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Il viaggio in aereo era interminabile, davvero non resistevo più a stare
seduta immobile su un sedile per giunta scomodissimo,
-Oh Maggie non resisto!- esclamai
io nel vedere Legolas in una delle scene finali de
“Il ritorno del re” quando, dopo la battaglia conclusiva della trilogia, la
compagnia dell’anello si riuniva a casa Baggins.
-Jade è la tredicesima volta che vedi questo film, possibile che tu, nello stesso preciso
istante, dica sempre la stessa cosa?!?- mi domandò Maggie con un’espressione
fra l’incredulo e il divertito; Maggie era la mia vicina di appartamento nonché
mia migliore amica.
-Lo so Maggie ma non posso farci niente, Orlando è così
maledettamente sexy!-
-E’ carino-
-E’ carino? Solo carino?!? Ma
Maggie guardalo meglio; il suo sguardo, il suo sorriso e poi il suo corpo…-
dissi io piegando un po’ la testa di lato come a guardarlo meglio, per poi
passare lo sguardo sulle innumerevoli foto che avevo
attaccato all’interno del mio armadio bianco, il cui colore non si vedeva più
ormai, lo avevo totalmente tappezzato di articoli di giornale, poster e tutto
ciò che lo riguardava; avevo il suo calendario nella mia stanza e la sagoma
cartonata a grandezza naturale di Legolas…insomma,
potevate considerarmi la diciottenne sua più grande ed accanita fan in
assoluto.
-Ecco, è finito- disse alla fine
del film Maggie alzandosi dalla moquette e andando a prendere il dvd dal lettore che era poggiato sotto il televisore che
avevo decorato con tanti piccoli adesivi brillanti.
-Ma tua sorella non doveva essere
già qui?- mi chiese poi Maggie mentre andava in cucina per prendere qualcosa da
bere.
-Già sta ritardando, forse c’è stato qualche contrattempo- dissi io pensierosa guardando il mio orologio da polso;
ormai era da più di tre ore che era uscita, quando poi mi aveva assicurato che
sarebbe tornata a casa presto. Mia sorella Karla
aveva ventinove anni e lavorava come costumista, amava il suo mestiere e lo
faceva anche bene, non per niente era stata membro di
troupe in film che avevano avuto anche un discreto successo.
-Se questo progetto va in porto sorellina, la mia carriera
avrà con ogni probabilità una svolta che non puoi
nemmeno immaginare- mi aveva detto Karla prima di uscire
di casa tutta allegra ed eccitata, credeva molto in questa opportunità ed io
credevo in lei, sarebbe andato tutto per il meglio. D’altronde glielo auguravo
con tutta me stessa, amavo mia sorella più di ogni
altra cosa, era con lei che ero cresciuta da quando avevo undici anni, in
seguito all’incidente stradale in cui avevano perso la vita entrambi i miei
genitori. E fu per questo motivo che io e Karla ci trasferimmo a Londra, qui cominciammo insieme una nuova vita,
io mi iscrissi all’high school e lei continuò i suoi
studi, diventando esperta e ricercata nel suo lavoro. E ora un nuovo incarico
sembrava la aspettasse ma almeno fino a quel momento, per scaramanzia, non
aveva voluto nemmeno accennarmi di che cosa si trattasse,
sarebbe stata una sorpresa, se la cosa si sarebbe concretizzata.
Erano gli ultimi giorni di maggio e la scuola ormai agli
sgoccioli, ora c’era il college da affrontare, un grande impegno per me, ma
allora non avevo voglia di pensarci, meglio godersi l’estate che stava
arrivando, a dopo le complicazioni.
-Bloom sarà anche carino, ma io preferiscoMonaghan senza ombra di
dubbio- mi disse Maggie dopo aver bevuto la sua cola accomodandosi sul divano
del soggiorno mentre guardava compiaciuta le foto dell’hobbit
versione- naturale su una rivista abbandonata distrattamente sulla poltrona lì
accanto.
-Come osi dire una cosa del genere in mia presenza; Monaghan meglio di Bloom?!?- le dissi io sorridendo di gusto mentre le lanciavo
contro un cuscino del divano.
-Io dico quello che mi pare va bene?- mi rispose Maggie
sorridendo a sua volta scagliandomi addosso un altro
cuscino.
Ed ecco che eravamo alle solite, ma chissà per quale motivo
ogni tentativo di scambio di idee tra me e Maggie
andava sempre a finire a cuscinate…
-Basta ti prego Maggie, mi arrendo-
dissi esausta abbandonandomi sul divano dopo la nostra ennesima lotta.
Mi sorrise soddisfatta, erano poche le volte in cui riuscivo
a batterla; nonostante Maggie fosse più mingherlina di
me, era di gran lunga la più forte tra le due.
-Mi sa che devo andare ora Jade,
non ho ancora finito di studiare la biologia per domani e se Miss Parker mi coglie impreparata, a casa mia sono guai seri- mi
disse lei dopo circa un quarto d’ora.
-Ok Maggie, non ti trattengo-
-A domani Jade, ciao- mi disse
Maggie salutandomi con la mano prima di allontanarsi verso il suo appartamento
che si trovava sul mio stesso pianerottolo.
Erano passati pochi minuti da quando Maggie se ne era andata, che sentii dalla mia camera il rumore del
campanello:
-Ti serve una mano con la biologia vero Maggie?- dissi io
alzando il tono di voce mentre raggiungevo la porta di casa, in
effetti la mia amica non era quella che si dice una cima in questa
materia, e spesso la aiutavo dato che a me, invece, la biologia piaceva molto,
ma non potevo dire lo stesso della geometria purtroppo, in quel campo ero una
vera e propria frana; a differenza di Maggie, che non faceva un compito dove
non prendesse una bella A.
Ma perché Maggie non mi rispondeva?
-Maggiesei tu?-
dissi io cominciandomi ad insospettire.
-No, non sono Maggie- mi rispose una voce alquanto divertita, era la voce di un
ragazzo, ma di un ragazzo che sembrava non conoscessi.
Mi alzai sulle punte per guardare dallo spioncino, ma il
corridoio era avvolto nella penombra, riuscivo solo a distinguere la sagoma di
un ragazzo alto, moro, ma niente di più.
-Allora che fai, mi apri o no?- continuò
la voce con lo stesso tono disteso e divertito.
-Dimmi chi sei- dissi io
fermamente.
-E se non te lo volessi dire?-
-Per me puoi anche ritornare da dove sei venuto-
-Come vuoi-
Sentii il ragazzo allontanarsi piano, ma ero troppo curiosa,
accesi la luce che dava sul corridoio e aprii di colpo la porta.
Il ragazzo misterioso, accortosi di ciò che avevo fatto, si
voltò verso di me, e guardandomi mi rivolse un caloroso sorriso:
-Finalmente ti sei
decisa-
Credo di essere rimasta ferma immobile sulla porta per più
di un minuto, no, non potevo credere ai miei
occhi…quel ragazzo era ORLANDO BLOOM?!?
-Io sto sognando- mi dissi scuotendo la testa e sorridendo incredula
-Io sto sognando- mi dissi
scuotendo la testa e sorridendo incredula.
-No non stai affatto sognando, io sono
davvero qui davanti a te- disse Orlando cominciando ad avvicinarsi.
-Jade promemoria per te; andare al più presto da uno
specialista, ma da uno bravo però, perché non è tanto normale che hai delle
allucinazioni che sembrano così reali-
Orlando si chinò su di me e mi diede un affettuoso bacio
sulla guancia, guancia che diventò poi irrimediabilmente di un rosso acceso.
-Allora, questo era reale o no?-
-Decisamente reale - gli dissi io fissandolo mentre un
tumulto di emozioni si agitavano dentro di me; beh non
capita tutti i giorni di trovarsi di fronte il proprio idolo, o sbaglio?
Orlando mi sorrise ancora una volta, Dio come
era bello, poi a prima vista sembrava un ragazzo molto dolce e per
niente montato, probabilmente il successo non gli era andato alla testa, o
almeno così pareva.
-Ti chiami Jade giusto?-
-Jade Morgan-
-Piacere di averti conosciuto Jade, sei
una ragazza molto carina- mi disse Orlando porgendomi la mano.
-Il piacere è tutto mio- gli risposi
sorridendo, forse mi stava ritornando un minimo di lucidità.
In quel momento però sentii un trillo insistente; era il suo
cellulare…e che cavolo, proprio ora doveva squillare!
-Che scocciatura- sbuffò Orlando.
-Cosa c’è?-
-E’ il mio agente, devo proprio andare-
-Ah che peccato- dissi io visibilmente delusa, sarei rimasta
molto ma molto volentieri a parlare ancora con lui…beh è
anche vero però che con lui ci sarei rimasta molto ma molto volentieri anche
tutta la vita.
-Posso fare una cosa?- gli chiesi
con sguardo sbarazzino, mi era appena venuta in mente una brillante idea.
-Certo-
Non mi feci sfuggire l’opportunità
e, alzandomi sulle punte, gli diedi un innocente bacio sulle labbra.
-E questo?- mi chiese Orlando
sorpreso, evidentemente non se lo aspettava proprio, ma notai che era
piacevolmente sorpreso, sembrava non se la fosse presa.
-Beh, dal momento che non ci vedremo più, almeno potrò
conservare un ricordino di quando ti ho incontrato; ma non credere però che io
baci chiunque mi capiti a tiro! Con te ho fattosolo una piccola eccezione- gli dissi un po’
imbarazzata…ma al diavolo l’imbarazzo ragazzi, avevo baciato Orlando Bloom!
Certo, non era proprio quello il mio bacio ideale; ma sempre meglio di niente.
-Ciao piccolina, a presto- mi disse
Orlando ancora sorridendomi e scompigliandomi affettuosamente i miei capelli
castani prima di andare via.
Lo vidi allontanarsi e mi appoggiai allo stipite della
porta…ma siamo sicuri che non stavo sognando?
-Era lui la sorpresa- mi disse Karla dopo che le avevo raccontato ciò che mi era successo.
-Cioè fammi capire Karla, tu lavorerai con Orlando Bloom?!?-
-Diciamo di sì, Orlando sarà il protagonista del nuovo film
prodotto dalla Disney e mi hanno scelta come capo
costumista…oh non è fantastico Jade?- mi disse lei abbracciandomi entusiasta.
-E’ fantastico davvero Karla-
-Il film sarà ambientato in un posto da sogno sai?-
-Dove?-
-I Caraibi, quale località migliore per girare un film sui
pirati?-
-Cosa? E quindi Orlando
interpreterà un pirata?-
-Non proprio un pirata, lui è il figlio di un pirata che…dai ora devo dirti tutta la storia! Sono esausta Jade, te la
racconto un’altra volta ok?-
-Solo un’altra cosa, come mai Orlando è venuto qui da me?-
-Sai, gli avevo detto di avere una sorella che impazziva per
lui, e perciò ha voluto conoscerti-
-Capisco-
-Ehi Jade, non gli avrai mica fatto vedere
la tua camera spero-
-Dici che si sarebbe spaventato?-
le dissi io sorridendo.
-Spaventato è dir poco, secondo me ti avrebbe scambiata come minimo per una maniaca!-
Ridemmo entrambe, eravamo di ottimo
umore quella sera.
-E quindi immagino che dovrò
rimanere sola qui a casa mentre tu ti godi il sole dei Caraibi giusto?- le
chiesi io dopo un po’.
-Guarda Jade che io ai Caraibi ci vado per lavorare non per
prendere il sole; e poi non avrai mica pensato di venire con me vero?-
-No, certo che no- dissi io piano, in realtà una speranza,
seppure piccola, c’era; ma svanì in quel momento.
- Bene Jade io vado a letto ora, non ce la faccio più a
reggermi in piedi, dormi bene- disse poi Karla andando
nella sua stanza.
-Notte-
Avevo salutato Karla quella mattina, era il dodici di giugno
ed era arrivato il momento della partenza; a breve sarebbero cominciate le
riprese dei pirati dei Caraibi.
Stavo sistemando la mia camera quando sentii la vibrazione
del mio cellulare:
-Chi parla?-
-Prepara le valige e scendi, fai in fretta-
-Chiunque tu sia non sono in vena di scherzi va bene?-
-Sono Orlando-
-Orlando chi, Orlando Bloom forse?- dissi io trattenendo una
risata.
-Sì sono io, se non mi credi dai uno
sguardo dalla finestra- mi disse la voce.
Io sbattei più volte le palpebre e ancora incredula spostai
un po’ le tendine della finestra della mia camera: c’era Orlando che parlava al
telefono appoggiato alla sua macchina.
-Mi credi ora?-
-Io non capisco, Kar…-
-Tu vieni con me ai Caraibi, non c’è niente da capire- mi disse Orlando, e lo vidi sorridere.
-Ce l’avete fatta ad arrivare finalmente!- esclamò Karla non appena ci vide scendere dall’auto di Orlando.
-Grazie sorellina!- le dissi io andandole incontro e
abbracciandola forte, davvero non mi aspettavo una sorpresa del genere e quella
era una cosa fantastica per me, lo sapeva benissimo.
-Non avrei mai potuto lasciarti qui- mi
disseKarla ricambiando la stretta e sorridendo
per la miareazione.
-Come mai ci avete messo tutto questo tempo?- chiese poi Karla ad Orlando che, intanto, stava prendendo i bagagli
dalla sua auto.
-Abbiamo trovato del traffico per la
strada- le dissi immediatamente io.
-Non darle retta Karla, è tua
sorella che ha perso un’eternità a scegliere cosa doveva mettere in valigia- mi
disse Orlando per stuzzicarmi.
-Non è affatto vero- gli risposi io
piccata.
-Oh si che è vero- disse Orlando
guardandomi divertito mentre cominciavamo tutti e tre insieme ad avviarci
all’entrata dell’aeroporto.
