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di eringad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Missione di grado D? Una bambina troppo carina!!! ***
Capitolo 2: *** Primo giorno! Gelato, pulizie e pigiamini!!! ***
Capitolo 3: *** Mamma e papà? La famiglia si allarga!!! - L'inquietante cena a casa Hyuga e la buona notte!!! ***
Capitolo 4: *** Mal di stomaco e fiori!!! I banditi si fanno vivi!!! ***
Capitolo 5: *** Regali e terme!!! L'imbarazzo sale a mille!!! ***
Capitolo 6: *** Il combattimento e l'arrivo del trio!!! Inizia la festa!!! Oh yeah!!! ***
Capitolo 7: *** Vento e Nuvole!!! La gatta sul tetto che scotta!!! ***
Capitolo 8: *** Tutto in un bicchiere!!! Vecchietti alla riscossa!!! ***
Capitolo 9: *** Unwritten!!! Ma balliamo sì o no? ***
Capitolo 10: *** Resta ti prego...Pensieri tra gli incubi ***
Capitolo 11: *** In fuga!!! Risate sul fiume!!! ***
Capitolo 12: *** Due contro uno? Non vale!!! Calci e sopracciglia!!! ***
Capitolo 13: *** La serata del ballo!!! Che figura!!! La passione ardente!!! ***
Capitolo 14: *** Le valigie e la richiesta! In tre nello stesso letto!!! - Ci si muove!!! Buoni e cattivi alla ribalta!!! ***
Capitolo 15: *** Il rapimento! Facciamoci forza! Salveremo Sayuri!!! ***
Capitolo 16: *** La scoperta!!! Il passato di Sayuri!!! Rissa da bar!!! ***
Capitolo 17: *** Primi scontri! Nuovi incontri e proposte indecenti!!! ***
Capitolo 18: *** Ti amo! Primo bacio! L'addio al passato prima di combattere!!! ***
Capitolo 19: *** Il capo! Salviamola insieme! Ricordi dolorosi e baci interrotti!!! ***
Capitolo 20: *** Inizio d'attacco! Battaglie perse o forse vinte? Tecnica di copia!!! Yatta!!! ***
Capitolo 21: *** Trappole! Gaara finito!!! O forse no? ***
Capitolo 22: *** Capitolo avviso ***



Capitolo 1
*** Missione di grado D? Una bambina troppo carina!!! ***


Era una bella mattina a Konoha. Il sole riscaldava il villaggio segreto della foglia, mentre un leggero vento lo rinfrescava. La mattina perfetta per allenarsi o oziare in pace.
Nel palazzo dell’Hokage, Shizune saliva in fretta le scale per portare un’imponente pila di documenti importanti da far firmare a Tsunade cercando di non cadere. Ma arrivata all’ufficio sentì delle voci provenire dall’interno. Si avvicinò alla porta per ascoltare la conversazione senza farsi scoprire.
-Sorellona vergognati non si origlia!- le fece una vocina proveniente dal basso.
La “sorellona” si spaventò e cadde a terra con tutti i documenti.
-Non è vero! Non stavo origliando!- disse diventando completamente rossa.
Poi si accorse da chi era stata rimproverata. Una bambina sugli otto anni la guardava preoccupata per la caduta.
Era bassina con i capelli scurissimi e liscissimi con dei riflessi blu e con una frangetta che gli copriva la fronte, gli occhi colore del cielo e un visino dolce. Portava un vestitino azzurro elaborato come preso da una bambola con tanti nastri e fiocchetti. Le ricordava qualcuno…
-Insomma cos’è tutta questa confusione?- tuonò Tsunade uscendo dal suo ufficio evidentemente infastidita dal casino causato dall’assistente.
-S-sono caduta- tentò di giustificarsi Shizune.
-Non è vero! Stavi origliando! Non si dicono le bugie- disse la bambina mettendo le mani sui fianchi e sbuffando.
L’assistente del 5° Hokage sentì crescere sempre più antipatia per la piccola non solo per essere stata colta in fragrante ma anche per essere stata sgridata da una mocciosa.
-Non importa! Su coraggio visto che siete qui entrate- sbottò Tsunade cercando di riportare la calma.
Entrate nell’ufficio trovarono una signorina molto bella in piedi di fronte alla scrivania. La bambina le corse incontro.
La ragazza era alta slanciata, i suoi capelli bruni mossi le contornavano il viso tagliente, mentre i suoi occhi scuri sembravano stanchi come se non avesse dormito per giorni.
-Shizune lei è la bambinaia della bambina che hai conosciuto prima, la signorina Kazaki Mamura- la presentò Tsunade e lei fece un inchino.
-Piacere di conoscerla- disse Shizune ricambiando l’inchino.
-Posa le scartoffie sulla scrivania e poi vammi a chiamare Naruto e Hinata Hyuga per una missione- ordinò poi imperiosa l’Hokage.
Appena Shizune uscì, Tsunade si rivolse alla ragazza di nome Kazaki -Non si deve preoccupare con noi sarà al sicuro. Può ritornare al suo villaggio e riposarsi-
La bambinaia annuì e poi guardò la bambina aggrappata alla sua gonna, si inginocchiò e le posò le mani sulle spalle.
-Non ti preoccupare resterai qui solo per una settimana poi io tornerò a prenderti. Va bene Sayuri?-chiese alla piccola.
La bambina annuì, mentre Kazaki si alzava e salutava Entrambe con un gesto stanco della mano. Poi uscì lasciando la bambina nelle mani dell’Hokage.
Tsunade si sedette alla scrivania per visionare la pila di documenti che gli era stata portata cercando di non far caso al piccolo intruso nel suo studio. Non gli erano mai stati troppo simpatici i bambini.
Sayuri portò e mani dietro la schiena incatenandole e saltellando per lo studio annoiata per poi fermarsi di fronte alla scrivania dell’Hokage.
Tsunade alzò lo sguardo dal foglio e incontrò gli occhi azzurrissimi della bambina che la osservava.
-Che c’è?- chiese scocciata.
-Bella signorina posso sedermi sulle sue ginocchia e osservarla mentre lavora?- chiese sfacciata la bambina marcando le parole “bella signorina”.
Il 5° Hokage a sentire quelle parole fece un sorriso a trentadue denti che avrebbe fatto invidia a Gai Sensei e a Rock Lee.
-Certo- le fece posto sulla poltrona.
Sayuri si sedette sulle ginocchia della donna e non passò molto tempo che si addormentò seguita dalla donna. Facevano tenerezza vista dall’esterno. La bambina si era accomodata fra le braccia della donna che la stringeva da dietro.

Intanto fuori del palazzo una ragazza camminava assorta nei suoi pensieri.
-Hinata! Hinata!- gridò un ragazzo correndole incontro e risvegliandola dai suoi pensieri. Il ragazzo in questione era alto, biondo, con gli occhi azzurrissimi e pieno di entusiasmo. Quando la raggiunse si fermò un attimo per riprendere fiato.
-N-Naruto-kun- disse sorpresa Hinata.
-Vieni! La vecchia Tsunade ci ha chiamato per una missione!- poi la prese per la mano trascinandola con sé su per le scale. La ragazza arrossì seguendolo.
Arrivati davanti all’ufficio della vecchi…ehm di Tsunade, Naruto spalancò la porta. Rimasero entrambi senza parole vedendo la scena, mentre la donna e la bambina si svegliarono di colpo. L’Hokage arrossì e si rivolse ai ragazzi.
-Ehm…che ci fate qui?- fece scendere la piccola dalle sue ginocchia.
-Nonna Tsunade ci hai fatto chiamare tu per una missione- disse Naruto scoppiando a ridere.
-Ah già! Dunque siete stati chiamati per una missione di grado D- si ricompose lei.
-Cooooooosaaaaaaaaaaaaaa? Solo di grado D?- squillò il ninja insoddisfatto.
-Sì! Il vostro incarico è di fare da baby-sitter ad una bambina per una settimana. L’ho scelto apposta così non potrai fallire l’incarico- spiegò con un tono di minaccia.
Hinata che finora era stata zitta prese la parola.
-Tsunade-sama è la bambina che le era in braccio?-
-Sì esatto. Sayuri vieni avanti-
La bambina si fece avanti stropicciandosi gli occhi con una mano e stringendo la gonna del vestito con l’altra. Messi a confronto si assomigliavano. La bambina aveva gli stessi capelli di Hinata e gli occhi azzurri di Naruto. Il suo volto era un misto fra le fattezze dei due, lineamenti morbidi ma duri allo stesso tempo.
-Ciao io sono Sayuri- disse la piccola salutando con la mano e abbozzando un sorriso.

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Capitolo 2
*** Primo giorno! Gelato, pulizie e pigiamini!!! ***


Naruto e Hinata camminavano fianco a fianco. Uno incavolato nero che pensava ad un modo per vendicarsi, l’altra rossa in viso mentre pensava ai giorni che dovrà passare accanto alla persona che ammira di più al mondo.
Davanti a loro la fonte di tutti i loro guai che saltellava accanto alle vetrine osservandole.
Sayuri si fermò di botto davanti a un banchetto che vendeva i gelati guardando con occhi a dir poco adoranti tutti quei gusti così buoni.
-Naruto-san, Hinata-sama posso avere un gelato?- chiese ai suoi accompagnatori. I due si guardarono. Poi Naruto prese il portamonete gonfio.
-Che gusti?- chiese scocciato.
-Menta…no, pistacchio…no no scherzavo meglio ciliegia o forse…fragola! Sì lo voglio alla fragola!- si decise finalmente con un gran sorriso rivolto a colui che sarebbe stato il suo eroe d’ora in poi.
La bambina prese il gelato e si mise a correre gustandoselo.
-Sayuri-chan aspetta! Non correre così o ti cadrà il gelato!- la rimproverò Hinata preoccupata.
-Sì mamma…no…cioè…Hinata-sama- si corresse la bambina imbarazzata per aver sbagliato.
Naruto raggiunse le ragazze dopo aver pagato.
-Allora dove si va?- chiese ritrovando il suo entusiasmo poiché si era ripetuto più volte che quella era comunque una missione, di grado D ma pur sempre una missione.
Decisero di andare al campo di allenamento n°3 poi decisero di andare a mangiare all’Ichiraku Ramen. Ma durante il percorso per arrivare al chiosco… -Naruto! Naruto!- qualcuno chiamava il ninja.
Naruto si girò per vedere chi lo chiamava e si trovò davanti nientemeno che Iruka sensei.
-Iruka sensei come stai?- chiese il biondo al maestro trafelato per la corsa. -Bene…vai ad un appuntamento con questa bella ragazza?- chiese il maestro ammiccando verso il ragazzo. Non diciamo di che colore era il volto di Hinata che ormai aveva superato il rosso acceso.
-Non dire scemenze!!! Siamo nel bel mezzo di una missione!!!- esclamò il ragazzo anche lui arrossito.
-Davvero?- chiese scettico Iruka.
Da dietro ai ragazzi fece capolino la testa di Sayuri.
-Dice la verità. Sono io la loro missione- disse la piccola sorridendo.
-Ah…allora vi offro un buon piatto di ramen! Ah ah ah!- disse il maestro portandosi una mano dietro la testa.
Dopo aver mangiato ringraziarono Iruka sensei che non mancò di fare qualche battutina al suo ex-allievo preferito durante il pranzo.
-Aaaaaaaaaaaah…maledetto! Gliela farò pagare!- fece il ninja biondo portandosi le mani alla testa dopo che il maestro se n’era andato.
-Naruto-kun c’è un problema…- disse Hinata mentre teneva per mano la bambina.
-Quale problema?- si risvegliò dai suoi pensieri.
-Dove dormirà la bambina? Io non posso portarla a casa senza aver prima preparato i miei genitori- spiegò la kunoichi.
-Bhè per stasera può stare da me, però c’è un po’ di disordine- arrossì Naruto. -Allora per questo pomeriggio faremo un po’ di pulizia a casa tua. Per te va bene?- chiese Hinata cortesemente.
-O-ok- disse il biondino pensando in che stato pietoso era il suo appartamento. Il resto del pomeriggio lo passarono a casa di Naruto a riassettare. Fu piuttosto divertente tra Hinata che arrossiva appena trovava un paio di mutande lasciate in giro gridando “aaaaaaaah Naruto-kun!”, Sayuri che nel tentativo di aiutare aveva rotto almeno un paio di lampade e Naruto disperato che si strappava i capelli.
-È ora di cena! Sono sfinita per oggi basta così- esclamò Hinata guardando fuori dalla finestra.
-Ho fame ho fame!- si lamentò Sayuri.
-Ho ancora del ramen in scatola- disse Naruto guardando nella dispensa.
-Non puoi mangiare sempre ramen! Fa male!- lo sgridò la kunoichi.
-Ha detto lo stesso Kakashi sensei! Ah ah ah!!!- constatò il ninja.
-Allora andiamo a mangiare fuori!- disse la piccola piena di entusiasmo.
Andarono tutti insieme fuori e Naruto e Sayuri si fermarono in un ristorantino poco distante mentre Hinata li salutò e si diresse a casa sua.

-Sono tornata!- fece Hinata chiudendo il cancello di casa.
Sorrideva, cosa poco frequente. Di solito quando tornava a casa era sempre di malumore. Però dopo aver passato una giornata come quella probabilmente anche Shino avrebbe sorriso.
-Siete in ritardo per la cena. Dove siete stata finora?- la rimproverò Hiashi, il padre.
-Scusate padre ma ero impegnata in una missione- si scusò Hinata.
-V-vorrei chiedere, se è possibile, d-di ospitare una bambina in casa. Ho la missione di proteggerla- continuò incerta.
-Se è per una missione va bene- diede il consenso il padre.
La cena fu, come al solito, consumata in silenzio, dopo la discussione, poi tutti si ritirarono nelle proprie stanza per dormire.

Dopo aver mangiato Sayuri e Naruto tornarono a casa. Al ristorante si misero a litigare per avere l’ultima pallina di pesce e così il piatto finì a terra e Naruto dovette pagare anche il piatto che aveva rotto.
Tornati decisero di andare a letto e Naruto si cambiò indossando la solita maglietta bianca e un paio di pantaloncini corti (di solito dorme in mutande!).
-Naruto-san…non ho il pigiama- constatò la piccola stringendo il vestitino.
-Oh…ti presto una mia maglia- disse aprendo un cassetto e tirando fuori una maglietta nera con una rotella arancione disegnata davanti.
Sayuri si cambiò nel bagno e quando uscì quasi cadde inciampando nella maglia che gli arrivava ai piedi.
-Allora…per prima cosa domani compriamo un pigiamino per te- rise Naruto sotto lo sguardo furente della bambina.
Si misero sotto le coperte. Per Sayuri, Hinata aveva preparato un futon sul pavimento.

La piccola non riusciva a dormire mentre il ragazzo dormiva della grossa. Sayuri si alzò e chiamò Naruto.
-Naruto-san Naruto-san- macchè non si svegliava.
-Papà- lo chiamò la piccola con un fil di voce facendo un tentativo.
Naruto si mosse poi aprì un occhio e vedendo la bambina si spaventò e saltò in piedi scivolando sulle coperte e sbattendo la testa a terra.
-Ah ah ah ah ah!!!- rise la piccola tenendosi la stomaco.
-Ahi ahi ahi che male! Che c’è?- chiese Naruto tenendosi la testa dolorante.
-N-non riesco a dormire posso dormire con te?- chiese Sayuri diventando tutta rossa.
-Va bene ma non farmi più certi scherzetti- il ninja si alzò e si sistemò sotto le coperte facendo spazio alla bambina.
Dopo una manciata di secondi si addormentarono. Sorridendo.


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Dimenticavo di dire che qui siamo ambientanti in Naruto Shippuuden (la seconda serie in cui i personaggi hanno più o meno 16 anni)!!!
In via del tutto eccezionale (ho l’ispirazione che non so da dove viene ndA da me naturalmente ndNaru ma stai zitto!!! ndA) ho aggiornato prestissimo!!!
Comunque povero Naruto lo sto facendo impazzire ^^

X Elfetta93: hai proprio ragione le grandi menti pensano le stesse cose Mwahahahahahahahah!!! E poi la coppia NaruxHina è la mia preferita!!! Per cui grazie!!!!!

X ino-chan96: thank you very much sono contenta che ti piaccia!!! Continua a seguire mi raccomando!!!

X mizukaze: grazie mille!!! In questo capitolo Naruto è un po’ sotto pressione per cui non dà il meglio di sé ma aspetta e vedrai!!

X mimi: veramente in questo capitolo quello da compatire e Naruto…tra Hinata e Sayuri sta sull’orlo di una crisi di nervi!!!^^

X Gals: oh famosa *flash paparazzi* che belloooo!!! Ma no ritorniamo con I piedi per terra sono contenta che ti piaccia!!! (latino “l’undicesima piaga d’egitto” nooooooooo!!!) continua seguire please!!!

E infine grazie a tutti quelli che seguono ma non recensiscono!!!(lasciare una recensione piccola piccola no? please anche solo per dire bella o schifosa)

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Capitolo 3
*** Mamma e papà? La famiglia si allarga!!! - L'inquietante cena a casa Hyuga e la buona notte!!! ***


Hinata si alzò presto, come al solito, il sole era appena sorto. La sera prima aveva chiesto in prestito alla sorella dei vestiti di quando era piccola, così prese una borsa e mise dentro i vestiti ben piegati.
Si vestì con i soliti abiti sportivi che ormai non riuscivano più a nascondere le forme ben delineate da donna. Pettinò i lunghi capelli scuri e uscì in direzione dell’appartamento di Naruto.
Quando arrivò la porta non era chiusa a chiave, probabilmente ieri sera l’avevano lasciata aperta, così entrò. Sentiva distintamente il respiro regolare di qualcuno che dormiva. Si avviò alla camera da letto e si avvicinò al letto con circospezione evitando di fare rumore.
Naruto e Sayuri dormivano insieme. La bambina era appoggiata con la testa al petto del ragazzo che le poggiava una mano sopra.
Si dice che quando ti addormenti tra le braccia di qualcuno allora quella fa già parte della tua famiglia.
Hinata si soffermò poi a guardare il ragazzo. I lineamenti del volto erano rilassati e la bocca semi-aperta. Arrossì subito nel guardare quelle labbra. L’atmosfera stessa era rilassante così si sedette di fianco al letto appoggiando la testa sul materasso e si addormentò.

Dopo non si sa quanto tempo Naruto mosse la mano nel sonno incontrando qualcosa. Una cosa calda a forma di mano. L’afferrò dolcemente passando il pollice su quella pelle morbida. Spostò il peso che aveva sul petto dal lato del letto opposto alla mano che aveva afferrato e di sollevò a sedere.
Di fianco a lui c’era Hinata con il capo appoggiato al braccio e la mano intrecciata a quella di Naruto.
Arrossì quando la ragazza si mosse leggermente per la paura di essere scoperto.
Districò l’intreccio di dita e scese da letto ancora rosso. Prese un bel respiro, si calmò, si inginocchiò e posò una mano sulla spalla della ragazza chiamandola.
Lei a quel tocco aprì gli occhi e vide il ragazzo che gli faceva cenno di rimanere in silenzio indicando Sayuri. Si alzarono entrambi e andarono in cucina.
-N-Naruto-kun…io…ecco… c’era la porta aperta e allora…- tentò di giustificarsi Hinata parlando a bassa voce completamente rossa.
-Non importa non sono arrabbiato- sussurrò il ragazzo sorridendo.
GURGLE…un suono ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Eh eh…ho fame- disse il ninja arrossendo.
-Allora prepariamo la colazione, anche io non ho ancora mangiato- concluse la kunoichi sorridendo.
Detto fatto si misero al lavoro ridendo e scherzando. Intanto Sayuri si era svegliata a causa del rumore provocato dallo stomaco del ragazzo, così si propose anche lei aiuto-cuoco. Prepararono latte e cereali e frittelle. La maggior parte delle frittelle era caduta a terra o era bruciacchiata qua e là così non ebbero tanto successo.
L’atmosfera durante la colazione era allegra. Sayuri guardò i ragazzi ridere. Le ricordavano la sua mamma e il suo papà. Si fece silenziosa. Non voleva ammetterlo, ma le mancavano tanto. Infatti, erano già passati alcuni giorni dall’ultima volta che li aveva visti. Prima però era stata con la sua baby-sitter, poi con questi ragazzi.
-Sayuri c’è qualcosa che non va?- chiese Naruto che aveva notato il cambiamento della piccola.
-No va tutto bene- disse la piccola abbozzando un sorriso.
-Ti mancano i tuoi genitori?- chiese Hinata capendo subito il problema.
Sayuri annuì.
-Mi manca tanto la mia famiglia. E voi somigliate tantissimo alla mia mamma e al mio papà!- calde lacrime sgorgarono da quegli occhi colore del cielo.
-Se è questo il problema saremo noi la tua famiglia per questa settimana- parlò il biondo portandosi poi le mani dietro la testa distogliendo lo sguardo.
-Per te va bene Hinata?- si rivolse alla ragazza.
-Sì certo, ma quello che è più importante è se va bene a Sayuri- disse Hinata.
La piccola balzò in piedi sulla sedia e fece un inchino.
-Grazie grazie a tutti e due- stavolta però le lacrime che colorarono il viso della piccola erano di gioia.
I due ninja si misero a ridere e la piccola corse ad abbracciare entrambi.

Quella mattina Hinata vestì Sayuri con i vestiti che aveva portato poi uscirono per andare a comprare dei vestiti e un pigiamino per la piccola. Il ninja infatti aveva raccontato la disavventura del giorno prima.
Fecero un piccolo salto a casa Hyuga e Hinata entrò per avvertire che la sera ci sarebbero stati due ospiti in più mentre i due l’aspettavano fuori.
Vi lascio immaginare la faccia di Hiashi quando Hinata gli disse che ci sarebbe stato Naruto. Direi che era come sul punto di scoppiare.
Dopo pranzo andarono a fare una passeggiata in città. Sayuri correva girata indietro verso i suoi nuovi genitori e sorridendo.
-Sayuri attenta! Guarda la strada!- fece Hinata preoccupata.
Si girò per tornate a guardare la strada come le era stato detto però si trovò a pochi centimetri dal viso un orribile muso di un cane enorme. La bambina indietreggiò spaventata per poi correre a nascondersi dietro le gambe di Naruto facendo capolino con la testa.
A cavalcioni di quell’enorme cane bianco c’era un ragazzo che salutò Hinata e Naruto.
-Ehilà chi si vede! Ciao Hinata! Ciao Naruto!- disse il ragazzo scendendo.
-Hinata, Naruto- salutò un altro ragazzo con degli occhiali scuri e un cappotto con cappuccio che gli copriva il volto, atterrando vicino al ragazzo col viso dipinto.
-Kiba-kun Shino-kun buongiorno- salutò Hinata con un sorriso.
-Kiba Shino che ci fate qui? Non eravate in missione?- chiese Naruto ridendo.
-L’abbiamo appena conclusa! Così siamo tornati a casa- disse Kiba ridendo.
Naruto fece un passo ma si sentì tirare indietro da qualcosa aggrappato ai pantaloni. Si girò e vide la piccola che fissava con astio i due appena arrivati.
Il ninja guardò la ragazza in richiesta d’aiuto. Hinata si avvicinò alla piccola e la prese in braccio poi si avvicinò ai suoi due compagni di squadra.
-Sayuri loro sono zio Kiba e zio Shino. Avanti saluta- presentò la bambina.
-Sì mamma. Ciao io sono Sayuri- disse la bambina imbronciata.
-M-m-m-mamma?- balbettò Kiba scioccato poi cadde a terra svenuto.

Quando Kiba si svegliò si trovò in un campo di allenamento disteso sull’erba. Si guardò intorno e vide due figure, che riconobbe come Naruto e Hinata, seduti vicini che parlavano Shino era seduto vicino a Hinata e stava spiegando (oddio!parla!) a Sayuri, che gli aveva portato una farfalla, vita, morte e miracoli di quest’ultima. Si mise a sedere e il ninja degli insetti gli si avvicinò.
-Ti sei svegliato finalmente. Sei svenuto così Akamaru ti ha trasportato qui- spiegò il ninja al compagno.
La bambina si voltò verso Kiba e gli corse incontro.
-Zio Kiba la mamma e il papà mi hanno raccontato che sei un grande ninja è vero?- chiese curiosa.
Lo “zio” fece un po’ di fatica a collegare i vari nomignoli alle persone poi capì e con un sorriso molto forzato annuì.
-Non ti preoccupare Naruto-san e Hinata-sama non sono i miei veri genitori ma lo saranno solo per una settimana- lo rassicurò la piccola sorridendo.
Kiba fece un sospiro di sollievo. Poi si alzò e raggiunse i coetanei.
Passarono così il pomeriggio tra farfalle e insetti vari seguiti dalla presentazione di Shino e cavalcate con Akamaru, sempre sotto lo sguardo vigile di Naruto e Hinata che avevano spiegato la situazione a Kiba.
Ma un momento critico si avvicinava. La cena a casa Hyuga!
Salutati i due ninja si diressero a casa di Naruto dove tentarono di assumere un aspetto decente. Alla fine però optarono per un look sportivo per il ragazzo, ossia la solita tuta arancione e nera, e un vestitino azzurro molto semplice per la bimba.

Arrivarono a casa di Hinata per il tramonto e mentre la ragazza si andò a mettere il kimono Naruto e Sayuri rimasero in soggiorno con il padre che li osservava severo. La tensione era arrivata a mille quando Hiashi decise di rompere il silenzio.
-Così tu e Hinata dovrete restare a stretto contatto per una settimana?- chiese il padre con un tono molto simile a “tocca mia figlia e ti ammazzo”.
-S-sì- rispose il ninja biondo sempre più nervoso.
-Mi scusi se per questa settimana Hinata-sama e la mia mamma allora lei è mio nonno giusto?- chiese la piccolina sfacciata. Alla parola “nonno” a Hiashi quasi venne un colpo.
-Il ragionamento fila- rispose impaurito per le conseguenze di quel discorso. Certo avere Naruto come genero non era il massimo.
-Allora posso chiamarti nonno?- chiese la bambina con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere un ghiacciaio. Il povero Hiashi si commosse.
-Certo piccola tutto quello che vuoi- fece infine.
Naruto si tratteneva dallo scoppiare a ridere ma ormai aveva raggiunto il limite. Meno male che fece la sua comparsa il rampollo(?) della famiglia Hyuga: Neji.
-Oh Neji bentornato. Entra prego- disse Hiashi al ragazzo dai lunghi capelli scuri che si era bloccato sulla porta a bocca aperta.
-Ciao zio Neji, la mamma mi ha parlato di te- lo salutò Sayuri.
-La mamma…zio Neji…- confabulò Neji tra sé sempre più confuso.
Da dietro le sue spalle arrivarono Hinata seguita dalla sorella.
-Mamma! Zia Hanabi!- le corse incontro la bambina.
Dopo la confusione iniziale si misero a tavola e i due malcapitati furono costretti a spiegare per la seconda volta in poche ore la situazione.

Dopo cena la piccola si addormentò sulle gambe della pseudo-madre e fu portata a letto. Naruto diede la buona notte alla famiglia Hyuga al completo e si avviò verso casa scortato da Hinata che si era offerta di accompagnarlo fino al cancello. Quando furono arrivati al cancello si fermarono.
-Allora buona notte Hinata- disse il ragazzo portandosi le mani dietro la testa.
-Buona notte Naruto-kun- rispose la ragazza.
-Ascolta chiamami solo Naruto ok?- chiese il ragazzo sorridendo.
-D’accordo allora buona notte Naruto- disse la ragazza arrossendo e calcando la parola “Naruto”.
Il ninja biondo arrossì e con un gesto improvviso cinse la vita di lei e la diede un bacio sulla guancia. Poi corse via lasciandola a bocca aperta e completamente rossa.
Da quando aveva capito che le piaceva? Non si sapeva rispondere. Sapeva solo che negli ultimi tempi pensava spesso a lei. E nonostante non si fosse mai accorto che anche lei era una ragazza adesso lo pensava eccome. Con questi pensieri ritornò a casa confuso e spaventato per la reazione che avrebbe potuto avere il giorno dopo Hinata.
Si spogliò e si mise a letto autoimponendosi di dormire. Però, era contento di averla baciata.
Hinata tornò nella sua stanza dove la piccola già dormiva. Ripensò al bacio e diventò di nuovo rossa.
Poi guardò Sayuri dormire ringraziandola per il miracolo che aveva fatto compiere. Infatti se non ci fosse stata lei non avrebbero avuto tanto tempo da trascorrere insieme. Si cambiò e si mise sotto le coperte abbracciando teneramente la piccola. Poi si addormentò felice, felice come non lo era mai stata.

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Il trio si sta affiatando pian piano…^^ non si è capito vero che il mio hobby preferito è dormire? Da ora in poi la storia si infittirà con tanti colpi di scena e una festa!!!
Non so neanche io che succederà, però per ora posso solo ringraziare tutti quelli che recensiscono la mia storia!!! E naturalmente anche tutti quelli che la leggono e basta!!!
Scusate ma proprio non ho voglia di ringraziare tutti uno per uno (ti sto contagiando^^ ndShika torniamo a guardare le nuvole? Nda ok mi sto annoiando ndShika) sappiate solo che i vostri commenti mi fanno molto piacere *insomma sono drogata dai vostri commenti*!!!^^
Baciotti mega-kissosi!!!

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Capitolo 4
*** Mal di stomaco e fiori!!! I banditi si fanno vivi!!! ***


Quella notte non era riuscito a dormire. Non molto perlomeno, ogni volta che si addormentava faceva orribili incubi su Hiashi che lo invitava ad un pic-nic chiamandolo caro genero o su Neji vestito come Sayuri che lo chiamava papà.
Si alzò e andò in bagno dove si guardò allo specchio. Due orribili, nere, enormi occhiaie facevano capolino da sotto i suoi occhi azzurri. Decisamente stonavano. Si avvicinò di più allo specchio per osservasi meglio ma scivolò su una saponetta che era lì per caso e sbattè il mento sul lavandino. Imprecò per qualche minuto senza fermarsi poi decise che quella era una giornata no.
Ma si vestì comunque per uscire ormai tanto valeva correre incontro al pericolo senza timore. Quando fu pronto ingurgitò le frittelle del giorno prima e un po’ di latte e si avviò verso la tenuta degli Hyuga. Ma a metà strada sentì un vago fastidio allo stomaco seguito da un improvviso attacco di quella che viene comunemente chiamata diarrea.
Corse subito a casa tenendosi lo stomaco. Decisamente quella era una giornata no.

Hinata e Sayuri erano già pronte e dopo aver fatto colazione uscirono fuori per aspettare il ragazzo. Ma passata mezz’ora in cui non si era fatto vivo si incamminarono verso la casa di Naruto.
Arrivate si trovarono sulla porta di casa un Naruto pallido e con tanto di occhiaie che diceva di non stare molto bene.
-Naruto non ti preoccupare! Adesso andiamo a comprare delle erbe mediche che ti faranno stare meglio- disse la Hyuga preoccupata.
-Papà vedrai ti cureremo!- disse la piccola preoccupata anche lei.
-G-grazie ragazze- disse il ninja che era stato prontamente messo a letto.
-Papà…hai bevuto questo latte?- chiese la bambina sbiancando.
-Sì perché?- fece il ragazzo preoccupato.
-È…è scaduto!- disse risolvendo il mistero del mal di pancia.

