Rinascita

di orny81
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bound to you/dove tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***



Capitolo 1
*** Bound to you/dove tutto ebbe inizio ***


Bound to you
 
"Il mio Andrè..."
"Il mio Andrè..."
 
Mi alzo da terra... Tutto intorno a me gira vorticosamente. Sento in lontananza, voci... Urla e terrore.
Riesco a fatica a muovermi, alzo lo sguardo e non ti vedo. Ripeto mentalmente il tuo nome come una cantilena. Ho paura di quello che posso trovare appena giro l'angolo. Inizio a camminare. Tutto il corpo mi duole... Tanti aghi che penetrano nei muscoli e sangue nelle mie mani. 
Dove sei...
Guardo a destra e sinistra... Ma tu non ci sei.
Inizio a correre... Devo trovarti... Devo vedere che stai bene. Giro l'angolo e ti trovo lì... Seduto per terra con le mani legate dietro la schiena. 
Inizio  a correre... Non sento più dolore, voglio vedere il tuo viso... I tuoi occhi, anche se uno ormai è spento.
Non alzi lo sguardo, forse hai paura che potessi essere qualcun altro... Qualcuno a finire il lavoro iniziato da altri. Il cappio è ancora lì... Caparbio che aspetta. Lo tiro giù e mi avvicino delicatamente a te.
- Andrè...Andrè!...
Ti allontani da me... Nel tuo unico occhio vedo la paura. Non mi hai riconosciuto, sembri lontano.
Mi avvicino a te, con cautela.
 
- Andrè...- le sue mani a coprire il viso malridotto-... Andrè...Sono io, Oscar!...
 
Alza lo sguardo, sembra meravigliato... Sorpreso.
 
- Oscar... Sei viva... Viva...
 
Inizia a piangere, mi avvicino a lui... Viso contro viso.
 
- Andiamo a casa Andrè... Il conte di Fersen è venuto in nostro soccorso, siamo vivi...
 
Non parla... Guarda solo il mio viso.
 
- Oddio Oscar... Sei ferita!... Cosa ti hanno fatto, stai sanguinando.
- Non pensare a me Andrè!... Togliamo questi lacci che ti stringono i polsi... Dobbiamo andare via. E' pericoloso rimanere qui, torniamo a casa.
- Andiamo...

Taglio i lacci e corriamo via, troviamo una carrozza e ci facciamo portare a casa.
Nanny... E' quasi svenuta. Vorrebbe andare lì... Nel luogo in cui ci hanno pestato.Vorrebbe ucciderli tutti.
E' arrabbiata... Furiosa. Hanno toccato le due persone più importanti della sua vita.

- Nanny ti prego... Non vorrai ucciderli tutti con il tuo mestolo?... 

Inizio a ridere, immaginando la scena.

- Non prendetemi in giro, madamigella Oscar. Per un pelo siete vivi... Io vi voglio bene entrambi...
 
Divento seria...

- Come sta Andrè?...
- Quel disgraziato doveva diferdervi. Quando starà meglio, lo punirò come si deve...
- Ti prego... Non c'è bisogno credimi. Senza di lui sarei morta...

Nanny prende il fazzoletto, asciugandosi gli occhi.

- Vogliate scusarmi... Vado a riposarmi. Tutte queste emozioni non fanno bene al mio povero cuore...
- Certo... Una cosa sola...
- Si?...
- Andrè sta dormendo?...
- Si!...  Anzi dovrei cambiargli le fasciature e curare il taglio nella testa.
- Lo farò io?...
- Cosa?... No no... Dovrei farlo io.

Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso di  lei, le metto le mani sulle spalle e le dico:
 
- Nanny!... Posso curare una ferita lo sai vero?...
- Si certo...
- Vai a riposarti... Ne hai bisogno.
- Va bene...
 
Mi avvio verso la stanza di Andrè...
 
- Nonna... Entra, sono pronto per la tortura...
- Non sarà la nonna a curarti Andrè...
 
Si gira, guardandomi fisso.

- Va bene...

Seduto sul bordo del letto con accanto le fasce nuove e l'acqua pulita sul tavolino alla sua sinistra.

- Ora stai fermo... Se ti muovi o ti metti ad urlare, chiamo Nanny e lo sai che arriva con il mestolo, pronto a colpirti...  Giusto?...
- Giusto!...
 
Alzo il ciuffo di capelli che copre il suo occhio... Sul sopracciglio un taglio non tanto profondo, ma con un pò di sangue.
Inizio a pulire la ferita...

- Sei brava... Non ti sento neppure...
- Sono brava a medicare i cavalli lo sai, quando si feriscono.
- Quindi per te sono un cavallo da medicare?...
 
 Inizia a ridere... Le sue labbra si curvano in un modo così bello, che non riesco a trattenermi.
Con l'indice della mano destra tocco quelle labbra rosse e piene...
Lui mi guarda... Sorpreso...
-Oscar... Cosa st...
Mi avvicino piano... Bacio quelle labbra.
Nonostante le ferite, le sento morbide... Piene.
In un primo momento vedo il suo occhio guardarmi con stupore, per poi azzardare... Non riesco a smettere. 
Lui... Non si ferma. Inizia anche lui... E' una danza.
Il tempo passa ma non ce ne rendiamo conto.
Sento le sue braccia avvolgermi... Un calore improvviso.
Si alza dal letto... Mi tiene stretta a sè...
 
