Un sogno che si avvera

di Loribi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** La storia continua... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il viaggio in aereo era interminabile, davvero non resistevo più a stare seduta immobile su un sedile per giunta scomodissimo,

-Oh Maggie non resisto!- esclamai io nel vedere Legolas in una delle scene finali de “Il ritorno del re” quando, dopo la battaglia conclusiva della trilogia, la compagnia dell’anello si riuniva a casa Baggins.

-Jade è la tredicesima volta che vedi questo film, possibile che tu, nello stesso preciso istante, dica sempre la stessa cosa?!?- mi domandò Maggie con un’espressione fra l’incredulo e il divertito; Maggie era la mia vicina di appartamento nonché mia migliore amica.

-Lo so Maggie ma non posso farci niente, Orlando è così maledettamente sexy!-

-E’ carino-

-E’ carino? Solo carino?!? Ma Maggie guardalo meglio; il suo sguardo, il suo sorriso e poi il suo corpo…- dissi io piegando un po’ la testa di lato come a guardarlo meglio, per poi passare lo sguardo sulle innumerevoli foto che avevo attaccato all’interno del mio armadio bianco, il cui colore non si vedeva più ormai, lo avevo totalmente tappezzato di articoli di giornale, poster e tutto ciò che lo riguardava; avevo il suo calendario nella mia stanza e la sagoma cartonata a grandezza naturale di Legolas…insomma, potevate considerarmi la diciottenne sua più grande ed accanita fan in assoluto.

-Ecco, è finito- disse alla fine del film Maggie alzandosi dalla moquette e andando a prendere il dvd dal lettore che era poggiato sotto il televisore che avevo decorato con tanti piccoli adesivi brillanti.

-Ma tua sorella non doveva essere già qui?- mi chiese poi Maggie mentre andava in cucina per prendere qualcosa da bere.

-Già sta ritardando, forse c’è stato qualche contrattempo- dissi io pensierosa guardando il mio orologio da polso; ormai era da più di tre ore che era uscita, quando poi mi aveva assicurato che sarebbe tornata a casa presto. Mia sorella Karla aveva ventinove anni e lavorava come costumista, amava il suo mestiere e lo faceva anche bene, non per niente era stata membro di troupe in film che avevano avuto anche un discreto successo.

-Se questo progetto va in porto sorellina, la mia carriera avrà con ogni probabilità una svolta che non puoi nemmeno immaginare- mi aveva detto Karla prima di uscire di casa tutta allegra ed eccitata, credeva molto in questa opportunità ed io credevo in lei, sarebbe andato tutto per il meglio. D’altronde glielo auguravo con tutta me stessa, amavo mia sorella più di ogni altra cosa, era con lei che ero cresciuta da quando avevo undici anni, in seguito all’incidente stradale in cui avevano perso la vita entrambi i miei genitori. E fu per questo motivo che io e Karla ci trasferimmo a Londra, qui cominciammo insieme una nuova vita, io mi iscrissi all’high school e lei continuò i suoi studi, diventando esperta e ricercata nel suo lavoro. E ora un nuovo incarico sembrava la aspettasse ma almeno fino a quel momento, per scaramanzia, non aveva voluto nemmeno accennarmi di che cosa si trattasse, sarebbe stata una sorpresa, se la cosa si sarebbe concretizzata.

Erano gli ultimi giorni di maggio e la scuola ormai agli sgoccioli, ora c’era il college da affrontare, un grande impegno per me, ma allora non avevo voglia di pensarci, meglio godersi l’estate che stava arrivando, a dopo le complicazioni.

-Bloom sarà anche carino, ma io preferisco Monaghan senza ombra di dubbio- mi disse Maggie dopo aver bevuto la sua cola accomodandosi sul divano del soggiorno mentre guardava compiaciuta le foto dell’hobbit versione- naturale su una rivista abbandonata distrattamente sulla poltrona lì accanto.

-Come osi dire una cosa del genere in mia presenza; Monaghan meglio di Bloom?!?- le dissi io sorridendo di gusto mentre le lanciavo contro un cuscino del divano.

-Io dico quello che mi pare va bene?- mi rispose Maggie sorridendo a sua volta scagliandomi addosso un altro cuscino.

Ed ecco che eravamo alle solite, ma chissà per quale motivo ogni tentativo di scambio di idee tra me e Maggie andava sempre a finire a cuscinate

-Basta ti prego Maggie, mi arrendo- dissi esausta abbandonandomi sul divano dopo la nostra ennesima lotta.

Mi sorrise soddisfatta, erano poche le volte in cui riuscivo a batterla; nonostante Maggie fosse più mingherlina di me, era di gran lunga la più forte tra le due.

-Mi sa che devo andare ora Jade, non ho ancora finito di studiare la biologia per domani e se Miss Parker mi coglie impreparata, a casa mia sono guai seri- mi disse lei dopo circa un quarto d’ora.

-Ok Maggie, non ti trattengo-

-A domani Jade, ciao- mi disse Maggie salutandomi con la mano prima di allontanarsi verso il suo appartamento che si trovava sul mio stesso pianerottolo.

 

Erano passati pochi minuti da quando Maggie se ne era andata, che sentii dalla mia camera il rumore del campanello:

-Ti serve una mano con la biologia vero Maggie?- dissi io alzando il tono di voce mentre raggiungevo la porta di casa, in effetti la mia amica non era quella che si dice una cima in questa materia, e spesso la aiutavo dato che a me, invece, la biologia piaceva molto, ma non potevo dire lo stesso della geometria purtroppo, in quel campo ero una vera e propria frana; a differenza di Maggie, che non faceva un compito dove non prendesse una bella A.

Ma perché Maggie non mi rispondeva?

-Maggie sei tu?- dissi io cominciandomi ad insospettire.

-No, non sono Maggie- mi rispose una voce alquanto divertita, era la voce di un ragazzo, ma di un ragazzo che sembrava non conoscessi.

Mi alzai sulle punte per guardare dallo spioncino, ma il corridoio era avvolto nella penombra, riuscivo solo a distinguere la sagoma di un ragazzo alto, moro, ma niente di più.

-Allora che fai, mi apri o no?- continuò la voce con lo stesso tono disteso e divertito.

-Dimmi chi sei- dissi io fermamente.

-E se non te lo volessi dire?-

-Per me puoi anche ritornare da dove sei venuto-

-Come vuoi-

Sentii il ragazzo allontanarsi piano, ma ero troppo curiosa, accesi la luce che dava sul corridoio e aprii di colpo la porta.

Il ragazzo misterioso, accortosi di ciò che avevo fatto, si voltò verso di me, e guardandomi mi rivolse un caloroso sorriso:

 -Finalmente ti sei decisa-

Credo di essere rimasta ferma immobile sulla porta per più di un minuto, no, non potevo credere ai miei occhi…quel ragazzo era ORLANDO BLOOM?!?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


-Io sto sognando- mi dissi scuotendo la testa e sorridendo incredula

-Io sto sognando- mi dissi scuotendo la testa e sorridendo incredula.

-No non stai affatto sognando, io sono davvero qui davanti a te- disse Orlando cominciando ad avvicinarsi.

-Jade promemoria per te; andare al più presto da uno specialista, ma da uno bravo però, perché non è tanto normale che hai delle allucinazioni che sembrano così reali-

Orlando si chinò su di me e mi diede un affettuoso bacio sulla guancia, guancia che diventò poi irrimediabilmente di un rosso acceso.

-Allora, questo era reale o no?-

-Decisamente reale - gli dissi io fissandolo mentre un tumulto di emozioni si agitavano dentro di me; beh non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte il proprio idolo, o sbaglio?

Orlando mi sorrise ancora una volta, Dio come era bello, poi a prima vista sembrava un ragazzo molto dolce e per niente montato, probabilmente il successo non gli era andato alla testa, o almeno così pareva.

-Ti chiami Jade giusto?-

-Jade Morgan-

-Piacere di averti conosciuto Jade, sei una ragazza molto carina- mi disse Orlando porgendomi la mano.

-Il piacere è tutto mio- gli risposi sorridendo, forse mi stava ritornando un minimo di lucidità.

In quel momento però sentii un trillo insistente; era il suo cellulare…e che cavolo, proprio ora doveva squillare!

-Che scocciatura- sbuffò Orlando.

-Cosa c’è?-

-E’ il mio agente, devo proprio andare-

-Ah che peccato- dissi io visibilmente delusa, sarei rimasta molto ma molto volentieri a parlare ancora con lui…beh è anche vero però che con lui ci sarei rimasta molto ma molto volentieri anche tutta la vita.

-Posso fare una cosa?- gli chiesi con sguardo sbarazzino, mi era appena venuta in mente una brillante idea.

-Certo-

Non mi feci sfuggire l’opportunità e, alzandomi sulle punte, gli diedi un innocente bacio sulle labbra.

-E questo?- mi chiese Orlando sorpreso, evidentemente non se lo aspettava proprio, ma notai che era piacevolmente sorpreso, sembrava non se la fosse presa.

-Beh, dal momento che non ci vedremo più, almeno potrò conservare un ricordino di quando ti ho incontrato; ma non credere però che io baci chiunque mi capiti a tiro! Con te ho fatto  solo una piccola eccezione- gli dissi un po’ imbarazzata…ma al diavolo l’imbarazzo ragazzi, avevo baciato Orlando Bloom! Certo, non era proprio quello il mio bacio ideale; ma sempre meglio di niente.

-Ciao piccolina, a presto- mi disse Orlando ancora sorridendomi e scompigliandomi affettuosamente i miei capelli castani prima di andare via.

Lo vidi allontanarsi e mi appoggiai allo stipite della porta…ma siamo sicuri che non stavo sognando?

 

-Era lui la sorpresa- mi disse Karla dopo che le avevo raccontato ciò che mi era successo.

-Cioè fammi capire Karla, tu lavorerai con Orlando Bloom?!?-

-Diciamo di sì, Orlando sarà il protagonista del nuovo film prodotto dalla Disney e mi hanno scelta come capo costumista…oh non è fantastico Jade?- mi disse lei abbracciandomi entusiasta.

-E’ fantastico davvero Karla-

-Il film sarà ambientato in un posto da sogno sai?-

-Dove?-

-I Caraibi, quale località migliore per girare un film sui pirati?-

-Cosa? E quindi Orlando interpreterà un pirata?-

-Non proprio un pirata, lui è il figlio di un pirata che…dai ora devo dirti tutta la storia! Sono esausta Jade, te la racconto un’altra volta ok?-

-Solo un’altra cosa, come mai Orlando è venuto qui da me?-

-Sai, gli avevo detto di avere una sorella che impazziva per lui, e perciò ha voluto conoscerti-

-Capisco-

-Ehi Jade, non gli avrai mica fatto vedere la tua camera spero-

-Dici che si sarebbe spaventato?- le dissi io sorridendo.

-Spaventato è dir poco, secondo me ti avrebbe scambiata come minimo per una maniaca!-

Ridemmo entrambe, eravamo di ottimo umore quella sera.

-E quindi immagino che dovrò rimanere sola qui a casa mentre tu ti godi il sole dei Caraibi giusto?- le chiesi io dopo un po’.

-Guarda Jade che io ai Caraibi ci vado per lavorare non per prendere il sole; e poi non avrai mica pensato di venire con me vero?-

-No, certo che no- dissi io piano, in realtà una speranza, seppure piccola, c’era; ma svanì in quel momento.

- Bene Jade io vado a letto ora, non ce la faccio più a reggermi in piedi, dormi bene- disse poi Karla andando nella sua stanza.

-Notte-

 

Avevo salutato Karla quella mattina, era il dodici di giugno ed era arrivato il momento della partenza; a breve sarebbero cominciate le riprese dei pirati dei Caraibi.

Stavo sistemando la mia camera quando sentii la vibrazione del mio cellulare:

-Chi parla?-

-Prepara le valige e scendi, fai in fretta-

-Chiunque tu sia non sono in vena di scherzi va bene?-

-Sono Orlando-

-Orlando chi, Orlando Bloom forse?- dissi io trattenendo una risata.

-Sì sono io, se non mi credi dai uno sguardo dalla finestra- mi disse la voce.

Io sbattei più volte le palpebre e ancora incredula spostai un po’ le tendine della finestra della mia camera: c’era Orlando che parlava al telefono appoggiato alla sua macchina.

-Mi credi ora?-

-Io non capisco, Kar…-

-Tu vieni con me ai Caraibi, non c’è niente da capire- mi disse Orlando, e lo vidi sorridere.

Io con Orlando Bloom ai Caraibi?!?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Ce l’avete fatta ad arrivare finalmente

-Ce l’avete fatta ad arrivare finalmente!- esclamò Karla non appena ci vide scendere dall’auto di Orlando.

-Grazie sorellina!- le dissi io andandole incontro e abbracciandola forte, davvero non mi aspettavo una sorpresa del genere e quella era una cosa fantastica per me, lo sapeva benissimo.

-Non avrei mai potuto lasciarti qui- mi disse Karla ricambiando la stretta e sorridendo per la mia  reazione.

-Come mai ci avete messo tutto questo tempo?- chiese poi Karla ad Orlando che, intanto, stava prendendo i bagagli dalla sua auto.

-Abbiamo trovato del traffico per la strada- le dissi immediatamente io.

-Non darle retta Karla, è tua sorella che ha perso un’eternità a scegliere cosa doveva mettere in valigia- mi disse Orlando per stuzzicarmi.

-Non è affatto vero- gli risposi io piccata.