Dopo esser tornate a casa di Naruto con le erbe mediche prepararono una tisana. Il biondo dopo averla bevuta sì sentì subito meglio. Aveva ripreso colore e non doveva più correre al bagno ogni due secondi, però le occhiaie rimanevano.
-Come stai ora?- chiese la kunoichi.
-Meglio grazie- rispose il ragazzo con un sorriso.
Tra i due cadde un silenzio imbarazzante.
-H-Hinata ti sei arrabbiata per ieri sera?- chiese il ninja diventando rosso e aspettando la risposta della donna.
-No…anzi mi ha fatto piacere- rispose Hinata in un sussurro che Naruto colse benissimo.
Il ninja convalescente si gettò letteralmente sulla ragazza e l’abbracciò. La mora diventò di tutti i colori tra cui spiccava anche un bel rosso incandescente.
La giornata sembrava di nuovo sorridergli.
-M-mamma papà c-che state facendo?- Sayuri sconvolta fece cadere gli asciugamani che stava portando al padre.
I due si staccarono subito e si misero a ridere un po’ per far passare l’imbarazzo e un po’ per tranquillizzare la piccola.

Nel pomeriggio uscirono tutti insieme per far passare il tempo. Quando per strada incontrarono un ragazzo annoiato. Sì avete indovinato è proprio lui. Shikamaru andava per la sua strada con una delle mani in tasca l’altra che reggeva una sigaretta. Quando vide i due compaesani si fermò per aspettarli.
-Ehilà! Ciao Shika! Dove vai?- lo salutò Naruto.
-Ciao! Sto andando al palazzo dell’Hokage. Gondaime ha radunato tutti i ninja della foglia- rispose il ragazzo poi sospirò –Che seccatura- disse annoiato.
-Allora dobbiamo andare anche noi. Non pensi Naruto?- chiese Hinata guardando il compagno e prendendo la mano alla bambina.
-Mmh mi sa che hai ragione. Ah dimenticavo! Shikamaru lei è Sayuri!- il ninja biondo presentò la bimba.
Sayuri fece un inchino. Shikamaru la guardò annoiato(ma che novità!) pensando a che seccatura dovesse essere badare a una mocciosa, poi fece un cenno con la mano in segno di saluto.
Si diressero insieme poi verso il palazzo dell’Hokage dove si doveva tenere la riunione.

Quando arrivarono trovarono parecchi volti noti tra cui Sakura. Naruto si fiondò a salutarla urlando a pieni polmoni un “Saaaakuraaaa-chaaaaaaaan” pieno di entusiasmo. La piccola che era rimasta basita dalla reazione del padre si aggrappò alla gamba della madre il cui viso era tranquillo all’apparenza ma se si guardava bene si potevano leggere i segni della gelosia.
La piccola si accorse del cambiamento della madre e si diresse furente verso il ragazzo. Quando gli fu abbastanza vicino gli scagliò un potentissimo calcio allo stinco.
-AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!! Sayuri ma sei pazza?- urlò il ragazzo biondo rivolgendosi alla bambina stizzita. Guadagnando anche una grande quantità di pubblico.
-Non sono pazza! E non puoi fare il cascamorto con un’altra ragazza lasciando da sola la mamma!!!- strillò la piccola a squarciagola. Ma proprio quando finì di parlare arrivò Hinata a calmare le acque.
-Sayuri- la riprese –Sakura è un compagna di squadra di papà e l’ha sempre salutata così- le spiegò la kunoichi con grande calma.
-Proprio così! Siamo amici da tanto tempo- confermò Naruto.
-Su coraggio adesso chiedi scusa a papà- ordinò la ragazza con dolcezza.
-S-scusa papà- sussurrò la piccola imbronciata.
-Non ti ho sentito- la prese in giro il padre.
-SCUSAMI NON LO FARÒ PIÙ!!!- urlò la bambina stordendo tutti i presenti.
-Ok ti perdono- disse con indifferenza il biondo.
-Naruto da quando sei papà?- chiese un uomo mascherato apparendogli alle spalle.
-Kakashi sensei! È in anticipo!- disse sorpreso il ninja.
-No veramente è in ritardo solo che non te ne sei accorto perché facevi troppa confusione- tuonò il 5° Hokage dal palco che era posizionato di fronte a quell’enorme folla.
-Non importa! Vi ho chiamati qui perché tra tre giorni arriveranno il Kazekage e i suoi fratelli. Ho deciso di approfittare di questo periodo di pace per preparare una festa per il fratello del Kazekage, Subaku no Kankuro, poiché il giorno in cui arriveranno è appunto il suo compleanno. Per questo ho bisogno dell’aiuto di tutti i ninja disponibili per i preparativi. Detto questo mettiamoci al lavoro!!!- proclamò con entusiasmo Tsunade.
La notizia non fu accolta con grande entusiasmo dal pubblico. Un po’ per la scarsa conoscenza del ninja della sabbia e un po’ per la voglia di non far nulla in quel raro periodo di pace.
-Sarà seccante- disse Shikamaru sbuffando.
-Dai avanti! Ci sarà anche Temari- Naruto gli gettò un braccio sulle spalle.
-Appunto per questo dico che sarà seccante- sospirò rassegnato il ninja sempre annoiato.

Dopo il discorso dell’Hokage Naruto e Hinata si diressero a casa di lei per un thè e un po’ di allenamento sotto invito di Hiashi.
Arrivati diedero il meglio di sé nell’allenamento a turno, qualcuno doveva pur guardare la piccola.
Quando finì l’allenamento si sedettero tutti fuori per il thè. Sayuri era corsa verso un piccolo spazio verde del giardino dove crescevano dei bellissimi fiori.
-Ehi! Sayuri il thè è pronto!!!- la chiamò il ninja biondo.
La bambina corse incontro ai genitori con in mano un po’ di fiori. Quando gli si trovò di fronte cominciò a distribuirli.
-Questo per zio Neji- e porse un bel fiore bianco al ragazzo.
-Questo è per il nonno- e gli mi se tra le mani un fiore blu scuro con delle striature azzurro chiaro.
-Questo è per mamma- e le mise un bellissimo fiore lilla tra i capelli dietro l’orecchio.
-E ultimo questo è per papà- ripetè la stessa operazione con il padre però con un fiore arancio e giallo.
-Grazie Sayuri- riuscirono a mormorare solamente stupiti.
Ad un tratto Naruto si alzò e spiccò un salto arrivando sul tetto e poi un altro nel vuoto. Atterrò sulla schiena tenendo le mani al petto. Subito Hinata e Sayuri gli corsero incontro chiamandolo preoccupate.
-Naruto perché hai fatto qualcosa di così stupido?- lo riprese Hinata preoccupata quando gli fu vicino.
-Papà va tutto bene?- la piccola arrivò anche lei.
-Mi spiace ma non sono riuscito ad atterrare decentemente- sorrise mettendosi a sedere -però ho una spiegazione- aprì le mani mostrando un piccolo candido giglio –è per te Sayuri grazie-.
La piccola portò le mani alla bocca stupita per poi fondarsi ad abbracciare il padre ringraziandolo.
Si fermò a cena anche quella sera e data la buona notte tornò a casa ma arrivato al cancello si sentì chiamare.
-Naruto! Naruto!- Hinata lo raggiunse trafelata.
-Che succede?- le chiese il biondo.
-N-niente volevo dirti che sei stato grande oggi con Sayuri- le sorrise la ragazza. Il ragazzo arrossì mormorando un grazie sommesso.
Poi le diede la buona notte come aveva fatto la sera prima però più lento e meno brusco.
Le poggiò una mano sulla vita e l’altra sul viso. Poi l’attirò a sé unendo le loro labbra in un tenero dolce bacio. Le mani della ragazza salirono piano su per le braccia forti di lui per fermarsi a giocherellare con i capelli sulla sua nuca.
-Buonanotte- disse lui staccandosi.
-Buonanotte- arrossì a ragazza.

Intanto da qualche parte nel paese della terra un ninja o meglio una kunoichi procedeva correndo nel mezzo di un deserto.
-Dannazione!- Kazaki inciampò su di un sassolino e cadde distesa per terra.
-Alla fine ti sei fermata- un ninja atterrò vicino a lei e si inginocchiò. Era piuttosto basso e magro. Il suo volto scarno coperto dai capelli argentei aveva una lunga cicatrice da orecchio a orecchio passante sotto gli occhi e il suo sguardo era contrassegnato da un minaccioso divertimento. Portava una tutina(del genere Gai sensei) bianca con varie bende consumate a penzoloni. Accanto a lui apparve un altro ninja della roccia. Questo però era alto e muscoloso con un fazzoletto sulla bocca e sul naso e un grosso cappello marrone sulla testa. Era vestito con un lungo cappotto nero aperto sul davanti.
-Non farmelo ripetere un seconda volta: dov’è la bambina?- chiese il più grosso.
-N-non lo so- rispose Kazaki. Al che il piccolo rise e le sferrò un calcio nello stomaco facendola rotolare per qualche metro.
-Non ti preoccupare abbiamo tanti modi per farti parlare- il più grosso la prese per la maglia e la alzò così da poterle parlare faccia a faccia.
-Faresti meglio a collaborare. Lo sai con o senza di te la troveremo e quando la troveremo non sarà un bello spettacolo- concluse il ninja con uno sguardo sadico.

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Ehilà!!! Ehi ehi piano con quei bastoni e le pietre fanno male!! g-g scusate per il ritardo ma non mi uccidete please!!! Il fatto è che mi mancava l’ispirazione(dannato Naruto quando ho bisogno di te non ci sei mai!!! Nda).
La trama si infittisce sempre di più arrivano anche i ninja della roccia a ricercare la bambina!!! Qual è il segreto di Sayuri? Lo scopriremo nella prossima puntata!!!
Però come promesso iniziano i preparativi per la festa a portare allegria!!! E poi signori lettori ho bisogno di voi perché vorrei aggiungere alcune coppie durante la festa(oltre alle coppie Naru/Hina e Shika/Tema che sono scontate^^) secondo i consigli deciderò!!! Per cui vi prego recensite!!!
E infine grazie a tutti coloro che recensiscono e seguono la mia storia ma un enorme grazie anche a quelli che ci danno solo una sbirciatina!!!

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Capitolo 5
*** Regali e terme!!! L'imbarazzo sale a mille!!! ***


Quella mattina Hinata si svegliò insolitamente tardi. Aprì piano gli occhi e esaminò la stanza. La stanza aveva un mobilio molto spartano, il piccolo armadio a muro aveva un’anta semi-aperta. Sicura di averla chiusa il giorno prima si avvicinò incuriosita. Quasi inciampò nei vestiti che aveva lasciato sul pavimento troppo occupata a ripensare…ehm alla buonanotte.
Raccolse i vestiti e un profumo le arrivò alle narici. Un profumo dolce ma forte e buono, molto buono. Il profumo di Naruto. Si destò da quei pensieri ricordandosi della stranezza dell’armadio aperto, quindi si avvicinò e aprì completamente l’anta. Trovò sul fondo un sacchetto di carta con un piccolo fiocchetto arancio.
Lo aprì tirandone fuori un bel vestito di seta azzurro, lo spiegò guardandolo completamente. Era lungo fino alle ginocchia con delle spalline a filo, sicuramente molto femminile ma che non scopriva troppo.
Su una delle spalline era appuntato un fogliettino con una calligrafia nervosa e disordinata. Hinata ci mise un po’ a decifrare il biglietto ma alla fine lesse:

“Questo è un piccolo regalo per te. Non so cosa ti piace quindi ho pensato a cosa ti sarebbe stato meglio. Spero che ti piaccia e che lo indosserai. Naruto”

Lo prese e lo annusò. Sì aveva il suo stesso profumo, quello lasciato anche sui suoi vestiti. Probabilmente Naruto lo aveva messo lì la sera prima, quando si era offerto di mettere a letto la bambina.
-Buon giorno mamma. Che bello! Lo metti oggi?- salutò la piccola assonnata stropicciandosi gli occhi.
-Buon giorno Sayuri- la salutò Hinata.
-Mamma lo metti oggi per favore?- disse scattando in piedi indicando il vestito.
-No penso che lo metterò alla festa- spiegò alla bimba che mostrò una faccia delusa.
-Oggi dobbiamo aiutare per la festa vero?- chiese Sayuri andando a vestirsi.
-Sì oggi avremo una giornata piena- concluse la kunoichi posando il regalo nell’armadio per poi affrettarsi a prepararsi per uscire.
Ma prima di uscire Hinata tornò in camera e si mise il vestito ormai arresa alla troppa voglia di indossarlo e alle continue richieste della bambina.

Quella mattina Naruto aveva evitato accuratamente di fare colazione a casa memore dell’esperienza del giorno prima così aveva avuto più tempo per prepararsi. Uscì e per strada incontrò Jiraya. Sorpreso gli corse incontro.
-Ehi Ero-Sennin!- lo salutò urlando.
-Ciao Naruto! Che ci fai in giro così presto di solito dormi fino a tardi- lo salutò il maestro anche lui sorpreso.
-Eh eh…vedi è che…sto andando da Hinata- rispose imbarazzato.
-E bravo il mio allievo…ma Hinata non è quella del clan Hyuga?- chiese Jiraya.
-Sì perché?- Naruto guardò l’Ero-Sennin interrogativo.
-Ti accompagno- e il maestro fece un sorriso a trentadue denti molto preoccupante.
Si incamminarono e parlando del più e del meno venne a galla l’argomento ‘fai molta attenzione e usa la protezione’ con conseguenza di un Naruto col naso grondante di sangue per certi pensieri e con un colorito rosso fumante e anche un bel bernoccolo in testa al maestro.
Arrivati trovarono Sayuri e Hinata che li aspettavano fuori della villa. Appena li videro, la piccola corse incontro al ragazzo per poi abbracciarlo.
-Ciao papà! Hai visto che mamma si è messa il vestito bello?- disse la bambina sollevando la testa dai vestiti del padre. Il biondo non la sentì troppo intento a guardare la ragazza. Il vestito le stava benissimo. La mora raggiunse i tre e li salutò esibendo un sorriso dolce.
-S-sei bellissima- disse il biondo incantato facendo arrossire la ragazza.
-G-grazie Naruto…anche per il regalo- balbetto rossa Hinata per poi dargli un tenero bacio sulla guancia.
Naruto era diventato completamente rosso e Jiraya per farlo rinsavire gli assestò una gomitata alle costole. Il biondo stava per urlargli qualcosa di molto poco piacevole e assolutamente da censurare ma si bloccò vedendo lo sguardo del vecchio.
-Ehi Ero-Sennin che hai?- chiese il ragazzo preoccupato. Jiraya teneva gli occhi fissi sulla bambina con aria grave.
-Niente mi ero incantato…eh eh- fece l’uomo cominciando a ridere.
-Sempre il solito…- fece il ninja rassegnato.
-Lei è Sayuri la nostra bambina, Jiraya-sama- la presentò Hinata.
-Piacere piccola io sono il maestro di Naruto…ehm del tuo papà- si presentò il Sannin. La bimba fece un inchino di risposta.
Finite le presentazioni si diressero verso il palazzo dell’Hokage per i preparativi della festa. E naturalmente appena il vecchio seppe della festa (alcolici gratis!) disse che vi avrebbe partecipato assolutamente.

Durante tutta la mattinata aiutarono ad allestire l’immensa tavolata per la grande cena. Ai lavori era presente anche una certa kunoichi dai capelli rosa.
-È irritante. Non la sopporto- disse Sayuri alla madre dopo aver visto Naruto girarle attorno.
-Sei solo gelosa. Su non fare così- la riprese Hinata sedendosi anche lei sulla panchina.
-Anche tu sei gelosa mamma non provare a nasconderlo- disse tagliente la bimba.
-Io mi fido di Naruto…e dopo tanto tempo mi ha dimostrato il suo affetto per cui non ho nulla da temere- rispose la mora arrossendo.
La piccola si limitò a guardarla con uno sguardo interrogativo mentre la Hyuga fissava il ninja biondo con profonda ammirazione.
-Però io non la sopporto lo stesso- disse la bambina testarda. Hinata sorrise vedendo la buffa espressione sul suo volto.
-Hinata! Sayuri! Andiamo alle terme con gli altri!- le chiamò Naruto.
-Arriviamo!- fecero in coro le ragazze.
Il gruppo delle terme era formato da: Naruto, Kiba, Shikamaru, Konohamaru, Neji e Choji per i ragazzi e Hinata, Sayuri, Sakura, Ino e Ten Ten per le ragazze. Quando arrivarono alle terme si separarono.

Dalla parte dei ragazzi…
-Narutoooooooooo non hai possibilità con Hinata!- urlò Kiba guardando in cagnesco il ninja e tirandogli un asciugamano bagnato in faccia.
-Cos’hai detto?- rispose alle provocazioni ritirandogli l’asciugamano.
-Io conosco di più Hinata…sono suo compagno di squadra!!!- disse con aria saccente il ninja.
-Fossi in te non sarei sicuro di ciò che dici- lo punzecchiò il biondo.
Mentre i due continuavano a litigare gli altri ragazzi seguivano la scena in silenzio scuotendo la testa finchè Konohamaru non parlò.
-Ragazzi…- disse con un ghigno sadico –le ragazze sono nude, di là-
-Dove vuoi arrivare?- chiese deglutendo Naruto. Ormai il piccolo della situazione si era guadagnato l’attenzione di tutti.
La banda al completo, anche se qualcuno aveva avuto da ridire (Neji…) ma sesso>ragione, si avviò verso un angolino dove si poteva benissimo vedere e sentire tutto. Bhè vedere…se solo non ci fosse stato il vapore sarebbe stato meglio.

Dalla parte delle ragazze…
-Era da tanto che non venivo alle terme- disse Ino entrando completamente nell’acqua.
-Già anche io…è meraviglioso- concordò Sakura. Sayuri, per sbaglio, lanciò alla ragazza dai capelli rosa la saponetta. Il ninja-medico si incavolò non poco e se Hinata non l’avesse tenuta avrebbe commesso un infanticidio. Calmate le acque si misero a fare il gioco più stupido sulla faccia della terra: obbligo o verità.
-Ten Ten obbligo o verità?- chiese Ino.
-Verità- disse titubante la kunoichi.
-Quanto ti piace Neji da uno a dieci?- chiese Sakura sorridendo malignamente.
-D-d-dieci- balbettò Ten Ten rossa ma non tanto quanto il ninja in questione che per poco non ebbe un colpo sentendosi menzionare.
-Ah ah ah lo sapevamo!- rise Ino.
-C’è poco da ridere…obbligo o verità Ino?- chiese per ripicca la ragazza.
-Verità ovvio- rispose sicura la kunoichi.
-Allora…nonostante tu critichi tanto Choji per il suo peso in realtà ti piace vero? Se no non lo difenderesti sempre- chiese sadica la ragazza dai capelli bruni.
-Non ho l’obbligo di rispondere- disse Ino stizzita. Proprio non si aspettava quella domanda.
-Sì se non vuoi andare dai ragazzi così per penitenza- sempre più sadica Ten Ten. I ragazzi pregavano tutti che la ragazza accettasse la penitenza, tutti tranne Choji che voleva sapere la risposta.
-Uffa d’accordo! Sì mi piace- disse infine arresa la bionda deludendo i ragazzi e facendo salire al settimo cielo il ragazzo robusto (non posso dire la parola cicc…nda è_é ndCho ehm ehm scusa nda).
-Ora tocca a Hinata. Obbligo o verità?- chiese Sakura.
-Verità- disse anche lei preoccupata.
-Allora Hinata dicci…ti si vede spesso con uno dei ragazzi in questi ultimi tempi…insomma sto tentando di dire: dove sei arrivata con Naruto?- chiese maliziosa Ino.
-N-non sono cose da dire davanti a una bambina- disse balbettando Hinata.
-Vi siete spinti così oltre?- domando Sakura scandalizzata. Meno male che non vedevano i ragazzi. Kiba stava per ammazzare Naruto che gli ripeteva che aveva capito male e gli altri che tenevano il ninja furibondo.
-N-no è successo solo un bacio!- disse rossissima la mora.
Un rumore allertò le ragazze che si coprirono subito. Ma dietro le quinte ci fu un fuggi fuggi generale. Colpa di Kiba che aveva avuto un mancamento alle parole della compagna di squadra.

Usciti dalle terme le ragazze erano più rilassate e ridevano e scherzavano tra loro mentre tra i ragazzi c’era un certa tensione e anche una felicità immensa. Infatti Kiba e Naruto si guardavano in cagnesco mentre Choji e Neji sorridevano compiaciuti.
Passarono il pomeriggio insieme e poco mancò che Naruto e Kiba venissero alle mani, ma furono sempre divisi da Hinata e Sayuri che, nonostante chiesero sempre spiegazioni, non ebbero risposta per quel comportamento infantile.
Arrivò il tramonto e tutti si diressero a casa. Naruto, Neji, Hinata e Sayuri si diressero verso la villa degli Hyuga. La famigliola felice camminava davanti con la bambina che teneva le mani ai genitori, mentre Neji era dietro che comunque aveva sentito del bacio ed era preoccupato per la cugina.
Arrivati al cancello Neji prese per una spalla Naruto tirandolo indietro.
-Io non ti proibisco di frequentare Hinata ma non farla piangere o sarà peggio per te- gli disse minaccioso all’orecchio per poi prendere la nipote per la mano ed entrare in casa senza dare il tempo al ragazzo di rispondere.
-Bhè, Naruto, passa una buona serata- gli sorrise Hinata fermandosi davanti al biondo.
-Buona serata- rispose il ninja ripresosi. L’aveva notato alle terme e lo notava anche in quel momento. La ragazza era cresciuta, il suo corpo non era più da bambina come quello di Sakura. Inoltre il suo sorriso era splendente (no, non come quello di Lee), ne bastava uno per illuminare la sua giornata.
Naruto le posò le mani sulle spalle e la pelle di lei vibrava a quel contatto. L’abbracciò dolcemente, senza stringere, le mani di Hinata scivolarono sul suo petto per poi raggiungere la schiena. Rimasero così per alcuni attimi, in religioso silenzio, godendoseli, respirando l’uno l’aria dell’altro. Sciolsero l’abbraccio e il ragazzo prese con una mano il volto rosso della compagna per poi avvicinarlo al suo.
Sadico a pochi centimetri dall’unione delle labbra si bloccò. Lei allora spalancò gli occhi per incontrare quelli azzurri del ragazzo.
-P-perché ti sei fermato?- chiese la ragazza arrossendo ma rimanendo in quella posizione poiché era bloccata dalla mano del ragazzo.
-Continua tu- le sussurrò all’orecchio facendola diventare incandescente e lasciando la presa –sto aspettando- sorrise.
Hinata prese coraggio e dopo aver ripreso fiato gettò le braccia al collo del ragazzo baciandolo con passione e spiazzandolo. Ma Naruto si riprese subito e portò le mani sulla schiena della ragazza stingendola come per paura che scappasse.
Si staccarono e ripresero fiato poi si guardarono in faccia arrossendo entrambi.
-B-buona n-notte- balbettò Hinata.
-Buona notte- disse Naruto scoccandole un bacio sulla fronte per poi andarsene.

Intanto nel paese della terra in quella che sembrava una cantina Kazaki se ne stava rannicchiata e legata in un angolo.
Si sentì un enorme botto proveniente dal piano di sopra seguito da urla e schiamazzi di ogni genere.
Pochi attimi dopo la porta fu sfondata e ne comparvero due ninja. Un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo era alto e slanciato con i capelli corti a spazzola neri e gli occhi dello stesso colore. Vestiva con un paio di pantaloni blu scuro e una maglia a mezze maniche bianca e aderente. La ragazza invece era magra con la carnagione chiara, i capelli lunghi castani con due meches bionde da un lato della testa e due rosse dall’altro con gli occhi verde acqua. Vestiva con un pantalone rosso attillato e una canotta bianca.
-Arriva la cavalleria!- disse saltando affianco a Kazaki e liberandola.
-S-sofia, Hisagi- tirò un sospiro di sollievo vedendo i compagni poi svenne.
-Non ti preoccupare ora ti portiamo al sicuro- la rassicurò Sofia mentre se la caricò in spalla per poi scappare.

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Ciao a tutti!!! Scusate per il ritardo dell’aggiornamento non mi uccidete pleaseeeeeeeeeeeeeee, ma oltre alla fine della scuola ho avuto anche tre spettacoli tutti di seguito(sera-mattina-sera)!!!
Per le coppie durante la festa ho deciso di fare *rullo di tamburi*:
+ Naruto e Hinata (già annunciata)
+ Shikamaru e Temari (idem come sopra)
+ Neji e Ten Ten (la più votata)
+ Tsunade e Jiraya (la coppia dei vecchi babbioni^^)
+ Choji e Ino
+ Sakura e Sasuke (che farò tornare per una notte)
+ Gaara e Rock Lee (so che mi attirerò l’antipatia di tutti ma a me piace molto come coppia)

X Hinata-chan 6: non ti farò comparire alla festa ma un po’ più avanti…e farai i fuochi d’artificio!!!(dovrò pur consolare Kiba no?) e grazie!!!

X Killkenny: la coppia HanabixGaara non si può fare…lei ha 10 anni!!! Non voglio far passare Gaara per un pedofilo!!! Comunque grazie per il voto!!! Non merito 10!!!

E infine grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono!!!

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Capitolo 6
*** Il combattimento e l'arrivo del trio!!! Inizia la festa!!! Oh yeah!!! ***


La mattina Sayuri si svegliò molto presto, era troppo triste per dormire e inoltre aveva un brutto presentimento. Hinata ancora dormiva tranquilla con uno strano sorrisetto sulla faccia.
Il quinto giorno era già arrivato pensò la piccola alzandosi cercando di non fare rumore. Camminò carponi fino alla porta e la aprì. Uscì e l’aria fredda del mattino le si insinuò nei polmoni.
E sì anche se era primavera prima dell’alba faceva freddo. Camminò scalza attraverso il giardino dove raccolse un fiore. Una margherita, senza odore e senza alcun colore particolare.
Lei voleva essere così, semplice. Silenziose lacrime si fecero largo dai suoi occhi per poi scendere lungo le gote arrossate.
Ancore due giorni e avrebbe dovuto lasciare il posto in cui si era trovata meglio da quando aveva lasciato i suoi genitori. O per meglio dire la loro tomba.

Hinata si alzò sentendo la mancanza di qualcosa nel suo letto. Raggiunse il fuori della stanza e vide nel piccolo giardino ancora imbrinato una piccola figura rannicchiata su sé stessa e singhiozzante. Svelta la raggiunse e la voltò.
-Sayuri cosa succede?- le chiese preoccupata. La bambina non smetteva di singhiozzare. Le piccole guance rosse erano bagnate dalle lacrime che non cessavano di scorrere. Sayuri si strinse forte alla ragazza.
-La mia mamma…il mio papà…- mormorò tra i singhiozzi la bambina.
-Non ti preoccupare fra poco li rivedrai- la rassicurò Hinata. La piccola la scostò violentemente per poi cominciare a urlare.
-Tu non capisci!!! Non li rivedrò mai più!!!- sbraitò la bimba stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
-Sayuri…cosa è…successo ai tuoi…genitori?- le chiese scioccata con un filo di voce la mora.
La bambina si mise a piangere più forte.
-S-sono morti…per colpa mia- singhiozzò Sayuri.
La ragazza la strinse forte a sé preferendo non indagare oltre per il momento.
-F-fa finta che non abbia detto niente…voglio passare gli ultimi giorni divertendomi- sussurrò la piccola aggrappandosi alla madre.

La mattina passò tranquilla visto che i preparativi della festa erano finiti il giorno prima. Quel giorno arrivò anche il trio della sabbia.
Sayuri si era fatta spiegare tutta la storia dal padre di come erano diventati amici lui e il Kazekage. E quando giunsero alle porte della città furono accolti dalle urla di Naruto.
-Ehiiiiii!!! Ciao Gaara!!!- strillò il ninja biondo agitando una mano.
Il rosso era silenzioso come il solito e salutò con un semplice e impersonale “Naruto, buongiorno”.
-Volevo presentarti Sayuri…la bambina mia e di Hinata- le presentò il biondo mentre le due si fecero avanti. La piccola guardò per alcuni secondi interessata il Kazekage.
-Ciao zio Gaara- gridò entusiasta abbracciandolo. Gaara rimase sbigottito dal fatto che non avesse paura di lui e soprattutto dal fatto che si prendesse certe confidenze!!!
-C-ciao- balbettò lui di risposta non trovando altro di più gentile da dire. Certo che era tutta il padre. Impulsiva e sfrontata, ma in un certo senso le piaceva quella piccola. Infatti se si guardava bene si poteva scorgere l’ombra di un sorriso sul volto dell’austero Kazekage.
I due fratelli rimasero sconvolti dal fatto che non l’avesse ancora uccisa dopo ciò che aveva fatto. Ma qualcuno li riportò alla realtà: Hinata.
-H-ho sentito che oggi è il suo compleanno signor Kankuro…auguri!- disse timida per poi pronunciare l’ultima parola con un dolce sorriso.
-G-grazie- arrossì il marionettista. Ma, vista la reazione del ninja della sabbia nei confronti di Hinata, Naruto portò un braccio attorno alle spalle della mora attirandola a sé.
-Ehi amico…lei è mia- proclamò il biondo indicandosi col pollice.
-Naruto non sapevo avessi una figlia- disse infine il rosso accortosi di quel minuscolo dettaglio.
-Bhè in realtà ci è stata affidata come missione per una settimana- spiegò il biondo portandosi una mano dietro la testa.
Li accompagnarono al palazzo dell’Hokage poi andarono al campo d’allenamento.

Quando giunsero al campo si sedettero sull’erba per riposarsi un po’, ma non passò molto tempo che la bambina si annoiò (ho fatto la rima eh eh nda non fai ridere ndnaru). Sayuri scattò in piedi e si mise di fronte al padre poggiando le mani sui fianchi.
-Combattiamo un po’?- chiese entusiasta dell’idea appena avuta.
-Perché conosci qualche tecnica?- chiese scettico il biondo ancora seduto.
-Certamente, me le ha insegnate la mia baby sitter- disse spavalda la piccola.
-Allora ok- assentì il ninja della foglia per poi alzarsi.
-Visto che sei tu ci andrò piano- disse Naruto posizionandosi a qualche metro dalla bimba.
-Non ce n’è bisogno- sussurrò la piccola.
Sayuri fece un balzo indietro trovandosi dietro alla madre che si era alzata e svelta infilò una mano nel suo borsello attaccato alla cintura. Estrasse alcuni kunai, poi fece un altro salto verso sinistra lanciando i pugnali verso l’obbiettivo. Naruto si spostò appena in tempo per evitarli. Unì le mani formando un sigillo.
-Kage Bunshin no justu- urlò il ninja creando cinque copie di sé e lanciandole verso la piccola.
-Tecnica troppo debole- ghignò sottovoce la bambina. Unì le mani formando lo stesso sigillo e creò altrettante copie. Le copie della piccola si lanciarono verso i Kage Bunshin del padre e in una manciata di secondi le copie furono spazzate via dai calci della bambina. Fece sparire le copie e si avvicinò al padre, che la fissava incredulo, con lentezza. In un secondo svanì davanti agli occhi del biondo e cadde dal cielo andando a posizionarsi a cavalcioni sulle sue spalle.
-Papà sei morto- rise la piccola tirandogli un buffetto in testa.
-C-come hai fatto?- chiese il ninja stupito.
-Eh eh alcuni trucchetti li so anche io- rispose con semplicità la piccola facendo roteare il kunai.
Hinata che era rimasta tutto il tempo a guardare l’incontro era a dir poco spaventata. Quella bambina era un mostro. La Kage Bunshin no justu era una tecnica jonin e il suo comportamento in battaglia era degno dei migliori ninja, fredda e concentrata, come un adulto o un ANBU.
Appena scese dalle spalle del padre riacquistò la sua spensieratezza da bambina e saltellò di fronte alla madre.
-Andiamo a pranzo? Ho fame!- si lamentò tenendosi lo stomaco mimando qualcuno sul punto di svenire dalla fame.
Hinata sorrise. Alla fin fine era una bambina. Così la prese per mano e andarono a mangiare.

