Unbreakable

di NightWatcher96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è Mai stato Facile! ***
Capitolo 2: *** SmartWorking con Katsumu! ***
Capitolo 3: *** Congedo Materno? Fermatevi, Pro Hero! ***
Capitolo 4: *** Iyumu Bakugo ***
Capitolo 5: *** Promessa Indistruttibile! ***
Capitolo 6: *** Combattete per il Futuro, Pro Hero! ***
Capitolo 7: *** Epilogo - Futuro Radioso! ***



Capitolo 1
*** Non è Mai stato Facile! ***


Angolo dell'Autrice

Buonasera, Hero e Pro Hero! Questa è una Long One Shot di 21 Pagine e mi sembrava un po' troppo stancante pubblicarla per intero, visto che ci sono diversi Time-Skip inserirò diversi capitoli. Detto questo Enjoy!




Kacchan mise via il cellulare sul comodino, accoccolandosi sulla spalla di Izuku che stava sfogliando alcuni fogli di Villain piuttosto forti. Sembrava assorto tanto, completamente inghiottito da tutte quelle svariate informazioni, muovendo rapidamente le iridi smeraldine.
Sbuffò, tirandogli via il fascicolo per buttarlo dall'altra parte del letto.

"Ah, Kacchan! Sono informazioni importanti, le stavo analizzando!" protestò piano il verdino.

Cercò di muoversi ma una mano sulla sua rotonda pancia lo fermò. Kacchan sogghignò, tanto sapeva che Izuku non avrebbe posto alcuna resistenza, dato che le carezze al ventre di circa otto mesi e mezzo erano il suo punto debole.

"E va bene, forse hai ragione tu" ridacchiò infine il verdino, prendendo ad accarezzargli i capelli.

"Almeno quando siamo a letto evita di lavorare".

"Cercherò di promettertelo, Kacchan. Ma lo sai che è più forte di me" ammise Deku. Il bambino prese a scalciare con insistenza. "E anche lui lo sa" pronunciò poi addolcito, accarezzandosi il punto dov'era stato calciato.

"Non vedo l'ora che nasca. Tanto sarà una passeggiata prendersene cura" commentò estasiato il biondo.

"Ne sei sicuro, Kacchan? Comunque il nostro piccolo avrà costantemente bisogno di noi".

"Non sarà nulla che non potremo gestire"...
 


Il pianto disperato di un neonato esplose ferocemente nella stanza buia.

Il piccolo Katsumu piangeva letteralmente urlando con tutto il fiato dei suoi piccoli polmoni per l'ennesima volta, agitando i mini-arti fra le copertine.

Si levò un mugolio infastidito. Poi calda luce inondò la camera da letto dove Katsuki Bakugo si era svegliato sebbene crollante dal sonno.

Aveva le borse sotto agli occhi e una stanchezza incredibile che non gli lasciava abbastanza lucidità per capire se stesse sognando o fosse la realtà, una che si stava ripetendo da quasi un mese.

Katsumu non era un neonato tranquillo, frignava per ogni piccola cosa e sia lui sia Izuku erano sempre pronti a controllarlo.

Deku non c'era. Il suo pigiama era ancora sistemato ordinatamente ai piedi del letto.

Kacchan gettò un'occhiata al suo cellulare; erano quasi le due e mezza del mattino e a parte suo figlio non si sentiva volare una mosca.

Scalciò le coperte, scendendo oltre il letto, ignorando la sensazione di brividi e di freddo per i piedi sulle piastrelle gelide. Si avvicinò alla culla dove suo figlio piangeva per chissà quale motivo.

"Oi, Katsumu... basta piangere..." sospirò, facendogli una carezza sul visino paffuto.

Nonostante tutto sorrise appena, amava suo figlio e guardarlo gli ricordava che incredibile capolavoro avesse fatto insieme a Deku. Lo raccolse dolcemente tra le braccia, iniziando a cullarlo un po'.

Il piccolo aveva i suoi stessi capelli biondo cenere ispidi e gli occhioni rubino, con qualche sfumatura smeraldina. Aveva ereditato il suo stesso carattere ribelle e grintoso, visto che da quando Deku era rimasto incinto non aveva fatto altro che scalciare sempre, soprattutto di notte.

Ricordò che una volta Izuku, verso le quattro del mattino, si era fatto portare in ospedale per dei calci troppo forti al basso ventre, credendo che era imminente partorire, invece lì, ad un'ecografia urgente si era trattato solo di un movimento un po' troppo rude.

Katsumu dischiuse gli occhi guardando il suo giovane papà di ventisei anni e sembrò calmarsi per qualche secondo, per poi tornare a piangere.

Kacchan ringhiò infastidito, alzandolo delicatamente sotto le ascelle per annusargli il pannolino. Almeno era pulito.

"Forse hai fame?" chiese, andando in cucina.

Era talmente stanco che tutto gli sembrava un'impresa insormontabile.

Prese dal frigo il latte speciale per neonati e lo versò in un pentolino, accendendo il bollitore per sterilizzare biberon e tettarella.

Si sedette, cullando suo figlio con un braccio mentre con l'altra mano si sosteneva il mento. Guardare il fuoco che ardeva sotto al pentolino era in un qualche modo rilassante. Forse poteva chiudere gli occhi per qualche istante, no?

Solo un istante. Non avrebbe chiesto di più.

Lo squillo del bollitore lo fece sobbalzare come se si fosse trattato di una secchiata di acqua gelida.

Katsuki scattò allarmato, guardando suo figlio che non aveva smesso un momento di piangere. Si avvicinò subito al bollitore, per fortuna non aveva fatto bruciare nulla. Si era appisolato solo qualche minuto.

Con una mano sola versò il latte nel biberon, ci avvitò la tettarella e lo portò alle piccole labbra di Katsumu.

"Avevi solo fame" sospirò felice il biondo, quando lo vide succhiare avidamente.

Il suo fine udito catturò un rumore metallico proveniente dalla porta d'ingresso: erano chiavi. Katsuki, con un lieve sorriso sul volto, prese a cullare suo figlio. Forse era tornato!

La porta si aprì cigolando, insieme a un respiro pesante. Il sorriso di Kacchan morì all'istante nel vedere Deku che si teneva il fianco sinistro imbrattato di sangue, era coperto di fuliggine e sporcizia e si stava sostenendo contro la porta per non scivolare in terra.

"DEKU!" chiamò il biondo, facendo sussultare Katsumu che riprese a piangere. "Scusa, tesoro. Papà non l'ha fatto apposta!".

Provò a dargli ancora il biberon ma quest'ultimo voltò la testa altrove singhiozzando.

Izuku chiuse la porta, trascinandosi dolorosamente verso suo marito in cucina. Rischiò di inciampare in una sedia, ma subito il biondo la scostò, aiutandolo a sedersi.

Ora che era sotto la luce lo vedeva ancora peggio di prima.

"Deku... che cosa è successo?" chiese con un fil di voce.

"Il Villain ha avuto un colpo fortunato su di me..." gemette il verdino, cercando con lo sguardo annebbiato di dolore il volto di Katsumu. "Sono qui..." sussurrò.

Il piccolino improvvisamente si calmò, guardando il volto della sua mamma che gli stava chiaramente infondendo puro amore. Agitò le manine, volendolo toccare, squittendo qualche versetto adorabile.

Deku si sfilò un guanto imbrattato di sporcizia per sfiorargli quella piccola mano e nel mentre che lo guardava perdutamente innamorato le lacrime presero a rigargli le lacrime. La fede nuziale, la gemella che Katsuki indossava orgogliosamente dal giorno del matrimonio, brillava sotto la luce bianca del piccolo ambiente.

"Ho paura che un giorno non potrò più essere qui a vederlo crescere..." ammise con un fil di voce.

Era lo stesso terrore di Katsuki. Da quando si era sposato con Izuku e avevano avuto quel piccolo miracolo la sua prospettiva di vita e di Pro Hero era completamente cambiata. Adesso capiva molto meglio il significato di proteggere chi amava realmente e sarebbe morto anche.

"Mamma è qui, Katsumu..." sussurrò Izuku, passando la mano sui capelli del bambino che poco a poco iniziò a calmarsi e a sprofondare nel sonno, ancora tra le braccia di Kacchan e nella sua inseparabile copertina con le faccine di All Might.

I due rimasero a guardarlo per diversi minuti prima di scambiarsi un cenno; Kacchan lo portò pian piano nella culla per adagiarlo e stampargli un bacio sulla fronte, rimboccandogli le copertine.

Quando tornò in cucina, gettò un'occhiata sull'orologio accanto al frigo: erano quasi le tre del mattino e improvvisamente tutta la sua stanchezza era scomparsa.

Deku si era appisolato sul tavolo, con un braccio proteso sulla liscia superficie e l'altro a fargli da cuscino. Anche lui aveva borse sotto agli occhi e la pelle pallida. Destreggiarsi tra lavoro come Pro Hero, Number One Hero e come mamma stava mettendo a dura prova il suo fisico.

Katsuki aveva ottenuto un periodo di congedo dopo che un Villain lo aveva quasi spedito all'altro mondo impalandolo con uno spuntone di metallo e perforandogli non solo lo stomaco ma anche un polmone e parte dell'intestino.

Era stato un miracolo che si fosse ripreso quasi del tutto.

Quando era stato messo in malattia aveva approfittato per prendersi cura del suo piccolo visto che Deku era stato costretto a fare la maggior parte del lavoro da solo. Kacchan era diventato il Number Two e Shoto il Three.

Avevano fondato la loro agenzia circa quattro anni prima ed operavano su una vasta area del Giappone, ragion per cui Shoto era sempre in viaggio.

"Oi, Izuku..." lo chiamò, scrollandolo dolcemente sulla schiena ricurva.