-Oh si che è vero- disse Orlando guardandomi divertito mentre cominciavamo tutti e tre insieme ad avviarci all’entrata dell’aeroporto.

-Abbiamo perso un’ora e mezza in camera tua a scegliere tutto quello che dovevi portarti…e non dire che non è così-

-Allora Orlando l’hai vista la camera di Jade, dimmi, è o non è la camera di una maniaca?-

A quelle parole arrossii leggermente, Karla ogni tanto mi metteva proprio in imbarazzo.

-Eh sì, è proprio una fan scatenata la mia piccolina- mi disse Orlando sorridendomi.

Orlando Bloom che mi chiamava la sua piccolina…mai e poi mai lo avrei neppure immaginato.

 

L’aereo decollò ed io ero alquanto nervosa, non ero mai salita su un aereo prima di allora ed ero rigida e tesa come una corda di violino.

-Allora, come ti senti?- mi chiese Orlando ad un certo punto del viaggio venutosi a sedere accanto a me, aveva cambiato il suo biglietto con quello di Karla.

-Male- dissi io guardandolo appena, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Ormai si era instaurata una buona sintonia fra di noi, anche se ci eravamo visti pochissime volte il nostro sembrava il rapporto di amici di vecchia data; anche i miei sentimenti nei suoi confronti erano cambiati, ora non lo vedevo più tanto come Orlando Bloom l’attore, ma come un ragazzo come un altro, un ragazzo spiritoso e molto carino.

-Tu invece ci sarai abituato-

-Ci sono abituato sì, anche io le prime volte non ero proprio rilassato, ma poi la paura passa-

Io annuii appena guardandolo terrorizzata.

-E dai Jade non essere così tragica, l’aereo non sta mica precipitando!- mi disse Orlando trattenendo una risata, evidentemente avevo stampata sul viso un’espressione di puro panico.

-Non c’è niente da ridere Orlando, non sai in che condizioni sono- gli dissi io cercando di sdrammatizzare sorridendogli, d’altronde che potevo fare?

Quando aprii gli occhi ero ancora sull’aereo, e mi ritrovai con la testa appoggiata sul petto di Orlando e con una mano nella sua. Sentivo il suo cuore battere, era un ritmo lento ma regolare, e sentivo il suo profumo anche, un profumo buonissimo.

Cercai i suoi occhi, e li vidi persi nel vuoto, evidentemente era concentrato su un qualcosa…ah come avrei voluto sapere su cosa.

-Ehi ti sei svegliata-

-Che ore sono?-

-Le 19.00, non ci manca ancora molto- mi disse Orlando rassicurandomi.

-Davvero? Ma sai che stavo cominciando ad abituarmi?-

(Una piccola nota per le mie care lettrici: ma con Orlando accanto, la vostra mano stretta nella sua, il capo appoggiato al suo petto…mi dite gentilmente chi è che non ci si abituerebbe?:))

-Ed è da tanto che dormivo?-

-Un’oretta forse, ti sei appoggiata a me, mi hai preso la mano e ti sei addormentata quasi subito-

-Capisco- sussurrai appena imbarazzata.

Ci fu un breve silenzio, poi Orlando:

-E’ strano però-

-Cosa è strano?-

-Faccio questo effetto alle donne, ho un qualcosa di magnetico ma sai cosa?-

-Cosa?-

-Con me le donne non si addormentano così facilmente- mi disse lui con un sorrisetto malizioso sulle labbra.

-Spiritoso!-

Gli feci la linguaccia e lui mi rispose con lo stesso gesto; beh stare con lui mi piaceva proprio, e mi piaceva pericolosamente…

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il viaggio in aereo era continuato senza grossi intoppi, poi la presenza di Orlando che era stato tutto il tempo accanto a me

Il viaggio in aereo era continuato senza grossi intoppi, poi la presenza di Orlando che era stato tutto il tempo accanto a me mi aveva alquanto tranquillizzata. Una volta atterrati, dei taxi che ci aspettavano all’aeroporto ci portarono in hotel, un hotel davvero niente male, nel centro della città dove albergavamo; ma avrei visto anche tanti altri posti, sapevo che avrei girato con la troupe i Caraibi in lungo e in largo perché la sceneggiatura del film aveva bisogno di luoghi incontaminati, e lì sicuramente ce ne erano tanti.

In realtà non avevo voglia di andare subito in albergo, così dissi a mia sorella che avrei fatto una passeggiata nei dintorni, giusto per vedere un po’ il posto.

C’era una miriade di bazar, tutti con tante coloratissime cianfrusaglie e souvenir, le persone poi erano per la maggioranza educate e cordiali e il mare…beh credo di non averne mai visto uno più bello; la sabbia era bianca e finissima, e l’oceano cristallino ma dalle mille sfumature, dal blu più scuro al verde smeraldo.

Stavo ritornando in albergo, quando vidi venire verso di me un uomo, sulla quarantina circa, vestito da pirata fino ai più piccoli dettagli, evidentemente era uno del cast; e riflettevo su queste cose mentre non mi accorgevo però di fissarlo perplessa.

-Beh che hai da guardare, mai visto un pirata in giro per la città?- mi disse lui contrariato.

-Ehm… mi scusi- dissi io imbarazzata da quei modi bruschi.

Ma un momento, quell’uomo sembrava non essermi del tutto sconosciuto, aveva un qualcosa di familiare; ma certo, quello era Jhonny Deep, Orlando me lo aveva detto che lui sarebbe stato uno dei protagonisti.

Certo però che caratteraccio, in fondo non aveva fatto nulla di male!

Decisi di non pensarci, non volevo farmi guastare quella bella giornata da un attore con la luna storta, e così ripresi la mia strada.

-Pronto Maggie!- dissi io sorridendo felice quando vidi cominciare a lampeggiare sul cellulare la chiamata della mia amica.

-Ehi Jade, come te la passi?- la voce di Maggie era come al solito allegra e frizzante.

-Oh Maggie come vorrei ci fossi anche tu qui- le confessai presa da un improvviso moto di malinconia.

-Ma dai non dire bugie-

-Come scusa?-

-Il mare, le stelle…-

-Maggie saresti così gentile da spiegarmi cosa stai blaterando?-

-Sto cercando di dirti e soprattutto raccomandarti di  non essere imbranata come sempre Jade e buttati con Orlando!-

Risi, ma le pensava di notte quelle stupidaggini?

-Non c’è niente da ridere Jade, hai l’opportunità di passare più di tre mesi con lui e non hai intenzione di fare niente?- mi disse Maggie però ridendo anche lei.

-Ma cosa devo fare, saltargli addosso forse?-

-Ecco, questa sarebbe una buona idea- mi suggerì Maggie cercando di sembrare seria.

-E dai dimmi, come si comporta Orlando con te?-

-E’ un ragazzo carinissimo, davvero, spiritoso, simpatico…sarebbe proprio il ragazzo giusto per me- dissi io pensando a ciò che avevo detto sorridendo beata, per poi scacciare dalla mente quel pensiero, non sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere, quindi meglio non farsi illusioni e rimanere con i piedi per terra, cominciando a considerare Orlando un amico e basta.

-E allora che aspetti, provaci no? Comunque, ora devo staccare Jade, mi chiami tu domani?-

-Contaci-

-Bene, a presto allora, ciao Jade-

-Ciao ciao Maggie-

 

Ero nel frattempo arrivata in albergo e lì ebbi un dubbio sul numero della stanza mia e di Karla.

-118…sì ne sono sicura, è la 118- mi dissi poi riflettendoci un po’ su.

Salii in camera e trovai la porta socchiusa:

-Che sbadata, a volte Karla lo è anche più di me- pensai mentre entravo; era una bella camera soleggiata e con un’ampia finestra che guardava sul mare, sicuramente la sera ci sarebbe stato un panorama da sogno. Mi accorsi del rumore dell’acqua in bagno, Karla si stava facendo una doccia; in effetti mi aveva detto in aereo che quella sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto una volta toccata terra.

Mi stesi sul letto e cominciai a leggere una rivista aspettando che lei uscisse poi, senza guardare, quando sentii aprire la porta del bagno:

-Karla avevi dimenticato la porta aperta-

Nessuna risposta.

-Poteva entrare chiunque-

Ancora nessuna risposta.

-Ma Karla mi stai ascoltando?- e dette queste parole mi girai verso il bagno ma, sorpresa delle sorprese, non trovai Karla…ma Orlando!

Lo vidi guardarmi divertito, aveva i capelli bagnati che gli ricadevano spettinati sul viso, il torso era totalmente nudo e ben asciutto e un asciugamano gli copriva “il necessario”…però che gran figo! O Dio ma che cosa diavolo stavo facendo?!? Quando mi resi conto di quella improbabile quanto imbarazzante situazione, avvampai, sentivo le mie guance bruciare, mi alzai in un lampo dal letto e mi voltai per non fissarlo:

-Scusami Orlando i…io credevo che questa f…fosse la stanza di Karla-

Orlando non disse nulla, ma avevo l’impressione che stesse sorridendo.

-Potresti metterti qualcosa addosso per favore?- gli dissi io sbuffando, ma guarda tu in che situazione dovevo andare a cacciarmi; ma tutte a me capitavano?!?

-Ecco sono pronto-

Mi girai nella sua direzione, ma Orlando non si era mosso di una virgola, e perciò tornai a voltarmi.

-Ti copri per cortesia?- gli esclamai sorridendo, quella era una delle classiche situazioni tragicomiche.

-E va bene, aspetta solo un minuto- mi disse Orlando tra le risate.

-Dai puoi girarti ora-

-Sicuro?-

-Ho messo un jeans e una t-shirt, sono abbastanza coperto per te?-

-Ma ti diverti così tanto a mettermi in imbarazzo?- gli dissi io una volta girata, ma per me era più un’affermazione che una domanda.

-Decisamente-

-E perché mai, sentiamo- gli dissi ponendomi di fronte a lui con le braccia incrociate.

-Perché mi piaci ancora di più- mi sussurrò ad un orecchio, per poi toccarmi simpaticamente il naso con l’indice.

Io sorrisi timida e mi dissi che lui non capiva che con tutti quei gesti carini, quelle frasi che sparava lì e che per lui sicuramente non avevano un senso particolare, contribuivano solo ad accrescere ciò che provavo nei suoi confronti, sentimenti che, volente o nolente, stavano assumendo dimensioni sempre maggiori.

-Ma si può sapere qual è la mia camera?- dissi io cercando di distogliermi da quei pensieri insistenti.

-E’ la 108, non la 118-

-Ah grazie, allora io vado a farmi una doccia va bene?-

-Ok a dopo piccolina-

Uscii dalla stanza e chiusi la porta dietro di me cominciando ad allontanarmi velocemente.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Ciao Jade, ma dove eri finita

-Ciao Jade, ma dove eri finita?- mi chiese mia sorella guardandomi appena una volta entrata nella stanza 118.

-Sono andata un po’ in giro per la città- le dissi decidendo di tralasciare quello spiacevole (ma nello stesso tempo assolutamente piacevole) imprevisto che mi era appena capitato.

Per evitare ulteriori domande del genere, cercai subito un altro argomento da mettere in campo, e così notai che Karla aveva tra le mani uno splendido abito, sembrava un abito per una principessa, e stava ricamando con massima cura il merletto che fuoriusciva dallo stretto corpetto.

-Ma è un abito bellissimo- le dissi veramente meravigliata sfiorando appena quel morbido tessuto.

-Bello vero?- mi rispose Karla guardando prima il vestito e poi me tutta compiaciuta.

-E’ uno degli abiti di Keira Knightly-

Keira era la protagonista femminile del film, la ragazza con cui Orlando avrebbe avuto una tenera storia d’amore, e sinceramente ero proprio curiosa di vedere che tipo fosse.

-E quando arriva Keira?-

-In giornata, è già in aereo, l’ho sentito dire da uno della troupe- mi disse calma Karla mentre faceva con ago e filo dei piccoli ritocchi.

-Capisco; e dimmi, tu non l’hai mai conosciuta?-

-No mai, ma molti dei miei colleghi che hanno lavorato con lei mi hanno detto che è un tipo un po’ capriccioso-

-Ecco fatto- disse poi Karla dopo una breve pausa alzandosi dal letto su cui era seduta e sollevando il pesante abito per mostrarmelo soddisfatta.

-Dai dimmi, che ne pensi?-

-Brava sorellina, hai fatto proprio un bel lavoro-

-Bene, ora devo andare al deposito, ho da sistemare ancora molte cose- mi disse Karla dandosi un colpo di spazzola e sistemandosi i jeans e la camicia che aveva.

-Non posso venire anch’io?-

-Ti annoieresti Jade-

-Ok allora a stasera-

-A stasera Jade, se c’è qualche problema chiamami, e mi raccomando non combinare guai come il tuo solito- mi disse Karla sorridendomi prima di chiudere la porta dietro di sé stando attenta a non rovinare il vestito che aveva appena finito di confezionare.

-E ora che faccio?- mi dissi con aria annoiata guardandomi intorno e, dato che non avevo molte possibilità di scelta in quella stanza di pochi metri quadrati, decisi di guardare un po’ di televisione.

Ma mi annoiai presto, non c’era niente di interessante, solo qualche triste telenovela, pertanto uscii dalla stanza per prendere una boccata d’aria ma non mi accorsi di uno scatolone lasciato lì per terra proprio davanti alla mia camera, ci inciampai e mi scontrai inevitabilmente con un tizio che passava da quelle parti.

-Scusami- dissi immediatamente prima ancora di alzare lo sguardo per vedere chi fosse.