- Oscar...
 
Calde lacrime scendono giù...
I baci si fermano... Ci guardiamo negli occhi.
- Ho avuto paura Andrè!... Paura di perderti...
-Oscar... Anche io, non sai quanto...
 
Ci guardiamo intensamente... Le labbra che nuovamente si avvicinano ad assaporare l'amore... Puro e sincero.
Non uscì da quella stanza... Rimanemmo lì, abbracciati e vivi. 
PRENDENDO FIATO CON UN SOLO CUORE CHE BATTE.
 
Angolino dell'autrice
Buongiorno a tutti.
 Dopo molto tempo sono tornata a scrivere dei nostri amati. Non lo facevo da un anno, ho voluto provare a vedere se ancora riuscivo nell'intento.
Ho preso spunto da una bellissima canzone di Christina Aguilera "Bound to You".
Spero sia di vostro gradimento. Per chi segue "un valzer incompiuto", spero di scrivere altri capitoli e non farvi attendere troppo, già avete atteso più del dovuto.
Un abbraccio a tutti 
Orny

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Capitolo 2
*** 1 ***


Questa FF si collega alla mia one shot "Bound to you"...buona lettura.
 
Cap. 1

Quel maledetto giorno non può essere dimenticato.

Sant' Antoine... Non era mai stato così terribile passare in quel luogo, tranne quel giorno. Abbiamo visto sulla nostra pelle, quello che il popolo sofferente prova verso tutto ciò che riguarda la nobiltà.
Non si erano nemmeno resi conto che dentro quella carrozza, solo uno  delle due persone fosse nobile.
I loro occhi erano imbevuti di sangue e terrore... Vedevo in loro la disperazione più profonda.
 
Quando tornammo a casa, non feci caso alle mie condizioni, ma di quelle di Andrè. Era caduto in un sonno profondo, durante il viaggio in carrozza, o forse era semplicemente svenuto.
Gli accarezzai leggermente il viso e neanche se ne accorse.
Il sangue raggrumanto sulla sua fronte... Il taglio sul sopracciglio, poteva finire molto peggio di così.
Furono giorni concitati. Nanny da un lato era arrabbiata e in ansia per noi, dall'altro invece era terribilmente felice di vederci a casa sani e salvi.
Dopo aver medicato Andrè e aver aperto i nostri cuori, eravamo sempre insieme... Ombra e luce...
 
I nostri cuori battevano all'unisono, senza fronzoli...solo amore.
Non eravamo ancora diventati amanti, il nostro amore era pieno di baci e tenerezze. Non mi sentivo ancora pronta per un passo così importante. Il rigore e la disciplina ed il rispetto delle regole, mi portava ad avere ancora un muro enorme verso ciò che derivava dall'amore...soprattutto fisico.
Ogni giorno però è sempre più dura... Baci rubati negli angoli della casa, mani che si toccano, sempre con la paura di essere scoperti.
 
-Oscar... Io ti amo immensamente, ma credo che se continuiamo così, qualcuno ci scoprirà.
 
Lo capisco bene povero Andrè. Tanti anni a vivere un amore e finalmente quando è sbocciato, non poter prendere i suoi frutti.
Mi allontano da lui, dopo l'ultimo bacio appassionato. Siamo dentro la stalla... Accanto ai nostri cavalli, silenziosi testimoni del nostro amore.
 
- Ti capisco Andrè... Ma... Io...
- So cosa pensi... Ti conosco troppo bene e ti capisco, ma non so se riuscirò a trattenermi.
 
Si gira dandomi le spalle, allontanandosi un poco.
Mi avvicino a lui, mi appoggio alla sua schiena con la testa sulla sua spalla destra, abbracciandolo da dietro.
 
- Ti amo anche io... Immensamente, e non so se riuscirò pure io.
 
Si gira verso di me, guardandomi fisso negli occhi... Avvicina la sua bocca alla mia, baciandomi delicatamente.
 
RUMORI FUORI IN GIARDINO
 
-OSCAR...OSCAR... SEI NELLA STALLA?...OSCAR...
 
Allontano Andrè da me, lui prende la spazzola e si gira verso Cesar.
 
- OH... Oscar, ti ho trovata...
- Buongiorno padre...
- Stasera cerca di essere presente a cena...
- Avrei il turno serale, perchè questa richiesta alquanto improvvisa?...
- Cambialo... Stasera avremo un ospite molto importante a cena.
- Padre, chi mai potrebbe essere questo ospite misterioso.
- Lo scoprirai stasera...
 
 Lo vidi andar via...
 
- La cosa non mi piace Oscar, ho una brutta sensazione.
 
Mi giro verso di lui, accarezzandogli leggermente il viso.
 
- Stasera lo scopriremo... Tu però devi tornare in caserma, domani ti farò sapere cosa è successo.
 
Ci stringiamo forte... Un bacio a suggellare questo amore ancora così nuovo e fanciullo.
 
