Pozioni in volo

di PurpleLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di rivelazioni e sospiri ***
Capitolo 2: *** Di gelati e burrobirre ***
Capitolo 3: *** Di coraggio e amicizia ***
Capitolo 4: *** Di gioco della bottiglia e slanci Grifondoro ***
Capitolo 5: *** Di nuovi punti di vista – Daniel ***
Capitolo 6: *** Di confessioni e baci rassegnati ***
Capitolo 7: *** Di imbarazzi e gufi ***
Capitolo 8: *** Di speranze e nuovi inizi ***



Capitolo 1
*** Di rivelazioni e sospiri ***


Di rivelazioni e sospiri

Aveva la sensazione che niente sarebbe stato più come prima tra di loro. Del resto, come poteva essere? Aveva fatto l'errore di innamorarsi del suo migliore amico! Migliore amico che per altro aveva una adorabile e simpatica ragazza che amava tantissimo.
 
Come diavolo era potuto succedere? Non c'era mai stata nessuna premessa perché potesse accadere. Daniel era il suo migliore amico fin dal primo giorno ad Hogwarts, quando dopo lo smistamento l'aveva accolto con un sorriso raggiante al tavolo Grifondoro.
 
Tra l’altro nemmeno gli piacevano i maschi! Anzi, aveva sempre straveduto per le ragazze minute, con i capelli castani, i lineamenti dolci e le morbide curve, mentre Daniel era slanciato, biondo, abbastanza muscoloso nonostante la sua passione smodata più per le pozioni che per il Quidditch e con decisamente qualcosa che non lo aveva mai interessato in mezzo alle gambe.
 
Eppure.
 
Eppure, da qualche tempo non riusciva a smettere di pensare a lui, al suo sorriso e a quanto fosse iperstrafighissimo. E sì, anche a quello che aveva in mezzo alle gambe.
 
Paul Pope, nome infelice a parer suo, era sdraiato sul suo letto lanciando la pluffa in aria cercando di capire come fosse finito in quel ginepraio. Certo, la sua amicizia con Daniel era sempre stata molto forte e, nonostante fossero di anni differenti, passavano tantissimo tempo insieme.
Forse aveva aiutato la consapevolezza di sapere che non avrebbero più passato così tanto tempo insieme, visto che Daniel si era appena diplomato e quindi non sarebbe tornato con lui ad Hogwarts.
 
Sì, si disse Paul, sicuramente questo lo aveva aiutato a farsi chiarezza.
 
Toc toc…
 
E proprio mentre lanciava nuovamente la pluffa in aria ecco apparire l’oggetto dei suoi pensieri alla porta.
-Ma buongiorno Paulie! Ti ho mandato ben tre gufi nell’ultima settimana e sia mai che tu abbia risposto ad uno eh! - Ops, in effetti potrebbe averlo leggermente evitato, preso com’era dalla sua crisi di identità sessuale.
 
-Quindi se Maometto non va alla montagna, allora la montagna va da Maometto! – concluse il ragazzo sedendosi sul bordo del letto con finto cipiglio.
Paul si mise a ridere e si tirò su, cercando di calmare le farfalle nello stomaco che avevano preso a svolazzare.
 
-Dan, è il contrario, prima la montagna e poi Maometto. Anche se potresti sostituirlo con “Se la pluffa non va da Whisp, Whisp va dalla pluffa”. -
 
-Ah, se c’è una cosa che capisco meno dei tuoi modi di dire babbani sono le allusioni al Quidditch! -
 
Paul si mise a ridere e gli lanciò la pluffa. -Dai… Whisp… l’autore de Il Quidditch attraverso i secoli! Ti ho regalato quel libro qualche anno fa e mi hai detto che ti era piaciuto tantissimo! -
 
Daniel si grattò il mento imbarazzato. -Ehm, sì… diciamo che potrei averti detto che mi era piaciuto… diciamo sulla fiducia…- Il più giovane gli lanciò uno sguardo indignato e così sferrò il fendente di pace – Perché tu vorresti dirmi che il libro Lunes et Potionibus che ti ho regalato a Natale l’anno scorso lo hai letto? - 
I due si guardarono per un istante mantenendo un’espressione seria… per poi scoppiare ovviamente a ridere.
 
-Ok, ok, scusa hai ragione tu. A te lascio le pozioni e io mi tengo il Quidditch! -
 
-Decisamente un’idea migliore! –
 
Le risate tra i due continuarono per qualche secondo. Quanto gli sarebbero mancate quell’anno! E ovviamente il pensiero dell’anno scolastico che lo aspettava, l’ultimo, rabbuiò Paul. E ovviamente Daniel se ne accorse, che migliore amico sarebbe stato altrimenti?
 
-Ehi, che succede Paul? Prima non mi rispondi per tutta la settimana, poi arrivo e ti trovo sospirante sul letto e adesso ti sei… non so, spento. Cos’hai? –
È per quello che se era innamorato, se ne rese conto sempre più chiaramente. Daniel era così, sempre pronto a farlo sorridere ed erano sempre stati in grande sintonia.
 
-Ma niente, è arrivata la lettera da Hogwarts con il nuovo materiale e così… non so, credo di aver pensato al fatto che quest’anno non ci vedremo più e che, boh, mi mancherai. - Decise di essere quanto più onesto possibile, tanto se ne sarebbe accorto se gli avesse detto una bugia.
 
-Ah, quindi la cosa più sensata per non sentire la mia mancanza era evitarmi. Sì, ha perfettamente senso! – lo canzonò l’altro spintonandolo ironicamente.
 
-Scemo! Non ti stavo evitando dai! -
 
- E poi non sarai solo, ci sarà sempre Casanova con te. E le vacanze di Natale arriveranno prima di quanto tu possa immaginare vedrai! -
Casanova era l’altro migliore amico di Paul, un ragazzo del suo stesso anno a Serpeverde, Adam Lighter, ed era stato così battezzato perché era un vero e proprio sciupafemmine.
 
I due scoppiarono nuovamente a ridere; Adam era una fonte continua di divertimento e al contempo di guai. Non sarebbe sicuramente aleggiata noia attorno a lui.
 
-Comunque ti ho scritto per invitarti oggi pomeriggio a fare una passeggiata a Diagon Alley, potremmo prenderci un gelato da Florean e poi cercare un regalo per Adam. Ricordi vero che tra una settimana è il suo compleanno? -
 
-Oddio siamo già al 1° agosto? Sta proprio volando questa estate! Comunque va benissimo, vengo con piacere! - finì sorridendo. Avrebbe fatto tesoro di quegli ultimi giorni insieme, un pomeriggio insieme solo loro due.
 
-Perfetto, allora passo a prendere April e May e ci troviamo al Paiolo Magico! -
 
E tanti saluti all’uscita solo loro due.
 
April Pembroke era la ragazza di Daniel e May era sua sorella. Entrambe, come si può immaginare dai loro nomi, erano vittime innocenti dei loro genitori, che avevano pensato che chiamare i loro figli come i mesi dell’anno fosse una cosa simpatica. Fortunatamente non avevano messo al mondo dodici figli, così han graziato il mondo magico da nomi come September o January, ma avevano dato i natali anche a June, July e August.
 
April era una ragazza solare e davvero simpatica, anche lei appena diplomata. Paul giocava con lei nella squadra di Grifondoro ed era stato proprio lui a presentarla a Daniel due anni prima, pensando che i due sarebbero andati d’accordo e che, povero scemo, sarebbero stati una bella coppia. E aveva ragione. Oh, se solo avesse avuto una giratempo… sarebbe tornato indietro e col cavolo che gliel’avrebbe presentata!
 
May invece aveva la stessa età di Paul, anche lei Grifondoro, ed erano sempre andati d’accordo, ma non avevano molte passioni in comune.
 
E Paul ebbe la brutta sensazione che Daniel stesse cercando di rifilargliela come possibile ragazza.
 
-Ci divertiremo! Poi magari così puoi avere l’occasione di conoscere meglio May fuori da scuola! Sai, secondo me stareste molto bene insieme! –
 
Ecco, appunto.
 
È te che voglio, scemo che non sei altro, si ritrovò a pensare roteando gli occhi.
 
-Se, vabbè. Non sono in vena di relazioni al momento, ma grazie del pensiero! –
 
E quando Daniel lo salutò con un bacio sulla guancia, lasciandolo nuovamente solo con i suoi pensieri, Paul non poté fare a meno che ripetersi che nulla ormai sarebbe stato come prima.
 
E che era fottuto, irrimediabilmente fottuto.
 
 
 

 PurpleLove Corner

Questa storia è uno spin off della mia long Quando i libri non bastano. Essendo uno spin off che seguirà al storia principale anche gli aggiornamenti saranno allineati con ciò che accade nell'altra storia.
Spero che vi piaccia, questo è un personaggio a cui mi sto affezionando già molto! Aspetto dei vostri pareri, vi prego perdete un minuto a lasciarmene uno!
 
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 2
*** Di gelati e burrobirre ***


Di gelati e burrobirre


Il Paiolo Magico era davvero affollato quel pomeriggio, come sempre a fine luglio. Da quando il vecchio Tom aveva lasciato il locale al nipote Matthew, il posto era notevolmente cambiato, trasformandosi da luogo buio e sporco a un tripudio di luce, musica, colore e chiacchiericcio continuo. La clientela si era anch’essa trasformata, adattandosi di più al trentenne proprietario, allegro e spensierato.
 
Paul salutò due compagni di scuola pronti a fare spese per il nuovo anno scolastico e lanciò un'occhiata distratta all'orologio a muro. Daniel era in ritardo di dieci minuti e ci avrebbe scommesso che fosse colpa di April, sempre perennemente in ritardo.
 
- Ehi Paul, vuoi qualcosa da bere? - lo salutò Matthew con un sorriso.
 
- No Matt, grazie, ma sto aspettando Daniel per andare a fare un giro a Diagon Alley. Ma sicuramente al ritorno ci fermeremo a bere una delle tue super burrobirre! –
 
Finalmente il trio entrò dalla porta facendo tintinnare il campanello sovrastante e si diresse verso il ragazzo.
 
- Scusa Paulie, ma le ragazze non erano ancora pronte. – si scusò Daniel allungandosi a baciargli una guancia.
 
Come volevasi dimostrare.
 
- Eh ma era per un buon motivo, volevo farmi bella per te. Non valeva la pena aspettare? - chiese civettuola April facendo l’occhiolino al fidanzato. Daniel ridacchiò passandole un braccio intorno alla vita e portandosela vicino.
 
- Eccome se ne è valsa la pena. –
 
E la baciò.
 
E il cuore di Paul si incrinò.
 
Sapeva che sarebbe finita così, non poteva essere altrimenti del resto. Cercò di distogliere lo sguardo, posandolo su May che quasi scompariva dietro la sorella tanto era più minuta.
 
- Ciao May! Come sono andate le vacanze finora? –
 
La ragazza, lieta di poter distogliere lo sguardo dai due piccioncini ancora presi a scambiarsi smancerie nonostante fossero in mezzo al locale, gli sorrise e iniziò a raccontargli del viaggio fatto insieme a sua sorella in Francia e in Italia, regalo dei genitori per il diploma della maggiore.
 
I quattro finalmente giunsero a Diagon Alley, brulicante di famiglie allegre.
 
- Oh mamma quanta gente, la gelateria sarà presa d’assalto con questo caldo! -  sospirò April prendendo Daniel per mano e trascinandolo in direzione di Florean.
 
Fortunatamente trovarono comunque un tavolino libero e si sedettero aspettando che arrivasse il cameriere. Aspettarono. E aspettarono. Dopo dieci minuti, non si era ancora visto nessuno, così Daniel si alzò sbuffando.
 
- Bè, ho capito perché non c’era seduto nessuno, non ci vedono! Dai vado io dentro a ordinare. May, April cosa volete?-
 
Ah, fantastico, ormai non lo calcolava nemmeno più? Va bè essere accecati dall’amore ma a questi livelli?
 
- Io una coppa piccola con melone estivo e lampone grazie! – rispose sorridente April.
 
- Lo stesso, grazie mille Daniel. – seguì May.
 
- Great, vado, ordino e torno belle fanciulle! – Daniel si girò e fece un passo quando Paul si decise ad aprire la bocca e se ne uscì con tono un po’ scocciato. -Ehi, e per me niente gelato? –
 
Daniel si voltò con un sorriso a trentadue denti e gli fece l’occhiolino prima di inforcare l’entrata, lasciando Paul con un’espressione basita in viso.
 
Dopo pochi istanti ecco il più grande tornare e riaccomodarsi accanto alla sua ragazza. Paul doveva avere ancora un’espressione stranita in viso perché il biondo si mise a ridacchiare.
 
- Paulie in sette anni che ci conosciamo non hai mai cambiato gusti, sempre e soltanto menta piperita e liquirizia frizzolina. Ormai i tuoi gusti li conosco! –
 
E l’ennesima figuraccia della giornata è servita signore e signori. Paul si diede una sberla mentale per aver anche solo pensato a qualcosa di diverso, del resto Daniel aveva ragione su tutta la linea!
 
