Se solo tu fossi qui... quel demone ti avrebbe staccato la testa!

di La_Spynn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *Una Strana Coppia ***
Capitolo 2: *** *Due Cacciatori più una ragazza uguale guai. ***
Capitolo 3: *** *Cavoli a colazione, cavoli a pranzo e cavoli a cena. ***
Capitolo 4: *** *Venti più venti uguale Tempesta! ***



Capitolo 1
*** *Una Strana Coppia ***


- Didi

Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa

Una Strana Coppia

- Didi? Didi? Didididididididididi? – vociò con ben poca grazia Skye.

- Piantala di fare l’idiota e sta un po’ zitto! – ribatté astioso Johan.

- Uffa! Posso ricordarti che io sono qui solo per ritrovare Didi? E se non la trovo la mia presenza è inutile…-

- La tua presenza è inutile sempre & comunque… -

- Ti odio! –

- Sto morendo dal dolore… -

Chi, anche solo pochi mesi prima, avrebbe scommesso che quei due si sarebbero trovati insieme a stretto contatto, ma soprattutto costretti a collaborare? Nessuno, immagino. Anche perché, fino a pochi mesi prima, uno di loro due era morto. La metà di voi avrebbe scommesso su Skye, ne sono certa. Forse per gli abiti smessi e sporchi di terra, i capelli lunghi e ben poco curati. Se avesse avuto solo qualche anni in più una rada barba avrebbe coperto le guance scavate. Forse avrebbe avuto ragione. O forse no.

Camminavano in quel ben strano paesaggio, uno sbadigliando sonoramente ogni tre passi, l’altro cercando di non ucciderlo ogni tre passi.

- Ci scommetti che è caduta già per un Fosso Oscuro?E’ strana, avrebbe anche potuto farlo… -

Johan sospirò sonoramente. Non sapeva che cosa fosse quella “Didi” per il suo compagno di viaggio. E, in effetti, gliene importava ben poco. Solo se la cavava piuttosto bene con le armi. Per questo se lo trascinava dietro. –Non ne dubito –

- Eh… mi spieghi una cosa? –

- No –

- Te la dico, magari ti viene voglia di spiegarmelo… dove siamo? –

- Non- lo- so –

- Ecco, sei sempre il solito, perché non hai voluto che mi fermassi a chiedere informazioni a quella creatura?-

- Era un demone, chiaro? Ci avrebbe mentito. –

- No, magari no –

- O magari si. Stai zitto, per piacere! –

Silenzio. Un tempo Johan amava il silenzio. Passeggiare in silenzio per la sua città. E aveva cominciato nuovamente ad amarlo e a desiderarlo ardentemente da quanto aveva conosciuto Skye.

- Se cado nella lava muoio? –

- No, ma sarei molto, molto contento di aiutarti a provare… -

- Sei cattivo, Johan… -

- No, sono esasperato, è una cosa diversa… -

- Guarda, un serpente! –

- Dove? –

- Eheh… scherzavo! –

- Non ti sopporto più! –

- Neanche io, ma evito di ripeterlo ogni secondo che passiamo insieme, sai? E’ per educazione!

- Perché non ti sopprimono? –

- La mia razza è piuttosto difficile da sopprimere –

- Purtroppo lo so, credi che non ci avrei provati, altrimenti? –

A volte due persone scelgono di viaggiare insieme per divertimento. Altre perché hanno uno scopo comune. O perché il destino li ha irrimediabilmente legati e non possono fare nulla per sciogliere questi nodo fin troppo stretti. Indovinate qual è il caso dei nostri due?

E dire che avevano entrambi davanti a loro una vita – o, meglio, un’eternità – da passare nel metodo da loro preferito… ma il fato è crudele e spesso trama contro la gente. Oppure, semplicemente, trama per passare il tempo. L’ho conosciuto, è uno che si annoia facilmente.

- Si, ma ora dovremmo sbrigarci, sono stufo di camminare per questi infernali sentieri… mi sembra di essere Dante… -

- Quello di Devil May Cry? – domandò entusiasta Skye, per aver finalmente trovato una loro passione in comune.

- Quello della Divina Commedia… -

- Oh… no, non ci ho mai giocato! –

- Grazie a Dio siamo arrivati… non avrei resistito un minuto di più… -

Il Cancello svettava alto davanti a loro. Le mura che cingevano la città erano grigie e prive di vita, come le guardie che appollaiate in cima li scrutavano. Faceva uno strano effetto. Y’dhar, la Capitale del Nulla. Djayak la governava e Jasiel aveva il possesso di tutto. E di tutti, in effetti. Ma è una storia lunga.

Skye aprì a porta. Era tutto fumo e niente arrosto, quel gigantesco portone che pesava come una briciola.

- TA- DAAAM! I vostri eroi sono qui! – esclamò, urlando ai corridoi della città- fantasma. O, meglio, della Città dei Fantasmi. Nessuno venne però ad accoglierli. Un po’ deludente, in effetti.

