3 a.m.

di LalaMalfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alcol e errori ***
Capitolo 2: *** Circondato dal suo profumo ***
Capitolo 3: *** 3. Decisioni e annunci ***
Capitolo 4: *** Rosse in partenza ***
Capitolo 5: *** La verità viene sempre a galla ***
Capitolo 6: *** Elizabeth Agatha Potter ***



Capitolo 1
*** Alcol e errori ***


Alice e Lucy stanno ridendo per qualcosa quando mi avvicino al tavolo. Le guardo con un sorriso e mi siedo nuovamente al mio posto, sono le amiche migliori che potessi desiderare e sono davvero fortunata ad averle nella mia vita.

“Lils!” esclama Alice non appena prendo posto “Di anche tu a Lucy che le bacchette alla liquirizia sono molto meglio delle piume di zucchero”

Faccio una smorfia poco convinta, non ho mai amato la liquirizia e le piume di zucchero sono davvero troppo dolci per cui riesco a mangiarne solo un pezzettino prima di stancarmene

“Le cioccorane vincono a mani basse” sentenzio con convinzione e le altre due ridono per la mia risaputa adorazione per la cioccolata, di qualsiasi tipo essa sia

Se stanno chiacchierando così tranquillamente di dolci vuol dire che Lucy non ha ancora parlato e il vero motivo per cui abbiamo organizzato questa cena è ancora un mistero per la dolce moretta amante della liquirizia. Lancio un’occhiata alla mia cugina preferita e quando incontro il suo sguardo quello parla da sé.

Non ti faciliterò il compito, le parleremo assieme sembra dire, ma come possiamo dire alla nostra migliore amica che ci hanno offerto un lavoro in America?

Io non ho ancora deciso però Lucy sembra più che propensa ad accettare. Certo, le mancherà la famiglia ma sua sorella è in Francia per un progetto di studio sugli antichi maghi vissuti in quei luoghi e tornerà solo il prossimo anno e i suoi genitori progettano di partire per un viaggio visto che zio Percy è in congedo dal lavoro a causa di alcuni problemi che ci sono stati, nulla di grave ovviamente ma gli hanno regalato delle vacanze per farsi perdonare. Da quando Kevin Finnigan l’ha lasciata poi, dopo ben tre anni di relazione, sembra aver davvero bisogno di cambiare aria e questa sarebbe la sua occasione per ricominciare.

“Ali, dobbiamo parlare” ammetto sottovoce

Ali, cenetta oggi, solo noi tre” scimmiotta la mia voce nel ricordare quello che le ho detto questa mattina quando come ogni domenica siamo andate a colazione a casa Potter, lei ovviamente è invitata in quanto fidanzata di Albus “Direi che l’avevo capito”

“Abbiamo ricevuto un’ottima offerta di lavoro” ammetto

Via il dente, via il dolore. È sempre stato il mio modo di vivere la vita

“Dove?” chiede lei notando con sospetto il mio tono funereo

“Al Gorsemoor Hospital” questa volta è Lucy a sganciare la bomba

Entrambe abbiamo appena finito i primi due anni di corso per diventare Guaritrici e ora dobbiamo iniziare la specializzazione che prevede un tirocinio obbligatorio e, dal momento che siamo le prime del corso, ci è stato offerto un posto in uno degli ospedali magici migliori del mondo. Il Gorsemoor si trova in America, a New York, piuttosto vicino alla sede del MACUSA per essere precisi, ed è intitolato alla strega che ha scoperto la cura per il Vaiolo di Drago, per questo ha preso il nome dal cognome della donna.

“Al… Mi state dicendo che avete intenzione di andare in A-America?” ci chiede Alice quasi balbettando

“Non abbiamo ancora deciso cosa fare, ti stiamo solo dicendo che abbiamo ricevuto un’offerta” dico in un mezzo sussurro

“Be’ però state considerando l’idea o non me ne avreste parlato” ribatte lei

“Io ci sto pensando seriamente” le parole di Lucy fanno sgranare gli occhi all’unica non rossa del gruppo nonostante se lo aspettasse “Lily è molto più indecisa”

“Perché?”

“Perché Molly è in Francia, mamma e papà progettano di andare in Romania da zio Charlie, forse anche con zio Bill e zia Fleur ma non è questo il punto, e io non ho superato la rottura con Kevin” spiega Lucy con tono davvero serio ed è raro per lei che è una delle persone più gioiose e sempre sorridenti che io conosca ed essendo cresciuta all’interno del clan Weasley-Potter è tutto dire

“Mi mancherete moltissimo. Tu più di tutti, ma anche quei pazzi dei miei cugini, gli zii e i nonni. Io però ho bisogno di cambiare aria e ricominciare a vivere”

“E non puoi farti una vacanza?” sbotta Alice ma entrambe sappiamo che non è arrabbiata e infatti un attimo dopo sorride mestamente “Mi mancherai anche tu Lu, ma ti voglio bene e se questa è la cosa migliore per te devi farlo”

Alla fine si volta verso di me “E tu Lils che pensi di fare?”

“Non lo so” ammetto “È un’opportunità fantastica e irripetibile, ma qui c’è tutta la mia famiglia e loro non partono per nessuna vacanza né borsa di studio, ve lo immaginate James con una borsa di studio?” ridiamo tutte alla mia piccola battuta e quando ci calmiamo riprendo a parlare
“Non so davvero cosa fare. Mi mancheresti tutti troppo, non riesco a far mettere d’accordo testa e cuore”

“E ti mancherebbe Scorp” ridacchia Lucy

Da quando ho avuto la malsana idea di confidare loro la mia piccola cotta - che poi tanto piccola non è dato che va avanti da cinque anni, da quando lui era al settimo anno di Hogwarts e io al quinto - non fanno che prendermi in giro ad ogni occasione con la convinzione che prima o poi finiremo assieme.

“Lui è l’ultimo pensiero dal momento che è fidanzato. Con nostra cugina per di più”

Rose e Scorpius stanno insieme da quasi tre anni ormai e io sono semplicemente la sorellina del suo migliore amico, la ragazza con cui non faceva che bisticciare durante gli anni ad Hogwarts e con cui non ha ancora smesso di farlo nonostante siamo diventati in un certo qual modo amici.

“Assurdo” commenta Alice

“Non credevo che avrei mai visto il don Giovanni per eccellenza fidanzarsi” le dà corda Lucy “Con Rosie per di più” fa una smorfia prima di continuare “Non riesco ancora a vederli bene assieme nonostante gli anni passati, c’è qualcosa che non va, qualcosa che… no è assurdo”

“Sono carini assieme” ammetto nonostante questo faccia dannatamente male

“Non sono fatti per stare assieme” Lucy ha sempre creduto fermamente nell’anima gemella pur non essendo propriamente romantica nel senso più sdolcinato della parola “Non è lei ad avere il filo rosso di Malfoy”

Fa un attimo di silenzio e poi dice “È…”

“Assurdo. Sì, l’ho capito” la interrompo alzando gli occhi al cielo “Devi andare avanti tanto?”

Con un sorrisetto esasperato e divertito al tempo stesso mi volto per cercare man forte in Alice, ma questa volta non lo trovo.

La mia migliore amica scuote la testa e dice “Concordo con te Lu, tutto questo è…”

Interrompo la moretta fulminandole entrambe con lo sguardo e dico “Se dite un’altra volta la parola assurdo giuro che vi schianto entrambe”

Le due scoppiano a ridere alzando le mani in segno di resa e poi Alice dice “Che ne dite se andiamo alla festa di Al e Malfoy? Ho bisogno di ubriacarmi per venire a patti con l’idea che una o forse entrambe le mie migliori amiche presto se ne andranno”

I due hanno organizzato una festa, per non ho capito quale occasione, nell’appartamento che hanno preso in affitto assieme subito dopo aver lasciato Hogwarts. Non avevo alcuna intenzione di andarci perché cerco di evitare le occasioni in cui potrei vedere Rose e Scorpius fare gli sdolcinati e amoreggiare in pubblico ma non posso proprio rifiutare la richiesta di Alice dopo la notizia che le abbiamo dato.

“Non sarà che vuoi vedere il mio fratellone Serpeverde?” le chiedo ironica e lei arrossisce leggermente pur non potendo negare

“Andiamo su, qualche sana Burrobirra farà bene a tutte” dichiara Lucy ben sapendo che nessuna delle tre si fermerà alle Burrobirre

Diverse ore dopo la festa è ancora nel pieno dello svolgimento nonostante siano ancora le tre e i meno resistenti hanno già salutato e sono tornati a casa. Tra questi è compresa anche Rose che a quanto pare domani deve svegliarsi presto per il lavoro, mi sono sentita uno schifo nel sospirare di sollievo quando ha salutato e ha lasciato l’appartamento ma il mio livello di tolleranza aveva già ampiamente superato il limite e stavo decisamente esagerando con i bicchieri di Whisky incendiario.

Ho passato tutta la serata con Lucy e in alcuni momenti si sono uniti a noi alcuni cugini, James o Albus e Alice e nonostante tutto mi sono divertita. Ora la mia migliore amica e cugina preferita si è allontanata per ballare con un collega di Albus che non conosco ma credo di aver visto qualche volta in occasioni e io sono rimasta sola.

