Happily Ever After

di Dark_ Rose2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***


"Principessa, vuoi del tè?" 
"Grazie mio fedele servitore!" 
Trunks sedeva a gambe incrociate davanti a sua sorella versandole un'immaginaria tazza di tè, mentre Bra gli regalava un sorriso raggiante, capendo quanto amava ogni momento del loro tea party. Trunks, essendo il prossimo CEO della Capsule, era sempre troppo impegnato a lavorare ma oggi, l'adolescente aveva deciso di passare un po’di tempo con la sua adorata sorellina. 
Bra si aggiustò meglio il vestitino celeste che indossava. Era la copia esatta di sua madre, con i suoi caratteristici capelli e occhi blu. La bambina di cinque anni si avvicinò al fratello maggiore e si sedette sulle sue ginocchia. 
“Ti andrebbe di interpretare la parte del principe Trunks?" 
Trunks aggrottò la fronte. "Va tutto bene Bra, sii tu la principessa." 
"Ma tu sei mio fratello, quindi questo fa di te un principe, vero?" Gli chiese con tono interrogativo, guardandolo confusa. Trunks sorrise e le arruffò dolcemente i capelli "Tecnicamente parlando, sì." 
"Allora perché non puoi essere il principe?" 
Trunks sentì le sue parole tirare le corde del suo cuore. "Perché-" 
- nostro padre pensa che io sia un debole 
- Sono stato un errore, il risultato di una notte di passione 
- Sono troppo buono, inadatto a governare 
"- semplicemente non ce n'è uno, Bra." disse dolcemente. 
Il labbro inferiore di Bra tremò e i suoi occhi si riempirono di lacrime. 
Trunks sospirò. "Ti andrebbe di ascoltare una storia?" 
Immediatamente la conversazione precedente venne dimenticata.  
Bra si sistemò meglio sulle ginocchia di suo fratello. "Mi piacciono le storie! Soprattutto quelle a lieto fine!" 
"Intendevi dire le fiabe?"  la corresse Trunks inarcando un sopracciglio. 
Bra annuì.  
Trunks le fece un piccolo sorriso. "Va bene" 
"C’era una volta un bambino di 5 anni. Una notte ci fu un temporale. Spaventato, il bambino andò nella stanza dei suoi genitori ma poiché sua madre era in viaggio d'affari, a dormire sul grande letto c’era solo suo padre. " 
Trunks aggrottò la fronte. Era più un ricordo personale che un racconto inventato. 
"Il bambino andò da suo padre. Gli strinse la mano e lo svegliò. " Papà, ho paura del temporale " gli confessò tutto tremante, ma suo padre si voltò e gli disse " moccioso, torna a dormire e smettila di darmi fastidio.”  Il bambino tornò di corsa in camera sua e si nascose sotto le coperte. Poi si mise a piangere fino a quando il sonno non prese il sopravvento ". 
Trunks sospirò. 
"La seconda notte c'è stato un altro temporale. Si è sentito di nuovo spaventato, così tornò nuovamente nella stanza dei suoi genitori. Sua madre era ancora fuori, così, si avvicinò nuovamente a suo padre." 
Bra tirò su con il naso aggrappandosi maggiormente alla maglia di suo fratello: non le piaceva molto questa storia. 
" Papà, ho paura della tempesta.” Disse il bambino. " Piantala " rispose suo padre " solo chi è debole ha paura. Avere paura è da perdenti".  Così, piangendo il bambino tornò di corsa nella sua stanza e si nascose sotto le coperte. " 
Trunks ringhiò dentro di sé a questo ricordo. 
"La terza notte, ci fu un altro temporale. Il bambino, ancora una volta, corse di nuovo da suo padre." Papà, ho paura. La tempesta è spaventosa! ". Questa volta il padre non si è preso la briga di voltarsi per affrontare il figlio, ma anzi, lo rimproverò: "Non hai niente di meglio da fare che disturbarmi? Te l'avevo detto che solo i deboli hanno paura, quindi smettila di essere un codardo. Vattene e lasciami dormire."  
