Drakul Mihawk : Slice of life.

di amirarcieri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Raqs al Sayf (danzare con la spada). ***
Capitolo 2: *** Library. ***



Capitolo 1
*** Raqs al Sayf (danzare con la spada). ***


 

"Raqs al Sayf"

 

 

 

Diversamente da quello che il mondo intero pensasse, le giornate di Drakul Mihawk erano solitamente organizzate in base all'ordine cronologico da lui stesso predefinito.
Lo spadaccino più grande del mondo dopotutto era molto più del titolo che gli era stato assegnato, e di certo, in quanto ad indipendenza sapeva il fatto suo.
Drakul Mihawk difatti sapeva anche essere un provetto cuoco, un dedito lettore, un competente coltivatore, un’informato cittadino e anche un’ineguagliabile maestro.
Però, In sottofondo a tutto questo, c’era anche un altro svago ancora più antico e aristocratico.
Durante la sua infanzia aveva avuto un’istituzione promiscua di arti come quella della danza e gli era stata trasmessa la conoscenza per suonare correttamente parte dei gli strumenti musicali esistenti. Ma la chiamata per quella spada gli ribolliva nel sangue, quindi da quel determinato momento in poi, lui non aveva avuto più nessun primo amore.
Anche se, in uno dei suoi solitari pomeriggi in cui stava a sorseggiare un calice di vino accompagnato dalla nobile lettura di un romanzo, gli era venuto l’istinto geniale di unificare due delle discipline da lui imparate e convertirle perciò in un’unica attività ricreativa.
L'attività si svolgeva quattro volte alla settimana in una stanza specifica del castello.
Drakul Mihawk era quindi ora in attesa dell'arrivo dei tre musicisti ingaggiati per coltivare questo suo hobby assai accattivante.
Con i suoi occhi di un ambra inintelligibile, osservava il lato frontale dello spazioso giardino conducente alle fondamenta più fitte del macabro bosco perché era da li che sarebbero apparsi.
Il fascinoso spadaccino aveva aspettato il momento più propizio per farlo, poiché quei due erano piombati nella sua vita come un detrito staccato dall’Isola del Cielo, ma non gli aveva causato poi così tanti grattacapi dato che nonostante le sue giornate fossero state oltraggiate dalla presenza estranea di qualcun altro, lui aveva messo subito in chiaro che dovessero essere loro ad abituarsi alla sua routine e non viceversa.
Comunque il suo allievo stava bellamente ronfando nelle sue stanze e la feticista piagnucolona di orsacchiotti zombie stava in cucina a creare chissà quale intrallazzo culinario.
Quindi avrebbe potuto dedicarsi al suo svago senza essere disturbato.
Anche se sapeva che la musica avrebbe stuzzicato la percezione del loro udito ficcanaso.
Non appena Mihawk vide le tre figure dirigersi verso l’entrata del castello, andò a cambiarsi di abito per indossarne uno più consono all’attività: pantaloni neri elastici, camicia Jersey ardesia con le maniche arrotolate fin sui gomiti e sbottonata, piedi scalzi per permettersi la libertà di compiere chicchessia movimento.
Una volta giunto dentro la camera predefinita, porse i suoi cordiali saluti ai musicanti, procedendo quindi a sistemarsi in mezzo alla stanza con la posa atta a dargli lo slancio iniziale e la spada impugnata nella mano destra.
La stanza dell’ala del Castello non era spaziosa alla maniera di una da ballo, ma adatta per tenere un ricevimento mondano a numero chiuso di ospiti.
Quando Mihawk l’aveva visualizzata come camera per lucro ricreativo, se l’era figurata spoglia di ogni ammobilio ed arredata solo degli strumenti musicali indispensabili: un piano posizionato alla destra della mastodontica finestra dalla quale filtrava la debole luce del pomeriggio attraverso la minuscola fessura lasciata dalle tende.
A destra, si trovava il violoncello poggiato al muro sul suo apposito piedistallo.
Qualche centimetro più in la il violino era depositato dentro la sua custodia posta su un tavolo di legno a resina.
Due chitarre, un sassofono e un’arpa, se ne stavano in fila a fare la polvere, in attesa di essere selezionati per il loro grande debutto musicale.
Durante i preparativi i commenti al protagonista della scena, si accavallarono e sperperarono come gettoni ad un casinò.

