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La pioggia, ecco una cosa che ho sempre adorato, il suo
profumo, quello sprigionato dalla terra inumidita, il caos di macchine, la città
e le persone che di fretta si vanno a rifugiare dentro casa……bellissimo, l’ho
sempre trovato spettacolare ed è incredibile quanto questa possa influenzare sul
mio umore, quando piove, tutto ti passa accanto più veloce e il corpo si chiude
in un tepore piacevole e snervante……per non parlare poi, del sollievo dei giorni
successivi, quelli in cui finalmente dopo ore e ore di nubi, rivedi il primo
spiraglio di luce, con la certezza nel cuore, che da qualche parte per effetto
della pioggia è germogliato un nuovo fiore, quasi fosse dedicato a te…
E’ a questo che sto pensando, mentre fisso le goccioline
che sbattono sul finestrino, portando nell’auto un rumore attutito e ripetitivo,
che sovrasta il silenzio creatosi fra me e mia madre…un silenzio purtroppo
destinato a durare poco…
- Come è andata la scuola oggi?
Mi chiede ad un certo punto con tono freddo e falsamente
interessato…era in prima o in seconda elementare l’ultima volta che era andata a
parlare con una delle mie prof? Per quanto mi posso ricordare, nn è mai stata
capace di fare la madre…
- Come sempre Roberta, tutto bene!
Roberta, sì è quello il nome della donna con cui sto
parlando, chissà perché non mi è mai venuto l’istinto di chiamarla mamma, nn che
nn ci abbia provato, sia chiaro, ma nn ci sono mai riuscita e forse questo è uno
dei fattori che ha fatto incrinare da subito il nostro rapporto…
Dopo la mia risposta Roberta tace, sono bastate 5 parole
per farle capire che dopo 4 anni di silenzi fra noi, nn ho intenzione di
riprendere a parlare con lei proprio oggi…prendo il cellulare nella tasca del
giacchetto e faccio il numero di Lorenzo, mio padre…
- Gine, tesoro come stai?
Risponde lui dopo solo uno squillo, la sua voce è calda e
nel sentirla un sorriso mi stira le labbra…
- Papi…qui tutto normale e tu? Milena come sta? E Stella?
Mia madre sussulta a queste parole e per un momento mi
sento cattiva ad essere così cordiale con papà, quando con lei sono sempre
freddissima…vorrei abbracciarla e dirle che possiamo ricominciare tutto da capo,
ma poi ricordo che il motivo di tutto questo astio è stata la sua indifferenza
verso di me e mi dico che se ora soffre, sono solo affari suoi…
- Io e Milena stiamo benissimo, e la piccola è cresciuta
tanto così…a proposito le manchi un sacco sai?
Eccola la mia vera famiglia, quella composta da mio
padre, la sua simpaticissima compagna Milena, sempre pronta ad ascoltarti e
sempre presente nei bisogni e……Stella, la mia splendida sorellina di 3 anni,
dolcissima nella sua ingenuità e adorabile nella sua tenerezza…
- Anche lei mi manca tantissimo, dille che le voglio un
mondo di bene…!
- No, diglielo tu!!
Sento un rumore di passi e la cornetta viene passata alla
bambina.
- Ginny…come tai?
La sua vocettina, mi chiede come sto omettendo qualche
lettera, è una ragazzina e come la maggior parte dei i bambini intorno alla sua
età, è intimidita dal telefono…
- Stellina!!Io bene e tu?
Le chiedo io sperando che la mia voce la rilassi…
- Anche io to bene, ti saluta Piglo…
Pigro…il peluche che gli ho portato dal mio ultimo
viaggio! Lo abbiamo chiamato così, perché secondo lei ha la faccia sempre
assonnata…nn ha tutti i torti…
- Ah, mi raccomando gli canti sempre la nostra ninna
nanna, prima di andare a letto vero?
- Certo…!
Esclama la bambina come se trovasse scandaloso il fatto
che le avessi chiesto una cosa così ovvia…poi continua…
- Ginny, lo sai cosa c’è sciabato vero?
Già, sabato…chissà se…
- Mah, un uccellino mi ha detto che una certa Stella
Andrei, fa 4 anni…!!
La sento ridere di gusto prima di dirmi…
- Verrai vero alla mia fescta? Nn vedo l’ora di stare di
nuovo un po’ con te?
Arrossisco, neanch’io so perché…
- Farò in modo di esserci……Stella ti voglio bene!
Nn è una cosa che dico molto spesso…ho un carattere
chiuso e le volte che ho pronunciato queste parole, così dolci e delicate, così
profonde e naturali, si possono ben contare sulla punta delle dita…
- Anche io, tanto tanto e anche Piglo te ne vuole eppure
la mamma e il papino…
Questa frase, un po’ sconnessa e difficile da
comprendere, mi fa comunque commuovere, vorrei essere lì con loro, invece che a
chilometri di distanza in una cittadina lugubre e desolata come Dividell…lacrime
amare mi salgono agli occhi, così decido a malincuore di tagliare la
conversazione…
- Anche io ve ne voglio…
…sospiro…
- Hem, Stella, ora devo andare, ci sentiamo ok?
Ogni volta che alla fine di una telefonata con loro, mi
ritrovo a dire questa frase, la mia voce si inclina verso il pianto…
- Va benne, allora ti scialuto la mami e il papi?
- Sì, tesoro…ciao………
TU TU TU TU…
Ha attaccato, mentre leggere lacrime mi sgorgano dagli
occhi, ho imparato a piangere silenziosamente, un’arte molto utile, soprattutto
se ti può aiutare ad evitare lo sguardo accusatorio di una madre che nn senti
come tale……guardandomi intorno il mondo sembra piangere con me, quasi intenerito
da questa mia solitudine interiore e scendendo dall’auto, la pioggia porta via
con se la mia tristezza in un torrente di sentimenti, che sfocia nel mare della
follia…
-fine cap.1-
Allora com’è?? Vi prego scrivetemi che ne pensate, anche
commenti negativi, nn vi fate troppi problemi, tanto se ci dovesse essere un
coro di rec. negative la toglierò, come ho fatto con la precedente…tanto io nn
demordo!! Riuscirò a farvene piacere almeno una! 0\
Saliamo le scale, vicine, l’una accanto all’altra eppure
così distanti, l’odore di muffa mi invade le narici e la mia mente torna a
vagare al bellissimo appartamento di papà, storco il naso salendo le scale
consunte, che avrebbero da tempo bisogno di una pulita, che nessuno si ostina a
dargli……
La chiave scatta nella
serratura ed entrambe entriamo nel minuscolo appartamento, affittato pochi mesi
fa…minuscolo forse è un eufemismo, visto che ci sono solo 4 stanze, due buchi
che dovrebbero essere due camere da letto, un saletta più grande che funge da
cucina e soggiorno e una sorta di bagno, che è più uno sgabuzzino, attrezzato
per sembrare un qualcosa di molto simile ad una toilette…mi dirigo verso la mia
camera, l’unico locale vivibile di tutta la casa e mi chiudo la porta alle
spalle prima di sentire Roberta dire…
- Ginevra, hai intenzione
di pranzare?
E’ l’unica a chiamarmi con
il mio nome per esteso e questo è solo un altro particolare che ci ha
allontanate sempre di più…
- No…
Le grido dalla camera, poi
nel cassetto cerco il mio Walkman, lo accendo e la musica di Eminem a tutto
volume, mi fora quel che resta dei miei timpani……Quand’è che ho iniziato ad
ascoltare musica rap? Nn ricordo più neanche io di quanto tempo fa si stia
parlando, fatto sta che nn ho più smesso, forse perché è l’unica musica che mi
rappresenta pienamente…sospiro ‘in fin dei conti, manca poco alla festa di
Stella……posso ancora resistere’, mi addormento con queste conclusioni nella
testa e la speranza che questo giorno arrivi presto…
Quando mi sveglio, la
musica è già finita da un pezzo e tempo di ricollegare almeno una parte delle
mie funzioni celebrali, mi ricordo di un impegno molto importante…
-Cazzo!
Mi tolgo le cuffiette
dalle orecchie e cerco disperatamente l’orologio…ho perso la cognizione del
tempo ed ho paura di fare tardi agli allenamenti…
Lo trovo solo molto dopo,
sotto una pila di vestiti stirati…le 15.10…posso ancora farcela, indosso la
divisa, mi lego i capelli in una coda alta e mi fiondo fuori dalla stanza
urlando…
- Robertaaa, gli
allenamenti, mi devi portare a calcio…
Nn mi risponde, sbuffo
indispettita, quando la cerchi nn c’è mai e quando vuoi un attimo di pace o
d’intimità, ti sta sempre addosso…ma guarda te come è strana la vita, pare quasi
che si diverte a prenderci in giro…
La porta della sua camera
è socchiusa e la sento parlare animatamente e in questo caso le cose sono tre: o
io ho le traveggole o lei è impazzita completamente e parla da sola (o col suo
IO interiore…come preferite!) oppure è al telefono con qualcuno…
Per amor proprio, decido
di eliminare la prima opzione e sorrido nel pensare alla seconda, ho sempre
sospettato che nn ci stesse tutta con la testa……alla fine opto per l’ultima,
quella più reale…
Mi accosto alla porta e mi
metto in ascolto di un discorso preso a metà……vedo dallo spiraglio della porta,
mia madre parlare con la persona all’altro capo del telefono e fissarsi le mani
poggiate sulle gambe, le strofina, le tortura, segno che è agitata…nn riesco a
capire chi sia, per metterla così in difficoltà, poi, 4 semplici lettere mi
lasciano lì impalata a fissare il vuoto…
- Lori…
Lori……mio padre…???
- Lori, no nn mi
interrompere, nn si può fare, già nn ce la faccio con una, figurati addossarmene
un’altra…
mio padre gli deve aver
detto qualcosa, perché Roberta si interrompe e annuisce…
- Sì lo so…a me anche
farebbe piacere, ma lo sai nn ce la faccio…no…tesoro, nn mi pare il caso…sì, ho
capito…
TESORO!?!?!? Mi devo
essere persa qualche capitolo, io ero rimasta che nn si sentivano più e nn
avevano più contatti di nessun tipo…
Immersa nei miei pensieri,
nn mi sono accorta che mia madre ha attaccato, la vedo alzarsi dal letto…mi
dirigo allora vero la mia camera e faccio finta di sistemarmi i capelli davanti
allo specchio, dopo poco, Roberta fa capoccella nella mia stanza e mi dice…
- Andiamo?
Ha un tono stanco, come se
aver parlato al telefono l’avesse stressata…
Usciamo di casa e una
volta in macchina, un dubbio inizia a logorarmi la mente…nn so se sia il caso di
chiederle una cosa del genere, perché equivarrebbe ad ammettere di aver spiato
la sua conversazione con papà…’Oh al diavolo tutto!’
- Che voleva papà?
Nn si volta nemmeno a
guardarmi…ormai, nn si stupisce più di niente…
- Hai origliato?
Alzo gli occhi al cielo,
qualche volta mi chiedo perché se ne esca con domande del genere…
- No, l’ho letta sulla
palla di vetro che segretamente Sharon mi ha regalato per il compleanno, ero
quasi arrivata alla spiegazione del perché della telefonata, quando le batteria
si sono scaricate, ormai neanche la preveggenza è più quella di una volta…
Dico questo con voce
appositamente preoccupata, poi la guardo con un’espressione accigliata…
- Certo che ho origliato…
Roberta sospira molto
teatralmente…
- Nn sono cose che ti
riguardano…
Me l’aspettavo, ormai ogni
sua risposta per me è banale, nn mi ci arrabbio neanche più…
- Sì forse quello che vi
siete detti nn mi riguarda, però almeno posso sapere da quant’è che vi
risentite…?
Questo me lo concederà, lo
so per certo…
- Da poco Ginevra, un paio
di mesi…
Poco?? Un paio di mesi è
poco?? E’ ovvio che quantifichiamo le cose in modo diverso…
- E quando avevate
intenzione di dirmelo di grazia…
Mi sto irritando e a
giudicare dalla risposta anche lei si sta alterando, nn ne può più di essere
interrogata, come fosse una bambina…
- Ma che ne so…!!
Ok, discorso chiuso…
Rimaniamo in silenzio, poi
nn resisto, c’è ancora una domanda che mi preme…
- Un ritorno di fiamma?
Tempo di assimilare la
domanda, che mia madre sterza e si volta a guardarmi con gli occhi sgranati…
- Ma di chi? Cosa? Con tuo
padre?
È arrossita, è
incredibile, nn ricordo di averla mai vista con le gote infiammate!!!!
- No, con il lattaio,
sotto casa…
Rispondo io ironica…ho
ancora paura della risposta che mia madre mi potrebbe dare, roba del tipo ‘io e
tuo padre ci amiamo ancora!’, oppure ‘sono cose che succedono, lasciarci è stato
un errore…’……nn reggerei ad una risposta del genere, è uno dei miei incubi più
ricorrenti, mia madre e mio padre di nuovo insieme……nooo! Nn potrei
sopportarlo…di nuovo litigate, scontri…no no no, nn se ne parla…
- Ma smettila, Ginevra!!
Ma cosa dici? Mai!
Mi sfugge un sospiro di
sollievo…salva…
- Anche perché la piccola
Stella e Milena, dove le mettevamo?
‘giusto, nn ci avevo
pensato, egoista come sempre, mi ero completamente scordata di loro! ’ penso
amaramente, gran brutto difetto il mio…
- Vero…
Scoppiamo a ridere quasi
in contemporanea… ‘Ma cosa sto facendo…??’
Per la seconda volta, fra
noi due cala un lugubre silenzio, che ci ricorda il nostro rapporto, spento ed
ormai offuscato che, solo l’avvento di un angelo, potrebbe far rinascere…… ‘Gli
angeli esistono?’ mi chiedo io un po’ sconsolata……’potrebbero darmi la madre che
nn ho mai avuto?’
Mi sto rattristando, così
accendo la radio nella speranza che la musica copra l’imbarazzo che aleggia in
auto……dopo un po’ Roberta inchioda davanti al campetto, io scendo e mi dirigo
di corsa verso Michele, che mi fa segno di muovermi…
-fine cap.2-
Grazie a tutti quelli che
lo hanno letto e plz recensioni!!!
- Gine, sono le 15.30 e nn
abbiamo ancora iniziato per colpa tua!
Mi sgrida subito Michele,
il mio allenatore…è sempre fiscalissimo sulla puntualità, vocabolo nn presente
nel mio dizionario…che ci posso fare io se sono sempre come minimo 5 min. in
ritardo?
- Ora vatti a cambiare,
nello spogliatoio ci sono le tue compagne che ti stanno aspettando…su!
Mi da un’odiosa
spintarella e io mi dirigo di corsa nel ‘BLU PROFONDO’, sì perché è questo il
nome che la mia squadra ha dato allo spogliatoio, in cui ogni cosa è
rigorosamente di colore blu, dagli attaccapanni alla porta celestina…
Appena entrata Sharon mi
salta al collo…
- Gine, meno male che sei
arrivata!! Lo sai con chi giochiamo oggi?
Eccola la mia migliore amica Sharon, una bella ragazzetta
un pochino complessata, dall’aspetto tipicamente Mediterraneo…le sorrido prima
di dirle…
- No Shari, con chi ci alleniamo?
Ho qualche sospetto, però voglio illudermi che nn sia
così altrimenti dovrò subirmi le polemiche e i sospiri malinconici e sdolcinati
di tutta la squadra…
- Con la squadra di Giorgio!!
Mi dice con occhi che brillano Sharon…
- e di Paolo!
Aggiunge Lorena…
- c’è anche Massimiliano!
Precisa Laura e dopo quest’ultima frase, la squadra si
scatena…ognuna vuole sottolineare la presenza del ragazzo che le interessa…
‘ecco appunto!’ penso rassegnata, mettendomi i calzoncini, possibile, che sono
l’unica che nn sbava dietro a nessuno di loro…certo è innegabile, alcuni sono
proprio carini, però da qui a dire che sono statue greche, c’è un abisso…!
Dopo parecchio usciamo dallo spogliatoio, tutte in
divisa, con l’aria delle fuori classe, che ci calza a pennello…fortunatamente ha
smesso di piovere e prima di entrare in campo, Sharon mi dice…
- Come farò a marcare Giorgio…l’istinto è quello di
fargli fare quello che vuole…!
Lei e i suoi problemi…!Qualche volta mi chiedo, come una
razionale e cinica come me, possa trovare amicizia in un’inguaribile romantica
come lei…poi riflettendoci bene, noto che l’una serve all’altra per compensare,
con i propri pregi e i propri difetti, due caratteri che insieme sono
perfetti……ci penso un po’ su, poi dico maliziosa…
- Tutto quello che vuole, eh?
Sharon arrossisce vistosamente e dice infervorata…
- Ma che dici? Nn sei certo d’aiuto così!
Poi scoppia a ridere, mi da un buffetto sulla spalla e
inizia a correre verso il campo…prima che sia troppo lontana per sentirmi le
grido…
- E ricorda, che è solo un’amichevole……può anche
succedere che una o due volte tu nn riesca a marcarlo come si deve!!
Le faccio l’occhiolino e lei mi sorride in segno che ha
capito, poi in quanto capitano della squadra, va a stringere la mano
all’arbitro… la osservo da lontano, sono sicura, che alla fine marcherà Giorgio,
come e più degli altri… mette un’incredibile passione nello sport e nn manca
mai di agonismo, nn si lascerà coinvolgere dai suoi sentimenti… perché quando
sei in campo, nn conta più chi sei, cosa fai, i tuoi problemi, ci se solo tu, il
pallone e quella stramaledettissima porta…mi accosto a lei e aspettiamo il
fischio d’inizio…
La partita si conclude 2 a 2 e come previsto, Sharon ha
giocato superbamente…
- Già, è stata bravissima, nn ha sbagliato un colpo…
mi dice Lorena, il portiere della squadra…una ragazza
caruccia, dallo sguardo orientale e i modi gentili…
- Anche tu sei stata grande…ti ho trovato in forma…
‘a differenza di me…!’, penso io, che ultimamente, sono a
dir poco fuori fase…sul suo volto, leggo riflesso il mio pensiero, troppo
pesante per essere detto, ma anche troppo palese per essere taciuto…così
sospirando le dico…
- Puoi anche dirlo se vuoi…nn ti pisterò di botte!
Abbozzo un sorriso per convincerla e lei nn se lo fa
ripetere due volte…
- Gine, ma che ti è successo, nn ti impegni quasi più,
eri fondamentale nella squadra…siamo tutte preoccupate per te…
dice questo tutto di un fiato e con voce lamentosa, mi
verrebbe istintivamente voglia di prenderla a schiaffi e di dirle di
riprendersi, di fregarsene di me, di smetterla di piagnucolare per una ragazza
che conosce talmente poco…!!Ma ha ragione, questa situazione a casa, mi sta
distruggendo ed ho i nervi a fior di pelle, cosa che in uno sport come il
calcio, di certo nn aiuta…così abbandono la mia idea e abbracciandola le dico
all’orecchio…
- Sì lo so, ma passerà, nn ti preoccupare…
molti si sentirebbero finti facendo una cosa totalmente
opposta a quella che si è pensata, ma io, amante della quiete, evito spesso di
seguire l’istinto, che sicuramente mi porterebbe ad isolarmi e ad agire
negativamente…
comunque sia, lei ricambia il mio abbraccio e si avvia
insieme a me dentro il ‘PB’ (Profondo Blu, abbreviato ndJ)… una volta nei pressi
dello spogliatoio, è abbastanza evidente ad entrambe, che dentro stanno
avvenendo dei festeggiamenti, così ci guardiamo perplesse prima di entrare…
La prima ad avvicinarsi è come al solito Sharon, che con
un sorriso a 360 denti mi urla…
- Nn ci crederai mai, ma Laura si è dichiarata a
Massimiliano…
E’ vero, nn ci avrei mai creduto, se di fronte a me nn
avessi una Laura, che arrossisce vistosamente annuendo…
- Davvero! Ma allora bisogna festeggiare!
Dico convinta e sinceramente felice per lei, sono anni
che gli piace, era ora che si buttasse! Rimango però a bocca aperta, nel
constatare, che tutta la squadra sta ridendo alla mia frase…evidentemente, nn
sono la prima ad avere avuto quest’illuminazione…
- Ma che idea brillante…
dice Sharon ironica, fra una risata ed un’altra…le faccio
la linguaccia e poi ammetto…
- Ok, nn era proprio un’idea originale, però nn c’è
bisogno di sottolineare sempre i miei errori…
Poi, fingendo una faccia offesa, mi giro dall’altra parte
e le do le spalle…lei mi abbraccia da dietro e con un sonoro bacio sulla guancia
mi fa…
- Scusa…
con quella vocetta dolce e da bambina, che mi fa pensare
tanto a Stella…
- Allora, che facciamo?
Ho una voglia matta di uscire con le mie amiche e di
passare un po’ di tempo assieme…e a quanto pare nn sono l’unica…
- Andiamo in pizzeria e poi ci facciamo un giro per la
città…che ne dite?
Butta lì Sharon…la sua proposta viene subito accettata,
in 5 mn. lo spogliatoio si svuota e ognuna delle ragazze, scappa a casa per
avvertire i suoi e darsi una sistemata…sono l’ultima ad andarmene, forse perché
nn ho la minima voglia di rivedere mia madre…poco prima di uscire, Michele mi
blocca e mi dice serio…
- Ti rubo solo un secondo…senti, sarò franco, in campo
stai facendo una schifo…
ma che tatto il ragazzo, un elefante, sarebbe stato più
gentile…
-……e ho paura che ti stia giocando il posto da titolare…
ovviamente ci ero arrivata anche da sola, ma lui, si
sente sempre in dovere di ricordarmi il suo ruolo e la sua superiorità, nei
confronti di tutte noi…annuisco, sperando che questo gli faccia capire, che per
quanto mi riguarda, il discorso è chiuso…me ne vado, pensando che se nn fosse
per sta sera, questa sarebbe proprio una giornata di merda, sono sporca di fango
dalla testa ai piedi, sono stanchissima e tutto voglio, tranne rientrare in
quella topaia, che ho imparato a chiamare casa…fortuna che c’è Gabriele, mi
ritrovo a sorridere, ripetendo mentalmente più volte il suo nome…mi riprendo
dicendomi ‘Gi, ma che discorsi fai? Sei proprio fuori di testa!’ e iniziando a
correre, lascio che l’aria mi pizzichi la faccia e mi riempia le narici
dell’odore acre dei fiori ancora bagnati…
Una volta a casa, mi faccio immediatamente la doccia e mi
butto in camera, nn ascoltando minimamente le lamentela di mia madre, che mi
sbraita contro cose del tipo…
- Sta sera dobbiamo parlare, tu nn esci!
- Nn ti lascerò tornare anche questa mattina alle 2…!
Ma perché deve sempre rompere così tanto…alla fine io
esco lo stesso lo sa, allora perché sprecare il fiato in questo modo…
Ancora in accappatoio, esco sul piccolo terrazzino della
mia camera e sorrido vedendo Gabriele di fronte a me…
- Ciao!
Lui si toglie la sigaretta dalla bocca e fa uscire uno
sbuffo di fumo…
Ogni volta che lo rivedo, nn mi capacito della sua
bellezza…cioè, anche da ragazzino nn era male, però in pochi anni è fiorito in
una maniera indescrivibile…
Da quant’è che lo conosco?!? Boh, a me pare da sempre,
eravamo compagni di classe alle elementari e alle medie e siamo sempre stati
molto amici, passavo metà dei pomeriggi a casa sua e lui, metà dei suoi a casa
mia, inseparabili…
Gabriele, che è sempre
stato un ragazzo vivace e ribelle, da quando mi aveva conosciuto, si era calmato
ed era diventato, più educato e civile…e io? Già, io lo avevo aiutato e lui
aveva ricambiato il favore insegnandomi a socializzare ed a credere in me e nei
miei sogni!
