Becoming Heroes

di Schmetterlinge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Whatever it takes ***
Capitolo 2: *** Il prossimo ***
Capitolo 3: *** Pilastro ***
Capitolo 4: *** Insieme ***
Capitolo 5: *** Midoriya o Deku? ***
Capitolo 6: *** Resta ***
Capitolo 7: *** Rivoglio quel sorriso ***
Capitolo 8: *** Found him ***
Capitolo 9: *** Scontro ***
Capitolo 10: *** Finalmente ***
Capitolo 11: *** Come back to me ***
Capitolo 12: *** Che lo vogliate o no ***



Capitolo 1
*** Whatever it takes ***


Ochako ispirò profondamente, schiudendo le palpebre e reclinando il capo all’indietro; nonostante si stesse allenando fino allo sfinimento, sapeva non essere ancora abbastanza.

 

 

Doveva fare di più.

 

Molto di più.

 

 

Lo doveva alla sua famiglia.

 

Lo doveva a Deku e al resto della classe.

 

Ma soprattutto a se stessa.

 

 

 

 

A quella bambina tanto dolce 

 

quanto timida e insicura 

 

che si era spesso ritrovata ad osservare allo specchio.

 

 

 

Perché la verità era che non avrebbe mai tollerato l’idea di essere di meno.

 

 

 

Meno delle ragazze.

 

 Meno di Deku, Bakugo, Todoroki e Lida.

 

Meno degli altri.

 

 

 

“Hai intenzione di ammazzarti?”

 

 

 

Impossibile non riconoscere quella voce.

 

 

 

Bakugo era accostato allo stipite della porta, le braccia conserte e un’espressione apparentemente indecifrabile in volto.

 

 

 

    Nonostante facesse di tutto per mostrarsi impassibile pareva impensierito.

 

 

 

 

“E’ solo un allenamento.”

 

 

Un sorriso abbozzato a metà, un’occhiata furtiva prima di dargli le spalle e raccogliere la felpa.

 

“Hai intenzione di mettermi ancora i bastoni tra le ruote?”

 

“…”

 

In quel momento fu certa di aver smesso di respirare; lo fissò interrogativa, quasi a volersi assicurare di aver inteso bene.

 

“Il match al torneo sportivo.”

 

 

 

 

Che Bakugo si stesse, a suo modo, complimentando?

 

 

 

 

“Sei riuscita a mettermi alle strette, non l’avrei mai detto Uraraka,”

 

“…”

 

Sorrise la ragazza dal viso tondeggiante, apprestandosi a spostarsi nella sala vicino quando gli si fermò accanto.

 

 

 

Spalla contro spalla

 

 

 

Non provarci mai più.”

 

Un tono che non ammetteva repliche.

 

“Ti ci dovrai abituare.”


Un tempo non si sarebbe mai azzardata a tenergli testa ma, da quando avevano lottato l’uno contro l’altra, tutto era cambiato.

 

 

 

Bakugo, per nulla incline a complimenti, l’aveva definita temibile.

 

Forte.

 

Tutto fuorché fragile.

 

 

 

Si allontanò senza fretta, consapevole di avere il suo sguardo ancora addosso, nonché quello di Deku, Lida e Todoroki poco distanti; non appena andò loro incontro rivolse una rapida occhiata al suo idolo indiscusso.

 

“Sicura di star bene?”

 

“Certo.”

 

Un sorriso a illuminarle il volto paffutello.

 

“Non starai esagerando?”

 

Deku la scrutava preoccupato, il volto contratto in una smorfia al pari di quello di Lida; Todoroki le si era avvicinato senza pronunciare parola alcuna.



 

Con lui bastava uno sguardo 

 

 

“Niente musi lunghi, sto bene, davvero.”

 

Si mise la felpa, sistemandosi i capelli; aveva tagli e graffi ovunque, il colorito pallido e smorto, gli occhi solcati ma, nonostante ciò, rimaneva bellissima.

 

“Vi raggiungo a minuti.”

 

“Ma …”

 

“Promesso.”

 

Li superò con apparente indifferenza, fingendo una rassicurazione non propria, mentre sentiva il cuore esploderle in petto.

 

Avrebbe fatto di tutto per essere degna di loro e diventare un supporto di cui non poter fare a meno.

 

 

 

 

 Indispensabile quanto l’aria.

 

 Letale quanto fuoco e acqua.

 

A qualunque costo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho scoperto da poco Hero Academy (lo so, arrivo sempre tardi) e me ne sono innamorata!

Bella la trama, fantastici i personaggi, ognuno con la propria indiscussa personalità!

Una raccolta di momenti (anche rivisitati) di un manga amatissimo, capace di far sognare grandi e piccini!

Grazie a chiunque vorrà dedicare il proprio tempo alla lettura di queste stories!

Schmetterlinge 

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Capitolo 2
*** Il prossimo ***


L’eroe che il mondo aspetta già

 

 

 

 

Il volto pallido e smorto.

 

Gli occhi solcati.

 

Le membra lacerate e il respiro affannato.

 

 

 

 

L’aria stanca, 

 

di chi ha dato tutto.

 

 

 

 

L’indice rivolto alle telecamere.

 

 

 

 

 

Quattro parole.

 

 

 

“Il prossimo sei tu.”

 

 

 

 

Quattro parole soltanto.

 

 

 

 

Le labbra si schiudono, il cuore accelera mentre mi sento morire.

 

 

 

 

 

Non doveva andare così.

 

 

 

 

“All Might …”

 

 

 

Perché?

 

 

 

 

Mi lascio cadere malamente a terra, un groppo in gola e l’angoscia nel cuore.

 

 

 

 

 

Ora tocca a te.

 

 

 

 

 

Non mi ero mai sentito così impotente, così inutile.

 

“All Might…”

 

 

 

 

L’era del più grande degli eroi era giunta al termine.

 

 

 

 

“Ti prego, no …”

 

Un pugno nello stomaco.

 

Uno schiaffo in pieno volto.

 

 

 

 

 

Ora tocca a te,

 

Deku.

