezioso rubino, si specchiò nell'infinita dolcezza di quegli occhi del colore della notte. La sete di sangue del lupo si spense, insieme alla lucentezza delle sue iridi purpuree, che ripresero il solito colore nocciola. Mollò di colpo la presa e lasciò cadere in terra Eve, che tossiva e cercava di riprendere fiato.

Io non volevo niente da te, Lilac. Speravo solo che dicessi a tua sorella quanto fosse difficile per te prendere una simile decisione.” disse, uscendo in giardino.
Quando torniamo a casa gliene dico quattro.” disse Bill.
Lascialo stare. In fondo ha ragione.” rispose Eve.
Tu devi fare solo ciò che ti senti. Lui non deve giudicarti. Nessuno deve farlo.”
Grazie. Senti, potresti aiutarmi? Edmund ha aspettato anche troppo mi sa.”
Si. Dove vuoi...?”
In giardino, sul retro, sotto l'albero.”
D'accordo. Ah, Eve!”
Dimmi.”
Ecco, mi sono permesso di portarti un fiore per Edmund. Ho pensato che forse...”
Sei stato molto carino. Grazie.” disse, dandogli un bacio sulla guancia e lasciandolo a bocca aperta.
Ehm... è in... in macchina. V...vado a prenderlo.” farfugliò, lasciando l'ingresso.
Rientrò poco dopo, porgendo a Lilac il piccolo vaso di plastica nero, che conteneva una piccola pianta di viola del pensiero, mentre sollevava il corpo di Edmund da terra, trascinandolo verso la cucina, uscendo dalla porta sul retro.
Lilac rimase quasi in estatica contemplazione della pianta. I suoi fiori erano candidi, con piccole macchie scure su tre dei quattro piccoli petali. Era davvero molto bella, ed era certa che fosse la più adatta alla situazione, perché né lei, né soprattutto Eve, avrebbero dimenticato il loro amico. Mai.

***

L'angolo di Rosalie

Beh, che ne pensate di questo capitolo? Attendo con ansia le vostre opinioni! Bene, e ora rispondiamo ai vostri commenti... ^__^

MissQueen: sono davvero felice che la storia ti stia piacendo tanto.Quanto al mio modo di scrivere, beh, continuo a detestarmi (anche se forse non riesco ad essere del tutto obiettiva, visto che sono troppo coinvolta) e la mia presenza qui non è che un modo per mettermi alla prova e per ascoltare qualche giudizio esterno. Comunque non giustificarti, tranquilla. Ciò che mi hai detto è stato già tantissimo per me. =)  E non ringraziarmi per la visita; ero troppo curiosa di sapere quale fosse il tuo stile. ^_^

_Angel_Of_Lust_: ecco perché non mi ero tanto soffermata sulle emozioni dei personaggi nel capitolo 11... xD E' tutto qui, in quest'altro capitolo. Non mi sono soffermata sui gemelli, perché penso che per loro non sia stato un fatto così sconvolgente, visto che non avevano niente a che spartire con lui. Eh si, sono stata sbrigativa in questo, lo ammetto. XD I complimenti che ti ho fatto sono meritatissimi, comunque. U_U

Midnight of phantom: tranquilla, ti posso capire benissimo... Una mia amica ne ha avuti più di 40 tutti insieme! °°" Comunque grazie infinite dei complimenti!

E grazie a tutti voi, che continuate a supportarmi e soprattutto sOpportarmi. ^_^ Siete meravigliosi, sul serio. 

E ora, rispondo alla domanda che tutti voi vi starete ponendo: cosa succederà nel prossimo capitolo? Beh, ovviamente ci sarà la sepoltura del povero (mica tanto xD) Edmund e poi... tante cose (belle, tranquilli ^^). Vi do un unico indizio: ci sara molto ammòre. xD

Evaporo e mi fiondo a scrivere la mia demenziale (presto su questi schermi xD). Un bacio enorme!!

Rosalie

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Due biglietti per Parigi (II) ***


Capitolo 13

Due biglietti per Parigi (II)


Bill uscì in giardino e vide che c'era già una buca. Notò Tom, che toglieva da lì le foglie secche, cadute dall'esile albero dalla chioma ormai quasi completamente spoglia.
Tom! Sei stato tu?”
Almeno vi ho risparmiato il lavoro. Non credo che le nostre amiche vogliano perdere il loro volo per occuparsi di una stupida fossa.”
Ma Tom...”
Bill, guarda, lasciami perdere. Butta qui dentro quel corpo prima che lo veda qualcuno.”
Bill adagiò il corpo nella piccola fossa, relativamente poco profonda e chiamò Eve e Lilac perché dessero alla salma l'ultimo saluto.
Eve prese il primo pugnetto di terra e lo gettò sul corpo, trattenendo a fatica le lacrime. Fu presto imitata dagli altri. Quando la buca fu colma quasi per intero, Eve e Lilac si inginocchiarono per piantare le piccole viole.

Se volete dire qualcosa fate pure.” disse Bill “Noi vi lasceremo da sole se lo riterrete necessario.”
No, rimanete pure.” disse Eve, tirandolo per un braccio. Poi disse:
Edmund, amico mio, vorrei poter tornare indietro, vorrei non aver fatto quello che ho fatto. Vorrei riportarti alla vita, lasciarti vivere la tua eternità, così come la vivrò io, anche se per costringerti a ragionare dovessi prenderti a schiaffi fino al giorno del giudizio universale. Ciò che è successo non ha cambiato il mio affetto per te. Sei e resterai il mio amico, quello con cui ho passato tutta la mia infanzia e la mia adolescenza. Non smetterò mai di volerti bene.”
Guardò sua sorella, quasi per chiederle se avesse qualcosa da aggiungere. Lei capì.

Hai già detto tutto tu, Eve. Però c'è ancora una cosa che voglio dire a Ed.”
Prese un respiro profondo e rivolse lo sguardo a terra, quasi potesse vedere davvero il suo amico.

Edmund, io non ho potuto discutere con te quella sera, perciò lo faccio adesso. Sento il bisogno di liberarmi da questo peso che mi porto dentro. Ci tenevo a dirti che tu per me sei un amico, un carissimo amico. Ma niente più di questo. Ho trovato qualcuno che mi ama, sia quando sono nel giusto, sia quando commetto degli errori. Non penso che tu avresti potuto fare lo stesso, visto come mi hai attaccata ieri. Nonostante ciò, non ti porto alcun rancore. So che volevi solo il mio bene, e che per farmelo capire eri disposto a tutto. Per questo continuo a volerti bene e lo farò sempre.”
Lilac si voltò verso sua sorella e i suoi amici.

Beh Eve a questo punto direi che possiamo andare a prendere i biglietti.”
Immagino che tu voglia stare un po' con Tom, perciò se volete potete sostituirmi al negozio. Non è il massimo del divertimento, ma almeno potrete passare il pomeriggio insieme e aiuterete Nigel.”
Per me va bene.” disse Lilac.
E per te, Tom?” chiese, cercando il consenso del suo ragazzo.
Ok.” rispose, senza entusiasmo. La sua mente era occupata da un unico pensiero, quello che di lì a poco l'avrebbe perduta. Sarebbe andata in un altro continente, a chissà quanti chilometri di distanza da lui. L'avrebbe dimenticato per sempre e avrebbe continuato a vivere la sua vita, mentre lui sarebbe rimasto lì, solo, a soffrire come un perfetto idiota. Doveva impedire tutto questo.
Eve, senti... Compra un altro biglietto. Io vengo con voi.”
Tom, se avessi potuto venire te l'avrei chiesto.”
Cosa ti dice che io non possa farlo?”
Dimmi, abbandoneresti mai tuo fratello?”
Non credo che Bill avrebbe problemi a venire con me a Parigi.”
E cosa pensi succederebbe se il tuo gruppo venisse a sapere di una vostra fuga? E cosa pensi che direbbero se notassero che per puro caso la vostra partenza e la nostra avvenissero lo stesso giorno?”
Tom deglutì.

Te lo dico io cosa succederebbe: chiamerebbero l'Alto branco e il Consiglio, ci farebbero cercare in ogni angolo. E una volta trovato il nostro nascondiglio, ci farebbero fuori senza pensarci due volte. Io devo andarmene esclusivamente per una mia esigenza. Aaron non saprà mai che fine ha fatto Edmund, perciò teoricamente non rischio la pena di morte, cosa che invece accadrebbe se qualcuno venisse a conoscenza della nostra amicizia. Perciò almeno tu e Bill state fuori da questa storia. E ora, se siete ancora intenzionati, andate in negozio.”

Dai, Tomi, andiamo. Sarà meglio.” disse Lilac, trascinandolo via con sé. Il lupo non smetteva di voltarsi indietro, guardando Eve con aria truce.
Bill, tu che fai?”
Che domande! Vengo con te.” rispose lui, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Lilac e Tom, nel frattempo, raggiunsero la macchina di lui, posteggiata di fronte al giardino. Dopo essere saliti, sfrecciarono veloci nel tiepido, arancione, sole pomeridiano. Arrivarono al negozio entro breve.

“Voi siete i sostituti di Eve, giusto?” disse Nigel, accogliendoli. “Mi ha chiamato poco fa.”
“Si, siamo noi. Eve ha detto che per la paga non c'è problema. Ce la divideremo.” rispose Lilac.
“Fantastico! Bene, ora vado a prendere la mia piccola Nathalie dalla sua amichetta. Mia moglie non può: farà tardi stasera. Non so come avrei fatto senza di voi. Grazie infinite.”
Di niente.”

Poco dopo...

“Uff, che seccatura! Qui sono arrivati solo tre clienti!” disse Lilac.
“Potremmo far passare più velocemente il tempo mettendo su un po' di musica.”
“Ottima idea Tomi. Vediamo cos'abbiamo qui...” disse, frugando in un cassetto.
“Sei davvero bella, lo sai?”
Lei sorrise e tirò fuori un vecchio cd, una compilation dei migliori pezzi rock.
“Sicura che sia roba ascoltabile?”
Lilac diede una rapida occhiata alla tracklist, mentre apriva lo sportello del lettore cd.
“Molto più che ascoltabile direi. E comunque abbiamo solo questo. Gli altri dischi sono intoccabili.”
“Ok, fallo partire allora.”
Lilac pigiò il pulsante e fece chiudere lo sportello. Dopo pochi istanti il cd partì con la prima traccia, My Sharona, che esordiva con una breve introduzione strumentale.

Ooh my little pretty one, pretty one
When you gonna give me some time, Sharona?

Lui le lanciò uno sguardo provocante, forse anche troppo.

Ooh you make my motor run, my motor run
Gun it coming off of the line, Sharona

Si guardavano senza parlare, lui da una parte del bancone, lei dall'altra.