La testa gira sempre i più a causa dei brindisi sempre più assurdi che abbiamo inventato durante la serata e sto iniziando a pensare che sia il caso di andare a casa, quando mi rendo conto che non riuscirei a smaterializzarmi in queste condizioni. Provo a cercare James ma non lo vedo da nessuna parte così decido di andare in camera di mio fratello e buttarmi lì, sperando che lui e Alice non si siano già defilati nella testa.

Apro la porta e ci metto un attimo a rendermi conto che quella non è affatto la stanza di mio fratello. Scorpius Malfoy è in piedi davanti all’armadio con addosso una camicia bianca completamente sbottonata che lascia scoperto il petto perfettamente scolpito.

“Questa… non… Albus” borbotto, poi cerco di darmi un contegno non volendo mostrarmi debole davanti a lui e dico “Volevo andare in camera di Albus, ci vediamo Malfoy”

Faccio per uscire ma il biondino si avvicina con poche e veloci falcate e mi ferma per un braccio chiudendo poi la porta per impedirmi di fuggirgli.
“Magari c’è un motivo sei hai sbagliato” commenta malizioso “Magari volevi venire qui invece”

È decisamente troppo vicino tanto che devo alzare la testa per guardarlo negli occhi e il suo profumo mischiato a quello del Whisky che deve aver bevuto mi inondano completamente mandando in tilt i pochi neuroni che l’alcol non era ancora riuscito a spegnere.

“Ti piacerebbe Malfoy” gli dico pur sapendo che la mia frase non ha alcun senso

Lui non dice una parola, afferra una ciocca dei miei capelli e inizia a giocarci arrotolandoseli sull’indice lungo e affusolato. Osservo per qualche secondo la sua pelle lattea in contrasto con la mia ciocca rosso fuoco e mi incanto a quella vista.

È in quel momento che faccio la cosa in assoluto più stupida al mondo, alzo lo sguardo ad incontrare i suoi occhi e gli sposto indietro una ciocca bionda che gli era caduta davanti ad essi quando ha abbassato il capo per guardare anche lui il movimento della sua mano.

In uno scatto mi mette la mano libera dietro la schiena e mi avvicina a lui prendendo a baciarmi con foga e io rispondo al bacio perdendo completamente ogni inibizione e zittendo quella flebile vocina nella testa che ancora cerca di dirmi che sto facendo un’enorme cazzata.

Ma non sembra un enorme cazzata mentre le sue mani esperte mi accarezzano con desiderio e non sembra un’enorme cazzata nemmeno quando mi bacia o quando gioca col mio seno. Non sembra un’enorme cazzata quando i suoi occhi mi guardano con intensità e non sono più plumbei ma resi argentei dal desiderio. E ancora meno lo è quando entra in me e quando mi sussurra ripetutamente il mio nome all’orecchio mentre arriviamo entrambi al culmine del piacere.

Ma forse sono solo le tre di notte e io sono ubriaca e non è l’orario migliore per stabilire cosa sia una cazzata.

E infatti è a tutti gli effetti un’immensa cazzata e me ne rendo conto quando il giorno dopo mi alzo e lo vedo dormire accanto a me e nonostante vorrei accarezzarlo e baciarlo di nuovo ormai sono sobria e a mente lucida mi rendo conto di tutte le implicazioni di quello che ho fatto.

E non sono mai stata una codarda ma in quel momento l’unica cosa che riesco da fare è vestirmi in tutta fretta e uscire da quell’appartamento stando attenta a non essere vista da nessuno.

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Capitolo 2
*** Circondato dal suo profumo ***


Quando mi sveglio la prima cosa di cui mi rendo conto è un forte profumo che permea le lenzuola. Sono da solo nel letto eppure questo è senza dubbio il profumo della Piccola Potter, lo riconoscerei tra mille.

Ci metto un po’ a capire come è possibile che il suo profumo invada la mia stanza - perché questa è la mia camera e sono steso nel mio letto, ho controllato subito dopo aver aperto gli occhi con la consapevolezza di questo profumo - poi improvvisamente immagini della sera prima iniziano a scaturire dalla mia mente.
Non posso davvero essere così stupido da essere andato a letto con una delle cugine della mia ragazza, con la sorellina del mio migliore amico. E non posso essere così idiota da ripetermi ancora, dopo tutti questi anni, che lei sia solo questo.

Scuoto la testa, ormai sono innamorato di Rose e la mia stupida e assurda cotta per la Piccola Potter, quella ragazzina testarda e un po’ insolente con cui ho sempre discusso per tutti gli anni a Hogwarts e anche dopo, è passata da anni ormai.

Mi alzo, mi vesto e spalanco la finestra per cambiare odore alla stanza, quel profumo non mi aiuta affatto. Sospiro per l’ennesima volta da quando mi sono svegliato e alla fine tolgo anche le lenzuola pur sentendomi uno stupido per il fatto di starmi comportando come un ragazzino innamorato.

Esco dalla stanza e butto le lenzuola nello sgabuzzino che usiamo come lavanderia, di solito accumuliamo le cose finché non iniziano a scarseggiare i vestiti rimasti in armadio e poi li molliamo a casa mia o chiamo l’elfo di famiglia e lo faccio venire qui, bisogna ammettere che nessuno dei due è un bravo uomo di casa.

Quando vado a fare colazione incontro Albus che è già seduto al tavolo della cucina con una tazza di caffè davanti e l’espressione che ha ogni mattina appena sveglio. Sorrido leggermente, in modo così impercettibile che non si nota, e mi siedo davanti a lui.

Inizio a fare colazione tranquillamente come tutte le mattine ma a metà del mio caffè mi rendo conto che c’è qualcosa di strano in Albus. È più silenzioso del solito, pur non essendo lui particolarmente loquace, e di tanto in tanto mi lancia qualche occhiata di sottecchi.

“Che diavolo hai Al?” sbuffo alla fine spazientito, è una delle poche persone a riuscire davvero ad esasperami e si diverte a farlo

“Mi spieghi per quale motivo la mia adorata sorellina pestifera sgattaiolava fuori da casa nostra questa mattina presto?” mi chiede con un ghigno palesemente divertito

“Io- be’-” borbotto infastidito dal fatto che la rossa riesca a rendermi un idiota patentato, per fortuna davanti a me c’è solo il mio migliore amico “In realtà non ricordo molto”

“Ti ricordo che stai parlando di mia sorella, Malfoy” mi avvisa lui con tono fattosi improvvisamente gelido

“Senti, sei tu che mi hai chiesto” sbotto “In ogni caso se mi lasciassi finire…” mi interrompo “No, forse questo non migliorerebbe la situazione”

“Sei andato a letto con Luna?”

Annuisco leggermente intimorito, dopotutto tengo molto ai miei attributi e Albus pur non essendo James è anche lui un fratello maggiore iperprotettivo, ma lui mi stupisce dicendo “Quindi non ti è ancora passata, eh?”

“Io sto con Rose, Albus”

“Si certo Scorp” il mio amico sghignazza e si porta nuovamente la tazza alle labbra per coprirsi

“Senti, so che al nostro settimo anno potrei aver detto alcune cose ma sono passati qualcosa come cinque anni da allora. Dopo che abbiamo lasciato Hogwarts e ho smesso di vederla tutti i giorni me la sono fatta passare, poi ho iniziato a uscire con Rose e mi sono innamorato di lei” gli dico

“Io penso tu ti stia autoconvincendo di qualcosa che non è vero, ma sta a te”

Dopo colazione raggiungiamo insieme il Ministero e la prima persona che incontriamo è Harry Potter, il mio capo nonché l'ultima persona che vorrei vedere dopo stanotte.

"Papà" esclama Albus muovendo la testa in un cenno di saluto

"Capo Auror Potter" dico io usando quel termine formale ma in realtà anche scherzoso con cui ho preso a chiamarlo

"Al, Scorpius" ci saluta lui "Ho sentito che ieri sera avete dato una festa, com'è andata?"

"Molto bene" dice Albus con un sorrisetto divertito. Io non dico una parola

"Chi te l'ha detto?" chiede poi il corvino puntando i suoi occhi verdi in quelli identici del padre

"James" risponde lui "Lily non l'ho vista, dev'essere tornata tardi e questa mattina sarà uscita presto per andare al San Mungo" commenta poi e io sento il cuore accelerare i battiti all'idea che l'uomo possa scoprire cos'è successo, mi ammazzerebbe di sicuro

"Be' ora dobbiamo proprio metterci a lavorare" per fortuna è proprio lui a cambiare argomento senza che debba farlo io scatenando domande inopportune

"Albus c'è un testimone per il tuo caso, ti aspetta per l'interrogatorio" dice assumendo un tono molto più professionale, quello che usa con tutti i colleghi quando è nei panni del capo dipartimento "Invece tu Scorpius dovresti proprio finire quel rapporto sul caso che hai chiuso ieri. Ne vogliono una copia per il processo"

Annuisco secco e senza una parola mi dirigo alla mia scrivania mentre Albus riprende l'ascensore per andare qualche piano ancora più giù.

Non mi piace la parte del lavoro che consiste nel compilare rapporti, è qualcosa di lento e inutile ma inevitabile per cui mi metto di buona lena e cerco di finire al più presto. Inutile dire che finisco per ripensare per la milionesima volta a questa notte e pur rendendomi conto che è stata solo una notte ed è inutile rimuginarci non riesco a farne a meno.

"Malfoy, ci sono dei disordini a Diagon Alley. Potter ti vuole sul campo"

"Arrivo Gilbert" dico mollando il rapporto ormai praticamente completo - manca solo un'ultima revisione e qualche firma perché sia finito - e indosso il mantello prima di seguirlo a bacchetta spianata fuori dal Ministero.