 

 

 

 
















 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanta tristezza in quell’episodio dell’anime …

Non aggiungo altro, spero che questa brevissima one shot vi sia piaciuta e ringrazio già chiunque vorrà soffermarsi su questa raccolta!

Alla prossima e buon fine settimana! ;-)

Schmetterlinge

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Capitolo 3
*** Pilastro ***


Stringo i denti, il fiato corto e la rabbia in corpo.

 

 

 

 

 

Che diavolo stava succedendo?

 

 

 

“Non riesco …”

 

Deku sembrava in preda al delirio ed io non avevo la benché minima idea di come fermarlo.

 

 

 

Ti prego

 

 

 

I suo quirk stava scaturendo violento e, se non avessi fatto qualcosa, sarebbero stati guai.

 

 

 

 

Ti prego

 

 

 

“Cerca di calmarti, Deku!”

 

Ognuno di noi bramava dalla voglia di portare a casa il match ma non a quelle condizioni.

 

“Non …”

 

Iniziavo ad arrancare, investita da quella forza tanto spaventosa, quando i miei occhi incontrarono quelli di Shinso e allora capii.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lida e Todoroki osservavano la scena impietriti, accanto a un Bakugo altrettanto serioso, così come il resto della classe.

 

“Sono impazziti?”

 

“Qualcosa non va.”

 

Tsuyu aveva portato una mano alla bocca nel vedere Uraraka in quelle condizioni.

 

 

 

 

Sul punto di essere spazzata via da un momento all’altro

 

 

 

 

“Qualcuno fermi il match!”

 

Peccato che né All Might né il resto degli insegnanti sembrasse propenso ad intervenire, nonostante i loro volti dicessero tutt’altro.

 

“Aspettate.”

 

Il Professor Aizawa aveva schiuso le labbra, il tono pacato e teso.

 

“Uraraka …”

 

Lida strinse i pugni nel fissare lo schermo, smanioso di correre da lei e Deku.

 

 

 

 

Avrebbe voluto raggiungerli e invece …

 

 

 

 

“Finirà male se …”

 

“…”

 

Todoroki rivolse lo sguardo al monitor, i muscoli del volto contratti in una smorfia, quando sentì Bakugo poggiarsi alla parete accanto, inquieto.

 

“Dannazione.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

Il vento iniziò a calare quando tornai a specchiarmi negli occhi di Shinso.

 

 

 

 

Era bastato uno sguardo

 

 

 

 

Non avrei potuto contare su un alleato migliore.

 

 

 

Un solo sguardo 

perché accogliesse la mia tacita richiesta 

 

 

 

 

 

“Uraraka …”

 

 

 

Brainwashing

 

 

 

 

“Spero di non averti schiaffeggiato con troppa foga.”

 

Sorrisi nel vedere Deku scrutarmi con lo stupore di un bambino a cui hanno appena regalato le caramelle.

 

“Sei ferita.”

 

“No …”

 

“E’ stata colpa mia.”

 

“Può succedere …”

 

“Sei ferita per colpa mia.”

 

“L’importante è che tu adesso stia bene.”

 

“Mi dispiace …”

 

Lo sentii carezzarmi il fianco, ancora sospesi in aria, mentre mi scrutava allarmato.

 

“Come …?”

 

“Shinso ha dato una mano.”

 

Ci osservammo consapevoli, Shinso non molto distante e un sorriso raggiante sulle labbra.

 

 

 

 

E pensare 

che avremmo dovuto combattere l’uno contro l’altro

 

 

 

 

 

 

“Allora …”

 

Mi alzai lentamente mentre Shinso faceva lo stesso.

 

“State bene, ragazzi?”

 

Deku sorrise, i capelli scompigliati e l’aria di chi la sa lunga.

 

“Riprendiamo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi stiracchiai malamente quando mi sentii travolgere da Tsuyu, i grandi occhioni lucidi e un visino imbronciato.

 

“State bene?”

 

“Ne dubitavi?”

 

Le scompigliai la lunga chioma, non potendo fare a meno di sorriderle; si preoccupava sempre troppo.

 

“Uraraka.”

 

“…”

 

Osservai Lida e Todoroki fissarmi con aria assorta, quasi volessero dirmi qualcosa che faticavo anche solo a immaginare; Bakugo mi scrutava non molto distante, lasciando correre lo sguardo da me a Deku.

 

“Ci avete fatto preoccupare.”

 

Con lo scorrere del tempo eravamo diventati una famiglia ed io non avrei potuto essere più lieta; ognuno di noi avrebbe dato la vita per l’altro, senza esitazione alcuna.

 

 

 

 

Eravamo disposti a sacrificare ogni parte di noi stessi

 

 

 

 

 

Mi dispiace.”

 

Deku aveva assunto un’espressione contrita, colto nel segno.

 

“Mi dispiace molto.”

 

 

 

 

Non gli avrei permesso di commiserarsi fino alla fine dei suoi giorni.

 

 

 

 

“Si è risolto tutto per il meglio, questo è l’importante.”

 

Mostrai uno dei miei sorrisi migliori, incrociando le mani dietro la schiena.

 

“Dopotutto, anche gli eroi qualche volta hanno bisogno di aiuto, giusto?”

 

Avrei ricordato le espressioni di Lida e Todoroki per molto tempo, per non parlare di Deku e Bakugo, senza parole.

 

 

 

Un evento unico

 

 

 

Rivolsi lo sguardo al cielo, la divisa strappata, tagli e solchi che poco si addicevano al mio incarnato ed un’indescrivibile gioia nel cuore.

 

 

 

Se loro fossero diventati il pilastro portante per l’umanità,

 

Io sarei diventata il loro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






 

Non vedo l’ora che quei capitoli del manga vengano rappresentati anche nell’anime (manca poco, ormai ci siamo ^.^)

Credo si sia capito ma ho un debole per Uraraka, determinata e caparbia, tenace e sempre pronta a spingersi oltre i propri limiti (che è ciò che poi accomuna - più meno -  anche tutti gli altri protagonisti della storia).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi piacerebbe molto poter sentire qualche opinione a riguardo, sono le prime volte che scrivo di Hero Academia ;-)

Alla prossima!