Cercò di sviare il discorso, recuperando un po’ di contegno.
 
- Sì, giusto… allora cosa regaliamo a Casanova? Ha tutto quel ragazzo! Credo che giusto un po’ di dignità gli manchi, ma non credo la troveremo in vendita. - esordì scatenando le risate degli altri.
 
- Potremmo fare un salto ai Tiri vispi! L’altro giorno ho incontrato Verity e mi ha detto che il signor Weasley ha inventato un divertentissimo gel per capelli che permette di modificare il colore con il pensiero. Non è un granchè forse, ma potremmo allegarci una caterva di Apri Frizzole e Piperille da Honeyduck! - propose April con entusiasmo.
 
- È un’ottima idea Cucciola! Magari anche qualche Topoghiaccio e Gomme Bolle! - si accodò Daniel sorridendo alla ragazza al suo fianco.
 
Paul cercò di non focalizzarsi su quel nomignolo e si sforzò di sorridere fintamente entusiasta dell’idea (che in realtà era una buona idea e lui ad April voleva davvero bene, doveva smettere di vederla come una sua antagonista).
 
- Tu cosa ne pensi Paul? Del resto, sei il miglior amico di Adam, potrebbe andare bene come regalo? – gli chiese May. – Anche secondo me è un’ottima idea quella di April. Potremmo anche prendergli anche alcuni Fondenti Febbricitanti e un paio di Sognisvegli Brevettati. Sapete, per la sua immensa voglia di seguire le lezioni. - Concluse beffardo ma sorridente facendo ridere tutto il tavolo.
 
Quando furono mangiati i gelati, comprati i regali e saccheggiati anche molti altri negozi i quattro fecero ritorno stanchi al Paiolo Magico.
 
- Ragazzi vi fermate per un’ultima Burrobirra prima di tornare a casa? – Propose Paul.
 
- Ci piacerebbe ma mia madre finisce tra poco il suo turno alla Gringott e ci aspetta per tornare a casa insieme. La prossima volta molto volentieri! - rispose April dopo aver consultato l’orologio.
 
- Io mi fermo volentieri Paulie, più tardi torno a casa meglio è. Sai, mia madre sta ancora con quel mago da strapazzo, almeno fino alla fine del mese, e sicuramente saranno a casa. - I genitori di Daniel erano divorziati, il che è molto raro nel mondo magico. La madre Aveline era una strega molto dolce ma un po’ ingenua e le sue relazioni non duravano mai oltre il mese e mezzo, chissà come mai. L’ultimo “compagno” era un mago un po’ sbruffone irlandese di nome Braxton, decisamente poco simpatico e molto petulante.
 
Paul non era sorpreso che Daniel volesse averci meno possibile a che fare, nemmeno lui lo vorrebbe intorno!
 
Salutate le ragazze i due ordinarono a Matthew le due bevande e presero posto ad un tavolino.
 
- Oh, è giunta l’ora dei maschietti! –
 
- Sembra un’affermazione molto gay, sai Dan? – i due scoppiarono a ridere di gusto.
 
- No, mi piacciono troppo le ragazze per essere gay, grazie tante! –
 
Lo so bene, purtroppo. Si ritrovò a pensare tristemente Paul.
 
- Allora Paulie, quali sono i tuoi progetti per quest’anno? – chiese il più grande sorseggiando il suo boccale.
 
- Come sei formale! Essere adulto ti fa male Daniel! Che programmi vuoi che abbia? Sicuramente cercar di tenere Adam quanto più fuori dai guai, ma sai che lui i guai se li mangia a colazione. Poi… boh, cercar di portare la squadra alla vittoria del campionato, del resto un buon capitano deve poterlo quanto meno sperare no? E tu invece? Quali sono i grandi progetti per il neodiplomato Daniel Freeland? - parlare di Hogwarts gli metteva malinconia; saper di non aver potuto avere le loro chiacchierate davanti al camino della sala comune la sera, o studiare insieme in biblioteca, o perfino le loro passeggiate lungo le sponde del lago nero, con Daniel che gli raccontava le ultime pozioni avanzate che stava studiando e lui faceva finta di esserne affascinato… insomma, più pensava al loro rapporto e più si chiedeva come non avesse fatto ad accorgersene prima.
 
- Grandi mica tanto. Ho mandato alcuni curriculum in giro, ad alcuni laboratori di pozionisti per poter fare un apprendistato sia a Londra che a Edimburgo. Vedremo che succederà. - Daniel scrollò le spalle. In realtà c’era anche un’altra domanda che aveva inviato, ma non osava nemmeno sperare che potesse venir accolta, quindi decise di non farne parola con il suo amico.
 
Paul annuì poco convinto. Sperava che non dovesse andare fino ad Edimburgo perché le occasioni per potersi vedere sarebbero state ancora più rare. Ma capiva che per Daniel sarebbe stata un’ottima cosa; non solo perché ad Edimburgo c’erano alcuni dei migliori pozionisti viventi, ma anche perché ci viveva il padre e sarebbe stata un’occasione per passare finalmente del tempo insieme.
 
Quando i due uscirono in Charing Cross Road era ormai quasi sera.
 
- Grazie del bellissimo pomeriggio Paulie e grazie anche di aver offerto la burrobirra, la prossima tocca a me! –
 
- Figurati, per così poco. Dovevo farmi perdonare per non essermi fatto vivo questa settimana no? – rispose un po’ imbarazzato Paul.
 
- Sì, bè, non dovevi ma grazie! Ci vediamo sabato prossimo dal Casanova, non mi sparire di nuovo nel frattempo, ti raccomando. Cosa farei senza il mio miglior amico? –
 
E Daniel lo abbracciò stretto. Un abbraccio come tanti dati in quegli anni.
 
Ma anche il gesto più usuale diventa speciale quando le carte in tavola vengono rimescolate.
 
E le carte del cuore di Paul erano decisamente rimescolate.


 

Purplelove's Corner

Eccoci al secondo capitolo. Ma mi sto chiedendo se per caso la storia non vi interessi visto che non ho ricevuto nessun commento. Non sono una di quelle che vuole elemosinare recensioni, per carità, ma vorrei capire se la storia può piacere o se non val la pena continuarla. 
Ad ogni modo, questi due patati sono ispiranti, vedremo dove mi porteranno!

A presto

Chiara

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Capitolo 3
*** Di coraggio e amicizia ***


Di coraggio e amicizia

La festa di Adam era arrivata in un lampo e lui era lì a raccontare al suo amico il suo nuovo stato di sessualmente-confuso/tristemente-innamorato. Aveva appena finito di vuotare il sacco con Adam che lo guardava con aria ilare.
 
-Sei così buffo Paul! Come puoi anche solo sperare che Daniel lasci la sua stupenda, sexy e femmina fidanzata per mettersi con te? Lui non è gay. Noi non siamo gay. E se davvero tenessi alla nostra amicizia allora non dovresti esserlo nemmeno tu- concluse con tono duro.
 
Paul era sbalordito e mortificato -Ma…ma… sei il mio migliore amico! Dovresti sostenermi… -
 
Adam scoppiò in una risata maligna. -Chissà, forse sei diventato mio amico solo perché volevi entrarmi nei pantaloni. No, i miei amici non possono essere dei finocchi. Anzi, devo mettere in guardia gli altri! – detto questo prese la bacchetta, se la puntò alla gola e la sua voce risuonò chiara in tutta la stanza.
 
-Ehi gente, attenzione, abbiamo un finocchietto tra di noi!- esclamò indicando Paul che lo fissava inorridito- Daniel, stai in campana che il piccolo pervertito punta al tuo bel sedere. Ti ama, addirittura! April stai attenta che hai una rivale in amore!-
 
Paul tra le lacrime fece in tempo a notare Daniel guardarlo disgustato, per poi abbracciare stretta April e baciarla come se non ci fosse un domani. Tutti intorno a lui lo deridevano e additavano. Paul si girò e scappò in direzione della porta, ma la stanza sembrava infinita e la gente intorno a lui continuava a ridere e ad avvicinarsi.
 
Fino a schiacciarlo.
 
 
Paul si svegliò di colpo nel suo letto, madido di sudore.
 
Un incubo. Era stato un maledetto incubo. Era così terrorizzato dalla possibile reazione dei suoi amici da lasciarsi addirittura condizionare nel sonno. Il cuore gli batteva ancora così forte da faticare a respirare con regolarità. Era tutto così dannatamente reale…
 
Paul prese un respiro profondo e cercò di calmare i battiti del suo cuore. Lui è Adam erano amici fin dal primo momento che si erano incrociati sul treno e, nonostante appartenessero a case diverse, la loro amicizia non aveva mai traballato nemmeno un secondo in tutti quegli anni. Sicuramente lo avrebbe sostenuto, o almeno lo sperava. Ma certamente non lo avrebbe deriso in quel modo, né tanto meno lo avrebbe denigrato così con i loro amici e, soprattutto, con Daniel ed April.
 
Mancava ancora un giorno alla festa di Adam, ma lui sentiva che doveva assolutamente confidarsi con lui prima. Decise così di mandargli un gufo chiedendogli di vedersi quel pomeriggio. La risposta entusiasta di Adam non si fece attendere proponendogli di incontrarsi a casa sua dopo pranzo.
 
Ok Paul, è ora di tirar fuori il tuo coraggio Grifondoro.
 
 
 
Adam era un mezzosangue; il padre era un medimago al San Mungo, mentre la madre era un’insegnante babbana. I Lighter abitavano in una piccola villetta nel quartiere londinese di Ealing Broadway.
Era un bel quartiere, abbastanza in periferia da essere tranquillo, ma allo stesso tempo ben collegato con il centro sia con i mezzi babbani che con la metropolvere.
 
Quel pomeriggio Paul suonò al campanello della villetta con un po’ di agitazione. Fu la madre di Adam ad aprirgli sorridente.
 
-Oh, ciao Paul! È da molto che non ci vediamo. Vieni entra! Posso offrirti qualche cosa? –
 
-No grazie, sono a posto, grazie signora Lighter!-
 
-Chiamami Cerina, direi che dopo sette anni che sopporti quel discolo di mio figlio te lo sei ampiamente meritato! - il ragazzo si ritrovò a sorridere, sinceramente affezionato alla donna -Ehi Adam, è arrivato Paul.-
 
-Oh, ecco qui il mio grifone preferito! Allora, che ne dici se ci andiamo a prendere un gelato da Florean?-
 
Prima che Paul potesse rispondere Cerina si affacciò dalla cucina.
 
-Adam prima che andiate puoi passare a prendermi un libro che ho prenotato in biblioteca? Mi è arrivato un messaggio che è arrivato proprio ora.-
 
Lo sguardo di Adam si illuminò di una luce malandrina.
 
-Molto volentieri Mà! Vieni Paul!-
 
Il ragazzo seguì l’amico fuori da casa, rivolgendogli uno sguardo interrogativo. -Si può sapere da quando ti interessano così tanto le biblioteche? Ad Hogwarts penso tu ci abbia messo piede solo per lisciare qualche sottana!-
 
-Questa devi vederla P! La bibliotecaria è davvero una figa! Ha tipo 30 anni, ma è ancora una stragnocca.- Paul roteò gli occhi seguendo l’amico. Ormai era abituato alle sue uscite alquanto maschiliste, ma non lo aveva mai sentito rivolgerle anche a persone fuori dalla sua portata. Era proprio curioso di conoscere la donna a questo punto.
 
La biblioteca non era molto distante e la raggiunsero in pochi minuti, ma sfortunatamente i due vennero accolti da una signora decisamente in là con gli anni.
 
-Dev’essere il suo giorno libero, che peccato… Ehi, eccola! È quella! – Adam gli indicò una foto appesa al muro; doveva essere stata scattata ad una presentazione di un libro e c’era lo scrittore in mezzo a due donne. Quella alla sua sinistra era la donna che li aveva accolti, mentre alla destra c’era una donna giovane, con capelli ricci, morbide curve e un viso decisamente familiare.
 
-Porco Salazar! Ma quella è Hermione Granger! – esclamò stupito Paul.
 
-Quella Hermione Granger? Ma sei sicuro? –
 
Paul ne era più che sicuro; solo pochi mesi prima aveva letto un interessantissimo saggio storico sulla seconda guerra magica scritto da una delle protagoniste, Luna Lovegood. Era pieno di foto magiche e ve ne erano molte che raffiguravano l’eroina e quella ritratta accanto allo scrittore era indiscutibilmente, meno giovane e più in carne, Hermione Granger.
 
-E che ci fa una strega eroina di guerra in una biblioteca babbana?- chiese Adam sinceramente incuriosito.
 
Paul alzò le spalle, proprio non ne aveva idea.
 
Finalmente dopo mezz’ora i due si diressero verso Diagon Alley, fortunatamente meno popolata rispetto a qualche giorno prima. Solo Florean era super affollato, come sempre del resto. E guarda caso l’unico tavolino libero era nuovamente quello nell’angolo cieco.
 
