Laer Cú Beleg

di Nolowende
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno - Beleg ***
Capitolo 3: *** Capitolo due - Túrin ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Eccolo.

È lì. Túrin è lì, è vivo, è tornato. Gli basterebbe tendergli la mano per svegliarlo, per dirgli che non deve più avere paura, che ora è salvo. Ha passato giorni a sognare di non trovare altro che il suo cadavere e a svegliarsi tremando, a chiedersi come potrà affrontare l'eternità senza di lui, come potrà sopportare fino alla fine dei tempi la sua perdita, e sapere che tutto ciò che hanno condiviso non ha più importanza.

Questo è solo un sollievo temporaneo. Lo perderà davvero, prima o poi. Lui è un uomo e come tale un giorno dovrà svanire. 

Ma non ora. Ora possono ancora tornare insieme. Presto Túrin capirà che il suo incubo è finito. Se ne andranno in un luogo sicuro, dove lui possa guarire, e ogni cosa tornerà come era prima che si separassero.

Deve solo parlargli...

                                                                                         ...

I suoi aguzzini sono tornati. Lo sente - non spera neanche più che accada diversamente, e per quanto lo desideri non riesce a reprimere la fitta gelida che lo attraversa.

Sa già cosa gli faranno. Lo tortureranno ancora, fino a quando non sarà più nemmeno in grado di ricordare cosa esista al di fuori del dolore. Lo uccideranno, e ogni istante in cui ha lottato per la vita non significherà più nulla - e se alla fine dovrà morire da solo nel buio, senza neanche il conforto di un'ultima battaglia, a cosa sarà servito vivere?

Non può permetterlo. Non si lascerà piegare di nuovo. Per il sangue di suo padre, che ha combattuto fino alla fine, e per l'amore di sua madre, che non ha mai voluto altro che la sua salvezza, non rimarrà ad attendere la fine.

Il riflesso dell'acciaio nero apre uno squarcio di luce.

Forse è solo un miraggio, un'illusione della sua mente agonizzante, ma vuole credere che quella lama sia la sua. Non lascerà che lo uccidano con la sua stessa spada. Ha ancora una possibilità di salvarsi. Anglachel sarà di nuovo tra le sue mani, e lui sarà di nuovo libero. 

Deve solo uccidere il suo avversario... 

                                                                                         ...

Beleg vacilla, travolto da un colpo di cui ancora non sa il motivo - e non lo saprà mai. Sente tra le labbra il sapore del sangue e del tradimento, nel petto il gelo della morte e del rimpianto. 

Vorrebbe ancora guidarlo. Il suo compito non è ancora finito. Deve portarlo lontano da lì, cancellare l'orrore dai suoi occhi, e guardarlo ricominciare a vivere. Non è ancora finito il tempo in cui potranno stare insieme, ed essere felici. Vorrebbe rimanere al suo fianco.

Ma non può fermarsi. Per quanto cerchi di lottare con la morte, di strappare ancora un respiro al buio, ogni istante che passa lo separa dalla vita - e da lui. 

I suoi pensieri svaniscono nell'oscurità, sempre più rapidamente. Non riesce nemmeno a implorare Mandos di farlo restare, ancora un attimo. Nella sua mente c'è solo un nome che il suo corpo non può più pronunciare.

Túrin...

                                                                                     ...

Il sangue che cola dalla lama di Anglachel ha un calore rassicurante.

Finalmente, Túrin sente di poter tornare a respirare. È ancora vivo, e ha di nuovo la sua spada. La forza riprende a scorrere in lui a quella consapevolezza.

Ora non deve più temere nulla. Lo hanno tormentato quando era solo e troppo debole per difendersi, ma ora tremeranno di fronte alla sua furia. Pagheranno per ciò che hanno fatto. Pagheranno tutti.

Può combattere, e fuggire. Ritroverà Beleg, e tutto quello che è successo svanirà come un semplice incubo. Tutto tornerà come prima - e finché lui gli sarà accanto, l'essere un fuorilegge senza una casa non gli importerà più. 

Ma il sangue che lo macchia non è vischioso come quello degli orchi. Il suo cuore sente che è accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto succedere. Non ha motivo di pensarlo. Cerca di ignorare la sensazione, ma quella rimane, sempre più ardente.

Poi la tenebra lascia i suoi occhi e la sua mente.

E lui vede ciò che ha fatto.  

                                                                              ...

Beleg si arrende.

Ormai è troppo tardi per lottare. Non tornerà mai a casa. Non ritroverà mai Túrin, non davvero. È finito tutto - troppo presto, e lui sa che non era qui che doveva morire. Questo doveva essere il tempo della loro rinascita. Ad attenderli era la gioia dell'essere di nuovo insieme, la pace, la consapevolezza che non sarebbero mai più stati separati, non... questo.

Ma non può resistere più a lungo. Deve andarsene. Deve abbandonare Túrin lì, da solo, e sapere che non avranno mai la possibilità di riunirsi.

Vorrebbe chiedere perché sia stato quello il loro destino, ma non può più respirare. Tutto ciò che gli rimane è il tempo di rubare con occhi spenti un'ultima visione del suo assassino - del suo amico.

Un sorriso amaro, una lacrima solitaria. In fondo, non avrebbe potuto pretendere una morte migliore.

                                                                                  ...

Ancora una volta, ha rovinato tutto. Ha distrutto ciò che amava con le sue stesse mani.

