~That's what girls do

di Hikary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ocean of starlight ( Maximum Ride) ***
Capitolo 2: *** She's Miss Darcy - no doubt about it (Georgiana Darcy ) ***
Capitolo 3: *** I've got no power over me ( Cassandra di Ilio) ***



Capitolo 1
*** Ocean of starlight ( Maximum Ride) ***


Questa raccolta racchiude le 10 FanFiction

scritte per la community di LJ Corte dei Miracoli.


Non è necessario scegliere un fandom per la tabella. Ho scelto di dedicare ognuna delle drabble/flash!fic/one-shot ad un personaggio femminile che amo. Questo non significa che siano i miei personaggi preferiti ( ci tengo a precisarlo perché non compaiono né Georgie, la mia eroina per eccellenza, né Temperance Brennan, l'altra me stessa XD ).

Detto questo ...buona lettura!


~That's what girls do


That's what girls do:

they keep you guessin' the whole day throught.

Play your emotions, push all your buttons, it's true;

that's what girl do.


That's what girl do

by Hilary Duff



Ocean of *starlight.


[Gringoire

01. E tutto sale su verso le stelle.]



C'era profumo di terra bagnata; e di aria.

Pizzicava leggermente le narici, all'inizio, ma solo un po'. Ed era piacevole a lungo andare.

Max non aveva mai pensato che l'aria potesse avere un profumo.


I loro piedi sfioravano la terra sempre più di rado.

Non erano abituati a guardare verso l'alto senza un opprimente soffitto grigio a nascondere il mondo e pian piano smisero di badare al mondo circostante. Nessuno seguiva la strada, né tanto meno si curava di mettere un piede in fila all'altro; svolazzavano tutti e sei a mezz'aria, ondeggiando di qua e di là, come intontiti dall'ebrezza si respirare per la prima volta ossigeno fresco.

All' improvviso Max si accorse delle stelle. Un numero impressionante di piccole palle infuocate, così diverse dai puntini biancastri disegnati sui libri. Il suo cuore prese a battere: dovunque guardasse le stelle non accennavano a finire.

L'infinito esiste, si disse.

Strinse la mano dell'uomo davanti a lei. Rassicurata da quel tocco familiare, Max riprese ad avanzare. Presto si fece troppo veloce per i passi umani di Jeb.


- Vai. - le sussurrò. - Io ti seguirò. -

- Ho paura... -

- Hai un cuore grande e ali per volare. Non ti serve altro. -


Le sorrise.

La ragazza spalancò le ali e spiccò un balzo verso l'alto; e allora, con la terra che scompariva alle sue spalle e il vento a sferzarle le guance, le parve di sprofondare assieme al mondo intero in quell'oceano di stelle.



Spazio Autrice

Ambientato prima di The Angel Experiment, nel momento in cui Jeb fugge dalla Scuola assieme a Max & co.

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Capitolo 2
*** She's Miss Darcy - no doubt about it (Georgiana Darcy ) ***



She's Miss Darcy – no doubt about it.

[Gringoire

02. Con la musica e le parole ha cantato cos'è l'amore.]



Questa cara ragazza non può essere davvero Miss Darcy.


Georgiana continuò a sorridere nonostante l'occhiata perplessa scoccatale dalla suo nuova ospite.

Maledicendosi per essersi fatta cogliere in fallo, Lizzie ricambiò il sorriso.


Aveva suonato con lei a quattro mani – fratello, dovete costringerla - , a lungo, e con gran divertimento.

La giovane era incredibilmente brava. E Lizzie, modesta al piano quanto unica per intelligenza, non si era certo lasciata prendere dallo sconforto per questo.

Tra l'altro, Georgiana era anche incredibilmente gentile con coloro che non possedevano il suo stesso talento.


- Vostra sorella è una musicista a dir poco eccellente. -


Con la coda dell'occhio, Georgiana sbirciò l'espressione compiaciuta del fratello, appena tornato dalla sua battuta di pesca.

Compiaciuta, sì.

Ma un simile sorriso non poteva essere merito solamente della propria bravura.