-Dai prendi posto Paul, io vado dentro ad ordinare. Che gelato vuoi?-
 
Che gelato vuoi. Mentre rispondeva al suo amico pensò che fosse uno di quei momenti ironici della vita. Conosceva Adam e Daniel dallo stesso tempo ed entrambi erano i suoi migliori amici, tuttavia a Daniel pareva normale sapere i suoi gusti preferiti, mentre Adam non ci aveva minimamente pensato.
 
Curioso.
 
Quando i due si trovarono davanti alle loro coppe, Paul si sentiva abbastanza pronto a confidarsi con l’altro, nonostante l’incubo fatto la notte precedente facesse aleggiare ancora una sorta d’ansia in lui.
 
-Adam, posso parlarti di una cosa?-  forse il tono con cui lo disse fu più timoroso di quanto volesse, perché Adam si fece serio ed attento.
 
-Ma certo, dimmi tutto.-
 
Ok, forza!
 
-Ecco, diciamo che ho avuto una rivelazione. Potrei essermi accorto… ecco, diciamo che… insomma… - no, così non sarebbe andato da nessuna parte. Respiro profondo e vai. -Sono innamorato!- finì il ragazzo, tingendosi di rosso in viso.
 
-Oh che bello! E perché tutto questo mistero? Chi è lei? - chiese Adam nuovamente allegro.
 
-Non è una lei, è un lui- ribattè Paul in un fil di voce.
 
Adam parve preso alla sprovvista, ma durò solo un paio di secondi, prima che la consapevolezza lo colpisse.
 
-Oh finalmente, è Daniel vero?-
 
Questa volta fu decisamente il turno di Paul di restare sorpreso.
 
-Oddio, perché dici questo? Come fai a dirlo? Cioè… perché?- balbettò agitato Paul.
 
-Dai Paul, sarò anche sempre preso da mille ragazze, ma non sono certo cieco. Voi due siete chiaramente innamorati!-
 
Eh?!
 
-No, stop Adam, ferma tutto. IO sono innamorato, non NOI. Daniel sta insieme ad una ragazza ricordi? Hai presente April, la nostra amica April, con cui sta da due anni?-
 
-Sì e direi che la storia è durata già abbastanza! Ma dai, io sono anni che penso che in realtà sia innamorato di te. Siete sempre insieme a farvi le coccole!-
 
-Non ci facciamo le coccole! E siamo sempre insieme perché siamo migliori amici, non per altro- ribattè Paul incrociando le braccia imbarazzato.
 
-No caro mio, IO sono il tuo migliore amico. Noi giochiamo insieme a Quidditch, ci confidiamo segreti, mi fai da spalla nelle mie conquiste, ma con Dan hai ben altro rapporto! Ma dai, quante volte vi ho trovati abbracciati? O quante volte per la stanchezza ti sei appoggiato alla sua spalla con lui che ti passava un braccio intorno alle spalle? E quanti baci, ok sulla guancia, non guardarmi male, vi date? Ogni santa volta! Vi salutate all’arrivo: bacio sulla guancia. Ringraziamento: bacio sulla guancia. State per separarvi: bacio sulla guancia. E fate tutto questo da anni, anni!!! Non dirmi che non ci hai mai pensato- concluse lui.
 
No, non ci aveva mai pensato. Che motivo aveva di pensarci? Lui e Daniel erano solo amici.
 
Vero?
 
-Ok, ok… diciamo che non ci avevo mai pensato. Ma Daniel sta insieme ad April, la ama. Non prova nulla per me… in quel senso! Insomma, non ha mai fat…- Paul si bloccò, ripensando a molteplici flash di sorrisi, nomignoli affettuosi, carezze, sguardi e, per ultimo quel sorriso smagliante e occhiolino che gli aveva rivolto prima di andare a prendere i gelati.
 
-Lui sa quali sono i miei gusti preferiti di gelato…- si ritrovò a sussurrare, il cuore che prese a pompare più velocemente in petto.
 
Quando rialzò gli occhi verso Adam lo fece con una nuova scintilla nell’animo. Era quella la speranza?
 
-Grazie Adam, sapevo di poter contare su di te. Pensa che ho fatto un incubo dove ti raccontavo tutto e tu mi deridevi pesantemente- ridacchiò per stemperare l’atmosfera.
 
-Ma figurati, lo sai che ti voglio bene. Ma per inciso, offri tu in cambio della consulenza! –
 
I due scoppiarono in una risata liberatoria.
 
La sera successiva sarebbe stata una gran sera.
 

 PurpleLove Corner

Il mio piccolo Paul si è confidato, caruccio lui! Al prossimo capitolo ci sarà la festa di compleanno di Adam ;P
Ma... Paul piace solo a me? Non lo sta calcolando nessuno, povero ragazzo! Alla prossima!
 
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 4
*** Di gioco della bottiglia e slanci Grifondoro ***


Di gioco della bottiglia e slanci Grifondoro

Paul era d’accordo con Daniel di trovarsi a casa sua alle 21 e di andare insieme a casa di Adam.
 
-Ti raccomando Paul, anche se so che per il Mondo Magico sei maggiorenne, per il nostro no. Non bevete troppo, ti prego.- Audrey, mamma poco più che trent’enne e single di Paul, stava cercando di fare un discorso serio a suo figlio.
 
-Mamma, dai, lo sai che io bevo comunque pochissimo e i miei amici li conosci, sono a posto!-
 
-Ma se Adam la prima volta che mi ha visto ci ha provato con me!- lo rimbeccò lei.
 
Vero, che figura, Paul cercava ancora di dimenticare la scena di lui che portava a casa il suo quindicenne amico per la prima volta, per poi sprofondare dall’imbarazzo a vedere il sopracitato quindicenne amico provarci con sua madre.
 
E non era nemmeno la prima volta che succedeva.
 
Questo era il problema di avere una madre giovanissima e bella. Audrey Pope era una ragazza-madre, rimasta incinta a soli quindici anni di uno stronzo uccel di bosco che l’aveva prima sedotta, con lusinghe e moine, e poi abbandonata. Copione da manuale.
 
Per fortuna suo figlio aveva preso tutto da lei e zero dai geni di quello stronzo del padre, che per altro non aveva mai conosciuto. Gene della magia a parte, ovviamente.
 
Alle 21:01, contrariamente al loro solito, il terzetto si presentò puntuale alla porta del ragazzo, distogliendo madre e figlio dai loro pensieri.
 
-Incredibile, domani nevica!- si trovò a prenderle in giro Paul mentre si scostava per farle entrare.
 
-È quello che ho pensato anche io quando le ho trovate già pronte con ben dieci minuti di anticipo!- rispose Daniel fermandosi un attimo a scoccargli un bacio sulla guancia, per poi oltrepassare la soglia e salutare calorosamente Audrey.
 
Non si accorse del leggero rossore salito sulle gote di Paul e del suo flebile respiro trattenuto.
 
-Forza dai, per una volta che possiamo arrivare puntuali non perdiamoci in chiacchiere. Chissà che cosa ha organizzato Adam!-
 
I quattro sparirono tra le fiamme verdi del camino, con l’eco del Comportatevi bene! di Audrey nelle orecchie.
 
Il salotto di Adam era gremito di persone, al limite della sua capienza. Il Serpeverde evidentemente aveva deciso di festeggiare l’arrivo della sua maggiore età invitando quasi tutte le persone che conosceva.
 
E visto che il ragazzo aveva amici in tutte e quattro le case, Paul non fece fatica ad immaginare che ci fossero quasi tutto il sesto e settimo anno in quella stanza. Più ovviamente qualcuno dell’anno di Daniel.
 
-Ecco i miei amici del cuore!- li accolse Adam raggiante, stringendo in mano un bicchiere verde.
 
-Servitevi pure ragazzi, mia madre ha preparato un banchetto che farebbe sfigurare perfino quelli di Hogwarts! Se poi avete sete ci sono svariate bibite, anche quelle babbane che piacciono tanto al nostro Paul. E ovviamente qualche bottiglia di alcolico, è pur sempre il mio diciassettesimo compleanno.- concluse il ragazzo facendo un occhiolino e indicando uno svariato numero di bottiglie colorate in un angolo.
 
-Grazie Adam! Allora, sono venuti tutti?- e quello che Paul voleva davvero chiedere è “è venuta Rita”?
 
Rita Blanchet era una Corvonero del loro anno. Due anni prima Adam aveva iniziato a farle il filo, ma la ragazza sembrava essere l’unica ragazza di Hogwarts immune al fascinoso Serpeverde e, un po’ per principio e un po’ perché, nemmeno tanto in fondo, gli piaceva davvero molto, era così diventata il più grande desiderio di Adam.
 
-No, Sally è arrivata da sola. Lei non mi ha nemmeno mandato un gufo od un messaggio sul cellulare per dirmi che non veniva.- borbottò Adam con tono affranto.
 
-Prima o poi ti darà una chance, vedrai!- gli sorrise Daniel, per poi scortare la sua ragazza e May al tavolo del rinfresco e lasciando così Paul e Adam da soli.
 
-Secondo me Dan ha ragione, sai? Prima o poi cederà, anche solo perché l’avrai portata allo stremo dopo anni che le vai dietro!-
 
-Vedremo… io di certo non mollo!- finì Adam, facendosi tornare il sorriso -allora, hai novità? Hai parlato con Daniel?-
 
-Con Daniel? E di cosa?-
 
-Mah, forse del fatto che lo ami tanto e che vorresti saltargli addosso, divorare la sua bocca e strofnarti contro il suo…-
 
-Shhh!!! Per carità Adam!- lo fermò Paul mettendogli una mano davanti alla bocca, il viso di tutte le tonalità di rosso conosciute.
 
Adam scoppiò a ridere vedendolo, era un vero spettacolo!
 
-Ok, ok, non gli hai detto nulla. Bene, allora è giunta l’ora che scenda in pista lo zio Adam!-
 
Il ragazzo girò i tacchi tornando dai suoi ospiti, lasciando Paul confuso e al contempo terrorizzato dalle ultime parole dell’amico.
 
La serata trascorse serenamente, ricca di risate e musica. Dopo la prima ora, che aveva trascorso nella preoccupazione che il festeggiato volesse fare qualcosa che l’avrebbe messo in tremendo imbarazzo, anche Paul si era lasciato andare e in quel momento stava parlando con May, sorseggiando un bicchiere di Aquaviola e occhieggiando Daniel ed April che ballavano in mezzo al salotto insieme agli altri.
 
Verso le 23 tornò la madre di Adam con una torta al cioccolato enorme piena di candeline e stelline scoppiettanti, sopra la quale svolazzavano su delle scope due figurine con i colori di Serpeverde in pasta di zucchero che si passavano una pluffa, sicuramente incantate dal padre del ragazzo.
 
Dopo aver mangiato la squisita torta e aperto gli innumerevoli regali, fra cui capeggiava una fiammante nuova scopa da corsa, regalo da parte dei genitori, molti ragazzi cominciarono a lasciare la festa. Quando oramai Paul era sicuro di essere in salvo, ecco che Adam se ne saltò su e lui seppe che la brutta sensazione provata ad inizio serata stava per trovare motivazione.
 
-Forza, facciamo un gioco! Anzi, ne ho in mente proprio uno che è una tappa obbligata di qualsiasi ragazzo adolescente del mondo babbano e dovrebbe diventarlo anche del mondo magico! Giochiamo al gioco della bottiglia! - il ragazzo si issò dalla poltrona bandanzoso e ghignante, brandendo una bottiglia vuota di Lagavulin.
 
Paul si gelò, inorridendo verso il suo amico, mentre accanto a lui un ingenuo Daniel sorrideva entusiasta, chiedendo al festeggiato come si giocasse.
 
-Oh ma è molto semplice, ci mettiamo in cerchio e uno gira la bottiglia. Quando questa si ferma davanti ad una persona i due devono darsi un bacio, poi toccherà alla persona seduta a destra di chi aveva girato la bottiglia e così via.-
 
-Ma un bacio sulla guancia, giusto?- chiese titubante May.
 
-Oh no, un bacio sulla bocca, con i controfiocchi!- ghignò Adam. Aveva aspettato che andassero via quasi tutti, così da rimanere solo con i suoi amici più stretti.
 
-Ma… ma… - cercò di controbattere la ragazza -se capitasse una ragazza?-
 
-È questo il bello del gioco della bottiglia, non conta chi ti capiti davanti, maschio o femmina che sia lo devi baciare. L’unica eccezione consentita è verso i consanguinei, quindi se ti capitasse April ovviamente ti faremmo rigirare la bottiglia.-
 
La ragazza non parve molto rassicurata da questo, ma decise di tacere, non volendo passare per la rovina feste.
 
Intanto Paul sentiva il vuoto e il gelo dentro di sé. Oh, lo avrebbe ucciso, lentamente e crudelmente, pezzo per pezzo.
 