Il verdino dischiuse gli occhi, volgendoglieli con un'espressione quasi vuota. Kacchan dispiacque costringerlo a rialzarsi per seguirlo in bagno ma non poteva farlo restare a dormire sul tavolo con ferite simili. Lo aiutò a spogliarsi, attento a non arrecargli ulteriori danni nello staccare delicatamente il costume appicciato agli squarci sulla pelle. Gli riempì la vasca e lo fece entrare.

"Cazzo...!" sillabò quando vide l'enorme squarcio che partiva da sotto il pettorale destro, scendendo lungo il fianco e l'inguine. "Deku...! Devi andare in ospedale, non è qualcosa che possiamo curare qui".

Chissà poi quanto sangue aveva perso!

D'un tratto il cellulare di Deku vibrò dalla cintura del suo costume da Hero che era rimasto afflosciato sul pavimento. Katsuki, sbuffando, lo raccolse sperando che non si fosse trattato di qualche altra missione. Dopo circa trentasei ore Izuku era ormai allo stremo delle forze sia fisiche sia mentali.

Era Ochako!

"Che vuoi, Faccia Tonda?".

"Bakugo-kun, Deku come sta?".

"E' ferito, ma è a casa. Puoi chiamare Katsuma e farlo venire?".

"Sì. Tra l'altro è ancora in turno alla U.A con Recovery Girl! Dovrebbe arrivare tra trenta minuti".

Kacchan era soddisfatto. Quel bambino che avevano salvato da Nine insieme a sua sorella Mahoro era stato preso sotto l'ala di Recovery Girl, quando si era accorto dell'enorme potenziale del suo Quirk.

Lo avrebbe curato...
 

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Capitolo 2
*** SmartWorking con Katsumu! ***


Angolo della Quirkless

Ho pensato fare di ogni capitolo un Time-Skip. Quindi so bene che questo sarà eccessivamente breve rispetto ai miei standard, ma come dico sempre, a volte è bello cambiare! Voglio ringraziare chi mi segue, un supporto è sempre importante!
Enjoy!




"Sì. Certo. Per il costume di Untouchable bisogna crearne uno in fibre di carbonio adatte al suo Quirk, ovviamente anche un dispositivo che gli permetta di essere permeabile per qualunque superficie. Sì, ovvio e-".

Katsumu emise un grido arrabbiato dal seggiolone, scagliando il suo pupazzo contro Mamma Deku che era in conversazione con alcuni clienti importanti ora che, essendosi presa un periodo di congedo dal lavoro per le sue ferite brutali, lavorava come supporto ai costumi degli Hero nascenti.

"Mi scusi un attimo" disse, rivolgendosi al suo piccolo per raccogliergli il pupazzetto a forma di All Might. Il bimbo lo guardò curioso, mettendosi il pupazzo in bocca. "Sì, ci sono! Mi scusi! Allora, come le stavo dicendo, le manderò lo schema ed eventuali appunti tramite e-mail. Certo... certo... sarà realizzato in circa due giorni. Dopotutto abbiamo un vero genio, Hatsume Mei. Con lei è una garanzia. Ovviamente-."

Katsumu gli colpì il cellulare con lo stesso pupazzo facendoglielo volare dalla mano. Deku non fu capace di prenderlo e il colpo sul pavimento della cucina fece incrinare lo schermo oltre che concludere bruscamente una delle chiamate più importanti della sua vita.

Izuku cercò immediatamente di accendere il cellulare ma questo non diede alcun segno di vita. Entrò per un momento nel panico, poi bastò un'occhiata ai suoi appunti per ricordarsi che aveva il numero di cellulare. Felice, corse a prendere il cordless e a comporlo per poter continuare la chiamata.

"Ehm... mi scusi, il mio cellulare si è improvvisamente spento. Allora rimaniamo in questo modo. Sì, va bene. Buona giornata, Yoshimura-san!".

Solo quando chiuse veramente la telefonata Izuku si poté rilassare mollemente sulla sedia della cucina, passandosi una mano sulla fronte. Quant'era stato faticoso, ma almeno era riuscito a ottenere un più che buon cliente per la sua amica Mei.
Katsumu si mise a urlare a spaccatimpani, agitandosi.

"Sì, tesoro. La mamma ti presta attenzione, va bene?" sospirò, prendendogli nuovamente il pupazzo dal pavimento.

Quando si abbassò sentì una fitta dal fianco; non poteva ancora muoversi del tutto, lo aveva dimenticato. Sperava solo che Kacchan sarebbe rincasato presto e soprattutto che la missione che gli avevano affidato non era stata troppo pericolosa.

Il piccolo continuò a urlare, tirando ancora il pupazzo. Deku era sul limite della sopportazione ma non poteva sgridare il bambino, dopotutto era piccolo e non capiva. Lo raccolse in braccio iniziando a cullarlo dolcemente perché non avrebbe potuto far altro in quel momento.
 

"Sono a casa".

Katsuki era stato fortunato: aveva catturato un Villain scadente e non si era sforzato neanche un po', quindi aveva anche comprato del katsudon per Deku e una pallina luminosa per suo figlio, visto che i colori lo estasiavano. E forse calmavano.

"Oh... Kacchan..." arrivò la voce stanca di Deku dalla cucina.

Il biondo lo abbracciò immediatamente, scioccandogli un famelico bacio sulle labbra. "Ho portato il tuo piatto preferito" sorrise malizioso, guardandolo.

"Katsudon?" domandò speranzoso, con il piccolo Katsumu che dormiva sulla sua spalla.

Il biondo sogghignò mostrandogli il contenuto del sacchetto, poi raccolse dolcemente il suo bambino, baciandogli la fronte.

"Com'è andata oggi?".

"Katsumu è stato più irascibile del solito" ammise Deku. "Però sono riuscito a lavorare".

Kacchan si sentì un po' in colpa. Dopotutto Katsumu era la sua copia esatta, i loro caratteri erano speculari.

"Ti ho preparato il bagno, vai che poi mangiamo e mi racconterai il tuo atto eroico, DynaMight" disse felice Izuku, adagiando il bambino nel porta infante che tenevano sempre in cucina.

"Tu sta pronto a sentire allora, che stanotte si balla".

Deku arrossì. Da quanto non faceva sesso con suo marito? L'ultima volta risaliva a dopo la nascita di Katsumu, quasi sette mesi fa.

Davvero avevano resistito così tanto?
 

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Capitolo 3
*** Congedo Materno? Fermatevi, Pro Hero! ***


Angolo della Quirkless

Buongiorno, rieccomi ad aggiornare, con un capitolo un po' più lunghino con un piccolo time-skip dentro: li sto amando eheh! Ma bando alle ciance, Enjoy!




"Mamma! Mamma!".

Deku stava seriamente per perdere la pazienza: Katsumu non stava un attimo fermo, aveva già rischiato di infilare delle forbici in una presa di corrente, far allagare casa con la vasca riempita fino al bordo e soprattutto buttato il suo cibo ripetutamente sul pavimento.

"Mamma! Guardami!".

Era troppo! Eppure, non appena il verdino girò la testa sbiancò: Katsumu aveva trovato uno dei guantoni di Katsuki ed era seriamente intenzionato a usarlo.

"Katsumu, no!" scattò Deku, ma il bambino non lo ascoltò e tirò via il grilletto.

Si levò una fiammata incredibile dall'interno della cucina: Deku si lanciò con tutte le sue forze per prendere il bambino e un'assordante esplosione esplose rabbiosa, nello stesso momento in cui Kacchan stava rincasando.

Ironico il destino, vero?

Quando il putiferio si dissolse un po', il biondo che si era ritrovato sbalzato contro il divano corse immediatamente in ciò che rimaneva della cucina con la paura nel cuore: si era aperta una voragine dove prima c'erano i mobili e si poteva addirittura vedere il giardino. C'era odore di gas, l'acqua stava sgorgando liberamente e c'erano detriti dappertutto oltre all'aria carica di polvere.

"Deku! Katsumu!" chiamò, temendo il peggio.

"K... Kacchan...!" arrivò la debole risposta.

Dove? Da dove?

Katsuki fu come guidato verso il frigorifero. Lo alzò con tutta la forza dell'adrenalina ritrovando Deku completamente ferito che aveva protetto Katsumu con il suo corpo. Si era arricciato letteralmente a pallina.

Il bambino piangeva per un graffio sul sopracciglio destro che sanguinava appena. E vedere quel disastro perse quel briciolo di pazienza che aveva.

"Smettila di piangere! Guarda che cosa hai fatto, moccioso!" urlò improvvisamente Katsuki, prendendo Deku tra le sue braccia.

Il verdino aveva delle ustioni sul volto e sulle braccia ma non aveva ancora perso conoscenza.

"Ha trovato uno... dei tuoi guantoni..." spiegò a fatica. "Non sono... stato attento...".

Katsuki ardeva di rabbia. Katsumu continuava a piangere e l'irritazione per tutto quel disastro cominciava a farsi sentire sul serio.

"Andiamo dai miei" decise autoritario. "Portiamo Katsumu da loro e noi due andiamo in ospedale".
 


Masaru e Mitsuki furono messi al corrente di quello che era accaduto ed erano stati ben lieti di prendersi cura del bambino veramente pentito per quello che aveva fatto.

Ora in ospedale Kacchan era accanto a Deku per capire l'entità delle ferite. Era stato già portato in un lettino di una stanza vuota e accolto amorevolmente da tante capaci infermiere che erano tutte loro fan.

"Niente che non si possa risolvere" spiegò la più giovane con i capelli aranciati. "Basterà un po' di riposo; per fortuna quelle sono ustioni poco gravi. Sarà sufficiente una guarigione accelerata per riportare tutto come prima. Anzi, la stimolazione per la rigenerazione cellulare, mi correggo!".

Deku espirò felice.

"Più che altro, mi preoccuperei per il bambino. Ha rischiato veramente molto e dobbiamo monitorarlo per evitare aborti".