Angolino dell'autrice
 
Dopo molti anni sono tornata a scrivere, spero di non perdere il ritmo tra lavoro ed impegni vari. Spero sia di vostro gradimento.
Un abbraccio
Ornella.

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Capitolo 3
*** 2 ***


Cap.2
 
Rientro a casa, attraverso l'ingresso e noto che tutti sono impegnati a preparare la cena importante di stasera.
Nessuno bada a me e ne sono contenta. Andrè non sarà presente, a causa del turno di lavoro in caserma.
Questa è la prima volta, in un mese circa, che non stiamo insieme. Nei suoi occhi vedevo la preoccupazione per ciò che sarebbe avvenuto la sera stessa.
Capisco molto bene mio padre, il Generale. Tutto ciò che fa è sempre per un motivo importante. Se quel motivo poi riguarda l'onore della famiglia, ben venga.
Apro la porta della mia camera. Mi avvicino al letto. Sopra di esso, trovo un completo elegante ed un fiocco per capelli di colore azzurro.
Lo prendo in mano, toccando la soffice seta. Sento la porta dietro di me, aprirsi. Mi giro trovando Nanny, che mi guarda con il suo viso dolce e con in mano una cesta piena di vestiti.
 
- Oh... Madamigella, siete qui!... non vi avevo vista entrare.
- Certo!... Siete tutti così impegnati, con questa fatidica cena. Vorrei tanto sapere questo fantomatico ospite.
- Lo stesso che vi ha mandato il nastro che tenete in mano.
- Oh... Ma tu guarda!... Cosa ne dovrei fare!... Non uso nastri o fiocchi per capelli. Li ho sempre lasciati liberi, odio queste frivolezze, non fanno per me... Non sono io.
- Lo so perfettamente, ma credo che vostro padre, stia finalmente cambiando idea sulla vostra natura, intendo...
Si avvicina a me, con la sua mano piccola e morbida,  mi accarezza lievemente la guancia sinistra, con tutto l'affetto di una madre, anche se non lo è.
- Madamigella Oscar, siete come una splendida farfalla che per colpa di altri che hanno deciso per voi, siete ancora un bruco. Siete una donna bellissima. La vostra vita sarebbe molto diversa ora. Sareste sposata e con tanti bambini che girano per casa.
- Ma non sarei libera...
- Libera?... Voi non siete libera!... Al posto del corsetto... Pizzi e merletti, avete una divisa. Questa non è libertà. La libertà è quando puoi decidere da sola la vita che vuoi vivere.
- Noto un leggero disappunto nella tua voce!...
- Ahhh... Madamigella, la mia vita l'ho vissuta pienamente. Ho amato e sofferto e quando vostro padre ha deciso di farvi crescere come un maschio, l'ho odiato.
 
Rimango sorpresa dalle sue parole.
 
- Non siate sorpresa!... Vostro padre conosce bene il mio punto di vista ed il mio pensiero sulla vostra vita. Ma l'ho sempre rispettato, perchè a modo suo, lui vi ama.
 
Mi avvicino alla finestra, guardando fuori. Osservo il nastro che tengo in mano.
 
- Questo nastro... E' dell' uomo che verrà stasera, giusto?... L' uomo che mi chiederà in moglie con il benestare di mio padre?...
- Si?... Probabilmente si...
- Un'altra prigione!...  Informa mio padre che tra poco sarò pronta per la cena. Preparami un bel bagno caldo, ne ho bisogno.
- Sarà fatto!...
 
Si ritira, chiudendo la porta lasciandomi sola con i miei pensieri.
Guardo il nastro appoggiato sul letto e penso:
 
- Un fiocco... Un corsetto!... E' questa la libertà?... Questo vuole dire essere donna?...
 
Passa un'ora, sono pronta. Apro la porta ed esco dalla mia stanza. Scendo le scale e mi avvio verso la sala dove si svolgerà la cena.
In lontananza sento la risata cristallina di mio padre.
E' seduto al grande tavolo imbandito per la cena. Sorride mentre parla all'uomo che dà le spalle alla porta.
Riconosco la folta capigliatura e mi rendo subito conto, che il destino è veramente beffardo.
 
- Oh!... Finalmente sei arrivata Oscar!... Il tenente Girodelle ed io ti aspettavamo con ansia.
Mi avvicino al tavolo e mi rendo conto che sarà una lunga serata.
 
Angolino Orny
Vi ringrazio tantissimo. Grazie per tutte le recensioni ricevute ed i consigli ben accetti. Grazie anche a chi soltanto legge la mia storia. Un abbraccio.

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Capitolo 4
*** 3 ***


3
 
La luce delle candele, il profumo del cibo cucinato da Nanny. Porcellane e bicchieri di cristallo di ottima fattura.
Il Generale ha fatto le cose in grande. Seduta di fronte trovo mia madre Marguerite, che mi guarda.
Il suo sguardo dolce e amorevole, è l'unica cosa bella della cena.
Non vedo mia madre da molto tempo. Non ricordo neanche quanto.
Si notano sul suo viso, nuove rughe.
 
