Incontro tra due mondi

di striscia_04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: LA NUVOLA D'ORO E IL GATTO AZZURRO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: IL PRINCIPE DEI SAYAN E IL DRAGO D'ACCIAIO ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: LE TRE FANCIULLE SULL'ISOLA DEI PERVERSI ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4:IL NUDISTA ED IL POLIZIOTTO SENZA NASO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: LA GUERRIERA E LA SCIENZIATA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: SFIDA ALL'ULTIMO BICCHIERE ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: LE DUE ALLIEVE ED IL MAESTRO TUTTO VERDE ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: UN'AMICIZIA CHE SUPERA LO SPAZIO-TEMPO ***
Capitolo 9: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: LA NUVOLA D'ORO E IL GATTO AZZURRO ***


“Uffa, perché oggi non abboccano?” mugugnò Natsu infastidito, premendo le mani sulla canna da pesca, mentre fissava sconfortato lo scorrere del fiume.
“Dai Natsu, sbrigati io ho fame.” sbraitò Happy, che sdraiato a terra mezzo moribondo si teneva la pancia, da cui fuoriusciva un insistente gorgoglio.
“Non è colpa mia se non vogliono abboccare.” urlò di rimando il rosato voltandosi verso il gatto azzurro.
Il micio vedendo lo sguardo assassino dipinto sul volto del padrone, comprese che era meglio tacere e si mise a pancia all’aria, tentando di distrarsi osservando le nuvole.
Era ancora intento ad osservarle, che vide una piccola nuvoletta dorata attraversare il cielo a gran velocità. Fu un istante, ma fu certo di aver visto una persona su quella massa di vapore, dal colorito particolare.
“Natsu, c’è qualcuno su quella nuvola.” urlò, con la zampa sollevata verso il cielo, l’altro attratto dal richiamo guardò verso l’alto, ma vide solo nuvolette bianche, che spostate dal vento percorrevano il cielo.
“Happy, ma che stai dicendo. Nessuno può stare sulle nuvole.” disse il Dragon Slayer, tornando a concentrarsi sulla pesca.
“Ma io sono certo di aver visto qualcosa.”, “Probabilmente la fame ti gioca brutti scherzi. Abbi ancora un po' di pazienza, ti prometto che prenderò il pesce più grande del fiume.” sentenziò il rosato, sorridendo all’amico.
Molto probabilmente ha ragione.” pensò il felino, “Ho così tanta fame da avere le allucinazioni.” Così meditando tra sé e sé si rimise sdraiato ad osservare le nuvole.
Stava fissando da un po' una nuvoletta, la cui forma gli ricordava quella di un pesce, quando per la seconda volta vide la nuvola dorata, con sopra qualcuno, attraversare il cielo a gran velocità.
“Natsu!” gridò, “Questa volta non me lo sono immaginato! Ho visto una nuvola d’oro con sopra una persona, che volava velocissima in cielo!”
“Happy, ma che stai dicendo!? Non esistono le nuvole d’oro.” disse il mago, cominciando a temere, che il micio fosse completamente impazzito.
“Ti dico, che l’ho vista. E se non mi credi andiamo a controllare!” detto ciò, un paio d’ali bianche comparvero sulla sua schiena, afferrò Natsu e si diresse a tutta velocità verso il cielo.
Raggiunta una certa altezza si fermò e i due iniziarono a scrutare l’orizzonte, alla ricerca della fantomatica nuvola dorata. Passarono così un quarto d’ora, e Natsu si stava stancando di rimanere lassù.
“Hai visto, non c’è nessuna nuvola d’oro, e nessuno che la cavalchi. Dai torniamo giù, ho fame e voglio prenderti qualcosa da mangiare.”
Convinto di essersi immaginato tutto, Happy iniziò a planare, dritto verso il fiume; stava per toccare la cima di un albero, quando qualcosa, che viaggiava alla velocità della luce li investì, scaraventandoli via. Disorientati e senza alcun controllo i due precipitarono sulla chioma di un abete.
“Ma cosa cavolo è stato.” disse Natsu massaggiandosi la nuca, “Guarda Natsu, avevo ragione.” urlò Happy, indicando una piccola nuvoletta tutta colorata di giallo, che si allontanava ad una velocità allucinante.
 Sul dorso della nuvola il Dragon Slayer vide una figura dalle fattezze umane e vicino a lui un gigantesco pesce, impilato in un bastone.
Irritato per il colpo e per la fame, ma soprattutto sorpreso per quello che stava vedendo, si issò in piedi e urlò: “Andiamo Happy, seguiamo quel tipo.”
L’altro non se lo fece ripetere due volte, sollevò il compagno e partì all’inseguimento della nuvola. Dovette constatare, però, che quella massa gassosa era molto veloce, e che tenergli il passo era molto dura. Attivò la magia Area al massimo e finalmente raggiunse la misteriosa figura.
“Ehi tu fermati.” gridò Natsu.
L’individuo posto sulla nuvola si voltò, sgranando gli occhi per la sorpresa, poi ordinò alla nuvola di fermarsi e rimase a fluttuare sul cielo, attendendo l’arrivo dei due.
Quando finalmente Natsu ed Happy arrivarono a pochi centimetri dalla massa di gas, poterono constatare, che a volarci sopra era un uomo, piuttosto giovane, con una stana pettinatura corvina. Indosso portava una stana tuta arancione scuro e in una mano teneva il bastone a cui aveva legato un gigantesco piragna. Alla vista del pesce Happy prese a sbavare, mentre gli occhi gli si illuminavano e lo stomaco emetteva dei brontolii sempre più rumorosi.
Natsu, invece, fissava l’individuo con circospezione annusando il suo odore nel tentativo di riconoscerlo. Percependo un odore insolito, continuò a scrutare il ragazzo, che dal canto suo era rimasto a bocca aperta, nel ritrovarsi davanti un gatto azzurro con un paio d’ali.
“Chi cavolo sei? E come cazzo fai a volare su quella nuvola?” gridò il rosato puntando il dito contro il moro.
Dal canto suo questi abbassò lo sguardo sulla sua nuvoletta e disse: “Io mi chiamo Goku. E questa è la mia nuvola Speedy.”
“E cosa sarebbe una nuvola Speedy?” chiesero i due, senza smettere di osservare la nuvola.
“E’ una nuvola magica, che mi permette di andare ovunque io voglia, ed è molto veloce. Però solo le persone pure di cuore possono salirci.” rispose Goku, “Tu, invece, che animale sei?” chiese Goku, indicando Happy con un dito.
“Io sono un gatto, e posso usare una magia chiamata Area, per poter volare.” rispose, quest’ultimo, continuando a scrutare il pesce.
“Urca, che forza un gatto magico!” esclamò eccitato il moro, “Tu chi sei, invece?”
“Io sono quello a cui sei venuto addosso!” urlò Natsu furente, sentendo la temperatura del suo corpo salire.
“Come scusa?”, “Non fare il finto tonto! Poco fa mi sei venuto addosso con quella nuvola.”
Goku fissò allibito il ragazzo, “In effetti ho sentito uno stano urto, credevo di aver colpito un uccello o un ramo. Mi dispiace non ti ho visto, spero di non averti fatto troppo male.” Disse Goku, sorridendo e mettendosi una mano dietro la testa.
Ad un tratto dal nulla si levarono tre strani gorgogli, tutti e tre abbassarono la testa, rendendosi conto che erano i loro stomaci, che pretendevano cibo.
“Senti che ne dici se ti offro il pranzo, per scusarmi.” chiese Goku, “Volentieri, dai Natsu accetta.” rispose Happy, mentre riprendeva a sbavare. “D’accordo.”
“Perfetto, allora seguimi.” Disse Goku prima di ripartire con la nuvola, seguito a ruota da Happy, a cui la prospettiva di mangiare quel grosso pesce, aveva ridato le forze per stare al passo con la nuvola.
La sua gioia crebbe, quando giunti in riva ad un grande lago, vide ammucchiati su una distesa d’erba, ben cinque pesci, grandi quanto quello, che Goku aveva in mano.
Scesero rapidamente e la nuvoletta scomparve nel cielo, “Ok adesso devo solo accendere il fuoco, e poi potremo rimpinzarci.” disse il guerriero
“A quello posso pensarci io.” rispose Natsu, raccolse un numero considerevole di ciottoli e li accatastò. Subito dopo, fece ricoprire il suo braccio destro dalle fiamme e poggiò l’arto sulla catasta, che prese fuoco all’istante.
“Wow, ma come hai fatto!” esclamò Goku, con gli occhi fissi sul braccio del rosato, il quale era ancora circondato dal fuoco.
“Semplice, sono un mago del fuoco.” disse Natsu sorridendo al compagno.
“Bata perdere tempo con queste sciocchezze, io ho fame!” miagolò Happy, sollevando un grosso pesce dalla fila, per poi metterlo vicino alla brace.
Cotti i pesci i tre cominciarono a sfamarsi con voracità sempre crescente e senza fermarsi, finché dei pesci non rimasero solo le lische.
“Urca, che bella mangiata. Anche se non sono proprio sazio.” disse Goku toccandosi la pacia, divenuta tre volte più grande di prima.
“Già hai proprio ragione, ci vorrebbe un po' di fuoco per terminare il pranzo.” disse Natsu, prendendo un paio di rametti, per poi sfregarli con forza uno contro l’altro, fino a formare una bella fiammata.
Il fuoco divampò e una volta sicuro che fosse abbastanza, il rosato, sotto lo sguardo esterrefatto di Goku, addentò le fiamme, iniziando a divorarle fin quando non scomparvero completamente dentro la sua bocca.
“Ora si che ci siamo.” esultò buttandosi a sedere, mentre con le mani si tastava la pancia, anch’essa cresciuta notevolmente.
“Ehi, m-ma c-come hai fatto?” chiese Goku, incapace di comprendere ciò che aveva appena visto.
L’altro lo guardò sorridendo, poi rispose: “Semplice sono il Dragon Slayer del fuoco, e le fiamme sono il mio pasto preferito.”
“Cosa, tu saresti un Drago-che?”, “Un Dragon Slayer, cioè un mago, che ha appreso la magia del drago distruttore.” rispose l’altro divertito dalla faccia dell’amico.
“Tu saresti un mago? E usi la magia dei draghi?! Quindi sei come il Drago Shenrong!”, “Cosa, conosci i draghi. Non so chi sia questo Shenrong, ma il drago che mi ha insegnato la magia è Igneel ed è mio padre.” spiegò il rosato, mettendosi a sedere, incuriosito dal discorso di Goku.
“Urca, hai come padre un drago. Che forza, chissà se Shenrong lo conosce.” disse Goku,
“Sarebbe fantastico, così potrei chiedergli dove si trova mio padre. Sono anni che è sparito e lo sto cercando.” disse Natsu, portando le mani alla sciarpa bianca, che aveva al collo, mentre il suo volto si incupiva.
Vedendo questo suo cambio d’umore, Goku comprese che la lontananza dal padre doveva pesargli molto. Cominciò a ricordare la tristezza e la solitudine provata a bambino dopo la morte di suo nonno Gohan, e così gli venne un’idea.
“Senti che ne dici, se cerchiamo Shenrong e gli chiediamo di esprimere il tuo desiderio.” propose il moro. Natsu sgranò gli occhi fissando l’amico, come se fosse pazzo: “Che cosa intendi?” chiese, “Vedi Shenrong è un drago speciale, che appare soltanto se uno raccoglie le sette Sfere del Drago. Come questa.” disse Goku, estraendo dalla sua tuta una piccola pallina arancione con quattro stelline rosse incastonate al suo interno.
Natsu prese l’oggetto, mentre se lo rigirava in mano e ci si specchiava,
 “Questa è la sfera dalle quattro stelle, in totale sono sette.” continuò Goku, “Se le raccogliamo tutte e sette ed invochiamo il drago con una formula magica, egli apparirà ed esaudirà un nostro desiderio. Possiamo chiedergli di dirci dove si trova tuo padre!”
Il voltò di Natsu si contrasse in una smorfia, mentre lacrime di gioia gli rigavano il volto, si passò una mano sui bulbi oculari, asciugandoseli, poi sorrise verso l’amico.
“Grazie mille Goku! Sei veramente una brava persona.” disse appoggiando una mano sulla spalla del compagno, scoppiando a ridere.
Poi un dubbio cominciò a farsi largo nella sua mente, “Piuttosto, dove sono le altre sei sfere?”, “Sono sparse per tutto il globo, ma non preoccuparti la mia amica Bulma, ha costruito un radar in grado di trovarle.” spiegò il moro, ad un Natsu già agitato al pensiero di dover setacciare tutto il pianeta, per cercare i cimeli magici.
“Bulma abita nella città dell’Ovest, possiamo raggiungerla velocemente con la nuvola Speedy e farci prestare il radar del Drago.” disse Goku, prima di richiamare la sua nuvola. “Piuttosto Natsu, perché non provi a salirci. Tu sei una persona buona, quindi non dovresti avere problemi.”
Il mago non se lo fece ripetere due volte, era già rimasto colpito dalla nuvoletta, e non vedeva l’ora di salirci sopra, spiccò un balzo e atterrò su di essa. Si sorprese di sentire qualcosa di compatto sotto i piedi, ed iniziò a pestarla, per vederne la resistenza.
“Bene adesso provala.” disse Goku, il rosato ordinò alla nuvola di partire ed essa spiccò il volo, iniziando a spostarsi per tutti il cielo circostante, compiendo virate, capovolte e giri della morte.
Happy e Goku osservavano divertiti la scena, mentre Natsu se la rideva, poi ad un certo punto il ragazzo si accasciò sulla nuvola, e Goku preoccupato la richiamò.
Giunta vicino a loro, il moro rimase esterrefatto: Natsu era disteso sulla pancia, con un colorito verdognolo, che gli copriva tutta la faccia, il sudore che gli colava in tutto il corpo, gli occhi socchiusi e la bocca chiusa, come se stesse per vomitare.
“Oh no! Mi sono completamente scordato della tua chinetosi.” gridò Happy, tentando di far scendere il compagno dalla nuvola, “La chine-cosa?” chiese Goku sorpreso.
“La chinetosi,” spiegò Happy, “ovvero la nausea, di cui tutti i Dragon Slayer soffrono quando mettono piede su un mezzo di trasporto in movimento.”
“Questo significa, che Natsu non può salire sui treni o sulle macchine, altrimenti si riduce in questo stato?!” chiese il guerriero al rosato, che fece un cenno affermativo con la testa.
“S-sarà m-meglio, c-che i-io v-voli con H-Happy.” farfugliò Natsu, rigettando in gola un rigurgito. “Già è meglio.” assentì il micio sollevando il padrone per la schiena.
Dopo che Natsu si fu ripreso i tre si misero in viaggio verso la Capsule Corp., alla ricerca di Bulma.
“Senti Natsu?” chiese, ad un tratto Goku, mentre erano in viaggio, “Posso sapere cosa è quel simbolo, che hai dipinto sul braccio destro?”
“Questo?” disse il rosato indicando il tatuaggio di colore rosso, ritraente una strana figura con una coda appuntita, “Questo è il simbolo di Fairy Tail, la gilda di maghi a cui appartengo.”
“Una gilda di maghi?”, “Si, la gilda è un luogo dove tante persone si riuniscono per lavorare e svolgere delle missioni. Fairy Tail è la migliore!” disse Natsu, con un luccichio di orgoglio negli occhi.
“Quindi in questa gilda c’è tanta gente forte?”, “Certo, tutti i miei amici sono fortissimi, ci sono: Erza, Lucy, Gray, il vecchietto, Luxus, Gajeel, Cana, Wendy, Juvia, Mira, e tantissimi altri.” spiegò Natsu, cominciando a fare l’elenco di tutti i suoi compagni.
“Urca c’è così tanta gente forte, che non conosco, tutta riunita insieme.” disse Goku eccitato, mentre sentiva ribollire il sangue nelle vene all’idea di combattere.
“Senti Natsu, anche tu sei molto forte?” chiese Goku, “Certo io sono fortissimo, il più forte di tutta la gilda, o comunque un giorno lo diventerò.”
“Fantastico!” urlò Goku arrestando la nuvola a mezz’aria, mentre fissava Natsu con sguardo serio, “Senti Natsu promettimi, che una volta espresso il tuo desiderio io e te ci scontreremo in un combattimento.” disse Goku, dalla sua voce si avvertiva tutta la determinazione e l’eccitazione, che la prospettiva di quel nuovo scontro gli stava trasmettendo.
“Certo” disse Natsu sorridendo con sfida, “Mi sento tutto un fuoco all’idea di fare a botte con te.”
 I due si incrociarono le braccia, gridando all’unisono “Promesso”, prima di riprendere il loro viaggio verso la città dell’Ovest.
 
Nota d’autore: dopo tanto tempo sono tornata a scrivere su questo sito. Ne sono veramente felice, considerando che questa è anche la mia prima storia, composta da più capitoli. Adoro sia Dragon Ball sia Fairy Tail (ormai si sarà capito XD), così mi sono messa leggere i crossover, che riguardavano queste due opere e dopo aver visto alcune fan art, ho avuto l’idea di scrivere questa storia.
In totale dovrebbero essere sette capitoli, più l’epilogo finale. Detto questo spero che possa piacere, fatemelo sapere con una recensione.
 

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: IL PRINCIPE DEI SAYAN E IL DRAGO D'ACCIAIO ***


Bulma sorseggiava deliziata il suo caffè mattutino, mentre poggiava sulla ringhiera del balcone della Capsule Corp. Sulla sua testa un meraviglioso cielo azzurro si estendeva a perdita d’occhio. La scienziata si mise ad ammirare quella distesa turchese di spazio, attraversata da nuvolette bianche. Ingoiò un altro sorso di caffè, prima che il suo orecchio captasse uno strano rimbombo provenire dal suo giardino. Abbassò lo sguardo, che si posò su una grande navicella di forma ovale. La grande sfera riportava sul dorso la scritta “GRAVITY ROOM”, e da essa provenivano dei forti boati.
Il volto di Bulma si contrasse, infastidita dal baccano, “Ma non potrebbe allenarsi un po' più piano. Disturberà tutti i vicini.” pensò la donna, tornando a sorseggiare il suo caffè.
Stava per rientrare dentro casa, con l’intento di proseguire le sue ricerche, quando si vide venir contro due figure. Cadde all’indietro per la sorpresa e la tazza si infranse sul pavimento. Ancora sotto shock si ritrovò davanti il volto di Goku, che le sorrideva divertito da sopra la nuvola Speedy. Vicino a lui c’era uno strano ragazzo dai capelli rosa appuntiti, che fluttuava nel cielo sorretto da un gatto azzurro con le ali.
“Ciao Bulma, come te la passi?” chiese Goku, sghignazzando, “Ti sembra il modo di presentarti. Per poco non mi facevi venire un infarto!” urlò stizzita la turchina.
“Scusami non volevo spaventarti.” disse Goku, mentre Bulma si calmava, concentrando la propria attenzione sull’altro ragazzo, “Si può sapere chi è il tuo nuovo amico?” chiese indicando Natsu.
“Lui si chiama Natsu e questo è il suo gatto Happy.” rispose il moro, “Ci siamo conosciuti poco fa. Sai Bulma, Natsu è il figlio di un drago!” esclamò Goku, con una luce di eccitazione negli occhi.
“Come scusa, questo ragazzo sarebbe il figlio di un drago?! Un drago come Shenrong?”, chiese al limite della sorpresa la donna, fissando Natsu.
In effetti il suo volto somiglia a quello di una lucertola.” pensò Bulma, scrutando i grandi occhi di Natsu, dalle piccole pupille color pece, ed i lineamenti del viso spigolosi, che gli regalavano un’aria un po' tetra.
“Salve signora io sono Natsu.” disse esibendo un sorriso a trentadue denti, mostrando i canini pronunciati alla ragazza. Nonostante il suo aspetto, però, Bulma si sentiva tranquilla in sua presenza.  
Se Goku è diventato suo amico, non ho nulla da temere. Probabilmente è un mangione, maniaco dei combattimenti come lui.” pensò Bulma, mentre una gocciolina di sudore si formava sulla sua nuca.
“Allora Goku, a cosa devo il piacere di questa visita?” chiese la turchina,
“Vedi Bulma, Natsu sta cercando da molti anni suo padre Igneel, che è scomparso.” spiegò il moro, “Quando ho saputo che è un drago, ho pensato a Shenrong, e mi è venuta l’idea di cercare le Sfere del Drago, e chiedere a Shenrong dove si trova il padre di Natsu.”
“Sì, così finalmente rivedrò mio padre.” esclamò Natsu al settimo cielo,
 “Poverino mi dispiace. E dimmi Natsu da quanto tempo è che non rivedi il tuo papà?” chiese Bulma, intristita dalla disavventura del rosato.
 “Beh, ormai sono tanti anni. Ero un bambino quando è scomparso.” spiegò il Dragon Slayer, abbassando la testa.
“Non preoccuparti Natsu. Presto lo rivedrai!” esclamò Bulma, “Datemi solo un secondo, che vado a prendere il Dragon Radar nel laboratorio.”
I due si sedettero su un tavolino posto sulla terrazza, in attesa del ritorno di Bulma, quando avvertirono un suono metallico. Curioso Natsu si affacciò al balcone e vide una stana sfera da cui usciva un uomo, con i capelli neri appuntiti e lo sguardo austero. Gli strani abiti indossati dall’uomo erano tutti strappati e sul suo corpo erano visibili varie ferite.
“Chi è quel tizio?” chiese Natsu, “Ah, lui è Vegeta, il marito di Bulma.” rispose Goku, sorridendo alla vista del rivale.
 “Come mai era dentro quella strana sfera?”, “Quella è la sua stanza per l’allenamento gravitazionale. Lì dentro la gravità può variare in base alle impostazioni. Così ci si può allenare meglio.” spiegò Goku.
“Wow, che figata, mi piacerebbe provarla. Chissà se li dentro posso usare la mia magia?” disse Natsu sempre più eccitato.
Udendo i suoi schiamazzi, Vegeta sollevò la testa scorgendo i due sul suo davanzale, che lo fissavano. Contorse il volto, infastidito, dalla presenza di Goku. Poi spiccò il volo è in pochi secondi fu davanti ai due.
Natsu, per lo stupore di ritrovarselo davanti, cadde con il sedere per terra, “Incredibile sai volare?!” esclamò il rosato, ma Vegeta non lo degnò neanche di uno sguardo proseguendo fino ad arrivare davanti a Goku.
“Ehi Kakaroth, si può sapere cosa ci fai a casa mia?” chiese irritato, “Sto aspettando Bulma, perché deve prestarmi il Dragon Radar.” spiegò l’altro.
“A cosa ti servono le sfere del drago?”,
“Il desiderio da esprimere non è il mio, ma quello di Natsu.” disse il moro, indicando il ragazzo, che ancora seduto squadrava, insieme ad Happy, il nuovo arrivato.
“E tu chi saresti?” chiese Vegeta.
 Forse per il tono o per l’atteggiamento, ma Natsu provò subito un senso di astio verso quel tizio, “Io sono Natsu.” disse con tono fermo.
“Cos’hai da guardare?” chiese Vegeta, rivolgendosi al gatto blu, che lo fissava con gli occhi sgranati, ancora sorpreso per averlo visto volare. “N-niente.” rispose Happy, andando a nascondersi dietro Natsu, spaventato dallo sguardo truce del moro.
“Questo tizio mi fa paura.” bisbigliò all’orecchio del compagno, sperando che il diretto interessato non lo sentisse. “A me invece dà sui nervi.” disse Natsu, sollevandosi in piedi.
Vegeta ignorò completamente i due, la loro presenza lo infastidiva, ma non sembravano affatto interessanti come avversari.
“Kakaroth perché perdi tempo con quei due? Non lamentarti quando ti supererò!”, “Guarda che non sto affatto perdendo tempo. Infatti, una volta che avremmo espresso il suo desiderio io e Natsu ci affronteremo in un combattimento.” disse Goku, sul cui volto era dipinto un sorriso di sfida.
“Mi stai dicendo che vuoi combattere contro quella mezza calzetta.” disse Vegeta, mentre il corpo del rosato iniziava già a surriscaldarsi.
 “Guarda che Natsu è forte. È un mago ed è il figlio di un drago. Usa una strana magia, che gli permette di usare la forza dei draghi.”  rispose Goku, “Sono certo che il nostro scontro sarà fantastico!”
“Se lo dici tu.” disse il principe dei Sayan per nulla convinto della cosa,
“Ehi Natsu, che ne dici di farglielo vedere.” esclamò Goku.
Il rosato non se lo fece ripetere due volte, era già intenzionato a fare a pugni con quel tizio, anche senza il permesso dell’amico. Partì alla carica, ma Vegeta era già in guardia pronto a riceverlo. Il moro, però, non si aspettava di ritrovarsi davanti un muro di fuoco, a circondare il corpo dell’avversario. Per la sorpresa abbassò la guardia, ed il Dragon Slayer, gli sferrò un pugno sul volto.
Vegeta fu spinto all’indietro, mentre i suoi stivali creavano dei solchi sul pavimento, per tentare di arrestare la spinta. Quando finalmente si fermò, si portò la mano sulla guancia dolorante, avvertendo la sua pelle indurita e calda.
Quel bastardo mi ha bruciato la faccia.” pensò il Sayan, osservando con astio il ragazzo, ancora circondato dal fuoco. “Dannato ragazzino, adesso ti distruggo!” urlò, prima che il suo corpo venisse circondato da un’aura trasparente.
Caricò il nemico, ed in meno di mezzo secondo gli fu addosso. Questa volta il fuoco non bastò a proteggere Natsu, che ricevette un pugno in pieno volto, venendo scagliato via. Atterrò con un tonfo sordo nel giardino, creando un grande cratere.
“Natsu!” gridò Happy preoccupato dirigendosi verso il padrone,
 “Tsk, così impara a stare al suo posto.” disse il principe dei Sayan, volgendo le spalle al nemico. “Guarda meglio Vegeta.” lo ammonì Goku, con un sorriso divertito sul volto.
Il moro si girò di scatto, vedendo Natsu sollevarsi in piedi, sorretto da Happy, con un grosso livido nero sulla guancia. “Dannato bastardo, giuro che questa te la faccio pagare!” gridò contro Vegeta, con uno sguardo assettato di sangue.
“Andiamo Happy, facciamo vedere a quel tizio cosa succede a sottovalutare un mago di Fairy Tail!”, “Ayè!” rispose il gatto prima di sollevarlo per la schiena.
Il corpo di Natsu fu nuovamente circondato dalle fiamme, con sguardo furente squadrò Vegeta, e partì all’attacco. Il moro non si fece intimorire, anzi si preparò a scagliarlo via una seconda volta. I loro pugni stavano per scontrarsi, ma una voce furente si levò alle loro spalle.
“VOI DUE! COSA CAVOLO STATE FACENDO!”, entrambi si voltarono incrociando lo sguardo su Bulma, appena tornata con il radar in mano. La donna presentava un’ampia vena pulsante sulla fronte, ed il suo sguardo omicida, provocò a tutti i presenti un brivido. “MI STATE DISTRUGGENDO IL GIARDINO, RAZZA DI PAZZI SCATENATI!” continuò a gridare alludendo al grosso cratere creato da Vegeta.
“Ehi Bulma hai trovato il Radar?” chiese Goku avvicinandosi all’amica, “TU CHIUDI IL BECCO! NON POTEVI FERMARLI?” gridò di rimando la turchina. “Scusa, per quale motivo avrei dovuto fermarli, si sono scambiati a malapena un pugno.”
La risposta non piacque per nulla alla ragazza, e Goku vedendo il luccichio sinistro emanato dal suo sguardo, comprese che era meglio allontanarsi da lì. Afferrò prontamente il Radar, poi preso Natsu per la sciarpa si librò in cielo, e si allontanò velocemente dalla casa.
“TORNATE INDIETRO: PRIMA MI DISTRUGGETE IL GIARDINO E POI VE NE ANDATE COSÌ?!, sentì gridare a Bulma, e comprese di aver fatto la scelta migliore.
“Lasciali perdere.” disse Vegeta, osservando furente i due che si allontanavano, mentre con una mano si toccava una guancia. “Piuttosto, costruiscimi qualche macchinario sputa fuoco. Ho bisogno di allenarmi per resistere alle grandi temperature.” disse entrando in casa diretto verso la cucina.
Bulma sospirò rassegnata, seguendo il marito dentro casa, prima di tornare nel suo laboratorio.
Il cielo intanto aveva preso a scurirsi e fitti nuvoloni neri minacciavano pioggia. Nel centro della tempesta, si formarono delle strane scariche elettriche ed il cielo si squarciò. Dallo squarcio fuoriuscirono tre figure, che precipitarono giù dal cielo.
“Che succede?” gridò una delle tre sagome,
“Non lo so! Ma dobbiamo fermarci o ci schianteremo!”
“Presto Gajeel fa qualcosa!” gridò la figura le cui fattezze erano quelle di una giovane donna dai capelli azzurri.
“Cosa vuoi che faccia!?” urlò di rimando il diretto interessato, ovvero un uomo dai lunghi capelli neri, con il volto ricoperto di pricing.
“Ho un idea!” disse il gatto marrone, prima di afferrare la ragazza per la schiena e di spiegare le ali, “Gajeel trasformati in acciaio, questo dovrebbe attutire la caduta. Io intanto penso a Levy.”
“Ok.” urlò l’uomo tramutando il suo intero corpo in acciaio, poco prima di schiantarsi al suolo.
“Gajeel stai bene!” gridò Levy preoccupata, atterrando sul prato e avvicinandosi al compagno, “Sto benissimo gamberetto. Figurati se mi faccio male per così poco.” disse il moro uscendo dalla coltre di polvere, sollevatasi a causa dell’impatto.
Il forte boato prodotto dallo schianto aveva, invece, messo in allarme la famiglia Brief, così in meno di un minuto sulla terrazza della Capsule Corp. si erano riuniti Bulma, Vegeta ed i genitori di quest’ultima. La famiglia osservava incredula i nuovi arrivati, mentre la turchina si rammaricava per l’ulteriore danno provocato al suo giardino.
“Ehi voi due! Si può sapere chi siete e cosa ci fate nella mia proprietà?” urlò la donna, i tre si voltarono vedendo il piccolo pubblico che li stava osservando dal balcone.
“Buon giorno a tutti.” salutò una Levy imbarazzata, mentre Gajeel distoglieva lo sguardo, infastidito dalle urla della donna ed indisposto ad aprire bocca.
“Io ed i miei amici, ci scusiamo se siamo penetrati qui senza permesso.” continuò Levy, “Se devo essere onesta non ho la più pallida idea di come sia finita qui. So solo che siamo appena precipitati dal cielo.” spiegò indicando verso l’alto con un dito.
Bulma li fissò allibita scambiandosi degli sguardi con Vegeta, che non sembrava minimamente incuriosito dalla storia di quei tre, voleva solo che sparissero dalla sua proprietà. Ancora incredula Bulma, distinse sul braccio del ragazzo uno strano simbolo, che aveva già visto dipinto sul braccio di Natsu, poco tempo prima.
“Vi dispiacerebbe raggiungerci un attimo qui!” urlò ai tre, che presero ad avvicinarsi, appena furono a pochi passi, Bulma vide che uno dei tre era un gatto marrone, molto simile ad Happy. Sempre più sicura che quei tizi ed il nuovo amico di Goku si conoscessero li fece accomodare in casa, servendo loro qualcosa da bere.
“La ringrazio infinitamente signorina Bulma.” disse Levy sorseggiando una tazza di tè, “Si grazie mille, questo succo di kiwi è delizioso.” disse il gatto con le lacrime agli occhi.
“Wow non avevo idea che ai gatti parlati piacessero i kiwi.” disse Bulma divertita, “Beh, Lily è un gatto dai gusti particolari.” spiegò Levy.
“E tu non hai sete?” chiese la turchina a Gajeel, che non aveva neanche avuto la decenza di sedersi su una poltrona, rimanendo attaccato ad un muro, mentre scrutava la stanza. “Gajeel non è proprio il tipo da tè.” rise Levy imbarazzata dal comportamento del compagno.
“Posso portarti qualcosa da mangiare?” insistette Bulma rivolta verso il moro, che ghignò prima di parlare: “Portami del ferro!” A Levy andò di traverso il tè, mentre Bulma sgranò gli occhi per la sorpresa. Poco dopo vide il moro addentare pezzi di ferro, masticarli ed ingollarli come fossero normale cibo. Per la sorpresa a sua madre cadde l’innaffiatoio di mano, perfino Vegeta rimase esterrefatto alla vista della scena.
Levy, invece, sorrise tesa ed imbarazzata, nel trovarsi tutti quegli sguardi puntati contro, mentre Gajeel troppo intento a mangiare, non ci fece minimamente caso.
“Dovete sapere,” cominciò a spiegare la ragazza, “che Gajeel è un mago molto particolare, egli utilizza la magia del Dragon Slayer, e questo gli permette di nutrirsi di acciaio.”
La risposta, però, non fece altro che confondere i presenti, alche Bulma decise di farsi avanti e chiese: “Scusate, spero di non essere inopportuna, ma il simbolo che ha sul braccio il tuo compagno credo di averlo già visto. Inoltre, proprio poche ore fa ho conosciuto un ragazzo, che affermava di essere un mago e di essere il figlio di un drago, per caso lo conoscete?”
Gajeel si arrestò sollevando lo sguardo verso Bulma, che si sentì scrutare dentro da quelle piccole pupille rosso sangue. “Hai detto un ragazzo, che afferma di essere il figlio di un drago?” chiese Levy, “Per caso questo ragazzo, aveva i capelli rosa, una sciarpa bianca legata intorno al collo e viaggiava in compagnia di un gatto blu?”
“Sì proprio lui, ha detto di chiamarsi Natsu.” esclamò Bulma, prima che un rumore metallico la facesse sussultare, voltò lo sguardo verso Gajeel, il cui volto era attraversato da un sorriso sinistro.
“Quindi quel bastardo di Salamander era qui.” disse prima di sollevarsi, “Forza Levy, andiamo a cercarli, così finalmente posso spaccare la faccia a quel rompiscatole.”
“Gajeel piantala: primo non abbiamo idea di dove ci troviamo, sarebbe meglio capirlo, secondo non sappiamo dove sia diretto Natsu, terzo potreste mettere da parte le vostre solite risse per una volta.”, “No.” rispose seccamente l’altro, incrociando le braccia.
Bulma osservò i due iniziare a bisticciare, non più sicura che quei tre fossero amici del rosato, “Scusate se mi permetto, ma voi, quindi siete amici di Natsu?” chiese titubante. “Assolutamente no!” rispose Gajeel irritato, “Per favore ignoralo. Si noi siamo amici di Natsu, più precisamente siamo compagni, che lavorano nella stessa gilda di maghi.”
“Capisco, quindi siete in buoni rapporti.” chiese Bulma, “Oh sì! Semplicemente Natsu e Gajeel non vanno molto d’accordo, ma sono ottimi amici.”, “Io e quello stupido fiammifero non siamo affatto amici.” urlò Gajeel.
Ormai sicura di potersi fidare di loro, Bulma gli raccontò del suo incontro con Natsu, del fatto che era partito con Goku alla ricerca delle Sfere del Drago, gli spiegò cosa fossero, e che Natsu voleva chiedere al drago di dirgli dove si trovasse suo padre.
“Hai sentito Gajeel! È una notizia fantastica, se Natsu scopre dove si trova Igneel, molto probabilmente troverà anche tuo padre e la madre di Wendy. Non sei felice presto rivedrai tuo padre!” esclamò Levy al colmo della gioia. L’altro però, si incupì e prosegui il suo percorso verso la porta senza degnarla di uno sguardo,
“Cosa vuoi che mi importi di quel vecchio ingrato! Che ricompaia pure in circolazione, appena lo trovo gli spacco la faccia.” disse, “Dai muoviti, dobbiamo raggiungere quel bastardo di Salamander, troverò queste sfere prima di lui.”
Levy guardò mestamente il suo compagno, sapeva che Gajeel non era il tipo, che mostrava le sue emozioni in pubblico. E che, anche se non voleva ammetterlo la lontananza dal padre per tutti quegli anni lo aveva fatto soffrire, ma non si aspettava certo quella fredda reazione.
Sentì la zampa di Lily sfiorarle la mano, e abbassando lo sguardo vide il gatto, che le sorrideva fiducioso, alche si rasserenò.
Gajeel era ormai alla porta, pronto ad uscire quando fu richiamato da una voce,
“Ehi tu, fermo dove sei.” tuonò Vegeta, dirigendosi verso il Dragon Slayer, “Toglimi una curiosità, tra te e quel Natsu, chi è il più forte?”, “Ovviamente io.” ghignò Gajeel, indicandosi con il pollice il petto.
“Bene come immaginavo, voi Dragon Slayer, non siete poi questo gran che.”, “Come scusa?” chiese Gajeel, con una vena pulsante, che gli si ingrossava al lato della testa, e uno sguardo omicida dipinto in faccia.
“Semplicemente non siete all’altezza di noi Sayan. Quando Kakaroth mi ha detto, che una volta espresso il desiderio, lui e quel Natsu si sarebbero affrontati ho creduto, che potesse essere uno scontro interessante.” spiegò sorridendo, “Ma dopo esserci scambiati qualche pugno ho capito, che non era poi così forte. E tu mi sembri altrettanto penoso, tutto qui.”
Sul volto di Gajeel si dipinse un sorriso, poi sollevò una mano e cominciò a picchiettarla sulla testa di Vegeta: “Ma bene, parli tanto per essere uno che si è scottato, con le sue fiamme.” disse alludendo alla guancia bruciacchiata del nemico, “Quindi voi Sayan, sareste più forti di noi maghi. Non so se Salamander stesse facendo sul serio, ma anche fosse io sono su tutt’altro livello. Vedi di moderare i termini.” disse continuando a ridere dando piccoli scappellotti sulla testa del Sayan.
“Gajeel adesso piant…” Levy non fece in tempo a finire la frase, dalle mani di Vegeta fuoriuscì una luce accecante e Gajeel fu spinto via attraversando i muri della casa, scomparendo all’esterno. “Vegeta, ma cosa combini!” urlò Bulma, mentre Levy correva in terrazza preoccupata per il compagno.
Gajeel sentì il petto bruciargli, mentre una strana sfera di energia lo spingeva via, poi avvertì il tremendo contrasto con il terreno e la sfera gli esplose addosso. Levy guardò inorridita il vapore fluttuare verso il cielo. Gridò il nome del compagno pronta a precipitarsi in suo soccorso, ma Lily gli si parò davanti: “Lascia stare Levy, Gajeel sa cavarsela da solo.” Infatti, poco dopo un Gajeel sporco, con un’ampia bruciatura sul ventre apparve da dietro la coltre di polvere, guardando indemoniato verso Vegeta, che stava in piedi su quello che un tempo era l’ingresso della sua casa.
“Dannato bastardo, ti farò pentire di aver mancato di rispetto a me il principe dei Sayan!” gridò contro il moro, “Ah sì! Avanti vostra bassezza fatevi sotto.” urlò l’altro di rimando mettendosi in guardia.
Una vena pulsante si formò sulla fronte del Sayan, che si scagliò contro l’avversario. Gajeel non lo vide nemmeno arrivare, e lo scontro si trasformò presto in un pestaggio a senso unico, con il Dragon Slayer che incassava tutti i colpi, senza però riuscire a reagire.
Vegeta sferrò un pugno all’addome del mago, quest’ultimo, stanco di subire passivamente afferrò il pugno del nemico, trattenendolo. Tramutò, poi, il suo corpo in acciaio, ed il braccio divenne un artiglio ricoperto di squame di ferro. Contrasse il volto in un ghigno e colpì l’avversario con un pugno.
Vegeta, dovette ammettere, che quell’attacco lo aveva sentito, non era certo un pugno potente come quello di Kakaroth o degli altri nemici, che aveva affrontato, ma era sicuramente doloroso. Lo costatò anche il suo naso, che iniziò a gocciolare sangue. Insoddisfatto di aver sferrato un singolo colpo, Gajeel prese a colpire il volto del nemico, mantenendo salda la presa sul suo braccio.
Vegeta si sforzò di liberarsi, e scagliando un'altra sfera di energia contro il moro, riuscì nel suo intento, per poi sollevarsi in cielo. Gajeel, ormai abituatosi ai colpi del Sayan, non prestò particolare attenzione all’ultimo ricevuto. Sollevò lo sguardo verso Vegeta, che rabbioso si stava pulendo la faccia: “Allora, che ne pensi, chi è più forte io o Salamander?”, “Tsk, adesso ti faccio vedere io.” urlò di rimando il moro, “Vediamo se resisti a questo, ammasso di ferraglia: Galick Cannon!”
Il suo corpo iniziò a brillare, circondato da una luce viola, portò le mani al lato destro del corpo, mentre puntava verso Gajeel. Il Dragon Slayer, vedendo il gigantesco attacco venirgli contro indietreggiò, “Gajeel schivalo!”, sentì gridare da Lily. Purtroppo per lui il colpo era già partito e lo investì in pieno.
Una gigantesca esplosione si protrasse per tutti i dintorni sradicando alberi, mentre una voragine si formava al centro del giardino, Levy inorridì, quando il fumo si dissolse e di Gajeel non c’era nessuna traccia. “VEGETA!” gridò furiosa Bulma, con le lacrime che minacciavano di sgorgarle dagli occhi, “COSA CAZZO HAI FATTO!”
“Rilassati Bulma, sento ancora il suo ki. È vivo e vegeto.” disse il moro non degnandola neanche di uno sguardo. “Forza cosa aspetti, stupido drago fatti vedere!” gridò, invece, con rabbia verso il terreno.
Proprio in mezzo all’immenso buco, Levy e Lily, riconobbero un’ombra familiare, che lentamente si ingrossò, fuoriuscendo dal terreno e prendendo le sembianze di Gajeel.
“Arff. Arff. Questa volta me la sono vista brutta, se non avessi attivato la Dragon Force, sarei stato disintegrato.”, “Gajeel, stai bene.”, sentì gridare Levy, e voltandosi verso di lei vide, che i suoi occhi erano rossi e gonfi. Alzò il pollice e poi tornò a concentrarsi verso l’avversario.
“Bel colpo!” gridò, “Vediamo se ti piace il mio!” disse prima di compiere un balzo verso il nemico. Vegeta lo guardò infastidito, poi gli si scagliò contro, ma il suo pugno non colpì niente, perché il corpo del nemico si dissolse in una strana sostanza nerastra.
Si sentì stingere una mano intorno al collo, costatando che il corpo del nemico era tornato solido. Poi il Dragon Slayer, fu nuovamente ricoperto da uno strano acciaio nerastro, mentre i suoi occhi divenivano grandi fessure bianche. Vegeta tentò di liberarsi dalla stretta, ma il suo pugno fu parato dall’avversario. L’uomo ingrossò le guance, poi urlò: “Ruggito del drago d’acciaio ed ombra!”, ed il Sayan fu investito da un gigantesco tornado nerastro.
 Venendo scagliato via dal potente colpo, Vegeta sentì che l’attacco gli procurava delle ampie lacerazioni su tutto il corpo, che sembravano scavargli fin dentro le ossa. Lottò per liberarsi da quel vortice, ma più tentava di spostarsi più i colpi si facevano fitti e pronunciati. Alla fine, il colpo lo scaraventò contro il terreno, facendolo atterrare e producendo un forte boato. Sul prato si venne a creare un altro cratere.
“Oh no Vegeta!” gridò Bulma preoccupata per il marito, “Gajeel adesso dovete piantarla!” disse Levy, guardando il compagno con sguardo furente. “Ehi non prendertela con me, ha cominciato lui. Comunque, sta tranquilla non gli ho fatto niente!” disse, mentre un sorriso frustrato gli si formava sul volto. “Piuttosto Lily vieni qua a darmi una mano. Non mi sembra leale che lui possa volare ed io no!” disse il Dragon Slayer al suo gatto, che subito lo raggiunse per dargli manforte.
Vegeta, invece, dopo essere atterrato, si sollevò lentamente, mentre le ferite subite gli bruciavano terribilmente. Osservò il nemico, ed un sorriso divertito gli si dipinse sul volto, “Forse l’ho sottovalutato.” pensò, “Non è poi così male come avversario. Ma ora lo aggiusto io!”
Si sollevò in piedi, contraendo tutti i muscoli del corpo, mentre un urlò disumano si faceva largo nella sua gola, un’aura dorata avvolse il suo corpo ed i suoi capelli divennero biondi, mentre i suoi occhi assunsero il colore del mare.
Gajeel spalancò la bocca, vedendo il suo avversario trasformarsi, ma non per questo demorse, si preparò a riceverlo, rinfrancato dal supportò di Lily. Quando il Sayan gli fu addosso, il gatto si sollevò in cielo, mettendo in salvo il suo padrone dall’attacco. Non aveva però calcolato la velocità dell’avversario, che gli fu subito addosso, colpendo Gajeel all’addome. Il Dragon Slayer si contorse dal dolore portandosi le mani sul petto. “Dannato, come ha fatto a farmi tanto male, nonostante io sia fatto di ferro.” pensò, mentre sentiva le squame della sua pelle incrinarsi e staccarsi.
Vegeta non si accontentò di ciò, e colpendolo sulla testa scagliò entrambi contro il suolo. Lily, però, fu abbastanza veloce da frenare la caduta e tornare in cielo. I due partirono all’attacco, e Gajeel sferrò un pugno in faccia al Sayan. Quest’ultimo, però, rimase impassibile, come se non sentisse alcun dolore. Afferrò, invece, il braccio del nemico e aprendogli il palmo davanti al volto gli scagliò contro un raggio di energia potentissimo. I due furono scagliati al suolo, ed il Dragon Slayer tornò normale, mentre Lily perse i sensi.
“Allora, ne vuoi ancora?” chiese Vegeta, notando che l’avversario sembrava ancora intenzionato a combattere. “Puoi giurarci! Non mi arrenderò finché non ti avrò rotto tutte le ossa.” rispose ghignando il moro, “Bene allora preparati a perdere!”
Gajeel prese un bel respiro, poi il suo corpo mutò di nuovo, sollevò un braccio in cielo e gridò: “Spada del drago d’acciaio!” il suo braccio si tramutò in una lunghissima lama, circondata da spunzoni, che scagliò contro la testa del nemico.
Vegeta rimase impassibile e con una mano bloccò la lama, sorreggendola a pochi centimetri sopra la sua testa. “Hai finito con i tuoi trucchetti?!” chiese fissando torvo il moro, che dal canto suo a mala pena si reggeva in piedi. “Bene e adesso sparisci!” disse il principe dei Sayan, prima di scagliare un ultimo gigantesco attacco contro il mago.
Quest’ultimo fu investito in pieno dall’attacco, e quando il fumo si diradò Levy e Bulma, constatarono, che era a terra sfinito.
Vegeta tornò normale e si avvicinò al nemico, che aprì gli occhi, gemendo dal dolore: “Che r-rabbia!” farfugliò, tentando di mettersi seduto, “E’ d-davvero u-umiliante farsi battere così!”, “Tranquillo Gajeel ci rifaremo la prossima volta. Basterà continuare ad allenarsi.” lo incoraggiò Lily.
“Gajeel!”, sentendo Levy chiamarlo, il mago si voltò giusto in tempo per ritrovarsela addosso, che lo stringeva forte in un abbraccio. “Ehi gamberetto, si può sapere, che stai facendo!?” disse il moro, mentre il suo volto assumeva il colore delle aragoste, “Mollami e smettila di piangermi addosso!”
Levy si staccò, anche lei visibilmente in imbarazzo, poi il suo sguardo si fece truce, la sua espressione divenne astiosa ed i suoi occhi brillarono, in un modo che mise paura anche a Vegeta.
“Testone!” gridò prima di far apparire del ferro, che scaglio sulla testa del moro, “E’ mai possibile, che tu debba fare sempre a botte con tutti quelli che ti stanno in torno! Hai pensato a me, che ero preoccupata?”, “Oh, quindi la ragazzina vuole più considerazione.” scherzò Gajeel. Questa battutina, però lo portò a ricevere un’altra sprangata sul cranio.
“Gajeel stai bene?” chiese Bulma, arrivata solo in quel momento, “In quanto a te Vegeta, guarda cosa hai fatto: non solo attacchi e ferisci un mio ospite, ma mi radi al suolo il giardino. Quel colpo poteva distruggermi casa!” tuonò la turchina, mentre il marito la ignorava volutamente, forse intimorito dal suo sguardo.
“Comunque lasciamo perdere.” disse Bulma esasperata, “Tieni Gajeel, mangia questo Senzu, è un fagiolo magico, che guarisce il corpo dalle ferite.” Il moro prese il piccolo ortaggio e se lo sgranocchiò, in un batter d’occhio fu come prima, e le bruciature scomparvero dal suo corpo.
“Per quanto riguarda le Sfere del Drago, avevo costruito un radar d’emergenza. Velo presto, così potrete cercare le sfere, una volta trovate vi riunirete sicuramente al vostro amico.”, “Mille grazie Bulma-sama.” disse Levy stringendo le mani della scienziata.
“Per quanto riguarda il trasporto, posso prestarvi una macchina.” disse la donna, alla parola veicolo Gajeel sbiancò e cominciò a sudare terribilmente.
“Ti ringrazio molto.” disse Levy, “Ma a quello posso pensarci io!” detto questo, sollevò una mano e scrisse nel cielo: “WAGON” ed un carro provvisto di cavallo comparve dal nulla, sotto lo sguardo esterrefatto di Bulma.
“C-come hai fatto?” chiese la donna, “Be anche io sono una maga. Grazie alla magia della Solide Script posso far comparire tutto ciò che scrivo!”
“Wow voi maghi siete fantastici!” esclamò Bulma, con gli occhi che le brillavano di ammirazione, “Però siete sicuri di voler viaggiare su quel carro? Non so quanto sia sviluppata la tecnologia nel vostro mondo, ma potrei prestarvi un’automobile o un jet.”, “Non so davvero come ringraziarti, per la tua gentilezza Bulma-sama, ma preferisco viaggiare così, inoltre non so guidare.” disse Levy, salutando l’amica.
“Ehi ammasso di ferraglia!” tuonò Vegeta quando i tre furono, ormai propensi a partire, “Vedi di dare una bella lezione a quel Natsu!”, “Contaci! In quanto a te, non osare farti superare da nessuno o torno qui e ti spacco la faccia!” rispose di rimando il Dragon Slayer, i due si sorrisero, ed il carro partì.
Quando ormai fu uscito dalla Capsule Corp., per dirigersi verso i confini della città, Bulma si rivolse al marito: “Sai penso che tu e Gajeel abbiate molte cose in comune.”, “Non dire stupidaggini! Io e quell’ammasso di ferraglia non ci assomigliamo per niente. Invece di stare qui a perdere tempo, va a costruirmi, qualche marchingegno per allenarmi, e deve essere rivestito con acciaio rinforzato.” detto questo spiccò un volo e si diresse verso casa, non prima di aver mangiato un fagiolo magico, per recuperare le forze.
“Ma sentilo come ordina. Prima mi distrugge mezza casa e poi se ne va a riposarsi! Giuro che smetto di dargli da mangiare.” disse Bulma sbuffando, ma già il sorriso gli aveva circondato il volto e si stava dirigendo al laboratorio per riprendere a lavorare.
Nello stesso momento a migliaia di chilometri di distanza:
“Ehi Natsu, Goku! Guardate ho trovato la sfera!”, “Davvero, fa vedere Happy!” gridò il rosato al gatto, che gli saltò addosso mostrandogli la piccola pallina con incastonate tre stelle. “Bene ne restano solo cinque!” sentenziò Goku, mentre si rimettevano in viaggio alla ricerca della prossima sfera.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: LE TRE FANCIULLE SULL'ISOLA DEI PERVERSI ***