E’ ogni giorno sempre più appetibile” commentò privatamente la giovane violoncellista dalla chioma castana semi raccolta con una coroncina di capelli intrecciati e un abito a fessura incrociata bordò.

Cosa ci trovano poi di così affascinante in lui? Boh!“ si interrogò il violinista a occhi strizzati per lo sforzo di capirne la ragione. Un ragazzone vestito in smoking dai folti capelli neri e la barba spuntata.

Non sarebbe male se incominciassi a imitare il suo stile e creanza. Magari, rimorchierei di più” scorrendo con le dita sottili nel piano. Il fatidico segnale che i preparativi fossero terminati.
Il pianista quindi, cominciò a tastare lo strumento, facendo emergere le prime note iniziali della melodia senza parole.
Mihawk rimase immobile e composto nella prima figura di danza, attendendo il secondo in cui il valzer di violoncello e violino si unissero all’armonia ritmata creata dal pianoforte.
Quando il secondo sopraggiunse, Mihawk si lanciò “all'arrembaggio” nella danza tanto attesa.
“Casualmente”, proprio di li stava passando una Perona super curiosa.
Era nella sua forma astrale e investigava - in cucina aveva rifinito con successo le sue ordinarie ispirazioni gastronomiche - per il castello in cerca di qualcosa di compromettente su Drakul Mihawk che l’avrebbe fatta piangere dal ridere al solo ripensarci.
Perona aveva l’assoluta certezza che anche l’insigne Mihawk fosse strapieno di scheletri nell’armadio, precisamente per questo si era avventurata in quell'eccentrica avanscoperta.
Questi erano i suoi piani, una volta sentita la musica e sbirciato all’interno dalla camera dalla quale proveniva, però, si scordò di tutto. Sopratutto per via di quello che i suoi occhi spalancati stavano ammirando con stupore.
Mihawk stava danzando tra le note di una musica classica come se fosse un ballerino professionista, e tenendo tra le mani una spada.
Non era certamente la sua Yoru, ma Perona non si sarebbe sorpresa, se fosse riuscito a maneggiarla con la stessa incomprensibile facilità.
Il suo corpo forgiato di muscoli resistenti e cicatrizzato dai miliardi di combattimenti ingaggiati, si era adesso mutato in quello elegantemente leggiadro di un nobile falconidae che volteggiava libero nel cielo.
La spada era come se avesse preso vita mediante la magia di un incantesimo.
Dalla schiena scivolava aggraziatamente sul collo e dal collo, con una simmetrica giravolta, rotolava sciolta per tutta la lunghezza del braccio, finendo di mulinare in mezzo allo spazio delle sue dita.
Tra le sue mani l’oggetto non sembrava affatto composto di una lega mortale e faceva apparire tutti quei suoi movimenti precisi di una semplicità disarmante che anche un bambino in fasce avrebbe potuto tentare di imitarli.
Ma Perona riconosceva – anche se con rabbioso fastidio - che quello che riusciva a fare era il risultato acquisito dopo anni e anni di maestria nell’arte della spada.
Per l’umana concezione, quell’uomo risultava sovrumano.
Chi aveva i poteri unici di un frutto del mare, lo era per esplicitazione, ma proprio perché lui apparteneva alla sfilza di quelli che non l’avevano mangiato, si identificava, tra tanti, con un’appariscenza assai più spiccante.
Man mano che la danza proseguiva la sua ballata, le pupille di Perona acquisivano scintillio.
D’un tratto la sua visione cambiò completamente.
D’un tratto il modo di impugnare la spada le ricordò l’atto cortese di tendere la mano ad una dama per chiedergli di ballare. Anche la spada stessa non le appariva più come l’arma bianca che era, ma il corpo di una donna che aderiva e si lasciava trasportare dal suo.
Perona si chiese quanto vorticosamente favoloso sarebbe stato farsi guidare da lui in mezzo ad un corteo prestigioso di ballo gotico.
Lui e la sua dama, avrebbero senz’altro brillato più di chiunque altro dentro quella stanza dotata da un accompagnamento macabro celtico.
Eppure, chissà che razza di donna piace ad Occhi di Falco” si chiese Perona galleggiando a mezz’aria.
Conoscendo la sua tempra indissolubilmente rigida, avrebbe fatto la corte e accettato di essere corteggiato solo da una così fuori di testa da chiedergli una frequentazione fatta di caotici combattimenti di scherma e rilassanti bevute di vino.
Perona stava cercando di immaginare il suo ideale estetico di bellezza, ma proprio non riusciva a figurare nessun ritratto femminile riempito di dettagli.
Tuttavia, nella sua mente predominò la personalità di una donna abbastanza insolente da rispondergli a tono e riuscire a filtrarci contemporaneamente.
Poi però, dopo essersi spremuta le meningi, improvvisamente capì il perché non riusciva a idearla con la fantasia.
Semplicemente perché lei era già lì.
Mihawk teneva già stretta tra le sue braccia la sua anima gemella.
Non c’era niente che lui amasse più di quella spada e ciò che riusciva a compiere con essa.
Niente gli dava più appagamento del mettersi alla prova con i più rinomati personaggi della scena moderna come anche il convulso desiderio di trovare qualcuno in grado di sconfiggerlo.
Così era e così sarebbe sempre stato.
Gli strumenti musicali cessarono di propagare la loro piacevole armonia per la stanza.
Mihawk si fermò al medesimo secondo, nella posizione vanagloriosa di un sire spadaccino che declamava la sua sfida al nuovo antagonista schermidore.
Poi dopo aver scambiato delle brevi parole con i musicanti e quindi avvertiti di prendersi cinque minuti di pausa, andò a tamponarsi il piacente viso sudato poco distante da lì.
Perona decise che fosse il momento di tornare sui suoi passi lungo il corridoio.

