Back to yesterday

di ShannaInLuv
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue - it's about to fall off. ***
Capitolo 2: *** I - tell my heart to lie ***
Capitolo 3: *** To go over everything ***



Capitolo 1
*** Prologue - it's about to fall off. ***


it's about to fall off





DEDICATA A MIA SORELLA MIKI,
LA MIA ANCORA DI SALVEZZA
.



 

They'll disappear without a trace,

멈출 수가 없어 왜 my last favor ( Breaking Down - Ailee)



 

L'aria di Seoul era esattamente come la ricordava: piena di sogni, di vitalità. La gente che correva frenetica da una parte all'altra e macchine che sfrecciavano.

Era un po' diverso da New York, lì dove era principalmente smog e traffico. Seoul urlava vitalità.

Deglutì, socchiudendo per un attimo gli occhi e lasciandosi andare nei ricordi. Era la sua città, la città dove era iniziato tutto, dove aveva iniziato a vivere ma anche dove era stata costretta a scappare con il cuore a pezzi. Era la città, di amore e di odio.

Riaprì gli occhi, nell'esatto momento in cui il semaforo scattava sul verde e le persone iniziavano ad affrettarsi per andare dall'altra parte. Così lo fece: si mosse anche lei.

Camminò, vagando per quelle strade, lasciandosi trasportare dai ricordi come fossero un flashback nella sua testa. Vividi come non mai.

Li aveva lasciati sepolti sotto lacrime e lacrime e poi aveva murato tutto quanto, andando avanti. Perchè era questo quello che si faceva in quel caso?

«Vai e dimentica. Dimentica tutto. »

Sospirò, rendendosi conto di essere arrivata ad Hannam: chissà se vivevano ancora lì, se lui lo faceva ancora. Sapeva che si erano presi una pausa dopo anni - quell'anno sarebbero stati 13 anni, se non fosse andata così - ma non sapeva altro, ovviamente. Tendeva a non guardare molto la televisione, troppo paurosa di incontrare il suo sguardo perfino in televisione e non voleva assolutamente sapere nè se fossero stati gossip o verità, ciò che combinava la k-pop boy band più famosa e amata del mondo.

Si rimproverò mentalmente quando si accorse che i suoi piedi l'avevano portata lì, sotto al suo palazzo - o ex palazzo, non lo sapeva - e l'avevano fatta fermare proprio davanti al grande cancello che separava la strada dal cortile - il cortile dove quella volta si erano presi a palle di neve finchè Jungkook non aveva esalato pietà e Taehyung era ormai sepolto sotto tonnellate di neve, Jimin e Hobi che correvano a perdifiato sotto le minacce del loro leade Namjoon perchè se si sarebbero ammalati sarebbero stati nei guai. E poi la risata di Seokjin che riempiva il cortile con quel distinguibile rumore che faceva lui quando rideva. E poi c'erano loro due, seduti sulla neve - perchè Min Yoongi era stato anche solo troppo pigro per iniziare, figurati combattere fino allo sfinimento come il resto di loro - e lei, che dopo essere stata assalita dalla maknae line insieme, aveva dichiarato resa.

Una lieve risata le sfuggì dalle labbra proprio mentre una folata di vento la fece stringere ancora di più nel suo cappotto beige. Il freddo pungente di Seoul gridava, in qualche modo, casa.

Sono a casa.

Sono tornata.

«Yah! Chi sei? Dannazione ai paparazzi, state di nuovo scavando nella mia privacy, eh?»

Quella voce la fece sobbalzare: il ton stanco, svogliato e borbottante che conosceva fin troppo bene. Si maledì per essere arrivata fin lì, ma come poteva immaginarlo che vivessero ancora lì?

Rimase ferma sul posto, incapace di muoversi come raggelata. Che cosa faceva, adesso? Lui non avrebbe dovuto vederla. Non ora, non così, non in quel momento. Non mentre ricordava di loro due e- Dio stava piangendo? Quando aveva iniziato a farlo?

«Yah, girati!» sbottò lui, e quando sentì che si muoveva, i suoi passi sulla neve, fu ancora incapace di spostarsi, finchè non sentì una presa salda sul suo braccio girarla con una forza.

Strinse forte gli occhi, il suo corpo girò fino a ritrovarsi davanti a lui. Udì il suo verso strozzato, la mano scattare velocemente via dal suo braccio e fu allora che si decise ad aprire gli occhi. Spalancò anche lei la bocca, emettendo uno strano verso e rimanendo irrigidita ancora più di prima.