- Ecco, tu passi la vita a combattere per proteggere queste popolazioni che vivono lontane dai confini e quando cerchi aiuto tutti che scappano… -

- Avanti, Jo- jo! –

- Non mi chiamare Jo-jo! –

- Ok, Jo-jo

Johan stava per arrabbiarsi seriamente quando uno spiritello di bassa lega, che avrebbero potuto sconfiggere in pochi secondi, si presentò loro davanti. Aveva un ampio sorriso sul volto, probabilmente faceva il servile per evitare di essere distrutto, e indossava un ridicolo cappello a punta, decisamente troppo da gnomo, almeno a parere dei due. e di tutto il resto della città, speravano.

- Onorati signori è ben piacevole incontrarvi! Io sono Nikeyla, semplice spirito di terzo livello… -

- Si, terzo livello, col piffero… - sbuffò Skye.

In effetti quel cosetto non poteva superare il primo livello, massimo massimo il secondo. Questa dei livelli era la principale distinzione tra i popoli. Più alto era il livello e più uno era forte. Una cosa facile facile, perché molti dei tipi che giravano non avevano proprio tanto cervello…

- … comunque… sono stato inviato da sommo Jasiel perché egli vi chiede udienza… -

- E allora? –

- Jo-jo, dovresti fare meno il cattivo… oh, no, scusa, l’esasperato… -

- Piantala con quel nome –

- Ok, ok… -

- Ehm… ma il sommo Jasiel… -

- Si, si, stiamo arrivando! -

- Io non ho voglia, voglio un gelato! –

- Non è il momento, Skye… -

- SIGNORI! –

I due guardarono la creaturina. Però per niente dei piccoli polmoni per urlare in quel modo.

- Il Signore Jasiel mi ha chiesto di informarvi che un Intruso si è infiltrato qua sotto… -

- Cosa? – esclamarono i due, increduli.

- Esatto… ma discuterete i particolari nella sua reggia, signori –

- Reggia? Non sapevo che avesse cambiato casa… - commentò Skye.

- Oh, ma non l’ha cambiata, signore, per niente – ridacchiò lo spirituncolo, avviandosi lungo i cunicoli oscuri.

Uh- uh, ecco il primo capitolo, che è più un prologo

E’ una fic un po’ strana, però non mi dispiace…

I due personaggi non sono, per ora, molto definiti, ma presto scriverò qualche capitolo sul loro passato… forse… YAKAKAKAKA! Ehm… ok, tra poco saranno date altre informazioni sul luogo dove si muovono e via dicendo… comunque dovrete attendere un po’!

Baci ****

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Capitolo 2
*** *Due Cacciatori più una ragazza uguale guai. ***


Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa

Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa!

Due Cacciatori più una “ragazza” uguale guai.

- Per la Peppa e la peppina, se il vecchio Jasiel non ha cambiato casa dall’ultima volta io non appartengo più al settimo grado! – esclamò Skye, spalancando gli occhi, incredulo. Quella che entrambi ricordavano come una vecchia catapecchia nonché base in una città dimenticata da tutti, era ora un palazzo perfetto in tutto, con pavimenti di marmo, arazzi alle pareti e camerieri pronti a scattare al minimo cenno.

- Metterei una mano sul fuoco che è tutta un’illusione… - brontolò Johan – E ricordati del perché siamo qui, per piacere! – aggiunse poi, toccando poco convinto una statua di fauno in atteggiamenti non proprio formali con un’umana molto ben fornita.

- Certo, certo… ehhm… perché siamo qui? Ehi! Posa il vaso, stavo solo scherzando… che caratteraccio… -

- Se lor signori volessero seguirmi… - si intromise lo spirituzzo, stupito per esser riuscito a portare in casa quei due litigiosi compagni, senza che avessero distrutto niente.

- E un attimo! E’ vietato guardarsi un po’ intorno? E’ maleducazione mettere fretta alla gente, non dirmi che non lo sapevi? –

- Smettila di fare il Piantagrane, Skye… -

- Piantagrane? No, non ho mai piantato grane, qualunque cosa esse siano… un frutto o una verdura? –

- Perché a tua madre non è mai venuta voglia di farti fare un bagnetto in un vulcano attivo? –

- Non lo so… mia madre non sopportava molto le alte temperature… -

- Beh, il sopportare te è sinonimo di grandissima pazienza… -

- Lo so… ehm… cosa voleva dire tutto ciò? –

Nel frattempo lo spiritello aveva spalancato la porta ed invitava insistentemente i due a proseguire nella stanza successiva. Johan, innervosito dai continui sussurri della creaturina, diede un paio di colpi sulla spalla dell’amico indicandogli di proseguire nella camera adiacente.

Un uomo dall’aria affranta, seduto con le gambe incrociate su un tappeto di seta rossa, che stringeva tra le mani un vecchio librone e circondato da numerosissimi libri e quaderni, aperti e chiusi, sparsi ovunque. Non era né un fantasma né uno spirito, nessuno in effetti sapeva con precisione a quale razza appartenesse.

- Benvenuti Cacciatori! Di ritorno da qualche eroica impresa di cui non si saprà mai nulla, vero?–

- Ma se è stato lui a pagarci per uccidere quel demone… - sussurrò Skye, aggrottando la fronte.

- Lascialo parlare… -

- Bene, bene… immagino che il mio fedele Nikeyla vi abbia illustrato la situazione! –

- Ehm.. veramente non abbiamo capito nulla… -

- Oh, ma non ha importanza, no? Volete qualcosa da bere? Io opterei per un no, se fossi in voi, perchè l’alcool fa male male alla salute… ma il fisico è vostro quindi… Beh, stavamo dicendo? Avete notato come il mercato salga e scenda? Penso che sia colpa del Lombrico che ci ha costruito la tana sotto, continua a muoversi e non sta mai fermo… come si chiamava… -

- Ahakayanakaha II°, signore – suggerì il fedele spiritello.