-Abbiamo perso un’ora e mezza in camera tua a scegliere
tutto quello che dovevi portarti…e non dire che non è così-
-Allora Orlando l’hai vista la camera di Jade,
dimmi, è o non è la camera di una maniaca?-
A quelle parole arrossii leggermente, Karla ogni tanto mi metteva proprio in imbarazzo.
-Eh sì, è proprio una fan scatenata la
mia piccolina- mi disse Orlando sorridendomi.
Orlando Bloom che mi chiamava la sua piccolina…mai e poi mai lo avrei neppure
immaginato.
L’aereo decollò ed io ero alquanto nervosa, non ero mai
salita su un aereo prima di allora ed ero rigida e
tesa come una corda di violino.
-Allora, come ti senti?- mi chiese Orlando ad un certo punto
del viaggio venutosi a sedere accanto a me, aveva cambiato
il suo biglietto con quello di Karla.
-Male- dissi io guardandolo appena, per poi tornare a
guardare fuori dal finestrino.
Ormai si era instaurata una buona sintonia fra di noi, anche se ci eravamo visti pochissime volte il
nostro sembrava il rapporto di amici di vecchia data; anche i miei sentimenti
nei suoi confronti erano cambiati, ora non lo vedevo più tanto come Orlando Bloom l’attore, ma come un ragazzo come un altro, un
ragazzo spiritoso e molto carino.
-Tu invece ci sarai abituato-
-Ci sono abituato sì, anche io le prime volte non ero
proprio rilassato, ma poi la paura passa-
Io annuii appena guardandolo terrorizzata.
-E daiJade
non essere così tragica, l’aereo non sta mica precipitando!- mi disse Orlando
trattenendo una risata, evidentemente avevo stampata sul viso un’espressione di
puro panico.
-Non c’è niente da ridere Orlando, non sai in che condizioni
sono- gli dissi io cercando di sdrammatizzare
sorridendogli, d’altronde che potevo fare?
Quando aprii gli occhi ero ancora sull’aereo, e mi ritrovai
con la testa appoggiata sul petto di Orlando e con una
mano nella sua. Sentivo il suo cuore battere, era un ritmo lento ma regolare, e
sentivo il suo profumo anche, un profumo buonissimo.
Cercai i suoi occhi, e li vidi persi nel vuoto,
evidentemente era concentrato su un qualcosa…ah come avrei voluto sapere su
cosa.
-Ehi ti sei svegliata-
-Che ore sono?-
-Le 19.00, non ci manca ancora molto- mi
disse Orlando rassicurandomi.
-Davvero? Ma sai che stavo cominciando ad abituarmi?-
(Una piccola nota per le mie care lettrici: ma con Orlando
accanto, la vostra mano stretta nella sua, il capo appoggiato al suo petto…mi
dite gentilmente chi è che non ci si abituerebbe?:))
-Ed è da tanto che dormivo?-
-Un’oretta forse, ti sei
appoggiata a me, mi hai preso la mano e ti sei
addormentata quasi subito-
-Capisco- sussurrai appena
imbarazzata.
Ci fu un breve silenzio, poi Orlando:
-E’ strano però-
-Cosa è strano?-
-Faccio questo effetto alle donne,
ho un qualcosa di magnetico ma sai cosa?-
-Cosa?-
-Con me le donne non si addormentano così
facilmente- mi disse lui con un sorrisetto
malizioso sulle labbra.
-Spiritoso!-
Gli feci la linguaccia e lui mi rispose con lo stesso gesto;
beh stare con lui mi piaceva proprio, e mi piaceva pericolosamente…
Il viaggio in aereo era continuato senza grossi intoppi, poi la presenza
di Orlando che era stato tutto il tempo accanto a me
Il viaggio in aereo era continuato senza grossi intoppi, poi
la presenza di Orlando che era stato tutto il tempo
accanto a me mi aveva alquanto tranquillizzata. Una volta
atterrati, dei taxi che ci aspettavano all’aeroporto ci portarono in hotel,
un hotel davvero niente male, nel centro della città dove albergavamo; ma avrei
visto anche tanti altri posti, sapevo che avrei girato con la troupe i Caraibi
in lungo e in largo perché la sceneggiatura del film aveva bisogno di luoghi
incontaminati, e lì sicuramente ce ne erano tanti.
In realtà non avevo voglia di andare subito in albergo, così
dissi a mia sorella che avrei fatto una passeggiata
nei dintorni, giusto per vedere un po’ il posto.
C’era una miriade di bazar, tutti con tante coloratissime
cianfrusaglie e souvenir, le persone poi erano per la
maggioranza educate e cordiali e il mare…beh credo di non averne mai
visto uno più bello; la sabbia era bianca e finissima, e l’oceano cristallino
ma dalle mille sfumature, dal blu più scuro al verde smeraldo.
Stavo ritornando in albergo, quando vidi venire verso di me
un uomo, sulla quarantina circa, vestito da pirata fino ai più piccoli
dettagli, evidentemente era uno del cast; e riflettevo su queste cose mentre
non mi accorgevo però di fissarlo perplessa.
-Beh che hai da guardare, mai visto
un pirata in giro per la città?- mi disse lui contrariato.
-Ehm… mi scusi- dissi io
imbarazzata da quei modi bruschi.
Ma un momento, quell’uomo sembrava
non essermi del tutto sconosciuto, aveva un qualcosa di familiare; ma certo,
quello era Jhonny Deep, Orlando me lo aveva detto che lui sarebbe stato uno dei
protagonisti.
Certo però che caratteraccio, in fondo non aveva fatto nulla
di male!
Decisi di non pensarci, non volevo
farmi guastare quella bella giornata da un attore con la luna storta, e così
ripresi la mia strada.
-Pronto Maggie!- dissi io sorridendo felice quando vidi
cominciare a lampeggiare sul cellulare la chiamata della mia amica.
-Ehi Jade, come te la passi?- la voce di Maggie era come al solito allegra e frizzante.
-Oh Maggie come vorrei ci fossi anche tu qui- le confessai presa da un improvviso moto di malinconia.
-Ma dai non dire bugie-
-Come scusa?-
-Il mare, le stelle…-
-Maggie saresti così gentile da spiegarmi cosa stai
blaterando?-
-Sto cercando di dirti e soprattutto raccomandarti di non essere imbranata
come sempre Jade e buttati con Orlando!-
Risi, ma le pensava di notte quelle stupidaggini?
-Non c’è niente da ridere Jade, hai l’opportunità di passare
più di tre mesi con lui e non hai intenzione di fare niente?- mi disse Maggie però ridendo anche lei.
-Ma cosa devo fare, saltargli addosso forse?-
-Ecco, questa sarebbe una buona idea-
mi suggerì Maggie cercando di sembrare seria.
-E dai dimmi, come si comporta Orlando con te?-
-E’ un ragazzo carinissimo, davvero, spiritoso,
simpatico…sarebbe proprio il ragazzo giusto per me- dissi io pensando a ciò che
avevo detto sorridendo beata, per poi scacciare dalla
mente quel pensiero, non sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere,
quindi meglio non farsi illusioni e rimanere con i piedi per terra, cominciando
a considerare Orlando un amico e basta.
-E allora che aspetti, provaci no? Comunque, ora devo staccare Jade, mi chiami tu domani?-
-Contaci-
-Bene, a presto allora, ciao Jade-
-Ciao ciao Maggie-
Ero nel frattempo arrivata in
albergo e lì ebbi un dubbio sul numero della stanza mia e di Karla.
-118…sì ne sono sicura, è la 118-
mi dissi poi riflettendoci un po’ su.
Salii in camera e trovai la porta socchiusa:
-Che sbadata, a volte Karla lo è
anche più di me- pensai mentre entravo; era una bella camera soleggiata e con
un’ampia finestra che guardava sul mare, sicuramente la sera ci sarebbe stato
un panorama da sogno. Mi accorsi del rumore dell’acqua in bagno, Karla si stava
facendo una doccia; in effetti mi aveva detto in aereo
che quella sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto una volta toccata
terra.
Mi stesi sul letto e cominciai a leggere una rivista
aspettando che lei uscisse poi, senza guardare, quando sentii aprire la porta
del bagno:
-Karla avevi dimenticato la porta aperta-
Nessuna risposta.
-Poteva entrare chiunque-
Ancora nessuna risposta.
-Ma Karla mi stai ascoltando?- e
dette queste parole mi girai verso il bagno ma, sorpresa delle sorprese, non
trovai Karla…ma Orlando!
Lo vidi guardarmi divertito, aveva i capelli bagnati che gli
ricadevano spettinati sul viso, il torso era totalmente nudo e ben asciutto e
un asciugamano gli copriva “il necessario”…però che gran figo! O Dio ma che
cosa diavolo stavo facendo?!? Quando mi resi conto di quella improbabile quanto imbarazzante situazione, avvampai,
sentivo le mie guance bruciare, mi alzai in un lampo dal letto e mi voltai per
non fissarlo:
-Scusami Orlando i…io credevo che
questa f…fosse la stanza di Karla-
Orlando non disse nulla, ma avevo l’impressione che stesse sorridendo.
-Potresti metterti qualcosa addosso
per favore?- gli dissi io sbuffando, ma guarda tu in che situazione dovevo
andare a cacciarmi; ma tutte a me capitavano?!?
-Ecco sono pronto-
Mi girai nella sua direzione, ma Orlando non si era mosso di
una virgola, e perciò tornai a voltarmi.
-Ti copri per cortesia?- gli esclamai
sorridendo, quella era una delle classiche situazioni tragicomiche.
-E va bene, aspetta solo un minuto-
mi disse Orlando tra le risate.
-Dai puoi girarti ora-
-Sicuro?-
-Ho messo un jeans e una t-shirt,
sono abbastanza coperto per te?-
-Ma ti diverti così tanto a
mettermi in imbarazzo?- gli dissi io una volta girata, ma per me era più
un’affermazione che una domanda.
-Decisamente-
-E perché mai, sentiamo- gli dissi
ponendomi di fronte a lui con le braccia incrociate.
-Perché mi piaci ancora di più- mi
sussurrò ad un orecchio, per poi toccarmi simpaticamente il naso con l’indice.
Io sorrisi timida e mi dissi che lui non capiva che con
tutti quei gesti carini, quelle frasi che sparava lì e che per lui sicuramente
non avevano un senso particolare, contribuivano solo ad accrescere ciò che
provavo nei suoi confronti, sentimenti che, volente o nolente, stavano
assumendo dimensioni sempre maggiori.
-Ma si può sapere qual è la mia camera?-
dissi io cercando di distogliermi da quei pensieri insistenti.
-E’ la 108, non la 118-
-Ah grazie, allora io vado a farmi una doccia va bene?-
-Ok a dopo piccolina-
Uscii dalla stanza e chiusi la porta dietro di me
cominciando ad allontanarmi velocemente.
-Ciao Jade, ma dove eri finita?- mi chiese mia sorella
guardandomi appena una volta entrata nella stanza 118.
-Sono andata un po’ in giro per la città- le dissi decidendo
di tralasciare quello spiacevole (ma nello stesso tempo assolutamente
piacevole) imprevisto che mi era appena capitato.
Per evitare ulteriori domande del genere, cercai subito un
altro argomento da mettere in campo, e così notai che Karla aveva tra le mani
uno splendido abito, sembrava un abito per una principessa, e stava ricamando
con massima cura il merletto che fuoriusciva dallo stretto corpetto.
-Ma è un abito bellissimo- le dissi veramente meravigliata
sfiorando appena quel morbido tessuto.
-Bello vero?- mi rispose Karla guardando prima il vestito e
poi me tutta compiaciuta.
-E’ uno degli abiti di Keira Knightly-
Keira era la protagonista femminile del film, la ragazza con
cui Orlando avrebbe avuto una tenera storia d’amore, e sinceramente ero proprio
curiosa di vedere che tipo fosse.
-E quando arriva Keira?-
-In giornata, è già in aereo, l’ho sentito dire da uno della
troupe- mi disse calma Karla mentre faceva con ago e filo dei piccoli ritocchi.
-Capisco; e dimmi, tu non l’hai mai conosciuta?-
-No mai, ma molti dei miei colleghi che hanno lavorato con
lei mi hanno detto che è un tipo un po’ capriccioso-
-Ecco fatto- disse poi Karla dopo una breve pausa alzandosi
dal letto su cui era seduta e sollevando il pesante abito per mostrarmelo
soddisfatta.
-Dai dimmi, che ne pensi?-
-Brava sorellina, hai fatto proprio un bel lavoro-
-Bene, ora devo andare al deposito, ho da sistemare ancora
molte cose- mi disse Karla dandosi un colpo di spazzola e sistemandosi i jeans
e la camicia che aveva.
-Non posso venire anch’io?-
-Ti annoieresti Jade-
-Ok allora a stasera-
-A stasera Jade, se c’è qualche problema chiamami, e mi
raccomando non combinare guai come il tuo solito- mi disse Karla sorridendomi
prima di chiudere la porta dietro di sé stando attenta a non rovinare il
vestito che aveva appena finito di confezionare.
-E ora che faccio?- mi dissi con aria annoiata guardandomi
intorno e, dato che non avevo molte possibilità di scelta in quella stanza di
pochi metri quadrati, decisi di guardare un po’ di televisione.
Ma mi annoiai presto, non c’era niente di interessante, solo
qualche triste telenovela, pertanto uscii dalla stanza per prendere una boccata
d’aria ma non mi accorsi di uno scatolone lasciato lì per terra proprio davanti
alla mia camera, ci inciampai e mi scontrai inevitabilmente con un tizio che
passava da quelle parti.
-Scusami- dissi immediatamente prima ancora di alzare lo
sguardo per vedere chi fosse.