Aveva pensato tante volte - lo aveva sognato - al momento in cui lo avrebbe rivisto, ma certamente non così. Non era preparata psicologicamente. Eppure, sembrava che per Min Yoongi il tempo non fosse trascorso - come se quei cinque anni a lui non lo avessero toccato affatto.

Stesso viso pallido, stessi occhi da gatto con una leggera ombra di occhiaie sotto di essi. Le sopracciglia fine e arcuate. I capelli argentei - e questo la sorprese perchè le ricordò che Suga preferiva i suoi classici capelli neri mentre invece lei, come metà delle sue fan, lo adoravano con quel colore.

Tuttavia, aveva l'aria stanca.

Aprì la bocca per dire qualcosa ma Yoongi l'anticipò, assumendo lo sguardo duro che faceva paura perfino a Rap Monster, il leader. «Cosa ci fai tu qui?»

Non ciao, non come stai dove sei stata. Ma quello. Cosa ci faceva lì?

Socchiude gli occhi, inspirando piano. Non lo sapeva nemmeno lei, ecco. E poi faceva male da morire che Yoongi sembrasse perfino incazzato di vederla. Non era giusto.

Era stato doloroso per entrambi.

«Vai e dimentica. Dimentica tutto. »

Deglutì. «Sono tornata a- »

«No.» la interruppe. «Intendo cosa ci fai qui. A casa mia.»

Lo sguardo del rapper faceva male, e bruciava, come qualcosa di ardente premuto sulla pelle. Sembrava odio.

«Mi dispiace, non sarei dovuta venire qui.»

«No, non saresti dovuta venire.»

Chinò il capo, incassando il colpo. Sapeva che era ferito, che era stata lei a scappare, ma c'era un motivo, c'era un buon motivo. Però lui non lo sapeva. Non sapeva il vero motivo per cui era scappata in America, il motivo per cui lo aveva lasciato non rispondendo ai suoi messaggi in segreteria o alle sue lettere.

Min Yoongi non intendeva dire altro, perciò lei fece un rapido inchino di cortesia e si girò. Fece alcuni passi finchè la voce del rapper, prima dura e gelida mentre adesso aveva acquistato un velo di morbidezza, la bloccò: «Va' dai ragazzi. Loro saranno contento di vederti.»

E, detto questo, anche se era rimasta ancora girata, udì il cancello aprirsi e chiudersi in un attimo, segno che Min Yoongi aveva fatto il suo ingresso a casa, quindi riprese la camminata.

***

EHYOOO.
Sono tornata con una nuova, triste e molto drammatica storia - questa volta sui BTS perchè sapete benissimo che non amo abbastanza i personaggi in generale ( anime o manga, libri o personaggi famosi) se non li faccio soffrire almeno un po'.
La storia è già pubblicata su wattpad, a chi interessasse ( cioè a nessuno, lol) dove potete trovare cast, copertina e quant'altro.

 

Volevo fare questo piccolo angolino autrice prima dell'inizio giusto per spiegare un po' le cose.

1. È ambientata nell'universo in cui conosciamo noi i BTS, ma racconta gli avvenimenti cinque anni dopo   il 2021. Quindi il 2026. ( Se mi sono sbagliata con l'età dei ragazzi, vi prego di farmelo notare).

2. Quello che mostrerò sul mondo k-pop non è da prendere in modo attendibile: mostrerò delle sfaccettature, dell'industria e dei ragazzi, che potrebbero risultare crude e cattive, ma è solo un mio modo di vedere. Nulla è rose e fiori e secondo me essere un Idol k-pop è così.

3. Tutto questo è assolutamente inventato ed è solo a scopo di divertimento: ho solo preso i nomi e l'universo dei ragazzi come spunto e il resto l'ho creato.

4. Ci saranno scene di sesso, sì, ma verranno segnalate con (***) per chi non volesse leggerle e saltarle. Per quanto riguarda le parole volgari ci saranno.

5. Spero vi divertiate un mondo! Come mi sono divertita io ad immaginare questa Fanfiction. Adoro questo stile drammatico ( proprio alla "dramma" coreano ahaha).

Se siete interessati ai nomi degli attori che ho scelto per le due protagoniste, just let me know.

 

Fatemi sapere che ne pensate!