Magari anche io dovrò trovarmi un’attività ricreativa”. si disse tornandosene indietro a schiena ingobbita e il morale affossato sottoterra.
"Nel frattempo però me ne tornerò in cucina e mi preparerò un dolcetto per occupare il tempo.”

 

 

NOTE AUTRICE: e si eccomi qui con una piccola One - Shot su Drakul Mihawk.
Amo il suo personaggio, è ho pensato di scrivere questa mini One – Shot in cui si cimentava in qualcosa che gli si addice?
L’idea mi è venuta dopo aver visto il video di un tizio che si destreggiava a ballare con una spada e il titolo viene dal termine danzare con una spada in arabo. Anche se in realtà quel ballo è molto più diverso. Però ho pensato che ci stava bene perché ciò che fa è sempre una danza con la spada.
Oltre quello, dato che Oda ci ha fornito ancora poco e niente della sua storia personale, mi sono presa la libertà di fantasticare sul suo passato perché dai modi e lo stile che ha, a volte esprime un non so che di nobile. Però allo stesso tempo ho mantenutò la canonicità delle loro personalità, preferenze e quello che sappiamo e abbiamo visto.
Comunque vi è piaciuta? Non è niente di che lo so, però è passabile e simpatica?
Mi è venuta l’idea è lo messa semplicemente in nero su bianco. Sono fatta così. Oltretutto ho anche un’altra nuova idea per una seconda One – Shot su di lui.
E giusto per questo, per adesso ho messo solo One – Shot, ma se le piccole idee che mi frullano nella testa si formeranno e svilupperanno nel concreto, allora ne aggiungerò altre.
Vedremo. Spero che leggerla è stato di vostro gradimento e avrete mie notizie sicuramente, per una cosa o un’altra. Yuppy?!
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Ciao, ciao.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Library. ***


                Drakul Mihawk : Slice of life.

 

"Library"


 


 


Perona era finita a ficcanasare per la centesima volta in una delle tante stanze del castello.
L’imperterrito senso di vedere l’ineguagliabile spadaccino messo ad un angolo con la faccia livida per la vergogna, questa volta, l’aveva fatta intrufolare nella maestosa libreria sita nell’ala est.
La camera non appariva gigantesca, ma la maniera intelligente in cui erano state disposte le librerie ne modificavano la profondità.
Nel mezzo era stato posizionato un imponente tavolo in castagno dalle zampe a lira ornato di borchie e ricci.
In ogni lato c’era incastrata una sedia della stessa serie e dietro la grande bifora faceva da illuminazione naturale agli occhi durante il giorno.
Nel fondo del versante sinistro due librerie sistemate lateralmente ne occupavano lo spazio. In quello destro invece delle doppie librerie a L seguivano la linea del muro opposta interropendosi al centro, dove un caminetto dalla cornice in marmo ardesia riscaldava la sala.
Di fronte al quale un set barocco di divano, poltrona più tavolino dalla tinta argento alternata al blu notte facevano da angolo relax per sonnecchiare al caldo delle fiamme o gustarsi in tutta calma la lettura di un libro.
Guardandosi in giro, Perona non poté contenersi. Emettendo un ghigno di carogna incontentabile, sospesa in aria come uno spettro infinitamente curioso, si era data da fare a mettere in rassegna i titoli dei libri ordinatamente lucidati degli scaffali.
Le tonalità di cui erano fatte le copertine andavano dal pastello sbiadito alle verniciate di colore carico.
Il giallo paglia di un manoscritto consumato si trovava in mezzo ad uno rosso sangue e uno blu oltremare. In aggiunta, le sue pupille nero profondo, intrappolarono alla loro vista anche colori come il grigio cenere. Il bianco fantasma. Il verde oliva.
Magari trovo una storiellina strappalacrime, forse un romanzo spinto” si persuase speranzosa, prendendo a svolazzare di qua e là.
Ma i titoli che riuscì a svelare furono:


- Dracula di Bram Stoker.

- Ventimila leghe sotto i mari, giro del mondo in 80 giorni e Viaggio al centro della terra di Jules Verne.

- Il Conte di Montecristo, i tre moschettieri e Robin Hood di Alexandre Dumas.

- La freccia nera e L’isola del tesoro di Robert Louis Steveson.

- Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle.

- Dieci Piccoli indiani e assassinio Sull’Orient Express di Agatha Christie.

- Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley.

- Io, Robot di Isaac Asimov.

- Musashi di Eiji Yoshikawa.

- Mythos di Stephen Fry.

- Racconto di due città e Il canto di Natale di Dickens.


E poi ancora altri titoli impressivi come:

 

- Il teschio di ambra.

- Rugiada: la spada dell’immortale.

- Lo spadaccino servo.

- Le cronache di un cavaliere nostalgico.

- L’armata rivoluzionaria dei pirati.

- Il gladiatore dall’armatura scheggiata.

- La settima spada maledetta.

- Le quattordici spade del trono d’argento.

 

E in mezzo a quelli spopolavano anche testi di cucina e scherma. Insomma tutte storie di paladini esperti di spada e con atroci o inesistenti passati che li avevano resi i valorosi uomini – e anche donne – designati dalla nascita a sfidare il proprio destino.
«E’ inutile continuare a cercare» si lamentò infastidita dalla cosa a braccia conserte e muso imbronciato.
Non si arrendeva all'evidenza perché era convinta che prima o poi – forse per un’occasionale coincidenza, forse per intuito - sarebbe saltata fuori una sua debolezza o pecca.
Poteva essere anche stata l’ultima cosa che ti saresti aspettato, ma doveva esserci da qualche parte. Lei ne era sempre più convinta.
Doveva averla per forza nella sua vita. Tutti ce l’avevano.
Poteva trattarsi di un dettaglio trascurato.
Un difetto caratteriale.
Una verità inconfessabile.
Un figlio illegittimo.
Una corrispondenza segreta con una donna che chiedeva venia di incontrarlo per affari privati.
Uno sfidante che lo tormentava per avere una seconda change di pareggiio.
Un ritratto di lui nudo.
Uno scheletro ammuffito nell'armadio. E lei intendeva sul serio.
Ma forse sto un po’ esagerando. Non è mica un collezionista di cadaveri. E poi per quale ragione dovrebbe tenere dentro l'armadio lo scheletro del suo avversario affettato e sconfitto?"
Galleggiante per aria, stava disapprovando ardentemente la figura impeccabile del potentissimo spadaccino. Quando.
«Tu, che cosa fai qui?» la rimproverò la voce severamente tonante di Mihawk.
Presa dall'ansia Perona si mosse d’istinto, incomodandosi ad indicare a casaccio il primo libro che gli capitò sotto mano.
«Ah, volevo leggere qualcosa per arricchire il mio tempo in questo noiosissimo castello» si giustificò poi, per scagionarsi dai sospetti.
«Se ti annoi puoi sempre andartene» fu la risposta secca dell’uomo.
La faceva facile lui. Come se aveva un posto effettivo dove andare ora che il suo master era passato a miglior vita”.
Allora, le iridi ambra di Mihawk a cui non sfuggiva una singola minuzia o invisibile movimento, si indirizzarono al manoscritto da lei additato.
«Il Conte di Montecristo? Non ti facevo di quel genere» la snobbò lineare.
«Hey, Mi stai per caso dando un consiglio di lettura?» gli chiese riempendo la testolina di una pioggia di interrogativi. Adesso oltre i tremila pregi e competenze, sapeva anche fare le veci di un libraio?
Mihawk non le rispose che ad azioni.
Muovendosi in avanti di tre passi, allungò il braccio muscoloso, toccando il romanzo da lui scelto con un gesto elegante dell’indice.
