Drabbles di Rumaan (/viewuser.php?uid=193024)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Disastro di San Patrizio ***
Capitolo 2: *** Piumino per la Polvere ***
Capitolo 3: *** L'Organizzatore di Matrimoni ***
Capitolo 4: *** L'Autografo ***
Capitolo 5: *** Dolcetto o Scherzetto ***
Capitolo 6: *** Intagliare le Zucche ***
Capitolo 1 *** Il Disastro di San Patrizio ***
The St. Patrick's Day Mess
Attenzione! Questa è una traduzione.
La raccolta originale la trovate al seguente link:
https://www.fanfiction.net/s/10303716/1/Dramione-Drabbles
Il disastro di San Patrizio
“È colpa tua, Granger”,
sbottò Draco.
“Che cosa? Come può
essere colpa mia?”.
“Sei stata tu ad
insistere per venire a questa dannatissima e stupida parata e adesso guarda cos’è
successo, siamo bloccati in mezzo a questa folla di Babbani ed abbiamo perso la
passaporta per Londra”.
“Oh, certo, adesso è chiaro
che sia tutta colpa mia. Come se avessi fatto fatica a convincerti a
venire qui dopo che hai passato gli ultimi due giorni a partecipare ad una conferenza
dietro l’altra”, rispose lei sdegnata.
“Avevo dei programmi per
questa sera”, mugugnò lui.
“Granger,
sembra divertente. Non sono mai stato a Dublino ed ho bisogno di passare un po’
di tempo al sole ed all’aria aperta”, gli
fece il versetto lei. “Come se la tua pallida faccia non avesse mai fatto altro
che bruciare!”.
Lui la guardò,
chiedendosi che cosa avesse pensato il Ministro quando aveva deciso di metterli
in coppia per rappresentare il Dipartimento per la Regolazione delle Creature
Magiche al Ministero della Magia d’Irlanda. Per il momento, avevano passato l’intero
viaggio a punzecchiarsi a vicenda.
“Per tua informazione,
mi abbronzo facilmente”.
“Certo, lo immagino”,
replicò sarcastica Hermione.
Draco ignorò quell’irritante
So-Tutto-Io e tirò una gomitata ad un turista con un’amaca gigante disegnata
sulla maglietta che gli stava tagliando la strada.
“Non credo riusciremo
mai ad uscire da questo ponte”, borbottò guardando la folla ammassata sull’O’Connell
Bridge.
“La pazienza è la virtù
dei forti, Malfoy”.
“La mia si è esaurita
con te in questi giorni”.
La Granger lo zittì e
gli lanciò uno sguardo diabolico. Per una volta, fu grato per presenza dei
Babbani, dato che lo avevano senza dubbio appena salvato dal beccarsi una fattura.
Così, lei dovette limitarsi a tirargli una pacca sulla spalla. “Muoviti, Malfoy”.
Sei ore dopo, calò il
silenzio nell’atrio dell’albergo più prestigioso del mondo magico di Dublino,
quando una coppia di impiegati del Ministero molto allegri ed altrettanto
ubriachi barcollarono sul pavimento di marmo fino agli ascensori.
“Granger, è stata la
miglior idea che potesse venirti in mente. Molto meglio che andare a cena con
quella smorfiosa di Astoria”, biascicò Draco accasciandosi contro la parete
dell’ascensore.
“Potrebbe anche
migliorare ancora”, replicò lei prima di lanciarglisi addosso ed attaccare le
proprie labbra alle sue.
Sia
ringraziato Merlino per tutta quella gente,
pensò lui aggrappandosi ai suoi capelli.
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Capitolo 2 *** Piumino per la Polvere ***
Drabbles
Piumino per la polvere
(Feather Duster)
"Draco
Malfoy!". Un forte urlo riecheggiò per il corridoio che portava al suo
studio.
Saltò in
piedi dal divano su cui era disteso, lasciando cadere sul pavimento l'ultima
edizione di "Idee per il Quidditch", ed osservò sua moglie
alla porta con le mani sui fianchi, un'espressione furiosa in viso, e Scorpius
che sbirciava da dietro le sue gambe.
Dannazione, pensò. Beccato.