"Il ragazzo scappò di nuovo in camera sua." 
Trunks sospirò. Questa era in realtà la fine. Bulma tornò a casa la notte successiva e le tempeste finirono. 
Gli occhi color cielo di Bra si stavano riempendo di lacrime.  
Trunks le accarezzò delicatamente la testa. 
"La quarta notte, la tempesta tornò. Il ragazzino ha fatto del suo meglio per essere coraggioso, ma ancora una volta non ci riuscì, così tornò a cercare suo padre." 
A Bra piacevano i Happily Ever Afters, quindi ne inventò uno. Per lei. 
"'Papà, ho paura ...' disse nuovamente il bambino così, suo padre si voltò per poterlo guardare meglio. ' Ancora tu? ' disse, 'Perché hai paura?'" 
No. Non solo per lei. Era anche per lui. 
"'Le tempeste fanno paura ... ma hai detto che solo i deboli hanno paura ...' rispose timidamente il bambino. Suo padre sospirò. 'Beh, mi sbagliavo. Non solo i deboli hanno paura. Tutti hanno paura. Ciò che conta è la forza per affrontare quelle paure. Il bambino annuì e si voltò per andarsene, ma suo padre lo fermò: "Puoi dormire qui stanotte". 
 Così, sorridendo, il bambino salì sul letto e si raggomitolò accanto a suo padre. I due dormirono pacificamente quella notte. " 
Per se stesso, perché era un lieto fine che lui non aveva mai vissuto. 
Bra fissò gli occhi blu profondi e pensierosi di suo fratello. "Fratellone?" 
Per sé stesso perché nonostante tutto, ha sempre desiderato che questo piccolo grande desiderio si realizzasse. 
Trunks guardò di nuovo in basso. "Sì, Bra?" 
 Per sé stesso perché nonostante avesse aspettato molto, troppo tempo, questo desiderio d’affetto non si è mai avverato. 
"Allora vissero felici e contenti?" 
Ma non gli importava perché nonostante ciò, questo è un miracolo in cui lui vuole ancora credere. 
"Sì, Bra. Entrambi vissero insieme felici e contenti." 

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Capitolo 2
*** 2.2 ***


Vegeta si fermò davanti alla porta, le sue mani appena appoggiate alla maniglia. Ha sentito tutto quello che suo figlio ha raccontato a sua sorella minore. 
Tutto ad un tratto si sentì come se avesse appena incassato un pugno nello stomaco. Forse, questa sensazione era dovuta al fatto che Trunks dovette mentire sulla sua infanzia. Poi di nuovo, il mezzo Sayan non ha menzionato alcun nome, ma entrambi sapevano molto bene a cosa si riferiva. 
Lentamente bussò alla porta della stanza, una, due, tre volte.  
"Entra!" Annunciò una voce allegra e acuta. 
Vegeta aprì la porta. "Ciao papà!"  squittì Bra.  
"Hey papà." Lo salutò Trunks rivolgendogli un sorriso che nascondeva una leggera apprensione. Vegeta inclinò la testa per guardare sua figlia, poi lanciò una rapida occhiata a suo figlio. 
"Bra, ti porto fuori per un gelato." Il viso della bambina si illuminò e uscì saltellando dalla porta. Vegeta la guardò scomparire giù per le scale. "Vuoi venire?" 
Trunks guardò Vegeta con un leggero smarrimento. Si guardò indietro per un breve momento e vide una bella foto incorniciata sul comodino di Bra. 
È stata scattata fuori dalla sua scuola materna, mentre lui era al lavoro. Bulma era raggiante, orgogliosa e Bra era tra le braccia di Vegeta. Stava sorridendo. Già: aveva un sorriso piuttosto ampio (per gli standard di Vegeta) sul viso. Era una foto bellissima. Non c’erano altre parole per descriverla: una meravigliosa e felice famiglia di tre persone. 