Il mare cristallino si estendeva a perdita d’occhio lungo l’orizzonte, le onde danzavano leggiadre, sospingendo la piccola imbarcazione di legno, che cullata da esse procedeva lentamente per la sua strada. I gabbiani volavano alti nel cielo, compiendo acrobazie e scrutando dall’alto l’immensa distesa d’acqua alla ricerca di cibo. Ogni tanto fissavano il loro sguardo sulla piccola barchetta e su coloro che vi si trovavano dentro.
“Waah! Si può sapere quanto è distante la terra ferma?” sbraitò una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi, tenuti in un codino; prima di lasciarsi andare distendendosi sul bordo dell’imbarcazione.
“Juvia non ce la fa più a remare!” si lamentò la seconda ragazza, mentre i capelli turchini le ricadevano sulle spalle. Lasciò andare il remo che teneva in mano e le piccole onde che avevano sospinto la barchetta si fermarono.
“Suvvia ragazze, cerchiamo di non perdere la speranza.” sorrise una giovane donna dai lunghi capelli albini, seduta sullo scafo della barca. Le altre però la degnarono a malapena di uno sguardo, troppo intente ad arrostirsi al sole.
“D’accordo, facciamo una pausa.” sentenziò, riconoscendo l’inutilità dei suoi incoraggiamenti. “Che ne dite se mangiamo qualcosa?”, chiese afferrando un cestino di vimini, ed iniziando a distendere una tovaglia.
L’iniziativa piacque particolarmente alle altre due, che si issarono a sedere, divisero il cibo in parti uguali, iniziarono a sfamarsi, finché non rimase nulla. Rinfrancate dal pasto appena consumato e preoccupate di raggiungere presto terra, prima di avvertire nuovamente i crampi della fame, le due ragazze ripresero a remare.
“Ehi Mira, hai una vaga idea di dove ci troviamo?” chiese la bionda, “Non ne ho la più pallida idea.” rispose l’albina con il solito sorriso dipinto sul volto. “Juvia non ce la fa più! Ma come siamo finite in questa situazione!?” pianse la turchina, ansimando per la fatica, con la lingua di fuori. “Non ne ho la più pallida idea! E dire che doveva essere una giornata all’insegna del relax e del divertimento.” disse Lucy, ancora sdraiata sul parapetto della nave.
“Scusate ragazze è colpa mia! Ci tenevo così tanto a svolgere questo incarico, per poterci poi rilassare sulla spiaggia, ma non ho considerato la lontananza dalla terra ferma e ci siamo perse in mezzo al mare.” disse Mira, portandosi le mani sul volto, iniziando a piangere.
“No, no Mira non piangere. Non è stata colpa tua, sono io che ho insistito per affittare questa dannata bagnarola ed andare a farci un giro.” disse Lucy, tentando di consolare l’albina.
“Ragazze! Juvia non ce la fa più, sta iniziando ad evaporare.” le richiamò l’amica, che effettivamente si stava realmente tramutando in vapore sotto il sole cocente.
“Resisti Juvia!” gridò Lucy prendendo un secchio, per poi riempirlo d’acqua e scagliarlo contro la compagna, che tornò normale.
“Grazie per aver salvato Juvia. Anche se l’acqua di mare non le piace.” rispose la turchina. “Senti Lucy, non puoi evocare uno Spirito Stellare, in grado di volare?” chiese Mira, anch’ella ormai sfinita. “Purtroppo, no. Non possiedo spiriti in grado di volare. Però potrei…” si interruppe portando una mano sul mazzo di chiavi, che teneva attaccato al lembo del bichini.
 “No, è vero io non ho più la sua chiave.”, fece ricadere la mano sul fianco, mentre il suo volto si incupiva. Nella sua mente balenò l’immagine di una bella sirena dai lunghi capelli azzurri, ed una lacrima le rigò il viso.
Notando il turbamento della compagna, entrambe le ragazze portarono la loro attenzione sul mazzo di chiavi, bastò quello per comprendere la tristezza dell’amica: la chiave dell’acquario non era al suo posto. Non lo era ormai da tempo, ma ancora né Lucy né i suoi amici più stretti si erano abituati all’assenza di Aquarius.
La mano di Mira si posò sulla sua spalla, facendo sussultare Lucy, che si voltò verso di lei. Il sorriso agrodolce che le regalò l’albina riuscì a consolarla e asciugatasi gli occhi, cominciò ad escogitare qualche altro piano per tirarsi fuori da quella situazione.
“Sentì Mira.” chiese all’amica, “Tu non potresti usare il Satan Soul e portarci in volo?”, “Purtroppo no Lucy: siete troppo pesanti e poi non ho la più pallida idea di dove siamo o quanto siamo distanti dalla terra ferma. Se abbandoniamo la barca usando la mia magia, ci ritroveremo in alto mare e una volta che essa si sarà dissolta dovremmo farcela a nuoto.”, “Hai ragione.” disse l’amica scuotendo la testa, “Allora non ci resta, che procedere in questo modo. Io e te remiamo e Juvia usa la sua magia per spostare la barca con le onde.”
“E’ quello che sto facendo da circa un’ora.” disse la diretta interessata, sollevando una mano e sospingendo la barca, “Il punto è che non abbiamo idea della direzione, che dobbiamo prendere.”
“Già, ormai non so più orientarmi.” disse Lucy sconfortata riprendendo a remare, “Se solo ci fossero Natsu o Gray, potrebbero aiut-”, non fece in tempo a terminare la frase, poiché avvertì uno strano brivido percorrergli la schiena. Si voltò di scatto, e deglutì alla vista di Juvia avvolta in un’aura oscura, che la fissava con due occhi satanici.
“Rivale in amore!” mugugnò con sguardo assassino verso Lucy, “No, non è come pensi!” tentò di difendersi l’altra, spaventata dallo sguardo dell’amica.
“Ehi ragazze guardate!” la voce di Mira fu per Lucy, come il canto di un angelo che annuncia la salvezza, perché era certa, che senza il suo intervento Juvia l’avrebbe affogata nel mare.
Le due si voltarono verso l’albina, che raggiante indicava con il dito un punto imprecisato dell’orizzonte. Si coprirono gli occhi dal sole, guardando nella direzione indicatagli, e videro in lontananza la terra ferma. Davanti a loro si estendeva un piccolo fazzoletto di terra e sopra esso si ergeva una modesta abitazione.
“Quella è una casa!” gridò Lucy entusiasta, “Forza ragazze un ultimo sforzo e finalmente saremo salve!” le incitò Mira. Tutte e tre felici come non mai di vedere terra, si misero a remare con foga ed in un batter d’occhio giunsero sulla costa dell’isola.
Lentamente scesero dalla barca, ormai le energie le stavano abbandonando, ma la prospettiva di essere salve le rinfrancò permettendogli di scendere e mettersi in piedi.
“Kame House.” lesse Juvia indicando con il dito la gigantesca scritta posta sul soffitto dell’unica abitazione della piccola isola. “Chissà che significa?” chiese Lucy, “Non ne ho idea. Potremo chiederlo al padrone di casa quando lo incontreremo.” disse Mira.
“Juvia però vorrebbe cambiarsi. Si vergogna a presentarsi così.” disse la turchina alludendo al fatto che indossava un bel costumino viola, piuttosto attillato. “Hai ragione ci siamo completamente dimenticate di essere in costume da bagno.” disse Lucy, “Suvvia non sarà un problema, d'altronde siamo in mezzo al mare, sarà normale per chi abita in questa casa ritrovarsi tre ragazze in costume da bagno.” disse Mira. Le altre ancora un po' in imbarazzo, compresero che era inutile discutere con lei, “Cosa ci lamentiamo a fare. Mira era pure pronta a fare un servizio di foto completamente nuda, se avesse perso la scommessa contro quella Jenny. Il nostro senso del pudore è troppo diverso.” pensò Lucy con un sorriso imbarazzato dipinto sul volto.
“Che c’è Lucy, qualcosa non va?” chiese la diretta interessata, “N-no no, tutto bene. Tranquilla.” rispose l’altra imbarazzata.
“Ma siamo sicure che questo posto non sia abbandonato?” domandò Juvia, le altre si zittirono non sentendo alcun rumore provenire dalla casa o dai dintorni, ad eccezione delle onde del mare. “Forse è una casa estiva, acquistata da qualche bella famigliola, che viene a passare qui le vacanze estive.” ipotizzò Mira, immaginandosi a villeggiare lì con Elfman e Lisanna. “Sarebbe un bel guaio, perché non potremmo chiedere aiuto, e saremmo costrette a tornare in mare.” pianse Lucy, non volendo minimamente ripetere l’esperienza di un’ora prima.
“Beh, intanto assicuriamoci che non ci sia realmente nessuno, poi potremmo entrare in casa e prendere qualcosa da mangiare e da bere.” disse l’albina, “Ma Mira-sama, questo a Juvia sembra scorretto.” disse la turchina, “Infatti a casa mia questo si chiama rubare.” rispose Lucy, con sarcasmo, “Ma no, è prendere in prestito. Prima o poi torneremo a restituire il cibo e l’acqua.” disse Mira sorridendo amichevolmente, sorriso che fece scendere una gocciolina di sudore sulla nuca delle due.
“A questo punto Juvia è d’accordo a seguire il piano di Mira-sama. Ha troppa sete e non resiste più.”, “Aspetta Juvia, siamo sicure di quello che stiamo facendo? E se la casa appartenesse ad un malintenzionato, che la usa come base segreta, non rischieremo di trovarci nei guai?”
“Non preoccuparti Lucy, in quel caso ci penserò io.” rispose Mira, e le due ebbero un sussulto al pensiero di Mira nella sua forma satanica. Rassegnata, stanca ed affamata Lucy, acconsentì a prendere parte al piano di infiltrazione. Le tre si diressero verso la porta, la bionda afferrò la maniglia pronta a farla ruotare, ma uno strano suono alle loro spalle le fece sussultare.
Si voltarono ritrovandosi davanti una tartaruga di mare, di un bel color marrone, che le fissava con i suoi piccoli occhi, l’animale cominciò a spostarsi verso di loro, e le sue pinne produssero un struscio sulla sabbia. “Io non lo farei se fossi in voi.” disse il rettile marino, continuando ad avvicinarsi alle tre. “COSA, UNA TARTARUGA PARLANTE?” urlarono Lucy e Juvia, “Buongiorno a te tartaruga parlante.” disse Mira, salutandola con la mano, mentre le altre due cadevano a terra, incredule davanti alla reazione della compagna. “M-ma Mira, quella tartaruga ha appena parlato! Non sei sorpresa?” chiese Lucy, mentre Juvia scuoteva la testa in segno di assenso, “E perché dovrei?! Anche Happy è un gatto, eppure parla.” A tale risposta nessuna delle due seppe cosa dire e si ammutolirono.
“Dimmi signora tartaruga parlante,” disse Mira rivolgendosi all’animale, “perché non dovremmo entrare in questa casa?”
“Vedi signorina,” disse la testuggine, “in questa casa abita un vecchio eremita, nonché un maestro di arti marziali. Egli può sembrare una brava persona, ma in realtà è un poco di buono. Non vorrei che vi dia qualche problema.”
Le tre si guardarono interdette, indecise se seguire il consiglio dell’animale, abbandonando immediatamente l’isola, oppure aprire la porta e andare ad incontrare questo vecchio eremita. Un brontolio dei loro stomaci le fece desistere dall’intento di andarsene. La fame e la sete erano troppo forti e loro non avevano alcuna intenzione di ritornare in mare aperto.
“Capisco signora tartaruga. Ti ringrazio per l’avvertimento, ma noi siamo troppo stanche e affaticate per andarcene. Inoltre, sono curiosa di conoscere questo vecchietto.”, “E’ meglio se ve ne andate, conosco da anni questo vecchio, è un mio amico e la vostra permanenza su quest’isola vi arrecherà dei fastidi.”
“Suvvia, se è un tuo amico non è molto carino il modo in cui ne parli.” la rimproverò Lucy, “Io vi ho avvertito.” disse la testuggine prima di andare a sdraiarsi all’ombra di una palma.
“Che facciamo?” chiese Juvia, un po' preoccupata, “Io dico di entrare a dare un’occhiata.” sentenziò Mira.
Si avvicinò alla porta e questa volta bussò, ma non si udì alcuna risposta, bussò nuovamente, ma niente. Infine, si decise ad entrare: “E’ permesso?” chiese varcando la soglia. Fece appena in tempo a mettere un piede dentro casa, che qualcuno le cadde a dosso, buttandola sul pavimento. Juvia e Lucy, si paralizzarono: Mira era sul pavimento e sopra di lei era caduto un vecchio pelato, l’uomo era atterrato con il volto sul petto della donna, che lo fissava, incredula e sotto shock. “Ehi Muten, ti sei fatto male?” sentirono gridare, vedendo che un maialino antropomorfo, vestito con un completino verde, scendeva frettolosamente le scale. Anche l’animale, ritrovandosi la combriccola davanti si ammutolì.
Il vecchio, intanto, aveva ripreso conoscenza e sentendo la testa su qualcosa di morbido, aprì gli occhi, poggiò le mani su quei due strani rigonfiamenti e si sollevò, desideroso di capire su cosa fosse atterrato. Sgranò gli occhi, quando si ritrovò difronte una bellissima donna, dai lunghi capelli bianchi, che lo fissava, abbassò lo sguardo per vedere su cosa aveva poggiato le mani e…
Dal suo naso fuoriuscì un mare di sangue, mentre cadeva all’indietro perdendo nuovamente i sensi, “Kyaa!” gridarono all’unisono Juvia e Lucy, mentre il maialino fissando la scena non poté non pensare: “Dannato vecchio, tutte a lui le fortune di questo mondo! Quanto darei per essere al suo posto.”
“Io le avevo avvertite.” bofonchiò la tartaruga dirigendosi verso la casa.
Questo è il giorno più bello della mia vita.” pensò Muten, mezzo morto sul pavimento con il naso che ancora faceva sgorgare sangue, “Chissà forse sono morto cadendo dalle scale e sono finito in paradiso! Deve essere così quella fanciulla non può che essere un angelo.” Si sentì scuotere con forza per le braccia e riaprendo gli occhi si ritrovò davanti l’angelo di poco prima, con un’espressione preoccupata. Non comprese una parola di quello che stava dicendo, era troppo interessato a fissare il corpo della ragazza, solo in quel momento si accorse che era in costume da bagno. La sua testa ricadde in avanti, poggiandosi nuovamente sul petto di Mira, che questa volta, notando la sua espressione lo fisso disgustata. Muten vide il suo “angelo” cambiare espressione, ed un brivido gli percorse tutto il corpo, si ritrasse, ma era troppo tardi. La ragazza gli afferrò la camicia e due secondi dopo, il vecchio sentì la faccia gonfiarsi, mentre vari bernoccoli e lividi gli si formavano su tutta la testa.
“A-aiuto.” si fece scappare il maiale, “Mira stai bene?” chiese Juvia avvicinandosi all’albina, “Benissimo Juvia.” rispose l’altra con un sorriso rabbioso, “Forse dovevamo dare retta alla tartaruga.” disse Lucy.
“Cosa vi ha detto quel dannato animale!” urlò il vecchio rialzandosi prontamente, le tre però non risposero, fissandolo disgustate e un po' sorprese.
Comprendendo che era meglio tentare di metterle a loro agio, il vecchio si sollevò e si pulì il naso: “Scusatemi, per prima mi sono lasciato un po' andare.”, “Giusto un po'.” disse Mira, con un sorriso demoniaco dipinto sul volto, e con le mani serrate a pugni.
“A-abbiamo cominciato con i-il piede sbagliato. Lasciate che mi presenti, io sono il grande Maestro Muten, e sono un esperto di arti marziali. Questo qui, invece, è Oscar, vive qui ormai da tempo.”, “Salve, piacere di conoscervi.” salutò il diretto interessato.
“Un maestro di arti marziali, a Juvia sembra solo un vecchio pervertito.”, “Già hai proprio ragione.”
“Scusate, che cosa state bofonchiando voi due?” chiese il diretto interessato, “Oh, nulla di che.” rispose Lucy. “Piuttosto ci scusi se le siamo piombate in casa, in questo modo, ma ci siamo perse in mezzo al mare, e volevamo riposarci un po'. O al massimo ricevere qualche indicazione per poter tornare a casa.”, “Beh, il mare è molto pericoloso e pieno di insidie per tre giovani fanciulle come voi, perché non rimanete a stare da me, per un po'?”
“Juvia non lo sopporta più.”, “Neanche io.” sbottò Mira, facendo scricchiolare le nocche, vedendo la mal parata il vecchietto tentò di difendersi: “Suvvia stavo scherzando, sono sicuro che tornerete a casa sane e salve. Volevo solo invitarvi a riposare a casa mia per qualche ora.”
“Così va meglio.” disse Mira, ed i presenti si riunirono intorno al tavolino, facendo merenda con un delizioso gelato.
“Ditemi ragazze, da dove venite?” chiese Muten curioso, “Noi siamo tre maghe, che fanno parte della gilda Fairy Tail. Siamo abitanti della città di Magnolia.”
“Magnolia? Fairy Tail? Mai sentite.” disse Oscar, prendendo un altro boccone dalla sua coppa, “Neanche io.” disse Muten, “e ditemi dove si trova esattamente Magnolia?”, “Beh, ovviamente nel regno di Fiore.” rispose Lucy, “Regno di Fiore? Non conosco nessun continente che abbia questo nome.”
“Che cosa, ma come è possibile?” esclamò Juvia, “Senti Oscar, va un attimo a prendere, quell’Atlante geografico, che tengo nel ripostiglio.”
Il porcellino infastidito si alzò, apri una porta e si mise a rovistare dentro la stanzetta, riemerse poco dopo con un libricino di carta, dove era disegnato il globo. Il vecchio lo prese in mano e lo sfogliò, giunto alla pagina, che lo interessava, porse alle tre il volumetto. “Potreste indicarmi dove si trova Fiore?”
Le tre scrutarono da cima a fondo il manuale, sfogliandolo ripetutamente, ma in nessuna delle cartine geografiche riscontrarono la presenza del continente in cui vivevano.
“Qui ci deve essere un errore.” disse Juvia, “Non solo, non è presente Fiore, ma tutte le mappe presentano dei territori inesistenti.”
“Ti assicuro signorina, che questo atlante è corretto, molti miei amici hanno esplorato più volte tutto il globo. Persino Oscar è stato in molti di questi posti.”, “Si è vero. È tutto corretto.” confermò il maialino.
“Tutto questo è assurdo e non ha senso. Aspettate un attimo.” disse Lucy prima di alzarsi e correre fuori dalla casa, diretta verso la barchetta. Prese un foglio e rientrò, aprendolo sul tavolo, per rivelare, una mappa su cui c’era scritto: “FIORE”
“Vedete questo è il continente di Fiore, e questa è Magnolia, la città in cui viviamo.” disse la bionda indicando un punto sulla mappa, “E’ incredibile.” disse il nonnetto, squadrando la cartina geografica: “Questo luogo, non risulta segnato da nessuna parte, eppure è un territorio gigantesco. E non può essere un errore di nomi, perché la sua forma non assomiglia a nessuna terra disegnata su questo atlante.”
“Secondo voi che cosa significa?” chiese Juvia preoccupata, “In tutta onestà non ne ho idea.” “Forse lo so io!” esclamò Lucy, “E’ come quando siamo finiti a Edolas, questo mondo è diverso dal nostro, perché è un altro mondo. Per qualche motivo siamo finite qui.” “Si, ma come abbiamo fatto a non accorgercene?” chiese Juvia, “Questo non lo so, ma dobbiamo scoprire se la mia ipotesi è vera.”
“Scusate, ma di che cosa state parlando?” chiese Oscar confuso da tutti quei discorsi insensati. “Vi spiego, è una cosa che ci è già successa. Molto probabilmente siamo state compite da qualche strana magia, che ci ha fatte finire qui. Noi però veniamo da un altro mondo.” “Magia, ma non esiste la magia!” esclamò il maialino sbalordito.
“Visto questa è un’altra prova a sostegno della nostra tesi. Nel vostro mondo non esiste la magia, ma nel nostro si, infatti, noi tre siamo maghe.” spiegò Lucy.
“Quindi voi sareste delle maghe?” chiese Muten allibito, “Certo, adesso velo dimostro. Usciamo un attimo.”
Quanto tutti i presenti si furono radunati sulla spiaggia, Lucy prese la chiave del Toro, “Apriti portale del toro: Taurus!” un gigantesco toro, con il colore pezzato delle mucche, ed un fisico scolpito comparve dal nulla ergendosi sulle sue gambe, mentre in mano brandiva una gigantesca ascia.
“Wow! E quello chi è?” chiese Oscar, “Lui è Taurus, uno Spirito Stellare, grazie a queste chiavi magiche e alla mia magia posso evocare gli Spiriti Stellari in questo mondo.” spiegò Lucy orgogliosa, ai due che fissavano il toro con occhi sgranati.
“Muuuh! Lucy il tuo corpo è muuastico come sempre!” esclamò il toro, mentre gli occhi gli diventavano due cuori, e sbavava alla vista della padrona in costume da bagno. “Beh, non c’è che dire, quel tipo è un vero intenditore.” disse Muten.
“Ehi tu, Taurus giusto, potresti chiedere alla tua amica, se vuole rimanere a stare con me.” disse il vecchio avvicinandosi al toro. “In cambio ti regalerò questi.” bisbigliò al suo orecchio, mostrandogli alcune delle sue riviste più sconce. Il toro cominciò a muggire per l’eccitazione, mettendosi a sfogliare le riviste insieme al vecchio e ad Oscar.
“Quei tre sono veramente disgustosi. Tre graziose fanciulle come voi non dovrebbero mischiarsi a gentaglia come quella.” disse una voce familiare alle loro spalle.
Le tre si voltarono e si ritrovarono davanti un bel ragazzo con gli occhiali, vestito con un completo elegante. Gli appuntiti capelli arancioni, svolazzavano al vento, mentre l’uomo sorrise alle tre. “Loki, tu cosa ci fai qui?” chiese Lucy, “Ovviamente sono venuto a salvarti da quei tre Lucy. Non potrei certo lasciare la mia padrona e le sue amiche in balia di un branco di pervertiti.” rispose l’uomo, prendendo Lucy in braccio.
“Chi sarebbe quel tizio?” chiese Muten, “E’ un altro spirito stellare di Lucy, lo spirito stellare del leone, non che un mago di Fairy Tail.” spiegò Mira.
“Ed in quanto Spirito Stellare e mago di Fairy Tail, non posso ignorarvi mentre infastidite le mie compagne.” disse serio il mago, avvicinandosi ai tre, “Taurus, dovresti vergognarti a mescolarti con certa gente.” continuò il ragazzo.
Era ormai arrivato davanti al gruppo, quando gli cadde lo sguardo su una foto di una giovane donna completamente nuda, gli occhiali gli si appannarono e senza dire nulla si unì anche lui ai quattro.
“Lo sapevo, che sarebbe finita così!” urlò Lucy furiosa, “Ma questa ve la faccio pagare, vi scatenerò contro il potere di Uranometria!”
“Apriti portale dei gemelli: Gemini!” una luce avvolse la chiave, che aveva in mano e dal nulla comparve una seconda Lucy, che presentava come unico indumento un asciugamano bianco. “Gemini!” gridò Lucy, rossa come un peperone, “Perché indossi un accappatoio!”, “Guarda che è colpa tua Lucy, ti ho già avvertita che copio gli abiti, che indossavi l’ultima volta che mi hai invocato e non posso cambiarli.”
“Dannazione, è vero perché mi scordo sempre di portarti qualche vestito.” sbraitò Lucy, non accorgendosi che la sua copia si era avvicinata al gruppo dei maniaci.
“Ehi Leo, che cosa stai facendo?” chiese Gemini, “Oh, Gemini sei tu. Non stavo facendo nulla di che. Piuttosto capiti al momento giusto.” disse sorridendo.
“Loki non azzardarti a fare ciò a cui pensi o ti prenderò a calci.” gli gridò contro Lucy, allontanando la sua copia. Nell’essere strattonata, però, quest’ultima perse la presa sull’asciugamano, che le cadde lasciandola completamente nuda davanti a tutti.
“Kyaa!” gridò Lucy, tentando di coprire il corpo della sua copia, mentre tutti i pervertiti caddero a terra e fontane di sangue gli fuoriuscirono dal naso.
“Accidenti dobbiamo trovare qualcosa per coprirla.” disse Juvia guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa. Ormai al limite della vergogna la bionda fece in tempo a gridare: “Gemini, chiusura forzata del portale!” e la sosia scomparve.
“Accidenti è sparita.” disse Oscar
“Oh no.” pianse Muten
“E’ un vero peccato.” disse Loki sistemandosi gli occhiali
“Che tristezza.” muggì Taurus
“Juvia non li sopporta più, può annegarli?”, “Si, ti prego fallo.” disse Lucy, sull’orlo di un esaurimento nervoso. La loro attenzione, però, fu attratta da Mira, che con il volto oscurato ed i pugni chiusi si avvicinò al gruppetto.
“Voi quattro, avete proprio esagerato!” tutti ammutolirono, mentre l’aria si caricò di una tensione quasi palpabile, l’albina spalancò gli occhi, mostrando le palpebre dilatate, in un’espressione indemoniata, mente un sorriso sinistro le rigava il volto, “Ci penserò io a punirvi! Satan Soul!”
Il suo corpo fu avvolto da un’aura nerastra, e quando la luce scomparve, i quattro si immobilizzarono per il terrore: la giovane e bella ragazza, aveva lasciato spazio ad una diavolessa, il corpo di Mira si era tramutato in quello di un demone. Le braccia e le gambe avevano lasciato spazio a zampe artigliate, una coda verdastra ed appuntita faceva capolino da dietro gli arti inferiori, sulla schiena erano comparse due ali, simili a quelle di un pipistrello. Tutta la parte inferiore del suo corpo era stata ricoperta da una pelle squamosa e ruvida, di colore violaceo. Il volto della donna era quello più mutato: non c’era traccia dei lineamenti carini e dolci di poco prima. Ora il suo viso era attraversato da una crepa, che le superava l’occhio sinistro e le spariva all’altezza della fronte, la sua bocca aveva assunto un colorito rosso acceso, che le dava un che di più maturo.
I cinque indietreggiarono terrorizzati, senza avere neanche la forza di sollevarsi a sedere, “Mira, t-ti prego abbi pietà.” la implorò Loki, ma a nulla valsero le sue suppliche, il demone gli si avventò contro, e le loro grida di dolore misero in fuga pure i gabbiani.
“Ecco fatto, che vi serva di lezione.” disse l’albina sfregandosi le mani, dopo essere tornata normale, mentre le sue vittime agonizzate, prive di sensi erano distese sulla sabbia, impregnata del loro sangue.
“Ben fatto Mira.” esclamò Juvia, “Si ti ringrazio infinitamente.”
“In quanto a voi due.” disse Lucy, “Tornatevene nel mondo degli Spiriti Stellari e non osate mai più fare certe cose.” I due Spiriti Stellari non se lo fecero ripetere due volte e tagliarono la corda.
“Forza ragazze andiamocene di qui.” disse Mira, “E dove andiamo? Se siamo in un altro mondo dobbiamo capire come tornare a casa.”, “Anche Juvia è d’accordo con Mira-sama, qualunque posto è meglio di questo luogo.”
“Scusatemi se vi disturbo, non so se questa persona potrà aiutarvi, ma nella città dell’Ovest vive una geniale scienziata. Ha anche costruito una macchina del tempo, quindi forse potrà aiutarvi a tornare a casa, nel vostro mondo.” disse il Maestro Muten, ripresosi solo in quel momento dal colpo.
“Già hai ragione, Bulma potrà sicuramente aiutarle.” disse la tartaruga avvicinandosi al gruppo, “Tenete vi regalo questa bussola, se andrete sempre ad Ovest arriverete vicino ad una cittadina portuale, una volta lì, potrete chiedere informazioni su dove sia la città dell’Ovest, e giunti li dovrete andare alla Capsule Corporation. È l’azienda gestita dalla famiglia di Bulma.”
“Non so davvero come ringraziarti.” disse Juvia, avvicinandosi alla testuggine prima di prenderle la bussola e rifilargli sulla testa un bacio.
“Ed io non merito un ringraziamento per avervi aiutato?” si lamentò il Maestro, “Ne vuoi ancora?” chiese Mira, “No no, scherzavo.” rispose il vecchio allontanandosi dalla donna.
Le tre dopo aver preso qualche provvista ripartirono, salutando gli abitanti dell’isola.
“Ah, perché se ne sono andate?! Erano così carine.” si lamentò Muten, “Scherzi spero. Ringraziamo, invece, il cielo che quella tizia se ne sia andata.” disse Oscar, massaggiandosi la testa, gonfia a causa del bernoccolo.
Nello stesso momento sulla barchetta:
“Ehi Juvia, come mai hai baciato quella testuggine?” chiese Lucy curiosa, “Beh, J-Juvia la trovava carina e poi quando era piccola aveva una tartaruga di mare, a cui voleva un gran bene. Ma un giorno la sua tartaruga morì e Juvia fu tanto triste. Quando ha visto quella testuggine a Juvia è tornato in mente il suo animaletto, e poi è stata così gentile e disponibile.”
“Oh mi dispiace.” disse Mira carezzando la testa della compagna, “Comunque adesso Gray ha un rivale in amore.” rise divertita. “M-ma cosa dici Mira-san, nel cuore di Juvia, c’è e ci sarà sempre il dolce Gray.” Le due scoppiarono a ridere, e la barca riprese il suo viaggio verso Ovest.