"Com'è
che ho appena trovato Scorpius che faceva skate per il salotto, i piumini per
la polvere legati ai piedi e Tilly che puliva le finestre, quando in realtà avevo
specificamente chiesto a te di dare una sistemata a quella
stanza?", chiese lei.
Ci fu una
breve pausa, finché il suo istinto Serpeverde di mentire e tirarsi fuori dai
guai fece capolino.
"Beh,
cara, io stavo pulendo, togliendo la polvere a tutti quei libri che in
qualche modo tu hai iniziato ad ammucchiare lì dentro, nonostante avessimo una
biblioteca fornitissima, quando Tilly è entrata a cercare la scopa giocattolo
di Scorpius. Tu sai quanto si angoscia Tilly se mi vede fare qualcosa di
anche remotamente manuale e io non volevo che si angustiasse, sapendo quanto tu
ti saresti arrabbiata, così mi ha fatto parlare in modo tale da permetterle di
pulire le finestre. Ero devastato dal non essere in grado di aiutare, ma ho
pensato che saresti stata d'accordo che il benessere dei nostri elfi fosse più
importante", disse lui, finendo di parlare sfoggiando un affascinante
sorriso.
Il piede di
Hermione continuò a tamburellare sul pavimento ed il suo sorriso svanì.
"Sarebbe
la stessa scopa giocattolo che io ho rinchiuso nella camera di Scorpius non più
di un'ora fa?".
"Hermione",
iniziò a dire lui, con le braccia spalancate per confessare ed un'espressione
contrita in viso.
"Ogni
anno, Draco. Ogni anno metti in piedi questo teatrino. Ti chiedo di fare una
cosa ed in qualche modo alla fine finisce per farla Tilly. Ne ho abbastanza.
L'ho mandata in giardino a riposarsi e tu farai le sue veci per tutto il
giorno".
Draco
sbiancò. "Ma...", balbettò.
"No,
hai tirato troppo la corsa. Ora forza, muoviti", disse lei, allungandogli
un piumino per la polvere.
Scritta
per: Dramione + felicità.
"Sai,
tutta questa eccitazione non si addice al nome di famiglia", lo prese in
giro Pansy, storcendo la bocca.
Draco si
voltò per vedere in viso la sua migliore amica.
Pansy non
poté non ridere, mentre lui continuava a puntare la bacchetta verso lo
striscione gigante al momento appeso per aria nel giardino sud di Malfoy Manor.
Adocchiò suo marito, per controllare se avesse bisogno di aiuto nel sollevare
l'insegna, ma sembrava avere tutto sotto controllo, sebbene di tanto in tanto
schizzasse Harry in faccia con l'Aguamenti.
"Dove
sono i tuoi genitori?", gli chiese.
Draco
sogghignò. "Si nascondono nei loro alloggi privati, lamentandosi
dell'invasione di traditori del proprio sangue e lagnandosi di come quella
ragazza abbia rovinato il nome dei Malfoy".
Pansy batté
una mano sulla spalla di Draco, per consolarlo. Lucius e Narcissa potevano non
osare mai chiamare Hermione "Sanguesporco" di fronte a Draco, ma non
significava che avessero preso bene il suo matrimonio con una Nata Babbana. Si
rifiutavano di chiamarla per nome e rendevano molto chiara la loro obiezione
nell'averla collegata alla loro famiglia.
Non che ci
fosse qualcosa di nuovo. Anche Pansy aveva avuto le sue difficoltà con suo
padre, quando aveva sposato Ron Weasley, ma lui ne era venuto a capo. Lucius e
Narcissa non ne mostravano i segni, nonostante Draco ed Hermione fossero
insieme da cinque anni e sposati da due.
"Allora
come hai fatto a convincerli ad ospitare qui la festa?".
"Non
l'ho fatto. Li ho informati che avrei tenuto qui la festa di congratulazioni
per Hermione e che, se avesse fatto loro piacere, avrebbero potuto assentarsi,
ma si sarebbe svolto in ogni caso".
Il matrimonio
con Hermione aveva fatto bene a Draco, rifletté Pansy. La sua ideologia,
durante la guerra, era cambiata e, nonostante amasse sempre i genitori, non
aveva avuto intenzione di seguire le loro orme. Inoltre, non si tirava mai
indietro dal rivedere alcune loro idee.
