La nebbia nel cuore

di artemide88
(/viewuser.php?uid=71400)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Sacerdotessa di Avalon ***
Capitolo 2: *** I Cullen ***
Capitolo 3: *** Partenza e Arrivo ***
Capitolo 4: *** Il concilio ***
Capitolo 5: *** Incontro ***
Capitolo 6: *** Soluzione ***
Capitolo 7: *** Jacob! Sei una testa calda! ***
Capitolo 8: *** Tre mesi dopo ***
Capitolo 9: *** Lite, Patto e Richiesta d'Aiuto ***
Capitolo 10: *** Il cerchio di pietre ***
Capitolo 11: *** Ricordi ***
Capitolo 12: *** L'alba del giorno dopo non è sempre luminosa come ti aspettavi ***
Capitolo 13: *** Inviti ***
Capitolo 14: *** Ora tutti sanno ***
Capitolo 15: *** Shopping ***
Capitolo 16: *** Il ballo ***



Capitolo 1
*** La Sacerdotessa di Avalon ***


cap1 CAPITOLO  1 – LA SACERDOTESSA DI AVALON.
L’immagine del capo alfa era apparsa nello specchio.
“allora eccesso capo alfa...come stai?” mi divertivo sempre un mondo a prendere  in giro il mio migliore amico. Erano passati alcuni mesi dall’ultima volta che ci eravamo visti di persona e mi mancava parecchio. Divinarlo allo specchio non era la stessa cosa che avere un vero rapporto umano.
“fai poco la spiritosa, Bella. Ci sono guai in vista, una delle pizie ha avuto una visione, ma troppo confusa. Ma questo lo sai già, vero?” non avevo mai sopportato quelle donnette che drogate e allucinate tentavano di prevedere il futuro. Il mio volto tirato e stanco si mosse in una smorfia di disgusto. La notte precedente io ero stata visitata da un sogno premonitore. E come sempre mi aveva lasciato spossata e con poche forze. Era un sogno strano e non sapevo come interpretarlo. Annui con il capo prima di continuare.
“veramente non so di cosa si tratti...questo è più difficile di altri da comprendere.”
“tra tre giorni il consiglio dei druidi si riunisce...” buttò lì la notizia come se niente fosse, come se stesse parlando del tempo.
“e io dovrei partecipare, vero Jake?” ah, Jacob! Sei il mio migliore amico, il mio confidente, il mio protettore e il mio licantropo, mi conosci da quando sono un bambina, ti voglio un sacco bene e lo sai meglio di me che non sopporto quegli spocchiosissimi vecchi!
“beh, vedila come vuoi...ma sei sempre la signora di Avalon e non puoi non esserci. Soprattutto in un momento in cui il tuo popolo e il mio branco sono minacciati da qualcosa di non ben identificato.” Sbuffai leggermente. Sapeva come prendermi. Il mio popolo e il suo branco erano il mio primo motivo di preoccupazione la mattina quando mi alzavo e l’ultimo pensiero prima di addormentarmi era ancora per loro.
“tra due giorni, al molo.” Dissi solo.
“non puoi tornare prima?” chiese lui speranzoso. Illuso, lo so bene che vuoi che prima del consiglio incontri mio padre, ma no, grazie, sono troppo codarda e cedo il turno.
“arriverò tra due giorni, in tempo per la riunione non ti preoccupare. Ci vediamo al solito posto.” Sorrisi della sua buffa espressione e sapevo bene che avrebbe volentieri ribattuto ma la mia mano veloce si posò sul grande specchio ponendo fine alla conversazione. E così dopo mesi di isolamento volontario sarei tornata nella “civiltà”. Gli uomini mi facevano proprio ridere. Si credevano sempre così superiori agli altri. Attesi ai doveri impostimi dalla mia funzione di sacerdotessa e di principessa di Avalon come ogni mattina ma non riuscivo ad essere serena. Qualcosa ci minacciava e io non sapevo riconoscerlo. Non era mai successo niente del genere e questo mi faceva sentire troppo vulnerabile. Le altre sacerdotesse riunitesi con me sull’isola erano agitate, riflesso forse del mio turbamento interiore. La decana delle novizie mi si avvicinò. Conosceva mia madre, la saggia Marion. E per quanto possibile l’aveva sostituita.
“perché non lasci fare a noi e tu non vai a riposare? Sei più provata del solito dall’assenza di sonno.”
“sto bene. non ti preoccupare. È solo che...” ecco come al solito ho parlato troppo.
“che?” mi guardò con un sorriso così premuroso e materno che le parole mi uscirono senza volerlo.
“devo tornare. E non voglio. Devo tornare in Inghilterra ma io preferirei restare qua.” Tornare significava solo una cosa e lei lo sapeva: voleva dire affrontare mio padre ma non disse nulla. Lasciò che mi sfogassi come volevo. “come se tutto ciò non bastasse, ci sono guai in arrivo e io non riesco a capire di che genere siano. Ma soprattutto mi terrorizza il fatto che tra due giorni si terrà la riunione de drudi. Perché sicuramente mi metteranno con le spalle al muro. Diranno che il pericolo incombe per colpa mia.” Mi stavo facendo soffocare dalle mie stesse parole. Marion mi abbracciò e dolcemente mi condusse nella mia stanza. Era ariosa, con la grande finestra che dava sul mare. Le lunghe tende di lino bianco ondeggiavano leggere alla brezza marina. Aiutata dalle ancelle, Marion mi fece svestire e immergere nella calda acqua della vasca. Una della ragazze mi strofinò la schiena, poi le braccia e infine sciolse i miei lunghi capelli dalla loro perenne treccia. Un’altra intanto aveva iniziato a massaggiarmi i piedi per allontanare la tensione, delicatamente e quasi senza che me ne accorgessi, passò alla schiena e alle spalle contratte. Quel bagno mi stava facendo bene. Mi stavo finalmente rilassando e probabilmente mi sarei addormentata. Marion doveva aver fatto usare qualche olio alla valeriana o alla passiflora per farmi frizionare la schiena. Sentivo già il torpore che mi invadeva. La guardai e mi sorrise sfuocata. Avrei preferito che non mi costringesse a dormire, non avrei sognato. Sentii solo le parole “affidati a tua madre” prima di perdere il contatto con la realtà.

Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre? È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole. L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise, sporgendo denti affilati...

Urlai. Le donne che ancora mi stavano prestando le loro cure si spaventarono per la mia reazione. Marion mi abbracciò cercando di consolarmi. La allontanai da me in malo modo. Aveva voluto che sognassi, come se fossi stata una squallida pizia. Uscii come una furia dalla vasca, spaventando ancora di più le ancelle. Non avevano mai visto quel lato così iroso del mio carattere. Ero sempre stata molto dolce e piuttosto timida. Non mi preoccupai nemmeno di prendere un asciugamano. Ad Avalon tutte noi eravamo abituate a girare per l’isola nude con i capelli intrecciati di nastri. Non mi fermai a salutare come mio solito chi mi sorrideva. Corsi e basta. La mia meta era vicina. Salii veloce sulla punta più a nord della scogliera. Lì, al Belvedere dell’isola, erano sepolte le sacerdotesse di Avalon che mi avevano preceduto.
“perché madre? Perché me lo indicavi sorridendo?” scossa dai tremiti mi gettai sulla tomba di mia madre. Nel sogno mi indicava un essere del tutto simile ad uno che l’aveva uccisa. Solo gli occhi erano diversi. Non rossi cremisi ma dorati. “perché? Un vampiro ti ha uccisa, e tu mi invii un sogno del genere? È questo il pericolo che ci attende?” ancora con le lacrime agli occhi guardai il mare sotto di me. Le palpebre mi si chiusero solo un attimo. Lo rividi, bello e misterioso e sicuramente per me molto pericoloso, mi veniva incontro sorridendo con altri vampiri come lui, anche loro con gli occhi dorati. Non sentii nemmeno Marion e le ancelle che delicatamente mi portarono nella mia stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I Cullen ***


cap 2 Ciao a tutti... =) eccomi con il secondo capitolo...mi scuserò fino a perdere le forze per il capitolo precedente. non sono molto pratica di storie pubblicate, di solito mi limito a leggerle e basta. quindi appena riuscirò cambierò sicuramente il formato del precedente capitolo. Cercherò di rispondere sempre alle recensioni....quindi meglio iniziare subito con le buone abitudini....
psawyer414: ciao tesoro!! XD grazie veramente per il sostegno e per avermi convinto (finalmente!!!dirai tu...) a pubblicare la storia...ti lascio al nuovo capitolo che non è proprio quello che hai letto tu perchè è stato modificato (ma dai??!! lo so, lo so, non te lo aspettavi.... :p) un bacio grandissimo
Isy_264:ciao!! mi ricordo benissimo chi sei!!! "An impossible Love" è ancora salvata tra i miei preferiti e ogni tano ne rileggo qualche passaggio! non ti preoccupare non ti prendi troppa confidenza, anzi...dopotutto io ho fatto anche di pegggio quando commentavo la tua ff!! spero che questo capitolo tu riesca a leggerlo meglio =)  ti capisco quando dici che non riesci a leggerlo!!!io e le talpe abbaimo qualcosa in comune...povere talpe...per quando riguarda la scrittura non credo di poterci fare molto...molti professori hanno cercato di farmi cambiare ma io vado avanti nella mia strada fatta di periodi  brevi (che vorrei incisivi ma risultano spesso zoppicanti, lo so!!!) cmq ci proverò a rendere il tutto più scorrevole...bene...ti lascio al prossimo capitolo sperando che ti piaccia!!! un bacio!!

CAPITOLO 2 – I CULLEN
Guardai Alice, era agitata per qualcosa. Non poteva essere in quello stato di tensione perché dovevamo traslocare. La confusione era sempre tanta ma eravamo pur sempre vampiri! Qui in questo paesino sperduto dell’Irlanda ci eravamo ambientati piuttosto bene ma era ora di levare le tende. Tornai ad osservarla. Che un esserino interessante. La mia nuova sorella non era solo interessante, perchè lei era speciale, come me. Io leggevo nel pensiero e lei prevedeva il futuro, insomma insieme avevamo il controllo di quello che è e di quello che sarà. Mi affacciai alla sua mente con discrezione: immagini sfuocate e confuse si inseguivano senza che né lei né io ci potessimo capire qualcosa. Improvvisamente si fermò, mi guardò senza realmente vedermi, presa da una sua visione.
“Alice, che cosa era?” chiesi allarmato. L’unica immagine chiara era il mio viso in controluce. Scosse la testa e riprese a girovagare tesa per la casa. Nella mia lunga vita di cose strane le ho viste ma un vampiro in quello stato mai. Erano gli anni dell’immediato secondo dopoguerra quando si presentò come se nulla fosse nella nostra tenuta, lei e il suo compagno, Jasper, entrambi senza passato ma con la volontà di avere un futuro. Che secolo strano il XX. Questo secolo ha portato non pochi sconvolgimenti nella mia vita e in quella di tutta la mia famiglia. Già la mia famiglia. Per essere corretti dovrei dire che la mia famiglia si è formata in questo secolo. I Cullen hanno il loro polo Nord in Carlisle. Padre, marito, medico. In tutto lui era straordinario. In questo secolo così denso di avvenimenti lui ha guidato la sua famiglia al meglio. Il primo ad essermi unito a lui fui proprio io. Era un medico militare. La prima guerra mondiale stava devastando il vecchio continente e anche gli Stati Uniti erano scesi in battaglia. Ero scappato di casa, quasi diciottenne, per di partecipare anche io ad un evento così importante che sarebbe stato ricordato nei secoli. All’ufficiale reclutatore dichiarai 21 anni, l’età minima. Avevano bisogno di uomini e non si soffermarono troppo ad indagare. Diventai così il soldato Edward Masen. L’inesperienza, la giovane età e l’avventatezza mi portarono diritto al cimitero, o all’inferno. Carlisle, mi vide e colpito dai miei verdi occhi umani, che gli ricordarono la donna che aveva amato molti secoli prima, mi trasformò in ciò che sono adesso, Edward Cullen. Per me lui divenne una guida, un padre che mi amava. E mi amò anche la donna che divenne la sua compagna e mia madre. Dopotutto si sa, dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Esme era bellissima e a un passo dalla morte quando la trovò. Il suo bambino era morto prima di poter vedere il mondo. Lei stava morendo dissanguata. Carlisle con una grande forza di volontà le diede una nuova vita...di nuovo quella visione.
“Alice...” la rimproverai frustrato.
“non ci posso far niente. Continua ad andare e venire. Non posso controllarla!” urlò sull’orlo di una crisi isterica, come se un vampiro ne potesse avere una! Forse era meglio se la smettevo di ascoltarne i pensieri se tenevo alla mia salute mentale, io che odiavo non poter capire. Io, con la mia sovrumana comprensione dello spirito umano, coglievo quei particolari, a volte considerati insignificanti, che rendevano misteriosa e affascinante la vita. i miei pensieri troppo filosofici vennero interrotti quando percepii quelli lussuriosi di mio fratello Emmett ancora prima di sentirne il passo pesante sulle scale. Era stato a caccia con Rosalie, la sua perfetta metà. La battuta di caccia si era protratta per ore perché...ringhiai. I suoi pensieri così chiassosi mi disgustavano. Dopotutto era mia sorella la donna con cui faceva sesso e non volevo nessun resoconto dettagliato del suo corpo nudo. Mi infastidivano a tal punto che una volta avevo costretto Esme a costruire per loro un’altra casa. Mia madre (ah, la mia dolce e inimitabile mamma!!!) aveva accettato volentieri solo perché adorava ristrutturare vecchi cascinali fatiscenti. E perché non mi sopportava più così petulante, anche se non lo avrebbe mai ammesso! Era inutile continuare a mentirsi. Carlisle me lo aveva bonariamente rimproverato. La verità era semplice: a me dava fastidio vederli così perché il loro amore così plateale mi dimostrava quanto fossi solo. Anche le altre due coppie si amavano, ma almeno erano discrete, non te lo mettevano sotto gli occhi costantemente come loro. Chissà quando sarebbe venuto quel momento per me. L’avrei mostrata a tutto il mondo come un gioiello, il gioiello più prezioso. Era un bene che nessuno dei miei famigliari avesse il mio stesso potere, o mi avrebbero deriso all’infinito. Esme mi chiamò mentalmente. Era sempre così premurosa nei miei confronti, le dispiaceva davvero che non avessi qualcuno con cui "distruggere" una casa. Era ora e bisognava prepararsi per la partenza. Andai nel garage a controllare che le mie preziose automobili fossero pronte per essere trasportate nella grande Inghilterra via nave. Tutti noi avevamo speranze, aspettative per la nuova casa. Rosalie stava facendo un elenco mentale dei suoi vestiti (e non erano affatto pochi), sperava che non si sgualcissero e di trovare al più presto una cabina armadio adeguata; Emmett la osservava rapito e innamorato decidendo quale gioco erotico provare all’arrivo. Avrei nascosto la mia Aston Martin, sembrava che i suoi pensieri insistessero sul “lucidarle” il cofano. Esme pensava solo a noi, i suoi figli, che ci potessimo trovare bene nel nuovo paese, nella nuova casa, nella nuova scuola. I pensieri di Carlisle erano simili. Jasper mi raggiunse e triste mi sorrise.
“non riesco a calmarla, nemmeno con il mio potere.” Quel folletto di mia sorella mi stava facendo preoccupare, se nemmeno il marito e il suo dono di controllare gli umori funzionava, la cosa era seria. Quando parli del diavolo...scese come un tornado le scale fino a raggiungerci nel garage.
“ALLORA? Non siete ancora pronti?” urlò isterica. La crisi di nervi era arrivata, purtroppo.
“ Anche noi siamo felici di partire.” Le risposi ironico prima di salire in auto diretti all’aeroporto, pronti a trasferirci a Eyam.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Partenza e Arrivo ***


cap 3 Ciao a tutti... =) ho trovato un attimo di tempo tra le valigie da preparare, il casino pre-partenza e gli appunti da stampare (mi tocca studiare anche in vacanza, mannaggia!!!) per postare il nuovo capitolo. Mi sarebbe dispiaciuto un sacco non poter aggiornare prima di partire (lo so, lo so, sono una persona originale e vado in vacanza quando tutti tornano XD) quindi eccolo!!!! bè buona prima settimana di settebre e mi raccomando, lasciate anche solo un piccolissimo commento per farmi sapere che ne pensate =) p.s.: dimenticavo, grazie a chi ha messo la storia tra i preferiti, a chi la segue e a chi la legge soltanto!!
Isy_624:  ciao!!! si, ho dovuto modificare leggermente la storia di Edward per renderlo più umano...perchè secondo me alla fine è un gran tenerone anche se non lo ammetterà mai con gli altri e forse nemmeno con se stesso.  Emmett e Rose mi fanno morire dal ridere e poi si prestano benissimo per le descrizioni più divertenti...per il prossimo capirolo (con l'incontro tra i due =)) dovrai aspettare un po' più di una settimana, mi disp... ah, grazie per il sostegno!!!

CAPITOLO 3 – PARTENZA E ARRIVO.
Era arrivato il giorno della partenzae e con grande rammarico avevo esaurito le scuse per rimandare. Feci controllare il baule e tutti i miei averi. Nel portagioie di madreperla era conservata la Goccia di Avalon, il ciondolo simbolo antico di potere e di amore delle sacerdotesse, lo presi e prima di legarmelo al collo lo osservai a lungo. Indossai un abito la cui gonna, ricamata a sangallo, arrivava appena al di sopra delle ginocchia mentre una grossa cintura di cuoio lo fermava appena sotto il seno. Era di un tenue color verde, comodo e all’ultima moda ma io personalmente per il viaggio avrei preferito un bel paio di pratici jeans, ma come al solito mi era stato risposto che la signora di Avalon non indossava certi vestiti.  Amavo la comodità e la praticità e correre nudaattraverso l'isola ma avevo un debole per la moda quindi quella sera per la cena in mio onore avrei messo il vaporoso abito da sera che mi ero fatta fare apposta ad imitazione si un abito visto ad una passerella parigina. Mio padre non avrebbe sicuramente approvato visto quanto amava le convenzioni ma non me ne importava, anzi un po’ mi divertiva stuzzicarlo. E io dopo aver viaggiato un giorno intero per raggiungere il villaggio che ospitava il concilio dei druidi mi sentivo in diritto di mettermi in ghingheri per farmi guardare. Secondo Jacob, giocavo sporco visto che non pensavo minimamente a soddisfare i miei spasimanti. Sorrisi all’idea che tra poco lo avrei rivisto quando qualcuno bussò alla mia porta.
“signora, siamo pronti, quando vuole possiamo partire.” Gael era un rematore della barca della Signora di Avalon, mi avrebbe accompagnato lui sulla terraferma. La sua voce piena di dolcezza e rispetto mi distolse dai miei pensieri.
“andiamo Gael, o faremo tardi.” Gli sorrisi e lo seguii alla barca.

Osservai triste la mia isola diventare sempre più piccola man mano che ci allontanavamo e quando divenne un puntino in lontananza mi alzai cercando di mantenere l’equilibrio. Alzai le mani al cielo in un gesto antico, che tutte le sacerdotesse prima di me avevano compiuto. Il ciondolo a forma di goccia si illuminò, dissolvendo la nebbia che avvolgeva perennemente la strada per la mia isola, quanto bastava per farci passare. La densa foschia tornò ad avvolgere il mio regno non appena la nave la oltrepassò. Ora eravamo in quello degli umani, il molo era a pochi metri da noi. Il mio sorriso istintivamente si allargò vedendo Jacob che mi aspettava nella sua forma umana mentre i suoi compagni, erano alle sue spalle sotto forma di lupo. L’accoglienza non poteva essere migliore, la Guardia al completo mi attendeva. La barca non fece in tempo a toccare terra che io ero già tra le braccia del mio migliore amico che mi strinse in un abbraccio soffocante. Avevo tante cose da dirgli! Il sogno del giorno prima mi perseguitava ancora e volevo che fosse il primo a saperlo. La cosa che mi assillava maggiormente era che nel giro di due giorni avevo avuto sogni diversi e non era mai successo.
“Isabella. Non è tempo per i saluti, dobbiamo partire e abbiamo fretta.” Quella voce. Mio padre. Rimasi basita, quella proprio non me l’aspettavo. Di solito si faceva trovare tra gli altri druidi. Arrossii.
“si padre.” Presi le redini del cavallo che mi tendeva e agilmente salii in sella, per noi niente automobili durante gli incontri ufficiali, e di certo quei congegni infermali ed inquinanti li lasciavo volentieri ai comuni mortali amandoli ben poco. Jake mi guardò dispiaciuto e mentalmente mi comunicò che non aveva potuto dire di no al capo druido quando aveva voluto venire con lui. Triste gli sorrisi sapendo che non poteva evitarlo. Scambiai un altro sguardo complice con il mio migliore amico che sotto i miei occhi si trasformò. La mia guardia personale si dispose ai lati della compagnia a cavallo. Non potevo parlare con Jake, non adesso o avrebbero saputo tutto il suo branco del sogno. Maledissi le menti comunicanti dei licantropi e aspettai che mio padre prendesse la parola.
“Isabella, hai quasi 18 anni.” Sbuffai, come se non sapessi la mia età! Se avesse detto ancora una volta il mio nome completo mi sarei incazzata sul serio. Già la prima parte del discorso non mi piaceva, sapevo bene dove voleva andare a parare. “devi celebrare il tuo compleanno. Ne abbiamo già parlato e non sono ammesse repliche. Il consiglio è d’accordo con me.”
“lo hai detto al consiglio???” ero incredula. Io la consideravo una questione tra padre e figlia. Sembrava che non contasse niente che fossi la signora di Avalon, per lui, per il capo dei druidi, ero solo una ragazzina da controllare. Per il resto del viaggio non dissi niente e non gli risposi. Chiusi la mia mente a chicchessia.

Mi muovo tra le nebbie di Avalon. Alzo le mani come al solito per disperderle. Chiedo un aiuto supplementare al ciondolo, da lui attingo forza ma non riesco a disperderle. Sotto i miei piedi nudi non sento il famigliare legno della barca ma solo la terra umida. Una mano fredda mi afferra e mi trascina a sé. Finalmente la nebbia si è dissolta, sono nel bosco dei druidi. Il mio volto è a pochi centimetri dal suo. Sorride beffardo. Urlo.

“BELLA!” sentii la voce di Jake che allarmata cercava di scuotermi dal torpore che mi ha preso. Mi sono addormentata a cavallo e sarei caduta se Seth, il luogotenente di Jacob, non mi avesse vista in pericolo e si fosse prontamente trasformato per sorreggermi. Il capo alfa avrebbe voluto fermarsi per farmi riposare. In effetti avevo cercato di non addormentarmi in questi giorni, non dopo quel sogno poichè appena abbassavo le palpebre rivedevo sempre quel volto. Mi perseguitava ma non capivo che volesse dire, se non che forse lo avrei incontrato di persona. Ma c’era qualcosa, un particolare che mi sfuggiva, oltre alla sensazione di aver già visto da qualche parte quel viso. Inoltre il quesa visione era così definita rispetto al primo sogno, una grande massa rossa fumosa che ad un certo punto si illuminava. Insistetti per proseguire il viaggio per avvivare al villaggio e potermi rilassare con un bagno caldo. Arrivammo quando il sole stava per tramontare a un villaggio che conoscevo bene e in cui avevo trascorso parte della mia infanzia. Eravamo arrivati a Eyam.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il concilio ***


cap 4 Eccomi di nuovo... =) sono troppo felice di poter postare ancora dopo le vacanze anche se sto iniziando a pensare che, visto il poco successo della mia storia, forse sarebbe meglio interromperla...beh, si vedrà..vi lascio al prossimo capitolo, ringraziando ancora una volta psawyer414 e Isy_264 per il loro continuo sostegno...buonanotte a tutti (se trovate errori chiedo venia, è l'una di notte e sono piuttosto stanca...).

