Una favola interrotta

di Stekao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CONFESSIONE ***
Capitolo 2: *** GUAI IN VISTA ***
Capitolo 3: *** PRIGIONIERE ***
Capitolo 4: *** DOVE SEI? ***
Capitolo 5: *** UNA DURA LOTTA ***
Capitolo 6: *** RIVEDERTI ***
Capitolo 7: *** A CASA ***
Capitolo 8: *** FESTEGGIAMO! ***



Capitolo 1
*** CONFESSIONE ***


1-CONFESSIONE

Quella sera Eriko aveva escogitato un piano per far trascorrere un appuntamento speciale a Ryo e Kaori.

Dopo aver dato ad entrambi dei vestiti eleganti, ed aver fatto indossare a Kaori una parrucca con la quale tentare di camuffarsi, con uno escamotage aveva fatto incontrare i due ‘casualmente’ nello stesso locale.

Ryo sembrava non aver riconosciuto Kaori e dopo averla aiutata a liberarsi da un tipo piuttosto molesto, l’aveva invitata a trascorrere il resto della serata in sua compagnia.

L’aveva nominata Cenerentola perché la ragazza, per tutta la sera, non aveva voluto confessargli il suo nome.

Kaori in realtà, stentava a credere che lui non avesse capito che si trattava di lei. Possibile che un po’di trucco e una semplice parrucca potessero ingannare lo sweeper numero uno del Giappone?

Ma aveva deciso di cogliere al volo quell’occasione, di fingere per una sera di essere una ragazza diversa e godere delle attenzioni che Ryo, per la prima volta, era in grado di darle.

La serata era trascorsa magnificamente, avevano finto per tutto il tempo di essere due fidanzati fino a quando, giunti al porto, Ryo aveva tentato di baciarla. A quel punto Kaori, presa dal panico per quella situazione irreale che si era venuta a creare tra loro, decise di allontanarsi da lui prima che le loro labbra si unissero.

Aveva sempre desiderato ricevere un bacio da Ryo, ma non così..non con l’inganno e non vestendo i panni di un’altra persona.

“Ryo” disse lei guardando l’uomo che era rimasto stupito nel vederla allontanarsi

“So che mi hai riconosciuto…” e così dicendo Kaori si tolse la parrucca distogliendo, imbarazzata, lo sguardo da lui.

Lo sweeper rimase a guardarla basito, senza riuscire a proferire parola.

“Non ha più senso fingere… e a questo punto a cosa varrebbe continuare? Io non so perché tu abbia voluto portare avanti questa farsa, ma so perché ho voluto farlo io…” la ragazza continuò a parlare, con la voce tremante e tormentando la parrucca tra le mani quasi a voler trovare un modo per riuscire a calmarsi

“Ecco… vedi… la verità è che..”

“Ti prego Kaori…”

“No Ryo.. Fammi parlare per favore..”

Ryo a quel punto decise di rispettare la sua richiesta rimanendo fermo ad aspettare che la ragazza continuasse, ma quando udì le sue parole il suo cuore sussultó.

“Io sono innamorata di te Ryo”

Kaori si bloccò, le era costato molto fare quella confessione e sperava che Ryo riuscisse a dirle qualcosa, ma lo sweeper continuó a tacere.

“Beh, speravo in una reazione diversa da parte tua, ma..”

“Kaori, io...”

“No, non ti preoccupare…tutto sommato mi aspettavo il tuo silenzio.

Non voglio metterti a disagio, ma è da tempo che ci penso, è da tanto che avrei voluto dirtelo e questa serata mi ha dato la spinta per farlo… dopo tutti questi anni dovevo farlo, lo dovevo a me stessa..

Forse lo hai sempre saputo, ma sentirmelo dire so che cambierà inesorabilmente le cose tra noi… non sarà più facile vivere e lavorare insieme, lo avevo messo in conto e probabilmente ho rovinato tutto..”

Kaori faticava a guardarlo negli occhi, sperava in cuor suo che lui la stringesse fra le braccia, che le dicesse che sì, da quel momento le cose tra loro sarebbero cambiate ma in meglio, e invece Ryo continuó a fissarla attonito, senza riuscire a dirle niente…

Fattasi coraggio, quindi, la ragazza continuó..

“Perché volevi baciarmi Ryo?”

“Beh.. ” disse lui completamente a disagio

“Ecco.. ho passato una così bella serata con te e allora…vedi… ”

Lo sweeper non riusciva a formulare un discorso di senso compiuto… avrebbe voluto dirle così tante cose ma lui no, non era coraggioso come Kaori, in fatto di sentimenti non lo era mai stato..

Vedendolo titubare, la ragazza in preda allo sconforto, riprese in mano in fretta la situazione

“Forse è stato solo un gioco per te.. Un modo per divertirti sperando che io non capissi.. ”

“No Kaori, io...”

“Lascia perdere, non cercare di trovare giustificazioni inutili… il tuo silenzio di poco fa è stato più che eloquente.

Non voglio crearti ulteriori imbarazzi e non voglio crearne neanche a me.. Va bene così, non parliamone più.

Ma nonostante tutto sento di doverti ringraziare perché con questa serata, per una volta, mi hai regalato la favola che ho sempre sognato…

Sono stata benissimo con te e non la dimenticherò mai”

E così dicendo Kaori, tentando di reprimere le lacrime che sentiva già inumidirle gli occhi, si voltó di scatto e corse via senza rendersi conto di aver perso un orecchino, che Ryo prontamente, raccolse da terra stringendolo forte fra le mani.

L’uomo rimase immobile a fissarla mentre si allontanava.

Non avrebbe mai creduto che Kaori sarebbe stata in grado di aprirgli il suo cuore. Conosceva la sua timidezza e quanto le fosse costato fare quel passo, ma lui no…sapeva di essere troppo vigliacco per fare lo stesso.

I giorni seguenti furono per entrambi un tormento.

Kaori, estremamente in imbarazzo, preferiva farsi vedere dal socio il meno possibile e Ryo, d’altro canto, aveva accolto di buon grado la sua decisione.

Kaori maledisse più volte se stessa per essersi lasciata andare con lui, le cose non sarebbero mai più tornate come prima e quella situazione stava cominciando seriamente a minare la loro affinità anche dal punto di vista lavorativo.

Qualcosa in city hunter si era spezzato per sempre.

La tensione fra i due era costantemente palpabile al punto che una mattina, Kaori, prendendolo alla sprovvista, decise di entrare nella sua stanza per parlargli..

“Ryo.. Posso disturbarti un attimo?”

Lo sweeper nel vedere lo sguardo affranto di Kaori, accolse la sua richiesta con non poca preoccupazione…

“Mi sento così stupida..” iniziò lei…

“È che ormai a conti fatti non credo che dopo quella sera riuscirei a fingere che niente sia avvenuto… e mi pare evidente che non ci riesci neanche tu.

Non possiamo andare avanti in questo modo, non volevo crearti dei disagi, ma ormai non si può più tornare indietro e comunque credo che aprire il proprio cuore non sia mai la scelta sbagliata…”

Ryo avrebbe voluto dirle qualcosa, trovare finalmente il coraggio per ammettere l’inammissibile e riuscire a soffocare quel senso di colpa lancinante, per non essere stato in grado di dirle la verità… stava quasi per cedere, quando lei lo anticipó nuovamente

“Sai, Sayuri aspetta un bambino”

Ryo la guardò stranito, cosa c’entrava Sayuri?

“Non guardarmi così… credevi davvero che non avessi capito chi fosse in realtà? E immagino tu lo abbia sempre saputo… magari è stata lei a chiederti di non dirmi la verità… Ma a questo punto non mi importa… io e lei siamo rimaste in contatto per tutto questo tempo… a breve nascerà mio nipote… mi fa strano anche solo dire questa parola.. Ci pensi? Ho una sorella e avrò un nipote… Beh, è da tempo che mi chiede di andare a trovarla e soprattutto in questo momento, avrebbe piacere le stessi accanto… e sai cosa avevo pensato di fare tempo fa? Avrei voluto chiederti di accompagnarmi…di andare a trovarla, insieme.

Ma a questo punto credo che questa sia l’occasione giusta per trascorrere del tempo con lei da sola, ho così tante domande da farle…

Non so come andranno le cose una volta lì.. Ma del resto non credo ti mancherà molto un impiastro come me sul lavoro” la ragazza sorrise tristemente prima di proseguire..

“Ecco… volevo solo informarti di questo. C’è un volo che parte fra pochi giorni”

Kaori fece una piccola pausa, sperava che Ryo la fermasse, che le rivolgesse un qualsiasi cenno, che però non arrivò.

Non le rimase altro da fare che voltarsi per raggiungere la porta

“A questo punto non mi resta che acquistare il biglietto. Adesso ti lascio, ho diverse cose da preparare”

Ryo, nel vederla uscire dalla sua stanza, rimase come pietrificato di fronte a quello che aveva appena sentito.

Odiava se stesso per il vigliacco che era, ma come avrebbe potuto fermarla? Non adesso, non dopo aver sentito nominare sua sorella, il fatto che volesse tornare da lei.. come avrebbe potuto impedirle di farlo? Sayuri era una parte della sua famiglia e lei meritava una nuova vita con la sua vera famiglia.

L’idea di perderla lo stava uccidendo, ma sarebbe stato disposto a tutto pur di proteggerla. Si sarebbe fatto da parte una volta per tutte perché Kaori aveva finalmente la possibilità di vivere al sicuro e non gliel’avrebbe negato per niente al mondo.

Tre giorni dopo Kaori partì per New York, ma prima della partenza avevano continuato ad ignorarsi il più possibile.

La ragazza infatti, non era stata in grado di scrollarsi di dosso il forte imbarazzo per quanto era riuscita a confessare, inoltre, il dolore provato per la consapevolezza di non essere ricambiata, l’aveva costretta più volte a reprimere le lacrime e non avrebbe mai voluto, per niente al mondo, che Ryo la vedesse piangere per lui.

Aveva deciso così su due piedi di partire, di scappare dall’ uomo che amava di più al mondo perché la situazione che si era venuta a creare in casa, la stava lentamente logorando…

Aveva bisogno di tempo e spazio per pensare ed era certa che non avrebbe mai smesso di amarlo, ma forse un giorno sarebbe stata in grado di guardarlo nuovamente negli occhi senza più provare quello stato perenne di agitazione e frustrazione nel quale era inesorabilmente caduta.

Ryo dal canto suo, si era fatto vedere in casa il meno possibile in quei giorni, avrebbe preferito di gran lunga che qualcuno gli strappasse il cuore dal petto piuttosto che assistere alla partenza della donna che amava, ma non lo avrebbe ammesso mai, preferendo come suo solito fingere che tutto andasse bene.

Il giorno della partenza, però, non si negò la possibilità di salutarla. Kaori preferì raggiungere l’aeroporto con un taxi, da sola. Prima di uscire di casa non riuscì a trattenersi e per la prima volta abbracció Ryo, seppur per pochi secondi, rilasciandogli un dolce bacio sulla guancia.

L’uomo si immobilizzó sul posto, gli era bastato quel semplice contatto perché sentisse il cuore fuoriuscirgli dal petto. La guardò varcare la porta pensando che non avrebbe dimenticato quel momento per il resto della sua vita.

…………………………

Nonostante tutto Kaori non aveva intenzione di cancellare completamente l’uomo dalla sua vita.

Il fatto che lui non ricambiasse i suoi sentimenti non lo rendeva colpevole di alcun reato.

Forse la sera in cui aveva tentato di baciarla, si era semplicemente lasciato prendere la mano.. Magari vederla vestita in maniera così diversa, così femminile rispetto al solito, lo aveva spinto a lasciarsi andare immaginando di essere davvero con un’altra donna.. Insomma, Ryo di fronte a un certo tipo di istinto, era sempre stato un cretino, ma non lo avrebbe di certo ignorato, o peggio odiato, per quello sbaglio.

I primi tempi la ragazza aveva quindi scritto a Ryo qualche messaggio, giusto per un saluto o per sapere come procedessero le cose a Tokyo, ma l’uomo le aveva sempre risposto in maniera secca e concisa, facendole quindi ben capire di non avere nessun interesse a dialogare con lei.

Così si era ritrovata spesso a pensare che, forse, coi suoi messaggi lo aveva anche disturbato durante alcuni dei suoi incontri amorosi, magari proprio lì…nella casa che negli ultimi cinque anni aveva considerato anche sua. Del resto, senza di lei, sarebbe stato finalmente libero di portare nella sua stanza qualsiasi donna volesse…

Questo triste pensiero cominciò a martellarle incessantemente nella testa, al punto che poco a poco Kaori, a malincuore, decise di mollare la presa smettendo di farsi sentire.

Per un po’ aveva sperato che, non sentendola più, si decidesse lui a fare il primo passo, che le scrivesse o la chiamasse ogni tanto per sapere come stava, cosa che però non accadde mai.

Era evidente che lui stesse meglio senza di lei e con il passare dei giorni e delle settimane, Kaori quindi capì che non sarebbe mai stato più possibile recuperare la vita di prima.

Per Ryo in realtà, ogni messaggio ricevuto, rappresentava una stilettata al cuore. Preferiva che Kaori vivesse la sua vita dimenticandosi di lui, per cui, per l’ennesima volta, aveva indossato quella maschera di indifferenza e strafottenza facendo credere a tutti, e a Kaori per prima, che la sua partenza non lo avesse toccato minimamente.

La realtà era che in quei mesi si era presentato al Cat’s eye molto più assiduamente del solito. Miki infatti, rimaneva l’unico punto di contatto che ancora aveva con Kaori.. Sapeva che le ragazze si sentivano spesso e che quindi, se Kaori avesse avuto un qualunque problema, Miki non avrebbe esitato un attimo a metterlo al corrente…

Per quanto lui non le chiedesse mai nulla esplicitamente, dimostrandosi sempre altamente disinteressato, la barista si era ritrovata più volte ad informarlo in merito alle ultime chiamate ricevute da Kaori… Seppur consapevole di non meritarsi i suoi racconti, sapeva quanto la ragazza sentisse il bisogno di condividere con qualcuno la mancanza dell’amica e lui si beava delle sue parole, immaginandosi la sua Sugar boy camminare per i viali di central park o cullare tra le braccia il suo splendido nipotino.

L’assenza di lei si faceva, però, ogni giorno più dolorosa e se le sue giornate senza Kaori, erano ormai un vero e proprio supplizio, le notti, se possibile, lo erano molto di più.. Non ne era passata una, da quando lei se ne era andata, in cui lui non l’avesse sognata.

E ormai di mesi dalla sua partenza, ne erano trascorsi ben cinque.

Finché una mattina, fermo al semaforo, Ryo credette di essere vittima di una allucinazione…

Kaori stava attraversando la strada davanti a lui.

“Sto diventando completamente pazzo.. Riuscirò mai a levarmela dalla testa?” disse fra sé e sé strofinandosi gli occhi per inquadrare meglio la figura femminile di poco prima.

Ma quando vide la ragazza piantare un martello in testa ad un uomo che camminava alle sue spalle e che aveva tentato di allungare le mani, non ebbe più alcun dubbio. Quella era Kaori.

Senza pensarci un attimo Ryo accostò la vettura e scendendo corse a perdifiato verso di lei.

“Kaori” gridò.

La ragazza, nel voltarsi, rimase attonita vedendo l’uomo arrivare trafelato davanti a lei.

“Ryo…” riuscì solo a pronunciare

“Sei tornata…” disse lui guardandola con lo sguardo completamente perso nei suoi occhi

Kaori, in imbarazzo, sentì il proprio cuore battere all’impazzata

“Sì.. Sono tornata da circa una settimana”

“Ma non hai detto nulla..” chiese Ryo stupito del fatto che nessuno fosse a conoscenza del suo ritorno

“Beh, io e te ormai non ci sentiamo da tempo Ryo”

Eccola lì la frecciata lanciata al momento giusto… Kaori era tornata certo, ma lui come poteva pretendere che lei lo avvertisse quando erano mesi che non si sentivano e le aveva fatto ben capire di non voler rimanere in contatto con lei?

“Miki ne è a conoscenza da un paio di giorni, avevo bisogno di sistemare alcune faccende… comunque ti avrei chiamato, ci sono ancora delle cose che devo riprendere da casa tua..”

“Ma quanto resterai? E dove hai alloggiato in questi giorni?”

“New York è splendida e il mio nipotino è il bambino più bello del mondo...con Sayuri sono stata bene, ma lei ha la sua famiglia adesso e io… beh, non volevo sentirmi di troppo. Lei avrebbe voluto che rimanessi per sempre e per un po’ anche io ho creduto che fosse possibile, ma anche se mi ha fatto piacere trascorrere del tempo con loro, ho capito che la mia vita è qui, a Tokyo. Sono troppo legata a questi luoghi..qui ci sono tutti i miei ricordi.. Ci ho provato, ma non sarei potuta stare lontano ancora per molto e non ho alcuna intenzione di tornare in America, se non in vacanza quantomeno.

