ARGENTO E MADREPERLA

di Chichilina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 21 GIUGNO ***
Capitolo 2: *** 22 GIUGNO ***
Capitolo 3: *** 23 giugno ***
Capitolo 4: *** 25 giugno ***



Capitolo 1
*** 21 GIUGNO ***


ARGENTO E MADREPERLA

Cap. 1. 21 GIUGNO

Caro Diario,

ti scrivo per necessità.
Mi sento stupida a rivolgermi a te, essere inanimato, considerandoti addirittura “caro”, ma la tua confidenza è l’unica che posso permettermi.

Si, ti scrivo per necessità. Non saprei a chi altro raccontare la mia storia. Nessuno potrebbe mai credere a quello che, sono sicura, tu crederai.

Sono bionda. I miei capelli lunghissimi catturano l’attenzione dei passanti. Ho gli occhi chiari, di un azzurro indefinito. Sono magra, le mie curve sono gentili e gradevoli. So di essere bella. Non ha senso negarlo. Mi piace il mare e fare lunghe passeggiate da sola sulla spiaggia. Ho una grande immaginazione e credo nel destino. Sono costretta a crederci.

Ti ho appena comprato in cartoleria  mio “Caro Diario”. Sei un semplice quaderno a spirale con la copertina bianca. Non ho saputo resistere. Mi sei apparso come via d’uscita per le mie frustrazioni mentali.

Nessuno oggi mi ha  rivolto parola. Ne sono felice, non avrei saputo rispondere nemmeno ad un “Ciao”.

 Tutto è così incredibile. Il mio cervello, il mio corpo e il mio cuore non rispondono più alla mia anima. So di conoscere posti, cose, linguaggi di cui prima non sapevo nemmeno l’esistenza. Sono felice? Triste? Non saprei dirtelo oggi.

Tutto è stato troppo veloce.

E’ colpa mia, mia e dei miei sogni maledetti e benedetti insieme.

Ti scrivo seduta su di una panchina in un parco. Una delle tante  vuote a disposizione. Il sole che cala addolcisce il paesaggio e si specchia nel laghetto poco distante dai miei piedi.

Fa caldo, troppo, ma non mi importa.

Conosco le risposte alle domande che si formano nella mia mente. So di non stare sognando anche se la realtà oggi mi è incredibile come mai prima.

 Ti racconterò tutto. Giorno per giorno.

Ah, dimenticavo,… mi chiamo Usagi Tsukino, ho 22 anni e sono viva da una settimana.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Gente, che dire…se non scrivevo questa specie di introduzione potevo anche impazzire. Lo so che non si capisce niente e che dovrei concentrarmi sulle altre storie sospese ma…se avrete fede di seguire gli sviluppi scoprirete che ha un senso anche questa nuova avventura.

Vi voglio bene. A tutti!!! Mi raccomando recensite, non mi abbandonate!!

Chichilina

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Capitolo 2
*** 22 GIUGNO ***


22 Giugno

Caro Diario,

Nemmeno questa notte sono riuscita a dormire. Mi maledico per non riuscirci da giorni. 
Penso sempre a quello che mi sta accadendo. Forse dovrei esserne felice. Me lo ripeto tante volte, ma poi, all’improvviso … avverto il vuoto dietro i miei passi e lo stordimento che sento dentro sbiadisce i nuovi colori che dovrebbero illuminarmi il cuore.

Avevo da poco aperto gli occhi quel giorno. Era una mattina come le altre. Nel giro di cinque minuti avrei dovuto alzarmi, lavarmi, portare il mio cane fuori e correre in ufficio. Il solito supplizio delle sette del mattino. Ore e ore sul computer tra documenti e cartacce da produrre o archiviare. Preoccupazioni, telefonate continue e rimproveri mi aspettavano con la solita puntualità. Può sembrare strano a raccontarlo, mio Caro Diario, ma, come sempre avevo cominciato la giornata sapendo che la parte migliore di quelle prossime  ventiquattro  lunghe ore sarebbe arrivata solo a tarda sera quando Lui, come sempre negli ultimi due anni,  mi avrebbe cercata, senza parole, senza spiegazioni e …mi avrebbe avuta, senza ribellioni.