CAPITOLO 4 – IL CONCILIO
Dopo la pallosissima cena in cui avevo mangiato poco e parlato ancora meno scatenando le ire di mio padre (il vestito aveva sorbito l'effetto desiderato, uno a zero per me...), passeggiai a lungo per il villaggio, percorrendo il sentiero che costeggiava l’immensa foresta. La brezza primaverile mi fece leggermente rabbrividire. Ero molto stanca, erano quasi ventiquattro ore che volontariamente cercavo di non chiudere occhio. Due calde mani mi si posarono sulle spalle, stringendomi ad un corpo caldo, Jacob mi aveva abbracciato. Era meglio di qualsiasi golfino di lana e persino di una cioccolata calda con tanta panna. Il suo gesto semplice mi tranquillizzò e mi riempì di quel calore che solo un amico poteva donare, totale, incondizionato e puro. Nessuno di noi due parlò, entrambi ci stavamo godendo quel contatto fisico che esprimeva tutto il bene che ci volevamo. Mi accompagnò alla casa dove alloggiavo, sempre senza dire una parola mi sfiorò la fronte con un bacio rovente e sorridendo se ne andò. Il freddo mi colse di nuovo improvviso dopo la vicinanza con un corpo così caldo era inevitabile. Mi pettinai a lungo i capelli cercando di mettere ordine in tutti i pensieri che non mi abbandonavano mai, primi fra tutti continuavo a rievocare i sogni. Esasperata dall'inutilità dei miei gesti e pensieri, gettai la spazzola sul comodino in malo modo prima di coricarmi sotto le calde coperte del mio letto, cercando di ritrovare il calore provato con Jake. Meglio di niente, pensai mentre un ululato squarciava la quiete notturna.

Sangue dappertutto. Sangue, rosso e denso. Poi il fumo, acre e doloroso a respirarlo. Più intenso dell’incenso. Nel mezzo il ciondolo. La Goccia di Avalon. Assorbe in sé il sangue e allo stesso tempo disperde il fumo. Si illumina e la sua luce si fa intesa, accecante.

Mi svegliai. Non avevo urlato, anzi non ero mai stata così tranquilla e riposata dopo un sogno premonitore. Era l’alba ma dense nuvole stavano oscurando il cielo, probabilmente avrebbe piovuto. Il sogno confuso di alcuni giorni prima mi aveva rivisitato e adesso aveva un significato, o almeno sperai che l'improvvisa folgorazione che mi aveva colpito nell'attimo stesso in cui avevo aperto gli occhi fosse esatta, c'erano persone e licantropi che credevano nelle mie facoltà mentali. Ci sarebbe stato uno scontro, il mio popolo, i licantropi si sarebbero scagliati contro dei vampiri e in entrambi gli schieramenti ci sarebbero state vittime. La luce, la luce ero io, a quanto sembrava io dovevo avere un qualche ruolo in tutto ciò ma sinceramente non sapevo quale. Ero ancora intenta a guardare l’orizzonte quando Virginia, un’amica prima che ancella della Signora di Avalon, mi si avvicinò: era ora che mi preparassi ad affrontare i druidi. Controvoglia scelsi qualcosa di assolutamente tradizionale. Quei vecchi non avevano alcun senso estetico e non avrebbero mai gradito un abbigliamento moderno. Odiavo quella tunica lunga che impediva i movimenti. E quel colore così spento e tetro non mi si addiceva, mentre le maniche a sbuffo della camicia sotto il vestito le trovavo assolutamente antiquate. Mi feci acconciare i capelli con nastri colorati e fiori freschi. La lunga treccia mi ricadeva morbida sulla schiena. Mi alzai per affrontare l’ignoto.

Mi diressi sicura nella foresta, il consiglio dei druidi al quale era stata gentilmente richiesta la mia presenza si sarebbe tenuto sotto le millenarie querce. I teli per impedire alla pioggia di disturbarci erano già stati tirati. Quei vecchi saccenti avevano la brutta abitudine di riunirsi sempre prima dell’orario prestabilito solo per accusarmi di essere in ritardo. Si intromettevano sempre nella mia vita, dicevano che dopotutto avevo bisogno di una guida essendo la più giovane sacerdotessa di Avalon. Non sapevo se era vero, sicuramente ero l’unica che aveva dovuto apprendere gli antichi riti dai libri e dai druidi anziché dalla sacerdotessa che mi aveva preceduto, mia madre ma se credevano di potermi controllare perché rimasta orfana, si sbagliavano di grosso. Come previsto erano tutti li ad aspettarmi con sguardo di accusa.
“siete in ritardo, signora.” Sbuffai annoiata senza degnarli di una ben che minima risposta tanto ogni volta era la solita storia. Sembrava quasi una formula rituale. Mi accomodai sul trono che chiesi alle querce secolari, con cui intrattenevo un rapporto empatico impossibile da spigare, di preparare per me, disdegnando quello approntato dai druidi lanciando un segno forte che sperai capissero. Sentii la risata allegra di Jacob e il suo pensiero di approvazione, almeno potevo contare su qualcuno che non mi avrebbe mai tradito. Mio padre si alzò in piedi e nell'aria si diffuse un acre odore, o forse era solo la mia immaginazione a farmi sentire un odore di guai.
“principessa, come noi tutti sappiamo tra un anno compirete diciotto anni e come le vostre illustre antenate, dovete celebrare il compleanno con l’antico rito dell’unione.” Ecco lo sapevo, nonostante i guai ventilati dalle loro stesse veggenti, hanno iniziato con questa storia. Il silenzio invadeva la riunione. La parola spettava a me e di certo avrei deluso di chi sperava che durante la mia permanenza ad Avalon avessi addolcito il mio...caratteraccio???  Io non avevo un caratteraccio, chi osava pensarlo? Oh, oh, più della metà di quei vecchiacci pensava che io dovessi imparare a moderare la mia linguaccia. Bene non li avrei privati di una mia risposta sferzante. I loro pensieri mi avevano inacidita più del solito, quindi che non si lamentassero, era tutta colpa loro, lo sapevano benissimo che leggevo nelle loro menti e che lo avrei fatto sicuramente. Io quella mattina mi ero alzata con il piede giusto dal letto e mi ero anche ripromessa di non litigare con quei vecchi bacucchi.
“mi sembra che la questione riguardi me e me soltanto.” Alzai la mano per zittire le proteste. “È un rito antichissimo che probabilmente avete ragione a richiedere ma ritengo che per il momento sia una questione secondaria. Mi avete chiesto di partecipare a questa riunione perché una delle vostre veggenti- non potei evitare di caricare di disgusto quella parola e un sorriso sarcastico mi si allargò in viso- ha visto qualcosa. Sono qui solo per questo.” Ecco, ora ero veramente soddisfatta vedendo mio padre che sbuffava incollerito (un altro punto segnato...tutto pur di vederlo paonazzo...e con questo siamo a due!!). Non aveva il diritto di governare la mia vita, gli avevo sputato in faccia queste parole più di una volta, me lui era anche più testardo di me. Avevo preso questa cocciutaggine sicuramente da colui che non avevo mai chiesto di conoscere...dopotutto era un’eccezione che io sapessi il nome del mio padre naturale, essendo che chi era concepito durante il riti dell’unione o della rigenerazione non conosceva altro che la madre. Ma mia madre era morta quando io ero piccola ed ero stata allevata da lui, Agravin, signore e guida dei druidi, colui che ora mi guardava truce. Quella sera avrei sentito una predica con i fiocchi, ma per adesso non mi interessava. Si alzò l’unico druido con cui avevo un buon rapporto Gaheriet e che a ragione mi considerava degna figlia di mai madre, decisa, sicura, e che non avrebbe mai permesso a nessuno di farsi mettere i piedi in testa, da nessuno, mai!
“Ganieda ha visto l’avvicinarsi di uno scontro. Tuttavia non sa dire chi siano i nemici.” Non potevano darmi informazioni utili, quindi, non che me le aspettassi da loro. Abbassai il capo ma lo rialzai immediatamente. Tutto successe velocemente, prima una strana tensione percorse l’assemblea, poi il branco di Jacob ebbe un fremito. Qualcosa non andava. Presero a tremare violentemente. Corsero nella foresta per trasformarsi. Jake mi permise di comunicare con lui.
“vampiri.” Pensammo insieme mentre un senso di inquietudine mi assaliva.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Incontro ***


cap 5 Odiate l'insonnia? no??? Bene, d'ora in poi imparerete ad odiarla....sono le 4:10 di mattina e non riesco a chiudere occhio, per cui dopo una veloce revisone del capitolo vi do un buon motivo per odiare le notti in bianco...il capitolo cinque, con il tanto atteso incontro tra i due hi hi hi...vi dico si da subito che Bella non sarà molto simpatica, ma ci piace così (a me, a me stessa e a Io....scusate, ho manie di grandezza). anche questo è un tentativo per farvi scrivere un piccolo commento, anche solo per dirmi che non volete la mia pazzzzzzia a notte fonda....cmq....penso che posterò ancora un po', visto che ho già scritto un po' di capitoli...e poi se le mie accanite (io non le capisco...mah...vi adoro, sappiatelo... =)) fan si alleassero contro di me per farmi pubblicare sarebbero guai, me le ritroverei sotto casa con i fucili (non scherzo...una di loro sa benissimo dove abito, sigh, mi toccherà fuggire e chiedere asilo politico in qualche altro stato....) tuttavia non posso che dirvi: grazie, grazie, grazie per impedirmi di fare cazzate!!! (tipo cancellare la storia....) purtroppo non potete controllare quello che scrivo in anticipo per la censura XD....ok, ok mi autocensuro da sola e vi lascio al nuovo capitolo...ah ultimissimissima cosa, giuro..il capitolo è stato riscritto più e più volte, ma non mi soddisfa ancora totalmente, è come se mancasse qualcosa....

CAPITOLO 5 – INCONTRO
POV EDWARD
Perlustravamo la zona da quasi un’ora ormai volendo accertarci che il territorio fosse ben rifornito di prede e che la nostra nuova villa fosse al riparo da sguardi indiscreti prima di disfare definitivamente i bagagli. Per qualche anno non avrei sopportato un'altra settimana campale come la scorsa per i bagagli, e poi ad ogni viaggio il mio adorato pianoforte a coda rischiava di rovinarsi. Senza contare che avevo bisogno di scaricare la tensione del pre-partenza, che era aumentata, sull’acceleratore della mia Aston Martin. Inoltre dopo il viaggio dovevamo cacciare, passare un paio d'ora su un aereo con un paio di bambini piagnucolanti (la voglia di toglierli di mezzo ad un certo punto era stata quasi incontrollabile...per loro fortuna sono un vampiro centenario con un secolo di autocontrollo!!), anche se in prima classe, non era per niente rilassante e i miei nervi ne avevano risentito. Quelli di Alice non li mettevo nemmeno in conto, in confronto a lei quelle due pesti umane erano degli angioletti. Diceva di avere mal di testa, come se fosse possibile per un vampiro, per le visioni che continuamente andavano e venivano, ma sempre niente di definito. Ad un certo punto aveva chiesto addirittura ad uno sconcertato Carlisle se avesse con sé un’aspirina! Jasper aveva cercato di rilassarla con il suo potere con il risultato di irritarla di più. Per questo, e per uno strisciante senso di imminente pericolo, durante quella battuta di caccia non mi sentivo tranquillo e Jasper se ne accorse. Me ne chiese mentalmente il motivo. Apprezzai, non volevo che la mia famiglia si agitasse inutilmente per una mia sensazione. Che sperai rimanesse solo tale...oh oh...Un odore acre e pungente ci colpì all’improvviso e immediatamente l’unica cosa che la mia mente riuscì a concepire fu la scritta lampeggiante: PERICOLO! Era un odore ferino ma disgustoso, sapeva quasi di ammoniaca. I guai erano in arrivo. Istintivamente indietreggiai fino a che mi trovai a cozzare la schiena contro quelle dei miei famigliari, pronti per un attacco. Si avvicinarono accerchiandoci una decina di grossi lupi troppo cresciuti. Le loro menti...erano strane, così umane. I loro pensieri erano uguali, come se la mente pensante fosse solo una, ma le loro intenzione erano evidentemente ostili. Sogghignai, noi eravamo pronti ad accoglierli. Alice con i nervi a fior di pelle mi stava chiamando allarmata, non riusciva a vedere come sarebbe finito lo scontro e non ci vedeva nel futuro. Merda, questo non ci voleva. Alice era cieca, non era mai successo e non era per niente una piacevole novità. Meglio non allarmare il resto della famiglia. Carlisle, come suo solito, pensava ad un modo per risolvere pacificamente la disputa, non voleva combattere né rischiare di ferire nessuno, il solito amante della vita! Decise di tentare avvicinandosi di più ai lupi con le mani sollevate in segno di pace. Cercava di rassicurarli per dare almeno a noi il tempo di allontanarci, ma noi saremmo rimasti con lui, la famiglia non si divideva di fronte al pericolo, doveva saperlo! Quello che sembrava il capo della comitiva, un grosso lupo dal pelo rossiccio stava pensando che se Carlisle si fosse avvicinato di più...stava pensando?? La sua mente mi sembrava umana, è vero, ma da li a dire che è un uomo...
“Carlisle. Fermati. Ti attaccheranno se ti avvicini di più.” Mi drizzai dalla mia posizione di attacco-difesa.
“veniamo in pace. Non abbiamo intenzioni ostili.” Mio padre continuò a cercare una distensione. Mi avvicinai a lui.
“Carlisle...” lo chiamai di nuovo mettendolo in guardia mentre il grande lupo mi fissò negli occhi. Scosse la testa come a scacciare un pensiero molesto. Anzi un ordine che non avrebbe mai voluto eseguire. Qualcuno voleva incontrarci. E gli imponeva di...trasformarsi? Chiunque fosse aveva chiamato il lupo Jacob. Ma soprattutto gli stava mostrando il mio volto in controluce, come nella visione di Alice. Che stava succedendo? Ero confuso e scossi la testa come il grande lupo, Jacob o qualunque fosse il suo nome che era ancora indeciso sul da farsi. Il suo istinto gli diceva di attaccare e annientarci e pensava con rabbia che quella ragazza di cui lui e il suo branco si erano assunti il piacere e l’onore di proteggere si esponeva incoscientemente a un così grave pericolo. Pericolo? Ah già, noi, sette vampiri vegetariani con il pallino per la protezione animali rari! La situazione si stava facendo molto assurda e il mio lato ironico non mi aiutava a pensare razionalmente. Nonostante tutto quello che avevo sentito, non capivo. Il mio potere mi stava confondendo anziché darmi una soluzione come al solito. Lei, chiunque fosse stava pregando Jacob di ascoltarla, decisi di darle una mano per smuovere quell'ammasso di pulci.
“Jacob, portaci da lei. Veniamo in pace e non vi attaccheremo.” Alle mie parole il lupo ringhiò con ferocia e i suoi compagni risposero con altrettanta furia. Aspettai tranquillo che si calmassero. La mia famiglia era allibita, anche se non lo dava a vedere. Il capo branco prese a tremare violentemente, tremiti incontrollabili si propagarono per tutto il suo corpo, rendendolo una macchia di rosso indistinta. Dove prima c’era un grosso lupo ora stava un ragazzo dalla pelle ambrata completamente nudo che ci guardava con disprezzo.
“una sola mossa falsa o improvvisa succhiasangue e siete morti.” Si incamminò nella foresta. “volevate parlare e adesso che ve ne danno al possibilità restate lì impalati??”

Scortati da quei cani arrivammo in una radura perfettamente circolare, delimitata da antichissime querce. Dei teli proteggevano le persone riunite dalla fine pioggia che aveva iniziato a cadere dal cielo. Al nostro ingresso le persone si ritrassero istintivamente. Il silenzio permeava l’aria, non una mosca ronzava. Solo nella mia testa rimbombavano rumorosi, inespressi pensieri, urlavano tutti arrabbiati e spaventati. Tutti più o meno con termini sgarbati si chiedevano perché lei ci avesse permesso di vivere. Non ne potevo più di sentire lei, lei, lei, senza sapere chi fosse. Cercai una voce femminile ma non ne trovai. Impossibile. Mi girai più volte su me stesso ma non c’era nessuna donna nello spiazzo. Quello che accadde dopo era ancora più incredibile. Mentre uno dei vecchi alla mia destra si rivolse a Carlisle, sentì la sua voce.
se volete avere la vita salva dovrai fidarti di me. Le regole sono semplici. 1-parleremo solo con il pensiero, tu pensa solo le risposte, non fiatare. 2- non mostrare alcuna emozione e guarda sempre avanti a te, verso quei vecchi scocciatori. 3- sii sincero e non osare mentirmi, te ne potresti pentire e con te tutta la tua famiglia, lo saprò subito se provi a fregarmi..” Ero shoccato ma cercai di nasconderlo, nessuno mi era mai entrato nella mente in modo tanto profondo. “siete pericolosi, vi nutrite di sangue umano...” la interruppi in malo modo, ops, forse non era la scelta migliore, ma non potevo accettare una simile accusa.
“tu lo dici...noi siamo diversi...ci nutriamo di animali...” rise incredula.
mostrami una vostra caccia.” Adesso si che non sapevo che pesci pigliare! Una fitta dolorosa mi colpì alla testa. Repressi un ringhio e una smorfia. “non avete molto tempo. O fai come dico io o vi attaccheranno, e la cosa mi riempirà di soddisfazione perché sarò io a dare l’ordine.” Rise maligna, non scherzava affatto, ma nella sua voce sentii note d'urgente preoccupazione. E chiunque fosse non aveva pazienza nè tempo...anzi quello mancava a noi. Mi concentrai affidandomi totalmente a lei e bloccai ogni altro tipo di pensiero facendomi invadere dal ricordo della battuta di caccia di qualche giorno prima. Io e i miei fratelli che corriamo nella foresta, Carlisle che uccide un cervo, Esme che con grazia abbatte un altro esemplare dello stesso branco, Alice che mi sfida a chi prende prima un puma e Emmett che rincorre un orso, Rose che lo rimprovera bonariamente di non giocare come un bambino. Jasper che si fionda su un grosso alce.
“vi cibate di animali?” sbuffai spazientito, come se non glielo avessi detto. Interruppi il flusso dei ricorsi proprio mentre rievocavo le sensazioni di potenza e vitalità che provai nell’uccidere il puma. Sentii la “presenza” trasalire e la barriera che aveva eretto per proteggere la sua mente crollò quanto bastava per farmi scorgere un vampiro che si avventava sulla sua preda, una donna che cercava di proteggere...un’altra fitta di dolore.
“non entrare mai più nella mia mente. Quelli che rischiano siete voi. Non io.” Il suo tono gelido non prometteva niente di buono, sicuramente me l’avrebbe fatta pagare. La sentii ridere del mio pensiero. “stai sottovalutando il nostro potere. Siamo in grado di annientarvi!”
“si, si, solo animali.” Risposi alla sua precedente domanda per farle dimenticare la mia scortese intrusione, non so come ma lo aveva percepito. Ora capivo i miei fratelli quando si lamentavano del mio potere. Era una invasione così intima.
“forse posso fare qualcosa per voi...” e con queste parole sentii la sua presenza uscire dolorosamente dalla mia testa, come se lo avesse fatto apposta. Riportai la mia attenzione a Carlisle e al vecchio che stava parlando.
“...non siete i benvenuti. Non possiamo permettervi di continuare a vivere. Portate solo morte e...” avrebbe continuato ad insultarci se qualcosa non avesse distolto la sua attenzione. Volse lo sguardo al sentiero. Ascoltai la sua voce irosa.
“come si permette di tornare indietro!? L’abbiamo fatta andare via apposta. Rischia troppo in questa situazione, la vogliamo proteggere e lei ci sputa in faccia. Non possiamo perdere la principessa prima che ce ne sia un’altra...”
La principessa entrò nella radura, scortata dai lupacchiotti di prima che le si disposero ai lati come se fossero la sua guardia personale. Molti di loro ringhiavano contro di noi. Dal nulla la ragazza fece apparire un trono dalle querce. La scena mi ricordava molto una favola dei fratelli Grimm e mi sarei messo a ridere se la situazione non fosse stata così maledettamente seria. O si trovava una soluzione al più presto o saremmo morti, o più propriamente avremo fatto un bel falò. Mi rivolse uno sguardo fugace prima di rivolgersi all'uomo che parlava con mio padre. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Soluzione ***


cap 6 Hello gente...avete fatto qualcosa di interessante questo week-end? Io ho fatto massacrare i Catari, mi sono dilettata a far litigare Federico II con il papa, un tale antipatico!! Poi, poi...ah, si!!! Ho supervisionato alla reconquista spagnola e per concludere in bellezza ho fatto partire per la Cina Marco Polo!! XD scusate il delirio ma ho un esame importantissimo nei prossimi giorni per cui questo sarà, credo l'ultimo aggiornamento, almeno per un po' di tempo...gli esami non sono finiti ma vanno avanti fino ad ottobre e poi rinizia anche l'università! sigh...e poi come se non avessi già abbastanza cose da fare, la mia mante malata ha deciso di partorire adesso (forse come reazione allergica alla storia medievale, mah) altre due ff (sono in corso di gestazione e prima di pubblicarle passerà qualche mese perchè voglio almeno scriverne almeno metà...), ha deciso di pubblicare una ff sui Tokio Hotel (giuro, è una lunga storia, la ff l'ho scritta quasi un anno fa per una specie di scommessa, è lì nel suo cassettino che bussa insistente per essere pubblicata, secondo voi che dovrei fare???) e mi ha bloccata invece ad un capitolo fondamentale di questa storia....quindi riassumendo, ci sentiamo presto presto, promesso...magari per festeggiare l'esame andato bene (pregate per me, please...) posterò....e ora un piccolo saluto a....

feffira
: Uh uh un'altra adepta... =) scusa mi si è fulminato il cervello a forza di rileggere "Le nebbie di Avalon"....a parte gli scherzi idioti che mi fa la mia mente sono molto contenta che la mia storia ti piaccia e sono ancora più felice che tu la trovi bellissima, ho sempre bisogno di nuove sostenitrici!!! grazie mille, ciao!!!! =)
psawyer414: per me sei un mistero, amica mia!!! sai già come si evolve la cosa... =) se intendi però che vuoi il benedetto nuovo capitolo che ti sto promettendo da un mese, beh, dovrai aspettare perchè proprio non so scriverlo...ah, ciaooooo!!! anche a te, ogni tanto mi prendi troppo alla lettera....hi hi hi...
Isy_264: io adoro i bradipi, soprattutto se recensiscono e mi sostengono...=) e poi sono simpaticissimi (vedi Sid...)...beh la mia Bella ha un carattere forte solo quando vuole lei (perchè è anche fragile e bisognosa di protezione ed Edward sarà lì ad offrirgliela naturalmente...) e i vampiri sinceramente non le stanno molto simpatici, diciamo che ha dei giustificati pregiudizi nei loro confronti, nei precedenti capitoli ho lasciato qualche indizio sul motivo di tanto odio ma per svelare il mistero ci vuole ancora qualche capitolo (sinceramente non so nemmeno io quanti...) cmq i misteri aumentano nel prossimo capitolo giusto per complicarmi la vita!!! ah ah ah...ciao!!!