Altri sguardi di fuoco. Quanto ancora potevano resistere?
Lei si allontanò.
“Lil, che fai?”
Senza dire una parola, lei girò il cartello sulla porta del negozio. TORNO SUBITO.
Arrivò dall'altra parte del bancone, si avvicinò a lui e lo baciò appassionatamente.
“Lil, ma cosa...?”
“Questa è l'ultima volta che ci vediamo. Voglio ricordarla per sempre, anche se questo significa compiere un'azione assolutamente scriteriata.”
“Vorrei che ricordassi anche un'altra cosa.”
“Cosa?”
“Ti amo, Lilac, e non smetterò mai di farlo.”
Si guardarono e si scambiarono sorrisi complici. Tornarono a biaciarsi di nuovo, infilandosi nel magazzino, alle spalle di lui. Davanti agli scaffali pieni di scatoloni, c'era una vecchia scrivania con una sedia. C'era poggiata sopra una lampada da tavolo e qualche scartoffia. Tom scansò tutto con un gesto rigido del braccio e fece sdraiare Lilac. La lampadina si ruppe e i fogli volarono in terra producendo un forte fruscio. Non era né il momento né il luogo, ma il bello era proprio questo. Rischiavano di essere visti o sentiti da chiunque avesse messo piede nel negozio infischiandosene del cartello, ma a loro non importava affatto. Era un atto assolutamente irresponsabile e ne erano piacevolmente consapevoli.
“Al diavolo...” si lasciò sfuggire Lilac.
Parlò sottovoce, ma Tom udì chiaramente cosa aveva detto. E capiva perfettamente a cosa si riferisse. Sfoderò un sorriso sghembo mozzafiato e Lilac non poté resistere.
Ormai erano come un uragano, privi di qualunque controllo.
Poco dopo si sentì bussare alla porta. I due si rivestirono in fretta e misero a posto tutto. Non poteva essere Nigel. Era troppo presto.
Tom calpestò alcuni vetri per terra.
“Dannazione! La lampadina!” imprecò.
“Corri a comprarne un'altra. Nigel non se ne accorgerà.”
“E se invece lo scoprisse?”
“Gli diremo che è scoppiata.”
“Sei un vero genio del male, sai?” disse, malizioso.
“Non provocarmi di nuovo.”
“Sei tu che cominci.”
“Io? E cosa faccio di grazia?”
“Esisti, e questo basta, credimi. Ora fammi andare o la lampadina col cavolo che la compro.” disse, fuggendo dal negozietto.
Terminato il turno, montarono in macchina. Lilac sentiva di nuovo quella strana sensazione. Una nausea terribile le stava mettendo lo stomaco sottosopra.
Stai bene?”
Si. Ho solo un po' di mal di stomaco.”
Sarai nervosa.”
Un po'.”
Lui la guardò, ma non disse niente. Rimise gli occhi sulla strada.
Nella vettura regnava il più totale silenzio.

Verrai all'aeroporto?” chiese lei dopo un po'.
Lilac, è meglio di no.” rispose lui con una freddezza che Lilac non gli aveva mai visto, e che soprattutto riteneva priva di una spiegazione logica.
Non osò dirgli altro.
Quando furono arrivati, Tom posteggiò la macchina sul marciapiede davanti alla casa. Scese e aprì la portiera di Lilac.
Lei aveva un'espressione triste.

Lil, che c'è?”
Perché non vieni all'aeroporto con me?” chiese, piangendo.
Lilac, è meglio sia per me che per te, credimi.”
Come puoi dire questo, Tom?”
Lilac, io voglio che tu ricominci daccapo la tua vita una volta che sarai lì. Dimenticami, ti prego.”
Mi stai lasciando?”
Lui non rispose.

Tom, non puoi mollarmi! Io ti amo, e lo farò anche se non dovessi più vederti per il resto dei miei giorni!”
Lilac, non rendere le cose più difficili.”
E quello che è successo oggi? Non conta niente per te? Non mi ami più?”
Lilac, non è questo.”
E allora cos'è? Spiegamelo, Tom, perché io...”
Lilac non proseguì oltre: sentì la sua testa girare, le gambe non la sostenevano più.
Perse i sensi e cadde tra le braccia di Tom, che la fece sdraiare sul sedile posteriore della macchina mentre chiamava al cellulare Eve.

Pronto?”
Eve! Eve, presto, corri a casa! Lilac … Lilac...”
Veramente io e Bill siamo già a casa. Ma cos'ha Lilac?”
Non lo so. Stavamo parlando qua fuori e all'improvviso è svenuta!”
Veniamo subito.” disse lei.
Tom vide la porta della casa aprirsi. Eve e Bill corsero fuori immediatamente.

Lil!” gridò Eve non appena vide la sorella.
Portiamola dentro.” suggerì Bill.
Tom la tirò fuori dalla macchina, la prese in braccio e la portò fino alla sua stanza. La fece distendere sul letto.
Eve si morse un braccio, procurandosi una ferita dalla quale usciva un po' di sangue. Accostò il braccio alla bocca di sua sorella e la fece bere. Lilac si riprese nel giro di pochi minuti.

Ragazzi, ma che...?”
Lilac, sei svenuta poco fa.” le disse Eve.
Ah...”
Già. E penso che dovremmo parlare. Da sole. Nel bagno.”
Cosa?!”
Riesci a reggerti in piedi?”
Si che ci riesco, ma...”
Bene, allora vieni con me.” disse trascinandola per un braccio fuori dal letto.
Aspetta, che fai? Mollami!”
No, finchè non sarò sicura di una cosa.” rispose mentre chiudeva la porta del bagno, lasciando i due gemelli soli e perplessi.
Lilac, ti senti strana ultimamente?”
Strana?! N...no...”
Non mentirmi.”
Non sto mentendo.”
E allora provamelo.” disse, agitandole davanti una scatoletta.
Ah no, io quello non lo faccio!”
Hai paura di scoprire la verità?”
Non è questo è che...”
Hai fifa?”
No.”
E allora fallo e basta. Non aver paura, ci sono io.”
Eve, ti prego...”
No, non pregarmi. Fai come ti ho detto.”
E va bene, anche se so già che sarà una gran cavolata...”
Dopo pochi minuti le due sorelle uscirono. Eve aveva un'espressione indecifrabile, al tempo stesso seria e felice. Lilac aveva le lacrime agli occhi.

Glielo dici tu?” chiese la bionda.
No, per favore, diglielo tu.”
Ok. Ragazzi non so da che parte cominciare, perciò comincio e basta. Ci sarà un cambio di programma. Tom, tu parti con Lilac. Io vi raggiungo col volo successivo.”
Tom la guardò con aria interrogativa.

No, aspetta Eve, perché?” chiese Bill, confuso.
Perché Lil aspetta un bambino.”
Cosa?!” gridò Tom, sconvolto.
Si, Tom. Sono incinta.” rispose lei, quasi mortificata.
Sul volto del ragazzo apparve un grande sorriso.

E me lo dici con questo tono?” le chiese.
Io non ti capisco: prima volevi mollarmi e adesso sembri quasi felice.”
E come non potrei esserlo sapendo che dentro di te porti il nostro bambino?”
No, aspetta, frena: è una specie di marcia indietro?”
Lil, non ho mai voluto lasciarti sul serio. Stavo solo cercando di non complicare le cose. Ma ora è tutto diverso. È necessario che io stia con te. Devo proteggervi.”
Esatto.” disse Eve. “Questo bambino è l'ultima cosa che i nostri capi vorrebbero. È frutto di un'unione proibita, un'unione che non avrebbe dovuto esserci. O almeno, questo è il pensiero dei nostri capi. Nessuno deve sapere di questa storia, ed è per questo che fuggiremo. Tom, te la senti davvero di lasciare questa città?”
Assolutamente si.”
Benissimo, allora prendi il mio biglietto. Ne comprerò uno per me più tardi.”
Comprane due, allora.” intervenne Bill.
Eve lo guardò con un certo stupore.

Tu... parti con me?”
Certo. Non posso stare lontano dal mio fratellino e perdermi la gioia di diventare zio.”
Mi sembra sensato.” lo appoggiò lei.
E poi... non posso permettere che accada qualcosa a una così bella fanciulla.”
Ok, questa è davvero bella. Ora andiamo, prima che ti rifili un pugno nello stomaco.”
Lui non rispose. In fondo vederla arrabbiarsi in quel modo era divertente.

Andiamo a prendere i biglietti?”
No. Ci servono armi. E solo io so dove trovarle...”

***

L'angolo di Ros


E' inutile dirvi quanto io vi adori. Vi ringrazio per l'ennesima volta per tutto. Vedere le vostre visite e recensioni mi riempie il cuore di gioia. =)
MissQueen: hai visto? Previsione azzeccata! ^^ Beh, io poi sono molto prevedibile, lo dico sempre... U_U Comunque, sono felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Spero che questo sia stato all'altezza. =D Per quanto riguarda Edmund so che fa impressione... Ho raggiunto il mio scopo, yeah! XD Se vuoi leggere la demenziale si chiama Sweeney THodd... E' a tua disposizione! =) 
Midnight of phantom: più leggo i tuoi commenti e più mi rendo conto che rischio di giocarmi le mascelle... XD Non preoccuparti, comunque: Tomi non farà fuori Eve. ^_^ In fondo si vogliono bene. =D
Gemel: so che questo capitolo ti sta particolarmente a cuore... hihihihi Ma dai, pure tu te la prendi per il povero cadaverino? Ammappa, ho destato proprio scalpore allora! °-°
_Angel_Of_Lust_:  non preoccuparti. Figurati, io mi sento onorata anche se mi scrivete buongiorno...^^ Poi i complimenti che mi hai fatto sono davvero troppo per me, non me li merito. Però graaaaaazie! XD Spero che il periodaccio passi.
Bene, e ora una piccola anticipazione, almeno vi faccio contenti (se poi non ve ne frega niente, pazienza, avrò sprecato 30 secondi della mia inutile esistenza xD): il capitolo 14 si chiamerà "Addio" e ci sarà una rivelazione sul passato di Aaron. Spero di avervi incuriosito e al solito, vi stritolo di abbracci e attendo fiduciosa le vostre visite e i vostri commenti, entrambi graditissimi. =)

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Addio ***


Capitolo 14
Addio


Dopo essersi salutati, i quattro si separarono. Tom e Lilac raggiunsero l'aeroporto, mentre Bill e Eve si diressero verso il castello sulla spiaggia. Raggiunta North Harbor Drive e parcheggiata la macchina, camminarono sulla sabbia. La luna splendeva già, anche se da poco.
Da dove entriamo?”
Guarda, avevo pensato dal portone principale, così ti facevo conoscere il gruppo...” dichiarò Eve, sarcastica come sempre.
Ehi, non sfottere! Io non conosco questo posto come te.”
Hai ragione, scusa.”
Wow! Questa è una giornata da ricordare!”
Perché?”
Perché è la prima volta che mi chiedi scusa per qualcosa. La mia vicinanza ti sta cambiando, mia cara.”
Ma va' al diavolo.” rispose, seccata.
Non voleva ammetterlo neanche a se stessa, però era davvero così: da quando lo conosceva era diventata un'altra. Era tornata ad essere se stessa. Aveva ritrovato il coraggio di piangere, di ridere, di provare qualunque emozione. Si sentiva meglio, più viva forse. Si, “più viva” era proprio la definizione giusta.

Ehi, che fai? Non ti muovi più? Non dirmi che sei già stanca!” chiese Bill, interrompendo il corso dei suoi pensieri.
Eh? Che cosa? Davvero non mi sono mossa?”
No. Sei rimasta lì, ferma, come incantata. Sicura di stare bene?”
Mai stata meglio. E ora andiamo, prima che ci scopra qualcuno.”
I due camminarono ancora un po', fino a raggiungere il lato posteriore dell'edificio.
Eve controllò che all'interno non vi fosse nessuno e, constatato ciò, ruppe con un pugno una finestra, creando una fessura sufficientemente grande per far passare un braccio. Girò la maniglia e aprì la finestra. Entrò, insieme a Bill. Cercarono di essere più silenziosi possibile, anche mentre calpestavano i frammenti di vetro caduti in terra.
Eve porse a Bill una delle sue pistole a proiettili d'argento.
Guardarono a destra e a sinistra e quando ebbero verificato che la via fosse libera, percorsero il lungo corridoio col pavimento coperto da un lungo tappeto in velluto rosso, lasciando dietro si loro qualche traccia di vetro e sabbia.