I due Pro Hero si scambiarono uno sguardo scioccato prima di tornare a guardare la dottoressa come se avesse ammesso di essere la nuova All for One.

"Mi sta dicendo che sono incinto?" domandò incredulo Deku, guardando la pancia.

"Sì. Non ha avuto alcun particolare sintomo?".

Il verdino ci pensò su: a parte la sua pancia leggermente più gonfia e una certa fame nient'altro.

"A volte le gravidanze sono asintomatiche".

"Può dirci a che mese o settimana si trova Deku?" chiese poi Kacchan con un fil di voce, l’espressione sempre più radiosa.

"E' quasi alla quarta".

Izuku mal celò un sorriso, guardando con affetto Katsuki che aveva contratto il suo labbro in un'espressione raggiante. Un altro bambino! Chi lo avrebbe mai detto? Avevano temuto che quella ferita di Deku avesse contribuito a non procreare più e invece!

"Un altro piccolo miracolo" sussurrò felice il biondo, appoggiando la mano sulla pancia di suo marito...
 

"Non lo voglio il fratellino!".

Katsuki brontolò, Deku sospirò pesantemente al bimbo che si era interposto fra il divano e la tv con un'espressione rabbiosa. Puntò il ditino contro la pancia più visibile di Deku, gonfiando le guance.

"Tesoro, sai che noi ti vogliamo sempre bene" provò Deku, mettendosi seduto in una posizione eretta. Questo gli costò una fitta alla schiena, Kacchan lo guardò apprensivo. "Va tutto bene, Kacchan..." ammise con un debole sorriso.

Si era accoccolato sul petto del biondo con una coperta sul corpo a guardare un vecchio film con All Might quando Katsumu era arrivato lì con la rabbia. A primo impatto era stato un po' buffo, ricordando terribilmente un Kacchan di circa quattro anni e mezzo.

"Katsumu, piantala che sei ridicolo" bofonchiò Katsuki.

"Non lo voglio!" urlò il piccolo, iniziando a fare i capricci.

Dalle sue piccole manine iniziarono a crescere delle scoppiettanti esplosioni. Non lo avrebbe mai ammesso ma per Katsuki era sempre un'emozione vedere il suo Quirk ereditato e anche così forte.

Deku fece per alzarsi quando il biondo lo fermò: l'ultima volta che lo aveva preso in braccio per calmarlo, Katsumu gli aveva mollato una ginocchiata alla pancia e per fortuna non era accaduto nulla.

"Voglio mamma, non te!" esclamò il bambino, schiaffeggiando la mano di suo padre.

"Katsumu, per favore. Sii bravo" pregò Deku.

"Smettila di usare il tuo Quirk, potresti incendiare qualcosa!" rimproverò Kacchan, le cui sopracciglia erano aggrottate e la pazienza stava scemando.

Al verdino, invece, stava seriamente venendo un'emicrania per tutto quel trambusto e il bambino che calciava nella sua pancia non aiutava. A cinque mesi era tutto così complicato!

"Mamma, devi voler bene solo me!".

"Oi, che stai dicendo? Certo che ti vogliamo bene! Chi ti mette queste idee del cavolo in testa?!" ruggì Kacchan, accovacciandosi per essere più o meno all'altezza del bambino che piangeva.

"Lo so e basta!".

Il biondo lo prese comunque in braccio, cercando di calmarlo e di portarlo verso Deku che stava accarezzandosi il pancione nel tentativo di lenire emicrania e calci, senza troppo successo.

"Guarda, il tuo fratellino è qui e tra un po' potrai incontrarlo. Non essere cattivo, dovresti proteggerlo, volergli bene" spiegò Katsuki, toccando la pancia di Deku.

Katsumu nascose il viso nel suo collo, singhiozzando.

Izuku era sempre più stanco e per quanto volesse urlare e liberarsi di quella maledetta oppressione al centro del petto non voleva essere cattivo per suo figlio, dopotutto Katsumu si sentiva messo da parte.

"Vieni qui, tesoro" provò, raccogliendolo tra le sue braccia.

Il bimbo gli si strinse al collo, singhiozzando disperatamente. Deku gli baciò i capelli, accarezzandoglieli sulla nuca, guardando Kacchan che non sapeva cosa dire.

Sarebbe stato ancor più complicato, se lo sentivano...
 

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Capitolo 4
*** Iyumu Bakugo ***


Angolo della Quirkless

Buonasera, Pro e Top Hero! Aggiorno la mia fiction con questo quarto capitolo breve. Dopo vi saranno altri due capitoli e la storia si concluderà. Enjoy!




Iyumu era una bambina dolcissima, la copia a carbone di Izuku, ma con gli occhi rubino luminosissimi come quelli di Kacchan. I suoi capelli erano leggermente mossi, con una bellissima sfumatura bionda alla base.

Erano stati convinti di un maschietto fino alla fine ma quando era venuta al mondo, il diciannove luglio alle tre del mattino, erano stati ancor più felici.

A differenza della prima gravidanza, Deku aveva dovuto riposare fino alla fine ma ne era valsa la pena: quel bellissimo bocciolo era incantevole e perfino Kacchan non si era risparmiato fra lacrime e una gioia incontenibile.

Non proprio da lui, in effetti.

Tuttavia, subito dopo aver visto la sorellina, Katsumu era diventato ancor più cattivo, facendo dispetti e capricci a più non posso e più volte Kacchan era stato quasi sul punto di mollargli un paio di schiaffi sul sedere.

Si era fermamente convinto che la piccola Iyumu gli aveva rubato l'amore dei genitori e questo non poteva accettarlo.

"Mamma, io voglio il tuo latte! Lei no!" esclamò un pomeriggio di agosto, vedendo Deku seduto sul divano ad allattare la piccola.

"Katsumu, non iniziare. Lo sai che la tua sorellina ne ha bisogno" sospirò Deku, sorridendo al faccino curioso di sua figlia. "Guarda com'è carina. Perché non cerchi di interagire con lei?".

"No!" bofonchiò il bambino, stringendosi al petto il nuovo pupazzo di Hawks. Rimase a guardare Mamma Deku di sottecchi per poi lanciarli con tutte le forze. "Basta, mamma!" gridò.

Il mini-Hawks di pezza colpì Iyumu su una manina, facendola scoppiare a piangere. A questo punto Izuku fu talmente spazientito che senza pensarci si alzò con la bimba ancora in braccio per mollare uno schiaffo sul volto di Katsumu.

"Ora basta! Colpire tua sorella! Katsumu non ti riconosco più! Smettila con questa inutile gelosia! Lei ormai è qui, che ti piaccia o no!" scattò.

Il bambino si portò la manina alla guancia colpita, guardandolo con un'espressione scioccata che gradualmente sfumò in una addolorata e terrorizzata, per poi scoppiare a piangere.

"Sei cattiva, mamma!" urlò disperatamente.

Ora c'erano ben due forti pianti da dover zittire. Iyumu si era spaventata ma almeno la manina non era stata ferita, Katsumu, invece, era tradito. 

In quel preciso istante, Katsuki rientrò dal consueto lavoro.

“Sono a casa” disse.

Tuttavia, il sorriso gli morì sentendo quel trambusto. Si tolse velocemente le scarpe, marciando dritto in salotto dove trovò Deku con una mano sul viso fiammeggiante che tremava, Iyumu che piangeva, agitandosi nella piegatura del suo braccio e Katsumu che si era seduto in terra a urlare tra le lacrime.

"Che sta succedendo qui?".

"Papà!" scattò il bambino, aggrappandosi alla sua gamba. Fu preso in braccio abbastanza rapidamente. "Mamma mi ha picchiato! Mi ha dato uno schiaffo sulla faccia!".

Katsuki sobbalzò leggermente, guardando Izuku che mal celava le lacrime per essersi reso conto di aver violato un tabù che si era prefissato insieme all'altro: mai colpire i loro figli.

"Che cosa hai fatto?" chiese impaziente a Katsumu che ancora singhiozzava. Il bimbo non rispose, mordicchiandosi le labbra. "Katsumu Bakugo: che cosa hai fatto a tua sorella?" ripeté con più fermezza.

"Niente" pigolò il bambino, incapace di trattenere le nuove lacrime.

Aveva molta paura di Katsuki quando era calmo ed agghiacciante, come la quiete prima della tempesta. 

"Non posso credere che niente abbia fatto piangere tua sorella e tua madre!" scattò il biondo. "Che cosa hai fatto?".

"Le ho tirato il pupazzo addosso!" ammise il bambino, tremando.

"Le hai fatto male?!" ruggì Katsuki, mettendolo immediatamente in terra. Si avvicinò prontamente alla bambina, facendole una carezza ai capelli. Quando notò la macchia rosata sul pugnetto si incupì. "Fallo di nuovo e quel giocattolo lo farò esplodere!" intimò.

"No! Hawks è mio!" urlò il bambino, cercando di prenderlo visto che era finito ai piedi del divano.

Tuttavia Katsuki fu più rapido e glielo raccolse, tenendolo stretto nella mano destra. Il piccolo era ancor più spaventato di prima. Sapeva che suo padre non diceva tanto per dire, era più tosto di sua madre.

"Lo farai ancora?".

"N... no..." borbottò il piccolo, chinando la testa. Kacchan sospirò e glielo riconsegnò. Ottenuto il suo migliore amico, se lo strinse al petto di nuovo piangendo. "Neanche tu mi vuoi bene, papà".

Katsuki divenne stupito, anzi, colpito da quelle parole tanto rassegnate. Cercò di raggiungere la chioma bionda per accarezzarla ma Katsumu corse dritto nella sua cameretta, sbattendo la porta.

Sospirò, Kacchan.

Suo figlio stava diventando sempre più problematico, purtroppo. 

Concentrò la sua attenzione su Deku che non aveva detto neppure una parola. La piccolina si era addormentata, sazia ma anche felice di aver visto Katsuki. 