Shanna💜

 

 

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Capitolo 2
*** I - tell my heart to lie ***


tell my heart to lie

 
Tell my heart to lie, but I know deep inside it's true. (Homesick - Dua Lipa)
 

«E quindi lo hai incontrato?»

Gli occhi di Mina la scrutavano con il suo solito sguardo di rimprovero; l'espressione che le comunicava che aveva sbagliato: le sopracciglia leggermente aggrottate, gli occhi socchiusi e le labbra carnose leggermente arricciate. Quella era la tipica espressione di Mina, Mina Tanaka, la sua attuale migliore amica ed ex collega di lavoro, di quando la rimproverava e, anche la persona che quando lo faceva, la maggior parte delle volte aveva ragione.

Mina, oltre a questo, era stata l'unica con cui era rimasta in contatto dopo la sua partenza per l'America e che era a conoscenza del il suo segreto - il che era tanto, visto che Mina era la più pettegola di tutta la Big Hit. Eccetto Jin, ovviamente.

«Yah!»

L'urlo della sua amica la riportò alla realtà, battendo gli occhi e stringendo ancora di più le sue mani intorno alla tazza di tè caldo che le era stata servita. Si trovavano in una caffetteria nella zona di Gangam, si erano incontrate lì perché Mina aveva solo un'ora e mezza di pausa pranzo - dopodiché sarebbe dovuta correre a lavoro perché altrimenti, a detta sua, Taehyun e Kai avrebbero litigato di nuovo per delle stupidaggini - sì, dopo che i BTS si erano sciolti era diventata ufficialmente la capo stylist dei concept dei TXT, nonchè attuale badante insieme al loro Manager.

Jieun sbuffò, soffiando piano sulla tazza e portandosela alle labbra.  Dopo un sorso, disse: «Lo so benissimo che non sarei dovuta essere lì.»

Mina posò la tazza e si lasciò andare indietro sulla sedia, incrociando le braccia sotto il seno. «Se avevi intenzione di vederlo, almeno quello è stato un buon modo.»

«Ma non ce l'avevo!» sbuffò.

Mina scrollò le spalle. «Ma lo hai fatto. Dimmi: era tanto incazzato?»

«Molto,» ridacchiò Jieun, anche se in realtà non c'era davvero nulla da ridere. Nonostante l'atteggiamento, era raro che qualcuno lo facesse incazzare sul serio a Yoongi e lei, beh, complimenti  c'era riuscita benissimo. «Ma ha ragione. In parte.»

Mina la scrutò, poi si lasciò andare in un sospiro e distese un sorriso, segno che la paternale era finita. Nonostante fosse più piccola di lei, Mina era una tipa tosta- nè l'aveva mai chiamata Noona - e, decisamente, rispetto a cinque anni prima era cresciuta moltissimo. Era diventata forte ed indipendente, lei. E ne era orgogliosa.

«Suga-ssi lo sa?»

Mina usava i nomi d'arte, ancora. Spesso chiamava solo Yoongi così, forse perchè faceva un po' meno male, pensando all'artista rispetto a l'uomo che c'era dietro Suga dei BTS.

«Eh?»

«Di Dae Hyun?»

Jieun deglutì. «N-no...»

Mina sospirò, gli occhi quasi lucidi. «Devi dirglielo, Jieun. Cinque anni non sono stati abbastanza per mantenere un segreto, eh?»

Jieun abbassò il capo. «Glielo dirò.» Sapeva che doveva farlo, ma non trovava il coraggio. Però doveva... doveva aggiustare le cose, in qualche modo. Spiegare. Lo doveva a Yoongi e a Dae Hyun. «Aspetterò il momento giusto.»

D'altronde, lo sguardo freddo che Yoongi le aveva rivolto quando l'aveva vista dopo anni non era certo uno che era disposta ad ascoltarla, anzi: l'aveva immediatamente scacciata via.

«Aish.» borbottò Mina, pescando qualcosa dalla tasca e allungando un post-it giallo sul tavolo, verso Jieun. «Questi sono gli indirizzi di dove lavorano i ragazzi adesso.» la sua voce si affievolì. «E Tae.» battè velocemente le palpebre. «Non posso fare altro.»

Jieun si aprì in un enorme sorriso: non vedeva l'ora di incontrare Jin e la sua risata, gli abbracci di Jimin e Taehyung, i sorrisi timidi di Jungkook - che poi tanto timido non era - e gli sguardi incoraggianti di Namjoon. Per non parlare di Hoseok e la sua allegria.  Davvero, le erano mancati come l'aria. Tutti.