Dove andiamo?” sussurrò Bill.
Nello studio di Aaron. Lì c'è una chiave che ci servirà per aprire il portone della dependance.”
Dopo aver camminato ancora per un breve tratto, si trovarono di fronte a una porta imponente, in legno di ciliegio. Eve tirò la pesante maniglia di ferro e, aperta la porta, entrò con circospezione, la pistola sempre puntata in avanti.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide che non c'era nessuno. La luce era ancora accesa, segno evidente che Aaron aveva abbandonato la stanza solo momentaneamente. Era rischioso essere lì in un momento del genere, ma doveva assolutamente procurarsi le armi necessarie per proteggere sua sorella e i suoi amici. Corse verso la scrivania al centro della stanza, le cui pareti erano occupate quasi del tutto da scaffali traboccanti di libri di vario genere. Un ulteriore elemento che conferiva un aspetto lussuoso - quasi regale - alla stanza era costituito da un caminetto, davanti al quale c'erano un divanetto e un paio di poltrone ricoperte di velluto.
Dopo aver dato un rapido sguardo all'arredamento dello studio, Eve avanzò rapidamente, seguita da Bill, verso la scrivania, sulla quale erano sparsi dei fogli bianchi. Sopra di essi, un'agenda, una specie di libretto, con la copertina in pelle nera, era aperto su un paio di pagine scritte con una calligrafia elegante e minuta. La piuma d'oca era fuori dal calamaio.

Deve aver smesso di scrivere per un attimo. Tornerà sicuramente.” pensò.
Non abbiamo molto tempo.” disse poi rivolta al moro.
Sbrighiamoci allora.” rispose lui mentre rovistava tra le carte.
Aspetta!” disse Eve, notando una chiave infilata nella fessura del cassetto.
Che c'è?”
Il cassetto è aperto.” disse, tirandolo indietro.
Ne esplorò con attenzione il contenuto e vide una chiave abbastanza grande, con un elaborato disegno sull'impugnatura. La riconobbe subito.

L'ho trovata. È questa.”
Bene. E io devo farti leggere un paio di cose importanti sul tuo vecchio.”
Hai letto il suo diario?”
Si. Che c'è di male?”
Bill, io ho un sommo rispetto per quell'uomo. Non potrei mai...”
Leggi tutto e cambierai idea.”
Eve lesse velocemente qualcuna delle piccole pagine. Sembravano lettere scritte a qualcuno: iniziavano tutte con “amore mio”.

Beh? Cosa c'è di strano se scrive a qualche sua innamorata?”
Infatti non ha scritto le sue lettere a una donna.”
Eve lesse l'ultima frase di una di quelle pagine di diario.
Recitava: “Torneremo presto insieme, mio amato Sasha.

E allora? Che male c'è? Certo, questa mi giunge nuova, visto che della vita privata del mio maestro so ben poco, però...”
Non è solo a questo che mi riferivo. Leggi meglio.”
Eve tornò su quelle righe. Trovò un passo piuttosto interessante.

Mi manchi sempre di più. Sono più di vent'anni che ti ho perso, ma non mi sono ancora rassegnato. Voglio che tu torni, mio diletto, per appagare i miei sensi con la tua bellezza e col soave suono della tua voce. Ricordo ancora le splendide canzoni che cantavi per me quando vivevamo felici a Budapest. Ma quei tempi meravigliosi torneranno, te lo prometto. Ti restituirò la vita. Penso di aver trovato il corpo giusto per te. C'è uno di quei lupi arrivati da poco nella riserva che mi sembra perfetto. Tra l'altro, mi pare sia meno rozzo dei suoi compagni canidi. L'importante, però, è che sia degno di custodire la tua anima. Ti amo immensamente. Per sempre tuo, Aaron.”
Mio Dio!”
Già.”
Chi pensi che sia la sua vittima?”
Ce l'hai di fronte. Nelle pagine successive c'è una descrizione dettagliata. Insiste molto con questa storia, sembra quasi ossessionato.”
E come ti sentiresti tu dopo aver perso l'amore della tua vita?” disse all'improvviso una voce calda e baritonale.
I due allertarono i sensi immediatamente, voltandosi indietro per vedere chi avesse pronunciato quelle parole, anche se sapevano perfettamente chi potesse esserci dietro di loro.

Aaron.”
Eve! Vedo che abbiamo un ospite.”
Ce ne stavamo andando.”
Oh, certo! È facile farlo dopo aver letto le mie cose, preso la mia chiave e invaso il mio spazio personale! Non ve la caverete così. Tra l'altro, Eve, il tuo comportamento mi delude particolarmente. Hai tradito la mia fiducia e quella di tutto il gruppo.”
Solo perché sono diventata amica di un lupo?”
Se a te sembra poco...”
Sei tu che ne fai un dramma.”
Bill assisteva alla scena incapace di proferire parola. Aaron gli lanciò un'occhiata torva.

Visto che il tuo amichetto si sarà impicciato per bene dei fatti miei, non mi costa niente dirtelo... I licantropi hanno ucciso il mio Sasha.”
Hanno ucciso anche i miei genitori, ma non posso certo prendermela con l'intera razza. E poi, penso che proprio per evitare eventi del genere dovremmo creare una sorta di pace.”
Il vampiro trattenne a stento una risata diabolica.

Perché ridi tanto adesso?” chiese Eve con una punta di rabbia.
Rido della tua stoltezza, mia cara. Sei sciocca, proprio come coloro che ti hanno generato.”
Come osi?”
Lascia che ti spieghi come stanno le cose. Sono anni che mi chiedi risposte sulla loro morte, no?”
Eve rimase in silenzio e Aaron potè cominciare il suo racconto.

Il giorno in cui Sasha morì correvamo in giro per la foresta, felici. A un certo punto lui mi lasciò indietro e sparì tra gli alberi. In quella fitta vegetazione trovò due lupi, che dilaniarono il suo cadavere in una maniera indicibile. E non lo fecero per fame, ma per divertimento! Arrivai da lui solo quando sentii le sue grida di dolore. Ormai era troppo tardi.”
Si, ma questo cosa c'entra coi miei?”
Quando portai il corpo di Sasha ordinai di chiuderlo in una cella. Poi giurai davanti a tutto il clan che mai avrei perdonato chi aveva fatto una cosa tanto crudele. Giurai eterno odio ai lycan e proibii ai miei sudditi di stringere con loro rapporti amichevoli, pena la morte. Ma i tuoi erano cocciuti e mi disobbedirono ugualmente. E tutto questo perché avevano trovato un marmocchio nella foresta, mentre cacciavano. L'avevano fatto nascondere in una grotta.”
E tu li hai scoperti, giusto?”
Ero insospettito da qualche tempo dal loro comportamento. Uscivano di nascosto, andavano chissà dove. Poi un bel giorno li seguii e scoprii la verità. Volevano la pace tra le due razze, poveri stupidi...”
Non parlare mai più di loro in quel modo!” disse lei, andandogli addosso per colpirlo. Lui fu più veloce e bloccò il suo calcio. Con un movimento rapidissimo, le posò la gamba a terra e le mollò uno schiaffo.
Da te non me lo aspettavo... Hai mentito a mia sorella, hai mentito a me! E lo hai fatto per tutto questo tempo...”
E' già molto che vi abbia tenute in vita. Il vostro onore è contaminato da anni, ma io ho detto al popolo che volevo essere magnanimo, in nome della fedeltà che i tuoi genitori avevano avuto verso di me prima di quella volta. Così tutti hanno fatto finta di niente e vi hanno accolto come delle figlie. Ho fatto anche troppo per voi. Tra l'altro ho rischiato di allevare due serpi in seno. Visto che siete sciocche quanto i vostri genitori, avreste anche potuto uccidermi per puro spirito di ribellione. Ma sono stato fortunato, direi.”
Eve emise una specie di ringhio.

Ora chi rischia la vita sei tu, carina. Ti farò fuori, come avrei dovuto fare tanti anni fa.” disse avvicinandosi a lei tirando fuori un pugnale. Lei tirò fuori la pistola e gliela puntò contro prima che potesse avanzare ulteriormente.
Fermo dove sei.” disse, le mani ancora tremanti.
Non puoi farlo. Guarda come impugni quell'arma... non sei convinta neanche tu di quello che stai facendo.”
Prese la pistola con la mano libera, sfilandola senza difficoltà dalle mani bianche e affusolate della giovane, e la buttò a terra. Adesso erano uno di fronte all'altra, e lei non riusciva a muoversi.
Bill si spostò lateralmente con passo felpato, approfittando della distrazione del vampiro. Prese in mano la sua arma, l'altra pistola che Eve gli aveva dato. La puntò contro il vampiro, sperando che l'agitazione non gli impedisse di centrarlo.

No.” pensò fra sé “Devo farcela. Ne va della sua vita, della nostra vita.”
Mentre premeva il grilletto chiuse gli occhi più forte che poté. Sentì il rumore dello sparo, poi riaprì gli occhi per verificare l'esito del suo tiro.
Eve vide gli occhi color ghiaccio del vampiro spalancarsi, come la sua bocca. Si accasciò al suolo. Sussurrò solo un'ultima parola: Sasha.

***

L'angolo di Ros

Come avete potuto notare, Eve e Bill hanno sventato il piano di quel cattivone di Aaron. I problemi, ovviamente, non sono finiti. Addio... Si, ho chiamato così questo capitolo. E' l'addio di Aaron alla vita e per i nostri eroi è un addio alla loro città. Comunque, non perdiamoci in dettagli e passiamo subito alla parte che preferisco dei miei post... Rispondere a voi!! ^^

MissQueen: IO.TI.ADORO. Scusa, dovevo troppo dirlo. XD Non sono per niente brava con le scene hot però ne ho inserite diverse (si, questo posso preannunciartelo ^^). Sono felice che ti sia piaciuto anche questo chappy e non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo commento (sempre che tu abbia ancora la pazienza e la voglia di seguirmi, è ovvio). Ah! Su Tom la penso esattamente come te (e anche su Bibi a dirla tutta ^///^).

Gemel: Lo so che ti piace la parte della scrivania eh eh... xD E comunque no, non me l'ha ispirata il pedofilors. Ho solo una buona dose di fantasia, tutto qui. ^^ E non chiamarmi Eve e Bill rincretiniti! è.é Poverini loro, belli della mamma... xD Hannika per il momento lasciala stare. Sta bene dove sta. xD

Midnight of phantom: Eh no cara, altrimenti sarebbe plagio... xD Non si può... Ho optato per qualcosa di carino però, questo posso dirtelo già. =)

Angel_Of_Lust: Tesoro, sul serio, non giustificarti. =) Lo so in che situazione ti trovi e ti capisco benissimo. Scuola maledetta! ù.ù Tranquilla, prendila con molta calma. =) Deve essere un piacere (o un atto di masochismo in questo caso xD) leggere. E' una cosa che va fatta con tutta la serenità del mondo, altrimenti non c'è gusto. In bocca al lupo per gli esami. ^__________^ Sono dalla tua!!!