In questi mesi sono rimasta in contatto con Eriko. Quando le ho espresso il desiderio di voler tornare mi ha trovato un appartamento in affitto vicino al suo e mi ha proposto di lavorare con lei.. Ha bisogno di qualcuno che le dia una mano in una delle sue boutique e che le faccia da modella una volta ogni tanto per qualche servizio fotografico”

Ryo di fronte a quella confessione, si sentì quasi mancare.. Kaori era tornata per restare.

“Beh Ryo, mi ha fatto piacere vedere che stai bene. Adesso devo andare..”

Ma prima che Kaori potesse accennare un passo, lui la bloccò.

“Ti andrebbe un caffè?”

“Un caffè?” richiese lei guardandolo stranita

Ryo cercó di riprendersi, non avrebbe voluto farla andare più via per niente al mondo, ma come suo solito, non poteva certo rischiare che lei lo capisse..

“Beh, al Cat’s eye..dai nostri amici.. Saranno felici di rivederti”

“Oh beh, non farei in tempo.. Devo essere da Eriko per le dieci, e comunque ho già visto Miki ieri sera. Adesso devo proprio scappare. Ciao Ryo”

Ryo a quel punto la lasciò andare, guardandola allontanarsi.

L’indifferenza con la quale gli si era rivolta, non poteva che essere la naturale conseguenza del completo disinteresse che per mesi le aveva dimostrato.

Che lo avesse definitivamente dimenticato? Ma del resto non era quello che aveva sempre voluto?

Sentì come una morsa stringergli il cuore.

L’aveva lasciata partire pensando che si sarebbe costruita una nuova vita lontano e invece Kaori era tornata, ma non da lui.

E del resto come avrebbe potuto pretenderlo? Dopo tutta la strafottente freddezza che le aveva riservato in quei mesi, pensava davvero che sarebbe tornata nella loro casa? Era solo uno stupido arrogante patetico presuntuoso.

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Capitolo 2
*** GUAI IN VISTA ***


2-GUAI IN VISTA

Kaori era tornata. Ryo continuava a ripeterselo costantemente nella testa e se prima non riusciva a dormire per il dolore di averla persa, adesso lo tormentava l’idea che lei non avesse più alcuna intenzione di avere a che fare con lui.

Del resto era più che ovvio. Lui aveva finto disinteresse per ben cinque mesi.

Ad ogni tentativo di contatto da parte di Kaori, aveva sempre risposto in maniera fredda e distaccata, ma era convinto che non sarebbe tornata mai più, voleva che lo dimenticasse, ed invece lei era di nuovo lì, ma niente sarebbe più stato come prima.

Per un po’ aveva creduto che fosse possibile continuare a fingere indifferenza. Continuava a ripetersi che il fatto che Kaori si rifacesse una vita senza di lui a Tokyo, non era poi così diverso rispetto a rifarsi una nuova vita a New York.. Ma questa convinzione non era durata molto.

Kaori era lì, poco distante da lui, e il bisogno di vederla aumentava di giorno in giorno.

Del resto, anche in quei cinque mesi lontani, si era spesso ritrovato a pensare di voler correre da lei, confessarle tutto e riportarla a casa, per poi però reprimere, come uno stupido, ogni proposito.

Ma saperla a Tokyo, lo mandava completamente al manicomio al punto da presentarsi al Cat’s eye alle ore più disparate nella sola speranza di incontrarla, ma erano passate due settimane dall’ultima volta in cui si erano visti e non aveva mai avuto fortuna.

Non sapeva come fare per poterla rivedere, certo sarebbe bastato chiamarla e dirglielo, ma figuriamoci… non avrebbe mai potuto esporsi così apertamente e quindi preferiva continuare a fingere indifferenza e a morire dentro.

Una mattina, però, il destino venne in suo soccorso.

“Accidenti come faccio adesso?”

Ryo sentì Miki lamentarsi non appena entrato al Cat’s eye.

Non fece in tempo a fiondarsi sulla bella barista che venne immediatamente fermato da un pugno ben assestato di Umi.

“Accidenti Umi, quando comincerai ad accogliere i clienti come si deve?” chiese Ryo massaggiandosi la guancia colpita

“Tu non sei un cliente, ma un parassita che farebbe meglio a rimanere a casa propria.. Che ti prende in questi giorni? non fai altro che venire qui a qualunque ora..” rispose Umi effettivamente scocciato di dover frenare i bollenti spiriti dell’amico più spesso del solito

“Lascialo perdere Umi.. E tu Ryo non potresti semplicemente andare da Kaori se vuoi rivederla? Adesso lavora con Eriko e difficilmente la vedrai qui al Cat’s eye durante il giorno…” disse Miki guardando lo sweeper con aria divertita

“Ma… ma che stai dicendo Miki? Non penserai davvero che venga qui per incontrare Kaori? ” ribatté Ryo senza riuscire a nascondere un evidente imbarazzo e cercando di distogliere subito l’attenzione parlando di altro..

Non prima di essersi dato mentalmente dello stupido… era ovvio che Kaori non andasse al Cat’s eye durante il giorno… lavorava, lei.

“Piuttosto tu, cosa avevi da lamentarti appena sono entrato?”

“Oh no niente, è che a Kaori si è rotto il cellulare e visto che io ne ho uno vecchio ancora ben funzionante, le avevo detto che sarei passata un’ora fa a portarglielo, ma poi ho avuto da fare e mi sono completamente dimenticata… tra poco arriveranno nuovi clienti per il pranzo e quindi….”

“Posso portarglielo io Miki” si offrì Umi, ma non fece in tempo a ricevere una risposta da parte della compagna, che Ryo la anticipó

“Ma Umi, tra poco arriveranno i clienti per il pranzo e Miki avrà bisogno di aiuto.. Se vuoi posso passarci io.. Mi scoccia un po’, avevo cose più interessanti da fare, ma non dovrei metterci molto”

Era più forte di lui, Ryo non sarebbe mai riuscito a sfilarsi la maschera di dosso. Ma Miki, perfettamente a conoscenza di come fosse fatto l’amico, aveva ben capito il suo gioco

“Ok, grazie Ryo…” gli si rivolse lei con un sorriso decisamente allusivo e porgendogli il cellulare da consegnare a Kaori.

Circa quindici minuti dopo, Ryo arrivò al negozio di Eriko.

Dall’esterno notó subito Kaori al bancone.

Era bella, bellissima e non aveva mai sentito il suo cuore martellargli nel petto come in quel momento.

Ovviamente, per nascondere l’imbarazzo nel doverla rivedere, fece l’unica cosa che sapeva fare… fiondarsi su Eriko non appena varcata la soglia del negozio.

Ma ci pensò la stilista a rimetterlo al suo posto con una ginocchiata.

Ryo, in preda al dolore, non poté però fare a meno di notare la compostezza di Kaori di fronte alla scena che le si era appena svolta davanti. Avrebbe dato qualsiasi cosa per ricevere una sua martellata come ai vecchi tempi, ma i vecchi tempi non c’erano più e neanche la sua Kaori.

“Cosa sei venuto a fare qui Ryo?” lo rimbrottó Eriko

“Sono qui per Kaori..”

La ragazza, a quelle parole, alzò lo sguardo stupita, per un attimo aveva creduto che…. E invece ciò che lo sweeper disse poco dopo mandó in frantumi in fretta le sue speranze

“Miki non è più potuta passare e quindi ha chiesto a me di consegnarti il cellulare..”

Quanto poteva sentirsi stupida.. Il cellulare certo, per quale altro motivo sarebbe mai potuto andare lì? E poi per quanto ancora il suo cuore avrebbe continuato a battere con quella frequenza alla sua sola vista? Avrebbe mai smesso di amare quel cretino senza speranze?

Sapeva che tornare a Tokyo, la sua città, non sarebbe stato semplice.. Ma aveva cercato in tutti i modi di evitare Ryo, non poteva certo precludersi la possibilità di vivere lì solo perché ci viveva anche lui… ma diamine, dal suo ritorno lo aveva rivisto solo due volte ed in entrambi i casi si era sentita morire.

“Ti ringrazio” disse lei prendendo il telefonino e sfiorando involontariamente la sua mano…

Quel lieve e breve contatto infuse in entrambi una scarica elettrica che li lasciò turbati per qualche secondo.

A quel punto Ryo avrebbe voluto trattenersi in quel negozio per il resto della giornata. Gli sarebbe bastato guardare Kaori al lavoro, tutto pur di non dover uscire da lì perché sapeva che una volta uscito, sarebbe stato nuovamente difficile trovare un’altra occasione per rivederla.

Ma non avrebbe potuto trattenersi oltre senza una scusa plausibile e così, a malincuore, salutó le ragazze ed uscì… non prima di aver rivolto un dolce sguardo in direzione della ragazza, assicurandosi di non essere visto.

I giorni passarono e il bisogno di lei si faceva sempre più impellente, al punto che Ryo si era ritrovato a compiere i gesti più strani ed illogici.

Una mattina infatti Kaori, uscendo di casa per recarsi al lavoro, nello scendere gli ultimi gradini del palazzo, vide Ryo, poco distante, camminare avanti e indietro lungo il marciapiede...

“Ryo, che cosa ci fai qui a quest’ora del mattino?” lo chiamò lei guardandolo sbalordita.

Lo sweeper, che non aveva assolutamente intenzione di rivelare di aver passato le ultime due ore a controllare i campanelli di tutti gli edifici vicini all’appartamento di Eriko, solo per scoprire dov’è che fosse l’abitazione di Kaori, fingendosi sorpreso le si rivolse

“Ah ciao Kaori, ma non dirmi che tu abiti qui! Che coincidenza eh? Io… io sono qui per un appuntamento...” e così dicendo si sentì l’uomo più furbo del mondo. Del resto aveva metodicamente studiato le giuste parole da dirle..

“Un appuntamento?” ripetè lei fingendo indifferenza, ma sperando che non trapelasse il suo vero, triste, stato d’animo.

Lo sweeper però, a quella domanda, sentì il bisogno di giustificarsi…

“Oh sì..con un informatore… devo ritrovarmi qui con uno dei miei informatori…”

“Capisco…che strana coincidenza…” rispose la donna sentendosi sollevata, ma odiandosi per questo. Quanto avrebbe voluto non sentire più alcun trasporto nei confronti di quell’uomo..

“Vuoi che ti accompagni a lavoro? Ho la macchina proprio qui..” chiese Ryo cercando di approfittare della situazione. Immaginava che Kaori, avendo deciso di non riprendere la sua vecchia Pandina verde, fosse sprovvista di vettura.

“Ma non avevi un appuntamento con uno dei tuoi informatori?” chiese la ragazza stranita

“Beh sì, però…” ma prima che lo sweeper imbarazzato per l’errore commesso, riuscisse a trovare una scusa appropriata, qualcuno lo interruppe

“Kaori eccomi!”

Si voltó per capire da dove provenisse la voce appena udita e si ritrovò davanti un ragazzo piuttosto aitante che, avvicinandosi a Kaori, non lo degnó di uno sguardo.

“Buongiorno Harumi”

Ryo rimase lì basito a fissare la scena. Chi diavolo era quel tipo?

Kaori a quel punto, si sentì in dovere di fare le presentazioni

“Ryo, questo è Harumi, il fratello di Eriko. È un fotografo e ogni tanto collabora con la sorella per qualche servizio fotografico.. Visto che abita qui vicino, quando può mi accompagna lui al lavoro.

Harumi, questo è Ryo… un mio ex collega”

“Piacere Ryo, dai Kaori andiamo… stamani quel servizio di bikini ci prenderà un sacco di tempo”

“Ok, allora ciao Ryo.. Buona fortuna con il tuo appuntamento”

“Eh?” Ryo rimase a fissarla imbambolato. Non ebbe neanche il tempo di realizzare che la vide entrare nella vettura di quel tizio e partire.

In pochi minuti tutti i suoi incubi sembravano essersi materializzati..

Eriko aveva un fratello giovane e prestante e se aveva percepito bene, e lui per certe cose aveva un sesto senso, Kaori non gli era affatto indifferente.

Il tizio la accompagnava spesso al lavoro e in più quella mattina avrebbe dovuto fotografare Kaori… in bikini.

Ok, era ovvio... la vita era arrivata a chiedergli di pagare lo scotto per le sue colpe.

Nei giorni che seguirono cercó di stare alla larga dalla sua abitazione.

Era dolorosa anche solo l’idea di vederla andare a lavoro o tornare con quel bell’imbusto e comunque quale altra scusa avrebbe potuto trovare?

Ormai aveva avuto la sua occasione con lei.. Anzi due o tre o infinite.. e le aveva tutte perse miseramente.

La splendida serata trascorsa insieme, era stato zitto e immobile come uno stoccafisso a guardarla mentre lei, con tutto il coraggio di cui era capace, gli confessava di amarlo. E il giorno in cui gli aveva detto che sarebbe andata via, per l’ennesima volta non aveva mosso un dito.. E poi, una volta lontana, aveva preferito continuare ad ignorarla nonostante lei, per un po’, avesse continuato a farsi sentire e a preoccuparsi per lui..

Perché diamine aveva così tanta paura di amarla?

Kaori a poco a poco cominciò ad abituarsi alla nuova vita.

Certo, il lavoro di commessa e di modella non le erano poi così congeniali.. Le mancava la vita da city hunter, a nulla sarebbe valso negarlo, ma tutto sommato aveva trovato un suo equilibrio e cercava di andare avanti come meglio poteva.

Pensava a Ryo costantemente, ma ormai da tempo aveva capito di dover rinunciare a lui, per quanto fosse maledettamente difficile.

In compenso aveva avuto modo di stringere nuove amicizie. Harumi era sempre molto gentile con lei, ed aveva conosciuto anche una nuova ragazza nel negozio di Eriko, Aina, una commessa proveniente da Hokkaido, ma trasferitasi a Tokyo per amore del marito e tra le due si era subito venuta a creare una rara sintonia.

Era capitato un paio di volte che si ritrovassero tutti insieme al Cat’s eye all’uscita dal lavoro e Ryo fu purtroppo testimone di uno di questi loro ritrovi.

Un pomeriggio infatti, Kaori, Harumi, Aina e il marito Masaki, si incontrarono al locale, al cui bancone Ryo stava bevendo una birra.

Seppur consapevole di correre il rischio di incontrarlo, Kaori non voleva negarsi la possibilità di frequentare il bar della sua migliore amica.

Il cuore le balzò nel petto non appena vide Ryo seduto al bancone, ma cercó di mantenere il più possibile una parvenza di indifferenza.

Cosa che fece anche lo sweeper nonostante si sentisse morire nel vedere con chi era appena entrata la donna che amava.

Sembrava proprio un’uscita a quattro.. Aina col marito e Kaori… con Harumi!

Arrivata al bancone la ragazza fece le dovute presentazioni, Ryo però sembró del tutto disinteressato alla faccenda. Strinse la mano ad Aina e Masaki e fece un lieve cenno del capo ad Harumi per pura formalità, dopodiché tornó a bere la sua birra come se niente fosse.

Non riuscì però a reggere per molto la vista di quei quattro seduti al tavolino insieme e soprattutto di Kaori così vicina a quel tipo. Finita la birra quindi, uscì dal locale immediatamente.

Non appena raggiunse la strada, Kaori non poté fare a meno di guardarlo dalle vetrate.

Si ritrovò tristemente a pensare, per l’ennesima volta, che a lui non importava niente di lei, né tantomeno dei suoi nuovi amici e della sua nuova vita… e che mai le avrebbe chiesto di tornare da lui. Avrebbe dovuto farsene una ragione in fretta o quel dolore nel suo cuore avrebbe finito con l’ucciderla.

Altri giorni trascorsero e il rapporto tra Kaori e Aina andò via via intensificandosi al punto da ritrovarsi spesso solo loro due, dopo il lavoro, per un aperitivo o una cena insieme.

Ma fu proprio durante una delle loro serate che accadde l’inimmaginabile.

Avevano appena finito di cenare in uno dei localini lungo il porto, ma prima di recarsi a casa, Aina sorprese Kaori con una rivelazione…

“Sono incinta” le disse

Kaori, al settimo cielo per l’amica, non poté fare a meno di stringerla in un forte abbraccio.

“Oddio Aina, ma di quanti mesi sei? È una notizia bellissima!”

“Sono solo al secondo mese.. Ho un po’ paura ad informare Eriko.. Tra poco si ritroverà una commessa grossa come una balena, ma almeno la smetterà di chiedermi di posare per le sue creazioni” le due ragazze scoppiarono a ridere, fino a che a Kaori parve di percepire una presenza vicino a loro..

Non fece in tempo a reagire che un’ombra si scagliò su Aina placcandola e puntando poi una pistola in direzione di Kaori.