"Oi..." chiamò dolcemente, alzandogli il viso.

Deku aveva gli occhi rossi di pianto e le lacrime rapprese sulle guance. Era distrutto, continuava a rivedere se stesso colpire il suo bambino e urlargli quelle cose terribili. 

"Kacchan... sono un mostro... ho fatto una cosa orrenda..." sussurrò, appoggiando la fronte contro quel muscoloso petto.

Il biondo espirò pesantemente, abbracciando sia lui sia Iyumu che aveva mosso un piedino nel suo primitivo mondo dei sogni. 

"No, Deku. Katsumu ha fatto una cosa sbagliata ed è stato giusto punirlo".

"Ma, Kacchan... non hai visto come sono scattato! Io ho visto il pupazzo colpire Iyumu e ho perso il controllo" gemette il verdino, guardando di riflesso la bambina. "A volte ho paura, penso che questa principessina non sarebbe mai dovuta arrivare. E sono egoista perché non si rifiuta mai un dono così e-".

Le labbra di Katsuki lo interruppero. 

Ogni volta era sempre come il primo bacio negli spogliatoi della U.A, magico e incredibile, da brividi, capace di zittire qualunque dubbio, paura, pianto, rissa. Ogni singola emozione veniva freddata, ma il cuore batteva intenso nel petto.

Kacchan era sempre rude nei baci, famelico, capace di far danzare la lingua a ritmo delle emozioni più profonde ma questa volta era stato dolce, lungo, come un tentativo silenzioso di rincuorare.

Si staccarono, Izuku si era perso nei rubini splendenti di suo marito e quest'ultimo, con un dolce sorriso, gli aveva cancellato le ultime lacrime dalle guance lentigginose. 

"Sei più bello con un sorriso" gli sussurrò, guardando poi la piccola.

Deku gliela porse delicatamente, crollando stanco e spossato sul divano con una mano sulla fronte. Sentiva le emozioni cozzare dentro di lui e il suo corpo non reagire molto bene.

"Sei pallido" constatò il biondo, mettendogli una mano in fronte. 

Era bellissimo Kacchan con Iyumu in braccio, era terribilmente virile, uno sguardo fra il serio ma anche il perdutamente innamorato, il chiaro istinto di protezione da come la teneva gentilmente appoggiata al petto e nella piegatura del braccio.

Izuku si sarebbe potuto sciogliere di fronte a tutta quella mascolinità.

"Non sei caldo. Forse solo stanco" sentenziò, ritirando la mano.

"Sto bene, Kacchan. Per ora vorrei solo andare a vedere Katsumu" ammise con un tono molto più triste, stringendo i pugni sulle gambe magre.

"Se non accetta Iyumu la vedo difficile. Quel bambino è molto testardo".

A malincuore e con un sorriso, Izuku concordò, alzandosi per appoggiare la guancia contro la schiena di Kacchan e avvolgere le braccia intorno ai suoi fianchi scolpiti.

Sperava solo che il suo bambino lo avrebbe perdonato...

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Capitolo 5
*** Promessa Indistruttibile! ***


Angolo della Quirkless

Buonasera! Siamo al penultimo capitolo, ormai, che peccato! Ma anche che bello saper di portare una storia verso la fine, ci devo prendere l'abitudine! Allora, detto ciò: Enjoy!





Iyumu piangeva tenendo la mano di suo fratello.

Il suo pupazzetto dalle sembianze di DynaMight era stato letteralmente carbonizzato.

Izuku e Katsuki erano stati chiamati in una missione speciale con Shoto e i due bambini erano stati affidati a Inko, Masaru e Mitsuki, i tre nonni orgogliosi.

Tuttavia mentre i due si erano messi a giocare nel recinto di sabbia in mezzo al parco giochi, i tre adulti si erano momentaneamente allontanati di qualche decina di metri per poter comprare dei gelati.

Iyumu aveva iniziato a giocare con la sabbia e il suo inseparabile "Mighty-chan", il pupazzo di DynaMight quando una fiammata lo aveva carbonizzato, facendola rimanere a tal punto male da scoppiare a piangere.

Katsumu si era sentito ribollire il sangue a una grassa risata e i palmi delle mani quasi appiccicarsi di sudore.

"Come ti sei permesso?" scattò il bambino, dinanzi alla sua sorellina di anni quattro.

"Guarda che ti faccio fare la stessa fine di quello schifoso pupazzo, hai capito?" sogghignò un bulletto delle medie, con gli occhi fluorescenti, ali a pipistrello nere e una piccola coda da lucertola rossa. “DynaMight è solo un pallone gonfiato ed io lo odio!”.

“Come ti permetti di offendere il mio papà, idiota?!” ringhiò Katsumu, feroce.

"Onii-chan!" piagnucolò la piccola.

"Non ti preoccupare! Il tuo fratellone gliela farà pagare!" sogghignò poi Katsumu di anni otto e mezzo. "Però dovresti anche tu usare il tuo Quirk! Quest’idiota la deve pagare!".

"Mamma ha detto che è meglio di no!" obiettò la bambina, tirando su il suo naso.

"Ma sei fortissima! Puoi stenderlo anche tu!" rincuorò il bambino.

Improvvisamente la piccina smise di piangere e sebbene fosse terribilmente spaventata si strofinò le lacrime alzando i pugnetti.

veva scoperto di avere la super forza quando Katsumu, giocando a pallone, aveva rischiato di essere schiacciato dall'armadio della loro cameretta.

Iyumu aveva mollato un pugno così forte che la forza d'urto lo aveva letteralmente schiacciato in posizione verticale contro il muro. Quand'erano accorsi, Deku e Katsuki erano rimasti scioccati di vedere un'anta completamente incassata e il legname spaccato.

Kacchan aveva guardato male Katsumu ma quest'ultimo aveva indicato la sorellina a bocca aperta, che si era a messa a ridere entusiasta del suo Quirk nascente. Deku aveva pensato che un po' dell'One for All le fosse stato trasmesso durante la gravidanza.

"Che sta succedendo qui?!".

Quella voce preoccupata... i due bambini smisero di fissare il bulletto per concentrarsi sulla figura muscolosa che era appena comparsa.

"Zio Eijiro!" esclamarono felici, abbracciandogli le gambe.

"Ciao, piccoli!" cinguettò il rosso, prendendoli in braccio e portandoseli seduti sulle spalle forti. "Mamma e papà? Ancora in missione?".

"Sì. Ci sono i nonni a comprare il gelato" spiegò Katsumu, puntando il dito verso il bambino che aveva perso il ghigno. "Zio Eijiro, quello stupido ha bruciato il pupazzo di mia sorella!".

Kirishima aggrottò le sopracciglia, avvicinandosi al piccolo teppista. Si finse arrabbiato, alzò una mano pronto a colpirlo e l'altro chiuse gli occhi, tremando.

"Mi dispiace! Era solo uno scherzo!" urlò.

Sentì un debole tocco sulla testa: curioso quando dischiuse le palpebre vide Red Riot accovacciato sulle gambe, che gli sorrideva e gli stava accarezzando i capelli neri con fare paterno.

"Sei un futuro Hero, non è bello bullizzare chi è più piccolo di te. Dovresti chiedere scusa".

Il ragazzino fissò Iyumu e poi quel che rimaneva del pupazzo. Oh, era stato veramente molto cattivo! Non era una bella azione, non era stato molto Hero.

"Se hai capito, va bene. Non farlo più" sorrise Eijiro, rialzandosi in piedi.

Il ragazzino si inchinò rispettosamente dinanzi ai due piccoli Bakugo.

"Mi dispiace per averti distrutto il pupazzo. Non lo farò più!" e detto questo scappò via, tuttavia felice per aver incontrato un Pro Hero fantastico.

Katsumu però era arrabbiato.

Pensava che zio Eijiro avrebbe dato una bella lezione a quel piccolo idiota invece no. Sbuffò, mettendo il broncio, poi scendendo da quelle comode spalle.

"Andiamo a comprare un pupazzo nuovo, va bene, Iyumu?" sorrise poco dopo Eijiro, alzando la bambina sotto le ascelle e facendola ridere.

"Sì, zio Eijiro!" cinguettò radiosa.

Katsumu sorrise, notando con la coda dell'occhio che i nonni stavano tornando e sembravano pure affannati.

"Abbiamo trovato la fila, scusate!" commentò dispiaciuta nonna Inko.

Con l'età si era fatta meno robusta, tornando quasi al periodo in cui era una mamma magra con un bambino piccolo senza Quirk.

"Oh, Kirishima-kun! Cosa ci fai da queste parti?" salutò Masaru, porgendogli la mano.

"Salve, signori Bakugo" salutò. "Signora Midoriya" passò all'altra che arrossì un po' a tale galanteria. "Avevo portato Denki, Moroha e Moruko a fare una passeggiata al parco".

Le gemelle erano le figlie dei due Pro Hero, avevano la stessa età di Katsumu.

"Iyumu, che cosa è successo al tuo pupazzo?" domandò apprensiva Inko, notando il cumulo di cenere in mezzo alla sabbia.

Red Riot iniziò a spiegare, sebbene Katsumu si intromise asserendo che se fosse stato per lui l'avrebbe fatto esplodere. Mitsuki contrasse l'angolo della bocca in un mezzo sorrisetto: quel bambino era la copia spudorata di suo figlio Katsuki quando aveva la stessa età.

Era anche molto felice che con il tempo avesse accettato sua sorella, mostrandosi attaccato e anche molto protettivo...
 

"Mamma, papà, quando tornate?".

Iyumu era triste guardando i suoi genitori nella videochiamata del tablet. Aveva un nuovo pupazzo che gli aveva poi comprato nonna Inko prima di tornare a casa ma non le bastava.

Katsumu era altrettanto triste, seduto accanto a lei.

"Torneremo presto. Katsumu, fai il bravo e proteggi tua sorella. Iyumu, mangia tutte le verdure e anche tu, fai la brava".