«Un'ultima cosa...» Mina si bloccò; c'era qualcosa  che la turbava, lo aveva capito sin da prima, quando le aveva allungato quel post-it. E poteva aver anche intuito chi la rendeva così nervosa.  «Taehyung. Voglio dire V o come lo vuoi chiamare,» borbottò a disagio. Sapeva che Mina era in difficoltà a parlare di lui.

«Lui sta molto giù,» le spiegò, poi scrollò le spalle. «Dall'anno scorso è... cambiato. Ogni tanto vado a trovarlo ma, beh, sai le cose come sono un po' tese con lui dopo quello.» si schiarì la voce e si alzò di fretta, pronta a congedarsi. «Beh, spero solo tu riesca ad aiutarlo un po'. Ci sentiamo, Jieun!»

Jieun annuì. Taehyung... sarebbe immediatamente andata da lui.

***

( Un'ora prima...)
 

Yoongi si chiuse pesantemente la porta alle spalle, schiacciandosi contro di essa e stringendo gli occhi. L'aveva vista davvero.

Era ancora come la ricordava: viso tondo, occhi rotondi e pelle diafrana. I capelli che erano leggermente più corti rispetto a qualche anno prima e... assolutamente bellissima. 

Era anche la stessa ragazza che gli aveva spezzato il cuore. Lasciandolo con poche parole, poche giustificazioni - più farneticazioni, in realtà - e nessuna risposta concreta. Nessuna risposta corretta. Forse perchè in realtà risposte corrette non ce n'erano.

Ansimò, Min Yoongi, completamente sopraffatto dalle sue emozioni. Tenne ancora gli occhi chiusi per qualche secondo e poi li riaprì: era forse stata un'allucinazione?

No, non lo era stata.

Lei era lì.

Reale.

Dopo cinque fottutissimi anni.

Deglutì, pescando il telefono dal giaccone - non si era nemmeno accorto di aver lasciato cadere pesantemente le buste che aveva in mano riversando il contenuto della spesa ai suoi piedi - e guardando lo schermino con la vista appannata.

Lacrime.

Le ricacciò indietro e cercò quella persona che gli era stata così vicino quando era prossimo alla depressione. La persona che faceva parte della sua famiglia da tredici anni, ormai.

Rispose al secondo squillo. «Yeoboseyo

«Hyung.»

Attese un attimo, poi ripetè: «Yoongi-hyung?»

Yoongi deglutì. «Jin. E' tornata.» sbottò, forse arrabbiato, forse ansioso o forse entrambe. «Jin, è tornata cazzo!»

«Eh? Chi?»

«...lei.» 

«Unnie? Jieun-unnie?»

«Sì.»

Yoongi vide il suo riflesso allo specchio e, se possibile, sembrò più pallido del solito.

***

L'indirizzo di casa che Mina aveva dato a Jieun l'avevano portata leggermente fuori Seul, in un quartiere tranquillo e dove c'erano appartamenti indipendenti ed isolati. Decisamente il posto di Kim Taehyung.

Aveva parcheggiato esattamente al numero 1813, dove una cassetta postale - piena di lettere - era semi sghangherata ma, per il resto, l'esterno era ben curato.

Jieun camminò lungo il mini vialetto, entrando nel cancelletto nero che era stranamente aperto e passando per il cortile curato - forse V si era dato al giardinaggio, adesso? - e posizionandosi davanti alla porta. Lì, aveva notato una busta con un post-it attaccato sopra: Mangia. E' Kimchi.

Riconobbe la scrittura di Mina ma, decisamente, quella busta emanava un cattivo odore quindi forse non l'aveva portato nei giorni precedenti.

Comunque, sula destra, accanto allo schermino del pin d'accesso, c'era il tasto del campanello, lo suonò e attese. Aveva il cuore in gola. 

Come starà Taehyung? Sarebbe stato contento di vederla? Lui, più di chiunque altro, era stato quello con cui aveva legato di più. Con cui si era sempre confidata - tranne per quell'ultima, piccola cosa. Ma non le era stato nemmeno concesso il tempo, a dire la verità.

Sarebbe stato contento, giusto? Avrebbe spalancato le braccia e avrebbe urlato: «Noona!»

Improvvisamente la porta si spalancò, Jieun trattenne il fiato ma si decise anche a sfodeare un grande sorriso.