Schmetterlinge 

 

 

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Capitolo 4
*** Insieme ***


Macerie e desolazione ovunque.

 

 

 

 

 

La città era stata rasa al suolo, l’aria si era fatta irrespirabile e il cielo aveva assunto il color del mare in tempesta.

 

 

 

Uno spettacolo apocalittico

 

 

 

 

Todoroki tossì violento contro il terriccio duro in un disperato tentativo di incamerare ossigeno quando il suo pensiero andò a lui.

 

 

 

 

A lui soltanto

 

 

 

 

“Midoriya!”

 

Gli bastò sollevare il mento per scorgere l’amico steso poco più in là, accanto a un Bakugo altrettanto malconcio.

 

“Dannazione …”

 

Fu disumano lo sforzo per trascinarsi verso colui di cui non avrebbe più potuto fare a meno.

 

 

 

 

Colui che gli aveva aperto gli occhi, spronandolo a diventare il migliore degli eroi.

 

 

 

 

“Non …”

 

 

 

Avrebbe dato la vita per quel ragazzo dall’animo gentile

 

 

 

 

Strinse i denti nel vedere le condizioni in cui versava; quanto avrebbe voluto farsi carico di quella sofferenza.

 

“Midoriya!”

 

Nonostante avessero dato il massimo, non era stato abbastanza e non era ancora finita; come potevano sperare di vincere?

 

“Tod- …”

 

 

 

Stava riprendendo conoscenza 

 

 

 

 

Il rossiccio dovette soffocare un gemito non appena si specchiò in quei profondi occhioni verdi, lieto non fosse troppo tardi.

 

“Non muoverti, non sei in condizioni.”

 

“…”

 

Peccato solo che Mydoria non fosse mai stato incline a ubbidire; si mise a sedere, una mano intorno alla vita, il respiro corto e affannato.

 

“Stai bene?”

 

“Dovrei essere io a chiedertelo.”

 

“Dateci un taglio, voi due.”

 

Voce rauca e profonda, risentita e dal tono irascibile.

 

 

 

 

Inequivocabile

 

 

 

 

“Bakugo, come ti senti?”

 

“Sopravviverò, se è questo che intendi.”

 

Deku sorrise; dopotutto, cosa avrebbe potuto aspettarsi da Kacchan?

 

“Dobbiamo ritirarci, almeno per il momento.”

 

“Non ce lo permetteranno mai.”

 

 

 

Un’amara verità 

 

 

 

 

Avrebbero potuto conversare per ore ma le circostanze diedero freno a quel momento di quiete tanto ingannevole e illusorio.

 

La terrà iniziò a tremare.

 

 

Il vento a fischiare violento.

 

 

Il cielo a farsi carico di nubi e l’aria irrespirabile.

 

 

 

“Stanno tornando.”

 

“Già..”

 

Si misero uno accanto all’altra, spalla contro spalla come erano sempre stati soliti fare, nonostante i dolori in corpo e la testa pesante.

 

“Non ne usciremo vivi, lo sapete vero?”

 

“Parla per te, faccia a metà.”

 

Tempo addietro si erano fatti una promessa, anche se non esplicitamente; qualunque cosa fosse accaduta, nessuno di loro avrebbe mai abbandonato l’altro.

 

 

 

 

Questo significava essere una famiglia 

e loro

avrebbe protetto e custodito quella famiglia ad ogni costo

 

 

 

 

“Pronti?”

 

Todoroki strinse i pugni, la rabbia in corpo.

 

 

 

 

Non poteva finire così, non l’avrebbe permesso.

 

 

 

 

Bakugo sorrise, lo sguardo fisso davanti a sé.

 

 

 

 

Ci voleva ben altro per metterlo da parte

 

 

 

 

Deku scrutò i suoi inseparabili alleati, un macigno all’altezza del cuore.

 

“Insieme?”

 

Una risata appena accennata.

 

“Sempre.”

 

 

 

Fino alla fine

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Midoriya o Deku? ***


“Midoriya!”

 

Lida mi si fermò poco distante, i palmi sulle ginocchia e il fiatone in gola.

 

“Nervoso?”

 

“Abbastanza.”

 

Sorrisi appena, chiedendomi se sarei stato all’altezza delle aspettative, quando scorsi due meravigliosi occhioni da cerbiatto.

 

“Ragazzi!”

 

Ochako mi corse incontro euforica; la sua allegria era a dir poco contagiosa.

 

“Tra poco si comincia!”

 

Mi scrutò attenta, avvicinandosi pericolosamente al mio volto.

 

“Tutto bene Deku?”

 

“Cr-credo di si…”

 

Lida ci osservò incerto, un sopracciglio alzato.

 

Deku?

 

“Lunga storia.”

 

“Pensavo che il tuo nome fosse Midoriya.”

 

“Infatti lo è.”

 

Non volevo soffermarmi sul perchè non amassi farmi chiamare Deku - non con Uraraka - troppi ricordi.

 

“Io trovo che Deku sia un bel soprannome.”

 

Smisi di respirare al suono di quelle parole, specchiandomi negli occhi di Ochako ancor prima di rendermene conto; mi guardava dolce.

 

“Colui che tutto può.”

 

Iniziò a ridere, schiacciandomi l’occhiolino.

 

“O quasi.”

 

Per la prima volta dopo anni rividi quel nomignolo sotto una luce differente e solo grazie a lei.

 

“Dimostrerai a tutti quello di cui sei capace, giusto Deku?”

 

Abbassai il mento, un flebile sorriso sulle labbra mentre mi sforzavo di ignorare l’espressione esilarante di Lida a cui avevo disperatamente stressato l’anima fino a poco fa.

 

“Però non voglio obbligarti …”

 

“Deku è perfetto!”

 

Lida era già impallidito mentre Ochako aveva battuto le mani in segno di vittoria.

 

“Allora è deciso, potrò chiamarti Deku.”