Piccola anticipazione: il prossimo capitolo si chiamerà "Fuga". Sarà tutto incentrato su Bill e Eve. Si troveranno soli, all'aeroporto e raggiungeranno Parigi. Non dico altro. Attendo fiduciosa vostri commenti. Vi stritolo di abbracci. ^^

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Fuga ***


Capitolo 15
Fuga


Eve, ancora terrorizzata, fissava il corpo di colui che per anni aveva stimato come un padre e che ora aveva scoperto essere l'assassino dei suoi genitori. Non aveva voluto sparare, non voleva uccidere ancora. Ma Bill aveva avuto il coraggio di farlo, perché doveva salvarsi e perché forse intendeva salvare anche lei.
Scusa Eve, ho dovuto.” fu tutto ciò che riuscì a dire.
Perché l'hai fatto?”
Perché eravamo in pericolo.”
Scusa, non so neanche cosa sto dicendo. Tu mi hai salvato la vita e hai tolto di mezzo l'assassino dei miei genitori e io sto qui a chiederti perché. Sono proprio una stupida.”
No, sei solo un po' scossa. Su, andiamo all'arsenale. Dobbiamo fare presto o i tuoi compagni ci scopriranno.”
Lei annuì e lo seguì. I due uscirono, furtivi, con la complicità del buio e si diressero verso la dependance. Arrivarono di fronte a un portone ligneo. Eve tirò fuori la chiave presa nello studio, la infilò nella toppa e la girò. La serratura scattò e la porta si aprì. L'interno era scarsamente illuminato, fatto interamente in pietra. Le armi erano disposte in maniera ordinata su tutte e quattro le pareti. Sembravano disposte anche con un certo criterio: da una parte c'erano le armi da fuoco (tutte a proiettili d'argento), dall'altra quelle bianche. C'era una vastissima scelta: spade, pugnali, daghe, pistole, mitragliette... un vero e proprio paradiso per qualunque guerriero.
Eve e Bill ne scelsero diverse, cercando di fare più in fretta possibile, e le infilarono in una borsa che avevano portato con loro. Dopodiché, fuggirono verso la spiaggia, raggiunsero il parcheggio e si avviarono a tutta velocità verso l'aeroporto. Lì acquistarono due biglietti last minute per Parigi. Aspettarono per circa un'ora il loro volo e ne approfittarono per discutere.

Stai bene?” chiese Bill, vedendola preoccupata.
Non puoi certo essere l'immagine della felicità dopo aver causato la morte di due persone e dopo aver scoperto la verità sulla morte dei tuoi, non ti pare?”
Hai ragione. Domanda idiota.”
No, non volevo dirti questo. Anzi, sei stato così...”
Non terminò quella frase. Non poteva mostrarsi troppo gentile. Voleva dire essere debole. E mostrarsi debole, davanti a lui poi, proprio non le andava giù.

Dio, perché mi pongo certi problemi? È mio amico, o comunque qualcosa di molto simile. Perché ho tanta paura del suo giudizio?”
Così...?” chiese il moro, destandola dai suoi pensieri.
Devo per forza finire la frase?” rispose, una volta scesa dalle nuvole.
Beh, diciamo che potrebbe farmi piacere.”
Potrebbe?
Già. Non ci perdo mica il sonno, sai? È solo per farti tirare fuori quello che hai dentro, nulla di più.”
Si, certo, come no. Così poi potrai prendermi in giro da qui all'eternità, sempre che sopravviviamo a tutto questo.”
Tu credi che io userei ciò che dici contro di te? Si vede che ancora non mi conosci.”
Lei sospirò, poi disse: “Ok, d'accordo, finisco la frase.”

Bene, ho vinto allora.”
Non gioire troppo, bestiola argentata. Stavo solo dicendo che sei stato carino, tutto qui.”
Carino?”
Si, carino.”
Mi trovi carino?” chiese con aria maliziosa.
No, intendevo dire che il tuo gesto è stato carino.”
Peccato! Mi sarebbe piaciuto strapparti un complimento.”
Non ti basta quello che ho già detto?”
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.”
Non è valido!”
Oh, si che lo è!”
E perché?”
Per un'unica, importante ragione, mia cara.”
Che sarebbe?”
Preparati perché ti dirò cinque piccole paroline che ti faranno alzare da questa panchina e ti faranno correre come una pazza.”
Bene, dimmele allora, senza troppe cerimonie.”
Ci. Sta. Aspettando. Il. Volo.”
Cosa?! Possiamo andare?”
Lo dice il cartello.”
Quale cartello?”
Quello davanti a noi, che io ho continuato a tenere d'occhio per tutto il tempo e che tu hai bellamente ignorato per ascoltare me.”
Eve alzò lo sguardo e vide che in effetti c'era davvero un cartello con le lettere luminose che indicava gli orari dei voli. Non ci aveva fatto caso prima.

Mi sento quasi onorato, sai? Non pensavo di avere una simile influenza su di te.”
Ma che cavolo dici?”
Ti distraggo solo parlandoti. Pensa cosa potrei fare avvicinandomi a te anche solo di un paio di centimetri...”
Eve non poteva lasciarsi catturare da quegli occhi, da quel viso, da quelle mani... no, proprio non poteva. Lei non aveva mai provato niente di simile per nessun altro essere. La sua esistenza era sempre stata tranquilla e nel complesso senza scosse. Da quando lui era entrato nella sua vita, invece, era stata totalmente sconvolta. Era arrivata a fare cose che non avrebbe mai immaginato di poter fare: aveva tradito il suo gruppo, aveva ucciso il suo migliore amico... Si sentiva un'anima sporca, persa, priva di quei principi alti e nobili che aveva sempre creduto di avere. Eppure quell'essere che avrebbe dovuto odiare non poteva sembrarle più desiderabile in quel momento: aveva uno sguardo capace di incatenarla, e il suo viso assumeva espressioni indescrivibili a parole. In quel momento si mordeva il labbro inferiore, sorridendole con una certa malizia, quasi fosse assolutamente sicuro e consapevole del suo fascino.
Prima che la sua mente potesse spingersi oltre quelle riflessioni, gridò contro di lui:

L'unico effetto che hai è quello di farmi incavolare a morte, perciò faresti meglio a non provocarmi.”
Altrimenti?”
Ti squarto e ti uso come zerbino.”
Oh, che crudeltà! Tremo già di paura.” disse, alzandosi in piedi.
E fai bene, perché se ti acchiappo sono affari tuoi!” gridò, alzandosi e iniziando a rincorrerlo. Arrivarono fino all'aereo: quando presero posto lei non fece altro che lanciargli occhiatacce, facendolo ridere di gusto ogni volta.
Arrivarono a Parigi entro qualche ora e poi presero un taxi.

***

La posta di Ros xD

E così anche questo (orrendo) capitolo è finto. Più passa il tempo e più mi rendo conto di essere un'incapace. Leggo tante fanfiction e ogni volta c'è qualcuno di gran lunga superiore a me. Non che io voglia essere considerata la più brava del mondo, ci mancherebbe, ma vorrei potermi giudicare almeno decente, passabile. E invece non posso, perché il mio modo di scrivere è assolutamente orrendo, scontato, piatto, banale, elementare, sciocco e dannatamente ripetitivo (o almeno, così lo vedo io)! Insomma, sono in piena crisi. Ma non voglio assillarvi con i miei problemi idioti, perciò passiamo alle vostre risposte, unica mia fonte di conforto.


Gemel: Lo so, Eve e Bill sono due bradipi, ma non posso farci niente... E' la natura... Per quel che riguarda Hannika, beh, devo dire che speravo da tempo di inserire una cattiva come lei in una ficcy (poi la Meyer mi ha preceduta con Victoria nella saga di Twilight -alla quale mi sono ispirata-... e così mi limito a sentirmi onorata per avere quest'idea in comune con lei =D). Ci voleva proprio, si si. E poi, devo dirlo, l'ho immaginata davvero bellissima. Insomma, vado fiera della mia creazione, anche se, certo, rompe le uova nel paniere ai miei piccoli amici immortali... PS: so cosa stavi per dire di Tom, quindi attenta a te. U_U xD

_Angel_Of_Lust_:  Tesoro, grazie infinite per i complimenti. Oddio, la battuta che hai fatto su Aaron mi fa morire ogni volta che la leggo, giuro. Beh, che schiattasse a questo punto era praticamente necessario. E penso ci stesse anche la rivelazione del suo passato. Perché l'ho fatto omosessuale? Boh, mi è uscito così... Comunque sono contenta che la coppia Eve-Bill ti piaccia. Mi viene da pensare che il prossimo capitolo ti soddisferà alquanto ( e farà molto felice anche la Gemel, ovviamente xD).

Midnight of phantom: Cara, per te vale lo stesso discorso. Il prossimo capitolo porterà con sè una grossa svolta. =) Sono contenta che Aaron ti abbia stupito. Era proprio ciò che volevo ottenere.

MissQueen: Carissima, non preoccuparti. Comprendo benissimo gli impegni che hai (e che hanno anche tutti i miei lettori): c'è la scuola, per molti anche lo sport... senza contare che ognuno di noi ha almeno uno straccio di vita sociale, per cui non posso mica essere la vostra priorità. =) Detto questo, si, concordo con te: a Bill quelle lezioni sono proprio servite... xD Capisco a cosa ti riferisci, perché il dvd l'ho comprato e visto immediatamente, appena è uscito (l'ho voluto a tutti i costi con la maglietta *°*). Ora non mi ricordo bene, ma forse questa scena l'ho scritta prima di vedere il dvd. °°" Ci-emme-cu....che è successo con la ficcy? ç____ç Non dirmi così, che poi mi dispero...

Ecco qua. Anche questa è fatta. =) Per fortuna ci sono ancora dei santi (ma soprattutto delle sante) come voi che hanno l'infinita bontà e pazienza di seguirmi in questo calvario, leggendo e/o commentando i miei capitoli... grazie di cuore, e soprattutto scusatemi se ci ho messo tanto a postare (ragioni da comune mortale me lo hanno impedto... -.-'').  Vi devo tantissimo. Un grosso bacio dalla vostra Rosalie Hale.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Complementary opposites (Ebony & Ivory) ***


Capitolo 16
Complementary opposites
(Ebony & Ivory)

Reprimono il desiderio solo quelli che lo hanno tanto debole da poterlo reprimere.

William Blake, “Il matrimonio del Cielo e dell'Inferno”

Quando siamo insieme, così vicini l'uno all'altra,
sento che siamo come l'ebano e l'avorio
il caldo e il freddo
il giorno e la notte
la luce e l'oscurità
il bianco e il nero
l'uomo e la donna
il grigio e il colore
due facce della stessa realtà
due facce dello stesso sogno
odio e amore
gioia e dolore
appagamento e insoddisfazione
disperata ricerca
e finale approdo
tutto questo trova la sua unità
in noi, con noi.