Alle superiori abbiamo
scelto due strade diverse e ora dopo due lunghi anni, ci siamo trovati vicini di
casa…il destino qualche volta arbitra le partite delle nostre vite in modo
strano, prima divide e poi riunisce, prima distrugge e poi ricostruisce, ma che
senso ha tutto questo?? So di nn essere l’unica ad essersi posta queste domande,
ma nn sarebbe più semplice se lasciasse filare tutto liscio come l’olio, senza
dolori e sofferenze…?Una volta esposi questo mio pensiero a mio zio che mi disse
una cosa che nn scorderò mai…
- I dolori e le
sofferenze, sono momenti fondamentali nella vita di ognuno di noi, perché ci
aiutano a distinguerli da quelli felici che altrimenti risulterebbero tutti
uguali e perderebbero importanza, diventando abitudine…
Ora guardandolo,
appoggiato alla ringhiera del balcone della sua camera, capisco pienamente il
significato di quella frase e mi ritrovo a sorridere fra me…
probabilmente devo avere
un’espressione terrificante sul mio volto, perché Gabriele mi guarda per un
attimo perplesso per poi dire…
- A cosa stai pensando?
Ormai mi conosce talmente
bene, che questa diventa una domanda retorica…‘a te…’
- Ma no a niente!!
Dico semplicemente io…mi
guarda scettico…poi ironico mi dice…
- Sì come no!
Probabilmente a qualche problema esistenziale, la cui soluzione, è ancora un
mistero, roba tipo ‘essere o nn essere’!
‘Centrata in pieno…!’, gli
sorrido e con tono sarcastico ribatto…
- No, mio caro, stavo
pensando da che angolazione, ti dovrei tirare un coltello, per prenderti in
piena fronte…
sorride scuotendo la
testa…
- Fredda, pungente e
determinata ad avere sempre l’ultima vero?
La nostra amicizia è
sempre stata piena di queste botta e risposta…
- Sempre…
Ripeto convinta…i nostri
balconi, sono a neanche ad una metrata di distanza fra loro…questo perché i
nostri due palazzi, si affacciano su una stradina stretta e poco trafficata…e
così, appena possiamo, ci facciamo lunghe chiacchierate, l’uno di fronte
all’altra…
Dopo un po’ torna serio e
mi chiede…
- Dove vai questa sera…?
‘o cazzo, questa
sera!!’…mi fiondo in camera senza dire una parola e sto per togliermi
l’accappatoio, quando mi ricordo improvvisamente di Gabri…mi volto verso la
finestra e lui è ancora lì, affacciato al bancone, con lo sguardo fisso su di me
e un mezzo sorriso, che è tutto un programma…mi avvicino al vetro, prendo la
tenda in mano e con uno strattone, fermo e deciso, copro la finestra…
Vedo la sagoma della sua
figura, buttare la cicca della sigaretta, allontanarsi e rientrare in stanza…
Mi sto dando le ultime
ritoccatine, quando sento il rumore di un motorino in lontananza, avvicinarsi e
fermarsi in prossimità del marciapiede…guardo l’orologio, le 19.05… ‘Sharon?!?’…mi
affaccio convinta di vedere la faccia allegra della mia amica, che sul suo
Scarabeo blu, mi fa segno di scendere……invece, vedo una ragazza , che accanto al
suo ciclomotore, tiene lo sguardo fisso sul portone dell’altro palazzo
nell’evidente attesa di qualcuno…ma chi?
Tempo che il mio cervello
si metta alla ricerca di numerose soluzioni all’enigma, che una figura esce dal
palazzo e saluta la ragazza baciandola lievemente sulle labbra…la stessa figura
appena un secondo dopo, alza la faccia vero il mio balcone, incrociando il mio
sguardo interrogativo al quale risponde con un sorriso!
Rimango pietrificata da
quell’espressione , che mi è fin troppo familiare, così saluto e rientro in
camera sbattendo quasi la finestra…
…Gabriele, fidanzato?…
- Beh, in fin dei conti nn
c’è da stupirsi se anche lui ha una ragazza…nn ha fatto mica voto di castità…!
Mi dice Sharon invitandomi
a riflettere…nn conosce Gabriele, però gliene ho parlato talmente tanto che è
come se per lei fosse un amico di vecchia data…!
Appena mi è venuta a
prendere, le ho raccontato quello che ho visto ed ora appoggiata sul suo
motorino, la malinconia prende il sopravvento dentro me…
Sharon se ne accorge e sa
per esperienza, che quando il morale mi arriva sottoterra, poche cose mi tirano
su e una di queste è…
Volgendo lo sguardo verso
il basso nn può credere ai suoi occhi, le sue preghiere sono state ascoltate
allora !!Piccole macchie più scure, dalla forma tondeggiante, stanno macchiando
l’asfalto… ‘proprio quello che ci vuole per Gine, un po’ di pioggia!’, si volta
allora a guardarmi, mentre con la faccia verso il cielo, lascio che le gocce mi
bagnino il viso e le mie labbra le assaporino in un emozione che mi obbliga a
sorridere, scordando per un attimo Gabri…PIOGGIA…mi abbandono ancora un po’ a
queste sensazioni, quando sento Sharon esclamare…
- Ma porca miseria, siamo
in motorino ci zupperemo…!
Mi guarda sconvolta,
cercando solidarietà nel mio sguardo, che però è un misto di giubilo e
allegria…scuote la testa e dice…
- Parlare con una pianta,
mi darebbe lo stesso effetto…
- Ma dai, diamoci una
mossa, se ti vuoi solo bagnare, anziché fradiciarti, allora è il caso di
partire…
Mi metto il casco e
imitata da lei, saliamo sul motorino e partiamo alla volta del ‘Raduno’, locale
abbastanza IN, frequentato da drogati e fuori di testa…ovviamente noi rientriamo
nel secondo gruppo, quelli a cui piace ballare e fare casino, ma sempre in pieno
possesso delle proprie facoltà mentali (quando ci sono!!)…
Dopo un buon quarto d’ora,
ci troviamo sotto all’insegna del locale, parcheggiamo e sotto una pioggia
incessante, entriamo nel locale…
- Ragazze, ma quanto ci
avete messo?!?!
Ci chiede Laura correndoci
in contro in compagnia di Lorena…
- Oddio, ma siete zuppe!
Esclama quest’ultima
scandalizzata…alzo impercettibilmente gli occhi al cielo prima di dire…
- No Lo, ci siamo buttate
nel Pirti, per avere questo look molto fashion, ti piace è l’ultima moda sai?
Loredana ci guarda di
sbieco per poi dire…
- Mi stai prendendo in
giro…??
Scoppiamo tutte e tre a
ridere…
- Ah ok, perché buttarsi
nel Pirti, nn può che nuocere al tuo stile, hai la minima idea di quante fogne
sfocino in quel laghetto…!!
Ci dice colta lei prima di
dirigersi al tavolo dove si trovano le altre…io mi volto a guardare Laura e
Sharon, che pietrificate, stanno ancora assimilando la risposta di Lorena…poi
incerta chiedo…
- Ma stava scherzando
vero?
Le due ragazze si guardano
ed in coro dicono…
- Hem, temo di no!!
Inarco il sopracciglio…
- Ahh…
Evitando di fare altri
commenti sulla frase di Lorena, ci avviamo tutte insieme al tavolo di amiche,
dove ci sediamo e prendiamo una birra…
- A proposito, mentre
scendevi le scale, tua madre ti gridava nn so che cosa riguardo al parlare
questa sera, ci sono problemi?
Mi chiede Sharon a metà di
un discorso sui problemi familiari…
- Ma che ne so, lo sai che
nn vuole che esco di sera, però oggi faceva più storie, diceva che se nn
parlavamo avrei avuto parecchie sorprese, mah, nn sa più che inventarsi…
Bevo l’ultimo sorso dal
boccale di birra e poi propongo…
- Allora ci buttiamo in
pista…
Mi alzo e seguita dalle
mie amiche mi avvicino alla consol, dove intraprendo un ballo sfrenato…
Alle due siamo fuori dal
locale e da qui Sharon, disponibile come sempre, mi riaccompagna a casa…per mia
grande gioia piove ancora e ci fermiamo a chiacchierare un attimo sotto il
portone…
- Bella serata…glielo hai
chiesto il numero vero?
Mi chiede Sharon facendomi
l’occhiolino…
- Di chi stai parlando?
Nn capisco…
- Sì sì, sto parlando del
biondino che ti stava sempre addosso…
Ma sta parlando veramente
di Marco?!?!?
- Sharon, quello era
Marco, veniva alle medie con me, siamo stati fidanzati ed è venuto anche a
qualche partita…nn ti ricordi? Comunque sia nn è importante…
Sharon pare riflettere,
poi sospirando dice…
- Ci speravo davvero…! E’
ora che ti trovi qualcuno anche tu no?
Nn aspetta neanche la mia
risposta che mi da un bacio sulla guancia…
- Senti io devo andare…ci
sentiamo domani vero?
L’abbraccio e dico…
- Ovviamente!
Aspetto che scompaia
dietro l’angolo prima di risalire in casa…prendo le chiavi dalla pancia della
tartaruga di terracotta che teniamo davanti alla porta e con uno scatto secco
nella serratura, la apro…
Appena entrata mi trovo di
fronte mia madre, che mi dice con voce grave, ma pacata…
- Dobbiamo parlare, ora!
Sbuffo rassegnata e poso
la borsa per terra, quando accanto all’entrata noto un set completo di valige…
- Ma cosa…?
Le chiedo indicandole le
borse da viaggio… ‘Che abbia intenzione di partire?’…
Nn risponde alla mia domanda e mi obbliga a sedermi sul
divano…nn capisco il suo comportamento, così a voce alta le dico…
-Mi spieghi
cosa cazzo sono, quelle valige laggiù…!
Mia madre mi mette una
mano sulla bocca e poi portandosi un dito alle labbra…
-Shhh, ma sei
impazzita, se nn te ne sei accorta è tardi…e poi lo sai che nn voglio sentirti
usare questi termini…
Con sguardo di fuoco,
sussurro, fredda e tagliente…
-Allora
spiegami…!!
Roberta fa un sospiro
molto profondo e poi attacca dicendo…
-E’ successo,
che…nn so se ricordi la nonna Laide, quella che aveva quel podere, giù vicino al
Pirti, sì, quello con tutte quelle rose…
Ecco che divulga, ma
perché per spiegare una cosa semplice come questa, deve partire da Adamo ed
Eva…sbotto e poi furiosa dico…
-Arriva al
punto…!!!!
Nn so perché me la prendo
tanto, è come se avessi paura di…perderla?
-Ginevra…ti
ho detto di nn urlare…
Peccato che ora lo sta
facendo anche lei…sto per ribattere qualcosa di pungente, quando sento una
vocina dire…
-Ginny,
Roberta, perché sctrillate?
Mi volto verso la fonte da
cui è fuoriuscita questa domanda e mi ritrovo davanti una Stella assonnata e un
tantino sciupata, con indosso un delicato pigiamino dalle tonalità rosate e con
in braccio Pigro…Sgrano gli occhi in direzione di mia madre, che fa spallucce…ma
allora sono sue le valige?
Mi dirigo verso la bambina
e mi abbasso per poterla guardare negli occhi, sono così contenta di vederla che
mi viene quasi voglia di piangere, lei mi sorride e porgendomi le braccia mi
dice…
-Ciao
sciorellona…!
La stringo forte e decido
di rimandare le spiegazioni a domani mattina, poi la prendo in braccio e la
porto in camera mia…
-Allora
Stellina, dove dormiamo questa sera…??
Le chiedo una volta
entrate…lei si guarda intorno e dopo un po’ indicando il mio letto ad una
piazza, esclama…
-Lì…con te!
Rimango un po’ perplessa,
in due in un letto così piccolo è un suicidio…oh, ma che importa, tanto domani è
domenica…l’adagio sulle lenzuola e mentre lei si infila dentro le coperte, io
indosso il pigiama…guardando fuori dalla finestra mi accorgo di una luce accesa,
proprio in camera di Gabriele… ‘Che ci fa anche lui sveglio a quest’ora di
notte?’ rimugino un attimo, ma vengo riportata alla realtà da Stella…
-Ginny, io e
Piglo ti stiamo aspettando…!
Mi costringo a nn pensarci
e mi metto sotto le coperte con lei…Stella mi abbraccia e si accoccola sul mio
petto, è così bella, un gioiello e per farla addormentare, le accarezzo la
capigliatura bionda…eccolo…l’angelo!
Sospiro nel guardarla, è
in una brutta situazione, evidentemente papà è partito per qualche conferenza e
Milena lo ha seguito, lasciando ‘sola’ Stella ad una settimana dal suo
compleanno…si deve sentire abbandonata o almeno, questo è quello che ho provato
io, quando una volta mi era successa la stessa cosa…conoscendo l’entità dei
viaggi di papà, è probabile che starà via nn meno di un mese…sospiro di nuovo,
almeno se proprio voglio trovare del positivo in tutta questa storia, avremo
l’opportunità di passare un po’ di tempo insieme…
Mi addormento con questi
pensieri nella testa e passo una nottata agitata per via dei dolorosi ricordi di
bambina, che sotto forma di sogni, mi ritornano in mente…
-Roberta,
papà, dove siete…?
Mia nonna, che mi prende
in braccio e io che tento di divincolarmi…
-Tesoro nn
piangere, la mamma e il papà tornano presto…nn ti preoccupare…
Io che nn ci credo e
disperata, con gli occhi gonfi strillo…
-Nn è
veroooo…
-Nn è veroooo…
Mi sveglio improvvisamente, sono tutta sudata e
guardandomi intorno, riconosco la mia camera e la mia scrivania…Stella è ancora
accoccolata sopra di me e dorme profondamente, il mio grido nn l’ha svegliata,
anzi…faccio un grosso respiro, nn ho più sonno e a occhio, osservando i pochi
riflessi di luce che entrano dalle persiane, dovrebbero essere più o meno le
6.30…scosto la bambina tanto da poter scendere dal letto e senza far rumore, mi
dirigo in ‘cucina’…
Lì trovo mia madre, che in
vestaglia, appoggiata al piano cottura, sorseggia un caffè…nn la guardo neanche
e mi lascio cadere sullo sgabello, sotto il suo sguardo scrutatore…poi dopo un
po’ dice
-Buongiorno…!
Buongiorno? Dico ma mi sta
prendendo in giro, che nn l’ha vista la mia faccia…?Vorrei risponderle male, ma
sono troppo stanca e così mugugno semplicemente…
-‘giorno!
Sorride, poi si gira verso
i fornelli e traffica con la macchinetta del caffè…
-Dormito
male?
Mi chiede ad un certo
punto ancora voltata…la guardo un attimo, poi acida rispondo…
-Tu che dici?
Lei si gira porgendomi una
tazza di caffè fumante…
-Roberta, io
nn bevo il caffè!
Dico io, ribadendo un
concetto già noto da tempo a tutta la famiglia…la donna sospira, come se questa
scena le facesse rivangare il passato, poi mi mette la tazzina sotto il naso e
con voce ferma dice…
-Bevi…!Poi
starai meglio…
Nn mi piacciono le
imposizioni, ma è l’ultima frase a convincermi a berlo, ‘poi starai meglio…’ nn
desidero altro, stare meglio!
Lo bevo tutto di un fiato
e ne sputo come minimo metà…
-Rob, ma che
è veleno! E’ amarissimo…!
Che schifo! La donna mi fa
la linguaccia…
-Avevo
scordato, che poteva nn piacerti amaro, io ci sono talmente abituata! Comunque
sia, l’importante è che ne hai bevuto un po’…
Se ne sta per andare, ma
io la blocco per la manica…
-E’ per
qualche conferenza?
Lei mi guarda e poi
sussurra…
-Sì…
Come sospettavo…poi
azzardo…
-Posso
chiederti come farai con Stella, nn hai saputo crescere me, che sono tua figlia,
figurati lei…!
Che stronza che sono, devo
sempre ricordarle i suoi errori! Mi mordo la lingua, mentre lei mi risponde…
-E’ la stessa
cosa che ho detto io a Lori…
Il suo sguardo si
rattrista e poi abbozzando un sorriso, si dirige in camera sua, per cambiarsi e
andare a lavoro…ah, sì Roberta lavora part-time in un locale in
periferia…un’oretta dopo se ne va dicendomi solo una cosa…
-Occupati
della bambina e nn la lasciare mai sola, sarò a casa per ora di pranzo…
Mi lascia sola, seduta sul
divano a maledirmi, per la mia lingua troppo lunga, ma perché nn imparo mai a
stare zitta una volta di più o a contare fino a dieci prima di parlare? Uffa,
come se poi avessi la minima idea, di come ci si comporta con una bambina…
-Ginny,
buongiorno…
Stella si è svegliata e
strofinandosi gli occhi con i pugni, mi rivolge un sorriso enorme e tenero…mi
avvicino a lei addolcita dalla sua espressione…
-Allora
Stellina, che facciamo?
Le chiedo, curiosa della
risposta…
-Hem, io
veramente, vorrei fare colascione…
Colazione!!! Oddio e ora
che le do da mangiare…!
-fine cap.5-
Commenti commenti plz…grazie
a tutti quelli che hanno letto...
Mi fiondo in cucina e apro il figro, un pezzo di
formaggio andato a male, delle mele, burro dall’aspetto poco invitante…niente,
non (visto Keira… ci sono riuscita;0) ndJ_A) c’è assolutamente niente di
commestibile, l’unica cosa è il caffè, ma si può dare del caffè ad una ragazzina
di 3 anni? Sto lentamente entrando nel panico, apro ogni scaffale, ogni
armadietto, ma non riesco a trovare niente di adatto a Stella…io e Roberta
viviamo del minimo indispensabile e mangiamo soprattutto cibi già pronti, spesso
ordinati qua e là in qualche locale e poi portati a casa…mi metto le mani nei
capelli, poi mi viene un’idea…
-Stellina, tesoro, aspettami un attimo…
Le dico avvicinandomi a lei, poi vado in camera mia, apro
la finestra e dal balcone inizio a chiamare…
-Gabriii…!!
Non mi risponde, che stia ancora dormendo?!? Entro in
camera, prendo dalla scrivania una gomma e la tiro contro la finestra della
stanza di Gabriele, questa sbatte sul vetro, con un rumore secco e
deciso…niente! Sto per andarmene rassegnata, quando sento la finestra aprirsi,
mi volto di scatto e sorrido ad un Gabriele assonnato e forse anche un tantino
irritato, che brusco dice…
-Ma per te non è mai domenica mattina? Che c’è?
Sfoggio un sorrisetto ingenuo, prima di dire…
-Senti, che do da mangiare ad una bimba di 3 anni…?
Inarca un sopracciglio…
-E io che ne so?
Come? Ma non aveva una sorellina…?Possibile, che mi sia
confusa? Mi pare che si chiamasse Carlotta, aveva pochi mesi quando io e
Gabriele ci siamo persi di vista e ora dovrebbe avere un paio d’anni!! Mi sta
per caso prendendo in giro?
-Gabri, ma tu non avevi una sorella, sì Carlotta!
Lui mi guarda e poi sussurra…
-Hai detto bene, avevo…
Marca bene quest’ultima parola, poi aggiunge…
-è morta…!
No non ci credo…sento il sangue gelarmisi dentro e
rimango a fissarlo senza spiccicare una parola… ‘Ma come è successo?’ ‘Mi
dispiace…non sapevo!’ Sono queste le frasi che si dicono in questi casi no? Però
io non riesco a pronunciarle, forse colpita dalla freddezza con cui mi ha dato
la notizia e così non una sola parola di conforto esce dalle mie labbra…
Non rimane molto sorpreso dal mio comportamento,
evidentemente se lo aspettava…così si volta per rientrare, ma prima di
richiudere la finestra alle sue spalle, lo sento dire…
-Se non hai nulla a casa, portala a mangiare fuori…!
Ancora scioccata, ritorno nell’altra stanza da Stella,
che diligente come sempre, non si è mossa di un centimetro dalla sua postazione…
-Ginny, che sc’è? Va tutto bene?
Mi avvicino con un sorriso molto finto, che però lei non
scorge e dico…
-Che ne dici di fare colazione fuori?
Mi guarda felice e poi dice…
-Scì, scì, che bello che bello!
Inizia a girarmi intorno e la sua allegria, mi tira un
tantino su di morale…
-Allora vatti a lavare? Ce la fai da sola o ti devo aiutare?
Lei interrompe la sua corsa e offesa mi fa…
-Ma che dici Ginny, nn scono mica piccola io sca?
Mi viene da ridere a questa frase, così ironica le dico…
-Sia mai tesoro, tu sei grande, una signorina!
Stella annuendo dice…
-Scì lo so…mamma me lo dice sempre…
Poi corre in bagno, lasciandomi a riflettere…mamma…deve
essere bello poter pronunciare una parola così tenera e speciale…!Per me è stato
sempre così difficile dirlo…!
Sospiro e dopo un po’ mi sento tirare una manica…è
Stella…
-Piglo voleva sciapere se può venire anche lui?
Mi dice mettendomi il peluche sotto al naso…
-Ma certo…
Stella sorride e ritorna in bagno dicendo al pupazzo…
-Hai visto te lo avevo detto che diceva di scì! Ginny ti vuole bene
sa, scì scì e scì!
Rimango un po’ perplessa, la piccola parla da sola? (io
lo faccio ancora…!0\nd J_A)
Decido di sorvolare su questo particolare e cerco un po’
di soldi per fare colazione e un po’ di spesa…
Dopo una mezz’oretta siamo pronte io e Stella……oh e anche
Pigro, non bisogna dimenticarsene…! Scendiamo mano nella mano e dopo due
faticosissime rampe di scale, arriviamo al tanto agognato portone, davanti al
quale trovo Gabriele, che voltandosi verso me mi dice…
-Ce ne avete messo di tempo a scendere eh?
Non capisco, che ci fa lui qui…? Sto per chiederglielo,
quando Stella, mi lascia la mano e si dirige verso il ragazzo, che la osserva
aggrottando la fronte con uno sguardo tra il curioso e il tenero…Stella lo
scruta per un po’ poi gli fa uno dei suoi sorrisi che sciolgono il cuore e dice…
-Scignore, lo sai che scei proprio carino?
Gabriele scoppia a ridere e accarezza la testa della
bambina dicendogli…
-Grazie, anche tu sei molto carina…come ti chiami?
Stella gli porge la manina paffutella…
-Io mi chiamo Stella e lui è Piglo!
Indica il peluche…Gabriele stringe la mano alla bimba e
anche all’orsacchiotto…
-Io sono Gabriele…un amico di Ginevra…
Stella riflette un attimo poi con voce innocente chiede:
-Scei per caso il fidanzatino della mia sciorellona?
‘He? Fidanzatino? Voglio proprio vedere che risponde!’ mi
trovo a pensare osservandolo, lui si volta a guardarmi mi fissa un attimo e poi
di nuovo rivolto alla bambina…
-No…
‘ No Stellina, lui è fidanzato, non come tua sorella, una
zitella a vita!’ Stella si volta a guardarmi delusa, poi mi chiede…
-Può venire anche il scignore con noi?
Annuisco, in fin dei conti che c’è di male? Gabriele si
mette al mio fianco e a bassa voce mi chiede:
-Sorellona? Roberta ha avuto una bimba?
Tengo lo sguardo fisso sulla strada e con lo stesso tono
di voce, dico…
-No, è la figlia di papà…
-Ahh…scusa…per aver reagito in quel modo, ma è una ferita che non
si è del tutto rimarginata…
Sospiro, deve essere stato terribile per la sua
famiglia…non me la sento di dire ‘Posso capire…!’ perché non sarebbe vero, non
oso neanche immaginare la mia vita senza Stella così mi limito semplicemente a
chiedere…
-Come è successo…?
Lui abbassa lo sguardo e dopo un po’ dice…
-Meningite!
Ahia! Brutta malattia…
-Mi dispiace
-Lo so!