A Diagon Alley un gruppetto di maghi incappucciati e avvolti in mantelli neri sta disseminando il panico distruggendo vetrine e scagliando incantesimi sulle persone che passano. Di tanto in tanto ci sono alcuni maghi che provano ad emulare i mangiamorte ma solitamente non sono molto organizzati, né potenti, sono più che altro piccoli delinquenti che cercano le luci della ribalta e di tanto in tanto qualche purosangue che sembra non aver accettato il nuovo ordine delle cose.

Anche questa volta non è difficile fermarli, legarli e catturarli. Mi sono rotto una caviglia a causa di uno stupido incantesimo che non sono riuscito ad evitare completamente e Gilbert è svenuto, ma per il resto stiamo tutti bene.

Il signor Potter si fa accompagnare dal signor Weasley a portare i catturati ad Azkaban mentre chiede ad Al e me di accompagnare Gilbert al San Mungo. L’idea di andare in quell’ospedale proprio oggi non mi attira affatto per cui dico ad Al “Senti, accompagna tu Gilbert. Io mi sistemo la caviglia e vado a finire quel maledetto rapporto. Inizio anche quello su questo intervento così poi avrai meno lavoro d’ufficio da fare”

Nemmeno Albus ama quella parte del lavoro per cui per un attimo spero davvero che accetti, ma dovrei ricordarmi che se il mio amico è stato messo a Serpeverde il cappello parlante aveva le sue buone ragioni.

Albus ghigna leggermente prima di tornare serio e con tono leggero dice “No, credo sia meglio che tu faccia vedere quella caviglia, non si sa mai”

Mi vede esitare e mi lancia un’occhiata di fuoco che mi costringe ad ammettere la resa e seguirlo. Ci smaterializziamo direttamente all’interno dell’ospedale tenendo Gilbert tra noi e la donna alla reception appena ci vede manda un avviso a mio padre. Qui tutti mi conoscono, mio padre è uno dei migliori Guaritori che hanno e da piccolo venivo spesso nel suo studio, avevo anche pensato di seguire le sue ombre prima di scoprire la passione per il lavoro che svolgo ora.

Scorgo i capelli biondi di mio padre solo qualche secondo dopo, ma mi irrigidisco non appena mi rendo conto che dietro di lui vengono quelle che lui definisce le sue migliori studentesse. Le chiome rosse delle due cugine per amiche, come le chiama Potter, mi fanno solo venire voglia di fare dietrofront e andarmene ma l’espressione minacciosa di Albus mi impedisce di farlo.

“Scorp” esclama mio padre venendomi in contro “Cosa ti sei fatto?”

“Ma niente papà” gli rispondo “Un incantesimo di qualche tipo mi ha colpito la caviglia ed è rotta. L’avrei sistemata da solo se Albus non si fosse trasformato in un migliore amico apprensivo” gli lancio un’occhiataccia per chiarire che è solo colpa sua che sono lì “È Gilbert che ha bisogno di una mano, l’hanno colpito con non so cosa e il Reinnerva non ha funzionato”

Mio padre mi scruta qualche secondo per capire se sto cercando di minimizzare il dolore che provo, poi sembra decidere che non è così, punta la bacchetta su Gilbert facendolo stendere su un lettino e poi dice “Andiamo. Albus, dà una mano a camminare a quello sconsiderato del tuo amico”

Albus mi si avvicina in modo che non debba posare troppo peso sulla caviglia rotta e insieme seguiamo i tre Medimaghi e la barella attraverso il San Mungo. Entriamo in una stanza e papà mi sistema la caviglia, poi si concentrano tutti e tre sul nostro collega svenuto.

Draco Malfoy è un padre molto più affettuoso e amorevole di quello che è stato suo padre per lui, certo ha i suoi atteggiamenti Serpeverde e sicuramente è ancora algido e rigido nei modi di fare ma sento il bene che mi vuole e quanto si preoccupa per me, soprattutto in momenti come questo.

“Possiamo andare? Veniamo più tardi a vedere come sta” dico accennando al ragazzo poco più grande di noi che è ancora steso sul lettino

“Non provare a muoverti da quella sedia” mi minacciano mio padre e Albus con lo stesso tono gelido

Alzo gli occhi al cielo ma rimango seduto perché so che se disobbedisco ai loro ordini proprio ora rischio molto più di una caviglia rotta.

Cerco di non farlo, ma non posso fare a meno di osservare Lily mentre lavora con scrupolosa attenzione. I capelli rossi raccolti in una coda alta le cadono su una spalla e gli occhi ambrati brillano di una luce intensa, quella che ha sempre avuto quando è concentrata su qualcosa che le piace davvero, la stessa espressione fiera che aveva anche quando mi lanciava qualche incantesimo ben riuscito per i corridoi di scuola.

Non si volta nemmeno per sbaglio nella mia direzione e questo mi dice che è pentita di quello che è successo stanotte. Non che io non lo sia, mi sento davvero in colpa per Rose, ma credo che forse dovremmo parlarne ora che la mia idea iniziale di evitarla è andata a farsi fottere prima del previsto a causa dell’intervento voluto di Albus e quello involontario di mio padre.

“Com’è andata la festa ieri sera?” chiede proprio lui quando finiscono di lavorare su Gilbert che ora sta riposando tranquillamente

“Molto bene” dice Albus trattenendo una risata nel vedermi indurire la mascella, Lily ha girato così velocemente la testa verso papà che ho avuto il terrore che le si spezzasse il collo

“Ce l’ha chiesto anche mio padre stamattina. Come fa a saperlo, signor Malfoy?” continua Albus e giuro che prima o poi lo schianto

“La signorina Weasley è arrivata leggermente in ritardo oggi e nella fretta di scusarsi ha farfugliato qualcosa” ridacchia lui e Lucy arrossisce leggermente lanciando a tutti un’occhiata di scuse

“Spero non sia un problema” dice guardando me

Faccio spallucce e le rispondo “No, non sono un ragazzino che fa le feste alle spalle dei genitori quando loro non sono in casa”

“Per fortuna abbiamo superato quella fase” ridacchia papà e io lo fulmino con lo sguardo

Mio padre esce dalla stanza e dopo un attimo, con una scusa banale, Albus e Lucy fanno lo stesso, è evidente che anche lei sa tutto, lasciandoci soli.

“Piccola Potter” la chiamo vedendo che fa di tutto per sembrare occupata e non incontrare il mio sguardo

“Malfoy” mi risponde lei “Possiamo dimenticare tutto? È stato un errore e non si ripeterà”

Faccio per dire qualcosa ma lei annuncia di essere molto impegnata ed esce di corsa dalla stanza lasciandomi da solo con un collega dormiente e milioni di pensieri per la testa. Infondo non so cosa le avrei detto di diverso da quello che ha detto lei ma questa conversazione mi ha decisamente lasciato con l’amaro in bocca.

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Capitolo 3
*** 3. Decisioni e annunci ***


È passato quasi un mese dalla notte del fattaccio, come ho preso a chiamarla, e per tutto questo tempo ho evitato Malfoy il più possibile. Ci siamo visti una domenica alla Tana quando nonna Molly ha deciso di invitare tutta la famiglia per un pranzo e una giornata in compagnia e Rose ha portato il suo fidanzato come tutti i cugini non single e alla festa di compleanno di Alice la settimana scorsa, ma le uniche parole che ci siamo scambiati sono state per i saluti di rito.

Lui continua a chiamarmi Piccola Potter come se niente fosse e io vorrei tanto colpirlo con un incantesimo giusto per togliergli quell’espressione serafica dalla faccia ma solleverei troppe domande visto che dopo Hogwarts ci siamo sempre limitati a discussioni verbali per cui ho evitato.

“Lils, ci sei?”

La voce preoccupata di Lucy mi riscuote dai pensieri e io esco dal bagno e guardo le mie due amiche sedute sul divano.

“Stai bene?” mi chiede Alice, la sua espressione riflette la preoccupazione che già si sentiva dal tono con cui ha pronunciato quelle due parole, la stessa che è riflessa negli occhi di Lucy

Scuoto la testa e mi preparo ad ammettere la verità di fronte alle due persone che so saranno sempre e comunque al mio fianco.
“Verrò in America” dico

Mi aspettavo un sorriso almeno da parte di Lucy mentre tutto quello che fa è chiedermi perché.

“È un’ottima opportunità e nonostante il bene che voglio alla mia famiglia e a te Ali non posso perderla” dico

“E se fosse davvero per questo ti direi che sono felicissima di averti al mio fianco anche in questa nuova avventura, ma qualcosa mi dice che la tua decisione è molto più legata a quello che è successo un mese fa piuttosto che a questioni lavorative” mi dice lei

“Sì e no” ammetto “Non posso dimenticare quello che è successo e ora mi è ancora più difficile dimenticare lui ma se fosse solo questo non me ne andrei”

“Cosa c’è di più?” mi chiede Alice e vedo dai suoi occhi che ha inteso quale può essere il problema e ora è ancora più preoccupata

“Ho un ritardo di due settimane e l’ultima volta che ho avuto il ciclo è stato prima di quella notte” sputo fuori le parole con fatica ma so che se non lo dico almeno a loro potrei scoppiare

Ali si porta le mani al viso e sospira pesantemente mentre Lu fa cadere il bicchiere che aveva tra le mani e non si cura di raccoglierlo ma continua a guardarmi con espressione sconvolta.