Dal diario di Lilac



Il tassametro girava mentre la vettura girava per le vie della capitale francese. Eve volle prudentemente assicurarsi di avere soldi sufficienti per pagare. Li aveva cambiati da poco. Con gli euro non sapeva proprio regolarsi.
Aveva qualche banconota da venti e pochi spiccioli. Non era molto. Prima che la cifra diventasse troppo alta, decise di fermare la macchina e scendere, maledicendo se stessa per aver dato quasi tutto il denaro a sua sorella.
I due si ritrovarono in una via della quale non conoscevano il nome. C'erano un piccolo parco e una cabina telefonica. Eve entrò mentre Bill rimase fuori a fare la guardia.
La vampira estrasse da una tasca il bigliettino sul quale aveva annotato nome e numero dell'albergo presso il quale alloggiavano Tom e sua sorella. Digitò alcune cifre, ma non terminò il numero, perchè alzando lo sguardo vide davanti a sè un essere spaventoso.

Un lupo!” gridò, mentre la bestia scuoteva violentemente la cabina.
Bill corse dall'altra parte e affrontò l'animale. Gli saltò addosso più volte, nel tentativo di azzannarlo, ma venne sempre respinto. Eve era impaurita. Tuttavia, ritenne necessario un suo intrvento e così uscì per affrontare la bestia. Tirò fuori una delle pistole che aveva nel cinturone, aggirò, furtiva, la cabina, e, quando si trovò alle spalle dell'enorme lupo, gliela puntò alla tempia. Premette senza esitazione il grilletto e il proiettile d'argento trapassò il cranio dell'animale, facendogli perdere una gran quantità di sangue. Poi si accertò che fosse realmente morto, tirando un calcio al corpo, rigirandolo: non si mosse. A quel punto corse da Bill, ancora seduto in terra per via dell'ennesima caduta.

Tutto bene?” chiese.
S- si.” rispose, ancora scosso per lo scontro.
Ok, chiamo l'albergo allora.”
Rientrò nella cabina, che non era stata danneggiata poi molto, e compose nuovamente il numero. Si fece passare sua sorella e le chiese di chiamare un taxi che portasse lei e Bill da quella via buia e sconosciuta fino alll'albergo. Le chiese di pagare l'autista per lei, dal momento che aveva quasi esaurito i soldi, e, terminata la telefonata, uscì. Fu investita subito da un odore forte: odore di sangue. Si guardò intorno per cercare di capire da dove provenisse e vide che Bill si reggeva il braccio, dolorante.

Tu sei ferito!” disse. “Dammi la tua maglietta.” aggiunse, tirandola per un lembo.
Eve non vorrei che ci arrestassero per atti osceni in luogo pubblico... Ma se davvero non riesci a resistermi beh potrei anche correre il rischio...”
Bill, non fare l'idiota. Devo fasciarti il braccio. Ti medicherò per bene in albergo.” disse, nervosa. L'odore del sangue continuava a sollecitare i suoi istinti. Del resto, non si nutriva da più di un giorno, e mantenere il controllo era davvero difficile. I suoi occhi stavano per assumere il colore del ghiaccio e i canni iniziavano a farsi più lunghi ed aguzzi. Scosse la testa, cercando di reprimere il suo desiderio di sangue.
Ad un tratto sentì la sua testa girare e si accasciò a terra.

Dio! Eve!” gridò Bill, allarmato. Si avvicinò a lei e prese il suo viso pallido tra le mani.
"Hai bisogno di nutrirti, vero? Dai, prendi." disse, avvicinandole al volto il braccio sanguinante.
"No, non posso..."
"Poche storie. Bevi!"
"Non posso bere il tuo sangue... Non voglio..."
"Considerami un animale come un altro e fai uno sforzo."
"Non pensarci nemmeno. Potrei non fermarmi, lo sai. Non voglio ucciderti."
"Proprio perché non vuoi non lo farai."
"Ti fidi troppo di me."
"So di poterlo fare. E ora, forza, bevi!"
"Bill, io..."
"Forza!" le ordinò.
Lei non potè opporsi. Accostò le labbra gelide alla ferita, senza affondare i denti, visto che il taglio era già aperto. Il sangue fluì dal braccio fin nella bocca di lei, che bevve avidamente, senza staccarsi dalla ferita. Era completamente catturata dal suo sapore: al fondo metallico tipico del plasma si aggiungeva un che di dolce, che le impediva di smettere di bere.
Bill reclinò la testa all'indietro, lasciandosi andare ad un sospiro, un po' per il freddo contatto tra le labbra di lei e la sua pelle e un po' per il sangue che stava perdendo. Sentiva le sue forze venire meno ad ogni sorso, il fiato mancargli sempre di più...ma era pronto a sacrificare anche la sua vita se necessario, purché lei si rimettesse in sesto. Non le avrebbe detto di smettere: l'avrebbe fatto da sola.
Mentre Eve beveva, alzò leggermente lo sguardo, posandolo su di lui che, a bocca aperta, cercava di prendere quanta più aria potesse. No, non poteva appagare oltre il suo appetito a scapito della sua vita.
Solo un altro po'...
No, rischi di ucciderlo.

Quell'ultimo pensiero la indusse a staccarsi dal suo braccio con decisione. Quando lo ebbe fatto, si leccò le labbra, sulle quali era rimasto ancora quel sapore delizioso. Assaporò ancora quelle ultime gocce, ad occhi chiusi.

Visto?” disse il ragazzo, respirando affannosamente. “Ci sei riuscita.”
Per pochissimo.” precisò lei.
L'importante è che tu l'abbia fatto.”
La luce di un paio di fari li colpì in pieno. Eve spostò lo sguardo sulla vettura che emanava quella gran luce.

Ecco il taxi. Adesso andiamo in albergo.” disse.
Lo aiutò ad alzarsi e ad arrivare alla macchina. Parlando un perfetto francese, chiese all'autista se era già stato pagato come aveva chiesto. L'uomo le rispose di si. Il silenzio che calò nei minuti successivi fu rotto nuovamente dal conducente, che chiese ai ragazzi cosa fosse successo, avendo notato il braccio sanguinante di Bill dallo specchietto retrovisore. Eve giustificò il tutto con un'aggressione di due delinquenti del luogo.
Il tassista commentò, indignato, la delinquenza dei giovani. Si, doveva essersi davvero bevuto quella storia.
Quando il taxi giunse a destinazione, i due ringraziarono l'autista molto gentilmente e si avviarono verso la hall, dove li attendevano Lilac e Tom.

I quattro si abbracciarono, felici.

Abbiamo preso un'altra stanza.” disse Lilac.
Bene... Aspetta perché una?” chiese Eve.
Perché ce ne era rimasta una sola. Fortunatamente è sul nostro stesso piano. L'hanno lasciata stamattina.”
Eve si rassegnò, imprecando a denti stretti per quella sfortunata situazione. Voleva chiedere a sua sorella di poter dormire in stanza con lei, ma sapeva che Tom non sarebbe mai stato disposto a cederle il suo posto.
Tom, nel frattempo, fece una sorta di interrogatorio a Bill mentre salivano verso le rispettive camere. Era tremendamente preoccupato per lui e gli chiedeva in continuazione se stava bene.
Quando raggiunsero il loro piano, il quarto, si separarono.
Mente Tom e Lilac si addormentarono subito, esausti per il viaggio affrontato.
Nell'altra stanza, la 421, Eve, seduta a un tavolo, medicava il braccio di Bill con gli attrezzi da pronto soccorso che si era intelligentemente portata dietro.

Ahia!” disse Bill, lamentandosi mentre lei stringeva una fascia intorno al suo braccio.
Non lamentarti. È già tanto che io stia nella tua stessa stanza. Fosse per me, dormirei in corridoio.”
Ma, cavolo, è stretta! Fa male!”
Ti ci devi abituare. Deve essere stretta. E poi non dirmi che un lupo come te si lascia spaventare da una fascetta!”
Chi, io? No, no. Non mi stavo lamentando. Stavo soltanto precisando.”
Bene. Adesso andiamo a dormire. Mi raccomando, niente scherzi.”
Sarò buono, promesso.”
Bravo bambino. Allora dormiamo.” dissse Eve.
I due si sdraiarono sul grande letto matrimoniale, tenendosi a debita distanza l'uno dall'altro. Bill si appisolò, mentre Eve continuò a rimanere sveglia. A un certo punto si alzò e andò verso la finestra, dalla quale proveniva un chiarore bluastro che illuminava leggermente le pareti bianche della stanza. Ammirò il panorama per un po', poi fu spaventata dall'arrivo improvviso di un fulmine. La pioggia iniziò a cadere fitta, battendo violentemente sui vetri.
Bill si svegliò e, vedendola in piedi, andò verso di lei.

Non riesci a dormire?”
No.”
C'è qualcosa che non va?”
Ho paura.” confessò, quasi senza accorgersene.
Non averne. Qualunque cosa accada sarò sempre con te.”
Preferirei che non ci fossi. Per colpa mia passi solo guai.”
Quel lupo mi ha solo colto di sorpresa.”
Fa lo stesso: non voglio che ti ritrovi in situazioni pericolose per colpa mia.”
Lui la guardava apprezzando ogni dettaglio del suo viso: occhi del colore dell'Oceano, pronti a diventare due specchi di ghiaccio, pelle dal candore quasi mortale, labbra vermiglie... Dio, quanto desiderava allungare una mano verso quel volto!
Continuò ad osservarla, quasi accarezzandola con lo sguardo. Fu un attimo: la sua mano fece ciò che facevano gli occhi, e così si ritovò a sfiorare delicatamente le sue gote. Poi osò ancora, e si insinuò tra i suoi capelli. Accostò il viso al suo e le sue labbra si posarono, lievi, su quelle di lei.

Che stai facendo?”
Niente.” rispose per poi tornare a baciarla con più passione.
Posò nuovamente le labbra su quelle di lei, stavolta dischiudendole lentamente.

Eve non oppose resistenza a quel contatto. Perché non lo stava allontanando con una spinta, buttandolo fuori dalla stanza senza neanche aprire la porta? Perché rispondeva a quel bacio con tanta passione, quasi lo avesse aspettato da tutta una vita?
La risposta era semplice: lei lo stava davvero aspettando, senza essersene mai resa conto. A forza di reprimere i suoi istinti, i suoi desideri e i suoi sentimenti aveva finito per opporsi alla chimica, commettendo l'errore più grave che qualunque essere, mortale o immortale che fosse, potesse compiere. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse stata sciocca.
Le mani di lui si posarono sulle sue spalle e la accarezzarono lievemente, procurandole brividi.
Eve strinse le sue braccia intorno al collo di Bill, attirandolo a sé con forza.
Si staccarono per un momento e si guardarono negli occhi.
Avrebbe voluto dirgli mille cose: mi ami?, giurami che non mi lascerai...
Ma non proferì parola, incantata dal suo sguardo nocciola, nel quale coglieva quel fantastico riflesso arancione che lui aveva ogni volta che era con lei. Lasciò solo che lui la baciasse di nuovo e la portasse verso il letto matrimoniale, facendola sdraiare piano. Non voleva davvero quelle risposte, non in quel momento, perché non aveva bisogno d'altro che non fosse lui.
Come in preda a una febbre, con un continuo brivido che le correva lungo la schiena pallida e fredda, iniziò a respirare convulsamente. Lui le tolse i vestiti di dosso, continuando a darle baci e carezze e lei fece altrettanto, lasciandosi guidare dal suo cuore e abbandonando per una volta quella razionalità della quale era sempre andata tanto fiera.
Il calore di quella stanza contrastava terribilmente con il gelo e la pioggia dell'esterno. Dalla finestra, coperta da tende bianchissime, entrava solo la luce azzurra della notte. Fuori c'era un tempo da tempesta: la pioggia si abbatteva con violenza sui vetri e il vento spirava impetuoso.
Bill si fermò un attimo a guardarla. Lei era sdraiata sul morbido materasso e lui si manteneva issato sulle braccia.
“Sei bellissima, sai?” disse, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
Lei rimase a fissarlo.
“Non te l'ho mai detto prima, però è così. Sono pazzo di te e non mi importa se alla fine di tutto questo mi considererai uno stupido.”
“Agisci sempre così impulsivamente?”
“Il 99,9% delle volte.” disse, accennando un sorriso. “Dovresti provare anche tu. A volte può essere divertente.”
“E cosa pensi che stia facendo adesso?” rispose, attirandolo a sé e baciandolo.
“Temo” disse Bill “che tutto questo possa diventare pericoloso. Una sorta di dipendenza.”
Troppo tardi. Tu sei già la mia droga. Dammi le tue allucinazioni.” rispose, guardandolo negli occhi con aria dolcemente maliziosa.