Si limita a dire lui, poi rivolto verso Stella fa…
- Che vuoi per colazione?
Stella guarda il suo peluche e gli fa la stessa domanda,
poi poggia un orecchio sulla sua bocca e dopo poco, rivolta verso Gabriele dice…
-Io e Piglo, vogliamo le ciambelle, posciamo Ginny?
Le ciambelle, è una vita che non ne mangio una, bombe
ultracalorifiche dal sapore delizioso…
-Solo se affiancate da una tazza di latte!
Faccio l’occhiolino a Stella che conclude dicendo…
-Certo!
-fine cap.6-
Grazie a tutti quelli che hanno letto anche questa
volta…ciao ciao
P.S. Per Keira, grazie del consiglio e spero avrai notato
che ora i ‘non’ sono scritti per intero…e mi raccomando non ti fare scrupoli a
darmi nuovi suggerimenti…^-^ ^_^
Mi chiede Stella una volta
usciti dal bar…ha ancora il latte intorno alla bocca e nel guardarla, mi lascio
sfuggire un sorriso, tiro fuori dalle tasche i fazzoletti e la pulisco
dolcemente…
-Sì
Stellina…!Erano davvero squisite…!
Una volta sistemata la
bambina sento Gabriele dirmi…
-E ora che si
fa !?!
Mi volto a guardarlo, il
sole gli illumina la faccia, in un gioco di ombre, da perdere il fiato… ‘no, Gi,
non ci devi pensare!’ mi costringo a ricompormi e dico…
-Pensavo di
fare la spesa al super mercato, altrimenti, dovremo andare anche a pranzo fuori!
Mi sorride, poi ironico
chiede…
-E da quando
in qua tu e Roberta fate la spesa…?
‘Con quel sorriso, puoi
chiedermi quello che vuoi!!’, gli lancio un’occhiata colpevole…
-Da oggi…!!!
Lui sospira e dice
sospettoso…
-Ma hai la
minima idea di cosa sia un super mercato??
Faccio la linguaccia e con
occhioni languidi sussurro…
-E’ per
questo che ci sei tu con noi no?
Gabriele sta per
ribattere, quando Stella dice…
-Piglo sci
sta annoiando…!!
Spostiamo entrambi il
nostro sguardo verso di lei, ha la faccia imbronciata, le braccia incrociate e
uno sguardo che vorrebbe essere di minaccia, che invece, la rende ancora più
tenera…mi avvicino a lei le prendo la mano e le dico…
-Ok, allora
andiamo a comprare qualcosa per il pranzo e poi a casa giochiamo un po’, che ne
dici?
Mi guarda con occhi che
brillano e mi stringe la mano…
-Va bene!
Poi rivolta a Gabriele…
-Vieni
scignore!
Gabriele ci guarda
allontanarci, poi ci raggiunge e si mette di nuovo al mio fianco, non ho cuore a
guardarlo, so per certo che arrossirei vistosamente, chissà perché, ma questa
situazione mi imbarazza notevolmente…lui invece non si fa problemi, sposta il
suo sguardo da me alla bambina e ride scuotendo la testa… ‘e ora che ho fatto?’
penso fra me, così incapace di trattenermi chiedo…
-Che c’è?
Lui continua a ridere, poi
dopo una snervante attesa dice…
-Niente! E’
solo che…chi l’avrebbe mai detto?
‘E adesso questo frammento
di frase, che mi dovrebbe rappresentare?’, faccio spallucce, rinunciando
all’idea di provare a leggergli nella mente…lui abbassa lo sguardo, prendo
questo atto come un ‘discorso chiuso!’ e una volta entrati nel super mercato, mi
sono già scordata di questo suo strano comportamento…
***dentro al super
mercato***
-Mhh, Stella
che ne dici di questi?
Le dico indicandogli un
barattolo di legumi, lei mi guarda, poi guarda Gabriele ed entrambi con la
stessa espressione schifata dicono…
-Bleha!
Sulla mia faccia compare
un enorme punto interrogativo e Gabri dice alla bimba…
-Che ne dici
di lasciare sola questa povera ragazza ed andare a comprare due cosucce da
mangiare io e te da soli, che ce ne intendiamo sicuramente di più!
Fa l’occhiolino a Stella,
che senza crearsi troppi problemi, prende la mano di Gabriele e si dirige con
lui nel reparto dolciumi, lasciandomi lì allibita e se devo essere sincera,
anche un tantino scocciata… ‘Povera ragazza???? Ma chi io???’
Un noiosissimo e
stressantissimo quarto d’ora dopo, tornano, l’uno vicino all’altra con un
carrello stracarico di roba di ogni genere…mi avvicino e analizzando le cibarie,
noto anche un melone, lo scruto perplessa ‘adoro i meloni, ma da quando Rob e
papà si sono lasciati, non ne ho più mangiati…!’, me lo rigiro fra le mani e lo
osservo un po’ malinconica…
-Gine, quello
è un melone!
Mi dice Gabriele, quasi
fossi la sorella minore di Stella…lo guardo un attimo imbronciata e poi
volutamente acida ribatto…
-Guarda che
lo so, non sono mica di un altro pianeta!
In tutta risposta, lui
sgrana gli occhi e un’espressione di finto stupore, gli si dipinge in faccia…
-Beh, posso
ufficialmente dire di aver imparato una cosa nuova questa mattina!
‘ Ma guarda te questo,
sbaglio o sta facendo il saputello?’ con espressione schifata, gli dico solo…
-Siamo di
spirito questa mattina!?!
Non fa in tempo a
rispondermi, che la cassiera mi dice il totale…
-Sono 35$
(visto che il computer su cui lavoro è vecchio, non c’è l’euro e quindi ho messo
quest’altro simbolo, ma si capisce lo stesso no?nd J_A)…
A questa affermazione
sbianco completamente e mi volto verso Gabriele, lui fischietta con fare
indifferente, dandomi le spalle…con sguardo di fuoco, gli incendio praticamente
la nuca e solo molto dopo si gira scocciato e fa…
-Uffa, va
bene ho capito…
Apre il portafoglio e paga
la cassiera, che prima di andarcene, rivolta a me dice…
-
Probabilmente non sono affari miei…
‘ Ahia, quando iniziano
una frase, con queste 5 paroline, vuole dire che c’è da preoccuparsi…!’ le
sorrido falsamente e lei incoraggiata continua…
-Beh, vede io
non lascerei mia figlia così piccola, uscire da sola…
‘Figlia?’ all’inizio non
capisco, poi voltandomi verso la porta scorrevole, vedo Stella uscire
correndo…sto per andare da lei, quando Gabri mi blocca…
-Vado io, tu
occupati della spesa, che abbiamo bloccato tutta la fila…
Poi con tre passi esce
fuori…faccio quello che mi ha detto, anche se per l’agitazione alcuni movimenti
che dovrebbero essere naturali, diventano complicati…mi tranquillizzo solo
quando lo vedo rientrare con in braccio la bimba, alla svelta, finisco di
mettere la spesa nelle buste e mi dirigo verso di loro…
-Ginny!
Mi strilla Stella
vedendomi arrivare, la guardo un attimo fredda e poi do due schiaffetti alle
mani della bambina, facendole arrossare…
-Non ti
azzardare mai più a fare una cosa del genere!
Dico a denti stretti, poi
li precedo uscendo dal super market, non volevo farlo, ma a volte è necessario
far capire quanto siano pericolose certe cose e questo è l’unico modo che
conosco, lo stesso che è stato usato con me…
Da dentro sento Stella
iniziare a piangere, ma con stupore non odo la voce rassicurante di Gabriele
tranquillizzarla… ‘Che sia d’accordo con me?’, dopo poco escono e Stella ha già
smesso di lamentarsi, si avvicinano e mi dice tenerissima…
-Scusa Ginny,
non lo faccio più…
Gli scompiglio i capelli
con la mano (tipo Zoidberg! He he ndJ_A)…
-Brava…!
Gabriele mi guarda e nota
immediatamente le due buste che mi trovo a portare, così con la delicatezza di
un angelo, mi sfila quella più pesante dalle mani e se ne fa carico…gli sono
riconoscente, mi pesavano davvero tanto…
-Grazie…
Lui si limita a sorridere
e tutti e tre, vicini e affamati, ci dirigiamo a casa, più grandi di una nuova
esperienza…sì di una nuova esperienza, perché io e Gabri anche se solo per una
mattinata, abbiamo capito cosa vuole dire fare la madre e il padre e forse
abbiamo scusato le mille sgridate dei nostri genitori, che da piccoli
difficilmente si comprendono…e Stella? Beh, a questa età, ogni insegnamento
diventa fondamentale e anche il più banale, come questo, l’ha resa un pochino
più ‘adulta’………
-fine cap.7-
Beh?? Com’è?? Fatemi
sapere mi raccomando…^_^
Ne approfitto per
ringraziare tutti quelli che hanno seguito anche questo chap…e volevo anche
scusarmi con Dondy, nella speranza che non ce l’abbia con me!!
Entro in casa, seguita da
Stella e Gabri, che appena vede l’appartamento si lascia sfuggire una smorfia di
disgusto, evidentemente non si è accorto di essere osservato, ma non me la
sento di fargli notare la poca eleganza del suo gesto, in quanto chi potrebbe
biasimarlo?
Poso le buste accanto alla
‘cucina’ e mi appresto a salutare Gabriele, che vuole pranzare a casa sua,
quando squilla il telefono…
-Pronto!
Faccio, convinta di
parlare con una persona normale o almeno dal quoziente intellettivo medioalto
invece…
-Oh, Gine, how
are you?
‘Daisy?!?!?! Mio
Dio!’…penso di aver riconosciuto la persona all’altro capo del telefono, ma
ancora incerta, forse speranzosa di essermi sbagliata chiedo…
-Potrei
sapere con chi sto parlando?
Silenzio… ‘Sì, è Daisy,
solo lei può riflettere su una domanda stupida come questa!’ sospiro…
-Daisy…ora
sai usare anche il telefono? Ero rimasta alla televisione!
Dico ironica, Daisy è
l’unica ragazza decente in classe e l’unica con la quale ho uno straccio di
rapporto…è simpatica e molto solare, come unica pecca c’è il fatto che è
leggermente fuori di testa…
-Ah Simpaty,
due giorni che non ci vediamo e già ti sei scordata della tua ADORATA compagna
di banco!
Simpaty, penso sia in
assoluto, il soprannome più divertente che mi sia mai stato affibbiato, mi è
sempre piaciuto…
-Magari,
rimuoverti dai miei ricordi, è uno dei miei sogni più ricorrenti!
Non è vero e lo sappiamo
entrambe, ci piace scherzare, diciamo che è il nostro modo di dimostrarci
affetto…
-Mhh, inizi a
fare discorsi troppo complicati, quindi taglio corto…io che ti conosco molto
bene e sono una carissima amica, che pensa sempre a te, ai tuoi bisogni…
‘Abbiamo due concetti
diversi di tagliare corto…!’ sbuffo un pochino scocciata, mi sta mettendo paura…
-Daisy!
-Uffa, vabbè
ho capito, insomma domani la Scimmia ti interroga e visto che sono sicura che
con la memoria che ti ritrovi te ne sei scordata, ho chiamato solo per
ricordartene ecco tutto!
‘O cazzo…storia!’
ovviamente ha pienamente ragione, mi sono scordata che la prof. aveva detto di
volermi interrogare lunedì…
-Oddio…grazie
Daisy, ti adoro, grazie grazie grazie…!
Le dico grata, in fin dei
conti mi ha salvata da un due sicuro…
-Ok ok, ora
stai diventando appiccicosa…senti, vorrei chiacchierare ancora con te, ma c’è
Adriano che mi aspetta di sotto, quindi ci vediamo direttamente domani no?
‘ Adriano!! Adriano chi?’…
-Sì va bene,
ma mi sono persa qualcosa?
La sento sghignazzare,
quando fa così sembra una psicopatica…
-Troppe cose,
ma non ti preoccupare, te le racconto domani nell’ora di scienze! Ciao Simpaty!
-Ciao!
Rispondo io, ma Daisy ha
già attaccato…Non è esattamente quella che si può definire una ragazza per bene,
anzi, mia madre la definisce una scostumata, una poco di buono, ma io a
differenza di lei, ho imparato ha guardare al di fuori delle apparenze…inoltre
le voglio troppo bene, per non difenderla…
Smetto di pensare a Daisy
e mi concentro sulle 30 pag. di storia da fare per domani, sono rimasta un po’
in dietro e ora me le devo fare tutte insieme…poi mi sfugge un’idea, mi volto
verso Gabriele, che ancora sulla soglia della porta, ha aspettato che finissi di
parlare per potermi salutare…
-Gabri, lo
sai che sei un ragazzo straordinario!
Dico io con voce dolce e
smielata, che non promette nulla di buono…lui capisce le mie intenzioni e
risponde…
-Modestamente
non sei la prima a dirmelo!
Me lo guardo un pochino
storto, poi continuo…
-E che sei
fantastico, stupendo, meraviglioso…
‘Posso continuare
all’infinito se vuoi?’ fortunatamente è lui a fermarmi…
-Che favore
ti serve?
Gli sorrido riconoscente e
poi dico…
-Ecco vedi,
mi è stata appena ricordata un’interrogazione fondamentale di storia, prevista
per domani e visto che sono parecchio indietro, mi chiedevo se potevi preparare
il pranzo e rimanere a mangiare da noi!
Lo so è una richiesta
importante, però ho davvero bisogno di aiuto ed in cucina non so neanche da dove
si comincia…Gabri sembra pensarci su un attimo, poi si sfila la giacca…
-Lo faccio
solo per Stella, per colpa di una sorella sbadata come te, non è detto che non
debba mangiare…
Gli salto letteralmente al
collo e lo stringo forte, non se lo aspettava e dopo un primo momento di
smarrimento, ricambia il mio abbraccio, tenero e delicato, come suo solito…mi
sento stranamente protetta dal suo calore e così, nonostante la mia testa mi
imponga di staccarmi da lui, non lo faccio e rimango in quest’oasi di pace per
un altro po’…la mia beatitudine viene interrotta da Stella che dice…
-Io ho fame!!
Ci stacchiamo frastornati
e leggermente arrossati…mi volto a guardarla e sorridente dico…
-Sì tesoro
ora ci pensa Gabriele!
‘Maledetta, ma proprio ora
dovevi arrivare!! Mhhh, che sfiga nera!’ penso in realtà, non ce l’ho con lei
ovviamente, però, insomma non poteva aspettare un altro po’…!Gabriele annuisce
ed esclama…
-Sì però
prima dovrei fare un paio di telefonate!
‘A chi?’ vorrei chiedergli, ma preferisco tacere, in fin
dei conti non sono affari miei e lo so bene…
-Come vuoi,
allora io e Stella andiamo un attimo in camera mia, tanto devo prendere i libri
per studiare…
Lo lasciamo lì, che
sorridente si avvicina al telefono, mentre io e Stellina ci dirigiamo in camera
mia…entrando non chiudo la porta come mia abitudine, ma la lascio socchiusa, in
un gesto istintivo…
Sto prendendo il libro di
storia, quello con la copertina blu, quando sobbalzo nel sentire la voce di
Gabriele dire…
-Ciao, come
stai?
Solo in quel momento, mi
accorgo della porta ancora socchiusa, mi avvicino all’uscio, per poterlo
chiudere e lasciare al ragazzo un po’ di privacy, ma mi blocco sentendolo dire…
-Sono
contento, te lo meritavi quel voto, senti oggi rimango a pranzo da una mia
amica, quindi che ne dici se ci vediamo sta sera…!
La persona dall’altro capo
del telefono deve essersi arrabbiata, perché le sue strilla si percepiscono
anche da qui…
-No,
Condoleezza…ma che dici?
‘Condoleezza? Ma che razza
di nome è?’
- Ma no, dai lo sai che mi
piaci solo tu, è solo un’amica, niente di importante…
‘Ah, niente di importante
eh??’ decido di smettere di spiare la discussione, in effetti non ho il diritto
di impicciarmi dei suoi affari, chiudo la porta e mi concentro inutilmente sulla
ricerca del mio diario…
Dopo poco esco un po’
infuriata e lo trovo in piedi a fissare l’apparecchio telefonico…
-Tutto bene?
Lui si volta a guardarmi e
aggrotta la fronte notando la mia espressione poco amichevole ‘E’ inutile che mi
guardi così, ti ho sentito sai?’, rinuncia all’intento di chiedermi il motivo
del mio astio…
-Sì certo,
che volete da mangiare?
Guardo Stella…
-Io e Piglo
abbiamo talmente tanta famona, che per noi è uguale…
Dice la bimba stringendo
il suo peluche e sorridendo allegra…
-Anche per me
è lo stesso!
Annuisce e si dirige in
cucina, chissà perché, non mi sento molto sicura, non l'ho mai visto all'opera
come cuoco... decido lo stesso di fidarmi mi siedo sul divano e apro il libro a
pag. 25, ‘Allora Lucio Cornelio Silla fu un importante…’
***
Dopo una buona mezz'ora,
Gabri emerge dalla cucina e dice sornione…
-E’
pronto!?!?!?
Mi alzo dal divano e
assieme a Stella, entro in cucina, entrambe ci sediamo e il ragazzo ci porta i
nostri piatti… ‘Pancia mia fatti capanna!’…
Abbasso il mio sguardo
sulla pietanza e alzo un sopracciglio, nel tentativo di capire che essere sto
per mangiare…
-Hem,
Gabriele, cos’è questa roba?Non so è commestibile?
Sembra rifletterci e poi
dice…
-Tonno, con
salsa di ketchup e maionese…sì penso sia commestibile!
‘O mio Dio! Che schifo!’
prendo una cucchiaiata di quella strana roba poi prima di assaggiarla faccio…
-Credi???
Me la metto in bocca sotto
lo sguardo incuriosito di Stella e dello ‘chef’…non dico assolutamente nulla,
semplicemente mi alzo e corro velocemente in bagno per sputare quello che lui ha
osato definire commestibile…nel frattempo Gabriele si affretta a togliere il
piatto a Stella, che nel vedere la scena ha iniziato a ridere divertita dalla
situazione…
Ritorno in cucina ancora
paonazza e prima che possa dire qualcosa Gabri mi precede…
-Chiamo al
locale dove lavora Roberta e ordino una pizza, che ne dici, offro io?
Sorride colpevole e io con
gli occhi due fessure sussurro…
-Se non vuoi
essere lapidato, ti conviene darti una mossa!
-fine cap.8-
Allora, grazie a tutte
(anche se solo 4) le persone che mi hanno rec. sono contenta che almeno a loro
piaccia…^_^
E ora una piccola
spiegazione:
CONDOLEEZZA è il nome del
ministro degli esteri americano e si legge condoliza, con la ‘z’ fra i denti…lo
so è complicato, ma a me è sempre piaciuto tantissimo, quindi ho pensato di
metterlo, inoltre è una bellissima donna, il nome originale era Condolcezza,
però è stato storpiato dall’anagrafe americana…0\\0
Ora ho detto tutto, grazie
tante anche a chi ha letto e vi invito di nuovo (ovviamente solo se vi è
piaciuto ^-^) a recensirmi, perché come a tutti anche a me piace ricevere
complimenti…
-Mh, dai però è buona la roba che fanno nel vostro ristorante…!
Dice Gabriele rivolto a
Roberta, nel tentativo di sciogliere il gelo che si è creato da quando mia madre
è arrivata…sarà mezz’ora che nessuno parla e ci sentiamo tutti un po’ rincuorati
sentendo il ragazzo che ci da un’opportunità di dialogo, così la donna risponde
cordiale e sorridente…
-Sì, l’ho notato anche io! Nonostante faccia solamente la cameriera, mi
sono accorta della soddisfazione della clientela…
Come al solito deve
ricordare il suo ruolo di poca importanza, come se noi tutti non lo sapessimo
già…alzo gli occhi al cielo…
-Che c’è?
Mi chiede acida notando la
mia insofferenza, la fisso…
-Niente!
Mento velenosa, non ho
voglia di litigare, non davanti a Stella e Garbi almeno…così, per evitare la
tentazione di alzare la voce e mandarla al diavolo, poso quel che resta del mio
pranzo e con la scusa di storia, vado in camera mia…una volta lì, mi sdraio sul
letto e chiudo gli occhi nella vana speranza di riuscire a riprendere la
concentrazione per mettermi a studiare, ci sono quasi riuscita, quando sento dei
rumori nella mia stanza…Gabri è entrato con faccia grave, si siede sul letto
accanto a me…
-Sbagli a fare così!
‘Ecco un altro che viene
qui a farmi la predica!’ penso annoiata, sto per dare voce alla mia rabbia, ma
lui mi precede e dice…
-Se hai intenzione di dirmi che non vuoi la mia predica, tienitelo per te,
perché tanto non me ne vado!
Chiudo la bocca ‘come fa a
conoscermi così bene??’ lui aspetta una mia eventuale conferma, che non arriva…
-Adesso spiegami, che bisogno c’era di alzare gli occhi al cielo!
Non rispondo, non lo so
neanche io! Mi è venuto istintivo, ogni cosa che mi dice lei, mi fa venire
voglia di sbuffare e rompere tutto…
-Vedi? Senti, che non sia stata una madre esemplare, siamo tutti d’accordo
con te, però anche tu non le rendi certo la vita facile no?
Quando fa così mi irrita,
ma che ne sa lui?
-Sinceramente non credo siano affari tuoi!
Dico io guardandolo con
aria di sfida…
-No hai ragione, ma lo diventano, dato che tu sei una mia cara amica!
Questo è troppo ‘che
faccio, lo dico e ammetto di aver origliato o lascio stare?’, ovviamente opto
per la prima opzione…
-Ah sì, io pensavo di essere ‘niente di importante!’!
Aspetto la sua reazione
col fiato sospeso…non capisce oppure fa finta?
-Ma di che…?
Poi si interrompe…
-Non volevo che sentissi!
‘Invece l’ho fatto caro
mio, ora come la mettiamo?’ non continua e questo mi fa adirare…non basta avermi
offeso, non mi chiede neanche scusa…
-Niente da dire?
Chiedo, nella speranza di
sentirgli dire almeno qualcosa per giustificarsi, tengo il fiato sospeso…
-No!
Eccola la sua risposta,
fredda e sicura…dentro di me qualcosa si rompe e dalla mia bocca esce…
-Allora fuori dalla mia stanza!
Non so neanche io perché
l’ho detto, ma evidentemente lui se l’aspettava, infatti si alza e senza neanche
salutarmi esce…
Sento dei saluti e la
porta di casa si chiude con uno scatto secco, vorrei piangere, ma mi manca una
spalla su cui farlo, la mia arroganza mi ha lasciato sola…o almeno è quello che
credo io prima di vedere mia madre entrare nella camera, sedersi sul mio letto
come precedentemente aveva fatto Gabri e abbracciarmi teneramente…rispondo
subito alle sue coccole e lei sussurra…
-Piangi tesoro, piangi!
Le ubbidisco
immediatamente, scoppio in un pianto silenzioso e triste…calde e salate lacrime
le bagnano la maglietta, mentre lei mi lascia dei delicati baci sulla testa
dicendomi…
-L’amore fa male, imparalo da subito!
No, ho sbagliato, non sono
sola, non lo sarò mai…So che il nostro rapporto non cambierà, che dopo questo
sfogo, tutto tornerà esattamente come prima, ma sapere di avere sempre qualcuno
al tuo fianco disposto ad aiutarti, fa piacere…
Ci addormentiamo l’una
nelle braccia dell’altra, godendoci entrambe un momento che sappiamo è destinato
a finire, assaporandone ogni attimo e imprimendoli entrambe nella nostra mente…
Mi sveglio dal mio nido
caldo un’oretta dopo, sono le 16.00…
-Robbi, svegliati!
Devo ancora finire di
studiare, così di malavoglia mi alzo, dando delle pacche a mia madre per farla
destare…
-Mhh!