E' una donna di una bellezza diversa dalle altre donne che affollano la corte  di Versailles.
La sua è una bellezza pura, per niente scalfita dalla malizia... Dagli intrighi e dal veleno che gira nella corte più famosa d'Europa.
Madre... Chissà cosa ne penseresti se ti dicessi del mio segreto. Del mio amore unico e perfetto verso Andrè.
Quell'uomo che che mi avete messo accanto come esempio di uomo da seguire e che invece sto amando intensamente.
I vostri piani erano chiari. Non dovevo avere il vostro amore di madre... Troppo pericoloso. Avrei capito dove risiede il cuore... E l'amore vero, avrei capito il suo significato.
Guardo i suoi occhi azzurri, così limpidi e belli, che mi guardano con affetto, ma vedo anche un pizzico di rassegnazione.
Porta alla bocca,un bicchiere del miglior vino del nostro vigneto.
Non sento parlare mio padre  e Girodelle, è tutto artefatto. Guardo negli occhi mia madre e non sento  nulla.
Rispondo alle domande sul lavoro che mi vengono fatte, solo per scrupolo. Voglio alzarmi e andare via da lì.
 
- Oscar!... Questa sera ti trovo molto silenziosa... Non è corretto verso il nostro ospite.
- Signor Generale, non c'è nessun problema.
- Padre... Vogliate scusare il mio comportamento di stasera, ma sono molto stanca.
- Non eravata così stanca quando comandavate le guardie di sua Maestà!... Comandare un pugno di rozzi zoticoni, vi deve essere terribilmente pesante.
- Ed è per questo che mia figlia dovrebbe ritirarsi da quel posto. Non è adatto a lei!...
- Padre... Non voglio deludervi, ma quella gente che il conte definisce " rozzi zoticoni", in realtà sono persone valorose e con dei principi.
- Possono avere dei principi, ma restano sempre degli zotici bifolchi!...
- Padre!... Avete una visione un pò distorta della gente che comando!...
 
Si alza in piedi, facendo cadere la sedia, con un'espressione furente in viso.
 
- COME OSI  RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO!... NON TI HO EDUCATA A PARLARMI COSì!... QUELLA E' GENTE ROZZA E VOLGARE... NON COME NOI!...
 
Mi alzo anche io con rabbia, guardandolo fisso negli occhi.
 
- NOI COME?... COME  QUEI NOBILI CHE SPARANO AI BAMBINI INDIFESI PER PURO DILETTO. COME QUELLI CHE SI SPOSANO, MA CHE NON HANNO  SENTIMENTO VERSO LA PROPRIA MOGLIE O MARITO... O CHI SPENDE TUTTO CIO' CHE POSSIEDE PER IL GIOCO, MENTRE C'E' GENTE CHE MUORE DI FAME?... SPIEGATEMELO PADRE, PERCHE' IO NON COMPRENDO!...
 
Mi giro verso Girodelle, che guarda sconvolto e guardo gli occhi di mia madre con gocce di rugiada che scendono piano sulle sue guance rosee.
 
- Vogliate scusarmi, ma sono veramente stanca. Mi ritiro nella mia camera. Vi auguro un buon ritorno a casa Girodelle.
 
Mi avvicino a mia madre, lasciandole un bacio sulla tempia destra, mentre lei mi guarda con dolcezza.
 
- Buonanotte Padre!...
 
Vado via... Chiudo la porta della mia camera, adirata e confusa.
 
 
Angolino Orny
Grazie mille a chi legge e recensisce la mia storia. Non sono molto veloce con gli aggiornamenti, causa lavoro aumentanto, ma vi prometto di scrivere e pubblicare almeno una volta a settimana...massimo ogni due. 
Vi mando un abbraccio,
Ornella

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Capitolo 5
*** 4 ***


4
 
 
E' notte fonda ormai, una donna si affaccia alla finestra di casa Jarjayes. I lunghi capelli biondi, vengono mossi leggermente dal vento che entra dalla finestra.
Ella appoggia delicatamente la sua mano destra, sul vetro per chiudere la finestra. La temperatura della stanza è molto bassa, inizia a sentire freddo.
Si avvicina, con fare elegante, alla toeletta con lo specchio. E' un mobile di elegante fattura, tutto bianco con i bordi rivestiti in oro. Si guarda allo specchio, prende la spazzola e si pettina delicatamente i capelli. E' dolce e delicata nel suo modo di districare i nodi. Le forcine che aveva tra i capelli, le facevano male; tiravano e pungevano a volte, ma niente in confronto alla rabbia accumulata negli anni.
Si guarda allo specchio. Da quanto tempo il suo sguardo è così triste?... Forse dal momento in cui ha accettato l'idea folle del marito.
Nella sua mente è vivo il ricordo di quando ha preso in braccio, per la prima volta, la sua ultima figlia. Forse la figlia più desiderata, data l'età avanzata.
Aveva sofferto il momento del parto, ma quando la prese tra le sue braccia, tutto il dolore scomparve.
La cara Marie era lì con lei, come sempre. Una donna così forte... Lei che la coccolava come una figlia. Anche e soprattutto dopo la morte della sua vera figlia, a causa di un parto non facile. Marie che prese a cuore la sorte di Madame.
Sophie... La figlia di Marie, che donna splendida, di una bellezza disarmante. Gli occhi più belli che Madame avesse mai visto. Un verde smeraldo che s'illuminava d'amore  verso l'uomo della sua vita.
Madame invidiava, in senso benevolo, Sophie. Lei poteva amare il suo uomo senza fronzoli, senza dover seguire regole ed etichette. Era un amore puro e sincero. Quando rimase incinta, Marie era felice e tutto ciò si rifletteva nella grande casa in cui lavorava.
 