 

Dovevo avere un’espressione inebetita ma poco importava ormai.

 

 

Avrei fatto di tutto per preservare quel sorriso

 

 

“Ci vediamo dentro, ragazzi.”

 

Non ebbi il coraggio di ribattere, mi limitai solo ad un’alzata di mano.

 

“A dopo.”

 

Seguì un silenzio lungo e singolare, anche se potevo solo immaginare quali potessero essere i pensieri di Lida.

 

“Non una parola, ti prego.”

 

“Io non ho ancora aperto bocca.”

 

“Grazie.”

 

Si limitò a fissarmi con aria sconsolata, sul punto di prorompere in uno sghignazzo pronunciato mentre io fingevo di non capire.

 

“Ah, le donne …”

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Capitolo 6
*** Resta ***


“Qualcuno ha visto Ochako?”

 

Lida e Tsuyu si scambiarono uno sguardo eloquente, gli occhi stanchi e una smorfia che poco si addiceva ai loro volti sempre sorridenti; la verità era che le cose sarebbero dovute andare diversamente, lo sapevano loro come il resto della classe.

 

“Non riusciamo a trovarla.”

 

“Dannazione …”

 

Momo portò una mano alla fronte, sul punto di scoppiare in un pianto di isteria.

 

“Non può essere scomparsa.”

 

“Aveva detto di voler rimanere sola.”

 

Todoroki si accostò al muro lì vicino, lo sguardo basso.

 

“E’ proprio questo il problema.”

 

Nessuno parlò più, almeno per un po’’; persino Bakugo rimase in silenzio, perso in pensieri che, in quel momento, non dovevano essere poi tanto oscuri.

 

“Forse ci stiamo preoccupando inutilmente.”

 

“…”

 

Kirishima non era mai stato bravo a mentire; a nulla, difatti, valsero gli sforzi per cercare di stemperare la tensione e risollevare gli animi.

 

“Non sono tranquillo.”

 

“Lida…”

 

Tsuyu si specchiò negli occhi dell’amico, lasciando correre lo sguardo da lui a Todoroki, per poi riposarlo su Kacchan che sembrava non voler prendere parte alla conversazione.

 

 

 

 

 

 Non ancora almeno

 

 

 

 

 

“Continuiamo a cercarla, forza.”

 

“Dividiamoci.”

 

Tsuyu si passò maldestramente una mano sulle guance quando percepì qualcuno afferrarla per le spalle.

 

“Andrà tutto bene.”

 

 

 

Quella voce

 

 

 

 

 

 

Sorrise nel specchiarsi negli occhi di Momo mentre pregava di non ritrovarsi in un incubo.

 

“Ochako …”

 

Sperò che lei potesse sentirla, ovunque fosse.

 

“Non fare stupidaggini, ti prego.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I minuti si tramutarono in ore e di Uraraka nemmeno l’ombra.

 

“Allora?”

 

“Niente.”

 

Momo e Jiro si squadrarono sconsolate, così come il resto dei compagni, quando Lida mostrò loro un bigliettino stropicciato.

 

 

 

 

Non cercatemi, starò via per qualche giorno.

 

Ochako

 

 

 

“Quando l’hai trovato?”

 

“Poco fa, era appeso in bacheca.”

 

“Possibile che nessuno di noi se ne sia accorto prima?”

 

Tsuyu scosse la testa, le spalle tremule.

 

“Non è da lei.”

 

Kacchan, che fino a quel momento aveva dato l’impressione di non volersi curare del problema, sbattè violento i pugni sulla scrivania.

 

“Non può essere sparita nel nulla, diamine!”

 

Che fosse un tipo euforico, eccentrico, poco incline alle buone maniere ed effervescente non era una novità ma, per la prima volta dopo molto tempo, fu chiaro a tutti quanto fosse preoccupato, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

 

“Ormai è trascorso quasi un giorno.”

 

“Dobbiamo parlare con gli insegnanti.”

 

“No …”

 

Todoroki aveva alzato la voce, facendo calare un silenzio tombale.

 

“Forse …”

 

Occhi negli occhi con Lida che parve intuire i suoi pensieri ancor prima di qualunque altro cenno.

 

“Forse so dov’è.”

 

Kacchan inarcò un sopracciglio, pronto a ribattere come suo solito, quando qualcosa negli sguardi dei compagni lo trattenne.

 

“Gli insegnanti non dovranno sospettare nulla.”

 

“Ma …”

 

Todoroki si rivolse a Momo.

 

“Potete reggerci il gioco?”

 

“Quanto vi serve?”

 

“Un’ora.”

 

Jiro abbassò il mento, seguita da Tsuyu.

 

“D’accordo.”

 

Quando furono abbastanza sicuri da non essere ascoltati da orecchie indiscrete Lida si rivolse a Shoto.

 

“Come …?

 

“E’ solo un’intuizione.”

 

“E se non fosse…?”

 

Il ragazzo prodigio assottigliò gli occhi, serio come poche volte.

 

“In quel caso non saprei che altro fare.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lida afferrò la maniglia con decisione quando qualcosa lo fece vacillare.

 

“Vuoi che vada avanti io?”

 

Todoroki lo scrutò comprensivo.

 

“No …”

 

“Io rimango sulla soglia.”

 

Bakugo li squadrò da capo a piedi, l’aria strafottente; nonostante facesse di tutto per mostrarsi imperturbabile era evidente quanto fosse smanioso di sfondare quella porta.

 

“D’accordo.”

 

Fu un cigolio stridulo e fastidioso, a cui seguì una visione tristemente malinconica; il letto ben fatto, la scrivania in ordine e una raccolta di statuette dedicate ad All Might da fare invidia al più noto dei Musei.

 

Da quando Deku aveva lasciato l’Accademia nessuno si era più preoccupato di far visita alla sua camera.

 

 

 

Nessuno tranne una persona

 

 

 

 

 

 

La stessa che ora sedeva sul davanzale della piccola finestrella accanto al comodino.

 

“Uraraka …”

 

La schiena poggiata al vetro freddo e opaco, lo sguardo perso nel vuoto, rivolto chissà dove.