Mugugna in tutta risposta
lei, si rigira nel letto e continua beatamente a dormire…
-Robbi, ma dov’è Stella?
Chiedo un pochino
preoccupata, troppo presa dai miei problemi mi ero completamente scordata di
lei…
-Dormiva in soggiorno, sul divano!
Biascica Roberta poco
convinta, decido comunque di controllare e affacciandomi dalla porta della
camera, la vedo sonnecchiare abbracciata a Pigro…sorrido fra me e rientro nella
mia stanza, prendo il libro posato sulla scrivania, proprio accanto alla
finestra del balcone… ‘il balcone!?!?’ mi ripeto mentalmente e senza riuscire a
trattenermi, poso il mio sguardo sul terrazzo di Gabri e lì lo vedo, appoggiato
alla ringhiera che fuma una sigaretta, con lo sguardo assorto, intento a fissare
un punto poco preciso sulla strada.
Lui si accorge di essere
osservato e con i suoi splendidi occhi verdi mi penetra con lo sguardo, chino la
testa e chiudo la tenda, allontanandolo ancora più da me…
-fine cap.9-
Innanzi tutto scusate il ritardo, ma ho avuto un pochino
da fare e poi mi raccomando commenti…!Grazie a tutte le persone che mi hanno rec…vvb
^_^
Hem, una domanda, non è
che sta diventando noiosa la storia???? Solo per sapere, altrimenti taglio…vabbè
grazie ancora…
Al termine della ricreazione mi dirigo nuovamente in
classe, con la testa strapiena di dubbi e domande, ‘Condoleezza è la mia nuova
compagna di classe? No è impossibile!’ penso un tantino rassegnata, è
incredibile quanto le voci circolino velocemente in una scuola, passando nel
fiume di ragazzi diretti nelle proprie aule, la sento nominare parecchie volte e
il suo fascino è già noto a molti…attraverso di malavoglia la porta della classe
e la scorgo seduta al banco, durante l’intervallo non l’ho vista in giro,
probabilmente non ha molti amici qui a scuola…mi siedo bruscamente accanto a
lei…
-Sei rimasta
qui tutta la ricreazione?
Chiedo incuriosita,
tirando fuori il libro per la lezione successiva, la ragazza abbassa lo sguardo
e una ciocca bionda le scende sulla guancia…
-Sì…
Risponde con voce fievole,
dalla mia posizione la ciocca ricopre quasi completamente il volto e tentare di
decifrare la sua espressione è praticamente impossibile…
-Com’è? Non
avevi fame?
Non ne posso fare a meno,
anche a costo di essere indiscreta, voglio sapere qualcosa di più su di lei…
-Non ne avevo
voglia e basta…
Esclama acida voltandosi
verso di me e guardandomi con freddezza ‘ma che le ho fatto io a questa?’,
qualche volta ha davvero uno strano comportamento nei miei confronti…decido di
ribattere qualcosa di pungente, ma lei mi precede sussurrando a malapena…
-Scusa…
Il suo scusarsi mi
sorprende, io proprio non la capisco questa ragazza…
-Non c’è
problema!
Decido di dirle nel
tentativo di rassicurarla, lei mi rivolge un sorriso riconoscente e poi a sua
volta cerca nella borsa il libro di geografia…beh, in fin dei conti c’è da
capirlo a Gabriele, lei è davvero bella, non una cosa è fuori posto sul suo
volto e la sua pelle è lattea come quella di una preziosissima bambola di
ceramica…sospiro rendendomi conto di non poter reggere il confronto, maledicendo
un pochino questa sorta di concessione che le è stata fatta da madrenatura…dopo
poco le sento dire, nuovamente con il suo tono autoritario…
-Dopo abbiamo
geografia vero?
-Sì perché?
Azzardo questa domanda,
sperando che non se ne esca con un elogio delle sue qualità…
-No, sai io
sono bravissima in geografia, sono sempre stata la prima della
classe…ovviamente!
Ecco appunto, ne ero
sicura, ma non riesce proprio a non a tenere quell’aria da prima donna, sarà
pure una bella ragazza, però ha proprio un brutto caratteraccio…
Passiamo le successive due
ore in un silenzio glaciale, mentre personalmente, faccio il conto dei minuti
che mancano alla fine delle lezioni…non sono mai stata una che non vedeva l’ora
di tornare a casa, anzi, il suono dell’ultima ora era quasi sempre un’angoscia,
però oggi preferisco altamente andarmene a litigare con Roberta, piuttosto che
sorbirmi ancora questa ‘velina’ come compagna di banco…
All’una e un quarto esco
finalmente dalla gabbia scolastica e felice come non mai, lascio che il vento mi
scompigli i capelli, senza neanche tentare di fermarli…a passo svelto attraverso
il vialetto prima del cancello, tutto mi sembra stranamente più semplice del
solito e anche i compagni, sono più luminosi e interessanti di quanto non lo
siano mai stati…ovviamente la mia allegria è destinata a durare pochissimo e il
sorriso sul mio volto si spegne quando appoggiato al cancello trovo Gabriele…non
mi vede arrivare e guarda fisso in un punto preciso, sembra molto concentrato,
così seguo la traiettoria del suo sguardo e lo punto su un gruppetto di bimbi,
tra i quali riconosco distintamente Stella…sorrido di nuovo poi mi sento dire…
-Voleva
venire da te e io ce l’ho accompagnata, tanto dovevo essere qui comunque!
Mi volto verso Gabri, è
ancora arrabbiato con me, lo vedo dalla freddezza dei suoi occhi…rassegnata mi
limito a dirgli un semplice ‘grazie’ e mi dirigo verso la bambina che quando mi
vede in lontananza, mi corre in contro e mi salta al collo dicendomi…
-Ginny, ci
scei mancata tantiscimo, io e Piglo non vedevamo l’ora di rivederti…
Mi sorride affettuosa e si
stringe al mio collo…
-Sì Stellina,
anche tu mi sei mancata tantissimo…
La guardo in quei suoi
occhi scuri e profondi, che sembrano capaci di leggerti a fondo nel cuore e
continuo…
-Che ne dici
di andare?
Le chiedo, abbassando lo
sguardo, non riesco proprio a sostenere la pesantezza dei suoi occhi…
-Certo, anche
perché ho lasciato Piglo, sciolo scioletto, scai quanto sarà triste ora!
La faccio scendere e lei
mi prende la mano, ci voltiamo verso il cancello proprio in tempo per vedere
Condoleezza baciare appassionatamente Gabri, un senso di rabbia mi pervade,
avrei una voglia matta di andare lì e spaccarle i denti, ma mi trattengo forse
per la presenza di Stella al mio fianco…
-Ma che
quella è la fidanzatina del scignore?
Come sempre lei ha capito
immediatamente tutto…
-Sì tesoro,
però non sono affari nostri…
Tento di convincerla, lei
non si fa persuadere e insiste…
-Scì però è
proprio brutta! Sciei molto meglio tu!
La guardo quasi con le
lacrime agli occhi, qualche volta l’affetto rende davvero ciechi, però mi fa
piacere sapere che almeno secondo lei, io sono più carina! Le stringo più forte
la mano e silenziosamente ci avviamo verso casa!
Nessuna delle due parla,
forse perché il tenerci così per mano vale molto più di mille parole, perché
talvolta l’affetto si dimostra anche solo standosi accanto, senza bisogno di
lunghi discorsi, solo così, l’una accanto all’altra, come madre e figlia, unite
da un legame capace di abbattere qualsiasi ostacolo e oltrepassare tutte le
avversità…per la prima volta, ho la certezza che per il bene di Stella regalerei
la mia stessa vita e sapere di riuscire a provare anch’io un sentimento del
genere, mi rassicura e scioglie un po’ di quel gelo che circonda ormai il mio
cuore da anni!
Arriviamo a casa una buona
mezz’ora dopo e lì trovo ad attenderci mia madre che a braccia incrociate ci
scruta supplichevole, appena entrata mi prende la borsa e mi chiede…
-Tesoro mio
bellissimo, come è andata la scuola?
Non è esattamente un buon
presagio sentirla iniziare un discorso in questo modo, così decido di tagliare
corto senza troppe smancerie…
-Scopri
subito le carte intavola, che c’è?
Roberta sembra quasi
ringraziarmi con lo sguardo e mi porge una lettera di pergamena…ha giudicare
dall’eleganza della scrittura, ho già una vaga idea di chi possa essere e un
sorriso divertito mi increspa le labbra…
15 Ottobre
Care Roberta e Ginevra,
Dopo aver ricevuto per anni le vostre numerose lettere,
tenere e commuoventi, in cui mi descrivevate l’agiatezza della vostra casa e il
vostro allegro rapporto, ho deciso, nonostante la mia veneranda età di venire
finalmente a trovarvi, mi mancate così tanto e da quando Piero è morto, mi sento
talmente tanto sola…in principio volevo farvi una sorpresa, avevo deciso di
venire lì a casa vostra senza avvertire, ma poi ricordandomi il lavoro
impegnativo di manager di Roberta, ho pensato fosse sconveniente non concederle
neanche il tempo di chiedere magari qualche giorno di ferie per questa anziana
donna che viene a trovarvi! Quindi vi ho mandato questa lettera per avvisarvi,
verrò da voi esattamente due mesi dopo l’invio di quest’ultima, che è di poche
parole e molto più corta delle solite perché spero di potervi raccontare di
persona alcune novità che sicuramente vi faranno piacere!!
Cordiali saluti,
vostra affezionatissima
Annabell
Rileggo due volte la
lettera prima di guardare mia madre, che nervosamente si liscia una ciocca di
capelli, tenuta tra l'indice e il medio …
-Abbiamo solo due mesi per dare
una sistemata a questa topaia? Direi che dobbiamo metterci a lavoro no?
-fine cap.11-
Allora allora
allora???? Com’è questo chap. a me è piaciuto, spero vivamente anche a voi ^_^
mi raccomando tanti commenti, vi preeeggggoooo!! Io accetto anche commenti
negativi purché servano a migliorarmi, quindi se qualcuno di voi trova questa ff,
magari immeritevole di complimenti, ma ha consigli per renderla un pochino più
leggibile, per me nn ci sono problemi ok? ^-^
Cmq sia grazie a tutti
e scusate il ritardo, ma coma già detto, ultimamente ho un pochino da fare!!!
-Già
solamente due mesi e tanto, troppo lavoro da fare! Dove li troverò i soldi!
Esclama in preda alla disperazione Roberta, Annabell è
sua madre, una vecchietta arzilla e piena di vitalità, che ci ha ospitato per un
po’ di tempo dopo la separazione e con la quale tramite posta, abbiamo mantenuto
un rapporto affettuoso…c’è solo un piccolo problema in tutta questa storia, la
signora è una donna molto anziana e per non darle dispiacere, abbiamo
leggermente alterato la realtà in cui viviamo…infatti secondo Annabell, io e
Roberta abbiamo un rapporto sereno e sincero e abitiamo entrambe in una piccola
ma graziosissima casa, venuta su da anni di lavoro come manager in una piccola
agenzia di città…ci rifletto un attimo, ma più ci penso più vedo l’impresa
impossibile e così azzardo una soluzione…
-E se le dicessimo tutta la verità?
Roberta sgrana gli occhi e mi fissa sconcertata…
-Come se non conoscessi tua nonna, le si prenderebbe un infarto,
sono anni che la riempiamo di bugie!!
Ha ragione, dirle la verità la farebbe stare malissimo, è
stata proprio la sua fragilità a convincerci ad iniziare a mentirle…
-Oppure potremmo inventare una scusa qualsiasi, del tipo che devi
stare fuori città per un po’…
Ci pensa un attimo, poi rassegnata mi dice…
-Ma che, verrebbe comunque! Anche a costo di andare a dormire sotto
i ponti, ci vuole troppo bene…
E così siamo daccapo, non so più che dire per tirarci
fuori da questa situazione! Poi un pochino acida sbotto…
-Pure tu, dirle che fai la manager!
La sto accusando, perché prendermela con lei è l’unico
modo che conosco per calmarmi…
-E’ no tesoro, se non era per il mio presunto lavoro da manager,
lei ci sarebbe piombata in casa senza preavviso!
Giusto anche questo!
-E ora?
Si rimbocca le maniche e sicura sussurra a denti stretti…
-Ora dobbiamo darci da fare! Senti oggi è il 20 no?
Annuisco, forse ho capito dove vuole arrivare…
-Allora dal 25, c’è il ponte per la festa di San. Clarence, vuole
dire che tu inizierai le vacanze da domani…
Evvai, sì, niente Condoleezza per due settimane…
-Ok, ma i soldi?
Sorride soddisfatta, poi prende il telefono, compone
velocemente un numero e mi sussurra…
-So a chi chiedere!
Corrugo la fronte e aspetto con ansia di capire chi è
l’identità del nostro salvatore…
-Lori! Caro, come stai?
Esclama lei sorniona, papà deve essere contento della sua
telefonata a giudicare dal tono di voce che sento fin da qui, in effetti è la
persona più adatta a cui chiedere aiuto, anche lui vuole incredibilmente bene
alla nonna e quindi, scanso imprevisti dovrebbe accettare …
-Davvero? Ma quanto intendi rimanere?
Il mio cuore perde un battito, l’idea di perdere Stella,
mi fa venire voglia di piangere fin da ora…
-Come, non prima della Befana!!!!!! Ma quanto cavolo durano le tue
conferenze…!!!
Sospiro egoisticamente sollevata, come pensavo papà non
perde il vizio di concedersi qualche vacanza un po’ troppo prolungata, lo faceva
anche con me…mi dirigo verso Stella, che mi chiede…
-E’ il mio papone al telefono vero?
Annuisco, che voglia parlarci?
-Vuoi parlarci?
Stella mi guarda, sorride e poi franca e calma dice…
-No!
Non capisco, non vuole parlarci perché è arrabbiata con
lui, oppure non le va e basta, come al solito, non mi trattengo e curiosa le
domando…
-Perché no? Non ti mancano, la mamma e il papà?
Lei mi osserva dubbiosa, quasi avessi detto chissà cosa!
-No, sto tanto bene qui con te e zia Roberta!
Zia Roberta?? Ma da quando in qua la chiama così?
Comunque sia è un modo molto tenero di definirla, scommetto che le fa molto
piacere, Stella è talmente deliziosa alcune volte…
Sento mia madre riattaccare e corro verso di lei
chiedendole con ansia…
-Che ha detto? Ci da una mano?
Roberta sorride maliziosa…
-Ovviamente cosa credi? So essere molto convincente quando voglio
sai?
Mi fa l’occhiolino, poi di nuovo seria…
-Ascolta, io ora vado da un amico per chiedergli, se magari posso
fingere di essere sua manager per il periodo che nonna è qui! In fin dei conti
sono laureata in questo, non ci dovrebbero essere troppi problemi!
Detto questo raccatta la borsa e fa per uscire…
-Roberta è una cosa assurda, non ti aiuterà mai!
Abbassa lo sguardo, ma lo rialza poco dopo più deciso che
mai…
-Forse, ma devo almeno provare, la stima di mia madre è una delle
cose più importante che ho!!!
Roberta e la nonna hanno sempre avuto un rapporto
splendido e di completa fiducia, quando sono insieme sprizzano affetto da tutti
i pori e si scambiano in numerose effusioni, insomma si adorano…qualche volta mi
fanno persino invidia, se non avessi un carattere così glaciale forse riuscirei
anch’io ad essere felice all’idea di avere mia madre al mio fianco!
-Rob, ma io che devo fare?
Chiedo poco prima di vederla scomparire dietro la porta…
-Iniziando dalla tua camera, stacca tutti i mobili dal muro! Poi ti
spiego più tardi a cosa serve! Ciao!
‘?????????????????’ ecco probabilmente l’unica cosa che
si troverebbe, scavando in questo momento nei miei pensieri, una confusione di
domande a cui nessuno, tranne la persona che ha appena chiuso quella porta, può
rispondere! Faccio spallucce, poi verso Stella:
-Vieni Stellina, andiamo in camera mia che mi devi dare una mano!
Le sorrido e insieme ci dirigiamo nella stanza…sono più
che convinta che questi due mesi saranno faticosi a dir poco, poi però ripenso
alla scuola e a cosa significherebbe sopportarsi Gabri che ogni giorno viene a
prendere Condoleezza e la coccola dolcemente…così ci rifletto ancora e mi
convinco che forse la venuta di nonna è il miracolo che tanto attendevo per
negarmi uno strazio come quello dei due piccioncini davanti al cancello
dell’entrata…
-fine cap.11-
Allora secondo il mio modesto parere questo chap. nn è
dei migliori anzi, però credo che sia comunque importante, spero sinceramente di
non avervi deluso (devil nn mi uccidere!)…vorrei anche ringraziare le 4 ragazze
che hanno rec, Devil90, Dondy, Diddlina_4ever (che è sempre tenerissima!) e
Sailormeila…
Mi guardo attentamente intorno, un tramonto, una spiaggia
deserta, il sole di un acceso rosso fuoco sembra osservare solo me e la figura
che mi tiene per mano…già ma chi è la persona al mio fianco? Non l’ho ancora
capito, non so nemmeno come mi sia trovata in sua compagnia…incuriosita mi volto
verso il ragazzo che a sua volta sposta il suo sguardo verso di me e mi rivolge
un sorriso, che se trasformato in energia alimenterebbe un’intera
centrale…ovviamente è Gabri! Un senso di vertigine, si impossessa delle mie
articolazioni, così insicura gli chiedo…
-Ma allora abbiamo fatto pace?
Lui annuisce e con le
lacrime agli occhi gli porgo le mie scuse…
-Mi dispiace, sono stata un’idiota, tu volevi solo aiutarmi, niente
di più e io ti ho cacciato via, scusami scusami…
Lui mi mette un dito sulle labbra e mi zittisce…ora sto
piangendo veramente…
-Gine io, beh vedi io ti am…
Si interrompe, ‘o mio Dio, cosa sta per dirmi?’, il cuore
batte forte e sto per svenire, consumata dall’ansia…poi improvvisamente la sua
espressione cambia, diventa più dura e fredda e con voce grave e roca esclama
autoritario…
-Ginevra Gargiulli…! Cosa stai facendo?
‘He??’ lo guardo delusa, ma che dice? Non sembra neanche
più lui e poi la sua voce, sì la sua voce ha qualcosa di irritante e
famigliare…ma prima che riesca a capire di chi si tratti, Gabri continua
dicendo…
-Ah, brava! Va bene allora dimmi, chi era Lucio Cornelio Silla?
Una lampadina si accende nella mia mente e grido…
-La Scimmia…
Il paesaggio intorno a me cambia, Gabri e il tramonto
scompaiono, per dare spazio alla mia aula…sono scattata in piedi e tutta la
classe mi guarda divertita, davanti a me la prof. di storia tiene il registro in
mano e se lo sbatte con fare irritante sulla mano destra…
-Non so signorina Gargiulli, qualcuno potrebbe definire Silla una
scimmia, ma non era esattamente questa la definizione che mi aspettavo da lei…
La classe scoppia a ridere e la professoressa scuote la
testa rassegnata…
-Ginevra, non si può più tollerare il tuo comportamento,
addirittura addormentarsi in classe!?!?
‘Era solo un sogno!!’ penso triste e poi rivolta alla mia
insegnante…
-Mi scusi, non succederà mai più!
Sospira…
-Ginevra quante volte me lo hai già detto?? So che hai una brutta
situazione a casa, però questa è una mancanza di rispetto nei miei confronti e
nei confronti dei tuoi compagni di classe…
‘O cazzo, di solito è Daisy a svegliarmi prima di essere
scoperta, ma oggi quella scema è assente!’ mi faccio mentalmente il promemoria
di chiamarla per ricordarle i suoi doveri di amica e poi sorrido colpevole alla
prof.
-Per questa volta passa, ma solo perché mettere una nota non mi
sembra il modo adatto di dare il benvenuto alla tua nuova compagna di classe,
che io ho già precedentemente presentato, mentre tu eri ancora tra le braccia di
Morfeo!
Mi volto verso la cattedra, effettivamente in piedi
accanto alla porta, si trova una ragazza biondina che mi squadra con fare
altezzoso…
-Lei,
Dice la Scimmia indicandola…
-è la signorina Rice! Non ti dico altro, visto che almeno per oggi,
starà di banco vicino a te e quindi avrai modo di conoscerla un pochino meglio!
‘Che?? Quella di banco con me?? Ma con quella faccia? Non
se ne parla nemmeno, poi nessuno si può permettere di sfrattare Daisy, ora
glielo dico “prof. mi metta la nota, ma non faccia venire quella sottospecie di
top model con la puzza sotto il naso vicino a me!”, poi ovviamente finta come
mio solito, mi limito a sussurrare…
-Ma certo, con piacere!
La ragazza mi si avvicina senza minimamente nascondere il
suo sdegno e si siede osservando leggermente schifata il banco pieno di scritte
in UniPosca (è una marca di pennarelli a punta ciotta! Da me si conoscono e si
usano un sacco non so da voi, così ho preferito spiegare…^_^ ndJ_A)…poi mi dice…
-Ciao, tu sei Ginevra vero? Ma che nome buffo che hai!
‘Coossaa! Ma come ti permetti, buffo? Tsz!’ la guardo
torva e decido di chiudere lì la conversazione…evidentemente però la ragazza non
era esattamente del mio stesso parere…
-Sai io faccio danza, suono il pianoforte ed in tutte due le
cose sono bravissima!
‘Dio aiutami tu!’ la guardo sorridente e dico…
-Ne sono sicura!
Lei con sguardo altrettanto finto continua…
-Io vengo da Matterville, un paesino molto interessante,
dove abita tutta gente con un reddito notevole! Io abitavo in una
bellissima casa e io avevo un mio personalissimo
studio!
‘Io, io, io…!’ mi dico fra me annoiata, questa ragazza è
talmente arrogante, da essere quasi assurda…!Sto per scoppiare e ho la certezza
che per un altro ‘io’, potrei anche rifilarle una pizza di quelle mai viste, ma
fortunatamente è la campanella della ricreazione a salvarla! Mi alzo velocemente
e uscendo dalla classe mi dirigo disperata verso la porta del 2° C…
-Marta…!
Grido nella speranza di trovare almeno lei…poi vedo la
sua faccetta affacciarsi dalla porta del bagno, con due occhi gonfi e lucidi…
-Gine! Sono qui!
Ormai dovrei esserci abituata, ma mi preoccupo sempre nel
vederla in lacrime…scommetto proprio che è colpa di quel cretino di Gianni, il
suo ragazzo…
-Che ti ha fatto questa volta? Giuro che ora vado lì e lo pisto!
Esclamo entrando…
-No…ti…pre…go…
Mi dice singhiozzando Marta e impietosita mi avvicino per
abbracciarla…
-Lui, ha detto che non prova più niente per me, che ora è
innamorato di Pamela e che lo devo lasciare stare!
‘Sua delicatezza ha trovato subito le parole giuste per
scaricarla, poverina!’ sinceramente non so che dirle, spero sul serio che il
capitolo ‘Gianni’ finisca presto perché è impossibile passare 3 ricreazioni su 4
a piangere in bagno…
-Marta, devi capire che se tu lo lasci stare è solo lui a
rimetterci, non ti merita affatto! Guardati in torno c’è tanta bella gente!
‘Effettivamente non è del tutto vero, infatti la nostra
scuola non è certo famosa per gli esemplari maschili che vi si trovano dentro,
però qualcosa si deve pur dire in questi casi!’…Marta riflette un attimo sulla
mia proposta e scoppia a ridere…
-Apprezzo lo sforzo, ma la nostra è una scuola di cessi!
‘Anche lei è molto delicata…!’ sorrido, 'ci rinuncio, è
irrecuperabile'!
-A proposito Gine, c’era qualcosa che volevi dirmi?
Mi chiede sorridente asciugandosi le lacrime…non mi va
più di parlarne così taglio corto…
-Ma niente, solo della mia nuova e insopportabilissima compagna di
classe…!