“È bello rivederti Aina” disse l’uomo ostentando sicurezza

“Mi dispiace di aver messo in mezzo anche la tua amichetta qui.. Ma era una occasione troppo ghiotta perché io non potessi coglierla.. Credevi davvero che ti avrei lasciata andare?”

Aina, completamente impietrita, rimase in silenzio.

Alcune lacrime cominciarono a solcarle le guance.

Kaori invece, tirando fuori tutto il coraggio che l’aveva sempre contraddistinta, lo affrontò..

“Chi sei? Cosa diavolo vuoi da noi?”

“Aina sa benissimo chi sono… mi dispiace dolcezza, ma dovrete fare entrambe un bel viaggetto con me adesso…”

“Io non vengo proprio da nessuna parte con te!”

“Vuoi che ti pianti una pallottola in mezzo alla fronte? O vuoi che lo faccia alla tua bella amichetta qui..? Ho anche sentito che aspetta un bambino.. Sapevo che eri una sgualdrina!” disse l’uomo guardando Aina con disprezzo.

La donna iniziò a piangere, sopraffatta dal terrore.

Kaori a quel punto, spaventata all’idea che l’uomo potesse fare del male all’amica e al bambino che portava in grembo, non poté fare a meno di ubbidire…

A passi lenti, entrambe le donne si avviarono verso un furgone parcheggiato a pochi metri di distanza. L’uomo, senza smettere di puntare contro di loro la pistola, le fece salire sulla parte posteriore.

“Queste ovviamente le prendo io” e così dicendo tolse in malo modo le borse dalle mani delle ragazze richiudendo poi in fretta il portellone.

Salì sul lato guida guardandosi intorno con aria circospetta e partì nel buio della notte.

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Capitolo 3
*** PRIGIONIERE ***


3 – PRIGIONIERE

All’interno del furgone, Aina non aveva smesso un minuto di piangere.

“Aina calmati” disse Kaori cercando di confortare la ragazza.

“Riusciremo a cavarcela, vedrai”

Kaori era in realtà terrorizzata quanto l’amica, ma non avrebbe mai voluto che Aina lo capisse.

Si era ritrovata spesso, nella sua vita, in situazioni simili, ma prima faceva parte di city Hunter, poteva contare su Ryo e soprattutto sapeva di avere sempre qualche ricetrasmittente nascosta tra gli abiti, ma ormai la sua vita era cambiata da tempo e in quell’occasione non sarebbe stato possibile per nessuno sapere che fine avessero fatto.

Ripresasi dallo sconforto, tornó a rivolgersi all’amica

“Devi raccontarmi cosa sta succedendo, chi è quell’uomo?”

“Scusami, scusami Kaori per averti messa in questa situazione” continuò a disperarsi la ragazza

“Quello è Ken..siamo stati insieme per qualche tempo quando vivevo ad Hokkaido. È a causa sua se sono venuta a Tokyo… sono scappata”

“Che vuol dire che sei scappata?”

“Ken è un uomo malvagio Kaori… purtroppo me ne sono accorta troppo tardi. Ha reso la mia vita un inferno e quando ho cercato di interrompere la relazione, lui…”

Aina si interruppe, riuscendo a proseguire solo dopo diversi istanti…

“Sono riuscita a scappare e ho vissuto in diverse città prima di approdare a Tokyo.. Poi qui ho conosciuto Masaki e ho provato a ricominciare. Sono passati due anni dall’ultima volta in cui ho visto Ken, pensavo si fosse rassegnato… ma certi uomini non cambiano mai. Ho fatto un errore.. Ho abbassato la guardia e adesso… adesso lui me la farà pagare per averlo ingannato… e per causa mia ho messo nei guai anche te” la ragazza scoppiò nuovamente in un pianto ininterrotto

Kaori, nel sentire la sua storia e nel vederla in quello stato, non poté che stringere Aina tra la braccia e pensare che le cose sarebbero state più complicate del previsto.

Ryo, nella sua stanza, continuava a girarsi e rigirarsi nel letto. Non riusciva a prendere sonno.

In realtà erano ormai diversi mesi che non riusciva a dormire in maniera serena e continuativa. I suoi sonni finivano sempre per essere interrotti da terribili incubi, nei quali, la separazione da Kaori, la faceva da padrone.

Ma quella notte, si sentiva in preda a cattivi presentimenti.

Non sapeva spiegarne il motivo, ma la sensazioni provate, non facevano presagire niente di buono.

Dopo circa due ore di viaggio, Kaori e Aina sentirono il furgone fermarsi.

Quando il portellone si aprì Ken, con un ghigno, le guardò soddisfatto.

“Ben arrivate nella vostra nuova casa mie care…scendete lentamente.. E non cercate di fare le furbe in alcun modo o non esiterò a farvi secche all’istante” disse l’uomo puntandogli contro la pistola e illuminando il loro cammino con una torcia…

“Ti prego Ken… sii ragionevole.. Perché ci stai facendo questo?”

“Tornerai ad essere mia, cara Aina… è tutto quello che voglio”

“Ma lascia andare almeno Kaori.. Lei non c’entra niente!”

“Stai scherzando vero? Così potrà andare a informare subito la polizia.. Mi hai preso per stupido? E poi è molto carina… perchè divertirmi con una, se posso farlo con due”

A quelle parole una goccia di sudore freddo percorse la schiena di Kaori, la quale in tutto quel tempo, non aveva fatto altro che pensare a come poter uscire in fretta da quella situazione.

“Adesso muovetevi!” continuó l’uomo urlando…

Le ragazze videro a poca distanza, un vecchio casale per metà diroccato. Realizzarono solo in quel momento, con orrore, di essere finite completamente in mezzo al nulla.

Era troppo buio perché potessero notare la presenza di altre abitazioni nei dintorni. E anche se ci fossero state, a quell’ora della notte difficilmente avrebbero potuto notare luci accese.

Quando varcarono la soglia di quel casale, furono accolte da un ambiente completamente malsano.

C’era spazzatura ovunque, pezzi di calcinacci, mattoni e un evidente tanfo derivante, con molta probabilità, da diverse carcasse di animali sparsi per tutto il pavimento.

Le ragazze non poterono trattenere un conato di vomito.

“Non mi pare il caso di fare le schizzinose” gli si rivolse l’uomo avendo notato i loro sguardi allibiti

“Non ho trovato niente di meglio per il vostro soggiorno. Nei prossimi giorni finirò di riordinare, ma nel frattempo ho aggiustato qualcosina e soprattutto ho sistemato la stanza che ho pensato per voi, non temete”

E così dicendo le condusse in una camera piuttosto angusta al cui angolo erano sistemati un materasso con una coperta, una sorta di lampada da campeggio e un secchio che, con molta probabilità, avrebbe dovuto raccogliere i loro bisogni.

Nessuna finestra. Nessuna possibilità di fuga.

“Mi dispiace dolcezza” disse l’uomo rivolgendosi a Kaori

“La tua presenza non era stata calcolata.. Dovrete condividere l’unico letto presente. Fatevi una bella dormita adesso… avremo tutto il tempo per parlare… e divertirci” e così dicendo, Ken chiuse a doppia mandata la porta e le lasciò sole.

Kaori non poté fare a meno di pensare che quella stanza fosse stata preparata appositamente per accogliere un prigioniero.

Il materasso e la coperta avevano, tutto sommato, un aspetto dignitoso. La porta, rigorosamente blindata, sembrava nuova.. Probabilmente acquistata e montata per l’occasione.

La casa sembrava immersa in aperta campagna. Visto il suo stato decadente, con molta probabilità era disabitata da decenni e senza altre case nei dintorni… un luogo perfetto per recludere qualcuno con la certezza di non essere scoperti.

La quantità di immondizia che avevano scorto appena entrate, faceva sospettare che l’uomo avesse trascorso lì dentro diverso tempo… sicuramente per poter dare una sorta di sistemata a quello che sarebbe diventato il loro luogo di prigionia.

Forse erano settimane, se non mesi, che Ken si stava dedicando minuziosamente a quel piano cercando il posto adatto in cui nascondere Aina.

È davvero pazzo, pensò Kaori con orrore.

Al mattino Ryo si presentó al Cat’s eye sentendosi completamente uno straccio.

Aveva dormito solo un paio di ore e quel senso di agitazione che aveva percepito la notte precedente, non lo aveva ancora abbandonato.

“Preparami un caffè forte Miki per favore”

“Accidenti Ryo, neanche dopo essere finito sotto uno dei martelli di Kaori hai mai avuto un aspetto così orribile”

A quell’affermazione lo sweeper non poté fare a meno di sorridere. Avrebbe senz’altro gradito di nuovo una martellata dalla ex socia, se quello avesse significato riaverla con sé.

“Come mai sola stamattina? Hai finalmente deciso di lasciare quel pelatone di Umibozu? Sarebbe la scelta più saggia della tua vita”

“Smettila di fare il cretino Ryo.. Umi è solo uscito per comprare delle cose per il locale.. E comunque stare con lui è la cosa migliore che potesse capitarmi invece. Non credo che tu sia proprio la persona adatta per dire agli altri cosa sia giusto o non giusto fare…anche perché non mi pare che le tue scelte personali si siano rivelate molto intelligenti”

Colpito e affondato. Ryo aveva perfettamente capito dov’è che Miki volesse andare a parare.. E purtroppo per lui, aveva proprio ragione.

Tornó a bere il suo caffè immergendosi nei suoi pensieri finché vide Miki rispondere a una telefonata e incupirsi… cosa che fece anche lui pochi istanti dopo, una volta sentita la barista parlare

“No Eriko, Kaori non l’ho vista stamani, ma cerca di calmarti...”

A quelle parole, Ryo, senza riflettere, si avvicinò strappando il telefono di mano all’amica… quel brutto presentimento era tornato a martellare prepotentemente nella sua testa

“Eriko, sono Ryo.. Cosa è successo?” chiese l’uomo con tono freddo

“Sono preoccupata Ryo… Kaori e Aina sarebbero dovute essere qui in negozio alle nove stamani.. Ma sono le dieci e non si sono presentate. Ho provato a chiamarle ma hanno entrambe il cellulare staccato. So che ieri sera sono andate insieme a cena.. Allo STAR LIGHT, quel locale sul porto…credo tu lo conosca..

“Sì infatti…” rispose l’uomo senza più riuscire a nascondere il profondo stato di agitazione nel quale era caduto.

“Mi hanno mandato dei messaggi mentre erano lì, quindi sono certa ci siano state… ma poi non so cosa possa essere accaduto…

Ho parlato col marito di Aina, ma lui è a Kyoto per lavoro, mi ha detto che la moglie gli ha augurato la buonanotte via messaggio poco dopo essere uscita dal locale. Lui non è a casa quindi era certo che fosse rientrata stanotte.

Mi ha telefonato lui stamattina preoccupato per non aver ricevuto il consueto messaggio del buongiorno da parte di Aina e dopo aver provato a chiamarla, ma senza alcun risultato. Adesso ovviamente sta tornando…

Non possiamo chiamare la polizia perché prima di ventiquattro ore non è possibile denunciare la scomparsa, ma anche tu conosci Kaori… non sarebbe mai sparita così, di sua spontanea volontà” Ryo percepì chiaramente quanto Eriko fosse turbata

“Scoprirò cosa è successo Eriko.. Farò di tutto”

Detto questo chiuse la comunicazione per avviarsi in fretta verso l’uscita.

“Cosa è successo Ryo?” chiese Miki notando lo sguardo cupo dello sweeper

“Kaori è scomparsa”

“Che vuol dire che è scomparsa?” chiese Miki in preda al terrore

“Lei e la sua amica non si sono presentate sul lavoro stamani, hanno il cellulare staccato entrambe e quindi…”Ryo si bloccò incapace di proseguire.. Mille pensieri giravano vorticosamente nella sua testa. Sarebbe sicuramente impazzito e non poteva permetterselo

“Vengo con te a cercarla!” disse Miki risoluta

“No, preferisco tu rimanga qui.. Semmai Kaori dovesse chiamare o venire…” Ryo sperava con tutto il cuore che una di queste due ipotesi si avverasse, ma ora più che mai non riusciva a liberarsi da quel terribile presentimento.

Varcó la soglia del locale e salì in fretta sulla sua vettura per recarsi al porto in cerca di indizi.

Una volta sul posto, cominciò a fare domande a chiunque incontrasse, ma nessuno sembrava aver visto le due donne la notte precedente.

Avrebbe dovuto attendere ancora qualche ora prima che lo STAR LIGHT aprisse per il pranzo, magari qualcuno dei gestori sarebbe stato in grado di dargli una mano.

Si rese però ben presto conto di brancolare completamente nel buio. Non aveva nessun indizio e soprattutto, da quando Kaori aveva smesso di lavorare con lui, nessuna ricetrasmittente avrebbe più potuto aiutarlo.

Cominciò a camminare avanti e indietro lungo la banchina, cercando di recuperare la calma e decidere quali passi seguire, quando un oggetto a terra attirò la sua attenzione.

Si avvicinò in fretta e abbassandosi, lo raccolse.

Sbarró gli occhi alla sua vista. Non c’erano dubbi. Si trattava proprio del portachiavi di Kaori, quello con le sembianze di Ryo, che lo aveva sempre divertito molto…

Gli si contrasse il cuore nel petto al pensiero che lei lo avesse tenuto ancora con sé..

Era successo altre volte che Kaori lo utilizzasse per informarlo di un imminente pericolo…un segnale in codice tra loro… e ormai non c’erano più dubbi, Kaori e la sua amica erano state rapite.

Strinse fra le mani quel prezioso oggetto… avrebbe ucciso chiunque avesse osato toccare la sua Kaori.

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Capitolo 4
*** DOVE SEI? ***


4-DOVE SEI?

Kaori e Aina non avevano chiuso occhio per tutta la notte.

La paura che quel pazzo potesse presentarsi da un momento all’altro, le aveva tenute sveglie.. Ma mentre Aina non era riuscita a smettere per un minuto di disperarsi, Kaori aveva cercato, per tutto il tempo, di trovare una soluzione.. Purtroppo però, vista la situazione, non sembrava ci fossero molte speranze di scappare.

Avrebbero solo dovuto attendere che il loro aguzzino tornasse.. Magari cercare di farlo ragionare, ma Aina in questo, non aveva dato adito a speranze… non sarebbe mai stato possibile far ragionare un pazzo come Ken.

“Aina, pensa al bambino che porti in grembo… devi smetterla di disperarti. Deve provare a rasserenarti.. Vedrai che in qualche modo riusciremo a farcela”

Kaori stava tentando con tutte le sue forze di infondere speranza e tranquillità nell’amica, ma Aina sembrava non voler sentire ragioni

“Tu non conosci Ken, Kaori… vuoi sapere perché sono scappata da Hokkaido due anni fa?”

Kaori, di fronte a quella domanda, non poté fare a meno di annuire, ma già sapeva che, ciò che avrebbe sentito, non le sarebbe piaciuto affatto.

“Sono stata insieme a Ken per circa un anno… all’inizio sembrava un bravo ragazzo, mi dedicava tante attenzioni, ma col tempo ho iniziato a notare un cambiamento in lui. Ha cominciato ad impedirmi di uscire con le mie amiche, mi controllava il telefono in ogni istante… qualunque scusa era buona per umiliarmi e mortificarmi… fino a quando, spinta dall’esasperazione, ho detto basta e l’ho lasciato… vuoi sapere lui come ha reagito? Mi ha picchiato talmente tanto da rompermi il naso e ho anche rischiato di perdere un occhio…”

Kaori a quella confessione, deglutì vistosamente…

“Mi ha soggiogato a tal punto che non sono neanche riuscita a denunciarlo.. Ma all’ospedale avevano capito tutto da soli per fortuna e la denuncia è partita in automatico… gli hanno dato qualche mese e allora io ne ho approfittato per scappare… non hai idea dello sguardo carico d’odio con il quale mi ha fissato per tutto il processo. Ho capito che, una volta uscito, non mi avrebbe dato tregua e allora ho deciso di cambiare vita… ad Hokkaido, del resto, non avevo nessuno… i miei sono morti diversi anni fa a distanza di cinque anni l’uno dall’altra.. Non ho zii, non ho fratelli… e sono certa che Ken mi abbia scelto proprio per questo.. Che si sia informato su di me prima di iniziare a corteggiarmi… una ragazza sola del resto, è più facile da soggiogare no?”

Kaori aveva ascoltato inorridita il racconto dell’amica.

“Ma tuo marito..?”

“No, lui non sa niente del mio passato… ho voluto preservarlo, impedirgli di soffrire con e per me… ma a questo punto, credo di aver sbagliato… se gliene avessi parlato, adesso avrebbe una pista da cui partire e invece…”

Aina non riuscì a finire la frase, lo sconforto la pervase nuovamente e per Kaori fu lo stesso.

Ryo intanto, si era presentato al locale nel quale, la sera precedente, Aina e Kaori avevano cenato insieme.