Nota d’autore: eccomi con il terzo capito di questo crossover. Devo dire di essermi divertita a scriverlo, nonostante preferisca scrivere di scene di battaglie. Spero di strappare un sorriso a chiunque lo leggerà. Con questo capitolo la trama ha preso piede, nel prossimo forse si scoprirà qualcosa in più e si rivedranno il gruppo di Natsu o quello di Gajeel (non ho ancora deciso xd.) Beh, vedremo, ditemi cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione.
 
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4:IL NUDISTA ED IL POLIZIOTTO SENZA NASO ***


Crilin sbuffò infastidito, distogliendo lo sguardo dal soffitto color crema, che ormai da un’ora a quella parte era intento ad osservare. Si stirò portandosi le mani sopra la testa, mentre sentiva le ossa scricchiolare leggermente, e dalla sua bocca si faceva largo un sonoro sbadiglio. Osservò il suo collega seduto alla scrivania, con gli occhi fissi sul computer, a stilare chissà quale rapporto. Avrebbe pagato per potersene andare da lì, ma doveva lavorare ed il suo dovere come agente gli imponeva di rimanere in ufficio, per intervenire in caso di emergenza.
Emergenza, come no?! Non si vede lo straccio di un criminale da un mese.” sbuffò infastidito, non certo per l’esiguo numero di criminali da arrestare, anzi era felice che gli abitanti di quella città avessero messo un po' la testa a posto. Il suo primo mese di servizio lo aveva passato ad inseguire borseggiatori, ad impedire attentati e rapine alle banche. Era stato un primo mese di inferno, ma si era comunque divertito e sentito finalmente utile alla comunità. Senza contare, che era ben presto diventato il migliore del suo distretto, aveva ricevuto una promozione, e grazie a lui la sua famiglia viveva agiatamente in un bel condominio.
 Si, la vita gli stava sorridendo, da quando aveva deciso di smettere di praticare le arti marziali e aveva lasciato la Kame House, ma Crilin sentiva comunque, la mancanza di qualcosa dentro di sé. Gli mancavano i tempi lontani passati con il Maestro Muten, con Goku, anche se quelli risalivano alla sua prima infanzia; gli mancavano le sue avventure. Erano state pericolose, e più di una volta ci aveva rimesso la pelle, ma si era divertito con Goku e tutti i suoi amici. Adesso, invece, non c’era più tempo per i viaggi alla ricerca delle Sfere del Drago o per i combattimenti. Gli unici scontri a cui partecipava erano quelli contro i ladri, che si dimostravano noiosi e rapidi, e purtroppo da un mese a quella parte anche quelli avevano smesso di far parte della sua routine.
Sentì la ricetrasmittente, che aveva posto nella tasca davanti del suo giubbotto, gracchiare, la prese e se la portò all’orecchio, “Qui Karl, Crilin mi senti?” “Forte e chiaro.” rispose l’altro, impaziente di potersi alzare finalmente da quella sedia, “Qual è l’emergenza?”, “Si chiede il tuo supporto per un’operazione molto delicata…”, “Ovvero?” insistette l’uomo, sempre più curioso, “Il gatto della signora Linda, è bloccato su un albero. Potresti andare ad aiutarla? Siamo in pausa pranzo.” disse l’uomo prima di scoppiare a ridere.
“Molto divertente.” borbottò Crilin, rimettendosi la radiolina in tasca. Scendendo dalla sedia, afferrò il casco che aveva sulla scrivania, e se lo mise in testa. “Allora io vado.” disse salutando con un cenno di mano il collega, “Buona fortuna.” rise, questi sotto i baffi, per poi rimettersi a scrivere.
Salito sulla motocicletta volate, Crilin, partì a tutto razzo verso il civico 81, dove alloggiava la vecchia signora Linda. Giunto davanti alla vecchia abitazione, trovò la signora in giardino, che fissava un noce e gridava: “Dai Marmellata, scendi dall’albero.”
“Buongiorno signora Linda.” salutò il poliziotto, l’anziana sentendosi chiamare si voltò verso il cancellino, “Salve Crilin-sama.” lo saluto amorevolmente, regalandogli un sorriso sdentato, prima di avviarsi verso di lui e farlo entrare nella sua abitazione.
“Mi duole disturbarti, so che siete molto impegnati voi agenti di polizia. Purtroppo, però, la mia piccola Marmellata non riesce proprio a scendere da questo albero. Le ho provate di tutte, ma niente non vuole saperne di venire giù.”
“Non si preoccupi signora Linda, ci penso io a farla scendere.” disse l’uomo avviandosi verso l’albero, giunto davanti al tronco della pianta sollevò lo sguardo, scorgendo sul ramo più alto dell’albero, un gatto tricolore. Il micio tremava, e teneva le zampe conficcate con gli artigli sul tronco, i suoi occhietti, color cielo lo fissavano supplichevoli.
Crilin sorrise divertito, “Mi dia un istante e gliela tiro giù.”, “Non so davvero come ringraziarti.” rispose l’anziana.
L’uomo contrasse le gambe abbassandosi, per spiccare un salto, che in meno di un secondo lo portò a trovarsi la faccia vicina a quella del gatto. Quest’ultimo impressionato schizzò all’indietro, e quando Crilin lo sollevò di peso, spiccò un balzo, aggrappandosi alla sua faccia.
“Ahia!” gridò il poveretto sentendo gli artigli dell’animale squarciargli la pelle del viso. Non ebbe, però il tempo di afferrare la micia, che ancora spaventata perse la presa e precipitò verso il terreno. “Oh mio Dio!” gridò la signora Linda coprendosi il volto con le mani. Tenne gli occhi chiusi, terrorizzata al pensiero, che la sua povera micia si fosse spiaccicata al suolo. “Signora può aprire gli occhi.” la richiamò la voce di Crilin.
Scansò le mani, e fissò sorpresa la scena che aveva davanti: Marmellata a pochi centimetri dal terreno era sospesa in volo, sorretta dal poliziotto che a sua volta volava. Presa in braccio la micia, Crilin si affrettò a restituirla alla padrona, che subito la abbracciò, poi notando che il giovane si tastava la faccia con le mani, notò i ricordini, che la sua micetta aveva lasciato al poliziotto.
“Oh no, mi dispiace così tanto. Ti senti bene? Aspetta qui vado a prendere il kit medico.”
“No no, ma si figuri. Non è niente davvero.” tentò di convincerla Crilin, “Insisto, sei stato così gentile con me. Questo è il minimo che possa fare per ripagarti.”
Così Crilin, dopo mezz’ora uscì da quella casa tutto incerottato. “Spero di non tornare qui per un bel pezzo. E soprattutto non voglio rivedere un gatto per almeno un mese.” pensò, mettendosi a cavallo della sua moto, pronto a tornare al distretto. Stava per mettere in moto il veicolo, quando la sua radiolina gracchiò di nuovo.
“Qui Crilin. Qual è questa volta l’emergenza?” chiese con sarcasmo, aspettandosi un nuovo scherzo di Karl. “Crilin, aiuto un pazzo ci sta attaccando!” sentì urlare dall’altra parte. Subito si mise sull’attenti: “Karl, che succede? Chi vi sta attaccando?”
“Un tizio tutto nudo. Sembra matto, ha cominciato ad andarsene in girò per le strade senza nulla addosso. Lo abbiamo fermato e ha cominciato a scagliarci contro una valanga di ghiaccio.”
“Ghiaccio?! Karl, giuro che se questo è uno dei tuoi soliti scherzi-”,
“Non è uno scherzo! È tutto vero questo pazzo, sta distruggendo la città. Serve il tuo intervento, presto!”
“Dove siete?”, “Nella piazza principale! Fa presto per favore! bzz bzz”
Il collegamento si interruppe, e questo bastò a Crilin per mettersi subito in viaggio, abbandonò la moto, davanti alla casa della signora Linda e partì a tutta velocità verso il luogo dell’attacco.
Giunto sul luogo dello scontro, si ritrovò davanti un muro di ghiaccio, alto più di sei metri. Alcune case erano pericolanti e le persone fuggivano terrorizzate a destra e manca. Le auto della polizia erano disposte in massa davanti al muro di ghiaccio. Crilin preferì atterrare davanti alle macchine.
“Crilin!” esclamò un poliziotto vedendoselo davanti, “Grazie al cielo sei arrivato!”
“Dov’è questo tizio?”
“La dietro quel muro di ghiaccio! Non so come abbia fatto, ma è riuscito a farlo comparire dal nulla!”
“Perché vi ha attaccato?”, “Quando ci hanno avvertito che un maniaco si aggirava indisturbato per la città, ci siamo precipitati qui. Appena gli abbiamo fatto notare che era nudo, è sbiancato, sembrava se ne fosse reso conto solo in quel momento.”
“E voi che avete fatto?”, “Noi volevamo anche lasciarlo andare, ma si è messo a gridare chiedendo vestiti in giro a tutti quelli che passavano. Ha perfino tentato di rubarli a noi. Quando gli abbiamo detto, che se non la piantava lo avremmo arrestato, ci ha fissato in maniera strana e ci ha chiesto se facessimo parte di un Consiglio o qualcosa del genere.”
“Ci sembrava sospetto e volevamo portarlo alla centrale, ma appena ha capito il nostro intento ha cominciato a spararci a dosso ghiaccio. È stato terribile, è un miracolo che nessuno si sia fatto male!”
Crilin fissò il vecchio agente, chiedendosi se avesse perso qualche rotella, tutto in quel racconto era assurdo, ma la presenza di un muro di ghiaccio in mezzo alle strade di una cittadina, gli sembrava una prova più che sufficiente per confermare la veridicità di quel resoconto.
Tutto questo è assurdo. Sarà meglio intervenire alla svelta, prima che qualcuno si faccia male.” pensò avviandosi verso il muro, si issò in volo e superò la distesa di ghiaccio, che presentava delle grosse punte sulla parte alta.
Se finissi contro queste stalagmiti di ghiaccio finirei incornato. Non di nuovo!” rabbrividì, scuotendo la testa, al ricordo della sua terribile esperienza su Nameck.
Finalmente vide la fine di quel muro, proseguì per la sua traiettoria, fino a superarlo, e ritrovarsi dall’altra parte della città. Scrutò i dintorni, mentre atterrava: non c’era anima viva e non percepiva nemmeno il ki di altre persone. Questo era un bene, voleva dire, che non c’erano civili nei dintorni. Il suo sesto senso, però, captò un’aura piuttosto grande, anche se molto differente rispetto alle altre. In sostanza era un ki come gli altri, non altissimo, ma era più elevato di quello di molti individui sul pianeta, ma era la sua essenza ad essere diversa, come se fosse e non fosse umana al tempo stesso.
Non ho mai percepito un ki, così strano. Deve essere di quel tizio, sembra pure alto, meglio fare attenzione.” rifletté, alzando i pugni e dirigendosi lentamente verso la sorgente di quel potere: proveniva da dietro un edificio, mezzo pericolante.
Quando finalmente giunse nei pressi del vicolo, si affacciò poggiando le mani sul muro, e sgranò gli occhi ritrovandosi davanti un uomo completamente nudo, dal fisico muscoloso, arrancare nei bidoni della spazzatura, alla ricerca di indumenti. I suoi capelli spettinati color cielo notturno, si muovevano seguendo la testa, che si spostava da sinistra a destra.
A Crilin la scena fece sfuggire uno sbuffo divertito, quel poveretto non sembrava affatto aggressivo, era solo uno scostumato indecente. “Però è comunque un tipo pericoloso!” pensò voltando la testa verso il muro di ghiaccio, “Se lo lascio stare farà sicuramente male a qualcuno.”
Estrasse la pistola e uscì dal nascondiglio puntandola verso l’uomo: “Fermo e alza le mani!” gridò, quest’ultimo si voltò di scatto, ritrovandosi davanti un buffo individuo, molto basso, con uno strano cappello e un viso buffissimo. Crilin, invece, dal canto suo distolse lo sguardo, profondamente in imbarazzo, alla vista dei genitali dell’uomo.
Vedendo la sua faccia l’uomo si riscosse e coprendosi con le mani, gli gridò contro: “Ehi tu non distrarmi! Non vedi che sono in una situazione disperata!”, “Se ti vergogni perché cavolo ti sei spogliato!” gli urlò di rimando l’altro fissandolo con sguardo severo. “Come se lo avessi deciso io!” rispose l’altro, “Mi stavo facendo i fatti miei quando un gruppo di tizzi vestiti in modo molto simile al tuo, me lo hanno fatto notare. Non è colpa mia se ho la brutta abitudine di perdere i vestiti in giro!”
“Ma sentilo! E di chi sarebbe la colpa, mia forse?! Ora sta fermo ed alza le mani ti porto in centrale e ti darò dei vestiti nuovi. Poi mi spiegherai la storia del muro di ghiaccio.” “Io fuori conciato così non esco!” gli urlò l’altro, “Ma se lo hai fatto fino ad ora! Comunque non è questo il punto, hai attaccato dei poliziotti in servizio, e rischiato di ferire innocenti. Devi seguirmi subito alla centrale, e dirmi chi cavolo sei e da dove vieni.”
“Si può sapere chi sono questi poliziotti? E per i feriti, mi risulta che nessuno si sia fatto male. Ho sempre agito in questo modo, e non sono stato io ad iniziare, quei tizi vestiti in uniforme mi hanno sparato, io mi sono solo difeso.”
“Mi assicurerò di far sospendere chi ti ha sparato. Ma non azzardarti a prendermi in giro!”, “Io non ti sto prendendo in giro!” gli urlò l’uomo, mentre del vapore iniziava ad uscire dalla sua bocca.
“Vuoi farmi credere, che non sai chi sono i poliziotti?!”,
“Esatto, non ho la più pallida idea di chi siano! Sono forse una categoria di Cavalieri della Runa?”
“Cavalieri della Runa? Cosa sarebbero?”, “Ora sei tu quello che cade dalle nuvole. I Cavalieri della Runa sono tizi al servizio del Consiglio della Magia, che hanno il dovere di arrestare i criminali. Beh, io non lo sono. Fairy Tail è una gilda della luce ed è regolarizzata dal Consiglio, se qualcosa nel mio comportamento vi ha dato problemi, mandate una lettera di reclamo al Master.”
Crilin lo fissò allibito, non aveva capito mezza parola di ciò che aveva detto: “Master? Gilda? Cavalieri della Runa? Consiglio della Magia? Ma si può sapere tu chi cavolo sei e da dove vieni?”
“Io sono Gray Fullbuster e sono un mago di Fairy Tail, vengo dalla città di Magnolia.” disse il giovane con una punta di orgoglio nella voce.
Questo tizio sarebbe un mago, come Babidi?” pensò Crilin, “Eppure sembra un comune essere umano. E poi dove cavolo si trova questa città di Magnolia. Troppe cose non quadrano, devo andare in fondo a questa storia.”
“Ora dimmelo tu chi sei tappo senza naso?” chiese Gray, che sorrideva divertito per l’aspetto del suo interlocutore. “Ma come ti permetti! Mi rifiuto di farmi insultare da uno che va in giro nudo! Io mi chiamo Crilin, e sono un poliziotto di questa città. Tu sei un tipo sospetto, inoltre hai violato la legge: ti dichiaro in arresto!” gridò offeso puntandogli la pistola contro.
Ci risiamo.” pensò Gray infastidito, portando entrambe le mani sul fianco sinistro. Una luce azzurra brillò attorno ai suoi arti, ed un altro muro di ghiaccio si creò, scagliandosi contro Crilin, che fece appena in tempo a schivarlo, spiccando il volo. La nuova creazione del mago si scagliò contro la precedente e molti blocchi di ghiaccio precipitarono per la strada.
Vedendo il criminale intento a darsela a gambe, il poliziotto gli volò addosso colpendolo con un calcio sulla schiena. L’urto fece volare via Gray, che atterrò contro una vetrina mandandola in frantumi.
Forse ho esagerato!” pensò Crilin, ma solo un attimo dopo sentì l’altro esultare e sollevarsi felice, mentre si metteva un paio di pantaloni: si era schiantato in un negozio di vestiti. Quando vide Crilin, in lontananza però il suo sguardo si fece rabbioso e gridò: “Bene polizotto senza naso se vuoi la rissa la avrai!”
Sul suo corpo comparve uno strano marchio nero, che gli ricoprì la parte sinistra del corpo, Crilin tremò vedendo il mutamento del suo sguardo, fattosi freddo ed implacabile. “Ice Make Silver!” gridò Gray, e tutto quello che si trovava nei dintorni congelò all’istante, non si salvarono neanche gli uccellini, fermatisi su un rametto di un albero.
L’uomo tornò normale, e cominciò a guardarsi in torno alla ricerca del suo avversario, ma non lo vide. Sollevò lo sguardo, come scosso da un presentimento e vide il nanetto a decine di metri dal suolo, sospeso in cielo.
C’è mancato un pelo. Per poco non diventavo una statua di ghiaccio!”, “Questo tizio non è normale e non posso sottovalutarlo!”
Prese un bel respiro, poi portò entrambe le mani ai lati della testa, con le dita, che gli toccavano la nuca e i palmi rivolti verso l’esterno. Chiuse gli occhi e gridò: “Tayoken!” una luce accecante, pari a quella dei raggi solari investì Gray e lo accecò,
“I miei occhi!” urlò di dolore portandosi le mani sul volto, approfittando di questo momento di distrazione, Crilin gli si scagliò contro, colpendolo con un pugno nel petto. Il mago si piegò in due portandosi una mano sul ventre, ma fu ben presto scagliato via da un calcio del nemico che lo colpì in pieno volto.
Cadde a terra dolorante, e due estremità metalliche gli circondarono i polsi, mentre due mani gli bloccavano le braccia dietro la schiena. “Sei in arresto!” sentì pronunciare per l’ennesima volta quella frase dal tappetto.
Purtroppo per Crilin, il mago non aveva la ben che minima idea di farsi arrestare, tramutò le manette in ghiaccio, spezzandole all’istante, riuscendo finalmente a distinguere i contorni del nemico, gridò: “Ice Make Lance!” e migliaia di lance di ghiaccio comparvero scagliandosi contro Crilin, che fu costretto ad indietreggiare. Una lancia gli sfiorò una mano provocandogli un ampio taglio, mentre le altre si conficcarono su vari punti del terreno. “Ice Make Prison!” sentì gridare, prima di ritrovarsi bloccato in una gabbia fatta interamente di ghiaccio.
“Visto che ti piace mettere in galera le persone, vedi di startene un po' al fresco.” lo sbeffeggiò il ragazzo, ma Crilin, non era minimamente intenzionato a lasciarlo scappare, si portò le mani sul fianco destro e gridò: “Kamehameha!” ed un’onda blu di grandi dimensioni si scagliò contro il nemico, mandando in pezzi la sua gabbia.
Gray vedendosi arrivare contro l’attacco lo congelò all’istante, ma l’onda di energia era troppo potente e calda e il suo incantesimo si spezzò. Fece appena in tempo a schivarla, prima di ritrovarsi addosso Crilin, che tentò di colpirlo nuovamente, lui schivò l’attacco. E ben presto tra insulti e colpi lo scontro si tramutò in una rissa.
Questo tizio non molla devo filarmela.” pensò Gray, afferrò l’avversario per un braccio e lo congelò all’istante prima di scappare deciso a lasciare quella città il più in fretta possibile.
 
“Waah! Gajeel fa qualcosa!”, “Piantala di strillare gamberetto, sto correndo più in fretta che posso!”,
“Ma dovevi proprio svegliarlo?” chiese Lily, che volava accanto ai due, “Ovvio se no come la recuperavo la sfera.” disse il Dragon Slayer, alludendo alla piccola pallina color ambra scura con incastonate sette stelline rosse.
“Ti avevo detto di fare piano!” gli urlò contro Levy, in un impeto di rabbia, mentre lo colpiva sulla schiena, “Piantala o giuro che ti lascio qui! E poi non è colpa mia se quel coso ha il sonno leggero.”
“Voi due non dovreste litigare in un momento come questo.”, “E’ colpa sua!” gridarono all’unisono l’uno contro l’altro i due maghi.
“Adesso sarebbe colpa mia?!” gridò Levy stizzita,
“Certo, lo sai benissimo, che non sono un tipo da missioni di infiltrazione.”, “Ma fammi il piacere, tutto il tempo a lavorare nel Consiglio non ti ha insegnato niente?”
“ROAARH!” un ruggito alle loro spalle li fece sussultare, il gigantesco T-rex era sempre più vicino e non dava segni di cedimento, dietro di lui quattro cuccioli le stavano a presso, attendendo la cena.
“Dannazione quell’essere mi ha stufato!” disse Gajeel posando Levy a terra e preparandosi ad attaccare il dinosauro, che non si fece attendere balzando sopra i tre.
“Non siamo la cena dei tuoi cuccioli!” gridò il moro, colpendo con una lastra di ferro il muso di mamma dinosauro, che cadde a terra rintronata. I piccoli le corsero in contro cominciando a leccarle il volto sporco di sangue ed emettendo ringhi di tristezza.
“Hai esagerato.” disse Levy intenerita dal loro comportamento, “Meglio loro che noi.” rispose l’altro, “Sei proprio senza cuore.” lo colpì sulla testa la turchina.
“R-ragazzi!” lì richiamò Lily, voltandosi Levy vide i quattro cuccioli, che li fissavano con sguardo omicida. Ed in meno di un secondo i tre si ritrovarono inseguiti da quattro predatori. “Presto Gajeel, stendili!” urlò Levy, “E’ no, non ero io quello senza cuore?!” gli rispose il Dragon Slayer, “Hai ragione, mi dispiace prometto che non lo dirò più. Ora salvaci!” lo implorò Levy, l’altro non se lo fece ripetere due volte, ed in quattro e quattr’otto stese anche i cuccioli.
Finalmente salvo, il gruppo si incamminò verso il carro, e Levy estrasse dalla sua borsa un’altra sfera, con incastonata una singola stella. “Bene ne abbiamo trovate due.” disse entusiasta, “Ed il gruppo di Salamander quante ne ha?” chiese Gajeel.
Levy afferrò il Radar del Drago, e acceso notò che sullo schermo apparivano due puntini gialli molto vicini: le loro sfere. Più a nord altri due puntini, e poi tre sparsi in vari punti, ma ancora separati.
“Per ora siamo pari.” disse, “Bene, troveremo tutte le altre sfere, e quel bastardo mi implorerà di prestargliele.” disse Gajeel cominciando a ridere.
“Quando fai così sei proprio insopportabile.” disse Lily rivolto al suo padrone, “Concordo.”
“Chiudete il becco voi due.” disse Gajeel mettendo il broncio insultato da quelle parole.
 