Madame guardava i due innamorati dalla finestra. Quanto avrebbe voluto essere come lei, libera e felice.
Il giorno in cui Sophie partorì, non ebbe molta fortuna. Nacque un bambino bellissimo che chiamarono Andrè. Lei non riuscì mai a vedere il suo bambino, si spense così...come il soffio di una piuma al vento.
Il dolore di Marie era immenso. Anche per l'uomo che Sophie amava profondamente. Morì qualche anno dopo, travolto da una carrozza. Dopo la morte della donna amata, l'unico suo conforto era la bottiglia.
Madame aveva il cuore pieno di dolore. Erano una coppia bellissima e sfortunata.
Una sera Marie, subito dopo la morte della figlia, portò  il bambino nella casa in cui lavorava, non sapendo a chi lasciarlo. Madame si offrì di tenerlo il tempo necessario, coccolando quella povera anima innocente. Era incinta ed il suo cuore era colmo di gioia.
 
Seduta sulla poltrona, guardava gli splendidi occhi del bambino e ne rimase folgorata. Era il ritratto di Sophie ed era stupendo.
Andrè... Quel bambino che il destino ha voluto nelle loro vite. Soprattutto in quella della sua amata figlia.
Sua figlia... Si rivede in lei da giovane. Molti paragonano il carattere di Oscar al padre, ma non è così.
Lei... Testarda e orgogliosa. Nel corso degli anni il suo carattere si è plasmato... Domato. Per seguire le regole della società e l'uomo che amava immensamente.
Lui amava il suo carattere indomito e ribelle, ma nel corso del tempo, la vita per lei era diventato un ruolo: Moglie... Madre... Contessa.
L'ultima stoccata: Il desiderio folle del marito. Proprio lei, l'ultima figlia, forse la più bella tra tutte le altre figlie.
 
Se fosse stata più giovane e con meno problemi di salute, avrebbe fatto in modo di farlo ragionare. Ma era un'impresa impossibile.
Con il tempo, Madame si allontanò dalla vita della figlia, con molto dispiacere.
L'unica cosa che che le ha dato sollievo e nello stesso tempo preoccupazione, è l'aver affiancato alla figlia, come esempio di uomo da seguire, il nipote di Marie... Andrè.
Felice perchè la figlia avrebbe avuto un amico su cui contare. Ma poi, guardando i suoi occhi così belli, nella sua mente entra velocemente un pensiero: Sua figlia potrebbe perdere la testa per lui.
Non osa pensare a cosa potrebbe accadere, se si avverasse questo pensiero.
Continua a spazzolare i lunghi capelli, dietro di sè sente aprire la porta.
 
- Marguerite...!
- Augustin...!
 
Si siede sul letto, mentre lei guarda il riflesso di lui sullo specchio, vedendolo nervoso ed adirato.
 
- Non posso crederci!... Anni ad educarla e poi mi risponde così!...
 
Madame non parla, continua a spazzolare i suoi bellissimi capelli.
 
-  Marguerite... Insomma!... Ti sto parlando di nostra figlia e tu non dici nulla?...
 
Alza lo sguardo verso lo specchio, appoggia la spazzola sulla toeletta e si alza con eleganza.
Si avvicina al marito, guardandolo dall'alto.
 
- A volte mi sembra di parlare con te, invece che con lei. Come quando ci siamo conosciuti. Scostante e ribelle.
- Alzati Augustin e guardami negli occhi!...
 
Si alza...
 
- Cosa pretendevi...è pure figlia mia!...Tu sai benissimo il mio pensiero su questa folle idea di crescere Oscar come un uomo!...
- Marguerite... Il Casato sarebbe morto!... Il nostro buon nome non esisterebbe più!...
- Buon nome... Casato...e nostra figlia?... Lei vive una vita che non è la sua!... Una vita sbagliata.
- Sbagliata?... Perchè?... Ti ricordo che ha avuto tante libertà che le altre figlie non hanno mai avuto!...
 
Si avvicina a lui.
 
- Ne sono felice per questo, ma nostra figlia non è felice!... Non te ne rendi conto. Ora la vorresti pure far sposare a quell'uomo...un suo sottoposto. A cosa è servito tutto ciò?... Alla fine deve fare ciò per cui è nata...fare figli!...

Tutto questo folle piano non è servito a nulla!...
 
- Stai vaneggiando, Marguerite!...
 
 Si allontana da lei, ma lo blocca tenendogli fortemente il braccio sinistro.
 
- Non puoi giocare con la vita degli altri, per un capriccio. Ormai è tardi, lei ti vuole bene Augustin, ma credo che il suo cuore di donna sia stato chiuso per troppo tempo. Non mi stupirei che s'innamorasse follemente di qualcuno che tu non approvi. Allora lì l'avrai persa per sempre!...
- Oscar non farà mai questo!... Non mollerà tutto ciò per un futile desiderio d'amore!...
- Augustin, ricordati di chi è figlia!... Io ti ho scelto, andando contro i desideri di mio padre, che mi voleva far sposare ad un altro uomo, molto più importante di te e del tuo casato!...
 