Túrin vuole credere che i suoi occhi lo stiano ingannando. Ma la sua mente è ancora abbastanza lucida da fargli capire la realtà. Non tornerà mai da Beleg, non troverà mai la pace - e la colpa è solo sua.

Avrebbe dovuto fermarsi. Avrebbe dovuto riconoscerlo. Se lo avesse fatto, per la prima volta dopo troppo tempo si sarebbe sentito realmente completo. E invece è precipitato in un abisso di oscurità senza fine, e ormai è troppo tardi per rimediare. Fino alla fine dovrà portare con sé la propria colpa. Non può tornare indietro, non dopo quello che ha fatto.

Il sangue su di lui ha inondato la sua stessa anima, lacerata dagli occhi senza vita di Beleg. E nonostante tutto, lui resta in vita.

Vorrebbe almeno avere avuto il tempo di dirgli che non ha mai voluto nulla di tutto questo.

Ma non ha importanza. Non c'è nulla che possa fare per ottenere il suo perdono. Se solo potesse trattenere il suo ultimo respiro, e dirgli che lo vendicherà, prima o poi...

Aspetta... 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno - Beleg ***


Deve esserci una spiegazione.

Mentre cerco ancora di parlarti, mentre provo a non cedere, riesco a vedere i tuoi occhi. Mi basta a comprendere la verità.

E comprendo. Ho fallito di nuovo.

Ero venuto per salvarti, e invece non ho fatto altro che procurarti altro dolore. Ero venuto per rivederti, e tu non hai saputo vedere me. Ero venuto per aiutarti a superare i travagli che il male avrebbe posto sulla tua strada, e invece morirò qui, senza essere in grado di fare altro.

Non so se maledire il fato per avermelo impedito o ringraziarlo per avermi concesso una tale fine. C'è qualcosa di dolce anche nel vedere il mio sangue sulla spada che ho imparato a riconoscere e ad amare, fintanto che era stretta nel tuo pugno. Almeno tu sei l'unico da cui potrei accettare la morte.

Ricordi, Túrin? Ricordi quando, mentre di fronte ai miei occhi in pochi anni diventavi uomo, forte e già fragile e fugace, promisi di rimanere al tuo fianco per l’eternità?

Avrei mantenuto la promessa, se ne avessi avuto possibilità. Me ne andrò con questo rimpianto.

Ma tu cosa proverai?

Ho già saputo della fragilità degli Edain di fronte alla morte. Non voglio rischiare che tu venga spezzato per colpa mia.

Andrai avanti? Sorriderai ancora? Oppure continuerai a vivere con un inutile rimorso?

L'unica cosa che desidero da te è che questo non sia il tuo unico ricordo di me, che tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme, tutti i sorrisi che ci siamo scambiati, tutti gli istanti che abbiamo passato fianco a fianco restino.

Ti ricorderai di noi? 

Proverei a chiedertelo, se me ne fosse rimasta la forza.

Voglio morire guardandoti, amico mio. Voglio solo vedere ancora la persona che più amo.

Ma anche questo ultimo conforto comincia a svanire. Non potrò mai rivederti, e non potrò fermare il destino a cui andrai incontro.

Non ci sarò più per te. Mi dispiace…

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Capitolo 3
*** Capitolo due - Túrin ***


I tuoi occhi...

Continuo a vederli nella mia mente. Il tuo ultimo sguardo mi perseguita, sembra chiedermi il perché di quel gesto.

Non lo so. Non ti avrei mai attaccato, se solo avessi saputo. Ma questo non basta ad assolvermi. Non basterà a farti riaprire gli occhi.

Cosa ho fatto?

Mi sono già macchiato di sangue innocente, ma mai avrei creduto che anche tu saresti caduto per mano mia. Eppure il buio che ci circonda è calato dentro il mio cuore e la mia mente ancora una volta – e non mi lascerà mai libero.

C'erano vite a cui avrei voluto porre fine. Ma non la tua. Avrei voluto proteggerla, mi era cara più di qualunque altra cosa. Ho fallito nel peggiore dei modi. Non potrò mai dirtelo.

Se solo mi fossi fermato. Se fossi stato in grado di vedere la verità. Saresti ancora vivo al mio fianco, e ora staremmo camminando fianco a fianco, parlando di quei giorni felici, ormai perduti per sempre.

L'antica felicità non potrà tornare, ora che non ci sei più. Non doveva finire così. Dovevo essere io a cadere, e tu ad andare avanti fino alla fine del mondo.

Maledirò sempre il buio, perché è stata l'oscurità lo strumento che il destino ha scelto per ricordarmi che non posso sconfiggerlo. Senza il buio, non ti avrei mai fatto del male. Piuttosto, mi sarei aggrappato a te con tutta la forza che avevo e mi sarei salvato dalle correnti del fato.

Che cosa hai provato, quando ti ho ucciso?

Che cosa hai pensato?

Sia maledetta la lama di Anglachel, ora che è macchiata del tuo sangue, e maledette siano le mani che l'hanno impugnata contro il più leale dei figli di Ilúvatar!

Ora non sono altro che un assassino, nato dalla malasorte!

Ma non posso morire ora. Sarebbe troppo facile, liberarmi ora, senza avere pagato che per pochi attimi il prezzo della mia follia. Devo continuare avanti, e lasciare che il vuoto mi divori e in ogni istante mi ricordi cosa ti ho fatto.

Ma tu riposa tranquillo e perdonami, Beleg Cúthalion, mellon nîn

 

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