Era stato un
cambiamento comune per la loro generazione di purosangue. Capire quando fosse
sbagliata la supremazia del sangue puro e quanto stupidi fossero stati i loro
genitori a seguire Voldemort, aveva dato a Pansy, Draco ed i loro amici la
convinzione per spezzare le tradizioni.
Un patronus
a forma di cavallo sfavillò al limite del lago decorativo nel fondo del
giardino sud e galoppò sul prato verso Harry. "Saremo lì tra cinque
minuti", disse la voce di Ginny.
Ci fu uno
sprint finale di preparativi, prima che tutti sentissero la voce di Hermione
chiamare Draco. Pansy osservò con un sorriso, mentre Draco conduceva fuori la
moglie ed annunciava con orgoglio "Ho il grande piacere di presentarvi
Hermione Malfoy, la più giovane Capo Dipartimento del Ministero della Magia
della storia".
Ovviamente
sorpresa, Hermione avvolse il marito tra le braccia, lo baciò e mormorò
chiaramente "Ti amo".
Un braccio
strisciò attorno la vita di Pansy e Ron appoggiò il viso sulla sua spalla.
"Sembrano felici, no?".
"Sì, quasi quanto lo siamo noi", replicò lei.
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Capitolo 3 *** L'Organizzatore di Matrimoni ***
Wedding Planner
Organizzatore di
Matrimoni
Hermione non si capacitava di come si fosse infilata
in quel pasticcio ed era anche la persona meno indicata al monto per sbrogliare
un affare del genere. Ginny, infatti, aveva appena dato alla luce il primo figlio,
dunque lei ed Harry erano comprensibilmente impegnati con il piccolo James
mentre Ron… beh, Ron sarebbe stato una scelta ancora peggiore di lei, a meno
che non volessero un matrimonio a tema Cannoni di Chudley.
Poi c’era anche da tenere in considerazione che
Neville l’avesse pregata con un’espressione talmente pietosa che sarebbe stato
troppo crudele rifiutare e Luna le aveva sorriso sfavillante dicendole come
fosse l’amica migliore del mondo, per cui ogni rimostranza che Hermione avrebbe
potuto esprimere per dover rinunciare al suo primo sabato libero da mesi le si
era bloccata in gola.
Alla fine, Draco Malfoy arrivò nell’atrio del “E vissero
per sempre felici e contenti”, cartellina alla mano, ed iniziò a
presentarsi come l’organizzatore del matrimonio come se loro non lo avessero
mai visto prima.
“Mi stai prendendo in giro”; lo interruppe Hermione,
incapace di tenere la bocca chiusa. “Vuoi davvero fare a finta di non conoscerti,
Malfoy?”.
“Sono professionale, Granger. Ogni tanto dovresti provarci”.
“Dovrei… dovrei”, balbettò lei prima di riprendere il
controllo ed alzarsi in tutto il suo metro e sessantacinque. “Fa davvero ridere
detto da te, Malfoy”.
Hermione si voltò verso Neville e Luna e disse: “Davvero
volete assumere Malfoy perché vi organizzi il matrimonio? Probabilmente userà i
Dissennatori come camerieri!”.
Malfoy le lanciò uno sguardo che le fece chiudere gli
occhi prima di recuperare l’attenzione di Neville. “Hermione, è il migliore e Luna
merita il meglio”.
L’ego di Hermione si sgonfiò. Luna meritava davvero il
meglio ed anche Neville. Se volevano che il loro matrimonio da favola fosse
organizzato da quell’ex Mangiamorte dal naso adunco, avrebbe tenuto la bocca
chiusa abbastanza a lungo perché ciò accadesse e, comunque, non significava non
avrebbe tenuto d’occhio Malfoy come un falco.
“Hai ragione, Neville. È il vostro matrimonio e se
volete Malfoy lo avrete”.
Neville le strinse la mano e Luna iniziò a battere le
mani. “Pensavo un tema tipo delle Rane della Luna”, disse ed Hermione dovette
ricacciare indietro la risata che minacciò di sfuggirle alla vista dell’espressione
confusa di Malfoy.
“Sì, le Rane della Luna”, rispose innocente Hermione. “Sono
originarie della luna, vero, Luna?”.