Ed eccolo: Taehyung, davanti a lei. L'uomo restò immobile a guardarla con le palpebre abbassate e gli occhi rossi e dal forte odore di Soju che veniva da lui dedusse che fosse ubriaco. Si era appoggiato completamente alla porta con atteggiamento stanco - e nel suo pigiama trasandato, anche se di Chanel, non sembrava nemmeno lui.

Gli occhi scuri di Taehyung incrociarono brevemente i suoi e Jieun si sforzò ancora di sorridere e aprì la bocca per dire qualcosa ma quello che fece l'ex membro dei BTS, la fece irrigidire: una smorfia.

Una smorfia distustata gli aveva appena deformato la faccia che, seppur ubriaca e con un accenno  di barba, era sempre bellissima. Una smorfia distustata... da lei.

Le parole le morirono in bocca e la faccia di Taehyung venne immediatamente sostituita dalla sua porta.

Jieun realizzò che Kim Taehyung le aveva appena sbattuto la porta in faccia.

***

Ehilà, spero proprio che la storia vi stia piacendo. ^^

Che ne dite dei personaggi di Jieun - e del suo segreto - di Mina e di... beh, Taehyung? 

( Ma affronteremo meglio l'argomento "Tae" nel prossimo capitolo).

Una cosa: ho deciso di fare capitoli leggermente più brevi per riuscire, magari, ad aggiornare un po' più spesso! Spero vi vada bene.

Quale è, secondo voi, il segreto di Jieun? Fatemi sapere!

Borahae, Shanna.

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Capitolo 3
*** To go over everything ***


to go over everything

 
I was wondering if after all these years you'd like to meet. (Adele - Hello)


 

«Tae!»

Dopo un attimo di shock iniziale, Jieun si era buttata velocemente contro la porta del castano, battendo furiosamente i pugni. «Kim Taehyung, apri subito questa porta!»

Taehyung aveva reagito in modo diverso da come si aspettava - ma d'altronde Mina le aveva detto che era cambiato. E poi, vederlo ridotto a quel modo, alla pari di un barbone... l'aveva mandao il cervello in tilt per qualche secondo.

Mollò un calcio alla sua porta, poi un pugno e poi un altro calcio. «TAE!» gridò, sicura che da un momento all'altro i vicini del ragazzo avrebbero chiamato la polizia e l'avrebbero fatta arrestare. Ma in quel momento non le importava, nè di essere arrestata e nè di buttare giù quella dannatissima porta che la separava dal suo amico.

Gridò ancora il nome del ragazzo, minacciando di rompere la porta, spaccare una finestra e fare in qualsiasi modo pur di entrare e battendo pugni sulla superficie bianca della porta. Finchè, per un ultima volta, il suo pugno si abbattè su qualcosa di meno duro della porta, ma abbastanza tonico.

Trattenne il respiro per la sorpresa quando incrociò gli occhi di Taehyung per la seconda volta - questa volta col suo sguardo da primadonna irritato, le iridi castane che lampeggiavano furiosi - e sbuffò.

«Fai troppo chiasso.» sbottò Taehyung, guardandola truce. Si grattò la ricrescita di barba sulle guancie e si spostò di lato, facendo cadere il suo pugno nel vuoto, e girò i tacchi: i piedi scalzi che picchiettavano pesantemente sul parquet e si facevano strada nel pavimento piene di bottiglie di soju, birra e quant'altro, sparse qua e là. .

Jieun si sfilò le spalle ed entrò, chiudendo la porta dietro di sè. Senza la luce che proveniva da fuori, l'appartamento era praticamente immerso nel buio. Seguì Taehyung - il quale si era buttato  di nuovo sul divano nel salotto, davanti alla tv che trasmetteva la replica di un cartone animato, e una bottiglia di whisky a metà in mano. Jieun spalancò la bocca per il disordine e la sporcizia: non poteva essere davvero casa di Kim Taehyung. 

«Jin-hyung aveva ragione.» borbottò il ragazzo dopo un po', con lo sguardo fisso sulla televisione e prendendo un sorso di alcool. «Sei tornata.»

Jieun annuì, ma poi, consapevole del fatto che il ragazzo non la stesse nemmeno guardando, pronunciò ad alta voce: «Sì. Tae, cosa sono queste bottiglie?»

Il ragazzo la schernì. «Secondo te?»