CAPITOLO 6 – SOLUZIONE
POV BELLA
Entrai nella radura sotto lo sguardo vigile e arrabbiato di Jacob, la mia fedele guardia mi girava attorno irrequieta. Mi avevano costretto contro la mia volontà ad allontanarmi, non mi volevano nello stesso posto con dei vampiri, secondo loro ostili. La conversazione di prima mio malgrado mi era piaciuta. Ero rimasta colpita da lui e in qualche modo mi affascinava. Avevo scelto apposta lui, non sapendo del suo potere, in teoria non avrebbe potuto vedere nella mia mente senza un dono speciale. Se il suo viso aveva tormentato le mie notti doveva esserci un significato. Mi ero dimostrata, anche perché lo volevo fortemente, che la mia fiducia in loro era stata ben riposta. Aprii la mente per toccare quella di mio padre che urlava come un ossesso perché avevo osato tornare e mi lanciava lampi di avvertimento con gli occhi. Bene se fossi sopravvissuta, quella sera la predica sarebbe stata doppia. Non ritenni necessario spiegargli che l’affascinate vampiro dei miei sogni poteva leggere nel pensiero la qual cosa un po’ mi aveva sorpreso. Non credo possibile che quegli esseri potessero avere poteri. Forse l’errore era alla base, in un piccolo e semplice pregiudizio verso i vampiri. Tutti stavano pensando che degli esseri guidati dall’istinto non meritassero di vivere, soprattutto perché si cibavano di vita umana. Non eravamo tanto migliori degli uomini...come loro ci ritenevamo superiori, anche se a ragione, i nostri poteri non erano indifferenti. Tornai ad osservarlo, era ancora più bello che nel sogno. I suoi occhi dorati che avevano seguito ogni mia più piccola mossa, mi guardavano indagatori. Si stava sforzando di capire cosa mi passasse per la mente, ma per il momento non gli avrei permesso di sondarla. Mi alzai in piedi, era il mio turno. Presi una grande boccata d’aria, sperando per il meglio.
“il mio pensiero è di permettere loro di rimenere in vita.” Mi ero aspettata proteste, ma il silenzio assoluto proprio no. Era meglio combattere contro urla feroci che contro il nulla, almeno sapevo contro cosa stavo andando. Mi imposi di restare calma, la tempesta sarebbe scoppiata tra poco, stavano solo registrando le mie parole. Trascorse qualche minuto di un silenzio tanto profondo da risultare innaturale e inquietante, nemmeno la pioggia faceva rumore e sugli alberi gli uccelli avevano perso la loro voce, prima che come previsto si scagliarono contro di me con tutto il fiato che avevano in corpo e tutti insieme. Galline starnazzanti!!! Sentivo i licantropi ringhiare furiosi, Jake addirittura ululava come se le mie parole gli avessero provocato un dolore fisico, era straziante. La mia parola non era decisiva ma in qualche modo vincolante, nessuno voleva avermi come nemica e quindi tenevano sempre in considerazione ciò che dicevo. Sperai che anche quella volta fosse così. Mio padre, per fortuna, mi stava venendo mal di testa, impose il silenzio. Mi guardò con occhi di fuoco. Ecco, ci siamo. La sfuriata non se la terrà per dopo.
“avete sondato le loro menti, non è così?”
“potreste parlare come se noi non fossimo presenti?” borbottò uno dei vampiri dagli occhi dorati. Era grosso e un po’ buffo, nei ricordi di suo fratello stava cacciando un orso. E un po’gli assomigliava. Io risi, per la sua innocente ingenuità e per la sua tenera spontaneità, ma come al solito quel vecchio bacucco che mi ritrovavo come padre non aveva senso dell’umorismo.
“non siete stati interpellati...” lo rimproverò duramente. Anche il biondo che sembrava il padre famiglia gli disse di stare zitto. La situazione mi stava fuggendo di mano. Sfruttai il mio potere per parlare in privato con il capo druido escludendo dalla conversazione tutti i druidi e i licantropi. Il vampiro, invece, avrebbe potuto ascoltare la trattativa ma non i miei pensieri.
“padre, so che non ti piacciono. Ma ho scrutato nei loro cuori e non c’è cattiveria. Si cibano di animali, non di uomini.”
“non è questo il problema...devo proteggerti! Anche da te stessa se necessario! Sono idee non adatte a una persona del tuo rango!” che c’entrasse il fatto che fossi la Signora di Avalon, non lo capivo. A maggior ragione dovevo impegnarmi per loro! Quando mia madre era viva, spesso mi parlava dell’amore che noi sacerdotesse dovevamo nei confronti della vita, in tutte le sue forme. Tentai un’ultima pericolosissima carta, il baratto.
"lasciali liberi e io celebrerò il mio compleanno, compirò il rito.”
Mancava ancora quasi un anno intero. Sicuramente avrebbero fatto di tutto per farmelo celebrare il prima possibile forse addirittura tra due mesi, i due mesi necessari per i preparativi. Il che voleva dire che avevo solo otto settimane per digerire la cosa se avesse accettato la mia proposta. Ma come mi era venuta un’idea del genere?? Avrei dovuto mordermi la lingua. Ero stupita di me stessa, io non cedevo mai davanti alle imposizioni altrui, e il rito lo era, era un’imposizione del mio essere la Signora di Avalon. Quegli occhi fissi ancora su di me, perforandomi l’anima, mi avevano totalmente stregato. Pur di poterli rivederli stavo andando contro ogni mio principio. L’importante era che mio padre in quel momento riflettesse sulla mia proposta. E infatti era taciturno da quasi due minuti, era una proposta troppo allettante per  farsela sfuggire, mi avrebbe potuto comandare senza difficoltà, ricordandomi che l’idea era venuta da me. Maledirsi in mille modi era inutile, come del tutto vano e controproducente tentare di tornare sui miei passi...e poi c’era lui in pericolo...
“perché?” ops, questa domanda non era prevista e adesso come rispondo?? Perché l’ho sognato e perché mia madre me lo indicava sorridendo in una visione? Perché in lui c’è qualcosa di tremendamente famigliare? Oppure perché i suoi occhi mi stanno facendo impazzire e se va avanti così potrei anche cedere a pensieri non proprio casti? Meglio tenersi su qualcosa di generico...
“il compito di una sacerdotessa di Avalon è proteggere la vita che merita di essere protetta. Non sono pericolosi come gli altri esemplari della loro specie, si confondono con gli umani molto meglio di alcuni di noi, sono portati alla comprensione della vita e alla compassione, hanno cura degli altri e si amano tra di loro...” volente o nolente il vampiro dai capelli ramati mi aveva fornito molte accurate informazioni, come il rapporto che intercorreva tra i vari membri della sua famiglia, le sue due lauree in medicina (questo particolare era del tutto inutile e superfluo oltre che per me insignificante...), la professione medica che il capo famiglia, Carlisle, se avevo capito bene il nome, esercitava con passione e con in modo caritatevole, la immensa forza d'amore di cui era capace la madre Esme...
“come vuoi, se ne sei sicura, anche se non capisco perché ti sacrifichi per loro...non dopo quello che ti hanno fatto. Io non perdono e ho troppe riserve, preferirei che se ne andassero lontano da qui ma su questo punto non voglio discussioni, dovranno andarsene. E tu non credere di poter tornare indietro, hai promesso che celebrerai il rito e la festa dell’unione si svolgerà nella data pleaseche deciderà il consiglio.”
Bene, mi ero scavata la fossa con le mie stesse mani, ma lui almeno aveva una possibilità. Naturalmente aveva ascoltato attento tutto il nostro scambio di battute. Mi guardava perplesso, non capendo su cosa avevo ceduto, ma finalmente rilassato.
“grazie.” Mi disse solo prima di voltarsi a comunicare velocemente agli altri la soluzione.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Jacob! Sei una testa calda! ***


cap 7 storia 1 Sorpresa!!! Sono di nuovo qua!!! ih ih ih..come al solito grazie a chi ha messo la mia storia tra i preferiti, tra i seguiti e chi legge soltanto...grazie anche a chi recensisce, e mi piacerebbe sentire anche qualche altra opinione su questa storia =) e non fatevi problemi a chiedere!! (vero Isy_264??? voglio sapere che ti passa per la mente!!!) uh, uh in realtà una sorpresa vera c'è, il prossimo capitolo è dalla parte di Jacob, il nostro bel (?!) lupacchiotto, il primo e l'unico capitolo così per quello che mi è dato sapere dai protagonisti...hi hi hi, tra un po' mi si ribelleranno contro...ciao!!! Ah, dimenticavo, è un capitolo di passaggio...quindi non restateci male alla fine! Io vi ho avvisato....

CAPITOLO 7 – JACOB! SEI UNA TESTA CALDA!
POV JACOB
Quindi? Non ci stavo più capendo niente. Non ci potevamo scontrare con quelle fecce di succhiasangue? Mi voltai confuso verso la mia dolce Bella. Non potevo crederci, si stava facendo abbindolare da quell’essere, lo osservava assorta e rapita. Dovevo interrompere quel legame o si sarebbe fatta fregare...come non detto. Ecco lui stava ringraziando, in qualche modo Bella aveva convinto quell’allocco di suo padre. Sentì Seth alla mia destra che se la rideva per i miei pensieri. Gli intimai di stare zitto, ero già abbastanza irritato, un'altra parola e lo avrei attaccato anche solo per sfogare un po' della frustrazione e della rabbia che provavo. Presi la mia forma umana, se restavo animale non mi avrebbe degnato di uno sguardo, perchè quella testarda mi doveva qualche spiegazione, mi aveva estromesso volontariamente dalla possibilità di ascoltare i suoi pensieri. Lessi subito sul suo volto la disperazione e sapevo bene che quella notte avrebbe pianto, aveva fatto qualcosa impulsivamente e se ne stava già pentendo.
“Jake, per favore...portami via.” Prese la mano che le porgevo e la strinse tremando, aveva l’aria colpevole come se avesse accettato il più terribile dei compromessi...non poteva essere, perché lei non aveva niente da offrire ai druidi per imporre la sua volontà...o forse...
“Jacob, non guardarmi così per favore...” lei, lei mi stava rimproverando?! Lei che aveva ceduto sul compleanno per salvare delle sanguisughe?! Non riuscì a trattenere alcune lacrime che prepotenti le solcavano il suo tenero viso. Io ero il suo amico più fidato e sapevo cosa si stava agitando nel suo animo. Ci eravamo autoimposti di non innamorarci o ne avremmo entrambi sofferto qualora io avessi avuto l’imprinting con un’altra donna, quindi solo amici ma la capivo come se fosse parte della mia anima e vederla così mi dilaniava...
“Jake, smettila. Jacob!!!!” mi chiamava allarmata, perchè senza accorgermene avevo preso a tremare, stringendo eccessivamente la sua mano tra le mie. Mi stavo facendo prendere dalla rabbia e mi stavo per trasformare. Accidenti! Erano anni che non mi succedeva...colpa di quegli esseri spregevoli. Lasciai la sua mano e mi voltai per andarmene.
“succhiasangue, ti conviene andartene dall’altra parte. Esattamente lontano da lei.” Mi voltai non appena sentii il suo odore pungente farsi più vicino, mi avventi sul vampiro dai capelli bronzei che aveva fatto perdere la testa alla mia amica e lo allontanai da Bella che scoppiò a piangere. Non riusciva a trovare la calma necessaria a riprendere possesso della sua voce. Ma che le stava succedendo? Era sempre stata forte, anzi una volta addirittura per non farsi vedere piangere aveva provocato una piccola pioggerella che ne nascondesse le sue lacrime. Ero sempre avvinghiato a quell'essere spregevole e gli tirai un pugno in quello stomaco di marmo, mi accanii violento contro di lui, volevo fargli pagare tutto il dolore che provava Bella. Se lui e la sua dannata famiglia non fossero arrivati a Eyam, lei sarebbe ancora felice e niente l’avrebbe fatta piangere, ero protettivo nei suoi confronti, forse troppo ma lei era la mia migliore amica, oltre che la mi a Signora. Un pugno, un altro, sinistro, destro e poi di nuovo. Mi accanivo su di lui con rabbia, con ferocia. Ancora poco e mi sarei trasformato per saltagli alla gola e staccargli la testa. Sarebbe stato facile ucciderlo e ne sarei stato felice. Io e lui, la sua famiglia sarebbe stata affrontata dai miei compagni. Bella non voleva la guerra ma lui aveva osato avvicinarsi a lei e io avevo promesso di proteggerla a qualsiasi costo, anche se voleva dire perdere la vita...Intanto il vampirello non reagiva e non sembrava voler combattere, se ne stava immobile con le braccia lungo i fianchi a prendere i miei colpi. Improvvisa una forza mi bloccò i movimenti, ringhiai infuriato. Evidentemente qualcuno aveva ritrovato la calma. I miei pensieri in quel momento non erano molto carini.
“farò finta di non aver sentito niente...” Bella era irritata, aveva smesso si piangere ma i suoi pensieri erano ancora pieni di lacrime.
“Jake stai fermo. La mia pazienza è agli sgoccioli e non riesco più a...Jake!” più tentavo di liberarmi più la sua forza scemava. Era dannatamente brava con quei giochetti mentali ma se non riusciva a mantenete la concentrazione...nessuno si muoveva oltre a me e al vampiro. I druidi tutt’attorno trattenevano il fiato ma non osavano intervenire. Quel vecchiaccio del capo doveva aver dato ordine di non alzare un dito per evitare che quel patto assurdo venisse rescisso. Ora capivo Bella quando diceva che era interessato ai suoi interessi. Nemmeno i miei compagni si muovevano, mi sentivo tradito da loro e da Bella, sicuramente era stata lei a dar ordine di non aiutarmi, loro potevano solo ululare frustrati, non potevano disubbidire ad un ordine della Signora di Avalon che avevamo giurato di servire. La famiglia di vampiri osservava preoccupata lo scontro ma avevo sentito distintamente lui dire di stare fermi qualunque cosa fosse successa. Ero solo io che trovavo quel patto così assurdo da non avere senso? Ringhiai ancora forzando il blocco, ancora poco e sarei riuscito a muovermi e forse a trasformarmi. Quell’essere infido si era rialzato ridacchiando presuntuoso, guardandomi con occhi colmi di sfida.
“buono cagnaccio.” Quello sfrontato rideva di me, rideva di me! Ringhiai furibondo, come osava prendermi in giro?!, ma non riuscivo a liberarmi né a trasformarmi. Ma era giunto il mio turno di ridere. Bella sapeva essere molto vendicativa quando voleva...lo aveva bloccato, proprio come aveva fatto con me, forse lo avrebbe fermato anche senza il mio intervento. Dopotutto lei aveva paura dei vampiri e non avrebbe mai permesso che qualcuno di quella razza le si avvicinasse...
“e ora se volete scusarmi...” e così uscì di scena ma non mi permise di seguirla ancora troppo arrabbiata con me, la nebbia richiamata da Avalon l’avvolse nascondendola alla nostra vista. Mi rivolse solo un ultimo pensiero privato e pieno di delusione.
"Jacob! Sei una testa calda!"
 Il vampiro sparì in un attimo dalla mia visuale ma non mi diedi la pena di seguirlo, ferito dalle mie stesse azioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tre mesi dopo ***


cap 8 avalon Per la vostra gioia sono di nuovo qua...allora, innanzi tutto alcune precisazioni...
  • il capitolo precedente mi serviva solo per far uscire di scena Bella, e non era certo uno dei miei preferiti, anzi non mi piaceva per niente...
  • Jacob sa essere un buon amico ma quando sconfina nell'iper protezionismo nei confronti di Bella sbaglia, perchè tutti i migliori amici possono sbagliare, nessuno è infallibile. Detto questo Jake vuole molto bene a Bella ma non ne è innamorato (come nei libri della zia Meyer, finchè è un amico mi sta simpa quando poi, anche e soprattutto a causa dei comportamenti ambigui di Bella si innamora, diventa quasi insopportabile...e poi mi disp ma io tifo e tiferò sempre per il mio vampirello o avrei scritto una ff su un possibile amore tra i due, mi hanno anche chiesto di scriverla ma niente non mi viene una trama decente, perchè poi bella torna sempre da edward..che ci vuoi fare???) e odia vedere Bella soffrire, spero di non averlo strapazzato troppo...
  • recensioni!!!
  • psawyer414: già, lo sai bene come la penso su Jacob, io sono una fan di Edward ma mi dispiace per la batosta emotiva che il lupacchiotto riceve nei libri...ma finchè fa l'amico però è l'amico perfetto!
  • Isy_264: in bocca al lupo per l'esame!! non sei di parte...hi hi hi...per come ho concepito Jake (senza preconcetti...)vorrei che risultasse simpatico...il capitolo era di passaggio perchè adesso arriva l'incontro tanto atteso!!! (anche da me sinceramente, mi stavano facendo impazzire, quei due vogliono stare insieme e non posso tenerli divisi a lungo....)
CAPITOLO 8 – TRE MESI DOPO
POV BELLA
La noia si stava si era impossessata di me e probabilmente sarebbe stata la causa della mia morte.
“ancora un po’ di pazienza...” pensavo disperata da quasi una settimana, da quando la campanella della prima ora aveva dato inizio a quel nuovo anno scolastico. Mancavano ancora alcune ore prima che potessi uscire da quel buco chiamato scuola e cercai di infondermi coraggio. Come tutti gli anni addietro avevo convinto mio padre a farmi seguire delle lezioni in un liceo pubblico qualsiasi, nonostante fosse per me una tortura e fossi molto più preparata dei professori. Ma volevo sentirmi una ragazza normale di quasi diciotto anni. Quest’anno però era tutto più difficile da sopportare forse perché tra un mese avrei celebrato quello stramaledettissimo compleanno e avrei dovuto occuparmi dei preparativi. Respirai a fondo, rischiavo di farmi assalire dalla rabbia a pensare che io la signora di Avalon mi ero cacciata in un guaio che a cui non potevo sfuggire! L’ennesima discussione per cercare di scampare al mio destino con mio padre si era conclusa con un’ennesima sfuriata del capo druido e in più mi era stato assicurato che Marion si sarebbe occupata dei preparativi, per cui non avrei dovuto pensare a niente. Il sospetto che Marion se la facesse con mio padre era sempre più forte. Sospirai pensando agli aspetti positivi di quella tortura, oltre a sentirmi normale potevo approfittare di qualche ora di libertà senza il controllo ossessivo di nessun licantropo o druido o servitore di Avalon. Tuttavia da qualche mese tutti erano diventati più protettivi nei miei confronti, da quando...lo stavo rivedendo, ancora una volta, un’ennesima volta, da quando per salvarlo avevo accettato di celebrare il compleanno...ogni volta che mi perdevo a ripensare ai suoi occhi aumentava la convinzione che quel sacrificio fosse stata una cosa buona e giusta.
“signorina Swan, le dispiacerebbe onorarmi della sua attenzione?” quel barboso professore di una non ben precisata materia mi richiamò alla realtà, non credevo che fosse così palese che fossi persa nei miei pensieri. Accennai uno “scusi” sottovoce abbassando gli occhi imbarazzata.
“bene, ora che tutti siete presenti sul pianeta terra”...ci mancava solo il professore che oltre a distogliermi da quegli intensi occhi color dell’ambra, cercava di fare lo spiritoso! “posso presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Avevo già annunciato che avreste avuto un nuovo elemento che spero aumenti la media assai scarsa di questa classe. Entri pure signor Cullen.” Quell’uomo amava la teatralità...e per poco non caddi dalla sedia quando lo vidi. Spensi il cervello e venni risucchiata nel vortice dorato dei suoi occhi, non interrompeva il contatto visivo e io non potevo far altro che bearmi di quella visione. Intanto il professore lodava gli ottimi voti del nuovo studente ottenuti nella sua precedente scuola e bla, bla, bla...ma non avevo tempo per ascoltarlo. Quello sarebbe stato il nostro ultimo sguardo, recisi malvolentieri il contatto di sguardi e scattai in piedi.
“signorina Swan, si può sapere che le prende oggi?” il professore mi guardò interrogativo e piuttosto scocciato, odiava essere interrotto.
“mi scusi, non mi sento molto bene. Vado un attimo in bagno a prendere una boccata d’aria.” Non aspettai nemmeno la risposta dell’insegnante e mi diresse alla porta, passando vicino al vampiro gli lanciai un’occhiataccia carica di significati, accompagnandola con un’unica frase mentale per ribadire il concetto.
“andatevene. Non potete restare qua. Non siete i benvenuti.” Avevo sacrificato alcuni miei principi per loro e non potevo permettere che la casualità, o la loro cattiva sorte, che dir si voglia, li esponesse di nuovo al pericolo. Oh, mi raccontavo tante bugie, io non volevo che lui corresse il pericolo di trovarsi addosso licantropi e druidi perché in qualche modo il mio cuore aveva capito molto prima della mia mente che mi piaceva. Per cui prima che Edward potesse anche solo pensare una risposta adeguata, avevo già raggiunto la porta dell’aula e schermato la mente da presenze indiscrete e indesiderate, non volevo che niente interferisse con la fuga da lui e dai miei sentimenti.

POV EDWARD
Ma che palle ‘sto qua! Quanto la fa lunga. Avevo cercato di convincere i miei fratelli a prenderci un anno sabbatico ma Carlisle aveva ragione, se volevamo confonderci con gli umani dovevamo continuare con la sceneggiata della scuola. Così stava per iniziare un nuovo anno scolastico, in una nuova città. Contrariamente al solito avevo deciso di dichiarare quasi 18 anni da compiere in modo tale che la tortura del liceo sarebbe durata poco e poi avrei finto di andare all’università, un piano tanto semplice quanto ben congeniato. Per accontentare i druidi ci eravamo trasferiti nel nuovo mondo in una cittadina perennemente coperta  da una coltre di nubi, Forks. Era perfetta per noi, potevamo permetterci di uscire anche di giorno. Alice non aveva previsto problemi lontano dall’Inghilterra, lontano da lei. Lei, il suo viso, i suoi occhi, il suo profumo. Mi ricordavo tutto di lei e tutti i ricordi mi facevano stranamente male. Avrei voluto anche solo sapere il suo nome, no, mentivo a me stesso, avrei voluto conoscerla, parlarle e sapere che era felice che io mi fossi salvato. Forse stavo correndo troppo con la fantasia. Egoista! Per me e la mia famiglia aveva rinunciato ad alcuni suoi  principi ed era una tortura peggiore della scuola sapere che molto probabilmente per colpa mia stava soffrendo. Era assolutamente impensabile che ci rincontrassimo eppure io lo speravo, annegavo nel desiderio di rivederla. Quando l’avevo fissata negli occhi il mio cuore era tornato a battere per un solo istante. Oh, forse se quell’uomo ha finito di rimproverare una certa signorina Swan, potremmo anche dare inizio a questa ennesima pagliacciata. Presi un enorme respiro, era arrivato il momento di entrare in scena e non era consigliabile per me vampiro respirare in una classe piena di giovani cuori pulsanti. Probabilmente era una misura non necessaria dati il mio grande autocontrollo e il fatto che avevo ancora nelle narici la dolce e inebriante fragranza di lei. Comunque poche storie non voglio rischiare e poi...non lo avrei mai ammesso ad alta voce, ma spesso mi comportavo da vampiro abbastanza schizzinoso e non volevo che insulsi odori umani mi entrassero dentro.
“entri pur signor Cullen.” Il mio momento era arrivato. Quest’uomo aveva un forte senso della teatralità, avrei preferito che non mi puntasse i riflettori addosso. D’altronde non posso pretendere di presentarmi a semestre iniziato come se niente fosse, già la bellezza della nostra specie attirava l’attenzione...non avevo ancora varcato la soglia e sentivo distintamente l’eccitazione delle ragazze e l’agitazione del sesso maschile preoccupati che potessi  “cacciare” nel loro territorio, al pensiero trattenni a stento un sorriso. Non respiravo eppure sentivo qualcosa solleticarmi l’olfatto, la presenza di un odore che voleva invadere i miei sensi e ottenebrarli. Dovevo verificare la mia sensazione e respirai un poco e sentii...il suo profumo. Il suo profumo? Che ci faceva in quell’angolo sperduto di mondo? Credevo abitasse in Inghilterra. Seguii la scia finché non incontrai i suoi occhi, rimanemmo così, incatenati in un attimo eterno, mentre l’uomo accanto a me continuava a ciarlare di medie, rendimenti e non so cos’altro. Solo lei mi interessava, lei che scattò in piedi e mi rivolse un solo inequivocabile pensiero.
“andatevene. Non potete restare qua. Non siete i benvenuti.” Sbatté la porta uscendo, fingendo un malessere, pregai che fosse lo stesso mio, quello che provavo nel cuore ad averla così vicina eppure così lontana.
“scusi professore...” non degnai di uno sguardo l’uomo che urlava imbestialito e la seguì. Cercai il suo odore, la sua presenza, ma sembrava sparita nel nulla. Uscì di corsa dall’edificio scolastico e mi inoltrai nella foresta poco distante. Se avevo capito qualcosa di lei era che aveva un rapporto particolare con la natura. Ero cieco senza il mio olfatto e il mio potere, mi abbandonai semplicemente all’istinto cercando indizi che mi indicassero dove trovarla. Corsi a casaccio finché una densa foschia si addensò attorno alle mie caviglie, ricoprendo il suolo e indicandomi la sua vicinanza. Avanzai deciso fino a che non mi ritrovai in una radura perfettamente circolare.
“fermati.” Mi fissava dall’altro lato del cerchio, nei suoi occhi la tacita preghiera di assecondare la sua richiesta. Ma tradivano anche qualcos’altro...la speranza che la raggiungessi, forse? Abbassò le palpebre precludendomi la possibilità di comprenderla. “esatto” rise nervosamente.
“posso sapere almeno il tuo nome?” sapevo benissimo che si chiamava Bella, lo avevo letto nella mente di qualche suo compagno sorpreso dalla sua reazione ma volevo sentire ancora la sua voce e cercare di intavolare una conversazione.
“perché mi segui?” ok, aveva saltato i convenevoli. Rise ancora cercando di spezzare la tensione. Scrutava la mia mente senza che me ne accorgessi o potessi impedirlo, questa volta la sua presenza nella mia mente non era dolorosa, ma silenziosa e impercettibile. “sono pochi i vampiri che ho incontrato e non avevano di certo intenzione di fare due chiacchiere...”
“è il sangue di animale. Rende più facile la convivenza con gli umani e ci permette di avere relazioni più sincere. Ci fa sentire più umani.” Confessai, inciampando quasi sulle mie stesse parole per la fretta di parlare, un vampiro con difficoltà di lessico non si era mai visto. Chissà perché le raccontavo queste cose, inutile mentirsi, volevo che mi conoscesse meglio e si fidasse di me. Avanzai di un passo.
“fermati per favore.” La voce caricata di un’antica paura le uscì in un sussurro. “mi dispiace ma non riesco ancora a sentirmi a mio agio con te vicino.” Si torturava le mani, come una timida ragazzina umana che confessava il suo segreto più imbarazzante. Mi fece una certa tenerezza per cui arretrai fino alla linea degli alberi.
“quando ti sentirai più sicura farò un passo verso di te a costo di metterci ancora cent’anni di non-vita per raggiungerti. Voglio conoscerti.” mi guardò sorpresa dalle mie parole. mi voltai per andarmene e il sole mi colpì in pieno. La guardai un’ultima volta sapendo bene cosa stava vedendo. Il mio volto in controluce, come nella visione di Alice. Le sorrisi.
“a scuola ti eviterò, se lo vorrai, ma promettimi che dopo le lezioni ci incontreremo qui, per parlare.” Non attesi la sua risposta, non avrei sopportato un rifiuto e me ne andai.