- Ma che razza di nome è? – domandò Skye, incredulo.

- Beh, sapete, avevamo esaurito tutti i nomi di mostri… non avete presente quanti ce ne sono in giro, ultimamente! Il che è un bene… per voi! –

- Già, almeno c’è un bel po’ di gente che ci paga per ucciderli… -

- Forse questo è il motivo che spinge te, Johan… io cerco la mia Didi… DIDDDDDDIIIIIIII!!!

- Chi? – domandò incuriosito il sommo signore, incurvando graziosamente il capo.

- La ragazza… -

Ma le parole del giovane cacciatore furono interrotte da una donna che, spalancata la porta con un calcio, era entrata, stringendo nella mano destra una pesante ascia bipenne.

- Ops… - commentò lei, notando il disastro da lei causato. – Non è un problema, vero? –

- Figurati, dovrò spendere solo diecimilacinquecento pezzi d’oro per rimettere a posto tutto… un vero scherzetto… - sospirò Jasiel.

- Ahahah! – scoppiò a ridere lei, battendo un pugno sul muro, proprio accanto ad un quadro del celebre artista Frogg O’Ran, famoso per i suoi dipinti che ritraevano rane nelle pose più disparate, che probabilmente era costato più dell’intera casa, e che cadde rovinosamente a terra. – Che ragazzo simpatico! –

- E questa chi è? – domandò Johan, interdetto.

- Ahahaha! Non mi conosci bambino? –

- Se mi chiama bambino un’altra volta la strozzo… -

- Lei è Hladgunnr dei Poggi Ventosi! Sarà la vostra guida nella ricerca dell’Intruso! –

- Noi non abbiamo bisogno di una guida! – esclamò Jo-jo, ancora offeso per la storia del “bambino”.

- Certo che avete bisogno di lei! E’ una Vaelkaira, conosce quei territori come le sue tasche… - sorrise Jasiel, inclinando il capo, con aria divertita.

- Senti HaHldaHkraHnama… -

- Hladgunnr, Skye, Hladgunnr… -

- Stai zitto, Johan, Signore delle Pronunce Perfette – gli mostrò la lingua il ragazzo.

- Ahahaha! Sono abituata al fatto che voi omuncoli non possiate pronunciare il mio nome… apparteneva ad una divinità, un tempo! E’ un nome fiero e orgoglioso! –

- Non oso pensare come qualcuno potesse pregare quella divinità… -

- Beh, ti sei già dimenticato del nome del Vermone? – gli ricordò il compagno di viaggio.

- Comunque alcuni dei miei amici mi chiamano semplicemente Fraye… che nella mia lingua significa “Portatrice di the al limone” –

- E’ uno scherzo, spero… -

- Ahahahaha! Sei intelligente, ragazzo! Fraye vuol dire Portatrice della Luna… -

- Ci sto capendo sempre meno… - scosse il capo Skye, che aveva perso da parecchio il filo del discorso. Jasiel, che si sentiva già un po’ troppo dimenticato, fu lieto di spiegargli… tutto.

- In pratica tu, Skye, Johan e la nostra amica della razza della Vaelkaira, Hladgunnr o Fraye, avete il compito di catturare ed eliminare l’Intruso del piano di sopra… sapete, non è mai piacevole avvistare uno di loro, con la loro stupida aura sbrilluccicante, no? –

I tre nuovi compagni di viaggio si studiarono attentamente. Cacciatori e Vaelkaira non erano mai andati molto d’accordo… incrociavano solo di rado le loro strade… e adesso, per il volere del sommo signore della Capitale del Nulla, loro dovevano viaggiare e combattere insieme, gomito a gomito.

Un vero disastro.

- Allora, quando partite? – domandò poi il sommo, con il chiaro intento di sbatterli fuori di casa.

La partenza fu immediata, in effetti, anche un po’ affrettata. Tempo di riempire di provviste un paio di bisacce e di bere un po’ di vino ed erano già in marcia.

- Quant’è lontano? –

- Non lo so, Skye… -

- Quanto manca? –

- Ho detto che non lo so! –

- Fraye, quanto manca? –

- Parecchio… -

- Parecchio quanto, con esattezza? –

- Parecchio –

- Perché mi tenete sempre all’oscuro su tutto? –

- Illuminarti ti farebbe stare zitto? –

- Neppure un colpo d’ascia in testa lo farebbe stare zitto, Hladgunnr –

- Oh, grandioso… -

- Già. –

- Mi sento un pochino insultato… -

Il sentiero che percorrevano era diverso da quelli del Basso Impero, a nord della capitale. Dolci colline e alte montagne all’orizzonte, il cielo ambrato che accoglieva così la sera. Boschi di pini, pioppi e betulle danzavano seguendo il ritmo del vento. Nubi solitarie solcavano il cielo. Polveri si alzavano dalla strada. Avrebbero fatto tossire chiunque, ma non chi, come loro, era abituato a percorrere su di esse grandi distanze.