La bambina annuì appena alle parole di Deku.

"Papà, avevi promesso che sareste tornati domani" sbuffò Katsumu.

"Lo so. Però la missione sta richiedendo molto più tempo del previsto".

Si rabbuiò per le parole vagamente incoraggianti di Kacchan, incurante che Inko e Mitsuki si fossero affacciate sulle sedie della cucina dei nipotini per guardare i loro figli.

"Non temete, ce ne occuperemo noi" tentò di sdrammatizzare Mitsuki.

Improvvisamente la videochiamata ebbe un'interferenza. I due piccoli si aggrapparono al tablet chiamando i genitori più e più volte ma la comunicazione si stoppò risultando offline e temporaneamente non disponibile...
 


Dopo una settimana, un elicottero atterrò sul tetto dell'agenzia di Shoto, Izuku e Kacchan. Fu gettata una scaletta, mentre numerosi Pro Hero attendevano che scendessero finalmente i paladini che avevano sventato un terribile piano di commercializzazione di una droga capace di uccidere con un semplice puntamento laser in una parte vitale del corpo. Non era stato facile ma ce l'avevano fatta.

Nelle strade si riversavano un'infinità di media e giornalisti con tanto di telecamere per molti famosi notiziari del Giappone.
La prima figura a scendere fu Shoto, con un braccio avvolto in alcune bende, leggermente sporco di sangue, il costume da Hero completamente a brandelli e numerose ferite minori come graffi sulla schiena.

I suoi pettorali scolpiti erano ricoperti da escoriazioni e sporcizia.

Il secondo fu Katsuki, un occhio chiuso e ricoperto da sangue rappreso da una ferita profonda sul sopracciglio sinistro, la faccia tumefatta e un panno imbrattato di sangue a premere contro una profonda ferita al torace che sanguinava copiosamente.

Sembrava che di lì a poco sarebbe svenuto, il suo fiato era pesante, la stanchezza a rendergli pesanti gli arti inferiori.

Il terzo fu Izuku, ricoperto di sangue, sporcizia e fuliggine. Aveva la gamba sinistra maciullata e il braccio sinistro completamente rosso, l'emorragia presente che indicava che ossa e muscoli erano completamente esplosi, come le prime volte che aveva usato l'One for All al cento per cento.

Erano tornati.

Ma non avrebbero mai potuto essere felici i due Pro Hero se non si fossero ricongiunti ai loro bambini. Una settimana e tre ore erano state troppo da sopportare e solo i Kami sapevano quante lacrime avevano versato dopo ogni videochiamata.

Un'auto blindata arrivò ai cancelli dell'Agenzia, Deku e DynaMight, salutato Shoto, entrarono e furono immediatamente scortati in ospedale per curare le ferite.

Non si aspettarono di trovare Mitsuki, Masaru e Inko proprio lì alle porte dell’ospedale, con Katsumu e Iyumu felici.

In quel momento tutte le emozioni che avevano represso, come la paura, il tormento, la collera e la disperazione traboccarono aggressivamente.

Katsuki appena vide i suoi adorati figli in braccio ai suoi genitori, mentre i dottori spingevano la sua barella verso la sala operatoria, si lasciò andare a un pianto con un sorriso estremamente triste.

Gli erano mancati maledettamente. Aveva temuto che quella battaglia lo avrebbe ucciso, non potendo più far ritorno a casa. Quand'era stato colpito dal Villain con un Quirk di potenziamento osseo che ricopriva l'intero corpo da uno strato cartilagineo simile a una corazza impenetrabile, aveva visto la sua intera vita passargli dinanzi agli occhi.

E aveva avuto veramente paura.

"Papà! Mamma!" singhiozzò Iyumu, vedendoli in quello stato.

Izuku alzò debolmente una mano ma le forze lo abbandonarono ancor prima di una carezza sui visini tristi e bagnati di lacrime dei loro bimbi. Voleva disperatamente stringerli al petto, inspirare il loro profumo, sentire le loro voci, percepire i loro cuoricini e le loro manine accarezzarlo tutto.

Il suo corpo, la sua vita... gli avevano remato contro.

La mano cadde mollemente sulla barella, per grande sgomento dei dottori che iniziarono immediatamente a pompargli ossigeno attraverso la mascherina dell'ossigeno.

"D... De... ku...!" chiamò a fatica Katsuki.
 

Non osare morire, hai capito, Izuku?
 

Kacchan era troppo debole per muoversi anche solo di un millimetro dalla barella che ora procedeva dietro a quella di Izuku che non stava respirando.
 

Deku, non mi lasciare! Hai promesso che avremmo cresciuto i nostri bambini insieme! Ti prego, Kami, Dio... qualunque entità, non fatelo morire! Prendete me al suo posto!
 

"Codice rosso!" urlò uno dei medici improvvisamente.

I battiti erano in rapida calata, Deku stava scolorendosi in volto, passando dal roseo al candido cianotico. Le sue labbra, le dita, le palpebre cominciavano ad assumere un'inquietante sfumatura bluastra.

Il suo petto non si alzava né abbassava più.

Forse veramente non ce l'aveva fatta?

"I... IZUKU!" chiamò disperatamente il biondo...
 

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Capitolo 6
*** Combattete per il Futuro, Pro Hero! ***


Angolo della Quirkess

Ma sì, un capitolo finale e poi anche l'epilogo. Mi piace cambiare le cose, mi viene naturale. Ma basta chiacchiere: Enjoy!!




Izuku si premette la mano sulle labbra, con in mano un test di gravidanza negativo. Erano passati almeno tre anni dall'ultima volta che aveva veramente rischiato di morire sotto gli occhi dei suoi figli per una costola che gli aveva perforato un polmone. Però era sopravvissuto, lo aveva promesso che non sarebbe morto per crescere i suoi figli e aveva mantenuto eroicamente la parola.

Da quella ferita dove la cicatrice ancora capeggiava sulla sua pancia, svariati dottori gli avevano detto che se avesse nuovamente procreato avrebbe rischiato di avere aborti.

Portò la mano allo stomaco, poi guardò il suo riflesso.

A trentadue anni poteva dire di voler un bambino dentro di lui se fosse stato incinto?

Guardò nuovamente il test nella sua mano destra, era negativo. Eppure non capiva perché si sentiva veramente diverso. I suoi occhi ricaddero sugli altri quattro che aveva fatto qualche ora fa: erano tutti negativi.

Non sapeva cosa dire.

Katsumu era un fiero bambino di undici anni, Iyumu invece aveva compiuto l'altra sera i suoi sette anni. Perché si sentiva come in bilico?

Non era incinto ma se lo fosse stato avrebbe veramente voluto un altro figlio a distanza di anni, ormai? Aveva l'impressione di essere veramente con un feto nello stomaco, ma allora perché i test erano negativi?

Ora il nervosismo cominciava a divorarlo. Si passò una mano sul viso, pizzicandosi il divario tra gli occhi. Emise un respiro pesante, deglutendo.

Si mise di profilo, alzandosi la larga felpa nera che indossava e guardò attentamente: si vedeva proprio che il suo ventre era più rotondo, c'era quel gonfiore a tradirlo che rendeva il suo addome decisamente visibile.

Deku fece scorrere le dita da sotto lo sterno lungo la curva dello stomaco, fermandosi all'elastico della sua tuta grigia. Sembrava veramente gravido.

Possibile? Forse era solo ingrassato.

No. Si pesava tutte le mattine, una routine che aveva preso da quando All Might lo aveva sottoposto all'American Dream per preparare il suo corpo a supportare l'One for All. Era dimagrito perché con tutto quel lavoro riusciva a mangiare appena un pasto al giorno.

Forse erano solo gas? Qualche problema intestinale? Bloating da mala digestione?

Strano che Katsuki non gli avesse fatto notare questo suo lievitare. Forse anche lui era solo stanco del lavoro che cominciava ad essere veramente troppo da gestire.

Ultimamente una nuova società di Villain aveva fatto il suo debutto con un video in cui asserivano che avevano tra le mani un potente gas che se sprigionato nell'atmosfera poteva avvelenare tutti gli Omega, impedendo loro di procreare.
E lui, in quanto tale, non poteva affatto permetterlo.

Improvvisamente il suo cellulare vibrò: era un messaggio di Shoto con una posizione. Era proprio a Hosu, dove anni fa aveva sconfitto con lui e Iida Stain lo Stermina-Eroi.

Era una richiesta d'aiuto e generalmente Shoto non era così sintetico. Oltretutto Kacchan avrebbe dovuto chiamarlo. Il suo cuore perse un attimo! Forse erano in seria difficoltà!

Doveva intervenire... doveva adempiere il suo dovere.

Katsumu e Iyumu erano a scuola e Denki sarebbe andato a prenderli, dato che anche le sue gemelle frequentavano le stesse medie si suo figlio. La piccola, ancora alle elementari, si era affezionata a Shinra, il terzogenito di Ochako e Shinso, che avevano avuto un anno prima di lui e Kacchan, la loro principessa Hitomi e un bellissimo principe dai capelli castani e gli occhi lilla di nome Ryoichi di un anno più grande di Iyumu.

Momo e Shoto avevano avuto due figli maschi: Seishiro e Shotaro. Avevano pensato anche a una bambina ma dopo tutte le missioni pericolose avevano accantonato l'idea.

Deku afferrò subito la valigetta che conteneva il suo costume da Hero dall'armadio della camera da letto e corse via; con l'One for All sarebbe stato abbastanza rapido.

Almeno lo sperava.

Mentre correva, saltando tra un edificio e l'altro e mentre ignorava che i civili gli scattassero delle foto salutandolo e augurandogli "Buona fortuna", guardò il cielo: era annuvolato e c'era vento. Sarebbero state delle ottime condizioni metereologiche per sganciare l'Okimura-X, il veleno capace di uccidere gli Omega...
 