“Oddio Lils!” esclama la rossa dopo qualche minuto “Hai fatto gli incantesimi?”

“Non ho ancora trovato il coraggio” ammetto scuotendo la testa “Potresti…”

Lascio in sospeso la frase ma lei capisce, tira fuori la bacchetta dalla tasca e si posiziona davanti a me. Improvvisamente il suo volto non è più preoccupato e i suoi occhi esprimono solo professionalità come se davanti avesse una paziente qualunque come ci hanno insegnato al corso. Il signor Malfoy dice sempre che l’unico modo per sopravvivere in questo lavoro è estraniarsi e non affezionarsi troppo ai pazienti, accettare che non sempre le cose possono andare al meglio.

Quando finisce di pronunciare tutti gli incantesimi possibili leggo nei suoi occhi che non ci sono dubbi e anche Alice deve essersene resa conto perché dice
“E sei sicura che sia di Malfoy?” le lancio un’occhiataccia e lei subito si schermisce “No, scusa hai ragione ti conosco, era una domanda davvero stupida. È solo che… è un bel casino”

“Motivo in più per partire” ammetto “Crescerò il mio bambino o bambina in America e saremo felici”

“E pensi di non dire niente ai tuoi genitori e ai tuoi fratelli?” chiede Alice sconvolta “La nostra amicizia viene prima di qualsiasi altra cosa e sai che non dirò nulla ad Al contro la tua volontà ma sono convinta che dovrebbe saperlo. Con i tuoi fratelli hai un legame che è qualcosa di unico, non puoi tenergli nascosto che stanno per diventare zii, non te lo perdonerebbero mai”

“Lo so, sono consapevole che non mi perdoneranno mai una cosa del genere ma già faticheranno ad accettare il mio trasferimento, se sapessero il motivo non mi farebbero mai partire e probabilmente ammazzerebbero Malfoy, così si saprebbe anche la verità e io non voglio rovinare la vita sua e di Rose”

“Mi spieghi per quale fottuto motivo devi sempre preoccuparti più per gli altri che per te stessa?!” mi chiede Lucy furiosa e so che è solo preoccupata per me, ma per un attimo sobbalzo al suo tono di voce

La discussione continua ancora per un po’ ma io sono irremovibile e alla fine le mie amiche si dimostrano ancora una volta dalla mia parte. Alice promette di non farne parola con mio fratello e di venirci a trovare in America ogni volta che potrà perché vuole fare la zia. Lucy invece mi fa promettere che il giorno dopo faremo qualche esame a lavoro per essere sicura che sia io che il bimbo stiamo bene e poi mi promette che sarà sempre al mio fianco in ogni passo.

*

Due giorni dopo è di nuovo domenica e una nuova giornata alla Tana è il momento ideale per dare la notizia. Se siamo in tanti James e Albus forse daranno meno in escandescenza, giusto? No, di sicuro non si faranno frenare dal resto dei parenti ma non riuscirò a ripetere quel discorso più volte quindi tanto vale farlo una volta sola e rispondere alle domande di tutti.

Mentre mangio le numerose e abbondanti portate preparate da nonna Molly mi chiedo come riuscirò ad affrontare l’argomento. Sono seduta tra Alice e Lucy, davanti a noi ci sono Albus, James e Scorpius con accanto Rose. Fantastico insomma.

Al momento del dolce sento la mia migliore amica stringermi la mano sotto al tavolo e la ringrazio con un flebile sorriso. Alice in risposta stringe ancora di più e io le sono grata di essere qui. Lucy è meno preoccupata perché i suoi genitori già lo sanno e Molly è in Francia, le ha mandato una lettera per avvisarla della sua decisione. Quanto vorrei poterlo dire ai miei fratelli per lettera. Poi, mi ricordo che sono una Grifondoro e devo tirare fuori il coraggio

“Lucy ed io abbiamo una notizia da darvi” inizio concentrando il mio sguardo sulla piccola Melody che piange in braccio a Victoire mentre Remus, che ormai ha tre anni, cerca di farla ridere grattandole il pancino.

Tutti i numerosi invitati al pranzo si voltano nella nostra direzione e in quel momento anche Lucy diventa improvvisamente nervosa.

“Abbiamo ricevuto una proposta di lavoro al Gorsemoor e abbiamo deciso di accettarla”

Silenzio. Silenzio tombale che si prolunga davvero per troppi secondi.

A spezzarlo è James che butta all’indietro la sedia e si allontana di scatto dal tavolo per perdersi nell’enorme giardino che circonda la Tana. Anche Albus mi guarda con espressione ferita, poi dice “Vado a cercare James” e si allontana nella stessa direzione

“Perché non ne hai parlato con noi?” mi chiede mamma dopo un profondo respiro

“Io… non ero sicura di accettare” ammetto “Poi però ci ho riflettuto molto e ho capito che era la cosa migliore per me”

Entrambi i miei genitori non sembrano molto convinti, ma alla fine mi danno la loro benedizione e mi fanno promettere di scrivere loro il più spesso possibile. Anche Teddy, seppur evidentemente triste, mi abbraccia e mi dice che se questo mi rende felice allora devo andare.

Gli altri parenti si accodano alla piega che sta prendendo la situazione e ci fanno le congratulazioni e gli auguri. Mamma non sembra molto contenta che Lucy l’abbia detto ai suoi genitori prima e in separata sede mentre io no, ma Lucy ammette che lei aveva molti meno dubbi e aveva già scelto da diverso tempo.

Alice mi fa un cenno verso i miei fratelli che ancora non sono tornati e con un sospiro annuisco e vado verso di loro.

Li trovo seduti sotto l’albero in cui da piccoli abbiamo costruito una casetta insieme a tutti i cugini. Sono evidentemente ancora arrabbiati, ma mi siedo accanto a loro e provo a parlarci.

“Mi dispiace…”

“Ti dispiace?” mi interrompe James praticamente urlando “Per cosa prego? Per andartene dall’altra parte del mondo? Per aver preso una decisione del genere senza nemmeno interpellarci?”

“Io…”

“Tu un cazzo Luna! Siamo i tuoi fratelli non i vicini della porta accanto con cui prendi un tè ogni tanto giusto per farli contenti!”

“Lo so, James!” sbotto alzando la voce anche io e cercando di tenere a freno i maledetti ormoni in subbuglio dal momento che sento gli occhi pizzicarmi e mi rendo conto che sto per piangere “Perché credi che io sia stata così incerta prima di prendere una decisione? Non volevo lasciarvi porca puttana!”

“Invece a me sembra sia proprio quello che stai facendo” interviene Albus con tono molto più basso e controllato ma che mi dice solo che è davvero arrabbiato anche lui. Da brava serpe Albus tende a diventare insolitamente gelido quando è arrabbiato

Dopo un attimo sospira e dice “Dimmi che non hai deciso di partire per quello che è successo un mese fa”

“Come fai a saperlo?” gli chiedo “Io lo ammazzo!” aggiungo capendo

“Cos’è successo un mese fa?” chiede invece James ora sospettoso seppur ancora incazzato

“Non è colpa sua ha solo confermato. Mi sono svegliato presto perché avevo sete per la sbornia e nell’andare a prendere un bicchiere d’acqua ti ho vista uscire”

Merda! Pensavo di essere stata attenta

“Uscire da dove? Cosa…?” improvvisamente gli occhi di James si illuminano di comprensione “Dimmi che non è quello che penso” e io non riesco a fare molto più che abbassare il capo sentendomi in colpa

“Godric Lily!” esclama scuotendo la testa sconvolto “Sei proprio una Potter”

Alzo lo sguardo confusa e lo vedo sorridere divertito

“Che cos’hai da ridere?” gli chiedo iniziando ad arrabbiarmi “Non è una cosa da ridere”

“Be’ un po’ sì” dice Albus “Credo che siamo geneticamente portati per combinare casini”

James dà ragione al fratello con un cenno e poi dice “Senti, scusa se mi sono incazzato. Se davvero vuoi cogliere quest’opportunità fallo anche se avrei preferito ce ne parlassi prima di decidere, ma non farlo per quell’idiota tinto”

“Concordo” dice solo Albus che anche se Scorpius è il suo migliore amico non si è mai trattenuto dal dargli dell’idiota quando necessario

Entrambi sono a conoscenza dei miei sentimenti fin da quando questi sono comparsi al mio quinto anno. James ci ha messo più di Albus ma alla fine hanno accettato la cosa e mi sono sempre stati vicini.

“Non ho intenzione di mentirvi dicendo che non è un fattore che ha inciso” inizio e per qualche secondo mi dico che forse è il momento esatto per confessare quali sono state esattamente le conseguenze di quella notte, ma non trovo il coraggio così proseguo “Però voglio davvero cogliere questa opportunità, è qualcosa di unico e non si ripeterà più”

“Allora siamo dalla tua parte, ma non osare escluderci mai più dalla tua vita” mi minaccia James

Annuisco seppur con un peso al cuore all’idea che sto mentendo ai miei fratelli, le persone più importanti della mia vita, e loro mi abbracciano. Prima di lasciar cadere il discorso li minaccio perché non dicano a nessuno di quello che è successo e perché non ne parlino con Malofy, soprattutto per quanto riguarda Al mi assicuro che non gli faccia sapere che è uno dei motivi della mia partenza.