Era intenzionato a scoprire qualsiasi dettaglio che avrebbe potuto aiutarlo a seguire una pista per trovare le due amiche.

“Ah sì mi ricordo di quelle ragazze…della rossa soprattutto, un bel bocconcino davvero” disse uno dei gestori con fare lascivo al punto che Ryo avrebbe voluto piantargli un pugno in pieno viso, ma serró la mascella cercando di controllarsi…

“Sono uscite di qui intorno all’una… ma sembravano tranquille, ridevano quando se ne sono andate.. Non mi è parso ci fosse alcun problema”

Ryo sospirò sconfortato fino a che, uno dei camerieri, sentendo la discussione, prese la parola.

“Scusate se vi interrompo ma ho sentito che sta cercando le due ragazze che erano qui ieri notte”

“Sì esatto” disse Ryo cercando di recuperare un po’ di speranza

“Non so se può esserle utile, ma ieri notte, una volta uscito per gettare la spazzatura nei bidoni nel vicolo qui fuori, mi è caduto l’occhio su quelle ragazze… beh, insomma, chiunque si sarebbe girato a guardarle… ebbene, ho visto un tizio scendere da un furgone bianco e fissare con estremo interesse le sue amiche che stavano chiacchierando sulla banchina… beh ecco.. Io sul momento non ci ho visto niente di strano.. Anche perché questo tizio è rimasto lì fermo per diversi minuti. Non ha neanche tentato di avvicinarsi alle due. Continuava a guardarle rimanendo in lontananza, questo sì, ma insomma, del resto pochi minuti prima le stavo fissando anche io..”

Ryo avrebbe voluto piantare un pugno in testa anche a lui, ma per l’ennesima volta si trattenne e continuó invece a rivolgersi al giovane

“E non hai notato altro? Sapresti descrivere questo uomo? Ricordi la targa del furgone o almeno che tipo di furgone fosse?”

“No purtroppo non ho visto altro.. Da qui non è che avessi una visuale ottimale dell’uomo. Ho visto solo che indossava un giubbotto e un cappello… poi comunque mi sono soffermato fuori solo pochi minuti. Dopo aver gettato l’immondizia sono rientrato subito. Posso solo dirti che il furgone era uno di quelli col portellone sul retro e non di lato…”

“OK.. Ti ringrazio..” Se dovesse venirti in mente qualcos’altro ti prego di chiamarmi” e così dicendo Ryo scrisse in fretta il suo numero su un tovagliolo posizionato a uno dei tavoli, porgendolo poi al ragazzo.

“Aspetta” disse lui all’improvviso..

“Il furgone… aveva una grossa ammaccatura sul fianco destro.. Però ecco amico.. Non vorrei mettere nei guai uno che non c’entra niente… magari il tizio del furgone era solo interessato a farsi due passi qui sulla banchina e non c’entra con la sparizione delle due donne… io poi sono rientrato subito nel locale, potrebbe benissimo essere arrivato qualcun altro nel frattempo.. è vero che quel tizio fissava quelle ragazze con particolare interesse, ma insomma ecco, come dargli torto del resto..con due sventole così…”

“Ti prego di non parlare così di quelle ragazze” disse Ryo con sguardo di ghiaccio.

“Ok ok scusami tanto…”

“Comunque non preoccuparti” disse lo sweeper ritrovando la calma

“Ogni indizio può essere utile e tu sei stato prezioso.. Se il tizio del furgone non c’entra niente non hai di che temere” e dopo averlo nuovamente ringraziato, Ryo uscì dal locale.

Non aveva scoperto molto, ma almeno adesso aveva un piccolo indizio da cui partire… capì ben presto che da solo però, avrebbe fatto ben poco.

Tirò fuori il cellulare, scorse la rubrica, schiacció il pulsante e attese la risposta dall’altra parte del telefono.

“Ryo, cosa posso fare per te? Ricorda che sei tu a chiamare quindi non voglio sentir parlare di botte”

“Non ho voglia di scherzare Saeko”

La donna, nel sentire la voce di Ryo, non poté fare a meno di incupirsi. Se Ryo non aveva voglia di scherzare il motivo poteva essere uno solo...

“È successo qualcosa a Kaori, Ryo?”

“Kaori è scomparsa stanotte insieme ad una sua amica… temo siano state rapite. Purtroppo non ho molto su cui poter lavorare, ma ho fatto qualche domanda in giro e pare che ci fosse un uomo particolarmente interessato alle due… ha un furgone bianco con il portellone sul retro e una grossa ammaccatura sul fianco destro”

“Beh, è veramente un po’ poco Ryo…”

“Ti sto chiedendo di fare il miracolo Saeko… si tratta di Kaori e sai che non ti molleró fino a quando non sarai in grado di darmi qualcosa di più…”

“Ma sai quanti furgoni bianchi ci sono a Tokyo? Sempre se poi, quello di cui parli, sia stato immatricolato qui e non in un’altra città… Ci hai pensato? Abbiamo indicazioni troppo generiche e…”

“Non ho bisogno di sentire scuse adesso!” Ryo urlò e Saeko, dall’altra parte del telefono, si irrigidì. Non aveva mai sentito Ryo alzare la voce.. Men che meno con lei.

“Questa è l’unica pista che abbiamo, devi aiutarmi a trovarla… da qualche parte dovremo pur partire no?” continuò Ryo cercando di ritrovare la calma.

Il tono risoluto che aveva usato, toccò Saeko nel profondo.

Non aveva mai sentito Ryo così disperato…neanche dopo la morte del suo caro Hideyuki. Sapeva da tempo quanto Kaori contasse per lui e anche lei voleva molto bene a quella strana ragazza che, con la sua adorabile presenza, aveva ridato vita a tutti loro.

“Proverò a fare una ricerca in merito a questo furgone ammaccato allora..”

“Non devi provare…devi trovarlo” e così dicendo, Ryo staccò la comunicazione.

Al casale Kaori e Aina stavano chiedendosi che fine avesse fatto il loro carceriere. Era quasi mezzogiorno ormai e gli parve strano che per tutta la mattina non si fosse fatto vedere.

Vivevano costantemente sul filo del rasoio fino a che un rumore all’esterno le riscosse.

Poco dopo la loro porta si aprì bruscamente.

“Buongiorno mie belle donzelle.. Vi sono mancato? Ieri sera ero così euforico da essermi sbronzato appena rientrato a casa.. Dovevo festeggiare! Mi sono svegliato solo poco fa.. Spero possiate perdonarmi per questo ritardo…”

Ken le guardó con un ghigno soddisfatto, puntando loro contro la sua inseparabile pistola.

Aina, in preda al terrore, non riuscì a proferire parola, Kaori invece, per l’ennesima volta, non si fece alcuno scrupolo nell’affrontarlo

“Certo che ci sei mancato, mi chiedevo proprio quando saresti arrivato a farci compagnia…e comunque non importava tu ci dessi spiegazioni. La tua puzza si sente fino a qui e si sarebbe sentita lo stesso anche se tu non avessi bevuto. ”

“Ah ah ah.. Hai fegato ragazzina..ma ti toglierò in fretta quel sorriso sarcastico dalle labbra. Un paio di giorni con me e diventerai mansueta come un agnellino”

“Allora faresti meglio a spararmi subito perché preferisco la morte piuttosto che stare altro tempo con te”

“Kaori!” la redarguì l’amica al pensiero che Ken potesse davvero prendere in parola ciò che Kaori gli aveva detto.

“Vedrai… non sarà così male stare con me. Ad ogni modo per adesso vi ho solo portato il pranzo… non voglio certo vedervi deperire a causa mia” e così dicendo lanció verso di loro un paio di sacchetti.

“Devo fare delle commissioni..non avevo messo in conto la tua presenza rossina e avevo comprato una sola corda… Ma adesso me ne serviranno due..”

Kaori non fece in tempo a rispondere che Ken chiuse immediatamente la porta lasciando le ragazze nuovamente sole.

Un brivido freddo percorse le loro schiene…. Che diavolo aveva intenzione di fare con delle corde?

Ma non potevano e non dovevano pensarci.. In qualche modo sarebbero uscite di lì, Kaori non si sarebbe mai arresa.

“Mangia qualcosa Aina..”

“No, non ho fame..”

“Non dire sciocchezze, devi farlo… hai un bambino dentro di te di cui devi prenderti cura… fallo per lui… ti prego”

La ragazza guardò Kaori con profonda gratitudine…

“Come fai ad essere sempre così?”

“Così come?”

“Così dolce, forte e positiva… sei una persona fantastica Kaori.. E quel tizio che ti ha lasciato scappare è proprio un cretino”

“Di…di che tizio stai parlando?”chiese la ragazza in imbarazzo

“Andiamo Kaori.. Non me lo hai mai detto, ma io l’ho capito subito il giorno che ce lo hai presentato al Cat’s eye. E poi insomma… Eriko non è proprio brava a mantenere i segreti..”

“Non mi dire che Eriko… quell’impicciona!!

Comunque Ryo…beh…sì, ma prima o poi riuscirò a dimenticarlo...”

“In tutta onestà io non mi darei così per vinta…ho notato come lo guardavi tu, ma ho notato anche come ti guardava lui…mi è sembrato parecchio infastidito del vederti seduta accanto ad Harumi quel giorno al locale.. ”

“Oh no, ti stai sicuramente sbagliando… Ryo conosce già i miei sentimenti e il giorno in cui glieli ho confessati è rimasto lì a guardarmi come se fossi un fantasma. Se ripenso ancora all’imbarazzo che ho provato…la verità è che lui non prova niente per me.. Certo, di sicuro mi vuole bene ma… beh, non voglio pensarci… Ad ogni modo quando torneremo a casa Eriko mi sente!”

Le due ragazze sorrisero prima che una coltre di tristezza si posasse nuovamente su di loro. Per un attimo si erano soffermate a pensare al loro futuro… Lo stesso pensiero attraversò le loro menti…

A casa… ce l’avrebbero fatta davvero a tornare a casa sane e salve?

“Vedrai che ce la faremo…riabbraccerai tuo marito presto Aina.. Te lo prometto”

“E tu il tuo Ryo…” rispose la ragazza

Kaori arrossì… chissà se Ryo aveva saputo della loro scomparsa… Che la stesse cercando? Nonostante tutto sapeva per certo che non si sarebbe dato per vinto finché non l’avesse ritrovata… si fidava di lui e in quel momento, avrebbe dato qualunque cosa per rivederlo.

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Capitolo 5
*** UNA DURA LOTTA ***


5-UNA DURA LOTTA

Saeko si era messa immediatamente al lavoro contattando tutte le concessionarie della zona e facendosi fornire i nominativi di tutti i proprietari di furgoni bianchi col portellone sul retro.

Non risultavano furgoni rubati di recente quindi, almeno quella pista, era stata esclusa subito.

Aveva inoltre avvertito tutte le volanti, di fermare qualsiasi furgone bianco con una grossa ammaccatura sul fianco destro, qualora fosse capitato di avvistarne qualcuno.

Nel contempo aveva cercato anche di scoprire se fossero avvenuti incidenti nei paraggi nei quali fosse invischiato un furgone… insomma, si era buttata a capofitto in quella missione e non avrebbe mollato… Ma non perché era stato Ryo a chiederglielo. Voleva anche lei molto bene a Kaori, era la sorella dell’unico uomo che avesse mai amato nella sua vita.. Non l’avrebbe mai abbandonata.

Ryo, dal canto suo, si era presentato in fretta in questura per aiutare Saeko nelle ricerche, ma più le ore passavano più capivano quante fosse davvero complicata tutta quella situazione. Era un lavoro immenso che avrebbe richiesto tantissimo tempo, sapevano di non averne molto e la frustrazione cominciò ben presto a farsi sentire…

Del resto, la pista del furgone poteva rivelarsi totalmente sbagliata.

Avevano interrogato anche il marito di Aina che però, disperato, non era riuscito a fornire alcuna informazione utile.. Non aveva idea del perché la moglie potesse essere sparita e nessuna richiesta di riscatto era ancora giunta.

Brancolavano tutti completamente nel buio.

Il senso di impotenza di Ryo si fece ben presto più assillante, al punto che Saeko, nel vederlo così agitato, ne rimase profondamente turbata.

Sul lavoro lo aveva sempre visto molto freddo e concentrato, ma in quella occasione lo sweeper sembrava aver perso tutta la sua lucidità.

“Ryo, la troveremo…devi calmarti..” provò a dirgli lei cercando di tranquillizzarlo, ma lo sguardo di ghiaccio che lui le rivolse la geló sul posto.

“È Kaori, Saeko… come diavolo faccio a calmarmi? Qui le ore passano inesorabilmente e le nostre ricerche vanno troppo a rilento…. Se le succedesse qualcosa io…” Ma non riuscì a finire la frase perché per la prima volta il terrore prese il sopravvento… non fu più in grado di pronunciare altro.

“Non devi dirlo neanche per scherzo… sai com’è Kaori… non si farà di certo intimidire.. È una tipa tosta lei… non sarebbe potuta stare al tuo fianco per così tanto tempo, se così non fosse…” disse Saeko cercando di alleviare il suo stato d’animo… E per un breve istante ci riuscì. Le parve di percepire un piccolo sorriso sulle labbra dello sweeper.

È vero, pensó Ryo.. La mia Kaori è una forza della natura. Devo avere fiducia e sperare per il meglio… altrimenti rischieró di impazzire.

Il pomeriggio arrivò presto.

In un casale, a circa duecento km di distanza, due donne attendevano con estrema ansia, il ritorno di Ken.

Non sapevano cosa avesse in mente e vivere costantemente nell’incertezza, le logorava di ora in ora.

Quando sentirono l’uomo rientrare, entrambe sussultarono.

Era stato a comprare una corda… le donne deglutirono al pensiero di quello che avrebbe voluto farci.

“Eccomi tornato da voi… piaciuto il pranzo?”

Kaori detestava quell’uomo e ancora di più quel suo rivolgersi a loro in quel modo così naturale… come se non si rendesse conto di ciò che stava facendo davvero ad entrambe…

“Adesso tu vieni con me” disse Ken rivolgendosi ad Aina con fare sprezzante

“No, lei non viene con te da nessuna parte!” rispose prontamente Kaori mettendosi davanti all’amica come a volerla proteggere…

“Come puoi essere così malvagio?? Aina aspetta un bambino!”

“Non dire mai più quella parola!! Aspetta un bambino da un bastardo che farò fuori subito dopo aver fatto fuori voi due!! Lei era solo mia, come ha potuto finire nelle braccia di un altro e rimanere incinta?? Sei una sgualdrina!! E me la pagherai per avermi fatto finire in prigione, per avermi ingannato, per essere scappata da me”

Aina, di fronte a quelle parole e soprattutto, di fronte alla confessione di quel pazzo di voler uccidere anche il marito, crollò inesorabilmente.

Kaori, nel vederla così provata, la strinse forte a sé.

“Ti prego.. Sei ancora in tempo per fermare tutto questo…”

“Io non ho intenzione di fermare proprio niente… levati di mezzo. Aina, alzati!”

La ragazza tremante, non riuscì a muovere un muscolo.

Kaori, ancora davanti a lei, continuava a fissare Ken negli occhi senza dimostrare alcuna paura.

“Ti ho detto che Aina non viene da nessuna parte con te”

“Ok ragazzina… adesso mi stai davvero stufando. Ti insegnerò a comportarti con me come si deve”

E così dicendo si avvicinò a Kaori prendendola per un braccio senza smettere di puntarle la pistola contro.

A quel punto Aina, come risvegliatasi dal suo torpore, si alzó di scatto.

“Lascia stare Kaori!” e si fiondó su di lui cercando di disarmarlo. Ma Ken fu più veloce di lei e con una spinta la scaraventó all’angolo della stanza.

“Sei sempre stata un’incapace Aina… credi davvero di poter sopraffare uno come me? Ad ogni modo darò anche a te la tua lezione.. Ma prima la precedenza alla tua amichetta”

Detto questo trascinò Kaori fuori dalla stanza, chiudendo la porta alle spalle e lasciando Aina a disperarsi per la sua amica.

Ken riprese a stringere bruscamente il braccio di Kaori, spingendola verso un’altra stanza della casa che la ragazza non aveva avuto ancora modo di vedere. La pistola sempre puntata verso di lei.

“Metti giù quelle manacce!!” Gli urlò Kaori furiosa

L’uomo la guardò con disprezzo e la fece sedere con forza. Prese una delle corde che aveva precedentemente fissato alla sua cintura e legó Kaori alla sedia.

“Cosa hai intenzione di fare adesso?” urlò la ragazza che, nonostante fosse terrorizzata, non aveva assolutamente intenzione di dimostrarglielo.

“Voglio solo che tu capisca chi è che comanda”

“Ma perché fai tutto questo? Aina ormai ha la sua vita.. Anche tu potresti averne una tua, migliore..”