Augustin, sorpreso, non riesce a dire nulla. E' sconvolto dalle parole della moglie.
 
- Ora scusami un attimo. Devo andare da nostra figlia.
 
Si avvia verso la porta, uscendo dalla stanza.
Bussa alla porta della stanza della figlia. Entra e la trova, come lei poco prima, pensierosa davanti la finestra.
Oscar si gira a guardarla. Marguerite si avvicina alla figlia, tanto da far appoggiare la testa di lei sul suo seno. Non parlano... Il silenzio è irreale e la luna  illumina le due donne, così diverse ma anche così simili.
 
Angolino Orny
Grazie... Grazie... Grazie... A chi legge e recensisce la mia storia. Sono molto contenta che sia apprezzata e spero vivamente di non deludere nessuno.
Questo capitolo è dedicato a Marguerite... adoro la madre di Oscar, e per rispetto, ho voluto dedicare un capitolo a lei.
Un abbraccio, 
Ornella

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Capitolo 6
*** 5 ***


5
 
- Andrè-
 
Mi avvicino alla porta della stanza di Oscar. E' notte fonda e nessuno si muove in casa.
La cena deve essere durata poco tempo. La carrozza di Girodelle, si mosse solo dopo due ore dal suo arrivo.
La cosa mi sembrò molto strana. Normalmente le cene della famiglia Jarjayes, duravano molto più tempo.
Il fatto stesso che sia stato invitato Girodelle per una cena, mi dà modo di pensare. Arrivo subito alla conclusione che lui sia venuto qui, per un motivo ben preciso: Il  matrimonio combinato con  Oscar.
Lui rispetto a me, ha più probabilità di sposare Oscar, la donna che amo più di me stesso.
Ho voglia di stringerla a me... Sentire il suo profumo. Apro piano la porta, ma non entro. Dentro la stanza c'è già qualcuno con lei. Guardo bene. Il mio occhio fa un pò di fatica ultimamente, non aiuta poi che la stanza è illuminata solamente dalla luce della luna.
 
Due donne bellissime, avvolte in un abbraccio silenzioso, che vale tutti quelli non avuti nel corso degli anni.
 
- Oscar- 
 
Seduta sulla poltrona...la finestra aperta. La luce della luna che bacia il mio viso. Mi sento stanca di tutto ciò che succede nella mia vita, ultimamente.
Sento un rumore provenire alla mia destra. Mi giro e  sorpresa, osservo avanzare mia madre.
Entra  elegantemente nella mia stanza. I capelli biondi liberi sulle spalle. La vestaglia rosa con dei fiori delicati ed il suo sguardo limpido rivolto verso di me.
Si avvicina, alzo lo sguardo. Sembra una visione...una dea.
Non dice nulla, il suo sguardo vale più di mille parole.
Appoggio la testa sul suo seno, il suo profumo inebria i miei sensi.
Rimaniamo così per molto tempo.
 
- Oscar...!
 
Alzo lo sguardo, incontrando i suoi bellissimi occhi.
 
- Oscar, hai vissuto una vita splendida. Libera rispetto alle tue sorelle da un lato, dall'altro non pienamente.
 
Mi prende per mano, ci sediamo sul bordo del grande letto a baldacchino. Con la mano sinistra, sposta i capelli da un lato, liberando il mio viso.
Lascia la mano sulla mia guancia.
 
- Il tuo cuore  Oscar...non ha catene!...
- Madre io...
- Hai capito benissimo il motivo della cena di stasera.
- Si madre...
- A differenza delle tue sorelle, tu puoi scegliere...
 
Non riesco a proferire parola. Lei delicatamente si alza dal letto. Si avvia verso la porta e dopo pochi passi si gira, guardandomi.
 
- Segui il tuo cuore Oscar...il resto verrà da sè!...
 
Si allontana, lasciandomi sola con i miei pensieri.
Mi sdraio sul letto e guardo il tetto del baldacchino.
Chiudo gli occhi e penso ad Andrè. 
Mi alzo di scatto. Prendo la vestaglia appoggiata sul letto e la indosso. Sono scalza. Il pavimento è molto freddo...io stessa lo sono.
Tutto tace. Scendo le scale e mi avvio verso l'ala della servitù.
Sento dei rumori e vedo una debole luce in lontananza. Mi nascondo dietro una parete per non farmi vedere.
 
- Buonanotte Andrè!... Ancora sveglio?... E' tardi!... Forza screanzato!... Hai bisogno di dormire... Sù!... Se non vuoi che tiro fuori il mestolo come quando eri piccolo.
- No!... no per carità!... Ora mi addormento!... Buonanotte nonna!...
- Buonanotte Andrè!...
 
Sento chiudere la porta della stanza di Nanny, e mi avvio verso la stanza di Andrè.
Apro la porta e lo vedo seduto sul letto, mentre dà le spalle alla porta.
E' nudo dalla vita in sù. Le fiamme del camino, illuminano la sua pelle.
 