“Torniamo dagli altri?” propone Albus

“Voi andate, vi raggiungo tra un attimo” dico e dopo che si sono allontanati appoggio la schiena al tronco dell’albero e sospiro pesantemente.
Quando sto per alzarmi anche io sento qualcuno che si siede accanto a me e non ho davvero bisogno di alzare lo sguardo per sapere di chi si tratta.

“Che vuoi, Malfoy?” gli chiedo

“Vuoi davvero andartene?”

Inarco un sopracciglio e mi volto a guardarlo “Non pensavo la cosa ti tangesse” commento

“Sai che non è così” ribatte lui “Sarà strana la vita senza discutere con te Piccola Potter”

Sento il cuore saltare un battito a quell’affermazione e non gli rispondo.

“Spero che quello che è successo non c’entri” ora sono davvero stupita, dopo che gli ho detto di dimenticare quella notte quelle poche volte che ci siamo visti non ha mai provato a tirare fuori l’argomento

“Non sei sempre al centro del mondo, pensavo che ormai l’avessi imparato” gli rispondo sarcastica ma non riesco a fare a meno di portarmi una mano al ventre mentre pronuncio queste parole, per fortuna ha lo sguardo fisso su uno gnomo che sta scavando una buca e non se ne accorge

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Capitolo 4
*** Rosse in partenza ***


Oggi Lily Luna Potter parte per l’America e io non sono più riuscito a scambiarci nemmeno una parola da quando la settimana scorsa abbiamo avuto quella specie di breve conversazione alla Tana. Lei ha detto che io non c’entro con la sua decisione, ma questo non le ha impedito di evitarmi con ogni mezzo possibile. Forse crede che non me ne accorga ma è più che evidente.

Sono seduto a fare colazione con Albus e Rose che questa notte è venuta a dormire da noi e i due non fanno che parlare della partenza e del fatto che fra un’ora dobbiamo essere in aeroporto - mi sono fatto spiegare esattamente cos’è qualche giorno fa e anche se non lo ammetterei mai mi fa un po’ ansia quella strana cosa di metallo che potrebbe precipitare da un momento all’altro - per salutare le due rosse.

“Sentite ragazzi, magari vi aspetto qui” propongo ad un certo punto, non voglio vederle - vederla - partire.

“Ma come?! So che non vai particolarmente d’accordo con Lily ma pensavo che ormai foste diventati più o meno amici” esclama subito Rose

Lo eravamo diventati, prima di quella notte però.

Ad Albus ovviamente basta uno sguardo per capire la direzione dei miei pensieri, ma non dice una parola fino a quando Rose non si alza per andarsi a vestire
“Devi venire” sentenzia quando rimaniamo soli “Che sia per dirle addio o semplicemente per dirle ‘ci vediamo quando torni’. Se non lo facessi non te lo perdonerebbe” fa un attimo di silenzio e poi aggiunge “E non te lo perdoneresti nemmeno tu”

Sospiro perché so che ha ragione. Non dico una parola ma vado a vestirmi anche io e Albus fa lo stesso con un’espressione piuttosto soddisfatta stampata in volto.
Arriviamo in aeroporto tra i primi perché Albus è piuttosto nervoso. Lui raggiunge subito la sorella che sta parlando con James e Rose, un attimo dopo, fa lo stesso. Io rimango in disparte ad osservare la famiglia Potter che si saluta e man mano vedo arrivare tutti i Weasley.

Lucy sembra euforica per il viaggio mentre Lily per quanto anche lei sia evidentemente felice è più preoccupata. Può nasconderlo alla maggior parte dei presenti, ma non a me e nemmeno a James e Albus che si scambiano un’occhiata d’intesa prima di trascinarla lontano dagli altri parenti e iniziare a parlare fittamente con lei di qualcosa.

All’improvviso Alice Paciock si avvicina a me e richiama la mia attenzione.

“Malfoy”

“Paciock” le rispondo, di tanto in tanto ci chiamiamo ancora per cognome nonostante sia da anni la ragazza del mio migliore amico, passi gran parte del suo tempo nel nostro appartamento e ormai abbiamo un buon rapporto. Inizialmente doveva fermarsi da Albus dopo che ieri sera abbiamo fatto una festicciola per salutare le due partenti, ma alla fine ha deciso di andare a dormire con le due amiche.

“Se la lasci andare senza una parola ti affatturo”

Capisco che sa tutto, ma non ne avevo dubbi. Io l’ho detto ad Albus ed era evidente che anche lei avesse fatto lo stesso con le sue migliori amiche, credo abbia fatto lo stesso con i suoi fratelli ma non ne sono sicuro perché il mio migliore amico non ha detto una parola e Potter non è ancora venuto a cercare di castrarmi o direttamente uccidermi.

“È lei che mi evita” le faccio notare

“Sei tu quello che ha tradito la sua ragazza” ribatte la moretta senza lasciarsi scalfire dal mio tono “Lei si sente in colpa, non affronterà mai l’argomento per prima”

Alzo gli occhi al cielo ma non voglio davvero vederla partire senza salutarla per cui mi avvicino e dico “Piccola Potter, possiamo parlare?”

Lei mi lancia un’occhiata sospettosa, poi fa un cenno ai fratelli e Hugo, che dopo Lucy è il cugino a cui è più legata avendo entrambi la stessa età ed essendo cresciuti assieme, e mi segue un po’ in disparte.

“Volevo salutarti” le dico

“Bene, l’hai fatto” commenta e fa per allontanarsi ma la fermo di nuovo afferrandola per un braccio, salvo poi rendermi conto che è la stessa identica mossa di un mese fa e lasciarla subito scottato dal suo sguardo furioso

“Non sarebbe dovuto succedere” le dico “Ma non è che potremmo lasciarcelo alle spalle e tornare ad essere quasi amici come prima?”

Per un attimo nei suoi occhi sembra passare un lampo ferito, poi però annuisce e sorride leggermente “Di tanto in tanto ti scriverò, giusto per farti sapere che non mi manchi affatto”

“Farò lo stesso” le rispondo pur sapendo dentro di me che mi mancherà moltissimo, più di quanto io sia disposto ad ammettere anche solo a me stesso

E con quell’improvvisa rivelazione mi torna alla mente la conversazione avuta con Albus la mattina dopo quella notte. Scuoto la testa per scacciare i pensieri e la seguo mentre insieme raggiungiamo gli altri.

Il caos tipico del clan Wealsey-Potter si fa sentire anche ora mentre tutti si salutano e abbracciano.

Ho come l'impressione che la piccola Potter stia dicendo addio più che arrivederci, ma è così assurda come idea che mi dico di non fare l'idiota metto a tacere questo pensiero bollandolo come assurdità data dal momento.

Quando le due entrano nella zona in cui può andare solo chi ha il biglietto, o almeno così ho capito, Alice sta piangendo e Albus la abbraccia forte.

Entrambi i fratelli Potter hanno lo sguardo perso fisso nel punto in cui la loro adorata sorellina è sparita dalla loro vista e lo stesso vale per i padri delle due partenti, d’altra parte le due figlie diciannovenni stanno partendo per andare a vivere in un altro continente, non è una cosa da nulla.

Mi viene in mente che anche mio padre è sembrato piuttosto scontento all’idea che le sue migliori studentesse se ne siano andate dal San Mungo, ma era anche consapevole che fosse un’ottima opportunità per loro. Ha detto che anche a lui l’avevano proposto ai suoi tempi e se non fosse stato per la mamma avrebbe anche accettato.

“Passerò la giornata con i miei, James e Alice” mi avvisa Albus

Annuisco semplicemente perché mi aspettavo che mi avrebbe detto una cosa del genere e gli do una pacca sulla spalla nel tentativo di rassicurarlo, lui mi sorride leggermente e io gli dico “Ci vediamo domani” ben sapendo che questa notte non tornerà al nostro appartamento.

Raggiungo Rose, stando molto attento a Ronald Weasley che anche se sono passati quasi due anni da quando ci siamo messi assieme ancora mi guarda male ogni volta che mi vede vicino a sua figlia - bisogna dire che nell’ultimo periodo non posso proprio biasimarlo - e le chiedo se le va di andare a fare un giro.

“Va bene” accetta lei “In realtà devo proprio andare al Ghirigoro a comprare alcuni libri che mi servono per il lavoro, ti va di accompagnarmi?”

Annuisco, un posto vale l’altro non ho grandi pretese voglio solo passare una giornata tranquilla. Usciamo dall’aeroporto e io mi fermo a guardare quei trabiccoli di metallo che si alzano in volo. Rose, accorgendosene, ride leggermente

“Ti sembrano ancora così strani?” mi chiede

“Credi siano sicuri?” le domando di rimando

“Piuttosto sicuri sì” annuisce “Mi sono informata ed è molto raro che succeda qualcosa che non va, più raro che spaccarsi nella materializzazione o finire nel camino sbagliato con la Metropolvere”

“Quello succede solo agli imbecilli” commento “Insomma bisogna solo pronunciare chiaramente il luogo in cui si vuole andare”

Lei mi guarda divertita e dice “A zio Harry è successo la prima volta che l’ha presa, aveva dodici anni e non sapeva nemmeno cosa fosse fino a un minuto prima. E nonno Arthur, papà, zio Fred e zio George sono rimasti incastrati nel camino di casa degli zii di zio Harry perché non sapevano che il camino fosse murato”

“Murato?” chiedo stranito “Perché diavolo qualcuno dovrebbe murare un camino?!”

“Perché…” Rose scuote la testa “Lascia stare è una cosa da babbani”

“Ma non potevano prendere una passaporta? Non era più sicura?”