Il pomeriggio piovve. Cosa strana visto che il mese pazzerello è marzo.
Sayuri, Hinata e Naruto si diressero verso la villa Hyuga e quando rientrarono erano zuppi dalla testa ai piedi, insomma se li si strizzava si poteva riempire una piscina olimpionica.
-Dovreste fare una bella doccia calda altrimenti vi prenderete un raffreddore- disse Hiashi appena li vide. Naturalmente si riferiva alle ragazze, Naruto si beccò solo un’occhiataccia. Che Neji gli avesse spifferato del bacio? Questo rimarrà un mistero.
Sayuri e Hinata accettarono con gioia e il biondo fece solo uno sbuffo seccato per il trattamento riservatogli dal nonno.
-Papà facciamo il bagno tutti insieme?- chiese innocentemente la piccola.
-T-t-tutti…in…sie…me?- fecero insieme Hiashi e Naruto, il primo scioccato mentre il secondo arrossito (non rivelo a cosa stava pensando o dovrei aumentare di rating, unico indizio: terme).
-Ah ah ah non si può fare Sayuri- rise la ragazza.
-Però volevo fare il bagno con papà- e la bimba mise il broncio.
-Se vuoi lo puoi fare ma io non posso- disse la mora.
-Ok, allora faccio il bagno con papà- esultò la bambina saltellando sul posto.
-Naruto andate prima voi- la madre si rivolse al padre con un sorriso.
-O-ok…andiamo Sayuri- disse il biondo prendendola per mano.
Il bagno era una stanza piuttosto grande con delle belle piastrelle bianche con un decoro a forma di farfalla viola ad intermittenza.
La vasca si poteva definire una piscina per quanto era grande, ma solo il meglio per uno dei clan più ricchi di Konoha, pensò il ninja entrando. Ripensò al suo minuscolo bagno-doccia in cui si poteva fare solo la doccia e sbuffò.
Riempirono la vasca e si tuffarono (nel vero senso della parola, la vasca era enorme) dentro.
-Papà sei scocciato perché volevi fare il bagno con mamma invece che con me?- chiese triste la piccola notando l’espressione del padre.
-Ah ah ah no! Davvero! Stavo pensando al mio bagno- rise il ragazzo spazzolando con la mano la piccola testolina.
-Cos’ha che non va il tuo bagno?- chiese la bimba innocente.
-Bhè è piccolo in confronto a questo- rispose Naruto leggermente imbarazzato.
-E allora?- chiese sempre più innocente.
-Io vorrei stare con mamma, però, che cos’ho da offrirle? Non ho molti soldi e non sono nemmeno una persona importante- spiegò il ninja demoralizzato.
-Papà io credo che se mamma facesse attenzione a queste cose nemmeno ti considererebbe. Lei ti ama per quello che sei- lo rassicurò Sayuri.
-Avanti girati ti lavo la schiena- sorrise il padre.
Quando infine fu il turno di Hinata trovò in bagno un vero macello. La schiuma del sapone era arrivata fino al soffitto e c’erano anche parecchie macchie d’acqua sui muri.

Per il tramonto aveva smesso di piovere e le nubi erano scomparse come se non ci fossero mai state e gli unici segni della passata tempesta erano poche pozzanghere.
Naruto tornò a casa e si mise il kimono che aveva preparato la sera prima.
Era composto da una casacca bianca con i bordi arancio scuro e una fantasia vagamente somigliante a un sole arancione e giallo sulla schiena e un pantalone, anch’esso bianco e arancio ai bordi. Legò la cintura arancione attorno alla vita e si guardò allo specchio. Sì era pronto tranne, forse, per un dettaglio o anche due. Si slegò il coprifronte e lo ripose in una tasca all’interno della casacca e si scompigliò i capelli. Un ultimo ritocco, aprì la casacca mostrando la maglia arancione aderente. Sì ora era perfetto. Davanti allo specchio si fece una promessa: quella sera avrebbe fatto ballare Hinata!
La mora lo aspettava già fuori tenendo per mano Sayuri.
Hinata aveva un kimono lungo, bianco con i bordi azzurri e al fondo e sulle maniche larghe c’erano ricamati tanti fiocchi di neve. La cintura spessa era azzurra e il coprifronte assente. Quella sera non sarebbero stati due ninja, ma solo due ragazzi.
Sayuri invece aveva un kimono colorato. Bianco sotto e con tanti ricami di fiori diversi su tutto il kimono e la cintura era di un bel rosa acceso.
La piccola appena vide il padre corse a salutarlo trascinandosi dietro la madre.
-Papà aspettiamo il nonno, zio e zia e poi andiamo- lo avvisò la bimba.
-Ah ok- fece il ninja. I due ragazzi si ritrovarono di fronte l’uno all’altra.
Naruto era come l’estate, gioioso, sbarazzino, vivace e solare, la cui presenza rallegrava tutti.
Hinata era come l’inverno, candida e pura come la neve, timida e impacciata, ma un suo sorriso è pari a un raggio di sole tra le nuvole scure.
E in mezzo a loro c’era Sayuri, vivace e pura, lei è la primavera, che divide e unisce le due stagioni.
Quando arrivarono anche gli altri membri della famiglia Hyuga si avviarono verso la festa.

La piazza davanti al palazzo dell’Hokage era addobbata con luci di vari colori, striscioni colorati e varie lanterne. Ai lati vari musicisti si preparavano per suonare.
I componenti della famiglia Hyuga si andarono a sedere vicino agli altri clan mentre Hinata, Sayuri e Naruto si sedettero vicino al Kazekage.
La serata passava con calma, e dopo il brindisi iniziale tutti si divertirono parlando tra loro.
Ma c’era un momento che tutti aspettavano: il dopo cena, momento in cui si sarebbe ballato, bevuto, chiacchierato e ehm…altro.
Ad un certo punto alcune ragazze andarono al bagno e tra queste Hinata.
-Naruto…sei innamorato di quella ragazza?- chiese Gaara al suo vicino.
-M-ma che domande fai?- rispose imbarazzato.
-Rispondi o no?- alzò un sopracciglio innervosito.
-Sì…cioè sì ne sono innamorato- rispose diventando completamente rosso.
-Come fai a capire quando sei innamorato?- chiese serio il ninja della sabbia.
-Perché queste domande così improvvise?- disse incuriosito il biondo.
-Bhè ho provato a farmi spiegare l’amore da Temari e Kankuro ma non ho capito molto- disse il rosso assumendo un’aria corrucciata.
-Ho capito, ma non è una cosa che si può spiegare così su due piedi- rispose pensieroso il ninja della foglia.
-Tu provaci- gli intimò il rosso sempre rimanendo serio.
-Umm…vediamo…quando sei innamorato ti senti felice e preoccupato allo stesso tempo…felice di stare con quella persona ma preoccupato di poterla perdere o ferire…e quando quella persona ti fa sorridere col cuore allora sei innamorato- disse tutto convinto e annuendo con la testa il biondo.
-Non ho capito molto lo stesso, ma va bene- disse Gaara sconfitto.
-Ah scusa- disse demoralizzato Naruto.
-Non devi scusarti. Temari mi ha detto che quando mi innamorerò allora capirò e che è inutile spiegarlo- disse freddo il ninja della sabbia.
Nel frattempo arrivarono le ragazze e così non poterono continuare la conversazione.

La cena si chiuse con la torta. Una magnifica torta con dieci strati alla nocciola ricoperta di panna e con decorazioni e tutto. Dopo la torta ci fu l’ultimo brindisi. L’Hokage si alzò in piedi e alzò il bicchiere.
-A Subaku no Kankuro che oggi compie diciassette anni e all’alleanza tra Konoha e Suna- proclamò Tsunade per poi bere tutto d’un fiato lo champagne dal suo bicchiere. Si udirono vari cin cin e la vecchia tornò a parlare.
-Dopo cena ci sarà uno spettacolo di fuochi d’artificio e i nostri musicisti suoneranno qualcosa per chi vorrà ballare- alla parola ballare Naruto sorrise.
Tutti si alzarono da tavola per trovare la postazione migliore per guardare i fuochi o semplicemente per andare a farsi un bicchierino assieme ad un amico.
Dopo poco cominciò a suonare la musica, dapprima i balli di gruppo poi balli un po’ più seri, come dire da ballare in coppia.

Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

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Ciao belli!!!^^ Scusate per il ritardo nell’aggiornamento ma sono andata al mare per una settimana…contavo di finire il capitolo e postarlo prima di partire però ero arrivata solo a metà ^///^ chiedo umilmente perdono *me che si prostra sul pavimento strisciando*. Da qui inizieranno i capitoli one shot delle coppie^^!!! Spero che il capitolo vi piaccia!!!
Infine grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono solo!!!
Ciao ciao!!!^^

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Capitolo 7
*** Vento e Nuvole!!! La gatta sul tetto che scotta!!! ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

Una ragazza stava seduta su un tetto. Un brivido le percorse la schiena, faceva freddo lassù. Poche nuvole scure passavano nel cielo, lei alzò la testa per osservarle. Poi sbuffò portando una mano dietro per sdraiarsi.
-Cosa ci troverà mai a guardare le nuvole?- chiese ironica a se stessa ormai completamente sdraiata. Le nuvole intanto si deformavano e scorrevano lasciando spazio al cielo stellato.
-Sono belle perché non sono mai uguali ma cambiano- le rispose inaspettatamente qualcuno alle sue spalle. La ragazza sobbalzò e si alzò a sedere di scatto. Poi accertatasi di chi fosse si risdraiò.
-Shikamaru, perché mi segui? Stasera non devi per forza starmi accanto- disse per stuzzicarlo.
Adorava stuzzicarlo, perché lui rispondeva sempre.
-Veramente non stavo seguendo te, ma è il mio posto preferito per guardare le nuvole- infatti la sua risposta non si fece aspettare. Si portò vicino alla ragazza e si sdraiò accanto a lei buttando la sigaretta. Lo sgridava sempre perché fumava.
-E tu Temari perché sei qui?- chiese annoiato.
-Perché non mi andava di stare in mezzo alla ressa della festa- rispose subito.
Tutt’e due bugiardi. La mano di lei si spostò leggermente per incontrare la mano del ragazzo che prontamente l’afferrò.
Rimasero così, mano nella mano, a guardare le stelle per un po’. Poi uno starnuto li interruppe. La ragazza si portò una mano al viso, era suo lo starnuto.
-Hai preso freddo?- chiese il ragazzo voltandosi a guardarla.
-No, è solo che il clima di Konoha è più umido di quello di Suna- mentì la ragazza. Lui sorrise, riusciva sempre a capire quando stava mentendo. Si alzò e si tolse la casacca del kimono, poi lo porse alla ragazza.
-Non mi serve- disse stizzita. Non le era mai piaciuta la cavalleria. Le donne sono forti quanto gli uomini e a lei non serviva la giacca. Lei era forte.
-Non fare i capricci- la riprese il ragazzo mettendole a forza la casacca.
-Ora avrai freddo tu- disse testarda. Il ragazzo si limitò a fare spallucce poi si sedette vicino a lei e si accese una sigaretta. Tirò una boccata e lei gli prese la sigaretta dalle mani per poi fare un tiro lei.
-Fa male fumare- la sgridò riprendendosi la sigaretta.
-Senti da che pulpito viene la predica e poi io sono maggiorenne- rispose divertita. Poi mentre il ragazzo le sorrideva riprese svelta la sigaretta e la buttò in una pozzanghera. Lui la guardò serio.
-Sei seccante- esclamò lui scocciato.
-Te la sei presa per una sigaretta?- lo derise lei sicura che non se la fosse presa.
-Non me la sono presa ma…bha che importa- rispose lui seccato.
-Sì invece te la sei presa- lo canzonò lei puntellandogli il naso con un dito.
-Ho detto di no- continuo lui sicuro.
-E invece sì- continuò la bionda a burlarsi del ragazzo.
-Ho detto di no! Punto!- scattò il ninja portandosi a cavalcioni della ragazza e bloccandogli i polsi.
-Bambino- le sorrise lei dall’alto dei suoi diciott’anni.
-Guarda che abbiamo solo due anni di differenza- le fece notare scocciato il ragazzo spostandosi da quella posizione alquanto equivoca mettendosi a sedere.
-Pff…dettagli- disse divertita lei imitandolo alzandosi a sedere.
Le sorrise. Stupida, orgogliosa, bella. Questi erano gli aggettivi che le si addicevano di più. Le passò una mano tra i capelli che si era sciolta per la festa per poi fermarsi sulla sua nuca. L’attirò a sé abbracciandola, semplicemente con un braccio.
-Stupida…- disse chiudendo gli occhi e respirando a fondo il profumo della donna.
-Sempre gentile eh?- disse lei stizzita alzando la testa.
-Fammi continuare…stupida, orgogliosa…bella- sospirò seccato. Per una volta l’aveva zittita, la ragazza continuava a fissarlo a bocca aperta.
Le prese il viso con una mano, avvicinandosi alle sue labbra, piano. Un bacio, due baci, tre baci. Baci pieni di passione, non assolutamente casti.
Le loro lingue danzavano, si intrecciavano, si accarezzavano.
La ragazza aveva portato le braccia sul petto di lui sfregò le mani sulla la sua maglia fastidiosa. Insinuò le mani sotto la maglia di lui sfiorando la sua pelle nuda e candida e spingendosi sempre più verso il basso.
Lui stringeva le spalle della ragazza accarezzandole la nuca e facendole venire i brividi e arrossendo al tocco di lei.
Spostò le mani lungo la sua schiena facendole scorrere verso il basso e arrivando alle sue natiche sode e perfette.
Le mani di lei erano arrivate alla fine della maglia così la sfilò scoprendo il suo corpo perfetto.
Il ragazzo insinuò le sue mani sotto il kimono di lei aprendolo un po’ all’altezza del seno fasciato.
Continuando a baciarla scese lungo il suo collo facendo gemere la ragazza scendendo sempre più giù. La ragazza fece una smorfia e ribaltò la situazione spingendo il ragazzo fino a farlo sdraiare e cominciò a baciargli il torso nudo.
Poi si alzò baciandolo sulle labbra e lui la strinse a sé sfiorandole con una mano il viso.
Alla fine Shikamaru si staccò e prese Temari per la vita, la girò e la fece sedere tra le sue gambe circondandola con le braccia.
-E ora? Perché ti sei fermato?- chiese stupita lei.
-Sono stanco- un'unica risposta che fece sorridere la ragazza. Anche se faceva tanto la dura alla fine aveva gettato la maschera. E dietro la maschera c’era una ragazza, forte, ma innamorata.
Si guardarono in faccia sorridendo e sentirono un botto. Si voltarono entrambi verso il cielo. Erano cominciati i fuochi d’artificio. Blu, rossi, verdi schizzavano in aria esplodendo e illuminando il villaggio e i suoi abitanti.
-È stata una bella serata vero piagnucolone?- lo schernì la bionda.
-Già- sospirò il ragazzo arrendendosi e stringendo ancora di più la ragazza.

Vento e nuvole si sospingono l’un l’altro, danzano, discutono, sono inseparabili.
Loro sono come Temari e Shikamaru.
Uniti da una sola sensazione: la libertà di essere sé stessi con l’altro.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Credevate eh che li facessi arrivare fino in fondo? Invece no! *occhi che brillano sadici*
Bhè le one shot non sono finite quindi alla prossima!!!

Infine ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 8
*** Tutto in un bicchiere!!! Vecchietti alla riscossa!!! ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

L’unica cosa che si sentiva erano i passi lenti di qualcuno che saliva le scale. Un passo, un altro, un altro ancora e finalmente la porta. una vecchia enorme porta di un ufficio. Ma non un ufficio qualunque, quello dell’Hokage.
Aprì lento la porta cercando di non farla cigolare. Sforzo inutile. Sulla poltrona girata verso la finestra sentì la donna sospirare.
-Cosa vuoi vecchio?- chiese scocciata Tsunade riprendendo bere il suo bicchiere di sakè.
L’uomo si avvicinò alla postazione dell’Hokage e voltò la poltrona con un gesto brusco.
-Farmi un bicchierino con te!- rispose quasi urlando il Sannin.
-Hai già bevuto troppo- lo freddò con uno sguardo. Poi sorrise. Stupido vecchio che si crede ancora una ragazzino.
-Non è vero…- si sedette a gambe incrociate sbuffando. Ora sì che sembrava un ragazzino.
La donna si alzò e prese un altro bicchiere. Lo riempì del liquore e lo porse all’uomo.
-Solo uno, Jiraya- disse con fare protettivo –uff…cosa non si fa per amicizia- sbuffò seccata dopo che il Sennin prese il bicchiere alzandosi.
-Solo amicizia?- chiese in un sussurro Tsunade a sé stessa.
-Ho qualcosa da dirti…anche se…non so se dovrei…o forse sì- biascicò in preda ai fumi dell’alcol l’uomo.
-Che cos’hai da borbottare vecchio?- lo scosse la donna prendendolo per il colletto. Forse anche lei aveva bevuto un po’ troppo.
-E smettila di chiamarmi vecchio! Vecchia!- si liberò con abilità l’uomo cominciando a urlarle addosso.
-Chi hai chiamato vecchia?- chiese con un tono di voce pericolosamente basso l’Hokage e si poteva vedere a occhio nudo la vena enorme che le pulsava sulla tempia. Il Sannin non fece in tempo ad accorgersi dello sbaglio appena compiuto che lo investì un bel diretto in piena faccia che lo conficcò con la testa nel muro.
-Così impari! Tzè vecchia…- disse Tsunade incrociando le braccia al petto.

Mai toccare l’argomento età con quella donna, pensò il povero ninja tentando di estrarre la testa dal muro. Quando finalmente ci riuscì si girò verso la donna furente per dirgliene quattro ma all’uomo morirono le parole in bocca.
Dormiva. Era seduta sulla poltrona con i codini che le ricadevano sulle spalle, il viso di solito teso era rilassato. Un braccio posato sopra il bracciolo e l’altro sulle gambe. Era indifesa.
Il vecchio le si avvicinò, scostò un ciuffo che le nascondeva il volto illuminato dalle luci della città. Con il dorso della mano percorse i suoi lineamenti vergognandosi come un ladro per i pensieri che gli stavano venendo su. La mano con cui toccava quel volto diafano prese a tremare. Calde lacrime scendevano sul volto del vecchio.
Forse dovrei dirtelo, no farei uno sbaglio…ma non è colpa mia se sei così bella.
I pensieri dell’uomo vagavano per la sua mente formando un turbine. Gli girava la testa, le ginocchia gli tremavano così chiuse gli occhi per riacquistare un po’ di lucidità. Passò la mano libera sul volto, intuibile gesto di confusione.
La mano che era ferma sul viso della donna fu avvolta da un calore sconosciuto. Riaprì gli occhi di scatto e vide la donna sorridere, la mano premuta contro la sua.
-Che fai piangi?- chiese dolce Tsunade.
-No- rispose Jiraya sorridendo.
Non sentiva più la mano, ormai era catturato da quegli occhi di ambra. Spostò la mano appoggiandola sullo schienale e portando l’altra in posizione simmetrica.
-Chiudi gli occhi- ordinò dolce il Sannin e la donna fece come richiesto.
Incominciarono i botti. La luce colorata penetrava attraverso la finestra illuminando le due figure unite in un momento magico. Konoha era in festa come i loro cuori. Blu, verde, viola, non importava più niente. Le loro menti vagavano confuse, incontrandosi, in quella stanza.
Forse era stato l’alcol, ci avrebbero pensato dopo.
Finito il bacio si guardarono, Jiraya cadde in ginocchio poggiando la testa sulle gambe della donna. Tsunade accarezzò quei capelli bianchi e morbidi fissando il compagno.
Nessuno dei due osava pronunciare una parola perché, se fosse stato un sogno, non volevano svegliarsi.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Finito!!! Che teneri peccato non ci siano tante storie su questa coppia perché secondo me sono veramente dolci!!! ^////^
Secondo capitolo-coppia concluso!!! Non abbattetevi forza!!! Ne mancano ancora cinque!!! Cosa? Cinque? Ma stiamo scherzando non ho voglia di lavorare così tanto!!! Scherzavo scherzavo!!! Non mi picchiate pace&love!!! Comunque al prossimo capitolo!!!
Ciaoooooooooooo!!!

Ah dimenticavo…grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 9
*** Unwritten!!! Ma balliamo sì o no? ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

Shikamaru se n’era andato chissà dove e aveva finito le patatine. Uffa come si annoiava. Si sedette tanto non sapeva ballare.
Ma eccola lì, bella come un raggio di sole. Radiosa, bella, pura, bella. Si voltò verso il ragazzo sorridendo, poi lo raggiunse saltellando.
-Choji, non vieni a ballare? Ti farebbe bene un po’ di movimento- lo riprese lei poggiando le mani sui fianchi.
Il ragazzo si limitò a fissarla sbuffando.
-Basta per oggi. Tanto vedo già che sei di cattivo umore- si sedette sulla sedia di fianco a lui.
-Non sono di cattivo umore, però mi sto annoiando- si spiegò meglio.
-Vieni con me che se continui così sarai uguale a Shika!- disse la bionda alzandosi e tendendogli la mano.
Titubante il ninja prese la mano della ragazza, lei lo trascinò letteralmente al centro della pista.
-Su forza! Balliamo!- urlò per farsi sentire cominciando a ballare.
-Ino, non so ballare- urlò imbarazzato arrossendo.
La canzone era molto veloce e ritmata e il povero ninja non sapeva neanche da dove cominciare.
Ino guardò il compagno sconsolata, poi gli prese la mano e lo portò lontano dalla ressa della pista. Correvano, verso dove non si sa, ma correvano. Alla fine si fermarono in una radura in mezzo al bosco.

Si presuppone che in una radura, di notte, ci sia il più totale silenzio, invece la musica era ancora forte e si spargeva per il bosco.
-Peccato…speravo di portarti dove non ci fosse la musica- sorrise strizzando l’occhio al compagno.
Lui sorrise. Anche se lo prendeva sempre in giro, gli diceva di dimagrire, lo trattava sempre male, lei si prendeva sempre cura di lui.

Lui, un ragazzo troppo gentile, anche troppo robusto e troppo leale. Gentile anche con chi non se lo merita, come me che lo tratto sempre male e lo prendo sempre in giro per il suo peso.

La musica si spense per un attimo mentre un presentatore annunciava la prossima canzone. Le prime note si sparsero nell’aria. Era una canzone allegra, si chiamava “Unwritten”.
-Ino…balleresti per me?- chiese il ragazzo abbassando la testa e aspettandosi una scenata piena di urla.
-Ok- rispose la bionda accennando un sorriso. Il moro alzò la testa di scatto. Quella non era una risposta da lei.

I am unwritten, can't read my mind, I'm undefined
I'm just beginning, the pen's in my hand, ending unplanned

La cantante aveva cominciato. La ragazza spinse il ragazzo verso un albero dolcemente e gli ordinò di sedersi. Il ragazzo obbedì.

Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words that you could not find

Lei cominciò a muoversi come solamente lei sapeva fare. Sinuosa. Dagli alberi scesero alcune gocce, gli ultimi rimasugli dell’acquazzone del pomeriggio, bagnando la pelle candida illuminata solo dalla luce della luna.

Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your innovations

Il ragazzo si alzò e la raggiunse. Gesto quasi istintivo. La voleva vicino.

Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins
The rest is still unwritten

Le sue mani vibravano a ritmo di musica in aria. Il suo corpo anche, in una danza dolce e sensuale attorno al ragazzo.

I break tradition, sometimes my tries, are outside the lines
We've been conditioned to not make mistakes, but I can't live that way

Lei si fermò di fronte a lui di spalle continuando a ballare. La mano del ragazzo si alzò titubante raggiungendo la spalla di lei e scivolando lungo il braccio.

Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words that you could not find
Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your inner visions
Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins

Lei ballava, libera, bella. Sentì appena la sua mano toccarle la spalla. Chiuse gli occhi, assaporando il sapore della musica che scivolava tra gli alberi.

Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins
The rest is still unwritten

Non c’erano parole inutili, il suo corpo obbediva ai battiti del suo cuore. Anche se avesse voluto parlare non avrebbe trovato le parole per descrivere i suoi sentimenti di quel momento.

Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words that you could not find

Si avvicinò al ragazzo che la prese tra le braccia. Lei continuava a muoversi.

Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your inner visions
Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins

Lui la prese per le spalle. Continuava a tenere gli occhi chiusi. Presto la canzone sarebbe finita. Chiuse gli occhi anche lui e si avvicinò al suo viso.
Un bacio casto, puro seguito da un passionale. La ragazza aveva smesso di ballare e ora abbracciava il ragazzo.

Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins
The rest is still unwritten
The rest is still unwritten

Come morirono le parole della canzone i due si staccarono. Si guardarono in volto diventando rossi.
Ino tuffò il volto incandescente nell’incavo tra la spalla e il collo del compagno. Cominciò a ridere continuando ad abbracciarlo.

Choji era preoccupato per la reazione che la compagna avrebbe potuto avere gettò le braccia lungo i fianchi.
Lei, però, continuava ad abbracciarlo e rideva. Mai era stato felice come in quel momento. Strinse di nuovo la compagna tra le braccia cominciando a ridere anche lui.

Cominciarono i fuochi. Nessuno dei due si accorse di nulla, ma rimasero abbracciati. Finalmente felici, liberi, nascosti dagli alberi e ridendo.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Ehilà gente!!! So che non leggeranno in molti questo capitolo però lo pubblico lo stesso ^^…l’idea mi è venuta ascoltando la canzone “Unwitten” di “Natasha Bedingfield”. Spero che vi piaccia ^^
Sapete ci sto quasi ripensando sulla Gaara/Lee…però non ho idea di con che ragazza metterlo ^^… i suggerimenti sono ben accetti!!!
Il prossimo capitolo Sasu/Saku!!! Bacioni ^^

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 10
*** Resta ti prego...Pensieri tra gli incubi ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

La notte si alzò sentendo un grande buco allo stomaco. Le ore precedenti erano costellate dagli incubi più terribili. Bevve un sorso d’acqua e si rimise a letto.
Il silenzio della strada vuota quando stava per scoprire i suoi genitori morti lo assordava. Quel silenzio era rotto saltuariamente da dei singhiozzi lontani. I suoi singhiozzi. Arrivò alla porta e, titubante, l’aprì. Tra le tenebre scorse i corpi dei suoi genitori ricoperti di sangue e due occhi rossi che lo fissavano. Si sentì malissimo, voleva vomitare.
I singhiozzi si fecero più vicini, si voltò e alla sua destra vide rannicchiata su se stessa una ragazza dai capelli rosa tenersi la testa e urlare. Lei piangeva e urlava vedendo quello spettacolo atroce.
La voleva proteggere, si gettò su di lei abbracciandola. Lei smise subito di singhiozzare e lo abbracciò. Sussurrò “Perché te ne sei andato?” e ricominciò a piangere.
Si svegliò di soprassalto, alcune gocce di sudore imperlavano la sua fronte corrugata. Aveva deciso, non avrebbe più provato a dormire.
Si alzò dal letto e si vestì. In silenzio, quel silenzio che tanto odiava, quello che non c’era quando Naruto era accanto a lui.
Uscì dalla sua camera e si avviò verso l’uscita del covo di Orochimaru.
Camminava tranquillo quando Kabuto gli sbarrò la strada poggiando la gamba contro la parete opposta del corridoio.
-Dove va il nostro principino?- chiese ironico il medico.
-Questi non sono fatti tuoi- rispose freddo lanciandogli un’occhiata d’astio.
-Mpf…torna entro mezzanotte- rispose l’uomo scocciato.
Tornò a camminare lungo il corridoio e quando uscì l’aria pungente del primo mattino si insinuò nei suoi polmoni.
Non sapeva esattamente dove sarebbe andato, ma sapeva chi voleva vedere.

Finito il discorso dell’Hokage si alzò vide parecchie persone allontanarsi. Lei si era divertita per tutta la serata, sì, ma sentiva che mancava qualcosa.
-Ehi Sakura vieni a ballare con noi?- chiese Naruto facendola riemergere dai suoi pensieri.
-No grazie, vorrei andare a fare una passeggiata da sola- sorrise al compagno.
Certo che era cresciuto da quando le faceva una corte serrata. Lui prese sulle spalle la bambina e per mano la sua ragazza (non ancora ufficiale) e se ne andò salutandola.
Non sapeva cosa fare, si allontanò dal tavolo e si diresse verso il palazzo dell’Hokage. Quella sera non voleva pensare. Arrivò all’ufficio della sua sensei e stava per entrare ma si bloccò sentendo delle voci provenire dall’interno.
Una era Tsunade e l’altro era…Jiraya? Possibile?
Sorrise, allora anche la vecchia era in compagnia. Si sporse verso l’armadietto di fianco alla porta. Lì era dove teneva i liquori di nascosto a Shizune, quello col doppio fondo.
Un’idea malsana le attraversò la testa, aprì l’anta dell’armadietto e levò il coperchio. Prese una delle tante bottiglie, per lei tutte uguali, e un bicchiere. Li nascose in un pezzo di stoffa, e si incamminò per la strada.

Raggiunse il posto dove gli aveva dato l’addio, dove si era confessata, dove non era stata capace di fermarlo.
Si sedette sulla panchina, piangeva, stappò la bottiglia e si versò un bicchiere.
-I-io non sono stata in grado di fermarti ma ho lasciato i miei doveri sulle spalle di Naruto- singhiozzò.
Si portò il bicchiere alle labbra, lei non poteva bere, era troppo piccola, ma non le importava, non quella sera. Fece per bere un sorso ma qualcuno gli bloccò la mano. Aprì gli occhi di scatto, vide un ragazzo, ma aveva ancora gli occhi offuscati per le lacrime così non riconobbe chi gli stava di fronte.
-Cosa vuoi? Lasciami la mano!- strattonò con forza la mano che però era bloccata saldamente. Si asciugò gli occhi e alzò il volto pronta a urlare addosso a chiunque la stesse disturbando. Ma le parole non le uscirono mai dalla bocca.
Davanti a lei se ne stava in piedi, fissandola con i suoi profondi pozzi neri, Sasuke. Lasciò la presa sul suo polso.
Nuove lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Lui era lì, con lei, di nuovo.
-Sasuke…- un sussurro appena udibile. Lei piangeva e sorrideva. Lo cinse stretto alla vita tuffando la faccia sul suo ventre, singhiozzando.
La mano di lui si posò sulla sua testa accarezzando i capelli un tempo lunghi. Non fiatava. Si morse il labbro per stoppare le parole che premevano per uscire. Avrebbe voluto urlare che gli dispiaceva, che non voleva più lasciarla sola, che sarebbe rimasto lì con lei per sempre. Ma non sarebbe stato giusto.
-Non piangere…ti prego- una supplica a fil di voce verso la donna china su di lui. Ma lei insensibile alle parole del moro continuava a singhiozzare.
Abbracciò Sakura stretta stretta, come non volerla lasciar andare via, come se fosse stato un sogno che potesse svanire da un momento all’altro.
Sciolsero l’abbraccio insieme e lui si sedette affianco a lei tenendola per mano.
Incominciarono i botti e le luci dei fuochi che illuminavano la città arrivarono fino a loro. Il blu, il viola, il verde, i vari colori tingevano i loro volti stanchi.
E le due figure sedute l’una di fianco all’altra guardavano nella stessa direzione. L’uomo si voltò con lentezza verso la ragazza e la strinse a sé.
Sciolse l’abbraccio e la baciò. Non un bacio casto, non passionale, non irruento, ma un bacio carico d’amore e di nostalgia.
-Devo andare…tornerò- disse Sasuke alzandosi. La sua voce era velata dalla tristezza. Il capo della ragazza era chino e non osava mostrare gli occhi gonfi dal pianto all’amato. Fece solo uno stanco cenno con la testa.
La notte continuava e lei rimaneva lì, sola, seduta a testa bassa, aspettando il momento in cui si sarebbero rincontrati.
Anche se se n’era già andato da un pezzo lei continuava a ripeterlo sussurrandolo.
-Non andartene…- piangeva, stavolta di tristezza.