Ora e tutto diverso. Da sette giorni il tempo ha cambiato ritmo, ho un nuovo nome, un nuovo aspetto, vivo in una nuova città e … non ho la più pallida idea di come sia successo.

Sono sicura che se tu potessi, quaderno a spirale con la copertina bianca, mi chiederesti “ Ma come è possibile che tu non sappia come è cambiata la tua vita?”. Vorrei poterti rispondere, davvero, ma l’unica spiegazione che ho nella mia mente ti sbalordirebbe più di un qualsiasi silenzio.

Sto guardando la mia mano sinistra mentre scrivo. L’argento cesellato abbraccia la madreperla come uno scrigno fa con il suo tesoro.

Non posso credere  fino in fondo a quello che già penso. Non posso davvero ritenere questo monile la fonte di tutto. O forse si.

Devo lasciarti, sono venuti a prendermi.

 

Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno cominicato a seguire questa nuova storia e che hanno commentato. Nello specifico: hachi92: grazie mille ^_^ sono felice di averti incuriosito. Spero continuerai a seguire - shalya: il titolo è nato da un riferimento reale che poi spiegherò nella storia. mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi anche di questo cappy - lagadema: carissima!!! grazie per il coplimento. i titoli mi sono sempre venuti bene, è il resto che lascia a desiderare. grazie del tuo appoggio. Spero continuerai a seguirmi - maryusa: ciao ciccia!!! Si che aggiorno., piano piano ma aggiorno.un bacione e grazie per il tuo commento.- Nicoranus83: che dici passiamo al primo?! Grazie per il tuo solito incoraggimaneto iniziale. Mi sostieni sempre e te ne sono davvero grata. Spero che anche questa storia...magari quando sarà più comprensibile ti piacerà. - NEPTUNE 87: Amica dolce, ma lo sai che io 100 mila ne penso e 100 mila ne faccio, vero?! Ti vogtlio tantissimo bene. Spero ti piaccia anche questo secondo cappy. bacio. - luciadom: mako te l'avevo detto che avrei aggiornato. SOno un pò lenta ma mantengo le promesse. ti abbraccio fortissimissimo. spero di sentirti presto! Grazie anche a quelli che hanno solo letto. Questa storia procederà alternandosi tra capitoli breve e altri molto più lunghi. Infondo si tratta di un diario. Cerco di sciverlo come avrei davvero fatto se fossi stata la protagonista. Baci a tutti. CHichilina

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Capitolo 3
*** 23 giugno ***


EHI SONO TORNATA!!!

Aggiornamento non sperato. Spero tanto vi piaccia e vi aiuti un'attimino a capire questa complicata storia. vi voglio bene amiche!

Chichilina

23 giugno

Mi sono abituata velocemente a questi capelli lunghissimi. Quando la spazzola accarezza le radici formulo un pensiero e quando arriva alle punte mi rendo conto di averlo già ben che archiviato. Il tempo di un colpo di spazzola è abbastanza per i miei ragionamenti ben più corti della mia chioma infinita.

Un’altra giornata incredibile si aggiunge a quelle della mia nuova vita, e ora che mi appresto a coricarmi ne sento il peso e la leggerezza insieme.

La macchina è arrivata troppo presto ieri, mio caro Diario, non mi ha lasciato nemmeno il tempo di dirti chi mi aveva raggiunto.

Non era una persona soltanto, nella lucente spider nera, moderna carrozza delle favole, mi aspettavano per andare a mangiare un gelato insieme, un uomo e due delle …ehm…credo dovrei dire, “amiche”, che ho in questa vita.

Non se ne sono accorti. Questo un po’ mi offende.

So di aver sostituito qualcuno che loro ritrovano ancora guardandomi negli occhi, qualcuno che chiamano Usagi, qualcuno che hanno amato in passato e che amano ancora. Non si sono accorti che io non sono quella persona.

Che amore è quello che non sa vedere oltre l’apparenza?

Potrei dirgli tutto. Potrei dire “Hei, guardatemi meglio…non sono la vostra Usagi, sono un’altra persona che…però…sa tutto di voi e del rapporto che dovremmo avere”.