«Sì ma perchè? E' appena mezzogiorno, Tae, e tui sei già lesso!» sbottò Jieun, con le lacrime agli occhi. Quando gli occhi freddi e ubriachi di Taehyung la guardarono, lei supplicò con lo sguardo di parlargli, come facevano anni prima. Sentì qualcosa rompersi nel petto - e lo sapeva che in parte era colpa sua. Se fosse rimasta, avrebbe potuto dare una mano a Taehyung? Cosa l'aveva portato a ridursi in quello stato?

«Tae-» mormorò ancora Jieun.

«Tae, Tae, Tae...» cantilenò e poi, davanti ai suoi occhi, bevve un altro sorso. «E' Taehyung, per te. Anzi no,» scoccò la lingua sul palato. «Kim Taehyung, signorina Kang.»

A Jieun le mancò il fiato. «Yah! Cosa stai dicendo?»

«Hai perso il diritto di chiamarmi in qualsiasi modo informale cinque anni fa, quando te ne sei andata senza spiegazione e non hai lasciato nemmeno un messaggio.» Alzò il tono della voce e Jieun sobbalzò. «Nemmeno un cazzo di messaggio!»

Jieun deglutì. «Hai-hai ragione.»

Taehyung si voltò a fissarla, di nuovo, con quello sguardo vacuo. «Un messaggio era sufficiente. Anche settimane dopo. Anche mesi.» la sua voce era diventata roca e Jieun provò l'impulso di abbracciarlo, ma sapeva che il ragazzo non avrebbe visto di buon grado quel gesto. «Anche quando Yoongi-hyung era talmente incazzato da spaccare i muri e anche quando Jungkook piangeva come un disperato, io... ti ho sempre difesa.»

«Taehyung-»

«Tuttavia non sei ti sei mai fatta sentire. Mai.» Il ragazzo bevve un altro sorso del suo liquore dopodiché lanciò la bottiglia contro il muro, frantumandola e rigettando quel poco di liquido che c'era all'interno.

Jieun sobbalzò e strizzò gli occhi per la paura di quel gesto - non lo riconosceva davvero più. Il Tae del passato non avrebbe fatto del male ad una mosca - , ma restò immobile dov'era.

Deglutì, cercando le parole come spiegare tutto ciò che era successo... si sentiva male per quello che aveva fatto, ovviamente, per come se n'era andata - in punta di piedi, senza salutare nessuno - e sapeva che niente avrebbe potuto riparare i suoi errori, ma... c'era una ragione. Un motivo abbastanza valido. «T-ti... ti posso spiegare, Taehyung.»

Taehyung rise di scherno. «Ah davvero?» si alzò velocemente parandosi davanti a lei - il cuore di Jieun sobbalzò leggermente, ma questa volta non chiuse gli occhi e ricambiò lo sguardo serio di Taehyung. I suoi capelli gli ricadevano sulla fronte imperlata di sudore e i suoi occhi stavano diventando sempre più scuri. La sovrastò con tutta la sua altezza e ringhiò: «Puoi spiegarmi perchè te ne sei andata nel cuore della notte quando Yoongi-hyung aveva promesso che avrebbe sistemato tutto?»

Jieun aprì la bocca per parlare ma la voce del ragazzo, con tono basso e roco come quello che usava per cantare, non gliene diede il tempo: «Puoi spiegarmi perchè hai spezzato il cuore di Jungkook?» le mani grandi e forti di Taehyung le afferrarono le braccia, stringendo forte - ma non abbastanza da farle male. «Perchè non hai lasciato nemmeno un fottuto bigliettino... a me...» la voce del ragazzo si ruppe e chinò leggermente il capo, stringendo gli occhi visibilmente ubriaco.

Jieun capì che quello era il momento giusto per parlare, così poggiò le mani sulle braccia di Taehyung e gliele strinse leggermente, cercando di confortarsi. «Avrei voluto farlo, davvero ma... non ho potuto.»

Perchè era una codarda e aveva paura. Per sè, per i ragazzi e la loro carriera, per Dae-hyun. «Ti prego di credermi Taehyung. Non sai quante volte avrei voluto alzare la cornetta e chiamare ognuno di voi per scusarmi, per chiacchierare o per sapere come stavate o cosa stavate facendo. Non sai quanto avrei voluto chiamarvi quando ho letto la notizia al telegiornale che i BTS si erano sciolti.» Jieun fece una pausa, cercando di non scoppiare a piangere. Taehyung ancora non la guardava, il suo sguardo era fisso sul pavimento ma sapeva che la stava ascoltando, quindi raccolse tutta il suo coraggio e continuò.