- Tra… -

- Non fare quella domanda, Skye! –

- Volevo solo chiedere, mio troppo sospettoso compagno, tra quanto ci saremmo accampati… antipatico… -

- Questo lo devi chiedere alla nostra… guida… -

- Io lo stavo chiedendo a lei, ma mister “egocentrico” si è ficcato in mezzo alla discussione, come al solito…-

- Da quando parli di me in terza persona? –

- Da quando le giraffe sono rosa? –

- Questo che c’entra, scusa? –

- Perché, la tua domanda centrava qualcosa? -  

- Certo! –

- Stareste zitti, voi due! – intervenne Fraye, involontaria spettatrice di quei litigi. – Già mi hanno spedita quassù, un posto che a quelli della mia razza non piace… più con voi due… dovrei tentare di uccidermi… o magari di uccidere voi… -

- Si, si magari un’altra volta… tra quanto ci fermiamo? – sbadigliò Skye.

- Adesso! Guardate, un Riposo del Viaggiatore! – la Vaelkaira indicò con una mano la strana insegna che campeggiava sopra a quella che sembrava una vecchia catapecchia abbandonata.

- Perché dove andiamo noi l’unica accoglienza che ricevi per la notte è quella di qualche lupo affamato? – domandò Johan, incrociando le braccia al petto.

- Fortuna? – tentò Skye con un sorriso.

Il gruppo si avvicinò alla porta della casa. La aprirono. Ed entrarono.

 

TA-DAAAM! Comincia il viaggio dei nostri… ehm… eroi?...

Cosa accadrà? Nulla di buono, o forse no?

Nel prossimo chap un capitolo con una breve digressione… comunemente chiamata falshback.

Un ringraziamento superspeciale a Helen Lance sono contenta che questi due pazzi ti stiano simpatici…

Johan: Pazzi a chi? Beh, magari lui si, ma io certamente no!

Skye: Grazie, amico…

Spero che anche la vecchia Hladgunnr ti stia almeno un pochino simpatica

Hladgunnr: Vecchia a chi?

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** *Cavoli a colazione, cavoli a pranzo e cavoli a cena. ***


Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa

Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa!

Cavoli a colazione, cavoli a pranzo e cavoli a cena.

- Non mi piace questo posto! – si lamentò Skye, appena entrato.

Ed, in effetti, a poche persone sarebbe piaciuto. Tavolacci di legno ricoperti da unto e stoviglie sporche, polvere agli angoli e della terra battuta come pavimento. Decine di avventori si affollavano intorno al bancone, sbraitando per avere una birra, un boccale di vino o qualcosa da mangiare. 

- Ahahahahah! Ogni volta che torno in questo posto mi sento sempre come a casa! –

- Ricordatemi di non andare mai a casa sua… -

- Era un velato insulto, Johan? – ringhiò lei, posando la mano sull’ascia che portava legata dietro alla schiena, mentre gli occhi color ghiaccio si riducevano a due fessure.

- No, ma cosa pensi…? – commentò lui sarcastico.

- Ahahahaha! Allora bene! – si avvicinò al bancone, cominciando come gli altri a strillare per ottenere qualcosa. Qualcosa che aveva il nome di Interiora di porco. Entrambi i Cacciatori avevano la sensazione che quella notte sarebbero andati a letto a digiuni.

Entrò una cameriera, piuttosto belloccia, con un ampio sorriso sul volto e un grande vassoio pieno di birre in equilibrio sulla testa. Era tipico della gente delle colline essere così esibizionista. Dategli una mano e loro si staccheranno un braccio solo per farvi capire che sono migliori di voi.

- Didi! – esclamò Skye, vedendola. Fece per lanciarsi verso di lei, ma Johan lo afferrò in tempo, facendolo volare a terra. – Ahia! Sei catt… esasperato! –

- E io posso ricordarti che nella nostra missione non si parla di molestare cameriere? –

- Ma lei è Didi! –

- E’ possibile che tutte le volte che vedi una ragazza cominci a chiamarla Didi e a pronunciare frasi sconclusionate e scommesse? –

- Quando ho visto Fraye non ho fatto così… - i due si voltano allo stesso tempo verso la Vaelkaira, che stava tirando un pugno ad un povero avventore, per farlo stare zitto. – Però immagino che lei non conti… -

- Credo di no… -

- Jo-jo? –

- Non mi chiamare in quel modo… -

- Tu hai mai visto un Infiltrato? –

- No –

- Ti hanno mai detto che sei un gran chiacchierone? –

- No… -

- Lo immaginavo… -

Johan prende a fissare il vuoto con aria attenta, cercando di estraniarsi dal mondo che lo circonda… come se fosse possibile farlo con un compagno come Skye…

- A cosa pensi? –

- A niente –

- Vuoi sapere a cosa penso io?-

- Tu pensi? –

- Non facevi tanto il sarcastico quando ti ho tirato fuori dalla ragnatela della Signora delle Polveri! –

- Posso ricordarti, Skye, chi tra noi due aveva detto “Guarda, un castello abbandonato, facciamoci un giro, magari troviamo Didi…” –

- Ehm… qualcosa mi dice che non sei stato tu…-

Improvvisamente Hladgunnr scoppiò a ridere, una risata tonante, simile ad un tuono, per poi avvicinarsi a loro, le braccia muscolose cariche di piatti, al cui interno galleggiava una strana pappetta verde, e tre boccali colmi di schiumosa birra.