***

L'angolo di Ros
Oggi faccio dei ringraziamenti veloci veloci...
Midnight of phantom: tesoro, oltre ad avermi fatto schiantare dalle risate come al solito, mi hai resa davvero felice. Sono contenta di non averti delusa. Mi raccomando, continua a seguirmi.
MissQueen: cara, a te dico poche parole, ma come sempre molto sincere: mi hai davvero commossa.
_Angel_Of_Lust_: oddio davvero ti è piaciuto? Menomale, mi sento davvero sollevata. ç____ç Stavolta perdonami ma il componimento in apertura mi deve essere uscito mentre ero ubriaca (anche se me regge benissimo l'alcol... -.-")
Gemel: è inutile che fai la santarellina... xD Ti ho beccata! Ammettilo! *indica* comunque sono felice che ti piaccia la storia. Come sai il tuo giudizio per me è fondamentale (visto che ti chiedo sempre un parere sulle mie ficcy).
Ladysimple: semplicemente GRAZIE. Sia per il commento che per l'inserimento tra le storie seguite. *si commuove*
Un grosso bacio a tutti (o forse dovrei dire a tutte, visto che il mio pubblico sembra essere esclusivamente femminile O.o).


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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Minaccia ***



Capitolo 17
Minaccia

La pioggia aveva smesso di cadere da poco. Il cielo, tuttavia, non accennava ad aprirsi neanche un po'. Eve dormiva beatamente. Bill, invece, si era svegliato da qualche minuto. Sdraiato vicino a lei, percorreva con le dita il profilo della sua schiena. Sentì bussare alla porta e si alzò subito dal letto.
Accidenti!” pensò quando si ricordò che non si era ancora rivestito. Si mise addosso le prime cose che trovò. Per non perdere tempo, non mise la maglietta. Si precipitò alla porta e aprì. Trovò davanti a sé un uomo, venuto con buona probabilità dalla hall.
Signore, perdoni il disturbo. È appena arrivata una sua parente e mi ha pregato di consegnarle questa.” disse, porgendogli una busta bianca.
Una parente, ha detto?”
Si, signore. Non aspettava lettere?”
No.” mentì “E' che... ho una famiglia parecchio numerosa. Non le hanno lasciato un nome?”
Nessun nominativo.”
Non è che potrebbe darmi una descrizione, allora?”
Certamente. Era una donna molto bella, con dei lunghi capelli ramati.”
Hannika...” farfugliò Bill, in preda allo spavento.
Avete capito chi è?”
Eh? Si, ora ho capito. È una mia cugina.”
Avete l'aria preoccupata.”
No, sono solo un po' stanco. Aspetti.” disse, andando a prendere un po' di soldi dal portafoglio. Li posò nelle mani dell'uomo, che li mise in tasca e, dopo averlo ringraziato, percorse il corridoio nel senso opposto, verso l'ascensore.
Quando fu solo, Bill aprì la busta. Trovò dentro una lettera. La calligrafia con la quale era scritta gli diede la conferma delle sue supposizioni. Era una linea netta, quasi tagliente, ma troppo tondeggiante per appartenere ad un uomo.
Lesse velocemente quelle poche righe, attanagliato dall'ansia.

Bill, grazie all'occhio attento della mia spia ho scoperto il motivo della vostra fuga. La voglia di vivere in libertà la vostra amicizia con quelle vampire vi ha portati fin qui, ma non illuderti che questo basti a sfuggire alle regole dell'Alto Branco. Puoi farla franca con uno dei nostri, ma non hai scampo con me e i capi. Prima di dichiararmi delusa dal tuo comportamento, voglio sapere se tutto questo è dovuto alle arti ingannevoli di quella succhiasangue o alla tua scelleratezza. Ti suggerisco di riflettere su ciò che hai fatto: hai ancora una possibilità per riscattarti dopo il tuo errore. Pensaci. Ti aspetto a Place de la Concorde. Vieni solo. Ah, dimenticavo! Tuo fratello e la sua amichetta sono con me.”
Bill accartocciò il foglio e lo gettò in terra, accanto al letto. Il suo cuore iniziò a pulsare più forte per la preoccupazione. Suo fratello e sua cognata (si, amava chiamarla in quel modo) erano prigionieri di quella pazza furiosa, che chissà cosa si era messa in testa. Il suo sguardo cadde sulla schiena nuda di Eve, che dormiva ancora serena tra le lenzuola candide. Solo lei poteva restituirgli un po' di serenità in quel momento. Trovò inspiegabilmente la forza per sorridere, nonostante tutto.

E tu saresti il mio sbaglio? Tu saresti il mio errore?”
Si lasciò sfuggire quel pensiero, pronunciandolo sottovoce.

Se è così, allora ti rifarei altre mille volte.” aggiunse, abbassandosi verso di lei e passandole una mano tra i capelli. La baciò sulla guancia e, presi un po' di soldi, uscì nel corridoio, calpestando con passo leggero il pavimento coperto da una soffice moquette rossa.
Dopo aver raggiunto con l'ascensore la hall, varcò il portone principale e si inoltrò nel buio e nel freddo di quella piovosa notte parigina.

Prese un taxi che lo portò a destinazione. Il conducente era piuttosto perplesso, tanto che gli chiese più volte se avesse realmente intenzione di scendere lì, con quel tempo che non prometteva niente di buono, con la strada umida e con quella temperatura assurda.
Si, ho un appuntamento esattamente qui. Tenga.” rispose, lasciandogli una banconota 20 euro e scendendo in tutta fretta dalla vettura.
Col passo leggero e veloce che gli era consueto, raggiunse il centro della piazza. Hannika era lì, in piedi, con le mani sui fianchi e lo sguardo severo, e lo attendeva con una certa impazienza.

Eccoti. Vedo che hai rispettato gli accordi.”
Cosa ti ha fatto pensare che potessi fare il contrario?”
Il fatto che tu e tuo fratello abbiate tradito il vostro popolo per seguire quelle due dannate succhiasangue.”
Bill trattenne a stento un ringhio dei suoi. Avrebbe potuto uccidere chiunque usasse toni tanto ingiuriosi nei confronti delle persone a cui voleva bene, ma si rendeva conto che in quel momento non era il caso. Abbassò lo sguardo per non essere costretto a incrociare quello di Hannika, che in quello stesso momento gli sfiorò il viso con una lieve carezza.

Ehi, tu hai ancora una speranza di salvezza, sai?”
Che intendi dire? Salvezza da cosa?”
Dalla morte certa. Conosci la pena per i traditori, no?”
Certo che la conosco, ma... non puoi averlo fatto.”
Bill, rientra nei miei doveri avvertire l'Alto Branco. Il gruppo mi faceva pressioni, lamentandosi del fatto che io faccio troppi favoritismi nei vostri confronti. Tuttavia, ho avuto modo di intercedere per voi presso i quattro grandi capi, che fortunatamente hanno accolto la mia richiesta.”
Hai patteggiato?”
Ho chiesto la tua liberazione. Per Tom non ho potuto ottenere nessun'altra pena all'infuori della reclusione a vita.”
Reclusione a vita?”
Si. Non ho potuto fare di più. Ciò che ho ottenuto per voi è già molto. Mi era stata chiesta la sua morte in cambio della tua salvezza.”
E le vampire?”
Oh beh per quanto riguarda quelle, l'Alto Branco vuole la loro morte. E penso che le intenzioni del Consiglio siano le medesime. Li informeremo una volta risolta la questione tua e di tuo fratello.”
Cosa?! No, non possono...”
Bill, le decisioni non spettano a te.”
Sai che ti dico? Dai la morte anche a me.”
Bill, tu puoi salvarti! Puoi rimanere in vita e goderti la tua eternità insieme a me.”
Insieme a te?!”
Si, Bill. Sposami e avrai tutto ciò che vorrai: potere, rispetto... Nessuno oserà più parlare di questa storia.”
E se qualcuno lo facesse, che faresti? Lo faresti ammazzare, come tutti coloro che non ti vanno a genio?”
Ma... Bill...”
Hannika, preferisco morire piuttosto che perdere le persone che per me contano di più al mondo.”
Non puoi dire sul serio.”
Arrenditi, Hannika.”
Tutta colpa di quella vampira maledetta...”
Non parlare così di lei!”
Perché?”
Perché io la amo!”
Lei gli rispose, stizzita: “Non capisci che io saprei amarti molto più di lei? Lei ti userà come un giocattolo e poi ti getterà via!”

Hannika, lasciami in pace. Dimmi dove sono mio fratello e la sua ragazza.”
Sono laggiù.” disse indicando un obelisco, al quale i due erano legati con un doppio giro di catene.
Non c'è modo di salvarli?”
Non so se posso avanzare altre richieste al Branco, ma posso tentare di salvare tuo fratello. E questo solo perché sei tu.”
Bill rifletté per qualche istante, poi ordinò con tono assolutamente distaccato: “Legami.”

Che cosa?”
HO DETTO LEGAMI!” gridò, furente.
M-Ma Bill...”
Lega me al loro posto. Sarò io la tua proposta per il Branco. Lascia vivere Lilac e mio fratello e avrai in cambio la mia vita.”
No, non voglio perderti. Sposami, e insieme troveremo una soluzione.”
No. Preferisco la morte. Non tradirò mai il mio amore per Eve.”
Hannika era ormai accecata dal suo furore. Il suo trasporto nei confronti di Bill cedette il passo alla sua parte più crudele.

Non mi dai altra scelta Bill.” disse, sguainando una spada e avvicinandosi sempre di più a lui.
Lucida nella sua follia, la donna dai capelli fulvi la puntò contro il moro, che non accennava a muoversi di un solo passo.