“Oh, sì, ma Aldwyn Dwennon le ha portate qui sulla sua
Scopalinda 6. Ha detto a me e papà di averle liberate nelle paludi di Romney,
così avevo in mente di organizzare un viaggio per la prossima luna piena ed
andare a cercarle. Ovviamente, sono più belle con la luna piena. Sarebbe splendido
che venissi anche tu e potessi, professionalmente parlando, trarne spunto”,
disse Luna a Malfoy.
Malfoy guardò male Hermione, che rispose sorridendo
maligna, prima di mormorare qualche parola gentile su quanto gli sarebbe
piaciuto unirsi a loro.
L’incontro proseguì in quel modo per il resto del
pomeriggio.
Nonostante non provasse alcun desiderio di essere
coinvolta in qualsiasi progetto, Hermione si divertì enormemente. Ogni volta
che Malfoy le era sembrato convinto di poter riportare la conversazione verso
un tema più “normale”, lei aveva iniziato a parlare di qualcosa che, inevitabilmente,
aveva riportato la discussione su qualcosa di impossibile, per poi iniziare ad
osservare Malfoy che faceva del suo meglio per mantenersi professionale e non
prendere Luna a schiaffi.
Non fu più così compiaciuta quando, alle sette di
sera, Malfoy la contattò tramite Metropolvere per informarla di come Neville l’avesse
nominata responsabile principale in caso di bisogno e che lui, quindi, avrebbe
avuto bisogno di lei ogni lunedì sera dopo il lavoro per rivedere alcuni
aspetti che Luna desiderava assolutamente ottenere.
Per la barba di Merlino, lei nemmeno ci credeva, nel
matrimonio!
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Capitolo 4 *** L'Autografo ***
Autograph
L’autografo
Furono gli incessanti colpetti che distolsero l’attenzione
di Hermione dalla sua piacevole visita al Ghirigoro. I cinguettii appassionati
e gli occhi spalancati che vide la fecero accigliare ancora di più quando posò
lo sguardo preoccupato verso la figlia.
“Rose, cosa c’è?, le chiese.
Sfortunatamente, a Rose non era mai piaciuto andare al
Ghirigoro tanto quanto a lei e ad Hugo, quindi di sicuro non poteva essersi
eccitata per un libro. Di norma l’avrebbe lasciata alla Tana con i nonni e
qualsiasi cuginetto si fosse trovato lì mentre, quel giorno, aveva voluto
andare a comprare nei nuovi guanti da Quidditch e ad osservare la nuova Nimbus
3050, che si diceva essere ancora più maneggevole ai comandi della Firebot Mark
XI.
“È lui”, mormorò agitata Rose.
“Chi?”, chiese Hermione guardandosi subito attorno ma
non trovando altri che Hugo, che al momento esplorava felice la sezione di Cura
delle Creature Magiche. Era la sua materia preferita ed Hermione riceveva
spesso lettere di Hagrid in cui le diceva quanto il figlio fosse bravo e le
chiedeva se avesse potuto regalargli qualche animaletto pericoloso e
tecnicamente illegale per il compleanno (la sua risposta era sempre stata no).
“Draco Malfoy”, sussurrò Rose, scandendo ogni sillaba
con amore e provocando ad Hermione la solita risata.
Con gran disgusto della famiglia, Rose aveva
sviluppato una ridicola ossessione per il Cacciatore del Puddlemore United. Copiava
sempre tutte le sue mosse caratteristiche ed aveva la stanza zeppa di sue foto.
“Mamma, devi andare a chiedergli l’autografo!”, sibilò
imperativa.
“Perché non ci vai tu?”.
Ron fissò oltraggiata la madre. “Sai cosa mi succede di
fronte alle persone che ammiro. Divento tutta a macchie rosse e mi blocco, non
riesco mai a dire qualcosa che abbia senso. No, devi andarci tu per me!”.
Hermione fece una smorfia. “Tesoro, sai che tra di me
e Malfoy non scorre buon sangue”.
“Mamma, per favore!”, si lamentò Rose. “È cambiato, lo
sai. Ha partecipato al corso di rieducazione del Ministero dopo la guerra e
persino zio Harry dice che li aiuta sempre durante le ispezioni annuali a
Malfoy Manor. E poi io voglio davvero il suo autografo”.