Adorava che la usassero come pretesto per iniziare una conversazione.

Ad essere sincera, adorava quasi tutto di Lizzie Bennet, la sua quasi-futura-cognata.

Il quasi era frutto di dettagli assolutamente irrilevanti a cui avrebbe presto posto rimedio.


Lasciandosi cullare dalle parole dei presenti, dimenticò di seguire lo spartito. Le venne in mente una vecchia ballata che da bambina l'aveva lasciata perplessa – non capisco, fratello, come possono essere queste cose insieme? - e da ragazzina la faceva sorridere.

Sfiorando con grazia i tasti bianco avorio, intonò il primo verso a bassa voce.

E mentre le riaffiorava in mente ogni singola nota, come se non avesse mai smesso di suonarle, una piacevole melodia si diffuse nella sala, conquistando a poco a poco l'interesse dei quattro ascoltatori.


In faith, I do not love thee with mine eyes,

For they in thee a thousand errors note;


But 'tis my heart that loves what they despise,

Who in despite of view is pleased to dote;


Nor are mine ears with thy tongue's tune delighted,

Nor tender feeling, to base touches prone,

Nor taste, nor smell, desire to be invited

To any sensual feast with thee alone.


But my five wits nor my five senses can

Dissuade one foolish heart from serving thee,

Who leaves unsway'd the likeness of a man,

Thy proud hearts slave and vassal wretch to be:


Only my plague thus far I count my gain,

That she that makes me sin awards me pain.


Lizzie aveva seguito con fervido interesse il testo; mai quanto Darcy, in ogni caso.

Entrambi distolsero rapidamente lo sguardo dall'esecutrice di quel piccolo concerto che sembrava ideato apposta per loro.


Questa volta toccò Georgiana sorridere compiaciuta: benché di spalle, non le fu affatto difficile immaginare le espressioni dipinte sui volti del fratello e della ormai molto prossima cognata.


[THE END]



Spazio Autrice

Dopo una lunga riflessione, ho deciso di basarmi sulla versione del film ( quello del 2003) anziché sul libro, per un fatto molto semplice. La Georgiana di cui mi sono innamorata è lei, non la sua omonima cartacea. Con questo ovviamente non voglio sminuire il libro – che amo da morire.


Il testo della ballata è in realtà il Sonetto 141 di Shakespeare (L), di cui sotto riporto la traduzione, mi pare di Wikipedia.


Per la verità, io non ti amo coi miei occhi,

perché essi vedono in te un mucchio di difetti;

ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano

e, apparenze a parte, ne gode alla follia.

Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,

né la mia sensibilità è incline a vili toccamenti,

né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito

al banchetto dei sensi con te soltanto.

Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi

possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,

avendo ormai perso ogni sembianza umana,

ridotto a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.

Solo in questo io considero la mia peste un bene,

che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza.


Risposta alle Recensioni

Grazie a MonyPurpa per aver letto anche se non conosceva il fandom! Spero che nei prossimo capitoli troverai qualcuno di tua conoscenza :D E un grazie anche aa Anonimo9987465 che ha messo la fic tra quelle seguite!

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Capitolo 3
*** I've got no power over me ( Cassandra di Ilio) ***



I've got no power over me


[Gringoire

03. Oggi è il giorno che verrà.]


- E' già arrivato? -


Fu la prima cosa che domandò quando aprì gli occhi.


Era lì?

Era giunto il momento?


- Stavi sognando, tesoro mio. - sorrise bonariamente Priamo, accarezzando la guancia accaldata della ragazza.


Seduto sul bordo del letto, accanto a lei, non poté fare a meno di chiedersi perché tutto quell'orrore – gli incubi – fossero toccati proprio alla sua adorata bambina.


- Lo so, padre. Io sto sempre sognando. -


Scostò le coperte con un calcio e si mise a sedere.


- Andate, coraggio. Là fuori un popolo vi odia e un altro vi ama; ma entrambi vi attendono. -


Lo sguardo del sovrano s'incupì mentre annuiva. Uscì dalla stanza con un ombra di tristezza sul volto.