«C'è un motivo, ti prego credimi, un motivo per cui non ho potuto fare tutte queste cose-»

«... il tuo essere codarda?» sibilò secco Taehyung.

«Anche.» ammise Jieun: basta nascondere la verità. Finalmente poteva dire tutto. «Ma la ragione più importante era che volevo proteggervi. Proteggere il vostro lavoro.»

Lo sguardo dell'ex membro si alzò su di lei, finalmente, ma il suo sguardo era ancora truce ed arrabbiato. «Stai ancora parlando quel ridicolo articolo scandalistico? Davvero?»

«Sì.» strinse le labbra. In parte, ma non poteva ancora dire tutto, voleva aspettare che ci fossero tutti. E Yoongi. «Ma non è ridicolo, Tae. Lo sai meglio di me come funzionano queste cose per gli idol.»

Vide lo sguardo di Taehyung vacillare appena e Jieun sospirò. «So che sei - e siete - arrabiati. Ma se vieni domani alle otto a questo indirizzo,» pescò velocemente nel giaccone e tirò fuori un post-it giallo con scritto sopra l'indirizzo di casa sua. «E spiegherò tutto.»

Taehyung afferrò il bigliettino e lo fissò instentemente, dopodichè si voltò e tornò a sedersi sulla poltrona. 

Jieun sospirò: almeno non l'aveva mandata al diavolo, forse sarebbe venuto. Forse no. Ma in quel momento non c'era altro che potesse dire che non risultasse ridondante; così salutò il ragazzo - senza ricevere risposta- e se ne andò.
 

Gli altri ragazzi l'accolsero un po' più calorosamente. Sotto alla guida degli indirizzi lasciatole da Mina, si era diretta da ognuno di loro. Aveva trovato Jimin nella più grande scuola di ballo privata di Seoul, intendo a fare lezione proprio in quel momento. Non appena la vide sembrò un po' sorpreso ma, nonostante ciò, la salutò con un abbraccio e un sorriso - lo conosceva abbastanza bene da capire che si stava trattenendo perchè forse non si fidava più di lei, dopotutto. Accettò senza cerimonie di essere presente alla cena e Jieun lo lasciò presto dedicarsi al lavoro, dirigendosi all'indirizzo successivo.

Trovò Kim Seokjin, alias Jin a casa sua, in quel momento: il ragazzo abitava in una grande Villa nel quartiere più tranquillo di Seoul e apprese che si era dedicato alla sua carriera da attore - cosa che sapeva la maggior parte del mondo, ormai - e che aveva una bellissima bambina di pochi mesi. Jin era stato più caloroso di Jimin, anche se non le aveva riservato nessun abbraccio, e aveva iniziato a parlare ininterrottamente.

Trovò Hoseok e Namjoon alla BigHit; il primo era il coreografo principale di un nuovo gruppo di ragazzi che avrebbero debuttato di lì a pochi mesi ed era nientemeno che il solito Hobi: allegro, coccoloso e solare. Le disse che era contenta che fosse tornata e che non importava quello che aveva fatto, se adesso stava bene.

Kim Namjoon invece era uno dei pezzi grossi e si occupava ad amministrare sotto a Bang PD le conferenze e le cose di maggior importanza. Non aveva molto tempo per parlare, infatti l'aveva incontrata soltanto tre minuti - tre minuti contati d'orologio - nel corridoio, promettendole che  ci sarebbe stato l'indomani alla cena ma che doveva proprio scappare.

Dopodichè restavano soltanto altre due persone - ma un unico indirizzo. L'auto di Jieun si fermò sotto ad un edificio di nuova costruzione a pochi piani: era la nuova agenzia con cui Jeon Jungkook aveva firmato il proprio contratto da solista dopo che i BTS avevano deciso di andare per la propria strada.

Con il cuore in gola si diresse verso l'entrata. Era felice di vedere il piccolo - non più tabto piccolo - Maknae,  ma aveva anche paura che potesse reagire come Taehyung. Sapeva quanto Jungkook tenesse  a lei e quanto gli avesse spezzato il cuore quando se n'era andata e aveva tagliato i ponti con loro. Eccetto Suga, era forse la persona a cui aveva fatto più del male... più di Taehyung che era diventato il suo migliore amico.

Chiese indicazioni su come trovarlo e, dopo aver provato numerosi tentativi - forse pensavano fosse una Sasaeng - trovò chi le disse che Jungkook si stava allenando con la boxe, in palestra. Ci mise un po'  a trovare anche quella e, quando lo fece, ritrovandosi di fronte all'enorme porta scorrevole, sentì il cuore in gola.