-Tutto ok?-

Era Johnny Deep, questa volta non col costume di scena, aveva i capelli legati in un piccolo codino, un paio di jeans scoloriti e una leggera canotta.

-Mi dispiace, ti ho fatto male?-

-No figurati…ma aspetta un attimo, io e te ci siamo già visti da qualche altra parte?- mi disse guardandomi attentamente con sguardo curioso.

Stavo per rispondergli, ma lui fu più veloce di me:

-Ah tu sei quella ragazza che ho incontrato poco fa per strada!-

-Già e che hai trattato anche un po’ male-

-Hai ragione scusami, sono stato un perfetto maleducato, ma è stata una giornataccia sul set- mi disse grattandosi un po’ la testa, sembrava sincero.

-Figurati- gli dissi accennando un sorriso, non mi sentivo molto a mio agio, d’altronde un po’ di soggezione era più che plausibile, stavo parlando con uno dei più famosi attori di Hollywood, scusate se è poco!

-Tu sei?-

-Jade Morgan-

-Non sarai mica la sorella di Karla?-

-Sì sono io-

-In effetti avevo notato la somiglianza- lo sentii farfugliare fra sé, per poi riprendere:

-E dimmi quale sarebbe il tuo ruolo qui?- disse sorridendomi spiritoso, era un tipo davvero gioviale del tutto differente dall’idea che mi ero fatta di lui quando lo avevo incontrato prima.

-E’ una storia un po’ lunga da raccontare ma…-

-Ma che ne dici se andiamo a prendere qualcosa giù al bar? Non credo sia molto comodo stare qui a chiacchierare-

-Benissimo, avevo proprio bisogno di stare con qualcuno- dissi allegra.

-Allora cosa stiamo aspettando, andiamo no?-

 

-Ma sai che sei proprio simpatico!- gli esclamai cercando di smetterla di ridere, ormai era da circa tre quarti d’ora che parlavo con Johnny Deep e mi stavo divertendo da matti, era proprio un tipo spassoso, con la battuta giusta sempre al momento giusto, forse un po’ estroso in alcuni atteggiamenti, ma comunque mi trovavo bene con lui.

-Hai detto che hai diciotto anni giusto?-

-Giusto, compiuti pochi mesi fa-

-E dimmi, ce l’hai il ragazzo?-

-No, niente ragazzo-

In quel momento però intravidi Orlando tra un gruppetto di gente che parlava concentrato con due uomini con berretto e t-shirt, e cominciai a fissarlo non riuscendo a distogliere lo sguardo…ma che cosa mi stava prendendo?!?

Johnny, accortosi del mio stato di momentanea estasi, assunse un’espressione perplessa accentuata dal sollevarsi di un sopracciglio e così, dal momento che non accennavo a smuovermi, girandosi, guardò nella mia stessa direzione:

-Ah ah, cotta di Orlando?- mi disse tornando poi a guardarmi divertito.

-No ma che dici?- risposi poi tornando in me, cominciando a darmi mentalmente della stupida non so quante volte.

-Non era lui  che stavo guardando-

-Ah no? E chi guardavi, il ciccione con la barba?- disse ironico sporgendosi verso di me.

Non potei fare a meno di sorridere, quando faceva quelle smorfie così buffe era impossibile trattenersi.

Per fortuna non infierì oltre, non so come mi sarei comportata, ma poi la nostra attenzione fu attirata da una splendida ragazza appena entrata nella hall…

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Ma che caldo insopportabile

-Ma che caldo insopportabile!- sentii dire a questa ragazza che si guardava intorno con aria infastidita mentre si passava delicatamente una mano sulla fronte.

Sì non c’erano dubbi, quella era proprio Keira Knightly; era davvero bella.

-C’è qualcuno con cui si può parlare in quest’albergo?- continuò lei con lo stesso tono.

Dopo un po’le si avvicinò una delle ragazze della hall.

-Dica pure a me signorina-

-Oh finalmente…comunque, io avevo un appuntamento con il regista, mi sa dire dove è adesso? Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato qui-

-Sì infatti, ma poi ci sono stati dei problemi sul set, se non sbaglio una parte dell’impalcatura del castello non sosteneva bene i pesi, perciò è dovuto andare sul posto per controllare di persona; e così mi ha chiesto di dirle di raggiungerlo-

La ragazza sbuffò:

-Odio gli imprevisti-

Keira chiamò un taxi, ma poi fu chiamata da Johnny che insieme a me aveva assistito a tutta la scena.

-Ehi Keira, come va?-

-Ciao Johnny, oggi proprio sembra andare tutto storto, è una di quelle giornate…- gli rispose sorridendo stanca prima di ordinare qualcosa da bere.

-Tutti noi abbiamo le nostre giornate-no, però questo non significa che dobbiamo essere scortesi e così terribilmente antipatici- dissi tra me e me, Keira non mi aveva proprio fatto una bella impressione, forse conoscendola meglio avrei cambiato idea come avevo fatto con Johnny, ma ora come ora non mi piaceva per niente.

Ero distratta quando la sua voce mi riportò alla realtà:

-E tu chi sei?-

-Piacere Jade Morgan- le dissi tendendole la mano, mano che mi strinse apaticamente.

-Sono la sorella di Karla Morgan, il capo costumista-

-Ah Karla…-

-Sì proprio lei-

-Beh non c’è quel gran feeling fra di noi; anche se in effetti il feeling non c’è con nessuna delle costumiste-

-E potrei sapere il perché?- le chiesi cominciando ad irritarmi, stizzita da ciò che aveva detto; in realtà in apparenza non aveva detto nulla di così offensivo, ma era il tono di superiorità, da snob con la puzza sotto al naso che mi aveva dato estremamente fastidio…

-Le dico di fare un ritocco ad un vestito e lei non capisce mai e sottolineo mai quello che voglio precisamente, la rimprovero e mi risponde, è impertinente quella ragazza -

-E cosa vuoi che faccia, che stia lì ad annuire ad ogni cretinata che dici?- dissi subito senza pensarci due volte, non volevo essere maleducata, ma non sopportavo che parlasse così di mia sorella che, tra l’altro, non era nemmeno lì presente per controbattere.

Keira mi guardò in cagnesco ed io sostenni il suo sguardo e Johnny, che era rimasto lì a godersi il nostro battibecco, resosi conto che la situazione stava irrimediabilmente precipitando si affrettò a cercare di calmare le acque:

-Avanti ragazze, non mi sembra il caso di…-

-Io me ne vado- dissi alzandomi indignata e prendendo lo zaino in spalla, non sarei riuscita a sopportare quella stupida un minuto di più.

-Ciao Johnny, ci si vede dopo-

 

Ero indignata, assolutamente nervosa, non avevo mai incontrato in vita mia una persona più odiosa di Keira, un pallone gonfiato mai visto prima.

Nonostante ciò che era successo, non volevo stare male per colpa sua, pertanto decisi di raggiungere mia sorella al deposito, chissà cosa stava facendo…

-Ciao Karla- le dissi sorridendole allegra, finalmente una faccia amica!

-Ohi alla fine sei venuta- mi rispose Karla mentre si alzava sulle punte per appendere con l’aiuto di un’asta un abito maschile, ci trovavamo in una delle stanze riservate ai costumi, e questa era la stanza delle uniformi delle guardie del governatore.

-Sono dovuta per forza andare via dall’albergo-

-E come mai? Che cosa è successo?- mi chiese mia sorella con aria alquanto preoccupata.

-Ho avuto una discussione con Keira Knightly- le dissi sbuffando.

-Non è nemmeno arrivata e già ci hai fatto amicizia?-

-Non c’è proprio niente da scherzare Karla, è una ragazza presuntuosa, altezzosa e montata, già si atteggia a grande diva di Hollywood nonostante abbia avuto solo qualche piccola parte in qualche film…ma poi stai a vedere sicuro che non la conosce nessuno-

-Certo che sei tremenda!- mi disse Karla sorridendomi divertita, in effetti quando mi ci mettevo d’impegno sapevo essere anche un po’ cattivella, ma non era quella la mia indole, ero solitamente una persona calma e solare, ma odiavo nel vero senso della parola le persone tipo Keira, mi davano sui nervi in un modo indescrivibile.

-Povera te Karla che dovrai starci a contatto per tanti mesi-

-Pazienza Jade, purtroppo non si può lavorare solo con le persone che ci stanno simpatiche ma non preoccuparti, saprò come tenerla a bada-

-Karla posso andare a fare un giro per i locali del deposito?- dissi dopo un po’ curiosa, il mondo della sceneggiatura mi affascinava parecchio.

-Certo fai pure-

Stavo per uscire dalla stanza quando sentii chiamarmi da mia sorella:

-Ah Jade, se vedi Orlando gironzolare da queste parti digli di venire da me, deve provare un costume che gli ho appena ritoccato-

-Ok a dopo-

 

Fino a quel momento avevo visto le stanze degli abiti, e quelli che mi avevano colpito di più erano ovviamente gli abiti femminili, notai che erano ricamati e curati nei minimi dettagli e poi le stoffe si vedeva che erano pregiate; tutta la troupe stava facendo un ottimo lavoro e poi c’era un notevole cast di attori, beh il film prometteva proprio bene ed ero sicura che avrebbe avuto un grande successo.

Camminavo per i grigi corridoi quando mi accorsi di una stanza più piccola rispetto alle altre e così, curiosa com’ero, decisi di entrare; era la stanza delle suppellettili: vasi, quadri, gioielli insomma, tutta roba fragile ma preziosa e luccicante, era talmente bella che mi incantai a guardarla, ecco perché sobbalzai quando sentii la voce di Orlando alle mie spalle:

-E tu che ci fai qui!-

Girandomi di scatto, il mio zaino urtò con un vaso di vetro poggiato su una mensola dietro di me e sarebbe rovinosamente caduto per terra frantumandosi in mille pezzi se la mano di Orlando non l’avesse bloccato in tempo, andando così con il suo braccio a cingere la mia vita e ad avvicinarsi al mio viso; insomma, eravamo a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.

In quel momento mi chiesi se Orlando avesse potuto sentire i battiti del mio cuore, sembrava volesse scoppiare, e davvero non sapevo proprio cosa fare.

Mi feci coraggio e alzai gli occhi fino al suo viso, e lo trovai che mi guardava con un’espressione mai vista prima sul suo viso sempre allegro e scherzoso, ma mi accorsi anche che si soffermava troppo spesso sulle mie labbra, voleva baciarmi, me lo sentivo.

-Scusami, sono la solita sbadata- dissi piano sorridendo imbarazzata cercando di togliermi da quella situazione, avrei potuto baciarlo, certo, ma non volevo rovinare tutto ciò che si era creato tra di noi con un un insignificante bacio senza conseguenze.

-Figurati, succede- mi rispose Orlando sorridendomi a sua volta, nonostante sembrava un po’ deluso dalla mia reazione.

-Ah Orlando, Karla ti cercava, devi provarti un costume- cercai di dirgli ciò che mi aveva raccomandato mia sorella, ma non era per niente facile, quello scambio di respiri, la nostra pelle così vicina mi avevano scombussolato non poco, e anche lui non mi sembrava poi tanto rilassato.

-Bene-

-Allora, a dopo Orlando, ci vediamo in albergo- gli dissi alzando la mano in segno di saluto.

-A stasera- Orlando mi sorrise e poi lo vidi allontanarsi per il corridoio mentre con una mano si scombinava i capelli in segno di confusione, evidentemente anche lui non era rimasto del tutto indifferente a ciò che era successo, o meglio a ciò che non era successo…

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ormai le riprese del film erano cominciate da circa tre giorni, durante i quali erano state girate poche scene secondarie e po

Ormai le riprese del film erano cominciate da qualche giorno, erano state girate poche scene secondarie e poi quella iniziale del duello nella fucina fra Will Turner e Jack Sparrow…era una scena che a me piaceva molto, movimentata, simpatica in un certo senso, poi Orlando e Johnny si erano esercitati parecchio con la spada in modo da saperla maneggiare con estrema disinvoltura; inoltre c’era una certa sintonia fra di loro che permetteva la perfetta riuscita dello scontro tra i due eroi. Invece, per quanto riguarda la situazione tra me e Orlando, beh niente di nuovo, calma piatta, né io né lui poi avevamo più parlato di quello che c’era stato nel deposito; insomma, amici come prima.

-E libero questo posto miss?-

-Oh ciao Johnny, siediti pure- gli dissi sorridendo solare, mi ero svegliata proprio di buon umore quella mattina.

Era ancora presto, le 7.30 circa, ed io ero in una sala dell’albergo a fare colazione prima di partire con il resto del cast per le riprese quotidiane.

-Che bella giornata, stamattina mi sento piena di vita- dissi io sospirando serena prima di bere un lungo sorso del mio succo d’arancia e ammirando lo splendido paesaggio assolato che potevo vedere da una delle ampie finestre della sala.

Johnny, invece, non sembrava del mio stesso parere; aveva il capo leggermente inclinato e mi guardava con gli occhi ancora assonnati, del tutto indifferente a ciò che avevo detto, sempre se mi avesse ascoltato comunque, perché, nello stato in cui era, dubitavo che lo avesse fatto.

-Ma dai Johnny un po’ di grinta, altrimenti come fai ad affrontare le riprese oggi?-

-Tanto io giro nel pomeriggio, stamattina non sono di scena-

-E chi c’è, Orlando?-

-E Keira-

Evidentemente la mia espressione non dovette essere delle più entusiaste, infatti Johnny mi disse con un mezzo sorrisetto sarcastico:

-Cosa c’è Jade, hai perso la lingua?-

-No stavo solo pensando a che scena gireranno oggi- dissi tentando di mostrarmi non troppo interessata, in realtà morivo dalla voglia di sapere cosa avrebbero dovuto fare quei due.