-Tutto ok?-
Era Johnny Deep, questa volta non col costume di scena,
aveva i capelli legati in un piccolo codino, un paio di jeans scoloriti e una
leggera canotta.
-Mi dispiace, ti ho fatto male?-
-No figurati…ma aspetta un attimo, io e te ci siamo già
visti da qualche altra parte?- mi disse guardandomi attentamente con sguardo
curioso.
Stavo per rispondergli, ma lui fu più veloce di me:
-Ah tu sei quella ragazza che ho incontrato poco fa per
strada!-
-Già e che hai trattato anche un po’ male-
-Hai ragione scusami, sono stato un perfetto maleducato, ma è
stata una giornataccia sul set- mi disse grattandosi un po’ la testa, sembrava
sincero.
-Figurati- gli dissi accennando un sorriso, non mi sentivo
molto a mio agio, d’altronde un po’ di soggezione era più che plausibile, stavo
parlando con uno dei più famosi attori di Hollywood, scusate se è poco!
-Tu sei?-
-Jade Morgan-
-Non sarai mica la sorella di Karla?-
-Sì sono io-
-In effetti avevo notato la somiglianza- lo sentii
farfugliare fra sé, per poi riprendere:
-E dimmi quale sarebbe il tuo ruolo qui?- disse sorridendomi
spiritoso, era un tipo davvero gioviale del tutto differente dall’idea che mi
ero fatta di lui quando lo avevo incontrato prima.
-E’ una storia un po’ lunga da raccontare ma…-
-Ma che ne dici se andiamo a prendere qualcosa giù al bar?
Non credo sia molto comodo stare qui a chiacchierare-
-Benissimo, avevo proprio bisogno di stare con qualcuno-
dissi allegra.
-Allora cosa stiamo aspettando, andiamo no?-
-Ma sai che sei proprio simpatico!- gli esclamai cercando di
smetterla di ridere, ormai era da circa tre quarti d’ora che parlavo con Johnny
Deep e mi stavo divertendo da matti, era proprio un tipo spassoso, con la
battuta giusta sempre al momento giusto, forse un po’ estroso in alcuni
atteggiamenti, ma comunque mi trovavo bene con lui.
-Hai detto che hai diciotto anni giusto?-
-Giusto, compiuti pochi mesi fa-
-E dimmi, ce l’hai il ragazzo?-
-No, niente ragazzo-
In quel momento però intravidi Orlando tra un gruppetto di
gente che parlava concentrato con due uomini con berretto e t-shirt, e
cominciai a fissarlo non riuscendo a distogliere lo sguardo…ma che cosa mi
stava prendendo?!?
Johnny, accortosi del mio stato di momentanea estasi,
assunse un’espressione perplessa accentuata dal sollevarsi di un sopracciglio e
così, dal momento che non accennavo a smuovermi, girandosi, guardò nella mia
stessa direzione:
-Ah ah, cotta di Orlando?- mi disse tornando poi a guardarmi
divertito.
-No ma che dici?- risposi poi tornando in me, cominciando a
darmi mentalmente della stupida non so quante volte.
-Non era luiche
stavo guardando-
-Ah no? E chi guardavi, il ciccione con la barba?- disse
ironico sporgendosi verso di me.
Non potei fare a meno di sorridere, quando faceva quelle
smorfie così buffe era impossibile trattenersi.
Per fortuna non infierì oltre, non so come mi sarei
comportata, ma poi la nostra attenzione fu attirata da una splendida ragazza
appena entrata nella hall…
-Ma che caldo insopportabile!- sentii
dire a questa ragazza che si guardava intorno con aria infastidita mentre si
passava delicatamente una mano sulla fronte.
Sì non c’erano dubbi, quella era proprio KeiraKnightly; era davvero bella.
-C’è qualcuno con cui si può
parlare in quest’albergo?- continuò
lei con lo stesso tono.
Dopo un po’le si avvicinò una delle
ragazze della hall.
-Dica pure a me signorina-
-Oh finalmente…comunque, io avevo
un appuntamento con il regista, mi sa dire dove è adesso? Mi aveva detto che mi
avrebbe aspettato qui-
-Sì infatti, ma poi ci sono stati
dei problemi sul set, se non sbaglio una parte dell’impalcatura del castello
non sosteneva bene i pesi, perciò è dovuto andare sul posto per controllare di
persona; e così mi ha chiesto di dirle di raggiungerlo-
La ragazza sbuffò:
-Odio gli imprevisti-
Keira chiamò un taxi, ma poi fu
chiamata da Johnny che insieme a
me aveva assistito a tutta la scena.
-Ehi Keira, come
va?-
-Ciao Johnny, oggi proprio sembra
andare tutto storto, è una di quelle giornate…- gli rispose
sorridendo stanca prima di ordinare qualcosa da bere.
-Tutti noi abbiamo le nostre giornate-no, però questo non
significa che dobbiamo essere scortesi e così terribilmente antipatici- dissi
tra me e me, Keira non mi aveva proprio fatto una bella impressione, forse conoscendola meglio avrei cambiato
idea come avevo fatto con Johnny, ma ora come ora non
mi piaceva per niente.
Ero distratta quando la sua voce mi riportò alla realtà:
-E tu chi sei?-
-Piacere JadeMorgan-
le dissi tendendole la mano, mano che mi strinse
apaticamente.
-Sono la sorella di KarlaMorgan, il capo costumista-
-Ah Karla…-
-Sì proprio lei-
-Beh non c’è quel gran feeling fra di
noi; anche se in effetti il feeling non c’è con nessuna delle costumiste-
-E potrei sapere il perché?- le chiesi
cominciando ad irritarmi, stizzita da ciò che aveva detto; in realtà in
apparenza non aveva detto nulla di così offensivo, ma era il tono di
superiorità, da snob con la puzza sotto al naso che mi aveva dato estremamente
fastidio…
-Le dico di fare un ritocco ad un vestito e lei non capisce
mai e sottolineo mai quello che voglio precisamente,
la rimprovero e mi risponde, è impertinente quella ragazza -
-E cosa vuoi che faccia, che stia
lì ad annuire ad ogni cretinata che dici?- dissi subito senza pensarci due
volte, non volevo essere maleducata, ma non sopportavo che parlasse così di mia
sorella che, tra l’altro, non era nemmeno lì presente per controbattere.
Keira mi guardò in cagnesco ed io
sostenni il suo sguardo e Johnny, che era rimasto lì
a godersi il nostro battibecco, resosi conto che la situazione stava
irrimediabilmente precipitando si affrettò a cercare di calmare le acque:
-Avanti ragazze, non mi sembra il caso di…-
-Io me ne vado- dissi alzandomi
indignata e prendendo lo zaino in spalla, non sarei riuscita a sopportare
quella stupida un minuto di più.
-Ciao Johnny, ci si vede dopo-
Ero indignata, assolutamente nervosa, non
avevo mai incontrato in vita mia una persona più odiosa di Keira, un pallone gonfiato mai visto prima.
Nonostante ciò che era successo,
non volevo stare male per colpa sua, pertanto decisi di raggiungere mia sorella
al deposito, chissà cosa stava facendo…
-Ciao Karla- le dissi
sorridendole allegra, finalmente una faccia amica!
-Ohi alla fine sei venuta- mi rispose Karla
mentre si alzava sulle punte per appendere con l’aiuto di un’asta un abito
maschile, ci trovavamo in una delle stanze riservate
ai costumi, e questa era la stanza delle uniformi delle guardie del
governatore.
-Sono dovuta per forza andare via
dall’albergo-
-E come mai? Che cosa è successo?- mi chiese mia sorella con aria alquanto
preoccupata.
-Ho avuto una discussione con KeiraKnightly- le dissi
sbuffando.
-Non è nemmeno arrivata e già ci hai fatto amicizia?-
-Non c’è proprio niente da scherzare Karla,
è una ragazza presuntuosa, altezzosa e montata, già si atteggia a grande diva di Hollywood nonostante abbia avuto solo qualche
piccola parte in qualche film…ma poi stai a vedere sicuro che non la conosce
nessuno-
-Certo che sei tremenda!- mi disse Karla sorridendomi divertita, in effetti quando mi ci
mettevo d’impegno sapevo essere anche un po’ cattivella, ma non era quella la
mia indole, ero solitamente una persona calma e solare, ma odiavo nel vero
senso della parola le persone tipo Keira, mi davano
sui nervi in un modo indescrivibile.
-Povera teKarla
che dovrai starci a contatto per tanti mesi-
-Pazienza Jade, purtroppo non si
può lavorare solo con le persone che ci stanno simpatiche ma non preoccuparti, saprò come tenerla a bada-
-Karlaposso
andare a fare un giro per i locali del deposito?- dissi dopo un po’
curiosa, il mondo della sceneggiatura mi affascinava parecchio.
-Certo fai pure-
Stavo per uscire dalla stanza quando sentii chiamarmi da mia
sorella:
-Ah Jade, se vedi Orlando gironzolare
da queste parti digli di venire da me, deve provare un
costume che gli ho appena ritoccato-
-Ok a dopo-
Fino a quel momento avevo visto le stanze degli abiti, e
quelli che mi avevano colpito di più erano ovviamente gli abiti femminili,
notai che erano ricamati e curati nei minimi dettagli e poi le stoffe si vedeva che erano pregiate; tutta la troupe stava facendo un
ottimo lavoro e poi c’era un notevole cast di attori, beh il film prometteva
proprio bene ed ero sicura che avrebbe avuto un grande successo.
Camminavo per i grigi corridoi quando mi accorsi di una
stanza più piccola rispetto alle altre e così, curiosa
com’ero, decisi di entrare; era la stanza delle suppellettili: vasi, quadri,
gioielli insomma, tutta roba fragile ma preziosa e luccicante, era talmente
bella che mi incantai a guardarla, ecco perché sobbalzai quando sentii la voce
di Orlando alle mie spalle:
-E tu che ci fai qui!-
Girandomi di scatto, il mio zaino urtò con un vaso di vetro
poggiato su una mensola dietro di me e sarebbe rovinosamente caduto per terra
frantumandosi in mille pezzi se la mano di Orlando non
l’avesse bloccato in tempo, andando così con il suo braccio a cingere la mia
vita e ad avvicinarsi al mio viso; insomma, eravamo a pochi centimetri di
distanza l’uno dall’altro.
In quel momento mi chiesi se Orlando avesse potuto sentire i
battiti del mio cuore, sembrava volesse scoppiare, e davvero non sapevo proprio
cosa fare.
Mi feci coraggio e alzai gli occhi fino al suo viso, e lo trovai che mi guardava con un’espressione mai vista prima
sul suo viso sempre allegro e scherzoso, ma mi accorsi anche che si soffermava
troppo spesso sulle mie labbra, voleva baciarmi, me lo sentivo.
-Scusami, sono la solita sbadata- dissi piano sorridendo
imbarazzata cercando di togliermi da quella situazione, avrei potuto baciarlo,
certo, ma non volevo rovinare tutto ciò che si era creato tra
di noi con un un insignificante bacio senza
conseguenze.
-Figurati, succede- mi rispose
Orlando sorridendomi a sua volta, nonostante sembrava un po’ deluso dalla mia
reazione.
-Ah Orlando, Karla ti cercava,
devi provarti un costume- cercai di dirgli ciò che mi aveva raccomandato mia
sorella, ma non era per niente facile, quello scambio di respiri, la nostra
pelle così vicina mi avevano scombussolato non poco, e
anche lui non mi sembrava poi tanto rilassato.
-Bene-
-Allora, a dopo Orlando, ci vediamo in
albergo- gli dissi alzando la mano in segno di saluto.
-A stasera- Orlando mi sorrise e poi lo vidi allontanarsi
per il corridoio mentre con una mano si scombinava i capelli in segno di
confusione, evidentemente anche lui non era rimasto del tutto indifferente a
ciò che era successo, o meglio a ciò che non era successo…
Ormai le riprese del film erano cominciate da circa tre giorni, durante
i quali erano state girate poche scene secondarie e po
Ormai le riprese del film erano cominciate da qualche giorno,
erano state girate poche scene secondarie e poi quella iniziale
del duello nella fucina fra Will Turner e Jack Sparrow…era una scena che a me
piaceva molto, movimentata, simpatica in un certo senso, poi Orlando e Johnny
si erano esercitati parecchio con la spada in modo da saperla maneggiare con
estrema disinvoltura; inoltre c’era una certa sintonia fra di loro che
permetteva la perfetta riuscita dello scontro tra i due eroi. Invece, per
quanto riguarda la situazione tra me e Orlando, beh niente di nuovo, calma
piatta, né io né lui poi avevamo più parlato di quello
che c’era stato nel deposito; insomma, amici come prima.
-E libero questo posto miss?-
-Oh ciao Johnny, siediti pure- gli dissi
sorridendo solare, mi ero svegliata proprio di buon umore quella mattina.
Era ancora presto, le 7.30 circa, ed io ero in una sala
dell’albergo a fare colazione prima di partire con il resto del cast per le
riprese quotidiane.
-Che bella giornata, stamattina mi
sento piena di vita- dissi io sospirando serena prima di bere un lungo sorso
del mio succo d’arancia e ammirando lo splendido paesaggio assolato che potevo
vedere da una delle ampie finestre della sala.
Johnny, invece, non sembrava del mio stesso parere; aveva il
capo leggermente inclinato e mi guardava con gli occhi
ancora assonnati, del tutto indifferente a ciò che avevo detto, sempre se mi
avesse ascoltato comunque, perché, nello stato in cui era, dubitavo che lo
avesse fatto.
-Ma dai Johnny un po’ di grinta,
altrimenti come fai ad affrontare le riprese oggi?-
-Tanto io giro nel pomeriggio, stamattina non sono di scena-
-E chi c’è, Orlando?-
-E Keira-
Evidentemente la mia espressione non dovette essere delle
più entusiaste, infatti Johnny mi disse con un mezzo
sorrisetto sarcastico:
-Cosa c’è Jade, hai perso la
lingua?-
-No stavo solo pensando a che scena gireranno
oggi- dissi tentando di mostrarmi non troppo interessata, in realtà morivo
dalla voglia di sapere cosa avrebbero dovuto fare quei due.