***

L'angolo di Ros

Ragazze (ormai sono convinta di avere un pubblico esclusivamente femminile xD), non sapete quanto mi avete resa felice. Vedere 5 commenti è stata un'iniezione di entusiasmo, sul serio. Vi ringrazio infinitamente. =) Beh, ora passiamo ai vosti commenti (non sapete quanto io mi diverta a rispondervi =D). Procediamo con ordine... ^^

Bella Swan: mia cara Gemel, lo sai che ogni volta che rileggo il tuo commento mi rotolo per terra? X°D Non mi chiedo nemmeno come ti escono certe cose, perchè tanto, essendo gemelle, so che lo sclero è la nostra arte per eccellenza. xD  Comunque, sul serio non pensavo che ti piacesse quella frase. O.O Per quanto riguarda Bill, lo so che è adorabile (ti dirò meglio cosa ne penso a voce, anche se certamente già lo sai u/////////////u) e tu lo sai quanto io lo stimo (oddio sembro la moglie di Fantozzi "Ugo ti stimo moltissimo..." xD ma vabbè). Sono contenta che tu ti sia finalmente goduta la vita tra l'alcol e l'ebbrezza di una notte spericolata col nostro caro gemello con le treccine (ex Mocho Vileda <3 xD)... era ora! E non negare l'evidenza (sai a cosa mi riferisco U_U), perchè io so molte cose di te (ma dai? XD) e potrei metterti nei guai urlando al mondo intero i tuoi pensieri più oscuri.... Baci!!! XDDDDD

MissQueen: Vale adorata, io ti faccio santa! Quando ho letto il tuo commento sono rimasta così O_____________________O. Sto pensando seriamente che tu non sia di questo mondo, sai? XD Davvero, grazie mille per tutte le cose bellissime che mi hai scritto. *si commuove* Comunque, lo so, Eve è un pochinino paranoica, ma cerca di capirla: avere davanti la perfezione scesa sulla Terra (e per di più disponibilissimo a farsi "mettere le mani addosso") non è cosa da poco. Non garantisco la sua sanità mentale (nè la mia, soprattutto) dopo un evento simile. xD

Midnight of phantom: tesoro, i tuoi commenti twilightosi (si, è proprio l'aggettivo giusto xD) ogni volta mi fanno cadere dalla sedia. Dovresti scrivere delle ficcy demenziali. lo sai?

_Angel_Of_Lust_:  cheri, se mi dici certe cose poi mi monto! Sono davvero contenta di aver reso bene la scena della "bevuta". xD Era proprio ciò che speravo. ^w^

marty sweet princess: eh si, questi due ci mettono un po' di tempo. O meglio, è la cara Eve che ci mette tanto. Lo so, è terribilmente complessata... mah, vampiri... xD Scherzi a parte, sono davvero contenta che anche tu mi segua in questa avventura. Ogni vostro commento è una linfa vtale per me. Non ci crederete, ma mi ispirate moltissimo. =)

Detto ciò, una piccola domanda per tutte: secondo voi dovrei alzare il rating? Io avevo intenzione di portarlo al giallo già da un po', perché comunque di scene hot ce ne sono già un po' e vi anticipo che ne avremo delle altre (cercherò sempre di essere soft). Insomma, cosa devo fare? mi raccomando, rispondetemi. Ho bisogno di voi!!! ç_______ç

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Where are you? ***


Capitolo 18

Where are you?


Nel frattempo...


Eve giaceva nel suo letto, coperta solo dal lenzuolo, in procinto di svegliarsi. Sorrideva. Si, quella notte era stata davvero piacevole, e si sentiva pienamente felice, come mai in vita sua. Rivedeva nella sua mente tutti i dettagli e pensò che era stato tutto assolutamente perfetto. Si voltò con gli occhi ancora chiusi, tastando l'altro lato del letto matrimoniale per cercare Bill.

Non trovandolo, aprì gli occhi e si alzò di scatto, avvolgendosi velocemente nel lenzuolo. Accese la sua abat - jour e si guardò intorno: non lo trovò. Decise di cercarlo anche nel bagno: anche lì, nessuna traccia di lui.

Forse Tom aveva bisogno di qualcosa.” pensò, sedendosi sul letto mentre sospirava.

Abbassò lo sguardo e notò che c'era qualcosa in terra: un foglio accartocciato. Si alzò per raccoglierlo e lo aprì. Non credette ai propri occhi quando lesse quanto c'era scritto.

Per la prima volta in vita sua aveva davvero paura: paura per sua sorella e il suo bambino, per Tom, che come loro rischiava la vita... e per Bill. Brividi di terrore percorrevano il suo corpo, mentre piangeva, immaginandolo mentre lasciava la stanza. Guardò ogni punto intorno a sé, quasi a voler ricostruire il suo percorso. I suoi occhi si posarono sulle armi, ancora nel borsone, dove erano state abilmente nascoste.

Quel pazzo incosciente non si era portato dietro neanche una daga, scommetto!” pensò, asciugandosi le lacrime.

Si vestì in fretta e prese distrattamente la spada dal bagaglio. Pensando che farsi vedere in quello stato si sarebbe rivelato alquanto imprudente, decise di saltare giù dalla finestra. Atterrò in piedi, in virtù di quell'agilità che le era propria, e corse in direzione di Place de la Concorde sotto la pioggia battente, sperando che non fosse troppo tardi.

Arrivò a destinazione pochi minuti dopo e davanti a sé trovò uno spettacolo che non avrebbe mai voluto vedere.

***

L'angolo di Ros

Perdoooooooono!!! >__< Perdonoperdonoperdonoperdono!!! Vi chiedo umilmente scusa. Sono stata via un secolo, lo so. Mi è successo tutto insieme: il rush finale per l'esame, una partenza improvvisa e il mio pc con "le sue cose" (eh si per me è femmina U_U ha gli sbalzi di umore che gli impediscono di lavorare).

E cosa peggiore, vi ho postato un capitolo corto e schifoso. Spero non mi abbandonerete per questo. ç_ç Comuuunque rispondo ai vostri commenti, che certamente meritano più spazio delle mie scuse, che certamente non servono a porre riparo al casino che si è vneuto a creare. Scusatemi ancora. *si prostra*

Ladysimple: grazie cara, davvero. I vostri commenti sono un'iniezione di ottimismo e buonumore per me.

MissQueen: Vale carissima, penso che anche tu ti unirai al club della mia Gemel, la quale da tempo immemorabile vuole uccidere Hannika... le tue recensioni sono uno spasso come sempre, grazie per le risate che mi fai fare. xD

Midnight of phantom, _Angel_Of_Lust: caVeH xD per voi un discorso a parte... sono davvero contenta di avervi sorpreso. Insomma, era proprio ciò che speravo di sentirmi dire.

Gemel: c-che cosa fai, you crazy? Ti leggi la storia tutti i giorni?! Ma sei una pazza masochista!... però graaaaaaazie =D <3

Per tutte voi: VI ADORO. <3

Un bacio enorme, Ros.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Lotta ***


Capitolo 19

Lotta


Le mani di Hannika tremavano.

Forza, uccidimi.” la incoraggiava il moro licantropo.

Non resistette all'ennesima provocazione e così gli procurò una bella ferita sul fianco sinistro, facendolo accasciare a terra. Pianse lacrime amare: aveva ferito l'unico uomo che avesse mai amato e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

Mi dispiace Bill... Mi dispiace...” farfugliò.

Eve, da poco giunta sul posto, gridò, disperata.

NO! BILL!”

Corse verso di lui, ma Hannika le si parò davanti.

Non ti avvicinare a lui!”

Non prendo ordini da te, stupida oca coperta di pelo.”

Muori, maledetta!” gridò lei in risposta, tentando di colpirla con la spada.

Eve schivò con maestria il suo colpo, facendo sì che fallisse miseramente. Hannika non la smetteva di attaccarla, facendo volare fendenti in continuazione, ma Eve li parava ogni volta, aspettando un suo passo falso.

All'ennesima parata della vampira, la donna lupo ringhiò con ferocia, per poi tornare a colpirla con maggiore grinta. Fu un attimo: la lama di Eve si infilò sotto la sua. La presa di Hannika era poco salda in quel momento, e così bastò un gesto vigoroso di Eve per sfilargliela dalle mani, facendola cadere in terra poco lontano.

Non puoi avermi sconfitta!” disse la rossa tra i denti.

Per tua sfortuna è così. Adesso libera mia sorella e Tom.”

Scordatelo. Voglio morire senza aver subito l'umiliazione di farti da schiava. Tanto so che è questo ciò che vuoi. Devi avercela a morte con me.”

Diciamo che hai fatto del tuo meglio per farmi saltare i nervi.”

Bene, allora uccidimi.”

Non voglio.” rispose. Non voleva mietere morte, non per la terza volta. Per colpa sua due persone avevano perso la vita, e non intendeva allungare ulteriormente quella lista di morti.

Cosa c'è? Adesso fai la buona samaritana? Guarda che il tuo gruppo è tutto contro di te. Sanno quello che hai fatto. Quando hanno trovato il tuo capo morto, i tuoi compagni hanno subito sospettato di te anche per l'omicidio del vostro amichetto e così sono andati a casa tua e hanno trovato il corpo.”

Come te l'hanno detto?”

Ci siamo visti alla riserva.”

Eve rimase in silenzio.

Non credere di farmi pena. Anzi, se posso dirti la mia mi fai solo schifo. Tradisci il tuo gruppo mettendoti col tuo nemico e poi ti permetti anche il lusso di uccidere chiunque si metta fra voi... Sei un tipo parecchio egoista.”

Non sai quello che stai dicendo.”

Non pensi minimamente ai tuoi compagni, che adesso sono senza una guida. E non pensi a chi, per guadagnarsi un briciolo d'affetto della persona che adesso ti ama, da anni fa sacrifici enormi. Ti basta solo crogiolarti nella tua felicità.”

Se lui non ricambia i tuoi sentimenti non è colpa mia.”

Piccola insolente... Non ti permetto di parlarmi in questo modo!”

Bill gridò di dolore: ormai non poteva più sopportare il bruciore di quella ferita. Eve si voltò indietro per guardarlo ed ebbe un tuffo al cuore: non sopportava di vederlo soffrire. Doveva curarlo, assolutamente.

Senti, io ho di meglio da fare. Vedi di lasciarmi in pace adesso.”

Lo sapevo che eri solo una codarda.”

Va bene, hai vinto. Ti darò ciò che vuoi. Ma ricorda che sei stata tu a chiederlo.” disse, afferrando con entrambe le mani l'elsa della spada.

Rivide davanti a sé le terribili immagini della morte ingiusta di Edmund. Che diritto aveva di spezzare un'altra vita?

No, Eve... Non farlo...” mormorava Bill.

Hannika era in piedi, davanti a lei, con aria fiera, in attesa del colpo di grazia. Eve sferrò un colpo rapido e secco, che le procurò una ferita su un fianco, facendola cadere a terra, sulla strada bagnata di pioggia e sangue ormai secco.

Eve gettò la spada in terra, disgustata dal suo gesto, e corse verso Tom e Lilac per liberarli. Sciolte le catene, chiese loro come stavano. Dopo aver constatato che erano entrambi in buone condizioni, corse con loro verso Bill, che gemeva dal dolore. Si inginocchiò accanto a lui, facendogli posare la testa sulle sue gambe. Gli accarezzò il viso con dolcezza, sotto gli sguardi allarmati di Lilac e Tom, che temevano per la sua sorte.

Il ragazzo, in preda a grandi convulsioni, farfugliava.

Eve... Eve...”

Bill, sono qui con te. Adesso ti porto in albergo e medicheremo anche questa ferita. Sei solo un po' spaventato, tutto qui.”

N-No... Eve... Temo che non ce la farò...”

Non dire stupidaggini, Bill.”

Eve, non resisterò per molto. La lama che mi ha colpito... deve essere d'argento. La ferita... brucia, anche se molto lentamente... Non c'è modo di salvarmi...”

No! Bill, non lasciarmi, ti prego! Non puoi!” gridava Tom, in preda al panico e alla disperazione.

Eve, non puoi salvarlo con il tuo...?”