Lei sembra rifletterci…
-Sì ne ho sentito parlare, com’è che si chiama?
‘ Boh! Non so come si chiama, ok di cognome fa Rice, ma
di nome?’ mi do mentalmente dell’idiota per non averglielo chiesto e per essermi
addormentata proprio durante la presentazione…
-Non ne ho la più pallida idea!
Le dico io, Marta si preme due dita sulle meningi…
-A me lo avevano detto, qualcosa di strano…ah sì…
Mi fissa sicura della sua informazione…
-Condoleezza…
-fine cap.10-
E come al solito i ringraziamenti a tutte le persone che
mi hanno rec. e a tutte quelle che hanno letto questo nuovo chap…spero vi sia
piaciuto! Bacioni a tutte…0\
‘Un’avventura, è forse questo il nuovo viaggio che sto
intraprendendo? Tanti dubbi affollano la mia mente, tante domande che avrebbero
bisogno di una risposta, di un chiarimento che non arriva!’ ecco a cosa sto
pensando, mentre, aiutata da Stella, sistemo la mia camera…fuori piove e il
ticchettio delle gocce, rimbomba nella mia testa, quasi fosse una ninna nanna
per conciliare il sonno, che mi fa sentire stanca di un torpore mentale ma non
fisico…riordino anche l’ultimo mobile, e mi siedo sul letto a ripensare a questi
ultimi tre giorni, all’arrivo di Stella e soprattutto a Gabri, ed è a questo
punto che mi costringo a guardare fuori dalla finestra, sul balcone del suo
terrazzo, la luce spenta, le tende tirate, chissà lui come sta?Poi
improvvisamente sento qualcosa tirarmi la manica…o meglio, qualcuno…
-Ginny, cosa hai?
Mi volto a guardare la bambina, che con occhi dolci e
carichi di affetto aspetta la mia risposta…
-Stavo solo pensando Stellina, niente di che!
Avvicina la sua faccia alla mia guancia e vi posa un
leggero bacio, poi mi guarda di nuovo, sta per chiedermi qualcos’altro, quando
sento suonare il campanello…mi alzo seguita a ruota da lei, apro la porta e mi
trovo davanti Roberta stracarica di buste…rimango a guardarla perplessa, senza
minimamente pensare che forse ha bisogno di una mano, poi da sotto la miriade di
pacchi la sento grugnire…
-Gine cara, non pensi che forse questa povera donna, che per una
casualità è anche tua madre, abbia bisogno di aiuto?
Sbuffo un pochino contrariata e le prendo alcune
buste…una volta ammassati gli acquisti le chiedo…
-E tutta questa roba cosa mi rappresenterebbe?
Roberta riprende un attimo fiato, poi sorridente inizia a
spiegarmi…
-Allora quel barattolo lì è vernice azzurra, quello è vernice
arancione e quella è gialla…ah e dimenticavo, quelli sono teloni di plastica
assieme a vari pennelli e il rullo…
Un brutto presentimento, mi fa venire voglia di
strapparmi i capelli…vernice???
-No aspetta aspetta…a che serve la vernice?
Mi guarda come fossi un alieno poi con un fare un po’
troppo saccente…
-Ma per dipingere le pareti no????
Ok, ho sempre avuto il sospetto di avere una madre un po’
fuori di testa, ma sentirsi sbattere in faccia la realtà è terribile…
-Ah, davvero e di che colori?? Azzurre, gialle, arancioni??
Chiedo incredula, Roberta si posa un dito sulla tempia
poi continua…
-No, veramente cercavo anche quella rossa, ma non c’era!
Scandalizzata faccio per andarmene, ma lei mi blocca
dicendomi…
-Senti dobbiamo dare una vivacizzata all’ambiente no? Tu che dici?
Forse non è esattamente una brutta idea, ho sempre
desiderato poter avere una camera stravagante! Inoltre, con la scusa di
dipingere…Sorrido…
-Iniziamo subito?
Mi fa l’occhiolino e ci andiamo a mettere degli abiti un
po’ più vecchi…5 min. dopo siamo tutte e tre nella mia camera…
-Allora l’armadio era troppo pesante, quindi ovviamente non l’ho
potuto spostare, inoltre ci sono ancora le mensole, come facciamo??
Roberta ci riflette un attimo, poi rivolta verso Stella
dice…
-Stellina, senti che ne dici di prendere quel gruppo di giornali di
là in soggiorno, di portarli qui e di spargerli ordinatamente per terra lungo il
contorno del muro?
La bambina sorride entusiasta e quando torna dal
soggiorno, inizia a posare uno dopo l’altro i fogli di giornale, foglio su
foglio, oddio, non proprio ordinatamente, anzi, ma è una bambina, sicuramente
non sa neanche cosa significa!
-Tu invece, con un po’ di scotch, attacca altri fogli di giornale
sui contorni appoggiati al muro dell’armadio e delle mensole, in questo modo non
si sporcheranno con delle gocce di vernice! Poi ricopri con i teli di plastica
tutti i mobili al centro! A proposito, come la vuoi?
Il mio colore preferito è in assoluto l’azzurro, però ho
sempre pensato che fosse un po’ cupo…poi di impulso…
-Arancione!!! Hem, Roberta, ma tu hai mai fatto una cosa del
genere?
-No, di persona no, però ho assistito parecchie volte!
Mi preoccupa un po’ la situazione, ma in effetti peggio
di così la casa non può essere ridotta…Inizio il mio lavoro e parecchio, troppo
tempo dopo, siamo pronte per cominciare a dipingere…Roberta impartisce ordini su
ordini e mi spiega per filo e per segno, cosa devo fare, come devo tenere il
polso, come devo cambiare direzione e via dicendo…
-Ok, ora che ti ho spiegato tutto potete iniziare!
Inizia poi a cambiarsi e si mette un tailleur molto
elegante…
-Potete?
Chiedo stizzita, perché ho la sensazione che non intende
aiutarci…
-Beh, io devo parlare con quel mio amico per il lavoro di manager
no?? Ormai ti ho spiegato tutto, sono sicura che te la caverai!
Cosa? Pazza, malata, fuori di testa, senza cervello!
-Cioè vuoi lasciare, questa situazione in mano a due piccole e
inesperti ragazze?
Socchiude gli occhi in uno sguardo provocatorio…
-Certo e poi se sei abbastanza grande da poter tornare a casa la
sera tardi, lo sei anche per questo!
Esce, senza neanche salutarmi, lasciandomi per la seconda
volta senza parole e con un casino di domande da farle! Ritorno in camera
furiosa e trovo Stella che parla con Pigro, appena mi vede si zittisce e
sventolando un pennellino mi chiede…
-Allora iniziamo? Piglo voleva dipingere con noi, ma gli ho
spiegato che lui è troppo piccolo per certe cose!
Le sorrido e poi dico…
-Ma sai che ti dico, sì divertiamoci!
Mi avvicino alla radio sotto il telone di plastica e
metto il cd di Eminem a palla! Inizio un ballo sfrenato e sempre saltellando
apro il barattolo di vernice, la diluisco un po’ con l’acqua secondo le
istruzioni materne e in compagnia di Stella inizio a dipingere un angolo della
camera…sono contenta e anche Stella lo è, anche se spostandosi da una parte
all’altra della stanza ha lasciato numerose sgocciolature qua e là… più la
guardo gironzolare allegra, più mi convinco che è troppo tenera con quel
pennello in mano e il naso tutto sporco di arancione, così decido di
interrompere il mio lavoro per prenderla in braccio e ballare assieme a lei un
immaginario tango…Ovviamente non mi accorgo che una figura fuori sul balcone
dell’altra casa, ci osserva sorridendo…La poso a terra poco dopo e per non so
quale caso incontro lo sguardo del nostro scrutatore, Gabri! Mi manca il fiato
nello scorgere il suo volto sorridente e mi viene un’illuminazione! Mi volto
verso Stella e la guardo furbescamente…
-Vieni tesoro, andiamo dal signore!!!
Lei annuisce e usciamo di casa mano nella mano,
attraversiamo la strada e saliamo le scale del portone di Gabri, una volta
davanti alla sua porta, suono il campanello timorosa e mi stampo in faccia il
sorriso più caldo e convincente possibile…ad aprirmi è la madre, che inarca un
sopracciglio, notando il mio abbigliamento molto glamour, senza contare i
capelli a chiazze arancioni e la faccia a pois…
-Ciao Gine, vuoi che ti chiamo Gabri?
Risponde al mio sorriso con fare amichevole, la madre di
Gabriele è una gran donna, mi è stata sempre simpatica…
-Sì grazie Kate!
Attendo con un po’ di ansia l’arrivo del ragazzo e dopo
poco lo vedo comparire sulla soglia della porta!
-Ciao!
Mi dice abbozzando un sorriso…
-Ciao!
Cala immediatamente il silenzio fra noi e tutte le
sicurezze che provavo prima di incrociare nuovamente i suoi occhi, crollano ai
miei piedi insulse e deboli…rimaniamo come minimo un paio di minuti in questa
imbarazzante situazione, dalla quale ci tira fuori la piccola Stella…
-Ciao scignore, noi stiamo pitturando, vuoi venire con noi??
Gabri la osserva un attimo e poi sposta il suo sguardo
sopra di me che rossa in viso, continuo ad fissarmi le scarpe…
-Ok, però mi dai una attimo per cambiarmi?
Entra di nuovo in casa e si dirige nella sua camera da
letto, non può andare avanti così, alcune volte bisogna mettere da parte
l’orgoglio e saper affrontare a testa alta i propri problemi, decido di impulso
di entrare…
-Stella tu rimani qui e non ti muovere per nessun motivo!
A passo svelto cerco la sua camera fra le tante e la
scorgo poco dopo, sulla porta è scritto a caratteri cubitali ‘QUESTA E’ LA
STANZA DI GABRIELE PRIMA DI ENTRARE SIETE PREGATI DI BUSSARE!!!’ ovviamente io
da tonta come sono non tengo minimamente conto dell'avviso e spalanco la porta
gridando…
-Gabri, ti devo parl………are!
Le parole mi muoiono in gola, perché davanti a me mi
trovo un Gabriele con addosso solamente un paio ‘niente male!’ di boxer…ora
siamo entrambi ad arrossire poi lui sbotta…
-Se volevi vedermi seminudo bastava chiederlo!!
‘Non posso crederci, si diverte a prendermi in giro anche
in una situazione del genere!’ nonostante tutto però non mi dispiace affatto il
suo fisico e così, diciamo che non mi precipito ad uscire dalla stanza, anzi, me
la prendo del tutto comoda…una volta socchiusa di nuovo la porta gli urlo nel
tentativo di farmi sentire…
-Senti Gabri, io ti volevo chiedere scusa, mi dispiace tantissimo,
non volevo trattarti in quel modo, scusami tantissimo!
Balbetto un po’ nel porgergli le mie scuse, in fin dei
conti sono ancora molto scossa…dalla stanza non fuoriesce nessun suono e sospiro
un pochino rassegnata, quando la porta si apre e senza che io me ne renda conto
Gabri, si china e mi da un bacio sulla guancia…
-No Gine è stata colpa mia non dovevo impicciarmi!
Mi sorride e si dirige in ingresso dove tenerissimo
abbraccia Stella, che lo saluta riempendolo di baci, mentre io dietro di loro
con lo sguardo perso nel vuoto, mi sfioro inconsciamente la guancia…
-fine cap.13-
Eh sì, molto meglio dell’altro, però mi chiedo perché io
non ho amici come lui, che ti chiedono scusa con un bacio (e che stanno bene
solo con in boxer!)?…vabbè mi raccomando fatemi sapere e grazie per il sostegno
di tutte le ragazze che mi hanno recensito ^_^
Sapete quando, dopo un avvenimento che vi ha reso felice
o solamente sorpresi, sentite quel desiderio incontrollabile di sorridere e non
ne potete fare a meno? E’ esattamente quello che sto facendo io in questo
momento…le mie labbra sono tese in sorrisi languidi e romantici e non riesco a
smettere, nonostante sia sicura che questo mio comportamento sia stupido e
infantile…insomma, Gine risvegliati e scendi dalle nuvole, gli stai sbattendo in
faccia i tuoi sentimenti, vuoi fargli capire quello che provi in questo modo??…I
miei sentimenti…realisticamente parlando, non so neanche io quali siano, anche
se forse qualcosa l’ho intuito! Che per Gabri ci sia qualcosa al di fuori di
semplice amicizia, mi è già noto, ma che cosa sia lo devo ancora scoprire e
forse questi morsi allo stomaco ogni volta che lo guardo mi possono essere
d’aiuto…
Quando entriamo in camera
mia si mette le mani nei corti capelli scuri ed esclama ironico…
-Siete a buon
punto vedo!
Lo guardo un attimo e
sento vagamente l’impulso di saltargli al collo…
-Appunto,
allora vedi di darti una mossa…
Gli lancio un pennello di
grandi dimensioni e provocatoria continuo…
-Facci vedere
che sai fare, Picasso!
Marco volontariamente
l’ultimo appellativo e lo vedo socchiudere gli occhi minaccioso, scoppiamo in
una fragorosa risata e tutti e tre iniziamo a dipingere allegramente…
Dopo una mezz’oretta
Stella crolla distrutta sul divano del soggiorno, le rimbocco le coperte e
mentre la osservo, mi rendo immediatamente conto del fatto che da grande
infrangerà numerosi cuori maschili, è troppo bella…sorrido all’idea e ritorno in
camera da letto, dove trovo Gabriele che mi da le spalle:
-La piccola
dorme!!
Non si volta neanche per
rispondermi, tanto è preso dal tratto di muro che sta dipingendo…
-Si vedeva
che era stanca, però nonostante tutto ha fatto un buon lavoro…
Sì ha ragione, per essere
una bimba, mi aspettavo un risultato peggiore…poso nuovamente il mio sguardo
verso la schiena del ragazzo e la sua T-shirt bianca attira la mia attenzione,
ghigno furbescamente e evitando di insospettirlo, raccolgo il mio pennello, lo
intingo nella vernice e facendo roteare il polso, lascio che numerosi schizzi
arancioni partano in direzione della sua maglietta…però si sa come si dice, se
il destino ci lascia lo zampino…!Proprio in questo sfortunato momento Gabri si
volta, prendendo in faccia la maggior parte degli schizzi e spalancando la bocca
in un espressione indecifrabile…mi maledico mentalmente e appoggio le dita sulla
bocca, non so se ridere o scappare, ma perché non ragiono prima di fare certe
cazzate??
Tengo il fiato sospeso
nell’attesa di una sua qualsiasi reazione, ho una paura inverosimile…
Dopo qualche secondo, che
sembra una vita, si riprende, lo vedo dal suo sguardo che è incazzato nero,
parte alla carica e mi si avvicina pericoloso, io chiudo istintivamente gli
occhi convinta di ricevere come minimo un schiaffo… ci rimango di sasso quando
invece sento solo il suo pennello sbattersi sulla mia camicetta, spalanco le
palpebre inorridita e abbasso lo sguardo sul tessuto una volta blu…
-Tu brutto
pezzo di…
Gabri sghignazza
divertito, ma smette immediatamente quando altri schizzi arancioni lo prendono
sulla faccia…ora sono io quella a sorridere, nonostante sia consapevole, che
facendo così ho solo scatenato una guerra all’ultimo colpo…poi succede tutto in
un secondo, lui si avvicina, mi prende i polsi e mi costringe ad indietreggiare,
finché non inciampo nel barattolo di vernice che si riversa per terra…mi ritrovo
quindi sdraiata in una pozzanghera di colore, Gabriele si abbassa e mi prende il
volto con una mano, avvicinandolo al suo, poi sussurra…
-Non si
scherza con il fuoco!
‘E no, questo è veramente
troppo…’ senza ascoltare l’unica piccola parte del mio cervello che mi impone di
alzarmi e di iniziare a sistemare tutto questo casino, ribatto…
-No, infatti
Gabri!
Lo prendo per un braccio e
lo trascino per terra…o almeno questo era il mio intento, trascinarlo per terra,
non farmelo cadere addosso!! In un attimo me lo trovo completamente sdraiato
sopra, sento il suo peso gravare sul mio corpo, ma nonostante tutto non emetto
un fiato……Gabri si accorge immediatamente della situazione imbarazzante e smette
di sorridere, per far comparire sul suo volto una maschera glaciale, arrossisco
vistosamente sottoposta al suo sguardo, ma nessuno dei due sembra intenzionato
realmente ad alzarsi…
Mi sento soffocare in
questa posizione, ma smetto completamente di mandare ossigeno ad i miei polmoni
solo quando la sua mano inizia ad accarezzare teneramente la mia guancia, lo
vedo avvicinarsi al mio volto ed i nostri respiri si fondo in uno solo, le sue
labbra sfiorano le mie e…
DDDDRRRRIIII
Sbuffo scocciata sentendo suonare il campanello, chi
sarà ora? Guardo distratta lo schermo del computer, sono due ore che scrivo
questa stramaledetta storia, con la quale spero di riuscirmi a spiegare il
perché della mia condizione, un perché che non arriva! Mi alzo innervosita e
apro con fare scocciata la porta della mia villa di campagna…
-Salve signora la sua pizza!
Il ragazzo delle consegne mi osserva scettico, in fin dei conti c’è da
capirlo, è abituato a vedermi sempre tutta in tiro come se stessi quasi per
uscire, oggi invece ho un aspetto sciatto, i capelli raccolti in una cipolla, mi
ricadono a ciuffi sul volto e indosso un semplice pigiama di due o tre misure
più ampio del solito…abbozzo un sorriso falso e ipocrita…
-
Ciao Salvo, grazie!
Prendo la pizza
e lascio al ragazzo una mancia generosa, lo vedo andarsene sorridente e chiudo
la porta a chiave…porto la pizza in cucina, una stanza super attrezzata, dove io
entro solo di rado, non sono certo una che perde tempo a cucinare, molto meglio
i cibi pronti…ora non ho fame, la mangerò dopo, mi dico mentalmente e ritorno in
soggiorno, la stanza è completamente buia, unica fonte di luce è il computer, lo
guardo scettica, in uno dei miei attacchi di commiserazione ho deciso di
iniziare a scrivere una sorta di autobiografia, iniziando però dal periodo che
ha sconvolto la mia vita e i miei piani futuri…osservo il punto in cui la linea
della scrittura lampeggia ininterrottamente, ‘Quello è stato una dei più bei
giorni della mia vita!’ ammetto fra me, mi viene la nausea solo al pensiero di
ricominciare a scrivere, così salvo la mia ‘opera’ e con dita doloranti accendo
la luce…mi guardo intorno, come nella speranza di vedere qualcosa di diverso in
questa fottutissima stanza, ma niente, è sempre tutta uguale, sconsolata mi
avvicino al piano bar e tiro fuori una bottiglia di Scotch, lo verso in un
bicchiere e mi dirigo verso la finestra aperta, è notte fonda, ma nonostante
tutto la città sembra essersi appena svegliata, sorseggio il mio drink
pensierosa, vorrei piangere, ma tanto so che nessuno mi starebbe a sentire in
fin dei conti di cosa mi devo lamentare ho i soldi a palate e vivo agiatamente,
c’è gente che pagherebbe per trovarsi nella mia situazione…eppure spesso mi
sento erodere dai rimorsi, come li ho ottenuti tutti questi soldi? Bleha, mi fa
schifo solo ripensarci, mettersi nel letto di lardosi figli di papà, farli
innamorare e arrivare persino a farti chiedere di sposarli, accettare e ottenere
il divorzio dopo appena una settimana, portandosi via la metà del loro conto in
banca! Non è un modo come un altro per prostituirsi?? Faccio spallucce, non
volevo vivere nello squallore di mia madre, in fin dei conti l’ho scelta io
questa vita e ora me la tengo…sento improvvisamente squillare il telefono e
sobbalzo impaurita dalla musichetta della ‘famiglia Addams’…
-
Pronto!
Chiedo sorniona
e poco interessata, non ho neanche visto di chi era il numero…
-
Ginny, sono io Stella! Come stai?
Ecco l’unica
persona che avevo voglia di sentire, la mia ‘piccola’ Stella…
-
Bene tesoro tu?
Avevo ragione, è
diventata bellissima…
-
Tutto a posto, ho chiamato solo per informarti della cena di famiglia di domani
sera! Verrai?
‘o no!’ alzo gli
occhi al cielo…
-
Certo Stellina allora ci vediamo domani che ci facciamo una bella chiacchierata!
Ok?
-Sì
certo ciao Gi!
Non rispondo
neanche al suo ciao, tanto ha già attaccato! ‘Una riunione di famiglia eh?? Non
vedo l’ora!!’ penso ironica…
-fine cap.13-
Ok ok ok, forse devo spiegare qualcosa, ho sconvolto la
storia me ne rendo conto, ma volevo renderla un po’ meno passiva!!! Vabbè da
come inizia sembra quasi quel film che ho visto qualche tempo fa, ma vi posso
assicurare che è solo l’inizio!!! Se dovesse farvi proprio schifo toglierò il
chap e continuerò secondo l’idea iniziale!! E’ un po’ come se vi avessi preso
per il culo per 13 chap…spero non siate arrabbiati con me per questo ^_^
Vabbè grazie a tutte le
persone che mi hanno rec. e mi raccomando fatemi sapere che ne pensate della
novità! Ciao ciao vvb ^-^
Poso il telefono sul tavolo e torno a rimirare il
paesaggio notturno che si intravede dalla mia finestra, è tutto così bello e
semplice al di fuori di queste quattro mura….sospiro pensando a cosa mi attende
domani sera, una di quelle stressantissime riunioni di famiglia, che mi fanno
sentire la fallita di casa, nonostante il mio conto in banca dica esattamente il
contrario…certo non sarà proprio un modo molto etico di fare soldi, ma ognuno si
arrangia come può, no??
Decido di non
pensarci e mi volto distrattamente verso l’orologio a pendolo sopra al divano,
le 23.17, bevo l’ultimo sorso di liquore e mi chiudo in camera da letto
sorridendo serafica ‘la notte è lunga!’. Ho in programma di uscire, così indosso
un abito dalla fattura molto particolare, elegante, ma al tempo stesso
malizioso, mi metto un paio di scomodissime scarpe da sera e uscendo dalla
stanza, mi volto riluttante verso il bagno! E’ l’ora del make-up, la parte che
più odio dell’essere femminile, appena entrata non posso fare a meno di
guardarmi nell’enorme specchio sopra il lavandino, ecco quello che ne viene da
due ore attaccata al computer, palpebre pesanti e occhiaie fin sotto i piedi…ci
metto quasi venti minuti a sistemarmi, ma il risultato che ne ottengo è
ampiamente di mio gradimento, lego i capelli in una coda alta e lascio che
alcuni boccoli soffici e vaporosi, mi ricadano ai lati della faccia, dandomi
un’aria allegra e noncurante…ritornata in soggiorno, mi lascio cadere
soprappensiero sopra la poltrona e prendendo il cellulare compongo
meccanicamente il numero di Sharon…
-
Allora che si fa?
Mi chiede
rispondendo al primo squillo, sorrido fra me, lei e Daisy mi sono rimaste amiche
nonostante i miei ‘traffici’…
****ore 0.30****
Inchiodiamo
davanti al Royal Universe dopo un buon quarto d’ora di guida spericolata, al
volante c’era Daisy e sbattendo la portiera giuro a me stessa di non attentare
mai più in questo modo alla mia vita…
-
Beh non è stato divertente?!?
Ci chiede
notando le nostre facce ancora sconvolte, evito di ribattere e poso il mio
sguardo sulle insegne del gigantesco casinò, non è la prima volta che ci vengo,
ma tutta questa luce negli occhi, mi inebria i sensi e mi fa sentire più forte,
mentre l’adrenalina sale alle stelle….ho una voglia matta di mettermi a ballare
al ritmo della musica che si ode da dentro, così per appagare almeno in parte
questo istinto, inizio a battere il piede a terra seguendo le note dei Green Day
, vengo interrotta dal facchino che mi sta parlando, mentre io non lo ascolto
minimamente…
-
Allora, ok??