“Non ho capito bene perché non l’abbiano fatto, credo una delle due si sia rifiutata di prenderla” [1]

Questo mi sembra ancora più strano ma non ne ho parlato con loro quindi in effetti non posso sapere perché hanno scelto in questo modo.

“Va be’ contente loro” borbotto prendendole la mano e raggiungendo il vicolo in cui ci siamo materializzati prima per arrivare qui

Giro su me stesso sempre tenendo Rose stretta a me e un attimo dopo siamo a Diagon Alley, finiamo quasi addosso a un uomo che sembra abbastanza di fretta, ma quando ci scusiamo lui sorride, ci dice di non preoccuparci e riprende a correre.

“Andiamo al Ghirigoro” dico e insieme ci avviamo verso la nostra destinazione

Dentro alla libreria Rose è sempre al settimo cielo, gira tra i libri afferrandone diversi e leggendone la trama prima di posarli nuovamente sullo scaffale. Sorrido leggermente, sono più che sicuro che uscirà da qui con molti più libri di quelli che effettivamente le servono per il lavoro.

“Andiamo a prendere un gelato?” le propongo quando usciamo adocchiando la gelateria di Fortescue che ora è gestita da un vecchio compagno di dormitorio del signor Potter a quanto mi ha detto Al. L’uomo ha lasciato al locale il vecchio nome in ricordo dell’uomo morto durante la Seconda Guerra Magica.

“Credo proprio prenderò una granita” accetta Rose mentre ci incamminiamo in quella direzione “Sai, sono un po’ scombussolata all’idea che Lily e Lucy siano partite. So che durante Hogwarts e soprattutto dopo abbiamo un po’ perso i contatti ma voglio molto bene ad entrambe e soprattutto da piccole io e Lils eravamo davvero molto unite”

Trattengo una smorfia sentendomi ancora più in colpa per quello che è successo, Rose non sa nemmeno della strana cotta che ho avuto per la Piccola Potter al settimo anno.

“Vedrai che ti ci abituerai” le dico cercando di rassicurarla, cosa in cui non sono mai stato bravo “Potrete sempre scrivervi e sicuramente tornerà per le feste”

Rose annuisce sovrappensiero, nel frattempo comunque siamo entrati in gelateria per cui lei scambia due parole con l’uomo davanti a noi che la conosce da sempre essendo per l’appunto amico di suo zio e dei suoi genitori e poi ordiniamo i gelati.

Passiamo davvero una giornata tranquilla. Parliamo del più e del meno, ci raccontiamo di come va al lavoro e di quello che ci siamo persi delle vite dell’altro e ridiamo di una cavolata che ha combinato Albus quando qualche settimana fa si è quasi dimenticato il compleanno di Alice e ci ha coinvolti in una ricerca disperata di un regalo decente all’ultimo secondo.

Pranziamo al Paiolo Magico che pur non essendo particolarmente elegante va sempre bene e passiamo anche il pomeriggio a zonzo per le strade di Londra dato che Diagon Alley l’abbiamo visitata tutta durante la mattinata. La sera siamo entrambi stanchi per cui ordiniamo una pizza e la mangiamo seduti sul divano del mio appartamento guardando un film - Albus a casa aveva una televisione e quando mi ha obbligato a comprarla da mettere in salotto ho scoperto che non è tra le peggiori invenzioni babbane. Alla fine ci addormentiamo sfiniti senza nemmeno curarci di andare a letto.


[1]: I guaritori sconsigliano l’uso delle Passaporte alle persone anziane, alle donne incinte e ai malati. (da Potterpedia, se non fosse vero prendetela come una licenza poetica)
 

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Capitolo 5
*** La verità viene sempre a galla ***


“Lu, mi ordini un tè verde e un cheesburger col bacon?” chiedo a Lucy pregandola con lo sguardo di non farmi alzare

“Quando nascerà quel frugoletto dovrai sdebitarti” scherza lei facendomi l’occhiolino e alzandosi per andare al bancone del pub

Veniamo qui spesso da quando siamo in America perché appena arrivate abbiamo conosciuto un Babbano - o No-Mag come li chiamano qui - che poi ci ha presentato i suoi amici e si sono rivelati tutti molto simpatici. Abbiamo conosciuto anche molti maghi, colleghi e non, ma con loro ci troviamo particolarmente bene.
Il primo incontro non è stato il massimo dato che gli siamo praticamente andate addosso con tutti i bagagli, ma fortunatamente non se l’è presa.

“Ciao Lils” esclama proprio lui entrando seguito dagli altri suoi amici “Lucy?”

“Ehi Drew! È andata a ordinare da mangiare” gli rispondo 

Andrew sorride e annuisce prima di prendere posto accanto a me. Attorno a noi si siedono anche Michael, Dylan e Josh con la sua ragazza, Sharon.

“Come stai?” mi chiede l’unica ragazza del gruppo accennando con lo sguardo alla mia pancia, ancora non si nota però loro sanno tutti che sono incinta perché non sarei mai riuscita a tenerlo nascosto visto che non posso bere e fare anche diverse altre cose.

Sharon è stata davvero felice quando Andrew ci ha invitate ad uscire con loro la prima volta, adora i suoi amici ma il fatto che ci siano due ragazze nel gruppo la rende molto contenta. Per quanto riguarda noi lei non è certo Alice e non potrà mai sostituirla ma le vogliamo molto bene, è un’amica sincera e una ragazza simpaticissima.
“Un po’ stanca ma non mi lamento” le rispondo con un mezzo sorriso “Credo lo sarei in ogni caso vista la giornata che abbiamo avuto”

Abbiamo detto loro che siamo dei medici, senza ovviamente specificare nulla di più, per cui ci pensano specializzande in un normalissimo ospedale babbano. Di tanto in tanto le cose si complicano quando ci chiedono consigli e noi non conosciamo i rimedi babbani, ma siamo sempre riuscite a cavarcela.

Lucy ci raggiunge e saluta tutti, poi dà un bacio a Andrew e si siede. Hanno iniziato ad uscire insieme due settimane fa più o meno ma sono così perfetti che credo le cose dureranno a lungo. Lei ha paura del momento in cui dovrà inevitabilmente raccontargli la verità sul nostro mondo se le cose si faranno davvero serie, ma io conosco il ragazzo e sono sicuro che la accetterà per chi è davvero, certo magari avrà un piccolo shock iniziale ma lo supererà.

Chiacchieriamo del più e del meno e anche gli altri ordinano la loro cena. Mentre mangiamo i ragazzi ci raccontano di una partita a basket che hanno giocato qualche giorno fa e noi li ascoltiamo commentando divertite le loro gaffe.

All’inizio ci ho messo un po’ a capire cosa fosse il basket - l’unico sport babbano di cui avevo mai sentito parlare era il calcio e nemmeno di quello avevo capito molto e per di più ho scoperto che qui in America in pochi ci giocano mentre in Inghilterra è molto diffuso - ma ora mi sembra un passatempo carino e divertente anche se non quanto il quidditch. Giocare è una delle cose che mi mancano della mia vita in Inghilterra ma non potrei farlo comunque viste le mie condizioni quindi mi consolo dicendo che lo insegnerò a mia figlia, o figlio.

La porta del pub si apre lasciando entrare una ventata di aria fresca, è solo settembre ma di sera inizia già a rinfrescare qui a New York. Essendo abituata al clima inglese e soprattutto della zona di Hogwarts, non mi ha colpito particolarmente la cosa. Non faccio molto caso ai nuovi avventori fino a quando Lucy non dice
“Lils, guarda”

A quel punto mi volto e vedo Alice e i miei fratelli. Sgrano gli occhi e sussurro ai ragazzi al tavolo con me “Vi prego loro non sanno nulla del bambino”

I nostri amici fanno giusto a tempo ad annuire quando i tre ci vedono. Nonostante tutto sono felice di vederli per cui mi alzo in piedi e corro da loro.

James mi solleva in aria e mi stringe forte, poi mi lascia e anche Albus mi abbraccia. Per ultima, saluto Alice che nel frattempo stava salutando Lucy.

Dopo i saluti ci avviciniamo al tavolo e dico “Ragazzi loro sono i miei fratelli, James e Albus, nonché ovviamente cugini di Lucy e lei è la nostra migliore amica, Alice” poi mi giro verso i nuovi arrivati e continuo “Loro sono i nostri amici Andrew, Sharon, Michael, Dylan e Josh”

“Vi unite a noi?” chiede Mike con un sorriso

Loro annuiscono e si siedono

“Cosa volete mangiare?” chiede Dylan

I tre ci guardano per qualche secondo, ovviamente dalle lettere che ci siamo scambiati sanno che sono babbani per cui non sanno bene cosa rispondere. È Lucy a prendere in mano la situazione dicendo

“Ordino io per i nostri inattesi ospiti” e dopo averla buttata sul ridere si alza e va al bancone.

“Come state?” chiedo “Come mai siete venuti fino a qui?”