-Una scena particolare, molto intima-

-E cosa ci sarebbe di tanto intimo?-

-Beh ora si vede chiaramente che il sentimento di Will è pienamente ricambiato da Elizabeth-

-E come…-

Le mie parole però furono interrotte dalla voce squillante di Karla:

-Ma ragazzi non siete ancora pronti? Avanti, muovetevi!- esclamò non appena si accorse che io e Johnny stavamo ancora comodamente chiacchierando e a fare colazione.

-Arriviamo-

Così, preso lo zaino, mi avviai verso l’uscita seguita a ruota da Johnny…

 

-Allora ragazzi, siete pronti?-

Gore Verbinski (per chi non lo sa, è il vero regista del film) si preparava a guardare attentamente la scena, aveva detto chiaramente che la considerava molto importante e quindi si aspettava il massimo impegno da parte di Keira e Orlando. Io mi ero messa in un angolino cercando di non dare fastidio o di essere d’intralcio per i cameraman, mi guardavo intorno affascinata dall’atmosfera, ci trovavamo nella stiva della nave, le luci erano soffuse.

-Ciak si gira!-

La prima battuta era quella di Elizabeth/Keira:

-Che uomo è un uomo che scambia una vita per una nave?-

-Un pirata- disse Will/Orlando con un tono di sarcasmo nella voce.

(ps: le battute sono proprio quelle del film, non le ho inventate io!)

-Date…faccio io- e Will prese la mano di Elizabeth tra le sue per fasciarla, era stata ferita da Barbossa nella grotta dove era custodito il tesoro maledetto.

-Grazie-

La voce di Elizabeth era particolarmente suadente, notai.

-Avete dato a Barbossa il mio nome con il vostro, perché?- le chiese Will guardandola intensamente…Dio che occhi fantastici!

-Non lo so-

Elizabeth ritrasse un po’ la mano per il dolore:

-Scusate, ho mani da fabbro, poco delicate-

-No, o meglio sì, certo ma…non ti fermare-

Will le rivolse uno sguardo confuso ma dolcissimo, ormai era evidente che anche Elizabeth lo amava,  i loro volti si avvicinarono e le labbra di Keira sfiorarono sensualmente quelle di Orlando…

-Stop!-

La voce del regista risuonò in tutto l’ambiente facendomi distogliere lo sguardo da quella scena.

-Keira non così, ti avevo detto che non dovevi baciare Orlando! E poi sii meno provocante, questo non è il personaggio di Elizabeth, lei molto meno audace; riproviamo va bene?-

-Scusami Gore, forse mi sono lasciata trasportare troppo dalla situazione- disse Keira guardando per una frazione di secondi Orlando con un tocco di quasi impercettibile malizia spostandosi una ciocca dei lunghi capelli dietro un orecchio; oh la trovavo semplicemente insopportabile!

-Avanti ragazzi, concentratevi-

Keira e Orlando annuirono seri per rientrare nella parte, e così le riprese andarono avanti.

 

-Sono esausta Jade- mi disse Karla lasciandosi cadere sul suo letto una volta entrate in camera, era stata una giornata particolarmente dura per lei dal momento che aveva avuto molto a che fare con “miss simpatia” Keira Knigntly.

-Dai riposati, mettiti in forze,  dato che immagino te ce ne vorranno molte per sopportare quella lì- dissi io sciogliendomi i capelli; avevano l’odore della salsedine.

-Non le va mai bene niente, è peggio di una bambina; e figurati che è probabile che la sorellina di Maggie sia meno capricciosa di lei- si lamentò Karla prima di sbuffare rumorosamente.

-Già è molto probabile- le risposi io sorridendo.

-Ma a proposito di Maggie…da quanto è che non la senti?-

-Eh da un po’; infatti avevo proprio intenzione di chiamarla-

-Beh allora sbrigati, prima che si faccia troppo tardi- mi suggerì Karla.

-Hai ragione, vado subito-

Così cominciai a cercare il mio cellulare, ma inutile, non lo trovavo.

-Karla non è che hai visto…-

-E’ lì davanti a te, sulla scrivania-

-Ah sì; ma dove diamine ho la testa?- mi dissi scombinandomi un po’ i capelli…

 

-Pronto Maggie, sono io Jade-

-Ohi Jade, ciao, che voglia che avevo di sentirti!-

Ero poggiata con entrambi i gomiti alla ringhiera di uno dei terrazzi dell’albergo, avevo scelto quello meno affollato così da poter parlare in santa pace senza il disturbo delle voci della gente.

-Che aria tira a Londra?-

-Tutto nella normalità…ma dico, cosa vuoi che succeda qui? Che venga Dominic Monaghan e mi porti con lui in Nuova Zelanda come è successo a te con Bloom ai Caraibi?- mi disse Maggie divertita tutto d’un fiato.

-Però, non pensavo mi sarebbe mancata così tanto questa pazza scatenata- mi dissi sorridendo al ricordo di tutto quello che eravamo solite combinare insieme.

-Tu piuttosto come stai? Ah ho letto che la protagonista femminile del film è Keira Khnig…-

-Mmmmhhh ti prego non ne parliamo altrimenti comincio ad innervosirmi un casino- le dissi subito, prima ancora che lei riuscisse a finire la frase.

-Ok non ne parliamo…e dimmi di te e Orlando, com’è la situazione fra voi due?-

-E’ una situazione strana Maggie, non lo capisco quel ragazzo-

-Cosa? Hai detto che è una situazione strana? Quindi deve essere per forza successo qualcosa…dai dai racconta!- mi disse Maggie tutta euforica; era proprio incorreggibile.

-Lui è così…- ma mi fermai in tempo, perché vidi arrivare il diretto interessato mentre si accendeva una sigaretta.

-Esigente-

-Come hai detto scusa?- la voce di Maggie era alquanto stupita.

-Sai Gore è un regista che pretende molto dai suoi attori- dissi cercando di sembrare agli occhi di Orlando più convincente possibile; Orlando che, appena si accorse di me, mi salutò con un caldo sorriso, sorriso da me ricambiato, ma si trattava di un sorriso certamente più imbarazzato.

Sembrava che non si fosse accorto del fatto che stavamo parlando proprio di lui; beh mi ero salvata in corner e perciò tirai mentalmente un sospiro di sollievo.

-Che cosa stai fumando lì ai Caraibi Jade?- mi disse Maggie divertita.

Sorrisi; ma tutte a me capitavano eh?!?

-Ah ho capito, è lì ora-

-Sì è proprio qui vicino a me-

Orlando mi guardò con sguardo interrogativo, non sapeva che stessi parlando con Maggie.

-Oh senti Jade non è che mi ci potresti far parlare un pochino? Non capita tutti i giorni di scambiare quattro chiacchiere con Orlando Bloom!- mi implorò Maggie dall’altre parte del telefono.

Senza pensarci due volte porsi il cellulare a Orlando, che lo prese prima incuriosito; ma poi cominciò a parlare con Maggie con molta naturalezza e con la solita simpatia di sempre.

-Beh è stato un piacere conoscerti Maggie- disse alla fine Orlando prima di gettare via la sigaretta.

-Figurati per me!-

-Allora ci si vede lì a Londra ok?-

-Sicuro, ciao Orlando, e in bocca al lupo per il film -

-Crepi, ciao Maggie-

Quando Orlando chiuse la chiamata mi disse con una stratosferica faccia da schiaffi:

-Però; è proprio simpatica la tua amica…non è che è anche carina?-

Gli risposi con una smorfia acida, riprendendomi il cellulare.

-Oh Orlando non è che avresti un accendino? Il mio l’ho dimenticato in camera- disse Johnny una volta avvicinatosi a noi.

-Allora Jade, ti sono piaciute le riprese oggi?- mi chiese poi dopo qualche tiro.

-Belle, sì- dissi accompagnando la mia risposta con un cenno del capo.

-E quella della stiva, che ne pensi?- era Orlando ora a parlare.

-E’ già da adesso una delle mie scene preferite, molto romantica, intensa…ed è venuta particolarmente bene perché Keira sembra davvero interessata a te; poi ti ha anche baciato quando sapeva benissimo che non doveva farlo- gli dissi ostentando indifferenza.

-Lei però ha detto che si era fatta semplicemente prendere dalla situazione, tutto qui- continuò Orlando con un’espressione sul volto incomprensibile, non riuscivo a capire se stesse parlando in maniera disinteressata o se mi stesse mettendo alla prova.

-Certo come no, ma se ti ha fatto anche quegli occhietti maliziosi!- esclamai io non riuscendomi a contenere.

-Sei stata attenta alla scena, eh signorina? Non ti è sfuggito proprio niente- mi disse Orlando con un sorrisetto sexy-bastardo.

-Sono una persona molto osservatrice- dissi io spostandomi i capelli dal viso, facevo sempre così quando cominciavo a sentirmi a disagio.

-E poi come mai ti scaldi così tanto…non sarai mica gelosa?-

Cominciai a farfugliare qualcosa fino a quando poi, non sapendo più cosa inventare e messa alle strette da quella imbarazzante situazione, gli diedi dello stupido; girai i tacchi e me ne andai.

-Ho esagerato forse?- disse Orlando dopo qualche secondo giratosi a guardare Johnny rimasto in disparte, che si limitò semplicemente ad annuire più volte col capo…

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Che stupido- dissi io fra i denti mentre attraversavo il corridoio per raggiungere la mia stanza…ma chi si credeva di essere

-Che stupido- dissi io fra i denti mentre attraversavo il corridoio per raggiungere la mia stanza…ma chi si credeva di essere?!?

Misi le chiavi nella toppa, avevo quasi difficoltà a girarle tanto che ero nervosa, ma alla fine ci riuscii. Aprii piano la porta, non volevo svegliare Karla nel caso si fosse addormentata, ma la trovai che leggeva un libro comodamente sdraiata sul letto.

-Hai chiamato Maggie?- mi disse non alzando lo sguardo dalla pagina che stava leggendo una volta entrata nella stanza.

-Sì, tutto ok- le dissi distrattamente cominciando a sciogliermi i lacci dei sandali che avevo attorcigliati attorno alla gamba; ero proprio nera, ma dovevo fare qualcosa per calmarmi, per distendere i nervi altrimenti il mio umore sarebbe immancabilmente peggiorato, e l’unica cosa che mi rilassava era restarmene da sola, riflettere in pace:

-Karla domattina presto avrei intenzione di andare a fare un po’ di jojjing sulla spiaggia- le dissi poi mentre mi infilavo gli shorts grigi che usavo per dormire.

-Tu a fare jojjing, di prima mattina?- mi chiese Karla guardandomi un po’ sorpresa, in effetti non mi svegliavo mai molto presto, né  tanto meno per fare sport; ma quella era un’eccezione.

-Beh, che c’è da guardare?-

-Ok fai come vuoi, ma ti avviso, domani le riprese cominciano alle 8.00 quindi sii in orario, altrimenti rimani qui sola in albergo tutto il giorno, ti annoieresti- mi disse poi Karla ritornando al suo libro.

-Non preoccuparti, sarò puntuale-

Così, dopo aver programmato la sveglia sul mio cellulare, diedi il bacio della buonanotte a Karla e mi stesi sul letto cercando di chiudere occhio, cosa che mi fu impossibile per almeno un’ ora; non riuscivo proprio a togliermi dalla testa ciò che era successo, continuavo a ricordare, nonostante non lo volessi, le parole di Orlando. Ma alla fine fui sopraffatta dal sonno, sonno però che non fu per niente sereno; anzi, fu un sonno abbastanza tormentato e poi, ciliegina sulla torta, proprio quella sera non riuscivo a trovare una posizione comoda per dormire. Insomma, la mattina seguente fui risvegliata dal suono della sveglia ancora più nera della sera prima, dal momento che quando non riposavo bene ero abbastanza suscettibile e potevo anche risultare antipatica.

Prima di uscire mi permisi una bella doccia fredda, mi avrebbe sicuramente ricaricata, misi su un costume a due pezzi coperto da un golfino sopra e da un paio di pantaloncini sotto, i capelli li raccolsi in una coda alta, scarpe da tennis e via; ero pronta finalmente.

 

Raggiunsi la spiaggia in poco tempo, d’altronde distava pochi metri dall’albergo; era pressoché deserta, del tutto differente dal resto della giornata, affollata fino a sera quando, soprattutto le coppiette innamorate, accoccolate sulla spiaggia, si godevano il romantico panorama del sole che spariva lentamente sotto la linea dell’orizzonte. L’aria era fresca e profumata e, ogni tanto, si potevano ascoltare le grida di qualche gabbiano solitario; tutto mi trasmetteva un certo senso di calma e serenità…

-Tu cosa ci fai qui- dissi fredda ma stupita una volta mi accorsi della presenza di Orlando, in piedi dietro di me, senza scomodarmi dalla mia posizione, seduta sulla sabbia con le gambe incrociate e i gomiti appoggiati su di esse; prima di cominciare la ginnastica, avevo deciso infatti di godermi un po’ quella tranquillità che difficilmente avrei potuto trovare durante il resto della giornata.

-Sono venuto per parlarti- mi rispose sedendosi subito dopo accanto a me; solo lo stargli vicino mi dava una strana ed inconsueta sensazione di benessere…ma perché mi dovevo andare ad innamorare proprio di lui?!? Mi ero messa proprio in un bel casino.