Entrò nel covo e incrociò per uno dei corridoi per arrivare alla sua stanza Kabuto. Gli lanciò un’occhiata d’ira che venne ricambiata, poi lo superò.
-Allora com’è andata con la tua principessa?- chiese maligno l’uomo dai capelli d’argento.
Sasuke a quelle parole sobbalzò ed estrasse la sua spade pronto ad ucciderlo ma quando si girò non lo vide.
-Non ti preoccupare non dirò niente- gli sussurrò quel verme all’orecchio e subito si ritrasse visto che la spade gli stava per entrare nello stomaco.
Lo guardò iracondo e l’altro se ne andò sogghignando.

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Sasu/Saku finita!!!!^^ uff…che faticata! Spero veramente di non avervi deluso con questo capitolo^^ giuro che mi sono impegnata! (noticina: da ascoltare con il sottofondo di Stay di Elisa)
Per Gaara ho trovato una soluzione ma sarà una sorpresa!!! Sono sadica lo so^^
Allora al prossimo capitolo!!!

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 11
*** In fuga!!! Risate sul fiume!!! ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

I due amici camminavano fianco a fianco lungo la via affollata. Il primo era un ragazzo moro con l’acconciatura a scodella e due sopracciglia enormi. L’altra era una ragazza sorridente con i capelli sciolti mossi che ricadevano sulle spalle.
-Ehi Ten ten andiamo a ballare?- chiese il ragazzo fermandosi.
-Ok…ma prima chiediamo a Neji di venire con noi?- chiese sorridendo la ragazza.
-Sì ma dov’è finito?- si guardò intorno il ninja scrutando la folla.
-Lo vado a cercare…ci vediamo dopo Lee- salutò la ragazza per poi sparire inghiottita dalla folla.
Lei sapeva dove trovarlo. Sapeva che non gli piaceva la confusione e che preferiva i luoghi tranquilli.
Correva in mezzo alla folla che pian piano andava disperdendosi. Ecco il posto giusto, arrivò agli alberi che saettavano lungo il viale che costeggiava il fiume.
Oltrepassò gli alberi e lo cercò. Era sicura che fosse lì, infatti, poco tempo dopo lo individuò. Si sedette accanto a lui silenziosa.
Osservò il suo profilo serio mentre guardava il fiume. I suoi occhi bianchi, segno di orgoglio e di schiavitù per lui, fissavano l’acqua, ma non la vedevano. Loro passavano oltre, non si soffermavano mai su niente, nemmeno su di lei.
-Ehi, che ore saranno?- chiese nervosa torcendosi le mani. Cercò di mantenere il sorriso che pian piano andava spegnendosi.
Perché ti ostini a non guardarmi?
-Non penso sia importante- disse secco tagliando ogni tentativo di comunicazione da parte della kunoichi. Si girò verso di lei, era bellissimo, i capelli sciolti cadevano sulle spalle muscolose incorniciando il viso serio e perfetto.
-Perché sei venuta qui?- chiese asciutto. Lui era il ghiaccio fatto persona per quello che si poteva vedere da fuori, ma l’unica persona che in qualche modo riusciva a farlo sorridere era lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso.
-Bhè…ecco…come dire…- balbettò lei cercando le parole giuste.
-Volevi fuggire anche tu da Lee, vero?- sorrise impercettibilmente.
-Ci hai preso in pieno- disse lei sconfitta. Lui riusciva a leggergli nella mente, l’unico che era in grado di farlo. La tensione andava via via smembrandosi.
-Ten ten, però, perché sei venuta da me?- chiese serio fissandola negli occhi.
Lei diventò di tutte le tonalità di rosso esistenti per poi fermarsi sul rosso acceso. Il ragazzo sorrise, questa volta era sincero.
-Avevi voglia di stare con me?- chiese malizioso sorridendo alla ragazza. Lei avvampò una seconda volta e annuì.
-Bene, perché anche io avevo voglia di stare con te- sospirò sollevato. Lei lo guardò stupita, lui aveva voglia di stare con lei? E ora lui gli stava facendo segno di avvicinarsi!
Gattonò fino a lui e gli si sedette vicinissima. Era paonazza e teneva lo sguardo basso.
Lui portò una mano sulla sua testa e le accarezzò i capelli sciolti. Passò il braccio attorno alle sue spalle e l’attirò a sé.
Lei sorrise, e gli gettò le braccia al collo. Lui rimase un po’ interdetto e arrossì. Poi prese lo slancio e l’abbracciò anche lui.
Nell’abbraccio le mani del ragazzo scorrevano lungo la schiena della ragazza rassicuranti, poi le spostò i capelli e cominciò a baciarle il collo. Baci morbidi e leggeri, dati a fior di pelle.
Lei alzò il volto e si sporse verso quello di lui.
Si baciarono, un bacio trasportatore. Il bacio fece vorticare le loro menti in un turbinio di colori ed era come essere trasportati altrove restando sempre nello stesso luogo. Quando si staccarono erano entrambi scombussolati e ansanti.
Quando si ripresero, la ragazza si rigettò tra le braccia dell’amato nascondendo il viso nel petto del ragazzo.
-Come sapevi dove trovarmi?- chiese imbarazzato lui, sollevando la testa verso il cielo.
-Io ti conosco, so che ami i posti tranquilli…- disse lei riaffiorando dalle pieghe del kimono del ragazzo.
-Però stasera sei riuscito a sorprendermi- continuò sorridendo e arrossendo allo stesso tempo.
Lui la fissò estasiato. Il suo sorriso era stupendo, riusciva a illuminarlo sempre. Lei era sempre sorridente e ottimista, testarda ma gentile, lei era una persona meravigliosa.
Lui era sempre serio, freddo e distaccato. Questo era il risultato del suo passato, però era riuscito ad emergere, a diventare una persona migliore, che era in grado di dare se stesso per gli altri, naturalmente rimanendo serio.
-Amo il tuo sorriso- disse lui guardandola negli occhi. Le sorrise, dolce come non lo era mai stato.
-Io, invece, amo tutto di te- sorrise lei di rimando.
Lui la strinse e poi la baciò. Ma un rumore improvviso li fece sobbalzare. Erano cominciati i fuochi. E i colori illuminavano le due figure abbracciate e ridenti.

Lei era come il sole, lui come il ghiaccio. E come si sa, il calore del sole riesce a sciogliere il freddo del ghiaccio. Così loro sono complementari.

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Oh che teneri^^ è una coppia veramente carina e che dire sono stupendi insieme!!! Ok ok forse è un po’ OOC…però mi andava di vedere “zio” Neji esplicito…
Dedicato ad Hermione93, spero che ti piaccia^^
Comunque -2 al ritorno alla storia…spero che continuerete a seguire^^
Bhè alla prossima^^

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 12
*** Due contro uno? Non vale!!! Calci e sopracciglia!!! ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

Ten ten ha detto che andava a cercare Neji, ma poi non è più tornata. Ho come la sensazione di essere stato preso in giro.
Il povero ragazzo andava su e giù per la via gremita di gente cercando i compagni quando andò a sbattere contro qualcuno finendo a gambe all’aria. -Oh- disse con noncuranza il ragazzo contro cui aveva urtato.
-S-scusa ti sei fatto male?- chiese il ninja rialzandosi ma quando alzò gli occhi si trovò di fronte nientemeno che il Kazekage Gaara.
-Ciao- lo salutò freddo il rosso.
-Oh ciao Gaara. Ti va di venire a ballare?- chiese il moro e senza lasciarlo rispondere lo trascinò letteralmente via. Correvano attraverso la folla scivolando tra le persone. Arrivarono alla piazza dove la musica era assordante, il rosso si piazzò le mani sulle orecchie cercando di attutire il rumore. Voltò la testa a destra e a sinistra cercando una via d’uscita ma intorno a lui c’erano solo tante persone che ballavano a ritmo di musica.
Era in trappola.
Guardò colui che l’aveva condotto in quello che sembrava l’angolo dei pazzi furiosi, stava ballando. Muoveva il corpo seguendo il ritmo della canzone. Il ninja rimase un po’ interdetto e alquanto stupito e schifato più che altro.
Sembrava una tartaruga che faceva streccing. Rimase a bocca aperta e fissò come in trance quelle due enormi sopracciglia.
Il moro si accorse che l’amico lo stava guardando e non ballava così lo prese per un braccio e lo trascinò di nuovo fuori dalla confusione.
-Perché non ballavi?- chiese curioso il ninja della foglia.
-Io odio le feste- disse atono sedendosi su un muretto il ninja della sabbia.
-Come odi le feste?- chiese scioccato Lee.
-C’è qualcosa di sbagliato?- chiese Gaara alzando un sopracciglio.
-No no figurati solo lo trovo strano!- disse il moro agitando le mani davanti a sè.
-Ah- disse scettico il rosso.
-Ti va di andare in qualche posto particolare?- chiese sorridendo il moro.
-Sì in un posto tranquillo- rispose atono il rosso alzandosi.
-Ok!!!- disse il moro esibendo la sua nice-guy pose (sorriso ad ultravioletti e mano col pollice alzato).
Detto questo si avviarono verso un posto più tranquillo.

Nello stesso momento alle porte della città una ragazza si fermò poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Subito dopo alzò la testa verso la città in festa, doveva assolutamente trovarlo!
Prese un bel respiro e si mise a correre. Lei era l’unica non vestita a festa. Portava un kimono corto sopra al ginocchio nero e un gilet marrone sopra. Il coprifronte della sabbia legato al collo a mo’ di collana tintinnava ad ogni salto.
Raggiunse uno dei tanti ponti e lui era lì. Ma no da solo, con quello strano ragazzo con quelle assurde sopracciglia.
Ehi, aspetta, lui…stava…………ridendo!!! E anche di gusto!!!

Rock Lee e Gaara erano arrivati ad un ponte tutto illuminato da varie lanterne poste su entrambi i lati.
-Questo è un posto abbastanza tranquillo- disse Gaara appoggiandosi alla ringhiera.
La musica era bassa, però si sentiva ancora e il moro si mise a fare strane piroette davanti al rosso.
Gaara lo guardò dapprima stranito, poi sorrise. Era veramente strano quel ragazzo, però in un certo senso era…divertente. Sì divertente era il termine esatto. Era piacevole stare con lui.
Il sorriso del ninja della sabbia si allargò sempre di più e gli scappò un verso strano, simile a una risata.
Lee si fermò e lo guardò scioccato sentendo quello strano suono uscire dalle labbra del rosso. Poi sorrise e si rimise a ballare.
La risata del rosso si fece più forte e il povero ragazzo dovette tenersi lo stomaco.
Lee si fermò e si mise di fronte al Kazekage poggiando le mani sulla ringhiera e circondandolo con le braccia.
Gaara smise di ridere di colpo e lo guardò negli occhi. Aveva già visto quella posa, però impersonata da sua sorella e da quel tipo a carciofo, quindi sapeva cosa sarebbe venuto dopo.
Il moro deglutì un paio di volte poi si avvicinò al ragazzo chiudendo gli occhi. La tensione si poteva tagliare con un grissino. Ancora qualche millimetro e ci siamo.
Ma un calcio volante ben assestato gli raggiunse la mascella facendolo volare per un paio di metri.
-COSA DIAVOLO TI SALTA IN MENTE?- urlò la ragazza che lo aveva colpito indicandolo col dito.
-Matsuri che ci fai qui?- chiese il rosso atono come sempre.
-Bhè…ecco…io- disse arrossendo di colpo l’allieva capendo la figura che aveva fatto.
-EHI TU!- disse il moro alzandosi e massaggiandosi il punto in cui aveva ricevuto il calcio.
-I-io?- chiese la ragazza indietreggiando spaventata.
-Sì tu!- si avvicinò sempre di più –Gran bel colpo!!!- gridò mettendosi in posizione col pollice alzato davanti. Alla ragazza venne un colpo e stava quasi per cadere.
Gaara dal canto suo osservava la scena in silenzio. Poi guardò entrambi e sbuffò, e dopo lo sbuffo scoppiò a ridere.
I due pretendenti lo guardarono sorpresi. Già aspettarsi una risata era un sogno ma addirittura due!!!
-Andiamo a prendere un gelato?- chiese Maturi ripresasi.
-No, andiamo a mangiare dei dango- disse il ninja della foglia.
-Vacci da solo- disse la ragazza stizzita.
-No, voglio andarci con Gaara. Vai tu a prendere il gelato da sola- ribatté il moro innervosito.
-Uff si prospetta una serata lunga- disse alzandosi il rosso seguito a ruota dai due che battibeccavano ancora.
Il ragazzo sorrise. Non gli era ancora chiaro cos’era l’amore, però era sicuro che provava qualcosa per tutti e due. E poi, c’è qualcosa di sbagliato ad amare due persone?
Si fermò di colpo e si girò verso i due che gli andarono a sbattere contro troppo occupati a litigare per accorgersi che si era fermato.
Il rosso prese un respiro e aprì la bocca per dire qualcosa, ma si bloccò perché aveva sentito un botto.
Tutti e tre si misero in posizione, ma l’abbandonarono subito. Erano cominciati i fuochi d’artificio. Il Kazekage sorrise e, prendendo alla sprovvista entrambi, diede un bacio sulla guancia prima a Lee, poi a Maturi.
I due rimasero a bocca aperta (e finalmente zitti nda) poggiando la mano dove avevano ricevuto il bacio.
Il rosso si incamminò verso l’erba dove si sedette. I due spasimanti lo seguirono a ruota e si sedettero accanto a lui.
-Però il bacio l’ha dato prima a me- fece la lingua il moro verso la ragazza da dietro al ragazzo.
-Voleva tenersi il meglio per dopo- ricambiò la linguaccia.
Il rosso spazientito prese entrambi per le spalle e li tirò a sé.
-Basta litigare- disse sospirando e tornando a guardare i fuochi.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Scusate se vi ho fatto aspettare^^ *me si prostra a terra chiedendo perdono*
Spero che vi piaccia^^ visto che molti di voi non volevano Gaara gay ho, diciamo, fatto in tutt’e due i sensi.
Gaara è molto confuso riguardo all’amore e quindi è convinto che amare due persone allo momento non sia sbagliato. Però ricordate i bravi bambini non lo fanno^^
E ora vi lascio. Prossimo capitolo: Naru/Hina

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 13
*** La serata del ballo!!! Che figura!!! La passione ardente!!! ***


Quella sera era magica, speciale. Tutta Konoha era in festa, infatti tra risa e schiamazzi i ninja se la spassavano. C’era chi beveva, chi discuteva animatamente su questioni più o meno stupide, chi ballava. Chi invece di unirsi alla cagnara se ne stava in disparte da solo o non…

Naruto si alzò da tavola con una sola missione in mente. Però non sapeva come chiederglielo. Allora Hina-chan ti va di andare a ballare? No, troppo scontato. Ehilà tu non balli? No, troppo informale e loro non erano così intimi.
Era lì pensieroso da almeno due minuti buoni e si teneva il mento borbottando.
-Ehi papà andiamo a ballare?- chiese Sayuri strattonando la manica del kimono del padre. Naruto la guardò con occhi a dir poco adoranti, ora poteva invitare a ballare Hinata!
-Allora?- chiese la bambina guardando il padre stranamente. Infatti il biondo si era messo con un pugno chiuso davanti al cuore piangendo a dirotto per la felicità.
-Eh? Sì sì andiamo- si svegliò dai suoi pensieri il ninja.
-Mamma, andiamo a ballare?- chiese la piccola facendo lo stesso gesto di prima anche con la mora.
-Sì certo- sorrise dolcemente la madre.
Si incamminarono e videro Sakura. Naruto le chiese di venire con loro e Sayuri stava già preparando un piano d’attacco, ma per fortuna (la sua) rifiutò.
Il padre che si era accorto degli intenti della bambina la prese sulle spalle e poi prese la ragazza per la mano e si rincamminò verso la piazza.
-Mamma, papà Konohamaru e gli altri mi hanno invitato ad andare con loro posso?- chiese la piccola saltellando sulle povere spalle del ragazzo.
-Certo porta anche Hanabi ok?- rispose la madre titubante.
Il ragazzo la fece scendere e l’accompagnò dai ragazzi.
-Stai attenta- disse Hinata dandole un bacio sulla guancia.
Naruto si avvicinò al suo amichetto, gli portò un braccio attorno alle spalle e lo tirò a parte.
-Se le succede qualcosa ti ammazzo- disse con aria assassina il biondo.
-O-o-ok- rispose il bambinetto in preda ai sudori freddi.
-Ciao divertitevi, ci vediamo a mezzanotte davanti a villa Hyuga- li salutò prendendo la compagna per la vita e attirandola a sé. Lei arrossì violentemente ma sorrise comunque.
-Allora adesso dove andiamo?- chiese la mora liberandosi dalla presa del ragazzo e facendo qualche passo avanti.
-Bhè…ecco…ho promesso a me stesso che ti avrei fatto ballare stasera- borbottò arrossendo.
-I-io mi vergogno a ballare davanti a tutti- arrossì lei unendo gli indici.
-Ah allora conosco il posto giusto- sorrise prendendendo la ragazza per la vita e saltando da un tetto all’altro.
La ragazza si dimenava lamentandosi per la presa poco gentile e soprattutto per la vergogna.
-Scusa, però avevo fretta di arrivare- si scusò il ragazzo posandola a terra.
-Fa niente, ma dove siamo?- disse riprendendo fiato e guardandosi intorno.
-Oh, è il dojo di Lee, ma non penso si arrabbierà se lo usiamo- disse aprendo la porta.
Entrarono e aprirono le finestre così che la musica entrasse.
-Dobbiamo dire a Lee di spolverare ogni tanto- tossì il biondo.
-Balliamo?- disse Hinata posizionandosi davanti al ragazzo.
-OK!!!- esultò per poi deprimersi di colpo.
-C’è qualcosa che non va?- chiese la mora poggiandogli la mano sulla spalla.
-Ecco…ho dimenticato che io non so ballare- disse arrossendo.
-Oh, allora ballerò io per te?- disse la Hyuga diventando di dieci colori diversi.
-Davvero?- chiese con gli occhi a stellina il ragazzo.
-T-tu mi hai già visto ballare, non ricordi?- chiese voltandosi per non mostrare il volto ormai rimasto rosso acceso (tipo lampadina).
-Eh?- chiese scioccato.
-Alle cascate durante la caccia al bikouchuu- rispose titubante.
-E-eri tu?- chiese ancora più scioccato.
Lei rispose con un cenno della testa. Lui le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia.
-Eri bellissima- disse sorridendo.
La ragazza si voltò e lo baciò. Il ragazzo rimase con gli occhi aperti dallo stupore per qualche secondo poi l’abbracciò e ricambiò il bacio.
La musica cambiò, una canzone lenta ma vivace colorò l’aria.
Si staccarono e lei cominciò a ballare. I suoi movimenti erano fluidi e limpidi.
Con un balzo atterrò a terra e fece alcune piroette. Le sue mani vibravano in aria delineando dei cerchi perfetti. Già, perfetti come lei.
Il kimono che le fasciava il corpo si muoveva seguendo i suoi movimenti dando un’aria quasi irreale alla scena.
Naruto rimase a bocca aperta. Era bellissima, come la ragazza vista tre anni prima alle cascate, ma più grande. Il suo corpo ormai era quello di una donna.
La guardava volteggiare seguendo il ritmo della canzone e il suo sguardo si posò sulle sue labbra. Carnose, dolci, che ti invitavano ad assaggiare il suo sapore.
Si passò una mano sopra al volto per scacciare quei pensieri. Maledetto vecchiaccio, lo aveva infettato con la sua stupidità. Doveva fare qualcosa o sarebbe saltato addosso alla ragazza.
La prese per un polso bloccandola e senza darle il tempo di fiatare la baciò con più trasporto possibile. Stavolta fu lei a stupirsi del ragazzo.
L’afferrò per i fianchi e la poggiò a terra continuando a baciarla. Poi si staccò e riprese fiato.
-Scusa ma se continuavi a ballare non penso che sarei stato capace di controllarmi- disse arrossendo e continuando a tenere lo sguardo basso.
Lei sorrise e l’abbracciò con tenerezza. Lui la trovava bella e le aveva appena confermato di volerla come sua soltanto. Non era mai stata più felice.
Lui ricambiò l’abbraccio. I fuochi d’artificio erano cominciati, infatti, si sentirono i primi botti. La prese in braccio e la portò fuori sul tetto.
-Da qui si possono vedere i botti- disse posandola a terra sulle fredde tegole e sedendosi vicino a lei.
Lei appoggiò la testa alla sua spalla e gli stampò un bacio sulla guancia.
-Sai, la cosa più bella è poter stare accanto a te- disse rossa la mora.
-Sai, è anche per me la cosa più bella- sorrise stringendola a sé.
I botti cessarono e loro erano ancora lì, stretti stretti con la voglia di non lasciarsi più.

Tornarono a casa mano nella mano e trovarono di fronte alla villa Sayuri con Konohamaru che li aspettava.
-Mamma, papà! Mi sono divertita tantissimo- disse la piccola saltando addosso ai due.
-Bhè a questo punto buonanotte- salutò il padre schioccando un bacio sulla guancia alla piccola e dando un bacio sulle labbra alla madre.
-A domani- lo salutò la donna entrando nella villa.
-Ciao papà- lo salutò la piccola seguendo la madre.
Quando scomparvero il ninja tirò un sospiro di sollievo. Konohamaru che aveva assistito alla scenetta gli tirò una gomitata nelle costole.
-Ti dai da fare eh?- rise del ragazzo l’undicenne.
-IO NON MI DO’ DA FARE- strillò il povero biondo tirando un pugno al ragazzino.
Dall’altra parte del cancello Sayuri rideva e prendeva in giro la madre.
-Smack a domani- la imitò salutando l’aria.
-Sayuri smettila- sospirò la mora.
-Però stasera ti sei divertita anche tu vero?- disse saltellando.
-Sì è stata una serata indimenticabile, ma ora a letto- sorrise la ragazza.

§§§§§§§§§§§§§§§§§

Che dire…che teneri^^
La coppia tanto attesa è arrivata, spero di non avervi deluso!!!
Però, il piccolo Naru-chan è cresciuto^^
Da ora in poi cominceranno i guai per i nostri amici (perché finora i nostri cos’erano? ndNaru) e finalmente Naruto e Hinata nello stesso letto!!! (gulp O///O ndNaru)

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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Capitolo 14
*** Le valigie e la richiesta! In tre nello stesso letto!!! - Ci si muove!!! Buoni e cattivi alla ribalta!!! ***


Un raggio di sole entrava da un piccolo spiraglio tra le tende tirate.
Hinata si svegliò a causa dei mugolii che emetteva la bambina nel sonno. Si alzò a sedere e vide la piccola rigirarsi nel letto forse in preda ad un incubo.
Le posò una mano sulla guancia accarezzandola dolcemente. La piccola si calmò e aprì piano gli occhi.
-‘Giorno mamma- disse Sayuri con la voce impastata dal sonno.
-Buongiorno piccola- disse la mora stiracchiandosi.
-Domani mattina dovrò partire- disse con la voce velata di tristezza.
-Bene allora ti concedo un ultimo desiderio- disse ridendo la ragazza.
-Allora voglio dormire con tutti e due i miei genitori- disse ridendo la bimba.
-Sì sì certo però ora vestiamoci che è tardi- si alzò la madre.
Si vestirono ridendo e scherzando poi scesero per far colazione. Loro erano le ultime ritardatarie, si sedettero in silenzio e cominciarono a mangiare.
-Nonno Hiashi, papà può venire a dormire con me e mamma stasera?- chiese la piccola pulendosi la bocca con un tovagliolo. L’uomo che stava mangiando la sua ciotola di riso si strozzò e cominciò a tossire.
-C-COSA?- urlò rosso in viso il nonno.
-Mamma mi ha detto che ho un ultimo desiderio- disse saltando in braccio all’uomo.
-M-ma io scherzavo Sayuri- tentò di giustificarsi Hinata muovendo convulsamente le mani di fronte a sé.
-Ma…ma…io- disse con gli occhioni lucidi.
-Non posso lasciare la mia bambina in mano ad un pervertito come quello- sbraitò Hiashi.
-Non parlare male di Naruto! È un bravo ragazzo- lo difese Hinata.
-Io voglio che papà dorma con me e mamma- piagnucolò la bimba.
Dopo svariate urla e pianti, da bravo padre, Hiashi diede il consenso a Hinata di dormire con Naruto a patto che, prima di andare a dormire, avrebbe fatto un bel discorsetto al ragazzo.
Uscirono di casa tutte contente e trovarono Naruto che le aspettava appoggiato al muro della villa.

-Papà, stasera dormi con me e mamma?- chiese Sayuri innocentissima addentando la sua brioches.
-C-cosa?- si affogò il biondo che stava bevendo da una lattina.
-Ehm…ecco…è colpa mia- ammise la kunoichi arrossendo.
-Come è colpa tua?- chiese perplesso il ninja.
-Ecco gli ho detto che poteva esprimere un ultimo desiderio e ha scelto di dormire con noi- spiegò mentre la testa del ragazzo faceva “blush” e fumava.
-Io e Hinata…stesso letto- mugugnava il ragazzo completamente rosso.
-Papà ti sanguina il naso- lo derise la piccola.
-Eh cosa?- disse il ragazzo pulendosi.
-Piuttosto oggi dobbiamo fare le valigie della piccola- si ricordò la mora guardando il cielo.
-Allora dopo pranzo andiamo a casa tua e ti aiuto va bene?- chiese Naruto alla compagna.
-Ok va bene- asserì la ragazza.
Restarono ancora un po’ sul prato e poi si diressero verso i ristorante.
Mentre stavano andando, Naruto prese per la spalla Hinata e la tirò indietro.
-Senti, è un po’ che ci penso, ma noi due stiamo insieme?- chiese sottovoce il ragazzo.
-I-io no lo so. Tu cosa ne dici?- arrossì la mora.
-Allora ti va di diventare la mia fidanzata?- chiese il biondo con noncuranza.
Hinata si fermò sgranando gli occhi. Lui glielo aveva chiesto. Naruto si voltò perplesso verso la ragazza e vide che gli stava venendo incontro.
-Certo che mi va- gridò lei abbracciandolo con forza.
-Allora…tu…sei…la mia fidanzata- disse ridendo il biondo e abbracciandola a sua volta.

Kazaki aprì gli occhi, ma li chiuse subito, la luce era troppo forte. Si mise seduta sul letto cercando di abituare gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre. La luce veniva da una finestrella intagliata nel legno. Erano nel quartier generale. Il loro piccolo posto segreto, un albero cavo.
-Ehilà, ben svegliata- la salutò Sofia saltandole addosso.
-Ouch…ciao Sofia- ricambiò il saluto la mora.
La porta di legno massiccio si aprì ed entrò un ragazzo alto con in mano una busta della spesa.
-Oh, buongiorno Kazaki- la salutò il ragazzo facendo un inchino.
-Buongiorno Hisagi- lo salutò facendo ciao con la manina.
-Ti sei ripresa?- chiese l’uomo avvicinandosi alla ragazza seduta sul letto e poggiandole una mano sulla fronte.
-S-sì sto meglio grazie- arrossì lei.
-Ehi Kazaki io avrei intenzione di tagliarmi i capelli tu che dici?- chiese l’amica guardandosi allo specchio e tormentandosi una ciocca con le dita.
-Sofia come fai ad essere così rilassata? Dobbiamo tornare a prendere Sayuri!- gli urlò l’amica scioccata dal suo disinteresse verso la missione.
-Ehi non ti scaldare!- la sgridò Sofia poggiando le mani sui fianchi per poi tornare a guardarsi allo specchio.
-Su Kazaki, lasciala stare, lei si sfoga così. Siamo tutti preoccupati per lei ma non possiamo fare niente finchè non ti sarai ripresa- la tranquillizzò Hisagi.
-Ok allora ce la metterò tutta per riprendermi in fretta- disse convinta.
-Sì ma intanto mangia- le sorrise l’uomo porgendole una mela.

Il pomeriggio andarono prima a casa di Naruto per prendere il necessario per la notte e, messo il tutto in una borsa, si avviarono verso villa Hyuga.
Un Naruto riluttante si avvicinò verso un Hiashi molto poco tranquillo.
-Grazie per avermi dato il permesso di dormire qui stanotte- disse il biondo a denti stretti.
-Non c’è di che, ma se osi sfiorare mia figlia con le tue luride mani io ti ammazzo, ti resuscito e ti ammazzo di nuovo- disse con un tono pericolosamente basso l’uomo.
Il biondo deglutì a vuoto due o tre volte poi si allontanò terrorizzato.
-Allora com’è andata?- chiese Hinata trepidante.
-Non ce l’ho fatta- disse sconfitto il ninja.
-Non importa glielo diremo un’altra volta- lo rassicurò la ragazza con un sorriso.
-Mamma, papà la finite di giocare e mi date una mano?- li riprese la piccola spuntando da un cumulo enorme di vestiti.
-Ma guarda quante arie si dà questa piccola- disse Naruto prendendola e cominciando a farle il solletico.
-Ma ci staranno davvero tutti questi vestiti nella valigia?- si chiese sconsolata Hinata guardando la montagna di vestiti.

-Ike, dannato dove sei?- chiese un uomo massiccio sfondando la porta già mezza scardinata con un calcio.
-Sono qui non urlare- disse il piccoletto uscendo da un cumulo di macerie.
-Ti lascio un paio di giorni da solo e guarda che combini- lo prese per la collottola l’uomo.
-Ehi Berk non farla tanto lunga eh eh mi è solo sfuggita- rise Ike.
-Dici poco, lo sai che dobbiamo prende la bambina- disse Berk gettandolo a terra e sedendosi su una maceria e poggiando la fronte alle mani congiunte.
-Sai ho saputo che si trova a Konoha- disse il piccoletto portando le mani sui fianchi.
-Merda, Konoha, se ci vedono ci ammazzano- sospirò l’uomo.
-Mi spieghi di nuovo che senso ha prendere una dannata mocciosa?- chiese l’uomo dai capelli argentei.
-Te l’ho già spiegato trecento volte. Se prendiamo la bambina dalla nostra avremo a disposizione la sua abilità innata- spiegò togliendosi il cappello e levandogli la polvere.
-Me lo avrai già spiegato ma secondo me non ci serve avere una mocciosa tra i piedi, anche se sa imparare le tecniche più complicate anche solo sentendone il nome- rise il piccolo.
Il più alto si alzò e raggiunse il compagno e quando gli fu davanti gli tirò un pugno che lo fece volare per qualche metro.
-Primo: ha una disponibilità di chakra non indifferente. Secondo: non sentendone il nome ma vedendola anche solo una volta. Terzo: riesce a copiare anche le altre abilità innate. E quarto: se vogliamo il potere abbiamo bisogno di lei- urlò il ninja a pieni polmoni poi si rimise il cappello incamminandosi verso Konoha.