“Cosa sei? Una psicologa? Ho pensato a questo momento per tutto il tempo in cui sono stato dietro le sbarre.. Tu non puoi capire cosa si prova a passare i propri giorni e le proprie notti in carcere.. Ed è solo colpa di Aina!”

L’uomo continuava a sbraitare camminando avanti e indietro per la stanza come in preda a una sorta di delirio.

“Se sei finito in prigione la colpa è tua.. Sei tu che le hai fatto del male!”

“Ma lei voleva lasciarmi! Non avrei mai potuto sopportarlo… ha avuto ciò che si meritava”

“E credi che lei possa tornare con te adesso? Dopo tutto quello che ancora continui a farci…?”

“Se non vorrà tornare con me spontaneamente almeno avrò la mia vendetta e capirà una volta per tutte chi è che comanda… ma prima sarai tu a capirlo”

Kaori deglutì terrorizzata, ma mantenendo il suo solito atteggiamento imperturbabile, proseguì…

“Allora...prima di capirlo… Potrei almeno bere dell’acqua? Mi è concesso almeno questo? ”

L’uomo tornó a guardarla sollevando un sopracciglio e rimanendo completamente basito di fronte a quella richiesta…

L’aveva legata, la stava minacciando e quella gli chiedeva di bere? Non sembrava affatto turbata da tutta quella situazione. Che razza di amica aveva Aina? Certo che era strana forte…

“Tornerai a bere nella tua stanza quando avrò finito con te.. Se ne avrai ancora la forza”

Kaori deglutì vistosamente.

“L’acqua che ci hai portato stamani è già finita, non vorrai farci morire di sete?”

“Continui a parlare troppo. Vedi di stare buona e zitta che devo andare a pisciare... ”

“Sei un uomo disgustoso” gli urlò dietro lei nel vederlo allontanarsi.

Kaori, in preda allo sconforto, non poté fare a meno di rivolgere il suo pensiero a Ryo. Chissà se avrebbe mai potuto rivederlo.. Se sarebbe mai riuscita a riabbracciarlo… anche solo una volta… le sarebbe bastata una sola ed ultima volta.

Non si sarebbe mai data per vinta, ma la paura di non farcela aumentava di minuto in minuto… non aveva idea di cosa avesse intenzione di fare quell’uomo e il pensiero che potesse successivamente fare del male anche ad Aina e al suo bambino, la fece rabbrividire.

Persa com’era fra i suoi pensieri, si ridestó immediatamente non appena vide il suo carnefice rientrare.

Ken si avvicinò a lei fissandola con uno sguardo che non preannunciava niente di buono.

La ragazza lo vide appoggiare la pistola sul pavimento, afferrare un pezzo di legno tra quelli sparsi in quella stanza insieme a calcinacci, mattoni e rifiuti di ogni tipo, e avvicinarsi minacciosamente a lei…

“Quella non mi sembra l’acqua che ti avevo chiesto…”

Pronunció la ragazza in preda al panico nel vederlo brandire quel bastone.

L’uomo, nel sentirla per la prima volta vacillare, sghignazzó…

“Sono io che comando e non ho voglia di darti la tua fottutissima acqua. Tu non hai diritto di chiedermi niente”

Kaori vide l’uomo avvicinarsi sempre di più..

“Che cosa vuoi fare? Picchiare una donna legata? Inerme? Sei solo un lurido vigliacco!!”

“Ti darò solo una piccola lezione così vedremo quanto ancora avrai voglia di parlare dopo… ad ogni livido che vedrai, ti ricorderai di dover tenere la bocca chiusa”

Quell’uomo era davvero un mostro.

Kaori, la notte precedente, aveva pensato incessantemente ad un modo per uscire da tutta quella situazione…

Aveva con sé una lametta da barba, che conservava sempre nella tasca sul retro dei pantaloni. Una di quelle che, nel suo lavoro da city Hunter, l’avevano aiutata spesso a tirarsi fuori dai guai…

All’inizio aveva pensato di utilizzarla prendendo Ken alla sprovvista e magari attentando alla sua gola, ma in tutta onestà era quasi del tutto certa che non sarebbe mai stata in grado di compiere un gesto del genere e del resto, l’uomo, con molta probabilità, sarebbe stato molto più veloce di lei sparandole a bruciapelo.

Ma poi, aveva sentito quel tizio parlare di una corda e se aveva intenzione di comprare una corda, quasi sicuramente l’avrebbe usata per legarle. Quella sarebbe quindi potuta essere l’occasione giusta per utilizzare al meglio la lametta… l’unica occasione.

Non sapeva perché ancora continuasse a portare una lametta con sè.. Del resto utilizzarla come arma di difesa per le vie di Tokyo, era una idea del tutto ridicola, ma tenerla nella tasca dei pantaloni le dava comunque un senso di sicurezza e anche se ormai erano mesi che non lavorava più con Ryo, portandola a poco a poco ad abbandonare anche i martelli, la verità era solo una…city Hunter sarebbe stata una parte di lei per sempre.

Deformazione professionale.. Si ritrovó a pensare sorridendo… perché no, la commessa e la modella non sarebbero mai stati davvero lavori adatti a lei.

Non aveva informato Aina. Non voleva che si preoccupasse più del dovuto, ma sapeva che sarebbe giunto il momento in cui quella lametta le sarebbe risultata utile.. E quel momento era finalmente arrivato.

Accadde tutto in pochi secondi.

Lo aveva fatto parlare e gli aveva chiesto dell’acqua solo per guadagnare minuti preziosi necessari per tagliare la corda, ma anche se lui aveva deciso di non accontentarla e di non portarle da bere, si era comunque allontanato per recarsi all’esterno dell’abitazione per espletare i suoi bisogni e Kaori ringrazió il cielo per questo… non era certa che il suo piano avrebbe funzionato. Ma quali altre alternative avrebbe avuto?

Durante quei minuti preziosi, la ragazza, nel pensare incessantemente a Ryo sperando le desse tutta la forza di cui aveva bisogno, era riuscita a liberarsi da quella corda e non appena vide Ken avvicinarsi, non ci pensó due volte e, saltando dalla sedia, tentò di fiondarsi verso la pistola lasciata incustodita.

Una mossa azzardata sicuramente, ma del resto, non aveva nulla da perdere ed era l’unica occasione possibile che non avrebbe potuto sprecare.

L’uomo però, dopo qualche istante di smarrimento, riuscì a riacciuffarla immediatamente scaraventandola a terra e cominciando a colpirla con il ciocco di legno prima alle gambe, poi all’addome.. Kaori sentì improvvisamente un dolore lancinante, ma continuò a lottare come una tigre graffiando disperatamente il volto dell’uomo che la stava sovrastando, affinché mollasse la presa e la lasciasse andare.

Il suo intento era quello di liberarsi per riuscire a raggiungere la pistola, ma Ken era ovviamente molto più forte di lei.

L’uomo le sferró quindi un altro colpo lancinante alla gamba, poi due, tre, per assicurarsi che non potesse più rialzarsi. Kaori urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Si immobilizzó per qualche secondo, notando il profondo odio negli occhi dell’uomo… ma non avrebbe mollato.. Non avrebbe mollato mai seppure il dolore provato in quel momento, sembrava lacerargli l’anima.

“Sei una brutta stronza, non ti rialzerai mai più da qui” e così dicendo Ken alzó il braccio per colpirla in volto con quella mazza improvvisata, ma non fece in tempo.

Kaori, distesa com’era su quel lurido pavimento, in un ultimo disperato tentativo, era riuscita ad allungare il braccio ad afferrare un grosso mattone col quale colpì violentemente il volto dell’uomo. Al primo colpo Ken vacilló e quei minuti di smarrimento, misti a dolore, diedero il tempo a Kaori di riprendere bene la mira e con tutta la forza di cui era capace lo colpì nuovamente, fino a che lo vide crollare su di lei.

La ragazza, inorridita, spostò quel corpo esanime dal suo e fece per alzarsi, ma il dolore alla gamba non glielo permise. Quel bastardo gliel’aveva sicuramente rotta. Inoltre, il dolore all’addome sembrava aumentare di minuto in minuto, rendendole sempre più faticoso qualsiasi movimento. Calde lacrime cominciarono presto a solcarle le guance. Il dolore provato era insopportabile… ma non avrebbe potuto mollare proprio in quel momento.

L’adrenalina era ancora fortemente in circolo e l’avrebbe aiutata a compiere un ultimo sforzo.

Tornó a guardare quel corpo steso vicino a lei. Non poteva credere di averlo fatto davvero. Certe scene le aveva viste solo nei film eppure aveva funzionato.. I colpi ben assestati sulla testa lo avevano davvero messo KO.

Ma del resto di cosa si stupiva… Non era lei quella che riusciva a stendere il grande Ryo Saeba con una sola martellata?

Cercó quindi velocemente di recuperare il cellulare di quell’uomo, ma con orrore si rese conto che non lo aveva... Che fosse rimasto sul furgone? Continuò allora a frugare nelle sue tasche finché non trovò un piccolo mazzo di chiavi. Sperando con tutta se stessa che Ken non si risvegliasse, cominció a trascinarsi prima verso il punto in cui si trovava la pistola, poi verso la stanza in cui era ancora segregata Aina.

Una volta arrivata lì davanti, non riuscì però a sollevarsi per arrivare alla serratura.

“Aina mi senti?!” urlò Kaori sofferente

La ragazza, nel sentirla, non poté fare a meno di gridare dalla gioia

“Kaori sei proprio tu? Cosa è successo?”

“Non c’è tempo per le spiegazioni… ho la chiave della porta… Te la passo qui sotto.. Devi aprire da sola ok? Io non riesco.. Ken deve avermi rotto una gamba, non posso arrivare alla serratura e ho dolore dappertutto” così dicendo Kaori sfilò la chiave dal portachiavi sottratto, e la fece scivolare sotto la porta e pochi istanti dopo Aina aprì, ritrovandosi di fronte uno spettacolo agghiacciante. Kaori aveva un aspetto orribile, era pallida, sudata e dolorante, con tracce di sangue sui suoi vestiti e sul suo volto, ma era viva e tanto bastava perché l’amica fosse felice.

“Oddio Kaori, ma cosa è successo? Che fine ha fatto Ken?” disse guardandola con estrema preoccupazione

“L’ho colpito con un mattone..è di là.. Credo sia svenuto o magari a quest’ora…” ma non ebbe il coraggio di proseguire, un velo ricoprì lo sguardo di Kaori lasciandola pensierosa per qualche istante, prima di tornare a rivolgersi ad Aina

“Adesso devi scappare, devi uscire di qui e chiedere aiuto”

“No Kaori, io senza di te non mi muovo!”

“Devi farlo invece!” disse la ragazza in tono risoluto

“Ma non posso lasciarti qui così, io non voglio abbandonarti…”

“Se vuoi aiutarmi, è l’unico modo.. Prendi queste”

Kaori consegnó il piccolo mazzo di chiavi a Aina.

Come vedi c’è la chiave del furgone qui…io non posso camminare e non puoi certo trascinarmi sulle tue spalle fino a lì. Ken non aveva il telefono con sé, non so se lo ha lasciato sul furgone o se ci sono altre abitazioni nei dintorni, ma devi trovare il modo per cercare aiuto.. devi correre, adesso!”

“Ma cosa farai se Ken dovesse risvegliarsi?”

“Ho preso la sua pistola…non devi pensare a me adesso.. Pensa a te e al tuo bambino.. Ti prego Aina… ti prego”

La ragazza nel vedere gli occhi di Kaori così imploranti, non poté fare a meno di ubbidire

“Mi hai salvato la vita… e io la salverò a te” e detto questo Aina uscì da quella casa. Si guardò frettolosamente intorno per capire dove andare e, posando una delicata mano sul suo ventre, cominciò a correre in direzione del furgone che aveva avvistato.

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Capitolo 6
*** RIVEDERTI ***


6-RIVEDERTI

La prima abitazione che Aina intravide distava circa due chilometri dal casale.

Parcheggió nel viale e corse a perdifiato fino alla porta, suonando incessantemente il campanello.

Non aveva trovato alcun cellulare nel furgone di Ken, quella casa rappresentava, quindi, la sua unica speranza per cercare di risolvere le cose il più velocemente possibile.

Dopo qualche minuto un’anziana donna aprì e Aina, in preda all’emozione, iniziò a piangere e ad abbracciarla.

Ma si ridestó in fretta. Non c’era tempo da perdere.

“La prego signora” disse Aina ancora in preda ai singulti del pianto

“Ho bisogno del suo telefono, devo chiamare la polizia”

La donna titubó per un attimo, ma in tutta onestà la ragazza le parve sì strana, ma non un pericolo, pertanto la fece accomodare in casa.

Saeko e Ryo erano ancora nell’ ufficio dell’ispettrice a cercare di trovare il capo di quella ingarbugliata matassa, quando sentirono bussare.

Uno degli agenti si palesó

“Ci ha chiamato il marito della signora Aina Katou. A quanto pare la ragazza è riuscita a scappare. Siamo in contatto con il distretto di Nikko nel quale si trova adesso ”

“Kaori?!” chiese Ryo alzandosi dalla sedia su cui era seduto e avvicinandosi nervosamente all’agente

“Sembra che entrambe le ragazze siano state segregate in un casale della zona. C’è stata una colluttazione tra la signorina Makimura e il loro rapitore.. Stanno mandando una volante e un’ambulanza sul posto proprio adesso”

“Una colluttazione?? Ma Kaori come sta?”

“Aina Katou è stata costretta a lasciare la sua amica nel casale per poter scappare e chiedere aiuto. A quanto pare la signorina Makimura aveva una gamba rotta e qualche ferita sul corpo e sulla testa. Siamo in attesa di novità dalla polizia della zona” e così dicendo l’agente uscì dalla stanza.

Ryo deglutì vistosamente. Saeko non osava guardarlo sapendo perfettamente in che stato si trovasse l’amico in quel momento.

“Devo andare Saeko, avverti tu gli altri”

“Ryo, ma..”

“Niente ma, io parto per Nikko.. Ora! Mantienili tu i contatti con la polizia del posto e chiamami sul cellulare non appena saprai qualcosa. Se Kaori è ferita sicuramente la porteranno in ospedale, andrò lì ”

E lo sweeper, senza permettere a Saeko di dire altro, uscì in fretta sbattendosi la porta alle spalle.

Arrivò all’ospedale con mezz’ora di anticipo rispetto al consueto tempo necessario per arrivarci. Aveva corso come un pazzo per poter essere sul posto il prima possibile.

Durante il viaggio Saeko gli aveva comunicato che Kaori era stata ritrovata nel casale priva di sensi, così come il suo rapitore.

Non appena arrivò in ospedale, Ryo chiese subito informazioni all’accoglienza e corse in fretta verso la zona indicata.

Riconobbe in lontananza Aina in compagnia di due poliziotti.

“Sig. Saeba” fece lei con stupore, non appena lo vide arrivare

“Cosa è successo? Kaori come sta?” chiese l’uomo in preda al panico

“La stanno operando all’addome proprio adesso..quando l’hanno ritrovata era svenuta, a quanto pare a causa di una emorragia interna. Inoltre quel bastardo le ha rotto una gamba… se penso che ha subito tutto questo per proteggere me e il mio bambino… ”

Aina, appoggiando dolcemente una mano sul suo ventre, scoppiò in un pianto a dirotto. Ryo completamente attonito, non riuscì a dirle nulla.

“Ken è in coma farmacologico. Kaori lo ha colpito con un mattone e ha riportato un ematoma cerebrale… aspetteranno che si riassorba prima di risvegliarlo.. Ha avuto fortuna lo stronzo. Avrei voluto che morisse. Ma almeno la polizia mi ha assicurato che passerà molti e molti anni dietro le sbarre…forse, se siamo fortunati, non ne uscirà mai più”

Ryo, nel sentire quelle parole, da una parte si sentì rinfrancato..sia perché Kaori non aveva ucciso nessuno, sia perché, semmai le fosse accaduto qualcosa, avrebbe avuto il piacere di uccidere quell’uomo con le sue mani.

E non escludeva il fatto di poterlo fare comunque. Gli sarebbe bastato entrare nella camera di quell’uomo e piantargli una pallottola in mezzo alla fronte, ma cercó di calmarsi il più possibile.. In quel momento l’unica priorità era Kaori.

Ryo e Aina rimasero insieme in sala d’aspetto e la ragazza approfittò dell’occasione per raccontare all’uomo ció che era accaduto in quel casale, seppur anche lei non fosse pienamente a conoscenza di come fossero andate davvero le cose durante la colluttazione.

Lo sweeper rimase basito nell’appurare quanto Kaori fosse stata coraggiosa. Ne era orgoglioso…del resto l’aveva sempre considerata lui stesso una ragazza indomabile e se possibile sentiva di amarla ancora di più per quella forza e quella grinta che aveva dimostrato in una situazione talmente orribile, solo per proteggere la sua amica incinta.