 

“Ehi …”

 

Lida e Todoroki le si avvicinarono, le labbra serrate; quella non poteva essere Ochako, la ragazza dall’eterno sorriso, capace di risollevare gli animi anche nella più triste delle giornate.

 

“Mi dispiace.”

 

Fu un flebile sussurro, tale da lasciarli senza fiato.

 

“Non volevo farvi preoccupare.”

 

Sospirò pesantemente, reclinando il capo mentre osservava Todoroki inginocchiarsi al suo fianco; Lida preferì accostarsi al comodino lì vicino, abbracciandola da dietro.

 

“Ci hai spaventati…”

 

“Sono tutti in pena per te.”

 

Una smorfia, lo sguardo basso; teneva ancora tra le mani la lettera che lui le aveva lasciato.

 

 

 

Quella riportante le ragioni della sua dipartita.

 

 

 

“Non può farcela da solo.”

 

Aveva gli occhi stanchi e solcati, sciupati e traboccanti di lacrime, tanto che Shoto non potè non prenderle la mano.

 

“Non è solo, c’è All Might al suo fianco.”

 

Una risata sarcastica.

 

“Questa volta è diverso.”

 

Lida abbassò lo sguardo, cingendole le spalle; non si era sentito tanto impotente.

 

“Non basterà.”

 

 

 

 

Lo sapevano bene tutti quanti

 

 

 

 

 

 

Ochako reclinò il capo all’indietro, sentendosi meno.

 

“Non voglio che gli accada qualcosa.”

 

“Uraraka …”

 

“Non voglio che a nessuno di voi accada qualcosa.”

 

Todoroki si specchiò in quelle iridi nocciola, incapace di ribattere.

 

“Ehi …”

 

Lida aumentò la stretta, un magone in gola.

 

“Tornerà.”

 

“…”

 

“Tornerà da noi.”

 

Todoroki la afferrò per la guancia, costringendola a guardarlo negli occhi; faceva male vederla così inerme.

 

 

 

Lei che inerme non era mai stata

 

 

 

“Lo riporteremo a casa.”

 

“Ragazzi …”

 

“Ma abbiamo bisogno di te.”

 

“…”

 

“Resta.”

 

Ochako sorrise per poi lasciarsi andare, capitolando tra le loro braccia, certa che non l’avrebbero fatta precipitare.

 

 

 

 

La lettera di Deku stretta tra le dita

 

 

 

“Resta.”

 

Si aggrappò a quelle spalle marmoree quasi fosse sul punto di spezzarsi.

 

“Resta con noi.”

 

 

 

 

 

 

Sempre

 

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Capitolo 7
*** Rivoglio quel sorriso ***


Si guardarono negli occhi, la morte nel cuore.

 

“Uraraka …”

 

Deku la fissò con sguardo perso, come se non la stesse vedendo davvero.

 

 

 

Ferite, sangue e fango.

 

 

“Tu non sei così.”

 

Qualcosa di oscuro si era fatto largo in quell’anima gentile, qualcosa a cui era difficile dare un nome.

 

 

 

Ferite, sangue e fango.

 

 

 

 

“Hai già dimenticato cosa volevi diventare?”

 

“E’ stato molto tempo fa.”

 

Quelle iridi chiare erano così spaventosamente arrendevoli.

 

“Un eroe che salva tutti col sorriso.”

 

Non gli avrebbe permesso di autodistruggersi.

 

“Rivoglio …”

 

Fu uno schiaffo violento, tanto da rompere il silenzio.

 

“Guardami.”

 

Lo afferrò per le spalle, sbattendolo contro il muro lì vicino.

 

 

 

Lui la lasciò fare, deciso a non ribellarsi.

 

 

 

“Ho detto, guardami.”

 

“…”

 

Aveva le lacrime agli occhi, la vista appannata e le labbra tremule.




 

Doveva riportarlo indietro 

 

 

“Non …”

 

Fu certa di aver ripreso a respirare non appena vide gli occhi di lui incatenarsi ai propri.

 

“Non ti azzardare, Deku.”

 

 

 

 

Ferite, sangue e fango.

 

 

 

 

Rivoglio quel sorriso.”

 

“…”

 

Non avrebbe mai pensato potesse accadere ma dovette ricredersi nel percepire le labbra dell’amico sulle proprie, affamate e frementi, morbide e ruvide allo stesso tempo, così carnose ed invitanti.

 

 

 

Quelle stesse labbra su cui aveva fantasticato per mesi

 

 

 

 

Deku la strinse quasi a toglierle l’aria quando dovette staccarsi, ansimante e col volto in fiamme.

 

“Non ci riesco.”

 

Tutto stava andando a rotoli, la sua vita così come quella delle persone a lui più care, e lui non sapeva che altro fare.

 

Si che puoi.”

 

Uraraka gli si avvicinò, occhi negli occhi, la morte nel cuore.

 

Rivoglio quel sorriso.”

 

 

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Capitolo 8
*** Found him ***


I pugni, 

 

 

gli strattoni 

 

 

e le grida d’aiuto.

 

 

“Devo …”

 

La stanchezza era molta, tanto da non riuscire a tenere gli occhi aperti; stava per cedere - lo sapeva bene - e più si sforzava di pensare ad una soluzione, più le forze sembravano volerlo abbandonare.

 

“Devo …”

 

 

 

In quel momento li rivide tutti quanti

 

 

 

 

Dio solo sa quanto avrebbe voluto correre da loro e sorridere come ai vecchi tempi.

 

“Non …”

 

Prese un respiro profondo quando un’esplosione lo portò a volgere gli occhi al cielo.

 

 

 

I muscoli scolpiti, 

 

il fisico atletico 

 

e lo sguardo acceso.

 

 

 

Kacchan lo squadrò tanto impensierito quanto sollevato, portando alle labbra il dispositivo che teneva tra le mani.

 

“Ragazzi …”

 

Si scrutarono per un tempo che parve infinto, le iridi di Deku più lucide del consueto e l’espressione rincuorata di Bakugo a fissarlo serio.