-Una scena particolare, molto intima-
-E cosa ci sarebbe di tanto intimo?-
-Beh ora si vede chiaramente che il sentimento di Will è
pienamente ricambiato da Elizabeth-
-E come…-
Le mie parole però furono interrotte dalla voce squillante
di Karla:
-Ma ragazzi non siete ancora
pronti? Avanti, muovetevi!- esclamò non appena si accorse che io e Johnny stavamo ancora comodamente chiacchierando e a fare
colazione.
-Arriviamo-
Così, preso lo zaino, mi avviai verso l’uscita seguita a
ruota da Johnny…
-Allora ragazzi, siete pronti?-
Gore Verbinski (per chi non lo sa, è il vero regista del
film) si preparava a guardare attentamente la scena, aveva detto chiaramente
che la considerava molto importante e quindi si aspettava il massimo impegno da
parte di Keira e Orlando. Io mi ero messa in un angolino
cercando di non dare fastidio o di essere d’intralcio per i cameraman, mi
guardavo intorno affascinata dall’atmosfera, ci trovavamo nella stiva della
nave, le luci erano soffuse.
-Ciak si gira!-
La prima battuta era quella di Elizabeth/Keira:
-Che uomo è un uomo che scambia una vita per una nave?-
-Un pirata- disse Will/Orlando con un tono di sarcasmo nella
voce.
(ps: le battute sono proprio quelle del film, non le ho
inventate io!)
-Date…faccio io- e Will prese la mano di Elizabeth
tra le sue per fasciarla, era stata ferita da Barbossa nella grotta dove era
custodito il tesoro maledetto.
-Grazie-
La voce di Elizabeth era
particolarmente suadente, notai.
-Avete dato a Barbossa il mio nome con il vostro, perché?-
le chiese Will guardandola intensamente…Dio che occhi fantastici!
-Non lo so-
Elizabeth ritrasse un po’ la mano per il dolore:
-Scusate, ho mani da fabbro, poco delicate-
-No, o meglio sì, certo ma…non ti fermare-
Will le rivolse uno sguardo confuso ma dolcissimo, ormai era
evidente che anche Elizabeth lo amava,i loro volti si avvicinarono e le labbra di
Keira sfiorarono sensualmente quelle di Orlando…
-Stop!-
La voce del regista risuonò in tutto l’ambiente facendomi
distogliere lo sguardo da quella scena.
-Keira non così, ti avevo detto che non dovevi baciare
Orlando! E poi sii meno provocante, questo non è il personaggio di Elizabeth, lei molto meno audace; riproviamo va bene?-
-Scusami Gore, forse mi sono lasciata trasportare troppo
dalla situazione- disse Keira guardando per una
frazione di secondi Orlando con un tocco di quasi impercettibile malizia
spostandosi una ciocca dei lunghi capelli dietro un orecchio; oh la trovavo
semplicemente insopportabile!
-Avanti ragazzi, concentratevi-
Keira e Orlando annuirono seri per rientrare nella parte, e
così le riprese andarono avanti.
-Sono esausta Jade- mi disse Karla
lasciandosi cadere sul suo letto una volta entrate in camera, era stata una
giornata particolarmente dura per lei dal momento che aveva avuto molto a che
fare con “miss simpatia” Keira Knigntly.
-Dai riposati, mettiti in forze, dato che immagino te
ce ne vorranno molte per sopportare quella lì- dissi io sciogliendomi i
capelli; avevano l’odore della salsedine.
-Non le va mai bene niente, è peggio di una bambina; e figurati
che è probabile che la sorellina di Maggie sia meno capricciosa di lei- si
lamentò Karla prima di sbuffare rumorosamente.
-Già è molto probabile- le risposi
io sorridendo.
-Ma a proposito di Maggie…da quanto è che non la senti?-
-Eh da un po’; infatti avevo
proprio intenzione di chiamarla-
-Beh allora sbrigati, prima che si faccia
troppo tardi- mi suggerì Karla.
-Hai ragione, vado subito-
Così cominciai a cercare il mio cellulare,
ma inutile, non lo trovavo.
-Karla non è che hai visto…-
-E’ lì davanti a te, sulla scrivania-
-Ah sì; ma dove diamine ho la testa?- mi dissi
scombinandomi un po’ i capelli…
-Pronto Maggie, sono io Jade-
-Ohi Jade, ciao, che voglia che avevo di
sentirti!-
Ero poggiata con entrambi i gomiti alla
ringhiera di uno dei terrazzi dell’albergo, avevo scelto quello meno
affollato così da poter parlare in santa pace senza il disturbo delle voci
della gente.
-Che aria tira a Londra?-
-Tutto nella normalità…ma dico, cosa vuoi che succeda qui?
Che venga Dominic Monaghan e mi porti con lui in Nuova
Zelanda come è successo a te con Bloom ai Caraibi?- mi disse Maggie divertita
tutto d’un fiato.
-Però, non pensavo mi sarebbe mancata così tanto questa
pazza scatenata- mi dissi sorridendo al ricordo di
tutto quello che eravamo solite combinare insieme.
-Tu piuttosto come stai? Ah ho letto che la protagonista
femminile del film è Keira Khnig…-
-Mmmmhhh ti prego non ne parliamo altrimenti comincio ad
innervosirmi un casino- le dissi subito, prima ancora
che lei riuscisse a finire la frase.
-Ok non ne parliamo…e dimmi di te e Orlando, com’è la
situazione fra voi due?-
-E’ una situazione strana Maggie, non lo capisco quel ragazzo-
-Cosa? Hai detto che è una situazione strana? Quindi deve
essere per forza successo qualcosa…dai dai racconta!-
mi disse Maggie tutta euforica; era proprio incorreggibile.
-Lui è così…- ma mi fermai in
tempo, perché vidi arrivare il diretto interessato mentre si accendeva una
sigaretta.
-Esigente-
-Come hai detto scusa?- la voce di Maggie
era alquanto stupita.
-Sai Gore è un regista che pretende
molto dai suoi attori- dissi cercando di sembrare agli occhi di Orlando più
convincente possibile; Orlando che, appena si accorse di me, mi salutò con un
caldo sorriso, sorriso da me ricambiato, ma si trattava di un sorriso certamente
più imbarazzato.
Sembrava che non si fosse accorto del fatto che stavamo
parlando proprio di lui; beh mi ero salvata in corner e perciò tirai
mentalmente un sospiro di sollievo.
-Che cosa stai fumando lì ai
Caraibi Jade?- mi disse Maggie divertita.
Sorrisi; ma tutte a me capitavano eh?!?
-Ah ho capito, è lì ora-
-Sì è proprio qui vicino a me-
Orlando mi guardò con sguardo interrogativo, non sapeva che
stessi parlando con Maggie.
-Oh senti Jade non è che mi ci
potresti far parlare un pochino? Non capita tutti i giorni di scambiare quattro
chiacchiere con Orlando Bloom!- mi implorò Maggie
dall’altre parte del telefono.
Senza pensarci due volte porsi il cellulare a Orlando, che lo prese prima incuriosito; ma poi cominciò a
parlare con Maggie con molta naturalezza e con la solita simpatia di sempre.
-Beh è stato un piacere conoscerti Maggie-
disse alla fine Orlando prima di gettare via la sigaretta.
-Figurati per me!-
-Allora ci si vede lì a Londra ok?-
-Sicuro, ciao Orlando, e in bocca al lupo per il film -
-Crepi, ciao Maggie-
Quando Orlando chiuse la chiamata
mi disse con una stratosferica faccia da schiaffi:
-Però; è proprio simpatica la tua
amica…non è che è anche carina?-
Gli risposi con una smorfia acida, riprendendomi il
cellulare.
-Oh Orlando non è che avresti un
accendino? Il mio l’ho dimenticato in camera- disse
Johnny una volta avvicinatosi a noi.
-Allora Jade, ti sono piaciute le riprese oggi?- mi chiese poi dopo qualche tiro.
-Belle, sì- dissi accompagnando la mia risposta con un cenno
del capo.
-E quella della stiva, che ne pensi?-
era Orlando ora a parlare.
-E’ già da adesso una delle mie scene preferite, molto
romantica, intensa…ed è venuta particolarmente bene perché Keira sembra davvero
interessata a te; poi ti ha anche baciato quando sapeva benissimo che non
doveva farlo- gli dissi ostentando indifferenza.
-Lei però ha detto che si era fatta semplicemente prendere
dalla situazione, tutto qui- continuò Orlando con
un’espressione sul volto incomprensibile, non riuscivo a capire se stesse parlando
in maniera disinteressata o se mi stesse mettendo alla prova.
-Certo come no, ma se ti ha fatto anche quegli occhietti
maliziosi!- esclamai io non riuscendomi a contenere.
-Sei stata attenta alla scena, eh signorina? Non ti è sfuggito proprio niente- mi disse Orlando con un
sorrisetto sexy-bastardo.
-Sono una persona molto
osservatrice- dissi io spostandomi i capelli dal viso, facevo sempre così
quando cominciavo a sentirmi a disagio.
-E poi come mai ti scaldi così tanto…non sarai mica gelosa?-
Cominciai a farfugliare qualcosa fino a quando poi, non
sapendo più cosa inventare e messa alle strette da quella imbarazzante
situazione, gli diedi dello stupido; girai i tacchi e me ne andai.
-Ho esagerato forse?- disse Orlando dopo qualche secondo giratosi
a guardare Johnny rimasto in disparte, che si limitò
semplicemente ad annuire più volte col capo…
-Che stupido- dissi io fra i denti mentre attraversavo il corridoio per
raggiungere la mia stanza…ma chi si credeva di essere
-Che stupido- dissi io fra i denti mentre attraversavo il
corridoio per raggiungere la mia stanza…ma chi si credeva di essere?!?
Misi le chiavi nella toppa, avevo quasi difficoltà a girarle
tanto che ero nervosa, ma alla fine ci riuscii. Aprii piano la porta, non
volevo svegliare Karla nel caso si fosse
addormentata, ma la trovai che leggeva un libro
comodamente sdraiata sul letto.
-Hai chiamato Maggie?- mi disse non
alzando lo sguardo dalla pagina che stava leggendo una volta entrata nella
stanza.
-Sì, tutto ok- le dissi distrattamente cominciando a sciogliermi i lacci dei
sandali che avevo attorcigliati attorno alla gamba; ero proprio nera, ma dovevo
fare qualcosa per calmarmi, per distendere i nervi altrimenti il mio umore
sarebbe immancabilmente peggiorato, e l’unica cosa che mi rilassava era
restarmene da sola, riflettere in pace:
-Karla domattina presto avrei
intenzione di andare a fare un po’ di jojjing sulla
spiaggia- le dissi poi mentre mi infilavo gli shorts grigi che usavo per dormire.
-Tu a fare jojjing, di prima
mattina?- mi chiese Karla guardandomi un po’ sorpresa,
in effetti non mi svegliavo mai molto presto, nétanto meno per fare sport; ma quella era
un’eccezione.
-Beh, che c’è da guardare?-
-Ok fai come vuoi, ma ti avviso,
domani le riprese cominciano alle 8.00 quindi sii in orario, altrimenti
rimani qui sola in albergo tutto il giorno, ti annoieresti- mi disse poi Karla ritornando al suo libro.
-Non preoccuparti, sarò puntuale-
Così, dopo aver programmato la sveglia sul mio cellulare,
diedi il bacio della buonanotte a Karla e mi stesi
sul letto cercando di chiudere occhio, cosa che mi fu impossibile per almeno un’ ora; non riuscivo proprio a togliermi dalla testa ciò
che era successo, continuavo a ricordare, nonostante non lo volessi, le parole
di Orlando. Ma alla fine fui sopraffatta dal sonno,
sonno però che non fu per niente sereno; anzi, fu un sonno abbastanza
tormentato e poi, ciliegina sulla torta, proprio quella sera non riuscivo a
trovare una posizione comoda per dormire. Insomma, la mattina seguente fui
risvegliata dal suono della sveglia ancora più nera della sera prima, dal
momento che quando non riposavo bene ero abbastanza suscettibile e potevo anche
risultare antipatica.
Prima di uscire mi permisi una bella doccia fredda, mi avrebbe
sicuramente ricaricata, misi su un costume a due pezzi
coperto da un golfino sopra e da un paio di pantaloncini sotto, i capelli li
raccolsi in una coda alta, scarpe da tennis e via; ero pronta finalmente.
Raggiunsi la spiaggia in poco tempo, d’altronde distava
pochi metri dall’albergo; era pressoché deserta, del tutto differente dal resto
della giornata, affollata fino a sera quando, soprattutto le coppiette
innamorate, accoccolate sulla spiaggia, si godevano il romantico panorama del
sole che spariva lentamente sotto la linea dell’orizzonte. L’aria era fresca e
profumata e, ogni tanto, si potevano ascoltare le grida di qualche gabbiano
solitario; tutto mi trasmetteva un certo senso di calma e serenità…
-Tu cosa ci fai qui- dissi fredda ma stupita una volta mi accorsi della presenza di Orlando, in piedi dietro di me,
senza scomodarmi dalla mia posizione, seduta sulla sabbia con le gambe
incrociate e i gomiti appoggiati su di esse; prima di cominciare la ginnastica,
avevo deciso infatti di godermi un po’ quella tranquillità che difficilmente
avrei potuto trovare durante il resto della giornata.
-Sono venuto per parlarti- mi
rispose sedendosi subito dopo accanto a me; solo lo stargli vicino mi dava una
strana ed inconsueta sensazione di benessere…ma perché mi dovevo andare ad
innamorare proprio di lui?!? Mi ero messa proprio in un bel casino.