Shoto scagliò una nuova fiammata contro la figura incappucciata di nero che continuava a schivare con una velocità incredibile. Il volto di quest'ultimo era coperto da una maschera anti-gas a becco con due fori per gli occhi scarlatti. Sembrava il becco di un tucano, di un colore grigiastro e richiami di vero oro.

Il Pro Hero lanciò un'occhiata preoccupata a Katsuki che era sfinito e si teneva il braccio sinistro dove, senza uno dei suoi guantoni protettivi non poteva più scagliare esplosioni senza sentire dolore. Il Villain era riuscito a spaccarglielo con una mossa di arti marziali, con una mano a coltello.

Sperava che Izuku fosse arrivato subito.

"Non avete alcuna speranza contro di me, Pro Hero!" sogghignò mellifluo il Villain, il cui tono sembrava proprio quello di Tomura Shigaraki, così sadico e letale.

Dal suo corpo coperto da un mantello sbucarono otto lame nere, lucenti con dei pungiglioni rossi alle estremità. A vederlo così pareva un gigantesco ragno assassino.

"Quel Quirk...!" espirò Katsuki.

Ricordava molto sia quello di Moonfish ai tempi del Campus Estivo sia quello di All for One per attivare forzatamente i Quirk di quelli che erano nel suo raggio d'azione.

"Ti ricorda qualcuno, DynaMight?" sogghignò il Villain. "Imprimi bene il mio nome, allora! Io sono il Dottor Vanni!".

"Non me frega un cazzo di come ti chiami, bastardo!" urlò il biondo, sparando un'esplosione contro il pericoloso Villain.

La mira prese ebbe un cedimento per una fitta molto dolorosa dal centro del suo palmo fino alla spalla e il colpo, per grande costernazione di Katsuki non andò a segno.

Il Villain esplose in una risata canzonatoria ed abbassò la guardia, proprio quando un lampo lo illuminò il cielo rabbuiato per un frangente e un tuono rimbombò. In quell'attimo di luce biancastra, una figura velocissima e brillante di verde piombò improvvisamente con la gamba alzata pronta a colpire.

"Manchester... SMASH!".

Il tacco in ferro colpì in pieno la testa del Villain tramortendolo al suolo in una profonda ed incredibile voragine.
Izuku Midoriya ardeva di rabbia e il suo potere traboccava di energia da rilasciare.

"S... stu... pido Number One H... Hero...!".

Deku notò un puntino luminoso attraverso le lenti della maschera del Dr. Vanni: di riflesso si voltò portando il volto al cielo e la sua paura più grande si realizzò.

"Ci hai fatto perdere tempo per mandare in orbita il congegno, non è così?!" scattò Shoto, rabbioso per essere stato giocato in questo modo.

Il Villain sorrise, nonostante avesse il cranio letteralmente spaccato. Trascinò lentamente la mano verso il suo brutto muso ancora coperto dal becco di legno e ferro, sogghignando.

"Deku, vai! Qui ci pensiamo noi!" esclamò Shoto.

"D'accordo!" rispose l'altro, caricandosi sulle gambe per spiccare un altissimo volo verso il cielo.

Aveva fiducia nei suoi compagni, ce l'avrebbero fatta sicuramente.

Un rombo nel terreno catturò l'attenzione di Katsuki: ebbe il tempo di fare un paio di salti all'indietro prima di essere quasi colpito allo stomaco da uno di quei tentacoli oscuri.

Dr. Vanni rideva, sebbene incapace di rialzarsi.

"Dobbiamo sconfiggerlo evitando gli scontri a medio e lungo raggio!" furono le parole di Shoto.

"Lo so, cazzo! Non darmi ordini!" tuonò Katsuki, scagliando proiettili esplosivi dall'altra mano che ancora aveva il suo guantone.
Shoto gli avrebbe coperto le spalle tentando di avvicinarsi: buttò un'occhiata rapida a Deku che era arrivato quasi a toccare quel congegno. Sorrise appena, potevano farcela! In fondo erano i Top Three Hero di tutto il Giappone!

"Perché stai sogghignando, Hero...?".

Shoto perse istantaneamente il sorriso di speranza sulle labbra, guardando il Dr. Vanni che aveva leggermente alzato la testa e sembrava fissarlo con un'inquietante espressione sotto quella maschera a tratti insanguinata.

"Fatti i cazzi tuoi, Villain di merda!" ruggì Katsuki.

Schivò rapidamente un affondo di quelle lame giganti, piroettando su se stesso, poi si levò in volo con un'esplosione a mò di trampolino, volando oltre l'ostacolo per raggiungere il suo obiettivo.

Anche se faceva male doveva unire le mani e sparare la più potente esplosione possibile in modo da colpire in pieno il nemico lo fece, urlando per darsi la carica giusta. Gridò al di sopra della fitta che sentì immediatamente, strinse i denti per non soccombere al dolore disumano.

"Anche se mi farete fuori... che ne sarà degli Omega?".

Un brivido di freddo corse lungo la schiena di Katsuki che aveva udito quel sibilo che sapeva di vittoria. Deku era un Omega. Un dolcissimo e stupendo Omega che gli aveva dato due meravigliosi figli!

"MUORI!" urlò, sfoderando una potentissima esplosione.

Il Dr. Vanni, tuttavia, sorrise e si lasciò investire. Aveva già capito che non avrebbe mai potuto battere i migliori Pro Hero ma tutto sommato se avesse eliminato il Number One Hero sarebbe morto più che soddisfatto.

La potente esplosione lo investì in pieno, lui non cercò affatto di sottrarsi al suo destino agro-dolce e in poco tempo il calore carbonizzò il suo corpo in un nauseante odore di carne bruciata e resina.

Se sulla terraferma Shoto e Katsuki erano riusciti a sconfiggere quel Villain infido, Izuku era arrivato al cielo verso la luminescenza verdastra.

Era un contenitore non molto grande, dalle sembianze di un prisma con una superficie trasparente che mostrava il contenuto. In quel fumo brillava ad intermittenza una luce bianca.

D'un tratto quel brillio iniziò a essere molto più cadenzato e il prisma prese a ruotare, sprigionando un calore molto intenso.
Deku non ebbe bisogno di capire che quel congegno, l'Okimura-X, sarebbe esploso. Il punto era tra quanto? E soprattutto in che raggio d'azione?

Hosu non era al sicuro, se lo sentiva nelle viscere. L'unica cosa che poteva fare era afferrare quell'affare e portarlo in un posto molto lontano. Il mare, forse.

-No! Potrei correre il rischio di contaminare l'acqua con la sostanza contenuta all'interno e avvelenare tutta Hosu!- pensò rabbioso Deku.

La caloria era immensa, il suo corpo si rifiutava di avvicinarsi.

Però non poteva tirarsi indietro.

Inalò un profondo respiro, poi espirò ad occhi chiusi. Il Quirk adatto era proprio il Black Whip, la frusta nera del quinto possessore dell'One for All.

Richiamò il suo potere più potente che mai, i suoi occhi brillanti di determinazione: spostò le mani sull'ordigno e lo racchiuse tra quelle potenti fruste nere, iniziando a scendere a gran velocità.

Il calore era talmente intenso che il suo potere sembrava letteralmente non farcela ma doveva resistere.

Quando atterrò, gettò una rapida occhiata a quel che rimaneva del Dr. Vanni poi alzò una mano fermando i due Alpha che si stavano già avvicinando.

"La bomba è stata innescata e non so quanto potrebbe avvenire l'esplosione. Devo portarla in un luogo lontano!" disse, girandosi a tre quarti.

Fu allora che con quella luminescenza ben definita Shoto notò che il costume di Deku era molto attillato sul ventre. Osservò Kacchan che si teneva il braccio ma che comunque era concentrato sulla bomba: il suo amico era incinto?

Lo avrebbero però detto quei due testoni. Izuku aveva proprio il ventre rotondo, lo riconosceva dalla mancanza di grasso su altre parti del corpo.

Notò con la coda dell'occhio che Katsuki fece scivolare gli occhi sulla pancia del marito e ritirare leggermente il collo, stranito.

"Deku..." biascicò. "Ma..." riuscì a dire, puntando un dito tremante allo stomaco.

"I test erano tutti negativi. Non so cosa sia, se riusciamo a sventare la bomba, mi farò dare una controllata" sorrise Deku.

"Lo congelerò, allora!" furono le improvvise parole di Shoto, facendo un passo avanti.

"Il calore che emana scioglierebbe anche la più spessa lastra di ghiaccio" negò Deku, dando un'occhiata alle sue fruste nere che stavano emettendo del fumo, segno che il calore stava aumentando ad un ritmo allarmante.

"In mare!" provò Katsuki. "L'acqua dovrebbe raffreddarlo, no?".

"Se esplodesse, l'acqua verrebbe istantaneamente contaminata e il Dr. Vanni avrebbe automaticamente vinto" spiegò cupo Deku. "L'unica soluzione che mi viene in mente è andare in un posto abbastanza lontano".

"Anche con la tua velocità non riusciresti a farcela. Non sappiamo se questa bomba abbia un timer effettivo, inoltre non conosciamo la pericolosità delle sue radiazioni" rivelò Shoto, espirando uno sbuffo gelato dalle labbra.

Deku socchiuse gli occhi: non ci aveva pensato.

E allora? Cosa? Cosa fare?

Poi gli venne in mente un'idea.

"Sputa il rospo, Deku!" esclamò immediatamente Katsuki vedendolo un po' sobbalzare, stupito.

"Sì, ma non sono sicuro che possa funzionare".

"Non siamo mai stati sicuri dei nostri piani eppure abbiamo sempre svolto un ottimo lavoro" sorrise Shoto.

Deku si ritrovò a imitarlo, improvvisamente rinvigorito dal potere di un’amicizia sincera.

"Vi spiego il piano".
 