Allora che ne dite? Accetterà Bella di incontrare Edward nella radura dopo scuola o avrà troppa paura dei vampiri e dei suoi sentimenti? vi lascio con il dubbio anche perchè credo che per una settimana sparirò...ma poi ritorno =) magari anche con una nuova ff che, contrariamente alle mie aspettative, ha preso forma velocemente e si è scritta quasi da sola!!!
per ora recensite!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Lite, Patto e Richiesta d'Aiuto ***


cap 9 avalon Ciao!!! ok, ok, lo so è quasi un mese che non aggiorno la mia storia e voi fedelissimi che mi seguite avete ragione a darmi per dispersa. ma non disperate!! sono qua e vi chiedo scusa XD basta? no, vero? volete il capitolo, non i meii deliri....ok, ok vi accontento subito...ciao!!

CAPITOLO 9 – LITE, PATTO E RICHIESTA D’AIUTO
POV BELLA
Il suo volto in controluce era la cosa più sconvolgente che avessi mai visto, nemmeno nel mio sogno la visione era stata così sublime. Poca luce filtrava tra le fronde degli alberi e il suo volto possedeva una sua lucentezza che lo rendeva così, così...non avevo parole per dirlo. La mia mente continuava e dire “WOW!!” non solo la mia mente perdeva colpi ma anche il mio cuore saltò qualche battito. Mi rimproverai...lui era il nemico e io mi stavo facendo abbagliare!! Dovevo mantenere una parvenza di dignità ma mi accasciai su un masso sperando solo che non tornasse sui suoi passi, o che figura avrei fatto!! Rimasi a fissare il punto in cui avevo avuto quella meravigliosa visione finché anche le ultime luci lasciarono il posto alla notte. Idiota!rischiavo che mio padre mi facesse controllare dai licantropi andando contro l’accordo di libertà faticosamente raggiunto per questo mio ritardo. La cosa migliore era sapere che non lo avrebbe fatto perché era il capo-druido ma perché a me ci teneva veramente, come un padre preoccupato per la propria figlia. O almeno era questo che continuavo a ripetermi mentre tornavo il più in fretta possibile nel parcheggio della scuola. Dovevo sbrigarmi, era proprio tardi e se un licantropo fosse arrivato lì, avrebbe potuto cogliere l’odore di vampiro ed era l’ultima cosa che volevo. Non sapevo ancora come mi sarei comportata ma non appena mi aveva chiesto di incontrarlo in quello spiazzo dopo le lezioni, la mia mente era stata visitata da immagini di me e di lui in quel luogo, abbracciati teneramente. Convinta che quella fosse una visione, che mi preannunciasse il mio destino, poiché al destino non si può fuggire, avevo accettato serenamente la sua proposta. Certo non potevo giurare sulla Goccia che non fossero immagini partorite dalle mia voglia di conoscerlo e di amarlo. Amarlo?? Ops, forse ero troppo coinvolta e sarebbe stato meglio se me ne fossi andata da quel paesino sperduto. Scappare, era quello che sapevo fare meglio. In quel momento mi sentì tanto una normale adolescente in preda alla prima cotta e non la potente signora di Avalon che in realtà ero, se pensavo a lui le mani mi sudavano, le ginocchia mi tremavano, nella mia mente si creava il vuoto più assoluto, solo il suo viso sorridente poteva riempirlo, il mio cuore batteva furioso come se volesse uscirmi dal petto.
“stavo per venirti a cercare nel bosco...” oh, oh, quella voce voleva solo dire guai. Che tu sia stramaledetta Bella, avresti dovuto riattivare prima il cervello!! Anzi, non avresti dovuto concentrare tutti i tuoi pensieri su quell’essere magnifico, intrigante e sconvolgente! Pensa in fretta, più in fretta, ma prima di giustificarti e apparire colpevole, aspetta, per favore! Ottimo, adesso stavo veramente degenerando.
“Jacob, che ci fai qua?” bene, forse un po’ sulla difensiva.
“sono felice di vederti anche io Bella...” vuole fare dell’ironia, non mi sembra il caso! “tuo padre” disse poi, con semplicità sorridendomi. Mmmhh, quindi forse potevo cavarmela con lui.
“non amo ch tu faccia il cane da guardia con me. Sei un amico, non il mio controllore. E tu rispondi a me, ricordatelo, non a mio padre.” Lo rimproverai sventolandogli minacciosa un dito sotto il naso.
 “Uh, uh, come siamo suscettibili. Devi dirmi qualcosa?” mi morsi la lingua. Adesso di sicuro non mi avrebbe più lascito andare. “e poi tuo padre era veramente preoccupato e non voleva che ti fosse successo qualcosa. Dopo che mi ha chiamato con la voce così strana anche io sono entrato in ansia per te...” si interruppe, non per la mia faccia carica di scettico stupore ma per un’improvvisa folata di vento che aveva portato il suo odore. Inspirai a fondo, che magnifico profumo! I miei sensi si stavano perdendo...un ringhio profondo mi fece aprire rapidamente gli occhi. Jake si era trasformato e ringhiava furioso camminando davanti a me in atteggiamento protettivo. Merda! Merda, e adesso che mi invento?? Ero quasi spaventata dalla sua reazione.
“Jake...”
“non voglio sentire niente Bella.” Lanciò un lungo ululato, questo era ancora peggio!!! Tra poco sarebbe arrivata tutta la guardia e probabilmente anche mio padre. “Jake, nessuno ti ha autoriz...”
“oh, si invece. Stupida ragazzina che non sei altro!!! Ma che ti salta in mente? Tutti cercano di proteggerti e tu non ci avvisi che sono qua? Eri nel bosco con uno di quei mostri?” a quei pensieri un nuovo sentimento stava scacciando la paura dal mio cuore. Drizzai le spalle, mi ersi in tutta la mia statura, il volto trasfigurato dalla rabbia, il sangue mi ribolliva nella vene e la Goccia si stava illuminando. Il potere di Avalon scorreva in me e si stava manifestando.
“non osare, non osare mai più!” lessi nei suoi occhi paura e sgomento, che poco prima avevo provato io davanti alla sua trasformazione. Non mi aveva mai visto così.

POV EDWARD
Ero inquieto, forse sarei dovuto tornare indietro e sentire la sua risposta.
“tranquillo, ha già accettato la tua proposta” mia sorella Alice mi aveva raggiunto nella mia stanza dove mi aggiravo irrequieto. Probabilmente Jasper con il suo potere aveva captato il mio stato d’animo e aveva mandato la sua “dolce” consorte a rassicurarmi. Quel folletto di Alice era l’unica della famiglia che riuscisse ad avvicinarmi quando mi sentivo così, perché con lei avevo un rapporto speciale, un amore fraterno fatto di poche parole e troppi pensieri, a volte. Mi mostrò l’ultima sua visione: Bella ed io teneramente abbracciati nella radura di questo pomeriggio. Le mie emozioni oscillarono tra il felice e l’incredulo. Certo, ero spaventato dalla portata del sentimento che mi stava per travolgere...e poi lei era un’umana che aveva già avuto dei contatti con dei vampiri e non si fidava  di me. Forse avrei fatto meglio ad andarmene di li. Non appena la mia decisione si era concretizzata mia sorella mi guardò molto male, un’ennesima discussione sul fatto che dovessi lasciarmi andare ai miei sentimenti, ora che avevo trovato una ragazza che mi amava (Alice, aveva detto proprio che Bella mi amava o era solo la mia mente contorta?!) fu scongiurata da qualcuno che stava cercando di sfondarci il campanello. Ci fissammo perplessi, non aspettavamo nessuno e mia sorella non aveva previsto nessuna visita a notte fonda. Scendemmo a velocità sovrannaturale in salotto dove ci attendeva il resto della nostra famiglia. Involontariamente mi uscì un ringhio dalla gola quando capì chi ci disturbava.
“calma figliolo.” Carlisle era arrabbiato quanto me ma soprattutto era preoccupato di dover combattere per poter sopravvivere, di dover dire addio a qualcuno di noi. Andò ad aprire la porta cercando di mantenere una parvenza di serenità, era sempre stato il migliore di noi, io avrei spaccato volentieri la faccia a qualcuno. Jacob diffidente chiese di entrare, era stanco e il suo volto era tirato. Qualcosa non quadrava, non sentivo nessun pensiero provenire da lui, qualcuno gli stava proteggendo la mente da me.
“vengo in pace.” Iniziò titubante. Anche noi eravamo arrivati in pace ad Eyam eppure ci avevano cacciato. Niente mi impediva di cacciarlo da casa nostra. “io, io devo...” si torturava le mani come un bimbo impacciato.
“tu cosa, Jacob? Non lo sai che è maleducazione presentarsi a notte fonda a casa della gente?” lo aggredì, a differenza di mio padre le mie emozioni mi stavano tradendo, sfigurandomi il volto tanta era la rabbia repressa. No Esme!! Non mi sembra per niente tenero!! E non ho intenzione di essere cortese con lui!!! Mi stava rimproverando la mia aggressività, il lato materno di Esme usciva sempre nelle situazione più assurde. Un lampo d’ira attraversò lo sguardo del cagnolino ma riprese come se non mi avesse sentito rivolgendosi a Carlisle.
“per puro caso vi siete trasferiti nel nostro paese natio.” Nostro? Intende dei lupacchiotti? “Ma non vi chiederemo di andarvene. Solo si non entrare nella riserva si La Push. Naturalmente non dovrete mordere nessuno, né per cibarvene né per trasformarlo in uno di voi” quanto disprezzo nelle sue parole! quel sacco di pulci prese fiato mentre mio padre finalmente si rilassava e accettava ben volentieri il “patto”. Dopotutto per noi non era difficile rispettarlo, volevamo sopra ogni cosa vivere un’esistenza tranquilla. Pensai che dietro quella proposta ci fosse la mia Bella, forse era lei a proteggergli la mente. Ma il cane non accennava né ad andarsene né a spiaccicare parola, restava immobile al suo posto dondolandosi leggermente e fissando un punto dietro tutti noi.
“c’è altro che possiamo fare per te, Jacob?” lo incitò leggermente Esme. Mia madre lo stava trattando troppo bene per i miei gusti...e anche per quelli di Rosalie. Avrei avuto un’alleata preziosa se lo avessi sbatterlo in malo modo fuori di casa.
“ecco, si, insomma, un’altra cosa ci sarebbe. È umiliante...” qualsiasi cosa fosse mi sentivo gioire  per il fatto che si stesse umiliando davanti a sette vampiri. Da fuori giunse l’urlo del luogotenente di Jacob, Seth. “e dai, Jake muoviti! Non abbiamo tempo!” il cane in casa nostra trasse un altro profondo respiro, storcendo il naso, probabilmente per lui puzzavamo quanto lui puzzava per noi, ma non gli dissi niente, non era educato dirgli che ci stava appestando il soggiorno con il suo tanfo, Esme non me lo avrebbe mai perdonato . “mi sono comportato male con Bella. Abbiamo litigato e...” la mia piccola umana prima si era ribellata ai druidi e ora ai licantropi pur di vedermi? Gongolavo di una mal celata gioia che durò poco.
“Jake, spicciati!!” Seth stava perdendo la pazienza là fuori. Quel sacco di pulci trasse un altro profondo respiro per prendere coraggio. “mi serve il vostro aiuto, Bella è scomparsa.” Il sorriso mi morì sulle labbra.

p.s. dell'autrice: allora come è il capitolo? beh, spero sinceramente di sentirvelo dire!! anche solo per darmi consigli perchè in questa storia sto incontrando più difficoltà del previsto nello scrivere, mi sembra un po' pesante e mi è anche balenata in mente l'idea di riscriverla da capo. per adesso sto riscrivendo i nuovi capitoli...quindi un po' di pazienza per gli aggiornamenti, non una volta al mese ma neanche ogni settimana....e ora rispondo alle mie fedelissime recensioniste!!
psawyer414: eh già, la nuova ff che mi sta prendendo più tempo ed energie di quanto pensassi facendomi abbandonare temporaneamente questa...non mi spiego mai come facciano quegli scrittori che hanno più storie in corso, hanno tutto il mio rispetto.... XD cmq anche questo aggiornamento è andato =) un bacio!
Isy_264: non sei l'unica lenta!!! ah ah ah!! ti capisco l'università non si può prendere di certo sotto gamba e impegna un sacco, lo so bene....già ad Edward Cullen è impossibile dire di no!!! (io non lo farei mai...hi hi hi) e come vedi Bella non resiste e pur di stare con lui litiga con mezzo mondo...bah, vedremo come si risolve la cosa...ciao! un bacio!!
Mi dimentico sempre...grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi legge soltanto! a presto!
Vi lascio i link con le altre mie storie, fateci un salto se vi va!!
Io, a Berverly Hills raiting rosso EdwardxBella
La Figlia raiting rosso sui Tokio Hotel

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il cerchio di pietre ***


cap 10 avalon Salve!!! lo so sono imperdonabile!!! non aggiorno da una vita, ma proprio questo storia non va come vorrei. è stata la prima che ho scritto su Twilight ma mi aspettavo che fosse migliore...quindi devo rivederla da capo, si lo devo proprio fare ma non ho tempo, come non ho tempo per scrivere il nuovo capitolo, quindi il prossimo aggionamento sarà tra un mesetto circa...non ucccidetemi per favore... XD buona lettura!!!

CAPITOLO 10 – IL CERCHIO DI PIETRE
POV BELLA
Il potere di Avalon non era mai stato così potente come quando mi ero arrabbiata con Jacob. Attorno a me si era creata una sorta di bolla d’aria che lo aveva allontanato da me. Più lui tentava di avvicinarsi, più veniva respinto. E proprio come una bolla di sapone il campo di energia che mi proteggeva era esploso, scagliando il mio migliore amico verso la scuola. La nebbia inconsciamente richiamata da Avalon mi aveva avvolto e trasportato nella radura di quel pomeriggio, nella nostra radura. Il potere era ancora così forte in me che mi sentivo quasi sopraffare e soffocare. L’antica magia che governava il mondo, le sue leggi conosciute e nascoste, mi scorreva nella vene aveva predisposto indipendentemente da una mia chiara e razionale volontà un cerchio di pietre al centro dello spiazzo. Sempre in quello stato di semi-incoscienza irrazionale e senza avere il pieno controllo del mio corpo e della mia mente mi sedetti guidata da una forza sconosciuta, nel cerchio. Solo ora capivo cosa intendeva mia madre quando diceva che il potere di Avalon aveva un lato dolce e sensuale, armonioso e bello e uno potente e terrificante, difficile da controllare, che si manifestava raramente ma che rischiava di farti agire senza coscienza delle tue azioni. Lasciai che questo lato mi guidasse ma cercai di mantenere un minimo controllo mentale sulla situazione, perché niente mi sfuggisse di mano. Ero seduta da pochissimo tempo che mi sentii trasportare in un altro luogo, in un altro tempo e attesi il suo arrivo.

POV EDWARD
La stavo cercando due volte in meno di ventiquattrore. Va bene essere un vampiro centenario, ma la mia pazienza diminuiva al crescere dell’ansia. Mi fermai cercando di riprendere il controllo dei miei nervi. Alice mi chiamava dispiaciuta perché non riusciva a vedere dove fosse la mia Bella, sentivo un filo di isteria nei suoi pensieri. Odiava essere cieca. I miei sviluppati sensi non mi davano indizi utili e a sentire Jacob erano ricorsi a noi perché se aveva deciso di non farsi trovare dai licantropi era inutile che loro continuassero a cercarla. Seth aveva aggiunto che forse Bella non aveva pensato di proteggersi dallo sguardo dei vampiri, ecco il motivo della loro richiesta. A cui naturalmente non potevano sottrarci, dovendo ripagarli della loro fiducia in noi. Anche se non ci fosse di mezzo un patto io sarei andato subito a cercarla. La mia ossessione verso di lei stava aumentando in modo esponenziale. Respirai a fondo cercando il suo dolce odore. Ripresi a correre e come quel pomeriggio mi lasciai guidare solo dall’istinto. arrivai nella nostra radura e la vidi seduta in un cerchio di pietre. Mi tese la mano invitandomi a sedermi con lei. Mi sorrise dolcemente ma il suo sguardo era lontano, perso chissà dove. Sorpreso che volesse veramente quel contatto mi avvicinai lentamente. Le presi la mano e mi sedetti anche io nel cerchio. Mi sentì trasportare lontano, in un latro luogo, in un altro tempo ma almeno, pensai, ero con lei.

“ti stavo aspettando.” Le parole le uscirono da sole. Guidata dallo stesso potere che l’aveva condotta in quel luogo stava risvegliando la sua coscienza antica.
“perdonami il ritardo.” Edward le baciò la mano che ancora stringeva nella sua. Bella vide solo allora i draghi d’oro ai suoi polsi che risplendevano alla luce di fiaccole lontane. Lo stesso simbolo di saggezza era tatuato in azzurro ai polsi del ragazzo. Simbolo del popolo antico, degli abitanti di...
“Atlantide...” sospirò Edward. Il potere iniziava a fluire anche in lui. “avremo delle risposte, qui?” Bella si riscosse. Distolse lo sguardo da quegli intensi occhi verdi. “siamo qui per questo.”
“sei stata tu?” Edward era completamente a suo agio nonostante la situazione del tutto particolare, forse perché tra le sue mani stringeva quelle di lei.
“no. O almeno non direttamente. Il potere di Avalon deriva da quello di Atlantide e se ha deciso di farci riscoprire il nostro passato un motivo ci deve essere.” Bella iniziava a capire. Loro due erano stati i sovrani dell’isola sommersa, some testimoniavano i draghi. Loro, anime elette, legate nell’eternità, erano destinati ad amarsi per sempre. “questo è il luogo dove ci siamo scambiati il primo bacio.” Disse Edward all’improvviso colpito dal ricordo. Bella rise. “ci siamo dichiarati anche per la prima volta qui. Ma quel momento è adesso. Non è passato, non è futuro. È presente. Siamo in un altro luogo, in un altro tempo, ma niente è sogno, niente ricordo. Lo ricordi perché lo hai già vissuto molte volte nella tua vita ma ora lo dovrai rivivere.” E lo attirò a sé.
“Bella, io...” le paure di Edward lo stavano per sopraffare pur avendo la consapevolezza dell’esattezza e dell’ineluttabilità di quel momento, dei sentimenti che gli scaldavano il cuore. Lei gli accarezzò dolcemente il viso e cercò di trasmettergli il suo senso di sicurezza.
“cosa ti spaventa così tanto?”
“Bella! Come puoi non capire! So che le nostre anime si appartengono, lo sento. Ma non vedi come è tutto sbagliato? Quando la magia finirà io tornerò ad essere il mostro mentre tu la Signora di Avalon che fugge dai vampiri.”
“il potere di Avalon è misterioso anche per me che ne sono la sacerdotessa. Se ci troviamo qua è perché dobbiamo affrontare e superare le nostre paure. E capire lo strano sentimento che ci attraeva. Noi siamo due anime elette! L’amore è un vortice eterno a cui tu non puoi sottrarti. Lasciati prendere. Non possiamo continuare ad evitarci. Fidati di me e di te stesso.” Gli accarezzò ancora una volta lentamente il volto.
“Bella, io ti amo.”
“Edward, io ti amo.” E si baciarono. Le loro labbra erano ancora incatenate quando si sentirono trasportare nella loro radura. Il sole si stava alzando all’orizzonte.

POV EDWARD
Il sole si stava alzando all’orizzonte. Avevo ancora le labbra incollate alle sue, calde, morbide. Mi accarezzò un’altra volto il viso lasciando una scia incandescente. Mi sorrise sicura e rappacificata con se stessa. Non volevo ma avevo promesso che non appena l’avessi trovata, l’avrei portata subito dai licantropi. L’attendeva una predica coi fiocchi. Lesse il disappunto sul mio volto e si rabbuiò.
“devi tornare a casa. Sono tutti molto preoccupati.” Cercai di sorridere. Non mi andava l’idea che stesse con quei cani pulciosi né che ci dovessimo separare.
“non ti ha mandato quell’essere privo di tatto che è Jacob, vero?” mi rivolse due occhi colmi di accusa. Sospirai. Era inutile cercare di tenerle qualcosa nascosto.