Ma i suoi piani omicidi furono bloccati dalla risposta entusiasta di Daniel che lo trascinò seduto sul tappeto accanto a sé, facendo ghignare maggiormente Adam, che si era immaginato proprio quella reazione.
 
Quando tutti si furono seduti, chi più chi meno felice dell’idea, Adam posizionò la bottiglia in mezzo al tappeto.
 
-Inizio io, ovviamente. Del resto sono il festeggiato!-
 
La bottiglia girò prima velocemente e poi si fermo davanti a Sally, l’amica di Rita. Per un solo attimo Adam ripensò con rammarico all’assenza della ragazza, ma si riscosse presto e sorrise ammiccante alla rossa che lo guardava imbarazzata ma sorridente. Sally non rientrava tra le conquiste del ragazzo, per espressa volontà di quest’ultimo, essendo lei la migliore amica di Rita. Aveva saggiamente pensato che provarci con la migliore amica della ragazza che bramava non fosse un mezzo intelligente per farlo entrare nelle grazie di lei.
 
Ma qui si trattava solo di un bacio. Di un bacio per gioco. Perciò rimise nel cassetto le remore che stavano uscendo e si sporse verso la ragazza, scoccandole un sonoro e divertito bacio sulle labbra.
 
-Visto May? Non è niente di sconveniente!- decretò mentre tornava al suo posto.
 
-Lo dici tu, lo dici…- April sentì la sorella borbottare sotto voce e le sorrise, stringendole la mano incoraggiante. Sapeva che la sorella avesse una mezza cotta per un ragazzo che era ancora lì con loro, Micheal, e che il suo imbarazzo derivava proprio da questo.
 
Intanto Paul si fece due conti; lui era seduto a sinistra di Adam, quindi sarebbe stato l’ultimo a girare quella stupida bottiglia. Loro erano in otto e Adam aveva già girato, quindi c’erano ancora sei giri da rischiare e poi il suo. Con un pizzico di fortuna non gli sarebbe toccato più di un bacio.
 
Il turno successivo toccò a Jane, una Serpeverde del loro anno che girò divertita la bottiglia per poi slanciarsi verso Micheal che la accolse con uno sguardo altamente imbarazzato ed impacciato.
 
Poi fu il turno della rossa Sally che, sotto le risate incoraggianti di tutti, si scambiò un saffico bacio a fior di labbra con April.
 
Micheal, ormai divertito dal gioco, abbandonando le ultime remore girò a sua volta, per poi sorridere dolcemente verso lo sguardo terrorizzato e terreo di May, seduta accanto a lui  con il collo dell’irriverente bottiglia che puntava verso di lei.
 
-Dai May, non ti mangio mica.- le sussurrò nell’orecchio sporgendosi verso di lei. May borbottò qualcosa che lui non capì, ma che le fece tornare colore alle guance rendendola davvero adorabile agli occhi del ragazzo.
 
Quando finalmente il ragazzo posò le sue labbra sulle sue, ancora sorridendo, lei rilasciò il respiro che le si era inceppato in gola e gli posò una mano sulla guancia, facendo allargare il sorriso di lui. Ma appena si rese conto di cosa aveva fatto, la ragazza si riscosse e tornò a sedersi di scatto, lanciando un’occhiata omicida verso Adam che se la rideva alla grande. Che stupida che sono, si ritrovò a pensare, per un attimo aveva dimenticato che fosse un gioco e che non fosse un bacio vero. Puntò imperterrita lo sguardo verso il pavimento, non notando così lo sguardo confuso ma felice del ragazzo accanto a sé.
 
May stava ancora guardando per terra quando Adam, schiarendosi la gola, le fece presente che toccasse a lei.
 
La ragazza, girando con rabbia la bottiglia, quasi sperò che si fermasse su di lui, voleva trasmettergli tutto il suo disappunto mordendogli le labbra a sangue! Per un attimo pensò che Merlino l’avesse ascoltata, ma la bottiglia si fermò giusto qualche centimetro prima di Adam, puntando decisa verso Paul.
 
Oh bè, almeno stavolta è una cosa indolore, pensò lei.
 
Oh no, sibilò mentalmente Paul.
 
Col cazzo!, si ritrovò invece a pensare Daniel, senza sapere come mai.
 
-Ma non possono!- esordì infervorato.
 
-E perché no?- rispose sornione Adam -Mica sono fratello e sorella!-
 
-Ma… lui… lei… insomma è la sorellina della mia ragazza! E si conoscono da tutta la vita, sono praticamente fratelli!- cercò di spiegare Daniel, non sapendo di fare esattamente il gioco del festeggiato che si ritrovò a gongolare internamente.
 
-Ma figurati! È la legge della bottiglia, i due si devono baciare.
 
-Ok basta, possiamo fare questa… cosa… e andare avanti?- si intromise Paul bordeaux. Non capiva da dove fosse scaturita quell’uscita di Daniel, sembrava spaventosamente e speranzosamente una scenata di gelosia.
 
Ma Paul preferì non lasciarsi troppo trasportare dalla speranza e di diresse verso una May sghignazzante, che aveva ritrovato finalmente il sorriso. Adorava sua sorella, davvero, ma aveva sempre pensato che Daniel e Paul fossero in qualche modo destinati a stare insieme e quella sembrava davvero una dimostrazione di gelosia. Sperava solo che la sorella non ci rimanesse molto male.
 
Quando finalmente il ragazzo tornò al posto, dopo averle a mal la pena sfiorato le labbra di fretta, la ragazza aveva ufficialmente ritrovato il sorriso, con somma gioia del ragazzo al suo fianco.
 
-Dai, tocca a me!- April agguantò al bottiglia e la girò con fare deciso in senso orario. Dopo alcuni secondi di trepida attesa la bottiglia si stabilizzò di fronte ad un Adam ancora più ghignante. Incredibile, si ritròvò a pensare che il piano stava procedendo anche meglio del previsto.
 
I due si baciarono ma Adam non perse mai di vista Daniel che stava ancora rivolgendo uno sguardo torvo alla povera May, completamente incurante del fatto che la sua ragazza stesse baciando un altro.
 
Mentre osservava Daniel baciare Jane, Paul sentì i brividi di agitazione farsi strada in lui. Il turno successivo sarebbe toccato a lui e cominciò a contrattare con Merlino.
 
Ti prego Merlino, ti prego, falla fermare su una delle ragazze, pensò mentre prendeva la bottiglia.
 
O anche Adam andrebbe bene, continuò facendola girare.
 
Tutti ti prego, ma non Daniel, ti prego, finì mentre la bottiglia non rallentava avvicinandosi al suo posto (e a quello di Daniel seduto alla sua sinistra).
 
Era così preso dal sollievo di averla scampata che non si accorse che la bottiglia aveva subito un brusco ed improvviso rallentamento e si era fermata proprio davanti al ragazzo al suo fianco.
 
Ovviamente non si accorse il rallentamento era stato provocato da un colpo di bacchetta, magistralmente eseguito alle sue spalle dal padrone di casa.
 
Grazie eh, concluse rassegnato.
 
Volse il capo verso il ragazzo al suo fianco e rimase folgorato dal sorriso di lui. Lo aveva visto innumerevoli volte sorridere, ma mai aveva visto quel sorriso. Sorrise di rimando, non potendo trattenere il calore che gli era nato nel petto, e i due si sporsero l’uno verso l’altro, insieme. I due indugiarono solo per una frazione di secondo e poi azzerarono le distanze.
 
Le labbra di Daniel erano calde, brucianti quasi, mentre quelle di Paul erano fresche e umide.
 
Paul ebbe il buon senso, quasi facendo violenza contro sé stesso, di staccarsi quasi subito.
 
O almeno sperava fosse stato quasi subito, ma non ne era molto convinto dallo sguardo stranito che gli stavano rivolgendo gli altri amici.
 
Il contatto con le labbra di Daniel, per quanto fugace e superficiale, gli aveva scombussolato lo stomaco, se avesse avuto ancora qualche dubbio sui sentimenti che provava per l’altro.
 
Non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui ed Adam, cogliendo la catarsi in cui sembravano caduti i due, decretò la fine del gioco. Paul non vedeva l’ora di andare a casa per nascondersi nel letto e ripensare all’infinito a quel mezzo bacio da favola, ma le emozioni per quella sera non sembravano avere fine e, dopo aver accompagnato le ragazze a casa, si ritrovò a passeggiare con Daniel fuori da casa sua. I due camminavano fianco a fianco, senza toccarsi davvero ma potendo percepire la vicinanza tra i loro corpi.
 
-È stata una bella festa direi.- si ritrovò a rompere il silenzio il più grande, cercando di spezzare quello stato di imbarazzo che sembrava essere caduto tra di loro.
 
-Sì, la torta era molto buona…- rispose imbarazzato Paul, non riuscendo ancora a guardarlo negli occhi.
 
Dopo qualche altro istante in cui il silenzio era di nuovo calato sovrano Daniel si bloccò e gli prese un polso, lanciando una scarica di elettricità direttamente al cervello di Paul.
 
-Paulie, cosa succede? Non riesci nemmeno più a guardarmi in faccia. Lo sai che Adam è uno scemo e quel gioco è solo… un gioco.-
 
Le parole, fendenti come pugnali, trapassarono Paul che serrò gli occhi. Solo un gioco… non era stato solo un gioco! O meglio, sì era un gioco, ma quel bacio per lui era tutto, ma a quanto pare per Daniel non era nulla più che… un gioco, per l’appunto.
 
Daniel, vedendo il ragazzo chiudere gli occhi così violentemente e abbassare il capo, cominciò a domandarsi se non avesse sbagliato tutto nel valutare la situazione. Era convinto che quello di Paul fosse solo imbarazzo, ma dovette ammettere di dover riconsiderare le sue espressioni.
 
Gli posò una mano sotto il mento e glielo alzò, puntandolo verso il proprio.
 
-Ehi, dai apri gli occhi.- il tono era dolce, il sorriso incerto, ma finalmente il ragazzo decise di aprire gli occhi.
 
-Scusami, scusa Dan, va tutto bene, sono solo un po’ stanco.- cercò di rimettersi la maschera da migliore amico, anche se fu molto difficile renderla credibile.
 
E ovviamente Daniel non gli credette. Ma non sapendo come sistemare le cose finse che gli sforzi del ragazzo fossero valsi a qualcosa e, giunti davanti alla porta di Paul, si chinò per dargli il consueto bacio sulla guancia.
 
Tutto nella norma, insomma, se Paul non avesse scelto quel momento per tirar fuori una stilla di coraggio Grifondoro e girarsi anche lui. Le due bocche collisero e i due ragazzi trattennero il fiato.
 
Bene Paul, la stronzata l’hai fatta, adesso staccati, dai la colpa all’alcool e scappa in casa.
 
Stava proprio per seguire il saggio consiglio che si era appena dato nella sua testa quando Daniel lo avvolse all’improvviso con le braccia e se lo strinse addosso. Il bacio si fece più pressante e le labbra passarono dallo sfiorarsi appena ad accarezzarsi con urgenza. Il ragazzo, ancora incredulo, provò ad azzardare a socchiuderle facendo uscire la sua lingua e la bocca sotto di lui si aprì sorridente, quasi una magia.
 
La bocca di Daniel sapeva di cioccolato e whisky e Paul decise che d’ora in poi non avrebbe mai considerato sapori più buoni. Il leone nel suo stomaco ruggì concordando con lui, mentre il tamburo che aveva il preso posto del suo cuore stava battendo a tutto spiano.
 
E così come il miracolo era arrivato se ne andò.
 
Daniel si staccò di botto; un secondo prima stava sorridendo sulle sue labbra abbracciandolo e un secondo dopo aveva uno sguardo allucinato e lo guardava come se fosse un’altra persona.
 
-Oddio, scusami Paul. Io… tu… troppo whisky… Vado!-
 
E se ne andò; balbettando e borbottando, se ne andò lasciando il povero Paul incredulo davanti alla porta, ancora con il volto proteso e le labbra socchiuse.
 
Aveva commesso un’idiozia ed ora doveva pagarne le conseguenze.
 
Fu quello il momento in cui il suo cuore finì in mille pezzi.


 

 PurpleLove Corner

Questa volta il capitolo è venuto più lungo e decisamente ricco di eventi. Mi sto però chiedendo se veramente valga la pensa continuare questa storia visto che sembra non interessare a nessuno ^^'
Va bè, magari lascio perdere e mi dedico solo a Quando i libri non bastano.  
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 5
*** Di nuovi punti di vista – Daniel ***


Di nuovi punti di vista – Daniel

 Il parchetto in cui si era rifugiato Daniel per rimettere in ordine i pensieri era deserto, ma del resto essendo quasi l’una di notte non c’era da stupirsene.
 
Era seduto su una delle altalene, dondolandosi appena e cercando di far diradare la nebbia che ancora aveva in testa. Non riusciva a pensare ad altro che al volto di Paul, al suo sorriso, ai suoi occhi, alle sue labbra sulle sue e a quel dannato sapore di violetta che ancora sentiva in bocca, residuo dell’Acquaviola bevuta dal ragazzo. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Come aveva fatto a non capire che il suo amico, il suo migliore amico, era… di più?
 