 

 

 

 

Chi avrebbe mai potuto raggiungerlo

 

 

 

 

“Ragazzi, l’ho trovato.”

 

 

 

Se non lui?

 

 

 

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Capitolo 9
*** Scontro ***


“Andate via.”

 

Il tono freddo e distaccato.

 

 

 

 

Mai così tagliente

 

 

 

“No.”

 

 

 

Faceva male

 

 

 

 

Ochako lo fissava imperturbabile, quasi avesse perso la voglia di sorridere, mentre Bakugo perseverava nel provocarlo con insulti e frecciatine.

 

 

 

 

Faceva male vederlo così sofferente

 

 

 

 

“Non cambierò idea.”

 

Tutti sapevano bene quanto Deku riuscisse ad essere testardo ed ostinato, quanto potesse essere stancante persuaderlo del contrario; per questa ragione, ognuno di loro avrebbe dovuto impegnarsi seriamente per indurlo a desistere.

 

“Forse non te ne rendi conto ma …”

 

Gli sguardi fermi, carichi di determinazione.

 

“Sei importante per noi.”

 

Un sorriso sghembo, le lacrime agli occhi e la disperazione a fare da padrona.

 

“Vi prego …”

 

Deku aveva iniziato a scuotere la testa, la rabbia in corpo.

 

“Lasciatemi in pace.”

 

 

 

Non poteva metterli in pericolo

 

 

“No.”

 

“ …”

 

“Non lo ripeterò un’altra volta.”

 

I ragazzi della 1A si schierarono uno accanto all’altra, pronti allo scontro.

 

 

 

 

Bakugo, Uraraka e Lida 

 

in prima fila

 

 

 

“Andate via.”

 

 

 

 

Altra risposta prevedibile 

 

 

 

 

No.”

 

Non gli avrebbero permesso di autodistruggersi, di portare quel peso da solo; erano una squadra, una famiglia, e qualunque cosa avesse riservato loro il destino l’avrebbero affrontata insieme.

 

 

 

 

 

Con o senza il suo permesso

 

 

 

 

 

“Dovrai costringerci con la forza.”

 

“…”

 

Le membra tese.

 

Il respiro corto e irregolare.

 

“Non dite che non vi avevo avvertito.”

 

“Bene.”

 

Uraraka schioccò la lingua sul palato avanzando con passo cadenzato, gli occhi privi di emozione.

 

“Se è questo che vuoi.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto ha fatto male l’ultimo capitolo … bello e sofferente allo stesso tempo.

 

E’ stato toccante leggere quanto ognuno dei ragazzi della 1A si sia sforzato di convincere Deku a tornare a casa; sono curiosa di vedere cosa faranno Uraraka, Lida e Bakugo nel prossimo capitolo …

 

Sarà un’attesa - parlo per me -  infinita e snervante ma sono convinta che ne verrà la pena.

 

Intanto ringrazio, come sempre, chiunque deciderà di soffermarsi su questa raccolta! ^.^

 

Alla prossima! :-)

 

Schmetterlinge 

 

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Capitolo 10
*** Finalmente ***


La vista era ormai annebbiata tante erano le lacrime che, copiose, avevano preso a scorrere lungo il bel visino tondo.

 

“Non ti lasceremo andare.”

 

“Lida…”

 

Faceva male, faceva insopportabilmente male.

 

 

 

 

 

Uno strazio

 

 

 

 

“Cammineremo al tuo fianco.”

 

 

 

Spalla contro spalla

 

 

 

 

Fu un tocco tanto gentile quanto deciso quello di Ingenium nell’istante in cui le sue dita afferrarono quelle di Deku.

 

 

 

 

 

Finalmente 

 

 

 

 

“Non ti lasceremo solo.”

 

 

 

 

Finalmente 

l’aveva raggiunto

 

 

 

 

 

E fu lì che cadde ogni difesa, ogni barriera.

 

 

 

Persino la più irremovibile delle intenzioni.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Come back to me ***


La schiena era poggiata alla parete fredda e spoglia, le gambe distese lungo il pavimento in marmo, lo sguardo vitreo rivolto al portone di fronte.

 

Avrebbe tanto voluto raccogliere le forze ma il suo corpo pareva restio a ubbidire e, come se non bastasse, anche la mente iniziava ad annebbiarsi.

 

Quel viso, un tempo ridente, pareva disperatamente arrendevole, sul punto di voler abbandonare ogni speranza; quelle iridi tanto profonde non lasciavano trasparire altro che tristezza, nonché una profonda e indefinibile disperazione.

 

“Giovane Midoriya …”

 

“…”

 

All Might aveva tentato l’impossibile per farlo parlare dopo l’accaduto, provando a estorcergli una confessione che - sapeva - non avrebbe mai ottenuto.

 

Una confessione che potesse aiutarlo a esternare ciò lo stava divorando nel profondo.

 

 

 

 

Un senso di colpa tanto ingiustificato quanto soffocante 

 

 

 

 

Todoroki se ne stava poco distante con aria apparentemente impassibile, il capo reclinato contro il vetro opaco che lasciava intravedere, seppur con non poche difficoltà, uno scenario raccapricciante.

 

 

 

 

Uno spettacolo a cui nessuno di loro avrebbe mai voluto assistere

 

 

 

 

L’incarnato del giovane era pallido e smorto, le labbra - un tempo rossastre e carnose - parevano sottili e screpolate, per non parlare dei solchi violacei poco sopra gli zigomi; di tanto in tanto lo si vedeva sfiorare i palmi con le dita, quasi a voler ricordare la sensazione di qualche settimana addietro.

 

 

 

Quando l’aveva stretta a sé prima che potesse sfracellarsi al suolo

 

 

 

“Aizawa …”

 

“…”

 

Present Mic l’aveva squadrato dall’alto al basso, incapace di aggiungere altro; nonostante - tra i due - fosse sempre stato il più espansivo - l’eterno ragazzo dal carattere allegro e dall’incrollabile ottimismo - questa volta sentiva di non poter fare granché.