POV BELLA
Mi accompagnò fino al parcheggio della scuola. Era ancora molto presto e non c’era anima viva. Volsi lo sguardo verso l’edificio. Il muro presentava una crepa dove Jacob era atterrato. Aprì lentamente lo sportello dell’auto con la mente rivolta altrove. Nonostante la consapevolezza di appartenere ad Edward non erano poche le difficoltà che avremmo dovuto affrontare. Prima, il rito per il mio compleanno, seconda, mio padre e i druidi. Non so cosa mi facesse più paura. Sperai vivamente che il mio dolce vampiro potesse capirmi o si sarebbe sentito tradito. Abbassai lo scudo che proteggeva la mia mente.
“io...ti amo Edward. Ma...”
“Bella!” mi guardava stupito. Non gli avevo mai permesso questa intima intrusione, avevo bisogno che sentisse quanto fossi sincera e innamorata. “io...io ti sento!” in un attimo fu vicino a me e mi abbracciò. Questa nuova intimità mi stupiva ancora e mi imbarazzava ma mi sentivo così stranamente bene con lui. Lo allontanai cercando di riprendere la lucidità perduta.
“Edward...io voglio stare con te. Ma questo non basta. Tenteranno di impedircelo...” non potei continuare. I miei pensieri erano intrisi di lacrime e la mia voce mentale si spezzò . Un lungo dito freddo mi alzò il mento perché guardassi i suoi fantastici occhi dorati. Mi asciugò le lacrime che inconsapevolmente stavo versando e mi comunicò con i suoi occhi intensi tutto l’amore che provava per me. Lo abbracciai di scatto desiderosa di conforto e del contatto con il suo forte corpo.
“Bella...se c’è una cosa che Alice mi ha insegnato è che siamo noi con le nostre decisioni a scrivere il futuro. Se noi desideriamo intensamente stare insieme, niente e nessuno ce lo potrà impedire.” Era così sicuro delle sue parole che me ne lasciai convincere. Chiusi la mia mente prima che sentisse che la confessione appena fatta era solo la punta dell’iceberg che minacciava di far affondare la mia nave.

p.s. dell'autrice: lo so non è il massimo mettere così tanti e brevi pov diversi e addirittura un pezzo narrato in terza persona. non mi piace e so che risulta fastioso leggerlo. ma purtroppo ho provato in più e più modi a descrivere la scena, e l'unico che era apprezzabile è stato questo. spero piaccia comunque, fatemelo sapere!!! ah, l'altra mia storia sta avendo un discreto succcesso e mi piace molto, è Io, a Beverly Hills, spero che ci facciate un salto e che vi piaccia!! (io ne sono molto orgogliosa, sinceramente.... XD) ciao e alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ricordi ***


cap 11 avalon Buongiorno!! ritorno ad aggiornare dopo un mese e un giorno! mi dispiace per l'attesa. questo capitolo ha avuto genesi complessa e solo stamattina sono riuscita a concluderlo. spero che vi piaccia molto di più di quanto soddisfi me. è un capitolo lungo, ma non me la sono sentita di dividerlo, e denso, buona lettura!!

CAPITOLO 11 – RICORDI
POV BELLA
I giorni passavano troppo veloci. Avrei voluto che il tempo si fermasse per poter godere di ogni momento che trascorrevo nella radura sola con Edward. Aveva accettato con non poche riserve la mia richiesta di non rivelare a nessuno della magia vissuta insieme e questo implicava che nessuno sapeva del profondo eterno amore che ci legava anche se mi aveva fatto capire che tenere segreto qualcosa a sua sorella Alice era praticamente impossibile. Quando eravamo nella nostra radura il mondo era escluso e niente ci turbava, mentre a scuola ci evitavamo. Entrambi soffrivamo di questa situazione ma era impensabile dire qualcosa a mio padre o ai licantropi, ottusi e di strette vedute com’erano non avrebbero capito. Già per loro era stato uno sforzo immenso fidarsi e stipulare un patto di tregua e provare a fidarsi di loro, figuriamoci accettare che io potessi amare un vampiro! Quando rientrai a casa la mattina dopo, la preoccupazione di mio padre mi avvolse e per la prima volta mi trovai ad avere un rapporto di sincero affetto con lui. Piansi tutte le lacrime amare che il destino beffardo mi faceva versare, avevo trovato l’amore, l’amore più puro che si potesse avere e non potevo dichiararlo alla luce del sole. Charlie le interpretò come lacrime di dispiacere per averlo fatto preoccupare, mi aveva abbracciato e consolato, dopo aver ringraziato frettolosamente Edward per avermi riportato a casa e averlo cacciato in malo modo di casa. I giorni passavano veloci e il giorno del mio compleanno si avvicinava. E non avevo ancora detto niente all’unica persona che mi amasse veramente, per quella che ero e non per quello che rappresentavo, in cosa consisteva il rito. Se lo avesse saputo i guai sarebbero aumentati a dismisura. La fiducia che mi legava a lui mi spingeva a rivelargli la verità ogni pomeriggio. Ma ogni pomeriggio rinviavo volendo godere della sua presenza senza pensare ad altro. E così era stato anche quel giorno ma poi lui aveva posto una domanda che nel suo cuore era nata da tempo.
“hai paura di me?” ero accoccolata vicino a  lui e mi alzai si scatto, non capivo il senso, io ero lì, era logico che non avessi paura di lui. Continuò a spiegare vedendo il mio volto esprimere perplessità, quando eravamo insieme tutte le maschere e le barriere che usavamo con il resto del mondo cadevano. “si insomma, non hai paura della mia natura? Se ti stringo un po’ più forte potrei spezzarti, devo dosare costantemente la forza quando ti accarezzo, devo stare attento a non farti male in ogni singolo momento, potrei anche dissanguarti, quindi mi sembra logico che tu abbia paura di un mostro.” Abbassò lo sguardo, vergognandosi non solo della sua domanda, ma anche si se stesso e della sua natura.
“no!” mi avvicinai a lui e presi a baciarlo con foga per scacciare quei pensieri non solo dalla sua mente ma anche dal suo cuore. “non sei un mostro, sei una persona piena d’amore e...e...” mi sto facendo sopraffare dalle mie stesse parole, lui mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.
“forse...forse dovrei andarmene...” sentì il mio cuore scricchiolare, non avrei mai sopportato la lontananza da lui, avrei solo sofferto, iniziai a piangere. “no, Bella, ti prego, non piangere...io sento l’odio che gli altri provano nei nostri confronti, licantropi o druidi ci disprezzano...e anche tu mi volevi lontano all’inizio...” con il mio comportamento l’ho ferito più di quanto possa immaginare e chiedergli di non farsi vedere con me aveva aggravato la situazione.
“avevo i miei buoni motivi...ti- ti ricordi il nostro primo incontro?”
“e come potrei mai? Mi hai fatto sentire per la prima volta dopo cent’anni nuovamente vivo!” mi sorrise dolce e mi strinse a sé. “e poi ho ancora mal di testa per le fitte di dolore che mi hai fatto sentire.” Rideva spensierato mentre io mi vergognavo e diventavo rossa per l’imbarazzante ricordo.
“mmm, si ok perfetto, te lo ricordi...sai quando sei riuscito a penetrare le mie difese e hai visto...hai...” per me era ancora difficile parlarne, ma lui dopotutto mi aveva aperto il suo cuore, parlandomi delle sue paure, perché io non potevo fare lo stesso? “hai visto un mio ricordo. Il mio peggior ricordo.” Una lacrima mi solcava il viso, me la asciugò e mi strinse ancora a lui, mi aggrappai a qual contatto e respirai il suo profumo inebriante, dandomi la forza di continuare anche se Edward mi sussurrava che se non volevo parlarne, potevo evitare, lui avrebbe aspettato a capire. “era il giorno in cui mia madre è morta.” Lo sentii trattenere il respiro, non gli avevo mai parlato di lei, se non dicendogli pochi e insignificanti particolari. Mi alzai e lo presi per mano.
“ti fidi di me?”
“si.” A quella semplice sillaba la Goccia di Avalon si illuminò e venimmo risucchiati nella nebbia, trasportati in un bosco, le onde del mare poco distante si infrangevano sugli scogli. Edward mi guardò sorpreso.
“dove siamo?”
“La Push, baby.” Tentai di scherzare, ma ero molto nervosa. “O meglio nei boschi in riva al mare nella riserva di La Push.” Il vampiro indietreggiò e si guardo intorno teso.
“io non posso stare qua, metto a repentaglio la sicurezza della mia famiglia!”
“non ti preoccupare, sei con me, ricordi?” gli sorrisi per tranquillizzarlo. “non ti possono né vedere né sentire...e poi Jacob non oserà avermi di nuovo come nemica.” Conclusi maligna, poi gli strinsi la mano, avevo bisogno di sentirlo vicino mentre mi inoltravo nel bosco, fino all’albero con il buco luminoso.
“sembra...sembra, il tuo ciondolo.” Disse titubante vedendolo.
“lo è. Mia madre è morta qui...quando...” presi un bel respiro per cercare di controllare la voce. “quando morì la Goccia si staccò dalla collana e cadde sul tronco, lasciando quel segno. Chiunque lo tocchi ritrae la mano come scottato, per ora l’unica che è riuscita a toccarlo sono stata io, forse è il potere di Avalon, non so.” Edward mi guardò un attimo con tanta intensità che sentii il suo sguardo penetrarmi l’anima, sciolse il legame delle nostre mani e si avvicinò a toccare anche lui il tronco. Volevo trattenerlo a me, ma sentivo che quel gesto avrebbe sancito quasi ufficialmente il nostro legame, quasi che toccando il segno lui chiedesse il permesso a mia madre di amarmi...ma anche una promessa di starmi vicino sempre.
“Edward...” lo chiamai un po’ allarmata, non avrei mai voluto che si ferisse per dimostrarmi qualcosa. Lui si limitò a sorridermi e a farsi scrocchiare le dita, le sue lunghe dita, un giorno prima o poi, gli avrei chiesto se suonava il pianoforte, aveva delle mani fantastiche. Sorrise solo e toccò il tronco, per un momento credetti che il tempo si fosse fermato, che il vento avesse smesso di soffiare tra i rami, trattenni addirittura il fiato convinta che quella fosse l’ultima volta che vedevo Edward, il potere di Avalon non poteva essere affrontato senza conseguenze se non ne eri parte. Il mio vampiro percorse con i polpastrelli il contorno del buco nel legno senza che si bruciasse o provasse dolore.
“Edward...” lo chiamai di nuovo, questa volta più sollevata. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, per me era come se fosse stato accettato da mia madre, e forse era veramente così. Mia madre, mai come allora il suo ricordo di lei arrivò prepotente e lasciai che i miei pensieri venissero avvertiti anche dal mio compagno.

Eravamo in quella foresta, i druidi avevano convocato il consiglio, le pizie avevano avvertito un potere simile a quello druidico in Nord America, mia madre era stata chiamata a giudicare questa sensazione. Era affaticata e io avrei preferito che rimanesse a casa, ero solo una bambina ma certe cose potevo capirle, e avevo insistito anche con lei, le avevo detto che per il suo bene, per il bene del mio fratellino che sarebbe nato da lì a pochi mesi sarebbe stato meglio restare ad Avalon. Ero sempre più inquieta man mano che il giorno della partenza si avvicinava, so per certo che ero visitata da costanti incubi anche se la mattina quando mi svegliavo non ne avevo ricordo. Mia madre mi aveva portato sulla scogliera di Avalon per tranquillizzarmi e mi aveva spiegato che nessuno può sfuggire al suo destino. Non capii cosa voleva dire, ero solo una bambina. Partimmo e a Forks mi trovai molto bene, avevo conosciuto dei ragazzi simpatici, di una antica tribù indiana che viveva nella zona fin dalla notte dei tempi e sapevano entrare in contatto con gli spiriti della natura e del loro popolo. Mi trovavo bene con loro, mi trattavano come la loro sorellina minore e i giorni trascorrevano sereni, e quasi mi scordai delle sensazioni negative che avevo nel cuore ma il giorno del concilio le mie paure tornarono prepotenti, ero molto agitata. Mia madre mi sorrise e mi intrecciò i capelli con fiori e nastri colorati, mi diceva che mi voleva bene, che non dovevo essere mai triste, perché una Signora di Avalon rappresenta la gioia, e di seguire i consigli di mio padre ma sempre usando il mio giudizio. Strano, pensavo, io non conoscevo mio padre. Eravamo quasi arrivati al luogo di ritrovo, mia madre mi teneva per mano, quando un vampiro ci si parò davanti, corremmo più veloci che potevamo, ma mia madre era incinta e non poteva sforzare troppo il suo corpo.

“corri lontano bambina mia. Sii una straordinaria Signora di Avalon.” Si accasciò a terra. Non volevo lasciarla sola e così mi inginocchiai vicino a lei, insistevo piangendo perché si rialzasse.
“è il mio destino, Isabella, io l’ho visto.” Vedere il futuro è una benedizione ma anche una maledizione. Mia madre aveva visto di aver concepito una nuova vita, ma non la vedeva nel futuro. Sapeva che sarebbe morta prima del parto...

“Bella...basta...” ero scossa da tremiti violenti, Edward mi aveva fatta girare verso di sé e mi abbracciava cercando di calmarmi ma era inutile...e non riuscivo ad arrestare il flusso di ricordi.

Il vampiro ci raggiunse. Aveva inquietanti occhi rossi rubino, si leccava le labbra come pregustando un succulento piatto. Ero terrorizzata e disgustata allo stesso tempo.
“vuoi me, lascia stare la bambina.” Mia madre parlava con l’autorità e la sicurezza della sacerdotessa di Avalon. “chi ti ha mandato vuole che Avalon si ritiri nelle nebbie, il suo potere fa loro troppa paura. Sbaglio?” sorrise beffarda, non sapevo dove avesse tutto quel coraggio nell’affrontare la morte imminente.
“come fai a sapere...?” il vampiro davanti a noi era sconcertato dalla conoscenza di mia madre. “ah, già, i vostri poteri. Ma non ti salveranno, lo sai?” era il suo turno per essere beffardo e sprezzante. Ero rannicchiata contro mia madre, che mi abbracciava, cercando di infondermi un poco della sua calma, ma che mi stringeva disperata, sapendo che quella era l’ultima volta che ci saremmo parlate da vive. Il vampiro attaccò e io istintivamente mi alzai e scappai, era quello il desiderio di mia madre, che morì qui, dissanguata,il ciondolo si staccò dal suo collo e bruciò l’albero. Corsi fino al mare, cercando di non inciampare...ero già caduta più volte, il bel vestito in tulle che mi avevano cucito le donne di Avalon era tutto strappato e le mie mani, le mie braccia e le mie gambe erano piene di tagli e graffi.
“che buon profumino.” Il vampiro mi aveva raggiunto. Inspirava forte l’aria attorno a sé. Sentiva l’odore del mio sangue. All’improvviso arrivò Jacob e i suoi amici. Stavano per fare un tuffo dalla scogliera. Quando videro la scena, si immobilizzarono e presi dalla rabbia iniziarono a tremare violentemente. In poco si trasformarono i lupi troppo cresciuti. Sentivo le loro menti, confuse, non riuscivano a capire che stava succedendo. Il mio potere si fuse con la loro mente e chissà come riuscì a guidarli fuori  dalla confusione. Inoltre la rabbia verso il vampiro che mi stava per attaccare era più grande e il senso di protezione nei miei confronto cresceva. Jacob, nel quale scorre il sangue puro degli spiriti della tribù, ordinò a Seth di prendermi sulla sua schiena e di portarmi via, in poco tempo si erano dati un’organizzazione. Il vampiro era stupito ma non impaurito, credeva di poterli battere in poco tempo. Io non vidi mai quello che successe...Seth mi fece salire sulla sua schiena e mi portò dal padre di Jacob, Billy, un vecchio capo tribù, che conosceva le leggende locali e che capì immediatamente quello che era successo, suo figlio e gli altri discendenti dei lupi si erano trasformati.
“e così il fato si compie.” Non capii quello che stava dicendo, ne glielo domandai mai. Mi prese in braccio e mi portò in casa finchè non arrivò Jake, che con difficoltà si era ritrasformato e aveva aiutato i suoi amici a fare lo stesso. un acre fumo si era diffuso per la foresta.


“I miei ricordi da lì in poi sono molto confusi. So che Jake e gli altri uccisero il vampiro e che ne bruciarono i resti. E che poi mi portò tra le braccia, non avevo la forza per camminare, al concilio dei druidi, raccontò quello che era successo senza lasciarmi andare, non glielo permisi, restai aggrappata a lui e alla sua camicia per tutto il tempo.” Le lacrime si erano arrestate e la mia mente per auto proteggersi dal dolore si era richiusa su se stessa.
“mi dispiace Bella.” Edward mi baciava in fronte, stringendomi a sé.
“capisci? Loro odiano i vampiri perché...beh hai capito il perché...attendono il ritorno dei vampiri con terrore. Quel vampiro” e la mia mente gli diede l’immagine più nitida che avevo in memoria “era stato mandato da qualcuno, anche se non sappiamo chi sia, per distruggere Avalon e la sua magia, se la sacerdotessa morisse senza lasciare una figlia, beh, le nebbie oscurerebbero la magia e il male prevarrebbe nel mondo, siamo un po’ come l’ago della bilancia che regola le forze del soprannaturale, mantenendo un equilibrio...”
“il vampiro...” e mi fece vedere l’immagine che gli avevo mostrato poco prima. Lunghi capelli biondi, pelle bianchissima e quegli occhi rossi... “non è possibile. Non può essere lui.”
“lui chi?” mi scostai dal suo petto marmoreo per guardarlo negli occhi. Sentii Edward irrigidirsi e la sua mente chiedersi come avevo potuto conoscere James...
“chi è James?”
“il vampiro...il vampiro del tuo ricordo...” rispose in un solo sussurro.
“e tu come lo conosci?” la lista delle domande irrisolte si allungava.

POV EDWARD
Il dolore di Isabella era così intenso che sentivo il mio cuore morto esplodermi nel petto, soffrivo con lei. Le immagini si susseguivano nella mia mente sfuocate, i suoi ricordi erano confusi. Mi mostrò di nuovo l’immagine del vampiro, la più nitida che avesse. Lunghi capelli biondi, pelle bianchissima e occhi rossi. Rimasi sbalordito.
“il vampiro...non è possibile. Non può essere lui.” L’affermazione era più rivolta a me che a lei. Io avevo lo conosciuto. Le mi aveva aperto la mente ai suoi ricordi, forse per riuscire a dare un senso a tutto quell’odio era meglio dirle ciò che sapevo.
“chi è James?” lesse nei miei pensieri il suo nome.
“il vampiro...il vampiro del tuo ricordo.” Un sussurro, non avevo forza per dare voce ai miei pensieri, come mi avrebbe giudicato?
“e tu come lo conosci?” si era scostata leggermente dal mio petto, e la mancanza del suo dolce corpo contro il mio mi faceva male. Mi sedetti per terra prendendo la testa tra le mani.
“io ho conosciuto James, qualche decennio dopo la mia trasformazione. Sono nato a Chicago il 20 giugno del 1901. Venni trasformato da Carlisle nel 1918, durante l’epidemia di spagnola che aveva già ucciso i miei genitori naturali.” Lei si sedette vicino a me, mi sorrise in modo strano e complice. “eravamo in viaggio qualche decennio dopo la mia trasformazione per l’Europa, cercavamo un posto dove stabilirci. Carlisle voleva salutare vecchie conoscenze che lo avevano portato a rinunciare al sangue umano. I Vulturi. Esseri ignobili che però sono considerati un po’ come la casta reale dei vampiri. Lì conobbi James, era un sicario. Noi abbiamo una percezione del tempo diversa da quella umana, il nostro breve soggiorno durò quasi un anno. James andava e veniva, incarichi, missioni, uccisioni, lo evitavo, mi metteva i brividi, era senza cuore. Partì per una nuova missione di cui nessuno sapeva i dettagli, l’ordine era partito dall’alto, da Aro, il capo supremo. Sarebbe dovuto rientrare pochi giorni dopo, e invece non fece mai più ritorno, tutti si chiesero che fine avesse fatto. Eppure non aveva intenzione di lasciare quella congrega, godeva nel fare a pezzi i nostri simili e nel dissanguare gli umani.” Le parole erano un fiume in piena. Lei posò una sua manina delicata sulla mia, la prese tra le sue e se la portò alle labbra, baciandola, quanto amore nei suoi semplici gesti. “come hai fatto a conoscerlo? Erano i primi anni ’30!” Bella sorrise ancora, bellissima e un po’ più serena.
“non solo voi avete una concezione particolare del tempo. Io seguo il tempo di Avalon, un anno della mia isola coincide con un sei anni umani.”
“si, va bene, ma non ha ancora senso.” La mia mente era sempre stata veloce e reattiva, ma non aveva senso quello che mi stava dicendo.
“sono nata ad Avalon il 20 giugno del 1901.” Inclinò la testa di lato, il sorrido ancora al suo posto. “eravamo destinati sin dalla nascita.” La coincidenza rendeva lei serena, me perplesso.
“ho donato a Jacob e agli altri licantropi come segno di gratitudine la possibilità di godere del tempo di Avalon, loro si sono poi offerti di essere la mia guardia, ma quando vedono un vampiro o ne sentono l’odore, beh diventano abbastanza irritabili.” E rise spensierata. “sto per compiere 18 anni...” si rabbuiò improvvisamente, come se diventare vecchia di un anno la impensierisse senza un motivo preciso.
“cosa successe dopo che ti portarono dai druidi?” ero curioso, sapevo che ricordare le faceva male, ma dovevo sapere.
“seguii l’ordine di mia madre. Dissi che dovevo essere affidata a mio padre. per quei vecchi scorbutici era una cosa assurda, io in teoria non dovrei sapere chi è il mio padre naturale, non funziona così nel mio mondo. Charlie tuttavia si fece avanti lo stesso, era stato l’amante della signora di Avalon e dichiarare la paternità della futura sacerdotessa gli diedi un potere enorme, tant’è che qualche anno dopo divenne il capo dei druidi, credo che avesse previsto questa cosa, o non si sarebbe assunto la responsabilità di crescere una bambina.” Una nota d’amarezza le indurì la voce. “passo la maggior parte del mio tempo ad Avalon, sulla mia isola sono l’unica che può decidere di me stessa, ma sono costretta comunque a passare periodi sulla terra ferma, per consultare libri e poi voglio confondermi tra la gente normale, essere nomale.”
“per questo vieni a scuola? Per essere normale?”
“non lo fai anche tu?” mi chiese con un visetto tenerissimo.
“vero, ma tu sei normale, io...” i pensieri che mi erano sfuggiti dalla bocca nella radura stavano per sopraffarmi di nuovo. posò delicatamente un dito sulle mie labbra, invitandomi a tacere.
“tu sei come me, io ti amo per come sei...” sostituì la sua bocca morbida al dito e mi baciò con dolcezza infinita per provarmi tutto il suo amore, come se potessi mai dubitarne.