Mi chiede una
conferma che non gli posso dare, così mi costringo a guardarlo negli occhi…
-
Scusi, può ripetere?
Lo so, non è
bello sentirsi sbattere in faccia che il tuo interlocutore non ti si sta filando
di pezza, ma sinceramente i complessi di inferiorità di questo facchino, non mi
interessano minimamente…lo guardo scocciata, fremo dalla voglia di entrare e
questo scemo mi tiene qui senza dirmi niente…
-Le
avevo chiesto se vuole che le parcheggi la macchina?
Annuisco
svogliatamente, che ci voleva a chiederlo? Gli lancio le chiavi che strappo di
mano a Daisy ed entro sorridendo incantata…l’allegria mi investe appena
sorpassata la soglia mentre la musica e le luci mi fanno girare la testa… con
decisione mi volto verso le altre due ragazze, che estasiate come me si guardano
in intorno…
-
Allora io parto in quinta verso la Roulette Francese…sapete che l’adoro! Voi??
Venite con me??
Scoppiano a
ridere divertite, ma è Sharon a rispondermi…
-
Tesoro noi due abbiamo famiglia da portare avanti, non ci faremo svuotare le
tasche a quel gioco maledetto!
Faccio loro un
cenno e mi dirigo verso il gioco più popolare dei casinò, il simbolo
dell’azzardo……
Mi siedo al
tavolo con un sorrisetto furbo.
‘la roulette
francese è un gioco per gente che ha le palle e i quattrini’ mi ricordo
ancora cosa mi disse il mio ex- marito la prima volta che mi aveva portato in un
casinò, sicuramente insegnarmi a giocare d’azzardo, è stata la cosa più positiva
che è venuta fuori da quel matrimonio (oltre ai soldi, ovviamente!)…
Sono l’unica
donna al tavolo e al mio arrivo i croupiers si lanciano della occhiate divertite
che mi piacciono poco, non hanno ancora capito con chi hanno a che fare, ma si
toglieranno quell’aria maschilista dalla faccia, tra qualche puntata…
Il gioco inizia, con la classica frase del croupier alla
destra del tavolo ‘Messieurs, la partie commence’, adoro queste quattro semplici
parole, pronunciate rigorosamente in francese…lo vedo mettere la pallina nel
vano numerato corrispondente alla data del giorno e schiocco la lingua
soddisfatta… ‘Messieurs, faites vos jeux!’ esclama finalmente il croupier e la
partita ha realmente inizio.
‘La roulette è femmina, trattala con delicatezza.
Aspetta quanto è giusto, forza quando è necessario’ sento ancora George
sussurrarmi questa piccola ma fondamentale regola e un ghigno mi stira le
labbra, mentre vedo avvicinarsi il mio turno…
-Punto il nero!
Sussurro a malapena, è una puntata abbastanza piccola,
iniziare subito con un Enplein o un A’cheval sarebbe troppo rischioso, ci
arriverò pian piano…in un attimo tutti gli sguardi passano da me alla ruota
d’ottone che inizia a girare, mentre il mio battito aumenta a dismisura…quando
la roulette si ferma, sento che potrei svenire per la tensione, mi fa sempre
questo effetto ed è proprio questa la parte del gioco che più mi intriga…Il
croupier corruga la fronte mentre esclama…
-5 nero!
La folla che si è radunata scoppia in un flebile
applauso, mentre sorrido alla mia prima vittoria, raccolgo compiaciuta le fiches
vinte, per queste cose ho una fortuna fuori dal normale…
-La serata inizia bene!
Mi sento sussurrare delicatamente ad un orecchio,
sobbalzo sorpresa dallo sconosciuto chinato alla mia destra…
-Mi scusi, le ho messo paura?
Volto impercettibilmente la faccia verso il mio
interlocutore, incuriosita dalla gentilezza delle sue parole e affondo il mio
sguardo nel blu cristallino dei suoi occhi…lo scruto con il mio sguardo
analizzatore e in qualche secondo ottengo una scheda dettagliata del soggetto
che mi è affianco…
1.aspetto intellettuale e affascinante… ‘ottimo partito’
2.età: sulla trentina… ‘ci si può pensare…’
3.occhi incredibilmente azzurri e barba leggermente incolta… ‘vado pazza
per gli occhi azzurre'
4.vestito
ben stirato, ma cravatta annodata in malomodo… ‘forse non ha nessuno ad
aspettarlo a casa…interessante’
5.smoking di Armani… ‘soldi!!’
6.mano sinistra senza fede… ‘perfetto, potrebbe essere la mia prossima
vittima’
-Salve, posso chiederle con chi sto parlando?
L’uomo mi sorride soppesando la richiesta…
-Come si può dire di no ad una bella donna come lei? Thomas Evans…possiamo
darci del tu se lei gradisce signorina…?
Evans?? Mi appunto mentalmente il suo nome, con il
promemoria di cercare informazioni sul suo stato coniugale e sul suo patrimonio…
-Ma certo che possiamo darci del tu, non siamo mica così vecchi!
Ginevra Gargiulli…
Gli dico stringendogli la mano calda e aspettando con
ansia di poter puntare…
-Punto il 15 nero, il 16 rosso e il 17nero…
Ci sto provando con la Terzina, è un colpo un po’ più
importante del primo, tengo il fiato sospeso nell’attesa che la ruota si fermi…
dopo quella che sembra una vita, il croupier annuncia quasi sconvolto…
-15 nero, 16 rosso e 17 nero!
Non ci posso credere, è un colpo grosso e quando raccolgo
le mie fiches sento il sangue arrivarmi alla testa…
-Complimenti ancora, vedo che sei molto fortunata nel gioco…!
Non mi piace quel ‘nel gioco’, sta per caso insinuando
qualcosa…socchiudo gli occhi in due fessure, poi fredda come una pugnalata dico…
-E non solo in quello, posso assicurartelo!
Thomas non fa una piega alla mia affermazione…
- Ne sono convinto! Ops, lo ‘Chemin de Fer’ mi attende,
mi farebbe molto piacere se magari una volta finita la tua partita passassi da
me, per regalare a questo pover’uomo un po’ della tua fortuna…
Mi sembra una richiesta accettabile, così annuisco e lo
guardo allontanarsi dal mio tavolo con fare baldanzoso… ‘ti ho incastrato’ penso
assaporando l’odore dei soldi sulle mie dita e riprendendo tranquillamente a
giocare…
…non posso neanche sospettare del fatto che qualcuno
seduto allo ‘Chemin de Fer’ sta pensando la stessa identica cosa osservandomi
puntare…
-fine cap. 15-
Salve a tutte, ecco il nuovo capitolo, finalmente ho una mezza idea di come far
finire questa fic, anche se ce ne saranno di capitoli ancora…he he ^_^ spero
vivamente vi sia piaciuto, almeno quanto io mi sono divertita ascriverlo… per
quanto riguarda Ginevra, non è così bastarda come sembra, anzi…
ALCUNE SPIEGAZIONI…per chi non sa molto di come funzionano i casinò (come me ad
esempio…^-^)
Allora, i CROUPIERS sono quelli che si assicurano del corretto svolgimento delle
partite…
EN
PLEIN e A’ CHEVAL, sono le due puntate più alte del gioco, la prima è quando si
punta un solo numero e la seconda è quando se ne puntano due adiacenti…
La
TERZINA anche se penso che si era capito, è quando se ne puntano tre adiacenti…
Infine LO CHEMIN DE FER è un gioco di carte dalle regole complesse, basti
pensare che ce ne sono 140!!!
Ok,
ora che ho spigato ringrazio tutti quelli che hanno letto e quelli che mi hanno
recensito il precedente capitolo…e sottolineo il fatto che se vi ho spiegato
queste regole è solo per una vostra comodità…
Sono inquieta, qualcosa in quell’uomo mi ha spaventata, i
suoi occhi forse, così somiglianti a quelli di...del mio Gabri…chissà se ho
ancora il diritto di definirlo in questo modo così affettuoso? No, dopo tutto
quello che gli ho fatto credo di no!
Mi sto ancora perdendo nei miei pensieri, quando un
flash-back improvviso mi ritorna in mente…
-E’ tutta colpa di quella strega di tua figlia!
Grida Kate, verso Roberta…le sento dalla mia camera e mi tappo inutilmente le
orecchie nel tentativo di cancellare le loro voci…
-Non ti permettere mai più di definire mia figlia in quel modo, che
diamine, nessuno pensa a cosa sta passando ora la ragazza…!
Mia
madre mi difende strenuamente, tutto il quartiere ci attacca da quando Gabri è
scappato…
-Certo che no! Se tua figlia non fosse stata così fredda, lui non avrebbe
sofferto così e ora il mio bambino sarebbe ancora qui accanto a me…!
Le
sue ultime parole sono strozzate dal pianto e sentendole pronunciare questa
frase, solo una lacrima scende dalle mie palpebre, una e una sola…ho pianto
troppo in tutti questi giorni…
Una voce mi scuote e sussulto sentendo una mano posarsi
sul mio braccio…
-Signorina, la partita si è conclusa già da un po’, è sicura di sentirsi
bene?
Strappo istintivamente il braccio dalla presa dell’uomo e
annuisco, mentre gli occhi mi pizzicano e il cuore traballa, ancora toccato dal
ricordo… ‘non è vero, sto malissimo…!’
Mi alzo tremante e ritrovando ad ogni passo la mia
sicurezza, mi avvicino al tavolo dello Chemin de Fer, cercando con lo sguardo
Evans…
Lo trovo poco
dopo intento a fare la sua mossa, sembra in discreto vantaggio e a giudicare
dalla tranquillità con cui ha fatto la sua mossa, credo abbia la partita in
mano…lo osservo un attimo da lontano, è un bell’uomo, sì, mi piace!
Lo vedo girarsi
come se avesse sentito il mio pensiero e arrossisco violentemente abbassando lo
sguardo… ‘ma che scema che sei Ginny, non hai più sedici anni!’…mi costringo a
guardarlo nuovamente e lo vedo inarcare un sopracciglio incuriosito dal mio
strano comportamento…gli sorrido cercando di sembrare anche leggermente
sfrontata e dopo aver seguito qualche altro minuto di partita, decido di
allontanarmi…
Sento il suo
sguardo seguirmi fino alle scale e una volta sicura di essere fuori dalla sua
visuale, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo, sedendomi pesantemente sul
divanetto di velluto… ‘finita la partita verrà qui, io prenderò informazioni sul
suo conto e poi lo spellerò vivo lasciandolo letteralmente in mutande, non gli
rimarrà un solo shifosissimo quattrino per se!’ rido malefica, ma mi rabbuio
sentendomi improvvisamente uno schifo!!
Sbuffo
indispettita da questa coscienza che spesso mi gioca brutti scherzi e dal
risvolto interno della giacca tiro fuori un Havana, lo annuso e lo poggio sulle
labbra pregustando il gusto amaro del tabacco…lo accendo e aspiro una lunga
boccata…
-Fumi sigari??
Mi volto verso
Evans, lo aspettavo più tardi, ma deve aver finito prima…
-Sì perché?
Gli chiedo
curiosa , vedendolo sedere accanto a me!
-Beh ammetterai che non è molto usuale vedere una donna con un sigaro in
bocca no?
Annuisco
svogliatamente, effettivamente ha ragione, ma mi piace troppo sentirmi speciale…
-Com’è andata la partita?
Si volta verso
di me e mi guarda come se la risposta fosse ovvia!
-Ho avuto un successone! Li ho stracciati tutti, uno a uno. Posso?
Domanda
indicando il sigaro che stringo avidamente tra le labbra…con un gesto
noncurante, lascio che lo prenda e lo osservo mentre aspira soprappensiero,
insisto è davvero bello, ma se non fosse per gli occhi, non ha nulla di
Gabriele, i capelli sono leggermente più lunghi e il colore è più ambrato, per
non parlare della barba che tiene un pochino incolta…poggio il mento sul palmo
della mano e aspetto con pazienza che abbia finito…
-Allora Ginevra, cosa ci fa una donna affascinante come lei, sola in un
casinò popolato da gente losca e malfidata?
‘ehi bello,
metti un freno, qui sono io che faccio le domande!’ penso in un primo momento,
poi però decido di usare la sua curiosità per metterlo alla prova…
-E cosa ti fa credere che io sia qui da sola…!!!
Un lampo passa
nel suo sguardo cristallino, un lampo di dubbio, di incertezza, che dura un
attimo, ma che mi fa sorridere di gusto…
****************
-E poi??
Mi chiede avida
di notizie Claire, l’ho chiamata per raccontarle della nottata al casinò, ma si
sa come sono io, adoro tenerla sulle spine…sto per continuarle il racconto,
quando voltandomi verso l’orologio noto con disgusto che sono già le 19.27…
-Claire, tesoro ne riparliamo domani, ora ho un lunga riunione di famiglia
da affrontare…ciao!
Ovviamente non è
d’accordo, non le va di essere liquidata in questo modo, senza averle almeno
detto come è andata a finire con Evans, ma non mi va di stare a sentire le sue
polemiche, così la saluto senza neanche darle il tempo di ribattere… ‘che grande
amica che sono!’ penso ironica, mettendomi le prime cose che mi capitano a tiro
e truccandomi distrattamente… ‘che palle, mi va andare a questa cena, come mi
andrebbe di buttarmi sotto un bus…!?!’ Quando sono pronta raccatto le chiavi e
prendo la macchina!
Alle 20.10 mi
trovo davanti alla porta di casa di Milena, sospiro a lungo intimandomi di
mantenere la calma e proprio quando mi sono convinta ad entrare squilla in
cellulare…non guardo neanche chi è…
-Pronto?
La sua voce
calda mi entra nel telefono…e sento le gambe tremarmi a quel suono così delicato
e profondo, recupero velocemente la calma e freno il battito, mi sembra di
essere tornata tredicenne…
-Thomas Evans, ma che onore!
Dico entrando in
casa, poso distrattamente il giubbotto sulla poltrona all’entrata e mi dirigo in
soggiorno, sorridendo divertita dalle parole dell’uomo dall’altra parte del
telefono…apro la porta della stanza e tutti tacciono, ‘stavano parlando di
me!?!?!?’ penso amaramente, mentre con ribrezzo noto che metà dei parenti mi
osserva schifata, mentre l’altra metà mi guarda ostile, solo una figura mi
sorride, l’unica a cui lancio un’occhiata complice…Stella!…
-Senti Thomas, ora ho un impegno non posso rimanere al telefono! Sì, va
bene, ok, ciao!
Con uno scatto
secco chiudo il cellulare e chiedo…
-Di grazia di cosa stavate parlando prima del mio arrivo??
Sono
un’autolesionista, mi piace farmi male da sola…fortunatamente, mentre zio Jack
ha già pronta una frecciatina malefica verso di me, è Milena a parlare…
-Stavamo pensando che è proprio ora di mangiare!
Mi sorride
supplichevole, ogni anno finisce sempre a strilli e urli, perché uno dei parenti
fa un commentino acido sulla mia vita e io sclero ogni volta, chissà a chi
toccherà quest'anno? Sorrido a mia volta e mi avvicino a Stella che nel suo
completino rosa sta una favola…
-Io e te dopo ci facciamo una bella chiacchierata…!
Gli sussurro
dandole un bacio sulla guancia e facendole l’occhiolino…
-Certo, ho un sacco di cose da raccontarti…ti metti vicino a me??
Ci sediamo l’una
accanto all’altra e iniziamo a pasteggiare…
Arrivati al
secondo non è ancora successo niente, ‘mi devo preoccupare?!’ mi chiedo
mentalmente lanciando a tutti i banchettanti dei sorrisi finti e
ipocriti…ovviamente non devo attendere molto, perché ad un certo punto, nel bel
mezzo di un interessantissimo discorso sulla tecnologia cinese, zio Jack se ne
esce…
-A proposito di telefonini, Ginny cara, chi era quel Thomas con cui stavi
parlando? Una tua nuova preda…anzi no, una nuova preda della vedova nera, perché
è così che ti chiamano i giornali vero??
‘Vedova nera’ è
un appellativo poco gentile, che qualche gentilissimo giornale di gossip mi ha
affibbiato qualche tempo fa, storco il naso nel guardare lo zio e sorrido
divertita notando che la maggior parte della tavolata è impaurita da una mia
possibile reazione…invece io, con tutta calma, prendo il calice di vino, lo
innalzo teatralmente ed esclamo…
-Un brindisi al brillantissimo zio Jack, che finalmente ha imparato a
leggere!!!
Lo vedo
arrossire vistosamente, poi malefica aggiungo…
-Zio caro, non ti senti bene?? Sei tutto rosso, hai caldo per caso?
Chiedo con voce
che sembra quasi una minaccia, poi con un movimento di polso improvviso schizzo
tutto il vino nel calice in faccia al grassoccio zio e ghignando, prendo la
borsa ed esco in veranda…
Dopo un po’
sento la porta aprirsi dietro alle mie spalle, aspiro il fumo di un Havana e
chiedo…
-Allora?
So che è Stella…
-Hai fatto un bel casino…come al solito!
Sorrido
soddisfatta del mio lavoro, mentre lei mi si avvicina e si appoggia al
davanzale…sbuffo…
Le chiedo
voltandomi a guardarla, ormai è una donna, ma non smetterà mai di essere la mia
piccola Stellina…
-
Niente di che!
Risponde in tono
vago, abbassa lo sguardo e corruga la fronte osservando minuziosamente una crepa
nella pietra, troppo minuziosamente…
-
Dai Stella, dimmi che hai?? Con me non ti devi fare problemi, puoi parlarmi di
qualsiasi cosa, oddio mi rendo conto di non essere proprio un grande esempio
però, di sicuro sono meglio di Pigro, no?
Faccio una
faccetta tenera che riservo solo a lei, la sento ridacchiare mentre alza lo
sguardo verso di me e una lacrima non sfugge alla mia attenzione…le sorrido
dolcemente…
-
Chi è lui?
Insisto perché
so sulla mia pelle, cosa vuole dire non sfogarsi con nessuno e tenersi tutto
dentro…fa un grosso respiro prima di sussurrare appena…
-Si
chiama Michael!
Michael eh? Ora
lo cerco e lo pisto di botte, qualsiasi cosa abbia fatto alla mia povera
sorellina, non sento ragioni…aspiro pensierosa una boccata di sigaro prima di
dire…
-
Che ti ha fatto sto fetente! Se devo commettere un delitto voglio almeno saperne
il muovente!
Le faccio
l’occhiolino e lei scuote la testa sorridendo amaramente…
-
No, lui è perfetto, mi adora e io gli voglio un mondo di bene…
Corrugo la
fronte…e che vuoi di più bella mia?
-
Ma…?
Mi sposto una
ciocca fastidiosa da davanti la faccia e la fisso intensamente nell’attesa di
una risposta soddisfacente…
-Ma
ci sono state delle complicazioni…lui mi ha chiesto di sposarlo e io sono
scappata impaurita!
Spalanco gli
occhi, spengo indispettita il sigaro e grave le chiedo…
-
Tua madre lo sa??
Alza le
sopracciglia come stupita dalla mia domanda…
-No
e non lo deve sapere…deve restare fra noi! Però ti prego ora cambiamo discorso!
Chiede
supplichevole congiungendo le mani a mo’ di preghiera…annuisco ancora
scombussolata dalla notizia e mi fermo per un attimo a pensare ‘delle
complicazioni?’….non ci vedo chiaro…
-
Che tipo di complicazioni??
Domando senza
sapermi trattenere…la vedo guardarmi di sottecchi e agitare le mani scocciata…
-
Non ne voglio parlare, niente di che comunque! Ora veniamo a te sorellona mia,
chi è questo Thomas Evans??
Nei suoi occhi
brilla un pizzico di malizia, che la rende deliziosa…faccio spallucce prima di
dire semplicemente…
-Un
signore che ho conosciuto ieri sera!
La scruto nel
tentativo di notare una sua qualsiasi reazione e lo sguardo mi cade un attimo
sulla sua mano…la tiene sulla pancia con fare protettivo e la fa vagare sul
tessuto dolcemente, quasi stesse accarezzando una cosa preziosa e al tempo
stesso delicata …
-Ti
senti bene tesoro?
Le dico
additando preoccupata la sua pancia…la vedo abbassare lo sguardo interrogativa e
ritirare allarmata la mano un attimo dopo, ha una strana espressione stampata
sulla faccia , qualcosa fra il terrore e disgusto…sto per chiederle cosa le stia
succedendo, quando lei ritorna a guardarmi e sul suo volto ritrovo quel sorriso
di sempre, quello spensierato di una volta…
-
Naaa, niente, solo uno strano tic, che sto tentando inutilmente di eliminare!
Allora con questo Thomas è amore?
Scoppio a ridere
sentendo quella domanda…amore? Sì come no!! Come se io mi sapessi ancora
innamorare, come se sapessi ancora cose vuole dire volere veramente bene ad una
persona, no mia cara Stella, tua sorella non è più in grado di provare certe
cose!
La risata mi
muore in gola quando mi rendo conto della freddezza dei miei pensieri…
-
No, io non mi innamoro!
Abbozza un
sorriso, ma nei suoi occhi leggo comunque un po’ di pena…non mi piace essere
compatita, in fin dei conti me la passo abbastanza bene e posso sopravvivere
anche senza l’amore, no?
-Ah
ti prego non mi compatire!!
Sospiro, c’è una
cosa che mi preme sapere e penso che lei sia la persona più adatta a cui
chiedere…
-
Stella, ma quando sono diventata così fredda?
Chiedo di punto
in bianco vogliosa di capire al più presto cosa mi è accaduto…la ragazza soppesa
la risposta e poi conclude…
-
Con me mai!
Le sorrido
riconoscente, ma con un gesto della mano la invito ad essere seria!
-
Boh, precisamente non lo so…forse da quando è morta nonna Annabel! Oppure da
quando ti hanno bocciata a scuola! O ancora da quando quel Gabriele è
scappato…no, quello è successo dopo!
‘Quel Gabriele’
rido fra me a questa affermazione, lei ovviamente non ricorda quasi nulla della
sua permanenza a casa nostra e quindi sa solo quello che le è stato raccontato
successivamente, una volta più adulta! Una cosa però se la ricorda, nonna
Annabel, certo non è facile scordarsi una donna come lei!
Un magone si
impossessa della mia gola mentre la faccia sorridente della vecchia signora mi
ritorna in mente…
-Ho
bisogno di stare un po’ da sola!
Sussurro con
parole strozzate dall’imminente pianto, vorrei correre via e soffocare quest’infanzia
maledetta che mi sta rovinando la vita…Stella capisce immediatamente il mio
stato d’animo e si allontana dandomi una pacca amichevole sulla spalla…ed eccomi
di nuovo a vagare nei miei ricordi…
Mi sveglio che è già
mattina inoltrata, sento il corpo pesante e vedo ancora tutto il mondo appannato
dal sonno, in tv stanno facendo un documentario e a giudicare dal volume direi
che c’è la nonna di là in soggiorno…
-Nonna…ma
quanto ho dormito?
Le chiedo entrando nella
stanza e vedendola seduta o meglio, sbattuta, sul divano…
-Tanto
piccola mia, tanto! Tua madre e Stella sono andate a fare una passeggiata!
Mi siedo al suo fianco e
noto che il suo petto si alza e si abbassa velocemente, ad un ritmo forzato e
innaturale, che non sembra portare nulla di buono!
-Tutto a
posto?
Sorride con difficoltà
prima di dire, con voce roca:
-Una favola…
E’ pallida e le labbra
sono screpolate e secche…
-Senti e se
ti vado a prendere un goccio d’acqua?
Faccio per alzarmi, quando
mi blocca il braccio con la mano…
-NO!! Ti devo
dire un paio di cose!