Avevano trovato una zona priva di palazzi, molto in periferia di Hosu, ben distante dal mare. Lì, in mezzo a terra e erba incolti potevano far funzionare l'idea di Deku.

Il verdino aveva la bomba ancora stretta nel Black Whip, Katsuki era posizionato a circa sei metri da lui, a nord, Shoto a sud.

Quando avrebbe lasciato la bomba, Katsuki l'avrebbe fatta volare in cielo con un'esplosione, Shoto avrebbe innalzato un turbine di fiamme riscaldando l'aria circostante e poi congelato con un potente pilone di ghiaccio, per poter dissolvere il gas tossico con l’alta temperatura e una molto bassa.

Deku con un potente Texas Smash avrebbe impresso un potente pugno cosicché la potenza dell'energia cinetica e lo spostamento dell'aria avrebbero impedito all'esplosione di ampliarsi troppo.

Farla esplodere nel cielo sarebbe stato come contaminare per sempre l'aria.

No. Ce l'avrebbero fatta sicuramente!

Deku fece un cenno a Katsuki e poi a Shoto, inspirò attento e lasciò andare la bomba, spostandosi subito verso l'alto con un potentissimo salto.

Immediatamente, prima che potesse toccar il terreno, Kacchan scagliò una potentissima esplosione.

"Kacchan!" esclamò preoccupato Deku, dall'alto.

Lo vide stringersi il braccio e crollare sulle ginocchia, ansimando.

"S... sto bene!" articolò a fatica. "Vai, Bastardo a Metà!".

Shoto non se lo fece ripetere: sprigionò un violentissimo turbine di fuoco, controllandone la direzione con dei movimenti circolari delle braccia. In poco tempo, l'ammasso di fiamme scarlatte iniziò a roteare come un vero turbine.

"Sta per esplodere!" urlò Deku.

Il congegno era diventato improvvisamente rosso e il prisma si stava incrinando. Era il momento di agire! Shoto batté il piede sul suolo, un'enorme colonna di ghiaccio serpeggiò intorno al turbine, come una muraglia cilindrica.

Con la seconda ondata di ghiaccio andò a creare una sorte di cupola per contenere in qualche modo l'esplosione.

Improvvisamente videro il ghiaccio emettere fumo, ammantarsi di un sottile strato d'acqua e le fiamme all'interno tribolare con fervore. Il lato superiore della cupola si incrinò rumorosamente, del fumo verdastro e scarlatto ne uscì.

La muraglia ghiacciata si illuminò improvvisamente di rosso.

"DEKU!" urlò Kacchan.

"Texas... SMASH!".

Deku scagliò il colpo con tutte le energie possibili: Kacchan lo seguì scagliando esplosioni a raffica per distruggere parte del ghiaccio e cercare di creare un impatto contro quella potenza, come delle piccole meteore.

Shoto scagliò di nuovo una fiammata, poi strati su strati di ghiaccio, inglobando sotto le fiamme e il ghiaccio quel gas mortale per gli Omega.

Diedero foga a tutte le energie fino a quando non ci fu una tremenda esplosione.

Shoto innanzò immediatamente quattro strati spessi di ghiaccio, Deku urlò qualcosa, di nuovo usò l'One for All per piombare più vicino all'esplosione e contenere le radiazioni con un muro d'energia e aria.

Si sarebbe sacrificato.

Per il bene superiore.

"Carolina... SMASH!" urlò, scagliando un altro potentissimo pugno.

L'impatto strappò l'intera manica, le lacrime lasciarono i suoi occhi, l'arto che iniziava a diventare rosso. Aveva veramente portato il suo corpo allo stremo, se lo era fratturato! Faceva male, ma doveva resistere.

Improvvisamente vi fu un'implosione, poi una luce bianchissima per otto secondi.
 


Shoto dischiuse gli occhi, guardandosi intorno: si era riparato sotto a una sorte di igloo di ghiaccio e non era da solo: Katsuki era riverso su un fianco svenuto a pochissima distanza da lui.

Il suo braccio era indolenzito e ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio: aveva usato troppo il suo mezzo Ghiaccio. Bilanciò il calore del suo corpo con una fiammata e sciolse anche la cupola dell'igloo, venendo accolto da una pioggia battente.

Si rimise in piedi, ondeggiando un po', guardandosi intorno. Il suo ghiaccio aveva resistito nonostante tutte le crepe e le pozze d'acqua nel terreno, il fuoco si era estinto.

Scavalcò la base dell'igloo camminando un po' intorno. L'impatto aveva scavato una profonda voragine e il ghiaccio che stava sciogliendosi sotto la pioggia stava riempendo d'acqua.

Erano riusciti veramente a farcela?

Un improvviso pensiero lo fece bloccare: ne mancava uno! Dov'era...

"MIDORIYA!" chiamò spaventato.

Prese a correre in tondo, cercando di non inciampare nel terreno fangoso o lastre del suo ghiaccio.

"Todoroki-kun".

Si fermò a quel suono così ovattato. Vide Deku appoggiato di schiena contro la colonna di ghiaccio tenendosi il braccio inutilizzabile. Aveva il volto stremato e arrossato ma almeno era in piedi.

Era vivo.

Shoto sentì un mix di emozioni trapelargli nel petto e anche se non lo avrebbe mai voluto fare, corse verso di lui, non trattenendo le lacrime.

"Midoriya!" esclamò sollevato di vederlo.

"Ce l'abbiamo fatta" sorrise Deku, rimettendosi a fatica in una posizione eretta. "Abbiamo contenuto l'esplosione, le radiazioni sono state letteralmente disintegrate dalle tue fiamme e il mio One for All".

Shoto lo vide ondeggiare un po', cadendo contro il suo petto. Gli afferrò delicatamente le spalle, poi lo prese in braccio in stile sposa.

"Bakugo non ne sarà felice" commentò con un sorrisino.

Deku espirò felice.

Alzò il volto al cielo, lasciandosi bagnare. Era piacevole quel rumore che sovrastava tutto, perfino la paura provata nel cuore. Shoto era delicato anche quando camminava e lui poteva prendersi qualche istante per riprendersi.

"OI! Bastardo a Metà, che cazzo stai facendo?!" urlò dall'igloo, nonostante fosse seduto in terra con l'arto ferito.

Si era svegliato, ma quando?

Abbastanza vicini, Shoto rimise con i piedi in terra Deku e sospirò.

"Certo che sei rumoroso come sempre, Bakugo".

"Ah? Vuoi che ti faccio saltare in aria?!".

"Kacchan, per favore. Abbiamo appena impedito a un disastro di proporzioni giganti di mietere vittime, dovremmo festeggiare" provò Deku, porgendogli la mano.

L'altro si rialzò, tirandolo per quel polso in un abbraccio famelico.

"Vuoi sempre fare l'egoista. Tutto da solo..." sussurrò nel suo orecchio, baciandogli poi le labbra.

Eppure Shoto non riusciva a capacitarsi di quanto quel gonfiore alla pancia dell'amico lo impensierisse. Sembrava veramente incinto. Lui che aveva visto per ben due volte Momo in stato interessante sapeva queste cose.

"Torniamo in agenzia. Qui abbiamo finito" disse, preferendo non immischiarsi.

"Era ora che finisse questa storia!" sbuffò Katsuki.

Deku era felice. Tuttavia al primo passo che compì un sordo dolore alle viscere lo fece trasalire e crollare in ginocchio.

Non riuscì a impedire un gemito di sfuggirgli dalle labbra.

"Deku!" chiamò spaventatissimo Katsuki, inginocchiandoglisi al fianco.

"Midoriya! Che succede?" intervenne spaventato anche Shoto.

"Non lo so!.. Lo stomaco... mi fa molto male!" gemette.

Katsuki lo fece distendere immediatamente in terra, non riuscendo a capire. Appoggiò la mano sul gonfiore, accarezzando distrattamente.

"Bakugo!" esclamò d'un tratto Shoto.

"Che cazzo vu-". Le parole gli morirono nell'esatto momento in cui vide che stava sbocciando, nella zona intima di Deku, una macchia di sangue. "P... perché sta sanguinando da...?".

"Non è che..?" provò Shoto.

Un faro accecante li investì, Shoto alzò un braccio per proteggersi gli occhi. Intravide un elicottero nero con uno stemma aranciato che richiamava le fiamme che conosceva molto bene.

Endeavor. Il precedente Number One Hero era venuto a salvarli!

"Shoto!" chiamò, gettando una scaletta.

Lo ignorò come sempre, inginocchiandosi dinanzi a Deku per offrirgli la schiena. "Bakugo, metti Midoriya sulle mie spalle e sbrighiamoci ad andare in ospedale".

"Sei fuori! Lo porterò io!" protestò animatamente il biondo.

"E come pensi di fare con quel braccio ferito? Non perdiamo tempo, fai come ti ho detto!".

"Non darmi ord-".

Deku gridò di nuovo, contorcendosi con le mani allo stomaco, rotolando su di un fianco. Il dolore era troppo. Katsuki ingoiò l'orgoglio e fece quanto detto da Shoto.

Salirono sull'elicottero, lasciandosi alle spalle quel campo di battaglia...
 

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Capitolo 7
*** Epilogo - Futuro Radioso! ***


Angolo della Quirkless

Fa sempre una certa tristezza concludere una storia, anche se io già avevo il "The End". Quando si pubblica si ha quel piacere di avere un appuntamento con i propri lettori e questo è come una sorte di trofeo per chi scrive. Enjoy!
Ovviamente non smetterò di scrivere! Grazie di tutto!




"Deku?".

Al suono della voce di Katsuki, si riprese, scattando fuori dai suoi pensieri. Era passata una settimana, era ancora in ospedale ma era completamente confuso.

Kacchan entrò nella sua stanza, con un mazzo di rose bianche che appoggiò in un vaso sul comodino accanto al letto. Lui era guarito, aveva il braccio avvolto in uno spesso strato di bende e la caviglia necessitava ancora riposo.