Hermione, al Ministero della Magia, si era guadagnata
la reputazione di essere in grado di spezzare chiunque. Aveva riformato da sola
il Dipartimento per il Controllo e la Regolamentazione delle Creature Magiche,
facendo sparire tutta la vecchia guardia che si era opposta ai suoi piani di
rinnovo e miglioramento della legislazione riguardante le creature maltrattate
come gli elfi domestici. Al momento, stava facendo lo stesso al Dipartimento per
la Sicurezza. Sfortunatamente per lei, Rose aveva ereditato questo suo tratto
ed ora lo stava usando contro di lei sfoggiando quegli “occhi della condanna”,
come li chiamava Ginny.
“Oh, molto bene! Ma spero tu sappia di esserti appena
guadagnata il raddoppio di faccende domestiche per questa settimana!”.
Rose sorrise. “Grazie mamma, sei la migliore!”, le
disse.
Dirigendosi irritata verso il punto indicato da Rose, Hermione
trascinò irritata i piedi nella sezione di Pozioni.
“Pozioni! Mi pare dannatamente ovvio”, mormorò tra sé.
“Che cosa c’è, Granger?”.
Hermione si bloccò al suono di quell’accento
perforante che le trapanò le orecchie e prese un respiro profondo per
prepararsi a qualsiasi insulto Malfoy avesse in mente di lanciarle.
“Malfoy”, gli disse voltandosi a sinistra e vedendolo
appoggiato ad uno degli scaffali. “Che bello vederti”.
Lui alzò divertito un sopracciglio. “Ne sei sicura?”.
Digrignando i denti, Hermione annuì e riuscì a sorridere
leggermente. “Ma certo”.
“Divertente, perché mi sorpassi sempre facendo a finta
di non vedermi ogni volta che ci incontriamo al Ministero”.
“Oh, mi dispiace. Dovrei fermarmi e chiacchierare?”,
sbottò prima di riuscire a trattenersi.
“Ah, ecco qui la Granger che tutti amiamo ed adoriamo”.
“E questo cosa dovrebbe significare?”.
“Niente, solo che sei sempre un raggio di sole”.
“Immagino di trovare difficile fare la carina con
qualcuno che sperava nella mia morte”, gli sibilò.
Malfoy diventò subito serio ed Hermione si sentì
leggermente in colpa. Non perché poteva aver ferito i suoi sentimenti, ma
piuttosto perché doveva chiedergli l’autografo per Rose e per il momento era
solo riuscita a litigarci.
Malfoy si passò una mano tra i capelli prima di farla
cadere imbarazzato lungo i fianchi. “Sì, beh, le cose… le persone cambiano”,
mormorò.
“Così vorrei sperare”.
“Senti, mi dispiace”, le disse Malfoy con un tono
senza alcuna traccia di quell’arroganza tronfia che di solito la faceva
irritare. “So che non è stato esattamente corretto il modo in cui mi sono comportato
ad Hogwarts ma davvero non penso più quelle cose e so quanto io abbia sbagliato
anche solo a crederci”.
“Beh… ehm..”, balbettò Hermione, presa in contropiede
dal repentino cambiamento di argomento.
In ogni caso, non gli avrebbe mai detto che andava
tutto bene né pronunciato una di quelle classiche frasi gentili che,
socialmente, parlando, sarebbero state un’automatica risposta a delle scuse perché
davvero non se la sarebbe sentita, nonostante fosse una bella cosa che fosse
cambiato e non fosse rimasto un bigotto.
“Se c’è qualcosa che posso fare… non per farmi
perdonare, perché niente potrebbe, ma se ti serve qualcosa chiedi pure”.
Hermione sorrise. “Beh, divertente tu lo dica. Mia figlia
è una giocatrice di Quidditch ed una tua grande fa. Sarebbe contentissima se
potessi farle un autografo”.
Malfoy rise. “Sei seria?”.
Hermione annuì e lui ghignò. “Immagino di poterlo
fare. Come si chiama? Rose, vero?”.
“Come lo sai?”.
Lui scrollò le spalle adocchiando i libri sulle
mensole più vicine. Sorrise appena prima di prenderne uno ed estrarre una piuma
prendiappunti dal mantello. “Sono andato a vedere la prima partita di Scorpius
ed è stata contro i Grifondoro. La tua Rose mi ha sorpreso. È un talento
naturale”.