 
Nota d’autore: bene e con questo siamo al quarto capitolo! Povero Crilin, mi sa che tra gatti e maghi del ghiaccio scostumati, sta rimpiangendo le tranquille giornate al distretto. Devo ammettere di aver tirato un po' il loro scontro, ma non sarà l’ultima volta che li vedremo. Inoltre, anche in questo capitolo non sono andata molto avanti con la trama. Ma non temete il prossimo svelerà molte cose.
Ringrazio in anticipo chi leggerà e si divertirà a leggere questo capitolo. Non dimenticate di dirmi cosa ne pensate e alla prossima.
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: LA GUERRIERA E LA SCIENZIATA ***


“Finalmente abbiamo raggiunto terra.” gridò Lucy, con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto, mentre aiutava Mira e Juvia ad arenare la barca. “Già, non vedevo l’ora di mettere di nuovo piede sulla terra ferma.”, “Juvia è super contenta, non ce la faceva più a manovrare le onde.”
“Bene ragazze, ora come prima missione, dobbiamo trovare qualcosa da indossare. Non possiamo certo presentarci in città con il costume da bagno.” disse Lucy, “Juvia è d’accordo, non vuole ritrovarsi circondata da pervertiti.”
“Si, mi sembra giusto.” concordò Mira, “Dobbiamo trovare un negozio di vestiti. Il problema, è che non so, se accetteranno i Juel come valuta.”
“Juvia ha portato con sé degli zaffiri, recuperati in una grotta sulla spiaggia. Possiamo offrire quelli come pagamento per i vestiti.”
“Si, ritengo che i gioielli abbiano un valore ovunque.”, “In caso contrario, prenderemo in prestito i vestiti e torneremo a pagare più avanti.” sorrise Mira.
Le altre due non vollero darle peso, e si incamminarono verso un piccolo sobborgo, situato nei pressi della costa.
Giunte davanti ad un negozio di abbigliamento, si ritrovarono una porta di vetro scorrevole, che si spalancò quando le furono abbastanza vicine,
“È incredibile quanto la tecnologia di questo mondo sia evoluta rispetto alla nostra. Se qui non si usa la magia, chissà quale fonte di energia sfruttano le persone in questo mondo?!” rifletté Lucy.
“Buongiorno signorine.” le accolse cordialmente il negoziante, che indossava una lunga veste che gli copriva tutto il corpo, tranne il volto.
“Buongiorno signore.” salutò Mira, “Sarebbe possibile sapere, se accettate queste pietre come forma di pagamento?” chiese, mentre Juvia gli mostrava gli zaffiri.
L’uomo sbarrò gli occhi e spalancò la bocca: “In tutta la mia vita non ho mai visto pietre così belle e grandi. Se gioco bene le mie carte diventerò ricco sfondato.” pensò ghignando. “Ma naturalmente signorine. Venite vi mostro i migliori abiti del mio negozio, dopo penseremo al pagamento.”
Così dicendo iniziò a mostrare alle tre una valanga di vestiti, dai più complessi ed eleganti, ad i più semplici e meno formali. Le tre cominciarono a provarne di tutti i tipi, finché stanche di tutto quello shopping ed indecise, presero a svaligiare il negozio.
Mira decise di indossare un bel vestito lungo, con le maniche ricamate, e la gonnellina ornata di pizzo. Dal colore verde, con le spalline sottili, e la parte dietro scoperta.
“Che ne dite, come sto?”, “Wow Mira, sai che il verde ti dona.” disse Lucy, “A Juvia ricordi Kinana-sama.” disse la turchina, “Già mi sono proprio ispirata al suo abbigliamento.” sorrise l’albina.
“Juvia come sta?” chiese quest’ultima, mentre si metteva un giubbotto azzurro, con un cappuccio di pelo, ed una gonna-pantalone del medesimo colore, con scarpe alte marroni. In testa teneva un bel cappellino bianco-celeste ed i suoi capelli erano raccolti in due code, che le ricadevano al lato della testa.
“Juvia, era dai tempi di Phantom che non ti vedevo indossare questo abbigliamento.” sorrise Lucy, “Oh no, allora Juvia deve cambiarsi. Non vuole destare brutti ricordi.” disse iniziando a spogliarsi.
“Ma che dici.” la bloccò Mira, “Non hai nulla di cui preoccuparti, ormai sei una maga di Fairy Tail, non ha senso rivangare il passato. Con questo abbigliamento stai molto bene, non sentirti giudicata, nessuna di noi due è qui per rimproverarti nulla. Dovresti saperlo ormai da tempo.”, “Già Mira ha ragione. Noi siamo amiche.” disse Lucy.
Dagli occhi della turchina cominciarono a sgorgare lacrime, che presto si tramutarono in fontane, “Juvia si scusa. Non penserà più a queste cose.” disse stringendo le due in un abbraccio.
“Bene ora che ti sei calmata, ditemi un po', come vi sembra il mio abbigliamento?” chiese Lucy, indicando la sua magliettina color zucchero filato, con la scritta “FIRE” sul davanti, la gonnellina bianca e gli stivali verde chiaro. I suoi capelli acconciati nel solito codino laterale, tenuti da un laccino rosa.
“Ti sta veramente bene Lucy.” le sorrise Mira, “Anche Juvia lo pensa, ma non osare tentare di sedurre Gray-sama con questo tuo abbigliamento.” la guardò storta l’altra, “Ma no Juvia, non hai visto cosa ha scritto Lucy sulla maglietta, questo è proprio un segno del destino.” sorrise sorniona Mirajane, “Non è affatto come sembra, è soltanto una coincidenza.” le gridò contro Lucy, con le guance arrosate.
“Signorine, scusate se vi interrompo. Volevo assicurarmi che tutto fosse di vostro gusto.” le richiamò la voce del negoziante, “Certamente, è tutto fantastico.”
“Bene, allora se volete seguirmi alla cassa, per il pagamento.”
“Molto volentieri signore, ma c’è un problema.” disse Mira indicando le tre montagne di vestiti, “Non abbiamo idea di come trasportarli tutti.”
“Oh, questo è un bel problema. Non avete per caso delle Capsule?”
“Delle che cosa?” chiesero le tre, “Delle Capsule, come questa.” disse tirando fuori dalla tasca una piccola fialetta bianca con un numero inciso sopra e con un tappino.
“Mi scusi, se ho capito bene questa è una Capsula. Ma a che cosa serve?”
“Si può sapere come fate a non conoscerle? Sono contenitori per l’immagazzinamento di oggetti. Si infilano le proprie cose qui dentro, di solito quando si parte per un viaggio o quando non si ha abbastanza spazio. E quando si vuole recuperare gli oggetti, si preme questo pulsantino e la Capsula esplode tirandoli fuori.”
“Incredibile!” esclamarono le tre all’unisono, “E mi scusi,” chiese Mira, “Dove si possono trovare queste capsule?”
“Beh, ci sono dei negozi sparsi in tutto il mondo. Il creatore di questi fantastici contenitori, ovvero il presidente della Capsule Corp., ha guadagnato miliardi. Non a caso la sua famiglia è la più ricca al mondo.”
“La Capsule Corp., ma guarda che coincidenza. Dovevamo giusto recarci lì, potrebbe dirci dove si trova la città dell’Ovest?” chiese Lucy, “Molto volentieri, se proseguite sempre verso Ovest, superate una piccola cittadina e subito più avanti vi ritroverete alle porte della città.”
“Grazie mille, lei è stato veramente molto gentile. Senta potrebbe farci un favore?! Potrebbe tenerci i vestiti qui in negozio. Noi intanto glieli compriamo, una volta raggiunta la Capsule Corp. torneremo qui a prenderli.”
“Ma certo, molto volentieri.”, “E’ fatta diventerò ricco sfondato, e potrò dire addio a questa dannata attività. Vivrò di rendita per tutta la vita e potrò finalmente fare quella gita ai tropici che ho sempre sognato.”
“Bene ecco a lei.” disse Juvia porgendogli tre zaffiri, “Il resto glielo verremo a dare quando torneremo.”
L’uomo guardò le tre pietre, un po' deluso, ma comunque fiducioso che presto sarebbero aumentate. Accompagnò le tre alla porta e una volta, che se ne furono andate chiuse il negozio.
 
“Oh, no Juvia se n’è completamente scordata.”, “Di che cosa?” chiese Lucy
“Quegli zaffiri, sono zaffiri magici anche detti Zaffiri Lunari, se vengono lasciati troppo a contatto con il sole si dissolvono.”
“Che cosa?! Dobbiamo subito tornare indietro ed avvertire quel povero signore!”, “Tranquille ragazze abbiamo promesso che torneremo a ripagarlo, chiederemo a Bulma, di scambiare i Juel in nostro possesso con una valuta valida in questo mondo, così quando torneremo potremmo pagarlo.”
“Si, ma intanto quel poveretto-”, “Non preoccuparti Lucy, una volta tornate gli spiegheremo il malinteso.”
“O-Ok, speriamo solo non si arrabbi troppo.”, “Juvia ha un brutto presentimento.”
 
“Finalmente potrò riposarmi per tutta la vita. Vivrò felice e ricco, potrò distruggere questo odioso negozio e farò un salto di qualità entrando a far parte dell’alta società.” gioì felice il negoziante sollevando le gemme verso il cielo.
 Le pietre, investite dai raggi solari, si dissolsero divenendo polvere.
 L’uomo fissò la scena inorridito, un nodo allo stomaco gli impedì di gridare, mentre spalancava la bocca e strabuzzava gli occhi, per lo shock. Cadde in ginocchio, mentre imbambolato fissava la polvere sulle sue mani, che un alito di vento fece volare via.
Rimase immobile per mezz’ora, poi tutta la sua confusione si tramutò in rabbia: “Ladre! Mi hanno truffato! Ma vi faccio vedere io!” corse verso una cabina telefonica e compose frettolosamente il numero: “Pronto polizia vorrei denunciare un furto, tre ragazze mi hanno appena derubato!”
 
BOOOM!
Il fragore dell’esplosione si diramò in tutta la casa, facendo sussultare il signor Brief e sua moglie, alla quale cadde un pasticcino sul pavimento.
Vegeta avvertendo l’esplosione, interruppe un attimo il suo allenamento, poi percependo invariato il Ki della moglie riprese a far saltare in aria droni, nella sua Gravity Room.
“Bee Bee! Pericolo, pericolo! Possibile incendio nel laboratorio!” gridò un robottino con indosso un’uniforme da pompiere ed una pompa al posto della mano. L’androide corse come un matto fino a raggiungere la porta blindata del laboratorio di Bulma.
Stava per premere i tasti della combinazione, quando la porta si spalancò da sola e ne uscì una Bulma spettinata e sporca di fumo ovunque. Il robot non perse tempo e schizzò in faccia alla donna una marea d’acqua, inzuppandola completamente.
“Pericolo incendio sventato.” disse, ma la faccia di Bulma lo paralizzò sul posto. La vena pulsante, che le si era formata al lato della fronte, lo mise in guardia.
“Razza di incompetente! Cosa ti è saltato in mette di annaffiarmi e di spruzzare acqua nel mio laboratorio! Sparisci o ti rottamo!”
Il robottino non se lo fece ripetere e in meno di mezzo secondo sparì imboccando il corridoio.
“Uff, dannazione!” brontolò la turchina prima di dirigersi in camera per asciugarsi e cambiarsi i vestiti.
“Si può sapere cosa ti è successo?” chiese suo padre, vedendola percorrere il corridoio zuppa e furente.
“È successo che il mio esperimento, mi è appena esploso in faccia! E il tuo stupido robot pompiere mi ha inzuppato!”
“Dai, non prendertela con lui. Sta solo cercando di adempire al suo compito, nel modo migliore possibile.”
“Colpa tua che lo hai costruito! Non ci serve, se scoppiasse un incendio ci penserebbero gli irrigatori antincendio a spegnerlo.”
“Vedo che non apprezzi l’aiuto altrui. Dimmi, quanto può essere complicato questo tuo nuovo esperimento, da renderti così intrattabile.”
“Io non sono affatto intrattabile! Comunque, se ti interessa saperlo; sto studiando le anomalie spazio-temporali.”
“Anomalie spazio-temporali! Beh, è un argomento piuttosto complesso. Inoltre, è solo una teoria ipotetica, che abbraccia l’idea dell’esistenza di mondi o universi paralleli.”
“Esattamente.”, “Come mai ti interessa questo argomento? Pensavo fossi concentrata sull’ideare un nuovo tipo di Capsula, che permetta di contenere individui o animali.”
“Quello è solo un passatempo momentaneo. Lo spazio-tempo mi interessa, perché abbiamo incontrato solo poche ore fa persone provenienti da un altro mondo.”
“Un altro mondo? Intendi il nuovo amico di Goku, e quei due ragazzi che ci sono caduti in giardino?”
“Proprio loro, sono giunta alla conclusione, che provengano da un altro mondo!”, “Sei sicura? Non è, che sono solo dei tipi strani?”
“Hai visto, che Levy ha fatto comparire un carro dal nulla e che il suo fidanzato ha tramutato il suo corpo in acciaio! E al loro gatto sono spuntate un paio d’ali!”
“Non potrebbero essere alieni?”, “No, sono esseri umani. E Levy mi ha detto di essere una maga.”
“Ma scusa Goku non aveva affrontato tanto tempo fa un mago? Com’è che si chiamava…? Bobidy?”
“Era Babidy! Ma loro sono esseri umani. E gli umani non conoscono la magia. Almeno non nel nostro mondo.”
“Incuriosita, mi sono messa ad esplorare lo spazio-tempo, per verificare, se la mia teoria fosse vera. Ed indovina un po', prima che il mio radar esplodesse, ha rintracciato un’anomalia spazio-temporale. Era quasi del tutto richiusa e si trovava proprio sopra casa nostra.”
“Quindi quei ragazzi, potrebbero davvero provenire da un altro mondo.”
“Già, inoltre ho identificato un’altra anomalia più grande. Tra poco lo spazio-tempo si frantumerà nuovamente e molto probabilmente qualcun altro giungerà nel nostro mondo.”
“Incredibile! Ma dimmi, perché lo spazio-tempo si frantuma così facilmente? E perché vengono inviate nel nostro mondo delle persone e non il contrario?”
“A questo, non ho trovato ancora una risposta.”, “Capisco, piuttosto sai dove dovrebbe aprirsi quest’altro varco spazio-temporale?”
“Purtroppo, non sono riuscita a identificarne la posizione. Ma appena avrò riparato il rilevatore te lo farò sapere.”
 “Grazie. Che bello, pensa giungesse qui una bella fanciulla.”
“Papà, datti un contegno.” le urlò contro Bulma, mettendo fine ai suoi sogni ad occhi aperti.
Indispettita dalla perversione del padre, imboccò il corridoio e si diresse verso la sua stanza.
 
Elsa avvertì un forte dolore alla testa, poi davanti a lei comparve un gigantesco portale tutto nero, di cui non riusciva a vedere il fondo. Il buco cominciò ad attirare tutto quello, che era nelle sue vicinanze, inclusa lei.
Subito, sentendosi trascinare via e non riuscendo a frenarsi con i piedi, fece comparire la sua spada e la piantò sul terreno.
Il portale si ingrossò e la sua forza di attrazione si moltiplicò, portando la donna ad essere sollevata da terra, e a rimanere ancorata al terreno solo grazie alla sua arma.
“Che sta succedendo?” gridò in preda al panico, cercando con lo sguardo un altro punto d’appiglio. Purtroppo, tutto ciò, che la circondava fu ben presto assorbito e scomparve dentro il buco, e lo spazio circostante divenne una landa desolata.
Elsa avvertì la sua presa oscillare, e tornando a concentrarsi sulla spada, vide che essa si stava staccando da terra.
Tentò di fare forza sui piedi, ma non riuscì a rimetterli sul terreno e lo sforzo liberò definitivamente il suo appiglio dal suolo, facendola risucchiare dal buco nero.
Una volta risucchiata, il portale prese a rimpicciolirsi, fino a scomparire.
 
“Aiutooo! Qualcuno mi aiuti! Vuole mangiarmiii!”
“Vola più veloce Happy e non farti prendere!”
“Fosse facile!”
“Urca, guarda come filano. Forse sono più veloci della nuvola Speedy.”
“Tu dici? Beh, in effetti Happy sa essere molto veloce, quando vuole.”
“Che ne dici potremmo fare una gara dopo?”
“Si, idea grandiosa!”
“VOI DUE SMETTETELA DI PARLA E VENITE A SALVARMII!”
“E come pensi che facciamo, io senza di te non posso volare!”
“Tu no, ma Goku si!”
“Oh, giusto!” esclamarono all’unisono i due, battendo il pugno sul palmo aperto.
In meno di mezzo secondo il moro si librò in cielo e comparve davanti al gigantesco pterodattilo, colpendolo sulla testa con un pugno, talmente forte da farlo stramazzare al suolo. Una volta giunto sul terreno, Natsu gli scagliò contro un mare di fuoco, abbrustolendolo.
“Ecco fatto.” sorrise al gatto, prima di avvicinare una mano ed afferrare la sfera, che stringeva nelle zampe.
“Con questa siamo a tre!”, “Si, grazie a me, che sono andato a recuperarla e per poco non mi facevo sbranare.” sbraitò Happy, planando verso terra.
“Ehi ragazzi, non so voi, ma io ho un certo languorino. Vi va di assaggiare questo coso, la sua carne sembra molto tenera e l’ho già cotto.”
“Si, speravo proprio me lo chiedessi.” gioì il moro, sedendosi accanto all’amico.
“Ehi Happy, ne vuoi un po' anche tu?”
“Io con voi non ci parlo più.” disse il felino voltandosi tutto imbronciato.
“Ora fa l’offeso.”, “Vorrei vedere te al posto mio!”
“Io al posto tuo avrei steso quel mostro in meno di mezzo secondo.”
“Certo, come no!”
Ben presto la lite si tramutò in una zuffa, e pugni e artigliate volarono a destra e manca.
“Waah! Che bella mangiata!” sentirono dire alle loro spalle, e voltandosi videro Goku, con un pancione, sdraiato sull’erba, e più in là i resti del dinosauro.
“Bastardo! Volevo mangiarlo anch’io!”, “Ops, scusa non ho resistito.” disse mettendosi a ridere, mentre Natsu lo scuoteva per la divisa, con una faccia indemoniata.
“R-ragazzi.” i due si voltarono, richiamati da Happy, “Che succede?”
“Non so, guardate è normale questo?” disse porgendogli il Dragon Radar, sul cui schermo compariva la posizione delle loro sfere, un altro pallino giallo isolato e altri tre pallini raggruppati in un altro punto.
“Accidenti, sembra che qualcun altro stia cercando le sfere e che ne abbia trovate tre.”, “Che cosa? Quindi anche altri possono trovarle?”
“Oh, sì.”, “Oh, NO! E adesso che facciamo.”
“Semplice, raggiungiamo l’ultima sfera prima di loro e poi…”
“Poi ci facciamo dare quelle che hanno trovato e se rifiutano li fracassiamo di botte.” ghignò Natsu, mentre sulla testa degli altri due compariva una gocciolina.
 
Elsa spalancò gli occhi, e subito si tirò a sedere,
“Dove sono?” si chiese guardandosi in torno, notando strani macchinari luminosi, attaccati a valanghe di cavi.
Disorientata impugnò la sua spada e si sollevò in piedi, ma alle sue spalle avvertì uno strano ronzio e si voltò di scatto, per ritrovarsi davanti una donna dai capelli azzurri, con indosso un camice, che la fissava stranita.
“Chi sei?” urlò la donna puntandogli contro la lama, e Bulma per poco non inciampò per lo spavento.
“Chi sono io?! Chi sei tu, piuttosto e cosa ci fai nel mio laboratorio?”
“Non mentire, so che è opera tua quello strano incantesimo, che mi ha risucchiato e spedito qui! Esigo di sapere chi tu sia e perché mi hai portato qui.” disse caricando Bulma, che terrorizzata cadde a sedere, mentre la lama nemica fendeva l’aria sopra la sua testa e tranciava una parte della parete.
“A-aspetta! Ti prego non farmi del male! I-io non c’entro con quello che ti è successo, m-ma forse so di cosa si tratta.”
“Bugiarda!” un altro fendente la sfiorò,
“Ti giuro, che non sono tua nemica. I-io sono un’amica di…” solo in quel momento la scienziata vide dipinto sull’armatura della guerriera il simbolo di Fairy Tail, e deglutendo proseguì: “Io sono un’amica di Levy e di Natsu. Li ho conosciuti proprio questa mattina.”
All’udire i nomi familiari, l’impeto di Elsa si arrestò e abbassata la spada, piantò i suoi occhi sul volto della donna.
Sembra sincera, ma è meglio non abbassare la guardia.”
“Potrai anche conoscere i loro nomi, ma io non mi fido.”
“Ti giuro, che li conosco e siamo anche in buoni rapporti. Se mi dessi solo in tempo, ti spiegherei tutto, anche il motivo per cui sei finita qui.”
“Ok, allora dimmelo.”, “Qui?”
“Perché, qual è il problema?”
“N-nessuno, mi chiedevo solo se non volessi metterti a tuo agio, magari nel mio soggiorno.”
“Come preferisci, basta che ti sbrighi a spiegarmi tutto.”
Così, dopo trenta minuti, i coniugi Brief si ritrovarono per l’ennesima volta in quel giorno, un’altra abitante di un altro mondo, nel loro salotto.
Non è proprio il tipo di donna, che speravo. Anche se è carina, il suo sguardo e il suo vestiario fanno paura.” pensò lo scienziato, osservando Elsa a debita distanza.
Bulma prese a raccontare il suo incontro mattutino con Natsu, la questione delle Sfere del Drago e del desiderio di ritrovare Igneel. Passò poi a narrare il suo incontro con Levy, Gajeel e Lily. Gli disse, che erano stati loro a parlarle di Fairy Tail, infine le spiegò le sue scoperte sullo spazio-tempo e sul fatto, che secondo lei, loro provenivano da un altro mondo.
Elsa tacque per tutta la spiegazione, lentamente, però, Bulma vide il suo corpo rilassarsi, al punto che prese a bere perfino il tè, che le offrì.
Terminato il racconto la rossa, si sollevò improvvisamente in piedi, con sguardo gelido, che fece bloccare Bulma e suo padre sul posto. La donna si alzò e si incamminò verso Bulma.
“E-ehi, a-aspetta, h-ho detto qualcosa che ti h-ha infastidito?” domandò la turchina sull’orlo delle lacrime.
Prima, però, che potesse fare alcun movimento, la guerriera piegò la testa verso di lei, inchinandosi.
“Non so davvero come scusarmi!” disse lasciando Bulma a bocca aperta, “Cosa?”
“Mi scuso per aver agito d’istinto, sono profondamente amareggiata.”
“No, ma figurati, non è necessario scusarsi.”
“Ed invece si!” tuonò Elsa, facendole rizzare i capelli in testa,
“Inoltre, mi scuso per i miei compagni. Sono dei maleducati e degli incivili. Ma sta tranquilla, ci penserò io a punirli.”, i suoi occhi brillarono di una luce sinistra, mentre sollevava la spada ed un’aura oscura l’avvolgeva.
“T-tranquilla, n-non ce n’è bisogno. Piuttosto, concentriamoci su come far tornare te e i tuoi compagni a casa.”
“Ma quello è facile, basterà chiedere a questo drago Shenrong di riportare tutti nei rispettivi mondi, e tutto sarà risolto.”
“Si, ma Natsu è partito alla ricerca delle sfere per trovare suo padre, non credo vorrà dartele e farti esprimere quel desiderio.”
“Tranquilla per quello non devi preoccuparti!” disse Elsa scrocchiando le nocche, mentre un sorriso sinistro le si dipingeva in volto, “Inoltre, non potrà rivedere suo padre, se non torniamo a casa nostra.”
“Questo è vero, però dovremmo avvertirlo, altrimenti una volta che il desiderio sarà esaudito e suo padre comparirà in questo mondo, dovremmo attendere almeno un anno prima, che il drago possa esprimerne un altro.”
“Che cosa! Ma è terribile, dobbiamo sbrigarci a raggiungere Natsu.”
“Si, preparo subito il necessario e poi partiamo.”
“Andrai anche tu Bulma?” chiese il signor Brief
“Si, aiuterò Elsa ed i suoi amici a tornare nel loro mondo. Inoltre, mi sto annoiando a stare qui in casa tutto il giorno. Sarei dovuta partire fin da subito.”
Mezz’ora dopo tutta la famiglia Brief, escluso Trunks che in quel giorno si era recato a casa di Goten per giocare, si radunò in giardino.
“Vengo anch’io.” tuonò Vegeta, “Oh, che sorpresa. Sei forse preoccupato per la tua cara mogliettina, che parte per un lungo e pericoloso viaggio?” lo stuzzicò Bulma.
“Ma fammi il piacere. Figurati se mi importa, inoltre quanto mai sarà pericoloso questo viaggio, se dovete solo raggiungere quegli scemi di Kakaroth e quel dannato drago. Vengo solo perché voglio vedere lo scontro tra quei due, e capire se quello che mi ha detto la testa di metallo è vero.” disse dando le spalle alla moglie, che inviperita tornò a concentrarsi sui preparativi.
Afferrò una Capsula dal suo contenitore e la fece esplodere, quando il vapore si diradò nel giardino comparve un gigantesco aeroplano giallo.
“Incredibile!” esclamò Elsa, “Questa magia assomiglia molto al mio Cambio Stock.”
“Oh no, questa non è magia, ma scienza. Questo veicolo era contenuto in una di queste.” disse porgendo alla maga una Capsula, che se la rigirò tra le dita.
“Quindi mi stai dicendo, che dentro questi contenitori può entrarci di tutto?”
“Tutto quello che è inanimato.”, “Quindi per esempio tutte le mie armi e le mie armature.”
“S-si, certo.”, “Fantastico, posso provare?”
“D’accordo.”
Subito una luce accecante si diramò per il giardino, e una marea di armi ed armature comparvero nello spiazzo, sotto lo sguardo attonito dei presenti.
“I-incredibile! Ma da dove le hai tirate fuori?” chiese Bulma,
“La mia magia mi permette di inviare in un altro spazio i vestiti o i miei oggetti, e grazie ad essa posso richiamarli e farli comparire dove voglio. Posso anche indossarli subito.”
Detto questo un’altra luce comparve su tutto il suo corpo, cancellando per un’istante i suoi vestiti, e subito dopo l’armatura di Elsa era diventata una maglietta bianca, intonata ad una minigonna azzurra, ed un paio di stivali marroni avevano sostituito quelli di metallo.
“Fantastico!” gridò Bulma, che prese ad ispezionare tutto il nuovo vestiario, mettendo l’altra a disagio.
“Grandioso, la vostra magia è fantastica! Se riuscissi a capirne il funzionamento potrei creare delle Capsule che permettono di indossare i vestiti all’istante! Sarebbe grandioso, devo subito prendere appunti, poi dovrò ristrutturare da capo le Capsule.
Potrei creare dei fermagli-capsula da attaccare al corpo in modo che risucchino il vestito indossato e lo sostituiscano all’istante con quello da indossare o potrei…”
“Possiamo piantarla con queste stupidaggini! Dobbiamo partire!” la voce di Vegeta, mise fine ai suoi deliri mentali, e Bulma non poté neanche rimproverarlo, sapendo che aveva ragione.
Così messo in moto il velivolo i tre partirono.
“Sembra che sia il gruppo di Goku sia quello di Levy abbiano trovato tre sfere ciascuno. Ed in questo momento si stanno dirigendo verso l’ultima. Potremmo dirigerci anche noi là, in questo modo ci incontreremo tutti nello stesso punto.”
“Buona idea.” disse Elsa.
Interrompiamo le notizie per un comunicato importante: oggi a Satan City, uno strano avvenimento ha colpito la città. All’improvviso un muro di ghiaccio è comparso dal nulla, e solo pochi minuti dopo, il centro della città è stato completamente congelato. I lavori di ristrutturazione sono ancora in corso, ma grazie al cielo nessun abitante è stato ferito.”
“Wow un intero muro di ghiaccio e siamo ad agosto. Spero che Crilin e la sua famiglia stiano bene.” disse Bulma, alzando il volume della radio.
“Testimoni oculari, tra cui cinque poliziotti scampati al congelamento, affermano di aver visto un uomo completamente nudo aggirarsi per la città, identificandolo come il responsabile dell’accaduto. Secondo ciò che affermano i testimoni l’uomo avrebbe creato il muro di ghiaccio dal nulla, e nonostante l’intervento della polizia sarebbe riuscito a dileguarsi.”
“Un uomo che si aggira per la città completamente nudo…” rifletté ad alta voce Elsa,
“Già davvero un perverso.” disse Bulma, non notando lo sguardo della rossa, che già si era fatta un’idea del possibile individuo.
Lasciamo stare. Ora devo raggiungere Natsu, ma una volta che saremmo tornati alla gilda, io e te Gray faremo i conti.”
Ed ora altre notizie, provenienti da un sobborgo vicino alla città dell’Ovest. Tre ragazze fuggono da un negozio senza aver pagato i loro vestiti, il negoziante denuncia il furto. Secondo l’identikit le tre dovrebbero avere un’età che va dai sedici ai vent’anni.
Una ha i capelli biondi e gli occhi marroni, indossa una maglietta con su scritto FIRE, rubata proprio al negoziante. L’altra è una giovane donna dai lunghi capelli azzurri e gli occhi dello stesso colore, indossa un abbigliamento invernale. Infine, quella che è stata identificata come l’ideatrice del furto è una donna dai lunghi capelli bianchi ed occhi azzurri.
Le tre hanno detto al negoziante di stare andando alla Capsule Corp. ed hanno fatto il nome della figlia del proprietario. In questo momento un gruppo di poliziotti si è stanziato davanti alla casa della donna, ma non c’è traccia né delle fuggitive, né della figlia del dottor Brief. Le indagini proseguono.”
“CHE COSA! VOGLIONO PERQUISIRE CASA MIA! E CHI LE CONOSCE QUESTE TIZIE!”
Esasperata Elsa si sbatte la mano sulla fronte ed emise un letto e furente sospiro, maledicendo mentalmente Mira, Lucy e Juvia.
“Lascia stare, una volta tornati a casa, mi occuperò personalmente degli scocciatori.” disse Vegeta, “Ora concentriamoci sul raggiungere la sfera, a questi vermi fastidiosi ci penseremo dopo.”
“Si hai ragione.” disse la turchina incrementando la velocità del veicolo, diretta verso l’ultima Sfera del Drago.

Nota d’autore: ecco qui il quinto capitolo della mia storia. Mi scuso infinitamente per non averlo postato prima, ma sono tornata a casa solo oggi. E da dove mi trovavo era impossibile utilizzare internet dal computer.
Ne ho approfittato, però, per terminare questa storia, così questa settimana posterò tutti i restanti capitoli.
A proposito dei capitoli, come ricorderà chi ha letto questa storia dall’inizio, avevo annunciato che in totale sarebbero stati sette più l’epilogo. Ebbene, mentre finivo di scrivere la storia, ho dovuto aggiungere un altro capitolo. Saranno quindi otto, con l’epilogo.
Per quanto riguarda questo capitolo, posso dire, che è un capitolo di innovazione, da adesso in poi, la storia seguirà, in contemporanea le vicende di più personaggi.
Devo dire di essere rimasta piacevolmente soddisfatta da me stessa, dopo aver riletto questa seconda parte, di cui questo capitolo è l’inizio. Ho come la sensazione di essere migliorata, e spero che chiunque continuerà a seguire questa mia storia, riesca ad apprezzarla.
 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: SFIDA ALL'ULTIMO BICCHIERE ***


“OSTEE! Un altro bicchiere, per favore!” l’urlo risuonò per tutto il locale, e il povero gestore ringraziò, che il posto fosse quasi del tutto vuoto, o avrebbe rischiato dei reclami.
Maledetta ubriacona, perché non paghi e te ne vai.” pensò maledicendosi per averla fatta entrare, ma rimanendo con il volto impassibile, mentre riempila un altro bicchiere di birra.
“Allora quanto ci metti?! Su sbrigati, ho sete!”
“Solo un’istante ho quasi fatto.” grugnì l’uomo tornando a concentrarsi sul boccale quasi completamente pieno. Una volta terminato lo porse alla ragazza, che glielo tirò via dalle mani e subito se lo portò alla bocca, iniziando a tracannarlo come fosse acqua.
“Waah! Ci voleva proprio un altro bicchierino.”
“Sono felice sia di tuo gradimento. Ma se posso permettermi, ti consiglierei di smetterla, ne hai bevuti fin troppi.”
“Ah ah ah! Scherzi spero, ho appena cominciato. Finora mi sono solo sciacquata la bocca, adesso inizia il divertimento.” disse tracannando l’ultimo sorso e porgendo il bicchiere all’uomo, imponendogli di riempirlo nuovamente.
Quest’ultimo emise un sospiro rassegnato, volgendo lo sguardo alla pila di bicchieri riversi sul lavello dietro al bancone. Ne aveva bevuti almeno una trentina, quella matta ubriacona e non sembrava intenzionata a smettere.
“Senti, questo è l’ultimo. Dico sul serio, mi finirai le scorte, inoltre non ti fa bene bere così tanto.”
Il rimbombo di un pugno sbattuto sul bancone lo fece sussultare.
“COSA!”
L’uomo si voltò incrociando lo sguardo con quello della donna, i suoi occhi color abete erano luccicanti a causa dell’alcol e le sue guance paonazze, ma l’espressione furente che gli lanciò lo fece rabbrividire.
In che cavolo di guaio mi sono cacciato.” pensò il poveretto, “Questa tipa è pericolosa!”
Fece un respiro profondo tentando di alleggerire la tenzione ed interrompere quel tetro silenzio.
 Subito dopo l’espressione della donna passò da seria e minacciosa, a calma e presto un’altra risata assordante rimbombò in tutto il negozio.
“Ah ah ah! Tu sei proprio uno che gli affari non sa farli.”
“Come scusa?” chiese indispettito l’uomo, poggiando il bicchiere pieno sul bancone, che la donna afferrò immediatamente. Non se lo portò subito alla bocca continuando a fissare il barista, con quel suo sorriso di scherno.
“Si, non li sai proprio fare gli affari.” ripeté con la voce impastata dall’alcol, “Ti si presenta qui una cliente come me, che puoi squattrinare a suon di bevute e non vuoi approfittarne. Sei davvero negato per il commercio.” riprese a ridere tracannando l’ennesimo bicchiere.
Se non ci andassi di mezzo io, se schianti per coma etilico sul bancone o fuori di qui. Ti farei bere fino allo svenimento, stupida pazza.” pensò il barista corrugando la fronte, che si riempì di rughe.
Stava per ribattere, quando la porta del saloon si spalancò ed un’altra figura fece la sua comparsa nel locale.
La donna dai lunghi capelli biondi, tenuti legati da un fiocco rosso, si sedette vicino all’altra ragazza, che la fissava con sguardo indagatorio.
“Ci risiamo.” pensò il povero barista, riconoscendo nel volto della donna, un’incredibile voglia di scolarsi almeno dieci barili.
Tentò di abbozzare un sorriso e sfregandosi le mani, si avvicinò alla nuova cliente: “Cosa le porto signorina?” chiese.
“Muoviti mollusco! Ho sete, portami qualunque cosa riesca a dissetarmi!” le urlò contro la bionda.
“Posso suggerirti questa?” chiese l’altra ragazza, porgendo il calice mezzo vuoto alla nuova arrivata, che la fissò in cagnesco.
Il barista deglutì, “Queste due mi sfasciano il locale.” fu il suo ultimo pensiero, prima di abbassarsi e nascondersi sotto al bancone.
 
“Si può sapere cosa abbiamo fatto di male!” urlò Lucy in preda allo sconforto, mentre si sedeva sul terreno sassoso.
“Qualcuno deve avercela con noi, altrimenti non ci troveremo sempre in questo genere di situazioni!” si mise a piagnucolare.
“Dai Lucy, non fare così.” tentò di consolarla Mira, “Sono certa che troveremo una soluzione.”
“Io non ce la faccio più Mira! Prima siamo state disperse in mezzo al mare, poi siamo finite su un’isola di pervertiti, siamo state inseguite da tizzi vestiti in modo strano e adesso ci ritroviamo in mezzo al nulla. E quel che è peggio, non abbiamo idea di dove siamo e non possiamo dirigerci alla Capsule Corp.! E non ho la più pallida idea di come torneremo a casa!” cominciò a piangere la bionda.
“Juvia è imperdonabile!”, sentirono la voce della compagna e voltandosi la videro accucciata a terra rivestita da un’aura oscura, mentre si autocommiserava.
“Se Juvia non avesse dato retta a quelle voci e a quel tizio, adesso saremmo nella città dell’Ovest. Ma Juvia non ha potuto resistere, pensando che Gray-sama fosse in questo mondo.”
“In effetti un tizio che gira tutto nudo, dai capelli scuri, che ha creato un muro di ghiaccio dal nulla, può essere solo Gray.” sorrise Mira, mentre una gocciolina le compariva sulla fronte.
“Ecco perché siamo finite qui, in mezzo al nulla. Juvia non sa come scusarsi Lucy.”
“Ma no Juvia, non è colpa tua, e Lucy è solo stanca, non voleva dire quello che ha detto.” cercò di rimediare Mira.
“Si, Juvia. Tranquilla, tu non centri nulla, e poi sono stati quei tizzi in uniforme ad inseguirci per tutta la città costringendoci ad imboccare questa strada.”
“Si, ma se Juvia non avesse dato retta a quel tizio, che parlava di un presunto avvistamento di Gray-sama, non avremmo mai preso questa direzione e non ci saremo perse.”
“Beh, ormai il danno è fatto ed è inutile piangere sul latte versato. Proseguiamo per questa strada, una volta giunte in un villaggio o in una città, chiederemo a qualcuno un mezzo di trasporto e la strada da prendere per tornare alla città dell’Ovest.”
Le due rinfrancate dalle parole di Mira si rimisero in piedi e ripresero il viaggio.
 