“Ci mancava la nostra sorellina” risponde James ma il suo tono non mi convince affatto

“Giuro che non è stata colpa mia” esclama infatti Alice pregandomi con lo sguardo di non arrabbiarmi con lei

La guardo confusa per qualche secondo poi Albus, con lo sguardo gelido classico di quando è arrabbiato, tira fuori dalla tasca della giacca una boccetta piena di un liquido azzurro

“Merda” mi lascio sfuggire. Negli ultimi giorni prima di partire ho dovuto iniziare a prendere una pozione per la gravidanza e quello che ha in mano Albus è ciò che ne è rimasto dopo che siamo partite

Guardo Alice in cerca di una spiegazione e lei dice “L’hai lasciato da me l’ultima notte che abbiamo dormito assieme e non me n’ero accorta. Ho provato a non fargli capire di chi fosse ma non potevo certo dire ad Al che era mio, dovevi vedere com’era andato nel panico. Quando ha capito che non era mio ha pensato a Lucy ma alla fine ha fatto due più due e ha chiamato James”

Mi faccio piccola ben sapendo che James sta per fare una sfuriata, Albus ha uno sguardo ormai imperscrutabile che fa quasi paura.

“Ehi cuginetti!” esclama Lucy arrivando con il cibo, poi si accorge della tensione al tavolo e dice “Come mai così silenziosi?”

Guarda prima me, poi Alice e infine segue i nostri sguardi fino alla boccetta ancora tra le mani di Albus e spalanca la bocca sconvolta “Merda” impreca e la sua mano corre istintivamente alla bacchetta che ha in tasca.

“Ragazzi ci vediamo domani” dico “Forse è meglio che noi andiamo a casa”

Alice e Lucy mi guardano interrogative ma io scuoto la testa “Rimanete pure, ci vediamo più tardi” è una cosa che devo affrontare da sola

Appena fuori dal locale troviamo un posto tranquillo e ci smaterializziamo nell’appartamento che condivido con mia cugina.

“Pensavi di sparire e crescere un bambino senza dirci niente? Sei completamente impazzita?!” sbotta subito James “Avremmo mai scoperto di essere zii?! Mamma e papà lo sanno?”

Lo interrompo prima che possa continuare con la sua sfilza di domande “Mamma e papà non lo sanno e continuerà ad essere così, nessuno deve saperlo” dico “A voi avrei davvero voluto dirlo, ci ho provato tante volte ma non ho mai trovato il coraggio”

“E pensare che voi Grifoni vi vantate di essere tanto meglio di noi” commenta Albus serafico

Gli lancio un’occhiataccia e non gli rispondo

“Mi dispiace davvero tanto” dico chinando lo sguardo e sedendomi sul divano, distrutta

“Chi è il padre?” mi chiede James una volta che si è un po’ calmato

“Il suo comportarsi improvvisamente da serpe e scappare chiarisce perfettamente la natura di almeno metà del bambino là dentro” commenta Albus e il suo piccolo ghigno mi dice che si è un po’ calmato anche lui

“Malfoy?” chiede anche James pur non avendo davvero bisogno di conferma, sa già quello che è successo prima della mia partenza “Quindi è questo che ti ha convinta a partire”

Annuisco sconfitta, non ho più alcuna forza di mentire né nascondere anche solo parte della verità.

“Sicura di non essere andata con qualcun altro?”

Inarco un sopracciglio “Mi vuoi sapere a letto con qualcuno a caso?”

“No, ma non voglio essere lo zio di un Malfoy”

“Se ti consola sarai lo zio di un Potter visto che il padre non lo saprà mai”

Guardo Albus che ancora non ha commentato “Non puoi dirglielo” li osservo entrambi “Non potete dirlo a nessuno”

“Ha il diritto di saperlo, e penso anche sarebbe un buon padre”

Scuoto la testa “Non lo vorrebbe, abbiamo deciso di dimenticare quello che è successo e poi in ogni caso non potrei mai rovinare la sua relazione con Rose”

“Perché diavolo devi sempre pensare prima agli altri che a te stessa?!” sbotta James ricordandomi, nella sua foga molto alla Weasley, che Lucy ha detto la stessa identica cosa quando ha saputo

“So cosa vi siete detti” dice invece Albus e non mi stupisce “Ma lui non ha dimenticato un bel niente e poi non sa del bambino”

“Sta ancora con Rose e questo mi basta” gli rispondo scuotendo la testa “Non dirmi niente”

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, poi dico “Siete ancora arrabbiati con me?”

“Non è facile perdonare il fatto che tu non ce l’abbia detto” ammette James “Ma no, vogliamo solo starti vicini”

“E fare gli zii” aggiunge Albus con un sorriso “In fondo è una mezza Serpe, ha bisogno di qualcuno che gli insegni quello che deve sapere”

“Tu non porterai mia figlia sulla cattiva strada”

“Figlia?” chiedono in coro

“Non lo so, è solo una sensazione per ora”

Gli faccio promettere di non dire niente a nessuno e poi rimaniamo a parlare del più e del meno per ore, fino al ritorno di Alice e Lucy che si uniscono alla conversazione. Quando siamo esausti andiamo tutti a letto. James dorme in divano mentre Lucy con me visto che ha lasciato la sua stanza.

Sono le tre di notte quando mi addormento felice di non dover più mentire alle due persone più importanti della mia vita.

Passiamo tre giorni fantastici mentre mostriamo loro l’America magica e anche quella non quando siamo con i nostri amici. James e Albus si divertono a lanciare qualche occhiataccia a Dylan che secondo loro è un po’ troppo espansivo con me - in effetti ci ha provato ma gli ho detto che non ho ancora dimenticato il padre del bambino e lui ha lasciato perdere decidendo di restare amici, ai miei fratelli l’ho detto ma non sembrano considerarlo abbastanza - e fanno il discorsetto a Andrew visto che da quando io e Lucy siamo diventate così unite loro l’hanno presa sotto la sua ala dicendo che non avendo fratelli maschi avrebbero dovuto, da bravi cugini, arrogarsi questo gravoso compito. Come se non li divertisse da morire.

Quando li dobbiamo salutare sono sicura che mi mancheranno moltissimo ma loro mi assicurano che verranno ogni volta che gli sarà possibile. Anche Alice mi abbraccia forte e mi dice di scriverle sempre e so che sentirò anche la sua mancanza addirittura più di prima che venisse qui a trovarci.

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Capitolo 6
*** Elizabeth Agatha Potter ***


Erano le tre di notte quando per la prima volta sono stata svegliata da un calcio della mia piccolina. Erano le tre di notte anche quando ho deciso di chiamarla Elizabeth. Erano sempre le tre quando mi si sono rotte le acque e quando, esattamente ventiquattro ore dopo, è venuta alla luce la piccola Elizabeth Agatha Potter.

Non nego di aver pensato a come suonavano i nomi affiancati al cognome Malfoy mentre li decidevo ma non sono mai tornata sui miei passi per quanto riguarda la decisione di non dirgli nulla. Ho vietato ai miei fratelli di raccontarmi qualsiasi cosa riguardi lui o in qualche modo lo coinvolga e loro hanno accettato, col tempo hanno iniziato a raccontarmi sempre meno di quello che succede in Inghilterra, tranne per quanto riguarda loro con cui ovviamente non ho segreti.

Ora, quasi sei anni dopo la mia partenza, posso dire di avere una vita felice in America. Elizabeth è una vivace bambina di cinque anni che adora i suoi zii e le sue zie. Fisicamente somiglia in tutto e per tutto a suo padre, ma caratterialmente è come me. Certe volte Albus dice che diventerà una serpe ma in fondo lo dicevano pure a me da bambina e le cose non sono andate proprio in questo modo.

“Mammina” esclama Lizzie correndo verso di me e tendendo le braccia per farsi sollevare “È arrivato il gufo di zia Ali e zio Al”

Andiamo in cucina e in effetti l’animale è ritto sul tavolo che aspetta. Gli slego la lettera dalla zampa e gli do alcuni biscotti poi lascio la piccola ad accarezzarlo e giocare con lui e mi concentro nel leggere la lettera.

Ciao Lils,
come vanno le cose in quel di New York?
Abbiamo una notizia da darti: ci sposiamo!
Sappiamo che tornare in Inghilterra non è nei tuoi piani ma ci piacerebbe tanto poter condividere con te questo giorno speciale (vorrei davvero te e Lucy come damigelle d’onore).
Facci sapere al più presto,
Ti vogliamo bene,
Albus e Alice
P.S.: Dai alla piccola Lizzie un bacio enorme da parte nostra e dille che la adoriamo (se verrete sarà la nostra damigella, sai che bello vederla spargere fiori lungo la navata e poi darci gli anelli?)


Non ho un attimo di incertezza e pur sapendo che il testimone di Albus sarà sicuramente Scorpius non voglio perdere il loro matrimonio. Rispondo positivamente alla lettera, poi la do al gufo e dico

“Lizzie, hai voglia di conoscere i nonni e tutti gli zii e i cugini di mamma?” le chiedo

“Vengono qui?” mi domanda dubbiosa

“No, andiamo noi da loro” le dico e lei spalanca gli occhi sorpresa

In questi cinque anni mi ha chiesto più volte di portarla da loro ma io non ho mai accettato. Ora deve essere davvero contenta di vedere esaudito il suo desiderio.

“Come mai?”

“Zio Albus e zia Alice si sposano” le dico e lei inizia a battere le mani entusiasta e a correre per la cucina saltando e gridando in una sorta di strana danza della vittoria che mi fa scoppiare a ridere.

“Vieni, andiamo da zia Lucy e zio Andrew. Dobbiamo organizzare il viaggio”

Elizabeth salta in braccio e insieme usciamo dal nostro appartamento per raggiungere quello di Andrew e Lucy. Quasi un anno fa ormai i due sono andati a convivere, si sono trasferiti nell’appartamento di Drew e Lucy ha lasciato a me e mia figlia quello in cui abitiamo da quando ci siamo trasferite qui.