Non c'era nessuna immagine dell'infanzia di Trunks che rappresentava suo padre sorridente o qualcosa di simile, se è per questo. O era rivolto verso la telecamera con fare accigliato, o in alcune occasioni con un viso inespressivo. Trunks non riusciva a ricordare nessun momento in cui loro tre - lui, Vegeta e Bulma,  erano davvero felici insieme. 
Guardò di nuovo la foto. "No ... vai avanti con Bra. Io ... ho un rapporto da finire."  rispose rivolgendo a suo padre un sorriso triste. 
I loro occhi si incontrarono e Trunks vide, nascosto nelle profondità degli occhi del padre, un misto di tristezza, senso di colpa, orgoglio e rimpianto. Entrambi raggiunsero un'intesa, proprio in quel momento, e Trunks gli rivolse nuovamente un sorriso triste. 
 Vegeta annuì, interruppero il contatto visivo e per un minuto entrambi non dissero nulla. 
"Ragazzo, mi dispiace-" iniziò Vegeta. "Papà, va tutto bene. Io-è ... solo gelato." 
Era una bugia in cui Trunks aveva vissuto fino all'età di nove anni: era sempre "Trunks, tesoro, sai che tuo padre ti ama. È solo che non è molto bravo a dimostrarlo". 
Sapevano entrambi che non era così. Ma nessuno dei due voleva affrontare la cosa. 
In effetti, Trunks si rese conto subito dopo la nascita di sua sorella, che Vegeta sapeva come esprimere il suo affetto. Semplicemente non voleva esprimere il suo affetto a lui. Suo padre non lo chiamava nemmeno per nome
Vegeta annuì e se ne andò. 
Adesso era solo: il pavimento in moquette era umido di lacrime. Trunks incrociò le gambe e avvolse le braccia intorno a sé. Poi, la verità lo colpì duramente. 
Questa famiglia aveva già un Happily Ever After, e non lo includeva

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Capitolo 3
*** 3.3 ***


"Trunks?" 
L'adolescente si girò verso la porta notando che Vegeta era in piedi. Si girò sulla sedia e fece un piccolo sorriso a suo padre. "Sì papà?" 
"Beh ... a cosa stai lavorando?" Chiese Vegeta avvicinandosi. 
 "Dati di vendita per la riunione di domani", fu la sua risposta. 
"Oh." Vegeta si morse il labbro: come avrebbe potuto parlare di business e marketing con suo figlio quando l'unico lavoro che lui abbia mai svolto in tutta sua vita era uccidere gli altri? 
"Ti .. ti ho preso del gelato. È nel frigo." Iniziò Vegeta.  
Trunks sorrise.  
"Veramente?"  
"Sì ... menta e cioccolato. È il tuo preferito, vero?"  chiese Vegeta passandosi nervosamente le dita tra i capelli. 
No, il mio preferito è il Rocky Road.  
"Sì."  gli rispose Trunks sorridendo. 
 Questo fece sì che Vegeta guardasse suo figlio, confuso. "Oh. Ho sempre pensato che il tuo preferito fosse il Rocky Road." 
 Trunks fece un ampio sorriso e annuì. "Ho due preferiti." 
"È il tuo preferito. Ne hai solo uno." dice Vegeta, ma stava sorridendo. 
"Beh, ne ho due. Se mia sorella ha due colori preferiti, due vestiti preferiti e due peluche preferiti, penso che anche io potrei scegliere due gusti di gelato preferiti." rispose Trunks smettendo di digitare. 
 Vegeta sorrise. "Odi la menta. Ricordi la tua festa di compleanno di dieci anni?" 
Il mezzo Sayan rise. Non pensava che Vegeta potesse ricordare quel momento.  
È stato nove anni fa. 