“Perché abbiamo cambiato rotta?” chiese Vegeta, “Dobbiamo subito dirigerci verso l’ultima sfera.”
“Rilassati è una scorciatoia.” gli rispose la moglie, “Voglio solo assicurarmi, che nessun poliziotto possa seguirci.”
“Dimmi Bulma, questi poliziotti sono nemici o alleati?” chiese Elsa,
“I poliziotti sono coloro che mantengono l’ordine nelle varie città. È brava gente, però può commettere errori e se ci attribuiscono come complici di quelle tre ladre potrebbero arrestarci.”
“Capisco, quindi svolgono lo stesso ruolo dei Cavalieri delle Rune, nel mio mondo.”
“Visto che abbiamo ancora un po' di strada da fare, perché non mi racconti con precisione cosa fate voi maghi nel vostro mondo.”
“Beh, il numero di abitanti del nostro continente che può usare la magia è molto limitato, direi il 2%.”
“Come, così pochi?!”
“Già, quei pochi che imparano ad usare la magia, possono decidere di svolgere la carriera di maghi unendosi ad una gilda regolare. Tutte le gilde sono amministrate da un organo chiamato Consiglio della magia. All’interno delle gilde vengono commissionati lavori di vario genere, che i maghi possono svolgere da soli od in gruppo.”
“Che genere di lavori?”
“Di tutti i tipi, dal combattere mostri oppure delinquenti, al fare i camerieri nei ristoranti, al recitare per una compagnia teatrale. Quest’ultimo è uno dei lavori che preferisco, sai sono un’ottima attrice.” disse, con gli occhi che le brillavano per l’eccitazione.
“Wow, quindi siete poliedrici. Sai mi sono sempre immaginata i maghi come vecchi rugosi, che lanciano solo incantesimi e non sanno combattere.”
“Davvero, che strano. Nel nostro mondo tutti i maghi sono tizzi molto forti sia per quanto riguarda la magia sia per forza fisica. I miei compagni sono molto spesso occupati in varie risse. Perfino io faccio volentieri a botte.”
“S-sul serio, una bella ragazza come te. Che combatte, n-non riesco a vedertici.”
“Io combatto solo per riportare l’ordine tra quei casinisti scellerati, se li lasciassi fare raderebbero al suolo la nostra sede. Oppure li picchio, quando mi fanno arrabbiare.”
“Dimmi donna, chi è più forte tra te ed il tizio dai capelli rosa o quell’ammasso di ferraglia?” chiese Vegeta.
“Intendi Natsu e Gajeel. Beh, loro sono molto forti e lo sono diventati molto di più, nell’ultimo periodo. Però, quando facciamo a botte, gliele suono facilmente.”
Bulma frenò di scatto, fissando Elsa con gli occhi sgranati, anche Vegeta aveva preso a guardarla, con un misto tra l’incredulo e il furente.
Questa donna è più forte di quei due draghi messi insieme! Se non avvertissi il suo Ki, non lo crederei possibile.”
Elsa li guardò, a disagio per tutta quell’attenzione, “Cosa c’è? Ho detto qualcosa che non va? Oppure ho qualcosa di strano in faccia?”
Bulma cadde stesa sul sedile, “No, niente non farci caso.”
Abbozzò un sorriso forzato e riprese a guidare, mentre Elsa la guardava imbambolata.
 
“Wha ah ah ah ah! Certo che tu sei una tipa davvero simpatica!”
“Ti ringrazio, anche tu sei una tipa tosta!”
Il barista fissava la scena con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata: quelle due furie umane, che solo cinque minuti prima avevano preso a spararsi e a distruggergli il locale, adesso sorridevano e si tenevano abbracciate, come fossero migliori amiche.
Il suo locale, in compenso cadeva a pezzi: i tavoli erano stati tutti rigirati sotto sopra, alcuni erano bucati dai proiettili, che la bionda aveva sparato dal suo mitra, altri erano addirittura esplosi, quando l’altra donna gli aveva lanciato contro delle strane carte.
Il vetro della finestra era fracassato e alcune bottiglie dietro di lui erano cadute, riducendosi ad un ammasso di cocci rotti.
Il poveretto non sapeva cosa pensare: da un lato si sentiva immensamente felice di essere scampato incolume a quello scontro, dall’altro era furioso e al contempo disperato, mentre mentalmente si chiedeva, come avrebbe fatto a pagare tutti i danni.
Perché ho aperto stamattina!”, per l’ennesima volta quel pensiero gli attraversò il cervello, “Non avevo nulla di meglio da fare?!” una lacrimuccia gli rigò il viso.
“Ehi amica!” la voce della pazza lo fece sussultare, “Che ne dici, se facciamo una bella gara di bevute?”
“Certo, sembra un’idea fantastica! E chi perde paga il conto all’altra. Così rendiamo la sfida ancora più interessante.”
“Ci sto! Ehi tu sbrigati, non hai sentito dobbiamo fare una gara. Riempi i bicchieri!” gli urlò contro la bruna.
Il barista emise un lamento tra il rassegnato e il furioso, ma fece come gli aveva detto e prese a riempire un bicchiere ciascuno.
Avrà mai fine questa giornata?”
 
Gray non ne poteva più di correre e non sopportava più quel dannato tappetto, senza naso, che non voleva rassegnarsi a smetterla di inseguirlo.
“FERMOO!” continuava ad urlare come un matto, mentre volava a tutta velocità.
 Gray era certo che se avesse smesso di difendersi con il ghiaccio, gli sarebbe stato a dosso in un secondo.
Era certo, però di essere più forte di lui, ma questo invece di aiutarlo lo intralciava soltanto, non voleva certo far fuori quel tizio, per quanto irritante fosse.
All’ennesimo urlo da parte di Crilin, si arrestò ed attivando la magia del Devil Slayer del ghiaccio, creò una decina di cavalieri in armatura, che scagliò contro l’inseguitore.
Quest’ultimo schivò alla bell’meglio le lance acuminate dei nemici e prese a distruggerli con calci, pugni e sfere di energia. Impegnato com’era nel difendersi, non si accorse, che Gray era sparito.
Il mago del ghiaccio prese a percorrere la distesa deserta, più velocemente che poteva. Riuscito finalmente a liberarsi di Crilin, si fermò per riprendere fiato e guardarsi in torno.
“Dove cavolo sono finito?” si chiese non riconoscendo nulla del paesaggio.
“Non riuscirai a sfuggirmi!” tuonò una voce fin troppo familiare al mago, e voltandosi si ritrovò nuovamente Crilin alle calcagna.
“Perché cavolo non vuoi lasciarmi in pace!” urlò riprendendo a correre.
 
Dieci, quindici, venti, trenta, quaranta… cinquanta.
Il barista non ce la faceva più, quelle due in totale si erano scolate ben cento bicchieri di birra, e nessuna delle due sembrava intenzionata ad arrendersi. Benché fossero entrambe, talmente piene d’alcol che l’uomo era certo, presto gli sarebbe uscito fuori dalle orecchie.
A parte questo, non davano alcun segno di malessere, ridevano e cantavano a squarcia gola, e tracannavano giù litri, lanciandosi frecciatine di sfida.
“Preparati perché avrai un conto salato da pagare!”
“Tu lo avrai ancor più grande del mio. Devi pagarmi anche quelli che ho bevuto prima del tuo arrivo.”
“Di un po' ti senti assonata? Vuoi fare una pausa e metterti a dormire?”
“Io sono sveglissima, vacci tu a letto, che ne hai bisogno, basta guardare la tua faccia!”
“Quando avremmo finito questa sfida, devi dirmi da dove vieni.”
“Certo con piacere, anzi ti ci porto, una come te si troverebbe subito a suo agio in un posto come casa mia. Li si beve e si fa a botte, che è una meraviglia.”
“Bene, non vedo l’ora di vederlo, una volta che ti avrò battuta.”
“Mi spiace, ma non posso macchiare la mia reputazione, di migliore bevitrice di tutta Fairy Tail. Quindi non perderò.”
“Fairy Tail?”
“E’ il nome della mia casa.”
“Fairy Tail… Fairy Tail… Fairy Tail… Ah ah ah! È un nome davvero divertente! Dev’essere proprio un bel posto.”
“E’ il posto migliore del mondo!”
“ALLORA OSTE! QUANTO CI METTI A RIEMPIRCI I BICCHIERI DOBBIAMO FINIRE LA NOSTRA GARA!”
Oramai rassegnato, l’uomo afferrò i due boccali ed in un gesto metallico e ripetitivo lì portò alla botte, girò la manovella ed attese che il liquido si versasse all’interno, ma così non fu. Chiuse e riaprì il rubinetto due volte, ma uscirono solo goccioline. Sorpreso decise di controllare la capienza della botte: era completamente vuota!
Per la prima volta in vita sua, si sentì felicissimo a quella costatazione, e voltandosi, cercando di mascherare un sorriso, si diresse verso il bancone.
“Mi dispiace davvero molto, ma avete finito le scorte.”
“CHE COSA!” gridarono all’unisono le due, con un’espressione incagnita dipinta sul volto.
“S-scusate, m-ma io non posso farci niente.” balbettò indietreggiando spaventato.
“Beh, ha ragione.” esclamò la mora ricadendo sullo sgabello con fare rassegnato, “A questo punto dovremmo trovare un altro posto dove finire la nostra gara.”
“Perché non andiamo direttamente a Fairy Tail?”
“Buona idea andiamo.”
E fecero per alzarsi, ma il locandiere le fermò, “Ferme un attimo dovete prima pagarmi il conto dei bicchieri, più i danni arrecati al mio locale.”
“Che, dobbiamo pagare quei quattro graffi.” protestò la bionda, portandosi la mano all’impugnatura del mitra.
“D’accordo.” disse l’altra, portandosi la mano alla sacca che teneva al lato del busto, “Sei fortunato, oggi ho svolto un lavoro piuttosto difficile e sono stata pagata molto bene. Già che ci siamo pago i danni anche per la mia amica.” disse, ricevendo un cenno di riconoscenza da parte della ragazza.
“Quanto ti devo?”
“A conti fatti tra il tuo conto e i danni di tutte e due, direi 10000 yen.”
“Yen? È così che chiamate i Juel da queste parti? È un nome simpatico! Ecco tieni precisi precisi.” e gli porse una decina di banconote, che l’uomo si rigirò tra le mani.
“E’ uno scherzo spero?” disse il barista adirato, mentre stracciava i pezzi di carta,
“Ma sei impazzito?”
“Questi sono falsi!” urlò furioso l’uomo
“Ma che cavolo dici! Sono Juel autentici!”
“Qui si accettano solo gli Yen!”
“Non ho idea di cosa siano questi Yen. Credevo che i Juel fossero una valuta valida per tutto il continente.”
“Senti tu, ho avuto pazienza quando con il tuo modo di fare, mi hai fatto sparire tutti i clienti, quando hai preso a finirmi tutte le scorte e quando con quest’altra pazza mi hai distrutto il locale. Ma adesso basta! Pretendo di essere pagato o chiamo la polizia!”
Appena terminata la frase, si bloccò di colpo, con la canna di un mitra puntata in faccia.
“Io, invece, dico che non chiami nessuno di quei fastidiosi piedi piatti! Mi sono spiegata.” lo minacciò la bionda facendo pressione con l’arma sul suo volto.
Poi prima che l’altra ragazza potesse fare o dire qualcosa, l’afferrò per un braccio e prese a trascinarla via, mentre sparava alla cieca distruggendo quel poco di locale che era rimasto in piedi, mentre il povero barista si rannicchiava nuovamente sotto al bancone, tremando come una foglia.
Veloci, appena uscite presero a correre dietro il negozio, giunte davanti ad uno strano veicolo che la mora non riconobbe, la bionda ci saltò sopra e girando una chiave il mezzo si sollevò leggermente da terra.
“Dai, cosa aspetti! Salta su o vuoi farti arrestare! Presto qui intorno sarà attorniato da viscidi sbirri!”
“Non me lo faccio ripetere.” sorrise e saltò sulla moto, proprio dietro all’altra ragazza, che subito ruotò lo sterzo e diede gas, partendo a raffica.
“Piuttosto non so come ti chiami?”
“Lunch!”
“Come scusa?”
“Eh il mio nome.”
“Ah ah ah! Simpatico.”
“Tu, invece?”
“Io sono Cana Alberona. Molto piacere.”
 
Il viaggio si stava rivelando più lungo ed insidioso del dovuto, avevano già dovuto scalare una mezza montagna rocciosa, e non c’era l’ombra di una città.
“Mira possiamo fare una pausa! Le mie gambe non ne possono più!” piagnucolò Lucy,
“No, Lucy non possiamo ancora fermarci. Dobbiamo arrivare almeno ad un villaggio, dopo ci riposeremo.”
“Ok.”
D’un tratto l’aria in lontananza fu scossa da un forte boato, che sollevò un mare di polvere.
“Che succede?”
“Juvia non lo sa!”
“FERMATII! ORMAI TI HO PRESO!” sentirono gridare in lontananza, proprio dove era avvenuta l’esplosione.
Mettendo a fuoco videro due figure corrergli incontro: una era alta e correva a torso nudo, l’altra più bassa, gli si era avvinghiata in torno al corpo e tentava di arrestare la corsa dell’uomo, con scarso risultato. Quando finalmente la polvere si diradò del tutto e i due furono più vicini le tre sgranarono gli occhi dalla sorpresa di ritrovarsi davanti un volto familiare.
“Ma quello è…”
“Gray!”
“DOVE?” urlò Juvia, con gli occhi a cuoricino, mentre spostava lo sguardo nella direzione, che le amiche le stavano indicando.
Il suo volto però si contrasse, ben presto, in un’espressione imbufalita, un’aura oscura la circondò ed il suo sguardo si fece truce.
“J-Juvia, c-che ti succede?” chiese Lucy, spaventata
“Come osa… come osa… COME OSA QUEL TAPPETTO ABBRACCIARE GRAY-SAMA!”
“EEEEHHH!” gridarono all’unisono Mira e Lucy.
Un’oda gigantesca comparve dal nulla e si scagliò contro i due uomini, che ancora non avevano notato la presenza delle tre ragazze.
Il colpo attraversò Gray ed investì Crilin con una forza inaudita, che non aspettandosi l’attacco, fu scagliato via e scomparve in cielo.
“E NON OSARE MAI PIU’ PROVARCI CON GRAY-SAMA!”
“J-Juvia!” esclamò il ragazzo ritrovandosi davanti la compagna.
“Gray-sama!” urlò l’altra correndo, per avvinghiarsi al braccio del ragazzo,
“Juvia aveva sentito dire, che eri da queste parti, ed è venuta a cercarti.” disse strusciandosi al braccio del ragazzo, che tentava in ogni modo di liberarsi dalla presa.
“Ci siamo anche noi.”
“Mira, Lucy! Cosa ci fate qui? Non eravate partite per una missione?”
“Si, è una lunga storia. Adesso ti spieghiamo.”
Così in un quarto d’ora Gray fu messo al corrente delle loro avventure e della loro scoperta di non trovarsi più su Earthland.
“Pazzesco! Quindi mi state dicendo che senza accorgermene sono finito in un altro mondo?!”
“Ecco perché qui erano tutti strani.”
“Quello più strano sei tu, a quanto pare. Sai abbiamo sentito un sacco di voci su di te che vai in giro tutto nudo e che spari ghiaccio a destra e manca.” disse Lucy.
“Guarda, che non è colpa mia. Io mi sono solo difeso.”
“Lasciamo stare. Adesso dobbiamo trovare il modo di andare alla Capsule Corp., per chiedere aiuto a Bulma e tornare nel nostro mondo.”
“Il problema è che non ho idea di come sono finito in questo posto. Non ho controllato la strada che ho preso, ero troppo concentrato a sfuggire a quel poliziotto.”
“Già, piuttosto chi era quel tizio?”
“Uno che voleva arrestarmi.”
“Immagino anche di sapere il motivo.” disse Lucy lasciandosi andare ad una risata sarcastica.
“A proposito, come mai questi poliziotti hanno inseguito anche voi?”
“Ah, non ne ho idea. Continuavano ad urlarci che eravamo delle ladre.”
“Juvia, non ha mai rubato nulla.”
“Già al massimo abbiamo preso in prestito questi vestiti, ma eravamo intenzionate a tornare in dietro per pagarli.”
“Quindi siete voi le tre ladre del negozio di vestiti!” sentirono una voce alle loro spalle, e voltandosi si ritrovarono Crilin, completamente zuppo, che gli puntava contro una pistola.
“Adesso basta con questa storia! Siete tutti e quattro in arresto!”
“PISTAAA! FATE LARGO!” urlò una voce alle sue spalle, e il poveretto non fece nemmeno in tempo a voltarsi, che fu investito da una moto volante e scagliato a sbattere con la testa su una roccia.
“CAZZO! Quell’idiota non si è spostato in tempo.” disse Lunch,
“Beh, ormai il danno è fatto.” rispose Cana, portandosi una bottiglia alla bocca.
“CANA!” urlò Lucy,
“Lucy? O ci sono anche Mira, Juvia e Gray.” constatò l’altra rimettendosi a bere.
“Li conosci?”, “Certo sono miei cari amici. Fanno tutti parte di Fairy Tail.” disse Cana scendendo dalla moto, per correre ad abbracciare Lucy.
“Cana quindi anche tu sei finita in questo mondo.” disse Mira, sorridendo all’amica.
“Questo mondo?”, “Si, è una lunga storia adesso ti spieg…”
“Si può sapere, cosa vi è passato per la testa di investirmi?” urlò Crilin, mettendosi a sedere, mentre si toglieva il casco e si massaggiava la testa su cui era spuntato un gigantesco bernoccolo.
“Aspetta, ma tu sei Crilin!”
“Cosa, Lunch! Da quanto tempo non ci vediamo, ancora a combinare guai.”
Una scarica di mitra lo investì in pieno ed il poveretto si mise a saltellare, cercando di evitare i colpi.
“Tu piuttosto ti sei ridotto a fare lo sbirro!”, “A-aspetta posso spiegarti! Avevo bisogno di soldi per mantenere la mia famiglia. E così ho preso a fare questo lavoro.”
“Potevi svolgere chissà quante altre professioni!”, “V-volevo un lavoro dove ci fosse azione.”
“Potevi rimanere sull’isola di Muten ad allenarti.”
“Io avrei voluto, ma mia moglie non lo sopportava più.” piagnucolò Crilin.
“Scusate state parlando del maestro Muten?”
“Lucy lo conosci?” chiese Cana,
“Si, diciamo che lo abbiamo incontrato poche ore fa.”
“Q-quel vecchio pervertito.” grugnì Mira, mentre il suo volto si corrugava in un’espressione demoniaca, che fece rabbrividire tutti i presenti.
“Quindi siete amici del maestro Muten?” chiese Crilin,
“Sono anche amici miei! E se provi ad arrestarli ti riduco ad un colabrodo!” lo minacciò Lunch puntandogli contro il mitra.
“O-ok, l-li lascio andare.” disse ormai rassegnato l’agente di polizia, mentre i maghi gioivano felici, abbracciandosi e battendosi il cinque.
“Senti Crilin-san.” chiese Lucy, “Non è che potresti dirci come arrivare alla Capsule Corp.?”
“Certamente, lì ci abita la mia amica Bulma.”
“Davvero, che bello, quindi sei amico di Bulma.” esclamò Mira, “Juvia, si sente più tranquilla, sarà più facile chiederle aiuto per tornare a casa.”
“In che senso?” chiese Cana, “Adesso ti spiego: praticamente…” e così tutti i presenti furono informati da capo.
“Assurdo! Quindi venite da un altro mondo!”
“Ah ah ah! Io non me ne ero nemmeno accorta.” rise Cana,
“Nemmeno io, ma avevo il sospetto che qualcosa non quadrasse.”
“A Juvia non importa, potrebbe anche essere finita sulla luna, finché c’è Gray-sama, lei è felice.” e gli si appiccicò di nuovo al braccio.
“A questo punto,” esordì Crilin, “Raggiungiamo la città dell’Ovest e chiediamo aiuto a Bulma.”
 Mise una mano in tasca per prendere una Capsula, quando tutto il gruppo avvertì uno strano rumore, e sollevando la testa si ritrovarono sopra di loro un grande aeroplano giallo con la scritta “CAPSULE CORP.”
 
Vegeta sollevò la testa di scatto: “Bulma fermati!” gridò e la donna forse per il tono o per la sorpresa si arrestò.
“Si può sapere che c’è Vegeta? Non eri tu che dicevi di sbrigarci?”
“Ho avvertito sotto di noi sette Ki, cinque di questi sono piuttosto forti ed hanno un’essenza identica a quella di questa donna.” disse indicando Elsa con un dito.
“Quindi, molto probabilmente provengono dal tuo mondo.” disse Bulma rivolta all’amica, e premendo un pulsante fece apparire su un piccolo schermo un’immagine dove si vedevano sette individui.
“Ma quelli sono Lucy, Mira e Juvia, con loro ci sono anche Gray e Cana!” esclamò Elsa.
“Che strano cosa ci fanno in compagnia di Crilin e Lunch. Beh, non importa adesso attr…” non fece in tempo a terminare la frase, che Elsa fece comparire una spada e tranciando una parte del portellone del velivolo si gettò a capofitto verso il terreno.
La donna atterò con uno schianto, sollevando una nube di polvere,
“Cosa è stato?”
“È caduto qualcosa dal cielo.”
“Forse dall’aereo.”
“Siete sicuri fosse un oggetto?”
“A Juvia è sembrata una persona!”
“Oh, mio dio! Sarà ancora viva?”
“VOI CINQUE!” quella voce fin troppo familiare fece raggelare il sangue a tutti i maghi di Fairy Tail, mentre Crilin e Lunch li fissavano sgomenti.
“HO SAPUTO CHE AVETE COMBINATO UN GRAN CASINO!” continuò Elsa emergendo dal fumo, con i capelli spettinati e le pupille dilatate oltre l’inverosimile.
“E-Elsa.”
“C-cosa ci fai qui?”
“Allora ci sei anche tu.”
“J-Juvia è f-felice di vederti.”
“P-possiamo spiegarti tutto.” disse Mira, alla quale però vacillò il sorriso,
“Già, è stato tutto un gran malinteso.”
“SILENZIO! HO ASCOLTATO FIN TROPPO LE VOSTRE SCUSE, ORA PREPARATEVI AD ESSERE PUNITI.”
“NO, TI PREGO! ASPETTA!” urlarono tutti e cinque all’unisono, ma Elsa era inarrestabile e ben presto si avvertirono solo urla di dolore, in quel mucchio di polvere, che aveva circondato tutti i maghi.
Quando Vegeta e Bulma riuscirono finalmente ad atterrare, sgranarono gli occhi alla vista della scena: i cinque maghi distesi a terra doloranti, e tutti con un grosso livido sulla testa, con Elsa, che implacabile troneggiava su di loro.
Crilin e Lunch, per la paura si erano nascosti dietro un masso nelle vicinanze e non osavano fiatare, anche Bulma non parlava, era troppo spaventata e sorpresa.
Vegeta fissò Elsa con un misto tra ammirazione e timore: erano anni che non vedeva una donna combattere con tanta grinta, gli ricordava le donne della sua razza.
E’ un mostro!” fu il pensiero che attraversò la mente di tutti i presenti, mentre la donna faceva scomparire la spada.
“Bene, spero che questo vi serva da lezione.” disse scendendo dalla pila di corpi, che esanimi mugugnarono: “N-non lo faremo più.”
“Ok, adesso salite a bordo dell’aereo di Bulma-sama e raggiungiamo il gruppo di Natsu e Gajeel.”
“Cosa? Anche Natsu è qui?” chiese Lucy,
“Ed anche Gajeel-kun?” domandò Juvia,
“Quindi quella testa di fiammifero è qui! Si può sapere cosa sta combinando?” urlò Gray, rimettendosi in piedi già intenzionato a litigare con il compagno una volta ritrovato. Ma un’occhiataccia da parte di Elsa lo fece tacere ed iniziare a tremare.
“Salve, voi dovete essere dei maghi di Fairy Tail.” si intromise Bulma, “Lasciate che vi spieghi cosa vi è successo.”
“Quindi tu sei la famosa Bulma-sama, sai perché siamo finiti in questo mondo?” domandò Lucy,
“No, questo non lo so, ancora. Mi sorprende voi sappiate di non trovarvi nel vostro mondo. Comunque, questo renderà la spiegazione più breve…”
E così per l’ennesima volta in quella giornata, la scienziata raccontò del suo incontro con Natsu, con Levy, con Elsa, le sue scoperte e l’idea di esprimere il desiderio di farli tornare a casa con le Sfere del Drago.
Chiara a tutti la situazione, il gruppo ingrandito dalla presenza di Crilin e Lunch, che dopo anni ci tenevano proprio a vivere un’altra eccitante avventura si diresse verso l’ultima sfera.
 
“FINALMENTE…”
“…ABBIAMO TROVATO…”
“L’ULTIMA SFERA DEL DRAGO!” / “L’ULTIMA SFERA DEL DRAGO!”
La doppia esclamazione, rinfrancata dal trovarsi un’altra mano familiare a stringere il piccolo oggetto, fece immobilizzare i due Dragon Slayer. Entrambi, spostando la faccia, oltre la roccia che usavano come appiglio e si ritrovarono davanti il rispettivo volto.
“COSA CI FAI QUI!” gridarono all’unisono, prima di perdere l’equilibrio e cadere con il sedere per terra, mentre la sfera rotolava via.
“Ghjijiji! Salamander è da un po' che non ci vediamo.”
“Ma se avremmo fatto a botte ieri. Cosa ci fai qui Gajeel?”
“Sono venuto a prendermi l’ultima Sfera del Drago!”
“Anche tu conosci le sfere?”
“Certamente e ne ho già trovate tre.”
“Anche io se per questo!”
“Quindi siamo pari. Chi prende l’ultima vince.”
“Io ho avuto l’idea di raccoglierle prima di te, quindi l’ultima sfera mi spetta.”
“Prova pure a prenderla, ma dovrai battermi se vuoi le mie.”
“Benissimo, preparati a prenderle!”
“Fatti sotto!”
E così iniziò lo scontro sotto lo sguardo esasperato di Levy, Lily ed Happy, e quello confuso e divertito di Goku, che si mise a tifare per il suo amico.
In lontananza spettatrice di questa ennesima rissa c’era la sfera da sei stelle.

Nota d’autore: ecco qui il sesto capitolo! Con questo siamo sempre più vicini alla conclusione. E devo riconoscerlo, questo è il capitolo, che mi sono divertita a scrivere di più. Forse perché l’incontro tra Lunch e Cana, è stata una delle mie prime idee, oppure perché mi sono divertita a scrivere la scena in cui Elsa “massacra” i suoi amici. Inoltre, con questo capitolo, quasi tutti si sono riuniti nello stesso posto, mancano soltanto i gruppi dei due Dragon Slayer, ed un altro personaggio, dopo di che, saranno tutti, di nuovo insieme.
Spero che il capitolo sia piaciuto, io mi sono divertita molto a scriverlo.
Domani pubblicherò il settimo.
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: LE DUE ALLIEVE ED IL MAESTRO TUTTO VERDE ***


“Waaah!” l’urlo rimbombò in tutta la stanza, mentre la ragazzina caricava il nemico, con il pugno alzato si preparò a colpirlo in volto, ma quest’ultimo fu più veloce e abbassandosi schivò l’attacco.
Sbilanciata, Wendy poté solo osservare l’avversario, che fece partire un pugno contro il suo stomaco, scagliandola via.
Ormai prossima a schiantarsi contro il pavimento, spalancò gli occhi e facendo una capriola, atterrò ancorandosi con i piedi e le mani al terreno.
“Wendy, stai bene?” sentì la voce della sua amica e si voltò verso di lei,
“Tranquilla Charle sto bene.”
“Non devi distrarti durante lo scontro.” la richiamò la voce del suo avversario, che gli si lanciò contro, pronto a colpirla nuovamente.
Il suo attacco, però fu interrotto da un piede, che con forza gli si piantò in faccia e lo scagliò lontano.
“Neanche tu Piccolo. Ricordati che hai due avversarie.” disse una ragazzina dai lunghi capelli neri, mentre sorrideva soddisfatta del suo intervento.
Poi voltandosi verso Wendy, le volò vicino e dopo averla aiutata ad alzarsi, chiese: “Tutto bene?”
“Si, grazie mille, Pan-sama.”
“Uffa Wendy, te l’ho già detto, basta con tutta questa formalità. Mi mette in imbarazzo, inoltre sei più grande di me, dovrebbe essere il contrario.”
“S-scusa, è che non riesco a farne a meno.” le sorrise la ragazzina.
“Non per interrompervi, ma vi consiglio di non distrarvi.” le ammonì Charle.
“La gatta ha ragione,” le richiamò la voce di Piccolo, “Siamo venuti qui dentro per allenarci, non per chiacchierare.”
“Si, hai ragione, scusa Piccolo-sama.”
“Tutte scuse, la verità è che non ti aspettavi il mio attacco di poco fa.” lo schernì Pan.
“P-Pan-sama, non è molto educato…”
“No, no ha ragione mi ha colto alla sprovvista.” disse il Namecciano, mentre si toglieva il turbante ed il mantello, che cadendo al suolo produssero un piccolo tonfo.
“Vi ho sottovalutate, ma adesso il riscaldamento è finito. Tenetevi pronte perché non mi tratterrò più.”
“Benissimo! È proprio quello che vogliamo! Giusto Wendy?”
“S-si.” rispose l’altra, per nulla felice della cosa.
A lei sarebbe piaciuto continuare su quel livello, visto che ancora faceva fatica a muoversi a causa della gravità e dei repentini cambi climatici della Stanza dello Spirito e del Tempo.
Senza attendere, Piccolo partì subito alla carica e le due ragazzine non lo videro neanche arrivare, notarono la sua presenza quando ormai era a pochi centimetri da loro, e non poterono evitare i suoi colpi, che le sbalzarono via.
Wendy tentò immediatamente di contrattaccare, ancora sospesa in aria, a causa dello slancio, ma il Namecciano fu più veloce, e con un calcio, la prese in pieno volto scaraventandola a terra.
Pan, ancora una volta ignorata dal suo avversario, tentò di approfittare di un suo momento di distrazione.
Partì con il pugno chiuso puntando alla sua nuca, ma l’altro si abbassò quando gli fu a pochi centimetri e le bloccò il braccio nella sua presa.
Incredula ed intimorita, tentò di liberarsi facendo forza sui muscoli delle braccia, ma fu sollevata senza alcuno sforzo e scagliata via da un’onda di energia, che gli centrò la schiena. Ed una volta esplosa la fece andare a sbattere dritta sopra Wendy.
“Wendy, Pan! Come state?” le urlò Charle,
“T-tutto bene.” mugugnarono, con gli occhi divenuti due spirali,
“Così non ci siamo,” le rimproverò Piccolo, “Pan sei troppo impulsiva, parti alla carica senza escogitare un piano e ti concentri solo sull’attaccare, senza prestare la giusta attenzione alla difesa. Eri completamente scoperta.”
La ragazzina lo fissò infastidita, mentre si massaggiava la schiena, non sopportava quando qualcuno la sgridava, specie se lo faceva Piccolo, serviva solo a farla arrabbiare di più. Fu quasi tentata di riprendere subito lo scontro, giusto per far capire al suo maestro, che aveva torto, ma la voce dell’alieno la bloccò.
“In quanto a te Wendy, posso comprendere che tu abbia delle difficoltà ad adattarti alla Stanza, ma questa non è una scusa su cui aggrapparsi. A differenza di Pan, tu sei completamente inesperta nel combattimento corpo a corpo. Sei scoordinata e ti manca la forza fisica, dalla tua parte hai solo il fatto di poter utilizzare la magia, ma in questa stanza i tuoi poteri, non rispondono bene ai comandi, poiché la temperatura in continuo mutamento influisce sui cambiamenti dell’aria. Ti ho portato qui proprio per questo, mi aspetto più impegno!”
“M-mi dispiace. S-scusate.”
“Ehi, non credi di stare esagerando?” disse Charle, guardando male il guerriero, che per tutta risposta gli lanciò un’occhiata indifferente e proseguì: “Mi hai chiesto di allenarti nel combattimento ed è quello che sto facendo, spero solo di non stare perdendo tempo.”
Vedendo lo sguardo turbato della ragazzina, i cui occhi si erano fatti lucidi, il Namecciano, comprese di aver esagerato: aveva da subito notato in quella ragazzina, una bassa autostima, non la conosceva se non da poche ore, ma sapeva che era molto forte, doveva solo trovare la fiducia in sé stessa e poi il resto sarebbe venuto fuori da solo.
“Su riprendiamo, ma questa volta lavoreremo sui vostri punti deboli. D’altronde è questa la chiave che porta al miglioramento.”
“Wendy, poiché non sai volare ti farai aiutare dalla tua gatta, questo dovrebbe renderti più facili i movimenti. Per quanto riguarda la tua magia, posso solo dirti, che devi adattarti ad usarla anche in ambienti ostili, in questo modo diventerai più forte.
E per quanto riguarda l’allenamento fisico, l’unico modo per rafforzarsi è continuare a combattere fino ad adattarsi. Pan, tu invece, dovrai concentrarti sulla difesa. Per rendere l’allenamento alla vostra portata, io mi farò da parte e voi vi affronterete. Una volta fatto ciò, combatterete contro di me.”
“Tsk… Piccolo, non è che magari questa è solo una scusa perché non vuoi combattere contro di noi? Hai forse paura di perdere? Sappi che nessuna delle due ha ancora fatto sul serio.”
“Non ne dubito, in quanto all’altra domanda: mi sembra di avervi già mostrato di esservi nettamente superiore, ma se questo non basta…” il suo sguardo si fece minaccioso, e in torno a lui comparve un’aura trasparente, che prese ad ingrossarsi sotto lo sguardo allibito delle due ragazzine e di Charle.
“Se ci tieni a farti annientare Pan, sei libera di affrontarmi, anche subito.”
“N-no, no, Piccolo-sama. Pan non vede l’ora di allenarsi con me! Sono sicura che insieme miglioreremo moltissimo.” disse Wendy, afferrando la ragazzina che era rimasta a bocca aperta, e trascinandola via.
“Bene, allora cominciate.” le ammonì il maestro.
Le due presero posto una di fronte all’altra, distanziate di qualche metro si misero in posizione di combattimento e ad un cenno di Piccolo lo scontro iniziò.
 