Mi risiedo sul divano,
preoccupata dal suo comportamento! La osservo ancora più allarmata e la sento
pronunciare, con difficoltà…
-Prima di
tutto voglio farvi sapere che vi adoro, tutte!
Le lacrime iniziano a
bagnarmi le guance, mentre il dolore mi strappa in mille pezzi il cuore, sta
morendo…e io con lei!
-Anche noi ti
adoriamo nonna!
Sorride appena prima di
continuare:
-Non mi
interrompere e ti prego non piangere, renderai tutto più difficile! Sto male,
l’hai capito no? Sono venuta qui per salutarvi per l’ultima volta, ma la
malattia mi si sta portando via prima del previsto!
Non resisto all’idea di
vedermela morire tra le braccia…
-Chiamo un
medico!
Scuote la testa esausta…
-No, basta
dottori! Ascoltami!! Volevo dirvi che sono contenta di avervi avuto accanto e
che siete una famiglia stupenda, il vostro rapporto è invidiabile, sono fiera di
voi…! Lo sarò, sempre!
Conclude questa frase
quasi senza voce, sorride per l’ultima volta e stringe i denti affaticata…piano
piano sento il respiro calmarsi sempre di più, finchè si interrompe
definitivamente, la sua presa sul mio braccio si allenta e la vedo socchiudere
lentamente gli occhi…un’amara certezza si fa strada lentamente nella mia testa…è
morta, mi è morta davanti, senza che io abbia potuto salvarla, senza che abbia
tentato di aiutarla! E’ stata colpa mia…!
‘E’ stata colpa mia…!’, mi ripeto mentalmente, tentando
invano di arginare le lacrime, avrei potuto darle una mano!!
Respiro a fondo
per attenuare i singhiozzi mentre mi pongo una domanda che mi tormenta e mi
mette paura...
'Riuscirò un giorno ad essere
felice
??’
-fine cap.17-
Ok, si lo so è
cupo e triste questo chap…la sto facendo molto drammatica! Sarà che io scrivo a
seconda dell’umore e ultimamente non va proprio alla grande…^_^ vabbè fatemi
sapere vi pregoooo!!
Urlo esasperata
prendendo a pugni il cuscino e ingoiando rumorosamente l’ultimo boccone del
panino…questo Evans mi sta mandando al manicomio!
-
Non lo capisco, non lo capisco, non lo capisco!!!!!!!!!
No, non lo
capisco! E’ troppo riservato e misterioso, usciamo da più di una settimana e
ancora non so nulla di lui, che lavoro fa? La sua famiglia? Capace che mi ci
sposo e poi scopro che è il figlio di un noto camorrista napoletano, ricercato
in Italia per omicidio plurimo…
Scoppio in una
risata fragorosa al solo pensiero…
-
No, decisamente non ce lo vedo!
Mi alzo dal
letto sfatto e pieno di briciole e mi affaccio alla finestra, pensando
nuovamente a come farlo innamorare di me…neanche a dire che posso chiedergli
qualcosa di lui, una volta che ci ho provato mi ha risposto con un secco ‘Non ti
deve interessare!’, cazzo, ma come si fa con uno così?? Non capisco i suoi gusti
e soprattutto evita un qualsiasi contatto fisico, sembra quasi che sia
completamente indifferente al mio fascino! Magari è dell’altra sponda! Sorrido
immaginandolo affianco ad un uomo e scuoto la testa scartando anche questa
opzione…
-
Forse dovrei parlare chiaro con lui!
Appoggio un dito
affusolato sulla tempia e vi pigio sopra con forza…non ho molto tempo per
farmelo cadere ai piedi e questa ‘relazione’ mi sta facendo venire un’emicrania
incredibile!
Però devo dire
che Thomas è incredibilmente gentile e tenero con me, ci sto quasi bene con
lui…sospiro e scaccio dalla mente la piacevole sensazione della sua faccia
sorridente e accarezzo soprappensiero i petali del mazzo di rose che mi ha
portato ieri sera.
-
Sono bellissime!
Esclamo ad alta
voce annusandole e sussultando al suono del cellulare…lo sento squillare
rumorosamente e il battito accelera inspiegabilmente, mi tuffo sul letto e lo
prendo in mano nervosa…quando leggo il nome del mittente della telefonata,
grugnisco contrariata e rispondo secca…
-
Sì?
La persona
dall’altro capo del telefono tace un attimo prima di dire ironica…
-
Simpaty, mamma mia che voce che tieni!! Mi dispiace, di non essere il tuo
adorato Thomas, vuoi che chiamo dopo, quando la delusione è sbollita??
Quella goia di
Daisy insiste nel dire che Evans è l’uomo della mia vita, tsz!
-
Ciao Daisy, ma quando la smetti con questa storia?? Thomas è solo uno dei tanti!
Le dico tentando
di convincere me per prima, sentendo il battito regolarizzarsi piano piano…
-
Sì, sì come no! Tesoro mio tu sei cotta, lo vedo da quella scintilla che ti
illumina lo sguardo, quando lo nomini…non ti succedeva più dai tempi di Gabr…
Tace mordendosi
il labbro mortificata, poi continua decisa a dire la sua…
-
Insomma mi hai capito! E se fai uno strappo alla regola e ammetti di provare
qualcosina per questo ragazzo misterioso che ti fa battere il cuore, come non
faceva nessuno da tanto tempo?? Quanto ti può fare male?
Sbuffo
teatralmente riflettendo sulla proposta di Daisy e poi le chiedo…
-Mi
hai chiamato solo per illuminarmi sulla mia vita sentimentale??
Scoppia a ridere
fragorosamente e poi mi dice…
-
No! Volevo sapere se ti sei ricordata di fare gli auguri a Sharon??
Ammutolisco e mi
volto di scatto verso il calendario appeso al muro, che segna ancora lo scorso
mese…mi alzo e giro la pagina dei giorni arrivando al mese di Marzo, dove sulla
data di oggi a caratteri cubitali c’è scritto ‘SHARON’…
-
Daisy, ma te l’ho mai detto…
Mi zittisce e
continua al posto mio con aria annoiata…
-
Che cosa? Che sono stupenda, fantastica, mozzafiato? Sì un migliaio di volte, è
dalle superiori che me lo ripeti ogni volta che ti salvo! Vabbè Simpaty, buon
pomeriggio e pensa bene a quello che ti ho detto! Ciao!
Chiudo la
comunicazione sorridendo e scrivo un sms di auguri a Sharon…mi sbatto sul letto
pensierosa, risentendo le parole di Daisy nella mia testa e prendo nuovamente il
cellulare in mano nella speranza di sentirlo squillare a momenti…
Neanche a farlo
apposta la suoneria attacca qualche secondo dopo aver formulato quel desiderio…
‘E’ lui!’ mi dico iniziando a fremere come una ragazzina, lo faccio squillare un
attimo prima di alzare la cornetta…
-
Ciao!
Dico quasi in un
sussurro, trattenendo il fiato in attesa di un suo saluto…
-
Ciao!
Un imbarazzante
silenzio si crea per un attimo fra noi, poi lo sento dire…
-
Sai, stavo pensando a te e mi sono chiesto, perché non chiamarla?
Mi sono bloccata
alla frase ‘Stavo pensando a te!’ e tengo la bocca aperta in un espressione di
puro stupore…so che dovrei dire anche io qualcosa, ma la voce proprio non mi
esce…
-
Ginevra, ci sei?
Mi chiede con un
sorrisetto aspro che non posso vedere, contento e fiero di avermi lasciato senza
parole…
-Sì
certo che ci sono!
Esclamo
rinvenendo improvvisamente da uno strano torpore…
-
Bene, allora ci vediamo oggi?
Sento uno vuoto
allo stomaco che non mi promette niente di buono…
-Ok!
Ci troviamo verso le17.00 al Samiri?
Chiedo senza
fermarmi a pensare, chiudo gli occhi sperando in una risposta positiva, che non
tarda ad arrivare…
-
Perfetto, ciao!
Attacco
sentendomi un’idiota patentata…
-Ma
che cavolo, non siamo mica due sedicenni! Allora Gine, prendi fiato e torna alla
tua compostezza di sempre!
Mi impongo
sedendomi con calma sulla poltrona vicino all’armadio e inorridendo ad una nuova
consapevolezza cresciuta lentamente durante la telefonata appena ricevuta… ‘e se
mi piacesse sul serio??’ sorrido sentendomi nuovamente felice dopo tanto tempo e
vagando col pensiero al pomeriggio che mi attende…
***nella parte
opposta della città***
‘Quella sciocca
è già innamorata di me!’ pensa Thomas chiudendo la comunicazione, senza neanche
aspettare che lo saluti…
-
‘Stavo pensando a te!’ Ma come mi è uscita una cazzata del genere?
Scoppia in una
risata stronza, che gli muore in gola, quando si rende conto e che forse non è
stata esattamente una bugia la sua…alza un sopracciglio dubbioso…
-
Macchè, lo fai solo per vendetta!
Si dice
sedendosi sul letto e mettendo la testa sotto il cuscino, nel tentativo di
scacciare i ricordi che lo seguono in ogni attimo della sua vita e si riflettono
sul volto della donna con cui uscirà questo pomeriggio…
-fine cap.18-
Wow, olà gente! Scusate il
ritardo, ma mi è venuta in mente una nuova idea per una futura ff e quindi
questa l’avevo un pochino abbandonata…cmq sia penso che prima di postare quella
nuova concluderò ‘Pioggia, lacrime e un pizzico di tenerezza!’…
Allora, come va????? Io mi
sento stranamente allegra (boh forse si era capito!) vammi a capire a me al mio
umore…vabbè spero che questo chap. vi sia piaciuto, grazie a tutti quelli che
hanno rec. ^_^ vvtrb ^_*
Thomas picchia a
terra il piede con fare scocciato… ‘sempre stata una ritardataria quella
ragazza!’, in mano tiene un mazzo di fiori per Ginevra, li ha comprati così di
sfuggita eppure gli sembrano così adatti all’occasione! Sorride pensieroso e
sospira colto dalla malinconia…
***
-
Cazzo!
Sono in ritardo
come al solito e questa stramaledettissima sciarpa non vuole proprio saperne di
districarsi dal nodo che ha formato intorno al mio collo! Grugnisco contrariata
e le do uno strattone così forte che quasi mi ci strozzo…
-Al
diavolo!
Esclamo
lasciandola così com’è e mettendo in moto l’auto…in strada c’è traffico e un
buon quarto d’ora dopo, mi trovo davanti all’entrata del parco, parcheggio alla
meno peggio e mi dirigo verso il luogo dell’incontro. Le scarpe col tacco mi
danno fastidio e alcune ciocche corvine sono calate dalla mia crocchia ‘ma
guarda te!’…mi avvicino alla vetrina del bar e sistemo velocemente i capelli,
con mano esperta mi do un’altra passata di matita sotto gli occhi e prendendo
un’andatura composta arrivo alle spalle di Thomas…
-
Ciao!
Dico prendendolo
di sorpresa e facendolo girare stupito… ‘cosa sono quelli fiori?!? Per me!!!’
sorrido un pochino imbarazzata e cambio completamente tonalità di colore quando
mi porge il mazzo di tulipani.
-
Grazie, ma non dovevi disturbarti! Sono arancioni, io adoro l’arancione!
Sospiro contenta
ripensando al colore della mia camera a casa di Roberta, quella che ho dipinto
io personalmente.
-
Sì, lo so!
Esclama Thomas
tranquillo, lasciandomi esterrefatta… ‘lo sa?!??’ inarco un sopracciglio e poso
le mani sui fianchi…
-Lo
sai??
Lo vedo
titubante, che si guarda in torno come in cerca di un’illuminazione, che
evidentemente arriva, perché sorride dicendo:
-Ma
no, l’ho solo notato da come ti vesti e poi, sì sei tipo da arancione…!
La sua mi pare
molto una scusa, ma sinceramente non vedo che altra soluzione e così, maliziosa
domando iniziando a camminare…
-E
qual è un tipo da arancione??
Lui mi guarda un
attimo e poi china lo sguardo seguendomi.
-E’
un tipo, allegro, esuberante, sensibile leggermente malizioso e..
Si interrompe
raggiungendomi e mettendosi al mio fianco! ‘Io, Ginevra Gargiulli, sensibile?!?!
Sì, come no?!?’
-E
?
Chiedo
leggermente incuriosita, voltandomi a guardarlo e fermandomi di scatto. Thomas
mi sfiora con la mano una guancia, in un modo che farebbe sciogliere anche
l’iceberg del Titanic..
-
E…bellissimo, indubbiamente è un tipo bellissimo!
Sgrano gli occhi
improvvisamente lucidi e lo vedo smettere di sorridere, ritrae la mano, quasi si
fosse scottato e riprende la passeggiata tranquillamente!
-
Entriamo?
Mi propone
voltandosi appena e indicando con il pollice un bar dall’aspetto caldo ed
invitante, annuisco ancora colpita dalle sue parole ed entriamo l’uno affianco
all’altra!
Ci sediamo ad un
tavolo e ordiniamo un drink, mantenendo un silenzio glaciale.. ‘ok, ora glielo
chiedo, ma e se mi risponde come la prima volta che mi sono impicciata, giuro lo
mollo qua, davanti a tutti!’
-
Allora Thomas Evans, parlaci un po’ di te?
Domando
sorseggiando il mio aperitivo e osservandolo di sottecchi.
-
Insisti allora eh?
Il mio sguardo
non accetta repliche e sospirando continua…
-
Non c’è molto da dire! Vengo da una buona famiglia, ho studiato medicina, ma
attualmente non pratico…ho avuto un’adolescenza abbastanza incasinata e... sono
divorziato! Contenta??
Quasi mi strozzo
sentendo l’ultima frase ‘AHIO! Questa non ci voleva!’, mi pianto in faccia uno
sguardo mortificato:
-Mi
dispiace, come si chiamava?
Si irrigidisce
sulla sedia, beve tutto di un fiato l’alcolico, posa degli spicci sul tavolo e
esce dal locale, lasciandomi lì da sola.
-
Ora mi spieghi cosa ti è preso!
Gli grido
contro, sbattendo la porta del bar e piantandomi davanti a lui, incazzata nera…
-
Non mi piace parlarne!
Dice
semplicemente lui, quasi fosse la cosa più normale del mondo piantare in asso
una persona in quel modo, sto per urlargli contro quanto si stronzo, quando mi
si avvicina e mi mette le mani intorno al collo! Inarco un sopracciglio..
-
Cosa?
Sorride
trafficando con la sciarpa, mentre l’odore del suo dopobarba mi sale fino alle
narici e mi lascia interdetta.
-
Ecco, ora è messa bene!
Rimane comunque
in quella posizione a fissarmi, finchè non lo allontano delicatamente per
riprendere fiato. I piedi mi fanno un male cane, così mi siedo su una panchina
appartata e mi sfilo i tacchi, lasciandomi sfuggire dei mugolii doloranti! Dopo
qualche minuto Thomas mi torna affianco e mi chiede..
-
Fanno male??
Sembra
sinceramente preoccupato e quell’espressione dolce che ha messo su, mi piace
tantissimo! ‘ma che dici, ti piace tantissimo??? No..!’ annuisco e lo osservo
sedersi accanto a me!
-
Allora sdraiati!
Esclama allegro
indicandomi le sue gambe come cuscino. Lo guardo titubante ‘ma dai, che ti può
fare di male?’ mi accuccio allungandomi per tutta la panchina e mettendo le
gambe a penzoloni..
-Mh,
però sei comodo!
Scoppiamo a
ridere entrambi e solo in quel momento mi accorgo di quanto sia stato un errore
mettersi in quella posizione.. mi alzo sulle ginocchia imbarazzata, peggiorando
ulteriormente la situazione e ritrovandomi la sua faccia a pochi centimetri!
Respiro più pesantemente e poi istintivamente mi avvicino sempre di più
annullando quasi completamente le distanze che ci dividono. Thomas sorride e mi
mette una mano dietro al collo, i nostri nasi si uniscono e per un secondo le
nostre bocche si sfiorano sensualmente! Sorrido a mia volta e sto per
approfondire il contatto, quando sento il cellulare vibrare nella tasca dei
jeans.. 'cazzo! ma proprio ora!'
Mi stacco da
Thomas e sbuffo contrariata tirandolo fuori, leggendo il mittente della
chiamata…Stella…
Mi volto verso
il ragazzo e sussurro un ‘mi dispiace!’ a cui risponde con un’alzata di
spalle…apro la comunicazione vagamente seccata:
-
Sì? Ma cosa?? Stella? Sì, arrivo!
-fine cap.19-
Allora gente!! Recensite
un po’….^_^! Questa ff se la filano in pochi eh?? Vabbè è uguale, spero vi sia
piaciuto questo chap… ciao ciao vvb ^_* ma ci sarà un bacio fatto per bene in
questa fic ??
Olà gente! Scusate il
ritardo, non è che la sto abbandonando questa fic, è solo che d’estate mi piace
scrivere comodamente…senza seguire una tabella di marcia precisa ^_^ Molto
probabilmente concluderò la storia al 26° chap, ma temo che si interromperà per
un lungo periodo perché il 16-07 vado in vacanza e tornerò solo i primi di
agosto.. non so se questo è l’ultimo chap. che metto prima di andarmene, non
credo, però non si sa mai e allora ne approfitto per salutarvi… bye bye ç_ç vvb
e grazie a tutti quelli che leggono…(…e rec.. ;0))
Ovviamente poi fatemi
sapere com’è questo nuovo chap.!
Cap.20
Ingrano la
marcia preoccupata e mi dirigo velocemente verso l’ospedale, ho la testa in
tumulto e già sento le lacrime scendermi a fiotti…
‘ Stella ora non può
rispondere! La prego, venga di corsa all’ospedale fra la nona e la decima!’
Spingo il piede sul freno
ricordando le parole dell’uomo che mi ha chiamata dal telefono di Stella.. ‘cosa
le sarà successo e quello chi era?’ mi chiedo sterzando violentemente
all’incrocio e pregando vivamente che sia stato solo uno scherzo di cattivo
gusto.
Quando entro nell’atrio
dell’ospedale, mi dirigo istintivamente verso la prima dottoressa che mi trovo
davanti e intrecciando istericamente una ciocca di capelli, le chiedo..
-Stella Gargiulli?
La signora mi guarda
dubbiosa del mio stato d’animo e il più gentilmente possibile tenta di farmi
capire che lei si occupa del reparto maternità e non è tenuta a sapere di tutti
i pazienti del giorno..
-Non me ne frega un cazzo! Mi dica dov’è!!!
Ora sto strillando e stringo
la collottola del camice bianco indossato dalla dottoressa che mi guarda
accigliata.. prendo fiato per sbraitarle qualcos’altro contro, quando mi sento
trattenere per la vita e abbracciare.. ‘e adesso questo chi ca*** è?’, non mi
ribello alla stretta rassicurante del misterioso ragazzo, che si giustifica per
il mio comportamento.
-La scusi, è rimasta molto scioccata dalla notizia!
Ci allontaniamo ancora
abbracciati, finchè non mi sento spingere su un divano e mi viene messa in mano
una tazza di camomilla.. mi bagno le labbra del liquido caldo e alzo lo sguardo
su un ragazzetto un po’ tozzo, dai capelli biondi e da qualche chilo di troppo..
-Tu chi sei?
Mi sorride amichevolmente.
-Io sono Michael Stevens!
‘ Il famoso Michael?’
sospiro tristemente prima di chiedere impaurita..
-Cosa è successo a Stella?
Lo vedo incupirsi e
abbassare lo sguardo lucido, mentre una strana sensazione mi fa venire voglia di
prenderlo a schiaffi.
-Abbiamo avuto un incidente stradale! Ora è in sala operatoria.. i
dottori dicono che non è molto grave ma che ci vorrà un po’!
Mi alzo di scatto e mi
avvento sul ragazzo prendendolo a borsettate e dando un penoso spettacolo alla
gente accomodata negli altri divani..
-Stronzo, è colpa tua! Delinquente, che c’è? Eri ubriaco?? Fetente
..io ti ammazzo!
Michael si difende
strenuamente e poi bloccandomi entrambi le mani, pianta la sua faccia a 5
centimetri dalla mia.
-Guidava lei!
Queste due semplici parole
mi lasciano lì impalata a darmi mentalmente dell’idiota, lo guardo mortificata e
tempo di riprendersi, torna a sorridermi..
-Però, fai male eh?
Mi lascio sfuggire una
risatina e poi mi scuso del mio comportamento così idiota e..
-Isterico?
Propone lui, vedendomi
indecisa sulle parole da usare.
-Già!
Abbasso lo sguardo
rassegnata ed improvvisamente mi sento stanca e inutile, il divano affonda sotto
il peso di Michael che si è seduto alla mia sinistra.. Goffamente mi mette un
braccio intorno alle spalle e mi stringe a se sussurrandomi gentilmente parole
di conforto.
-Non ti preoccupare, anche io stavo così all’inizio! Solo che non
avevo nessuno da menare e mi sono tranquillizzato piano piano..
Sorrido macchiando la sua
felpa con le lacrime che mi sgorgano inesorabilmente.. ‘che schifo di vita!’
-E’ che mi sento inutile!
Sospira pesantemente e poi
mi rivela..
-Non ti sei chiesta perché non vedi nessun parente di Stella
attorno a te..?? Mentre andava in sala operatoria e io le tenevo la mano, mi ha
chiesto esplicitamente di chiamare solo te, la sua sorellona. Ti adora, sei
l’unica parente a cui tenga veramente e sei costantemente nei suoi pensieri….
quindi non sei inutile no?
Alzo la testa e lo fisso
seriamente.
-Sul serio ha detto questo!
Annuisce e mi lascia
lentamente andare sentendomi più calma. Mi stringe la mano e vedo una lacrima
sfuggire dalle sue palpebre..
-Io… io ho tanta paura per la bambina!
Aggrotto la fronte e gli
stringo la mano.. ‘bambina?’ poi sorrido capendo finalmente come stanno le cose.
-Ah, quindi le hai chiesto di sposarti perché era in cinta?
Non so perché, ma non sono
per niente sorpresa di questa notizia.. forse dentro di me avevo capito tutto da
quella sera, quando si accarezzava teneramente la pancia e non si sentiva molto
bene. ‘ io..zia??’
-Sì e lei mi aveva cacciato! Oggi però dovevamo parlare, stavamo
andando a bere un aperitivo, quando quella macchina è sbucata all’improvviso!
Dio Ginevra, potrebbe perdere la bimba…
Sgorga in un pianto
strozzato dai singhiozzi, ora sono io a coccolarlo, lo tengo stretto nel mio
abbraccio e poi alzandomi, lo porto per mano verso la sala d’attesa.. una volta
entrati, ci sediamo su alcune scomodissime sedie di plastica blu, piange ancora
e non accenna a smettere. Fisso la porta della sala operatoria, pregando
mentalmente che si salvino entrambe. ‘devono salvarsi, perché è mio compito fare
una lavata di capo a Stella…come si fa a non sposare uno così?’. Lo guardo un
attimo e con sollievo noto che il respiro è diventato più regolare e che si è
addormentato sulla mia spalla.
Chiudo gli occhi a mia volta
e mi addormento in una scomoda posizione..
Sobbalzo, quando mi sento
sfiorare una spalla e apro gli occhi a fatica, mi guardo intorno disorientata e
mi soffermo ad osservare la finestra, fuori è buio pesto..
-Signorina?
Sposto lo sguardo sulla
figura che mi ha destata dal mio torpore.. è il dottore.. mi alzo svegliando
anche Michael.
- L’operazione si è conclusa
con successo, ma la paziente ancora dorme.. anzi no, le pazienti! Potete andarla
a trovare se volete, non si sveglierà prima di 24 ore!
Ci sorride e ci lasciamo
ricadere entrambi sulla sedia, poi una mano di Michael mi spinge su una spalla..
-Vai prima tu!
Annuisco felice e mi volto
verso la porta della camera dove riposa ora Stella..