Circa quaranta minuti dopo anche gli altri arrivarono in ospedale… c’erano il marito di Aina, Eriko, Harumi, Miki, Umi e Saeko…

Rimasero tutti in attesa che l’operazione di Kaori finisse.

Aina, dopo aver stretto il marito in un forte abbraccio, si allontanò con lui per raccontargli finalmente tutta la verità sul suo passato.

Poco dopo, videro uno dei medici uscire dalla sala operatoria. Ryo si fiondó immediatamente di fronte a lui.

“Siamo riusciti a bloccare l’emorragia. La paziente non ha riportato gravi ferite alla testa per fortuna. Presenta qualche contusione, ma tutto sommato è stata fortunata. Per quanto riguarda la gamba.. Beh, ci vorrà almeno un mese, ma si rimetterà in sesto completamente. Dopo tutto quello che ha subito, posso affermare con certezza che quella è davvero una ragazza fuori dal comune”

Ryo sorrise a quell’affermazione… la sua Kaori era speciale in tante cose e anche in quella occasione aveva stupito tutti. Era sana e salva.. E lo sweeper sentiva di poter toccare il cielo con un dito.

Aspettarono tutti pazientemente che Kaori si risvegliasse dall’anestesia… quando questo avvenne, dopo aver ricevuto il benestare da parte dei medici, decisero di recarsi dentro la sua stanza in piccoli gruppi.

Ryo stava per varcare la soglia quando Harumi, urtandolo in maniera brusca, lo superò ed entró per primo dirigendosi velocemente verso il letto di Kaori.

Non appena le fu davanti, le accarezzò il viso lievemente ferito

“Kaori… non hai idea di che spavento mi hai fatto prendere!!”

“Ci.. Ciao Harumi” disse Kaori piuttosto affaticata e in imbarazzo

Ryo nel vedere quella scena, avrebbe voluto prendere Harumi per il bavero della giacca e scaraventarlo giù dalla finestra.

Come diavolo osava avvicinarsi così tanto a Kaori? Sfiorare addirittura il viso con quelle sue luride manacce? Sarebbe dovuto essere lui il primo a vederla e ad essere visto.. Lui il primo ad accarezzare quel viso che gli era mancato terribilmente, lui e solo lui.

Sentì montare dentro di sé una rabbia incontrollabile, che però si placó all’istante quando vide Kaori voltarsi verso di lui

“Ryo...” Lo chiamó lei, guardandolo con occhi sognanti

E a quel punto non gli importó più di niente. Si avvicinò a lei scansando Harumi. La vista della sua Kaori sofferente su quel letto di ospedale, lo turbó profondamente… in quell’istante l’odio verso Ken riprese il sopravvento, ma lo sguardo di Kaori lo rabbonì.. Lei era lì con lui ed era viva, e quella era la cosa più importante.

Avrebbe voluto prenderle una mano, sfiorarle una guancia, dirle così tante cose… ma ciò che gli uscì detto fu solo

“Ciao Kaori.. Come ti senti?” avrebbe voluto tirarsi un pugno in testa da solo per quanto si sentiva stupido…

“Un pó dolorante.. Ma sono qui per fortuna” lei gli sorrise e a lui, nel vedere quel suo sorriso così dolce, parve di essere finito direttamente in paradiso.

“Sono felice di vederti…” Kaori pronunciò quelle parole con così tanta spontaneità…forse aveva osato troppo? Ma in quel momento non le importó affatto di dimostrare per l’ennesima volta ciò che sentiva… del resto aveva pregato tanto di poterlo rivedere e la sua preghiera era stata esaudita.

Allungò la mano e toccò quella di Ryo.

Lui a quel contatto si sentì pervadere da un calore profondo. Per l’ennesima volta era stata Kaori a compiere il primo passo. Anche in quella occasione, lui si era rivelato più codardo di lei… ma non appena le loro mani si sfiorarono, lui non esitó più e afferrando quella di lei con estrema dolcezza, la serró fermamente nella sua.

“E così lo hai steso con un mattone eh?”

“Beh, in mancanza di martelli…” sorrise lei..

“E poi non mi credono quando dico che sei una virago… ” la prese in giro lui sorridendole a sua volta con estrema dolcezza e continuando a guardarla intensamente negli occhi “Ho avuto davvero paura stavolta..mi hai reso un fifone Kao…” disse infine, e quella mano stretta nella sua, non avrebbe voluto lasciarla mai più.

Harumi ed Eriko cominciarono a sentirsi innervosito l’uno e in imbarazzo l’altra, la quale avrebbe voluto salutare l’amica ma che, vista la situazione, preferì rimanere in disparte… L’incantesimo tra i due sweepers venne però spezzato nel momento in cui, anche tutti gli altri, vollero entrare per salutare Kaori, contravvenendo così, a quanto raccomandato dal dottore.

Aina si avvicinò a Kaori con le lacrime agli occhi e le due cominciarono a piangere insieme per un tempo indefinito, per la gioia di essere finalmente libere e salve.

Ryo avrebbe voluto rimanere accanto a Kaori per sempre, ma il dottore poco dopo, li redarguì per aver disubbidito alle regole, facendoli uscire tutti immediatamente dalla stanza della paziente.

Non potevano stare in così tanti in camera sua. Kaori doveva riposarsi e doveva essere preservata dalle emozioni il più possibile.

“Per quanto dovrete tenerla qui ricoverata? Chiese Miki al medico, una volta usciti dalla stanza.

“Se tutto andrà come deve andare, tra circa una settimana la paziente sarà dimessa. Vive con qualcuno che potrà prendersi cura di lei?” chiese il dottore

“No, in realtà Kaori vive da sola” rispose Miki preoccupata

“Beh, mi pare evidente che non potrà essere lasciata sola una volta tornata a casa.. Per la gamba ci vorrà circa un mese di gesso, inoltre, vista l’emorragia all’addome, non dovrà fare grossi sforzi e dovrà quindi rimanere a riposo il più possibile”

“OK dottore.. Ci organizzeremo senz’altro” disse Miki ringraziando il medico e aggiungendo subito dopo, rivolgendosi agli altri...

“Kaori potrebbe venire a stare da me e Umi per il tempo che sarà necessario..”

“Anche io e mio marito ci renderemmo volentieri disponibili ad ospitarla” ribatté Aina

“Anche io e mia sorella potremmo trovare il modo di organizzarci per starle accanto...” aggiunse Harumi

Ryo di fronte a tutte quelle proposte, e soprattutto all’idea che Kaori potesse ricevere le cure e le attenzioni di Harumi, colse al volo l’occasione..

“Avete sentito il dottore… Kaori ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei costantemente… Miki, tu e Umi dovrete occuparvi del Cat’s eye, Eriko, anche tu e tuo fratello avete degli impegni lavorativi ai quali non potete sottrarvi… e tu Aina sei incinta e devi pensare a te e al tuo bambino… mi sembra ovvio che qui, l’unica alternativa possibile, sia che Kaori torni a casa con me.

C’è ancora la sua camera così come l’ha lasciata ed io beh… visto il lavoro che faccio posso anche evitare di accettare qualche incarico per un po’ di tempo…ed è per questo che rimarrò io qui in questi giorni, prima che la dimettano…prenderò una stanza in qualche hotel nei dintorni. E poi comunque c’è ancora quel tipo qui dentro e anche se è piantonato da due agenti, preferisco tenerla d’occhio io la situazione. Potete tornare a Tokyo ad occuparvi delle vostre faccende e stare tranquilli. Qui ci penso io. ”

“Tranquilli? Ma se tu non sei in grado di badare a te stesso.. Come pensi di poterlo fare per Kaori?” lo rimbrottó prontamente Eriko, ancora arrabbiata con Ryo per il modo in cui l’aveva lasciata andare via qualche mese prima…

Del resto era stata lei a pianificare la famosa serata al porto. Sperava che fosse l’occasione giusta per entrambi per aprire reciprocamente il loro cuore, e invece quello stupido aveva mortificato Kaori ancora una volta, rimanendo zitto mentre lei gli rivelava i suoi sentimenti e poi, come se non bastasse, l’aveva lasciata partire per New York senza muovere un dito…

Ancora innervosita quindi continuò…

“Lei si è presa cura di te per cinque anni e tu non l’hai mai aiutata neanche una volta nelle faccende domestiche.. Dovrei credere davvero che stavolta te ne occuperai seriamente? E poi insomma, come farai quando avrà bisogno di fare il bagno? No e no, io di te non mi fido”

Era vero, Ryo non dava solitamente dimostrazione di essere una persona molto attenta e presente con Kaori.. del resto, anche quella volta in cui la ragazza era stata operata a causa dell’appendicite, lui si era dimostrato piuttosto disinteressato e aveva lasciato che fossero altri ad occuparsi di lei…

Eriko aveva ragione… era proprio uno stupido.

“E dai Eriko” rispose Miki all’improvviso

“Ryo in fin dei conti non ha tutti i torti ed è l’unico tra noi che può davvero prendersi cura di Kaori a tempo pieno…

Quando lei avrà bisogno di aiuto per il bagno, le darò una mano io volentieri…ma sono certa che stavolta Ryo saprà stupirci” e così dicendo la ragazza lanciò allo sweeper uno sguardo piuttosto allusivo…

Sapeva quanto Ryo avesse sofferto durante la sparizione di Kaori, quanto la paura di perderla l’avesse scosso.

Per quanto tentasse di nasconderlo, teneva troppo a lei e chissà, magari quella spiacevole situazione gli avrebbe dato il giusto sprone per riuscire finalmente ad aprire il suo cuore…

Per la prima volta quel testone aveva fatto un passo verso Kaori spontaneamente… si era reso disponibile a prendersi cura di lei e a riportarla nella loro casa.. Miki decise di accogliere quei segnali e dargli fiducia.

Sperava fortemente che le cose tra loro, stavolta, andassero per il verso giusto.

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Capitolo 7
*** A CASA ***


7-A CASA

Erano passati quattro giorni dall’operazione di Kaori e la ragazza sembrava riprendersi ogni giorno di più.

Dal momento in cui aveva però saputo che sarebbe stato Ryo a prendersi cura di lei, tutti i vecchi fantasmi del passato erano tornati prepotentemente a farle visita.

Ne era ancora follemente innamorata e sapeva che, il doversi far aiutare da lui e tornare poi nella sua vecchia casa, non le avrebbe reso le cose facili.

Chissà come sarebbe andata una volta tornati a vivere sotto lo stesso tetto…

In ospedale del resto, nonostante fossero le infermiere ad occuparsi delle sue principali necessità, lui si stava prodigando molto per non farle mai mancare ciò di cui aveva bisogno.

Andava, infatti, a trovarla negli orari di visita per portarle vestiti o quant’altro potesse servirle, ma Kaori aveva percepito una sorta di disagio in lui nel dover rimanere da solo con lei, così che spesso Ryo preferiva uscire dalla sua stanza per fare due chiacchiere coi poliziotti che sorvegliavano la stanza di Ken.

Non avevano quindi avuto ancora modo di parlare molto da quando si trovava lì, finché una mattina lui riprese inaspettatamente il discorso…

“Non ho ancora capito cosa sia successo davvero in quel casale…”

“Beh, non c’è molto da dire.. Ken mi ha legata… voleva darmi una lezione a causa della mia lingua lunga, ma io sono riuscita a liberarmi e poi insomma…il resto lo sai”

“Ma come hai fatto a liberarti?”

“Avevo con me una lametta…”

“Le porti ancora con te?”

“City hunter farà sempre un po’ parte di me…” disse lei, evitando di guardarlo…

Ryo sorrise pensieroso…se Kaori avesse saputo quanto davvero gli mancava quella parte di city Hunter…quella metà di lui, che era lei…

“Sei stata brava..beh, in realtà sei sempre stata brava… non avevo alcun dubbio che avresti tenuto alto l’onore di city Hunter” riuscì a dirle spiazzandola completamente.

Kaori aveva atteso da tutta la vita un complimento da parte sua che invece, fino al quel momento, non era mai arrivato. Ed ora, cosa significavano quelle parole? La considerava ancora parte della squadra? A quel pensiero non poté fare a meno di arrossire vistosamente.

Ma, poco dopo, onde evitare che la situazione prendesse pieghe ben diverse, Ryo trovò, come sempre, il modo per rovinare quel dolce momento di confidenze…

“Mi ha detto Aina che hai esasperato a tal punto quel tipo per attirare la sua attenzione su di te… non ti pare però di essere stata un po’ incosciente Kaori? Sei sempre stata troppo impulsiva”

Lui la stava davvero rimproverando?

“Ma come, prima mi dici che sono stata brava e poi mi fai la paternale? Tu non c’eri, non sai davvero come sono andate le cose. Ho cercato solo di proteggere Aina e il suo bambino. Non avevo altra scelta. Non volevo che quell’uomo la toccasse… e speravo di poterlo mettere KO.

E poi lei ha un marito, un figlio in arrivo… aveva troppo da perdere… mentre io…

“Non dirlo!” la interruppe bruscamente lui…

Avrebbe voluto dirle che se le fosse successo qualcosa si sarebbe ucciso con le sue stesse mani, che senza di lei non avrebbe potuto e voluto vivere su quella terra un minuto di più e, invece, per l’ennesima volta, quello che riuscì a dire fu solo..

“Non devi pensarla mai più una cosa del genere! Ci sono un sacco di persone che ti amano Kaori, lo sai…”

La ragazza sorrise tristemente. Era solo una, la persona dalla quale si sarebbe voluta sentire veramente amata.

Lui le voleva bene, certo… ma l’amore, beh…quello era un’altra cosa.

I giorni passarono in fretta e giunse presto il momento delle dimissioni.

Kaori tentò di alzarsi per recuperare il paio di stampelle che l’ospedale le aveva messo a disposizione, ma non aveva preso ancora confidenza con quel gesso davvero troppo ingombrante… rischió un disastroso capitombolo, ma proprio in quell’istante sentì due forti braccia sollevarla.

“Vorresti romperti anche l’altra gamba per caso?” disse lo sweeper approfittandone per stringerla un po’ di più a sé.

Kaori, nel realizzare la situazione, cominciò ad arrossire vistosamente…

“Devo solo prendere dimestichezza con quelle maledette stecche… puoi lasciarmi andare, ci riprovo”

“Niente da fare signorina… non vorrei arrivare al parcheggio tra due ore… ti porto io fino alla macchina e tornerò a prendere tutto il resto dopo”

Si incamminó così verso l’uscita con Kaori fra le braccia.

Maledisse il fatto di aver parcheggiato la macchina troppo vicino. Avrebbe voluto e potuto camminare con Kaori stretta a sé, per chilometri.

Quel contatto con lei, sentire il suo respiro sul collo, lo stava mandando letteralmente al manicomio, ma non avrebbe potuto desiderare niente di meglio.

Una volta arrivato, a malincuore si distaccó da lei, adagiandola dolcemente sul sedile del lato passeggero per poi tornare in ospedale per recuperare le ultime cose rimaste.

Il viaggio di ritorno si svolse in maniera piuttosto silenziosa…

Mille pensieri vagavano nella testa di entrambi.

Una volta giunti a Tokyo, Ryo, per l’ ennesima volta, si prodigó nel prendere Kaori fra le braccia e salire tutti i gradini fino al loro appartamento.

Non appena aperta la porta, Kaori si sentì pervasa da una miriade di ricordi… del resto erano circa sei mesi che non metteva più piede là dentro.

Ryo, dal canto suo, faticava non poco nel celare la gioia di rivedere finalmente la sua Kaori nella loro casa.

La ragazza si distese sul letto della sua vecchia stanza e quel pomeriggio, a poco a poco, tutti gli amici andarono a farle visita.

Si presentó anche Harumi con un immenso mazzo di fiori.

Kaori nel vederlo, arrossì all’istante. Non aveva mai ricevuto fiori da un uomo in vita sua…

Ryo invece, non appena aperta la porta di casa, ritrovandosi davanti oltre ad Eriko, anche il fratello, ebbe l’impulso di richiudergliela immediatamente sul muso… quei fiori glieli avrebbe fatti mangiare volentieri… petalo dopo petalo… ma ovviamente fu costretto a fare buon viso a cattivo gioco, assicurandosi però che lui e Kaori non rimanessero mai soli nella stanza.

Tutte quelle visite aiutarono Kaori per un po’ a non pensare al fatto che da quel giorno, avrebbe di nuovo dovuto vivere sotto lo stesso tetto con Ryo. Ma ben presto arrivò il momento di affrontare la realtà.

Si sentiva in imbarazzo all’idea che dovesse essere lui a prendersi cura di lei. In cinque anni era sempre stato il contrario… ma tutto sommato Ryo se la cavó egregiamente. Le portava colazione, pranzo e cena in camera.. Non che fosse in grado di cucinare grandi pietanze, ma cercó comunque di fare del suo meglio.