-Non era necessario che tu venissi- gli dissi senza neppure guardarlo, fissando invece l’orizzonte.

-…ma aspetta un momento, come facevi a sapere che ero qui?-

-Ti ho ascoltata mentre lo dicevi a Karla; volevo parlarti dopo che te ne eri andata in quel modo e stavo anche per bussare alla porta della tua camera, ma poi ho sentito che avevi intenzione di fare jojjing stamattina…ed eccomi qui, ho preferito aspettare oggi, così possiamo chiarirci in pace, da soli, io e te-

Ci furono pochi attimi di silenzio, poi lui:

-Beh, scusami per ieri sera, mi sono comportato da perfetto idiota-

-Concordo pienamente con te- gli dissi guardandolo sarcastica, ma in quel momento i miei occhi si concentrarono per la prima volta quella mattina sui suoi, e rimasi spiazzata da quello che potevo leggervi, ovvero un’infinita tenerezza.

-Ho sbagliato, a volte esagero con le parole senza rendermene conto e senza accorgermi di ferire le persone-

Io stavo ad ascoltarlo, senza proferire parola, in realtà non sapevo sinceramente cosa fare, dovevo lasciar passare la cosa o no? Però mi sembrava così sincero…

-Credimi Jade, non volevo metterti in difficoltà o in imbarazzo, ma te l’ho detto, mi capita ogni tanto di avere questi atteggiamenti così infantili, stupidi-

-Ci sono rimasta da schifo ieri sera, mi sono sentita trattata come una ragazzina, ero imbarazzata al massimo, e tu hai approfittato di questo mio disagio continuando imperterrito a fare il super uomo del cavolo!-

Finalmente glielo avevo detto, finalmente ce l’avevo fatta, non mi interessava di essere stata anche un po’ dura nei suoi confronti, se lo meritava.

-Hai ragione, hai perfettamente ragione-

Orlando si era sempre mostrato sicuro di sé, carismatico…e ora vederlo per la prima volta così veramente dispiaciuto, con la testa bassa, mi faceva sorridere.

-Cosa c’è di tanto divertente?- mi disse Orlando alzando un sopracciglio non appena si accorse del mio sorrisetto, ormai avevo deciso di mettere da parte l’orgoglio, magari avrei fatto meglio a continuare a fare la dura, ma non ci riuscii; non riuscii a resistere a degli occhi così dolci. E poi Orlando aveva fatto il primo passo, questo era molto importante, significava che ci teneva alla mia amicizia, altrimenti, se fosse stato il contrario, se ne sarebbe altamente fregato di me e del mio comportamento ostile.

-Stavo pensando…-

-Cosa?-

-Che sotto questa apparenza di uomo che non deve chiedere mai si nasconde… un cuoricino tenero tenero- gli dissi sorridendo solare, finalmente potevo ritornare a scherzare, a divertirmi con lui.

-Mi stai prendendo in giro?!?- mi disse sorridendo apertamente a sua volta, e non potei fare a meno di notare che avesse un sorriso bellissimo; sincero e pulito.

-Ma no, come puoi solo pensare una cosa del genere!- continuai io con lo stesso tono canzonatorio.

-Piantala Jade, o altrimenti ti prendo di peso e ti getto in mare e ti avverto, di prima mattina l’acqua è un po’ fredda- mi rispose lui sarcastico.

-Non ne saresti capace-

-Puoi ripetere scusa?-

-Ti ho detto che non ne saresti capace- gli dissi io sporgendomi verso di lui; l’avevo sfidato.

-E va bene, ma non dirmi che non ti avevo avvertito-

Vidi Orlando mettersi in piedi:

-Che cosa hai intenzione di fare?- gli dissi io alzandomi e guardandolo un po’ preoccupata.

Orlando, senza nemmeno rispondermi, mi prese in braccio e, nonostante gli dicessi di mettermi giù,  cominciò dirigersi verso la riva del mare.

-Dai Orlando smettila di scherzare, non ho altri vestiti con me, se mi getti in mare non potrò mica rimanere con  questi bagnati addosso? Mi prenderà un accidente!-

-Ah per me puoi anche toglierli, non c’è nessun problema- mi disse Orlando guardandomi tra il divertito e il malizioso.

-Sei sempre il solito cafone tu, non ti smentisci mai!-

-E ancora continui ad insultarmi…beh cara Jade, hai la testa troppo calda per i miei gusti, una bella rinfrescatina non ti farà male-

Detto questo Orlando, senza darmi il tempo di rispondere, mi gettò in acqua, e all’improvviso una sensazione di gelo mi pervase tutta, penetrandomi fino alle ossa.

Riemersi subito e vidi Orlando che se la rideva di gusto:

-Com’è l’acqua, fredda?- mi chiese scherzando, tentando si smetterla di ridere.

-Perché non me lo dici tu?-

Così cominciai a bagnarlo tutto, ma una voce lontana catturò la nostra attenzione…

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Era Johnny, era lui che urlava dalla riva per farsi notare; uffa quando si dice la puntualità; io sarei stata volentieri un al

Era Johnny, era lui che urlava dalla riva per farsi notare; uffa quando si dice la puntualità; io sarei stata volentieri un altro po’ con Orlando in acqua…

-Orlando, Gore ti stava cercando, ma sapete voi due che ore sono?-

-No…che ore sono?- gli chiese lui mentre si gettava indietro i capelli umidicci.

-Le 7.50, ma immagino che non ve ne siate accorti-

-Sono tutta bagnata- mi dissi ignorando anche se involontariamente le parole di Johnny mentre cercavo di strizzare con la massima attenzione il mio golfino bianco.

-E questo grazie a te- aggiunsi dopo riferendomi ad Orlando che camminava al mio fianco.

-Però…non sei proprio niente male- disse poi Orlando guardandomi con il suo solito sorrisetto malizioso da capo a piedi, in effetti i pochi abiti che avevo erano aderiti al corpo mettendo in risalto le mie curve.

-Ma devi essere sempre così esplicito?!?- gli dissi io contro, in effetti quando si comportava così mi metteva non poco a disagio.

-Mi meravigliavo come non ancora fossi arrossita-

-Se me lo fai notare ogni volta arrossisco ancora di più, lo capisci o no?-

-Fate pure come se non ci fossi ragazzi, non preoccupatevi per me- disse Johnny sarcastico; in effetti lo stavamo giusto un po’ ignorando…

 

-Ragazzi ma che cosa avete combinato?- ci chiese Karla che stava parlando con il regista con tono abbastanza concitato non appena ci vide arrivare all’albergo con gli abiti totalmente bagnati.

-Orlando sono le 8.00, sapevi che le riprese oggi sarebbero cominciate a quest’ora, vero?- rincarò la dose Gore guardandolo scocciato.

-Non mi ero reso conto fosse così tardi, ma ti assicuro che non succederà più-

-Su muoviti, va a cambiarti…- disse poi Gore guardandolo più bonariamente, forse ricordandosi che era stato giovane anche lui.

-Jade fila anche tu sopra, e non metterci più di cinque minuti altrimenti ti lasciamo qui ok?- mi raccomandò Karla, dopo che il regista si era allontanato, chiamato da un addetto alla fotografia.

-Ragazzi aspettate un attimo- ci richiamò Karla, stavamo appunto salendo le scale per andare nelle nostre camere.

-Che cosa avete combinato voi due? Non devo preoccuparmi, vero?-

-No- rispondemmo insieme, per poi scambiarci un sorriso d’intesa.

-Ragazzi volete sbrigarvi??- la voce di Gore ora non sembrava più tanto comprensiva, pertanto cogliemmo la palla al balzo ed entrambi, grazie a quel provvidenziale intervento, ci affrettammo di sopra, ognuno nella propria stanza.

Scendemmo dopo pochi minuti e così finalmente si partì per le riprese, riprese che quel giorno durarono fino alle 19.00 circa e così, io e Karla, dal momento che non era molto tardi, decidemmo di andare a fare una passeggiata per parlare un po’; non l’avevamo fatto tanto da quando eravamo arrivate ai Caraibi, d’altronde lei era quasi sempre impegnata ed io non volevo distrarla dal suo lavoro; ma ora potevamo concederci del tempo tutto per noi.

-L’hai vista la scogliera lì in fondo Jade?- mi disse ad un certo punto Karla indicandomi con l’indice una massa di pietre scure abbastanza lontano dal tratto di spiaggia dove stavamo camminando.

-No, perché?-

-C’è un panorama bellissimo, dai andiamo-

-Va bene-

Passeggiamo per qualche minuto in silenzio, poi Karla:

-Beh Jade, è inutile che ci giro intorno, io in realtà volevo parlarti di Orlando-

Io non dissi nulla, mi limitai ad annuire con il capo, tanto sapevo che prima o poi Karla avrebbe voluto delle spiegazioni, come anche sapevo che aveva voluto stare da sola con me proprio per parlarmi di questo.

-Vedi Jade, io mi sono accorta che tu provi qualcosa per Orlando…-

-Sì Karla, credo di essermi innamorata di lui- le dissi sospirando serena guardandola negli occhi,  dove non incontrai però molta approvazione.

-Che c’è che non va Karla?-

-Sei sicura di quello che dici? Non è che si tratta soltanto di una cotta passeggera, eri ossessionata da lui come attore prima, magari…-

-No Karla, non è così, credimi, me ne sarei accorta; il fatto è che ogni gesto, un suo sguardo, un suo sorriso, mi manda nella confusione più totale, quando stiamo insieme mi sento così bene al punto da volerlo urlare, e quando non c’è mi manca…non credo che questa sia una semplice cotta Karla-

-E lui, cosa prova per te, te lo ha mai detto?-

-Eh bella domanda, magari lo sapessi; certo non gli sono del tutto indifferente, ma non so se per lui rappresento solo un’amica o qualcosa di più, ha dei comportamenti Orlando che il più delle volte non riesco proprio a capire-

-Jade i tuoi sentimenti sono profondi, veri senza ombra di dubbio ma…-

-Ma…- la esortai a continuare io.

-Vacci piano con Orlando, non fare mosse affrettate perché, stando a quello che mi dici, non sai i sentimenti che ci sono dall’altra parte. Quando si è innamorati si è anche impulsivi, magari si fanno o dicono cose di cui poi ci si potrebbe pentir…-

-Karla non dire così, so badare a me stessa, sai che non farei nulla se non fossi pienamente sicura di Orlando- le dissi cercando di non essere molto dura con Karla, in fondo mi diceva quelle cose solo per il mio bene, e poi perché me ne voleva tanto; in fin dei conti cercava di proteggermi.

Lei mi sorrise un po’ preoccupata, per poi passarmi affettuosamente un braccio intorno al collo:

-Tu sii prudente comunque, me lo prometti?-

-Te lo prometto- le dissi io abbracciandola.

-Beh ecco, siamo arrivate, che ne dici?-

La scogliera era molto suggestiva, c’erano massi di ogni sfumatura del bianco e del nero, di ogni forma e dimensione, poi da quello più alto si potevano vedere le tante isolette vicine e ovviamente il mare, che a quell’ora del giorno, soprattutto all’orizzonte, assumeva un colore tra il rossiccio e il dorato; uno spettacolo davvero. Ma quel giorno no, c’erano nuvole non lontanissime che sembravano cariche di pioggia, perciò il mare allora sembrava cupo e grigio.

-E’ proprio un bel posto Karla, avevi ragione tu- le dissi sorridendole.

Restammo lì ancora un po’ a parlare, questa volta di come procedevano le riprese però, poi Karla decise di ritornare in albergo e, dato che io volevo restare ancora per qualche minuto da sola lì, mi raccomandò di rientrare prima che facesse buio.

Quelle nuvole minacciose , che sembravano non molto lontane, ora si stavano avvicinando alla costa sempre più velocemente, accompagnate da tuoni abbastanza forti; beh tra poco era proprio il caso di fare armi e bagagli e rientrarsene in albergo. Non passò molto tempo quando vidi avvicinarsi Orlando:

-Ohi ciao- gli dissi mentre mi spostavo una ciocca dei lunghi capelli dietro un orecchio, ciocca che svolazzava fastidiosamente per la fresca brezza marina.

-Ciao Jade- mi rispose lui sorridendomi spensierato –Ho incontrato Karla, mi ha detto che eri qui-

- Tu piuttosto, dov’eri finito?-

-Stavo con Keira, abbiamo preso qualcosa ad un bar- disse noncurante lui intento a guardare le onde del mare che, mano a mano, si increspavano con maggiore intensità.

-Ah davvero, e perché non te ne ritorni da lei?- gli chiesi io con un tono fresco e scherzoso, d’altronde non potevo che stare bene quando ero con lui.

-Non cominciare a fare la mogliettina gelosa ora-

-Non faccio la mogliettina gelosa, stupido-

-Oh si invece- ribattè lui scompigliandomi affettuosamente i capelli.

-Ma comunque, mogliettina mia, puoi stare tranquilla perché lei non è proprio il mio tipo; non la conosco così bene ma già mi sembra un po’ troppo, diciamo “costruita”, per i miei gusti-

Stavo per rispondergli, ma sentii una goccia d’acqua scendermi sulla guancia, poi subito un’altra sulle labbra.

-Orlando qui comincia a piovere, muoviamoci- gli dissi io mentre tentavo di scendere senza farmi male dagli scogli ripidi su cui mi ero imprudentemente arrampicata; ma la pioggia cominciò a scendere veloce, fitta e a goccioloni, mentre fulmini sottili cominciavano a solcare il cielo grigio.