Incredibilmente nella valigia ci stette tutto anche se sembrava stesse per scoppiare da un momento all’altro. Dopo il duro lavoro del pomeriggio si presentarono per la cena stanchissimi. Presero posto e il povero Naruto cenò con lo sguardo basso per non incontrare lo sguardo del nonno.
Dopo la cena la piccola si addormentò sulle gambe del padre. Il biondo la prese e la portò in camera accompagnato da Hinata che l’aiutò a metterla a letto.
-Guardala come dorme beata, io stanotte non riuscirò a chiudere occhio- sospirò Naruto rimboccandole le coperte.
-Perché non riuscirai a chiudere occhio?- chiese innocentemente Hinata. Il ninja diventò rosso di colpo.
-Bhè…ecco…dopo la ramanzina di tuo padre avrò gli incubi- inventò una scusa in tempo.
-Io intanto mi cambio tu vai a parlare con mio padre ti aspetto- lo incitò la kunoichi.
Lui uscì di malavoglia e si diresse verso la morte, no…ho sbagliato…ehm…verso il capo clan per la ramanzina.
Hinata lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dalla sua visuale. Si alzò e si diresse verso l’armadio, tirò fuori il suo pigiama e se lo mise. Era un completo composto da una canotta azzurra e dei pantaloncini molto corti dello stesso colore. Avrebbero dormito assieme come una coppia di sposini. Arrossì e nascose la testa negli indumenti che stava per mettere a posto.
Dopo un bel po’ di tempo arrivò Naruto con indosso un pigiama composto da una maglietta nera con sopra disegnata una tazza di ramen e con i primi bottoni slacciati e dei pantaloncini neri che arrivavano al ginocchio.
Hinata si avvicinò a lui e gli sorrise.
-È andata tanto male?- chiese sorridendo la ragazza.
-Tuo padre è un genio quando si tratta di mettere in guardia i ragazzi- sospirò tenendo la testa bassa. Poi l’alzò e rimase di stucco. La ragazza era davanti a lui tenendo le mani congiunte dietro la schiena. Deglutì e si gettò addosso a lei abbracciandola.
-Che carinaaaaaaaaaa!!!- urlò il biondo stringendola come fosse una bambola. Lei era rossissima e cadde all’indietro sul tatami.
-N-non urlare oppure s-sveglierai Sayuri- balbettò la ragazza.
-scusa, ma sei troppo carina in pigiama- sussurrò il ragazzo sorridendole e lasciandola. Lei appena il ragazzo sciolse l’abbraccio gettò la testa sul petto di lui stringendo la sua maglia.
-Ehi ci mettiamo a letto prima che tuo padre venga qui?- disse il ragazzo carezzandole la testa. Lei annuì e lasciò la presa sulla maglia mettendosi apposto una ciocca dietro l’orecchio.
Si misero sotto le coperte si girarono cos da trovarsi faccia a faccia.
-Buonanotte mia fidanzata- la derise lui sottovoce.
-Cattivo- fece finta lei di mettere il broncio.
-Buonanotte Hinata- disse puntellandosi sui gomiti per raggiungerla.
-Buonanotte Naruto- disse lei prima di raggiungerlo e dargli un ultimo bacio prima di dormire.
Si addormentarono entrambi tenendosi per mano e abbracciando Sayuri.

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Lo so sono una piaga^^, però rovinare la reputazione di Hiashi mi viene stranamente naturale.
Che altro dire…CHE TENERI NARUTO E HINATA!!! Niente da fare sn la coppia che mi piace di più^^
Scusate le varie interruzioni, ma è importante sapere che cosa fanno gli altri.

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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IDENTIKIT
Nome: Kazaki
Cognome: Mamura
Anni: 23
Capelli: Castani mossi
Occhi: Marrone scuro
Altezza: 1.77 m
Amore: (Che centra?=_=ndKaza) Hisagi
Look in missione: Un paio di pantaloni neri aderenti con una maglia nera maniche lunghe e collo alto e un gilet portaoggetti, coprifronte legato al braccio
Look normale: Gonna blu scuro e canotta azzurra chiara, coprifronte legato al braccio
Rango: jonin
Paese di appartenenza: Villaggio della Nuvola, Paese del fulmine

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Capitolo 15
*** Il rapimento! Facciamoci forza! Salveremo Sayuri!!! ***


Sayuri aprì prima un occhio poi l’altro. Si alzò a sedere e si stropicciò gli occhi. Naruto e Hinata le dormivano di fianco tenendosi per mano. Scivolò lungo le coperte e si alzò facendo piano per non svegliarli. Naruto si rigirò nel letto e posò il braccio sul fianco della ragazza.
I suoi genitori, rise silenziosa tra sé. Era meraviglioso alzarsi e trovare di nuovo due persone accanto a sé, che ti abbracciano, con cui puoi scherzare e ridere, piangere, sfogarti, litigare e tutto il resto.
Sayuri sorrise e uscì silenziosa dirigendosi verso la cucina. Prese un bicchiere dalla credenza e lo riempì d’acqua dal rubinetto. Bevve piano e sentì alcuni rumori provenire da fuori lungo il corridoio. Erano due persone. Pensando che fossero i suoi genitori si tranquillizzò e finì di bere.
I passi si fermarono davanti alla porta che fu spalancata pochi secondi dopo.
La piccola si girò sorridendo con l’intenzione di chiedere scusa per aver fatto rumore, ma appena girata il sorriso mutò in un’espressione di puro terrore. Le cadde il bicchiere dalle mani che si frantumò a terra con un rumore sordo.
Cominciò a tremare e retrocedette di alcuni passi inciampando e cadendo sul sedere.
-Ciao principessina tu ora vieni con noi- sorrise sadico l’uomo massiccio avanzando verso la bambina e levandosi il fazzoletto che gli copriva la bocca e levandosi il cappello. Il viso dell’uomo non era segnato da alcuna cicatrice particolare ma era ricoperto di rughe ed era incorniciato dai capelli bruni.
-No…non voglio- riuscì ad articolare la piccola nonostante fosse completamente paralizzata dalla paura.
-Non farmi arrabbiare sto cercando di ragionare con te- disse l’uomo inginocchiandosi e stringendo i denti –Se farai la brava e ci seguirai non faremo niente ai tuoi tutori- continuò l’uomo cercando di sorridendole rassicurante.
Sayuri fece un misero cenno con la testa alzandosi a fatica. Non voleva che facessero del male alle persone che le avevano voluto bene e a cui aveva voluto bene, anche se per così poco tempo. Andò avanti seguita a ruota dall’uomo.
-Ike, sai cosa fare- strizzò l’occhio al piccoletto che era appoggiato alla porta.
-Sì capo- rise entrando nella cucina e posando qualcosa sul tavolo.

Naruto si svegliò piano e vide una chioma scura molto vicina a lui. Si alzò a sedere e scrutò la stanza per capire dove si trovasse. Un mugolio proveniente dal basso che gli fece ricordare dov’era. Guardò il punto da dove proveniva il rumore e scorse Hinata rannicchiata tra le lenzuola. Il suo respiro tranquillo e regolare faceva capire che dormiva.
Il biondo sospirò e si passò una mano sugli occhi poi rivolse nuovamente lo sguardo verso la figura addormentata. La spallina del pigiama era scesa lungo la spalla, arrossì di colpo, si asciugò il sangue uscitogli dal naso, deglutì un paio di volte e riportò al posto originario il cordino.
La ragazza si svegliò e alzò la testa sorridendo verso il ragazzo e tirandosi su a sedere.
-Buongiorno- sorrise la ragazza dando un bacio sulla guancia al fidanzato.
-B-buongiorno- rispose lui ancora scosso dal fatto di svegliarsi accanto ad una donna.
-Dov’è Sayuri?- chiese la mora guardandosi intorno in cerca della piccola.
-Non lo so, sarà in bagno- disse il ragazzo grattandosi la testa.
-Andiamo a preparargli la colazione?- chiese lei eccitata.
-Andiamo…- disse sbadigliando il ninja.
Si alzarono e si diressero verso la cucina a passo felpato per non svegliare l’intera villa. Aprirono piano la porta e si diressero verso la dispensa.
-Ahi- disse la kunoichi saltando su un piede solo.
-Cosa c’è?- chiese preoccupato prendendola in braccio e posandola sul tavolo.
La ragazza si tolse da sotto il piede nudo un piccolo pezzo di vetro.
-Si sarà rotto un bicchiere- disse osservando il vetro sporco di sangue.
-Aspetta ti prendo un tovagliolo per tamponare il sangue- disse preoccupato il ragazzo prendendo la prima cosa che gli capitò sotto mano e dirigendosi verso la cucina. Il pezzo di carta che aveva preso dal tavolo crepitò tra le sue mani.
-Che cos’è?- chiese la ragazza indicando il fogliettino.
-Non lo so, l’ho preso sul tavolo- rispose il biondo spiegando il foglietto accartocciato e avvicinandosi alla mora. Dette una prima lettura approssimativa a mente e la sua espressione cambiò da preoccupato a sconvolto.

“Non voglio più vedervi, torno dai miei veri genitori. Addio. Non cercatemi. Sayuri”

Naruto lo rilesse ad alta voce. Mentre leggeva la sua voce tremava, di rabbia e di una profonda tristezza. Accartocciò il foglio già spiegazzato tremando ancora. Stava per precipitarsi fuori a cercarla quando venne bloccato da una mano piccola piccola che lo afferrò per il polso. Si voltò verso la ragazza e vide i suoi occhi lucidi.
-Na-Naruto…- Hinata gli si avvicinò con voce spezzata.
Troppo preso dal panico, appoggiò la testa sulla spalla della ragazza. Strinse i denti per non piangere, ma fu uno sforzo inutile, cominciò a singhiozzare.
Hinata lo strinse forte per non piangere anche lei poi ripensò alle parole del biglietto…torno dai miei veri genitori…ebbe un’illuminazione. Prese il compagno per le spalle scostandolo terrorizzata.
-L’hanno rapita!Hanno rapito Sayuri!- urlò in preda al panico, rigando le sue guance con due calde lacrime.
-Non hai sentito?! Se n’è andata!- gli urlò lui di rimando.
-Non può essersene andata dai suoi veri genitori, loro…- si morse il labbro abbassando lo sguardo tristemente. Aveva promesso, non voleva tradirla.
-Loro? Parla Hinata!- le urlò ancora il ragazzo scuotendola per le esili spalle.
-…Sayuri…Sayuri mi ha detto che sono morti- pronunciò quelle poche parole cercando di trattenere le altre lacrime, che copiose le bagnavano il volto.
Le asciugò in fretta con il dorso della mano.
-Perché non me l’hai detto prima?!- ancora incredulo e sconvolto il ragazzo riprese ad urlare, scuotendola per farla reagire.
-Mi aveva fatto promettere che non te l’avrei detto…non voleva darti preoccupazioni- disse con voce un po’ acuta lei per poi abbracciarlo.
Lui rimase scioccato e lasciò cadere le braccia nel vuoto, poi strinse la compagna per consolarla.
-Dobbiamo avvertire l’Hokage- disse lui risoluto. Non avrebbe permesso a nessuno di farle del male. Lei ormai era una parte della sua famiglia.

Nel Paese del fuoco tre figure saltavano da un albero all’altro veloci.
-Non trovate che mi stia particolarmente bene questo taglio?- chiese la prima voltandosi verso i compagni. Mostrò il suo nuovo taglio artigianale con fierezza. I capelli prima lunghi ora ricadevano a caschetto liscio e sfilacciato con una stupenda frangetta.
-Sì stai molto bene Sofia- sbuffò Kazaki ignorandola.
-Che cattiva, potresti almeno guardarmi- disse fingendo di piangere la ragazza.
-Stai molto bene- disse il ragazzo gentile.
-Grazie Hisagi, solo tu mi capisci- disse lei commossa –E in quanto a te…bllllll- fece una linguaccia all’amica.
-Siamo quasi arrivati- disse ignorandola totalmente la mora.
-Ci converrà aumentare il passo- consigliò il ragazzo aumentando la velocità.
-Facciamo una gara a chi arriva primo?- chiese Sofia affiancandosi al ragazzo.
-Ehm…non mi sembra il caso- disse sconsolato con un gocciolone enorme sulla testa.
-Ecco cosa succede a portarsi dietro una ragazzina- disse fredda la donna sorpassandola. L’altra la guardò stupita.
-La prossima volta ti lascio a quei mukenin!!!- le urlò dietro la ragazza.

¬-COME SAYURI È STATA RAPITA?- tuonò l’Hokage dal suo ufficio.
-I rapitori hanno lasciato questo biglietto per depistarci- disse il ragazzo consegnando il pezzetto di carta alla donna.
Tsunade lesse il messaggio e sgranò gli occhi. Non poteva essere stata lei a scrivere il messaggio.
-E cosa ti fa credere che sia stata rapita?- chiese fredda posando il biglietto sulla scrivania.
-I suoi genitori sono morti- disse la ragazza per la prima volta senza balbettare anche se di fronte ad un’autorità.
-Chi ve lo ha detto?- chiese sospirando la vecchia.
-La bambina- risposero in coro.
-Era top-secrets, di lei non si doveva sapere nulla- rivelò la donna.
-Chi è veramente Sayuri?- chiese il ragazzo stringendo la mano alla compagna.
-Non importa chi è, ora dobbiamo solo avvertire i suoi tutori ninja e ci penseranno loro- disse voltandosi verso la finestra.
-No ci penseremo anche noi perchè…- disse Naruto.
-…Lei è la nostra bambina- finì la frase Hinata.
-Vi do un’ora di tempo per racimolare una squadra- disse commossa non voltandosi. Una lacrima fastidiosa scese lungo la sua guancia ma fu subito asciugata dalla mano della donna.
-Grazie Tsunade-sama- si inchinò la ragazza.
-Grazie nonna Tsunade- si inchinò pure il ragazzo imitando la compagna. Tsunade guardò perplessa il ragazzo impacciato e sorrise.
Poi i ragazzi uscirono di corsa per chiedere aiuto ai loro amici.
-Non ci posso credere…come hai fatto tutto questo piccola?- si chiese la donna risedendosi e ridendo.

I due ragazzi correvano per la città stringendosi la mano. Un po’ per non perdersi, un po’ per darsi forza l’un l’altro.
Girarono per la città e si fermarono vedendo un gruppetto di ragazzi per la via.
-Ragazzi!!!- li chiamò a gran voce Naruto correndo per raggiungerli. Il gruppetto era composto da Shikamaru, Kiba, Shino, Temari, Choji e Ino.
-Ciao Naruto!!! Vieni con noi alle terme?- li salutarono pimpanti Choji, Ino e Temari. Kiba si limitò ad assumere un’espressione omicida alla vista di Naruto per mano con Hinata.
-Non c’è tempo, hanno rapito Sayuri- disse ansimando il ragazzo.
-Cosa?- chiesero tutti sconvolti.
-Vi prego aiutateci a riportarla indietro- di inchinò Hinata.
I ragazzi parlottarono un po’ e poi si diressero a chiamare Neji, Ten ten, Rock Lee, Gaara, Kankuro e Sakura.
Alla fine i ragazzi che erano liberi da missioni accettarono. Ora i partecipanti alla missione erano: Hinata, Naruto, Kiba, Shino, Neji, Ten ten e Gaara.
Dopo un’ora esatta erano all’ufficio dell’Hokage in trepida attesa per partire.
Quando l’Hokage li chiamò dentro trovarono tre ninja in piedi davanti alla scrivania.
-Ragazzi loro sono il trio della Nuvola, lavorerete con loro nella missione di recupero di Sayuri- annunciò la donna. Kazaki scorse i due ragazzi che non avevano smesso un secondo di tenersi per mano durante il discorso dell’Hokage.
-Così siete voi…la sua nuova famiglia?- chiese ai due in tono di sfida.
-Noi siamo la sua famiglia e basta- disse la ragazza facendo un passo avanti. Hisagi portò un braccio davanti alla compagna per bloccarla poi si rivolse al gruppetto facendo un inchino.
-Piacere io sono Hisagi e lei è Kazaki- disse rialzandosi.
-E io sono Sofia!!!- strillò l’esuberante kunoichi.
-Sofia!- la riprese il ragazzo gentile con un gocciolone sulla testa e lei fece un sorriso innocente.
Il gruppetto della foglia si presentò a uno a uno. Dopo decisero riluttanti che a guidare la missione sarebbe stato il terzetto della Nuvola.
Uscirono dal palazzo dell’Hokage e si prepararono a partire. Si diedero appuntamento per il pomeriggio alle porte della città e appunto lì si trovavano.
-Ma di preciso, dove siamo diretti?- chiese Kiba a quella che sembrava la ragazza più simpatica.
-Ehm…penso nel Paese della Terra- disse Sofia picchettandosi il mento con un dito.
-Sembri la meno preoccupata…ehm…- disse il ninja.
-Sofia, mi chiamo Sofia. E poi non mi preoccupo più di tanto perché so che quella marmocchia è una tosta non si farà mettere i piedi in testa tanto facilmente- sorrise la mora saltellando.

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Scusate l’attesa però ho avuto molto da fare in questi giorni^^
E ora i nostri eroi partono per la grande avventura…riusciranno a portare in salvo la bambina? Lo scopriremo nella prossima puntata^^(scusate ma era una vita che sognavo di dirlo)
Grazie a Hermione93 che mi ha aiutato a correggere e modificare il capitolo.

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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IDENTIKIT
Nome: Hisagi
Cognome: Atsuko
Anni: 21
Capelli: Corti a spazzola e neri
Occhi: Neri
Altezza: 1.87 m
Amore: Forse…Kazaki
Look in missione: Pantalone blu scuro aderente e maglia a mezze maniche aderente bianca con gilet portaoggetti
Look normale: pantaloni gessati neri e camicia Bianca leggermente aperta
Rango: jonin
Paese di appartenenza: Villaggio della Nuvola, Paese del Fulmine

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Capitolo 16
*** La scoperta!!! Il passato di Sayuri!!! Rissa da bar!!! ***


Il crepuscolo si avvicinava, il cielo si stava tingendo di rosso. Rosso come il sangue che macchiava la mani dei due uomini che correvano attraverso la boscaglia. In mezzo a loro su un ramo più in alto stava la bambina rapita.
Il più massiccio guardò il cielo e si fermò seguito dagli altri due.
-Accampiamoci per la notte- disse Berk facendo un segnale al compagno che sparì in cerca di un posto dove passare la notte. La bambina scese dal ramo e si appoggiò ad un albero sedendosi a gambe incrociate sull’erba fresca. L’uomo la seguì non doveva perderla d’occhio.
-Non scappo sta tranquillo- sbuffò la bambina incrociando le braccia al petto.
-Non si sa mai…e poi e ti lascio scappare il mio capo mi scuoia vivo- rispose Berk appoggiandosi ad un albero e incrociando le braccia.
La piccola guardò l’uomo. Nonostante avesse il cappello sopra gli occhi vide la tristezza balenare in quei profondi pozzi scuri.
Fissò a lungo i suoi lineamenti seri e la sua espressione corrucciata. Nonostante ciò che poteva sembrare loro due erano simili. Soli, feriti dal mondo e in cerca di qualcuno che potesse stargli accanto.
Un raggio di sole, l’ultimo, colorato di rosso attraversò i rami illuminando quel piccolo sprazzo di verde in mezzo agli alberi.
Sayuri si alzò e si diresse verso l’uomo che guardava verso il tramonto. Si fermò di fronte a lui, e fece la mossa più inaspettata che si potesse prevedere.
L’uomo sobbalzò sentendo la stretta della piccola cingergli la vita. La bambina si stringeva a lui tuffando la testa nei suoi vestiti bagnandoglieli. L’uomo stupito le accarezzò con una mano tremante la testa.
-Cosa fai piccola?- chiese sorridendo gentilmente.
-Noi due siamo simili…- rispose abbassando la testa ma continuando ad abbracciarlo.
-Cosa stai dicendo? Io sono il cattivo- sorrise tristemente e con rammarico.
-No tu non sei cattivo- si strinse di più all’uomo. Berk la staccò dolcemente e si inginocchiò per raggiungere la sua altezza.
-Io ti ho rapito, portato via dalle persone che ami…perché non sono cattivo?- chiese prendendola per le spalle dolcemente mentre lei si asciugava le lacrime col dorso della mano tirando su col naso.
-Perché io e te siamo uguali…vogliamo solo qualcuno vicino- rispose la bimba.
-Ti sbagli…dio quanto ti sbagli…- sussurrò l’uomo abbracciandola teneramente e stringendo gli occhi cacciando indietro le lacrime.
-Ti prego non mi lasciare…proteggimi- chiese singhiozzando la piccola stringendosi all’uomo.
-Io…- disse sconsolato, non poteva andare contro i suoi sogni per lei però…
-Te lo prometto- concluse sospirando e stringendola più forte.
-Che bella scenetta- rise il piccoletto, che aveva assistito alla scena, dalle cima dell’albero. Berk allontanò la bambina e si alzò in piedi furente.
-Tu raccontalo a qualcuno e ti ammazzo- disse freddo ma con un intento omicida che si sarebbe sentito a chilometri di distanza.
-Eh eh eh tranquillo non lo racconto a nessuno- rise agitando le mani davanti al corpo.

Il gruppo di dieci ragazzi era arrivato ormai quasi al confine del Paese del Fuoco. Il loro passo era un quarto di quando erano partiti e la stanchezza cominciava a farsi sentire. La donna in testa al gruppo si fermò di colpo voltandosi verso i compagni che si erano fermati dietro di lei.
-Fermiamoci qui, riposiamoci e ripartiremo domani- proclamò solenne Kazaki.
-Perché? Io posso ancora continuare- disse Naruto andando di fonte alla donna.
-Forse tu sarai in grado di continuare ma gli altri no- lo provocò la donna.
-Ha ragione Kazaki dobbiamo riprendere le forze- disse Neji impassibile.
-Mpf…va bene- asserì il ninja biondo scendendo dall’albero.
I ninja accesero un fuoco, prepararono la cena e i sacchi a pelo per la notte. Dopo aver preparato le ultime cose si sederono in cerchio attorno al fuoco per mangiare. Naturalmente per mangiare si intendeva ramen istantaneo gentilmente offerto da Naruto.
-Neji nii-san come l’hanno persa a casa la notizia del rapimento?- chiese cupa Hinata.
-L’hanno presa male, Hiashi-sama era a dir poco furioso mentre Hanabi-chan faceva un mucchio di domande- rispose Neji deprimendosi.
-Puoi spiegarti meglio?- chiese Naruto curioso.
-Quando ho detto che Sayuri era stata rapita Hiashi-sama è diventato rossissimo e stringeva i denti, mentre Hanabi-sama chiedeva sempre “Dov’è? Chi è stato? Perché?”- disse impassibile Shino bevendo da una lattina di thè.
-E invece Neji…dovevi vederlo…era rosso di rabbia…faceva quasi paura- sorrise Ten Ten cercando di mettere fine a quel discorso deprimente. Neji arrossì alle parole della compagna.
-Non è vero…io…è che ci tengo a Sayuri- balbettò imbarazzatissimo abbassando gli occhi. Naruto fissò l’amico per qualche secondo a bocca aperta poi scoppiò a ridere fragorosamente seguito a ruota da Kiba.
In quel momento arrivò il trio della Nuvola attirato dalle risate.
-Perché ridete?- chiese Sofia tirando una pacca leggera sulle spalle di Kiba arrivandogli da dietro.
-Niente- tagliò corto Neji sempre rosso fulminando con gli occhi quei due.
-Abbiamo trovato alcune tracce lasciate da Sayuri per seguirla- disse Hisagi sedendosi attorno al fuoco e prendendo una scatoletta di ramen istantaneo e delle bacchette.
-C-come ci ha lasciato delle tracce?- chiese scioccato Kiba rimanendo a bocca aperta.
-Ha rotto alcuni rami degli alberi che formano una via precisa da seguire- spiegò Sofia con noncuranza e ritornando a mangiare con gusto.
-Sì ho capito ma come ha fatto?- chiese di nuovo perplesso Kiba.
-Semplice, lei è…ehm…speciale- disse Hisagi prendendo un boccone.
-Anche nonna Tsunade ha detto così ma non ha voluto dire altro- disse Naruto agitando le bacchette davanti a sé. Hinata annuì confermando le parole del fidanzato.
-Bhè…sarebbe un segreto ma…- disse Sofia posando la scatoletta vuota.
-Sofia sta zitta!!!- urlò Kazaki con un’espressione spaventata. La compagna ammutolì abbassando la testa sconsolata.
-Scusa Kazaki- disse triste la ragazza.
-No lasciala parlare invece!- disse Kiba alzandosi e portando un braccio di fronte alla ragazza.
-Non ti intromettere!!!- urlò la donna alzandosi in piedi e caricando un pugno.
-Basta smettetela!!!- gridò Hisagi mettendosi tra i due e beccandosi il pugno di Kazaki. Si alzò a fatica poggiandosi sui gomiti e pulendosi un po’ di sangue uscitogli dalla bocca.
-Stai esagerando Kazaki. Smettila subito- disse a fatica il moro alzandosi pian piano. La donna annuì abbassando lo sguardo, mentre le guance si bagnavano di lacrime. L’uomo ritornò a sedersi accanto al fuoco tranquillo sorrise ai presenti che lo fissavano sbalorditi.
-Vi prego di scusarla, ma lei è la più legata alla bambina- si inchinò in segno di penitenza.
-N-non fa niente- dissero in coro agitando le mani davanti al corpo.
-Sofia non ti preoccupare…puoi parlare tranquillamente- sorrise Hisagi alla ragazza che alzò il viso sorridendo.
-Grazie!!!- disse ridendo l’esaltata ninja. Kiba, che era di fianco a lei le sorrise speranzoso e la incitò a parlare. Lei annuì e gli sorrise piena di felicità.
-Ehm- si schiarì la voce –Sayuri come ha detto Hisagi è una persona speciale. Lei è cresciuta con noi nel Villaggio della Nuvola ma è in qualche modo distante- disse sorridendo e battendo l’indice contro il mento cercando di trovare le parole adatte.
-Kazaki puoi spiegare tu per favore? Ehm…non riesco a trovare le parole adatte- rise la jonin portandosi una mano dietro la testa leggermente imbarazzata.
-Ok…Sayuri ha avuto un’infanzia piuttosto travagliata- spiegò la donna incrociando le braccia al petto.
–Nel nostro villaggio ci sono molte persone…ehm…diciamo “prevenute” contro coloro che hanno un’abilità innata. Tutti sia adulti che bambini la emarginavano…inoltre visto che il nostro Raikage è piuttosto interessato alle abilità innate ha tentato più volte di rapirla e di esaminarla- spiegò Kazaki assumendo un’espressione triste e corrucciata.
-Qual è la sua abilità innata?- chiese Naruto deglutendo. Possibile che sia così terribile? Questo era il pensiero di tutti i presenti all’oscuro del passato della piccola.
-La sua abilità innata è molto simile al vostro…Sharingan…si chiama così vero? Bhè non importa!- disse agitando la mano davanti a sé e ignorando i gesti di conferma dei ninja della foglia.
-Però ci sono varie differenze dallo Sharingan, la prima è che nonostante le tecniche che copia siano incomplete riuscirebbe lo stesso a completarle in modo perfetto e la seconda, che è ancora più inquietante, è che riesce anche a copiare le altre abilità innate- fu circondata da una serie di occhiate atterrite.
-Kazaki-sama Sayuri mi ha detto che i suoi genitori sono morti…ma è vero?- chiese Hinata rivolgendo lo sguardo alla donna.
-I suoi genitori sono morti sul serio…sono stati gli unici a difenderla, sempre, poi un giorno durante uno dei tanti tentativi di rapimento del Raikage, che cadeva esattamente nel giorno del suo sesto compleanno, furono brutalmente uccisi…davanti ai suoi occhi…lei era nascosta sotto al pavimento della casa e da sotto le assi di legno assisté al delitto de suoi genitori- disse triste mentre alcune lacrime le scendevano dagli occhi.
–Dopo questo fatto era rimasta orfana e io la presi con me, essendo una ricercata la tenetti nascosta e dopo due anni alcuni ninja traditori della roccia volendo conquistare l’intero Paese della Terra cercarono di rapire Sayuri per avere la sua forza dalla loro parte…e così eccoci qua- sospirò asciugandosi gli occhi.
Le parole della donna avevano lasciato i ninja della foglia a bocca aperta e alquanto turbati. Tutti erano rimasti scioccati dalla scoperta del terribile passato di Sayuri, le sofferenza patite dalla bambina erano terribili.
Naruto era il più stupito di tutti e stringeva anche i pugni dalla rabbia. Sapeva che Sayuri gli aveva mentito sui suoi genitori, ma non immaginava che avesse tenuto tutta la sua vita segreta. Però lui e lei erano simili, sotto un certo aspetto, la stessa emarginazione solo perché la gente aveva paura di loro.
-Spero che stanotte riusciate a dormire lo stesso perché è ora di andare a dormire- disse Kazaki alzandosi.
Tutti si alzarono e raggiunsero i loro sacchi a pelo. Ci fu un coro di buonanotte ma nessuno riuscì a dormire più di un paio d’ore.

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Ecco svelato il segreto della bambina!!! Ma ora chi sarà il terzo cattivo?
Spero seriamente che vi sia piaciuto ma il viaggio non è ancora finito!!!
D’ora in poi cominceranno gli scontri e si scoprirà il terzo membro dei ninja traditori della roccia^^

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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IDENTIKIT
Nome: Sofia
Cognome: Aiko
Anni: 16
Capelli: Castani a caschetto con la frangia con due meches rosse e una bionda
Occhi: Verde acqua
Altezza: 1.64 m
Amore: Mmm…mi sta particolarmente simpatico Kiba
Look in missione: pantalone rosso attillato e canotta bianca aderente con cintura portaoggetti
Look normale: gonna rossa e canotta bianca aderente con una giacchetta corta rossa e stivali bianchi
Rango: jonin
Paese di appartenenza: Villaggio della Nuvola, Paese del Fulmine

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Capitolo 17
*** Primi scontri! Nuovi incontri e proposte indecenti!!! ***


Il canto degli uccellini fece da sveglia ai ragazzi che dormivano in uno spiazzo tra gli alberi della foresta. Si alzarono ancora assonnati riordinando le loro cose.
Due ragazzi che avevano dormito vicini alzarono la testa ancora assonnati dandosi il buongiorno.
-Buongiorno Hinata- disse il biondo stiracchiandosi.
-Buongiorno Naruto- lo salutò la mora.
-Ormai siamo al confine col Paese dell’Erba- constatò il ninja. La mora assunse uno sguardo triste.
-Vorrei sapere dove si trova ora Sayuri- pianse la ragazza. Il fidanzato la prese tra le braccia e la baciò rassicurante.
-Non ti preoccupare la riporteremo indietro…lo prometto- disse Naruto sorridendole. Lei gli sorrise di rimando nascondendosi tra le sua braccia calde e confortanti.
-Allora, piccioncini, vogliamo partire o no?- chiese Kazaki dura rivolgendosi ai due che arrossirono e si staccarono subito.
Finito di riassettare si misero in marcia concedendosi ogni tanto qualche breve pausa per riposarsi.