Bulma doveva riconoscere che la compagnia dei maghi di Fairy Tail, non la disturbava più di tanto. Certo erano rumorosi, soprattutto Gray e Cana, ma per il resto Mira, Lucy e Juvia erano simpatiche, e Bulma doveva ammettere di provare già una profonda ammirazione per quelle tre ragazze.
Non deve essere facile vivere in mezzo ad ubriaconi attaccabrighe.” pensò,
“Ehi Lucy, dimmi un po' come mai sei entrata a far parte di una gilda di maghi?” chiese curiosa la turchina.
“Oh, beh… Vedi Bulma, devi sapere che mia madre era una maga degli Spiriti Stellari ed io crescendo ho appreso questa magia. Quando ho compiuto diciassette anni sono fuggita di casa, poiché volevo unirmi ad una gilda. Ci tenevo in particolar modo ad entrare in Fairy Tail, perché era la gilda migliore di tutta Magnolia.”
“Capisco. Ma cosa sono gli Spiriti Stellari?”
“Praticamente sono delle entità, legati ai segni zodiacali, che appartengono ad un altro mondo. Mediante un contratto che il mago firma con il proprio spirito e mediante delle apposite chiavi, si possono richiamare nel nostro mondo per aiutarci a combattere.”
Detto questo afferrò una chiave, che teneva legata al suo portachiavi e la sollevò:
“Adesso ti faccio vedere… Apriti portale del Canis Miron: Nicola!” la chiave si illuminò sotto lo sguardo attonito di Bulma, poi la luce scomparve e al suo posto apparve un piccolo esserino tutto bianco, simile ad un pupazzo di neve, con il naso a cono diviso da quattro righe.
“E-E questo sarebbe uno Spirito Stellare?” chiese Bulma, incredula non riuscendo però a nascondere una punta di delusione.
Mi aspettavo qualcosa di diverso.” pensò
“E quello scarafaggio dovrebbe combattere al posto tuo?” tuonò la voce di Vegeta, portando le due ragazze a voltarsi nella sua direzione.
“Ma non farmi ridere, quel microbo è già tanto che cammina.” disse alludendo al fatto che lo Spirito Stellare stava tremando come una foglia.
“Vegeta non essere maleducato.” lo rimproverò Bulma, poi voltandosi verso la creaturina, disse: “Non considerare quello che dice quel musone, tu per me sei veramente adorabile.” rinfrancato da queste parole, il naso di Plue, che aveva preso ad afflosciarsi, tornò bello dritto.
“Comunque, Lucy, io ho sempre pensato che Plue fosse il tuo Spirito più forte. O almeno è il mio preferito.” disse Mira, sorridendo al piccolo esserino.
“Beh, ora il più forte, mi sembra un’esagerazione. Però, è sicuramente il più carino e dolce.”
“Se la tua magia consiste solo nell’evocare esseri tanto mediocri, non credo tu sia molto forte. Mi chiedo cosa se ne faccia di te Fairy Tail.” disse Vegeta facendo trasalire la bionda.
“Vegeta, cosa ti ho appena detto.”
Ma già la tensione si era fatta palpabile: Mira, Cana, Gray e Juvia, non avevano affatto apprezzato il commento del Principe dei Sayan, e gli lanciavano occhiatacce.
Lucy fissava i suoi amici preoccupata, che potessero prorompere in uno scatto d’ira non richiesto.
 Con la coda dell’occhio guardò in direzione di Elsa: la rossa si sollevò dalla sua postazione e nel silenzio generale si diresse verso Vegeta,
“E-Elsa, a-aspetta.” tentò di fermarla Lucy, ma inutilmente.
Ormai troneggiava sul Sayan, che nonostante fosse costretto a guardarla dall’alto verso il basso, a causa della sua posizione, gli lanciò un sorriso ironico, che la donna ricambiò con un’occhiata glaciale.
Il sorriso sul volto di Vegeta scomparve, mentre si metteva in piedi: “Cosa vuoi?” chiese con finta innocenza, senza però abbandonare il tono scorbutico.
“Rimangiatelo.” fu la semplice risposta dell’altra,
“Che cosa?”
“Quello che hai appena detto.” e dietro di lei, gli altri quattro maghi si sollevarono, pronti a scattare.
“E se non volessi?” chiese Vegeta, tornando a sorridere.
Fu un attimo e si ritrovò con la schiena piantata contro la parete del veicolo ed una spada puntata contro la gola.
“Sai donna, forse non sai con chi hai a che fare.” la schernì, già pronto a scagliargli contro una sfera di energia, se la lama si fosse avvicinata ulteriormente al suo collo.
“Anche quell’ammasso di ferraglia ha provato a sfidarmi, con i suoi stupidi poteri, ma non gli è andata molto bene. I vostri patetici trucchetti non possono nulla contro la forza dei Sayan!”
“Gajeel potrà anche essere stato battuto.” intervenne Gray, “Ma se continui su questa strada ti attirerai contro l’ira dei maghi di Fairy Tail, e ti posso assicurare che te ne pentirai amaramente.”
“Che paura. Tornatene a congelare le strade, pezzente.”
“Non insultare Gray-sama.” disse Juvia, il suo sguardo carico d’odio, mentre il suo corpo era già mezzo liquido.
“M-Mira! T-ti prego fermali, Vegeta li annienterà!”, Bulma fu sorpresa a ritrovarsi ad implorare l’intervento dell’albina, ma la situazione era fin troppo delicata, e lei ormai sembrava non avere più voce in capitolo sulla faccenda.
“No.” fu la secca risposta, che fece sussultare Bulma, quando i loro sguardi si incontrarono, alla turchina gli si gelò il sangue nelle vene alla vista dello sguardo di Mira: sembrava un mostro assetato di sangue, che puntava una preda.
“Mi dispiace Bulma-sama, ma se tuo marito non si rimangia immediatamente quello che ha detto, assaggerà la furia di un demonio.”
Bulma osservò inorridita, mentre il braccio sinistro della ragazza, mutava fino a diventare una zampa, i cui lunghi artigli luccicavano.
“Quindi saresti un demone?” chiese Vegeta, con la sua solita strafottenza, “Molto interessante, non ho mai combattuto contro una diavolessa.”
“Ti consiglio di non sottovalutarla.” disse Elsa, mentre lo spingeva ulteriormente contro la parete, “Mira sa essere molto spaventosa. La sua forza è equivalente alla mia, se non addirittura superiore.”
“C-cosa!” esclamò Bulma, spostando il suo sguardo da Elsa a Mira e di nuovo da Mira ad Elsa.
“Potrete essere anche uno più forte dell’altro. Io resto immensamente più potente di voi. E se non molli la presa, te lo dimostrerò, annientandoti come ho fatto con il drago del ferro.”
“Non dubito, che tu sia molto forte.” rispose Elsa, “Ma io scommetto, che hai sconfitto Gajeel in uno scontro uno contro uno. Adesso, invece, se non torni sui tuoi passi, affronterai ben cinque dei maghi più forti della nostra gilda. Sta pur certo che non ti andrà così bene.”
“Quindi voi maghi siete talmente codardi, da non volermi affrontare uno contro uno.”
“Non è codardia!” intervenne Cana, “Per noi non è affatto un disonore contare l’uno sull’altro e combatte in gruppo.”
“Patetici! Il vostro modo di combattere mi irrita.”
“Potrà anche darsi, ma a noi non cambia niente. Ti affronteremo, anche tutti insieme se necessario.”
“Ragazzi, adesso basta, non vi ho chiesto di intervenire. Non ha senso prendersela per una cosa di così poca importanza.”
“Juvia, non è d’accordo Lucy. Quest’uomo ti ha insultato, ha insultato una nostra compagna e ti ha mancato di rispetto. Ha offeso anche gli Spiriti Stellari, quindi vendicheremo sia il tuo onore sia quello dei tuoi amici.”
“Ma Juvia…”
“Niente ma, Juvia ha ragione. Se questo tizio vuole la rissa, allora noi saremmo pronti ad accontentarlo.” la zitti Cana.
“Vi prego, basta. Cercate di calmarvi.” perfino Crilin, tentò di fare un tentativo.
Se Vegeta si fosse scatenato avrebbe distrutto tutto, e non osava immaginare cosa quei tizzi provenienti da un altro mondo avrebbero potuto fare, pur di vendicare l’offesa appena subita. Perfino il nudista, in quel momento gli faceva paura, anche se lo aveva affrontato, adesso era sicuro che se quell’uomo avesse fatto sul serio, lui non sarebbe stato lì in quel momento. E la donna dai capelli rossi era semplicemente terrificante, al punto che aveva steso quei cinque tutta da sola.
Deglutii, mentre un silenzio carico di tenzione calava sui presenti, Lunch era l’unica che in quel momento stava sorridendo, divertita al pensiero del putiferio, che si sarebbe scatenato di lì a breve.
Nell’ansia generale, nessuno notò il piccolo Plue, avvicinarsi al gruppo, attraversare Gray, Juvia e Cana, e passare sotto le gambe di Elsa.
Quando la donna abbassò lo sguardo, e così fece anche Vegeta, il piccoletto gli rivolse uno sguardo indecifrabile, poi proseguì il suo breve percorso, mentre Elsa incuriosita allentava la presa e Vegeta, lo fissava infastidito.
Giunto alla sua meta, ovvero a pochi centimetri dai piedi dell’uomo, sollevo il faccino rotondo, e il braccino. Poi d’improvviso, abbassò la testa e conficcò il suo naso nel piede del Sayan.
Vegeta si sorprese di quanto potesse far male, quell’attacco così ridicolo e inaspettato. Non riuscì a trattenere un gridolino di rabbia e dolore, mentre si portava il piede alle mani, su cui era stato fatto un buco, e da cui fuoriusciva del sangue.
Indemoniato, fece per colpire Plue, ma lui fu più veloce e corse a rintanarsi sotto le gambe di Lucy.
Tutti assistettero alla scena, senza fiatare, come immobilizzati, incapaci di analizzare ciò che avevano appena visto.
Fu quando il Sayan si incamminò, con sguardo omicida verso Lucy, che i suoi compagni tornarono alla realtà e si posizionarono davanti alla ragazza.
La tensione era tornata ed il silenzio era sempre più opprimente, ma da dietro le spalle di Lucy e Mira, si levò a un tratto, una serie di schiamazzi.
Tutti si voltarono, per vedere Bulma, che rideva divertita, con le lacrime agli occhi per lo sforzo, e si teneva la pancia.
Contagiati da quelle risa tutti i presenti, tranne Vegeta, scoppiarono in una fragorosa risata. Il principe, però, non sembrava affatto divertito, ma prima che potesse lasciarsi andare ad uno dei suoi scatti d’ira e disintegrare tutti i presenti, intervenne Bulma.
“Ecco cosa ottieni a sottovalutare gli avversari. Comunque, adesso siete pari, direi che potete sotterrare l’ascia di guerra. Plue ti ha dato un assaggio delle sue capacità, spero ti sia bastato.” detto questo si voltò e spegnendo il pilota automatico, riprese a guidare.
Imbufalito Vegeta, si voltò e mormorando minacce di ogni sorta, si rimise a sedere, mentre il gruppo di maghi, con ancora un sorriso soddisfatto sul volto, si disperse per il resto del veicolo.
 
“SEI FINITO FERRAGLIA ARRUGGINITA!”
“TACI! STUPIDO FIAMMIFERO!”
Levy non ne poteva più, quello stupido scontro stava andando avanti, ormai da ore, e quei due cafoni non sembravano minimamente intenzionati a smetterla.
Sconsolata, sbuffò mentre prendeva una carta dal mazzo, tornando a concentrarsi sul gioco.
Meno male, che Happy ha portato con sé questo mazzo di carte. Almeno non ci annoieremo ad aspettare.” pensò, mentre con la donna di fiori prendeva un quattro ed un cinque.
“Io calo.” disse Lily, poggiando sulla roccia, che usavano come tavolino, un due di picche.
“SCOPA.” gridò Happy, accaparrandosi le due carte rimaste, e sottraendo dal gruppo dei premi tre pesci.
“Hai vinto un’altra volta.” constatò Lily sconfortato, notando che Happy aveva ammucchiato tra le sue vincite, anche il suo adorato succo di kiwi.
“Sei proprio fortunato oggi.” disse Levy
“No è solo questione di bravura.” rise beffardo, volgendo un’occhiata derisoria nei confronti di Lily, che non era riuscito a vincere neanche una volta.
“Certo, infatti, riuscire sempre a prendere il Sette Bello, è proprio bravura.” rispose ironico il gatto.
“Beh, comunque basta. Abbiamo fatto trenta partite, inoltre non posso scommettere altro.” disse Levy iniziando a raccogliere le carte, per poi richiuderle nell’apposita scatolina.
“Ma quei due quando la smetteranno.” chiese Happy, osservando Natsu e Gajeel, ancora intenti a prendersi a pugni.
“Non lo so, ma devono finirla. Non li sopporto più!” sbraitò esasperata la maga,
“Le sfide tra rivali vanno prese seriamente. Dobbiamo avere pazienza ed attendere.” rispose Lily, con tono solenne.
“Ok, ma non possiamo certo attendere all’infinito.”
“Prima o poi si stancheranno, oppure uno dei due sovrasterà l’altro.”
“E’ più facile, che svengano addormentati.” disse Happy,
“Conoscendoli, sarebbero capaci di portare avanti la rissa anche nel sonno.” disse Levy, a cui scappò una risatina, all’immagine dei due Dragon Slayer, che combattevano nel sonno.
“Piuttosto, ma Goku-sama, dov’è finito?” si chiese, non riuscendo a scorgere il moro da nessuna parte.
“Ha detto che aveva fame e che andava a cercare da mangiare.” disse Happy,
“Quel tipo è strano, per molti aspetti mi ricorda Natsu.”
“Ci, anche a me. Forse è per questo che sono diventati subito amici.”
Un boato li fece voltare, davanti a loro si estendeva quel poco che poteva ancora definirsi radura e in mezzo a due crateri, c’erano distesi i due maghi, che con il fiatone ed il corpo pieno di lividi, tentavano inutilmente di rialzarsi.
“Ehi Salamander, tutto qui quello che sai fare?”
“Parli tu, che non riesci neanche a stare in piedi.”
“Io ci riesco benissimo. Tu, piuttosto vedi di rimanertene a terra, mentre io prendo l’ultima sfera.”
“Puoi scordartelo, io mi alzo quando mi pare. E la sfera è MIA, chiaro?!”
“Quindi vuoi ancora prenderle.” disse il moro, mettendosi a sedere,
“Parla per te, io non ho ancora fatto sul serio.”, e anche lui si portò a sedere.
“Se per questo neanche io.”
“E allora vedi di cominciare, perché adesso te le suono.”
“Provaci.”
E i due, anche se pieni di lividi, tagli ed ustioni, ripresero a scazzottarsi, sotto lo sguardo esasperato dei loro tre amici.
“Heeeey! Gente! Guardate cosa ho trovato di buono.”, al suono della voce di Goku, tutti, compresi i due litiganti, si voltarono. Solo per vedere l’uomo trascinare per la coda un gigantesco T-rex morto.
“E-e quello a c-cosa serve.” chiese Levy, spaventata, ricordando il brutto in contro avuto con uno di quei bestioni, solo poche ore prima.
“Che domande. È il nostro pasto. Mi sono detto, che Natsu e il suo amico, non potevano certo continuare a combattere a stomaco vuoto.”
Dal nulla si levarono due gorgoglii ed i due Dragon Slayer abbassarono la testa guardandosi la pancia.
“In effetti, non possiamo certo continuare a combattere, senza fare merenda.” assentì il rosato, voltandosi verso il suo avversario attendendo la sua risposta.
“Io potrei continuare così, anche a stomaco vuoto, inoltre preferisco il ferro alla carne…” un’occhiataccia di Levy lo fece zittire, “ma visto, che questo qui è andato a prenderci qualcosa da mangiare, sarebbe scortese rifiutare. E sia, pausa, ma appena finito di mangiare, ti spacco la faccia Salamander.”
“Impossibile! Sarò io a suonartele, una volta a stomaco pieno.”
Così i due, affiancati dalla presenza di Goku, si misero a cuocere il lucertolone, ed una volta pronto iniziarono a divorarlo velocemente.
“Voi tre non avete fame?” chiese il moro, rivolto al gruppetto di Levy, che disgustati si erano allontanati.
“N-no grazie, mi è passato l’appetito.” disse la turchina, che alla vista di un pezzo della coda del T-rex, infilata in bocca al Sayan, si portò una mano alla bocca.
“Io ho i miei pesci.” rispose Happy,
“Ed io ho fatto voto di digiuno.” mentì Lily
I tre ignorando i commenti ripresero a spolpare le ossa dell’animale.
 
Piccolo doveva ammettere, che entrambe le sue allieve stavano facendo passi da giganti. Erano in quella stanza da ormai tre mesi -ovvero sei ore nel mondo reale-, e il livello generale delle loro capacità era aumentato notevolmente.
Pan, combattendo contro Wendy, aveva compreso di non poter sottovalutare l’avversaria, attaccandola senza riflettere, poiché con l’aiuto di Charle, la maga riusciva a neutralizzare i suoi attacchi mediate l’ingegno. Ciò compensava la sua poca resistenza e forza fisica, che stavano, comunque aumentando con il passare dell’allenamento.
Adesso Piccolo era certo, che Wendy si fosse tranquillamente adattata ai cambiamenti climatici della stanza, poiché riusciva a sfruttare adeguatamente le correnti d’aria, sia fredde sia calde, che gli si presentavano, variando i suoi attacchi in pochissimi istanti.
Inoltre, utilizzando l’Enchant di potenziamento aveva superato anche il problema della forza di gravità e grazie alla sua gatta volante, anche gli scontri aerei non erano più un problema.
Si sorprendeva come in sole sei ore dal loro primo incontro la ragazzina fosse tanto cambiata. Il loro era stato davvero, uno strano incontro…
 
 
Sorvolava a tutta velocità, la radura deserta sotto di lui, al suo fianco Pan che, come al solito, si divertiva a fare mille capriole o acrobazie aeree. La ragazzina gli stava parlando di qualcosa, ma Piccolo in quel momento non voleva prestargli attenzioni.
Era indeciso su come aiutare la sua “nipotina” ad allenarsi, senza rischiare di distruggere tutto quello che la circondava. Pan era troppo impulsiva ed immatura, forse anche un po' viziata. Era, però un’allieva volenterosa e sempre pronta ad imparare, forse fin troppo.
Solo un’ora prima gli aveva mostrato il Makankosappo e lei subito aveva tentato di copiarlo, rischiando di perforare perfino lui in un attimo di distrazione.
Nonostante le sue capacità fossero incredibili, soprattutto considerando la sua età, Piccolo era preoccupato che la sua immaturità ed il suo scarso giudizio, la portassero presto a ferire chi gli stava intorno.
“Non somiglia per nulla a suo padre.” pensò sconfortato al ricordo di quando lui e Gohan si allenavano.
Il ragazzino, per quanto restio alla violenza e ai combattimenti, una volta capito, che lui non avrebbe avuto riserve, né tanta pazienza ad ascoltare le sue bizze, si era rassegnato e si era messo sotto, ascoltando e facendo tutto quello che lui gli diceva.
Cercando di imparare, al meglio che la sua età gli permetteva, la strategia, la tecnica, che lui si impegnava ad insegnargli.
Pan da questo punto di vista, era completamente diversa da lui, malgrado fosse sempre allegra e contenta, era anche testarda, impulsiva e quando si arrabbiava, diventava pure pericolosa.
Il motivo principale per cui aveva deciso di allenarla, era proprio per aiutarla a controllare i suoi scatti d’ira, Gohan ci aveva provato, ma non aveva ottenuto l’effetto sperato. Doveva riconoscere, che il suo ex-allievo, era fin troppo arrendevole, quando si trattava dei capricci di sua figlia.
“PICCOLOOO!” l’urlo di Pan, a pochi centimetri dal suo orecchio, lo fece sussultare e storcere la bocca dal fastidio.
“Che vuoi?” gli uscì più duro di quanto avrebbe voluto,
“Volevo solo dirti, che ho avvertito uno strano Ki, proprio sotto di noi.”
A quell’affermazione il Namecciano si immobilizzò, e concentrandosi riuscì ad avvertire proprio sotto di loro, due aure molto particolari.
Ad un individuo non allenato, potevano apparire come le aure di due umani, ma la loro stessa essenza non sembrava uguale a quella dei miliardi di Ki, appartenenti agli abitanti di quel pianeta.
“Non assomiglia neanche a quello di un alieno.” pensò il Namecciano
“Ok, tu aspettami qui. Io vado a controllare di chi si tratt…”, ma non riuscì a terminare la frase, che Pan era già sparita, planando verso i due Ki.
“Dannata ragazzina, perché non mi dai mai retta?” sbraitò l’alieno prima di planare all’inseguimento di Pan.
Giunto nei pressi di una radura atterrò, e vide Pan immobile fissare un punto davanti a sé.
“Guarda Piccolo.” disse indicando un punto dove erano cresciuti degli arbusti, “Sono solo una ragazza ed il suo gatto.” disse, mentre il Namecciano seguiva il suo indice e si trovava davanti, una ragazzina dai capelli blu, svenuta, con accanto una gatta bianca, che stranamente indossava degli indumenti.
“Che facciamo?” chiese Pan, l’altro non la considerò e avvicinandosi alle due, si chinò e le prese in braccio.
“Portiamole da Dende, e se sono ferite ci penserà lui a curarle.” disse spiccando il volo, seguito a ruota da Pan.
Dende o Dio, fu molto sorpreso della comparsa di Piccolo, e ancor di più, fu sorpreso di ritrovargli in braccio una ragazzina e un gatto.
“E loro chi sono?”
“Non lo so. Le ho trovate svenute in una radura. Il loro Ki è molto strano, non assomiglia a niente che io abbia mai percepito prima. Non so se sono ferite, puoi provare a curarle?”
“Certamente. Poggiale a terra, ci penso io.”, detto questo si avvicinò alla ragazzina, e cominciò a curarla.
La giovane, appena sentì uno strano, ma piacevole calore al petto, spalancò gli occhi e si portò a sedere.
“Ciao. Come ti senti?” chiese Dende, la piccola visibilmente disorientata, cominciò a strofinarsi gli occhi e a muovere la testa, poi il suo sguardo si poggiò sulla sua gattina.
“Charle!” esclamò preoccupata, “Ti senti bene?”, ma non ottenne risposta, “Resisti adesso ti curo.” disse e sotto lo sguardo stupito dei presenti, le sue mani iniziarono ad illuminarsi, fin quando anche la micia non riprese conoscenza.
“W-Wendy, dove s-siamo?” chiese la gattina una volta sveglia,
“Non lo so.” rispose l’altra prima di notare i presenti, che la fissavano con stupore.
“Sei nel giardino del mio palazzo.” si fece avanti Dende, “Wendy, giusto? Mi fa piacere che tu stia bene.” disse con tono rassicurante il Namecciano.
“Lei chi è? È sicuro di sentirsi bene?” chiese Charle fissando lo strano colorito verdognolo, di cui tutta la pelle di quell’individuo era ricoperta.
“Signore, se non si sente bene, lasci che la curi.” si offrì la ragazzina, mettendosi in piedi.
“Oh, no. Tranquilla, questo è il mio colorito naturale.”
“Ma si può sapere, chi è lei?” chiese Charle
“Io sono… beh, è un po' difficile da spiegare. Io sono…”
“State parlando con il Dio della Terra!” si intromise Popo, giunto lì solo in quel momento.
“D-D-D-DIO!” esclamarono all’unisono le due poverette, che per poco non svennero a quella notizia.
“M—m-m-ma, a-allora, s-se t-tu sei D-Dio. Significa, che io e Charle siamo morte! E adesso ci troviamo nell’aldilà!” farfugliò Wendy, sull’orlo delle lacrime.
“Oh, no! Siete vive e vegete, dico sul serio! Il palazzo si trova ben oltre le nuvole, ma rimane pur sempre nel nostro mondo. Posso certo viaggiare, da questo mondo all’aldilà, ma vivo qui. Vi assicuro, che siete entrambe vive ed in perfetta salute.” tentò di calmarle Dende.
Rinfrancate da quelle parole e dal fatto, che toccandosi si resero conto di avere un corpo, le due si calmarono.
“Piuttosto, perché siamo qui?” chiese Charle,
“Il mio amico Piccolo, vi ha trovate svenute in mezzo ad una radura e vi ha portate qui per farvi curare.”
“Piccolo?”
Alle spalle di Wendy, si stagliò una figura, e quando Dende indicò loro di voltarsi, le due sgranarono gli occhi alla vista dell’altro Namecciano.
“Non mi sembra poi così piccolo.” pensò Charle, sollevando la testa per poter vedere la faccia del suo salvatore, che si rivelò piuttosto spaventosa.
Wendy, invece, sollevandosi, si inchinò davanti al suo salvatore e disse: “Grazie mille per averci salvato Piccolo-sama. E grazia anche a te Dio-sama.” disse volgendosi verso Dende.
“Figurati.” dissero i due all’unisono,
“Puoi chiamarmi Dende, se preferisci.” disse il più basso dei due.
“D’accordo Dende-sama.”
“Ehi! A me i complimenti non li fai? Guarda, che se non era per me, questo musone di Piccolo, non ti avrebbe neanche sentita.” si intromise Pan, posizionandosi davanti alla ragazzina.
“Ah! S-scusa non lo sapevo. Grazie mille per avermi salvato… ehm?”
“Pan.”
“Come?”
“Mi chiamo Pan.”
“Ah! Grazie mille, Pan-sama, per avermi salvato.”
“Figurati.” sorrise l’altra, “Ma chiamami solo Pan.”
“Ok.”
“Piuttosto veniamo alle cose importanti: si può sapere come hai fatto?”
“Fatto cosa, Piccolo-sama?”
“Come hai fatto a curare la gatta.”
“Oh, quello. Ho soltanto usato la mia magia curativa.”
“Magia curativa? Sai usare la magia!” esclamò Pan,
“Beh, si.”
“E chi te l’ha insegnata?”
“Mia madre. Il Drago celeste Grandine!”
“Che cosa! Hai per madre un drago! Non ci credo, è una bugia!”
“Wendy, non è una bugiarda. Le è stata insegnata, l’antica magia dei draghi distruttori. Ovvero la magia del Dragon Slayer celeste.” si intromise Charle.
“Scusate, ma io non sto capendo.” disse Dende,
“Neanche io.” sottolineò Piccolo.
“Vedete, la mia madre adottiva, Grandine era un drago. E quando ero piccola, mi prese con sé e mi allevò, insegnandomi la magia del Dragon Slayer.”
“Questo lo avevo capito, ciò che non capisco è come possano esistere i draghi in questo mondo. L’unico drago esistente qui è Shenrong, ed è stato creato dai poteri di Dio.” spiegò Piccolo.
“Io ti giuro Piccolo-sama, che mia madre era un drago.”
“Mettiamo pure in caso che io ti creda. Si può sapere chi sei con precisione e da dove vieni?”
“Io sono Wendy Marvell, vengo dalla città di Magnolia e faccio parte della gilda di maghi Fairy Tail.”
“Gilda di maghi? E questa città, Magnolia, si può sapere dove si trova?”
“Ma come, sei Dio e non sai dov’è situata una città?”
“Charle, per favore non essere maleducata. Scusala Dende-sama.”
“Non fa niente, tranquilla. In realtà, ha ragione dovrei sapere tutto di questo pianeta.”
“Magnolia è la città dove sorge Fairy Tail, la nostra gilda e si trova nel continente di Fiore.”
“Continente di Fiore? Ma un posto come questo non esiste sulla Terra.” si intromise Pan, “Certo, che esiste è il luogo, da dove veniamo.” rispose Charle.
“Ed invece, ti dico di no! Ho fatto il giro del pianeta cento volte, e non sono mai stata in questo continente di Fiore.”
“Non capisco.” mormorò sconsolata Wendy,
“Nemmeno io. Potresti dirmi qualcosa di più su questo continente, magari i suoi confini.”
“Io posso dirti solo, che è uno dei continenti più grandi di tutta Earthland.”
“Earthland?”
“Si, il nostro mondo. Il mondo in cui ci troviamo attualmente.”
“Ma qui non siamo su Earthland, ma sul pianeta Terra.”
Le due sgranarono gli occhi e spalancarono la bocca, a quell’affermazione,
“Ci stai dicendo, che non siamo più nel nostro mondo?”
“Presumo di sì. Anche se non capisco, come questo sia possibile.”
“In realtà è molto probabile. Siamo già finite, tempo fa, in un mondo parallelo, chiamato Edolas. Molto probabilmente, è successo di nuovo.” disse Charle.
“In effetti, ora che mi ci fai pensare. Eravamo appena tornate da una missione, quando è comparso uno strano portale, che ci ha risucchiato.”
“Hai ragione, come ho fatto a dimenticarmene?! Molto probabilmente è a causa di quello, se siamo finite qui.”
“Quindi voi sareste le abitanti di un altro mondo, chiamato Earthland?!” esclamò Pan, che faceva fatica solo a capire ciò che aveva appena detto.
“Tutto ciò è assurdo, ma spiega molte cose.” disse Piccolo
“Chissà se anche alcuni nostri amici, sono finiti in questo mondo.”
“Posso dirtelo subito.” disse Dende, avvicinandosi al bordo del palazzo, prima di chiudere gli occhi.
Dopo qualche istante li riaprì, e scosse la testa, “Non avverto nessun altro Ki, simile al vostro, molto probabilmente, siete solo voi due.”
“Oh no, e adesso che facciamo?” chiese preoccupata Wendy,
“Non lo so. Non credo si possa aprire un portale per un altro mondo, o roba simile.”
“Potreste chiedere al drago Shenrong, esprimendo un desiderio, che vi riporti a casa.” intervenne Pan.
“Esprimere un desiderio?”
“Se raccogliete tutte le Sfere del Drago, potrete esprimere un desiderio.”
“Sul serio?”
“Certo.”
“Mi dispiace, ma non è possibile. Solo qualche ora fa il cielo si è oscurato e Shenrong è stato evocato. Un desiderio deve essere già stato espresso e le sfere, si sono sparpagliate nuovamente per il globo, diventando comuni sassi. Bisognerà attendere un anno, prima di poterne esprimere un altro.”
“È terribile! Dovremmo attendere per un anno intero prima di poter tornare a casa?” chiese Charle.
“Mi dispiace, ma è così.”
“Mi prendi in giro, Dende?” scattò Pan afferrandolo per il colletto della tunica,
“Tu hai creato le sfere e il drago, non puoi accorciare il tempo, perché si riprendano prima?”
“Pan, lascialo subito!” intervenne Piccolo, e la ragazzina senza protestare lasciò andare il Namecciano.
“Però, forse Pan ha ragione. Potrei tentare, ma mi ci vorrebbe quasi un giorno.”
“Per noi va bene.” disse Charle, “Meglio un giorno di un anno.”
“Si, ma adesso che facciamo?” chiese Wendy,
“Adesso tu, io e Piccolo, andiamo nella Stanza dello Spirito e del Tempo, e ci alleniamo. Sarai anche una maga, ma sembri piuttosto deboluccia.”
“Ma come osi!” intervenne Charle,
“Visto ti fai difendere dalla tua gatta.”
“Wendy, di qualcosa.”
“Di tempo a disposizione ne abbiamo. Inoltre, Pan-sama, ha ragione un po' di allenamento fisico, mi farà bene. Ovviamente, se sei d’accordo anche tu Piccolo-sama.”
“Per me non c’è nessun problema, ad allenare tutte e due. Però, sappi che sono piuttosto severo. Inoltre, la Stanza dello Spirito e del Tempo, è un luogo molto duro, sicura di volerci entrare.”
“S-si, sono sicura. Se voglio proteggere la gilda devo diventare più forte, così non sarò più un peso per i miei compagni.”
“Tu non sei un peso Wendy.” cercò di consolarla Charle,
“Vieni anche tu gattina?” chiese Pan,
“Ovviamente, mica posso lasciare Wendy, in compagnia di estranei. E comunque mi chiamo Charle.”
“Va bene Charle. Forza andiamo.” E prendendo Wendy per un braccio e Charle per una zampa, le trascinò verso la porta della stanza.
“Io mi metto subito a lavoro, Piccolo. Potete provare ad uscire, quando avrete raggiunto le otto ore, ovvero i quattro mesi.”
“D’accordo, ci vediamo.”
 
 
Il successivo contrattacco di Pan, riportò Piccolo alla realtà, e prima che la ragazzina lo cogliesse nuovamente di sorpresa, schivò un pugno. Per poi lanciarla via, e schivare l’attacco di Wendy.
“Ok, ritengo che possiate cominciare a fare sul serio. Anche perché tra un po' dovremmo uscire.”
“Cosa! Di già?”
“Si. Tra poco le otto ore scadranno, e dovremmo andare a vedere a che punto è Dende.”
“Va bene, allora basta trattenersi.” disse Pan, e un’aura dorata avvolse il suo corpo, mentre i capelli gli si rizzavano in testa e diventavano biondi, e gli occhi assumevano il colore dell’acqua marina.
“Wow, Pan! Sai trasformarti!”
“Sorpresa? Questo si chiama Super Sayan.” disse sorridendo
“Avanti Wendy, adesso tocca a te, far vedere cosa sai fare! Attiva la Dragon Force!”
“Dragon Forse?” chiese Pan, ma già Wendy aveva iniziato a trasformarsi, con i capelli, che tutti spettinati, diventarono di un colore fucsia chiaro, ed anche gli occhi, mentre il suo sguardo si faceva minaccioso.
“Incredibile Wendy! Anche tu sai trasformarti! Ma come è possibile?”
“Devi sapere Pan, che i Dragon Slayer, possono nutrirsi dell’elemento che costituisce la loro magia, nel caso di Wendy, l’aria. Ma, nell’istante in cui si nutrono di un elemento differente, rispetto al loro, e sopravvivono al processo, si trasformano e la loro forza, si dice sia la rappresentazione stessa della forza di un vero drago.” spiegò Charle, orgogliosa.
“Fantastico, Wendy sei fighissima!”
“Ma no, Pan-sama, questo non è niente in confronto a quello che può fare Natsu, lui sì che è fortissimo?”
“Natsu?”
“E’ il Dragon Slayer del fuoco ed un mio amico, non che un mago di Fairy Tail.”
“Quando avete finito di chiacchierare, possiamo terminare il nostro ultimo scontro?” si intromise Piccolo.
“Certo!” esclamarono all’unisono le due, prima di lanciarsi in un nuovo attacco.
Pronto a respingerle, Piccolo non si rese conto della strana aura, che il loro corpo prese ad emanare, e ben presto fu scagliato via da un colpo più potente del normale, e fu raggiunto nuovamente dalle due la cui velocità sembrava essere raddoppiata.
Le due ragazze cominciarono a scagliarsi contro di lui tentando di colpirlo, in tutti i modi possibili, lanciando calci, pugni, attacchi energetici e correnti d’aria. In tutto questo il Namecciano notò il continuo incremento della loro forza e soprattutto della loro resistenza: anche quando le colpiva, tornavano subito all’attacco, come se non sentissero nulla.
Com’è possibile?” si ritrovò a pensare, mentre evitava l’ennesima Kamehameha di Pan, e scagliava un attacco energetico, per allontanare Wendy.
Alla fine, fu sovrastato dalla forza delle due ragazzine, che combattendo insieme, riuscivano a compensarsi a vicenda, chi dal punto di vista fisico, e chi dal punto di vista strategico. Si ritrovò ad ansimare pesantemente, dopo l’ultimo scontro aereo.
 Doveva riconoscere, che quelle due erano troppo forti, per essere affrontate contemporaneamente.
“Che ti prende Piccolo, non ce la fai più? Hai bisogno di una pausa? Gli anni si fanno sentire?” lo schernì Pan.
Alche il Namecciano ghignò, “Mocciosa impudente. Ti faccio vedere io.” E prese a lanciare verso le due ragazzine, un’infinità di piccole sfere energetiche. All’inizio le due fecero del loro meglio per schivarle, ma ben presto si resero conto, che i colpi non miravano più a loro, e cominciarono a fissare il loro maestro, non riuscendo a capire cosa avesse in mente.
“Che ti prende Piccolo? Noi siamo qui! Cos’è ti servono gli occhiali?”
“Il suo sguardo non mi piace.” disse Charle,
“Neanche a me, fa paura.” disse Wendy, intimorita dal sorriso, poco rassicurante, che il suo maestro stava sfoggiando.
“Andiamo, rilassatevi. Semplicemente è alle strett…” non riuscì a terminare la frase, la sua bocca si spalancò e i suoi occhi si immobilizzarono, su un punto alle spalle di Wendy.
“Cosa ti prende?”
“GIU’!” gridò Pan afferrando la ragazzina per la maglietta, nel tentativo di trascinarla via dall’attacco imminente. Ma ormai era tardi, e senza accorgersene le tre furono investite in pieno da una marea di colpi, provenienti da ogni lato, che si tramutarono in una gigantesca esplosione.
Caddero, con un tonfo sordo a terra, mentre i loro corpi fumavano per le lesioni dovute alle esplosioni. Entrambe avevano perso la loro trasformazione, e non riuscivano a muovere un muscolo.
Piccolo si avvicinò, poi calandosi all’altezza di Pan, sorrise divertito: “Dovrà passare un bel po' prima che due ragazzine riescano a battermi.”
“Credo tu abbia ragione.” mormorò l’altra prima di far ricadere la testa sul pavimento.
“Mi fa male tutto.” si lamentò Charle,
“Abbiamo sbagliato a sottovalutarlo. Dovevamo stare più attente. Gli attacchi a sorpresa sanno essere dolorosi, anche se attivi un’Enchant di potenziamento.”
“Quindi era per questo, che eravate diventate tutto d’un tratto più forti.”
“Già, ma non è servito a batterti.”
“Poche persone mi hanno sconfitto in un combattimento, e tutte erano molto più grandi di voi. Sii orgogliosa del tuo risultato, sei sicuramente diventata più forte.”
“Grazie tante Piccolo-sama, è solo merito dei tuoi allenamenti.”
“Non per interrompervi, ma mi fa male tutto. Wendy, non è che potresti curarmi.”
“Non dire sciocchezze!” intervenne Charle, “Wendy è stanca quanto te, se non di più. Dopo aver utilizzato tutta la sua energia magica ha bisogno di riposo, inoltre anche lei è ferita.”
“Si, ma a me fanno male tutte le ossa. Wendy, ti pregooo.” piagnucolò Pan.
“Non è necessario che ti sforzi.” disse Piccolo, bloccando la maga, già pronta ad alzarsi, “Possiamo usare questi per curare le ferite.” disse porgendo un fagiolo alla ragazzina.
“È vero, i Senzu! Presto Piccolo dammene uno, avvertivo già un leggero languorino.” cominciò a strepitare Pan, ma l’altro non la considerò.
“Che cos’è un Senzu?”
“E’ un fagiolo magico. Mangialo e vedrai che succede.” rispose l’altro.
La piccola curiosa, prese il fagiolo tra le mani e se lo portò alla bocca, buttandolo giù, prendendo a masticarlo prima di inghiottirlo.
Nell’istante in cui il liquido del vegetale prese a riempirle la bocca, Wendy avvertì subito qualcosa di strano nel suo corpo, come se tutte le ferite smettessero immediatamente di farle male. Presto fu in grado di alzarsi senza alcuna difficoltà, oltre alla guarigione, però sentì il suo stomaco riempirsi.
“Fantastico, sono guarita! Inoltre, mi sento lo stomaco pieno, come se avessi appena mangiato.”
“Questo è il potere dei Senzu.” rispose Piccolo, porgendone uno a Pan e un altro a Charle. Poi ne prese uno per sé.
“Che bello! Mi sento rinata!” esclamò la mora, iniziando a saltare dalla contentezza.
“Bene, adesso che ci siamo ripresi, ritengo sia arrivato il momento di uscire di qui. Il tempo ormai è scaduto e Dende avrà già finito, da un pezzo.”
“Uffa, perché il nostro allenamento è già finito.”
“Piantala di fare i capricci Pan. Dobbiamo aiutare Wendy a tornare nel suo mondo. Noi potremmo tornare ad allenarci quando vuoi.”
“Non è questo il punto, a me la presenza di Wendy piaceva. È bello potersi allenare con un’altra ragazza, ma a Bra non interessa combattere, e non conosco altre donne che potrebbero tenere il ritmo, con il tuo allenamento. Inoltre, io e Wendy, siamo diventate amiche, non è giusto, che non potremmo più rivederci.” disse, mentre due lacrimucce presero a rigargli il viso.
“Non fare così Pan-sama, anche se ci conosciamo da poco. Tu rimarrai la mia migliore amica, dopo Charle e Chelia. Mi sono divertita tantissimo ad allenarmi con te, e ho apprezzato tantissimo la tua compagnia. Anche se non l’ho mai detto, è stancante dover lavorare sempre con persone più grandi di te. Vorrei passare, più tempo con te, ma devo assolutamente tornare a casa.” disse prima di abbracciare la ragazzina.
“Ok, però promettimi, che un giorno ci rivedremo, va bene?”
“Certo, te lo prometto. Ti sembrerà strano, ma capita spesso che mi trovi a viaggiare per mondi paralleli.”
“Ah ah ah ah! Tranquilla, considerando come mi hai descritto casa tua e i tuoi amici, non posso far altro che crederti.”
“Bene, se siete a posto, possiamo andare.” disse Piccolo avviandosi verso la porta,
“Si andiamo.”
“Non vedo l’ora di tornare a casa.”
“Anche io.” disse Charle, sorridendo alla sua padrona.
 