Ogni tanto bussava alla sua porta per chiederle se avesse bisogno di qualcosa, o la aiutava a recarsi in bagno dove comunque Kaori, grazie alle stampelle, riusciva a fare tutto autonomamente, evitando, ovviamente, che ci fossero ulteriori imbarazzi fra i due.

Per la doccia la aiutava Miki recandosi periodicamente nel loro appartamento e fu in occasione di uno di questi incontri, che Ryo, casualmente, si ritrovò ad ascoltare alcune chiacchiere fra le due.

“Come stanno andando questi giorni qui Kaori? Ryo si sta comportando bene?” chiese una curiosa Miki

“Oh beh, è davvero molto gentile.. Mi porta colazione, pranzo e cena in camera, mi chiede spesso se ho bisogno di qualcosa… insomma, lo avresti mai detto? Solo che...” La ragazza si interruppe per un attimo, per poi proseguire…

“No, lascia stare…”

“E perché? Cosa succede Kaori? Dai dimmi…”la incalzó Miki

“No, è che… Sto tutto il giorno chiusa qui dentro… Ryo mi porta da mangiare, ma a parte questo non si sofferma mai a parlare con me… a farmi compagnia… non so perché si sia offerto di aiutarmi, mi pare evidente che la mia presenza qui sia un peso per lui…forse lo metto a disagio e in più gli sto facendo perdere sicuramente diversi incarichi”

Ryo nel sentire quelle parole, si sentì improvvisamente in colpa. Che diavolo stava facendo? Aveva deciso di ospitarla a casa per riaverla di nuovo vicino a sé e aveva finito per ignorarla…di nuovo. Le cattive abitudini erano dure a morire… ma non sapeva come approcciarsi a lei.. Perché diamine quella donna lo metteva così in crisi?

“Andiamo Kaori” rispose Miki

“Lo sai Ryo come è fatto.. Ma mi pare che stia dimostrando di tenere molto a te…”

“Sarà..” rispose Kaori sconsolata

“Se vuoi che stia un po’ con te perché non glielo chiedi tu?”

“Sei matta Miki? Io ho già parlato troppo sei mesi fa e non ho intenzione di dire altro… non voglio che faccia qualcosa solo perché sono io a chiederlo. Me ne starò buona qui cercando di dare meno fastidio possibile”

“Sei proprio una zuccona.. Io credo invece che Ryo sia molto felice di averti qui, ma lo sai..lui non è bravo a dimostrare ciò che prova.. Comunque adesso basta pensare troppo, andiamo a darci una bella lavatina, sperando che lavi via anche il tuo malumore”

Ryo, nel sentire quelle parole, si defiló immediatamente chiudendosi in camera sua.

Era proprio uno stupido… avrebbe dovuto darsi una smossa con Kaori, e in fretta. Come poteva pensare che lui non fosse felice di riaverla con sé? Beh, ad onor del vero non è che avesse mai fatto capire alcunché a quella povera ragazza… era proprio un caso disperato.

Ma all’improvviso gli venne una idea.. Con un po’ di sforzo forse anche lui avrebbe potuto farle capire qualcosa…

Quella sera Kaori, intenta a leggere un libro, sentì bussare alla sua porta ad un orario inconsueto.

Diede il permesso a Ryo di entrare e lo guardò stupita

“Tutto ok Ryo?”

“Beh sì..” rispose lui in imbarazzo non sapendo come iniziare il discorso. Ma come sempre fu lei a toglierlo dall’impiccio…o a metterlo in uno ben più grande.

Kaori nel vederlo infatti in imbarazzo, credendo di essere a conoscenza di ciò che lo sweeper avrebbe voluto chiederle, a malincuore si ritrovò a dirgli…

“Sono tanti giorni che resti chiuso in casa per me la sera… se vuoi uscire per una delle tue serate o se devi incontrarti con qualcuno…” e disse queste parole mordendosi il labbro e abbassando lo sguardo “Beh, non ti preoccupare per me. Io non ho bisogno di niente, andrò a letto tra poco”

Ryo rimase a guardarla basito. Uscire per una delle sue serate..? Incontrare qualcuno… nel senso di un appuntamento con una donna o cosa?! Ma Kaori pensava davvero che a lui interessasse tutto questo? Del resto era quello che le aveva fatto sempre credere…di essere interessato a tutte tranne che a lei, e magari aveva anche creduto che in quei mesi lontani, lui si fosse dato alla pazza gioia.. ma se avesse davvero saputo la verità, e la vergogna del povero stallone di Shinjuku che non vedeva e non toccava puledre da tempo immemore… ma poi perché vergogna? Era un motivo nobile il suo… Ah, l’amore...

Si ridestó in fretta dai suoi pensieri, non voleva che Kaori credesse a certe sciocchezze un minuto di più.

“Ma veramente Kaori ero venuto a chiederti se ti andasse di vedere un film con me…”

“Un film?” chiese lei stupita

“Beh sì.. Se ne hai voglia ovviamente…”

“Ma certo, volentieri” rispose lei di getto, arrossendo subito dopo

E così Ryo ne approfittó nuovamente…

“Se mi permetti allora, ti accompagnerei io nel salone.. Che con la tua lentezza rischiamo di non vedere niente che si fa già ora di andare a dormire..”

“Non è vero.. Sto migliorando con le stampelle, antipatico!” lo rimbrottó lei arrossendo, ma non fece in tempo a terminare la frase che Ryo l’aveva già ripresa fra le braccia per adagiarla pochi minuti dopo con dolcezza, sul divano del salone.

“Che film ti andrebbe?” chiese lui…

“Scegli pure tu” rispose Kaori ancora incredula per quanto stava accadendo.

E così si ritrovarono vicini a guardare un film che in realtà nessuno dei due guardò veramente, troppo intenti a placare i battiti del loro cuore nel sentirsi l’una così vicina all’altro.

Continuarono per tutta la durata del film a guardarsi di sottecchi.. Sembravano proprio due marmocchi alla prima cotta. Che tipi disastrosi!

Quando il film terminó, Ryo si voltó verso di lei…

“Ti è piaciuto?” chiese lui a disagio, non sapendo che altro dire…

“Sì carino..” rispose lei con altrettanto imbarazzo…

“Beh, non è poi così tardi… ti andrebbe di…”

“Di…?”

“Non so... Fare una partita ai videogiochi?”

Ryo non poteva credere di averglielo chiesto davvero… Con tutto quello che avrebbe voluto e dovuto dirle, aveva davvero chiesto alla donna (che amava) di giocare ai videogames? Ma quanti anni aveva? Quindici? Avrebbe voluto sprofondare sul posto….ma Kaori era Kaori e ovviamente lo spiazzó

“Ma sì, mi piacerebbe… e ti stracceró, sappilo!”

“Io non ci conterei troppo” disse lui con sguardo di sfida..

E così si ritrovarono su quel divano con due joysticks in mano a ridere a crepapelle e totalmente assorbiti dalla competizione.

Purtroppo per Kaori, fu lei a dover alzare bandierina bianca… Del resto Ryo aveva anni e anni di allenamento alle spalle…

“Sappi che mi devi la rivincita!” Gli disse lei guardandolo risoluta

“Quando vuoi! Tanto ti stracceró comunque…” la canzonó lui…

Rimasero in silenzio a fissarsi per qualche istante.. Fino a che Kaori, in preda all’imbarazzo per l’atmosfera che si era venuta a creare, tornó a rivolgersi a lui

“Beh..credo… credo che…dovremmo andare a dormire adesso… ”

“Sì lo credo anche io…”

I due tornarono a fissarsi senza riuscire a distogliere i loro sguardi…

“Ryo?”

“Sì?” rispose lui imbambolato

“Per tornare nella mia stanza ho bisogno del tuo aiuto” rispose Kaori arrossendo, e solo in quel momento Ryo, ridestandosi dal suo sogno ad occhi aperti, capì.

“Hai ragione, scusa. Che sbadato..”

La riprese fra le braccia e l’idea di doverla lasciare andare, cominciò ben presto a farsi più dolorosa ad ogni passo in più.

Giunta nella sua camera dovette, a malincuore, adagiarla sul letto…

“Grazie Ryo per questa serata.. Per avermi fatto compagnia…”

“Grazie a te Kaori…” le sorrise lui..

Fece per andarsene ma a metà strada si voltó

“Kaori?”

“Sì?”

I cuori che martellavano nel petto…

“Ormai stai un po’ meglio, non credo sia necessario tu rimanga sempre sdraiata su questo letto.. Che ne diresti da domani di mangiare con me…?”

OK, per l’ennesima volta non era proprio questo ciò che avrebbe voluto dire, ma sperava in cuor suo, che lei capisse quanto per lui fosse importante la sua presenza e quanto lo rendesse felice condividere il suo tempo con lei..

“Volentieri…grazie Ryo”

“Buonanotte Kaori..”

“Buonanotte”

E l’uomo, se ne andò richiudendosi la porta alle spalle e sorridendo nel ripensare alla serata, semplice ma magnifica, che aveva trascorso con la sua Kaori.

Da quel giorno i due cominciarono a pranzare, a cenare insieme, era capitato più volte che si soffermassero nel salone per guardare altri film o che invitassero Umi e Miki per una serata in loro compagnia.

Kaori col tempo aveva preso sempre più dimestichezza con le stampelle al punto che, negli ultimi tempi, si era ritrovata a dare una mano a Ryo in cucina e a lui parve di essere finalmente tornato a vivere a pieno, nel riavere la sua Kaori vicina a lui come ai vecchi tempi.

Kaori non riusciva ancora a credere che quell’uomo fosse lo stesso con cui aveva vissuto per cinque anni.. Era sempre molto gentile con lei e se i primi tempi aveva creduto di essere un peso per Ryo, poi le cose erano meravigliosamente cambiate fra loro ed aveva goduto di ogni singolo istante vissuto accanto a lui.. Ma nonostante fossero riusciti ad accantonare l’imbarazzo che per mesi li aveva schiacciati, e per quanto fosse felice di aver ritrovato con lui la sintonia di un tempo, la ragazza si rese ben presto conto che, dovergli stare accanto ogni giorno, stava ricominciando a risultarle difficile.

La realtà infatti per Kaori rimaneva sempre e solo una.. Lei lo amava, Ryo no… e per quanto fosse bello da una parte condividere quel tempo come amici, dall’altra non avrebbe potuto sopportare quella situazione ancora a lungo.

Arrivò il giorno in cui finalmente Kaori si sarebbe dovuta togliere il gesso. Si recò all’ospedale accompagnata da Miki, Ryo ne approfittò per bere qualcosa al Cat’s eye in compagnia di Umi.

Quando l’uomo tornó a casa, percependo chiaramente la presenza di Kaori, corse verso la sua stanza sorridendo

“Ti sei finalmente liberata da quell’ingombro?” ma non ebbe il tempo di pronunciare la domanda per intero, che il suo sorriso si spense all’istante rimanendo attonito a fissare la ragazza

“Che stai facendo Kaori?”

“Ciao Ryo, bentornato.. Eh sì, finalmente niente più gesso. Ci vorrà un po’ di tempo per riprendere la piena funzionalità, ma insomma..tutto sommato direi che adesso posso ripartire con la mia vita di sempre.

Sto riprendendo le mie cose… ti lascio finalmente libero. Torno nel mio appartamento. Mi riaccompagna Miki a casa quindi non devi preoccuparti. ”

“Che vuol dire… te ne vai? Ma che fretta c’è? ”

“Beh sì, ti ho rubato fin troppo tempo…”

“Ma tra tre giorni è Natale e io credevo che…”

“Tu credevi che…?” chiese Kaori stranita

“Beh, pensavo di organizzare una cena coi nostri amici per Natale.. So che Miki stava pensando a qualcosa…”

“E da quando ti interessa il Natale? Non ti è mai interessato niente di questa festa..”

La verità era che per Ryo il Natale aveva assunto un vero significato solo nel momento in cui Kaori era entrata a far parte della sua vita… ma, come al solito, le aveva sempre fatto credere che per lui fosse solo una scocciatura...

“Comunque ti ringrazio Ryo ma…ma…Eriko mi ha già invitata ad una cena che organizzerà con i ragazzi del lavoro e io.. beh, ho già accettato..”

“Ah…” rispose lui cercando di nascondere la sua profonda delusione, ma riprendendosi subito dopo, intenzionato a non darsi per vinto

“Ma se la cena non dovesse protrarsi troppo a lungo, magari potresti raggiungerci dopo..”

“Beh, non lo so… se dovessi farcela ti manderò un messaggio. Comunque ti vorrei ringraziare davvero per tutto quello che hai fatto per me in questo periodo e sono contenta che sia tornata tra noi l’armonia di un tempo…” la ragazza gli sorrise imbarazzata.

Aveva preso quella decisione a malincuore, ma era l’unica possibile. Ormai stava bene, si era ripresa a pieno… non c’era nessuna motivazione valida perché rimanesse ancora a casa di Ryo e lui del resto, non le aveva certo chiesto di farlo…

“L’ho fatto con piacere…tu ti sei occupata di me per cinque anni.. ”

“Beh, ti salvo giusto in tempo.. Non so quanto ancora saresti riuscito a fare il bravo prima di farmi tirare di nuovo fuori i miei martelli..” lo canzonó lei cercando di smorzare il più possibile quella situazione

“In tutta onestà, non mi sarebbe dispiaciuto poi così tanto…” rispose lui sperando che in qualche modo lei riuscisse a capire il vero significato di quelle parole..

DILLE QUALCOSA DI PIÙ COGLIONE! CHE È UN QUIZ A PREMI CHE LEI DEVI RIUSCIRE A LEGGERE FRA LE RIGHE? PARLALE! NON VORRAI DAVVERO CHE VADA VIA?! IL TUO INCONSCIO È PIÙ INTELLIGENTE DI TE!!!

“Allora… Buon Natale Kaori..”

BUON NATALE?? MA SEI SERIO? NIENTE DA FARE, SEI PROPRIO UN CRETINO SENZA SPERANZE!!

“Buon Natale Ryo”

…………………………………

***Piccola nota sul Natale giapponese che vi potrà essere utile per capire meglio alcune dinamiche inserite nel mio prossimo capitolo… il 25 e il 26 dicembre i giapponesi lavorano comunque***

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Capitolo 8
*** FESTEGGIAMO! ***


8 – FESTEGGIAMO!

L’aveva fatta uscire da quella casa…

Miki era arrivata, l’aveva accompagnata fino alla macchina, le aveva viste partire dalla finestra e lui era rimasto lì… come un cretino.

Non riusciva a perdonarselo. Lo aveva fatto di nuovo. L’aveva lasciata andare via senza muovere un dito e senza dirle nulla…anzi no, qualcosa le aveva detto… buon Natale… ma si poteva essere più stupidi di così?

Quel mese in cui era rientrata nella sua vita, era stato il più bello dopo tempo in cui si era ritrovato a vivere come una larva senza di lei… era quasi morto di dolore all’idea che durante il rapimento potesse succederle qualcosa e nel momento in cui lei tornava da lui, lui cosa faceva? Niente. Un emerito e dannatissimo niente.

E così era arrivato anche Natale e senza di lei non era che un giorno come un altro, un giorno all’inferno sarebbe stato sicuramente più allettante… ma quale era la differenza del resto? Tutta la sua vita senza di lei era un inferno!

Avrebbe voluto chiamare Miki e dirle che no..non voleva andare alla maledettissima cena di Natale che aveva organizzato al Cat’s eye, con Saeko, Reika e chissà chi altro… perché a quella cena Kaori non ci sarebbe andata e allora a cosa sarebbe valso? Che divertimento ci sarebbe mai stato? E poi pensare a Kaori mentre si godeva la sua cena con i colleghi di lavoro e certo, ci sarebbe stato anche Harumi di sicuro e magari si sarebbe seduto proprio accanto a lei…

OK, stava impazzendo…

Cercó di recuperare la calma e riflettere.

Non poteva non andare alla cena al Cat’s eye… Kaori gli aveva detto che semmai avesse finito presto, li avrebbe raggiunti, pertanto valeva la pena tentare e Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto che la ragazza varcasse la soglia del locale.

Avrebbe aspettato il suo arrivo per tutta la notte se fosse stato necessario.

E così quella sera, forzandosi, indossò la sua solita faccia da schiaffi e cercó di fingere che gli interessasse trascorrere quella cena coi suoi amici.

Ma le ore passavano e il messaggio di Kaori non arrivava…

A mezzanotte ormai ogni speranza rimase vana, era ovvio che lei non sarebbe più andata.

Chissà che stava facendo? Forse si stava divertendo così tanto da essersi dimenticata di loro… di lui… ma del resto che cosa gliene sarebbe mai potuto importare di un uomo che l’aveva fatta andare via migliaia di volte, che l’aveva tenuta con sé per anni senza rivelarle mai nulla dei suoi sentimenti, che era rimasto zitto mentre lei gli diceva di amarlo, e che anche in quell’ultimo mese trascorso con lei, non era stato in grado di dirle davvero cosa provava?!