Due figure sfrecciavano tra gli alberi veloci. Berk portava sulle spalle la bambina ancora addormentata attento a non dare forti scossoni.
-Berk, che vuoi fare con la bambina?- chiese Ike affiancandosi al compagno.
-Cosa intendi con fare?- disse il colosso avanzando.
-Intendo la promessa- rise il piccoletto raggiungendolo nuovamente.
-Non m’interessa una stupida promessa a una stupida mocciosa- rispose secco senza far trasparire alcuna emozione.
-Ah ah ah pensavo ti fossi rammollito- continuò a ridere stavolta più forte ma ad un certo punto si stoppò voltandosi indietro.
-Hai notato che qualcuno ci segue?- chiese il più massiccio continuando a guardare dritto. Il piccolo annuì senza voltarsi verso il compagno.
-E vanno anche piuttosto veloci- concluse Ike ritornando a guardare davanti a sé. Berk si fermò seguito dal compagno.
-Qui ci separiamo- disse guardando il compagno negli occhi –Cerca di non farti ammazzare- concluse ripartendo.
Ike si voltò verso la direzione da cui dovevano arrivare i ragazzi. Sogghignò pericolosamente.
-E ora…è meglio piazzare delle trappole- rise sadico.

I ragazzi erano fermi per una delle poche pause che gli erano concesse: il pranzo.
Kazaki si alzò in piedi e guardò la sua squadra. Fece un conteggio veloce dei partecipanti alla missione ed ebbe come un’illuminazione.
-Ci divideremo in tre gruppi- proclamò seria poggiando le mani sui fianchi –Neji e Ten ten andranno con Hisagi, Kiba e Shino andranno con Sofia, Naruto, Hinata e Gaara verranno con me- disse infine soddisfatta per gli abbinamenti.
Tutti fecero un cenno di assenso col capo e ripartirono tutti insieme.
Dopo pochi metri si fermarono di colpo. Tutti avevano capito la situazione tranne Naruto che guardava i compagni stupito.
-E ora? Perché ci siamo fermati?- chiese il biondo voltando la testa da una parte all’altra.
-Sssst! Non ti muovere!- lo zittì Kazaki poggiando un dito sulle labbra e aggrottando la fronte.
-Siamo già nella trappola, vero?- chiese Kiba annusando l’aria.
-Sì, è furbo il nemico- asserì Sofia sorridendo pericolosamente.
-Grazie- disse Ike saltando su un ramo basso a poca distanza dal gruppo.
-Non era un complimento- disse Sofia spostando leggermente la mano verso la tasca in cui teneva i kunai.
-Fossi in te non ci proverei neanche- la avvertì il piccoletto ridendo.
-Al mio cenno fate tutti un salto indietro- disse Sofia prendendo il kunai. Il sorriso del piccolo si trasformò in una smorfia. Sofia lanciò il coltello con un gesto secco e tutti fecero un balzo indietro come ordinato. Il kunai tagliò un filo trasparente e si conficcò in un albero, poco dopo una pioggia di aghi cadde proprio nel punto in cui erano prima i ragazzi.
-Trucco piuttosto semplice- disse la kunoichi facendo roteare tra le mani un ago raccolto da terra. Ike sorrise nuovamente, sadico.
-Ora siete in trappola- sussurrò a testa bassa poi cominciò a ridere convulsamente. Il sorrisetto sul viso della ragazza si trasformò in un’espressione preoccupata, si guardò in giro voltando la testa velocemente.
La foresta attorno a loro cominciò a sciogliersi come fosse vernice fresca su cui era stata versata una colata d’acqua. Il panorama divenne buio con alcuni alberi secchi che spuntavano dal terreno arido. Il cielo vibrava, come tante piccole onde che si scontravano.
-U-un…g-genjutsu- balbettò sorpresa la kunoichi. Poi ripresasi dalla confusione iniziale si rivolse ai compagni.
-Voi usate il rilascio e poi andate avanti- disse ritornando a guardare il nemico. -No! Noi siamo con te- rispose Kiba affiancandosi a Sofia. Shino si mise alla destra della ragazza.
-Ci ha diviso Kazaki-san in squadre prima- si limitò a dire l’Aburame. A Sofia vennero le lacrime agli occhi, diede un veloce sguardo ai due e rivolse nuovamente lo sguardo verso il nemico che ancora rideva convulsamente.
-Kai- gridarono tutti insieme i ragazzi dietro di loro. Il piccoletto smise di ridere e guardò torvo il gruppetto di tre che gli stava di fronte.
-Ora comincia il divertimento- annunciò Ike saltando giù dal ramo dell’albero che poco dopo si sbriciolò.

Berk procedeva attraverso la pianura del Paese dell’Erba con la bambina sulle spalle. Uno scossone più forte fece sobbalzare Sayuri che aprì piano gli occhi.
-M-mamma- mugugnò la piccola con la voce impastata dal sonno.
-No…non sono la tua mamma- rispose Berk sorridendo senza fermarsi.
-Berk buongiorno- sorrise la piccola abbracciandolo da dietro.
-Anf…anf…soffoco- rispose lui portando una mano alle braccia della bambina per allentare la presa sul collo.
-Scusa…mi metti giù?- disse lasciandolo e posando le mani sulle sue spalle.
-Ok- disse fermandosi e facendola scendere dolcemente. La piccola cominciò a saltellare sull’erba fresca da un piede all’altro.
-Andiamo?- chiese il colosso porgendole la mano che la bimba prese subito. Si incamminarono verso il confine.
-Berk…- lo chiamò una voce di donna alle spalle. Berk si voltò e scorse una figura che camminava ondeggiando verso di lui. La donna era magra, alta e molto slanciata. I capelli neri erano legati in due crocchie basse alla base della nuca e aveva una lunga treccia molto fine che ondeggiava seguendo il suo passo. I suoi occhi neri erano molto intensi, anche se uno degli occhi era pesto. I suoi movimenti erano quasi felini. Era vestita con un abito nero, tipico cinese di seta di cui una manica era scucita e da lì si vedeva un taglio profondo sulla spalla.
-Nichiya- sussurrò Berk sgranando gli occhi.
-S-sono qui…sono arrivata- biascicò stanca avvicinandosi sempre di più. I segni del maltrattamento erano sempre più evidenti.
-Nichiya…cosa ti è successo?- disse l’uomo più massiccio correndole incontro. La donna gli cadde tra le braccia ansante.
-Ho…ho avuto una piccola discussione col capo- sorrise Nichiya sfinita.
Berk strinse i denti reprimendo la rabbia. Sayuri le si avvicinò preoccupata, le prese la mano e la guardò negli occhi.
-Tu sei la bambina che cerca, vero?- chiese la donna stringendo debolmente la mano della piccola. La ragazza annuì tristemente.
-Sai…sono un po’ gelosa…lui…lui ti preferisce a me- disse sorridendo verso la bambina. Sayuri scosse il capo con le lacrime che scendevano copiose.
-Aspetta ti curo io- disse la bimba sciogliendo la stretta e incrociando i palmi delle mani davanti al suo petto. Un fascio di chakra verde scaturì dalle sue piccole mani cancellando tutti i lividi e le ferite.
-Sayuri perché lo stai facendo?- chiese Berk guardando la piccola la cui fronte era imperlata di sudore.
-Perché io non sopporto vedere star male gli altri- rispose semplicemente sorridendo e alzando la testa verso l’uomo.
-T-tu sei un angelo- disse la donna bloccandole un polso e guardandola negli occhi poi subito dopo svenne.
-Nichiya ora riposa- disse Berk accarezzandole la testa mentre dormiva profondamente.
-Berk perché è così malridotta?- chiese la piccola sedendosi a terra sfiancata per lo sforzo. Un’idea già ce l’aveva ma voleva una conferma.
-Il nostro capo è molto crudele- disse il colosso prendendo in braccio la compagna e poggiandola di nuovo a terra sull’erba più soffice. Guardò il cielo rannuvolato e sospirò.
-Ora creo un nascondiglio per passare la notte…stai indietro!- continuò l’uomo alzandosi e caricando un pugno. Scagliò il pugno a terra e il terreno s’incrinò sotto il suo colpo producendo un’onda. La terra si alzò creando un’apertura piuttosto grande.
-Entriamo, avanti!- ordinò Berk gentile prendendo in braccio la donna ed entrò nella grotta artificiale seguito dalla piccola.

Il gruppo di sette ragazzi correva veloce per la foresta. Tutti si erano accorti dell’aria che tirava. Aria di tempesta. Il cielo era scuro e l’aria era ferma, immobile, sembrava che niente si muovesse oltre a loro.
-Penso che sarebbe meglio se cercassimo un riparo- disse impassibile Gaara guardando il cielo.
-Mmm…forse hai ragione- concordò Neji continuando a guardare davanti a sé.
-N-non volevo dirlo m-ma si prospetta una tempesta, Kazaki-sama- balbettò Hinata avvicinandosi al suo fidanzato.
-Va bene…andiamo all’albero cavo- concesse Kazaki facendo strada. Dopo una buona mezz’ora di corsa si ritrovarono in una radura. Era molto ampia e aveva un unico albero al centro, si fermarono davanti ad quell’enorme quercia. L’albero era molto alto e spesso, aveva una piccola porta su un lato. La porta era praticamente un pezzo di corteccia appoggiata su un buco.
Alcune gocce caddero dal cielo facendo capire che da lì a poco sarebbe venuto giù dal cielo un vero e proprio diluvio.
Entrarono uno dopo l’altro in fila indiana dentro la cavità buia. Hisagi accese una vecchia lampada ad olio e l’appese ad uno spuntone sul muro.
La stanza era arredata in modo spartano, due letti, poche sedie, una scrivania sporgente dal muro e una finestrella intagliata nel legno vivo che dava una visuale dell’esterno.
-Questo è il nostro posto segreto- spiegò Hisagi sorridendo e leggermente arrossito –Mi spiace è un po’ piccolo ma…accomodatevi prego- concluse indicando i due letti e le sedie.
Naruto appena entrato scorse subito una foto incorniciata posata sulla scrivania. Si diresse verso l’oggetto che prese tra le mani sotto lo sguardo attento di Hinata. Passò il pollice sopra il vetro impolverato e guardò l’immagine. Questa raffigurava Sayuri abbracciata a Kazaki che sorrideva felice accarezzandole la testa e accanto aveva Hisagi coperto di nastri e carta da pacchi colorata mentre Sofia si sbellicava dalle risate indicando l’amico.
Da sopra la sua spalla fece capolino Hinata che osservò la foto stupita.
-Sembrano proprio una vera famiglia- sussurrò la mora a fil di voce aggrappandosi al braccio del ragazzo. Lui arrossì e si voltò verso la ragazza.
-U-un g-giorno t-ti andrebbe di c-creare una f-f-f-famiglia c-con me?- chiese imbarazzatissimo Naruto parlando a bassa voce.
-S-sì…- arrossì anche lei sorridendo. Si guardarono in volto e, senza alcun motivo, cominciarono a ridere. Il resto della compagnia li guardava stranito e loro arrossirono ancora di più. Naruto prese la mora e la baciò davanti allo sguardo confuso e imbarazzato di tutti.
Un tuono fece sobbalzare tutti che diressero il loro sguardo verso la finestrella da cui si poteva avere una visuale della tempesta all’esterno.

Kiba, Shino e Sofia erano in fila, quasi a sembrare un muro di fronte al nemico. Ike li guardò piegando la testa di lato in un sorriso sadico.
-Li hai lasciati uscire tu gli altri vero?- chiese impassibile Shino. Per tutta risposta il piccoletto rise.
-Ah ah ah…volevo divertirmi con voi- rise sadico il nemico saltando qua e là. -Sofia…dobbiamo uscire dal genjutsu…siamo in sua balia qui- disse Kiba freddo da sopra Akamaru.
-Non ci lascerà uscire così facilmente…e ho un’altra idea- sorride divertita la jonin.
-A volte riesci a farmi paura- sorrise il ragazzo divertito anche lui. La ragazza rise spensierata.
-Che avete da ridere voi due?- chiese rabbioso il ninja della roccia.
-Ragazzi…ho bisogno di un po’ di copertura- disse sorridendo la ragazza mettendosi in posizione.
-Ok- risposero in coro i due ragazzi portandosi davanti alla kunoichi.
-Che avete intenzione di fare?- il ninja traditore se fermò davanti a loro.
I ragazzi non risposero. Si guardarono complici e cercarono di concentrarsi su ogni piccolo cambiamento. Sofia dietro di loro era completamente assorta, stava cercando di impastare una grossa quantità di chakra.
Kiba scattò in avanti attaccando con Gatsuuga. Prese in pieno Ike che si scompose in migliaia di petali bianchi che una volta dispersi rimasero immobili nell’aria.
-Non mi sconfiggerete così- la voce del piccoletto riecheggiò dal cielo.
-Tsè lo sappiamo- disse il ninja-bestia sicuro di sé.
-Allora dovresti stare attento a ciò che fai…potresti mettere in pericolo i tuoi compagni- risuonò la voce dal cielo. I petali cominciarono a vorticare freneticamente su sé stessi trasformandosi in shurinken. Le armi in aria continuavano a ruotare poi sfrecciarono verso i ninja.
-Oh no!!!- urlò spaventato Kiba. Il ninja degli insetti gli si parò davanti chiamando uno sciame di insetti a proteggerli.
Gli insetti non erano sufficienti e alcuni shurinken oltrepassarono il muro artificiale e colpirono i ninja.
-Ahia…avevo chiesto una copertura mi pare- disse ironica la kunoichi rialzandosi da terra.
-Ti ricordo che siamo in un genjutsu e qui lui può fare tutto ciò che vuole- rispose a tono Kiba. La ragazza sorrise divertita, anche se era stata colpita aveva impastato più del 48% del chakra che gli serviva per la sua tecnica.
-Scusate ragazzi ma ci vuole concentrazione per impastare il chakra- disse sorridente la ragazza.
-Che cosa hai intenzione di fare?- chiese impassibile Shino rimettendosi a posto gli occhiali scuri che gli erano scivolati sul naso.
-Lo scoprirete dopo…assicuratevi solo di attuare il rilascio esattamente quando pronuncerò la tecnica o anche voi ne rimarrete intrappolati- sorrise sempre più pericolosa Sofia.
-Amico…non so te ma a me fa paura…- fece finta di rabbrividire Kiba. La ragazza gli sorrise dolce e lui ricambiò il sorriso.
Gli attacchi continuavano, erano sempre più veloci e sempre più pericolosi. Sia Kiba che Shino erano feriti in più punti.
-Allora hai finito?- chiese impaziente Kiba schivando un kunai e parando un altro colpo diretto a Sofia. Le armi parevano spuntare dal nulla e diventavano sempre più veloci e sempre di più.
-Non ancora…89…90…91…- rispose la sempre più affaticata jonin.
-Cosa stai contando?- chiese Shino ormai al limite.
-La percentuale del chakra che mi serve per portare a termine la tecnica…94…dopo sarò senza forze…prendetevi cura di me mi raccomando!- Sofia ce la stava mettendo tutta.
-Ok- risposero in coro i due ninja.
-98…99…100%!!!- urlò la ragazza.
-Kai- i due ninja della foglia uscirono dal genjustu.
-Ora non hai scampo…i tuoi amichetti ti hanno lasciata da sola…ah ah ah- rise la voce di Ike.
-Fossi in te non ne sarei tanto sicuro!- sorrise perversa parlando a bassa voce.
-Suishou Otoshiana no jutsu*-

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*tecnica della trappola di cristallo

Scusate il ritardo!!! Ma ho alcune buone ragioni! Primo: ero senza ispirazione. Secondo: ero in vacanza. Terzo: non c’è.
Scusate! Scusate! Poi mi sono accorta anche che le recensioni sono calate di numero e mi sono demoralizzata…
Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto!

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!! Mi risollevate il morale!!!

Ps.: a fiction finita vi ringrazierò uno per uno ma ora allungherei troppo il capitolo!^^

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IDENTIKIT
Nome: Ike
Cognome: Mad
Anni: 28
Capelli: Argentati piuttosto lunghi e scompigliati
Occhi: Azzurro ghiaccio
Altezza: 1.57 m
Curiosità: una cicatrice orizzontale da orecchio a orecchio passante sotto gli occhi, il suo nome significa “colui che ride”
Look: tuta bianca con varie bende consumate e una cintura grigia e borsello porta-oggetti
Rango: mukenin grado S
Paese di appartenenza: Villaggio della Roccia, Paese della Terra

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Capitolo 18
*** Ti amo! Primo bacio! L'addio al passato prima di combattere!!! ***


Il temporale era quasi finito. Solo pochi tuoni e lampi confermavano ancora la tempesta fuori.
Ten ten tremava, ad ogni lampo si stringeva un po’ di più le ginocchia al petto.
-Ten ten che hai?- chiese il Neji che era seduto accanto a lei. Erano seduti sul letto accanto alla finestrella. Lui teneva le braccia incrociate al petto mentre la ragazza era appoggiata con la schiena al muro raggomitolata su sé stessa.
-Non ho niente…davvero- gli sorrise alzando appena la testa. Un altro tuono e tornò con la testa tra le gambe.
-Mmm…non ti credo- continuava a fissarla serio –Che testarda orgogliosa che sei!- la derise passandole un braccio attorno alle spalle protettivo.
-C-che fai?- chiese la ragazza spiazzata.
-Hai paura e ti proteggo- rispose lui come fosse la cosa più ovvia del mondo.
-N-non mi serve protezione! E non ho paura!- continuò più testarda di un mulo.
-Allora perché mi stai abbracciando?- Neji alzò un sopracciglio e sorrise, anche se in modo impercettibile. Lei arrossì e si strinse di più a lui.

-Oh santo cielo! Siamo circondati da coppiette!- Kazaki che aveva assistito alla scena si passò una mano sugli occhi sedendosi vicino a Hisagi.
-Non ti sono mai piaciute le dimostrazioni di affetto pubbliche vero?- il compagno la guardò sottecchi incrociando le braccia.
-Appunto mi fanno venire i nervi!- confermò lei massaggiandosi le tempie.
-Peccato…io sono per quelle pubbliche…- Hisagi assunse un’aria delusa. Lei lo guardò cercando di formulare un concetto decente alle parole appena dette dall’amico. Quando capì fece una faccia scandalizzata.
-Hisagi!!!- saltò in piedi guadagnandosi l’attenzione di tutti –Ci stai provando con me?!?- chiese urlando la donna. Lui arrossì e la guardò sorridendo.
-Può darsi…- rispose tranquillo. Kazaki arrossì leggermente e tossì un paio di volte per poi tornare a sedersi.

-Hai capito la donna-ghiacciolo…allora anche lei ha un cuore…- rise Naruto tenendosi la pancia. Hinata gli diede una gomitata.
-Naruto…non mi sembra carino- la ragazza lo fulminò con gli occhi. Lui rise leggermente e guardò fuori dalla finestra.
-Non piove più…usciamo?- chiese il ragazzo alzandosi. Lei annuì e si alzò.
-Ehi voi due dove state andando?- chiese Kazaki scattando in modalità generale tedesco.
-Ehm…fuori a prenderci una boccata d’aria- rispose Naruto con una vocina da bambino colto sul fatto.
-Fra poco veniamo anche noi!- rispose alzandosi in piedi e cominciando a preparare le cose da portare. Loro due tirarono un sospiro di sollievo, si presero per mano ed uscirono.
-Uff…Kazaki sembra un secondino della prigione- sbuffo il ragazzo. Lei gli si avvicinò di soppiatto alle spalle. Lui che non sentiva risposta si girò per vedere che fine aveva fatto la ragazza e rimase spazzato.
Lei gli si era gettata addosso baciandolo con passione. Rispose prontamente al bacio e quando si staccarono ansanti fece una faccia stupita.
-P-perché mi hai baciato?- chiese lui arrossito. Lei arrossì vagamente imbarazzata.
-P-perché mi mancavano i tuoi baci- rispose nascondendo la faccia rossa tra le mani. Lui rise forte e l’abbracciò.
-Anche a me mancavano- continuò a ridere spensierato. Lei ricambiò l’abbraccio stringendosi forte al ragazzo, sussurrò qualcosa di sconnesso tra le sue braccia. Lui si staccò e la guardò perplesso.
-Che cos’hai detto?- chiese scostandola dolcemente dall’abbraccio.
-Mmm…mmm- mugugnò lei imbarazzata sfregandosi le mani dietro la schiena.
-Cosa?- chiese di nuovo sollevando un sopracciglio.
-HO DETTO CHE TI AMO!!!- urlò lei paonazza in volto stringendo gli occhi. Lui rimase a bocca aperta per un po’ poi sorrise.
-Anche io ti amo…ti amo- disse lui abbracciandola nuovamente. Si baciarono una seconda volta. Le loro labbra si cercavano, si volevano, si amavano.
-Oh…ma che bella scenetta- disse in modo ironico una voce alle loro spalle. Si girarono imbarazzati e videro Kazaki in piedi sulla porta con un sorrisetto beffardo.
-Kazaki! Smettila! Sei proprio antipatica!- la rimbeccò Hisagi che uscì dopo di lei.
-Mpf…comunque sbrighiamoci! Dobbiamo ripartire in fretta- sbuffò la donna mettendo il broncio.
Si prepararono in quattro e quattr’otto e ripartirono veloci verso il confine del Paese dell’Erba.

Sofia stava sdraiata supina sull’erba. Alcune gocce le bagnavano il viso e qualcuno le accarezzava con calma la testa. Aprì piano gli occhi cercando di mettere a fuoco chi si stava prendendo cura di lei.
-Buon giorno bella addormentata nel bosco- disse la persona sorridendo.
-Buon giorno Kiba- sorrise la ragazza sbadigliando.
-Come va? Riesci a muoverti?- chiese preoccupato il ragazzo.
-No…e voi? State bene? E il nemico? Dov’è? È scappato?- fece a raffica un sacco di domande e il ninja della foglia sorrise.
-Noi stiamo bene e il nemico è ancora intrappolato nel tuo genjustu- rispose tranquillo lui.
-Bene…e Shino?- chiese ancora la ragazza preoccupata.
-Shino è andato a cercare l’acqua per pulire le ferite- lui continuava ad accarezzarle la testa. Lei chiuse gli occhi godendosi quelle carezze.
-Si può sapere che razza di tecnica hai usato? Non l’ho mai sentita- chiese Kiba.
-È la mia tecnica personale…mmm- rispose la jonin poi alle carezze dell’amico fece le fusa.
-E di preciso che cosa fa?- chiese sempre più curioso continuando i grattini.
-Intrappola il nemico in un genjutsu eterno…morirà- disse triste Sofia nascondendo il volto tra le gambe del ragazzo.
-Capisco…ma non ti preoccupare…questo e altro per Sayuri- la rassicurò il ragazzo accarezzandole la testa.
-Kiba…posso chiederti un favore?- chiese lei riaffiorando dai suoi vestiti.
-Certo chiedi pure- rispose Kiba preoccupato.
-Baciami- disse lei sicura.
Lui strabuzzò gli occhi imbarazzato. Si piegò su di lei facendo combaciare le loro labbra. Sofia schiuse le labbra permettendo l’intrusione della lingua del ragazzo. I loro nasi si sfregavano, Kiba sentì la pelle sulle guance della ragazza umida.
Lui si ritirò e aprì gli occhi e vide lei in lacrime.
-Che hai?- chiese preoccupato accarezzandole il volto.
-Era il mio primo bacio…mi piaci lo sai?- riprese il suo solito sorriso e cominciò a ridere seguita dal ragazzo.
-Certo che lo so…anche tu mi piaci…- rispose il ragazzo sempre ridendo.
-Oh…sta piovendo- constatò la jonin guardando il cielo.
-Ha già piovuto…dobbiamo aspettare Shino, dopo andiamo a cercare un nascondiglio- rispose il ninja della foglia guardando nella stessa direzione della ragazza.
-Dannazione…se mi potessi muovere vi avrei creato una capanna di legno…- imprecò Sofia cercando di alzarsi a sedere. Venne subito bloccata dal ragazzo che la costrinse a stendersi nuovamente.
-E come avresti fatto?- chiese Kiba scettico.
-Tu mi sottovaluti…guarda che conosco moltissime tecniche- la ninja della nuvola mise il broncio gonfiando le guance e voltandosi verso la foresta.
-Bhè considerando la tecnica di prima…ti posso credere- sospirò il chunin rassegnato.
-Sofia…Kiba- li chiamò una voce alle spalle.
-Shino…com’è andata? Hai trovato l’acqua?- chiese Kiba impaziente.
-Sì e non solo, ho trovato anche una grotta- rispose il ninja degli insetti mostrando l’acqua.
-Ottimo…possiamo aspettare gli aiuti restando al sicuro- Kiba si alzò e prese in braccio la kunoichi come un sacco di patate.
-Ehi! Non si tratta così una signorina!!! Prendimi bene!!!- strillò lei cercando di dimenarsi.
-Ok ok…ti preferivo da dolce- sbuffò il ragazzo mettendola a cavalluccio. La ragazza per tutta risposta gli tirò uno scappellotto.
-Ora possiamo andare?- chiese scocciato Shino che si era stufato del comportamento infantile dei due.
Partirono per la grotta insieme. I due amorosi imbronciati e l’altro stufo per i continui litigi tra i due (leggi: si sentiva escluso!).

Intanto nella grotta artificiale Sayuri si stava annoiando.
-Mi sto annoiando!- sbuffò la piccola incrociando le braccia.
-È la cinquantunesima volta che lo ripeti, ma dobbiamo aspettare che Nichiya si svegli- disse esasperato Berk, e fu tentato per la prima volta di strozzarla.
-Davvero le hai contate?- chiese Sayuri alzando un sopracciglio scettica.
-Davvero- sospirò il mukenin. Dei mugolii zittirono i due litiganti.
-Nichiya! Come stai?- chiese il colosso fiondandosi a controllare.
-Ma fate sempre tutto questo rumore voi due?- sorrise la donna aprendo piano gli occhi.
-Ehm…- fecero loro due simultaneamente. La donna si alzò a sedere e scese dal suo giaciglio.
-Non importa…dobbiamo ripartire- sospirò stanca passandosi una mano sugli occhi.
-No…voi dovete ripartire! Io resto qui!- disse Berk risoluto. Le due ragazze lo guardarono stupite.
-No! Berk…avevi promesso! Avevi promesso!- piagnucolò la bambina stringendo l’uomo per le vesti. I suoi occhi erano lucidi.
-Cosa vuoi fare?- chiese Nichiya alzandosi in piedi.
-Rallentare il gruppo di inseguitori- rispose senza esitazioni.
-Berk…tu…avevi promesso che mi avevi protetto!- urlò Sayuri lasciandolo e mordendosi il labbro inferiore per cercare di non piangere.
-Lo so…ma non posso…scusa ma non sono pronto per morire- disse l’uomo massiccio cercando una scusa.
-Neanche io!- rispose infuriata la bimba. Non voleva morire, ma sapeva che se avesse incontrato il capo di quell’assurda banda non sarebbe vissuta a lungo.
-Smettila di fare i capricci! Tu andrai e basta!- disse con un tono che non ammetteva repliche Berk.
-Capricci? Io non voglio essere usata come un giocattolo per poi essere buttata, anzi uccisa, quando non servo più. Ma se vuoi andrò…- le lacrime colorarono il piccolo volto di Sayuri mentre diceva quelle cose orribili, poi sospirò rassegnata.
-Credimi, mi dispiace…ma devi andare- l’abbracciò piano l’uomo prendendola in braccio.
-Insomma…il gruppo degli inseguitori potrebbe arrivare da un momento all’altro…ci muoviamo?- chiese Nichiya sbuffando.
-O-ok…arrivederci Berk- la bambina abbracciò l’amico e prese la mano della donna.
-Non è un arrivederci è un addio- la salutò e poi le due ragazze sparirono nella nebbia.

Kazaki si era fermata guardando gli altri affaticati.
-Ce la facciamo?- chiese irritata. Ormai avevano passato il confine tra il Paese del Fuoco e quello dell’Erba.
-Certamente!- rispose Naruto spavaldo rialzandosi in piedi. Hinata si avvicinò alla donna preoccupata.
-Kazaki-san…secondo lei come staranno Sofia-chan e gli altri?- chiese la ragazza timorosa. La donna la squadrò stupita e poi si mise a ridere.
-Non ti preoccupare…c’è un motivo per cui quella mocciosa è una jonin- rise Kazaki. Nonostante non le piacesse molto il comportamento di Sofia, quando era in battaglia era imbattibile.
-Non capisco Kazaki-san- la mora era stupita da quella reazione.
-Vedi Hinata-chan…Sofia è un genio per le tecniche e illusioni- spiegò Hisagi sorridendo dolcemente.
-Ah ok…- disse la ragazza preferendo non approfondire l’argomento.
-Aspettate…un genio come Shikamaru?- chiese Naruto curioso avvicinandosi ai suoi compagni.
-Come chi?- chiese Hisagi confuso.
-È un nostro amico…ha un quoziente intellettivo di 200- esplicitò Neji aggiungendosi alla conversazione.
-Non esattamente diciamo che è molto intelligente!- rispose l’uomo sorridendo.
-Magari fosse un genio…forse si comporterebbe decentemente- disse irritata Kazaki.
-Smettila…diventi antipatica!- la rimbecco Hisagi incrociando le braccia.
-Ok pausa finita! Riprendiamo!- annunciò la jonin ai compagni sbalorditi.
-Cosa?!? Era quella la pausa?- chiese Naruto sconcertato.
-Esatto! Ora in marcia…non abbiamo tempo da perdere!- la donna tornò a correre seguita dai ragazzi.
Correvano ormai da un paio d’ore quando videro una figura sulla propria strada. La figura di un uomo.
-Levati dalla strada! Dobbiamo passare!- urlò Kazaki all’uomo ma quello rimase ritto al proprio posto.
-Sei per caso sordo? Ti ho detto di levarti di mezzo- ripeté la donna fermandosi davanti al colosso.
-Non posso- disse triste l’uomo incrociando le braccia.
-Come sarebbe a dire non puoi?- chiese Hisagi avvicinandosi a Berk.
-Devo fermarvi…voi non dovete raggiungerla- il suo tono di voce era fermo, sicuro, ma non lasciava trasparire rabbia.
-Tu sei uno dei nemici?- chiese Kazaki preparandosi alla battaglia.
-Berk- rispose piatto.
-Cosa?- chiese Naruto che non aveva capito.
-Berk…è il mio nome…e per informazione, l’ho rapita io Sayuri- rispose sempre piatto.
-Bastardo!!!- gli urlò contro il biondo lanciandosi verso l’uomo scagliando un pugno. Quello lo schivò e fece un passo indietro.
-Tu non riesci a capire vero? Non capisci il dolore quando qualcuno ti sottrae qualcosa di prezioso come una figlia?- urlò il biondo infuriato caricando un altro pugno.
Il colosso restava zitto mentre Naruto combatteva contro di lui.
Lui stava ricordando. Ricordava il suo passato, le promesse del suo futuro, la sua nuova vita e ora sapeva che sarebbe morto.