- Si nonna... mi sto mettendo a letto!...
 
Non parlo, mi avvicino al letto e soprattutto a lui.
Alzo la mano sinistra e tocco la sua spalla destra. Alza lo sguardo e con il suo unico occhio, mi guarda stupito.
 
- Oscar!... Non dovresti essere qui!... Se dovesse tornare la nonna... Non siamo più bambini!...
 
Mi siedo accanto a lui guardandolo fisso.
 
- Andrè quando mi guardi... Cosa vedi?...
- Cosa?...
- Come mi vedi?... Come un soldato?... Come un uomo?... Cosa vedi di me?...
 
Si gira, fissandomi. Prende le mie mani, tenendole tra le sue.
 
- Oscar... io vedo una donna. Con un cuore grande che ama tutto ciò che la circonda. Agli altri dai l'impressione di essere fredda... Glaciale. Ma non è così!... Dentro di te hai un fuoco, che non riesce più ad essere intrappolato
.
Rimango a bocca aperta, mentre una lacrima scende giù dal mio viso. Avvicina la mano sulla mia guancia, prendendo la lacrima con il suo pollice, portandoselo poi nella sua bocca, assaggiandola.
Dentro di me, si accende qualcosa solo guardandolo. Non avevo mai visto niente di più sensuale.
Avvicina nuovamente la mano sul mio viso con l'indice, mentre dolcemente dice:
 
- Sei una donna bellissima... Ecco quello che vedo. Amo tutto di te... Tutto!
L'indice scende... Tocca piano il collo, scendendo verso l'incavo dei seni, liberi dalle fasce.
Le mie mani toccano le sue, le prendo e le avvicino al mio viso, baciando i polpastrelli.
- Se credete che io profani con la mia mano indegna questa sacra reliquia, le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cercheranno di rendere morbide l'aspro contatto con un tenero bacio...*
 
Avvicino le labbra alle sue in un dolce bacio.
 
- Ho sempre amato questa parte, Andrè!...
- Lo so  Oscar!... Quante ore a leggere il nostro amato " Shakespeare", in questa stanza, durante un temporale da bambini.
- Non capivamo il senso di queste parole... Ma forse eravamo troppo piccoli per capirlo.
 
Ci baciamo con dolcezza.
 
- Oscar... Io non voglio forzarti a fare qualcosa per cui non sei ancora pronta. Vieni qui... Sdraiati accanto a me, come facevamo da bambini.
 
Mi sdraio accanto a lui, abbraciandolo.
 
- Ti amo   Andrè...
 
Non sento la sua risposta, la conosco perfettamente. I miei occhi si chiudono. Forse dopo molto tempo, riesco a dormire, mentre una mano dolcemente, accarezza i miei capelli.
 
Angolino Orny
Grazie di cuore per le recensione e per l'affetto. Un abbraccio anche a chi solo legge la mia storia.
Ornella
* Romeo e Giulietta... William Shakespeare.

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Capitolo 7
*** 6 ***


6
 
La notte passa tranquilla. Dormire abbracciati, immersi nel calore l'uno dell'altro. Una sensazione persa nel tempo, di quando dormivano insieme da bambini.
Oscar si sveglia per prima. Le luci dell'alba, entrano attraverso le imposte, illuminando leggermente il viso di Andrè.
Lo guarda intensamente. Con gli anni è diventato più bello. Un filo di barba che spunta dal suo viso e gli occhi chiusi. 
Si sposta leggermente per guardarlo meglio. Si appoggia sul gomito sinistro, mentre con l'indice della mano destra, sposta il ciuffo di capelli che copre il suo occhio, ormai privo di luce.
Osserva la lunga ferita che taglia in due l'occhio e la guancia. Sarebbe stato uno splendido pirata, in un'altra vita.
Rimane estasiata al solo guardarlo. E' bellissimo.
Si alza dal letto, portandosi la mano destra sulla bocca, mentre una lacrima scende giù.
Si gira nuovamente a guardarlo. Come sempre ha il sonno pesante; da bambino non si riusciva a svegliarlo.
 Si alza dal letto, avvicinandosi alla finestra. La casa sta iniziando a svegliarsi, lo stesso Andrè.
 
- Oscar... Che bella dormita ho fatto!...
 
Si stira sul letto, come un gatto. Lo guarda affascinata.
Oscar pensa tra sè:
 
" Ora alzerà la mano destra e si strofinerà il naso"
 
- Etciù!!... Cavolo... mia nonna non ha pulito ieri?... C'è tanta di quella polvere.
 
Oscar si avvicina al letto, salendo a carponi.
 
- Oscar... 
 
Andrè la guarda stupito.
Avvicina il viso al suo, allungandosi come un gatto.
 
- Sei una splendida gatta, lo sai Oscar?...
 
Lo bacia ardentemente, tirandogli il labbro.
 
- Ahy... Una gatta dispettosa!... Oscar, ma che combini!...
- Andrè...- ridendo alle sue parole- ... Per un bacio fai tutte queste storie.  Aveva ragione la nonna anni fa...
- Per cosa?...
- Sei un mollaccione, ti facevi sempre male, in qualsiasi modo.
- Veramente...
 