Contò fino a tre e poi spalancò la porta; se Jungkook l'aveva sentita non lo diede a vedere perchè continuòl a colpire ripetutamente il sacco con estrema forza. Il sudore zampillava dal suo busto nudo e il suo sguardo era fissò davanti a sè.

Incapace di dire qualcosa - era così orgogliosa di come Kookie fosse diventato un bell'uomo - avanzò fino ad arrivare a qualche metro da lui. Jungook assestò un ultimo pugno e poi si allontanò da sacco, puntando lo sguardo su di lei. Non sembrava sopreso, segno che probabilmente sapeva già del suo arrivo e della sua presenza. 

Avanzò un poco verso di lei e Jieun non potè decifrare il suo sguaro: era triste, arrabbiato, deluso... impassibile?

«Jin-hyung mi aveva avvertito,» parlò. Si fermò proprio davanti a lei e chinò il capo, facendo spostare leggermente i fili d'ebano appiccicati sulla fronte. «E' peggio di una pettegola di paese.»

E poi, esplose in un risata. La bellissima e nostalgica risata di Jeon Jungkook - le era mancata così così tanto. «Noona, ti vedo bene.»

Jieun sorrise in risposta a quello piccolo di Jungkook e sentì gli occhi pizzicarle. «Kookie. Anche tu stai bene-» quasì singhiozzò. «Perdonami. Mi dispiace così tanto.»

«Sì, lo so.» mormorò Jungkook. «Sono stato piuttosto incazzato, sai Noona... » e scosse la testa. «Ma ti voglio bene e sono contento che tu sia qui.»

Quelle parole erano come una ventata d'aria fresca per Jieun e, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò tra le braccia del Maknae, ricambiando subito la stretta e affondando il volto nel petto nudo del ragazzo. Ma, quando si accorse della posizione compromettente - e del fatto che il piccolo Jungkook fosse ormai diventato un uomo a tutti gli effetti - si staccò subito dal suo abbraccio arrossendo all'istante.

«Calmati, Noona... sei una pervertita.» ridacchò, scuotendo la testa.

«Jungkook!» sbottò lei. «Vatti a mettere una maglietta!»

«Aish. E io che pensavo di riuscire a sedurti.» scoccò la lingua. Jieun avvampò... da quando Jungkook era così schietto?

«Dovresti vedere la tua faccia Noona, sei così rossa.»

«Idiota.» sospirò. «Jungkook, domani-»

«Sì vengo.» la interruppe il moro. Vero, Jin aveva parlato. «Non posso mancare. E posso anche riferire il messaggio a Suga-hyung, ma... non posso assicurare che verrà.» aggiunse, abbassando la voce.

Jieun annuì distrattamente. «Grazie Kookie. Ci vediamo domani, allora.» avrebbe pensato a Yoongi in un secondo momento.

Jungkook sospirò, guardando poi l'orologio. «Sì... ho un appuntamento con lui proprio adesso.» e roteò gli occhi.

«Allora va'.» lo incitò lei. «Non fare aspettare il tuo produttore, piccola pop star.»



AngolinoAutrice(?)

Allora innanzitutto voglio ringraziare chiunque abbia iniziato questa fanfiction. Questa è il mio "approdo" su EFP e Wattpad nel fandom dei BTS - sebbene qui la stia pubblicando ora, è su Wattpad da un po', se volete seguirla lì il mio nick è @ShannaEFP. In contemporanea, ne sto scrivendo un'altra AU su Taehyung - ma in realtà è una saga di tutti i ragazzi. E' comunque presente sia qui che su Wattpad - dove è avanti di alcuni capitoli.
Detto questo, la storia era una destinata ad una One-shot ma si sa che le One-Shot diventano sempre LONG, ahahha.
Povero Tae :( mi distruggerlo scriverlo così, davvero...
Ma cosa sarà davvero successo a Jieun?
Finalmente arrivano i ragazzi al completo! Mi ha fatto strano descriverli "da adulti" in un mondo dove i BTS in blocco non ci sono più.
Che ne pensate?
Ci vediamo al prossimo capitolo, grazie mille a chi ha letto, recensito e aggiunto alle proprie liste.

Borahae, Shanna.

Ps. per chi volesse seguirmi ecco i vari account:
Watt: @ShannaEFP.
Inst: angie.perrone18

<3

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