 
“TI HO DETTO DI ARRENDERTI!”
“NOOO! ARRENDTI PRIMA TU!”
“IO MI ARRENDO, QUANDO MI PARE E PIACE.”
“E IO MI ARRENDERO’, QUANDO TI AVRO’ SCONFITTO!”
“QUESTO NON SUCCEDERA’ MAI!”
“VEDREMO!”
Levy non ce la faceva più a sopportarli,
“Basta! Adesso sono proprio stufa! Qui facciamo notte!” detto questo si avvicinò ai due litiganti.
“Voi due fatela finita, all’istante!”
“Sta zitta! E non intrometterti!” gli urlarono contro i due maghi, i cui volti ormai erano irriconoscibili a causa ti tutte le botte che si erano dati.
“Se non la finite all’istante di litigare, una volta tornata a casa dirò tutto ad Elsa!”
“CHE COSA!” gridarono   Natsu e Gajeel, iniziando a tremare, al solo pensiero di far arrabbiare la donna.
“Beh, possiamo finirla qui Gajeel.”
“Lo considero un pareggio. Ma appena messo piede nella gilda, riprendiamo.”
“Sì, ci sto.”
“Bene e con questa le abbiamo tutte.” disse Goku, afferrando la sfera dalle sei stelle, “Possiamo evocare Shenrong ed esprimere il vostro desiderio.”
“Già, ma voi che desiderio volevate esprimere?” chiese Happy,
“Praticamente il vostro, solo che vorremo far apparire tutti i genitori dei Dragon Slayer, e non solo Igneel.”
“Si, è un’ottima idea. Così ricompariranno, anche, il padre di Gajeel, la madre di Wendy, e i genitori di Sting e Rouge.” esclamò Natsu.
“Perfetto, chiamiamo Shenrong con la formula ed esaudiamo il vostro desiderio.” disse Goku,
“Sì ma qual è la formula magica?” chiese Gajeel,
“Voglio dirla io!” esclamò Natsu, tutto contento al pensiero di poter evocare un drago,
“NO! La dico io!”
“Ma, se non sai neanche qual è?”
“Perché tu lo sai?”
“Basta discutere, la direte tutti e due.” si intromise Levy,
“Tu sai qual è la formula gamberetto?”
“Me l’ha detta Bulma, se stessi attento la sapresti anche tu.” lo rimproverò,
“Comunque, la formula magica è: ‘Appari drago Shenrong, ed esaudisci il mio desiderio.’”
“Ok, capito.”
“Certo potevano inventarsi qualcosa di più complesso. Trattandosi di una formula magica, oltretutto.” si lamentò Gajeel.
“APPARI DRAGO SHENRONG…” gridò d’improvviso Natsu,
“Bastardo, hai cominciato senza di me! … ED ESAUDISCI IL MIO DESIDERIO” fece appena in tempo a gridare Gajeel.
Le sfere riunite tutte vicine, presero a brillare di una luce accecante, che ben presto le inghiottì, il cielo invece, si fece buio all’improvviso.
“Cosa succede? Perché è tutto buio?” chiese Levy,
“Tranquilla, succede sempre quando compare Shenrong.” la tranquillizzò Goku.
Intanto le sfere avevano preso ad illuminarsi sempre di più.
D’un tratto la luce, prese ad ingrossarsi e si sollevò in aria, compiendo varie giravolte su sé stessa. Quando si espanse, come un serpente per tutto il cielo, cominciò a cambiare colore fino a diventare verde.
Il muso di una gigantesca creatura tutta verde, prese forma e presto davanti agli occhi stupiti dei maghi, e a quelli terrorizzati di Happy, che andò a nascondersi dietro una roccia, comparve il gigantesco drago Shenrong.


Nota d’autore: eccomi con il capitolo sette, postato con un giorno di ritardo. Mi scuso infinitamente, ma ieri non ce l’ho proprio fatta. Questo dovrebbe essere, inoltre, il secondo capitolo più lungo di questa storia. (spero non si riveli troppo pesante da leggere.)
Felici di aver visto anche Wendy? Avevo detto, che c’era ancora un personaggio da presentare, ed eccola qui. Con il prossimo capitolo tutti si riuniranno, e ci sarà uno scontro, che era già stato anticipato dal primo capitolo. Per il resto se volete sapere come finisce la storia, dovrete attendere domani.
Inoltre, c’è ancora da capire, come hanno fatto i maghi di Fairy Tail a comparire nel mondo di Dragon Ball. Immagino che i più esperti lo abbiano già capito, ma non si sa, ancora, chi è il responsabile.
Comunque, rimane un solo capitolo ed il prologo, e poi avrò terminato il mio primo crossover.
A domani con il penultimo capitolo.
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: UN'AMICIZIA CHE SUPERA LO SPAZIO-TEMPO ***


Nell’istante in cui Wendy mise piede fuori dalla Stanza dello Spirito e del Tempo, la prima cosa che le balzò all’occhio, fu il cielo divenuto completamente nero.
E’ questo il colore del cielo notturno, in questo mondo?” si chiese, continuando a fissare quel singolare fenomeno, affascinante e spaventoso allo stesso tempo.
“È terribile!” l’esclamazione di Dende, che subito lì raggiunse, la fece sussultare.
“Dende, si può sapere cosa succede? Chi ha evocato Shenrong?”, Wendy spalancò la bocca alla domanda del suo maestro.
Qualcuno aveva evocato il drago magico, prima di loro! Se avesse espresso il desiderio, lei e Charle sarebbero rimaste bloccate in quel mondo per un anno intero!
Eppure, come faceva il suo maestro a sapere, con certezza, che il drago era stato evocato?
“Come fai a…”,
“Vedi il cielo sopra di noi?! Si è oscurato all’improvviso, anche se non è ancora notte. Questo fenomeno può avvenire solo, quando qualcuno invoca Shenrong, nel nostro mondo.”
“E’ troppo tardi, quindi!” proruppe Charle, “Rimarremmo bloccate qui per un anno!”
Wendy avvertì i propri occhi pizzicare, invano tentò di ricacciare le lacrime, ma queste non vollero saperne di fermarsi, e prima di rendersene conto, scoppiò a piangere, portandosi le mani sugli occhi.
Vedendola piangere a dirotto, tutti i presenti si incupirono, Pan le si avvicinò e mettendole una mano sulla spalla, le sorrise mesta.
“Non piangere Wendy, un anno passa in fretta. Fino ad allora potrai venire a stare a casa mia, ai miei genitori farà piacere ospitarti e sono sicura, che insieme ci divertiremo talmente tanto, che prima che tu te ne accorga, un anno sarà già passato.”
Sentendo ciò, la ragazza ancora incapace di fermare le lacrime, si avvinghiò all’amica e la strinse forte.
“Sing… sing… G-grazie Pan. S-sei troppo g-gentile, m-ma io non riesco a n-non pensare ai miei compagni. Cosa penseranno? Non li rivedrò per un anno! Non potrò rivedere la gilda per un anno!” e scoppiò nuovamente a piangere.
“Basta piangere, Wendy.” la zitti Charle, “E’ inutile! Piuttosto, mi spiegate perché il cielo è ancora di questo colore?”
“In effetti è strano.” constatò Dende, “A quest’ora, chi ha evocato Shenrong avrebbe dovuto esprimere il desiderio.” disse avvicinandosi al bordo del santuario.
“Ma non è possibile!” l’urlò fece sobbalzare Pan e Wendy,
“Cosa?” chiese Charle,
“Come ho potuto non percepirli prima?”
Incuriosito dallo strano comportamento di Dio, anche Piccolo si avvicinò al bordo del palazzo, e concentrandosi prese ad ispezionare tutte le aure degli abitanti del pianeta, quando d’improvviso si arrestò.
Nel luogo dove era comparso Shenrong percepì l’aura di Goku, e vicino a lui almeno altre cinque aure, erano tutte simili a quella di Wendy.
“Ma quelli sono…” disse voltandosi verso Dende,
“Molto probabilmente sono loro.”
“Loro chi?” chiese Pan avvicinandosi ai due,
“Tra gli individui che hanno evocato Shenrong c’è Goku.”
“Cosa! Il nonno?”
“E non è tutto. Il gruppo è composto da cinque individui con lo stesso Ki di Wendy!”
“Com’è possibile?” chiese la suddetta ragazzina,
“Non me ne devo essere accorto, perché troppo impegnato a riattivare le sfere. Molto probabilmente, subito dopo il tuo arrivo, anche altre persone provenienti dal tuo mondo sono state trasportate qui.”
“Ma come? Perché non ce ne siamo accorti prima?” domandò Charle,
“Perché nella Stanza dello Spirito e del Tempo, non si possono percepire i Ki esterni.”
“Quindi ci stai dicendo, che altre persone come noi sono finite qui?! Ma chi sono?”
“Magari sono nostri amici.” disse Wendy,
“Può essere, ma non possiamo essere sicuri. Il nostro mondo è vasto, non credo siano finiti qui solo membri della nostra gilda.”
“Comunque, chiunque siano, hanno un Ki piuttosto forte.”
“E se sono in compagnia del nonno, non possono che essere brave persone.” disse Pan, con una punta d’orgoglio nella voce.
“Che facciamo?” domandò Wendy,
“Mi sembra ovvio.” disse Piccolo, “Raggiungiamo immediatamente il gruppo di Goku. Siamo ancora in tempo per chiedergli, di farti tornare a casa.”
“Si, tranquilla con il nonno ci parlo io. Vedrai saprò convincerlo.”, sul viso della mora si dipinse un sorriso diabolico.
I tre senza perdere tempo, si gettarono dal palazzo, spiccando il volo, dritti verso l’ubicazione di Shenrong.
 