“ Sai, con il tempo le persone possono cambiare i propri gusti."  
Al suo decimo compleanno, Trunks aveva deciso con la cortesia di Goten naturalmente, che avrebbe odiato la menta per il resto della sua vita, dopo che un certo suo migliore amico aveva aggiunto "accidentalmente" tre libbre di foglie di menta appena macinate nel suo punch analcolico. 
Vegeta stava per ribattere quando sentì le urla di Bra provenire dal piano di sotto.  
"Devo andare ... a controllare tua sorella."  riuscì soltanto a dire prima di dirigersi verso la porta.  
Trunks tornò al suo laptop.  
" Ah,a proposito," affermò Vegeta fermandosi sulla soglia "tua sorella ha tre colori preferiti." 
Trunks alzò lo sguardo verso l’entrata ma ormai suo padre se ne era già andato. 
******* 
"Ma io voglio!" Gridò Bra indignata.  
Vegeta incrociò le braccia. Amava sua figlia, ma qui aveva tracciato la linea. "No!" 
Trunks apparve lungo corridoio. "Cosa c'è che non va?"  
Bra guardò suo fratello maggiore con grandi occhi da cucciolo. "Papà non mi fa entrare nella stanza!"  
"Quale stanza?" 
"Sai, la stanza!" Insistette Bra picchiettando con il piede un paio di volte.  
"Quello in cui andate sempre voi due!"  
Trunks sorride comprendendo "Intendi la GR?" 
 "Sì ... qualunque cosa significhi." Annuì sua sorella. 
"Te l'ho già detto. Tuo fratello può entrare lì, perché è più forte di te. Noi lì dentro non giochiamo mica Bra, noi lì ci alleniamo."  sospirò Vegeta esasperato.  
"Allora voglio allenarmi anche io!" Si lamentò Bra. 
Vegeta gemette e mandò a suo figlio uno sguardo implorante. 
 Trunks, capendo che toccava a lui risolvere questo piccolo problemino, decise di avvicinarsi maggiormente alla sua amata sorellina e, portandosela in braccio le disse: "Hey Bra. Sei sicura di volerti allenare? Sarai forte, sì, questo non lo metto in dubbio ma finirai per avere grandi muscoli e non credo che ti donerebbero molto." 
Bra guardò Trunks per un momento sconcertata, assorta nei suoi pensieri, cercando di immaginarsi lei stessa con molti muscoli per poi impallidire. "Eww! Come faccio a indossare i miei bellissimi vestiti ?! Sembrerò grande e brutta!" 
 L'occhio sinistro di Vegeta si contrasse. Trunks mise giù la bambina e lei corse via. "Mamma! Non voglio allenarmi!" 
Trunks, non appena notò che la sua amata sorellina non era più nei paraggi si rivolse a suo padre: "Pensavo che non volessi che nessuno dei tuoi figli crescesse debole e piagnucoloso."  
Vegeta alzò le spalle. "È diverso. I Sayan devono sempre essere orgogliosi dei loro allenamenti e dei loro progressi, devono puntare sempre in alto, puntare al massimo, se non addirittura sognare di poter diventare un Sayan leggendario questo è vero ma Bra si arrenderebbe comunque molto velocemente e inoltre, è sufficiente avere due Sayan leggendari in casa." 
Trunks sentì il suo cuore riscaldarsi a quel tipo di complimento, se così lo si può definire. 
 Un silenzio imbarazzante calò sui due. 
"Allora ... quali sono i colori preferiti di Bra?" Chiede Trunks. 
 "Rosso, rosa e azzurro." 
"Perché l’azzurro?" Chiede di nuovo Trunks.  
"È ... uno dei miei."  risponde suo padre, con un leggero rossore a tingergli le guance. 
"Uno dei tuoi? Ne hai due?" Gli domandò il mezzo Sayan.  
"Beh si." 
"Allora qual è il secondo?" 