Mi rintano nel mio angolino e aspetto di sapere se vi è piaciuto. per ora non riscriverò dall'inzio la storia, non avrebbe senso, e poi non ho materialmente il tempo di farlo!!!ho anche un'altra storia da portare avanti (Io, a Beverly Hills) e un'altra che la mia mente malata ha deciso di mettere su carta...e poi confesso, anche se non è molto apprezzata come storia a me piace!! :p è stata la mia prima storia e in qualche modo le ci sono affezionata....
grazie a tutti voi che avete la pazienza di seguirmi ancora!!!
psawyer414: hai visto? ce l'ho fatta a completare il capitolo, sono molto contenta, fammi sapere se ti piace!! un bacio enorme e grazie come sempre!!
Isy_264: carissima!!! non sai che piacere leggere di nuovo un tuo commento!! in effetti avevo temuto che non ti piacesse più la storia =( e invece!! anche qui c'è un pov Edward ed è solo per te che è stato aggiunto...insomma non era previsto prima della tua recensione!! XD spero ti piaccia!!! questo capitolo è un po' più lungo del solito, vi ho fatto aspettare tanto e mi sembrava giusto ripagare l'attesa, che dici ho fatto bene? nei prossimi capitoli inizieranno i guai credo =) ti aspetto al prossimo allora!!! ciao!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'alba del giorno dopo non è sempre luminosa come ti aspettavi ***


cap 12 avalon emh, emh, c'è ancora qualcuno??? ok, è qusi un mese e mezzo che non aggirono, ok, tolgo il quasi!!! vi lascio subito al capitolo precisando che mìnon so bene cosa centri questo titolo con il capitolo, in teoria la storia doveva svilupparsi diversamente ma la mia mania di revisione e correzione non ha risparmiato nemmeno questo capitolo =) tuttavia il titolo mi piaceva un sacco e l'ho lasciato ah ah ah... =). Buona lettura

CAPITOLO 12 – L’ALBA DEL GIORNO DOPO NON É SEMPRE LUMINOSA COME TI ASPETTAVI
POV BELLA
 Lentamente salii i gradini della veranda, i ricordi vorticavano ancora nella mia mente spossando ulteriormente le mie già stanche e provate membra. Era calata la sera e anche questa volta mi sarei cacciata nei guai, diventava sempre più difficile convincere ogni volta Charlie a non mandare mai nessuno a cercarmi. Ogni giorno inventavo scuse sempre più assurde, forse dovevo confessare il mio amore ma la paura della sua reazione mi tratteneva. Sospirai e aprii la porta.
“sono a casa.”
“Bella sei tu?” sbuffai, chi voleva che fosse? Vivevamo soli in quella piccola casa al limitare della foresta. Non avevo voluto nessuno intorno durante la mia permanenza tra le persone comuni. Ero ancora piuttosto scombussolata dall’incontro appena avvenuto. Ogni giorno il mio amore per lui cresceva e solo questo mi aveva spinto a portarlo nei boschi di La Push e confessargli il motivo per cui i druidi e i licantropi odiassero così tanto i vampiri. Era stato difficile per me, i miei occhi erano ancora piuttosto arrossati, ma sentivo che era un passo che dovevo fare, io mi fidavo di lui e lui si doveva fidare di me. non potevano esistere segreti tra i noi. Beh, già ce ne era uno bello grosso che non riuscivo a confessargli...
“non è tardi?” mio padre sbucò dalla cucina. Quando non rivestiva il suo ruolo ufficiale di capo druido era un padre attento e premuroso. Peccato che non lo facesse spesso.
“si scusa, mi sono trattenuta un attimo di più in biblioteca.”
“sempre a studiare, eh? Come se ne avessi bisogno...” ridacchiò sotto i baffi. Meglio una piccola bugia che confessare la verità. Adoravo il tacito accordo che prevedeva nessuna invasione mentale tra di noi se non in casi straordinari mentre ci confondevamo tra la folla. “tutto bene? sembri un po’ pallida.” Oh, oh, sentivo odore di guai. Meglio far ricorso alle mie poche doti di attrice e mentire di nuovo spudoratamente, lui non doveva sapere, per nessun motivo, non adesso, ero ancora troppo fragile. La solita paura mi stava prendendo allo stomaco.
“si, si, è solo questo freddo. Siamo solo agli inizi di marzo ma fa ancora freddo. Dovevo scegliere meglio dove trasferirci.” Borbottai mentre mio padre scoppiava a ridere ben sapendo il motivo della mia scelta, Forks. Avevo voluto dare la possibilità ai miei amici licantropi di passare un po’ di tempo nel loro luogo d’origine. “vado a farmi una doccia calda e a fare i pochi compiti rimasti.” E così dicendo salì le scale.

La doccia era stupendamente rilassante e in poco tempo mi sciolse i muscoli contratti. Avevo bisogno di staccare completamente la mente da quello che era accaduto nel pomeriggio. Mi misi una tuta sformata ma molto calda e mi diressi in camera a studiare fino all’ora di cena. Quando scesi un buon profumino mi invase le narici. Strano, mio padre non sapeva cucinare. Mi affacciai alla cucina con circospezione. Lo trovai inginocchiato davanti al forno che controllava la cena.
“Charlie, non avrai mica cucinato???” non usavo mai il suo nome druidico al di fuori delle occasioni ufficiali, odiavo già abbastanza il suo ruolo.
“non posso nemmeno cucinare per mia figlia una volta tanto?” evitava di guardarmi come se fosse imbarazzato per qualcosa. Affilai lo sguardo...
“allora? Che ha preparato Marion di buono?” si alzò arrossendo. Colpito e affondato.
“lasagne.” disse in un sospiro. Ottimo, avevo proprio voglia del mio piatto italiano preferito.
“perché stai cercando di addolcirmi?” la mia voleva essere solo una battuta ma dall’espressione colpevole che assunse dovevo ancora una volta aver indovinato.
“volevo solo parlarti...” intuivo già lì argomento... “delle Nozze Sacre...” tradotto del rito per la celebrazione del tuo compleanno. Mi sedetti. Se volevo reggere la conversazione meglio avere qualcosa di solido sotto al sedere e di sicuro non sarebbero bastate le lasagne.
“che c’è per dolce?”
“torta al cioccolato e mandorle, la tua preferita.” Mi rispose sorridendo, interpretando al domanda come un invito a proseguire. “come sacerdotessa di Avalon devi conoscere ogni particolare del rito...”
“si e li conosco bene...” dove voleva andare a parare?
“ecco, si insomma. So che non potete scegliere il Re Cacciatore che deve vincere per poter arrivare a te...” abbassò gli occhi imbarazzato. Un sorriso mi comparve involontario sulle labbra.
“anche tu celebrasti il compleanno della signora di Avalon come Re Cacciatore, mi sembra...” certo! Ero nata io! “quindi sai molto bene come si svolge...non capisco cosa possa imbarazzarti...”
“cerca di essere docile mentre il Re ti farà sua e non sarcastica e scontrosa come sempre.” Ok, adesso ero io quella in imbarazzo, mi stava dando consigli sulla mia prima volta ma non era ancora finita. “tu non sei molto simpatica con i druidi ma quasi sicuramente sarà uno di noi...e inoltre vorrei che scegliessi il giovane Diviziaco...” lo guardai allibita... “Mike per intenderci,” disse interpretando il mio sguardo sconcertato come se non avessi capito di chi stava parlando. “ha già avuto altre donne e molte pizie me lo hanno indicato come un grande amante che può renderti piacevole il rito. So che per te celebrarlo è un grande sacrificio e sto cercando il modo per rendertelo meno odioso...” non riuscivo a dire una sola parola. Mi alzai molto lentamente, presi il cellulare e composi un breve messaggio. Poi mi rivolsi a mio padre che mi fissava in attesa di una mia risposta.
“non posso pilotare la cerimonia...” certo che potevo ma i druidi non avrebbero dovuto mai saperlo. “e non mi sembra il caso che tu mi faccia un discorso del genere. È una cosa che già faccio mal volentieri e sapere con chi passerò la mia prima volta senza che lo ami non mi farà di certo stare meglio.” Presi fiato ma qualcuno mi interruppe entrando come un razzo dalla porta principale, travolgendo per altro il mobiletto all’ingresso.
“Bella! Che significa: Ti prego vieni subito, Jake? Mi hai fatto spaventare a morte!” il mio amico trafelato per la corsa non aveva ripreso fiato nemmeno un secondo e mi fissava con gli occhi fuori dalle orbite. Mi rivolsi a mio padre poco felice dell’interruzione.
“se potessi scegliere, non sarà certo un druido ma un licantropo. E ora scusa ma devo andare.” Mi rivolsi al mio miglior amico e gli sorrisi grata che fosse arrivato così presto. Gli avevo perdonato alla svelta il suo comportamento, certo le sue costole rotte non avevano ancora perdonato me. Gli presi la grande mano calda nella mia e lo condussi fuori di casa, al limite con la foresta. Lì presi la Goccia di Avalon e richiamai con enorme sforzo, ero ancora indebolita dai ricordi del pomeriggio e la magia mi stava togliendo ulteriori energie, le nebbie che trasportarono me e Jacob al molo inglese dove ci attendeva la barca per Avalon, i servitori percepivano la mia intenzione di usare la barca senza che arrivasse loro un ordine diretto.
“che significa Bella?” Jake voleva delle spiegazioni.
“significa solo che ogni sera tornerò ad Avalon pur di non sentire mio padre e i suoi discorsi sul sesso!” gridai in preda ad una leggera crisi isterica.
“ah ah ah!!!” io non ci trovavo niente da ridere! Misi un broncio da bambina offesa. Lentamente la tensione accumulata si sciolse e mi unì volentieri al suo sorriso.
“ok, ok. Ho esagerato. Ma proprio non è il mio discorso preferito. Mi ha addirittura indicato di scegliere Mike!” a Jacob, Mike stava simpatico quanto io adoravo le pizie. “tra quelle sciacquette delle pizie va alla grande.” Informai il mio amico delle quotazioni sessuali del druido.
“ah ah ah” Jake aveva una gran risata contagiosa e bastava poco per scatenarla. “comunque sei adorabile con quella tuta.” Solo allora mi accorsi che indossavo ancora quell’orribile indumento sformato. “una tipa come te attenta alla moda...” rise di nuovo prendendomi in giro e per non cadere a terra dalle risate si appoggio al povero albero lì vicino che si incrinò sotto il suo peso.
“ah ah ah, spiritoso.” Gli risposi sarcastica ma grata, sapevo che stava facendo di tutto per distarmi dalla mia incazzatura, dovevo essere più calma se volevo riportarci indietro.
“su adesso che ti sei calmata perché non ci riporti a casa?” il suo riso si trasformò in un dolce e comprensivo sorriso. Avrei voluto esaudire la sua richiesta ma ero troppo stanca, raccolsi le forze cercando quel tanto di potere che bastava per riportarci a Forks. Mi tremarono le gambe e io sarei caduta a terra stremata se Jake non mi avesse preso al volo.
“Jacob...”
“ok, ho capito.” Si trasformò nell’enorme lupo rossiccio e si abbassò quanto bastava per permettermi di salire su di lui. Ci dirigemmo a Eyam passando per i boschi e le strade meno trafficate, non potevamo correre il rischio di essere visti. Purtroppo la mia mente era ancora visitata dai pensieri sul rito e mi continuavo a chiedere se il licantropo sotto di me avrebbe partecipato al rito. Mi risposi che era meglio non saperlo.
Una volta raggiunto il paese, dove nessuno si stupì di vedermi arrivare sul dorso del licantropo, dopotutto conoscevano la magia, i druidi l’avevano eletto a loro sede principale secoli orsono, entrai nella casa che mi aveva ospitato qualche mese prima. Mangiai qualcosa con il mio amico in forma umana prima di andare a letto. fu una cena molto piacevole, ridevamo e scherzavamo spensierati. Per fortuna avevo fatto una doccia, sentire l’odore di vampiro avrebbe portato a troppe domande. Trovai un pigiama nel cassettone della mia stanza. Una donna di Avalon mi aveva nel frattempo raggiunto per mettersi al mio servizio, anche se non era necessario, e per portarmi degli indumenti consoni alla giornata successiva.
ti amo.” Mandai veloce un messaggio ad Edward, anche per avvertirlo che non sarei stata a casa quella notte.
ti amo, mia stella.”  Non chiese il motivo della mia assenza e gliene fui grata. La mattina dopo sarei ripartita e avrei affrontato una nuova giornata di scuola come se niente fosse successo.

p.s. dell'autrice: siete giunti fino in fondo? bene!!! come è andata? si inizia a intravedere qualcosa ma non so ancora bene quando verrà spiegato tutto nel dettaglio (i capitoli mi stanno implorando si scriverli, ma la mia testa è tra le nuvole, impegnata in altro.) spero di risentirvi presto ma tanto ormai siete abituati ai miei lunghi silenzi (perdonatemi!!!!) ciao!!!!

Isy_264: ciao!!! sono sparita ma mi sono ritrovata =) chiedo scusa per l'assenza prolungata =) purtroppo in questo capitolo nessun pov Edward, ma torna tranquilla =). mi fa piacere che ti piaccia come personaggio (a me fa impazzire ma scrivere i suoi pov non è sempre semplice). per quanto riguarda il rito, si manca poco (credo). ma prima che avvenga Bella deve parlare con Edward, spiegare...direi che qua qualcosa si intuisce...si capisce anche il rapporto Bella/Charlie. a lui conveniva molto crescerla...ma sono sicura che le voglia anche bene. posterei sicuramente più spesso se l'ispirazione non mi abbandonasse tutte le volte che apro il file, porta pazienza, please!!! ciao!!!!

bellacullen889: e chi ti dice che io voglia liberarmi di te??? =) non so dirti quanto mi faccia piacere che tu apprezzi anche questa storia =) è la mia prima creatura e sta crescendo con non poche difficoltà, ho bisogno anche del tuo spstegno!!! ma tanto i miei sproloqui li conosci già!!! ciao!!!

psawyer414: eh si ho continuato. James mi è sempre stato antipatico, quindi toccata e fuga per lui e morte violenta!! so che questo capitolo ti farà sbellicare ma spero che ti piaccia come è stato sistemato!!! ciao!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Inviti ***


cap 13 avalon buon pomeriggio! meglio se non faccio nemmeno vedere =) sono imperdonabile, sono in ritardo! buona lettura.

CAPITOLO 13 – INVITI
POV EDWARD
Osservavo Bella oggi giorno, ogni ora, ogni momento da lontano. La tenevo sempre sotto stretta sorveglianza spiandola attraverso le menti altrui. Lo sapeva ma non diceva niente, quel mio senso di protezione nei suoi confronti la lusingava parecchio e io non stavo tranquillo se la perdevo di vista.
sei patetico.” Alice mi canzonò. Pur rispettando il desiderio della mia amata di non divulgare quanto accaduto nel cerchio di pietre e ne bosco qualche giorno fa, non avevo proprio potuto tenere segreto alla mia sorellina preferita il mio amore, la mia ossessione per Bella. Come se fosse stato minimamente possibile con Jasper dalla sua parte che sondava costantemente i miei stati d’animo. Ignorare i commenti sarcastici di Alice era facile, un po’ meno sopportare le battutine sconce di Emmett. Cercai di farmele scivolare addosso come se fossero acqua mentre ci digerivamo verso la mensa. Non potevo sopportare che pensasse che io, creatura dannata, avessi anche solo potuto...rendere impura una creatura cristallina ed eterea come lei...non che non ci avessi mai pensato, ma era impossibile e poi era troppo fragile, avrei potuto facilmente ucciderla. Lei, lei, lei. Lei che in quel momento mi aveva scoperto ad osservarla mentre mangiava concentrata su un libro la sua mela rossa. Aveva delle piccole borse sotto gli occhi, la notte prima non l’aveva trascorsa nel suo letto ma non le avevo chiesto spiegazioni, mi aveva chiesto di fidarsi di lei e io lo facevo. Ma anche se provata dall’assenza di sonno era bellissima. Mi ritrovai a desiderare di essere io il motivo per cui non aveva chiuso occhio quando mi sorrise e abbassò lo sguardo.
“mi faranno impazzire, prima o poi!!” esclamò Jasper massaggiandosi le tempie come se fosse preda di un gran mal di testa. Sorpreso lo guardai. Non credevo di aver quell’effetto sul mio povero fratello con la mia ossessione.
“scusa fratello.” Mormorai.
“e tu che centri? Non puoi mica controllare l’euforia dei ragazzini con gli ormoni impazziti per non so quale evento...” ero proprio distratto se non avevo sentito nessun pensiero sul...
“il BALLO!!! Jasper!!! Il Ballo di Primavera. Quante volte devo dirtelo che tra poco ci sarà il Ballo? A proposito Rose, quando andiamo a prendere i vestiti?” Alice se c’era la possibilità di dar fondo al patrimonio dei Cullen in vestiti al’ultima moda e di partecipare ad una festa non era mia distratta, con gran dispiacere di noi giovani uomini di casa. “e si.” Si fermò un attimo con lo sguardo perso nel vuoto. “verrete tutti. Quindi tutti a fare spese!!!” la guardai scettico. Io non sarei mai andato ad una insulsa cosa umana come un ballo studentesco. No, proprio no. Questa volta Alice aveva toppato. Eppure nella mente del folletto vorticava la mia immagine in smoking. Forse aveva deciso lei per me...ringhiai. Bella spaventata sollevò il suo dolce viso fino ad incontrare i miei occhi. non poteva avermi sentito, forse era il suo sesto senso in allarme. Rimanemmo incatenati, occhi negli occhi, mentre un ragazzino che aveva bisogno di una visita dal dermatologo per acne giovanile e una dal parrucchiere visti gli orrendi capelli che si ritrovava, si avvicinava al suo tavolo.
“è facile. Mi avvicino, la saluto, le chiedo se viene al ballo con me. niente di complicato. Vai e agisci Eric! Sei un bel ragazzo e non ti dirà mai di no!” voleva invitare la mia Bella al Ballo!! E credeva pure che lei gli dicesse di si, si credeva un gran figo.
Edward!” Alice mi fissava sconvolta. I miei muscoli erano tesi, le mie mani stavano disintegrando il tavolo, i miei occhi probabilmente erano neri per la rabbia e i miei pensieri tutti rivolti a come uccidere quell’insignificante umano. Una sensazione di pace profonda mi invase senza rilassarmi del tutto. Jasper cercava di fare del suo meglio. Emmett se la rideva sotto i baffi per la mia gelosia (solo perché lui non sentiva cosa pensavano gli altri di sua moglie...), mentre Rose sbuffava spazientita. Lei non capiva che ci trovassi in Bella né tanto meno perché mi ostinassi a complicarmi la vita. Mi rilassai solo quando sentì sussurrare Bella, tutta rossa per l’imbarazzo, che lei, al Ballo, non ci sarebbe mai andata, che lei quel sabato sarebbe stata fuori città, una scusa probabilmente per non essere troppo scortese. Eric se ne andò abbattuto. Ghignai come se fosse una mia piccola vittoria personale. Ero proprio distratto, intossicato dalla sua presenza per non accorgermi che altri erano affascinati da lei. Un altro ragazzino, Tyler, stava per tentare la fortuna con lei. Ma non lo capivano che lei era solo mia? E che nessuno l’avrebbe mai potuta avere o conquistare il suo cuore? Il suo cuore, la sua anima mi appartenevano da secoli e per secoli sarebbero stati miei e miei soltanto. La campanella che segnalava la fine della pausa pranzo venne accolta con gran sollievo da me e da Bella. La prossima lezione, biologia, l’avremmo frequentata insieme. Intanto Tyler, pensava che avrebbe approfittato della lezione comune per fare la sua dichiarazione. Bella aveva rifiutato il primo, probabilmente la stessa sorte sarebbe toccata a questa montagna di muscoli con poco, pochissimo cervello. Ero tuttavia curioso di sapere come sarebbe andata a finire.

Mi diressi felice verso l’aula di biologia, una delle poche che frequentavo con il mio amore. Mediamente la trascorrevamo a spiarci di sottecchi controllando entrambi la mente del professore quanto bastava per non farci sorprendere distratti e senza la risposta pronta. Tyler si sedette con fare spavaldo sul bordo del tavolo degli esperimenti che dividevo con Isabella. Lei lo guardò come se fosse un viscido insetto, riempiendomi di soddisfazione. Nemmeno lui avrebbe avuto risposta affermativa, o almeno lo speravo. Lui continuava a parlare senza essersi accorto delle occhiatacce mie e di Bella, attendendo il momento giusto per chiederglielo. Altra campanella e forse lo avrebbe salvato da morte violenta per mano mia. Ma il ragazzo prese coraggio.
“vunralbllcommè?” gli uscì di bocca tutto d’un fiato, mangiandosi metà delle parole, conscio di avere poco tempo prima dell’arrivo del professore, trattenuto (ma qualcuno stava cospirando contro il mio autocontrollo?!) da...Alice? la sentì scusarsi, dicendomi di godermi la scena perché sapeva che ero curioso della risposta. Sospirai, avrei preferito non dover sopportare così tanto, il mio autocontrollo si era affinato in quasi cent’anni ma non era il caso di metterlo a dura prova in questo modo, riportando la mia attenzione a Bella e al bell’imbusto senza speranza.
“eh?” Bella non aveva capito o voleva solo temporeggiare incredula che fosse il secondo ragazzo che voleva portarla al Ballo.
“vuoi – venire – al – Ballo – con – me?” Tyler scandì le parole come se stesse parlando ad uno stupido. Era lui lo stupido. Bella non sopportava essere trattata così. I muri della scuola ne portavano ancora i segni. Ghignai pensando che aveva sbattuto un licantropo contro al muro senza muovere un dito! Che essere straordinario al mia ragazza!! Ritornai un fascio di nervi, teso nell’attesa della risposta di Bella. Lei si avvicinò sensuale al ragazzo.
“Tyler...” iniziò con dolcezza “cosa ti fa credere che un energumeno senza cervello come te possa portarmi al Ballo? Comunque quel fine settimana sarò fuori città, quindi se vuoi gentilmente toglierti dal mio banco te ne sarei grata.” Mai svegliare can che dorme, soprattutto se è la Signora di Avalon ed è estremamente permalosa. Gongolai di soddisfazione. Ora potevo trascorrere tranquillamente la lezione.

POV BELLA
Ma si può sapere che è preso a tutta la popolazione maschile quel giorno? Sapevo bene che ci sarebbe stato un ballo tra qualche settimana. Jake mi aveva addirittura proposto di farmi da cavaliere. Come se io avessi mai potuto ballare o solo prendere in considerazione l’ipotesi di parteciparvi...certo con il cavaliere giusto...comunque non faceva proprio per me la danza, avevo già i miei problemi quando camminavo in linea retta, il verbo ballare proprio non rientrava nel mio vocabolario. Invece già due ragazzi mi avevano chiesto di “far loro l’onore” di accompagnarli. No, ne ero quasi sicura, c’era nell’aria un virus molto contagioso che dava come sintomi l’improvvisa pazzia. Non ero bella, non ero minimamente interessante e cercavo di passare il più inosservata possibile, che fosse la perenne aurea di mistero che mi circondava ad attirarli a me. qualsiasi fosse il motivo non mi interessava più di tanto, anche se...se un certo ragazzo mi avesse chiesto di essere la sua dama, lo avrei accontentato molto volentieri. E invece come al solito si limitava ad osservarmi da lontano, non molto discretamente, a dire la verità, ma non osava avvicinarmi. Mi diedi della stupida. Lui mi amava e rispettava le mie richieste anche se a fatica, lui mi amava, mi rispettava in tutto e io lo tenevo lontano da me! Quel pomeriggio inoltre, non sarei potuta andare nella radura ad incontrarlo, perché avevo promesso di recarmi ad Avalon per definire alcuni particolari per il mio compleanno che si avvicinava sempre più. Uscii un’ora prima da scuola, saltando educazione fisica, con mia somma felicità, odiavo quella materia!, mia questo non riuscì a farmi gioire come avrei voluto . mi diressi triste alla mia auto a cui vidi appoggiato un ragazzo, provai un tuffo al cuore. La fitta pioggerellina che scendeva dal cielo per mio volere,rispecchiando il mio umore tetro, mi impediva di distinguere chiaramente chi fosse. Quanto avrei voluto che fosse Edward! Mi avvinai ancora di più. Il mio cuore batteva all’impazzata nella speranza che fosse lui, pregai intensamente perché non percepisse i suoi battiti impazziti. Mi fermai di botto quando vidi Mike comodamente appoggiato alla portiera della mia auto. Ma come si permetteva! Non aveva nessun diritto di trovarsi lì! Era inutile cercare di sentire la sua mente, non avrei cavato un ragno da un buco!!! Era un druido e un druido se voleva, sapeva non farsi trovare impreparato davanti alla Signora di Avalon, proteggendo sempre la sua mente. Scocciata gli lanciai uno sguardo gelido, sperando che capisse di non essere il benvenuto.
“Isabella...” mi salutò pieno di rispetto, ma con una lieve nota giocosa che rispecchiava il sorriso malizioso che non mi piaceva per niente. Non gli risposi e presi ad armeggiare all’interno della borsa per cercare le chiavi. Io e la mia mania delle borse grandi, capienti alla Mary Poppins, ma che inevitabilmente non ti facevano trovare le cose, soprattutto quando ti servivano!! Più mi arrabbiavo con me stessa più le mie guance diventavano rosse e la pioggia aumentava, ormai ero completamente fradicia.
“non essere arrabbiata perché mi trovo qua.” Continuai ad ignorando pregando che il mio angelo personale mi raggiungesse con l’auto per fare una veloce fuga d’amore. “so che tuo padre ti ha indicato me per il rito.” Questo era troppo. La luce della Goccia di Avalon pulsava frenetica, non riuscivo a controllare il potere che dentro di me sentivo aumentare. Non sapevo nemmeno io quanto avrei trattenuto il potere.
“Mike, vattene. Come ho detto a Charlie, non posso pilotare il rito.”
“si, mi ha parlato della tua reazione.” Mi si avvicinò con fare sensuale, o che almeno credeva tale, ma non aveva nemmeno un briciolo della sexy grazia di Edward. “voglio solo invitarti al ballo. Tutto qua.” Alzai lo sguardo sbalordita.
“invitami pure al ballo. Ho già rifiutato altri inviti e sarai il prossimo a cui dirò di no, mi dispiace molto ma il premio di consolazione per essere arrivato terzo non c’è!” gli risposi acida. Con mia somma sorpresa non si diede per vinto e mi cinse i fianchi premendo il mio bacino sulla sua incipiente erezione.
“su Bella, non fare la difficile. Andiamo al ballo insieme, balliamo, ci divertiamo e poi possiamo approfondire meglio la nostra conoscenza prima del rito se ti lasci un po’ andare...” o ma che schifo! Mi lascio vedere per un attimo cosa intendesse lui per approfondire la nostra conoscenza! Io inginocchiata tra le sue gambe mentre il suo volto si trasfigurava per il piacere, di certo non poteva avere il mio corpo in un rapporto completo, non si sarebbe rischiato a rovinarsi il piacere del rito. Cercai di divincolarmi ma mi teneva stretta a sé, una sua lurida mano sul mio sedere. “non mi sembra il caso di rifiutarmi. Sai meglio di me che sarò io il tuo primo uomo e che ti darò una figlia, quindi smettila di rifiutarmi!” la sue mani scorrevano sui miei fianchi. “non rifiutarmi ragazzina, non ti conviene o te ne pentirai, posso essere dolce o violento, dipende solo da te.” Mi sussurrò in un orecchio, prima di leccarmi il lobo. La sua viscida lingua stava percorrendo il mio collo. Possibile che quando ero veramente in difficoltà i licantropi non si facessero vedere?! La paura e lo schifo stavano paralizzando il mio corpo e con esso il miei poteri, impedendomi di utilizzarli per allontanarlo da me. Mi restava un’ultima possibilità per liberarmi di Mike. Era venuto il momento di dichiarare a tutti i miei sentimenti per il bel vampiro dai capelli ramati.