 

Perchè la verità era che anche lui, come tutti gli altri, si sentiva a pezzi.

 

A pezzi per non essere stato in grado di fare qualcosa.

 

A pezzi per essere stato impotente, come mai nella sua carriera da eroe.

 

A pezzi per aver perso qualcuno di tanto prezioso.

 

A pezzi per non essere stato in grado di proteggerla, lui come Aizawa.

 

 

 

 

 

Ancora una volta 

 

 

 

 

 

Perchè la realtà dei fatti era che, per quanto i medici stessero provando l’impossibile, nessuno sarebbe riuscito a riportarla indietro.

 

 

 

 

 

Da loro

 

 

 

 

“Professor Aizawa …”

 

“…”

 

Kacchan, in un angolo e accanto a un Lida altrettanto scosso, l’aveva chiamato flebilmente ma invano.

 

 

 

 

Difficile riconoscerlo con quella voce tanto tremula 

 

 

 

 

Tutti sapevano bene quanto Aizawa le si fosse affezionato, nonostante facesse di tutto per non darlo a vedere; l’aveva presa a cuore, così come Present Mic che - al contrario - l’aveva definita, senza troppe remore, una delle proprie alunne predilette.

 

E lei, d’altro canto, non aveva faticato a sfondare le barriere altrui, diventando qualcuno di cui nessuno di loro avrebbe potuto fare a meno.

 

“Tsuyu …”

 

“…”

 

La ragazza non rispose, lasciandosi abbracciare da Momo, le guance paonazze e il respiro affannato, mentre perseverava nel fissare un punto indefinito di fronte a sé; persino Mina non aveva detto niente, limitandosi a osservarle con la morte nel cuore.

 

“Deku ...”

 

“…”

 

Il successore di All Might non disse nulla, limitandosi a trascinarsi con passo cadenzato verso Todoroki.

 

 

 

 

Doveva vederla

 

 

 

 

 

Si vergognò al solo pensiero ma non potè non riconoscere quanto Uraraka fosse bella anche in quelle condizioni.

 

 

 

Appesa a un filo

 

 Tra la vita e la morte

 

 

 

 

Le labbra erano schiuse in un flebile sorriso, le gote - un tempo rossastre - avevano perso colore, lasciando spazio ad un grigiore innaturale che poco si addiceva a quei tratti così delicati.

 

“Midoriya …”

 

“No, Todoroki.”

 

Il compagno lo fissò mortificato.

 

“Se è ancora viva è solo grazie a te.”

 

Un sussurro appena accennato.

 

“E a Kacchan.”

 

“Non è stata colpa tua, Deku.”

 

Lida gli si era affiancato, gli occhiali appannati.

 

 

 

 

Tante erano state le lacrime versate 

 

 

 

 

 

 

“Vorrei poterti credere.”

 

“Non puoi ritenerti responsabile per ogni cosa.”

 

Nonostante avesse ragione, proprio non riusciva a non sentirsi in colpa.

 

 

 

 

Erano trascorsi appena due mesi dal suo ritorno alla U.A.

 

 

 

 

“Sai bene quanto Uraraka sia testarda.”

 

“Non avrebbe dovuto.”

 

“E’ stata una sua scelta.”

 

“Non mi importa, Lida.”

 

 

 

Un singhiozzo

 

 

Poi un altro

 

 

 

E un altro ancora

 

 

“Quante volte hai fatto lo stesso, Deku?”

 

 

 

 

 

Una verità scomoda

 

 

 

 

 

“Quante volte tu, Bakugo e Todoroki avete fatto lo stesso?

 

 

 

 

Una verità molto scomoda

 

 

 

 

“Basta Lida, ti prego.”

 

“…”

 

Il suo sguardo si posò sul volto dell’amica, ripercorrendo con la mentre la catastrofe di qualche settimana addietro.

 

 

 

 

L’attacco alla U.A.

 

 

 

 

La terra aveva iniziato a tremare.

 

Le fondamenta a frantumarsi.

 

Gli edifici a crollare.

 

E la gravità - la stessa di cui Uraraka era sempre stata padrona incontrastata - aveva iniziato a vacillare, infrangendo ogni equilibrio, ogni legge, solo per dar vita a qualcosa di ancor più spaventoso.

 

 

 

Di un’intensità tale 

 

da inghiottire chiunque al suo passaggio

 

 

 

“Un buco nero.”

 

Todoroki osservò Deku, immaginandone i pensieri.

 

“Non credevo che Uraraka…”

 

“…”

 

“Non pensavo che...”

 

“Nessuno di noi lo credeva.”

 

 

 

 

Ed era vero, dannatamente vero

 

 

 

 

Deku chiuse gli occhi, quasi a non voler vedere, mentre le immagini scorrevano prepotenti una dopo l’altra.

 

“Non …”

 

Ancora non sapeva spiegarsi come ma si era ritrovato lontano da quella apocalisse ancor prima di rendersene conto.

 

 

 

 

 

Lui come tutti gli altri

 

 

 

 

 

E quando era riuscito ad incontrarne lo sguardo, il suo cuore aveva perso un battito.

 

 

 

 

Lei che, in quel frangente, pareva irriconoscibile.

 

Un’altra persona

 

 

 

Lei che, contro ogni aspettativa, era riuscita a compiere un miracolo.

 

Lei che, contro ogni previsione, si era gettata in quell’inferno, ristabilendo gli equilibri di colei che aveva sempre avuto la simpatia di chiamare alleata.

 

 

 

 

La gravità 

 

 

 

Lei che era certo aver perso per sempre, inghiottita dalle tenebre.

 

“Uraraka …”

 

Abbassò il mento, imponendosi di rallentare i battiti nel rivederla precipitare inerme, dall’alto; nonostante avesse fatto di tutto per raggiungerla, non era riuscito ad afferrarla.

 

 

 

 

Se Todoroki e Kacchan non l’avessero presa …

 

 

 

 

“E’ ora di tornare a casa.”

 

Ma a nulla valse il tono di Aizawa; nessuno dei ragazzi si mosse o sembrò intenzionato a farlo e, d’altro canto, nessuno dei professori volle insistere oltre.