Il bacio scambiato a casa di Adam, seppur lieve come un battito d’ali, era stato a dir poco elettrizzante e lo aveva scombussolato. Il mutismo che aveva preso Paul tornando a casa lo avevano angosciato; era stato così imbarazzante e sconveniente per lui? Rivoleva il suo sorriso e i suoi occhi su di sé ed era stato per questo che gli aveva detto che era stato solo uno stupido bacio per gioco. Quando però, invece del sollievo, vide nei suoi occhi un dolore maggiore capì che forse non era l’unico che si era alzato scombussolato da quel tappeto. E questo lo aveva spaventato di più.
 
Lui e Paul erano amici da tantissimo, fin dalla prima volta che aveva visto quel ragazzino, ancora disorientato dall’appena avvenuto smistamento, che si dirigeva incerto verso il tavolo Grifondoro. Gli aveva sorriso e fatto segno di sedersi accanto a lui. Nel giro di una settimana, nonostante appartenessero ad anni differenti, erano diventati inseparabili.  Il loro rapporto era sempre stato molto fisico, gli abbracci erano all’ordine del giorno, come pure i baci sulla guancia e il continuo ricercarsi. In effetti, con un po’ più di senno, la cosa poteva lanciargli qualche segnale, ma nessuno dei due sembrava averli colti, almeno fino a quel momento.
 
A dir la verità c’era stato un momento, verso il suo quarto anno, in cui aveva pensato che il loro rapporto potesse evolversi, ma Paul sembra non volere o riuscire a cogliere i segnali che lui gli aveva lanciato e così aveva rinunciato, pensando che lui non fosse interessato. E quando gli presentò la sua compagna di squadra, confidandogli che pensava potessero star bene insieme, decise di metterci del tutto una pietra sopra.
 
Ma evidentemente Paul aveva cambiato idea, visto che il secondo bacio della serata, il primo vero bacio, era stato cercato proprio da lui, intercettando le sue labbra invece che porgergli la guancia, come al loro solito.
 
E Daniel non sapeva cosa fare. I sentimenti che sentiva per lui erano ingarbugliati, feroci e voraci, ma non confusi. Mai confusi. Sapeva di essere innamorato di lui, lo sapeva da anni ormai, nonostante avesse cercato di accantonare quel sentimento.
 
Quello che lo confondeva, però, era come dovesse muoversi ora. Non aveva intenzione di far finta di nulla, non sarebbe stato giusto né nei confronti di Paul e nemmeno nei suoi. Tra l’altro, e questo ancora non lo aveva detto al suo migliore amico, aveva ricevuto un incarico pazzesco, un’occasione unica, e sarebbe tornato ad Hogwarts come assistente di Lumacorno. Questo voleva dire un altro anno con Paul, nonostante il ruolo gli imponesse un certo distacco (e non era sicuro di poterlo mantenere, ma in fondo non era un insegnante).
 
Dopo almeno mezz’ora di tribolazioni si rese conto che l’unica cosa a cui ancora non aveva pensato fosse che lui aveva una ragazza! Se ne rese conto con sgomento, a metà tra il colpevole e l’imbarazzato. April non gli era passata di mente nemmeno un attimo in tutti quei ragionamenti e capì che la prima cosa da fare era parlarne con lei. Almeno quello glielo doveva. Era sempre stato un fidanzato attento e gentile, si sentiva in colpa di non aver pensato prima a lei.
 
Tirò fuori il telefono dalla tasca e decise di mandarle un messaggio subito per chiederle se l’indomani mattina potessero vedersi.  Il caso volle che la ragazza fosse ancora sveglia, nonostante l'ora talmente tarda da essere quasi presto, e gli rispose subito di passare da casa sua. In altre circostanze non si sarebbe mai permesso di andare a casa della ragazza a quell’ora spaventosa, ma sapendo che i genitori di lei fossero via per il weekend insieme ai fratelli più piccoli, decise di cogliere la palla al balzo.
 
Dopo pochi minuti si trovò davanti alla porta verde di lei, bussando leggermente per non svegliare May sicuramente addormentata. April gli andò ad aprire sfoggiando un sorriso incoraggiante, ma che mal celava una scintilla di preoccupazione in fondo agli occhi chiari.
 
Lo fece accomodare sul divano e si sedette sulla poltrona accanto. Daniel stava cercando le parole giuste per iniziare il discorso, cercò anche ad iniziare effettivamente a parlare, ma la ragazza lo precedette stringendogli la mano.
 
-No Dan, fai parlare me. In fondo lo so come mai tu sia qui, me ne sono resa conto qualche ora fa… - Daniel trattenne il fiato a quelle parole. Possibile che lei sapesse? Eppure stava sorridendo, notò però che gli occhi invece erano rassegnati e spenti. -Sai, in fondo l’ho sempre saputo in verità, non era che da capire quanto tempo avrei potuto avere. Anche se questi anni non sei mai stato davvero mio, c’era sempre lui di mezzo, il nostro Cupido.-
 
Oddio, ma allora aveva davvero capito! Daniel cominciò a domandarsi con sempre maggiore preoccupazione come mai la stesse prendendo così bene. Decise di lasciarla continuare a parlare, ma ebbe la decenza di fare una faccia contrita e di stringerle maggiormente la mano. Voleva comunque bene ad April e non avrebbe voluto che soffrisse, anche se temeva fosse inevitabile.
 
-Non è bello a dirsi, ma mi sono sempre accontentata di venire al secondo posto. E mi andava bene, finchè tu non ti fosti accorto di quali fossero i tuoi veri desideri io ti sarei stata accanto, raccogliendo quello che potevi darmi. Lo so, sembra un atteggiamento vile e codardo, forse il cappello non doveva smistarmi a Grifondoro… ma un cuore innamorato passa sopra anche a questo pur di avere una stilla di felicità.
 
Ma stasera… stasera ho capito che nulla sarebbe stato più come prima. Quel velo che finora si frapponeva tra me e Paul nel tuo cuore si era dissolto. Non nego che quando Adam ha proposto quello stupido gioco… ecco, mi ero davvero immaginata un epilogo simile. Tra l’altro secondo me quel Serpeverde da strapazzo ci ha messo lo zampino per fermare la bottiglia davanti a te, ne sarebbe proprio capace…-
 
-April devi scusarmi, davvero. Non è mai stata mia intenzione farti sentire al secondo posto, te lo giuro. Paul... è Paul, abbiamo da sempre un rapporto che va oltre qualsiasi cosa catalogabile nella semplice amicizia, ma ammetto che nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di fare un passo in più. Io ti voglio bene davvero… no! Davvero, ti prego di credermi – rinforzò con calore notando gli occhi di lei brillare di lacrime mal trattenute -ti voglio bene, ma lui… -
 
-Lui lo ami. Puoi dirlo sai? Davvero, non sono arrabbiata con nessuno dei due, te l’ho detto che me l'aspettavo. Anzi, pensa che May credo faccia addirittura il tifo per voi due da un sacco di tempo, in barba al fatto di essere mia sorella.- cercò di stemperare April, notando che Paul pareva essersi bloccato. Sapeva che lui le voleva bene, gliene voleva anche lei. Va bene, lei lo amava, ma proprio in nome di questo amore  sapeva che doveva lasciarlo andare con quello che poteva davvero renderlo felice.
 
-Sì, è vero, credo di amarlo. E credo che anche lui provi qualcosa per me…- azzardò lui.
 
-Tu credi? Lui ti venera! Dai, Daniel, lui bacia letteralmente la terra dove cammini! Quando prima vi siete baciati a casa di Adam lui aveva il respiro affannato alla fine, ed era solo un bacetto a stampo. Buttati, vedrai che lo troverai a braccia aperte!-
 
-Sempre che mi voglia ancora…- la ragazza lo guardò ora accigliata e lui cercò di spiegarsi meglio, nonostante inizialmente non avesse avuto intenzione di raccontarle dell’altro bacio della serata. Ma in quel momento aveva bisogno estremo della sua amica April.
 
-Quando l’ho riaccompagnato a casa ci siamo baciati. O meglio, io gli stavo dando un bacio sulla guancia e lui si è girato all’ultimo. Ed ecco… è stato un bacio… scusami non dovrei raccontare queste cose a te, non è giusto nei tuoi confronti…- lei scosse la testa con un sorriso mesto e gli fece segno di continuare.
 
-È stato un bacio bellissimo, solo che ad un certo punto ho avuto… non so, paura credo… e mi sono scostato di botto borbottando scuse. Credo di aver dato la colpa all’alcool e sono scappato via.-
 
April gli rivolse un’occhiata in tralice tirandogli uno schiaffetto sulla mano che ancora stringeva la sua.
 
-Daniel Freeland! Non ti ho appena dato la mia benedizione per poi restare infelici in tre! Cosa ti è saltato in mente? Povero Paul, si è lanciato con coraggio e tu gli hai rifilato una scusa così patetica? Poveretto, si sarà sentito mortificato.-
 
-C’è un altro problema di cui non sai e che si frappone tra me e lui insieme. Oggi pomeriggio ho ricevuto un gufo da Hogwarts, Lumacorno ha accettato la mia candidatura per il posto da assistente. Non posso certo avere rapporti illeciti con gli studenti!-
 
-Ma ti senti quando parli? Rapporti illeciti? Ma se pure Lumacorno una volta per una cena del Lumaclub ti ha detto che potevi pure portare quel, e cito testualmente, “talentuoso del tuo ragazzo”. E noi stavamo già insieme, figurati. Nessuno si lamenterebbe se steste insieme, non sei un insegnate davvero.-
 
Daniel però, nonostante le rassicurazioni della sua ormai ex ragazza, aveva ancora molti riguardi in tal senso.
 
-Va bene, gli parlerò perché non voglio che pensi che quello di stasera fosse uno sbaglio per me. Ma dovrà capire che, almeno finchè sarà studente, non potremo stare insieme.-
 
Dopo qualche altro minuto di chiacchiera una emotivamente stremata April diede la buonanotte ad un incerto ma sollevato Daniel. Un bacio sulla guancia, leggero e pesante al contempo, sancì la fine ufficiale di quella strana conversazione che li aveva portati a separare i loro percorsi.
 
Chiusa la porta alle sue spalle April si concesse finalmente di crollare e si accasciò contro quello stesso pezzo di legno che l’aveva definitivamente divisa dal ragazzo che amava. Le lacrime scorrevano sul suo viso, i singhiozzi quasi trattenuti per non svegliare la sorella. Dopo pochi istanti una tazza fumante entrò nella sua visuale e una May dispiaciuta, ma con un sorriso incoraggiante, le si sedette accanto.
 
-Hai fatto la cosa giusta sorellona, lo sai che quei due si appartengono.- le sussurrò passando le la tazza di cioccolata che le aveva appena preparato.
 
-Lo so, ma fa comunque male.-  

 


PurpleLove Corner
Quasi mi spiace per April, davvero, è una brava ragazza, ma ai fini di trama Daniel mi serve single (per ora xD).
Comunque volevo avvisare i pochi che stanno leggendo che mancano due capitoli alla fine di questa mini long. Paul e Daniel però torneranno nella storia principale <3 
Dai, forza, ditemi che ne pensate di questi due patati, per favore!

Alla prossima
Chiara

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Capitolo 6
*** Di confessioni e baci rassegnati ***


Di confessioni e baci rassegnati

Nonostante avesse voglia di precipitarsi da Paul, Daniel preferì, vista l’ora oramai veramente improponibile, tornare a casa e mandare un gufo al mattino successivo.
 
Giunto al piccolo appartamento, che aveva preso in affitto solo poche settimane prima, cercò di addormentarsi, ma sembrava davvero che Morfeo non volesse fargli visita. Quando l’orologio battè le cinque e mezza, Daniel si arrese all’insonnia e pensò bene di sfruttare il tempo per scrivere la lettera a Paul.
 
Cercò una pergamena non spiegazzata e prese la penna stilografica che Paul gli aveva regalato al diploma pochi mesi prima, gli sembrava lo strumento ideale, visto il destinatario di quelle parole.
 
 
Caro Paul,
 
 per prima cosa voglio scusarmi con te per come me ne sono andato, ma non certo colpa dell’alcool come invece ti ho detto.
 
Non voglio girarci ancora intorno, sai che sono una persona molto diretta, e quindi te lo dico, grifondorianamente (potrei aver appena creato un neologismo) dal cuore: ti amo Paul.

Sono del tutto, completamente, immensamente, devotamente, innamorato di te.

Troverai questo modo di dirtelo un po’ vigliacco da parte mia, ma ho preferito scriverti questa lettera perché se te l’avessi detto di persona non mi sarei trattenuto dallo stringerti e baciarti nuovamente… ma non posso permettere che accada.

Chissà cosa stai pensando mentre leggi questo mio discorso, probabilmente ti sto confondendo ad ogni parola. Ma ho un motivo valido, lo giuro.