POV EDWARD
La pioggia aumentava, Bella doveva essere proprio incazzata e triste per far scendere questo diluvio universale. Ormai avevo imparato a capire che cosa le passasse per la mente senza avere un contatto diretto con i suoi pensieri e il tempo atmosferico mi aiutava parecchio. Quando eravamo soli nella nostra radura splendeva sempre il sole solo su di noi, come se fossimo in una bolla magica, un’isola tutta per noi, e mi aveva confessato rossa per l’imbarazzo che era merito suo, era felice, mi amava e adorava vedermi brillare alla luce solare. Quel pomeriggio, vista la pioggia, le avevo proposto di accompagnarla a casa, ma lei aveva risposto a questo pensiero dicendo che non era così imbranata. Io mi preoccupavo solo per la sua salute, le strade erano scivolose e qualche umano avrebbe potuto facilmente perdere il controllo della propria automobile. Io, almeno, ero un vampiro, con una vista super sviluppata, dei riflessi impareggiabili e soprattutto se avessimo fatto qualche incidente, l’avrei protetta con il mio corpo. A quei pensieri Bella era scoppiata letteralmente a ridere, canzonandomi perché secondo lei ero troppo vanitoso dei miei poteri. Alice intuendo la mia intenzione di seguire la mia ragazza fino a casa mi aveva preso le chiavi dell’auto direttamente dalla tasca della giacca, senza neanche chiedermi il permesso. Dopo che Bella aveva consegnato al professore di educazione fisica la giustificazione per uscire un’ora prima, avevo aspettato un quarto d’ora prima di fingere un improvviso malessere ed essere spedito in infermeria, che naturalmente non raggiunsi mai. Stavo per uscire dall’edificio scolastico quando sentii una strana forza che mi spingeva, non al parcheggio principale, da cui avrei agevolmente raggiunto la foresta e da li sarei corso lungo la strada cercando la sua auto, ma a quello dietro la scuola, dove Bella aveva l’abitudine di posteggiare, più riservato anche se più scomodo per lei. Immaginando che fosse la mia Bella e qualcosa di simile a quello che era accaduto al cerchio di pietre, mi lasciai guidare. Rimasi pietrificato dopo aver aperto la porta, la mia ragazza mi stava guidando da lei perché era in difficoltà, sembrava che non riuscisse ad utilizzare i suoi poteri contro un viscido ragazzo che la stava importunando in modo troppo erotico per i miei gusti.
“che fai lì impalato??? Mi vuoi aiutare?”  la sua voce terrorizzata mi rimbombò nella mente facendomi riscuotere dalla sorpresa. Veloce, come solo un vampiro sa essere, mi fiondai su di loro e liberai Bella dalla presa di quell’essere che stava cercando di baciarla. Solo IO avevo il diritto di farlo! Ringhiai portandomi in posizione di difesa, trascinando una tremante Bella dietro di me, non mi importava che il ragazzo sapesse della mia vera natura, non avrebbe dovuto permettersi di toccarla.
“oh, molto bene Isabella, prima mi rifiuti e poi ti fai aiutare da un vampiro? Sei caduta così in basso?” chiunque fosse il suo atteggiamento sprezzante non mi piaceva. I pensieri di Bella mi colpirono in pieno, talmente tanta era la sua rabbia, che dopo il mio arrivo aveva sostituito la paura, che non si curava di impedirmi di accedervi.
“idiota, stupido, inutile, pezzo di m., che sei Mike!” sogghignai per il fatto che tendesse a non essere troppo volgare. “non sarò mai sua, mai, io appartengo già a qualcun altro...” e nella sua mente vidi il mio volto. Si, mi amava, stavo gongolando come un bambino la mattina di Natale.
“sciocca, non lo sai che quell’essere è pericoloso?” sempre più disgustato il ragazzo si stava avvicinando a noi. Mi voltai verso Bella, le sorrisi e la baciai. Ripresasi dall’iniziale sorpresa per il mio gesto si lasciò andare anche a lei a quel contatto. Il concetto mi sembrava chiaro, Bella era mia!! Ero così preso da quel momento che mi accorsi all’ultimo che Mike si stava avvicinando a noi, solo quando fu a pochissimi passi da me ne fui consapevole e con forza lo scaraventai lontano contro l’auto, la cui carrozzeria fu rovinata dallo schianto del corpo. Dopo essermi  voltato per un’ultima volta verso quell’inutile verme, gli sorrisi beffardo. Poi la mia attenzione la rivolsi solo al mio sole personale, la mia dolce e amata Bella.
“ti fidi di me, Bella?” le chiesi pur sapendo la risposta, o non mi avrebbe di certo mandato da lei. Lei mi amava di un amore puro e profondo, che non poteva essere macchiato dalla mia natura mostruosa. Chinò il capo come se fosse indecisa, in realtà non voleva che vedessi le sue guance rosse. Le alzai il mento e la guardai fisso negli occhi, lucidi per la gioia e l’emozione.
“si” mi disse semplicemente. Prima che il ragazzo potesse muovere anche solo un passo un muscolo io avevo preso tra le mie braccia la ragazza e con lei ero sparito nella foresta.

p.s. dell'autrice: devo chiedere umilmente scusa per il ritardo! ho i miei buoni motivi, ma mi dispiace un sacco avervi fatto aspettare.

uno-spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi è costato un sacco di fatica...è stato molto difficile scrivere questo capitolo, fondamentale anche se di passaggio, non mi soddisfava per niente ma mettermi a riscriverlo completamente mi sembra un incubo...maledetta me che ho voluto inserire le scene degli inviti come in Twilight...


due-ho avuto un calo d'ispirazione terrificante per questa storia, sto rivedendo completamente la trama. il prossimo capitolo non so nemmeno io quando sarà pronto, ne ho scritto una bozza ma non mi soddisfa per niente per cui credo che verrà cancellata =) e si passerà direttamente al rito.


tre-angolo pubblicità!

Angolo pubblicità 
My Killer Angel  
(non è una nuova storia, è solo una one-shot!!!) e Io, a Beverly Hills by me  XD
Storie che beto e che trovo molto belle:
Il ragazzo perfetto di bellacullen889
Isabella Fat di meredhit89
Storia che ho visto nascere (quasi...) e che merita tantissimo:
Elizabethtowncafè
 di HAYLS

quattro-recensioni!
  • bellacullen889: nello scorso capitolo Edward si è visto veramente poco, ma qui si recupera no? =) no, non diventerò mai team Jacob! il caro lupetto è solo un amico per Bella, un fratello maggiore che la protegge sempre da tutti e da tutto, anche da se stessa quando si comporta come una bambina troppo viziata e paurosa. se prima odiavi Mike pur non essendo mai comparso in scena ora che fai??? =) non dare fuoco nè alla sottoscritta nè al computer!!! XD  grazie mille, è bello sapere che bene o male me la cavo in qualsiasi genere e che non mi abbandonerai mai a me stessa!! ciao!!!
  • psawyer414:  ciao tesoro, scusa se ti ho fatto attendere questo capitolo, non lo avevi mai letto, vero?? le doti sensuali di Mike stanno emergendo e fanno saltare i nervi al nostro caro Edward! io adoro la tua pazzia, perchè, oltre ad essere un po' anche merito mio, è una parte senza la quale io non so che farei!! un mega kiss!! ciao!!!
  • Isy_264: ih ih ih, sto ridendo un po' perfidamente, scusa!!! =) ma mi è piaciuto immaginare Mike che tenta di essere seducente! =) ma tranquilla Edward è mooooolto meglio!!! =)  spero che questo capitolo soddisfi la tua curiosità di vedere Edward protagonista, mi diverto un sacco a scrivere i suoi pov, mi risultano più semplici rispetto a quelli di Bella! ciaoooo!!!
cinque-ci si vede al prossimo capitolo! grazie a tutti!!! ciao!!! =)

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ora tutti sanno ***


cap 14 avalon Dopo solo due settimane e mezzo eccomi di nuovo, non gridate al miracolo, solo un’improvvisa ispirazione che mi ha travolto quest’oggi (eh, si i viaggi in treno fanno miracoli!!!). Non gridate troppo dalla gioia, il capitolo è vergognosamente corto, chiedo scusa, ma mi piaceva un sacco e lo trovo in qualche modo perfetto. Non ho resistito a farvelo leggere =)
Buona lettura.


CAPITOLO 14 – ORA TUTTI SANNO
POV BELLA
Ero tra le sue braccia e mai mi ero sentita così al sicuro, protetta e amata. Mi aveva sollevato delicatamente come se fossi la cosa più delicata, preziosa e pura che avesse mai incontrato. Mi strinsi a lui e alla sua camicia, stropicciandogliela. Sentivo il suo respiro regolare sotto di me, correva veloce senza sforzo, libero e felice, sentivo la sua mente completamente sgombra da qualsiasi pensiero negativo, gli piaceva correre e tutte le preoccupazioni sulla sua natura che tanto lo tormentavano erano state spazzate via da quell’attimo di assoluta felicità. io, invece chiudevo con forza gli occhi, amavo poco la velocità e ancor meno veder sfrecciare veloci gli alberi accanto a noi...per alcuni secondi mi ero concentrata sul suo volto sereno e innamorato, ma una leggera nausea mia aveva colpito convincendomi a guardarlo solo dopo che mi avesse deposto a terra. Nemmeno Jacob correva così veloce, non avevo mai sentito il vento fischiarmi così fastidioso addosso, fendevamo l’aria come niente fosse.
“Bella...” il mio angelo mi riportò alla realtà, ci eravamo fermati. Eppure non mossi un muscolo, strinsi solo di più la sua camicia.
“no...voglio restare qua.” Mi stavo impuntando come una bambina piccola.
“Bella...”questa volta la sua voce carica di preoccupazione e un ringhio feroce, mi fecero aprire di scatto gli occhi. “sembra che quel verme abbia chiamato i rinforzi.” Edward sibilava tra il furioso e l’ansioso, mi strinse a sé protettivo. Leggeva i pensieri rabbiosi di tutti i lupi, la guardia al completo era riunita e ci attendeva la di là della nostra radura.
“Bella, dimmi, ti prego, dimmi che è uno scherzo, che questa mattina non mi sono svegliato!!” ops, Jacob stava avanzando verso di noi, e le sue intenzioni non erano  amichevoli. “non puoi stare in braccio a una sanguisuga! È pericoloso, è un mostro...ti devo ricordare che chi ha ucciso tua madre era un mostro del genere?!?!”
“il tuo amico ha ragione, non dovresti essere con me, io sono un mostro.” Edward cercò di farmi scendere dalla sue braccia, ma mi rifiutai, strinsi ancora di più la sua camicia.
“Isabella, vieni immediatamente qui! Sei impazzita?” mio padre era entrato nella radura, incenerendomi con lo sguardo.
“Bella...forse dovresti andare da loro...” Edward cercando di convincermi a tornare dal mio popolo, accettava di soffrire una lunga separazione. Chiusi gli occhi con forza, avrei voluto essere trasportata lontano, in un luogo che...
“amore, ti prego...voglio stare qua.” I ringhi furiosi dei licantropi aumentarono alla mia affermazione, mentre la stretta di Edward si faceva intensa e ancora più protettiva.
“Bella...” Jacob, umano e nudo si fece avanti. I suoi pensieri erano chiari, se io mi fidavo così di un vampiro dovevo essere sotto qualche incantesimo. Per cui solo con i poteri che gli avevano donato i druidi avrebbe potuto salvarmi, ma per farlo avrebbe dovuto avvicinarsi a noi umano. Sciocco.
“ok, ok” mi arresi e mi feci posare a terra. Barcollai leggermente prima di riprendere l’uso delle gambe, per fortuna avevo un vampiro che mi sostenne o sarei finita a terra. “Jake, va tutto bene. oh, non essere ridicolo!” esclamai esasperata dai suoi pensieri e per dimostrargli che ero ancora in possesso delle mie facoltà mentali e magiche, intrecciai con i fiori della radura un gonnellino per coprire la sua intimità nuda.
“davvero divertente.” Ironizzò non appena se lo vide addosso. Io per tutta risposta scoppiai a ridere, Edward tratteneva a stento le risate. “per favore, ora verresti con me?” mi parlava come se fossi una bambina piccola, sentivo i poteri che instabili mi scorrevano in corpo, amore, rabbia, frustrazione, paura di perdere tutto...
“Calmati Bella...” Edward era al mio fianco che mi osservava nervoso, mi accorsi solo allora che la Goccia di Avalon stava pulsando, mi stavo facendo sopraffare delle mie emozioni ancora una volta. mi voltai verso l’uomo che amavo e incontrare i suoi occhi mi riportò un po’ di serenità, quando la sua mano si posò sulla mia guancia tornai a respirare con regolarità.
“incredibile...” mio padre era senza parole, meglio approfittare del piccolo vantaggio che avevo.
“andatevene! Voglio parlare con Edward, da sola...” tutti mi fissarono preoccupati. Mi padre stava vagliando la mia richiesta. “non è una richiesta, è un ordine.” La luce di Avalon stava scorrendo sempre più intensa, era un flusso continuo e non pulsante, questa volta sarei riuscita a controllare il potere e a indirizzarlo a mio piacimento.
“a due condizioni.” Mio padre doveva sempre averla vinta. “resterà anche Jake, così per precauzione.” Alzai gli occhi al cielo, non avrei nemmeno aspettato che gli altri scomparissero dalla radura e avrei trasportato Edward lontano da lì. “e due, non osare renderlo partecipe del rito, non dovrà sapere niente, e non dovrà parteciparvi.” Questo paletto era più difficile da scavalcare. Il capo druido aveva l’autorità di imporre il segreto e una restrizione nella lista dei partecipanti, come se fosse stato un grande banchetto a cui si poteva partecipare solo con invito scritto.
“lui sa già tutto.” Velocemente schermai la mente del vampiro, se avessero letto l’incomprensione delle nostre parole, non avrei avuto più nessuna scappatoia.
“non credo sia una mossa furba schermargli la mente...” un sorriso beffardo deformò il viso di Charlie.
“Edward.” Gli porsi la mano che strinse con delicatezza. Mi concertai, escludendo tutti i rumori e tutte le persone in quella radura, pensai solo alla sua mano fredda. Ogni cosa iniziò a vorticare rapidamente, sentii il corpo di Edward vicino a me, mi strinse, ma tutto, veloce come era iniziato, finì. Eravamo ad Avalon, quale posto migliore per raccontargli tutto? La sera del ballo era vicina, e con essa anche quella del rito.

POV EDWARD
Sradicai un albero, furibondo. Avrei impedito con tutte le mie forze che celebrasse il rito per il suo compleanno. Lei era mia e nessun’altro aveva il permesso di toccarla. La parte più possessiva ed egoista di me emergeva nella mia rabbia cieca che non sembrava placarsi. Percepivo attorno a me, pensieri, voci scandalizzate per il mio comportamento disdicevole. Qualcuno si chiedeva se dovesse intervenire, ma un ordine secco di Bella fermò tutti nella loro posizione. lei mi osservava, seria, senza tradire alcuna emozione all’apparenza, aspettando che ritrovassi la ragione, ma dentro il suo cuore potevo leggere tutto il dolore che la stava dilaniando perché mi stava facendo quello. Perché stava seguendo le logiche del potere e non quelle del suo amore.  Avvilito e consapevole che la mia rabbia l’avrebbe fatta soffrire ancora di più, respirai a fondo per calmarmi e tornai da lei a capo chino. Bella mi strinse a sé e iniziò a piangere le lacrime che io non potevo versare. Non so per quando stemmo stretti così, forse per ore.
 “sistemiamo questo disastro, o vorranno la tua testa.” Ridacchiò asciugandosi le lacrime che però non accennavano a diminuire.
“ops...” disastro era dire poco, avevo rovinato con la mia furia buona parte del boschetto, sapevo quale valore lei attribuiva alla natura.
Mi porse la mano e insieme ci dirigemmo verso gli alberi. Bella prese tra le mani il ciondolo e chiuse gli occhi. “Edward, mettiti qua, accanto a me. e pensa solo all’amore che provi. Le piante vivono d’amore e gentilezza. Tu le hai ferite e senza un tuo impegno nel restituire loro la vita, questa zona rimarrà morta.” Feci come mi aveva detto, pensai solo a lei, e improvvisamente sentii un flusso dentro di me, salire, aumentare, ribollirmi nelle vene. Bella prese le mie mani, da cui sentivo sgorgare il potere e le pose sulla terra. Piano piano germogli di nuova vita nacquero sotto le nostre mani intrecciate, la Goccia di Avalon era illuminata.
“mi dispiace per aver perso la calma.”
“ne hai tutto il diritto.” Mi sorrise mentre si alzava traballante. “ma io devo...” la sua voce si incrinò. “hai visto che cosa abbiamo creato, vita...fino a qualche mese fa avrei potuto farcela anche da sola, ma questa volta ho avuto bisogno di te e di usare il tuo amore per me per poterci riuscire.”
“che vuoi dire?” la sorressi, ancora troppo debole per la magia appena compiuta.
“voglio dire che quando la Signora di Avalon  raggiunge i diciotto anni, deve rinnovare il suo contratto con la natura che è stato firmato con la sua nascita. La natura le dona dei poteri, lei in cambio si impegna a proteggerla, a fare in modo che l’equilibrio tra bene e male venga rispettato. Ma verso i diciotto anni questo equilibrio delicato si deteriora perché i suoi poteri diventano sempre più deboli. Deve permettere alla vita e alla magia naturale di scorrere di nuovo in lei. Deve rifirmare quel contratto affinché i suoi poteri si rinnovino e si stabilizzino del tutto, e non vedrai mai più la Goccia pulsare impazzita, avrò un controllo maggiore della magia, capisci? Tutto questo non mi piace ma lo accetto perché se no il mondo tenderà dalla parte del male, io sono nel mezzo e devo riuscire a tenerlo nel suo equilibrio sempre precario.” La strinsi di nuovo a me, incapace di dire alcunché, ma consapevole che, per quanto questo mi facesse soffrire, era necessario.
“vuoi venire con me al ballo?” le chiesi sorprendendola, se non potevo averla nel rito, l’avrei avuta almeno come dama per uno stupido ballo studentesco.
“ne sarei onorata.” La sentii sorridere ancora aggrappata al mio collo.



p.s. dell’autrice –che sta ridendo! –: vi lascio ancora una volta senza spiegazioni su cosa consista il rito in sé (anche se credo che possiate capirlo...), ma spero che possiate apprezzare cmq il capitolo.
Grazie mille per le splendide recensioni (a cui rispondo sotto, promesso!), mi hanno dato la voglia di scrivere e di non lasciarvi a secco per mesi come fatto prima. Grazie anche ai preferiti, ai seguiti e ai ricordati =) grazie davvero di cuore.

Angolo pubblicità 
My Killer Angel  
(non è una nuova storia, è solo una one-shot!!!) e Io, a Beverly Hills by me  XD
Storie che beto e che trovo molto belle:
Il ragazzo perfetto di bellacullen889
Isabella Fat di meredhit89
Storia che ho visto nascere (quasi...) e che merita tantissimo:
Elizabethtowncafè
 di HAYLS

recensioni!!!
  • bellacullen889: che tu fossi una piccola drogata delle mie storie mi inquieta e mi fa piacere allo stesso tempo. =) ah ah ah!! =) non ridurti male però se non aggiorno, sai com’è dura la vita degli scrittori (?! Troppo vanitosa??? XD) nelle mie storie c’è sempre qualcuno da odiare, non ne posso fare a meno! Questa volta è toccato a Mike, anche se mi dispiace un po’ essere sempre così perfida con i miei personaggi =) ah ah ah...lo so che non mi credi!! =) :p Edward è Superman! – anche se non ha proprio il mantello rosso! Ma il concetto è quello... – ciao!!!!
  • Austen95: grazie mille, sono felicissima che ti piaccia la storia e il capitolo. Se hai voglia fammi sapere che ne pensi di questo! Ciao!! =)
  • psawyer414: non c’è mai limite al peggio mia cara!! =) e mi sento un po’ lumachina a scrivere, ma qualcosa di buono credo sia uscito dalla mia mente folle!! =) ciao!!!
  • Isy_264: ah ah ah...anche a me fanno ridere i tentativi di Bella di non essere volgare =) ed ecco un nuovo capitolo! Non è lungo come il precedente, ma spero che ti piaccia e compensi la sua brevità con il fatto che è arrivato presto presto!! =) per quanto riguarda Mike, mi serviva un cattivo con i fiocchi, anche a me non sta molto simpatico, ma almeno risponde alle esigenze di trama =) ma non ti preoccupare, per ora sembra che non faccia più danni, anzi dovrebbe sparire definitivamente – ma non affidati troppo alle mie parole, non si sa mai!! –...mi piacerebbe fare i pov solo di Edward, devo dire che sono molto contenta di come ragiona, lo capisco molto meglio di Bella (forse perché lui è un tantino più complesso...e complessato...) ma non posso fargli fare sempre il protagonista. XD o avrà manie di grandezza, e poi chi lo gestisce più??? XD ciao!!!!
  • mammasaura: mi piace lasciare le recensioni alle storie che meritano e che mi fanno divertire! =) sono anche molto contenta che tu abbia trovato un attimo per leggere la mia ff... =) mi sa che ci assomigliamo un pochetto...io ho una passione incredibile per il Medioevo e le sue leggende (amo molto il ciclo arturiano, Avalon compresa, naturalmente =)) e da quando sono stata in Scozia mi è entrata nel cuore (il resto della Gran Bretagna non l’ho ancora visitato ma spero di rimediare presto!). ok, ok, aggiungi anche Twilight che male non fa!! =) anzi...ah ah ah! Eh si...all’inizio mi ero un po’ demoralizzata, ma sto continuando perché tutto sommato questa è stata la mia prima storia e mi ci sono affezionata. Quindi tranquilla, leggerai il seguito anche se forse un po’ a rilento (chiedo umilmente scusa per la mia lentezza!!). grazie mille per i complimenti! Sono molto graditi! Ciao!!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Shopping ***


cap 15 avalon Ciao!!! Eccomi di nuovo!!! ops, sono sparita per un mese =) va beh, capitolo di passaggio, ma è venuto così, leggerino, lasciando al prossimo il momento clou della storia.
Buona lettura!!