Non ci riuscirei però. Lo so.

D'altronde, come potrei dire loro che non sono quello che credono? Come potrei rivelargli che quella che loro chiamano “stranezza degli ultimi tempi” è invece un buco nero di confusione che troneggia nella mia testa? Come potrei dare loro l’angoscia di aver perso chi amano senza averne io per prima la certezza? E se fossero loro ad avere ragione ed io ad essere niente altro che una pazza?

Eppure … so tutto di loro, come loro credono di sapere tutto di me. Ricordo momenti che non ho vissuto ma che ritrovo veri nei loro racconti. Non c’è un dettaglio che mi sfugge ed è incredibile pensare che ignoravo tutto un mondo di emozioni, nomi, sguardi fino a pochi giorni fa.

Una vita intera si è sovrapposta alla mia e nel mio cervello i ricordi e le informazioni delle due me stessa stanno lentamente sovrapponendosi. Di questo passo ho paura di dimenticarmi di chi sono, o meglio, chi ero in realtà, di chi ero fino a pochissimo tempo fa.

Riconosco la fossetta nella guancia destra di Makoto quando ride, è la prima cosa che ricordo di lei in assoluto. Se chiudo gli occhi rivedo il gesto di alzarsi gli occhiali dal naso così tipico di Ami sempre impegnata in qualche lettura. Non potrei mai confondere la voce di Minako nemmeno in mezzo ad altre cento voci, e non potrei mai, e dico mai, non riconoscere il passo felpato di Rei e le sue movenze affascinanti anche per un’altra donna.

E poi c’è lui. Dolce come niente altro può esserlo. Delicato nel suo modo di propormi il suo amore e romantico come ogni donna vorrebbe fosse il suo compagno. Non mi sfiora se non legge consensi nei miei occhi. Credo mi veda come qualcosa di prezioso. Mi rivolge i suoi pensieri più belli e non mi chiede che la possibilità di farmi amare da lui che ora è il mio compagno. Eppure… non passa istante che le palpebre chiuse non mi riportano in un’istantanea di quella che era prima la nostra vita insieme. Mi accaldo nel ricordare ogni tangibile sensazione provata dal mio corpo quando le sue mani hanno avuto la condiscendenza di sfiorarlo. Quel modo di bramare ogni centimetro della mia pelle con una delicatezza e una forza insieme capaci di sfidare il mondo. Una voce seducente  abile nell’entrarti dentro quanto  un corpo di uomo sa fare anche da lontano, anche al telefono. Un cuore freddo capace di abbandonarmi senza nemmeno un saluto, capace di pretendere ciò che non gli apparteneva, forte di un desiderio che non doveva chiedere permessi.

Ricordo la prima volta che l’ho incontrato nell’altra vita e il fuoco che mi aveva acceso sotto le unghia, e ricordo anche la prima volta che l’ho visto in questa nuova esistenza…

Lui ora dice ad un Usagi che non sono io veramente, che io possiedo il suo cuore, e io soffro nel ricordare che fino a qualche giorno fa, in un mondo dal nome diverso, di lui non possedevo che il corpo ma sapevo che era della vera me stessa che sentiva l’urgenza.

Prima entrava nel mio letto senza chiedere, ora non fa che chiedermi di amarlo come lui mi ama.

Lui non lo sa, ora non lo sa, ma io amo da una vita precedente quando era lui a non amarmi.

 Mamoru Chiba, il tutto e il niente, ciò che mi è rimasto dell’altra me stessa, ciò per cui può valere la pena vivere una vita che in niente mi appartiene.

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Capitolo 4
*** 25 giugno ***


Non ci credete, lo so…nemmeno io! STO AGGIORNANDO!!!! Miracolo!

Non saprei da dove cominciare con le scuse quindi mi limito a sperare nella vostra clemenza e ad aspettare vostre recensioni. Vi abbraccio tutti.

Chichilina

 

 

25 giugno

 

Chiederti “scusa” è forse un ulteriore segno di pazzia?
Non dirmelo, ti prego.