-E ora, che si fa?- gli chiesi io preoccupata, dal momento che non era tanto prudente stare all’aperto con quel temporale; no, decisamente no.

-Vieni con me-

-Dove vuoi andare, non possiamo rientrare in albergo ora!-

-E chi ti ha detto che voglio rientrare in albergo? Sembra ci sia un piccolo riparo lì, tra quelle rocce…dai andiamo a vedere-

Così Orlando mi prese per mano ed insieme cominciammo a correre nella direzione da lui indicata, e in effetti proprio come aveva detto c’era una specie di grotta; alta, ma molto stretta, al punto che i nostri corpi dovettero aderire completamente, eravamo vicini, pericolosamente vicini.

-Dobbiamo solo aspettare che finisca questo temporale- gli dissi io un po’ imbarazzata, non ero affatto preparata ad una situazione del genere.

-Sei gelata…vieni qui- mi sussurrò lui dolcissimo stringendomi a sé e cingendomi forte la vita con entrambe le braccia, gesto a cui io risposi con un caldo abbraccio, poggiando la testa sul suo petto; inutile provare solo a descrivere le sensazioni che mi si agitavano dentro in quel momento.

Alzai poi il mio viso per guardare il suo e, sorridendogli, cominciai con le dita ad asciugare le gocce di pioggia che aveva sugli zigomi, sul naso, sulle labbra…Fu poi lui che inaspettatamente mi attirò a sé avvicinandomi con una mano sul mio collo scoperto e poggiò  piano la sua bocca sulla mia, questo prima che le nostre lingue cominciassero una frenetica danza; era quello un bacio desiderato forse da tanto tempo da entrambi, ecco perché così passionale. Le nostre mani cominciarono a vagare le une sul corpo dell’altro, la temperatura stava salendo senza che io me ne rendessi conto; ma fu lui a fermarsi all’improvviso, così come aveva preso a baciarmi.

-Scusa Jade, scusami i…io non dovevo farlo- mi disse lui guardandomi con uno sguardo abbastanza sconvolto.

-Che cosa?- la mia voce si era ridotta ad un sussurro.

-Non doveva succedere-

-Orlando mi spieghi cosa significa “non doveva succedere”?- gli dissi io alzando la voce presa dalla rabbia e dalla delusione.

-Non è una cosa giusta…o almeno credo che non lo sia ora…e poi tu stai ancora studiando…-

Era chiaro che Orlando fosse confuso ma io, stupida, non me ne accorsi:

-Lo sapevo- mi dissi io guardando altrove e sorridendo amaramente.

-Non fraint…-

-Non fraintendere cosa Orlando? Eh, fraintendere cosa?!? Tu sei il grande attore, la super star affermata, ed io la povera, illusa ragazzina innamorata persa di te; non potrebbe mai funzionare tra di noi…non c’è niente da fraintendere! E’ tutto chiaro, ora più di prima- gli urlai io contro mentre tentavo di trattenere le lacrime.

-No Jade non è così!-

-Non voglio ascoltare più niente Orlando, lasciami in pace va bene?-

Fu l’unica cosa che riuscii a dire prima che scoppiassi in lacrime, e fu per questo che in quel momento decisi di andarmene via, non volevo farmi vedere da lui in quello stato. Cominciai a correre, lontana, sempre più lontana da lui e dal suo mondo, nonostante lui continuasse ad urlare invano il mio nome…

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi portava dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, n

Cercai di trattenere le lacrime nel tratto di strada che mi portava dalla spiaggia all’albergo; non dovevo piangere per lui, non se lo meritava…Dio come mi aveva fatto male sentirmi dire che quel contatto, quel nostro bacio era stato uno sbaglio, non doveva succedere; e poi che io allora stavo ancora studiando era il pretesto più idiota che Orlando avesse potuto trovare per dirmi invece che non provava niente per me. Sì, perché quella era la verità, dopo quanto accaduto, dovevo per forza pensare che io non significavo niente per lui. Magari potevo attrarlo fisicamente, altrimenti non sarebbe stato così coinvolto in spiaggia, ma comunque non ero più che un oggetto. Mi aveva illuso, aveva giocato con me, non credevo fosse stato così stupido da non capire che mi ero innamorata di lui, ero troppo limpida per nascondere ciò che provavo…e lui che cosa aveva fatto invece? Niente di più che alimentare giorno dopo giorno il mio amore per lui; quante volte, da quando eravamo arrivati ai Caraibi, avevamo chiacchierato insieme, riso, giocato, anche sul punto di baciarci, quella volta nel deposito? E allora ricordo di essere stata io a fermarmi, non lui, perché era evidente che altrimenti ne avrebbe approfittato anche in quel caso. Ma ciò che al momento non riuscivo a perdonargli era il fatto che, se non ricambiava i miei sentimenti, avrebbe almeno dovuto parlarmene chiaramente, e subito anche; non farmi prima toccare il cielo con un dito con quel bacio, per poi dirmi che…oh che rabbia! Avevo il cuore a pezzi, la mente che a stento riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto, e a peggiorare il tutto erano i brividi di freddo che mi percorrevano il corpo bagnato; infatti ero corsa via subito, nonostante la pioggia che cadeva anche se meno fitta rispetto a qualche minuto prima. Insomma stavo malissimo, dentro e fuori.

Arrivai nella hall dell’albergo e, per mia grande fortuna, non trovai nessuno della troupe; evidentemente c’era stato qualche imprevisto, pensai comunque che era meglio così, pertanto presi le chiavi della mia stanza e andai al piano di sopra dove, messo in bella vista sul letto di Karla, c’era un biglietto con su scritto che era andata a cena in un ristorantino sul mare con il resto dei collaboratori. Per prima cosa decisi di togliermi quegli abiti zuppi da dosso; che strano, pensai, avevo vissuto una situazione del genere anche quella mattina, ma le circostanze erano state sicuramente più piacevoli…che scema, che scema ero stata solo a pensare che tra me e Orlando avesse potuto funzionare; ma come avevo fatto? Eppure ero stata sempre una ragazza con i piedi ben piantati per terra, certo, magari un po’ sognatrice come era normale d’altronde esserlo per la mia età, ma non avevo mai esagerato con la fantasia. Tranne che in questo caso. Orlando era bello, attraente, spigliato e inoltre faceva parte del mondo dello spettacolo, del cinema hollywoodiano; mentre io, io chi ero? Una ragazzina qualunque, appena uscita dal liceo che non sapeva ancora che fare della sua vita; come si sarebbero potuti conciliare due mondi così diversi? Ed io che per qualche istante avevo creduto fosse stato possibile…

Mi stavo raccogliendo i capelli in una coda alta davanti allo specchio quando mi accorsi del lampeggiare del mio cellulare che avevo affianco:

-Sì pronto-

-Oh ciao Maggie- dissi non al massimo dell’entusiasmo.

-Mi fa piacere notare che tu sia felice di sentirmi- mi rispose lei con tono sarcastico.

-Scusami Maggie, ma è che ho avuto una giornataccia-

-E’ successo qualcosa di grave?-

-Vuoi sapere cosa è successo? Semplicemente che oggi mi sono resa conto che Orlando è un imbecille, e sono anche fin troppo gentile ed educata a chiamarlo così-

-Che ti ha fatto?-

-E’ una storia lunga Maggie, dopo quanto è accaduto ora non so nemmeno più come comportarmi con lui, so solo che ormai il nostro rapporto non potrà più essere lo stesso di prima, ci siamo spinti troppo oltre ed ora tra di noi non può più esserci una semplice e disinteressata amicizia; insomma…come vedi non è il caso di parlartene a telefono, sarebbe troppo complicato- le dissi passandomi afflitta una mano fra i capelli e sospirando profondamente.

-Non avrete mica fatto sesso-

-Ma no! E comunque è stata una fortuna, altrimenti ci sarei stata ancora più male-

-Ah ok…beh, ma se dici che è una storia troppo lunga e complicata, perché non me la racconti di persona?- mi disse poi Maggie.

-Come scusa?-

-In pratica i miei genitori stanno organizzando un viaggio in Italia, con tappe città come Roma, Firenze…perché non vieni con noi? Insieme ci divertiremo tantissimo, come sempre-

La proposta di Maggie mi lasciò alquanto interdetta, non mi aspettavo un invito del genere.

-Sai in un primo momento non avevo alcuna intenzione di chiedertelo, sapevo che eri ai Caraibi e per di più con il tuo attore preferito quindi non pensavo che tu fossi disposta a venire con me. Però, dal momento che mi dici che è successo non so che tra te e Orlando, ma da come stai male vedo che si tratta di qualcosa di  molto grave, perché non molli tutto e ritorni a Londra?-

-Maggie non so che dirti…-

-Beh tu pensaci, non c’è bisogno che mi risponda subito-

-Però se venissi con te non sarei costretta a passare qui tutta l’estate vedendomelo sempre davanti e starci male ogni volta-

-Questo è vero-

-…e poi così lo dimenticherò di sicuro- sussurrai amaramente a me stessa.

-Come hai detto? Non ho sentito-

-No niente Maggie, parlavo da sola…comunque, forse hai ragione tu, mi farà solo bene tornare a Londra, e poi una vacanza con te mi aiuterà a distrarmi e a non pensare più a ciò che è successo; tutto come prima insomma- continuai con un tono di triste rassegnazione nella voce.

-Dai Jade, tirati su, non sono abituata a sentirti così triste!- mi disse Maggie affettuosamente.

-Magari fosse facile…-

-Non preoccuparti Jade, vedrai che ti passerà, forse deve solo passare un po’ di tempo, tutto qui-

-Già, è così-

-Beh Jade ora devo proprio staccare, c’è qui mia sorella che rompe perché le serve il telefono- disse poi Maggie scocciata.

-Va bene, allora ti faccio sapere io qualcosa, domani mi informo sull’orario degli aerei-

-Perfetto, prendi il primo volo per Londra e torna a casa, ti aspetto eh?- mi disse lei allegra.

-Ok Maggie, ciao e a presto-

-Ciao Jade-

Ecco, fra qualche ora ormai sarei tornata a casa, alla vita di tutti i giorni; che sensazione strana che avevo, ma non era certo una bella sensazione. Era stata un’esperienza che non avrei mai più vissuto quella di conoscere, almeno in parte, il mondo del cinema, lo svolgersi delle riprese, l’atmosfera che c’era sul set, avevo visto i Caraibi, e poi avevo conosciuto lui, Orlando Bloom; chissà se l’avrei più rivisto…

 

Il giorno dopo ero in camera che preparavo la valigia, sarei partita il pomeriggio stesso, l’aereo era alle 16.30 e dovevo anche darmi una mossa perché l’aeroporto distava una cinquantina di chilometri circa dall’albergo dove alloggiavo, ed erano già le 13.00. La sera prima avevo parlato con Karla, al suo ritorno si accorse subito che avevo gli occhi gonfi di pianto, e nonostante non fossi molto propensa a dirle cos’era successo, mi obbligò a raccontarle tutto, da quando mi aveva lasciata sola alla scogliera alla telefonata con Maggie. Karla ci rimase molto male, si vedeva che era più che dispiaciuta, ma non mi rinfacciò mai che lei mi aveva avvertito di andarci piano con Orlando, sapeva che sarebbe stato solo peggio per me; per quanto riguarda il mio ritorno a Londra, anche lei era d’accordo, se fossi rimasta lì fino alla fine dell’estate sarei stata solo male.

Ecco fatto, ero pronta, mi sembrava di aver preso tutto. Così, uscita dalla stanza, cominciai a trascinare il mio trolley per il lungo corridoio, per poi fermarmi per qualche istante davanti alla camera 118, la camera di Orlando. Non potei fare a meno di sorridere quando mi venne in mente la scena di me che arrossivo quasi fino a diventare viola quando quella volta, per aver sbagliato stanza, lo vidi uscire mezzo nudo dalla doccia, era il mio primo giorno ai Caraibi. Quello stupido, non riuscivo ancora a capire perché si era comportato così, e poi soprattutto perché io mi ero innamorata proprio di lui? Pensavo quelle cose quando fui poi riportata alla realtà da dei rumori nella stanza…ma che cosa stavo facendo lì impalata? Orlando sarebbe potuto uscire da un momento all’altro! Mi affrettai giù per le scale facendo attenzione a non cadere, poi salutai i componenti della troupe che non sospettavano minimamente il motivo per cui avevo deciso di andare via; erano un po’ dispiaciuti per la mia partenza, in effetti si erano un po’ tutti affezionati a me, ero la più piccola del gruppo.

-E tu che ci fai con questa valigia?- mi chiese stupito Johnny appena rientrato in albergo.

-Ho deciso di andare via-

-Come vai via?-

-Eh sì, ritorno a Londra, poi passerò il resto dell’estate con la mia amica, faremo un viaggio in Italia-

-Ma se non sbaglio questo non era previsto, tu dovevi rimanere qui fino ad agosto…è successo qualcosa con Orlando, vero?- disse lui convinto, aveva capito sin dall’inizio che tra me e Orlando c’era della simpatia.

-Diciamo di sì, perciò ho deciso di tornare a casa- gli risposi non nascondendo un velo di tristezza.

-E immagino che Orlando non sa che te ne stai andando-

-No, in effetti non lo sa-

-E io che gli dico se mi chiede che fine hai fatto?-

-Digli che sono ritornata da Maggie, lui sa chi è, e che andrò in vacanza con lei…sono cose che fanno tutte le ragazzine, digli anche questo-

-Cose da ragazzine?- le parole di Johnny furono accompagnate da una smorfia interrogativa.