E no, il motivo non è April. Ci siamo lasciati. Anzi, credo in un certo senso che mi abbia lasciato lei, dicendo che aveva sempre saputo che tu sei sempre stato al primo posto nel mio cuore.

E spero, lo so sono tremendamente egoista visto quello che ti sto scrivendo, che io lo sia nel tuo.
Spero di non essermi sbagliato e che anche tu provi per me quello che io… bè, quello che io provo per te.


Ok, non tergiverso ancora…

C’è una cosa che non ti avevo ancora raccontato. Ti ho detto che stavo aspettando risposte da Edimburgo e da Londra, ma in realtà avevo inviato anche un’altra domanda e mi hanno preso. Verrò ad Hogwarts con te quest’anno! Lumacorno ha accettato la mia candidatura per il posto come assistente e quindi tornerò al castello anche io!

Ci credi Paul? Io assistente ad Hogwarts! È praticamente un sogno che si avvera!

Ma è proprio questo sogno che mi impedisce di volare da te, dichiararti il mio amore e non lasciarti più… Non possiamo stare insieme Paul, non finchè tu sarai uno studente. È vero che tecnicamente non sono un insegnante, ma sarebbe comunque sconveniente e non voglio correre il rischio né di attirare reclami contro di te né di mettere in discussione la possibilità di restare al castello. E non per motivi lavorativi o di curriculum, ma perché se mi mandassero via non potremo vederci per tutto l’anno. Non posso sopportarlo…

Voglio poterti cercare con gli occhi ogni mattina in sala grande, voglio poterti sorridere e assorbire il sorriso che sicuramente avresti per me.

Voglio poter giocare con te a scacchi, fare i tuoi adorati cruciparola e venire a fare il tifo per te alle partite di Quidditch.

Ma sono anche un tremendo egoista, te l’ho già detto, ed è per questo che, nonostante tutto quello che ti ho scritto finora, ti chiedo se domani possiamo vederci anche solo per cinque minuti, per potertelo dire una sola volta dal vivo, giusto per ricordarmi che è vero: io ti amo.

Quando hai tempo.

Quando hai voglia.

Se provi anche tu qualcosa.

Basta un messaggio e verrò da te…

Ti amo Paul

Il tuo Daniel
 
 
Aveva scritto di getto, dal cuore. Decise di non rileggerla, temendo vigliaccamente di ripensarci, perciò la chiuse e la sigillò con la cera e lo stampino.
 
Poi, stremato dalla valanga emotiva della serata, finalmente crollò in un sonno senza sogni.
 
Quando si risvegliò il sole era ormai alto. Si stiracchiò per bene e vide la lettera sigillata ancora sulla scrivania. Decise di non tergiversare ulteriormente e la legò alla zampa del suo gufo Ollie, carezzandogli le piume con premura.
 
-Mi raccomando Ollie, questa potrebbe essere la lettera più importante che ti farò mai consegnare. Portala a Paul più in fretta che puoi.-
 
Il gufo parve capire l’importanza del compito assegnatogli perché parti all’istante, fendendo il cielo in un volo elegante.
 
 
******
 
Paul non era riuscito a dormire decentemente. Le poche volte che si era effettivamente addormentato aveva fatto incubi frammentati che avevano reso il suo sonno tremendamente inquieto.
 
La sera prima per un attimo gli era parso di fluttuare tre metri da terra… ma poi era ripiombato con dolorosa realtà al suolo all’allontanamento di Daniel.
 
Eppure… eppure non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse spontaneo e sereno il bacio che si erano scambiati davanti alla porta di casa.
 
E adesso invece aveva rovinato tutto.
 
O almeno questo credeva, quindi rimase sorpreso quando vide il gufo di Daniel appollaiato sul davanzale della finestra che lo guardava.
 
Il ragazzo slegò un po’ tremante la pergamena dalla zampa del volatile e gli diede un biscotto per ringraziarlo.
 
Ok… ce la posso fare… mi avrà scritto per dirmi che non mi vuole più vedere…
 
Ne era talmente convinto che rimase doppiamente sbalordito dalle parole che si susseguivano sotto i suoi occhi. Rilesse il primo “ti amo Paul” almeno venti volte.  Gli si attorcigliò lo stomaco davanti alla dichiarazione, si preoccupò quando lesse che non potevano stare insieme, esultò immaginandoselo ad Hogwarts, rise davanti al “cruciparola” ed infine accarezzò la pergamena con il dito quando lesse che voleva vederlo.
 
Invece che scrivere una risposta per lui, però, decise che non poteva aspettare un secondo di più e che doveva vederlo di persona. Quindi, senza ulteriori indugi, si smaterializzò vicino casa sua e si diresse deciso alla sua porta, bussando con impazienza.
 
Daniel non fece in tempo ad aprire la porta e a notare chi stesse battendo con così tanta insistenza che si ritrovò schiacciato contro il muro dell’ingresso, le labbra completamente incollate alla bocca di Paul che lo stringeva forte.
 
Sorrise finalmente, nonostante fosse ben conscio di aver fatto giuste considerazioni e che quindi quello era forse l’unico bacio che potevano concedersi.
 
Alzò finalmente le braccia e strinse a sé il corpo del ragazzo, baciandolo più profondamente.
 
Strano il tempo quando baci qualcuno. Un istante ti sembra infinito, abbastanza lungo da percepire ogni singolo respiro dell’altro, il sapore della sua bocca, il battito del suo cuore, la consistenza della sua pelle. E come sembra infinito sembra al contempo anche velocissimo ed è il motivo per cui i due passarono dal cercare di inglobarsi con la carta da parati dell’ingresso a diventare un tutt’uno con il divano.
 
Come ci fossero finiti, su quel divano, nessuno dei due lo seppe dire.
 
I baci e le carezze si fecero più rade fino a che Daniel non gli sfiorò le labbra un’ultima volta per poi allontanarsi del tutto. Le braccia però non sembravano essere della stessa opinione e continuarono a stringerlo sopra di sé.
 
Incredibile come, nonostante nessuno dei due fosse avvezzo ad avere a che fare con un corpo maschile, non vi fosse alcun imbarazzo né indugio su dove mettere le mani. Ma forse questo era possibile solo perché erano loro due.
 
-Sei un diavoletto tentatore, tu!- sussurrò suadente Daniel, accarezzando con lo sguardo e il sorriso il volto radioso di Paul.
 
-Che ci vuoi fare, sei tu che hai usato le parole giuste. Anzi, a proposito… non mi volevi dire qualcosa?-
 
Daniel tornò serio e fermò le mani che ancora viaggiavano sulla schiena dell’altro.
 
-Ti amo Paul.-
 
-Anche io ti amo.- seguì una lunga pausa in cui entrambi si sorrisero nuovamente, pregni di quella nuova consapevolezza -Ma proprio perché ti amo non trovo giusto per noi la seconda parte della tua lettera. Sono felicissimo di sapere che tornerai ad Hogwarts con me, ma non posso davvero resistere un intero anno senza saltarti addosso come poco fa.-
 
Daniel, che si era già mentalmente preparato ad un discorso del genere, cercò di restare saldo del suo ragionamento e sperò di riuscire a far capire all’altro le motivazioni che rendevano quella separazione forzata davvero necessaria.
 
-Lo so Paulie, non credere che per me sia stata una decisione facile da prendere. È da quel gioco della bottiglia di ieri sera che l’unica cosa che vorrei è continuare a baciarti, possibilmente all’infinito, ma non abbiamo molte opzioni. O stiamo insieme e non vengo ad Hogwarts, oppure cerchiamo di resistere e rimandiamo fino a giugno, ma almeno passiamo passare assieme tutto l'anno.-
 
-Sarà un anno lunghissimo…- esalò quasi funereo il più giovane, abbracciandolo stretto.
 
I due decisero, di ormai rassegnato comune accordo, che quel pomeriggio sarebbe stato l’unico che si sarebbero concessi.
 
Un pomeriggio di coccole intensive per compensare un anno di mani che sarebbero dovute restare al loro posto.
 
Daniel, dopo aver passato cinque minuti infiniti di “ultimo bacio” sulla porta di casa, non poté far meno che dar ragione a Paul: sarebbe stato un anno lunghissimo.
 

PurpleLove's Corner

E i nostri due picciotti si sono dichiarati, finalmente. Povero Paul, cominciavo davvero a dispiacermi per lui :P 
Vi dico che ci saranno ancora due capitoli e poi questa mini long sarà conclusa, ma i nostri protagonisti li troveremo ancora nella storia principale (e ne vedremo delle belle, ne vedremo!)

Alla prossima

Chiara
 

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Capitolo 7
*** Di imbarazzi e gufi ***


Di imbarazzi e gufi


Quel cinque di agosto Daniel si svegliò fremendo. Doveva prepararsi per la sua prima riunione ad Hogwarts e non poteva essere più emozionato e spaventato.
 
Si preparò con puntigliosa attenzione e alle dieci prese una passaporta per Hogwarts.
 
Il castello gli si parò di fronte in tutto il suo imperioso splendore; gli pareva di non vederlo da secoli, eppure erano passati solo due mesi scarsi. Incredibile come può cambiare la percezione di un luogo a seconda del ruolo con cui ci si approccia.
 
Prese un respiro profondo e si diresse verso il portone, incrociando proprio oltre la soglia la bibliotecaria e il suo ex insegnante di volo.
 
-Oh, ecco il nostro nuovo acquisto di quest’anno! Non riuscivi proprio a restare lontano dalla scuola, eh Daniel? - ridacchiò Oliver Baston.
 
-Professore, buongiorno. - sorrise imbarazzato il più giovane.
 
-Chiamami pure Oliver e dammi del tu, non sei più uno studente ormai! - rispose l’altro con tono gioviale.
 
-Allora Daniel, come ti ha spinto a far domanda? - continuò Oliver.
 
-Bè era un’opportunità troppo grande per lasciarsela scappare. -
 
-E poi ti da la possibilità di passare tutto l’anno con un certo Grifondoro, o sbaglio? - si intromise Sarah.
 
Daniel divenne rosso all’improvviso e si mise a balbettare, preso in contropiede. Sarah si permetteva di prenderlo in giro solo perché il ragazzo aveva passato più tempo in biblioteca con lei che a dormire nel dormitorio ed erano anni che si davano del tu.
 
-Dai scherzo, lo sai che mi piace un po’ fare la mattacchiona e che siete solo amici. Anzi, come sta la cara April? -
 
-Ehm, sta bene ma non stiamo più insieme. - chiuse il discorso Daniel, imboccando la scala per lo studio del preside Piton.
 
Sarah, rimasta dietro di lui, guardò Oliver, preoccupata di aver fatto una gaffe; l’altro scosse le spalle e la seguì verso lo studio per la riunione.
 
Daniel intanto, gradino dopo gradino, ripassava a mente la scenetta appena avvenuta. Aveva esagerato, in fondo Sarah non aveva fatto commenti diversi dal solito; infatti la donna spesso gli rivolgeva battute sul suo rapporto con Paul, spesso e volentieri anche con il più giovane, o addirittura April, davanti. Ma gli ultimi eventi avevano reso la guardia di Daniel estremamente alzata. Si diede mentalmente dello stupido e quando vide Sarah che lo guardava un po’ preoccupata le rivolse un sorriso incoraggiante.
 
Quando entrarono nello studio Daniel vide con curiosità che al tavolo era seduta la famosa Hermione Granger e si chiese incuriosito cosa ci facesse lì. Quando scoprì che sarebbe stata un’insegnante ci rimase davvero di stucco. La Granger tra il corpo insegnante era una bella novità!
 
Ripensò a Paul che gli aveva raccontato della spedizione in biblioteca e dei commenti di Adam verso la donna che sedeva in quel momento di fronte a lui. Ci sarebbe stato di cui ridere quell’anno.
 
Era tanto preso dal pensare all’espressione di Adam da non accorgersi che Piton stava presentando proprio lui.
 
-E per ultimo, e tutti voi già lo conoscete anche se in diversa veste, questo è Daniel Freeland. L’anno scorso si è diplomato qui da noi, conseguendo il migliore risultato ai M.A.G.O. degli ultimi dieci anni. Ad ogni modo, è un eccellente pozionista e il professor Lumacorno ha espresso il desiderio di volerlo qui come suo assistente. -
 
Si riscosse giusto in tempo per rivolgere uno sguardo cordiale verso il preside Piton e i suoi nuovi colleghi.
 
La riunione per fortuna passò veloce ed indolore e presto il preside li congedò, dando appuntamento al 31 agosto per chi non si sarebbe fermato al castello.
 
Daniel stava per uscire dalla porta quando fu intercettato proprio da Hermione Granger.

-Caspita! Il miglior risultato degli ultimi dieci anni, è un onore e un onere pesante da portare. - Lo prese in giro bonariamente scatenando le sue risate. Una donna davvero simpatica e cercò di rispondere con ugual tono.