All’inizio Lizzie ci è rimasta male, ma quando si è resa conto che i due appartamenti sono vicini e che avrebbe continuato a vederla spesso si è tranquillizzata e ora è contenta.

“Zia!” esclama quando Lucy apre la porta “Zio Drew è a casa?”

La rossa annuisce divertita e mia figlia corre dentro lasciandoci da sole nell’ingresso

“Ciao Lu” la saluto

“Ciao Lils” mi sorride lei “Hai sentito la notizia?”

Questa volta sono io che inizio a saltellare come ha fatto Elizabeth fino a poco fa, coinvolgendo anche Lucy in una danza sulle note di “Alice si sposa”

“Cosa pensi di fare?” mi chiede tornando seria

“Verrò, non perderei il matrimonio di mio fratello e della mia migliore amica per nulla al mondo” le dico “Affronterò le critiche, le sgridate e anche il signorino Malfoy”

“Tu ti rendi conto che Lizzie è la sua copia sputata? Stessi capelli biondo platino, che ora abbiamo la conferma non essere tinti, stessi occhi plumbei, stessa espressione”

La battuta sui capelli di Malfoy è evidentemente atta a stemperare la tensione, sorrido leggermente, divertita e poi dico
“Me ne rendo conto ma magari negli anni i neuroni dell’idiota non sono aumentati”

Lucy scuote la testa e mi fa cenno di entrare dato che, troppo prese dalla conversazione, siamo ancora ferme all’ingresso. Andiamo in salotto dove troviamo Andrew intento a giocare con Elizabeth che come sempre non lo lascia in pace un attimo.

“Ciao Drew” lo saluto

“Ehi Lils!” esclama lui “A quanto pare abbiamo un matrimonio da festeggiare”

Annuisco felice. Dopo il primo strano incontro in cui Albus e James hanno fatto i fratelli maggiori iperprotettivi ogni volta che sono venuti a trovarci si sono sempre più resi conto di quanto il ragazzo tiene a Lucy e l’hanno accettato in famiglia iniziando a conoscerlo meglio. Ora, dopo anni, vanno molto d’accordo.

*
“Pronta per il tuo primo viaggio con una passaporta tesoro?” chiedo a Lizzie qualche giorno dopo

In questi giorni abbiamo sistemato diverse cose. Sia io che Lucy abbiamo dato fondo a tutti i giorni di vacanza che avevamo in arretrato e finalmente oggi potremo partire. Rimarremo in Inghilterra circa un mese per dare una mano nei preparativi e comportarci da brave testimoni.

“È vero che fa vomitare?” mi chiede lei un po’ preoccupata

“Te l’ha detto zio James?”

La piccola annuisce e io sbuffo esasperata. Mio fratello ha ventotto anni eppure a volte sembra ancora il dodicenne che spaventava Albus su quello che lo aspettava a Hogwarts.

“A volte può dare un po’ fastidio ma tuo zio esagera” le dico con un sorriso divertito

La nostra conversazione viene interrotta dall’arrivo di Andrew e Lucy, anche lui è un po’ preoccupato per il suo primo viaggio in passaporta anche se non lo ammette. Come avevo previsto è rimasto un po’ scosso quando all’inizio Lu gli ha raccontato tutto, poi però è venuto a patti con la cosa e ha iniziato ad adorare sempre di più la magia.

Ci raduniamo tutti attorno alla bottiglia vuota di latte e mettiamo un dito sopra di essa. Prendo Elizabeth per mano e mi assicuro che rimanga attaccata all’oggetto. Dobbiamo aspettare solo qualche secondo prima di sentire l’ormai familiare strappo all’ombelico e un attimo dopo siamo nel salotto di casa di Albus e Alice. I due sono seduti sul divano e subito ci sorridono felici.

“Zio!” esclama Elizabeth correndo ad abbracciare Albus

“Ciao Lizzie" sorride lui contento

“Ciao Severus” dico anche io andando ad abbracciare il mio fratellone

“Ciao Luna” esclama lui “Sono davvero felice che siate venute”

“Zio Jam?” chiede Eliabeth curiosa

“Dovrebbe arrivare a minuti” interviene Alice nella conversazione

Come se l’avessero evocato proprio in quel momento il ragazzo si materializza al centro del salotto e gira su sé stesso per guardarci tutti

“Ciao Luna" esclama

“Ehi Sirius!” lo saluto abbracciandolo

“Zio!” esclama Lizzie

“Lizzie, principessa” Sirius va da lei e la alza facendola girare sopra la sua testa, poi si siede sul divano con lei tra le gambe e iniziano a confabulare su qualcosa che non riesco a sentire

Sospiro rassegnata, quei due mi faranno impazzire, e mi avvicino a Lucy e Alice che stanno chiacchierando dall’altro lato della stanza. È bello essere nuovamente tutte e tre assieme, mi mancavano le nostre lunghe chiacchierate, le nottate in compagnia, i pranzi o le cene al nostro solito locale… insomma mi mancava tutto quello che facevamo, mi mancavano loro.

“Rachel?” chiedo a mio fratello quando, dopo aver chiacchierato per un po’ con le mie migliori amiche, mi siedo tra James e Albus e Lizzie si precipita sulle mie gambe

“Volevo godermi la mia sorellina e la mia nipotina” mi risponde facendomi l’occhiolino

“Ma io volevo conoscerla” sbuffo

James e Rachel stanno assieme da circa sei mesi, ma io non ho ancora avuto modo di conoscerla. Se i miei fratelli possono fare gli iperprotettivi io ho tutto il diritto di approvare o disapprovare le loro ragazze e loro lo sanno benissimo. Non che la lascerebbe se a me non piacesse, come non lo avrebbe fatto Albus e come non lo farei io, ma diciamo che l’approvazione degli altri due fa piacere.

“Arriva fra un po’” mi risponde lui con un sorrisetto divertito

Chiacchieriamo tutti assieme ancora per un po’ mentre Elizabeth si diverte a passare da un braccio all’altro consapevole di essere al centro dell’attenzione. A volte mi dico che tutti i suoi zii, veri e acquisiti perché considero anche i nostri amici americani, la viziano un po’ troppo, ma alla fine la adoro così tanto che va bene così. Lei è tutta la mia vita e darei qualsiasi cosa per renderla felice.

“Noi andiamo” dice Lucy dopo un po’ “È arrivato il momento di andare a casa e presentare Andrew a mamma e papà”

“Buona fortuna” le rispondo scoppiando a ridere “Drew, se zio Percy dovesse avere un attacco d’ira possiamo ospitarti noi”

“Ormai la camera di Severus è libera” annuisce James “Ma non so quanto più calme saranno le acque a casa nostra” nel dire così indica Elizabeth con un cenno della testa, senza che lei se ne accorga, e Andrew sorride leggermente

“Auguratemi di non morire” commenta prima di sparire dato che Lucy stava già girando su sé stessa per materializzarsi col suo ragazzo.

In quel momento suona il campanello

“Vado io” dico per rendermi utile, James sta giocando con Elizabeth, Alice si è spostata in cucina per preparare il pranzo e Albus le sta dando una mano apparecchiando.
Quando apro la porta mi trovo davanti una persona che non riconosco. È una ragazza bellissima dai capelli color miele e gli occhi azzurri. Anche lei mi guarda cercando di capire chi io sia e per qualche secondo non dice una parola.

“Tu sei?” le chiedo

“Rachel, James mi ha detto di venire qui. Non disturbo, vero?”

“Certo che no! Non vedevo l’ora di conoscerti!” vedendo che è un po’ confusa dal mio entusiasmo mi premuro di aggiungere “Sono Lily Luna, la sorella di James”

A quelle parole le sue labbra si schiudono in un dolcissimo sorriso e dice “Lily! È bello conoscerti finalmente, James non fa altro che parlare della sua adorata sorellina”

Scoppio a ridere “Questo mi preoccupa, James tende ad essere… James”

Ride anche a lei mentre mi risponde “Tranquilla, quello che offende è Albus. Anche se ora che sei qui e non sentirà più la tua mancanza…”

Mi piace questa ragazza e noto che conosce bene James, ma non sono ancora pronta a dirglielo per cui mi limito a sorridere calorosamente e guidarla verso il salotto.
Subito prima di entrare sentiamo la voce del maggiore dei miei fratelli dire “Lizzie tesoro, tu rimarrai sempre la mia preferita”

Rachel mi lancia un’occhiata curiosa e nervosa e io rido leggermente prima di dire “Elizabeth è mia figlia, ha solo cinque anni. James è perso per la sua nipotina”

“Anche Albus immagino” annuisco sorridendo alla sua osservazione e un attimo dopo entriamo nella stanza

James si alza per salutare la sua ragazza e Lizzie la scruta con attenzione. Scuoto la testa divertita e raggiungo la mia bambina per dirle che non deve essere gelosa dello zio, che come con Albus sarà felice e adorerà Rachel come adora Alice. Lei non sembra completamente convinta, ma alla fine sorride e si mette a chiacchierare con i due.

Andiamo in cucina e ci sediamo a mangiare. La giornata passa piuttosto tranquillamente e mi ritrovo a chiedermi come sia stato possibile per me vivere lontano da tutto questo per anni. Certo, i miei fratelli e anche Alice sono venuti a trovarmi ogni volta che gli è stato possibile ma non è la stessa cosa che essere qui.

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