Non lo so, Lil. Ma posso tentare, sempre che l'argento non sia penetrato troppo in profondità.”

Mi spiegate di cosa state parlando, per favore?” chiese Tom, un po' nervoso.

Eve trasse un respiro profondo: l'atto che stava per compiere le avrebbe portato via parecchie energie. Non sapeva che esito avrebbe avuto, tuttavia era disposta a tutto pur di salvare la vita di Bill.

Nel frattempo, Lilac spiegò a Tom quale fosse l'unico mezzo che Eve aveva a disposizione per salvare suo fratello.

Vedi Tom, Eve ha una capacità particolare: può guarire toccando le persone. Visto che stavolta l'argento sta contaminando il sangue di Bill, lei dovrà succhiarlo via...”

... un po' come col veleno dei serpenti.” commentò il biondo.

Esattamente. Però mentre lo farà, proverà un dolore inimmaginabile, lo stesso che tuo fratello ha sentito finora. Non sarà facile, e le costerà parecchio in termini di energia. È un provvedimento destinato a situazioni di emergenza.”

Capisco.”

Eve posò le labbra fredde sulla ferita che Bill recava sul fianco destro, facendolo rabbrividire. Non affondò i denti, visto che il taglio era già aperto. Succhiò il sangue con forza, sputandolo via ogni tanto. Un bruciore terribile invadeva la sua bocca. Avrebbe voluto urlare per il dolore, ma doveva resistere se voleva che lui avesse anche solo una minima speranza di sopravvivenza. Sentiva il bruciore arrivargli fino alla testa. Gli occhi le si chiudevano quasi da soli: la fatica era troppo grande. Ma era quasi alla fine - lo sentiva -, doveva farcela. Tirò su un'altra goccia di sangue infetto, mentre Bill piano piano sembrava tornare a respirare regolarmente. Alzò la testa per sputare il sangue, quando improvvisamente sentì la sua testa girare. Perse i sensi, cadendo in terra. Dalla bocca aperta uscivano rivoli di sangue.

Lilac lanciò un grido di terrore quando vide che sua sorella non accennava a riprendersi. Bill si alzò in piedi, tenendosi la mano sul fianco.

Bill! Sei ferito!”

Si, lo so, ma riesco a reggermi in piedi, tranquilla. Adesso, ti prego, portiamo Eve in albergo, presto.”

Tom prese tra le braccia la vampira e insieme a suo fratello e a Lilac si avviò verso l'albergo, che si trovava a pochi metri da lì. Approfittarono dell'oscurità per percorrere quel tratto con la loro effettiva velocità, certi che nessuno potesse vederli.

***

L'angolo di Ros

Bene, eccomi qua con questo nuovo capitolo. Lo so, anche stavolta vi ho fatto aspettare tanto, e ancora una volta vi chiedo perdono. La mia autostima ha subito un brusco calo (come se non fosse già bassa) e tutto questo perchè sonoo davvero di pessimo umore. Sono triste, arrabbiata, amareggiata... un sacco di brutte cose. Se penso alla mia vita in questo momento vedo tante cose brutte. Ma poi penso alle mie amiche (sia quelle "reali" che quelle dei forum) e penso a voi, che ogni volta mi riempite di gioia con i vostri commenti. Non so come farei senza di voi. Ed è per questo che ancora una volta consacro a voi i miei "sforzi letterari", se così si possono definire le schifezze di capitoli che vi propino. Ma passiamo alle risposte che giustamente vi devo, che sono decisamente più interessanti delle mie disgrazie.

Midnight of phantom: mia fedelissima, semplicemente grazie.

Ladysimple: non preoccuparti, è già molto per me leggere una vostra recensione, fosse anche di una lettera sola. Detto ciò, come hai visto sono arrivati i rinfozi. xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Ho sempre una gran paura di deludervi. ç__ç Il vostro giudizio per me è fondamentale.

MissQueen: beh, come hai visto Bibo non se la passa tanto male, no? Ma il meglio deve ancora venire...

Bene, anche questa è fatta. Alla prossima!

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Time to go ***


Capitolo 20

Time to go


Eve si svegliò nella sua stanza qualche ora dopo. Bill era sveglio, accanto a lei.

Ma che cavolo...?”

Per fortuna stai bene!”

Bill! Ce l'hai fatta...”

Anche tu a quanto pare.” rispose, abbracciandola. “Ho avuto così tanta paura... Non riuscivo a dormire sapendoti in quello stato.”

Vuoi dire che hai vegliato su di me tutto il tempo?”

Beh, si.”

Sei uno stupido. Ormai ero fuori pericolo. Che motivo c'era di starmi vicino?”

Potevo forse ignorarti dopo quello che è successo tra noi?”

Bill, non sei certo in debito con me per questo. Non ti avrei biasimato se ti fossi messo a dormire. Eri molto provato, e certamente adesso sarai incapace di reggerti sulle tue gambe.”

Che vuoi dire? Che è stata una notte come tante? Che io non conto niente per te?”

Non sto dicendo questo. Dico solo che non avresti dovuto.”

Eve, rispondi alla mia domanda: cosa provi per me?”

Bill, ti senti bene?”

Non cambiare discorso. Voglio sapere se mi ami anche tu o se sono solo un povero stupido che ha creduto che questa notte fosse stata speciale per tutti e due.”

Bill, ti prego, non puoi dire sul serio...”

Ti riesce così difficile credere di poter essere amata da qualcuno?”

Non ti pare un po' sciocco amare la causa delle tue disgrazie?”

Eve, tu sei la mia unica droga, la mia vera tentazione, il mio pensiero proibito, il più dolce dei miei peccati... Semplicemente tu. È questa la donna che amo e che mi ha ridato la vita. Prima di te la mia vita scorreva lenta, noiosa, grigia. E ora guardaci! Stiamo vivendo insieme la più grande avventura della nostra vita!”

Beato te che vedi sempre il lato positivo delle cose... Io so solo che l'unico modo che abbiamo per sopravvivere è uccidere chiunque ci capiti a tiro.”

Non hai ancora risposto alla mia domanda, comunque.”

Devo proprio?”

Avere spiegazioni è un mio diritto.”

Posso evitare di dirtelo a voce?”

Fai come meglio credi. L'importante è che ti faccia capire.”

Eve, seguita da Bill, si diresse verso l'altro lato della camera, dove c'era una bella scrivania in legno e sedette sopra di essa.

Eve ma che...”

Shhh...” disse lei, attirandolo a sé per la maglietta e baciandolo con passione.

Le mani di lui le cinsero i fianchi e le accarezzavano la schiena con dolcezza.

Stai capendo?”

Non lo so... Forse ho bisogno di un chiarimento...” rispose, malizioso, baciandola a sua volta e togliendole piano i vestiti.


Nel frattempo Lilac e Tom si erano appena svegliati.

Buongiorno amore.” disse Tom, baciandola a fior di labbra.

Ciao anche a te piccolino.” disse, accarezzandole il pancione.

Accidenti, devo vestirmi, altrimenti non troveremo più la colazione!”

Tranquilla tesoro. Tu preparati con calma.”

D'accordo.” rispose infilandosi in bagno.

Quando anche Tom si fu preparato, disse: “Andiamo amore! Dobbiamo chiamare anche Bill e Eve. Di sicuro avranno molta fame anche loro. E poi dobbiamo discutere sul da farsi.”

Lil, amore, aspetta solo un momento.”

Tomi, che c'è adesso? Guarda che ho davvero fame, perciò se non vuoi che mangi te al posto dei cornetti ti converrà evitare di chiuderti in bagno a improfumarti.”

Tom si inginocchiò ai suoi piedi.

Tom, si può sapere che stai facendo?”

Non so come dirtelo, perciò te lo chiedo direttamente: hai impegni per il resto della tua vita?”chiese il biondo, mostrandole l'anello che teneva tra le mani.

Lei rimase completamente senza parole.

Lo so che l'anello non è quello adatto, però non potevo fare diversamente. Ma se vuoi posso lasciar perdere e aspettare che...”

Non provarci nemmeno!” disse lei, sorridente.

Lui si alzò e la guardò negli occhi.

Perciò mi sposi, giusto?”

Certo che ti sposo!” disse, gettandosi tra le sue braccia.

Ehi, aspetta un attimo!” disse allontanandosi da lui.

Amore, che c'è adesso?”

Ho capito! Tu lo fai solo perché sono incinta!”

Ma che cavolo stai dicendo, Lil?”

Lo sapevo che non dovevo fidarmi! Voi lupi, anzi, voi uomini, siete tutti uguali! Decidete di impegnarvi solo quando siete messi alle strette!” gridò a gran voce.

Lil, stai bene?”

Certo che sto bene! Sto benissimo! Cosa credi? Che solo perché sono incinta devi tenermi sotto una campana di vetro?”

Lil, non urlare. Disturbi gli altri clienti.”

Non me ne frega un accidente degli altri clienti!”

Non puoi rompergli le scatole in questa maniera.”

Le rompo a loro o forse le rompo a te? Dillo, lo so che sei stufo di me!”

Ma che cavolo vai dicendo, si può sapere?”

Lei iniziò a piagnucolare. “Tanto lo so che stai con me solo perché sono incinta! Tu non mi ami!”

Ma si che ti amo, Lilac!”

Davvero?”

Se fossi quel genere di persona che tanto detesti non ti avrei seguito fin qui, ti pare?”

Lei non potè che concordare, di fronte alla logica schiacciante dei fatti. Lo abbracciò forte, rischiando quasi di soffocarlo.

Oddio ma che cavolo sto facendo?”

Non lo so, dimmelo tu.”

Dio, sto diventando una partoriente nevrotica, che schifo!!!” urlava piangendo.

Ma no, amore, sono cose che succedono...”

Diventerò enorme e tu non mi vorrai più!”

Lil, dai non dire stupidaggini. Su, adesso andiamo a fare colazione. Hai fame, vero?”

Si...”

Bene, allora andiamo a chiamare anche Bill e Eve, così mangiamo insieme.” disse, accompagnandola fuori dalla stanza tenendola per mano.


Bill e Eve si stavano rivestendo. Sobbalzarono letteralmente quando sentirono bussare alla porta.

Oddio, e ora?” chiese Eve, allarmata.

Chi è?” chiese Bill.

Dall'altra parte sentì la voce di suo fratello.

Bibi, siamo noi. Scendiamo per colazione?”

Ehm... si... ecco... arriviamo...” rispose Bill mentre si riabbottonava i pantaloni.

Posso entrare?”

NO!” gridò lui, poi aggiunse: “Volevo dire no, aspetta fratellino... Eve si sta vestendo.”

Lì in camera con te?!”

Accortosi della gaffe, Bill tentò di arrampicarsi sugli specchi.

No, si sta cambiando in bagno...”

Allora che problema c'è se entriamo?”

Ehm preferisce di no. C'è la camera tutta in disordine.”

Va bene, d'accordo. Noi vi aspettiamo qui fuori allora. Ma fate presto, altrimenti non troviamo più nulla.”

***

L'angolo di Ros

Scusate, posto un po' di fretta oggi, perciò rispondo velocemente ai vostri commenti.

MissQueen: Eccoti accontentata, tesoro. XD Grazie mille per i complimenti...dolcissima come sempre. =)

_Angel_Of_Lust_: Se continui a dirmi così finisce che mi monto. xD Grazie infinite, tesoro. E non scusarti. ^^

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