-L’ultimo è stato il suo, Hermione. Ho cercato di fare del mio meglio! Paul mi ha preso in giro tante di quelle volte, dicendo che preferivo la compagnia dei libri a lui! – se ne uscì ricordando una quasi litigata fatta in un soleggiato pomeriggio domenicale, quando lui si era rifiutato di seguire Paul e Adam ad Hogsmeade perché stava preparando un saggio di pozioni. Un saggio che nessuno gli aveva richiesto, per altro.

-Ah ricordo benissimo, una volta penso di averlo sentito addirittura dire avrebbe nascosto tutti i tuoi libri e riassunti per un intero weekend se non avessi allentato un po’ il laccio. E per inciso, lo so perché lo ha praticamente urlato in biblioteca! - si intromise Sarah con un sorrisetto saputo scatenando le risate generali e il suo imbarazzo. Quella volta avevano davvero rischiato di essere cacciati dalla biblioteca, anche se era sicuro che in realtà Sarah avesse fatto finta ad arrabbiarsi.

-Bè, il tuo ragazzo dev’essere un santo. Il mio all’epoca reagì allo stesso modo! - azzardò Hermione, mandando Daniel in subbuglio. Fortunatamente seppe gestire l’imbarazzo molto bene e cercò di ribattere quanto più serenamente possibile

-Oh, ma Paul non è il mio ragazzo, è il mio migliore amico! - e con un ultimo sorriso alle due donne uscì e si fiondò giù per le scale e fuori dal portone, aveva una passaporta da prendere e un pomeriggio divertente in programma insieme ai suoi amici.
 
Tornò a casa giusto in tempo a mangiare qualcosa e a preparare qualche scatolone che arrivarono le 16, orario previsto per l’appuntamento al Paiolo Magico con Paul e Adam.
 
-Ehi ragazzolone! - lo salutò Adam con una pacca sulla spalla al suo arrivo. Paul ancora non c’era.
 
-Ciao Adam, aspetti da molto? Paul dov’è?-
 
-No sono appena arrivato. Dovrebbe arrivare tra non molto, mi ha detto che era in giro per Londra con sua mamma e quindi si muoveva alla babbana. Ma non è mai in ritardo quindi dovrebb… ah eccolo!- concluse indicando alle spalle di Daniel che si girò prontamente sfoderando il suo miglior sorriso.
 
-Scusate ragazzi, ma abbiamo trovato una manifestazione a Covent Garden e mia madre ha voluto fermarsi a vedere di cosa si trattasse. Sono svicolato appena ho potuto. Forza andiamo che voglio proprio andare da Eeylop, ho saputo che oggi gli arrivavano alcuni esemplari particolari e volevo vedere se… sapete… dopo Lucy…-
 
Daniel posò una mano sulla spalla destra di Paul in una carezza confortante. Verso la fine dell’anno scolastico appena finito la civetta del suo amico era morta; sapeva che Paul le era molto legato, era stato uno dei primi regali appartenenti al mondo magico che sua madre gli aveva fatto quando aveva ricevuto la lettera di Hogwarts al compimento degli undici anni. Era contento che volesse prendersi un gufo nuovo, invece di usare quelli anonimi della scuola.
 
Eeylop era veramente pieno, l’arrivo dei nuovi gufi aveva suscitato la curiosità di molti. Il trio si avvicinò ad un manipolo di persone che osservava entusiasta alcune gabbie, incurante dell’odore acre che permeava l’aria.
 
-Oh guardate! Quello è un esemplare di Lophostrix Cristata, un gufo eccezionale! Vedete quelle creste lunghe? Gli permettono di acquisire velocità e sono davvero delle schegge nella consegna delle missive. – Il gufo indicato da Paul era un esemplare simpatico, rossiccio con due lunghe creste bianche che partivano dagli occhi.
 
-Non ne ho mai visti qui da noi.- disse Adam.
 
-Questo perché è un gufo nativo dell’America del Sud, è difficile che vengano importati. È stupendo…- concluse Paul inclinando la testa per osservarlo meglio, subito imitato dall’esemplare piumato e facendo sorridere il ragazzo ancora di più. Scorse il cartellino e il suo sorriso si smorzò, costava davvero troppo per il budget che sua mamma gli aveva dato. Daniel vide la delusione balenare nello sguardo del ragazzo che si stava spostando verso le altre gabbie.
 
-Un Tyto Alba, fantastico! Sapete che questo è il barbagianni più silenzioso del mondo? –
 
-Ne ho visti alcuni al castello, non lo hanno mica le sorelle Laster di Tassorosso?- si intromise Adam.
 
-Sì Judy ne ha uno tutto bianco, mentre sua sorella mi pare ne abbia uno della varietà Guttata, arancione. -
 
-Ma quante cose che sa, signor Pope, non sapevo fosse un appassionato di rapaci. - la voce del proprietario dell’emporio giunse alle spalle dei tre.
 
-In effetti ne sono sempre stato molto affascinato, signor Turner. Sarà che sono appassionato del volo, in ogni sua sfaccettatura. –
 
-Capisco… ha visto qualche esemplare che l’ha colpita? –
 
 
-Niente che possa permettermi purtroppo. - rispose Paul vagamente sconsolato.
 
-Nessun problema, mi devono arrivare degli altri esemplari la prossima settimana, vedrà che prima della sua partenza per Hogwarts troverà quello che fa per lei. –
 
I tre uscirono dal negozio, venendo abbagliati dal sole pomeridiano.
 
-Belli i gufi, eh… ma che tanfo! Peggio della guferia di Hogwarts!- ridacchiò Adam respirando a pieni polmoni.
 
-Diciamo che sicuramente non è profumo di fiori! Dai ragazzi, per festeggiare il mio nuovo lavoro vi offro il gelato!-
 
I tre camminarono parlando del più e del meno fino alla gelateria che, come al solito, era affollata di persone; nemmeno il loro tavolino cieco era libero.
 
-E vabbè, vorrà dire che ce lo mangeremo camminando. Che gelato vuoi Adam?-
 
-Un cono fragola e lemonfrizz grazie! Ti aspettiamo qui?-
 
-Sì tranquilli, inutile entrare in tre in quel marasma. Arrivo subito.-
 
Daniel scomparve dentro la gelateria dopo aver lanciato un occhiolino a Paul.
 
-Allooora, Paul Pauletto, che nascondi nel cassetto? Come mai non vi sfiorate nemmeno per sbaglio ma vi lanciate occhiate brucianti? - lo punzecchiò Adam mandando Paul a fuoco.
 
-Sei un idiota, lo sai vero? Tutta colpa tua e delle tue idee bislacche di compleanno. Tra l’altro devo ancora capire come abbia fatto la bottiglia a fermarsi proprio davanti a lui, tu ne sai qualcosa?-
 
-Io? Perché dovrei centrar qualcosa? È stata la mano del destino, caro mio. – lo sguardo scettico di Paul però non calò nemmeno di un millimetro -Ok, va bene, ho rallentato io la bottiglia. È almeno servito qualcosa? –
 
Paul a quel punto si sciolse in un sorriso dolce che fece saltare l’altro esultante.
 
-Lo sapevo, lo sapevo che anche lui provava qualcosa per te! Quindi adesso state insieme?-
 
-Ehm, no, è una storia lunga ma no, dovremo aspettare. Adesso taci che sta arrivando, non fare allusioni, ti prego.-
 
Daniel, che aveva rallentato vedendo i due confabulare immaginandone il motivo, allungò il cono limone e fragola ad Adam e un cono menta e liquirizia a Paul, correlando entrambi con un sorriso.
 
-Di che stavate parlando senza di me?-
 
-Ma niente, commenti su come sia andata la mia festa.-
 
-Ah bè, in assoluto la festa migliore di sempre.- e stavolta non potè reprimere un sorriso speciale rivolto a Paul. Sorriso che Adam fece accuratamente finta di non vedere.
 
-Allora Dan, com’è andata la riunione stamattina?- interloquì Paul.
 
-Benissimo, non vedo l’ora di inziare. A proposito! Sapete chi verrà ad insegnare al posto della McGrannit? Hermione Granger!-
 
-Wow, super! Magari potrebbe cedere al mio fascino serpeverde!- ghignò Adam.
 
-Di questo passo ti farai espellere, vedrai!- lo prese in giro Paul.
 
Verso sera Adam salutò i due che ripresero a camminare verso casa del più giovane, camminando fianco a fianco, con le mani che si sfioravano ad ogni passo. Arrivarono davanti alla porta di Paul, in una scena che sapeva molto di déjà-vu.
 
-Quando ci vediamo?- chiese il castano accennando un sorriso, oscillando leggermente in avanti e tendendo verso l’altro ragazzo.
 
-Domani sera parto, vado da mio padre a Edimburgo per alcune settimane. Temo che non riusciremo a vederci prima del primo di settembre.- rispose il biondo allungando una mano in una piccola carezza. Facendo violenza verso sé stesso si forzò ad abbassare il braccio.
 
-Temevo lo dicessi. Salutamelo tanto, magari prima o poi verrò a salutarlo.-
 
-La prossima estate magari potresti venire con me, mi piacerebbe presentargli il mio ragazzo.- concluse attirandolo leggermente in un abbraccio.
 
-Questo è un colpo basso però… come posso lasciarti andare senza almeno un bacio, adesso?- sussurrò Paul, inalando il profumo del ragazzo che ridacchiò staccandosi dall’altro.
 
-Lo so, ma davvero non vedo l’ora che questo anno passi. Ora devo andare, mia mamma mi aspetta per la cena prima della partenza. Ci sentiamo più tardi, tieni sott’occhio il telefono, ok?-
 
Gli diede un bacio più all’angolo della bocca che sulla guancia e con un ultimo sorriso se ne andò, lasciando Paul con sguardo ebete che entrava in casa sotto lo sguardo ridente di Audrey che aveva osservato tutto dalla finestra.
 
 

PurpleDrop's Corner
SIamo giunti al penultimo capitolo e finalmente ci siamo incrociati con la storia principale. Spero che vi piaccia come sta finendo questa storia.
Alla prossimaChiara
I gufi che Paul vede da Eeylops (l'Emporio del gufo) sono questi due: Lophostrix Cristata e Tyto Alba
Alla prossima
​Chiara
 

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Capitolo 8
*** Di speranze e nuovi inizi ***


Di speranze e nuovi inizi


Quella mattina del 6 agosto, Paul si svegliò con un ticchettio continuo contro il vetro della finestra. Si stirò, facendo scricchiolare la schiena, e si alzò dirigendosi verso la fonte di quel rumore fastidioso.
 
Quando vide, però, cosa avesse provocato quel suono spalancò la bocca sbalordito: sul suo davanzale c'era il bellissimo esemplare di Lophostrix Cristata che aveva visto solo il giorno prima da Eeylops.
 
Si affrettò ad aprire la finestra e il gufo avanzò elegante, porgendogli la zampa destra a cui era legata una pergamena che Paul si affrettò a slegare; allungò un biscottino al gufo e la srotolò.
 
 
Buongiorno Paulie, prima di partire ho fatto un salto al negozio. Non potevo certo lasciarlo lì, visto quanto ti era piaciuto ieri.
Diciamo che è il mio regalo per il tuo ultimo anno e per farmi perdonare per lasciarti quasi un intero mese.

È una femmina, dalle un bel nome, mi raccomando.
Ti mando un bacio grande, ci sentiamo presto.
Daniel
 
Paul sorrise raggiante e si apprestò a coccolare la testa del suo nuovo gufo.
 
-E così sei una femmina eh? Sei davvero bellissima, sai? E anche lui è bellissimo… se ti chiamassi Nellie? Ti piace?- il gufo bubolò morbidamente in risposta, piegando la testa sotto le carezze del ragazzo che ridacchiò. -Sì, ti piace proprio.-
 
Prese il telefono e digitò un messaggio, un occhio allo schermo e l’altro a Nellie che aveva iniziato a perlustrare la sua scrivania con passo elegante.
 
Tu sei matto, non dovevi farmi un regalo del genere… ti è costata una piccola fortuna!
Grazie, è bellissima <3
 
La risposta di Daniel non si fece attendere molto, giusto pochi secondi e il cellulare prese a vibrare sul letto.
 
Forse non dovevo, ma volevo. Bellissima, eh? Più di me? ;)
 
Bè ti dico solo che l’ho chiamata Nellie ;)
 
Hai sul serio chiamato il tuo nuovo gufo come me? Con tutti i nomi possibili?
 
Sei tu che mi hai detto di darle un bel nome e per me il tuo è il più bello del mondo.    
 
Santo Godric, non puoi uscirtene con queste frasi dolci quando sono così lontano…
 
È solo il primo dei miei trucchi per farti cambiare idea su quest’anno, caro il mio assistente professore.
 
Paul… lo sai perché dobbiamo farlo, non potrei sopportare di dovermi allontanare da te un anno intero, dobbiamo fare i bravi…
 
Vedrai, ti farò cambiare idea… non sei un professore Dan, non mi devi dare giudizi e non è giusto che dobbiamo per forza tenere le distanze.
 
A quattrocento miglia Daniel posò il telefono sul tavolo con un sospiro; nemmeno a lui quella situazione piaceva, ma doveva far ragionare il ragazzo.
 