- Ahahahah! Vi ho portato da magiare! Le Interiora di porco erano finite… - sospiro sollevato dei due – In compenso ho degli ottimi cavoli in umido… -

- Bleah! Più che in umido in bagnato… - commentò Skye, tastando con un dito il cibo che aveva nel piatto, ben poco convinto.

- Sono la specialità della casa, mi ha detto l’oste! E me li avrebbe anche fatti pagare il doppio! Ahahahaha! –

- Perché non mi è piaciuta per niente la risatina finale…?- sospirò Johan.

E, voltandosi verso l’oste, il ragazzo lo vide sussurrare sinistramente a strani individui dall’aria truce.

- Non hai pagato, vero Hladgunnr? –

- Johan, noi Vaelkaira non possiamo toccare l’oro, il metallo che contamina le nostre anime! –

- Meglio, più soldi per noi! – esclamò Skye, con un ampio sorriso soddisfatto.

- Quindi non hai pagato… -

- Mmmm… no –

I tre uomini si avvicinarono a loro. Li riconobbero come Vik’ng, una delle tante popolazioni del nord. Lunghe barbe, elmi con le corna, anche per questo girava la voce che le loro donne fossero poco fedeli, e pesanti mazze ferrate in mano. Pronti alla battaglia.

- Voi pagare! – esclamò uno, che probabilmente era il capo. I Vik’ng parlavano un’altra lingua, meno complessa e più ricca di grugniti e gesti.

Ah, dimenticavo di dire una cosa. Se i Cacciatori e le Vaelkaira non si amano, i Vik’ng e le Vaelkaira si detestano con tutto il loro cuore guerriero e guerreggiante. Forse è proprio perché sono così simili che si sopportano così poco.

- Ahahahaha! Noi non ascoltiamo le parole di luridi avanzi della stiva di una nave fantasma come voi! –

- Hanno fantasia con gli insulti… - commentò Skye, inclinando lievemente il capo.

- Voi pagare o morire, ratti di fogne abbandonate di Fael’Sthorm! –

Se vi chiedete cosa sia Fael’Sthorm non è un problema. Se lo chiedono tutti. Ogni tanto i Vik’ng lo tirano fuori, ma si pensa che neppure loro sappiano bene di cosa si tratti.

- Come osate, schifosi… -

Ma non ebbe tempo di finire la frase, poiché una pesante mazza ferrata si abbatté con uno schianto sul tavolo, distruggendo e facendo cadere a terra tutto ciò che vi era posato sopra. Piatti compresi. Si sentì l’oste singhiozzare. Si stava pentendo di aver chiesto quel genere di favore ai Vik’ng.

Al che Hladgunnr, sentendosi offesa nel profondo, estraesse la sua ascia, brandendola minacciosamente.

Johan portò una mano alla spada, indeciso se sfoderarla o no.

Skye, invece, guardava quasi con malinconia la pappetta verde sparsa a terra. Ora che la fame si stava facendo sentire non sembrava più tanto disgustosa.

La battaglia… cioè, la rissa, stava per cominciare.

La porta si spalancò e da essa entrò un giovane, che portava drappeggiato sulle spalle un mantello color porpora. I capelli, dello stesso colore, erano piuttosto corti, ma la cosa che lo rese veramente interessante, fu l’arpa che stringeva con grazia in mano, il flauto che portava legato al collo con uno spago e il liuto. O almeno, la custodia del liuto che era assicurata alle sue esili spalle. In molti cedettero che fosse una visione dettata dall’alcool. E le persone sobrie cominciarono a chiedersi se il solo guardare ubriachi non facesse ubriacare anche loro. Beh, un po’ di motivi per essere così stupiti ce li avevano. Dopotutto non si vedeva un bardo in quel Riposo del Viaggiatore da… anni! Perché proprio un bardo era quello strano tipo.

- Salve avventori, salve o propensi ai viaggi signori, son qui per allietarvi, non per annoiarvi, rider vi farò e magari commuovere un po’… io sono… -

L’improvviso e inconfondibile rumore di un’ascia che si abbatte su un tavolo di legno distrasse i presenti.

- Fa silenzio, non vedi che noi siamo occupati! –

- Non volevo disturbare, solo con la mia musica voi allietare… -

- Mi sono sempre chiesto perché parlino in rima… -

- A me sembrano un po’ suonati… -

- Come te, Skye? –

- Io non parlo in rima! –

- Infatti parlo del suonati… -

- Ah- ah, molto spiritoso… -

- Lo so –

- Quando fai così non ti sopporto… -

- Penso che io non ti sopporto mai… -

- Sei crudele! –

- E voi due la piantate di litigare e venite a darmi una mano con questi Vik’ng? -  ringhiò Fraye.

- Io una mano vi darei, se poi ascoltaste i canti miei! –

- Ma sei un bardo bardo? –

- No, Skye, è un bardo bardo bardo, non te ne eri accorto…? –

- Certo un bardo io son, e vi narrerò ciò che lor signori vogliòn! –

- Sileeeeeenzio! – urlò uno dei Vik’ng, calando con rapidità la mazza verso la Vaelkaira, che parò il possente colpo con la sua fida ascia.