Nel farlo il crocifisso d’oro in vista sul petto scoperto, scintillò a contatto con la luce del pomeriggio, che gli schiarì anche un frammento del suo viso, facendolo sembrare più scafato e cereo del solito. Come quello di un uomo che ne aveva viste e combattute tante, fortificandosi nel corpo e nella mente, ma che non si riteneva soddisfatto poiché voleva vederne di altre senza mai stancarsi di ampliare l’orizzonte della sua conoscenza e forza.
«Prendilo. E leggilo. Ma una volta finito rimettilo al suo posto» le riferì. L’espressione perentoria che gli sagomò il volto mentre il libro veniva poggiato sul tavolo centrale della camera, stava a “CI SIAMO INTESI?” .
Perona mise sul volto un'espressione diffidente, ma non catapultò lo sguardo sul libro per vedere di quale si trattasse.
Perciò rimase ipnotizzata a seguire il corpo aitante di Mihawk che spariva dalla libreria con lente falcate, pensando “Alla fine non è poi così male se ti ci abitui. È un brav'uomo. Un po’ come uno zio esigente, ma permissivo dal quale devi passare un inverno intero di vacanza riabilitativa. Il tipico zio che inizialmente detesti, ma poi, a scoppio ritardato nel tempo, scopri di adorare”.
Perona fece caso che se pur la stizzissero, si sentiva già a suo agio con i modi concisi, ma sottilmente garbati dell’uomo.
A dire la verità non è neanche male stare qui” rifletté ancora a malincuore.
Dopo aver rimirato lo spicchio di cielo piombo visibile dalla vetrata cristallina della bifora e chiesto per quanti altri giorni si sarebbe trattenuta al castello, si costrinse a leggere il titolo del romanzo “più adatto al suo genere”.
La copertina che mise a fuoco fu uno scenario innevato e caliginoso, dove la figura di un anziano contemplava un’imponente torre in stile neogotico con una guglia incorniciata di ghisa e un orologio incastrato sulla sua parte più alta.
Il titolo che lesse, invece fu “Canto di Natale”.
Subito il suo animo si scaldò, facendogli serrare le mani in riflesso.
Non aveva mai letto il libro, ma conosceva a grandi linee la trama di cui era arricchito: Gli spiriti del natale passato, presente e futuro che andavano a trovare il protagonista con la missione di farlo redimere da tutte le sue cattive azioni compiute.
E lei aveva compreso la paternale e similitudine da lui menzionati.
Non resistendo, rivendicò i suoi diritti.
«Hey, e questo che vorrebbe dire?» vociò brandendo la mano vuota come fosse una Zweihander affilata.
Ma il suo urlo non fece altro che echeggiare a vuoto.
Quindi la ragazza spettro si diede una spinta all'indietro verso il divano, fluttuò leggera a volo di petalo di fiore e si accomodò evanescente nella morbidezza della sua stoffa. Ormai impuntata sulla questione, si disse che anche se non era stato nei suoi programmi, avrebbe finito il romanzo in poche ore, giusto per avere la soddisfazione di fargli un'intenzionale dispetto.

 

NOTE AUTRICE: Weee ciaoooo a tutti. Innanzitutto BUON ANNO A TUTTI popolazione di EFP.
Per seconda cosa sono tornata con il mio simpatico progettino su Mihawk dei suoi slice of life (come li immagino io ovviamente) infatti se notate ho modificato il titolo e trama in breve.
Beh, spero che questa seconda One - Shot vi sia piaciuto. Ho pensato che i titoli degli scrittori famosi fossero adatti a lui e che è probabile li abbia letti. Voi che ne pensate? Quali altri libri potrebbe aver letto secondo la vostra idea?
Gli altri che vedete sono usciti a getto dalla mia mente.
Per quanto riguarda Perona penso sia chiaro del perché del “Canto di Natale”. In primis perché anche lei avrebbe tantissime cose di cui redimersi e in secondo luogo perché ci sono di mezzo i fantasmi.
Beh, che dire spero l’avete trovato simpatico e vi faccio spoiler sul prossimo capitolo che riguarderà una sfida culinaria. Ahahaha.

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