Hermione non riuscì a reprimere il sorriso orgoglioso
che le si materializzò sulle labbra. “Lo è, non è vero?”.
“Sì, deve aver preso da sua zia perché, se ricordo
bene, a te non piaceva volare mentre Weasley se la cavava sempre grazie alla
fortuna”.
“Uh, non riesci a rimanere gentile per più di un
minuto, vero?”.
Malfoy alzò le mani in segno di resa. “Non ti mentirò,
Granger!”.
“Sì, sì e, per la cronaca, io so volare”.
“Certo. Scommetto che nel tempo libero aiuti Rose ad
allenarsi con il Quidditch”.
Hermione imprecò ma prese il libro che le stava porgendo.
Sulla copertina aveva scritto un messaggio per Rose. Alzò un sopracciglio
notando quel lungo paragrafo in cui aveva descritto le qualità della figlia e
dato dei consigli su come migliorare.
“Grazie”, gli disse richiudendolo. Notò solo all’ora
che si trattava della sua autobiografia ed alzò gli occhi al cielo.
“Nessun problema”.
Hermione annuì e gli sorrise amichevolmente prima di
tornare da Rose.
“Ehi!”, la richiamò Malfoy. “Magari la prossima volta
che ci incontriamo al Ministero potremmo prendere un caffè?”.
Voltandosi ed alzando un sopracciglio, Hermione gli
rispose vaga. “Forse”.
Lui sbuffò e rise, scuotendo la testa prima di
salutarla con un cenno della mano.
Più tardi, quando andò a pagare i libri che lei ed
Hugo avevano scelto, nonché l’autobiografia autografata di Malfoy, Hermione scoprì
che aveva già lasciato istruzioni perché fosse tutto messo nel suo conto.
“Vedi? Te l’avevo detto che adesso è molto più gentile”,
disse Rose stringendosi contenta il libro al petto.
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Capitolo 5 *** Dolcetto o Scherzetto ***
Trick Or Treat
Dolcetto o Scherzetto
“Merlino, guarda quei ragazzini”, disse Draco indicando
il gruppo di bambini Babbani che affollava la strada in cerca di cioccolatini e
dolciumi. “Credono davvero sia così che si vestono le streghe?”.
Hermione gli tirò una gomitata nel fianco e gli sibilò
di rimanere in silenzio. Lui, invece, proprio non ci riusciva
Era la prima volta che gli capitava di passare il giorno
di Halloween tra i Babbani e, per il momento, ne era rimasto alquanto schifato.
Hermione, però, voleva che conoscesse i suoi genitori ed era stato quindi
invitato a cena quella sera, che casualmente coincideva con la festa. Il
campanello di casa non aveva mai smesso di trillare a causa di quei bambini che
chiedevano dolcetti.
“Avremmo potuto essere ai Manici di Scopa, a quest’ora”,
mormorò Draco mentre Hermione allungava un’altra manciata di caramelle ad un
bambino con addosso una specie di tuta verde tutta muscolosa.
“E quello cosa dovrebbe essere?”, le sussurrò all’orecchio.
“Zitto, Draco, è un Incredibile Hulk davvero carino”.
“Quello del filim di supereroi che piace così tanto a
te e Potter?”.
“Si chiama film e sì, quello. Hai detto che piace
anche a te”.
Draco scollò le spalle. “Sì, beh, volevo fare colpo”.
Hermione alzò gli occhi al cielo e gli passò l’enorme
ciotola da cui estraeva i dolci. “Tieni, facciamo cambio. Devo controllare le
patate arrosto.
“Non lasciarmi solo”, le disse preoccupato.
Lei si abbassò e gli diede un veloce bacio sulle
labbra. “Starai bene. Dai i dolcetti ai bambini e complimentati per i loro
costumi”. Notando la sua espressione, decise di rettificare. “Ripensandosi,
dagli i dolcetti e basta!”.
Mentre si allontanava verso la cucina sul retro della
casa, daco iniziò a chiedersi se avesse potuto infilare qualche merendina dei
Weasley in quella ciotola di leccornie. Almeno avrebbe rallegrato la sua
serata. Come al solito, però, Hermione sembrò leggergli la mente.