- Il mio povero locale… cento monete d’oro a chi li ferma! –

- Io non vivo solo d’arte, se vi aiuto vorrei ben la mia parte! – sorrise, estraendo dalla sua custodia il liuto. Suonò solo alcune note, poi, con una luce verde, dal nulla comparve un grosso gatto, dai lunghi denti che sfioravano il suolo e un corno a spirale sulla fronte. Emise un potente ruggito, sfoderando gli artigli. Tutti spalancarono gli occhi, smettendo di azzuffarsi, mentre gli altri avventori, quelli abbastanza sobri da reggersi in piedi, si allontanavano in fretta verso le stanze. L’oste lanciò un urlo angosciato. Prima quella selvaggia, poi Vik’ng e adesso un bardo evocatore! Volevano per caso distruggergli la locanda?

- Ecco fatto, si son fermati, ora vorrei i miei soldi contati! –

I Tre Vik’ng, ben poco convinti, continuavano a fissare il gatto che soffiava minaccioso. Poi il loro capo mormorò qualche parola nella loro fredda e gutturale lingua.

- Questa volta voi salvi, ma prossima no – ringhiò, allontanandosi in fretta, seguito dai suoi compari.

- Si scappate! Siamo stati dei grandi, vero? –

- Skye, non abbiamo fatto niente… -

- Non è incredibile? La nostra sola presenza serve a calmare gli animi! –

- Tu? Calmare gli animi? –

- Già! –

- Son felice, son contento, ma voglio ora il mio compenso –

- Scordatelo! Quel tuo gattaccio per poco non mi distrugge la locanda! –

Il bardo guardò la creatura da lui evocata. Con un paio di note quello fu di nuovo avvolto da una luce candida e scomparve. – Ora è andato, il pericolo è scampato! –

- Però, niente male l’amico… -

- Magari scriverà un poema su di noi! Non sarebbe bellissimo! –

- E come lo intitolerebbe? Un idiota e un prode cavaliere? –

- Johan, sono commosso! Davvero mi ritieni un prode cavaliere? –

- Non rispondo, è meglio… -

La Vaelkaira si sedette pesantemente su una delle sedie lasciate libere da coloro che erano scappati.

- Che giornata faticosa… ho proprio bisogno di una bella dormita! –

- Concordo! – Sbadigliò Skye, ancora affamato, che sperava che la colazione, da quelle parti, fosse migliore della cena.

I tre salirono al piano di sopra, accompagnati dal litigio in rima tra il bardo ed il padrone della locanda.

 

TA-DAAAM!

Eccomi qui! Devo dire che questa fic mi sta prendendo molto, sono piena di idee! Spero che vi piaccia, comunque! Devo dire che i Vik’ng mi stano troppo simpatici!

Fraye: Tsk Tsk, sono esseri inferiori… e se ti stanno simpatici sei inferiore anche tu!

A volte questa donna mi lascia senza parole… ma immagino che tutti voi vi starete chiedendo che cosa c’entra questa fic con il sovrannaturale…? Heheheh… aspettate e lo scoprirete!

Skye: Ho paura quando ride così…

So che avevo predetto una digressione o flashback… ma poi ho aggiunto l’episodio del bardo (Per chi conosce il gioco, sto giocando a Bard’s Tales per l’Xbox, lì si invocano proprio così i mostri…) e allora il flashback si è sposato nel chap successivo…

Un ringraziamento superspeciale a kannuki! Si, temo che per il quarto capitolo si uccideranno… oh beh, ne prenderò altri due!

Johan: E’ bello sentirsi fondamentali e importanti…

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** *Venti più venti uguale Tempesta! ***


Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa

 

Se solo tu fossi qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa!

Venti più venti uguale tempesta

- Svegliatevi, creature della notte! – urlò improvvisamente Skye, saltando per l’unica stanza libera che avevano trovato, e che divideva sia con Johan che con Hladgunnr, che stavano dormendo tranquilli, fino a cinque minuti prima.

- Stai zitto, razza d’idiota! Non è neppure l’alba! E io non sono una creatura della notte, quindi, adesso lasciaci dormire! – esclamò il primo, con la voce impastata di sonno e gli occhi semichiusi. La Vaelkaira non si prese neppure il disturbo di rispondere, limitandosi a ficcare la testa sotto al cuscino si piume.

Il giovane cacciatore sbuffò. Avrebbe detto loro che con il suo “creature della notte” intendeva i cinque vampiri che con passo felpato si aggiravano intorno alla locanda, confabulando sinistramente, se non si fossero addormentati prima. Aguzzò la vista. Chissà che volevano, ma soprattutto, chissà perché se ne stavano fuori all’aperto quando la locanda, aperta a qualsiasi ora, poteva accoglierli con un bel fuocherello caldo e un bicchiere di buon vino invecchiato.

Oh beh, peggio per loro. A lui la cosa non doveva interessare.

Cioè, se quei vampiri avevano una qualche ragione per starsene fuori al freddo buon per loro.

Perché sono così maledettamente curioso? Si domandò infine, sgattaiolando fuori dalla camera, silenzioso come un gatto.

Il piano inferiore era ancora proprio come lo avevano lasciato, tavolo distrutto e zuppa versata a terra compresi. Probabilmente sarebbe stato ancora in quello stato al loro ritorno.