-Sì, cose da ragazzine, vedrai che lui capirà benissimo-

Diedi poi uno sguardo all’orologio della hall, si stava facendo proprio tardi, era arrivato il momento di andare.

-Beh Johnny Deep, è stato un piacere conoscerti- gli dissi sorridendogli.

-Il piacere è stato tutto mio- mi abbracciò affettuosamente, abbraccio che io ricambiai con slancio.

-Ehi promettimi una cosa tu, quando passi per Londra, devi venirmi a trovare, ok?-

-Sicuro-

-Bene, ora è meglio che mi sbrighi, Karla mi sta già aspettando in macchina-

Salutai Johnny definitivamente, poi Karla all’aeroporto dove, dopo aver attraversato il gate, salii sull’aereo che mi avrebbe riportato alla mia solita vita.

-Addio Caraibi- sussurrai mentre l’aereo decollava…

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Pronto

-Pronto?-

-Jade sono Karla-

-Oh Karla, che c’è?-

-Jade  stasera credo di finire presto qui in teatro, che ne dici se dopo andiamo a mangiare qualcosa insieme?-

-Sì va bene, e dove ci vediamo?-

-Vicino al Big Ben tra un’oretta circa, ok?-

-Perfetto-

-Allora Jade a dopo, ciao-

-Ciao Karla-

Spinsi il dito sul pulsante rosso del cordless per poi lanciarlo distrattamente sul mio letto, questo prima di chiudere il libro sui drammi di Shakspeare e il mio quaderno degli appunti.

Mi ero iscritta al college, gli studi stavano andando davvero bene e anche con i miei nuovi compagni di scuola avevo instaurato un ottimo rapporto, insomma non avevo avuto alcuna difficoltà ad ambientarmi in quel mondo per me tutto nuovo. Prima però avevo trascorso ciò che rimaneva dell’estate con Maggie che continuava ad essere la mia più cara amica, ed insieme ci eravamo appieno godute  le vacanze tanto attese, divertendoci e facendoci una buona cultura delle più grandi città italiane; ero stata affascinata da quel paese ricco di storia e buonumore. Ma questi erano solo ricordi lontani ora perché la stagione estiva era già finita da un pezzo; ormai era quasi Natale, festa da me amata sin da quando ero bambina per l’atmosfera di allegria e serenità che c’era nell’aria. Serenità che però non c’era allora nel mio cuore; ebbene sì, dopo così tanti mesi non ero ancora riuscita a dimenticarlo. Orlando, sempre e solo Orlando. Eppure in quel periodo avevo conosciuto molti ragazzi, alcuni anche davvero carini, ma nessuno, proprio nessuno era riuscito a farmi provare ciò che Orlando solo mi trasmetteva con un semplice sorriso. Sì, forse ero ancora innamorata di lui, continuamente nei miei pensieri, ma ero anche rassegnata all’idea che tra me e lui, oltre quel famoso bacio, non ci sarebbe più stato niente; quindi aspettavo soltanto che il suo ricordo fosse svanito con il passare del tempo, nonostante sembrava proprio non volermi abbandonare. Quante volte Karla o Maggie mi avevano detto di cercare di cancellarlo definitivamente; magari di provare a frequentare qualche altro ragazzo ma io niente, non me la sentivo di prendere in giro nessuno e innanzitutto me stessa, perché sapevo perfettamente di avere ancora Orlando nella testa. Chissà lui cosa aveva fatto in tutto quel tempo, chissà se anche solo per qualche minuto, una sera, mi aveva pensato. Tra questi pensieri volsi appena lo sguardo al mio armadio, tornato pulito. Sì perché, al mio ritorno a casa, la prima cosa che avevo fatto era stato togliere tutte le sue foto, i poster e le interviste che avevo attaccato dentro e fuori il mobile. A dire la verità avevo anche intenzione di gettare tutto ciò che lo riguardava direttamente nel cestino della spazzatura, ma poi ci pensai su e cambiai idea; d’altronde la mia mania per Orlando costituiva pure una parte della mia vita, un frammento della mia adolescenza…perché buttare al vento i ricordi? Così presi tutti quei fogli e li raggruppai in una vecchia scatola colorata, ora riposta in qualche cassetto…

 

Mi strinsi nelle braccia per il freddo, aveva da poco smesso di nevicare, mentre aspettavo Karla nel posto deciso sperando che non ritardasse ancora; l’appuntamento era alle 19.00 ed erano già le 19.15. Decisi di sedermi su una delle numerose panchine che c’erano lungo il viale e presi a guardare la gente che mi passava davanti, mi piaceva osservare le persone e magari immaginare la loro storia, la loro vita: allora c’era un uomo sicuramente in carriera che in una mano stringeva la costosa ventiquattrore e nell’altra il cellulare, intento a parlare animatamente con chissà chi; un paffuto bambino biondo che, abbracciando la mamma, guardava meravigliato lo splendore di luci intorno a lui, c’era una coppia di innamorati che, mano nella mano, si scambiavano tenere effusioni, c’era un ragazzo lontano dai capelli scuri che portava con lui una rosa rossa; che romantico, pensai, beata la ragazza che avrebbe ricevuto quel fiore. Mi alzai dalla panchina e cominciai a guardarmi spazientita intorno, ma che cosa diamine stava facendo Karla da ritardare così tanto?!? Sbuffai, ma quando mi voltai per tornare a sedermi mi ritrovai davanti quel ragazzo moro con la rosa, e quel ragazzo era proprio Orlando.

Lo guardai per qualche secondo con un’espressione a dir poco stupita negli occhi senza riuscire a spiccicare parola, non ero affatto preparata, non avevo mai e poi mai nemmeno immaginato di trovarmi in una situazione del genere; Orlando era avvolto in un cappotto nero, il collo era protetto da una larga sciarpa e i morbidi capelli mossi gli incorniciavano il viso chiaro, sembrava ancora più bello di come lo ricordassi…ma cosa stavo dicendo?!? Dovevo cercare di contenermi e soprattutto di controllarmi.

-Ciao Jade-

Orlando mi sorrise un po’ imbarazzato porgendomi la rosa, rosa che guardai rigirandola più volte tra le mani ancora non rendendomi conto di quello che stava succedendo.

-Tu…tu cosa ci fai qui?- dissi dopo essere appena rinsavita.

-Sono venuto per parlarti- mi rispose lui senza troppi giri di parole, sembrava abbastanza teso, mentre metteva le mani nelle tasche del cappotto.

-Io non voglio parlare, e poi ora sto aspettando mia sor…-

-Tua sorella non verrà-

-Come scusa?-

-Karla ti ha dato l’appuntamento, ma sapeva bene che ci sarei stato io al suo posto, dovevo parlarti a tutti i costi e immaginavo che se te l’avessi chiesto personalmente mi avresti detto di no, e infatti…- disse lui un po’ sarcastico riferendosi a ciò che avevo detto prima.

-Questa Karla me la paga-

-Non è stata colpa sua Jade, sono io che ho insistito-

E perché aveva insistito così tanto solo per parlarmi? Beh non lo sapevo e mi dissi che sarebbe stato meglio non saperlo, troppi problemi e complicazioni con quel ragazzo che aveva il potere, ogni volta che lo incontravo, di mandarmi nella confusione più totale. La pensavo così prima di incontrare i suoi occhi che quasi mi imploravano di non andare via; ma perché ero così vulnerabile?

-…dai va bene, tanto ormai siamo qui- dissi sospirando e dandomi mentalmente della scema per la situazione in cui ero andata a ficcarmi; meno lo vedevo e meglio era, nonostante volessi il contrario con tutta me stessa.

Cominciammo a passeggiare e, quasi senza accorgercene, ci ritrovammo nel parco accanto al Parlamento, a quell’ora di solito non molto affollato; ogni tanto calavano tra di noi silenzi imbarazzanti, d’altronde era anche normale perché né io né lui sapevamo come comportarci nei confronti l’uno dell’altro.

-Come sta procedendo il film?-

-Oh benone, fra cinque mesi al massimo dovremmo finire di girarlo…ma sai che un po’ mi dispiace? In effetti dovrebbe essere il contrario, come hai potuto vedere anche tu i ritmi sono sempre molto serrati, ma sul set c’è quell’affiatamento che mi ripaga di tutta la stanchezza delle riprese; fra me e Johnny ormai c’è un’ottima amicizia, e anche Keira non è quella ragazza snob che vuole far credere, sai?-

Orlando non era cambiato affatto, era sempre il solito chiacchierone; mi dissi accennando ad un impercettibile sorriso.

-Comunque Jade, in realtà io sono venuto qui per dirti…cioè ecco…voglio chiederti scusa-

-Orlando ormai…-

-Fammi parlare Jade, è già abbastanza difficile così- disse lui interrompendomi fermo, ma gentile, passandosi una mano tra i capelli. nervoso mentre si passava una mano tra i capelli.

-Voglio chiederti scusa per come mi sono comportato con te, l’ultima volta che ci siamo visti ho detto cose che in realtà non pensavo; ma la verità è che ho riflettuto molto in questo periodo Jade, ho riflettuto sui miei sentimenti e…e mi sono reso conto che ciò che provavo e che oggi provo ancora di più per te non è semplice amicizia, ma qualcosa di più-

Io lo guardai d’un tratto, dal momento che fino ad allora avevo tenuto la testa bassa mentre passeggiavo insieme a lui:

-E’amore Jade, sono innamorato di te- mi disse Orlando con un sorriso che racchiudeva un misto di confusione, entusiasmo, ma anche timore per la mia reazione.

Sospirai profondamente:

-E perché non mi hai cercato in tutto questo tempo?-

-Perché non ero sicuro di ciò che provavo per te Jade, cosa dovevo fare secondo te, eh? Venire qui e dirti solo sciocchezze?-

Aprii la bocca per controbattere, ma poi la richiusi immediatamente; in effetti non potevo dargli tutti i torti.

-Tu invece non sembri molto contenta di ciò che ti ho detto-

-Ah scusami se non ti butto le braccia al collo, se non ti dico che è tutto passato, e non ti dico che ti amo alla follia! Non è così semplice Orlando- cominciavo ad innervosirmi, il tono con cui aveva pronunciato le ultime parole non mi era piaciuto affatto.

Orlando mi scrutò per qualche istante, rimanendo in assoluto silenzio.

-Beh, cosa hai da guardare ora?-

-Sai ora credo di aver capito dove sia il vero problema, Jade-

-Sono tutta orecchie, sentiamo- gli dissi io amaramente sarcastica.

-Evidentemente non hai perso tempo in questi mesi…-

Io lo guardai interrogativa, domandandomi cosa volesse insinuare con quell’affermazione lasciata lì sospesa, forse non era nemmeno così difficile da capire, ma da quando l’avevo incontrato, quella sera, non ero molto lucida e perspicace a causa delle tante sensazioni contrastanti che mi si agitavano dentro.

-Ho capito tutto Jade, mi hai già rimpiazzato con un altro; cosa c’è, non hai il coraggio di dirmelo?-

mi chiese lui guardandomi convinto e certo di ciò che stava affermando.

Le parole mi si fermarono in gola, ma diceva sul serio?!?

-Tu non hai capito niente Orlando, tu non hai mai capito niente! Come fai a dire che ti ho rimpiazzato con un altro quando non puoi nemmeno immaginare che cosa ho passato io in questi mesi! Vuoi sapere cosa ho fatto? Lo vuoi sapere?!? Ti ho pensato, Orlando, ho pensato a tutto ciò che è accaduto fra di noi, a quanto sei stato idiota tu a trattarmi in quel modo, a quanto avrei dovuto odiarti invece di…-

-Invece di che cosa Jade?- mi chiese Orlando in un tenero sussurro pieno di speranza.

-Niente Orlando…niente- dissi vinta dalla ragione piuttosto che dal cuore.

Lui strinse la mascella, come sconfitto, per poi dirmi:

-Ti amo-

Quelle due, semplicissime parole mi toccarono profondamente, da quanto tempo avevo desiderato sentirle da lui? Così tanto che ormai non lo ricordavo più; lui che allora mi sembrava così sincero.

-So che è troppo tardi ora Jade, e so che ti ho già persa, ma tu devi saperlo comunque- continuò lui amareggiato da quella situazione.

-Mi sei entrata dentro, non so come tu sia riuscita a farmi perdere totalmente la testa, ma è successo Jade, e credo di non avere mai provato sensazione più bella che lo stare con te. Ho sbagliato, ho aspettato troppo tempo per dirti ciò che provavo e così ti ho allontanato, tu che sei la persona più importante per me, solo ora me ne sono reso conto.

Orlando mi aveva aperto il suo animo, non stava mentendo, potevo accorgermene dalle sue parole così normali eppure così straordinarie; cosa dovevo fare, dovevo lasciarlo andare via? Ero stata malissimo in tutto quel tempo, mi aveva fatto soffrire; e ora cosa mi assicurava che non avrei rivissuto quei momenti se fossi tornata da lui? Beh proprio niente, ma al diavolo tutto, basta tormentarsi.

-Avrei dovuto odiarti Orlando- dissi io riprendendo il discorso di prima; Orlando mi guardò con una vena di rassegnazione negli occhi.

-Ma non ce l’ho fatta…come avrei potuto odiarti se in questi mesi non ho fatto altro che amarti?- gli dissi mentre un piccolo, timido sorriso mi si stava disegnando sulle labbra.