-Berk senpai!-
-Mmm…che vuoi mocciosa?-
-Non mi chiamare mocciosa!!!-
-D’accordo d’accordo…cosa vuoi Hikari-chan?-
-Niente…volevo vederti…-
-Stupida! Ti mostri sempre…impara un po’ a fingere-
-Baka…che male c’è a non fingere davanti alla persona a cui si vuole bene?-

C’è tutto il male del mondo…stupida Hikari! Le persone a cui vuoi bene, a cui ti mostri per quello che sei sono sempre in pericolo.

-Berk-san…-
-Sì?-
-Me lo prometti?-
-Cosa ti dovrei prometterti mocciosa?-
-Non mi lasciare…proteggimi-
-Io…te lo prometto baka-
-Ti amo baka…-
-Anche io ti amo Hikari-

Quel “ti amo” pronunciato così, a sigillare una promessa. Quella promessa…quella promessa infranta. Infranta dal suono di un kunai nel tuo petto. Infranta dalle mie lacrime versate per la mia incapacità.
La tua morte, la mia rinascita.
La mia rinascita a uomo vendicativo. Quel potere che tanto bramavo mi è servito per uccidere chi ti aveva ucciso.
Ma a che costo? Al prezzo della mia anima.
E ora combatto, combatto per mantenere a fede la mia promessa.
Io morirò. Tratterò queste persone ancora per poco poi ti raggiungerò.
Sto per arrivare da te mocciosa. Aspettami Hikari, poi mi potrai sgridare quanto vorrai.

Berk si fermò schivando un ultimo attacco da parte di Naruto.
-I genitori di Sayuri possono passare- disse mantenendo il suo tono piatto.
Tutti erano stupiti dalle parole dell’uomo.
-Cosa?- chiese il ninja biondo.
-Fermate Kiku…non deve uccidere Sayuri- il suo tono piatto andava incrinandosi.
-Chi è Kiku?- chiese Kazaki seria.
-Il leader del gruppo…fermatelo…per me- Berk si fece da parte lasciando la strada libera.
Hinata si avvicinò all’uomo titubante incurante degli sguardi spaventati dei suoi compagni. L’uomo la fece passare tirandosi indietro un po’ di più.
-Grazie…ma perché?- chiese Hinata avanzando per la strada.
-Le ho fatto una promessa- rispose di nuovo piatto.
Naruto raggiunse la fidanzata e le prese la mano, poi si voltò verso l’uomo.
-Manterrò io la tua promessa! Lo giuro!- disse al colosso che lo guardò riconoscente.
-Noi siamo la sua famiglia! Compresa Kazaki-san e Hisagi-san- disse la mora tremante.
-Allora anche loro possono passare- concesse Berk. Kazaki si diresse verso i due e una volta raggiunti si voltò verso il compagno.
-Io rimango qua…lascio il mio posto a Gaara-kun…anche lui le vuole molto bene- sorrise l’uomo gentile lasciando avanzare il rosso.
I quattro sparirono per la strada cominciando a correre. Berk si voltò verso i rimanenti.
-Voi non posso lasciarvi passare- si preparò al combattimento. Hisagi sorrise gentile preparandosi mentre Neji e Ten ten gli si affiancavano.
-Lo sappiamo- disse Neji freddo.
-Questa sarà la tua tomba lo sai?- chiese il ragazzo gentile con una punta di amarezza nella voce.
-Ne sono a conoscenza- rispose l’uomo levandosi la giacca.
-Allora addio Berk-san- decretò Hisagi partendo all’attacco.

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Ecco il nuovo capitolo!!!^^
Uff…non ce la faccio più! Possibile che sia già cominciata la scuola?(Motivo del ritardo...vi giuro che è vero! ç_ç|||)
Io mi impegnerò al massimo per aggiornare in fretta dattebayò!!! Nel frattempo spero vi basti questo capitolo lunghetto per i miei standard!!!^^
Vi adoro*-* mi avete veramente tirato su il morale!!!!

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!!

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IDENTIKIT
Nome: Berk
Cognome: Hide
Anni: 47
Capelli: Castani lisci e non molto lunghi
Occhi: Neri
Altezza: 2.03 m
Curiosità: ha molte rughe e un passato doloroso, non porta con sé armi di nessun genere e ne prova ribrezzo, il suo nome significa “forte”
Look: Cappello da cowboy marrone, giacca lunga nera, pantaloni stretti neri e una canotta nera
Rango: mukenin grado S
Paese di appartenenza: Villaggio della Roccia, Paese della Terra

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Capitolo 19
*** Il capo! Salviamola insieme! Ricordi dolorosi e baci interrotti!!! ***


Nichiya si fermò davanti al covo seguita da Sayuri. Rivolse uno sguardo carico di tristezza alla bambina ed entrò senza dire una parola.
-Nichiya sama…dove stiamo andando?- chiese la piccola intimorita facendo qualche passo per raggiungerla.
-Ad incontrare il capo- rispose fredda continuando a camminare.
-È…è tanto terribile?- Sayuri si portò una mano al petto stringendo i vestiti all’altezza del cuore. La donna si fermò di colpo e si girò furiosa verso la bambina.
-Lui non è terribile! Lui è una persona fantastica!- disse stizzita stringendo i pugni.
-Perché sarebbe una persona fantastica? Lo sai cosa vuole fare no?- urlò Sayuri di rimando.
-Perché lui mi ha raccolto dalla strada quando…bha…non importa!- continuò a camminare per il corridoio più veloce.
-Nichiya sama…voi l’amate vero?- chiese la bambina sgranando gli occhi e fermandosi di botto sconvolta.
-Sarebbe così terribile amarlo?- chiese a voce spenta la donna stringendo i pugni.
-Non saprei…con te è cattivo?- chiese torcendosi le mani e aspettando una risposta dalla donna.
-No…- rispose sicura la donna. Tremava, forse di rabbia, forse perché le parole della bambina l’avevano colpita come un fiume in piena. Ma lei non poteva non perdonarlo, lui era sempre stato così gentile con lei.
Riprese a camminare più veloce lungo il corridoio seguita dalla piccola che faticava a tenere il suo passo. Arrivarono ad una grande stanza esagonale con una scala centrale che portava ad un’enorme porta in legno massiccio. Davanti alla porta stava un uomo coperto dalla penombra.
-Kiku sama…ve l’ho portata…- Nichiya si inchinò davanti alla figura e alzò appena lo sguardo per cogliere ogni minimo particolare di quel volto in segreto.
-Bene…sei stata brava- disse la voce dell’uomo. Lui fece qualche passo in avanti uscendo dalla coltre d’ombra. Nichiya riabbassò la testa di scatto come se fosse stata colta sul fatto.
Sayuri sgranò gli occhi sorpresa. Quell’uomo, Kiku, non era come se lo immaginava. Era un giovane di poco più di venticinque anni, i capelli neri, gli occhi color ghiaccio, di statura normale. Sembrava un bambino. Aveva un sorriso gentile sul volto, gli occhi attenti e vivaci e delle mani grandi.
-Tu sei Sayuri vero?- le sorrise dolcemente avvicinandosi a lei. La bambina fece qualche passo indietro impaurita. Lui le si avvicinò ancora sempre con quel sorriso…quel sorriso aveva qualcosa di falso.
-Perché hai paura? Io sono una brava persona sai?- chiese lui facendo riempire gli occhi di lacrime alla bambina.
-S-sì…sono io Sayuri…e ho paura perché tu non sei una brava persona- rispose tremando.
-Mi aiuterai nella conquisa di questo paese?- chiese l’uomo sempre sorridendo e guardandola.
-Non lo farò mai!!!- urlò la bambina stringendo gli occhi. Il volto di Kiku cambiò espressione, gli occhi divennero freddi, il sorriso si tramutò in un ghigno e le mani la afferrarono per le spalle.
-Ah…non mi aiuterai vero? Io volevo fare il bravo…ma mi hai costretto a fare il cattivo…ricordatelo- alzò un braccio e la colpì in pieno volto con uno schiaffo. Lei cadde in terra tenendosi la guancia arrossata. Nichiya si alzò di scatto senza pensare. Lui la guardò interrogativo e furioso allo stesso tempo.
-Sta al tuo posto Nichiya!- le ringhiò contro. Prese la bambina per un braccio e la sbattè al muro e la tirò su prendendola per il collo. Le si avvicinò…viso contro viso.
-Tu sarai ai miei comandi! Capito bene mocciosa?- Kiku digrignò i denti e la lasciò mentre lei cadeva per terra tremando e tenendosi il collo.
-Nichiya…portala in una cella!- si alzò e salì le scale uscendo dalla stanza.
La donna si avvicinò alla bambina e la prese in braccio e quella cominciò a piangere. Le accarezzò la testa e le diede un bacio sulla tempia cercando di calmarla impacciata.
-Sayuri…lui non è cattivo…lo fa solo per il tuo bene…- le sussurrò all’orecchio mentre quella singhiozzava più forte. La portò in una cella e le bloccò le caviglie e le braccia con delle catene. Le diede un bacio in fronte e uscì richiudendosi dietro le sbarre della cella.

Kazaki, Naruto, Hinata e Gaara correvano attraverso la nebbia andando sempre più veloci. Ormai c’erano quasi…non potevano arrendersi.
Vedevano in lontananza la landa desertica del Paese della Terra. Niente in lontananza…solo le saltuarie tracce lasciate da Sayuri. Arrivarono finalmente nel Paese della Terra ma niente, solo terra arida.
-Fa veramente caldo…- sbuffò Naruto aprendo un po’ la sua giacca sul collo.
-Sopporta!- disse secca la jonin continuando a correre.
-Ehi Gaara…come fai a resistere con quella roba addosso?- chiese il biondo al compagno.
-A Suna fa molto più caldo- rispose piatto il rosso mettendo una mano sui vestiti neri.
-Ma possibile che siete tutti così aperti nel parlare?- sospirò ironico il ragazzo, la mora gli si avvicinò e gli sorrise.
-Naruto penso che sia meglio fare silenzio…stiamo entrando nella zona nemica- sussurrò la ragazza poggiando un dito sulle labbra. Lui la guardò male. Possibile che da ragazza timida e introversa che era fosse diventata così irriverente? Scosse la testa contrariato e seguì il consiglio della ragazza rimanendo in silenzio.
Avevano passato da molto il confine e ormai si vedeva all’orizzonte solo il terreno arido e qualche albero rinsecchito.

-No ci penseremo anche noi perchè…-
-…Lei è la nostra bambina-


Naruto sorrise sotto i baffi. Era davvero mitica quella bambina, non solo aveva compiuto il miracolo tra lui e Hinata ma era anche riuscita a farsi ben volere da tutti…persino da Gaara.
-È un miraggio vero? La vedo solo io?- disse la jonin fermandosi e sgranando gli occhi.
-No…la vedo anche io- il rosso le si fermò accanto fissando lo stesso punto.
-È bellissima…- Naruto guardò l’orizzonte meravigliato.
Un’enorme montagna costituita da un solo masso si stagliava davanti ai loro occhi. Davanti aveva un lago dalle acque cristalline circondato da una fitta foresta verde. Un’oasi in mezzo a quel deserto.
-Ed è anche il covo nemico…- disse Hinata facendo scomparire i segni del byakugan.
-Cosa?- dissero il biondo e Kazaki voltandosi verso la compagna.
-Ho visto di sfuggita Sayuri dentro una grotta- disse triste la ragazza.
-Come sta? Dov’è? È in pericolo? Hinata rispondi!- il fidanzato la prese per le spalle e cominciò a scuoterla.
-Lasciala! Hinata…dimmi dov’è e cosa sta facendo!- Kazaki liberò Hinata dalla presa e le diede quest’ordine. La mora annuì, riattivò la vista e guardò in direzione della montagna.
-Sayuri…lei è…in una cella…- disse la ragazza corrugando la fronte.
-È incatenata…è appena entrato un uomo…lei sta…sta…piangendo…- alcune lacrime le solcarono il volto. Naruto digrignò i denti con rabbia e si avvicinò a Hinata. La strinse protettivo e lei fece lo stesso.
-Ora basta…io la libererò…anche a costo della vita- disse lui a denti stretti stringendo di più la fidanzata.
-Lo faremo tutti…noi siamo la sua famiglia ora…- disse Kazaki poggiandogli una mano sulla spalla. Le sorrise grato e prese la mano alla fidanzata.
-Ora andiamo…lei sta aspettando- disse Gaara facendo qualche passo verso la montagna. Tutti annuirono e cominciarono a correre verso il covo.

Ogni colpo andava a vuoto. Neji aprì i palmi delle mani ritornando nella posizione d’attacco degli Hyuga.
Berk non aveva ancora proferito parola da quando era iniziato il combattimento. Osservava i suoi nemici studiando ogni loro minima mossa, attaccando voracemente. La voleva finire in fretta, che fosse il vincitore o no.
Ten ten estrasse due rotoli srotolandoli. Neji le lanciò un’occhiata preoccupata.
-Ten ten…lascia stare! Non è il tuo campo lo scontro corpo a corpo- disse freddo sferrando un junken allo stomaco dell’uomo. Lei lo guardò con aria di sfida. Testarda, questo era.
Saltò in aria lanciando un paio di kunai verso l’avversario che alzò istintivamente un braccio per proteggersi. I pugnali oltrepassarono il braccio ferendolo superficialmente e ferendolo al volto con un taglio leggero. Lui sgranò gli occhi portando una mano al volto.
-Questo era solo un avvertimento…ora comincerò a fare sul serio!- gridò la kunoichi atterrando sul terreno.
Berk guardò la mano che aveva tolto dal volto, guardò il sangue. Chiuse gli occhi e inspirò. Alzò lo sguardo verso la donna furioso.
-Io…odio…le…armi- si alzò in piedi furibondo. La ragazza posò a terra i due rotoli componendo dei sigilli con le mani.
-Soshoryu!!!- saltò in aria mentre dai due rotoli usciva una cortina di fumo che avvolgeva il campo di battaglia. Due dragoni di fumo uscirono dalla nube che si snodarono intorno a lei formando una spirale, i due dragoni si rivelarono essere i due rotoli precedentemente posti sul terreno.
Ten ten volteggiò su se stessa evocando armi che scagliò contro l’avversario. Berk non si mosse lasciandosi colpire da quella nube di oggetti.
-Tsk…ora vedrai!!!- la donna richiamò a sé le armi muovendo le dita e mostrando che esse erano legate a dei fili trasparenti.
-Non mi hai sentito? Ho detto che io odio le armi!!!- l’uomo massiccio si scagliò con un salto dalla kunoichi che presa alla sprovvista venne colpita da un pugno al volto.
Venne sbalzata via e sbattè contro il terreno. Si rialzò puntellandosi con i gomiti e asciugando col dorso della mano il rivoletto di sangue che le era uscito dalla bocca.
-Ten ten!- esclamò Neji preoccupato voltandosi nella direzione dov’era la ragazza. Lei si alzò a sedere sorridendogli dolcemente. Poi rivolse di nuovo lo sguardo verso il nemico.
Neji fece uno scatto verso la figura seduta, ma venne prontamente bloccato da Hisagi. Lo guardò male per un secondo e poi il suo sguardo mutò in interrogativo.
-Penso sia la sua battaglia…lasciala combattere e credi in lei- disse il jonin lasciando la presa. Lui la guardò ancora poi annuì e si fece da parte.
La ragazza si rimise in piedi, prese un altro rotolo e cominciò ad evocare molte armi che immancabilmente lo colpivano. Lui non cercava di evitarle, si lasciava colpire rimanendo quasi impassibile.

-Berk san…-
-Che vuoi mocciosa?-
-Non mi piacciono le armi sai?-
-Baka…siamo ninja ci devono piacere per forza le armi…-
-Sarà…ma quando diventerò forte non userò armi-
-Si…allora aspetta e spera! Ah ah ah-


La ragazza si fermò un secondo per riprendere fiato. Lui alzò lo sguardo e camminò lento verso Ten ten. La kunoichi lo guardò stupita. Ogni suo passo il suo cuore perdeva un battito. Paura? Forse…ma non sarebbe stata mai in grado di ammetterlo.
-Io odio le armi…e sai perché?- disse con un tono di voce pericolosamente basso.
-N-no- rispose lei. La voce le tremava, ma era testarda e non abbassò la testa.
-Perché una persona che era a me cara è morta per mano di un kunai- ammise sempre a voce bassa. Ten ten deglutì piano ma non abbassò lo sguardo.
-Perché lei era la mia vita…e mi è stata strappata dalle mani- il suo tono di voce rimaneva basso, ma era rotto da una punta di rabbia.
-…- la ragazza aprì la bocca per dire “mi dispiace” ma si fermò subito, l’uomo si fermò di fronte alla donna portando una mano sul kunai che la kunoichi stringeva. Glielo tolse di mano e lo gettò lontano, la ragazza era rimasta immobile davanti all’uomo mentre le stringeva la gola. Era come in trance, non riusciva a muovere neanche un muscolo e aveva gli occhi vitrei.
Strinse di più la presa. La vista le si stava offuscando…poi ad un tratto riuscì di nuovo a muoversi, vide Neji combattere contro Berk. Il ragazzo sembrava fuori di sé, attaccava senza riserve l’avversario che tentava in tutti i modi di difendersi.
-N-neji…- sussurrò lei tenendosi una mano sul collo. Non l’aveva mai visto furioso, lui non riteneva niente così importante da perdere le staffe. Non capiva bene, ma Neji urlava qualcosa.
-Non…toccare…mai…più…Ten…Ten!!!!- ad ogni colpo corrispondeva una parola e finita la frase si piegò sulle gambe preparando un colpo.
-Hakke Hasangeki!!!- colpì l’avversario al petto col palmo della mano. Quello sputò sangue e venne lanciato indietro per alcuni metri ricadendo a terra esanime. Si rialzò stancamente per poi mettersi in ginocchio. Gli occhi di Berk erano fissi sul terreno. Quel ragazzo gli ricordava lui di giovane.

-B-berk san…n-non ti vedo bene…-
-Hikari…Hikari…ti prego…resisti…-
-Berk san…ho freddo…perché?-
-…-
-Berk san…sto morendo vero?-
-…sì-
-Berk san…ti amo…-
-No! Hikari! Hikari!!! …non mi lasciare…ti prego…-

Lei era morta col sorriso sulle labbra…quelle labbra rosse del suo sangue.
Lui si era alzato e aveva combattuto, combattuto come non aveva mai fatto prima. Sentiva la rabbia crescergli dentro…la vista offuscata dalle lacrime.


-Hikari…- sussurrò a fior di labbra il colosso. Si alzò lentamente pronto di nuovo a combattere. Si lanciò all’attacco caricando un pugno. Neji lo schivò, Hisagi lo colpì con un pugno allo stomaco. Berk si piegò in due ma si rialzò subito.
-Neji kun…sta indietro! Occupati di Ten ten chan!- lo richiamò il ninja della Nuvola. Il moro obbedì e con un salto atterrò vicino alla ragazza che era ancora in ginocchio scioccata.
-E ora…è la tua fine Berk san!- dichiarò Hisagi posizionandosi di fronte a lui.

Kiba appoggiò Sofia sul terreno freddo, lei si era addormentata sulle sue spalle. Le accarezzò dolcemente una guancia mentre lei faceva una piccola smorfia e continuava a dormire.
-Strano…mi aspettavo che russassi…rumorosa come sei…- sussurrò alla figura addormentata sorridendo.
-Però…mi piaci proprio per questo…sei rumorosa e poi…sei dolce…sei bella…sei simpatica…sei…sei una persona meravigliosa- disse lui continuando ad accarezzarle la guancia guardandola con dolcezza.
-…grazie- lei schiuse un occhio sorridendogli. Kiba fece un salto indietro sudando freddo.
-Hai hai sentito? Hai sentito tutto?- il ragazzo diventò rossissimo e abbassò lo sguardo. Lei gli sorrise e annuì.
-Anche tu sei una persona meravigliosa…e poi sei anche tanto dolce e tenero!!!- lei rise. Una risata pura e cristallina come l’acqua, era fresca. Lui sorrise malizioso e le si avvicinò baciandola di nuovo. Lei spalancò un po’ gli occhi poi si arrese partecipando a quel gioco di lingue. Sul più bello Kiba si staccò lasciandola rossa e a bocca aperta, la guardò malizioso.
-Non ti fermare!!!- Sofia si dimenò lamentandosi. Lui continuò a guardarla.
-No…io non sono dolce e tenero- Kiba spostando lo sguardo altrove imbronciato. Lei con fatica si trascinò fino al ragazzo e poggiò una mano sulla sua coscia e sopra la mano appoggiò il mento. Lui la guardò arrossendo.
-C-che c’è?- chiese il ragazzo arrossendo fino alla punta dei capelli.
-Continua…- disse la ragazza sorridendo sincera. Lui deglutì e la prese per le spalle tirandola su. La pose in mezzo alle sue gambe abbracciandola e le prese il viso con una mano e annullò la distanza tra i loro visi. Un bacio lento, morbido, le labbra della ragazza sapevano di dolce, di buono.
-E io che pensavo di venire a curare una malata- li derise una voce alle loro spalle. Si staccarono subito rossissimi e Kiba si girò furioso verso chi aveva parlato. Sakura stava in piedi all’entrata della grotta, sorrise ai due e raggiunse Sofia.
-Fammi vedere come stai- disse la rosa legando i capelli corti dietro la testa.
Kiba la distese nuovamente a terra e raggiunse i ragazzi fuori. Shikamaru se ne stava sdraiato su una roccia piatta con una mano dietro la testa fumando una sigaretta, Shino invece stava appoggiato a braccia incrociate su un albero. Appena uscito Akamaru gli corse incontro facendogli le feste. Cadde all’indietro sbattendo sul terreno.
-Ehi! Ehi! Cosa c’è bello?- rise il ragazzo mentre il cane gli leccava la faccia.
-Penso abbia paura che tu lo lasci per Sofia- rispose impassibile Shino.
-Ma figurati!- disse il ninja arrossendo. Shikamaru si girò verso il ragazzo arrossito e lo raggiunse, gli posò una mano su una spalla.
-Sta molto attento…le donne sono solo seccature- sospirò il moro con aria di chi la sa lunga. Kiba gli mostrò il medio e si alzò scocciato.
-Lei non è così- incrociò le braccia al petto guardando male il compagno.
-Se se…prima sono tutte carine…ma dopo scopri la loro vera natura- continuò imperterrito. Kiba lo prese per il colletto digrignando i denti e caricò un pugno.
-Non vi si può lasciare un attimo da soli che scatenate una rissa- li derise Sofia uscendo dalla grotta con un’agile balzo. Sakura li raggiunse poco dopo.
-Andiamo? Dobbiamo ancora salvare Sayuri- li richiamò il maestro degli insetti. Gli altri annuirono e si prepararono a partire.

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Scusate il ritardo pazzesco!!!! La scuola mia sta uccidendo!!! *me si prostra per terra chiedendo perdono*
Eccomi di nuovo qui a torturarvi con le mie sparate maniacali! Il combattimento contro Berk si fa sempre più commovente!!! ç_ç Ma ora che sono arrivati al covo riusciranno a salvare Sayuri o la perderanno per sempre?
Appuntamento alla prossima puntata per scoprire che fine farà la bambina!!!

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!! Io vi lovvo ragazze e ragazzi (se ce ne sono) !!! *-*

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IDENTIKIT
Nome: Nichiya
Cognome: Shui
Anni: 26
Capelli: Neri tenuti in due crocchie poste sulla nuca e una porta una treccia molto lunga e fine sempre sulla nuca
Occhi: Neri
Altezza: 1.74 m
Curiosità: è l’unica donna del gruppo, è innamorata del capo ma non viene ricambiata, ha una venerazione quasi maniacale verso l’uomo che ama così che lo protegge anche quando ha torto, è la più debole, il suo nome significa “notte e giorno”
Look: un vestito di taglio cinese nero di seta
Rango: mukenin grado B
Paese di appartenenza: Villaggio della Pioggia, Paese della Pioggia

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Capitolo 20
*** Inizio d'attacco! Battaglie perse o forse vinte? Tecnica di copia!!! Yatta!!! ***


Sayuri era chiusa in una cella. La luce era assente ma forse era meglio così. La luce implica speranza e lei non ne aveva neanche un briciolo. Fissava con aria assente le sbarre della sua prigione, il silenzio la soffocava. La luce della torcia brillò per qualche secondo come infiammata da qualcosa di sconosciuto.
Osservò una lunga ombra che le sia avvicinava. Kiku entrò nella stanza fermandosi a pochi centimetri dalle sbarre, osservava la bambina con un ghigno ironico.
-Non hai ancora deciso che cosa ti conviene fare?- chiese l’uomo allacciando le mani dietro la schiena. Lei lo guardò assente. Alcune lacrime le scesero dagli occhi colorandogli le guance.
Il capo, non ricevendo risposta, aprì la porta ed entrò nella cella. Fece alcuni passi verso la bambina incatenata e si inginocchiò davanti a lei. Allungò un braccio e accarezzo dolcemente la sua guancia morbida e umida. Le sorrise dolce mentre la piccola sgranava gli occhi sorpresa.
-Ascolta…se prometti di non dirlo a nessuno ti dico un segreto…me lo prometti?- chiese l’uomo gentilmente.
-I-io…t-te lo prometto- balbettò Sayuri insicura abbassando lo sguardo. Lui cambiò sguardo. Si avvicinò al suo orecchio spostando i lunghi capelli scuri.
-Dopo aver preso il potere su Iwa…non ti lascerò in vita- sussurrò l’uomo piano, con crudeltà.
La bambina sbarrò gli occhi dalla paura, deglutì rumorosamente. Lui si ritrasse mentre alcune lacrime le sgorgavano dagli occhi chiari. Kiku indietreggiò di qualche passo osservandola piangere. Girò sui tacchi e uscì.
Sayuri singhiozzava rumorosamente, fissava il pavimento con sguardo spento. Alzò la testa di scatto aprendo gli occhi determinata. Non avrebbe ceduto! I suoi occhi non erano cambiati solo nell’espressione, i suoi occhi erano bianchi.
-Byakugan!- disse secca mentre i segni dell’abilità innata degli Hyuga comparivano sul suo volto. Spostò lo sguardo sulle catene alla ricerca di un punto debole. Una volta trovato spezzò le catene con un junken. Ancora un’altro e fu libera. Si staccò dalla parete ansante e incominciò a tirare le catene sui polsi cercando di sfilarsele. Con fatica ci riuscì. I polsi doloranti le pulsavano e sanguinavano…con un altro colpo ruppe le sbarre della cella.
Salì le scale circospetta e cominciò a correre per i corridoi umidi.

Naruto era sul ramo di un albero. Davanti a sé c’era una finestra aperta. Si girò verso i compagni dietro di lui che annuirono tesi. Con un balzo entrò all’interno del covo. Si guardò intorno alla ricerca di un nemico ma il corridoio era vuoto. Si concesse un sospiro di sollievo e si sporse dalla finestra facendo segno agli altri di entrare senza preoccupazioni.
La prima ad entrare fu Hinata che atterrò con dolcezza sul davanzale per poi scivolare sul terreno, la seguì Kazaki che scese rozza seguita da un raffinato e distaccato Gaara.
-Hinata…usa la tua abilità innata! Cerca Sayuri!- ordinò imperiosa Kazaki incrociando le braccia al petto. La mora annuì e si concentrò facendo apparire i segni sul suo volto.
Un gruppetto di uomini armati che precedeva in un altro corridoio…non ancora…una donna di fronte ad un uomo…no di più…doveva concentrarsi di più…una bambina che correva impaurita per i corridoi appoggiandosi ai muri.
Sussultò osservando la figura affaticata. La bambina voltò la testa nella sua direzione, i suoi stessi occhi.
Si osservarono per degli attimi che sembravano infiniti poi fu svegliata dalla voce di Naruto.
-Allora?- le si portò davanti mentre lei sbattè piano le palpebre perplessa. Asciugò le poche lacrime che gli erano scivolate lungo le guance e guardò il fidanzato sorridendo incredula.
-L’ho trovata…l’ho vista…sta bene!!! Di qua!!- urlò felice cominciando a correre seguita dagli altri.
Correvano per quel corridoio troppo lungo, che sembrava non finire mai. Sembrava di essere sospesi nel tempo…in un’altra dimensione…dove per quanto corri non raggiungi mai la fine. Ma lei ci riusciva…riusciva a vedere la fine di quell’orribile incubo. Perché i suoi occhi riuscivano a vedere, riuscivano a vedere come quelli di Sayuri…della sua bambina.
Svoltò a destra fermandosi davanti a una figura vestita di nero. Quella figura era una donna: Nichiya. Camminava appoggiandosi al suo ombrello nero.
Arrivarono anche gli altri fermandosi dietro Hinata. Nichiya li guardò con astio.
-Levati dalla nostra strada!- sbottò aggressiva Kazaki. La donna si limitò a fissarla con odio e con un gesto secco sbattè la punta dell’ombrello sul terreno.
-Non vi lascerò passare…Sayuri ora appartiene a lui- disse fredda la mukenin sbarrando la strada.
-Lui chi? Il capo? Quel Kiku?- Gaara fece un passo avanti e alzò impercettibilmente un sopracciglio. Nichiya digrignò i denti. Come si era permesso di pronunciare il suo nome? Non rispose ma si limitò a fulminarlo con lo sguardo.
-Ti sei arrabbiata? Ti ho toccato una persona importante?- chiese il rosso portandosi di fronte ai suoi compagni.
-Sta zitto!- la donna digrignò i denti facendo un passo in avanti. Tremava di rabbia e faceva fatica a trattenersi.
-Voi andate avanti, qui ci penso io- disse Gaara rivolto verso i suoi compagni. -Ma Gaara-sama…potrebbe essere pericoloso- disse preoccupata Hinata. Quello si girò verso di lei e le sorrise impercettibilmente.
-Io sono il Quinto Kazekage- si giustificò lui cercando di mantenere la sua espressione impassibile.
Ora capisco perché Naruto ha scelto lei, è veramente dolce. Pensò Gaara prima di fare qualche passo avanti verso il nemico. Nichiya serrò la mascella continuando a fissarlo con astio.
-Forse non hai ben capito…non vi lascerò passare- disse la donna dura portando l’ombrello davanti a sé.
-Andate…- ripeté senza dar peso alle parole della donna di fronte a sé. Quella lo fulminò con lo sguardo e si lanciò all’attacco usando il suo ombrello come spada. Mirò alla testa del Kazekage che però, usando un muro di sabbia, bloccò l’attacco.
Alzò un braccio teso e la sabbia si alzò contemporaneamente, aprì la mano e la sabbia saettò verso la figura. Lei aprì l’ombrello proteggendosi.
-Non funziona con me…il mio ombrello riesce a bloccare qualsiasi attacco- sogghignò lei guardando il ragazzo.
Il Kazekage osservò il piccolo oggetto di legno e carta che la donna stringeva tra le mani. Sprigionava una strana quantità di chakra che lo ricopriva per tutto il suo diametro respingendo l’attacco.
Il rosso non si scompose alzando anche l’altro braccio. Una nuvola di sabbia si alzò seguendo il suo movimento andando a colpire dall’altra parte della figura.
Nichiya sbarrò gli occhi venendo colpita alle spalle. Cadde in avanti accasciandosi sul terreno.
-Andate…vi raggiungerò in fretta- disse Gaara incrociando nuovamente le braccia al petto. I suoi compagni lo guardarono.
-Grazie Gaara-sama- riuscì solamente a dire Hinata prima di riattivare il Byakugan e continuare a rincorrere la figura della bambina seguita dagli altri.
Lui annuì continuando ad osservare la donna stesa a terra. Cercava disperatamente di alzarsi facendo leva sulle braccia.
La donna alzò la testa fissandolo con odio. Alcune lacrime gli scivolarono lungo le guance.
-Non capisci quello che stai facendo?!?- gli urlò furiosa rimettendosi a fatica in ginocchio. Lui non rispose continuando a guardarla.
-Lei gli appartiene!!! Quella mocciosa ora è sua!!!- lei strinse gli occhi tenendosi la spalla ferita.
-Sayuri non appartiene a nessun altro se non ai suoi genitori- disse senza alcuna inclinazione della voce. Lei strinse ancora gli occhi rialzandosi.
-La bambina non ha il diritto di scegliere…e se lui decide che è sua non lo si può contraddire- un sorriso beffardo le distorse il volto tagliente.
Con velocità Nichiya cominciò a comporre dei sigilli. Il rosso sorpreso abbassò le braccia.
-Suiton: Sui no jutsu*!!!- la donna urlò con tutto il fiato che aveva mentre dal pavimento cominciava a zampillare molta acqua che pian piano raggiunse i piedi del ragazzo. Lui cominciò a correre verso l’uscita più vicina, una finestra. Mancavano pochi metri quando sentì uno scrosciare alle sue spalle. Si girò venendo travolto da un’onda.
Gaara cominciò ad annaspare agitando le braccia. Spalancò gli occhi vedendo la luce della finestra a pochi metri da lui. Sempre annaspando cominciò a nuotare verso la finestra.
Si voltò di scatto sentendo una mano afferrargli la caviglia. Nichiya lo guardava mentre fluttuava nell’acqua con un braccio alzato e in mano un kunai. Con un colpo secco la punta dell’arma raggiunse la coscia del ragazzo che con un urlo strozzato fece uscire la poca aria rimasta nei polmoni.
Con la mano raggiunse il cornicione della finestra e si trascinò verso l’esterno. Cadde in avanti verso l’esterno seguito dalla donna e con fatica si mise a carponi tossendo.
-Tu…tu non riuscirai a fermarlo…nessuno ci riuscirà…perché lui non è…non è cattivo- disse la donna rialzandosi a fatica sempre tenendosi il braccio.
-Kiku ha fatto rapire un bambina…non sarebbe cattivo?- Gaara si rialzò affaticato guardandola con apparente astio.
-Sta zitto!!! Tu non sai! Tu non capisci!!!- urlò la mora stringendo gli occhi. Rabbia, lui non capiva da cosa scaturiva questo sentimento.
-Tu…io ti batterò…per lui…per il suo rispetto- disse Nichiya con fermezza. I suoi occhi ora brillavano di una luce di determinazione che non aveva mai avuto prima.
Forse cominciava a capire. Quegli strani sentimenti che a rendevano furiosa erano amore, affetto.
-Lo ami?- la guardò serio tenendosi in piedi per miracolo. Lei digrignò ancora i denti.
-Io lo amo…lui non ama me…- disse freddamente quasi delusa Nichiya portando le mani davanti al petto pronta a formare altri sigilli. Gaara provò a muovere la sua sabbia, che troppo pesante ricadeva a terra dopo qualche metro. Si rialzò cominciando a correre mentre alcuni getti d‘acqua cercavano di raggiungerlo come tanti tentacoli. Un balzo e si nascose dietro un albero riprendendo fiato.
Poggiò la schiena e la testa contro il ruvido tronco alzando lo sguardo al cielo. Troppo limpido per questo posto. Troppo azzurro per questa situazione.