“E non osare aggiungere nessuna di quelle Mou Languelingua
che ti ho visto comprare ieri a Mielandia”.
Facendole una linguaccia per avergli rovinato il
divertimento, Draco lasciò cadere una manciata di cioccolatini dentro il
secchiello a forma di zucca che i bambini si portavano appresso ed iniziò a
pensare a tutti i modi in cui Hermione avrebbe potuto farsi perdonare per
quella serata.
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Capitolo 6 *** Intagliare le Zucche ***
6 - Pumpkin Craving
“Benvenuti alla quinta edizione annuale della sfida di
intaglio alla zucca del Paiolo Magico”, disse Hannah Abbott dopo essersi trasformata
la bocca in un enorme e davvero terrificante megafono.
Hermione rabbrividì a quella vista e sbuffò irritata quando
Draco Malfoy oltrepassò Luna Lovegood, l’unica barriera che quell’anno li
separava, e le disse. “Questa volta perderai, Granger”.
“Nei tuoi sogni, Malfoy. Sarà un piacere guardarti
piangere sopra la tua lanterna ed io riderò”.
“Partecipanti! Raccogliete gli strumenti ed iniziate
ad intagliare!”.
Per Hermione ormai era diventato motivo di orgoglio
vincere quella dannata competizione. Era stata un’idea sua metterla in atto, un
modo per portare una delle tradizioni babbane nella comunità magica che non
avrebbe consentito l’uso della magia. Per lei avrebbe dovuto essere una passeggiata
vincere quell’insignificante trofeo che aveva trovato in un piccolo negozietto
a Streatham, invece non lo era affatto, soprattutto perché era arrivato Malfoy che
aveva portato la sfida a tuto un altro livello. Ormai era ossessionata dal
volerlo battere.
Questa volta, comunque, lui non avrebbe vinto. Lo avrebbe
battuto e si sarebbe presa quella piccola coppa di plastica da quattro soldi.
Un’ora dopo, i capelli scompigliati ammassati in testa
ed il sudore che le cadeva dalle tempie, era piena di pappa di zucca fino ai gomiti
ed osservava orgogliosa la sua creazione. Era riuscita ad intagliare tre
streghe attorno ad un calderone fumante. Osservò Malfoy che, per rimanere fedele
alla sua natura, aveva intagliato un drago con le ali spiegate che sputava
fuoco. Era impressionante, doveva dargliene atto, ma non così classico tanto
quanto le sue streghe tratte dal Macbeth e sicuramente Hannah avrebbe notato la
cosa.
Malfoy fece una smorfia verso la sua zucca e sibilò. “Cos’è,
Granger? Siete tu, la piccola Weasley e Lunatica?”.
“Vaffanculo, Malfoy”, replicò lei.
Nessuno dei due presto alcuna attenzione alla bellissima
casa infestata che Luna aveva intagliato tra di loro. Quando vinse, rimasero
completamente attoniti.
Tre ore dopo, Hermione si ritrovò al bancone del bar
ad affogare i propri dispiaceri nel Whiskey Incendiario.
“Quella coppa era mia!”, si mormorò. “È la terza volta
in cinque anni che vince Luna! Ormai avrei dovuto celebrare la mia dolce
vittoria contro di te”.
Malfoy aveva la testa poggiata sulla mano e la osservava
assonnato. “Smettila di sproloquiare su quel dannato trofeo, Granger”, le
disse.
“Fammi smettere!”, lo rimbeccò.
“Bene”, sbottò lui, prima di abbassarsi e premere le
labbra contro le sue.
Hermione rimase di ghiaccio per una frazione di
secondo, sconvolta che Draco Malfoy la stesse baciando. Poi, si rese conto di
quanto soffici fossero le sue labbra e di come le ginocchia le tremassero per l’emozione.
Lo afferrò per la nuca e se lo strinse ancora più vicino per approfondire.
“Finalmente!”, esclamò Hannah da dietro il bancone. “Ne
ho piene le scatole di voi due che usate come due dementi la mia gara come una
specie di preliminari”.
Una risata roca si alzò dal resto del locale ed Hermione
sorrise contro la bocca di Draco. “Andiamo via da qui?”.
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