CAPITOLO 15 – SHOPPING
POV BELLA
Mi svegliai fischiettando un motivetto allegro che continuai a intonare sotto la doccia e in cucina mentre facevo colazione. All’arrivo di mio padre mi interruppi bruscamente. Erano giorni che mi rifiutava il saluto, qualcuno ad Avalon avrebbe subito la mia ira per aver fatto la spia, gli avevano riferito della devastazione di Edward. Ecco, quest’incontro mattutino avrebbe potuto scalfire il mio ottimo umore.
“Marion vorrebbe che nel pomeriggio passassi sull’isola un paio d’ore per alcuni riti.” Mi comunicò conciso e diretto.
“spiacente, ho altro da fare.” Alzai le spalle noncurante, tornando alla mia tazza di latte e cereali. Sentendo ancora la sua presenza nella stanza specificai. “mi inviteranno a fare shopping questo pomeriggio.” Gli occhi mi luccicarono mentre rivivevo le scene del mio sogno. Si dopo alcuni mesi i sogni erano tornati a visitarmi. Quella mattina le sorelle Cullen si sarebbero avvicinate a me e mi avrebbero chiesto di far loro compagnia durante la scelta del vestito per il ballo. E io avrei accettato. Quindi avevo deciso di precedere la loro richiesta e accettare direttamente, senza tanti convenevoli inutili e imbarazzanti per la sottoscritta.
“non hai abbastanza vestiti nell’armadio?” sbottò irritato l’uomo alle mie spalle.
“si, ma me ne serve uno per un’occasione speciale. Vado al ballo della scuola.” Charlie mi cinse le braccia da dietro in un abbraccio un po’ goffo, baciandomi sulla testa.
“sono felice Isabella che tu abbia alla fine accettato la proposta di Mike.” Mi scostai infastidita dal tocco e mi alzai a fronteggiarlo.
“veramente ci vado con Edward. E non discutere.” Il mio buonumore era ormai un ricordo lontano, urlai quasi la mia ultima affermazione. Sentivo la Goccia pulsare e le forze abbandonarmi, il rito doveva essere compiuto al più presto o gli squilibri tra le forze sarebbero stati catastrofici. Mi feci accompagnare alla sedia docilmente, avevo avuto un giramento di testa.
“il rito è più necessario e urgente di quanto credessi...” mormorò preoccupato Charlie, inginocchiato davanti a me. “la prima data utile, con le stelle allineate è questo sabato Isabella. Non possiamo più aspettare. se vorrai andare al ballo, non ti fermerò, ma il rito si svolgerà a mezzanotte. Mi dispiace.” Mi asciugò le lacrime che mi stavano bagnando le guancie.
“ho...ho paura, papà.” Confessai di getto, gettandomi tra le sue braccia.
“oh, piccola mia.” Mi cullò dolcemente accarezzandomi i capelli. “anche tua madre ne aveva. E vorrei che ci fosse lei ora qui con te. vorrei dirti cosa fare, cosa provare, ma non posso far altro che consigliarti di lasciarti andare all’istinto e sentirai che le forze della natura entreranno in te.” singhiozzai ancora per qualche minuto, cercando di calmarmi. “ora vai, o farai tardi a scuola.” Mi scostò dal suo petto e mi fissò triste e con tutto l’affetto che provava per me. era tanto e io non lo avevo mai notato.
“scegli un bel vestito oggi pomeriggio. Ah, con chi hai detto che vai?”
“con le sorelle di Edward.” Risposi prima di dileguarmi su per le scale, senza dargli possibilità di ribattere, ormai avevo il suo consenso per sabato e non avevo intenzione di farmelo togliere.

Arrivata a scuola mi diressi verso Alice Cullen che mi fisso con un gran sorriso, forse aveva visto tutto.
“verrò.” Le dissi semplicemente. Mi abbracciò di slancio e, se in un primo momento rimasi spiazzata dalla sua reazione, dopo ne fui contenta. Era calore umano allo stato pure quello che emanava il suo corpo freddo. Quando ci staccammo vidi i suoi occhi vitrei, forse indagava sul futuro, la sua faccia si contorse in una smorfia di disappunto.
“non vedo che abito sceglierai. E nemmeno dove. Ed è strano, non mi è mai successo.”
“giochi sempre in modo scorretto sorellina. E per una volta sei rimasta fregata!” la risata cristallina di Edward si diffuse nell’aria e mi fiondai tra le sue braccia felice di rivederlo e lui mi strinse a sé protettivo. “ma tu sei proprio sicura di volere andare per negozi con Alice?” mi canzonò, mentre la sorella gli faceva la linguaccia.
“forse sarà lei a non voler più venir con me.” mormorai in imbarazzo per il mio piccolo difetto di regredire a bambina in un negozio di giochi quando si parlava di shopping e moda. Edward sempre ridacchiando mi strinse ancora di più ma all’improvviso si scostò irrigidito.
“scusate, non volevo rovinarvi il momento idilliaco.” Trovai fastidiosa e fuori luogo l’ironia di Jake.
“fuori dalle scatole.” Borbottai cercando ancora l’abbraccio del mio vampiro.
“Bells...” eh, no, il diminutivo del diminutivo no! mi scostai dal petto marmoreo di Edward e fissai torva il mio migliore amico. “devo scambiare due paroline con te.”
“non ne ho voglia.” Risposi con il pensiero e l’occhiataccia questa volta me la beccai io. “perché devi sempre rompere?”
“perché oltre ad essere quello che so far meglio,” ridacchiò “è il compito.” Concluse serio.
“vai. Ti aspetto qua.” Edward sciolse l’abbraccio baciandomi castamente sulle labbra. Osservò il mio broncio da bambina e mi sorrise teneramente. Vedevo quanta fatica gli costasse lasciarmi andare a parlare con Jacob. I suoi occhi limpidi mi dicevano tutti i suoi pensieri, meglio di una lettura nella mente. In quegli occhi dorati vedevo anche tutta la tristezza che aveva provato ad Avalon, ancora indelebile nel suo cuore. ma mi amava e rispettava il mio ruolo, accettando quell’ennesima prova d’amore.
“Alice, è colpa di Jake se non vedi, tranquilla, il tuo potere non sta facendo cilecca.” Rassicurai il folletto ancora preoccupato per la sua improvvisa cecità. “Jake, se vuoi parlare fallo, anche qui.”
“Bella...” mi rimproverò, ma, vedendo che non mi muovevo di un solo millimetro, cedette. “tuo padre mi ha chiesto di accompagnarti oggi pomeriggio. La cosa non mi esalta, so quanto sei...mmm...fanatica della moda e quanto ti possa perdere in un negozio, ma sinceramente, sarei più tranquillo anche io se mi permettessi di...” lo zittii con un gesto della mano.
“no.” risposi secca, presi per mano i due Cullen e mi avviai all’ingresso della scuola. Mai avrei permesso che anche le mie uscite tra amici fossero controllate.

Erano ore che giravamo per un immenso centro commerciale di Seattle, con la guida spericolata di Alice avevamo raggiunto la grande città in pochissimo tempo. ero...felice, le sue vampire al mio fianco chiacchieravamo spensierate, del più e del meno, tranquillamente. Mi coinvolgevano nelle loro discussioni sulla moda e chiedevano la mia opinione su ogni vestito che provavano, facendomi sentire accettata e non temuta.
“come mi sta?” Rosalie uscì dal camerino, stava provando un tubino stretto stretto rosso, che esaltava le sue forme perfette. Si osservava nello specchio, dandoci le spalle, lisciava ogni piega inesistente sul ventre perfettamente piatto. Ero senza parole, la perfezione della vampira bionda mi spiazzava. La osservai critica.
“no, Rose, ti ingrassa, hai messo su qualche chilo?” Si voltò verso di me, sconvolta. “scherzavo!” specificai subito, impaurita che avesse un infarto. Ok, tecnicamente un vampiro non poteva avere un colpo al cuore, ma poteva sempre azzannarmi. il gelo scese tra di noi, ma la risata simile a campanelli di Alice ci coinvolse. Andammo avanti quasi tutto il pomeriggio con questi piccoli scherzi, ma il mio vestito per il ballo, non era stato ancora trovato. Eppure ero piena di borse, vestiti lunghi e corti, jeans e gonne, camicie e magliette e moltissime scarpe che quelle due pazze mi avevano costretto a comprare. Quello che non mi convinceva ma che loro mi trovavano perfetto, me lo compravano, a detta loro, come ringraziamento per aver donato il sorriso al loro fratellino. Volevano molto bene ad Edward, e questo mi aveva permesso anche di avere un rapporto sereno con Rosalie, che diffidente, temeva per l’incolumità della sua famiglia. era passata sopra i suoi pregiudizi solo per amore fraterno, anche se aveva difficoltà ad andare d’accordo con Jacob. Difficoltà oggettive, vampiri e licantropi sono nemici giurati.
“non sentite un odore strano?” stavamo guardando degli abiti da sera e tutto stava andando bene quando Rosalie se ne uscì con questa frase, storcendo il naso perfetto.
“non vedo, non vedo!” Alice stava controllando se nel nostro futuro, quell’odore sarebbe stato fonte di pericolo. Pestai i piedi a terra, voleva dire solo una cosa.
“Jacob Black, se ci stai seguendo contro ogni mio ordine ti strappo la pelliccia! E mi ci faccio un cappottino!” sussurrai, sicura che mi potesse sentire con il suo udito.
“lo so che mi vuoi bene e non lo faresti mai.” Sbuffai, sentendo la sua risata gutturale alle mie spalle.
“sparisci.”
“e dai, Bella...” mi voltai verso di lui, furiosa.
“no, Jake! Oh, mi stai rovinando la giornata.” Si avvicinò e mi accarezzò gentile la guancia.
“ti seguo solo, me ne sto lontano ma intanto se succede qualcosa” non mi sfuggii l’occhiata fugace alle due vampire “sono qua e posso intervenire.”
“va bene.” sbuffai, non l’avrei comunque avuta vinta, tanto valeva accettare, sorvolando il fastidio che mi dava la sfiducia che provava per Alice e Rose, era come se non si fidasse di me e giudicasse avventate le mie scelte. “ma stattene a debita distanza. Fuori portata orecchio e visioni.” Alice annuì seria, concordava con me.
“e pure sottovento, puzzi.” Concluse Rosalie e non potei ridere della sua faccia schifata.
Quando il mio amico si allontanò, riprendemmo la nostra ricerca, in silenzio.
“come fai a sopportarlo?” sbottò all’improvviso Rose.
“Rosalie!” la riprese la sorellina.
“scusa Bella ma...”
“non ti preoccupare.” Mi strinsi nelle spalle. “per voi può essere una novità non essere così libere nei movimenti ed essere sempre seguite da un licantropo. Ma io ormai mi ci sono abituata. Non l’ho sempre accettato e spesso illudevo la loro sorveglianza. Ero brava a scappare. A casa poi mi beccavo sempre mille rimproveri da mio padre. diciamo che potevo essere definita una bambina vivace e poco incline a seguire le regole. Jake e i suoi compagni mi hanno salvato la vita quando ero piccola e hanno giurato di proteggermi sempre e prendono questo impegno molto seriamente.” Sorrisi amaramente. “vorrei correre libera nel vento per i boschi come voi, ma non posso. Non posso essere libera, non posso perché ho un destino. E io il mio destino l’ho accettato tempo fa.” Una lacrima traditrice mi solcò il viso e mi ritrovai avvolta in un abbraccio vampiresco caldo e avvolgente.
“eccolo finalmente!” Alice si staccò da noi e ci trascinò davanti negozio vicino. E la sua visione era corretta, il vestito perfetto per il ballo era davanti a me, esposto nella vetrina. Me ne innamorai all’istante, quello sarebbe stato il mio vestito.  

p.s. dell’autrice: allora che ne dite? A me sono piaciute quelle tre. =) ok, sono l’autrice e non posso remarmi contro. Sono di corsissima, in realtà sto crollando sulla tastiera del computer... =) ho sonnino, vi lascio le risposte alle recensioni e mi eclisso!!! Ciao!!! Alla prossima!!!

bellacullen889: se non le dormo io 13 ore di fila chiedo i danni!!! Ho davvero bisogno di dormire, ma almeno il capitolo dovevo aggiornarlo! Anche io me lo sono immaginata il vampiro complessato che per una volta tanto ha delle reazioni da vampiro, violente e rabbiose!! Puoi fare la pervertita perché così mi tieni compagnia!! Ah ah ah!!! cmq sai che io non sono mai cattiva con i personaggi per partito preso, li sfrutto e li rendo i “cattivi” solo in base alla trama, non altro! =) anche qui Charlie preferisce Mike al nostro super vampiro, ma vedi con è tenero quando vuole il nostro caro paparino??? A presto!! Ciao!!

Austen95: credo che i tuoi istinti omicidi siano ancora risvegliati da questo capitolo, ma non mi uccidere nessuno che mi servono tutti abbastanza integri!! =) spero ti sia piaciuto!! Ciao!!

psawyer414: tu non sei mai in ritardo, sei in anticipo sui miei tempi di aggiornamento!! Ah ah ah...ok, ho davvero bisogno del mio fido letto. detto questo, grazie mille perché trovi sempre un minuto per me! ciao!!!

Isy_264: mi ritrovo in Edward perché nonostante sia un vampiro per certi versi è molto più umano (ok, ok, anche più complessato...) di Bella. purtroppo non sono stata veloce con questo aggiornamento ma spero di essermi fatta perdonare con il capitolo!!! =) io voglio sentire le tue idee!! Uffa!! Sono curiosa di sapere che cosa pensi!! -.-  fammi questa benedetta domanda!!! Uffa!! Mi tengo la curiosità, ma prima o poi saprò! È una promessa!! Ah ah ah!! ciao!! E grazie per il continuo sostegno!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il ballo ***


cap 16 avalon

Entro in punta di piedi, coperta dalle figure dei miei personaggi che spingo in aventi a farmi da scudi...

Il ritardo è imperdonabile ma ho avuto difficoltà sia con il capitolo che con il tempo. ora che la mia altra ff è finita (che soddisfazione!) spero di potermi dedicare con maggior impegno a questa. Ringrazio tutti quelli che hanno ancora la pazienza di seguirmi.

Buona lettura!


CAPITOLO 16 – IL BALLO

POV EDWARD
Respirai a fondo l’aria della sera, ancora pochi minuti e mi sarei presentato a casa Swan per prendere la mia dama per il ballo. Avrei voluto essere più rilassato, ma sapevo bene che sembravo più...come aveva detto Emmett? Ah, si, sembravo un condannato a morte. Dovevo godermi la serata, quello che sarebbe successo poi non doveva intaccare in nessun modo la possibilità di divertirmi con lei.
Alla fine mia sorella aveva avuto ragione, al ballo ci sarei andato anche io, accompagnato niente meno che da Isabella ed era questo l’unico pensiero che mi sarei concesso nella serata, lei. Suonai al campanello e suo padre mi venne ad aprire, invitandomi ad entrare senza gentilezza, non gli andava giù che la figlia fosse innamorata di un vampiro, forse, nonostante quello che sosteneva Bella, non era così insensibile e l’amava, così come aveva amato la madre e non riusciva a dimenticare che uno della mia specie lo aveva privato del suo amore.
Il giorno prima, Alice e Rose avevano portato la mia ragazza a Seattle perché scegliesse un abito adatto all’occasione, Bella si era lasciata travolgere dall’esuberanza folle per lo shopping delle mie sorelle. Ripensando alle scena nel parcheggio non potei non sorridere, anche la mia dolce piccola era una maniaca del vestiti. Inaspettatamente le due vampire che avrebbero dovuto sostenermi, avevano trovato il modo per schermare la loro mente a me, per cui non sapevo che si erano dette (ma conoscendo il folletto malefico, di sicuro le avevano fatto domande imbarazzanti circa il nostro rapporto), né potevo sapere che abito aveva scelto la mia amata per la serata. Le donne di casa mi avevano fatto indossare non un classico smoking nero, ma uno blu scuro, così come la cravatta che risaltava su una camicia candida.
“non mi piace.” borbottò il signor Swan, distogliendomi dai miei pensieri.
“come signore?” non compresi quello che voleva dire, la mente schermata non lasciava intravedere quale fosse il suo vero pensiero.
“non mi piace che mia figlia si sia innamorata.” Involontariamente, mi irrigidì a sentire la sua disapprovazione alla nostra relazione. i suoi occhi, fissi nei miei, confermavano tutto il suo disappunto.
“io...” non sapevo che dire, ma dovevo difendere il mio amore.
“tralasciando il fatto che tu sia un vampiro,” affermò con disgusto “nessuna sacerdotessa dovrebbe mai innamorarsi, va contro la natura stessa del suo ruolo.”
“Isabella mi ha spiegato che essere la sacerdotessa di Avalon, vuol dire essere amore allo stato puro.” Risposi piccato ma cercando di restare pacato.
“sei cieco come ogni innamorato.” Scosse la testa. “questa sera mia figlia dovrà affrontare il rito del suo compleanno e non potrà averti al suo fianco. soffrirà ed è l’ultima cosa che vorrei per lei.” Rimasi profondamente colpito dalle parole dell’uomo che mi disprezzava tanto per la mia natura ma che amava immensamente la mia ragazza.
“signor Swan...” le mie parole furono interrotte da una celestiale apparizione.
Il tema della serata erano le favole...Lei era una favola, il più bel sogno del mondo. Scese dalla scala tenendosi saldamente alla balaustra, incerta sui tacchi. Sapevo quanto adorasse vestire alla moda, ma non immaginavo che i tacchi la terrorizzassero tanto. La mia attenzione fu catalizzata da lei e dimenticai il padre che ancora mi osservava, con le sue parole avrei fatto i conti successivamente. Quella era la nostra serata e non vedevo l’ora di viverla.
“ciao.” Si aprì in sorriso radioso quando mi vide.
“ciao.” Le risposi incantato. Il vestito di uno splendente blu oltremare era senza spalline, lasciandole completamente nude le spalle, avvolte in una leggera stola dello stesso blu. Il tessuto delicato le fasciava delicatamente la vita, una ricca decorazione di fili d’oro e d’argento iniziava dal seno e scendeva lungo il ventre sul fianco sinistro, fino ad arrivare alle pieghe che si aprivano creando uno spacco. La gonna vaporosa e dai mille strati nascondeva le sue gambe perfette, ma la rendeva solo più incantevole. Al collo portava solo la Goccia di Avalon, che sembrava risplendere di vita propria, rifletteva tutta la luce della stanza, illuminando il viso di Isabella. Ero rimasto fermo nell’ammirarla. E lei se ne era accorta, mi sorrideva radiosa. La sua felicità era la mia.
“sei bellissima.” Riuscì solo a dire quando mi ripresi un poco. Le porsi il braccio che accettò volentieri, aiutandola a scendere gli ultimi scalini.
“noi andiamo papà.” Si avvicinò al padre che non mi aveva mai levato gli occhi di dosso, cercando di farmi sentire in soggezione, senza riuscirci per altro. Erano le sue parole a mettermi a disagio, non lo sguardo sprezzante. Isabella gli accarezzò delicatamente la guancia e vi depositò un bacio rassicurante ma non riuscì ad addolcire i lineamenti contratti del signor Swan. Eravamo alla porta quando fummo richiamati all’interno della casa.
“divertitevi.” Un solo augurio che uscì faticoso dalle labbra dell’uomo, eppure lo ritenni sincero e gli porsi la mano che strinse un po’ titubante. “Isabella, devi essere a casa per mezzanotte.”
“ok che il tema della serata sono le favole, ma così mi sento tanto Cenerentola.” Ridemmo della sua battuta, ma il padre ritornò subito serio.
“a mezzanotte, Isabella. Non più tardi, c’è una tempistica da rispettare.” Strinsi i pugni quando compresi quello che voleva dire, il rito si sarebbe svolto quella sera stessa, dopo il ballo. Bella annuii solo prima di tornare sorridente.
“su, mio bel vampiro. È ora di andare a divertirsi!” mi trascinò con l’irruenza di una bambina alla mia stessa macchina, accantonando come me per il momento, l’ansia per il dopo ballo.

“pronta?” le sussurrai all’orecchio, conducendola all’arco decorato con fiori finti. Era il nostro turno per la foto di rito. Stringevo tra le mie la sua mano delicata, al polso il tipico bouquet. Eravamo intenzionati a vivere quell’esperienza come due classici adolescenti americani.
“non uscirò solo io, vero?” mantenne anche lei un tono basso di voce, un poco preoccupato, mordendosi il labbro inferiore. Non riuscii a trattenere la risata e Bella si voltò verso di me, imbronciata. Mi tirò la cravatta portando il mio viso alla sua altezza. “sentimi bene Cullen, se ti diverte tanto, ti farò giocare con un paio di licantropi.” Quando faceva così mi terrorizzava, anche se sapevo che se i lupacchiotti mi avessero attaccato, lei sarebbe stata pronta a difendermi. Le sfiorai la bocca in un bacio casto e la sentii sorridere sulle mie labbra.
“siamo la coppia più bella e più invidiata di tutta la serata. E saremo perfetti anche nella foto, te lo prometto.”
“ci stanno guardando tutti, vero?” chiese preoccupata, ma mantenne i suoi occhi nei miei.
“mmm, quei due là, no...oh, si anche loro...”
“sorridete!” la ragazza addetta alle foto non ci lasciò nemmeno mettere in posa che il flash accecante della macchina fotografica ci abbagliò. Bella leggermente girata verso di me, sorrise e si sporse per baciarmi. “siete bellissimi!” la fotografa ci guardava ammirata e con gli occhi sognanti e vidi nella sua mente l’immagine della nostra fotografia. “ve ne faccio una più classica! In posa!” feci voltare la mia dama verso l’obbiettivo e di nuovo il flash ci colpì. “avanti il prossimo!” lasciammo spazio anche alle altre coppie e ci dirigemmo verso la palestra addobbata a festa.
Ero il ragazzo più invidiato del momento, stavo ballando con la donna più richiesta e più bella della serata. Eravamo solo due semplici adolescenti, persi nel loro amore.
Edward e Bella.
Niente di più e niente di meno.
Non il vampiro e la Signora di Avalon. Ma solo noi.
La serata passò troppo in fretta, la mezzanotte scoccò impalcabile. Era arrivata l’ora di portarla a casa e di affidarla al suo destino che aveva scelto coraggiosamente di compiere.


p.s. dell’autrice: capitolo corto per un rientro soft. Se avessi messo il rito a quest’ora avrei molte bandierine bianche che chiedono pietà perché impegnativo.

Grazie a sweet_ebe, Austen95, Isy_264 e a romina_cullen per le recensioni! =)
Non ho molto altro da dire. Fatemi sapere il vostro parere e alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=396568