La spinge con la schiena sul letto, tenendole i polsi ai lati del viso. Inizia a baciarle le guance, arrossate.
 
-Veramente... quella ragazzina tutti boccoli dorati e faccia d'angelo, era quella che mi faceva del male.
- Mmm... Sicuro?... Io non ricordo... Ti facevi sempre male tu.
-Sempre male?... Ricordi quella volta che per scommessa, mi hai fatto prendere il parrucchino di tuo zio Gerome, mentre dormiva nel salottino?...
- Mmm...
- Non ricordi?... Io sì!...  Come dicevi?.... " Forza Andrè... Dai muoviti!"... e cosa successe?...
- Mmm... Boh, non saprei...
- Mi ha rincorso per tutta la casa, sono caduto dalle scale e ho pure preso una bella botta alla testa. E tu dov'eri?...
- Ahh!... Ricordo!
- Ora ricordi?... Ti ho odiato quel giorno...
- Ma sono passati tanti anni...
- IO... A differenza tua, non dimentico!...
 
I baci scendono lungo il collo.
 
- Sei sempre stata manesca...
 
Un bacio
 
- Terribile...
 
Un altro bacio
 
- Ero disperato e... Dolorante.
 
Un altro bacio
 
Gli occhi si aprono, mentre lui continua il suo assalto.
 
- Sposami, Andre!...
 
Si alza di scatto, guardandola sorpreso.
 
- Cosa?...
- Sposami Andrè!... Voglio continuare a vivere la mia vita con te.
- Oscar...
- Andrè...
 
Si siedono sul letto, con le gambe incrociate e tenendosi per mano, mentre si guardano negli occhi.
- Andrè, non voglio sposare Girodelle, e non voglio che ci siano problemi tra di noi. Io ti amo immensamente. Voglio viverti  come una donna ama il suo uomo. Voglio farlo in modo che sia sicuro per me e per te.
 
- Lo sai che ti amo e vorrei che fossi mia in tutti i sensi!...
- Dimmi Andrè... ci hai mai pensato se per caso rimanessi incinta?... Ci dividerebbero ed il bambino... oddio...
 
Si alza dal letto, portandosi le mani sul viso. Andrè si avvicina, abbracciandola da dietro.
 
- Oscar... staremo attenti...
- Andrè, io non voglio vivere con il terrore di doverti perdere.
 
Si  gira, guardandolo negli occhi. 
 
- Voglio vivere la mia vita con te. Non ho mai pensato ad avere figli, ma...
- Ma?...
- Ora è tutto diverso. Sposami Andrè!...
- Tuo padre mi ucciderà... o altro.
- Parlerò con la Regina. Non ho mai chiesto niente per me. Voglio sposarti. Oggi andrò da lei e le parlerò!...
 
Si baciano, ardentemente.
 
- Ecco!... Ora è meglio che vada. Si staranno svegliando tutti.
 
Esce dalla stanza, lasciandola sola.
Inizia a vestirsi. E' determinata nel suo progetto. Scende le scale e si avvia verso le stalle, trovando Cesar, già pronto.
Si avvia verso Versailles. Appena arrivata, chiede udienza alla Regina.
 
- Oscar!...
 
Si gira, trovando davanti a sè, la madre.
 
- Madre!...
- Oscar, è da molto tempo che non vieni a Versailles. Non ti ho vista stamattina a colazione.
- Ecco...
- Oscar...
- Devo parlare con la Regina!...
- Spero non sia per un motivo serio!... La Regina è molto preoccupata, per la situazione attuale del paese.
- Madre... Riguarda la mia persona.
- Capisco... Stai ascoltando il tuo cuore a quanto vedo.
- Madre...
 
Si allontana da lei, guardandosi allo specchio di fronte.
 
- Oscar... Da quanto tempo va avanti questa storia?...
 
Si gira, guardandola.
 
- Quale storia?...
- Sono stata lontana, ma noto quando una donna è innamorata seriamente. Ti osservo da molto tempo, ho notato certi sguardi. Per fortuna tuo padre non ha notato nulla.  Avrebbe fatto allontanare Andrè. Chissà cosa altro avrebbe fatto... Non oso pensarci.
- Proprio per questo madre, sono qui!... Voglio chiedere il permesso scritto dei Reali, per poter sposare Andrè!...
- Oscar...
- Madre... Io lo amo!... Non posso sposare un altro uomo... Io voglio lui!
- Figlia mia... Bentornata!... Finalmente è la vera Oscar a parlare. Sei nata donna... hai dei sentimenti che non puoi trattenere. Credo che Andrè  ti renderà felice. Ho sempre adorato quel  ragazzo. Vi aiuterò...
- Madre...ma...
- Vi aiuterò!... Sono stata troppo lontana da te. E' giunto il momento. Non pensare a tuo padre, vedremo più avanti. Adesso vai... La Regina ti aspetta.
 
Vorrebbe abbracciarla, ma non può. Si avvia verso l'appartamente reale. Si gira guardando il viso dolce  e felice della madre.
 
 Angolino Orny
Buonasera a tutti. Ringrazio vivamente chi legge e recensisce la mia piccola storia. Spero di non deludervi.
Un abbraccio, 
Ornella.

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