Il bardo vestito di rosse era seduto con aria offesa e le gambe incrociate su un tavolo, gli strumenti in bella mostra davanti a lui e nessuno che gli rivolgeva anche il minimo sguardo. Doveva essere piuttosto depresso.

La parte buona della sua anima gli diceva di andargli vicino e scambiare qualche parola con lui… l’altra di andarsi a bere qualcosa al bancone e magari a farsi una chiacchierata con l’oste. Secondo voi quale ascoltò?

- Ehilà, mi daresti qualcosa di decente da bere? – sorrise Skye, appoggiando i gomiti al tavolaccio di legno che fungeva da bancone, facendo ben attenzione ad evitare le chiazze di unto.

Il locandiere rispose con un grugnito, posandogli davanti un boccale di birra, che fu costretto dalle sue truci occhiate a pagare con una moneta d’argento. Un furto, d’accordo, ma loro avevano distrutto la buona metà del suo locale in meno di dieci minuti…

- Ha pagato il bardo? Dall’espressione che si ritrova direi proprio di no… - cercò di rompere il silenzio lui.

- Cosa? Certo che l’ho pagato, eccome. Trecento monete d’oro… - ringhiò, passando uno straccio quasi più lurido del bancone su di un piatto. Skye si ripromise di non magiare più niente in quel luogo.

- Trecento? Ma non ne aveva offerte cento soltanto?

- Cento che avevo offerto io e duecento per il disturbo! – esclamò furioso, allontanandosi da lui. Gli bruciava essersi fatto fregare in quel modo da un ragazzino vestito di rosso. Probabilmente si era dimenticato che tutti i bardi, menestrelli, cantastorie o trovatori che si facessero chiamare erano anche eccellenti ladri, truffatori e tagliaborse. Però quello doveva essere notevole. Ci avrebbe fatto volentieri una chiacchierata.

Abbandonando il bicchiere, un po’ disgustato dall’igiene, si avvicinò al giovane rossovestito.

- Salve, sei il bardo? -

- No, è un errore, sto vendendo strumenti porta a porta, mio signore… -

- Sei molto sarcastico, mi ricordi un amico… - sospirò, pensando ad uno dei due che ancora dormiva sonoramente al piano di sopra. – Hai viaggiato molto, vero? –

- Da cosa l’hai capito? Forse non sei del tutto rimbambito… -

- Il mio nome è Skye e tu? –

- Skarlett… -

- Skarlett… ma non è un nome un po’ da… femmina…? –

- Meglio un nome da femmina avere che un comportamento da femmina tenere… -

- Strozzare un bardo, che tu sappia, è reato? –

- Certo, certo, ho controllato! –

- odio questa cosa del parlare in rima… -

- E pensi forse che per me sia piacevole? Mala causa è una maledizione assai disdicevole! –

- Si, si, molto interessante – sbadigliò Skye – Ma volevo chiederti se nei tuoi viaggi hai incontrato una ragazza di nome Didi… alta, carina, capelli castani, occhi uguale… -

- Quanti occhi, tu hai detto, amico, collega o forse reietto? –

- Quest’ultima rima faceva schifo… ma che razza di domanda è, ne aveva due, era umana! U-M-A-N-A! –

- Di Umane carine il nostro mondo è pieno, ne troverai un’altra in un baleno…-

- Ma io cerco proprio lei… avanti, si chiamava Didi… e… -

- Che cosa a lei ti legò? Puoi dirlo o forse no? –

- E’ una lunga storia… -

- Il tempo non ci manca e piena abbiam la pancia –

- Che cosa significa quest’ultima frase, scusa? No, non mi importa… e va bene, hai vinto, ti racconterò di come ho conosciuto Didi… però ti sto facendo un favore e se racconti qualcosa a qualcuno ti strozzo! –

- No, non ti devi preoccupare, muto come una tomba saprò restare –

- Bene, allora cominciamo – ovvio è che si era completamente dimenticato dei cinque vampiri.

 

- E’ mio! –

- No, è mio! –

- Guarda un serpente! –

- Che schifo, dove? –

- Scema, scema! – esclamò il bambino, agguantando il foglio sporco di terra e strappato in più punti, per poi correre via.

- Imbroglione, ridammelo… -

 

- Che bambino delizioso anche se un po’… -

- Non- interrompermi! –

- Chiedo scusa e perdono, ma il tuo carattere non è certo un bel dono… -

 

- Skye, ridammi la Mappa! –

- No, l’hai persa di vista e adesso è mia! –

- Da quando esiste questa regola?-

- Da adesso Vjek! –

I due bambini si guardarono con aria di sfida, immersi fino alle caviglie nel denso fango che si formava per le strade di Marozia dopo una pioggia piuttosto forte come quella della notte precedente.

Perché litigavano? Per la “mappa”quel semplice foglio di carta rinvenuto da Vjek e poi passato in mano a Skye.

Corsero per qualche minuto in cerchio, con il più piccolo che con le lunghe gambe esili sfuggiva sempre al più grande. Sfortunatamente Skye inciampò, finendo lungo disteso nel fango. La mappa gli sfuggì di mano per finire proprio ai piedi di un paio di severe dame che accompagnavano una ragazzina dall’aria nobile a fare una passeggiata…

- Che cos’è? – domandò lei, incuriosita, chinandosi per raccogliere il foglio di carta.