Ti prego Paulie, non rendere tutto ancora più difficile… Io so che mi ami, tu sai che ti amo, dobbiamo farcelo bastare per ora. Per favore amore mio…
 
Paul sorrise di fronte a quel nomignolo. Sapeva che l’altro aveva ragione, ma non poteva far altro che pensare di meritarsi un po’ di egoismo.
 
E gli dispiaceva che lui non collaborasse, perché di certo non aveva intenzione di mollare.
 
-Che ne dici Nellie? Dovremo sedurlo contro la sua volontà?-
 
-Uhuuhu- rispose il rapace beccando il biscottino che il ragazzo le stava porgendo.
 
-Sì, anche secondo me cederà prima o poi. Abbiamo un mese davanti per pensare come agire.-
 
******
 
Audrey si svegliò presto la prima mattina di settembre, aveva fissato la sveglia mezz’ora prima del solito perché voleva preparare la colazione delle grandi occasioni per il suo piccolo bambino per il suo ultimo primo giorno di scuola.
 
Sorrise teneramente al pensiero che lo avesse appena appellato “piccolo bambino”, ormai era cresciuto e lei doveva accettarlo. Non era stato per niente facile quando era rimasta incinta, era sola contro il resto del mondo.
 
Quando successe, i suoi genitori, entrambi molto rigidi, volevano obbligarla ad abortire; lei era ancora minorenne e non poteva vivere da sola. Stava quasi per cedere e accettare, ma all’ultimo, proprio su quel lettino, decise fermamente di cambiare vita e di opporsi a quella barbarie. Lei avrebbe tenuto il suo bambino, a tutti i costi.
 
I suoi genitori, come prevedibile, non accettarono la sua decisione e la cacciarono di casa. Fortunatamente era intervenuta una zia, la sorella di suo padre, che aveva aperto la porta di casa per lei.
 
Paulina Pope era una donna amorevole, non si era mai sposata né avuto figli, ed era stata molto entusiasta di potersi occupare della sua famiglia. Si era presa cura di Audrey quando dovette lasciare la lussuosa scuola privata perché i suoi l’avevano diseredata, se ne prese cura negli ultimi mesi della gravidanza, le stette accanto tutte le quattordici ore di travaglio e rimase anche lei stupita come Audrey quando la bambina che pensavano di stavar aspettando si rivelò essere un maschietto.
 
E quando il medico le chiese che nome volesse dare al bambino, la giovane non ci pensò nemmeno per un secondo.
 
-Si chiama Paul, come la donna che gli ha salvato al vita.- Paulina ne era rimasta molto commossa e dedicò il resto della sua vita ad Audrey e al piccolo Paul. E quando si manifestarono i primi scoppi di magia involontaria del bambino fu Paulina a mantenere la calma e successivamente i contatti con il mondo magico per conto della ragazza ancora minorenne.
 
Audrey accarezzò con il dito la foto che teneva sul cassettone, era stata scattata il giorno del suo diploma; in mezzo c’era il piccolo Paul di appena quattro anni, alla sua destra c’era Audrey, sorridente con in mano la sua pergamena, e alla sua sinistra la bionda e solare Paulina.
 
La sua famiglia.
 
Se ne era andata tre anni prima per un dannatissimo cancro ai polmoni che l’aveva strappata a lei e Paul ad appena sessant’anni.
 
Quanto mi manchi zia Polly…
 
La donna si diresse verso la cucina e iniziò ad armeggiare con frusta ed ingredienti; aveva appena sistemato l’ultimo pancake nel piatto che Paul entrò in cucina con aria elettrizzata.
 
-Ecco il mio piccolo grande uomo! Allora, sei pronto?-
 
-Molto pronto! Non vedo l’ora di essere al castello!-
 
- Immagino. E credo che la scuola in sé centri ben poco…- sorrise sorniona dietro alla sua tazza del caffèlatte. Non avevano ancora parlato dell’argomento “mamma sono gay e sono innamorato di Daniel”, Audrey non voleva intromettersi, ma sperava che il ragazzo, visto che avevano sempre avuto un rapporto molto unito, gliene parlasse lui stesso.
 
Paul stirò leggermente le labbra, infilzando un boccone di pancakes con la forchetta. Era già da qualche settimana che voleva raccontare tutto a sua mamma e sentiva che quella sarebbe stata l’ultima occasione, almeno fino a Natale.
 
-In effetti non vedo l’ora di rivedere i miei amici… e Daniel. Sai mamma, io e Dan… ecco, diciamo che abbiamo capito che la nostra amicizia fosse… di più- l’imbarazzo per il ragazzo era alle stelle e Audrey non potè che sorridere vedendo il viso del figlio virare tremendamente verso il rosso peperone.
 
-So che questa è una novità grossa e spero che… ti vada bene lo stesso anche se amo un ragazzo…- Paul abbassò lo sguardo e la donna notò preoccupazione sul suo viso, era forse preoccupato che lei non lo accettasse?
 
-Ehi ehi, Paul, secondo te io potrei non essere d’accordo? Io?! Tesoro mio, non mi interessa se sei etero, gay o Danielsessuale, purchè ti renda felice puoi stare con chi vuoi. E qui arriva la mia domanda, l’unica che mi interessa. Sei felice con lui?-
 
-Sì mamma, molto felice.- rispose lui con voce rotta dall’emozione.
 
-E allora vai e copula felicemente con chi vuoi!-
 
-Mamma! Ma ti pare una cosa da dire a tuo figlio?!-
 
Le risate dei due risuonarono liberatorie per la piccola cucina.
 
                                       ******
 
King’s Cross era affollata come sempre e questo rese facile ad Audrey e Paul attraversare la barriera inosservati. La cacofonia che contraddistingueva il binario 9¾ non era diversa dagli altri anni e i Pope la accolsero con familiare serenità.
 
-Audrey, che bello vederti, non ci vediamo da un secolo!- Cerina e Adam apparvero alle spalle dei Pope e le due donne si abbracciarono.
 
-Cerina! Sì in effetti sono passati alcuni mesi! Magari ci possiamo trovare per un caffè in questi giorni?-
Adam prese Paul sotto braccio e lo allontanò dalle due donne.
 
-Invece che chiacchiere inutili, devi aiutarmi! Guarda cosa ho pensato!- aprì il palmo della mano e mostrò a Paul una piccola gru di carta.
 
-E hai pensato ad un origami per…?- chiese dubbioso il Grifondoro, cercando di capire dove volesse andare a parare.
 
Adam sorrise sornione e indicò con lo sguardo una ragazza mora a pochi metri di distanza.
 
-Oh ma certo, Rita! Non siamo ancora nemmeno saliti sul treno e hai già iniziato?- ridacchiò.
 
-Al cuor non si comanda, non è mai troppo presto per tentare di conquistare la donna dei miei sogni.- rispose Adam facendogli un occhiolino.
 
-Ragazzi noi andiamo, tanto mancano pochi minuti e voi dovete salire.
 
Paul abbracciò Audrey con calore, prese il suo carrello con Nellie che bubolava allegra e salì sul treno cercando uno scompartimento vuoto. Adam, ovviamente, lo seguì a ruota e si abbandonò sul sedile rivolgendo uno sguardo critico all’uccellino ancora nella sua mano.
 
-Adesso c’è solo da capire come mandarglielo…- guardò la piccola gru da ogni angolazione, prima di sospirare crucciato.
 
-Mmm forse posso aiutarti. Ho letto un articolo molto interessante qualche settimana fa di Ni Lu Kim, una strega indonesiana. Nel suo intervento parlava della comunità magica della Micronesia e c’era un incantesimo molto interessante. Posso provare?-
 
Adam gli porse l’uccellino con delicatezza e Paul prese la bacchetta e la puntò verso l’origami nella sua mano. -Allowjiwa- pronunciò con chiarezza eseguendo un elegante movimento del polso.
 
La piccola gru si librò in aria e prese a sbattere le delicate ali di carta, piegando il lungo collo a destra e a sinistra.
 
-Wow! Paul ma è fantastico!- osservò meravigliato l’amico.
 
-Sì, vero? È un incantesimo per animare gli oggetti. Non ha una durata lunghissima, ma per durerà abbastanza per farlo arrivare alla tua bella.- rispose lui con un occhiolino.
 
-Perfetto! Dai piccola gru, vola da Rita e portami fortuna.-
 
Il piccolo uccellino uscì volteggiando dalla porta del loro scompartimento seguito a ruota dai due ragazzi ed entrò tre porte più avanti; Adam trattenne il fiato leggermente, cercando di sentire i commenti.
 
- Ah è solo Lighter.- sentì Rita sbuffare leggermente, Adam cacciò giù il moto di delusione che aveva preso possesso della sua gola, si sforzò di sostituirlo con una maschera sorridente e ammaliante ed entrò nello scompartimento.
 
-Ehi Blanchet!- Rita e Sally si girarono verso di lui, la prima con sguardo divertito e la seconda incuriosito.
 
-Dai, esci con me!-
 
Rita si alzò lentamente dal sedile e avanzò maliziosa verso Adam che la guardava rapito. Possibile che fosse finalmente la volta buona?
 
Quando la ragazza fu a pochi centimetri da lui lo prese per la cravatta e lo tirò lentamente verso di sé, non staccando gli occhi dai suoi.
 
Adam non riusciva quasi a crederci, l'aveva sempre trovata bella, ma in quel momento, con il viso così vicino al suo, ne potè che ammirare i capelli scuri come la liquirizia, i bellissimi occhi azzurro cielo e le labbra rosate.
Le stesse labbra che si stavano avvicinando inesorabilmente al suo viso facendogli andare in tilt il cervello.
Proprio quando lui era ormai sicuro che l'avrebbe baciato, mettendo finalmente fine a quei quasi due anni di caccia assidua, lei deviò verso il suo orecchio.
 
- Nei tuoi sogni Lighter...- gli soffiò lei prima di tornarsene come se nulla fosse accanto al finestrino con il suo amato libro.
Adam, ancora un po' scosso dal mancato bacio, girò i tacchi e tornò dall’amico che lo aspettava ad un metro di distanza.
 
-Allora? Pensavo ti avrebbe baciato! Che è successo?-
 
-Per un attimo l’ho pensato- l’ho sperato -anche io…-
 
Non appena la signora con il carrello si affacciò alla loro porta, decisero saggiamente di seppellire i loro problemi di cuore a suon di dolciumi fino all’arrivo al castello.
 
Quando entrarono nella Sala Grande Paul non potè trattenersi dal lanciare una lunga occhiata a Daniel, rigido e un po’ intimidito, seduto al tavolo degli insegnanti.
 
Intercettò il suo sguardo e si scambiarono un piccolo sorriso, che Daniel cercò subito di nascondere.
 
Ok Dan, facciamo come vuoi tu… per questa sera.
 
Lo smistamento si svolse in fretta e Paul sorrise ad ogni nuovo bambino che veniva accolto al suo tavolo; ricordava quanto fosse terrorizzato il primo giorno e cercò di infondere un po’ di coraggio ai nuovi Grifondoro.
 
Prima del banchetto il preside Piton prese la parola per il consueto discorso. Nulla di nuovo, almeno fino a che non parlò di Daniel e Paul, ovviamente, drizzò le orecchie.
 
-… avrete certamente notato la presenza di un ex studente seduto accanto al professor Lumacorno. Il signor Freeland è tornato con noi quest’anno come assistente del professore di pozioni. Visto che quest’anno i due Caposcuola sono di Corvonero e di Serpeverde, soggiornerà nella camera libera del Caposcuola nella torre di Grifondoro, ricordate però di non mancargli di rispetto, non è più uno studente.-
 
Il brusio concitato dei Grifondoro avvolsero Paul che, tuttavia, non stava prestando attenzione a nulla dopo aver saputo che Daniel avrebbe dormito nella torre. Questo voleva dire tante sere libere per chiacchierare, per giocare a scacchi… e una camera da letto singola non soggetta a controlli.
 
Il ragazzo tornò a puntare i suoi occhi a Daniel, sentiva le labbra tese in un sorriso infinito e radioso.
 
Vediamo quanto resisterai caro mio, il gioco è cominciato.
 

Purplelove's Corner
E siamo giunti alla fine di questa mini long. Come vedete la storia è tutto fuorchè finita, questo perchè i nostri quattro amici torneranno nella long principale Quando i libri non bastano. Su Adam e Rita c'era anche uno spin off loro, di un solo capitolo, che pubblicherò non appena arriveremo con la long a quel punto.
Una piccola curiosità: gli incantesimi di Harry Potter sono alcuni in latino, altri in un miscuglio tra inglese e altre lingue del mondo. L'incantesimo che ho creato in questo capitolo, Allowjiwa, è un misto tra inglese moderno Allow = concedere e Jiwa = vita in lingua indonesiana.
Spero di ricevere tanto appoggio per i nostri patati, fatemi sapere se vi sono piaciuti!
Alla prossima

Chiara
 

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