Cosa che il biondo non avrebbe mai fatto, continuando a zoppicare senza usare le stampelle. Lo avrebbero reso debole e patetico, secondo il suo pensiero.

"Sono qui" gli sussurrò, passandogli una mano nei morbidi capelli smeraldo e baciandogli la fronte.

Deku chiuse gli occhi, le lacrime rotolarono lungo le gote pallidissime. Sullo zigomo destro aveva un cerotto bianco, il braccio ferito era stato ingessato ma non era per quello che stava talmente male da non aver mangiato nulla in circa cinque giorni e neanche emesso un solo suono dalla bocca.

Continuava a pensare che era stato uno stupido e aveva pagato nel peggior modo possibile le sue azioni. Avrebbe dovuto capirlo. Avrebbe dovuto rifletterci.

Katsuki gli prese il volto tra le mani, cercando di baciarlo. Le labbra che premevano sapevano di tristezza, un sapore così estraneo a quello che erano soliti provare.

"Pensa a guarire" mormorò Katsuki, stringendolo in un abbraccio.

Deku si sentì pervadere da un pianto silenzioso.

Anche Katsuki stava male, rabbioso con se stesso per non essersi accorto che qualcosa era diverso nel suo compagno di vita, troppo inghiottito dal suo lavoro di Pro Hero.

Continuava a deglutire, cercando di non piangere.

Quando erano arrivati in ospedale, i dottori che si erano presi cura di Deku avevano immediatamente capito e solo quando Katsuki aveva visto una dottoressa fare un'ecografia urgente al suo compagno si era reso conto di una cosa.

"Mi dispiace tanto... Deku, DynaMight..." gemette la donna, guardando loro negli occhi. "Deku, purtroppo lei ha perso il bambino. C'è stato un aborto, in seguito all’utilizzo smodato del Quirk. L’impatto ha reciso e distrutto la placenta, come dimostra l’ecografia e letteralmente disintegrato l’utero e ovviamente il feto".

Non avrebbe potuto generare mai più bambini. Per un frangente si era sentito come se il Dr. Vanni avesse vinto: in fondo essere il Number One Hero e un Omega significava essere anche il loro Paladino.

Poi era come se tutto avesse perso ogni colore, suono, sapore.

"I test erano negativi".
Katsuki sobbalzò un po' a quell'improvvisa voce tanto rassegnata. Izuku stava guardandosi la pancia con un'enorme tristezza; era ancora un po' gonfia ma sarebbe sparita in diverse settimane.

"Sarebbe stato un altro piccolo miracolo" continuò Deku. "Ero alla decima settimana, avrei dovuto capirlo".

"I test negativi... ma com'era possibile?" mormorò Katsuki, chiudendo gli occhi. Le lacrime stavano colando sulle sue guance e non voleva né poteva fermarle.

A volte gli Omega avevano dei valori nel sangue capaci di mandare in subbuglio anche il più preciso test di gravidanza. Succedeva in determinati periodi dell’anno, un miscuglio di stress, frustrazione, ma anche emozioni svariate e un accumulo di potenza del Quirk.

"Kacchan, ci ho pensato. Ho perso il bambino perché se anche avevo considerato che potessi essere incinto non ero sicuro di volerlo tenere. E mi è stato tolto".

Izuku si aggrappò alla sua felpa nera e iniziò a urlare e a piangere, incapace di fermarsi. Il dolore era troppo da contenere.
E Kacchan lo lasciò fare lasciandosi andare a sua volta, guardando le infermiere che, accorse per quello strillo, osservarono la scena con il cuore pesante...
 

....
 

"Tu sei la figlia dei due Top Hero, vero? Allora non dovresti avere problemi a controllare il tuo Quirk!".

Moroha, figlia di Denki e Eijiro, strinse i pugni, abbassando la testa. Aveva dei capelli color corallo, ispidi come quelli di Red Riot naturalmente ribelli, corti, con le punte tendenti verso l'alto. Aveva la stessa saetta sulla ciocca sinistra di Denki e i suoi occhi onice.

Era la maggiore rispetto a Moruko, che era un'autentica forza della natura.

Il suo Quirk era molto potente, poteva crearsi una vera armatura di elettricità e controllare quella presente naturalmente come nei fulmini solo che non era abbastanza capace di esercitarlo senza incenerire qualcosa.

"Oi, chiudi il becco, pezzo di idiota!".

La ragazzina di anni tredici guardò il biondo che era appena uscito dai cancelli della scuola media con un'aria scocciata. Era Katsumu!

"Sei fortunata, il potente Bakugo è venuto a salvarti!" canzonò il ragazzo più alto, muscoloso che ricordava un intreccio fra Mezo Shoji per via dell'altezza e Mineta, per le sferiche palle nere che circondavano il suo ventre.

"Tu non sei neanche di questa scuola, vattene a casa e non rompere!".

"Non mi sono mai piaciuti i tipetti come te, idiota!" scattò il ragazzo, provando a sorprenderlo con un pugno.

"SMASH!".

Un'improvvisa folata di aria si abbatté contro la nuca del ragazzo, facendolo volare a diversi metri contro un albero del giardino dell'istituto secondario inferiore.

Katsumu sbuffò un po'.

"Ti ho detto che non devi salvarmi il culo, Iyumu".

"Ma quello era un ragazzo cattivo!" si difese l’altra, correndo verso Moroha che era rimasta stupita. "Stai bene?" chiese, prendendole le mani.

Annuì tremante. L'altra sorrise, tirandola verso Katsumu che tuttavia era contento di vedere sua sorella.

"Andiamo a mangiare il gelato?" propose felice.

Mohora annuì, lasciando andare la tensione provata. Era forte, bastava solo esercitarsi bene e poi sarebbe andata alla U.A. proprio come i suoi genitori per diventare una fortissima Hero!


 
"Hai visto come sono forti i nostri figli?".

Nessuno si era accorto di Deku e Katsuki in piedi sul tetto di un edificio che costeggiava le scuole medie. Si erano ritrovati lì per caso, approfittando di aver sbattuto in prigione un Villain che rubava gioielli. Era stato semplice batterlo: era bastata un'esplosione per impedirgli di scappare e un pugno sul grugno di maiale che aveva al posto di un viso umano.

"Non hanno più bisogno di noi" sorrise Deku, alle parole di Katsuki.

"Scherzi? Nessuno deve avvicinarsi ad Iyumu!" sbottò il biondo.

"Kacchan, ti ricordo che questa è l'età in cui si scoprono i primi amori" sospirò il verdino.

"Lascia che metta le mani addosso al primo pretendente e vedrai" sogghignò oscuramente.

Deku non rispose: aveva lo sguardo perso e il suo sorriso era sceso un po'. Erano passati circa quattro anni da quando aveva perso il bambino e ancora ci pensava di tanto in tanto.

Ricadeva in quelle emozioni tristi quando scorgeva qualche Omega gravido, vedeva o sentiva un neonato oppure guardava i suoi figli crescere e diventare i prossimi futuri Hero.

La mano di Katsuki alla guancia lo sorprese. Deku gli sorrise dolcemente, l'altro gli cancellò con il pollice due piccole lacrime e lo baciò dolcemente.

"Pensavo che sarebbe diventato un piccolo Bakugo. Il nostro piccolo Hero…" ammise il verdino, cercando un suo abbraccio che non tardò a stringerlo al petto. "… che forse lo avremmo sentito allietare casa nostra".

"Deku, resterà sempre parte di noi. E' successo. Non possiamo tornare indietro nel tempo e cambiare le cose" rispose Katsuki, facendolo rattristare. Gli alzò nuovamente il mento con la mano, cercando i suoi occhi lucidi di lacrime. "Tuttavia so che abbiamo costruito una meravigliosa famiglia e questo non cambierà mai. Abbiamo promesso che ci saremmo presi cura dei nostri figli e continueremo a farlo. Non abbiamo potere sulla morte, ma abbiamo la forza per proteggere chi amiamo".

Deku annuì sorridendo, poi lo baciò, intrecciando insieme le loro mani.

Anche attraverso i guanti che indossavano sentivano le fedi nuziali cozzare dolcemente. Le portavano sempre, non le avrebbero mai tolte.

Il sole stava già tramontando: nel cielo frizzante di novembre c'erano delle grosse nuvole scure costellate da spennellate di arancio, rosso e violaceo. Forse il loro bimbo era un angelo che li vegliava.

"Deku" chiamò dolcemente Kacchan.

L'altro gli rivolse uno sguardo innamorato.

Katsuki si sarebbe perso volentieri a guardare i suoi dettagli, il viso in parte ammorbidito dalla luce del sole che lasciava gradualmente spazio alla luna, quei lineamenti che non erano mai induriti con l'avanzare dell'età. Quegli occhi lucenti da sembrare degli smeraldi.

"Andiamo a casa".

Izuku annuì, guardando un'ultima volta il tramonto. Voleva pensare che il loro bimbo perduto era lì e sorrideva, magari con le sue stesse lentiggini e i capelli biondi di Katsuki.

Chiuse gli occhi, una folata di vento freddo gli sfiorò il viso come una carezza. Kacchan gli tirò leggermente la mano, continuando a sorridergli con amore. Sì, non aveva senso rimuginarci ancora.

Erano loro quattro insieme, felici e questo era il loro miglior traguardo.

Forse non era stato semplice prendersi cura di due bambini ma ce l'avevano fatta e li avrebbero seguiti nella loro crescita fino alla fine.

Il sole tramontò, i due Pro Hero erano ormai scomparsi e nel mentre le tenebre calavano, l'amore e la forza di un cuore puro non avrebbe mai smesso di sperare e di combattere per una giusta causa.

Perché un Hero era un coraggioso uomo al servizio del bene e per l'umanità.

Un Hero era anche un genitore che avrebbe amato incondizionatamente la propria famiglia...

 
The End
 

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