Lei non poté fare a meno di chiedersi perché tutto quell'orrore – la guerra – fosse toccato proprio ad uomo buono come suo padre.


***


Sì, era arrivato.

E mentre la città rideva attorno a lei, il suo cuore piangeva, soffriva come non mai.

Camminò più svelta che poté verso il tempio.

Avvertiva lo sguardo crudele del cavallo bruciarle sulla schiena e si sentì stranamente vulnerabile – con la strana impressione che stesse per colpirla alle spalle, il traditore.


Non che l'Altro stia dalla mia parte, constatò amaramente.


S'inginocchiò controvoglia davanti alla statua di quel dio che tanto diceva di amarla; ma che aveva uno strano modo di dimostrarlo.


- Basta... - gemette – Basta, farò a modo mio questa volta. Niente grida, niente scenate. Li fermerò, da sola, o perirò con il mio popolo. -


Il tono della voce si era leggermente alzato e nei suoi occhi brillava uno strana luce.


Ribellione! gridò dentro di sé, Ribellione!


Lottò contro la testa che cominciava a dolerle terribilmente, lottò contro la vista che si annebbiava. Lottò contro il Dio, contro il Fato - e come sempre perse.

Immagine confuse si affollarono nella sua mente: una scena nuova, una scena che avrebbe decisamente preferito non vedere.


- NO! - urlò, questa volta con tutto il fiato che aveva, balzando in piedi per allontanarsi da lui.


Il risolino di Apollo le sibilò nelle orecchie – cattivo - , il suo respiro le solleticava il collo.


- Cassandra... Cassandra... Che cosa vorresti fare, piccola Cassandra? Vuoi decidere? Oh, ma tu non puoi decidere, non si in grado. Tu non sei e basta. -


Sussurrava.

Come se gli altri potessero sentirlo.


- Piangi? Mi spezza il cuore averti fatto vedere quella scena. Tu mi hai costretto. Occorreva che capissi, ancora una volta. L' ultima. -


Le parve quasi che la mano del dio le accarezzasse i capelli scuri.



Tornò sui propri passi, verso la città, con lo sguardo vacuo di sempre.

La scintilla era scomparsa – la voce no, quella c'era sempre.


- Vai Cassandra, va' a fare ciò a cui sei destinata. E' oggi il futuro che hai visto, oggi avverrà tutto quanto. -


Smise di prestargli attenzione: non c'era più motivo di farlo, si disse. Lui sparì e per un istante ebbe il dubbio che non fosse mai esistito se non nella sua testa.


Che differenza farebbe, in ogni caso?


Pensava all'ultima visione.


Aiace ...chi sarà Aiace?


Cercò di ricordare quale fosse, tra i greci che aveva visto dalla mura. Decise che, in fin dei conti, non le importava poi granché. Sarebbe scesa fino alle mura, davanti al grande cavallo di legno, raccontando alla città – Ilio, la sua patria – ciò che il dio le aveva mostrato.

Nessuno le avrebbe creduto.

E per una qualche legge assurda, era giusto così.


Perdonami, mio signore, se per un attimo l'ho dimenticato.

Io sono la tua serva, la tua voce in terra: non ho alcun potere su di me.


[FINE]



Spazio Autrice

Titolo preso dalla citazione più famosa di Labyrinth, “ Tu non hai alcun potere su di me”, pronunciata da Sarah nello scontro finale con Jareth.


Una piccola confessione: ero e sono tuttora assolutamente terrorizzata dallo scrivere su questo fandom – se l'epica omerica si può definire fandom – che amo da morire.


Grazie a CloudStrifeAC per la recensione! Concordo su tutto a proposito del libro XD In effetti Georgiana risalta poco nella versione cartacea, ti consiglio caldamente di vedere il film ( quello più recente con Keira Knightley) perché la giovane ma bravissima attrice le dà una luce nuova :D

Un bacione alla Sammy che ha messo la fic tra i preferiti *e scusa se mi sono dimenticata di Max ...sarà che sono sempre più avanti di te ù.ù ( ormai mi resta solo Patterson X°°D).

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