 "Lavanda."  gli rispose Vegeta distogliendo lo sguardo.  
Si voltò per andarsene, ma la domanda successiva lo fermò. 
"Perché lavanda?" 
Vegeta sbatte le palpebre, poi fissò suo figlio a lungo prima di rispondergli. 
 "È il colore dei tuoi capelli" confessò, come se fosse la cosa più dolorosamente ovvia nell'universo. 

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Capitolo 4
*** 4.4 ***


Era notte inoltrate e Trunks finalmente avrebbe potuto buttarsi letteralmente sopra quel letto tanto agognato e dormire fino al giorno successivo. 
Così, dopo essersi messo la sua solita tenuta da notte decise di stendersi quando, una lettera poggiata sopra la sua scrivania attirò la sua attenzione. 
Decise di prenderla tra le mani. Sul retro della busta c’era scritto al mio adorato figlio 
Inizialmente era indeciso se aprirla o meno ma poi, dopo essersela rigirata tra le mani più e più volte decise di aprirla e leggerne il contenuto. 
So che ti sembrerà strano che io, tuo padre Vegeta, principe dei Sayan sia arrivato a scriverti una lettera nonostante ciò che voglio dirti, perché potrei semplicemente comunicartelo a voce e so anche che forse, in questo preciso instante tu abbia voglia di strappare questa lettera con le tue stesse mani e buttarla ma ti prego... non lo fare. Voglio dirti ciò che ormai da tanto... troppo tempo ho tenuto dentro di me e che ho capito è stato uno sbaglio. 
 Sai bene che fin da piccolo mio padre mi ha sempre insegnato a essere forte, a essere una persona spietata e senza cuore, a non provare sentimenti verso niente e nessuno e lo ammetto... fino a poco tempo fa lo ero.  
Tutto quello che sapevo era che mostrare qualsiasi forma di debolezza poteva portare la mia morte. Non capivo che provare emozioni sarebbe stata effettivamente una buona cosa. Non è che non ti ho mai voluto o che odiavo l'idea di diventare padre. No, era molto peggio. Non era odio, era paura. 
Potrei provare a spiegare ma dubito che capirai mai.  
Ho segretamente ammirato mio padre, ma al contempo lo temevo. Mi è sempre stato detto che dovevo essere il più forte e liberare la mia gente. Queste sono cose che la tua metà umana ti dice mi sono estranee. 
 Ma ora lo capisco.  
Quando ho scoperto che saresti venuto al mondo, ero terrorizzato. 
Uno dei dubbi che più mi tormentava era se sarei mai riuscito ad essere un ottimo padre o se   mi avresti visto solo come il mostro che ero. 
Decisi di chiudermi in me stesso per paura di farti del male, ma purtroppo non ho fatto altro che peggiorare le cose. Ti ho fatto del male e ti chiedo di perdonarmi. 
Quando ho dovuto affrontare una versione futura di te, che non è mai stata testimone dei miei difetti, ho pensato che quella sarebbe stata la mia occasione per rimediare. Non potevo sopportare l'idea di farti nuovamente del male, ma ho commesso lo stesso sbaglio. Mi sono allontanato nuovamente da te. Volevo che conoscessi soltanto la gentilezza di tua madre. 
 Ma le cose cambiano e, passando del tempo con Mirai Trunks egli, mi hai fatto capire quanto hai veramente bisogno di me, quanto non sono come mio padre e che valgo di più. 
Ho finalmente accettato il mio destino e non ho più intenzione di allontanarmi. Non importa quanti ostacoli dovrò affrontare, quanto odio proverò vero me stesso, mi assicurerò sempre che non vedrai mai la parte più oscura di me. 
 Mi sorprendi ogni giorno di più mentre ti guardo crescere. Mi rendi orgoglioso di te sempre, anche se non te lo dico, anche se non te lo dimostro e, sapere che sei mio figlio mi rende ancora più felice. Ammetto anche che mi insegni cose che non avrei mai pensato di capire e, se qualcuno oserà mai farti del male, dovrà vedersela con me. 