 

“Sarà una lunga notte.”

 

“…”

 

Deku non fiatò, specchiandosi nelle iridi di Shoto.

 

“Una delle tante, ormai.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La flebile luce del sole mattutino andò a solleticargli il volto, quasi a volergli dare il buongiorno.

 

“E’ già l’alba.”

 

Doveva essere a pezzi per non riuscire a ricordare nulla; probabilmente era crollato tra le braccia di Morfeo ancor prima di rendersene conto.

 

“Cosa …”

 

Fece per avvicinarsi alla camera di Uraraka quando si sentì impallidire.

 

 

 

 

 

Lei non c’era

 

 

 

“Ragazzi!”

 

Non ci volle molto prima che Todoroki, Kacchan e gli altri comprendessero la gravità della situazione, iniziando a correre.

 

 

 

Nella speranza di dare un nome

 

a quanto stava accadendo

 

 

 

“Non può essere …”

 

“Midoriya!”

 

Corse l’erede di All Might, corse senza mai fermarsi, certo di dover andare sempre più in alto.

 

“Deku!”

 

“Seguitemi!”

 

Non riusciva a comprenderne il motivo ma sentiva di dover raggiungere il tetto dell’ospedale.

 

 

 

 

Il punto più alto dell’edificio

 

 

 

 

Corse, il giovane successore del più grande degli eroi, quando si sentì mozzare il fiato una volta arrivato lassù.

 

“Cosa …”

 

Sentì le lacrime rigargli il volto, per non parlare di Lida e del resto della classe.

 

“Non è …”

 

Uraraka si voltò appena, incontrandone gli sguardi sofferenti e basiti, la mano di Eri tra le proprie, le guance rosee, la folta chioma in balia del vento.

 

“Eri …?”

 

Non poteva essere vero.

 

“Uraraka …?”

 

 

 

 

 

Che Eri avesse …?

 

 

 

 

Deku si avvicinò, specchiandosi negli occhi delle due persone a lui più care, quando si sentì morire di fronte a quel sorriso.

 

“Era l’unico modo.”

 

Persino Kacchan rimase di sasso.

 

“Non avrete …?”

 

 

 

 

Che avessero programmato tutto …

 

fin dall’inizio?

 

 

 

 

“Dovevamo rischiare.”

 

“Uraraka …”

 

Dovevo rischiare, non vi era altra scelta.”

 

 

 

 

 

Lei e nessun altro 

 

 

 

 

 

Sorrise nel carezzare la fronte della piccola Eri, ringraziandola con lo sguardo.

 

 

 

 

 

Colei che era riuscita a riportarla indietro 

 

 

 

 

Le guance rosee, la folta chioma in balia del vento.

 

“Va tutto bene.”

 

 

Era tornata a casa 

 

 

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Capitolo 12
*** Che lo vogliate o no ***


“Non lo vogliamo!”

 

 

“Portatelo altrove!”

 

 

 

“Via di qui!”

 

 

 

 

“Chiediamo solo di poter dormire notti tranquille!”

 

 

 

“Andatevene!”

 

 

 

 

 

Le urla risuonavano alte nel cielo, cariche di rabbia e di risentimento nei confronti di un ragazzo che avrebbe meritato tutto fuorché quella cattiveria.

 

“Adesso basta.”

 

Uraraka aveva spiccato il volo con infinito stupore dei presenti, ergendosi in cima al tetto della U.A. in tutta la sua grazia.

 

“Smettetela!”

 

Lei che era sempre stata dolce, talvolta timida e insicura, pareva aver perso ogni forma di incertezza; lo sguardo era fermo, infuocato quasi, tale da non ammettere repliche.

 

“Quel ragazzo che ora sembra disgustarvi tanto …”

 

“…”

 

Per un istante Deku temette che Ochako potesse frantumare il megafono che teneva tra le mani.

 

“Si è ridotto in questo stato solo per proteggervi.”

 

 

 

I vestiti stracciati.

 

I tagli e le bruciature.

 

Lo sguardo spento, stanco.

 

 

 

Bakugo squadrò l’amico, affiancandoglisi, mentre perseverava nel fissare Uravity; quella ragazza sapeva essere incredibile quando ci si metteva.

 

 

 

 

O forse lo era sempre stata

 

 

 

 

 

“Midoriya se ne è andato perché tutti noi potessimo stare al sicuro!”

 

“…”

 

La rabbia e la delusione erano molte.

 

“Siamo stati noi a riportarlo indietro, noi soltanto!”

 

Abbassò il mento, stanca, fradicia per via della pioggia battente.

 

Guardatelo bene, guardate in quali condizioni versa!”

 

Deku giurò di non aver mai visto Uraraka tanto infervorata; la fissava con due occhioni sgranati, sul punto di scoppiare in pianto da un momento all’altro.

 

 

 

 

La sua classe …

 

 

 

 

“Non è una minaccia, non lo è mai stato!”

 

 

 

 

Fin dove si stava spingendo la sua classe per proteggerlo?

 

 

 

 

“Perciò …”

 

Uraraka volse lo sguardo in direzione della sua più grande fonte di ispirazione.

 

 

 

 

Ineguagliabile 

 

 

 

 

“Combatteremo al suo fianco, qualunque cosa essa comporti.”

 

Ochako e Deku si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra nonostante la distanza.

 

“Qualunque cosa accada, noi saremo al suo fianco.”

 

“…”

 

Un flebile sussurro, tale da far palpitare il cuore dell’erede di All Might.

 

Che lo vogliate o no.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non vedo l’ora del capitolo 324 del manga, l’ultimo mi ha emozionata molto!

Sono contenta che si inizi a dare maggiore visibilità a Ochako, lo adoro come personaggio (credo abbia un gran potenziale); spero davvero che le venga attribuita sempre più importanza, indipendentemente dal suo affetto per Deku.

Nel ringraziare già chiunque vorrà soffermarsi sulla raccolta, alla prossima!

Schmetterlinge

 

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