-Jade…-

-Orlando, probabilmente mi sto mettendo nel casino più grosso di tutta la mia vita, forse mi pentirò, forse starò male ancora di più di quanto lo sia stata fino ad ora…ma non posso andare avanti con la consapevolezza di aver rinunciato all’uomo di cui sono innamorata alla follia-

Orlando mi guardò prima incredulo, non si aspettava da me una tale dichiarazione, poi vidi comparire sul suo viso un sorriso così bello che ancora oggi non riesco a descrivere; mi prese fra le  braccia stringendomi forte…ricordo che il cuore cominciò  a battermi all’impazzata, quasi sembrava volesse scoppiarmi dal petto, quando, con la testa poggiata nell’incavo del suo collo, respiravo serena il buon odore della sua pelle, mentre Orlando mi carezzava piano i capelli che mi ricadevano sciolti sulle spalle.

Alzai il mio sguardo per incontrare i suoi occhi che mi guardavano con amore:

-Baciami- gli sussurrai sorridendogli, al che Orlando, intrecciando le sue calde dita con le mie, avvicinò lentamente le labbra alle mia bocca fino a quando esse non si incontrarono in un bacio dolcissimo, quel bacio che, seppure tanto importante, non ci eravamo mai dati…

 

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Capitolo 12
*** La storia continua... ***


-No, non ci credo…Jade

-No, non ci credo…Jade!-

Johnny mi venne incontro sulla spiaggia abbracciandomi calorosamente;

-Ma quanti mesi sono passati dall’ultima volta che ci siamo visti? Dimmi, come stai?- mi chiese lui piacevolmente sorpreso di avermi incontrata.

-Una meraviglia Johnny, mai stata meglio- gli risposi io con aria serena e anche un po’ sognante.

Beh, però prima di procedere nella storia, forse dovrei riprendere a raccontare dal punto in cui eravamo rimasti; bene, dopo il nostro incontro a Londra, io avevo preso la decisione di dare un’altra possibilità ad Orlando innanzitutto perché ormai consapevole di non potere più stare senza di lui, ma anche perché pienamente convinta dei suoi sentimenti. Allora era cominciata la nostra storia, tenera ma frizzante allo stesso tempo, indubbiamente bella, nonostante qualche difficoltà per gli impegni cinematografici di Orlando che però, appena aveva un po’ di tempo a disposizione, prendeva il primo aereo per Londra e tornava da me, ripagandomi così di tutti i lunghi momenti di attesa. Risate, baci, scherzi, coccole infinite, così era andata avanti la nostra relazione fino a marzo, mese in cui la produzione aveva concluso il film “The Pirates of the Carribbean”, e proprio la produzione, per chiudere il tutto in bellezza, aveva organizzato un party  privato su una di quelle meravigliose spiagge caraibiche  dove erano riuniti gli attori principali, le comparse, gli addetti ai lavori, un po’ tutti coloro che avevano dato un contributo al film che già si preannunciava un grande successo.

Ma torniamo a noi…

-Eh già, poi mi copre di mille attenzioni, mi fa sentire speciale, amata; sono proprio contenta che sia andata a finire così, anche se sinceramente non pensavo sarebbe stato possibile- gli dissi mentre sentii un braccio cingermi delicatamente la vita.

-Di che si parla?- mi chiese Orlando prima di darmi un lieve bacio sulla guancia.

-Si parlava di te- disse Johnny bevendo un po’ del liquido colorato dal suo calice di vetro.

-Ah…e a che proposito?-

-Ti monteresti troppo la testa mio caro, è meglio che tu non lo sappia- gli dissi avvicinandomi  alle sue labbra per poi dargli un piccolo bacio.

-Come sarebbe a dire che non lo posso sapere?- mi disse lui guardandomi con un sorrisetto contrariato.

-Ti ho detto che non lo puoi sapere, punto e basta- gli risposi divertita e ancora vicinissima a lui dandogli un altro bacio.

-Ah l’amour…- sospirò nel vedere la scena Johnny dando un’affettuosa pacca sulla spalla ad Orlando, per poi allontanarsi con un’espressione sul viso così buffa che ci fece sorridere entrambi. Fummo però interrotti da Keira che salutò cordialmente Orlando dal momento che non si vedevano da qualche settimana: aveva i lunghi capelli ondulati raccolti in una sobria pettinatura ed era fasciata da un abito molto semplice.

-Jade, anche tu qui-

Poi, accorgendosi delle nostre mani che, come sempre, si cercavano per stringersi, disse sorridendoci:

-Ah, ma allora questa storia va avanti!-

-Sì, stiamo insieme- disse prontamente Orlando accarezzandomi con il pollice il dorso della mano.

-Oh bene, beh, anche se all’inizio non ero proprio al settimo cielo perché lo ammetto, mi ero presa proprio una bella sbandata per te, Orlando; ora mi fa davvero piacere per voi due. E poi Jade, te lo assicuro, il signorino qui stava troppo male senza di te-

Non potevo credere alle mie orecchie, ma era quella la Keira Knightly che avevo conosciuto io? E dire che non mi sembrava nemmeno più tanto antipatica.

La serata proseguì con questo clima sereno, ma riuscivo anche ad avvertire un pizzico di malinconia nell’aria, ormai quest’ avventura cinematografica che aveva tenuto impegnato il cast per così tanto tempo era finita; ma di sicuro tante altre proposte di lavoro ci sarebbero state per molti degli attori e dei vari collaboratori. Insomma, la vita andava avanti e così, a poco tempo da quella che sembrava la fine del party, io e Orlando, dopo esserci salutati, rientrammo ognuno nelle proprie stanze.

O meglio, LUI era entrato nella sua stanza.

Già, perché io ero rimasta impalata davanti alla porta della mia a frugare tra le tante cose che avevo nella pochette per cercare di trovarne le chiavi; ma tutto inutile.

-Ma dove diamine le ho lasciate?!?-

Sbuffai infastidita, per poi cercare di fare un po’ mente locale.

-Allora, prima di scendere stasera le chiavi le avevo con me; però un attimo, non ricordo di averle lasciate nella hall…-

Fu allora che mi rivenne in mente la scena in cui Orlando, poco prima dell’inizio della festa, mi aveva chiamata in camera sua per un parere riguardo al suo look, una parola tira l’altra…e così ero stata da lui; ecco, era lì che avevo dimenticato le chiavi.

Bussai alla sua stanza, era a poche porte dalla mia:

-Chi è?-

-Orlando apri, sono io, Jade-

-Cosa c’è?-

-Ho dimenticat…-

Le parole mi si fermarono involontariamente in gola nel vedere Orlando; evidentemente si stava spogliando, aveva infatti la camicia aperta che metteva così in bella mostra i suoi pettorali scolpiti e i jeans a vita bassa ora lasciavano intravedere il lembo dei suoi boxer…

-Ho dimenticato le chiavi, dovrei averle lasciate qui- dissi poi cercando, ma credo proprio inutilmente, di riprendere il controllo di me stessa, anche se sfido qualunque ragazza a rimanere calma e tranquilla davanti ad una visione del genere; soprattutto se questa visione è Orlando Bloom.

-Vieni, entra-

Cominciai a guardarmi un po’ in giro e a spostare le cianfrusaglie varie che Orlando aveva sparse per la stanza, convinta che le tanto cercate chiavi erano seppellite da qualche parte.

-Dai Orlando, vieni a darmi una mano- gli dissi io senza guardarlo neppure troppo impegnata nella mia ricerca.

-Non ci penso nemmeno-

-Come sarebbe a dire non ci penso nemmeno?- gli dissi io scocciata alzando lo sguardo verso di lui, ma senza smuovermi dalla mia posizione, ero quasi accovacciata per terra.

-C’è un panorama da sogno qui- mi rispose lui guardandomi poi malizioso.

Portai istintivamente gli occhi in basso, e in effetti notai che, nella posizione in cui ero, la scollatura del mio vestito si ampliava ulteriormente; come si dice, “a buon intenditor, poche parole”.

-Ma…come osi!- esclamai io arrossendo appena per poi andargli incontro con un sorriso fra il divertito e l’imbarazzato e colpirlo con tanti piccoli pugni.

-Eh scusa Jade ma se ti metti così è normale che mi cade l’occhio, non posso mica fare finta di niente!- mi disse lui ridendo mentre “schivava” i miei colpi.

-Sei incorreggibile- gli sussurrai ancora sorridendo quando Orlando, nel nostro piccolo scontro, era riuscito a fermarmi le braccia e ad intrappolarle dietro la mia schiena saldamente tenute dalle sue, che così finivano inevitabilmente per circondarmi la vita.

-Ok hai vinto, ma ora lasciami andare, non è proprio comoda questa come posizione-

-Non se ne parla proprio carina, sei troppo manesca per i miei gusti- mi disse lui mantenendo ferma la presa.

-E allora cosa si fa, si sta così per tutta la serata?- gli domandai io retoricamente sbuffando divertita.

-Beh eventualmente si potrebbe fare anche altro…- mi rispose lui inarcando un sopracciglio, ma sinceramente non capii bene se allora stava ancora o scherzando o faceva sul serio.

-Primo, non ci pensare nemmeno; secondo, mollami-

-Come vuoi, allora primo, per me possiamo restare così fino a domattina; secondo, tu non ti muovi di qui fino a quando non lo decido io- mi disse lui ora cercando di assumere un’aria seria dall’alto del suo metro e ottanta o giù di lì.

Fu in seguito a queste sue parole che io, per metterlo alla prova, alzandomi appena un po’ sulle punte, gli diedi, dopo però avermi inumidito le labbra, un piccolo ma lento bacio sul suo collo liscio, poi ancora un altro, e un altro come a tracciare quasi un percorso, percorso che poi mi avrebbe portato piano, ma molto piano, come una piacevole tortura, alle sue labbra. Orlando però non riuscì a resistermi infatti, poco dopo, cominciò ad allentare la presa per spostare sensualmente le sue mani sui miei fianchi; e fu a quel punto che mi staccai da lui:

-Visto? Alla fine ce l’ho sempre vinta io; mi sono liberata e per di più l’ho deciso io quando e come- gli dissi poi guardandolo con un’aria tutta soddisfatta negli occhi.

-Se vuoi proprio tutta la verità, soltanto una RAGAZZINA come te può ricorrere a questi sotterfugi- mi disse lui certo di farmi innervosire; in effetti non sopportavo che lui mi chiamasse ragazzina, forse era anche una sciocchezza, ma mi irritava comunque.

-Piantala-

-Ragazzina-

-Orlando smettila-

-Sei la ragazzina più pestifera che io conosca-

-Bambino-

-E tu una ragazzina, che coppia perfetta, no?- continuava lui imperterrito con un sorrisino beffardo stampato sulle labbra…che faccia da schiaffi!

-Guarda, è meglio che me ne vado altrimenti qui finisce male- sbuffai io dirigendomi verso la porta; ma fui distratta da Orlando che si schiariva la voce.

-Cos’altro c’è?-

-Non ti sembra di dimenticare qualcosa?-

-Forse di darti uno di quei ceffoni che ti rovineranno il tuo bel visino, e di conseguenza la tua carriera cinematografica?- gli chiesi io sarcastica.

Orlando non mi rispose, ma sentii un tintinnio di qualcosa…ebbene sì, erano le mie chiavi; chiavi che, nel frattempo, avevo dimenticato completamente.

-Dammi queste chiavi, adesso- gli dissi io andandogli incontro e saltellando un po’ per cercare di afferrarle, dal momento che le aveva portate in alto; e per la mia altezza, purtroppo, non potevo proprio definirmi una valchiria; ma alla fine, stanca,  mi fermai  portandomi stizzita le mani ai fianchi:

-Orlando sei insopportabile; e in tutto ciò sarei io la ragazzina? Ti decidi sì o no a darmele queste ch…- il mio sfogo, che sarebbe sicuramente durato a lungo, fu però interrotto da Orlando che, ancora sorridendo, chinatosi su di me, mi diede un sensuale bacio sulle labbra che io, se dapprima mi ero proposta di rifiutare, in poco più di un attimo tutti i miei buoni propositi andarono a farsi friggere; sì, perché proprio non riuscivo a resistergli. Così lui si avvicinò ancora di più a me approfondendo il bacio, mentre io cominciai a circondargli piano il collo con le braccia. Il cuore mi batteva forte, come sempre d’altronde quando lo baciavo o gli ero semplicemente vicino…beh ditemi voi, se non era amore questo!

-Sarai anche una ragazzina…- mi cominciò a dire poi lui seguendo con lo sguardo la sua mano che scorreva tra i miei capelli;

-…ma sei la ragazzina che amo, Jade- mi disse lui facendomi uno di quei sorrisi che erano capaci di farmi sciogliere dentro.

Gli sorrisi felice, per poi abbracciarlo forte; lo amavo anch’io, avrei potuto gridarlo al mondo intero. La mano di Orlando, che vagava libera sulla mie schiena, mi fece venire voglia di baciarlo ancora; beh, ormai ne ero consapevole, quella serata sarebbe andata avanti; ancora una volta, “a buon intenditor, poche parole”.

-Comunque Jade, le chiavi della tua stanza sono lì, ora puoi prenderle se vuoi- mi disse Orlando che mi teneva ancora stretta per la vita con un’espressione non proprio decisa a lasciarmi andare via.

Mi allontanai un po’ da lui, presi le chiavi e feci finta di andare via, notando l’espressione sorpresa di Orlando, poi le riposi nella cassettiera che stava vicino alla porta:

-Ricordami di prenderle domattina- gli dissi io maliziosa mentre ritornavo da lui e gli toglievo sorridendogli la camicia…

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

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