Ciiaauuzz! Allora metto
quest’ultimo chap. prima di andarmene in Puglia e vi lascio con un piccolo
dubbio… sempre che si possa chiamare tale! Al mio ritorno vedrò di finirla il
più velocemente possibile ^___^ mi mancherà un sacco il mio adorato Bubi (è il
nome del mio pc! He he, non sono normale ma ne sono consapevole!) e mi
mancherete tutti voi. Neanche sono partita e già voglio tornarmene a casuccia
mia.. uf, vabbè, mi rendo conto di essere l’unica goia al mondo a non essere
felice di cambiare aria per un po’ e quindi non vi rompo più e vi lascio alla
lettura del 21° chap.
Grazie
a tutti quelli che leggono e tutti quelli che recensiscono (tutti… 2 persone!),
spero che questo chap. vi piaccia, baci a tutti vvtrb ç_ç
Ciaooooooooooooooooooooooo! (
questi a lato dovrebbero essere
due angioletti, il mio
logo ^_^)
Cap.21 Mi vuoi sposare?
***2 mesi
dopo***
Per strada c’è
un’afa terribile, siamo solo a maggio eppure sembra già luglio, la gente va in
giro con completini luminosi e leggeri, fogge svolazzanti colorano la città e
tutto sembra più bello…o forse lo sembra a me! Sorrido al mondo e mi passo una
mano fra i capelli inumiditi dal sudore, quando finalmente adocchio un chiosco.
E’ grazioso, allegro e ben tenuto, così mi ci avvicino e con voce squillante
chiedo al venditore..
-Un
mazzo di rose bianche, per favore!
L’uomo tozzo mi
sorride e andando nel retrobottega esclama.
-
Bella scelta!
Ne ritorna con
un bel mazzo di rose appena colte, che compro subito senza esitare. Mi allontano
fischiettando quel motivetto sentito alla radio qualche ora prima e sorrido
pensando alla faccia che farà la ‘piccola’ quando mi vedrà arrivare all’ospedale
con questo dono per lei!
Stella esce oggi
dalla clinica, dopo l’incidente è stata tenuta in osservazione per un lungo
periodo, nel quale ho avuto modo di convincerla a sposare Michael.. la bimba,
Asia, nascerà a Dicembre e già dalle lastre mi sono resa conto che sarà
adorabile, come la madre da piccola.
Sospiro pensando
al tempo che vola e stringo dentro la borsa la mia autobiografia finita, la darò
a Stella una volta sole, sarà l’unica persona a leggerla e a darmi un parere!
-
Ginevra!
Sobbalzo
sentendomi chiamare e mi volto verso il marciapiede opposto della strada…Thomas…ci
dovevamo vedere perché oggi lo avrei presentato ufficialmente alla famiglia,
come mio fidanzato.
Alzo una mano in
segno di saluto e attraverso le strisce pedonali per raggiungerlo! Se me lo
avessero raccontato non lo avrei mai creduto, mi sono innamorata di Thomas, in
questi due mesi non molto semplici, mi è stato accanto pazientemente e mi ha
aiutato a darmi forza, cancellando piano piano i miei rimorsi verso Gabriele..
di matrimonio ancora non se ne parla, anche perché, quando succederà, sarà la
volta buona che dovrò raccontargli tutta la storia della ‘Vedova Nera’ e bla bla
bla, ho intenzione di mettere la testa apposto questa volta…e magari riuscire ad
avere anche io una bambina a cui dare un nome tanto assurdo come Asia!
Gli salto
letteralmente in braccio e lo stringo forte a me, stando attenta a non sgualcire
i fiori..
-
Ciao!
Sussurro
dolcemente appoggiando le mie labbra sulle sue e baciandolo delicatamente. Sono
talmente felice che quasi non ci credo e quando lo prendo per mano e lo vedo
sorridere, mi chiedo se è lo stesso ragazzo che aveva sempre quell’aria un po’
tesa e fredda nei miei confronti… mio Dio quanto è cambiato!
L’una accanto
all’altro ci dirigiamo verso l’entrata dell’ospedale, dove troviamo tutti i
parenti a chiacchierare amichevolmente..tutti, anche mia madre.
Mi blocco
davanti all’uscio e rimango a fissarla da lontano, dopo il macello con Gabriele
il nostro rapporto si è congelato, tanto che saranno passati una decina di anni
dall’ultima volta che ci siamo viste e non mi sarei mai aspettata di trovarla
qui! Quando Milena mi vede sulla soglia, fa segno a Roberta di girarsi, la vedo
voltarsi di scatto e quando i nostri sguardi si incontrano, stringo
istintivamente la mano di Thomas. I suoi occhi azzurri sono freddi, gelidi,
indagatori e dopo avermi fissato severa, posa il suo sguardo sul mio misterioso
accompagnatore.. lo sento sussultare ed un’espressione stupita compare sulla
faccia di mia madre, che dopo poco torna a voltarsi completamente indifferente!
-
Quella è mia madre!
Sussurro a
Thomas, mentre ci avviciniamo al gruppo..
-
Sì!
Lo guardo di
sottecchi, in queste semplici due lettere ho percepito molto altro e qualche
istinto mi spinge a chiedere di più, ad informarmi sul perché di quel tono
convinto e timoroso e sul perché di quel sussulto improvviso..sto per indagare,
quando una voce mi distrae.
-
Gine, cara, dicci tesoro chi è questo giovanotto?
Milena mi fa un
occhiolino veloce che mi fa sorridere, in realtà molti sanno della presenza di
Thomas nella mia vita, ma in via ufficiale è la prima volta che ne faccio
parola.. sorrido ai parenti ed esclamo.
-
Questo è Thomas Evans, il mio fidanzato!
Qualche ovazione
di finta sorpresa e qualche applauso affettuoso viene fuori da quel gruppo di
persone e molti si alzano ad abbracciarci augurandoci ogni bene.. è incredibile,
quanto in questi due mesi il rapporto con la famiglia sia migliorato,
ovviamente, con qualche rara eccezione, qualche spina nel fianco che nonostante
tutto ha continuato a perseguitarmi e a punzecchiarmi ogni 5 minuti.
-Vi
sposerete?
Zio Jack
appunto, è uno di questi, non ha mai mandato giù il fatto del vino in faccia, è
un tipo vendicativo..
Tutti zittiscono
e alcuni sguardi imbarazzati si puntano su Thomas, che senza battere ciglio
dice.
-
Mah..
Corrugo la
fronte non capendo ancora per quale motivo sia rimasto così calmo davanti ad un
avvenimento del genere che avrebbe incuriosito chiunque, poi sorridendo mi
avvicino e gli schiocco un bacio sulle labbra, un ‘ah..’ lo fa scoppiare a
ridere e torniamo tutti seri, quando Michael si affaccia dalla porta della
camera di Stella.
-
Ginevra!
Mi corre
incontro e mi stritola in un abbraccio affettuoso e soffocante.
-
Cara, Stella vorrebbe vederti da sola prima di far entrare gli altri!
Annuisco
ricordandomi improvvisamente della mia autobiografia e prendendo Thomas
sottobraccio, ci dirigiamo nella camera ospedaliera.
Trovo Stella
seduta sul letto con indosso un vestitino a fiori, la linea tonda del pancione
si percepisce da sotto la foggia dell’abito, la gravidanza la fa sembrare più
bella del solito..
-
Sei stupenda!
Le dico
avvicinandomi a lei per baciarla e per passarle furtivamente il manoscritto.
-
Ciao Gineeee! Grazie! O a proposito, ti saluta Asia!
Esclama
afferrando le pagine scritte e additando allegramente la pancia.
-
Ciao piccola!
Accarezzo
teneramente le rotondità di Stella e poi indicando alle mie spalle, dico..
-
Stellina, lui è Thomas…!
Con lei non c’è
bisogno di dire altro, le avrò parlato talmente tante volte di lui in questi due
mesi!
-
Ciao!
Fa un saluto
dolce e tenero alzando la mano e poi inizia a chiacchierare amichevolmente con
lui. Quando il resto del carretto entra nella camera, io e Thomas usciamo a
prendere un po’ di aria, ci sediamo su quelle scomodissime sedie di plastica che
mi hanno accolta anche la sera stessa dell’incidente e ci abbracciamo cullandoci
l’uno del battito dell’altra, socchiudo gli occhi sognante e sorrido soddisfatta
della mia condizione, poi improvvisamente uno scatto secco mi fa aprire
nuovamente gli occhi.. di fronte a me una scatoletta di velluto nero aperta,
mostra un anello con un diamante incastonato al centro.
Mi alzo dalla
mia comoda posizione e lo fisso sconvolta, Thomas sorride e chiede.
-Mi
vuoi sposare?
-fine cap.21-
Ed ora un grosso
saluto ad una persona speciale…DEVIL90 TVTRB, CCIIAAOOOOOOOOOOO STUPENDA!
Mi guardo nuovamente allo specchio e sorridendo passo una
mano fra le pieghe del vestito di organza che la sarta mi ha cucito per questa
occasione così importante! E’ un abito davvero stupendo, elegante, ma non
pacchiano, proprio quello che desidero da questo matrimonio…
-Bene, Maura, devo dire che hai davvero fatto un lavoro perfetto!
Mi piace moltissimo.
Scendo dallo sgabello e mi avvicino a Stella, che come me
sta provando l’abito cerimoniale.. la pancia le è un po’ un ingombro, quindi
ovviamente l’abito ha bisogno di un lavoro stilistico molto più lungo e
dettagliato. Le sorrido e dico..
-Sei stanca?
Annuisce e si passa una mano sulla fronte, ha una faccia
sbattuta, questo matrimonio la sta stressando molto, si vede che non è allenata
come me!
Le prendo entrambe le mani nelle mie e mi rivolgo alla
sarta, che anche lei affaticata gira costantemente intorno al bel vestito
rosato.
-Mi scusi, ma che ne dice di fare una pausa? Stella è molto stanca
ed anche lei signora mi sembra..
La voce squillante ed irritata della donnetta mi
interrompe a metà frase..
-Oh, io sarei d’accordissimo, ma è proprio Stella a non volere che
smetta!
Scuote la testa e si china sull’orlo da rifinire,
aggrotto le sopracciglia, poi senza pensarci bene esclamo..
-Vada a prendersi qualcosa… ora si fa una pausa di 15 minuti!
Vedo lo sguardo allarmato di Stella incrociarsi con il
mio e quello riconoscente della donnetta quasi in lacrime osservarmi con forza.
Stringo le mani della ragazza e la faccio scendere dal suo sgabello, Stella
protesta e mettendo un muso tenerissimo mi dice..
-Ma Gine, lo vuoi capire che non ho tempo, devo andare a ritirare
gli inviti, gli anelli, devo andare al ristorante e il matrimonio è tra una
settimana!!!
Annuendo le porgo un bicchiere d’acqua che la ragazza
scola tutto di un fiato e sedendomi sul divanetto dico con fare distratto.
-Come prima cosa, far lavorare un essere umano per due ore e mezza
di seguito senza interruzione è contro qualsiasi norma umana, poi per quanto
riguarda il resto non ti devi preoccupare, pare sempre di essere in ritardo, ma
poi tutto si risolve e vedrai che domenica sarà un giorno indimenticabile… uffa
ma ti vuoi sedere!!
Mi si siede titubante affianco e tenta un sorriso tirato
che nonostante tutto apprezzo..
-Pensavo che sedendomi, avrei sciattato il vestito…
Alzo gli occhi al cielo ed esclamo sorridendo.
-Ti sembrerà strano Stella, ma una volta finito, prima di dartelo
per la cerimonia, lo stirano!!
Con il braccio emulo il movimento del ferro da stiro e la
faccio scoppiare a ridere..
***fuori***
Thomas si toglie distrattamente il papillon, mentre una
risata di Stella lo fa sobbalzare, sospira e sedendosi si posa le mani sulla
fronte ‘mio Dio è una settimana che non chiudo occhio, quasi speravo che mi
dicesse di no!’
Scuote la testa rendendosi conto che in realtà quello che
vuole in questo momento è solamente stringerla fra le sue braccia e sentirla sua
moglie…nuovamente! Un peso grande come un macigno, però lo opprime, le deve dire
tutta la verità, del piano, dell’infanzia, di quanto è stato crudele con lei e
deve sperare che nonostante tutto lei sia disposta a perdonarlo… ‘sì lo farò..’
Inizia mentalmente ad immaginare a quella che potrà
essere la sua reazione e poi, togliendosi il frac e rimanendo in camicia, bussa
alla porta dove le due chiacchierano allegramente!
-Chi è?
La voce di Ginevra lo fa sorridere e sa che forse sarà
l’ultima volta che lei gli si rivolgerà in quel modo..
-Sono io, Gine…vieni fuori…
***dentro***
Guardo dubbiosa la porta e senza pensarci due volte, vado
in camerino a cambiarmi, mi tolgo l’abito lungo e indosso velocemente la
canottiera celeste con la gonna di raso! ‘chissà cosa vorrà, aveva una voce!’
Quando esco lo trovo appoggiato al muro, alza lo sguardo
e mi si avvicina… gli vado in contro e lo bacio dolcemente.
-Speravi che fossi distratta e mi scordassi di togliere il vestito
eh??
Lo vedo sorridere e gli do una pacca amichevole sulla
camicia bianca, poi improvvisamente serio esclama in un sospiro.
-Ti devo parlare!
Mi conduce per mano sul divanetto di pelle appartato e ci
sediamo l’uno di fronte all’altra, sorrido e paziente aspetto che cominci..
-Gine io ti devo spiegare un po’ di cose…allora…
***30 minuti dopo***
Con una mano mi pulisco le guance piene di lacrime, poi
impotente di fronte alla verità che Thomas mi sta sbattendo in faccia, decido di
alzarmi lasciandolo lì seduto, con la testa chinata e lo sguardo perso nel
vuoto…
A passo svelto mi dirigo nella stanza della sarta, dove
Stella ha ripreso le prove dell’abito e tirando su con il naso raccatto la
borsa. ‘è impossibile!’
-Gine, cosa hai?? Gine?
La domanda di Stella cade nel vuoto senza una risposta
non appena sbatto la porta di mogano , scuotendo la testa esco dal portone della
sartoria e mi butto in strada respirando per la prima volta… ho il fiatone, la
vista appannata e la testa che gira vorticosamente in preda alle parole di
Thomas.
‘Non sono esattamente la persona che credi! Intanto ti
voglio far sapere che io ti amo e che spero riuscirai a perdonarmi per quello
che ti sto per dire…’
Una fitta al cuore mi fa venire da vomitare, mentre una
goccia mi cade sull’occhio… spalanco le palpebre e nuvoloni grigi preannunciano
un bel temporale, fatto apposta per coronare la giornata!
‘… Ginevra, tu mi conoscevi già, quando la prima volta
ci siamo incrociati al casinò io ti ho riconosciuta subito e qualcosa è scattato
in me, la vendetta…’
Cammino per strada e mi chiedo come ho fatto a non
riconoscerlo, quella sera seduto su quel tavolo, in fin dei conti è stato mio
marito e forse il più affascinante di tutti, Forrester…
‘Sì Ginevra sono proprio io Clag, l’uomo che solo un
anno prima avevi derubato della sua cospicua eredità…’
Mi metto le mani nei capelli e attraverso la strada
guidata dal mio istinto, poi caccio un urlo liberatorio e riprendo a piangere
ripensando alle parole dettemi successivamente..
‘…dopo aver perso tutti quei soldi decisi di scoprire
almeno qualcosa sulla mia ex-moglie sposata avventatamente una notte di follia e
così venne fuori che non eri Barbie Esposito, ma Ginevra Gargiulli, nativa
italiana e fu lì che mi feristi per la seconda volta, ti conoscevo anche
allora…’
Inghiottisco entrando completamente zuppa nell’hotel a 5
stelle ‘Marion’ ed avvicinandomi alla reception chiedo fiacca e intorpidita da
tutte le parti..
-La stanza numero 115?
Il ragazza mi fa un sorriso di circostanza sul quale
leggo una venatura di pena e per un attimo mi chiedo a chi importerebbe se lo
pestassi a sangue, qui davanti a tutti solamente per essere stato gentile e per
essersi dispiaciuto per me.
-Secondo piano, la suite più in fondo..
Annuisco e salgo le scale tipo zombie, neanche fossi
appena uscita dal video di Michael Jackson, poi una volta raggiunta la fatidica
stanza rimango a fissare i numeri dorati. ‘perché sono qui?’
Suono il campanello della suite e sento dei passi
avvicinarsi, quando la porta si apre leggermente, vedo il volto ancora giovanile
di mia madre che mi scruta con freddezza…
-Rob, lui era…
Le parole mi muoiono in gola, ma è proprio lei a darmi
una mano a terminare la mia frase..
-Gabriele! Sì, lo so, me ne sono resa conto subito…
Spalanca l’uscio e mi lascia entrare in lacrime e
fradicia come un pulcino!
Con un gesto secco mi sistemo la coperta sulle gambe e
sbuffo osservando pensierosa la camomilla sul tavolino in legno ai piedi del
divano, è poco che mi sono calmata e credo realmente di aver pianto per un
giorno intero..
-
Come va?
Mi chiede
Roberta avvicinandosi e sedendomisi accanto sul divano.
-
Come vuoi che vada, sono confusa e molto molto triste…
Faccio spallucce
e sporgendomi per prendere la tazza fumante, scorgo lo schermo del mio
cellulare.. ‘non ha chiamato!’ abbasso lo sguardo dispiaciuta e mi porto alle
labbra il liquido spezziato.
-E’
normale che non chiami, vorrà darti un po’ di tempo!
Annuisco ancora
assorta nei miei pensieri, poi voltandomi a guardarla sussurro.
-
Grazie..
Roberta sorride
e alzandosi mi accarezza la gamba dolcemente quasi fossi ancora una bambina.
-E
di cosa? Che ci sto a fare io qui se non per aiutarti…
Mi alzo a mia
volta per darle una mano ed insieme riordiniamo i residui del pranzo.
-
Beh non eri tenuta a farlo, dopo..
Rimango a metà
frase ma so che lei mi ha capito, sta per ribattere, quando il cellulare vibra
dolcemente. Mi fiondo sul tavolino per prenderlo in mano e dopo aver letto il
mittente, lo butto sul divano disinteressata e realmente delusa.
-E’
ancora Stella??
Raccolgo una
busta di fazzoletti accartocciata per terra e dopo poco esclamo.
-
Già..
Roberta mi porge
una busta di plastica per l’immondizia e guardandomi sorriide..
-
Secondo me dovresti risponderle! Sarà preoccupatissima..
Mi lascio cadere
sul divano stancamente e poso i palmi sulla fronte, mentre poche lacrime tornano
ad inumidirmi gli occhi.
-
Che devo fare??
Chiedo più a me
stessa che ad altri… ‘ora non ci capisco più niente!’
-
Potrà sembrare paradossale, ma secondo me tutto l’accaduto può essere giudicato
positivamente..
La guardo
scettica e lascio che continui..
-
pensaci bene, a suoi tempo tu hai voluto davvero bene a Gabriele, no? Non trovi
stupefacente che senza saperlo ti ci sei innamorata per la seconda volta,
sorvolando sul fatto di Clag!
Aggrotto le
sopracciglia tentando si seguire il ragionamento che Roberta sta tendando di
farmi entrare in testa.. ‘mh, a distanza di parecchi anni, senza saperlo mi sono
innamorata della stessa persona per la seconda volta, giusto..’ poi
ripensandoci..
-Ma
io mi sono innamorata di Gabriele che recitava una parte per vendicarsi, quindi
è come se fosse un’altra persona, no?
La vedo
dubbiosa, poi sorridendo senza un apparente motivo mi dice..
- Non è
esattamente giusto! Tu hai adescato per il tuo piano un Gabriele che recitava la
parte, ma ti ha fatto battere il cuore solo quando senza volerlo ha calato la
maschera e ti si è mostrato veramente!
Scuoto la testa
più confusa di prima e mi tuffo sul cuscino, affondandoci tutta la faccia.
-
Smettila di punirti per qualcosa che è successa tanti anni fa… non è stata colpa
tua!
Con un miagolio
addolorato capisco a cosa si riferisce Roberta e i rimorsi tornano a farsi
spazio.. con un pugno batto il divano, dal quale risale una strato sottile di
polvere.
-
Avevi visto tua nonna morire tra le tue braccia, senza poterle realmente dare
una mano… l’hai vista ringraziarti di un castello di bugie che avevamo creato
appositamente per lei, è normale che da quella volta ti sei chiusa in te stessa
cacciando dal tuo mondo tutto e tutti, compresa me e Gabriele..
Riemergo dal mio
mondo vellutato ed esclamo..
-
Gli ho rovinato l’infanzia e l’ho fatto soffrire.
La vedo alzare
gli occhi al cielo sconsolata.
-Su
andiamo, non dire sciocchezze, tu lo hai trattato male e con freddezza, ma lui
era anche abbastanza debole emotivamente ed ha reagito in modo sbagliato,
scappando di casa!
Mi rendo conto
che forse il suo discorso ha senso è solo che mi hanno sempre accusato tutti per
averlo fatto fuggire e quando tutto il mondo ti ripete costantemente una cosa ti
convinci che forse lui ha ragione e tu hai torto..
-Io
non so cosa hai intenzione di fare, ma credo che bisogni apprezzare il fatto che
ti abbia rivelato il tutto essendo veramente onesto con te ed inoltre io credo
che tu non ce l’abbia veramente con lui, ma con te stessa..
Singhiozzo senza
riuscire a trattenermi e incuriosita chiedo.
-
Che vuoi dire?
Sbuffa
indispettita dal mio non capire, poi mi prende le mani fra le sue.
-Io
penso che non è tanto l’accaduto che ti fa soffrire, ma piuttosto il fatto che
il tuo ‘infausto’ se così si può definire, passato, ti perseguita anche quando
sei sicura di star per fare la cosa giusta!
Ci penso su un
attimo quando sento il telefono squillare, mi avvicino lentamente
all’apparecchio sicura che sia Stella..
-
Pronto!
Chiedo con voce
atona aspettandomi la sfuriata da parte di Stella..
-
Ciao!
Una voce
maschile mi sorprende costringendomi a controllare il mittente e quasi non
svengo quando la scritta Thomas lampeggia gentilmente sul mio schermo.
-
Ciao Gabri..
So per certo che
sta sorridendo nel sentirsi nominare così.
-
Ginevra, come stai? Ho preferito chiamarti per sapere come andava!
Mi sciolgo alla
voce dolce di quello che doveva essere il mio futuro marito.
-Me
la cavo.. tu come stai?
Lancio un
occhiata a mia madre che sorridendomi annuisce incoraggiante.
-
Come te, me la cavo… senti, io ti volevo dire che… insomma io vorrei ancora
sposarti! Lo so ti sembrerà ridicolo dopo tutto quello che ti ho nascosto,
però.. ci penserai?
Mi commuovo a
quelle parole e mi rendo conto di quanto sia vero quello che Roberta ha provato
a farmi capire qualche attimo prima… ‘lo amo!’
-
No, non lo trovo ridicolo, però ho bisogno di altro tempo per riflettere sui
miei sentimenti e sull’accaduto.. scusami, ma ora devo andare..
Mi ritrovo
scioccamente a sorridere quasi potesse vedere la mia faccia e tramite questa
farsi coraggio.
-
Sì, mi rendo conto.. ok, ci sentiamo allora, ciao!
Poso il
polpastrello sul tasto che chiude la chiamata, ma..
-
Ginevra? Io.. ti amo!
Non rispondo e
interrompo la conversazione ancora scombussolata, barcollando mi avvicino a mia
madre ed inaspettatamente l’abbraccio in un impeto di affetto e devozione.
-Ti
voglio bene…mamma…
Eccola lì,
quella parola tanto temuta e mai utilizzata, dal significato profondo e
importante che solo in questo momento mi sembra veramente appropriata..
sento le sue
braccia stringermi più forte e sorrido aspirando il dolce profumo dei suoi
capelli..