Venti minuti prima:
Natsu fissava estasiato il grande drago, che troneggiava maestoso nel vasto cielo. Il suo corpo era ricoperto da un’infinità di scaglie verdi brillanti.
Natsu si era sorpreso di quanto fosse diverso da suo padre Igneel, il corpo di Shenrong ricordava più quello di un gigantesco serpente. Le sue zampe, per quanto molto simili a quelle dei draghi, erano tozze e minute. Inoltre, non presentava alcuna coda, e sulla sua schiena non comparivano le ali.
Natsu doveva essere onesto, se quel grosso lucertolone, non avesse avuto quel muso così simile ai membri della razza di suo padre, e Goku non glielo avesse presentato come un drago, sarebbe scoppiato a ridere, a quella buffa definizione, che gli abitanti di quel mondo avevano dei draghi.
Beh, non fa niente. Una volta fatto comparire Igneel e tutti gli altri, mostrerò a questo serpente troppo cresciuto, chi sono i veri draghi.”
“Tsk, e questo sarebbe un drago?” diede voce ai suoi pensieri, Gajeel, che fissava Shenrong, con un misto tra il deluso e l’infuriato.
“Perché? Tuo padre non è così?” chiese Goku,
“Vuoi scherzare! Prova a ripeterlo e te le suono! Mio padre, si che è un vero drago, altro che questa lucertola gigante.”
“A sì? E come è fatto?”
“Tra poco lo vedrai.” ghignò il Dragon Slayer del ferro.
“Voi che avete raccolto tutte e sette le Sfere del Drago, parlate: qual è il vostro desiderio? Chiedete qualunque cosa, ma sappiate che posso esprimerne solo uno.”
“Che strano.”
“Che cosa?” chiese Levy,
“Shenrong di solito, può esprimere almeno due desideri.”
“Sul serio! Bulma ci aveva detto, che poteva esaudirne solo uno.”
“Chissà come mai? Forse uno è già stato espresso da qualcun altro, e io non lo sapevo.”
“Voi due finitela di chiacchierare ed esprimiamo subito il desiderio.” si intromise Natsu, che all’idea di rivedere finalmente il padre, dopo tutti questi anni, non stava più nella pelle.
“D’accordo, allora chi lo esprime?”
“IO!” urlarono i due Dragon Slayer,
“Eh no, se lasciamo fare a voi, riprenderete a fare a pugni. Io credo, che dovresti essere tu, ad esprimere il desiderio Goku. D’altronde hai più esperienza di tutti noi.”
“Va bene, allora lo faccio io. Ma, esattamente, cosa dovrei chiedere?”
“Di a questo lucertolone, che vogliamo che i draghi, che hanno allevato me, Salamander, Wendy, Sting e Ryos, compaiano qui all’istante.”
“Ma, non potremmo chiedergli di dirci dove sono?” domandò Natsu,
“Per rimetterci a cercarli nuovamente? Scordatelo. A causa di quel bastardo egoista di Metallikana, ho girato quasi tutto il continente. Per una volta saranno loro a venire da noi. E stai pur certo, che quando appariranno gliene dirò quante me ne sento a quel bastardo di mio padre, per avermi abbandonato.”
“Gajeel.” mormorò Levy, guardando il ragazzo con tristezza, per quanto non lo avesse mai voluto ammettere, suo padre gli era mancato, e anche se cercava di nasconderlo, si vedeva chiaramente nei suoi occhi l’eccitazione, al pensiero che finalmente si sarebbero riuniti.
“Io appena vedo Igneel, voglio una spiegazione. Poi lo invitiamo alla gilda, gliela mostro e se vuole lo facciamo entrare.”
“Scherzi spero?!” disse Happy, “Se tuo padre è grande quanto questo, come pensi che ci entri nella gilda.”
“Dovremmo solo ingrandirla un po', tutto qui. Tanto è in perenne ristrutturazione.” rise divertito, “Chissà per colpa di chi.” mormorò Levy.
“Lasciamo perdere questi discorsi, forza tu, muoviti ad esprimere il desiderio.”
“Ok.” disse Goku, prima di voltarsi verso Shenrong, “Ehi drago Shenrong, il mio desiderio è questo: vorrei che i draghi, cioè i genitori di Natsu e degli altri suoi amici Dragon Slayer compar-”
“FERMOOOO! GOKUUUU!” l’urlo della voce di Bulma, amplificata dall’autoparlante, rimbombò in tutta la radura e zitti il moro.
“Che succede?” urlò Natsu, mentre l’aereo della scienziata atterrava davanti a loro.
Il gigantesco portellone si aprì e da esso uscirono un mucchio di volti familiari ai tre maghi.
“Lucy, ghiacciolo? Cosa ci fate qui?” chiese il rosato ai due compagni,
“Juvia, Cana, Mira? E voi ragazze, come mai siete qui?” domandò Levy.
Subito il gruppo si riunì ai compagni, mentre Goku salutava Crilin e Lunch.
“Si può sapere cosa ci fai qui, ghiacciolo nudista?”
“Sono venuto a fermarti, razza di idiota, prima che combinassi un casino!”
“Cosa hai detto?”
E i due cominciarono l’ennesima rissa.
“Levy, anche tu sei finita in questo mondo.” sorrise Lucy, abbracciando l’amica,
“Questo mondo? Cosa intendi Lu-chan?”
“E’ una lunga storia.” si intromise Bulma, “Adesso vi spiego tutto.”
“Non mi importa! Prima facci esprimere il desiderio.” urlò Gajeel infuriato.
“Ma Gajeel-kun.” tentò di calmarlo Juvia,
“Sono d’accordo.” urlò Natsu interrompendo, momentaneamente il suo litigio, “Io voglio rivedere mio padre! Gajeel per quanto stupido, ogni tanto qualche idea buona ce l’ha, fateci esprimere il desiderio!”
“Oh, Natsu…” mormorò Lucy, vedendo la paura sul suo volto.
Lo capiva bene, aveva la possibilità di riabbracciare il proprio genitore dopo anni e proprio loro, che erano i suoi amici gli volevano impedire la realizzazione di questo sogno, che per così tanto tempo aveva bramato.
“Come sarebbe a dire, che ogni tanto ho qualche buona idea.” urlò offeso Gajeel, e si unì anche lui alla rissa tra Natsu e Gray.
“Togliti testa di ferraglia, nessuno ha chiesto il tuo intervento!”
“Chiudi la bocca nudista, tu centri meno di me. In quanto a te Salamander, ora le prendi.”
“Io ti stavo facendo un complimento, ma se sei così stupido da non capirlo, vorrà dire, che te le suono.”
“Ecco che ricominciano.” pianse Levy,
“Ti hanno fatto penare tanto, vero Levy.” l’abbracciò Lucy,
“Forza Gray-samaaa!” incitava Juvia,
“Forza gente, facciamoci una bevuta. Finalmente ci siamo riuniti!” gridò Cana, mentre si scolava un carico di bottiglie.
“Quelle dove le ha prese?” si chiese Mira,
“Questi tizzi sono tutti matti.” disse Crilin,
“Già sono troppo simpatici.” rispose Lunch, sedendosi vicino a Cana, per riprendere la loro sfida.
“Ehi Kakaroth? Tu e il tizio del fuoco avete combattuto?”
“Non ancora, volevamo prima esprimere il desiderio. Tu, piuttosto cosa ci fai qui, Vegeta?”
“Ero venuto a vedere il vostro scontro. Specie, dopo aver dato una sonora lezione a quel ferro vecchio.” disse indicando Gajeel.
“Cosa, ti sei fatto battere da quello scemo?” urlò Natsu,
“E’ più forte di quanto sembra. Sono sicuro, che avresti perso anche tu.”
“Certo come no?”
“Voi due siete penosi. Io al posto vostro avrei vinto, senza problemi.”
“Ma sta zitto, nessuno ha chiesto il tuo parere ghiacciolo.”
E ripresero a darsele di santa ragione.
“Ah ah ah! Sono troppo simpatici questi tizzi. Ehi, Natsu dopo la nostra sfida, posso combattere anche contro i tuoi amici?”
“Perché vuoi perdere tempo, con questi due?! Io sono molto più forte.”
“Questo è tutto da vedere Salamander!”
“Ripetilo se ne hai il coraggio.”
“La grinta non gli manca, questo è poco ma sicuro.” disse Vegeta, “Ma forse, c’è qualcuno di ancor più forte di quei tre.”
“Più forte di quei tre? E dov’è?”
“Voi tre…” la voce roca, ma così chiara fece paralizzare, all’istante i tre litiganti, che lentamente, come se congelati si voltarono verso il portellone dell’aereo.
Sbiancarono e cominciarono a sudare, quando scorsero la figura a cui apparteneva quella voce.
“E-Elsa?” gemette Gray,
“T-Titania?”
“C-cosa ci fai qui?”
“Ho sentito…” cominciò facendo scrocchiare le nocche, “che tra tutti e tre avete causato, un bel po' di problemi. Eppure, nonostante io abbia già punito uno di voi…” disse guardando Gray, che per poco non svenne dalla paura, “Voi tre continuate a litigare e combinare guai.”
Una spada comparve dal nulla, e la sua lama toccò il terreno con un piccolo tonfo, facendo sussultare i presenti.
“Mi vedo costretta a punirvi severamente!” il suo sguardo si fece più minaccioso di prima, e senza perdere tempo, partì all’attacco.
Un istante, e qualche grida dopo, tutti i presenti fissavano la scena terrorizzati. Goku aveva la bocca spalancata e gli occhi dilatati oltre l’invero simile.
Davanti a loro Elsa, fissava implacabile i tre, che martoriati e con un bernoccolo gigante sulla testa, erano in ginocchio, con la testa poggiata sul terreno.
“Chiediamo perdono!” dissero i tre, rivolti verso Goku e suoi amici, che li fissavano straniti, ma comprensivi.
Poveretti.” pensò Levy, “Però io li avevo avvertiti.”
“Levy!” la voce di Elsa la fece sussultare, e la poveretta rimase immobile, con le lacrime agli occhi, mentre Elsa le si avvicinava implacabile.
“L-Levy scappa.” le sussurrò Lucy,
“Non vorrà mica colpirla.” disse Bulma,
“Ci deve solo provare.” farfugliò Gajeel, tentando di sollevarsi in piedi.
“Levy.” disse Elsa, “S-si, E-Elsa?”
“Ti ringrazio infinitamente.” disse stringendole la mano, mentre tutti spalancavano la bocca.
“Ho saputo, che hai preso in mano la situazione. Se non fosse stato per te, quel casinista di Gajeel, avrebbe creato una marea di disastri.”
“Cosa vorresti dire Titania!” gridò il diretto interessato, ma un pugno sulla testa lo stese.
“Inoltre, Bulma mi ha spiegato, che sei stata molto brava, complimenti.”
“G-grazie.” rispose la turchina, mezza intontita da quelle parole.
“C-cavoli, quella donna è fortissima.” farfugliò Goku, “Ti riferivi a lei, prima?” chiese a Vegeta.
“Si.”, “Oltre ad essere fortissima, fa paura. Forse è più spaventosa di Chichi e Bulma, messe insieme.”
“Ehi Natsu, Happy.” li chiamò Lucy, “Sono felice che stiate bene e che siate anche voi in questo mondo.”
“Lucy.” urlarono i due abbracciando la bionda, “E’ bello vederti Lucy, adesso aspetta un attimo. Chiediamo a questa lucertolona di far comparire Igneel e gli altri draghi qui, e poi te lo presento.” disse sorridendo di cuore il rosato.
Lucy vedendolo così felice, avvertì un nodo formarglisi in fondo alla gola, e i bordi degli occhi presero a pizzicargli. Energicamente prese a scuotere la testa, poi poggiò nuovamente i suoi occhi sul volto del ragazzo, che la fissava perplesso.
“M-mi dispiace Natsu, ma non possiamo lasciarti esprimere il tuo desiderio.”
Natsu fissò Lucy inebetito, elaborare ciò che aveva appena sentito fu più difficile di quanto avesse mai pensato.
Quando finalmente ci riuscì, il suo volto si corrugò indicando tutto il fastidio e la confusione, che quell’affermazione gli procurava.
“Che stai dicendo Lucy?” chiese Happy, domandando ciò che Natsu, troppo scioccato, non riusciva neanche a chiedere.
“Perché Natsu non può richiamare qui suo padre?”
“Happy.” cominciò, dal suo tono si poteva comprendere quanto fosse difficile per lei dover deludere in quel modo le speranze del suo amico.
“Forse voi non ve ne siete accorti, ma non ci troviamo su Earthland.”
“CHE COSA!” esclamarono Natsu, Levy e Gajeel, mentre il rosato fissava Lucy allibito.
“Già, senza accorgercene, siamo stati trasportati in questo mondo. Un po', come quando siamo finiti su Edolas.”
“Questo spiega lo strano portale, che ci ha risucchiato e fatto cadere a casa di Bulma.” rifletté Levy.
“Proprio così.” assentì Lucy, “Ci abbiamo messo un po' ad accorgercene, ma alla fine, grazie anche a Bulma, abbiamo capito di non trovarci più a casa. Per questo ci siamo messi in viaggio, per raggiungervi e chiedervi…”
“EHIIII! RAGAZZIIII!” a quell’urlo Lucy si zittì e sollevò lo sguardo, tutti seguirono il suo esempio, e nel mezzo del cielo videro tre figure volare ad alta velocità verso di loro.
“Ma quella è…”
“Wendy!”
“Quindi anche lei era qui.”
“Insieme a lei c’è Charle.” esclamò felice Happy,
“E quelli invece sono Piccolo e Pan.” disse Goku.
I tre gli atterrarono davanti e subito Wendy corse verso i suoi amici e prese ad abbracciare prima Lucy, poi Elsa e poi tutti gli altri. Tentò di abbracciare, anche Natsu, ma quest’ultimo la scansò, continuando a tenere la testa bassa.
“Charle, anche tu qui. Ti va un bel pesce.” chiese Happy offrendogli l’animale con un fiocco rosso legato sopra.
“Happy, Lily. Quindi ci siete anche voi.” disse ignorando completamente il gesto d’affetto del gatto blu.
“Ciao.”
“Wendy, anche tu sei stata risucchiata in questo mondo.”
“Già, all’inizio pensavo di essere da sola, poi il cielo si è oscurato e i miei amici, mi hanno avvertito che delle persone provenienti da un altro mondo avevano evocato il drago Shenrong. Quindi io e Charle siamo venute qui.”
“Piccolo, ci sei anche tu.” disse Goku avvicinandosi all’amico, ma non fece in tempo a stringergli la mano, che Pan gli saltò addosso avvinghiandolo nel suo abbraccio.
“Nonnino, che bello vederti.”
“Nonno!” esclamarono i maghi di Fairy Tail,
“Si, perché?” chiese il moro,
“Ma quanti anni hai?”
“Non me lo sarei mai aspettata.”
“Juvia, credeva fossi un po' più grande di Natsu, invece sei addirittura nonno.”
“Si può sapere come fai ad essere così giovane?”
“Beh, essendo un Sayan invecchio più lentamente dei normali esseri umani.”
“Basta perdere tempo con queste cose.” disse Natsu sollevandosi in piedi, “Lucy, riprendi il tuo discorso e spiegami perché non posso far apparire mio padre e i genitori di Wendy e Gajeel.”
“Cos’è non ci arrivi da solo brutto scemo?!”
“Gray.” lo richiamò Lucy, e il ragazzo si zittì, anche perché vide l’occhiataccia, tutt’altro che rassicurante, che Natsu gli lanciò.
“Quindi il vostro desiderio era quello?” chiese Wendy, “Si.” rispose Gajeel.
“Cosa vorrebbe dire ‘era’? Wendy, non sei felice della notizia, presto potrai rivedere tua madre.” disse Natsu, fissando la ragazzina sconsolato.
“Salamander, lascia finire di parlare la biondina.” e per la prima volta, il rosato obbedì al consiglio di Gajeel e portò nuovamente la sua attenzione su Lucy.
La bionda vedendo che tutti la fissavano riprese: “Come stavo dicendo Natsu, una volta scoperto che non ci trovavamo nel nostro mondo e avendo appreso da Bulma, dell’esistenza delle sfere, ci siamo diretti qui. So che è ingiusto da parte nostra, e che tu e Gajeel avete fatto molta fatica a trovare le sfere, ma volevamo chiedere se poteste farci esprimere il desiderio di ritornare su Earthland.”
“Quindi ci stai dicendo di rinunciare al nostro desiderio?” chiese Gajeel, “So che vi sto chiedendo tanto, ma non sappiamo come tornare a casa e non esiste altro modo se non questo. Inoltre, se faceste apparire i vostri genitori qui, rimarrebbero bloccati con noi.”
“Capisco, per me non cambia molto.” rispose il moro, ma Levy, scorse nei suoi lineamenti irrigiditisi d’improvviso, e nel fondo dei suoi occhi, tutto il dolore e la rabbia che quella richiesta gli stava causando.
“Io in realtà, non avevo pensato a questa possibilità.” disse Wendy, “Però non voglio rivedere mia madre, se questo significa bloccarci qui, per un anno intero.”
“Natsu, tu cosa ne pensi?” chiese Lucy, “Puoi darci il tuo desid-”
“NO!” il tono con cui lo disse era così calmo e freddo, che all’inizio tutti credettero, che a parlare fosse stato qualcun altro.
“Che dici, stupido fiammifero! Non hai ascoltato quello che ha detto Lucy?!”
“Non mi importa, di rimanere bloccato qui per un anno intero!” urlò Natsu, mentre il viso gli si rigava di lacrime,
“Io… io… io ho atteso anni questo momento. Ho passato anni a girare tutto Fiore, per ritrovare mio padre. E adesso che finalmente mi si presenta questa possibilità, adesso che basterebbe chiedere a quel lucertolone di farmelo comparire davanti, voi mi volete negare questa possibilità.”
“Natsu, cerca di capire.” tentò di farlo ragionare Elsa,
“No, non voglio capire un bel niente. Siete i miei migliori amici, dovreste essere d’accordo con me, dovreste supportarmi e incoraggiarmi ad esprimere il mio desiderio, invece mi siete contro. Rimarremo bloccati qui per un anno, e allora, chi sene frega. Un anno passa in fretta, siamo stati bloccati sette anni su Tenro.”
“Appunto per questo dovresti capire, quanto è importante tornare a casa.” disse Mira, “Il Master e tutti gli altri saranno preoccupatissimi. Ti ricordi quanto hanno sofferto quando ci credevano morti sull’isola?!”
“Ma noi siamo vivi e tra un anno basterà chiedere nuovamente a Shenrong di riportarci a casa. Una volta tornati gli spiegheremo tutto. Ora, però io voglio esprimere il mio desiderio, l’idea delle sfere è venuta in mente prima a me, e le ho trovate io, ho il diritto di esprimere il desiderio.”
“Frena un attimo Salamander, metà delle sfere le ho trovate io.” urlò Gajeel,
“E a te sta bene non rivedere tuo padre?”, quella domanda lo ammutolì, al punto che dovette spostare lo sguardo, per non incrociare gli occhi del rivale.
“Si, mi sta bene.” rispose dopo un eterno silenzio, ma quella che nella sua testa doveva essere una ferma esclamazione, uscì come un flebile sussurro.
“Beh, a me no! Io voglio rivederlo Igneel! Se adesso esprimiamo il desiderio, io rivedrò mio padre, e tra un anno le raccoglieremo nuovamente e potremmo tornarcene a casa. Ma se facciamo il contrario, non potrò rivedere Igneel!”
Nessuno riuscì a protestare, sapevano bene che Natsu aveva ragione, e sapevano che un anno sarebbe passato in fretta, inoltre il dolore che stavano arrecando al Dragon Slayer, era difficile da gestire per tutti.
Furono tentati di lasciargli esprimere il desiderio, ed attendere un anno, ma quando Natsu si avvicinò a Shenrong, pronto a formulare la sua richiesta, gli si parò davanti Gray. Il ragazzo fissò Natsu, implacabile e non si mosse di un millimetro.
“Togliti di mezzo!”, “Non ci penso nemmeno.”
“Gray, levati di torno.”,
“Non finché non mi ascolterai!”
“Cosa cazzo vuoi? Se pensi di riuscire a farmi cambiare idea ti sbagli di grosso.”
“Certo, che in questi momenti mi chiedo, cosa tu abbia in quella testaccia dura.”
“Hai riflettuto a sufficienza su cosa voglia dire esprimere questo desiderio? Hai pensato, che il tuo egoismo ci bloccherà qui per un intero anno? Ti è passato per la testa il pensiero, che lasceremo la gilda indifesa come sette anni fa?”
“La gilda non è indifesa, ci sono Luxus, Elfman, il vecchietto e perfino Gildars!”
“E credi, che se qualcuno forte come Tartaros o Alvarez volesse attaccare Fiore, loro da soli basterebbero a difendere la gilda?”
La domanda fece ammutolire Natsu, già pronto a rispondergli. In effetti, se qualcuno a livello delle gilde oscure dell’alleanza Balam, o dell’impero creato da Zeref, avesse deciso di attaccare, la loro assenza avrebbe pesato molto sull’esito della battaglia.
“Le gilde oscure come Tartaros o Oracion Seis non esistono più e Crime Soirce sta facendo del suo meglio per debellare quelle rimaste. Con Alvarez abbiamo stretto un trattato di pace. Nulla minaccia più la gilda da molti anni.” rispose dopo una lunga e attenta riflessione.
“E credi, che solo perché in questi due ultimi anni, nessuno ci ha più attaccato, allora non lo faranno più?! Anzi, se noi spariamo all’improvviso, i nostri potenziali nemici, coglieranno la palla al balzo, e tenteranno sicuramente di attaccare la nostra famiglia.”
“Natsu, forse il tuo amico Gray ha ragione.” si intromise Goku, “Mi è successo molte volte, che mentre ero lontano ad allenarmi, dei nemici molto potenti e pericolosi attaccassero la Terra. Alcuni sono arrivati per fino a distruggerla, e solo grazie alle sfere il pianeta esiste ancora. Voi, come hai detto, non possedete questa possibilità, se davvero succedesse quello che ha detto il tuo amico, saresti felice di tornare a casa tra un anno e magari non trovarla più?”
“No, certo che no!” gridò l’altro, “Lo so che avete ragione voi, però… però, io in questo momento ho la possibilità di rivedere Igneel, di potergli raccontare tutto quello che ho fatto fino ad ora, di poter condividere con lui tutte le future esperienze che potrò affrontare, non voglio rinunciarci.”
“Non devi rinunciarci Natsu.” disse Lucy, avvicinandosi all’amico, per poi abbracciarlo forte, “Tu non devi rinunciare a cercare tuo padre. Io so che tu desideri rivederlo tantissimo, tutti noi lo sappiamo! Ma, sappiamo anche, che non sei il tipo che vuole raggiungere i suoi obbiettivi senza impegnarsi, e che se succedesse qualcosa alla gilda, ne soffriresti per il resto dei tuoi giorni. Non ti stiamo dicendo di rinunciare a rivedere tuo padre, ti stiamo solo chiedendo di aspettare, tornare a casa e partire tutti insieme per trovarlo. Saresti davvero contento dopo tutti questi anni di fatica, di ritrovartelo davanti così, senza aver minimamente faticato?”
“Natsu, forse Lucy ha ragione.” disse Happy volando vicino all’amico, così che le loro teste fossero alla stessa altezza, “Inoltre, se tuo padre se ne andò molti anni fa e ancora non è tornato, forse è perché aveva qualcosa di importante da fare. Se lo evochiamo in questo mondo, e lui non ha ancora terminato la sua missione, non credo che sarà molto felice.”
“Natsu-sama, anche io vorrei rivedere mia madre, mi manca tantissimo e sarei felicissima di rivederla. Ma Lucy e Happy hanno ragione, abbiamo faticato così tanto, che ritrovarli così semplicemente mi sembra ingiusto. E poi se davvero hanno qualcosa di importante da fare, una volta che li avremmo trovati ci faremo spiegare tutto.” gli sorrise Wendy, abbracciandolo forte.
“La marmocchia e gli altri hanno ragione Salamander, per quanto voglia rivedere quel bastardo di Metallikana, non lascerò che questo branco di rompiscatole rimanga bloccato qui, per colpa del mio desiderio. Inoltre, devo lavorare e non ho la benché minima voglia di trovarmi un altro lavoro.”
“Avete ragione.” esclamò Natsu, sollevando finalmente lo sguardo dal terreno, per osservare tutti i suoi amici, che gli sorridevano fiduciosi.
“Io non posso accettare una soluzione così semplice e poi non potrei stare un anno intero lontano da Fairy Tail. Se no Luxus quando lo batto?! E chi farà a botte con Gildars?! E quando diventerò mago di classe S?! Si, avete ragione dobbiamo tornare a casa. Solo, promettetemi che una volta tornati mi aiuterete a cercare Igneel.”
“Certo!” urlarono tutti i maghi di Fairy Tail,
“Ok, allora dobbiamo tornare a casa. E una volta tornati scatenerò la più grande zuffa, che ci sia mai stata a Fairy Tail, e ovviamente vincerò.”
“Scordatelo fiammifero, sarò io a vincere.”
“Ma fatemi il piacere: Salamander e tu nudista, preparatevi perché ve le suonerò di santa ragione.”
“Provaci!”
E ripresero a litigare, fin quando una spadata non li stese nuovamente.
“In quanto a me dovrò assicurarmi, che non facciate troppi danni.”
“Di solito, però è lei che distrugge più cose.” farfugliò Lucy.
“E io appena tornerò a casa, organizzerò la più grande gara di bevute di tutta Fairy Tail!” gridò Cana, mentre Lunch continuava a scolarsi una bottiglia.
“Bene allora se siamo tutti pronti, possiamo esprimere il nostro desiderio e tornarcene a casa.” disse Mira,
“D’accordo, allora chiediamoglielo subito.” disse Lucy.
“Ehi, fermi un attimo.” tutti si voltarono verso Goku, “Natsu, non te ne puoi andare adesso. Dobbiamo ancora combattere.”
“Hai ragione, me ne stavo scordando. Bene allora prima di tornare a casa, io e Goku combattiamo.”
“Siamo sicuri?” chiese Lucy, “Shenrong starà qui ad aspettarci?”
“Tranquilla, Dio ha risolto temporaneamente il problema dovuto al limite di tempo, in cui Shenrong può rimanere in questo mondo. Se riescono a scontrarsi, senza superare le ventiquattrore ci sarà tutto il tempo per esprimere il desiderio.” spiegò Piccolo.
“Capisco, quindi Natsu, vedi di non impiegarci troppo tempo.”
“Tranquilla Lucy, vincerò!” disse alzando il pollice.
 Il Dragon Slayer e il Sayan presero ad allontanarsi il più possibile da Shenrong e dal gruppo di amici, già riuniti per assistere allo scontro.
Quando furono uno di fronte all’altro, non poterono evitare di sorridersi,
“Sai, sono proprio curioso di vedere quanto è forte il figlio di un drago.”
“E io non vedo l’ora di darti una bella lezione.”
Detto questo, il moro si posizionò pronto ad attaccare, e Natsu mise entrambi i pugni davanti al busto. Un silenzio tombale calò per tutta la radura, così che l’unico suono udibile divenne un alito di vento. Quando anche quest’ultimo si chetò, i due avversari partirono all’attacco.
Natsu ricoprì il suo corpo con le fiamme, e subito si avventò contro Goku, con il pugno alzato verso il suo volto, quest’ultimo vedendoselo venire in contro, riuscì a schivare l’attacco, portando la testa di lato. Poi sollevando il braccio fece partire un colpo, che lo prese dritto nello stomaco, e fece indietreggiare il rosato al punto di partenza.
Ahia.” pensò Goku, guardandosi il dorso della mano, che si era ustionato.
L’altro non si fece scoraggiare dal primo fallimento e subito tornò alla carica, con più grinta di prima. Il moro, comprendendo che schivare semplicemente i suoi attacchi prima o poi si sarebbe rivelato inefficace, appena il pugno dell’avversario fu a pochi centimetri dal suo petto, lo bloccò con il palmo della mano.
Credeva, in questo modo, di aver ottenuto una posizione di vantaggio, ma il ghigno dipinto sul volto di Natsu, lo fece esitare, e in un attimo di distrazione, il rosato gli piantò un piede sul ginocchio, facendogli perdere l’equilibrio.
La sua caduta fu arrestata dal pugno del Dragon Slayer, che ricoperto dal suo fuoco, gli lasciò una bella ustione sul mento, oltre a fargli vibrare i denti e fargli ricadere indietro la testa.
Credeva di cadere con il sedere per terra, soprattutto dopo aver mollato la presa, ma sentì il braccio di Natsu, avvinghiarglisi intorno al polso e fu ritirato su, solo per ricevere un altro colpo sul volto ed essere rispedito indietro.
Al terzo tentativo, però, si riprese e arrotolò anche lui la sua mano al braccio del Dragon Slayer, riuscendo ad essere più veloce di lui e a colpirlo in volto.
La successiva fase dello scontro, come ebbero modo di vedere gli spettatori, si presentò come una gara di resistenza a chi riusciva ad incassare più colpi ed a rialzarsi prima, per poi colpire l’avversario.
Quando entrambi si stufarono dell’andatura del combattimento, vedendo che ormai si erano entrambi abituati ai rispettivi attacchi. Al punto che non piegavano più nemmeno la testa, si liberarono dalla presa e si distanziarono, entrambi sorrisero vedendo i lividi ed i rivoli di sangue sul volto dell’altro.
“Penso, che il riscaldamento possa terminare qui.” disse Goku,
“Finalmente facciamo sul serio.” disse Natsu, e subito attaccò.
Giunto davanti a Goku, il rosato fece per tentare nuovamente di colpirlo con un pugno, ma l’altro lo anticipò e lo colpì in faccia con un cazzotto, rintronato perse l’equilibrio e Goku, spalancando una mano gli lanciò contro una piccola onda di energia.
Il mago, però, grazie a tutta la sua rapidità riuscì ad abbassare la testa e il colpo lo mancò, poi poggiando le braccia sul terreno, compiendo una verticale, prese a girare su sé stesso, mentre i suoi piedi prendevano fuoco e creavano un mulinello di fiamme.
Il Sayan per nulla intimorito dal calore, gli si avventò contro, tentando di bloccargli i piedi con le mani, ma l’altro fu più abile, e mentre Goku gli bloccava il piede sinistro, lo colpì con quello destro. Poi liberando l’altro lo prese in pieno volto e lo scagliò in dietro. Sollevandosi in piedi, alzò le braccia sopra la testa e le unì formando una gigantesca esplosione, che scagliò contro l’avversario.
L’altro, però riuscì ad evitarla balzando di lato, e prima che Natsu se ne rendesse conto era già davanti a lui, e gli aveva piantato un pugno sullo stomaco. Il mago si piegò in due dal dolore, mentre portava entrambe le mani al ventre. Tentò comunque di colpire Goku, che schivò facilmente l’attacco e con un calcio lo lanciò in aria.
Ritrovandosi disorientato e in aria, il rosato non riuscì ad evitare il colpo, che il Sayan appena apparso alle sue spalle, gli assestò alla nuca, facendolo schiantare con forza inaudita contro il suolo.
“Natsu!” urlarono Happy e Lucy.
“Rilassatevi, non si è fatto nulla.” gli disse Gray, e in fatti pochi secondi dopo, il mago era nuovamente in piedi e guardava male Goku.
“Ehi, non vale così.” urlò, “Se tu voli lo faccio anch’io! Vieni Happy!”
“Cì! Eccomi!” e subito il gatto volò verso il padrone e si avvinghiò con le zampette alla sua schiena.
“Bene e adesso visto che dobbiamo fare sul serio, preparati.”
I due spiccarono il volo e in un secondo furono in cielo davanti a Goku, con Natsu che gli piantò un pugno sul volto, poi lo afferrò per un braccio e prese a farlo ruotare su sé stesso. Alla fine del quinto giro lo lanciò contro il terreno, il Sayan, però si bloccò in aria prima di toccare terra.
Stava per tornare all’attacco, quando si accorse, sollevando la testa, che i due non erano più in aria e senza potersi difendere se li ritrovò sopra la testa, con Natsu che con le braccia alzate e i pugni uniti, lo colpì sulla nuca. Un’esplosione di fuoco gli avvolse la testa, facendolo cadere sul terreno.
“Nonno!” urlò Pan preoccupata, ma subito si calmò vedendo il Sayan sollevarsi da terra, mentre si massaggiava la testa e sorrideva divertito.
“Accidenti voi due siete proprio forti.” disse iniziando a ridere, “Credo di dovermi trasformare o perderò.”
Subito fu avvolto da un’aura dorata, i capelli passarono dal color pece al biondo brillante, sollevandoglisi sopra la testa, e gli occhi divennero verde acqua.
“E quella cos’è?” chiese Natsu con la bocca spalancata,
“Questa è la mia trasformazione in Super Sayan.” rispose l’altro mettendosi in posizione.
“Natsu, ho un brutto presentimento.” mormorò Happy,
“Tranquillo, vedrai che lo batterò.”
Non fece in tempo ad aggiungere altro, che Goku velocissimo gli fu davanti e lo colpì, scagliandolo via. Happy riuscì a raddrizzarsi giusto in tempo, mentre Natsu disorientato si portava una mano alla guancia, diventata gonfia, e si puliva il rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca.
“È diventato più forte e veloce, ma se aumento la temperatura del mio corpo, non potrà colpirmi così facilmente.” e prese a circondarsi nuovamente di fiamme, al punto che Happy, non riuscì quasi più a tenerlo da quanto calore emanava il suo corpo.
Goku, però non si fece intimorire e caricò quell’ammasso di fuoco umano, che era diventato il Dragon Slayer. Senza un lamento attraversò il mare di fiamme e afferrando Natsu per la sciarpa, lo colpì con un’onda di energia.
L’altro, nonostante il fuoco che gli copriva la faccia, avvertì chiaramente il volto ustionarsi a causa del colpo e si portò entrambe le mani sugli occhi.
“Natsu, attento!” urlò Happy, ma era troppo tardi e i due furono scagliati nuovamente contro il suolo. Questa volta nemmeno il gatto, riuscì a fermarsi in tempo, tanta era stata la forza impiegata per l’attacco, e si schiantarono al suolo.
Ansimando il rosato tentò di mettersi in piedi, mentre si teneva un braccio, e furente guardava verso Goku, che immobile, sospeso in cielo, attendeva la sua prossima mossa.
“Se questo è tutto quello che sa fare, non ha speranze.” disse Vegeta,
“Io non lo sottovaluterei troppo.” disse Gray,
“Quanto ci mette quell’idiota a fare sul serio? Lo scontro sta diventando noioso.” si lamentò Gajeel.
“Perché Natsu-sama, non attiva la Dragon Forse?” chiese Wendy,
“Vedrai, che se non vuole perdere, dovrà per forza attivarla.” rispose Elsa.
Il Dragon Slayer, proprio in quel momento fece ricoprire nuovamente il suo corpo dal fuoco, poi in mezzo alle fiamme, si udì uno strano scoppiettio e tanti fulmini, presero a circondare la vasta marea di fuoco, mentre il volto di Natsu veniva ricoperto da piccole squame ed i suoi occhi si facevano piccoli e sottili.
“Ehi Natsu, anche tu sai trasformarti?!” esclamò Goku, fissando attonito la nuova forma dell’avversario.
“Proprio così, questa è la Dragon Forse: modalità drago del fulmine infuocato.”
“Che forza, il tuo Ki è completamente cambiato, sembra quello di una bestia.”
“Tu dici? Io mi sento sempre lo stesso. Comunque, dai riprendiamo lo scontro.”
“Con molto piacere.”
Planando davanti a lui, Goku appena toccato il terreno partì subito all’attacco, ma questa volta nemmeno la forza, che la trasformazione gli aveva dato, bastò ad ignorare il dolore, che il contatto con il corpo di Natsu gli diede.
Quest’ultimo, oltre ad essere diventato molto più caldo, era anche attorniato da fulmini, che entrando in contatto con il corpo di Goku, cominciarono a scaricare la loro energia elettrica dentro il suo corpo. Al punto che, il Sayan dovette ritrarsi dolorante, a causa della scossa elettrica e del fuoco, che gli bruciò la pelle.
Senza perdere tempo, Natsu lo colpì sull’inguine e con un altro pugno dal quale fuoriuscirono scariche elettriche lo stese al suolo.
“Goku non può essere stato battuto.” esclamò Crilin, guardando il suo migliore amico disteso sul terreno.
“Idiota, non senti che il Ki di Kakaroth è solo leggermente diminuito. Inoltre, è ancora trasformato.”
Dolorante Goku fece pressione sulle mani e riuscì a sollevarsi da terra, giusto in tempo per ricevere un calcio da parte di Natsu, che lo sollevò in aria e con un pugno lo lanciò contro una roccia. L’impatto mandò in frantumi la pietra e sollevò una marea di polvere.
Tutti attesero trepidanti, alcuni minuti, pronti a vedersi spuntare davanti il Sayan, ma così non avvenne.
“KA… ME… HA… ME…” Natsu sentendo la voce di Goku, si mise in guardia, ma non comprese l’intento del nemico, se non quando urlò l’ultima sillaba di quella strana frase.
“…HA!” E un’onda di energia gigantesca di colore celeste, gli venne scagliata contro.
Subito gonfiò le guance, prendendo fiato, poi gridò: “Ruggito del drago del fulmine infuocato.” ed un gigantesco fascio di fuoco e fulmini, si scagliò contro l’onda di energia, bloccandola.
Entrambi tentando di sovrastare l’altro con il proprio colpo, piantando i piedi a terra, presero a far fluire tutta la loro energia in quell’attacco. Per un’istante l’onda di Goku, sembrò sovrastare l’attacco di Natsu, poi tocco a quest’ultimo fare forza, per far indietreggiare l’altro. Infine, entrambi i colpi tornarono a scontrarsi alla pari, fin quando l’energia sprigionata, ormai divenuta ingestibile non collassò su sé stessa, producendo una gigantesca esplosione.
Accecati dall’esplosione tutti i presenti chiusero gli occhi, mentre l’onda d’urto l’investiva in pieno, ricoprendoli di terra.
Quando finalmente la luce scomparve e i loro occhi si adattarono, cercarono di scorgere in quella nube di polvere, i corpi dei due.
Finalmente, quando l’ultimo strato di terra si dissipò poterono scorgere, entrambi i guerrieri ancora in piedi e con entrambe le trasformazioni attive.
“Natsu, come stai?” gridò Lucy, mentre il povero Happy giaceva alle sue spalle, privo di sensi a causa dello spavento.
“Nonno, tu come ti senti?” gridò Pan.
Entrambi sollevarono i pollici, poi il rosato sorrise, facendo scrocchiare le nocche e rivolto al suo avversario disse: “Mi sento tutto un fuoco.”
“Bene, visto che ormai questo non basta più, passiamo al secondo livello.” rispose Goku.
“Secondo livello?” chiese Gajeel,
“Il Super Sayan non ha un solo livello. Per adesso ne sono stati scoperti tre, ma non dubito, che proseguendo con gli allenamenti supereremo anche quello.” disse Vegeta.
“Quindi, quando ci siamo affrontati mi hai sottovalutato!” urlò furente il drago del ferro, contro il principe dei Sayan.
“Se può consolarti io posso raggiungere solo il secondo livello. Il terzo spende troppe energie in poco tempo, e non fa per me. Non ti ho sottovalutato, semplicemente non era necessario, che raggiungessi quella forma per batterti.” lo schernì Vegeta.
“Dannato bastardo.”
L’aura in torno al corpo di Goku, prese ad ingrossarsi, mentre piccoli fulmini azzurri lo circondavano e i capelli diventavano leggermente più appuntiti.
“Ecco, adesso sono al secondo livello.”
“Ma non sei minimamente cambiato.” sbraitò Natsu deluso.
“Beh, adesso vedremo se sono diverso.”
Portando entrambi i bracci ai lati del busto, partì alla carica.
 Natsu sollevò, anch’egli il braccio, ed i loro pugni si scontrarono, provocando un forte terremoto.
Il rosato, però, non riuscì a resistere e la forza del Sayan lo sovrastò, colpendolo in volto e scagliandolo contro un macigno, che fu distrutto nell’impatto.
“Aho!” genette il mago, toccandosi il volto ricoperto per metà di sangue, ma non fece neanche in tempo a rimettersi in piedi, che l’altro gli fu addosso e con un calcio lo lanciò nuovamente verso il cielo.
Questa volta Natsu non si fece cogliere impreparato e ruotando su sé stesso, tentò di colpire il moro, apparso alle sue spalle, con un fulmine infuocato. L’altro si portò due dita alla testa e un attimo dopo scomparve, riapparendo alle spalle del Dragon Slayer, e colpendolo con un attacco energetico sulla schiena, che gli bruciò la veste, e gli lasciò delle scottature sulla pelle.
Natsu, scagliato via dai colpi di Goku, finì per trovarsi oltre le nuvole, ma il suo volo fu interrotto dal Sayan, che colpendolo sulla testa con i pugni uniti, lo fece abbassare, per poi colpirlo con una ginocchiata nel ventre.
Al mago si mozzò il respiro in gola e prima di poter tentare qualsiasi tipo di difesa, fu scagliato nuovamente sul suolo da un’altra onda di energia.
Quando il fumo si dissolse, Natsu era riverso a terra a pancia all’aria, e ansimava pesantemente per lo sforzo, mentre il suo corpo era tornato normale, con le scaglie che gli erano scomparse dal volto e il fuoco si era spento.
“EHI, GOKU!” urlò Bulma e l’altro la fissò spaventato, preparandosi alla nuova sfuriata,
“HAI ESAGERATO, RAZZA DI CRETINO!”, “Scusa Bulma, mi sono lasciato un po' andare.” disse sorridendo, mentre si grattava la nuca.
“Urgh… Che dolore.” gemette Natsu, sollevandosi con immane fatica a sedere, per poi fare pressione sui piedi e tirarsi su.
Il suo corpo fu nuovamente ricoperto da fuoco e fulmini, “Riprendiamo.” disse sorridendo.
“Con molto piacere.”
“Che cosa?! Vogliono rimettersi a combattere?!” esclamò Bulma,
“Natsu è fatto così.” disse Lucy, “Lui non si arrende mai.”
“Preparati perché tra poco chiudiamo lo scontro.” disse Goku,
“Questo lo credi tu.”
Il Sayan partì all’attacco, cominciando a tartassare il mago con una marea di pugni e calci, Natsu dal canto suo faceva del suo meglio per evitarli, ma molti di questi andavano a buon segno, ed il cedimento del rosato si cominciava a vedere.
“Quel Goku è proprio forte.” disse Cana, che aveva smesso temporaneamente di ubriacarsi, “Juvia teme che Natsu perderà.”
“Non dire così, sono certa che Natsu troverà un modo per ribaltare la situazione.” disse Mira.
“Quel tipo però è un combattente nato e non dimentichiamoci, che può trasformarsi un’altra volta.” disse Elsa.
“Sarà anche vero,” disse Gray, “Ma se Natsu trova il modo di resistere, forse ce la può fare.”
“Spero che Natsu-sama non si faccia troppo male.”
“Gajeel tu cosa ne pensi?” chiese Levy, all’uomo, che era rimasto muto a fissare lo scontro.
“Io penso, che Salamander perderà.” e tutti si voltarono verso di lui, “Però se si azzarda a perdere veramente lo riempio di sprangate.” ghignò, e tornò a fissare la lotta.
L’ennesimo pugno centrò Natsu in volto, e questo fu come un campanello di allarme per il suo corpo. La vista, infatti, prese ad annebbiarsi, e rendendosi conto di essere ormai al limite il Dragon Slayer del fuoco caricò tutta la sua energia magica, nel braccio sinistro, al punto che la sua stessa pelle si sgretolò per il calore. Le squame sulla sua fronte aumentarono e il suo sguardo si infiammò, mentre le sue braccia divenivano degli artigli ancora più affilati, di quanto non lo fossero già prima.
Nell’istante in cui Goku sferrò il successivo colpo, l’artiglio del mago si richiuse intorno al suo braccio, paralizzandolo, con il fuoco che si diramò per tutto l’arto bruciando la divisa arancione.
Poi Natsu caricò il colpo e gridando con quanta voce aveva in corpo, colpì Goku sul petto. L’attacco investì in pieno il guerriero, che scomparve inghiottito dal mare di fuoco, che si espanse in tutto il territorio circostante, bruciando ogni cosa, che incontrava sul proprio cammino.
Tutti spalancarono la bocca, a quella vista e dovettero allontanarsi ulteriormente per non essere investiti da alcune fiammelle.
Quando il fuoco prese a spegnersi, grazie anche a Gray e Juvia, che ne congelarono e spensero la maggior parte, di Goku non c’era traccia.
“Dov’è il mio nonnino?” chiese Pan preoccupata, ma nessuno rispose, troppo intenti a guardarsi intorno e cercare di percepire il Ki del guerriero.
D’un tratto Vegeta avvertì un picco di energia, a chilometri di distanza sopra le loro teste, e subito dopo Goku nella sua terza forma di Super Sayan, comparve davanti a tutti e senza dire una parola, piantò una gomitata nell’inguine di Natsu, che per il colpo cadde a terra privo di sensi.
Goku tornò normale sotto gli occhi stupefatti dei presenti; la sua tuta era completamente bruciata e una parte del suo corpo presentava delle vistose ustioni.
Il Sayan esausto si sedette sull’erba vicino all’amico incosciente, e sorrise verso il suo pubblico.
“Ehi Piccolo, hai dei Senzu?” chiese, e subito il Namecciano gliene lanciò due.
Goku inghiottì il fagiolo, e poi ne fece mangiare uno a Natsu, che spalancò gli occhi frastornato.
“Come ti senti, amico?” chiese Goku,
“Pieno.” rispose l’altro mettendosi a sedere, ma non disse altro, perché si ritrovò schiacciato da ben tre abbracci.
“Wendy, Lucy, Happy. Lasciatemi o soffoco.” mormorò il mago asfissiato, mentre in torno a lui si riunivano tutti i suoi amici.
“Bravo Natsu, è stato uno scontro fantastico.” disse Mira sorridendo,
“I miei complimenti, sei stato bravissimo.” disse Elsa,
“Si, sei stato bravissimo. Come premio ti lascio finire la mia bottiglia.” disse Cana, porgendogli il recipiente mezzo vuoto.
“Ehi, testa di fiammifero! Non credere di essere diventato più forte di me!” si intromise Gray, “Certo che sono più forte di tè, maniaco.”
Un’occhiataccia di Elsa li fece tacere.
“Tsk, Salamander, non montarti la testa. La prossima volta che ci affronteremo ti batterò.”
“Certo ferraglia arrugginita.” gli urlò l’altro già pronto a litigare.
“Nonnino, sei stato grande!” urlò Pan abbracciando suo nonno,
“Già, però devo dirtelo Goku, questo Natsu è davvero forte.” disse Crilin, “Se lo avessi incontrato qualche anno fa, non so se avresti vinto.”
“Figuriamoci.” si intromise Vegeta, “Kakaroth sei penoso, ricorrere al Super Sayan 3 contro quel tizio. Cos’è ti stai rammollendo?”
“Ma no, Vegeta, è Natsu che è molto forte.”
“Al posto tuo avrei vinto, molto più facilmente.”
“Se lo dici tu.”
“Ehi, Goku.” la voce di Natsu lo fece voltare,
“Guarda che solo perché questa volta mi hai battuto, non significa che mi arrendo. Diventerò più forte e un giorno tornerò ad affrontarti.”
“Certo. Ci conto, devi assolutamente tornare e magari porta anche tuo padre. Muoio dalla voglia di vedere quanto è forte un drago.”
“Quando troverò Igneel, tornerò qui e te lo farò conoscere.”
I due si scambiarono i pugni sorridendo.
“Bulma, ti ringrazio infinitamente per il tuo aiuto.” disse Elsa, stringendo la mano alla scienziata.
“Figurati è stato un piacere. Grazie a te per avermi dato l’idea delle spille-capsule, non vedo l’ora di crearle.”
“Se un giorno tornerò qui, voglio proprio provarne una.”
“Naturalmente.”
 
“Ehi poliziotto!”
“Che vuoi nudista.”
“Tu non sarai molto forte, ma vedi di svolgere bene il tuo lavoro.”
“In quanto a te vedi di non perdere i vestiti ovunque.”
“Ci proverò.”, ma già si era tolto la maglietta.
“Ehi tu! Juvia non ti perdona per aver tentato di sedurre Gray-sama.”
“Eh?” chiese Crilin, “Cosa cavolo dici Juvia. Non è affatto come sembra.” tentò di difendersi Gray, dall’ennesima follia amorosa della ragazza.
“Però Juvia ti chiede di portare i suoi saluti alla tartaruga, che abita sull’isola di Muten.”
“D’accordo.”
“Già a proposito di Muten.” si avvicinò al gruppo anche Mira, “Di a quel vecchio di darsi un contegno. Che se lo becco di nuovo a comportarsi in quel modo, lo riduco a pezzettini.” disse, e la sua espressione fece gelare il sangue al povero Crilin.
 
“Wendy, Charle. Mi mancherete tantissimo.” disse Pan abbracciando le due,
“Anche tu Pan-sama.”
“Mi raccomando comportati bene.” l’ammonì Charle,
“Certo.”
“Piccolo-sama,” disse Wendy rivolta al suo maestro, “Ti ringrazio per avermi allenata ed avermi reso più forte.”
“Figurati. Sei stata un’ottima allieva. Continua ad allenarti e diventerai sempre più forte.”
“Lo farò promesso.” disse la ragazzina, prima di aggrapparsi al suo maestro e abbracciarlo.
“Ehi amica. Sei la migliore bevitrice che abbia mai incontrato.” disse Lunch
“Anche tu sei fantastica, quei tonti di Wakaba e Makao non avrebbero speranze contro di te.”
“Brindiamo alla nostra amicizia e al tuo rientro a casa.”
“Si, cin cin.”
 
“Ehi testa di ferraglia!”
“Si, vostra bassezza?” ghignò Gajeel,
“Cos’è vuoi un’altra lezione?”
“Ti avverto che miglioro ad ogni scontro. Non sarà facile battermi di nuovo. Comunque, che cosa vuoi?”
“Guai a te se rimani in dietro rispetto a quell’idiota infuocato. Mi sono spiegato.”
“La prossima volta che tornerò qui, sarò talmente forte che dovrete avere ottenuto una nuova trasformazione per riuscire a battermi.”
“Vedremo.”, un ghigno di sfida si dipinse sui loro volti, mentre in lontananza Lily e Levy, lì fissavano divertiti.
 
“Credo sia il momento di tornare a casa.” esordì Lucy,
“Si, devo andare a sfidare Luxus.”
“Non ti è bastato lo scontro di poco fa?” chiese Happy.
“Bene allora esprimiamo il desiderio.”
“Va bene, se lo faccio io?” chiese la maga degli Spiriti Stellari.
“Certo, accomodati pure.” disse Bulma.
Un po' timorosa la bionda si avvicinò al grande drago.
“S-Shenrong?”
“Voi che avete raccolto le Sfere del Drago, esprimete il vostro desiderio.”
“Vorrei, che io e i miei amici tornassimo tutti su Earthland. Puoi farlo?”
“Nulla di più facile.” disse il grande drago ed i suoi occhi si illuminarono,
“Il tuo desiderio è stato esaudito, addio!” il drago scomparve in una luce accecante, e le sfere si sollevarono in celo prima di disperdersi nuovamente per il globo.
Goku e i suoi amici si voltarono, mentre i maghi di Fairy Tail venivano circondati da un’aura dorata ed iniziavano a scomparire.
“Ehi Goku.” sentì Natsu chiamarlo, “Un giorno vieni a trovarmi alla gilda. C’è sempre posto per i nostri amici.”
“Grazie amico.” disse Goku, quando i maghi furono ormai scomparsi.

Nota d’autore: eccoci qui giunti all’ottavo capitolo, che tra la riunione dei personaggi, lo scontro e il desiderio da esprimere, mi è venuto lunghissimo. (Chiedo immensamente scusa, a tutti coloro che lo hanno letto. So, che è venuto troppo lungo, ma considerando che, nella mia idea originale non esisteva proprio, mi sono sorpresa io stessa della sua lunghezza.)
So, che non è una scusa, ma spero riuscirete ad apprezzarlo, anche se sembra non avere fine, mi sono divertita comunque a scriverlo.
Ora, so che avevo promesso, che anche l’ultimo mistero, relativo alla comparsa dei maghi di Fairy Tail, sarebbe stato risolto. Ma già il capitolo sembra interminabile così. Quindi saprete, chi è il responsabile di tutte le peripezie dei nostri amici, solo nell’epilogo. (Che è piuttosto corto.)
Comunque, domani lo pubblicherò, e finalmente questa storia avrà fine.
 

 

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Capitolo 9
*** EPILOGO ***


“WHAAAA! Non è giusto, perché le cose non vanno mai come voglio?!” pianse il piccolo esserino azzurro, prima di infilarsi in bocca l’ennesimo cucchiaio di gelato.
“E’ solo colpa sua imperatore Pilaf.” lo ammonì il cane-ninja Shu,
“Sta zitto, nessuno ha chiesto la tua opinione!” urlò Pilaf, prima di riempirsi nuovamente la bocca.
“Però ha ragione lui, imperatore Pilaf.” si intromise Mai, “Questa volta si è battuto la zappa sui piedi da solo.”
“Avevamo detto di non parlare più di quell’incidente. È successo solo una volta, e molti anni fa.”
“Mi sa che ha frainteso. Io parlavo del desiderio che ha espresso a Shenrong.”
“E allora sì più chiara e non divagare. COMUNQUE, NON È COLPA MIA!”
“Tecnicamente si.” rispose Shu, guadagnandosi un’occhiataccia dal suo capo, “E’ lei che ha chiesto, che maghi potentissimi comparissero sulla Terra.”
“Sì, perché credevo che sarebbero apparsi degli esseri potenti come quel Babidy. Volevo farla pagare a quel dannato Goku, ma tutto è andato storto.”
“Tutto è andato storto per colpa sua.” lo rimproverò Mai, “Così impara ad esprimere desideri senza riflettere. Se voleva che il suo piano avesse successo, avrebbe dovuto chiedere, che questi fantomatici maghi, gli comparissero davanti. Invece, Shenrong lì ha fatti disperdere per tutto il globo, e quel che è peggio, questi tizzi, non solo non erano spietati come Babidy, ma hanno incontrato Goku e gli altri, solo che invece di eliminarli sono diventati loro amici.”
“QUESTO LO SO ANCH’IO! LE ORECCHIE MI FUNZIONANO E HO SENTITO IL RACCONTO DI BULMA E DEGLI ALTRI!”
“Non ha il diritto di arrabbiarsi!” lo sgridò Mai, “Dopo così tanti anni avevamo nuovamente Shenrong davanti e abbiamo sprecato la nostra occasione. Questo desiderio è stato ancora più stupido della sua idea di farci ringiovanire, fino a farci tornare bambini.”
“Almeno può spiegarci, perché non ha espresso il secondo desiderio?” chiese Shu,
“Beh, è molto semplice. Conoscendovi una volta espresso il mio desiderio, ne avreste approfittato per chiedere qualcosa di frivolo e stupido. Come l’altra volta.” sbraitò Pilaf.
“Ma come si permette!” urlò Mai, “Sono certa, che avremmo espresso un desiderio molto più intelligente del suo. Tipo diventare ricchi o dominare il mondo. Che oltre tutto era il nostro piano originale.”
“A cosa ti serve la ricchezza? Sei fidanzata con il figlio della donna più ricca al mondo, che ci permette di vivere qui a casa sua e di fare la bella vita.”
“Ah, quindi adesso, vuole anche approfittare del mio fidanzamento con Trunks.”
“Certamente.” rispose l’altro.
“Comunque, la colpa resta sua, imperatore Pilaf. E adesso dovremmo aspettare un anno intero prima di poter cercare nuovamente le sfere.”
“SMETTETELA DI RINFACCIARMELO!”
“E ALLORA LEI LA SMETTA DI LAMENTARSI.” urlarono i due.
 
 
 Nota d’autore: Fine! Ecco qui l’epilogo del mio primo crossover! Che bello, mi sento così felice ad averlo terminato. Sono molto felice anche per chi lo ha letto ed apprezzato, e per chi continuerà a farlo. Mi sono divertita a scrivere questa storia e sono soddisfatta del risultato ottenuto. (Soprattutto, considerando che la storia è nata da un’idea passeggera, e si è costruita man mano che la scrivevo. L’unica cosa che avevo in mente all’inizio del lavoro erano solo i personaggi, che si sarebbero incontrati. La trama, si è costruita da sola, man mano.)
Spero, che questo epilogo sia stato abbastanza sorprendente, oppure c’era già qualche sospetto che il responsabile di tutto questo casino fosse Pilaf?!
Avevo già in mente, che a creare tutti questi macelli, ci fosse il suo desiderio, che ovviamente come al solito, è stato espresso male. Credo che questi tre poveretti, siano i più sfigati in tutto Dragon Ball, quando si parla di sfere. E sicuramente, vedendo anche cosa hanno desiderato in GT e Super, c’era da immaginarsi, che avrebbero combinato un bel guaio.
Tralasciando questo, ho terminato anche questa storia, ma se tutto va bene, tornerò presto, sempre nell’universo di Fairy Tail, con un’altra.
Non svelo altri dettagli, ringrazio ancora tutti quelli che hanno letto e apprezzato la mia fiction e vi saluto.
Ciao, ciao.

 
 
 

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