-Non era necessario che tu venissi- gli dissi senza neppure
guardarlo, fissando invece l’orizzonte.
-…ma aspetta un momento, come
facevi a sapere che ero qui?-
-Ti ho ascoltata mentre lo dicevi a
Karla; volevo parlarti dopo che te ne eri andata in
quel modo e stavo anche per bussare alla porta della tua camera, ma poi ho
sentito che avevi intenzione di fare jojjing
stamattina…ed eccomi qui, ho preferito aspettare oggi, così possiamo chiarirci
in pace, da soli, io e te-
Ci furono pochi attimi di silenzio, poi lui:
-Beh, scusami per ieri sera, mi sono comportato da perfetto idiota-
-Concordo pienamente con te- gli dissi
guardandolo sarcastica, ma in quel momento i miei occhi si concentrarono per la
prima volta quella mattina sui suoi, e rimasi spiazzata da quello che potevo
leggervi, ovvero un’infinita tenerezza.
-Ho sbagliato, a volte esagero con le parole senza
rendermene conto e senza accorgermi di ferire le persone-
Io stavo ad ascoltarlo, senza proferire parola, in realtà
non sapevo sinceramente cosa fare, dovevo lasciar passare la cosa o no? Però mi sembrava così sincero…
-Credimi Jade, non volevo metterti
in difficoltà o in imbarazzo, ma te l’ho detto, mi capita ogni tanto di avere
questi atteggiamenti così infantili, stupidi-
-Ci sono rimasta da schifo ieri sera, mi sono sentita
trattata come una ragazzina, ero imbarazzata al
massimo, e tu hai approfittato di questo mio disagio continuando imperterrito a
fare il super uomo del cavolo!-
Finalmente glielo avevo detto, finalmente ce
l’avevo fatta, non mi interessava di essere stata anche un po’ dura nei
suoi confronti, se lo meritava.
-Hai ragione, hai perfettamente
ragione-
Orlando si era sempre mostrato sicuro di sé,
carismatico…e ora vederlo per la prima volta così veramente dispiaciuto, con la
testa bassa, mi faceva sorridere.
-Cosa c’è di tanto divertente?- mi disse
Orlando alzando un sopracciglio non appena si accorse del mio sorrisetto, ormai avevo deciso di mettere da parte
l’orgoglio, magari avrei fatto meglio a continuare a fare la dura, ma non ci
riuscii; non riuscii a resistere a degli occhi così dolci. E poi Orlando aveva
fatto il primo passo, questo era molto importante, significava che ci teneva alla
mia amicizia, altrimenti, se fosse stato il contrario,
se ne sarebbe altamente fregato di me e del mio comportamento ostile.
-Stavo pensando…-
-Cosa?-
-Che sotto questa apparenza di uomo
che non deve chiedere mai si nasconde… un cuoricino tenero tenero-
gli dissi sorridendo solare, finalmente potevo ritornare a scherzare, a
divertirmi con lui.
-Mi stai prendendo in giro?!?- mi
disse sorridendo apertamente a sua volta, e non potei fare a meno di notare che
avesse un sorriso bellissimo; sincero e pulito.
-Ma no, come puoi solo pensare una
cosa del genere!- continuai io con lo stesso tono canzonatorio.
-Piantala Jade, o altrimenti ti
prendo di peso e ti getto in mare e ti avverto, di prima mattina l’acqua è un
po’ fredda- mi rispose lui sarcastico.
-Non ne saresti capace-
-Puoi ripetere scusa?-
-Ti ho detto che non ne saresti capace- gli dissi io sporgendomi verso di lui; l’avevo sfidato.
-E va bene, ma non dirmi che non ti avevo
avvertito-
Vidi Orlando mettersi in piedi:
-Che cosa hai intenzione di fare?-
gli dissi io alzandomi e guardandolo un po’ preoccupata.
Orlando, senza nemmeno rispondermi, mi prese in braccio e,
nonostante gli dicessi di mettermi giù,cominciò dirigersi verso la riva del mare.
-Dai Orlando smettila di scherzare, non ho altri vestiti con
me, se mi getti in mare non potrò mica rimanere
conquesti bagnati addosso? Mi prenderà
un accidente!-
-Ah per me puoi anche toglierli, non c’è nessun problema- mi
disse Orlando guardandomi tra il divertito e il
malizioso.
-Sei sempre il solito cafone tu,
non ti smentisci mai!-
-E ancora continui ad
insultarmi…beh cara Jade, hai la testa troppo calda
per i miei gusti, una bella rinfrescatina non ti farà male-
Detto questo Orlando, senza darmi
il tempo di rispondere, mi gettò in acqua, e all’improvviso una sensazione di gelo
mi pervase tutta, penetrandomi fino alle ossa.
Riemersi subito e vidi Orlando che se la rideva di gusto:
-Com’è l’acqua,
fredda?- mi chiese scherzando, tentando si smetterla di ridere.
-Perché non me lo dici tu?-
Così cominciai a bagnarlo tutto, ma una voce lontana catturò
la nostra attenzione…
Era Johnny, era lui che urlava dalla riva per farsi notare; uffa quando
si dice la puntualità; io sarei stata volentieri un al
Era Johnny, era lui che urlava dalla riva
per farsi notare; uffa quando si dice la puntualità; io sarei stata volentieri
un altro po’ con Orlando in acqua…
-Orlando, Gore ti stava cercando,
ma sapete voi due che ore sono?-
-No…che ore sono?- gli chiese lui
mentre si gettava indietro i capelli umidicci.
-Le 7.50, ma immagino che non ve ne siate accorti-
-Sono tutta bagnata- mi dissi
ignorando anche se involontariamente le parole di Johnny mentre cercavo di
strizzare con la massima attenzione il mio golfino bianco.
-E questo grazie a te- aggiunsi
dopo riferendomi ad Orlando che camminava al mio fianco.
-Però…non sei proprio niente male- disse poi Orlando
guardandomi con il suo solito sorrisetto malizioso da capo a piedi, in effetti i pochi abiti che avevo erano aderiti al corpo
mettendo in risalto le mie curve.
-Ma devi essere sempre così esplicito?!?-
gli dissi io contro, in effetti quando si comportava così mi metteva non poco a
disagio.
-Mi meravigliavo come non ancora fossi arrossita-
-Se me lo fai notare ogni volta
arrossisco ancora di più, lo capisci o no?-
-Fate pure come se non ci fossi ragazzi, non preoccupatevi
per me- disse Johnny sarcastico; in effetti lo stavamo
giusto un po’ ignorando…
-Ragazzi ma che cosa avete combinato?-
ci chiese Karla che stava parlando con il regista con tono abbastanza concitato
non appena ci vide arrivare all’albergo con gli abiti totalmente bagnati.
-Orlando sono le 8.00, sapevi che
le riprese oggi sarebbero cominciate a quest’ora, vero?- rincarò la dose Gore
guardandolo scocciato.
-Non mi ero reso conto fosse così tardi, ma ti assicuro che
non succederà più-
-Su muoviti, va a cambiarti…- disse
poi Gore guardandolo più bonariamente, forse ricordandosi che era stato giovane
anche lui.
-Jade fila anche tu sopra, e non metterci più di cinque
minuti altrimenti ti lasciamo qui ok?- mi raccomandò
Karla, dopo che il regista si era allontanato, chiamato da un addetto alla
fotografia.
-Ragazzi aspettate un attimo- ci
richiamò Karla, stavamo appunto salendo le scale per andare nelle nostre
camere.
-Che cosa avete combinato voi due?
Non devo preoccuparmi, vero?-
-No- rispondemmo insieme, per poi
scambiarci un sorriso d’intesa.
-Ragazzi volete sbrigarvi??- la
voce di Gore ora non sembrava più tanto comprensiva, pertanto cogliemmo la palla
al balzo ed entrambi, grazie a quel provvidenziale intervento, ci affrettammo
di sopra, ognuno nella propria stanza.
Scendemmo dopo pochi minuti e così finalmente si partì per
le riprese, riprese che quel giorno durarono fino alle 19.00 circa e così, io e
Karla, dal momento che non era molto tardi, decidemmo di andare a fare una
passeggiata per parlare un po’; non l’avevamo fatto tanto da quando eravamo
arrivate ai Caraibi, d’altronde lei era quasi sempre
impegnata ed io non volevo distrarla dal suo lavoro; ma ora potevamo concederci
del tempo tutto per noi.
-L’hai vista la scogliera lì in fondo Jade?- mi disse ad un certo punto Karla indicandomi con l’indice una
massa di pietre scure abbastanza lontano dal tratto di spiaggia dove stavamo
camminando.
-No, perché?-
-C’è un panorama bellissimo, dai
andiamo-
-Va bene-
Passeggiamo per qualche minuto in silenzio, poi Karla:
-Beh Jade, è inutile che ci giro intorno, io in realtà
volevo parlarti di Orlando-
Io non dissi nulla, mi limitai ad annuire con il capo, tanto
sapevo che prima o poi Karla avrebbe voluto delle
spiegazioni, come anche sapevo che aveva voluto stare da sola con me proprio
per parlarmi di questo.
-Vedi Jade, io mi sono accorta che tu provi qualcosa per
Orlando…-
-Sì Karla, credo di essermi innamorata di lui- le dissi sospirando serena guardandola negli occhi,dove non incontrai però molta approvazione.
-Che c’è che non va Karla?-
-Sei sicura di quello che dici? Non è che si tratta soltanto
di una cotta passeggera, eri ossessionata da lui come attore
prima, magari…-
-No Karla, non è così, credimi, me ne sarei
accorta; il fatto è che ogni gesto, un suo sguardo, un suo sorriso, mi manda
nella confusione più totale, quando stiamo insieme mi sento così bene al punto
da volerlo urlare, e quando non c’è mi manca…non credo che questa sia una
semplice cotta Karla-
-E lui, cosa prova per te, te lo ha mai detto?-
-Eh bella domanda, magari lo sapessi; certo non gli sono del
tutto indifferente, ma non so se per lui rappresento solo un’amica o qualcosa
di più, ha dei comportamenti Orlando che il più delle volte non riesco proprio a capire-
-Jade i tuoi sentimenti sono profondi, veri senza ombra di dubbio ma…-
-Ma…- la esortai a continuare io.
-Vacci piano con Orlando, non fare mosse affrettate perché,
stando a quello che mi dici, non sai i sentimenti che ci sono
dall’altra parte. Quando si è innamorati si è anche impulsivi, magari si fanno
o dicono cose di cui poi ci si potrebbe pentir…-
-Karla non dire così, so badare a me stessa,
sai che non farei nulla se non fossi pienamente sicura di Orlando- le
dissi cercando di non essere molto dura con Karla, in fondo mi diceva quelle
cose solo per il mio bene, e poi perché me ne voleva tanto; in fin dei conti cercava
di proteggermi.
Lei mi sorrise un po’ preoccupata, per poi passarmi
affettuosamente un braccio intorno al collo:
-Tu sii prudente comunque, me lo
prometti?-
-Te lo prometto- le dissi io
abbracciandola.
-Beh ecco, siamo arrivate, che ne dici?-
La scogliera era molto suggestiva,
c’erano massi di ogni sfumatura del bianco e del nero, di ogni forma e
dimensione, poi da quello più alto si potevano vedere le tante isolette vicine
e ovviamente il mare, che a quell’ora del giorno, soprattutto all’orizzonte,
assumeva un colore tra il rossiccio e il dorato; uno spettacolo davvero. Ma quel giorno no, c’erano nuvole non lontanissime che
sembravano cariche di pioggia, perciò il mare allora sembrava cupo e grigio.
-E’ proprio un bel posto Karla, avevi ragione tu- le dissi sorridendole.
Restammo lì ancora un po’ a parlare, questa volta di come
procedevano le riprese però, poi Karla decise di ritornare in albergo e, dato
che io volevo restare ancora per qualche minuto da sola lì, mi raccomandò di
rientrare prima che facesse buio.
Quelle nuvole minacciose , che
sembravano non molto lontane, ora si stavano avvicinando alla costa sempre più
velocemente, accompagnate da tuoni abbastanza forti; beh tra poco era proprio
il caso di fare armi e bagagli e rientrarsene in albergo. Non passò molto tempo
quando vidi avvicinarsi Orlando:
-Ohi ciao- gli dissi mentre mi spostavo una ciocca dei
lunghi capelli dietro un orecchio, ciocca che svolazzava fastidiosamente per la
fresca brezza marina.
-Ciao Jade- mi rispose lui sorridendomi spensierato –Ho
incontrato Karla, mi ha detto che eri qui-
- Tu piuttosto, dov’eri finito?-
-Stavo con Keira, abbiamo preso qualcosa ad un bar- disse
noncurante lui intento a guardare le onde del mare che, mano a mano, si increspavano con maggiore intensità.
-Ah davvero, e perché non te ne ritorni
da lei?- gli chiesi io con un tono fresco e scherzoso, d’altronde non potevo
che stare bene quando ero con lui.
-Non cominciare a fare la mogliettina gelosa ora-
-Non faccio la mogliettina gelosa, stupido-
-Oh si invece- ribattè lui
scompigliandomi affettuosamente i capelli.
-Ma comunque, mogliettina mia, puoi
stare tranquilla perché lei non è proprio il mio tipo; non la conosco così bene
ma già mi sembra un po’ troppo, diciamo “costruita”, per i miei gusti-
Stavo per rispondergli, ma sentii una goccia d’acqua
scendermi sulla guancia, poi subito un’altra sulle labbra.
-Orlando qui comincia a piovere, muoviamoci- gli dissi io mentre tentavo di scendere senza farmi male dagli
scogli ripidi su cui mi ero imprudentemente arrampicata; ma la pioggia cominciò
a scendere veloce, fitta e a goccioloni, mentre fulmini sottili cominciavano a
solcare il cielo grigio.