Sono passati due giorni. Ieri non ti ho scritto, Caro Diario, e dentro di me ne sento il rimorso come se tu potessi aver sentito la mia mancanza…non quella di Usagi, si intende.

Ieri non ho potuto. Nel teatrino che è questa mia vita, non ne ho avuto il tempo.

Mi accorgo solo ora di non averti mai detto il mio vero nome, quello che è vero per me soltanto…vuoi saperlo?

Forse non è ancora il momento per concedermi di nuovo il mio nome. Anche solo scriverlo sulle tue pagine potrebbe scalfire le mie resistenze, quei paletti invisibili che ho messo a protezione del mio cuore. Non voglio dovermi interrogare ancora sulle emozioni che continuo a provare.

 

No, ieri non ho avuto tempo per te, amico silenzioso. Ieri ero una fidanzata modello in abiti firmati e con profumi meravigliosi ad aromatizzarmi la pelle.

Lui mi ha voluta con se e io non ho saputo, non ho potuto dirgli di no.

 

Era il suo momento e mi voleva al suo fianco, o meglio, voleva la sua fidanzata al suo fianco.

E’ un dottore bravissimo, credimi. Tutti lo stimano e non è affatto difficile capirne il motivo. Si è guadagnato questo premio. Non ho mai conosciuto un dottore più carismatico di lui. Non solo è molto competente ma è anche, e soprattutto, una persona meravigliosa, di quelle che ti auguri di avere vicino durante la sofferenza del corpo e anche nell’ultima ora che il destino ti ha concesso.

La sua gentilezza apre il cuore a nuove possibilità e i suoi sorrisi ti portano verso la pace.

Mamoru, Mamoru…anche il suo nome è dolce. Tutto in lui sa di un bacio appena ricevuto.

 

Ieri è stato un giorno indimenticabile. Trovarmi in un posto sconosciuto tra gente sconosciuta mi è stato di aiuto.

C’era solo lui, il cui viso apparteneva già ai miei ricordi, e per un momento, un bellissimo momento, ho smesso di sentirmi un’impostore, una ladra della vita altrui, e ho creduto davvero di trovarmi con il mio Mamoru ad una festa nei panni di me stessa.

 

Per un istante durato qualche ora ho provato su questa nuova pelle la sensazione di essere finalmente un tutt’uno con l’anima che sento ancora di avere. Ero io che finalmente ero riuscita ad avere di più che una notte di passione dall’uomo che amo, ero io che finalmente rispondevo ad uno sguardo desiderato per anni.

 

Ero felice.

 

E poi, fine facilmente immaginabile, un riflesso mi ha ricordato la mia condizione.

La madreperla del mio anello riflette bene la luce artificiale delle lampade.

 

No, non ero io. Era Usagi ad avere per se Mamoru. Io ero solo quella che si trovava nel corpo di Usagi e che disgraziatamente condivideva con lei anche l’amore per un uomo.

 

Lui non se ne è accorto. Nemmeno ieri. Ha creduto io abbia bevuto troppi drink. Pensarci adesso mi mette i brividi. Chissà cosa avrebbe potuto pensare delle mie parole se non le avesse attribuite all’alcol?! Gli ho detto “avrei tanto voluto che tu fossi stato così dolce anche prima, quando mi prendevi senza chiedere il permesso”. Ti rendi conto?

No, non ero ubriaca…ero solo troppo fragile dopo l’ennesimo bacio carico di dolcezza.

La luna era così bella da quel terrazzo e i suoi occhi così sinceri che…

Quelle frasi scritte nel cuore sono arrivate alla mia bocca senza che me ne rendessi nemmeno conto.

Eppure lui non ha battuto ciglio.

Mi ha sorriso e mi ha stretta forte a se, sussurrandomi che era ora di tornare a casa perché avevo bevuto troppo.

 

Continuo a chiedermi cosa dovrei provare. Se è stato il destino a darmi questa nuova vita forse dovrei concedermi la possibilità di godere dell’amore che sto ricevendo. Formulo questo pensiero in continuazione sperando prima o poi di convincermi. Eppure…la colpa di tutto questo è solo mia, e del mio stupido desiderio di una vita diversa.

 

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