- Non lo tocchi, signorina, potrebbe portare malattie! – esclamò una, preoccupata.

- Ehi, lasciala subito, quella è mia! – si intromise il bambino.

- No, è mia, razza di ladro! – Vjek gli tirò un piccolo pugno in testa.

- Allontanatevi subito, razza di maleducati! Non infastidite la signorina! –

- Ciao, mi ridaresti la mia mappa? –

- Skye, quella è la mia mappa! –

- Tu chi sei? – domandò invece la ragazzina, stringendo al petto il foglio ruvido.

- Skye e lui è Vjek. Adesso mi ridai la mappa? –

- Signorina, non dovrebbe conversare con… -

- Io sono Adjen, ma tutti mi chiamano Didi. Facciamo così, io ti do il mio fazzoletto e mi tengo la mappa. Così, quando e se ci rincontreremo ci riscambieremo questi pegni d’amore… -

- Signorina! –

Skye sbuffò sonoramente. – D’accordo, d’accordo! –

- Bene, allora addio mio cavaliere! – sorrise, allontanandosi con un sorriso malizioso.

- Ma sei scemo, quel foglio ci avrebbe potuto far diventare ricchi! – esclamò l’altro.

- Oh, dai, tanto domani la rivedo, abiterà qui da qualche parte… -

Ma mi sbagliavo…

 

- Non capisco il termine di questa favola sconclusionata, dov’era alfine la fanciulla nata? –

- Non ne ho idea, non l’ho mai più rivista. Per questo la cerco. Quella mappa è molto importante… e mi renderà tanto ricco quanto bello! –

- Allora con ogni probabilità, il tesoro solo una moneta di bronzo sarà… -

- Molto molto spiritoso Skarlett… - incrociò le braccia al petto. – Piuttosto tu, come hai fatto ad essere così bravo con l’evocazione? L’ultima volta che ho controllato era parecchio complicato… -

- Oh, ancora lo è, controllare quei mostri non è affatto facile, è il perché. –

- Sai, noi stiamo andando a caccia di un Intruso… tu hai tanti soldi e sei bravo a combattere… ti va di unirti a noi? –

- Combattere con voi? Essere compagni noi? – sorrise, divertito. – ne sarei onorato e sono anche un po’ emozionato! –

- Oh, non ti preoccupare… vedrai che Johan e Fraye saranno d’accordo con me! Tutti i grandi eroi dovrebbero essere accompagnati da menestrelli o bardi… altrimenti chi racconterebbe le loro imprese? –

 

- Tu hai fatto cosa, Skye? –

- Niente… a parte aggiungere un componente al nostro gruppo… -

- E ti sembra un “niente”??

- Jo- jo, se urli così  ti verrà l’ulcera… -

- NON STO URLANDO! –

- Giusto, Jasiel non ti sente, non lo si può ancora definire urlare… -

- Quel menestrello… -

- Skarlett… -

- Si, Skarlett… ma non è un nome da femmina? –

- Esatto, ma non farglielo pesare troppo…. –

- Potrebbe essere un nemico! -

- E da quando i nemici assumono pazzi che parlano in rima? –

- Anche tu ammetti che è pazzo! –

- Nel senso buono… -

- Esiste un senso buono nella parola “pazzo”? -

- … si? –

Hladgunnr si avvicina con aria fosca e passo rapidi ai due litiganti. Dietro a lei, con un’espressione stranamente soddisfatta, viene il bardo vestito di rosso.

- Salve amici, io e la valente guerriera parlato abbiamo, ma il percorso insieme decidere dobbiamo! –

- Non riesco a capirlo! Per ogni frase devo rimettere a posto tutto! Non puoi parlare in modo normale? –

- Questo è il mio normal modo, signora, ma che io sono afflitto da una maledizione lei ignora… -

- Non ti C-A-P-I-S-C-O! – fece la Vaelkaira, scuotendo il capo.

- Non è importante capirci… andiamo, e, Skarlett, benvenuto nel gruppo… tanto immagino che non accetterai di rimanere qui, vero? – sospirò Johan.

Lui scosse il capo, con un sorriso.

- Allora si parte, compagni d’arte? –

Tutti annuirono, dirigendosi verso la porta. Solo Skye si fermò per un attimo, prima di uscire.

- Eppure ero certo di dovervi dire qualcosa… -

 

Grassie dei commenti! Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie! Anche loro vi ringraziano!

Skye: Abbiamo un nome, uffa!

E quale sarebbe?

Skye: Come se non lo sapessi…

Come se è il nome o il cognome?

Skye: Un’altra battuta del genere e potrei seriamente pensare all’ipotesi del suicidio…

Skarlett: Amico mio, così colto non ti facevo, io!

E’ una sorpresa per molti!

 

Kannuki Graaaaaazie! Concordo con te… W le fic originali! Però dimmi la verità… sei una veggente!

 

 

Shaida Black Un immenso grazie anche a te! Sono troppo felice! E io che pensavo che questa fic fosse troppo “strana” per piacere a qualcuno…

Skye: Si, si, come se ci fregasse qualcosa di quello che blateri

Non fare così solo perché ha detto che sei il migliore…

Skye: Però è la verità…

Johan: Si, come no…

Skye: Bell’amico del cavolo…

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