-E ora, che si fa?- gli chiesi io
preoccupata, dal momento che non era tanto prudente stare all’aperto con quel
temporale; no, decisamente no.
-Vieni con me-
-Dove vuoi andare, non possiamo rientrare in albergo ora!-
-E chi ti ha detto che voglio
rientrare in albergo? Sembra ci sia un piccolo riparo lì, tra quelle rocce…dai
andiamo a vedere-
Così Orlando mi prese per mano ed insieme cominciammo
a correre nella direzione da lui indicata, e in effetti proprio come aveva
detto c’era una specie di grotta; alta, ma molto stretta, al punto che i nostri
corpi dovettero aderire completamente, eravamo vicini, pericolosamente vicini.
-Dobbiamo solo aspettare che finisca questo temporale- gli dissi io un po’ imbarazzata, non ero affatto preparata ad
una situazione del genere.
-Sei gelata…vieni qui- mi sussurrò lui dolcissimo
stringendomi a sé e cingendomi forte la vita con entrambe le braccia, gesto a
cui io risposi con un caldo abbraccio, poggiando la testa sul suo petto;
inutile provare solo a descrivere le sensazioni che mi si agitavano dentro in quel momento.
Alzai poi il mio viso per guardare il suo e, sorridendogli,
cominciai con le dita ad asciugare le gocce di pioggia che aveva sugli zigomi,
sul naso, sulle labbra…Fu poi lui che inaspettatamente mi attirò a sé
avvicinandomi con una mano sul mio collo scoperto e poggiòpiano la sua bocca sulla mia, questo prima
che le nostre lingue cominciassero una frenetica danza; era quello un bacio
desiderato forse da tanto tempo da entrambi, ecco perché così passionale. Le
nostre mani cominciarono a vagare le une sul corpo dell’altro, la temperatura
stava salendo senza che io me ne rendessi conto; ma fu lui a fermarsi
all’improvviso, così come aveva preso a baciarmi.
-Scusa Jade, scusami i…io non
dovevo farlo- mi disse lui guardandomi con uno sguardo abbastanza sconvolto.
-Che cosa?- la mia voce si era
ridotta ad un sussurro.
-Non doveva succedere-
-Orlando mi spieghi cosa significa “non doveva succedere”?-
gli dissi io alzando la voce presa dalla rabbia e
dalla delusione.
-Non è una cosa giusta…o almeno credo che non lo sia ora…e poi tu stai ancora studiando…-
Era chiaro che Orlando fosse confuso ma io, stupida, non me ne accorsi:
-Lo sapevo- mi dissi io guardando
altrove e sorridendo amaramente.
-Non fraint…-
-Non fraintendere cosa Orlando? Eh, fraintendere cosa?!? Tu
sei il grande attore, la super star affermata, ed io la povera, illusa
ragazzina innamorata persa di te; non potrebbe mai funzionare tra di noi…non c’è niente da fraintendere! E’ tutto chiaro,
ora più di prima- gli urlai io contro mentre tentavo
di trattenere le lacrime.
-No Jade non è così!-
-Non voglio ascoltare più niente Orlando, lasciami in pace
va bene?-
Fu l’unica cosa che riuscii a dire
prima che scoppiassi in lacrime, e fu per questo che in quel momento decisi di
andarmene via, non volevo farmi vedere da lui in quello stato. Cominciai a
correre, lontana, sempre più lontana da lui e dal suo mondo, nonostante lui
continuasse ad urlare invano il mio nome…
Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi portava
dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, n
Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi
portava dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, non se lo
meritava…Dio come mi aveva fatto male sentirmi dire che quel contatto, quel
nostro bacio era stato uno sbaglio, non doveva succedere; e poi che io allora
stavo ancora studiando era il pretesto più idiota che
Orlando avesse potuto trovare per dirmi invece che non provava niente per me.
Sì, perché quella era la verità, dopo quanto accaduto, dovevo per forza pensare
che io non significavo niente per lui. Magari potevo attrarlo fisicamente,
altrimenti non sarebbe stato così coinvolto in spiaggia, ma comunque
non ero più che un oggetto. Mi aveva illuso, aveva giocato con me, non credevo
fosse stato così stupido da non capire che mi ero innamorata di lui, ero troppo limpida per nascondere ciò che provavo…e lui che
cosa aveva fatto invece? Niente di più che alimentare giorno dopo giorno il mio
amore per lui; quante volte, da quando eravamo arrivati ai Caraibi, avevamo
chiacchierato insieme, riso, giocato, anche sul punto di baciarci, quella volta
nel deposito? E allora ricordo di essere stata io a fermarmi, non lui, perché era
evidente che altrimenti ne avrebbe approfittato anche
in quel caso. Ma ciò che al momento non riuscivo a
perdonargli era il fatto che, se non ricambiava i miei sentimenti, avrebbe
almeno dovuto parlarmene chiaramente, e subito anche; non farmi prima toccare
il cielo con un dito con quel bacio, per poi dirmi che…oh che rabbia! Avevo il
cuore a pezzi, la mente che a stento riusciva ad elaborare pensieri di senso
compiuto, e a peggiorare il tutto erano i brividi di
freddo che mi percorrevano il corpo bagnato; infatti ero corsa via subito,
nonostante la pioggia che cadeva anche se meno fitta rispetto a qualche minuto prima.
Insomma stavo malissimo, dentro e fuori.
Arrivai nella hall dell’albergo e,
per mia grande fortuna, non trovai nessuno della troupe; evidentemente c’era
stato qualche imprevisto, pensai comunque che era meglio così, pertanto presi
le chiavi della mia stanza e andai al piano di sopra dove, messo in bella vista
sul letto di Karla, c’era un biglietto con su scritto che era andata a cena in
un ristorantino sul mare con il resto dei collaboratori. Per
prima cosa decisi di togliermi quegli abiti zuppi da dosso; che strano,
pensai, avevo vissuto una situazione del genere anche quella mattina, ma le
circostanze erano state sicuramente più piacevoli…che scema, che scema ero
stata solo a pensare che tra me e Orlando avesse potuto funzionare; ma come
avevo fatto? Eppure ero stata sempre una ragazza con i piedi ben piantati per
terra, certo, magari un po’ sognatrice come era
normale d’altronde esserlo per la mia età, ma non avevo mai esagerato con la
fantasia. Tranne che in questo caso. Orlando era
bello, attraente, spigliato e inoltre faceva parte del mondo dello spettacolo,
del cinema hollywoodiano; mentre io, io chi ero? Una ragazzina qualunque,
appena uscita dal liceo che non sapeva ancora che fare della sua vita; come si
sarebbero potuti conciliare due mondi così diversi? Ed
io che per qualche istante avevo creduto fosse stato possibile…
Mi stavo raccogliendo i capelli in una coda alta davanti
allo specchio quando mi accorsi del lampeggiare del mio cellulare che avevo affianco:
-Sì pronto-
-Oh ciao Maggie- dissi non al
massimo dell’entusiasmo.
-Mi fa piacere notare che tu sia
felice di sentirmi- mi rispose lei con tono sarcastico.
-Scusami Maggie, ma è che ho avuto una giornataccia-
-E’ successo qualcosa di grave?-
-Vuoi sapere cosa è successo? Semplicemente che oggi mi sono
resa conto che Orlando è un imbecille, e sono anche fin troppo gentile ed educata a chiamarlo così-
-Che ti ha fatto?-
-E’ una storia lunga Maggie, dopo quanto
è accaduto ora non so nemmeno più come comportarmi con lui, so solo che ormai il
nostro rapporto non potrà più essere lo stesso di prima, ci siamo spinti troppo
oltre ed ora tra di noi non può più esserci una semplice e disinteressata
amicizia; insomma…come vedi non è il caso di parlartene a telefono, sarebbe
troppo complicato- le dissi passandomi afflitta una mano fra i capelli e
sospirando profondamente.
-Non avrete mica fatto sesso-
-Ma no! E comunque
è stata una fortuna, altrimenti ci sarei stata ancora più male-
-Ah ok…beh, ma se dici che è una storia troppo lunga e
complicata, perché non me la racconti di persona?- mi disse poi Maggie.
-Come scusa?-
-In pratica i miei genitori stanno organizzando un viaggio
in Italia, con tappe città come Roma, Firenze…perché non vieni con noi? Insieme
ci divertiremo tantissimo, come sempre-
La proposta di Maggie mi lasciò alquanto
interdetta, non mi aspettavo un invito del genere.
-Sai in un primo momento non avevo
alcuna intenzione di chiedertelo, sapevo che eri ai Caraibi e per di più con il
tuo attore preferito quindi non pensavo che tu fossi disposta a venire con me.
Però, dal momento che mi dici che è successo non so che tra te e Orlando, ma da
come stai male vedo che si tratta di qualcosa dimolto grave, perché non molli tutto e ritorni
a Londra?-
-Maggie non so che dirti…-
-Beh tu pensaci, non c’è bisogno che mi risponda
subito-
-Però se venissi con te non sarei
costretta a passare qui tutta l’estate vedendomelo sempre davanti e starci male
ogni volta-
-Questo è vero-
-…e poi così lo dimenticherò di
sicuro- sussurrai amaramente a me stessa.
-Come hai detto? Non ho sentito-
-No niente Maggie, parlavo da sola…comunque,
forse hai ragione tu, mi farà solo bene tornare a Londra, e poi una vacanza con
te mi aiuterà a distrarmi e a non pensare più a ciò che è successo; tutto come
prima insomma- continuai con un tono di triste rassegnazione nella voce.
-Dai Jade, tirati su, non sono abituata a
sentirti così triste!- mi disse Maggie affettuosamente.
-Magari fosse facile…-
-Non preoccuparti Jade, vedrai che ti passerà, forse deve
solo passare un po’ di tempo, tutto qui-
-Già, è così-
-Beh Jade ora devo proprio staccare, c’è qui mia sorella che
rompe perché le serve il telefono- disse poi Maggie scocciata.
-Va bene, allora ti faccio sapere io qualcosa, domani mi informo sull’orario degli aerei-
-Perfetto, prendi il primo volo per Londra e torna a casa,
ti aspetto eh?- mi disse lei allegra.
-Ok Maggie, ciao e a presto-
-Ciao Jade-
Ecco, fra qualche ora ormai sarei tornata
a casa, alla vita di tutti i giorni; che sensazione strana che avevo, ma non
era certo una bella sensazione. Era stata un’esperienza che non avrei
mai più vissuto quella di conoscere, almeno in parte, il mondo del cinema, lo
svolgersi delle riprese, l’atmosfera che c’era sul set, avevo visto i Caraibi,
e poi avevo conosciuto lui, Orlando Bloom; chissà se l’avrei più rivisto…
Il giorno dopo ero in camera che preparavo la valigia, sarei partita il pomeriggio stesso, l’aereo era alle 16.30 e
dovevo anche darmi una mossa perché l’aeroporto distava una cinquantina di
chilometri circa dall’albergo dove alloggiavo, ed erano già le 13.00. La sera
prima avevo parlato con Karla, al suo ritorno si accorse subito che avevo gli
occhi gonfi di pianto, e nonostante non fossi molto propensa a dirle cos’era
successo, mi obbligò a raccontarle tutto, da quando mi aveva lasciata
sola alla scogliera alla telefonata con Maggie. Karla ci rimase molto male, si
vedeva che era più che dispiaciuta, ma non mi rinfacciò mai che lei mi aveva
avvertito di andarci piano con Orlando, sapeva che sarebbe stato solo peggio
per me; per quanto riguarda il mio ritorno a Londra, anche lei era d’accordo,
se fossi rimasta lì fino alla fine dell’estate sarei stata
solo male.
Ecco fatto, ero pronta, mi sembrava di aver preso tutto.
Così, uscita dalla stanza, cominciai a trascinare il mio trolley per il lungo
corridoio, per poi fermarmi per qualche istante davanti alla camera 118, la
camera di Orlando. Non potei fare a meno di sorridere
quando mi venne in mente la scena di me che arrossivo quasi fino a diventare
viola quando quella volta, per aver sbagliato stanza, lo vidi
uscire mezzo nudo dalla doccia, era il mio primo giorno ai Caraibi. Quello
stupido, non riuscivo ancora a capire perché si era comportato così, e poi
soprattutto perché io mi ero innamorata proprio di lui? Pensavo quelle cose
quando fui poi riportata alla realtà da dei rumori nella stanza…ma che cosa
stavo facendo lì impalata? Orlando sarebbe potuto uscire da un momento
all’altro! Mi affrettai giù per le scale facendo attenzione a non cadere, poi
salutai i componenti della troupe che non sospettavano
minimamente il motivo per cui avevo deciso di andare via; erano un po’
dispiaciuti per la mia partenza, in effetti si erano un po’ tutti affezionati a
me, ero la più piccola del gruppo.
-E tu che ci fai con questa
valigia?- mi chiese stupito Johnny appena rientrato in albergo.
-Ho deciso di andare via-
-Come vai via?-
-Eh sì, ritorno a Londra, poi passerò il resto dell’estate
con la mia amica, faremo un viaggio in Italia-
-Ma se non sbaglio questo non era
previsto, tu dovevi rimanere qui fino ad agosto…è successo qualcosa con
Orlando, vero?- disse lui convinto, aveva capito sin dall’inizio che tra me e
Orlando c’era della simpatia.
-Diciamo di sì, perciò ho deciso di tornare a casa- gli risposi non nascondendo un velo di tristezza.
-E immagino che Orlando non sa che te ne stai andando-
-No, in effetti non lo sa-
-E io che gli dico se mi chiede che fine hai
fatto?-
-Digli che sono ritornata da Maggie, lui sa chi è, e che
andrò in vacanza con lei…sono cose che fanno tutte le ragazzine, digli anche questo-
-Cose da ragazzine?- le parole di Johnny furono accompagnate
da una smorfia interrogativa.