Beh, tutto sommato era plausibile che non provasse più niente per lui… chi mai avrebbe potuto amare un simile soggetto?

Tornó a casa quella notte e faticó non poco ad addormentarsi… il Natale più brutto della sua vita senza alcun dubbio, perché il primo, da quando la conosceva, che non aveva trascorso con lei.

L’indomani mattina si sveglió di buon’ora.. Non aveva neanche voglia di rimanere nel letto come suo solito…

Forse alla lavagna avrebbe trovato qualche incarico.. E nel frattempo si sarebbe potuto fermare qualche minuto nel negozio di Eriko...

Del resto la boutique si trovava proprio lungo la strada per andare alla stazione, e lui non avrebbe certo potuto rischiare di comportarsi come un maleducato evitando di salutare le ragazze e fargli gli auguri… quindi sì, sarebbe passato dal negozio e magari si sarebbe potuto soffermare qualche minuto in più a parlare con Kaori..per poi magari invitarla a bere un caffè con lui nel pomeriggio al Cat’s eye… e con un po’di coraggio avrebbe potuto chiederle di rifare una partita ai videogiochi o di guardare di nuovo un film insieme e chissà, forse avrebbe accettato di condividere anche la cena con lui e magari anche il resto della vita…

Ryo scrolló la testa… I pensieri ormai avevano preso a vagare per conto proprio. Cercó di calmarsi e riflettere. Un passo alla volta. Intanto sarebbe passato al negozio di Eriko e l’avrebbe rivista…e tanto bastò per rinvigorirlo. Fece un bel respiro ed uscì di casa.

Non appena entrato nel negozio, vide la stilista al bancone…

“Hey, ciao Eriko.. Buone feste!”

“Buone feste anche a te Ryo”

“Ma…sei sola stamani?” chiese Ryo cercando di nascondere la sua profonda delusione

“Ho deciso di concedere qualche altro giorno di ferie a Kaori, preferisco si rimetta del tutto… Aina invece mi darà una mano nel pomeriggio.. Ma come mai qui Ryo?”

“Ah no niente.. Stavo andando alla stazione e visto che il tuo negozio è di strada ho pensato di soffermarmi un attimo per farvi gli auguri, ecco tutto… ma insomma, allora…” Ryo cercó di ostentare indifferenza, ma in realtà la sua intenzione era quella di indagare il più possibile…non avrebbe di certo sprecato quell’opportunità.

“Come è andata la cena di Natale coi colleghi ieri?”

“Cena di Natale coi colleghi? Ma di che parli?” gli chiese lei stupita

A quel punto un campanello di allarme cominciò a suonare nella testa dello sweeper

“Come di che parlo… Kaori mi ha detto di essere stata invitata da te per Natale, a una cena con tutti voi colleghi”

“Non ho idea del perché Kaori ti abbia detto una cosa simile, ma ti posso assicurare che non c’è stata alcuna cena del genere ieri”

Ryo, di fronte a quell’affermazione, rimase basito… perché gli aveva mentito? Come aveva trascorso davvero il Natale Kaori?

Nessuna delle sue domande avrebbe mai trovato risposta se fosse rimasto lì, salutó quindi in fretta Eriko e cominciò a correre a perdifiato.

Quando arrivò di fronte alla palazzina di Kaori suonò il campanello con una tale insistenza che la ragazza per un attimo si preoccupò e ancora di più quando vide arrivare Ryo davanti alla sua porta

“Perché mi hai mentito?” chiese lui a bruciapelo, non appena lei gli aprì e guardandola con occhi di ghiaccio

“Non so di che parli Ryo” cercó di dissimulare lei

“Non mentirmi ancora… ho incontrato Eriko poco fa… perché mi hai detto di essere stata invitata a una cena da lei? Cosa hai fatto ieri in realtà Kaori?”

La ragazza, di fronte a quelle domande, sospirò.

“Mi dispiace di averti mentito.. Ho mentito anche a Miki e a tutti gli altri del resto, ma… comunque non ho fatto nulla, sono rimasta qui a casa”

“Qui a casa? Da sola Kaori? Ma che ti prende..tu hai sempre amato questa festa.. Perché non hai voluto trascorrere il Natale con noi? ”

“In realtà… beh…la verità è che…” Kaori si sentiva estremamente a disagio. Non avrebbe voluto affatto affrontare quel discorso.

“Avanti Kaori.. Credo di avere il diritto di sapere perché mi hai mentito…”

“Beh, la verità è che non volevo trascorrere il Natale con te, ecco”

A quella confessione lo sweeper sentì il proprio cuore ridursi in mille pezzi…

“Mi detesti così tanto Kaori?”

“Sei proprio uno stupido Ryo… non capisci mai niente..”

“E cosa c’è che dovrei capire?”

“Non ha più senso parlarne… avevo solo voglia di starmene da sola ok?”

“Eh no, non puoi rimangiarti quello che hai detto poco fa… sei stata chiara.. Non volevi passare il Natale con me e credo di avere il diritto di sapere il perché”

“Andiamo Ryo.. Proprio non ci arrivi? Ho trascorso un mese bellissimo a casa tua, ma starti accanto così… beh, insomma… quello che ti ho detto sette mesi fa dovrebbe bastarti.. Non ho intenzione di tornare sull’argomento”

“Aspetta… che vorresti dire? Sette mesi fa…? Ma tu allora..? Quello che mi hai detto sette mesi fa è ancora valido?”

“Che vuol dire Ryo se è ancora valido… guarda che per certe cose non c’è mica la data di scadenza! Credi davvero che potessero bastare pochi mesi lontani, per cancellare quello che provo per te da anni? Ecco, lo sapevo… avevo detto che non volevo tornare sopra a questo argomento e invece… comunque ok, non voglio che si creino di nuovo disagi fra di noi… non volevo vederti e non volevo stare con te in un giorno di festa, non ero del morale adatto e ho preferito…”

“Ti ho mentito anche io” la interruppe bruscamente lui

“Cosa?”

“Beh.. Tecnicamente non è che ti ho mentito, ma direi piuttosto che ho omesso di dirti delle cose importanti”

“Quando? Che intendi dire?”

“Beh.. Quel giorno, al porto… quando tu mi hai rivelato i tuoi sentimenti… io sono stato in silenzio e tu hai creduto che… insomma, ti ho fatto credere… ma la verità è che…”

“Ryo, ma non ci sto capendo più nulla… cosa stai cercando di dirmi?”

“Che anche io provo le stesse cose che provi tu”

C’era riuscito, finalmente ce l’aveva fatta e fu come sentire un grosso peso, cadergli dalle spalle.

Kaori di fronte a quella confessione, rimase completamente attonita. Si sarebbe aspettata di tutto, ma non che Ryo, in quel momento, sarebbe stato in grado di aprirle finalmente il suo cuore.

“Quella sera ho finto di non riconoscerti perché per una volta volevo trascorrere con te una serata essendo me stesso fino in fondo.. Comportandomi con te come avrei sempre voluto fare, perché sono anni che fingo indifferenza nei tuoi confronti e che nascondo ciò che provo davvero Kaori… ma quando poi tu sei riuscita a rivelarmi i tuoi sentimenti, beh io… sono rimasto spiazzato, non me lo aspettavo e mi sono sentito in imbarazzo.. È da così tanto tempo che provo tutto questo per te e…non l’ho mai provato prima… tu hai avuto così tanto coraggio e io invece sono stato un vigliacco.. Ci ho pensato tanto nei giorni successivi, ti vedevo stare male e mi odiavo per questo, avrei voluto dirti la verità, ma quando tu poi mi hai confidato di voler tornare da tua sorella, a quel punto non me la sono più sentita di negarti questa possibilità… credevo che una volta da Sayuri saresti stata finalmente al sicuro.. Del resto è lei la tua vera famiglia…”

“Quanto puoi essere stupido Ryo... Sei sempre stato tu la mia vera e unica famiglia. Sei sempre stato tu la persona più importante della mia vita..”

“Ti chiedo scusa Kaori… quando ti ho vista di nuovo a Tokyo ho capito di aver sbagliato e a quel punto non sapevo più come rimediare…e quando ti hanno rapita ho creduto di impazzire.. e ho capito che preferisco mille volte che tu abbia di nuovo le mie ricetrasmittenti nei vestiti, perché semmai ti succedesse qualcosa io…”

Ryo era sempre stato un po’ contorto nei suoi ragionamenti ma Kaori aveva capito perfettamente cos’è che intendesse dire…la rivoleva con sé nel lavoro e nella vita…

“Non sai la gioia Kaori nel saperti sana e salva e nel riportarti poi a casa nostra… Sono stato uno stupido a lasciarti andare via ancora una volta, se solo avessi avuto il coraggio di parlarti prima…”

“Hai parlato adesso… ed è questo che conta per me” gli disse lei avvicinandosi a lui senza staccargli gli occhi di dosso e a quel punto lo sweeper non capì più niente e prendendole il viso fra le mani, la guardò intensamente prima di posare le sue labbra su quelle di lei e di lasciarsi andare ad un bacio lungo, profondo, intenso… di quelli da togliere il fiato.

E quando si allontanò da lei, notando quel suo tenero viso arrossito per l’emozione, fu forte il bisogno di posarle dolci baci anche sulla fronte, sugli occhi, sul naso per poi tornare lì, su quelle labbra che, dopo anni, si era finalmente concesso di assaporare.

E continuarono a baciarsi, a fondersi l’uno nell’altra, per un tempo infinito. Il loro primo bacio… atteso, bramato, sperato..

E ad un tratto lui si staccò nuovamente da lei per guardarla, solo per imprimere nella sua mente l’immagine dell’unica donna che avesse mai amato e alla quale era riuscito a donare finalmente il suo cuore.

Un turbine di emozioni lo invase nel vederla così bella, con quelle labbra socchiuse, così morbide e rosee… e non avrebbe osato chiedere di più ma fu Kaori a stupirlo, fissandolo a sua volta e donandogli uno dei suoi sorrisi più dolci, per i quali sarebbe stato pronto a morire…

La donna gli prese una mano e intrecciando le dita con le sue lo accompagnó dove lui non avrebbe mai osato sperare.

Quando Kaori aprì la porta della sua camera, Ryo, in preda all’imbarazzo, la guardò incredulo in cerca di un ennesimo cenno….

Era incredibile quanto quella donna riuscisse a rendere insicuro un uomo come lui. Kaori era la sua più grande forza, ma anche la sua più grande debolezza…

La donna, si perse nuovamente nei suoi occhi e lo attirò a sé baciandolo con una passione fino a quel momento sopita, ma che sapeva essere viva in lei.

E a quel punto ogni barriera, ogni freno, ogni paura caddero inesorabilmente e i due, in preda ad un desiderio sempre più crescente, si ritrovarono avvinghiati, stretti, su quel letto dove per tante notti lei si era ritrovata a sognare quel momento che finalmente, quel giorno, stava diventando realtà.

Un calore mai provato prima, si fece presto spazio scaldando il centro dei loro corpi… si guardarono a lungo, carezzandosi il volto vicendevolmente, sorridendosi increduli per quanto stavano vivendo, fino a che le labbra dell’uno ritornarono a cercare bramosamente quelle dell’altra.

Le loro mani iniziarono ben presto a vagare senza sosta alla scoperta di luoghi fino a quel momento inesplorati...liberandoli, in breve tempo, dai loro vestiti e da ogni inibizione.

E si lasciarono andare ad un silenzio solo loro, fatto di sguardi e di sorrisi, di baci e di gemiti, di carezze e di sospiri… fino a che l’estasi li colse, lasciandoli tremanti e senza fiato.

Dopo quel momento perfetto, rimasero stretti, incollati, quasi avessero paura di poter sfuggire l’una dalle braccia dell’altro..

Ryo, con la testa appoggiata al ventre di Kaori, le afferró dolcemente una mano e intrecciandola con la sua, cominciò a ricoprirla di teneri baci.

E a Kaori parve di toccare il cielo con un dito… Ryo si sentiva finalmente libero da ogni costrizione e quindi in grado di mostrarle quel suo lato così tenero che per tanto tempo le aveva celato. Non sapeva neanche lei da quant’è che avesse sognato l’arrivo di quel momento.

La ragazza arrossì di gioia nel ripensare alle attenzioni del suo compagno e all’estrema dolcezza dimostratele nell’amore, pochi attimi prima.

Sorrise… era davvero dolce il suo Ryo e lei lo amava…di un amore forte, incondizionato e assoluto.

Ma Kaori fu ben presto ridestata dai suoi lieti pensieri non appena sentì Ryo rivolgersi a lei, interrompendo quel momento di pura pace di cui stavano godendo…

“Ma adesso almeno il Capodanno con me lo vuoi festeggiare?”

“Quanto sei scemo! Dimmi, è questa la cosa più carina che sai dirmi dopo aver fatto..” la ragazza si ammutolì improvvisamente, in preda all’imbarazzo..

“L’amore Kaori… abbiamo fatto l’amore… Una cosa meravigliosa che entrambi non avevamo mai fatto, una delle esperienze più belle della mia vita e immagino anche della tua, del resto sei una donna fortunata, hai lo stallone di Shinjuku tutto per te adesso”

“Ma cosa dici? ”arrossì lei… felice per quello che Ryo aveva voluto farle intendere con le sue parole.

“Kaori.. Però c’è una cosa importante che sento di dover precisare. Prima ho detto che preferisco tu riabbia le mie ricetrasmittenti nei vestiti… ma la verità è che ti preferisco proprio senza vestiti”

“Ma smettila!” arrossì lei

“Sei sempre così romantico…non riesci mai ad essere serio! Sei proprio un caso irrecuperabile!”

“Comunque non mi hai risposto alla domanda di prima… vuoi festeggiare il Capodanno con me adesso vero?”

“È ovvio che lo voglio passare con te… non ti libererai mai più di me adesso..”

“Ed è l’unica cosa che voglio sentire” disse lui posandole un dolce bacio sulle labbra..

“Kaori?”

“Hmm? ”

“È stato meraviglioso e unico…perché è stato con te”

La ragazza avvampando, tornó a stringerlo forte forte a sé.

……………….

“Mi vuoi dire dove stiamo andando?”

“Ti ho detto che è una sorpresa… hai detto che ti fidavi a lasciarmi organizzare il nostro primo Capodanno come una vera coppia no?”

“OK ok.. Mi fido e non ti farò più domande, promesso”

I due, in viaggio sulla loro vettura, raggiunsero la destinazione prima del previsto…

“Ma siamo al porto…”

“Ottima deduzione Watson…”

“Non prendermi in giro… che siamo venuti a fare qui...?”

“Ti ricorda qualcosa?”

“Beh, qui è dove sono stata rapita…”

“Oddio Kaori… non era certo mia intenzione riportarti a certi tipi di ricordi…”

“Beh, l’altro ricordo che ho è la famosa serata con me vestita in maniera elegante, mentre, con una parrucca in mano, sto confessando i miei sentimenti ad uno stupido che rimane lì zitto come uno stoccafisso… beh, di sicuro preferisco mille rapimenti piuttosto che quello che ho provato in quel momento…”

“Mi dispiace Kaori..” disse lui stringendola forte a sé

“È mia intenzione sostituire i ricordi brutti con qualcosa di bello… almeno spero… comunque io ti chiedevo se ti ricorda qualcosa quella nave laggiù”

“Oddio che vergogna…Certo che mi ricordo! Quando nei panni di Cenerentola, ho finto di dover partire su quella nave e tu mi hai detto che quella in realtà era una nave ristorante… avrei voluto sprofondare” arrossì lei…

“Esatto… e ho fissato un tavolo per noi due proprio lì…”

“Davvero? Ma ti costerà una fortuna!”

“Tutto per la mia principessa…e non Cenerentola, ma la sola e unica principessa Kaori… la principessa del mio cuore”

“Smettila di sfottermi…” sorrise lei imbarazzata nel sentirlo urlare quelle parole senza alcun ritegno…ma era felice, non era certo cosa di tutti i giorni ricevere un complimento di quel tipo da Ryo.. Seppur sempre coi suoi soliti modi burleschi..

“Dillo Kaori…”

“Dirti cosa?”

“Quello che mi hai detto quel giorno…”

“Ma perché..? “

“Ti prego, avanti…voglio sentirmelo dire di nuovo”

La ragazza sollevandosi sulle punte, si avvicinò al suo viso appoggiando la sua fronte a quella dell’uomo e guardandolo negli occhi gli sussurrò…

“Io sono innamorata di te Ryo”

E l’uomo stavolta, non esitò più a risponderle..

“E io sono innamorato di te Kaori”

La ragazza non poté trattenere un sorriso che illuminò completamente il suo volto..

“Ricordo sostituito” disse lei, rilasciandogli un dolce bacio sulle labbra.

I due sorridendo si tennero stretti e rimasero lì, per un tempo indefinito, ad ascoltare l’incessante infrangersi delle onde ed il battito all’unisono dei loro cuori.

FINE

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