Anche quando ti alleno, non posso fare a meno di annotare mentalmente tutti i tuoi risultati, anche quelli che non hanno niente a che fare con la forza. Anche quando non ti alleni, noto tutto quello che fai. Potresti non vedermi sorridere, ma sorrido ogni volta che vengo a conoscenza dei tuoi progressi. Ti guardo anche quando trascorri del tempo con Bra sai, non credevo ti piacesse giocare al tea party immaginario. 
So che non dovrei meritarmi una seconda possibilità ma ti prego Trunks ne ho bisogno. 
In questo momento vorrei abbracciarti e prometterti che mi impegnerò a fare molto di più. 
 Inoltre, volevo dirti che sei molto più di un semplice errore. Sei mio figlio, il mio erede, il mio sangue, il mio principe per cui distruggerei i pianeti. 
Se il tuo concepimento lo vuoi chiamare errore, io lo definirei l’errore più bello della mia vita. 
So che a volte provi della gelosia nei confronti di Bra anche se so che le vuoi un mondo di bene. 
Sai, a dire il vero anche il suo concepimento non era stato programmato, ma sono felice di averla avuta, di avervi avuti. Ho imparato dai miei errori e ho capito che lei non dovrà mai avere a che fare con quella versione di me. Non vedrà mai i demoni che mi porto dentro e con cui tu purtroppo hai avuto a che fare. Non mi allontanerò mai da lei, te lo prometto. Tutto quello che conoscerà sarà solo il mio affetto, quello di vostra madre e il tuo calore. Non saprà mai dell'oscurità della mia ombra. Conoscerà solo il meglio di me. Ho imparato la lezione e riconosco pienamente che non sono per niente come mio padre. 
Trunks, figlio mio...voi siete i miei piccoli eredi e voglio che tu sappia che mi rendete di volta in volta l'uomo più orgoglioso del mondo.  
Sarete per sempre il Mio piccolo principe e la Mia piccola principessa 
Spero che riuscirai a perdonarmi nonostante i miei errori. 
Con affetto tuo padre, il Principe Vegeta.  
Trunks, rilesse più e più volte la lettera. 
Non riusciva a credere a ciò che stava leggendo, pensava che il tutto fosse frutto della sua immaginazione ma no, non lo era. 
Quel pezzo di carta che teneva tra le dita era vero, il contenuto era reale, così come le lacrime che stavano rigando il suo viso per poi finire su di esso. 
Decise di sedersi sul letto asciugandosi velocemente con il dorso della mano quelle lacrime che sembravano non voler cessare e rilesse di nuovo il contenuto. 
Non si era mai sentito così stupido e felice come in quel momento. 
Stupido perché aveva sempre creduto che suo padre non lo avesse mai amato e perché pensava che non lo avrebbe mai amato e, felice perché finalmente, si era liberato di un peso che per molto, troppo tempo si portava dentro di sé pensando che avrebbe dovuto conviverci per sempre. 
Si sentiva al settimo cielo in quanto, sapere che suo padre non lo aveva mai considerato un errore così come una persona debole, lo faceva sentire in pace con sé stesso. 
Ora non doveva più cercare di stargli lontano, così come non doveva neppure più nascondersi dietro una falsa maschera sorridente perché ora sa per certo che suo padre gli ha sempre voluto bene e sempre gliene vorrà così, quella sera tenendosi stretto stretto la lettera tra le mani si abbandonò al mondo dei sogni. 
Trunks ha sempre voluto avere una story with a happy ending e, nonostante avesse aspettato molto, troppo tempo, alla fine questo suo desiderio si è avverato. 
E fu così che anche per il nostro giovane Sayan giunse finalmente il momento di concludere la sua fiaba con un Happily Ever Afters. 

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