-Sì, cose da ragazzine, vedrai che lui capirà benissimo-
Diedi poi uno sguardo all’orologio della hall,
si stava facendo proprio tardi, era arrivato il momento di andare.
-Beh Johnny Deep, è stato un piacere
conoscerti- gli dissi sorridendogli.
-Il piacere è stato tutto mio- mi abbracciò
affettuosamente, abbraccio che io ricambiai con slancio.
-Ehi promettimi una cosa tu, quando passi per Londra, devi
venirmi a trovare, ok?-
-Sicuro-
-Bene, ora è meglio che mi sbrighi, Karla mi sta già
aspettando in macchina-
Salutai Johnny definitivamente, poi Karla all’aeroporto
dove, dopo aver attraversato il gate, salii sull’aereo che mi avrebbe riportato
alla mia solita vita.
-Addio Caraibi- sussurrai mentre
l’aereo decollava…
-Jadestasera credo
di finire presto qui in teatro, che ne dici se dopo andiamo a mangiare qualcosa
insieme?-
-Sì va bene, e dove ci vediamo?-
-Vicino al Big Ben tra un’oretta circa, ok?-
-Perfetto-
-Allora Jade a dopo, ciao-
-Ciao Karla-
Spinsi il dito sul pulsante rosso del cordless per poi
lanciarlo distrattamente sul mio letto, questo prima di chiudere il libro sui
drammi di Shakspeare e il mio quaderno degli appunti.
Mi ero iscritta al college, gli studi stavano andando
davvero bene e anche con i miei nuovi compagni di scuola avevo
instaurato un ottimo rapporto, insomma non avevo avuto alcuna difficoltà ad
ambientarmi in quel mondo per me tutto nuovo. Prima però avevo trascorso ciò
che rimaneva dell’estate con Maggie che continuava ad essere la mia più cara
amica, ed insieme ci eravamo appieno godute le vacanze tanto attese, divertendoci e
facendoci una buona cultura delle più grandi città italiane; ero stata
affascinata da quel paese ricco di storia e buonumore. Ma questi erano solo
ricordi lontani ora perché la stagione estiva era già finita da un pezzo; ormai
era quasi Natale, festa da me amata sin da quando ero bambina per l’atmosfera di allegria e serenità che c’era nell’aria. Serenità che però non c’era allora nel mio cuore; ebbene sì, dopo
così tanti mesi non ero ancora riuscita a dimenticarlo. Orlando, sempre
e solo Orlando. Eppure in quel periodo avevo
conosciuto molti ragazzi, alcuni anche davvero carini, ma nessuno, proprio
nessuno era riuscito a farmi provare ciò che Orlando solo mi trasmetteva con un
semplice sorriso. Sì, forse ero ancora innamorata di lui, continuamente nei
miei pensieri, ma ero anche rassegnata all’idea che tra me e lui, oltre quel
famoso bacio, non ci sarebbe più stato niente; quindi aspettavo soltanto che il
suo ricordo fosse svanito con il passare del tempo, nonostante sembrava proprio
non volermi abbandonare. Quante volte Karla o Maggie mi avevano
detto di cercare di cancellarlo definitivamente; magari di provare a frequentare
qualche altro ragazzo ma io niente, non me la sentivo di prendere in giro
nessuno e innanzitutto me stessa, perché sapevo perfettamente di avere ancora Orlando
nella testa. Chissà lui cosa aveva fatto in tutto quel tempo, chissà se anche
solo per qualche minuto, una sera, mi aveva pensato. Tra questi pensieri volsi
appena lo sguardo al mio armadio, tornato pulito. Sì perché,
al mio ritorno a casa, la prima cosa che avevo fatto era stato togliere tutte
le sue foto, i poster e le interviste che avevo attaccato dentro e fuori il
mobile. A dire la verità avevo anche intenzione di gettare tutto ciò che
lo riguardava direttamente nel cestino della spazzatura, ma poi ci pensai su e cambiai idea; d’altronde la mia mania per
Orlando costituiva pure una parte della mia vita, un frammento della mia
adolescenza…perché buttare al vento i ricordi? Così presi tutti quei fogli e li
raggruppai in una vecchia scatola colorata, ora
riposta in qualche cassetto…
Mi strinsi nelle braccia per il freddo, aveva da poco smesso
di nevicare, mentre aspettavo Karla nel posto deciso sperando che non
ritardasse ancora; l’appuntamento era alle 19.00 ed erano già le 19.15. Decisi
di sedermi su una delle numerose panchine che c’erano lungo il viale e presi a
guardare la gente che mi passava davanti, mi piaceva osservare le persone e
magari immaginare la loro storia, la loro vita: allora c’era un uomo
sicuramente in carriera che in una mano stringeva la costosa ventiquattrore e
nell’altra il cellulare, intento a parlare animatamente con chissà chi; un
paffuto bambino biondo che, abbracciando la mamma, guardava meravigliato lo
splendore di luci intorno a lui, c’era una coppia di innamorati
che, mano nella mano, si scambiavano tenere effusioni, c’era un ragazzo lontano
dai capelli scuri che portava con lui una rosa rossa; che romantico, pensai,
beata la ragazza che avrebbe ricevuto quel fiore. Mi alzai dalla panchina e
cominciai a guardarmi spazientita intorno, ma che cosa diamine stava facendo Karla da ritardare così tanto?!? Sbuffai, ma
quando mi voltai per tornare a sedermi mi ritrovai davanti quel ragazzo moro
con la rosa, e quel ragazzo era proprio Orlando.
Lo guardai per qualche secondo con un’espressione a dir poco
stupita negli occhi senza riuscire a spiccicare parola, non ero affatto preparata,
non avevo mai e poi mai nemmeno immaginato di trovarmi in una situazione del
genere; Orlando era avvolto in un cappotto nero, il collo era protetto da una
larga sciarpa e i morbidi capelli mossi gli incorniciavano il viso chiaro,
sembrava ancora più bello di come lo ricordassi…ma cosa stavo dicendo?!? Dovevo
cercare di contenermi e soprattutto di controllarmi.
-Ciao Jade-
Orlando mi sorrise un po’ imbarazzato porgendomi la rosa,
rosa che guardai rigirandola più volte tra le mani ancora non rendendomi conto
di quello che stava succedendo.
-Tu…tu cosa ci fai qui?- dissi dopo
essere appena rinsavita.
-Sono venuto per parlarti- mi rispose
lui senza troppi giri di parole, sembrava abbastanza teso, mentre metteva le
mani nelle tasche del cappotto.
-Io non voglio parlare, e poi ora sto aspettando mia sor…-
-Tua sorella non verrà-
-Come scusa?-
-Karla ti ha dato l’appuntamento, ma sapeva bene che ci
sarei stato io al suo posto, dovevo parlarti a tutti i costi e immaginavo che
se te l’avessi chiesto personalmente mi avresti detto
di no, e infatti…- disse lui un po’ sarcastico riferendosi a ciò che avevo
detto prima.
-Questa Karla me la paga-
-Non è stata colpa sua Jade, sono io che ho insistito-
E perché aveva insistito così tanto
solo per parlarmi? Beh non lo sapevo e mi dissi che sarebbe stato meglio non
saperlo, troppi problemi e complicazioni con quel ragazzo che aveva il potere,
ogni volta che lo incontravo, di mandarmi nella confusione più totale. La
pensavo così prima di incontrare i suoi occhi che quasi mi imploravano
di non andare via; ma perché ero così vulnerabile?
-…dai va bene, tanto ormai siamo qui- dissi
sospirando e dandomi mentalmente della scema per la situazione in cui ero
andata a ficcarmi; meno lo vedevo e meglio era, nonostante volessi il contrario
con tutta me stessa.
Cominciammo a passeggiare e, quasi senza accorgercene, ci
ritrovammo nel parco accanto al Parlamento, a quell’ora di solito non molto
affollato; ogni tanto calavano tra di noi silenzi
imbarazzanti, d’altronde era anche normale perché né io né lui sapevamo come
comportarci nei confronti l’uno dell’altro.
-Come sta procedendo il film?-
-Oh benone, fra cinque mesi al massimo dovremmo finire di
girarlo…ma sai che un po’ mi dispiace? In effetti dovrebbe essere il contrario, come hai potuto
vedere anche tu i ritmi sono sempre molto serrati, ma sul set c’è
quell’affiatamento che mi ripaga di tutta la stanchezza delle riprese; fra me e
Johnny ormai c’è un’ottima amicizia, e anche Keira non è quella ragazza snob
che vuole far credere, sai?-
Orlando non era cambiato affatto, era sempre il solito
chiacchierone; mi dissi accennando ad un impercettibile sorriso.
-Comunque Jade, in realtà io sono venuto qui
per dirti…cioè ecco…voglio chiederti scusa-
-Orlando ormai…-
-Fammi parlare Jade, è già
abbastanza difficile così- disse lui interrompendomi fermo, ma gentile,
passandosi una mano tra i capelli. nervoso mentre si
passava una mano tra i capelli.
-Voglio chiederti scusa per come mi sono comportato con te,
l’ultima volta che ci siamo visti ho detto cose che in realtà non pensavo; ma la verità è che ho riflettuto molto in questo
periodo Jade, ho riflettuto sui miei sentimenti e…e mi sono reso conto che ciò
che provavo e che oggi provo ancora di più per te non è semplice amicizia, ma
qualcosa di più-
Io lo guardai d’un tratto, dal momento che fino ad allora avevo tenuto la testa bassa mentre passeggiavo
insieme a lui:
-E’amore Jade, sono innamorato di te- mi disse
Orlando con un sorriso che racchiudeva un misto di confusione, entusiasmo, ma
anche timore per la mia reazione.
Sospirai profondamente:
-E perché non mi hai cercato in tutto questo tempo?-
-Perché non ero sicuro di ciò che
provavo per te Jade, cosa dovevo fare secondo te, eh? Venire qui
e dirti solo sciocchezze?-
Aprii la bocca per controbattere, ma poi la
richiusi immediatamente; in effetti non potevo dargli tutti i torti.
-Tu invece non sembri molto contenta di ciò che ti ho detto-
-Ah scusami se non ti butto le braccia al collo, se non ti
dico che è tutto passato, e non ti dico che ti amo alla
follia! Non è così semplice Orlando- cominciavo
ad innervosirmi, il tono con cui aveva pronunciato le ultime parole non mi era
piaciuto affatto.
Orlando mi scrutò per qualche istante, rimanendo in assoluto
silenzio.
-Beh, cosa hai da guardare ora?-
-Sai ora credo di aver capito dove sia
il vero problema, Jade-
-Sono tutta orecchie, sentiamo- gli
dissi io amaramente sarcastica.
-Evidentemente non hai perso tempo in questi mesi…-
Io lo guardai interrogativa, domandandomi cosa volesse
insinuare con quell’affermazione lasciata lì sospesa, forse non era nemmeno
così difficile da capire, ma da quando l’avevo incontrato, quella sera, non ero
molto lucida e perspicace a causa delle tante sensazioni contrastanti che mi si
agitavano dentro.
-Ho capito tutto Jade, mi hai già rimpiazzato con un altro;
cosa c’è, non hai il coraggio di dirmelo?-
mi chiese lui guardandomi convinto
e certo di ciò che stava affermando.
Le parole mi si fermarono in gola, ma diceva sul serio?!?
-Tu non hai capito niente Orlando, tu non
hai mai capito niente! Come fai a dire che ti ho rimpiazzato con un
altro quando non puoi nemmeno immaginare che cosa ho passato io in questi mesi!
Vuoi sapere cosa ho fatto? Lo vuoi sapere?!? Ti ho pensato, Orlando, ho pensato
a tutto ciò che è accaduto fra di noi, a quanto sei
stato idiota tu a trattarmi in quel modo, a quanto avrei dovuto odiarti invece
di…-
-Invece di che cosa Jade?- mi chiese Orlando in un tenero
sussurro pieno di speranza.
-Niente Orlando…niente- dissi vinta dalla ragione piuttosto
che dal cuore.
Lui strinse la mascella, come sconfitto, per poi dirmi:
-Ti amo-
Quelle due, semplicissime parole mi toccarono profondamente,
da quanto tempo avevo desiderato sentirle da lui? Così tanto che ormai non lo
ricordavo più; lui che allora mi sembrava così sincero.
-So che è troppo tardi ora Jade, e
so che ti ho già persa, ma tu devi saperlo comunque- continuò lui amareggiato
da quella situazione.
-Mi sei entrata dentro, non so come tu sia
riuscita a farmi perdere totalmente la testa, ma è successo Jade, e
credo di non avere mai provato sensazione più bella che lo stare con te. Ho
sbagliato, ho aspettato troppo tempo per dirti ciò che provavo e così ti ho
allontanato, tu che sei la persona più importante per me, solo ora me ne sono
reso conto.
Orlando mi aveva aperto il suo animo, non stava mentendo,
potevo accorgermene dalle sue parole così normali eppure così straordinarie;
cosa dovevo fare, dovevo lasciarlo andare via? Ero
stata malissimo in tutto quel tempo, mi aveva fatto soffrire; e ora cosa mi
assicurava che non avrei rivissuto quei momenti se fossi tornata da lui? Beh
proprio niente, ma al diavolo tutto, basta tormentarsi.
-Avrei dovuto odiarti Orlando- dissi
io riprendendo il discorso di prima; Orlando mi guardò con una vena di
rassegnazione negli occhi.
-Ma non ce l’ho fatta…come avrei
potuto odiarti se in questi mesi non ho fatto altro che amarti?- gli dissi
mentre un piccolo, timido sorriso mi si stava disegnando sulle labbra.