Hisagi colpì Berk al petto lanciandolo indietro e facendogli sputare sangue.
Ogni colpo ormai andava a segno e il colosso era troppo stanco per provare anche solo a schivare i colpi.
Un’ ultimo pugno lo mandò contro una roccia lì vicino. Infondo lo capiva, ma non poteva non combattere.
-Berk san perché lo fai?- chiese seriamente l’uomo gentile avvicinandosi piano a lui. Quello cercava di rialzarsi facendo leva sulle ginocchia e ansimando. Una volta rimesso in piedi lo guardò glacialmente.
-Devo…combattere per…per saldare il mio…il mio debito…niente di…personale scusa- disse a fatica l’uomo massiccio mantenendosi a fatica sulle gambe.
-Perché lo stai facendo a lei?- Hisagi si accigliò. Non capiva ancora perché stesse tradendo Sayuri. Lei era troppo dolce, lei era buona, così buona che non riusciva ad essere indifferente alle persone.
-Non lo sto facendo a lei…io…io le voglio bene…lei è come se fosse una figlia per me- Berk cominciò a camminare verso l’uomo.
In simultanea i due uomini alzarono il pugno caricandolo e pervadendolo del chakra a loro rimasto. Continuavano a camminare velocizzando il passo, cominciando a correre.
Due chakra diversi. Due persone simili di corporatura. Uno scontro tra titani.
Un battito.
Ancora pochi metri e si sarebbe vista la fine dello scontro.
Respiro ansante.
Ancora due metri poi l’avrebbe raggiunto.
La vista annebbiata.
Ancora correvano l’uno verso l’altro sentendo la stanchezza della concentrazione.
È la fine.
-Digli addio per me- un ultima preghiera. I due chakra si scontrarono in un tuono fragoroso che scosse la terra facendola vibrare.
Una luce accecante coprì la scena.
Neji e Ten ten si coprirono gli occhi dalla luce con il braccio. Impazienti di vedere il vincitore.
I due contestanti vennero sbalzati via distanti l’uno dall’altro.

-Berk san visto che ce l’ho fatta?-
-Si ho visto mocciosa…-
-E allora? Cosa aspetti dillo!-
-E va bene…hai vinto la scommessa…contenta ora?-
-Si! Tantissimo!-
-…mocciosa?-
-Finiscila! Ho un nome sai?-
-Hikari…-
-Preferivo mocciosa…-
-…Hikari…mocciosa…mi stai ad ascoltare ora?-
-Dimmi…-
-Mi sa che ho perso in tutto…mi hai incastrato per bene vero?-
-Eh eh eh…si è vero…ho incastrato il grande Berk san…-
-Faceva parte del tuo piano farmi incontrare quella bambina?-
-Certo…e sapevo che ti saresti affezionato a lei…-
-Sei odiosa…però è stato bello…-
-Grazie…davvero…-
-A proposito…anche io ti amo-
-…avevi sentito? Perché io credevo che…si insomma…non…-
-Eh già…ti amo anch’io…-


Un uomo si alzò dal suolo polveroso. In piedi raggiunse le due figure inginocchiate sorridendo. Neji teneva tra le braccia Ten ten proteggendola ancora.
-Ragazzi scusate…non volevo farvi aspettare…- sorrise poi si voltò e si diresse verso il cratere dell’avversario.
-Hisagi san? Dove stai andando?- chiese Neji stringendo la ragazza ingenuamente mentre lei arrossiva di poco.
-Devo una cosa al mio avversario- sorrise tristemente voltando appena la testa. Raggiunse l’uomo guardandolo dall’alto.
-Riferirò il messaggio Berk san- si chinò sulla terra spostata dal colpo cominciando a gettarla sul corpo in una tomba improvvisata.
Terra che copre la terra. La tomba di un uomo schiavo della vendetta.
I due ragazzi lo raggiunsero e quando l’uomo ebbe finito raggiunse gli altri e si fermò accanto a loro.
-Preghiamo- annunciò Ten Ten triste. I due uomini annuirono chiudendo gli occhi. Una preghiera per un uomo che ha finito la sua missione. Che ha amato che ama.
-Addio Berk san…sei stato uno degli avversari migliori contro cui abbia combattuto…- disse Hisagi mordendosi poi il labbro inferiore per stoppare le lacrime.

Addio ragazzi…

Pochi metri lontano dal gruppo in preghiera stavano Kiba a cavallo di Akamaru, al suo fianco Sofia e Shino e Shikamaru, dietro di loro Sakura. Li raggiunsero in silenzio mentre Shikamaru poggiava lento una mano sulla spalla del compagno che riapriva gli occhi bianchi per guardarlo sorpreso.
-Già vinto?- Neji lo guardò scettico voltandosi completamente per terminare la preghiera. Quello annuì annoiato per poi sbadigliare e fare un cenno con il capo agli altri. Che lo attorniarono curiosi.
-Allora…ci serve un piano per superare la fortezza…contando che abbiamo già alcuni uomini all’interno siamo avvantaggiati…comunque stavo pensando che abbiamo da fronteggiare un piccolo esercito armato e preparato quindi…- cominciò il ninja sbadigliando rumorosamente con la testa sempre rivolta al cielo. Sul volto di Kiba si aprì un ghigno divertito.
-…quindi dovremo creare un po’ di trambusto per facilitare la fuga a Naruto, giusto?- concluse divertito facendo appena una carezza sotto l’orecchio del suo cane. L’altro gli lanciò un’occhiataccia non abbassando la testa.
-Non si tratta di fare solo un po’ di casino…dovremo stare attenti a mettere prima in salvo la piccola secc…ehm la bambina per poi scatenare un putiferio per dare il tempo a Naruto di scappare con Hinata…- prese dal taschino una sigaretta rovinata e la girò piano tra le mani per poi poggiarla tra le labbra evitando contemporaneamente gli sguardi di rimprovero da parte delle tre ragazze per l’aggettivo affibbiato alla bambina.
-Non sarebbe meglio prima fare un po’ di baccano per poi approfittare del momento di confusione per lasciar scappare Sayuri e gli altri?- si affacciò Sofia con aria innocente, Shikamaru sospirò portando tre dita a stringere l’incavo tra gli occhi.
-Sarebbe fattibile ma durante il trambusto potrebbe essere colpita per sbaglio la piccola seccatura…quindi so di chiedere tanto ma ci vorrà tempismo e…vi spiego il piano…- sbuffò stancamente tirando fuori un rotolo bianco e srotolandolo in terra per poi scrivere sopra uno schema d’attacco.
-Kiba, Akamaru, Sakura, Tenten voi dovrete entrare dentro la struttura cercando di prendere tempo sulle truppe nemiche dopo il segnale…Shino, Sofia, Hisagi, Neji, voi verrete con me, posizioneremo alcune carte-bomba nell’edificio grazie al Byakugan di Neji- asserì mentre tutti i ragazzi intorno annuivano. Si rialzò riponendo il rotolo nel borsello e si girò verso ovest e partì senza dire una parola seguito dagli altri.

*Arte dell’acqua: tecnica dell’onda!

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Scusateeeeeeeeee il ritardo!!! Non ho più avuto tempo di aggiornare ed il capitolo era scritto da un bel po’ ç_ç
Comunque…la cacca la fa chiunque ù_ù no no vabbè scherzo XD
Chiunque abbia voglia di linciarmi è pregato di poggiare i bastoni in terra, le pietre, le pistole, i bazooka, i fucili a pallettoni, a canne mozze e chi più ne ha più ne metta XDD
Siamo arrivati alla quasi resa dei conti, vincitori? Perdenti? Altre morti inaspettate? Lo scopriremo nella prossima puntata! *_*
Ps: non mi uccidete per Gaara dispiace pure a me ç_ç

Grazie a tutti/e quelle che leggono e recensiscono e a quelli che leggono soltanto!!! Thank you e scusate se non ringrazio uno a uno ma sono troppo stanca…ç_ç (si la sana attività fisica è buona ma ti stanca XD)

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Nome: Kiku
Cognome: Adetokunbo
Anni: 25 anni
Capelli: Neri corti
Occhi: Color ghiaccio
Altezza: 1.67 m
Curiosità: è molto sicuro di se, violento e intelligente, scrupoloso ma che odia sporcarsi le mani, il suo nome significa “la corona venuta oltre mare”
Look: maglia nera aderente, pantaloni neri aderenti e una casacca sbracciata nera chiusa in vita con una cintura nera
Rango: mukenin grado S
Paese di appartenenza: Villaggio della Roccia, Paese della Terra

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Capitolo 21
*** Trappole! Gaara finito!!! O forse no? ***


Correvano per i corridoi tortuosi, Hinata in testa al gruppo, seguita da Naruto e da un’affaticata Kazaki. I corridoi sembravano tutti uguali, tutti troppo stretti, troppo umidi.
La donna mora dietro ai due ragazzi correva veloce dietro di loro affannata, andavano troppo veloce per lei. Si fermò ansante appoggiandosi al muro distrutta, Naruto si girò verso la donna scocciato perché costretto a fermarsi dalla corsa.
-Forza dobbiamo muoverci! Cosa stai facendo lì impalata?!- urlò quasi il biondo innervosito. La donna alzò gli occhi fulminandolo con lo sguardo.
-N-non anf ce la faccio anf più…- disse con fatica Kazaki tenendosi saldamente al muro.
-Dobbiamo andare e raggiungere Sayuri in fretta! Non abbiamo tempo per rimanere a riposare! A quest’ora potrebbero già aver scoperto che è scappata!- la rimproverò Naruto seriamente preoccupato una volta nella sua vita. La mora si morse un labbro sentendosi in colpa, aveva ragione ma lei davvero non ce la faceva più.
-N-non ce la anf faccio anf…- disse quasi esasperata aggrappandosi meglio al muro per reggersi in piedi a fatica.
-Non dire cavolate!!! Si può sapere cosa ci fai allora qui?! Per cosa combatti?!- urlò il biondo infuriato per la resa della donna. Hinata, che aveva seguito fino ad ora la scena in silenzio, si mise in mezzo ai due per calmarli.
-N-non abbiamo tempo ora di litigare…Kakaki-san, la prego di fare un’ultimo sforzo…- disse con voce insicura e intimidita la ragazza dagli occhi bianchi. Kazaki e Naruto si lanciarono uno sguardo, ora era tempo di mettere da parte i dissapori per salvare la bambina, fecero un cenno di assenso con il capo e si rimisero alla ricerca della piccola.
Hinata scrutava ogni minimo particolare di quel posto maledetto con i suoi occhi trasparenti per ricercare la piccola figura. L’aveva persa di vista durante il litigio tra i suoi due compagni.
No, così non andava, doveva concentrarsi di più, ogni figura che le scorreva davanti agli occhi non era lei. Lei, la sua bambina, era in pericolo, e lei non riusciva a vederla, non riusciva a trovarla, però…voltò un attimo lo sguardo sul fidanzato, il suo volto sicuro, lui credeva in lei, lei poteva riuscirci…doveva riuscirci.
Chiuse gli occhi per un momento e li riaprì. Oltre i muri, oltre le persone, oltre le porte chiuse, lei era lì.
Quella minuscola figura era rannicchiata a terra, singhiozzante, si teneva una caviglia dolente e respirava a fatica. Però…
Davanti a lei una figura si stagliava. Una figura scura, una figura malvagia…il capo.

Sayuri correva ormai non sapeva più da quanto. Troppo forse. Era stanca e le caviglie non la reggevano più in piedi.
Era arrivata in una stanza circolare, anzi, ottagonale se riusciva bene a contare le pareti anche con i suoi occhi offuscati dalle lacrime. Aveva salito con fatica le scale fino ad arrivare in corridoio superiore che percorreva l’intera stanza affacciandosi sulla stanza enorme illuminata solo da fiaccole poste sulla ringhiera del corridoio.
Ancora due scalini e avrebbe raggiunto un’enorme porta, pregando fosse l’uscita si aggrappò al corrimano facendo l’ultimo scalino.
Non ce la faceva davvero più a correre, le facevano male le gambe, i polsi che prima avevano rotto le catene, e le facevano male i piedi scalzi. Non era giusto, non era affatto giusto. Alcune lacrime le scesero lungo gli occhi mentre cadeva in ginocchio sul pianerottolo.
-No-non è giusto…non è affatto giusto…io sono solo una bambina…mamma…papà…vi prego venite a salvarmi…- singhiozzò con voce rotta asciugando freneticamente le lacrime. Le spalle le tremavano scosse dai singhiozzi, il vestito prima di un bel blu cielo ora era lacero e sporco. La pelle candida della bambina era macchiata a chiazze dal sangue delle ferite e dalle cadute nei corridoi.
Ora non era più un’arma, non era più pericolosa, lei era solo una bambina, una fragile bambina perseguitata dal suo sfortunato destino. Lei voleva il calore di una casa, lei voleva l’affetto di una famiglia, lei voleva solamente essere una bambina normale.
-Papà…mamma…venite a salvarmi…ve ne prego…papà…mamma…- si lamentava tra i singhiozzi. Fragile.
-Non verranno- disse una voce fredda comparsa d’improvviso davanti a lei. Alzò il capo e il volto di scatto guardando in faccia l’uomo che aveva parlato. Tremava da capo a piedi, aveva paura.
-N-no…loro verrano…loro verranno a salvarmi di sicuro…- Sayuri guardò terrorizzata il ghigno nascere sul viso dell’uomo. Kiku sorrideva con malvagità, infondo era facile spaventare una bambina. Incrociò le mani dietro la schiena e fece un passo verso la piccola, si rannicchiò affianco a lei alzandole il volto con due dita e avvicinandosi con il suo.
-Se verranno allora sarà la fine per loro…vuoi davvero che ti salvino o preferisci salvare tu loro? Sta a te la scelta…- sorrise divertito l’uomo. Guardò gli occhi azzurri della piccola riempirsi nuovamente di lacrime smarriti, lei doveva scegliere tra la sua vita o quella delle persone più care a lei.
-No…non puoi farlo…- mormorò piano con voce tremante la bambina. L’altro le accarezzò con una mano il viso candido e sorrise falsamente.
-Io non posso fare nulla…la scelta è tua…o te o i tuoi genitori…- disse divertito Kiku. La piccola abbassò la testa, persa.
-Lo…lo farò…dirò loro di andarsene…però ti prego…risparmiali…- singhiozzò sofferente mentre ancora lacrime le sgorgavano dagli occhi.
-Molto bene piccola…- sorrise sornione il capo scompigliandole piano i capelli. Si alzò e fece alcuni passi indietro raggiungendo la porta alle sue spalle e passando nell’altra stanza.
Sayuri rimase lì. Sola. Piangente. Spaurita. Però avrebbe fatto il possibile, almeno per salvare loro, quei genitori che le avevano regalato i momenti più belli della sua vita.

Gaara studiava i movimenti della donna al centro dell’arena improvvisata di battaglia. Lo aveva perso di vista, per il momento era salvo.
Non riusciva ad attivare il controllo sulla sua sabbia. In quel momento era con le spalle al muro, si sentiva in trappola.
-Tsk…- digrignò un momento i denti concentrandosi e formando alcuni sigilli. La sua ‘difesa assoluta’ in quel momento era inutilizzabile, però non era un problema per il grande Kazekage di Suna. O almeno questo pensava.
Lui non era tipo da peccare di superbia, ma conosceva affondo le sue capacità, sapeva analizzare ogni minimo particolare per poi utilizzarlo in battaglia.
-Dove sei?! Esci fuori maledetto insetto! Non potrai nasconderti per sempre!!- Nichiya urlava sriosa, saltando da un ramo all’altro della foresta e cercandolo. Le trecce sferzavano l’aria come fruste, i suoi occhi taglienti battevano ogni angolo del campo di guerra. Le mani lunghe e affusolate stringevano convulsamente la sua arma.
Gaara aggrottò appena la fronte alle imprecazioni della donna. Impastava le sue ultime scorte di chakra creando nuova sabbia da usare.
Non si sarebbe lasciato sconfiggere così facilmente.
La donna aveva raggiunto il limite di sopportazione. Ormai utilizzando il suo ombrello come spada abbatteva qualsiasi albero si trovasse di fronte a lei. Era cieca dalla rabbia.
Lui aveva insultato il suo amato.
Lui si era fatto beffe di lei con i suoi stupidi discorsi.
Questo non poteva tollerarlo.
Ogni minimo fruscio faceva voltare di scatto la donna, tesa per il combattimento. Gaara, osservandola, si accorse si questa caratteristica, poteva avere un vantaggio sfruttando il nervosismo della donna.
Raccolse il fiato racimolando tutti i kunai che aveva portato con se. Nove coltelli, una sola possibilità.
-Tu…tu morirai…tu ragazzino morirai…tu non dovevi offenderlo…tu non dovevi beffarti di me…tu…- Nichiya continuava a muoversi a scatti, ormai stanca, non riusciva a trovarlo, non era giusto.
Mentre cercava il giovane ripensava alle sue parole…
Alla fine forse ha ragione…forse davvero sto sbagliando…lui non mi ama…io lo amo, ma è così giusto rinunciare a vedere il suo lato malvagio per amore?
Però…però io lo amo…
Perché nessuno vede con i miei occhi, nessuno vede attraverso di me…
Nessuno ha mai visto la sua mano tesa di fronte ai suoi occhi…
Nessuno che aveva perso tutto ha mai visto il suo sorriso aprirsi sul volto…
Nessun emarginato è mai stato accolto con tanta dolcezza…
Per questo lo amo…perché quando ero sola, emarginata, senza più una casa, una famiglia, lui mi aveva accolto tra le sue calde braccia, mi aveva confortato, mi aveva reso più forte, mi aveva offerto la mia vendetta…
Perché alla fine, non importa quanto male abbia fatto…
Perché basta anche un suo solo sorriso gentile a cancellare tutte le sue botte, tutti i suoi insulti, perché io sono sicura che lui tiene a me…

Un rumore improvviso la fece girare di scatto. Un fruscio di movimento. Sorrise appena, si era finalmente tradito.
Corse verso il rumore sicura, era finalmente ora, era finalmente uscito allo scoperto.
Un altro fruscio dietro di lei…cosa? Com’era possibile?
Ritornò sui suoi passi e seguì altri fruscii. Seguiva la sua preda, come un felino con il topo.
Primo rumore. Davanti a te.
Secondo rumore. Alle tue spalle. Si muove veloce.
Terzo rumore. Al tuo fianco.
Quarto rumore. In alto. Cosa sta facendo?
Quinto rumore. Dietro di te! Dannazione dove diavolo è?!
Sesto rumore. Si sta dirigendo in una radura…ora capisci vero?
Settimo rumore. Sei al centro, guardati bene intorno, dov’è ora?
Ottavo rumore. Eccolo, finalmente la trappola è scattata.
Nono rumore. Un kunai si conficca nel suolo davanti a te. Sorridi sicura.
Nichiya strinse con una mano il suo ombrello nella mano sinistra. Occhi chiusi, orecchie tese, aveva capito…piano elaborato, molto efficiente doveva ammetterlo. Quel dannato ragazzino le stava dando filo da torcere.
Però, aveva un'unica pecca quel piano così elaborato. Non aveva tenuto conto delle qualità della donna, qualità feline.
La tensione sul campo di battaglia era palpabile, la donna immobile faceva scattare gli occhi da una parte all’altra della radura, pronta a subire un attacco improvviso.
Gaara d’altro canto, nascosto dietro le fronde di un albero, osservava la mora in mezzo al campo di battaglia pronto a coglierla in fallo. Ogni attimo, ogni respiro faceva solo crescere la tensione. Il momento si avvicinava, sapeva che non avrebbe resistito a lungo.
La donna chiuse gli occhi un momento, prendendo un respiro, Gaara formò veloce alcuni sigilli.
-È il momento…- sussurrò il rosso formando l’ultimo sigillo. Con uno scatto scese dal suo nascondiglio sul campo di battaglia.
-Sabaku taisou*- disse con voce gelida inondando l’arena di sabbia, la donna fece uno scatto verso il basso inginocchiandosi e aprendo l’ombrello sopra di sé. La sabbia copriva tutta l’area, scorrendo in fiumi sopra la donna. Gaara allungò un braccio verso la tomba della donna, la mano tesa verso di lei si chiuse con forza in un pugno serrato mentre la sabbia come ordinato dal padrone si stringeva compressa.
-Fine del combattimento- annunciò il rosso abbassando il braccio e riportandolo incrociato davanti al petto. Rilassato finalmente portò un piede indietro girandosi e dando le spalle alla tomba di sabbia.
Un rumore lo fece girare sorpreso di scatto. Ogni cosa sotto l’ondata di sabbia doveva essere distrutta. Tra le macerie si fece largo la donna, malconcia.
Poggiò un ginocchio sul terreno alzandosi, aveva le vesti maciullate, i capelli carichi di sabbia le ricadevano davanti al volto lasciando appena spazio ai suoi occhi furiosi. Nella mano sinistra stringeva ancora l’ombrello nero, ormai rotto, con solo l’impugnatura sana.
-Pensavi davvero di distruggermi così ragazzino? Non hai tenuto conto del fatto che io posso cospargere questo…- mostrò l’ombrello ridotto in brandelli al ninja –di chakra…e non hai tenuto conto del fatto che io avevo promesso la tua morte…e quella avverrà…- con uno scatto gli fu vicina in un istante puntando i resti della sua arma alla gola di quello, ormai indifeso, senza più chakra, senza più armi.
-È la tua fine…- gli sussurrò ad un orecchio soddisfatta pronta ad affondare l’acuminato bastone nella sua gola.
Gaara chiuse gli occhi, pronto alla fine, era stata un’ottima avversaria e aveva sbagliato a sottovalutarla. Trattenne il respiro in attesa del colpo finale che non arrivò.
Aprì gli occhi per vedere cosa faceva l’avversaria e la trovò con un’espressione incredula, immobile.
-Siamo arrivati giusto in tempo…uff…meno male…- sospirò uno shinobi da sopra un ramo. Dietro di lui altre otto persone. Gaara sorrise appena. Erano arrivati gli aiuti, si tolse dal raggio di attacco della donna mentre quella boccheggiava disperata.
Era arrivata così vicino, c’era quasi. Non glielo avrebbe mai perdonato Kiku. -No…no…no…NOOOOO!!!- urlò in ultimo e con uno sforzo immane sciolse la tecnica di Shikamaru afferrando meglio l’ombrello. Si girò verso il ragazzo dai capelli rossi ansimando, lo guardò un’ultima volta con le lacrime agli occhi.
-Dite…dite a quell’uomo di non odiarmi…che io l’ho amato fino alla fine…che ho combattuto per lui fino alla fine…a…ddio…- disse singhiozzando tra gli sguardi confusi dei ninja nemici. Rivolse l’arma verso se stessa colpendosi con violenza l’addome. Emise un mugolio sommesso piegandosi in avanti e cadendo in ginocchio. Gaara con uno scatto corse dalla donna trattenendola dalla caduta in avanti, la guardò incredulo, anche se il suo volto non faceva trasparire nessuna emozione. Le mani livide della donna stringevano convulsamente l’arma conficcata nel ventre, il sangue caldo le bagnava vesti e mani, sentiva pian piano la vita scivolarle via.
-Perché? Io non capisco il senso di questo gesto…- trattenne la donna tra le braccia mentre quella stanca si accasciava sul ragazzo. Tossì sangue colorando le vesti del rosso e girò il volto verso l’esterno, poggiando una guancia sulla sua spalla.
-Per…perché è giusto così…in questi anni ho servito Kiku-sama fedelmente…come sua combattente, come sua amante, come suo braccio destro…ora però…ho fallito…non sono stata abbastanza brava…- la vista le si era offuscata, troppe lacrime che ora scendevano lente dai suoi occhi.
-Non ha senso. Non riesco a capire- ripeté Gaara confuso, non capiva il senso di quel gesto improvviso, non riusciva a capire il dolore della donna.
-Non puoi capire…perché io lo amo…l’amore per lui è tutto per me…- ansimò la donna morente, non riusciva a respirare bene, si sentiva schiacciata da quelle confessioni. Un amore troppo grande per lei, un amore non ricambiato, un amore impossibile, un amore sfruttato, disdegnato. Un amore sbagliato.
-Quando mi raggiungerete…nell’aldilà…parlatemi di come ha reagito alla mia morte…parlatemi di come vi ha sconfitto…perché lui lo farà…lui è forte…lui…- gli occhi le si chiudevano mentre pronunciava quelle parole, le mani ormai cadaveriche come il suo volto lasciarono la presa sull’arma cadendo nel vuoto.
Gaara strinse quel corpo inerme tra le sue braccia non lasciando trasparire alcuna emozione. Quella donna ancora respirava a fatica, riversando dalle labbra tenui rivoli di sangue, il rosso guardava fisso davanti a sé, non capiva quella donna, non capiva il senso di tutto ciò che aveva fatto, non capiva quello che provava. Sentiva il corpo contrarsi negli spasmi di dolore, la posò in terra posizionandola su un fianco rannicchiata mentre quella ancora tremava scossa e tossiva sangue, con un’emozione che aveva imparato a riconoscere come pietà ma ancora confusa in lui incanalò un briciolo di chakra che ancora gli rimaneva in due dita premendole sul collo della donna e ponendo fine alle sue torture.
Si alzò in piedi barcollando per un attimo e voltandosi verso i suoi compagni.
-Gli altri sono dentro che cercano Sayuri…andate ad aiutarli- disse atono incrociando le braccia e guardandoli seri, Sakura fece un passo avanti tendendo un braccio per esaminare le sue condizioni ma scostò il suo braccio sedendosi sotto un albero a gambe incrociate.
-E tu Gaara-sama? Sei ferito?- si informò il ninja medico mentre Gaara scuoteva il capo lentamente stanco.
I ragazzi si guardarono sconcertati dalla scena a cui avevano appena assistito, diedero un ultimo sguardo al rosso che aveva chiuso gli occhi in meditazione a braccia e gambe incrociate. Kiba si strinse nelle spalle per poi parlare.
-Bhè, se è stanco lasciamolo riposare…però la piccola non si salva da sola…dobbiamo continuare!- affermò non molto convinto salendo sul dorso del suo cane mentre tutti gli altri asserivano ancora meno convinti partendo per le mura della roccaforte nemica.

*Funerale Imperiale del Deserto/Requiem del Deserto

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…chiedo venia…non ho scusanti davvero…sono pronta al massacro *l’autrice si mette in croce da sola per non aver avuto idee*
Comunque…ecco sfornato un nuovo capitolo!
Nuovi e inquietanti risvolti…pensavate che facessi ammazzare Gaara vero? Kuku

Chiunque possa e voglia è pregato di lasciare una recensione, fa crescere l’ego dell’autrice e invoglia a scrivere ù_ù
Per il resto ringrazio chiunque passi per leggere anche solamente *_* vi adoro!!! Un bacione bye bye a presto (spero) ^^

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Nome: Sayuri
Cognome: -Sconosciuto-
Anni: 8 anni
Capelli: Mori tendenti al blu
Occhi: Azzurro cielo
Altezza: 1.23 m
Curiosità: Bambina misteriosa con un passato doloroso, proveniente dal paese del fulmine e costretta a scappare dalla sua casa dopo l’omicidio dei suoi genitori e rifugiata da Kazaki, Hisagi e Sofia che l’hanno accolta come una figlia, ha un’abilità speciale particolare che le permette anche di “rubare” le abilità innate degli altri e di imparare tecniche molto difficili in un attimo
Look: Vestitino azzurro semplice lungo fino alle ginocchia
Rango: -Sconosciuto-
Paese di appartenenza: Villaggio della Nuvola, Paese del Fulmine

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Capitolo 22
*** Capitolo avviso ***


Fiction temporaneamente sospesa perchè in ricostruzione e restaurazione;
Mi scuso per l'interruzione, riprenderà ma non so quando.

Bye Bye

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