-Jade…-
-Orlando, probabilmente mi sto mettendo nel casino più grosso
di tutta la mia vita, forse mi pentirò, forse starò
male ancora di più di quanto lo sia stata fino ad ora…ma non posso andare
avanti con la consapevolezza di aver rinunciato all’uomo di cui sono innamorata
alla follia-
Orlando mi guardò prima incredulo, non si aspettava da me
una tale dichiarazione, poi vidi comparire sul suo
viso un sorriso così bello che ancora oggi non riesco a descrivere; mi prese
fra lebraccia stringendomi
forte…ricordo che il cuore cominciò a
battermi all’impazzata, quasi sembrava volesse scoppiarmi dal petto, quando, con
la testa poggiata nell’incavo del suo collo, respiravo serena il buon odore
della sua pelle, mentre Orlando mi carezzava piano i capelli che mi ricadevano
sciolti sulle spalle.
Alzai il mio sguardo per incontrare i suoi occhi che mi
guardavano con amore:
-Baciami- gli sussurrai sorridendogli, al che Orlando,
intrecciando le sue calde dita con le mie, avvicinò lentamente le labbra alle mia bocca fino a quando esse non si incontrarono in un
bacio dolcissimo, quel bacio che, seppure tanto importante, non ci eravamo mai
dati…
Johnny mi venne incontro sulla
spiaggia abbracciandomi calorosamente;
-Ma quanti mesi sono passati dall’ultima volta che ci siamo
visti? Dimmi, come stai?- mi chiese lui piacevolmente sorpreso di avermi
incontrata.
-Una meraviglia Johnny, mai stata
meglio- gli risposi io con aria serena e anche un po’ sognante.
Beh, però prima di procedere nella storia, forse dovrei
riprendere a raccontare dal punto in cui eravamo rimasti; bene, dopo il nostro
incontro a Londra, io avevo preso la decisione di dare un’altra possibilità ad
Orlando innanzitutto perché ormai consapevole di non potere più stare senza di
lui, ma anche perché pienamente convinta dei suoi sentimenti. Allora era
cominciata la nostra storia, tenera ma frizzante allo stesso tempo,
indubbiamente bella, nonostante qualche difficoltà per gli impegni
cinematografici di Orlando che però, appena aveva un po’ di tempo a
disposizione, prendeva il primo aereo per Londra e tornava da me, ripagandomi
così di tutti i lunghi momenti di attesa. Risate, baci, scherzi, coccole
infinite, così era andata avanti la nostra relazione fino a marzo, mese in cui
la produzione aveva concluso il film “The Pirates of
the Carribbean”, e proprio la produzione, per
chiudere il tutto in bellezza, aveva organizzato un partyprivato su una di quelle meravigliose spiagge
caraibichedove erano riuniti gli attori principali, le comparse, gli addetti ai
lavori, un po’ tutti coloro che avevano dato un contributo al film che già si
preannunciava un grande successo.
Ma torniamo a noi…
-Eh già, poi mi copre di mille attenzioni, mi fa sentire
speciale, amata; sono proprio contenta che sia andata a finire così, anche se
sinceramente non pensavo sarebbe stato possibile- gli dissi mentre sentii un
braccio cingermi delicatamente la vita.
-Di che si parla?- mi chiese Orlando prima di darmi un lieve
bacio sulla guancia.
-Si parlava di te- disse Johnny
bevendo un po’ del liquido colorato dal suo calice di vetro.
-Ah…e a che proposito?-
-Ti monteresti troppo la testa mio caro, è meglio che tu non
lo sappia- gli dissi avvicinandomialle
sue labbra per poi dargli un piccolo bacio.
-Come sarebbe a dire che non lo posso sapere?- mi disse lui
guardandomi con un sorrisetto contrariato.
-Ti ho detto che non lo puoi sapere, punto e basta- gli
risposi divertita e ancora vicinissima a lui dandogli un altro bacio.
-Ah l’amour…- sospirò nel vedere la scena Johnny dando un’affettuosa pacca sulla spalla ad Orlando,
per poi allontanarsi con un’espressione sul viso così buffa che ci fece
sorridere entrambi. Fummo però interrotti da Keira
che salutò cordialmente Orlando dal momento che non si vedevano da qualche
settimana: aveva i lunghi capelli ondulati raccolti in una sobria pettinatura
ed era fasciata da un abito molto semplice.
-Jade, anche tu qui-
Poi, accorgendosi delle nostre mani che, come sempre, si
cercavano per stringersi, disse sorridendoci:
-Ah, ma allora questa storia va avanti!-
-Sì, stiamo insieme- disse prontamente Orlando
accarezzandomi con il pollice il dorso della mano.
-Oh bene, beh, anche se all’inizio non ero proprio al
settimo cielo perché lo ammetto, mi ero presa proprio una bella sbandata per
te, Orlando; ora mi fa davvero piacere per voi due. E poi Jade,
te lo assicuro, il signorino qui stava troppo male senza di te-
Non potevo credere alle mie orecchie, ma era quella la KeiraKnightly che avevo
conosciuto io? E dire che non mi sembrava nemmeno più tanto antipatica.
La serata proseguì con questo clima sereno, ma riuscivo
anche ad avvertire un pizzico di malinconia nell’aria, ormai quest’ avventura cinematografica che aveva tenuto impegnato
il cast per così tanto tempo era finita; ma di sicuro tante altre proposte di
lavoro ci sarebbero state per molti degli attori e dei vari collaboratori.
Insomma, la vita andava avanti e così, a poco tempo da quella che sembrava la
fine del party, io e Orlando, dopo esserci salutati, rientrammo ognuno nelle
proprie stanze.
O meglio, LUI era entrato nella sua stanza.
Già, perché io ero rimasta impalata davanti alla porta della
mia a frugare tra le tante cose che avevo nella pochette per cercare di
trovarne le chiavi; ma tutto inutile.
-Ma dove diamine le ho lasciate?!?-
Sbuffai infastidita, per poi cercare di fare un po’ mente
locale.
-Allora, prima di scendere stasera le chiavi le avevo con me;
però un attimo, non ricordo di averle lasciate nella hall…-
Fu allora che mi rivenne in mente la scena in cui Orlando,
poco prima dell’inizio della festa, mi aveva chiamata in camera sua per un
parere riguardo al suo look, una parola tira l’altra…e così ero stata da lui;
ecco, era lì che avevo dimenticato le chiavi.
Bussai alla sua stanza, era a poche porte dalla mia:
-Chi è?-
-Orlando apri, sono io, Jade-
-Cosa c’è?-
-Ho dimenticat…-
Le parole mi si fermarono involontariamente in gola nel
vedere Orlando; evidentemente si stava spogliando, aveva infatti la camicia
aperta che metteva così in bella mostra i suoi pettorali scolpiti e i jeans a
vita bassa ora lasciavano intravedere il lembo dei suoi boxer…
-Ho dimenticato le chiavi, dovrei averle lasciate qui- dissi
poi cercando, ma credo proprio inutilmente, di riprendere il controllo di me
stessa, anche se sfido qualunque ragazza a rimanere calma e tranquilla davanti
ad una visione del genere; soprattutto se questa visione è Orlando Bloom.
-Vieni, entra-
Cominciai a guardarmi un po’ in giro e a spostare le
cianfrusaglie varie che Orlando aveva sparse per la stanza, convinta che le
tanto cercate chiavi erano seppellite da qualche parte.
-Dai Orlando, vieni a darmi una mano- gli dissi io senza
guardarlo neppure troppo impegnata nella mia ricerca.
-Non ci penso nemmeno-
-Come sarebbe a dire non ci penso nemmeno?- gli dissi io
scocciata alzando lo sguardo verso di lui, ma senza smuovermi dalla mia
posizione, ero quasi accovacciata per terra.
-C’è un panorama da sogno qui- mi
rispose lui guardandomi poi malizioso.
Portai istintivamente gli occhi in basso, e in effetti notai
che, nella posizione in cui ero, la scollatura del mio vestito si ampliava
ulteriormente; come si dice, “a buon intenditor,
poche parole”.
-Ma…come osi!- esclamai io arrossendo appena per poi
andargli incontro con un sorriso fra il divertito e l’imbarazzato e colpirlo
con tanti piccoli pugni.
-Eh scusa Jade ma se ti metti così
è normale che mi cade l’occhio, non posso mica fare finta di niente!- mi disse
lui ridendo mentre “schivava” i miei colpi.
-Sei incorreggibile- gli sussurrai ancora sorridendo quando
Orlando, nel nostro piccolo scontro, era riuscito a fermarmi le braccia e ad
intrappolarle dietro la mia schiena saldamente tenute dalle sue, che così
finivano inevitabilmente per circondarmi la vita.
-Ok hai vinto, ma ora lasciami
andare, non è proprio comoda questa come posizione-
-Non se ne parla proprio carina, sei troppo manesca per i
miei gusti- mi disse lui mantenendo ferma la presa.
-E allora cosa si fa, si sta così per tutta la serata?- gli
domandai io retoricamente sbuffando divertita.
-Beh eventualmente si potrebbe fare anche altro…- mi rispose
lui inarcando un sopracciglio, ma sinceramente non capii bene se allora stava
ancora o scherzando o faceva sul serio.
-Primo, non ci pensare nemmeno; secondo, mollami-
-Come vuoi, allora primo, per me possiamo restare così fino
a domattina; secondo, tu non ti muovi di qui fino a quando non lo decido io- mi
disse lui ora cercando di assumere un’aria seria dall’alto del suo metro e
ottanta o giù di lì.
Fu in seguito a queste sue parole che io, per metterlo alla
prova, alzandomi appena un po’ sulle punte, gli diedi, dopo però avermi
inumidito le labbra, un piccolo ma lento bacio sul suo collo liscio, poi ancora
un altro, e un altro come a tracciare quasi un percorso, percorso che poi mi
avrebbe portato piano, ma molto piano, come una piacevole tortura, alle sue
labbra. Orlando però non riuscì a resistermi infatti, poco dopo, cominciò ad
allentare la presa per spostare sensualmente le sue mani sui miei fianchi; e fu
a quel punto che mi staccai da lui:
-Visto? Alla fine ce l’ho sempre vinta io; mi sono liberata
e per di più l’ho deciso io quando e come- gli dissi poi guardandolo con
un’aria tutta soddisfatta negli occhi.
-Se vuoi proprio tutta la verità, soltanto una RAGAZZINA
come te può ricorrere a questi sotterfugi- mi disse lui certo di farmi
innervosire; in effetti non sopportavo che lui mi chiamasse ragazzina, forse
era anche una sciocchezza, ma mi irritava comunque.
-Piantala-
-Ragazzina-
-Orlando smettila-
-Sei la ragazzina più pestifera che io conosca-
-Bambino-
-E tu una ragazzina, che coppia perfetta, no?- continuava
lui imperterrito con un sorrisino beffardo stampato sulle labbra…che faccia da
schiaffi!
-Guarda, è meglio che me ne vado altrimenti qui finisce
male- sbuffai io dirigendomi verso la porta; ma fui distratta da Orlando che si
schiariva la voce.
-Cos’altro c’è?-
-Non ti sembra di dimenticare qualcosa?-
-Forse di darti uno di quei ceffoni che ti rovineranno il
tuo bel visino, e di conseguenza la tua carriera cinematografica?- gli chiesi
io sarcastica.
Orlando non mi rispose, ma sentii un tintinnio di
qualcosa…ebbene sì, erano le mie chiavi; chiavi che, nel frattempo, avevo
dimenticato completamente.
-Dammi queste chiavi, adesso- gli dissi io andandogli
incontro e saltellando un po’ per cercare di afferrarle, dal momento che le
aveva portate in alto; e per la mia altezza, purtroppo, non potevo proprio
definirmi una valchiria; ma alla fine, stanca,mi fermaiportandomi stizzita le
mani ai fianchi:
-Orlando sei insopportabile; e in tutto ciò sarei io la
ragazzina? Ti decidi sì o no a darmele queste ch…- il
mio sfogo, che sarebbe sicuramente durato a lungo, fu però interrotto da
Orlando che, ancora sorridendo, chinatosi su di me, mi diede un sensuale bacio
sulle labbra che io, se dapprima mi ero proposta di rifiutare, in poco più di
un attimo tutti i miei buoni propositi andarono a farsi friggere; sì, perché
proprio non riuscivo a resistergli. Così lui si avvicinò ancora di più a me
approfondendo il bacio, mentre io cominciai a circondargli piano il collo con
le braccia. Il cuore mi batteva forte, come sempre d’altronde quando lo baciavo
o gli ero semplicemente vicino…beh ditemi voi, se non era amore questo!
-Sarai anche una ragazzina…- mi cominciò a dire poi lui
seguendo con lo sguardo la sua mano che scorreva tra i miei capelli;
-…ma sei la ragazzina che amo, Jade-
mi disse lui facendomi uno di quei sorrisi che erano capaci di farmi sciogliere
dentro.
Gli sorrisi felice, per poi abbracciarlo forte; lo amavo
anch’io, avrei potuto gridarlo al mondo intero. La mano di Orlando, che vagava
libera sulla mie schiena, mi fece venire voglia di baciarlo ancora; beh, ormai
ne ero consapevole, quella serata sarebbe andata avanti; ancora una volta, “a
buon intenditor, poche parole”.
-Comunque Jade, le chiavi della
tua stanza sono lì, ora puoi prenderle se vuoi- mi disse Orlando che mi teneva
ancora stretta per la vita con un’espressione non proprio decisa a lasciarmi
andare via.
Mi allontanai un po’ da lui, presi le chiavi e feci finta di
andare via, notando l’espressione sorpresa di Orlando, poi le riposi nella
cassettiera che stava vicino alla porta:
-Ricordami di prenderle domattina- gli dissi io maliziosa
mentre ritornavo da lui e gli toglievo sorridendogli la camicia…